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Cominciare ad allevare

Editoriale

Cominciare ad allevare

di GIOVANNI CANALI

Questo testo non è tanto dedicato a chi alleva già, anche se sotto certi aspetti può essere un promemoria, ma a chi non alleva ancora. Contiene però considerazioni che gli allevatori esperti possono eventualmente suggerire a chi chiedesse loro consigli sull’inizio dell’allevamento o sulla detenzione di alcuni uccelli d’affezione. Certo, allevare o anche solo detenere uccellini è affascinante, sono fra le creature più belle e ci allietano, di volta in volta con le loro colorazioni, gli ornamenti ed il canto. L’allevamento è una attività creativa che può essere di grande soddisfazione. Tuttavia la detenzione e soprattutto l’allevamento comportano un certo impegno. Un problema che si pone è se sia il caso, tutto considerato, di allevare a livello amatoriale o almeno detenere qualche uccellino, come animale d’affezione. Ebbene dico subito che, almeno per l’allevamento, occorre una forte motivazione. Anche per la semplice detenzione di un uccellino occorre attenzione, il luogo adatto e la disponibilità di tempo per accudirlo. Certo, per pochi uccellini il tempo richiesto non è molto e basta un angolo idoneo, tuttavia ci vogliono. Un problema sono le vacanze e, se non si possono portare dietro i piccoli pennuti, necessita avere qualcuno che sostituisca il proprietario, altrimenti si deve ricorrere ad una pensione. Considerato ogni aspetto, si decide ma, se si decidesse di tenere qualche uccellino, bisognerebbe essere certi di fornire le necessarie attenzioni; non è ammissibile che gli animali debbano soffrire per le trascuratezze del proprietario. Per quanto concerne il luogo, come dicevo può bastare un angolo, ma in un sito idoneo, vale a dire: luminoso, niente correnti d’aria, non troppo vicino a caloriferi, con protezioni contro le zanzare e non di passaggio notturno, come vedremo. Vero che a volte gli uccellini, entro certi limiti, si adattano, ma alcuni aspetti sono irrinunciabili. Per uccelli esotici, provenienti da paesi tropicali, è necessario che la temperatura non sia

Bambini in visita alla voliera della F.O.I. a Piacenza

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fredda, quindi un locale riscaldato; al contrario, per la fauna locale o per i canarini sarebbe meglio che il locale non fosse riscaldato o almeno non troppo riscaldato, necessario però che la temperatura non scenda sotto lo zero, non tanto per il freddo in se ma per non far gelare l’acqua. Sarebbe anche possibile allevare sul balcone con: protezioni contro il freddo, riparo per il sole, difesa contro le zanzare; ma se l’inverno fosse rigido, specialmente nelle regioni settentrionali, sarebbe un vero problema, visto che l’acqua gelerebbe con facilità non consentendo l’abbeverata, quindi non sempre praticabile. Dove c’è la televisione, il locale non è adatto. Non si tratta di polemica verso i programmi televisivi, ma gli uccelli devono dormire quando fa buio, quindi non ci deve essere luce artificiale, questo anche indipendentemente dalla televisione. Non dimentichiamo che la fisiologia della maggior parte delle specie è legata al fotoperiodo, cioè le ore di luce. Inoltre, i rumori ed i suoni possono infastidire non poco. Un passabile sistema può essere quello di coprire le gabbie con teli che consentano però la respirazione, tuttavia questo protegge dalla luce, non dai rumori; importante non dimenticare di toglierli durante il giorno. Di fatto l’ambiente non illuminato artificialmente, ma luminoso, è di gran lunga preferibile; una soffitta non troppo calda d’estate o non troppo fredda d’inverno può andare bene, come pure una cantina luminosa o un garage con finestra, eventualmente riscaldabili. Si faccia semmai attenzione che, se si dovesse accendere la luce durante la cova, la femmina potrebbe uscire dal nido e poi non più rientrare trovandosi al buio, quindi non sono idonei i servizi igienici o stanze di passaggio. Anche indipendentemente dalla cova, è bene non svegliare i soggetti durante il sonno; può anche accadere che non ritrovino il posatoio e si sbattano o si trovino in un luogo non adatto al riposo. L’angolo di un salotto o di un ripostiglio possono andar bene, specialmente per pochi soggetti detenuti. Si consideri comunque che dalle gabbie possono cadere residui di cibo, gocce d’acqua ecc., quindi è necessario pulire regolarmente. Buona norma è che i membri della famiglia non debbano litigare. Da escludere la camera da letto, sia perché inadatta agli uccellini per via di luci accese, sia perché potrebbe favorire l’insorgere di allergie nei proprietari. C’è poi la conoscenza minima per la gestione, quindi consigli di esperti e qualche testo, possibilmente corposo per gli allevatori e magari più leggero per i semplici detentori. Si tenga presente che l’incompetenza può comportare maltrattamenti, anche non volendo, e questo non deve accadere. Discorso a parte meritano i bambini So di allevatori che hanno fatto di tutto per farsi aiutare dai figli senza esito. Evidentemente la passione è un fatto spontaneo, non possibile da indurre. È anche capitato che un mio amico, che aveva il padre allevatore, abbia sempre rifiutato di collaborare, ma poi, quando il padre ha smesso di allevare, ha cominciato lui con grande impegno, ed allora era il padre a collaborare, non il figlio. Quanto al fatto di fare proselitismo, io preferisco astenermi, meglio che la motivazione sia spontanea, altrimenti ci possono essere delusioni o rinunce. Questo non significa che non mi metta a disposizione di chi comincia ad allevare per ogni aiuto, anzi sono sempre disponibilissimo. L’allevatore esperto veda se fare proseliti o meno; certo sarebbe molto bene che aiutasse chi comincia, specialmente i giovani ed ancor di più i bambini, che sono il futuro del nostro appassionato impegno, che forse sarebbe riduttivo chiamare solo hobby. Quando un bambino si dedica ad allevare degli uccellini, è dovere dell’adulto seguirlo. I bambini, per quanto possano essere motivati, restano bambini, pertanto possono commettere errori o distrarsi, quando ben sappiamo che “allevare” e “distrazione” non sono compatibili. Bisogna evitare che gli uccellini subiscano danno, fra l’altro il bambino che avesse combinato un guaio potrebbe poi sentirsi in colpa. Anche il desiderio di accarezzare il piccolo amico pennuto non va soddisfatto, se non una sola volta e con cautela. L’uccellino non deve essere stressato ed è educativo dire anche dei no, meglio se con spiegazione. Di questo argomento ho parlato nel mio secondo piccolo testo “L’ABC del Canarino” ed. FOI 2018, ove ho dedicato il capitolo “Bambini e canarini” a questo delicato tema. Su quel testo ho parlato anche degli argomenti precedenti, cercando come sto facendo ora di segnalare la bellezza della nostra passione, ma anche gli oneri. È perentorio evitare sofferenze ai nostri uccellini. Del resto, il testo citato l’ho scritto più dalla parte del canarino che dalla parte dell’allevatore. Ovviamente importante la parte della medicina veterinaria, che è stata curata dal dr. Tiziano Iemmi, profondo esperto nella patologia aviare, poiché i nostri soggetti hanno diritto alle migliori cure e bisogna diffidare dei praticoni, anche se in buona fede. Io stesso non ho mai dato pareri medici, sarebbe scorretto oltre che reato. Inoltre mi vanto di non aver mai dato farmaci ai miei canarini senza il parere del veterinario. Infine, se qualcuno obiettasse come spesso accade che gli uccelli sono sottratti alla natura ecc., si ricordino gli argomenti da contrapporre. I nostri uccelli sono domestici, cioè nati allo stato domestico. Se alleviamo i polli per la nostra mensa, è anche lecito allevare a scopo amatoriale e d’affezione i galli stessi, se di razze ornamentali, e così ovviamente altre specie. Inoltre l’allevamento difende quella parte della specie che si trova in natura rendendo vano il bracconaggio e difendendola dall’estinzione. Per di più, allo stato controllato si possono fare studi impossibili in natura.

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