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POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE 70% - DCB/GORIZIA - ANNO XXXV - N. 2

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Editoriale di Claudio Soranzo

N

on c’è mai pace per la Ferrari. Dopo le belle prestazioni di inizio campionato con le vittorie a Melbourne e Sakhir, il prosieguo del lungo torneo di Formula 1 si sta deteriorando. Dopo l’ottavo posto a Shanghai e il quarto a Baku, Vettel replica a Montmelò e vede l’avversario numero uno, Hamilton, cominciare a distanziarsi, non solo in pista (di oltre 27” il distacco all’arrivo, complice anche un inutile e sciagurato pit stop in virtual safety car), ma anche in classifica, con 17 punti di distacco dopo sole 5 gare. Non solo: c’è da mettere in conto anche l’affidabilità della Rossa con i propulsori di Raikkonen che cedono (ben 2 in un weekend): un ulteriore segno negativo assolutamente da non trascurare, per poter recuperare il terreno perduto, non molto, ma sicuramente indicativo di un inizio di campionato non certo proseguito con il piede giusto. Chi invece il piede lo schiaccia bene è proprio la Mercedes, che con i suoi 2 alfieri vola alto nella classifica costruttori, con già 27 punti di distacco sull’ansante cavallino di Maranello. Ora c’è Montecarlo con la sua roulette dove la pallina salta e non si sa mai dove si ferma. Una vera incognità non solo per Vettel e Raikkonen, autori di una splendida doppietta l’anno scorso dopo 16 anni che la Ferrari non vinceva nel Principato, ma anche e soprattutto per Hamilton e Bottas, che non digeriscono bene le curve attorno al casinò. La sesta di campionato resta comunque un’incognita, con le Red Bull di Ricciardo e Verstappen sempre pronte a cogliere l’attimo favorevole, sperando che l’olandese non si metta a fare l’autoscontro, come troppo spesso accade. E poi via in Canada, in Francia e il primo luglio a Zeltweg, in Austria, dove la tifoseria regionale porterà ulteriori bandiere con il cavallino rampante sulle colline dello Spielberg, a sostenere e incitare una Ferrari che ne ha davvero bisogno. In Friuli Venezia Giulia, dopo le premiazioni del 35° Campionato Regionale vinto dal triestino Enrico Lena, primo nella classifica assoluta e nella Velocità Autostoriche (Terpin nei Rally, Prizzon tra i Navigatori, Parlato nella Velocità e Borghese nella Femminile) iniziano le competizioni con la 49^ cronoscalata Verzegnis-Sella Chianzutan, in calendario dal 25 al 27 maggio prossimi, sulle alture della Carnia. Un grande imboccallupo quindi dalla redazione di SPOILER a tutti i piloti e copiloti giuliani e friulani, per questa nuova ed esaltante stagione agonistica 2018!

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sommario Formula 1 6 Una forza giovane 7 Gradito ritorno 10 Made in Austria 11 L’uomo da battere 14 Motodrom

Scuderia Ferrari Club Monfalcone

15 Grandi rimonte 18 Unico 22 Tutto cuore 26 Da non ripetere

8 Incontri rampanti

27 Forze fresche

SPOILER Periodico di automobilismo Anno XXXV Numero 239 Giugno 2018

Produzione Stampa LA TIPOGRAFIA via Arrigo Boito, 26 34074 Monfalcone (Go) Tel. 0481 496063

DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Soranzo

20 La prova

FVG

24 Autoplanet

11 Tempo libero 12 Per un buon bicchiere 19 Staranzano Formula Drivers

REDAZIONE: Flavio De Crignis

Rubriche 16 Mondo auto Pubblicazione registrata presso il tribunale di Gorizia al n.153 del 22.3.84

COLLABORATORI: Germano Danielis Valerio De Crignis Fabio Pauluzzo

Spedizione in abbonamento postale Pubblicità inferiore al 50% Aut. Dir. Prov. P.T. Gorizia

28 Mix 30 Star bene

Redazione ed inserzioni: tel. 320 5672055 Corrispondenza/Testi: redazione@spoileronline.it Redazione: Via 1° Maggio, 112 - Monfalcone (GO)

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Dopo Gilles e Jacques Villeneuve, Lance Stroll ha riportato il Canada a punti e sul podio, dimostrando di essere

una FORZA a cura di Flavio De Crignis

E’ uno di quei Gran Premi che la Ferrari non vince da tanto tempo: l’ultimo gradino più alto del podio occupato da un pilota della rossa al Gilles Villeneuve risale al 2004 quando a vincere fu Michael Schumacher. Da allora siamo in attesa di un risveglio che tarda ad arrivare. Il Gilles Villeneuve ospita la gara iridata dal 1979 ed è un tracciato impegnativo e molto probante soprattutto per i freni. In questi anni tre sono i piloti di casa che hanno segnato punti a Montreal. Il primo fu il Mitico Gilles cui è dedicato l’impianto che nella sua purtroppo breve carriera vinse in tutto sei Gran Premi, generando a quel tempo vero entusiasmo tra i tifosi di tut,te le latitudini per la sua guida combattiva e spettacolare. Risultati migliori, ma entusiasmi di gran lunga minori ottenne suo figlio Jacques, Campione del Mondo 1997 con un totale in carriera di 11 Gran Premi vinti su 164 disputati. Lance Stroll

giovane

Gilles Villeneuve L’ultimo canadese a cimentarsi in Formula 1 è l’attuale portacolori della Wiliams Lance Stroll. Stroll è nato a Montreal il 28 ottobre 1998, è figlio dell’imprenditore miliardario Lawrence Stroll e della stilista belga Claire Anne Callens. La sua carriera può già vantare diverse e significative affermazioni: nel 2014 ha vinto il campionato italiano di F4, l’anno dopo è entrato a far parte della Ferrari Accademy e nelo stesso tempo si affermò nel Toyota Racing Series, mentre nel 2016 oltre ad entrare come tester nell’orbita Williams ha vinto il Campionato Europeo di Formula 3 vincendo 14 delle 30 gare in Calendario. Il 2017 è stato l’anno del suo debutto in Formula 1 dove si è comportato in maniera dignitosa raccogliendo i primi punti proprio sul tracciato di Montreal e salendo sul gradino più basso del podio

nela gara di Baku, e, andando a punti, anche a Monza, Singapore, Sepang e Città del Messico. Jacques Villeneuve


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Si ripresenta il Gran Premio di Francia sull’aggiornato circuito di Le Castellet, dove la Formula 1 manca da anni. È un

GRADITO

RITORNO

La gara francese manca dal calendario dal 2008, quando si tenne l’ultima edizione dell’evento transalpino sul tracciato di Magny Cours vinto da Felipe Massa con la Ferrari. La gara torna a disputarsi sul tracciato provenzale di Le Castellet ( 5861 metri e quindici curve) dove sinora (su diversa configurazioni) si sono disputate quattordici edizioni del Gran Premio di Francia, l’ultima volta nel 1990 quando vinse la Ferrari di Alain Prost (centesima vittoria Ferrari in Formula 1). Gran Premio di Francia che è stato ospitato in diversi tracciati, nell’ordine Reims (undici edizioni), Rouen (5), Le Mans (1), Clermont Ferrand (4), Dijon Prenois (5) e Magny Cours che ad oggi è il più longevo con 18. Il tracciato di Le Castellet venne utilizzato fino al 1990 e fino al 1986 era caratterizzato dal lunghissimo rettilineo del Mistral (poi “ammorbidito” con una variante) che proiettava le monoposto a punte di velo-

cità estrema tra le più alte di tutto il Campionato. La Ferrari è la Scuderia che può vantare il maggior numero di vittorie al Gran Premio di Francia con diciassette, mentre due sono le scuderie transal-

pine ad aver vinto la gara nazionale e cioè la Renault con cinque affermazioni e la Matra con una. Tra i piloti locali primeggia Alain Prost con sei vittorie seguito da Jabouille ed Arnoux con una.


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Un appuntamento da non perdere per gli amanti della Ferrari, una giornata all’insegna delle Gran Turismo. Tornano gli

incontri

FRIULICENTRALE Palmanova

Anche quest’anno abbiamo la soddisfazione di poter offrire ai Ferrari Owner’s ed a tutti gli appassionati del Cavallino Rampante, una giornata all’insegna delle rosse Gran Turismo. FRIULI CENTRALE è il primo degli appuntamenti previsti ed è in programma per il 3 giugno. Nella logica di conoscere e scoprire angoli noti e meno noti del Friuli Venezia Giulia, abbiamo programmato un tour nel Friuli Centrale con partenza da Palmanova, la città fortezza inserita dall’Unesco quale patrimonio dell’Umanità.

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Sempre a Palmanova, dopo il ritrovo in Piazza Grande ed il saluto delle autorità, seguirà una visita alla locale Azienda JOLANDA DE COLO’ spa , leader mondiale per quanto concerne le scelte di eccellenza nel settore alimentare. Dopo Palmanova,

percorrendo la strada Napoleonica ci porteremo a Codroipo presso l’Azienda VIGNETI PITTARO per visitare il locale, interessante, Museo del Vino e per un brindisi alle fortune sportive della Rossa di Maranello. La tappa successiva è prevista a Villaorba di Basiliano (paese famoso per la locale festa dei granchi o PARDON DA LAS MASANETES) dove le Gran Turismo saranno sistemate nella locale piazza della Chiesa e dove ci sarà la bandiera a a scacchi di Incontro Rampante.

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rampanti

FRIULICARNIA

IL PARDON DA LAS MASANETES

Festa religioso-popolare molto antica, il Pardon ebbe origine con l’usanza dei pescatori di Marano Lagunare che salivano fino a qui per scambiare questo prodotto ittico con farina e formaggio tra il quale ultimo spiccava una formaggella conosciuta con il nome locale di Formaele di Vilevuarbe. Questi scambi si incrementarono progressivamente e i locali di Villaorba cominciarono ad offrire per l’occasione piatti a base di masanetes. Da lì il salto alla Sagra ora gestita con professionalità dalla locale Pro Loco. Nel periodo dei festeggiamenti che si tengono il secondo e terzo week end

del mese di ottobre oltre alle prelibate masanetes si possono gustare piatti quali il guazzeto di formaggio con polenta, il grano alla pescatora, baccalà, seppie in umido, sardelle indorate, calamari, ecc, tutto preparato a puntino ed a un prezzo più che ragionevole.

Paularo È in programma per il 1 luglio un Incontro Rampante che si svilupperà tra San Daniele del Friuli e Paularo. Al momento di andare in stampa siamo in fase di definizione del programma definitivo, che sarà nostra cura far giungere tempestivamente agli interessati.

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MADE in AUSTRIA

Mancano da un pò i piloti austriaci in Formula 1.In questi decenni hanno spesso avuto ed hanno ruoli di primo piano con alterne fortune, comunque nella massima categoria c’è molto

a cura di Valerio De Crignis

Tracciato piuttosto corto quello del Red Bull Ring: misura infatti 4326 metri e viene ripetuto per ben settanta giri. Qui la Ferrari è andata vicina alla vittoria lo scorso anno con il secondo posto in rimonta di Sebastian Vettel, ma l’affermazione ancora manca. Il Red Bull Ring è di proprietà dell’omonima società produttrice di bevande energetiche che ha sede a Salisburgo e fattura attorno ai sei miliardi di euro. Di questa cifra circa il 20% viene investito nella promozione, e infatti, Red Bull oltre che in Formula 1 ha interessi anche nel calcio, nel surf, nell’hockey su ghiaccio, motociclismo e nella mountain bike. Red Bull conta circa 12.000 dipenden-

Niki Lauda Presidente non operativo Team Mercedes F1

ti in 171 paesi diversi. Pur non essendo un paese di grosse dimensioni, l’Austria in questi anni ha sfornato diversi piloti che hanno gareggiato in formula 1 con destini molto diversi tra di loro, anche tragici per qualcuno. In totale i piloti austriaci che si sono cimentati (o hanno tentato di farlo) sono quindici, di questi, due sono diventati Campioni del Mondo, uno ha vinto qualche Gran Premio, altri tre hanno segnato dei punti in carriera e nella globalità diversi di loro hanno sofferto epiloghi non felici. Andiamo con ordine. Niki Lauda ha vinto tre campionati del mondo, due con la Ferrari ed uno con la McLaren, Jochen Rindt si è laureato Campione del Mondo alla memoria con la Lotus mentre Gerhard Berger ha vinto dei Gran Premi con Ferrari, McLaren e Benetton per un totale di dieci gare. Il già ricordato Jochen Rindt è morto durante il Gran Premio d’Italia del 1970 e sono pure deceduti al volante di una Formula 1 Helmuth Koinigg (USA 1974) e Ronald Ratzenberger (San Marino 1994). Tragica pure la fine di Jo Gartner deceduto a Le Mans

Helmut Mark consulente Red Bull e quella di Harald Ertl perito in un incidente aereo. Diversi anche gli incidenti gravi occorsi ai drivers del paese alpino. Sicuramente il più famoso è quello occorso a Lauda al Nurburgring nel 1976, ma non si possono dimenticare neppure quelli di Helmuth Marko a Clermont Ferrand 1972 (perdita di un occhio), quello con tanto di incendio a Gerhard Berger (Imola 1989) e quello pure grave di Karl Weindlinger all’uscita del tunnel a Montecarlo 1994. Davvero una sequenza piuttosto seria, contiamo per lo meno di rifarci assistendo ad un Gran Premio vivace e combattuto.


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Hamilton ha riportato in alto le quotazioni britanniche dopo un periodo di “tranquillità” a Silverstone resta sempre

L’uomo

da battere Silverstone, Aintree e Brands Hatch sono i tre tracciati utilizzati fino ad oggi per il Gran Premio di Gran Bretagna. Mentre Aintree è ormai diventato un circuito semi permanente nell’ambito di un ippodromo e Brands Hatch ha avuto la sua ultima significativa utilizzazione per la prova di ciclismo su strada per le Olimpiadi di Londra del 2012, Silverstone gode di ottima salute tanto che (oltre alle edizioni precedenti) è in calendario ininterrottamente dal 1987. Attualmente misura 5891 metri e per il Gran Premio viene percorso per 52 giri. Vediamo quali team hanno raccolto più vittorie consecutivamente su questo tracciato nell’ambito del mondiale,

La Ferrari può vantare due strisce vincenti. Una da tre vittorie nel 2002, 2003, 2004 ed una da quattro nel 1951, 1952, 1953 e 1954. La McLaren invece può annoverare tre vittorie di fila nel 1999, 2000 e 2001 mentre Lotus (1962, 1963, 1964 e 1965) e Williams (1991,1992, 1993

e 1994) fanno meglio con una fila di quattro vittorie consecutive. La linea vincente più longeva ci conduce ai giorni nostri e parla tedesco visto che la Mercedes vince a Silversone consecutivamente dall’edizione del 2013. Si sono fermate ad una sola vittoria l’Alfa Romeo (primo team a vincere qui una gara per il mondiale), la Vanwall, la Brabham, la francese Matra e la Benetton.

IL PADRONE DI CASA

Lewis Carl Davidson Hamilton è nato il 7/1/1985 (segno zodiacale Capricorno come Schumacher) è considerato non a torto come uno dei piloti più forti del mondo. Ha esordito in Formula 1 nel 2007 con la McLaren e già in quell’annata andò vicino al titolo (perso per un punto nell’ultima gara a favore di Raikkonen e la Ferrari). L’appuntamento con il titolo fu rinviato solo di un anno e nel 2008 Hamilton divenne Campione del Mondo per un solo punto all’ultima gara (nei confronti di Felipe Massa con la Ferrari. Dopo aver lasciato la McLaren Hamilton ha raccolto molte vittorie grazie alla super Mercedes di questi anni e si è laureato campione del mondo anche nel 2014, 2015 e 2017. Ad oggi è il pilota che vanta più pole position e per numero di Gran Premi vinti è secondo solo a Michael Schumacher.

TEMPO LIBERO

in Friuli Venezia Giulia

MONFALCONE 2 giugno: TIMAVO CUP manifestazione velica AMPEZZO 3 giugno: FESTA DEL PANE E DEI PRODOTTI DA FORNO 15 agosto: al Passo Pura FESTA DELLA MONTAGNA SUTRIO 3 giugno: I CJARSONS la tradizione della Carnia 2 settembre: MAGIA DEL LEGNO GORIZIA 10 giugno: presso il kartodromo di Sant’Andrea A TUTTO GAS PISTON CUP 2018 FORNI DI SOPRA 17 giugno: FESTA DELLE ERBE DI PRIMAVERA 9 settembre: FESTA DEI FUNGHI GRADO 24 giugno: alle 10.30 al porto Mandracchio FISH NIC enogastronomia 5 agosto: per SUN & SOUNDS festival- GINO PAOLI CERCIVENTO 24 giugno: JERBIS & TRADISIUNS / ERBE E TRADIZIONI PORDENONE 5 luglio: al Parco San Valentino alle 21.30 ANASTACIA LIVE AL 27° PORDENONE BLUES FESTIVAL PASSARIANO 6 luglio: al parco Manin alle 21.30 FRANCESCO GABBANI IN CONCERTO CANEVA 14 luglio: FESTA DEL TIPICAMENTE FRIULANO


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TEMPO LIBERO

in Friuli Venezia Giulia

15 luglio: FESTA DEL” FIGO MORO DI CANEVA” LIGNANO SABBIADORO 12 luglio: all’Arena Alpe Adria alle 21.30 RIKI IN TOUR 22 agosto: al Kursaal alle 21.30 FINALE MISS FRIULI VENEZIA GIULIA

Per un buon bicchiere

Vigneti Pittaro

gli ottimi vini delle Grave, un museo e le Frecce Tricolori

MOGGIO UDINESE 27 luglio: presso il campo comunale di calcio alle 21.00 I NOMADI IN CONCERTO FORNI AVOLTRI 29 luglio e 5 agosto: FESTA DEI FRUTTI DI BOSCO UDINE 8 agosto: in Castello alle 21.15 JOAN BAIZ TARVISIO 11 agosto: ai Laghi di Fusine alle 14.00 per il Noborders Music Festival BEN HARPER 9 settembre: sul monte Forno FESTA DELL’AMICIZIA DEI TRE CONFINI

S

iete mai stati a Rivolto a vedere le Frecce Tricolori, la pattuglia acrobatica nazionale con sede all’aeroporto nei pressi di Codroipo? Ebbene, dovete andarci, per ammirare da vicino gli alfieri del volo acrobatico nazionale,

famosi in tutto il mondo. Basta sollevare gli occhi al cielo e ammirare decolli e atterraggi dei 9 componenti in formazione e qualche allenamento, che vi lascerà con il fiato sospeso. E poi, dirigete la vostra bella auto sulla statale che con-

PALUZZA/CASTEONS 2 settembre: alle 9.45- 24° TROFEO CARNIA IN MOUNTAIN BIKE SAPPADA 17 giugno: FESTA DEI RIFUGI

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di Claudio Soranzo

duce a Udine, per una sosta a pochi km, ai famosi Vigneti Pittaro, produttori degli splendidi vini del territorio. Un’ampia distesa di filari che attorniano la cantina, la bellissima casa d’accoglienza e il notissimo museo, curato nei particolari esposti dal titolare dell’azienda, Pietro Pittaro. Personalità di spicco nel campo enologico internazionale, discende da una famiglia di vignaioli con alle spalle ben 4 secoli di storia. L’azienda è stata fondata negli anni 70 e dei quasi 90 ettari coltivati a vigneto, 85 si trovano nel cuore dell’assolata pianura friulana, mentre i rimanenti sulle splendide colline di Ramandolo. Nel cuore delle Grave del Friuli vengono prodotti i classici bianchi e rossi DOC, assieme al Moscato rosa, all’Incrocio Manzoni e agli spumanti ottenuti con il metodo classico. La linea di prodotti DOC Colli Orientali denominata Ronco Vieri, riservata esclusivamente ai vini autoctoni Friulano, Refosco, Picolit e Ramandolo, è prodotta nella cantina di Tarcento. La cantina di Codroipo, moderna, razionale e dall’inconfondibile linea architettonica, è arricchita da un interessante museo del vino e da una preziosa “glass collection”. Notevoli gli sforzi che l’azienda sta attuando verso l’ecosostenibilità, come l’utilizzo di bottiglie leggere per la linea dei vini tranquilli, il graduale inserimento dei tappi in vetro, la gestione del vigneto con i più moderni sistemi tecno-

logici ecosostenibili. Due le linee di prodotto, entrambe elaborate con il metodo classico, o della rifermentazione in bottiglia: il Pittaro Brut Etichetta Argento sosta sui lieviti almeno 3 anni, mentre per l’Etichetta Oro si protrae per almeno 6. Le uve utilizzate sono Chardonnay e Pinot Bianco, con una variabile percentuale di quest’ultimo che fermenta nelle piccole botti di rovere francese. Pietro Pittaro è stato uno dei primi produttori friulani di spumante metodo classico, con le prime spumantizzazioni iniziate alla fine degli anni 70. A gestire le delicate fasi di lavorazione è Stefano Trinco, polivalente enologo aziendale che nel tempo è diventato uno dei maggiori esperti della spumantistica regionale, oltre che personaggio di spicco del sistema vitivinicolo del Friuli Venezia Giulia. Da alcuni anni sono stati introdotti due nuovi prodotti: lo spumante rosè Pink ottenuto da un blend di uve Pinot nero, Chardonnay e Pinot bianco, e la Ribolla Gialla Ronco Vieri. Per il secondo anno

consecutivo la Vigneti Pittaro è stata premiata dalla guida dell’AIS (Ass. Italiana Sommelier) con i “4 tralci”, maggiore riconoscimento nazionale, come pure ha vinto il concorso regionale Filari di bolle (per la terza volta su 4) come miglior spumante Metodo Classico. Riconoscimenti assegnati allo spumante Etichetta Oro, che rappresenta il prodotto di punta dell’azienda codroipese. Insomma, degli ottimi vini di qualità, che si possono assaggiare con qualche prodotto del territorio, e quindi farne una scorta di quello preferito, senza dimenticare di ammirare gli oltre 9mila pezzi del museo del vino e del lavoro rurale, che dimostrano quanto ingegno, creatività, accuratezza nei manufatti e quanta arte hanno usato i nostri avi nei secoli passati. Questi gli argomenti: la biblioteca, le stampe, i bastoni, la glass collection, le botteghe e le bottiglie in ceramica. Spenderete un’ora, che non dimenticherete mai.

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Hockenheim in questi anni ha garantito la continuità (alterna) del Gran Premio di Germania

a cura di Flavio De Crignis

MOTODROM

L’ingresso in Formula 1 del Motodrom Hockenheim risale al 2 agosto 1970 quando vinse l’austriaco Jochen Rindt su Lotus davanti alla Ferrari di Jackie Ickx che pur era partito in pole position. L’abbandono della Formula 1 del lungo tracciato del Nurburgring dopo l’incidente di Lauda nell’edizione del 1976 determinò lo spostamento del Gran Premio di Germania sul tracciato del Baden Wuttenberg. Dal 1977 ad oggi Hockenheim ha ospitato ininterrottamente il Gran Premio di Germania con le eccezioni delle annate 1985, 2007, 2009, 2011, 2013, 2015, 2017 che si sono tenute sul nuovo Nurburgring o non si sono disputate. L’evoluzione del tracciato può esser riassunta in due fasi: la prima arriva fino al 2001 la seconda dal 2002 ad oggi. Nel 1970 si corse su di un tracciato di 6789 metri che venne percorso per cinquanta giri: stessa configurazione dal 1977 al 1981 ma i giri calarono prima a 47 (1977) e poi a 45. Successivi piccoli aggiornamenti del tracciato portarono la lunghezza prima a 6797 metri, poi a 6802 quindi a 6815, poi a 6823 ed infine il picco massimo vene raggiunto nel 2000 con 6825. Fino al 2001 la distanza venne sempre articolata su 45 giri. Per il 2002 il tracciato venne profonda-

mente rinnovato per la parte “esterna” al Motodrom e la sua lunghezza scese a 4574 metri con la percorrenza di 67 giri: Questa articolazione del Gran Premio è quella che è giunta sino ai giorni nostri.

PILOTI TEDESCHI AD HOCKENHEIM

I tanti appassionati di Formula 1 in Germania hanno dovuto attendere fino al 1995 per sentir suonare il

“Deutschland uber Alles” sul podio del Motodrom. Da allora però le cose si sono messe più che bene. Infatti ad Hockenheim hanno vinto Michael Schumacher (4 volte), il fratello Ralf e Nico Rosberg una volta ciascuno. Vettel ha vinto il Gran Premio di Germania al Nurburgring; gli manca Hockenheim: sarebbe il caso di provvedere. Michael Schumacher con la Ferrari, suo fratello Ralf con la Williams e Nico Rosberg con la Mercedes sono i piloti tedeschi che hanno vinto sul Motodrom. Anche Vettel ha vinto il gran premio di Germania, ma al Nurburgring, gli manca Hochenheim


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Corto, ma impegnativo con caratteristiche tutte proprie, l’Hungaroring può offrire anche

GRANDI rimonte Con i suoi 4381 metri (che per il Gran Premio vengono ripetuti per 70 giri) l’Hungaroring è uno dei tracciati più corti di tutto il mondiale. Circuito collocato in una bella zona collinare non sempre offre uno spettacolo sportivo eccellente, ma nel complesso qualche gara combattuta ogni tanto salta fuori. Ottenere la pole position su questo tracciato dove è difficile sorpassare non è sempre garanzia di vittoria, ma mediamente chi parte in prima fila si piazza sicuramente bene. Al contrario non sono state molte le rimonte verso le posizioni da podio che hanno contraddistinto le trentadue edizioni della gara magiara fin qui disputate. Ricordiamo le più significative ricordando nel contempo che solo nel 2002 e lo scorso anno i primi tre in prova hanno poi confermato la loro posizione sul podio e, in ambedue le occasioni a vincere è stata la Ferrari per giunta con una doppietta. Nel 2002 Barrichello Michael Schumacher e Ralf Schumacher, e, lo scorso anno Vettel, Raikkonen e Bottas hanno ripetuto alla domenica il piazzamento del sabato. Per quanto concerne le rimonte verso i gradini del podio solo quattro volte su trentadue edizioni è occorso a piloti che non erano partiti tra i primi dieci. La più recente risale al 2014 quando Hamilton riuscì ad arrivare terzo dopo esser partito dalla ventiduesima piazza.

Più in là nel tempo le altre rimonte. Nel 2006, in un’edizione corsa sotto la pioggia, Heidefeld rimontò dalla undicesima alla terza piazza e sempre il gradino più basso del podio venne raggiunto da Herbert nel 1997 dopo esser partito decimo. A oggi la rimonta più famosa in

Ungheria resta quella del 1989 realizzata da Nigel Mansell sulla 639 “papera”. Partito dalla dodicesima piazza ad oltre due secondi dal poleman Patrese, Mansell fu protagonista di una leggendaria rimonta con sorpassi mozzafiato che alla fine gli valsero una delle più belle vittorie della sua carriera.

Mansell resta ancor oggi il pilota partito da più lontano fino alla top del podio. Da 12° a 1° nel 1989 con la Ferrari

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a cura di Germano Danielis

GATTO COUPE’ Il Gatto coupé è un pezzo unico, creato dal designer Steve Moal per un ricco possidente californiano. Questo bel coupé in stile italiano presenta un telaio monoscocca costruito a mano, carrozzeria in alluminio, cambio, ruote e interni personalizzati, e nel vano motore un Ferrari V12 da 300 cavalli derivato dal propulsore della 250 GTO.

EXCALIBUR ROADSTER Nel 1961 il designer industriale Brooks Stevens progettò e costruì l’Excalibur coupé, con l’intento di immettere sul mercato un’auto sportiva americana economica. Per la costruzione del prototipo si basò su un telaio Studebaker, utilizzando un motore Corvette e una carrozzeria in alluminio. Come per molti altri progetti l’entusiasmo iniziale si scontrò con la dura realtà dei costi di produzione, e tutto sarebbe caduto nel dimenticatoio se il suo amico Bob Shaw non fosse riuscito a convincerlo molto tempo dopo, nei primi anni ’90, a concedergli i disegni, in modo da poter costruire una versione spyder della macchina.

CHRYSLER DESIGN STUDY CONCEPT Il Chrysler Design Study presentato al Salone dell’auto di Detroit del 2010 è visibilmente basato su una Lancia Delta, con qualche piccolo tocco di aggiornamento. Pare che questa vettura sia stata messa in mostra per sondare l’interesse del pubblico americano per la futura fusione tra Fiat e Chrysler.


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IL PROGETTISTA MARIO FELICE BOANO AbartH 209A

Nato a Torino nel 1903 frequentò la Scuola Tecnica San Carlo, ed ebbe le prime esperienze di lavoro dopo la prima guerra mondiale negli Stabilimenti Farina, in qualità di tracciatore di carrozzeria. A quel tempo gli Stabilimenti Farina furono tra i primi a utilizzare la tecnica dello stampaggio, per cui Boano si ritrovò in una realtà lavorativa all’avanguardia per l’epoca. Nel 1930 Boano seguì Battista Farina, il quale si era distaccato dall’azienda del fratello Giovanni per fondare la Pininfarina, che negli anni a venire diventerà famosa in tutto il mondo. In seguito Boano strinse un solido rapporto di collaborazione e di personale amicizia con Giacinto Ghia, fondatore e titolare dell’omonima carrozzeria, alla cui morte, per sua espressa volontà, la Carrozzeria Ghia venne affidata al cognato Giorgio Alberti e a Boano. Nel 1947 Boano acquisì la quota societaria di Alberti, divenendo così l’unico proprietario dell’azienda. Sotto la sua gestione la Ghia tornò a decollare, ma nel

marzo del 1954 Boano cedette l’azienda a causa di ripetute divergenze con il nuovo socio. Pochi mesi dopo fondò a Torino la carrozzeria Boano Lavorazioni Speciali che ebbe subito successo, carrozzando un’Alfa Romeo 6C 3000CM per il presidente argentino Peron. In questo periodo strinse anche una nuova collaborazione con l’Alfa Romeo, e produsse altre automobili in serie limitata, come le Abarth 207A e 209A, quest’ultima esposta al Museo Louwman in Olanda. La prolifica attività della Carrozzeria Boano continuò con la realizzazione, tra l’altro, di scocche modello GT coupé su telaio Ferrari 250, oltre ad alcuni modelli fuoriserie su telaio Ferrari 410 Superamerica. Dopo il 1957, Boano stipulò un contratto con la FIAT, con il quale le parti si impegnavano alla creazione del Centro Stile Fiat che Boano avrebbe diretto. In seguito, la direzione di tale Centro stile sarebbe stata proseguita dal figlio Gian Paolo fino al 1988.


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Tra i più belli, se non il più bello, tra i più difficili, se non il più difficile, tra i più amati, se non il più amato, Spa resta un tracciato

All’inizio erano tre strade statali che collegavano tra di loro i paesi di Franchorchamps Stavelot e Malmedy. Oggi è uno dei tracciati più belli del mondo anche se, a vederlo sul video non ci si rende conto di quale intensità siano le pendenze che lo caratterizzano. Dopo la partenza le monoposto devono subito affrontare la curva ad angolo della Source superata la quale ci si immette in un rettifilo in discesa che porta verso il punto più famoso di tutto il circuito e cioè il Radillon e l’Eau Rouge punto dove i piloti sono soggetti ad una notevole pressione prima di immettersi sul lungo rettilineo del Kemmell, il quale è posizionato in forte salita e al termine del quale si assistono spesso a tirati sorpassi. Superato il Kemmel i piloti sono chiamati ad affrontare la difficile curva-

UNICO

variante di Les Combes. Il tratto seguente a Les Combes è caratterizzato da una forte discesa con tornanti in contropendenza e questo fino a Stavelot. Segue un tratto misto veloce che dopo Blanchimont porta alla variante del Bus Stop superata la quale si entra nuovamente sul rettilineo della partenza. Spa è il tracciato più lungo di tutto il mondiale, misura 7004 metri e, per il Gran Premio viene ripetuto per 44 giri. Kimi resta il pilota in attività con più vittorie sul tracciato delle Ardenne. Ha vinto infatti nel 2004-2005 con la McLaren e nel 2007-2008 con la rossa di Maranello


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FORMULA DRIVERS STARANZANO Bel tempo ed una buona partecipazione di piloti e pubblico hanno caratterizzato la giornata di Formula Drivers organizzata dal Mazzoni Racing Team a Staranzano il 13 maggio scorso. Da sottolineare che anche la responsabile regionale dell’UISP, signora ELENA DEBETTO ha espresso la sua soddisfazione per la qualità espressa dagli organizzatori con particolare riferimento agli elevati parametri di sicurezza utilizzati. Dal punto di vista sportivo questi i vincitori della gara di Staranzano. In classe S A RICCARDO BENCO per la S B IVAN GHERMI per la S C REPEZZA IGOR. In classe A PAOLO MILOTTI, in B PIERLUIGI DOTTOR, in

Paolo Milotti all’uscita di una chicane

La Opel Manta di Gaetani ai box

C “TABA”, in D2 ANDREA GAETANI, in E MARCHETTI MAURIZIO. Per la categoria sport TIZIANO SCARAMUZZA e nella speciale categoria LADY 1 IVETTE ROMANO. Nella categoria LIBERA affermazione di “CORVETTE” in quella RALLY BUGLISI ANTONINO mentre la vittoria assoluta per differenza tempi è andata a “TITI”. Per il Mazzoni Racing Team oltre alle già menzionate vittorie di Benco, Ghermi, Milotti, Gaetani e “Corvette” da ricordare le buone prestazioni di Cesare Bezzi terzo in categoria B (e primo in B1) di “Baiesi Francesco” terzo in D2 e di “Sandro” secondo nella categoria Sport.

Ivan Ghermi con la sua Opel Corsa

Cesare Bezzi mentre prepara la sua Citroen Saxo


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LA PROVA

LA PROVA LA PROVA LA PROVA

LA PROVA

di Claudio Soranzo

Bella e potente, la Kia Stinger affascina gli automobilisti italiani

Ce ne sono voluti quasi 7 anni, ma alla fine il risultato è stato eccellente. Ammirata nel 2011 come stupendo concept al salone di Francoforte la nuovissima GT coreana nel 2018 ha iniziato a macinare i primi chilometri sulle strade italiane. Anche Spoiler l’ha vista togliersi i veli e mostrarsi nel suo splendore come una diva, sul notissimo boulevard de la Croisette di Cannes, in uno dei luoghi più chic della Costa Azzurra. La location ideale per sfilare sul Red Carpet nei pressi della Mostra del Cinema, e farsi da subito ammirare per il suo design davvero azzeccato. Se le togli il marchio dalla carrozzeria, nessuno a prima vista

la potrebbe identificare come una Kia, ma sicuramente come appartenente a qualche Casa ben più nota, probabilmente tedesca. E invece la Stinger è

stata ideata e progettata proprio dalla Kia che, con questo nuovo modello, “rappresenta la nostra crescita, un risultato inaspettato, una piacevolessima realtà”. Con queste parole l’amministratore delegato di Kia Italia, Giuseppe Bitti, ha inaugurato il Kia Night di Cannes, svelando alla stampa italiana la new entry coreana, che “incarna i nostri valori per sorprendere e divertire”. L’avevamo vista per la prima volta esattamente un anno fa nella presentazione statica internazionale a Lisbona, poi replicata a livello italiano negli studi cinematografici di via Mecenate a Milano: guardata, ammirata, toccata, ma non provata. E il momento opportuno si è materializzato proprio


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sulla costa francese, in una bella giornata, alquanto fredda, che ha permesso alla granturismo coreana di mettere in mostra il meglio di sè lungo un percorso di un centinaio di km sulle alture dell’entroterra provenzale fino a Cabris, una piccola cittadina nelle Alpi Marittime, sovrastata da un importante castello medievale dal quale si gode un bellissimo panorama. All’andata e al ritorno a Cannes abbiamo strigliato la Stinger in prova, una 2.2 turbo diesel da 200 Cv e 440 Nm di coppia, lungo un percorso molto frastagliato, con continue curve e controcurve, in salita e discesa. Un piccolo rally con prova speciale di 40+50 km che la Stinger GT Line ha sopportato con grande stile, scomponendosi soltanto nel posteriore in qualche curva molto tirata. Assetto, sospensioni e telaio sono da vera gran turismo e, inserendo l’opzione Sport e Sport Plus, esce con decisione tutta la cavalleria. Un’esperienza di guida davvero appagante, con decisi inserimenti in curva e cambiate al volante in perfetta sintonia con le necessità della guida. Con cambio e motore davvero performanti e pronti in qualsiasi condizione di traffico, che fanno della Stinger (nome di un missile americano, letteralmente pungiglione) un vero gioiellino, divertente e appagante. Una Kia in sostanza che continua a crescere in modo entusiasmante, non solo per la qualità del prodotto e la scelta degli automobilisti, ma anche per il lancio continuo di nuovi modelli: solo nel 2017 la Kia ha spinto sul mercato la nuova Picanto, la nuova Rio, la nuovissima Stonic e la plug-in hybrid Niro, il primo crossover ibrido presentato in Italia. Sogno, ambizione e sorpresa sono i tre claim che rappresentano in pieno

questa Granturismo dal design esclusivo, sviluppata per tanti anni sulla pista tedesca del Nurburgring da fior di collaudatori, che soltanto a metà dell’anno scorso hanno dato la delibera definitiva alla vettura. Un progetto davvero entusiasmante che ha portato la Giti coreana al secondo posto nel contest “Car of the year 2017” nel Nord America. Le qualità della Stinger partono dal

profilo laterale dalle proporzioni equilibrate, per proseguire con il passo generoso che conferisce grande vivibilità a bordo, anche con l’equilibratura delle masse. Belli e originali i gruppi ottici, come pure i cerchi da 18 o 19” e i tre colori esclusivi. Il design è di chiara ispirazione aeronautica e i sedili di netta espressione sportiva. La tecnologia a bordo è completa, con tutti gli ultimi ritrovati, lo schermo di 8” e lo sterzo a regolazione elettrica. Il pilastro più imporante è rapppresentato dalla sportività, con risultati eccellenti rappresentati dalle feritorie o estrattori laterali, da un Cx di 0,30 e da una grande stabilità. I propulsori sono due: quello GT-Line a gasolio da 2.199cc, 200Cv, RWD/AWD, cambio automatico a 8 rapporti, 440 Nm di coppia e l’altro GT Turbo benzina V6 di 3.342cc, 370 Cv, AWD, AT8 e 510 Nm, con accelerazione 0/100 in 4”9 e 5 configurazioni di guida. Prezzi a partire da 47.500 euro a 55.000. Una vettura con un target di alto profilo e forte personalità, dedicata a uomini sicuri di sè e aperti a esperienze future. La Stinger farà seria concorrenza a Peugeot Rcz, all’Audi A5 Sportbach, alla Jaguar XE e alle Gt di Nissan e Toyota. Insomma, una perfetta compagna di viaggio per realizzare i propri desideri. Claudio Soranzo


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TUTTO cuore Tiratissima dall’inizio alla fine Monza è una gara

96 anni e non li dimostra: questo è l’autodromo nazionale di Monza

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I berretti sono un’onda rossa, le magliette sono una marea rossa, le bandiere sono un esercito sportivo, sempre rosso. Il rosso (che ricordiamo essere il colore nazionale per l’automobilismo) è l’essen-

tasette edizioni valide per il Campionato Mondiale. Il totale dei punti raccolti finora è di 630,5 più del doppio del team che segue e cioè la McLaren con 299.

Ricordiamo anche che la Ferrari a Monza ha piazzato undici pole position e dodici giri più veloci. In definitiva un bel bottino che confidiamo venga incrementato nell’edizione del 2018.

Vettel a Monza ha colto la sua prima vittoria in carriera, era il 2008 e correva con la Toro rosso

za di Monza, un’essenza che ha una matrice, la Ferrari. E la Ferrari in questi decenni di partecipazione ha portato a casa diversi risultati significativi sul tracciato della Brianza, meritando quella vicinanza che i tifosi le manifestano in tutto il mondo, ma in particolare qui a Monza. La nostra Scuderia è prima in tutto e, bisogna ricordarlo è l’unica ad aver preso il via a tutti i Gran Premi validi per il mondiale che hanno preso il via sul circuito lombardo. Molto significativo anche il bottino di risultati fatti segnare in questo impianto che vediamo nel dettaglio. Innanzi tutto le vittorie che a Monza sono diciotto cui fanno da corredo ben venticinque secondi posti e ventiquattro terze piazze per un totale complessivo di sessantasette volte sul podio di piloti del Cavallino Rampante e questo in sessan-

Alonso è stato l’ultimo pilota Ferrari a vincere a Monza, era il 2010


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autoplanet nuova

FORD

FOCUS

dall’album di casa FORD

Arriverà sul mercato a breve la nuova versione della Focus, modello di successo di casa Ford. Sarà offerta nelle versioni berlina e station wagon con disponibilità delle versioni active (crossover) e Vignale (lusso). La nuova Focus conserva a grandi linee le dimensioni dell’attuale versione con miglioramenti e rinnovate finiture degli interni. Tra le motorizzazioni disponibili segnaliamo un 1000cc benzina ed un 1500cc diesel di nuova progettazione.

Ford FOCUS (2003)

PEUGEOT

508

dall’album di casa PEUGEOT

Peugeot 407 (2005)

Linee grintose ed accattivanti per la nuova Peugeot 508 che, a breve, sarà affiancata dalla versione station wagon. Al momento la berlina si fa apprezzare per un design ricco di personalità, ma anche per soluzioni intelligenti come l’adozione al posteriore di un pratico portellone. Per i motori troviamo per il diesel un 1500cc da 130cv e un 2000cc da 160 e 180cv. A benzina invece l’offerta prevede un 1600cc turbo da 180cv ed un 2000cc da 225cv.


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autoplanet

SUZUKI

Pesa solo 975 chili la nuova versione della Suzuki SWIFT che sarà equipaggiata con un motore turbo benzina capace di erogare una potenza di 140cv. Doppio terminale di scarico, sedili avvolgenti, inserti rossi, paraurti avvolgenti completano l’impronta sportiva della SWIFT. dall’album di casa SUZUKI

SWIFT SPORT

Suzuki SWIFT (2005)

La casa giapponese migliora la sua media con interventi di aggiornamento stilistico che ne rendono ancor più attuale le linea. Per quanto concerne i motori sia per il 1500cc diesel che per il 2000cc benzina è prevista la dotazione di nuovi catalizzatori. dall’album di casa MAZDA

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Anche se la Ferrari qui ha vinto due volte, in altrettante occasioni ha perso punti preziosi in ottica mondiale. Ricordiamo l’incidente dello scorso anno al via e quello di Massa ai box nel 2008, esperienze

da non ripetere volmente al comando sin dal via. Un testa coda di Piquet (che anni dopo fu dichiarato appositamente “voluto”) favorì il cambio gomme in regime di Safety Car per il collega di scuderia Alonso che gli permise un recupero incredibile e cambiò le strategie di tutti. Massa rientrò ai box, ma, un cattivo funzionamento del semaforino lo fece partire anticipatamente strappando il tubo del carburante e facendolo piombare in ultima posizione. Alla fine vinse Alonso con Massa tredicesimo e con tanti punti non raccolti, se si pensa che a fine campionato perderà il mondiale per un punto...... Vettel lo scorso anno e Massa nel 2008 a Singapore (con la Ferrari) hanno perso punti fondamentali per il titolo iridato Non sempre a Singapore le cose vanno per il verso giusto. A volte non basta dare il giusto assetto alla monoposto e portare a casa la pole position, la Ferrari ne sa qualcosa così come i suoi due piloti che hanno vissuto un’esperienza analoga. Il primo fa riferimento a Felipe Massa ed alla stagione 2008. Era un’annata caratterizzata dalla lotta per il titolo tra il Ferrarista ed Hamilton. Singapore era al suo esordio nel calendario mondiale, e, come accade spesso in questi casi la rossa si era dimostrata subito molto competitiva spiccando con il brasiliano la pole position. Anche la partenza era stata fulminante con Massa autore-

Più recente l’esperienza dello scorso anno con Vettel in pole position ed in piena lotta per il titolo. Singapore sembrava essere un tracciato favorevole alla Ferrari visto che la vettura a passo corto si era ben adattata alla configurazione del tracciato. Sappiamo tutti come è andata con la collisione RaikkonenVerstappen che coinvolse Vettel e portò un duro colpo alle aspettative iridate del tedesco visto che a vincere fu proprio il rivale Hamilton. Il tracciato dello Yas Marina misura 5065 metri è articolato in 23 curve e viene percorso per 58 giri.


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Sochi si sposta a fine settembre, una gara che saluterà un nuovo pilota locale: Sirotkin. Per la rossa arrivano

FORZE FRESCHE SERGEJ SIROTKIN Nato a Mosca il 27 agosto del 1995, Sirotkin si è avvicinato all’automobili-

Il Gran Premio di Russia che si disputa a Sochi dal 2014 ha finora registrato solo vittorie dei piloti Mercedes, per la precisione Hamilton nel 2014 e nel 2015, Rosberg nel 2016 e Bottas nella passata edizione. In gara quindi un dominio totale per le Frecce d’Argento scalfito (almeno per quanto riguarda le prove) lo scorso anno con una prima fila tutta Ferrari con Vettel e Raikkonen nell’ordine. Il tracciato di impostazione medio-veloce misura 5848 metri è articolato su di una percorrenza di 52 giri e per il 30% circa del suo sviluppo si basa su strade cittadine. Dopo Petrov e Kvyat un altro pilota locale ha fatto la sua comparsa nel variegato mondo della Formula 1. Si tratta del giovane Sergej Sirotkin.

smo sportivo passando per il kart nelle categorie KF3 e KF2. Nel 2010 è passato alla Formula Abarth con la quale ha partecipato al Campionato italiano finendo la stagione al diciottesimo posto. L’anno dopo raccolse qualche soddisfazione in più arri-

vando secondo nell’italiano e vincendo il Campionato Europeo Formula Abarth. Un piazzamento che servì come ottimo biglietto da visita per arrivare ai margi-

ni della Formula 1. Venne infatti contattato dalla Sauber con l’intento di disputare le prove liberi del venerdì e cominciò con il Gran Premio di casa del 2014. Nel 2016 entrò nel giro Renault, team con il quale fece la sua apparizione nelle prove libere di Russia e Brasile, incrementando considerevolmente la sua presenza la stagione successiva, sempre con la figura di test driver. Il 10 gennaio di quest’anno è stato ufficializzato il suo ingaggio da parte del team Williams, monoposto con la quale Sirotkin ha fatto il suo debutto in Australia partendo dalla diciannovesima piazza e ritirandosi quasi subito per un problema ai freni.


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mix mix mix mix mix mix mix mix mix mix Interessanti opportunità di impiego al Gruppo Autostar di Udine Avete sempre sognato di lavorare nel settore automobilistico? Vi piaccione le auto e le moto e siete appassionati di meccanica ed elettronica? Siete digital e social? Se avete terminato o state completando gli studi, questo è il vostro momento. Il Gruppo Autostar sta assumendo un sacco di persone motivate e appassionate di automotive per far fronte alla sempre più crescente mole di lavoro, vendita di auto e moto, servizi, postvendita, finanziamenti e assicurazioni, previa un’adeguata preparazione tramite corsi dedicati. Un’opportunità non indifferente, da sfruttare senza perdere nemmeno un minuto. Andate sul sito, telefonate o andate di persona a Tavagnacco, in via Nazionale e vi si potranno aprire nuove e importanti opportunità di lavoro. Il Gruppo Autostar, fondato e presieduto da Arrigo Bonutto, ha effettuato investimenti di 5 milioni di euro negli ultimi 3 anni, in strumenti, tecnologia e formazione, che gli anno consentito di strutturare un’organizzazione sempre più articolata, in grado di sviluppare e gestire un numero importante di attività e azioni: 47 mila clienti serviti, oltre 2.700 pratiche assicurative, 52 mila passaggi al service, 36 mila lead raccolti e trasformati in contatti da curare e convertire, 130 eventi organizzati, 300 mila chiamate effettuate e 200 mila gestite in entrata, oltre 1 milione di mail e 130 mila sms inviati, nonchè oltre 1000 post pubblicati sui canali social. Per finalizzare gli obiettivi prefissati per il 2018 - 11.500 macchine da vendere, un fatturato a 300 milioni e 80 nuove assunzioni - il Gruppo Autostar ha già predisposto investimenti in strutture e tecnologie pari a 2 milioni di euro. Il progetto più ambizioso è sicuramente quello di

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realizzare entro fine anno il nuovo Digital Hub, uno spazio innovativo e avveniristico dove sorgeranno uffici dotati delle ultime novità tecnologiche (mobili cablati, proiezioni immersive, monitor stretch con screen split, e così via), che rappresenta un ulteriore passo avanti nel processo di digitalizzazione dell’azienda. Sempre sotto l’aspetto dell’organizzazione del lavoro, il Gruppo Autostar introdurrà la formula dello smart working, una soluzione dal duplice obiettivo: aumentare la qualità reale e percepita del lavoro dei propri collaboratori e garantire al cliente un servizio ancora più presente, anche al di fuori dei normali orari di lavoro. In poche parole, lavorare anche da casa. Il Gruppo Autostar, fondato a Udine nel 1981, è uno dei principali operatori italiani nel settore automotive per volume d’affari, espansione territoriale e investimenti. Grazie alla visione imprenditoriale di Arrigo Bonutto, basata sull’impiego di importanti risorse in formazione e innovazione, il Gruppo ha vissuto una crescita e uno sviluppo costanti nel tempo, registrando nel 2017 un fatturato di 261 mln di Euro e una crescita di oltre il 17%. Oggi l’azienda friulana, che può contare su oltre 340 collaboratori altamente formati e specializzati, è punto di riferimento in Friuli Venezia Giulia e in Veneto Orientale per i marchi Mercedes-Benz, AMG, Smart, BMW, BMW i, MINI, BMW Motorrad e Maserati, dove è presente con dieci sedi situate a Udine, Pordenone, Trieste, Portogruaro (Ve) e Susegana (TV). Grazie al reparto di vendita e assistenza online, il Gruppo Autostar è punto di riferimento nella vendita di veicoli usati anche nel resto d’Italia. C.S.


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mix mix mix mix mix mix mix mix mix mix Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio a Venezia con la nostra chef stellata Antonia Klugmann, Ambassador del “saper fare italiano” La sapienza manuale della chef stellata Antonia Klugmann, giudice dell’ultima edizione di Masterchef e proprietaria del ristorante “L’approdo” di Dolegna del Collio, ha incontrato il SUV più veloce al mondo della sua categoria durante un a serata esclusiva in una tra le location più prestigiose di Venezia: la Scuola grande di Santa Maria della Misericordia. Venezia è stata scelta per il quarto e ultimo, straordinario, appuntamento dedicato alla presentazione del progetto Ambassador di Alfa Romeo “A chi ci mette le mani”, il modo attraverso il quale Alfa Romeo celebra l’eccellenza del “saper fare italiano”. Protagonista del progetto è il primo SUV della storia del brand, nonché il più veloce al mondo della sua categoria: Alfa Romeo Stelvio Quadrifoglio, l’esempio della capacità di saper produrre bellezza e innovazione attraverso la manualità, il gusto stilistico, il senso pratico e l’eccezionalità delle competenze tecniche. Il tutto 100% Made in Italy in termini di produzione, design, tecnica, meccanica e prestazioni. Proprio seguendo il criterio dell’eccellenza, Alfa Romeo ha scelto i suoi quattro Ambassador, espressioni di maestria che hanno fatto della “sapienza manuale” il proprio punto di forza, accompagnati sempre dal loro indiscutibile talento. Prima della chef stellata Antonia Klugmann, i protagonisti delle

prime 3 tappe sono stati infatti Gianluca Isaia, presidente e AD dell’omonima azienda di abbigliamento maschile di lusso; Andrea Zorzi, pallavolista italiano due volte campione del mondo e Giorgio Moroder, il padre della disco-music. Dopo l’appuntamento di Napoli, la seconda tappa a Firenze e la terza a Milano, Venezia ha visto la partecipazione di oltre 300 appassionati Alfa Romeo (tra i quali il nostro direttore Claudio Soranzo), accorsi su invito personale in una location unica. Gli spazi della Scuola grande di Santa Maria della Misericordia sono infatti un luogo esclusivo dove il brand del Biscione ha scelto di far vivere una vera e propria esperienza Alfa Romeo. L’eleganza degli spazi e la storicità della location si sposano infatti perfettamente con il brand che fa del Made In Italy il suo punto di forza e di orgoglio. Antonia Klugmann, che abbiamo già visto premiata con il “Falcetto d’oro” alla festa del ringraziamento di San Martino, sempre a Dolegna, ha condiviso le sue esperienze culinarie e di vita con Gianluca Italia, Head of business center Italy e con i numerosi invitati, autografando al termine il suo libro “Di cuore e di coraggio”- La mia storia, la mia cucina, edito da Giunti. Quindi tutti ad ammirare il capolavoro del Biscione, di un bellissimo rosso fiammante, esposto nel parterre.


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IL MASSAGGIO SVEDESE

Contrariamente a quanto possa lasciar intendere il nome, il massaggio svedese non viene dalla Svezia, e non è nemmeno stato inventato da un abitante del paese scandinavo. Questo fraintendimento deriva dal fatto che il primo estensore di questo massaggio, tale Pehr Henrik Ling nato sì in Svezia nel 1776, personaggio istrionico che pare professasse anche l’attività di medico, fu chiamato dal re di Svezia per rimettere in forma le proprie truppe dopo il fallimento di un’operazione militare. Il metodo era incentrato sui benefici di specifici movimenti fisici, di origine orientale, e il rapporto tra operatore e ricevente non era molto fisico. Fu invece un medico e massaggiatore danese, Johan George Mezger a essere indicato come il vero padre del massaggio svedese. Egli, documentandosi sulle diverse tecniche di massaggio, notò delle somiglianze fra quelle descritte da Ling decenni prima e alcune pratiche da lui stesso utilizzate. Fu così che Mezger volle definire questo insieme di tecniche con in nome di massaggio svedese. Attenzione però che nella quotidianità il massaggio svedese non esiste, e questo tipo di trattamento viene praticato con la denominazione di massaggio classico. Il massaggio svedese comprende un insieme di tecniche di base e si rifà a sei movimenti classici: Sfioramento, con movimenti lunghi ed ampi che vanno a sfiorare progressivamente la superficie di più zone del corpo; Frizione, si tratta di movimenti circolatori decisi e vigorosi il cui scopo è quello di riscaldare l’area da trattare; Impastamento, che consiste nella manipolazione dei muscoli attraverso movimenti molto simili a quelli che si compiono per impastare il pane;

Tamburellamento, che prevede picchiettamenti e percussioni che servono a dare energia alla parte del corpo trattata; Vibrazione, consistente nel rapido scuotimento e vibrazione dei muscoli; Trazione, dove il massaggiatore letteralmente tira gli arti e talvolta anche la testa del cliente, in una sorta di stretching passivo che permette l’allungamento della muscolatura. Il massaggio svedese è un trattamento considerato sicuro per le persone di tutte le età, anche se viene sconsigliato a chi sta attraversando la fase acuta di una malattia o presenta particolari patologie croniche.


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