d'Arte 06

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dArte

rivista di arte e cultura

n. 06 XI—XII 2015


TRA S O IN M

18 OTTOBRE - 18 DICEMBRE 2015 TUTTI I GIORNI DALLE ORE 10.00 ALLE 18.00

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n. 06

contenuto 04

In Ticino Storia di emigrazione e Immigrazione d’arte

L’incontro 09 Gianna Mina

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Da non perdere

Leggere, leggere, leggere! Roma Eterna La grafica per l’aperitivo 14

Giuseppe Terragni

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L’agenda

Itinerari razionali

mostre in corso

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Pier Francesco Mola San Gerolamo penitente nel deserto (dettaglio) 1650 circa Olio su tela 128 x 188 cm

Museo Cantonale d’Arte, Lugano. Deposito della Fondazione Gottfried Keller, Ufficio federale della cultura, Berna


In Ticino

STORIA DI EMIGRAZIONE E IMMIGRAZIONE D’ARTE

P

successivamente fu a Roma, Napoli e Milano dove divenne insegnante all’Accademia di Brera. Giocondo Albertolli, grazie alle incisioni tratte dai suoi disegni,  fu uno dei massimi diffusori di un neoclassicismo di stampo francese. Ecco allora in mostra girali di foglie d’acanto, capitelli corinzi e progetti per mobili. A seguire lo stile imperiale dell’Albertolli, non potevano mancare le sculture del grande Vincenzo Vela (1820 - 1891) di Ligornetto; esponente del realismo ottocentesco,Vela fu anche un uomo politicamente impegnato, partecipando ai moti rivoluzionari contro gli austriaci in Lombardia e alla guerra del Sonderbund. Fra i lavori esposti, dunque, vi sono anche quelli di soggetto politico, come i busti di Cavour e Garibaldi. Dopo aver vissuto un lungo periodo a Torino,  a seguito del clima post-unitario, lo scultore lasciò l’Italia nel 1867 per tornare nel suo paese natale, ove ristrutturò la sua casa, donata alla sua morte alla Confederazione per creare il primo museo in Ticino: il Museo Vincenzo Vela. Successivamente, raggiunto il primo piano, ci si immerge in un contesto fra Otto e Novecento, con opere di Edoardo Berta, Filippo Franzoni, Luigi Rossi,  Antonio Chiattone e Adolfo Feragutti Visconti, che si dilettano tra

alazzo Reali, donato nel 1987 dall’ingegnere Secondo Reali al Cantone Ticino, sorge in una delle zone più antiche della città lacustre, a due passi dalla piazzetta di San Rocco e adiacente alla palazzina in stile neoclassico progettata da Giocondo Albertolli, ora sede di un istituto bancario. La mostra, qui allestita, fa da pendant a Orizzonte Nord-Sud e indaga la realtà artistica della Svizzera italiana attraverso i fenomeni migratori di artisti da e verso il Canton Ticino, con opere provenienti dalle collezioni della Città di Lugano, del Cantone Ticino e da istituzioni ticinesi. Al pianterreno gareggiano i grandi del Seicento: Pier Francesco Mola, Giovanni Serodine e Francesco Borromini. I maestri ticinesi, attratti dalla Roma papale, qui si trasferirono e, grazie a commissioni prestigiose, imboccarono la strada verso la gloria e l’immortalità. Con piacevole sorpresa, ci si imbatte poi in Giocondo Albertolli (1742 - 1839),  architetto, designer e decoratore-stuccatore originario di Bedano, che conobbe una notevole fortuna in Italia. Formatosi a Parma, dove subì l’influsso di Ennemond Alexandre Petitot, si trasferì in Toscana, lavorando per il Granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena alla Villa di Poggio Imperiale;

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Filippo Franzoni Saleggi di Isolino 1890-1895 Olio su tavola 40 x 29.5 cm

Lugano, Museo Cantonale d’Arte Deposito della Fondazione Gottfried Keller


Julius Bissier 3.9.56 II 1956 Tempera all’uovo su tela 32 x 37.5 cm Museo Cantonale d’Arte, Lugano. Donazione Lizbeth Bissier

scapigliatura, divisionismo e simbolismo, posti in dialogo con gli italiani Leonardo Dudreville e un giovane Umberto Boccioni prefuturista, e gli svizzeri Ferdinad Hodler,  Cuno Amiet e Giovanni Giacometti. Il Canton Ticino fu anche una terra di attrazione per numerosi artisti, provenienti principalmente dal Nord. Il mendrisiotto fu scelto come meta prediletta da alcuni pittori svizzero-tedeschi, i basilesi Albert Müller e Hermann Scherer e lo zurighese Paul Camenisch, fondatori del gruppo Rot-Blau, portavoce di un espressionismo di ispirazione kirchneriana, che fu determinante per lo sviluppo dell’espressionismo rossocrociato. Dal Sottoceneri al Sopraceneri, dove la comunità de Il Monte Verità di Ascona, funse da polo di attrazione, già dagli inizi del Novecento, per riformatori, teosofi, psicoanalisti, scrittori, poeti,  danzatori (i cosiddetti balabiòtt) e numerosi artisti quali Marianne von Werefkin,  Alexej von Jawlensky, Hugo Ball, Jean Arp e molti altri che qui vi soggiornarono. Ad una manciata di chilometri dal Monte Verità, nella zona “Ai Saleggi” di Locarno, lo scultore Remo Rossi creò invece, a partire dal 1959, un complesso di atelier con lo scopo di stimolare l’interscambio fra artisti. Quest’esperienza, favorì un avvicinamento della realtà arti-

stica ticinese e svizzera a quella dell’arte astratta internazionale; infatti, fra i tanti artisti giunti, si possono annoverare il tedesco Hans Richter, tra i fondatori del movimento Dada, l’italiano Italo Valenti, l’inglese Ben Nicholson, lo svizzero-americano Fritz Glarner e il tedesco Julius Bissier, che elesse Ascona a sua residenza fino alla morte avvenuta nel 1965. Durante il periodo asconese, Bissier realizzò la splendida serie di nature morte caratterizzata da un astrattismo essenziale vicino all’estetica del Buddismo Zen. La mostra, curata da Marco Franciolli, Cristina Brazzola e Cristina Sonderegger, rappresenta un prezioso apparato visivo che documenta quattro secoli di storia dell’arte legata al Ticino, stimolando una riflessione su un tema estremamente attuale come quello dell’immigrazione e dell’emigrazione.

12.09.2015 – 28.02.2016 In Ticino. Presenze d’arte nella Svizzera italiana 1840-1960 MASILugano Palazzo Reali Via Canova 10
 6900 Lugano
 +41 91 815 79 71 www.masilugano.ch

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Alexej von Jawlensky Variation: Ascona (Variazione: Ascona) 1918

Olio su carta su cartone 36 x 27 cm Collezione privata


L’incontro

Gianna Mina

G

nostro membro, che rispecchiano i doveri istituzionali e sociali dei musei oggi.  Abbiamo così redatto un questionario di autovalutazione che permette alle nuove istituzioni – ma anche alle esistenti e storicizzate – di riflettere su compiti quali conservare, collezionare, mediare, studiare, dando in questo modo al museo candidato la possibilità di formulare la propria posizione rispetto a questi punti, a prescindere da un giudizio esterno. Mentre invitiamo i musei esistenti a riflettere a loro volta su loro stessi. L’altro punto è quello di essere entrati in un circuito più vasto ed internazionale attraverso incontri regolari con colleghi omonimi di altre associazioni nazionali, presenti soprattutto nei paesi nordici. Da un lato dunque assistiamo ad un rafforzamento di alcuni standard qualitativi a livello nazionale, dall’altro lato vi è un’apertura della nostra associazione, e quindi dei nostri membri, verso dibattiti attuali al di fuori dei confini nazionali su questioni circa il futuro delle nostre istituzioni, l’ampliamento dei loro compiti all’interno della società, il futuro delle collezioni permanenti in un mondo che chiede sempre più “eventi” momentanei, il dialogo con i finanziatori, eccetera.

ianna Mina è dal 2010 Presidente dell’Associazione dei Musei svizzeri. È inoltre Direttrice del Museo Vincenzo Vela, un’istituzione federale, dal 1993. Quali sono gli scopi e obiettivi dell’Associazione dei musei svizzeri che lei presiede? Cinquant’anni fa i musei svizzeri, spinti dall’International Council of Museums (ICOM), hanno costituito una rete grazie alla quale essere più forti e più visibili all’interno del panorama culturale elvetico, e che stimolasse una riflessione sulla qualità dei musei e sulla professionalizzazione degli stessi a livello culturale. Da un’associazione internazionale, ICOM, che non rappresenta le istituzioni ma i professionisti di museo, è dunque nato il desiderio di creare in Svizzera, che possiede una delle più forti densità di musei al mondo, un’ associazione che difendesse i principi e gli standard di qualità che i musei rappresentano. Dall’inizio del suo mandato, quali sono i traguardi raggiunti di cui è più soddisfatta? Due sono gli aspetti di cui andiamo più fieri: in primo luogo abbiamo riflettuto sui criteri fondamentali che dovrebbero caratterizzare ogni

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“È importante che non si entri in una logica di concorrenza, ma che si consolidi una caratteristica: lo spirito solidale nella consapevolezza di un patrimonio condiviso.”

La Svizzera può contare su una solida politica culturale? In che stato versano i Musei svizzeri? La politica culturale svizzera è demandata ai Cantoni, ognuno con la propria sensibilità, quindi la domanda dovrebbe essere posta ventisei volte. La Confederazione, munita di una legge sulla cultura che prevede un messaggio sulla promozione della cultura, ha un ruolo sussidiario: essa sostiene ad un ritmo pluriannuale, secondo un sistema di principi che variano, istituzioni che rispettano criteri come la coesione nazionale, l’accesso alla cultura,  il plurilinguismo,  eccetera. Per quanto riguarda lo stato dei musei svizzeri, di primo acchito si potrebbe affermare che stanno bene, non ci sono mai stati così tanti visitatori (l’anno scorso sono stati quasi venti milioni), nuovi musei nascono (si pensi al neonato MASI a Lugano), sono in corso ampliamenti a Basilea,  Zurigo,  Losanna;  si può dunque affermare che vi è un fermento straordinario intorno all’istituzione museo. I musei però si trovano al contempo confrontati con tagli alle loro risorse che preoccupano:da un canto ci viene chiesto di fare sempre di più, con attenzione alle collezioni, allo studio, alla ricerca, al soddisfacimento dei diversi pubblici, d’altro canto le nostre risorse vengono

erose e ci si aspetta che siamo particolarmente abili nella ricerca di fondi privati. Si può dunque sostenere che i musei stanno bene grazie al loro pubblico, alla loro inventiva e creatività, al loro continuo interrogarsi sul loro ruolo,  ma c’è anche una preoccupazione tangibile rispetto al futuro. È importante che non si entri in una logica di concorrenza, ma che si consolidi una caratteristica: lo spirito solidale nella consapevolezza di un patrimonio condiviso. Finalmente la Svizzera italiana ha il suo polo culturale e il suo Museo (MASILugano). Che cosa significa per la regione e cosa comporta per gli altri musei ticinesi? Dovrebbe esserci una sorta di orgoglio collettivo: il MASI è un nuovo museo, costruito ex novo, una rarità in Ticino, come il m.a.x museo di Chiasso, e il fatto che esista in Ticino un edificio pensato e ideato con questa finalità non può che rendere noi colleghi e gli altri musei felici. Penso che il  Ticino,  che è costituito in gran parte da musei d’arte, insieme al MASI, dovrebbe assurgere a esempio virtuoso a livello nazionale di un Cantone che intorno a questo polo sappia consolidare una rete di istituzioni ancorate da decenni al proprio territorio, in cui sono presenti istituzioni che hanno fatto dello studio del patrimonio locale e regionale il proprio punto

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Inoltre Vincenzo Vela fu a Roma proprio negli anni documentati dalle fotografie di Marco Antonetto. Immaginare lo scultore attraversare le vie,  le strade e gli scavi che vediamo in mostra è particolarmente suggestivo. La mostra,  che annovera centocinquanta fotografie all’interno delle quali inseriamo alcune delle nostre, documenta gli albori delle vedute romane e soprattutto quel fermento visionario dei fotografi che gareggiavano nelle tecniche per soddisfare turisti e studiosi,  i quali vedevano in questo nuovo mezzo un’alternativa all’incisione praticata nei secoli precedenti. Si troveranno in mostra positivi e negativi ma anche macchine fotografiche che ci permetteranno, oltre ad apprezzare la bellezza delle fotografie, di avvicinarci a tecniche per noi difficili da comprendere. Da ultimo, attorno al Pantheon Vela la fotografia dovrebbe completare un aspetto interessante:  non dimentichiamo infatti che scultura e fotografia sono sempre andate a braccetto.

di forza,  come la Pinacoteca Züst,  Villa dei Cedri e il Museo Vincenzo Vela. Purtroppo manca ancora una messa in rete che ci rafforzi. Mi auguro dunque che con il neonato MASI e attraverso una riflessione da parte delle altre istituzioni su quanto prodotto e su quello che si può produrre, si crei un tessuto denso e molto ricco, esemplare a livello nazionale ed internazionale. Il Museo Vincenzo Vela ha da poco riaperto le porte, dopo un periodo di restyling, con la mostra dedicata alla scultrice Marcello; il 22 novembre aprirà invece al pubblico Con la luce di Roma. Fotografie dal 1840 al 1870 nella collezione Marco Antonetto, ce ne vuole parlare? In qualche modo anche in questo caso il tema della mostra e il luogo dove viene presentata sono strettamente collegati: la famiglia Vela, soprattutto Vincenzo e Spartaco, collezionò fotografie, e lo stesso Vincenzo si fece ritrarre, a scadenze regolari, dal 1849 fino al 1891.  Parallelamente collezionò ritratti di persone da effigiare in scultura e si documentò su molti aspetti della produzione scultorea del tempo; si tratta di un migliaio di fotografie che stiamo studiando e che costituisce la più antica collezione di fotografia presente in Ticino, di proprietà della Confederazione.

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Da non perdere Albert Anker La liseuse (La lettrice) 1882-1883 Olio su tela 66 x 81 cm Le Locle, Musée des beaux-arts A pagina 13, a sinistra Scultore romano del I secolo d.C. (opera integrata nel XVII secolo) Bacco Marmo statuario Altezza 170 cm A destra Fortunato Depero L’Aperitivo Cordial Campari 1928 China su cartoncino 47,6 x 31,8 cm Galleria Campari, Sesto San Giovanni, Milano

Leggere, leggere, leggere! Libri, giornali, lettere nella pittura dell’Ottocento Alla Pinacoteca Züst di Rancate, una grande mostra indaga il tema della rivoluzione della lettura, dalla necessità d’istruzione al semplice piacere, con opere in cui libri,  riviste o giornali, sono i protagonisti. Il corpus di dipinti, disegni e sculture di artisti ticinesi, svizzeri e italiani, quali Pietro Chiesa,Vincenzo Vela, Mosè Bianchi,  Albert Anker, e molti altri, è affiancato dagli scatti del fotografo contemporaneo siciliano Ferdinando Scianna, pubblicati nel suo libro Lettori, edito da Henry Beyle (2015).

18.10.2015 – 24.01.2016 Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Piazza Santo Stefano 6862 Rancate +41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest

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ROMA ETERNA. CAPOLAVORI DI SCULTURA CLASSICA. La collezione Santarelli

La grafica per l’aperitivo. Trasformazioni del brindisi. Storie di vetro e di carta

Il Museo d’arte di Mendrisio, celebra l’arte classica con una mostra che presenta al pubblico sculture dall’età imperiale romana a quella neoclassica, provenienti dalla collezione della famiglia Santarelli di Roma. Busti di Imperatori, politici e alti prelati, figure di ispirazione mitologica e religiosa in marmo, alabastro e porfido, dialogano nell’allestimento curato da Mario Botta, arricchito da una sezione dedicata a frammenti lapidei.

La mostra racconta, attraverso manifesti, locandine, grafiche pubblicitarie, réclames e oggetti di design, l’evoluzione di un fenomeno culturale di massa: l’aperitivo. Grandi aziende attive in questo settore, fra cui Campari, Cinzano, Martini, Cynar, affidarono la loro immagine ad artisti illustri, come Marcello Dudovich, Lora Lamm e Fortunato Depero, il cui nome ancora oggi è indissolubilmente legato alla mitica bottiglietta di Campari Soda, disegnata nel 1932.

25.10.2015 – 31.01.2016 04.10.2015 – 10.01.2016

Museo d’Arte Mendrisio Piazzetta dei Serviti 6850 Mendrisio

m.a.x.museo Via Dante Alighieri 6 6830 Chiasso

+41 91 640 33 50 www.mendrisio.ch/museo/

+41 91 695 08 88 www.centroculturalechiasso.ch

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Giuseppe Terragni

Itinerari razionali

L

itinerario architettonico qui proposto ha come protagoniste alcune opere dell’architetto Giuseppe Terragni nella sua città natale, Como. Distante dai suoi contemporanei, precursore di una maniera di progettare che si svilupperà nel Novecento, nell’Autore si nota il profondo legame con la classicità in un meraviglioso connubio con le istanze nordiche.Troviamo componenti loossiane, indubbiamente miessiane e delle avanguardie dei primi del Novecento.  Altra connotazione del suo lavoro è un approccio fortemente legato alla mediterraneità e all’italianità. Il percorso che si propone è diacronico, così da apprezzare e notare come Terragni abbia dimostrato fin dagli esordi un talento e un genio inediti nel capoluogo di provincia e non solo. Le opere che qui trattiamo sono quelle più nascoste e poco conosciute dell’architetto, il cui nome viene immediatamente associato al suo più celebre progetto: la Casa del Fascio (1932-36) di Como. Il percorso inizia dall’Asilo Sant’Elia (1936-37) a sud della città murata e nel cuore del quartiere Borghi. Autentico capolavoro che, non soltanto ha saputo rappresentare quel cambiamento necessario nella didattica dell’infanzia, ma anche quello dei linguaggi e delle forme dell’edilizia scolastica in genere. La struttura, d’impianto classico, si enuclea intorno ad un patio attorno al quale si sviluppano tutte le funzioni. Il progetto è dotato di originalissime intuizioni, dalle pareti mobili delle aule che una volta aperte permettono di avere un ampissimo locale unico e continuo, al solarium sul tetto per l’elioterapia dei bambini. Proseguendo nel quartiere arriviamo alle Case Popolari di via Anzani (1938-39), complesso di edifici che, a seguito delle profonde modifiche in corso d’opera, risulta sicuramente al di sotto delle intenzioni che invece erano presenti alla sua genesi. Risulta sicuramente importante lo schema distributivo, rimasto aderente ai primi disegni, interno ed esterno. Lungo la via Mentana, a ridosso delle mura, troviamo Casa Pedraglio (1935-37) che, cronologicamente, segue l’importante stagione delle abitazioni milanesi (Casa Rustici, Lavezzari, T   oninello e Ghiringhelli). Il palazzo manca di due campate non realizzate, per cui va giudicato con l’indulgenza

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Fotografie e testi di Dorin Rossi

A pagina 15 Casa Pedraglio, dettaglio



A pagina 17 Casa Pedraglio, dettaglio A destra Asilo Sant’Elia

di un’opera non finita. Interessante, come per tutta la produzione dell’Architetto, è l’attenzione al dettaglio che ci impone questo edificio. Singolari sono i tramezzi sopra ai balconi, che non toccano l’architrave ma sono completati da una doppia riga di vetrocemento, materiale che completa anche la parte più interna del piano di calpestio dei balconi lasciando fluire la luce in punti dove altrimenti non sarebbe possibile. Attraversando il centro città, giungiamo in piazza Duomo dove, sotto i portici, troviamo un piccolo negozio, Vitrum (1930), in cui vediamo un Terragni, che si cimenta nell’arredamento di interni, confermandosi come architetto a tutto tondo. Poco distante, e di gusto molto più vicino all’eclettismo, troviamo uno dei sui primissimi lavori: la facciata dell’albergo Metropole Suisse (1926-27), opera che apre la fortunatissima e prolifica carriera dell’architetto. Chiudiamo il nostro itinerario con l’ultima delle sue realizzazioni: Casa Giuliani-Frigerio (1939-40). Stravolgendo completamente quello che aveva fatto nelle grandi unità d’abitazioni milanesi, in questo edificio Terragni realizza un continuo susseguirsi di piani sfalsati, aggetti, rientranze, pieni e vuoti. Originale quanto strana è la copertura del balcone della “villa” all’ultimo piano. Il processo progettuale che permette a Terragni di arrivare ad un simile risultato è dato dall’input del disegno in sezione, che determina un movimento altimetrico dei piani.“Dal cucchiaio alla città” come scriveva Ernesto Nathan Rogers nel 1956, anche qui Terragni progetta tutto: maniglie, finestre, camini, terrazzi e divisori scorrevoli che permettono una grande versatilità dei locali interni.

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In agenda

XI—XII 2015

MAX HUBER FOTOGRAFIE 21.11.2015 – 24.01.2016 CONS ARC / GALLERIA Via Gruetli 1 6830 Chiasso +41 91 683 79 49 www.consarc.ch

FELICE FILIPPINI MOSTRA ANTOLOGICA 27.09.2015 – 10.01.2016 Pinacoteca Casa Rusca Piazza Sant’Antonio 1 6600 Locarno +41 91 756 31 85 www.locarno.ch

FLOWERS FOR YOU 01.09.2015 – 31.12.2015 Buchmann Galerie Via Gamee 6927 Agra +41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com

LUCIANO RIGOLINI Landscape 01.09.2015 – 31.12.2015 La grafica per l’aperitivo Trasformazioni del brindisi. Storie di vetro e di carta 04.10.2015 – 10.01.2016 m.a.x.museo Via Dante Alighieri 6 6830 Chiasso +41 91 695 08 88 www.centroculturalechiasso.ch

Con la luce di Roma. Fotografie dal 1840 al 1870 nella Collezione Marco Antonetto 22.11.2015 – 10.04.2016 Museo Vincenzo Vela Largo Vela 6853 Ligornetto +41 91 640 70 44 www.museo-vela.ch

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Buchmann Lugano Via Della Posta 2 6900 Lugano +41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com


BLACK. AN IDEA OF LIGHT 07.10.2015 – 07.12.2015 Cortesi Gallery Via Frasca 5 6900 Lugano +41 91 921 40 00 www.cortesigallery.com

DIPINTI ANTICHI

ABBAS KIAROSTAMI THE WALL 17.09.2015 – 27.11.2015

Galleria Canesso Lugano Piazza Riforma 2 6900 Lugano

BRUNO CATTANI MEMORY BOX 10.12.2015 - 12.02.2016

+41 91 682 89 80 www.galleriacanesso.ch

Photographica Fine Art Via Cantonale 9 6900 Lugano

Per il programma espositivo si prega di consultare il sito o contattare la galleria.

Tomás Maldonado Opere (2000 - 2015) 02.12.2015 – 30.01.2016

Craigie Horsfield 10.09.2015 – 19.12.2015

Galleria Allegra Ravizza Via Nassa 3A 6900 Lugano

Galleria Monica De Cardenas Via Coremmo 11 6900 Lugano

+41 91 224 31 87 www.allegraravizza.com

+ 41 79 620 99 91 www.monicadecardenas.com

+41 91 923 96 57 www.photographicafineart.com

Stuart Arends There To Here 19.09.2015 – 21.11.2015 GROUP SHOW 12.12.2015 – 30.01.2016 Studio Dabbeni Corso Pestalozzi 1 6900 Lugano +41 91 923 29 80 www.studiodabbeni.ch

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RETO RIGASSI 15.11.2015 – 20.03.2016

Teatro di MNEMOSINE GIULIO PAOLINI d’après WATTEAU 12.09.2015 – 10.01.2016 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati Spazio -1 Riva Caccia 1 6900 Lugano +41 58 866 72 14 www.collezioneolgiati.ch

In Ticino Presenze d’arte nella Svizzera italiana 1840-1960 12.09.2015 – 28.02.2016

Museo di Villa Pia Via Cantonale 24 6948 Porza +41 91 940 18 64 www.fondazionelindenberg.org

MASILugano Palazzo Reali Via Canova 10 6900 Lugano +41 91 815 79 71 www.masilugano.ch

LEGGERE, LEGGERE, LEGGERE! Libri, giornali, lettere nella pittura dell’Ottocento 18.10.2015 – 24.01.2016

Orizzonte Nord-Sud 12.09.2015 – 10.01.2016 MASILugano LAC Piazza Bernadino Luini 6 6900 Lugano +41 58 866 42 00 www.masilugano.ch

ROMA ETERNA. CAPOLAVORI DI SCULTURA CLASSICA. La collezione Santarelli 25.10.2015 – 31.01.2016 Museo d’Arte Mendrisio Piazzetta dei Serviti 6850 Mendrisio +41 91 640 33 50 www.mendrisio.ch/museo

info Per gli orari di apertura si prega di contattare i musei e le gallerie o di consultare il loro sito.

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Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Piazza Santo Stefano 6862 Rancate +41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest


Mirabilia Fiere

Mostre

Contemporary Istanbul 12-15.11.2015

GIOTTO, L’ITALIA 02.09.2015 – 10.01.2016 Palazzo Reale, Milano

MALEcVIc 02.10.2015 – 17.01.2016 GAMeC, Bergamo

CY TWOMBLY Painting & Sculpture 12.09.2015 – 13.03.2016 Museum für Gegenwartskunst, Basilea

WARHOL UNLIMITED 02.10.2015 – 07.02.2016 Musée d’Art Moderne, Parigi

Paris Photo 12-15.11.2015

Art | Basel | Miami Beach 3-6.12.2015

Ai Weiwei 19.09.2015 – 13.12.2015 Royal Academy of Arts, Londra

JEFF KOONS 25.09.2015 – 28.12.2015 Palazzo Vecchio, Firenze

RAFFAELLO. IL SOLE DELLE ARTI 26.09.2015 – 24.01.2016 Reggia di Venaria Reale,Torino

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IN SEARCH OF 0,10 THE LAST FUTURIST EXHIBITION OF PAINTING 04.10.2015 – 10.01.2016 Fondation Beyeler, Basilea

ALBERTO BURRI: THE TRAUMA OF PAINTING 09.10.2015 – 06.01.2016 Solomon R. Guggenheim Museum, New York

ADOLFO WILDT. L’ULTIMO SIMBOLISTA 27.11.2015 – 14.02.2016 GAM, Milano


Impressum d’Arte è una rivista bimestrale gratuita di arte e cultura. Direttore & Editore Daniele Agostini daniele@darte.ch Direttore artistico Ennes Bentaïba Contributi Daniele Agostini Dorin Rossi Hanno collaborato Nicholas Costa Alice Nicotra In copertina Giocondo Albertolli Cespo d’acanto con frutti Disegno preparatorio per la lezione XXII del manuale “Corso elementare” (1805) Matita, china e acquerello su carta vergata 31.5 x 25.5 cm Archivio di Stato, Bellinzona

www.darte.ch www.facebook.com/ darterivista

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Atelier CorniCi e restAuri

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