L'ECOtele7

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Anno 54 11 Novembre 2020 Fr. 3.­ numero

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Settimanale d'informazione

...PARADISO...

COME TI CONFEZIONO UNA FAKE NEWS

COVID­19: LA PAGLIUZZA ED IL TRAVICELLO !

Gerusalemme


SOMMARIO

Editoriale

RUBRICHE 8 9

Care lettrici, cari lettori,

La rubrica di Mauro Trentini La rubrica di Dino Nardi

Mentre il mondo sta vivendo un momento drammatico,

ATTUALITÀ 3 4 5 6

che fa la politica? In una fase particolarmente difficile

Società Come ti confezion una fake news Politica Elezioni USA ­ Biden ha vinto Economia Pensieri e aforismi sul denaro L'intervista La parola ai Comites ­ Lugano ­ Silvio Di Giulio

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Storia Immigrazione italiana 1970­1990 ­ 29. I giovani e la formazione professionale Un viaggio tra favola e fantasia Spettacolo ...paradiso... Arte Silvano Gosperini ­ Un maestro delle carte preziose Eventi Cucina Pasta alla genovese ­ Pesce spada alla menta e miele con insalata tiepida di sedano ­ Rotolo ai marroni

Citroen Berlingo ­ Trattamento svizzero per Giulia GTA e GTAm

Le italiane in quella che era la coppa campioni ­ La nazionale ­ Serie A

COMUNICATI STAMPA 36 ­ 37 ­ 39 TEMPO LIBERO 38

persone che non ce la fanno e alla gravità degli allarmi lanciati da più parti. Invece, ci tocca assistere ad uno spettacolo ben diverso. C'è chi ci promette un Natale sereno, chi ci racconta che entro la fine dell'anno arriva il vaccino, chi vuole la zona rossa, chi pensa che il sbraita "aprite tutto" per poi, il giorno dopo, riurlare "chiudete tutto". Chi pensa che portare la mascherina è indispensabile e chi si rifiuta di metterla persino nell'aula del Senato. Chi gioca a "scaricabarile" non dimenticando mai di infarcire di insulti gli avversari politici. E, non è inverosimile pensare che ci sia chi, prima di ogni intervento consulti i sondaggi (fammi dare un'occhiatina va, così mi regolo su cosa dire). Come è possibile che nessuno, di qualsiasi colore politico, avverta la necessità di interrompere un simile, inaudito, indegno spettacolo? Ma cosa pensano di guadagnarci? Credono davvero che qualcuno di loro possa uscire litigate?

Credetemi, non avrei mai pensato che si

potesse arrivare a fare un uso strumentale della pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo. Una pessima figura per la politica. Poteva essere un'occasione

SPORT 20

davanti all’impennata dei contagi, alle tante, troppe,

indenne da questo continuo scaricabarile, dalle folli

MOTORI E MOBILITÀ 18

attendersi un balzo di serietà e responsabilità, almeno

lockdown nella sua regione è frutto di un complotto, chi

CULTURA

per il nostro Paese (e per il mondo intero), era lecito

per offrire al Paese un'immagine che di fronte alle difficoltà si unisce per affrontarle. E invece no, pare che tutto sia sacrificabile sull'altare del protagonismo politico, anche in piena emergenza sanitaria.

Maria Bernasconi

Settimanale d'informazione

Socio fondatore della Federazione Unitaria Stampa italiana all'estero (FUSIE)

La testata riceve il contributo per la stampa italiana Redazione e collaboratori: Chiara Bernasconi, Stefania Calzà Santoni, Flory Di Biagio, diffusa all’estero erogati dal Dipartimento editoria della Peter Ferri, Graziano Guerra, Giovanni Longu, Dino Nardi, Andrea Pagnacco, Graziella Presidenza del Consiglio dei Ministri Putrino, Egidio Todeschini, Mauro Trentini

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/mercoledì 11 novembre 2020

Agenzie Stampa: 9 Colonne, Adnkronos, Aise, Ansa, Inform, Swissinfo. Fotografie: Adnkronos, Ansa, Esther Landolt, Luigi Rizzo. Pubblicità: Tel. 056 535 31 30 e­mail: redazione@leconews.ch Stampa: Nastro&Nastro Srl ­ 21010 Germignaga (VA) Italia Spedizione: Stisa SA ­ Zona Industriale 1 ­ 6593 Cadenazzo Gli articoli e le foto impegnano solo la responsabilità degli autori. Costo abbonamento annuale Fr. 98.­


ATTUALITÀ Società

Come ti confeziono una fake news

a cura di Egidio Todeschini

Papa Francesco e le unioni civili: una tempesta in un bicchier d’acqua

G

rande scalpore hanno fatto nei giorni scorsi le presunte aperture di Papa Francesco sulle unioni civili. Titoloni di giornali che hanno creato molta confusione nei lettori e nei fedeli. I media, sem­ pre alla ricerca di scoop e di notizie sensazionali, prendendo lo spunto dalla uscita del documentario Fran­ cesco del regista Evgeny Afineevsky, presentato il 21 ottobre al Festival del film di Roma, “sono andati a nozze” creando una tempesta in un bicchier d’acqua. Perché in realtà il Papa non ha detto nulla di nuovo che già non avesse dichiarato in passato. Nel documentario Francesco, che dura quasi due ore, il regista analizza il pensiero del Pontefice sui temi più scottanti della società: dal cambia­ mento climatico al razzismo, dagli abusi sessuali nella chiesa alle migra­ zioni. Le immagini raccontano l’impe­ gno del Papa sui temi come la pace e l’unità, il superamento dei muri e dei conflitti, la tutela dell’ambiente e l’ecologia, la lotta alla povertà. Se mai l’apertura del Papa è per una legge che regoli le unioni civili, le quali però sono cosa ben diversa dal matrimonio. Già nel 2014 in una intervista al Corriere della Sera il Papa disse: “Gli Stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situa­ zioni di convivenza, spinti dall’esigen­ za di regolare aspetti economici tra le persone. Si tratta di patti di convi­ venza di varia natura, di cui non saprei dire le diverse forme”. Ma specificò: “Chiamiamo le cose con il loro nome: il matrimonio è tra un uomo e una donna. Chiamiamo invece l’unione tra persone dello stes­ so sesso unione civile”. Dunque, perché tanto clamore? L’agenzia Redattore Sociale ha eseguito un’interessante operazione di analisi dello “scoop” sulla posizione del Papa (per la lettura completa vedi il sito dell’agenzia stessa) dalla quale risulta che le cose sono andate in questo modo. Un tempo c’erano solo le encicliche, testo ufficiale visto e rivisto. Difficile equivocarne il senso. Oggi invece, con il mondo che è cam­

biato, il Papa rilascia talvolta delle interviste. Accade però che non sem­ pre il risultato sia una traduzione genuina o una comprensione comple­ ta. La notizia poi finisce sui giornali, riassunta in poche parole, riferite magari fuori dal contesto in cui sono state pronunciate, ed ecco il risultato. Ecco allora i venti secondi di cui tutti parlano, nell’estratto dal documenta­ rio Francesco, che è stato diffuso dai mezzi di informazione: https:// youtu.be/X_9aVWcy4Fs. La notizia sta tutta in poche parole del Papa, riportate poi da media in questi termini: ”Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una fami­ glia. Sono figli di Dio e hanno diritto a un famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono bat­ tuto per questo”. Sulla carta parrebbe chiarissimo. Ma il fatto è che le frasi riportate non sono consecutive, ma sono state pro­ nunciate dal Papa in momenti diversi e, quel che più conta, con riferimento a situazioni differenti. Dapprima nel­ l’intervista, già resa pubblica nel maggio 2019, il Papa sta parlando del diritto di stare in famiglia, argo­ mentando che ogni padre e ogni madre deve mostrare accoglienza e amore ad ogni figlio. Un tema legato alla difficoltà che alcuni genitori vivono nell’accettazione di un figlio che confida loro la propria omoses­

sualità o più in generale ha a che fare con il rapporto affettivo che lega un figlio o una figlia al proprio partner. Usare quelle parole con riferimento alle unioni civili è ciò che un giornali­ sta o un regista non dovrebbe fare. Perché, detto così, è semplicemente un falso. Ê chiaro, le parole del Papa sono un segnale dell’approccio dialo­ gante, aperto, pastorale che egli ha e in questi termini il loro utilizzo all’in­ terno del documentario è sensato ma non se l’intenzione è quella di far dire al Papa qualcosa che sulle unioni civili non ha detto. Resta il fatto che il “Sì del Papa alle unioni civili” è diventato la notizia del giorno, con buona pace delle regole del buon giornalismo e senza dimenticare le strumentalizzazioni della politica ita­ liana, considerato che alla Camera si discute la legge nota come ddl Zan. In mezzo a tanto marasma però in tanti sono andati a riprendere i testi scritti, quelli che nero su bianco restituiscono un quadro più chiaro. Il più citato è Amoris Laetitia, l’esortazione apostolica firmata da papa Francesco nel 2016. In esso viene da un lato ribadito che “ogni persona, indipendentemente dal pro­ prio orientamento sessuale, va rispet­ tata nella sua dignità e accolta con rispetto, con cura di evitare ogni ingiu­ sta discriminazione” e dall’altro viene precisato che “non esiste fondamento alcuno per assimilare le unioni omo­ sessuali e il disegno di Dio sul matri­ monio e la famiglia”. mercoledì 11 novembre 2020/

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ATTUALITÀ Politica

a cura della

Redazione

Elezioni USA Biden ha vinto Le reazioni in Italia

Joe Biden vince le elezioni Usa: è il 46esimo presidente. Kamala Harris prima donna vice. MATTARELLA ­ Il presidente della Re­ pubblica, Sergio Mattarella, ha inviato il seguente messaggio: "Desidero esprimerLe, a nome della Repubblica italiana e mio personale, i più calorosi rallegramenti per la Sua elezione alla Presidenza degli Stati Uniti d’America. Il popolo americano ha affidato a Lei, a seguito di un con­ fronto che ha visto una straordinaria partecipazione, il mandato di guidare gli Stati Uniti in un momento dram­ maticamente complesso per l’intero pianeta. La comunità internazionale ha bisogno del contributo statuni­ tense, a lungo protagonista nel co­ struire le regole del multilateralismo, per affrontare una crisi senza pre­ cedenti che sta mettendo a repen­ taglio la salute, la vita e l’avvenire di milioni di persone". "Sotto la Sua Presidenza, sono certo, Stati Uniti e Italia ­ e l’intera Unione Europea ­ po­ tranno ulteriormente consolidare i le­ gami di profonda e radicata amicizia, nel nome dei comuni valori di libertà, giustizia, democrazia, che li uniscono. Una vicinanza che si consolida in ogni ambito, bilaterale e multilaterale, at­ traverso una collaborazione multi­ forme ­ favorita anche dalla straor­ dinaria opera della numerosa comu­ nità di origine italiana ­ e tesa a pro­ 4

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muovere i valori della sicurezza e della stabilità internazionale, dello sviluppo economico e del progresso sociale, in una prospettiva convinta­ mente transatlantica". "Auspico che la imminente Presidenza italiana del G20 possa concretamente rappresen­ tare un’ulteriore occasione di sviluppo della cooperazione fra Washington e Roma. In attesa di poterLa incontrare, e ancora nel piacevole ricordo della nostra colazione in occasione della mia prima visita a Washington da Capo dello Stato, invio a Lei e alla Sua famiglia i più calorosi auguri per un proficuo svolgimento del Suo Alto mandato". CONTE ­ "Congratulazioni al popolo americano e alle sue istituzioni per l'eccezionale affluenza, di democra­ tica vitalità. Siamo pronti a lavorare con il presidente eletto Joe Biden per rendere la relazione transatlantica più forte. Gli Stati Uniti possono contare sull'Italia come solido alleato e par­ tner strategico". ZINGARETTI ­ "Ho voluto subito reca­ pitare al Presidente eletto Biden tramite il Direttore delle relazioni estere della campagne ed il Presi­ dential transition team con i quali siamo stati in contatto in queste ore la seguente lettera di congratulazioni a nome di tutti i Democratici ita­

liani". "Caro signor presidente, caro Joe, le mie più sentite congratulazioni per la sua elezione a Presidente degli Stati Uniti d'America! La famiglia italiana del Partito Democratico è profondamente entusiasta della tua vittoria e allo stesso tempo toccata dalla tua tenacia e resilienza. Che tu possa ricevere da noi tutta la gioia e il sostegno che meriti! Il tuo esempio illumina l’oscurità che caratterizza questo difficile periodo che stiamo attraversando. Oggi abbiamo impara­ to che libertà e diritti umani sono strettamente interconnessi con deter­ minazione e verità. Siamo fiduciosi che la tua saggia leadership affron­ terà le sfide che la pandemia pone all'intero pianeta, comprese le sue conseguenze economiche e sociali globali. Il mondo ha bisogno di più America!". "Accogliamo oggi più Ame­ rica del dialogo, del progresso, della libertà, delle opportunità e dell'unità. Diamo il benvenuto all'America del 'People first', che può rafforzare ancor più il valore del multilateralismo e della cooperazione internazionale. Diamo il benvenuto a un'America che costruisce nuovi ponti insieme all'Eu­ ropa. Solo uniti possiamo garantire a tutti un vaccino Covid­19, mitighere­ mo l'effetto del cambiamento clima­ tico, renderemo le nostre famiglie, le nostre città, i nostri paesi, più sicuri e più prosperi. Solo insieme saremo sulla strada giusta indicata dalle Nazioni Unite e salvare il nostro pia­ neta entro il 2030. Solo insieme pos­ siamo superare l'incertezza e creare un futuro migliore per tutti. God bless America!". CRIMI ­ "Congratulazioni al nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America, Joe Biden. Sono convinto che la sincera amicizia, fondata su principi di democrazia, libertà e che da sem­pre unisce Italia e Usa, continuerà ad essere forte". Adnkronos


ATTUALITÀ Economia

Pensieri e aforismi sul denaro

a cura di Peter

Ferri

Parte terza e ultima

C

ari lettori, questa settimana concludiamo la nostra carrellata di aforismi, come sempre, alcuni molto famosi, altri quasi inediti. Vediamo:

Oscar Wilde Al giorno d'oggi i giovani immaginano che i soldi siano tutto, e quando diventano vecchi scoprono che è così. È cosa molto volgare parlare della propria occupazione. Non lo fanno che gli uomini di borsa e anche loro, soltanto ai pranzi. Il lavoro è il rifugio della gente che non ha niente di meglio da fare. I miei affari mi annoiano sempre a morte; preferisco quelli degli altri.

Jim Rogers Forse il trend è vostro amico per qualche secondo, ma per la maggior parte del tempo non è un modo per diventare ricchi. Il mio consiglio principale è di non perdere denaro. Non ho mai incontrato un analista tecnico (technical analyst) ricco. Aspettate che Wall Street abbia un incubo e tutto il paese dovrà aiutarla a riaddormentarsi.

J.W.VON GOETHE Molta gente non ha cura del denaro finché non l'ha quasi esaurito ed altri fanno lo stesso con il loro tempo. ALAN GREENSPAN (Ex presidente della Federal reserve, la banca centrale americana) Credo di dovervi avvertire che, se il mio discorso dovesse

risultare particolarmente chiaro, è probabile che abbiate frainteso quello che ho detto. WILLIAM GROSS (cofondatore di PIMCO, il più grande fondo obbligazionario del mondo) I mercati si muovono invariabilmente verso i due estremi di valutazione perché la natura umana cade vittima di avidità e paura.

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L'INTERVISTA

a cura della

Redazione

La parola ai Comites in Svizzera Silvio Di Giulio Presidente Comites Lugano

Giunto quasi alla fine del suo mandato, ci può dire quali sono stati gli aspetti positivi e, se ve ne sono state, le criticità riscon­ trate? In effetti il nostro mandato è scaduto già in aprile 2020. Il mandato è stato ‘prorogato’ dal governo, probabilmen­ te per ragioni di budget. In aprile, qualche collega, coerentemente, ha preferito dare le dimissioni per la scadenza del mandato. Tanto premesso, vengo al merito della domanda. Certamente ci sono aspetti positivi. Il fatto stesso di aver potuto operare per un quinquennio è positivo. Nonostante le difficoltà a tutti note, il nostro comitato continua a operare anche se a rilento. Appena insediato, il comitato ha par­ tecipato attivamente e in modo deter­ minante alla rielazione dei membri CGIE, contribuendo a eleggere – per la prima volta – rappresentanti del Ticino. Abbiamo organizzato diversi convegni sulla migrazione; abbiamo offerto se­ rate informative su questioni fiscali (in particolare sulla cosiddetta volun­ tary disclosure) e rappresentato la nostra collettività a eventi organizzati da terzi. Per noi, la maggiore criticità è stata costituita dal tentativo della precedente amminsitrazione consola­ re di alienare lo storico palazzo in cui ha sede il Consolato di Lugano, e all’interno della quale abbiamo il nostro ufficio. Abbiamo perso tempo nella ricerca di un’alternativa logi­ stica, inutilmente, perché poi la sede – fortunatamente – non è stata …permutata (sic!). Come valuta il rapporto con la rappresentanza consolare e con le istituzioni locali? Per motivi che non conosciamo, al momento del nostro insediamento 6

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Silvio Di Giulio è nato a Bisegna (AQ) Vive a Gravesano (distretto di Lugano) Titolo di studio Giurisprudenza, Firenze; laurea in procedura penale – 1980 Lingue Lingua madre: italiano; tedesco, francese, inglese Mandati in corso – 2020: Presidente dell’Associazione Liceo Vermigli, Zurigo (www.liceo­vermigli.com) Presidente Comites Lugano­Ticino Revisore dell’Associazione WIR­Network SI, Ticino Amministratore delegato di Privacy Machines Solutions, Ticino Amministratore delegato di Privacy Machines Operations, Ticino Contitolare di A.R.T. Promotion SAGL, Ticino Accomandatario di proConsult – S. Di Giulio SAS, Ticino Avvocato di diritto italiano, 1990 ­ 2017 Precedenti esperienze professionali: Docente ZHAW, Winterthur, fino al pensionamento 2019 (part time) Freelancer CLS Communication AG, Zürich Freelancer UBS – in occasione della fusione con SBS Docente Dolmetscherschule Zürich (DOZ)


L'INTERVISTA l’amministrazione allora in carica non ritenne di doverci presentare al governo locale come invece la legge istitutiva Com.It.Es prevede. Per il resto, i nostri rapporti con le autorità locali sono più che buoni. Peraltro, occorre ricordare che la nostra comunità rappresenta oltre un terzo della popolazione ticinese: circa cen­ toventimila connazionali su una popo­ lazione complessiva di poco oltre i trecentocinquantamila; molti di noi con il doppio passaporto! Il rapporto con l’attuale rappre­ sentanza consolare credo di poterla sintetizzare in un solo aggettivo: invi­ diabile! Anzi, colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente il nostro Console generale, il Min. plen. Dr. Mauro Massoni, per il suo opeato da tutti apprezzato. Come è ed è stato percepito il suo ruolo di presidente del Comi­ tes di Lugano dalla comunità? Spero bene, ma a dire il vero questa domanda bisognerebbe porla ai no­ stri connazionali. Il fatto che io sia tutt’ora in carica mi lascia ben spe­ rare, ma voglio ricordara a me stesso il noto adagio secondo cui: chi si loda, si imbroda; in tedesco, mi pare reciti: Eigenlob ist kein Lob! Visto il costante evolversi della situazione migratoria che coin­ volge maggiormente i giovani, quali sono le sue proposte per un loro maggior coinvolgimento nel­ le rappresentanze istituzionali degli italiani all'estero?

Quali possono essere, secondo lei, le modifiche che si potreb­ bero apportare per rendere più incisivo il ruolo dei Comites? Innanzitutto semplificare e agevolare le modalità di voto; poi, rendere più snella l’amministrazione. Ad esempio, formalismi per la presentazinoe del budget e per la rendicontazione sono spesso di natura vessatoria e nulla hanno a che fare con vere esigenze di trasparenza. Circolari che si ag­ giungono a circolari; previsioni di massimali di spesa che cambiano e che, per contro, non tengono mini­ mamente conto delle diverse realtà e dislocazioni territoriali. A titolo di esempio, pensiamo alla necessità di dover esprimere gli importi oltre che in valuta locale (il franco) anche in euro! I Com.It.Es sono strutture che si av­ valgono esclusivamente di colla­ borazioni a titolo di volontariato: ri­ durre la burocrazia che ci appe­ santisce serve a incentivare la par­ tecipazione. Inoltre, snellire le proce­ dure decisionali; ad esempio, non è prevista la possibilità di poter legittimamente deliberare indipen­ dentemente dal numero dei presenti, neppure in seconda convocazione. Infine, il coordinamento intercomites non deve essere appannaggio di un singolo, ma espressione di più persone, debitamente strutturate. Ai connazionali in tutta la Svizzera, l’auspicio di passare indenni questo difficile momento!

I giovani – e non solo loro – hanno bisogno soprattutto di formazione e di inserimento nella realtà locale. Prima di tutto, hanno bisogno di imparare la lingua (problema fortu­ natamente inesistente per chi arriva in Ticino) e imparare a conoscere le istituzioni locali. Francamente sono convinto che la partecipazione alle istituzioni italiane non sia la priorità assoluta per chi è appena arrivato. Tuttavia, per coinvolgere maggior­ mente i nostri connazionali occorre che le istituzioni (italiane) tengano maggior conto delle loro esigenze personali e familiari e meno di quelle della politica italiana fine a se stessa. Non dico che non sia importante partecipare attivamente al dibattito politico (italiano), ma a condizione che il dibattito riguardi (anche) spe­ cifici interessi della comunità che vive all’estero: esperienze più o meno recenti non mi pare siano sempre rispettose di tali interessi.

Com.It.Es Lugano–Ticino via Dufour 5, CH­6900 Lugano www.comitesluganoticino.org comites.ticino.segreteria@gmail.com

Nel prossimo numero la parola al Presidente del Comites di San Gallo.

Le FFS hanno deciso di ridurre l'offerta ferroviaria nel traffico internazionale A partire dal prossimo lunedì saranno soppressi cinque col­ legamenti ferroviari verso l'Italia. A causa dell'incertezza legata al coronavirus, le FFS sono corse ai ripari diminuendo l'offerta anche in direzione della Francia e della Germania. "La situazione attuale e le misure di protezione più severe contro la diffusione del coronavirus hanno portato a una netta diminuzione della domanda nel trasporto ferroviario internazionale", indica in una nota odierna l'ex regia federale, precisando che la ridu­ zione dell'offerta è stata con­ cordata con Trenitalia, SNCF e TGV Lyria. Le misure legate al traffico per l'Italia saranno in vigore, per il momento, da lunedì prossimo fino al 12 dicembre, mentre verso la Francia a partire da subito e almeno fino al primo di dicembre. Nel traffico regionale trans­ frontaliero con l'Italia sarà par­ zialmente soppressa la linea TILO S50 tra Varese e Malpensa. Toccati dalle misure sono anche quattro collegamenti da e per Milano. I treni interessati conti­ nueranno tuttavia a circolare regolarmente all'interno della Svizzera fino a Chiasso. Inoltre sarà soppresso un col­ legamento tra Ginevra e Mi­ lano, spiegano le FFS, precisando che anche i collegamenti diretti dalla Confederazione a Venezia e ritorno saranno annullati. I treni circoleranno solo tra la Svizzera e Milano. Al momento, aggiunge l'ex regia federale, non si posso­ no escludere ulteriori riduzioni dell'offerta. A partire dal prossimo fine setti­mana e presumibilmente fino al 2 o 3 dicembre, saranno sospesi anche i collegamenti notturni con il Nightjet sulle tratte da Zurigo a Berlino e Amburgo in entrambe le dire­ zioni.

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RUBRICHE

a cura di

Mauro Trentini

avvocato

mail: trentini­legal@bluewin.ch

C

Superamento limite di velocità Quali sanzioni ?

aro avvocato,

sono incappato in un controllo radar perché viaggiavo, in autostrada, a 157 km orari dove vigeva il limite di 120 km orari. Cosa rischio? Luigi S. Caro Signor Luigi, molte delle infrazioni al codice che regge la circolazione stradale (legge federale sulla circolazione stradale e sue ordinanze) non sempre sono solo di pura natura amministrativa ma possono raggiungono il carattere di veri reati penali. Il non rispetto dei limiti di velocità è uno di questi casi. Il Tribunale Federale nell’ambito del superamento dei limiti di velocità, ha stabilito delle regole precise al fine di garantire la parità di trattamento tra conducenti. Per l’Alta Corte, il caso è ogget­ tivamente grave – cioè, è grave a pre­ scindere dalle circostanze concrete (segnatamente, dalle buone condi­ zioni di circolazione o dall’eccellente reputazione di conducente dell’au­ tomobilista trasgressore) – quando il superamento della velocità autoriz­ zata è di 25 km/h o più all’interno delle località, di 30 km/h o più all’esterno delle località o sulle semiautostrade e di 35 km/h o più sulle autostrade. La conseguenza di tale schematismo è quella di ammettere l’esistenza di una messa in pericolo accresciuta che è uno degli elementi oggettivi del reato, unicamente in funzione del superamento della velocità consen­ tita; se la velocità massima è supe­ rata secondo quanto sopra, vi è una tale messa in pericolo anche in presenza di condizioni di circolazione ottimali. Nel suo caso caro Signor Luigi il caso è purtroppo da definirsi “grave” ai sensi della giurisprudenza citata poiché il superamento del limite in autostrada è stato di 37 km orari 8

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(157 km/h velocita registrata dal radar – 120 kmh velocitâ consentita = 37 km orari di eccesso). Trattandosi purtroppo di un reato di natura penale punito dall’art. 91 . Legge federale sulla circolazione stradale il suo caso sarà trattato dal Ministero Pubblico competente nel suo cantone di domicilio. Il Ministero Pubblico emanerà un decreto d’accusa, ossia un atto nel­ l’ambito del quale il procuratore determinerà la violazione della norma legale in casu la legge federale sulla circolazione stradale e deciderà una pena (generalmente delle aliquote giornaliere ossia una pena pecuniaria) e una multa. Le aliquote giornaliere vengono determinate in funzione del reddito mensile. Contro il decreto d’accusa lei potrà, se non lo ritiene giusto, fare oppo­ sizione. In questo caso tutta la pratica passerà ad un giudice che deciderà nell’ambito di un processo penale. Il giudice potrà o confermare il decreto d’accusa o assolverla dal reato. Se dovesse essere condannato, la sorte della pena pecuniaria (le ali­ quote giornaliere) dipenderà da pre­ cedenti reati commessi. Se lei do­ vesse essere incensurato e quindi questo suo eccesso di velocità rap­ presenta la prima volta in cui deve fare fronte ad una pena, le aliquote

giornaliere saranno sospese per 2­3 anni. Questo significa che non dovrà pagarle sempre che, nei due o 3 anni di sospensione, lei non commetta più nessun reato di natura penale legato alla circolazione. La multa, per contro, dovrà essere pagata. Terminato l’aspetto penale del caso, subentreranno anche delle misure di natura amministrativa decise, questa volta, dall’ufficio della circolazione del suo Cantone di domicilio. Trattandosi di un’infrazione “grave” dovrà preve­ dere una revoca della sua licenza di circolazione per almeno 3 mesi. Se nel passato ha già subito revoche della licenza i 3 mesi possono diven­ tare 6 o 12. Mi spiace doverle comunicare queste notizie, ma nell’ambito della circo­ lazione stradale le norme in vigore, fondamentalmente dopo le revisioni dettate da “via sicura” sono diventate, giustamente o meno, relativamente severe. Mi spiace sia toccato proprio a Lei caro Signor Luigi. ma il suo caso deve essere di monito per tutti quegli automobilisti che pigiano spesso e volentieri troppo spesso sull’acce­ leratore senza pensare alle conse­ guenze.


RUBRICHE

Covid­19: la pagliuzza ed il travicello!

a cura di

Dino Nardi

rubrica di politica e informazione sociale

mail: nardi.dino@bluewin.ch

Cosa rimbalza sulla stampa internazionale?

L

a scorsa primavera con l’arrivo e l’espandersi, pri­ ma in Italia e succes­ sivamente in altri Paesi europei, della pandemia del coronavirus, cioè del “Covid­19”, i media italiani ­ se­ guiti a ruota dai social ­ hanno dato la notizia, dedicandogli titoli a carat­ teri cubitali, come: “In Svizzera ria­ nimazione negata agli anziani ma­ lati di coronavirus”, “Covid/Sviz­ zera: condanna a morte per gli anziani”, “Svizzera choc, over 85 fuori dalle rianimazioni” tanto per citarne alcuni, sulla linea, frequen­ temente usata anche nei media del Belpaese, del sensazionalismo da dare alle notizie affinché colpiscano la curiosità dei lettori. Poi, entrando maggiormente nel merito della que­ stione, come hanno fatto solo alcune testate che hanno intervistato qual­ che autorevole virologo elvetico, si è scoperto che la Svizzera non è quel Paese in cui, senza tanti preamboli, si uccidono gli anziani che hanno con­ tratto il Covid­19. Infatti è semplice­ mente accaduto che la Commissione centrale di etica dell’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche (la quale si occupa dei problemi etici che si presentano nella sfera della medicina ­ con l’intento di offrire un ausilio per la pratica medica, per il lavoro del personale infermieristico e per la formazione nell’ambito delle professioni sanitarie ­ formula diretti­ ve e raccomandazioni che normal­ mente vengono introdotte nel Codice deontologico della Federazione dei Medici Svizzeri e diventano così vin­ colanti per i suoi membri), con l’insor­ gere della pandemia anche nella Confederazione e constatandone la sua espansione, prima che potesse mettere in difficoltà le strutture sani­ tarie locali, decise saggiamente (a mio avviso) di emanare ­ ancora nello scorso mese di marzo – delle puntua­ li direttive per regolare i ricoveri in terapia intensiva secondo i limiti di età e la speranza di vita delle per­ sone. Ovvero delle norme compor­ tamentali per i medici qualora si

dovessero trovare con un solo posto disponibile in terapia inten­ siva e due pazienti e quindi a dover scegliere chi salvare tra i due, cioè delle norme per aiutare i medici a dover prendere una decisione. In pratica si sono fissati dei parametri (peraltro aggiornati recentemente) che stabiliscono deter­ minati criteri legati all’età del paziente (più di 65, 75, 85 anni) ma soprattutto quando lo stesso, oltre che del coronavirus, soffra pure di altre pericolose patologie che ne condizionino comunque la speranza

di vita che, a seconda dei casi, viene prevista in 12 o 24 mesi a prescin­ dere dal Covid­19. Queste norme comportamentali per i medici che, in Svizzera, si possono trovare di fronte a questo dilemma giustificano quei titoloni dei media italiani? A mio parere certamente no, è solo becero sensazionalismo per attirare qualche lettore/spettatore in più o, forse, anche per continuare a parlar male della Svizzera. Oltretutto questa campagna mediati­ ca contro la Confederazione è pure sconcertante, visto che nella disatten­ zione quasi assoluta dei media italiani, sulle norme comportamentali

da assumere con i malati di Covid­19 prima ancora dei medici elvetici, era già intervenuta in Italia, ad inizio marzo, la Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) la quale aveva diffuso un documento con 15 criteri per aiutare gli spe­ cialisti a decidere in situazioni­limite come quelle nella quale già versa­ vano alcuni reparti di terapia intensiva in Lombardia. Infatti anche il documento della SIAARTI intitolato “Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospen­ sione in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili” consigliava, tra l’altro, che, vista la situazione di emergenza in cui versavano i reparti di cura intensiva di diverse strutture ospe­ daliere, sarebbe stato opportuno ga­ rantire i trattamenti di carattere in­ tensivo ai pazienti con maggiori pos­ sibilità di successo terapeutico, in parole povere si consigliava di salvare quest’ultimi e lasciar morire coloro che, a causa di altri problemi di salute, avrebbero comunque avuto po­ che speranza di vita anche senza il Covid­19! Una vicenda, quindi, che oltre ad essere sconcertante è pure parados­ sale poiché in Svizzera, secondo quanto si è potuto sapere, non vi è stata finora una situazione di grave emergenza Covid­19 tale da dover applicare da parte dei medici le indicazioni dell’Accademia Svizzera delle Scienze Mediche mentre – secondo vox populis – sembra che nel mese di marzo in piena esplosione del coronavirus in alcune zone della Lombardia i medici italiani si siano proprio trovati nelle condizioni di dover decidere chi salvare, magari ap­ plicando le indicazioni della SIAARTI. Ciò significando che i media italiani, in questo caso, hanno visto la pa­ gliuzza nell’occhio altrui e non la trave nel proprio! mercoledì 11 novembre 2020/

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CULTURA Storia

a cura di Giovanni Longu

mail: glongu@sunrise.ch

Immigrazione italiana 1970­1990 29. I giovani e la formazione professionale

quella del CISAP) che prendevano seriamente a cuore la problematica, l’associazionismo italiano non era nemmeno in grado di offrire sugge­ rimenti praticabili oltre ai generici «im­ parare un mestiere», «chiedere al da­ tore di lavoro», «rivolgersi al Consolato» e simili. Fin dagli anni ‘70 molti italiani si garantirono il futuro studiano l’elettronica (foto Cisap).

N

egli anni Settanta divenne acuto il problema della formazione professionale della seconda generazione. Le inizia­tive antistranieri e soprattutto la crisi economica del 1974­76 avevano dato forti segnali di cambiamento nell’eco­nomia svizzera, che avrebbe interes­sato anche molti italiani. Già prima, il governo federale aveva fatto capire chiaramente di voler dare una svolta alla politica liberale in materia d’immi­grazione ispirandosi a criteri di riduzio­ne, stabilizzazione e integrazione degli stranieri. Per gli italiani avrebbe significato me­ no nuovi arrivi e più rimpatri. Per l’industria, che si reggeva in alcuni rami grazie al contributo degli immi­ grati, avrebbe comportato la rinuncia a un gran numero di collaboratori non potendo più contare su un approv­ vigionamento illimitato di lavoratori stranieri e il ricorso a importanti ri­ strutturazioni e razionalizzazioni. Per restare sul mercato molte imprese sarebbero state costrette non solo a ristrutturarsi, ma anche a investire co­ spicue somme in nuovi impianti, nuo­ ve tecnologie e collaboratori meglio preparati.

osservatori del settore appariva chiaro che al termine del processo l’esigenza di manodopera non qualificata o poco qualificata si sarebbe notevolmente ridotta, mentre sarebbe cresciuto pa­ rallelamente il bisogno di personale sempre più qualificato e specializzato. Un vago senso dei cambiamenti che stavano per stravolgere il vecchio si­ stema produttivo dell’economia sviz­ zera era percepito anche dai lavoratori immigrati. Specialmente nel periodo della crisi, la continua emorragia di forze di lavoro, soprattutto straniere, non poteva passare inosservata dagli stessi stranieri, molti dei quali avranno sicuramente notato che a perdere il posto di lavoro erano soprattutto i lavoratori generici, né specializzati né qualificati. Si può ben ritenere che, in famiglia, questi lavoratori immigrati, abbiano guardato con preoccupazione al futuro dei loro figli, soprattutto se avevano deciso di restare a tempo indeter­ minato in Svizzera. Non bastava, infatti, volere per loro una vita diversa, meno pericolosa, meno precaria, me­ no dipendente dagli altri. Né serviva molto essere convinti che per riuscire dovessero studiare.

… e impreparati Occorre anche dire che in generale gli immigrati non si rendevano ancora ben conto dell’importanza della for­ mazione professionale. Erano venuti in Svizzera già con un contratto di lavoro per svolgere de­ terminate attività (per lo più lavori po­ co qualificati) e non sentivano il biso­ gno di una conoscenza approfondita del mestiere. La qualificazione professionale non rientrava nei loro obiettivi, che si limitavano essenzialmente all’accu­ mulazione di un risparmio che per­ mettesse loro nel tempo un ritorno nel Paese d’origine (M. Monferrini). Inoltre, la maggior parte dei genitori immigrati non aveva alcuna esperien­ za di orientamento professionale, sta­ ges conoscitivi, rapporto prestazione scolastica­apprendistato e spesso non aveva nemmeno sufficienti conoscen­ ze linguistiche per informarsi in modo appropriato delle varie possibilità al termine della scuola obbligatoria.

Come avrebbero potuto questi genitori sostenere i figli nella progettazione del loro futuro professionale? Tanto più che le professioni in cui erano concentrate le attività degli immigrati erano pochissime, una decina, mentre per gli svizzeri le possibilità di scelta Purtroppo molti genitori italiani furono concernevano centinaia di professioni. lasciati soli ad immaginare futuri fan­ In questa situazione, senza aiuti ade­ Italiani preoccupati… tasiosi. Fatta eccezione per pochis­ guati, la seconda generazione rischia­ Agli industriali, ai sindacati e agli sime associazioni (una per tutte va seriamente di ripercorrere le orme 10

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CULTURA Storia dei genitori. L’orientamento professionale È vero che anche negli anni Settanta, al termine dell’obbligo scolastico, i giovani venivano informati sulle pos­ sibilità di proseguire la formazione, ma la scelta era tutt’altro che facile. Come poteva un ragazzo figlio di im­ migrati, in quelle condizioni, scegliere se proseguire gli studi (ginnasio, liceo, università) o imparare una professio­ ne da perfezionare eventualmente in seguito attraverso scuole tecniche di alto livello? Purtroppo il sistema uffi­ ciale di orientamento professionale era poco conosciuto dagli immigrati e scarsamente frequentato, anche per una certa diffidenza nei confronti degli orientatori che fondavano i consigli soprattutto sulle prestazioni scolastiche e tenevano in poca considerazione le aspirazioni degli in­

apprendistati meno impegnativi e solo pochi seguirono apprendistati lunghi ed esigenti. Purtroppo ci furo­ no anche giovani italiani, spesso ve­ nuti per ricongiungersi con la famiglia dopo aver frequentato la scuola ob­ bligatoria in Italia, che non riuscirono a seguire un regolare apprendistato per carenze linguistiche. Pochissimi italiani, negli anni Settanta e Ottanta, riuscirono a proseguire gli studi in un liceo o altra scuola corrispondente e poi all’università. Importanza della formazione pro­ fessionale Ripensando a quel periodo, oggetti­ vamente molto difficile per l’immi­ grazione italiana, non si può negare, come è stato ricordato in articoli pre­ cedenti, che i risultati della seconda generazione sono stati sovente al di sotto delle attese. Sarebbe tuttavia

andrebbero considerati i meno re­ sponsabili perché erano in gran parte privati del sostegno e degli aiuti fami­ liari che ricevevano i coetanei svizzeri. Quanto al sistema formativo svizzero è innegabile che fosse, soprattutto allora, ossessionato dalle prestazioni e pertanto fortemente selettivo e pe­ nalizzante nei confronti degli stranieri. Non si può tuttavia negare che l’orga­ nizzazione dell’immigrazione italiana (dalle rappresentanze diplomatiche e consolari, agli organismi di rappre­ sentanza e alle varie associazioni) sia stata inadeguata alle esigenze della seconda generazione che era desti­ nata con grandissima probabilità, co­ me sostenevano le autorità e i sinda­ cati svizzeri, a restare e a integrarsi in Svizzera. È emblematico che in quel periodo la via degli studi sembrasse per i figli degli immigrati più gratificante della via dell’apprendistato, perché allora prevaleva ancora la prospettiva di un rientro in Italia, dove gli studi e la laurea godevano, soprattutto nei ceti medio­bassi, di grande prestigio socia­ le. Pochi consideravano la fabbrica o il cantiere possibili luoghi d’integra­ zione e di crescita, perché svizzeri e stranieri non svolgevano gli stessi compiti, alle stesse condizioni e con la stessa competenza. Moltissimi non si rendevano conto che l’ostacolo alla parità era soprat­ tutto la mancanza di competenza pro­ fessionale certificata. L’integrazione professionale e sociale

Fin dagli anni ‘70 molti italiani si garantirono il futuro studiano l’elettronica (foto Cisap).

teressati. Concretamente, a un allievo che ave­ va seguito solo una scuola primaria (elementare) venivano prospettate soltanto formazioni elementari e orientate prevalentemente alla prati­ ca (apprendistati di corta durata, due o tre anni). A un allievo che proveniva da una scuola di grado secondario inferiore (scuola media) con buone prestazioni si prospettavano invece apprendistati più esigenti e più lunghi (generalmente quattro anni) e un cor­ redo molto ampio di conoscenze teoriche (professionali e culturali). Di fatto, negli anni Settanta e Ot­ tanta, la maggior parte dei giovani stranieri (italiani) poté seguire solo

ingiusto addossarne le responsabilità solo alle magre prestazioni dei gio­ vani o al sistema fortemente selettivo della formazione in Svizzera. I giovani

Eppure già allora, nella nuova politica immigratoria svizzera, l’attività profes­ sionale competente e provata era considerata un importante criterio d’integrazione sociale. E anche nume­ rosi stranieri, della prima e della se­ conda generazione, cominciavano a rendersene conto dopo aver frequen­ tato i corsi serali di formazione pro­ fessionale tipo quelli organizzati dal CISAP a Berna e in altre regioni della Svizzera. La competenza professionale acqui­ sita dava loro sicurezza, migliora­ menti salariali, rispetto e stima den­ tro e fuori dell’azienda. L’importanza della formazione profes­ sionale richiese tuttavia molto tempo prima di radicarsi nella collettività immigrata, ma sia pure lentamente stava diventando un aspetto fonda­ mentale di qualunque discorso sul­ l’integrazione, a tal punto da far rite­ nere che senza una buona inte­ grazione sul lavoro difficilmente ci può essere un’integrazione sociale. (Segue) mercoledì 11 novembre 2020/

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CULTURA Storia

a cura di

Stefania Calzà Santoni

Un viaggio tra favoIa e fantasia... ...lungo un secolo

I

n occasione del Centenario della sua nascita, suona doveroso ricordare un grande della letteratura italiana. Definire le sue opere letteratura per ragazzi mi sembra troppo restrittivo. A parer mio i racconti, le favole, le poesie di Gianni Rodari contengono un messaggio leggero, divertente, fresco e al contempo profondo che non ha età e che ci fa recuperare la nostra dimensione di ragazzi anche quando non lo siamo più. Insegnante, giornalista, poeta, scrittore di libri e programmi televisivi per l`infanzia, dopo Collodi (con Pinocchio), Rodari è lo scrittore italiano per ragazzi più conosciuto e tradotto al mondo. Sono oramai molte le generazioni cresciute ascoltando e leggendo le sue fantasmagoriche storie, le sue filastrocche e poesie che hanno affascinato e conquistato non solo i bambini ma anche i loro genitori e i loro insegnanti. “Filastrocche in cielo e in terra” pubblicato da Einaudi nel 1960, si presenta come un libro per bambini assolutamente rivoluzionario per l'epoca. I protagonisti sono padri di 12

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famiglia con magri stipendi, artigiani, impiegati, emigrati che animano bizzarre "favole a rovescio" dalle conclusioni sorprendenti. Sempre sulla scia di uno scanzonato, non drammatico, impegno sociale che contagia il lettore nella sua spinta a conoscere il mondo e a renderlo migliore.

Fratellanza, non violenza, solidarietà: i grandi ideali universali si mescolano e intrecciano in tutti i libri di Rodari con la semplice realtà della quotidianità domestica trasfigurata in un'atmosfera fantastica che ci porta immancabilmente al sorriso. Spesso sono storie nate non solo dalla fantasia dell'autore, ma scaturite da un intenso contatto con la variopinta


CULTURA Storia

Favole al telefono è uno dei libri più famosi di Gianni Rodari

fantasia dei suoi scolari: sono proprio i loro errori semantici che portano alla creazione di giochi di parole e piccole sto­rie come nel “Libro degli errori” del 1964. “Favole al telefono” è forse il libro più conosciuto e letto. Rodari immagina che a raccontarle sia un papà tenuto lontano da sua figlia a causa del lavoro di rappresentante di commercio che lo costringe a girare l'Italia in lungo e in largo. Quindi ogni sera, ovunque si trovasse, alle nove in punto il ragionier Bianchi chiama al telefono Varese e raccontando una storia alla sua bambina. A causa dei costi del telefono le favole sono corte ma sicuramente avvincenti a tal punto che le signorine del centralino sospendono tutte le telefonate per ascoltarle! In “La freccia azzurra” edita nel 1964 la Befana non è più la rugosa vecchina che senza posa vola sulla sua scopa, ma una moderna imprenditrice titolare di una ditta di giocattoli che gestisce personalmente con il solo aiuto della sua serva­ assistente Teresa. Ai genitori spetta di pagare i giocattoli desiderati dai figli e per i bambini poveri questo è un vero problema. Anche per Francesco che si è letteralmente innamorato di un trenino azzurro esposto in vetrina. Tutti i giocattoli, all'insaputa dell'

austera Befana che li vede unicamente come merce del suo commercio, hanno vita propria e un cuore generoso che li porterà a fuggire dal negozio per raggiungere da soli le case dei bambini poveri. Riusciranno anche a raggiungere Francesco dopo rocambolesche peripezie che lasciano il lettore con il fiato sospeso. Una lettura consigliata a piccini, nonni e genitori soprattutto ora che si avvicina il Natale!

Per rendere omaggio a questo straordinario personaggio, la nostra Stefania Calzà Santoni legge per voi, settimanalmente, le storie di Gianni Rodari. Entrate nel nostro sito per ascoltarle! www.lecotele7.ch

Gianni Rodari nasce il 23 ottobre del 1920 a Omegna sul Lago d'Orta e dopo la scomparsa prema­ tura del padre, quando lui aveva solo nove anni, si trasferisce a Gavirate nel varesotto con la ma­ dre e i due fratelli. Dopo tre anni di ginnasio in seminario si ritira e passa alle scuole Magistrali dove si diploma a soli 17 anni. Iscrittosi alla Facoltà di lingue a Milano l'abbandonerà dopo pochi esami per iniziare ad insegnare come maestro di scuola elementare. La perdita di due cari amici in guerra e l'internamento del fratello in Germania lo portano alla deci­ sione di entrare nelle fila partigia­ ne e ad avvicinarsi al partito comu­ nista. Seguono anni in cui la sua attività come giornalista spazierà dal cronista all'inviato speciale, fino a quando il partito lo chiama a dirigere un settimanale per bambi­ ni: il ”Pionere”. In quegli anni pubblica i primi racconti e le prime raccolte di filastrocche. Divenuto nel 1957 giornalista professionista affiancherà per tutta la sua vita il lavoro di scrittore per l'infanzia al giornalismo politico. Pubblica per Einaudi e per Editori Riuniti innu­ merevoli libri e raccolte di racconti e poesie. Nel 1970 riceve il più importante riconoscimento internazionale per la letteratura per ragazzi, il premio Hans Christian Andersen, che lo renderà noto in tutto il mondo. Fino ad oggi è l'unico scrittore italiano insignito di quello che è conside­ rato il “Nobel per l'infanzia”, nella sezione scrittori. Nel 1973 esce il suo capolavoro pedagogico: “Gram­ matica della Fantasia” indirizzato a insegnanti e genitori, frutto degli anni di lavoro passati relazio­ nandosi con gli scolari. Muore il 14 aprile 1980 a nemmeno ses­ sant'anni a causa di complicazioni insorte dopo un intervento chi­ rurgico. mercoledì 11 novembre 2020/

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CULTURA Spettacolo

a cura di Graziella Putrino

… paradiso…

Non gli va di faticar. C’è chi parla sempre troppo, non sa dir la verità e poi critica ogni cosa non c’è nulla che va ben.

Care lettrici, Cari lettori, Una vignetta gira in rete: l’imposante genio di Aladino che abbraccia un Gigi Proietti sorridente. Un Proietti con la sua abituale luce negli occhi che irradia chi lo guarda e di riflesso non fa a meno che ricambiare un autentico, caldo sorriso. Un Proietti che proietta l’universo della gioia, dello stare bene, della leggerezza di sentirsi a proprio agio, indipendentemente se le nostre cosiddette certezze, ogni tipo di affetti intorno a noi stanno crollando o sono già crollati. Lui, Gigi, nel collettivo immaginario, non crolla. Lo possiamo invocare come il genio della lampada di Aladino, ogni qualvolta che la tristezza e i mille problemi quotidiani ci soffocano. Gene, quella tenera sagoma blu, a cui il nostro Gigi aveva regalato le mille sfumature della sua voce e del quale diceva: “Perché regalare tre desideri? A me ne basterebbe uno: la salute!”, lo abbraccia, complice di un Gigi genio tra gli umani. Tra i mortali e gli immortali. Un abbraccio tra geni… e 14

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genialità… «Canta, Pierotto, cantami Paradiso», chiede Gigi stendendosi sul letto, in una delle scene finali del film in cui lui interpreta ­ per certe sembianze caratteriali con Filippo Neri ­ sé stesso. Pierotto inizia a cantare: «Paradiso, preferisco il paradiso», mentre Gigi affettuosamente e con il sorriso sulle labbra gli ricorda che canta come da bambino ancora stonato… continua a cantare con lui… e si «addormenta» con il sorriso… e la parola «paradiso»… Il colpo di scena è la gioia con la quale la bambina entrando nella stanza, vede Pierotto straziato in lacrime, guarda un Gigi Proietti sul letto con il sorriso e a sua volta sorride, saltella di gioia e grida: «è vivo, è vivo: è in Paradiso». Scende le scale, corre sulla strada e continua a ripetere la sua frase che contagia tutti i presenti di una gioia immensa, intonando tutti la sua canzone: C’è chi ama la ricchezza E vestirsi come un re C’è chi non vuol fare niente

Ma per me No, non va Non è quel che piace a me. Paradiso, Paradiso, preferisco il Paradiso, Paradiso, Paradiso Paradiso. Paradiso, Paradiso, preferisco il Paradiso, Paradiso, Paradiso, Paradiso. C’è chi crede d’esser grande Vuol salire fino al ciel È fanatico e superbo, crede d’esser chissà che. C’è chi sogna gran carriere Grandi inchini ed i lacchè, vuole sempre aver successo ed onori in quantità. Ma per me No, non va Non è quel che piace a me. Paradiso, Paradiso, preferisco il Paradiso, Paradiso, Paradiso, Paradiso. Paradiso, Paradiso, preferisco il Paradiso, Paradiso, Paradiso, Paradiso.


CULTURA Spettacolo

Preferisco il Paradiso è una miniserie televisiva italiana in due puntate, basata sulla biografia di Filippo Neri, andata in onda su Rai 1 il 20 e il 21 settembre 2010

Teatrante, mattatore, attore di ci­ nema, tv, doppiatore, conduttore e direttore artistico, con la sua ulti­ ma esperienza al Globe Theatre Silvano Toti di Roma. Gigi Proietti, 80 anni trascorsi tra palcoscenici, set cinematografici e studi televi­ sivi, senza mai deludere, senza mai un passo falso, senza mai porsi un gradino sopra il suo pub­ blico. Per molti l'erede di Ettore Petrolini. Un uomo grande, un arti­ sta immenso, che ha lasciato un bagaglio ricchissimo al mondo del­ la cultura tutta. Gigi Proietti è nato a Roma il 2 no­ vembre del 1940. Dopo aver con­ seguito la maturità classica, si iscrisse alla Facoltà di Giurispru­ denza dell'Università 'La Sapienza', ma interruppe gli studi a sei esami dalla laurea. A soli 14 anni aveva già esordito al cinema, come comparsa nel film di Vittorio Duse del '55 'Il nostro campione'. Nel 1966 il suo debutto vero e proprio sul piccolo e sul grande schermo nel ruolo di un maresciallo dei carabinieri, personaggio che ­ ben 30 anni dopo ­ avrebbe reinter­ pretato in tv in una delle serie Rai più amate di tutti i tempi: "Il maresciallo Rocca".

Gigi, dimmi cosa esiste dopo il tuo sorriso? «Io sono Babbo Natale»! e torno… Sembra una gag estrapolata da un suo spettacolo teatrale. Ma, anche dal Paradiso ci farai sorridere, perchè tu, a sorpresa torni da Babbo Natale. Anzi: tu sei Babbo Natale e torni nel tuo splendore umano, da Babbo Natale che appare solo in determinate occasioni: tu torni sul grande schermo. Non sei riuscito manco a vederti come sei venuto in questo ultimo tuo film con il regista Edoardo Falcone…ma tanto lo sai… che Babbo Natale non ha bisogno di prove per venire tra noi mortali… Ironia della sorte: ridarai con questa tua presenza­assenza credibilità a Babbo Natale… ti vedremo, sapendo che non ci sei… San Filippo Neri si spegne durante le prime ore del mattino, all’età di 80 anni, amato dai suoi e da tutta Roma. Un Amore carico di stima e affetto. Era nel tuo copione del Paradiso celestiale che tu ti calassi nella parte fino in fondo, toppando ogni regista terreno, chiudendo il tuo cerchio della vita dal tuo personale punto di partenza, dalla tua apparizione su questa terra: il 2 Novembre. Il giorno dei morti. Li hai fatti sicuramente ridere… Proietti non si è preoccupato a renderci felici. Voleva la luna… Una frase buttata li da Carmelo Bene, un rivoluzionario del teatro che ne aveva da subito percepito il talento di Gigi. E Proietti l’aveva fatta propria per descrivere la sua idea di teatro:

“quasi una comunità”. Non metteva barriere tra lui e il pubblico, di qualsiasi età, estrazione culturale, provenienza geografica. Artisti come Gigi Proietti li amiamo come amici propri e li si piangono come tali: la sua semplicità, che lo faceva sentire ovunque “uno di noi”, con la missione di rendere felice la gente, farla ridere, “perché ridere rende più felici, grazie alle endorfine che il ridere rilascia”. Non sarebbe stato capace di sedurre generazioni di pubblico per il quale recitava, cantava, suonava, capace di divertire ed emozionare, senza essere consapevole che “ogni risata nasce da una lacrima”. Piangiamolo, ridendo. Cantando come la bambina: «non è morto: è in Paradiso»… mercoledì 11 novembre 2020/

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CULTURA Arte

a cura di Andrea Pagnacco pittore

Silvano Gosparini Un maestro delle carte preziose

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ilvano Gosparini è un veneziano purosangue, e questo ci tengo con piacere sottolinearlo. Il destro o ancora lo stimolo per scrivere su di lui mi è stato dato da un'intervista video che mi è pervenuta elettronicamente da degli amici veneziani. L'intervista fatta a Silvano in occasione di una mostra sui suoi 70 anni di attività artistiche alla Galleria Kokonton di Venezia, mi ha facilmente emozionato. Appesi alle pareti e posti su delle teche si poterono fruire i molteplici lavori di un artista­artigiano come da sempre è stato Silvano. Si tenga presente che Gosparini, ormai novantenne, insieme alla sua

compagna Lili, artista, maestra della grafica e stampatrice perfetta, tiene le redini del Centro internazionale della grafica di Venezia conosciuto in Europa e oltre. Il centro della grafica ha delle molteplici attività, fra le altre organizza mostre, offre lezioni di grafica artistica e stampa le opere di 16

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tanti artisti. Ora qui voglio soffermarmi su una loro ulteriore attività, una casa editrice, a dir poco, preziosa. Con i

loro caratteri hanno dato voce a un nutritissimo numero di libri su interessanti argomenti legati al passato e al presente di Venezia.


CULTURA Eventi

a cura della

Redazione

ATTENZIONE ! Il concerto di GIOVANNI ALLEVI previsto il 15.11.2020 è stato rinviato al 26.6.2021

Il Liceo Vermigli al Kunsthaus ­ La visita guidata alla scoperta dei pittori italiani prevista il 18 e il 20.11.2020 è annullata Comitato Arte e Cultura di Binningen e Compagnia teatrale “Primo Sole” A partire dal mese di Ottobre 2020 è di nuovo in scena con il nuovo pezzo

“DITEGLI SEMPRE DI SI”

Commedia in due atti di Edoardo De Filippo Le associazioni interessate alla rappresentazione della commedia nelle loro comunità, sono pregate di contattare Franco Benfatto, Liesbergerstr. 23, 4053 Basel, Tel. 061/3315927, Cell. 0796665491, o di scrivere a benfattof@gmail.com www.teatroprimosole.ch

Diversi eventi sono stati annullati Consultare il sito: https://iiczurigo.esteri.it/ iic_zurigo/it/

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MOTORI E MOBILITÀ

a cura di Graziano Guerra

Citroën Berlingo Spazio per tutta la famiglia

Scheda tecnica Citroën Berlingo M BlueHDI 1.5 130 S&S Motore: 4 cilindri Cilindrata: 1499cc Potenza max: 130 CV a 3750 giri/minuto Coppia max: 300 Nm a 1750 giri/minuto Dimensioni (mm): l/l/h 4043/2107/1874 Capacità serbatoio e AdBlue (l): 50/17 Questo modello dal look moderno e accattivante, Best Large Car ai Britain’s Best Car Awards 2020 e vincitore del premio svizzero Autobest 2019, è confortevole, pratico e tecnologico.

S

i tratta di un van indicato per tanti utilizzi: nel quotidiano, per il tempo libero, il lavoro, lo sport. Citroën Berlingo è un valido riferi­ mento nel segmento “multispazio”. Il design e il comfort lo rendono moderno, e rafforzano la versatilità e la praticità d’uso che ne hanno decretato il successo. Un modello iconico capace di offrire modularità e tanto spazio a bordo. Si distingue per il frontale caratteristico dei modelli Citroën, con la firma luminosa su due livelli mentre il cofano risulta essere più alto e corto, grazie all’utilizzo della piattaforma EMP2. Citroën Berlingo è disponibile in due varianti: M e XL, rispettivamente lunghe 4,40 metri e 4,75 metri, entrambe in grado di offrire 5 e 7 posti. In prova la versione corta. L’abitabilità è garan­ tita dalla modularità, che prevede sedili ribaltabili e ripiegabili fino a creare un pianale completamente 18

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piatto: i 3 sedili posteriori singoli della stessa misura in seconda fila e il sedile anteriore del passeggero sono tutti ripiegabili a scomparsa. Il volume di carico del vano bagagli è di

775 litri (si spinge fino a 1.050 litri nella misura XL). L’accessibilità è garantita anche da due ampie porte laterali scorrevoli, dotate di vetri elettrici, oltre al grande portellone


MOTORI E MOBILITÀ posteriore, con lunotto apribile sepa­ ratamente. Tutto in ordine a bordo di Berlingo: sono ben 28 i portaoggetti distribuiti all’interno della vettura, ampi e intelligenti (fino a 186 litri) come il tetto multifunzione di nuova generazione, che migliora la lumino­ sità, o il cassettino Top Box, unico gra­ zie all’ubicazione dell’Airbag in Roof. A bordo sono presenti 19 sistemi di assistenza alla guida tra i quali il

Brevi

freno di stazionamento elettrico, il Grip Control con Hill Assist Descent, l’Head up Display a colori, la teleca­ mera di retromarcia con Top Rear Vision e il regolatore di velocità adat­ tativo. Presente il sistema di info­ tainment con i servizi Citroën Con­ nectNav e ricarica wireless. Il Berlingo in test era dotato di motore Euro 6D BlueHDI 1.5 da 130 CV con cambio manuale a sei marce di facile inne­ sto. Il moderno motore diesel, elasti­

co e dai bassi consumi, con start e stop, ha una risposta fluida e piacevo­ le grazie all’enorme coppia di 300 Nm pronta sin da 1750 giri/minuto. Citroën Berlingo ­ in listino da 27'300 franchi ­ veicolo in test da 31'800 ­ è disponibile in Svizzera negli allesti­ menti Live M, Feel M, Feel Pack M e Feel Pack XL nei colori beige sabbia, verde acqua, grigio artense, grigio platino, nero onice, blu profondo, ros­ so ardente e bianco banquise.

Trattamento svizzero per Giulia GTA e GTAm

Come misura contro la diffusione del coronavirus, in Svizzera vige l’ob­ bligo di chiusura di bar e ristoranti dalle 23.00. D’intesa con l’Ufficio fede­ rale dei trasporti e i Cantoni, le impre­ se di trasporto hanno di conseguenza sospeso fino a nuovo ordine i colle­ gamenti notturni che in molte città o agglomerati sono gestite in aggiunta all’offerta giornaliera, nelle notti da venerdì a sabato e da sabato a dome­ nica. I collegamenti notturni regolari non sono toccati da questa misura. Dopo quasi tre anni di lavori di rinnovamento, le FFS hanno inaugu­ rato il sottopassaggio principale della stazione di Zurigo Altstetten. Zurigo HB ­ Le FFS stanno testando all'entrata Sihlpost una zona di condivisione per bici elettriche e mo­ nopattini. La postazione temporanea sulla Europaplatz sarebbe destinata a semplificare il passaggio dalla micro­ mobilità al treno. L’Unione Italiana dei Giornalisti dell’Automobile ha eletto Peugeot 2008 “Auto Europa 2021”. È la sesta della Casa del Leone a vincere il prestigioso premio, scelta tra 15 can­ didate prodotte in Europa in almeno 10.000 esemplari e commercializzate nel Vecchio Continente. Quest’anno la trazione quattro di Audi compie 40 anni. Dal debutto al Salone dell’automobile di Ginevra nel 1980, il principio delle quattro ruote motrici si è sviluppato fino a diventare uno dei principali pilastri del marchio. Audi ha prodotto 10,5 milioni di auto con trazione quattro.

Nuova Panda celebra i suoi primi 40 anni e amplia la famiglia con la Nuova Panda Sport. La gamma: Panda, City Life, Sport, City Cross e Cross, anche con trazione 4x4. È l’unica city­car del segmento ibrida, benzina, metano e Gpl.

Il progetto Giulia GTA beneficia della consolidata partnership con Sauber Group AG, e sfrutta il know­how del comparto Engineering e Aerodynamics. Forte di 50 anni di esperienza nel motorsport, di cui 27 in F1, Sauber Group ha una importante esperienza sulla progettazione e sull’utilizzo del carbonio, oltre a conoscenze approfondite sull’aerodinamica. È una delle poche squadre di F1 ad avere una propria galleria del vento. Una struttura, a Hinwil nel Canton Zurigo, tra le più avanzate d’Europa, dotata di un livello di tecnologia allo stato dell’arte. I benefici passano anche dall’ingegnerizzazione, alla prototipazione rapida e alla produzione di tali componenti. Alfa Romeo ha affidato a Sauber Engineering la produzione di gran parte dei componenti in carbonio di GTA e GTAm, in particolare quelli a impatto aerodinamico. Nuova Giulia GTA si ispira tecnicamente e concettualmente alla Giulia GTA del 1965, la “Gran Turismo Alleggerita” sviluppata da Autodelta a partire dalla Giulia Sprint GT che collezionò successi sportivi in tutto il mondo. L’attuale serie limitata Alfa Romeo Giulia GTA deriva da Giulia Quadrifoglio, è equipaggiata con una versione potenziata del motore Alfa Romeo 2.9 V6 Bi­Turbo, ora con 540 CV. Nella sua versione “estrema” GTAm, beneficia di una riduzione di peso pari a 100 kg, con un rapporto peso/potenza eccezionale di 2,82 kg/CV.

Sicurezza ­ spicca nel buio, fatti vedere! Delle 200 persone che ogni anno perdono la vita sulle strade svizzere, una su cinque al momento dell’incidente si spostava a piedi. Spesso i pedoni vengono visti troppo tardi, soprattutto al crepuscolo e di notte, ma anche di giorno. In occasione della “giornata della luce 2020”, giovedì 6 novembre, l’UPI ha lanciato la nuova campagna «Spicca nel buio, fatti vedere». Al buio, un pedone vestito di scuro è visibile alla luce dei fari solo da una distanza di 25 metri. Lo spazio di arresto per un’auto che circola a 50 km/h su strada asciutta è però di 40 metri. Chi si sposta a piedi o fa jogging può essere visto da 40 metri se indossa abiti chiari, e da 140 metri se usa materiale rifrangente. mercoledì 11 novembre 2020/

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CULTURA Sport

a cura di Graziano Guerra

Le italiane in quella che era la

Coppa Campioni Mi fanno male le

Calcio Un tempo vi partecipavano solo i vincitori dei rispettivi campionati. Poi

orecchie ogni volta tre i gol annullati a Morata. Il 3 novembre invece, niente da fare

che sento esclamare “Scèmpionslig”. Cara, bella, vecchia “Coppa dei Campioni”. Calcio La Nazionale

la prima e la seconda, fino ad arrivare alle prime quattro di oggi, ma con qualche differenza “meritocratica” fra i vari campionati. In ogni caso, il campionato italiano ha riacciuffato l’importanza che merita e ha riportato quattro compagini nella massima competizione europea per club. Quest’anno sono Juventus, Atalanta, Lazio e Inter. Dopo un inizio promettente con tre pareggi e una sconfitta, nella seconda giornata della fase a gironi della “Champions League” ­ ecco l’ho scritto! ­ per le squadre italiane sono arrivate due sconfitte, un pareggio e una vittoria. Nelle partite giocate martedì 27 ottobre, a Bergamo l’Atalanta era riuscita a riacciuffare l’Ajax grazie a una doppietta di Duvan Zapata dopo essere stata sotto di due gol; era finita a reti bianche tra Shakthar e Inter in Ucraina. Una Lazio decimata dal Covid era riuscita a strappare un buon punto fuori casa contro il Brugge: 1­1 con reti di Correa e Vanaken su rigore. Sconfitta 2­0 a Torino la Juventus: Barcellona a segno con Dembele e Messi dal dischetto allo scadere e con i bianconeri in 10; 20

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contro il Liverpool per la dea, uscita sconfitta in casa per 5 a 0, ma resta seconda in classifica. L’Inter a Madrid contro il Real di Zinedine Zidane ha subito un’immeritata sconfitta per 3­ 2. Gli uomini di Conte sono ora ultimi in classifica, ma possono ancora qualificarsi. Il 4 novembre la Lazio a San Pietroburgo contro lo Zenit è finita in svantaggio nel primo tempo, ma è riuscita a pareggiare a una decina di minuti dalla fine con il portafortuna Caicedo. La Juve ha battuto 4 – 1 il Ferencvàros alla Puskas Arena di Budapest con doppietta di Morata, rete di Dybala, autorete di Dvalo propiziata dalla Joya, gol della bandiera di Bolo allo scadere. Il 24 novembre inizierà la quarta giornata con le partite di ritorno Juventus­Ferencvàros, Lazio­Zenit e si chiuderà il 25 con Inter­Real Madrid e Atalanta­Liverpool. Cambio giro nella quinta giornata, il 1° dicembre Atalanta–FC Midtjylland, Borussia Mönchengladbach–Inter; il 2 dicembre scenderanno in campo Borussia Dortmund–Lazio e Juventus– Dinamo Kiev.

Si giocherà allo stadio Grbavica di Sarajevo, mercoledì 18 novembre alle 20.45, la gara valida per la Nations League Bosnia Erzegovina­ Italia, inizialmente in programma allo stadio Bilino Polje di Zenica. Altri tre impegni attendono la Nazionale nel mese di novembre. Dopo il trittico di ottobre, gli Azzurri affronteranno infatti un incontro amichevole e due validi per la Nations League. La prima gara in programma è l’amichevole con l’Estonia, che si gioca oggi mercoledì 11 novembre, allo stadio Artemio Franchi di Firenze, mentre il 15 gli Azzurri scenderanno in campo allo stadio “Città del Tricolore” di Reggio Emilia contro la Polonia e infine il 18 a Sarajevo con la Bosnia Erzegovina.

Serie A Il Torino, dopo quattro sconfitte e un pareggio, ha ottenuto la sua prima vittoria in questo cam­ pionato nel recupero della terza giornata giocato contro il Genoa al Marassi mercoledì 4 novembre. La partita è finita 2 a 1 per i granata che con i tre punti ottenuti risalgono al terz’ultimo posto in classifica.


CULTURA Cucina

Pasta alla genovese Ingredienti per 6 persone 800 g cipolle bianche 500 g zite grosse 400 g polpa di stinco di vitello 100 g ricotta 50 g latte una carota formaggio grattugiato gambi di prezzemolo vino bianco secco olio extravergine di oliva sale pepe Sbucciate le cipolle e tagliatele a fette. Mondate la carota e taglia­ tela in tre rocchettoni. Salate e pepate la carne. Scaldate in una casseruola 3­4 cucchiai di olio con la carota; rosolatevi la carne, vol­ tandola su tutti i lati, per circa 3­5 minuti,, poi sfumatela con uno spruzzo di vino bianco e lasciatelo evaporare completamente. Aggiun­ gete le cipolle affettate, mezzo bicchiere di acqua e mescolate. Abbassate il fuoco, coprite con il coperchio e cuocete per circa 2 ore e 30 minuti. Togliete quindi la carne dalla casseruola e lasciate cuocere ancora la cipolla, senza coperchio, con il fuoco un po’ più vivace, in modo che si asciughi. Sfilacciate una piccola parte della

carne, che userete per completare i piatti. Tagliate a pezzetti il resto. Frullate la cipolla con solo due colpi di mixer, in modo da ottenere una salsa grossolana. Mettetela in una padella con la carne a pez­ zetti. Frullate la ricotta con il latte finché non sarà diventata una cre­ ma liscia. Per la pasta: spezzate in tre le zite e lessatele in acqua bollente sala­ ta. Scolatele al dente e versatele nella padella con la cipolla e la carne; aggiungete un filo di olio, un pizzico di formaggio grattugiato e saltatele per un minuto. Servite le zite sopra una cucchiaiata di crema di ricotta e completate con la carne sfilacciata tenuta da parte e qualche gambo di prezzemolo a rondelle.

Rotolo ai marroni Montate i tuorli con lo zucchero, unitevi la farina setacciata insieme con il cacao quindi completate con gli albumi montati a neve.

Ingredienti per 12 persone 300 g confettura di marroni 150 g mascarpone 125 g zucchero semolato 75 g farina 20 g cacao in polvere 2 uova Maraschino burro per la teglia

Stendete il composto su una placca imburrata e coperta di carta da forno, anch’essa imburrata, formando un rettangolo, e infor­ natelo per circa 10 minuti alla temperatura di 180°. Sfornate il biscotto ottenuto poi lasciatelo intiepidire Pennellate tutta la superficie con Maraschino e acqua in parti uguali, quindi spalmatela con la confettura di marroni, perfettamente amalga­ mata con il mascarpone. Arrotolate il dolce su se stesso, infine taglia­ telo in 24 trancini.

Pesce spada alla menta e miele con insalata tiepida di sedano Ingredienti per 4 persone: 700 g trancio di spada 120 g sedano verde 120 g cipolla rossa menta olive taggiasche miele aceto bianco olio extravergine di oliva sale

Per la ricetta del pesce spada alla menta e miele con insalata tiepida di sedano, mondate la cipolla, tagliatela a spicchi, conditela con un cucchiaio di aceto un cucchiaino di miele e una presa di sale. Lasciatela riposare per 20 minuti. Mondate il sedano, tagliatelo a pezzetti e scottatelo in acqua bollente salata per 7­8 minuti. Scolatelo. Saltate la cipolla in una padella calda, velata di olio, per 2­3 minuti. Mescolate sedano e cipolla e completate con un cucchiaio di olive e un filo di olio. Per il pesce spada: cospargete il trancio con un filo di olio e un cucchiaio di miele; massaggiatelo con le mani per distribuire il condimento su tutta la superficie, bordi compresi. Aggiungete qualche foglia di menta e lasciate insaporire il pesce per 20 minuti. Cuocetelo poi in padella con 2 cucchiai di olio per circa 4 minuti, voltandolo su tutti i lati, anche sui bordi, in modo che arrostisca uniformemente all’esterno, lasciando il cuore rosato. Tagliate il trancio a fettine e servitelo con l’insalata tiepida. Completate con un filo di miele e foglioline di menta.

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COMUNICATI STAMPA

Carta d'identità elettronica in Svizzera L'Ambasciatore Silvio Mignano scrive ai connazionali

Cari connazionali, è con grande piacere che vi comunico che da oggi prende avvio in tutta la rete consolare svizzera il progetto di rilascio delle Carte di identità elet­ troniche (CIE). Da oggi infatti sarà possibile iniziare a prenotare la richiesta di questo ulteriore servizio, disponibile a partire dal 16 novembre, per i connazionali residenti nella circoscrizione consola­ re e in possesso del codice fiscale. La nuova Carta di identità elettronica sostituisce la carta in formato cartaceo e rientra nell’importante sforzo intrapreso dal nostro Ministero degli Affari Esteri e della Coope­ razione Internazionale, unitamente al

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Ministero dell’Interno, per sempli­ ficare e digitalizzare la Pubblica Amministrazione. La Carta di identità elettronica è un documento multifun­ zionale che attesta l’identità del cittadino con un elevato livello di sicurezza, fornisce allo stesso un’iden­ tità digitale per accedere ai Servizi erogati online dalle Pubbliche Ammi­ nistrazioni Italiane ed è al contempo un documento di viaggio riconosciuto nei Paesi europei e in quelli con cui l'Italia ha stipulato specifici accordi. A differenza del passaporto o della carta di identità cartacea, tuttavia, si tratta di un documento che i nostri uffici consolari non potranno rilascia­ re a vista: a seguito dell’appun­ tamento, la richiesta verrà trasmessa telematicamente all’Istituto Poligra­ fico e Zecca dello Stato (IPZS) a Roma per la stampa e il successivo invio per posta raccomandata diret­ tamente all’indirizzo indicato dal­ l’utente, di norma entro 2 o 3 settimane. Tutte le nostre cinque Sedi consolari si stanno preparando ad offrire que­ sto servizio, atteso da tempo dalla collettività italiana residente in Svizzera. Ci attendiamo una forte richiesta nei prossimi mesi e siamo consapevoli che ci sono ancora dei connazionali la cui richiesta di carta di identità cartacea non era stata conclusa a causa dei rallentamenti imposti dalla pandemia e dall’alto

numero delle richieste ricevute. I nostri uffici consolari, che sono già attivamente al lavoro per assicurare una transizione più efficace possibile, informeranno queste persone sulle modalità concrete con cui potrà essere effettuata la conversione in richiesta per carta di identità elet­ tronica. Se in questa prima fase di tran­ sizione, che comprende la conver­ sione delle vecchie domande di carta di identità cartacee, le richieste per la nuova CIE fossero troppo consistenti, allora potrebbero verificarsi dei ral­ lentamenti: sarà invece importante che le richieste di CIE da parte dei connazionali si distribuiscano nel tem­ po e non vengano presentate tutte insieme. Mi appello quindi alla sensibilità dei nostri connazionali affinché compren­ dano, per chi è già in possesso di altro documento, di non presentare subito una domanda di carta di identità elettronica se non vi sia un effettivo bisogno proprio per evitare possibili difficoltà ai connazionali che necessitano invece della CIE quale loro unico documento d’identità. In questo senso la collaborazione tra le Istituzioni e il cittadino rappresenta una chiave per garantire servizi più efficienti ed inclusivi, mentre i nostri uffici rimangono pronti ad assistere quei connazionali maggiormente in difficoltà e in stato di bisogno.


COMUNICATI STAMPA

Nuovo DPCM Spostamenti da e per l'estero Il 3 novembre è stato approvato un nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dispone una serie di limitazioni sul territorio nazionale e riprende la disciplina già contenuta nei DPCM del 24 ottobre e del 13 ottobre 2020 in tema di spostamenti da/per l’estero. Le disposizioni contenute

nel DPCM 3 novembre 2020, salvo modifiche, sono valide fino al 3 dicembre 2020. Possono essere disposte ulteriori limitazioni per specifiche aree del territorio nazionale o specifiche limi­ tazioni in relazione alla provenienza da specifici Stati e territori esteri. Singole Regioni potrebbero imporre

a chi proviene da alcuni Stati o territori esteri il rispetto di particolari obblighi. Prima di partire per rien­trare in Italia, si raccomanda di veri­ficare eventuali disposizioni aggiun­tive da parte delle Regioni di destinazione, contattandole diretta­mente o visitandone i rispettivi siti web.

Per maggiori informazioni, si invita a consultare il Focus: Cittadini Italiani in rientro dall’estero e cittadini stranieri in Italia (link al sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale)

Pensionati truffati L'appello dei Presidenti dei Comites di Zurigo e Basilea al Segretario Generale della CGIL, Maurizio Landini Egregio Segretario Generale della CGIL Maurizio Landini, Le scrivo come presidente del COMITES di Zurigo, l’organismo istitu­ zionale che, come primo compito, è chiamato a tutelare i diritti e l’ita­ lianità della comunità italiana nella propria Circoscrizione consolare. Leg­ ge n. 286 del 23 ottobre 2003. All’anagrafe consolare di Zurigo sono iscritti circa 220.000 italiani. Lei sarà certamente a conoscenza della maxi truffa, avvenuta a Zurigo, ai danni di lavoratori italiani, commessa dall’al­ lora direttore del Patronato INCA­CGIL, Antonio Giacchetta. Lavoratori italiani che si erano rivolti all’INCA di Zurigo per avere assistenza. Con falsificazio­ ne di documenti, Giacchetta ha sot­ tratto loro, in modo subdolo, l’intera Cassa Pensione. I casi accertati, su denuncia alla Magistratura Svizzera, sono stati 76, per un totale di oltre 11 milioni di CHF. Se si tiene conto dei documenti falsificati e delle denunce non fatte il numero può considerarsi triplicato. Nel 2013 il tribunale di Zurigo ha con­ dannato l’INCA CGIL a risarcire i truffati, che a seguito di ciò ha dovuto dichiarare fallimento. La Magistratura svizzera ha quindi fatto chiudere tutte le sedi del Patronato INCA­CGIL della Svizzera, mettendo in strada anche le 21 persone impiegate. Nel 2015 Il Tribunale di Zurigo ha condannato Antonio Giacchetta a nove anni di carcere, ridotti poi nel 2017 a 7 anni e tre mesi di detenzione. Al termine della pena Antonio Giacchetta dovrà lasciare la Svizzera. L’INCA­CGIl italiana ha sempre soste­

nuto di non dover rimborsare i truf­ fati, ritenendosi non responsabile del­ l’accaduto, in quanto la sede Svizzera avrebbe avuto un proprio Statuto autonomo. Non è nostro compito en­ trare nel merito giuridico della que­ stione, sarà compito della Magi­ stratura. Dal punto di vista etico e morale è doveroso sottolineare che l’INCA­CGIL in Svizzera è nella sostan­ za una “filiale” dall’INCA CGIL italiana che viene sovvenzionata, attraverso l’INPS, dal Ministero del Lavoro italia­ no. Questo comportamento del Patro­ nato del più importante sindacato italiano è per noi inspiegabile. Tale comportamento è stato disapprovato da tutte le forze politiche operanti in Svizzera. Di recente un tribunale di Roma ha ritenuto l’INCA­CGIL italiana responsa­ bile dell’accaduto, ordinando che la

stessa debba risarcire il signor Cosimo Colvello, uno dei truffati di Zurigo, del danno subito. In seguito l’INCA CGIL italiana ha inoltrato ricor­ so su questa sentenza! Lo scorso venerdì, 9 ottobre 2020, c’è stato un incontro con le 12 famiglie dei truffati che intendono andare avanti per otte­ nere giustizia. Sono le persone che hanno subito il danno maggiore. Complessivamente la somma da rimborsare per i casi non andati in prescrizione ammonta a circa 2,5 milioni di Franchi svizzeri. Nell’incontro con le famiglie è scatu­ rita anche la possibilità di vedere se si può trovare una soluzione extragiu­ diziaria a questa incresciosa faccen­ da. I due COMITES della Svizzera chiamati a sostenere le famiglie truffate chiedono di valutare una soluzione in tal senso. Oltre al COMITES di Zurigo, questa lettera viene sottoscritta anche dalla Presidente del COMITES della Circo­ scrizione consolare di Basilea, dott.ssa Nella Sempio, dove risiedono alcune famiglie dei truffati. Signor Segretario Generale, Lei ha fama di strenuo difensore dei diritti dei lavoratori. I truffati da un direttore dell’INCA CGIL sono tutti lavoratori italiani emigrati in Svizzera per lavoro, che sono stati depredati dell’intera pensione integrativa, obbligatoria in Svizzera, per poter vivere senza ricorrere al sociale. Alcuni di loro sono nel frattempo deceduti anche per l’amarezza e il dispiacere. È nell’interesse di tutti togliere questa macchia nera dalla storia dell’INCA CGIL. mercoledì 11 novembre 2020/

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TEMPO LIBERO

CRUCIVERBA

L'oroscopo della settimana dall' 11 al 18 novembre

ARIETE Basta guardarvi per capire che sembrate scivolati dentro a un racconto russo. Tanta è la forza vitale del vostro segno, tra sfacciataggine e colpi di testa sentimentali. Correrete incontro a nuove esperienze. TORO Mercurio tenterà di destabilizzare ogni vostra decisione. Ormai siete addestrati a confronti e imprevisti sia nel lavoro che nella relazione. Si procede con passo veloce e deciso. GEMELLI Si respira nell’aria un esaltante appetito di vita. Venere restituisce un’emozione che sembrava persa come occhiali da sole dimenticati al tavolo del bar. Ci si innamora finalmente! CANCRO Nel giro di pochi giorni Mercurio risistema progetti e idee lasciati a riposare troppo a lungo. E diventa premessa di un grande riscatto per il vostro segno che si è battuto contro un 2020 feroce. LEONE Con l’ingresso di Mercurio in Scorpione, non potrete nascondere nulla. Il pianeta della comunicazione sparge una certa inquietudine. Sarà vostro compito risolverla alla luce del sole. Lavorate su una relazione.

ORIZZONTALI 1 . Localita' turistica tunisina­8 . Destra in breve­10. Fabbrica anche panieri­11. Centro Europeo Cinematografico­12. Monte sotto cui e Matera­13. Quello da seta dà seta­15. Centro Nazionale Trapianti­16. Consorzio Nazionale Dettaglianti­17. Ascoli Piceno­19. Allontana i cattivi odori­21. Tre di recondito­23. Lira senza fine­24. Centro di ..pelle­25. Persiana­28. Solo in centro­29. Sicura ­ senza dubbi­30. Anfibio­32. Oscura ­ cupa­33. Emmanuelle ­ attrice francese­35. Fine di insorti­36. Il Prosper tra gli scrittori francesi­38. Vocali di Dean­39. Mandare in malora (8)

VERTICALI 1 . Monte Carlo­ 2 . Organo europeo internazionale­3 . Nostro Signore Gesu' Cristo­ 4 . Comune del frusinate­ 5 . Lo stadio in cui il Cagliari può ricevere più tifosi­ 6 . Lo zio del muchacho­7 . Sempre in bocca all'egocentrico 8 . Una Yvonne del cinema­9 . Grossa tazza­11. Si spingono con le pagaie­13. Investimenti bancari­14. Prelevare per il trasporto­16. Bisacce da cacciatori­18. Interruttore a pulsante­20. Cattiva ­ perfida­22. Quelli fioriti sfilano a carnevale­26. La sigla dell'acido nitrilotriacetico­27. Il nome di Delon­31. Lo e' una pistola­ 33. Unità di misura di energia di particelle­34. Fine di Walter­36. Modena­37. Escursionisti Esteri(2)

La soluzione a pag. 28 38

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VERGINE Simpatici e sorprendentemente elastici. Così lucidi sulla realtà da non farvi più strumentalizzare da nessuno. Era ora. Merito dell’ultimo quarto di Luna in Leone, che insieme a Venere sta tessendo per voi una solida trama di istinto e praticità. BILANCIA Venere nel vostro segno illumina e rinforza relazioni sentimentali un po’ stanche. Marte opposto produce scintille sentimentali e sfida le nuove relazioni con accensioni intriganti. L’ultimo quarto di Luna risolve una querelle professionale. SCORPIONE Mercurio vi fa procedere a passo sicuro verso grandi soddisfazioni professionali. I pianeti in Capricorno lavorano per farvi raggiungere una stabilità autentica. Meno permeata dal timore di perdere. E di perdersi. SAGITTARIO Un fatto deve essere chiaro: non potete più infilarvi nelle solite modalità amorose che rivendono il passato come novità dell’anno. D’ora in avanti dovrete rimettere in gioco la vostra identità senza bluffare con i sentimenti. CAPRICORNO C’è sempre un’idea che gira e rigira per la testa, una necessità di espressione che vaga solitaria alla ricerca di un luogo dove sostare. Mercurio la intercetta e la fa sua. E a poco a poco si uniscono i puntini di un progetto. ACQUARIO Dovete fidarvi di chi vi sta accanto. Siete disposti a cambiare il tono di qualche eccesso dialettico? Marte e Venere sono ottimi moderatori. PESCI Mercurio in Scorpione da oggi sarà l’apripista che accende nuovi interessi professionali. Tutto cambia in fretta. Un magnifico procedere che rimette in sesto anche il cuore.


COMUNICATI STAMPA

Pensionati all'estero: servizio di videochiamata In considerazione dell’emergenza sanitaria in corso, l’INPS e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale hanno condiviso un progetto che prevede la possibilità, per i pensionati che riscuotono all’estero e che stanno ricevendo da Citibank NA i moduli di richiesta di attestazione dell’esistenza in vita, di rapportarsi con gli uffici consolari tramite un servizio di videochiamata. Questa nuova modalità, che si aggiunge alle consuete modalità per cui è prevista la presenza fisica del pensionato presso un soggetto qualificato cd. testimone

accettabile, abilitato ad avallare la sottoscrizione del modulo di dichiarazione dell’esistenza in vita, potrà essere utilizzata anche dagli operatori di patronato accreditati come testimoni accettabili e abilitati al “Portale Agenti”. Per informazioni aggiornate sulla campagna di verifica dell’esistenza in vita dei pensionati che riscuotono all’estero, inoltre, è possibile consultare la pagina Accertamento esistenza in vita dei pensionati che riscuotono all'estero.

Lorena tantissimi auguri per i tuoi magnifici 7anni. Buon compleanno dai nonni, mamma, papà

Domenica dalle 7 alle 12

e dalle tue sorelle.

(FM97,5), DAB+

mercoledì 11 novembre 2020/

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mercoledì 7 ottobre 2020/

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