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Introduzione............................. 4 Gli aforismi................................ 6 Profezie e facezie................34 Le parole degli altri.............46 Nota bibliografica................58
A fianco: Leonardo Da Vinci, Studio prospettico per l’Adorazione dei Magi, 1481 circa, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, Firenze.
Introduzione Su Leonardo da Vinci sono stati versati fiumi d’inchiostro e intere biblioteche potrebbero riempirsi degli studi dedicati alla sua opera. Suprema incarnazione degli ideali sincretici del Rinascimento, la sua figura ha ispirato generazioni di uomini d’ingegno, il suo esempio rappresenta, da secoli, un termine di paragone con cui confrontarsi. Architetto, poeta, ingegnere, pittore, scultore, musicista. In una parola: genio. Eppure, chi si accostasse per la prima volta alla lettura dei testi di Leonardo si troverebbe a confrontarsi con qualcosa di ben diverso dall’immagine di rigore, armonia e proporzione evocata dalla sua leggenda. Il lettore anzi avvertirebbe – come ha scritto Anna Maria Brizio – un senso di «disorientamento. Nessun ordine apparente, nessuna continuità d’argomento e di svolgimenti, ma, nello stesso foglio, le proposizioni più varie e disparate si seguono le une alle altre senza nessun nesso che le colleghi: l’appunto più minuto e contingente di vita quotidiana – un conto, un promemoria, un elenco di oggetti, il ricordo breve e nudo d’un fatto – sta riga a riga con l’enunciazione di un teorema, l’osservazione sottile d’un fenomeno naturale, un calcolo di potenza e resistenza, una favola, un motto e così via; oppure una dimostrazione, cominciata con precisa e diffusa enunciazione di premesse, deriva poi in direzioni divergenti e s’intesse con nuovi elementi che portano lontano dal punto di partenza»1. Le sue sono parole nomadi, asistematiche, frammentarie. Nella sua pagina non vi è quasi mai una partizione tra testo e disegno. 1 A. M. Brizio, Scritti scelti, a cura di A. B. Brizio, Torino, UTET 1968, p. 7.
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Introduzione
Il corpus dei manoscritti leonardeschi è composto da oltre 8.000 fogli. Tuttavia, gli studiosi ritengono che questa sia solo una piccola parte della mole complessiva di ciò che egli scrisse e disegnò: si calcola che si siano perse circa 100.000 pagine. Alla morte del maestro, questi materiali andarono per lascito testamentario al discepolo Francesco Melzi, i cui discendenti poi li vendettero allo scultore Pompeo Leoni che, per commerciarli con maggior profitto, li suddivise in gruppi diversi. Nel corso del XVII secolo essi furono in gran parte raccolti dal conte milanese Galeazzo Arconati e successivamente donati alla Biblioteca Ambrosiana di Milano. Nel 1796 Bonaparte li inviò a Parigi, da dove, dopo il Congresso di Vienna, tornò a Milano il solo Codice Atlantico, mentre gli altri, per un errore dell’incaricato austriaco, rimasero all’Institut de France. Altri testi erano già da tempo finiti in Inghilterra, altri sarebbero venuti alla luce molto tempo dopo, come i Codici di Madrid scoperti per caso nella capitale spagnola nel 1966. Volendo chiosare, si potrebbe quindi affermare che la vicenda di questi testi è frammentaria quanto la loro composizione. Si potrà allora intuire come la difficoltà nel selezionare da questo gran volume di scritti una breve raccolta di aforismi sia consistita essenzialmente nel tentativo di restituire l’immagine della complessità del lavoro di Leonardo. Speriamo che lo sforzo non sia stato vano. Raffaele Nencini Redazione Crossmedia
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............... Gli aforismi
Introduzione
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Gli aforismi
iò che non ha termine non ha figura alcuna.
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[Ar. 132 r.]
Nelle due pagine precedenti: Leonardo Da Vinci, Studio di carri falcianti, 1485 circa, Biblioteca Reale, Torino. A fianco: Leonardo Da Vinci, Vergine delle rocce (prima versione), particolare, 1483-1486, Musée du Louvre, Parigi.
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Gli aforismi
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Gli aforismi
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ata la causa, la natura opera l’effetto nel più breve modo che operar si possa.
[Ar. 174 v.]
A fianco: Leonardo Da Vinci, Testa di donna, particolare, 1475-1478 circa, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi, Firenze.
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Gli aforismi
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“C
hi disputa allegando l’autorità, non adopra lo ‘ngegno, ma più tosto la memoria.
[Ar. 174 v.]
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Gli aforismi
a sapienza è figliola della sperienza.
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[Fo. III 14 r.]
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Gli aforismi
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Gli aforismi
a necessità è maestra e tutrice della natura.
“
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[Fo. III 43 v.]
A fianco: Leonardo Da Vinci, Annunciazione, particolare, 1472-1474 circa, Galleria degli Uffizi, Firenze.
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Nota bibliografica I testi che compongono le prime due parti di questo libro sono tratti dal corpus dei manoscritti vinciani, mentre per il capitolo Le parole degli altri si è attinto a una corposa bibliografia critica. Di seguito, sono indicate per ogni brano le fonti. Corpus leonardiano: • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag.
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9: Codice Arundel 263, foglio 132 recto; 11: Codice Arundel 263, foglio 174 verso; 12: Codice Arundel 263, foglio 174 verso; 13: Codice Forster III, foglio 14 recto; 15: Codice Forster III, foglio 43 verso; 17: Codice C, foglio 23 verso; 19: Coduce urbinate, foglio 68; 21: Codice Atlantico, foglio 4 recto; 22: Codice Atlantico, foglio 76 verso; 23: Codice Atlantico, foglio 109 recto; 25: Codice urbinate, foglio 16 recto; 27: Fogli di Windsor, foglio 12282 recto; 28: Codice K, foglio 49 recto; 29: Codice H, foglio 119 recto; 31: Codice I, foglio 15 recto; 33: Codice H, foglio 16 verso; 37: Codice Atlantico, foglio 76 verso;
Nota bibliografica
• Pag. • Pag. • Pag. • Pag. • Pag.
39: Codice Atlantico, foglio 76 verso; 40: Codice M, foglio 58 verso; 41: Codice Forster II, foglio 31 verso; 43: Codice I, foglio 63 verso; 45: Codice I, foglio 64 verso.
Letteratura critica: • Pag. 49: G. Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori, et architettori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri, riviste et ampliate, 3 voll., in Fiorenza, appresso i Giunti, 1568 (ora in Id., Le vite... nelle redazioni del 1550 e 1568, a cura di R. Bettarini e P. Barocchi, 6 voll., Firenze, Sansoni, 1966-1987, p. 319); • Pag. 51: Stendhal, Histoire de la peinture en Italie, Paris, Didot, 1817 (trad. it. Storia della pittura in Italia, a cura di B. Schacherl, Roma, Editori Riuniti, 1983, p. 256); • Pag. 52: C. Baudelaire, Les fleurs du mal, Paris, Poulet-Malassis, 1857 (trad. it I fiori del male, a cura di R. Sonzogno, Milano, Sonzogno, 1893, p. 117); • Pag. 53: B. Berenson, The Florentine Painters of the Renaissance, New York, G. P. Putnam’s Sons, 1896 (trad. it. I pittori italiani del Rinascimento, 3a ed. rivista, a cura di E. Cecchi, Milano, Hoepli, 1948, p. 175); • Pag. 55: L. Venturi, La critica e l’arte di Leonardo da Vinci, Bologna, Zanichelli, 1919, p. 92; • Pag. 56: P. Klee, Tagebücher 1898-1918, Köln, Dumont Schauberg, 1957 (trad. it. Diari 1898-1918, a cura di A. Foelker, Milano, Il Saggiatore, 1960, p. 186); • Pag. 57: E. Cecchi, Considerazioni su Leonardo, in «Lo Smeraldo», VI, n 3, p.16.
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Cura editoriale: Raffaele Nencini Grafica e impaginazione: Giulia Raineri Š2017 C&T Crossmedia Srl Via dello Studio, 5 Firenze www.ctcrossmedia.com info@ctcrossmedia.com
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a pittura è una poesia che si vede e non si sente, e la poesia è una pittura che si sente e non si vede. Adunque queste due poesie, o vuoi dire due pitture, hanno scambiati i sensi, per i quali esse dovrebbero penetrare all’intelletto.
7,00 euro