Edizione 242 Spoiler OnLine

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Editoriale di Claudio Soranzo

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riprendiamo, dopo la pausa invernale con i motori in letargo, ammirando una nuova bellissima monoposto della Ferrari, la SF90, vale a dire Scuderia Ferrari 90° anniversario. E oltre che bella sembra anche veloce e competitiva. Con un Sebastian Vettel alle prese con un giovane emergente come compagno di squadra, quel Charles Leclerc che, sostituendo Kimi Raikkonen, sembra dare nuova linfa al team. Un team rinnovato anche nella gestione, che aspetta solo di ottenere buoni risultati già da subito, per avere quello sprone necessario a ritornare in testa alla classifica in Formula 1 ( cosa non difficile), ma soprattutto starci (cosa più diffficile). E’ ora comunque di finirla con campionati mediocri, bisogna arrivare in alto e concludere sul primo gradino del podio, perchè sono tanti, anzi troppi, gli anni a secco. Un anno, il 2019, da concludere vittoriosi: basta partenze fasulle, basta autoscontri, basta marcamenti: giù il pedale e via, accelerare con passione e rabbia, ma sempre con la testa sulle spalle. I primi test a Barcellona sono positivi, anche se non possono ancora fornire l’esatta indicazione sulla bontà del nuovo progetto. Solo le gare daranno l’esatta dimensione dei traguardi raggiunti dai tecnici di Maranello, con tanto di avversari in pista a scannarsi per prevalere. Ma i tifosi della “rossa” sono oltremodo fiduciosi, sentono proprio dentro che quest’anno sarà quello buono, quello del ritorno in vetta per la conquista finale dei trofei più ambiti. Non ci resta altro quindi che attendere lo start a Melbourne, in Australia, il 17 marzo per poter ammirare gli sprint, le curve e i sorpassi del duo Vettel-Leclerc. Solo così il popolo ferrarista ritornerà a far sventolare sempre più in alto il rosso vessillo tanto amato. Dalle nostre parti si inizia con le premiazioni del campionato automobilistico regionale 2018, che ha visto vincitore nella classifica assoluta il navigatore Denis Piceno, precedendo di un nonnulla Rino Muradore, mentre i trofei di specialità sono stati assegnati a Federico Borrett nella Velocità, a Michele Buiatti nei Rally e alla Scuderia ACU Friuli di Udine fra i team.

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sommario Scuderia Ferrari Club Monfalcone 13 Appuntamenti 2019

Formula 1 6 Calendario 10 Ritorno rosso 12 Difficile e impegnativo

SPOILER Periodico di automobilismo Anno XXXVI Numero 242 Marzo 2019

14 Stile orientale 18 Un mix riuscito 20 Emozioni e spettacolo

FVG 15 Tempo libero 16 Per un buon bicchiere

Stampa LA TIPOGRAFIA di Manià Roberta via Arrigo Boito, 26 34074 Monfalcone (Go) Tel. 0481 285390

25 Tutto da vedere

22 FVG racing 2019 24 Formula Drivers 2019

Produzione 26 Autoplanet 28 Kia Sportage

DIRETTORE RESPONSABILE Claudio Soranzo REDAZIONE: Flavio De Crignis

Rubriche 8 Opinione tecnica

Pubblicazione registrata presso il tribunale di Gorizia al n.153 del 22.3.84

COLLABORATORI: Germano Danielis Valerio De Crignis Fabio Pauluzzo

Spedizione in abbonamento postale Pubblicità inferiore al 50% Aut. Dir. Prov. P.T. Gorizia

20 Mondo auto 30 Star bene

Redazione ed inserzioni: tel. 320 5672055 Corrispondenza/Testi: redazione@spoileronline.it Redazione: Via 1° Maggio, 112 - Monfalcone (GO)

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IL CALENDARIO DEL

MONDIALE 2019 17 marzo

GRAN PREMIO D’AUSTRALIA - MELBOURNE ALBERT PARK

9 giugno

ore 20.10

23 giugno

ore 15.10

30 giugno

ore 15.10

14 luglio

ore 15.10

28 luglio

ore 15.10

4 agosto

ore 15.10

GRAN PREMIO DEL CANADA – MONTREAL GILLES VILLENEUVE

GRAN PREMIO DI FRANCIA - LE CASTELLET ore 7.10 GRAN PREMIO D’AUSTRIA - SPIELBERG-ZELTWEG

31 marzo

GRAN PREMIO DEL BARHEIN - SAKHIR INTERNATIONAL

ore 17.10 GRAN PREMIO DI GRAN BRETAGNA - SILVERSTONE

14 aprile

GRAN PREMIO DI CINA SHANGAI INTERNATIONAL

ore 8.10 GRAN PREMIO DI GERMANIA - HOCKENHEIM

28 aprile

GRAN PREMIO DELL’AZERBAIGIAN - BAKU INTERNATIONAL

ore 14.10 GRAN PREMIO D’UNGHERIA - HUNGARORING

12 maggio

GRAN PREMIO DI SPAGNA - CATALUNYA-MONTMELO’

ore 15.10

1 settembre

GRAN PREMIO DEL BELGIO - SPA FRANCORCHAMPS

26 maggio

GRAN PREMIO DI MONACO - MONTECARLO

ore 15.10

8 settembre

GRAN PREMIO D’ITALIA - MONZA AUTODROMO NAZIONALE

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22 settembre

GRAN PREMIO DI SINGAPORE - MARINA BAY INT.

29 settembre

GRAN PREMIO DI RUSSIA - SOCHI INTERNATIONAL

13 ottobre

GRAN PREMIO DEL GIAPPONE - SUZUKA

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27 ottobre

GRAN PREMIO DEGLI STATI UNITI - AUSTIN

3 novembre

GRAN PREMIO DEL MESSICO - MEXICO CITY HERMANOS RODRIGUEZ

17 novembre

GRAN PREMIO DEL BRASILE - CARLOS PACE

GRADISCA D’ISONZO (GO) - Via Udine, 58 - SS 13 Tel. 0481 99616

ore 15.10

1 dicembre

GRAN PREMIO DI ABU DHABI - YAS MARINA

ore 14.10

ore 14.10

ore 13.10

ore 7.10

ore 20.10

ore 20.10

ore 18.10

ore 14.10


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L’opinione

tecnica:

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Nei test pre-campionato la Ferrari impressiona i team rivali per i quali

a cura di Fabio Pauluzzo

La paura fa SF90 Parola d’ordine: ottimismo disincantato. Difficile per i tifosi della rossa non entusiasmarsi per le prestazioni e l’affidabilità palesati dalla nuova creatura di Maranello durante i primi test di Barcellona, ma troppe volte nel passato – anche recente – il vantaggio tecnico invernale si è poi sciolto come la neve sotto il solleone estivo. Sicuramente si può affermare che la Ferrari ha svolto un eccellente lavoro di adattamento ai nuovi regolamenti dell’ottima monoposto 2018, ma guai sottovalutare la forza e la reattività del team Mercedes,

il cui vero potenziale non è stato svelato nei test ma ovviamente rimane il rivale più temibile delle rosse per la conquista dei titoli 2019. In tema di modifiche al regolamento tecnico, l’unica novità significativa di quest’anno riguarda l’aerodinamica e, in particolare, l’ala anteriore. La FIA è intervenuta pesantemente su questo componente, limitandone il numero di flap e allargandolo allo scopo di favorire i sorpassi e aumentare lo spettacolo. Negli ultimi anni la complessità e l’importanza dell’ala anteriore è cresciuta

enormemente generando due problemi principali alla vettura inseguitrice. Il primo è l’immediata perdita di carico aerodinamico (si stima attorno al 30%) non appena il distacco dalla monoposto che precede scende sotto i 1,5-2”, con conseguente sottosterzo e usura precoce degli pneumatici anteriori: con la semplificazione dell’ala anteriore la FIA spera di aver introdotto una perdita di carico costante per tutti, limitando al 10% l’ulteriore differenza di carico a sfavore dell’inseguitore. L’altro problema, che potrebbe essere definito

“Baffi” sottili o all’insù? Interpretazioni diametralmente opposte per le nuove ali anteriori. Mercedes e Red Bull (a destra) hanno applicato alla lettera il nuovo regolamento incanalando il flusso d’aria all’interno delle ruote anteriori. Viceversa Ferrari (a sinistra), Alfa Romeo e Toro Rosso, hanno optato per una interpretazione regolare al 100% ma molto più aggressiva, riducendo al minimo la sezione terminale dei flap in modo da indirizzare all’esterno delle ruote buona parte del flusso che investe frontalmente l’ala.

Passo leggermente allungato, prese d’aria di dimensioni ancor più ridotte per ridurre la resistenza aerodinamica, fiancate e cofano motore molto snelli per la SF90, che rispetto alla SF71H rinuncia anche ai soffiaggi negli specchietti retrovisori. Sotto la “pelle” altre novità molto interessanti come l’adozione di una sospensione posteriore dotata di elementi idraulici per migliorare la gestione delle variazioni di assetto tra curve e rettilinei. “effetto spazzaneve”, riguarda il flusso d’aria turbolenta che investiva la vettura in fase di sorpasso: grazie a flap multipli, profili e paratie molto arcuati ora vietati - le moderne F1 spingevano buona parte del flusso d’aria all’esterno degli pneumatici generando una forte resistenza aerodinamica sulla monoposto inseguitrice, non appena questa usciva dalla scia. Vedremo se la FIA sarà riuscita nel suo intento o se, ancora una volta, prevarrà l’estro degli ingegneri dei vari team che spesso trovano il modo di aggirare le regole, vanificandone in parte lo scopo per il quale sono state introdotte. Tra le altre novità 2019, oltre all’ala posteriore leggermente più alta (per bilanciare le modifiche a quella anteriore) e con DRS maggiorato, vale la pena citare l’aumento di 5 kg della capienza del serbatoio di carburante, voluto per evitare che in alcuni GP, particolarmente impegnativi dal punto di vista dei consumi, si rivedano piloti costretti ad alzare il piede in rettilineo o ad adottare mappature motore meno spinte per riuscire a completare la gara con i 105kg di benzina finora ammessi dal regolamento. In occasione della presentazione

delle nuove vetture, il direttore tecnico Mercedes ha dichiarato che la neonata W10 non necessita del serbatoio più grande grazie alla maggiore efficienza della nuova power unit tedesca. Questo dato – se confermato – stupisce un po’ poiché si riteneva che a Brixworth fossero principalmente a caccia di cavalli per colmare il gap di potenza, sia pur non elevato, che l’anno scorso Mercedes pagava rispetto al V6 Ferrari. Chi invece pare aver fatto un bel salto di potenza sono Renault e Honda, le cui power unit hanno mostrato buone prestazioni nei test invernali. L’unità giapponese pare aver migliorato considerevolmente anche l’affidabilità rispetto ai disastrosi esordi delle stagio-

ni precedenti. I progressi della power unit Honda basteranno alla Red Bull per essere della partita e giocarsi il campionato con le duellanti Ferrari e Mercedes? Sarà difficile che ci riescano al primo anno, ma la collaborazione tra i determinatissimi giapponesi e il plurititolato team austriaco sembra essere molto efficace e la sensazione è quella di trovarsi all’alba di una nuova era, ovvero nei prossimi anni la Red Bull Honda di Verstappen potrebbe diventare un ulteriore e temibilissimo contendente al titolo. Un motivo in più perché la Scuderia Ferrari dia il massimo per riportare a Maranello i mondiali piloti e costruttori già nel 2019! Aerodinamica molto sofisticata, al solito, per la Mercedes. Il team anglo-tedesco ha lavorato in modo certosino ottenendo una W10 alleggerita rispetto alla vettura 2018, dalla quale eredita anche un retrotreno molto complesso. Quest’ultimo pare sia ancora in fase di messa a punto per perseguire una sorta di effetto sterzante delle ruote posteriori, nei limiti di quanto consentito dal regolamento.


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Si parte dall’Albert Park di Melbourne per una stagione che speriamo porti a un:

a cura di Flavio De Crignis

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Ritorno

ROSSO

L’inedita coppia Vettel-Leclerc per andare all’attacco della Fortezza Mercedes

L’Albert Park è un tracciato impegnativo che comunque ha una sua peculiarità: fa capire subito quali monosposto saranno competitive nel corso della stagione, non è poco Solo la Mercedes ed il team Haas hanno confermato i piloti della passata stagione, tutti gli altri hanno cambiato almeno un driver e nel caso della McLaren, della Toro Rosso e della Williams il cambiamento è stato totale. Parte dunque la caccia alla Mercedes

con una Ferrari che dopo aver avvicendato Arrivabene con Mattia Binotto si affida alla nuova coppia Vettel-Leclerc che assieme alla Red Bull dovrebbe rappresentare l’opposizione primaria allo strapotere delle germaniche Frecce d’Argento.

Ricciardo è approdato alla Renault e con il team transalpino potrebbe avere un ruolo di autorevole outsider se non sarà costretto a subire i tanti ritiri del 2018. Con Antonio Giovinazzi torna finalmente in pianta stabile un pilota italiano in

Raikkonen, Vettel ed Hamilton sono gli unici piloti in attività ad aver vinto all’Albert Park

Formula 1 che con Kimi Raikkonen formerà l’ossatura dell’ex team Sauber per la corrente stagione. Da seguire il rientrante Robert Kubica un pilota sulle di cui qualità non ci sono dubbi, ma che potrebbe scontare la lunga assenza al volante delle monoposto della massima categoria. Tre sono i debuttanti che si presenteranno al via sul tracciato dell’Albert Park e più precisamente Lando Norris con la McLaren, George Russel con la Williams ed il thailandese Alexander Albon con la Toro Rosso. Albon riporterà al via un pilota del paese asiatico dopo l’esperienza del principe Bira che negli anni cinquanta gareggiò con la Gordini e la Con Giovinazzi il bianco-rosso e verde torna stabilmente nel novero del mondiale. L’ultimo italiano a disputare un intero campionato è stato Jarno Trulli nel 2011

Maserati, cogliendo con quest’ultima otto punti iridati complessivamente. Il via dunque sul tracciato dell’Albert Park di Melbourne, tracciato misto/ veloce lungo 5303 metri che per il Gran Premio sarà ripetuto per 57 giri. Michael Schumacher resta il più vittorioso su questo tracciato con quattro vittorie seguito da Button e Vettel con tre. Tra le scuderie la più vincente è la Mc Laren con undici davanti alla Ferrari con nove. Per i motori il Mercedes è a quota undici affermazioni davanti al Ferrari con nove. Le pole position vedono in testa Hamilton con sette, mentre Raikkonen comanda per i giri veloci con sei. Infine ricordiamo che in ben diciotto volte (su ventitrè edizioni) un pilota salito sul podio dell’Albert Park ha poi vinto il titolo mondiale a fine stagione.

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Shakir-Bahrein, secondo appuntamento della stagione su di un tracciato:

a cura di Valerio De Crignis

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Difficile

e impegnativo

Questo Gran Premio è in calendario dal 2004 e si è sempre disputato sul tracciato del Sahkir International Circuit, tracciato situato a circa 30 chilometri a sud ovest dalla capitale Manama. Un tracciato quello su cui si disputa il Gran Premio del Bahrein, piuttosto impegnativo dove bisogna prestare attenzione anche al vento ed alla sabbia e dove bisogna avere una monoposto il più possibile bilanciata per i 5412 metri su cui si sviluppa l’impianto. Alla partenza segue un rettilineo che porta alla prima curva del tracciato dove si arriva ad una velocità di attorno ai 330kmh e dove nel breve lasso di 160 metri bisogna perdere circa 230 kmh per percorrere la prima virata a circa 100kmh. Nell’ambito del mondiale è il terzo spazio di decelerazione dopo il tornante di Shangai e la prima variante di Monza, questo a sottolineare quale sia l’impegno che devono affrontare i piloti. La correlazione con la seconda curva (a sinistra) mette in evidenza la gestione del freno motore e richiede una traiettoria buona per l’uscita e l’ingresso nel rettifilo che porta alla curva tre (a destra) che introduce al lungo rettilineo che arriva (a 310kmh circa) alla quattro, curva ad

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angolo da cui si esce a circa 90kmh e dopo la quale termina il primo settore. Il secondo settore inizia con una sequenza di curve sinistra-destra-sinistra che si affrontano ad una velocità di circa 180kmh cui fa seguito un tornantino che si percorre in prima e introduce ad un tratto in discesa verso la curva nove e la più impegnativa dieci la quale impone una frenata secca che riduce la velocità fino ai 60kmh. Segue un

altro rettilineoche impone alla successiva curva undici una decelerazione dai 310kmh ai 110kmh ca. Superata la curva dodici si entra nel terzo settore del circuito, settore che inizia con la regolare curva tredici introduttiva al lungo rettifilo al termine del quale seguono le importanti curve quattordici e quindici, la cui percorrenza è importante in quanto conducono al rettilineo del traguardo.

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Siamo in piena programmazione degli

appuntamenti 2019

Anche per quest’anno il nostro obbiettivo è quello di offrire agli associati la possibilità di poter disporre dei momenti di ricreazione motoristica in stile “rampante”.

Contiamo di poter effettuare la tradizionale gita agli stabilimenti Ferrari di Maranello nel corso della primavera (in un periodo diverso dunque da quello degli ultimi anni). Per quanto concerne gli appuntamenti con gli owner, confermarmiamo due giornate, una ad inizio giugno nella zona dei Colli Orientali, del Collio e di Strassoldo ed una alla fine di giugno in Carnia. In questo caso saremo più precisi una volta avute le necessarie conferme. Per l’autunno è nostra intenzione

attuare una gita in Slovenia per visitare le ex miniere di mercurio di Idria, escursione da abbinare con una visita alla Capitale della vicina repubblica, Lubiana. A chiusura dell’attività sociale, rimane,

come sempre la cena di fine anno prevista per l’ultimo sabato del mese di novembre.

Aderite a informazioni presso la sede sociale del Club - Pizzeria Al Giardino, via I Maggio 112 a Monfalcone - il martedì sera dalle 20.30 alle 21.30


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Shanghai-Cina. Le gare combattute non mancano in questo Gran Premio, lo spettacolo è spesso assicurato in una gara che ha sempre uno

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Stile

TEMPO LIBERO

in Friuli Venezia Giulia

orientale

Nel 2015 Rosberg vinse con un distacco di solo 0”714 su Hamilton A Shangai troviamo un impianto moderno dove i sorpassi si possono effettuare in piena sicurezza, dove alcune curve impongono frenate piuttosto decise mentre altre permettono una percorrenza piuttosto veloce. Il circuito venne realizzato nel 2003 in una ex zona paludosa nei pressi della metropoli cinese, fatto che richiese l’uso di polistirene per la realizzazione

delle fondamenta dell’impianto che, fu inaugurato nel 2004 e da allora è sempre stato inserito nel calendario iridato. Il tracciato misura 5451 metri che per il Gran Premio vengono ripetuti per 56 giri. Nelle quindici edizioni fin qui disputate non sono mancate gare molto combattute e spattacolari, vediamo un dettaglio. Le edizioni del 2004, del 2006 e

del 2015 hanno visto un arrivo dei primi tre compresi nello spazio di tre secondi, mentre lo scarto minimo tra il vincitore ed il secondo classificato spetta all’edizione del 2015 quando Hamilton precedette Rosberg di 0.714 secondi. Il minor distacco tra primo e terzo classificato risale alla prima edizione quando il vincitore Barrichello precedette Button (secondo) di 1”035 e Raikkonen (terzo) di 1”469 edizione che ancor oggi registra il distacco più corto tra il secondo ed il terzo classificato 0”434. Il maggior distacco tra il vincitore ed il secondo classificato è quello dell’edizione 2016 quando Rosberg rifilò a Vettel 37”776. Sempre in questa edizione anche il maggior distacco tra il primo

UDINE 20 marzo: al Palamostre alle 20.00 per la 97° Stagione degli Amici della Musica ORCHESTRA FILARMONICA VENETA.

Barrichello con la Ferrari vinse la prima edizione del GP di Cina nel 2004 ed il terzo(Kvyat) di ben 45”936. A Shangai sono saliti sul podio complessivamente 16 piloti di nove differenti nazioni, mentre la Scuderia che ha conquistato più piazzamenti nei primi tre è la Ferrari con dodici.

11 aprile: al Teatro Nuovo Giovanni da Udine alle 21.00 ROBERTO VECCHIONI L’INFINITO TOUR

22 marzo: al Politeama Rossetti alle 21.00 GLEN MILLER ORCHESTRA 1 aprile: al Politeama Rossetti JETHRO TULL 50th ANNIVERSARY TOUR

TARVISIO 17 marzo: al Palazzetto dello sport INTERREGIONAL CLIMBING CUP TARVISIO/FUSINE 17 marzo: al rifugio Zacchi FESTA DELLA BIRRA

2 aprile: al PalaRubini: CLAUDIO BAGLIONI – CENTRO TOUR 12 aprile: al Politeama Rossetti GORAN BREGOVIC-THREE LETTERS FROM SARAIEVO TRAMONTI DI SOPRA 24 marzo: FESTA DEL SOLE

TRIESTE 21 marzo: al Politeama Rossetti alle 21.00 LE QUATTRO STAGIONI

TRAMONTI DI SOTTO 14 aprile: THREE LAKES TRAIL PALMANOVA 23 marzo:

Sebastian ha vinto a Shanghai nel 2009 con la Red Bull

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TEMPO LIBERO

in Friuli Venezia Giulia

al Teatro Gustavo Modena alle 18,00 – 6° EDIZIONE MUSIC EDUCATION

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Per un buon bicchiere Una gita a Camino al Tagliamento, per un bianco super biologico.

30 marzo: al Teatro Gustavo Modena alle 20.45 LA LIZARD BAND RACCONTA IL ROCK 8 aprile: in borgo Aquileia MERCATINO CIVIDALE 26 marzo: al TEATRO RISTORI alle 21.00 BEATLES CIVIDALE-PALMANOVA-AQUILEIA 31 marzo: 7° UNESCO CITIES MARATHON BORDANO 7 aprile: 5° TRAIL DELLE FARFALLE

Alla scoperta di Ethos, un blend con i fiocchi dell’azienda Forchir.

È ERTO 19 aprile: Sacra Rappresentazione del VENERDI SANTO SACILE 28 aprile: SACELLUM mercatino MONFALCONE 30 aprile: al Teatro Comunale alle 21.00 URI CANE TRIO LIGNANO 18 maggio: alle 17.00 da piazza Marcello d’Olivo a Pineta- lignano sunset half marathon GRADO 19 maggio: FISH NIC enogastronomia con partenza alle 10.30 da porto Mandracchio.

un blend di Tocai Friulano (varietà Soreli e Fleurtai) e Sauvignon (varietà Kretos, Nepis e Rytos), il nuovo vino appena uscito dalle cantine Forchir di Camino al Tagliamento. L’abbiamo scoperto durante una nostra recente visita a Gianfranco Bianchini che, assieme alla figlia maggiore Giulia, conduce un’azienda 5 Stelle Super in provincia di Udine. Il new entry di cantina Forchir ha un bel nome greco, si chiama Ethos (da etica) e rappresenta un prototipo del vino del futuro. Perchè esce da viti resistenti alle malattie (frutto di anni di incroci tra i nostri vitigni e quelli americani) e quindi che non necessitano di trattamenti, fino a essere

considerati superiori al vino biologico. Una bellissima sorpresa, quella di assaggiare tra i primi un prodotto di eccellenza, vinificato con pressatura soffice in assenza di solfiti aggiunti, dal bel colore paglierino con riflessi verdolini, profumi fruttati di mela e pera e un gusto sapido e freschissimo. Il grappolo è composto da bellissime bacche bianche che regalano un vino minerale (grazie anche ai terreni sassosi di Rivalon di Ponte, in comune di Codroipo), che si accompagna con piatti a base di pesce e crostacei, oppure a pietanze vegetariane e vegane, per una scelta ancora più… etica. Tra gli abbinamenti consigliati l’Ethos va a nozze con le tartare di

di Claudio Soranzo tonno, di scampi e il falafel di ceci con maionese di avocado. Insomma un vino tutto da scoprire, per il quale vale benissimo una gita nei dintorni di Codroipo per assaporare questo nettare della natura che Gianfranco Bianchini e i suoi figli stanno producendo dopo anni di duro lavoro nei campi e in cantina. A proposito di cantina, nel giugno scorso è stata inaugurata quella nuova, un’opera architettonica e funzionale da far invidia ai più importanti vignaioli del mondo. Una costruzione totalmente ecosostenibile, ampliata e implementata per soddisfare tutte le esigenze operative e gestionali dell’azienda Forchir, una delle prime realtà friulane nel campo della viticultura, sorta nel lontano 1904 grazie alla nobile casata che porta tuttora il suo nome. La società agricola conta su una superficie vitata di oltre 243 ettari al centro della denominazione Friuli Grave, divisi in tre differenti zone: Camino al Tagliamento, Spilimbergo e Precenicco, che permette all’azienda di ottimizzare il concetto di “Terroir”, lo splendido

rapporto tra vitigno, clima e terreno, che non può venire riprodotto altrove, in condizioni pedologiche e climatiche favorevoli, affinchè i vitigni possano esprimere tutto il loro potenziale. Da rilevare che Forchir esporta in almeno 24 Paesi del mondo, un notevole vanto per il made in Italy e il Friuli Venezia Giulia. Da qualche anno in azienda sono passati alle cosiddette “viti resistenti”, studiate appunto - assieme all’Università di Udine e ai Vivai cooperativi di Rauscedeo - per resistere a ogni tipo di problemi. Con l’ultima vendemmia sono stati vinificati i primi Sauvignon e Friulano da vitigni resistenti alle malattie. La sostenibilità ambientale, in particolare nella coltivazione della vite, è diventata ormai un’esigenza imprescindibile. L’azienda di Bianchini è stata tra le prime in Italia a intuire e concretizzare questo nuovo modo di produrre il vino. La modernissima cantina di vinificazione Forchir è “Carbon free”, autoproducendo energia rinnovabile ricavandola dal sole - con un impianto fotovoltaico da 150 Kw - e dalla terra (tramite un impianto geotermico) e ha emissioni inquinanti pari a zero; è dotata di presse soffici, controllo automatico delle temperature, vinificazione in assenza di anidride solforosa, impianto di imbottigliamento in ambiente sterile, con produzione di 3.000 bottiglie all’ora, termocondizionato per un’ottimale conservazione del prodotto. I vini prodotti sono (tra le bollicine) il Joy extra brut, la Ribolla Gialla Brut, il Prosecco Doc extradry e il Moscato Rosa spumante dolce. Tra i bianchi classici lo Chardonnay, il Pinot

grigio, il Sauvignon, il Friulano e il Traminer; tra i rossi classici Cabernet Sauvignon, Merlot e Refosco dal peduncolo rosso; tra i Cru Refoscone, Maraveis, Pinot noir e Ribolla gialla. La produzione annua è di circa 1.300.000 bottiglie, ricavate da 18mila ettolitri di vino, derivati dalla raccolta di 23mila quintali d’uva, con una resa quindi di circa 100 quintali per ettaro di vigna. Insomma, non vi serve altro ora che segnarvi Camino al Tagliamento come prossima meta, per degustare dei prodotti veramente al top. Cin-cin!

FORCHIR di Bianchini G. & C. S.S.A. Località Casali Bianchini n.2 Camino al Tagliamento (Ud) Tel. 0432.821525


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Baku-Azerbaijan: una bella città con un circuito che possiede tutti i tipi di insidie

a cura di Flavio De Crignis

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Un mix

riuscito

Baku, capitale dell’Azerbajan è una bella città di oltre due milioni di abitanti che dal 2016 ospita la Formula 1, prima come Gran Premio d’Europa e dal 2017 con la titolazione nazionale. Il tracciato è lungo 6003 metri (è il più lungo del mondiale dopo Spa) e si sviluppa parte nella città nuova e la rimanete in quella vecchia. Nel corso di una recente visita al paese caucasico facendo tappa a Baku ho voluto ripercorrere le strade che formano il circuito di Formula 1 e per fare ciò ho appositamente cercato un taxi

Torre della Vergine di Baku

datato, ma del tutto speciale e cioè una Lada Zighulì. Ricordiamo che la Lada Zighulì altro non è se non la Fiat 124 degli anni sessanta del secolo scorso che per decenni è stata prodotta negli stabilimenti di Toljattigrad in Unione Sovietica prima e Russia poi. Si parte nella parte moderna della città con un rettilineo di ben 2200 metri e particolarità le prime sette curve sono tutte ad angolo di 90 gradi dettaglio questo unico nei tracciati di Formula 1. Le successive curve otto nove e dieci

impostano l’anello che circonda la città vecchia ed il cui fondo stradale, proprio per permettere la disputa del Gran Premio è stato trasformato con la stesura di asfalto in luogo dei cubetti di pietra che formavano l’acciotolato. La zona della Città Vecchia è molto impegnativa, non fosse altro che per la limitata larghezza del fondo stradale che in alcuni punti non supera i sette metri. In questa parte del tracciato la curva più difficile è la quindici poichè si trova al termine di una discesa che impone una decisa frenata.

Flame Towers di Baku

La mitica Lada Zhiguli (ex Fiat 124) prodotta in Unione Sovietica prima ed in Russia poi, circola ancora per le strade di Baku assieme ad un parco auto sempre più moderno La prima pompa di petrolio non dista più di 5 km dal centro di Baku

La Rossa è ancora alla ricerca della prima vittoria a Baku Nel complesso il tracciato rappresenta una diversità rispetto alla media degli altri circuiti, vuoi perchè parte del percorso si trova sotto il livello del mare, vuoi perchè unisce lo storico al moderno, vuoi perchè abbina il lento al molto veloce, vuoi per altr particolarità come quella di avere i pozzi di petrolio a

meno di cinque chilometri tutto a Baku sembra un pò speciale. Tra le particolarità che si innalzano nei pressi del tracciato troviamo la Torre della Vergine, un edificio alto circa trenta metri con mura spesse cinque e le Flames Towers, tre imponenti edifici a forma di fiamma in onore al nome

del paese (Azerbaijan in lingua azera significa infatti Terra del Fuoco)Ricordiamo infine che la gara si disputa sulla distanza di 51 giri, che si corre in senso antiorario e che la Ferrari non ha ancora vinto su questo tracciato dove si sono imposti Rosberg, Ricciardo ed Hamilton.

Rosberg, Ricciardo ed Hamilton sono i tre piloti che sono saliti sul gradino più alto del podio a Baku

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IL PROGETTISTA a cura di Germano Danielis

FIAT 128 COUPE’ BERTONE Al Salone dell’Automobile di Torino del 1969 Bertone presentò questo prototipo prendendo spunto dall’omonimo modello lanciato dalla Fiat solo qualche mese prima. La vettura conservava una linea di cintura bassa, con ampie finestrature laterali, due grandi portiere che facilitavano l’accesso al divano posteriore, e una carrozzeria allungata il più possibile per fornire il massimo sfruttabile per l’abitabilità. La vera novità era il frontale, con un inedito cofano anteriore molto corto e spiovente che si raccordava con il parabrezza quasi in un’unica linea. Per esaltare la vocazione famigliare di questa spaziosa coupé, nel bagagliaio era stato integrato un carrellino pieghevole ed estraibile per la spesa.

VOLKSWAGEN W 12 SYNCRO Sul finire del secolo appena trascorso la Volkswagen era diventata uno dei maggiori colossi mondiali dell’auto, grazie al numero crescente di vendite e all’acquisizione di marchi prestigiosi che non avevano saputo innovarsi nel prorompente mercato globale. La dirigenza della Casa di Wolfsburg decise che era giunta l’ora di proporre qualcosa di veramente sbalorditivo, e lo fece non a caso al Salone dell’Auto di Tokio nel 1997, palcoscenico di casa dei giapponesi, che puntualmente presentavano i loro modelli futuristici. L’oggetto del desiderio era la W12 Syncro, una supercar spinta da un poderoso motore centrale da 420 cv, carrozzata dalla Italdesign di Giugiaro con una veste sportiva ed elegante al tempo stesso. Nonostante fosse perfettamente funzionante la W12 Syncro rimase un prototipo, ma questa esperienza diventò la base di partenza per molti altri modelli del gruppo VW.

SHIRO NAKAMURA

Fin da bambino Shiro Nakamura dimostrò la sua inclinazione al disegno: già a cinque anni disegnava treni e automobili, e a nove anni cominciò a leggere riviste di design automobilistico. Terminata la scuola dell’obbligo, il giovanissimo Shiro aveva le idee chiare sul suo futuro, ma all’epoca in Giappone non vi erano scuole di design automobilistico. I suoi anni al liceo e quelli di università non lo avevano soddisfatto. Si era nei primi anni settanta e Shiro stava cominciando a pensare che forse aveva sbagliato strada ma nel 1974 arrivò una chiamata dalla Isuzu. Alla Isuzu Nakamura trascorse un primo periodo durato fino alla fine degli anni ‘70, poi seguì una lunga parentesi negli Stati Uniti, dove nel 1981 si laureò in Design dei Trasporti a Pasadena, e proseguì approdando alla General Motors. Nel 1989 Nakamura tornò alla Isuzu, per una nuova collaborazione protrattasi per 10 anni. In questo periodo diede origine ad alcuni piccoli capolavori di stile, come la 4200R , una concept car sportiva del 1989, e alla Como, una sorta di pulmino prodotto in serie a partire

dal 1991. Alla Isuzu Nakamura firmò la linea di quella che viene tutt’oggi definita come una delle più riuscite SUV di sempre, ossia la VehiCross. Nel 1999 la francese Renault assume il controllo della giapponese Nissan, e Nakamura viene assunto come direttore del design per dare nuovo lustro alla gamma della Casa giapponese da tempo priva di particolare appeal. Qui verranno partoriti da Nakamura altri gioielli di stile, come la sportiva Nissan 350Z.

AUTOBIANCHI STELLINA Presentata al Salone di Torino del 1963 la Stellina adotta la meccanica della 600D, motore posteriore di 767 cc per una potenza di 29 cv, freni a tamburo e sospensioni a ruote indipendenti. La vettura era una piccola spider a due posti, con una carrozzeria monoblocco in fiberglass, fari anteriori carenati che si raccordavano con il profilo dei parafanghi e coda spiovente. La produzione della Stellina venne avviata ma trovò molta diffidenza nel pubblico italiano per l’allora ardita soluzione tecnica della carrozzeria in fibra di vetro, e per un prezzo piuttosto elevato. La produzione si fermò a soli 502 esemplari così, pur non essendo rimasta a livello di prototipo, la Stellina è oggi introvabile ed è di gran lunga la più rara ed esclusiva Autobianchi.


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Appuntamenti da corsa in regione

FVG racing 2019 Velocità in montagna 2 giugno: 50° VERZEGNIS SELLA CHIANZUTAN 6 ottobre: 42° CIVIDALE CASTELMONTE

Rally 11-12 maggio: 33° RALLY PIANCAVALLO 13-14 luglio: 6° RALLY VALLI DELLA CARNIA 30-31 agosto: 55° RALLY DEL FRIULI VENEZIA GIULIA

STORICHE-REGOLARITà 11-12 maggio:

RALLY STORICO PIANCAVALLO

30 31 agosto:

ALPI ORIENTALI HISTORIC

6-7 aprile:

TRIESTE OPICINA HISTORIC

27-28 aprile:

COLLI GORIZIANI HISTORIC

31 maggio-1-2 giugno: MITTEL EUROPEAN RACE- TS Cross country 20-21-22-23 giugno: ITALIAN BAJA 15-16-17 novembre: ITALIAN BAJA D’AUTUNNO

Catalunya-Barcellona Tracciato moderno con ogni sorta di difficoltà offre spesso

Emozioni

e spettacolo Montmelò è un tracciato situato nei pressi di Barcellona. Il circuito è lungo 4655 metri e, per il Gran Premio viene ripetuto per 66 giri. Quest’ anno al via mancherà l’idolo locale, nonchè unico pilota spagnolo ad aver vinto un Gran Premio (alla fine saranno 32)nonchè il titolo iridato (nel 2005 e 2006) e siamo certi che per gli sportivi locali, la mancanza non sarà di poco conto. Tra le altre curiosità della sua lunga e gloriosa carriera va ricordato il fatto che Fernando ha vinto al Montmelò nel 2006 con la Renault e nel 2013 il 12 maggio con la Ferrari in quello che sarà la sua ultima vittoria in Formula 1. Il Catalunya è inserito nel calendario del mondiale dal 1991, una continuità conservata con costanza con edizioni tenutesi principalmente nel mese di maggio, ma anche con puntate in apri-

le e giugno questo dopo che la prima edizione si tenne in settembre. In queste edizioni non sono mancate le curiosità, vediamole insieme. Delle ventotto edizioni sin qui disputate al Catalunya, tre si sono concluse con un distacco tra il primo ed il secondo inferiore al secondo, e, questo va ricordato è accaduto nell’ultimo decennio. Nel 2011, Sebastian Vettel con la Red Bull precedette la Vettel ha McLaren di Lewis Hamilton Red Bull di 0”638, mentre tre anni dopo, nella stagione 2014 fu Hamilton a precedere il compagno di scuderia, Nico Rosberg di 0”636.

Verstappen, Maldonato e Damon Hill sono ad oggi i piloti che hanno colto la loro prima affermazione in Formula 1 vincendo al Catalunya

vinto a Barcellona solo nel 2011 con la Due stagioni più tardi sepre Hamilton e Rosberg furono protagonisti di una clamorosa collisione nel corso del primo giro fatto che determinò spazi di protagonismo per altri piloti. A vincere alla fine fu il giovane olandese Max Verstappen che qui colse la prima vittoria in carriera. Verstappen precedette sul traguardo il ferrarista Raikkonen di soli 0”616. In queste ventotto edizioni ci sono stati altri tre arrivi contenuti nello spazio di cinque secondi ed altri sei compresi in un distacco di dieci. L’edizione che invece ha registrato il distacco più grande tra primo e secondo è quella del 1995 quando il vincitore , Michael Schumacher con la Benetton, precedette il compagno di scuderia Johnny Herbert di 51”988. Sempre Schumacher rimane il pilota più vincente a <montmelò con sei affermazioni, seguono Hakkinen e Hamilton con tre, mentre tra le scuderie primeggia la Ferrari con otto seguita dalla Williams con sei.


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Formula DRIVERS Bilancio di fine anno

Monaco-Montecarlo. Per la prima volta al volante della rossa c’è un pilota locale

TUTTO da vedere

i conti tornano Ivan Ghermi

Marco Mazzoni

APPUNTAMENTI FORMULA DRIVERS TROFEO FRIULI 2019 DRIVER ASFALTO 7 aprile CONCORDIA SAGITTARIA (VE) 5 maggio RONDE (PN) 26 maggio STARANZANO (GO) 9 giugno SAN VITO AL TAGLIAMENTO (PN) 8 settembre MANIAGO (PN) 14 settembre AZZANO DECIMO (PN) 29 settembre SLALOM (PN) 6 ottobre PRATA DI PORDENONE 20 ottobre AVIANO

da sinistra: Paolo Milotti, Cesare Bezzi, Ivan Ghermi e Riccardo Benco

22-23 20-21 24-25 12-13

Appuntamenti per il campionato croato Formula Driver giugno BUZET (Pinguente) luglio UČKA (Montemaggiore) agosto OGULIN ottobre LIMSKI CANAL (Canal di Leme)

Franco Fabbri

Da stabilire la data ed il luogo per il trofeo Friuli Day e le premiazioni del Trofeo Friuli.

Andrea Gaetani

Daniele Zambon

C’è sicuramente molta attesa nel Principato per vedere Leclerc al volante della rossa I giri da compiere sono 78 su di un tracciato che può vantare tutte le insidie che un pilota può apettarsi di trovare al volante di una monoposto. Montecarlo è lungo 3337 metri ed è uno dei pochi circuiti che al debutto della Formula 1 (1950) era compreso nel calendario del primo Campionato del Mondo. Dallo scorso anno un pilota locale è rientrato nel Circus del mondiale, si tratta del giovane Charles Leclerc che quest’anno è passato alla Ferrari assieme a Sebastian Vettel. Vediamo come si è comportato il monegasco durante la sua prima stagione in Formula 1. Partiamo con le prestazioni in prova dove Charles dopo un inizio di apprendistato è entrato sempre di più nelle logiche, migliorando significativamente le sue prestazioni. La miglior performance in assoluto consiste in due settimi posti in griglia ottenuti prima a Sochi e poi ad Interlagos, va ricordato anche che Leclerc per ben otto volte è riuscito ad approdare alla Q3 al volante di una Sauber che era una discreta monoposto non certamente a livello di un top team. In gara il giovane monegasco ha dato spesso il meglio di se.

Si è ritirato in cinque Gran Premi, due per noie meccaniche, due per uscita di pista e solo una per collisione con un altro pilota, in questo caso Fernando Alonso sul tracciato di Spa. Il miglior recupero di posizioni lo ha segnato al Gran Premio dell’Azerbaijan quando dopo esser partito quattordicesimo riuscì a fine gara a cogliere un otti-

mo sesto posto, piazzamento che rimarrà per lui il miglior risultato stagionale. Complessivamente Leclerc nel corso del Campionato in ben undici gare ha migliorato il piazzamento di partenza, in tre ha conservato la posizione che aveva al via, in due ha peggiorato la sua performance e nelle rimanenti si è ritirato come già ricordato.

Sebastian a Montecarlo nel 2011 e nel 2017 andando sul podio, è arrivato secondo nel 2010, nel 2013 e nel 2015 e non è mai arrivato terzo e si è ritirato nel 2009 e nel 2014.


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SUZUKI VITARA

SKODA

SCALA

autoplanet

dall’album di casa SKODA

Skoda 130RS (1975)

dall’album di casa SUZUKI

Lunga 4,36 metri va a sostituire la Rapid Spaceback. La Scala ripropone lo stile di successo proposto da Skoda con linee tese ed accattivanti. Per la scelta dei motori saranno disponibili un tre cilindri benzina da 1000cc da 95 o 116cv, un quattro cilindri 1500cc da 150cv ed un diesel 1600 TDI da 116cv.

MAZDA SERIE 3

Mazda conferma con la nuova generazione della serie 3 il grintoso family feeling già in essere in diversi modelli della casa. Cinque porte con forte intonazione al coupè con motori a benzina skyactive-G- 1500-2000dall’album di casa MAZDA 2500cc, diesel skyactiveD-1800 oltre ad una novità a benzina, lo skyactiv-X.

Arriverà verso fine anno e sarà prodotta negli Stati Uniti. Disporrà di due sistemi Ibrid plug: il T8 ed il T6 entrambi abbinati alla trazione integrale e saranno disponibili motori 4 cilindri Turbo T5 e T6.

VOLVO S60

Mazda 3 (1978)

Suzuki Vitara (1995)

La Mondeo Hybrid è dotata di una doppia alimentazione elettrica/benzina che viene alternato tra l’una e l’altra, oppure le utilizza entrambe per ottimizzare il funzionamento. Grazie ad un’attenta progettazione al bagagliaio per la collocazione delle batterie si è garantito un pianale piatto ed una praticità d’uso estremamente interessanti per una vettura di questo tipo. dall’album di casa FORD

FORD MONDEO hybrid

Ford Mondeo (1992)

PEUGEOT

Una bella interpretazione in chiave elettrica per il famoso coupè 504 della Casa del Leone. Per la concept è stato utilizzato un motore totalmente elettrico della potenza complessiva di 462cv. dall’album di casa PEUGEOT

dall’album di casa VOLVO

Volvo S60 (2000)

Aggiornamenti al frontale ed al posteriore rendono la Vitara 2019 più grintosa ed accattivante. Novità anche per gli interni e per la strumentazione, mentre per i motori sono ora disponibili dei benzina turbocompressi da 1000cc di 112cv e da 1400cc da 140cv, Tre gli allestimenti disponibili: Cool, Top, Starview.

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Peugeot 504 coupè (1970)


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di Claudio Soranzo

Kia Sportage: nuovo sistema Mild-Hybrid diesel 48 volt

La Kia non smette mai di stupire. Dopo il lancio di Stinger, il coupè sportivo che tanto piace agli automobilisti italiani, la nota Casa coreana ha posto in vendita la nuova Sportage, il suo modello più rappresentivo e apprezzato in tutta Europa. Nuovo design, tecnologie inedite e, per la prima volta, il nuovo sistema MildHybrid diesel a 48 Volt. La Sportage, best seller Kia nel Vecchio Continente, ritorna nell’edizione di fine 2018 aggiornato nel design, interno ed esterno, e arricchito con nuove tecnologie che migliorano sicurezza e infotainment. In primo piano però il nuovo sistema Mild-Hybrid diesel 48 volt, al debutto proprio su Sportage. Le novità continuano con una gamma di nuovi propulsori più efficienti e già conformi ai futuri standard sulle emissioni. Gli aggiornamenti della gamma Sportage

interessano anche i modelli GT Line. Il nuovo sistema Mild-Hybrid EcoDynamics+ 48V è solo il primo tassello del percorso verso la progressiva elettrificazione della gamma e, con l’introduzione di questa teconologia, Kia diventa il primo produttore a offrire sul mercato una gamma ibrida, Plug-in ibrida, Mild-Hybrid ed elettrica. Entro i prossimi 7 anni saranno ben 16 i nuovi modelli Kia “eco-compatibili”: 5 ibridi, 5 ibridi Plug-in e altrettanti elettrici. A cui si aggiungerà, il prossimo anno, un nuovo veicolo Fuel-Cell. Si tratta di un sistema composto da una batteria a 48 Volt, uno starter/ generator e un convertitore DC/DC (MHSG), in grado di fornire coppia in modalità motore, mentre trasforma l’energia cinetica in potenza elettrica, quando lavora in modalità generatore.

In accelerazione fornisce fino a 12 kW di potenza elettrica, riducendo così il carico del motore diesel e le vibrazioni in partenza, oltre a consumi ed emissioni. Il sistema inoltre recupera energia cinetica durante la decelerazione, la frenata e la marcia a velocità costante, mentre nelle normali fasi di marcia fornisce potenza al motore termico, utilizzando l’energia accumulata precedentemente. Un sistema controllato da una sofisticata centralina elettronica (ECU), che monitora costantemente lo stile di guida regolando i flussi di energia in funzione del livello di carica della batteria, con l’obiettivo di fornire sempre il massimo livello di efficienza. Grazie alla nuova funzione “Moving Stop & Start”, se la batteria del sistema Mild-Hybrid ha un livello di carica sufficiente il motore diesel si spegne

automaticamente durante le decelerazioni, o in fase di frenata, provvedendo poi a riavviare il motore appena si preme di nuovo l’acceleratore. Il nuovo propulsore EcoDynamics+ 2.0 CRDi è abbinato alla trazione integrale e a una trasmissione automatica a 8 rapporti. Con una potenza di 185 CV e 400 Nm di coppia, le emissioni di CO2 del nuovo propulsore sono pari a 174/185 g/km (dati min/max combinati secondo i test WLTP). Abbiamo provato per strade e tangenziali di Milano e del suo hinterland proprio questa nuova soluzione, ricavandone una maggiore piacevolezza

di guida, minori vibrazioni e un comfort di bordo d’alto livello. Un sistema che prenderà sicuramente piede per l’ulteriore economicità d’esercizio e per le inferiori emissioni inquinanti, grazie anche ai filtri SCR (Selective Catalytic Reduction), in grado di abbattere notevolmente le emissioni di NOx e particolato. Sempre sul versante dei motori diesel, che in Italia rappresentano la scelta privilegiata, l’1.7 CRDi è stato sostituito dall’1.6 CRDi “U3”, più pulito ed efficiente, disponibile da 115 o 136 CV, con emissioni nominali davvero inferiori. E’ disponibile nella versione a trazione anteriore con cambio manuale a 6 rapporti e per la prima volta, per la versione più potente da 136 CV, anche con la trazione integrale AWD

e l’apprezzata trasmissione Kia DCT a doppia frizione e 7 marce. La gamma a benzina rimane invariata, seppur ottimizzata e con emissioni ridotte, con il classico 1.6 GDI che eroga 132 CV e 161 Nm di coppia massima e comprende il più prestazionale 1.6 T-GDI (Turbo Gasoline Direct Injection), ottimale equilibrio fra economicità e brillantezza di guida. Grazie ai suoi 177 CV, alla coppia di 265 Nm disponibile da 1.500 a 4.500 giri/min e al turbocompressore con valvola wastegate a controllo elettronico, questo motore offre eccellenti caratteristiche di efficienza e prontezza di risposta. Il piacere di guida è ai vertici della categoria, in quanto ad agilità e tenuta di strada, superiori a ogni aspettativa. Da non dimenticare infine i classici 7 anni di garanzia che contraddistingue tutti i prodotti Kia.. Claudio Soranzo


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ORTHO-BIONOMY L’insegnante canadese di judo Arthur Pauls era uso accompagnare i suoi allievi infortunati da un osteopata per dei trattamenti. Incuriosito dalla tecnica manuale terapeutica fu spinto dallo stesso osteopata a frequentare dei corsi, e fu così che nacque la sua nuova passione. A partire dalla fine degli anni ‘70 lavorò molto come osteopata, ma la sua mente cercava sempre di migliorare qualsiasi cosa facesse, finché fondò un suo metodo che chiamò Ortho-Bionomy (NB: e ne registrò il marchio). Diversamente da altre metodologie di trattamenti con questa tecnica si ha una notevole semplificazione delle manovre, eseguite senza generare dolore o disagio alla persona trattata. Inoltre, oltre all’ascolto che si avvicina al modo di interagire del Metodo Cranio Sacrale, Arthur Pauls ha trovato il modo di sviluppare una sensibilità verso il campo aurico, detto anche il campo elettromagnetico di noi esseri viventi, in cui si possono percepire certe emozioni e stati d’animo legati alle problematiche fisiche. Nella seduta di Ortho-Bionomy le manovre sono molto dolci, più di ascolto che di manipolazione vera e propria, l’efficacia quindi è molto legata alla qualità dell’operatore quando, soprattutto nella parte finale del trattamento, cerca di affinare la sensibilità nei confronti del livello del campo aurico delle persone, per entrare in contatto con gli effetti che l’emotività e il pensiero hanno sul corpo fisico ed energetico.

Alla fine del trattamento, l’operatore suggerisce una serie di esercizi di mobilizzazione delle colonna vertebrale e delle articolazioni, con lo scopo di fissare i benefici del trattamento. Nella sua concezione più pura quindi, Ortho-Bionomy è anche il tentativo di unire l’azione pragmatica del mondo occidentale con lo stato di introspezione tipico delle culture orientali.

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