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Val di Fiemme, tra tradizione e natura
Trekking tra i laghi alpini, l’incanto delle vette dolomitiche, paesaggi da fotografare e attività per famiglie. Questo è il profilo della Val di Fiemme, che durante tutto l’anno offre ai visitatori molteplici opportunità di svago, nonché la possibilità di degustare i sapori locali e immergersi nella natura. Pianificare un itinerario? Ecco alcune idee per una vacanza in alta quota.
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A iniziare da Predazzo: benvenuti nel comune più popolato della Val di Fiemme! Segni particolari: Predazzo ha la più alta concentrazione di varietà geologiche al mondo. Paradiso per gli appassionati di rocce e minerali, non a caso si è guadagnato il soprannome di “Giardino geologico delle Alpi”. Immaginare di imbattersi in fossili di fondali marini e conchiglie a 2.000 metri d’altitudine può
sembrare assurdo, ma non qui dove camminando lungo il sentiero geologico del Doss Capèl si può tornare indietro nel tempo. Se tutto ciò non fosse abbastanza, lasciatevi sedurre dal “Bosco che Suona”, un gioiello verde dove gli abeti di risonanza, ovvero utilizzati per creare le casse armoniche degli strumenti musicali, raccontano le emozioni delle sette note grazie al battesimo ricevuto da artisti di fama internazionale.
Come in una leggenda, benvenuti al Ciamp de le Strie
Gnomi, perfide streghe, fate buone e tanta, tanta magia. Chi non ha desiderato almeno una volta di tuffarsi nelle pagine di un libro e diventare il protagonista di una fiaba? Un sogno dell’infanzia ancora vivo in molti adulti. E per realizzare i sogni, spesso non serve neppure andare così lontano. Siamo infatti a Bellamonte, vicino al borgo di Predazzo in provincia di Trento. Nel suggestivo scenario della Val di Fiemme, vi imbatterete in un castello con tanto di ponte levatoio e un romantico giardino di rose, ed è lì che si spalancheranno
le porte del rifugio Ciamp de le Strie. Ispirata alla leggenda di Re Laurino, questa baita saprà sorprendervi. Se pensavate di trascorrere una classica giornata in montagna, siete decisamente fuori strada. Potrete ammirare una miniera con le rocce ancora colme di minerali, prendere parte a svariate iniziative proposte durante il corso dell’anno o, in alternativa, concedervi del sano relax davanti al caminetto nella Stube delle Streghe sorseggiando una delle bevande a disposizione...dalla caffetteria a vini e grappe.
I sapori della valle
La cucina del rifugio Ciamp de le Strie è quella tipica del territorio rielaborata in modo sapiente e creativo. I prodotti sono a chilometro zero e i cuochi della baita sapranno soddisfare ogni tipo di palato. Viva la cucina italiana, soprattutto quando a tavola arrivano degli sciatori stanchi e affamati. Al menù si aggiungono classiche prelibatezze come le pizze cucinate nel forno a legna o un’ampia scelta di insalatone per chi piuttosto desideri restare leggero. La struttura offre due grandi
terrazze dalle quali immaginare storie di principi e principesse, maghi e draghi o semplicemente godere della vista delle Pale di San Martino e della catena del Lagorai. Tocco fatato serale? Chi volesse cenare dopo una salita in motoslitta al chiaro di luna, può fermarsi in baita e gustare il Menù alla Carta suggerito dal Ciamp de le Strie, soluzione perfetta pure per chi si muove in gruppo. Aperitivo e antipasto di benvenuto sono il modo migliore per far sentire gli ospiti come a casa.
Attività per vivere l’incanto della Baita
La natura che circonda il rifugio è già di suo il frutto di un incantesimo, tanta è la bellezza mozzafiato del panorama dolomitico. Ma chi si reca al Ciamp de le Strie, avrà anche modo di divertirsi partecipando a quanto organizzato in loco a seconda delle stagioni. Diversi, infatti, gli eventi in collaborazione con Apt, animatori e associazioni locali. L’inverno con la coltre bianca della neve e il tempo che sembra cristallizzato è il momento ideale per unirsi alle gite in motoslitta previste durante i weekend. Quando invece i colori della flora e i suoni
della fauna si risvegliano, ai primi boccioli di primavera, è tempo di jazz. Una manifestazione in cui dell’ottima musica dal vivo intrattiene i visitatori accompagnandosi agli inconfondibili sapori dei formaggi della zona. In estate, inoltre, approfittando delle belle giornate e dell’aria frizzantina, ci si può attrezzare per un picnic in famiglia o con gli amici. E quando scenderà il tramonto, cedete alle seducenti Pale di San Martino che si colorano di rosso, esattamente come un giardino di ineguagliabile fascino.
Bellamonte e il Parco Naturale di Paneveggio
Basta spostarsi di pochi chilometri per scoprire Bellamonte – una frazione di Predazzo –, meta ambita soprattutto dai cacciatori di tramonti. La catena del Lagorai dona spettacoli difficili da dimenticare, così come le Pale di San Martino. La parola più adatta per questa località è ‘tradizione’, quella per gli antichi mestieri, per la vita contadina. Il “Museo di Nonno Gustavo” è lo scrigno che custodisce questa storia tutta locale, uno dei modi migliori per conoscere l’anima del borgo. Per chi invece non rinuncia al silenzio della foresta, imperdibile è il Parco Naturale Paneveggio Pale di
San Martino, dove gli abeti rossi creano dei giochi di luce unici nel loro genere. Tra sentieri, ponti sospesi e laghi nascosti tra i rododendri, sarà spontaneo sentirsi parte integrante di questo suggestivo scenario. Non stupitevi se all’improvviso vedrete spuntare un cervo, un capriolo o magari una volpe: sono loro i padroni di questa meravigliosa costola del Patrimonio Unesco delle Dolomiti.
Varena e Cavalese, proposte e sorprese
Varena e Cavalese distano tra loro appena un paio di chilometri. La prima, interamente ricostruita nel XVIII secolo, è ricca di fontane ottocentesche e – se si ha occasione di visitarla durante il periodo natalizio – riserva una sorpresa, un immenso presepe chiamato “Sulla via di Betlemme”. Una piccola curiosità: in paese potreste sentir parlare dei “gatti di Varena”… I felini non c’entrano, si tratta piuttosto di un simpatico soprannome per descrivere la personalità sorniona degli
abitanti! Cavalese invece, è il tempio degli sport invernali: sci, hockey su ghiaccio, pattinaggio di figura, ci si diverte a basse temperature. Ma anche durante l’estate, non mancano le proposte per ciclisti, appassionati di trekking e desiderosi di relax. Il borgo possiede un importante bagaglio artistico-culturale che si riflette nelle chiese come quella di San Vigilio o il Santuario della Madonna Addolorata di epoca cinquecentesca.
Agritur Malga Salanzada
È dalle passioni che prendono forma i progetti meglio riusciti. Ed è dall’unione di due passioni che è nato l’Agritur Malga Salanzada: quella di Renata, affascinata dal mondo del turismo sin dagli anni Ottanta, ai tempi in cui frequentava la scuola alberghiera di Tesero, e di Massimo, che dopo avere frequentato l’istituto agrario ha sempre avuto una predilezione per l’allevamento di mucche da latte. È così che da un alberghiero e da un agrario non poteva che essere creato un agriturismo, una malga autentica con uno spiccato amore per le tradizioni e per la buona cucina, un luogo accogliente e familiare che si trova a circa
mille metri d’altitudine, facilmente raggiungibile in auto o a piedi dai Masi di Cavalese. L’avventura è cominciata nel Duemila, quando Renata e Massimo hanno preso in gestione la malga. «Un completo salto nel vuoto» - ricordano - eravamo i primi gestori, tutto era ancora da inventare, ma la nostra voglia di fare ci ha fatto andare avanti e superare le difficoltà dei primi tempi. Sono passati vent’anni, ma ci sembra ieri. Per noi è stupendo rincontrare i clienti che abbiamo visto bambini e che ora ci presentano i loro figli, ne siamo felici perché significa che siamo stati capaci di lasciare loro un bel ricordo».
Oggi nella malga si è aggiunta una nuova generazione. A fianco di Renata ci sono, oltre a Massimo che si occupa dell’azienda agricola, la loro figlia Elena con il marito Claudio, che dietro ai fornelli danno forma all’essenza della malga stessa, una cucina fatta di tradizione e materie prime auto-prodotte o rigorosamente provenienti dal territorio, dalla carne salada al caprino di Cavalese o il salmerino della Tullia, dai tipici canederli alle tagliatelle, senza dimenticare il classico e gustosissimo abbinamento polenta, formaggio fuso e luganega. Ma un pasto alla malga non è completo senza un dolce fatto in casa: torta di grano saraceno ai mirtilli rossi, torta speziata al vino rosso con cannella, l’intramontabile strudel di
mele, anche nella variante con le pere, o con la pasta frolla di ricotta con albicocche, pesche o frutta di stagione: ce n’è davvero per tutti i gusti. Anche la merenda alla malga è un momento speciale, quando si sfornano i dolci caldi tipici come le fortaie, dette anche strauben, con marmellata di mirtilli rossi e, se siete molto golosi, anche con crema al cioccolato, oppure il kaiserschmarren, un’omelette speziata con mele e uvette, e ancora frittelle di mele da assaporare con i succhi di mele o d’uva della malga e il sambuco, una bevanda dissetante prodotta con i fiori primaverili, zucchero e limone.
Tra amici, in famiglia, con i bambini piccoli: tutti trovano alla Malga Salanzada il loro luogo ideale. Intanto perché è facile da raggiungere. Oltre che in auto, magari per preparare l’appetito in vista di un ottimo pranzo o di una merenda speciale, si può arrivare a piedi con diverse passeggiate. La più amata è quella che dalla cascata di Cavalese porta all’albero monumentale “el Pezo del Gazzolin” e da lì attraversa i verdi pascoli di Salanzada. Da metà giugno a metà settembre la malga è aperta tutti i giorni (tranne il martedì), mentre negli altri periodi nel fine settimana, compreso il venerdì. Ma in malga si possono trascorrere anche le festività, come il Natale o la Pasqua. Per i più piccoli, ma non solo, è anche possibile organizzare una visita all’azienda agricola per vedere gli animali da cortile e le mucche da latte che nei mesi primaverili si possono incontrare anche al pascolo, mentre a luglio e ad agosto si trasferiscono all’alpeggio alto in val Moena per produrre il latte che diventa un ottimo formaggio, il puzzone di malga.
Tesero, l’imbarazzo della scelta
Ultima tappa del nostro viaggio in Val di Fiemme è Tesero. Come Varena, una delle punte di diamante è la tradizione dei presepi. Durante l’estate, al contrario, i cortili del paese si popolano grazie alla rievocazione di antichi mestieri e tradizioni musicali. In realtà, l’artigianato artistico si rivela uno dei pilastri dell’economia locale: avete mai pensato di tornare a casa con un violino come
souvenir? In quanto alle attività con cui arricchire la propria vacanza, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta, dal maneggio alla palestra di roccia passando per il classico nordic walking e il minigolf. In inverno, regno dello sci di fondo è il Lago di Tesero. Cinquant’anni di storia, l’appuntamento più importante è ora quello del 2026 per le Olimpiadi di Milano-Cortina. Nel frattempo, perché non concedersi una sciata in notturna? Il cuore della Val di Fiemme brilla sotto le stelle.
Hotel Rio Bianco
Una storia avventurosa, insomma, di cui sono orgogliosi custodi gli attuali proprietari, Ivan, lo chef che sta dietro a tutte le creazioni della cucina, e Lara, maestra di sci sempre pronta a consigliare gli ospiti sulle attività da fare. Del resto non poteva essere altrimenti visto che questo edificio è stato il primo hotel della Val di Fiemme e, nel 1964, il primo del Trentino-Alto Adige a dotarsi di piscina. Un’ampia vasca dalla forma circolare immersa nel tranquillo giardino esterno e anche oggi punto d’orgoglio insieme al solarium con vista sulla catena del Lagorai. Amenity di valore
a cui si sono poi aggiunti il campo da tennis, le e-bike a noleggio, la piscina interna riscaldata, le docce emozionali, una sauna finlandese e accoglienti aree relax interne ed esterne. Insomma, un hotel che ha mantenuto l’atmosfera del passato ricercando sempre la modernità. Anche in cucina. Alla taverna in stile montano è stata infatti affiancata l’Aquila Nera, una steak house dai dettagli rock’n’vintage dove chi è incline alla sperimentazione culinaria può gustare, oltre alle tradizionali carni di cervo e manzo, quelle esotiche di zebra e canguro.
Ma credere in un progetto significa investire continuamente in esso, non smettere mai di migliorarlo e di stare al passo con i tempi. Quello in cui hanno creduto Ivan e Lara che, approfittando dei mesi di sospensione della scorsa primavera, hanno deciso di rendere il loro hotel ancora più speciale. Hanno così realizzato la palestra, uno spazio dotato di tapis roulant, cyclette e panche multifunzionali, e nuove suite superior plus e junior suite. Romantici
rifugi in stile montano – il legno è rigorosamente quello della Val di Fiemme - con terrazza e spa privata. Delle vere e proprie wellness suite di concezione moderna realizzate nell’ala dell’albergo che fino al 1948 era il teatro di Panchià. Un affresco dell’epoca con la scritta “El cameron” è l’unica testimonianza di questa antica funzione. Ancora una volta un punto di incontro tra la storia di questo hotel, quella del borgo e della sua gente.
Agritur Maso Pertica, un cuore verde in Val di Fiemme
Natura, ecosostenibilità e benessere. Tre le parole-chiave che raccontano il volto green dell’Agritur Maso Pertica, un luogo ameno dove rigenerarsi incorniciato dal paesaggio montano della Val di Fiemme. Vette innevate da una parte, incantevoli specchi d’acqua dall’altra. Un’anima completamente ecologica che rappresenta – non a caso – la filosofia di questo maso. Maso Pertica si trova a Castello di Fiemme (Trento) e nasce dalla romantica unione tra il legno e la pietra, una costruzione bioclimatica che fin dalle origini ha abbracciato appieno il rispetto per
l’ambiente. Lo dimostra il fatto che in struttura vengano utilizzate le energie rinnovabili come ad esempio quella solare, ma anche il recupero dell’acqua piovana, eccetera. Ecologici in mezzo al verde, ecco il mantra. Questa linea di pensiero si concretizza anche in altre scelte, il cibo ne è lo specchio. Tutto ciò che viene proposto da colazione a cena è a chilometro zero e arriva direttamente dall’azienda agricola del maso stesso, in alternativa da realtà trentine o comunque italiane.
Wellness a 360 gradi
Maso Pertica rappresenta la scelta ideale per chi sogni una vacanza all’insegna del relax. La location nel cuore della Val di Fiemme è un plus, ma come non cedere alle coccole del centro wellness? Magari dopo una lunga camminata o una faticosa pedalata, non c’è nulla di meglio che un meritato riposo in spa: acqua aromatizzata, il profumo del legno di cirmolo, le luci e i colori avvolgenti. E ancora una frizzante doccia scozzese per poi lasciarsi andare al piacere dell’idromassaggio. Ma il benessere, si sa, passa anche attraverso l’attività fisica.
Ogni stagione offre qualcosa cosicché durante tutto l’anno ci sia sempre un’ottima motivazione per visitare sia il borgo di Castello di Fiemme sia il maso. Dallo sci alle passeggiate, per arrivare alle gite in mountain bike, divertenti opportunità di svago adatte a grandi e piccini, da vivere da soli, in coppia o in famiglia. Le bellezze dolomitiche, il suo cielo terso e le atmosfere fiabesche sanno come non deludere anche i viaggiatori più esigenti.
Parola d’ordine,ospitalità
Chi sceglie di soggiornare al Maso Pertica viene accolto in una delle sette stanze ognuna caratterizzata da nomi di fiori e dettagli unici. I legni d’abete della Val di Fiemme permettono una completa immersione nello spirito alpino del luogo senza contare la vista sulle montagne di cui si può godere dal balcone. La Catena del Lagorai domina la scena, un quadro naturale da scoprire usufruendo dei servizi messi a disposizione dalla struttura e dell’attrezzatura necessaria per affrontare
i sentieri anche in caso di neve. La genuinità del maso si respira in tutto, dalle persone al pane caldo appena sfornato, passando per i suoni della natura come il cinguettio degli uccellini o il belato delle pecore. Semplicità in tavola, quella delle antiche ricette tramandate da generazioni, sapori che raccontano il territorio e la tradizione. Conservare il passato per un futuro migliore, un turismo responsabile che non dimentichi che del nostro pianeta siamo soltanto ospiti.