dArte
rivista di arte e cultura
n. 01 Xii 2014—i 2015
Gianni Colombo
Gianni Colombo con Spazio Elastico cubi semoventi Foto: Oliviero Toscani Courtesy: Archivio Gianni Colombo
6 dicembre 2014 – 14 febbraio 2015
MONICA DE CARDENAS GALLERIA Chesa Albertini, via Maistra 41 CH-7524 Zuoz - St.Moritz T +41 81 868 80 80 www.monicadecardenas.com
n. 01
contenuto 04
Sent-Mendrisio
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L’incontro
Da non perdere
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in viaggio con not vital
Manuele bertoli
Bramantino Doni d’amore Gysin & Vanetti 14
Uno scrigno tardogotico Mesocco e la chiesa di santa maria al castello
18 L’agenda mostre in corso
21 Mirabilia
Sent-Mendrisio
In viaggio con not vital
S
estremità sono delle teste d’asino, la testa bronzea di un cammello su di un alto palo che sputa acqua, una piattaforma sospesa nell’aria. Questo è il mondo di Not Vital: ironico, eclettico, imprevedibile e fiabesco. La contaminazione arte-architettura è un leitmotiv che percorre tutta l’arte di Vital. Oltre ad essere evidente nelle installazioni del parco, essa si esprime anche negli interventi denominati dall’artista SCARCH a definire strutture poetiche a metà fra scultura e architettura. Tra quelli realizzati finora si annoverano l’isola NotOna in Patagonia dove Vital dal 2008 ha scavato le viscere marmoree dell’atollo ricavandone una stanza accessibile da un tunnel, le tre torri di Agadez, una per “guardare il tramonto”, una per “proteggersi dalle tempeste di sabbia” e infine quella per “ guardare la luna” e lo studio a forma di sasso che sta ultimando a Sent di fronte all’antica casa di famiglia. Il rapporto con la Natura è per Vital duplice: da un lato vive un senso di meraviglia di fronte alle sue manifestazioni, dall’altro se ne serve ispirandosi costantemente nella realizzazione dei suoi lavori e avvalendosi di diversi materiali che preleva da Essa: marmo dalle cave di Carrara, carbone fossile dalla Mongolia, marmo Dali proveniente dalla Cina, acciaio, argento, oro. Ma è soprattutto con la montagna che il rapporto si fa intenso e si permea di connotazioni romantiche. Numerosi sono i lavori che l’artista ha dedicato ai Piz, i picchi delle montagne realizzati in gesso, marmo e carbone fossile. Per esplorare le molteplici forme della natura, Not Vital ricorre al viaggio, linfa vitale della sua produzione artistica, che lo conduce costantemente verso nuovi approdi. Nel 2013, durante una trasferta nel Laos, l’incontro con una statua di Buddha abbandonata nella fore-
ent, un piccolo villaggio nella Bassa Engadina, ha dato i natali a Not Vital, artista eclettico e poliedrico. Il lato nomadico di Not Vital scaturisce già all’età di diciott’anni, quando si trasferisce a Parigi per poi raggiungere Roma due anni più tardi. Nel 1976 è invece nell’effervescente città di New York. A partire da questo momento Not Vital non ha mai smesso di viaggiare anticipando quello spirito della globalizzazione che proprio negli anni Ottanta inizia ad affermarsi. L’engadinese vive e lavora periodicamente a Agadez (Niger), Pechino, Patagonia e più recentemente a Rio de Janeiro e a Flores (Indonesia). Sent è però rimasto il suo rifugio, qui vive ancora la madre, Maria, una Signora di novantotto anni e qui Vital ha costruito nel corso degli anni il suo parco abitato da strane installazioni che richiama alla mente il giardino del Sacro Bosco di Bomarzo in provincia di Viterbo,commissionato dal Principe Pier Francesco Orsini all’architetto Pirro Ligorio nel 1547, dove il visitatore, come scrive Bruno Zevi in Controstoria dell’architettura in Italia: Barocco. Illuminismo vive un’esperienza straniante: A Bomarzo la finzione scenica è travolgente; l’osservatore non può contemplare perché vi è immerso, in un ingranaggio di sensazioni [...], capace di confondere le idee, di sopraffare emotivamente, di coinvolgere in un mondo onirico, assurdo, ludico e edonistico [...]. Anche nello splendido parco di Vital queste esperienze si fanno tangibili nell’osservare e vivere le installazioni dell’artista: qui vi è una casa che scompare nella terra, una torre di avvistamento ricoperta di capelli sintetici, due ponti costituiti da pali in alluminio le cui
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Everton, 2014 Pastello su carta 43.2 x 35.6 cm Fotografia di Eric Gregory Powell A pagina destra Donkey Bridge, 2001 Alluminio Fundaziun Not Vital, Sent, Svizzera Fotografia di Eric Gregory Powell
sta ha dato vita alla serie HEADs, teste in acciaio sviluppate come riflessione sul viso umano che ha portato l’artista a elaborare la serie Everton,disegni a pastello dove il ritratto diventa una forma compulsiva e catartica che si esprime attraverso teste fluttuanti che hanno subito un processo di sintesi totale. Dodici di questi lavori sono esposti al Museo d’arte di Mendrisio all’interno della mostra NOT VITAL: Il pavimento della cucina di mia nonna, aperta al pubblico fino all’11 gennaio 2015. La mostra, curata da Simone Soldini e Alma Zevi, propone sculture, installazioni, fotografie, dipinti e opere su carta. Il meraviglioso cortile dell’ex convento dei Serviti funge da contenitore per una lingua di vitello in acciaio martellato alta quasi otto metri che si sviluppa in altezza simile ad un totem rilucente. Come HEAD 4 presente in mostra in tutto il suo splendore minimale, anche la superficie in acciaio di Tongue riflette l’ambiente in cui è inserita l’opera distorcendolo e smaterializzandolo e nel contempo alterando la percezione.
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NOT VITAL: Il pavimento della cucina di mia nonna 26 settembre 2014 – 11 gennaio 2015 Museo d’arte di Mendrisio www.mendrisio.ch/museo Fundaziun Not Vital, Sent Aperta al pubblico ogni venerdì, da giugno a ottobre Prenotazione obbligatoria allo +41 81 86188 29 www.sent-online.ch/ attracziuns/parkin
Vi è anche una sala con fotografie dedicate a SCARCH dove la scultura si fonde con l’architettura. Makaranta è una scuola coranica in fango costruita nel 2003 ad Agadez a forma di piramide che diventa scultura umana nel momento in cui i gradini si popolano di bambini durante la lezione. Il percorso della mostra mette in luce l’abilità dell’artista grigionese nel padroneggiare svariati materiali – interessante notare come Vital spieghi questa versatilità associandola all’essere engadinese, dunque poliglotta, e a doversi destreggiare in diverse lingue – sia “poveri” come il gesso, utilizzato per Ritratto dei miei genitori sia aulici, come l’argento, di cui si è avvalso per un autoritratto realizzato in Niger con l’aiuto di orafi Tuareg e costituito da due scatole in argento disposte una sopra l’altra che contengono i resti di una capra essiccata. La mostra è aperta al pubblico fino all’11 gennaio ed è accompagnata da un catalogo.
Makaranta, 2003 Agadez, Niger Fango 6.5 m Fotografia di Not Vital
L’incontro
Manuele Bertoli
I
ncontro con Manuele Bertoli, Presidente del Consiglio di Stato e Direttore del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport.
il Cantone nella sua futura gestione e quale sarà il futuro del Museo Cantonale d’Arte? Il LAC sarà importante per il Ticino e per la Svizzera italiana, sia per la sala che ospiterà eventi musicali e teatrali, sia per lo spazio destinato alle belle arti. Con la sua apertura diventerà una realtà anche il museo d’arte unico, voluto da Cantone e Città per dare un punto di riferimento a questo ambito culturale, che sarà gestito da una Fondazione mista tra i due attori istituzionali.
L’Art. 4 della Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino recita: “Scopo 1 Il Cantone garantisce e attua la libertà e i diritti individuali e sociali di chi vive sul suo territorio, promuove la cultura, la solidarietà e il benessere economico e salvaguarda la propria identità e i valori ambientali.” Quali sono gli strumenti che il Cantone ha a disposizione per promuovere la cultura e in particolare il ricco sistema museale ticinese? A partire dalla fine del 2014 il Ticino avrà finalmente una propria legge sul sostegno alla cultura di cui sono fiero. L’obiettivo di questa legge che siamo riusciti a far nascere è proprio quello di dare un contesto più solido alla politica culturale del nostro cantone.
Sempre più sovente assistiamo alla nascita di sinergie che coinvolgono pubblico e privato. Un esempio principe è la costituzione allo spazio LAC –1 di Lugano della Collezione Olgiati, a cui è seguito pochi mesi fa l’apertura al pubblico di un’altra importante collezione privata: la Collezione Ghisla a Locarno.Qual’è l’impatto di questo fenomeno sul turismo culturale ticinese? Non ho dati sul fenomeno, ma credo che il ruolo dei privati possa essere importante, sempre che sappiano essere complementari all’iniziativa dei musei di riferimento, che da noi sono pubblici. Assieme si può fare un ottimo lavoro.
In Ticino tutti i riflettori sono puntati sulla nascita del LAC a Lugano che diventerà il nuovo polo culturale della regione: che ruolo ha
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“La sfida vera comunque, lo ribadisco, rimane quella dell’educazione all’arte.”
Qual’è la sua opinione riguardo alla discussione in Consiglio di Stato di favorire incentivi fiscali a favore delle donazioni agli enti pubblici? Dipende. Se le donazioni sono mirate, per esempio nel settore artistico, il discorso ci può stare, se invece siamo a cose più generiche il tema è più discutibile, perché si privatizza l’uso di soldi pubblici, nel senso che invece di pagare le imposte che poi vengono usate dall’ente pubblico, il privato decide lui per quale comparto pubblico questi soldi devono essere usati. E noi sappiamo che ci sono compiti statali che attirano investimenti privati e compiti statali con meno appeal ma magari maggiore priorità.
stato prescelto come residenza di personaggi chiave nella storia dell’arte come il curatore Harald Szemann che ha trascorso gli ultimi anni della sua vita a Tegna. Molti ticinesi sono ignari di tutto ciò, come lo spiega? Non so se i ticinesi siano più inconsapevoli di questo loro patrimonio di quanto lo siano ad esempio gli italiani o i francesi del proprio. La sfida vera comunque, lo ribadisco, rimane quella dell’educazione all’arte.
Per incrementare le visite nei musei e per avvicinare le famiglie all’arte, da un anno i musei della Città di Lugano offrono ai visitatori l’ingresso gratuito la prima domenica di ogni mese, iniziativa che ha riscosso molto successo. Avete pensato di adottare tale modello anche per i musei cantonali? La questione dei costi può certamente giocare un ruolo. Reputo tuttavia che prioritaria debba restare l’educazione all’arte, in difetto di che anche a costi ridotti l’attrattiva non funziona. Su questo tema dobbiamo però ancora lavorare. Ticino terra d’artisti, così recitava lo slogan di un manifesto del 1984 realizzato dal neonato Ente Ticinese per il turismo. In effetti il Ticino ha dato i natali a diversi artisti: ai Rodari, scultori rinascimentali, al maestro dell’architettura barocca Francesco Borromini. è poi stato centro sperimentale durante i primi decenni del Novecento con il polo costituito dal Monte Verità di Ascona attorno a cui hanno gravitato maestri quali Jean Arp, Hans Richter, Alexej von Jawlensky; inoltre è
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Da non perdere A sinistra Gysin & Vanetti, Ostacoli, 2014 33 elementi dimensioni ambientali A pagina 13, a sinistra Girolamo Mocetto, Ritratto femminile, 1517 circa Museo di Castelvecchio, Verona A destra Bramantino, Cristo Risorto, 1490 circa © Museo Thyssen-Bornemisza, Madrid
Gysin & Vanetti Due più due diviso due per due meno due La mostra, che presenta una ventina di opere fra installazioni e opere grafiche del duo Gysin & Vanetti, inizia nel giardino dove un’installazione costituita da barriere per ostacoli ippici rievoca enormi Mikado. Prosegue all’interno della villa ottocentesca, dove in una sala del primo piano alcuni fari mobili disposti a cerchio sono stati programmati nei movimenti per eseguire eleganti danze. Vi è poi una vecchia insegna per bus che è stata reimpostata in maniera da formare disegni optical. Gysin & Vanetti mescolano sapientemente comunicazione visiva, leggerezza ludica e tecnologia inducendo lo spettatore ad una riflessione sulla percezione.
09.11.2014 – 08.03.2015 Museo Villa Pia Via Cantonale 24 6948 Porza Apertura il martedì e la domenica +41 91 966 75 44 www.fondazionelindenberg.org
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Doni d’amore. Donne e rituali nel Rinascimento
Bramantino. L’arte nuova del Rinascimento Lombardo
La mostra curata da Patricia Lurati consta di una selezione di oggetti preziosi risalenti al XV-XVI secolo. Tre nuclei tematici-fidanzamento, matrimonio e nascita del primogenito- suddividono i doni portati alle donne, tra cui spiccano un’opera di Lucas Cranach il Vecchio, Diana e le Ninfe sorprese da Atteone, proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Trieste e una testa di martora in cristallo di rocca tempestata di rubini, prestito della collezione Thyssen-Bornemisza.
A Lugano una raccolta di capolavori celebra il Bramantino, personaggio chiave nella trasformazione della cultura figurativa Lombarda tra fine Quattrocento e inizio Cinquecento. La mostra, a cura di Mauro Natale, segue l’evoluzione dell’artista tenendo conto del suo eccentrismo e della impermeabilità all’egemonia di Leonardo da Vinci. Presenti in mostra opere giunte eccezionalmente da musei quali la National Gallery di Londra, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid.
12.10.2014 – 11.01.2015 Pinacoteca cantonale Giovanni Züst 6862 Rancate +41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest
28.09.2014 – 11.01.2015 Museo Cantonale d’Arte Via Canova 10 6900 Lugano +41 91 815 79 71 www. museo-cantonale-arte.ch
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Uno scrigno tardogotico
Mesocco e la Chiesa di Santa Maria al Castello
L
asciandosi alle spalle Bellinzona e dirigendosi verso San Bernardino, si raggiunge Mesocco, dominato dal castello, di cui rimangono solo le rovine, che si erge su di un alto sperone di roccia. Le possenti mura di epoca altomedievale e tardomedievale conferiscono ai ruderi un’aura di dignità e maestosità e narrano di antichi fasti accentuandone nel contempo il carattere di fortezza inespugnabile di quello che a partire dal XIII secolo costituì il centro feudale dell’intera Mesolcina. Non si conosce il nome del fondatore della fortezza, ma le fonti indicano che dal XII secolo appartenne ai Baroni De Sacco. Alberto De Sacco portò all’apice il nome della dinastia impadronendosi, alla morte di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano, dei territori di Bellinzona, Blenio e Monte Dongo e della fortezza. Acquisì poi il titolo di Conte. Alla sua prematura morte, avvenuta nel 1406, il potere della famiglia iniziò a declinare e il
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Una veduta del castello e della chiesa di Mesocco, da un’incisione di William Henry Bartlett del 1835
castello fu sempre più posto al centro di tensioni da parte della Confederazione Elvetica, del Ducato di Milano e della Lega Grigia. Punto strategico di passaggio fra Sud e Nord, il castello cadde sotto l’influenza della Lega Grigia, alleanza stipulata nel 1424 fra le comunità dell’Hinterrhein, della Surselva e dell’Imboden passando poi nelle mani del condottiero milanese Gian Giacomo Trivulzio che acquistò la Mesolcina nel 1480 dove trasferì la propria corte. Ai piedi del castello sorge la Chiesa di Santa Maria. Di unica navata, la chiesa viene documentata in una lettera di donazione a San Vittore del 1219. Dopo vari rifacimenti, gli ultimi risalenti verso i primi decenni del Settecento, la chiesa venne completamente restaurata nel 1923 dall’architetto Max Bachofen. La chiesa, anticamente inglobata nella cinta muraria della fortezza, custodisce un importante ciclo di affreschi tardogotici datato attorno alla seconda metà del Quattrocento e probabilmente commissionato dalla famiglia De Sacco. Suddiviso in tre fasci contempla dall’alto: storie della vita di Cristo, rappresentazioni di Santi e rappresentazione dei mesi.Attribuiti alla bottega di Cristoforo e Nicolao da Seregno, pittori tardogotici che da Seregno fino alle porte del Ticino monopolizzarono quasi tutti i cantieri pittorici adottando modelli arcaici ricorrenti, gli affreschi si svelano in tutto il loro splendore. L’ultimo registro in basso è dedicato al ciclo dei mesi dove si può osservare la presenza di effigiati legati sia al mondo cortese, sia a quello contadino in cui gli abitanti del castello potevano facilmente identificarsi. Ad ogni mese è infatti attribuito un mestiere o un’attività legati al mondo contadino e al mondo cavalleresco associati a un particolare momento dell’anno, come la caccia con il falco, rappresentata nel mese di maggio nel quinto riquadro da sinistra: qui, su di un destriero, una coppia di nobili elegantemente vestiti alla maniera rinascimentale è accompagnata da un cane da caccia. L’iconografia dei mesi associati a rappresentazioni di scene di vita contadina e cortese si diffuse dai codici miniati gotici e conobbe una notevole fortuna in tutta l’Italia del Nord penetrando anche nelle zone delle Prealpi. Nella fascia centrale, da sinistra a destra, vi sono San Giorgio e la principessa, San Martino e il povero, cinque Santi e l’Arcangelo Michele e l’Adorazione dei Magi. San Giorgio, il Santo cavaliere per eccellenza, indossa un’armatura da parata dell’epoca tardogotica mentre la principessa sfoggia una lunga veste con maniche a sbuffo decorate con pelliccia bianca. Anche San Martino, patrono della diocesi di Coira, nel riquadro successivo appare vestito alla maniera cortigiana del Quattrocento. Protettore di cavalieri, soldati, mendicanti e commercianti, l’iconografia, desunta dalla
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Legenda Aurea, lo vuole raffigurato a cavallo nell’atto di tagliare in due il suo mantello per dividerlo con il mendicante. Successivamente ancora un Santo cavaliere, l’Arcangelo Michele con la bilancia per pesare la bontà dell’anima, e, da sinistra, San Bernardino da Siena con il monogramma di Cristo, Santo Stefano, Sant’Antonio Abate, San Pietro Apostolo e Santa Lucia. Tutti e cinque i Santi si presentano frontalmente nell’atto di benedire e mostrano gli attributi che li caratterizzano. Con l’Adorazione dei Magi inizia il ciclo della Vita di Cristo che si dipana nella terza fascia dedicata alla Passione con Cristo portacroce e la Crocifissione. La scena del Cristo portacroce si suddivide in tre narrazioni: a sinistra, entro un loggiato gotico, vi è Pilato seduto sul trono, segue il corteo delle Marie e Giovanni capitanato dalla Veronica che ostenta il sudario con il volto di Cristo e per ultima l’Andata al Calvario dove i soldati sono raffigurati con armature tipiche dell’Italia settentrionale della metà del Quattrocento. Infine vi è la scena della Crocifissione. Caratterizzata da un pathos tardogotico e nordico è ambientata in un paesaggio aspro dove al centro domina la croce con il Cristo crocifisso affiancato a sinistra dal buon ladrone e a destra, raffigurato di spalle, dal cattivo ladrone. Ai piedi di Cristo invece, vi è San Giovanni a destra mentre a sinistra è rappresentato il gruppo delle Marie che sorregge il corpo straziato dal dolore della Vergine. Il ciclo di Mesocco rappresenta un importante esempio di pittura ad affresco splendidamente conservato svelando al visitatore un apparato iconografico che si manifesta attraverso un repertorio ascritto ai Seregnesi, maestri indiscussi del gotico internazionale in Lombardia, Ticino e Grigioni.
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Dettaglio con Santi, bottega di Cristoforo e Nicolao da Seregno, seconda metà del XV secolo
La chiesa viene aperta su appuntamento chiamando il numero +41 79 849 32 86 Chiesa di Santa Maria al Castello 6563 Mesocco
Dettaglio con San Giorgio e la Principessa, bottega di Cristoforo e Nicolao da Seregno, seconda metĂ del XV secolo
Dettaglio con San Martino e il povero, bottega di Cristoforo e Nicolao da Seregno, seconda metĂ del XV secolo
Dettaglio con il Mese di Maggio, bottega di Cristoforo e Nicolao da Seregno, seconda metĂ del XV secolo
In agenda
XII 2014—I 2015
Marianne Werefkin 14.09.2014 – 28.12.2014 Museo Comunale d’Arte Moderna Ascona Via Borgo 34 6612 Ascona +41 91 759 81 40 www.museoascona.ch
© Werner Bischof / Magnum Photos
Werner Bischof (1916-1954) . La trasformazione dell’immagine 12.10.2014 – 11.01.2015 m.a.x.museo Via Dante Alighieri 6 6830 Chiasso
Jacques Lipchitz (1891-1973) . Retrospettiva 21.09.2014 – 06.01.2015 Pinacoteca Casa Rusca Piazza Sant’Antonio 1 6600 Locarno +41 91 756 31 85
+41 91 690 08 88 www.maxmuseo.ch
GEORG AERNI. PROMISING BAY 12.10.2014 – 20.12.2014 CONS ARC / GALLERIA Via Gruetli 1 6830 Chiasso +41 91 683 79 49 www.consarc.ch
Trasformazioni 12.10.2014 – 11.01.2015 Spazio Officina Via Dante Alighieri 4 6830 Chiasso +41 91 695 08 88/95
GÜNTER WESELER Breathing objects. The new species Works from 1966 to 2014 04.12.2014 – 14.02.2015 Galleria Allegra Ravizza Via Nassa 3A 6900 Lugano +41 91 224 31 87 www.allegraravizza.com
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Seguire il filo del discorso. Opere di MARCO D’ANNA, ALBERTO GARUTTI, ALEX DORICI 31.08.2014 - 23.12.2014
Nella Luce del Natale 12.12.2014 – 31.01.2015
Buchmann Galerie Via Gamee,Agra
Galleria Canesso Lugano Dipinti Antichi Piazza Riforma 2 6900 Lugano
+41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com
+41 91 682 89 80 www.galleriacanesso.ch
Luca Frei. Economia della forma 10.10.2014 – 31.12.2014 Spazio 1 SUPERFICIE (mostra collettiva) 07.12.2014 – 30.01.2015 Spazio 2 Studio Dabbeni Corso Pestalozzi 1 6900 Lugano +41 91 923 29 80 www.studiodabbeni.ch
IN/SIGNIFICANT. I’m in silence. Videoinstallazione di CIRIACA+ERRE 25.10.2014 – 20.12.2014 Buchmann Lugano Via Della Posta 2, Lugano +41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com
Group Show di artisti internazionali 07.12.2014 – 24.01.2015 Cortesi Gallery Via Frasca 5 6900 Lugano +41 91 921 40 00 www.cortesygallery.com
ROBERT CAPA STORIE DI GUERRA 18.12.2014 – 30.01.2015 Photographica Fine Art Via Cantonale 9 6900 Lugano +41 91 923 96 57 www.photographicafineart.com
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Bramantino. L’arte nuova del Rinascimento Lombardo 27.09.2014 – 11.01.2015
NOT VITAL. Il pavimento della cucina di mia nonna 26.09.2014 – 11.01.2015
Museo Cantonale d’Arte Via Canova 10 6900 Lugano
Museo d’arte Mendrisio Piazza San Giovanni Casella Postale 142 6850 Mendrisio
+41 91 815 79 71 www.museo-cantonale-arte.ch
Gento-ban. Il Giappone dell’Ottocento nelle diapositive della Collezione Perino 18.07.2014 – 25.01.2015 Museo delle Culture Via Cortivo 24-28 6900 Lugano-Castagnola +41 58 866 69 60 www.mcl.lugano.ch
+41 640 33 50 www.mendrisio.ch/museo
Gysin & Vanetti. Due più due diviso due per due meno due 09.11.2014 – 08.03.2015 Museo di Villa Pia Via Cantonale 24 6948 Porza +41 91 940 18 64 www.fondazionelindenberg.org
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Doni d’amore. Donne e rituali nel Rinascimento 12.10.2014 – 11.01.2015 Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Piazza Santo Stefano 6862 Rancate +41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest
Courtesy: Archivio Gianni Colombo
GIANNI COLOMBO 06.12.2014 – 14.02.2015 Monica De Cardenas Galleria Chesa Albertini Via Maistra 41 7524 Zuoz, St.Moritz +41 81 868 80 80 www.monicadecardenas.com
Mirabilia Fiere
Mostre
Arte Fiera Bologna 23-26.01.2015
GUSTAVE COURBET 07.09.2014 – 18.01.2015 Fondation Beyeler, Basilea
Kunst Messe Frankfurt 31.01.2015 – 03.02.2015
Marc Chagall Una retrospettiva 1908-1985 17.09.2014 – 01.02.2015 Palazzo Reale, Milano
Joan Jonas. Light Time Tales 02.10.2014 - 01.02.2015 Hangar Bicocca, Milano
Alberto Giacometti. Un maestro della scultura del Novecento 08.10.2014 – 01.02.2015 Villa Reale (Galleria d’Arte Moderna - Museo dell’Ottocento), Milano
Alibis: Sigmar Polke 1963–2010 09.10.2014 – 08.02.2015 Tate Modern, Londra
Egon Schiele – Jenny Saville 10.10.2014 – 25.01.2015 Kunsthaus, Zurigo
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Memling. Rinascimento fiammingo 11.10.2014 – 18.01.2015 Scuderie del Quirinale, Roma
Sophie Calle. MAdRE 11.10.2014 – 15.02.2015 Castello di Rivoli,Torino
ZERO: Countdown to Tomorrow, 1950s–60s 12.10.2014 – 07.01.2015 Solomon R. Guggenheim Museum, New York
Yves Klein Lucio Fontana Milano Parigi 1957-1962 22.10.2014 – 15.03.2015 Museo del Novecento, Milano
PETER DOIG 23.11.2014 – 22.03.2015 Fondation Beyeler, Basilea
Jeff Koons 26.11.2014 – 27.04.2015 Centre Pompidou, Parigi
Impressum d’Arte è una rivista bimensile gratuita di arte e cultura. Direttore & Editore Daniele Agostini daniele@darte.ch Progetto grafico Ennes Bentaïba Contributi Daniele Agostini Hanno contribuito Nicholas Costa Alice Nicotra Fotografie Eric Gregory Powell Ennes Bentaïba In copertina Not Vital, HEAD 5, 2013 Acciaio con rivestimento in PVD Fotografia di Eric Gregory Powell
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Atelier CorniCi e restAuri La creatività attorno all’opera d’arte
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