FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO
25 ANNI DI CONTINUITÀ
Mostra promossa da
Consiglio di Amministrazione Massimo Toscani (presidente) Roberto Rovero (vicepresidente vicario) Ileana Maestroni (vicepresidente) Cesare Betti Giovanni Calza Alberto Dosi Franco Egalini Carlo Ghisoni Giorgio Milani
A cura di Tiziana Libè, Stefania Rebecchi Progetto espositivo e allestimento Pentagono Allestimento Musei, Bologna Immagini Paolo Bellardo, Prospero Cravedi, Riccardo Cordera, Roberto Dassoni, Mauro Del Papa, Carlo Pagani, Daniele Signaroldi, Archivio Croce Ha collaborato lo staff della Fondazione Roberta Bellocchio, Alessandra Capolicchio, Elena Chiodaroli, Giorgia Gottardi Si ringraziano Nicoletta Bracchi e Telelibertà , Eugenio Gazzola
FONDAZIONE DI PIACENZA E VIGEVANO
25 ANNI DI CONTINUITÀ
30.09.2017 - 31.10.2017 Spazio Mostre di Palazzo Rota Pisaroni, Piacenza
I nostri venticinque anni di continuità partono dal 1991, la nascita delle Fondazioni, e arrivano all’esercizio 2016 che abbiamo approvato quest’anno. La missione del nostro ente è rimasta immutata, contemplando due scopi fondamentali: perseguire l’utilità sociale e lo sviluppo economico del territorio. Lo scenario odierno, segnato dalla costante regressione degli interventi pubblici anche in settori cruciali, ha visto le fondazioni bancarie maturare progressivamente le proprie responsabilità e potenzialità. Oggi il profilo strategico e operativo del nostro ente è sempre più distante dall’originaria figura di semplice “ente di beneficenza”. Il presente, e ancor di più il futuro, ci impongono un ruolo sempre più nevralgico in termini di progettualità e catalizzazione di risorse finalizzate al pubblico interesse. I venticinque anni dalla nascita li abbiamo celebrati in tempi recenti - si era nel 2016 - insieme alla città, offrendo due eventi all’insegna del teatro e della poesia ospitati alla Galleria d’arte moderna Ricci Oddi e in Piazza Cavalli. Da un punto di vista operativo, il 2017 segna invece il quarto di secolo dall’avvio della fase progettuale vera e propria, nonché dall’apertura del nostro Auditorium, la cui attività è ancora oggi il biglietto da visita delle azioni culturali di questo ente. A questa doppia ricorrenza, per ripercorrere la nostra storia dagli albori ad oggi, dedichiamo una mostra che promette di dar conto alla città – poiché sono i cittadini i nostri interlocutori privilegiati – di quanto è stato fatto fino ad ora. Tanto ancora ci attende. Massimo Toscani Presidente Fondazione di Piacenza e Vigevano 5
6
Le Fondazioni Bancarie
Sono enti con scopi e finalità sociali da realizzarsi promuovendo l’equilibrato sviluppo socio economico del territorio nel quale operano, mediante progetti organici nei settori di intervento.
Le Fondazioni di origine bancaria sono soggetti non profit, privati e autonomi, che perseguono esclusivamente scopi di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico. Dispongono di ingenti patrimoni, che investono in attività diversificate, prudenti e fruttifere. Dagli utili derivanti dalla buona gestione di questi investimenti traggono le risorse per soste-
Non sono banche: hanno come direttiva primaria la conservazione del patrimonio. Le banche invece perseguono finalità economiche, intermediando il risparmio e offrendo credito e prodotti finanziari.
nere attività d’interesse collettivo, in particolar modo nei settori della ricerca scientifica, dell’istruzione, dell’arte, della cultura, della conservazione e valorizzazione dei beni ambientali e paesaggistici, dell’assistenza alle categorie sociali deboli e in tutti quei settori, fra quelli ammessi dalla legge, che ciascuna Fondazione ritenga di prevedere nel proprio statuto.
Non fanno beneficenza: i redditi delle Fondazioni vengono destinati al miglioramento e alla crescita socio economica del territorio, con particolare riferimento alle infrastrutture, ma anche per un rinnovato impulso dell’economia. Un’attività ben diversa dalla beneficenza.
Le origini Le Fondazioni sono nate all’inizio degli anni Novanta con la cosiddetta legge Amato (n. 218 del 30 luglio 1990), che portò alla privatizzazione delle Casse di Risparmio e delle Banche del Monte. Queste erano enti creditizi con una forte connotazione solidaristica, sorti per lo più agli inizi dell’Ottocento. La legge Amato portò alla separazione dell’attività creditizia da quella filantropica. La prima fu scorporata e attribuita alle Casse di Risparmio Spa e alle Banche del Monte Spa, ormai società profit, commerciali private, disciplinate dal Codice Civile e dalle norme in materia bancaria e finanziaria analogamente alle altre banche. Le attività finalizzate allo sviluppo sociale, culturale, civile ed economi7
In Italia vi sono in tutto 88 fondazioni bancarie. Di queste, 19 si trovano in Emilia Romagna, regione con il più alto numero di fondazioni bancarie. Secondo la suddivisione geografica Acri, nel Nord Est sono 30 (2 Trentino Alto Adige, 3 Friuli Venezia Giulia, 6 Veneto, 19 Emilia Romagna); nel Nord Ovest 17 (2 Lombardia, 12 Piemonte, 3 Liguria); al Centro sono 30 (Toscana 11, Marche 8, Umbria 6, Lazio 5); nell’area Sud e Isole sono 11 (Abruzzo 4, Puglia 2, Campania 2, Calabria 1, Sicilia 1, Sardegna 1) In valori assoluti, le erogazioni delle fondazioni italiane nel 2016 sono state di 1030,7 milioni di euro pari a oltre 20.000 interventi
co rimasero invece proprie delle Fondazioni, a cui inizialmente fu data anche la proprietà di tutte le azioni in cui era stato ripartito il patrimonio delle neonate società bancarie: proprietà che è stata significativamente ridotta negli anni fino a scendere sotto la quota di controllo per la maggior parte delle Fondazioni. In base alla storia delle rispettive Casse, alcune sono di natura istituzionale (le Casse originarie erano nate con il contributo di enti e di organizzazioni della società civile) ed altre di natura associativa (le Casse originarie erano sorte come società anonima e con conferimenti patrimoniali di privati cittadini). Oggi la differenza fra le due consiste esclusivamente nel fatto che le associative conservano tuttora l’Assemblea dei Soci quale assise degli originari fondatori. Per entrambe, gli organi di governo sono: l’Organo di Indirizzo, quello di Amministrazione e quello di Controllo. Le Fondazioni di origine bancaria sono diverse per origine, dimensione e operatività territoriale. Il loro ruolo è promuovere lo sviluppo dei territori su cui insistono e sono radicate, ma anche dell’intero Paese. È un ruolo che si esprime a due livelli: come enti erogatori di risorse filantropiche al non profit e agli enti locali, e come importanti investitori istituzionali. In qualità di “donors”, ogni anno le Fondazioni di origine bancaria nel loro insieme devolvono in erogazioni filantropiche circa un miliardo di euro e i beneficiari delle erogazioni sono sempre soggetti che perseguono finalità non lucrative di pubblico interesse: dunque sono soggetti privati non profit o istituzioni pubbliche. Le Fondazioni non possono fare donazioni alle imprese e al profit in generale. I rendimenti del patrimonio investito sono la risorsa primaria attraverso cui le Fondazioni realizzano la propria missione: con essi infatti si alimentano le “erogazioni”, cioè i contributi a fondo perduto concessi a operatori pubblici o privati senza fini di lucro per la realizzazione di attività di pubblico interesse, ovvero le iniziative e i progetti di utilità sociale ideati 8
e gestiti direttamente dalla Fondazione (i cosiddetti “progetti propri”). Entrambe le modalità di intervento, riconducibili ai modelli codificati nell’esperienza delle fondazioni anglosassoni rispettivamente come granting e operating, sono generalmente presenti nell’agire delle Fondazioni, in una combinazione che varia in funzione delle strategie di ciascun ente. Il modello granting è stato di gran lunga dominante nella fase iniziale di sviluppo del sistema delle Fondazioni, ma con il passare degli anni la realizzazione di progetti propri, tipica del modello operating, ha progressivamente accresciuto il suo peso, determinando la configurazione odierna del modello “tipico” di intervento delle Fondazioni caratterizzato da un mix integrato dei due approcci. Un modello plasmato sui bisogni espressi del territorio e disegnato flessibilmente in relazione agli obiettivi da conseguire. Le Fondazioni si propongono quindi sul territorio in modo sempre più proattivo, interpretandone esigenze e aspettative sulla base del loro storico radicamento nella comunità e di competenze multidisciplinari derivanti dalla plurale composizione degli organi e da pratiche di ascolto attento dei principali attori locali. La sintesi dei bisogni rilevati dalle molteplici fonti sopra richiamate conduce alla definizione di strategie di intervento finalizzate alla creazione di valore per la comunità e fortemente orientate all’innovazione. Il perseguimento di tali strategie da parte delle Fondazioni è reso più incisivo da alcuni “vantaggi competitivi”, rispetto all’azione del soggetto pubblico, di cui esse possono beneficiare in virtù della loro natura privatistica: il poter operare in una proiezione di lungo periodo svincolata da logiche di ricerca del consenso “a breve”, l’adozione di processi decisionali più snelli e rapidi, la possibilità di sostenere, pur entro limiti ragionevoli, maggiori rischi di insuccesso degli interventi (a tutto vantaggio delle iniziative di carattere sperimentale). Nel solco di questa “vena” innovativa e sperimentale le Fondazioni hanno negli ultimi anni attivato, grazie anche alla 9
Il Protocollo MEF-ACRI Per dare sistematicità alle migliori pratiche già sperimentate e pienezza di attuazione allo spirito delle norme che le regolano, nonché per rafforzare la difesa della propria autonomia rispetto ai poteri politici ed economici, nell’aprile 2012 le Fondazioni di origine bancaria si sono date una sorta di codice di riferimento volontario, ma vincolante: la Carta delle Fondazioni. Tale carta ha posto le basi per un processo di autoriforma il cui passaggio fondamentale è stato la firma, il 22 aprile 2015, di un Protocollo d’intesa fra l’Acri e il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che è l’autorità di vigilanza sulle Fondazioni di origine bancaria. Esso impegna le Fondazioni a modificare i loro statuti secondo i contenuti del Protocollo stesso, intesi a rafforzare la diversificazione degli investimenti, valorizzare la trasparenza delle erogazioni, disciplinare in termini più stringenti la governance.
rimozione di un vincolo normativo inizialmente esistente, un ulteriore e complementare strumento per il raggiungimento delle proprie finalità: l’impiego di quote del patrimonio, non più in forma mediata attraverso l’utilizzo dei rendimenti, ma in operazioni di investimento direttamente correlate alla missione (i cosiddetti Mission Related Investment). Si tratta di investimenti nei quali l’obiettivo tipico dell’adeguata remunerazione del capitale, entro gradi di rischio coerenti con la natura di investitore istituzionale, si coniuga con la finalità di sostenere e promuovere realtà economiche dedicate alla realizzazione di scopi riconducibili a fini di utilità sociale e di promozione dello sviluppo economico. Pur se ancora in quota limitata delle risorse finanziarie investite, anche in ragione dei vincoli che comunque permangono di adeguata redditività e tutela del capitale, questa linea di intervento ha raccolto una crescente attenzione da parte delle Fondazioni, che hanno colto in essa un elevato potenziale strategico e un’opportunità di ulteriore valorizzazione del proprio ruolo istituzionale. Le Fondazioni concentrano i propri interventi, in un’ottica di complementarietà con le pubbliche amministrazioni, in settori cruciali per il benessere delle comunità quali i servizi alle categorie sociali svantaggiate, la ricerca scientifica, la cultura, l’istruzione, l’arte, la sanità, la conservazione e valorizzazione dei beni ambientali e paesaggistici, e, in generale i settori che identificano nell’accezione inglese welfare state. Nel corso degli anni, specie negli ultimi caratterizzati dall’arretramento della presenza pubblica nel contesto sociale ed economico, le Fondazioni hanno maturato una crescente consapevolezza delle proprie potenzialità operative, distaccandosi dall’originario profilo di meri “enti di beneficenza” per assumere un ruolo ben più nevralgico nelle comunità di riferimento, con funzioni di propulsione e innovazione delle progettualità territoriali,
Il presidente Acri Giuseppe Guzzetti ospite a Palazzo Rota Pisaroni
di catalizzazione di risorse e creazione di sistemi locali di rete. 10
La Fondazione di Piacenza e Vigevano
La Fondazione di Piacenza e Vigevano rappresenta la continuazione storica della Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano. Formalmente è stata istituita il 24 dicembre 1991 in seguito al processo di ristrutturazione del sistema creditizio italiano dettato dalla legge AmatoCarli e finalizzato ad avviare un ampio processo di razionalizzazione e di privatizzazione. Le Fondazioni nate da questo processo avevano come missione istituzionale quella di proseguire nell’attività filantropica di beneficenza svolta fino ad allora dalle Casse. Tra il 1998 e il 1999 ha completato il processo di separazione dalla Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano, poi diventata Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza e infine Gruppo Intesa: ciò ha permesso alla Fondazione, grazie ai proventi derivanti dall’operazione, di entrare a far parte delle fondazioni medio grandi italiane. La Fondazione di Piacenza e Vigevano ha natura istituzionale. Palazzo Rota Pisaroni, sede della Fondazione
La sede della Fondazione La sede operativa della Fondazione di Piacenza e Vigevano si trova in via Sant’Eufemia 13, nei locali interamente restaurati dello storico Palazzo Rota Pisaroni, una delle dimore patrizie più importanti della città per pregi artistici e storici. Un’epigrafe in latino posta sotto il balcone centrale di Palazzo Rota Pisaroni rimanda a futura memoria chi ne commissionò la costruzione: la frase tradotta rammenta che “Giuseppe Rota costruì dalle 11
12
fondamenta questa dimora, l’abbellì e la finì anche nei minimi particolari nel 1762”. Il Palazzo divenne famoso intorno al 1830, data del suo acquisto da parte della famosa cantante piacentina Rosmunda Benedetta Pisaroni che lo trasformò, oltre che nella sua residenza, nel “salotto buono” di Piacenza. La facciata esterna è ornata da cornici marcapiano e caratterizzata da fini stucchi che circoscrivono le finestre. Dall’ingresso, in granito rosa, si intravvede il cancello in ferro battuto, finemente realizzato e databile al 1760 circa. La facciata interna si caratterizza da un porticato a cinque archi. La scala, ad opera di Domenico Cervini, si snoda entro un portichetto che chiude a sinistra il cortile dando accesso direttamente al piano nobile. Quest’ultimo si compone di sette locali, dei quali due finemente decorati a stucco e gli altri ornati da belle medaglie nel soffitto affrescate da Luigi Mussi (Piacenza, 1694-1771). Nell’alto salone La caduta di Fetonte domina il soffitto entro una bella quadratura di Antonio Alessandri. Una ventina di dipinti ad olio ornano il salone entro cornici barocche inserite su tre ordini nelle pareti. Di questi, otto sono i grandi dipinti, molto pregevoli, raffiguranti le nature morte di fiori, frutti e animali opera di Margherita Caffi, attiva a Piacenza tra il 1670 e il 1680. Tra gli altri quadri, tutti di figura, La Primavera, L’Estate, L’Autunno e L’Inverno di Ludovico Trasi; le donne famose dell’antichità di Giovanni ed Antonio Rubini ovvero Erodiade con la testa del Battista, Giuditta con la testa di Oloferne, Sofonisba, Lucrezia e Cleopatra. Attribuiti ai Rubini, padre e figlio, anche i tre grandi dipinti La storia di Ciro, La giustizia di Salomone e Ester regina, in seguito Il cancello d’ingresso di Palazzo Rota Pisaroni e una veduta del cortile A fianco, il Salone d’onore
ampiamente rimaneggiati da Giuseppe Manzoni. Negli altri ambienti spiccano gli affreschi del Mussi. Nell’anticamera del salone L’allegoria del giorno mostra un efebo fra il crepuscolo (luna) e l’aurora (il sole). In una terza medaglia Mussi affrescò Le quattro stagioni: la primavera in un volo di putti, l’estate con falce e spighe, l’autunno rappresentato da Bacco e l’Inverno simboleggiato da un anziano. Vi sono 13
Oltre a Palazzo Rota Pisaroni, gli immobili di proprietà immobiliare della Fondazione sono: - il Complesso di Santa Margherita con annesso Auditorium (Via S. Eufemia, Piacenza) - il Complesso di Santa Chiara (Stradone Farnese, Piacenza) - ex Palazzo Enel (via Santa Franca, Piacenza) - il Complesso ex Gesuiti (via Gioia, Piacenza) - il Centro Scout di Spettine (Bettola) - la Casa vacanze di Vigo di Fassa (Trento) - Capannoni e Area annessa in via I Maggio (Piacenza)
poi altre medaglie entro cornici di stucco: L’Oblivione d’amore raffigura un giovane dormiente circondato da figure alate; La gloria dell’intelletto mostra un giovane (allegoria forse dell’Intelletto), accompagnato verso l’alto da una figura alata, mentre un’altra lo incorona e una terza (forse allegoria della Gloria) regge la sfera armillare e alcune corone. Il patrimonio immobiliare della Fondazione La Fondazione pone un’attenzione particolare al proprio patrimonio immobiliare e alla sua valorizzazione, mediante un’attività mirata di gestione e manutenzione. Senza tralasciare uno studio attento che, partendo dalle esigenze ancora inevase del territorio, possa individuare nuove possibili acquisizioni ad hoc. Gli investimenti in ambito immobiliare ricoprono infatti un ruolo importante, per via della loro duplice valenza: in termini di patrimonio rappresentano un valore consistente di ricchezza; in termini di ricaduta positiva sul territorio, si pongono come risorsa importante per l’offerta delle iniziative artistiche, culturali, educative e sociali che ospitano. Ne è un esempio la progettualità legata al futuro del Complesso di Santa Chiara: una volta recuperato, consentirà un decisivo sviluppo delle attività del Conservatorio musicale cittadino (grazie alla creazione di un Collegio per gli studenti) e delle associazioni culturali del territorio che potranno trovarvi sede. È già stato ampiamente sperimentato, con iniziative già realizzate e altre in cantiere, l’impulso a favore delle arti contemporanee fornito dall’ex Palazzo Enel. Grazie alla sua parziale agibilità alcune porzioni dell’edificio hanno fatto da cornice ad importanti eventi teatrali ed artistici, facendone un luogo ben inserito e apprezzato nei circuiti culturali cittadini, nell’ottica di integrare l’offerta di cultura con il segmento con-
La facciata della Chiesa di Santa Margherita, sede dell’Auditorium
temporaneo e ponendo questo luogo come elemento di raccordo tra le esperienze e i linguaggi molteplici con cui le arti interpretano il presente 14
Progetto di sistemazione di Santa Chiara
La Chiesa dei Gesuiti (ora Teatro Gioia)
Palazzo Ex Enel
Il Centro scout di Spettine
La Casa vacanze di Vigo di Fassa
L’area di via I Maggio a Piacenza
15
e ipotizzano il futuro. Un ruolo che troverà un ulteriore consolidamento una volta terminato il progressivo recupero ed adeguamento del Palazzo. Tale ruolo culturale svolto a favore del territorio si innesta e amplia l’attività svolta attraverso i tanti eventi a Palazzo Rota Pisaroni e al Complesso di Santa Margherita, con annesso Auditorium. Facendo leva sul principio dell’etica e del valore sociale che determinano gli investimenti immobiliari della Fondazione, si segnalano inoltre le attività svolte al Centro Scout di Spettine, alla Casa vacanze di Vigo di Fassa (concessa in comodato d’uso per attività ricreative) e al Complesso di via Melchiorre Gioia che comprende una chiesa in via Gioia (ora Teatro Gioia) ed un convento (trasformato nel moderno edificio a servizio di Pur non essendo una proprietà immobiliare della Fondazione, va ricordata a Vigevano la presenza dell’Auditorium San Dionigi. Struttura gemella a quella piacentina, è ospitata all’interno della Chiesa di San Dionigi, a partire dal 2009, anno in cui la conclusione di restauri (durati alcuni anni) ha permesso di rendere nuovamente fruibile l’edificio alla cittadinanza come sede di concerti, convegni, mostre ed incontri letterari. La chiesa, che è di proprietà della Diocesi di Vigevano, è utilizzata in comodato d’uso dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano che si è fatta carico dei lavori per il suo recupero. Oggi non più adibita a luogo di culto, fa da splendida cornice alle manifestazioni, conservando al suo interno opere preziose tra cui il gruppo ligneo del ‘Compianto sul Cristo Morto’ del primo ‘500, e la maestosa Pala di Gian Battista Crespi, detto il Cerano, del ‘600, raffigurante il martirio di San Dionigi, posta sulla parete di fondo a sovrastare l’altare centrale.
attività sociali) che si affaccia in via Gregorio X. E in questa direzione - coniugare l’investimento immobiliare con gli aspetti sociali - va l’acquisizione più recente, legata al progetto di Mercato Solidale che consentirà l’apertura di un uno spaccio - alimentare e non - a disposizione delle fasce di reddito più basso. Una struttura votata al recupero delle persone che si potrà realizzare grazie all’investimento della Fondazione, ovvero all’acquisto di un’area di 8mila metri quadrati a Piacenza, in via Primo Maggio, con annessi capannoni. L’immobile, terminati gli interventi di adeguamento strutturale, sarà concesso in locazione (ad un canone contenuto) all’associazione che gestirà il servizio.
16
L’attività istituzionale e i settori di intervento
Dal 1991 al 2016 (consideranto anche l’accantonamento per il Volontariato legge 266/91) la Fondazione ha erogato oltre 147 milioni di euro per circa 7800 interventi:
La Fondazione di Piacenza e Vigevano mette a disposizione le proprie
esercizio 1991/92 1992/93 1993/94 1994/95 1995/96 1996/97 1997/98 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Totale
stituirli - organizzazioni, enti e realtà della società civile che operano per
importo (in milioni di euro) 1,59 1,67 2,91 4,30 4,11 2,27 3,26 5,26 5,90 7,08 8,04 9,65 8,70 7,97 7,80 7,64 7,14 7,37 7,43 7,45 5,89 5,94 6,24 5,78 5,82 147,2 milioni di euro
risorse, a livello economico e progettuale, per aiutare gli enti nonprofit a realizzare iniziative nell’interesse collettivo. Agisce in base al principio di sussidiarietà, cioè affiancando - senza soil bene pubblico ponendosi come soggetto neutrale e privo di interesse proprio: capace quindi di mediare tra diversi interlocutori ed anticipare la messa a fuoco delle priorità da affrontare sul territorio e privilegiandoenti non-profit che agiscono in sinergia, per mezzo di partnership e reti. Il sostegno offerto dalla Fondazione è temporaneo e funzionale all’avvio di progetti che siano poi in grado di procedere da soli, raccogliendo altrove ulteriori finanziamenti o reggendosi sul mercato ove possibile. Diversamente, le risorse della Fondazione sarebbero vincolate per lunghi periodi e difficilmente potrebbero essere impiegate per scopi diversificati. La Fondazione e i suoi stakeholder appartengono al Terzo Settore, quell’insieme di istituzioni che, all’interno del sistema economico, si collocano tra lo stato e il mercato, ma non sono riconducibili nè all’uno nè all’altro. Si tratta di soggetti di natura privata, ma volti alla produzione di beni o servizi a destinazione pubblica (cooperative sociali, associazioni di volontariato, Ong, Onlus, ecc.). Tra gli enti destinatari di contributi da parte della Fondazione vi sono in particolare: le istituzioni (Regione, Province, Comuni, Comunità Montane…); la comunità locale; le associazioni di volontariato; le università, 17
Nel dettaglio, dal 1991 al 2016 sono stati stanziati 132,14 milioni di euro distribuiti tra le macroaree: Arte 46,42 milioni di euro pari al 35% del totale; Istruzione 46,65 milioni di euro pari al 35%; Welfare 40,65 milioni di euro pari al 30% A questi 132,14 milioni di euro sono da aggiungere 15,1 milioni di euro per gli accantonamenti al Volontariato legge 266/91.
i centri di ricerca; il mondo della scuola; gli enti religiosi ed ecclesiastici (le
Per quanto riguarda le erogazioni nei settori, dal 1993 al 2003 sono stati stanziati 48,748 milioni di euro distribuiti tra: Arte 21,106 milioni di euro pari al 43% del totale; Formazione 15,999 milioni di euro pari al 33%; Assistenza e categorie deboli 11,642 milioni di euro pari al 24%.
ruolo attivo sostenendo le attività degli istituti scolastici di ogni ordine e
diocesi, le parrocchie, le congregazioni…) L’attività della Fondazione di Piacenza e Vigevano si sviluppa esclusivamente nei settori di intervento (d.lgs 17/05/ 99 n.153), introdotti nel 1993. Fino al 2003 tali settori erano tre: Arte, attività e beni Culturali, Educazione, istruzione e formazione: Ricerca scientifica e tecnologica. Dal 2003 sono stati adottati cinque settori rilevanti: Educazione, istruzione e formazione: La Fondazione svolge un grado presenti sul territorio, a partire dalle attività educative svolte dalle scuole materne fino agli studi universitari e post-universitari. Ricerca scientifica e tecnologica: La Fondazione sostiene la ricerca scientifica e tecnologica valorizzando le risorse e le conoscenze presenti sul territorio, impegnandosi a raggiungere obiettivi significativi per la comunità.
Dal 2004 al 2016 sono stati stanziati 83,39 milioni di euro, suddivisi nei nuovi settori di intervento: Arte, attività e beni culturali 24,944 milioni pari al 30%; Educazione, istruzione e formazione 20,886 milioni pari al 25%; Ricerca scientifica e tecnologica 9,044 milioni pari all’11%; Volontariato, filantropia e beneficenza 8,907 milioni pari all’11%; Assistenza agli anziani 11,420 milioni pari al 14%; Famiglia e valori connessi 6,991 milioni pari all’8%; infine Altri settori 1,198 milioni corrispondenti all’1% del totale.
Arte, attività e beni culturali: La Fondazione sostiene la diffusione e la crescita della cultura e la salvaguardia del vasto patrimonio storico e artistico locale, rappresentato da edifici sacri e storici, teatri, musei e scavi archeologici, facendosi promotrice di attività sul territorio in ambito artistico, teatrale, musicale ed editoriale. Volontariato, filantropia e beneficenza: La Fondazione svolge un’azione di supporto contro il disagio e le emergenze sociali, operando in sinergia con gli enti locali a sostegno delle diverse realtà che operano nel settore sul territorio. Assistenza agli anziani: La Fondazione intende contribuire a migliorare la qualità della vita degli anziani mediante il sostegno a progetti e iniziative a favore della terza età. Accanto ai settori rilevanti, vi sono inoltre i settori ammessi Famiglia e Valori connessi e Altri Settori. 18
Dal punto di vista strettamente operativo, tali settori possono essere raggruppati in tre aree di intervento: Area Welfare comprende gli interventi riferibili ai settori Volontariato, Filantropia e Beneficenza; Assistenza agli Anziani; Famiglia e Valori Connessi; Altri Settori Ammessi; Area Arte riferibile a settore Arte, AttivitĂ e Beni Culturali. Area Istruzione e Ricerca relativa sia al settore Educazione, Istruzione e Formazione che agli interventi per la Ricerca Scientifica e Tecnologica. 19
20
Gli interventi: WELFARE
Dal 1991 al 2016 la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha erogato per il Welfare 40,114 milioni di euro pari a 2814 progetti
Gli interventi connessi al Welfare rivestono una particolare importanza nella storia dell’ente - e più marcatamente nel corso degli ultimi anni - per rispondere alle criticità sociali sempre più stringenti in tempi di crisi economica. La stipula di numerosi protocolli d’intervento con gli enti locali e le strutture assistenziali del territorio testimonia questa grande attenzione che si è posta per contrastare il disagio e le emergenze sociali. Volontariato, Filantropia e Beneficenza. La Fondazione, anche in sinergia con gli enti locali, svolge un’azione di supporto a sostegno delle diverse realtà che operano per contrastare situazioni difficili caratterizzate da disagio sociale: povertà, emarginazione, tossicodipendenza, alcolismo e, più in generale, le tante emergenze oggi esistenti. Si tratta di interventi molteplici, di cui si fanno carico per lo più soggetti espressione del volontariato, principalmente grazie a donazioni e all’attività svolta dai propri soci. Interventi spesso messi a rischio della difficoltà di reperire fondi, proprio in un contesto sociale che ne vede aumentare progressivamente, in modo esponenziale, la richiesta. Il ruolo della Fondazione in molti casi si è dimostrato indispensabile per permettere alle organizzazioni di volontariato e benefiche di svolgere il proprio ruolo: iniziative mirate di assistenza, percorsi formativi e di sensibilizzazione volti alla prevenzione delle situazioni di disagio e ad informare la cittadinanza. Talvolta il sostegno riguarda anche il potenziamento e 21
L’impegno per gli interventi in ambito Welfare è prioritario per la Fondazione. Sono da registrare con soddisfazione i risultati delle iniziative recenti di solidarietà e aiuto intraprese grazie alla rete di collaborazione costituita con le istituzioni pubbliche, gli enti e le realtà del privato sociale: tra questi il protocollo d’intesa con Comune di Piacenza e Consulta Diocesana per offrire posti di Casa Residenza Anziani (CRA) a costi calmierati per le famiglie. E ancora: il protocollo d’intesa per realizzare un ambulatorio di prossimità in Via Pozzo a Piacenza (foto sotto); l’analogo documento per rafforzare i servizi di Casa Rifugio e Telefono Rosa contro la violenza di genere; il protocollo d’intesa per l’attuazione del progetto Week end di sollievo rivolto alle persone con vario grado di disabilità che vivono in famiglia; il Progetto di emergenza abitativa messo a punto con la Caritas diocesana. Infine, l’importante convenzione connessa al Progetto Equipe Cure Palliative Domiciliari, che risponde per la prima volta all’esigenza di assistenza dei pazienti, a prognosi limitata, presso la propria abitazione.
il recupero di spazi e attrezzature, nell’ottica di migliorare e potenziare l’attività di queste realtà di Piacenza e Vigevano che quotidianamente sono impegnate in iniziative a favore dei più deboli. Un caso a parte è rappresentato dal Mercato Solidale che sarà costituito in via I Maggio, grazie all’acquisto delle strutture necessarie da parte della Fondazione, e che consentirà di dare una risposta ai tanti nuclei familiari che vivono in condizioni di disagio e povertà. Rientrano nel settore del Volontariato anche alcune opere benefiche svolte al di fuori dal territorio, come nel caso di eventi eccezionali (terremoti e calamità naturali) o di aiuti a paesi del terzo mondo che vedono impegnate in prima fila organizzazioni piacentine. Assistenza agli Anziani. Di pari passo con la maggiore longevità della popolazione, e con un trend demografico che vede un forte aumento della percentuale di persone della terza età residenti sul territorio, negli ultimi anni si è fatta sempre più pressante la necessità di iniziative mirate a migliorare la qualità della vita della popolazione anziana. Rientrano in questo ambito sia gli interventi di sostegno alle strutture di ricovero e assistenza di 22
Dall’alto, in senso orario: la sede dell’Hospice Casa Iris; attività dell’Aias di PIacenza; l’Asilo nido Del Facsal; la Casa protetta Albesani di Castelsangiovanni Nell’altra pagina: in alto, la presentazione del Mercato solidale in Fondazione; sotto, l’ambulatorio di prossimità di via Pozzo a Piacenza
23
Piacenza e Vigevano sia le attività ricreative e di socializzazione. A favore degli interventi per le strutture residenziali è andato più frequentemente il contributo della Fondazione: si tratta per lo più di sostenere opere edilizie di adeguamento o di acquisto di nuove attrezzature, per realtà sempre più attente ai bisogni degli anziani e sempre più specializzate nell’offrire assistenza agli ospiti non autosufficienti o affetti da patologie invalidanti. Un sostegno che talvolta ha richiesto contributi economici importanti ma che ha consentito, in taluni casi, la creazione ex novo di centri d’eccellenza e reparti all’avanguardia. Altro impegno viene assicurato, al di fuori delle strutture di ricovero, per assistere e aiutare gli anziani che vivono soli o sono a rischio di isolamento: rientrano in questa tipologia l’organizzazione di eventi, l’attività dei centri socioricreativi, i corsi dedicati al benessere psico-fisico nella terza età. Famiglia e Valori Connessi. Obiettivo degli interventi sostenuti in questo ambito è fornire un aiuto alla famiglia, quale nucleo fondamentale sul quale si fonda la struttura sociale. Nel corso di questi anni, l’ente ha supportato finanziariamente la creazione di asili e strutture per l’infanzia sul territorio. Più recentemente, le attività alle quali la Fondazione fornisce il suo sostegno intendono principalmente prevenire e mitigare situazioni di disagio familiare, ponendo l’ente a fianco delle tante realtà che sono impegnate a contrastare le situazioni di criticità. Altri interventi sono finalizzati all’attuazione di progetti e percorsi educativi mirati alla loro prevenzione.
Dall’alto: le attività di Africa Mission in Uganda; l’istituto De Rodolfi di Vigevano; l’inaugurazione della nuova sede di As.So.Fa.
24
Dall’alto, in senso orario: la casa protetta La Madonnina di Caorso; la sede della Comunità La Vela di Justiano; l’istituto Madonna della Bomba a Piacenza; il progetto Mens sana in corpore sano realizzato con la Croce Rossa di Piacenza
25
26
Gli interventi: ISTRUZIONE e RICERCA
Dal 1991 al 2016 la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha erogato per l’Istruzione e la Ricerca 45,935 milioni di euro pari a 1933 progetti
Gli interventi realizzati in quest’ambito sono relativi sia al settore Educazione, Istruzione e Formazione che ai progetti per la Ricerca Scientifica e Tecnologica. Il risultato più evidente dell’attività svolta in questi anni nel campo dell’Educazione, Istruzione e Formazione è il grande sviluppo dell’offerta universitaria sul territorio. Uno sforzo consistente, che ha consentito di ampliare ed arricchire l’offerta formativa raggiungendo risultati importanti a fianco dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e portando a Piacenza una sede distaccata del Politecnico di Milano. Da qui il sostegno a nuovi corsi di laurea, laboratori, dottorati, borse di studio, stage: è negli atenei che si costruisce il futuro. Vi è poi, da parte della Fondazione, un grande impegno a sostegno dell’attività degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, dalle scuole dell’infanzia agli istituti superiori, supportandone le attività didattiche integrative, fornendo nuove attrezzature e intervenendo per riqualificare e ampliare le strutture scolastiche. Né mancano l’interesse ed il sostegno a tutte le attività che, al di fuori della scuola, offrono occasioni a tutta la cittadinanza per studiare, riflettere, integrarsi, riqualificarsi in ambito lavorativo o semplicemente crescere attraverso percorsi formativi che vedono protagoniste associazioni e realtà del territorio. La Fondazione sostiene le attività di Ricerca scientifica e tecnologica 27
applicata a diversi ambiti: dalle nuove sfide connesse a prevenzione, diagnosi e cura di varie patologie alla sempre crescente richiesta di specializzazione e innovazione che giunge dai settori produttivi. Ricerche in grado di innestare un circolo virtuoso che da un lato valorizzi risorse e conoscenze locali, dall’altro punti a raggiungere obiettivi significativi per l’intera comunità. In particolare, il sostegno della Fondazione ha contribuito alla creazione di centri d’eccellenza (i laboratori Musp e Leap ne sono un esempio), con l’obiettivo di stimolare partnership in una logica di sistema e partecipare a progetti di valenza internazionale, sviluppando il capitale umano e dando luogo a ricadute positive sia sulla produzione che sulla divulgazione scientifica. La Fondazione investe nell’eccellenza affinché i ricercatori di talento possano essere sostenuti e aiutati, portando la ricerca locale a livelli semSopra, dall’alto: scolaresche al Parco archeologico di Travo; Kim Rossi Stuart ospite di Marco Bellocchio a Bobbio nell’ambito di Fare cinema; un ricercatore del Musp al lavoro. In alto a destra, l’inaugurazione della sala operatoria Asco
pre più alti. Tra i progetti più recenti e più significati, da ricordare la collaborazione con l’Ausl di Piacenza ha consentito di dotare l’ospedale di Castelsangiovanni di un importante strumento medico-scientifico quale la sala operatoria simulata (Asco). 28
Dall’alto, in senso orario: la sede del Politecnico di Piacenza; il phDay del dottorato di ricerca Agrysistem nella sede della Fondazione; l’Istituto comprensivo di Cadeo; il progetto formativo di Teatro Gioco Vita Informazione Teatrale
29
30
Gli interventi: ARTE
Dal 1991 al 2016 la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha erogato per l’Arte 46,05 milioni di euro pari a 2696 progetti
Numerosi sono gli interventi realizzati dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano a sostegno della cultura e del patrimonio artistico locale. Un impegno che si traduce soprattutto in due grandi filoni: la salvaguardia e il restauro dei beni storici, artistici e architettonici, affinché possano essere restituiti intatti alla città e ai visitatori; la promozione di eventi ed attività culturali di ampio respiro, per far “crescere” il territorio anche attraverso il teatro, la musica, la letteratura, le arti visive, le mostre e gli eventi. Nel primo caso il ruolo della Fondazione va spesso a colmare la difficoltà delle amministrazioni locali e degli enti a reperire fondi per le operazioni di restauro più complesse: sono centinaia, ad oggi, gli interventi realizzati a favore di chiese, musei, palazzi, opere artistiche. Capolavori di architettura e d’arte che sono stati salvati e riconsegnati al territorio, col duplice intento di salvaguardare un patrimonio del passato ed investire nel turismo culturale. Significative sono anche le tante iniziative promosse per arricchire l’offerta di eventi a Piacenza e Vigevano. A cominciare dalle tante attività già consolidate per le quali il supporto della Fondazione è indispensabile per consentirne la realizzazione: ricordiamo le stagioni teatrali di Piacenza, Vigevano, Fiorenzuola e Castelsangiovanni; le rassegne musicali, teatrali e cinematografiche quali il Valtidone Festival, il Piacenza Jazz Fest, il festival di Veleia, il Bobbio Film Festival, Concorto e altre ancora. La Fondazione ha assunto un ruolo crescente nel disegno delle politiche 31
Il ministro Dario Franceschini ospite in Fondazione, a Palazzo Rota Pisaroni
culturali del territorio. Il successo delle iniziative più recenti è l’ottima premessa per continuare sulla strada della produzione “diretta” di cultura. Tra i progetti strategici si segnalano le iniziative relative al Guercino ed un programma per l’arte visiva finalizzato alla fruizione delle arti contemporanee locali e nazionali, e da attuarsi anche in collaborazione con altre istituzioni. Alcuni dei Sopra, dall’alto: Lucio Dalla a Vigoleno per la rassegna musicale; Il Teatro dei Filodrammatici; Carlo Verdone al Bobbio Film Festival
più importanti progetti della Fondazione in ambito artistico sono stati illustrati al Ministro della Cultura Dario Franceschini, ospite a Palazzo Rota Pisaroni nella primavera 2016. 32
Dall’alto, in senso orario: il Valtidone Festival; un concerto del Piacenza Jazz Fest; l’Orchestra giovanile Cherubini con Riccardo Muti al Teatro Municipale; il Teatro Verdi di Fiorenzuola
33
34
Le Mostre della Fondazione
Lo spazio espositivo e il Cortile di Palazzo Rota Pisaroni e Palazzo Ex Enel sono stati, in questi anni, la cornice ideale per numerosi eventi. Li ripercorriamo qui di seguito. STEFANO BRUZZI Un macchiaiolo tra Piacenza e Firenze (novembre 2011 - febbraio 2012) La mostra che ha inaugurato lo spazio espositivo della Fondazione era dedicata a Stefano Bruzzi. Ha proposto una selezione di circa cinquanta opere, realizzate in prevalenza tra 1855 e 1880, periodo nel quale Bruzzi può considerarsi tra i principali interpreti della pittura italiana di paesaggio; opere che svelano significative affinità con quanto andavano eseguendo i contemporanei Macchiaioli. Sopra: Novembre, Stefano Bruzzi,olio su tela A destra e nell’altra pagina, la mostra a Palazzo Rota Pisaroni
35
QUADRI DI UNA COLLEZIONE Bellandi Bergolli Cassinari Chighine Francese Morlotti Mosconi (aprile-maggio 2014) Una selezione di opere facente parte della collezione d’arte di proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Sette i pittori protagonisti: Sopra, dall’alto: la mostra Quadri di una collezione; il curatore della mostra Eugenio Gazzola con il presidente della Fondazione Francesco Scaravaggi durante la presentazione dell’evento; Fondo marino di Bruno Cassinari (1957) A destra, Azzurro e grigio di Alfredo Chighine (1971)
Giorgio Bellandi, Rinaldo Bergolli, Bruno Cassinari, Alfredo Chighine, Franco Francese, Ennio Morlotti e Ludovico Mosconi. La mostra ha raccontato il fermento che accompagnava la rinascita culturale dell’Italia negli anni successivi al dopoguerra, in un periodo compreso tra il 1945 e l’approssimarsi degli anni Sessanta. Dopo Piacenza, è stata ospitata nel 2016 anche a Vigevano, presso le Scuderie del Castello. 36
C.AR.D. in città (maggio - luglio 2015) La seconda edizione della mostra diffusa di arte contemporanea e design “C.Ar.D. in città”, promossa dalla Fondazione di Piacenza Vigevano, ha avuto come teatro sette luoghi storici del centro storico di Piacenza, tra cui palazzo Rota Pisaroni, l’Antiquarium e Palazzo ex Enel. Vi sono state allestite opere di design contemporanei realizzate da artisti di fama internazionale. Nella foto, l’installazione “Interiora” di Attilio Stocchi nel cortile di Palazzo Rota Pisaroni. BOT I futurismi di un giocoliere Sopra, dall’alto: l’installazione di Attilio Stocchi per C.Ar.D.; la mostra “BOT. I Futurismi di un giocoliere”; Elena Pontiggia e il presidente della Fondazione Massimo Toscani alla presentazione dell’evento A destra, Due camicie che ballano di Bot (1932)
(settembre 2015 – gennaio 2016) Premiata da un grande successo di pubblico la mostra che la Fondazione ha dedicato all’estro geniale di Osvaldo Barbieri (1895-1958), noto nel mondo dell’arte con l’acronimo BOT, sintesi dello pseudonimo Barbieri Oswaldo Terribile che egli stesso scelse una volta avvicinatosi al futurismo. Oltre 400 opere per raccontare l’originale percorso creativo di un 37
inesauribile sperimentatore, passato dalla pittura alla scultura, dal ready made alle avveniristiche contaminazioni con il graphic design, la fotografia, la poesia visuale. I futurismi di un giocoliere ha proposto opere da importanti raccolte pubbliche (Galleria Ricci Oddi di Piacenza, MART di Rovereto, MIM di San Pietro in Cerro) e private, oltre che dalle collezioni di diversi enti territoriali del piacentino. DALLA TERRA ALLA LUNA (maggio - giugno 2016) La storia dell’esplorazione spaziale rivolta a scuole, università, esperti del settore e appassionati. La mostra organizzata dalla Fondazione in collaborazione con Nasa, Gruppo Astrofili e Associazione Daedalus ha inteso fare il punto su oltre sessant’anni di missioni alla scoperta dello spazio. Un viaggio storico e scientifico dai tempi dei primi astronauti fino ai giorni nostri, declinato attraverso reperti, memorabilia, documenti e filmati: dagli esemplari di tuta (repliche fedeli di quelle in dotazione alle missioni Apollo, Mercury e Shuttle) alle attrezzature originali, dai manuali di volo ai modellini della stazione spaziale e ad un autentico frammento del suolo lunare, raccolto dalla missione Apollo 14 nel 1971. INTERNI OPEN BORDERS (settembre - ottobre 2016) La Mostra-Evento Fuorisalone Interni Open Borders si è trasferita a Piacenza in tre luoghi cardine della città: Palazzo Rota Pisaroni, Palazzo Sopra, dall’alto: la mostra Dalla Terra alla Luna; le installazioni di Open Borders nel cortile di Palazzo Rota Pisaroni
Farnese e Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi. Ha riunito nove dei progetti presentati a Milano: installazioni, macrooggetti, micro-costruzioni e mostre che esplorano il superamento dei confini disciplinari. Il tema della mostra si è sviluppato come ampliamen38
to della visione progettuale a nuove sinergie e come applicazione di architettura e design a settori in evoluzione quali la tecnologia e la ricerca sulla sostenibilità. Interni ha coinvolto progettisti di fama internazionale con formazioni ed esperienze differenti, nell’ottica di comporre un mosaico di stili e visioni, e per mettere a confronto i vari caratteri e le interpretazioni del progetto. Nel Cortile di Palazzo Rota Pisaroni era visibile “Pick Your Climate”, progetto Carlo Ratti Associati e Transsolar. Un’installazione educativa: un salotto all’aperto che permette di stimare la temperatura media che verrebbe percepita in tre scenari climatici differenti. Gianni Croce - Fotografie 1920-1960 (aprile - giugno 2016) (dal novembre 2016 a Berlino) Negli spazi dell’ex Palazzo Enel di Piacenza uno degli eventi culturali del 2016 è stata la grande antologica dedicata a Gianni Croce. L’esposizione, attraverso 100 immagini, lastre originali e un video documentario, ha raccontato il percorso di un narratore del Novecento piacentino e di un innovatore del linguaggio fotografico. Un successo replicato oltre confine all’Istituto Italiano di Cultura di Berlino.
Sopra, dall’alto: la presentazione della mostra Gianni Croce - Fotografie; uno dei ritratti in mostra A destra, uno scorcio della mostra allestita a Palazzo Enel
39
GUERCINO A PIACENZA (4 marzo – 4 giugno 2017) La Fondazione di Piacenza e Vigevano, la Diocesi di Piacenza-Bobbio e il Comune di Piacenza hanno inteso celebrare, con alcuni eventi particolarmente significativi, il genio di Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591-1666), nell’anniversario dei lavori compiuti nella Cattedrale di Piacenza tra il 1626 e il 1627. Il successo è stato straordinario, con oltre centomila visitatori provenienti da tutto il mondo. L’artista, oltre ad essere uno degli esponenti più influenti della pittura del Seicento, è stato straordinariamente importante per la città, e gli affreschi della cupola del Duomo costituiscono ancora oggi uno dei punti di maggior attrazione turistica di Piacenza, per valorizzare e promuovere i quali sono state progettate diverse iniziative. In Cattedrale è stato realizzato un percorso per ammirare da vicino gli affreschi della cupola, che per l’occasione è stata dotata di un innovativo impianto di illuminazione; inoltre una proiezione multimediale riproduce gli affreschi della cupola, in scala 1:2 e i disegni preparatori, che testimoniano il tormentato processo compositivo.Contestualmente, presso Palazzo Farnese, prestigiosa sede dei Musei Civici della città, sono stati organizzati un convegno ed una mostra. La giornata di studi è stata anche un omaggio a sir Denis Mahon, che ha dedicato la sua lunga vita operosa allo studio delle opere del pittore; la mostra ospita Sopra, dall’alto: la cupola del Duomo di Piacenza ed un particolare degli affreschi realizzati dal Guercino
venti opere particolarmente importanti, provenienti da i stituzioni pubbliche e da fondazioni.
40
Gli Eventi per i 25 anni della Fondazione
Il 2016 ha segnato i venticinque anni da quando, nel 1991, la normativa sancì la nascita ufficiale delle fondazioni di origini bancaria. Venticinque anni durante i quali la Fondazione di Piacenza e Vigevano ha cercato di lavorare a stretto contatto con la città per interpretarne i bisogni e favorire, secondo quello che è del resto il suo stesso principio fondante, la crescita sociale ed economica del territorio. Per ricordare insieme questi venticinque anni di attività il 2016 ha offerto diverse occasioni di incontro e di festa, all’insegna del teatro e della poesia, che si sono svolte nel settembre scorso entro due cornici suggestive e significative: la Galleria d’arte moderna Ricci Oddi e Piazza Cavalli. Due eventi accomunati dalla stessa capacità di parlare agli occhi e al cuore dello spettatore, con l’obiettivo comune di far vivere attimi unici di sogno, magia, emozione e grande illusione. LIFE, un percorso teatrale a stazioni tra parole, figurazioni simboliche e oggetti magici negli spazi esterni della Galleria d’Arte Moderna Ricci Oddi. …DI CAVALLI E ALTRE STORIE, spettacolo incentrato sullo stupore e la meraviglia, caratterizzato da un notevole impatto scenico e da un allestimento di grandi dimensioni rivolto a tutta la città, per rileggere attraverso la fantasia un passaggio della storia di Piacenza prendendo spunto e ispirazione dallo spazio in cui si è realizzato: Piazza Cavalli.
41
Lo spettacolo Life alla Gallera Ricci Oddi
42
43
Lo spettacolo ..Di cavalli e altre storie andato in scena in piazza Cavalli
44
45
46
Il Complesso di Santa Margherita
Il Complesso di Santa Margherita, posto in via Sant’Eufemia a Piacenza, conserva e valorizza tracce stratificate della bimillenaria storia urbana di Piacenza, offrendo rimandi all’epoca romana, altomedievale, bassomedievale, rinascimentale e barocca. Il suo recupero ha comportato una lunga e complessa serie di lavori: primo passo è stata la trasformazione della chiesa in Auditorium negli anni Ottanta ed il completamento con l’inaugurazione dell’Antiquarium nel 2010. L’immobile, comprendente la chiesa, la sottostante cripta e i locali soIl Complesso di Santa Margherita prima dei restauri A fianco, l’Auditorium Santa Margherita
vrastanti la chiesa un tempo adibiti a convento, si era avviato ad un lento degrado con la chiusura al culto e la definitiva sconsacrazione nel 1859. All’inizio del Novecento era un deposito di legname; la volumetria della chiesa risultava stravolta da un solaio in legno che la divideva in due piani. Negli anni Quaranta ospitava una rivendita all’ingrosso di generi alimentari e la cripta, svuotata dal riempimento di terra ed ossa e collegata con un montacarichi, era adibita a magazzino. A quella fase seguirono anni di abbandono, finchè il complesso passò nel 1974 alla Cassa di Risparmio di Piacenza. La Fondazione ne entrò in possesso nel 1991: i locali affacciati su via Sant’Eufemia divennero la sede degli uffici; la chiesa barocca fu completamente restaurata e, dopo un sapiente intervento di adeguamento, trasformata nell’attuale Auditorium, cornice delle manifestazioni e degli eventi culturali organizzati o ospitati dall’ente. 47
Cenni storici e artistici L’evoluzione architettonica del complesso offre uno spaccato di storia urbana dal II secolo a.C. all’avanzato XVIII secolo. Durante l’alto Medioevo venne impiantato un edificio di culto, al quale sono forse da collegare le tombe scoperte nel settore orientale del sito. Della chiesa altomedievale restano solo due corridoi piani (presumibilmente gli ingressi alla cripta). Il ricordo della chiesa di Santa Margherita compare per la prima volta nel 1167, ma non si trattò di una costruzione ex novo: la chiesa fu semplicemente ristrutturata, eretta in parrocchia e intitolata alla santa. Già nel XVI secolo si trovava in condizioni talmente precarie da richiedere interventi radicali, compiuti nel 1619 con il passaggio a oratorio monastico dei Minori Riformati. L’edificio, così come si presenta oggi, è però in gran parte frutto della trasformazione compiuta dagli Agostiniani, subentrati ai Minori nel 1627. Santa Margherita, ad aula unica in origine pavimentata in cotto, è suddivisa in campate rettangolari con quattro cappelle laterali e coperta da volta a botte; è chiusa da un’abside rettangolare, costruita intorno Sopra, dall’alto: l’Auditorium gremito; Gloria di Santa Margherita di Luigi Mussi affrescato nella volta
alla metà del XVIII secolo. La facciata presenta elementi di concezione ancora classica; la superficie è mossa da nicchie con statue, che danno leggerezza all’insieme. Lo spazio architettonico si fonde armoniosamente con le decorazioni pittoriche e a stucco, realizzate da artisti locali. Nella volta del presbiterio, a sovrastare il tavolo dei relatori, il grande affresco Gloria di Santa Margherita di Luigi Mussi, lo stesso artista che ha realizzato gli affreschi di Palazzo Rota Pisaroni. Qui la santa, posata su un drago, è accolta in cielo dalla Vergine e da una gloria di putti. Le parti a quadratura che serrano l’affresco sono attribuite ad Antonio Alessandri. 48
L’Antiquarium L’ultimo tassello a completare il percorso di recupero dell’ex complesso di Santa Margherita si è aggiunto nel 2010, con il nuovo allestimento della cripta e degli spazi sotterranei dell’Auditorium. Già i primi restauri dell’edificio avevano comportato brevi campagne di scavo tra il 1979 e il 1982, che avevano messo in luce strutture e un’ingente mole di materiali antichi. Testimonianze di una lunga frequentazione dal II secolo a.C. al XVIII che meritavano di essere valorizzate e meglio diffuse: da qui il progetto di realizzare l’Antiquarium e, con esso, un percorso declinato attraverso una serie di pannelli didattici e l’esposizione di una scelta ragionata di reperti (anfore, vasellame da mensa e da cucina, oggetti di uso domestico, mosaici e rivestimenti parietali e altro ancora). L’Antiquarium presenta un’ampia carrellata delle anfore ritrovate durante gli scavi. I lavori ne hanno portato alla luce una sessantina, in buona parte segate alla base del collo o alla spalla. Risalgono ad un periodo che va dalla fine del II alla metà del I secolo a.C. e forniscono preziose indicazioni sulle importazioni di olio e vino a Piacenza alla fine dell’età repubblicana. Ve ne sono di tre tipi: le Dressel 1, le Brindisine e, in netta Sopra, dall’alto: la sala delle anfore dell’Antiquarium; i resti delle tombe altolongobarde
maggioranza, le Lamboglia 2. Numerosi anche i ritrovamenti di vasellame da mensa in uso tra tardo II secolo e avanzato I secolo a.C. Altri oggetti rinvenuti si riferiscono all’arredo della casa, allo svolgimento di attività quotidiane, alla cura del corpo e all’abbigliamento. Da segnalare anche le ceramiche bassomedievali e moderne, interessante testimonianza della vita tra tardo XIV e XVIII secolo, delle quali è visibile un’ampia selezione raccolta in una delle vetrine espositive. La “lettura” dell’edificio è facilitata dalle ricostruzioni grafiche tridimensionali di quella che doveva essere la chiesa romanica. Il percorso espositivo accompagna il visitatore alla cripta, databile tra la seconda metà del X secolo e l’inizio dell’XI ed identificata erroneamente 49
50
in passato con una basilica paleocristiana intitolata a Santa Liberata. Essa mostra elementi propri delle cripte più antiche, altomedievali, e altri già romanici, come l’impianto “ad oratorio” scandito in campate e navate. L’allestimento attuale presenta anche i resti di una domus romana, portati alla luce dagli scavi e databili tra il tardo I secolo a.C. e la fine del II secolo d.C. Della costruzione sono stati individuati brani di muri in laterizi e di pavimenti in cocciopesto, un mosaico in bianco e nero e intonaci dipinti relativi alla decorazione parietale. Di fronte alle absidi sono visibili le tombe di epoca tardoantica/altomedievale. Dei resti di una fornace postantica, che venne installata a ridosso del lato settentrionale della cripta, si può avere una visuale anche da una finestra in cristallo realizzata nella pavimentazione dell’Auditorium sovrastante, In alto, reperti e particolare di un’anfora Dressel 1 esposti nell’Antiquarium
collegato da una scala di accesso sul quale si affacciano i resti di affreschi medievali.
Nella pagina a fianco, la cripta
51
52
AUDITORIUM, storia e attività
Dalla sua apertura l’Auditorium ha ospitato oltre 4.000 eventi. Circa 320.000 persone hanno partecipato alle attività proposte
La chiesa barocca del Complesso di Santa Margherita, trasformata in Auditorium, è un laboratorio d’idee e di cultura, un punto d’incontro per l’approfondimento dei temi più diversi. Fin dal 1992, e con un impulso particolare a partire dal 1995, l’Auditorium offre dibattiti con ospiti affermati e giovani promesse, convegni divulgativi per i non addetti ai lavori e seminari riservati a esperti. Le tematiche spaziano dalla scienza alla letteratura, dalla medicina all’attualità, dalla storia all’arte. L’ambiente è uno spazio polifunzionale, capace di trasformarsi in galleria espositiva o in sala da concerti, grazie all’acustica perfetta. L’Auditorium assolve anche a funzioni di rappresentanza: è ormai tradizione che la Fondazione apra le sue porte alla città per lo scambio degli auguri, specialmente in occasione del Natale. Anche in queste circostanze particolari le iniziative proposte sono numerose. Uno sguardo al calendario mostra la cadenza quasi quotidiana degli eventi, e talvolta più incontri vengono offerti nell’arco dello stesso giorno. Tanta vitalità mira ad instaurare un rapporto diretto con il pubblico: grazie a ciò la Fondazione di Piacenza e Vigevano si pone oggi come qualificato punto di riferimento culturale per le diverse realtà operanti sul territorio. Gli ospiti L’attività offerta dall’Auditorium ha portato a Piacenza numerosi protagonisti del mondo scientifico, artistico, culturale e sociale: scrittori, gior53
Dall’alto in senso orario: Rita Levi Montalcini con il presidente della Fondazione Giancarlo Mazzocchi e l’attuale vicedirettore Tiziana Libè; Dario Franceschini e il presidente Massimo To-
scani; Enzo Biagi in Auditorium con Donatella Ronconi; Inge Feltrinelli tra Eugenio Gazzola e Stefano Pareti
54
Alcuni degli ospiti dell’Auditorium in questi anni: Raffaele Alajmo Francesco Alberoni madre Maria Giovanna Alberoni Magdi Allam Tina Anselmi Alberto Arbasino Alberto Asor Rosa Paolo Attivissimo Avion Travel Giuseppe Ayala Gaspare Barbiellini Amidei Stefano Bartezzaghi Enzo Bearzot Marco Bellocchio Annamaria Bernardini De Pace Edmondo Berselli Enrico Beruschi Luigi Bettazzi Enzo Bianchi Bice Biagi Enzo Biagi Daria Bignardi Remo Bodei Stefano Boeri Tito Boeri Francesco Bonami Edoardo Boncinelli Antonella Boralevi Salvatore Borsellino Michele Brambilla Angelo Branduardi Roberto Calasso Ernesto Calindri Massimo Carlotto Flavio Caroli Rossana Casale Toni Capuozzo Alberto Cavallari Liliana Cavani Gabriella Cella Al Chamali Giorgio Celli Guido Ceronetti Franco Cerri Mario Cervi Gherardo Colombo Ugo Cornia Mauro Corona Andrea Cortellessa Liliana Cosi Sandro Curzi Stefano Dambruoso Philippe Daverio Ferruccio De Bortoli Andrea De Carlo Luciano De Crescenzo Erri De Luca Domenico De Masi Claudio Demattè Emanuelle De Villepine Luigi Di Bella Gillo Dorfles Fulvio Ervas Sergio Escobar Piero Fassino Vittorio Feltri Inge Feltrinelli Elio Fiorucci
nalisti, studiosi, personaggi del mondo artistico e dello spettacolo. Ospiti illustri che sono stati, il più delle volte, chiamati a partecipare a cicli di incontri pensati per approfondire tematiche importanti o far conoscere da vicino personalità di spicco, come è nel caso dei cicli più noti: I Giovedì della Fondazione, Donne di successo e Testimoni del Tempo. I Giovedì della Fondazione rappresentano una delle iniziative di maggiore richiamo all’interno dell’attività convegnistica della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Sono nati nell’ottobre 1995 per sviluppare la ricerca e lo studio della cultura, intesa nei suoi vari aspetti, fino a toccare temi d’attualità legati ad avvenimenti nazionali e internazionali. Tra gli ospiti di spicco ricordiamo Enzo Bearzot, Piero Ostellino, Gad Lerner, Gherardo Colombo, Francesco Alberoni, Claudio Demattè, Luciano De Crescenzo, Giuseppe Patroni Griffi, Enzo Biagi, Beppe Severgnini, Ernesto Calindri, Vittorio Feltri, Luca Goldoni, Alberto Cavallari, Silvio Garattini, Giorgio Celli, Alessandro Curzi, Luigi Squarzina. Nel novembre 1996 l’Auditorium ha avviato il ciclo Donne di Successo, una rassegna espressamente legata all’universo femminile. Donne che, rispetto ai protagonisti maschili, si mostrano più disposte a svelarsi e ad affrontare argomenti non necessariamente limitati ai settori professionali che le vedono eccellere. Madrina della rassegna è stata la regista Liliana Cavani cui sono seguite, tra le altre, Milva, Gina Lagorio, Valeria Moriconi, Franca Valeri, Margherita Hack, Livia Pomodoro, Ornella Vanoni, Lilli Gruber, Rita Levi Montalcini, Ottavia Piccolo, Lina Wertmüller. Nel novembre 2002 in Auditorium ha avuto inizio il ciclo Testimoni del Tempo. Ogni tempo ha i suoi testimoni, critici o parziali, avversi o solidali: i Testimoni sono personaggi significativi della cultura italiana ed europea il cui racconto aiuta a conoscere l’origine e lo sviluppo di alcuni aspetti del pensiero contemporaneo. Tra i protagonisti ricordiamo Inge Feltrinelli, Fernanda Pivano, Angelo 55
Carlo Fontana Dario Franceschini Carlo Freccero Paolo Fresu Umberto Galimberti Silvio Garattini Enrico Ghezzi Mario Giordano Paolo Giordano Luca Goldoni Aldo Grasso Reginald Green Vittorio Gregotti Lilli Gruber Giordano Bruno Guerri Angelo Guglielmi Giuseppe Guzzetti Margherita Hack Andrea Jonasson Emir Kusturica Gina Lagorio Giulia Lazzarini Gad Lerner Marco Lodoli Don Mazzi Selvaggia Lucarelli Claudio Magris Curzio Maltese Vito Mancuso Dacia Maraini Michela Marzano Luca Mercalli Alda Merini Vittorio Messori Milva Rita Levi Montalcini Vera Montanari Marta Morazzoni Valeria Moriconi Giampiero Mughini Gabriele Nissim Gianluigi Nuzzi Piero Ostellino Giampaolo Pansa Antonio Paolucci Lino Patruno Willy Pasini Giuseppe Patroni Griffi Walter Pedullà Silvano Petrosino Gianni Pettenati Ottavia Piccolo Tommaso Pincio Fernanda Pivano Gerardo Placido Livia Pomodoro Quirino Principe Folco Quilici Giovanni Raboni Danilo Rea Massimo Recalcati Gianni Riotta Gianni Rivera Sergio Rizzo Stefano Rodotà Sergio Romano Cesare Romiti Luca Ronconi Rossana Rossanda Giorgio Ruffolo
Guglielmi, Alda Merini, Luigi Bettazzi, Giovanni Raboni, Roberto Calasso, Alberto Arbasino, Sebastiano Vassalli, Vittorio Gregotti, Guido Ceronetti, Alberto Asor Rosa, Rossana Rossanda, Cesare Romiti. A questi cicli di incontri dedicati ad ospiti prestigiosi, se ne sono aggiunti altri dedicati all’approfondimento di temi specifici. Tra questi i Mercoledì della Scienza, tuttora in corso; i Giovani a Teatro. E ancora, gli approfondimenti di temi musicali con gli Amici della Lirica e la Tampa Lirica; di correnti e periodi dell’arte antica, moderna e contemporanea; del cosmo e dell’astronomia.
Alda Merini
Daria Bignardi
56
Dacia Maraini
Gillo Dorfles
Enzo Bearzot
Patrizia Sandretto Re Rebaudengo Zahada Sari Maurizio Scaparro Gianna Schelotto Giangiacomo Schiavi Antonio Scurati Michele Serra Salvatore Settis Beppe Severgnini Emanuele Severino Pierangelo Sequeri Elisabetta Sgarbi Vittorio Sgarbi Walter Siti Lina Sotis Luigi Squarzina Gian Antonio Stella Oliviero Toscani Davide Toffolo Emanuele Trevi Franca Valeri Bernardo Valli Ornella Vanoni Sebastiano Vassalli Silvia Vegetti Finzi Giampaolo Visetti Franco Volpi Lina Wertmuller Gustavo Zagrebelsky Sergio Zavoli Stefano Zecchi
Fernanda Pivano
Franca Valeri
Francesco Alberoni
Margherita Hack
Vittorio Feltri
Oliviero Toscani
57
Goffredo Fofi
Erri De Luca
Alberto Arbasino
Emanuele Severino
Rossana Rossanda
Stefano Bartezzaghi
Ottavia Piccolo
Gianni Rivera
Cesare Romiti
Paolo Giordano
Mauro Corona
58
Ernesto Calindri
Lina Sotis
Enrico Ghezzi
Carlo Freccero
Aldo Grasso
Lina Wertmuller
Sergio Zavoli
Michela Marzano
Flavio Caroli
59
I convegni Giornate di studio, conferenze, presentazioni editoriali o semplici occasioni di dibattito. Non di soli ospiti prestigiosi è costituita l’attività convegnistica dell’Auditorium. Affrontare l’elenco completo degli appuntamenti che hanno contraddistinto questi anni basterebbe a riempire una mostra a sè. Senza dimenticare il forte impulso culturale e scientifico a livello internazionale svolto dal Centro di Alti Studi in Scienze Religiose che in Auditorium ha accolto, tra il 2000 e il 2005, esperti e studiosi dagli atenei di tutto il mondo. Gli eventi L’Auditorium è uno spazio polifunzionale in grado di ospitare, accanto agli incontri e ai convegni, anche concerti e spettacoli musicali e teatrali sfruttando l’acustica perfetta della chiesetta barocca. Alla versatilità dello spazio si è coniugata in questi anni un’offerta di eventi quanto mai varia. Dalla voce di Milva, capace di alternare il racconto della sua vita professionale all’esecuzione del repertorio più famoso, al raffinato omaggio a Fabrizio De Andrè offerto in chiave jazz da Danilo Rea; dal Platone impersonato dall’attore Carlo Rivolta alle letture dantesche di Gerardo Placido; dalle lezioni-concerto a tema cameristico e operistico proposte dalle associazioni musicali piacentine fino alla proiezione di film d’autore e di ricerca. Tutto questo è stato, ed è, l’auditorium della Fondazione. Di volta in volta sala da concerti, cinematografo, spazio letterario e luogo deputato alla narrazione poetica. E anche luogo, per eccellenza, votato a sala di rappresentanza: è ormai tradizione che una volta l’anno, a Natale, la Fondazione incontri la città ed i rappresentanti delle istituzioni per uno scambio degli auguri. Una festa che è anche un’occasione per tirare le somme dell’attività svolta e di quella in divenire, e che offre sempre anche un momento di spettacolo a tema natalizio. 60
Dall’alto in senso orario: il convegno Il Concilio di Piacenza e le Crociate; i relatori ad un incontro internazionale del Centro di Alti Studi in Scienze Religiose; il convegno annuale sulla stampa studentesca; la giornata di studi sul restauro delle Mura farnesiane
61
Dall’alto in senso orario: il presidente Giacomo Marazzi con Ferdinando Arisi alla presentazione del volume dedicato a Robert De Longe; il presidente Giancarlo Mazzocchi con gli autpri del volume “La chiesa di Santa Margherita e Santa Liberata�; il premio Alessandro Vaciago; la giornata di studi sul Codice 65
62
Qui sotto, in senso orario: i giornalisti Rizzo e Stella in Fondazione per presentare il libro “La casta”; conferenza sull’arte di Philippe Daverio; Umberto Galimberti ospite in Fondazione; Ferruccio De Bortoli e Claudio Magris alla giornata di studi dedicata ad Alberto Cavallari
63
Dall’alto in senso orario: Ratko Delorko in un recital pianistico nella cripta dell’Auditorium; Milva protagonista di una conferenza-concerto; Cord Garben in Fondazione; l’attore Carlo Rivolta in “Platone - Apologia di Socrate”
64
LA GOVERNANCE dal 1991 ad oggi
La Governance della Fondazione di Piacenza e Vigevano è composta dal Presidente, dal Consiglio Generale, dal Consiglio di Amministrazione e dal Collegio Sindacale. Presidente: Massimo Toscani Sono membri del Consiglio Generale: Claudio Bassanetti, GianPio Bracchi, Nicoletta Corvi, Massimo Cottica, Carlo Dallagiovanna, Fabio Fornari, Pietro Galizzi, Paolo Claudio Giacobbe, Sergio Giglio, Angelo Grungo, Tiziana Pisati, Giangiacomo Schiavi, Pietro Scottini, Milena Tibaldi Montenz, Gemma Zanoletti. Sono membri del Consiglio di Amministrazione: Roberto Rovero vicepresidente vicario, Ileana Maestroni vicepresidente, Cesare Betti, Giovanni Calza, Alberto Dosi, Franco Egalini, Carlo Ghisoni, Giorgio Milani. Sono membri del Collegio Sindacale: Paolo Campominosi presidente, Maria Gabriella Anelli, Marco Mongini Direttore Generale: Marco Mezzadri Vice direttore Generale: Tiziana Libè Dal 1991 si sono avvicendati alla guida della Fondazione di Piacenza e Vigevano i Presidenti: Giancarlo Mazzocchi (dal 1991 al 2005), Giacomo Marazzi (dal 2005 al 2013), Francesco Scaravaggi (dal 2013 al 2014); attuale presidente Massimo Toscani (dal 2014). 65
Hanno ricoperto il ruolo di membri del Consiglio di Amministrazione: Beniamino Anselmi, Aldo Aonzo, Eraldo Balbiano, Domenico Battaglia, Roberto Bellazzi, Riccardo Besser, Antonio Biancardi, Pietro Bragalini, Tulio Cantoni, Mario Casella, Luigi Cavanna, Vittorio Cavanna, Attilio Ceresa, Umberto Chiappini, Achille Costamagna, Gianfranco Curti, Renzo De Candia, Ettore Gotti Tedeschi, Alessandro Lunati, Giancarlo Malvestito, Gian Carlo Mandelli, Giacomo Marazzi, Franco Marenghi, Pietro Merenda, Giuseppino Molinari, Stefano Pareti, Giovanni Rebecchi, Giorgio Reggiani, Giovanni Ronchini, Donatella Ronconi, Carlo Santagostino, Vito Schiavi, Giuseppe Sidoli, Carlo Tagliaferri, Ivano Tagliaferri, Pietro Torielli, Alberto Vaghini, Emiangelo Vercesi. Hanno ricoperto il ruolo di membri del Consiglio Generale: Armando Alberici, Valter Alberici, Ferdinando Arisi, Massimo Bacchi, Franco Bassanetti, Domenico Battaglia, Marco Bergonzi, Vittorio Betassa, Marcello Bianchi, Gilda Bojardi, Stefano Borotti, Giuseppe Bosoni, Giuseppe Branca, Rinaldo Busca, Francesco Bussi, Sandro Calza, Benito Castellani, Carla Chiappini, Stefano Consonni, Caterina Cornalba, Gianfranco Curti, Roberto Daturi, Paolo Dosi, Adriano Dotti, Lucia Favari, Annalisa Fiorani, Giancarlo Fiorani, Carlo Fornaini, Licia Gardella, Fabrizio Garilli, Gabriele Gasperini, Pietro Giorgis, Carlo Ghisoni, Angelo Grungo, Laura Iannelli, Giovanni Leonida, Claudio Lisetti, Giorgio Milani, Pierfrancesco Meneghini, Stefano Moreschi, Sandro Loschi, Renzo Marchesi, Paolo Mazzoni, Vito Moramarco, Guido Palladini, Luigino Peggiani, Vittorio Pozzi, Andrea Provini, Giovanni Rabaiotti, Ermanno Rebecchi, Giovanni Rebecchi, Paolo Rebecchi, Antonio Resmini, Maurizio Ridella, Augusto Rizzi, Pierluigi Scrocchi, Pierluigi Segalini, Alberto Spigaroli, Alessandra Tampellini, Carlo Tedaldi, Mario Tondini, Ferrante Trambaglio, Luigi Truffelli, Pier Angelo Ugazio, Luigi Zani, Renato Zurla. Hanno ricoperto il ruolo di membri del Collegio Sindacale: Stefano Bontempo, Camillo Cagnani, Annamaria Chiodaroli, Andrea Fantini, Marco Mezzadri, Vito Pezzati, Giancarlo Ubbiali, Piergiorgio Zambruno, Luigi Zaninoni, Roberto Zoboli. Sono stati Direttori Generali: Alessandro Lunati, Massimo Sbordi. Sono stati Segretari Generali: Sandro Molinari, Mario Sala. 66
67
Stampa Tipografia La Grafica, Piacenza Š 2017 Fondazione di Piacenza e Vigevano via S. Eufemia, 13 29121 Piacenza
68