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Editoriale
sommario
di Claudio Soranzo
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Editoriale
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Scuderia Ferrari Club Monfalcone
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Opinione tecnica
10 Serata in rosso 12 Uber Alles 16 Mondo Auto 18 Giro di prova 22 Autoplanet 25 Mazzoni racing 26 By Venica 28 Tempo Libero in Friuli Venezia Giulia
oveva essere l’anno del riscatto per la Ferrari in Formula 1 e invece è diventato l’anno del disastro. Un 2014 da dimenticare per i tifosi della Rossa di Maranello, mai così delusi in tanti anni di gloriosa e onorata carriera. Una delusione cocente che non lascia spazio a speranze per un immediato riscatto. Nemmeno un gran premio vinto (non succedeva da un sacco di anni), posizioni nelle classifiche da formazione di serie C, distanti anni luce dai leader tedeschi incontrastati, con un Alonso sempre al top – ma senza un mezzo meccanico adeguato – e un Raikkonen inguardabile. E il brutto è che non sappiamo ancora se la Ferrari sia riuscita a toccare il fondo, perché almeno da quello si potrebbe un po’ risalire. Niente: buio pesto. E ora che si fa? Marchionne e Arrivabene (speriamo che almeno il cognome porti fortuna!) stanno rivoluzionando l’assetto organizzativo, cacciando chi non è stato all’altezza e inserendo persone nuove e forse più motivate. La vecchia guardia – con in testa Montezemolo – è stata messa da parte con la speranza di risolvere i problemi in seno al team del Cavallino, che quest’anno non è stato affatto rampante. Direi piuttosto bolso. Attacchiamoci allora al vecchio detto popolare “Scova nova, scova ben!” per ritagliarci un barlume di speranza per un 2015 che non si prospetta proprio dei migliori, con tanto bisogno di essere smentito. E’ arrivato un nuovo numero 1, il pluricampione del mondo Sebastian Vettel, ma se non gli verrà data una monoposto come si deve, dovrà pure lui respirare i fumi di scarico di avversari più “motorizzati”. Parecchi tifosi sono riusciti a lenire un po’ la loro rabbia al Motor Show di Bologna, ritornato in auge a inizio mese dopo un anno di stop, ma ciò non basta a concludere un anno di Formula 1 da minimo storico, con la speranza e nessuna certezza che nel 2015 possa risplendere a Maranello il sole della rinascita. Dopo l’era Schumacher è stato seminato tanto, ma raccolto ben poco. I tifosi ferraristi sono orami alla fame… e alla sete di vittorie. Un grande imboccallupo a tutti i lettori si SPOILER, con i migliori auguri per un 2015 innovativo, concreto ed esaltante!
Forza Ferrari!
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SPOILER Periodico di automobilismo
2014 un anno a senso unico
Anno XXXI Numero 224 dicembre 2014-gennaio 2015 DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Soranzo REDAZIONE: Flavio De Crignis COLLABORATORI: Germano Danielis Valerio De Crignis Fabio Pauluzzo
Stampa GRAFIChE NORDEST via 4 novembre 5/G 34170 Gorizia Tel. 0481 390229
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ono tempi difficili e per i ferraristi lo sono ancora di più: siamo arrivati al termine di una stagione deficitaria anche perché dopo ventuno anno di stagioni con almeno una vittoria, quest’anno, la nostra amata rossa, ha segnato il passo. Sono mancate le prestazioni di una monoposto su cui noi tifosi avevamo riposto molte speranze, alla fine rimaste tali. Come Scuderia Ferrari Club Monfalcone ci consoliamo con i risultati di una adesione senza precedenti, fatto che ci ha confermato al secondo posto al mondo come sodalizio ferrarista, e scusate non è poco. E’ un segno che le nostre iniziative, tutte, ricevono un consenso adeguato, sia che si tratti di incontri con gli owner’s che serate di festa con tutti gli altri, l’importante è che ci troviamo assieme per rinforzare quell’amicizia che sta alla base di tutto. Pur tra tantissime difficoltà, anche Spoiler ha continuato a fare la sua parte ed in tempi come questi l’importante è quello di continuare ad esserci.
A tutti l’augurio di un positivo e migliore Anno Nuovo VALERIO DE CRIGNIS PRESIDENTE SCUDERIA FERRARI CLUB MONFALCONE
Aderite a informazioni presso la sede sociale del Club - Pizzeria Al Giardino, via I Maggio 112 a Monfalcone - il martedì sera dalle 20.30 alle 21.30
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L’opinione
tecnica:
a cura di Fabio Pauluzzo
Scontata passerella Mercedes nel finale di stagione mentre
Ferrari riparte
da zero
Come ampiamente prevedibile, la Mercedes si è aggiudicata con merito entrambi i titoli mondiali piloti e costruttori, quest’ultimo con largo anticipo rispetto alla conclusione del campionato F1 2014. Nonostante il netto vantaggio palesato dal team tedesco a inizio anno, Mercedes ha addirittura portato in pista più novità dei rivali nel corso della stagione, pertanto il gap dai team rivali non si è affatto ridotto e lascia presagire un campionato 2015 ancora all’insegna del dominio delle frecce d’argento. Le W05-Hybrid di Hamilton e Rosberg hanno beneficiato dell’evidente primato della power-unit Mercedes, manifestando anche una netta superiorità in altre aree, dall’aerodinamica alla meccanica, con menzione particolare per la raffinata geometria delle sospensioni anteriori (a diapason) e posteriori. Gli ingegneri tedeschi hanno infatti di risolto definitivamente le serie proble-
matiche di usura degli pneumatici, che avevano afflitto le monoposto della stella tre punte nelle stagioni precedenti, al punto che in diverse occasioni la W05 ha potuto allungare gli stint di gara, percorrendo molti più giri dei rivali con le coperture più morbide. Altro dato interessante per comprendere la misura del vantaggio Mercedes rispetto alla concorrenza, riguarda i rapporti del cambio. Il regolamento tecnico non consente più di adattare i rapporti del cambio alle diverse piste, ma impone di mantenerli inalterati per tutta la stagione. Tuttavia, data l’incognita derivante dalle tante altre novità introdotte quest’anno, in primis i sistemi ibridi delle power-unit, la FIA ha concesso la possibilità una tantum di modificare i rapporti nel corso dell’anno. La stragrande maggioranza dei team ha sfruttato questa possibilità entro i primi GP della stagione, mentre Mercedes ha potuto permettersi il lusso di disputare
oltre la metà delle gare del campionato con i rapporti del cambio non ottimizzati rispetto alla potenza resa disponibile dal propulsore, tant’è che sulla maggior parte dei tracciati Hamilton e Rosberg impiegavano solo 7 delle 8 marce disponibili! I team rivali, Ferrari e Red Bull in primis, hanno presto compreso l’impossibilità di attuare un recupero significativo nella stagione in corso, concentrando gli sforzi sui rispettivi progetti 2015. Ciò vale in particolar modo per le power unit, per le quali sia Ferrari che Renault hanno deciso di utilizzare i pochi ‘gettoni’ di modifica concessi dal regolamento nel biennio 2014-15 per realizzare le nuove unità. La sfida non riguarda solo gli ingegneri, ma anche i direttori sportivi e vede un’insolita alleanza Ferrari e Red Bull, che si contrappone alla Mercedes nel tentativo di ottenere dalla FIA una modifica al regolamento riguardo la
> Vettel e Raikkonen penalizzati dal brake-by-wire sui freni posteriori? Il duo di piloti scelti dalla Ferrari per il 2015 ha vissuto una stagione travagliata (specie nel confronto coi rispettivi compagni di squadra), pare a causa di un difficile adattamento al sistema elettronico di frenata, che riduce la sensibilità della staccata.
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> Le speranze 2015 dei tifosi del Cavallino sono riposte nel ‘diabolico’ progetto denominato 666. Date le nuove restrizioni imposte per i musi delle monoposto del prossimo anno, non è però da escludere una certa somiglianza estetica all’anteriore con la deludente F14 T.
possibilità di scongelare lo sviluppo dei motori durante la stagione. Tuttavia, considerando la “potenza di fuoco” di cui dispone il reparto corse Mercedes (si vocifera di oltre 400 motoristi nella sede AMG di Brixworth), la battaglia dei rivali per liberalizzare lo sviluppo
potrebbe rivelarsi un boomerang e la stella a tre punte potrebbe anche aumentare il suo vantaggio. Le prime indiscrezioni trapelate dai team clienti Mercedes, ai quali quest’ultima ha già fornito le specifiche di raffreddamento della nuova power unit 2015, indica-
no infatti un cospicuo incremento di potenza (circa 40cv) rispetto all’unità termica che, combinata all’eccellente Energy Recovery System (ERS), ha dominato la stagione 2014. Della stagione Ferrari c’è poco o nulla da salvare. Il focus principale dell’ultima parte di stagione non è mai stata la pista, dove si è vista una F14T in netta difficoltà in tutte le aree, ma la rivoluzione organizzativa della Scuderia, attuata a tutti i livelli e che recentemente ha coinvolto anche Tombazis, capo progettista delle monoposto di Maranello delle ultime stagioni , inclusa quella del prossimo anno. La parola d’ordine della nuova Ferrari targata Marchionne, Arrivabene e Allison è discontinuità e segnala una volontà di cambiamento radicale, che richiederà tempo per raggiungere risultati apprezzabili e a comporta anche qualche inevitabile rischio, non solo di natura tecnica, per lo storico cavallino rampante.
> Williams o Mercedes-team2? Senza voler nulla togliere a Sir Frank Williams, uno dei pochi miti sopravvissuti alla F1 attuale, la presenza di Toto Wolff, DS Mercedes e proprietario di quote dello storico team inglese, ha propiziato il travaso sulla FW 36 di informazioni e soluzioni tecniche di chiara derivazione Mercedes, consentendo a Bottas e Massi di salire spesso sul podio.
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Tanta gente, tanti tifosi, una bella festa, una
Serata
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Dopo un’annata difficile ci siamo trovati comunque numerosi per tifare Ferrari. Flavio e Valerio De Crignis con il dott. Roberto Pisa e Stefano Ramon Gazziero (1).
Un ricordo e un sentito ringraziamento per l’accoglienza ricevuta in occasione di Incontro Rampante al signor Silvo Cermel della Gostilna Sivi Caven (2). Claudio Soranzo premia il nostro “gommista” di fiducia, il sig. Roberto Ceccotti della Pieris Gomme (3). Attestato ferrarista per Francesca Pulz (4). Attestati sono stati consegnati anche al sig. Turra della Twin Motors (5) e al sig. Battisti del Rupa Team di Sgonico/Zgonik (6). Non poteva mancare un riconoscimento per il “mitico” Robert Stopar (7) e per le due attive socie Federica Pasquali e Gianna Baldo (8). Premiati anche i soci “storici”: da sinistra Birri, Morea, Padovan, Novacco, Valle, Francescato e Giacomini (9).
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SCUDERIA FERRARI CLUB MONFALCONE RINGRAZIA: CAFFE’ PRIMO AROMA SGONICO AZIENDA AGRICOLA LORENZON PIERIS AZIENDA AGRICOLA CA’ TULLIO AQUILEIA S G SERVICE SHELL RONCHI D L AUTORICAMBI GORIZIANA MONFALCONE PELLETTERIE MANFRINI MONFALCONE GINALDI OLIMPIA MONFALCONE
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in rosso 5
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FOTO DI RICCARDO GRESSANI
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per la collaborazione ricevuta in occasione della Cena Sociale 2014
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Non c’è stata storia: i piloti della Mercedes sono stati in testa dall’inizio alla fine, ha vinto hamilton davanti a Rosberg, loro due sono stati
a cura di Flavio De Crignis
Uber Alles
i dominatori
A PARTE TRE GARE VINTE DA RICCIARDO, TUTTE LE ALTRE SONO ANDATE AI DUE PILOTI DELLA MERCEDES CON SUPERIORITà IN PROVA DI ROSBERG E IN GARA DI HAMILTON
Alzi la mano chi, ad inizio stagione aveva pronosticato un così netto dominio da parte della Mercedes. Adesso forse lo dicono in molti, ma le attese erano per un campionato conteso tra più scuderie, tra le quali ovviamente doveva esserci la Ferrari.
E invece non c’è stata storia, la power unit Merces non ha lasciato scampo a nessuno dimodochè la lotta per il titolo, dalla prima all’ultima gara è stato un affare riservato ad hamilton (poi vincitore) e Rosber, con quest’ultimo bravo in qualifica, ma meno performan-
VERNICIATURA A FORNO BANCO DI RISCONTRO
te di Lewis in gara. Sono andate bene anche le altre scuderie motorizzate Mercedes, in particolare la williams che ha permesso a Massa di fare delle belle prestazioni ed al giovane Bottas di farsi valer in più di un’occasione.
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le sorprese
Ricciardo: il pilota australiano ha sorpreso tutti. le uniche non vittorie mercedes sono sue, tre affermazioni che annunciano un grande talento per il futuro prossimo bottas: il finnico è andato spesso a podio: è mancata la vittoria, ma per lui dovrebbe essere solo questione di tempo
Per quanto concerne la Red Bull, è stata l’unica, con Ricciardo a rompere l’egemonia della stella a tre punte con il sorprendente australiano; forse però da loro ci si aspettava qualcosa di più, ma questo è stato l’anno dei motori, pardon, delle power unit e quelle tedesche si sono dimostrate le migliori. Le
la delusione
cose sono andate completamente male in Ferrari: questa può essere definita una delle peggiori stagioni in assoluto nella storia della Scuderia del Cavallino Rampante, e sicuramente la peggiore dal 1993 in qua. Non hanno convinto le power unit e non ha convinto neppure la prestazione
aerodinamica della monoposto, non ha convinto neppure Raikkonen che anche lui ha disputato una delle sue peggiori stagioni in Formula 1. L’unico a cui bisogna dire veramente grazie è Fernando Alonso. L’asturiano ha sempre lottato, ha sempre fatto l’impossibile, ha anche sfiorato un’in-
speriamo non si ripetano anche perché sono i piloti ferrari 2015. restando alla stagione appena conclusa il tedesco non ha vinto nulla dopo anni di trionfi mentre kimi, a parte spa (il suo tracciato) non ha entusiasmato
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il leone
peccato non sia rimasto a maranello, ma dopo cinque stagioni con due titoli persi all’ultima gara, ed altre tre a tirare avanti si può capire che uno cerchi altre strade. quest’anno è stato il pilota più combattivo, non ha mai mollato anche quando in ballo c’era un decimo posto. un grande pilota che avrebbe meritato e merita di più
credibile vittoria in Ungheria, è stato l’unico a farci sentire ferraristi, purtroppo ha deciso di cambiare scuderia e questa in prospettiva è una grave perdita. Arriva Vettel, ma dovrà convincere che è in grado di fare grandi prestazioni con una monoposto da rilanciare con prestazioni/risultati: tutto questo non sarà facile. Da vedere anche come si muoveranno i nuovi responsabili della Gestione
Sportiva che hanno l’arduo compito di raccogliere il testimone lasciato da Luca Cordero di Montezemolo e di rilanciarlo nella dimensione che gli compete. Resta da vedere se la Federazione autorizzerà delle variazioni rispetto a quanto è stato fissato e quale eventuale beneficio ne potrà derivare ai vari contendenti, in difetto aspettiamoci altre stagioni con prime file color argento metallizzato: argento per qualcuno, grigio per gli altri?
il ritorno
nel cambiare scuderia felipe massa non poteva scegliere meglio: la williams si è dimostrata estremamente competitiva e ha permesso a felipe posizioni e piazzamenti che gli mancavano da tempo
forza Jules sembra star meglio ma la strada è ancora lunga
desaparecidos
se andiamo a vedere chi ha perso maggiormente rispetto alla stagione scorsa troviamo due team su tutti e cioè sauber e lotus, dalle stelle......
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Adios Fernando Il tempo ci dirà se ha fatto bene Fernando Alonso a cambiare scuderia lasciando la Ferrari. Certo che per i tifosi questa non è una bella notizia, perché in questi anni di magre soddisfazioni, l’asturiano ha sempre garantito una grinta ed una combattività fuori dal comune. Purtroppo ha vinto poco, molto meno di quello che avrebbe meritato, però per almeno due campionati ci ha fatto sognare fino all’ultima gara ed ha perso due titoli iridati più per la fortuna degli altri che per demerito suo. Se le vittorie non sono state molte, costanti invece sono state le grandi prestazioni, e questo anche quando c’era da combattere per una qualsiasi posizione in classifica, sia che questa garantisse tanti o pochi punti, Fernando ha sempre risposto. Nuovi scenari ci aspettano adesso per la Scuderia del Cavallino Rampante, ma Fernando merita un saluto da parte nostra per il tanto impegno e coraggio che ci ha dato e dimostrato.
GRACIAS FERNANDO Y SUERTE
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a cura di Germano Danielis
CITROEN M35 Prodotta in 267 esemplari a cavallo del 1970, la Citroen M35 è servita alla Casa Transalpina come auto laboratorio. Le macchine infatti non erano state vendute, bensì cedute gratuitamente a fedeli clienti Citroen i quali avevano il compito di testarne le qualità. Sebbene somigliasse alla Ami 8 non ne condivideva nessun componente.
PLYMOUTH XNR questo concept dalla carrozzeria asimmetrica è stato presentato al pubblico nel 1960. Costruito dalla Ghia secondo le regole della serie di gare americane NASCAR, aveva l’obiettivo di diventare un’automobile di tutti i giorni per i rampolli del jetset americano. Il guidatore aveva come una protezione dal vento un piccolo parabrezza curvo, mentre un altro parabrezza più piccolo e abbattibile, era a disposizione dell’unico passeggero che doveva sedersi dietro al conducente. Inoltre il passeggero aveva una seduta più bassa per limitare gli effetti negativi sull’aerodinamica. In Plymouth ci si rese conto che l’autovettura non avrebbe avuto mercato, e piuttosto di modificarla per farne un bel coupé a due posti tradizionali, preferì abbandonare il progetto.
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ITALDESIGN FIREPOINT A un anno di distanza dal lancio della Punto sui mercati, Fiat chiede ad alcuni designer di interpretare a modo loro questa vettura, e questa nella foto è la proposta di Giugiaro presentata al Salone di Torino del 1994. Una notevole attenzione è stata dedicata all’aerodinamica, come chiaramente intuibile dal tetto a goccia di ispirazione aeronautica, completamente trasparente che richiama gli abitacoli degli aeri da caccia. L’accesso all’automobile avveniva mediante un portiera che si apriva in maniera tradizionale, mentre i finestrini laterali adottavano un sistema di apertura ad ali di gabbiano, in più i finestrini e il lunotto erano rimovibili, trasformando la Firepoint in una roadster.
IL PROGETTISTA Sergio Scaglietti Sergio Scaglietti è stato prima di tutto un abilissimo battilastra, “scoperto” dal Drake di cui divenne presto grande amico. Pur non essendo un designer in senso stretto, merita ugualmente di essere incluso in questo elenco. Le sue creature infatti non nascono al tecnigrafo ma sono plasmate direttamente con gli utensili del mestiere, perciò non è azzardato paragonare la sua arte a quella di uno scultore. Pur se in collaborazione con Pininfarina, alcune tra le Ferrari più belle ed evocative presero forma proprio grazie alla sua maestria nel modellare le lamiere, come la 250 GTO, la 250 Testa Rossa e la serie California, universalmente riconosciute come vere e proprie icone del Cavallino; senza dimenticare le vetture da competizione come la 500 Mondial e le 750/860 Monza. La sua officina si trova proprio di fronte alla sede della Ferrari, che dopo anni di fruttuosa collaborazione decise di
Ferrari 250 California rilevarne la maggioranza azionaria nel 1975, rendendola così parte integrante di sé stessa con grandi soddisfazioni da entrambe le parti. Considerato come uno degli ultimi esponenti della storia motoristica emiliana, Sergio Scaglietti scomparve nel novembre 2011 all’età di 91 anni. Negli anni 2000 il nome della Carrozzeria Scaglietti è stato usato dalla Ferrari per indicare un programma di personalizzazione delle vetture di Maranello. Nel 2004 la Ferrari omaggia la Carrozzeria Scaglietti battezzando con il nome del carrozziere modenese la Ferrari 612
Scaglietti (disegnata da Pininfarina). La 250 GT California è stata una autovettura sportiva a due posti costruita dalla Ferrari dal 1957 al 1963 in 106 esemplari. Fu costruita in lamiere d’acciaio, tranne le portiere e il cofano, che erano in alluminio. Nove di questi esemplari furono però fabbricati completamente in alluminio. Alcuni esemplari della 250 California parteciparono alle competizioni. Il miglior risultato fu il quinto posto alla 24 Ore di Le Mans del 1959, ma la vettura si fece onore anche negli States dove ottenne buoni risultati.
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Giro di prova
Slovenia, Croazia, Bosnia-ErzegovinaMontenegro-Albania-MacedoniaBulgaria-Serbia-Ungheria tutto questo per cinquemila e passa chilometri per un
a cura di Flavio De Crignis FOTO DI ALBERTO ZIBARDI
Faccio un giro di prova e poi concludiamo. Questa la frase rivolta dall’autore dell’articolo ad Alessandro Novati della Novati & Mio dopo aver visionato una Ford Focus Station Wagon usata, oggetto della trattativa. Tutto sommato una dichiarazione come tante se non fosse che il giro di prova concordato non consisteva in una decina di chilometri, ma in quattromila cinquecento complessivi stimati in sede di accordo. In sostanza per testare la bontà dell’usato abbiamo concordato un viaggio con partenza da Monfalcone, passaggio in Slovenia, poi a seguire tutta la costa croata (con un pezzettino di Bosnia) attraversamento del Montenegro, ingresso in Albania fino a raggiungere la capitale Tirana per poi attraversare in orizzontale il paese Sqipetaro fino al lago di Ocrida, visitare la Macedonia con successivi passaggi in Bulgaria, Romania Ungheria e ritorno a casa. L’impegno era quello di acquistare l’auto se non avesse denunciato problemi: il tutto si è regolarmente realizzato anche se il viaggio alla fine ha subito alcune modifiche per motivi di traffico il che ha
MONTENEGRO: L’isolotto di Svjeti Stepan, trasformato in un esclusivo resort
portato la percorrenza complessiva a cinquemila duecento e ventidue chilometri. L’ unica intervento che abbiamo effettuato sulla vettura è stata la sostituzione dei pneumatici, sostituzione che abbiamo effettuato presso il nostro gommista di fiducia, Pieris Gomme, dove abbiamo montato coperture della BF GOODRICH MONTENEGRO: lo splendido panorama del fiordo di Cattaro (Kotor)
che utilizziamo da tempo con soddisfazione. Si parte di domenica mattina presto in una giornata di raro, splendido sole in quella che e stata l’anomala estate del 2014. Trieste, valico di Pesek con la Slovenia e poi ingresso in Croazia a Pasjak sopra Fiume. Subito dopo il confine troviamo una bella autostrada dove pagando poco più di un euro sopravanziamo il capoluogo del Quarnero ed arriviamo fino all’incrocio con la strada dell’isola di Veglia dove abbandoniamo l’autostrada per la Jadranska Magistrala (litoranea Adriatica). Una strada statale ben tenuta e piuttosto scorrevole anche se dopo Novi Vinodolski non mancano le curve. Arriviamo così a Segna (Senj) dove saliamo la suggestiva strada che percorre il Parco Nazionale del Velebit che dopo venti chilometri ci porta all’autostrada Zagabria Dubrovnik. La stessa è tenuta in eccellenti condizioni ed ha prezzi sensibilmente inferiore a quelli vigenti a casa nostra. La prima parte della stessa
19 Spoiler dopo aver superato Zara, Sebenico e Spalato termina a Ploce dove si ritorna sulla statale per l’ingresso nei diciotto chilometri di Bosnia Erzegovina. E qui la prima sorpresa, arrivate a Neum, l’unica cittadina della zona ci troviamo davanti una fila di tredici chilometri, poco male è ora di pranzo e speriamo che intanto la coda scemi. Non è così, anzi è la fila è aumentata (da quando la Croazia è entrata nella Comunità Europea i controlli ai confini da parte della sicurezza sono precisi e puntuali e dunque con il traffico di agosto le file sono inevitabili), quindi decidiamo di percorrere una strada alternativa all’interno della Bosnia. Una decisione che si rivelerà ottimale anche se ci costringerà a fare un chilometraggio più lungo. La deviazione ci permette di conoscere luoghi molto suggestivi dove la componente umana diventa una rarità. Arriviamo così sul far della sera al confine del Montenegro dove sbrighiamo rapidamente le formalità di frontiera e scendiamo sul suggestivo fiordo di Cattaro (Kotor) dove pernottiamo a Perast. L’indomani dopo aver visitato il bel centro storico di Cattaro saliamo attraverso una strada panoramica fin sul monte che sovrasta la cittadina dalla classica impronta veneziana e permette una vista a strapiombo da circa mille metri! (Bellissimo). Ne approfittiamo per un pranzo panoramico, ma anche eccellente con dello splendido prosciutto affumicato di Njegusci e del pecorino locale. Dopo questo splendido intermezzo proseguiamo verso sud e ci concediamo un rilassante intermezzo balneare nella spiaggia gioiello di Svetj Stjepan, piccolo isolotto (ora collegato a terra) trasformato in uno splendido, esclusivo resort. Superata Antivari (Bar) arriviamo al confine con l’Albania. Divertente l’approccio con il poliziotto che quando riceve i documenti esclama, oh, finalmente degli
ALBANIA: si vede ancora qualche bunker voluto da Hoxha
ALBANIA: il castello di Kruja
italiani “veri”!, con riferimento ai tanti suoi connazionali che vivono e lavorano in Italia e arrivano in Albania con automobili con targa Italiana. Sbrigate le formalità proseguiamo e facciamo sosta a Scutari (Shodra) dove visitiamo il centro e saliamo fino alla rocca che domina la città, da li godiamo una splendida vista che spazia anche sul grande lago che porta il nome omonimo. La strada per Tirana si rivela molto trafficata, (e con molta polizia), tra questo
Albanian “tir” traffico incontriamo oltre a pittoreschi veicoli a motore su tre ruote anche vetture di gran nome. All’imbrunire giriamo verso l’Adriatico ed arriviamo nella località di Shengjn dove troviamo oltre ad una bella spiaggia un vero e proprio boom edilizio che sta coprendo il contesto di cemento…..peccato. L’impatto con la cucina Albanese risulta eccellente, pesce molto ben fatto, in seguito proveremo anche la carne con uguale soddisfazione, eccellenti le verdure in particolare quelle grigliate, per il bere grandi vini rossi, buoni i bianchi e valide sia la birra che l’acqua minerale, una bella sorpresa poi: ci siamo sempre presentati parlando in inglese e più volte
siamo stati invitati a parlare in italiano perché i locali lo vogliono imparare! Visitiamo poi la bella cittadina di Kruja, centro storico che si inerpica su ripidi pendii, un centro degno del paese delle aquile. Tocca poi a Tirana la dinamica e caotica capitale albanese con un traffico molto inteso, ma anche con dei deliziosi angoli di tranquillità. La direttrice successiva ci vede impegnati, ( utilizzando una bella strada e tratti di autostrada in costruzione) nel raggiungere Elbasan e quindi il lago di Ocrida (Ohrid) dove passiamo l’ultima notte in Albania nella località di Pogradeci. Questo è un bel posto, ben tenuto, con un suggestivo lungolago e tanti bei locali ed una vivace animazione serale. Un’ultima annotazione: i prezzi in Albania, per chi ha l’Euro sono buoni. L’indomani percorrendo la strada perimetrica del lago lasciamo l’Albania per entrare nell’ex repubblica jugoslava di Macedonia. Prima tappa la città che da il nome al lago e cioè Ocrida (Ohrid).
Mercato albanese
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MACEDONIA: la fortezza di Ocrida (Ohrid)
La città è veramente bella, molto ben tenuta con una zona storica valorizzata dal contesto paesaggistico locale, un posto da non perdere. L’attraversamento della Macedonia ci porta a contatto con panorami molto suggestivi, ampie coltivazioni di tabacco e vasti vigneti (superbi i vini della regione di Tikves, su tutti il rosso Vranac), in sostanza una ruralità ben strutturata che si fonde armoniosamente con le varie località attraversate. Per quanto concerne
la gastonomia, detto dei vini, anche qui dominano griglia e spiedo con buone verdure, in particolare le melanzane arrostite dalle quali viene ricavato un delizioso “caviale”. Le strade sono in buone condizioni e permettono medie più che valide, per quanto riguarda i prezzi anche la Macedonia è un buon posto per chi dispone di Euro. Dopo la Macedonia entriamo in Bulgaria per confrontare quanto cambiato dal nostro “Balkan Raid” del 2007. La prima cosa che abbiamo riscontrato è stato un generale miglioramento delle strade, adesso si può circolare con celerità su tutta la rete con evidenti riflessi positivi sull’economia del viaggio. La Bulgaria assomiglia ad un rettangolo che noi abbiamo percorso seguendo la direttrice Petrich, Bansko, Velingrad, Plovdiv, Burgas, Varna, Veliko Tarnovo e Sofia. Nel mezzo ovviamente ci siamo concessi un break feriale sul mar Nero a Sunny Beach e Golden Sands, il tutto a condizioni favorevoli visto il conveniente costo della vita che noi troviamo nel paese delle rose. Oltre a ciò bisogna sempre ricordare l’ottima gastonomia bulgara, sia di carne che di pesce nonche di verdure, e quando capita anche di funghi, prodotto di cui il paese è particolarmente ricco. L’ultima tappa in Bulgaria è riservato alla capitale Sofia dopo la quale
puntiamo al confine con la Serbia e qui arriva la prima fila. Sarà stato per la data vacanziera, ma siamo finiti in mezzo al rientro in Europa di una marea di turchi, risultato: due ore di fila al confine dopo aver litigato proprio con dei turchi che “gestivano” a modo loro il traffico tra i due confini. L’obbiettivo era quello di attraversare velocemente la Serbia, ma il già ricordato rientro dei turchi (con targhe olandesi, tedesche e svizzere) ci ha consigliato una deviazione dalla direttrice Nis- BelgradoSid- Zagabria a quella Nis-Belgrado-Novi Sad-Subotica; inoltre abbiamo anche pernottato in loco. Poco male per la sosta che ci ha permesso un break serbo con eccellente carne allo spiedo e fantastica slivovka (grappa gialla di prugne), mentre per la deviazione che ha finito per farci entrare in Ungheria alla fine anche qui ci abbiamo rimesso un paio d’ore al confine, stracolmo di turchi al rientro. (Per noi), buoni i prezzi anche in Serbia. Dopo il confine ungherese di Tompa il traffico si è assestato su standard normali: ciò ci ha permesso di raggiungere il lago Balaton per la nostra quattordicesima ed ultima notte di viaggio nella vivace località di Siofok. L’ultima tratta di strada dopo un buon goulash di pesce (halaslé) attraverso l’Ungheria occidentale e tutta la Slovenia (sosta a Rogaska Slatina) è passata velocemente ed alla fine l’ottima Ford Focus ci ha riportati alla base di par-
21 Spoiler tenza. Un’ultima annotazione: al nostro ingresso in Italia a Fernetti Il pannello dei messaggi riportava il numero da chiamare per la Guardia Costiera, (giusto, siamo in agosto) i due successivi lungo il raccordo non riportavano nulla, (quindi bene), quando siamo all’area di servizio di Duino Nord troviamo fila fino al casello del Lisert (cinquanta minuti di coda). Tocco finale: all’uscita il pannello riportava la scritta “coda in ingresso Trieste Lisert”. C’è bisogno di maggior serietà. Come detto alla fine soddisfatto del rendimento del mezzo si è proceduto al suo acquisto.
Alessandro Novati consegna le chiavi della Focus a Flavio De Crignis per il giro di prova, dietro loro Alberto Zibardi e Renzo Tolloi, che hanno partecipato al tour
BULGARIA: la bella città museo di Koprivshtitsa
PICCOLA SCHEDA
Per tutti i paesi attraversati per il “giro di prova” è sufficiente la Carta Verde, solo in Albania essa non ha alcun valore. In questo paese bisogna stipulare un’assicurazione all’ingresso il cui costo è di 50 euro per quattordici giorni. L’autostrada è a pagamento ai caselli in Croazia e Serbia, con Vignetta in Bulgaria ed Ungheria e Slovenia, non abbiamo pagato nulla in Albania, Macedonia e Montenegro. All’epoca il paese che aveva il gasolio più a buon prezzo era il Montenegro (1,20 euro ca al litro), ovunque il prezzo era ben al di sotto del nostro.
INCONTRI RAMPANTI
Tre le Ferrari incontrate nel corso del tour: la prima in Croazia all’altezza di Zara, una 360 Modena rossa, la seconda in Albania nella strada verso Tirana, una 458 Italia giallo metallizzato con il tetto nero, la terza a Burgas in Bulgaria, si trattava di una 430 rossa con le scritte bianche della Happy, una nota catena di (buon) fast food locale che ha i colori sociali bianco e rosso
CONSUMI
Ottimi, soprattutto in relazione al tipo di guida che abbiamo dovuto adattare: una media complessiva di 5,7 litri ogni 100 chilometri , praticamente nullo il consumo di olio.
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autoplanet Suzuki SWIFT
1.2 DualJet 4x4 B-cool
Chi vuole avvicinarsi al mondo del 4x4 ora ha a disposizione anche questa versione della Suzuki Swift. È equipaggiata con motore 1200 DualJet a benzina.
FERRARI S60 AMERICA Realizzata in soli 10 esemplari (destinati al mercato americano) tutti già venduti a un prezzo che sfiora i 2 milioni di euro ognuno, la nuova Ferrari S60 America spider deriva dalla F12 Berlinetta (motore V12 di 6.262cc e 740 CV). L’abitacolo ha rivestimenti di colore rosso sul lato guida e nero su quello del passeggero. La livrea bianca con striscia blu è quella del North American Racing Team meglio conosciuto come N.A.R.T.
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autoplanet
Toyota GT86 Limited Edition
Questa versione speciale è stata realizzata in soli 50 esemplari con un motore 2 litri boxer da 200 CV. Molto appariscente grazie alla livrea sunrise yellow e le bande longitudinali nero opaco.
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autoplanet Maserati:
a century of Pure Italian Luxury Sports Cars Cento anni, ma non li dimostra, più giovane e spavalda che mai. E’ passato giusto un secolo da quando, nel lontanissimo 1° dicembre del 1914, Alfieri Maserati insieme ai fratelli Ettore ed Ernesto diedero inizio a quella che sarebbe diventata una gloriosa storia automobilistica italiana. Al numero 1A della centralissima via de’ Pepoli, a Bologna, all’ombra delle torri, i tre fratelli aprivano infatti la loro “officina meccanica per riparazioni automobili e garage.” La “denuncia di esercizio individuale” venne presentata dieci giorni dopo nel vicino Palazzo della Mercanzia, allora - come oggi - sede della Camera di Commercio di Bologna. La domanda venne accolta e proto-
Una targa, posta dal Comune di Bologna insieme alla Maserati, ricorderà per sempre la storica prima officina bolognese dei fratelli Maserati. “Un tributo simbolico per un compleanno di fondamentale importanza per Maserati. Il centesimo anniversario infatti, si compie in un anno molto importante per noi,” ha affermato Harald Wester, CEO della Maserati,
collata quattro giorni dopo. Iniziava la lunga storia della Maserati – una storia bolognese fino al 1939, modenese da allora e lanciata a grande velocità sulle strade del mondo, oggi.
al momento dello scoprimento. Il 2014, che segna i cento anni dalla fondazione della nostra azienda, è infatti l’anno in cui Quattroporte e Ghibli hanno battuto ogni record di
vendite; in cui il mercato americano – con Ghibli – e quello cinese – con Quattroporte – hanno premiato gli sforzi fatti dalla casa del Tridente per offrire un prodotto nuovo, affascinante, competitivo e realmente capace di rispondere alla domanda di mercato; è l’anno in cui le sportive GranTurismo e GranCabrio continuano a ricevere consensi internazionali.
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Mazzoni Racing
un anno di soddisfazioni E’ tempo di bilanci, e quello che il team Mazzoni Racing può esibire al termine della stagione 2014 è sicuramente di prestigio. Il team isontino può vantare ben due vittorie nel Campionato Italiano Formula Driver: uno con Paolo Milotti nella categoria A ed uno con Ivan Ghermi nella categoria D 2. Oltre a ciò Marco Mazzoni con la sua A 112 motorizzata Yamaha ha vinto il primo Trofeo
Marco Mazzoni
Ivan Ghermi
Paolo Milotti
Pista Formula Driver: una bella soddisfazione per gli appassionati gentelman drivers isontini che sono da anni ai vertici nazionali di questa specialità e continuano con il loro impegno a tenere accesa l’attività agonistica locale.
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37a Cividale Castelmonte Finalmente! Dopo venticinque anni la Cividale Castelmonte è stata vinta da un pilota del Friuli Venezia Giulia. È stato un evento
By VENICA
Erano ben cinque lustri che un pilota del Friuli Venezia Giulia si aggiudicava il Trofeo della Banca Popolare di Cividale. Così dopo Romano Casasola e Rodolfo Aguzzoni, è toccato a Giorgio Venica salire sul gradino più alto del podio della 37° edizione della Cividale Castelmonte, la cronoscalata
organizzata anche quest’anno dalla Red white, la storica scuderia della città ducale. La gara è risultata essere molto combattuta e ciò viene a maggior merito di Giorgio Venica che con la sua Lola non ha mai mollato primeggiando alla fine con l’esiguo vantaggio di
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37a Cividale Castelmonte ci resta che attendere il 2015 per un altro capitolo di questa lunga ed affascinante storia.
ventisette centesimi, esiguo sì, ma determinante. L’imprenditore vinicolo di Dolegna dopo una prima manche alle spalle di Liber (poi secondo con la Gloria) ha ben recuperato nella seconda frazione, piazzando un tempo utile per aggiudicarsi la gara. Per lui che ha esordito proprio nelle cronoscalate (se non andiamo errati il suo debutto risale alla Sagrado San Martino del 1986) una bella soddisfazione con il problema adesso di sistemare un altro prestigioso trofeo nella sua ricca bacheca. Dopo Venica e Liber, al terzo posto si è piazzato il veneto Enrico zandonà, mentre nelle auto storiche la vittoria è andata a Franco Cremonesi sulla Osella PA/9 davanti ad un altro pilota regionale e cioè Massimo Guerra su Ford Capri RS ed a Francesco Turatello su Surtees, ottimo quarto il cividalese Rino Muradore con la sempre affidabile Escort RS. Ancora Friuli Venezia Giulia nelle vetture di scaduta omologazione con la vittoria di Federico Borret con la BMw M3 davanti a Marco Bertolutti con la Clio williams ed al pilota ronchese Marco Naibo con la BMw M3. Anche quest’anno, con una stagione assolutamente piovosa la Cividale Castelmonte ha goduto del giusto intermezzo meteorologico che ha permesso a migliaia di appassionati di gustarsi il grande spettacolo offerto dall’abbinamento storiche/moderne. Un’altra edizione e un buon bilancio su tutti i fronti per la Cividale Castelmonte made by Red white, non
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TEMPO LIBERO
in Friuli Venezia Giulia
Per un buon bicchiere Attems: tradizione, unicità, stile e grandi vini nel Collio
Da generazioni sinonimo di viticoltura in Friuli, nella ferma convinzione che qualità e personalità del vino siano frutto del territorio, l’azienda Attems produce grandi vini, che riflettono pienamente le particolari caratteristiche di questa regione, unici nello stile, nel segno del rinnovamento e con un approccio globale al mercato del vino di qualità. Forte della propria esperienza vinicola secolare, la più antica nel Collio, Attems ha scelto di investire sul futuro ristrutturandosi a livello tecnologico sia in vigna che in cantina, con l’incremento degli ettari vitati e la ristrutturazione della struttura di Lucinico. Attems fruisce di un’antica tradizione e di un territorio ideale alla produzione di grandi bianchi e di una tecnologia avanzata per garantire l’eccellenza dei propri vini, caratterizzati da grande ricchezza di profumi, gusto complesso, elegante e lunga persistenza. In due parole: l’espressione perfetta del Collio. La tenuta si trova a Lucinico, nella parte più orientale del Friuli Venezia Giulia, nel comprensorio del Collio goriziano su una sequenza di declivi (da cui deriva il nome) esposti a meridione e protetti a nord dalla cerchia delle Prealpi Giulie, che li ripara dai venti freddi del nord. Un territorio particolarmente vocato alla viticoltura, tanto che alla fine dell’Ottocento è stata una delle prime regioni viticole italiane ad aver introdotto e valorizzato, accanto alle varietà autoctone (Ribolla Gialla, Tocai Friulano e Malvasia Istriana) altri vitigni nobili quali Sauvignon, Pinot Grigio, Chardonnay, Cabernet e Merlot. Attems crea in Collio vini di carattere, freschi e dal gusto pieno ed elegante, che rispecchiano le peculiarità del territorio: • Pinot Grigio e Cupra Ramato: floreali e fruttati • Sauvignon: erbaceo e fruttato • Chardonnay e Cicinis: fruttati e tostati • Pinot Bianco e Friulano: floreali e minerali • Ribolla Gialla: floreale e fruttata • Refosco: fruttato e vinoso • Merlot: fruttato e vegetale • Picolit: morbido ed elegante • Grappa di Ribolla: intensa e floreale La società agricola Conti Attems, dal 2011 di proprietà dei Marchesi de’Frescobaldi, si trova a Capriva del Friuli (GO), in via Aquileia, 30, tel. 0481.806098, www.attems.it
MONFALCONE Fino all’11/1/2015: alla Galleria Comunale di Arte Contemporanea DAVID TREMLETT mostra CIVIDALE 6 gennaio: Messa dello Spadone
VAL RESIA 26 dicembre: Notte di Natale in Val Resia, località Stolvizza UDINE 31 dicembre: al Teatro Nuovo Giovanni da Udine alle 18 STRAUSS FESTIVAL ORCHESTER WIEN 25 gennaio: al Teatro Nuovo Giovanni da Udine alle 20.45 ARKADI VOLODOS pianoforte 26 gennaio: al Teatro Nuovo Giovanni da Udine alle 21 LILLO & GREG 7 febbraio: al teatro Palamostre alle 21 KAMENI TEATAR ’55 SARAJEVO 28 febbraio: in sala Ajace Michael Holl, viola 16 marzo: al teatro Palamostre alle 20.30
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QUARTETTO KORDALY di Budapest PORDENONE 25 gennaio: In Corso Vittorio Emanuele II Mercatino dell’Antiquariato GEMONA Fino al 31 dicembre: in via Bini 26 Mostra fotografica sul terremoto del 1976, FRAMMENTI DI MEMORIA 6 gennaio: Messa del Tallero
La coppettazione I primi cenni scritti riguardo la coppettazione risalgono al 281 d.C., allorché il medico di corte cinese Ge Hong trascrisse le sue conoscenze nel Manuale di prescrizioni per le emergenze. Quattro secoli più tardi durante la dinastia Tang la coppettazione divenne il trattamento principale per la tubercolosi polmonare, e usata assieme ad agopuntura e moxibustione faceva parte del trattamento standard per le malattie polmonari croniche. Questa tecnica ha come fondamento la creazione di un vuoto all’interno della coppetta, che viene fatta aderire al corpo spesso in corrispondenza dei punti di agopuntura. Per ottenere il vuoto d’aria,
Questo trattamento ha due tecniche di applicazione parimenti usate, una mantiene le coppette fisse sui punti di applicazione, mentre l’altra prevede il loro movimento mediante lo scivolamento sulla pelle precedentemente trattata con olio. La coppettazione è indicata per il trattamento di svariate sindromi dolorose, malattie polmonari, sindromi depressive e ansiose, disturbi ginecologici, e recentemente anche per contrastare gli in estetismi della pelle. L’azione della decompressione realizza una sorta di massaggio che aumenta la circolazione sanguigna locale, facilitando
e quindi l’adesione al corpo, si introduce una fiamma nella coppetta (di solito un batuffolo di cotone intriso di alcol al quale è stato dato fuoco) per effetto della dilatazione l’aria contenuta nella coppetta uscirà creando così il vuoto al suo interno. In maniera repentina la coppetta va applicata alla pelle: si osserverà che per effetto del vuoto la cute risalirà all’interno della coppetta, la quale rimarrà attaccata tenacemente al corpo. Il materiale più usato per la costruzione delle coppette è il vetro, ma in commercio ne esistono anche in bambù o plastica.
la risoluzione di processi infiammatori e attivando il metabolismo. Questo massaggio impegna il sistema nervoso parasimpatico, consentendo così un rilassamento profondo che attraversa tutto il corpo. Poiché si interviene sulla pelle, questa non deve presentare traumi o ferite recenti, e non deve essere soggetta a patologie di vario genere. La coppettazione è controindicata in casi di insufficienza cardiaca o renale, e particolare attenzione va usata alle donne in stato di gravidanza (consultare sempre il proprio medico!).
TRIESTE Museo DREHER mostra GORIZIA 2 gennaio: al teatro Verdi alle 20.45 IL LAGO DEI CIGNI con la Bashkir State Opera di UFA (RUS)
26 gennaio: al teatro Verdi BALLATA DI UOMINI E CANI
BCC Staranzano e Villesse Banca di persone. La famiglia Le imprese I giovani I Soci
Nella nostra banca non siete mai un numero: non misuriamo il vostro benessere in base alla crescita del PIL. Al centro del nostro operare non c’è il profitto, bensì l’ascolto delle vostre richieste, la risposta alle vostre necessità, il sostegno alla comunità, alle famiglie, ai giovani, alle imprese, ai nostri soci. Siamo una banca di valori autentici, che conserva i sani principi sui quali si fonda la solidarietà e il mutualismo. È grazie a questo se, anche in un momento difficile come quello che stiamo vivendo, continuiamo a operare con impegno e fiducia, per esservi ancora più vicini.
www.bancastaranzano.it
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