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Eterno, moderno Lazio

Dimentichiamo Roma, in queste pagine. Troppo bella, troppo famosa, troppo tutto per non offuscare le altre meraviglie di una regione che merita di essere visitata anche a prescindere dalla capitale: laghi, parchi, coste e isole sorprendenti, borghi medievali, preziosi scavi archeologici, centri termali... E poi, nel Lazio si mangia e si beve “strabene”, tra specialità celeberrime e vini che hanno ispirato stornelli popolari ma che sanno farsi apprezzare anche dagli intenditori. Prendiamo ad esempio l’Est! Est!! Est!!! No, non è un errore: è un vino bianco e si chiama proprio così. Leggenda vuole che nel 1111,

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un vescovo al seguito dell’imperatore Enrico V, mandasse in avanscoperta il suo coppiere affinché cercasse i vini migliori. Il segnale concordato era la scritta “Est!”, ovvero “c’è” in latino, che il garzone avrebbe dovuto vergare sulle porte delle locande che servivano quelli più buoni. Arrivato a Montefiascone (Viterbo) e assaggiato il vino locale, il servo ne rimase così entusiasta da ripetere per ben tre volte il segnale: da qui il nome del celebre bianco, insignito da qualche anno della Doc. E se passate da Viterbo, non perdetevi il quartiere medievale di San Pellegrino e il palazzo Papale: ne vale la pena.

Passato e futuro

Ma il Lazio non è solo un serbatoio di tradizioni, è anche un laboratorio di innovazioni: ad esempio, restando in provincia di Viterbo, a Civita Castellana, la ceramica, la cui produzione locale ha origini antichissime, ha dato vita a un importante distretto produttivo: qui si concentra infatti buona parte della produzione di sanitari per il bagno e la cucina, con decine di aziende all’avanguardia dal punto di vista sia produttivo sia di attenzione all’ambiente. Anche Rieti riserva sorprese: oltre a meritare una visita per ammirare il centro storico con la chiesa di San Domenico (che accoglie uno degli organi più grandi del mondo)

e per percorrere i tunnel della Rieti sotterranea (che consente di osservare un monumentale viadotto romano del III a.C.), la zona del reatino è considerata un paradiso del volo silenzioso con alianti, grazie alle correnti calde ascensionali della piana reatina che, soprattutto tra dicembre e marzo, permettono di percorrere lunghe tratte. E chi preferisce elevare lo spirito ma tenere il corpo a terra, può sempre consolarsi con un trekking, da svolgere lungo il fiume Velino, sulle orme di S. Francesco, tra il Santuario di Poggio Bustone, quello di Fonte Colombo e Santa Maria della Foresta in cui avvenne il miracolo della vigna.

Quei buongustai degli Etruschi

Torniamo ora a una sfiziosa curiosità: forse non tutti sanno che la tradizione di svuotare un maiale, disossarlo, condirlo con sale, spezie ed erbe aromatiche, cucinarlo infilzato su uno spiedo, risale addirittura agli Etruschi: secondo alcuni studiosi furono proprio gli antichi abitanti dell’Etruria, l’antica regione compresa tra Arno e Tevere, a inaugurare quest’abitudine che, con poche varianti, è giunta fino a noi e che ad Ariccia (Roma), trova la sua apoteosi, con tanto di marchio Igp a tutela della sua genuinità e peculiarità. Il successo della porchetta di Ariccia in Italia

e nel mondo dimostra quanto la semplicità sia sempre vincente e che lo street food in realtà lo abbiamo inventato noi! Ma il Lazio è patria di altri cavalli di battaglia della cucina nazionale, ad esempio qui si produce il guanciale, elemento base per la preparazione della pasta alla gricia, alla carbonara e all’amatriciana, il cui nome deriva dalla cittadina di Amatrice (devastata purtroppo, soprattutto nella parte antica, dal terremoto del 2016). E sopra la pasta, cosa ci va? Ma naturalmente un’abbondante spolverata del saporitissimo Pecorino Romano Dop!

Più formaggio per tutti

Senza nulla togliere al glorioso Parmigiano Reggiano, al Grana Padano e a tutti gli altri eccezionali formaggi da grattugia italiani, il Pecorino Romano si distingue per il gusto aromatico, leggermente piccante e sapido, perfetto complemento di primi dai sapori robusti e ottimo formaggio da tavola, soprattutto nelle varianti meno stagionate. Il pecorino ha origini remote, la sua facilità di trasporto e conservazione lo resero alimento fondamentale nelle società contadine del centro Italia e della Sardegna dove si diffuse ampiamente e tuttora viene

prodotto con diverse stagionature e tipologie. La fama di questo formaggio ha messo in ombra altri formaggi che fortunatamente sono tornati alla ribalta negli ultimi anni grazie alle loro peculiari proprietà organolettiche: tra questi il Conciato di San Vittore, di latte di pecora a breve stagionatura aromatizzato da 15 erbe, o la Ciambella di Morolo un formaggio dalla forma inconfondibile a pasta filata che si consuma fresco, subito dopo l’affumicatura con legno di faggio e pioppo, entrambi prodotti in provincia di Frosinone.

Le ciocie, la stramma e le sedie di paglia, ultimo trend

E già che siamo a Frosinone, perché non visitare la Ciociaria e i suoi borghi, da Alatri, caratterizzata dalle formidabili mura ciclopiche che racchiudono l’acropoli col solitario duomo, ad Anagni col celebre Palazzo dei Papi, ma anche Fiuggi con le sue terme e il vicino Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, dove boschi, praterie, montagne e vallate si alternano in panorami di grande bellezza. Ma prima di lasciarci, ancora una domanda: come mai questa zona si chiama Ciociaria? Il motivo è semplice: il nome deriva infatti dalle tipiche calzature a forma di barchetta, le ciocie, che ad Arpino vengono realizzate tuttora. In

tutto il Lazio l’artigianato porta con sé non solo retaggi arcaici ma anche storie suggestive, come quella degli strammari, cioè coloro che raccoglievano e commerciavano la stramma, ovvero la fibra necessaria a realizzare le sedie, i fiaschi e le gerle. Il percorso che oggi congiunge Cori con Norma, salendo lungo il fianco del Monte Arrestino, tra ampi panorami che spaziano sulla Pianura Pontina fino al Tirreno, è stato chiamato Strada degli Strammari proprio in ricordo di questo antico mestiere. La tradizione delle sedie impagliate è oggi in ripresa grazie all’uso vintage di queste sedie in molti arredi contemporanei e di design.

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