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Il Pulcinella di mare
Un piccolo pinguino dal becco di pappagallo
di CINZIAMONTI, fotoCOLLEZIONEF.O.I.
Il Pulcinella di mare è un simpaticissimo uccello, che ha preso in prestito, non a caso, il suo nome volgare da una delle più conosciute maschere italiane. Il suo nome scientifico è Fratercula arctica,appartiene alla Famiglia degli Alcidi. Esistono ventidue specie di Alcidi, delle quali la maggior parte vive nelle regioni fredde dell’Emisfero settentrionale. Molti di essi appaiono deliziosamente goffi e quasi comici, ma suscitano altrettanta simpatia. Buffi e tristi in egual misura, eseguono danze magistralmente preparate; parecchi di loro sono anche fonti di alimentazione umana ancora oggi.
Uccelli molto affini ai gabbiani e alle sterne, ma più simili ai minuscoli pinguini, tanto che il più grande alcide vivente ha appunto le dimensioni del più piccolo dei pinguini. Tuttavia, mentre i pinguini sono uccelli inetti al volo e appartenenti ad un altro gruppo assai diverso da loro, gli alcidi volano nei cieli come proiettili. La somiglianza tra essi deriva forse dal fatto che entrambi sono uccelli marini, in prevalenza bianchi e neri, coda molto corta, piedi palmati, portano sulla testa o sul becco degli ornamenti, hanno gambe articolate molto indietro nel corpo, ali ridotte, gregari
Pulcinella di mare (Fratercula arctica)
e abilissimi nuotatori. Queste somiglianze ed altre ancora stanno ad indicare che questi uccelli sono, per l’Emisfero settentrionale, i corrispondenti ecologici dei pinguini. Tra questi la maggior parte nidifica sulle coste scoscese o sulla sommità di isole oceaniche. Per lo più sono dei migratori, e vivono a terra solo nel periodo di riproduzione. In primavera, alle Farne Island (patrimonio naturale e paesaggistico della Gran Bretagna), urie, gabbiani tridattili, marangoni dal ciuffo, cormorani, gazze marine,edredoni e Pulcinella di mare ritornano sulle “cliffs”, alte pareti rocciose a strapiombo sul mare dove sono nati, spesso sullo stesso scoglio. Le colonie di solito sono disposte a ripiani, ed ogni specie rimane più o meno raccolta nella stessa zona, medesima fila. Soltanto i Pulcinella, che occupano le posizioni più alte, costruiscono i nidi scavando profonde gallerie, sia il maschio che la femmina si alternano nel lavoro, usano anche le tane dei conigli selvatici per deporvi una o due uova ovali debolmente macchiate; al contrario degli altri alcidi che nidificano sugli scogli deponendo un solo uovo abbastanza grosso, a forma di pera. Nel canale di Bristol c’è un’isoletta rocciosa, Lundy, che accoglie lungo le sue coste frastagliate milioni di Pulcinella, poiché vi possono, da sempre, nidificare in pace, e ancora oggi costituiscono un richiamo turistico importante, tanto che l’ufficio postale di Lundy affranca la corrispondenza con francobolli dedicati al lundi (cosi lo hanno battezzato gli isolani), molto apprezzati dai collezionisti. Il Pulcinella di mare ha un aspetto simpaticissimo, quasi un piccolo pinguino in miniatura col becco simile ad un pappagallo. Oltre al particolare becco (grosso e solcato da pieghe) in gran parte rosso,come i piedi e le gambe, anche il piumaggio è caratterizzato da distinte porzioni di bianco (il petto e intorno agli occhi) e di nero (nel dorso, capo e collo). Raggiunge un’altezza che varia dai 26 ai 30 cm, con un peso variabile dai 300 ai 450 grammi. Simbolo dell’Arcipelago delle Vestmann, protagonista assoluto di molte copertine di libri, riviste, guide turistiche e pagine web sull’Islanda, tanto che gli islandesi lo hanno soprannominato ironicamente Profastur(il Preside). Qui si trova ovunque, ma preferisce vivere e nidificare sulle pareti a strapiombo, ed ogni anno, a fine maggio, il lundi vi giungeper accoppiarsi. Stesso posto, stesso nido: una galleria profonda più di un metro o due con quindici cm di diametro, rivestendone il fondo di piume e foglie secche. Se al ritorno primaverile questi cunicoli sono stati ricoperti da uno strato di lava (cosa facile in un paese come l’Islanda), pur di nidificare nello stesso incavo entrambi i sessi scavano fino allo sfinimento. In questo periodo dell’anno il becco dei Pulcinella di mare assume dei colori particolarmente vivaci e vistosi, dal rosso, al giallo e grigio-blu oltre al vistoso color argento dei lati, che col sopraggiungere dell’inverno sbiadiscono tutti. In questa fase amorosa, maschio e femmina- che talvolta rimangono fedeli per anni-si strofinano a vicenda il becco l’un contro l’altro, scrollando la testa con movimenti rapidi. Qualora un maschio, che non è stato in grado di procurarsi una femmina, si avvicinasse troppo a quelle altrui, nascono furibondi litigi; in quell’occasione il becco diventa un arma fondamentale di difesa e attacco. In colonie numerose composte da milioni di esemplari, ove corrispondono migliaia di gallerie-nido, ognuno sa sempre individuare il proprio figlio. In assenza dei genitori, le nidiate sono circondate dai rimanenti Pulcinella che scoraggiano i ripetuti attacchi dei gabbiani, che oltre agli uomini sono i predatori più consistenti. Nella cova partecipano entrambi i genitori per sei settimane. Alla nascita il pulcino si presenta con un piumino bianco e nero e pesa circa 45 grammi, ma con l’abbondante alimentazione giornaliera di pesce fresco fornitagli, in sei mesi raggiunge i 400 grammi. A questo livello di sazietà, il giovane Pulcinella comincia a rifiutare il cibo
Pulcinella di mare
Gruppo di Pulcinella di mare su una scogliera
dei genitori, indicando loro che è sopraggiunto il tempo di abbandonarlo. Dopo la prima settimana di giugno, senza che nessuno gli abbia insegnato a volare o a pescare, il giovane Pulcinella si lancia nel vuoto dalla scogliera, forse attratto dal suono dell’Oceano o per sfuggire all’assalto dei gabbiani. Solo dopo tre o quattro anni il Pulcinella di mare farà ritorno alla sua scogliera natale, ma per riprodursi dovrà attendere almeno il compimento del quinto anno. La tecnica di pesca è assai semplice, sguazzando nell’acqua e, nel momento che avvista la preda, si tuffa a picco. Grazie alla particolarità della mandibola inferiore ed alla sua lingua ruvida, può immagazzinare sino ad una dozzina di pesciolini, anche se
nella sua bocca ve ne sono già 7 o più; solo allora con un guizzo d’ali veloce raggiunge il suo nido. Oltre al volo anche l’atterraggio è degno di nota: si posa velocemente al suolo, quasi atterrasse con un paracadute. Purtroppo, osservare questi uccelli non è semplice o per lo meno bisogna portarsi sulle coste del nord Europa, dove se ne conta una popolazione che aggira tra gli otto e i dieci milioni di esemplari, e dove ogni anno una schiera di appassionati di birdwatching, soprattutto in primavera è sempre ben appostata. Il Pulcinella è un amabile soggetto da fotografare. C’è una speciale organizzazione turistica proprio per questo scopo. Un’altra curiosità assai sgradevole per questo bellissimo uccello è che la sua carne, lì, sia molto apprezzata e la sua caccia è altrettanto praticata. Per attirare le prede i cacciatori fissano dei retini su un lungo bastone utilizzando delle bandierine rosse e dei lundiimbalsamati piazzati sui dirupi; quando gli uccelli si avvicinano incuriositi, i cacciatori li catturano al volo. Il record di catture di un solo cacciatore in un giorno, è stato di 1.204 esemplari, numero sconcertante anche se la popolazione di Pulcinella è ancora numerosissima. Un interessantissimo libro su questa popolazione di uccelli è stato scritto dall’ornitologo inglese R.M. Lockley dopo più di venti anni di appostamenti e di studio. Chi scrive ha osservato, per passione di birdwatching, questi uccelli da un barcone a motore che ondeggiava pericolosamente contro le onde di un mare perennemente agitato, destinazione isole Farne; ma anche nella scogliera fra Sistiana e Trieste, la mia città, con il binocolo, una coppia di Pulcinella di mare nel mese di agosto, posati su un cornicione a picco. La coppia vi restò per parecchi giorni, dove aveva a disposizione un’area di mare assai pescosa e fitta di pergolati di mitili. Durante l’inverno scendono verso sud e si possono incontrare, qualche volta, in certe zone del Tirreno e dell’Adriatico, ma si hanno avvistamenti occasionali anche in primavera e nell’estate. Il Pulcinella di mare non ha mai smentito la sua fama di uccello amabile, le sue forme che lo fanno apparire quasi un piccolo bambino, mite e confidente, suscita in tutti un particolare senso d’affetto. Konrad Lorenz, il padre della moderna etologia, ha descritto molto chiaramente questo fenomeno: esistono caratteri fisici che producono nell’uomo una naturale buona disposizione d’animo: il Pulcinella di mare è l’esempio lampante.
Fratercula arctica