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Sotto la lente Il Biotestamento

l’altraitalia

numero 33 - ottobre 2011

Fr. 5.20 Euro 5.00

la voce e l’immagine degli italiani nel mondo

L’INTRUSO

Nostalgia del bunga bunga ISTRUZIONE

DIE SCHÖNSTEN ECKEN ITALIENS

Quale scuola?

Vieste

www.laltraitalia.eu



EDITORIALE di Maria C. Bernasconi

La vita umana è sacra e la sua espressione più alta è la libertà! L'argomento che tratteremo questo mese nel nostro “sotto la lente” non mette certo allegria ed è sicuramente, per molti di noi, uno di quegli argomenti tabù da non approfondire, anzi, forse nemmeno da sfiorare. Ma occorre avere il coraggio di parlarne nell'interesse dei più deboli e di coloro che si trovano ad essere confrontati con un destino che, con loro, non è stato certo magnanimo. In Italia, la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge contro il testamento biologico e se passerà anche al Senato, gli italiani non potranno più decidere nemmeno della loro vita. Non posso, questa volta, esimermi dall'esprimere il mio parere visto che ho un'opinione ben precisa della libertà individuale. Non può essere una prerogativa dello Stato imporre a chicchessia se e come deve essere curato; è unicamente diritto di ogni individuo decidere della propria vita, della propria dignità. Fortunatamente io vivo in Svizzera dove la democrazia liberale mi riconosce il diritto di non essere sottomessa alle decisioni di terzi, anche estranee, dunque non solo parenti e amici, ma anche medici e sacerdoti, per ciò che attiene al mio, e sottolineo, unicamente mio, sacrosanto diritto di decidere della mia sorte. Da tempo sono iscritta ad una delle associazioni presenti sul territorio elvetico che mi garantisce la libertà di poter morire, qualora dovessi essere colpita da una malattia incurabile, quando e come vorrò io. E non penso di essere, per questo mio modo di pensare, nè malinconica nè instabile, né tanto meno bizzarra; ho solamente riflettuto a lungo, spontaneamente e responsabilmente, su quelle che potrebbero essere le conseguenze di una grave malattia. Non ho potuto decidere la mia nascita, ma pretendo di poter “gestire” la mia morte e quindi evitare accanimenti terapeutici e quant'altro sul mio corpo, la mia mente, il mio spirito. Ma, torniamo all'Italia. L'articolo 32 della Costituzione che garantiva la libertà di autodeterminazione della persona è, di fatto, venuto a mancare con la firma di 278 deputati che hanno votato, a scrutinio segreto, una legge che ritengo totalitarista: non si può essere costretti a “vivere” per volere dello Stato o per l'etica imposta da qualche visione religiosa. A nulla sono servite le lotte, che tutti conosciamo, di Welby e della famiglia Englaro. Piergiorgio Welby, costretto dalla distrofia muscolare a vivere immobilizzato grazie ad un respiratore artificiale, ha combattuto per affermare il suo (e quello di tutti noi) diritto a interrompere le terapie. Il medico che staccò il ventilatore polmonare e somministrò una sedazione per garantirgli un trapasso senza sofferenza, subì processi penali e professionali dai quali fu poi assolto. Peppino Englaro e la sua famiglia impiegarono 17 anni prima che un Tribunale riconoscesse la volontà della figlia Eluana di rinunciare alla nutrizione artificiale qualora si fosse trovata nella condizione di stato vegetativo. Quello che non mi è chiaro è come mai, visto che tutti i sondaggi dicono che la maggioranza degli italiani e degli stessi cattolici è della mia stessa idea, chi poteva mobilitare le masse per sostenere questa causa non lo ha mai fatto! È forse la paura, la disinformazione o semplicemente il non volerne parlare per una forma di esorcizzazione, che ha impedito loro di agire? Oppure il timore di indisporre quelli che la pensano diversamente? l’altraitalia 1


l’altraitalia Editore l'altraitalia Postfach CH 8636 Wald (ZH) 0041 (0)56 535 31 30 info@laltraitalia.eu www.laltraitalia.eu Direttore Responsabile Maria Bernasconi Vice direttore Manuel Figliolini Direttore di Redazione Rossana Paola Seghezzi

SOMMARIO Sotto la lente IL BIOTESTAMENTO Le DAT Tutti tranne l’Italia Piergiorgio ed Eluana Suicidio assistito

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L’INTRUSO Nostalgia del bunga bunga

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OPINIONI Frecciatine

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I SEMI DELLA GIOIA Parole che fioriscono dal silenzio 11

ASTROLOGIA

Collaboratori Giovanni il Battista Gianmaria Bavestrello Umberto Fantauzzo Patrizia Gioia Federico Gironi Simona Guidicelli Teresita Lanzo Christian Lombardi Marco Minoletti Chiara Morassut Cristina Passeri Armando Rotondi

L’oroscopo del mese

L’Accademia della Crusca

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Foto rsp futura sagl

MODA L’alternativa alla moda patinata

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Redazione grafica e stampa VisualFB - Magliaso visual.fb@bluewin.ch Webmaster Alfredo Panzera

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ATTUALITÀ ISTRUZIONE Quale scuola?

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SOCIETÀ Caro sconto ... quanto mi costi Italians Worldwide Network

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CULTURA STORIA

CINEMA Questa storia qua Il Faust di A. Sokurov Cineturismo

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ENOGASTRONOMIA Il ritorno della castagna

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BENESSERE E SALUTE

Contatti redazione@laltraitalia.eu Pubblicità info@laltraitalia.eu

La cicoria

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Für unsere deutschsprachigen Freunde Vieste Padre Pio

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ATTUALITÀ

L’intruso di Maria C. Bernasconi

Nostalgia del bunga bunga L'anno scorso, di questi tempi, l'Italia era alle prese con le allegre festicciole del Presidente del Consiglio nella sua villa diArcore e di ciò se ne discuteva animatamente. Giorno dopo giorno il Paese scopriva come il suo Capo di governo trascorreva le serate e quanto generoso fosse nel regalare, alle giovani e allegre fanciulle che gli tenevano compagnia, qualche decina di migliaia di euro, qualche gioiello o qualche appartamento nel famoso residence dell'Olgettina. Gli italiani si chiedevano cose volesse dire escort e cosa la distinguesse da una prostituta. L'Italia intera si chiedeva da chi fosse gestito il traffico delle briose donnine e teneva d'occhio tre persone vicine al Cavaliere: il fido Fede, l'affarista Lele e l'innamorata del cavaliere, Nicole. Il virus del bipolarismo aveva colpito, anche in quella occasione, il gossip sulle notti brave del Cavaliere e l'Italia si divideva a metà. Da un lato (prevalentemente persone di sesso maschile che invidiavano profondamente il Cavaliere per i suoi festini) c'era chi era schierato a favore dell'indagato del Consiglio sostenendo che, in fondo, tutto quel pettegolezzo riguardava la sua vita privata. Affari suoi come decideva di trascorrere il suo tempo libero! L'altra metà del Paese chiedeva a gran voce le dimissioni del Premier perchè scandalizzata e certa del fatto che le nottate in villa distraevano il Presidente dalla sua attività di Capo del governo. Ovunque vi fossero tre persone che si incontravano per qualche motivo, finiva che l'argomento principale della discussione diventava il famoso bunga bunga del Presidente Berlusconi. Niente crisi, nessun altro problema! Bei tempi, bella stagione quella che ora viene ricordata con nostalgia anche da coloro che erano fra i più arrabbiati con il Cavaliere! Ora i problemi sono ben diversi: si parla di soldi e quei tempi sembrano così lontani da sembrare un bel sogno svanito. Quest'anno il bunga bunga è di altro genere. Oggi si parla dell'Italia che sta affondando. Altro che parlare di un anziano signore che si trastulla con giovani e belle ragazze! Quelle certezze non ci sono più! Una mattina sono i pensionati a ritrovarsi nella disperazione più totale. Dopo qualche ora possono risollevarsi, le loro sorti migliorano, ma peggiorano quelle di altri cittadini investiti della notizia di un aumento dell'IVA. Poi tocca ai lavoratori pubblici a cadere nella depressione. Ma dura poco perchè è il turno degli evasori (una di quelle categorie più protette del Paese!). Poi ci sono i calciatori che annunciano lo sciopero perchè si va a intaccare il loro stipendio, ma il giorno dopo passa la paura. Insomma, la danza inizia con una prima rappresentazione a luglio, prosegue con quello che poteva sembrare un secondo atto, ma poi continua in una confusione totale fino a pochi giorni fa. Alla mattina ogni cittadino, appena alzato, iniziava a fare i conti di quanto avrebbe dovuto sborsare, ma erano conti che non trovavano mai fine. Ci voleva la tirata di orecchie di due autorevolissimi personaggi (Napolitano e Draghi) per porre fine alla danza che altrimenti avrebbe sfinito gli italiani. Non è che ora la situazione sia migliorata: i cittadini sono sempre confusi, continuano a fare calcoli e non sanno ancora con esattezza quanti soldi dovranno tirar fuori dalle loro tasche. Gli italiani sono stanchi e la situazione è al limite della nevrosi. Niente più certezze, niente più notizie sulle quali discutere animatamente per ore, giorni interi perchè, nel giro di pochi minuti, diventano vecchie e sorpassate.

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OPINIONI

Frecciatine di Giovanni il Battista

Così carino, così dolce Storie di ordinaria quotidianità Dopo 2 mesi E allora?

Dimmi tutto, raccontami! Com’è, com'è? Un po’ di calma! Lo conosco da quattro giorni, ma è veramente carino, gentile, un vero portento! È sempre puntuale, ha sempre un fiore per me, sa sempre di pulito, di profumo delicato, a letto non fuma, non forza mai le situazioni. Anche sessualmente mi rispetta: è delicato. Fa molto sport, assomiglia un po’ a Matt Damon. Ha un lavoro a contatto con le persone: molto particolare! Mi telefona almeno 15 volte al giorno, ha sempre tempo per me: dice che quasi ha dimenticato i suoi amici! Sono innamorata pazza! Come sono fortunata!

Va, funziona ... Wow! È venuto a vivere da me: sono contenta, almeno staremo più assieme. In casa mi da una mano: letto, aspirapolvere, rifiuti. Non è più così puntuale: giovedì mi ha fatto un bidone, sono rimasta quasi tre ore ad aspettarlo alla stazione; non mi rispondeva al cellulare. Quando è arrivato si è scusato: il cellulare “non prendeva” e aveva un meeting con un cliente incavolato. Sarà il caldo, ma ha regolarmente la barba non fatta e puzza di sigarette: ha sempre le orecchie piene di cerume! Prima voleva fare all'amore tutti i momenti: ora è frettoloso, dura poco e dopo mi lascia regolarmente sola sul letto. Fa anche qualche scorreggia ... Fine settimana al mare, come quello stupendo di qualche tempo fa, non ne abbiamo più fatti: dice che è impegnato con la sua squadra di calcetto nel campionato regionale. Ci resta solo una pizza la domenica sera ... Sovente mi dice che ha talmente tanto lavoro che non riesce più a chiamarmi. Niente più fiori, non mi telefona quasi più, scorreggia, rutta, non sa più di pulito, non andiamo più a ballare. Dopo 7 mesi Ti ho vista all'uscita del Cinema Odeon l'altra sera...eri sola ...

Dopo 3 settimane E allora? Sempre stupendo! Siamo stati due giorni al mare: bellissimo. Aveva dimenticato il portamonete a casa e ho dovuto pagare tutto io! Fortunatamente qualche soldo l'avevo: me li ha però restituiti quando siamo tornati, qualche giorno dopo. La prima sera era un po’ brillo, dice che non ha l'abitudine di bere vino bianco: era divertente! Si sta lasciando crescere la barba: gli da fascino! Disturba un pochino quando siamo nell'intimità: mi arrossisce la pelle. Abbiamo fatto un'escursione in barca, ha voluto che provassi a fare una specie di immersione con la maschera. Mangia sempre pasta come primo, dice che a casa la mamma lo coccola ... Aveva dimenticato lo spazzolino da denti! Mi porta spesso a ballare, mia passione, anche se lui non è un grande ballerino ... Non mi telefona più così spesso.

Da quando, per caso, abbiamo parlato di fidanzamento qualche cosa in lui è cambiato. È sempre più freddo ... lontano. Viene di sera a casa, chiede se vi è qualche cosa da mangiare, fa la doccia, la barba, mangia e poi riparte dicendomi che ha appuntamenti di lavoro e di scusarlo. Mercoledì scorso mi ha chiesto se posso aiutarlo a pagare un paio di fatture di casa sua: è in un periodo di bassa con il lavoro. Mi dice che sta cercando qualche cosa d'altro, di nuovo, dove si trova attualmente non lo capiscono. Domenica sera lui mi ha chiamato Sabrina (io mi chiamo Giulia). Mi sono adirata: si è messo ad urlare. Dice che sono come le altre: gelosa e possessiva. Sabrina è semplicemente un'assistente al lavoro. La sua bella Spider rossa sembra essersi volatilizzata, ora ha regolarmente una Fiat, una abbastanza datata ... Lui dice che la Spider è in officina per revisione ... non gli ho chiesto altro: non vorrei che si arrabbiasse. Quando lo fa gli si forma la bavetta bianca agli angoli della bocca ... mi fa

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anche un po' schifo ... Lunedi mattina mi sono accorta che dal mio borsello mancavano 200 euro: tento di non pensare male ma mi sorge un dubbio che il mio lui se ne sia impossessato. Continua a fare rutti, scoregge ed ogni sei parole ci mette un'imprecazione ... caz... mi disturba enormemente... Io però lo amo: mi ci sono anche abituata ... Niente più fiori, non mi telefona quasi più, scorreggia, rutta, non sa più di pulito, non facciamo quasi più all'amore o se lo si fa ... dura cinque minuti. In casa non mi aiuta più e non andiamo più a ballare. Dopo 1 anno

ne, sei sempre con i tuoi amici, parli male di me a tua madre, sei sempre sporco, scorreggi, rutti, bestemmi sempre. Mai un fiore, un regalino, un fine settimana da soli al mare, come la prima volta. Mi hai rubato soldi, ti ho dato soldi e non li hai mai restituiti. Non ti pulisci mai le orecchie, resti poco a casa e quando resti ti addormenti sul divano o davanti al PC giocando alla play-station. Fumi in soggiorno, in toilette, a letto e mi bruci le coperte. Mi hai raccontato balle sul lavoro, sulla Spider, sui tuoi sentimenti. Ho parlato con la tua amica Sabrina: mi ha detto che non vi vedete più da due mesi perché anche lei si è stufata di un ... coso ... come te!” Ha avuto una crisi isterica, mi ha insultata, ha fatto le valigie e se ne é andato sbattendo la porta.

Non ti fai più vedere, come mai? E tu? Ho tanti problemi con il mio lui. Non lo vedo quasi più se non quando ha bisogno di soldi o torna a dormire ... quando torna. Mi ha telefonato ieri sua madre dicendomi di lasciare in pace suo figlio che è da sei mesi che non lavora ed ha perso il posto perché stava sempre con me giorno e notte!!! Quando arriva a casa, di solito di sera, é sempre alticcio, mi fa un po' di moine, qualche volta in cinque minuti mi costringe a fare una “specie di amore”, fa la doccia e se ne va. Se è un giorno sfortunato prima di lasciarmi mi chiede qualche soldo. Gli voglio bene, come ad un amico, ma non riesco più a sopportarlo. Glielo devo dire, ma ho paura della sua reazione. Mi sono decisa: ho azzardato ieri che dobbiamo parlare della nostra situazione. Mi ha risposto: perchè? Va tutto bene, cosa vuoi ...? Non andiamo più a ballare, niente più fiori, non mi telefona più, scorreggia, rutta, non sa più di pulito, non facciamo quasi più all'amore o se lo si fa, come ti ho detto, dura pochi minuti. Ne ha sicuramente un'altra, ha sempre bisogno di soldi.

Ho pianto per 30 secondi; poi ho cominciato a respirare forte, a dirmi brava, brava, brava. Mi sono messa a ridere come una pazza;, non la finivo più. Ho aperto una bottiglia di vino, ne ho scolata metà, senza bicchiere. Mi sono messa a cantare senza più smettere per un bel po’. Poi, quando l'adrenalina si è mischiata al vino bevuto (sono praticamente astemia) la testa ha cominciato a girare, girare e mi sono sentita leggera, leggera ... Mi sono risvegliata il mattino dopo rilassata, come se fossi uscita da un incubo! Mi sono messa ancora a cantare ed a ridere: poi ho avuto un sobbalzo ... Era mercoledì, erano le dieci di mattino e avrei dovuto essere già da circa tre ore al lavoro. Mi sono fatta una doccia e mi sono messa a riflettere. Mi dicevo che mi sarei comperata un gatto nero a striscioline azzurre: sarebbe stato il mio nuovo, ignaro compagno ... Al diavolo i bipedi con la proboscide sempre piccola, penzolante e puzzolente! Io sono un profeta: non so niente di vita in comune, di uomo, di donna. Conosco qualche gatto: mi sembra che non abbia e non crei molti problemi ... A naso mi sembra che le nostra amica non abbia fatto un scelta sbagliata ... fino al prossimo innamoramento ...

Dopo 1 anno e 3 settimane Allora, sei ancora viva? Ci siamo parlati: abbiamo litigato di brutto. Mi ha rinfacciato di avere l'alito sempre pesante, il sedere flaccido ed i capezzoli che restano sempre piatti quando mi bacia e che a letto sembro un manico di scopa senza nessuna fantasia. Dice che non ha più stimoli con me, ma che vuole continuare: “oramai - dice - conviviamo. Io mi trovo bene, facciamo uno sforzo di buona volontà; io ho le mie abitudini, te lo avevo detto da subito. Cosa è cambiato da allora?” Mi è salita l'adrenalina al cervello e mi sono sfogata: “so che da mesi ne hai un'altra. All'inizio eri gentile ed educato, premuroso, stavi sempre con me. È da tempo oramai che, progressivamente, ti sono indifferente, mi usi, quel poco, solo quando ti devi sfogare. Non hai mai avuto un lavoro fisso malgrado tu mi dicessi il contrario, vai a don-

Io sono sempre stato scapolo ... qualche capra ... qualche infiammazione ... Niente di grave ... poi passa ...

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ATTUALITÀ

Istruzione di Marco Minoletti

Quale scuola? Qualcosa nell’ingranaggio si è rotto “Siamo abitanti di un creato, nel quale tutto poggia sull'insegnamento” (Peter Sloterdijk, Devi cambiare la tua vita) Il sistema scolastico occidentale è parte integrante del sistema capitalistico. Tale sistema non è un mezzo, ma il fine stesso. Il sistema capitalistico è un sistema sociale di produzione che informa a sé tutta la nostra vita. È una visione del mondo, una Weltanschauung che è divenuta globale. Del resto, come idea regolativa esso è nato globale, come sistema sociale mondiale di produzione e quindi questo suo essere globale è il suo essere in sé e per sé. Esso impronta di sé tutto. La nostra visione della natura come utile e, non da ultimo, il sistema scolastico ed educativo che ne è parte. All’interno di questa grandiosa e totalizzante visione del mondo, improntata ad un’idea di prosperità e predazione infinita, la scuola si trova a giocare un ruolo chiave. In un pianeta in cui si saccheggia la natura in nome del profitto, che crea e genera ricchezza materiale, non c’è da stupirsi che le scuole si siano trasformate in succursali del mercato. L'insegnamento è soggetto alla domanda mercantile di finanzieri e padroni e a costoro non importa nulla di Platone, Leopardi, Agostino o Calvino. Sia comunque chiaro che, da buoni seguaci di Keynes, non esiterebbero a seguirne l'adagio "spegneremmo anche il sole e la luna se ci dessero dei dividendi" e a prescriverne lo studio qualora fossero quotati in borsa.

In una società realmente tesa allo sviluppo delle coscienze, della vita e dell'intelligenza sensibile, gli insegnanti dovrebbero essere posti nella condizione di diffondere i valori della solidarietà, della generosità, del rispetto per gli altri esseri umani. La prevenzione dei crimini contro l'umanità non comincia, forse, durante l'infanzia? Ma la scuola, purtroppo, non si occupa più della formazione dell'uomo, delle coscienze e dei "veri" valori della vita e, vittima dell'ingranaggio, ha subordinato il sapere alla domanda mercanti-

le. Una scuola al servizio di una scienza senza coscienza sforna soltanto individualisti esasperati, carrieristi ignoranti, giovani violenti e frustrati. Noi invece vogliamo una scuola che produca sapere, conoscenza e attitudini all'interesse civico legata alla qualità della vita e non subordinata alle leggi del mercato.Altro che meritocrazia, fuga di cervelli e baggianate simili, di cui si riempiono la bocca i beccai della politica. Lo sfacelo reale in cui versa il sistema scolastico italiano è sotto gli occhi di tutti. Gli insegnanti nell'ultimo ventennio hanno gradualmente perso non solo il loro ruolo e status sociale, ma anche la loro funzione propedeutica. In Italia, invece di avere il coraggio di affrontare analiticamente il problema della ristrutturazione del sistema scolastico, i giostrai del governo e le loro controfigure accademiche non hanno saputo far altro che diminuire la graniglia lasciando che il pollaio si aggiustasse di conseguenza. Lo stesso discorso vale per la diffusione della Lingua e Cultura italiana all'estero. Premesso che nel caso dei tagli per l'estero il preposto Ministero non può nascondersi dietro la foglia di fico della crisi generale dei mercati, poiché essi erano già stati predisposti da quel dì. Occorre rilevare che l'entità dei tagli agli enti gestori è tale da mettere in discussione la continuità dei corsi stessi e la possibilità per gli alunni di conseguire la Licenza Media o il Diploma di Certificazione Linguistica, già a partire da questo anno scolastico. Le contromisure di "razionalizzazione dei corsi" sono state imposte ad alcuni enti gestori da pretestuosi e compiacenti dirigenti scolastici, col risultato di avere in un'unica classe oltre venti alunni di 1a, 2a, 3a, 4a e 5a elementare con due sole ore di lezione settimanale. Tali contromisure non hanno impedito a qualche benpensante di avere la geniale idea di ridurre ulteriormente il tempo scuola o a qualche gestore di ente, in lista d'attesa per una patacca, di iniziare a fare i suoi bravi compitini con i quasi-ormai-nulli mezzi finanziari a disposizione. Il sindacato, di fronte a questo scempio che si sta commettendo ai danni della comunità, degli enti gestori e dei più di settemila lavoratori coinvolti nel settore a livello mondiale, si limita a guardare, nell'attesa che passi il cadavere del nemico di classe - colpevole di non appartenere alla Corporazione dei Giusti - e di poter finalmente riprendere in mano le carte da giocare sui vari tavoli di concertazione predisposti per la tutela dei pochi privilegiati della Casta. Appare evidente a tutti che, in una società in cui si trovano miliardi di euro per salvare gli speculatori finanziari e si negano gli spiccioli per la formazione e il futuro dei nostri figli, qualcosa nell'ingranaggio si è rotto. Soprattutto per quanto concerne la sfera dei valori umani e della solidarietà civile.

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ATTUALITÀ

Società di Chiara Morassut

Caro sconto ... quanto mi costi Se non è un pacco... poco ci manca A metà strada fra il risparmio facile e il consumismo più sfrenato, questa evoluzione moderna dei classici saldi mette a disposizione di tutti le più svariate offerte a prezzi stracciati: dalla cena completa, più vino, al prezzo a cui normalmente paghereste un panino, all’imperdibile corso di equitazione o di massaggio tailandese, fino alle vacanze nei posti dei vostri sogni col 70% di sconto.

Quando li hanno definiti “gruppi d’acquisto” mi sono venuti in mente quegli insiemi un po’ inverosimili di persone che, per risparmiare, acquistano grosse quantità di una determinata merce che poi si spartiscono, a volte con intento salutista: andiamo a prendere verdura e uova dal contadino che sono più buone e fanno più bene e aiutiamo anche il povero contadino in estinzione; a volte per puro lucro sotto forma di risparmio: l’equivalente moderno e moralmente accettabile dell’amico dell’amico che è grossista e può farti avere quella cosa a prezzo di costo saltando la catena alimentare che ci sta in mezzo. Ma se l’economia solidale è una realtà e i gruppi di acquisto solidale hanno tanto di acronimo (G.A.S), slogan, principi equi e solidali (un po’new age, ma sicuramente meritevoli), attività formative e modelli di sviluppo; e se il famoso amico che conosce il grossista non è sempre facile da trovare, da un po’ di tempo c’è un’alternativa comodamente alla portata di tutti. Risparmiare si può (e si deve) bastano i soliti fatidici “pochi click”. Sono i gruppi d’acquisto (appunto) online, piccole comunità che come unica ragione di vita (e di guadagno) hanno l’acquisto scontato.

Sono i siti per l’acquisto collettivo scontato, diffusi in tutta Europa, i due al momento più famosi nel panorama italiano, a spartirsi utenti e fatturato, sono Groupon e Groupalia. Il principio è semplice: il sito acquista una grossa quantità di una determinata merce o servizio e diventa una sorta di intermediario fra venditore e acquirente veri e propri, si assicura così un forte sconto da parte del primo e, previo scorporo del suo profitto, garantisce anche un notevole sconto al secondo che può aderire alle offerte direttamente acquistandole dal sito con condizioni e validità ben precise. Tutto bello e tutto bene quindi … beh solo apparentemente. Da un lato, sarà retorica, ma questa corsa all’acquisto facile ha un che di bulimico, fomenta il piccolo consumista che ognuno di noi ha dentro di sé, porta all’acquisto non per necessità ma per pura soddisfazione di aver fatto un affare. Con la formula dell’offerta a tempo (sbrigati, mancano solo 17 ore e poi questa fantastica offerta non ci sarà più) e della competizioni fra utenti (già 75 persone hanno acquistato questo pacchetto … e io, viene da chiedersi, cosa sto aspettando?) i consumatori sono quasi spinti ad acquistare quel corso di sub a cui prima non avevano nemmeno pensato vagamente di iscriversi o quel viaggio che non sanno se troveranno mai il tempo di fare. E, soprattutto all’inizio, sembra quasi di stare a Disneyland. Dall’altro lato, e qui andiamo molto più sul concreto, l’affare non è poi così imperdibile e anzi nasconde spesso quello che, se non è un pacco, poco ci manca. Il cliente che acquista il buono è, a tutti gli effetti, un cliente di serie B, e il prezzo inferiore si traduce molto spesso anche in inferiore qualità. Il ristorante dove si aveva prenotato la cena ti fa sapere, quando sei già lì, che in realtà non è compreso proprio tutto quello che era scritto sul buono, qualcuno si sarà

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sbagliato; il centro estetico ti dice che purtroppo per il trattamento che ti interessa sono disponibili solo appuntamenti ad orari assurdi, l’albergo in cui hai prenotato la settimana di relax al mare ha stanze libere da ottobre, e così via. Il consumatore insoddisfatto chiede a questo punto il rimborso del coupon e va a sbattere contro un servizio clienti praticamente inesistente che sì, forse assicurerà il rimborso (ma non si sa in che tempi). E se, anche, si spera, non hai perso niente in termini di soldi, alla fine quel click facile l’hai pagato in nervosismo e fastidio.

nativa. Chi ha perso in tutto questo? Groupon sicuramente. La mia vacanza di metà settembre a Ischia la farò lo stesso, ma la prossima volta starò più attenta a non farmi tentare da un’offerta troppo vantaggiosa.

E ora parliamo di vita vissuta. Quello che segue è il resoconto della mia prima (e ultima) esperienza con Groupon Italia. Vorrei potervi dire che l’ho fatto per voi, che mi sono sacrificata per il nobile intento giornalistico della ricerca della verità, ma non è così; ho acquistato su Groupon perché era una buona offerta, mi sono informata poco e mi è andata male, a mia discolpa posso solo dire che l’acquisto era programmato da tempo e non è stata una voglia indotta. Alla ricerca di un week end di vacanza a metà settembre incappo nell’offerta di Groupon: pacchetto per due a Ischia, mezza pensione, piscina, vicinanza alla spiaggia. Sconto notevole, l’avevano già acquistato in 47 e mancavano solo 6 ore alla fine dell’offerta. Potevo mai tirarmi indietro? Già pregustando il mio ultimo week end di mare, Visa alla mano, in pochi minuti l’acquisto è fatto. Buono in pugno, inizio a chiamare il numero per le prenotazioni e subito mi risponde la voce registrata del tour operator che mi informa che tutte le prenotazioni verranno gestite via e-mail e mi invita a scrivere la mia, scelta bizzarra, penso, ma scrivo. Scrivo e scrivo e nessuno mi risponde, chiamo il servizio clienti di Groupon al quale una ragazza molto giovane mi consiglia di attendere ancora un po’ … dipende da quando io avevo deciso di prenotare il week end e/o quando avevo le ferie (grazie, lo sapevo anche io), e alle mie domande mi fa sapere che loro purtroppo non hanno alcun contatto con la struttura in questione (ma non era un vostro partner?) e mi consiglia di chiedere un rimborso e di scrivere una mail a Groupon per ottenere maggiori informazioni.

Sono sicura che in molti hanno avuto, al contrario di me, un’esperienza completamente positiva, ma continuo a pensare che il cliente che paga in anticipo non dovrebbe essere lasciato a se stesso così come è stato fatto con me. A voi, sarà banale, consiglio di informarvi molto bene prima di acquistare alcunché. E comunque, quando, alle 8 di un sabato mattina, frequenterete un corso, convenientissimo, di, che ne so, cucina cinese, non dite che non vi avevo avvertito.

Nel frattempo controllo il mio account Groupon e il buono risulta utilizzato, ma sicuramente non da me, inoltre inizio a frequentare un po’ di forum e mi convinco sempre di più di aver preso un bel “pacco”. Scrivo quindi una accorata email di protesta contro la loro scarsa attenzione al cliente e mi rispondono con la loro e-mail preconfezionata sulle modalità per chiedere il rimborso. Sconfortata chiedo il rimborso e lo ottengo subito. Nel frattempo riesco a contattare direttamente l’albergatore che da tutta la colpa a Groupon e mi offre un’alterl’altraitalia 9


ATTUALITÀ

Società di Cristina Passeri

Italians Worldwide Network IWN: una nuova rete in azione al servizio degli italiani nel mondo Londra

Italians Worldwide Network - IWN é un think-tank indipendente e non-profit che ha come obiettivo principale la tutela dei diritti dei cittadini italiani all'estero e, quindi, quello di posizionare le loro necessità ed esperienze al cuore della politica italiana. A tal scopo, Italians Worldwide Network - IWN svolge attività di ricerca e propone delle soluzioni riguardanti la politica sociale, la giustizia, la strategia politica, l'economia, la scienza, le politiche industriali e commerciali dell'Italia. Guardando il Nostro Paese dall'estero con un occhio critico, il Network propone un modo nuovo e creativo di analizzare la politica per poter garantire la crescita e lo sviluppo dell'Italia, tutelandone l'immagine. La ricerca e la proposta di soluzioni presso le istituzioni italiane competenti avvengono esclusivamente attraverso il procedimento che abbiamo chiamato “LISTEN-ACTIMPLEMENT”. Dopo la prima fase di ascolto e di discussione dei problemi riguardanti gli italiani all'estero (LISTEN), ci organizziamo in diversi gruppi tematici per scrivere dei report (ACT). Dopodiché, contattiamo dei parlamentari italiani che siano interessati a trasformare questi report in vere e proprie proposte di legge (IMPLEMENT). Qualora un parlamentare non sia interessato, ci rivolgiamo ad un altro fino a raggiungere il nostro obiettivo. D'altronde, i problemi degli italiani all'estero non hanno colore politico. La trascrizione di policy documents, raccomandazioni al Governo Italiano, proposte di legge e report, rappresentano alcuni dei modi operandi che utilizziamo per raggiungere gli obiettivi appena citati. Siamo convinti che il percorso “LISTEN-ACT-IMPLEMENT”, seguito da IWN, faciliti l'information-gathering da parte delle istituzioni italiane, in modo tale da renderle consapevoli delle problematiche politiche e sociali e più efficaci durante il processo di policy-making e policy-implementation.

Consapevole del fatto che gli italiani all'estero sono organizzati in varie associazioni e sotto-associazioni che si occupano di diverse questioni - dai diritti dei lavoratori alle fonti energetiche rinnovabili, al settore della ristorazione italiana all'estero, ecc. - ma che, prese singolarmente, rimangono piuttosto limitate, IWN riconosce tra i suoi obiettivi la formazione di un network che colleghi queste diverse entità e ne aumenti le potenzialità. Nonostante la sua recente creazione, il Network si è attivato immediatamente per rispondere ad alcune questioni che interessano gli italiani all'estero. In particolare, ci siamo adoperati sin da subito per la modifica della legge Tremaglia riguardante il voto degli italiani all'estero.Atal proposito, ci siamo mossi dopo aver raccolto alcune testimonianze di concittadini residenti all'estero che riportavano alcune difficoltà incontrate in particolare durante l'ultima consultazione referendaria, tra cui il mancato ricevimento delle schede, l'invio di schede non vidimate e il conseguente annullamento del voto o le preoccupazioni in merito alla modifica dei quesiti referendari avvenuta dopo l'invio delle schede referendarie all'estero. La proposta avanzata dal gruppo di lavoro del network intende rendere più semplice e trasparente il metodo di voto degli italiani all'estero. In particolare, propone la sostituzione dell'attuale sistema di voto per posta con la costituzione di seggi presso le ambasciate, i consolati o altri luoghi di riferimento per le istituzioni italiane o, meglio ancora, con un sistema di voto per via telematica ad accesso unico a cui potranno accedere i cittadini iscritti all'AIRE, sistema simile a quello previsto da alcuni siti di home banking. Il Network è in continuo fermento e, al momento, stiamo valutando l'opportunità di avviare una nostra sezione editoriale.

www.italiansworldwidenetwork.org Italians Worldwide Network - IWN è nato a Londra dall'idea di un gruppo di giovani che si sono trovati a discutere e hanno scoperto di condividere la voglia di impegnarsi per il bene degli italiani all'estero. I fondatori, residenti a Londra per motivi di studio o di lavoro, sono: Michele Capaccioli, studente MA di International Politics presso la City University of London; Andrea Muzzarelli, laureato in Economia Aziendale, attualmente lavora come giornalista e traduttore free lance; Roberto Orsi, ricercatore presso la London School of Economics; e Cristina Passeri, laureata in Relazioni Internazionali.

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Rubrica di Patrizia Gioia

Le parole che fioriscono dal silenzio Poesia, parola che cura tra un Io e un Tu, solo nel dialogo, che non deve e non può essere dialettico, uno sterile dibattito, dove voglio convertirti alla mia ragione e visione, ma sarà “un circolo vitale” solo se, come scrive Raimon Panikkar: “Chi non scopre l’Amore, non trova Dio / Chi non trova Dio, non intravede il mistero del mondo / Chi non intravede il mistero del mondo, non incontra un tu / Chi non incontra un tu, non arriva al sé / Chi non arriva al sé non vive la vita / Chi non vive la vita, non scopre l’amore...e viceversa”. E allora pensiamo alla responsabilità della nostra Parola, una volta era la firma di un contratto, era la conferma della nostra onestà e dignità, era l’essenza del nostro “essere” nel mondo. La parola è “energon”, è energia che crea realtà, la parola nasce però dall’ascolto del silenzio, perché solo se prima sapremo ascoltare quel che dal silenzio arriva come “aspirazione e ispirazione”, saremo in grado di dire parole non vane. Dobbiamo però essere umili, pazienti e attenti, perché a volte crediamo di parlare con Dio e invece parliamo con i nostri fantasmi. Eccoci qua caro Amico, Amica, pronti per il nostro secondo semino. Mi auguro che il nostro primo incontro sia stato davvero “una mutua fecondazione” e che adesso, addomesticati, potremo ogni mese aspettarci con un po’ di impazienza. Per me, almeno, è così. Vorrei quest’oggi iniziare con una poesia e una riflessione insieme sul senso della parola e del linguaggio, caratteristica peculiare dell’essere umano che ci ha offerto una possibilità straordinaria di incontro e contemporaneamente di scontro, dato che la parola uccide a volte più crudelmente e insensatamente della spada. “Il mondo non è più degno della parola / l’hanno affogata dentro di noi / Rimane solo un mondo / per il silenzio dei giusti” Questa Poesia di Javier Sicilia, poeta messicano vivente, scritta per suo figlio Juan Francisco: “nino ingenuo e con un’anima nobile” ucciso il 27 marzo 2011 a 24 anni dai narcos della gang “Pacifico sur” con altri 6 amici, rapiti in un bar di Cuernavaca e trovati morti l’indomani, mi ha fatto e mi fa molto pensare a proposito della “Parola”, di questa straordinarietà dell’essere umano che sempre più dovrebbe aiutarci nella reciproca comprensione, nel saper sostare nella domanda dell’altro senza pretendere subito di avere una risposta, nel saper ogni volta chiedere: “ma cosa significa per te la parola Verità, Pace,Amore, Guerra ....?” Ci avete mai pensato che l’essere umano, nascendo, non inizierà mai a parlare se è sordo? E non vi siete mai chiesti quante volte noi siamo sordi alla parola dell’altro? Crediamo di parlare con qualcuno e invece stiamo semplicemente parlando con un altro noi stesso, con un altro Io, non con un Tu. La nostra vita è davvero vita piena solo nella relazione

“Non nominare il nome di Dio invano” significa rispetto e sapere che anche questa è una parola convenzionale, creata dall’uomo, per dire quel che non si può dire ma che è unicamente frutto della personale esperienza ( la fede, infatti, non è la credenza); nell’islam sono 99 i nomi di Dio perché il 100esimo possa essere il nostro. Anche Dio è una relazione tra un Io e un Tu, è ascolto del silenzio che risponde alla mia preghiera di aiuto, è la mia condizione finita che aspira all’infinito respirando nel respiro del cosmo. Se sono in questo reverenziale ascolto, ecco che allora posso comprendere e partecipare alla disperazione del Poeta che vuole rimanere “nel silenzio dei giusti”, luogo di quiete e di conforto, per rifocillarsi e poter riprendere la strada con rinnovata forza e nuovo coraggio, per ora sente spenta in lui anche l’energia creatrice della parola, “affogata dentro di noi”, ancora una volta, da un essere umano che ha reso indegno “il mondo”. Ma, non dimentichiamolo mai, il mondo, come Dio, non è fuori da noi, ma è parte costitutiva dell’essere umano, perché noi siamo co-creatori della realtà: “il regno dei cieli è dentro di te”. E allora cari Amici diamo noi coraggio all’amico Poeta, ognuno di noi è Poeta se saprà evocare la parola non vana, la parola che cura perché capace di ri-creare ogni volta la relazione d’amore. Ecco il nostro secondo semino da proteggere e coltivare: prestare cura e attenzione alla Parola che da noi fiorisce e sentirne il profumo e la capacità creatrice, che ogni volta dissolverà la nostra capacità distruttrice. Buon lavoro e a presto! Se volete approfondire l’argomento con Patrizia, potete scrivere a: patrizia.gioia@spaziostudio.net

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Al solito, nella speranza che un giorno il mondo possa essere migliore, senza imposizioni da nessuno, che siano laici o cattolici, di sinistra o di destra, mussulmani o induisti, quello che cerco è solo la libertà. Roberta Terpin Fin da piccoli ci insegnano a essere dignitosi, a comportarci con dignita', a mostrarci degni di... Dignita'. E poi? Smette di essere un valore quando siamo malati e stiamo per morire? Rosa Amarca Chiedere il rispetto delle scelte individuali di fine vita, non è altro che porre la persona prima di qualunque istituzione medica e quindi dello Stato. Un argomento al quale dovrebbero essere sensibili tutti i veri antifascisti, ma anche tutti i veri anticomunisti. Yuri Guaiana Ogni essere umano ha la sua inviolabile libertà di decidere della Propria Vita. Fabio Tirinato La libertà di scelta di ogni individuo non deve MAI essere calpestata, e soprattutto non deve avere colore politico! Fabiana Salvatola Nessuna costrizione è più odiosa del non poter decidere della propria vita. Alessandro Bracciali


IL BIOTESTAMENTO

dalla Redazione

Dichiarazione anticipata di trattamento Esegesi di un disegno di legge Le Dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) si applicheranno solo in caso di stato vegetativo accertato e non permettono, comunque, di sospendere alimentazione e idratazione artificiali Chi vorrà indicare quali trattamenti sanitari evitare qualora perderà la capacità di intendere e di volere può lasciare per iscritto una Dichiarazione anticipata di trattamento (Dat) che si applicherà, però, solo in caso di stato vegetativo accertato e non permette, comunque, di sospendere alimentazione e idratazione artificiali. E’ il dispositivo contenuto nel disegno di legge sul cosiddetto testamento biologico, approvato in seconda lettura dalla Camera dei deputati. Il provvedimento, composto di nove articoli, regola le “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento”. NOALL’EUTANASIA L’articolo 1 (Tutela della vita e della salute) vieta preliminarmente “ogni forma di eutanasia e ogni forma di assistenza o di aiuto al suicidio” e sancisce i principi della tutela della vita umana e della dignità della persona. ILCONSENSO INFORMATO Con l’articolo 2 (Consenso informato) il ddl provvede alla disciplina, con una norma di carattere generale, del consenso informato ai trattamenti sanitari, sempre revocabile e preceduto da una corretta informazione medica.

LE “DAT” E IL NODO DELLA NUTRIZIONE ARTIFICIALE L’articolo 3 definisce i “Contenuti e limiti della Dichiarazione anticipata di trattamento” (Dat) e rappresenta il cuore del ddl. Nella Dat il soggetto “dichiara il proprio orientamento circa l’attivazione o non attivazione di trattamenti sanitari” e può anche esplicitare “la rinuncia” ad alcuni trattamenti “in quanto di carattere sproporzionato o sperimentale”. Alimentazione e idratazione, che “non possono formare oggetto di Dat” - “devono essere mantenute fino al termine della vita, ad eccezione del caso in cui le medesime risultino non più efficaci nel fornire al paziente in fase terminale i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo”. La Dat, ad ogni modo, “assume rilievo nel momento in cui il soggetto si trovi nella incapacità permanente di comprendere le informazioni circa il trattamento sanitario e le sue conseguenze - è l’ultima modifica apportata dalla maggioranza con un emendamento approvato oggi dall’aula di Montecitorio - per accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico/sottocorticale”. Il ddl prevede, all’articolo 5 (Assistenza ai soggetti in stato vegetativo), che il ministero della Salute adotti linee guida per l’assistenza ospedaliera, residenziale e domiciliare per i soggetti in stato vegetativo, ma non stabilisce lo stanziamento di nuove risorse per questa problematica. FORMAE DURATADELLE “DAT” Le Dichiarazioni anticipata di trattamento, manoscritte o dattiloscritte, devono essere sottoscritte dal medico curante, hanno validità di cinque anni, sono pienamente revocabili, rinnovabili e modificabili. Non si applicano, però, “quando il soggetto versa in pericolo di vita immediato” (art. 4). Il ddl stabilisce l’istituzione di un Registro delle dichiarazioni anticipate di trattamento in un archivio unico nazionale informatico (art. 9). RUOLO DELFIDUCIARIO E DELMEDICO Il ddl prevede la possibilità che chi compila una Dat nomini un ‘fiduciario’ (art. 6). La Dat non ha carattere vincolante per il medico curante, il cui ruolo viene regolato dall’articolo 7. La Camera, peraltro, oggi ha eliminato ogni riferimento all’ipotesi di controversie sull’applicazione della Dat, sopprimendo tanto il “comma tre” dell’articolo 7 relativo al collegio medico chiamato a dirimere eventuali controversie tra medico e fiduciario, quanto l’intero articolo 8 relativo all’intervento di un giudice tutelare nel caso di assenza di un fiduciario. Il Senato iniziò a discutere del ddl approvato a luglio dalla Camera nell’ottobre del 2008, sulla scia della vicenda di Eluana Englaro (nella foto), e lo approvò a marzo del 2009. Relatore alla Camera Domenico di Virgilio (Pdl), al Senato è stato Raffaele Calabrò (Pdl).

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IL BIOTESTAMENTO

di Chiara Morassut

Tutti tranne l’Italia Vediamo cosa succede nel resto del mondo potrà indicare come essere curato, ma non potrà decidere in anticipo di non essere curato. Infine, come se non bastasse, il biotestamento sarà preso in considerazione solo per chi si trova in stato vegetativo con “accertata assenza di attività cerebrale integrativa cortico/sottocorticale”, restringendo così di molto la platea degli interessati.

Qualche settimana fa, ascoltando distrattamente un telegiornale, sull’approvazione alla Camera della norma sul testamento biologico, ho sentito, testualmente: “Non ci sarà un’altra Eluana Englaro” e fra me e me, ho pensato: bene, hanno approvato una norma che lascia finalmente al singolo individuo la scelta di cosa fare della sua vita. Non poteva essere diversamente. E invece lo era. E’ bastato aprire un qualsiasi quotidiano infatti per rendermi conto che l’approvazione delle “Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni anticipate di trattamento” dopo due anni e mezzo di iter, tutto fà tranne tutelare la volontà del singolo, alcuni la chiamerebbero anche dignità. In due parole la norma sancisce che in caso di impossibilità di esprimersi un paziente senza attività cerebrale sarà comunque alimentato artificialmente, che le sue dichiarazioni e volontà precedenti non saranno vincolanti, e che i parenti non potranno opporsi a questo tipo di assistenza. A decidere sarà il medico e sospendere l’alimentazione artificiale non sarà più possibile, sulla base del presupposto che l’alimentazione forzata non sia un atto medico, e quindi non consista in accanimento terapeutico.

I nove punti, del provvedimento se in linea generale trattano di consenso informato e vietano ogni forma di eutanasia, trovano però il loro fulcro, e argomento di acceso dibattito, nella sostanziale impossibilità del singolo di scegliere per se stesso e agire (o far agire) di conseguenza. La norma, come prevedibile, ha suscitato vaste polemiche, non ultime quelle dei medici stessi, ed è stata definita da più parti una “legge schifezza”, incivile e inaccettabile, illiberale e incostituzionale, ma, mentre si annunciano raccolte di firme per un referendum abrogativo e manifestazioni, siamo ancora ben lontani da un dietro front o da una soluzione di compromesso. Il diritto alla salute quindi contrapposto al dovere della terapia, ed è un bel paradosso questo considerando anche come, a proposito di terapie, il Governo in carica abbia appena reintrodotto, nella Manovra 2011, il ticket sulle prestazioni sanitarie.

Le dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat) non avranno valore legale, ma saranno più una sorta di orientamento e riguarderanno comunque i trattamenti medici da attivare, non quelli da non attivare, di conseguenza ognuno di noi l’altraitalia 15


Commentare una così plateale violazione della libertà non è facile, tanto più laddove c’è chi, come il capogruppo alla Camere del PdL Fabrizio Cicchitto, si trincera in una necessità di approvazione della legge in questione per non lasciare il quesito di volta in volta in mano ai giudici, come è avvenuto nel caso Englaro, creando così una “giungla di decisioni”. In realtà potrebbe succedere proprio il contrario, e sta anzi già succedendo, come nel caso della signora di Treviso, malata di sclerosi multipla, che si è rivolta a un giudice (che le ha dato ragione) per far nominare il marito persona incaricata di far valere le sue volontà circa il rifiuto di trasfusioni e alimentazione forzata. Il diritto di rifiutare sia l’alimentazione che le cure si basa infatti su un principio più generale, l’habeas corpus, il primo e più antico diritto civile che è stato storicamente un importante strumento per la salvaguardia della libertà individuale contro l’azione arbitraria dello stato ed è alla base della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, oltre che presente nella Costituzione italiana.

pri diritti, costringendo le famiglie a rivolgersi a un giudice per proteggere i propri cari da una tale invadenza dello Stato nella dignità dei cittadini. Non bastasse quanto detto fin’ora a convincervi, anche se più ci penso più credo che siamo tutti già più che convinti, a parte una maggioranza di bigotti influenzati dall’autorità ecclesiastica che guarda caso siede in Parlamento, vediamo brevemente cosa succede nel resto del mondo. Gli Stati Uniti d’America furono i primi a regolamentare, con il “Patient self determination Act”, nel 1991, il Testamento biologico o Testamento di vita (Living will) dopo un

Questa inviolabilità della libertà personale cesserebbe però, secondo la nuova legge, nel momento in cui la persona abbia perso la capacità di intendere e volere o la possibilità di manifestarla e, perdendo anche di validità le dichiarazioni precedenti, si andrebbe quindi a infierire ancora di più su persone che, a causa di un incidente o di una malattia grave, vengono private in sostanza dei prol’altraitalia 16


lungo confronto, iniziato negli anni Settanta nelle Corti Supreme di vari Stati, nella Corte federale, e nella società, che ha portato a delineare alcuni principi fondamentali quali il rispetto del rifiuto di terapie (e anche la nutrizione artificiale viene considerata tale) da parte di un paziente cosciente o il rifiuto precedentemente espresso nel caso di un paziente non più cosciente. Nel caso il paziente non abbia espresso nessuna volontà la decisione è affidata di solito a un familiare del paziente, posta l’interruzione della cura laddove questa provochi maggiore sofferenza che sollievo, secondo il principio della migliore soluzione nell’interesse del paziente (best interest of the patient). In Australia è in corso un aspro dibattito sull’eutanasia, ma il Living will è già da tempo applicato sul modello americano, così come in Canada, pur non essendoci una politica uniforme a tutti gli Stati sugli aspetti più pratici del Living will (ruolo del tutore, età, ecc.). In Europa non esiste ancora una disciplina sul Testamento biologico recepibile dagli Stati membri, alcuni dei quali, comunque, hanno adottato autonomamente normative in materia.Alivello europeo, si sono avute, però, alcune “raccomandazioni”, come quella assunta dal Consiglio d’Europa, nel 1976, nella quale si afferma che “i diritti da garantire ai malati sono: dignità, integrità, informazione, cure, il rispetto della volontà ed il diritto a non soffrire inutilmente”. Va ricordata, inoltre, la “Convenzione di Oviedo”, approvata nell’aprile 1997 nella quale, fra l’altro, all’art. 9, si legge che “nel caso in cui per qualsiasi motivo il paziente non sia in grado di esprimere la propria volontà, si deve tener conto dei desideri precedentemente espressi” Il confronto con il Belgio è complicato dal momento che, con la legge del 2002 sui “Diritti del malato”, le “direttive anticipate” riferibili al Testamento biologico, sisono intrecciate con quelle destinate ai malati terminali, prendendo il nome di dichiarazioni anticipate di eutanasia”; fatto salvo però che entrambe le fattispecie (le prime hanno a che fare con l’interruzione delle terapie sanitarie, le seconde con la somministrazione di appositi farmaci letali) tengono in considerazione in primis la volontà del paziente. Una situazione simile si ritrova in Olanda, primo Paese al mondo che, nel 2001 ha modificato il Codice penale per rendere legali, in alcune circostanze rigorosamente normate, sia l’eutanasia sia il suicidio assistito dal medico. La legge “per il controllo di interruzione della vita su richiesta e assistenza al suicidio”, entrata in vigore nel 2002, disciplina anche il Testamento biologico, nel senso che vi sono accolte e rispettate tutte le condizioni e le garanzie che ne sono l’essenza, a cominciare dalla richiesta di un paziente perfettamente “capace”, e dalle “dichiarazioni di volontà” sottoscritte da un paziente quando era sicuramente capace di intendere e di volere.

In Danimarca esiste invece una “Banca dati elettronica” che custodisce le direttive anticipate presentate dai cittadini sulla scelta di non essere tenuti in vita artificialmente che ogni sanitario è tenuto a rispettare. In Francia la materia è interamente e minutamente normata dalla legge “relativa ai diritti del malato ed alla fine della vita”, approvata nel 2005, che, senza entrare nello specifico, assicurano a ogni persona il diritto di formulare volontà sul fine vita che poi dovranno essere rispettate anche in caso di sopravvenuta incapacità del paziente. Non c’è, invece, una specifica normativa sul Testamento biologico in Germania, dove però esso trova attuazione nella pratica e conferma nella giurisprudenza. Intervenendo nel merito del problema, infatti, la Corte Suprema federale emise, nel 2003 una sentenza con la quale dichiarava la legittimità e il carattere vincolante della “Patientenverfügung”, volontà del paziente, riconducendola “al diritto di autodeterminazione dell’individuo”. Anche in Inghilterra, nonostante manchi una legge specifica, il Testamento biologico (Living will) è riconosciuto, fin dal 1993, da una consolidata giurisprudenza.

Le “Dichiarazioni anticipate di volontà” sono regolate in Spagna all’interno di una complessa normativa, la “Legge sui diritti dei pazienti”, approvata dal Parlamento nel novembre 2002, con cui si intende dare al paziente la facoltà di manifestare anticipatamente, per iscritto (e per iscritto revocare), la propria volontà in merito a cure e terapie cui essere sottoposto, nel caso dovesse perdere la capacità di esprimersi personalmente. Se anche questa non è una panoramica esaustiva, appare comunque chiaro che l’Italia con questa legge si pone in una posizione di profonda arretratezza culturale rispetto ai vicini Paesi europei e a una vasta parte di quelli extra europei. Resta solo da sperare che le iniziative e le polemiche promesse si traducano in un intervento concreto, e che gli italiani facciano sentire, di nuovo, la propria voce, a dispetto di chi li governa.

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IL BIOTESTAMENTO

di Manuel Figliolini

Piergiorgio ed Eluana La lotta per una morte dignitosa “… tornato a letto, a volte, mi assopisco, ma mi risveglio spaventato, sudato e più stanco di prima. Allora faccio accendere la radio ma l’ascolto distrattamente. Non riesco a concentrarmi perché penso sempre a come mettere fine a questa vita. Verso le sei faccio un altro sforzo a mettermi seduto, con l’aiuto di mia moglie Mina e mio nipote Simone. Ogni giorno vado peggio, sempre più debole e stanco. Dopo circa un’ora mi accompagnano a letto. Guardo la TV, aspettando che arrivi l’ora della compressa del Tavor per addormentarmi e non sentire più nulla e nella speranza di non svegliarmi la mattina. (…) Io non sono né un malinconico né un maniaco depresso - morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita - è solo un testardo e insensato accanimento nel mantenere attive delle funzioni biologiche.” Questo è uno stralcio della lettera che Piergiorgio Welby inviò al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale rispose:“Mi auguro che un tale confronto ci sia (ndr: tra Parlamento e autorità preposte), nelle sedi più idonee, perché il solo atteggiamento ingiustificabile sarebbe il silenzio, la sospensione o l’elusione di ogni responsabile chiarimento.” Era il 2006 e il caso Welby segnò la frattura e la necessità di diventare, in alcuni casi, proprietari della propria morte. Nel 2009 la vicenda di Eluana Englaro fu la conferma di una necessità, sempre più pressante, di parlare di determinati argomenti: testamento biologico ed accanimento terapeutico. PIERGIORGIO WELBY All’età di 16 anni venne colpito da distrofia muscolare in forma progressiva, il medico che gli diagnosticò la malattia gli disse che non avrebbe superato i 20 anni. Negli anni sessanta - settanta, a causa della malattia, si rifugiò nelle droghe e nella pittura per cercare un sollievo; nello stesso periodo, durante un pellegrinaggio a Roma, conobbe sua moglie Mina. Un decennio dopo la malattia progredì, arrivando al punto di doversi disintossicare dalle droghe, per tale scopo utilizzò del metadone che lo costrinse a non utilizzare più le gambe. Prevedendo l’evoluzione della malattia Piergiorgio Welby dichiarò di non voler subire una tracheotomia ma nel luglio del ’97 venne portato in pronto soccorso, a seguito di una crisi respirato

ria, e subì una tracheotomia che lo costrinse a vivere attaccato ad un macchinario. Da questo momento in poi, Welby chiese più volte di staccare la spina ma la legge in vigore non lo consentiva. Dal 2006 Piergiorgio Welby cominciò a chiedere di morire. Contemporaneamente si aprì un dibattito su due fronti: da un lato la legge e dall’altro la dignità del singolo individuo. Nello stesso anno Welby inviò una lettera al Presidente della Repubblica (di cui potete leggerne degli stralci nella prefazione di questo articolo), l’allora Ministro delle Pari opportunità chiese rispetto, comprensione e pietà. Livia Turco, allora Ministro della Salute, interrogò il Consiglio superiore di sanità per sapere se il trattamento medico subito da Welby potesse essere giudicato come accanimento terapeutico, la risposta del Consiglio fu negativa. Il 20 dicembre 2006 venne sedato e fu staccato il respiratore a Piergiorgio Welby, morì verso la mezzanotte del giorno stesso. Il dottor Riccio, l’anestesista, confermò di aver aiutato Welby. “In merito alla richiesta di esequie del defunto Dott. Piergiorgio Welby, il Vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dei casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetuta e pubblicamente affermata la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la disciplina cattolica.” Con questa dichiarazione il Vicariato non concesse i funerali religiosi a Welby.

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ELUANAENGLARO Nel 1992 Eluana Englaro fece un incidente automobilistico che le procurò delle lesioni craniche gravissime e la frattura di una vertebra con conseguente paralisi dei 4 arti. Appena la realtà prese il sopravvento alla sofferenza la famiglia Englaro cominciò a domandare la sospensione dei trattamenti terapeutici per evitare inutili accanimenti terapeutici.

ragione a Beppino Englaro che fa trasferire la figlia alla “Quiete” di Udine dove venne attuata la sentenza di sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione. Il 9 febbraio 2009 Eluana Englaro morì. Alla fine dello stesso mese Beppino Englaro venne accusato, dalla Procura della Repubblica di Udine, e inscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario aggravato; insieme a lui furono accusati i medici e gli infermieri che parteciparono alla sospensione dell’idratazione. Nel 2010 l’inchiesta venne archiviata dalla stessa Procura a seguito di una perizia effettuata sull’encefalo della vittima, da tale perizia si evinse che le situazioni cerebrali di Eluana non sarebbero cambiate.

Nel 1999 Beppino Englaro (foto sopra) intraprende la via giudiziaria per chiedere la sospensione dell’alimentazione artificiale, portando a sostegno diverse testimonianze mediche e le volontà espresse precedentemente da Eluana a riguardo della vita e della dignità individuale. La Corte di Cassazione respinse, nel 2006, le richieste di Englaro a causa di un vizio del procedimento. A seguito di un ricorso di Beppino Englaro, la Corte di Cassazione decise il rinvio ad una diversa sezione della Corte d’Appello di Milano. Nel 2007 la sentenza emessa stabilì due presupposti necessari per interrompere l’alimentazione artificiale: il primo che lo stato vegetativo fosse tale da non presupporre la benché minima possibilità di guarigione o risveglio, il secondo che il paziente avesse, prima dello stato vegetativo, espresso le sue volontà e manifestato le sue convinzioni sulla libertà individuale.

Due storie molto simili e allo stesso tempo molto diverse, con l’unico obiettivo di salvare la dignità personale. Piergiorgio Welby cercava di far attuare delle sue volontà con la piena coscienza di poterle ancora esercitare, Beppino Englaro, invece, doveva far valere le decisioni di una persona in stato vegetativo. È vero anche che Welby si confrontò con il Presidente Napolitano che dimostrò la piena comprensione; invece Englaro si scontrò con un Presidente del Consiglio che alla stampa dichiarò che Eluana era viva e poteva anche avere figli. Comunque possano essere analizzate le due vicende, il punto finale rimane che in Italia non si é liberi di poter scegliere della propria vita, morte e soprattutto della propria dignità … Quella dignità che ci è dettata da un Stato pseudo-democratico che non guarda gli interessi sociali ed etici della società ma i propri e quelli dei governatori.

Beppino Englaro ottenne dalla Corte d’Appello civile di Milano, nel 2008, l’autorizzazione ad interrompere l’idratazione/alimentazione di Eluana perché non vi era la benché minima possibilità di guarigione. Eluana, che era in cura dalle Suore Misericordine di Como, venne trasferita in un’altra struttura perché a Como non volevano interrompere l’alimentazione o l’idratazione come da decisione della Corte d’Appello. Dopo vari accadimenti giudiziari la Corte Suprema di Cassazione dà l’altraitalia 19


IL BIOTESTAMENTO

dalla Redazione

Suicidio assistito La Clinica svizzera della dolce morte

Chi soffre di un male incurabile o di un handicap insopportabile, e per questo motivo decide di mettere fine ai suoi giorni, come membro di Dignitas può domandare all’associazione di aiutarlo a morire volontariamente. La struttura elvetica verificherà che la capacità di discernimento del richiedente sia intatta e non influenzata da terzi interessati al decesso dell’affiliato. Per preparare l’aspirante suicida e i suoi parenti è previsto poi un training che si prefigge di “alleviare a tutti il travaglio del distacco”. Per portare a termine il suicidio assistito la clinica si procura, dietro ricetta medica, un barbiturico solubile che non causa dolori e agisce velocemente consentendo di passare - senza sofferenza - dal sonno alla morte, a Zurigo e nel momento prescelto e davanti a due testimoni. Alla veglia possono assistere i parenti indicati dall’affiliato. C’è un viaggio della morte, per scelta consapevole e in legalità, che porta gli italiani (19 nel 2010) in Svizzera. Perlopiù arrivano a Forch (nel Cantone Zurigo), nella clinica Dignitas, fondata dall’avvocato Ludwig A. Minelli nel 1998, per il suicidio assistito. Una pratica confermata dal referendum svoltosi a Zurigo che ha mantenuto possibile tale estrema opzione anche per i non residenti. “Dignitas - Vivere degnamente - Morire degnamente” è una associazione senza scopi di lucro che, secondo statuto, persegue l’obiettivo di “assicurare ai suoi membri una vita e una morte dignitose, valori a cui ogni essere umano ha diritto”. L’associazione afferma di sostenere i propri membri anche in vita, intervenendo “ogni qualvolta avvertono che la loro dignità umana venga minacciata dalle autorità, dalla direzione di una casa di riposo, di un ospedale o da medici non liberamente scelti”.

Per associarsi occorre versare una tassa d’iscrizione una tantum di 200 franchi svizzeri (circa 160 euro) e una quota annua minima di 80 franchi. “Per non trovarsi alla mercè di una medicina disumana esiste - afferma l’associazione con sede in Svizzera - una soluzione praticabile: un testamento biologico, giuridicamente valido, in cui si dichiara di voler morire dignitosamente”. Nella dichiarazione occorre evitare qualsiasi ambiguità e darle valore vincolante. In Svizzera si continuerà a praticare l’eutanasia, anche per i non residenti nel Paese. Questa, in estrema sintesi, la risposta che gli abitanti del cantone di Zurigo, il più popolato, hanno dato, in percentuale massiccia, in un referendum sulla “dolce morte” basato su due quesiti e promosso da due partiti conservatori. Il primo, presentato dall’Unione Democratica Federale (Udf, di ispirazione cristiana), puntava a chiedere al Parlamento svizzero di rendere punibile qualsiasi forma di istigazione e di aiuto al suicidio. Il secondo, avanzato dal Partito Evangelico, mirava a porre fine al “turismo della morte”, limitando la possibilità di eutanasia ai soli residenti nel cantone da almeno dieci anni. Promotori del referendum i partiti conservatori, decisi a fissare dei paletti in materia. Gli abitanti di Zurigo, hanno rigettato entrambe le proposte con una percentuale di voti contrari dell’80%. L’interesse per l’esito dello scrutinio andava oltre i confini del cantone più ricco e liberale della Svizzera. Non solo perché una votazione su un tema analogo, il suicidio assistito nella case per anziani, si svolgerà nel 2012 nel cantone di Vaud. Ma soprattutto perché il governo federale deve presentare un disegno di legge che disciplini l’assistenza organizzata alla “dolce morte”.

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In Svizzera, il suicidio assistito è consentito dal 1941, a condizione che non sia legato ad alcun motivo egoistico ed è ammesso solo in modo passivo, cioè procurando a una persona i mezzi per morire, ma non aiutandola a farlo. Un po’ di cifre raccontano la crescita evidente del fenomeno e, di conseguenza, perché il tema coinvolga l’intera opinione pubblica. Nel Paese, sono circa 200 le persone che ogni anno ricorrono alla pratica della morte assistita, ma la Svizzera registra anche una media di 1.400 suicidi annui, pari al 2,2% del totale dei decessi. Nel 2003 i suicidi assistiti costituivano il 19% del totale, percentuale cresciuta fino al 29% nel 2007. Secondo le cifre fornite dall’associazione Dignitas, che in Svizzera assiste cittadini stranieri candidati all’eutanasia, dal 2010 sono state 1.138 le persone giunte dall’estero decise a farla finita: 592 dalla Germania, 102 dalla Francia, 18 dagli Stati Uniti e 16 dalla Spagna. Nel 2003, le persone venute dall’estero per togliersi la vita in Svizzera rappresentavano il 6,5% del totale dei suicidi assistiti, nel 2007 il 9,7%. Nell’elenco non mancano gli italiani: in 19 nel 2010, una trentina complessivamente, i connazionali recatisi in Svizzera per non fare più ritorno dopo essersi rivolti alla Dignitas di Zurigo o alla ExInternazional di Berna, le due associazioni svizzere che praticano l’eutanasia. E, stando ai dati di un recente Rapporto Eurispes, sei italiani su dieci dicono si all'eutanasia. La quota dei favorevoli alla "dolce morte" è diminuita dell'1,2% rispetto al 2010 e dell'1,8% rispetto al 2007. Nel 2011 la quota dei contrari è passata, rispetto all'anno precedente, dal 21,7% al 24,2%. La vecchia sede di Dignitas

gli altri si sono mossi da soli. Nessuno ha mai fatto ritorno. Spendendo non più di 3.000 euro, meno di un funerale nel nostro Paese”. “Complice una maggiore informazione sull’argomento”, aggiunge Coveri, “gli italiani emigrati per morire nell’ultimo anno sono stati 2-3 al mese, con un trend in aumento. Gli italiani ora sanno - secondo Coveri - che c’è un modo per morire dignitosamente quando la malattia ti aggredisce togliendoti ogni dignità, fino a che ti spegne tra atroci sofferenze”. “Sofferenze che la pratica del suicidio assistito in Svizzera azzera” come spiega ancora Coveri raccontando come tutto avviene. “Il posto è confortevole - assicura il presidente di Exit Italia - si sceglie la musica che deve accompagnare alla fine, si sta con i propri cari, si ha il conforto dei medici e dei volontari. Si prendono due pasticche antivomito. Dopo 10 minuti, se si è ancora convinti, viene somministrato un composto chimico contenente un barbiturico e un sonnifero potentissimo che addormenta profondamente. Impiega 3 minuti a far chiudere gli occhi, nei successivi 5 sopraggiunge l’arresto cardiaco. Non si prova alcun dolore naturalmente”.

Un film sul dramma di Eluana Englaro Capita spesso che alcune notizie in anteprima arrivano prima dagli Stati Uniti che dal nostro paese, anche quando riguardano un regista italiano molto noto come Marco Bellocchio. Variety ha appena reso noto quale sarà il prossimo progetto del regista emiliano e si tratta di un progetto molto particolare sul tema dell’eutanasia intitolato “La Bella Addormentata”. Il prossimo anno usciranno gli adattamenti di molte tra le più note favole, ma in questo caso il fantasy non c’entra niente: la pellicola parlerà della drammatica vicenda di Eluana Englaro, la donna tenuta per 17 anni in vita artificialmente dopo un incidente stradale che è poi deceduta nel 2009 in seguito all’interruzione della nutrizione artificiale. Il caso divise l’Italia e anche per gli americani il tema è molto sentito visto che hanno vissuto una vicenda simile con Terri Schiavo. Bellocchio ha affermato: “Ho trovato la chiave per rappresentare il dramma Englaro lasciandolo in sottofondo, mentre tre storie inventate entrano in contatto con esso fornendo un contrappunto”

Degli italiani in Svizzera per morire parla Emilio Coveri, presidente di Exit Italia, Centro di studi e documentazione sull’eutanasia, che dal 1996 chiede che anche in Italia si riconosca all’individuo il diritto a poter scegliere una “morte dignitosa”. “Diciotto italiani erano stati informati di questa opzione da noi - spiega il presidente di Exit Italia -

Si conoscono già almeno due delle tre storie che si intrecceranno: la prima, che dà al film il suo titolo, riguarda una star del cinema che continua a tenere la sua bellissima figlia in vita artificialmente dentro la propria casa, mentre la seconda parla della lotta di un medico contro il desiderio di morte di una giovane tossicodipendente con tendenze suicide.

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CULTURA

Storia di Umberto Fantauzzo

Genesi storica dell’Accademia della Crusca La rivelazione culturale-linguistica per l’italofonia Lungo il percorso letterario del Rinascimento, una scuola di pensiero filologico-estetico affermatosi in Italia nel sedicesimo secolo e divulgatosi rapidamente in Europa nell’intento di una rivalutazione storica della classicità culturale, strumentalmente manipolata ed inquinata da un’ortodossa religiosità medievale auspicata dal Vaticano, nel 1570 venne fondata a Firenze l’Accademia Della Crusca. L’originale denominazione “Accademia Della Crusca” da ricondurre alla tradizionale consuetudine, culturalmente contestatrice, dei suoi primordiali fondatori i quali, legittimandosi nominalmente con l’appellativo “Brigata dei Crusconi” in segno di avversione alla severità e pedanteria dell’ “Accademia Fiorentina”, praticavano le “cruscate” nell’operare dibattiti e conversazioni su futili tematiche escogitando un lessico giocondo e ludico, costellato a tratti da lievi tracce di volgarità, sulla base di un retorica satirica di stile boccaccesco. In attinenza alla denominazione d’origine dell’Istituto Linguistico di recente creazione, venne deliberato che tutti i suoi oggetti e la mobilia ottenessero appellativi affini al grano e alla crusca. ivi compresi l’insegna distintiva dell’Accademia e lo stemma personale di tutti i membri della medesima.

L’accademia della Crusca (foto in basso) trova la sua sede nella villa Medicea di Castello in Firenze in via Castello 46. Nel 1582, a tale nuova istituzione si associarono Leonardo Salviati e Pietro Bembo, due letterati di enorme spessore culturale-letterario, i quali imponendo un nuovo statuto con nuovi intenti e finalità di speculazione linguistica, conferivano all’Accademia della Crusca una legittimazione scientifica nel cui esercizio di ricerca i due co-fondatori summenzionati assegnavano palesemente il primato all’idioma fiorentino a modello dello stile linguistico dei tre insigni letterati del XIV secolo: Dante, Petrarca e Boccaccio, in tal modo l’epiteto “Crusca”, metaforicamente enfatizzato, acquisiva una maggiore sublimazione accademica, pertanto la mansione di ricerca dei “crusconi” (i collaboratori d’ Istituto all’origine), consisteva nel separare il “fior fiore” della farina (la buona lingua) dalla crusca (la lingua impura) con l’uso del “frullone”, divenuto ufficialmente nel 1590 l’emblema tipografico della nuova istituzione linguistica, con evidente simbolico riferimento “all’abbutarar” dei crusconi nel cernere la farina dalla crusca, i quali nello svolgimento della loro opera di ricerca s’ispiravano al noto verso del Petrarca “il più bel fior ne coglie”. La filosofia di ricerca-filologica dell’accademia propendeva con determinazione sin dall'’ingresso del filologo Pietro Bembo verso

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l’idioma della patria di Dante. L’Accademia della Crusca sin dalla sua incipiente esistenza costituisce un’Istituzione che raduna esperti di linguistica e filologia della letteratura e della lingua Italiana, i quali con il loro strenuo impegno, vigilando costantemente sull’evoluzione dell’italiano, hanno contribuito e tuttora contribuiscono a garantire la purezza della nostra lingua ed in virtù di costoro l’Istituto rappresenta, a livello europeo, una delle più prestigiose istituzioni linguistiche avendo reso possibile nel 1612 la pubblicazione della prima edizione del vocabolario della lingua italiana, che nel contesto ortografico funse da esempio per il francese, inglese, spagnolo e tedesco essendo stata possibilmente la prima pubblicazione lessicografica scientificamente sistematica in Europa.

Nel 1809 il Granducato di Toscana venne assegnato a Elisa Bociocchi da parte di Napoleone Bonaparte, il quale con editto del 5 aprile 1809 concesse ai fiorentini il diritto di parlare il proprio idioma in concorrenza con il francese, divenendo in tal modo lingua ufficiale per l’ambito di pubblica amministrazione negli atti notarili, nella gestione dei comuni e dei tribunali. La benevolenza napoleonica per la cultura e l’idioma toscano, spinse l’imperatore francofono a ordinare, con apposito decreto nel 1811, l’immediata apertura dell’Accademia della Crusca con l’incarico della revisione della lingua italiana e della conservazione della sua purezza nell’intento di accelerare i lavori per rendere possibile una sollecita pubblicazione della quinta edizione del vocabolario della lingua italiana; a tal uopo venne istituita un’apposita fondazione con un’ingente somma di denaro in franchi allo scopo di sponsorizzare la ricerca filologica dell’Istituto linguistico e gratificare l’impegno dei suoi collaboratori. La compilazione del vocabolario, tanto auspicata da Napoleone, procedette con enorme lentezza, la lettera “O” venne ultimata dopo oltre un secolo ed esattamente nell’anno 1923, momento in cui un regio decreto mutò la struttura giuridica dell’Accademia della Crusca e la sua sede; la compilazione del nuovo vocabolario in allestimento fu sostituita da quella di testi filologici e il dizionario fu preso in carica da una società privata di studiosi. Nel 1955 su iniziativa dell’esperto di filologia Bruno Migliorini venne ripresa la compilazione dell’opera, la quale dal 1983 fa parte del patrimonio bibliografico del Consiglio Nazionale di ricerca.

Ulteriori pubblicazioni di vocabolari per motivi di revisione ed aggiornamento vennero effettuati dall’Accademia della Crusca successivamente: la seconda edizione nel 1623; la terza edizione nel 1691 e la quarta nel 1730.

L’Accademia della Crusca, sin dalla sua remota origine fiera dei suoi sublimi ideali, attualmente si prefigge obiettivi che la elevano a dignità culturale nel contesto europeo e internazionale monitorando le sue funzioni e la sua attività di ricerca in conformità alle seguenti nobili finalità: a) sostenere per il tramite della sua opera di ricerca filologica, in collaborazione con le università ed istituti di ricerca, l’attività e la formazione di esperti nel campo della linguistica e della filologia italiana; b) acquisire e divulgare in Italia e all’estero la critica consapevolezza dell’evoluzione filologica della lingua e cultura italiana e nel contesto di cessione reciproca di esperienze e conoscenze scientifiche con altre nazioni del nostro continente, a beneficio di un’edificante interculturalità, poter contribuire alla formazione di una comune identità politica nell’ambito di una nuova Europa Unita.

Il purismo linguistico, professato dal’Accademia della Crusca sin dai suoi primi albori nel periodo dei lumi, un movimento filosofico-culturale nel XVIII secolo, conobbe enorme opposizione da parte degli illuministi, prevalentemente scienziati, come Galileo e Newton, fautori di una cultura enciclopedica e cosmopolita di orientamento empirico-scientifico a nocumento delle discipline umanistiche tra cui le lingue classiche. Gli ideali dell’illuminismo indussero il granduca di Toscana Pietro Leopoldo, con editto del 1783, ad interdire l’attività di ricerca dell’Accademia ordinandone l’immediata chiusura; questo insolito evento intralciò enormemente il percorso storico della pubblicazione della quinta edizione del Vocabolario della lingua italiana. l’altraitalia 25


CULTURA

Moda di Manuel Figliolini

L’alternativa alla moda patinata L’evento della moda etica, che cambierà il pianeta ad abiti riciclati … ma l’etica della moda può essere anche il rispetto dei lavoratori, delle loro condizioni, lontana dallo sfruttamento. Gli espositori dell’evento erano piccole imprese di qualità, marchi giovani e indipendenti che scelgono una sartoria ricercata e piena di tradizioni, i loro progetti sono socialmente responsabili che non trascurano bellezza, qualità, innovazione e tendenze. Ecco alcuni espositori che erano presenti all’evento: Altromercato, BE Quality, Arti.Sani, Ecologina, l’Orlando Furioso Sartoria e tanti altri che approfondiremo nelle prossime rubriche di moda.

Quando si parla di moda etica l’immaginario collettivo pensa ad abiti alternativi, magari fatti di canapa, senza un taglio ben preciso. Vedendo So Critical So Fashion ci si rende subito conto che la cosiddetta moda alternativa è lontana dai tagli delle riviste patinate ma è carica di eleganza, bellezza … un carattere che nasce dal nostro corpo avvolto alla conoscenza ed il rispetto della natura. L’anno scorso So Critical So Fashion è stato un successo inaspettato che quest’anno ha voluto ripetere l’evento grazie all’organizzazione di Terre di Mezzo Eventi. Un calendario fitto di performance, workshop, incontri e shopping che si è svolto tra il 23 e il 25 settembre, il tutto in una prestigiosa location: Frigoriferi Milanesi (vedi box). In questa tre giorni è stata offerta l’alternativa libera dal marketing e dal consumismo, una risposta all’esigenza del consumatore moderno che cerca di ritrovare nella moda la propria identità, ma che allo stesso tempo rispetti valori e buone pratiche. Alle volte si paragona la moda alternativa

So Critical So Fashion ha creato, per l’evento, uno spazio espositivo dove una ventina di realtà potevano vendere la propria collezione in corso e la presentazione della collezione P/E 2012. È stato creato, inoltre, uno spazio per workshop e laboratori pratici che hanno dato a possibilità ai principianti e agli addetti del settore di imparare a creare o personalizzare i propri capi di moda “critica” e migliorare le proprie conoscenze in materia. Durante questi 3 giorni di moda i visitatori hanno avuto la possibilità di partecipare ad un vero shooting fotografico, indossare i capi in esposizione e sottoporsi ad una seduta di make-up, creata con cosmetici naturali e biologici di Montalto Natura. C’era anche la possibilità di mangiare cibo biologico a km zero in un area relax dove si sono alternate musica live e dj-set.Sempre durante So Critical So Fashion è stato presentato il progetto “Punto a capo Milano - Mumbai” che sostiene un laboratorio artigianale di borse decorate con le vignette della nota vignettista Pat Carra. Tutti gli esemplari vengono stampati e ricamati a mano in India, dalle donne della Ong Lok Seva Sangam. Le borse sono piccole opere uniche a tiratura limitata, di cotone naturale, basate sulla sapienza artigiana delle ricamatrici. Tra gli incontri, che si sono svolti, da segnalare “Pellicce: aspetti critici in un ottica di Responsabilità Sociale d’Im-

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presa” dove si spiegavano l’estensione delle politiche di RSI al rispetto degli animali. Altro incontro interessante era “Bella senza paura” con la nota dermatologa Riccarda Serri, dove si chiacchierava sull’utilità di una cosmesi naturale. Quest’anno l’evento è stato organizzato con il sostegno della Provincia di Milano e patrocinato dal Comune di Milano. La manifestazione si è inserita a pieno titolo all’in-

terno di “Milano Fashion City”, progetto della Camera di Commercio a cui partecipano le più importanti istituzioni e professionisti della moda. So Critical So Fashion, anche quest’anno, ha portato nella settimana della moda una nuova aria, fresca, giovane, dal retro gusto di natura.

Frigoriferi Milanesi, turismo nella moda I Frigoriferi Milanesi sono nati nel 1899 come fabbrica del ghiaccio e magazzini refrigeranti e si sono convertiti più volte fino ad arrivare a noi come luogo d’incontro e scambio diArte e Cultura. All’origine i Frigoriferi Milanesi contenevano le derrate alimentari fino all’avvento degli elettrodomestici, hanno custodito le pellicce, i tappeti e gli oggetti preziosi dopo il boom economico. All’interno dello spazio si trova anche il Palazzo del Ghiaccio, un edificio del 1923 in stile liberty che conteneva la più grande pista del ghiaccio d’Europa, oggi spazio espositivo. Dal 2003 i Frigoriferi Milanesi ospitano Open Care, la prima realtà europea a integrare tutte le attività necessarie alla gestione, conservazione e valorizzazione delle opere d’arte. Open Care ha inoltre attivato, in collaborazione con l’associazione FARE, un programma di residenze per artisti per promuovere la mobilità dei giovani operatori dell’arte, mettendo a disposizione un alloggio, alcuni atelier ed un servizio di tutoring. Oggi organizzano mostre, incontri, presentazioni, proiezioni, concerti dando spazio alla curiosità e alla sete di cultura della città di Milano. l’altraitalia 27


CULTURA

Cinema di Armando Rotondi e e Federico Gironi

Questa storia qua La spericolata vita di Vasco Rossi sullo schermo

Non ha certo bisogno di presentazioni Vasco Rossi. Egli rappresenta senza dubbio l’icona rock per eccellenza nel panorama musicale e artistico e italiano. Una carriera eccezionale iniziata nel 1977 e che ha visto nascere successi senza pari, canzoni entrate nell’immaginario collettivo come Vita spericolata, Bollicine sino ai brani più recenti. Vasco ha saputo incantare diverse generazioni e milioni sono i fans, di davvero diverse età, che seguono la sua arte. Giusto appare quindi l’omaggio al mito che hanno voluto fare i registi Alessandro Paris e Sybille Righetti, fra l’altro amica d’infanzia di Rossi, che hanno prodotto e realizzato un mirabile documentario sulla vita del cantante. “Questa storia qua”, titolo davvero appropriato, se non perfetto per la pellicola, racconta il Vasco Rossi intimo, dall’infanzia sino ai giorni nostri, attraversando non solo la sua lunga carriera fatta di successi, ma anche momenti inediti della sua vita privata. Lo fa attraverso le sue canzoni, ovviamente. Esse rappresentano realmente l’anima dell’artista e sono il suo sguardo verso il mondo. Canzoni che hanno fatto sognare milioni di persone. Ma nel loro guardare alla vita di Vasco Rossi, gli autori Paris e Righetti possono usufruire di altro materiale davvero prezioso fornito da amici e parenti di Vasco, filmati ancora inediti e di archivio che mostrano il cantante nei vari momenti della sua vita. Ne esce fuori un documentario straordinario, appassionato e appassionante, che arriva davvero a mostrare la genesi e le origini umane della sua arte. l’altraitalia 28


Non solo gli incontri di Vasco e i suoi amici e collaboratori giocano un’importanza fondamentale, ma anche i paesaggi, veri, a partire da quello della natia Zocca, giocano un ruolo essenziale per la sua arte.

Un evento che si è dimostrato anche un affare, con una proiezione, contemporanea all’anteprima veneziana, in circa duecento altre sale cinematografiche italiane collegate in via satellite con la mostra.

Luoghi raccontati dallo stesso Vasco con voce fuoricampo presa da registrazioni e interviste precedenti. Il lavoro non solo è appassionato, ma risulta anche egregio tecnicamente, curato nella fotografia e nel montaggio, con alcune scelte stilistiche, tra cui quelle di mostrare l’artista solo nel materiale d’archivio, davvero vincenti. Il film è stato presentato a Venezia il 5 settembre nel corso della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica ed è stato un vero e proprio piccolo evento. Centinaia di fans hanno accalcato il “red carpet” che ha condotto gli autori in sala, anche se si è fatta sentire la mancanza proprio di Vasco, assente per i noti, quanto misteriosi, problemi di salute che lo stanno accompagnando nell’ultimo periodo e che lo hanno costretto, durante il suo ultimo mini-tour, ad accorciare la scaletta del concerto di Milano.

Una sola proiezione, quindi, che ha visto un primo incasso davvero notevole di più di 120.000 euro. Che sia su un palco costruito in uno stadio pieno o sullo schermo di una sala cinematografica gremita Vasco Rossi continua a stupire ed emozionare diverse generazioni.

Agenda Fotografia - Festival Internazionale di Roma dal 23 settembre al 23 ottobre 2011 a Roma www.fotografiafestival.it Il tema della decima edizione di FOTOGRAFIA - Festival Internazionale di Roma intende affrontare il particolare rapporto che si crea tra la fotografia e il territorio nell’accezione più profonda e intima basata su un’analisi autentica della forte relazione tra gli autori e l’appartenenza a un luogo, e in molti casi l’identificazione stessa. Nasce da un bisogno sempre più forte di cercare la propria “motherland”: ognuno risponde a suo modo, indaga terre di sua appartenenza, vecchie o nuovissime, grandi o piccole, reali o virtuali, con una documentazione assolutamente personale, frutto della propria vita e della necessità di tornare o di allontanarsi.

Festival dei Gruppi d’Arte Drammatica dal 23 settembre al 28 ottobre 2011 a Pesaro, Teatro Rossini. www.festivalgadpesaro.it Dal 23 settembre al 28 ottobre 2011 si terrà al Teatro Rossini di Pesaro la 64ª edizione del Festival Gad - Gruppi d’Arte Drammatica. Sono state ammesse 8compagnie teatrali amatoriali che rappresentano uno spaccato dei mille lavori prodotti lo scorso inverno in Italia; di questi oltre 70 visionati dalla Commissione Selezionatrice.

Napoli Film Festival dal 13 al 18 ottobre 2011 a Napoli, Castel Sant’Elmo. www.napolifilmfestival.com Il Napoli Film Festival 2011 si svolgerà dal 13 al 18 ottobre 2011nell’ormai consueta sede di Castel Sant’Elmo. La rassegna partenopea, organizzata dall’associazione Napolicinema in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il P.S.A.E. e per il Polo Museale della città di Napoli, è giunta alla sua tredicesima edizione e torna in autunno a far vivere sei intense giornate di cinema agli appassionati napoletani, con le serate in auditorium dedicate agli Incontri Ravvicinati con i grandi protagonisti del cinema. La retrospettiva del 2011 sarà invece dedicata ad Andrej Tarkovskij, del quale sarà possibile vedere tutte le opere realizzate incluso Sacrificio, il suo ultimo film. Il pubblico potrà poi andare alla scoperta, grazie al concorso Europa, Mediterraneo, di cinematografie a noi vicine ma lontane dai canali distributivi delle nostre sale. l’altraitalia 29


Il Faust di Aleksander Sokurov Leone d’Oro alla 68a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Ossessionante e oppressivo, ostico e logorante per lo spettatore, cui sembra che Sokurov abbia volutamente riservato un'esperienza fisicamente faticosa, Faust è carico di materia, materialismo e materialità in tutta la sua sontuosa e sorprendente messa in scena, teatrale come solo certo cinema può essere. Impressionante (in più di un senso) dal punto di vista tecnico, nell'uso delle diverse focali, del formato, della fotografia, delle musiche, il film del russo è visivamente paragonabile alle opere di Bruegel padre e figlio, e persino di quelle di Hyeronimus Bosch. Barocco e sovraccarico, Faust propone prospettive e corpi costantemente deformati, spazi angusti e claustrofobici, ammassi umani, costanti contatti fisici forzati o cercatiche fanno il paio con l’inarrestabile e inesauribile fiume di parole che i protagonisti si riversano addosso intrecciandosi e sovrapponendosi in laocoontiche configurazioni semantiche. L’ansia del vuoto e della solitudine di Faust è l’ansia dell’ottenimento del suo potere, dell’avida bramosia di sapere, denaro e corpi, e il suo diabolico complice è sempre lì pronto a riempire, a titillare, ad appoggiare e stuzzicare, per una soddisfazione che sia solo fonte di nuovo bisogno.

Aleksander Sokurov

Curioso, o forse perfettamente logico, che la tetralogia sul potere di Alexandr Sokurov si concluda con un personaggio e una storia che l'Adolf Hitler protagonista di Moloch (primo film della serie) disprezzava, e che invece il Vladimir Lenin del successivo Taurus teneva in grande considerazione. Come che sia, Faust arriva perfettamente consequenziale alla progressiva astrazione tematico-teorica della quadrilogia, dopo gli accenni già parzialmente ma pesantemente filosofici in senso ampio di quel Il sole che raccontava invece l'imperatore Hirohito.

Johannes Zeiler nei panni del Dr Faust

Mettendo le mani sulla tragedia di Goethe, Sokurov sceglie un personaggio di finzione per portare alle massime conseguenze il suo ragionamento sulle ambizioni e sulle perversioni umane, sulle bramosie di potere che nascono e si autoalimentano ad ogni successiva conquista. Il Faust di Sokurov è un uomo di scienza, un medico ossessionato dalla conoscenza razionale e dalla replicabilità del creato, non a caso fin dall'inizio contrapposto a figure religiose di dubbia utilità e moralità. Un uomo che si lega al (letteralmente) mefistofelico usuraio cui solo verso la fine del film venderà l'anima perché roso e corrotto dal bisogno e desiderio di denaro prima, e dalla lussuria poi. Proprio quando va toccare una vicenda di finzione e con diversi e ovvi risvolti metafisici, ecco che Sokurov riesce ad affermare con sempre maggior potenza (e con interessante slittamento rispetto a Il sole) la natura tutta beceramente terrena e materialista dell'idea di potere: nemmeno di fronte all'ultraterreno, l'uomo cede e rinuncia alla sua ubris.

Solo in un finale dove l’ambizione faustiana conduce il protagonista a un cammino solitario e cieco verso un assoluto che è glaciale deserto, Sokurov concede spazio e silenzio: perché la ricerca del potere è vuota, e al vuoto solitario (e infernale) conduce. Come e ancora di più del suo lavoro precedente, il Faust di Alexandr Sokurov è cinema puramente esperienziale: e come tutte le esperienze, positive o negative che progressivamente possano essere, sono destinate a lasciare un segno.

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Premi ufficiali della 68. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica VENEZIA 68 Leone d’Oro per il miglior film Faust di Aleksander Sokurov (Russia) Leone d’Argento per la migliore regia

Shangjun CAI per il film Ren Shan Ren Hai (People Mountain People Sea) (Cina - Hong Kong) Premio Speciale della Giuria Terraferma di Emanuele Crialese (Italia) Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile Michael Fassbender nel film Shame di Steve McQueen (Gran Bretagna) Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile Deanie Yip nel film Tao jie (ASimple Life) diAnn Hui (Cina - Hong Kong) Premio Marcello Mastroianni, giovane attore o attrice emergente Shôta Sometani e Fumi Nikaidô nel film Himizu di Sion Sono (Giappone) Osella per la miglior fotografia Robbie Ryan per il film Wuthering Heights di Andrea Arnold (GB) Osella per la migliore sceneggiatura Yorgos Lanthimos e Efthimis Filippou per il film Alpis (Alps) di Yorgos Lanthimos (Grecia) Leone del Futuro Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” Là-bas di Guido Lombardi (Italia) Settimana della Critica nonché un premio di 100.000 USD, messi a disposizione da Filmauro di Aurelio e Luigi De Laurentiis, che saranno suddivisi in parti uguali tra il regista e il produttore. ORIZZONTI Premio Orizzonti (riservato ai lungometraggi) Kotoko di Shinya Tsukamoto (Giappone) Premio Speciale della Giuria (riservato ai lungometraggi) Whores’ Glory di Michael Glawogger (Austria, Germania) Premio Orizzonti Mediometraggio: Accidentes Gloriosos di Mauro Andrizzi, Marcus Lindeen (Sve, Dan, Ger) Premio Orizzonti Cortometraggio In attesa dell'avvento di Felice D'Agostino, Arturo Lavorato (Italia) Menzioni Speciali O Le Tulafale (The Orator) di Tusi Tamasese (Nuova Zelanda, Samoa) All The Lines Flow Out di Charles LIM Yi Yong (Singapore) CONTROCAMPO ITALIANO Premio Controcampo (per i lungometraggi narrativi) Scialla! di Francesco Bruni Premio Controcampo (per i cortometraggi) A Chjàna di Jonas Carpignano Premio Controcampo Doc (per i documentari) Pugni chiusi di Fiorella Infascelli Menzioni Speciali al documentario Black Block di Carlo Augusto Bachschmidt a Francesco Di Giacomo per la fotografia di Pugni chiusi Leone d’Oro alla carriera Marco Bellocchio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker Award 2011 Al Pacino Premio Persol 3D per il più creativo cinema stereoscopico dell'anno Zapruder Filmmakers Group (David Zamagni, Nadia Ranocchi, Monaldo Moretti) Premio L'Oréal Paris per il cinema Nicole Grimaudo l’altraitalia 31

Cineturismo Livorno e provincia Molti sono i film girati a Livorno e nella sua provincia. Tra questi sicuramente il più celebre, entrato nell’immaginario collettivo, è Il sorpasso (1962), film fondamentale nella storia della commedia all’italiana, diretto da Dino Risi con Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignan. La pellicola è stata girata, infatti sulla costa degli Etruschi e trova conclusione sulla curva dalla Calafuria, a strapiombo sul mare. Luchino Visconti, invece, per il suo Le notti bianche (1957), adopera egregiamente gli ambienti della “Venezia” livornese (nella foto), quartiere tra i più suggestivi.

Livorno e dintorni rimangono tuttavia legati alla produzione di Paolo Virzì. Ovosodo (1997) è anche il nome di un quartiere di Livorno, e proprio qui Virzì ambienta e racconta la storia del giovane protagonista Piero. Tra le location specifiche che si possono apprezzare nella pellicola troviamo Villa Fabbricotti, attuale sede della Biblioteca Labronica, circondata da un bel parco pubblico. Anche per il suo precedente La bella vita (1994), Virzì sceglie un’ambientazione livornese, spostandosi però in provincia e, nello specifico, a Piombino, che fa da sfondo ad un triangolo sentimentale tra un cassintegrato, una commessa di supermercato e un imbonitore televisivo. La pellicola è interpretata da Sabrina Ferilli e Massimo Ghini.


CULTURA

Enogastronomia di Gianmaria Bavestrello

Il ritorno alla castagna Un frutto straordinario a cui tutti noi siamo debitori Il piatto è generalmente condito con il pesto, il tipico battuto ligure confezionato con basilico genovese, aglio, olio extra vergine, pinoli, pecorino grattuggiato e parmigiano reggiano.

Nei secoli in cui economia e sussistenza erano sinonimi, fu il frutto che dettò le leggi dell’insediamento umano e dell’alimentazione in larga parte dell'Europa meridionale. Bollite, essiccate, arrostite o sfarinate a seconda delle varietà, le castagne permettevano, soprattutto, una panificazione tanto più preziosa quanto più limitati erano i seminativi cerealicoli. Poi, con l'avvento del benessere, l'uso di questo frutto straordinario a cui tutti noi siamo debitori è inevitabilmente declinato. Il suo impiego in cucina ha oggi un'importanza marginale e circoscritta per di più alla produzione di dolci tipici, come il castagnaccio, una vera e propria farinata, e il Panmorone, una variante del pandolce genovese in uso nel comune ligure di Campomorone. La cucina ligure, tra le cucine regionale italiane, è certamente quella più legata alla coltivazione del castagno a causa di un territorio montuoso e poco incline sia all'agricoltura che all'allevamento.

Esiste una tipologia di troffie che, localmente, è nota come “avvantaggiate”: si tratta delle troffie impastate in parte con farina di castagne. Da cosa deriverebbe il “vantaggio”? Dal fatto di non pagare dazio, una disposizione con cui l'antica Repubblica di Genova veniva incontro alle fasce più deboli della popolazione. Oggi le troffie di castagne sono servite, a volte mischiate a quelle normali, solo nei migliori ristoranti di Genova e provincia, e ritenute dai “gourmet” più delicate in virtù di una dolcezza mascolina, tenue, abbozzata, complementare al carattere maleducato del pesto. Nulla di strano, se non fosse che fino a non molto tempo fa le paste prodotte con farina di castagna erano considerate così miserevoli che appariva del tutto sconveniente offrirle a un ospite. Troffie di castagna al pesto

Diffusa ovunque è invece la destinazione dei frutti di buon pregio al consumo diretto, concentrato nei mesi autunnali, e alla produzione industriale di confetture e dei celeberrimi marron glacé. Vero è che sta avendo luogo, nella cucina italiana, una peculiare forma di moderata reviviscenza del castagno che affonda le proprie radici nella paradossale riscoperta, da parte delle nuove generazioni, di quelle tradizioni da cui gli avi erano fuggiti. E così, da surrogato e alimento basilare di diete poverissime, la castagna si è trasformata in un ingrediente edonistico e di nicchia, un destino non diverso da quello di alcune tipologie di legumi e pesci. Una curiosità appare, a questo proposito, particolarmente esplicativa: in Liguria esiste un notissimo tipo di pasta chiamato troffie, dal peculiare carattere arricciato e di grandezza molto ridotta. È una specialità tipica di numerosi comuni del Levante Genovese, quel lembo di Liguria che ospita località del calibro di Portofino, Santa Margherita Ligure, Sestri Levante e che si spinge fino alle Cinqueterre.

Si enumerano, in lungo e in largo per l'Italia, diversi usi tipici della farina di castagna. I necci sono prodotti tipici della Montagna Pistoiese, della Garfagnana e dell'alta valle del Reno, nell'appennino bolognese. Si possono considerare gli antenati poveri delle crêpes: cotti in appositi cerchi di pietra (testi) o di metallo (i ferri), possono essere mangiati anche con la ricotta o cotti assieme a salsiccia o pancetta. Anche i manafregoli sono un piatto contadino diffuso nella zona della Garfagnana. Si tratta di una pietanza estremamente povera, un composto di farina di castagne, latte e sale. La preparazione consiste nella bollitura d'acqua in un paiolo, aggiungendo quindi la farina precedentemente setacciata ed un pizzico di sale, cocendo e rimestando per mezz’ora fino ad ottenere un impasto molto morbido. Terminata la cottura si serve in una scodella, aggiungendo latte, panna o ricotta.

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Polenta di castagne con carne

La ricetta Pollo arrosto ripieno di castagne Ingredienti 1 pollo di circa 1 kg, 500 gr. di castagne sbucciate e spellate, 200 gr. di salsiccia, 20 gr. di funghi secchi, 50 gr. di mollica di pane, 30 gr. di burro, brodo vegetale o di carne, sale, pepe, noce moscata

La polenta dolce si fa con lo stesso procedimento della più tipica polenta di Mais ed ha una consistenza più morbida. Si dice che Garibaldi con il suo esercito, durante il suo passaggio a Le Piastre, sulla Montagna Pistoiese, fu sfamato proprio con polenta di castagne. I panzerotti dolci, tipici dell'Irpinia, e ripieni con la Castagna di Montella, vengono fritti o cotti in forno e serviti coperti da zucchero a velo. In Italia esiste solo una tipologia di farina di castagne che ha ottenuto il riconoscimento DOP: la farina di Neccio DOP della Garfagnana. Quella della Lunigiana, caratterizzata da una consistenza molto fine e dal colore avorio che si ottiene grazie ad un'antichissima tecnica di affumicatura con legna di castagno e alla molinatura fatta con macina a pietra, è invece in regime di protezione transitoria nazionale, Un ottimo utilizzo delle castagne non sfarinate è quello del ripieno nei piatti di carne: celebre per i suoi echi natalizi la faraona disossata ripiena di castagne pelate, cotte in acqua e unite a funghi porcini saltati in padella e formaggio fossa grattugiato. Sia la carne che il ripieno possono variare, dal l'arrosto di vitello al pollo o al galletto, dall'uso di salumi a quello della frutta. Il castagno non ha però ispirato solo massaie di ameni borghi montani, ma anche letterati e pittori. Per tutti valgano i versi di di Giovanni Pascoli: « Per te i tuguri sentono il tumulto or del paiolo che inquïeto oscilla; per te la fiamma sotto quel singulto crepita e brilla: tu, pio castagno, solo tu, l'assai doni al villano che non ha che il sole; tu solo il chicco, il buon di più, tu dai alla sua prole ».

Lavare e asciugare il pollo mettendo da parte le frattaglie. Fare cuocere le salsicce nel burro, regolare di sale e pepe. Toglierle dal tegame, aggiungere brodo di carne al sugo di cottura e impregnare la mollica del pane formando un composto. Spellare la salsiccia, tritare i funghi secchi già ammorbiditi, unire le castagne già ammorbidite in acqua tiepida e tritare. Deporre il composto in una terrina, aggiungere una spruzzata di noce moscata e, con quanto ottenuto, riempire il pollo. Cucire le aperture del pollo e legarlo, quindi cuocerlo lentamente in forno in una teglia bagnata di olio di oliva.

DA ABBINARE CON ... Colline lucchesi rosso DOC Il Colline Lucchesi rosso è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Lucca. Di colore rosso rubino brillante, tendente al granato se invecchiato, è gradevole e caratteristico all'olfatto. Il sapore è asciutto, armonico, morbido, vivace solo se d'annata. Prodotto con uve Sangiovese (45.0% - 70.0%) , Canaiolo Nero (0.0% - 30.0%), Ciliegiolo (0.0% - 30.0%), Merlot (0.0% - 15.0%), ha un titolo alcolometrico minimo di 11 gradi.

AGENDA LA CASTAGNA GARESSINA dal 1° al 30 ottobre 2011 nei fine settimana a Garessio (CU) www.garessio.net La fiera propone mostre, caldarrostai, artisti di strada, musica e balli in piazza, transumanza, percorsi enogastronomici a tema, degustazioni e mercatini con prodotti di valle ed infine l’appuntamento nel bosco per rendere omaggio alla “Reginetta del Bosco”. 81a FIERA DEL TARTUFO BIANCO D'ALBA dal 7 al 13 ottobre 2011 www.fieradeltartufo.org Nello splendido borgo di Alba torna protagonista, dal 7 ottobre al 13 novembre, la celebre kermesse dedicata al “tuber magnatum pico”. Cuore pulsante di questa edizione sarà il connubio tra il tartufo bianco di Alba e la pasta secca, che apre ad una nuova frontiera nel campo degli abbinamenti gourmet. I GIORNI DI BACCO 22 e 23 ottobre 2011 a Volterra (Pisa) Protagonisti della manifestazione dedicata a Bacco, saranno i vini prodotti nei territori limitrofi a quello di Castiglion Fiorentino. Nel pomeriggio funzioneranno taverne e stand enogastronomici nel centro storico, dove oltre a degustazioni di buon vino, si potranno anche gustare prodotti tipici fino a tarda notte. l’altraitalia 33


CULTURA

Benessere e salute di Simona Guidicelli

La Cicoria Cichorium intybus Le numerose varietà di cicoria o radicchio sono derivate dalla cicoria selvatica, diffusissima in tutta Italia dalla pianura alla montagna, sulle macerie, nei terreni incolti, al margine dei campi e anche nei prati. In coltura la cicoria viene coltivata secondo un ciclo annuale o al massimo biennale, limitatamente al caso in cui interessi raccogliere i semi; allo stato spontaneo invece si comporta come perenne, in quanto le radici fittonanti, cilindriche e carnose sopravvivono da un anno all'altro.

Le foglie basali sono riunite in rosette e risultano oblunghe o lanceolate, variamente incise e dentata, anzi, per lo più pennatofide, e, almeno nelle piante selvatiche, fortemente pelose (in questo si distinguono da quelle del tarassaco, nel quale sono invece del tutto lisce o poco pelose). Se si tagliano le foglie, gli steli e le radici fuoriesce un lattice molto amaro che diventa scuro.

Quando si raccoglie Anche le foglie della cicoria selvatiche sono commestibili, sia crude che cotte, purchè raccolte ancor tenere preferibilmente a primavera, prima della comparsa degli scapi floreali; le radici vanno scavate nell'autunno del primo anno o anche in primavera dell'annata successiva, prima che siano diventate legnose.

Come si utilizza Le foglie e le radici della cicoria selvatica o coltivata sono commestibili e hanno un sapore gradevole anche se amarognolo; inoltre hanno proprietà salutari, depuratice, toniche e diuretiche.

Come si prepara per la conservazione Le radici si fanno essiccare al sole e si conservano in sacchi di carta. Le foglie si usano fresche.

I consigli dell’erborista Una cura diuretica In un litro di acqua fredda versare 4 cucchiai di radice e far bollire 20 minuti. Filtrare e bere a sorsi durante la giornata. Per le ulcerazioni Far bollire una manciata di foglie fresche in mezzo litro di acqua per 5 minuti. Applicare le foglie sulle ulcerazioni e con il liquido fare degli impacchi. Un blando lassativo Versare un cucchiaino di radice in un quarto di acqua fredda e bollire per 10 minuti. Filtrare, aggiungere del miele e bere la sera, prima di coricarsi. Un disintossicante del fegato Versare 2 cucchiai di radici in mezzo litro di acqua fredda e far bollire per 15 minuti a fuoco basso. Filtrare, addolcire con miel’altraitalia 34


Curiosità Il sapore amaro della cicoria è causato da una sostanza chiamata acido cicorico (potente afrodisiaco) o dicaffeiltartarico (un surrogato della caffeina) che la letteratura scientifica definisce un eccitante. Il botanico Conrad di Megemberg coniò per lei il nome “sponsa solis” (sposa del sole) per il fatto che i fiori si aprano con il sorgere del sole e si chiudano al tramonto. Il nome greco è Kichorion che è composto da Kio, io vado, e chorion, campo, perchè la si trovava andando per campi. le e berne un bicchiere il mattino, a digiuno, ed uno alla sera, prima di coricarsi. Un depurativo contro l'acne In mezzo litro di acqua fredda versare un cucchiaio di radice e far bollire lentamente per 15 minuti. Filtrare e bere metà il mattino, a digiuno, e metà la sera, prima di coricarsi, addolcito con poco miele. Contro l'itterizia Versare due cucchiaini di radice in mezzo litro di acqua fredda e far bollire per 10 minuti. Lasciare riposare 5 minuti, quindi filtrare e berne 2,3 tazze nel corso della giornata, anche fredde.

La ricetta Zuppa di fave e cicoria Ingredienti: 6 tazze di fave fresche, 2 mazzetti di insalata tipo cicoria, 2 cipolle, alcune foglie di basilico olio extra vergine d'oliva e sale Preparazione: far bollire le fave in 150 centilitri d'acqua, scolarle conservando l'acqua di cottura e passarne a metà al passaverdura. Lavare bene la cicoria. Scottare i mazzetti di cicoria nell'acqua di cottura delle fave, poi tagliarli a pezzi. Prendere le cipolle, lavarle adeguatamente e poi provvedere a tagliarle a mezzelune. Prendere una pentola ed ungere il fondo, facendoci saltare le cipolle per qualche buon minuto. Aggiungere nella pentola la cicoria, il passato di fave e un po' d'acqua di cottura. Nella pentola mettere inoltre anche le fave rimaste intere. Portare così in fase di bollore e successivamente provvedere a toglierle dal fuoco. Condire con olio extra vergine d'oliva crudo e guarnire con le foglie di basilico. l’altraitalia 35


Molti sono Il meseprogressi di settembre si apre proprio assicurati nel come campoavredelste aspettato: le vostre l'amore in questo periooccupazioni do, anche seriprenderancon tutta no il loro corso e la vita probabilità vi troverete in riprenderà la routine che vi accompagna una fase abbastanza complicata. L'oroscopo ormai da qualche tempo.in Tutto questo non di Ottobre comunica anticipo alcuni sarà per voi certo motivo di noia: avete possibili problemi di salute, per cui saràapprebene so vivere al meglio situazione in farecome più attenzione al vostroogni corpo esaminancui troviate e sareste grado di forze. adattarviLaa do vicostantemente le inproprie qualsiasi novità. è la condizione chiave che determinazione saprà darvi il successo nella vostra professioSentimentalmente sentiresapranno qualche ne. Le vostre idee potreste e le ambizioni carenza, che andrete a colmare con facilità. portarvi al sicuro successo.

ARIETE

Sembra il mese fatto su misura per voi. perioAd Ottobre, perUnvoi che do in cui siete natiriprenderanno sotto il segnoa gradiToro, gli impegni che vi del le giornate si vedono ma tingono dicoinvolti, tinte emotive, aspettatevi questi portino insieme. con sé la novità di passioneche e di riflessione Sconche cercate e dimiscela cui in questo periodo non trandosi, questa avrà effetti sorprensapetealternando davvero fare a meno. denti, eccessi sensuali a periodi di studio seguiti da intensi interrogativi. Grazie Tantepositive le svolteinfluenze positive che alle di potrebbero Giove, la avervi vostra come protagonisti.State facendo venire forma fisica sarà costante per tutto Ottobre meno con iper vostri cercate 2011. ilE'dialogo importante voifamiliari: riuscire ad incal’incontro e non lo scontro se potete, e fate in nalare tutta la vostra energia. modo di utilizzare i toni giusti anche se talvolta non siete i primi ad alzarli.

TORO

Il lavoro e gli impegni riprendono a gonfie vele per voi segni zodiacali Orgogliosi come siete, del leone: lanotate voglialadigente fare raramente non è troppa, vostro intorno a voi. ma Nonilche sia buon prevarrà per colpa senso vostra... siete tropfar occupati rimanerealaguardare situazione nello in Dopo cui si po verso voistato stessi. trova. questo periodo forma menla metàIndel mese, ci saràlaunvostra notevole migliotale è davvero massimo e sebbene bene ramento della al vostra salute. Il buonsiate sonno consapevoli di esseresono o poter essere consigli brillanti del cibo appropriato i migliori con parola,Siate spesso teneteaquello che avete per ilaLeoni. disposti reinventare voi per voi, in una forma di riservatezza e spesso stessi. I vecchi metodi non funzionano più e di chiusura all’esterno. I rapporti con il potrebbero soffocare l'occasione di creare un vostro partner non sono certo cattivi: il feenuovo futuro. ling è sicuramente buono, talvolta potrebbe venire meno il dialogo: non attribuite mai colpe a chi non ne ha.

LEONE

Le vostre inesauribili fonti di energia Il pianeta Nettuno,stanno che si dandonella il meglio, e come trova casa della pasal solito, cercate sempre sione, amore e romanticidi essere al acentro del-i smo, vi aiuta rivedere l’attenzione, ma lo sotto fate vostri sentimenti con nuova classe,luce. senzaOra mai esagerare. In questoe una è possibile analizzare periodo le vostre abilità rifletterestate sugli mostrando aspetti negativi e positivi. Raf-a ben sapere tosse gestirepotrebbero le più diverse situazioni: freddore rivelarsi un proaffrontate senza maparte con delle costanza blema comune tra stupore la maggior persituazioni per alcuni sone della che Vergine. Ottimipotrebbero successi in essere matedifficili. Cercate di essere solerti nel ricamria lavorativa, professionale e finanziaria, biare e di non essere pigri nel concedere qualcon promozioni salariali arri-e che favore in più ealaumenti prossimo: essere che cortesi veranno veloci in questo mese. disponibili sopra la norma poterà i suoi frutti anche a breve termine.

VERGINE

Il periodo è di quelli favorevoli. Se certo Ottobre saràdaun un mese da punto di vista le cose da dedicare al romanticifare Quindi, non mancheranno, smo. i coniugi di non potrete di questo segnolamentarvi dello Zodiquei ritagli diaspettarsi tempo che aco possono di riuscirete con a dedicare alla vostra trascorrere unsuccesso buon periodo insieme. Tuttafamiglia a chi vicercare sta vicino. Chi viveun a fianvia, non edovete di costruire rapco a voi è ben consapevole di tuttoall’impegno porto con forza, ma consentire tempo di profuso il raggiungimento deidisturbi vostri lavorare aper vostro favore. Alcuni lievi obiettivi, farà di tutto per agevolarvi e non di salute epotrebbero comparire nella prima ostacolarvi nei vostri giusti intenti. Il rappormetà del mese. Il vostro zelo e il duro lavoro to di coppia potrebbe tuttavia subire qualche vi aiuteranno a superareche alcuni nella tensione passeggera, nonostacoli potrà certo vostra vita lavorativa o professionale che duminare la stabilità e la longevità del vostro rante il periodo di Ottobre non mancheranno. rapporto.

SAGITTARIO

Il mese di settembre 2011 si apre per voiriguarda con un granPer quanto la de da fare. Riprenderanvostra vita sentimentale, no a gonfie veleditutte le durante il mese Ottoattività vedranno bre, voiche del viCapricorno coinvolti.tutte Sentimentalmente non vi potete subirete le influenza negative di Marte, certo lamentare, e la ancora stabilitàpiù cheirritabili avete trovail quale vi renderà del to non per deve essere motivo di preoccupaziosolito, non dire antisociali. La pazienza è ne: nonnecessaria cercate quello che nonperiodo, potete ottenemolto in questo come re e cheuna già avete, potrebbe rivelarsidieta tempoa anche ripassata alla vostra perso, e il piùfisico. delle volte in modo dannoso. all'esercizio Coloro che hanno intenNel complesso nonun'impresa, potete certo lamentarvi. zione di avviare questo mese sarà un periodo ideale per loro.

CAPRICORNO

Settembre potrebbe rivelarsi un mese più impegnativo di quanto Nuovi incontri sono potevate in aspettarvi, possibili Ottobre. ciò Vi nonostante, le piacevoli troverete di fronte a cirsorprese finiranno costanze innon cui sarà bene mai di stupirvi. Trovarsi in situazioni inedite mostrare la vostra totale autenticità. Per equanto riuscire semprelaa salute, improvvisare per voi riguarda voi deisarà Gemelli vi la migliore novità didal questo periodo. causato sempre sentirete indeboliti nervosismo sulla cresta dell’onda vi vostra sta a fianco vi dalle emozioni a causachi della naturale tiene in Occorrerà grande considerazione spesso angoscia. mettere in giocoe un poco pende dalle vostre labbra. Attenzione ai passi di sforzo e tutta la vostra fatica sarà riconopiù lunghi della gamba: è spesso spiacevole sciuta. Il vostro settore scomode del lavorodopo o profesritrovarsi in situazioni aver sionale vi apparirà più tranquillo che neisentimesi imboccato una strada discutibile. Vita precedenti. mentale non senza qualche novità inedita.

Sembrerà strano a voi del segno zodiacale Venere, la Dea della delbilancia, l'amore, che è inquesto vena setdi tembre 2011 enon abbia in compiacervi vi indica di sé nè grandi sorprese nè ignorare gli alti e bassi grandi impegni persentivoi. del vostro rapporto La vostraSiroutine riprenderà il suo prevarrà corso in mentale. prevede che ad Ottobre modo noioso, ePotrete riprenderete la pacequasi e l'armonia. godere velocedi una mente trascorrere questo con di le buona asalute durante tutto periodo il periodo cadenze tipicheBuone del passato. A voi ildicompito Ottobre 2011. opportunità lavoro di mettere del Ipepe a queste giornate di sono in arrivo. nati sotto il segno dellaeBisaper costruire qualche diversivo per allietalancia, chevi sta in accanto. questo La momento sono re voi e chi vostra famiglia sottoposti ad molto esami,vicina colloqui di si dimostrerà a voio ealtri alle tipi vostre concorsi, otterranno sicuramente il meritato incombenze: verso la fine del mese dovrete successo. infatti far fronte a qualche scadenza che vi porterà a ricoprire mansioni inconsuete.

In questo settembre 2011 voi del di segno zodiacale Questo, Ottobre 2011, dell’acquario sarete può essere considerato accompagnati daldivostro come un periodo nuovi costante e interminabile risvegli. Spesso, l'Acquabuon umore. La vostra alrio cerca di evitare le relalegria e il vostro desiderio di starea zioni sentimentali o intimedisuvivere di unelivello con glitermine altri la faranno padroni in un periolungo a favoreda della propria indipendo in cuiInsiete davvero non denza. questo meseinleforma. StelleSebbene consigliano abbiate davvero nulla dalarimproverarvi da l'Acquario di mantenere calma. Quantoepiù domandarvi, siete in gradoè senz’altro di tenere avero badache lotalune stress scele le te siano da prendersi con ponderazione e non tensioni, tanto meglio è. Nuove opportunità avventatamente: l’istinto, vostro fedele alledi investimenti sono indicati nella atolavoro che bene raramente vi ha tradito, dovrebbe seconda metà del mese di Ottobre 2011 per essere messo talvolta da parte per fare spazio l'Acquario. alla ragione.

Sarà un mese di grande riflessione e osservazione. Il vostro critico Molti di voi spirito ad Ottobre si vi porta spesso ad ossertroveranno a dover scevare azioni ile glieree adicriticare continuare gesti altrui: spesso percorso con fate un numero molta più difficoltà a amici. sostenere unaavalida minore di compagni ed Questo causa posizione a demolirne una. di Saturno,piuttosto che nella che settima casa del matriAvete uno spirito che in questo periodo monio, può rendere questo mese comenon il può certo definirsi degli periodo migliore percostruttivo: sposarsi. Insiete generale, attenti osservatori, sì, ma fate davvero fatica Ottobre potrebbe rivelarsi un mese sano e a dare il vostro apporto. Forse un po’scontroattivo per voi del Cancro. Il periodo della si, ma talvolta non sarà soltanto dovuto a voi monotonia è giunto al termine.in cui vi trovestessi, quanto nella situazione rete. Grande stabilità sentimentale e ottimo rapporto con il vostro partner.

Un settembre 2011 ricco di impegni: le attività di La vita sentimentale degli cui avere cura saranno le Scorpioni passerà attrap i ù vun a r iperiodo e g a t e felice. e vi verso terranno per Anche se occupati non manchegran vostre ranno parte per voidelle le occasioni giornate. in ambito di poter Piccole perdere tensioni la pazienza con affettivo: il vostro il vostro orgoglio talvolta essere messo partner. Ci sono dovrà tutte le possibilità, per le da parte per fare spaziosoddisfare alla ragione anime singole, per poter i loroe all’umiltà. I frutti di ciò che sana aveteedseminato in sogni. Mantenete una dieta equilibrapassato non tarderanno ad arrivare e presto vi ta per vivere una vita sana e felice. accorgerete che aver fatto qualche favore ad L'Oroscopo di Ottobre 2011 dello Scorpione, amici e a conoscenti vi restituirà grandi prevede un certoNon numero di sfide settoree soddisfazioni. chiudete glinelocchi professionale e delattenzione lavoro. ad interessi che prestate la dovuta qualcuno potrebbe velatamente manifestare nei vostri confronti.

Sarà il giusto periodo per mettervi in mostra: delfare Secondo l'Oroscopo vedere altripotrebbe quanto l'amore,agli Ottobre valete e partecipare attiiniziare con una certa vamente alla sociale confusione pervita i nati sotto ail cui spesso avete Èrinunsegno dei Pesci. posciato. Fra le personeadche vi stanno attorno sibile che vi troviate affrontare parecchie alcune potrebbero aver osservato fra i indecisioni riguardo la vostra vitaalcuni sentimenvostri recenti movimenti che non sono certo tale. Avete bisogno di prendervi cura di voi passati inosservati. Non trascurate e non stessi. Un sonno profondo e uno stile di vita dimenticatevi di curare buoni rapporti con la senza stress vi aiuteranno alla grande. Il vostra famiglia: la vostra presenza negli ultisuccesso che state ottenendo attraverso i mi tempi si è forse fatta un po’ troppo desidevostri sforzirimedio vi da asicurezza e vi faassenza essere rare. Porre qualche vostra molto orgogliosi di rivelarsi voi stessi.scelta opportuna di troppo potrebbe in un periodo in cui avete la possibilità di fare molto per gli altri.

GEMELLI

CANCRO

BILANCIA

SCORPIONE

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PESCI


Vieste: die Perle des Gargano Padre Pio aus Pietrelcina


KULTUR

Die schönsten Ecken Italiens von Teresita Lanzo

Vieste: die Perle des Gargano Wünderschönen Felsen und goldigen Strände

Bekannt als der wichtigste touristische Landeplatz vom östlichen Gargano, ist einer der schönsten Badeorte in Italien. Jetzt ist es für seine komfortablen Unterkünfte, für das Nachtleben und die ausgezeichnete lokale Küche berühmt. Trotzdem ist Vieste immer noch ein Ort zu erkunden, einen Schatz zu entdecken. Die gleichen Kontraste der Landspitze von Gargano charakterisieren auch Vieste; neben heftigen und imposanten Felswänden gibt es schöne Sandstrände, die sich entlang der Küste erstrecken. Weiter im Süden, in Richtung Mattinata, oder nördlich in Richtung Peschici, bietet die Küste eine atemberaubende Aussicht. Man sieht hier Sandstrände neben den kleinen und oft unzugänglichen Buchten. An der südlichen Küste von Vieste kann man die schönen Grotte Marine di Vieste (Meereshöhlen von Vieste) bewundern; diese sind ein Muss für alle Touristen und eine eindrucksvolle naturalistische Erbe. Die beiden Symbole Denkmäler - von Vieste sind: der beeindruckende Pizzomunno, geiler Stein zu einer alten und romantischen Legende verbunden, und der Leuchtturm von Vieste, der im Jahr 1867 auf dem Felsen von Sant’Eufemia erbaut wurde. Ein Besuch in La Salata, WWF Oase, die einmal eine Paleo-christliche Nekropole war, ist wirklich ein Tauchgang in die Vergangenheit. Hier gibt es viele sehenswerten

Tierarten. Daher, gibt es wirklich gute Gründe, um einen Urlaub in Vieste, zu verbringen: klares Meer, felsige Strände und goldene Sandstrände, kleine Buchte, Geschichte, alte Traditionen, gute Küche und echte Aromen, Unterhaltung für Jugendliche und Familien. Die Anwesenheit des Menschen auf dem Gebiet von Vieste datiert aus dem Paläolithikum zurück. Das milde Klima, die Anwesenheit der Trinkwasserquellen, die Erde reich an Obstgärten, das wilde und wanderndes Jagdwild, die vielen Arten von Fischen entlang der Küste, sind, seit den alten Zeiten, der ideale Lebensraum für jeden Menschen. Die Geschichte Vieste war eine griechische Kolonie und eine römische Stadt: Historiker identifizieren es als die alte Apeneste, das wörtlich “isoliert Zuflucht” bedeutet. Die Griechen verbrachten lange Winter hier, waren völlig isoliert und von ihren Familien und Land entfernt. Die Tradition verbindet Vieste zu den Städten von Uriah und Merino. Die letzte wurde um den X Jahrhundert Zerstört. Während des Mittelalters, wurde Vieste unter den Byzantiner, Normannen, Langobarden, Venezianer und Araber gestritten. Aufgrund seiner strategischen Lage, wurde es immer wieder im Jahre 1480, 1554, 1674 und 1678 von den Sarazenen angegriffen. Im Jahr 1554 wurde Vieste vom

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Piraten Dragut angegriffen. Während dieser schrecklichen Invasion wurden etwa 5000 Einwohner von Vieste in der Nähe der Kathedrale – auf einem Felsen – enthauptet: seitdem wurde es Chianca amara (bitterer Stein) genannt. Ein weiterer wichtiger historischer Schritt für die Stadt von Vieste ist die Vereinheitlichung Italiens während des Risorgimento; tatsächlich, in diesen Jahren kamen Geheimgesellschaften zum Leben, die gegen die Bourbonen zusammenarbeiteten. Die letzten, die von den Befördern der Einheit Italiens sich bedroht fühlten, fingen an, die Einwohner von Vieste - aktive Unterstützer von König Vittorio Emanuele - zu verfolgen, umbringen, und zu Gefängnisstrafen verurteilen. Am 27. Juli 1861, fand ein blutiger Streit zwischen einer Sendung von Anhängern der Bourbonen und Befürworter der Vereinheitlichung statt. Viele starben bei diesen gewaltsamen Kämpfen. Pizzomunno Entlang der südlichen Küste von Vieste kann man einen kleinen Strand sehen, der seinen Namen dem imposanten Felsen verdankt, der die Stadt und ihre Bewohner von hoch beobachtet: es ist der Strand von Pizzomunno. Es sieht so aus, dass eine interessante und wunderbare Geschichte hier stattgefunden hat. Die Protagonisten sind zwei junge Liebende aus Vieste. Pizzomunno, junger und attraktiver Fischer, und Cristalda, schönes Mädchen mit langen goldenen Haaren, liebten sich zärtlich und waren völlig überzeugt, dass nichts in der Welt dieses starke und aufrichtige Gefühl auswirken könnte. Jeden Abend, ging Cristalda zum Strand hinunter, um ihren Geliebten Pizzomunno zu grüßen, bevor er mit seinem Boot absegelte. Jede Nacht besuchten die Sirenen Pizzomunno, und versuchten, ihn mit ihren süßen Liedern, zu verzaubern. Die Meeresköniginnen wollten Pizzomunno inbrünstig zu ihrem König und Liebhaber. Der junge Mann jedoch nie unterlag den Verlockungen der Sirenen, da er bereits sein Herz zu reinen Cristalda gegeben hatte.

Die zahlreichen Ablehnungen von Pizzomunno riefen den Zorn der Sirenen hervor. Eines Abends, erreichten die Sirenen die Liebenden am Strand und griffen Cristalda mit großer Heftigkeit an, damit sie durch die Tiefen des Meeres verschluckt wurde. Das Leiden von Pizzomunno war so vernichtend, dass er ewig versteinert wurde. Den nächsten Tag fanden die Fischer von Vieste den versteinerten Pizzomunno auf dem Felsen, der heute seinen Namen trägt. Die Legende erzählt, dass Cristalda alle hundert Jahre aus den Tiefen des Meeres auftaucht, um Pizzomunno wiederzusehen, und die Leidenschaft ihrer alten Liebe erneut zu leben. Trabucchi Diese sind Instrumente von strukturellem Holz - das auch für den Bau von alten Häusern benutzt wurde -, das in Handarbeit hergestellt wurden. Sie bestehen aus einem Skelett aus Holz-ausgestreckten Stäben, zu denen Netze befestigt sind. Diese Netzwerke, die als “trabocchetti” bekannt sind, nennen die Struktur.

Ein “Trabucco” (bild) ist eigentlich eine Fischreuse, die dank der Präsenz der seitlichen Gänge manuell aktiviert wird. Dadurch fallen diese Netze ins Meer. Einmal hatten die “trabuccolanti” - d.h. die Halter von Trabucchi - dieAufgabe, die Struktur und den Zustand der Meeresströmungen, zu überwachen. Zur richtigen Zeit bestellten sie, hochzuwinden und danach fing die Fischerei an.

Pizzomunno

Heute ist Trabucco immer noch benutzt, aber nur als Hobby. Sicher, hat es seinen repräsentativen Wert nicht verloren. Das Trabucco von Vieste, einmal ein zentrales Element der Wirtschaft der Stadt, ist noch heute ein Symbol ihrer Kultur und Tradition. Die Meereshöhlen von Vieste “Grotta dei Pomodori”, “Grotta Rossa”, “Grotta Sfondata”, “Grotta delle Rondini”, “Grotta dei Contrabbandieri” (die erste, die im Jahr 1954 von zwei lokalen Fischern entdeckt wurde), “Grotta dei Serpenti”, “Grotta die Marmi”: das sind die besonderen Namen der Höhlen, die sich entlang der Küste von Vieste befinden. Jede Höhle ist wie ein Geheimgang, den das Meer durch das Graben in den Felsen mit seiner übermächtigen Vehemenz erschafft hat. Die Höhlen von Vieste sind alle bezaubernd in einer geheimnisvollen Art und Weise.Es ist möglich, sie mit dem Schiff zu besuchen, falls ihr an eine der interessanten Führungen teilnehmt, die die Besonderheiten und die Geschichte jeder Meereshöhle erläutern. Motorbootausflüge ermöglichen dem Besucher, das volle Spektakel der l’altraitalia 39


natürlichen Meereshöhlen an der Küste von Vieste, zu genießen. Die Tour geht von Peschici (Norden) bis zu Mattinata (Süden).

alte Nekropole von Vieste in einem Zustand völliger Vernachlässigung und Zerstörung gelassen. Danach, kümmerten die WWF Freiwillige von Vieste sich um diesen Bereich, das eine wichtige archäologische, sondern auch historische und kulturelle Erbe der Stadt ist. In La Salata findet man Tier-und Pflanzenarten, die man in anderen naturwissenschaftlichen Zusammenhängen nicht sehen kann. Deswegen ist heute La Salata Teil der Bereiche, die durch das WWF geschützt werden. Schleiereulen, Eichelhäher und Amphibien haben hier ihren idealen Lebensraum gefunden; dank ihnen wurde das archäologische Gebiet zu einer schönen geschützten Oase. Es ist schwer zu glauben, dass es alle diesen Tierarten in einer Nekropole leben können; normalerweise hat dieser Ort die Funktion der Begräbnisstätte und ist daher voll von Gräbern und wand ständige Nischen, oder Nischen in alten Höhlen eingefügt. Durch den Besuch der Nekropole La Salata in Vieste, kann man einige der bedeutendsten Beispiele der frühen christlichen Kunst aus dem ganzen Mittelmeerraum bewundern.

Das Unternehmen Motobarche Leonarda organisiert Tagesausflüge (zwei Fahrten pro Tag) in der Jahreszeit zwischen 1. April und 31. Oktober. Es gibt Ermäßigungen und Rabatte auf die Kosten für das Ticket für die Gruppen. Verpasst nicht die Nacht Ausflüge zu den Meereshöhlen von Vieste. Am Ende der Tour findet man Lebensmittelkosten mit Bruschetta, gegrilltem Fisch, Wein und Wassermelonen. DieAltstadt und das Schloss von Vieste Die Altstadt von Vieste befindet sich auf einem Felsen über dem Meer unter engen Gassen. Nach der seefahrenden Tradition sind die Häuser weiß. Charakteristische Wanden fungieren als Verbindung unter den Häusern, und durch die Treppen kann man die höchste Stelle über dem Meeresspiegel erreichen. Die Altstadt von Vieste zeichnet sich durch ihren Duft, ihre Farben, die Stimmen der Menschen, und die Geräusche der Natur aus. Loggien werden durch Zierpflanzen, Vasen aus rotem Backstein mit Basilikum, Rosmarin, Petersilie und Salbei verschönert: das sind alle typischen Gerüche des Mittelmeeres. Die beiden wichtigsten Sehenswürdigkeiten der Altstadt sind die Kathedrale und das Schloss. Der ursprüngliche Bau der Kathedrale von Vieste stammt aus dem XI Jahrhundert. Eine hölzerne Statue der Heiligen Jungfrau Maria von Merino steht innen. Die Kathedrale selbst ist ihr gewidmet, und wurde 1981 Basilika Minore vom Papst Johannes Paul II bestimmt. Nicht weit von der Basilika ist das imposante Schloss von Vieste. Aufgrund des Willens von Frederick II von Schwaben wurde das Schloss gegründet. Die aktuelle Architektur, jedoch bezieht sich auf den Wiederaufbau, der im Jahre 1537 dank der Spanischen stattfand. Der dreieckige Plan wird im Osten, Norden und Westen von drei fünf eckigen Bastionen begrenzt. Vom Schloss kann man einen schönen Blick des Meers - und umgekehrt - genießen. Salata Es stammt aus der christlichen Ära und ist eine der wichtigsten archäologischen Sehenswürdigkeiten von Vieste: es ist die alte Nekropole La Salata. Viele Jahre lang, wurde die

Laterne Der Leuchtturm befindet sich in der Nähe der Küste, auf den bezaubernden Felsen von Sant’Eufemia. Es ist für die Stadt und ihre Bewohner ein Symbol und ein wichtiges Element der Landschaft. Der Leuchtturm wurde 1867 durch die italienische Marine gebaut, um die Rolle der Beobachtung und Informationsabruf zu übernehmen. Auf seinem Gipfel ist die große Laterne deutlich sichtbar; in der Nacht leuchtet sie das Meer mit einem Blinklicht, damit alle Schiffe einen Bezugspunkt auf ihrem Weg in diesem Teil der Adria haben können. Heute ist der Beschützer des Leuchtturms durch technische Geräte ersetzt worden; damit kann das Kommando der Zona Fari der Marine den Leuchtturm sogar in großer Entfernung überwachten.

Die Aussicht des Meeres von der großen Laterne des Leuchtturms beleuchtet ist ein wahres Wunder: der Duft des Salzes, das Geräusch der Wellen, die Wärme der mütterlichen Laterne werden Gefühle, Emotionen, Ideen und Erinnerungen in euch erwecken. Dank des Leuchtturms lässt Vieste unauslöschliche Spuren im Herz jedes Touristen hinter.

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Typische Produkte Käsesorte wie Mozzarella von Bufala und Caciocavallo Podolico, die mit der Milch von typische Rassen hergestellt werden (die podolische Kuhfladen, die garaganische Ziege und das Schaf Gentile di Puglia); konservierten Fleisch wie Muscisca oder Mischiska, gesalzter und gewürzter Schaf- und Ziegefleisch; Agrumen wie die Zitronvarietät Femminello del Gargano, die süsse Pomeranze, die gelbe Apfelsine und die Duretta von Gargano. Wie in der ganzen Apulien, sind Oliven am meistens angebaut. Die Oliven der Ogliarola Garganica Varietät sind der Bestandteil von einem der extrareine Olivenöle, dank deren das Dauno Öl Dop Bezeichnung bekommen hat. Die Wertwolle Weinrebe ist Moscato

Öhrchen mit Brokkoli

Überbackene Goldbrasse

Zutaten für 4-6 Portionen Orecchiette am Vortag zubereiten Für den Teig: 100 gr Hartweizengriess, 200 gr Weizenmehl und Mehl zumAusrollen, 2 Essl. Olivenöl, Salz Sonstige Zutaten: 600 gr frische Brokkoli, 4 Essl. Olivenöl, 3 Knoblauchzehen, 1 rote getrocknete oder eingelegte Peperoncinoschote (oder Chilischote), die in feine Streifen geschnitten ist, Salz, Pfeffer aus der Mühle

Zutaten für 4 Portionen 1 Goldbrasse (knapp 1 kg), 500 gr mittelgrosse, 1 grosse Bund glatte Petersilie, 50 gr frisch geriebener Pecorino (oder Parmesan), 3 Knoblauchzehen, 10 Essl. Olivenöl, Salz, Pfeffer aus der Mühle.

Hartweizengriess mit dem Mehl in einer Schüssel mischen. 2 Essl. Olivenöl und 1 TL Salz zugeben, mit knapp ¼ ltr warmem Wasser zu einem geschmeidigen Teig kneten. Zu einem Laib formen, mit einem feuchten Tuch decken und 20 Minuten ruhen lassen. Dann kleine Portionen vom Teig abschneiden und auf bemehlter Fläche zu fingerdicken Rollen formen (ca. 2 cm Durchmesser). Die Rollen in ½ cm dicke Scheibchen schneiden, jedes Scheibchen mit dem Daumen eindrücken, so dass in der Mitte eine Mulde entsteht. Mit einem Küchentuch bedecken und über Nacht trocknen lassen. Am nächsten Tag Brokkoli putzen, in Röschen teilen. Gröbere Stiele eventuell schälen. In einem grossen Topf 3 ltr Salzwasser aufkochen. Brokkolistiele hineingeben, nach 5 Minuten Brokkoliröschen dazugeben, weitere 5 Minuten blanchieren. Gemüse mit einem Schaumlöffel herausnehmen, kalt abschrecken und abtropfen lassen. Brühe wieder zum Kochen bringen. Vorbereitete Nudeln ins kochende Wasser geben, in etwa 10 Minuten kochen lassen. Inzwischen Brokkolistiele klein schneiden. In einer grossen Pfanne 4 Essl. Olivenöl erhitzen. Brokkoli und gehacketes Knoblauch andünsten, Peperoncino einrühren. Mit Salz und Pfeffer würzen. Einige Essl. Gemüsebrühe angiessen. Sobald die Orecchiette al dente gekocht werden, sie abgiessen und abtropfen lassen, in die Pfanne direkt geben und mit der Gemüse mischen. Nochmals mit Salz und Pfeffer würzen. Heiss servieren. Die apulischen Hausfrauen machen es vor, wie man leidenschaftlich mit Teig umgeht: Die originell geformten Gebilde, die wie kleine Hütchen oder Öhrchen aussehen, sind im Süden Italiens alltäglicher Pastagenuss. Orecchiette sind auch fertig zu kaufen - eine nicht unerhebliche Zeiterspaernis.

Zubereitung Die Goldbrasse schuppen und ausnehmen, gründlich abspülen und mit Küchenkrepp abtrocknen In einem Topf 1 Ltr Salzwasser aufkochen. Kartoffeln (vorwiegend festkochend) waschen, schälen und in ½ cm dicke Scheiben schneiden. Sie im kochenden Salzwasser kochen, 5 Min. blanchieren und abtropfen lassen. Petersilie und Knoblauch fein hacken oder im Mörser zerreiben. Mit 8 Essl. Olivenöl zu einer Paste rühren. Backofen auf 225° vorheizen. Eine grosse feuerfeste Form mit 2 Essl. Olivenöl einstreichen. Die Hälfte der Kartoffelscheiben in die Form schichten. Kräftig salzen und pfeffern, mit einem Teil des Kräuteröls beträufeln und die Hälfte vom geriebenen Käse aufstreuen. Den vorbereiteten Fisch auf die Kartoffeln legen, ebenfalls salzen, pfeffern und mit einem Teil des Kräuteröls bestreichen. Mit den restlichen Kartoffelscheiben abdecken, wieder mit Salz, Pfeffer, Kräuteröl und geriebenem Käse würzen. Im vorgeheizten Backofen (Gas: Stufe 4) 30 Min. garen. Die Goldbrasse erst am Tisch zerlegen und sehr heiss servieren.

Die Goldbrasse gehört zu den begehrtesten Fischspeise - mit ihrem wundervoll aromatischen, zarten und fettarmen Fleisch. Am besten man bestellt den Fisch ein paar Tage vorher beim Fischhändler, da er sicherlich nicht immer vorrätig sein wird. Als Ersatz bieten sich alle anderen Arten von Brassen an, notfalls auch Heilbutt, Seehecht oder Schellfisch. Das Rezept kann man auch mit filetiertem Fisch zubereiten dann am besten Scheiben von Pellkartoffeln nehmen, alles kräftig mit dem Kräuteröl betraeufeln und wenige Minuten im Ofen lassen.

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KULTUR

Berühmte Persönlichkeiten von Christian Lombardi

Padre Pio aus Pietrelcina Demut und Bescheidenheit waren seine Gaben hat Pater Pio daraufhin mit der Bekanntgabe des “Decretum super virtutibus” am 18. Dezember 1997 den Titel “Venerabile” (Ehrwürdiger) zuerkannt. Gern möchten wir hier die einleitenden Worte dieses Dekrets wiedergeben , welche folgendermassen lauten: “Ich jedoch will mich nicht rühmen, es sei denn im Kreuze unseres Herrn Jesus Christus” (Gal. 6, 14).

Pater Pio, mit bürgerlichem Namen Francesco Forgione, wurde am 25. Mai 1887 in Pietrelcina (Provinz Benevent Italien) geboren. Nachdem er am 6. Januar 1903 als Novize in den Kapuzinerorden eingetreten war, wurde er am 10. August 1910 in der Kathedrale zu Benevent zum Priester geweiht. Aus gesundheitlichen Gründen musste er einige Jahre in seinem Heimatort verbringen. Am 28. Juli 1916 kam er auf die Hochfläche des Gargano, nach San Giovanni Rotondo, wo er, von wenigen, kurzen Unterbrechungen abgesehen, bis zu seinem Tod am 23. September 1968 blieb. Am Morgen des 20. September, einem Freitag, empfing er während der Danksagung vor dem Chorkreuz des alten Kirchleins die Gabe der Wundmale Christi, welche ein halbes Jahrhundert lang an seinem Körper sichtbar waren und dabei offen, frisch und blutend blieben. Sein ganzes Leben widmete er sich ausschliesslich seinem Amt als Priester und Beichtvater, er gründete die “Gebetsgruppen” und ein modernes Krankenhaus, welchem er den Namen “Haus zur Linderung der Leiden” (Casa Sollievo della Sofferenza) gab. Er starb im Ruf der Heiligkeit und liegt in der Krypta des Kapuzinerklosters begraben. Das Verfahren zu seiner Selig und Heligsprecheung wurde am 20. März 1983 mit der Eröffnung des Diözesanprozesses aufgenommen. Dieser endete mit der letzten Sitzung am 21. Januar 1990. Die ganze, umfangreiche Dokumentation, enthalten in 104 dicken Bänden, wurde der Kongregation für die Heiligsprechungen in Rom übergeben. Nach jahrelangem eingehendem Studium aller Akten gab die Theologische Kommission der genannten Kongregation am 13. Juni 1997 ein einstimmiges Gutachten zugunsten der Heldenhaftigkeit der Tugenden des verehrten Paters ab, und am folgenden 21. Oktober erliess die Kommision der Kardinäle dasselbe positive und eben falls eisntimmige Urteil. Der Heilige Vater Johannes Paul II.

Wie der Völkerapostel Paulus, so machte auch Pater Pio aus Pietrelcina das Heilige Kreuz zu Scheitelpunkt seines Lebens und seines Apostolats. Das Kreuz war für ihn die Quelle seiner Kraft, seiner Weisheit und seines Ruhms. Frei von den Eitelkeiten der Welt, erfüllt dagegen von einer brennenden Liebe zu Jesus Christus, wurde er Ihm ähnlich in der Aufopferung seiner selbst für die Rettung der Welt. Seine Nachfolge und Nachahmung des Göttlichen Opferlamms war so selbstlos und so vollkommen, dass er mit den Worten des hl. Paulus hätte sagen können: “Mit Christus bin ich gekreuzigt. Ich lebe, doch nicht mehr als Ich, sondern Christus lebt in mir” (Gal. 2, 19 20). San Giovanni Rotondo

Er wollte aber die Schätze der Gnade, die Gott ihm so überhaus reich gewährt hatte, nicht für sich allein behalten; deshalb stellte er sich zeitlebens, mittels seines heiligen Priesteramtes, unausgesetzt in den Dienst der Männer und Frauen, die zu ihm kamen, und erzeugte so eine ungeheure Menge geistiger Söhne und Töchter. Es folgte das Studium “super miro” (über ein Wunder), wobei es sich um die wunderbare Heilung einer gläubigen Frau handelte, welche der Fürbitte von Pater Pio zugeschrieben und von der ärztlichen Gutachterkomission am 30. April 1998 als "wissenschaftlich nicht erklärbar" beurteilt wurde. Am 2. Mai 1999 war die Seligsprechung durch Papst Johannes Paul II. Eine weitere wunderbare Heilung mittels der Fürbitte von Pater Pio, diesmal eines Kindes, das an akuter Meningitis erkrankt war, führte am 20. Dezember 2001 zur Promulgation des Dekrets über das Wunder. Die Heiligsprechung erfolgte am 16. Juni 2002.

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Un luogo romantico, fuori del tempo, affacciato su un vasto panorama, gestito con gentilezza, sensibilitĂ e cura dei dettagli. Via della Chiesa, 3 - LocalitĂ Brucciano

55020 Molazzana (LU) Telefono 050818762 Fax 050818762 info@bbtoscana.it



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