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vii-viii 2016
Morcote 2016
Un percorso d’arte 10 giugno 25 settembre
David Bill Carlo Borer Marisa Casellini Martin Disler Alex Dorici Alberto Garutti Christian Megert Henry Moore Bruno Munari David Murphy Flavio Paolucci Miki Tallone Margherita TurewiczLafranchi Nanda Vigo Not Vital
www.morcoteturismo.ch
Margherita Turewicz Lafranchi, Billboard, 2005, FotograďŹ a: Magali Koenig
Con opere di / with artworks by
In di ce 05
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And Now the Good News
Santuario della Madonna d’Ongero
opere dalla collezione annette e peter nobel 09
Ben Nicholson
ritratto d ’artista 11
Diana Segantini l’incontro 14
Da non perdere
kienholz le collezioni di giovanni züst gardens of the world
il barocco nel bosco 22
L’agenda 25
Mirabilia
And Now the Good News Opere dalla Collezione Annette e Peter Nobel Testo: Giulia Kimberly Colombo
N
plesso dove intervengono artisti e medium anche molto diversi tra loro, scandito lungo tutto il corso del secolo. La storia della stampa e le sue successive ripercussioni sull’arte non possono prescindere dalla nascita e dallo sviluppo della fotografia: la mostra si apre con una piccola serie di dagherrotipi d’inizio secolo, per poi procedere con opere di autori celeberrimi, tra cui Henri Cartier-Bresson, Robert Capa e Rudy Burckhardt. è la fotografia, infatti, che agli albori del Novecento scalza definitivamente la pittura dal suo ruolo di testimone della nascente società di massa, creando le premesse per un nuovo rapporto tra immagine e fruitore; tuttavia, la sfida tra pittura e fotografia non si esaurisce esclusivamente con la vittoria di quest’ultima sul monopolio dell’immagine: per quanto la pittura si mostri totalmente inadeguata a servire gli scopi dell’informazione giornalistica per motivi legati alla lentezza di realizzazione e all’impossibilità di una riproduzione seriale, essa si affranca dall’obbligo di aderenza alla realtà per
ei vent’anni che hanno scandito la loro attività di collezionisti, gli svizzeri Peter e Annette Nobel hanno dato vita a una raccolta di opere d’arte straordinariamente ricca e coesa, espressione di una volontà che si spinge ben oltre l’ansia di possesso o il desiderio di creare una galleria di carattere privato. Al contrario, la collezione Nobel, esposta al Museo d’arte della Svizzera nella mostra dal titolo And Now the Good News, assume le sembianze e la statura culturale di un reale progetto storico-artistico e sociologico, esito dell’intenzione dei suoi creatori di rendere conto di quella che è, da un lato, una passione personale (la realtà editoriale, la stampa e l’oggetto del giornale); dall’altro, un campo di studi imprescindibile per la comprensione della società moderna: il mondo dell’informazione e dell’immagine come suo tramite. Si tratta indubbiamente di un’impresa di ampissimo respiro: attraverso le oltre 300 opere esposte, numerose tematiche si intrecciano all’insegna di un dialogo com-
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zione dell’immagine a fini politici, il passo è chiaramente breve. Per gestire adeguatamente la potenziale carica eversiva della stampa, occorre saper sfruttare il potere della notizia e dell’immagine che la correda per ammaliare, stupire, spaventare o persuadere il lettore, secondo le esigenze dei governanti, orientando, insieme all’informazione, l’opinione dei lettori. È interessante ricordare che proprio attraverso opuscoli stampati e collage si gioca la protesta dadaista alla propaganda di guerra nazista. Dal momento in cui considerazioni di questo genere evidenziarono la totale non neutralità dei media comunicazionali, l’arte non restò mai indifferente alle risorse implicite nell’oggetto-giornale e nella fotografia; quest’ultima, fortemente implicata con la parola scritta, crea la realtà nel momento in cui la espone: una realtà che non
addentrarsi nei sentieri dell’astrazione. Oltretutto, essa resta uno specchio che riflette i cambiamenti e le abitudini della vita moderna e non esula dall’includere nel proprio repertorio gli emblemi della nuova società (fra cui, chiaramente, il giornale) come testimoniano numerose opere in mostra: i collage costruttivisti di Rodchenko (Senza titolo, 1920), le nature morte di Braque (in mostra con Fourrures, 1955 e L’oiseau dans le feuillage, 1961) e Picasso, nonché opere di Hans Richter (Senza titolo, 1974) e Giacometti (Senza titolo, 1963). La fotografia si presenta immediatamente come il medium più rapido ed efficace per ritrarre la realtà; la sua presenza sui quotidiani di ogni epoca accresce nel lettore quel senso di fiducia che deriva dall’attendibilità dell’immagine affiancata alla notizia di cronaca. Dall’aderenza alla verità fattuale, ad una strategica manipola-
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A pagina 4 Petr Axenoff, Princess Diana, 2011 Fotografia a colori su tela 120 x 80 cm Collezione Annette e Peter Nobel A sinistra
Willem de Kooning, Senza titolo, 1970 Olio su carta da giornale su tela 57,2 x 74,5 cm Collezione Annette e Peter Nobel A destra
Kurt Schwitters, Man soll nicht asen mit Phrasen, 1930 Collage su cartone 36,5 x 28,5 cm Collezione Annette e Peter Nobel
avveduto; di fronte ai pericoli della cattiva informazione, gli artisti si comportano come critici sovversivi che puntano a risvegliare la capacità di analisi e il pensiero indipendente attraverso opere impegnative e talvolta spiazzanti. È il caso del già citato Thomas Hirschorn (nei Collage-Truth N° 40, 53 e 46, 2012) che affianca le foto di corpi dilaniati dalla guerra a quello di modelle algide e virtualmente perfette, come campanello d’allarme di una civiltà occidentale votata al sperpero e indifferente alle realtà tragiche di molte parti del mondo. Joan Fontcuberta (Googlegram: AbuGhraib, 2004) ricostruisce la foto-simbolo delle torture di Abu Ghraib utilizzando i volti dei militari coinvolti nell’inchiesta e Alfredo Jaar, con l’opera From Time to Time (2006), analizza come l’immagine del continente africano sia evoluta nell’orizzonte culturale dell’Occidente. Ma è soprattutto
coincide necessariamente con la verità (come giustamente osserva Hirschorn nel suo lucido saggio Perché è così importante oggi guardare immagini di corpi umani dilaniati?), una realtà giornalistica in cui il fruitore/lettore abbandona la propria facoltà critica e accetta senza esitazione la voce del cronista. Nella collezione Nobel il giornale (e il suo rapporto con l’arte) è il vero barometro dei cambiamenti della società moderna: tanto fragile e precario nella sua veste di carta poco pregiata, quanto autorevole nel suo ruolo di informatore, è il manufatto collettivo per eccellenza, a cui concorrono le storie di interesse comune e le voci di numerosi individui. Il giornale è in primis, infatti, un bacino di informazioni attentamente (o dovremmo dire abilmente?) selezionate nel mare magnum dei fatti quotidiani e messe a disposizione di un pubblico non sempre
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Thomas Hirschhorn, Collage-Truth (Nº40), 2012 Collage, 26,2 x 44,8 cm Collezione Annette e Peter Nobel
la dialettica tra rivista e pubblicità, tra cattive notizie e sogni della società dei consumi, a impegnare l’indagine di artisti come Gilbert & George (Mother Straight, 2011), Ian Anüll (Doppelproper, 2007) e Gabriel Kuri (Senza titolo, 2005), ai quali non sfugge che l’informazione è la merce più importante della modernità e che la pubblicità sia la sua principale finanziatrice. Altri come Vik Muniz e Hanspeter Hofmann insistono sul nesso inscindibile tra identità dell’uomo contemporaneo e i media (Jorge, 2003; Untitled – Carla Bruni, 2010). La mostra è stata pensata secondo una duplice logica di lettura, cronologica e tematica, e si articola sui tre piani dell’edificio del LAC; si tratta di una scelta allestitiva vincente, che contribuisce a rimarcare la
disposizione delle opere in una prospettiva sia storicistica, che concettuale, ulteriore punto a favore di una mostra già di per sé notevole.
And now the good news Opere dalla collezione Annette e Peter Nobel 28.05.2016 – 15.08.2016 MASILugano, LAC Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano +41 58 866 42 00 www.masilugano.ch
Ben Nicholson Ritratto d’ARTISTA
I
l legame fra l’artista di origini inglesi e il Ticino si afferma presto, già a partire dall’età di ventisei anni, quando, insieme alla prima moglie Winifred Roberts, pittrice di discreto successo, acquista una villa a Castagnola dove i due trascorrono i mesi invernali fra il 1921 e il 1923. Dal Ticino raggiungono facilmente l’amata Italia, dove l’artista è affascinato dal primo Quattrocento italiano, che si riverbera soprattutto nella sua prima produzione vicina al realismo di gusto naïf. Durante gli spostamenti fra l’Inghilterra e il Ticino, i coniugi fanno spesso tappa a Parigi. Qui Ben Nicholson assimila la lezione del cubismo sintetico di Picasso e Braque, di cui apprezza alcune caratteristiche: l’abbandono della prospettiva, il tema della natura morta, la compenetrazione dei piani. Nella Ville Lumière, l’artista, oltre alla conoscenza di Mirò, incontra anche Piet Mondrian, che nella capitale francese aveva il proprio atelier. Grazie anche a questo contatto, si avvicina all’astrazione geometrica, affascinato dall’equilibrio, dall’ordine, dalla proporzione. Nel 1932 è fondamentale l’incontro con la scultrice Barbara Hepworth, che successivamente prende in moglie, grazie alla quale si avvicina al tema della struttura e all’approccio scultoreo nella pittura. Nel 1934 nascono i Rilievi Bianchi, pacati e dinamici, monocromi in bilico fra pittura e scultura, che si modificano al cambiare della luce e che segnano il punto di svolta nella produzione dell’artista dando il via a tutta la serie dei rilievi e gettando le basi per i successivi lavori “rettilinei”. Tre anni dopo, insieme a Naum Gabo e Leslie Martin, pubblica a Londra Circle: International Survey of Constructive Art, che rappresenta di fatto l’istituzionalizzazione dell’astrattismo geometrico. Nel 1958 l’artista lascia St. Ives in Cornovaglia, dove si era trasferito dal 1939, ed è alla volta del Ticino, insieme alla terza moglie, di origini svizzere, Felicitas Vogler. Dapprima a Ronco sopra Ascona, nella Casa Ticinella, e poi a Gadero. Qui l’artista approfon-
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Testo Daniele Agostini
Ben Nicholson, Pale Lilae, 1965 Oliwash carta e masonite 34.5x25 cm Collezione Comune di Ascona Museo Comunale d’Arte Moderna Ascona CCA 0-0-27
disce i suoi temi prediletti: la natura morta, con una profusione di brocche, bottiglie, tazze, bicchieri, e il paesaggio. Nicholson, mosso da uno spirito solidale, stringe rapporti con diversi artisti che negli stessi anni qui risiedono: Italo Valenti, Hans Richter, Hans Arp, Julius Bissier. Ma non si limita alle frequentazioni dei suoi colleghi che si trovavano ad un tiro di schioppo da lui, nei suoi numerosi viaggi in Europa tesse infatti relazioni con Burri, Soulages, Music e altri. Il triennio 1965-1968 vede l’apice del Nicholson incisore, con la produzione di oltre centotrenta acqueforti, riprendendo motivi elaborati nei disegni, L’incisione è da lui molto amata perché gli permette una maggior libertà del tratto rispetto al disegno, consacrandolo come il pittore della linea. La libertà è il leitmotiv che ripercorre tutta la vita di questo interessante artista, un anelito che sembra aver ricercato nelle sue numerose relazioni sentimentali, nel viaggio, nel relazionarsi con gli altri e che infine lo ha portato ad imporsi nel pantheon dell’astrattismo geometrico.
Diana Segantini L’incontro
Diana Segantini è responsabile della cultura alla Radiotelevisione Svizzera italiana. In Ticino è stato da poco presentato il film-documentario “Giovanni Segantini. La magia della luce”. Come è stato accolto dal pubblico? All’anteprima al Cinema Lux la sala era piena e il pubblico era foltissimo. Ho sentito delle note di commozione e di ammirazione; dopo la grande mostra che ho organizzato nel 2014 a Palazzo Reale a Milano, il pubblico è rimasto colpito dalla biografia dell’uomo e del pittore Giovanni Segantini. Grazie a questo film-documentario, il pubblico ticinese si è così potuto identificare con il grande artista. Che rapporto ha con le sue discendenze? Sono cresciuta in Casa Segantini a Maloja, che è rimasta intatta dai tempi di Giovanni Segantini, quindi il suo spirito positivo c’è stato e c’è tutt’ora. Anche mio nonno Gottardo, pittore anch’egli, lì è vissuto. Sono dunque cresciuta con una grande vicinanza, un’ammirazione e un rispetto per l’opera che hanno lasciato. Ancora oggi questo rapporto è rispettoso e naturale, nulla ci è mai stato imposto, siamo stati sempre con i piedi per terra e i grandi valori di Giovanni Segantini, quali il rispetto reciproco, la tolleranza, la generosità, l’accoglienza sono stati tramandati in famiglia. A Maloja, dove Giovanni Segantini ha trascorso gli ultimi anni della sua vita, vi è l’Atelier Segantini che promuove mostre ed eventi tutto l’anno. Qual è il programma per l’estate? Organizziamo una o due mostra all’anno, e quest’estate, il due luglio, inaugureremo una mostra intitolata I due Giovanni, dedicata a Segantini e Giacometti, per rendere omaggio al grande amico di Giovanni Segantini, Giovanni Giacometti, padre di Alberto, Diego
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A cura di Daniele Agostini
“Sono molto soddisfatta che in questo momento storico in cui assistiamo al passaggio sul digitale del mondo dei media, la cultura sia il pioniere per un prodotto online.” e Bruno Giacometti. In mostra vi saranno oggetti di lavoro e personali degli artisti, fra documentazione scritta, lettere che i due si scambiarono, disegni e altre opere legate a loro. Abbiamo scelto quest’anno perché nel 2016 si commemorano i cinquant’anni della scomparsa di Alberto Giacometti. Celebriamo quindi l’amicizia fra queste due grandi dinastie di artisti a Maloja, in Val Bregaglia. Dal 2013 lei è responsabile della cultura alla RSI. Ci racconta la sua giornata tipo? La mia giornata inizia con un incontro con la mia assistente per vedere l’agenda e i punti più importanti. La maggior parte della giornata è poi dedicata a riunioni sia interne sia esterne: lo scambio con i propri collaboratori e gli altri attori culturali è fondamentale. Il mio lavoro è molto variegato, e forse è proprio per questo che è così affascinante, e include tutta la programmazione dedicata alla cultura in televisione e alla radio, così come il web. Inoltre sotto la mia responsabilità ricade anche la collaborazione con l’OSI, il complesso dei barocchisti e il coro della RSI con i quali facciamo anche delle tournée internazionali prestigiose, così come le collaborazioni con Cecilia Bartoli. Un altro aspetto sono le cooproduzioni con i produttori indipendenti del territorio, per le fiction e la documentaristica. Infine vi è tutta la parte amministrativa, come il rispondere alle email. Non mi annoio mai. Cult TV, programma televisivo prodotto dalla RSI e dedicato alle arti, si è trasformato in Cult+, il primo program-
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ma della RSI completamente digitale. Qual è il responso? Abbiamo da poco stilato il primo bilancio: è incredibile quanto sia grande il bacino di pubblico da cui abbiamo potuto attingere. Abbiamo fatto una campagna importante soprattutto sui social media, che rappresenta un indicatore importate per verificare se raggiungiamo un pubblico; posso dire che le prime cifre sono molto promettenti. Abbiamo allargato il nostro pubblico: oltre ai fedeli di Cult TV, ne abbiamo raggiunto uno nuovo, giovane, mobile e urbano, grazie anche alle tematiche trattate in questo primo ciclo, dedicato principalmente alle correnti artistiche del territorio all’interno di un mandato che è quello di coprire realtà artistiche attive soprattutto sul territorio elvetico e oltre frontiera. L’obiettivo virale, della condivisione e il mantenimento della grande qualità è stato mantenuto e ora dobbiamo lavorarci, siamo solo all’inizio! Sono molto soddisfatta che in questo momento storico in cui assistiamo al passaggio sul digitale del mondo dei media, la cultura sia il pioniere per un prodotto online.
Atelier Segantini
Cult+
7516 Maloja +41 81 824 33 54
www.rsi.ch/cultplus/
www.segantini.org
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Da non perdere
Edward Kienholz, Five Car Stud, 1969–72 Fotografia: Delfino Sisto Legnani Studio
Albrecht von Horn, Alzata da tavola Augusta, 1640-1650 ca
Kienholz: Five Car Stud
Arte. Antichità. Argenti Le collezioni di Giovanni Züst nei musei di Rancate, Basilea e San Gallo
Curata da Germano Celant, l’esposizione “Kienholz: Five Car Stud”, restituisce la figura di Edward Kienholz e Nancy Reddin Kienholz, artisti dell’assemblage americano. Il percorso espositivo – che conta 25 opere datate tra il 1959 e il 1994 – culmina nell’installazione Five Car Stud creata da Edward Kienholz a partire dal 1969 ed esposta per la prima volta alla documenta 5 di Kassel curata da Harald Szeemann. Le opere presenti in mostra conducono lo spettatore in un mondo dove razzismo, sessismo e perversione sono elementi paradigmatici al fallimento del sogno americano.
La mostra alla Pinacoteca Züst rappresenta un excursus sul gusto collezionistico di Giovanni Züst, imprenditore e filantropo a cui si deve la nascita dell’omonimo museo. Sono qui riunite per la prima volta le opere raccolte lungo l’arco di tutta una vita: dalle antichità etrusche, greche e romane fino agli argenti del XVI-XVIII secolo, insieme a dipinti del Petrini, del Serodine e di maestri ticinesi dell’Ottocento.
19.05.2016 – 31.12.2016
20.03.2016 – 28.08.2016 Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Piazza Santo Stefano 6862 Rancate +41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest
Fondazione Prada Largo Isarco 2 20139 Milano +39 02 5666 2611 www.fondazioneprada.org
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Rote Libelle und Heuschrecke auf chinesischer Glockenblume und Prachtnelke, Aus dem Insektenbuch von Kitagawa Utamaro, 1788 Farbholzschnitt © Museum für Asiatische Kunst, Fotografie: Jürgen Liepe
Gardens of the World Una grande mostra tematica dedicata al giardino inteso come luogo di delizie, di esperienza e di scambio, è allestita al Museo Rietberg di Zurigo. Il giardino viene illustrato nelle sue diverse rappresentazioni e concezioni fra Oriente e Occidente, attraverso un itinerario culturale scandito dalle tappe della civiltà, dall’Antico Egitto alla contemporaneità, attraverso miniature, stampe, porcellane, tessuti, erbari e opere di artisti contemporanei, fra cui Wolfgang Laib.
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13.05.2016 – 09.10.2016 Museum Rietberg Zürich Gablerstrasse 15 8002 Zurigo +41 44 415 31 31 www.rietberg.ch
Santuario della Madonna d’Ongero Il Barocco nel bosco Testo: Nicholas Costa Fotografie: Muriel Hediger
A
Carona, dove si conservano edifici affrescati e stuccati memori di illustri famiglie d’artisti, si nasconde, immerso nel verde del bosco, il Santuario della Madonna di Loreto detto d’Ongero. Non un semplice esempio di barocco ticinese, bensì un dialogo aperto tra la natura e il sacro, senza le storture urbane cui siamo solitamente abituati quando incrociamo un edificio antico nel centro di una città. L’edificazione della prima cappella ha inizio nel 1515 dopo che, come la leggenda narra, una giovane sordomuta riacquisì la parola e l’udito in seguito all’apparizione della Madonna.Tra il 1624 e il 1640 viene edificato l’attuale Santuario dotato di un pianta a croce latina che vede le campate della navata e i bracci del transetto voltati a botte, all’incrocio di questi sorge una cupola a pennacchi. Gli stucchi che ricoprono la maggior parte della superficie interna della Madonna d’Ongero sono opera di Alessandro Casella, caronese d’origine e stuccatore
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presso la corte sabauda.Aiutato da una piccola ma operosa bottega, il Casella, rientrato dalle sue gesta piemontesi, inizia negli anni Quaranta del Seicento la realizzazione delle numerose statue che occupano gli spazi del Santuario. Abbiamo quindi la possibilità, dato l’esemplare stato di conservazione, di ammirare la maestria con la quale l’autore ha reso i tratti del Dio Padre e delle virtù Teologali, così come non manca un forte senso del pathos nei volti dei Dottori della Chiesa e delle sante Maria Maddalena e Margherita. Una particolare attenzione, vista la destinazione al culto mariano, e stata data agli episodi della vita della Vergine, dalla Nascita all’Assunzione, passando per l’Annunciazione. La decorazione a stucco è conclusa nel 1648 con il completamento della controfacciata dove appaiono San Giorgio e Sant’Andrea, i Santi Patroni di Carona. Qui a nessuno potrà sfuggire il movimento sinuoso del collo del drago che possiede tutte quelle caratteristiche che hanno reso il Barocco unico.
A pagina 18 Giuseppe Antonio Petrini, Cristo fra i dottori, 1750 A pagina 19 Giuseppe Antonio Petrini, Presentazione al Tempio, 1750 A destra
Alessandro Casella, San Giorgio che uccide il drago, circa 1646-1648
Nonostante la bellezza avvolgente di questo ciclo, il nome del Santuario della Madonna d’Ongero è noto ai più per due affreschi raffiguranti rispettivamente Cristo fra i dottori e la Presentazione al Tempio, opere di Giuseppe Antonio Petrini. L’autore caronese, a sua volta imparentato con i Casella, ha sperimentato un successo di gran lunga superiore a quello di alcuni membri della famiglia materna. La fortuna del Petrini non lo ha però esulato dal far ritorno nella sua terra natia, dove ha avviato una fiorente bottega che ha monopolizzato per un considerevole lasso di tempo la produzione sacra ticinese. Gli esempi che si trovano nel Santuario sono emblematici del passaggio del pittore a uno stile successivo, dove i toni cupi vengono sostituiti dalle tinte pastello e da una luce morbida.
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Gli affreschi che affiancano i capolavori del Petrini rappresentanti la Natività e la Visitazione sono di altra mano, di qualità scarsa, che va fatta risalire alla prima metà del XVII secolo.
Santuario della Madonna d’Ongero 6914 Carona Aperta al pubblico tutti i giorni nei mesi di luglio e agosto
L’agenda
GIORGIO MORANDI FORME, COLORI, SPAZIO, LUCE 20.05.2016 – 18.09.2016 Museo Castello San Materno Via Losone 10 6612 Ascona
AUTORI DELLA GALLERIA
ROTELLA E IL CINEMA
17.05.2016 – 31.08.2016
13.03.2016 – 14.08.2016
CONS ARC / GALLERIA Via Gruetli 1 6830 Chiasso
Pinacoteca comunale Casa Rusca Piazza S. Antonio 6600 Locarno
+41 91 683 79 49 www.consarc.ch
+41 91 759 81 60 www.museoascona.ch
DIMENSIONI DISEGNO POSIZIONI CONTEMPORANEE 23.04.2016 – 07.08.2016 Museo Civico Villa dei Cedri Piazza San Biagio 9 6500 Bellinzona + 41 91 821 85 20 www.villacedri.ch
SIMONETTA FERRANTE (1930) LA MEMORIA DEL VISIBILE: SEGNO, COLORE, RITMO E CALLIGRAFIE 21.05.2016 – 25.09.2016 m.a.x.museo Via Dante Alighieri 6 6830 Chiasso +41 91 695 08 88 www.centroculturalechiasso.ch
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+41 91 756 31 85 www.museocasarusca.ch
HEINZ MACK THE VISIBLE REMINDER OF INVISIBLE LIGHT 11.05.2016 – 22.07.2016 Cortesi Gallery Via Frasca 5 6900 Lugano +41 91 921 40 00 www.cortesigallery.com
Per gli orari di apertura si prega di contattare i musei e le gallerie o di consultare il loro sito.
MARTIN DISLER 20.02.2016 – 31.07.2016 Buchmann Galerie Via Gamee 6927 Agra +41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com
CHRISTIAN MEGERT ATTRAVERSO LA SCULTURA 25.05.2016 – 29.07.2016 Galleria Allegra Ravizza Via Nassa 3A 6900 Lugano +41 91 224 31 87 www.allegraravizza.com
SCOTT CONARROE, VITTORIO SELLA Frontière, Frontiera, Grenze 19.05.2016 – 29.07.2016 Photographica Fine Art Via Cantonale 9 6900 Lugano +41 91 923 96 57 www.photographicafineart.com
UN TRITTICO MARTIN DISLER 20.05.2016 – 31.07.2016 Buchmann Lugano Via Della Posta 2 6900 Lugano
DIPINTI ANTICHI Galleria Canesso Lugano Piazza Riforma 2 6900 Lugano +41 91 682 89 80 www.galleriacanesso.ch
+41 91 980 08 30 www.buchmanngalerie.com
Gillo Dorfles colori e segni indagatori 14.05.2016 – 30.07.2016 Studio Dabbeni Corso Pestalozzi 1 6900 Lugano +41 91 923 29 80 www.studiodabbeni.ch
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And now the good news opere dAllA collezione Annette e peter nobel 28.05.2016 – 15.08.2016 MASILugano, LAC Piazza Bernardino Luini 6 6900 Lugano +41 58 866 42 00 www.masilugano.ch
Arte. Antichità. Argenti. le collezioni di giovAnni züst nei musei di rAncAte, bAsileA e sAn gAllo 20.03.2016 – 28.08.2016 Pinacoteca cantonale Giovanni Züst Piazza Santo Stefano 6862 Rancate +41 91 816 47 91 www.ti.ch/zuest
bruno monguzzi lA moscA e lA rAgnAtelA
lutz & guggisberg FAmilY oF sculptures
24.04.2016 – 16.10.2016
30.07.2016 – 03.09.2016
Museo di Villa Pia Via Cantonale 24 6948 Porza
Galleria Monica De Cardenas Chesa Albertini 7524 Zuoz | St.Moritz
+41 91 940 18 64 www.fondazionelindenberg.org
+41 81 868 80 80 www.monicadecardenas.com
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Mirabilia Mostre PAUL KLEE
NOT VITAL
ESCHER
06.04.2016 – 18.08.2016
21.05.2016 – 02.01.2017
24.06.2016 – 22.01.2017
Centre Pompidou, Parigi
Yorkshire Sculpture Park, Wakefield
Palazzo Reale, Milano
CHRISTO AND JEANNE-CLAUDE WATER PROJECTS
MOHOLY-NAGY: FUTURE PRESENT
GEORGIA O’KEEFFE
07.04.2016 – 18.09.2016 Museo di Santa Giulia, Brescia
WILLIAM KENTRIDGE TRIUMPHS AND LAMENTS: A PROJECT FOR ROME 17.04.2016 – 02.10.2016
27.05.2016 – 07.09.2016
04.05.2016 – 21.08.2016 Tate Modern, Londra
Tate Modern, Londra
Solomon R. Guggenheim Museum, New York
ALEXANDER CALDER & FISCHLI/WEISS 29.05.2016 – 04.09.2016 Fondation Beyeler, Basilea
MACRO, Roma
MONA HATOUM
06.06.2016 – 30.10.2016
FRANCIS PICABIA A RETROSPECTIVE 03.06.2016 – 25.09.2016 Kunsthaus Zürich, Zurigo
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David Bowie Is 14.07.2016 –13.11.2016 MAMbo, Bologna
Im pres sum Rivista bimestrale cartacea fondata a Lugano nel 2014, d’Arte è diffusa gratuitamente in una selezione di gallerie d’arte e di musei ticinesi e all’Istituto Svizzero di Milano. è uno strumento di turismo culturale legato alle arti visive. darte.ch facebook.com/darterivista
Direttore & Editore Daniele Agostini daniele@darte.ch
Pubblicità & Advertorial Daniele Agostini daniele@darte.ch
Direzione Artistica & Grafica Ennes Bentaïba
In copertina Veduta della cupola del Santuario della Madonna d’Ongero Fotografia: Muriel Hediger
Progetto grafico Ennes Bentaïba Contributi Daniele Agostini Nicholas Costa Giulia Kimberly Colombo
Scriveteci! Per contattarci o semplicemente dirci Ciao! hello@darte.ch
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darte.ch