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Tibet: le dimore dello spirito

Avvicinarsi al cielo, prendere distanza dalla realtà terrena, costruire un monastero il più in alto possibile ed elevare lo spirito verso il Buddha. Sull’Himalaya cammini lunghi e ripidi, cosparsi di interminabili scalinate, portano ad alcuni dei luoghi sacri più famosi e carichi di mistero di tutto il mondo. A Lhasa (fino all’occupazione cinese un borgo di 20mila abitanti) sorgono il complesso storico del Palazzo del Potala, il tempio di Jokhang e il Norbulingka, da secoli grandiosi simboli amministrativi e religiosi della teocrazia tibetana e oggi patrimonio Unesco.

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Il Potala è da oltre 13 secoli luogo di meditazione; qui nel 1645 fu costruita la residenza invernale del Dalai Lama: un meraviglioso complesso di palazzi rossi e bianchi. Dello stesso periodo è il tempio di Jokhang, il centro di culto religioso considerato il “cuore del mondo”; l’interno delle mura, ricche di decorazioni e dipinti, raccoglie tesori, manoscritti e preziose immagini del Buddha. Il Norbulingka, del XVIII secolo, è invece la più recente residenza estiva del Dalai Lama, si tratta di un complesso di palazzi circondati da un grande giardino.

La monumentalitàdel Samyea Sangyezhen

borghi rurali tibetani, di per sé poco noti, sono stati resi celebri dai monasteri intorno a cui sono sorti. Così Sangyezhen, all’altitudine di 3.650 metri, è conosciuto per il Samye, sulle rive del fiume Tsangpo, il più antico e influente monastero del Tibet (762 d.C.); la sua pianta ovale è un mandala che unisce elementi di stile indiano, tibetano e cinese e riproduce la descrizione dell’universo nelle scritture buddiste. I piani del tempio principale, sede delle cerimonie collettive di preghiera, sono tutti affrescati e ornati con statue; all’interno del recinto del monastero, a completamento dell’atmosfera pregnante di sacralità, sono inoltre presenti gli originali Stupa, monumenti coloratissimi dove vengono conservate le reliquie. I viaggiatori possono alloggiare anche all’interno del Samye, in un’umile guest house, per intraprendere una affascinante esperienza mistica.

Il Tashilhunpoa Shigatse, la casadel Panchen Lama

Lhasa è per il Dalai Lama quello che il borgo di Shigatse è per il Panchen Lama. I due Lama sono nella dottrina buddista rispettivamente le incarnazioni di Guanyin e di Amitābha. Shigatse è un borgo rurale in rapido sviluppo: meno di 50mila anime fino al Duemila e popolazione quasi raddoppiata negli ultimi vent’anni. Si trova in una fertile confluenza di fiumi nel Tibet centro-meridionale. Anche in questo caso la ragione della sua importanza è la presenza di un antico tempio buddista: il Tashilhunpo, costruito nel 1447, sede storica del Panchen Lama. Sono molti i tesori custoditi al suo interno, tra cui la gigantesca statua del Buddha del futuro nella Sala Maitreya, la più grande statua in bronzo dorato del mondo. È un monumento sacro recente (1914), voluto dal nono Panchen Lama: il Buddha seduto su un sedile di loto è alto 26,2 metri e largo 11,5 metri. Particolare è anche il Palazzo del Panchen Lama, sul lato est del monastero, ricco di iscrizioni e di thangka in seta ricamata che raccontano la vita e gli eventi dei Lama.

Il risveglio dellaprimavera a Drepung

Tra gli edifici storici più importanti c’è il monastero di Drepung, a una dozzina di chilometri da Lhasa, che fu per quasi due secoli e mezzo il più grande in tutta l’Asia, residenza dei Dalai Lama e sede di oltre 10mila monaci fino a quando nel 1645 fu costruito il Potala. È situato in cima a una ripida montagna raggiungibile attraverso labirintici e stretti camminamenti murati. Le circostanti residenze sorte intorno a esso, caratterizzate dai tetti bianchi, conferirono al monastero il nome di “mucchio di riso”. A Drepung lo “Shoton Festival” è il momento più importante dell’anno e trae origini dalla regola secondo cui in primavera ai lama era impedito uscire dai monasteri per non turbare il risveglio delle piccole forme di vita. Alla fine di giugno i monaci uscivano e il popolo celebrava i lama con yogurt, banchetti all’aperto e spettacoli. Al giorno d’oggi questo momento si è trasformato in una festa popolare che coinvolge tutto il Tibet.

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