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Ivano Mortaruolo
La necrofilia negli uccelli
Considerazioni generali e rappresentazione di alcuni casi segnalati nella letteratura scientifica
di IVANOMORTARUOLO, foto AUTORIVARI
Seconda parte
Corvi americani La tanatologia è una scienza che sostanzialmente studia tutte le possibili interazioni che si vengono a realizzare con la morte di un essere umano o animale. Risulta evidente che tale disciplina è intimamente collegata con altre branche scientifiche come, per esempio, il diritto, la medicina, la psicologia, l’etologia eccetera. Una cultrice di questa scienza è Kaeli Swift, che ha conseguito un dottorato di ricerca con tesi dal titolo American Crow (Corvus brachyrhynchos) thanatology (Università di Washington, 2018), nella quale sono raccolti i risultati di osservazioni, effettuate in varie località statunitensi, su Corvi americani a contatto con soggetti tassidermizzati conspecifici e extraspecifici. Le sperimentazioni (Swft e Marzluff, 2018) sono state due e si sono svolte in circoscritti periodi degli anni 2015-2017, nei pressi di luoghi dove vi erano coppie adulte nidificanti(5) . Con la prima sono state messe in mostra uno zimbello di Corvo adulto, di Corvo giovane, di Piccione domestico Columba livia(tutti e tre i volatili erano in posizione prona e con ali leggermente aperte, in modo da imitare con buona approssimazione la postura di una femmina accondiscendente) e di Scoiattolo grigio orientale Sciurus carolinensis. Da rilevare che i Corvi americani, quando ne hanno occasione, si nutrono di questi ultimi due animali, anche se tale orientamento saprofago (scavenging) nelle aree prese in esame sembra poco praticato (6). Cosicché si è cercato di capire se i possibili incontri erano determinati da una ricerca di fonti alimentari o dalla necessità di reperire informazioni di altra natura. È emerso che il 70% dei Corvi americani non ha avuto alcun contatto con i soggetti imbalsamati, mentre il 24% si avvicinava con una certa agitazione, evidenziata da grida, richiami di allarme e anche formazione di gruppi di conspecifici (mobbing). A questi comportamenti facevano seguito anche espressioni di aggressività, particolarmente rivolte verso i Corvi tassidermizzati. In tale contesto, sono stati osservati sette tentativi di unione sessuale (quattro con il Corvo adulto, due con il Corvo giovane e uno con il Piccione). I campioni extraspecifici non hanno suscitato interesse dal punto di vista trofico, anche se sono stati oggetto di maggiori contatti rispetto ai Corvi imbalsamati. Con il secondo esperimento si è sostanzialmente cercato di comprendere se la postura degli zimbelli fosse in grado di influenzare la risposta sessuale dei volatili selvatici. Per tal uopo ne sono state proposte tre tipologie: un Corvo prono con ali semiaperte, un Corvo prono con ali racchiuse e un Corvo in posizione naturale (dritto sulle sue zampe). I risultati non hanno evidenziato una sostanziale diversità, in quanto i tentativi di accoppiamento con l’ultimo campione sono stati tre, mentre quelli attinenti agli esemplari “a terra” sono stati cinque (7). Dunque, si è concluso che, nei Corvi americani, la postura non è determinante ai fini delle espressioni necrofile. Una difformità di risposte è stata però riscontrata fra i “fruitori” del tentato rapporto sessuale. Infatti, prima, durante e dopo le copule con i soggetti “a terra”, sono stati emessi rapidi e numerosi gracchii accompagnati da beccate. Mentre nel contatto con il Corvo “in
Espressione necrofila nei Corvi americani. Fonte iconografica: Kaeli Swift
piedi” sono mancati tali versi, ma le attività aggressive sono state molto intense (forti beccate, strappo del piumaggio). La considerazione che gli zimbelli abbiano suscitato attenzioni di natura aggressiva e sessuale, ha suggerito che nei Corvi americani non viene riconosciuto lo “stato di defunto”. Da questa caratteristica, unitamente al fatto che entrambi i suddetti esperimenti si sono svolti per lo più durante la prima parte del periodo riproduttivo (aprile), si è arguito che i conspecifici imbalsamati siano percepiti come degli estranei invasori, in grado di arrecare nocumento alle compagne e alla prole. Vengono così attivate istanze territoriali che inizialmente possono avere carattere esplorativo e intimidatorio, per evolversi poi in aggressività e giungere anche ad atti di natura sessuale. Tuttavia, non risulta del tutto chiara la matrice di tali espressioni comportamentali, ma gli autori ritengono che “i cambiamenti endocrini legati alla riproduzione possano diminuire la capacità di elaborare informazioni contrastanti in alcuni Corvi americani” (è ipotizzabile che i due studiosi si riferiscano anche a giovani adulti che non hanno ancora maturato una sufficiente esperienza), rispondendo così in modo “inappropriato” alla vista degli zimbelli. Si verifica così una situazione “inappropriata” in un contesto che però non è reale. In condizioni di normalità, infatti, l’intrusione di un Corvo nel territorio acquisito da una coppia in riproduzione suscita una reazione aggressiva, espressa inizialmente con intimidazioni, al che l’ “abusivo” ha la possibilità di allontanarsi oppure di rimanere e affrontare le ire dei legittimi proprietari. (8) Nella sperimentazione vengono proposti zimbelli che non oppongono reazioni, quindi simulano volatili sottomessi o accondiscendenti e, in entrambi i casi, le espressioni aggressive possono evolversi in risposte copulatorie. Sono incline a credere che i due fenomeni (aggressività e sessualità) siano tra loro relati (sono peraltro determinati dalla stessa area cerebrale). Una prova ne è anche il fatto che il testosterone, un ormone prodotto dai maschi in grossi quantitativi durante il periodo riproduttivo e che induce un determinante impulso alle attività sessuali, è in grado di potenziare la carica aggressiva. Ritengo, quindi, che le copule osservate dai suddetti studiosi potrebbero costituire anche un modo per affermare una superiorità territoriale.
Rondini comuni, Rondini rupestri americane e Topini Se si pone attenzione al fatto che la Rondine comune Hirundo rustica,in un passato remoto, era considerata una divinità in Egitto e che nella millenaria tradizione cristiana della cosiddetta “Zoologia Sacra” simboleggiava l’incarnazione di Cristo, la resurrezione e la preghiera assidua e sollecita, può suscitare un guizzo di perplessità apprendere che questo uccello è stato coinvolto dal fenomeno della necrofilia. Ma, come ho già avuto modo di accennare, i comportamenti animali vanno esaminati accantonando le nostre proiezioni e i nostri parametri morali. L’unica segnalazione reperita nella stampa specialistica è stata realizzata a firma di Roland Libois (1984), che il 22 giugno 1982 trovò sulla pavimentazione del villaggio Irleau (Francia) una Rondine che tentava l’accoppiamento con un altro soggetto conspecifico, verosimilmente deceduto da poco. La nota non è accompagnata da documentazione fotografica, ma l’autore ipotizza laconicamente che la pulsione sessuale del volatile poteva essere molto intensa e l’immobilità del cadavere è bastata a innescare lo stimolo copulatorio. Segnala inoltre un articolo del 1971, pubblicato nella stessa rivista (Aves), in cui un certo E. Delmee riporta il caso di un maschio Passero domestico Passer domesticus (in libertà) che tenta di accoppiarsi con una pallina (pelote) grossomodo delle stesse dimensioni. Alla seconda specie, la Rondine rupestre americana Petrochelidon pyrrhonota, Charles R. Brown (Università di Tulsa) ha dedicato quasi un trentennio, effettuando osservazioni e ricerche nel Nebraska occidentale, che gli hanno consentito di pubblicare numerosissimi articoli e il volume Swallow Summer
Soggetti imbalsamati utilizzati nel primo esperimento sulla tanatologia dei Corvi americani. In alto da sinistra: un esemplare adulto e giovane. In basso da sinistra: Piccione domestico e Scoiattolo grigio orientale. Fonte iconografica: Swift e Marzluff, 2018 Soggetti imbalsamati usati nel secondo esperimento sulla tanatologia dei Corvi americani. In alto: esemplare in posizione prona con ali semiaperte. In basso da sinistra: esemplare in posizione naturale e in posizione prona con ali racchiuse. Fonte iconografica: Swift e Marzluff, 2018
Rondine comune. Particolare del dipinto “Madonna della Rondine” realizzato tra il 1490 e il 1492 da Carlo Crivelli (1435-1495) e attualmente conservato alla National Gallery di Londra. Fonte iconografica: Wikimedia Commons
Rondini rupestri. Fonte iconografica: Charles R. Brown.
(University of Nebraska Press, 1998). Ha avuto così modo di osservare vari episodi di tanatofilia, e in un’occasione almeno dieci soggetti, nell’arco di quindici minuti, hanno tentato di unirsi ai cadaveri giacenti lungo la strada. Lo studioso ipotizza che il colore rossastro del groppone possa costituire motivo di attrazione (la peculiarità di tale cromia è evidenziata anche dal nome specifico pyrrhonota: pyrrhos=rosso e no tos= dor so, schiena). Anche per quanto attiene all’ultimo esponente della Famiglia Hirundinidae, vale a dire il Topino Riparia riparia, sono state effettuate varie osservazioni, fra le quali è recentemente emerso anche un caso di necrofilia omosessuale. Questo evento costituisce, da quanto mi è dato sapere, il secondo caso finora osservato negli uccelli (la prima segnalazione, come sopra riportato, è stata effettuata da Cornelis Moeliker e atteneva ai Germani reali) ed è stato relazionato da Naoki Tomita e Yasuko Iwami (2016). Ancor prima di rappresentare i fatti, si rende utile qualche sommaria informazione sulla biologia riproduttiva di questi volatili. Nei Topini vi è una forte tendenza all’infedeltà coniugale, sia da parte maschile sia da parte femminile (extra-pair copulation). Pertanto i maschi, oltre a insidiare le femmine altrui, profondono ogni sforzo per far sì che la propria compagna non venga fecondata da estranei. Naturalmente, questa attività di sorveglianza è circoscritta al solo periodo che precede la deposizione, cioè quando le femmine, appesantite dalle uova tenute “in grembo”, volano meno agevolmente, evidenziando così che sono fertili. Non sorprende, quindi, se uno stuolo di maschi bramosi, ai quali si unisce il disperato consorte, insegua una procace “sposina”. In genere le copule vengono consumate all’interno del nido, ma occasionalmente anche per terra. Nella prima fase la coppia si accovaccia e resta ferma toccando il suolo con i becchi e i colli, dopodiché il maschio, vibrando le ali, si appresta alla copula, che viene realizzata tenendo le ali stesse sollevate. Passo ora a una succinta descrizione dei fatti. Il 20 giugno del 2014 i suddetti due zoologi videro, in una strada asfaltata nei pressi di Hokkaido (Giappone), un cadavere di Topino con le ali leggermente aperte e abbassate, posizione questa che ricorda quella assunta dalla femmina durante l’accoppiamento. L’osservazione durò quindici minuti durante i quali tre esemplari si sono alternati nelle copule, esibendo il pattern consueto delle ali tenute aperte a forma arcuata. A un certo punto uno dei tre rimase vicino al volatile deceduto, emettendo una sorta di cinguettii fino al momento in cui gli altri due se ne andarono. Quindi iniziò a camminare attorno alla sua “meta sessuale”, per poi tentare un altro accoppiamento. Gli autori, nel concludere la loro relazione, ipotizzano che la mancanza di un evidente dimorfismo sessuale e la postura assunta dal volatile morto possano aver contribuito alla realizzazione di tali episodi di necrofilia omosessuale, anche se tale postura è da ritenere un segnale scatenante di maggiore impatto. Dall’analisi visiva del cadavere emergeva che la cloaca era sporgente e, pertanto, si poteva ritenere che trattavasi di un esemplare maschio, ma gli autori, per scongiurare qualsiasi dubbio, ricorsero all’esame autoptico, che naturalmente confermò l’ipotesi iniziale. Ulteriori espressioni necrofile nei Topini sono state osservate da S. Dale (2001)
nei pressi di un lago della Grecia settentrionale. L’autore, incuriosito dal non trascurabile numero di cadaveri di questa specie lungo la strada (ben sette), fece sei prove sperimentali consistenti nel rimuoverli per poi collocarli in diverse aree stradali. Fu così che stormi di 50-500 soggetti atterrarono nei pressi dei corpi, fra i quali 1-5 esemplari tentarono di accoppiarsi. Da notare che tali osservazioni sono state realizzate fuori dal periodo riproduttivo. Dale conclude che la presenza di tali spoglie esercita nei conspecifici una certa attrazione, poiché non viene opposto alcun “rifiuto” all’esuberanza dei “trasgressivi” maschi e, quindi, la tanatofilia crea le condizioni per incrementare ulteriormente la preesistente mortalità dei Topini sulle vie di transito.
Ulteriori segnalazioni di necrofilia negli uccelli -Oca delle nevi Anser caerulescens atlanticus (Gauthier e Tardif in McKinney e Evarts, 1997). - Cigno reale Cygnus olor(da un filmato proposto su YouTube). -Ibrido (maschio) di Fagiano di monte
Lyrurus tetrix x Gallo cedrone Tetrao urogallus (immagini proposte dalla televisione norvegese nelle quali l’ibrido uccise un Fagiano di monte e poi tentò l’accoppiamento). -Tetraone dal collare Bonasa umbellus (Allen,1934). -Tacchino selvatico Meleagris gallopavo(da una breve segnalazione con relativa foto proposte sul Web). -Allodola dorsogrigio Eremopterixverticalis (Rayan, 2008). Considerazioni finali La trattazione della necrofilia, anche se attinente agli animali, non risulta agevole sia perché esistono ancora molti pregiudizi, sia perché il fenomeno coinvolge speciemolto diverse che, come accennato all’inizio di questa nota, sono ascritte a varie classi tassonomiche. Sta di fatto che non ne è stata compresa compiutamente la natura e, di conseguenza, gli studiosi spesso si muovono sul terreno delle ipotesi. Per quanto riguarda il primo aspetto, le barriere etiche possono rendere difficoltoso un sereno esame di questi argomenti di storia naturale. Lo dimostrano direttamente o indirettamente due autori già citati in questo scritto, George Murray Levick e Cornelis Moeliker, che, peraltro, hanno dato un contributo rilevante alla conoscenza del fenomeno in esame. Il primo studioso, temendo di essere “giudicato male”, criptava le sue osservazioni scrivendole in greco antico; il secondo autore impiegò sei anni dall’osservazione del fenomeno necrofilo-omosessuale alla pubblicazione della sua relazione (sembra che le sollecitazioni dei colleghi siano riuscite poi a far superare le titubanze del naturalista). Molto verosimilmente il disagio è derivato dalle nostre proiezioni antropomorfiche, favorite da millenni di convivenza con gli animali e dalla potente empatia che alcune specie suscitano nell’uomo. Giova ricordare, seppur in estrema sintesi, che l’antropomorfismo è un fenomeno mentale attraverso il quale inconsciamente si proiettano sugli animali esperienze soggettive, qualità e capacità tipiche della nostra specie. Così l’espressione necrofila di un cane, di un gatto o di un pinguino ci appare orrenda, ci turba similmente al fenomeno umano. L’alterità animale da interessante diviene imbarazzante. Tutto ciò è in conflitto con il nostro senso estetico e morale. Ma gli animali hanno senso estetico e soprattutto morale? Per quanto attiene al primo interrogativo, la risposta è sicuramente sì, ma è limitata a una ristretta cerchia di specie (su questo argomento invito il lettore a consultare il recente libro di Richard O. Prum “L’Evoluzione della Bellezza”). Più impegnativa è la seconda risposta. Pur discostandomi da orientamenti antropocentrici, sono incline a ritenere che a buona parte del mondo animale sia sconosciuto il concetto di morale o di qualcosa che a esso si avvicini (protomorale). Dunque, il fenomeno in esame andrebbe visto con occhi meno severi e più distaccati, in quanto gli animali, non possedendo una vera e propria morale (per certe classi tassonomiche -Rettili, Anfibi e Insetti- è impensabile un adeguato discernimento), non possono macchiarsi di alcuna colpa: il loro comportamento è infatti dettato sostanzialmente da uno stato di necessità che non ha trovato adeguata soddisfazione. Su questo aspetto ci ritornerò tra breve, ora mi preme fare un’importante precisazione. Va doverosamente chiarito che vari animali, in primisle Scimmie antropomorfe, evidenziano un ethosnel quale confluiscono espressioni altruistiche (talvolta anche in ambito interspecifico), empa-
Topino. Fonte iconografica: canti-uccelli.it/topino/
tiche, di tolleranza e di perdono, di intelligenza e razionalità, di ordine sociale. Capacità queste che scaturiscono da istanze di moralità rapportabili a quelle umane. La linea di demarcazione fra le due realtà non sempre è ritenuta agevole, rendendo così i confini molto sfumati. L’etologo Frans de Waal, nel suo libro “Naturalmente Buoni” (da me recensito nel 1998 sul n. 2 di questa Rivista), si spinge poi ad affermare che vi è un’universalità dei sistemi morali, ai quali fanno riscontro matrici neurobiologiche. Fra questi animali ve ne sono alcuni, per esempio gli Elefanti, i Delfini, le Scimmie antropomorfe e il Pecari dal collare Pecari tajacu (si tratta di una recente scoperta)(4), chemostrano attaccamento o curiosità verso i loro conspecifici morti, evidenziati da gesti di disagio, toccamenti vari, protezione del cadavere o tentativi di rimuoverlo e così via. Riportando il discorso al comportamento tanatologico che segnatamente interessa la sfera sessuale, va sottolineato che gran parte degli episodi si è verificata durante la fase riproduttiva (di rado in periodi attigui): quando cioè lo sviluppo delle gonadi maschili è al massimo (negli uccelli possono aumentare di trecento-cinquecento volte) e conseguentemente la tensione sessuale raggiunge livelli parossistici. Questa energia, espressa attraverso un comportamentodetto appetitivo, viene inibita se non trova uno stimoloadeguato (in condizioni di normalità è rappresentato da una femmina accondiscendente) a far scatenare l’impulso sessuale. Ma il perdurare di tale condizione di astinenza favorisce un abbassamento della soglia degli stimoli scatenanti che, in determinate situazioni, rende “appetitosa” anche la carcassa di un conspecifico (specialmente se monomorfico) che simula una vaga postura di “invito”: si realizza così un’azione consumatoria. Un ulteriore iter del fenomeno tanatologico, come sopra già indicato, lo hanno proposto Swift e Marzluff (2018) con le loro osservazioni sui Corvi americani esposti alla visione di soggetti tassidermizzati della stessa specie. Questi uccelli, infatti, percepiscono tali zimbelli come estranei potenzialmente pericolosi, soprattutto durante il periodo riproduttivo. Inoltre, i prefati autori, difformemente da un generalizzato orientamento, sono giunti alla conclusione che nei Corvi americani la postura del cadavere non è determinante ai fini della realizzazione dell’unione necrofila. Qualche volta la pulsione sessuale è talmente forte da superare le barriere in-
Stupro di gruppo ai danni di una femmina di Germano reale. Fonte iconografica: J.R.Compton / Logosedizioni terspecifiche, sfociando in un susseguirsi di eventi che dall’aggressione passano allo stupro, cui fa seguito la morte della vittima e il verificarsi di un rapporto necrofilo. Sono stati documentati dei casi nel Leone marino della Nuova Zelanda Phocarctos hookeri ai danni dell’Otaria orsina meridionale Arctocephalus forsteri, nel Tursione Tursiops truncatus ai danni del Delfino comune Delphinus delphinuse nella Lontra marina meridionale Enhydra lutris nereisai danni della Foca comune Phoca vitulina richardsi. Anche negli uccelli sono avvenuti contatti necrofili interspecifici. Come è stato riferito dianzi, Swift e Marzluff (2018) hanno osservato un episodio in cui i Corvi americani hanno tentato di unirsi con uno zimbello di Piccione domestico. Un’altra situazione simile è quella dell’ibrido di Fagiano di Monte x Gallo cedrone che, dopo aver ucciso un Fagiano di monte, si abbandonò a impulsi copulatori. Se dal punto di vista morale ed estetico la necrofilia animale può apparire “non gradevole”, dal punto di vista adattivo non credo che possa apportare svantaggi o nocumenti. È ben vero che l’unione con un cadavere espone il soggetto attivo alla possibilità di contrarre malattie e di essere potenzialmente vittima di qualche predatore o di incidenti automobilistici, ma in realtà non genera alcun danno, tanto meno al soggetto passivo. Peraltro, un aspetto positivo sembra essere, a mio giudizio, l’allentamento della tensione sessuale (consummatory action). Ben diverso è lo stupro, che talvolta viene realizzato da una pluralità di soggetti. Come ho accennato in precedenza, nei Germani reali è un fenomeno molto frequente e i danni sono ingenti. Non raramente le vittime muoiono (nel 710% dei casi). Tuttavia, se non si verificano tali eventi, spesso sono riscontrabili lesioni esterne e interne (a vari organi e a uova), forti stress e interruzione dell’attività riproduttiva. Inoltre, i compagni delle femmine che subiscono violenza non raramente sono indotti ad abbandonarle o a rallentare considerevolmente la consueta attività di vigilanza (McKinney e Evarts, 1997). Risulta evidente che le conseguenze
sono nefaste, anche sotto il profilo adattivo. Naturalmente questa nota non vuol essere l’apologia della necrofilia negli animali, bensì ha il solo scopo di proporre a grandi linee, e nel modo più distaccato e semplice possibile, le peculiarità di un fenomeno poco conosciuto e nel contempo complesso. Volutamente alcuni aspetti sono stati appena accennati, anche se avrebbero richiesto degli approfondimenti, ma l’orientamento divulgativo sceltoper la trattazione e lo spazio disponibile, peraltro generosamente concesso dalla Redazione di questa Rivista, non hanno consentito ulteriori sviluppi.
Note
(4)Vedi Kort et alii(2017) - Collared peccary (pecari tajacu) behavioral relation toward member of the herd. Ethology, 124 (2):131134. (5)Nei Corvi americani è stata documentata la durata del vincolo di coppia di oltre dieci anni. (6)I Corvi americani orientano la loro scelta verso cadaveri che in vario modo sono stati già aperti (animali uccisi a seguito di un incidente automobilistico, dell’intervento di un predatore eccetera). (7)Va doverosamente segnalato che gli autori hanno ben evidenziato anche altri comportamenti di natura sessuale (copula fra “coniugi” e postura d’ invito all’accoppiamento) messi in atto dai Corvi americani nei pressi dello zimbello (entro i venticinque metri da quest’ultimo). (8)Nei Corvi americani si formano gruppi famigliari costituiti dai genitori e dai figli nati anche nelle annate precedenti. Queste “famiglie allargate” comprendono al massimo dodici individui adulti e tutti i componenti sono coinvolti nelle necessarie attività di ricerca del cibo, difesa del territorio eccetera.
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