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Conoscere gli errori

testo di GIOVANNICANALI, foto E. DELPOZZOe S. GIANNETTI

Si dice: “historia magistra vitae”, certo, però perché la storia sia maestra bisogna conoscerla. Altrimenti si tende a ripetere sempre gli stessi errori. Esiste anche una tendenza personale alla ripetizione di certi errori, legata al carattere, e non sempre l’esperienza riesce a contenere tale tendenza. È un aspetto psicologico che non è il caso di affrontare in questa sede, del resto non ne sarei ben capace. Quello che intendo sottolineare è che bisogna conoscere la storia. Diverso, ma non troppo, è lo studio di un fenomeno. Anche quando si studia un certo fenomeno è bene partire dall’inizio; infatti, spesso ci sono delle concatenazioni o comunque dei precedenti che bisogna conoscere. Per quanto mi riguarda, di regola, parto dall’inizio per affrontare qualsiasi tema. Talora sono stato perfino scherzosamente criticato; un conoscente mi disse che quando mi chiedeva una cosa, per rispondere partivo sempre da Adamo ed Eva. Gli spiegai che è necessario partire dall’inizio, altrimenti è facile che le spiegazioni non siano veramente tali ma diventino affermazioni, magari corrette, ma non ben argomentate e che quindi possono lasciare dubbi. Un erroraccio tipicamente italiano è l’esterofilia. Si guarda con favore o almeno interesse a tutto ciò che ci proviene dall’estero, mentre si tende a sottovalutare ciò che è italiano. Anche le persone rientrano in questa pessima ottica, ed è l’aspetto più grave. Questo accade, incredibile a dirsi, anche nei campi ove siamo all’avanguardia.

Un erroraccio tipicamente italiano è l’esterofilia

Nero ala grigia mosaico rosso, foto: E. DEL POZZO Nero mosaico rosso maschio, foto: E. del Pozzo

Nel nostro ambiente di allevatori amatoriali, di errori ne sono stati commessi moltissimi e talora con gravi conseguenze. Tali errori riguardano diversi campi; ne citerò alcuni, partendo dal ramo che mi è più vicino e cioè il canarino di colore. Sperando di fornire una bussola utile. Un primoerroreriguarda il mosaico a tutto campo. Il primo aspetto è stato quello di chiamare il mosaico così; infatti, in campo scientifico per mosaico si intende altro, cioè un soggetto in parte di una caratteristica ed in parte di un’altra. Per rimanere nel campo delle categorie, un vero mosaico “naudiniano” dovrebbe essere metà intenso e metà brinato o qualcosa di simile. Il nostro mosaico avrebbe dovuto essere chiamato in modo diverso, ad esempio: gessato, per indicare l’au mento di brinatura fino al bianco gessoso che mette in evidenza (ma non aumenta realmente) il dicromismo sessuale. Ulteriore aspetto gravemente errato si ebbe nel ritenere che fosse il dimorfismo del cardinalino a generare il mosaico e, addirittura, che il maschio cardinalino fosse intenso, mentre l’intenso è mutazione dominante e sub letale che non può certo essere forma selvatica, come si nota anche considerando la normalità delle produzioni cutanee, segnatamente delle penne, non certo paragonabili a quella dell’intenso canarino. Questo inizio sbagliato ha favorito altri errori, come gli standard stessi, che prevedono caratteristiche impossibili da realizzare in maschi e femmine, circostanza che induce a seguire due linee selettive, una per i maschi ed una per le femmine. Non vado oltre avendo già ampiamente parlato di questi aspetti in altre sedi. Un secondo erroreè stato quello di cambiare il nome e la linea selettiva del nero – bruno chiamandolo nero, come se la feomelanina fosse un’intrusa, mentre fa parte integrante del piumaggio del canarino selvatico. Si consideri che la natura non si può prendere in giro e non serve cambiare i nomi. Il primo tipo originale è il nero – bruno. Fra l’altro, i fautori del nero con minima feomelanina non argomentavano in modo tecnico ma si riferivano alla necessità, solo presunta, di uniformarsi all’estero, dicendo anche che erano più belli ecc. ma niente argomenti veramente tecnici. Collegato a questi discorsi, un altro errore, vale a dire quello di un presunto fattore ottico, in realtà inesistente, che avrebbe generato il nero. Da non confondere con il mono melanico che invece esiste ed è una mutazione, oggi difficile da far riconoscere proprio perché simile agli attuali neri con poca feomelanina. Ci sarebbe da dire molto di più, ma rimando ad altre precedenti pubblicazioni per ragioni di spazio. Un terzo errore riguarda la varietà a tutto campo. Recentemente è stato cambiato l’ordine

Yorkshire lipocromico, foto: S. Giannetti

Lizard dorato, foto: S. Giannetti

L’alimentazione colorante da nido danneggia l’estetica

della classificazione mettendo la categoria prima della varietà. C’è poco da girarci intorno, nel canarino di colore ciò che contano principalmente sono i colori e, poiché i colori sono generati da melanine e da carotenoidi, non può esservi dubbio alcuno che le voci principali siano: il tipo, attinente alle melanine, e la varietà, attinente ai carotenoidi. La categoria non è certo secondaria, anzi importantissima, poiché agisce a tutto campo ed interferisce anche sull’espressione di tipo e varietà, ma un’interferenza non può essere più importante di ciò su cui interferisce. Inoltre, non si può certo dire che un giallo bri-

nato sia simile ad un rosso brinato, più di quanto non lo sia nei confronti di un giallo intenso. Aspetto gravissimo è dato dal fatto che la varietà è incredibilmente sottovalutata: 10 punti nei melanici sono del tutto inadeguati. Così facendo, la varietà viene dopo due voci morfologiche quali il piumaggio e la “proporzioni e forma”, nonché messa alla pari del portamento. Come minimo si dovrebbe ridurre il portamento a 5 punti ed aumentare la varietà a 15, anche se 15 punti, secondo me, sono ancora pochi. C’è chi sostiene un aspetto molto dubbio, cioè che la varietà sia facile da selezionare. Non condivido affatto questa tesi, ma anche se la varietà fosse più facile da selezionare delle voci morfologiche, sarebbe comunque più importante in una razza di colore. Il peso di una caratteristica è dato dalla sua importanza estetica, non da vere o presunte difficoltà selettive. studi miei e di Alfonzetti. Un quinto errore riguarda l’alimentazione colorante da nido, che danneggia l’estetica ed ostacola una buona selezione delle varietà. Ne ho disquisito ampiamente. Un sesto erroreè stato quello di accettare il disegnino nell’isabella opale, che comporta minore diluizione del tipo base. Questo al fine di assecondare l’estero, ove questo canarino non era mai stato apprezzato. Quando si è dalla parte della ragione non ci si deve flettere, meglio rinunciare. Un settimo erroregravissimo lo si commette nell’agata di diversi tipi aggiunti, quali pastello, opale e topazio, andando verso disegni pesanti, vale a dire poco diluiti come tipo base; poi ci si lamenta se i portatori non son tipici. Nell’opale addirittura si sottovaluta talora l’azzurro, che è fondamentale. Nel topazio si è cambiata la descrizione di “testa di moro”, che andava bene, per sostituirla con “seppia” che si badi, per una certa scala di colori, spesso usata in botanica, andrebbe benissimo (è una tonalità di marrone), ma pochissimi la conoscono e quasi tutti pensano al nero di seppia che non c’entra nulla, creando un equivoco. Un ottavo erroregravissimo, uno dei più gravi in assoluto, è stato quello di veder premiare, specialmente all’estero, come opale, sia nei neri che nei bruni, canarini in real tà non opale ma appartenenti a mutazioni alleliche o ingannevoli intermedi, dimenticando l’azzurro e, soprattutto, il fatto che l’opale abbassa l’eumelanina nella pagina inferiore della penna ed i suoi alleli no.

Uscendo dal campo canarini di

colore, almeno in prevalenza, segnalo alcuni errori, talora gravi. Il primopuò riguardare anche il canarino di colore ma è più noto per indigeni ed esotici. Non bisogna confondere le somiglianze con le identità. Essere simili o so-

Non confondere le somiglianze con le identità

Un quarto errorelo commettono all’estero già da tempo ed è quello di considerare l’ali grigie tipo staccato dal pastello, di fatto una mutazione allelica. Lo segnalo per evitare tendenze ad uniformarsi, poiché non ci si deve uniformare agli errori. L’ali grigie è prodotto dall’effetto di geni modificatori che agiscono sul carattere prodotto dal pastello, creando tutta una serie di gradazioni. Se fosse una mutazione allelica potremmo avere solo 2 tipi di femmine: la pastello e l’ali grigie, niente intermedie; fra i maschi al massimo 3 espressioni, quindi anche l’intermedio. All’estero evidentemente non conoscono gli

Arricciato del Sud lipocromico, foto: S. Giannetti

Gibber italicus lipocromico pezzato, foto: S. Giannetti

miglianti non significa essere uguali. Spesso è capitato di ritenere corrispondenti mutazioni che erano in realtà solo simili. È capitato con il pastello ed anche con l’opale. Chiamare con il nome di un’altra mutazione una nuova simile, significa aumentare la confusione. Potrebbe volerci molto poi a rimediare. Basti pensare al nero pastello scambiato per agata nell’organetto ed altro ancora. Il fatto ulteriore è che, quando le mutazioni scambiate seguono linee compatibili si rimedia abbastanza bene, ma quando le linee sono opposte, come nero pastello ed agata, la storia si fa dura come il ferro. Sarebbe bene dare lo stesso nome, per evitare confusioni di segno opposto a quanto detto sopra, quando le mutazioni sono veramente le stesse. Si deve quindi fare un esame comparato attento e, in caso di dubbio, dare un nome diverso e provvisorio, magari anche un numero, alla mutazione probanda. È in uso l’accoppiamento ibrido per valutare se esiste o meno complementazione. Oggi si parla di gene Himalaya nel canarino, ma probabilmente è solo una somiglianza. Il secondodirei che spetta al Lizard. Razza straordinaria che presenta caratteristiche uniche. Ebbene c’è chi indulge a meticciamenti, circostanza da riprovare fermissimamente. Il Lizard è in un equilibrio delicatissimo, pertanto è un gravissimo errore accettare caratteristiche diverse da quelle tipiche. Fra l’altro, per avere le migliori scaglie, il nero è il più adatto per il migliore contrasto. Un ulteriore errore è commesso proprio dagli inglesi che dovrebbero essere i più attenti; infatti, usano l’alimentazione colorante rossa. Tale circostanza nasconde il fondo giallo, che ha caratteristiche uniche nel Lizard per mancata elaborazione dei carotenoidi, ed è più carico rispetto a quello degli altri canarini. Sporcarlo di rosso vanificandolo è pessima cosa, spero che non ci sia nessuno che voglia adeguarsi, ma non ci metto la mano sul fuoco. Il terzolo commisero i tanto decantati allevatori inglesi con lo Yorkshire, facendo estinguere il bellissimo York dell’anello, sottile ed elegante, considerato non più moderno. Da bambino ricordo di aver visto gli ultimi esemplari. Dopo il meticciamento con il Norwich, lo York si è modificato molto, avendo principalmente una testa ed una parte superiore in genere ben diversa. Ebbene, avrebbe dovuto essere evidente che era stata creata una nuova razza, anche molto bella; invece si decise che il primo York dell’anello fosse un modello superato. Sarebbe stato molto meglio che si considerasse il nuovo canarino così prodotto come qualcosa di diverso, una razza diversa e pregiata quale è, e dargli un nome diverso. Al limite “carota”, visto che all’inizio lo si descriveva come una carota capovolta. Invece si condannò a morte un canarino bellissimo ed elegante, considerando il nuovo come un superamento e non come una diversa realtà. Oggi ritroviamo alcune caratteristiche dello York dell’anello in altre razze, come il Bernois ed il Llarguet. Il quarto è riconoscere come razze stirpi di canarini che altro non sono che difettosi rispetto ad una razza consolidata. Per avere una nuova razza occorrono caratteristiche nuove e trasmissibili, ma non possono essere i difetti di altre. Inoltre, occorre una riconoscibilità abbastanza evidente e soprattutto caratteristiche degne di nota. Vogliamo parlare di Melado tinerfeño e Gibboso rispetto all’Arricciato del sud ed al Gibber? Questo non significa che si debba essere contrari alle novità, ad esempio io vedo con qualche interesse il TorZuino, che ha in effetti caratteristiche particolari. Il quintoe generico, è che sarebbe bene non esagerare con certe forme e con certi piumaggi. Ad esempio, io non vedo con favore le razze che hanno un ciuffo o un piumaggio tale da coprire gli occhi. Una condanna alla cecità, anche se parziale e solo di alcuni mesi, non la ritengo pregevole. Ritengo che la funzionalità non debba mai essere sacrificata. Vi sarebbero anche altri temi, ma penso di aver dato un quadro sufficiente. Sperando in confronti costruttivi, concludo.

Per avere una nuova razza occorrono caratteristiche nuove e trasmissibili, ma non possono essere i difetti di altre

I NOSTRI LUTTI

In ricordo di un Amico

Il 15 marzo scorso è deceduto ad Andria (BT), Giuseppe Aruanno, socio da oltre 20 anni dell’Associazione Ornitologica Nord Barese - A.O.N.B. - Trani (BT) e sempre presente nelle varie manifestazioni del nostro sodalizio. Ai familiari esprimiamo profondo cordoglio per la triste circostanza luttuosa.

Il Consiglio Direttivo e tutti i soci dell’A.O.N.B. con sede in Trani

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