L'ECO

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Anno 54 23 Settembre 2020 Fr. 3.­ numero

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Settimanale d'informazione

TEMPO DI VENDEMMIA... TEST DI ITALIANO NON SOLO PER SUAREZ ACCORDI BILATERALI SENZA PAURA


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SOMMARIO L'INTERVISTA 4

"Cara Italia" ­ Il nuovo libro di Gianni Farina

RUBRICHE 6 7

La rubrica di Mauro Trentini La rubrica di Dino Nardi

ATTUALITÀ 8

Economia Le grandi speculazioni finanziarie

CULTURA

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Storia Accordi bilaterali senza paura Turismo Vallo di Diano: cerniera di tre regioni Tempo di vendemmia... Arte Galleria von Bartha Spettacolo Favolacce ­ Fortezza Bastiani Cucina Polpette di vitello e carote con salsa di porri ­ Flan di spinaci ­ Bruschette alla greca ­ Piccole brioche alle fragole

MOTORI E MOBILITÀ 18

DS 7 Crossback E­Tense 4x4 ­ Meno sanzioni e meno emissioni di CO2 grazie al GNC ­ Il modo migliore per portare i bimbi in bicicletta

SPORT 20 Golden Gala Mennea 2020 COMUNICATI STAMPA 36 ­ 37 ­ 39 TEMPO LIBERO 38

Editoriale

Care lettrici, cari lettori,

Il coronavirus è una bugia? Per me, decisamente, no! Non potrò mai dimenticare quella lunga colonna di mezzi militari che portavano via le salme da Bergamo. È ben impresso nella mia mente il numero di chi, fino ad oggi, ha perso la vita. Eppure... Eppure c'è chi pensa che il covid 19 non esista. Perchè mai dovremmo parlare di una pandemia quando, ogni giorno, ci svegliamo, il sole continua a sorgere, abbiamo una connessione internet, cibo nel frigorifero e i nostri cari vicini? Sabato scorso, a Zurigo, come è già avvenuto in altre città (e non solo della Svizzera), circa 500 manifestanti hanno protestato contro le misure di protezione per arginare la diffusione del virus che, a detta loro, è una colossale bugia. Ovviamente tutti rigorosamente senza mascherina. Quando un agente di polizia ha richiamato l’attenzione dei partecipanti sulle misure di sicurezza - mascherine obbligatorie o la distanza, tramite un megafono - è stato fischiato. La parola pandemia è, per molti di loro, l’immagine di un’altra epoca. Danno per scontato che un mondo tanto progredito come il nostro saprà trovare una rapida risposta al problema. Pensano, alcuni ingenuamente, che tutto questo si risolverà in pochi giorni. Si crogiolano nel loro modo di pensare illusorio ed a questo si aggiunge il fatto che sono ormai abituati a vedere il mondo attraverso la finestra dei social network. Tutto sembra lontano, non si può toccare o percepire. Tutto è innocuo, come in una serie di Netflix (società operante nella distribuzione via internet di film, serie televisive ed altro). La morte e la malattia sono fuori da casa loro, lontane dal loro quotidiano. L’effetto irrealtà li rende, incapaci di intuire la gravità e, ancora peggio, di agire responsabilmente. È importante che sia chiaro: chi non agisce ora è già in ritardo. Negare la pandemia continuerà a costare in termini di vite umane e rallenterà la soluzione del problema. Pensiamoci e seguiamo le raccomandazioni che vengono diffuse. Facciamolo anche per le persone alle quali vogliamo bene.

Maria Bernasconi

. Settimanale d'informazione

Socio fondatore della Federazione Unitaria Redazione e collaboratori: Chiara Bernasconi, Flory Di Biagio, Peter Ferri, Graziano Stampa italiana all'estero (FUSIE) La testata riceve il contributo per la stampa italiana Guerra, Giovanni Longu, Dino Nardi, Andrea Pagnacco, Graziella Putrino, Egidio diffusa all’estero erogati dal Dipartimento editoria della Todeschini, Mauro Trentini Presidenza del Consiglio dei Ministri Agenzie Stampa: 9 Colonne, Adnkronos, Aise, Ansa, Inform, Swissinfo. Fotografie: Adnkronos, Ansa, Esther Landolt, Luigi Rizzo. Sede legale: Via Brocaggio 1, 6984 Pura ­ Pubblicità: Tel. 056 353 31 30 e­mail: redazione@leconews.ch Redazione: Rapperwilerstrasse 1, 8630 Rüti Orari: Martedì ­ Venerdì dalle 10.00 ­12.00 e Stampa: Nastro&Nastro Srl ­ 21010 Germignaga (VA) Italia Spedizione: Stisa SA ­ Zona Industriale 1 ­ 6593 Cadenazzo dalle 14.00 ­17.00 Tel. 056 535 31 30 Gli articoli e le foto impegnano solo la responsabilità degli autori. e­mail: redazione@leconews.ch Costo abbonamento annuale Fr. 98.­ Editore: Newsitalia sagl

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L'INTERVISTA

a cura della

Redazione

"Cara Italia" Il nuovo libro di Gianni Farina

Un flusso di ricordi che coinvolgono sentimenti, emozioni e storia

Coinvolgenti ed appassionanti i racconti racchiusi nel primo libro di Gianni Farina, "Ricordi"

Prefazione di Ettore Maria Colombo, giornalista politico ... Di uomini politici come lui, purtroppo, si è perso lo stampo, ma se qualche giovane ragazzo ancora animato dai valori della Sinistra – socialista, comunista, anche anarchi­ ca! – di un tempo volesse mettere a frutto la straordinaria carica umana e le straordinarie competenze e capacità politiche che un uomo come Gianni Farina ha accumulato lungo una intera vita non può che leggere questo libro. ... Ne viene fuori, dal libro, un caleidoscopio di voci, ricordi, pezzi di vita vera e vissuta, fatti di cronaca e fatti di Storia del Mondo, della nostra amata Europa, del nostro Belpaese. Il ‘testamento’ politico e umano di un uomo che, come dice di se stesso, è nato nel 1941, “anno del ferro e del fuoco” perché imperversavano terribili e violente dittature fasciste e perché il mondo era in fiamme per la II guerra mondiale. Da tali fiamme Gianni Farina è uscito non solo orgoglioso testimone, ma anche indomito protagonista e vincito­re. A differenza della prosopopea e delle millanterie dei politici attuali,più o meno ‘giovani’, più o meno ‘rottamatori’, Gianni rovescia l’immagine che ben conosciamo e che, 4

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giustamente, da millenni ci è così cara, dell’Eneide: è lui il vecchio ma saggio Anchise, che non si fa ‘portare in braccio’ da Enea, ma che lo aiuta a trovare una via di fuga che è, e non può che essere, anche una via di salvezza, ma una salvezza che non è mai solo personale, bensì collettiva. Abbiamo – e i giovanissimi ancora più di noi – bisogno di tanti ‘Anchise’ come Gianni Farina che ci aiutino a trovare la via della fuga e della salvezza, quella della Redenzione, “in un mondo non più illuminato”, come diceva il Poeta, “dalle fiaccole dell’antica Speranza”, sia essa religiosa (cristiana) o politica (il Socialismo), un mondo dove rischiamo di perderci per strada ogni giorno e a ogni passo. Ecco perché libri e uomini come Farina sono così preziosi.

Chi volesse acquistare i libri di Gianni Farina lo potrà fare contattando la redazione: tel.: 056 535 31 30 e­mail: redazione@leconews.ch Fr. 15.­ cadauno


L'INTERVISTA Ecco il racconto che abbiamo scelto per voi tra i tanti, bellissimi ed emozionanti, contenuti nel nuovo libro "Cara Italia". Buona lettura!

Circolo culturale Sandro Pertini di Dietikon Una commovente serata per onorare la memoria del Presidente Sandro Pertini

Stefania, tra una pausa e l’altra degli oratori e delle toccanti immagini della vita di Sandro Pertini, canta l’epopea del grande Presidente con l’intensità di chi ama la poesia che racconta la leggenda dei valorosi nel corso del Novecento. Canti della Resistenza, ma non solo. Ha studiato, Stefania. Ha scovato nei più remoti androni di qualche polverosa biblioteca l’origine dei sentimenti scritti da chi ha vissuto le terribili esperienze della guerra, la prigione, l’esilio, la lotta per la riconquista della perduta libertà. C’è della commozione nel suo canto, segnata dal tremolio della voce che accompagna il pizzico delle corde della sua chitarra da sembrarmi anch’essa soggiogata dalla semplice solennità dell’evento. Mario Pingitore, il presidente del circolo Sandro Pertini di Dietikon, assiso accanto al console generale d’Italia a Zurigo, Giulio Alaimo, osserva silenzioso gli avvenimenti, consapevole e orgoglioso di aver vinto la sfida: ridare forza ad una profonda idea di libertà e giustizia onorando la memoria di chi dedicò la vita al trionfo di quei nobili valori. Sono venuti in tanti al salone teatro della chiesa cattolica di Dietikon. Il vecchio compagno di Winterthur, per raccontarmi tante storie di impegno e passione politica nella Zurigo degli anni ’70 ­’80 quando tutti noi cercavamo la via del riscatto dalla solitudine emarginante, mentre imperversava il germe della xenofobia, poi sconfitto dalla maggio­ ranza aperta e democratica del popolo confederato. I dirigenti del­ l’associazione campana, i cui respon­ sabili furono già a suo tempo, alla Casa d’Italia, protagonisti di una bellissima serata commemorativa. Un folto pubblico, un’unica idea: recuperare l’insegnamento del Presi­ dente Pertini, il combattente partigia­ no che, in un periodo drammatico della storia repubblicana, aveva indicato a tutti la via della riscossa politica e morale della nazione. Lo stesso messaggio della “giovine Italia e della giovine Europa” del grande Giuseppe Mazzini di tanti decenni prima: il sogno di costruire una Italia e una Europa unite e solidali. Un silenzio pieno di pathos. Sul grande schermo del teatro scorrevano le immagini di Pertini, giovane soldato che si copre di gloria (decorato al

valor militare) sul Carso difendendo la Patria. Lui, convinto pacifista che si è battuto strenuamente per la pace. Gli studi nella Milano dell’Illuminismo ove conosce Giuseppe Turati, il grande socialista riformista dal cui pensiero filosofico e politico non si allontanò più lungo il corso della sua lunga vita. La lotta antifascista condotta in disprezzo del pericolo: in carcere prima, al confino poi, ove strinse amicizia con lo zio Lino, al quale devo un amore così intenso per l’uomo. In seguito, ancora in carcere, sino all’insurrezione generale del 25 aprile ’45 alla guida delle brigate partigiane nella città di Milano libera­ ta. La lunga esperienza parlamentare, l’amore per l’unità in odio al frazio­ nismo e alla divisione della sinistra. L’elezione a Presidente della Repub­ blica, il 18 luglio del ’78, arricchita da un voto plebiscitario. E quel suo toccante discorso all’assemblea, allorquando, declinando il capo e chiudendo gli occhi umidi per la com­ mozione e l’angoscia, ricordò Aldo Moro, affermando che a lui sarebbe toccato parlare dall’alto scanno del Parlamento repubblicano, se non fos­ se stato martirizzato dalla violenza omicida delle Brigate Rosse. Scorrono tante immagini: l’accorrere al pozzo ove è sprofondato l’imberbe ragazzo; a Genova, sulla bara dell’operaio comunista; a Palermo per l’ultimo saluto a Pio La Torre, i crimini del terrorismo rosso e dalla mafia criminale. Il popolo della piazza San Giovanni che lo vide piangere sulla bara di Enrico Berlinguer nel torrido mese di giugno dell’84. Carla Voltolina, la compagna di tutta una vita – le immagini finali non mostra­ no la toccante scena – che tiene la teca delle ceneri del suo Sandro accanto al cuore, mentre sale sull’aereo che la riporta a Stella verso l’ultima imperitura dimora. Partì da lì, il ragazzo. E lì è tornato. Con la leggerezza del fiocco di neve che scende dalle vette liguri per andare all’abbraccio della madre terra. Si riaccendono le luci. Leggo negli occhi dei presenti sentimenti di pietà e nostalgia per l’uomo dal volto severo e sincero come lo sono stati quelli come lui che hanno combattuto affinché il popolo dell’Italia liberata potesse vivere libero come lo sono i gabbiani in volo sull’oceano verso la loro libertà.

Gianni Farina Nato a Caiolo (Sondrio) nel 1941, Ha maturato numerose esperien­ ze professionali in Europa, prima come tecnico e poi come diret­ tore di cantiere nel settore delle costruzioni del genio civile. Ha abbandonato la professione per dedicarsi all’impegno nel campo sociale e nelle organizzazioni po­ litiche e sindacali della sinistra. È stato dirigente dell’Inca­Cgil in Europa e Segretario europeo del CGIE (Consiglio generale degli italiani all’estero). Eletto per la prima volta alla Camera dei Deputati nel 2006 nel collegio estero Europa, è stato membro del parlamento nel gruppo del Pd fino al 2018. Membro dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e del Consiglio d’Europa (CDE) a Strasburgo, nonché Presidente del gruppo interparlamentare d’amicizia Ita­ lia­Francia. Diplomato Geometra, sceglie fin da giovane la via dell’emi­ grazione. Nei primi anni Settanta, rientrato in Svizzera dalla Libia, ha svolto, per un decennio, le funzioni di direzione alla ricostru­ zione di importanti infrastrutture ferroviarie. A riconoscimento del­ l'attività politica volontaria nelle file del PCI, è stato eletto, nei primi anni Ottanta, membro del Comitato Centrale del Partito si­ no al suo scioglimento. Attualmente continua l’impegno nel campo della promozione so­ ciale, con particolare riferimento alla tutela dei diritti dei cittadini emigrati in Europa.

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RUBRICHE

a cura di

Mauro Trentini

avvocato

mail: trentini­legal@bluewin.ch

C

Quando la pensione non basta aro avvocato,

sono una pensionata che percepisce una modesta rendita AVS con la quale faccio molta fatica a vivere e ad arrivare alla fine del mese. Un’amica mi ha consigliato di rivolgermi all’assistenza. Lei cosa ne pensa? Assunta Cara Signora Assunta, molte persone vivono oggi di sola rendita AVS (AHV),

Vuoi perché il reddito da attività lavorativa dalle medesime conseguito è sempre stato troppo basso per assicurarsi anche presso una Cassa Pensione, vuoi perché il capitale accumulato in ambito di cassa pensione è stato ritirato prima del tempo e utilizzato per avviare un’attività indipendente. Il sistema previdenziale svizzero è fondato sul sistema dei tre pilastri. AVS/AI, LPP (Cassa pensione) e risparmio privato. L’idea alla base è sempre stata quella di poter garantire a ogni lavoratore che entrava in pensione (64 anni per le donne e 65 per gli uomini) un reddito più o meno uguale a quello che percepivano quando lavoravano. L’assenza di rigidi­ tà, nel perseguire lo scopo primario ed alcune possibilità concesse dalla LPP e il regime facoltativo del risparmio privato hanno fatto si che 6

Le prestazioni complementari

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molte persone in età di pensiona­ mento si debbano, oggi, accontent­ are della sola rendita AVS. Sono tre i fattori che determinano l’ammontare della rendita AVS: 1) gli anni di contribuzione compu­ tabili. Ha diritto ad una rendita completa chi, dal compimento del 20° anno fino all'età pensionabile scelta, ha pagato ogni anno ininter­ rottamente i contributi AVS. 2) il reddito annuo medio determi­ nante

3) L’assenza di lacune contributive. La mancanza di un anno contributivo determina una diminuzione della ren­ dita di almeno, 2,3% Tenuto conto di tutti questi tre fattori l’AVS, oggi, versa delle rendite che vanno da un minimo di CHF 1'185.00 mensili ed un massimo di CHF 2'370.00 mensili. A queste rendite, se esiste, va aggiun­ ta quella che versa la LPP (o secondo pilastro) e. se del caso. il risparmio privato. Quando una persona si ritrova in AVS con una sola e modesta rendita non è facile e neppure scontato poter arriva­ re alla fine del mese. La Signora Assunta parla di assi­ stenza, ossia quel sistema di aiuto statale che interviene quando una persona non ha proprio nessuna entrata o quando le entrate sono

insufficienti, dimenticando un istituto del sistema sociale svizzero che più che l’assistenza l’aiuterebbe ad arri­ vare alla fine del mese. Sto parlando delle prestazioni complementari che sono un aiuto complementare in am­ bito AVS. Detto in altre parole, se sei in AVS (e quindi sei entrato nel sistema pensionistico), puoi chiedere questo aiuto complementare. Le prestazioni complementari sono un diritto e pertanto non sono erogate d’ufficio, ma le devi chiedere. La cassa AVS del Comune di domicilio è a disposizione per fornire tutti i ragguagli del caso. In Svizzera ci sono ancora molte persone che potrebbero ottenere questo aiuto ma che non lo chiedono perché sembra quasi una “vergogna” doverlo fare. Niente di più sbagliato. Se hai lavorato tutta una vita e pagato dei contributi hai tutto il diritto di chiedere quanto lo stato sociale può offrire. Ma cosa sono queste prestazioni complementari? Le prestazioni complementari (PC) all'AVS e all'AI sono versate quando le rendite (AVS o AI) e gli altri redditi non riescono a coprire il fabbisogno vitale dell'assicurato. Le prestazioni complementari sono suddivise in due categorie: 1) le prestazioni annue pagate men­ silmente (fabbisogno PC) 2) il rimborso delle spese di malattia e d'invalidità (SM) Con le prestazioni complementari l’assicurato riceve una rendita che è cumulata a quella versata dall’AVS e il pagamento delle spese di malattia (è pagato il premio mensile dovuto alla cassa malattia come pure la famosa partecipazione ai costi). Il sistema prevede inoltre molte altre prestazioni che lo spazio concesso a quest’articolo non permette di indica­ re. Ribadisco. quindi. il consiglio dato alla Signora Assunta di rivolgersi alla cassa AVS del proprio comune di domicilio che le fornirà tutti i dettagli del caso e l’aiuterà anche a compi­ lare i formulari per richiedere questa prestazione che ripeto è un diritto.


RUBRICHE

Test di italiano non solo per Suarez

a cura di

Dino Nardi

rubrica di politica e informazione sociale

mail: nardi.dino@bluewin.ch

Cittadinanza italiana per matrimonio

N

ei giorni scorsi la vicenda del giocatore uruguayano Luis Suarez (resosi famoso nel campionato del mondo del 2014 soprattutto per il morso dato ad una spalla di Chiellini), possibile acquisto da parte della Juventus ha fatto emergere un ulteriore requisito per l’ottenimento della cittadinanza italiana cioè quello per matrimonio con una cittadina italiana. Cittadinanza italiana alla quale avreb­ be diritto anche Suarez essendo co­ niugato con una donna italiana figlia di un emigrato friulano. Un requisito, finora rimasto abbastan­ za in ombra, introdotto dal governo gialloverde nel 2018 con il Decreto sicurezza che ha modificato la legge 5 febbraio 1992, n. 91 (Nuove norme sulla cittadinanza). Ovvero il coniuge straniero di cittadino/a italiano/a per ottenere la cittadinanza italiana, oltre a tutti i requisiti precedentemente richiesti dalla legge 91/92, deve anche superare un test di conoscenza della lingua italiana di livello B1 (in vigore per le istanze presentate a decorrere dal 4.12.2018). A beneficio dei nostri lettori ricordiamo che le certificazioni relative alla competenza linguistica CLIQ (Certificazione Lingua Italiana di Qualità) sono rilasciate, previo il superamento di prove d’esame, dai quattro enti certificatori riconosciuti dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Inter­ nazionale (MAECI): la Società Dante Alighieri, l’Università per Stranieri di Perugia, l’Università per Stranieri di Siena e l’Università degli Studi Roma Tre; mentre all’estero è possibile sostenere gli esami per il rilascio dei certificati di competenza linguistica CLIQ presso diversi enti che sono elencati nel sito del MAECI. Un test non semplice da superare, per tutti gli interessati ad ottenere la cittadinanza italiana, come si può ben immaginare tenendo conto del suo formato che prevede le seguenti fasi: Ascolto: n. 6 dialoghi con test a scelta multipla (3 opzioni), n. 2

monologhi con test a individuazione d’informazioni; Comprensione della lettura e riflessione grammati­ cale: Un testo regolativo con test a

nanza non solo, e non tanto, per i coniugi stranieri di cittadini italiani ma, soprattutto, per gli stranieri che ne maturano il diritto risiedendo in

CITTADINANZA PER MATRIMONIO NON PARLI ITALIANO? NIENTE CITTADINANZA

individuazione d’informazioni, un testo informativo con test cloze (cioè un esercizio di valutazione linguistica consistente in una porzione di testo dalla quale sono state rimosse alcune parole per cui si richiede di inserire quelle mancanti o, eventualmente, i sinonimi appropriati) con scelta mul­ tipla (3 opzioni); Produzione scrit­ ta: e­mail; Produzione orale: breve presentazione personale, dialogo. Con una durata del test di 30 minuti per la fase di “ascolto”, 40 minuti per la “Comprensione della lettura e rifles­ sione grammaticale, 40 minuti per la “produzione scritta”, 10 minuti per la “produzione orale”. Ovvero un test linguistico che po­ trebbe avere una sua giustificazione ed essere, quindi, un requisito condi­ visibile….. se non che, nell’ottica dei legislatori leghisti promotori di questa norma, l’obiettivo di quel test è stato certamente quello di ostacolare fortemente le richieste di cittadi­

Italia da almeno dieci anni! Un requisito, la richiesta del test linguistico di livello B1, che, peraltro, presenta almeno un paio di para­ dossi: il primo, abbiamo milioni di cittadini italiani jus sanguinis (con tanto di diritto di voto) sparsi per il mondo che non hanno alcuna conoscenza della lingua di Dante (probabilmente la stessa moglie di Suarez) e certamente ne avremo mol­ tissimi altri che ­ di anno in anno ­ si vedranno riconoscere la cittadinanza italiana sempre attraverso la discen­ denza da un loro lontano avo italiano; il secondo, tralasciando ovviamente i cittadini della Valle d’Aosta e dell’Alto Adige, immaginiamo se venissero sot­ toposti ad un simile test tutti gli altri italiani, quanti lo supere­ rebbero? magari anche tra quegli stessi parlamentari che hanno votato quel Decreto sicurezza gialloverde? Molto più meglio assai non indagare! mercoledì 23 settembre 2020/

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ATTUALITÀ Economia

a cura di Peter

Ferri

Le grandi speculazioni finanziarie Prima parte

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aro lettore, oggi comin­ ciamo una breve serie dedicata alle grandi spe­ culazioni finanziarie del passato, per analizzare in un secondo tempo le speculazioni borsistiche dei nostri giorni. È mia opinione, infatti, che solo chi conosce la storia e il funzionamento dei mer­ cati possa navigare sui mercati finanziari moderni con sicurezza e successo. E chi non vorrebbe ave­ re successo in borsa? Continuate a leggere, ne sentirete delle belle! "Oggi un contadino ha acquistato un singolo bulbo del raro tulipano chiamato Viceré pagando per esso: 8 maiali grassi, 4 buoi grassi, 12 pecore grasse, 24 tonnellate di grano, 48 tonnellate di segale, 2 botti di vino, 4 8

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barili di birra, 2 tonnellate di burro, 1000 libbre di formag­ gio, una coppa d’argento, un abito e un letto completo per un totale di 2500 fiorini, una cifra equivalente al reddito annuo dei più ricchi mercanti dell’epoca." Sembra uno scherzo, non trovate? Invece è successo veramente! Questa astronomi­ ca quotazione di un bulbo di tulipano risale al gennaio 1637 in Olanda; l’Olanda si sta in quel periodo affermando come centro della nuova economia capitalistica. È il culmine della "febbre dei tulipani", la prima grande speculazione finanziaria dell’età moderna. I tulipani erano lo status­symbol dell’oli­


ATTUALITÀ Economia

garchia olandese, dal 1635 erano domandati e acquistati a prezzi sem­ pre più elevati: all’inizio si scam­ biavano bulbi ma da un certo punto in poi cominciarono ad essere contrat­ tati titoli su bulbi futuri, quelli cioè non ancora prodotti. I protagonisti del mercato dei tulipani non erano più contadini e proprietari di giardini ma operatori che compra­ vano e vendevano solo per ottenere un guadagno finanziario senza alcun interesse per i fiori. Finchè il primo martedì di febbraio 1637 una partita di tulipani in vendita a prezzo “accettabile” (relativamente ai prezzi del momento) rimase invenduta: fu il segnale del crollo delle quotazioni; chi era uscito in tempo dalla “tulipo­ mania” aveva fatto immense fortune, i più si ritrovarono con in mano bulbi o pezzi di carta acquistati a prezzi astronomici e ora di nessun valore. La febbre dei tulipani è stata solo la prima di numerose storie di specula­ zione finanziaria sui prodotti e sui titoli più diversi con le conseguenti ondate di euforia e panico che accom­ pagnano ogni speculazione. Può costituire però un esempio utile a capire cosa significhi occuparsi di finanza nel XIX secolo, nel periodo del “laissez­faire” e del “gold standard”. La finanza nell’800 era un gioco d’azzardo che con le sue luccicanti ed immense risorse mobilizzate e poste a rischio attraverso il gioco di borsa, poteva rappresentare la fortuna o la rovina degli speculatori borsistici. La speculazione era la dimensione fon­ damentale che caratterizzava l’ope­ rare economico della cosmopolita ed aristocratica “haute finance” formata dalle più grandi e importanti famiglie di banchieri d’affari: l’alta finanza

assumeva il ruolo di "usuraio del mondo" ovunque vi fosse necessità di capitali per finanziare la costruzione di una ferrovia o di un canale, lo sviluppo industriale o anche soltanto il debito pubblico di una nazione. L’alta finanza si fece nell’800 garante fondamentale della cultura economi­

Con il potere rappresentato dalla sua immensa ricchezza e l’appoggio delle istitu­ zioni statali finanziate, l’haute finance poteva disporre le regole del gioco in un’arena di interessi altrimenti non gestibili e riusciva a im­ porre come valore uni­ versalmente accettato l’ideale del “gentleman finanziere”, l’ideale cioè di un gruppo aristo­ cratico ed elitario che cercava di mantenersi ristretto. Al disordine e all’incer­ tezza del mondo della borsa si contrapponeva una classe gerarchica forte e autoritaria raf­ forzata dall’integrazione nelle classi dirigenti. L’alta finanza si fece soggetto regolatore di un mercato, quello finanziario, solo apparente­ mente perfettamente concorrenziale ma in realtà quasi monopolistico e gestito da poche grandi famiglie d’affari non direttamente in concor­

Mayer Amschel Rothschild Fondatore della Banca Rothschild

ca del “laissez­faire”, unica in grado di assicurare la tenuta del sistema finanziario mondiale: gold standard e libera circolazione del capitale e delle merci erano gli unici principi fissi per preservare l’elite degli affari dall’in­ stabilità economica di un ambiente perennemente incerto quale era il mercato della borsa. Dietro l’apparente spontaneità del mercato, dietro la cosiddetta "mano invisibile del mercato", in realtà si celava un dispositivo di concertazione privata, informale, tra i maggiori attori finanziari per regolare gli eccessi di una competizione altrimenti incontrol­ labile.

renza tra loro sui singoli affari o investimenti. Le grandi famiglie della haute finance avevano di fatto informalmente pat­ tuito un accordo di spartizione delle regioni di influenza e vedevano la concorrenza più come una gara a distanza nell’allargamento di tali ri­ spettive aree piuttosto che in con­ fronti diretti che avrebbero danneg­ giato la stabilità del sistema mone­ tario internazionale. L’alta finanza in virtù della sua incredibile ricchezza e potere diventò uno dei governatori più potenti seppur invisibile del mondo. Alla prossima settimana per il seguito della storia! mercoledì 23 settembre 2020/

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CULTURA Storia

a cura di Giovanni Longu

mail: glongu@sunrise.ch

Accordi bilaterali senza paura La libera circolazione dei cittadini dell'UE conviene o non conviene?

il buon senso del popolo sviz­ zero, che ha sempre respinto (benché talvolta a debole maggioranza) le principali ini­ ziative xenofobe. Ma quelle malattie, evidentemente, non sono state ancora completa­ mente debellate, tanto è vero che si ripresentano anche oggi nella propaganda dell’Unione democratica di centro (UDC) in favore dell’iniziativa «per una immigrazione moderata (ini­ ziativa per la limitazione)», in votazione il prossimo 27 settembre 2020.

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al 1900 il problema degli stranieri (e degli italiani in particolare) è stato travisa­ to per gran parte del secolo scorso dalla lente deformante della paura e ancora oggi è visto in maniera defor­ mata da una parte, si spera poco consistente, della popolazione svizze­ ra. Nella seconda metà dell’Ottocento, all’origine dei rapporti tra la Svizzera e gli altri Paesi europei, a cominciare da quelli confinanti, c’era il comune desiderio di «mantenere e rassodare le relazioni d’amicizia». Oggi la motiva­ zione principale di alcuni svizzeri per denunciare l’accordo con l’Unione europea (UE) sulla libera circolazione sembra essere ancora la paura, immotivata, di perdere parte del benessere raggiunto a causa di una presunta immigrazione di massa da alcuni Paesi europei. La storia dovrebbe insegnare Un poco di storia basterebbe per rendersi conto che la sopravvivenza, la sicurezza e la prosperità della Svizzera sono strettamente dipendenti dalle 10

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Le quattro libertà dell’UE buone relazioni con l’Europa. Baste­ rebbe ricordare che furono le potenze europee al Congresso di Vienna (1815) a voler riconoscere alla Sviz­ zera uno statuto particolare di Stato indipendente, sovrano, neutrale e custode dei passi alpini nell’interesse di tutta l’Europa. Fino alla prima guerra mondiale questo Paese ha potuto accorciare la distanza economica che lo separava dagli altri Paesi europei grazie all’im­ migrazione di lavoratori e profes­ sionisti provenienti soprattutto dalla Germania, dall’Austria, dalla Francia e dall’Italia. La Svizzera è sopravvissuta indenne ai due conflitti mondiali e ha potuto avvantaggiarsi nei periodi postbellici grazie alle sue industrie rimaste illese e ai flussi migratori specialmente dall’Italia. La Svizzera, anche oggi, è strettamente legata al resto del con­ tinente e non potrebbe essere diver­ samente, non è un’isola. Finora la paura ancestrale della povertà e l’attaccamento al benes­ sere, pur essendo malattie sociali molto contagiose, non sono mai riuscite a prevalere sul senso pratico e

Dal 1900 il concetto di Überfremdung, «inforestierimento», è stato adattato alle diverse forme di paura che la presenza degli immigrati su­scitava di volta in volta in una parte degli svizzeri più attaccati alla tradizione e ha contagiato spesso, specialmente negli anni Settanta, molte persone. Esse avevano una scusante: erano fagocitate da una propaganda populista e aggressiva che riusciva a prospettare un avvenire incerto e disagiato. Non possedevano le informazioni necessarie e gli stru­ menti adeguati per accertare se i pericoli prospettati erano seri o fantasiosi. Oggi la situazione è diversa perché tutti i cittadini possono rendersi conto se davvero la libera circolazione dei cittadini svizzeri e dell’UE è un bene o un male, conviene o non conviene. Tutti i media ne parlano quotidianamente. La Svizzera può continuare a non voler far parte dell’UE, ma non può ignorare che la direzione in cui questa si sta muovendo è verso una sempre maggiore integrazione. In base al Trattato istitutivo (Roma 1957) essa dovrà garantire in particolare quattro


CULTURA Storia

Nell’ignoranza di come la prosperità svizzera è stata raggiunta e nella presunzione di sapere come conser­

libera circolazione dei lavoratori europei, si metterebbero a rischio i primati conseguiti dalla Svizzera riguardanti il prodotto interno lordo (PIL) pro capite, l’occupazione, i salari, i servizi sociali, il sistema di previdenza per la vecchiaia e persino il sistema dei trasporti (addirittura a rischio di «collasso»). Per esempio, sostengono i populisti, il PIL svizzero pro capite di 80'000 franchi rischierebbe di contrarsi con l’arrivo in massa di lavoratori provenienti da Paesi in cui è molto più basso (in Italia 32'000, in Grecia 17'000, in Romania 12'000, in Bulgaria 9'000 franchi). La prospettiva dei sostenitori dell’ini­ ziativa di un afflusso incontrollato di cittadini europei è terrorizzante. Lo scenario che fanno balenare è infatti il seguente: siccome nei Paesi dell’UE, Italia e Francia comprese, le cifre della disoccupazione «esplodo­ no», ancora più persone cercheranno di venire qui «in cerca di un lavoro o un posto nel nostro sistema sociale» (la stessa paura evocata da C.A. Schmid 120 anni fa!). In questa visione, ad essere maggiormente colpiti sarebbero i lavoratori anziani perché «vengono sostituiti con manodopera straniera a basso costo» e «un terzo di loro non trova più un impiego»). Inevitabilmente aumente­ rebbe la disoccupazione, la pressione sui salari, la povertà, ecc. A ben vedere, le prospettive pessi­

varla, ancora una volta i sostenitori dell’iniziativa ricorrono al sentimento della paura che può essere indotto nelle fasce di popolazione più deboli, sventolando lo spettro se non della povertà almeno della perdita dell’at­ tuale benessere. Secondo costoro, votando «no» e dunque per il mantenimento della

mistiche dei fautori del sì all’iniziativa sono peggiori di quelle che venivano sventolate negli anni Settanta ai tempi di Schwarzenbach. Questi infatti aggiungono che con l’arrivo in massa dei lavoratori europei andrebbe in crisi anche il sistema di previdenza per la vecchiaia, «oggi al primo posto su

libertà fondamentali: libera circolazio­ ne delle merci, libera circolazione dei servizi, libera circolazione dei capitali e libera circolazione delle persone. Esse sono alla base anche dei sette accordi bilaterali tra la Svizzera e l’UE del 1999 (Bilaterali I), approvati dal popolo svizzero l’anno successivo col 67,2% di voti favorevoli. Trattandosi di un blocco di accordi, denunciandone uno verrebbero a decadere anche gli altri. Del resto non è pensabile che l’UE possa accettare che gli svizzeri siano ancora disposti a condividere le prime tre libertà, ossia essenzialmente l’acces­ so al mercato europeo, ma non la quarta che deve assicurare la libera circolazione dei lavoratori (subordinati o autonomi). Per far inghiottire ai cittadini svizzeri la pillola amara che la disdetta dell’accordo sulla libera circolazione farebbe decadere anche gli altri accordi, i sostenitori dell’iniziativa minimizzano i benefici prodotti finora dai Bilaterali I ed esasperano i rischi di continuare a mantenerli. La vicepresidente dell’UDC Magdalena Martullo­Blocher, ha persino afferma­ to che tanto «l’85% degli immigrati non è necessario al mercato». Paure senza fondamento

scala mondiale, Germania al 13°, Italia e Spagna rispettivamente al 29° e al 31°, Grecia al 41° posto», per non parlare di Romania, Bulgaria, Albania o Kosovo. Cosa succederà a breve, si chiedono i sostenitori dell’iniziativa, se non si limita la libera circolazione? Già oggi, tiene a ricordare l’esponente UDC citata, «sei beneficiari dell’assistenza sociale su dieci sono stranieri!», naturalmente senza chiedersi «perché?». Ottimismo ragionevole I contrari all’iniziativa, e dunque favorevoli al mantenimento degli accordi con l’UE, sostengono invece che gli accordi con l’UE hanno garantito finora alla Svizzera lavoro e benessere. La libera circolazione ha consentito all’economia svizzera un’ampia scelta del personale di cui aveva bisogno e ha contribuito a un sostanziale miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro di tutti i lavoratori. Ben gravi, invece, sarebbero i rischi per l’economia e il mercato del lavoro svizzero se venisse denunciato quell’accordo, perché automaticamente decadrebbero an­ che gli altri accordi sottoscritti nel 1999. La situazione che ne deriverebbe, soprattutto per la Sviz­ zera, sarebbe di un’incertezza molto pericolosa perché potrebbe derivarne per i prodotti svizzeri una forte con­ trazione del mercato europeo e altre limitazioni. C’è un altro argomento rassicurante nei sostenitori del no all’iniziativa che riporta la discussione dalle fantasie e dalle paure degli anti­bilaterali alla concretezza delle regole e dei fatti. Lo spauracchio dell’immigrazione di massa non ha alcun fondamento per­ ché gli accordi sottoscritti nel 1999 parlano chiaro: la libera circolazione è un diritto applicabile solo ai «lavo­ ratori» e a persone «non attive», a certe condizioni. Essa è garantita a chi ha un contratto di lavoro o svolge un’attività indipendente, non a chiunque, a meno che si tratti di benestanti (pensionati, studenti, ecc.) in grado di dimostrare di avere mezzi finanziari sufficienti per vivere, sottoscrivere un’assicurazione malat­ tia, ecc. L’ex consigliere nazionale Fulvio Pelli ha fatto bene a ricordare all’ex consigliere federale Christoph Blocher nel corso di un dibattito pubblico che la libera circolazione non riguarda solo i cittadini dell’UE ma anche i cittadini svizzeri e non si vede quale vantaggio rappresenterebbe l’appro­ vazione dell’iniziativa. Il richiamo alle libertà svizzere fa ben sperare, l’otti­ mismo è ragionevole. mercoledì 23 settembre 2020/

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CULTURA Turismo

a cura della

Redazione

Vallo di Diano: cerniera di tre regioni In viaggio lungo la strada Romana

Castello di Teggiano

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l Vallo di Diano si trova in Provincia di Salerno nel­ l’estremo sud della Cam­ pania, al confine con la Basilicata ed in prossimità della Calabria. Morfo­ logicamente è una pianura “di figura molto simile ad una barchetta” così come fu descritta da Leandro Alberti nel 1526, lunga in senso nord­sud circa 37 km e larga mediamente 6, fasciata ad est dai monti della Mad­ dalena, che preludono ai massici interni della Basilicata, e ad Ovest dalle bianche pareti degli Alburni, che scendendo si fondono con i Monti del Cilento. Il nostro viaggio inizia da Teggiano, piccolo gioiello nel cuore del Vallo di Diano, annoverato tra i 71 villaggi storico­turistici più belli d’Italia. Si presenta agli occhi dei visitatori con la sua antica fisionomia di roccaforte perfettamente conservata. È d'obbli­ 12

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go visitare il castello normanno, perfettamente conservato, con restau­ri di cui si hanno traccia già a partire dal ‘400. Nel XV secolo, infatti, grazie ai Sanseverino, si completò un ampliamento che portò il Castello di Teggiano al monu­

mentale aspetto che ancora oggi è possibile ammirare. Proseguiamo lungo le strade del centro storico, tra monumenti e chiese che si susse­ guono (Teggiano è conosciuta anche come la città delle Tredici Chiese). Merita una visita anche la


CULTURA Turismo

Certosa di San Lorenzo, Padula

Cattedrale di Santa Maria Mag­ giore, straordinario connubio di fede ed arte. Tra i tanti edifici religiosi, meritano di essere ricordati il Convento di San Francesco del XIV sec. e il museo Diocesano San Pietro del XII secolo. Il primo è particolarmente apprezza­ to per i suoi affreschi raffiguranti la vita del famoso San Francesco di Assisi, mentre il secondo, fondato nel XII sec. e più volte restaurato nel corso degli anni, presenta al suo interno una grande statua di Sant’Agostino con uno straordinario chiostro decorato da una serie di affreschi del XVII sec. proprio sulla vita del Santo. Partiamo ora per

un'altra meta: Padula. Dotata di un fascino d’altri tempi, Padula è un paese dominato dalla natura inconta­

grande biblioteca del convento. Secondo la regola certosina che predica il lavoro e la contemplazione, nella Certosa esistono posti diversi per la loro attuazione: il tranquillo chiostro, la biblioteca con il pavi­ mento ricoperto da mattonelle in ceramica di Vietri sul Mare, la Cappella decorata con preziosi marmi, la grande cucina dove, la leggenda narra, fu preparata una frittata di 1.000 uova per Carlo V, le grandi cantine con le enormi botti, le lavanderie ed i campi limitrofi dove venivano coltivati i frutti della terra per il sostentamento dei monaci oltre che per la commercializzazione con l’esterno. Deliziosi sono anche i piccoli villaggi di Polla, sulle rive del fiume Tanagro ed a ridosso dei monti Alburni, con il convento di Sant’Antonio, di Sant’Arsenio, con la sua bella piaz­ za, di Atena Lucana, uno degli insediamenti più antichi del Vallo di Diano. Grazie alla sua posizione strategica che dall’alto domina una vallata, è uno dei centri panoramici

Grotte di Pertosa

Convento di Sant'Antonio, Polla

minata e dalla ricca vegetazione che segna il profilo dei monti della Maddalena. La cittadina merita una visita per le suggestive ambientazioni naturali ed il patrimonio culturale che la caratterizza. E a due passi da Padula, ecco uno dei monumenti più importanti dell’Italia del Sud, meta di pellegrinaggi ricca di storia, cultura e spiritualità: la Certosa di San Lo­ renzo, un luogo patrimonio UNESCO da visitare almeno una volta nella vita. Ne avete mai sentito parlare? Questo è un grande complesso monumentale barocco che ospita giardini, chiostri, chiese e il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale. ll monastero ha il più grande chiostro del mondo (circa 12.000 m²) ed è contornato da 84 colonne. Presente anche una grande scala a chiocciola interamente in marmo bianco che conduce alla

maggiormente suggestivi del territo­ rio, con i suoi palazzi antichi e i tanti edifici religiosi, e persino il micro villaggio di Salvitelle, con i suoi 500 abitanti. Ma il Vallo è anche la zona che ospita le celebri Grotte di Pertosa, un complesso di cavità carsiche che attira ogni anno numerosi turisti per la sua spettacolarità. Il primo tratto delle grotte si visita a bordo di una particolare barca trainata da un cavo d’acciaio, che serve a raggiungere il resto del percorso pedonale. Nella enorme caverna chiamata Teatro per anni è stato rappresentato “L’Inferno di Dante nelle Grotte”: i visitatori venivano divisi in piccoli gruppi guidati da un dante che li accom­ pagnava tra i dieci gironi dove si incontravano altrettanti personaggi danteschi. Si possono visitare solo da febbraio a dicembre. mercoledì 23 settembre 2020/

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CULTURA Tradizioni

a cura di Graziella Putrino

Tempo di vendemmia...

Care lettrici, Cari lettori, Nel mondo greco il vino era consi­ derato un dono degli dei. Tutte le attività ad esso collegate erano imbevute di rituali profani e sacri. Il coinvolgimento più significativo risultava con Dioniso. Considerato, inizialmente, dio arcaico della vege­ tazione, identificato in special modo come Dio del vino, dell’estasi e della liberazione dei sensi, impersona ad oggi il flusso della vita in perpetuo rinnovamento. Il valore storico ed antropologico della vendemmia risale a tempi molto antichi, tramandandosi attraverso metodi di lavoro agricolo e tradizioni contadine. Per molti aspetti la vendemmia rappresenta ancora oggi un rituale, con un significato sociale 14

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di aggregazione gioiosa che nei de­ cenni scorsi portava l’intera comu­ nità a collaborare nelle vigne, se­ gnando l’ultimo atto del calendario rurale prima del riposo invernale e la conclusione del ciclo di lavori di un intero anno. Il vino e la vendemmia hanno coinvolto nei secoli poeti e roman­ zieri. Musicisti e pittori: da Dante Ali­ ghieri a Cesare Pavese. Dal “Trionfo di Bacco” di Caravaggio ai canti bacchici di “Carmina burana “ di Carl Orff. Non esiste praticamente regione

d’Italia che non annoveri vini dalle specifiche ed apprezzate caratteristi­ che territoriali. Passiamo dalle colline delle Langhe in Piemonte alle colline


CULTURA Tradizioni a picco sul mare in Liguria. Dalla Sicilia, dove in alcune aree la ven­ demmia si svolge durante la notte, alla Sardegna, le cui tradizioni enoiche sono legate al mondo miceneo e Bacco­Dioniso compare nelle indicazioni geografiche con il fiume Tirso, dando il nome alla valle omonima, ricordandoci con questo il nome del bastone di Bacco. Il valore storico ed antropologico della vendemmia risale a tempi molto antichi e si è tramandato di generazione in generazione attrave­ rso metodi di lavoro agricolo e tradizioni contadine, oltre che per l’importanza degli aspetti culturali e tradizionali che caratterizzavano la vendemmia come evento annuale di lavoro e condivisione sociale nel territorio. Un tempo i tini, le tinozze e i cesti

Cesti e secchi venivano sistemati sotto il pergolato, pronti per essere riempiti di grappoli che i vendem­ miatori staccavano dai tralci della vite. Quando i recipienti erano ricolmi d’uva, venivano svuotati dentro la bigoncia ­un grosso secchio di legno­ che veniva caricata sulle spalle del più forte e portata fuori dal pergolato per essere svuotata nella tinozza in cui due o più giovani a piedi nudi erano pronti per la pigiatura. Il momento del pranzo rimaneva un vero rito: alcune donne arrivavano nei campi con cesti ricolmi di vivande caserecce che disponevano sopra una tovaglia distesa sulla terra. La vendemmia era lavoro ma anche condivisione. Gioia. Socializzazione. Un rito fatto di fatica, ma anche di soddisfazione. Di allegria e di canzoni

venivano caricati su carri e carretti trainati dai buoi. Alle prime luci dell’alba, ogni famiglia contadina si avviava verso la campagna per iniziare la raccolta dell’uva. Giunti nei campi si scaricavano tutti gli attrezzi necessari.

cantate in coro. A sguarciagola. La vendemmia di oggi viene fatta sempre più spesso meccanicamente a causa della mancanza di mano­ dopera; però sono ancora presenti attività di diverso tipo: il verdemare ogni settimana, togliere le erbacce

tra i filari e assicurarsi che la cenere (la malattia dell’uva) non attacchi gli acini. Questo tipo di vendemmia pare che offra ottimi risultati in termini di qualità del lavoro, di prodotto otte­ nuto, di rapidità, di raccolta notturna e di riduzione dei costi ­ soprattutto in presenza di superfici ampie su cui operare ­. Per molti aspetti la vendemmia assume ancora oggi un valore impor­ tante. Un rituale nel quale uomini, donne, bambini, generazioni intere si riuni­ scono. Hanno tutti lo stesso obiettivo: l’amore per la vendemmia, come canta Marianna Lanteri

La vendemmia dell’amor Tempo di vendemmia e di castagne Oilì, oilà Vieni che ti porto nella vigna, Oilì, oilà Guarda com’è bella la campagna Oilì , oilà Noi faremo a gara Dal mattino fino a sera Per vedere chi è più brava A vendemmiar La bigoncia è piena Si va a casa per la cena E domani qui di nuovo a lavorar. E tu cadrai Come i grappoli dell’uva, sotto al cielo più sereno la vendemmia noi farremo Mi bacerai nel sole di settembre E ancora insieme Tornerremo a vendemmiar. Canteremo allora una canzone, Oilì, oilà. Quella che si canta ogni stagione Oilì, oilà Nei mio cuore nasce un’emozione, Oilì, oilà Mi ritorna in mente Il mio paese e tanta gente Nella vigna tutti quanti a vendem­ miar. Mille ceste piene, i sorrisi, le persone, ci restava pure il tempo di sognar E tu cadrai Come i grappoli dell’uva. Sotto al cielo più sereno La vendemmia noi farremo Mi bacerai nel sole di settembre E ancora insieme Tornerremo a vendemmiar Mi bacerai nel sole di settembre E ancora insieme Tornerremo a vendemmiar… È ancora insieme tornerremo… A vendemmiar…

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CULTURA Arte

Galleria von Bartha

a cura di Andrea Pagnacco pittore

E si riesce a "respirare" l'arte moderna

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a Galleria von Bartha di Basilea ha recentemente aperto i battenti con un botto, si con un botto per un motivo succulento: la grandiosa e sele­ zionata mostra collettiva dal titolo “The backward glance can be a glimpse into the future” (Lo sguardo indietro può essere uno sguardo veloce dentro il futuro) curata da Beat Wismer. Sulle numerose pareti rigorosa­ mente bianche e sul pavimento dell'ampia galleria si rincorrono e perciò campeggiano ordinatamente i lavori di 46 artisti di più paesi fra i quali molto noti in ambito inter­ nazionale. Nel percorrere i vari spazi della mostra ti trovi a tu per tu con le varie tematiche affrontate nel tem­ po dagli artisti presenti. Potrai nota­ re molte forme di costruttivismo e altre altrettanto importanti forme di astratto geometrico, esempi le­ gati alla minimal art e degli accenni al mimetismo e alla non dimenticata optical art incluso il concettualismo. Voglio ricordare che appena entrato in galleria alla mia sinistra ho fruito della presenza di un lavoro dai forti accenti alla minimal art che mi ha particolar­ mente colpito soprattutto per l'energia dell'artista Sarah Oppen­ heimer. Un'opera consistente in una lastra specchiante quadrata con al centro una putrella di metallo che la trafigge. Penso che questa mostra è da consigliare per la qualità delle opere esposte. Galerie von Bartha Kannenfeldplatz 6 4056 Basel 5 settembre – 7 novembre 2020

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CULTURA Spettacoli Favolacce a cura della

A partire da Gio 8 Ott 2020 nei cinema della Svizzera tedesca

Redazione

Organizzato da : Filmcoopi Zürich In collaborazione con : IIC di Zurigo

Fortezza Bastiani Rappresentazione teatrale

Il nuovo film dei fratelli D’Innocenzo con Elio Germano, Barbara Chichiarelli, Lino Musella, Gabriel Montesi e Max Malatesta, esce sottotititolato in d/f nei cinema della Svizzera tedesca. Il film ha vinto l'Orso d'argento per Miglior sceneggiatura alla Berlinale 2020 e cinque Nastri d'Argento 2020 nelle categorie Miglior film, Migliore sceneggiatura, Migliore fotografia, Migliori costumi, Migliore produ­ zione. La storia segue le vicende di alcune famiglie del quartiere di Spinaceto, nella periferia di Roma, in una calda estate. I residenti vivono una vita di apparente agiatezza segnata però da un palese disagio esistenziale pronto a esplodere da un momento all’altro. A fare le spese di ciò sono prevalentemente i figli, che assorbono tutta la negatività e il malessere arrivando a manifestare chiari segni di instabilità. Ingresso a pagamento.

Organizzato da : Fachschaft d'Italiano dell'Università di Friburgo, Av. de l'Europe 20 In collaborazione con : IIC di Zurigo Data: Gio 1 Ott 2020, ore 20.00

All'Università di Friburgo rappresentazione dello spettacolo teatrale Fortezza Bastiani, ispirato a Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati. Ambientato nella landa di un luogo immaginario, il romanzo del 1940 narra la vicenda del sottotenente Giovanni Drogo e del suo "incontro" con la Fortezza Bastiani, misterioso bastione che si affaccia su una sconfinata quanto arida pianura. Il racconto si propone al lettore, e allo spettatore, come una spietata e consapevole riflessione sul peso delle illusioni nel destino umano. Rappresenzatione a cura degli studenti del dipartimento di Italianistica dell'Università di Friburgo. L'adattamento scenico prevede la recitazione in tre lingue: italiano, francese e tedesco.

Domenica dalle 7 alle 12

(FM97,5), DAB+

Lo spettacolo sarà accessibile solo su prenotazione e il pubblico sarà limitato a 150­200 persone. Per prenotare, basterà inviare un e­mail con: nome, cognome e numero di telefono al seguente indirizzo: fs­italiano@unifr.ch Ingresso libero.

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MOTORI E MOBILITÀ

DS 7 Crossback E­Tense 4x4

a cura di Graziano Guerra

DS Automobiles entra nel vivo della transizione energetica

DATI TECNICI DS 7 CROSSBACK E­TENSE 4X4 PERFORMANCE LINE

Modalità «Zero Emissioni» per 58 Km

L

e tecnologie del SUV ibrido plug­in consentono una guida dinamica e sicura anche in fuoristrada. Il linguaggio stilistico del Suv ibrido di DS Auto­ mobiles è molto efficace, in grado di elevare le differenti qualità di questo modello, che emblematicamente rico­ pre il ruolo di apripista della nuova era della nobile marca francese del Gruppo PSA. Facile rimanere amma­ liati dal fascino della DS 7 Crossback E­Tense 4x4: anche a vettura ferma le sue linee richiamano le suggestioni di una scultorea installazione. Probabil­ mente anche per questo motivo, su strada la guida nel totale silenzio della modalità elettrica regala ulterio­ ri emozioni, e sensazioni “tappeto volante” grazie all’Active Scan Suspension. La modalità consente autonomia fino a 58 chilometri a batteria di trazione completamente carica, mentre la velocità arriva a superare il limite autostradale. L’autonomia elettrica si può 18

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Motore Plug­In ibrido Potenza 220 kW (300 PS) Coppia 450 Nm Cambio automatico a 8 velocità Portata in modalità elettrica 58 km (WLTP) Sospensioni: Active Scan Suspension DS CONNECT Nav con display touchscreen da 12'' Posti 5 Prezzo da CHF 60’590

salvaguardare con il tasto eSave, premendolo appariranno sull’ampio display le varie istruzioni e possibilità. L’ibrida plug­in, grazie alla presenza

del motore a benzina da 200 CV e due motori elettrici, guadagna una esaltante motricità che solo la trazione integrale riesce a conferire.


MOTORI E MOBILITÀ Il modo più sicuro di portare bimbi in bicicletta L’Ufficio svizzero di prevenzione infortuni UPI ha ampliato il suo impegno nella sicurezza prodotti e ha pubblicato importanti ­ su come trasportare piccoli passeggeri in modo sicuro

Non solo potenza, i 34 grammi di CO2 collocano questo SUV 4x4 nel più basso livello di emissioni, che spazia da 0 a 60 g/km di CO2. L’elegante carroz­ zeria nasconde tecnologie spe­ rimentate nel mondo delle gare, un ambito molto utile per chi lavora alla messa a punto delle auto di serie. Quasi un passag­ gio di tecnologia, che sfrutta la partecipazione di DS Automobi­ les alla Formula E, consentendo notevoli migliorie tecniche nei software del DS 7 Crossback E­ Tense 4x4. Per esempio, il recupero dell'energia in frenata, che fornisce un contributo pari al 25% sull’energia comples­ siva. La funzione permette una decelerazione, al rilascio dell’ac­ celeratore, in grado di raggiun­ gere 1,2 m/s2 per trasformare l’energia cinetica in nuova ener­

gia da immettere nella batteria. Apporto fondamentale nel gara­ ntire i 58 km di autonomia a zero emissioni, ma senza rinun­ ciare all'aspetto prestazionale garantito dai 135 km/h di velo­ cità massima con la trazione esclusivamente elettrica. La ricarica con wallbox da 32° avviene in 2 ore. La vettura è molto reattiva, passa da 0 a 100 km/h in 5,9 secondi. Risultato degno di una sportiva purosangue e frutto dei 300 CV complessivi di potenza affian­ cati da una esuberante coppia di 520 Nm, che definiscono la velocità massima in 240 km/ h. Tre modalità di guida ­ ibrido, sport e 4 ruote motrici ­ hanno il compito di affinare ulterior­ mente il carattere stradale del SUV ibrido 4x4 dando priorità al contenimento dei consumi.

Meno sanzioni e meno emissioni di CO2 grazie al GNC Il modo più sicuro di trasportare bambini in bici è con un buon carrello porta­bimbo. Ma, carrello o seggiolino poco importa: in bici, i bimbi provano sin da piccoli l’emo­zione del «vento in faccia» e svi­luppano la passione per la bici­cletta. Tuttavia, ogni anno media­mente 8500 bambini si infortunano sulle strade svizzere. A prescindere dal tipo di trasporto, sia il bambino sia il conducente debbono indossa­ re il casco per prevenire lesioni gravi alla testa. Nonostante i genitori si preoccupino della sicurezza dei propri figli quando viaggiano nella circolazione stradale, purtroppo non sempre sono adeguatamente informati. «Sostanzial­ mente vale il principio che nel carrello il bambino viaggia più sicuro che sul seggiolino», spiega Roland Grädel, specia­lista UPI sicurezza prodotti. «In caso d’incidente il bambino non cade sulla strada dall’alto». Nella gran parte delle collisioni il carrello non si ribalta, ma viene spostato di lato. Altrettanto importante è una bicicletta trainante stabile dotata di freni ben funzionanti e di un poggiapiedi doppio. Il carrello portabimbi dovrebbe riportare le indicazioni sul produttore e sulla conformità con la norma EN 15918. Una bandierina e una luce posteriore rossa non lampeggiante migliorano la visibilità. Seggio­ lino per bici: assicurarsi che sia munito di cinture a bretelle regolabili e di poggiapiedi con cinturini di fissaggio regolabili. Un buon prodotto è omologato EN 14344 e dotato di uno schienale di almeno 40 cm. UPI rac­ comanda seggiolini fissati dietro. I carrelli e seggiolini possono essere utilizzati anche con le bici elettriche. In linea di principio, quando si trasportano bambini va osservata una guida cauta e difensiva. In alternativa, si possono usare bici, anche elettriche, da carico, non molto diffuse in Svizzera.

Proprio come i veicoli elettrici e ibridi, le auto alimentate a gas­ metano possono contribuire a ridurre le emissioni di CO2. Gli importatori svizzeri di automobili hanno dovuto pagare 78,1 milioni di franchi di sanzioni per le autovetture introdotte nel 2019. La ragione delle forti penalità è che non è stato possibile raggiungere gli obiettivi sulle emissioni di CO2 per i nuovi veicoli messi in circolazione.

Per il 2020, gli importatori si aspettano addirittura sanzioni in milioni a tre cifre a causa delle emissioni di CO2. Questo perché il nuovo obiettivo non sarà più di 130 grammi di anidride carbonica per chilometro, ma di 95 grammi. E per la prima volta è stato fissato un limite CO2 ­ 147 g/km ­ anche per i veicoli commerciali leggeri. Le sanzioni 2019 hanno colpito più duramente gli importatori Amag, Porsche e Mercedes­Benz Schweiz. Hanno dovuto pagare alla Confederazione quasi 65 milioni di franchi per i loro 118'880 veicoli importati, pari all'83 per cento della penalità totale di CO2. I veicoli a metano sono un'alternativa ecologica e collaudata. Emettono fino al 25% in meno di CO2 rispetto ai veicoli a benzina o diesel. Con il rifornimento di biogas al 100%, si sarà ancora più rispettosi dell'ambiente e quasi a zero emissioni di CO2 sulla strada. Nella foto ­ Veicoli a metano, come la Seat Arona TGI, emettono fino al 25% in meno di CO2 rispetto a quelli a benzina o diesel. Con il pieno di biogas al 100%, si guida quasi a zero emissioni di CO2.

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CULTURA Sport

a cura di Graziano Guerra

Golden Gala Mennea 2020 Duplantis 6,15, Crippa record nei 3000 e Scotti da urlo Mai nessuno così in alto nell’asta all’aperto: il Golden Gala Pietro Mennea 2020 è baciato dal 6,15 di Armand Duplantis, il sensa­ zionale primatista del mondo che supera la migliore prestazione di

Atletica leggera

Armand Duplantis

Che spettacolo Edoardo Scotti! Il ventenne dei Carabinieri ha vissuto la serata più bella della sua giovane e già vin­cente carriera ­ da mettere accanto all’oro mondiale under 20 con la staffetta 4x400 ­ trionfando in Wanda Diamond League con il super crono di 45.21, migliore prestazione ita­ liana under 23 sottratta dopo dodici anni a Clau­ dio Licciardello (45.25), per diventare il quarto italia­no di ogni epoca nel giro di pista alle spalle sol­tanto di Davide Re (44.77), Matteo Galvan (45.12) e Andrea Barberi (45.19). 20

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Yeman Crippa

Edoardo Scotti

sempre outdoor di Sergey Bubka (6,14) e illumina una stupenda tappa italiana della Wanda Diamond League. Lo svedese ventenne che nella stagione indoor aveva fatto impennare il primato del mondo a 6,18 impressiona anche allo Stadio Olimpico di Roma, pur­ troppo senza pubblico, firmando la prestazione tecnica più prestigiosa (Memorial Primo Nebiolo), sotto gli occhi del presidente della World Athletics Sebastian Coe e del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, accolti dal presidente FIDAL Alfio Giomi. In chiave azzurra il numero uno è Yeman Crippa (Fiamme Oro). E fa ancora la storia: dopo i record italiani dei 5000 e dei 10.000 si prende anche quello dei 3000 (con 7:38.27, quarto) togliendolo dopo 24 anni a Gennaro di Napo­ li (7:30.54). Migliore prestazione mondiale 2020 nei 3000 per l’ugandese Jacob Kiplimo (7:26.64) e per la giamaicana Elaine Thompson nei 100 metri (10.85/0.2). Vola il norvegese Karsten Warholm che sfiora di nuovo i 47 secondi nei 400hs (47.07). Gli azzurri fanno festa anche con Edoardo Scotti (Carabinieri), ventenne, che regala all’Italia il successo in Wanda Diamond Lea­gue, per la prima volta nei 400 metri, con il primato italiano under 23 di 45.21. Secondi posti per Gianmarco Tamberi (Fiamme Gialle) nell’alto con 2,27 (primo l’ucraino Andriy Prot­senko 2,30) e per Luminosa Bogliolo (Fiamme Oro) nei 100hs con 12.83 (+0.1). Terzo Filippo Tortu (Fiamme Gialle) nei 100 metri con 10.09 (+0.3): successo per il sudafricano Akani Sim­ bine in un interessante 9.96, con Marcell Jacobs (Fiamme Oro) quarto in 10.11. Terzo Leonardo Fabbri (Aeronautica) nel peso con 20,69. (Fonte/foto FIDAL)


CULTURA Cucina

Polpette di vitello e carote con salsa di porri Ingredienti per 6 persone

500 g Polpa tritata di vitello 430 g Porri puliti 400 g Pane ai cereali 100 g Sedano 100 g Carota 80 g Panna fresca 4 Uova Farina Olio extravergine d'oliva Sale Pepe

Tagliate a pezzi il pane, mettetelo nel bicchiere del mixer e frullatelo finemente. Rosolate in padella con un paio di cucchiai di olio la carota, il sedano e 80 g di porro tritati finemente, unite poi la carne e cuocetela finché non avrà preso colore senza rosolarsi. Spegnete e trasferite in una ciotola; aggiungete 200 g di pane frullato, 2 uova, un cucchiaio di farina; salate e pepate e fate riposare per circa mezz’ora. Preparate la salsa di porri: affettate sottilmente i porri rimasti e stufateli in padella con un paio di cucchiai di olio, facendoli appassire per 5 minuti coperti; aggiungete quindi mezzo bicchiere di acqua e alzate il fuoco; quando saranno teneri, bagnate con la panna, mescolate e cuocete ancora per 2­3 minuti. Frullate l’impasto di carne per renderlo più omogeneo e meglio legato, altrimenti le polpette potrebbero disfarsi in cottura. Formate delle polpette da 60 g circa, passatele nella farina, nelle uova battute e nel pane frullato rimasti. Cuocetele in padella con abbondante olio caldo fino a doratura. Servite le polpette con la salsa di porri.

Bruschette alla greca Ingredienti per 4 persone 300 g cetrioli 170 g yogurt greco 2 baguette coriandolo fresco limone menta pimpinella lime aglio peperoncino aceto di vino bianco sale olio extravergine di oliva Preparate lo tzatziki: grattu­giate i cetrioli senza pelarli e lasciateli in un colino a spurgare per almeno 1 ora. Schiacciate quindi la polpa per elimi­ nare l’acqua di vegetazione; mesco­ latela con lo yogurt, la scorza grattugiata di 1/2 lime, qualche foglia di coriandolo tritato, 1 cucchiaino di aceto, 1/2 spicchio di

aglio tritato finissimo e sale. Tagliate a metà le baguette, stro­ finatele a piacere con aglio, conditele con un filo di olio e abbrustolitele su una piastra Tagliatele a trancetti. Spalmate lo tzatziki sul pane e completate le bruschette con menta e pimpinella, peperoncino e scorza di limone grattugiata.

Piccole brioche alle fragole 200 g Fragole 150 g Farina Manitoba 150 g Farina speciale per pizza 120 g Burro 80 g Zucchero 50 g Latte 10 g Lievito di birra fresco 2 pz Tuorli Zucchero a velo Mandorle a lamelle Sale 10 g Malto d'orzo

Amalgamate 150 g di farina Manitoba con 90 g di acqua, sbriciolatevi il lievito e impastate ottenendo un panetto liscio ed elastico. Incidetelo a croce e lasciatelo lievitare in una ciotola coperto con un canovaccio umido per circa 1 ora, finch non raddop­ pia. Aggiungete al panetto lievitato la farina speciale, il malto, il latte, lo zucchero, 60 g di burro, un tuorlo e un pizzico di sale. Impastate tutto (ideale sarebbe farlo nell'impa­ statrice), finché il panetto non sarà omogeneo; infarinatelo leggermen­ te, raccoglietelo a palla e fatelo lievitare ancora, sempre coperto con il canovaccio, per 40­50 minuti. Completate l'impasto unendo 50 g di farina Manitoba e 60 g di burro morbido; lavorate l'impasto, poi lasciatelo lievitare per 30 minuti. Tagliate le fragole a dadini. Dividete l'impasto in 12 palline, schiac­ ciatele in dischetti, riempite con le fragole e lamelle di mandorla, richiudete a pallina e mettetele in stampini a fiore (oppure posatele su una teglia: in questo caso otterrete dei paninetti). Spennel­ latele con un tuorlo battuto con poca acqua e lasciatele lievita­re per 1 ora. Spolverizzate con zucchero a velo e infornate a 175 gradi per 20­25 minuti. mercoledì 23 settembre 2020/

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COMUNICATI STAMPA Appello per il NO alla iniziativa contro la Libera Circolazione

In vista della votazione federale del prossimo 27 settembre anche la comunità italiana di Basilea, in un incontro svoltosi in presenza presso la sede del Sindacato UNIA e seguito nei social da un numeroso pubblico, ha voluto esprimere le ragioni del suo NO all’iniziativa per la Disdetta (Kündigungsinitiative) promossa dall’UDC e da altre organizzazioni della destra xenofoba ed antieuropea. Al termine dell’incontro è stato discusso ed approvato il seguente appello. L’iniziativa per la disdetta dell’ac­ cordo sulla libera circolazione, se approvata dal popolo svizzero, determinerebbe conseguenze pesan­ ti per tutte le comunità immigrate, compresa quella italiana. Con l’abolizione della libera circolazione e il ritorno alla vecchia pratica del contingentamento si produrrebbe un grave arretramento delle condizioni giuridiche, sociali ed economiche per tutti i migranti , in particolare per quelli di recente immigrazione. Gli effetti immediati riguarderebbero la perdita del diritto ai ricongiungimenti famigliari automatici, la difficoltà a cambiare residenza e lavoro nel ter­ ritorio svizzero, l’accesso fortemente

più condizionato alle varie forme di sostegno sociale. Per tutti poi si determinerebbe la cancellazione delle garanzie salariali e normative previste dalle «misure di accompagnamento», che hanno costituito un argine a fenomeni diffusi di dumping e di lavoro non regolamentato, consentendo a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori in Svizzera condizioni di lavoro digni­ tose. In fondo l’obiettivo, esplicitato dagli stessi esponenti dell’UDC, non è tanto la riduzione della presenza straniera, bensì quello di poter di­ sporre di manodopera immigrata a basso costo e senza tutele! La cancellazione della libera circo­ lazione non riguarda però solo le comunità immigrate. Essa sarebbe un grave colpo all’economia e alle prospettive di sviluppo della Svizzera, con conseguenze negative che rica­ drebbero su tutti, anche chi oggi si sente garantito. Infatti con la disdetta dell’accordo sulla libera circolazione, per effetto della «clausola­ghigliottina», decadrebbe tutto il pacchetto degli Accordi bilaterali del 1999, con conseguenze gravissime per il futuro di questo Paese in campi

fondamentali quali il commercio, la ricerca e l’università, i trasporti, l’agricoltura. La Svizzera si ritroverebbe quindi nella condizione di paese extra­ comunitario, perdendo tutti i vantaggi che le relazioni con l’Unione Europea le hanno garantito in termini economici e sociali: una prospettiva di isolamento, anche politico e culturale, che non può non allarmare quanti hanno a cuore le prospettive di un paese in cui hanno stabilito i propri interessi e proget­ tato la loro vita. La comunità italiana di Basilea rivolge un appello alle forze politiche e sindacali svizzere, ai «doppi cittadini» con diritto di voto, ai tanti nostri amici e colleghi svizzeri o di altre comunità ad impegnarsi nei prossimi giorni, con ancora maggiore determinazione, per il NO a questa iniziativa xenofoba ed antieuropea. Noi vogliamo vivere in una Svizzera aperta e solidale, in cui tutti gli immigrati, a prescindere dal loro passaporto, abbiano dignità e diritti; una Svizzera capace di accogliere non solo la forza­lavoro necessaria per il suo sviluppo economico, ma anche donne e uomini, comunità che arricchiscano a rendano più belle la cultura e la vita sociale di questo paese! La convivenza di frontalieri, immigrati e svizzeri nella realtà di Basilea, con i suoi progetti innovativi nel campo dell’integrazione, costitui­ sce per noi un modello positivo nel contesto della Libera Circolazione. Un NO convinto e fortemente mag­ gioritario è necessario anche per rafforzare e ulteriormente sviluppare questo modello!

Comitato Unitario per la Libera Circolazione

Auguri ad una Tantissimi auguri a Mario Gallina che il 18 settembre ha festeggiato il

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/mercoledì 23 settembre 2020

persona speciale che il 22 settembre

suo compleanno

ha festeggiato il

I cugini Toni e Maria Moretti

suo compleanno


COMUNICATI STAMPA Posta: condizioni più rigide dal 2021

Per gli appassionati della lettura e i fedelissimi del Club di lettura è un vero piacere potervi comunicare che dopo l’interruzione forzata gli incontri riprenderanno. Il prossimo appuntamento è previsto per: giovedì 24 settembre 2020 (non più mercoledì 23.9) alle ore 18:30 presso il ristorante Lorenzini (Hotelgasse 10, 3011 Berna) durante il quale si terrà uno scambio sul libro letto dal titolo “I fratelli Tannen” di Robert Walser. ISCRIZIONE OBBLIGATORIA. Per questioni organizzative, vi saremmo assai grati di confermare la vostra partecipazione. Come di consueto al termine della discussione seguirà, per chi ha tempo e piacere, una cena con menu à la carte. Interessati prego iscriversi al sondaggio Doodle digitando: https://doodle.com/poll/zp99t4ikdefndd2x Ricordiamo inoltre a coloro che non avessero ancora saldato il contributo annuale 2020 che è possibile farlo contattandoci direttamente all'indirizzo email info@berna­ arte­cultura

Condizioni più rigide da inizio gennaio 2021 per la Posta, che dovrebbero tradursi in un miglioramento per i clienti, circa la consegna dei giornali in abbonamento e della corrispondenza. Lo ha deciso oggi il Consiglio federale adottando le apposite modifiche all'ordinanza sulle poste. Tra le novità figura anche la firma elettronica per la consegna delle raccomandate. Per la prima volta viene stabilito, così come richiesto dal contenuto di una mozione del 2016 inoltrata da Stefan Engler (PPD/GR) e adottata dal Parlamento, il requisito attinente all'orario di consegna per i quotidiani in abbonamento: in futuro il postino sarà tenuto a distribuirli nelle zone senza recapito mattutino al più tardi entro le ore 12.30. Una prescrizione, sottolinea una nota governativa odierna, che dovrà essere soddisfatta almeno nel 95% dei casi. La Posta deve dimostrare di aver rispettato questa disposizione nel suo rapporto annuale all'attenzione della PostCom. Lettere consegnate tutto l'anno ­ Per la consegna a domicilio, in futuro la Posta sarà tenuta in linea di principio a consegnare la corrispondenza in ogni casa abitata tutto l'anno, sospendendo o riducendo questo servizio soltanto in casi eccezionali, ad esempio se vi sono pericoli per il personale. In ogni caso la Posta deve continuare a offrire una soluzione alternativa. Attualmente, la Posta è tenuta alla distribuzione a domicilio in tutti gli insediamenti costituiti da almeno cinque case abitate tutto l'anno. In aggiunta deve servire le abitazioni occupate in maniera permanente situate al di fuori di questi insediamenti se la durata del tragitto non supera complessivamente i due minuti.

Vaud sarà di nuovo sulla lista nera belga Da venerdì 18 settembre alle 16.00, anche il canton Vaud è sulla lista rossa dei luoghi a rischio di coronavirus per il Belgio. Le persone che rientrano da tale regione dovranno sottoporsi a un test e mettersi in quarantena. Sulla lista rossa figura già il canton Friburgo. Undici altri cantoni elvetici sono invece stati inseriti sulla lista arancione dalle autorità belghe: Argovia, Basilea Città, Berna, Ginevra, Giura, Neuchâtel, Soletta, Svitto, Zugo e Zurigo. In questo caso ai viaggiatori si raccomanda una elevata vigilanza. Al loro rientro, viene loro raccomandato di osservare una quarantena o effettuare un test. Dal canto suo la Germania, dopo Vaud e Ginevra, ha inserito sulla sua lista delle zone a rischio il cantone di Friburgo. Non si tratta di un divieto di viaggio, ma di un invito a non recarsi in tali aree. Ogni persona che arriva da queste regioni dovrà subire un test e restare isolata durante 14 giorni. mercoledì 23 settembre 2020/

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TEMPO LIBERO

CRUCIVERBA

L'oroscopo di Alexandro dal 23 al 30 se embre

ARIETE Vi impegnate anche a migliorare le vostre finanze, che sia grazie al vostro lavoro o grazie o ad una migliore gestione delle uscite. Giorno fortunato martedì

***

TORO In ambito affettivo, se il partner non si e ancora dichiarato, potrebbe essere la vostra volta buona. Siate prudenti! Giorno fortunato martedì.

***

GEMELLI Sarete mediamente forti e decisi e anche fortunati se deciderete di dare retta alla Luna che vi aiuterà a scegliere e a cambiare lavoro più facilmente. Giorno fortunato giovedì

***

CANCRO Di solito siete abituati ad avere ragione, questa volta ascoltate gli altri. In amore piccoli battibecchi mentre al lavoro date il meglio. Giorno fortunato giovedì

**

LEONE I pensieri negativi rischiano di prendere il sopravvento e non sarà facile tenerli a bada. Ci sarà una causa scatenante che minerà il vostro equilibrio. In amore mirate al cuore. Nel lavoro novità. Giorno fortunato lunedì.

***

ORIZZONTALI 1 Li effettuano gli staffettisti (5)­5 Il musicista Copland (5)­9 Un seguace della "Rivoluzione culturale" (7)­11 Associazione Sportiva (2)­13 Proprio del Mongibello (5)­ 14 Dividono R da U (2)­15 Nuclei Anti Sofisticazioni (3) 17 La A di RAF (39­18 Nota compagnia turistica (3)­19 Associazione Nazionale Autori Cinematografici (4)­21 Affluente svizzero del Reno (4)­22 Lo sono i romanzieri (9)­23 Si confondono nel clamore (4)­24 Onomatopea di una portiera che si chiude (4)­26 Fu regina di Spagna (3)­ 27 Missile Aria­Aria (3)­29 Il nome della regista Belen (3)­30 E' stato principe (2)­31 Terrore senza te (5)­33 Cuore di pera (2)­34 Tutt'altro che distratto (7)­36 Si addentra lungo il fianco del monte (5)­37 La regione di Addis Abeba (5)

VERGINE Anche se la diplomazia non è il vostro forte, non significa che avete il diritto di dire tutto quello che pensate anche in modi bruschi. In amore ragionevolezza. Sul lavoro nervosismo. Giorno fortunato lunedì

**

BILANCIA Qualcuno potrebbe avere da ridire sui vostri atteggiamenti: tutto quello che dovete fare è raccogliere le idee e costruire la vostra "opposizione". In amore e nel lavoro sbagliare è umano. Giorno fortunalo giovedì

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SCORPIONE Piccole beghe da risolvere; sarete il miglior avvocato di voi stessi e potreste persino riuscire a far cambiare opinione agli altri. Sarebbe un successone! Bene amore e lavoro. Giorno fortunato domenica

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SAGITTARIO Possibili nuove opportunità di lavoro, viaggi e contatti con l'estero: valutate attentamente. In amore dietro la porta vi attende una sorpresa. Nel lavoro nuovi contatti. Giorno fortunato venerdì

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VERTICALI

1 Fossa nasale (5)­2 Iniziali dell' attore Mastroianni (2)­ 3 Yong­Kyun regista (3)­4 Nona lettera dell'alfabeto greco (4)­5 Un figlio di Giacobbe (4)­6 Alla fine del boato (3)­7 Iniziali del regista Aldrich (2)­ 8 Si contrappone al giorno (5)­10 Introdurre in una cavita' del corpo sostanze medicamentose (9)­12 Fece crollare il Tempio del dio Dagon (7)­14 Asiatiche di Damasco (7)­ 16 Borsa da palestra (5)­18 Nome della Gravina (5)­20 Croce Rossa Italiana (3)­21 Appellation d'Origine Controlee (3)­23 Una varietà di cavolo (5)­25 Un Carlo pittore (5)­27 Un braccio (4)­28 Re di Egina (4)­31 Elettrotreno (3)­32 Radiotelecomunicazioni (sigla) (3)­34 Sigla di Asti (2)­35 Fondo di serbatoi (2) La soluzione a pag. 28

CAPRICORNO Energia è la parola chiave della settimana: vi basterà fare una buona colazione e sarete pronti per affrontare il mondo. Amore alle stelle. Nel lavoro progetti. Giorno fortunato martedì

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ACQUARIO La voglia di fare è così grande che soprattutto all'inizio della settimana sarete come un fiume in piena, capace di trascinare chiunque e qualunque cosa. Cosi come in amore e nel lavoro.attenzione a non esagerare. Giorno fortunato lunedì.

***

PESCI Nervosi e intrattabili per via di un transito poco favorevole. Mettete un freno al nervo­ sismo. In amore cuore in subbuglio. Nel lavoro aria di novità. Giorno fortunato mercoledì

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Per consulti e oroscopo personale CHIAMAMI 38

/mercoledì 23 settembre 2020

0901.610.100 ­ fr. 2.50 min/max 60 minuti


www.acetaiamalpighi.it mercoledì 23 settembre 2020/

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