2 minute read

RIZZOLATTI La rivoluzione dei neuroni specchio

Avete presente quando, guardando una partita di tennis o un meeting di atletica in televisione, ci viene da muovere le braccia come gli atleti? Secondo Giacomo Rizzolatti lo dobbiamo ai neuroni specchio. Nella vita di tutti i giorni i neuroni specchio aiutano a capire in tempo reale l’intenzione delle azioni altrui: se vedo qualcuno che prende un bicchiere capisco se sta per brindare o per lanciarmelo addosso, e reagisco di conseguenza.

Il neuroscienziato che viene da lontano

Giacomo Rizzolatti nasce nel 1937 a Kiev (capitale dell’Ucraina, allora parte dell’Unione Sovietica). Con l’ascesa al potere di Stalin la situazione politica inizia a peggiorare e la sua famiglia, in quanto straniera, viene espulsa dal Paese e costretta a tornare in Italia, nel villaggio d’origine dei bisnonni, in Friuli. Giacomo frequenta il liceo classico a Udine, poi si laurea a Padova in Medicina e Chirurgia nel 1961 e in seguito si specializza in Neurologia Da qui inizia la sua carriera universitaria.

Muoversi o immaginare di muoversi?

Negli anni Ottanta e Novanta Rizzolatti e il suo team (Luciano Fadiga, Leonardo Fogassi, Vittorio Gallese e Giuseppe Di Pellegrino) si concentrano sullo studio della corteccia premotoria dei macachi, per studiare i neuroni specializzati nel controllo dei movimenti della mano. Un giorno, però, succede qualcosa di strano: mentre uno sperimentatore prende una banana da un cesto del laboratorio, in una scimmia si attivano neuroni nelle aree deputate ai movimenti, le aree motorie, anche se l’animale non si è mosso. Approfondendo la questione si comprende come, di fronte ad alcuni stimoli visivi di animali o persone in movimento, negli animali che osservano la scena si verifica una reazione di specifici neuroni del sistema motorio. L’esistenza di questa classe di neuroni viene in seguito confermata anche nell’essere umano.

Guardando si impara

Più nello specifico, osservare un’altra persona compiere un movimento finalizzato o anche solo pensare a quell’azione fa attivare in noi i neuroni specchio (mirror neurons), una classe di neuroni motori così definita per la capacità di «rispecchiare» un’azione motoria nel cervello di chi la osserva. Per Rizzolatti questi neuroni ci aiutano a comprendere le intenzioni dell’altro, a immaginare gli scopi delle sue azioni, ad apprendere per imitazione e a entrare meglio in empatia e in relazione

La scoperta dei neuroni dice che abbiamo un meccanismo che indica che gli individui sono strettamente in contatto. La natura ci ha creato un meccanismo per volerci bene, per capirci a un livello antico che viene prima del linguaggio. Il sistema mirror è un meccanismo naturale che ci permette di comunicare.

(da un’intervista di Antonio d’Orrico a Giacomo Rizzolatti su «Sette», Corriere della Sera, 2012).

Davvero

I neuroni specchio nelle altre specie L’esistenza dei neuroni specchio è stata dimostrata nell’essere umano, nei ratti, nei pipistrelli, negli uccelli, oltre che in altri primati come i lemuri. Questa loro diffusione è interessante perché indica che il meccanismo è tanto efficiente da ritrovarsi in più punti della scala evolutiva.

This article is from: