N.4 APRILE 2014
MENSILE DI GESTIONE, PULIZIA, DISINFESTAZIONE TERZA PAGINA infezioni ospedaliere cam capitolato tecnico
GESTIONE direttive appalti best practice seminario sul dec
SCENARI forum innovazione giornata lavaggio mani exposanità
TECNOLOGIE
prevenzione infezioni
www.gsanews.it
SOMMARIO ATTUALITÀ AFFARI E CARRIERE ANNO XVIII NUMERO 4
carnet ORIZZONTI
7 55 56 58
I N S ER TO TERZA PAGINA
21 24 26
Igiene e infezioni ospedaliere: una relazione quantitativa [di Giorgio Vittadini, Gianmaria Martini] Pulizie ospedaliere, partono i lavori per i CAM [di Antonio Bagnati] Riflessioni e aggiornamenti sul Capitolato tecnico servizi di pulizia e sanificazione [di Gianfranco Finzi, Ugo Luigi Aparo, Gianni De Togni, Silvia Cugini]
GESTIONE
30
Le nuove Direttive in materia di contratti pubblici l’ulteriore sfida per un’Italia sempre più europea [di Martina Alò, Matteo Valente]
34 36
Nuove frontiere tecnologiche nel trasporto intraospedaliero [di Simone Finotti] Appalti pubblici: il Direttore dell’esecuzione contratti (DEC) tra compiti e responsabilità [di Umberto Marchi]
GSA il giornale dei servizi ambientali è un mensile inviato tutti i numeri agli abbonati e ai rivenditori del settore. Con sei numeri all’anno raggiunge imprese di pulizia e disinfestazione (gennaio-marzo maggio-giugno-agosto-novembre), con due numeri hotel e società di catering (febbraio-ottobre), aziende sanitarie e comunità (aprile-settembre), industria e grande distribuzione (luglio-dicembre). Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica Per il periodo 1/1/2013-31/12/2013 Periodicità: MENSILE • Tiratura media: 5.583 • Diffusione media: 5.438 Certificato CSST n. 2013-2419 del 25/02/14 • Società di Revisione: FAUSTO VITTUCCI “Ai sensi dell’articolo 2 comma 2 del Codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, si rende nota l’esistenza di una banca-dati personali di uso redazionale presso la sede di Via Alfonso Corti, 28 - Milano. Gli interessati potranno rivolgersi al responsabile del trattamento dei dati sig.ra Barbara Amoruso presso la sede di Milano, Via Alfonso Corti, 28 per esercitare i diritti previsti dal D. Lgs 196/2003”
40 44 48
Un forum per riflettere sull’innovazione in sanità [di Simone Finotti] L’igiene delle mani… può salvare le vite! [di Giuseppe Fusto] Exposanità 2014, protagonista la terza età! [dalla redazione]
TECNOLOGIE
50
Sorveglianza e prevenzione delle infezioni da Clostridium difficile nell’Azienda Sanitaria di Firenze [di Anna Poli]
C O L O P H O N
SCENARI
Direzione, Amministrazione, Redazione e Pubblicità: EDICOM srl Sede legale: Via Zavanasco, 2 20084 Lacchiarella (MI) Sede operativa: Via Alfonso Corti, 28 20133 Milano Tel 02/70633694 - 70602106 Fax 02/70633429 info@gsanews.it - www.gsanews.it Direttore Responsabile: GIOVANNA SERRANÓ Redazione: CHIARA BUCCI, simone finotti, ANTONIA RISI Segreteria: barbara amoruso Diffusione: GIOVANNI MASTRAPASQUA Sviluppo e pubblicità: GIANCARLO GIAMBELLI, andrea lucotti, MARCO VESCHETTI
© Copyright EDICOM srl - Milano
Progetto grafico: AFIDAMP COMUNICAZIONE Composizione, grafica e impaginazione: STUDIO GOMEZ Copia 2,58 Euro Fotolito e stampa: STUDIO GOMEZ VELAWEB - BINASCO (MI) Autorizzazione del Tribunale di Milano n° 633 del 19/10/1996. La pubblicità non supera il 50% del numero delle pagine di ciascun fascicolo della rivista. La Casa editrice declina ogni responsabilità per possibili errori ed omissioni, nonché per eventuali danni risultanti dall’uso dell’informazione contenuta nella rivista. Le opinioni espresse dagli autori negli articoli non impegnano la direzione della rivista. Parimenti la responsabilità del contenuto dei redazionali e dei messaggi pubblicitari è dei singoli. issn 1973-5324 Abbonamenti: Italia annuo Euro 70 Europa e paesi extra europei Euro 130 c.c.p. 38498200
ATTUALITÀ
RCM ECO3SANITIZING: il sistema ad ozono per la sanificazione professionale dei pavimenti Nessun residuo nell’ambiente, zero tempi di attesa
Nello sviluppo delle conoscenze sulle tecniche di pulizia previsto nel programma RCM CLEANING SOLUTIONS, RCM ha messo a punto un sistema che rende più efficace, sicura e performante la sanificazione in ambiente strettamente sanitario o dovunque sia necessario limitare fortemente la carica batterica dei pavimenti.
Alla grande efficacia sanificante si somma poi un altro vantaggio: non lascia alcun residuo nell’ambiente. Lo si usa dopo avere lavato le superfici, evitando così l’applicazione di soluzioni disinfettanti che prevedono un tempo di contatto (almeno 10– 15 minuti) ed un successivo risciacquo. Nel caso della pulizia di pavimenti con lavasciuga, fino ad ora, si è proceduto con l’immissione di ozono nell’acqua del serbatoio soluzione. Questa operazione comporta però tempi piuttosto lunghi (15/30 minuti) e una dispersione dell’efficacia igienizzante. Con il sistema Rcm Eco3sanitizing, l’arricchimento dell’acqua con ozono è capace di abbattere il 97 % della carica batterica (certificato dal dipartimento SpinOff dell’Università di Padova). Questo processo avviene durante il normale funzionamento della macchina, azzerando completamente i tempi di attesa.
Il sistema
Ed ecco i vantaggi
Il sistema Eco3sanitizing è applicabile sulle lavasciuga RCM MEGA I S e MEGA II: macchine compatte, facili da usare, ideali per ospedali, case di cura, grande distribuzione, industrie farmaceutiche ed alimentari. L’ozono è un gas instabile composto da tre atomi di ossigeno con un alto potere ossidante e sterilizzante capace di inattivare batteri, funghi, muffe, virus ed eliminare di conseguenza anche i cattivi odori. Esercita anche un’attività disinfestante che può ridurre la contaminazione da insetti. L’uso dell’ozono nei processi di sanificazione e deodorazione degli ambienti è una pratica comune che viene adottata in vari settori: ospedaliero, alimentare, scolastico, sportivo, Horeca, alberghiero, nautico, rimessaggio auto e caravan con la sua applicazione attraverso tecniche più o meno consolidate.
Il sistema Eco3sanitizing applicato sulle lavasciuga RCM, quindi, permette di ottenere numerosi vantaggi: Abbatte la carica batterica: Efficacia testata con abbattimento di oltre il 97%. Riduce l’uso del detergente: Riduzione parziale o totale di detergenti chimici sostituiti dall’alto potere ossidante ed inattivante dell’ozono. Economico: Riduzione dei costi di acquisto e gestione dei prodotti chimici. Costi di produzione ozono inesistenti. Ecologico: Impatto ambientale nullo grazie alla capacità dell’ozono di non rilasciare residui. Minimo impatto ambientale utilizzando OZONO in forma combinata con detergenti in ridotte contrazioni. Pronto all’uso: Grazie al sistema in-line, Eco3sanitizing genera acqua ozonizzata immediatamente
7 APRILE 2014
all’attivazione del comando spazzole combinato all’avanzamento, risultando pronta all’uso. Sicuro: Eco3sanitizing genera ozono stabilizzato e controllato, rendendo sicuro l’utilizzo da parte dell’operatore e riduce i rischi di manipolazione delle sostanze chimiche. [www.rcm.it]
ATTUALITÀ
Il “caso Markas”: dalle logiche dei tagli ad una strategia di rilancio tazione trova altresì fondamento nella “Teoria degli scambi” secondo la quale, quando un datore di lavoro si impegna ad offrire ai propri collaboratori delle condizioni di lavoro favorevoli, questo provocherà in loro un aumentato senso di attaccamento e senso del dovere nei confronti dell’organizzazione, portando ad una maggiore qualità del servizio. Passando dalla teoria alla realtà, anche oggi, nonostante la crisi senza precedenti, si possono trovare casi di aziende che hanno deciso di puntare sui propri collaboratori, riuscendo così a migliorare la qualità dei servizi ed ottenendo così un vantaggio competitivo sul mercato.
8 APRILE 2014
Markas, a great place to work Keynes, il padre della moderna macroeconomia, affermò: “La spesa di qualcuno è sempre il reddito di qualcun altro”. Ogniqualvolta che un governo decide di tagliare la sua spesa, il mattino successivo qualcuno si sveglia scoprendo che è stato licenziato o che il suo reddito è stato decurtato. Un circolo vizioso, in quanto quest’ultimo sarà costretto a sua volta a tagliare la sua spesa.
insostenibili e, nei casi più estremi, tagli al personale. E questo, in un settore dove il fattore umano è la chiave per garantire la qualità dei servizi. Gli studi legati alla qualità dei servizi confermano che l’insoddisfazione del collaboratore influenza in maniera determinante la qualità erogata dei servizi ed ha, di conseguenza, un impatto negativo sulla soddisfazione degli utenti finali.
I tagli della “spending review”…
… e sulla qualità del servizio
Partiamo da questa celebre osservazione per affrontare un tema attuale come la spending review. Questo provvedimento, entrato in vigore a luglio del 2012, ha imposto agli enti pubblici una rideterminazione degli importi e delle prestazioni previsti nei singoli contratti di fornitura di servizi, al fine di ridurre la spesa fino al 10%. Una decisione che può sembrare virtuosa ma che può avere conseguenze estremamente nocive, soprattutto quando i tagli vanno ad incidere su servizi di interesse comune.
Si deduce quindi che aumentare il benessere e la soddisfazione dei lavoratori va a beneficio delle aziende sanitarie che vogliono migliorare la qualità del servizio, nonché la soddisfazione dell’utente finale. Possiamo dare uno sguardo più approfondito alla letteratura scientifica che analizza le relazioni tra soddisfazione del personale e qualità del servizio per trovare altri interessanti spunti.
… ricadono sugli operatori…
Ma che cos’è la soddisfazione del lavoratore? Gibbson la definisce “Un legame emotivo intenso che il collaboratore sviluppa nei confronti della sua organizzazione, che lo spinge a dare il massimo nel suo lavoro”. Questo significa che un collaboratore motivato e soddisfatto rende molto di più sul lavoro poiché si identifica con l’azienda. Questa argomen-
Basti pensare al settore dei servizi ospedalieri, dove tutto il peso della spending review è ricaduto sulle spalle delle fasce più deboli: i lavoratori. La riduzione della spesa e delle prestazioni ha avuto un effetto diretto sulle ore di lavoro e sui redditi dei lavoratori con tagli agli stipendi, ritmi di lavoro
Soddisfazione del lavoratore = qualità del servizio
Markas, azienda tra i leader nei servizi ospedalieri, fa sicuramente parte di questo tipo di aziende. L’impresa offre da quasi 30 anni i più alti standard di qualità, senza aver mai trascurato il benessere e la soddisfazione dei suoi oltre 6.500 collaboratori. Nonostante il periodo critico che sta attraversando il settore, guidato da logiche del massimo ribasso, Markas ha infatti deciso di indagare lo stato di soddisfazione dei propri collaboratori. Una scelta coraggiosa, in tempi come questi. Per analizzare le opinioni dei collaboratori, l’azienda si è affidata al prestigioso istituto Great Place to Work, il quale certifica ogni anno i migliori datori di lavoro in Italia e nel mondo. I risultati che sono emersi sono sorprendenti: l’85% dei collaboratori ha definito Markas un eccellente datore di lavoro; il 90% ha dichiarato di essere orgoglioso di lavorare per l’azienda; l’83% ha inoltre affermato che i responsabili agiscono in modo onesto ed etico. Queste eccellenti valutazioni hanno permesso all’azienda di entrare nella lista dei migliori datori di lavoro “Best Workplace Italia 2014” di Great Place to Work, assieme a realtà come Microsoft, Tetra Pak, FedEx e MediaMarket. Insomma: anche in tempi di crisi, i collaboratori premiano con impegno, fiducia e lealtà le aziende che operano con correttezza e trasparenza. [www.markas.it]
ATTUALITÀ
Le lavasciuga pavimenti Genie di Fimap impiegate in 7 residenze IPAB a Vicenza “Non potevamo fare scelta migliore”
I centri di servizio IPAB (Istituto Pubblico di Beneficenza e Assistenza) di Vicenza si occupano di fornire assistenza principalmente a persone non autosufficienti. In strutture come questa, le attività di pulizia e sanificazione richiedono l’impiego di attrezzature che possano garantire elevati standard di igiene e che non interferiscano con le abituali mansioni che vengono svolte all’interno della struttura. Per non disturbare i degenti vengono spesso preferiti metodi di pulizia manuali, che tuttavia non sempre sono in grado di soddisfare le attese, nei tempi sperati.
Fimap… risolve L’istituzione gestisce diverse sedi nella città di Vicenza, che includono sia centri di attività diurne che edifici a carattere residenziale. Considerate le caratteristiche del luogo e le esigenze espresse dal coordinatore servizi generali delle residenze IPAB Guido Calderaro, la ditta Pulixenter di cui è contitolare Luca Bagnara, ha proposto il modello di lavasciuga pavimenti per operatore a terra Genie di Fimap. “La richiesta espressa era di un modello di lavasciuga pavimenti in grado di effettuare pulizie di fondo settimanali su diverse tipologie di superfici: legno, linoleum e piastrelle in gres porcellanato assai poroso” spiega Luca Bagnara “Inoltre gli spazi considerati comprendevano stretti corridoi, uffici, sale da pranzo, oltre alle stanze dei degenti, dove è necessario riuscire a pulire aggirando i vari ingombri di mobili, armadi e letti. Genie è stata la scelta più naturale”.
Guido Calderaro esprime la propria soddisfazione: “Abbiamo scelto tre Genie destinate a sette delle residenze IPAB, e non potevamo fare scelta migliore. Questa piccola lavasciuga pavimenti è molto silenziosa, quindi non disturba chi si trova nelle vicinanze durante le attività di pulizia. Inoltre è straordinariamente maneggevole, pulisce perfettamente lungo le pareti e si muove molto bene e con estrema facilità in caso di ostacoli. Per non parlare del fatto che per chi deve effettuare le operazioni di pulizia, è molto meno faticoso utilizzare una lavasciuga pavimenti rispetto al classico mop, è più vantaggioso, perché si pulisce a fondo con un solo passaggio e il pavimento è subito asciutto e sicuro, qualità molto importante in un ambiente come questo dove il personale ed i degenti sono sempre in movimento e sempre presenti”.
Performance testate In fase di prova sono state valutate un po’ tutte le capacità della lavasciuga pavimenti: in curva e aggirando gli ostacoli ha dimostrato di essere facile da manovrare grazie al manubrio flessibile e di asciugare perfettamente, grazie al tergipavimento parabolico. Anche le fasi di preparazione e manutenzione della macchina sono state convincenti, perché svolte in pochi minuti senza alcuna difficoltà.
Completa soddisfazione! La ditta Pulixenter è rivenditore Fimap da diversi anni, collaborazione di cui Luca Bagnara è assolutamente soddisfatto: “Fimap offre una totale assistenza ai propri concessionari, la gamma prodotti è completa, comprende modelli in grado di rispondere a qualsiasi esigenza. Il modello Genie ne è un esempio, un prodotto davvero rivoluzionario, che porta i vantaggi della pulizia meccanizzata negli spazi dove prima si puliva solo manualmente. Con Genie si risparmia tempo, costi per
9 APRILE 2014
intervento, l’igiene è migliore e poi pulire è semplicissimo, senza nessuna fatica. Per queste ragioni è un modello molto richiesto tra i miei clienti, segnale che ancora una volta Fimap ha saputo anticipare i tempi creando un prodotto di cui il mercato aveva bisogno. Questa è innovazione.” [www.fimap.com]
ATTUALITÀ
Ecogenia Avant Technology, una storia di innovazione al servizio del mondo della Sanità
10 APRILE 2014
Questa è una storia di innovazione, che ha radici lontane nel tempo ma effetti recentissimi, visto che parliamo di un brevetto che, mentre state leggendo queste parole, non ha nemmeno un mese di vita. E’ Marco Benvenuti, di Ecogenia, a introdurci nel meraviglioso mondo della tecnologia Avant. “Bisogna partire da tre anni fa -dice- E precisamente dal marzo del 2011, quando ho deciso, sulla base del know-how acquisito in anni di esperienza nell’azienda di famiglia, di scommettere su un progetto innovativo, sul quale stavo già lavorando, che permettesse di… violentare l’acqua. Il senso qual’era? La detergenza, in fondo, si basa sull’acqua, ho pensato. Perché allora non usare l’acqua in modo più intelligente, vale a dire meno dispendioso e più efficace? E così l’anno scorso è partita la collaborazione con Ecogenia, azienda leader nel trattamento dell’acqua”.
L’idea di un pronto all’uso innovativo Detto fatto, ecco l’idea: elaborare un sistema che, con uno speciale trattamento dell’acqua, rendesse migliori i prodotti pronti all’uso. Soprattutto se questi prodotti sono a loro volta frutto della migliore tecnologia. E’ sempre Benvenuti a spiegare: “La linea Avant Technology è il frutto della nanotecnologia applicata ai detergenti che rivoluziona il mondo delle pulizie professionali. Grazie alla nanotecnologia la linea Avant Technology richiede una minor quantità di principio attivo in soluzione, riducendo l’impatto sull’ambiente. Il prodotto, una volta attivato, raggiunge e spesso supera le performance dei normali detergenti pronti all’uso. Gli impianti Avant Technology producono una gamma completa di prodotti altamente performanti in grado di soddisfare le esigenze più specifiche di ogni singolo utilizzatore professionale, in ogni settore e/o campo di applicazione”.
Nel cuore dell’impianto Il sistema, commercializzato da Ecogenia in esclusiva mondiale, si basa sull’impiego di un impianto di erogazione chiamato Corallo (il nome nasce da una suggestione: il corallo vive e prolifera in acque pure), che allacciato alla rete elettrica e idrica, consente di spillare fino a 8 prodotti. “Il segreto del sistema è proprio lì: all’interno di questa macchina, che ha l’ingombro di un frigorifero e noi diamo in noleggio operativo, c’è una tecnologia incredibile: depuratore professionale, pompe di pressione e molto altro. Non è un semplice diluitore, ma una macchina che è davvero in grado di… attivare l’acqua e tirare fuori il meglio dalla gamma Avant. Quest’ultima si adatta a tutte le esigenze: comprende infatti cinque linee: la 1000, di multiuso; la 2000, disincrostanti; la 3000, sgrassanti; la 4000, sanitizzanti; la 5000, manutentori pavimenti. Il che significa, sostanzialmente, avere un intero magazzino di prodotti detergenti e sanitizzanti sempre disponibili, condensato in meno di 1 metro quadrato di spazio: è proprio questa la sfida che Avant Technology ha vinto rispondendo alle richieste dei clienti più esigenti”.
Facile, pratico, immediato Il sistema è easy ed estremamente efficiente ed efficace soprattutto per l’utilizzo in un contesto sanitario: qualsiasi operatore lo può utilizzare come i distributori automatici (tipo caffè/bibite), inoltre è pratico e immediato. La Corallo e i flaconi Avant Technology sono amici dell’utilizzatore e dell’ambiente perché consentono di svolgere le operazioni di produzione del detergente in assoluta sicurezza, garantendo rapidità e grandi prestazioni. E tutto questo è… a portata di mano, non solo perché basta un gesto per produrre detergenti efficacissimi, ma anche perché dotarsi di questo gioiello dell’innovazione è semplice: “Il canone è di 250 euro mensili per tutti, dalla grande azienda sanitaria al piccolo esercizio commerciale, e comprende, oltre alla Corallo -con manutenzione, cambio filtri eccetera-, la possibilità di
spillare fino a 250 litri/mese. Ma non solo: diamo anche flaconi omaggio e un software gestionale per monitorare le spillature, completo di card associabili alle utenze. Questo per le imprese è un grosso vantaggio”.
Economico, ecologico: rispetta il portafogli e il verde!
Questo perché tutti i formulati Avant Technology rispettano il portafoglio oltre che l’ambiente. Le diluizioni d’uso permettono di abbattere drasticamente i normali costi di gestione. “Il sistema, inoltre, è ecologico perché i numeri dei flaconi, delle etichette dei tappi dei cartoni e degli imballi (che solitamente sono buttati dopo l’utilizzo) si riducono del 95%. Perché abbattendo drasticamente le emissioni di gas derivanti dai trasporti, dalle produzioni e dalle fonti energetiche non rinnovabili contribuiamo a salvare il pianeta. Le incredibili performance ottenute sul campo collocano i nostri formulati a livelli finora sconosciuti sul mercato in termini di resa al metro quadro, di potere bagnante, di saponificazione e di azione disgregante dello sporco e potenziando enormemente le tradizionali prestazioni”. I clienti potenziali sono moltissimi: praticamente ovunque ci sia esigenza di pulizia e sia necessario ottimizzare l’attività specifica. Conclude Benvenuti: “La Corallo “pulisce la crisi” riducendo i costi di oltre il 50% nel rispetto dell’ambiente”. [www.ecogenia.it]
ATTUALITÀ
Le pulizie in ambito sanitario Il mantenimento di condizioni igieniche elevate è da sempre una priorità, ma oggi più che mai le richieste di controllo dell’avvenuta pulizia dei reparti ospedalieri, degli studi medici, mense, scuole, degli ambienti di lavorazione di prodotti alimentari etc. sono in costante aumento ed in molti casi sono parte integrante delle gare d’appalto. Questa rinnovata attenzione ai controlli è motivata sia dal rischio di contaminazioni microbiche degli alimenti e degli ambienti, sia per verificare che il lavoro svolto da terzi (che ha un costo per l’ente e per l’azienda) venga effettuato con la massima cura possibile. Anche le stesse imprese di pulizia applicano delle procedure di auto-controllo per dare evidenza che il proprio lavoro venga svolto correttamente secondo gli standard imposti dal committente. Per far fronte a queste esigenze RG Strumenti di Parma ha creato una linea di apparecchiature che consentono da un lato, di tenere sotto controllo il livello igienico degli ambienti, e dall’altro di verificare il grado di sanificazione raggiunto dopo le operazioni di pulizia. Per abbassare il livello di contaminazione ambientale si possono utilizzare dei tappetini batteriostatici con strati a strappo da applicare all’ingresso dei locali per pulire le suole delle calzature e le lampade a raggi UV, da utilizzare anche in presenza di personale che possono garantire la sanificazione dell’aria con abbattimento della carica microbica fino al 99,99%. Sono anche disponibili lampade a raggi UV ad irraggiamento diretto che, devono essere utilizzate in assenza di personale ma garantiscono la sanificazione sia dell’aria che delle superfici irraggiate. L’igiene degli operatori è invece garantita utilizzando gli sterilizzatori per le mani STERIPOWER, questi dispensatori nebulizzano un liquido sanificante sulle mani e sono indispensabili per garantire l’igiene in ogni momento della giornata ma soprattutto tra una visita e l’altra e all’uscita delle toilette. Sempre per minimizzare il contatto tra le mani
degli operatori e le superfici dei bagni, RG Strumenti propone un sistema rivoluzionario che permette di avere la seduta del WC pulita ed igienizzata ad ogni utilizzo con un comando no-touch. Il sistema SelfCleaning Seat è composto da una seduta motorizzata che, ruotando di 360°, viene igienizzata con un liquido disinfettante e contemporaneamente asciugata per evitare fastidiose tracce di umidità sulla seduta stessa. Il processo di igienizzazione avviene in soli 10 secondi ed è avviato dall’utilizzatore semplicemente sfiorando i comandi con la mano. In questo modo si ha una totale garanzia di pulizia e igiene della seduta del WC. La pulizia così sistematica della seduta sarà fondamentale per la sicurezza del fruitore del servizio e porterà anche enormi benefici economici e d’immagine alla struttura che lo ospita. Per le caratteristiche del sistema la seduta SelfCleaning Seat è ideale per i bagni comuni di tutte le strutture pubbliche quali bar, ristoranti e hotel; ma diventa davvero indispensabile in ambienti ad igiene controllata quali ambulatori medici, ambulatori dentistici e case di cura. Soprattutto in ambiente ospedaliero oltre a minimizzare il rischio di contaminazione batterica e di diffusione di microrganismi patogeni, è sempre opportuno monitorare l’igiene delle superfici e degli ambienti. Per ottenere un’informazione rapida e precisa sulle condizioni igieniche di una superficie, RG Strumenti propone l’effettuazione del Test dell’ATP utilizzando il bioluminometro e i relativi tamponi monouso in modo da poter “misurare” il grado di pulizia di tutte le superfici in pochi secondi. In particolare il luminometro EnSure utilizzato con i tamponi Super-Snap è un sistema rapido di rilevazione dell’igiene particolarmente sensibile e sofisticato. Infatti il sistema viene utilizzato quando sono richiesti elevati standard di pulizia per verificare l’efficacia delle procedure di igienizzazione. I tamponi Super-Snap possono rilevare residui or-
ganici a livelli paragonabili a limiti di rilevazione dei test per allergeni specifici. Inserendo i tamponi Super-Snap in un programma di prevenzione, i rischi di contaminazione vengono visualizzati e riconosciuti in tempo reale e si possono così applicare immediatamente le relative azioni correttive. I tamponi Super-Snap utilizzati in associazione con il luminometro EnSURE producono valori in linea con gli standard di accettabilità ANMDO/ CERMET in ambito ospedaliero. A completamento della gamma, RG Strumenti suggerisce una serie di apparecchiature in grado di controllare il grado di contaminazione dell’ambiente come il campionatore d’aria mod. SPINAIR, l’unico apparecchio con testata rotante che permette un campionamento dell’aria più efficace e accurata, e la serie di contatori di particelle palmari o portatili che rivelano la presenza di particelle corpuscolari in ambienti particolarmente a rischio quali sale operatorie o camere bianche. Applicando i sistemi di RG Strumenti l’igiene è realmente sotto controllo. [www.rgstrumenti.it]
11 APRILE 2014
ATTUALITÀ
Copma, parola d’ordine: igiene
12 APRILE 2014
Il diffondersi delle infezioni contratte in ambiente ospedaliero porta inevitabilmente alla necessità di attivare tutte le azioni indispensabili al fine di ridurle, agendo prima di tutto sulle cause. Le infezioni in ospedale sono un fenomeno in crescita e sempre più oggetto di osservazione anche come elemento significativo nella valutazione delle performance di una struttura ospedaliera, oltre che per gli effetti di carattere sociale, in quanto si registra un rilevante incremento di costi necessari per combattere le infezioni sul piano clinico e per le conseguenze sempre più pesanti che spesso una gestione ospedaliera si trova ad affrontare anche sul piano legale.
A ciascuno la sua parte Ciascuno è chiamato a fare la propria parte e quella di Copma, in quanto impresa di pulizia, è quella di fare in modo che l’ambiente sia mantenuto a bassa carica microbica potenzialmente patogena nell’intero arco delle 24 ore: un contributo concreto per ridurre il rischio di trasmissione delle infezioni. I recenti dati shock pubblicati, relativi agli oltre 40.000 morti in Germania per infezioni, sono solo la conferma dell’emergenza in cui ci si trova; anche lo studio dell’Università di Bergamo su 30 ospedali della Lombardia mette in evidenza che chi meno spende in pulizia più spende per le infezioni. Già lo scorso anno una ricerca, durata 14 mesi, dell’Università di Ferrara e dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara aveva evidenziato come sia possibile ridurre le ICA (infezioni correlate all’assistenza) di circa il 60%.
L’ospedale ha cambiato volto… Nell’ospedale di oggi, che ha cambiato la propria funzione negli anni da luogo di cura e assistenza diffusa a sede in cui sempre più si trattano per periodi più brevi pazienti acuti e con patologie importanti, c’è la necessità di un’attenzione rinnovata ai temi dell’igiene. In una struttura ospedaliera moderna e con necessità di prestazioni sempre più efficienti in termini di sicurezza dei
pazienti e degli operatori, occorre superare anche il tradizionale concetto di ‘pulizia’ per introdurre in maniera sistematica il concetto di ‘igiene’.
Dalla pulizia all’igiene L’igiene è quindi la parola d’ordine su cui concentrare ogni sforzo. Con il sistema di pulizia e igiene Pchs, frutto di anni di ricerca applicata, Copma ha già ottenuto enormi risultati in oltre 25 strutture sanitarie: la carica batterica potenzialmente patogena è mantenuta bassa e stabile nel tempo. Un risultato reso possibile con l’innovativo sistema probiotico PCHS; infatti i tradizionali prodotti disinfettanti hanno un’azione ed un’efficacia molto limitata nel tempo per cui il naturale processo di ricontaminazione dell’ambiente riprende entro breve tempo. Il Pchs è un sistema innovativo che consente di mantenere stabile l’igiene nel tempo degli ambienti e degli arredi trattati utilizzando detergenti a base probiotica e attrezzature appositamente studiate per la migliore efficacia del sistema. Messo a punto da Copma scarl con il supporto del CIAS dell’Università di Ferrara, il sistema, nelle realtà in cui è stato implementato, ha consentito di raggiungere risultati di stabilità di igiene non raggiungibili con altri sistemi e/o prodotti abbattendo la carica
batterica dei patogeni di oltre il 90%, riducendo contemporaneamente i costi rispetto al servizio tradizionale; è chiaro che il confronto ha come presupposto che le operazioni di pulizia siano effettivamente effettuate, cosa che purtroppo in troppe realtà non ha riscontro; infatti il massimo ribasso praticato finisce spesso per giustificare scarsi livelli di pulizia.
Superare il tradizionale concetto di pulizia Il tradizionale servizio di pulizia, in un ospedale moderno, non è più sufficiente a garantire la salvaguardia dell’efficacia della performance ospedaliera. Troppo distante il tradizionale concetto di ‘pulito’ di fronte alle necessarie prestazioni che oggi ogni struttura di cura è chiamata a garantire. L’’igiene’ è il concetto appropriato per la sanità di oggi. Le Aziende sanitarie debbono “acquistare Igiene” e le Imprese di pulizia devono “produrre e garantire Igiene”. Questo è il cambiamento di cui ha bisogno l’ambiente sanitario ed ospedaliero. L’IGIENE è ciò che i Committenti e le Imprese hanno il dovere di assicurare e garantire in ambiente sanitario per la sicurezza dei pazienti e di tutti coloro che a vario titolo si trovano in ospedale. [www.copma.it]
ATTUALITÀ
Il guanto, un prodotto semplice solo in apparenza: parola di SGR
SGR è un’azienda tra i leader nella produzione di guanti monouso e distribuisce i suoi prodotti con il marchio Reflexx. Siamo a colloquio con Gianni Isetti, Amministratore Delegato, e Marco Tonoletti, Responsabile Vendite.
Sig. Isetti, i guanti monouso sono spesso visti come prodotti semplici, ma dietro di loro c’è molto know-how. Ci può spiegare meglio questo aspetto? “I guanti sono prodotti di larghissimo consumo e il numero di pezzi venduti nel mondo, in un anno, oltrepassa i 100 miliardi di unità. Solo la nostra azienda produce e commercializza tra i 300 e i 400 milioni di guanti all’anno. Per questo riteniamo che la costanza di produzione sia la parola chiave della filiera: in pratica saper produrre enormi quantità di prodotto a qualità inalterate. Il processo produttivo è infatti molto complesso e va tenuto sotto stretta osservazione. Le faccio un esempio per spiegare l’importanza di questo aspetto. Immagini la produzione dei guanti come quella dei palloncini: se la quantità di materia prima non fosse quella corretta o il flusso non fosse uniforme ci troveremmo palloncini che perdono aria da tutte le parti…”.
Oltre alle tecnologie produttive, quali sono gli altri aspetti rilevanti del vostro settore? “La conoscenza normativa è un elemento fondamentale. Oggi i guanti sono impiegati in moltepli-
ci utilizzi e le normative vengono sviluppate in modo specifico per ogni settore. I guanti monouso vengono utilizzati come Dispositivi di Protezione Individuale (Dpi), Dispositivi Medici (Dm) o come Materiali ed Oggetti destinati al Contatto con Alimenti (Moca), e, ad ogni guanto, vengono richieste specifiche caratteristiche di resistenza meccanica o chimica, di sensibilità o di igiene a seconda degli usi. Fornire il guanto giusto ad ogni impiego non è affatto semplice, soprattutto se si cerca di far risparmiare il più possibile. L’utilizzatore ha sempre la forte tentazione di scegliere il guanto meno costoso, ma spesso tale prodotto non garantisce affatto le prestazioni attese e quindi più che di risparmio si parla di spreco di denaro. Non è raro incontrare clienti che si lamentano di aver usato guanti che si rompevano. In questi casi il cliente ha sofferto il duplice danno di non proteggere le mani (e qui si entra nel complesso aspetto della valutazione dei rischi) e di sprecare denaro. Probabilmente bastava porre maggiore attenzione sul tipo di guanto e sul professionista più adatto a fornirlo”.
Sig. Tonoletti, quali sono i prodotti che il mercato sta richiedendo maggiormente? “Negli ultimi anni abbiamo notato una riduzione sensibile dei consumi di guanti in lattice a favore del nitrile e del vinile. Questo spostamento della preferenza viene giustificato in molti casi dalla resistenza e dall’uso come Moca (per contatto con alimenti) per i guanti in nitrile, oppure dal prezzo contenuto dei guanti in vinile. Un’altra chiara tendenza del mercato è quella di trattare prodotti privi di polvere per abbassare la contaminazione, evitare dermatiti o semplicemente ridurre i fastidi che la polvere comporta. In ogni caso notiamo un’estrema attenzione alla qualità oltre che al prezzo, che dunque avvalora la nostra missione di selezione scrupolosa dei prodotti”.
Quali sono le richieste più frequenti dei clienti? “Il cliente, oltre a richiedere il prezzo corretto, vuole che il prodotto garantisca sempre la stessa qualità. Inoltre sempre di più ci viene chiesto di suggerire il prodotto giusto per ogni mestiere e, diciamo, “per ogni tasca”. L’utilizzatore vuole ovviamente spendere il meno possibile, ma riconosce l’importanza di individuare il prodotto corretto per le proprie esigenze e quindi dimostra che il nostro impegno in tal senso va nella giusta direzione”.
Un’ultima domanda. Vorrei che chiarisse come avete organizzato la vostra rete commerciale sul territorio. “Disponiamo di una rete vendita formata da agenti che operano su tutto il territorio italiano. Siamo in grado di affiancare prontamente e professionalmente ogni richiesta proveniente da qualsiasi settore con un know-how che, lasciatemi dire, non è proprio da tutti”. [www.reflexx.com]
13 APRILE 2014
ATTUALITÀ
Parte dall’ecoprogettazione dei servizi di pulizia la strategia verde di Coopservice
14 APRILE 2014
Il cuore verde di Coopservice batte per un mondo più pulito, come sempre nel massimo rispetto per l’ambiente. Potrebbe suonare così lo slogan che precede l’indiscutibile risultato raggiunto dall’ecoprogettazione legata ai servizi di pulizia. Si parla in questo caso del pioneristico metodo Life Cycle Thinking (LCT), già applicato con successo all’ospedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e che di recente ha ottenuto la validazione da parte del DNV, uno dei più accreditati enti di certificazione, che lo ha giudicato conforme alle norme ISO 14040 e 14044 del 2006.
Uno studio approfondito L’ecoprogettazione deriva dall’approfondito studio dell’ufficio Ricerca & Sviluppo di Coopservice, poi sfociato nel progetto che ha per linee guida le tematiche ambientali. Infatti, come spiega il Direttore Commerciale Michele Magagna: “La cooperativa ha posto il rispetto per l’ambiente a base del proprio agire imprenditoriale”. Ma al tempo stesso l’ecoprogettazione è una grande opportunità e un importante fattore competitivo. In questo modo Coopservice può differenziare i propri servizi rispetto alla concorrenza, soddisfacendo le richieste di un mercato che è sempre più orientato e sensibile quando si tratta di premiare quelle aziende che si dimostrano attente al risparmio di risorse naturali e alla protezione dell’ambiente”.
Si va verso pulizie “verdi” “Come dimostra il Decreto Legge 24/05/2012 - ha quindi sottolineato Magagna - che insieme ai criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di pulizia e per la fornitura di prodotti per l’igiene, definisce anche i criteri premianti sulla base dei quali attribuire un punteggio tecnico all’offerta, quali il minor consumo di sostan-
ze chimiche, la riduzione dei consumi energetici ed idrici, la minimizzazione dei rifiuti prodotti nonché l’utilizzo di prodotti di pulizia contraddistinti da etichette ambientali conformi alle norme ISO di settore”. Va anche rimarcato che, dal punto di vista metodologico, il Life Cycle Assessment (LCA) ha ricevuto un importante riconoscimento, quando è stato definito dalla SETAC (Society of Enviromental Toxicology and Chemistry) come “un procedimento oggettivo di valutazione dei carichi energetici e ambientali relativi a un processo o un’attività, effettuato attraverso l’identificazione dell’energia e dei materiali usati e dei rifiuti rilasciati nell’ambiente. La valutazione include l’intero ciclo di vita del processo o attività, comprendendo l’estrazione e il trasporto delle materie prime, la fabbricazione, la distribuzione, l’uso, il riutilizzo, il riciclo e lo smaltimento finale”.
prodotti chimici”. Aggiunge Baracchi che i “chilometri percorsi per le consegne ammontano a 7.170, e cioè la distanza tra Milano e New York”. E ancora: “Il consumo di energia elettrica tocca i 524 MWh, un’ora di lavoro di una centrale nucleare come Caorso”. Mentre nei 5 anni della durata dell’appalto “il consumo di acqua raggiunge un totale di 23.975 metri cubi, sufficienti per riempire 10 piscine olimpioniche”. E per quanto riguarda le materie prime - continua Baracchi - i pezzi utilizzati sono “26.875 per un peso di 2.376 chili. Infine, ultimo dato ma non meno rilevante, i “chilometri percorsi dai lavoratori per recarsi al lavoro sono pari, nei cinque anni, a 27 volte il giro dell’equatore”. E nello specifico è stata calcolata questa suddivisione: “I km casa-lavoro percorsi con l’auto toccano quota 216.656, cioè 5,4 giri del mondo compiuti in 220 giorni lavorati. Mentre gli stessi km per il medesimo tragitto, ma affrontato con altri mezzi, saranno 118.888. Ovvero 2,9 giri del mondo, nei soliti 220 giorni”.
Qualche dato
“Alla luce di questi numeri - conclude Baracchi -, applicando le nostre indicazioni, è possibile abbassare le emissioni dannose in atmosfera da 5,76 g/CO2 a metro quadro, a 4,99 g/CO2 a metro quadro. Se si pensa che questi dati si riferiscono a un unico cantiere di Coopservice, è facile immaginare quale passo avanti sarebbe se questa metodologia fosse applicata universalmente. Visto che non si parla solo della riduzione della CO2, ma di tutti gli indicatori che abbiamo descritto”. In sintesi: se i numeri citati possono sembrare piccoli, l’impatto che provocano risulta importante e non sottovalutabile. Ed è per questo che per Coopservice vale la pena di insistere.
Ma ora andiamo a verificare in concreto alcuni numeri delle rilevazioni di Coopservice operate all’ospedale Santa Maria Nuova, dove il progetto (LCA) ha consentito di sviluppare uno strumento di supporto alla valutazione degli impatti ambientali dell’appalto che ha una durata di 5 anni. E’ il responsabile del progetto LCA Luca Baracchi, tramite alcuni importanti e curiosi esempi, a illustrare l’efficacia della metodologia applicata su una superficie di circa 120mila metri quadrati. “Nel lasso di tempo di un lustro – spiega Luca Baracchi - si arriva a pulire una superficie di 188,93 chilometri quadrati, pari a tutto il territorio che occupa il Principato del Liechtenstein. Per fare ciò vengono utilizzati 53.810 litri di
Per Coopservice… vale la pena di insistere
[www.coopservice.it]
ATTUALITÀ
gpp e innovazione di gamma: tutte le news di casa Eudorex ora disponibile sia in versione D.S. Daily System che Universal, ovvero senza i giorni della settimana stampati sul pannospugna. Si tratta di un pannospugna in Fibra Poliattiva®, studiato per sanificare rapidamente tavoli e banconi. A differenza dei classici pannispugna in cellulosa, rimuove i residui organici (zucchero delle bevande, grassi alimentari). Pannocucina Ultra è invece l’ultramicrofibra specifica per asciugatura o finitura di bicchieri e stoviglie, utile anche come appoggia-bicchieri. Un 2014 pieno di fermento per l’azienda partenopea. Entriamo subito… nel vivo dell’innovazione, perché di news ce ne sono tante davvero! Nuovi ed interessanti prodotti brevettati, importanti appuntamenti in calendario, come i 3 Eco Convegni organizzati insieme a Sutter e Lucart, la presenza ad Interclean… per citarne solo alcune! Ma non è tutto: come dice Alfonso Montefusco, l’amministratore delegato di Eudorex srl: “In un mercato fortemente dinamico e segnato dalle note difficoltà economiche, chi si ferma è perduto. Se ieri per andare avanti bastavano qualità ed innovazione, oggi le due da sole non bastano se non sono associate a un prezzo concorrenziale. E’ una tendenza ormai diffusa in ogni settore, riguarda i prodotti come i servizi”.
Evo Sponge: il più “smart”! Il prodotto Eudorex Pro più smart del 2014 si chiama Evo Sponge. Si tratta di una spugna antigraffio brevettata che, a differenza delle normali spugne, è facile da risciacquare e non rilascia particelle. Proprio queste due peculiarità, ovvero, “facile risciacquo” e “zero rilascio”, la rendono conforme alla normativa Haccp. Evo Sponge è distribuita in Italia da gennaio 2014 e da giugno verrà esportata in Europa e oltreoceano. Chi l’ha provata è molto entusiasta. “E’ il prodotto che mancava!”, ha detto qualcuno… e come dargli torto? Si tratta dell’unica spugna abrasiva coperta da due brevetti: Reteattiva® è la speciale fibra
Comunità e sanità… idonee GPP che garantisce la massima efficacia sullo sporco aderente senza abradere. Può essere descritta con 4 termini: antigraffio, distaccante, igienica, durevole. Ma è necessaria una precisazione sul termine chiave dell’elenco, che è “distaccante”. Eh sì, perché “abradere” è una cosa, “distaccare” un’altra, e sono due concetti da non confondere. Il secondo brevetto che rende unica Evo Sponge si chiama Sferattiva® : all’interno della spugna sono posizionate delle sfere poliuretaniche che amplificano la forza applicata dalle dita sulla superficie. Si tratta di un sistema innovativo grazie al quale con meno sforzo si ottiene un risultato migliore. I test certificati confermano evidenti vantaggi: rispetto alle classiche spugne con fibra verde, le più comunemente utilizzate, Evo Sponge non graffia, né rilascia particelle di alcun tipo, è facilmente risciacquabile, quindi non trattiene residui di sporco (alimentare o inorganico). Evo Sponge, inoltre, è un prodotto che vanta il marchio Idoneo-Gpp. Il rilascio del marchio si è basato sulla valutazione delle schede tecniche e di sicurezza dei prodotti e sull’analisi dei rapporti di prova redatti da laboratori accreditati Iso 17025.
Prodotti per l’Horeca Fra i prodotti che interessano particolarmente il mondo Horeca, sono da ricordare anche Active Sponge e Pannocucina Ultra. Active Sponge è
Per la comunità e la sanità Eudorex ha deciso di certificare la propria gamma di microfibre Idoneo Gpp®, il logo che contraddistingue i prodotti tessili per pulizia conformi al decreto Cam Gpp. Questa “dichiarazione di conformità” è utile per le gare d’appalto (Mepa) che richiedano prodotti con requisiti ambientali. L’argomento peraltro sarà esposto anche alle prossime date dell’Eco Convegno, il 15 maggio a Padova e il 16 ottobre a Roma. Fra i prodotti Idonei Gpp (tra i quali, come abbiamo visto, c’è la spugna Evo Sponge) c’è anche il nuovo Active 360 Ultra, il multiuso per la pulizia energica di sporco aderente e batteri, che insieme a Duomop, rappresenta una soluzione integrata in sanità per la riduzione dell’impatto ambientale nel servizio di sanificazione. [www.eudorexpro.it]
15 APRILE 2014
ATTUALITÀ
PFE SpA: ricerca, innovazione ed efficienza contro la crisi progressivamente il proprio fatturato e le risorse umane impiegate, che raggiungono oggi circa 3000 operatori. La sede principale di Pfe SpA è a Milano, ma l’azienda ha sedi anche a Caltanissetta, Palermo, Sassari e Roma, ed è presente con i suoi cantieri operativi su tutto il territorio nazionale.
Clever Job: risparmiare in costi, non in qualità
16 APRILE 2014
Le esigenze di contenimento della spesa, che hanno portato negli ultimi tempi a politiche di tagli e di spending review (gli ospedali ne sanno qualcosa…), impongono sempre di più alle strutture pubbliche di razionalizzare l’utilizzo delle risorse finanziarie e di risparmiare sui costi di gestione dei servizi. Nel settore sanitario e in quello ospedaliero, in particolare, laddove l’erogazione delle prestazioni incide direttamente sul benessere dell’utente finale e su quello sociale, è tuttavia necessario che la revisione della spesa non pregiudichi l’efficienza e la qualità del servizio.
Una realtà che cresce Pfe (Puligienica Facility Esco) è un’affermata realtà aziendale che opera da anni nel settore sanitario, oltre che in quello civile e industriale, offrendo un’intera gamma di servizi per la pulizia professionale e la sanificazione a condizioni competitive in termini di risparmio di risorse. Nata nel 1988 come impresa individuale operante nel settore dei servizi di pulizia, Pfe ha sviluppato col tempo esperienza e professionalità tali da diventare una grande Società per Azioni, incrementando
Grazie ai continui sforzi in ricerca e innovazione, Pfe ha oggi introdotto in ambito ospedaliero una nuova e innovativa metodologia di sanificazione (in fase di brevetto), denominata Clever Job, che rimuove gli sprechi e riduce i costi di oltre il 25%. Merito di un’attenta pianificazione del metodo di lavoro, dell’impiego di personale altamente qualificato e dell’utilizzo di prodotti igienizzanti specifici, ecolabel e concentrati, che consentono un consumo idrico più efficiente ed un impatto ambientale contenuto. Clever Job, in sintesi, è un sistema organizzativo che riduce i tempi di circa il 25%. Alla base vi è l’applicazione della “Lean management”, ovvero l’organizzazione snella.
“Lean management”: un sistema che viene dal Giappone La “Lean” nasce in Giappone agli inizi del Novecento ad opera della famiglia Toyoda (poi Toyota). Il concetto viene compreso meglio con la crisi petrolifera degli anni Settanta, ma in realtà era applicato già da una decina di anni. Alla base c’è l’attenzione al cliente in termini di valore: “Tutto ciò che non è riconducibile alla soddisfazione del cliente non ha valore, non è essenziale, è spreco e va ridotto ed eliminato”.
Il cliente come valore Non si tratta solo di riduzione dei costi e di recupero dell’efficienza. Si tratta soprattutto di concentrarsi sul valore. Tale metodologia è stata applicata negli anni prevalentemente presso gli impianti di produzione manifatturiera, ma nell’ultimo ventennio il mondo dei servizi inizia a riflettere sulle modalità di applicazione durante l’erogazione dei propri servizi, e inizia a sperimentare. Pfe è una delle aziende pioniere: da 2 anni, infatti, ha implementato presso la propria struttura un’apposita area Ricerca e Innovazione guidata dall’ingegner Roberto Bonasera, che dichiara: “La nascita di quest’area è frutto della lungimiranza dell’azienda, che vede nell’innovazione la strada per garantire un servizio sempre migliore ai propri clienti. Clever Job è l’insieme di esperienza, qualità, reingegnerizzazione e un pizzico di ottimismo verso la creazione di benessere per la società”.
All’avanguardia nelle cleaning solutions Pfe è all’avanguardia nell’offrire cleaning solutions per il pubblico e per il business, ma non solo: grazie alle proprie competenze e all’attenzione verso le esigenze del cliente, garantisce un’assistenza a tutto tondo, fornendo una serie di servizi integrativi di facility management a supporto della gestione del patrimonio immobiliare aziendale. Servizi alberghieri, di reception, portierato e vigilanza, gestione del verde, servizi di lavanderia e facchinaggio sono solo alcune delle attività ausiliarie di gestione e manutenzione di cui Pfe si occupa. Puligienica Facility Esco SpA è oggi, in termini di innovazione, competenza, qualità e sostenibilità, il partner ideale a cui affidare le proprie esigenze nel campo dei servizi di pulizia ed ausiliari e nella gestione impiantistica ed energetica delle proprie strutture. [www.pfespa.it]
ATTUALITÀ
Christeyns Professional Hygiene: la soluzione professionale per servire nel modo migliore il mercato istituzionale è stata costituita Christeyns Professional Hygiene, nata dal connubio tra Christeyns e un produttore locale specializzato nel settore della detergenza e pulizia professionale.
Una vasta gamma di prodotti
Qual è la ricetta segreta che permette a una società belga a conduzione familiare come Christeyns di sopravvivere da oltre mezzo secolo in mezzo ai giganti internazionali della chimica? La creatività e la passione sono i due ingredienti fondamentali, ma c’è di più: il grande investimento in ricerca e sviluppo, e soprattutto la stoffa della leadership e il coraggio di darsi una dimensione multinazionale. Lo dimostra il fatto che Christeyns, dagli anni Sessanta, quando è nata, è cresciuta fino a diventare tra i leader nel settore, oltre che a casa propria, anche nel Regno Unito, Irlanda, Italia, Finlandia, Portogallo e Svizzera.
Oltre alla detergenza per cucina, sanitari, pavimenti, la nuova realtà è un’azienda capace di fornire al cliente una vasta gamma di prodotti: macchine per la pulizia professionale, carrelli, prodotti ed accessori per i bagni, linea cortesia, tutti i prodotti per la detergenza di cui è produttrice ed accessori per la pulizia e l’igiene delle migliori marche. Capillare e accurato il servizio pre e
La crescita continua Ma il successo non si ferma qui. E infatti la crescita continua: è recente la notizia dello “sbarco” nel Nuovo Continente, sia nel Nordamerica, sia nel Sud, in Brasile. Ed è recentissima la notizia dell’avvio di un’operazione nel Golfo Persico per servire i mercati di Arabia Saudita, Qatar, Bahrain, Emirati e Kuwait. Il gruppo Christeyns, con competenze chiave nella produzione di prodotti chimici, continua ad espandersi attraverso investimenti nella ricerca e sviluppo, nelle applicazioni tecniche e nell’alto livello di esperienza del proprio personale. L’offerta si articola su diverse linee: Lavanderie industriali, Prodotti chimici di base ma anche, in grande crescita, Food Hygiene e Institutional, con prodotti e sistemi per tutte le esigenze. E proprio
post-vendita, con consulenza sulle migliori soluzioni, assistenza tecnica, installazione impianti di dosaggio e ogni genere di servizio. Da non dimenticare, tra i servizi offerti, il training della Christeyns Academy.
Tutti i valori di Christeyns Insomma, arriva un mondo all’insegna del blu e del verde, che sono poi i colori del mondo: il verde, il colore per eccellenza dell’ambiente e della natura, è da sempre un elemento-chiave dell’identità aziendale di Christeyns, al pari del blu, che rappresenta la pulizia. Una scelta pensata, che costituisce una sorta di promemoria permanente di
precise responsabilità ambientali. Valori come sviluppo sostenibile, sviluppo sociale e una strategia efficace per affrontare i problemi ambientali sono parte integrante della politica dell’azienda. Christeyns desidera contribuire ad un mondo protetto per le generazioni future, senza compromessi su comfort e qualità: come recitano, del resto, i principi dello sviluppo sostenibile.
Certificazioni… amiche dell’ambiente La miglior prova ne è il fatto che i principali stabilimenti di produzione dell’azienda hanno ottenuto la certificazione ISO 14001 per i sistemi di gestione ambientale. Ma non è tutto: i prodotti, molto spesso, superano addirittura i criteri stabiliti dagli standard, e di conseguenza sono spesso “più verdi” di quanto prescrivono le norme attuali. A trarne vantaggio sono anche i clienti, che sono aiutati a ridurre il loro impatto ecologico grazie a nuovi sviluppi autenticamente ecosostenibili come i prodotti della linea Green’r, con la doppia certificazione Ecolabel e Nordic Swan Ecolabel (caratterizzata dalla doppia foglia verde e blu). E, non meno importante, i prodotti Christeyns consentono anche di risparmiare. Christeyns, inoltre, limita l’impiego di materie prime dannose investendo in Ricerca e Sviluppo per ottenere alternative sostenibili. Tutto questo affinché la sostenibilità ambientale non resti solo una tendenza, ma diventi un modo di pensare, lavorare e progettare, per fare in modo che un ambiente più sano non sia solo un’aspirazione. [www.christeyns.com]
17 APRILE 2014
ATTUALITÀ
Co.lo.coop, il consorzio della qualità Realtà moderna e dinamica, il Consorzio Lombardo Cooperative (Co.lo.coop) svolge la propria attività nei servizi diversificati: sanificazione ospedaliera, pulizie civili e industriali, logistica, gestione aeroportuale, portierato/guardiania e pulizie militari sono i principali settori di riferimento.
Un modello di efficienza
18 APRILE 2014
Modello di efficienza e di professionalità, Co.lo. coop ha rivoluzionato concezioni e luoghi comuni di un settore spesso scarsamente valorizzato, ponendosi l’obiettivo di presentarsi sul mercato con una reale organizzazione d’impresa capace di soddisfare ogni esigenza espressa o implicita della propria clientela. Un obiettivo ambizioso ottenuto grazie ad uno sforzo di mezzi e di risorse che ha coinvolto tutte le funzioni operative aziendali in un processo formativo finalizzato al miglioramento del servizio e alla soddisfazione della committenza.
Procedure certificate L’applicazione delle procedure previste dagli standard di certificazione europei è stata la chiave di volta di questo processo di innovazione. Le cooperative associate sono in possesso della Certificazione di Qualità secondo la norma Uni En Iso 9001, ed il Consorzio stesso è in avanzato stato di implementazione delle procedure previste dal proprio Sistema di Qualità. Questo costituisce il punto di riferimento e di forza del Consorzio e consente a Co.lo.coop di rivolgersi, con particolare senso di responsabilità, al settore ospedaliero, dove serietà, rigore e professionalità sono ancor di più un requisito imprescindibile.
A proposito di sanità In questi ultimi tempi, numerosi episodi di malasanità hanno attirato l’attenzione sullo scarso grado di igiene di alcune strutture. Co.lo.coop è, a tal proposito, all’avanguardia nella gestione e realizzazione dei servizi di sanificazione ospedaliera grazie alla creazione di una struttura dedicata che ha come preciso obiettivo il monitoraggio e controllo di tutte le strutture sanitarie in gestione. Funzionari di estrazione universitaria, con specifiche esperienze nel settore e con una formazione continuamente adeguata alle esigenze sia di mercato che legislative, coordinano e controllano le attività.
re l’addestramento degli addetti di cantiere; garantire gli standard qualitativi aziendali per servizi erogati; migliorare continuamente il sistema di qualità aziendale. Il miglioramento continuo del Consorzio passa attraverso alcune chiavi strategiche, tra cui gestione tecnica, approvvigionamenti, addestramento e formazione del personale. Tutto questo rientra in un piano di miglioramento che definisce politiche e obiettivi di area che i vari responsabili di funzione devono perseguire.
Gli altri settori
Certificazioni
Non secondario l’impegno negli altri settori: i cantieri sono condotti da direttori dei lavori ad alto livello formativo che, in concerto con lo staff di direzione, effettuano le attività di controllo, verificando la qualità del servizio, accertano che l’esecuzione dei lavori sia in conformità ai capitolati di appalto, ed effettuano la formazione e l’informazione di capiservizio e addetti.
Tutti i servizi eseguiti da Co.lo.coop presentano un elevato standard qualitativo, grazie all’accuratezza con cui vengono compiuti e ai rigorosi controlli che l’azienda attua. Ogni attività viene realizzata secondo alti livelli di sicurezza e utilizzando le tecnologie più innovative presenti sul mercato. I servizi sono operati da personale qualificato, che periodicamente partecipa a corsi di formazione e aggiornamento. Co.lo.coop, che ha sede a Milano, opera in Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Liguria, Lazio, Sardegna, Campania, Sicilia.
Le linee-guida per un’azienda di qualità Queste le linee-guida aziendali, tutte mirate al perseguimento, al mantenimento e al miglioramento progressivo dei già alti standard qualitativi offerti: garantire la soddisfazione del cliente; rispettare i regolamenti e le leggi vigenti; aumentare i livelli di competitività sul mercato; migliora-
[www.colocoop.lom.it]
APRILE
2014
INSERTO il giornale dei servizi ambientali
TERZA PAGINA infezioni ospedaliere cam 21 capitolato tecnico
GESTIONE direttive appalti best practice 30
seminario sul DEC
SCENARI forum innovazione giornata lavaggio mani 40 Exposanità
TECNOLOGIE prevenzione infezioni 50
INFEZIONI OSPEDALIERE TERZA PAGINA
igiene e infezioni ospedaliere: una relazione quantitativa di Giorgio Vittadini, Gianmaria Martini*
Un’equipe di ricercatori della Fondazione per la Sussidiarietà, dell’Università di Bergamo e del Crisp Università di Milano Bicocca ha analizzato la relazione tra spese per i servizi d’igiene e tasso d’infezioni ospedaliere. Questi i dati e le statistiche descrittive. Igiene e infezioni ospedaliere Il maggiore indebitamento degli stati e la crisi economica globale hanno portato ad adottare nel settore sanitario politiche di contenimento dei costi, in particolare per l’igiene negli ospedali. Eppure da valutazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ogni anno centinaia di milioni di pazienti sono affetti da infezioni. In Italia nel triennio 2008-2010 si registrano 2.269.045 infezioni ospedaliere e 22.691 conseguenti decessi. Nella UE ogni anno sono colpiti da infezioni ospedaliere 4 milioni e 700mila pazienti, con 37mila morti, 16 milioni di giorni di decenza extra e 7 miliardi di euro di costi aggiuntivi per le strutture sanitarie. L’OMS rileva come tale fenomeno sia strettamente collegato all’igiene negli ospedali: infatti, nel 90% dei casi i metodi di disinfezione sono fermi al secolo scorso, si disinfetta spesso manualmente e si rileva in molti casi un’incuria del personale. In quest’ambiente emerge un conflitto tra l’incentivo a ridurre le spese per i servizi d’igiene e l’effetto indotto di un maggiore tasso d’infezioni, con relativi incrementi dei costi per la sanità. Un’equipe di ricercatori della Fondazione per la Sussidiarietà, dell’Università di Bergamo e del Crisp-Università di Milano Bicocca ha analizzato la relazione tra spese per i servizi d’igiene e tasso d’infezioni ospedalie-
re, definite queste ultime, come un evento avverso generato dalle prestazioni sanitarie (health outcomes) e quindi, sugli effetti del taglio di queste spese sui costi della sanità.
I dati e le statistiche descrittive I dati sui ricoveri e sulle infezioni osservate nei reparti degli ospedali lombardi (desunti dalle schede di dimissioni ospedaliere) inerenti le 30 Aziende Ospedaliere pubbliche e i 40 Reparti con presenza d’infezioni registrate in 2 anni (2011 – 2012)) sono incrociati con i dati di bilancio delle aziende ospedaliere pubbliche della Regione Lombardia, per identificare la spesa per i servizi d’igiene e la sua incidenza sul totale dei co-
sti di produzione. Sono state rilevate 53 variabili inerenti ricoveri ospedalieri, infezioni avvenute durante il ricovero, spese per servizi d’igiene, caratteristiche dei pazienti, caratteristiche dell’azienda ospedaliera. La Figura 1 riporta la distribuzione del tasso d’infezione sulle presenze nei vari reparti (”si”, un ricovero può originare presenze in più reparti (es. chirurgia e terapia intensiva)). Si nota come alcuni reparti presentano tassi d’infezioni molto più elevati di altri. La Figura 2 mostra come il tasso d’infezioni varia all’interno di ciascun reparto tra gli ospedali della Lombardia. Quindi alcuni fattori, tra cui le spese per igiene, possono spiegare queste differenze.
21 APRILE 2014
Figura 1. Tassi d’infezione su presenze ospedaliere per reparto
Figura 2. Variabilità intra-reparto del tasso d’infezioni ospedaliere in Lombardia
TERZA PAGINA INFEZIONI OSPEDALIERE Figura 3. Tasso d’infezioni per azienda ospedaliera (scala di sx) e spesa per servizi d’igiene per letto (scala di dx)
gressioni logistiche in cui le variabili esplicative sono: • Sesso dei pazienti per reparto (GENDER) • Età dei pazienti per reparto (ETA) • Durata della degenza per reparto (LOS) • Comorbidità dei pazienti (stato di salute al ricovero) per reparto (COMOR) • Percentuale ricoveri chirurgici per reparto (CHIRU) • Ospedale Specialistico/Generalista (SPECIA) • Ospedale Universitario/Non Universitario (UNI) • Azienda Ospedaliera mono/pluri ospedale (MONO) • Azienda Ospedaliera di Ricerca (RICERCA = IRCSS)
22 APRILE 2014 Figura 4. Tasso d’infezioni per azienda ospedaliera (scala di sx) e spesa per servizi d’igiene per ricovero (scala di dx)
La Figura 3 evidenzia un primo risultato – di carattere prevalentemente descrittivo – della relazione tra spesa per servizi d’igiene e tassi d’infezioni. Il dato è osservato per le aziende ospedaliere pubbliche della Regione Lombardia, per le quali sono disponibili i dati dei bilanci. La scala di sinistra riporta il tasso d’infezioni in ciascun’azienda ospedaliera, evidenziato dalle barre di colore blu nella figura. Le aziende ospedaliere sono ordinate in senso decrescente in base al tasso d’infezioni: quindi l’azienda ospedaliera denominata “A” presenta il tasso d’infezioni più elevato, e tutte le altre a scendere. La scala di destra riporta invece la spesa annuale per igiene per letto operante nell’azienda ospedaliera, espresso in migliaia di euro. È evidente come, pur alla presenza di alcune discontinuità tipiche della configurazione del grafico prescelta, le aziende ospedaliere con i tassi d’infezione più bassi (a destra nel grafico) hanno
spese per igiene medie per letto più elevate. Sembra dunque emergere anche a livello descrittivo una relazione negativa tra tassi d’infezioni e spese per igiene. Questo dato è confermato anche dalla Figura 4 che riporta il tasso d’infezioni delle diverse aziende ospedaliere pubbliche della Lombardia (scala di sinistra) e la spesa annuale per servizi d’igiene per ricovero, sempre espressa in migliaia di euro (scala di destra). Ancora una volta le aziende ospedaliere sono ordinate in senso decrescente in base al tasso d’infezioni. Emerge ancora la relazione negativa tra tassi d’infezioni e spesa per igiene per ricovero.
Il modello econometrico La relazione tra spese per igiene e tassi d’infezione è analizzata mediante un modello econometrico. Data come variabile dipendente la già citata variabile Infezioni/ricoveri per reparto (SI), si eseguono tre re-
Le tre differenti regressioni differiscono per la differente variabile esplicativa riferita alle spese per servizi di igiene che è rispettivamente: • Spesa per Servizi d’igiene e per materiale di pulizia (IGBASE) • Spesa per Servizi d’igiene, per materiale di pulizia, per smaltimento rifiuti e per manutenzioni (IGALL) • Spesa per Servizi d’igiene, per materiale di pulizia, per smaltimento rifiuti e per manutenzioni su costi di produzione (IGALLCOST). La terza variabile – IGALLCOST – rappresenta una misura dell’intensità della spesa per i servizi d’igiene da parte dell’azienda ospedaliera, quindi quanta attenzione è dedicata dal management a questa variabile. I principali risultati per le variabili esplicative nei tre modelli, in linea con quanto ragionevolmente prevedibile a dimostrazione della bontà del modello sono sintetizzabili come segue: • +1% di pazienti di sesso maschile genera +2,5% d’infezioni. • +1% di età dei pazienti genera -0,3% d’infezioni. • +1% di durata di degenza genera +1,2% d’infezioni. • +1% di comorbidità (salute peggiora) genera +2,1% d’infezioni. Per ciò che concerne il nesso infezioni spese per igiene – cuore del lavoro – si os-
INFEZIONI OSPEDALIERE TERZA PAGINA
servano rispettivamente tali risultati per ciascuno dei tre modelli con differente variabile dipendente relativa alle spese per igiene: •-1% di spesa per igiene base (IGBASE) genera +0,2% d’infezioni • -1% di spesa per igiene in senso ampio (IGALL) genera+0,26% d’infezioni • -1% di spesa per igiene in senso ampio su costi della produzione (IGALLCOST) genera +0,52% d’infezioni. Il modello presenta risultati robusti e statisticamente significativi che evidenziano l’esistenza di una relazione negativa tra le spese per servizi d’igiene e i tassi d’infezione negli ospedali. La politica miope di contenimento dei costi per l’igiene può anche essere quantificata combinando i risultati del modello econometrico con i dati medi regionali dei tassi d’infezione e delle spese per servizi d’igiene. La prima tabella in alto a sinistra presenta il costo sanitario per ogni caso d’infezione stimato da OMS, pari a euro 1.489. Il coefficiente stimato dell’effetto della spesa per igiene dal modello econometrico è riportato nella tabella in alto a destra, pari a circa -0,2 (precisamente – 0,198525). La tabella a sinistra nella seconda riga della simulazione riporta i dati annuali delle infezioni registrate negli ospedali lombardi negli anni 2011 e 2012, e le relative presenze nei reparti (si ricorda che le presenze sono superiori ai ricoveri, poiché un ricovero può comportare anche presenze in due o più reparti). Le infezioni nel 2011 sono state 18.541, nel 2012 22.450. Le presenze nel 2011 759.990, nell’anno successivo 809.795. La tabella in seconda riga a destra riporta la spesa media per i servizi d’igiene base (spesa per servizi e materiali di pulizia) nelle aziende ospedaliere pubbliche lombarde, pari a euro 5.819.552 e quindi il corrispettivo economico di un incremento limitato – pari a +1% - di tale spesa: esso corrisponde a un + euro 58.196 per azienda ospedaliera, quindi non una cifra particolarmente rilevante. La tabella nella terza riga della simulazione riporta i tassi d’infezioni osservati (seconda colonna) e stimati (terza e quarta colonna) per effetto dell’aumento del 1% nella spesa per igiene, per i due anni con-
siderati. La terza colonna stima la riduzione indotta dai euro 58.000 di maggiore spesa per igiene nei tassi d’infezioni: nel 2011 la variazione in diminuzione stimata nei tassi d’infezioni è pari a -0,00484%, nel 2012 a -0,00501%. La quarta colonna stima il tasso d’infezioni dopo l’aumento della spesa per igiene, dato dalla differenza tra quello osservato iniziale (colonna 2) e la variazione stimata (colonna 3): il tasso d’infezioni nel 2011 sarebbe stato di 0,01955%, nel 2012 di 0,02024%. La tabella nell’ultima riga del prospetto di simulazione quantifica gli effetti monetari globali dell’aumento della spesa per i servizi d’igiene. La prima colonna stima il numero totale d’infezioni dopo l’aumento dell’1%: nel 2011 i casi d’infezioni sarebbero stati 14.860 e nel 2012 circa 16.390. La seconda colonna stima la variazione in diminuzione delle infezioni totali: circa 3.860 nel 2011 e 4.059 nel 2012. La terza colonna stima i minori costi sanitari a livello di sistema regionale per effetto delle 3.860 minori infezioni nel 2011, dato il costo di euro 1.489 per ogni caso d’infezione. Essi sono pari nel 2011 a un risparmio di costi sanitari di sistema di euro 5.482.120 (nel 2012 euro 6.046.565). L’aumento dell’1% nelle spese per igiene per ogni azienda ospedaliera comporta però un aumento dei costi pari a euro 1.862.257. Tale aumento nei costi è comunque molto inferiore ai minori costi per assistenza sa-
Tabella 1. Simulazione dei minori costi sanitari di sistema per effetto di un incremento della spesa per servizi d’igiene
nitaria dovuti a infezioni, portando quindi un beneficio netto al sistema regionale pari a per gli ospedali lombardi analizzati una minore spesa per i servizi d’igiene di euro 1,9 milioni genera una maggiore spesa sanitaria per i costi dovuti alle infezioni stimata tra euro 3,6 milioni circa nel 2011 e a euro 4,2 milioni circa nel 2012.
Conclusioni La ricerca stabilisce con un approccio scientifico e quantitativo che esiste una relazione inversa tra spese per i servizi d’igiene negli ospedali e i tassi d’infezione ospedalieri. In questo modo mostra come i tagli dei costi per i servizi d’igiene, realizzati per contenere i costi della sanità, siano innanzitutto un pericolo per la salute del paziente dovuto appunto alle conseguenze dell’aumento d’infezioni. Inoltre anche sotto il profilo dell’efficienza sono in realtà una politica miope, in quando il risultato finale di questo taglio è invece un aumento dei costi dei servizi sanitari, per effetto di un aumento delle infezioni ospedaliere. [Crisp-Università di Milano Bicocca Università degli Studi di Bergamo Fondazione per la Sussidiarietà]
23 APRILE 2014
TERZA PAGINA CAM
pulizie ospedaliere, partono i lavori per i CAM di Antonio Bagnati
24 APRILE 2014
Partono i lavori per i Cam – Criteri Ambientali Minimi per i servizi di pulizia in ambito ospedaliero: in marzo si è riunito a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente, un tavolo di lavoro con AfidampFab, Anmdo, Anip-Fise, Legacoop Servizi, Federsanità e Consip tra i partecipanti. Ne parliamo in anteprima con Riccardo Rifici, del Ministero dell’Ambiente. A due anni dalla pubblicazione dei Criteri Ambientali minimi per l’affidamento dei servizi di pulizia e la fornitura di prodotti per l’igiene, adottati con Decreto Mini-
steriale del 24 maggio 2012 e pubblicati in Gazzetta Ufficiale un mese più tardi, torniamo a parlare di Cam per un’importante novità: sta infatti per partire un tavolo di lavoro finalizzato alla formulazione dei Cam per i servizi di pulizia ospedalieri. Un tassello in più nel mosaico del Piano d’Azione Nazionale per gli Acquisti Verdi (Pan-Gpp).
Riunione preliminare: parte un tavolo di lavoro In particolare, nella giornata di martedì 11 marzo, si è tenuta a Roma, presso il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio, una riunione preliminare per la formazione di un tavolo di lavoro finalizzato proprio alla stesura dei
Cam ospedalieri. Presenti, fra gli altri, AfidampFab, Anmdo, Anip-Fise, Legacoop Servizi, Federsanità e Consip. Si va dunque verso la definizione dei criteri ambientali minimi per le pulizie ospedaliere, e anche se ad oggi i lavori sono proprio all’inizio, la strada sembra quella giusta.
Perché l’ospedale? La prima domanda è: perché Criteri specifici proprio per l’ambiente ospedaliero? Spiega Riccardo Rifici, del Ministero dell’Ambiente, che come due anni fa coordinerà i lavori: “Riteniamo che l’ospedale sia un luogo particolarmente a rischio, in cui l’igiene gioca un ruolo centrale.
i I Cam finora esistenti I Cam – Criteri Ambientali Minimi, sono documenti del Ministero dell’Ambiente, distinti per settore, adottati attraverso decreti ministeriali, come previsto dal Piano d’Azione Nazionale (Pan) per gli acquisti “verdi” (Gpp, Green Public Procurement). Fino ad oggi ce ne sono 13. Ultimissimi, i Cam per la gestione dei rifiuti urbani, approvati il 13 febbraio e usciti in GU l’11 marzo scorso. Eccoli nel dettaglio: Criteri ambientali minimi affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani Criteri ambientali minimi forniture di cartucce toner e a getto d’inchiostro e affidamento del servizio di ritiro e fornitura di cartucce toner e a getto di inchiostro Criteri ambientali minimi affidamento del servizio di gestione del verde pubblico Criteri ambientali minimi IT (computer, stampanti, apparecchi multifunzione, fotocopiatrici) Criteri ambientali minimi apparati per l’illuminazione pubblica Criteri Ambientali Minimi per l’acquisto di carta per copia e carta grafica Criteri Ambientali Minimi per l’affidamento dei servizi di pulizia e la fornitura di prodotti per l’igiene Criteri Ambientali Minimi per l’acquisto di veicoli adibiti a trasporto su strada Criteri Ambientali Minimi per l’acquisto di servizi energetici per gli edifici Criteri ambientali minimi ristorazione collettiva e derrate alimentari Criteri ambientali minimi serramenti esterni Criteri ambientali minimi prodotti tessili Criteri ambientali minimi arredi per ufficio
CAM TERZA PAGINA
E’ dunque importante dedicare un’attenzione specifica all’ambiente ospedaliero, formulando criteri ambientali ad hoc”.
Pulizie in ospedale e tagli lineari Dopo la pubblicazione, nel 2012, dei Cam per i servizi di pulizia, il Ministero ha dunque deciso di elaborare criteri specifici per l’ambiente ospedaliero, da considerare giustamente con grande attenzione, a maggior ragione in tempi, come questi, di razionalizzazione della spesa pubblica e centralizzazione degli acquisti. Circostanze, queste ultime, che non devono in nessun modo inficiare la qualità e la sostenibilità ambientale del servizio: al contrario, dovranno rappresentare un’occasione per una svolta proprio in tal senso. Negli ultimi anni, infatti, si è assistito a una progressiva riduzione delle spese per i servizi di pulizia in sanità, con tagli lineari prima del 5, poi portati al 10%, sugli appalti già in essere, centralizzazione degli acquisti e via discorrendo. Tutto questo mentre una clamorosa ricerca della Fondazione per la Sussidiarietà presieduta da Giorgio Vittadini, in collaborazione con l’Università di Bergamo (presentata ufficialmente il 27 marzo a Milano, in un workshop a completamento di Forum Pulire, vedi pagina XX), dimostra il nesso tra aumento delle infezioni nosocomiali e riduzione delle spese per la pulizia. In uno scenario come questo, è significativo che, da parte ministeriale, si torni a parlare di ospedale, e di pulizie in ospedale, con un’iniziativa volta ad innalzare la sostenibilità e la qualità del servizio. Ed è importante, in ospedale a maggior ragione, che non si vada nella direzione del mero ribasso.
La posizione del Ministero Senz’altro, nella stesura dei Cam per i servizi di pulizia, il Ministero dell’Ambiente ha sempre dimostrato apertura nei confronti dei tecnici e dei portatori di interesse del settore, ascoltandone i suggerimenti con grande disponibilità.
Conclude Rifici: “La volontà di formulare criteri ambientali specifici per l’ospedale, area altamente critica dal punto di vista igienico, si inserisce in un più ampio approfondimento sul tema della sanità. Abbiamo così deciso di riunire un tavolo di lavoro composto da soggetti competenti
e portatori di interesse, per arrivare, come già due anni fa, a una collaborazione fattiva e aperta. Il lavoro è appena partito, quindi ancora non si può dire molto. Da parte nostra ci sarà, ripeto, la massima disponibilità e attenzione”.
25 APRILE 2014
TERZA PAGINA CAPITOLATO TECNICO
riflessioni e aggiornamenti sul capitolato tecnico servizi di pulizia e sanificazione di Gianfranco Finzi*, Ugo Luigi Aparo**, Gianni De Togni***, Silvia Cugini****
26 APRILE 2014
I profondi cambiamenti in atto nel servizio sanitario impongono di sottoporre a una riflessione approfondita anche il servizio di pulizia e sanificazione. Occorre ricercare nuovi livelli di efficienza e sostenibilità nell’articolazione delle prestazioni tecniche e nella garanzia dei livelli igienici e qualitativi, cercando il più possibile di evitare prestazioni ridondanti o che comportano costi di attuazione non indispensabili. Importante è puntare l’attenzione sulle modalità operative, valutando le conseguenze di modalità d’intervento innovative. Evoluzione dello scenario Le profonde trasformazioni in atto nel servizio sanitario impongono di sottoporre a una riflessione approfondita anche il servizio di pulizia e sanificazione. I capitolati prestazionali declinati “per aree d’intervento”: • devono essere sempre più spesso integrati da ulteriori protocolli d’intervento a fronte di specifiche patologie infettive; • devono essere adeguati in maniera dinamica a fronte dell’evoluzione delle forme dell’organizzazione delle attività sanitarie (es. organizzazione per “intensità” di cura”); • devono essere sempre più dettagliati in funzione delle diverse situazioni per ottenere la migliore efficacia ed efficienza delle
prestazioni previste, tenendo conto delle attuali forti spinte verso una riduzione economica del costo dellle prestazioni (spending review, patto di stabilità, prezzi di riferimento A.d.V.,…) e ponendo, quindi, attenzione all’equilibrio tra i prezzi e le prestazioni. La sostenibilità economica dei servizi e le valutazioni che emergono da una nuova attenzione alla sostenibilità ambientale e sociale, impongono di riflettere in modo aggiornato su una serie di “paradigmi” relativi anche alle modalità operative, acquisendo, qualora non disponibile e/o carente, adeguata e idonea documentazione tecnico scientifica atta a valutare le conseguenze di modalità d’intervento innovative. A tal proposito, nel presente documento verranno proposti alcuni ambiti di ricerca e sperimentazione.
Adeguamento del capitolato tecnico funzionale In funzione delle tendenze accennate, abbiamo ritenuto necessario produrre un aggiornamento specifico del Capitolato Tecnico Funzionale ed. 2011, che viene quindi modificato per: • articolare maggiormente la aree di intervento in funzione dell’evoluzione delle diverse organizzazioni presenti nelle strutture sanitarie; per tali aree i canoni contrattuali di servizio possono essere adeguatamente espressi in *mq* mese. • aggiornare le “prestazioni minime richieste in ciascuna area e fornire una indicazione di “frequenze minime d’intervento”; questo permette di avere una maggiore confrontabilità e trasparenza nella valutazione dei costi del servizio, e può consentire di realizzare analisi di benchmark maggiormente attendibili in quanto basate su dati omoge-
nei (ad esempio scorporando dai confronti le frequenze aggiuntive di intervento definite a fronte di specifiche condizioni, quali ad esempio il sovraccarico di utenza nei pronti soccorso dei principali ospedali, ecc.). • dettagliare le prestazioni che non si ritengono, in base a una osservazione attenta del settore, riconducibili al Minimo Comune Denominatore delle prestazioni minime richieste. • aggiornare l’elenco delle prestazioni/ attività/forniture che vanno considerate aggiuntive. (i canoni dei servizi aggiuntivi possono essere adeguatamente espressi o “a corpo” o definiti “a misura” in funzione della quantità effettiva di prestazioni, servizi, forniture effettuate). • descrivere i principali elementi che nell’impostazione del capitolato tecnico comportano attività specifiche e quindi costi significativamente diversi nell’erogazione di servizi apparentemente simili; questo elemento è essenziale per sviluppare l’efficienza delle prestazioni, a partire dalla collaborazione tra i soggetti della gestione contrattuale e ricercando soluzioni adeguate allo specifico contesto. Un esempio: a parità di prestazioni previste, garantire la pulizia completa dell’unità paziente alla dimissione entro 20 minuti dalla richiesta, costa in genere di più che realizzare l’intervento nell’ambito delle fasce orarie dei normali interventi giornalieri di sanificazione). • aggiornare le indicazioni relative agli indicatori per la valutazione dei servizi e all’ adeguamento degli strumenti di controllo. Va realizzata in particolare la coerenza tra le valutazioni dei progetti in fase di gara e i successivi riscontri in fase di esecuzione del contratto, verificando l’effettivo
CAPITOLATO TECNICO TERZA PAGINA
utilizzo delle soluzioni presentate e valutate nei progetti e valutando con attenzione le successive autorizzazioni di soluzioni ritenute equivalenti o migliorative. In fase di valutazione tecnica va applicato il concetto di non premiare soluzioni ridondanti o non utili sia in termini quantitativi che qualitativi. • prevedere e adeguare le forme di comunicazione verso i cittadini e utenti dei servizi sanitari. • fornire un primo elenco di ambiti di ricerca/attenzione/sperimentazione in funzione di nuovi livelli di efficienza e sostenibilità definendo come obiettivo di capitolato la garanzia della salvaguardia dei livelli d’igiene in relazione alle diverse e principali specie di microrganismi potenzialmente patogeni. Occorre pertanto ricercare nuovi livelli di efficienza e sostenibilità nell’articolazione delle prestazioni tecniche, e nella garanzia dei livelli igienici e qualitativi, cercando il più possibile di evitare prestazioni ridondanti o che comportano costi di attuazione non indispensabili. Si ritiene utile produrre e stimolare ricerche e sperimentazioni che diano evidenza con studi adeguati della possibile definizione di nuove modalità di esecuzione di alcune prestazioni: 1 Sostituzione dei sacchetti per i rifiuti Attualmente le procedure prevedono in genere la raccolta dei rifiuti con sostituzione ogni volta del sacchetto di raccolta in tutte le aree, indipendentemente dal livello di riempimento, dalla rottura del sacchetto, o altro. Questa modalità è necessaria e corretta ai fini delle garanzie igieniche, della sicurezza per l’operatore, della sostenibilità ambientale, in tutte le aree, ogni volta che si esegue l’intervento (e quindi anche più volte al giorno)? 2 Sostituzione dei guanti per l’operatore di pulizie Vi sono molte pratiche e procedure operative in essere, da quelle che prevedono la sostituzione molto frequente dei guanti monouso, a quelle che prevedono la possibilità di utilizzare, con adeguata sanificazione, guanti pluriuso più resistenti.Quali sono gli standard operativi adeguati e sufficienti per garantire corrette prassi igieniche e di risultato? con quali strumenti di controllo?
Soluzioni diverse sono basate su processi operativi diversi che vanno validati e che prevedono specifici punti critici di controllo con le relative modalità. 3 Spazzatura e lavaggio Attualmente i capitolati prestazionali prevedono di norma in tutte le condizioni spazzatura a umido e successivo lavaggio. Il diffuso utilizzo di materiali di microfibra di alta qualità, con modalità monouso e ricambio su piccole superfici, può permettere in molti casi di effettuare direttamente il lavaggio senza la spazzatura preliminare. Fino a che punto si può spingere tale metodologia, garantendo adeguati standard igienici del servizio? In ogni modo, come specificato all’art.3, occorre prevedere nuove forme di controllo microbiologico al fine di garantire la salvaguardia dei livelli di igiene in relazione alle diverse specie di microrganismi potenzialmente patogeni. 4 Modalità di spazzatura Attualmente i capitolati prestazionali prevedono di norma in tutte le condizioni qualora prevista la spazzatura che la stessa sia eseguita a umido. Il diffuso utilizzo di materiali di microfibra di alta qualità, sta producendo sperimentazioni di spazzatura con microfibra asciutta ad alta qualità di assorbimento delle polveri. Fino a che punto si può spingere tale metodologia, garantendo adeguati standard igienici del servizio? 5 Lavaggio a rotazione Aree BR (basso rischio) o altre situazioni specifiche, fino a che punto è necessario un lavaggio allineato con le normali frequenze d’intervento? E’ possibile prevedere frequenze differenziate tra diverse operazioni? (es: spazzatura e lavaggio); anche in questo caso va garantito il livello d’igiene con indicatori e forme di controllo di cui all’art.3. 6 Deceratura pavimenti Ai fini della sostenibilità ambientale vi sono alcune operazioni quali la deceratura che sarebbe opportuno effettuare non “a cadenza fissa”, ma qualora effettivamente necessarie, per limitare il consumo di tutte le connesse risorse umane e tecniche a favore di interventi di spray cleaning e spray buffing meno impegnativi. Quali possono essere i parametri di riferimento per tali valutazioni, nella concreta conduzione dell’appalto?
Aggiornamento del Capitolato art. 1 – Articolazione Capitolato Tecnico 1.1 TIPOLOGIA DEI SERVIZI RICHIESTI Il servizio costituente l’oggetto dell’affidamento si può classificare nelle seguenti tipologie: • Servizio a canone: servizio da eseguirsi nel rispetto delle prestazioni minime richieste dall’Amministrazione oltre che del progetto proposto dall’Esecutore in fase di gara, eventualmente integrati con i servizi aggiuntivi richiesti. • Servizio a misura: servizio da eseguirsi a seguito di richiesta diretta da parte dell’Amministrazione all’Esecutore. Rientrano in questa tipologia i seguenti servizi: • Servizi a chiamata programmabili; • Servizi a chiamata non programmabili dovuti a cause imprevedibili. Per i servizi a misura, l’Esecutore è tenuto, una volta ricevute le richieste, a programmare e comunicare in tempo reale al Responsabile del procedimento o suo delegato, i tempi d’ intervento e/o di sopralluogo, realizzare i necessari preventivi e, recepite le autorizzazioni, provvedere all’esecuzione nelle fasce orarie concordate. 1.2 Servizi e forniture opzionali/ accessorie Le attività previste nei capitolati tecnici riferiti alle aree d’intervento sono integrate dai seguenti servizi/forniture opzionali che sono oggetto di voci separate nell’offerta prezzi di gara. (Personalizzare a cura della singola Amministrazione). Per ogni servizio opzionale inserito nel Capitolato devono essere indicati: le prestazioni previste, gli elementi per quantificare le prestazioni, gli standard di servizio, eventuali protocolli o indicazioni operative da rispettare, eventuali esclusioni, ecc. (Personalizzare a cura della singola Amministrazione). 1.2.1 Servizi complementari Rilievo e censimento architettonico, e restituzione grafica dello stesso. (Personalizzare a cura della singola Amministrazione). 1.2.2 Servizi aggiuntivi • Pulizie dell’unità malato a richiesta alla
27 APRILE 2014
TERZA PAGINA CAPITOLATO TECNICO
28 APRILE 2014
dimissione del paziente. • Pulizia dell’unità malato a richiesta per specifiche patologie infettive. • Pulizia della camera di degenza a richiesta per specifiche patologie infettive. • Servizi previsti come presidio a ore o con vincoli stringenti di fascia oraria (es. presenziamento continuo nei blocchi operatori,…). • Reperibilità notturna e festiva oltre i normali orari di attività nelle strutture di squadre operative con vincolo di intervenire entro 30-60 minuti a seconda dei casi. Tale richiesta prevede due aspetti: – sistema della reperibilità garantito per un numero minimo di addetti (quotabile a corpo); – costo degli interventi in reperibilità effettivamente richiesti (quotabile a misura o per intervento o in funzione del “tem-
po di lavoro documentato nel rapporti di intervento”). • Sgombero della neve e del ghiaccio dai marciapiedi, dai vialetti pedonali e dalle zone di immediato accesso agli edifici e alle scale esterne. • Servizio di lavaggio stoviglie. • Servizi vari di trasporto ( farmaci, carrelli vitto, beni economali, pazienti, campioni biologici e istologici, documenti, …) e facchinaggio. • Servizio di trasporto rifiuti oltre la vuota di reparto/servizio, oppure deposito di piano nelle strutture ospedaliere, oppure oltre il punto unico di conferimento per i presidi territoriali delle ASL. • Altro (da personalizzare a cura della singola Amministrazione). 1.2.3 Forniture di materiali e similari • Fornitura di materiale igienico sanitario
per i servizi igienici (carta igienica, carta asciugamani, sapone liquido,…). • Fornitura, installazione e manutenzione di apparecchiature igienico sanitarie (distributori carta igienica, salviette asciugamani,…) • Fornitura e consegna, ai reparti/servizi, di appositi contenitori mono-uso o riutilizzabili, per la raccolta dei rifiuti sanitari pericolosi e non pericolosi. • Fornitura ai reparti/ servizi di seguito elencati di appositi contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti assimilati agli urbani (vetro-carta-plastica, etc.). • Altro (da personalizzare a cura della singola Amministrazione). 1.2.4 Esclusioni dal servizio: La sanificazione e pulizia dei seguenti elementi: • piani di lavoro ingombri; • apparecchiature elettromedicali, diagnostiche e postazioni computer; • locali specifici quali vani tecnologici, locali di servizio gestiti da terzi, etc. che verranno scorporati nell’anagrafica gestionale del servizio; • altro (da personalizzare a cura della singola Amministrazione) art. 2 – Volumi rappresentativi dell’appalto 2.1 Categorie e dimensioni Ai fini di dimensionare i servizi, può essere utilizzata la scheda1. 2.1.1 Servizio di pulizia e sanificazione ambientale Ulteriori informazioni sono desumibili dai dati relativi ai posti letto per Unità Operativa, dalle Planimetrie dell’intera struttura e da quanto allegato al presente documento. Si precisa che i dati relativi all’attività dell’Amministrazione sono da intendersi puramente indicativi e quindi non vincolanti al fine della progettazione del servizio. 2.2 Suddivisione delle diverse macroaree e sotto aree Al fine di consentire all’Amministrazione un’adeguata personalizzazione dei servizi e dei livelli qualitativi, le aree sanitarie ed extra sanitarie sono state suddivise in macro aree. L’Amministrazione potrà identificare all’interno di ciascuna area delle ulteriori sotto
CAPITOLATO TECNICO TERZA PAGINA
aree aventi caratteristiche specifiche o esigenze particolari (personalizzare a cura della singola Amministrazione sia come articolazione che come ulteriori frequenze di intervento richieste). Sulla base delle differenti caratteristiche ed esigenze delle aree in cui dovranno essere erogati i servizi, l’Esecutore dovrà predisporre un piano operativo specificando le operazioni e le modalità d’intervento sia del servizio di sanificazione giornaliera che periodica. L’Esecutore, in sede progettuale ha la possibilità di integrare le prestazioni minime richieste dall’Amministrazione, predisponendo un piano di miglioramento delle stesse e delle loro frequenze, tenendo presente che non saranno premiate prestazioni sovrabbondanti o superflue. Sono comprese nel servizio, a titolo esemplificativo e non esaustivo, le seguenti prestazioni essenziali: 1. gestione di una Centrale Operativa per la ricezione delle richieste di intervento; 2. progettazione e gestione di un Sistema
Informativo in relazione ai servizi forniti. 2.3 Servizio di pulizia e sanificazione ambientale Si elencano a titolo esemplificativo e non esaustivo, le prestazioni minime richieste: • La sanificazione giornaliera e periodica dei locali appartenenti alle aree oggetto dell’appalto e di quanto in essi contenuto. • Interventi urgenti di sanificazione dovuti a cause imprevedibili. • La sanificazione di oscuranti in genere, di tutte le superfici illuminanti (superfici vetrate e relative intelaiature, etc.) sia interne che esterne, delle superfici ventilanti (griglie di aerazione, apparecchi di riscaldamento/condizionamento, etc.). • La pulizia/sanificazione delle aree esterne quali: Porticati; Marciapiedi perimetrali degli edifici; Rampe di accesso e uscita coperte o scoperte e aree di accesso dei Pronto Soccorso; Cavedi o scannafossi perimetrali degli edifici; Percorsi pedonali di viabilità.
Tutte le informazioni riferite alle aree oggetto del servizio sono contenute nel capitolato e negli allegati, i dati relativi alle dislocazioni e alle dimensioni delle diverse Aree, Reparti e Locali possono essere ricavati dalle planimetrie, ulteriori informazioni e dati necessari per la progettazione del servizio possono essere richiesti e desunti da sopralluoghi sul campo.
L’articolo continua su gsanews.it
sezione Aziende Sanitarie e Comunità
29 [* Presidente Nazionale A.N.M.D.O. ** Segretario Scientifico Nazionale A.N.M.D.O. *** Libero Professionista **** Collaboratrice A.N.M.D.O]
APRILE 2014
GESTIONE DIRETTIVE APPALTI
le nuove direttive in materia di contratti pubblici l’ulteriore sfida per un’italia sempre più europea
30 APRILE 2014
Lo scorso 15 gennaio il Parlamento europeo ha approvato in seduta plenaria i testi delle tre nuove Direttive in materia di appalti nel settore ordinario (servizi, lavori e forniture), di appalti nel settore speciale (acqua, energia, trasporti e postali) e di concessioni. Le nuove Direttive, il cui numero identificativo ancora non è stato individuato (posto che verrà assegnato a ciascun provvedimento al momento della pubblicazione) entreranno in vigore dopo la ratifica del Consiglio europeo e la pubblicazione sulla G.U.U.E. e dovranno essere recepite da tutti i Paesi membri entro due anni da tale data. La nuova normativa andrà a sostituire quella contenuta nelle precedenti Direttive CE 2004/17 e 2004/18, recepite dal legislatore italiano attraverso il D.Lgs. n. 163 del 12 aprile 2006 e ss.mm.ii. (cd. Codice dei Contratti Pubblici), il quale sarà molto probabilmente modificato in base alle nuove regole introdotte dalle nuove Direttive. In alternativa, il legislatore potrebbe optare per l’abrogazione del D.Lgs. n. 163/2006 e la pubblicazione di un nuovo testo legislativo in cui confluisca l’intera disciplina dei contratti pubblici, ma simile ipotesi è la meno probabile.
Introdotta anche una direttiva “concessioni” La prima novità che balza agli occhi è che il numero delle Direttive è aumentato: il legislatore europeo, considerata la necessità di disciplinare adeguatamente anche
di Martina Alò, Matteo Valente*
il sistema di affidamento delle concessioni pubbliche, ha emanato, infatti, una Direttiva ad hoc proprio per regolamentare legislativamente queste ultime.
Attenzione all’ambiente e ai diritti di lavoratori e collettività Un elemento che funge da fil rouge delle nuove disposizioni che disciplinano le modalità di affidamento dei contratti pubblici, è dato dalla particolare attenzione riservata alla tutela ambientale, sociale e del lavoro ed alla correttezza e trasparenza dei rapporti tra privato ed Amministrazione, tutela che è trasversale a tutte le fasi delle procedure ad evidenza pubblica: dalla selezione dei candidati, all’esecuzione dei contratti. Fondamentale, ad esempio, è l’introduzione del concetto di “conflitto di interessi” come limite esterno che definisce la regolarità dei rapporti tra le parti coinvolte nel procedimento, al fine di evitare qualsiasi distorsione della concorrenza e garantire la parità di trattamento di tutti gli operatori economici. In particolare, la presenza del conflitto di interessi può arrivare a comportare l’esclusione del concorrente, nel caso in cui questa sia idonea ad influenzare il corretto andamento della gara. Il legislatore europeo ha, inoltre, intessuto una fitta rete dei requisiti e criteri che, laddove correttamente applicati, dovrebbero garantire che il futuro degli appalti pubblici sia “colorato” di verde e – in sintonia con lo spirito europeo – improntato ad una maggior tutela dei diritti fondamentali della collettività e dei lavoratori.
Quest’ultimo risvolto è evidente anche dalla rinnovata attenzione che le Direttive mostrano rispetto all’aumento degli standards qualitativi che devono essere rispettati da tutti i soggetti che partecipano alle procedure: Amministrazioni aggiudicatrici e operatori del mercato.
Con un occhio all’efficientamento della spesa pubblica Conferma di tale circostanza si rintraccia nei consideranda introduttivi della nuova Direttiva relativa agli appalti dei settori ordinari, dove è contenuta la seguente affermazione di principio: “la normativa sugli appalti adottata ai sensi della direttiva 2004/17/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e della direttiva 2004/18/ CE del Parlamento europeo e del Consiglio dovrebbe essere rivista e aggiornata in modo da accrescere l’efficienza della spesa pubblica, facilitando in particolare la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) agli appalti pubblici e permettendo ai committenti di farne un miglior uso per sostenere il conseguimento di obiettivi condivisi a valenza sociale. È inoltre necessario chiarire alcuni concetti e nozioni di base onde assicurare la certezza del diritto e incorporare alcuni aspetti della giurisprudenza consolidata della Corte di giustizia dell’Unione europea in materia”.
Non solo prezzo, ma soprattutto offerta tecnica Ciò si traduce, ad esempio, nella scelta di rendere sempre più marginale il criterio di aggiudicazione del prezzo più basso: così
DIRETTIVE APPALTI GESTIONE
facendo, le Amministrazioni aggiudicatrici dovrannoprivilegiare le modalità di aggiudicazione volte a premiare non solo l’elemento economico (prezzo offerto) ma anche soprattutto quello qualitativo (progetto tecnico). La Direttiva, infatti, prevede che gli Stati membri, in sede di recepimento, debbano individuare specificamente i casi in cui le Amministrazioni potranno utilizzare il criterio del prezzo più basso.
fase di esecuzione è disciplinata quasi integralmente dal D.P.R. n. 207 del 2010). Tale novità comporterà l’uniformazione della disciplina della fase di esecuzione dei contratti in tutto il territorio europeo, per gli aspetti relativi al subappalto, alla rinegoziazione ed alla risoluzione del contratto, aprendo nuovi ed interessanti scenari che potrebbero finalmente far diventare il mercato europeo realmente “unico”.
Il “costo del ciclo di vita”
Obiettivo, aprire le frontiere
Ulteriore elemento di dirompente novità potrebbe risultare, poi, il nuovo criterio del “ costo del ciclo vita” dell’oggetto del contratto: detto criterio si basa sul calcolo del costo complessivo del bene o servizi o oggetto della gara che ricade sulla collettività. Ad esempio le Amministrazioni aggiudicatrici nel bando potranno scegliere di valutare: il consumo energetico dei macchinari utilizzati per la produzione del beni o per l’esecuzione del servizio, oppure l’ impiego di prodotti con etichettatura ecolabel (a minor impatto ambientale), o ancora la scelta di utilizzare una modalità di smaltimento dei prodotti che ne consenta il recupero, anziché la distruzione. Ovviamente, considerata la natura estremamente tecnica di tale elemento di valutazione, gli Stati membri nel recepire la normativa, dovranno predisporre dei modelli standard dai quali le Amministrazioni possano trarre spunto per la predisposizione dei propri atti di gara.
Scopo dichiarato della nuova normativa è, infatti, quello di aprire effettivamente le frontiere consentendo ad imprese appartenenti ad uno Stato membro di potersi aggiudicare gare indette da Amministrazioni di altri Stati oppure, addirittura ad Amministrazioni appartenenti a Stati diversi di approvvigionarsi mediante un’unica centrale di committenza, come chiarito dal seguente passaggio “ Al fine di permettere alle Amministrazioni aggiudicatrici di sfruttare al massimo il potenziale del mercato interno in termini di economie di scala e di condivisione dei rischi e dei benefici, non da ultimo quando si tratta di progetti innovativi che comportano rischi di entità tale da non poter essere ragionevolmente sostenuti da un’unica Amministrazione aggiudicatrice, è opportuno porre rimedio a dette difficoltà. Occorre pertanto stabilire nuove norme in materia di appalti congiunti transfrontalieri al fine di facilitare la cooperazione tra Amministrazioni aggiudicatrici e accrescere i vantaggi del mercato interno creando opportunità commerciali transfrontaliere per i fornitori e i prestatori di servizi”.
Una sezione sulla fase di esecuzione del contratto Altra grande novità delle nuove direttive, è la presenza di una sezione dedicata alla fase di esecuzione del contratto, in precedenza mai presa in considerazione dal legislatore europeo e che pertanto risulta diversamente regolamentata all’interno dei singoli ordinamenti nazionali (in Italia la
Incentivato il ricorso al “dialogo tecnico” Il legislatore europeo ha inteso rendere ancora più stretto il rapporto tra Ammini-
strazione ed impresa, conferendo un ruolo rilevante alla facoltà delle stazioni appaltanti di poter istaurare con gli operatori economici delle consultazioni preliminari all’indizione della gara e volte a meglio definire l’oggetto del servizio o del bene di cui necessita l’Amministrazione. In tal modo è incentivato il ricorso al dialogo tecnico, seppur con la previsione che i contatti tra Amministrazione ed impresa non devono comportare un oggettivo vantaggio di quest’ultima nei confronti degli altri operatori: in buona sostanza, il legislatore europeo intende garantire la par condicio di coloro che prenderanno parte alla procedura, impedendo all’impresa che ha “dialogato” con la stazione appaltante di trarre un illegittimo beneficio dall’aver potuto prendere parte (seppur marginalmente) alla predisposizione degli atti di gara.
I “requisiti di moralità” Entrando ora più nel dettaglio, l’articolato delle Direttive detta rilevanti novità in materia di requisiti di moralità professionali richiesti agli operatori per accedere alle procedure di selezione. L’art. 57 della Direttiva “classica” (quella che disciplina gli appalti per i settori ordinari) introduce, accanto ai già noti motivi di esclusione (quali la condanna per partecipazione ad un’organizzazione criminale, frode, riciclaggio, corruzione, mancato versamento di tasse o contributi previdenziali ), nuove cause di estromissione obbligatoria dalla gara: il finanziamento del terrorismo e lo sfruttamento del lavoro minorile o di altre forme di tratta di esseri umani. Quindi, il concorrente che sia incorso in una condanna passata ingiudicato per uno dei reati sopra elencati no n potrà prendere parte alle procedura di evidenza pubblica e, quindi, sottoscrivere i relativi contratti. Accanto alle cause obbligatorie di esclusione, il legislatore europeo ha previsto, in aggiunta a quanto già contenuto nelle Direttive del 2004, casi in cui sarà lo Stato in sede di recepimento a decidere se l’esclusione del concorrente sarà un obbligo o una facoltà dell’ Amministrazione. E’ questo il caso di violazione degli obblighi di tutela dell’ambiente, del lavoro e socia-
31 APRILE 2014
GESTIONE DIRETTIVE APPALTI
i Nuove Direttive, i punti salienti
Dall’offerta economicamente più vantaggiosa alle indicazioni a favore delle Piccole e medie imprese, dallo snellimento burocratico al “costo del ciclo di vita”, sono molti gli elementi di innovazione contenuti nelle nuove Direttive europee su appalti e concessioni licenziate dall’Europarlamento lo scorso 15 gennaio. Le nuove Direttive che entreranno in vigore dopo la ratifica del Consiglio europeo e la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, dovranno essere recepite da tutti i Paesi membri entro marzo 2016. Partiamo dall’enfasi che le nuove Direttive mettono sul criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (proprio mentre, in Italia, l’allegato P del 286 segna un ritorno al massimo ribasso): nella procedura di aggiudicazione, le Pa potranno valutare, oltre al prezzo, anche qualità, considerazioni ambientali, aspetti sociali o innovazione. Sempre a proposito di gare pubbliche, da sottolineare l’invito alle Pa a suddividere le gare in lotti accessibili alle Pmi. Del tutto nuova, poi, appare la procedura del “partenariato per l’innovazione”, che consentirà alle Pa di indire bandi di gara per risolvere un problema specifico, senza pregiudicarne la soluzione, lasciando così spazio al dialogo costruttivo tra Pa e offerente. Un altro punto saliente solo le regole, più severe, in materia di subappalto e di offerte anormalmente basse, per contrastare il dumping sociale e garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori. E con il “documento unico europeo di gara si va verso l’auspicato snellimento burocratico”.
32 APRILE 2014
li, della sottoscrizione di accordi intesi a falsare la concorrenza, la presenza di un conflitto di interessi, l’indebita influenza sul procedimento decisionale dell’Amministrazione. Tali cause di esclusione sono ovviamente dettate dal legislatore europeo in termini molto generici e sarà onere del nostro Stato in sede di recepimento, quello di meglio dettagliare le singole fattispecie al fine di garantire la certezza del diritto.
viduate nella Direttiva, sarà fondamentale l’intervento di dettaglio nel recepimento che opererà il legislatore italiano (si segnala che potrebbe costituire elemento di criticità la trasposizione nel nostro ordinamento del concetto di “ consiglio di vigilanza” che apparentemente sembra essere riconducibile agli organi sindacali, alle società di revisione dei conti e agli organismi di vigilanza ex D.Lgs. n. 231 del 2001).
Fondamentale il recepimento nazionale
Aumentano le tipologie di procedure a disposizione della PA
L’auspicio a riguardo è quello che il legislatore nazionale sia accorto nell’effettuare tale operazione in quanto l’esclusione per il (mancato) possesso dei requisiti di moralità professionale è una delle principali cause di contenzioso (in materia di contrattualistica pubblica) dinnanzi al Giudice Amministrativo. A tal proposito, la Direttiva definisce puntualmente l’ambito di applicazione soggettiva delle sopra elencate cause di esclusione: rispetto alla normativa attuale esse opereranno anche nei confronti dei “membri del consiglio di Amministrazione, di direzione o di vigilanza” dell’operatore economico, i quali saranno pertanto onerati della dimostrazione del possesso del requisito. Anche in questo caso, stante la genericità delle categorie indi-
Aumentano anche le tipologie di procedure a disposizione delle Amministrazioni per la scelta dei contraenti: vengono introdotte due nuove procedure entrambe caratterizzate da una presenza preponderante della negoziazione tra il soggetto pubblico e gli operatori economici. La prima delle due è la procedura competitiva con negoziazione, la quale prevede un articolato sistema attraverso il quale ogni operatore, in risposta ad un bando pubblicato da un’Amministrazione, è invitato a presentare una propria offerta. Ciascuna offerta sarà oggetto di singola negoziazione tra il candidato e la stazione appaltante, all’esito delle quali sarà scelta l’offerta migliore. La seconda procedura è denominata “partenariato per l’innovazione” e
consente ad un’ Amministrazione che abbia la necessità di reperire un bene o un servizio che non è presente sul mercato, di istaurare un partenariato con una o più imprese per sviluppare il prodotto o sevizio o lavoro innovativo al fine di acquistarlo successivamente alla realizzazione. In sostanza si tratta di una procedura a formazione progressiva che consente all’Amministrazione, in vari ed articolati step, di collaborare con le imprese al fine di “creare” ex novo prodotti o servizi non ancora esistenti. Ulteriore novità riguarda, poi, i contratti parzialmente esclusi dall’applicazione della Direttiva (ovverosia, quei contratti per i quali si applicano esclusivamente alcune delle norme previste dal legislatore comunitario che, nel nostro ordinamento, sono confluiti nell’Allegato IIB al DLgs. n. 163 del 2006). La nuova Direttiva si pone nel medesimo alveo di quella del 2004, prevedendo per tali contratti un sistema di affidamento “alleggerito” ovverosia slegato dalla rigida applicazione della disciplina europea, tuttavia introduce, ed è questa la novità, una soglia di valore, pari ad euro 750.000 al di sotto della quale l’affidamento dei contratti non è regolato dalla Direttiva.
Introdotta una “quarta soglia” In altre parole, il legislatore europeo ha introdotto una “quarta soglia”: oltre a quelle previste per i lavori (euro 5.186.000), i servizi e le forniture aggiudicati dalle autorità governative centrali (euro 134.000,00) ed i servizi e le forniture aggiudicati dalle altre Amministrazioni aggiudicatrici (euro 207.000,00), è ora presente la soglia relativa ai servizi parzialmente esclusi. Al di sotto di detta soglia, gli Stati membri potranno optare per metodi di aggiudicazione semplificati e svincolati dai dettami sanciti dalla Direttiva, mentre per contratti di valore uguale o superiore ad euro 750.000,00 le Amministrazioni, seppur con modalità meno rigide che riguardo alle altre tipologie di contratti, saranno comunque tenute al rispetto dei principi presenti nella Direttiva. Grande dibattito, infine, è sorto sulla questione della suddivisione in lotti delle gare d’appalto.
DIRETTIVE APPALTI GESTIONE
Suddivisione in lotti, tra accesso delle Pmi e timori di eccessiva frammentazione Nella prima bozza di Direttiva, era, infatti, previsto l’obbligo per le Amministrazioni di suddividere le gare in lotti del valore di euro 500.000,00: questo, se da un lato assicurava una maggior apertura del mercato anche nei confronti degli operatori di dimensioni medio – piccole, dall’altro inevitabilmente ha ingenerato perplessità inerenti l’appetibilità delle gare a livello europeo e l’eccessiva frammentazione delle procedure. Tali perplessità hanno fatto sì che il riferimento all’obbligo di suddivisione in lotti è scomparso dalla versione definitiva della Direttiva ed è stato sostituito da un ben più moderato dovere delle Amministrazioni di motivare le ragioni per cui non hanno proceduto alla suddivisione in lotti.
Una disposizione “in negativo” In buona sostanza, la Direttiva, con una disposizione “ in negativo”, invita le Amministrazioni a suddividere sempre la gara in lotti (è stata definitivamente espunto il riferimento al valore di euro 500.000) e, nel caso in cui ciò non avvenga, sarà onere delle stazioni appaltanti quello di motivarne le ragioni. E’ evidente che l’ultima formulazione, sensibilmente più tenue rispetto alla prima, consente alle Amministrazioni un più ampio margine di operatività nella scelta di indire una gara unica oppure suddivisa in più lotti, pur essendo ovviamente tenute a rispettare l’onere motivazionale in merito alla propria scelta. Concludendo, l’intervento del legislatore europeo produrrà ovvie e consistenti ripercussioni sul sistema degli affidamenti pubblici, imponendo agli Stati membri, entro un termine piuttosto breve, di recepire le nuove prescrizioni.
Una sfida complessa per il legislatore: il futuro passa da qui Il nostro legislatore è dunque chiamato ad un intervento impegnativo e strutturale che, oltre a norme tecniche e di dettaglio, si dovrà confrontare con profili storicamente ostici per il nostro ordinamento
(si pensi ad esempio alle cause di esclusione per “conflitto di interessi”), che inevitabilmente incontreranno resistenze e difficoltà applicative. Tuttavia, il futuro di un’Europa veramente unita e coesa non può non passare anche per la creazione di un sistema unico ed armonico degli ac-
quisti pubblici; è per questo che la sfida è complessa ma densa di significato e di aspettative. Il futuro dell’Italia passa anche da qui. * [Brugnoletti & Associati]
33 APRILE 2014
GESTIONE BEST PRACTICE
nuove frontiere tecnologiche nel trasporto intraospedaliero di Simone Finotti
Competenze specifiche, grande attenzione nella gestione. La logistica del paziente richiede conoscenza, competenza e tecnologie intelligenti. L’innovazione di Markas, verificata all’ospedale “Macchi” di Varese. 34 APRILE 2014
Il trasporto intraospedaliero dei pazienti, all’interno delle strutture ospedaliere, è un elemento che acquisisce sempre maggior rilievo nel processo assistenziale, sia in ragione della tempestività degli interventi, sia per l’esecuzione in sicurezza degli stessi . La logistica del paziente richiede perciò un’attenta gestione e competenze specifiche.
Trasporto degenti: le criticità da conoscere La conoscenza delle criticità nel trasporto degenti consente una migliore valutazione delle possibili soluzioni da adottare. Di seguito, una panoramica delle maggiori difficoltà nel trasporto intraospedaliero derivanti da una gestione inefficiente del servizio: • tempi lunghi di attesa; • alti costi di logistica derivanti da inefficienze; • difficoltà nella gestione delle urgenze; • possibilità di errore umano; • mancata o errata comunicazione, dalla presa in carico del paziente all’unità di destinazione. Un ritardo nell’assegnazione del trasporto può determinare disagi non indifferenti nei pazienti ed influire in maniera determinante nell’organizzazione delle successive fasi terapeutiche. Il trasporto del degente deve invece avvenire in maniera tempestiva, puntuale e con estrema pre-
cisione. Il personale dedicato deve essere adeguatamente formato garantendo così gli elevati standard qualitativi del servizio. La comunicazione tra i diversi team deve inoltre essere efficace e accurata per evitare errori. L’utilizzo di rapporti cartacei può in tal senso favorire l’errore umano, oltre che determinare un allungamento dei tempi a causa della compilazione manuale della documentazione.
L’innovazione che risolve Nell’analizzare le novità nel campo della logistica ospedaliera, un’innovazione che può risolvere efficacemente i problemi connessi al trasporto degenti tradizionale, proviene dall’azienda Markas, leader nei servizi ospedalieri. Il sistema sviluppato da questa azienda si basa su una struttura tecnologica avanzata che permette una gestione automatizzata del trasporto, in tutte le sue fasi. Una soluzione che, attraverso l’outsourcing del servizio trasporto degenti, permette di ridurre tempi e costi, migliorando la qualità generale del servizio.
Efficacia verificata L’efficacia della soluzione è stata verificata dall’Ospedale di Circolo Macchi di Varese, il quale ha implementato il sistema ai suoi albori, nel 2011. Tra gli obiettivi dell’azienda ospedaliera, quello di migliorare la qualità del servizio al paziente, puntando sull’ottimizzazione gestionale del servizio di trasporto intraospedaliero. L’azienda ha così deciso di affidarsi ad un partner esterno, affidabile e competente, specializzato nella logistica delle persone. Le criticità dell’Ospedale Macchi riguardavano tutti i livelli gestionali, dalla programmazione all’esecuzione del servizio, fino al trattamento dei dati sensibili dei pazienti. Il servizio, necessario 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, era soggetto a ritardi e attese che davano luogo a lunghi tempi di svolgimento. L’introduzione del sistema automatizzato Markas ha reso il servizio snello, veloce e di semplice gestione. Sì, perché la tecnologia aiuta a semplificare i processi, oltre che a ridurre i costi operativi. Ma vediamo nel dettaglio come funziona il sistema.
BEST PRACTICE GESTIONE
La gestione ed il coordinamento di tutto il servizio avviene in maniera centralizzata le richieste e le assegnazioni dei trasporti fanno difatti capo alla Centrale Operativa Markas attiva 24 ore su 24 che garantisce un’organizzazione impeccabile del servizio. Le richieste vengono inviate alla C.O. dal portale di richiesta, un sistema informatico molto semplice ed immediato che identifica il reparto richiedente ed assegna il trasporto al primo operatore disponibile più vicino al punto di prelievo. I tempi di attesa per il degente vengono in questo modo ridotti drasticamente. L’assegnazione del trasporto dalla Centrale Operativa avviene mediante notifica sul terminale mobile dell’operatore, riportando tutte le informazioni necessarie per espletare il servizio. Grazie al sistema informatizzato, gli spostamenti dei degenti vengono tracciati e monitorati in tempo reale. Questo fa sì che la possibilità di errore (nell’identificazione del paziente o del reparto/U.O. di consegna) sia ridotta al minimo. In nessun caso l’operatore accede a dati personali sensibili dei pazienti che vengono consegnati in “busta chiusa” al destinatario. L’ampia disponibilità di dati, derivante dalla gestione informatizzata del sistema di trasporto degenti, permette di misurare con esattezza il miglioramento del servizio. Il controllo è infatti uno dei fattori fondamentali affinché l’outsourcing sia davvero competitivo. Il costante controllo consente inoltre di mettere in atto azioni correttive immediate e di ottimizzare i carichi di lavoro dei singoli operatori.
I vantaggi Un sistema di trasporto degenti intelligente, come quello sviluppato dall’azienda Markas, permette quindi di ottenere svariati vantaggi rispetto ai sistemi tradizionali: • riduzione dei costi del servizio; • aumento della produttività; • riduzione dei trasporti eseguiti per erronea indicazione; • riduzione di trasporti non eseguiti correttamente; • riduzione del ritardo nell’esecuzione del singolo trasporto;
La gestione automatizzata del trasporto degenti implementato dall’azienda Markas
• riduzione dei tempi di attesa dei pazienti per il singolo trasporto. Attraverso l’outsourcing del servizio, l’azienda ospedaliera può inoltre far affidamento su un team di operatori specializzati per il trasporto, potendosi così concentrare sul core business dell’azienda: prendersi cura dei pazienti. Esternalizzando i servizi no core, un’azienda può inoltre usufruire di servizi sempre più specializzati, ottimizzare l’uso delle risorse, accedere a tecnologie all’avanguardia, razionalizzare l’uso del
personale, nonché far affidamento, in momenti di urgenza, su di un partner di rilievo in grado di risolvere i più svariati problemi . L’esternalizzazione dei servizi di trasporto intraospedaliero permette quindi di innalzare in maniera consistente gli standard qualitativi dei servizi ospedalieri. Questo richiede tuttavia un’attenta valutazione nella scelta di un partner affidabile e competente, che sia in grado di offrire soluzioni all’avanguardia per ottimizzare ed innovare i processi interni.
35 APRILE 2014
Tutte le foto copyright Markas
GESTIONE SEMINARIO SUL DEC
appalti pubblici: il direttore dell’esecuzione contratti (dec) tra compiti e responsabilità
36 APRILE 2014
A Bologna un seminario organizzato da Scuola Nazionale Servizi e Anmdo ha fatto luce sul ruolo del Dec - Direttore dell’esecuzione dei contratti, una figura prevista dal Regolamento 207/2010 a cui spetta il controllo della corretta esecuzione del contratto da parte della ditta appaltatrice. Ancora molti i dubbi e le disomogeneità, serve un’adeguata formazione. Gsanews media partner dell’evento. La figura del DEC, Direttore dell’esecuzione dei contratti, è stata al centro di un seminario organizzato all’hotel Savoia di Bologna il 13 febbraio scorso da Scuola Nazionale Servizi e Anmdo – Associazione Nazionale Medici delle Direzioni ospedaliere. L’evento, intitolato “Il DECalogo, Il direttore dell’esecuzione del contratto negli appalti di servizi e forniture. Le competenze, gli strumenti, il suo ruolo per un appalto virtuoso”, è stato realizzato in collaborazione con AfidampFed e Ifma (International Facility Management Association), con gsanews come media partner.
La giornata Due le sessioni: la prima, in mattinata, ha visto gli interventi del presidente Anmdo Gianfranco Finzi (DEC: ruolo e responsabilità), di Ilenia Filippetti (Regione Umbria) e di Anna Fiorenza (Agenas), queste ultime sul tema “Verso una check list: i compito del DEC durante l’e-
di Umberto Marchi
secuzione del contratto. Il controllo tecnico-contabile. I pagamenti, gli atti fondamentali della gestione, la certificazione dell’ultimazione delle prestazioni e verifica della loro conformità”. Nel pomeriggio, tavola rotonda sugli spunti di Mario Pinca (Copma), “I DEC: punto di riferimento tra Pa e Azienda per un “appalto virtuoso”, Andrea Tezzele (Markas), “Rup e DEC: ipotesi e tesi nell’esperienza Markas”, Corrado Gozzetti (AO Cremona), con una case history e Andrea Loro Piana (vicepresidente Afidamp), “Le proposte Afidamp”. Ha chiuso i lavori Gianni De Togni, di Scuola Nazionale Servizi.
Il quadro legislativo Ma partiamo dall’inizio: tutto incomincia con l’entrata in vigore del Dpr 207/2010, Decreto attuativo del Dl 163/2006 (Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture). In questo testo, accanto al Responsabile unico del procedimento (Rup), compare la figura del Direttore dell’esecuzione (DEC, appunto), il quale, pur coincidendo molto spesso con il Rup (vedi box per i casi in cui questi non coincidono), assume un ruolo cruciale nelle fasi di direzione e accertamento nell’esecuzione del contratto. Si tratta di una figura omologa a quella del Direttore dei lavori disciplinata dal Dpr 554/1999: più semplicemente è il soggetto che, in seno alla committenza, ha il compito di verificare la corretta esecuzione del contratto da parte dell’appaltatore. La figura del
DEC, normata dagli articoli 299 e seguenti del Regolamento, è un organo straordinario e temporaneo dell’amministrazione che ha una serie di compiti complessi. Deve infatti provvedere: alla tenuta della contabilità del contratto, alla verifica della prestazione contrattuale eseguita, compreso l’accertamento dell’esatta consistenza ai fini della liquidazione del corrispettivo da parte degli organi pagatori, nel rispetto dell’impegno di spesa previsto per il contratto; alla verifica del rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro da parte dell’appaltatore negli appalti di servizi; ad adottare l’ordine di sospensione dell’esecuzione nei casi previsti dal regolamento; ad autorizzare l’appaltatore ad apportare varianti o modifiche in corso di esecuzione. Un ventaglio di compiti amplissimo, che spazia dalla direzione al coordinamento al controllo tecnico-amministrativo, da cui scaturiscono responsabilità altrettanto complesse.
Una figura complessa, con vari compiti e responsabilità Il DEC, insomma, è una figura di “interfaccia” tra la committenza pubblica e l’azienda erogatrice del servizio, definita dalla normativa come straordinaria e temporanea e tuttavia investita di compiti e responsabilità troppo spesso ancora trascurati. Lo ha ricordato Gianfranco Finzi, che ha presentato Impo (Inputs, Management, Process, Outcomes), un modello di lavoro proposto da Anmdo per definire responsabilità, competenze, ruoli e modelli dei corsi di formazione e aggiornamento in un mo-
i L’impegno di Scuola Nazionale Servizi E’ stato Gianni De Togni, di Scuola Nazionale Servizi, a trarre le conclusioni della giornata: “E’ emerso che il DEC è una figura, ancora in gran parte poco indagata, che può rappresentare un’opportunità per committenza e impresa a patto che abbia le competenze per svolgere il suo complesso ruolo. In questo contesto, l’importanza della formazione è centrale. Scuola Nazionale Servizi si impegna su vari versanti: per l’evoluzione della normativa e delle best practice del settore con i diversi soggetti protagonisti; con la formazione diretta anche rispetto al ruolo del DEC e dei suoi collaboratori; con iniziative volte a consolidare le competenze professionali di base e mirate su aspetti specifici (diversi servizi e loro organizzazione integrata).
mento caratterizzato, in sanità, da crisi finanziaria ed economica con tagli nei bilanci e conseguenti cambiamenti nell’economia sanitaria, nuove e più rigide regole di gestione, maggiori aspettative da parte dei pazienti ed età più elevata della popolazione. Ilenia Filippetti (Regione Umbria), dopo aver ricapitolato compiti e responsabilità del DEC, si è soffermata sulla Determinazione Avcp n. 5 del 6 novembre 2013 (Linee guida su programmazione, progettazione ed esecuzione del contratto nei servizi e nelle forniture), intervenuta per fare chiarezza sulle diffuse criticità in fase di programmazione, progettazione, esecuzione dei contratti di servizi e forniture. Il ruolo del DEC, secondo quanto precisato dall’Autorità, dovrebbe essere svolto da personale in possesso di specifica competenza professionale e titolo adeguato in relazione all’oggetto del contratto. Ma si è parlato anche dei compiti di controllo del DEC, su cui il Regolamento lascia aperti alcuni punti di rilevante importanza che possono essere causa di criticità o difficoltà interpretative. “A tale proposito -ha detto Filippetti- da un lato viene precisato che il direttore dell’esecuzione si occupa del coordinamento, della direzione e del controllo tecnico-contabile dell’esecuzione del contratto, assicurando la regolare esecuzione da parte dell’esecu-
tore e verificandone la conformità ai documenti contrattuali. Dall’altro, le norme tacciono sul contenuto di tali attività e sulle modalità ed agli strumenti con cui il coordinamento, la direzione ed i controlli debbano essere espletati”. Su questo, massima attenzione va posta ai documenti contrattuali. “Tutte le richiamate attività devono essere strettamente correlate a quanto espressamente disciplinato nei documenti contrattuali”. Questa la teoria. Ma la pratica, purtroppo, dimostra che in Italia c’è ancora una troppa disomogeneità, ove non approssimazione. Eppure le responsabilità sono tante, come ha più volte sottolineato Anna Fiorenza, esperto Agenas, che ha messo in luce il ruolo del DEC nei casi di acquisti centralizzati: “La figura del DEC –ha proseguito Fiorenzaè presente in tutti i casi in cui la Centrale di Committenza si occupa della gestione del contratto, e ha il compito di garantire il rispetto da parte del fornitore di tutte le clausole e di tutte le prescrizioni contenute nel contratto. Dall’esecuzione, con l’entrata in operatività del contratto, ai provvedimenti in caso di irregolarità o inadempimenti. Se previsto nella documentazione di gara, è cura del DEC redigere, in contraddittorio con il fornitore, il verbale di coordinamento e cooperazione per dare avvio alle attività di esecuzione del contratto”.
37 APRILE 2014
GESTIONE DEC
i Il DEC negli articoli 299 e 300 del Regolamento 207/2010
38 APRILE 2014
Ecco gli articoli del Regolamento del 2010 che delineano il ruolo del Dec. Art. 299 - Gestione dell’esecuzione del contratto 1. Ai sensi dell’articolo 119 del codice, la stazione appaltante verifica il regolare andamento dell’esecuzione del contratto da parte dell’esecutore attraverso il direttore dell’esecuzione del contratto, individuato ai sensi dell’articolo 300 del presente regolamento. Art. 300 - Direttore dell’esecuzione del contratto Salvo quanto previsto dall’articolo 272, comma 5, e dal comma 2 del presente articolo, il direttore dell’esecuzione del contratto è il responsabile del procedimento. Il direttore dell’esecuzione del contratto è comunque un soggetto diverso dal responsabile del procedimento nel caso: di prestazioni di importo superiore a 500.000 euro; di prestazioni particolarmente complesse sotto il profilo tecnologico ovvero che richiedono l’apporto di una pluralità di competenze ovvero caratterizzate dall’utilizzo di componenti o di processi produttivi innovativi o dalla necessità di elevate prestazioni per quanto riguarda la loro funzionalità. Nelle ipotesi di prestazioni di particolare importanza, come definiti al comma 2, lettera b), la stazione appaltante può nominare uno o più assistenti del direttore dell’esecuzione cui affida per iscritto, una o più delle attività di competenza del direttore dell’esecuzione. Nelle ipotesi di cui al comma 2, in caso di carenza in organico di personale adeguato alla prestazione da eseguire, accertata e certificata dal responsabile del procedimento sulla base degli atti forniti dal dirigente dell’amministrazione aggiudicatrice preposto alla struttura competente, la stazione appaltante può affidare l’incarico di direttore dell’esecuzione a soggetto scelto secondo le procedure e con le modalità previste dal codice per l’affidamento dei servizi.
La tavola rotonda del pomeriggio Nel pomeriggio, la riflessione di Mario Pinca, di Copma, ha fatto luce sulle opportunità offerte dalla figura del DEC – come tramite fra pubblica amministrazione e impresa- per un appalto virtuoso: “È possibile oggi un approccio alla gestione di un appalto di servizi con un aggettivo come “virtuoso”? Può il DEC essere strumento per alimentare un processo virtuoso? Innanzitutto –ha detto Pincaper appalto virtuoso si intende un appalto che assolva alla soddisfazione del bisogno in relazione all’utente finale. Il DEC può essere visto come “pericolo” o come “opportunità, in uno scenario di revisione della spesa per cui si punta al raggiungimento di certi obiettivi di spesa mantenendo una elevata qualità dei servizi pubblici. Secondo Pinca, in quest’ottica
il DEC può rappresentare un vero punto di svolta a patto che, naturalmente, abbia i requisiti e le caratteristiche per assolvere ai suoi complessi compiti. “Se la sfida è questa –ha concluso- le imprese “dinamiche” non hanno nulla da temere, anzi, per loro si apre una prospettiva di crescita e di qualificazione. Per le stazioni appaltanti si apre una fase dove il livello di interlocuzione passa per la qualità del servizio erogato e non per la rinuncia alla qualità in nome della riduzione della spesa. Quanto al rapporto fra committenza e impresa, esso è virtuoso se: • vengono riscritte le regole del gioco e condivise parole chiave; • il dialogo è dinamico e propositivo; • si identificano con chiarezza i capisaldi del contratto: coerenza piani di lavoro e progetto, controlli di processo e di risultato;
• si instaura una partnership reale (con tavolo tecnico), che preveda di volgere in condivisione azioni di pianificazione, ricognizione e azioni correttive condivise.
Il valore del controllo Altrettanto stimolante il punto di vista di Andrea Tezzele, di Markas, che ha messo in luce un problema troppo spesso sottovalutato: “Spesso i DEC derivano dagli apparati puramente amministrativi dell’ente appaltante. Costoro non sempre detengono quelle fondamentali competenze tecniche, utili alla realizzazione delle verifiche della qualità dei servizi”. Servizi che, giova ricordarlo, sono molti e diversi, perché vanno dalla pulizia alla logistica, dalla lavanderia alla gestione del verde, dalla cucina al trasporto documenti, smaltimento rifiuti e molti altri servizi non core. “Un altro grande problema –ha proseguito Tezzele- è quello della misurabilità, che unito alle disomogenee competenze tecniche crea situazioni di ribasso qualitativo. In questo è centrale il sistema di controllo e verifica della qualità, che se ben attuato è in grado di innescare un circolo virtuoso: infatti genera motivazione verso il personale, favorisce la leale concorrenza tra le ditte, garantisce il rispetto delle regole contrattuali, tutela la direzione dalla responsabilità per omesso controllo, genera miglioramento dei livelli qualitativi, garantisce economicità del sistema”. Il controllo, dunque, sembra essere la chiave di volta, e sulla stessa linea si è espresso, dopo la “case history” dell’Azienda Ospedaliera di Cremona, illustrata da Corrado Gozzetti, il vicepresidente Afidamp Andrea Loro Piana: “Noi, come produttori, ormai siamo in grado di mettere a disposizione i mezzi più efficaci, efficienti e sostenibili. Sta però alle imprese utilizzarli, ma soprattutto alle stazioni appaltanti (e qui torna in gioco appunto il ruolo del Dec) verificare la qualità e l’effettiva esecuzione di quanto previsto”.
39 APRILE 2014
SCENARI FORUM INNOVAZIONE
un forum per riflettere sull’innovazione in sanità di Simone Finotti
40 APRILE 2014
Ricco pomeriggio, il 10 aprile a Bologna, nell’ambito del Forum Innovazione in Sanità, organizzato da Anmdo e Siais. Tra gli spunti più interessanti la presentazione della ricerca su infezioni ospedaliere e spese per l’igiene in sanità di Giorgio Vittadini (seconda tappa dopo Milano) e i dati Agenas sull’andamento della spesa per i servizi in sanità. Metti la “spending review” in un settore già stressato come quello della sanità, poi aggiungici i tagli lineari, le centralizzazioni degli acquisti e le riduzioni (fino al 10%) dei contratti in essere e la frittata è fatta. Unica risposta possibile, a questo punto, è l’innovazione, come ci hanno ricordato Anmdo e Siais il 10 e 11 aprile al forum “Innovare per migliorare”, svoltosi all’Aemilia Hotel di Bologna, a due passi dall’ospedale S. Orsola.
“L’innovazione, percorso obbligato” Tutti i problemi sopra ricordati sono stati discussi, dibattuti e sviscerati nella due giorni felsinea. D’altra parte siamo in una fase storica che, giocoforza, obbliga tutti gli attori a ripensarsi, a cambiar marcia e innovare per migliorare. “L’innovazione, ricorda Anmdo, è un percorso obbligato nel miglioramento del sistema sanitario”. A questo proposito, quest’anno l’attenzione si è focalizzata su due questioni, “due tasselli fondamentali del mosaico innovativo della nuova sanità”: da un lato si avverte la necessità di garantire un’amministrazione e una gestione del sistema che rispondano a una logica di trasparenza, improntate a criteri di efficienza e re-
sponsabilità. Dall’altro va però approfondita la ricerca di nuove regole e di nuovi parametri per garantire il rispetto dell’igiene nelle strutture sanitarie.
Un pomeriggio ricco di spunti Proprio a quest’ultimo “tassello” è stato dedicato l’intero, ricchissimo pomeriggio di giovedì 10 aprile, che ha visto svolgersi la sessione “Sanificazione e igiene: innovare il capitolato tecnico”. Dopo il saluto di Patrizio Bianchi, Assessore alla Formazione, Università e Ricerca della Regione Emilia-Romagna, via alla presentazione del presidente Anmdo Gianfranco Finzi, che ha ribadito la necessità di fare innovazione ammonendo però a “mettere al centro il paziente, il suo benessere e le sue necessità”. La prima parte del pomeriggio, con una serie di relazioni di grande rilievo, è stata coordinata da Alberto Ferri, presidente di Scuola Nazionale Servizi, uno che nell’innovazione, e nell’avere il coraggio e gli stimoli per cercare nuove strade, ci ha sempre creduto: a dimostrarlo è l’intensa attività della Scuola, che continua a crescere e si sta affermando come punto di riferimento nella professionalizzazione dell’intera filiera dei servizi. Sala piena e uditorio attentissimo, come già era avvenuto alla “prima” del 27 marzo a Milano, per la relazione “Igiene e infezioni ospedaliere: una relazione quantitativa” di Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. L’abbiamo detto più volte, ormai, e in altra parte di questo numero è pubblicato un articolo più dettagliato: finalmente è stato dimostrato, con una metodologia scientifica (il professor Vittadini è ordinario di Statistica), il nesso tra spese per l’igiene (per reparto e per letto) e insorgenza
delle infezioni ospedaliere, responsabili ogni anno, in Europa, di un numero impressionante di decessi. Basti pensare che in Italia, nel triennio 2008-10, si sono registrati quasi 2.270.000 casi, con 22.691 decessi. Nella UE, ogni anno, 4 milioni e 700 mila pazienti sono colpiti da infezioni ospedaliere, con 37 mila morti, 16 milioni di giorni di degenza extra e 7 miliardi di euro di costi aggiuntivi per le strutture sanitarie”. Vittadini, introducendo la sua efficace presentazione, ha sottolineato la necessità di disporre di dati sicuri e quantificabili, per poter lavorare sulla valutazione della qualità. Proprio questo è il senso della ricerca, elaborata con Gianmaria Martini dell’Università degli Studi di Bergamo e basata su dati ufficiali della Regione Lombardia, riferiti a trenta strutture ospedaliere lombarde. “Da valutazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità” –ha esordito Vittadini- nel 90%
dei casi i metodi di disinfezione sono ancora fermi al secolo scorso: si disinfetta manualmente e a ciò si aggiunge il problema dell’eventuale incuria del personale. Il risultato è che ogni anno centinaia di milioni di pazienti nel mondo contraggono infezioni ospedaliere: un costo notevole per i sistemi sanitari”. Senz’altro molto più di quanto si risparmia, o si pensa di risparmiare. I dati sono chiari: come anticipato, la ricerca ha riguardato 30 aziende ospedaliere pubbliche in Lombardia, per un totale di 40 reparti con presenza di infezioni registrate sul biennio 2011-2012. Le osservazioni sono state 986, con 53 variabili considerate (con informazioni su ricoveri ospedalieri, infezioni per reparto, spese per i servizi di igiene per azienda ospedaliera, caratteristiche e stato di salute dei pazienti, caratteristiche dell’azienda ospedaliera). I dati, forniti da Regione Lombardia, registrano le infezioni avvenute durante il ricovero e permettono di valutare l’impatto delle infezioni per presenza nel reparto e per ospedale. In estrema sintesi (per ulteriori approfondimenti vedi l’articolo a pagina XX) si può dire che ad ogni punto percentuale di spese per l’igiene (sia per letto, sia per reparto), corrisponde una riduzione della presenza di infezioni ospedaliere che va da -0.2 a -0.52% a seconda dei modelli. “La ricerca -ha detto Vittadini- stabilisce con un approccio scientifico e quantitativo che esiste una relazione tra spese per i servizi di igiene negli ospedali e i tassi di infezione ospedaliera. In particolare, mette in evidenza come politiche di contenimento dei costi ospedalieri che comportano una riduzione nelle spese per i servizi di igiene possono portare, in realtà, ad un effetto contrario a causa dell’aumento indotto nelle infezioni ospedaliere. Le maggiori infezioni dovute ai ridotti servizi di igiene, infatti, comporterebbero costi ospedalieri doppi rispetto al risparmio do-
vuto alla riduzione dei servizi stessi. Scopriamo l’acqua calda, potrebbe dire qualcuno”, ha chiuso Vittadini in modo un po’ provocatorio. Ma è proprio questo il punto: proprio perché la cosa sembra ovvia è necessario quantificarla, e potersi basare su parametri oggettivi.
Innovare il Capitolato tecnico Detto questo (e dimostrato nero su bianco), che bisogna fare? Un’idea, a questo proposito, è venuta da Gianni De Togni, esperto di Scuola Nazionale Servizi, che ha fatto il punto sullo stato dell’arte del Capitolato Tecnico elaborato insieme ad Anmdo. Come si ricorderà, già nel settembre del 2010 l’associazione aveva dato il via ai lavori per elaborare un nuovo capitolato funzionale dei servizi di igiene ambientale in sanità attraverso la costituzione di un gruppo di professionisti appartenenti ad aziende del settore e ad associazioni nazionali rappresentative. Il capitolato, alla cui stesura ha partecipato la Scuola Nazionale Servizi, è stato poi presentato nel corso del 37° Congresso Anmdo che si è tenuto a Bologna nel 2011. Oggi però, a tre anni di distanza, molti scenari sono cambiati: nel 2012 sono stati pubblicati, dal Ministero dell’Ambiente, i Cam – Criteri ambientali minimi per i servizi di pulizia, e proprio in questi giorni si è insediato a Roma un tavolo di lavoro finalizzato all’elaborazione di criteri ambientali specifici per le pulizie in ambito ospedaliero. “Il Capitolato –ha illustrato De Togni- è frutto di anni di esperienza con Anmdo e altre associazioni, e ha da subito messo al centro dell’attenzione il rapporto, mai semplice e lineare, fra le scelte tecniche e la sostenibilità economica. Devo dire che, in questo senso, non abbiamo mai smarrito la strada, anche in un mondo fatto di interazioni complesse”. E a questo punto la prossima sfi-
41 APRILE 2014
SCENARI FORUM INNOVAZIONE
i I dati Agenas sull’andamento della spesa per i servizi in sanità: un’occasione per riflettere La seconda parte del pomeriggio, coordinata da Anna Fiorenza, consulente Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali), è stata pensata come una tavola rotonda con la partecipazione di vari stakeholders: Francesco Bisetto, Direttore medico dell’Ospedale di Camposampiero (Pd), Aulss 15 Alta Padovana, Angelo Conti, Dirigente ingegnere dell’Istituto ortopedico Rizzoli, Franco Astorina, Vicepresidente nazionale Fare, Fabrizio Bolzoni, Presidente nazionale Legacoop Servizi, e Andrea Loro Piana, Amministratore di Falpi srl. A impostare il dibattito è stata Anna Fiorenza, che ha svolto alla perfezione il ruolo di problem-setter presentando i dati Agenas (meritevoli di una lunga riflessione…) sull’andamento della spesa per i servizi in sanità negli ultimi anni. Limitiamoci ai servizi di pulizia: “Nonostante le politiche di risparmio degli ultimi governi, dai dati emerge chiaramente come la spesa, dal 2008 al 2012, sia costantemente salita: dal miliardo e 110 milioni di euro del 2008, primo anno di crisi, si è passati al miliardo e 266 milioni del 2012, con un incremento, di anno in anno, del 4,08% tra 2008 e 2009, del 3,91 tra 2009 e 2010, del 3,97 tra 2010 e 2011 e dell’1,50 tra 2011 e 2012. Solo tra 2012 e 2013, per effetto della spending review, i costi si sono abbassati, assestandosi intorno al miliardo e 234 milioni (-2,58%). Ma bisogna considerare come, nonostante si mirasse a una riduzione fino al 10% dei contratti già in essere, in realtà il risparmio effettivo è stato di appena un quarto.
42 APRILE 2014
da dell’innovazione è quella di integrare il tutto con la sostenibilità ambientale. Non a caso il contributo di De Togni si intitolava proprio “Innovare il capitolato tecnico”.
Dalle risorse alla comunicazione: ecco i punti-chiave A seguire, gli interventi di Mario Pinca, di Copma, Andrea Tezzele, di Markas (due rappresentanti delle imprese) e di Daniela Gabellini, di Kiwa Cermet Italia. Tezzele, in particolare, si è concentrato su alcuni concetti-chiave per la qualificazione del sistema: risorse, strumenti, metodi, indicatori e sistema di comunicazione. Quanto ai metodi, particolare importanza ha il sistema di controllo di risultato e di processo. Dici “controllo” e il pensiero corre, necessariamente, agli standard Anmdo-Cermet, che puntano proprio al controllo dei servizi esternalizzati. A questo proposito Daniela Gabellini ha ribadito i vantaggi di affidare il controllo a un ente terzo: l’assenza di conflitti di interesse nella gestione tecnico-operativa delle attività di controllo garantisce imparzialità e salvaguarda l’indipendenza del controllore. Ricordiamo che gli standard Anmdo-Cermet si basano su audit di Sistema, per la qualificazione dell’impresa, e audit di processo/servizio diretti e indiretti sull’appalto.
Frenare la corsa al ribasso, investire sui controlli Si tratta di dati che vanno interpretati, certo, ma che hanno un loro peso, soprattutto alla luce del fatto che, verosimilmente, indirizzeranno le future politiche del governo. Ciò che emerge è che si continua a spendere molto, “e a spendere male!”, come ha sottolineato subito dopo Astorina: “Se la spesa sanitaria continua a crescere, e a ciò non corrisponde un innalzamento della qualità dei servizi, la risposta possibile è una sola: forse non sappiamo spendere con oculatezza”. Spendere meglio, quindi: un concetto che avevamo già sentito a Milano, nei giorni di Forum Pulire, e che si può estendere a tutto il panorama dei servizi, e non solo alla sanità. Anche Fabrizio Bolzoni si è detto preoccupato per la caduta di qualità provocata da quella che lui ha definito la rincorsa al massimo ribasso. “Occorrono elementi certi che frenino questa tendenza, disinnescando la mania del ribasso. Si dovrebbe ragionare sul costo del lavoro: certi ribassi che si vedono in giro non sono sostenibili, a meno di pensare a situazioni poco trasparenti”. Bolzoni è anche intervenuto sull’intenzione di Consip di bandire una gara anche per la sanità, come per Scuole e Facility Management: “A questo proposito, come Legacoop abbiamo inviato a Consip un documento ufficiale in cui chie-
diamo, fra l’altro, di non occupare l’intero mercato, ma un 15-20% al massimo. Auspichiamo inoltre una dimensione regionale dei lotti, perché il sistema sanitario, per sua natura, mal si presterebbe a suddivisioni pluriregionali”. La voce dei produttori è stata rappresentata da Andrea Loro Piana di Falpi, un’azienda che fabbrica attrezzature per le pulizie in ambito sanitario: “Mi hanno angosciato i dati sulle morti per infezioni ospedaliere- ha detto-. Se non ho fatto male i conti in Italia si registra il 48% di tutte le infezioni nosocomiali europee, col 61% di decessi. Un triste primato che per me deve far riflettere sul come vengono svolti davvero i servizi di pulizia in ambito ospedaliero. Torno sulla necessità di effettuare controlli seri, di andare a vedere se tutto quello che si scrive si esegue davvero. Sono perfettamente consapevole che i tagli riducono i budget, ma così facendo si finisce per penalizzare chi lavora seriamente, imprese e fornitori. Temo però che si sia arrivati a un punto critico: o cambia il mercato, offrendo la possibilità di lavorare bene con i giusti margini, o si rischia che le aziende cambino il mercato di riferimento”. Più chiaro di così…
43 APRILE 2014
SCENARI GIORNATA LAVAGGIO MANI
l’igiene delle mani… può salvare le vite! di Giuseppe Fusto
44 APRILE 2014
Anche quest’anno l’’Oms – Organizzazione Mondiale della Sanità, dedica la giornata del 5 maggio all’igiene delle mani. All’insegna dello slogan “Clean care is safer care”, cioè Cure pulite sono cure più sicure, in ospedali e strutture sanitarie di tutto il mondo verranno implementate iniziative e “best practices” ispirate alle raccomandazioni Oms. Molte le adesioni anche in Italia.
i Come e quando
Direttamente dalle raccomandazioni Oms, ecco alcune indicazioni più precise sulle circostanze e sulle modalità del lavaggio delle mani da parte degli operatori sanitari. Su comportamenti come questi si baseranno le iniziative in programma il 5 maggio in diverse strutture ospedaliere di tutto il mondo. Come Prodotto a base alcolica: versa nel palmo della mano una quantità di prodotto a base alcolica sufficiente per coprire tutta la superficie delle mani; friziona insieme fino a quando le mani sono asciutte. Acqua e sapone: bagna le mani con l’acqua e poi applica una quantità di sapone sufficiente per coprire tutta la superficie delle mani. Assicurati che le mani siano asciutte e le salviette non vengano utilizzate più volte o da più persone. Acqua: le strutture devono assicurare che sia disponibile l’acqua per l’igiene delle mani, ma nelle situazioni in cui non è agevole l’accesso ai lavandini, è prioritario rendere disponibile un prodotto
Chissà come la prenderebbe Alessandro Manzoni se scoprisse che il suo leggendario “5 maggio” si è trasformato, al volgere del XXI secolo, nella più prosaica... “Giornata Mondiale del Lavaggio delle mani”! Segno dei tempi che cambiano? Specchio di una società che lascia sempre meno spazio alla poesia? Noi preferiamo vederla in positivo: negli ultimi anni ci siamo resi conto, con grandi benefici per tutti, di quanto importante sia la pulizia, a partire dalla nostra igiene personale, per la salute, il benessere e la qualità della vita della collettività: in una parola, e senza esagerazioni, per salvare
a base alcolica per frizione. Il prodotto può essere prodotto in loco secondo la formulazione dell’OMS. Quando – Prima e dopo il contatto diretto con il paziente – Dopo aver tolto i guanti – Prima di maneggiare un presidio invasivo per la cura del paziente, indipendentemente dal fatto che si indossino i guanti – Dopo il contatto diretto con fluidi corporei ed escrezioni, membrane mucose, cute non integra e medicazioni di ferita – Se ti sposti da un sito corporeo contaminato ad uno pulito durante l’assistenza al paziente – Dopo il contatto con oggetti inanimati (inclusi strumenti medici) nella immediata vicinanza del paziente.
vite (e vedremo perché). Fatto sta che il prossimo 5 maggio 2014 l’Oms – Organizzazione Mondiale della Sanità –torna a dedicarlo all’importante tema dell’Igiene delle mani, con un progetto dall’eloquente titolo “Save lives: clean your hands!” (Salva vite: lavati le mani).
Cure pulite = cure più sicure! Lo slogan, che a prima vista può apparire esagerato, in realtà ha un fondamento più che concreto, anzi drammatico: in tutto il mondo, infatti, migliaia di persone muoiono ogni giorno per infezioni contratte durante l’assistenza sanitaria proprio a causa di agenti patogeni trasmessi dalle mani. Queste ultime, infatti, sono la principale via di trasmissione di germi durante le procedure assistenziali, e l’igiene delle mani è la misura più importante per evitare la trasmissione di germi patogeni e per prevenire le infezioni correlate a pratiche assistenziali. Lanciata nel 2009, la campagna Save lives, parte integrante del progetto Clean Care is Safer Care (Cure pulite sono cure più sicure, lanciato nel 2005), si rivolge soprattutto a coloro che lavorano in ambito sanitario, per sensibilizzarli sul fatto che una buona igiene delle mani è il punto di parten-
GIORNATA LAVAGGIO MANI SCENARI
za per la lotta alle infezioni nosocomiali, responsabili di un numero impressionante di decessi in tutto il mondo.
Un po’ di storia E torniamo… a Manzoni, o meglio al suo secolo, perché è proprio alla metà del 1800 che gli studi di Ignaz Semmelweis, a Vienna, e di Oliver Wendell Holmes, a Boston, stabilirono che le infezioni contratte in ospedale, che ora sappiamo essere causate da agenti infettivi, venivano trasmesse attraverso le mani del personale sanitario. Negli ultimi 40 anni è stato confermato l’importante ruolo delle mani contaminate del personale sanitario nella trasmissione dei patogeni associati all’assistenza sanitaria. Attualmente, l’igiene delle mani è considerata la principale misura preventiva contro la diffusione dei patogeni nelle strutture sanitarie e la diffusione della resistenza agli antibiotici. E anche se sembra una cosa ovvia, l’adesione all’igiene delle mani è ad oggi universalmente effettuata da una bassa percentuale di operatori, con tassi di errore nell’esecuzione della stessa che superano il 50%.
L’iniziativa Oms Nel concreto l’iniziativa Oms, a cui aderiscono in Italia moltissime ASL, USL, strutture sanitarie, aziende ospedaliere, ecc., prevede che presso gli enti che partecipano siano implementate, il giorno 5 maggio, opportune iniziative di sensibilizzazione, campagne e “best practices” con al centro l’igiene delle mani. Punto di partenza, le raccomandazioni dell’Oms, che rappresentano un po’ le “linee-guida”, il timone dell’intero progetto Clean care is safer care. L’Oms opta per una “multi modal strategy” (strategia multimodale/multidisciplinare), che comprende indicazioni fondamentali per una strategia di successo sia per la direzione della struttura, sia per i singoli operatori. Si parte dalle raccomandazioni per la direzione: è importante garantire l’accesso ai lavandini e ai mezzi per poter effettuare il lavaggio delle mani. Al letto del paziente, inoltre, dovrà essere facilmente disponibile un prodotto a base alcolica per la frizione delle mani, e prodotti alternativi per il personale con allergie o reazioni avverse, e creme per la cura della pelle. Attenzione a chi dice “non ho i mezzi”: l’igiene delle mani è una priorità
45 APRILE 2014
TESTATINA OCCHIELLO
per la struttura, e richiede una leadership appropriata, un supporto amministrativo e risorse economiche a disposizione. Viene poi l’educazione e la motivazione del personale.Per migliorare la pratica è essenziale modificare i comportamenti. Le strategie multimodali sono l’approccio più efficace per migliorare l’igiene delle mani.
Importante la partecipazione
46 APRILE 2014
E’ quindi importante, in questo senso, che il personale prenda parte attiva ai programmi avviati nella struttura, con consapevolezza del rischio e volontà di incoraggiare la collaborazione anche da parte dei pazienti. Il personale, altro punto, dovrebbe partecipare anche alla scelta dei prodotti a base alcolica da usare quando si è a contatto con il paziente o in momenti a rischio, che devono essere efficaci e avere una bassa probabilità di causare irritazioni. Dovranno essere valutati anche il profumo e la tollerabilità cutanea. Inoltre i dispenser di prodotto a base alcolica dovrebbero essere disponibili agevolmente nei singoli luoghi di cura, e bisogna monitorarne l’efficienza e il corretto funzionamento. Capitolo cura della pelle: la pelle, si sa, si deteriora e si contamina facilmente, e il rischio di patologie come le dermatiti da contatto è sempre dietro l’angolo. A questo proposito risultano utili creme e lozioni per la cura delle mani, mentre il personale che presenta allergie o reazioni avverse dovrebbe utilizzare prodotti alternativi.
I cinque momenti fondamentali Ma quando lavarsi le mani? L’Oms ribadisce la necessità che gli operatori sanitari eseguano una corretta igiene delle mani (con un prodotto specifico) nei cosiddetti “cinque momenti fondamentali”: • prima del contatto con il paziente, per prevenire la trasmissione crociata dei germi al paziente; • prima di una manovra asettica, anche qui per prevenire la trasmissione crociata dei germi al paziente; • dopo rischio/esposizione ad un liquido biologico, per prevenire la contaminazione dell’operatore sanitario; • dopo il contatto con il paziente, di nuovo
per prevenire la contaminazione dell’operatore sanitario; • dopo il contatto con ciò che sta intorno al paziente, ancora per prevenire la contaminazione dell’operatore sanitario. Questi momenti individuano spazialmente (area del paziente e ambiente circostante, siti contaminati e siti sterili) e temporalmente (“indicazioni”) i momenti in cui è necessario provvedere all’igiene delle mani, chiamati “opportunità”. Gli operatori sanitari, durante i 5 momenti legati all’assistenza diretta al paziente devono poi evitare alcuni comportamenti associati alla probabilità di colonizzazione delle mani con batteri patogeni (per approfondimenti, vedi box “Come e quando”).
Dai guanti al lavaggio chirurgico… passando per le unghie Molti, erroneamente, pensano che i guanti possano sostituire la necessità di effettuare un corretto lavaggio delle mani con acqua e sapone o un prodotto a base alcolica. Niente di più sbagliato: i guanti proteggono il personale dal sangue e dai fluidi corporei, dalla cute non integra e dalle membrane mucose. Ma dopo aver prestato assistenza ad un paziente è necessario togliere i guanti, e non usarli per più di un paziente.Passando alle raccomandazioni sul lavaggio chirurgico: se le mani sono visibilmente sporche, lavarle con acqua e sapone dopo aver tolto, naturalmente, i gioielli. Occorre poi usare un sapone con antisettico, o un prodotto a base alcolica prima di indossare i guanti sterili. Quando si usa il sapone, occorre frizionaree per 2-5 minuti come raccomandato dal produttore. Quando si usa un prodotto a base alcolica, seguire le raccomandazioni del produttore utilizzando una quantità sufficiente per coprire le mani ed i polsi durante la frizione. Lasciare asciugare perfettamente prima di indossare i guanti. Ultime ma non meno importanti raccomandazioni Oms riguardano le unghie: vanno mantenute corte (max 0,5 cm) e, naturalmente, non vanno mai indossate unghie artificiali durante il contatto diretto con i pazienti.
OCCHIELLO TESTATINA
47 APRILE 2014
SCENARI EXPOSANITA’
exposanità 2014, protagonista la terza età dalla redazione
48 APRILE 2014
XIX edizione per la Mostra internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza, che si terrà a Bologna dal 21 al 24 maggio. Quattro giorni ricchi di eventi, seminari, convegni e approfondimenti ad ampio raggio. C’è grande attesa per il Salone della Terza Età, con un tavolo di confronto per ragionare sulle necessità di riorganizzare il Sistema sanitario in funzione della crescita della popolazione anziana. Dal 21 al 24 maggio, presso il quartiere fieristico di Bologna, è in programma Exposanità, Mostra internazionale al servizio della sanità e dell’assistenza giunta alla diciannovesima edizione. Si tratta di un appuntamento unico nel suo genere: da 32 anni, infatti, la fiera – a cadenza biennale – è un momento di incontro e confronto, in Italia, sui temi specifici della sanità e dell’assistenza. E l’apprezzamento è dimostrato dai dati: nel 2012, anno dell’ultima edizione, ben 29 mila visitatori hanno scelto Exposanità per aggiornarsi sul mercato e formarsi professionalmente. Gli espositori, italiani e in-
ternazionali (16 i paesi rappresentati), sono stati quasi 800, con prodotti e servizi ad alto contenuto innovativo. Oltre 500 le ore di formazione, un importante momento di aggiornamento professionale per gli addetti della sanità e dell’assistenza.
I focus di Exposanità 2014 Numeri che l’edizione 2014 si ripromette di superare, con una serie di nuovi focus che vanno dal rapporto tra ospedale e territorio all’internazionalizzazione, dalla disabilità alla terza età. Proprio l’invecchiamento della popolazione sarà tra i protagonisti di questa edizione: invecchiamento della popolazione, innovazioni tecnologiche e tendenza ad una razionalizzazione dei costi impongono nuove soluzioni per il mondo ospedaliero e per la gestione della sanità a livello territoriale. Exposanità dedica al tema un programma di iniziative ad hoc, mirate ad analizzare le tendenze attuali e ad individuare le linee guida per il futuro. Nel 2040 la popolazione over 65 raggiungerà in Italia il 35% del totale. Una sfida per la
i La Terza Età… regione per regione
L’elaborazione dei dati Istat su scala regionale offre un quadro dettagliato della popolazione, divisa per fasce d’età, nelle diverse aree d’Italia. La classifica delle prime dieci regioni con l’incidenza più alta di over 65 sulla popolazione locale vede nell’ordine la Liguria con il 25,8% di anziani (404.502), il Friuli Venezia Giulia con il 22,5% (273.649), la Toscana con il 22,4% (823.317) è alla pari con l’Umbria (197.447), il Piemonte con il 22,1% (964.737), le Marche con il 21,6% (333.384), l’Emilia Romagna con il 21,5% (932.575), il Molise con il 21% (65.858), l’Abruzzo con il 20,5% (268.429) e la Valle d’Aosta con il 20,1% (25.481).
sanità e i suoi operatori che dovranno rispondere a nuovi bisogni sanitari a fronte di un numero di risorse limitate. Il tema terza età occuperà un posto di rilievo tra le iniziative di Exposanità che, con un’area dedicata, metterà a confronto gli operatori del settore attraverso incontri, rassegne di prodotto ed iniziative speciali sul tema.
I saloni tematici Come sempre, la fiera si articolerà in una serie di saloni tematici: Hospital, Salone delle tecnologie e dei prodotti per ospedali, a sua volta suddivisa nelle aree Dispositivi medici, Engineering ospedaliero, Gestione dei servizi alberghieri; Mit (Medical Innovation and Technology), dove saranno presentati risultati di ricerche, nuovi brevetti e prodotti di nuova ingegnerizzazione. Diagnostica 2000, Salone delle apparecchiature e prodotti per la diagnosi (Elettrodiagnostica, Diagnostica per immagini, Laboratorio di analisi); Sistem, Salone dell’informatica sanitaria e della telemedicina; Healthy dental, Prodotti, tecnologie e soluzioni per la salute dentale; Sanità animale, dedicata alla salute degli animali; Salute Amica, Rassegna dei progetti e delle realizzazioni per la qualità del Sistema Sanitario; Horus, Prodotti, servizi e iniziative per l’handicap, l’ortopedia e la riabilitazione; Terza età, Soluzioni, prodotti e servizi per la terza età.
Grande attenzione alla Terza Età e ai suoi problemi E anche tra gli appuntamenti convegnistici (molto ricco il calendario, consultabile
EXPOSANITA’ SCENARI
sul sito dell’evento http://www.senaf.it/ Expo-Sanita/107) la Terza età sarà grande protagonista. A tale proposito Exposanità ha costituito, nell’ambito del Salone della Terza Età, un tavolo di confronto al quale sono stati invitati: ANSDIPP, Associazione Nazionale Manager del Sociale e del Socio Sanitario; UNEBA, Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di Assistenza Sociale; Legacoop; Confocooperative; ANASTE, Associazione Nazionale Strutture per la Terza Età; AIOP, Associazione Italiana Ospedalità Privata e ANOSS, Associazione Nazionale Operatori Sociali e Sociosanitari. La domanda di partenza è: se il sistema sanitario, almeno così come è organizzato, non basta più, quali sono le soluzioni possibili? Partiamo dall’elaborazione degli ultimi dati Istat: dal 2002 al 2012, in Italia, la popolazione è cresciuta del 4,2% raggiungendo i 59.394.207 residenti. L’aumento più accentuato, in termini percentuali, si è registrato tra gli “over 65” con un +15,8% rispetto al 2002: la categoria “senior”, di oltre 11,6 milioni di abitanti, rappresenta il 19,6% rispetto al totale della popolazione italiana (+2%; nel 2002 era il 17,6%). Insomma, nel decennio 2002-2012 il rapporto degli over 65 sul totale della popolazione della regione è cresciuto del 2%, e intanto, dato preoccupante, il tasso di disoccupazione ha superato il 37% tra i più giovani. La crescita più marcata e la maggiore incidenza degli over 65 sulla popolazione rispetto al 2002 sono quindi gli aspetti più significativi evidenziati dall’analisi.
Un’importante sfida per la sanità E non di soli numeri si tratta: questi dati, infatti, nel concreto avranno una significativa ricaduta sul tessuto sociale del nostro paese, e se letti dal punto di vista del Servizio sanitario impongono una riorganizzazione dell’intero sistema. La terza età resta un tema complesso che richiede una collaborazione sinergica tra gli Enti, Istituzioni pubbliche e realtà private che si occupano a diverso titolo di attività assistenziali. E se è vero che, a questo ritmo, che nel 2040 la popolazione over 65 raggiungerà in Italia il 35% del totale, è innegabile che si preannunci una sfida molto impegnativa per la
i
Active Ageing: idee innovative per i luoghi più… comuni
La mostra Active Ageing riproduce in oltre 130 mq i luoghi di vita di una persona anziana. Saranno proposti gli ambienti più comuni – bagno, cucina living, outdoor e camera da letto – con idee innovative, oggetti e arredi di ultima generazione. Anche le attività più semplici come prendersi cura di sé, fare ginnastica, cucinare, curare l’orto, leggere, giocare, cucire e riposare richiedono una rivisitazione degli spazi e l’utilizzo di prodotti studiati su misura per colmare deficit di tipo visivo, uditivo, mentale e motorio.
sanità e i suoi operatori che dovranno rispondere a nuovi bisogni sanitari a fronte di un numero di risorse limitate. La problematica dell’assistenza all’anziano non trova però il suo fondamento solo sulla difficile reperibilità di risorse economiche, ma anche sulla necessità di mettere in rete dei servizi sociali in grado di erogare assistenza domiciliare e tutelare. L’una finalizzata al mantenimento dell’anziano nel proprio ambiente di vita, l’altra invece, ad appannaggio del servizio socio-sanitario volta a rispondere ai bisogni multipli delle persone che vivono una temporanea o permanente situazione di non autosufficienza. “Formare nuove professionalità sanitarie e promuovere un aggiornamento del comparto diventa prioritario – commenta Marilena Pavarelli, Project Manager di Exposanità – Ecco perché, per quanto riguarda la ter-
za età, nell’ambito di Exposanità approfondiremo l’argomento con una sezione convegnistica e una espositiva puntando sulla formazione di tutti i soggetti coinvolti nel percorso assistenziale: dalle figure dirigenziali alle professioni sanitarie che operano all’interno di residenze per anziani, che si occupano di assistenza domiciliare, che seguono il paziente geriatrico in ospedali ed ambulatori”. Prosegue Pavarelli: “In Italia la domanda di servizi dedicati alla terza età è destinata a crescere e, di conseguenza, è probabile aumenterà anche la richiesta di professionisti qualificati e competenti. Secondo gli ultimi dati emessi dalla Comunità Europea infatti l’invecchiamento della popolazione è stato tra i fattori che hanno portato il settore sanitario europeo ad assumere quasi un milione di persone nel corso del 2012”.
49 APRILE 2014
Vi aspettiamo al PAD 26 Stand C58
TECNOLOGIE PREVENZIONE INFEZIONI
sorveglianza e prevenzione delle infezioni da clostridium difficile nell’azienda sanitaria di firenze*
50 APRILE 2014
L’Azienda Sanitaria di Firenze a partire dall’anno 2010 ha attivato un sistema di sorveglianza per la patologia da Clostridium difficile. L’attuazione di una serie di provvedimenti innovativi e l’adozione di vari strumenti operativi hanno favorito importanti miglioramenti nel controllo del rischio di tale patologia. Introduzione
* Tratto da L’Ospedale
Negli ultimi anni la patologia da Clostridium difficile sta diventando motivo di seria preoccupazione nelle Strutture Sanitarie per la sua severità, per l’aumentata incidenza, per la morbosità associata alla difficoltà a contenerne la diffusione e per l’impatto significativo della mortalità ad essa associata. Attualmente l’infezione da Clostridium difficile (CDI) acquisita in ambito assistenziale, sia in ospedali per acuti che in strutture residenziali, rappresenta una tra le prime cause di infezioni correlate all’assistenza, come testimoniano gli interventi della letteratura internazionale che ne tracciano un quadro complesso e di crescente rilevanza. Dati recenti dell’Health Protection Agency riferiscono un aumento allarmante dell’incidenza nel Regno Unito con un numero di nuovi casi che passa da 1.000 nel 1990, a 43.672 nel 2004 e a 55.000 nel 2006, con un aumento del 38% in soli due anni. Il trend epidemiologico è in aumento anche a livello Europeo con un’incidenza che passa da 2.45 casi/ 100.000 giorni di ricovero del 2005, a 5.5 casi / 100.000 giorni di ricovero nel 2008. Significativo è lo studio condotto negli Stati Uniti dove le diagnosi di Clostridium diffi-
di Anna Poli*
cile sono passate da 3,82/1000 dimissioni a 8,75/1000 dimissioni nel 2008 interessando nel 67% dei casi la popolazione più anziana. I certificati di morte con diagnosi di enterocolite da CDI sono nettamente aumentati di quasi dieci volte dal 1999 al 2008 con un numero di casi diagnosticati come principale causa di morte. I determinanti del nuovo quadro epidemiologico sono attribuibili alla diffusione di nuovi ceppi ipervirulenti, all’aumento di specifici fattori di rischio legati ai cambiamenti in procedure sanitarie (vedi l’esposizione frequente ad antibiotici) e al diverso profilo di rischio relativo alla popolazione anziana. Negli Stati Uniti sono stati osservati casi di infezioni gravi da Clostridium difficile in popolazioni tradizionalmente considerate a basso rischio (low risk populations) come preadolescenti non esposti a cure mediche e puerpere. Nonostante il rischio individuale di sviluppare CDI sia legato maggiormente all’esposizione a molteplici classi di antibiotici e/o a terapie prolungate, è emerso tuttavia, come l’esposizione ad una singola dose di antibiotico somministrato per profilassi perioperatoria sia associato ad un aumentato rischio di sviluppare CDI. La necessità di disporre di un sistema di sorveglianza è sottolineata anche dal fatto che l’ European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC) ha recentemente avviato un progetto per migliorare la capacità dei paesi membri di condurre la sorveglianza delle CDI attraverso un’azione mirata a promuovere la capacità diagnostica di laboratorio e definire un protocollo comune europeo, rafforzando le raccomandazioni del Consiglio dell’Unione Europea del 5 Giugno 2009.
La sorveglianza deve consentire infatti il monitoraggio del trend epidemiologico della malattia e la caratterizzazione dei ribotipi prevalenti, già precedentemente descritti in altri paesi o non ancora identificati. Avere a disposizione dati epidemiologici sulla reale frequenza di CDI risulta necessario per aumentare la percezione di tale problema negli operatori sanitari e per attivare interventi per il miglioramento del livello di salute di una popolazione.
Materiali e metodi Sebbene l’attuazione di numerose iniziative abbia comportato importanti miglioramenti nel controllo del rischio di tale patologia, si è ritenuto di dover approfondire la conoscenza del fenomeno garantendo un sistema di sorveglianza attiva. A fronte della rimodulazione dell’offerta assistenziale, la sorveglianza attiva deve coinvolgere tutto il processo assistenziale, dalla realtà ospedaliera ai nuovi contesti sanitari. La S.O.S. Vigilanza e Controllo Infezioni Correlate all’Assistenza della Azienda Sanitaria di Firenze ha avviato a partire da Gennaio 2010 un sistema di gestione e controllo del rischio infettivo completo nei suoi aspetti epidemiologici e strutturali, che consente oltre al monitoraggio costante del trend epidemiologico, l’analisi dei costi e benefici ad essa correlati. L’attività di sorveglianza è svolta grazie alla collaborazione delle Direzioni Sanitarie di Presidio Ospedaliero e della S.O.S. Epidemiologia. La popolazione inclusa nella sorveglianza è quella sottoposta a regime di ricovero ordinario nei cinque presidi ospedalieri dell’Azienda Sanitaria Fiorentina (P.O. San Giovanni di Dio, P.O. S. Maria Annunziata, P.O. del Mugello, P.O. S. Maria Nuova, P.O. Serristori). I cin-
PREVENZIONE INFEZIONI TECNOLOGIE
que presidi ospedalieri si configurano come “ospedali per acuti” con un totale di 970 posti letto di cui 828 a ciclo continuo e 142 in D. Hospital. La sorveglianza attiva viene regolamentata e resa operativa dalla Procedura Aziendale “Sorveglianza Prevenzione Diagnosi e Trattamento del Clostridium difficile in ambiente ospedaliero”. Tale Procedura si avvale di strumenti di riferimento come le schede di notifica, assunte come indicatore quantitativo di esito, e le schede di indagine epidemiologica, come strumento di rilevazione di indicatori di processo. L’indagine epidemiologica, condotta dall’infermiere addetto al controllo delle infezioni o dal medico di Direzione Sanitaria, consiste nella raccolta di tutte le informazioni utili a definire tempi, cause e modalità di insorgenza del caso. Permette di raccogliere le informazioni cliniche, i fattori di rischio che il paziente presenta, l’area di provenienza, la terapia antibiotica prescritta. Chiede di specificare se le misure di prevenzione e controllo sono adottate, il tipo di isolamento, l’utilizzo dei DPI e la predisposizione di uno strumentario dedicato; indaga la corretta adozione delle modalità di sanificazione ambientale e la comunicazione al personale incaricato. La scheda uniforme e standardizzata per tutti i presidi ospedalieri è stata costruita in modo tale da poter fornire informazioni su tutto il processo di prevenzione e controllo e come strumento per la raccolta dati per il presente studio. Sulla base di tale scheda è stato costruito un database utilizzando EpiInfo per la raccolta dei dati che vengono analizzati a cadenza mensile. Uno degli strumenti operativi che consente di monitorare l’adesione da parte degli operatori sanitari alle indicazioni dettate dalla Procedura è la “Check-list di verifica sulle misure da adottare per paziente con C. difficile”. Si tratta di uno strumento innovativo utilizzato come indicatore di esito e di processo. La sua compilazione, a cura del Coordinatore Infermieristico del reparto ospedaliero che ha in carico il paziente o di un suo delegato, e la successiva analisi, consente di verificare l’adesione alle misure di controllo ritenute necessarie per limitare la diffusione della patologia, permettendo delle verifiche immediate. Vie-
ne inserita nella cartella clinica, rispondendo in modo positivo alle eventuali implicazioni medico-legali. La sanificazione ambientale ha un ruolo cardine ai fini della prevenzione e controllo della diffusione della patologia, i riferimenti di letteratura internazionale ed europea ci indicano l’appropriatezza dei disinfettanti da utilizzare alle corrette concentrazioni e ai relativi tempi di contatto. La Procedura Aziendale si attiene alle indicazioni di letteratura scientifica e sottolinea l’importanza di garantire momenti formativi rivolti al personale addetto alla sanificazione perché possano recepire ed attenersi alle istruzioni operative. All’interno della ASL 10 la sanificazione ambientale è esternalizzata, pertanto diventa ancora più necessario approfondire le modalità di comunicazione tra la ditta in appalto e il coordinatore infermieristico. Il coordinatore infermieristico o suo delegato si avvale della “Check-list per il monitoraggio della sanificazione ambientale in corso di Clostridium difficile” come strumento di verifica e controllo dell’attività svolta dalla ditta in appalto. In presenza di una aumentata incidenza di casi, epidemie o cluster epidemici, uno strumento di osservazione e di approfondimento ulteriore diventa l’attivazione di un Team di controllo. Tale attività, che richiede una equipe multi professionale, si pone l’obiettivo fondamentale di monitorare l’adesione da parte di tutti gli operatori sanitari alle best-practices dettate dalla Procedura Aziendale e di rispondere alle criticità attraverso interventi di miglioramento. Adempie alle proprie finalità attraverso la compilazione della “Check-list per la verifica interna dell’applicazione delle misure di controllo per Clostridium Difficile” e della “Check-list per il monitoraggio della sanificazione ambientale in corso di Clostridium difficile”. E’ uno strumento pratico e veloce, ma che allo stesso tempo svolge il fondamentale compito di individuazione delle criticità nella procedura assistenziale fino a quel momento non evidenziate. Al termine del periodo di osservazione si procede all’elaborazione dei dati. Il Team di controllo lavorerà sugli aspetti di non conformità emersi dall’analisi delle schede. Tale proces-
so permette la pianificazione di eventuali interventi correttivi, e non solo, ma anche la validità del Team come organismo per la gestione del rischio infettivo e l’efficacia delle schede come strumento di rilevazione. I risultati saranno restituiti attraverso un feedback immediato agli operatori sanitari come implementazione al cambiamento.
Risultati Il sistema di sorveglianza attiva per la gestione e il controllo della patologia da C. difficile è diventato operativo dall’anno 2010 ed è continuato negli anni successivi, presentando un quadro epidemiologico in linea con le altre realtà internazionali ed europee. L’obiettivo finale è costituito dall’utilizzo dei dati e dal monitoraggio dei programmi di attività intesi come continua valutazione della relazione intervento-cambiamento. Tale sorveglianza ci garantisce di seguire l’evoluzione della dimensione del fenomeno negli aspetti delle complicanze, dei fattori di rischio, delle recidive, dell’utilizzo della terapia antibiotica combinata e/o protratta, delle epidemie, e grazie al feedback dei risultati orientare le misure di prevenzione ad interventi efficaci di miglioramento. Nell’anno 2012 sono stati notificati 246 casi di C. difficile (Grafico 1), dei quali 132 femmine e 114 maschi. La popolazione è risultata così composta, 229 pazienti avevano un’età >65 anni (93,9%), mentre 15 pazienti erano adulti con meno di 65 anni (6,1%). Per quanto attiene la distribuzione per area clinica di provenienza, 207 pazienti provengono da reparti afferenti all’area medica, 18 dall’area chirurgica, 9 dall’area intensiva, e le rimanenti 12 notifiche provenivano da al-
Grafico 1: Distribuzione dei casi di C. difficile per mese di insorgenza.
51 APRILE 2014
TECNOLOGIE PREVENZIONE INFEZIONI
Grafico 2: Distribuzione dei casi di C. difficile per area clinica di provenienza
52 APRILE 2014
tri reparti (Ortopedia, Ostetricia, Dea, Emodialisi) (Grafico 2). In relazione alla provenienza dei pazienti 174 casi sono pervenuti nel Presidio Ospedaliero direttamente dal domicilio (70,7%) e 72 casi da un altro luogo di cura (29,3%) (Grafico 3), di cui: 50 da Case di Cura, 12 da RSA, 8 da altro ospedale dell’Area Fiorentina, 2 da Presidi Ospedalieri extra Area Fiorentina. L’analisi dei fattori di rischio ha messo in evidenza che i fattori di rischio maggiormente implicati nello sviluppo della patologia sono stati per 152 pazienti almeno un ricovero nei tre mesi precedenti (61,8%), per 145 pazienti una terapia antibiotica in atto (58,9%), e l’età >65 anni (9,8%) (Grafico 4). Nel periodo in osservazione 34 pazienti
Grafico 3: Distribuzione dei casi di C. difficile per provenienza.
Grafico 4: Distribuzione fattori di rischio.
hanno avuto episodi di recidiva, di cui 6 sono rappresentate da un secondo episodio di recidiva, confermando che il rischio aumenta esponenzialmente con il numero di episodi. Le misure di controllo. Le strategie di controllo hanno gli obiettivi di identificare, isolare e trattare in maniera efficace i casi di infezione da Clostridium difficile. Trattamento: la Procedura Aziendale, per il trattamento dei pazienti con CDI prevede l’utilizzo di Metronidazolo e Vancomicina utilizzati singolarmente oppure in combinazione; 93 pazienti sono stati trattati con Metronidazolo (37,8%), 69 con Vancomicina (28%), per 69 pazienti è stata adottata una terapia in combinazione (28%). Isolamento: per 117 pazienti è stato attuato un isolamento funzionale (47,6%), per 105 pazienti è stata assegnata una stanza singola con bagno dedicato (42,7%), per 15 pazienti è stato fatto un isolamento di coorte per la presenza all’interno del Presidio Ospedaliero di altri pazienti con infezione da C. difficile; in 3 casi si è ritenuto opportuno assegnare un servizio igienico dedicato al paziente deambulante e in 2 casi per le condizioni cliniche del paziente si è ritenuto trasferirlo all’U.O. di Malattie Infettive. In 50 casi vi è stata presenza contemporanea all’interno della stessa linea di degenza di un altro caso di C. difficile. Igiene delle mani e utilizzo dei dispositivi di protezione individuale: dall’analisi di tutte le inchieste epidemiologiche è emerso che in 232 casi (95,1%) nella stanza di degenza era presente sia un detergente antisettico (clorexidina al 4%) sia gel alcolico al letto del paziente; in 6 casi era presente unicamente il gel alcolico e in 6 casi solo il detergente antisettico al lavandino prossimale. E’ stato rilevato che nel 99,6% dei casi nelle immediate vicinanze del paziente erano disponibili i dispositivi di protezione individuale idonei. Sanificazione: nella quasi totalità dei casi, nel periodo preso in esame tutto il personale addetto agli interventi di igiene ambientale, sia il personale della ditta di pulizia che opera durante le ore diurne, sia il personale ausiliario dell’Azienda Sanitaria, ha effettuato la sanificazione con prodotti
a base di ipoclorito di sodio, con l’utilizzo di panni monouso nel 94,3% e dispositivi di protezione individuale nel 93,5%. La comunicazione: l’indagine epidemiologica e la checklist per i coordinatori infermieristici ha evidenziato che in 224 casi la presenza di infezione è stata comunicata agli addetti alla sanificazione ambientale, agli operatori addetti al trasferimento del paziente e al personale volontario. Gli interventi di educazione sanitaria rivolti al paziente e ai familiari si svolgono grazie ad un colloquio informativo e alla consegna di una brochure esplicativa. I familiari sono stati informati nel 93,1% dei casi. Origine dell’infezione: la compilazione dell’inchiesta epidemiologica nella definizione di caso per la sorveglianza, permette di definire se si tratta di infezione correlata all’assistenza (ICA), caso di ICA insorta in comunità, oppure infezione di origine comunitaria. Le infezioni sicuramente correlate all’assistenza sono state 113 (45,9%), le infezioni correlate all’assistenza insorte in comunità 79 (32,1%), mentre 28 casi sono di origine comunitaria, 26 casi sono stati di origine indeterminata.
Conclusioni L’impegno degli operatori sanitari, attraverso l’attuazione di un progetto trasversale che ha coinvolto differenti responsabilità con competenze diverse, ci ha permesso di garantire una maggiore uniformità dei programmi di sorveglianza attiva che diventano, anche grazie al feedback dei risultati, un efficace strumento di implementazione al cambiamento. Una efficace comunicazione e ritorno dei dati epidemiologici è diventato un aspetto cruciale per la corretta gestione dell’episodio infettivo. Nonostante i casi rispetto al 2011 sono aumentati, uno dei motivi è una maggiore sensibilità degli operatori sanitari e un miglioramento nella diagnosi microbiologica. Un altro motivo rilevante dell’incremento dei casi, conseguente alla rimodulazione dell’offerta assistenziale, è la provenienza da altri contesti sanitari, come RSA e assistenza domiciliare. Un obiettivo di miglioramento è stato favorire la comunicazione e la diffusione delle informazioni sanitarie tra i diversi professionisti che in-
PREVENZIONE INFEZIONI TECNOLOGIE
tervengono nella cura del paziente a diversi livelli, pertanto l’Azienda Sanitaria di Firenze ha predisposto la sperimentazione di un software di dimissione ospedaliera, da compilare a cura del medico, dove è stato predisposto un campo obbligatorio con l’informativa sulla colonizzazione e/o infezione dell’agente infettivo nel paziente in dimissione. Gli strumenti operativi “Inchiesta epidemiologica”, “Check-list di verifica sulle misure da adottare per paziente con C. difficile”, “Check-list per il monitoraggio della sanificazione ambientale in corso di Clostridium difficile”, “Team di controllo”, “Check-list per la verifica interna dell’applicazione delle misure di controllo per Clostridium Difficile”, sono stati strumenti utili e di riferimento per aumentare da una parte la percezione degli operatori sanitari per questa problematica, e dall’altra per rispondere, seguendo i criteri di qualità e di sicurezza del paziente, alle criticità emerse. La diffusione di una nuova cultura delle infezioni correlate all’assistenza passa attraverso la dettagliata compilazione delle schede epidemiologiche e delle check-list, che ci
hanno fornito criteri, standard ed indicatori utili per il raggiungimento degli obiettivi di miglioramento. Inoltre è stato preso in esame l’impatto economico nei processi di sanificazione ambientale che hanno richiesto interventi aggiuntivi. L’impatto economico è stato regolamentato all’interno dei capitolati di aggiudicazione dove vengono presi in esame gli interventi di sanificazione aggiuntivi effettuati durante la degenza del paziente infetto e al momento della dimissione. Attualmente un problema gestionale complesso è rappresentato dalle recidive, che possono essere espressione sia di reinfezione da ceppi differenti, che di mancata eradicazione dello stipite di origine. La gestione delle recidive pone le Organizzazioni Sanitarie davanti a un impegno consistente sia dal punto di vista di interventi di prevenzione che di impatto economico e a problemi clinici che inducono a nuove opzioni terapeutiche. La letteratura internazionale ci conferma come l’adozione di un generalizzato uso prudente degli antibiotici (antimicrobial stewardship) determini una riduzione di questa patologia, un
reale impatto sia sulle resistenze che sulla prevenzione di CDI. La politica antibiotica deve coinvolgere l’intera struttura ed essere affiancata da un attento monitoraggio e valutazione dell’impatto economico. Davanti a tali considerazioni il campo della sorveglianza e controllo delle infezioni correlate all’assistenza deve permeare tutti i livelli del processo assistenziale, dalla realtà ospedaliera ai nuovi contesti sanitari come l’assistenza domiciliare integrata e le residenze sanitarie assistite. La strategia di intervento attuata nell’ambito della ASL 10 ha puntato a catalizzare l’impegno di tutti i professionisti coinvolti ad ogni livello nell’assistenza al paziente intorno al principio della qualità e della sicurezza delle cure. Temi come la qualità e la sicurezza delle prestazioni non rappresentano più un valore aggiunto, ma costituiscono un elemento imprescindibile nella valutazione dell’organizzazione sanitaria, nonché un diritto consapevolmente acquisito da parte del cittadino-utente. *[Direttore Rischio Infezioni Correlate all’Assistenza ASL 10 Firenze, P.O. Palagi]
53 APRILE 2014
TESTATINA OCCHIELLO
54 APRILE 2014
AFFARI E CARRIERE
Oggi cleaner, domani leader
“Oggi cleaner, domani Leader: dal Giappone il ritorno dei maestri del Management by Cleaning dopo il successo del 2013” è il titolo del convegno che si terrà il prossimo 29 maggio a partire dalle 14.30 nell’Aula Magna dell’Università degli Studi di Brescia di via San Faustino 74, B. Il convegno, organizzato dall’Università degli Studi di Brescia e dal CSMT in col-
laborazione con l’Associazione culturale Fuji, prevede la partecipazione di Rosario Manisera, presidente dell’associazione e del prof. Marco Perona, Ordinario di Logistica Industriale dell’Università degli Studi di Brescia. Due relatori d’eccezione, Hidesaburō Kagiyama, fondatore di Yellow Hat Corporation e dell’Associazione Learning by Cleaning e Tamiharu Kamei, presidente della società System Japan, porteranno un’importante testimonianza sui meriti economici, sociali e gestionali del Management by Cleaning per le aziende e la comunità e della sua evoluzione nel management partecipativo. Temi affrontati durante l’incontro saranno in particolare il Management by cleaning, il Management partecipativo, la riduzione degli sprechi e i benefici sociali delle filosofie Giapponesi. GSA è media partner dell’iniziativa. L’evento è aperto ad imprese, mondo del volontariato, studenti e cittadinanza. Per maggiori informazioni: e.mario@csmt.it 030/6595108.
Logistica farmaceutica e dei beni di consumo sanitari
Scuola Nazionale Servizi organizza a Bologna, il 9 maggio, un seminario dal titolo: “Logistica farmaceutica e dei beni di consumo sanitari. Best practice e Strumenti tecnico-giuridici nella logistica di farmaci e beni di consumo nelle strutture sanitarie.” Il seminario è a numero chiuso per un massimo di 70 partecipanti. Termine ultimo per le iscrizioni: mercoledì 7 maggio. Destinatari: responsabili uffici gare,uffici legali, uffici commerciali, responsabili di area logistica e trasporti delle imprese di servizi. Farmacisti, direttori amministrativi, provveditori e responsabili acquisti delle Asl e Aziende Ospedaliere. GSA è media partner. [www.scuolanazionaleservizi.it]
Cartemani ceduta agli austriaci La società Cartemani di Curno, attiva da 34 anni nel settore dell’igiene e del comfort della persona, viene ceduta alla multinazionale austriaca Hagleitner Hygiene International GmbH, presente in 12 Paesi europei. La cessione delle quote del 100% si è perfezionata con la firma dell’accordo a Bolzano, tra Donato Losa e il 54 enne Hans Georg Hagleitner. Losa era partito nel 1980 con pochi mezzi, in una piccola sede di Mozzo, e oltre a distribuire asciugamani di carta, in pochi anni ha costruito attorno al prodotto carta igienica, «un mercato che prima non esisteva», con 40 dipendenti, un fatturato che quest’anno ha toccato i 12,2 milioni di euro (stabile) e una gamma di prodotti esclusivi che sono diventati marchio di fabbrica, adottati dai più importanti locali alla moda e di tendenza di mezzo Stivale (in molti ricordano ancora i dispenser in oro a 24 carati che Cartemani creò per la Scala di Milano nel 2005 per i servizi igienici del palco reale). [www.cartemani.it]
55 APRILE 2014
CARNET
Presentato il Green Book 2014 di Federambiente 9,43 miliardi di euro: è questo il valore annuo della produzione del settore dell’igiene ambientale in Italia, un settore che con-
tribuisce per lo 0,6% al PIL nazionale e per il 3,6% al valore aggiunto dell’intero comparto industriale. Sono questi alcuni dei moltissimi dati contenuti nell’edizione 2014 del Green Book – Aspetti economici della gestione dei rifiuti in Italia di Federambiente che è stato presentato a Roma, il 10 aprile
56 aPRILE 2014
scorso, nel corso di un convegno organizzato in concomitanza con la 59a Assemblea della Federazione. Gli approfondimenti contenuti nel Green Book, basati sull’analisi di norme e dati provenienti da diverse fonti (legislazione comunitaria, nazionale, regionale e altri provvedimenti normativi, certificati consuntivi dei conti di bilancio dei Comuni, Rapporto rifiuti ISPRA, bilanci consuntivi di aziende e bandi di gara), sono centrati in particolare sui Piani economico-finanziari di Comuni, rappresentativi dell’intera realtà italiana, in cui vivono circa 15 milioni di abitanti e sull’analisi delle 581 gare che sono state bandite in tutto il Paese negli ultimi due anni. Alla presentazione del Green Book, illustrato da Leonardo Cioccolani, direttore di Utilitatis, ha partecipato fra gli altri il viceministro dello Sviluppo economico, Claudio De Vincenti. [www.federambiente.it]
CARNET
Pagina intera
57 aPRILE 2014
ORIZZONTI
Interchem Italia: sviluppo e innovazione ecosostenibile Dal 1897 INTERCHEM ITALIA approccia al mercato con costante impegno, serietà e passione, progettando e realizzando pro-
58 aPRILE 2014
dotti in grado di risolvere i problemi di pulizia e igiene nelle comunità, nella ristorazione e nell’industria, rispettando le norme vigenti nei diversi ambiti e investendo sulla ricerca annualmente fra 8% e il 10% del proprio fatturato. Infatti nel laboratorio di Ricerca & Sviluppo, dotato delle più
moderne apparecchiature, lavorano stabilmente quattro figure professionali, che si dedicano esclusivamente all’individuazione e creazione di nuovi formulati, nuove soluzioni e nuovi sistemi per il pulito professionale. Uno degli sforzi principali portati avanti negli ultimi anni riguarda le formulazioni di prodotti e sistemi ecosostenibili come superconcentrati e monodosi, che potrebbero rivelarsi anche un forte risparmio per l’utilizzatore finale. Il “fiore all’occhiello” è sicuramente rappresentato dalla linea VERDE ECO una gamma di ben 12 formulati certificati ECOLABEL efficaci, sicuri e competitivi. Tutto questo è frutto di una politica “consapevole che i futuri scenari economici e la maggior competitività dei mercati richiederanno un’attenzione sempre crescente alla qualità del prodotto, non solo in termini di prestazioni tecniche, ma anche in termini di sostenibilità ambientale”. L’innovazione è da considerarsi per uno sviluppo ecosostenibile e per supportare al meglio il lavoro di chi utilizza i prodotti e dei rivenditori, punto di riferimento per la distribuzione dei prodotti INTERCHEM ITALIA dove ricerca & sviluppo e i moderni impianti di produzione consentono di programmare a breve termine le preparazioni dei prodotti altamente performanti e avere tempi di produzione sempre più bassi. [www.interchemitalia.it]
ORIZZONTI
Un assortimento completo e flessibile di mop a frangia piatta da Vileda Professional
Vileda Professional è protagonista assoluta nel mondo delle microfibre, lanciate nel mercato della pulizia professionale oltre vent’anni fa. L’esperienza conquistata in questo campo è stata utilizzata per sviluppare una completa gamma di mop per la pulizia dei pavimenti, combinando la tecnologia delle microfibre di ultima generazione con altri materiali. Il risultato si esplica in migliori performance, igiene al top e minor attrito possibile, rendendo la pulizia più semplice, efficace ed ergonomica. Vileda Professional offre tre tipologie di mop, disponibili con fascette codice colore e con tutti i sistemi di fissaggio sul mercato. Questo garantisce la massima versatilità di utilizzo perché i mop sono disponibili in esecuzione UltraSpeed (fissaggio a lembi), tasca, tasca/lembi (“combinato”) e velcro, garantendo inoltre la compatibilità con i telai standard presenti sul mercato. I mop con fissaggio a tasca e combinato sono disponibili in versione 40 e 50 cm., UltraSpeed e velcro soltanto 40 cm. I mop: MicroSpeed Plus: densa finitura a fibra rasata, microfibra in rilievo a strisce diagonali, lavabile a macchina più di 500 volte Trio: finitura a frange in microfibra, combinata con cotone e viscosa, lavabile a macchina più di 500 volte Microlite: fibra rasata con strisce abrasive longitudinali, lavabile a macchina più di 500 volte. [www.vileda.com]
59 aPRILE 2014
ORIZZONTI
Due novità Medusa per il mondo della lavanderia
60 aPRILE 2014
Medusa, azienda specializzata nella produzione di detergenti professionali ed industriali, si contraddistingue per la flessibilità con la quale riesce a soddisfare ogni richiesta dei propri clienti e per l’ampia gamma di referenze. Le linee di competenza comprendono i settori cucina, lavanderia, pulizia ambienti e pavimenti, HACCP, autolavaggi, piscine, zootecnia ed agroindustria, e tutta una serie di prodotti di nicchia, difficilmente classificabili.
Dermomed Pharma: la nuova linea di prodotti per la pulizia della persona di Italchimica Nasce una nuova linea di cosmetica professionale agli estratti di liquirizia con elevata attività idratante, emolliente, elasticizzante per rendere la pelle morbida, soffice ed elastica. Gli estratti di liquirizia contenuti, i cui benefici dei principi attivi (acido Glicirretinico) sono stati studiati presso la prestigiosa università di Padova e pubblicate su rinomate riviste scientifiche, hanno le seguenti proprietà: – antibatterico naturale – antivirale antifungino – effetto antiaging – effetto lenitivo – riduce l’acne – riduce i capelli grassi. Inoltre le nuove formulazioni prive di SLES, PEG e Parabeni sono concepite per il massimo rispetto di tutti i tipi di pelle e in particolare sono ideali anche
E’ di questi giorni l’inserimento di due nuovi prodotti all’interno della linea di prodotti per lavanderia. Conosciamoli: LAUNDRY B2: detergente alcalino per tovagliato, specifico per macchie grasse. Il formulato, a base di alcali, tensioattivi a bassa schiuma, disperdenti e sequestranti, si presta per essere utilizzato come prodotto unico nel bagno di lavaggio, o come rinforzante del normale detergente. AMMORBIDENTE M.I.: è un ammorbidente neutro di qualità professionale, che si differenzia per il profumo di nuova generazione (Micro Incaspulato). Il mix di essenze, scelte per la freschezza e la persistenza, è contenuto in speciali microcapsule di polimero inerte. Queste si depositano sui capi durante il risciacquo e conservano a lungo la fragranza. Quando si indossa il capo, le capsule via via si dischiudono, rilasciando gradualmente il profumo. Medusa concede i propri prodotti in esclusiva ai propri distributori specializzati, offrendo la possibilità di differenziarsi attraverso la personalizzazione di packaging ed etichettatura. [www.medusasrl.com]
per quelle più sensibili di bambini e anziani. La linea di Cosmetici Dermomed Pharma soddisfa tutte le esigenze; è composta da: crema di sapone, sapone sanificante, gel igienizzante mani, detergente intimo, dermo detergente tutto corpo, shampoo, bagnoschiuma, crema latte, crema barriera. Visitate il sito per scoprire tutta la linea. [www.dermomedpharma.com]
WE ITALIA, la soluzione strategica Da alcuni anni il settore del cleaning sta cambiando. Il mercato, sia pubblico sia privato, si sta evolvendo attraverso un processo di concentrazione della domanda. Clienti sempre più ‘globali’ necessitano di soluzioni adatte alle loro esigenze di efficienza, tempestività e competitività. In questo scenario, We Italia rappresenta un modello organizzativo vincente. Dice il DG Eugenio Genise: “Lo sviluppo di aziende ‘globali’ nella distribuzione è un aspetto che ha motivi strutturali. Le funzioni d’impresa se centralizzate consentono di ottenere consistenti economie, da quelle negli acquisti, conseguenti a ovvie crescite del potere contrattuale e alla riduzione dei costi di transazione, a quelle nella finanza, nel marketing e nei servizi in genere. In We
Italia si lavora per costruire ogni giorno questa prospettiva. Gli imprenditori del settore trovano nel ‘fare gruppo’ il vantaggio di poter affrontare costi che se gestiti all’interno delle proprie aziende sarebbero insostenibili. We Italia si identifica nella concentrazione di alcune funzioni e processi che non generano valore per il cliente né tanto meno per lo stesso imprenditore come il magazzino, la fatturazione, il marketing, la finanza e, al tempo stesso, lo sviluppo di quelle caratteristiche vincenti a livello ‘locale’ come l’adattabilità, la stretta relazione con i clienti, la conoscenza del territorio, la sua cultura, le abitudini: un ‘sistema’ per affrontare con successo la globalizzazione dell’economia e delle conoscenze, l’evoluzione tecnologica, la significatività della finanza, le sfide della sostenibilità, ma anche le richieste dei clienti sempre più maturi, più preparati, più esigenti, più globali. We Italia si è strutturata e si sta sviluppando per fronteggiare le sfide che dovremo affrontare”. [www.we-italia.it]
ORIZZONTI
Falpi, nel cuore dell’innovazione
Da sempre Falpi punta dritto al cuore dell’innovazione, e non perde occasione per dimostrarlo. L’ultimo successo, in ordine di tempo, è l’aggiudicazione dell’ambito Clean Green Award, assegnato a Forum Pulire 2014, per la speciale frangia in microfibra Ultrarapid Ecolabel. Il Clean Green Afidamp Award è un riconoscimento internazionale ideato da AfidampFab che viene attribuito, con cadenza biennale, ai prodotti, sistemi o servizi del settore della pulizia professionale e industriale a forte vocazione ambientale. L’azienda biellese, fin dal 2008, ha avviato il progetto per la certificazione Ecolabel dei suoi prodotti tessili. Ultrarapid è l’ultimo nato della gamma, ed è già disponibile presso i concessionari. La frangia si distingue per un particolare tessuto di aggancio brevettato e denominato “Honeycomb 3D”che risulta avere un ciclo di vita ben superiore alla media delle altre frange della stessa gamma. Per la certificazione è stato applicato il disciplinare dei prodotti tessili, che ha comportato un importante lavoro di verifica dell’applicabilità, per tutti i componenti del prodotto, dei criteri Ecolabel con il coinvolgimento della filiera di fornitura per i relativi processi di produzione. Tra le motivazioni della giuria, si segnala “il continuo impegno nella ricerca di prodotti con un sempre minore impatto sull’ambiente, l’attenzione dell’azienda al tema ambientale anche in relazione al complesso lavoro svolto per l’ottenimento della certificazione Ecolabel per i prodotti tessili, nuova nel settore”. [www.falpi.com]
Unger svela le sue innovazioni d’avanguardia a ISSA/Interclean Amsterdam Unger continua a festeggiare il suo 50° anniversario in grande stile con un’altra apparizione di alto profilo a ISSA/Interclean Amsterdam il prossimo maggio. I clienti e i distributori sono invitati a partecipare alle celebrazioni allo stand 01.205, dove potranno vedere e provare i prodotti Unger con dimostrazioni dal vivo e collegamenti video. Avranno inoltre l’opportunità di saperne di più sui prodotti in vendita in edizione limitata per il 50° anniversario, sugli eventi commemorativi che si svolgeranno in tutto il mondo e sulle promozioni speciali. Il salone sarà anche l’occasione per il lancio di nuovi prodotti che vanno ad arricchire e ad ampliare le gamme e i sistemi esistenti. Saranno tutti presentati in anteprima al ISSA/Interclean Amsterdam. Se sei interessato alla sicurezza, alle normative e ad ottenere risultati eccellenti per i tuoi contratti di pulizia, allora lo stand 01.205 al salone ISSA/Interclean Amsterdam - RAI Convention Centre, 6-9 maggio - è il posto giusto dove trovarli. Ti aspettiamo! [www.ungerglobal.com]
61 aPRILE 2014
ORIZZONTI
Sutter Professional a Interclean Amsterdam 2014
62 aPRILE 2014
Dopo il lancio della nuova App per iPad di Sutter Professional, il gruppo punta ora alla ridefinizione del brand perché saper comunicare la propria immagine è importante. Sutter Professional ha pensato ad un nuovo pay-off e sta curando il restyling del sito
web, presto on air: due azioni studiate per comunicare con più efficacia l’alta qualità dei propri prodotti. Nuovi simboli e nuove etichette in casa Sutter Professional. Questa volta non per rispondere a esigenze estetiche ma per rispettare le nuove regole europee in materia di classificazione, etichettatura e imballaggio di materiali e prodotti chimici. Le norme CLP entreranno in vigore il 1 giugno 2015 ma Sutter ha già iniziato ad adeguare i propri prodotti e le proprie confezioni. Il segreto di una pulizia efficace è il giusto dosaggio di prodotto. Per questo Sutter ha ideato RATIO, un sistema di dosaggio professionale innovativo e sostenibile. Grazie ai dispenser studiati per ogni esigenza operativa, infatti, si eliminano gli sprechi di prodotto assicurando risparmio e rispetto dell’ambiente. Dosare con precisione i prodotti di pulizia non significa solo ridurre le emissioni di Co2 ma anche lavorare
L’unione fa “il tuo” carrello Integrazione è il concetto più attuale e moderno e può essere coniugato secondo i più diversi ambiti di applicazione. Per IPC Euromop e IPC Ready System, che già integrano i propri valori nella comune visione del gruppo IPC, nella direzione di offrire alla clientela e non solo prodotti ma vere e proprie soluzioni, attraverso la realizzazione di sistemi onnicomprensivi, integrazione è oggi una ulteriore realtà. Le due aziende leader nel segmento delle attrezzature manuali hanno realizzato “insieme” quella che si annuncia essere una piccola grande rivoluzione nel campo della carrellistica. Il patrimonio di competenze e di eccellenze tecniche dei rispettivi reparti ricerca e sviluppo unito all’esperienza accumulata in decenni di attenzione alle reali esigenze del mercato, visto in tutte le sue articolazioni, ha maturato “il” carrello dalla “multiforme” ingegneria, che sarà presentato, in anteprima assoluta, a ISSA Interclean 2014. Per l’occasione le due aziende allestiranno uno stand comune interamente dedicato alla loro novità, che hanno battezzato, non a caso, Brix, in quanto il nome, per assonan-
con meno sprechi e in modo più efficace. La costante attività di ricerca permette a Sutter di ottenere prodotti sicuri ed efficaci. Il gruppo perfeziona le formule della propria gamma sostituendo l’utilizzo di elementi come l’EDTA (non accettato in alcuni Paesi del Nord-Europa) con l’MGDA. In questo modo il rispetto dell’ambiente e della salute sono assicurati senza ridurre il livello di performance dei prodotti: come per esempio per la gamma lavastoviglie Sutter. Ma il restyling non riguarda solo la sostanza. Anche i brand e le etichette presentano nuove formule grafiche e alcuni prodotti sono stati ribattezzati con nuove sigle per il mercato internazionale e un nuovo family name: CRISTAL. [www.sutter.it/professional]
za, evoca il concetto di mattone (Brick in inglese), ossia il primo, indispensabile, imprescindibile tassello, sul quale potere edificare qualsiasi costruzione. E Brix, in effetti, vuole essere il primo, indispensabile, imprescindibile elemento, già completo in sé, sul quale costruire, modificandolo all’occorrenza, il “proprio” carrello, qualunque sia l’ambito di utilizzo, qualunque sia il grado di variabilità che si può presentare. Brix, infatti, è la modularità e la versatilità fatte carrello. Con Brix non ci saranno più alibi. Niente più errori a fronte di cantieri imprevisti. Brix è concepito per essere il carrello giusto nel posto giusto al momento giusto. Carrello classico, carrello mini, carrello maxi; carrello per hotel, per ambienti sanitari, per uffici; traffico importante o traffico limitato; esigenze diverse rispetto alla stagionalità delle operazioni: non ci sono imprevisti che tengano. Brix è pronto, in pochi istanti, e variabile al variare delle esigenze. Come? È questo il segreto che IPC Euromop e IPC Ready System sveleranno ad Amsterdam. [www.ipceuromop.com - www.ipcreadysystem.com]
ORIZZONTI
Nuova spugna Convert 80 di Arix Professional con capacità batteriostatiche La CONVERT 80 è, da sempre, la spugna di punta della gamma ARIX Professional: la qualità della fibra e la lunga durata l’hanno resa uno delle spugne più vendute del mercato dell’HO.RE.CA. Il laboratorio di Ricerca e Sviluppo ARIX ha progettato una nuova spugna con un agente antibatterico che rallenta sensibilmente la formazione di batteri e funghi all’interno della spugna stessa migliorando ulteriormente le prestazioni prodotto. Le spugne, sempre a contatto con sporco di origine organica, possono rimanere umide a lungo e sviluppano cariche batteriche anche significative e quindi possono arrivare a contaminare il lavello ed altri piani di lavoro spesso destinati a venire in contatto con i cibi.
Identificato un agente antibatterico che potesse integrarsi perfettamente nella produzione della spugna, oltre che resistere a diversi cicli di lavaggio, Arix ha confrontato la proliferazione batterica su una spugna non trattata e sulla nuova Spugna Convert 80 con antibatterico: inoculando diverse tipologie di muffe e batteri (Staphylococcus aureus, Pseudomonas aeruginosa, Aspergillus niger). La spugna è stata testata in condizioni che riproducono un uso di diversi giorni, con continui lavaggi in acqua calda e detergente specifico. È possibile dunque affermare, con test di laboratorio, che la nuova Spugna CONVERT 80 presenta ottime capacità di inibizione della crescita microbica e quindi proprietà batteriostatiche nei confronti dei microoganismi di prova. La nuova spugna di ARIX Professional, denominata CONVERT 80 art. 156, garantisce, oltre che una lunga durata, una notevole igiene.
63 aPRILE 2014
[www.arix.it/it/professional]
Nettuno: qualità e innovazione, sempre!
Fin dalla fondazione, avvenuta ben 44 anni fa, Nettuno ha privilegiato la qualità della propria offerta. Nel vasto catalogo rientrano più di trenta tipi di prodotti per la cura, la pulizia e la protezione della pelle, in particolare per le mani, diversi a seconda delle esigenze degli utilizzatori. Ci fanno sapere da Nettuno che: “Dietro ognuno di essi ci sono uno studio e una ricerca mirati ad offrire qualche rispetto a ciò che esiste sul mercato; la filosofia è la continua ricerca dell’eccellenza, che distingua in un mercato appiattito dalla crisi e dal basso prezzo a tutti i costi. Siamo certi che la qualità paghi sempre, anche durante una crisi come questa, che non a caso viene definita quella più lunga e cruenta degli ultimi 90 anni. Non è un caso se due anni fa, e quindi in piena crisi, la nostra azienda ha intrapreso una serie di investimenti importanti per rafforzare la proposta con una serie di sistemi (T-Big e T-Small) atti a erogare in modo pratico e funzionale i nostri prodotti di punta; siamo gli unici nel panorama mondiale ad aver creato al proprio interno un team dedicato alla progettazione ed alla realizzazione di sistemi di alta qualità e spiccatamente innovativi, che sposino l’eccellenza dei nostri prodotti più qualificati. Oggi siamo in grado di poter dire che la nostra offerta in termini di qualità, prezzo e servizio
può competere con i nostri concorrenti internazionali, nonostante questi ultimi abbiano dimensioni e mezzi immensamente più grandi. Siamo certi che sia sempre l’altissima qualità che fa la differenza, che ci consente di fidelizzare il cliente, che ci permette di capitalizzare il nostro brand. E’ grazie a questa nostra visione che i nostri prodotti vengono esportati in mezzo mondo: le Sendy Wipes in Giappone, il Macrocream in Canada, in USA ed in Australia – solo per citare i Paesi più lontani – ma anche in Europa, Medio Oriente ed è in fase conclusiva l’accordo con un partner Cinese per distribuire i nostri prodotti nel più grande e popoloso Paese del mondo”. [www.nettuno.net]
ORIZZONTI
Con Hygan la salute passa per il pulito
64 aPRILE 2014
Hygan è un’azienda con sede produttiva a Bolzano, dotata di personale qualificato e competente, che grazie all’esperienza acquisita “sul campo” nel tempo è in grado di risolvere ogni specifica esigenza di pulizia e manutenzione professionale. La risposta professionale dei nostri prodotti nasce da 50 anni di esperienza al fianco degli utilizzatori per capirne a fondo le esigenze in: alberghi, ambienti alimentari e sanitari, uffici e comunità. Hygan lancia ora Sanirain Professional,detergente disinfettante concentrato. La sua formula, autorizzata dal Ministero della Salute, è stata sottoposta a severi controlli di qualità per garantirne l’efficacia battericida, virucida e fungicida, nonché la più rigorosa protezione della salute dei consumatori. Sanirain ha un alto potere detergen-
te, anche nel caso di sporco di origine grassa; può essere utilizzato per la pulizia di tutte le superfici lavabili e laddove è richiesto un potere disinfettante ad ampio spettro. Di seguito una panoramica dei test a cui è stato sottoposto il prodotto: – attività fungicida testata secondo le norme UNI EN 1650:2008 e UNI EN 13697:2001 (ceppi Candida albicans e Aspergillus niger) – attività battericida testata secondo le norme EN 1276:2009 e UNI EN 13697:2001 (ceppi batterici Pseudomonas aeruginosa, Staphylococcus aureus, Enterococcus hirae, Escherichia coli) – attività virucida testata secondo la norma UNI EN 14476:2007 (ceppi virali Adenovirus Type 5 strain Adenoid 75, ATCC VR-5 e Poliovirus type 1, LSc-2ab). [www.hygan.it]
Sorma: per affrontare il futuro cogliendo le vere opportunità In questi momenti in cui sempre di più si sente parlare di riduzione degli sprechi e di razionalizzazione dei costi, soprattutto nel settore pubblico e in particolar modo in ambito sanitario, è fondamentale poter contare su partner qualificati e pronti ad affrontare il futuro cogliendo le reali opportunità del settore. Infatti la razionalizzazione dei costi in ambito sanitario per molti può rappresentare una minaccia, ma per Sorma ed i suoi professionisti invece è una reale opportunità. Da decenni a stretto contatto con gli operatori del settore, un team di esperti qualificati capaci di proporre soluzioni per la pulizia create su misura per ospedali, case di riposo e strutture sanitarie dove è ormai dimostrato che esiste una stretta relazione tra il livello di pulizia e l’insorgere di infezioni che determinano così un’impennata dei costi generali per la
Equodose, la soluzione innovativa per ambienti sanitari Nel 2014 Filmop presenta sul mercato Equodose, un innovativo dosatore meccanico sviluppato per impregnare al momento i panni necessari al servizio di pulizia, direttamente sul posto e regolando al momento la dose di soluzione necessaria. Il sistema è ideale per ambienti ospedalieri poiché costituisce un ottimo strumento per combattere i rischi legati alla contaminazione crociata, rendendo finalmente semplici le operazioni di pulizia ad alto standard igienico che prevedono l’utilizzo per ogni stanza di un panno diverso, sempre pulito. Con Equodose impregni solo i panni necessari senza preparare in anticipo scorte che potrebbero restare inutilizzate; puoi regolare al momento la quantità di soluzione per ogni panno senza programmare “a monte” un dosaggio non sempre idoneo; elimini gli sprechi del lavaggio dei panni di scorta e non consumi energia elettrica grazie al sistema completamente meccanico. Infine, scegli un prodotto al 100% riciclabile, composto di materiali di prima qualità Made in Italy. Si tratta quindi di un sistema che riduce al minimo l’impatto sull’ambiente rivoluzionando i metodi tradizionali in uso, legati all’impregnazione preventiva dei panni in appositi locali. L’utilizzo quotidiano di Equodose, oltre a importanti vantaggi in termini logistici e di contenimento dei costi, garantisce un notevole risparmio di acqua potabile, di detergente, di energia, assicura una grande flessibilità e favorisce il recupero dei materiali grazie alla totale riciclabilità dei componenti. Equodose è una soluzione ideale per le strutture sanitarie, dove ottenere un alto standard d’igiene semplificando ed economizzando le procedure con un occhio di riguardo per l’ambiente non è solamente un obiettivo di valore, ma una necessità fondamentale. [www.filmop.com]
spesa sanitaria nazionale; tutto ciò si traduce nel Metodo Sorma, che permette di unire l’esperienza alla competenza, la professionalità alla qualità. Ed ecco che se da un lato gli operatori del settore ricevono sempre più pressanti richieste di contenimento dei costi e vedono così minacciata la loro redditività, dall’altro lato possono contare su Sorma, vero partner d’impresa ed interlocutore specializzato nel proporre solo “ciò che serve realmente con standard di qualità indiscutibili”…ed ecco che un problema quotidiano si può tradurre in opportunità future. [www.sormaeurope.it]
ORIZZONTI
La miglior soluzione per la pulizia delle aree sanitarie Werner & Mertz presenta al mercato un’importante novità che amplia ulteriormente la gamma green care, marchio ecologico dell’azienda. Si tratta di SANET perfect, il nuovo detergente disincrostante per la pulizia delle aree sanitarie certificato Ecolabel. Bisogna subito sottolineare che SANET perfect ha pH 0,6 ma non riporta alcuna etichettatura di pericolo: un beneficio molto importante che fa sì che salute e sicurezza dell’utilizzatore siano maggiormente tutelate. Grazie alla sua innovativa combinazione di acidi e tensioattivi, SANET perfect è forte contro grasso, calcare, residui di sapone e tutti gli altri tipi di sporco. Combina la forza pulente di un detergente con quella disincrostante di un forte anti-calcare. Genera poca schiuma e quindi può esser utilizzato in macchina lavasciuga, mentre, quando lo si adopera manualmente, si risciacqua facilmente rendendo veloci tutte le operazioni di pulizia. Insomma, un nuovo prodotto di punta per green care con una formula così esclusiva che è stata già brevettata dall’azienda. [it.wmprof.com/it]
65 aPRILE 2014
ORIZZONTI
66 aPRILE 2014
pagina intera
ORIZZONTI
67
terza cop
aPRILE 2014