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Editoriale di Claudio Soranzo

A

ncora tempi di rincorsa per la Ferrari nel campionato mondiale di Formula 1. Per un motivo o per un altro la scuderia di Maranello deve sempre respirare i gas di scarico della Mercedes. Un inquinamento argenteo che non fa proprio per niente bene a Vettel e a Raikkonen, sicuramente abituati tempo indietro ad arie più respirabili. Anche quest’anno, almeno fino a Sochi, le visiere dei due piloti della “rossa” (e bianca) sono alquanto annerite ed è tempo ormai di ripulirle a dovere. Ma come si fa se in ogni gran premio capita qualche inconveniente e invece la stella a 3 punte fila via come l’olio? Almeno finora quella del biondino tedesco, mentre il suo compagno di squadra ha pure lui qualche problema, ma quando la monoposto va bene da sempre filo da torcere alla nostra beneamata. I tifosi sono stanchi di questi alti e bassi della Ferrari ma, ahimè, devono solo sventolare la rossa bandiera con il cavallino rampante e aspettare tempi più sereni. Non possono fare altro se non far sentire sempre forte e alto il loro incitamento verso una squadra che merita certamente di più di quello che raccoglie. Rimane solo da sperare che non capitino più inconvenienti, incidenti e via dicendo, per poter almeno vedere le due grandi rivali lottare sullo stesso piano, ad armi pari, garantendo almeno un bello ed esaltante spettacolo tecnico. In Regione con la bella stagione ritornano i G.T. Days, cioè i giorni delle Gran Turismo del Cavallino alla scoperta di posti nuovi, attrattive e peculiarità del nostro bellissimo territorio, compresi cibi e vini sempre all’altezza della migliore tradizione. Questa primavera è la volta del Friuli Centro Orientale e della Carnia, che saranno percorsi in lungo e in largo dalla multicolore carovana di granturismo Ferrari, organizzata come sempre alla grande dalla Scuderia Ferrari Club Monfalcone. Infine la prova della bellissima Infiniti Q30, che abbiamo avuto il piacere di guidare sulle nostre strade dopo la presentazione internazionale di Lisbona a fine novembre. La prossima quale sarà? Ce ne sono diverse in coda, che speriamo di anticipare sul nostro sito www.spoileronline.it

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sommario

3 Editoriale 6 Rombo rosso 7 Carnia 2016 9 Appuntamento vip

per la rossa un 2016 iniziato in salita

10 Per un buon bicchiere 11 Tempo libero in FVG 13 All’ultimo giro 14 Baku 15 L’acuto rosso 16 Staranno a guardare 17 Tutto da verificare 18 Mondo Auto 20 Made in Germany 21 Al top 22 Autoplanet 24 Pieni giri 26 La prova 28 Mix 30 Star bene - Rubrica

SPOILER Periodico di automobilismo Anno XXXIII Numero 231 Maggio 2016

per tutti appuntamento ai GT days DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Soranzo

COLLABORATORI: Germano Danielis Valerio De Crignis Fabio Pauluzzo

REDAZIONE: Flavio De Crignis

Pubblicazione registrata Spedizione in abbonamento postale Stampa presso il tribunale di Gorizia Pubblicità inferiore al 50% TIPO LITOGRAFIA al n.153 del 22.3.84 Aut. Dir. Prov. P.T. Gorizia SAVORGNAN via Chico Mendes, 6 34074 Monfalcone (Go) Visita il nostro sito internet www.spoileronline.it Tel. 0481 496063

Redazione ed inserzioni: tel. 347 3681600 Corrispondenza/Testi: redazione@spoileronline.it Redazione: Via 1° Maggio, 112 - Monfalcone (GO)


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Spessa - Cussignacco - Bottenico di Moimacco - Borgo Poiana - Attimis

Le tappe di una giornata all’insegna del

rombo rosso Il continuo rinnovarsi nelle destinazioni è sicuramente una delle costanti per quanto concerne gli incontri con le Gran Turismo promosse da Scuderia Ferrari Club Monfalcone. Anche per il 2016, nonostante i tempi non certi facili che stiamo attraversando il nostro sodalizio può riproporre due appuntamenti, uno per il 29 maggio e l’altro per il 26 di giugno. Il primo, FRIULI CENTRO ORIENTALE prenderà il via dall’Azienda Scarbolo di Spessa di Cividale, dove si provvederà alle operazioni di registrazione degli ospiti, al briefing sulla giornata ed ad

una visita ai locali della società che ci ospita. Da Spessa ci sposteremo poi a Cussignacco presso i locali del Ristorante Rosso di Sera dove è prevista la pausa meridiana, in un’atmosfera di piacevole intrattenimento. Dopo il passaggio al Ristorante Rosso di Sera la carovana rossa farà tappa

presso a Bottenicco di Moimacco presso la villa De Claricini Dornpacher in un ambiente sapientemente inserito nel contesto della pianura Friulana. A seguire ci sposteremo a Borgo Poiana di Attimis dove presso l’Agriturismo La Poanute è previsto il brindisi di chiusura della giornata allietato da musica tradizionale friulana dal vivo.

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Timau - Valcalda - Luincis - Ovaro - Pesariis e Val Pesarina

Le Gran Turismo a

CARNIA 2016 per proseguire successivamente verso Pesariis, il famoso paese degli orologi. E la tappa a Pesariis oltre a dei momenti di ospitalità, sarà dedicata proprio a scoprire la storia dei famosi orologi locali, che hanno reso famoso questo paese in tutto il mondo.

Per il 26 giugno torniamo in Carnia dove le Rosse di Maranello sono sempre state accolte nel segno della tipica ospitalità locale. Ci ritroveremo il mattino presso il Museo dedicato alla Prima Guerra

MUSEO MUSEO STORICO STORICO “LA ZONA “LA ZONA CARNIA NELLA CARNIA NELLA GRANDE GRANDE GUERRA” GUERRA” TIMAU TIMAU

Mondiale che ovviamente visiteremo.. Dalla valle del But, attraverso la ridente Valcalda e la Val Degano ci trasferiremo nell’incantevole cornice della Val Pesarina dove faremo tappa a Luincis presso gli amici di Salumi di Carnia

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a cura di Flavio De Crignis

L’azzardo e la complessità della pista aiutano a recuperare lo scarso spettacolo che ci si può attendere dai pochi sorpassi. Montecarlo resta sempre un

Appuntamento

V.I.P.

Quindi affidiamoci alla speranza che succeda qualcosa che accenda l’interesse come è successo lo scorso anno quando la Mercedes con una strategia incomprensibile richiamò ai box Hamilton a pochi giri dal termine per un inutile cambio gomme e regalando contemporaneamente la vittoria a Rosberg e la seconda piazza a Vettel.

Al gran Premio di Monaco, che si tiene sul classico circuito di Montecarlo, l’azzardo è ovunque. C’è in ogni punto della storica (sotto tutti i punti di vista) pista, e c’è ovviamente ai tavoli dell’elegante casinò. E’ un Gran Premio che vince il trascorrere del tempo (e lo sviluppo tecnologico delle vetture) con la sua ambien-

tazione particolare e con il fatto di rappresentare una vetrina per il jet set internazionale. Però è un gran Premio che non “retribuisce” adeguatamente del punto di vista dello spettacolo a causa di una conformazione che non concede molto spazio per i sorpassi, e questa è una mancanza che purtroppo si fa sempre più sentire.

Sebastian ha vinto a Montecarlo nel 2011

I ferraristi a MONTECARLO Ambedue i piloti del team di Maranello possono vantare una vittoria sul circuito monegasco anche se le stesse non sono state ottenute con la Scuderia del Cavallino Rampante. Nello specifico, Raikkonen salì sul gradino più alto del podio nel 2005 quando correva con la McLaren mentre Vettel si affermò nel 2011 con la Red Bull.


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Per un buon bicchiere

Bevi Cormons alla Cantina Produttori quella del Vino della Pace e delle botti dipinte

A

nche certi modi di dire, usati per millenni, tendono prima o poi a modificarsi, se non addirittura a scomparire. E’ il caso di “beviamo bianco o rosso?”, sostituito oggi da un più preciso e determinato “io bevo Cormons”. Una volontà ben definita per dirigere l’interlocutore verso un territorio ben preciso, vocato all’enologia e produttore di splendidi vini di ottima qualità. Un territorio in provincia di Gorizia che si adagia su dolci colline percorse da brezze marine e montane. Temperature e situazioni meteorologiche che si intersecano formando un microclima adatto al territorio e di conseguenza ricettivo al massimo di tutto ciò che fa bene alla salute delle piante. Viti curate e allevate con amore, esperienza e responsabilità da oltre 150 viticoltori che danno il benvenuto a tutti i winelovers e a quelli che ben presto lo diventeranno. Qui siamo nel cuore dell’Europa, all’estremo lembo nord orientale d’Italia, in quel Friuli Venezia Giulia dalle zone vitivinicole più pregiate del mondo. Vi invitano a conoscere la Cantina Produttori

Cormòns, nata alla fine degli anni ‘60 per la lungimiranza di alcuni viticoltori cormonesi, che vollero far tesoro di tradizioni secolari. Ezio Dalla Pozza, Aldo Moretti, Adriano Drius e Stefano Gregorat sono stati presidenti appassionati, che sostennero da principio che il futuro della vite e del vino non era legato a effimere mode, ma alla tenace valorizzazione del proprio territorio. Nacque così una cantina unica al mondo, per la qualità dei vini e per le sue molteplici iniziative. “Il buon vino nasce in campagna”, è il vecchio detto contadino fatto proprio dalla Cantina Produttori Cormòns, che

ha puntato gran parte del suo progetto produttivo sulla cura della vigna, redigendo uno Statuto, supportato da un Quaderno di campagna - un minuzioso codice di comportamento, al quale tutti i Soci devono ottemperare - mirato a ottenere un prodotto affidabile dal punto di vista organolettico e di altissimo pregio; così, la lotta contro i parassiti prevede un impiego minimo di anticrittogamici, puntando sul monitoraggio costante degli oltre 400 ettari di vigneti. Otto attrezzate centraline meteorologiche, disseminate in vari punti microclimatici del territorio, registrano qualsiasi mutamento del clima, della temperatura,


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TEMPO LIBERO

in Friuli Venezia Giulia

dell’umidità, dell’irraggiamento solare e della quantità di pioggia. I dati sono raccolti in tempo reale nella centrale computerizzata della cantina, dove sono attentamente vagliati per prevenire ogni minima anomalia. Una tecnologia nel vero rispetto delle antiche usanze, un perfetto mix di tradizione e di alta tecnologia che permette di tenere sotto controllo la zona, ottenendo uve di qualità eccezionale e quindi ottimi vini. Ma la cantina di Cormons è famosa anche per un buon numero di botti di rovere di Slavonia artisticamente decorate dai primi anni ’80 da una ventina dei più importanti artisti della seconda metà del ‘900, da Zancanaro a Celiberti, da Ciussi a Ceschia, da Spessot a Benedetti, a Crico, Fornarelli, Ornella, Menon e tanti altri, creando una galleria d’arte unica nel suo genere. Arte e vino quindi, perfettamente a braccetto.

Il Vino della Pace Lungo il fiume Isonzo, non lontano da Gorizia, protetta a Nord dalle Alpi Giulie e riscaldata dal benefico influsso del mare Adriatico, si estende la fertile e rigogliosa terra che ospitò l’uomo e la coltura della vite sin dai tempi delle prime civiltà mediterranee. Ha sempre prodotto vini superbi, nel segno delle migliori culture da cui ebbe origine. Dal loro retaggio, nel 1983, cominciò a mettere le prime tenere radici un simbolo di fratellanza umana: la Vigna del

Mondo. Nata nel cuore di tutti i soci della Cantina Produttori Cormòns, giorno dopo giorno e con la collaborazione di uomini altrettanto generosi di tutta la Terra, ha visto mettere a dimora alcune centinaia di vitigni provenienti da ogni Paese, ove la vite alligna e rallegra l’uomo con il suo generoso liquore. Altri continuano ad aggiungersi, al punto che può essere considerata una delle più belle collezioni varietali del mondo intero. Dai loro grappoli scaturisce un vino altrettanto unico, sia per le caratteristiche naturali, sia per il messaggio che gli si volle affidare, quello di essere il Vino della Pace. Un vino simbolicamente capace di affratellare gli uomini, proprio come le viti venute da ogni continente si affratellano nella vendemmia. La prima avvenne nel 1985 e il 9 aprile 1986 prese il suo primo volo per recare a ogni Capo di Stato civile e religioso il suo messaggio di Pace, con l’etichetta dipinta da grandi artisti. Insomma, una cantina con la C maiuscola, con prodotti davvero unici, che vale la pena visitare (ci vogliono un paio d’ore) e assaggiarne il suo nettare. Vini di ottima qualità che si possono anche acquistare in diversi formati di bottiglie nello spaccio aziendale. Bianchi e rossi delle Doc Collio e Friuli Isonzo come Friulano, Pinot Bianco, Malvasia, Traminer, Pignolo, Pinot Grigio, Chardonnay, Picolit, Ribolla Gialla, Merlot, Sauvignon, Refosco dal peduncolo rosso, Pinot nero e Cabernet Franc sono tra i più appetiti. Ma sono da gustare pure ottimi vini Prosecco, spumanti, grappe e distillati. C.S.

SAURIS 2 GIUGNO: a Sauris di Sopra ARTE NEL BORGO

9 LUGLIO: a Sauris di Sotto FESTA DEL PROSCIUTTO BORDANO 4 GIUGNO: NOTTE DELLE FARFALLE

BARCIS 5 GIUGNO: CAMPIONATO ITALIANO DI HOVERCRAFT 23 GIUGNO: LA NOTTE DI SAN GIOVANNISOLSTIZIO D’ESTATE 14 AGOSTO: FINALE REGIONALE DI MISS ITALIA AVIANO 12 GIUGNO: TRAIL RUNNING TOUR 2016 GORIZIA 12 GIUGNO: A TUTTO G.A.S. PISTON CUP 2016 21 GIUGNO: XI FESTA EUROPEA DELLA MUSICA

Cantina Produttori Cormons Via Vino della Pace, 31 34071 CORMONS (GO)

25 GIUGNO: 6° SUI SENTIERI DELLA GRANDE GUERRA


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TEMPO LIBERO in Friuli Venezia Giulia BUTTRIO 12 GIUGNO: 5° RADUNO FIAT 500

MONFALCONE 27 GIUGNO: al Kinemax WERTHER OPERA LIRICA

FORNI DI SOPRA 12 e 19 GIUGNO: FESTA DELLE ERBE DI PRIMAVERA

GRADO 3 LUGLIO: TRADIZIONALE PERDON DI BARBANA

LIGNANO SABBIADORO 18 GIUGNO: allo Stadio Comunale alle 21.00 VASCO ROSSI

CIVIDALE DEL FRIULI 13 LUGLIO: al parco della Lesa alle 21 CARLOS SANTANA SPILIMBERGO 11 LUGLIO: in piazza del Castello alle 21 BILLY COBHAM MAJANO 16 LUGLIO: alle 21.30 MAX PEZZALI ON TOUR FORNI AVOLTRI 31 LUGLIO e 7 AGOSTO: FESTA DEI FRUTTI DI BOSCO

POLCENIGO 29 GIUGNO: in Castello FESTA DI SAN PIERO

11 LUGLIO: all’Arena Alpe Adria alle 21.00 SLAYER IN CONCERT 13 LUGLIO: allo Stadio Comunale allo 20.00 MEETING INTERNAZIONALE SPORT SOLIDARIETA’-3° TROFEO OTTAVIO MISSONI

TRIESTE 7 LUGLIO: nel piazzale della Cattedrale di San Giusto alle 20.30 IL BARBIERE DI SIVIGLIA CORMONS 10 LUGLIO: in piazza XXIV MAGGIO alle 20.45 (in caso di maltempo al Teatro Comunale) FESTIVAL MONDIALE DEL FOLCLORE GIOVANILE

PASSO PRAMOLLO 7 AGOSTO: FESTA DELL’AMICIZIA TARVISIO/PONTEBBA 7 AGOSTO: 5° CICLOTOUR SENZA CONFINI

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Facendo onore a Gilles Villeneuve, mitico pilota canadese cui è dedicato l’impianto dell’isola di Notre Dame, a Montreal spesso si assistono a gran premi combattuti e spettacolari con gare tirate fino

a cura di Valerio De Crignis

All’ultimo

A differenza degli Stati Uniti che hanno una presenza “altalenante” nell’ambito del calendario iridato, il Canada invece è una presenza costante dagli anni settanta del secolo scorso con edizioni molto partecipate da parte del pubblico locale che in questo lasso di tempo ha potuto supportare piloti del calibro di Gilles Villeneuve e di suo figlio Jacques, tra l’altro l’unico canadese a laurearsi campione del mondo (1997). Con gli anni ha riscosso consensi unanimi anche il circuito situato sull’isola di Notre Dame che agli inizi era stato criticato da parte di alcuni piloti, anzi si è dimostrato essere uno dei più impegnativi di tutto il calendario non-

giro

Capitale dello stato del Quebec, Montreal è sede del gran premio del Canada dal 1978, prima dell’impianto collocato nell’isola di Notre Dame la gara si era disputata sui circuiti di Mont Tremblant e Mosport ché fortemente probante per la meccanica delle monoposto in particolar modo per i freni. Il Gilles Villeneuve è stato teatro di diversi incidenti estremamente spettacolari, tra tutti (oltre a ricordare il nostro Riccardo Paletti qui deceduto

nel 1982) non si può non ricordare quello occorso a Robert Kubica che polverizzò letteralmente la sua BMW uscendone praticamente incolume. Tra l’altro il polacco l’anno dopo (….) colse proprio in Canada la sua prima (e unica) vittoria in Formula 1.

Hamilton ha cominciato la sua “carriera” sul gradino più alto del podio al Gilles Villeneuve, eravamo nel 2007

I ferraristi a MONTREAL Anche in Canada gli attuali portacolori della Ferrari possono vantare due affermazioni. Raikkonen piazzò la zampata vincenti nel 2005 con la Mc Laren mentre Vettel con la Red Bull si aggiudicò l’edizione 2013.


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È la novità dell’edizione 2016 del campionato del mondo. Pista nuova, concezione alternativa tra un mix di moderno e antico, si corre a:

BAKU

a cura di Flavio De Crignis Rappresenta l’indubbia novità della stagione 2016e l’appuntamento di Baku è il secondo (dopo Sochi) che si tiene nell’area Caucasica. La gara si terrà su di un tracciato realizzato nella capitale e si snoderà sia nella parte nuova della città (dove sono stati collocati i rettilinei e le aree di sorpasso) che nella suggestiva città vecchia (dove si snoderà la parte più tortuosa del tracciato). Anche questo tracciato è stato realizzato su di un progetto del tedescoco Tilke. L’impianto misura complessivamente 6006 metri (è il secondo più lungo del mondiale dopo Spa) comprende 20 curve e sarà ripetuto per 51 giri in senso antiorario per un totale di 306.05 chilometri.

Per finire alcuni dati dati sull’Azerbajian. E’ una repubblica che si estende per un totale di 86.600 kmq conta circa 8.000.000 milioni di abitanti e basa la sua economia principalmente sull’attività estrattiva di gas e petrolio. La capitale Baku conta attorno al milione e duecentomila abitanti.

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Zeltweg/Spielberg. Da un glorioso passato ad un moderno attuale. Alla Red Bull Arena manca ancora

L’acuto

ROSSO

La Red Bull è la dimostrazione di come le capacità manageriali possono proiettare un’azienda di uno specifico settore in una dimensione planetaria anche a livello sportivo. La Red Bull infatti ha costruito negli anni un team ultravincente che in tal modo ha portato ovunque un importante biglietto da visita per tutta l’Austria. Anche il recupero del Gran Premio d’Austria è un merito che va ascritto a questa azienda che dopo aver ristrutturato l’A1 Ring (già Oesterreichring) ed averlo ribattezzato Red Bull Arena ha riproposto una gara che ottiene sempre un suo successo sportivo nonché di pubblico. Sul tracciato a nostro avviso andrebbe realizzato almeno un rettilineo più lungo, il tal modo si potrebbe offrire la possibilità di sorpassare in modo più agevole offrendo uno spettacolo migliore, una prerogativa questa che un tempo era una delle eccellenze del Gran Premio d’Austria e che non trova riscontro compiuto nella nuova struttura. Il circuito ha comunque dei lati positivi, in primis la dislocazione a circa trecento chilometri dalla nostra zona. E’ facilmente raggiungibile in qualche ora di macchina e con

I ferraristi al RED BULL RING Note dolenti per ambedue i nostri piloti che in Austria non hanno ancora piazzato acuti vincenti. Al momento il miglior risultato è un secondo posto segnato da Raikkonen con la Mc Laren nell’edizione del 2003.

il tempo sono state costruite anche diverse superstrade che hanno migliorato i tempi di percorrenza. Da Monfalcone la strada più veloce prevede autostrada fino a Klagenfurt, a seguire direzione St Veit an der Glan, quindi Judenburg e Zeltweg-Spielberg. In alternativa c’è anche il tracciato via Sesana, Lubiana, Maribor, Graz, Leoben e Zeltweg-Spielberg.


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A Silverstone Hamilton è sempre andato forte facendo onore alla gara di casa. Gli altri però non

Staranno a

guardare E’ uno dei pochissimi circuiti rimasti tra quelli che hanno fatto parte del primo calendario del Campionato del Mondo di Formula 1. C’è rimasto sì, ma da allora ha ricevuto cambiamenti radicali che ne hanno alterato la fisionomia velocissima che poteva vantare allora. Comunque Silverstone è un tracciato molto amato in Gran

Nella piccola galleria di foto alcuni dei piloti britannici più vittoriosi

Jackie Stewart

James Hunt

Nigel Mansell

Lewis Hamilton

I ferraristi a SILVERSTONE Sul tracciato britannico sia Raikkonen che Vettel sono saliti sul gradino più alto del podio. Il finnico compì l’impresa nel 2007 (l’anno in cui vinse il suo unico titolo) mentre il tedesco piazzò il sigillo vincente nel 2009.

Bretagna e fa sempre registrare una buona alluenza di pubblico che in tutti questi decenni di Formula 1 ha potuto applaudire le varie vittorie di piloti locali. Ancor oggi infatti il primato di vittorie in Formula 1 spetta ai piloti del Regno Unito i quali in questa classifica precedono quelli tedeschi. Ma se i numeri tedeschi nella massima Formula sono legati principalmente a Michael Schumacher, Sebastian Vettel e Nico Rosberg, quelli britannici fanno riferimento a nomi come Jim Clark, Graham e Damon Hill, Jackie Stewart, James Hunt, Nigel Mansell per finire con l’attuale Campione del Mondo in carca, Lewis Hamilton. Una presenza quella dei piloti britannici nell’ambito degli albi d’oro molto distribuita nel corso degli anni: proprio la costanza ha contribuito a mantenerne la popolarità ed i consensi, una forza che viene dai risultati, la miglior garanzia per continuare a guardare al futuro.

Mike Hawthorn

Stirling Moss

Jim Clark

John Surtees

Graham Hill

Damon Hill


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In Ungheria può accadere che le sorprese non siano una novità; nel 2016 è

Ci sono tanti Gran Premi blasonati che fanno sempre più fatica a rimanere nel circus iridato. Vedi ad esempio la Francia ormai assente da anni dagli appuntamenti iridati, oppure la stessa Germania che alterna presenze ad assenze. Ci sono invece altri appun-

Tutto da

verificare tamenti che pur facendo riferimento a paesi di non grandissima tradizione automobilistica come l’Ungheria si garantiscono un posto costante nel calendario. Il paese magiaro infatti lo scorso anno ha segnato la sua trentesima edizione

di fila e ha tutta l’intenzione di continuare ad esserci. Merito di tutto ciò l’alleanza, diciamo così, che le autorità automobilistiche locali hanno saputo stringere con Bernie Ecclestone: finora ci sono riusciti in pochi e quindi meritano sicuramente un elogio. Sarebbe bello poter aumentare gli elogi per l’appuntamento Danubiano, ma per far questo bisognerebbe fare alcune modifiche strutturali all’impianto per rendere più agevoli i sorpassi, ma questo sembra non essere un problema per alcuno.

Vettel è salito sul gradino più alto del podio all’Hungaroring lo scorso anno per la prima volta con la Ferrari

I ferraristi all’HUNGARORING Raikkonen ha una buona tradizione di podi in Ungheria. Può vantare ben tre secondi posti, nel 2009 con la Ferrari, nel 2012 e nel 2013 con la Lotus, mentre la sua unica vittoria all’Hungaroring risale al 2005 quando primeggiò con la McLaren. Vettel invece ha dovuto aspettare lo scorso anno per salire sul gradino più alto del podio, ma lo ha fatto con la Rossa di Maranello in una gara caratterizzata dal suo dominio sulle Mercedes prima e sulle Red Bull poi.


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a cura di Germano Danielis

ASA 1000 GT COUPE’

Nel 1959 la Ferrari sviluppò un piccolo motore quattro cilindri 849 cc per dare l’assalto al mercato delle piccole auto sportive monopolizzato da Abarth e Alfa Romeo. Enzo Ferrari era però molto dubbioso sul fatto di produrre una vettura di piccola cilindrata, temendo che la produzione di un’auto sportiva per tutte le tasche avrebbe intaccato l’esclusività dei suoi gioielli. Avvenne così che il progetto fu venduto alla famiglia Nora, che aveva fondato la Autocostruzioni Società per Azioni (ASA). Nella forma definitiva del 1962 la cilindrata del motore era stata portata a 1032cc, per 96 CV di potenza a 7.000 giri/min, ed era stato dotato di carburatori Weber doppio corpo. La produzione dal ’62 al ’67 sfornò soltanto un centinaio di vetture, più una ventina fra versioni speciali e spider. Fra i motivi dell’insuccesso un prezzo di vendita piuttosto alto, e molto probabilmente la mancanza di un marchio altisonante.

CHANGFENG RHOMBUS Questo concept car marciante è stato costruito dall’Università di Hunan in Cina, e presentato al Salone dell’auto di Detroit del 2007. Oltre ad avere l’atipica forma a rombo, anche la disposizione delle ruote è insolita: il veicolo ha una ruota anteriore e una posteriore, più due ruote nel mezzo. Questo per favorire la sterzata che dovrebbe dimezzarsi rispetto ai veicoli convenzionali. Secondo i creatori lo stravagante design a forma di rombo avrebbe aiutato a mantenere il peso il più in basso possibile, portando a una riduzione di consumo e di emissioni.

SILENTIA ELECTRIC

Questa vettura fa parte di una piccola serie di veicoli elettrici creati dallo svedese Björn Örtenheim durante i primi anni del 1970. Nel tempo Örtenheim aveva adattato l’elettrico alle biciclette, poi ai motorini e alle motociclette, tentando infine con le autovetture per le quali aveva ipotizzato una produzione di serie. Per le sue creazioni utilizzava materiali leggeri come la plastica e fibra di vetro, usando e adattando diversi componenti Volkswagen. Le batterie erano state posizionate centralmente e alimentavano due motori principali, più due secondari che potevano essere azionati per aumentare lo spunto nelle salite. La piccola ma bella coupé aveva una velocità massima di circa 80 km/h, e un’autonomia di circa 300 km. La produzione di auto elettriche Silentia durò dal 1974 al 1978, ma non si sa quanti siano gli esemplari prodotti.


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IL PROGETTISTA LEONARDO FIORAVANTI

Leonardo Fioravanti nasce a Milano nel 1938. Dopo aver studiato ingegneria meccanica al Politecnico del capoluogo lombardo specializzandosi in aerodinamica e design automobilistico viene assunto nel 1964 dalla Pininfarina Nel periodo trascorso presso il carrozziere torinese Leonardo disegna per Ferrari molteplici esemplari fra i quali la Dino 206, 365 Daytona, P5 e P6, 512 Berlinetta Boxer, 365 GT4 2+2, 308 GTB, 288 GTO e la 348. Nel 1972 Leonardo Fioravanti diventa direttore del Centro Ricerche Pininfarina mentre nel 1985 viene nominato amministratore delegato di Pininfarina Studi e Ricerche. Nel 1987 Fioravanti fonda quello che inizialmente sarà uno studio di architettura specializzato nella progettazione di edifici in Nella Giappone, ma nel frattempo diventa vicedirettore generale della Ferrari e amministratore delegato di Ferrari Engineering. Nel 1989 viene nominato responsabile dell’ente Studi di design avanzato presso il Centro Ricerche Fiat e l’anno seguente è direttore del Centro Stile Fiat Auto. Nella prima metà degli anni ‘90 la Fioravanti inizia a collaborare con il Gruppo Fiat per la realizzazione di alcuni mo-

foto Fioravanti assieme al collezionista giapponese Hunichiro Hiramatsu delli firmati Alfa Romeo, Fiat e Lancia. Nel 2008 realizza la Ferrari SP1, modello realizzato in esemplare unico, apripista del progetto “ Special Project “ programma voluto dalla Ferrari stessa per la realizzazione di pezzi unici realizzati in collaborazione con i più famosi nomi del design italiano, per committenti privati.

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In Germania si riparte con Hockenheim. Qui con Rosberg, Mercedes, ma anche Vettel rischia di essere tutto uber alles e tutto

MADE IN GERMANY Torna il Gran Premio di Germania e lo fa sul tracciato di Hockenheim, impianto che nel corso degli anni è stato fortemente ridisegnato perdendo quella che era una delle sue caratteristiche fondamentali e cioè la velocità che veniva determinata dalla percorrenza di due lunghissimi rettifili. E’ rimasto immutato il Motodrom, vero stadio della velocità, ma sicuramente è venuto a mancare un pezzo di spettacolo. Il ritorno del Gran Premio di Germania avviene in un momento in cui il paese Teutonico si trova ai vertici dell’automobilismo mondiale dove si distingue sia per i costruttori con la Mercedes che con i piloti e cioè Rosberg e Vettel.

I ferraristi a HOCKENHEIM Anche se, negli ultimi anni il Gran Premio di Germania ha assunto una presenza altalenante nell’ambito del calendario iridato non sarebbe male che i nostri due piloti ripetessero il risultato del 2013 quando vinse Vettel con la Red Bull, mentre Raikkonen si piazzò secondo con la Lotus ad oggi il loro miglior risultato sul tracciato del Baden Wuttenberg.


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Il mito delle Ardenne, il tempio del coraggio e della sfida, tanti tracciati andrebbero ispirati a questo circuito che è e resta

Kimi tra i piloti in attività è il più vincente a Spa.

I ferraristi a SPA Molto buono il curriculum di ambedue i piloti della Rossa di Maranello. Raikkonen vanta ben quattro affermazioni, due con la Mc Laren nel 2004 e nel 2005 e due con la Ferrari nel 2007 e nel 2009. Vettel al momento è fermo a due vittorie con la Red Bull nel 2011 e nel 2013.

Al ToP Sarebbe bello se il Campionato del mondo di Formula 1 potesse vantare più di un passaggio in tracciati come SPA e Monza, circuiti dove il valore dei piloti emerge in tutta la sua interezza. Il tracciato delle Ardenne poi ha avuto il coraggio di rimanere una vera e propria palestra della velocità in un’epoca in cui le varianti e le modifiche l’hanno fatta da padrone snaturando in sostanza quella che era la vocazione originaria dei diversi impianti. Tanti ad oggi considerano il tracciato belga come il migliore del mondo in assoluto e probabilmente hanno la loro parte di ragione. In attesa che i piloti locali tornino a farsi valere (i tempi dei vari Gendebien, Ickx e Boutsen sono ormai lontani) godiamoci almeno questa gara che resta senza ombra di dubbio una delle più attese di tutto il campionato.


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autoplanet FIAT

TIPO

5 porte

Spazi piĂš che buoni, prezzo accessibile con finiture adeguate hanno determinato il successo della nuova Tipo a 3 volumi, un fatto sicuramente inatteso. La Fiat coglie la palla al balzo e su queste basi lancia la Tipo 5 porte, modello destinato a rafforzare il successo della nuova famiglia TIPO.

nuova

OPEL

INSIGNIA Modello che ha ricevuto buoni consensi dal mercato dove ha preso il posto della Vectra nel 2009. La nuova versione, prevista per il prossimo anno ha ricevuto un affinamento stilistico che ne rende piĂš fluida la linea. Sono inoltre aumentate le dimensioni che portano le misure a raggiungere i cinque metri di lunghezza.


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autoplanet PININFARINA

H2-SPEED

La H2 Speed, spinta da due motori elettrici alimentati fuel cell, è lunga 4 metri e 70 e alta poco più di un metro e rappresenta un’altra di quelle magie che la casa torinese ha abituato ad offrirci ogni tanto, sia per stupire, che per farci capire che l’estro e la fantasia automobilistica non hanno confini.

SUZUKI

BALENO

Siamo attorno ai quattro metri di lunghezza e con questa misura i tecnici di casa Suzuki hanno realizzato una vettura economica e spaziosa. La Baleno è una vettura che da tante risposte a chi cerca un’auto pratica ed efficiente. La motorizzazione prevista è 1200cc benzina da 90 CV.


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Monza è l’essenza della velocità, qui non ci sono vie di mezzo, bisogna spingere sempre al massimo e non mollare mai. Monza ovvero tutto a

pieni giri E’ il tracciato che ha ospitato più Gran Premi nazionali in assoluto, praticamente è dal 1950 (con la sola eccezione del 1980) che Monza è un tutt’uno con il Gran Premio d’Italia, e in questi decenni, l’impianto è sempre stato all’altezza della sua giustificata fama. Il percorso è velocissimo, una gara tutto sommato rapida (è la più breve di tutto il mondiale), ma è tirata come non mai e non concede distrazioni. Le curve non sono molte, ma risultano tutte impegnative, e non perdonano. Valgano per tutte le due di Lesmo dove i piloti della domenica non hanno futuro mentre i campioni fanno la differenza. Il Gran Premio d’Italia a Monza è un pezzo di storia dell’automobilismo sportivo che ha costruito il suo valore nel tempo: se pensiamo che l’Autodromo nazionale fu costruito nel lontano 1922 ricaviamo in pieno quale sia la simbiosi

I ferraristi a MONZA Molto diversa la situazione dei due piloti del team. Raikkonen non ha mai vinto a Monza, mentre Vettel sull’impianto Brianzolo può vantare bei ricordi. Innanzi tutto il tedesco ha segnato qui la sua prima vittoria con la Toro Rosso nel 2008 in una delle rare gare dispute a Monza sotto la pioggia. Sebastian può vantare altre due vittorie con la Red Bull rispettivamente nelle stagioni 2011 e 2013.

tra l’impianto brianzolo e la velocità. Anche quest’anno si arriva a Monza con una Ferrari in rincorsa: c’è comunque una monoposto che su alcune piste rende molto meglio che su alcune altre, le curve sono veloci c’è solo l’incognita delle condizioni meteo, ma se

andiamo a vedere negli ultimi trent’anni la pioggia ha condizionato non più di un Gran Premio e mezzo, quindi i tifosi sono autorizzati, prima a tifare e poi a sperare che sul podio ci sia spazio, anzi spazi per piloti con la tuta rosso Ferrari: il verdetto ai 54 giri della gara!


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Bene Sebastian a Monza dove ha vinto il suo primo gran premio. Era il 2008 e correva con la Toro Rosso (sotto la pioggia). Poi altre due affermazioni

NOTES

G.P. ITALIA A MONZA

Prima Edizione: 1950 Circuito: Autodromo Nazionale di Monza 5793 metri Totale curve: 9 Con raggio a destra: 6 Con raggio a sinistra: 3 Senso di marcia: orario Chilometri complessivi: 306.720 Prima vittoria Ferrari: Alberto Ascari 1951 Ultima vittoria Ferrari: Fernando Alonso 2010 Pilota con più vittorie a Monza: Michael Schumacher 5 Scuderia con più vittorie a Monza: Ferrari 18 Kimi non ha mai vinto a Monza, può vantare qualche podio

e sono 50! Non è un primato di cui andare particolarmente fieri. Però è dal 1966 che un pilota italiano non vince il Gran Premio d’Italia. Tra i grandi paesi dell’automobilismo sportivo relativi alla Formula 1 è un caso unico. Per questo una foto dedicata al compianto Lodovico Scarfiotti è quanto mai dovuta


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LA PROVA

LA PROVA LA PROVA LA PROVA

LA PROVA

di Claudio Soranzo

Infiniti Q30: una nuova meraviglia della natura

S

egni particolari: bellissima. E poi con quel colore bronzo metallizzato con sfumature rosa, fa girare la gente al suo passaggio. L’ho notato più di una volta durante il lungo test drive in Friuli Venezia Giulia (quasi mille km) e nel vicino Veneto orientale. Durante ogni sosta i passanti giravano la testa e si bloccavano ad ammirare le bellissime linee della Q30, la nuova autovettura compatta premium del marchio giapponese Infiniti, prima della serie a essere prodotta in Europa, nello stabilimento di Sunderland (GB). Già ordinabile in diversi centri Infiniti della Penisola e, in Regione, alla Gruppo Ferri di Tavagnacco dell’ex rallista Giorgio Sina, la Q30 sta già facendo proseliti, con centinaia di acquirenti in attesa di ricevere la “loro” Q30. L’Infiniti, presente in Italia dal 2008, è già stata scelta nelle varie versioni Q e QX da oltre 3mila automobilisti italiani, con un trend di acquisto in notevole crescita, nonostante sia un marchio di lusso non ancora ben conosciuto in Europa, riferibile alla Nissan. La Q30 assomiglia in grandi linee alla Mercedes Classe A, della quale condivide il 50% di particolari, iniziando dal pianale e finendo con alcuni propulsori. Ma quello che la differenzia è sostanzialmente il design, dalle linee particolari e innovative, apparentemente scolpite da un artista. E’ stata progettata per una nuova generazione di automobilisti, quelli cioè che non vorrebbero essere identificati per l’automobile che possiedono. Infatti la Q30 non è proprio convenzionale, visto il suo carattere molto deciso e le sue forme alquanto muscolose. E’

rimasta praticamente fedele al prototipo presentato nel 2013, nel quale si intravvedeva un certo stile da coupé, con una seduta elevata e senza tanti compromessi a livello di comfort. Un prodotto praticamente sviluppato attorno all’automobilista, che offre tanta sicurezza al conducente, una notevole maneggevolezza e un livello di comfort e rifiniture molto elevato. Al volante della Q30 si ha l’impressione di poter andare ovunque, grazie alle sue dimensioni (4,42 x 1,80 x 1,49m), alla sua dinamica, alla grande maneggevolezza e a una gamma di tecnologie molto intuitive. Oltre alla versione d’ingresso sono disponibili la Premium e quella Sport, quest’ultima più bassa di 15mm. Anche le prestazioni di guida sono differenti, grazie alle diversa impostazione delle sospensioni e alle diverse caratteristiche di guida, proprio per offrire una scelta specifica a preferenze ed esigenze personali. Infiniti ha presentato la Q30 in un momento molto opportuno, visto che le analisi del settore dimostrano che il segmento delle compatte premium è quello con la crescita più rapida a livello globale. E’ risaputo che in questi casi sono i dettagli a fare la differenza, e la Q30 ne ha parecchi, che lascio scoprire all’occhio dell’intenditore. Molto importante anche la qualità sensoriale che scopriamo sui materiali, con una percezione non solo tattile, ma anche visiva. Audaci le interpretazioni dei tratti distintivi, quali la griglia a doppio arco con mesh 3D - evoluta dalla Q50 - con un movimento più fluido verso i proiettori; il cofano a doppia onda, le linee longitudinali delle fiancate che si fondono superiormente con i montanti posterio-


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ri, curvati in avanti a forma di mezzaluna (uno stilema distintivo di Infiniti), che enfatizza la forma di movimento anche a vettura ferma. Infine due spalle possenti che scendono nel posteriore, davvero molto originale e facilmente identificabile. Insomma un look elegante formato da un equilibrio di forme scultoree in movimento, che crea uno stile armonioso e riconoscibile anche da lontano. Molto interessante anche il design interno, fuori dagli schemi tradizionali, con superfici asimmetriche create da eleganti forme a onda e tratti dinamici, una nuova prospettiva di forme che esaltano l’ambiente e lo rendono oltremodo piacente. Tre le versioni: City Black (tappezzeria nera con cuciture viola), Cafe Teak (marrone e nero) e White Gallery in pelle bianca con accenti rossi. I materiali sono molto soffici e gradevoli nei punti più a contatto (portiere e bracciolo centrale), mentre tetto e montanti sono realizzati in simil-camoscio “Dinamica”, materiale prodotto e sviluppato nello stabilimento Miko di Gorizia, utilizzato moltissimo nel settore dell’alta moda. Lo spazio a bordo per gli occupanti è davvero ampio, salottiero, e il bagagliaio molto capace, grazie ai suoi 368 litri. Rumorosità, vibrazioni e ruvidità sono ridotti al minimo, grazie a due sistemi che mitigano gli eccessi. Uno di questi, l’Active Noise Cancellation, innalza la qualità percepita in abitacolo emettendo onde sonore tramite gli altoparlanti delle porte, in grado di tagliare e contrastare i rumori di fondo provenienti dal motore diesel 2.2. Ottimi i sedili con supporto spinale, mentre la Q30 Sport ha sedili sportivi con poggiatesta integrato e 8 regolazioni dinamiche. Per dare alla Q30 maggiore sicurezza e piacere di guida - fattori fondamentali e irrinunciabili per chi sceglie il segmento premium - Infiniti ha impiegato ben 750 ingegneri per prove e ottimizzazioni tra Europa, Nord America e Giappone. Quattro i motori: 1.6 e 2.0 turbo benzina (quest’ultimo solo per la versione S); 1.5 e 2.2 turbodiesel (da 109 a 211 Cv). Quattro ottimi propulsori per le varie esigenze di ogni automobilista. Ne abbiamo provati tre, il 2.2 diesel con cambio automatico e 4WD (170 Cv e 350 Nm), molto prestazionale; l’1.5 diesel manuale con alta efficienza di utilizzo (bella coppia anche a bassi regimi) e consumi ridotti (di deri-

vazione Renault), e il 2.0 turbo benzina a iniezione diretta, 4WD, da 350Nm con cambio automatico a doppia frizione e 7 rapporti, molto corsaiolo e divertente, usato con molto piacere per la nosta prova su strade e autostrade del Fvg. I prezzi partono da 25mila euro per arrivare alla versione top di 44mila. L’1.5 diesel costa intorno ai 29mila.


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mix mix mix mix mix mix mix mix mix mix SKODA promuove la sicurezza in auto degli amici a 4 zampe Sempre più persone amano la compagnia di animali, da coccolare, accudire e da portare a spasso. Sane e distensive passeggiate, ma anche trasferimenti in auto alla ricerca di prati e giardini, come pure per portarli in vacanza. Così Skoda ci ha pensato due volte e ora offre agli automobilisti la possibilità di attivarsi anche per la sicurezza dei propri quattrozampe. E ora, anche con l’arrivo della bella stagione, iniziano i periodi di vacanza e delle gite fuori porta nei fine settimana. Così, per tanti proprietari di cani, che amano portare con sé il loro fido compagno di vita, inizia la ricerca di dispositivi per la sicurezza in viaggio. La Skoda, marca da sempre attenta alle soluzioni “Simply Clever” per la quotidianità, presenta una linea di accessori dedicati al trasporto dei cani, che spazia dalle cinture di sicurezza alle barriere di protezione. Che si parli di persone o di animali, la sicurezza in viaggio è sempre una priorità assoluta e così, per questo motivo, la Casa boema ha messo a punto una cintura di sicurezza per cani. Sì, proprio così, una cintura di sicurezza per cani: un accessorio irrinunciabile ogni volta che l’animale viene collocato nel vano posteriore. Il sistema di sicurezza, oltre a fornire adeguata protezione in caso di impatto - quando il peso del cane può diventare molto pericoloso anche per i passeggeri - impedisce al tempo stesso che l’animale, muovendosi liberamente sul sedile posteriore, possa distrarre il conducente durante la guida. Disponibile in varie misure per adattarsi alla taglia, la cintura di sicurezza non deve essere rimossa una volta arrivati a destinazione, e può essere comodamente agganciata al guinzaglio. Ai cani che prendono posto nell’abitacolo è dedicato

anche il pratico telo di protezione per i sedili posteriori, che ripara la tappezzeria da sporco, graffi e peli ed è disponibile in diverse misure per adattarsi a ogni automobile, dalla compatta Citigo all’ammiraglia Superb. Il materiale è idrorepellente, facilmente lavabile e la finitura antiscivolo contribuisce alla sicurezza dell’animale, quando l’auto è in movimento. La protezione è dotata di ganci e cinghie per un rapido fissaggio ai supporti degli appoggiatesta. Un’ulteriore soluzione dedicata agli amici a quattro zampe è legata direttamente al grande spazio nel vano bagagli, tipico di ogni Skoda - Fabia Wagon (da 530 a 1.395 lt), Yeti (da 405 a 1.760 lt), Octavia Wagon (da 610 a 1.740 lt) e Superb Wagon (da 660 a 1.960 lt) - e che colloca questi modelli ai vertici delle rispettive categorie. A chi per ragioni di taglia del cane, o per comodità, preferisca trasportare l’animale nel vano di carico, Skoda mette a disposizione a seconda dei modelli sia la classica rete divisoria, che separa il vano bagagli dall’abitacolo - evitando così pericolosi sconfinamenti in viaggio - sia la griglia che divide longitudinalmente lo spazio, separando quello per il cane da quello per i bagagli. Infine, per lasciare che “fido” giochi liberamente all’aria aperta evitando sporco e macchie, i modelli Skoda possono essere dotati di rivestimenti double-face o vasche per il baule in materiale plastico, facilmente lavabili e a tenuta stagna. Tutti gli accessori originali Skoda sono disponibili presso la rete delle Concessionarie nazionali e possono essere ordinati sia al momento dell’acquisto dell’automobile, sia in un secondo tempo.


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mix mix mix mix mix mix mix mix mix mix Verzegnis-Sella Chianzutan: al via la 47^ edizione

Ultimo weekend di maggio (dal 27 al 29) all’insegna dei motori in Friuli Venezia Giulia. Di scena la 47^ edizione della cronoscalata automobilistica Verzegnis-Sella Chianzutan, terzo round del Campionato italiano Velocità in montagna (CIVM), con validità per la FIA International Hill Climb CUP (IHCC), la FIA CEZ Historic, il Trofeo Italiano Velocità della Montagna (TIVM)–Zona Nord, il Campionato Sloveno, il Trofeo

Triveneto/Slovenia, il Campionato Triveneto e quello del Friuli Venezia Giulia. Il fulcro organizzativo è la sede della Scuderia Friuli, che come di consueto attende piloti e pubblico non solo da ogni parte d’Italia, ma anche da parte del continente europeo. Venerdì 27 maggio sono previste le verifiche sportive e tecniche, sabato 28 le due salite cronometrate di ricognizione sul classico percorso da Ponte Landaia alla Sella Chianzutan, mentre le due salite di gara sui 5.640 metri del tortuoso percorso - che come di consueto saranno teatro delle sfide sul filo dei centesimi di secondo - sono in calendario per domenica 29 maggio. L’anno scorso si piazzarono ai primi tre posti le monoposto Osella PA 2000: a spuntarla fu Michele Fattorini con il prototipo Evo della Speed Motor, che battè Christian Merli per soli

58/100 di secondo e Domenico Scola per 1”25. Ben 203 furono i concorrenti iscritti, dei quali 185 partenti e soli 4 ritirati. Fra le auto storiche da competizione il miglior tempo assoluto è stato staccato da Uberto Bonucci su Osella PA 9/90 del Team Italia, con il ragguardevole timing di 5’38”84 (somma delle 2 manche) con il quale nella classifica delle auto moderne si sarebbe piazzato al 14° posto assoluto. Gli spettatori che andranno ad assstere alla gara lungo il percorso dovranno arrivare sul posto un’ora prima della partenza del primo concorrente, per la conseguente chiusura al traffico del tracciato, teatro della competizione carnica. Al termine tutte le premaizioni, dei vari trofei, gruppi e classi. Sponsor della manifestazione la Banca di Cividale, da sempre vicina allo sport automobilistico, e non solo, in Friuli Venezia Giulia. Al termine le premiazioni sul posto. C.S.


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Il Taping Il grande pubblico italiano li ha conosciuti per la prima volta grazie a Mario Balotelli, che durante gli ultimi Europei di calcio li ha esibiti sulla schiena durante un’esultanza rimasta famosa. Parliamo dei Taping, i cerotti grossi e colorati che sono in grado di ridurre il dolore, accelerare il processo di guarigione dei tessuti, correggere le funzioni muscolari e l’allineamento delle articolazioni. Il loro uso non è soltanto analgesico e riabilitativo: tanti atleti professionisti ne fanno uso per esaltare le potenzialità muscolari e migliorare le performance sportive. Ideati alla fine degli anni ‘70 in Giappone, si sono evoluti nella forma chiamata kinesio taping e in seguito perfezionati grazie all’agopuntore australiano David Blow, che nel 2003 ha introdotto in Italia il taping neuromuscolare. Ma come funzionano? Questa fasce elastiche adesive non rilasciano farmaci. Nella tecnica neuromuscolare viene sfruttata un’azione biomeccanica, data dal nastro elastico e dal movimento corporeo: grazie all’effetto di decompressione nei punti del corpo da trattare, viene favorita una migliore circolazione sanguigna e linfatica nell’area di applicazione e viene svolta su muscolatura e articolazioni un’azione simile a quella della fisioterapia, riducendo

dolore e infiammazioni, e stimolando la capacità di auto guarigione dei tessuti. I colori dei cerotti non hanno una funzione importante: l’azione principale è garantita dalle diverse modalità di applicazione, che cambiano a seconda della condizione clinica del paziente. In una prima fase della loro esistenza i Taping venivano impiegati soprattutto nella medicina sportiva dopo un infortunio muscolare o articolare; oggi si stanno ormai diffondendo anche nei reparti di fisioterapia degli ospedali, dove si usano nella riabilitazione di tendinopatie, operazioni alla spalla, fratture. Anche se non sono classificati come farmaci è consigliabile che il loro uso sia indicato da un medico

sportivo, da un ortopedico o fisioterapista, in modo da stabilire quanti cerotti vanno applicati, dove e per quanto tempo. Il Taping è controindicato in caso di trombosi, tumori, flebite, infezioni, ulcerazìoni cutanee, edema da insufficienza cardiaca.


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