L'ECOtele7

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Anno 54 7 Ottobre 2020 Fr. 3.­ numero

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Settimanale d'informazione

L A M AG I C A S P E L L O LA PAROLA AI COMITES IN SVIZZERA DISOCCUPAZIONE E COVID­19



SOMMARIO RUBRICHE 6 7

La rubrica di Mauro Trentini La rubrica di Dino Nardi

ATTUALITÀ 4 8 14

L'intervista La parola ai Comites ­ Comites Losanna, Grazia Tredanari Società ... ti fidi ? ... mi fido. (a mia figlia) Economia Basta pessimismo!!

CULTURA

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Storia Immigrazione italiana 1970­1990 ­ 25. Scuola contrastata Turismo La Magica Spello Arte Una bella Mostra di Domenica Spettacolo Piacere, Bruno Bozzetto Cucina Zuppa di zucca al profumo di mandarino con gamberi rossi ­ Pollo al curry ­ Focaccia dolce con uva bianca

MOTORI E MOBILITÀ 18

Nuove Opel in passerella

SPORT 20 Azzurri in campo ­ Filippo il grande! ­ Settimana europea dello sport COMUNICATI STAMPA 36 ­ 37 ­ 39 TEMPO LIBERO 38

Editoriale

Care lettrici, cari lettori,

Questo maledetto virus sembra non voler risparmiare proprio nessuno. Donald Trump è risultato positivo al coronavirus ed è stato trasportato in ospedale qualche ora dopo averne dato l'annuncio. Dunque, anche Trump, come alcuni altri influenti politici, fa ora i conti con il sottovalutato Covid-19. Si, proprio Trump che ha tentato in ogni modo di ridimensionare i rischi della pandemia, mostrando scetticismo verso le misure di prevenzione e una manifesta reticenza all'uso della mascherina, si trova in un letto d'ospedale. Niente mascherina mentre volava da Whasington per mezza America, niente mascherina partecipando ai comizi afollati. Senza precauzioni, come ha fatto per mesi, come se non fosse un leader di uno dei Paesi più colpiti dalla pandemia. "È un'influenza, un giorno scomparirà come per miracolo” era il suo pensiero il 27 febbraio scorso, mentre in Europa e in Italia si registravano centinaia di nuovi contagi al giorno e la Cina era in ginocchio. Il mondo intero è rimasto allibito quando, durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, ha invitato gli scienziati a testare l'uso di ultravioletti e di iniezioni di candeggina per vedere se uccidevano il virus. Trump era convinto che gli Stati Uniti non avrebbero avuto un impatto così devastante sulla popolazione. Ma, otto mesi dopo, il Paese ha il triste primato di casi, 7,3 milioni, e di vittime, 207mila. Si, è proprio Trump, che qualche giorno fa aveva scherzato sull'abitudine del candidato democratico Joe Biden di indossare la mascherina, a dover annunciare al mondo di essere positibo al coronavirus. Mi auguro di tutto cuore che il presidente degli Stati Uniti possa avere una pronta guarigione e, al contempo, spero che questa esperienza possa dargli modo di riflettere sulle sue grandi responsabilità. Minimizzare, divulgare false informazioni, ridicolizzare chi segue i consigli degli esperti non è utile. In questo caso men che mai!

Maria Bernasconi

. Settimanale d'informazione

Socio fondatore della Federazione Unitaria Redazione e collaboratori: Chiara Bernasconi, Flory Di Biagio, Peter Ferri, Graziano Stampa italiana all'estero (FUSIE) La testata riceve il contributo per la stampa italiana Guerra, Giovanni Longu, Dino Nardi, Andrea Pagnacco, Graziella Putrino, Egidio diffusa all’estero erogati dal Dipartimento editoria della Todeschini, Mauro Trentini Presidenza del Consiglio dei Ministri Agenzie Stampa: 9 Colonne, Adnkronos, Aise, Ansa, Inform, Swissinfo. Fotografie: Adnkronos, Ansa, Esther Landolt, Luigi Rizzo. Sede legale: Via Brocaggio 1, 6984 Pura ­ Pubblicità: Tel. 056 353 31 30 e­mail: redazione@leconews.ch Redazione: Rapperwilerstrasse 1, 8630 Rüti Orari: Martedì ­ Venerdì dalle 10.00 ­12.00 e Stampa: Nastro&Nastro Srl ­ 21010 Germignaga (VA) Italia Spedizione: Stisa SA ­ Zona Industriale 1 ­ 6593 Cadenazzo dalle 14.00 ­17.00 Tel. 056 535 31 30 Gli articoli e le foto impegnano solo la responsabilità degli autori. e­mail: redazione@leconews.ch Costo abbonamento annuale Fr. 98.­ Editore: Newsitalia sagl

mercoledì 30 settembre 2020/

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L'INTERVISTA

a cura della

Redazione

La parola ai Comites in Svizzera Grazia Tredanari, Presidente del Comites Losanna e coordinatrice di tutti i Comitati in Svizzera

Giunta quasi alla fine del suo mandato, ci può dire quali sono stati gli aspetti positivi e, se ve ne sono state, le criticità riscon­ trate? Il Comites è una rappresentanza, basata sul volontariato, che richiede impegno ed energie, a volte ad ol­ tranza, visti i rinvii delle elezioni; che fa leva sul senso di responsabilità e sugli ideali del bene comune. Numerose e variegate sono state le serate informative proposte in questi anni: terza età, cittadinanza e natura­ lizzazione, giovani, nuove mobilità, nuovi arrivati, fiscalità e regolarizza­ zione, rimpatri, tutele, diritto e modalità di voto: svizzero, italiano ed europeo. Tante sono state le colla­ borazioni con le associazioni e le partecipazioni alle loro attività. Inde­ fesso il sostegno all’Ente scolastico dei corsi di lingua e cultura italiana. Continuo il dialogo con il Consolato per il miglioramento dei servizi, ma anche con il MAECI e gli altri Mini­ steri, con i Parlamentari, il CGIE e gli altri Comites. Eccellenti i rapporti con l’Ufficio Cantonale e Comunale del Vaud e, ai tempi, di Friburgo, per l’in­ tegrazione, così come con le isti­ tuzioni comunali di varie città svizzere e italiane, grazie all’operato dei vari membri e dei rappresentanti delle associazioni che hanno portato ad in­ teressanti interazioni. Le criticità dettate, oltre che dal volontariato, dagli scarsi mezzi finan­ ziari, umani e mediatici a disposi­ zione, dalla stessa legge istitutiva dei Comites che non prevede un impegno da parte delle Istituzioni a dar seguito alle richieste e proposte inoltrate ed alla rigidità di taluni meccanismi che ne limitano e vincolano l’operato, dando luogo ad un senso di frustra­ zione ed impotenza che deve fare i conti con la motivazione a perseguire gli scopi che ci si era prefissi. Impos­ sibili i progetti unitari e condivisi su tutto il territorio svizzero, se non se­ 4

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Grazia Tredanari Grazia Tredanari, da 24 anni in Svizzera, proveniente dalla Puglia, e più precisamente dalla provincia di Foggia, con una formazione di Ragioniere e perito chimico e una laurea in Lingue e Letterature Straniere. Si è dedicata per vari anni all’insegnamento dell’Italiano, dell’Inglese e del Francese, sia in ambito italiano, sia in ambito svizzero. Lavora in un patronato da 12 anni, prima a Losanna, poi come capoufficio a Ginevra. Nel 2004 è stata eletta nel Comites prima come vice­presidente, poi nel 2006 come presidente. Dal 2015 è anche Coordinatrice dei Comites della Svizzera ed ha partecipato a varie riunioni del CGIE. Nel 2007 è stata chiamata a rappresentare gli Italiani nella Chambre Cantonale Consultative Vaudoise des Etrangers (Camera Cantonale Consultativa degli Stranieri del Vaud). Per vari anni ha fatto parte del FIMM di Berna ed è stata per alcuni anni Segretario Generale del FIMM Fribourg e membro di varie altre associazioni. Nel 2016 è stata eletta nel Consiglio Comunale di Préverenges. zionati e replicati dai Comites volen­ terosi. Come valuta il rapporto con la rappresentanza consolare e con

le istituzioni locali? Nel nostro territorio, ne abbiamo visti tanti di Consoli succedersi ed abbia­ mo sempre tenuto al mantenimento dei buoni rapporti con tutti, così


L'INTERVISTA come, del resto, è previsto per legge, a prescindere dalla predisposizione all’ascolto. Il nostro operato in questi anni è stato un po’ come la goccia che scava la roccia, convinti che la perseveranza e l’impegno, in certi ca­ si premiano, anche se i successi pur­ troppo non sono direttamente propor­ zionali alle energie profuse. Un esem­ pio è stato il pagamento con le carte bancarie in Consolato o con i bollet­ tini, già applicato in altri Consolati e inspiegabilmente lettera morta per vari anni per il Consolato di Losanna prima e di Ginevra poi. Per l’annes­ sione del Cantone Friburgo alla Cancelleria Consolare di Berna, ci son voluti oltre 10 anni. L’istituzione del servizio itinerante del consolato di Ginevra a Losanna, ha richiesto circa 3 anni di trattative e tre consoli, ma è durato purtroppo solo poco più di tre anni. Il ricevimento del pubblico in Consolato senza appuntamento è sta­ to istituito solo in via sperimentale, per poi esser soppresso alla prima occasione e così via. È indubbiamente demoralizzante, poiché sembra di par­ lare a vuoto. L’accredito formale presso le istitu­ zioni locali, come previsto per legge, non è mai avvenuto, nonostante le svariate richieste fatte ai vari Consoli e di fatto paghiamo questa mancanza in Vallese dove, non avendo peraltro alcun membro, non siamo riusciti ad interagire, come invece avviene nel Vaud o era avvento a Friburgo. Ottima è la collaborazione con l’Ufficio Can­ tonale e l’Ufficio Comunale per l’inte­ grazione. Siamo membri attivi e sti­ mati nella Camera Cantonale Con­ sultativa degli Immigrati. A livello co­ munale e cantonale, grazie anche alle attività svolte da noi o dalle asso­ ciazioni si son creati legami di vici­ nanza, di ascolto e di collaborazione, che hanno dato luogo alla creazione di opuscoli informativi tradotti siste­ maticamente in almeno 10 lingue, a serate informative o a punti d’ascolto creati anche su input nostro e di rappresentanze di altre nazionalità. In alcune circostanze abbiamo inter­ agito direttamente con i Comuni ita­ liani, sia per la promozione culturale e territoriale, sia per la sensibilizzazione alle problematiche dei residenti all’e­ stero. Come è ed è stato percepito il suo ruolo di presidente del Comi­ tes di Losanna dalla comunità? È estremamente difficile tenere infor­ mata la comunità estera in generale e questo vale sia per l’Italia, sia per la Svizzera. Lo spazio riservato dai me­ dia ufficiali è inesistente. Non avendo

mezzi a disposizione, ci affidiamo alla cassa di risonanza delle associazioni, dei media italiani locali, dei social e al passaparola. In sostanza, solo la spa­ ruta minoranza di quelli che riman­ gono vicini agli "ambienti" dell’emi­ grazione sono informati, gli altri spesso ignorano l’esistenza di questa istituzione che ha comunque una funzione importate per la comunità, perché è la sola riconosciuta. Da ta­ luni il ruolo del Presidente o dei membri Comites è visto come un ruolo di prestigio e di vanto, da altri di nulla facenti o incompetenti, da altri ancora come inutili. Chi è vicino al Comites conosce bene l’operato e chi non lo è non conosce affatto la legge e i limiti imposti all’operato dei Comi­ tes. Chi partecipa alle serate infor­ mative, in genere ringrazia caloro­ samente e incita a continuare e a te­ ner informata la comunità, a conti­ nuare a proporre soluzioni che aiutino i nostri connazionali a fruire meglio dei servizi consolari, ad integrarsi be­ ne e rapidamente. Il rispetto e il rico­ noscimento personale, l’ho avuto al­ l’ultima elezione Comites: l’eletta con più voti di tutta la Svizzera. Visto il costante evolversi della situazione migratoria che coin­ volge maggiormente i giovani, quali sono le sue proposte per un loro maggior coinvolgimento nelle rappresentanze istituzionali degli italiani all'estero? I giovani in Svizzera, come in altri Paesi con un forte sviluppo econo­ mico, sono molto presi dalla propria carriera e dalla propria vita, mostrano scarso interesse per le associazioni e le istituzioni che siano esse svizzere o italiane. Per cui non è facile coinvol­ gerli; inoltre, le associazioni e il vo­ lontariato sono anch’essi in crisi e non costituiscono più un bacino dal quale poter attingere, come è avve­ nuto in passato. Molte nostre speran­ ze per il futuro di queste Istituzioni e delle associazioni sono riposte proprio nei giovani della nuova emigrazione che arriva vogliosa di conoscere, di fare e di integrarsi, essendo poi preva­ lentemente formata, se non alta­ mente qualificata, fa ben sperare. Noi, dovremmo informare e formare già da ora, in modo da spiegare il funzio­ namento e i limiti della normativa attuale, invogliandoli comunque alla partecipazione e alla creazione di pro­ getti e programmi. Dei video infor­ mativi potrebbero anche esser utili e delle interviste come questa e forse degli atelier per creare idee ed aspettative sarebbero auspicabili. Del resto, il limite dei due mandati, facilita il ricambio negli organismi di

rappresentanza, per cui vi è tutto lo spazio necessario per i volenterosi. Quali possono essere, secondo lei, le modifiche che si potrebbero apportare per rendere più incisivo il ruolo dei Comites? Indispensabile è la modifica della leg­ ge che dovrebbe dar maggiori poteri ed uno statuto più forte alla Rappre­ sentanza. Finché le richieste dei Comites non avranno interlocutori con l’obbligo di valutare la fattibilità delle proposte e vincolarne la realizzazione, nulla o poco cambierà. Un esempio banale è la richiesta che la sottoscritta fa ormai da anni, del prolungamento del­ la validità a vita della Carta d’identità per gli ultra settantenni e i disabili gravi oppure il prolungamento a quin­ dici anni della validità della Carta d’identità per tutti, come avviene in Francia. Nessuno, finora ha dato ri­ sposte sull’applicabilità di queste mo­ difiche nella normativa italiana. I vantaggi son facilmente intuibili. Di proposte, più o meno elaborate, ve ne sono state tante altre e in vari ambiti rimaste senza risposte. Una maggiore libertà di azione, una semplificazione amministrativa e di gestione, sarebbe fortemente auspica­ bile. Naturalmente, un giusto spazio mediatico ufficiale aiuterebbe a cono­ scere e far conoscere tale istituzione e ad avvicinare persone nuove a que­ sta Rappresentanza. Necessario an­ che il riconoscimento del ruolo di mediazione con il Paese e le Istituzio­ ni estere. Se i membri Comites fossero varia­ mente qualificati e di mestieri o am­ biti lavorativi diversi, potrebbero for­ nire al Comites competenze chiave per inquadrare meglio le problema­ tiche dei nostri connazionali e potreb­ bero proporre soluzioni ancora più efficaci sia alle istituzioni locali, sia italiane. Comites Losanna Rue du Valentin 12 1004 Lausanne comiteslosanna@bluewin.ch www.comites.ch Inizia da questo numero una sequenza di interviste ai Presidenti dei Comitati degli Italiani all'Estero presenti in Svizzera (sette in totale). Nel prossimo numero la parola alla Presidente del Comites di Basilea.

mercoledì 7 ottobre 2020/

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RUBRICHE

a cura di

Mauro Trentini

avvocato

mail: trentini­legal@bluewin.ch

C

Disoccupazione e Covid­19

Seconda ordinanza Covid­19 in materia di assicurazione contro la disoccupazione aro avvocato,

purtroppo sono in disoccupazione da meta ottobre 2018. Ho sentito dire che alle indennitâ giornaliere che versa la disoccupazione, vengono aggiunti 120 giorni a causa dell’epidemia di Covid­19. Mi può dare dei ragguagli in merito? Giuseppe V. Caro Signor Giuseppe, lo scorso mese di marzo 2020 il Consiglio Federale è

vengono versate per un massimo di due anni). Ogni mese sono scalate delle indennità che vengono poi retribuite in ragione del 70% o dell’80%. Generalmente, a dipendenza dei giorni lavorativi che conta il mese. le indennità che vengono scalate men­ silmente variano da 21 a 23. Non conosco i dettagli della sua situazione personale e quindi non so quante in­ dennità le sono state concesse. Per il periodo quadro, se lei si è ritrovato disoccupato il 15 ottobre 2018, il me­

intervenuto a sostegno dell’economia. Tra i tanti aiuti offerti alla popolazione è stata emessa anche un Ordinanza Covid riguardante la disoccupazione. L’ordinanza in questione prevedeva, sino a settembre 2020 l’aggiunta di 120 giorni d’indennità supplementari a tutte le persone che si trovavano in disoccupazione. Questi 120 giorni d’indennità sono effettivamente stati aggiunti nei conteggi mensili che so­ no stati recapitati a tutti i disoccupati dalle Casse disoccupazione compe­ tenti.

desimo terminerà il prossimo 15 ott­ obre 2020.

Quando una persona entra in disoccupazione, a dipendenza dei me­ si in cui è stato occupato, degli obbli­ ghi di natura familiare (figli a carico), dell’età, ecc… gli vengono assegnati un certo numero di indennitâ giorna­ liere. In genere circa 400. Si apre inoltre un periodo detto “quadro” della durata di 2 anni (le indennità

L’Ordinanza indicata è stata presa dal Consiglio Federale in virtù dei poteri straordinari che gli sono stati conces­ si a causa della pandemia Covid­19. Mancando comunque una base legale per poterla adottare a tempo inde­ finito, la validità dell’ordinanza era di 6 mesi al massimo. A settembre, in­ fatti, come prima evidenziato, l’Or­

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Orbene, la prima ordinanza Covid­19, assicurazione contro la disoccupa­ zione, prevedeva appunto che se un disoccupato terminava le indennità giornaliere nel periodo marzo­set­ tembre 2020 e pertanto se anche il periodo “quadro” terminava in questo lasso di tempo, venivano aggiunti 120 giorni di indennità giornaliere supple­ mentari ed il periodo quadro veniva prolungato di conseguenza.

dinanza è scaduta e di transenna an­ che il sostegno ai disoccupati ed i 120 giorni di indennità supplemen­ tari. Poiché i due rami del parlamento della Confederazione (Consiglio Nazio­ nale e Consiglio degli Stati) hanno discusso proprio lo scorso mese di settembre di una legge federale Covid­19 (legge questa che fornirebbe al Consiglio Federale una base legale per ulteriori ordinanze), anche il no­ stro governo ha reagito e ha emanato una seconda ordinanza Covid­19 in materia di assicurazione contro la disoccupazione. Questa ordinanza prevede espressamente che se il parlamento non offrirâ una base legale, la medesima decadrà senza realizzare gli effetti che si propone. Questo pericolo, a mio modo di vedere, è stato scongiurato dallo stesso parlamento che è fermamente intenzionato ad elaborare e ad ema­ nare una legge federale Covid­19. Questa seconda ordinanza ricalca quanto previsto dalla prima ordinanza ed in modo particolare l’aggiunta di 120 indennità giornaliere e il prolun­ gamento del periodo “quadro”. Nel suo caso quindi caro Signor Giu­ seppe, i 120 giorni verranno aggiunti alle indennità giornaliere che le rimangono da percepire. Inoltre il suo periodo quadro sarà prolungato sino a meta aprile 2021. Le condizioni per poter beneficiare di questo sostegno sono infatti due. In primo luogo i 120 giorni supplementari vengono conces­ si a chi da marzo ad agosto 2020 ha avuto diritto a delle indennitâ gior­ naliere almeno per un giorno. In secondo luogo, i termini quadro con inizio entro il primo marzo 2020 (il suo termine quadro è iniziato prima di tale data) sono prorogati di 6 mesi. Caro Signor Giuseppe mi permetta, rispondendo alla sua lettera, di ringraziare i nostri governanti che in una difficile situazione economica come quella che stiamo vivendo a causa della pandemia, hanno saputo reagire con competenza, prontezza e con un pacco di miliardi a sostegno dei lavoratori che hanno avuto la sfortuna di ritrovarsi disoccupati.


RUBRICHE

50 anni di Svizzera per dirsi fortunati

a cura di

Dino Nardi

rubrica di politica e informazione sociale

mail: nardi.dino@bluewin.ch

Siamo diventati sempre meno stranieri

E

migrare in Svizzera e vi­ verci da cinquanta anni ­ come il sottoscritto ­ signi­ fica averne viste di tutti i colori, come si suol dire, su come una buona parte della popolazione locale ha ­ con l’immigrazione (e viceversa, ovvia­ mente) e reagito ogni qualvolta il Consiglio Federale ed il Parlamento della Confederazione intendevano aprirsi all’Europa ed al mondo: dal­ l’iniziativa antistranieri di James Schwarzenbach a quelle lanciate e sostenute da Valentin Oehen ed infine quelle dell’UDC degli ultimi lustri. Tutte iniziative referendarie che, indi­ pendentemente dal loro esito, hanno comunque condizionato negativamen­ te non solo l’ingresso in Svizzera di molti emigrati (soprattutto italiani) ma anche la permanenza nella Con­ federazione di tantissimi immigrati di prima generazione. Iniziative referen­ darie antistranieri alle quali si sono aggiunte quelle per impedire l’adesio­ ne della Svizzera allo Spazio Econo­ mico Europeo (SEE) oppure alla NATO; ed ancora quelle, cominciate nel 1997, per bloccare i negoziati d’adesione all’UE e successivamente ­ dopo che nel 2001 il popolo elvetico aveva detto si a sette accordi bila­ terali con l’UE con una maggioranza del 76,8% ­ una serie di altre inizia­ tive avverse a quegli accordi di cui l’ultima lo scorso 27 settembre, per fortuna rigettata dal 61,71% degli elettori, che, se accolta, avrebbe altri­ menti rimesso in discussione l’intero pacchetto di accordi e non solo quello della libera circolazione oggetto del referendum. In definitiva tutte queste iniziative re­ ferendarie stanno a dimostrare che una parte della popolazione elvetica era ed è ossessionata dal mondo esterno che circonda la Confede­ razione e spiega anche perché molti svizzeri amano avere nel giardino di casa un pennone sul quale sventola la bandiera rossocrociata che, ogni mattina, quando si svegliano ricorda loro di essere in Svizzera e quindi di poter affrontare la giornata tranquilla­ mente e felicemente!

In questo clima, iniziato quando an­ cora nella Confederazione il termine “straniero” era praticamente sinoni­ mo di “italiano”, si sono poi trovate

in posizioni preminenti a livello confe­ derale nelle organizzazioni sindacali locali (per esempio Vania Alleva in Unia, Giorgio Tuti in SEV e Giorgio

coinvolte tutte le altre etnie di stra­ nieri che, quando si è interrotta l’im­ migrazione di massa dalla penisola, hanno iniziato ad arrivare in Svizzera: dagli spagnoli ai turchi, dagli ex jugoslavi agli albanesi, dai portoghesi ai magrebini ed infine alle persone di colore di varia nazionalità. Così che, nell’immaginario collettivo degli elve­ tici, gli italiani ­ i “Tschinkali” di una volta – in linea con il proverbio “chio­ do schiaccia chiodo” sono diventati via via sempre meno stranieri. Anche perché molti italiani, nel frattempo, si sono naturalizzati soprattutto tra le seconde e terze generazioni facendo dimenticare ai più anziani i tempi in cui, se un italiano in Svizzera si na­ turalizzava, veniva subito definito “un venduto” ed esposto al pubblico ludi­ brio dalla sua comunità.

Pardini nel Sindycom) ed anche nelle istituzioni con Ignazio Cassis a capo del Dipartimento federale degli affari esteri. Senza dimenticare i parlamen­ tari a livello cantonale e nazionale, ma anche i doppi cittadini che rivestono incarichi di rilievo, se non apicali, nei media, nelle strutture sanitarie, nelle università locali e nel mondo del lavoro in generale. E dopo tanti anni trascorsi in Svizzera (magari parlandone male) molti emi­ grati italiani, come il sottoscritto, han­ no cominciato ad apprezzare questo Paese ed a sentirsi a casa propria anche senza essersi mai naturalizzati.

Eh si, altri tempi quelli in cui ci si doveva vergognare a “farsi svizzeri”! Basti pensare che oggi abbiamo moltissimi doppi cittadini italo­svizzeri

Un apprezzamento per questo Paese che li porta a ringraziare la sorte per averli fatti emigrare in Svizzera e non in altre Nazioni così che gran parte degli emigrati di prima generazione hanno infine deciso di restarvi per sempre rinunciando al sogno del rimpatrio che li ha perseguitati per molti decenni. mercoledì 7 ottobre 2020/

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ATTUALITÀ Società

a cura di Graziella Putrino

… ti fidi?... mi fido. (a mia figlia…)

Care lettrici, Cari lettori, «Ti fidi di me?, Si, mi fido di te», sono le celebri frasi sul sottofondo delle note di Céline Dion «My heart will go on», nel film Titanic. Quattro parole. Una domanda che ha segnato la storia del cinema e che sono fondamentali per le relazioni in­ terumane di ogni tipo. Una domanda che apre, o chiude universi nascosti delle nostre anime. Del nostro cuore. Di noi. Della nostra esistenza. Della nostra visione su di noi e sugli altri. «Ti fidi di me?» è la domanda di Jack Dawson, un giovanissimo Leonardo Di Caprio nel ruolo del ragazzo della terza classe del Titanic, rivolta a Rose 8

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De Witt Bukater, facoltosa figlia di aristocratici, interpretata da Kate Winslet e innamorata del ritrattista squattrinato, senza certezze alcune da sfociare come garanzie.

La fiducia è un atto d’amore. Non sono sentimenti separati Purtroppo, la passione non può fer­ mare l’urto del Titanic contro quel gigantesco iceberg. E allora la dispe­ razione, l’acqua che entra in tutti i canali della nave e che la affonda. E

ogni visione è come la prima, con davanti agli occhi Jack e Rose ogni volta come se fossimo catapultati in quel 1997, anno di uscita del Titanic di James Cameron che rivoluzionò il modo di guardare ai kolossal hol­ lywoodiani, lasciando un’eredità psi­ cologica sul valore della fiducia, sul fidarsi, sul volere dare fiducia incon­ dizionata. La fiducia… Le canzoni parlano spesso e solo d’amore. Passione, romanticismo, de­ siderio sono, di solito, gli elementi portanti, e se ci fate attenzione pote­ te individuarli in decine di pezzi, sia italiani che stranieri. Sono i sentimenti amorosi che spesso si sposano con ritmi e parole, cercan­


ATTUALITÀ Società

Kate Winslet e Leonardo DiCaprio nel film Titanic

do di risvegliare in noi forti emozioni. Lacrime. Gioie. Rimpianti e altro. Più raro, invece, che le canzoni parlino dell’amore in senso maturo, giocando meno sulle passioni e più sui senti­ menti che si prendono per scontati. Ad esempio, non sono molti i brani che parlano di fiducia, che pure è un

coterapeutiche e politiche. Il testo, infatti, può essere letto da angolazioni molto diverse. Ad una prima analisi, infatti, sembrerebbe evidente il tema amoroso. Il cantante potrebbe rivolgersi ad una persona amata di cui, appunto, si fida, nonostante le vertigini e la paura di cadere. «Cosa sei disposto a

certo senso ad inquadrare l’appa­ rente caos della vita, a cui però si può reagire ponendosi in una sorta di apertura al destino. «Forse fa male eppure mi va – ripete non a caso Jovanotti – di stare collegato, di vive­ re d’un fiato, di stendermi sopra al burrone e di guardare giù. La verti­ gine non è paura di cadere, ma voglia di volare. Mi fido di te». I rapporti basati sulla fiducia danno molto e nella maggior parte dei casi ci coinvolgono appieno. A volte può succedere però che le persone ci deludano o ci feriscano con compor­ tamenti che mai avremmo potuto aspettarci. Queste sono le situazioni in cui è opportuno fare un’analisi profonda. Ci vuole poco, dopo aver incassato

Non puoi amarmi e non fidarti di me

colpi pesanti, a chiudersi a riccio e a tirare su una barriera che porta a non fidarsi più di nessuno. Ci vuole poco a trarre conclusioni e ancor più a gene­ ralizzare. La fiducia è un atto d’amore. Non sono sentimenti separati. Non puoi amarmi e non fidarti di me. E, viceversa. La sfiducia è sempre legata all’in­ soddisfazione, alla delusione e poi anche alla rabbia e alla paura, perché vediamo che ci manca qualcosa che riteniamo indispensabile nella nostra ottica unidirezionale.

Jovannotti elemento fondamentale quando l’amore si fa più importante e solido. E la fiducia non è decisiva solo per l’amore di coppia: è un elemento imprescindibile anche per l’amicizia e per i rapporti familiari, ad esempio tra genitori e figli. La canzone italiana sulla fiducia più in vogue è « Mi fido di te» di Jovanotti, pubblicata all’interno dell’album Buon sangue del 2005 e secondo singolo da esso estratto. Il brano è uno dei più apprezzati tra i lenti firmati dal cantautore romano e ha dato adito a interpretazioni in tutte le direzioni: so­ ciologiche, psicologiche, religiose, psi­

perdere?» e «Forse fa male, eppure mi va», frasi ricorrenti nel brano, che confermerebbero questa interpreta­ zione, visto che in amore si gua­ dagna, ma anima e corpo si perdono totalmente, e la felicità è sempre in parte connessa alla sofferenza, o, una conseguenza quasi logica, inevitabile, programmata, del dolore. C’è chi in questa canzone di Jovanotti ha voluto vedere una sorta di pre­ ghiera. Sente il testo come un’in­ vocazione a Dio che mette l’uomo sì davanti a scelte difficili, ma che bisognerebbe affrontare con fiducia. Il testo comincia con una serie di immagini strane, che servono in un

Quando proviamo sfiducia verso qualcuno, è perché le nostre non di­ chiarate «pretese» sono rimaste dal nostro punto di vista, deluse, non sod­ disfatte. Incomprese. Malcapite. Non capite del tutto. E quando accade stiamo male. Soffriamo. L’unico rimedio che ci con­ forta mentre proviamo queste emo­ zioni e regalare consapevolmente la nostra fiducia a chi involutamente ab­ biamo deluso senza accorgercene, confidando in un chiarimento dei nostri propri sentimenti. A questo punto, per concludere con Jovanotti: la vertigine non è (più) paura di cadere, ma voglia di volare. Mi fido di te…

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CULTURA Storia

a cura di Giovanni Longu

mail: glongu@sunrise.ch

Immigrazione italiana 1970­1990 25. Scuola contrastata

N

ella prima metà degli anni Settanta, quando la scuola svizzera si apprestava a ricevere l’invasione dei bambini figli degli immigrati italiani, era imprepa­ rata ad accoglierli. Per chi non ha vis­ suto quegli anni riesce difficile capire perché per molti bambini e per molte famiglie quell’esperienza fu dramma­ tica. Persino le soddisfazioni, che pure si accumulavano man mano che i problemi venivano superati, ad alcuni possono risultare incomprensibili per­ ché oggi frequentare la scuola svizzera dell’obbligo e proseguire tranquilla­ mente la formazione è la condizione «normale» di tutti i bambini. Non è stato sempre così, soprattutto per i figli degli immigrati italiani. Può essere quindi utile, soprattutto per i più giovani, rievocare quell’epoca che appare, per fortuna, ormai lontana. Perché la scuola svizzera? A nessuno, oggi, verrebbe da chiedersi se è preferibile inviare i propri figli alla scuola svizzera perché manca l’alter­ nativa, non ci sono più le scuole pri­ 10

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me pretendevano le au­ torità scolastiche sviz­ zere) e quanti sarebbero rimasti a tempo indeter­ minato in questo Pae­ se? Molte erano le in­ certezze sul futuro sia di chi pensava di rientrare e sia di chi aveva deciso di restare. E quali geni­ tori, incerti sulla loro pe­ rmanenza, potevano ac­ Scuola italiana "Du Parc", Thun (BE) cettare con spirito sere­ no di mandare i loro figli nella scuola svizze­ vate italiane e quelle esistenti, pubbli­ che o convenzionate, hanno tutte ra (di cui si sapeva soprattutto che era programmi corrispondenti alle esigen­ molto «diversa» da quella italiana) o di ze per proseguire normalmente la trattenerli nella scuola italiana ri­ formazione. Allora la situazione era schiando di compromettere il loro diversa, il mondo della migrazione era futuro? diverso. Oggi gli immigrati comunitari D’altra parte, era facile costatare che vivono in regime di libera circolazione il numero dei sostenitori della scuola delle persone (Accordi Bilaterali I tra privata si assottigliava ogni giorno di la Svizzera e l’Unione europea del più, mentre cresceva quello di chi ve­ 1999), allora sopravviveva, anche se deva nella scuola svizzera la migliore stava cambiando, il regime della rota­ garanzia per il futuro dei bambini. zione dei lavoratori stranieri. Una Come contraddire coloro che vede­ parte consistente della manodopera vano nella scuola locale la prepa­ proveniente dall’Italia (stagionale e razione linguistica e culturale indi­ annuale) era precaria, dipendente dal spensabile per una eventuale pro­ rinnovo dei contratti e dei permessi e secuzione degli studi o l’appren­ dalla volontà insindacabile delle auto­ dimento di una professione moderna e riconosciuta? Per capire la gravità rità svizzere. In quella situazione di grande incer­ della problematica non deve sfuggire tezza, quanti genitori italiani erano in che agli inizi degli anni Settanta gli condizione di scegliere serenamente il italiani in età da zero a quattordici tipo di scuola più adatto per i loro anni erano oltre 150.000 ! figli? Avevano sufficienti informazioni Di fronte ai tanti interrogativi, vissuti sulla scuola svizzera? Quanti immi­ talvolta in maniera drammatica, molti grati italiani con figli in età scolastica genitori cercarono aiuto nei consolati, o prescolastica sarebbero partiti ve­ nelle associazioni, nei dibattiti pubblici ramente nel giro di un paio d’anni (co­ che venivano spesso organizzati so­


CULTURA Storia prattutto nell’ambito dell’associazio­ nismo. A decidere erano comunque soli e si può essere certi che, specialmente nella prima metà degli anni Settanta, molti genitori non erano nelle condizioni migliori per fare la scelta giusta. Coloro che decisero di tornare erano preoccupati che i loro figli non riuscissero a in­ serirsi senza traumi nella scuola italiana. Quelli che decisero di restare si resero presto conto che la scuola svizzera era molto esigente e presup­ poneva un forte sostegno familiare. Sarebbero stati capaci di garantirlo? Comitati dei genitori e sostegno scolastico Dopo lo smarrimento iniziale, quasi tutti i genitori dei bambini italiani inseriti in una scuola svizzera trova­ rono la forza, la capacità e la costan­ za di organizzarsi tra loro in «Comitati dei genitori» efficienti e autorevoli nell’interlocuzione soprattutto con le rappresentanze consolari e con le isti­ tuzioni scolastiche, dove, a differenza dei genitori svizzeri, non potevano avere rappresentanti diretti. Anche queste, tuttavia, cominciarono a ren­ dersi conto che l’approccio con i ge­ nitori stranieri doveva essere aperto e comprensivo. Chi visse quel periodo ricorda facil­ mente che per molti genitori l’im­ patto con la scuola svizzera fu destabilizzante. Fin dai primi incontri che tutte le scuole cercavano di orga­ nizzare con i genitori stranieri (ita­ liani) emergeva la loro difficoltà di comunicare per la scarsa conoscenza della lingua locale. A casa, poi, quanti di loro erano in grado di seguire il profitto scolastico dei figli e quanto potevano aiutarli nel fare i compiti? C’erano inoltre molti punti poco chiari che richiedevano chiarimenti, per esempio i criteri (oscuri) della selezio­ ne, le conseguenze dell’assegnazione a una «classe speciale», alla scuola «primaria» o alla scuola «secondaria», ecc. Nessuno però dava segno di rassegnazione. Grazie ai Comitati, ma anche a nume­ rosi genitori svizzeri e alle stesse isti­ tuzioni scolastiche, furono prese nu­ merose iniziative per organizzare do­ poscuola, aiutare i bambini stranieri a fare i compiti, sostenere il loro ap­ prendimento del tedesco (o del fran­ cese), stimolare la lettura, ecc. Per sensibilizzare la collettività ita­ liana sui problemi della scuola, spes­ so venivano organizzati anche dibat­ titi pubblici utili per dare a tutti i partecipanti l’opportunità di esporre e discutere situazioni critiche particolari e stimolare la partecipazione dei genitori al mondo della scuola. Pur­ troppo erano frequenti in questi di­

battiti anche le critiche generiche e ideologiche verso l’intero sistema sco­ lastico svizzero accusato di voler perpetuare «le discriminazioni della società nei confronti degli immigrati». Fortunatamente non ostacolavano l’impegno di molti genitori ad aiutare i loro figli ad ottenere il meglio dalla scuola svizzera anche se fortemente selettiva. Anni difficili ma fruttuosi L’importanza dei Comitati dei genitori fu enorme non solo nei confronti de­ gli allievi, ma anche della comunità immigrata adulta che fu sensibiliz­ zata come non mai ai problemi della scuola e del futuro professionale dei bambini. Fu notevole anche l’attività di collegamento e di avvicinamento di questi Comitati con i genitori svizzeri e più in generale con le comunità di quartiere, contribuendo al supera­ mento di pregiudizi e favorendo la reciproca conoscenza e l’integra­ zione. Osservando retrospettivamente il la­ voro svolto negli anni Settanta e Ottanta è innegabile che sia stato lungo e difficile, ma anche positivo, se si considera che la situazione iniziale era molto complessa e le soluzioni soddisfacenti non erano af­ fatto a portata di mano. Quando si presentò il problema dei bambini giunti dall’Italia a seguito dei ri­ congiungimenti familiari previsti dal­ l’Accordo italo­svizzero del 1964, la scuola svizzera non era preparata ad accoglierli e né l’Italia né la Svizzera sapevano bene come affrontarlo. Oltretutto la competenza in materia

genitori italiani, inizialmente restii a separarsi prematuramente dai figli, cominciarono a ricorrere già negli anni Settanta alle istituzioni prescola­ stiche (asili nido, scuole dell’infanzia), utilissime per l’apprendimento lingui­ stico e l’integrazione sociale. Per faci­ litare la comunicazione in molti in­ contri veniva organizzato il servizio di traduzione. Anche a distanza di anni non è facile stilare un bilancio dei risultati con­ seguiti in quei decenni. Non lo è per­ ché le situazioni variavano continua­ mente soprattutto da una regione linguistica all’altra. Per gli italiani era più facile inserirsi in una scuola ticinese che in una scuola romanda o svizzero­tedesca, sebbene anche in Ticino i figli degli immigrati avessero difficoltà di adattamento. I drammi più acuti, tuttavia, erano vissuti nella Svizzera tedesca perché maggiore era la distanza non solo tra i figli dei Gastarbeiter e i bambini svizzeri, ma anche tra gli adulti e non si limitava alla conoscenza linguistica, ma anche alla mentalità, allo stile di vita, ai rapporti familiari e sociali e non da ultimo alla capacità dei genitori di sostenere i figli nelle difficoltà scola­ stiche. I risultati dei primi anni possono per­ sino apparire deludenti: relativamente pochi ragazzi passavano (facilmente) dalla scuola elementare alla scuola secondaria con un programma scola­ stico più esigente, molti erano coloro che venivano assegnati alle «classi speciali», pochissimi gli italiani che accedevano alle scuole secondarie superiori. Osservando un arco di tem­

scolastica spetta ai Cantoni, non alla Confederazione. Nell’arco di un ventennio è stato possibile non solo superare molti pregiudizi in entrambe le comunità, ma l’integrazione scolastica di gran parte dei bambini italiani ha potuto essere avviata con successo. Molti

po più ampio (come si farà nel prossimo articolo), però, si noterebbe il progressivo miglioramento e ci si renderebbe conto che gli anni Set­ tanta e Ottanta hanno risentito non poco delle turbolenze dei rientri e della forte trasformazione in atto della collettività italiana. (Segue) mercoledì 7 ottobre 2020/

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CULTURA Turismo

La magica Spello

a cura della

Redazione

Numerose testimonianze di epoca romana tra vicoli tortuosi e antiche case in pietra Porta consolare

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pello il tempo si è fermato! Proprio così. Passeggiare tra i vicoli dell’incantevole borgo umbro, immerso nella rigogliosa natura, tra le dolci colline della provincia di Perugia, è un’esperienza indimenticabile. Il silenzio e la tranquillità del luogo, che offre scorci pittoreschi, sia nel cuore del curato centro storico, che dalle terrazze panoramiche, è inter­ rotto solo dal cinguettio degli uccelli e dal bisbigliare dei turisti. Spello ha origini antiche e le nume­ rose opere architettoniche, i palazzi, le mura e le torri, ne sono la massima testimonianza. Un antico centro umbro che nel 41 a.C. cadde sotto il dominio di Ottaviano Augusto, che trasforma questo piccolo agglomerato di bianche case in pietra nella Colonia Iulia Hispellum. 12

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Ecco che all’ingresso del paesino, dolcemente arroccato su di collina, si può leggere l’iscrizione: “Splendidis­ sima Colonia Iulia”. Il paese ha conservato il suo ori­ ginario assetto urbanistico e si presenta oggi come uno dei borghi

più belli della penisola italiana. Nel 487 si ha la prima notizia, documentata, della presenza di un vescovo a Spello, segno di un Cristianesimo che ha varcato le porte del borgo. Invece, nel 571 la piccola città umbra viene assorbita dal


CULTURA Turismo romanici della facciata, nonostante l’intervento seicentesco che ha ingrandito l’intera struttura. Varcato il portone d’ingresso, una vera e propria galleria d’arte si manifesta dinanzi ai propri occhi: bellissima la Cappella Baglioni con affreschi del Pinturicchio e gli affreschi del Perugino che adornano il coro ligneo. Adiacente all’edificio religioso appena citato si trova la Pinacoteca Civica, immersa tra i colori dei balconi fioriti del Palazzo dei Canonici. Il centro della città è ben rappresentato dal Palazzo Comunale, al cui interno è custodito un reperto importantissimo: il Rescritto di Costantino del 330 d.C., che concedeva alla città diversi privilegi. Nella bella piazza sorge anche la bellissima Rocca Baglioni.

Infiorate

Ducato di Spoleto: è questo il preciso periodo storico che vede la suddi­ visione della città in tre ben distinti quartieri, Porta Chiusa, Mezota e Posterula.

dal valore inestimabile. Oggi Spello si presenta con una caratteristica unica: un insieme di piccole case, che si sviluppano lungo

Palazzo dei Canonici

Nel 1238, Spello si è trovata diretta­ mente coinvolta nella lotta Chiesa e Impero, cioè la tra la città di Spoleto e la più grande Perugia. Un periodo buio della storia del borgo, che è ritornato a splendere tra il 1484 e il 1583, quando il Papa concede Spello in vicariato ai Baglioni di Perugia. Spello viene arricchita con tantissimi capolavori del Rinascimento, che hanno reso tale comunità un gioiello

piccoli vicoli che arrivano fin al punto più altro del borgo, dal colore rosa, con leggere sfumature di bianco. È l’effetto della pietra, direttamente prelevata dal cuore del Monte Subasio, utilizzata per la costruzione delle caratteristiche case. Il centro urbano è protetto dalle mura augustee, che si interrompono con archi e porte, che permettono di entrare e scoprire tutti i valori di questa bellissima realtà italiana. Ogni vicolo è una realtà indipendente, che mette a nudo la sua anima attraverso i bellissimi fiori che si trovano in ogni angolo, i quali adornano le case­torri. Uno spettacolo da non perdere assolutamente.

Cappella Baglioni ­ Pinturicchio

Continuando a salire si giunge nella parte alta di Spello e passando sotto i resti della Porta dell’Arce di giunge al Belvedere, uno dei punti più belli di tutto il borgo. Il panorama e le bellezze urbane sono pronti a rapirvi,

Lungo l’asse principale si trova la Chiesa di Santa Maria Maggiore (XI secolo), che conserva intatti i fregi

ma non fermatevi e proseguite lungo la Via delle Mura Vecchie per giun­ gere al cospetto della bellissima Porta Venere. Una monumentale opera arricchita da antiche torri, le Torri di Properzio, dedicate al poeta latino. Fuori dalle mura si trovano i resti di un anfiteatro romano del I secolo d.C. Forse, passeggiare tra gli edifici storici, le antiche case, percorrendo i suggestivi vicoli immersi nei colori delle più svariate specie di fiori, è una delle esperienze più belle che chi ama viaggiare tra le bellezze italiane può provare. E da non perdere, in occasione della festività del Corpus Domini, sono le famose "Infiorate" quando i petali di milioni di fiori si trasformano in bellissimi tappeti e quadri artistici multicolore che vestono le strade e i vicoli. mercoledì 7 ottobre 2020/

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ATTUALITÀ Economia

Basta pessimismo!!

a cura di Peter

I pessimisti hanno sempre avuto torto

Ferri

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ari lettori, mi sono stufato. E mi vedo costretto a ripe­ tere dei concetti semplici ma fondamentali, che a causa della stu­ pidità umana, continuano ad essere ignorati. Come sempre, andiamo con ordine: Specialmente nei momenti di diffi­ coltà economica come l’attuale, si tende ad essere pessimisti: pessi­ misti non solo per quanto riguarda le prospettive economiche, ma più in generale pessimisti verso il generale stato delle cose. Ebbene, ed è qui che devo ripetermi, visto che l'ho detto e scritto innu­ merevoli volte, affermo che sul lungo periodo i pessimisti hanno sempre avuto torto!! SEMPRE! Di per sé il fenomeno non è affatto 14

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nuovo…ogni volta che la crisi si è fatta più acuta c’è sempre stato qualche esperto pronto a sostenere che il futuro dell’umanità sarebbe stato buio e che i nostri figli avreb­ bero avuto una vita peggiore della nostra. È bello constatare come sia successo proprio il contrario! Le nostre vite, se paragonate a quelle dei nostri antenati, sono da consi­ derarsi paradisiache. Gli esempi si sprecano, ma sarà sufficiente citarne (nuovamente!!) i più importanti. Da anni ci si lamenta dello stato delle casse malati e delle casse pensioni e si dibatte su come meglio affrontare il problema degli anziani, i quali, senza più essere “produttivi”, non solo usufruiscono della maggior parte dei servizi sanitari, ma, naturalmente,

anche di quelli pensionistici. Molti considerano l’attuale situazione insostenibile. Ora, senza voler entrare nel merito della questione, mi sento di dire che questo degli anziani è un problema bellissimo da avere!! Non si deve dimenticare infatti che l’aspettativa di vita fino a poche generazioni fa non superava i quarant’anni e nell’anti­ chità neanche i 30. Ripeto 30 anni. Voi quanti ne avete? E siete vivi. Ecco. La differenza? Semplice, un’aspettativa di vita così breve era causata principalmente da malattie e guerre, entrambi fenomeni mostruosi. Il fatto che oggi possiamo (e dobbiamo) preoccuparci di come affrontare al meglio l’età avanzata sta innanzitutto a significare che viviamo


ATTUALITÀ Economia molto più a lungo! E chiunque ami la vita deve essere d’accordo sul fatto che questo è positivo. Un altro grande mito è la classica frase “crisi economica”. Una crisi economica è relativa: per definizione dipende infatti dalle condizioni che la precedono. Naturalmente la situazione econo­ mica globale al momento è pale­ semente peggiore rispetto a quella di un anno fa, ma se paragonata a quella di 50, o 100 anni fa, essa è meravigliosa!

Antiche popolazioni tra le più longeve oggi al mondo

La differenza di ricchezza esistente oggi rispetto ad allora è strabiliante. La grande maggioranza della popo­­ lazione del mondo occidentale non è più confrontata con gli orrori che la vera miseria comporta (fame, man­ canza di alloggio, malattie facilmente prevenibili che invece mietono vitt­ ime). Cento anni fa, i problemi sopra elen­ cati erano all’ordine del giorno per gran parte della popolazione, e chi aveva il necessario per vivere poteva considerarsi fortunato. Le nostre “crisi economiche”, dunque, utilizzano altri parametri di giudizio; si basano sulle nostre aspettative e speranze, le quali non hanno molto a che vedere con quelle dei nostri antenati. Per nostra fortuna, nella maggior parte dei casi, per noi crisi economica significa dover rinunciare alle vacanze ai Caraibi, non alla cena! Voglio aggiungere che non solo siamo molto più ricchi che nel passato, ma lavoriamo anche molto di meno! La nostra settimana lavorativa è di circa 40 ore. Inoltre abbiamo un mese di vacanze pagate. Anche se molti lo ignorano, fino agli anni trenta in Europa le vacanze pagate non esistevano affatto. Quando fu introdotta una settimana di ferie pagate per i lavoratori (in Italia ai tempi del fascismo) ne parlarono tutti i media come si parla di un evento storico. Inoltre, la settimana lavorativa era molto più lunga (anche oltre 60 ore) ed è andata costantemente accorciandosi. In vari Paesi ora si parla di ridurre le ore di lavoro a 35 o anche meno, praticamente la metà di quanto lavoravano i nostri nonni! Tutto ciò mostra chiaramente come il trend di lungo periodo, sicuramente per quanto riguarda la ricchezza mon­ diale, è molto positivo. Questo trend è destinato a continuare. Quindi BASTA PESSIMISMO SOCIA­ LE ED ECONOMICO!!

È considerato il popolo più longevo al mondo, con un’età media di 130­140 anni e la quasi immnuità da ogni malattia, dalla febbre al cancro. Vivono ai piedi della catena dell’Himalaya, in una valle al nord del Pakistan, al confine con la Cina, e sono famosi in tutto il mondo per la loro longevità e il loro perfetto, quanto singolare, stato di salute: sembra non si ammalino mai. Vivono in media ben oltre i 100 anni, arrivando tranquillamente a 120­140 anni, gli uomini lavorano nei campi anche quando sono ultracentenari, hanno figli oltre i 90 anni, godono di un’ottima salute che li rende praticamente immuni da malattie, dalle semplici febbri fino ad arrivare a quelle degenerative, neurologiche o al cancro. Sono gli Hunza, popolo misterioso, già oggetto di studi fin dal periodo della colonizzazione inglese di questa porzione di Asia. Un medico scozzese, Mec Carrison, accettò il posto di medico nelle Indie britanniche proprio per conoscere questa popolazione e il suo segreto di lunga vita, rimanendo sbalordito di fronte alla capacità degli Hunza di lavorare senza stancarsi, coltivando la terra o arrampicando in montagna, con carichi di pesi sulle spalle, o ancora di percorrere fino a 200­230 km in un solo giorno senza apparentemente affaticarsi. Tutte doti che li hanno resi famosi e parti­ colarmente ricercati come portatori durante le spedizioni sull’Himalaya. Il loro segreto? I motivi di tale longevità, sono da attribuirsi soprattutto allo stile di vita che include il semi­digiuno a cui sono sottoposti ogni anno, l’alimentazione sana e l’acqua ricca di minerali presente nelle loro terre. Questo popolo himalayano sembra infatti aver rifiutato il progresso tecnologico: si cibano (a volte molto poco, specie nel periodo invernale, quando il cibo scarseggia e arrivano a fare anche digiuni di una settimana) prevalentemente di miglio, orzo, grano saraceno, frutta, germogli di piselli, noci, legumi lessati, verdure come spinaci, rape e pomodori. Nella loro dieta rientrano anche formaggi (ma solo freschi o fermentati), poca carne e pressoché nessun condimento. Tra i segreti della longevità degli Hunza ci sarebbe anche la particolare acqua alcalina che bevono: diversi studi hanno appurato che l’acqua bevuta da questa popolazione ha un elevato pH, con notevole potere antiossidante e un elevato contenuto di minerali colloidali, che renderebbero più soppor­ tabile anche il digiuno.

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CULTURA Arte

a cura di Andrea Pagnacco pittore

Una bella mostra di Domenica "Fare arte" dal sapore internazionale

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omenica 20 settembre dell'anno per niente di grazia ma horribilis 2020 mi trovavo nella Piccola Basilea do­ ve, come in tutta la città di Basilea si stava svolgendo la manifestazione artistico­culturale detta “Kunsttage Basel”, manifestazione durante la quale le gallerie private tenevano aperte le loro porte al pubblico per quattro giorni di seguito, incluso il weekend. Di tali gallerie ne ho visitate alcune fra le quali la Space 25, dove era allestita una mostra collettiva al femminile con la partecipazione di Anja Braun, Sara Gassmann, Simone Holliger e Edit Oderbolz.

Peter Steinmann

Ho notato che i lavori esposti di queste artiste spaziano nel loro insieme a una costante attualità e a dei linguaggi che travalicano le frontiere ossia a un “fare arte” dal sapore internazionale. Linguaggi, da quanto ho constatato, molto buoni e interessanti. Come mi sono trovato all'interno della galleria, da subito ho conosciuto chi con polso sicuro la gestisce e cioè l'artista d'avanguardia nonché noto architetto Peter Steinmann che su mia richiesta mi ha fatto fruire la presenza in galleria di alcuni suoi lavori che ho apprezzato molto. Sono tutte opere in buona parte acriliche e altre dalle superfici in alluminio dove la luce per queste ragioni gioca un ruolo molto efficace e sobrio. In questa rigorosa radicale ricerca estetica Peter Steinmann, nella resa dei suoi lavori, ha saputo dare il meglio di se.

Sara Gassmann

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Ah si, la felice ristrutturazione e il restauro del suo spazio espositivo è stato eseguito a suo tempo da lui stesso.


CULTURA Spettacoli Piacere, Bruno Bozzetto Organizzato da : D.A. di Lucerna di collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di Zurigo. Evento in occasione della Settimana della Lingua e della Cultura Italiana nel Mondo Data: Venerdì, 16 ottobre 2020, ore 19.00, Pfarreisaal­St. Leodegar, St.Leodegar­ Strasse 6a, Lucerna

a cura della

Redazione

Incontro a Lucerna con l'animatore, dise­ gnatore e regista italiano Bruno Bozzetto. Autore di alcuni lungometraggi animati e numerosi cortometraggi, molti dei quali vedono come protagonista il suo Signor Rossi, simbolo del cittadino italiano medio alle prese con il malcostume della propria società. Con 60 anni di carriera alle spalle, Bruno Bozzetto è stimato come uno dei più influenti fumettisti di ieri e di oggi. Il suo stile minimalista si concentra sul con­ tenuto più che sull'estetica per parlare di temi universali con un approccio educativo e attraverso un'ironia graffiante che rende i suoi film adatti a un pubblico giovane e adulto. Dagli anni '60 ad oggi ha realizzato oltre trecento film che gli sono valsi 130 ricono­ scimenti tra cui il notevole Premio Winsor McCay, 5 Nastri d'argento, una laurea ad honorem, 15 premi alla carriera, una nomination all'Oscar (al cortometraggio "Grasshoppers") e un Orso d'Oro di Berlino (a "Mr Tao"). Per partecipare all’evento è gradita conferma, scrivendo all’indirizzo e­mail: lm.dantelu@bluewin.ch. Ingresso libero

Domenica dalle 7 alle 12

(FM97,5), DAB+

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MOTORI E MOBILITÀ

Nuove Opel in passerella al Classic Center Emil Frey

a cura di Graziano Guerra

Anteprima svizzera dei SUV Mokka e Mokka­E

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na setttimana fa a Safenwil, nello stupendo Classic Center Emil Frey, Opel ha risvegliato grandi emozioni presentando il nuovo SUV Mokka, il primo a portare il nuovo tratto caratteristico del marchio, l’Opel Vizor. Inoltre, è il primo con la saetta Opel ridisegnata e il nome posizionato al centro del posteriore. In più, è il primo che grazie a Pure Panel affascina il conducente con un abitacolo dotato di cockpit completamente digitale. È anche la prima Opel che sarà disponibile sia elettrica a batteria, sia con motori a combustione altamente efficienti. L’arrivo nelle concessionarie in Svizzera è previsto nel primo trimestre del 2021, i prezzi non sono stati ancora resi noti ­ fonti sicure indicano un listino prezzi da 25'000 franchi, e fra i 35 e i 39'000 per la completamente elettrica Mokka­E. Equipaggiata eccellentemente sin dalla versione base, Mokka porta in dote sistemi di assistenza alla guida ultramoderni: dal preavviso di collisione con frenata automatica in caso di pericolo in città e il riconoscimento pedoni, all’assistente di corsia, dal riconoscimento segnali stradali al rilevatore di stanchezza fino al regolatore e limitatore di velocità intelligente. Prestazioni efficienti sin dalla versione base, disponibile con un 1.2 turbo benzina da 100 CV in combinazione con un cambio manuale a sei marce; la gamma di potenza dei motori diesel e benzina varia da 100 CV a 130 CV. Previsto un cambio automatico a otto rapporti dagli innesti fluidi con tecnologia Quickshift e levette sul volante ad azionamento manuale. Nuovo Opel Mokka­E non genera 18

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alcuna emissione locale. Il motore elettrico fornisce potenza immediata e silenziosità. 136 CV e una coppia massima di 260 Nm da veicolo

fermo; con la batteria da 50 kWh, secondo il ciclo WLTP sono compresi fino a 324 km senza mai doversi fermare per ricaricare.


MOTORI E MOBILITÀ A Safenwil lanciata anche la nuova Opel Insignia La versione più recente dell’ammiraglia Opel, disponibile nelle varianti berlina Grand Sport, station wagon Sports Tourer e atletica GSi. La Grand Sport Edition da 122 CV è già in listino da CHF 36‘600; la Sports Tourer da 122 CV da CHF 38‘000. Tutte sfoggiano caratteristiche premium, quali sedili comfort, climatizzatore e Multimedia Radio con touchscreen a colori compatibile con il sistema Apple CarPlay e Android Auto. I fari anteriori a LED assicurano la migliore visuale possibile. I sistemi di assistenza, come l’anticollisione con riconoscimento pedoni e frenata d’emergenza automatica, l’assistente di corsia aumentano la sicurezza dei passeggeri e degli altri utenti della strada. Chi desidera il massimo della sportività può puntare sulla nuova Insignia GSi a trazione integrale Twinster con torque vectoring, telaio premium FlexRide e motore a benzina da record con 230 CV. La GSi a cinque porte è disponibile da CHF 54‘060, la Sports Tourer da CHF 55‘460. I primi veicoli sono già nelle concessionarie.

Brevi FFS ­ La Svizzera sta vivendo un boom di biciclette e le FFS stanno sperimentando una combinazione trasporto pubblico e bici pieghevoli. Un progetto pilota che risponde ai nuovi comportamenti di mobilità durante la crisi COVID 19, e che dovrebbe fornire indicazioni sulla richiesta di mobilità combinata.

FFS – Sulla linea Effretikon – Wetzikon, da lunedì 5 e fino al 22 ottobre prossimo, autobus serali dalle ore 21.05 per la S3. I lavori notturni fra Effretikon e Illnau dureranno tre settimane. Durante il giorno e nei fine settimana la S3 funzionerà secondo l'orario. Nissan accelera il piano di trasformazione aziendale e passa da sette a quattro regioni globali. L'Europa compresa Russia, Africa, Medio Oriente, India e Oceania è la nuova regione con 140 mercati coperti dalla Casa con 45 modelli.

Il Consiglio di Amministrazione di Stellantis

FCA e Groupe PSA hanno annunciato la composizione del consiglio di amministrazione della nuova società risultante dalla loro fusione. Il CdA di Stellantis sarà composto da 11 membri, con maggioranza di Amministratori non esecutivi indipendenti, i quali portano significative prospettive ed esperienze di rilevanza per l’azienda, in linea con lo spirito dinamico e innovativo che caratterizza la creazione di questo nuovo gruppo. Gli amministratori indipendenti sosteranno Stellantis nel valorizzare i suoi punti di forza e competenze distintive in una nuova era della mobilità. FCA e il suo azionista di riferimento Exor hanno nominato 5 membri (tra cui John Elkann in qualità di Presidente). Groupe PSA e due dei suoi azionisti di riferimento EPF/FFP e BPIfrance hanno nominato 5 membri (tra cui l’Amministratore Senior Indipendente e il Vicepresidente). Anche Carlos Tavares, Amministratore Delegato di Stellantis, sarà membro del Consiglio di Amministrazione. Nel CdA siederà anche Andrea Agnelli. FCA Fiat Chrysler Automobiles (FCA) è un costruttore automobilistico globale che progetta, sviluppa, produce e commercializza veicoli in una gamma di marchi che include Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Dodge, Fiat, Fiat Professional, Jeep®, Lancia, Ram e Maserati. Fornisce servizi post­ vendita e ricambi con il marchio Mopar e opera nei settori della componentistica e dei sistemi di produzione sotto i marchi Comau e Teksid. FCA ha quasi 200.000 dipendenti nel mondo. Groupe PSA progetta esperienze automobilistiche uniche e propone soluzioni di mobilità per andare incontro a tutte le aspettative dei Clienti. Il Gruppo ha cinque marchi ­ Peugeot, Citroën, DS, Opel e Vauxhall – e un’ampia gamma di servizi connessi legati alla mobilità con il marchio Free2Move. È uno dei pionieri della guida autonoma e del veicolo connesso. Le sue attività si estendono al finanziamento con Banque PSA Finance e agli equipaggiamenti automobilistici con Faurecia.

Vendite globali in recupero per Toyota ad agosto, una ripresa più rapida del previsto, dovuta, oltre ai nuovi modelli Harrier, Yaris e Raize, a esposizioni locali e misure per attirare clienti nelle concessionarie. La collaborazione tra Škoda e l’azienda specializzata a livello mondiale Parkopedia, porterà informazioni in tempo reale sul navigatore dell’auto o sulla app Škoda Connect. Il servizio dà accesso a milioni di posteggi sul territorio europeo. Il primo SUV Volkswagen puramente elettrico ID.4 fa il suo ingresso nel segmento di mercato più grande al mondo: la categoria dei SUV compatti. In Svizzera può già essere ordinato a un prezzo di circa 39000 franchi. FCA Switzerland SA, con il supporto tecnologico di Google Cloud, ha assegnato il Premio Eccellenza ai primi concessionari: Garage Burkhalter Tavannes, Garage Alizé, Garage Bosshardt, Jura­Garage Oliver Frei, Garage Kohler, Garage Zimmerli Aarau, Zeughaus Garage, Garage Tornisello e Garage Tobler AG.

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CULTURA Sport

a cura di Graziano Guerra

Azzurri in campo Prima convocazione per il portiere del Verona­ Hellas Silvestri

Calcio

Riparte oggi, 7 ottobre 2020, l’avventura della Nazionale di calcio italiana. Il “cittì” Roberto Mancini ha

finalmente potuto riconvocare gli azzurri in occasione di un’amichevole e due incontri di UEFA Nations

Ciclismo Filippo il grande !! Con la maglia di Campione del mondo, il velocista Filippo Ganna ha vinto la cronometro Monreale ­ Palermo, prima tappa del 103° Giro d’Italia. A una settimana dai mondiali di Imola dove con la conquista del primo titolo iridato nella cronometro ha scritto una giornata storica per il ciclismo italiano, il quattro volte campione del mondo nell’insegui­ mento su pista si è ripetuto con la conquista della sua prima Maglia Rosa.

Più infortuni sportivi che incidenti stradali Ogni anno in Svizzera circa 51.000 persone si feriscono praticando uno sport. Questi infortuni sono circa quattro volte più numerosi degli incidenti stradali, con costi stimati a oltre tre miliardi di franchi. L’Ufficio svizzero di prevenzione infortuni UPI lancia una nuova campagna nazio­ nale di prevenzione e ricorda che il rischio di infortunio può essere sen­ sibilmente ridotto con un equi­ paggiamento corretto, una buona preparazione fisica e con la giusta tecnica. 20

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Atletica Settimana europea dello sport Dal 23 al 30 settembre la FIDAL, con il supporto della Rappresen­ tanza in Italia della Commissione Europea, ha organizzato cinque videoconferenze e una prova prati­ ca, rivolte agli studenti di ogni or­ dine e grado in tutta Italia. Tutta online, ma non meno appassionan­ te ha coinvolto oltre 15mila stu­ denti. Negli incontri sono state affrontate tematiche legate al mondo dello sport.

League. All’amichevole di oggi al “Franchi” di Firenze con la Moldavia, seguiranno le partite ufficiali di Nations League contro Polonia, dome­ nica 11 ottobre a Danzica, e Olanda, mercoledì 14 ottobre a Bergamo. Gli azzurri convocati da Mancini: Portieri: Cragno, Donnarumma, Silvestri, Siri­­ gu. Difensori: Acerbi, Biraghi, Bonucci, Chiellini, D’Ambrosio, Palmieri, Lazza­ ri, Florenzi, Mancini, Ogbonna, Spinaz­ zola. Centrocampisti: Barella, Bona­ ventura, Castrovilli, Cristante, Jor­ ginho, Locatelli, L. Pellegrini, Sensi, Verratti. Attaccanti: Belotti, Berardi, Caputo, Chiesa, El Sharawy, Grifo, Immobile, Kean, Lasagna, Orsolini. Prima convocazione per il portiere del Verona­Hellas Silvestri e un ritorno per Ogbonna, Lazzari e Berardi.

Un calcio al Covid Tamponi a gogò prima delle parti­ te, chiusura degli stadi e mancati introiti per tutte le società stanno accompagnando il ritorno dei campionati di calcio in Italia e in Europa. Rinviata alla terza gior­nata la partita di Serie a Torino – Genoa a causa del contagio di ben dicias­ sette giocatori rossoblù e di alcuni appartenenti allo staff tecnico. Calciatori contagiati anche in altre squadre, dal Milan al Napoli, dall’Atalanta ad altre. L’idea di riportare il pubblico negli stadi in percentuale secondo la capacità di accoglienza non pare incontrare i favori delle autorità. L’amarezza offerta dalle partite in stadi vuoti è leggermente addolcita dallo spettacolo “sonoro” di atleti e ad­ detti ai lavori. Impossibile altrimenti sentire le incitazioni degli allenatori, i com­ menti dello staff tecnico e i “vaffa” dei calciatori nel tumulto di uno stadio pieno di tifosi. Comunque, in attesa del vaccino, si può dare un calcio al Covid­19 rispettando le regole: distanza, mascherina, lavarsi bene le mani.


COMUNICATI STAMPA Servizi INPS Dal PIN allo SPID anche per gli italiani residenti all'estero

italiani in corso di validità, che abbiano compiuto il 18° anno di età.

Dal 1° ottobre è iniziata la fase transitoria che avvierà il passaggio dal PIN allo SPID per accedere ai servizi online dell’Inps per cittadini, imprese e liberi professionisti. Saranno interessati a questo nuovo sistema di accesso anche gli italiani residenti all’estero. L’INPS quindi non rilascerà più il PIN per accedere ai servizi on line del proprio sito istituzionale. Chi tuttavia è attualmente in possesso delle credenziali PIN potrà continuare ad usarle per una fase transitoria le cui date e modalità operative sono ancora da definire. Lo SPID consentirà agli utenti di interagire non solo con l’Istituto, ma con l’intero sistema pubblico e con i soggetti privati aderenti, anche a livello europeo. Infatti, in base al Regolamento (UE) n. 910/2014 l’identità digitale SPID può essere

usata per l’accesso ai servizi in rete delle pubbliche Amministrazioni dell’Unione europea. Lo scopo del passaggio allo SPID è quello di rafforzare il diritto dei cittadini alla semplificazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione e accelerare il processo di digitalizzazione avviato ormai in tutti gli Stati europei. Lo SPID è, in parole povere, un Sistema pubblico di identità digitale che consente ai cittadini di avere a disposizione un unico sistema di login ad accesso facilitato per accedere a tutti i siti internet della Pubblica Amministrazione (come ad esempio Inps, Inail, Agenzia delle Entrate, Equitalia, etc.). Lo SPID può essere richiesto da tutti i cittadini italiani, anche se residenti all’estero, o comunque dotati di una carta d’identità e un codice fiscale

Il cittadino italiano residente all’estero può ottenere l’identità digitale SPID richiedendola ad uno degli “identity provider” indicati sul sito SPID nella pagina https:// www.spid.gov.it/richiedi­spid i quali coprono l’area geografica di interesse rappresentata dalle icone “Mondo” e “Unione Europea”. Per ottenerla il cittadino residente all’estero deve fornire: il numero di cellulare (anche se l’abbonamento è sottoscritto con un operatore mobile estero), un indirizzo e­mail, un documento di identità italiano valido tra cui carta di identità, passaporto, patente e un documento che certifichi il proprio codice fiscale. Consigliamo di rivolgersi ai patronati per maggiori informazioni e comunque di segnalare anche ai parlamentari eletti all’estero ogni disfunzione o anomalia nelle procedure di accesso e di richiesta dello SPID Angela Schirò, Deputata

Il prossimo appuntamento è previsto per:

1. serata del ciclo

13 ottobre ­ Ritrovo ore 17.45 Ristorante Lorenzini Salotto Lucca

“La Svizzera delle utopie”: Il monte Verità. Conferenza con la Dott.ssa Mara Folini, direttrice del Museo comunale d’arte moderna di Ascona. In collaborazione con l’Ambasciata d’Italia a Berna ISCRIZIONE OBBLIGATORIA. Per questioni organizzative, vi saremmo assai grati di confermare la vostra partecipazione. Come di consueto al termine della discussione seguirà, per chi ha tempo e piacere, una cena con menu à la carte. Interessati prego iscriversi al sondaggio Doodle digitando: https://www.berna­arte­cultura.ch/index.html

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COMUNICATI STAMPA

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TEMPO LIBERO

CRUCIVERBA

L'oroscopo di Alexandro dal 7 al 14 o obre

ARIETE A che punto sei energeticamente? Nutriti a livello di mente, corpo e anima. Ricorda, dire di sì a te stessi a volte richiede che tu dica di no al mondo. Bene amore. Nel lavoro piu concentrazione. Lunedì ok

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TORO Non lasciare che si inneschi una reazione a catena, fai uno sforzo consapevole per sederti con la famiglia e risolvere le questioni. in amore sentitevi liberi di chiedere chiarimenti. Nel lavoro novità. Venerdì giorno ok

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GEMELLI Valuta da ogni angolazione possibile e poi inizia a gettare le basi. Con la giusta strategia, sarai pronto per vincere il jackpot. In amore dichiaratevi nel lavoro soldi in entrata. Giorno ok lunedì

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CANCRO La determinazione a vincere la gara a tutti i costi sta prendendo il sopravvento: sarai vincente. In amore stasi. Nel lavoro troppa fretta di concludere. Giorno ok mercoledì

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LEONE Se c'è una cosa che hai imparato tuo percorso, è che tutto trapela per una ragione, comprese le cosiddette cose cattive. In amore e nel lavoro troppo nervosismo. Giorno fortunato sabato

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ORIZZONTALI

VERGINE Questa fase della tua vita ti sta rendendo consapevole del disordine chebti sei trascinato dietro e delle convinzioni negative che non rientrano più nella nuova narrativa. In amore e nel lavoro ci vuole pi determinazione. Giorno ok domenica

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1 Manifestano quando vi sono venti di guerra (9)­10 Lo sono le dentature guaste (7)­12 Associazione Sportiva (2)­14 Nè ritta nè seduta (5)­15 Cuore di pera (2)­16 Un'impresa degna... dell'eroe di Tarascona (11)­19 Si corre rischiando (4)­20 Dottore sulla busta (4)­21 Melma (5)­22 Un ottimo vino Veneto. (5)­23 Arcipelago irlandese (4)­25 Vi si conserva il grano (4)­26 Si dice puntando l'indice (2)­27 Il John detto l'Apostolo degli Indios (5)­30 Iniziali della Russinova (2)­31 Vogliono far strada a tutti i costi (11)­34 Condiscono e lubrificano (3)­35 Movimento Nazionale Algerino (3)­36 Il verso della rana (3)­37 Bronzeo per gli antichi romani (4)­38 Il dolce stil. (4)

BILANCIA Sei un'anima rara e preziosa che porta le qualità dell'amore, della gentilezza e della compassione nello spazio del lavoro. Giorno ok sabato

VERTICALI

CAPRICORNO Nei giorni a venire, concentrati sulla guarigione e sul lasciar andare i modelli passati. Più ti allontani dalla tua situazione, migliore sarà la prospettiva che otterrai. In amore il ritorno e, a breve, nel lavoro più concentrazione. Giorno ok domenica

2 Avanti Cristo (2)­3 Ilario ­ noto allenatore di calcio (9)­ 4 Piena di difficoltà (4)­5 Dura di più che il mercato (5) 6 Città della Maldovia (4)­7 Ricevono i visitatori nei padiglioni d'una fiera (9)­8 Bevanda ambrata (2)­9 Si erige per l'ufficio funebre (9)­11 Locale dove si mangia (9)­13 Un tipo di aumento (9)­15 Misura di capacità (9)­ 17 Temono la nefrite (4)­18 Abitarono la Beozia (4)­24 Bene francese (4)­28 Impasto fangoso (4)­29 Citta dell'Algeria (4)­32 Sono mille in un ien (3)­33 Targa automobilistica della Città del Vaticano (3)

La soluzione a pag. 28

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SCORPIONE Tutto su questo pianeta segue un ciclo prestabilito: guarda più da vicino e ti renderai conto che anche il tuo corpo lo fa. in amore nervosismo. Nel lavoro stasi. Giorno ok giovedì

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SAGITTARIO A volte tutta la sofferenza è auto­ creata. Non lasciare che il conflitto, interiore o esteriore, ostacoli la creazione dello spazio per l'amore nella sua forma più gloriosa. Nel lavoro novità interessanti. Giorno ok sabato

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ACQUARIO Smettila di rattristarti per il cosi­ ddetto danno. Invece, rivolgi la tua attenzione all'auto­miglioramento. Fai un passo alla volta e confida di essere sulla strada giusta. in amore e nel lavoro cercate di capire cosa volete. Giorno ok lunedì

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PESCI L'Universo ti sta esortando a essere più proattivo e a fare un atto di fede. Questo è un nuovo giorno, dopotutto. In amore: coraggio. Nel lavoro noia che non porta denaro. Giorno ok venerdì

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mercoledì 7 ottobre 2020/

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Dal 15.6.2020


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