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Tesori veneti
Il Veneto è la regione italiana che conta più presenze turistiche. È una terra che con la sua ricca offerta turistica riesce a soddisfare anche le masse di visitatori più esigenti e raffinati. Alla moltitudine di paesaggi e sapori, cultura e storia, artigianato ed eventi, il Veneto accosta una straordinaria costellazione di tesori artistici, custoditi in vivaci città e in minuscoli borghi, nelle campagne, sul mare e tra i monti. Dalla laguna alle colline, dalle Prealpi alle Dolomiti, è un susseguirsi di preziose testimonianze, espressione della storia
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e della cultura che hanno sempre contraddistinto il Veneto. Tra le perle dell’arte e dell’architettura veneta ci sono le ville Palladiane Patrimonio Unesco, la Cappella degli Scrovegni, i tesori palladiani di Vicenza, la Verona romana, Possagno, terra del Canova, le città murate, poi Arquà Petrarca, ultima dimora del sommo poeta, Pieve di Cadore, terra di Tiziano, Marostica, con la sua piazza degli scacchi, Bassano del Grappa e il suo ponte degli alpini, e Venezia con il suo splendido Palazzo Ducale. Tutti tesori da scoprire.
Eleganti dimore
C’è tutta l’eleganza di questa regione ricca di arte, a tratti unica, nelle Ville Venete. Ognuna ha le sue particolarità, in tutte si scopre qualcosa di nuovo, in ognuna si respira la storia. Dalle grandi, da sembrare delle piccole regge, alle più piccole, comunque ricche di fascino, si trae tanto di quello che era e che è ancora il Veneto. Sparse nelle varie province della regione danno lustro al paesaggio, accendono con il loro candore alture e pianure, talvolta appoggiate a corsi d’acqua o semplicemente immerse nelle campagne.
Da Villa Badoer detta la Badoera di Fratta Polesine, in provincia di Rovigo, alla sontuosa Villa Pisani di Stra, nelle terre veneziane, da Villa Almerico, Capra, Valmarana a Vicenza, a Villa Barbaro di Maser nel trevisano, da Villa Foscari “La Malcontenta” a Malcontenta di Mira nella pianura veneziana, a Villa Godi, Malinverni a Lugo di Vicenza, solo per citarne alcune, è un susseguirsi di tesori e suggestioni, arte e bellezza.
Suggestioni giottesche
Fu Enrico Scrovegni, in suffragio dell’anima del padre, noto usuraio ricordato da Dante nella “Divina Commedia”, a far erigere tra il 1303 e il 1305, al fianco del palazzo della potente famiglia di mercanti e banchieri, quello che è uno dei simboli più preziosi e sicuramente più famosi di Padova, la Cappella degli Scrovegni. Affrescata da Giotto con un ciclo di 38 episodi, è di straordinaria importanza per l’innovati-
vo realismo introdotto dal genio toscano nell’arte figurativa dell’epoca. Episodi che vanno dalla “Cacciata di Gioacchino dal tempio” alla “Natività di Maria”, dall’ “Annunciazione” alla “Visitazione”, dalla “Natività” alla “Presentazione di Gesù al tempio”, dal “Battesimo di Gesù” alla “Risurrezione di Lazzaro”, dalla “Crocifissione” alla “Risurrezione”. Un viaggio alla scoperta delle tecniche pittoriche di Giotto, come quella a olio oppure quella del marmorino per la decorazione, un viaggio alla scoperta di uno dei più grandi artisti della nostra storia.
Gioielli palladiani
Importante centro commerciale, industriale e agricolo, Vicenza fu, in epoca longobarda, importante sede di un ducato e in epoca franca di una contea. Occupata poi dai padovani e successivamente dai veronesi passò, nel 1404, sotto Venezia, seguendo le sorti della Serenissima fino al 1797. È piazza dei Signori il cuore pulsante della città sulla quale si affacciano alcune delle opere di maggiore interesse tra cui la Basilica, o Palazzo della Ragione, realizzata parzialmente da Domenico da Venezia nella prima metà del Quattrocento e nel 1549 rivestita da
una loggia a due piani secondo il progetto del Palladio. Andrea Palladio, importante architetto italiano del Rinascimento, proprio a Vicenza regalò alcune delle sue opere più grandiose e apprezzate tra cui La Loggia del Capitaniato, lo splendido Teatro Olimpico, ultima opera del Palladio, e Palazzo Chiericati, una delle più prestigiose costruzioni dell’architetto, che ospita oggi la Pinacoteca Civica di Vicenza. Da non perdere, per chi ama fare acquisti, una passeggiata nel cuore della città, percorrendo i settecento metri dell’importante arteria cittadina, corso Palladio.
Verona antica
Situata al centro di una rete viaria composta dalle vie Claudia e Augusta, Gallica e Postumia, Verona fu, in epoca romana, una città di grande importanza. La città è, ancora oggi, disseminata di resti del suo passato romano. Un anfiteatro, un arco trionfale, un teatro, un ponte e due porte, poi mosaici sotterranei, mura, lastricati di strade la rendono la città italiana, dopo Roma, più ricca di reperti romani visibili. Al massimo monumento della Verona romana, l’Arena, risalente al I secolo d.C. e utilizzato per le lotte dei gladiatori, oggi utilizzata per concerti e
rappresentazioni operistiche, si uniscono, tra gli altri, l’Arco dei Gavi, arco celebrativo di un’importante famiglia romana, Porta Borsari, il teatro, con gradinate, archi e resti della scena, del I secolo a.C., il Museo Archeologico, ospitato in un antico monastero in posizione panoramica sulla collina della città, Porta Leoni dalla doppia facciata, repubblicana e imperiale, e Piazza delle Erbe, quella che un tempo era l’antico foro, che conserva ancora parte della forma che aveva in epoca romana.
L’arte del Canova
Possagno deve la sua notorietà all’illustre artista neoclassico Antonio Canova. Nato nel borgo trevigiano nel 1757, lo scultore e pittore è ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo. Canova svolse il suo apprendistato a Venezia per trasferirsi poi nel 1779 a Roma dove visse per il resto della sua vita. A Possagno è possibile visitare la sua Casa Natale, edificio di fine Settecento che conserva mobili originari, documenti, strumenti dell’artista e splendide
tempere di soggetto mitologico alle quali si uniscono marmi antichi ai quali lo scultore si è ispirato nelle sue opere. Nei pressi della casa si trovano la Gipsoteca Canoviana, dove è possibile vedere tutti i modelli in gesso delle opere canoviane, e il Tempio Canoviano, elegante creazione dello scultore, realizzato in marmo bianco. All’interno del Tempio, “La Pietà” in bronzo del Canova e dipinti di Luca Giordano, Palma il Giovane e Alessandro Bonvicino detto il Moretto.
Antiche mura
Sono tante le città murate del Veneto. Ognuna con la sua storia, le sue particolarità. Da Asolo a Bardolino, da Cittadella a Este, da Feltre a Lazise, da Marostica a Malcesine, da Montagnana a Soave, da Vittorio Veneto a Villafranca di Verona, solo per citarne alcune, è un susseguirsi di centri incantevoli circondati dalle mura. Luoghi dove si respira la storia, angoli dove cultura e paesaggio si mescolano all’opera dell’uomo. Un salto nel passato in centri che si raccontano attraverso torri e merli, fossati e portali. Scrigni pieni di tesori architettonici, dove scoprire musei e palazzi nobiliari, chiese e pievi.
Tanti itinerari portano alla scoperta delle città murate del Veneto, una costellazione di meraviglie sparse in tutta la regione, da nord a sud, da est a ovest, tra il lago di Garda e la pianura, le Prealpi e il mare. Difficile stilare una classifica tra centri più o meno piccoli e le grandi città, anch’esse murate; le mura sembrano avvolgere indistintamente tutti i più bei centri della regione, quelli grandi e più famosi ma anche quelli minori. Ognuno regala emozioni e suggestioni, essenza autentica di questa terra ricca di suggestioni.
Itinerari petrarcheschi
I resti di un villaggio palafitticolo sono testimonianza di un insediamento dell’età del Bronzo. Nel V secolo venne incendiata da Attila e nel 985 divenne feudo degli Estensi che nel 1040 la cedettero a Rodolfo di Normandia, per divenire, nel XII secolo, feudo dei conti di Abano. Nel 1369 vi fissò la propria residenza Francesco Petrarca. Dal 1868 il paese assunse, in onore del poeta, il suo nome. Arquà Petrarca è uno dei borghi gioiello del Veneto; sulla piazzetta si affacciano
palazzetti quattrocenteschi e la seicentesca Chiesa di Santa Maria. Dietro la chiesa si trova il Sepolcro del Petrarca, realizzato nel 1380 in marmo rosso, al quale, nel 1547, fu aggiunto il busto. Poco lontano dalla casa del poeta vi è l’Oratorio della Trinità al quale si affianca la Loggia dei Vicari. La Casa del Petrarca, eretta nel 1370 e abitata dallo stesso fino alla morte, conserva all’interno affreschi, la biblioteca e le memorie del poeta.
Arte a Pieve di Cadore
È il capoluogo storico del Cadore, incantevole zona geografica del Veneto ricca di gruppi montuosi facenti parte delle Dolomiti Bellunesi. Sorge a poco meno di novecento metri d’altitudine a ridosso di un promontorio collinoso sulla sponda destra del Piave. Per secoli legata alla Magnifica Comunità di Cadore, antica istituzione rappresentativa della comunità dell’intera zona del Cadore, Pieve di Cadore presenta tante importanti emergenze architettoniche
da vedere. Dal quattro-cinquecentesco palazzo della Magnifica Comunità di Cadore, antico organismo di governo, oggi con compiti di salvaguardia culturale e linguistica, nella quale si trova il Museo Archeologico, alla parrocchiale di Santa Maria Nascente, nella quale si trova una Madonna con Bambino di Tiziano e altre opere di familiari tra cui un’“Ultima Cena”. Terra natale del pittore Tiziano Vecellio, ospita la casa natia del maestro, che custodisce un camino e arredi d’epoca.
Tra torri e alfieri
S’inerpica sulle pendici del colle Pausolino. Quando ci si avvicina si vede emergere dalla pianura la sua cinta muraria. Antico dominio scaligero, Marostica è famosa per la partita a scacchi disputata negli anni pari da personaggi in costume che, si dice, rievochi la sfida al tavoliere che qui si svolse nel 1454 per mano della Lionora, figlia del podestà veneziano. È sulla bella piazza porticata che si apre la città al cui centro è disegnata la scacchiera. Due sono i castelli di Marostica, l’Inferiore e il Superiore. Quello Inferiore
fu sede del podestà e ospita al piano nobile il museo dei costumi della tradizionale partita a scacchi. Quello Superiore è invece un ottimo punto panoramico sulla pianura. Parti integranti della cinta muraria trecentesca di Marostica sono porta Breganzina a ovest e porta Bassanese a est. Da non perdere la chiesa di Sant’Antonio Abate, che custodisce nell’abside una pala di Jacopo e Francesco Bassano con la “Predicazione di San Paolo ai greci” del 1574.
Penne nere
Bassano del Grappa è uno dei centri medievali più belli della regione, tra vie strette, piazzette e interessanti palazzi rinascimentali. Il cuore del centro storico è costituito da Piazza della Libertà sulla quale si affaccia la chiesa di San Giovanni Battista. Nei pressi della chiesa sorge il complesso di quella che un tempo era Casa Remondini, per due secoli la più grande tipografia d’Italia. Da vedere il Museo Civico, ospitato nel convento della Chiesa di San Francesco. Sempre su Piazza della Libertà si affaccia il quattrocentesco Palazzo del Municipio.
Tra gli altri musei da non perdere in città vi sono il Museo della Ceramica, che espone preziose collezioni di ceramiche bassanesi dal Medioevo all’epoca contemporanea, e il Museo della Grappa, che illustra la storia della distillazione dagli Egizi al Seicento, oltre a consentire delle degustazioni. Vero simbolo di Bassano è il celebre Ponte Coperto in legno, nei pressi del quale si trova il Museo del Ponte degli Alpini, che illustra la storia degli alpini impegnati nella Prima Guerra Mondiale.
Eccellenza ducale
Delle tante meraviglie di Venezia il Palazzo Ducale è sicuramente una delle più scenografiche, di quelle che, quando il turista se ne trova al cospetto, lasciano senza fiato. Simbolo del governo della Repubblica di Venezia e massima espressione dell’architettura gotica veneziana, fu fondato come castello nel secolo IX, per poi essere radicalmente trasformato tra il 1172 e il 1178, divenendo, oltre che residenza dogale, sede delle principali istituzioni della Repubblica. Poi, tra il Trecento e il Cinquecento, fu oggetto di continui ampliamenti e arricchimenti.
Imperdibile una visita per chi giunga a Venezia, per ammirarne gli incantevoli esterni e lo sfarzo e la ricchezza degli interni. Dal cortile, che è un’autentica piazza, al primo piano nobile, con, tra gli altri, l’appartamento privato del Doge, la Scala dei Censori, la Sala degli Scudieri, quella delle Mappe e quella degli Stucchi, al secondo piano nobile, con la Sala del Senato, quella del Collegio e quella del Consiglio dei Dieci, solo per citarne alcune, è un susseguirsi di preziosi gioielli d’arte e ambienti raffinati ed eleganti.