Italia Ornitologica, numero 12 - 2023

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Rivista mensile di Ornitologia Scientifica - Tecnica - Pratica Organo Ufficiale della F.O.I.-Onlus

ANNO XLIX numero 12 2023

Didattica & Cultura

Ondulati ed altri Psittaciformi

Canarini di Forma e Posizione Lisci

Colori strutturali

Il pezzato australiano (dominante)

Il canarino “London Fancy”

Estrildidi Fringillidi Ibridi

Il Codibugnolo



ANNO XLIX NUMERO 12 2023

sommario Associazionismo Giovanni Canali

Colori strutturali Mimmo Alfonzetti

Il pezzato australiano (dominante) Giovanni Fogliati

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Considerazioni sulle mostre Giovanni Canali

Dai Gould di “Nave Italia” ai Gould di Davide Natale Currò

L’importanza della preparazione prima della fine dell’anno Rafael Zamora Padrón

Il canto canaricolo specialistico Photo Show Le foto scattate dagli allevatori

Ondulati ed altri Psittaciformi

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Canarini di Forma e Posizione Lisci

15 Una Fringillia da record Ass. Adriatica Allevatori e Ass. Pesarese Ornicoltori 19 Il valore di uno studio Pasquale Leone 23 Il Codibugnolo Dino Tessariol 27 Spazio Club Lizard Canary Club Italiano 30 90 anni e… sentirli! Alex Solbiati e Andrea Mania 31

43 47 51 55

Francesco Di Giorgio

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Seconda Mostra Ornitologica a Gesico Celestino Serpi

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Il Canarino “London Fancy” C.T.N. C.F.P.L.

Vedovina selvatica (Scabiosa columbaria L.) Pierluigi Mengacci

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Estrildidi Fringillidi Ibridi

Canarini di Colore

OrniFlash News al volo dal web e non solo

Indice d’annata 2023 Indice alfabetico autori

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Italia Ornitologica è la rivista ufficiale della F.O.I. - Federazione Ornicoltori Italiani, pubblicata in 10 (dieci) numeri annuali a cadenza mensile, 2 (due) dei quali in versione bimestrale nel periodo estivo (Giugno/Luglio e Agosto/Settembre). Il numero 12 - 2023 è stato licenziato per la stampa il 29/12/2023



Editoriale

Associazionismo di G IOVANNI CANALI

L

e associazioni sono regolate dal codice civile artt. 14 e seguenti. La possibilità di associarsi è sancita e tutelata anche dalla costituzione artt. 2 ove si parla di diritti inviolabili dell’uomo sia come singolo che nelle formazioni sociali e 18 ove si stabilisce la libertà di associazione, senza autorizzazione purché non sia contro la legge. A differenza delle società, le associazioni non hanno fine di lucro. Ci sono pure ulteriori leggi e regolamenti da considerare; la situazione non è affatto facile da affrontare. Tuttavia non è questo l’aspetto che intendo trattare in questa sede (mi limiterò ad un cenno), anche se certe complicazioni non ci favoriscono di certo. L’oggetto sociale delle associazioni è di tipo: culturale, politico, sportivo ecc. Quello che intendo considerare è l’importanza delle associazioni nel sociale, oltre che nei confronti dei soci, con particolare riferimento alle nostre associazioni. Intanto dire sempre associazione e non società come spesso accade, visto che le nostre sono appunto associazioni. Molte attività sociali sarebbero in difficoltà, se non vi fossero lodevoli associazioni che intervenissero costituendo utilissimo supporto agli enti pubblici; basta pensare a quelle che si occupano di assistenza. Importanti pure le associazioni culturali, sia con interesse generale che locale. È importante tenere vive le tradizioni e soprattutto avere iniziative di interesse generale. Vi sono diverse associazioni sportive e che attengono al tempo libero, pure utilissime. Non parlo di quelle a contenuto politico, come i partiti che pure esistono, data la natura apolitica della FOI. Le nostre associazioni non sono ben definibili in astratto, dato che hanno aspetti: culturali, ambientalisti, scientifici, di tutela, sportivi ecc. Direi che non dovremmo dimenticare nulla di tutto ciò. Molti allevatori spesso si limitano a considerare l’aspetto dell’allevamento, pure fondamentale, tuttavia non dovremmo trascurare il resto, specialmente ora che siamo visti spesso di malocchio, in ambienti pregiudizialmente ostili.

È certo molto utile considerare e curare i rapporti esterni. Non viviamo in un mondo isolato, ma in quello reale, dove succede di tutto (“Rapporti esterni: una finestra sul mondo” I.O. n°1 del 2018, “Rapportarsi con gli altri” I.O. n°1 del 2020 ed “Apparire” I.O. n°2 del 2021), spesso con leggi e regolamenti che certo non ci favoriscono, come accennavo prima. Troppe leggi e regolamenti farraginosi potrebbero finire con lo scoraggiare dalla continuazione dell’allevamento. Purtroppo in passato c’è stato, in ambiti diversi dal nostro, chi ha commesso irregolarità ed ora le complicazioni

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Editoriale fatte per evitarle colpiscono tutti. Penso che il legislatore dovrebbe considerare maggiormente l’utilità delle associazioni. Magari aumentando i controlli ma senza complicare troppo la normativa. È la storia che si legge in certi cartelli spiritosi presso taluni esercizi commerciali: “Per colpa di qualcuno non si fa credito a nessuno”. Il fatto è che per noi sta diventando un problema che non fa sorridere e che si unisce, come dicevo, ad ostilità preconcette sull’allevamento stesso. La FOI si è adoperata a diversi livelli, anche governativi e sono certo che continuerà. Spero che troveremo ancora uomini politici sensibili e competenti, che possano appoggiarci. Nel nostro ambiente le associazioni hanno rivestito un ruolo fondamentale. Se non ci fossero state le associazioni, non avremmo avuto le mostre che sono uno stimolo indispensabile. Le mostre richiedono un’organizzazione abbastanza impegnativa e, se di alto livello, molto impegnativa. Ben lo sanno tutti coloro che si sono impegnati nelle mostre stesse. Senza mostre competitive e quindi senza associazioni che le organizzino, non avremmo avuto le selezioni che hanno portato ad avere tante razze e non solo razze. Se gli uccelletti d’affezione fossero stati allevati senza indirizzi e riconoscimenti, ma in modo estemporaneo, oggi i canarini non si diversificherebbero molto. Penso che avremmo qualche giallo, qualche bianco e poco più. Lo stesso si potrebbe dire anche per altri animali, come i cani. Qualcuno potrebbe dire che non ci sarebbero state selezioni eccessive e discutibili, ma questo è un altro discorso. È bene che i soci si occupino, nei limiti del loro tempo e delle loro capacità, della vita sociale. Ne trarrebbero vantaggio sia diretto alle esigenze di allevamento, che come occasione piacevole. Tuttavia ben sappiamo che in tutte le associazioni, di ogni tipo, solo una minoranza si impegna veramente. È bene che i dirigenti non si lamentino troppo per mancate partecipazioni, ma che si chiedano il perché delle scarse presenze e si adoperino per aumentare l’interesse di soci. La partecipazione sarà sempre minoritaria; infatti non tutti hanno la stessa passione e lo stesso interesse. Tuttavia è bene cercare di avere una buona percentuale di partecipanti impegnati, ma senza rimbrotti che potrebbero essere controproducenti e tali da indurre alcuni, infastiditi, a non rinnovare l’iscrizione o ad andare in altra associazione analoga. Secondo me è molto utile cercare di invogliare con iniziative stimolanti. Tali iniziative possono essere le più varie. In alcune associazioni del tempo libero si orga-

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nizzano balli e cene. Nelle nostre non credo si possano organizzare balli, il numero dei soci non è sufficiente e siamo in grande maggioranza uomini. Magari in aggregazione con altre associazioni, ma non ci conterei molto. Le cene invece si, magari con riffa annessa, poiché certo più gestibili. Altre iniziative possono essere date da mostre non competitive o sociali. Anche le conferenze dibattito sono un utile strumento culturale. Ne ricordo di interessanti organizzate in passato dalla mia associazione. Sono gradite le presenze di veterinari e di allevatori esperti, ma anche biologi e tecnici possono essere apprezzati. Suggerisco alcune cautele; se i conferenzieri fossero più d’uno, spesso nessuno vorrà essere il primo, in questo caso un socio che si prestasse come primo relatore, purché idoneo, potrebbe essere utile. A me è capitato una volta di “rompere il ghiaccio” prima di più autorevoli relatori (docenti universitari); servì anche a riempire la sala con i ritardatari. Un’utile precauzione per evitare che non ci siano sufficienti domande o molto peggio che solo uno dei relatori ne riceva, con imbarazzo dell’altro, è bene preparare quelli che io chiamo scherzosamente i “domandatori” cioè soci di una certa cultura che possano intervenire facendo domande in caso di necessità. Un aspetto di grande rilievo è quello di organizzare collaborazioni fra soci. Possono essere utilissime in caso di malattie, vacanze ecc…, anche se qui prevalgono spontanee amicizie personali. Straordinariamente importanti sono i convogliatori che possono portare nelle varie mostre i soggetti di soci poco propensi a spostarsi per i più vari motivi. Un servizio di convoglio può essere un aspetto determinante di gradimento per una gestione sociale. Nel nostro campo è straordinariamente utile il servizio di porta gabbie in mostra. Si vede come si giudica e si possono fare diverse esperienze. Non mi stanco mai di ricordare che il giorno in cui ho imparato di più è stato quando, da ragazzo, facevo sevizio gabbie ad un bravissimo giudice, il compianto Chiesa, che aveva un allievo e gli dava spiegazioni. Faceva anche domande ed io rispondevo mentalmente. Questo aspetto raccomando di spiegarlo bene, aumenterà - c’è da sperare - la partecipazione. Ovviamente però non si dovranno tollerare interferenze. Non so se in futuro riusciremo ad avere una tradizione di associazioni come abbiamo avuto fino a qualche tempo fa; tuttavia, pur tenendo presenti i cambiamenti sociali ed economici, penso che questo possa essere il migliore augurio per l’associazionismo ornitologico.


DIDATTICA & CULTURA

Colori strutturali Il tramonto di Tyndall di MIMMO ALFONZETTI, foto AUTORI VARI

Premessa I colori del piumaggio aviario sono il risultato di diversi tipi di pigmenti che si depositano nelle piume mentre ricrescono durante la muta. Melanine e carotenoidi si combinano spesso fra loro dando origine a una variegata gamma di colori dal verde oliva al giallo, dal marrone al rosso ecc. Tuttavia, i pigmenti da soli non producono tutti i colori delle piume aviarie. Il blu degli Ara giacinto, per esempio, il bianco quasi nevoso dello storno di Bali (Leucopsar rothschildi - fig.1) in genere derivano da piccoli cambiamenti nella microstruttura delle piume che alterano le loro proprietà riflettenti della luce. Nel caso di piume colorate di viola o blu, queste modifiche fondamentali fanno sì che soltanto la luce viola e blu venga riflessa selettivamente dalla superficie della piuma, al contrario delle piume bianche che riflettono tutta la luce del visibile. In breve, viola, blu e bianco sono colori strutturali o schemocromi. In generale le cellule specializzate che possono contenere o produrre pigmenti o riflettere la luce in un modo specifico per creare una certa tonalità desiderata vengono chiamate cromatofori. Alcuni biologi suddividono i cromatofori in due categorie approssimative: biocromi e schemocromi. I biocromi in realtà contengono e producono pigmenti, mentre gli schemocromi, come prima detto, possono cambiare il modo in cui la luce si riflette dalle piume degli uccelli, cambiandone così il colore. Lo scattering è il fenomeno di fisica ottica che dà origine e giustifica gli schemocromi

Fig.1 - Storno di Bali (Leucopsar rothschildi) Fonte: Wikipedia - schemocromi blu e bianco

La fisica dello scattering In ottica , con scattering (lett. “sparpagliamento”), in maniera più semplice dispersione o diffusione (da non confondere con la diffusione luminosa - fig.2) si indica un’ampia classe di fenomeni col-

Alcuni biologi suddividono i cromatofori in due categorie approssimative: biocromi e schemocromi

legati alla interazione - in cui onde o particelle vengono deflesse, ovvero a seguito della collisione con altre particelle o onde cambiano traiettoria. L’array (schiera, disposizione) di scattering è funzione delle dimensioni, della forma e della distribuzione spaziale delle strutture diffusive e principalmente dei loro indici di rifrazione. I modelli di scattering che descrivono il comportamento della luce diffusa dall’array e che motivano la nascita di colori strutturali vengono divisi in scattering coerente e scattering non coerente. Proviamo una spiegazione accessibile a tutti. Nello scattering non coerente i raggi luminosi diffusi risultano svincolati dalla loro posizione spaziale e indipendenti dai cammini ottici casualmente percorsi per cui si ha uno sparpagliamento completo. Nello scattering coerente invece l’ampiezza dell’onda diffusa dipende dalle distanze percorse dalle singole onde riflesse e quindi in un punto dello spazio ci può essere sovrapposizione costruttiva (luce) o distruttiva (buio) in ossequio proprio al principio di sovrapposizione. I modelli di scattering comunemente citati, nella bibliografia degli uccelli sono lo scattering di Rayleigh, di Mie e principalmente lo scattering Tyndall (effetto Tyndall blue), tutti esempi di diffusione incoerente. Inoltre occorre non confondere la riflessione e la rifrazione dalla diffusione (o scattering). Infatti la deflessione dei raggi luminosi nella diffusione avviene in maniera disordinata e in buona misura casuale, e per questo la diffusione si distingue, in maniera sostanziale, dalla riflessione e dalla rifrazione (fe-

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Fig. 2 - Diffusione luminosa geometrica di una superficie ruvida (per es. neve) no scattering, fonte: fotografiadigitale.com

nomeni di ottica geometrica) che, invece, cambiano le traiettorie in maniera regolare e determinata. All’inizio del secolo scorso, gli ornitologi ipotizzavano che i colori iridescenti negli uccelli fossero causati da fenomeni di fisica ottica, in particolare l’interferenza costruttiva, e quindi associati a scattering coerente; i colori non iridescenti, invece, erano causati da una semplice diffusione legata a scattering incoerente (Mason 1922) da parte di piccole particelle, come la dispersione di Rayleigh e quindi Tyndall. L’interferenza costruttiva prima indicata si concretizza nella interferenza su lamine sottili: ad esempio il fenomeno della interferenza della luce applicato a un sottile strato di olio che galleggia sulla superficie dell’acqua produce un arcobaleno di colori brillanti, anche se gli oli minerali sono incolori. Questi colori sono indicati come conseguenza di interferenza su lamine sottili e riscontrabile anche sulle bolle di sapone, sulle ali di alcuni insetti etc. Recentemente, negli uccelli, numerose ricerche sperimentali hanno descritto l’esistenza di diverse strutture di dispersione coerente e che quindi producono

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colori non iridescenti per interferenza costruttiva come, in particolare, le barbe blu di Cotinga (Prum et al. 1998) e quindi non più giustificabili con la diffusione di Tyndall. Della iridescenza L’iridescenza si realizza quando un oggetto si colora in modo differente in accordo con l’angolo visuale. Un colore non iridescente appare sempre uguale, qualunque sia l’angolo da cui viene osservato. I colori iridescenti cambiano a seconda dell’angolo visuale seguendo un ordine ben definito, detto sequenza di Newton; la variazione prestabilita dei colori a seconda di dove l’occhio si sposta, determina l’iridescenza. La purezza

L’iridescenza si realizza quando un oggetto si colora in modo differente in accordo con l’angolo visuale

dei colori nati per interferenza viene intensificata da uno sfondo nero posto dietro alla lamina sottile che impedisce la riflessione della luce sia bianca che colorata, capace di diluire o di alterare i colori generati per interferenza. Sono le barbule le strutture responsabili del colore iridescente: esse appaiono appiattite e slargate per una certa lunghezza nonché rigirate ad angolo retto, in modo da presentare all’osservatore la superficie piatta. Le barbule appiattite contengono granuli di melanina assemblati in singolo strato e dotati di una specifica forma. Recentemente è stato scoperto da Schmidt che la melanina, dotata di una sua forma specifica, è direttamente responsabile dell’interferenza. È opinione corrente che i colori iridescenti sono causati dall’interferenza che si crea nello strato esterno di cheratina delle barbule e che la melanina serve semplicemente a purificare i colori inibendo la riflessione di luci parassite. Le colorazioni per diffusione (non iridescenti) trovano origine nelle strutture delle barbe (Rodolfo Nicolaus, Napoli) e non nelle barbule. Quest’ultime sono sede prevalente dei lipocromi (Zingoni pag. 445), risultano più vaporose nel piumaggio brinato; poiché le barbule nel piumaggio brinato sono tra loro più distanziate, quando si sovrappongono alle barbe lasciano ampi interstizi attraverso i quali le radiazioni ottiche delle barbe possono emergere verso l’esterno, favorendo in qualche caso la colorazione non iridescente. D’altra parte, però, la maggiore cheratinizzazione delle barbe di un piumaggio intenso potrebbe favorire la genesi di un tasso maggiore di radiazioni strutturali, nonostante l’effetto limitante dovuto alla trama più fitta delle barbule. Le strutture che originano tale fenomeno, è accertato, sono le barbe che come dicevamo sono scarsamente pigmentate. La luce penetra all’interno delle barbe profondamente attraversando totalmente la cuticola esterna (più o meno pigmentata) fino ad interessare la zona spugnosa chiamata “cloudy medium” (per gli ornitologi tedeschi Blaustruktur). Questa zona ha una funzione disperdente delle radiazioni luminose e, in par-


ticolare, con quelle di lunghezza d’onda più corte (quelle azzurre per intenderci) opera una forma di filtraggio riflettendone una cospicua parte. Come l’azione selettiva operata dal cloudy medium avvenga non è stato ancora definitivamente accertato. In sintesi le barbule generano colori strutturali per interferenza costruttiva (scattering coerente) mentre le barbe le colorazioni diffusive (scattering incoerente). Quanto prima descritto sembra appartenere ormai ad un passato anche se recente. Sembra sempre più probabile che l’interferenza costruttiva di onde luminose che si sparpagliano coerentemente sia l’unica spiegazione fisica di tutti i colori strutturali degli uccelli. L’interferenza costruttiva presuppone un’organizzazione delle strutture piumose nel campo delle dimensioni nanometriche (nm = 10-9 miliardesimo di metro), al contrario la non iridescenza è il risultato di una mancanza di organizzazione spaziale dei dispersori in un range le cui dimensioni sono considerevolmente più grandi Si è fatta avanti l’ipotesi, ormai quasi consolidata, che l’evoluzione abbia creato tessuti aviari con una periodicità anatomica nanostrutturata, legata all’indice di rifrazione, in grado di produrre colori visibili mediante interferenza costruttiva. Al contrario, sembra non esserci negli uccelli esempi chiari in cui un tessuto si sia evoluto in maniera da includere dispersori incoerenti di dimensioni appropriate e regolarmente distribuiti. In maniera sintetica, non ci sono tessuti aviari per i quali la dispersione di Rayleigh o Mie sia una descrizione accurata dei colori creati. Crepuscolo di Tyndall Lo scattering Tyndall (sottocaso della dispersione di Rayleigh), quindi, sembrerebbe avviarsi verso il crepuscolo. Anche il gruppo di ricerca olandese Mutavi condivide queste ultime considerazioni. Mutavi ha pubblicato un articolo (2003) in cui afferma che ci sono prove schiaccianti che il colore azzurro visto nelle barbe delle piume di diverse specie di uccelli tra cui il pappagallino ondulato è prodotto da interferenze ottiche (lamine sottili), piuttosto che di

Fig. 3 - Bolle di sapone come conseguenza di interferenza su lamine sottili (scattering coerente), fonte: freshandclean.it

scattering Rayleigh (Tyndall); nessun riferimento è comunque fatto alla diffrazione ottica nel senso che nessuna colorazione degli uccelli è associabile a questa fenomenologia (cosa già nota e in evidenza su molte pubblicazioni). Aggiunge anche che è sbagliato ascrivere la colorazione blu delle piume degli uccelli a “Effetto Tyndall “ e quindi la maggior parte dei nostri libri di riferimento sono in evidente errore. È una affermazione dirompente anche perché se apriamo un testo di ornitologia o uno dei nostri libri di riferimento, vedremo più volte l’affermazione che le piume blu sono blu a causa della dispersione di Tyndall. Non sono in grado di confutare questa affermazione perché non possiedo le capacità culturali per farlo

Fig. 4 - Cotinga cayana, fonte: Wikipedia. Schemocromi cianofori che producono colori nella gamma del blu

e lascio il commento a chi ne sa più di me ma forse alcune attente valutazioni sono necessarie a difesa del “blu Tyndall”. Non è mia intenzione inficiare queste asserzioni ma sento l’obbligo di proporre alcune osservazioni personali per una migliore comprensione. C’è una evidente antinomia su quanto indica Mutavi sulla interferenza da lamine sottili come causa determinante della colorazione blu, mentre numerose pubblicazioni (Land 1972, R.O. Prum 1999) pongono dei limiti a tale conclusione negli uccelli. Ritengo sia opportuno proporre almeno due considerazioni: · le risultanze sperimentali sulla dispersione blu derivano spesso da simulazioni matematiche · i dispersori di radiazione (le strutture biologiche disperdenti) devono essere analizzati nel loro insieme in particolare quando sono strutturati sull’intero piumaggio Le asserzioni precedenti scaturiscono da indagini sperimentali effettuate solo su alcune piume di alcuni psittacidi le cui strutture sono sì dimensionalmente simili ma le conclusioni scaturiscono principalmente da simulazioni matematiche particolari. Lo spettro di radiazione luminosa, una volta visualizzato con appropriata strumentazione (scatterometri), viene analizzato, con metodologia puramente matematica, attraverso procedimenti di simulazione (trasformazione 2D-Fourier per chi ha dimestichezza con la matematica) applicando quindi alle strutture un algoritmo matematico sostenuto da software applicativi. Ritengo che una simulazione matematica mi sembra un po’ pochino per sostenere una validità generale. La seconda considerazione è un po’ più complicata da avanzare ma forse è più esaustiva. Lo scattering di Rayleigh, Tyndall e Mie descrivono solo l’intensità diffusa da una singola particella isolata. Quando si considerano particelle aggregate, le cose si diventano più complicate; nel caso più comune, quando l’uccello lo si guarda nella sua interezza. Quando la distanza tra le particelle è molto più grande della lunghezza di coerenza della luce illuminante, lo scattering collettivo è incoerente, il che si-

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gnifica che l’intensità diffusa è semplicemente la somma delle intensità diffuse da ciascun centro di diffusione. Lo scattering incoerente da parte di “particelle di Rayleigh” (nell’intervallo di diametri inferiore a 50 nm) e da “particelle di Tyndall” (nell’intervallo 50-900 nm) possono essere ancora considerati come meccanismi di diffusione “Rayleigh” o “Tyndall”, rispettivamente. Se le particelle sono più vicine, e certamente nelle barbule, ci troviamo di fronte a un caso di scattering coerente Quando la cromia blu interessa l’intero piumaggio, come in numerosi psittacidi (Ara giacinto), personalmente trovo difficoltà a non individuare nella diffusione di Tyndall il meccanismo che genera il blu. Non riesco ad immaginare una organizzazione spaziale così meticolosa, con una infinità incommensurabile di dispersori finemente aggregati che possa interessare la totalità dell’intero piumaggio. Ritengo che solo zone piumose limitate come le barbule possano disperdere per interferenza costruttiva. Negli uccelli dove è manifesta la presenza di melanina in modo diffuso è quasi obbligo naturale pensare al blu di Tyndall. Negli organismi viventi, il blu di Tyndall è quasi sempre presente in associazione con i pigmenti sottostanti. I granuli di pigmento sottostanti, quasi sempre melanine (Fox, 1976), assorbono la luce incidente che penetra attraverso tutti i tessuti strutturali e impediscono la perdita di saturazione di quelle lunghezze d’onda, disperse dai tessuti interni, che contengono le colorazioni azzurre. La presenza di micro-

Ritengo che solo zone piumose limitate come le barbule possano disperdere per interferenza costruttiva

granuli di melanina consente di generare colori strutturali anche con un numero limitato di diffusori. Affinché, quindi, si verifichi lo scattering incoerente di Tyndall o di Rayleigh, è necessario che i diffusori siano separati di una distanza superiore alla lunghezza di coerenza della luce solare, circa 600 nm, (Priscilla Simosis - How Nature produces blue color). Sotto questa distanza si verifica un’interazione coerente, anche se le particelle diffusive sono disposte in modo casuale e quindi non si può più parlare di Tyndall o di scattering incoerente. Il ricorrere semplicemente all’analisi di queste dimensioni nanometriche potrebbe essere fuorviante originando numerose interpretazioni errate sulla colorazione blu negli animali. Nel secolo scorso, la differenza tra diffusione coerente e incoerente si basava sulla semplice osservazione visiva e non sulle distanze microscopiche dei diffusori. Si era soliti distinguere due casi: il blu iridescente, sinonimo di scattering coerente, e il blu non iridescente, ipotizzato come incoerente di Rayleigh o Tyndall

Fig. 5 - Modelli di scattering, in evidenza l’interferenza costruttiva nello scattering coerente, fonte: M. Alfonzetti, modulazione personale

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(Fox, 1976; Mason, 1927). Penso che questa semplice affermazione sia fondata ed abbia ancora una validità generale. A margine voglio segnalare una pubblicazione a difesa del blu di Tyndall. Finger (1995) ha ipotizzato che la teoria dello scattering di Mie sia una spiegazione accurata della produzione di colore strutturale da parte delle barbe delle piume. Lo scattering di Mie è un’esatta teoria elettromagnetica dello scattering incoerente da parte di una particella, ha un contenuto generale e comprede lo scattering Rayleigh e quindi anche lo scattering Tyndall. Finger sostiene che la matrice midollare di cheratina-aria è adeguatamente dimensionata per disperdere le lunghezze d’onda più piccole della luce visibile e che il filtraggio corticale, o l’assorbimento della luce da parte della corteccia di cheratina, è responsabile della creazione dei picchi distinti nello spettro visibile nel campo delle radiazioni blu. Per completezza di informazione, recentemente, alcuni ricercatori (Prum, Dyck e colleghi) hanno applicato l’analisi di Fourier discreta 2-D (un algoritmo matematico) per studiare la periodicità nanostrutturale della matrice della spongy layer della cheratina midollare in funzione della variazione spaziale dell’indice di rifrazione. I risultati dimostrano che la cheratina midollare spugnosa è finemente nanostrutturata ed è opportunamente dimensionata per produrre le tonalità prodotte mediante scattering coerente, o interferenza costruttiva. (Prum et al. 1998; Prum et al. 1999). L’analisi di Fourier ha dimostrato che le matrici di cheratina midollare spugnose sono ordinate spazialmente con sequenze più piccole della luce visibile e quindi in contrasto su quanto ipotizzato sui modelli di scattering incoerenti (scattering di Rayleigh e Mie). Infatti, la diffusione incoerente della luce visibile richiede che i dispersori siano separati da distanze maggiori delle lunghezze d’onda della luce visibile. I dispersori presenti nelle matrici di cheratina midollare di tutte le specie di uccelli conosciute sono generalmente molto più vicini tra loro e si posizionano sotto i li-


miti generali dello spettro aviario-visibile (350 - 800 nm). L’ipotesi originale del “cilindro cavo” (Dyck 1971), modello semplificativo della zona midollare spugnosa, di cui dettaglieremo successivamente nella seconda parte di questo scritto, supporta fortemente i risultati di questa analisi di Fourier. Ne consegue che i colori strutturali delle barbe delle piume sono prodotti da una dispersione coerente o da un’interferenza costruttiva. Questi risultati documentano in modo convincente che le condizioni per la dispersione incoerente richieste dalla teoria di Rayleigh e Mie non sono soddisfatte da alcuna piuma e quindi forniscono spiegazioni incomplete del fenomeno. Per concludere, i colori strutturali non iridescenti delle barbe e delle barbule delle piume sono prodotti tutti dallo stesso meccanismo fisico ma differiscono per la posizione spaziale, l’organizzazione e la composizione fisica dei dispersori. Il risultato è la vivida produzione di colore strutturale ma senza iridescenze macroscopiche evidenti. La iridescenza presuppone che la cheratina midollare sia adeguatamente strutturata su scala nanometrica per produrre interferenza costruttiva, ma sia anche adeguatamente strutturata spazialmente con distanze più elevate (disposizione cristallina). Il colore non iridescente osservato, quindi, è la somma di molti dispersori orientati in modo casuale (disposizione amorfa) sulla superficie della piuma e un cambiamento nell’angolo di osservazione non modifica la lunghezza media del percorso dell’array di dispersione. Lo sviluppo di nuove tecniche sperimentali e di imaging, nonché nuove intuizioni, stanno aprendo campi mai inesplorati su come nasce il blu nelle piume degli uccelli, sulle strutture disperdenti insiti tra le interfacce tra cheratina e aria nello strato midollare spugnoso delle barbe e come queste agiscono da diffusori coerenti. Da quanto sopra descritto, le diverse teorie mostrano che nulla è definitivamente accertato sulla genesi dei colori strutturali aviari, esistono ancora molte incertezze e dubbi. Nel nostro ambito, i canarini di colore, restano ancora molte domande senza

Fig. 6 - Semplificazione Tyndall blu. In evidenza la zona spugnosa di cheratina e vacuoli di aria e i granuli di melanine sottostanti, fonte: goodmorninggloucester.com

precise risposte circa le radiazioni bluastre dei canarini Opale e della tonalità giallo limone. Nella seconda parte di tale scritto tenteremo una trattazione non esaustiva ma certamente più aderente alle attuali realtà scientifiche. Fonti - U. Zingoni - Canaricultura - Kosma Sea – Alcedo (varie) - M.Alfonzetti – Italia Ornitologica (varie) - Richard O. Prum - The anatomy and physics of avian structural colours - Priscilla Simonis - How Nature produces blue color

- R. O. Prum, S. Andersson, R. H. Torres – Coherent scattering of ultraviolet light by avian feather barbs - Mutavi. I. Onsman - The Myth of the Tyndall Effect in Blue Bird Feathers - G. Canali - Italia Ornitologica (varie) - Wikipedia - R.A. Nicolaus - (Melanin studies – Napoli 19952005) - Toshio Okazaki - Role of spongy layer and melanin granule arrangement on the development of blue structural color of bird feathers - Goodmorning Gloucester - How color is created in bird feathers - Finger, E. 1995 - Visible and UV Coloration in Birds: Mie Scattering as the Basis of Color Production in Many Bird Feathers

Fig. 7 - Disposizione spaziale dei dispersori (personale rimodulazione), fonte: Deok Jin Jeon ed altri - Melanin based structural coloration of birds

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ONDULATI ED ALTRI PSITTACIFORMI

FORMA & POSIZIONE PARTIAMO DALLE BASI

Il pezzato australiano (dominante) testo, foto e disegni di GIOVANNI FOGLIATI

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olte apparizioni isolate di pezzati o variegati furono segnalate in Gran Bretagna, nell’Europa continentale e in Australia tra la fine degli anni ‘20 e l’inizio degli anni ‘30 del secolo scorso, ma di rapporti veramente affidabili sui risultati dell’allevamento e le descrizioni dettagliate del loro aspetto durante quel periodo non ve ne sono molti. Uno dei primi resoconti dell’aspetto di un soggetto, che avrebbe potuto essere un pezzato australiano, fu a cura del signor W. G. Bowden che scrisse di un uccello con una macchia chiara sulla nuca, una fascia chiara sul petto e alcune Remiganti chiare; in base al suo comportamento riproduttivo mostrava chiaramente un modello ereditario autosomico dominante. Era il 1931 e questa molto probabilmente è stata la prima descrizione di un Pezzato di cui abbiamo traccia. Diversi uccelli simili furono segnalati nello stesso periodo in Germania, ma

Si ritiene che gli attuali Pezzati australiani discendano tutti da un ceppo originariamente stabilito a Sydney nel 1935 da Keith Ings

Giovani femmine pezzato australiano

di cui non abbiamo nessuna descrizione di dettaglio, né del loro aspetto fenotipico né tantomeno del loro comportamento ereditario. Si ritiene che gli attuali Pezzati australiani discendano tutti da un ceppo originariamente stabilito a Sydney nel 1935 da Keith Ings. Furono importati per la prima volta in Gran Bretagna nel 1957/58,

quando il signor A. M. Cooper di Caerleon, nel Galles meridionale, comprò due uccelli del genere da un commerciante a Bristol. La maggior parte dei Pezzati australiani in Gran Bretagna discendono dal ceppo Cooper. Descrizione Tutti i Pezzati sono caratterizzati dal presentare pezzature più o meno re-

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La mutazione Pezzato Australiano risulta avere un comportamento ereditario autosomico dominante incompleto

molto simili nell’aspetto al Pezzato Remiganti chiare: con una toppa più o meno estesa sulla nuca, Remiganti e prima fila delle copritrici chiare, Timoniere chiare e banda chiara sul petto. Occhio con iride chiara, becco corno/aranciato, zampe e dita grigio bluastro con pezzature rosa di estensione variabile.

Pezzato australiano doppio fattore

Coppia

Progenie

Pezzato Dominante (Sf) X Normale

50% Pezzato Dominante (Sf) 50% Normale

Pezzato Dominante (Df) X Normale

100% Pezzato Dominante (Sf)

Pezzato Dominante (Sf) X Pezzato Dominante (Sf)

25% Pezzato Dominante (Df) 50% Pezzato Dominante (Sf) 25% Normale

Pezzato Dominante (Sf) X Pezzato Dominante (Df)

50% Pezzato Dominante (Sf) 50% Pezzato Dominante (Df)

Pezzato Dominante (Df) X Pezzato Dominante (Df)

100% Pezzato Dominante (Df)

Femmina novella pezzato australiano Grigioverde

golari chiare (aree prive di melanina) che possono apparire in qualsiasi parte del corpo, testa o ali. Queste pezzature chiare sono di colore bianco puro negli uccelli delle serie blu e gialle negli uccelli della serie verde. Il resto del corpo è colorato normalmente. Nei Pezzati australiani le pezzature sono molto più regolari e grazie ad una attenta selezione sussistono le condizioni per una loro corretta standardizzazione. Questi pezzati sono

I NOSTRI LUTTI

Un grande amico ci ha lasciato

C

on profondo dolore l’AMO “Associazione Modenese Ornicoltori” comunica la scomparsa del suo socio più rappresentativo “Enzo Nocetti” per noi tutti un fratello, un amico e un grande conoscitore di canarini di Colore. Per molti anni ha ricoperto la carica di Presidente dell’AMO e dal 2009 la carica di Presidente del “Club del Canarino Phaeo e Topazio” creato appositamente per Lui dai soci AMO nel giorno del suo Compleanno il 18 Dicembre. Per tutti Enzo è stato un maestro e non solo per la sua conoscenza in campo ornitologico ma un maestro di vita, tutti lo ricordiamo con il suo sorriso e difficilmente cancelleremo il suo ricordo dal cuore. Riposa in pace Enzo, ci mancherai. AMO - MODENA, il Consiglio Direttivo

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Alcuni soggetti a doppio fattore somigliano a Pezzati Recessivi

Nei migliori soggetti da esposizione la fascia chiara sul petto deve presentarsi alta almeno un centimetro, essere netta, pulita e regolare. L’ereditarietà La mutazione Pezzato Australiano risulta avere un comportamento ereditario autosomico dominante incompleto. Infatti, il Pezzato a singolo fattore (SF) mostra le aree prive di melanina in zone ben definite e simmetriche: remiganti, timoniere, nuca e fascia sul petto. Nel Pezzato a doppio fattore (DF) le aree prive di melanina sono molto più estese e meno simmetriche del singolo fattore. Alcuni soggetti a doppio fattore, causa la notevole estensione delle aree senza melanina e la conseguente perdita di simmetria delle pezzature, somigliano a Pezzati Recessivi. In questi soggetti, per il loro riconoscimento certo, ci si può aiutare anche osservando l’occhio che è nero con cerchio oculare bianco (iride bianca), mentre nei Pezzati Recessivi è nero e privo del cerchio oculare bianco (iride scura). Sia nei Pezzati singolo fattore (SF) che in quelli doppio fattore (DF) le aree prive di melanina sono generalmente più estese nei maschi che nelle femmine. Accoppiamenti ideali per ottenere il Pezzato dominante Pezzato Dominante X Normale Pezzato Dominante X Opalino Normale X Pezzato Dominante Opalino X Pezzato Dominante

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CANARINI DI FORMA E POSIZIONE LISCI

Il Canarino “London Fancy” La novità della nuova Razza riconosciuta anche in Italia testo e foto a cura della COMMISSIONE TECNICA CANARINI DI FORMA E POSIZIONE LISCI

London Fancy giallo intenso Campione mondiale, all. Saen Bazo Eduardo

D

opo tanti anni la razza London Fancy di origine inglese, che rientra tra le razze “leggere”, è stata riconosciuta nel 2022 dalla COM, quindi ufficialmente per la prima volta i soggetti sono stati esposti al 70° Campionato Mondiale di Napoli, svoltosi dal 13 al 22 gennaio 2023, dove erano presenti 8 soggetti così suddivisi: quattro singoli e uno stamm. Hanno suscitato molta attenzione e curiosità sia tra gli allevatori sia tra i visitatori: soggetti particolari di colore giallo, con remiganti e timoniere melanici, becco, unghie e zampe scure; specialmente i soggetti eccellenti, che rientrano negli standard, sono stati molto ammirati e apprezzati. La CTN/CFPL ha proposto il riconoscimento di questa razza anche in FOI, presentando documentazione completa dello standard, del disegno del canarino e della scheda di giudizio

già utilizzata a livello COM, sia al Consiglio dell’Ordine dei Giudici che al Consiglio Direttivo Federale della FOI. Il CDF in data 14 e 15 aprile 2023 ha ratificato la proposta avanzata dalla CTN, quindi il London Fancy sarà presente anche nelle mostre FOI; infatti, gli stessi risultano già inseriti nelle categorie aggiornate per l’anno 2023, con le seguenti razze a concorso: - London Fancy Giallo Brinato (2022-2023) - London Fancy Giallo Intenso (2022-2023) - London fancy Bianco (2022-2023) La scelta è di ammettere solo gli adulti dell’anno precedente, perché nella selezione fatta da esperti e detentori della razza è stato dimostrato che i soggetti migliorano nello standard al secondo anno di vita. London Fancy Origine: Inghilterra Requisiti gabbia da esposizione:

- Altezza 30 cm - Lunghezza 35 cm - Larghezza - Profondità 17 cm - Due posatoi rotondi, diametro 12 mm, posti sullo stesso livello a circa 12 cm l’uno dall’altro.

Gabbia da esposizione

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Commenti e procedura di giudizio Per selezionare bene i migliori soggetti, una prima valutazione in fase di giudizio viene fatta sulla Testa e sul Corpo, che devono mostrare il colore di fondo giallo o bianco, ricco, profondo ed uniforme, privo o quasi privo di macchie scure. I soggetti saranno penalizzati secondo l’estensione della melanina. Inoltre, bisogna attentamente guardare ali e coda, che devono essere più scure possibile.

Molta attenzione sulle copritrici, che devono formare una mezzaluna scura, netta e ben delimitata tra alula e alula. - Tavolo di giudizio di media altezza con l’obbligo di giudicare in piedi. - Anello F.O.I. tipo ‘’X’’. - Sono ammesse le varietà giallo e bianco con remiganti e timoniere di colore scuro. - Non è ammessa la colorazione artificiale.

London Fancy

P.

Testa e Corpo

25

Ali e Coda

20

Copritrici

15

Colore di Fondo

15

Piumaggio

10

Zampe - Unghie e Becco

5

Taglia

5

Condizioni

5

Totale

100

Standard analitico Testa e Corpo - punti 25 La testa ed il corpo devono mostrare un colore uniforme, privo o quasi privo di melanina (meno melanina c’è e meglio è). Difetti Eccessiva melanina sulla testa e sul corpo. Piccole macchie scure sulla testa e sul corpo. Ali e Coda - punti 20 Le remiganti devono essere tutte ben aderenti al corpo. Le punte delle ali devono incontrarsi lungo il centro della schiena. Le penne sono completamente scure, assolutamente prive di schiarite o orlature. La coda è stretta e ordinata, con tutte le timoniere, e dello stesso colore delle ali scure. Difetti Presenza di penne chiare o bianche. Orlature su remiganti e timoniere. Penne anche solo leggermente schiarite. Chiusura incompleta delle ali e coda aperta. Copritrici - punti 15 Le penne nascoste maggiori e le alule dell’estremità delle ali devono essere dello stesso colore delle ali. Esse si combinano con le copritrici terziarie per creare una forma a mezzaluna scura che contrasta con il corpo chiaro. Difetti Profilo irregolare della mezzaluna. Le piume dell’alula e/o le copritrici alari chiare o brizzolate (screziate).

Scheda di Giudizio

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Colore di fondo - punti 15 Il colore deve essere ricco, profondo ed


uniforme. I soggetti intensi (jonque) devono mostrare una qualità luminosa; i brinati (mealy) un effetto più morbido e pallido. Il colore bianco deve essere privo di sfumature gialle. Difetti Colore opaco e mancanza di contrasto tra il lipocromo e le melanine. Piumaggio - punti 10 Il piumaggio deve essere fine, che forma contorni lisci e fluenti sul corpo, senza alcun accenno di ruvidità o sbuffi. Difetti Piumaggio ruvido e con sbuffi. Zampe - Unghie e becco - punti 5 Le zampe, le unghie e il becco devono essere più scuri possibile. Difetti Zampe pallide e/o unghie bianche. Zampe ed unghie chiare (poca melanina). Becco chiaro.

London Fancy

London fancy: colori

Taglia - punti 5 Taglia 13,5 cm con un angolo di 45° Testa larga e spalle larghe sono un pregio. Difetti Taglia inferiore a quella prevista. Testa piccola e spalle strette.

Intenso giallo e nero (jonque)

Intenso giallo e nero (jonque)

Condizioni - punti 5 Deve essere stabile, portamento sicuro e in ottima salute. Difetti Poco stabile e sicuro, in cattive condizioni di salute.

Brinato giallo e nero (mealy)

Bianco e nero

Giallo e marrone

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CRONACA

Una Fringillia da record testo di Ass.ne Adriatica Allevatori e Ass.ne Pesarese Ornicoltori, foto P. RUSSO, D. CAUTILLO, A.A.A. RIMINI

Crociere fasciato, all. Luca Adduci

E

dizione da record. Fringillia 2023 ha fatto registrare una carrellata di oltre 1400 ingabbi, tutti nel settore EFI, quindi fringillidi europei, esotici ed ibridi, in una specialistica che oramai è una pietra miliare. Conosciuta in tutta Europa, la kermesse ideata dal giudice Bruno Zamagni è giunta alla trentatreesima edizione ed ha coinvolto centinaia tra i migliori allevatori italiani ed europei. Tra gli ospiti di Fringillia, a Morciano di Romagna, sono arrivati nomi come Robert Bender, Mario Dinkic, Eva e Mathias Blattner (dell’omonima e famosissima azienda) dalla

Ibrido di Canarino ventre bianco x Crociere fasciato, all. Manuele Paoletti

Germania, Aleksander Radovan dalla Slovenia, Giannis Tzakos e Jannis Roinpas dalla Grecia, lo spagnolo Juan Campos Lopez (il primo ad allevare il verdone citron), il portoghese Hugo Sant’Ana (uno dei più

Conosciuta in tutta Europa, la kermesse ideata dal giudice Bruno Zamagni è giunta alla trentatreesima edizione

importanti allevatori di cardinalini del Venezuela) e i belgi Marc Derweduwen e Rudi Cosemans. Soltanto dalla Croazia sono arrivati in Romagna ben 160 soggetti! Non si può non rimarcare il valore degli uccelli esposti a Fringillia: ormai è noto che chi vince a Morciano è quasi certo che ottenga risultati strepitosi ai campionati italiani, internazionali e mondiali. Chi ha visitato la mostra ha potuto ammirare, tra i tanti gioielli esposti (lucherini e cardellini hanno fatto registrare il maggior numero di ingabbi), i bulbul dalle guance rosse bianchi, i lucherini di Haiti e i lucherini di Lawrence di Robert Ben-

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L'ingresso della fiera di Morciano

der, le passerine e le tangare di Massimiliano Esposto, i lucherini perlé di Massimo Ragonese, un fantastico ibrido tra canarino ventre bianco e crociere fasciato di Manuele Paoletti, le diverse creazioni di Patrizio Salandi e centinaia di altre perle, tra cui la femmina Best in Show di cardinalino da 95 punti di Antonio Risi, ottimo allevatore e vincitore dei due trofei messi in palio da Hugo Sant’Ana riservati proprio a questi Spinus sudamericani. Con la collaborazione del club del Canarino Selvatico, poi, a Morciano sono arrivati soggetti decisamente tipici e di altissimo valore genetico grazie al presidente Pasquale De Maio. Ricchissima la mostra scambio che ha fatto vedere soggetti di ottima qualità in numero cospicuo e tante rarità e chic-

Ricchissima la mostra scambio che ha fatto vedere soggetti di ottima qualità in numero cospicuo e tante rarità e chicche per allevatori e appassionati dal “palato fine” Veduta dall'alto del salone espositivo

Il Sindaco di Morciano in visita alla mostra

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che per allevatori e appassionati dal “palato fine”. “Ancora una volta - ha detto Alex Valentini, presidente dell’Associazione Adriatica Allevatori, organizzatrice dell’evento – Fringillia si è rivelata un successo dal punto di vista ornitologico, ma ci terrei a dire anche da quello sociale. La grande famiglia “allargata” dell’AAA ha reso possibile quello che è un evento basato sulla socializzazione: questo lo dimostra la cena del sabato, con 110 partecipanti, la disponibilità dei soci, ma anche degli esterni che hanno contribuito alla riuscita della mostra. Voglio ringraziare gli sponsor per la loro presenza, gli stand di grandi re-


Un momento della premiazione

altà ornitologiche, il sindaco di Morciano Giorgio Ciotti che è venuto a trovarci e si è complimentato con noi nonché le ‘anime social’ di questa edizione che hanno permesso un salto di qualità a Fringillia: mi riferisco a Massimiliano Esposto, ormai

Una fase del giudizio

Fringillia si è rivelata un successo dal punto di vista ornitologico

“PR ufficiale”, e al giornalista Piero Russo, che ha dato visibilità alla kermesse con i suoi video e le sue interviste. Un ringraziamento particolare, oltre a soci e direttivo, va al nostro ‘decano’ Aldo Minardi, sempre pronto a supportarci con i suoi

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DIDATTICA & CULTURA

Il valore di uno studio testo di Pasquale Leone, foto DOI: 10.3389/ fimmu.2022.807682

N

el corso dell’ultima assemblea delle associazioni F.O.I. il dott. Gianluca Todisco ha presentato una serie di dati preliminari su uno studio da lui condotto insieme al dott. Giuseppe Marruchella inerente il microbiota intestinale del canarino. Un articolo contenente i vari punti presi in esame è stato poi successivamente pubblicato nello scorso numero di agosto/settembre di Italia Ornitologica. Se consideriamo l’importanza dell’assunto trattato, l’articolo è passato un po’ in sordina. Difatti, lo studio sul microbiota riveste un notevole interesse scientifico ed avere l’opportunità di sviluppare uno specifico segmento inerente il nostro hobby è molto importante poiché, tra le altre cose, costituisce una grande forma di prevenzione per

Lo studio sul microbiota riveste un notevole interesse scientifico

assicurare alla nostra passione un futuro. D’altro canto, noi siamo ornicoltori: più che con la scienza abbiamo rapporti con l’empirismo. Noi alleviamo e selezioniamo sulla base di ciò che vediamo e, se escludiamo alcune formule basilari di genetica, non siamo abituati ad andare oltre a questo. È tuttavia importante prendere comunque atto delle differenze tra le varie tipologie delle pub-

Esempio grafico di come, attraverso l'utilizzo del microbiota si stimoli la produzione dell'anticorpo immunogeno ά -Gal il quale possa poi bloccare la patologia della malaria nella specie Serinus canaria

blicazioni scientifiche, nonché dell’importanza che viene data al microbiota, anche per capire il modo in cui noi ornicoltori ci relazioniamo con la società e capire come venga considerata la nostra piccolissima cerchia di ornitologi amatoriali. L’articolo pubblicato su Italia Ornitologica non è la risultante dello studio svolto dai “nostri” due ricercatori, ma un sunto del lavoro adattato per noi lettori. Difatti la nostra rivista, pur essendo una rivista scientifica, è una rivista che pubblica articoli di divulgazione scientifica. Le riviste che pubblicano articoli classificati quali “articoli scientifici” vengono accreditate da un apposito ente (ANVUR) e gli articoli in esse contenuti debbono seguire determinati protocolli. Questo perché ogni scritto scientifico

deve essere il più obiettivo possibile, in modo che possa essere attendibile. Deve essere “consistente”, termine da intendersi in senso lato, ossia deve avere a corredo e sostegno un buon numero di studi che siano giunti alla sua stessa conclusione. Ovviamente, a seconda degli approfondimenti o della complessità degli stessi argomenti trattati, gli articoli vengono classificati in vari livelli (primo livello, secondo livello e terzo livello). In genere, per la classificazione viene usata la cosiddetta “piramide delle evidenze”, alla base della quale ci sono proprio gli articoli di divulgazione. Il contributo che riviste come la nostra dà alla scienza, specialmente in virtù degli argomenti trattati, nonostante sia basico è comunque considerevole.

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Rappresentazione grafica dello studio per stabilire se l'anticorpo ά-Gal possa trasferirsi dalla madre alle uova e successivamente all'embrione nella specie Serinus canaria

La capacità, come in questo caso, di innalzare il livello di alcuni argomenti della nostra sfera d’interesse, portandolo a livello scientifico, permette di fugare ogni dubbio sulle potenzialità che abbiamo come ornicoltori e sul valore intrinseco degli individui all’interno del nostro movimento. Quando ci troviamo di fronte a certe tipologie di studio non parliamo più di cultura generale ma di patrimonio intellettuale. Un punto sul quale ci sarebbe davvero da riflettere parecchio. Altra considerazione è l’importanza dell’argomento in questione. Un argomento non solo di grande attualità che, nel prossimo futuro, con ogni probabilità sarà la risposta, intesa come cura a diverse patologie umane. Riparlarne in maniera divulgativa può essere d’aiuto nel fornire agli ornicoltori maggiore dimestichezza sull’argomento, nonché un’utile chiave di lettura per capire lo spessore dello studio che è stato svolto. Non viviamo in un ambiente sterile. Microorganismi come ad esempio vi-

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rus, batteri, funghi, protozoi ecc. sono presenti ovunque nelle nostre case, nei nostri allevamenti, nei fiumi, nell’aria, insomma su tutto il pianeta. Generalmente i microorganismi sono conosciuti per i loro effetti deleteri; tuttavia, ve ne sono alcuni, come ad esempio i probiotici, che hanno effetti benefici riguardo alla salute ed al benessere. L’insieme dei microorganismi che convivono insieme in un ambiente, quale potrebbe essere l’intestino dei nostri uccelli, è detto mi-

L’insieme dei microorganismi che convivono insieme in un ambiente, quale potrebbe essere l’intestino dei nostri uccelli, è detto microbiota

crobiota. Diversi anni or sono, la definizione era quella di flora batterica intestinale. All’epoca la classificazione dei batteri rientrava nel regno vegetale visto che gli esseri viventi erano suddivisi in due regni, quello vegetale e quello animale ed oltre a questi vi era soltanto il regno minerale. Successivamente, non solo i regni diventarono cinque (oggi sono più di venti) e uno di essi è costituito dai batteri. La vecchia definizione di flora batterica intestinale fu sostituita ed attualmente il termine corretto da utilizzare è microbiota. La quantità di letteratura scientifica sull’argomento è impressionante. Inizialmente d’interesse per una cerchia limitata di esperti, legati per lo più allo studio dell’assimilazione dei nutrienti, gli approfondimenti hanno portato ad un allargamento degli interessi così grande che non è un’esagerazione affermare che ci son fin d’ora i presupposti che diventi una scienza a sé stante. Per capire quanto importante sia lo studio del micro-


biota, basti pensare che è stato dimostrato che il 99% del materiale genetico nell’uomo è portato proprio da questi microorganismi. Da qui gli studi si sono allargati un po’ ovunque; dalla medicina generale alla medicina veterinaria, alla produzione di farmaci, alle tecnologie agro-alimentari, alle stesse produzioni alimentari e, volendo, si potrebbe continuare ancora. Per rendere l’idea, basti pensare che si discute anche di come i microorganismi potrebbero essere la chiave per la svolta sul cambiamento climatico, in quanto i microbiomi contribuiscono in più modi alla salute stessa degli ecosistemi globali. Si è aperta una nuova frontiera della scienza ed è bello sapere che noi ornicoltori non ne siamo rimasti fuori. Sarebbe stato un peccato, anche perché sono molteplici gli studi sugli altri animali d’affezione. Uno studio interessante è inerente al fatto che

Si è aperta una nuova frontiera della scienza ed è bello sapere che noi ornicoltori non ne siamo rimasti fuori

spesso uomo e animale domestico condividano la stessa popolazione microbica. Un particolare trait d’union, con ogni probabilità dovuto al fatto che vengono condivisi gli stessi spazi, anche se ad oggi non è chiaro se siano gli animali a contaminare l’uomo o viceversa o se addirittura siano possibili entrambe le cose. Tornando allo studio in oggetto, rap-

presenta una pietra miliare per gli uccelli ornamentali e la canaricoltura in particolare, poiché non vi sono altri riferimenti in proposito. A puro titolo di cronaca, segnalo uno studio condotto alcuni anni or sono sui canarini, anche se sarebbe più corretto dire con i canarini, relativo al microbiota, dove i canarini non sono stati considerati alla stregua di pet, ma di vere e proprie cavie. In pratica, si è studiato come bloccare la malaria, trasmessa da una zanzara, attraverso il microbiota intestinale del canarino stesso (foto 1). Si è successivamente valutato se l’anticorpo immunogeno ά-Gal avesse modo di trasferirsi dalla madre alle uova e successivamente all’embrione (foto 2). Infine, un soggetto è stato sottoposto alla doppia azione di E. coli in aggiunta a P. relictum (il parassita più comune della malaria) per valutarne i parametri di salute (foto 3).

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A parte la parentesi che ho appena menzionato, lo studio svolto dai “nostri” ricercatori è l’unico punto di riferimento che si ha della canaricoltura in relazione al microbiota. Vorrei chiudere facendo questa riflessione. È sotto gli occhi di tutti che per noi le cose siano cambiate e stiano cambiando, purtroppo non sempre in meglio. Abbiamo tuttavia avuto la capacità di aver reagito agli eventi, in alcuni casi in maniera egregia, in altri casi forse maldestramente e, comunque sia, abbiamo dimostrato la vitalità del nostro movimento e la capacità di adattarsi e superare le difficoltà. Alcuni di questi cambiamenti ci hanno spinti ad andare oltre la nostra rou-

È sotto gli occhi di tutti che per noi le cose siano cambiate e stiano cambiando, purtroppo non sempre in meglio. Abbiamo tuttavia avuto la capacità di aver reagito agli eventi tine ed avere degli approcci con le altre realtà sociali in maniera differente rispetto al passato, cosa che ha anche rivelato dei lati positivi. Lo stesso Consiglio Direttivo F.O.I., ad esempio, scegliendo di finanziare

studi come questo, ha dimostrato una lungimiranza che va oltre la normale visione di un incarico pro tempore. Anche la nostra rivista è riuscita ad alzare sempre di più il livello dei suoi articoli, dimostrandosi, nel suo ambito, una delle migliori riviste del panorama mondiale. Restiamo noi allevatori che, senza alcun dubbio, a livello espositivo dimostriamo e confermiamo la nostra valenza, ma pecchiamo quando dobbiamo dare vita a un “riciclo” di noi stessi. Forse dovremmo prendere atto in maniera più seria di quanto siano cambiati i tempi e che necessitiamo di “linfa vitale” nel nostro movimento, più che di ulteriori medaglie da appendere nel nostro palmares personale.

Rappresentazione grafica dei parametri di salute di un Serinus canaria, sottoposto contemporaneamente ad infezione da E. coli e P. relictum

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ESTRILDIDI FRINGILLIDI IBRIDI

Il Codibugnolo Aegithalos caudatos testo di DINO TESSARIOL, foto AUTORI VARI

P

ur essendo tra i più piccoli uccelli europei, si rende ben visibile per la lunghissima coda che spicca sia in volo che da posato: “caudatus” significa appunto “munito di coda”. Questo simpaticissimo uccelletto passeriforme appartiene alla famiglia dei Paridi, è lungo 15 cm compresa la coda, che da sola misura 7/9 cm; può pesare fino a 10 grammi, la sua livrea si presenta nera e marrone sul dorso e biancastra nel ventre con fianchi rossicci; mostra intorno al capo una sorta di “corona bianca”. Il becco è nerastro, le zampe sono di colore carnicino-bruno e gli occhi sono di colore bruno scuro. Una bellissima caratteristica si può notare osservando la coda dal basso, in quanto le remiganti laterali si presentano in maniera scalare, formando un disegno davvero caratteristico. Pre-

Illustrazione del giovane e delle varie sottospecie europee, fonte: Natura Mediterraneo

Codibugnolo dedito alla costruzione del nido, fonte: Monaco Nature Encyclopedia

senta una variabilità di piumaggio piuttosto ampia fra le varie popolazioni con alcune, in particolar modo quelle più settentrionali, quasi completamente bianche su testa e area ventrale e altre che presentano calotta o sopraccigli neri più o meno marcati; altre ancora mostrano varie tonalità di grigio su ventre e fianchi. Il dimorfismo sessuale è trascurabile, coi due sessi praticamente simili. Si tratta di uccelletti molto allegri e vivaci che, all’infuori della stagione riproduttiva, quando le coppie tendono a isolarsi e a mostrare territorialità più spiccata, vivono in gruppetti di 5/6 e fino a 20/25 individui, generalmente costituiti da una coppia riproduttrice e dai giovani delle covate precedenti, ol-

Vivono in gruppetti di 5/6 e fino a 20/25 individui, generalmente costituiti da una coppia riproduttrice e dai giovani delle covate precedenti

tre che da altri esemplari solitari, specialmente femmine; non di rado, questi uccelli si aggregano a stormi misti con altre specie affini, come le cince. Sono molto socievoli e passano il momento del riposo notturno stretti gli uni contro gli altri, abitudine che permette loro

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Visibile l'opera d'arte del nido, fonte: Monaco Nature Encyclopedia

tivamente un’area comune di una ventina di ettari. Al suo interno si trovano i dormitori, i luoghi in cui abbeverarsi e varie zone di alimentazione, perlustrate quotidianamente lungo percorsi fissi. Io amo attirarli davanti casa mettendo loro a disposizione dei cachi maturi, di cui sono ghiottissimi; spesso per dormire, nella stagione invernale, utilizzano i nidi artificiali in legno. Con l’arrivo della primavera il gruppo familiare si scioglie e già dal mese di febbraio le coppie si isolano per costruire un grosso nido a palla ellittica con un piccolo foro nella parte superiore, costituito da muschi e licheni tenuti insieme da tele di ragno usate in maniera magistrale e che rivestono interamente la parte esterna del nido: una vera opera d’arte. Chi ha modo di poterla ammirare rimane stupefatto dalla capacità ingegneristica di questo piccolo uccello. Certamente il suo nido, assieme a quello del pendolino, è uno dei più belli tra gli uccelli europei. Per realizzarlo sceglie i cespugli di sambuco, di nocciolo e di more e molto spesso non si cura molto di mimetizzarlo, tanto che ho potuto osservare dei nidi costruiti su qualche ramo addossato al tronco del tutto privo di foglie. Depone dalle 6 alle 12 uova tra marzo e maggio, portando a termine una covata l’anno, raramente due se non per rimpiazzare una nidificazione

di sopravvivere alle lunghe e fredde notti invernali. Principalmente diurni, i codibugnoli si muovono per la maggior parte della giornata fra i rami di cespugli e alberi alla ricerca di cibo, cercando poi sul far della sera un riparo dalle intemperie e da eventuali predatori nel folto della vegetazione arborea. I codibugnoli sono uccelli molto vocali, che durante i loro spostamenti si tengono in contatto vocale quasi costante: il loro richiamo è un trillo sibilante alto

e trisillabico, che diviene più sonoro e veloce quando un esemplare si trova isolato o si trova a percorrere tratti di terreno aperti. Si muove con brevi voli, di cespuglio in cespuglio, ispezionando ogni fronda, ogni lembo di corteccia, alla ricerca degli insetti di cui si nutre. In inverno il piumaggio si fa più folto, per difendere dal freddo gli individui che, in questa stagione, integrano la dieta con bacche e semi. Gli stormi invernali sono territoriali e difendono at-

Il nido, tra i più belli degli uccelli europei, fonte: otrabalhosecomecou.rj.gov.br

Gruppetto di codibugnoli sui cachi di cui sono ghiotti, fonte: WordPress.com

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Sottospecie nordica con testa petto e fianchi completamente bianchi, fonte: Pinterest

andata a male o predata. I pulli vengono imbeccati e accuditi da ambedue i genitori; in tal modo, essi sono in grado d’involarsi attorno ai venti giorni di vita. Dopo l’involo i giovani, riconoscibili per la colorazione meno nitida e per i cerchi perioculari glabri giallini o rossicci che scompaiono con la maturità, continuano a essere imbeccati, anche se sempre più sporadicamente, ancora per circa tre settimane: in genere rimangono ancora per mesi nel territorio natio, disperdendosi solo dopo la stagione riproduttiva successiva. Una particolare caratteristica di questa specie è l’aiuto interfamiliare, in quanto i giovani ed anche gli adulti tendono ad andare in aiuto ad altre coppie, magari in difficoltà o alle prese con una nidificazione tardiva. Un individuo adulto non vive di solito oltre gli 8 anni. La specie è presente in quasi tutta Europa, a parte Islanda, Scandinavia, Russia settentrionale e Ucraina, con diverse sottospecie (in Italia con la sottospecie Aegithalos c. italiae e con la sottospecie Aegithalos c. siculus, in Sicilia). Le popolazioni del nord possono migrare più a sud durante i mesi freddi, ma in generale questo uccello è stanziale. Si adatta ad ambienti molto diversi, purché la copertura arborea sia abbastanza aperta e non estesa. Frequenta

Da posato sono visibili le remiganti scalari, fonte: Saronno News

di preferenza i margini forestali e i piccoli boschi, radure boschive con arbusti, coltivi alberati, giardini, parchi e frutteti. Predilige le latifoglie e le formazioni miste. Si rinviene anche in zone di macchia alta, in prossimità di aree umide e palustri con folta crescita di salicacee e ontano nero, nei saliceti di greto e nelle associazioni di salici e pioppi. Il codibugnolo preferisce alimentarsi sugli alberi, ad eccezione della primavera, quando si dirige anche sui cespugli, molto più raramente sul terreno. La dieta del codibugnolo è essenzialmente insettivora: questi uccelli si nutrono in prevalenza di piccoli insetti, privilegiando le piccole falene, di cui mangiano anche le uova e i bruchi; il cibo viene reperito principalmente ispezionando rami, foglie e tronchi, mentre è più raro che i codibugnoli

La specie in Europa è considerata in uno stato di conservazione favorevole: è una specie protetta di cui è proibita la caccia e la cattura

caccino le loro prede al volo. Come detto, soprattutto durante l’autunno e l’inverno, questi uccelli possono nutrirsi anche di semi e granaglie, bacche, frutti, cachi, olive, germogli e foglioline tenere. La specie in Europa è considerata in uno stato di conservazione favorevole: è una specie protetta di cui è proibita la caccia e la cattura ma per mantenerla in salute è molto importante preservarne gli habitat e magari regolare le popolazioni di cornacchie e ghiandaie, loro principali predatori. L’allevamento in ambiente controllato di questa specie è poco diffuso ma saltuariamente si può vedere qualche soggetto esposto nelle mostre dagli appassionati di uccelli insettivori, poiché la loro riproduzione è poco praticata. Osservando questo bellissimo uccello non si può che rimanere estasiati per la sua forma insolita e curiosa e viene spontaneamente da chiedersi quanto belle e varie siano le forme degli esseri viventi che Madre Natura ci ha donato e che ci chiede di impegnarci con ogni comportamento ed azione possibile per rispettarli e conservarli. Concludo con un proverbio latino: “Naturae enim non imperatur, nisi parendo”, ovvero “La natura non si domina, se non ubbidendole”.

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S pazio Club La mostra “Piume” 2023 vista dal Lizard Canary Club Italiano

Club di Specializzazione

N

el 2023 Cesena si è confermata un importante punto di incontro per gli allevatori di tutta Italia, che hanno rafforzato la loro partecipazione, soprattutto in qualità di associati ai numerosissimi Clubs di specializzazione ivi presenti. Anche il Lizard Canary Club Italiano ha fatto la sua parte, registrando un incremento di ben 50 soggetti esposti rispetto all’anno precedente, per un totale di 195 esemplari di altissimo livello. La prestigiosa manifestazione non si è caratterizzata soltanto per un oggettivo aumento dei numeri, ma anche per una indiscussa qualità in ogni settore. Restando ai Lizard, Cesena rappresenta una rara, se non unica, occasione per alloggiare gli esemplari nelle tipiche gabbie standard inglesi, che all’atto dell’ingabbio erano state già predisposte al meglio per rendere l’operazione più facile e veloce. E se il buongiorno si vede dal mattino, posso dire che già un quarto d’ora dopo l’invio online del modulo di iscrizione compilato manualmente arrivava la risposta, con l’avvenuto inserimento telematico nelle varie categorie. Un’organizzazione stupefacente che testimonia quali siano le capacità ed i meriti delle associazioni e del relativo personale coinvolto.

Il Presidente del L.C.C.I. A. Di Tillio, il Giudice G. Di Spigna e il vincitore del Best in Show G. Massarutto

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I Lizard sono stati giudicati con sistema inglese “a confronto” dal Giudice Internazionale dott. Gaetano Di Spigna, la cui esperienza quarantennale con questa razza si è resa ben evidente nella particolare competenza, professionalità, attenzione e cura delle sue valutazioni. Un giudizio impeccabile sotto ogni profilo, che testimonia quale sia la preparazione dei Giudici della FOI, vanto nazionale. Giudizio che non si è fermato alla selezione dei soggetti migliori ma che è stato arricchito da esaurienti spiegazioni tecniche fornite ai Soci espositori presenti dopo ogni valutazione, i quali hanno anche collaborato e aiutato manualmente nelle varie operazioni. I Soci si sono poi riuniti in Assemblea, finalmente in presenza e non più in collegamento da remoto. Concludo questo breve report ringraziando tutti coloro che hanno reso possibile la realizzazione di questa importante manifestazione. Presidenza LCCI: e-mail: presidenza@lizardcanaryclubitaliano.it Cell.: 3388803439 Segreteria: e-mail: segreteria@lizardcanaryclubitaliano.it Cell.: 3474651796 Sito web: https://www.lizardcanaryclubitaliano.it Facebook: lizardcanaryclubitaliano Per il L.C.C.I. il Presidente ANTONIO DI TILLIO

Alcuni Soci del LCCI riuniti in Assemblea, finalmente “in presenza”


CRONACA

90 anni e… sentirli! testo di ALEX SOLBIATI e ANDREA MANIA, foto ASS. LOMBARDA ORNICOLTORI

Soci ALO premiati per la fervida attività associativa

Prefazione di ALEX SOLBIATI (Presidente dell’Associazione Lombarda Ornicoltori) Inutile negarlo, il peso dell’età si sente tutto! L’Associazione Lombarda Ornicoltori è stata costituita a Milano nel lontano 1933 da un gruppo di ornitofili con lo scopo di promuovere l’allevamento, la conservazione e lo sviluppo del patrimonio ornitologico nel milanese. Da quell’anno ne è passata di acqua sotto i ponti, si sono susseguite ed alternate generazioni di allevatori ed appassionati, sono mutati i modi di allevare e gli uccelli stessi (anche come tipologia) sono cambiati. In 90 anni siamo cambiati in tutto, correndo parallelamente alla routine dell’era moderna ed attuale, dove tutto è più difficile e dove il nostro hobby non è più qualcosa di così normale ed assodato come lo era per i

nostri genitori ed i nostri nonni. Il canarino, onnipresente nella gabbietta fuori casa, è ormai un’immagine rara e nostalgica per molti di noi. La realtà è difficile da accettare, anzi, è triste per chi ha vissuto questo lento ma inesorabile cambiamento della società, ma è innegabile che le priorità di ognuno di noi siano cambiate. Nonostante questa riflessione dal sapore pessimistico, dobbiamo tenere bene a mente che noi veri appassionati non dobbiamo assolutamente sentirci colpevoli di questi cambiamenti e soprattutto non dobbiamo demoralizzarci. La nostra passione è genuina, ricca di valori e di sani principi che profumano ancora di un aroma di un tempo passato che, grazie a tutti noi, continua ad esistere, con amore ed impegno. Le nostre gioie di allevatori amatoriali

e sportivi si uniscono all’attenzione al dettaglio, al benessere animale, al rispetto per il mondo dei volatili e più in generale al rispetto della natura. Continuiamo quindi ad alimentare e tramandare a testa alta il nostro hobby per regalare ai nostri figli ed ai nostri nipoti le stesse gioie che abbiamo provato e che proviamo noi quando ci fermiamo ad osservare la colorata vita dei nostri pennuti in gabbia o in natura, perdendoci nei pensieri e nei sogni del loro sbatter d’ali.

Alex Solbiati con Raffaele Vitale e Fabrizio Varriale, premiati per i risultati conseguiti nelle stagione espositiva 2022/2023

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Nonna A.L.O. festeggia i suoi primi 90 anni! di ANDREA MANIA Era il 1933, la F.O.I. non esisteva ancora ed un gruppo di allevatori lombardi si riunì a Milano, davanti ad un notaio, per dare i natali all’Associazione Lombarda Ornicoltori. Quanta strada abbiamo fatto da allora... e noi soci ancora presenti sul territorio, consiglieri e non, abbiamo deciso di festeggiare la nostra associazione nel migliore dei modi, con un lauto pranzo consumato presso una cascina in provincia di Pavia. A patrocinare l’evento erano presenti gli ex-presidenti Gabriele Ragni e Benito Scaranari, che insieme a Raul Berto (ex-segretario F.O.I.) sono i nostri tre decani. Il Presidente in carica, Alex Solbiati, dopo un discorso davvero molto emozionante col quale ha ricordato due grandi amici che ci hanno lasciato negli ultimi anni (Aniello Costagliola e Maurizio Zinni), ci ha comunicato che alla prossima mostra sociale (MIOS Abbiategrasso) saranno presenti due premi in loro memoria; ha poi omaggiato con un diploma i soci Raffaele Vitale e Fabrizio Varriale, presenti in persona, che con il loro palmares hanno dato enorme prestigio alla so-

In 90 anni la Società ne ha passate tante, partendo dalle storiche esposizioni al Museo di Storia Naturale di Milano nei primi anni ’90 fino ai più moderni eventi internazionali, tra alti e bassi

cietà, non ultimo in occasione del Campionato Mondiale di Ornitologia svoltosi a Napoli. Successivamente ha evidenziato come tutti i presenti al pranzo siano il cuore pulsante della nostra Associazione, donandoci un piccolo trofeo in cristallo raffigurante il logo storico dell’Associazione Lombarda Ornicoltori. È stato un pranzo all’insegna dell’orgoglio di appartenere ad un’associazione che ha fatto la storia dell’ornicoltura italiana! In 90 anni la società ne ha passate tante, partendo dalle storiche esposizioni al Museo di Storia Naturale di Milano nei primi anni ’90 fino ai più

Divulgazione Ornitologica attiva nel rispetto delle ristrettezze sanitarie

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moderni eventi internazionali, tra alti e bassi. Ancora è scolpito nella mia memoria il Campionato Italiano del 1997 tenutosi al Parco Esposizioni di Novegro, vicino a Linate, dove, ancora bambino, mi avvicinai a questo nostro fantastico hobby; credo che soltanto la Mostra Internazionale di Modena possa oggi essere di una portata paragonabile a quella che fu quell’esposizione. Ricordo ancora quando effettuai la mia prima iscrizione alla A.L.O. grazie all’amico Aldo Labriola, all’epoca responsabile degli anelli per la società. Era il giorno del mio compleanno, nell’anno 2007, ed avevo 4 coppiette di canarini sul balcone di casa. Da quel momento quante cose sono cambiate e quanti amici mi hanno aiutato a diventare l’allevatore che sono oggi. Anche la tecnologia diede il suo contributo; grazie all’avvento dei forum ornitologici e di Facebook esplose anche il nostro hobby, portando tanti nuovi soci alle nostre associazioni. Devo ammettere che per me è impossibile parlare dell’A.L.O. senza citare la mia esperienza di allevamento, proprio perché, dopo 15 anni, posso dire di essere cresciuto grazie a lei: addirittura ricordo che il primo martedì dopo la mia laurea magistrale portai i pasticcini alla sede storica di via Passerini a Milano, dove ci trovavamo nel 2015. Tanti sono i ricordi che riaffiorano e tanti gli argomenti trattati durante i festeggiamenti della nostra benemerita A.L.O. Si è parlato anche delle ombre che ultimamente si aggirano attorno ai regolamenti burocratici che riguardano la nostra passione e che sicuramente terrorizzano tutti noi appassionati, facendoci vedere il futuro meno roseo. Ma sono sicuro che in un periodo di gente apatica, che passa tutto il giorno sui social network, tra pc e cellulare o dipendenze di vario tipo, la nostra si presenti come una passione sana, che non arreca danni a sé stessi o alla società, ma preserva quella biodiversità che in natura altrimenti sparirebbe.


Locandina Campionato Italiano di Ornitogia 1986

E sono i sani principi e questa passione che devono animare la divulgazione alle nuove generazioni, per rimarcare il fatto che allevare significhi proteggere ciò che in natura, altrimenti, sarebbe destinato a sparire. Per concludere, credo che sia doveroso ringraziare pubblicamente gli ex-presidenti Scaranari e Ragni che hanno tracciato la strada che stiamo ancora percorrendo; ringraziare il presidente in carica Alex Solbiati per l’energia e la passione che ci mette nell’organizzare i vari eventi, ma soprattutto ringraziare le nostre famiglie, mogli, mariti e genitori che vedono sacrificati alcuni week-end, alcune nottate della settimana e qualche soldo per il nostro passatempo! E dunque... “ad maiora”, che siano anche 100 anni! www.alomilano.it info@alomilano.it

Locandina Campionato Italiano di Ornitogia 1996

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ALIMENTAZIONE

Vedovina selvatica (Scabiosa columbaria L.) In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso (Aristotele) testo di PIERLUIGI MENGACCI, foto P. MENGACCI, E AGFF, TEMPONEWS, LONG-TAILED TIT

Premessa Un’altra pianta erbacea che cresce spontanea nel mio giardino è la Vedovina selvatica. Mi sono accorto della sua presenza, alcuni anni or sono, mentre mi apprestavo a rasare il prato. Eravamo a fine aprile e la pioggia, confermando il detto “Aprile ogni giorno un barile”, ancora non mi aveva permesso di tagliare l’erba. Quella domenica mattina un pallido sole comparso tra le nuvole mi ha spinto a controllare il prato per vedere se fosse più o meno asciutto da poter fare la rasatura. Dal portico, visto in prospettiva, il prato era uno spettacolo: il bianco delle margherite che sovrastava il giallo delle altre erbe selvatiche formava un morbido tappeto che

Dal libretto dei miei appunti orto-ornitofili e non solo

mi dispiaceva calpestare. Faccio un giretto di controllo…. ad un certo punto, fra le piante del ciliegio e dell’azzeruolo, alcuni capolini rosa-lilla che spiccavano sugli altri fiori hanno attirato la mia attenzione: non li avevo mai notati! A prima vista mi sembravano dei garofani rosa, ma, avvicinatomi, i vari capolini emisferici con peduncoli brevi di color rosa-lilla e corolla violacea mi hanno fatto esclamare:

Cespo di vedovina selvatica nel giardino dell’autore, foto: P. Mengacci

“Non sono garofanini! Ma che pianta sarà?”. Controllando la rosetta basale mi tornò in mente di aver raccolto, nel campo incolto limitrofo, a fine novembre, alcuni cespi di erbe con le stesse caratteristiche di quelli che avevano originato quei fiori così attraenti. Angela, mia moglie, quando le consegnai quei cespi, storse la bocca esclamando: “Toh! La Vedovella! Dove l’hai trovata? A me non piace… Anche tua madre non era tanto desiderosa di raccoglierla e cucinarla, ha un sapore acidulo ed aspro, diceva che lascia l’acqua verde come i ramarri!”. Al sentire tutte queste disquisizioni non mi ero più interessato di quell’erba e non mi ero nemmeno accorto che anche il mio giardino ne era stato colo-

Rosetta basale di vedovina selvatica, foto: P. Mengacci

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Cespuglio di vedovina selvatica con infiorescenze, foto: P. Mengacci

Fiore di vedovina selvatica, foto: P. Mengacci

Capolino di vedovina selvatica, foto: P. Mengacci

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nizzato fin quando la bellezza di quei fiori ha attratto la mia attenzione facendomi riconsiderare quella pianta erbacea. Con il cellulare ho scattato alcune foto e la mia curiosità si è messa alla ricerca del nome botanico di questa “Vedovella” e contemporaneamente le sue proprietà commestibili, fitoterapiche e l’eventuale utilizzo alimentare dell’avifauna. La prima conferma sul nome Vedovella o vedovina selvatica l’ho avuta consultando la banca dati de “La Valle del Metauro” su funghi, flora e fauna (La Valle del Metauro è una banca dati iniziata nel 1997 dall’Associazione Naturalistica Argonauta di Fano, aderente alla Federazione Nazionale Pro Natura, grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano e della Provincia di Pesaro e Urbino). Un amico fanese mi aveva parlato di questa banca dati quando gli ho raccontato che un uccellino dalla fascia bianca sulla testa (che ho scoperto chiamarsi codibugnolo, Aegithalos caudatus) veniva a nidificare tra le assi del mio porticato. In questa banca dati sono riportati succintamente i dati botanici e territoriali, corredati di fotografie, sugli aspetti naturali e antropici del bacino del Metauro. Nel caso specifico della mia ricerca sulla pianta erbacea “Vedovella”, ho trovato scritto che trattasi di Scabiosa columbaria L. oppure di Scabiosa uniseta Savi, nome volgare Vedovina meridionale, famiglia Coprifoliaceae. Inoltre, secondo Brilli-Cattarini*, “le popolazioni dell’area presentano grande variabilità di caratteri; sembrerebbero tutte riferibili alla subsp. columbaria (sensu Jasiewicz in flora Europaea, 4: 73), ma a nostro parere vi si ravvisano più entità, e forse vanno in parte riferite a S. uniseta savi”. Questa specie botanica fa parte di un gruppo numeroso di entità diverse, a volte ibridabili tra loro, con elevata variabilità di forme e di difficile distinzione. Descrizione della “mia” vedovina selvatica La Scabiosa columbaria L. (o Scabiosa uniseta Savi), nome botanico della vedovina selvatica, nata spontanea nel mio giardino, è una pianta erbacea perenne a portamento cespitoso con fusto

Le foglie sono leggermente pelose, al tatto sembrano vellutate e sono di color verde tenue; quelle basali sono lanceolate, mentre quelle più in alto diventano pennate e dentate

eretto foglioso e ramoso in alto, con radice rizomatosa fittonante. Le foglie sono leggermente pelose, al tatto sembrano vellutate e sono di color verde tenue; quelle basali sono lanceolate, mentre quelle più in alto diventano pennate e dentate. I fiori, in numerosi capolini emisferici, raggiati al termine di ciascun ramo su peduncoli brevi e corolla violacea, presentano un ricettacolo a forma di cupola con intorno petali che fanno assomigliare il tutto ad un elegante pon-pon o portaspilli. I frutti sono capolini ovoidi costituiti da numerosi acheni provvisti di una corona membranosa con numerosi dentelli che ne favoriscono la disseminazione anemocora (semi trasportati dal vento). L’altezza della pianta presente nel mio giardino non supera i 30 cm. ma esistono varietà che raggiungono anche il metro di altezza. La fioritura va dalla primavera a tutto l’autunno ed i fiori rosa-lilla non sono solo belli da vedere, ma sono una buona fonte di nettare per insetti impollinatori come api, bombi e farfalle. A proposito delle farfalle, sono talmente attratte dal nettare di questi fiori che rimangono attaccate inebriate, immobili, come stordite e facilmente fotografabili. Secondo alcuni autori, le infiorescenze immature sono anche molto gradite a vari passeriformi. Inoltre, diversi vivaisti consigliano l’inserimento della “Vedovella” sia nei giardini privati che nei parchi pubblici per la creazione di aiuole molto scenografiche in combinazione con altre specie floreali contrastanti. Etimologia: il nome del genere deriva dal latino scabies = scabbia, rogna, tigna


L’altezza della pianta presente nel mio giardino non supera i 30 cm. ma esistono varietà che raggiungono anche il metro di altezza. La fioritura va dalla primavera a tutto l’autunno

(ma anche scabrosità, prurito). In passato era consigliata per le malattie della pelle per le sue qualità sudoripare. L’epiteto della specie columbaria, dal latino columba, potrebbe riferirsi sia alle foglie fini e divise come le zampe di un uccello oppure ai fiori, che possono presentare un color tortora.

Cespi basali di vedovina selvatica appena raccolti, foto: P. Mengacci

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Proprietà ed utilizzi La vedovina selvatica è ritenuta una specie commestibile e officinale. La saggistica le attribuisce una proprietà astringente, diuretica, depurativa, digestiva, aperitiva. Essendo le foglie ricche di tannini, vengono consigliate sotto forma di decotto per purificare il sangue ed anche come aperitivo o digestivo. Vengono inoltre consigliate da usare fresche come impacco sulla pelle, per lenire bruciature, eritemi o escoriazioni. In cucina, le giovani foglie delle rosette basali, prima della fioritura, si possono utilizzare in misticanze di insalata, saltate come gli spinaci o lessate assieme ad altre specie commestibili che ne attenuino l’aspro amarognolo. I fiori sono talmente delicati che possiamo sbizzarrirci a decorare qualsiasi piatto. Come alimento per i nostri volatili familiari, le infiorescenze immature, come descritto in precedenza molto gradite ai passeriformi, possiamo utilizzarle tranquillamente, sempre con tutte le accortezze che abitualmente riporto nei miei scritti. Inoltre, le proprietà sopra descritte, soprattutto quella depurativa, possono essere uno stimolo, nel mese di agosto, come ha fatto il sottoscritto, alla raccolta di capolini ricchi di frutti immaturi da servire ai propri volatili durante la muta. Vi dico che i miei canarini di colore, come per tutte le piante erbacee selvatiche che alternativamente ho servito, hanno “sgranocchiato” interamente i capolini.

Codibugnolo, foto: Temponews

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Fiore di vedovina selvatica con farfalla, fonte: eAGFF

Una considerazione sulle erbe selvatiche L’aforisma aristotelico “In tutte le cose della natura esiste qualcosa di meraviglioso” mi ha fatto riflettere su quel “qualcosa di meraviglioso” che possiamo trovare nelle erbe selvatiche, quelle erbe che chiamiamo comunemente “erbacce“ o “infestanti”. Piante erbacee che incontriamo anche sui marciapiedi, nei prati e che oggigiorno l’agricoltura intensiva, i diserbanti, i concimi chimici, l’inquinamento ecc. stanno facendo sparire perché non rivestono alcuna funzione ritenuta utile per la produzione agricola. Conoscere le piante selvatiche significa apprezzarle non solo per la loro “meravigliosa” cromatura dei fiori in primavera e in estate, ma anche per il loro “gustoso” utilizzo in cucina, “medici-

nale” in campo fitoterapico e, perché no, anche quale alimento nel nostro “meraviglioso mondo ornitico”; soprattutto, perché utili ed indispensabili alla sopravvivenza della biodiversità ed ecosostenibilità ambientale. Qualcos’altro di “meraviglioso” è la fioritura a scalare delle erbe selvatiche per la popolazione di insetti utili, quali parassitoidi e impollinatori. È risaputo che oltre un terzo degli alimenti umani (semi, frutti, vegetali) verrebbero meno se non ci fossero gli impollinatori (api, vespe, farfalle, mosche, uccelli e pipistrelli) i quali, visitando i fiori, trasportano il polline dalle antere maschili sullo stigma dell’organo femminile, dando luogo alla fecondazione dell’ovulo e quindi alla formazione dei frutti. Chiudo dicendo che non dobbiamo sottovalutare le piante selvatiche, così come tante altre piante mellifere, e tra queste anche la vedovella selvatica, che con i loro fiori assicurano un futuro alle api, agli altri impollinatori e soprattutto la presenza del genere umano sulla terra! “Per fare tutto ci vuole un fiore”, cantava Sergio Endrigo. Ad maiora, semper. Alcune fonti - *A.J.B. Brilli-Cattarini (Milano 1924 – Pesaro 2006), fondatore nel 1949 dell’Orto Botanico del Centro Ricerche Floristiche Marche in Pesaro, Via Barsanti n.18. Definito “Il professore naturalista per eccellenza”. - https://www.actaplantarum.org/forum - https://www.tuttogreen.it/scabiosa-vedovella/ - https://it.wikipedia.org/wiki/Scabiosa

Aegithalos caudatus (Codibugnolo), fonte : Long-tailed Tit


CANARINI DI COLORE

Considerazioni sulle mostre

Senza la competizione oggi non avremmo tutte le razze, i tipi ecc. che ben conosciamo

testo di GIOVANNI CANALI, foto E. DEL POZZO e F.O.I.

L

e mostre sono un momento di aggregazione e competizione fondamentale per il nostro hobby e l’allevamento in genere. La natura umana ha il desiderio di competere e gli allevatori non fanno eccezione. Inoltre già in diverse sedi ho evidenziato il fatto che senza la competizione oggi non avremmo tutte le razze, i tipi ecc. che ben conosciamo. Nel canarino ci dovremmo accontentare di: verdi, gialli, pezzati, bianchi e poco più. Intendiamoci, in certe specie la forma selvatica spesso è bellissima e non sempre le mutazioni e le selezioni la migliorano, talora la peggiorano (penso in molti casi, al diamante della signora Gould o a cardellini senza maschera). Tuttavia ci sono anche selezioni pregevoli, considero ad esempio: il canto delle razze di canarino da canto o alla tavolozza di colori del canarino di colore, ed anche altro, magari con cautele verso certi eccessi selettivi discutibili; a suo tempo ho parlato di “critica della ragione funzionale” nell’articolo “Sulla filosofia dell’allevamento” (I. O. n°4 aprile 2008) e con il prof. Renato Massa abbiamo rilevato il danno del gigantismo (“Sul gigantismo: evitiamo di abbaiare alla luna” I. O. n°11 novembre 2013). Certamente senza mostre non ci sarebbero tanti allevatori e neppure le loro associazioni con tutti gli aspetti pregevoli che ben conosciamo. Fatto questo preambolo, vorrei considerare alcuni aspetti particolari degni di discussione, che attengono specialmente al canarino di colore ma non solo. Un problema più volte segnalato è dato

dal “campione di razza”. Ebbene questo premio, che riguarda gruppi di specie o razze, e che nel canarino di colore

viene attribuito al migliore fra tutti o al migliore fra i lipocromici ed i melanici, costituisce un problema pesante. Di

Bianco recessivo, foto: E. del Pozzo

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quando l’errore è commesso scientemente, per un malinteso senso di diplomatica opportunità, secondo me, è inammissibile. Campione di razza a parte, il 93 è quasi indispensabile nei bianchi recessivi, ove il livello è altissimo e le possibilità di penalizzazione sono minime. Come uscire da questa situazione? Generici inviti temo che servano a poco o a niente. Ritengo che occorra qualcosa di drastico. Una soluzione ottima sarebbe eliminare il campione di razza sic et simpliciter, ma pare che molti apprezzino alquanto il fascino del campione di razza e non credo che una soluzione del genere sarebbe apprezzata ampiamente. Quindi bisogna escogitare un altro sistema, se non altro come piano B. Un sistema potrebbe essere l’imposizione regolamentare di dare almeno il 94 al campione di razza, anche qualora bastasse un punteggio inferiore. Suc-

Agata intenso giallo, foto: E. del Pozzo

fatto spesso, nel canarino di colore, è un vero e proprio calmiere che abbassa i punteggi senza ragione alcuna. In effetti, frequentemente accade che alcuni

Phaeo intenso giallo, foto: E. del Pozzo

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giudici si intimidiscano di fronte ad un 93 e si limitino ad assegnare un 92. Poi si pensa di votare fra i 92 per fare il 93, quando fra i 92 più di uno sarebbe già un 93. Questo talora anche per un malinteso senso di rispetto verso i colleghi, ai quali non si vuole imporre un soggetto giudicato da uno solo. Non sempre si arriva ad assegnare il 94. Quest’anno a Parma si è fatto. Non ho assistito alla votazione avendo avuto un incarico esterno, ma si è fatto. Ebbene si fa poco spesso, anche se recentemente c’è stato un miglioramento. Secondo me, allo stato attuale delle selezioni, specialmente in alcuni tipi i 92 non sono rari ed anche i 93, pur essendo rari, non sono più rarissimi. Comunque sia, un soggetto esposto deve avere il punteggio giusto, senza calmieri assurdi. Da sempre si dice, giustamente, che: un punto in più per staccare si può dare, ma un punto in meno no; ebbene, credo che sia il caso di applicare questo principio. In ogni caso deve essere chiaro che un 92 che venisse fermato a 91 o un 93 che venisse fermato a 92 sarebbe giudicato male, e non ci sono ma o però che tengano. Gli allevatori hanno il diritto di avere i punteggi esatti. Quando c’è un errore da svista pazienza, sbagliare fa parte della natura umana, ma

Un soggetto esposto deve avere il punteggio giusto, senza calmieri assurdi

cessivamente prevedere, come vincolante o almeno consigliata (in mostre importanti sono diversi i 93), la votazione per il campione di razza fra tutti i 92 ed i 93 (per evitare che un 92 che doveva essere 93 venga escluso) e ovviamente anche eventuali 94 (o più) andrebbero votati. Questo come sostanza; poi si dovrebbe anche prevedere il 95 vincolante se vi fosse più di un 94 oppure se un 94 non fosse votato ma venisse votato un soggetto con punteggio inferiore come campione. In una mostra piccola si potrebbero votare i 91 mancando i 92, ma comunque si dovrebbe dare il 94. Deve essere chiaro che non muore proprio nessuno se al campione di razza si dà qualche punto in più, l’importante è smettere con il calmiere ingiustificato. Del resto tutti saprebbero che c’è questo metodo e non ci dovrebbero essere scandali, comunque ingiustificati.


Poi vorrei aggiungere un mio pensiero piuttosto peregrino, ma non credo del tutto disprezzabile: prevederei il premio per “il più interessante”. Premio del tutto platonico, che si potrebbe anche non attribuire o comunque da attribuire senza cambiare il punteggio ed indipendentemente dalla classifica, che potrebbe essere anche “solo” un 90 anche non vincente. Il “più interessante” potrebbe essere un soggetto di recente creazione, oppure un soggetto raro o con qualche particolarità pregevole. Mi trovo a ricordare, scusate questa mia debolezza, alcuni miei soggetti phaeo di tanti anni or sono, che avevano il disegno al negativo, quasi come un classico, ben diversi da quelli di oggi troppo spesso patinati. Non a caso i portatori si avviavano verso livelli buoni, ben diversi dagli “aspiranti bruno pastello” che troppo spesso si vedono. Poi, esasperato dalla discriminazione che la mag-

Per i tipi difficili ritengo che sia bene tener conto delle difficoltà stesse

gior parte delle femmine avevano verso i puri phaeo nei nidi misti, ho cambiato tipo. In effetti all’epoca accoppiavo sempre con portatori, oltre che molto spesso nero x bruno. Personalmente credo che sarebbe bene evitare severità eccessive. Senza regalare troppo, sarebbe bene cercare di premiare. Scoraggiare gli allevatori visti i problemi di oggi, credo non sia opportuno. Inoltre per i tipi difficili ritengo che sia bene tener conto delle difficoltà stesse. Un aspetto da considerare è anche il dicromatismo e dimorfismo sessuale. Si tiene conto del dicromatismo ufficialmente solo nei mosaico, eppure è presente sempre, ed anche in altri casi è evidenziato da mutazioni. Penso ad esempio nei phaeo, comunque è quasi sempre più o meno rilevabile. Anche nei classici non possiamo pretendere nei maschi i fianchi della femmina o nelle

femmine i mustacchi dei maschi. Rilevante l’aspetto della preminenza di eumelanina nei maschi e di feomelanina nelle femmine, che si ripercuotono a diversi livelli. Anche taglia e forme non sono uguali nei due sessi, con diverse evidenze, importanti specialmente nelle razze di forma e posizione. Esistendo standard separati solo nel mosaico, diventa molto difficile differenziare ma ritengo che una generica attenzione al sesso non guasterebbe. Convengo che è aspetto discutibile e difficile, ma questo è il mio pensiero. In qualche caso però diventerebbe impossibile tenere conto del sesso, come nella voce categoria nei brinati, specialmente lipocromici, ove il dicromatismo incide molto e la femmina, per la maggiore brinatura e la tendenza a localizzarla sul collare, è inevitabilmente svantaggiata. Qui occorrerebbero 2 standard, ma non è ipotesi praticabile anche per la non certezza del sesso; in alcuni casi ci sarebbe anche il rischio che un maschio discreto possa passare per femmina ottima. Però, quando è possibile, un minimo di considerazione per il dicromatismo non guasterebbe. Mi piace ricordare un episodio di alcuni anni or sono: esposi 3 agata giallo intenso, 2 maschi belli ed una femmina bellissima.

Phaeo bianco, foto: E. del Pozzo

Essendo i maschi più appariscenti, come quasi sempre accade nei vari tipi, pensavo che avrei fatto più punti con i maschi che non con la femmina. Invece il

Preparativi per il giudizio

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collega giudice, veramente molto bravo, fece vincere la femmina con 91 ed arrivare secondo e terzo i due maschi con 90. Forse non tutti avranno apprezzato, ma io davvero molto e mi sono complimentato. Del resto, anche sui criteri di giudizio del canarino di colore si fa menzione del dimorfismo e dicromatismo (a suo tempo ci ho messo mano) non solo nel mosaico, quindi non trovo scorretto tenerne conto, quando si può, senza stridere troppo con gli standard che non differenziano i due sessi. Argomento questo che ritengo sia da approfondire nelle sedi opportune.

esempio fiori. Anche le premiazioni vanno curate; a questo proposito io vedo come opportuni i premi simbolici, magari molto modesti come costo,

Vedo con grandissimo favore ed interesse le mostre sociali, divulgative e didattiche, anche non competitive

Alcuni visitatori osservano i soggetti esposti

Allo stato attuale, le mostre diventano problematiche, gli allevatori diminuiscono e i rimasti spesso espongono meno, le difficoltà aumentano, non ultimi gli aspetti economici e la reperibilità di luoghi idonei. Anche il covid non ci ha risparmiato problemi. Ben sappiamo che saltare una mostra rende difficile la ripresa. Inoltre, quando un’associazione non organizza la mostra, va incontro ad un futuro tutt’altro che roseo. Per affrontare la situazione è necessario impegno e prendere iniziative. Magari collegandosi ad associazioni affini, con manifestazioni compatibili, ad

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mentre non vedo di buon occhio premi in generi alimentari. Un premio simbolico, come una coppa, un trofeo o anche una medaglietta eventualmente in metallo vile per il medagliere, dura nel tempo, mentre qualcosa di commestibile non rimane. Inoltre non trovo opportuni premi comprabili al supermercato; un premio simbolico non è comprabile, a meno di essere persona di pessimo gusto. Ricordo una volta che vinsi alcuni salami alla mia mostra; ebbene erano buoni ma ne tenni solo uno e, per non cadere in eccessi di gola, gli altri dovetti regalarli. Rammento anche

qualcosa di gradito; in una mostra in provincia di Massa e Carrara, tempo fa, ottenni confetture davvero ottime, oltre che tipiche, non reperibili comunemente. In ogni caso, se i premi commestibili fossero donati, per me si elargiscano pure, tuttavia preferirei assieme a quelli simbolici. Comunque più opportune le specialità locali. Naturalmente questo è solo un mio pensiero, che so non essere molto condiviso. Un metodo che ho consigliato sempre alla mia associazione e che posso consigliare in generale, sono i premi per gruppi di vari tipi e dimensioni. Nei gruppi si possono dare pure premi di un certo valore, anche non solo simbolico. Consiglio specialmente i piccoli gruppi, diciamo da 5 soggetti che possono riguardare tante categorie a concorso, che ritengo efficaci. Il pregio dei gruppi è quello di aumentare l’ingabbio, il cui calo è un aspetto che preoccupa molto. Un difetto dei gruppi potrebbe essere quello di abbassare un poco il livello medio della qualità, ma è davvero poca cosa. Non vedo molto di buon occhio i gruppi in mostre importantissime, come i campionati ove, secondo me, sarebbe meglio che i gruppi non ci fossero, per salvaguardare la partecipazione di molti espositori e tutelare la qualità. Anzi, in mostre di straordinaria importanza, penso che sarebbe bene limitare l’ingabbio di ogni allevatore a non più di 3 singoli e 2 stamm per ogni categoria a concorso. Infine vedo con grandissimo favore ed interesse le mostre sociali, divulgative e didattiche, anche non competitive. Ritengo siano utilissime per avvicinare anche allevatori di modesta levatura ed esordienti. Inoltre l’aspetto di pubblicità per farci conoscere e quello didattico sono importanti. Anche il classificare o giudicare in presenza dell’allevatore, discutendo pregi e difetti, è importantissimo sul piano didattico. Certo occorrono tecnici idonei, ma disponendone è bene approfittarne. Ricordo esperienze del genere di tanti anni or sono che furono apprezzate ed utilissime; non ci furono neppure lamentele, cosa ben difficile. So che non tutti apprezzeranno i miei argomenti, o magari solo in parte; a questo proposito auspico utili confronti.


CRONACA

Dai Gould di “Nave Italia” ai Gould di Davide testo e foto di Natale Currò

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ono trascorsi ormai oltre 10 anni da quando, a bordo del Veliero della Marina Militare Italiana “NAVE ITALIA”, ho allevato e riprodotto in purezza una coppia di Gould (“Mimì & Comò”, così furono battezzati) ricevuti in regalo da un amico quando sbarcammo a Palermo per accogliere a bordo alcuni nuovi ospiti. Moltissimi conoscono la loro storia, che vi raccontai in un articolo nelle pagg. 19- 22 di questa rivista, nel numero di Novembre 2013; da allora la mia passione per queste meravigliose creature è cresciuta in maniera esponenziale e adesso mi ritrovo un impor-

Cichita mentre svezza i Pulli

A bordo del Veliero della Marina Militare Italiana “NAVE ITALIA”, ho allevato e riprodotto in purezza una coppia di Gould

tante allevamento, situato però (ahimè!) all’interno della mia abitazione, facente parte di un grande complesso condominiale a Messina.

Qui ci sono tanti bambini che giocano quotidianamente nel grande cortile esterno. Essendo loro a conoscenza del mio allevamento mi chiedono spesso di poter ammirare le mie piccole coloratissime creature. Tenerissime richieste alle quali non so mai dire di no... Tra questi bambini c’è Davide, di appena sei anni, il più intraprendente, il quale, mentre li ammira, mi chiede di poterne avere una coppia in regalo: come potevo dire di no ad un così tenero ed innocente desiderio? Così è lui stesso, guardandoli attentamente uno ad uno, a scegliere i due esem-

Fragolino & Cichita

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Davide Seduto davanti alla “sua” TV

Il Gould di Davide in gara a Lanciano

plari, ai quali attribuisce subito i nomi di Fragolino (il maschio) e Cichita (la femmina). Il giorno successivo insieme al papà di Davide compriamo una gabbia da appartamento col suo piedistallo e la posizioniamo in salone accanto al televisore; Il locale, peraltro, si trova proprio all’ingresso dell’appartamento, per cui i due animali si trovano proprio nel posto meno idoneo per la loro necessaria tranquillità: tra l’andirivieni di tutta la famiglia, film e partite di calcio in TV a tutto volume, oltre al continuo accendi e spegni delle lampade della stanza, a qualsiasi orario. Ebbene, nonostante ciò Fragolino & Cichita si ambientano subito e bene, entrando inaspettatamente in sintonia con le strane (per loro) abitudini degli “umani”. Tant’è che Davide comincia a raccontarmi delle frequenti danze di corteggiamento tra i due.

Nell’estate del 2020 il piccolo Davide, assistendo alla sistemazione dei nidi per le mie coppie di Gould, mi chiede di aiutarlo a fare altrettanto con la sua adorata coppia; richiesta che cerco di arginare, tergiversando e spiegandogli che potrebbe andare incontro ad una delusione, stante che la riproduzione dei Gould è molto complicata e diffi-

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Mi emoziono tutt’ora quando lo vedo, nei momenti in cui vado a trovarlo, seduto sulla sedia nel salone a godersi la visione delle sue creature svolazzare felici

coltosa, peraltro senza il supporto dei Passeri del Giappone come balie. Ma ancora una volta cedo alla sua dolcissima ma tenacissima insistenza ed alla fine, col supporto del padre, predisponiamo un nido anche per la sua coppietta. Meno di una settimana dopo, con mio grandissimo stupore, mi arrivano tramite Whatsapp bellissime immagini della costruzione del nido da parte della coppia, poi della deposizione delle uova ed infine, incredibilmente, della nascita dei primi 6 pulli, che il piccolo Davide segue con cura impeccabile. Osservando tale amorevole dedizione, trovo inevitabile iscrivere alla FOI il piccolo Davide prenotando i 20 anelli previsti per i minori di anni 16. Davide diventa così il socio più giovane di sempre tra quelli dell’Associazione Ornitologica Messinese AOM e alla se-


conda deposizione dei Gould appongo gli anelli col suo nuovo RNA: 8AHC… Così anche alla terza. Notando la particolare bellezza dei soggetti nati da quella coppia ed essendo giunti alla stagione Mostre 2021 lo iscrivo per partecipare alla Mostra Specialistica di Lanciano e, con nostra immensa soddisfazione, uno dei due soggetti in gara ottiene il podio con un magnifico 2° posto. Quando glieli riporto a casa, con la coccarda appesa al trasportino, mi emoziono immensamente vedendo l’indescrivibile felicità impressa nei suoi occhi. Così come mi emoziono tutt’ora quando lo vedo, nei momenti in cui vado a trovarlo, seduto sulla sedia nel salone a godersi la visione delle sue creature svolazzare felici in quelle meravigliose voliere! Spettacolo, per lui, di certo più mirabolante ed interessante degli sterili programmi TV; .... alla faccia dei cartoni animati e dei gio-

Nave Italia

chini sul tablet! Piccolo Davide, sono fiero di te, conti-

nua così. E per dirla alla Vecchioni: sogna ragazzo … sogna!

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ONDULATI ED ALTRI PSITTACIFORMI

L’importanza della preparazione prima della fine dell’anno testo di RAFAEL ZAMORA PADRÓN (*), foto MOISÉS PÉREZ (LPF)

L’idea è quella di concedere ai pappagalli un periodo di riposo in cui la dieta sia basilare

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pappagalli affidati alle cure umane apprezzano le novità stagionali nella loro dieta. I frutti e le piante tipiche della fine dell’anno, che corrispondono all’autunno e all’inverno, saranno buoni complementi per i nostri pappagalli. Non costituiscono la base della loro dieta ma sono molto importanti per mantenerli in salute. Alla Loro Parque Fundación insistiamo affinché i pappagalli ricevano frutti di stagione. Quando si hanno a disposizione, ad esempio, i fichi d’india è bene offrirli perché sono una fonte molto importante di risorse che rafforzano il sistema immunitario prima dell’abbassamento delle temperature. Lo stesso vale per le erbe e le verdure annuali, che sono più im-

(*) Direttore Scientifico Fondazione Loro Parque

Cacatua sulphurea abbotti, foto: M Perez LPF

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portanti in questo periodo dell’anno. L’idea è quella di concedere ai pappagalli un periodo di riposo in cui la dieta sia basilare; cioè, una dieta che non dovrebbe essere ricca di proteine o grassi ma dovrebbe essere varia e consentire loro di avere energia. Per raggiungere questo obiettivo, gli integratori freschi sono molto importanti. Con questo sistema potremo stimolare i riproduttori un po’ prima dell’inizio della primavera con l’arricchimento della loro alimentazione e ottenere una fase di rigenerazione dei loro organi. Nel caso delle coppie riproduttrici, la riproduzione impone loro di aumentare le proprie esigenze metaboliche con il conseguente logorio che deve essere compensato durante il periodo di riposo. Alcuni allevatori mantengono una dieta identica per i loro pappagalli

Syzygium jambos

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durante tutto l’anno. Ed è particolarmente evidente negli uccelli adulti che diventano pigri a causa dell’accumulo di grasso. Ciò provoca pause prolungate nella riproduzione delle coppie più adulte. A volte questa pausa è difficile da invertire e possono essere necessari anni di lavoro per cambiare la situazione in un pappagallo sovralimentato o che segue diete molto ricche di grassi. Lo stesso accade con le diete iperproteiche che hanno ripercussioni sulla salute di importanti organi interni che cominciano a diminuire l’azione delle loro funzioni vitali. Detto questo, l’allevatore dovrebbe rendersi conto che stiamo parlando di integratori; ciò non significa che le diete di mantenimento di base debbano essere alterate. Gli Ara, ad esempio, hanno bisogno di grassi nella loro dieta perché li metabo-

Cacatua tenuirostris, foto: M Perez LPF

Opuntia ficus-indica


L’allevatore dovrebbe rendersi conto che stiamo parlando di integratori; ciò non significa che le diete di mantenimento di base debbano essere alterate

lizzano bene e la loro miscela di semi deve rimanere stabile. Ciò che cerchiamo è differenziare il contributo “extra” dato loro prima e durante la riproduzione. La cosa più importante è approfittare dell’inverno con le sue giornate più corte e meno soleggiate per concentrarsi su questa sana preparazione dei nostri pappagalli.

Cucina per pappagalli LPF

Italia Ornitologica è ora disponibile anche in edizione digitale, consultabile da smartphone, tablet e computer. Tutti gli iscritti alla Federazione Ornicoltori Italiani possono accedere a INTRANET FOI per visualizzare articoli e immagini in una nuova e più agevole modalità. L’evoluzione di Italia Ornitologica continua… in esclusiva per gli allevatori FOI

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CANARINI DA CANTO

Il canto canaricolo specialistico testo di FRANCESCO DI GIORGIO, foto G. MARSON

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nche se gli uomini parlano diverse lingue, tutti comprendono la musica, anche quella che promana da Canarini delle razze canterine. Parlare di repertorio melodico in termini di creatività, di sviluppo, di stimolo, vuol dire coinvolgere l’alato nella sua interezza e nella trama relazionale. È fondamentale tener presente l’importanza, anzi, la necessità dello “star bene in gabbia”.

Perché gli aspiranti cantori studino bene e rendano al meglio, il rumore circostante non dovrebbe superare i 55 Decibel

Ereditarietà a parte, riescono formativi solo gli ascolti di canti sistematicamente ripetuti da canarini eccellenti. Uno studio svolto a Bordeaux ha quantificato quanto il rumore presente in allevamento possa far apprendere e studiare male. Infatti, se esso è di circa 60 Decibel, che corrisponde al livello sonoro registrato quando le finestre sono aperte e fuori ci sia una normale circolazione dei veicoli, i Canarini allievi

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hanno il 15% di possibilità di capire male l’insegnante o di commettere errori. Quando il rumore supera i 75 Decibel (pressappoco quello di una motocicletta con il motore acceso), gli apprendisti, oltre a commettere errori, si stancano facilmente e possono divenire anche aggressivi. Insomma, perché gli aspiranti cantori studino bene e rendano al meglio, il rumore circostante non dovrebbe superare i 55 Decibel. È necessario, dunque, che si lavori in un ambiente sereno, che il maestro sia in grado di instaurare un rapporto diretto con gli allievi in una sorta di gerarchia orizzontale. Verso le nove del mattino e all’inizio del pomeriggio questi hanno una minore capacità di apprendimento. Tale livello aumenta progressivamente nelle ore successive, ma con una differenza: le nozioni apprese durante la mattinata si ricordano per un tempo più breve di quelle imparate nel pomeriggio. Non vi è conquista che non implichi sacrifici. Il primo a riverberarsi sul sui nostri beneamati piccoli amici è la loro immissione nell’armadio – scuola, il secondo riguarda la penombra che è pure di prammatica, il terzo si può riferire ai momenti di raccordo didattico (le prove per stamm sul tavolo). Ad apertura dei “Pensieri” del Leopardi mi capita di leggere: “Colui che con fatiche e con patimenti, o anche solo

La creatura canora è paragonabile ad un delicato processo di tessitura e intreccio nel quale numerosi capi si incrociano e formano dei sistemi di comportamento

dopo molto aspettare ha conseguito un bene, se vede altri conseguire il medesimo con facilità e presto, non perde nulla di ciò che possiede, e nondimeno tal cosa è naturalmente odiosissima; perché nell’immaginativo il bene ottenuto scema a dismisura se diventa comune a chi per ottenerlo ha speso e penato poco o nulla”. Per fortuna noi (malinoisti F.O.I.) non siamo su questa falsariga ed è in virtù di ciò che in questi ultimi tempi i concorsi canori più importanti sono costellati di Malinois eccelsi. La creatura canora è paragonabile ad un delicato processo di tessitura e intreccio nel quale numerosi capi si incrociano e formano dei sistemi di comportamento. La maggior parte di queste tendenze prende origine dalla cultura propagata dal Canarino precettore, ma la sede della tensione e della scelta è nell’organismo stesso di discente.

Si racconta che la moglie di un filologo, cioè di uno studioso della lingua, scopre il marito abbracciato alla giovane cameriera. - Roberto, sono sorpresa! – esclama. - No, cara – la corregge lui. - Tu sei soltanto “meravigliata”; sorpreso sono stato io! – Si deve far sì che i neofiti dell’ornitologia non cadano in improprietà, sbavature o tentennamenti. Occorre che essi usino le pagine didattiche della loro rivista, o del libro, in maniera creativa. Sfoglino le varie proposte per avere spunti e motivi di ricerca, li allarghino, li moltiplichino, li superino e perfino li dimentichino. Nelle nostre aule di liceo certi professori ancora usano dire “la mia lezione l’ho fatta”, “il mio programma l’ho svolto”, aggiungendo che se gli studenti non hanno appreso “niente” la colpa è esclusivamente loro. Analogamente gli ornicoltori che usano pedissequamente criteri, metodi e stile altrui, incappati in risultai espositivi negativi, reagiscono con le solite contumelie lanciate a destra e manca. La nostra vocazione è grande, ma i danni da Covid-19 sono pesantissimi a livello globale. Nessuna preclusione per Harzer e Timbrado: se ne trovano di splendidi. Ma il rapporto emotivo con i Malinois di talento è unico. Come lontano canto di sirene, i campioni di questa razza fanno vibrare le nostre corde più segrete!

I NOSTRI LUTTI

In ricordo di un amico

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ei primi giorni di settembre il nostro socio e amico Bruno Bizzo dopo una breve malattia ci ha lasciato. Bruno era un allevatore di canarini esperto e meticoloso; spesso caparbio nelle sue idee, sapeva confrontarsi con tutti i soci senza mai scendere in polemiche sterili e controproducenti. Persona sempre disponibile a dare una mano per allestire la mostra, o organizzare altre iniziative che l’associazione proponeva ai soci. Amico di tutti, non lesinava consigli a chi gli chiedeva un parere non soltanto durante la stagione riproduttiva, ma anche in altri periodi dell’anno. Ciao caro Bruno, ci piace ricordarti così, spontaneo e disponibile. Riposa in pace. I tuoi amici dell’Associazione Ornitologica Legnaghese (Verona)

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Questo mese, il protagonista di Photo Show è: PAOLO MAGNANI - RNA 851H con la fotografia che ritrae il soggetto “Lucherino testa nera diluito singolo fattore x crociera fasciata” Complimenti dalla Redazione!

(*) Tutte le foto inviate, anche quelle non pubblicate, rimarranno a disposizione della FOI a titolo gratuito e potranno essere utilizzate, senza alcun limite o vincolo temporale, per pubblicazioni, iniziative e scopi promozionali della Federazione

• Invitiamo tutti gli allevatori a inviare foto di soggetti provenienti dai propri allevamenti, con descrizione della specie, razza e mutazione, all’indirizzo: redazione@foi.it

• All’autore della foto mensilmente prescelta da un comitato interno, verrà offerto in omaggio un libro edito dalla FOI in base alla preferenza e alla disponibilità.

Foto di Domenico Cautillo



CRONACA

Seconda Mostra Ornitologica a Gesico Dedicata ai bambini testo e foto di CELESTINO SERPI

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unedì 16 Ottobre 2023 si è conclusa la 2ª mostra ornitologica di Gesico, organizzata dalla Associazione Ornitologica Sarda in occasione della Festa di Sant’Amatore e della 31esima Sagra della Lumaca. La mostra, che si è svolta all’interno delle scuole elementari, ha visto l’esposizione di oltre 260 esemplari tra canarini, passeri del Giappone, Cardinalini del Venezuela e pappagalli ondulati, tutti provenienti da allevamenti amatoriali dei soci A.O.S. Nei 3 giorni di apertura sono stati registrati oltre 3000 ingressi, ma ciò che più ci ha reso orgogliosi e felici è l’aver dato la possibilità ai bambini delle scuole elementari di conoscere

il “mondo” del canarino. Uno stretto rapporto quello tra i bambini e i canarini che andrebbe valorizzato per accrescere nei bambini il rispetto per la natura, la passione e l’amore per i nostri amici pennuti. Alcune settimane prima, ai bambini è stato consegnato del materiale didattico comprendente quadernoni ornitologici FOI e il manuale “L’ABC del Canarino”, affinché potessero realizzare un disegno a tema. Una “giuria” formata dal Sindaco e dal personale docente ha scelto i 20 migliori disegni presentati dai bimbi ai quali sono stati donati un canarino o un pappagallino con relativa gabbia. A conferma dell’importanza di questa attività, ci sono gli apprezzamenti ricevuti dai

visitatori della mostra e dal corpo docente delle scuole coinvolte. Il nostro ringraziamento va a tutte quelle persone che hanno fatto in modo che la mostra avesse successo. Un particolare ringraziamento al sindaco di Gesico, Sig. Terenzio Schirru, al dirigente scolastico e al corpo docente delle scuole elementari di Gesico, Mandas, Senorbi e a tutti i bambini, veri protagonisti di questo evento. Inoltre si ringrazia la F.O.I (Federazione Ornicoltori Italiani) e il Raggruppamento Regionale Sardegna per il materiale didattico fornito. Un particolare ringraziamento a tutti i soci A.O.S. che, attraverso il loro lavoro e la fornitura dei soggetti, hanno dato vita all’evento.

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O rniFlash Straordinario viaggio di un pettirosso

News al volo dal web e non solo

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alla Carelia, in Russia, al Parco regionale di Oglio Sud, tra Cremona e Mantova: è il viaggio incredibile compiuto da un pettirosso di pochi mesi. «Un caso straordinario», ci tiene a sottolineare a Kodami l’ornitologo Adriano Talamelli che ha catturato per l’inanellamento il piccolo uccello migratore, nella riserva naturale Torbiere di Marcaria, facendo la curiosa e inaspettata scoperta. «L’esemplare che abbiamo catturato e poi liberato è molto giovane, aveva ancora una parte del piumaggio da nido – spiega Talamelli – È nato da pochi mesi, al 90% proprio in Russia, e da lì ha iniziato il suo lunghissimo viaggio. Per niente comune per la sua specie». Ma come è stato possibile scoprire che arrivava proprio dalla Russia? «Il pettirosso aveva un anello in cui era scritto “Mosca” e una serie di numeri, grazie ai quali siamo riusciti a risalire al luogo dove era stato inanellato la prima volta: Zapovednik Kivach, prima riserva naturale della regione della Carelia in Russia. Abbiamo contattato i nostri colleghi sul posto per avere tutti i dettagli». Non è possibile definire con esattezza quanti giorni abbia impiegato l’animale per arrivare in Lombardia, dato che gli esperti non possono individuare il giorno preciso di approdo del pettirosso nella riserva. Ma si può fare una media di 68 giorni di viaggio, percorrendo almeno 33 chilometri ogni 24 ore. L’uccello è stato infatti inanellato in Russia il 9 settembre ed è stato catturato nel parco regionale di Oglio Sud il 16 novembre. Quel che è certo è che abbia percorso ben 2.223 chilometri. «Nel primo anno di vita i giovani di pettirosso sono piuttosto dispersivi nella migrazione e tendono ad allontanarsi molto – chiarisce Talamelli – Questo perché cercano con grande attenzione nuovi territori di svernamento e di riproduzione, ma raramente arrivano a percorrere addirittura 2.223 chilometri. Di solito, infatti, in Italia troviamo pettirossi che provengono dal Ungheria, Croazia, Germania o Svizzera. Tutti territori più vicini a noi della Russia. Fonte: https://www.kodami.it/lo-straordinario-viaggio-di-un-pettirosso-dalla-russia-allitalia-percorsioltre-2-mila-chilometri/ Fonte foto: Parco regionale Oglio Sud

Tragedia ambientale a Chicago: quasi 1000 uccelli morti

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uasi 1000 uccelli migratori sono morti dopo essersi schiantati contro un edificio luminoso a Chicago, un incidente che sottolinea i pericoli dell’inquinamento luminoso per la fauna selvatica. L’evento si è verificato il 5 ottobre presso il McCormick Place Lakeside Center, un grande centro congressi con pannelli di vetro. Gli uccelli migrano principalmente di notte e la luce artificiale può disorientare la loro navigazione notturna, portandoli a collisioni con superfici riflettenti o edifici di vetro. Questo non è il primo incidente del genere causato dalle luci dell’edificio vetrato del McCormick Place, che ha riconosciuto il problema e sta attualmente consultando esperti per identificare le migliori opzioni per soluzioni immediate e a lungo termine. Utilizzando dati radar meteorologici, gli scienziati hanno scoperto che la luce artificiale è un indicatore principale di dove gli uccelli atterreranno nei loro lunghi viaggi. Con le luci cittadine che agiscono come fari luminosi, gli uccelli migratori vengono attirati verso le aree urbane, che sono luoghi rischiosi pieni di minacce come persone, gatti, cibo più scarso e molti edifici lucenti con cui collidere. Fonte: https://tech.everyeye.it/notizie/tragedia-ambientale-chicago1000-uccelli-morti-edificio-687175.html Fonte foto: www.today.it


O rniFlash Il nome degli uccelli negli U.S.A. non potrà più fare riferimento a persone Associazione ornitologica americana, che si occupa fra le altre cose di standardizzare i nomi inglesi di tutti gli uccelli presenti nel continente americano, cambierà il nome comune di tutte le specie di uccelli intitolate a persone. Tra le principali ragioni di questo cambiamento c’è il fatto che alcuni nomi di specie di uccelli appartengono, per esempio, a proprietari di schiavi che si opposero all’abolizione della schiavitù, o a soldati che commisero atrocità contro i nativi americani: questo secondo l’Associazione ornitologica contribuirebbe a escludere certe comunità marginalizzate dalla conoscenza e dallo studio degli uccelli. Il cambiamento comunque non riguarderà il nome scientifico degli uccelli, che è in latino ed è determinato da una serie di regole che prendono in considerazione diversi fattori, fra cui quelli evolutivi. La decisione di cambiare i nomi è stata presa da un comitato istituito appositamente dall’Associazione nel 2022 per studiare la questione. Il processo con cui verranno cambiati i nomi riguarderà inizialmente gli uccelli del Nordamerica, e nei prossimi anni sarà esteso anche a quelli dell’America centrale e meridionale. Nelle intenzioni dell’Associazione i nuovi nomi saranno più descrittivi dell’aspetto fisico, del comportamento o dell’habitat degli uccelli. L’Associazione ornitologica ha anche fatto sapere che oltre ai nomi dedicati alle persone saranno cambiati anche quelli considerati offensivi. I nuovi nomi saranno scelti coinvolgendo il pubblico, oltre a una commissione di esperti di ornitologia. La decisione ha sollevato anche delle critiche: alcuni la considerano poco utile a promuovere lo studio e la conoscenza degli uccelli e sostengono che il tempo e le risorse economiche che saranno investiti in questa iniziativa avrebbero potuto essere spesi in modo più proficuo. Fonte: https://www.innaturale.com/il-nome-degli-uccelli-negli-stati-uniti -non-potra-piu-fare-riferimento-a-persone

Nati nuovi esemplari dell’uccello “kiwi” allo stato selvaggio

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kiwi (nome scientifico Apteryx) sono uccelli preistorici dall’aspetto decisamente particolare: crescono generalmente sino a mezzo metro d’altezza, hanno delle piume ispide, becchi sottili e lunghissimi, che si inclinano leggermente verso il basso, e zampe che somigliano a quelle di un dinosauro. Inoltre sono animali notturni e, soprattutto, sono inadatti al volo. Insomma, degli uccelli davvero bizzarri: forse è proprio per questo che sono diventati il simbolo della Nuova Zelanda. Tuttavia, a partire dall’inizio dell’800, la loro popolazione ha cominciato a diminuire drasticamente. Sono infatti stati introdotti diversi predatori che li hanno velocemente decimati, e ad oggi se ne stimano circa 70.000 esemplari in tutto il Paese, concentrati soprattutto nei parchi nazionali e in isole remote. Nello sforzo della conservazione della specie, i kiwi ormai nascono solamente sotto attento controllo degli ambientalisti. Ma nei giorni scorsi si è verificato un evento davvero eccezionale. Un anno fa, dopo aver portato a termine un lungo programma di riduzione dei predatori, gli esperti hanno deciso di provare a reintrodurre alcuni kiwi nella zona di Makara, un sobborgo di Wellington. Non solo tutti gli esemplari risultano ad oggi essere sopravvissuti, ma per la prima volta in tantissimo tempo sono nati dei piccoli kiwi allo stato selvaggio. Pete Kirkman, ambientalista e responsabile del progetto Capital Kiwi che si è occupato della reintroduzione della specie nell’area di Wellington, ha scoperto due piccoli esemplari nascosti tra le felci, all’interno di una tana a neanche 5 km di distanza dalla rumorosa capitale neozelandese. Si tratta di una notizia sensazionale, un vero successo nell’ottica di riportare il kiwi in questa parte del Paese. Fonte: https://tecnologia.libero.it/nati-nuovi-esemplari-uccello-kiwi-stato-selvaggio-nuova-zelandaevento-unico-79891 Fonte foto: iStock14

News al volo dal web e non solo

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Cardellino nero dominante testo e foto Gennaro Amalfi

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ncora un altro anno di lavoro sul cardellino nero dominante, come già riprodotto l’anno scorso con ancestrali. Grazie alla selezione della mutazione originale, a comporta-

mento autosomico dominante, quest’anno abbiamo traslato la stessa mutazione sull’acianico, cercando di non far scomparire troppo il colore originario, provando a re-

stare nello standard ma evidenziando la gola bianca, così come appare nell’originale. Soddisfatti per il risultato ottenuto, speriamo in interessanti novità per il prossimo anno.

45 anni da Giudice F.O.I.

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uesto sarà per me l’ultimo anno da Giudice F.O.I. Il mio primo giudizio in Piemonte, ad Asti A.P.A.C.O., il mio ultimo giudizio in Piemonte sempre ad Asti A.P.A.C.O.; con l’occasione, ho voluto festeggiare questo mio fine percorso con amici e “colleghi” Giudici. La mia è stata una lunga carriera nella F.O.I. Innanzitutto allevatore di F.P.A. da oltre 50 anni, nel 1978 inizia la mia esperienza come Giudice Regionale prima, nazionale ed internazionale dopo. Per 12 anni Segretario del Raggruppamento Piemonte-Liguria-Valle d’Aosta, nella Commissione Tecnica F.P.A. con i colleghi Viola, Valentino, Olivieri e Bertoncello, dove abbiamo lavorato tanto per far riconoscere alla C.O.M. il canarino che io ritengo il più bello in Italia e nel mondo: il Gigante Italiano. La mia carriera nel mondo dell’ornitologia non finisce qui, ma continua come Presidente A.M.O. di Casale Monferrato, carica che ricopro da 25 anni,

e come allevatore: una passione che non finirà mai. In conclusione, vorrei solo dire una cosa: Grazie, F.O.I.! Pietro Provvidenti

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Indice d’annata - anno 2023 COPERTINE

ONDULATI ED ALTRI PSITTACIFORMI

Ibrido maschio di Diamante fetonte x Diamante codarossa Pagani P. 1 Mosaico rosso maschio (Serinus canaria) Sanz A. J. 2 Cacatua di Ducorps (Cacatua ducorpsii) Pérez M. 3 Agata Topazio mosaico giallo maschio (Serinus canaria) Sanz A. J. 4 Norwich brinato (Serinus canaria) Rocher P. 5 Negrito della Bolivia (Spinus atratus) Rocher P. 6e7 Diamante codalunga topazio (Poephila acuticauda) Club Diamante codalunga e poephila 8 e 9 Basettino (Panurus biarmicus) Cautillo D. 10 Diamante di Gould maschio bruno testa nera petto viola (Erythrura gouldiae) Allegretti M. 11 Cardellino Major ancestrale x Canarina nero giallo intensa La Volpe A. 12

Incoraggiare comportamenti naturali nei pappagalli La maschera gialla australiano (Golden Face) Assistenza alle coppie nidificanti Il piumaggio dei pappagalli nel periodo riproduttivo L’obiettivo Arricchimento ambientale per i giovani pappagalli Conuri dorati al Loro Parque e alla Loro Parque Fundación Caldo, nascite inaspettate e sincronizzazioni dei riproduttori Corteggiamento e riproduzione dei pappagalli nell’emisfero meridionale Il pezzato australiano (dominante) L’importanza della preparazione prima della fine dell’anno

REDAZIONALE Un Mondiale di forma e sostanza Imparare Nuova linfa ornitologica Assemblea delle Associazioni F.O.I. 2023 Non dimentichiamo l’aspetto sentimentale Ricambio generazionale Uno di “noi” Cultura generale Torna il Campionato Italiano F.O.I. Associazionismo

Iannuccilli G. Canali G. Iannuccilli G. Iannuccilli G. Canali G. Canali G. Iannuccilli G. Canali G. Iannuccilli G. Canali G.

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3 3 3 3 3 3 3 3 3 3

CANARINI DI COLORE Commento all’articolo “La mutazione Azul” Si fa presto a parla di Jaspe Transgenia nei canarini: il lipocromo rosso Ali bianche, l’origine del concetto e le conseguenze Riflessioni su alcuni termini genetici Commento all’articolo “transgenia nei canarini: il lipocromo rosso” Canarino di Colore … in forma! Categorie nel canarino: un nuovo approccio Sul colore ed altro Il Satiné ossidato (alias Bruno Satiné) Stamm in Armonia Errori, correzioni e discussioni Figli di un Dio minore Vecchio e consolidato Casi biologici non descritti in letteratura scientifica Il fenomeno delle depigmentazioni nel canarino Considerazioni sulle mostre

Canali G. Leone P. Alfonzetti M. Canali G. Vitti P. Canali G. Bernardini R. Alfonzetti M. Canali G. Vitti P. Alfonzetti M. Canali G. Leone P. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G.

1 9 1 23 2 5 2 43 2 53 3 5 3 29 4 5 4 29 4 57 5 5 5 29 5 43 6 e 7 29 8e9 5 11 13 12 39

CANARINI DI FORMA E POSIZIONE LISCI Lo stato dell’arte del canarino Salentino Lo “spicchio di luna” Nascita degli Standard e tipi di allevamento What colour? Lo stafford Canary/Austrian Staff Amore a prima vista Canarino “Gloster” note informative Scotch fancy Canarino “Bossu belga” note informative Il Canarino “Rasmi Persian” Il Canarino “London Fancy”

Lazzarini V. Napolitano C. Palma S. Di Tillo A., Berno C. Palma S. Lezzi A. CTN C.F.P.L. Palma S. CTN C.F.P.L. CTN C.F.P.L. CTN C.F.P.L.

4 18 5 11 5 47 6 e 7 11 6 e 7 44 6 e 7 59 8 e 9 24 8 e 9 31 10 9 11 17 12 15

CANARINI DI FORMA E POSIZIONE ARRICCIATI Criticità e precisazioni sull’Arricciato Padovano Benvenuto Benacus! Meeting Benacus

Sabatino E. Mollo L., Vinattiri F. Peluso P.

1 13 3 15 10 35

Zamora Padrón R. Fogliati G. Zamora Padrón R. Zamora Padrón R. Bock F. Zamora Padrón R. Zamora Padrón R. Zamora Padrón R.

3 20 4 15 4 48 5 19 5 55 6 e 7 24 8 e 9 17 10 11

Zamora Padrón R. Fogliati G. Zamora Padrón R.

11 21 12 11 12 47

ESTRILDIDI FRINGILLIDI IBRIDI Il Canarino Silice, work in progress Sul Diamante fetonte Neochmia phaeton (Hombron e Jacquinot, 1841) 1ª p Il Diamante di Goud a groppone giallo Il Saltimpalo (Saxicola torquatus) 1ª p Ancora sulla mutazione Bruno del Diamante di Gould Il Saltimpalo (Saxicola torquatus) 2ª p Il Diamante di Gould “Bruno” Quando la realtà supera la fanstasia La mia esperienza con il Lucherino di Haiti Sul Diamante papuano Erythrura papuana (Hartert, 1900) Il Tordo del Malabar Spinus atratus Quale giusta selezione? La Gracula religiosa come fonte di reddito per alcune comunita indiane Spinus atrata Panurus biarmicus le ragioni di un successo Cardellino Damasco Il Prispolone (Anthus trivialis) Il Diamante di Gould L’Usignolo Sul Diamante fetonte Neochmia phaeton (Hombron e Jacquinot, 1841) Panurus biarmicus le ragioni di un successo Il Codibugnolo

Zamagni B. 1 5 Mortaruolo I. 1 17 Faggiano F. 1 27 Rossi P. 1 47 Lucarini S., Montini L. 2 11 Rossi P. 2 29 Zanichelli D., Venturoli A., Faggiano F. 3 9 Rossi P., Salvaterra A. 3 33 Picco S. 4 11 Mortaruolo I. 4 35 Rossi P. 5 15 1ª p Rossi P., Corbella M. 6e7 5 Club del Codalunga e Poephila 8 e 9 11 Mortaruolo I. 2ª p Rossi P., Corbella M. 1ª p Rossi P. Improta F. Tessariol D. Montini L., Lucarini S., Musumeci F. Tessariol D.

8 e 9 27 8 e 9 41 10 5 10 15 10 39

2ª p Mortaruolo I. 2ª p Rossi P. Tessariol D.

11 37 11 43 12 27

11 5 11 31

CANARINI DA CANTO Influenze reciproche tra vincoli genetici e vincoli ambientali Il maestro perfetto Aspetti e modalità del crescere Il canto che conta Suggerimenti psico-educativi Pensieri in parole Il Malinois, più lo conosci più t’innamori Il canto canaricolo specialistico

Di Giorgio F. Marini U., Piccoli G. Di Giorgio F. Marini U., Piccoli G. Di Giorgio F. Marini U., Piccoli G. Di Giorgio F. Di Giorgio F.

1 57 2 17 3 18 4 24 5 21 6 e 7 17 11 40 12 51

CRONACA - ATTUALITÀ L’altra faccia della F.O.I. Congresso Tecnico di Specializzazione Ad exemplum Progetto: “il mondo degli uccelli” Divulgazione ornitologica a Gesico

Meola R. Vinattieri F. Morrone F. Candioli M. Pistis G.

1 51 1 59 2 34 2 47 2 55


L’Arlecchino Portoghese Il diritto di sancire il bello ed il brutto Un sogno diventato realtà Il progetto “Cresciamo insieme” in Toscana Nasce ufficialmente il Nido d’Abruzzo Accademy Un successo inaspettato Confronto e dialogo sul Fiorino Canarini Border: un modello futuristico Cose risapute? Con la F.O.I. ci divertiamo Birdgardening Quando si riesce a vedere oltre … Aggiornamenti su attività divulgatice e non solo La Torba acida di sfagno Divulgazione che emozione! La garzaia di Sartirana (PV) Il “Salone dei Fringillidi” J’accuse Ornitologia e camper Alimentazione e prevenzione: il successo di un allevamento Convegno ornitologico di Colleferro (RM) Attività dell’Associazione Ornicoltori Comense Identità distinte Una nuova realtà ornitologica alle falde del Vesuvio Convegno tecnico: il Diamante di Gould “bruno” Una Fringillia da record 90 anni e… sentirli! Dai Gould di “Nave Italia” ai Gould di Davide Seconda Mostra Ornitologica a Gesico

Zampaglione M. 2 56 Palma S. 2 59 Albergo G. 2 62 Gorreri L. 3 23 Ass. Orn. “Nido d’Abruzzo” 3 61 Abbondanza C. 3 63 Roberto R., Vibattieri F. 4 21 Lagi A. 4 43 Palma S. 4 45 Meola R. 4 50 Tessariol D. 4 51 Porcino L. 4 54 Albergo G. 4 61 Gorreri L. 5 35 Meola R. 5 51 Basso R. 5 59 Pellegrino P.L., Naccarato D., Lanzillotta F. 5 64 Leone P. 6 e 7 35 Morrone F. 6 e 7 50 Rossi P. 6 e 7 62 Bernardi P. 8 e 9 49 Casati F. 8 e 9 63 Leone P. 10 47 Vinattieri F. 10 49 Venturoli A., Parisella S. 11 49 Ass. Adricatica Allevatori e Ass. Pesarese Ornicoltori 12 19 Solbiati A. e Mania A. 12 31 Currò N. 12 43 Serpi C. 12 55

DIDATTICA & CULTURA La rondine, il cardellino e il rigogolo nelle opere del pittore Carlo Crivelli (1430/35 - 1494/95) 1ª p La rondine, il cardellino e il rigogolo nelle opere del pittore Carlo Crivelli (1430/35 - 1494/95) 2ª p Al di là del Veerkamp Alla ricerca di un inizio Luca Gorreri: una vita dedicata all’ornitologia e ornitofilia I lumps nei canarini Considerazioni sul piumaggio Gli Aironi Colori strutturali Il valore di uno studio

Mortaruolo I. Mortaruolo I. Leone P. Palma S. Basso R. Mollo L., Vinattieri F. Canali G. Mortaruolo I. Alfonzetti M. Pasquale Leone

2 23 3 41 3 55 3 57 6 e 7 55 8 e 9 37 10 25 10 31 12 5 12 23

ALIMENTAZIONE L’amaranto comune “L’erba dolcinela” (Valerianella o Soncino selvatico) Il Rapastello selvatico Luoghi comuni sui semi germinati Il falso lino (Camelina sativa) Acetosella Le farine di insetti Il sesamo L’erba del buon umore La Senape selvatica (Sinapis arvensis) Aceto di mele o bicarbonato di sodio? La “Boragia” o “Burazna” (Borragine) Vedovina selvatica

Mengacci P. Mengacci P. Mengacci P. Leone P. Mengacci P. Mengacci P. Gorreri L. Mengacci P. Lezzi A. Mengacci P. Leone P. Mengacci P. Mengacci P.

1 38 2 36 3 47 4 27 5 23 6 e 7 39 8 e 9 51 8 e 9 57 10 44 10 57 11 25 11 57 12 35

VETERINARIO Uova chiare Il Microbiota intestinale nel Canarino L’utilizzo dei probiotici nella pratica d’allevamento

Cattarossi D. Todisco G. Todisco G.

1 33 8 e 9 21 10 19

UCCELLI IN NATURA Un futuro mondo senza uccelli?

Spada P.

3 37

VOLONTARIATO Esperienza con l’Associazione “Parkinson Puglia”

Albergo G.

10 46

PENSIERI IN LIBERTÅ I nostri ricordi

Corbelletto P.

1 62

NOVITÀ EDITORIALI Avifauna d’Italia - vol. II

Badalamenti F.

5 53

ORNI-FLASH News al volo dal Web e non solo News al volo dal Web e non solo News al volo dal Web e non solo News al volo dal Web e non solo News al volo dal Web e non solo News al volo dal Web e non solo News al volo dal Web e non solo News al volo dal Web e non solo News al volo dal Web e non solo News al volo dal Web e non solo

1 52 2 50 3 52 4 40 5 40 6 e 7 52 8 e 9 46 10 42 11 52 12 56

PAGINA APERTA Argomenti a tema Argomenti a tema Argomenti a tema Argomenti a tema

1 54 2 40 6 e 7 48 8 e 9 54

ATTIVITÀ F.O.I. Sintesi verbale del Consiglio Direttivo Federale del 2 e 3 Settembre 2022 1 64 Sintesi verbale del Consiglio Direttivo Federale del 21 e 22 Ottobre 2022 2 63 Sintesi verbale del Consiglio Direttivo Federale del 9 e 10 Dicembre 2022 e del 7 Gennaio 2023 2 64 Sintesi verbale del Consiglio Direttivo Federale del 3 e 4 Febbraio 2023 4 63 Sintesi verbale del Consiglio Direttivo Federale del 24 e 25 Febbraio 2023 4 64 Stralcio verbale del Consiglio Direttivo Federale del 14-15 Aprile 2023 e del 16-17 Giugno 2023 6 e 7 64 Stralcio verbale Assemblea dei Club del 17 giugno 2023 - n. 1 2023 8 e 9 64 Sintesi verbale del Consiglio Direttivo Federale del 16 e 17 Giugno 2023 10 64 Sintesi verbale del Consiglio Direttivo Federale del 6 e 7 Luglio 2023; del 25 e 26 Agosto 2023; dell’11, del 23 e 30 Settembre 2023; del 7 Ottobre 2023 11 62

SPAZIO CLUB Club Diamante Codalunga & Poephila: fare per tracciare una strada della selezione Sulle pezzature dei Padovani, ma non solo Comunicato del Lizard Canary Club Italiano Traguardi raggiunti e nuovi progetti per il Club degli Psittacidi Considerazioni sul canarino Arricciato Padovano Club del Fiorino - XII Trofeo Umberto Zingoni Comunicato Club Amici del Salentino La mostra “Piume” 2023 vista dal Lizard Canary Club Italiano

Porcino L. 1 44 Club Arricciato Padovano 2 21 Lizard Canary Club Italiano 4 44 Club degli Psittacidi 5 39 Club Arricciato Padovano 6 e 7 20 Cozzolino U. 10 36 Lezzi A. 11 55 Di Tillio A. 12 30

PHOTO SHOW Le foto scattate dagli allevatori Le foto scattate dagli allevatori Le foto scattate dagli allevatori Le foto scattate dagli allevatori Le foto scattate dagli allevatori Le foto scattate dagli allevatori Le foto scattate dagli allevatori Le foto scattate dagli allevatori Le foto scattate dagli allevatori Le foto scattate dagli allevatori

Zuffoli R. Freschi A. Magnani P. Adduci L. Ferrari L. Grandelis G. Giordanengo N. Franchi A. Mistretta A. Magnani P.

1 21 2 33 3 27 4 34 5 28 6 e 7 27 8 e 9 35 10 21 11 29 12 53


Indice alfabetico autori Un successo inaspettato

Abbondanza C.

3 63

I nostri ricordi

Corbelletto P.

1 62

Le foto scattate dagli allevatori

Adduci L.

4 34

Club del Fiorino - XII Trofeo Umberto Zingoni

Cozzolino U.

10 36

Un sogno diventato realtà Aggiornamenti su attività divulgatice e non solo Esperienza con l’Associazione “Parkinson Puglia”

Albergo G. Albergo G. Albergo G.

2 62 4 61 10 46

Canarino “Bossu belga” note informative Il Canarino “Rasmi Persian” Il Canarino “London Fancy” Canarino “Gloster” note informative

CTN C.F.P.L. CTN C.F.P.L. CTN C.F.P.L. CTN C.F.P.L.

10 9 11 17 12 15 8 e 9 24

Transgenia nei canarini: il lipocromo rosso Categorie nel canarino: un nuovo approccio Stamm in Armonia Colori strutturali

Alfonzetti M. Alfonzetti M. Alfonzetti M. Alfonzetti M.

2 4 5 12

Dai Gould di “Nave Italia” ai Gould di Davide

Currò N.

12 43

Diamante di Gould maschio bruno testa nera petto viola (Erythrura gouldiae)

Allegretti M.

11 Cop.

Influenze reciproche tra vincoli genetici e vincoli ambientali Aspetti e modalità del crescere Suggerimenti psico-educativi Il Malinois, più lo conosci più t’innamori Il canto canaricolo specialistico

Di Giorgio F. Di Giorgio F. Di Giorgio F. Di Giorgio F. Di Giorgio F.

1 57 3 18 5 21 11 40 12 51

Ass. Adricatica Allevatori e Ass. Pesarese Ornicoltori

12 19

La mostra “Piume” 2023 vista dal Lizard Canary Club Italiano

Di Tillio A.

12 30

Nasce ufficialmente il Nido d’Abruzzo Accademy

Ass. Orn. “Nido d’Abruzzo”

3 61

What colour?

Di Tillo A., Berno C.

6 e 7 11

Avifauna d’Italia - vol. II

Badalamenti F.

5 53

Il Diamante di Goud a groppone giallo

Faggiano F.

1 27

La garzaia di Sartirana (PV) Luca Gorreri: una vita dedicata all’ornitologia e ornitofilia

Basso R. Basso R.

5 59 6 e 7 55

Le foto scattate dagli allevatori

Ferrari L.

5 28

Convegno ornitologico di Colleferro (RM)

Bernardi P.

8 e 9 49

La maschera gialla australiano (Golden Face) Il pezzato australiano (dominante)

Fogliati G. Fogliati G.

4 15 12 11

Canarino di Colore … in forma!

Bernardini R.

3 29

Le foto scattate dagli allevatori

Franchi A.

10 21

L’obiettivo

Bock F.

5 55

Le foto scattate dagli allevatori

Freschi A.

2 33

Commento all’articolo “La mutazione Azul” Imparare Ali bianche, l’origine del concetto e le conseguenze Commento all’articolo “transgenia nei canarini: il lipocromo rosso” Sul colore ed altro Non dimentichiamo l’aspetto sentimentale Errori, correzioni e discussioni Ricambio generazionale Vecchio e consolidato Casi biologici non descritti in letteratura scientifica Cultura generale Considerazioni sul piumaggio Il fenomeno delle depigmentazioni ne lcanarino Associazionismo Considerazioni sulle mostre

Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G. Canali G.

1 9 2 3 2 43 3 5 4 29 5 3 5 29 6e7 3 6 e 7 29 8e9 5 10 3 10 25 11 13 12 3 12 39

Le foto scattate dagli allevatori

Giordanengo N.

8 e 9 35

Il progetto “Cresciamo insieme” in Toscana

Gorreri L.

3 23

La Torba acida di sfagno Le farine di insetti

Gorreri L. Gorreri L.

5 35 8 e 9 51

Le foto scattate dagli allevatori

Grandelis G.

6 e 7 27

Un Mondiale di forma e sostanza Nuova linfa ornitologica Assemblea delle Associazioni F.O.I. 2023 Uno di “noi” Torna il Campionato Italiano F.O.I.

Iannuccilli G. Iannuccilli G. Iannuccilli G. Iannuccilli G. Iannuccilli G.

1 3 4 8e9 11

Cardellino Damasco

Improta F.

10 15

Progetto: “il mondo degli uccelli”

Candioli M.

2 47

Cardellino Major ancestrale X Canarina nero giallo intensa

La Volpe A.

12 Cop.

Attività dell’Associazione Ornicoltori Comense

Casati F.

8 e 9 63

Canarini Border: un modello futuristico

Lagi A.

4 43

Uova chiare

Cattarossi D.

1 33

Lo stato dell’arte del canarino Salentino

Lazzarini V.

4 18

Basettino (Panurus biarmicus)

Cautillo D.

10 Cop.

Sulle pezzature dei Padovani, ma non solo Considerazioni sul canarino Arricciato Padovano

Club Arricciato Padovano 2 21 Club Arricciato Padovano 6 e 7 20

Traguardi raggiunti e nuovi progetti per il Club degli Psittacidi

Club degli Psittacidi

Quale giusta selezione? Diamante codalunga topazio (Poephila acuticauda)

Club del Codalunga e Poephila 8 e 9 11 Club del Codalunga e Poephila 8 e 9 Cop.

Si fa presto a parla di Jaspe Al di là del Veerkamp Luoghi comuni sui semi germinati Figli di un Dio minore J’accuse Identità distinte Aceto di mele o bicarbonato di sodio? Il valore di uno studio

Leone P. Leone P. Leone P. Leone P. Leone P. Leone P. Leone P. Leone P.

1 23 3 55 4 27 5 43 6 e 7 35 10 47 11 25 12 23

Una Fringillia da record

5 5 5 5

5 39

3 3 3 3 3


L’erba del buon umore Comunicato Club Amici del Salentino Amore a prima vista

Lezzi A. Lezzi A. Lezzi A.

10 44 11 55 6 e 7 59

Comunicato del Lizard Canary Club Italiano

Lizard Canary Club Italiano

4 44

Ancora sulla mutazione Bruno del Diamante di Gould

Lucarini S., Montini L.

2 11

Le foto scattate dagli allevatori Le foto scattate dagli allevatori

Magnani P. Magnani P.

3 27 12 53

Pensieri in parole

Marini U.

6 e 7 17

Il maestro perfetto Il canto che conta Pensieri in parole

Marini U., Piccoli G. Marini U., Piccoli G. Marini U., Piccoli G.

2 17 4 24 6 e 7 17

L’amaranto comune “L’erba dolcinela” (Valerianella o Soncino selvatico) Il Rapastello selvatico Il falso lino (Camelina sativa) Acetosella Il sesamo La Senape selvatica (Sinapis arvensis) La “Boragia” o “Burazna” (Borragine) Vedovina selvatica

Mengacci P. Mengacci P. Mengacci P. Mengacci P. Mengacci P. Mengacci P. Mengacci P. Mengacci P. Mengacci P.

1 38 2 36 3 47 5 23 6 e 7 39 8 e 9 57 10 57 11 57 12 35

L’altra faccia della F.O.I. Con la F.O.I. ci divertiamo Divulgazione che emozione!

Meola R. Meola R. Meola R.

1 51 4 50 5 51

Le foto scattate dagli allevatori

Mistretta A.

11 29

I lumps nei canarini Benvenuto Benacus!

Mollo L., Vinattieri F. Mollo L., Vinattiri F.

8 e 9 37 3 15

Il Diamante di Gould

Montini L., Lucarini S., Musumeci F. 11 5

Ad exemplum Ornitologia e camper

Morrone F. Morrone F.

2 34 6 e 7 50

Sul Diamante fetonte Neochmia phaeton (Hombron e Jacquinot, 1841) 1ª p Mortaruolo I. La rondine, il cardellino e il rigogolo nelle opere del pittore Carlo Crivelli (1430/35 - 1494/95) 1ª p Mortaruolo I. La rondine, il cardellino e il rigogolo nelle opere del pittore Carlo Crivelli (1430/35 - 1494/95) 2ª p Mortaruolo I. Sul Diamante papuano Erythrura papuana (Hartert, 1900) Mortaruolo I. La Gracula religiosa come fonte di reddito per alcune comunita indiane Mortaruolo I. Gli Aironi Mortaruolo I. Sul Diamante fetonte Neochmia phaeton (Hombron e Jacquinot, 1841) 2ª p Mortaruolo I.

1 17 2 23 3 41 4 35 8 e 9 27 10 31 11 37

La mia esperienza con il Lucherino di Haiti

Picco S.

4 11

Divulgazione ornitologica a Gesico

Pistis G.

2 55

Club Diamante Codalunga & Poephila: fare per tracciare una strada della selezione Quando si riesce a vedere oltre …

Porcino L. Porcino L.

1 44 4 54

Confronto e dialogo sul Fiorino

Roberto R., Vinattieri F.

4 21

Norwich brinato (Serinus canaria) Negrito della Bolivia (Spinus atratus)

Rocher P. Rocher P.

5 Cop. 6 e 7 Cop.

Il Saltimpalo (Saxicola torquatus) Il Saltimpalo (Saxicola torquatus) Il Tordo del Malabar Alimentazione e prevenzione: il successo di un allevamento Panurus biarmicus le ragioni di un successo Panurus biarmicus le ragioni di un successo

1ª p Rossi P. 2ª p Rossi P. Rossi P. Rossi P. 1ª p Rossi P. 2ª p Rossi P.

1 47 2 29 5 15 6 e 7 62 10 5 11 43

Spinus atratus Spinus atrata

1ª p Rossi P., Corbella M. 2ª p Rossi P., Corbella M.

6e7 5 8 e 9 41

Quando la realtà supera la fanstasia

Rossi P., Salvaterra A.

3 33

Criticità e precisazioni sull’Arricciato Padovano

Sabatino E.

1 13

Mosaico rosso maschio (Serinus canaria) Agata Topazio mosaico giallo maschio (Serinus canaria)

Sanz A. J. Sanz A. J.

2 Cop. 4 Cop.

Seconda Mostra Ornitologica a Gesico

Serpi C.

12 55

90 anni e… sentirli!

Solbiati A. e Mania A.

12 31

Un futuro mondo senza uccelli?

Spada P.

3 37

Birdgardening Il Prispolone (Anthus trivialis) L’Usignolo Il Codibugnolo

Tessariol D. Tessariol D. Tessariol D. Tessariol D.

4 51 10 39 11 31 12 27

L’utilizzo dei probiotici nella pratica d’allevamento Il Microbiota intestinale nel Canarino

Todisco G. Todisco G.

10 19 8 e 9 21

Convegno tecnico: il Diamante di Gould “bruno”

Venturoli A., Parisella S.

11 49

Congresso Tecnico di Specializzazione Una nuova realtà ornitologica alle falde del Vesuvio

Vinattieri F. Vinattieri F.

1 59 10 49

Riflessioni su alcuni termini genetici Il Satiné ossidato (alias Bruno Satiné)

Vitti P. Vitti P.

2 53 4 57

Il Canarino Silice, work in progress

Zamagni B.

1 5

Lo “spicchio di luna”

Napolitano C.

5 11

Ibrido maschio di Diamante fetonte x Diamante codarossa

Pagani P.

1 Cop.

Il diritto di sancire il bello ed il brutto Alla ricerca di un inizio Cose risapute? Nascita degli Standard e tipi di allevamento Lo stafford Canary/Austrian Staff Scotch fancy

Palma S. Palma S. Palma S. Palma S. Palma S. Palma S.

2 59 3 5 4 45 5 47 6 e 7 44 8 e 9 31

Il “Salone dei Fringillidi”

Pellegrino P.L., Naccarato D., Lanzillotta F. 5 64

L’Arlecchino Portoghese

Zampaglione M.

Meeting Benacus

Peluso P.

10 35

Il Diamante di Gould “Bruno”

Zanichelli D., Venturoli A., Faggiano F. 3 9

Cacatua di Ducorps (Cacatua ducorpsii)

Pérez M.

3 Cop.

Le foto scattate dagli allevatori

Zuffoli R.

Incoraggiare comportamenti naturali nei pappagalli Zamora Padrón R. Assistenza alle coppie nidificanti Zamora Padrón R. Il piumaggio dei pappagalli nel periodo riproduttivo Zamora Padrón R. Arricchimento ambientale per i giovani pappagalli Zamora Padrón R. Conuri dorati al Loro Parque e alla Loro Parque Fundación Zamora Padrón R. Caldo, nascite inaspettate e sincronizzazioni dei riproduttori Zamora Padrón R. Corteggiamento e riproduzione dei pappagalli nell’emisfero meridionale Zamora Padrón R. L’importanza della preparazione prima della fine dell’anno Zamora Padrón R.

3 20 4 48 5 19 6 e 7 24 8 e 9 17 10 11 11 21 12 47 2 56

1 21




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