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Benvenuti a casa...della Piemontese
l Cuneese, tra il Tanaro e il Po, racchiude l’orgoglio del Piemonte e ne fa arte. Il suo paesaggio è tutto da scoprire e riunisce cultura, gastronomia e bellezze naturali grazie a un clima che, influenzato dal vicino mar Ligure, determina la straordinaria biodiversità del territorio. Questa è la terra del Barolo, del tartufo bianco, della pregiata carne dei bovini di razza Piemontese
di Marina Caccialanza
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Visitando la zona, tappa obbligata è Carrù, dove uno dei luoghi più emblematici è certamente la Casa della Piemontese, una vera scoperta. Testimone del legame con la storia del territorio, narra al visitatore quelli che sono i concetti ni dell’esistenza del luogo e le sue peculiarità. Perché la Casa della Piemontese è un vero e proprio museo dell’allevamento.
“Nella sede dell’Associazione – racconta Quaglino – adiacente alla Casa della Piemontese, svolgiamo un’attività di tipo prevalentemente tecnico glino: “Il cuore pulsante delle 4.200 imprese e famiglie che allevano i bovini di razza Piemontese e testimonia la lungimiranza delle nostre genti, il percorso scientifico, la capacità di tramandare la cultura dell’allevamento elevandolo e tutelandolo nelle sue specificità”.
L’edificio è stato inaugurato 13 anni fa allo scopo di realizzare un luogo dove i visitatori non tecnici, semplici cittadini interessati, potessero vede re e conoscere le attività dell’Associazione: che siano studenti delle scuole agrarie o pensionati, di volta in volta, essi vengono guidati dai tecnici dell’Anaborabi alla scoperta della storia e dell’evoluzione dell’allevamento dei bovini di razza Piemontese, lungo un percorso affascinante e ricco di testimonianze.
La prima sala, allestita per accogliere i visitatori, offre una panoramica dell’allevamento bovino in generale
La sala che accoglie i visitatori offre una panoramica sulle razze bovine italiane presenti sul territorio fino al 1934 base dell’economia agricola della regione di cui l’allevamento bovino rappresenta maestria ed eccellenza. La carne bovina è immancabile nella cultura culinaria del Piemonte e del cuneese in particolare, e la razza Piemontese è famosa e apprezzata per le sue peculiarità.
Andrea Quaglino, direttore di Anaborabi - l’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese – spiega, passeggiando tra le sale di questa “casa” affascinante, le ragio- basata sulla selezione e sul miglioramento genetico della razza Piemontese. Sono presenti nei nostri spazi 200 maschi di razza Piemontese tra i quali, ogni anno, scegliamo 25/30 tori da destinare alla riproduzione per inseminazione artificiale. In pratica 250.000 dosi di seme congelato all’anno: 200.000 vengono utilizzate in Italia, 50.000 esportate all’estero”. Situata accanto alle stalle e al centro direzionale di ricerca, la Casa della Piemontese è, spiega Andrea Qua-
All’ultimo piano dell’edificio, in un’ampia sala destinata alle degustazioni, i manifesti storici che illustrano momenti importanti con una illuminante cartina murale – risalente al 1934 - che illustra la diffusione delle razze bovine in Italia fino a quell’epoca con modellini provenienti da Torino e appartenenti al Ministero della Zootecnia che li ha concessi in comodato d’uso alla Casa della Piemontese.
Interessante notare, per esempio, come in Lombardia ed Emilia la razza più diffusa fosse la Bruna Alpina mentre oggi lo sia la Pezzata Bianco Nera Frisona, all’epoca appena introdotta. Infatti, molte razze oggi sono considerate in via di estinzione. La Piemontese ha mantenuto il suo ruolo e il suo areale tipico.
Dal piano terra dell’edificio dove è possibile ammirare la ricostruzione delle stalle e dove alcuni momenti simbolici della storia dell’allevamento sono riprodotti con filmati e testimonianze fotografiche, lentamente, lungo la scala, si accede al piano superiore attraverso un percorso multimediale che racconta l’evoluzione delle tecniche di allevamento, il mondo degli allevatori di ieri e di oggi, momenti della vita contadina e caratteristiche della razza Piemontese.
Un viaggio attraverso l’evoluzione dell’allevamento dove si possono ammirare strumenti, manifesti storici, installazioni, come l’enorme quadro che campeggia in cima alle scale e che descrive l’utilità e l’utilizzo dell’intera bestia.
Non solo carne ma pellame, cartilagini, ossa, per dimostrare che ogni parte serve all’uomo e tutto merita rispetto e considerazione
Strumenti risalenti all’ottocento e agli anni settanta del secolo scorso a supporto delle attività dell’allevatore