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Disinformazione e manipolazione della realtà facendo leva

Dis-informazione e manipolazione della realtà facendo leva sulla paura

di / Michela Rossato /

Dalla ricerca accanto si evince come i “pericoli” della rete - se non opportunamente “educati” ad usarla - riguardano non solo in modo preoccupante i giovanissimi, ma anche le generazioni “non native”. Con il Prof. Francesco Pira, già noto in Avis, abbiamo affrontato il grosso problema della “disinformazione in rete”.

Prof. Pira, la pandemia ha invaso le nostre vite portando con sé anche tanta disinformazione. Che sta accadendo?

Accade che la pandemia e, aggiungo, il distanziamento sociale ci hanno catapultati, volenti o nolenti, in un quotidiano che vive e si alimenta di tecnologia. Il Covid 19 ha mostrato, in tutta la sua gravità, non solo gli enormi danni alla salute e all’economia, ma anche il fenomeno della disinformazione e delle fake news in particolare. L’altalenante ciclo di informazioni, spesso contradditorie, che ci ha bombardato e continua a bombardarci, ha pesato enormemente nell’opinione pubblica, generando una pericolosa situazione di infodemia. La quantità eccessiva di informazioni circolanti ha reso difficile alle persone comprendere ciò che stava accadendo e, soprattutto, individuare le fonti attendibili. Tutto ciò ha causato una psicodemia, un senso di paura e incertezza che perdura. E di paura “campano” le false notizie. La paura dei vaccini ne è un esempio.

Che cos’è esattamente la disinformazione? Che cosa c’è dietro le fake news?

È l’uso strumentale e manipolatorio (e non) delle informazioni per definire una specifica narrazione e visione del mondo. È l’informazione senza alcuna attinenza al reale, che sfrutta le dinamiche di circolazione dei flussi informativi sulla rete per penetrare nei diversi nodi e sfruttare l’effetto a cascata che le piattaforme social favoriscono.

La velocità e la capacità di passare da un media all’altro (crossmedialità) fanno sì che le false notizie o fake news che dir si voglia, immesse nel vortice della nuova comunicazione, abbiano un peso, una capacità enorme di produrre danni perché sembrano credibili. Distorcono in modo profondo i meccanismi di costruzione dell’opinione pubblica e della conoscenza.

Anche perché dietro l’industria delle fake news si muovono grandi interessi e di fatto sono un’arma di disinformazione di massa. Sono ad oggi il grande nemico della credibilità dei media.

La disinformazione, oltre ad alimentare atteggiamenti pericolosi ed errati durante la pandemia, può alimentare anche l’odio?

Certamente. La disinformazione e la sua capacità di penetrare nei social, a cui tutti hanno facilmente accesso, sta portando ad una deriva. La disinformazione è ormai una vera e propria industria, con un ruolo costruito sulla base di una strategia ben precisa, volta a generare flussi crescenti che a loro volta producono enormi quantità di denaro. Messaggi costruiti per sfruttare il potere dell’algoritmo per modificare la percezione del reale, alterare i bias (giudizi) cognitivi in base ai quali gli individui attribuiscono veridicità ai contenuti a cui vengono esposti.

Se la rappresentazione prevale sulla real-

Francesco Pira è professore associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi e insegna comunicazione e giornalismo presso il Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università di Messina, dove è coordinatore didattico del Master in “Social Media Manager”. Svolge ricerche e tiene conferenze in Italia e all’estero su bullismo, cyberbullismo, sexting, fake news e violenza sulle donne, con destinatari studenti, genitori e docenti. Sul proliferare delle fake news ha promosso un gruppo di ricerca a livello europeo e dal 2020 è presidente dell’Osservatorio nazionale sulle fake news di Confassociazioni. Giornalista, ha all’attivo numerose pubblicazioni. Insegna Teorie e tecniche del Linguaggio giornalistico e Comunicazione istituzionale anche allo Iusve di Mestre (Ve). È di marzo l’uscita del suo ultimo, interessantissimo, libro “Figli delle App” per la Franco Angeli Editore.

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