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Popolazione e COMUNITÀ

Per vivere in salute occorrono accesso alle risorse indispensabili come acqua, cibo e aria pulita da respirare, la possibilità di costruirsi un futuro e adeguati spazi di vita. Per alcuni tutto questo è scontato, per altri meno. La popolazione mondiale sta rapidamente aumentando: che cosa comporta questo per l’ambiente, gli animali e le risorse naturali?

La Terra riuscirà a sostenerci?

Le nostre richieste sono eccessive

Una crescita non omogenea

Ogni giorno sulla Terra ci sono circa 200 000 persone in più rispetto al giorno precedente: l’equivalente di una città come Parma. La popolazione mondiale cresce a un ritmo vertiginoso: oggi siamo oltre 8 miliardi e attorno al 2050, se continuerà questo andamento, raggiungeremo i 10 miliardi. Non dappertutto la popolazione cresce agli stessi ritmi, anzi non dappertutto la popolazione cresce: alcuni Paesi sono in pieno boom demografico, altri «invecchiano» e non hanno sufficiente ricambio generazionale. Questa situazione dipende da numerosi fattori, quali la fertilità, la natalità, la durata della vita, i fenomeni migratori. I Paesi che «invecchiano» (come l’Italia, la Grecia, il Portogallo, la Germania, la Bulgaria) devono pensare a come aver cura di una popolazione anziana con meno giovani in età lavorativa, quelli in piena crescita demografica (come il Messico, l’India, la Nigeria) devono poter offrire scuole, cibo, servizi sanitari a una popolazione giovane e in continuo aumento.

Tutta questa popolazione conta sulle risorse che il pianeta offre per sopravvivere. Il problema è che ne abbiamo approfittato troppo: per soddisfare oggi la nostra domanda di cibo, acqua, legname, cotone, foreste per assorbire CO₂ e altre risorse avremmo bisogno di tutto ciò che potrebbero produrre quasi 2 pianeti come la Terra. I numeri però non bastano a descrivere l’impatto dell’umanità: non conta solo quante persone ci sono sulla Terra, ma anche come consumano e quanto inquinano.

Ambiente, ti spiace?

Le esose richieste dell’umanità sono state in parte compensate da un miglior utilizzo delle risorse. Consideriamo i cereali, la base dell’alimentazione umana: dal 1960 la loro produzione globale è cresciuta grazie al miglioramento delle tecniche agricole e dell’irrigazione, alla selezione di colture che garantiscono rese migliori ma anche all’uso di fertilizzanti, pesticidi ed erbicidi che hanno inquinato suoli, acque e atmosfera. E ora ambiente e animali stanno pagando il conto di questo «progresso». Per ricavare terre da coltivare e pascoli stiamo mettendo a rischio la biodiversità: scompaiono uccelli, mammiferi (tra cui i grandi erbivori) e le piante più rare. La crescita della popolazione umana sta avendo un impatto molto negativo sull’intera biosfera, impatto che l’umanità stessa paga in termini di salute.

Una distribuzione iniqua

Le risorse del pianeta sono sempre più esigue e continuano a essere distribuite non equamente Secondo la FAO, l’organizzazione intergovernativa delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, sono milioni coloro che, nel mondo, non riescono ad avere accesso a cibo sano e adeguato: la metà delle persone in questa situazione vive in Asia, un terzo in Africa. Circa 2 miliardi di persone non dispongono ancora di un bagno e 2,2 miliardi non hanno un accesso sicuro e costante ad acqua pulita. Per sapere che cosa possiamo fare noi per non sprecare le risorse del nostro pianeta, che sono limitate, e far sì che siano distribuite in modo più equo, guarda il video attivando l’icona in basso.

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