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Pierluigi Mengacci

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Luigi Carusio

Luigi Carusio

La Salvia pratensis (selvatica) testo di PIERLUIGIMENGACCI, foto P. MENGACCI, EINTERNET(AUTORIVARI)

Dal libretto dei miei appunti orto-ornitofili e non solo

Salvia pratensis, fonte: www.etsy.com.it.listing

Premessa Come ho già scritto in precedenti articoli, a volte, alcune circostanze fortuite, insolite o strane, mi spingono a riprendere in mano i miei appunti orto-ornitofili per “rinnovare” ricordi che il trascorrere del tempo purtroppo affievolisce o ci porta via. Rileggerli, mi stimola altresì a riordinare le poche paginette di appunti scritti un po’ “alla rinfusa” e ad aggiornare ed integrare alcuni argomenti trattati superficialmente, in modo tale che ne esca uno scritto il più possibile attuale, esaustivo, comprensibile ed anche utile per chi avrà interesse e pazienza di leggerlo. Questa volta è toccato ad un incontro, alquanto strano, con la Salvia selvatica che, tempo fa, mi ha condotto ad una peripezia insolita. Ai margini del piccolo parco della scuola elementare del mio paese (Monteciccardo, Municipio di Pesaro), dove i fiori gialli del tarassaco e del crespigno si mescolano a quelli azzurri della cicoria selvatica e di altre erbe prative, alcuni cespugli con steli a forma di spiga con infiorescenze di colore blu scuro contornano questo spazio rallegrato dal vocio dei bambini, come se volessero attirare l’attenzione con la loro bellezza ed eleganza. Quasi tutti i giorni percorro la stradina che si snoda al di sopra della scarpata che delimita il parco per raggiungere il bar-edicola del capoluogo e mi fermo in una posizione non coperta da cespugli di alloro per salu-

“Se molto vuoi campare salvia hai da mangiare” (antico proverbio) “Molte piante curano, ma una sola salva (la salvia)” (detto toscano)

Stelo di salvia selvatica nel giardino dell’autore, foto: P. Mengacci

tare mia nipote Sahumi mescolata agli altri bambini che fanno ricreazione. Un giorno il mio sguardo venne attratto in modo particolare da quelle spighe bluastre e il desiderio di coglierle mi invogliava a scendere, ma ancora una volta mi son detto: “Al ritorno, scendo, faccio qualche foto, raccolgo alcuni steli e cerco di capire che pianta sia”. Durante il tragitto di ritorno dal bar, dopo aver acquistato il solito quotidiano, il rumore di un tagliaerba attirò la mia attenzione. Più mi avvicinavo alla scuola più diventava forte; accelero il passo e, giunto nei pressi del parco, il mio sguardo va subito a quegli steli blu: “Ci sono!”. Successivamente, i miei occhi cercano l’operatore che sta rasando il prato: non è molto lontano da quella zona... A quel punto, il pensiero di perderli mi ha dato una spinta: con due salti mi sono trovato di fronte a quei cespugli con il cellulare in mano; ho scattato due foto, ho strappato alcuni steli e sono ritornato sulla stradina prima che il giardiniere facesse “tabula rasa”. Posso garantirvi che sono rimasto sorpreso della mia agilità, ma nel contempo anche un po’ deluso. Infatti, lì per lì non me ne ero accorto ma il lieve profumo, inconfondibile, di quei fiori blu tanto ammirati e desiderati e quello più deciso delle piccole foglie premute fra le mie mani mi hanno fatto esclamare: “Gigi,sono steli di salvia selvatica! Visti da lontano, chi lo avrebbe mai immaginato!”. Giunto a casa, mia moglie, appena mi vide con quegli steli blu nelle mani, interrompendo di passare l’aspirapolvere esclamò: “Con tutta la salvia che abbiamo nel giardino, mi raccogli anche quella selvatica?”. Dopo una breve pausaproseguì: ”Mi dici dove l’hai presa? Ha dei fiori molto belli! Cosa ci facciamo? Dove li mettiamo?”. E, visto che non le rispondevo, dopo un po’: “Ah, già! Ne farai la solita tisana per i canarini!”. Interrompo il mio silenzio ele racconto com’è andata. Mentre lei inizia i soliti rimbrotti e riaccende l’aspirapolvere, alcune foglioline ed una spiga blu finiscono nel pentolino di acqua bollente che nel frattempo avevo messo sul gas sul piano di cottura della cucina. Le altre spighe finiscono invece in un vaso a sostituire alcune rose ormai appassite. Nell’attesa di filtrare l’infuso, un dolce profumo si diffonde nella stanza e attraversa le mie narici, riportando alla memoria il ricordo della prima tisana con la salvia selvatica che, circa 40 anni fa, avevo assaggiato da un vecchio allevatore di canarini, Bruno Tombari (r.i.p.), detto “Il vescovo”, erborista convinto, da cui ho appreso l’utilizzo delle erbe selvatiche e tisane nella alimentazione dei canarini, come riportato nel mio libretto di appunti orto-ornitofili. Sono trascorsi diversi lustri da quel giorno e, con un po’ di nostalgia, mentre attendo che la tisana si raffreddi, vado a rileggermi gli appunti di quell’incontro. Secondo Bruno, “la tisana con la salvia selvatica, molto utile nelle umane difficoltà digestive” è altrettanto utile per le funzioni digestive dei pulli durante la riproduzione e nel primo svezzamento ed è molto efficace come antisettico per i canarini in tutte le fasi della loro vita. Pochi cenni generali chiudono la paginetta sulla salvia selvaticaed anche quella volta mi son ripromesso di riordinarli, aggiornarli e completarli. Quello che segue è un piccolo e modesto lavoro che ha soddisfatto la mia curiosità di conoscere meglio una pianta selvatica che, ai giorni nostri, è diventata una delle tante erbe senza nome che fioriscono nei prati di campagna, in luoghi incolti, lungo i marciapiedi ed in qualche aiuola in giardini privati e nei parchi di città.

Rosetta basale di salvia selvatica, foto: P. Mengacci

Cenni botanico-storici La salvia selvatica(nome scientifico Salvia pratensis) chiamata anche salvia degli uccelli, è una pianta aromatica spontanea perenne appartenente alla delle Lamiaceae e al genere Salvia. Etimologicamente il nome generico (Salvia) deriva dal “salvus”(salvare, sano) per le sue proprietà benefiche, mentre l’aggettivo (pratensis) indica il luogo di crescita, ovvero nei prati. È definita anche la “cugina di campagna”della più nota Salvia officinalis, in quanto, ovviamente, la troviamo nei prati o in campi incolti generalmente assolati e aridi. Si distingue da quest’ultima per il colore dei suoi fiori che sono blu, mentre quelli della officinalis sono azzurro chiaro; si distingue anche dal colore verde delle foglie, rispetto al grigio argentato con una peluria biancastra che ricopre quelle della officinalis. Le sue foglie verdi disposte in prevalenza a rosetta basale sono grandi, picciolate, rugose, a margine dentato e lungo il fusto, di sezione quadrangolare, ricoperto di peli, diventano più piccole e non picciolate. Gli steli floreali che si sviluppano dalle rosette basali, dalla primavera a tutto ottobre ed oltre, a seconda delle temperature stagionali, portano le infiorescenze blu a forma di spighe, molto bottinate dalle api. Un particolare molto curioso del fiore: gli stami si comportano come un ”bilanciere” con piccole leve: quando un insetto, in cerca di nettare, penetra nel fiore, aziona una specie di levetta che ribalta il braccio dello stame che porta l’antera, così il polline si rovescia sul dorso dell’insetto. Questo “meccanismo” è facilmente verificabile introducendo una matita ben appuntita nel fiore. ll frutto è un tetrachenio (uno schizocarpo composto da quattro nucule). La forma è più o meno ovoidale (o più o meno trigona). I semi, di colore marrone scuro, sono sprovvisti di endosperma e sono piccolissimi (in un grammo ne stanno oltre 200). (da wikipedia.org/wiki/Salvia pratensis)

Cespuglio di Salvia Scalea nel giardino dell’autore, foto: P. Mengacci

La Salvia pratensis fin dall’antichità era nota ed apprezzata per le sue varie proprietà ma anche oggetto di varie credenze. Nelle antiche culture egizia, greca e romana era considerata sacra e veniva chiamata “erba dell’immortalità”. Alcuni scritti riportano che Cleopatra la usasse anche per preparare filtri afrodisiaci e che dagli Egiziani venisse usata per imbalsamare i morti. Ippocrate ne consigliava l’uso nelle piaghe. I Galli la consideravano una panacea, in grado di guarire tutti i mali. Anche per i Romani era una panacea e veniva impiegata per conservare la carne, ritenuta capace di potenziare la memoria e si credeva pure che rendesse immortali. I Druidi la usavano contro febbre, tosse, paralisi, epilessia, ma anche per favorire il concepimento ed il parto; le veniva attribuito, inoltre, il potere di resuscitare i morti ed era usata come ingrediente in numerosi incantesimi. Anche nel Medioevo e forse fino ai primi anni del secolo scorso la Salvia pratensisera molto apprezzata e fra i suoi vari utilizzi c’era anche quello di sostituire il luppolo per fare la birra. Fra le varie superstizioni, c’è quella che dice che in alcune zone, oltre ad essere piantata negli orti, veniva messa a dimora anche vicino casa, in quanto era credenza che la longevità dei proprietari della casa dipendesse dal fiorire della salvia e se si ammalava quella pianta lo stesso poteva accadere anche agli abitanti della casa. Curioso, inoltre, che anche in Cina venisse considerata “pianta della longevità” e un cesto di foglie di salvia veniva scambiato dai mercanti olandesi con tre cesti di tè. Inoltre, nel Medioevo, insieme a rosmarino, timo e lavanda pare fosse utilizzata per preparare un infuso “miracoloso” (l’aceto dei quattro ladroni), che si diceva proteggesse dalla peste. Col trascorrere degli anni pian piano la Salviapratensis è stata quasi dimenticata a vantaggio dalla più “nobile” e aromatica officinalised è diventata un’erba fiorita poco conosciuta. Oltre alle specie officinali, il genere Salvia annovera circa 900 specie di aromatiche suddivise fra annuali, biennali e perenni. Queste specie, coltivate in vivai specializzati, sono molto interessanti per l’aroma, come mellifere e come piante ornamentali per i bellissimi fiori di vari colori e assieme alla pratensis, vengono utilizzate da giardinieri e paesaggisti nell’arredo urbano e privato.

Cespuglio di salvia selvatica nel giardino dell’autore, foto: P. Mengacci

Componenti e proprietà salutistiche principali Alla Salvia pratensis,meno aromatica della cugina officinalis, la saggistica attribuisce le stesse proprietà di quest’ultima. Nella sottostante tabellina sono riportati i valori nutrizionali della Salvia officinalis, assimilabili a quelli della pratensis, che a titolo informativo ho ritenuto utile trascrivere.

Valori nutrizionali per 100 g di Salvia Officinalis

Fonte: U.S. Department of Agriculture, Agricultural Research Service. USDA National Nutrient Database for Standard Reference, Releas Energia: . . . . . . . . .315 kcal (1317 kJ ) Carboidrati: . . . . . . . . . . . . . . . .60.73 g Fibre totali: . . . . . . . . . . . . . . . . .40.3 g Lipidi totali: . . . . . . . . . . . . . . . .12.75 g Proteine: . . . . . . . . . . . . . . . . . .10.63 g Acqua: . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .7.96 g Zuccheri totali: . . . . . . . . . . . . . .1.71 g.

Sali minerali

Calcio, Ca: . . . . . . . . . . . . . . . .1652 mg Ferro, Fe: . . . . . . . . . . . . . . . .28.12 mg Magnesio, Mg: . . . . . . . . . . . . .428 mg Fosforo, P: . . . . . . . . . . . . . . . . . .91 mg Potassio, K: . . . . . . . . . . . . . . .1070 mg Sodio, Na: . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11 mg Zinco, Zn: . . . . . . . . . . . . . . . . . .4.7 mg. Rame, Cu: . . . . . . . . . . . . . . .0,757 mg. Manganese, Mn: . . . . . . . . .3,133 mg. Selenium, Se: . . . . . . . . . . . . . . . .3,7ng.

Vitamine

Vitamina C, totale acido ascorbico . . .32,400 mg. Tiamina (Vitamina B1) . . . .0,754 mg. Riboflavina (Vitamina B2) .0,336 mg. Niacina (Vitamina B3) . . . .5,720 mg. Vitamina B6 . . . . . . . . . . . . .2,690 mg. Vitamina E (alpha tocoferolo) .7,480 mg. Colina totale . . . . . . . . . . .43,600 mg. Vitamina A . . . . . . . . . . . . . . . . .295 ng. Folati totali . . . . . . . . . . . . . . . .274 ng. Carotene beta . . . . . . . . . . . .3485 ng. Criptoxantina beta . . . . . . . . .109 ng. Luteina + zeaxantina . . . . . .1895 ng. 100 grammidi foglie disalviahanno un apporto calorico pari a 315 kcal.

Tisana di salvia pratensis, foto: P. Mengacci

Salvia pratensis, fonte: wikipedia.org Principali benefici della salvia Le principali proprietà benefiche della salvia,conosciute fin da tempi antichissimi, tramandate dalla medicina popolare e riconosciute e avvalorate non solo in campo fitoterapico, sono racchiuse nelle sue parti ricche di principi attivi, vale a dire le foglie e le spighe fiorite. Infusi, tisane, tinture e oli essenziali vengono consigliati per le numerose azioni benefiche utili a ristabilire gli equilibri dell’organismo. “Le moderne applicazioni terapeutiche della salvia sono supportate dal consolidato utilizzo nella tradizione, ma anche dai dati raccolti nella pratica dai medici erboristi, da studi in vitro o in vivo (su animali) e da alcuni studi clinici”* e si possono così riassumere: Per uso orale: infusi, tisane, oli essenziali, estratto secco in capsule vengono consigliati per le seguenti proprietà: -Antisettica e antimicotica -Digestiva e antispastica dell’apparato digestivo -Estrogenica -Antisudorale -Astringente -Sedativa -Tonica e stimolante generale -Coleretica e colagoga (favorisce la produzione e il deflusso della bile) -Per il controllo degli zuccheri nel sangue - Per migliorare la memoria Per uso esterno: foglie di salvia tal quali o come infuso, consigliate come: -disinfettanti per le ferite -sbiancanti per i denti -rinfrescanti per l’alito Nell’uso culinario anche le foglie della Salvia pratensis, pur essendo meno aromatiche di quelle della cugina officinalis, o Scalea (tutte presenti nel mio giardino),vengono utilizzate insieme ad altre erbe per insaporire carni, sughi, minestre, frittate e ripieni vari e sono state rivalutate da vari chef. Consiglio un primo piatto di ravioli con ripieno di farinello, ricotta e parmigiano, saltati al burro e salvia selvatica, dove l’aroma meno spinto della salvia si fonde con il sapore del ripieno creando un connubio molto delicato e sfizioso (ricetta di

mia moglie), che ha ottenuto gli elogi dei commensali per la sua gradevole azione olfattiva e gustativa! Altro piatto di cui sono goloso (bisogna non abusarne) è la frittura di foglie di Salvia scalearipassate in pastella: una croccante golosità, semplice da preparare e sempre molto apprezzata sulla tavola. È bene ricordare che un eccessivo consumo o un sovradosaggio di salvia o dei suoi derivati, quali infusi, tisane, oli essenziali, tinture può risultare tossico per il nostro organismo e per quello dei nostri volatili, per cui è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico o di un esperto di nutrizione e, nel caso specifico, al veterinario. La salvia per uso alimentare adoperata per insaporire primi piatti e pietanze è generalmente considerata sicura. In campo ornitologico la salvia viene consigliata da diverse aziende per le sue proprietà, sia come semi o sotto forma di estratti depurativi: - I Semi per la loro efficacia digestiva, diuretica, antisettica, antimicotica, astringente, tonica e stimolante in generale, in quanto ricchi di tutti i principi attivi sopra menzionati. - Gli estrattiper la loro efficacia antisettica contro funghi, virus, batteri; come depurativi del fegato, migliorativi delle secrezioni biliari e delle funzioni intestinali. Sono consigliati anche come terapia preventiva durante la stagione fredda, dove è più facile che vengano intaccate le vie respiratorie. Uso e dosi sono indicati sulle relative confezioni. La mia modesta opinione, per chi ha possibilità di raccogliere Salvia pratensis lontano da fonti inquinanti, è di utilizzarla come tisana o infuso non solo ad uso personale ma anche per i propri uccelli. Come più volte ho ripetuto nei miei scritti, inumidendo il cous-cous o il pastoncino con le tisane o l’acqua di cottura delle verdure trasferiamo tutte le proprietà benefiche delle piante selvatiche, nel caso specifico della salvia selvatica, nell’alimento che i nostri uccelli assumono. Oltre a fare una sana passeggiata otteniamo due vantaggi: uno salutare ed un altro economico, il che non guasta mai! La tisana che realizzo per uso personale e per i miei canarini è così composta: - 200 ml di acqua bollita in cui metto in infusione 4/5 foglioline di Salvia pratensis e una spiga di fiori per circa 10 minuti; filtro in una tazza e la tisana è pronta per essere utilizzata. Semplice, basta solo attendere che si raffreddi! Per addolcirla, un cucchiaio di miele con qualche scorza di limone possibilmente bio. A chiusura di questo mio breve excursus ritengo interessante riportare due “testimonianze” dalla Scuola Medica Salernitana (la prima e più importante istituzione medica europea nel Medioevo, IX sec. d. C.), che ho visto riportate in ogni trattato sulla salvia, a dimostrazione dell’alto valore cu-

Alcuni benefici della tisana alla salvia, fonte: trattamenti naturali Bio

Alla Salvia pratensis, meno aromatica della cugina officinalis, la saggistica attribuisce le stesse proprietà di quest’ultima

rativo attribuito a questa pianta dalla medicina dell’epoca ed in seguito riconosciuto dalla moderna farmacopea. Sono: ‘’Salvia salvatrix, naturae conciliatrix”(Salvia salvatrice,mediatrice della natura), e “Cur moriatur homo, cui salvia crescit in horto?” (letteralmente: Perché dovrebbe morire l’uomo nel cui giardino cresce la salvia?). Queste “massime” ribadisconoil significatostesso del nome salvia, un termine che indica salute, salvezza, sanità, tutte qualità che rendono bene l’idea delle molteplici proprietà della salvia. Proprietà che dovrebbero farci riflettere e non poco. La natura, fra tutte le piante commestibili, ce ne mette a disposizione una, la salvia, utile per accompagnarci verso una sana longevità:perché non approfittarne? E non a caso, l’antico proverbio consiglia ed ammonisce: “Se molto vuoi campare, salvia hai da mangiare”. La salvia... salva. Ad maiora, semper!

Alcune fonti

(*)Dr.ssa Sonja Bellomi Laureata in Chimica e

Tecnologie Farmaceutiche, con Dottorato di Ricerca in Scienza delle Sostanze Bioattive -https://www.inerboristeria.com/salvia-pratensis.html -https://healthy.thewom.it/alimentazione/salvia/ -wikipedia.org/wiki/Salvia pratensis)- -https://www.peoplegreen.it/salvia-proprieta-uso-benefici

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