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Pierluigi Mengacci

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Il Fico

Dal libretto dei miei appunti orto-ornitofili e non solo

Un’infruttescenza antica colma di storia, leggende e proprietà

testo di PIERLUIGIMENGACCI, foto P. MENGACCI, CRISTINAMERLOMEDIUM, SAVERIOGATTO, ORTODACOLTIVARE, MELARANCIASICILY.IT

“Ogni uccello di settembre è un beccafico” (proverbio)

Premessa In una sana alimentazione, seguire la stagionalità degli alimenti, la cui importanza viene spesso sottovalutata, garantisce una dieta varia, ben bilanciata e soprattutto salutare. La natura non lascia nulla al caso, in ogni stagione fornisce alimenti, quali frutta e verdure, adatti per quel determinato periodo. Pertanto, alimentarsi con prodotti stagionali, in modo particolare provenienti da colture locali, meglio an-

Cesto con fichi forniti appena raccolti, foto: P. Mengacci

cora se biologiche, diventa una scelta responsabile che mette insieme più salute, meno costi, meno inquinamento e contribuisce alla sostenibilità ambientale. Infatti i prodotti locali, oltre a garantire il meglio delle proprietà di ciascun frutto edi ciascuna verdura, non hanno bisogno di forzature chimiche per maturare o aggiunte di conservanti, antimuffe, pesticidi e altre sostanze chimiche. Ad esempio la frutta di stagione, soprattutto quella proveniente da colture biologiche, matura, dolce e ben pulita, è senz’altro un ottimo complemento alimentare per una sana nutrizione anche per i nostri volatili da compagnia. La mela è sicuramente il frutto più usato nei nostri allevamenti ed è anche il più gradito dagli uccelli, ma anchefichi, pere, albicocche, banane, fragole, pomodori ed altri frutti, in una dieta stagionale varia, apportano all’organismo dei nostri pennuti tutti i benefici dei valori nutritivi che detti frutti contengono. In questo periodo (siamo ai primi di settembre) è in corso la stagione dei fichi e la mia pianta difichi “veri” o “forniti” (sono così chiamati quelli che maturano da agosto a settembre) è “assalita” da uccelli di ogni genere, a conferma del vecchio proverbio che recita: “Ogni uccello di settembre è un beccafico”.

Fichi forniti pronti per essere essiccati, foto P. Mangacci

Anche i miei canarini in questo periodo diventano dei “beccafico” e, seguendo la stagionalità degli alimenti, li ho abituati a “beccare” volentieri questo “falso frutto” molto antico, colmo di storia, leggende e proprietà che vado a descrivere.

Cenni botanici, storici e leggendari Il fico è un albero appartenente alla famiglia delle Moraceaee al genere Ficus,di cui esistono due subspecie: Ficus carica sativa(Fico Domestico) e Ficus carica caprificus (Caprifico o Selvatico). La sua origine viene ricondotta alla regione Caria, in Asia Minore. Le varietà di questa pianta sono centinaia, ma la più comune è la Ficus carica, con molte cultivar di molteplici dimensioni e colori, dal giallo al nero. Alcune varietà producono “frutti” due volte l’anno e sono chiamate “bifere”, mentre quelle che producono una sola volta l’anno sono chiamate “unifere”. Le piante ed i frutti (più propriamente infruttescenze)vengono definiti a seconda del periodo di maturazione: “fioroni” o “primaticci” (giugno e luglio) con frutti di grossa pezzatura; “veri” o “forniti” (agosto e settembre) e “tardivi” (autunno), di pezzatura più piccola dei fioroni. “Quello che comunemente viene ritenuto il frutto è in realtà una grossa infruttescenza carnosa, piriforme, ricca di zuccheri a maturità, detta siconio, di colore variabile dal verde al rossiccio fino al bluastro-violaceo, cava, all’interno della quale sono racchiusi i fiori unisessuali, piccolissimi; una piccola apertura apicale, detta ostiolo, consente l’entrata degli imenotteri pronubi; i veri , che si sviluppano all’interno dell’infiorescenza (che diventa perciò un’infruttescenza), sono numerosissimi piccoli . La polpa che circonda i piccoli acheni è succulenta e dolce e costituisce la parte edibile.”(da it.wikipedia.org) Testimonianze storiche documentano la presenza del fico come pianta da frutto già ai tempi delle prime civiltà agricole presenti in Palestina e in Egitto, da dove si diffuse nell’area mediterranea con il nome di “fico mediterraneo”. Altre ricerche moderne avrebbero constatato che la prima pianta che l’uomo ha coltivato non è stato il grano, bensì il fico. In Grecia il fico è stato protagonista di moltissimi miti e si dice che Polifemo usasse il succo prodotto dal fico per coagulare il latte e produrre formaggi nella sua grotta. Inoltre, i frutti di quest’albero coltivato venivano considerati “degni di nutrire oratori e filosofi” ed erano associati ad Atena, dea della saggezza. Erano considerati anche afrodisiaci in quanto con il termine “sykon” (fico) venivano anche indicati i genitali femminili, forse per la forma che i fichi assumono se spaccati in due. Platone, so-

Frutti (semini) di fico, foto: P. Mengacci prannominato “mangiatore di fichi”, raccomandava agli amici di mangiarne in quantità perché, a suo dire, rinvigorivano l’intelligenza e il desiderio amoroso. Il fico, inoltre, era un albero sacro a Priapo, dio della fertilità greco e romano, in onore del quale, prima di un convivio amoroso, venivano serviti e consumati i “frutti”. Anche gli antichi Romani li apprezzavano, soprattutto come antipasto, insaporiti con sale, aceto, garum (specie di salsa di pesce). La convinzione che il fico fosse un eccitante erotico venne ribadita anche della Scuola Medica Salernitana “… veneremque vocat, sed cuilibet obstat” (provoca lo stimolo venereo anche a chi vi si oppone). Numerose sono le leggende e i miti religiosi che vengono tramandati e che riguardano il fico. Nel libro della Genesi, il fico dà riparo ad Adamo ed Eva, dopo aver mangiato il frutto proibito, e con le sue foglie essi coprono le loro nudità. Nell’Antico Testamento il fico, insieme con la vite, era simbolo di fertilità e vita gioiosa nel regno messianico. Anche in altre religioni la pianta del fico ha importanti significati, come “l’albero del cielo” nell’Islam e quello “dell’illuminazione” di Buddha. Nell’antico Egitto era simbolo di conoscenza dei misteri. Nell’antica Atene i farmacisti del tempo portavano al collo collane di fichi secchi, perché ritenuti dotati di virtù purificatrici. Nel Medioevo veniva consigliato di dormire sotto il fico in quanto portava fortuna e felicità. Inoltre, la me-

Fichi secchi, fonte: melaranciasicily.it

Fichi aperti pronti per i canarini, foto: P. Mengacci

dicina popolare consigliava il consumo di fichi perché i numerosi semini contenuti rappresentavano un segno della loro attitudine a favorire la fecondità. Anche per la Teoria delle Segnature, secondo cui una volta aperto rappresentava lo stomaco e l’utero, il fico veniva utilizzato sia per la cura dei disturbi gastrici che per incentivare la fertilità. La leggenda che sicuramente tutti conosciamo è quella della nascita di Roma. Infatti, essa vuole che Romolo e Remo, figli illegittimi della vestale Rea Silvia, destinati a morire, siano stati abbandonati in una cesta fra le fronde di un fico selvatico in una insenatura del fiume Tevere e che siano stati poi allattati in loco dalla lupa. Il fico divenne per i Romani una pianta sacra al dio Marte, padre dei gemelli; veniva curata dai suoi sacerdoti e sostituita quando si seccava. Anche nelle nazioni in cui è stato introdotto, il fico, oltre ad essere considerato un alimento di primaria importanza, è sempre stato oggetto nel corso degli anni di miti, leggende, simbologie ed usi medicinali in funzione delle tradizioni locali, sempre riferiti alla “sacralità” delle sue origini. Proprietà e beneficidei fichi Il fico, questo “falso frutto” colmo di simbologia, oggi viene molto apprezzato per la sua versatilità in campo culinario, per i suoi principi attivi in campo fitoterapico ed è consigliato dalla medicina tradizionale come ingrediente e integratore alimentare. Nella sottostante tabella vengono riportati tutti gli elementi principali che compongono questi frutti, sia freschi che secchi. Riporto anche i dati inerenti i fichi secchi, essendo caratteristici di molte tradizioni culinarie e che hanno proprietà differenti da quelli freschi, in quanto sottoposti ad un processo di completa disidratazione. Sono ottimi durante l’inverno.

Merlo e fico, foto: Cristina Merlo Medium

Grazie all’ottimo contenuto di minerali quali potassio, calcio, magnesio, fosforo, ferro, sodio ed alla ricchezza di vitamine, come Vit. C, Vit. E, Vit. K e vitamine del gruppo B, in modo particolare Vitamine B2, B3, B6, il fico, oltre ad essere considerato e consigliato come un alimento energizzante, secondo studi ed esperimenti scientifici mondiali presenta importanti proprietà farmacologiche (*) per la cura e il benesseredella salute. Ecco succintamente riportati alcuni benefici: -buon antibatterico e antifungino; -ottimo rimineralizzante; -regolatore della motilità gastrica; -di aiuto a rafforzare le ossa; -di aiuto nel sistema cardiocircolatorio; -di aiuto ad assimilare i nutrienti; -rimedio naturale contro la stipsi; -di aiuto a vincere la stanchezza psicofisica; -di aiuto a rafforzare le difese immunitarie, Inoltre, secondo la medicina popolare e non solo, il latticecontenuto nelle foglie ed il succo di fico sono considerati un ottimo rimedio per la cura e l’eliminazione delle verruche ed è anche usato come caglio naturale per i formaggi. Estratti di fico vengono utilizzati in cosmesi per le sue proprietà idratanti, emollienti e antiossidanti, per curare foruncoli ed altre piccole infiammazioni della pelle e combattere i parassiti. In fitoterapiaviene consigliato un “macerato glicemico di Ficus carica”, ricavato con giovani gemme, nei casi di alitosi, gonfiore addominale, cattiva digestione, affezioni gastroduodenali ecc. Aggiungo, infine, che a partire dal mese di luglio fino ad ottobre inoltrato i fichi freschi, dolci, gustosi e ricchi di proprietà, diventano, per chi può consumarli, una prelibatezza per la tavola ed un integratore alimentare ricco di preziose sostanze per l’organismo atte a farci superare anche i malesseri tipici del cambio di stagione. Logicamente senza farne scorpacciate, ma tre, massimo quattro fichi durante la giornata, come consigliato da più nutrizionisti in previsione della stagione invernale, aiutano ad affrontare il senso di stanchezza e rafforzare le difese del sistema immunitario nei confronti dell’attacco di virus e agenti patogeni, responsabili di raffreddori, mal di gola, febbre ecc. Un piccolo accenno aifichi secchi. La tabella sopra riportata evidenzia come questi fichi risultino molto più ricchi di tutti i micronutrienti rispetto a quelli freschi, ma al tempo stesso siano molto più calorici e zuccherini; pertanto, il loro consumo deve essere molto attento e moderato. Altro motivo di attenzione sta nell’acquisto di confezioni non addizionate di zuccheri o conservanti, la cui aggiunta può modificarne le proprietà.

I fichi nell’alimentazione dei nostri uccelli Una corretta alimentazione anche nel rispetto della stagionalità degli alimenti (frutta e verdure) permette all’organismo dei nostri uccelli di acquisire quei nutrienti necessari a

Beccafico, foto: Saverio Gatto

mantenersi in buona forma e a non incorrere in molte malattie. L’aforisma che più volte ho ripetuto nei miei scritti - ”Siamo quello che mangiamo” - vale anche per i nostri uccelli. Pertanto, a mio avviso, anche i fichi possono avere la loro importanza e concorrere ad una sana e varia alimentazione che permetta di conservare un ottimo stato di salute. Nel periodo estivo, somministrati ben maturi e freschi, possono essere degli ottimi regolatori intestinali e rimineralizzanti, di aiuto ad assimilare i vari pastoncini e coloranti e anche di supporto nello sviluppo e rafforzamento scheletrico. Nei mesi di settembre ed ottobre possono essere di aiuto a superare lo stress della muta, rafforzando le difese immunitarie. Nel periodo invernale, serviti essiccati, con il loro apporto calorico possono aiutare a superare le rigidità invernali. Prima di servirli freschi o essiccati, è opportuno dividerli a metà onde evitare ospiti indesiderati in quelli freschi ed eventuali muffe in quelli secchi.

Conclusioni Mi piace chiudere con queste poche righe (non mi ricordo da quale rivista o libro le abbia prese) della giornalista gastronomica e scrittrice Licia Granello, che sinteticamente ha concentrato in poche parole gusto, storia, leggende e proprietà di questa infruttescenza. “Il fico. Dalla dolcezza alla sensualità, il passo riesce breve quanto un morso: la

Storno su di un fico, fonte: orto da coltivare

polpa succosa che riempie la bocca, la lingua contro il palato in uno schiocchìo felice. Gli stessi aggettivi che lo raccontano sono spesso ad alto tasso di seduzione: carnale, serico, languido, inebriante. Una interpretazione bilanciata (o rafforzata) dal crisma di sacralità con cui è stato accompagnato per millenni, in quanto simbolo di conoscenza, abbondanza e fecondità, come da citazione nell’Antico Testamento.” Ad maiora, semper.

Alcune fonti:

-https://www.viversano.net -(*) https://www.farmaimpresa.com -https://www.alimentipedia.it/fico.html -it.wikipedia.org

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