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Giovanni Canali

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Sergio Palma

Sergio Palma

Tipi base e tipi aggiunti

di GIOVANNICANALI, foto E. DELPOZZO

Spesso si parla di tipi base e di tipi aggiunti, i concetti dovrebbero essere noti, ma non vorrei che ci fossero aspetti non chiari a tutti, talora ne ho l’impressione. Data l’importanza di questo tema, ritengo quantomeno utile fare delle precisazioni, se non altro per i neofiti. I tipi basetradizionalmente considerati sono: nero, bruno, agata ed isabella. Nero e bruno sono ossidati, agata ed isabella diluiti. Quindi vediamo subito che vi sono due linee selettive opposte, massima ossidazione, vale a dire massima espressione melanica (colori scuri) negli ossidati e massima diluizione nei diluiti, (colori più chiari, ma non sbiaditi). Tipi aggiunti sono tutte le altre mutazioni attinenti alle melanine, tranne l’acianismo. Si badi bene chi i tipi basesono anche definiti classici;talora si parla in modo non molto corretto di “normali”, oppure di “vecchi tipi” da contrapporre ai “nuovi”.

Vi sono due linee selettive opposte, massima ossidazione, vale a dire massima espressione melanica negli ossidati e massima diluizione nei diluiti

Nero intenso rosso, foto: E. del Pozzo Isabella brinato rosso, foto: E. del Pozzo

Agata brinato giallo maschio, foto: E. del Pozzo

Bruno eumo intenso giallo, foto: E. del Pozzo Il discorso dei tipi base (o classici) è fondamentale per due ordini di motivi: i vari tipi aggiunti (pastello, opale, ecc.) si classificano in associazione con i 4 tipi base suddetti, con pochissime eccezioni parziali, come per il phaeo ed il satiné, inoltre la presenza di un tipo base dà un’indicazione fondamentale come linea selettiva. Nelle selezioni è perentorio capire quali aspetti dipendono dal tipo base e quali dal tipo aggiunto, come vedremo. In realtà i 4 tipi base non hanno la stessa importanza, anche se sempre fondamentale. Il nero o come sarebbe meglio dire nero-bruno e l’agatasono i più pregnanti, le colonne portantidi ogni selezione che voglia essere veramente ortodossa. Il nero-bruno è necessario per mantenere il disegno nei bruni anche classici e l’agata per lo stesso motivo negli isabella anche classici. Peccato che dei veri nerobruni si stia perdendo lo stampo. La forma selvatica, quella delle Canarie per capirci, è il nero-bruno; questo per il canarino ma anche per tutte le altre specie, almeno di fringillidi, che sono nero-brune sempre. Il termine deriva dal fatto che vi sono sia melanine nere che brune e fra le brune segnatamente la feomelanina. Un’eccezione ampia potrebbe essere data dagli psittaciformi che non hanno feomelanina. Va detto che quando una mutazione agisce in modo autonomo sulla forma selvatica, non si ha un’interazione; infatti non sarebbe necessario dire: nero pastello, nero opale, ecc., sarebbe sufficiente ed anche più corretto dire soltanto: pastello, opale, ecc. Tuttavia a me non dispiace l’aggiunta del termine nero, poiché dà un’indicazione precisa sulla selezione da seguire. Negli altri casi c’è sempre un’interazione, vale a dire la presenza assieme di 2 mutazioni, cioè il bruno oppure l’agata oltre a quella del tipo aggiunto, negli isabella di 3 mutazioni, visto che l’isabella è già l’interazione di bruno e di agata, cui sommare il tipo aggiunto. Pertanto un bruno pastello, come un bruno opale sono dati dall’interazione della mutazione bruno e di quella del tipo aggiunto, in questi casi, pastello oppure opale. Stessa cosa per agata pastello ed agata opale, ove troviamo la mutazione agata in interazione con le mutazioni pastello oppure opale. Nell’isabella le mutazioni interagenti sono 3; infatti l’isabella comprende bruno ed agata, più l’ulteriore mutazione di tipo aggiunto, come opale o pastello e di conseguenza abbiamo: isabella pastello ed isabella opale. Ho citato i casi del pastello e dell’opale e non di altri tipi aggiunti per brevità e per il fatto che sono stati storicamente i primi tipi aggiunti segnalati, ma avrei potuto mettere al loro posto o aggiungere altri tipi aggiunti, quali: topazio, onice, cobalto, ecc.

La forma selvatica, quella delle Canarie per capirci, è il nero-bruno; questo per il canarino ma anche per tutte le altre specie, almeno di fringillidi, che sono nero-brune sempre

Ora, se qualcuno preparato in campo biologico, ma non edotto dei nostri termini, avesse letto le righe precedenti, non si raccapezzerebbe bene per la faccenda del bruno e dell’isabella. In effetti in passato si è fatta una brutta confusione. La mutazione che trasforma l’eumelanina nera in eumelanina bruna si chiama isabellismo. Pertanto si fece bene all’inizio a chiamare i soggetti che ne erano affetti isabella. Poi, avendo incrociato gli isabella con gli agata, grazie al crossing-over, si ebbe l’interazione di isabella e di agata. A questo punto sarebbe stato logico, oltre che corretto, chiamare i nuovi canarini isabellaagata oppure volendo usare un solo nome isabellino. Invece si decise di chiamare bruni i veri isabella originali

ed isabella l’interazione con l’agata. Il suddetto è un errore solo di denominazione, ma poi ne è stato commesso un altro sostanziale, cambiando selezione; infatti i nero-bruni (tipo selvatico), che si selezionavano come logico per la massima espressione del nero e del bruno, vennero chiamati solo neri perché si decise di selezionare solo a favore del nero e non anche del bruno, anzi contro il bruno (prodotto da feomelanina). Non starò ad esprimermi oltre avendo già fatto in passato un’inutile battaglia a favore del nero-bruno; dico però che quando si selezionano i bruni, anche classici, il supporto da usare è il nero-bruno, non il nero selezionato contro il bruno (la feomelanina). Questo perché nei bruni si vuole ancora la massima espressione del bruno dato da feomelanina, anche se non manca chi è contrario alla feomelanina anche nei bruni. Ritengo che queste precisazioni debbano essere tenute ben presenti. Quando si valuta un soggetto, bisogna saper distinguere fra i pregi e i difetti del tipo base e del tipo aggiunto. Non sempre questa distinzione è chiara anche per persone abbastanza navigate. Se su certi aspetti non vi sono dubbi, su altri possono invece esserci. Non vi è dubbio alcuno che carenza di nero fin quasi al carnicino su becco e zampe nei neri come nero pastello o nero opale o nero cobalto ed altro, è un difetto del tipo base. Anche la presenza di melanina su becco e unghie di agata è un difetto di tipo base, quale che sia il tipo aggiunto. Certo, a proposito di nero su becco e zampe dei neri, può interferire il tipo aggiunto, quindi dovremo valutare in proporzione del medesimo, facendo anche confronti omogenei. In qualche caso il tipo aggiunto annulla l’eumelanina su becco e zampe, come nel phaeo, in altri casi la riduce in modo quasi totale come nel topazio. Carenze di disegno localizzate (fianchi, testa) riguardano il tipo base. Del resto si nota che i difetti sopra indicati, sono presenti anche nei classici (tipi base). I difetti dei tipi aggiunti attengono invece a scarse espressioni dei medesimi. Un esempio tipico lo troviamo nel pastello, che essendo prodotto da un gene maggiore ha diverse interferenze di geni modificatori. Si va dal nero pastello tradizionale a quello dalle ali grigie al massimo; le forme intermedie sono date da difetti del pastello, causate appunto dai suoi geni modificatori. Anche in presenza di espressività variabili la colpa dei difetti è del tipo aggiunto, ad esempio il (nero) phaeo con melanina centrale per mancata inibizione della stessa. Per fare un esempio, ritengo chiaro, cito casistiche dell’isabella pastello. Un isabella pastello molto diluito ma con disegno è ottimo come tipo base, ma carente come pastello, poiché il disegno non è ridotto totalmente o quasi dall’azione dei geni modificatori; un isabella pastello con molto bruno ma senza disegno è scadente o pessimo come tipo base, ma ottimo

Agata opale intenso rosso, foto: E. del Pozzo

come pastello; un altro molto diluito e con disegno annullato è ottimo in tutto; un altro ancora con molto bruno e disegno è pessimo in tutto. In allevamento soggetti del genere darebbero risultati diversi; da notare che il soggetto molto diluito ma difettoso per il disegno potrebbe dare ottimi classici, quelli con molto bruno certo che no. A volte ci sono situazioni più difficili da valutare. Un tipo che crea problemi grossi può essere l’opale o sue forme alleliche, da alcuni non riconosciute come tali. Secondo la mia visione i veri neri opale sono quasi del tutto perduti, molto spesso sostituiti da canarini diversi. L’accoppiamento in purezza nel nero opale danneggia la penna che si arriccia e fa perdere l’espressione azzurrina delle penne forti presente negli intensi. La causa è da ritenere consistere in una minore riduzione dei granuli di eumelanina abbassata nella pagina inferiore della penna, che ne aumenta il peso inducendo arricciatura e facendo perdere l’effetto strutturale di riflessione azzurrino, che richiede granuli più fini e distanziati. Nei neri opale incide, come sempre, il tipo base nero, ma talora in modo strano. Ho citato in passato un episodio: in un mercatino, guardando un trasportino contenente neri opale, direi tutti veri, c’erano diverse espressioni nei tipi, mediamente non molto buoni, del resto erano da vendere. Quello che mi colpì fu un soggetto particolarmente scadente per carenza di eumelanina, era uno dei cosiddetti “agatati”, termine pessimo talora usato per indicare dei neri anche classici così atipici da somigliare a degli agata. Ebbene, quel soggetto era certo un pessimo nero (certo come tipo base), non un pessimo agata, ma come opale era in un certo senso anche “troppo bello…” direi piacevole per un non esperto. Cosa intendo? Intendo dire che i riflessi azzurrini erano maggiori rispetto agli altri soggetti. Tuttavia una piacevolezza fasulla, non certo da premiare poiché presente in un soggetto privo di valore come tipo base. Attenzione però a non equivocare, poiché la mancanza di azzurrino nell’opale, quando ci dovrebbe essere (come nelle penne forti dei neri opale intensi), è il peggiore difetto del tipo aggiunto opale. Tuttavia da non pretendere ove non possibile come negli apigmentati lipocromici o nei neri opale non intensi. Da non privilegiare però come neri opale canarini più scuri, che tali non sono e che non abbassano l’eumelanina nella pagina inferiore della penna. Ben sappiamo che l’opale ha la sua migliore espres-

A volte ci sono situazioni più difficili da valutare. Un tipo che crea problemi grossi può essere l’opale o sue forme alleliche, da alcuni non riconosciute come tali

Isabella pastello intenso giallo, foto: E. del Pozzo

sione nell’agata ove può raggiungere un vero azzurro nel disegno, visto che i granuli di eumelanina sono già ridotti dalla mutazione agata, sulla quale di conseguenza l’opale agisce meglio, e possono quindi favorire l’effetto strutturale di riflessione della luce che induce a percepire l’azzurro. Ebbene, il pessimo nero di cui sopra somigliando ad un’agata favoriva l’azzurrino, tuttavia in modo anomalo. Nell’agata opale si è sbagliato cercando un tipo base pesante, cioè con più eumelanina, per avere più azzurro (l’azzurro ha sempre base di eumelanina), ma perdendo di vista la tipicità del tipo base agata. In qualche caso si è talmente spinto il disegno pesante che si è finito con l’intaccare l’azzurro. Mi è capitato di vedere agata opale grigiastri per disegno troppo pesante, eppure secondo me erano opale veri, visto che l’eumelanina era prevalente nella pagina inferiore della penna. Mi rendo conto che questi discorsi sul-

Mi è capitato di vedere agata opale grigiastri per disegno troppo pesante, eppure secondo me erano opale veri, visto che l’eumelanina era prevalente nella pagina inferiore della penna

l’opale non sono semplici, specialmente senza canarini da mostrare. Un aiuto fondamentale è che l’opale abbassa in gran parte l’eumelanina nella pagina inferiore della penna. Se questo non accadesse non saremmo difronte ad un vero opale. In qualche caso si è anche pensato di avere tipi base scadenti per favorire il tipo aggiunto. Il tipo base deve essere sempre prioritario. Discorsi del genere sono stati talora fatti per quello che riguarda i diluiti nell’onice e nel cobalto. In effetti le mutazioni onice e cobalto, con la loro diffusione di eumelanina, non sono adatte ai diluiti (agata ed isabella) poiché la diluizione del tipo base riduce moltissimo l’effetto di diffusione. In questi casi, due sono le soluzioni: o ci si accontenta, sempre privilegiando il tipo base, magari valorizzando il tono del disegno, o si rinuncia ad allevare diluiti nelle suddette mutazioni. Come del resto è successo per il phaeo senza problemi particolari: i phaeo diluiti (agata ed isabella) somigliavano troppo a dei lipocromici ad occhi rossi. Non avrebbe senso, dal punto di vista tecnico, allevare tipi base scadenti (agata o isabella poco diluiti) per favorire il tipo aggiunto. Convinto di aver suscitato qualche malumore, spero tuttavia di avere rimarcato la questione tipo base e tipo aggiunto, che non può, proprio non può, essere sottovalutata.

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