GESTIONE SEMINARIO SUL DEC
appalti pubblici: il direttore dell’esecuzione contratti (dec) tra compiti e responsabilità
36 APRILE 2014
A Bologna un seminario organizzato da Scuola Nazionale Servizi e Anmdo ha fatto luce sul ruolo del Dec - Direttore dell’esecuzione dei contratti, una figura prevista dal Regolamento 207/2010 a cui spetta il controllo della corretta esecuzione del contratto da parte della ditta appaltatrice. Ancora molti i dubbi e le disomogeneità, serve un’adeguata formazione. Gsanews media partner dell’evento. La figura del DEC, Direttore dell’esecuzione dei contratti, è stata al centro di un seminario organizzato all’hotel Savoia di Bologna il 13 febbraio scorso da Scuola Nazionale Servizi e Anmdo – Associazione Nazionale Medici delle Direzioni ospedaliere. L’evento, intitolato “Il DECalogo, Il direttore dell’esecuzione del contratto negli appalti di servizi e forniture. Le competenze, gli strumenti, il suo ruolo per un appalto virtuoso”, è stato realizzato in collaborazione con AfidampFed e Ifma (International Facility Management Association), con gsanews come media partner.
La giornata Due le sessioni: la prima, in mattinata, ha visto gli interventi del presidente Anmdo Gianfranco Finzi (DEC: ruolo e responsabilità), di Ilenia Filippetti (Regione Umbria) e di Anna Fiorenza (Agenas), queste ultime sul tema “Verso una check list: i compito del DEC durante l’e-
di Umberto Marchi
secuzione del contratto. Il controllo tecnico-contabile. I pagamenti, gli atti fondamentali della gestione, la certificazione dell’ultimazione delle prestazioni e verifica della loro conformità”. Nel pomeriggio, tavola rotonda sugli spunti di Mario Pinca (Copma), “I DEC: punto di riferimento tra Pa e Azienda per un “appalto virtuoso”, Andrea Tezzele (Markas), “Rup e DEC: ipotesi e tesi nell’esperienza Markas”, Corrado Gozzetti (AO Cremona), con una case history e Andrea Loro Piana (vicepresidente Afidamp), “Le proposte Afidamp”. Ha chiuso i lavori Gianni De Togni, di Scuola Nazionale Servizi.
Il quadro legislativo Ma partiamo dall’inizio: tutto incomincia con l’entrata in vigore del Dpr 207/2010, Decreto attuativo del Dl 163/2006 (Codice dei contratti pubblici di lavori, servizi e forniture). In questo testo, accanto al Responsabile unico del procedimento (Rup), compare la figura del Direttore dell’esecuzione (DEC, appunto), il quale, pur coincidendo molto spesso con il Rup (vedi box per i casi in cui questi non coincidono), assume un ruolo cruciale nelle fasi di direzione e accertamento nell’esecuzione del contratto. Si tratta di una figura omologa a quella del Direttore dei lavori disciplinata dal Dpr 554/1999: più semplicemente è il soggetto che, in seno alla committenza, ha il compito di verificare la corretta esecuzione del contratto da parte dell’appaltatore. La figura del
DEC, normata dagli articoli 299 e seguenti del Regolamento, è un organo straordinario e temporaneo dell’amministrazione che ha una serie di compiti complessi. Deve infatti provvedere: alla tenuta della contabilità del contratto, alla verifica della prestazione contrattuale eseguita, compreso l’accertamento dell’esatta consistenza ai fini della liquidazione del corrispettivo da parte degli organi pagatori, nel rispetto dell’impegno di spesa previsto per il contratto; alla verifica del rispetto delle norme sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori nei luoghi di lavoro da parte dell’appaltatore negli appalti di servizi; ad adottare l’ordine di sospensione dell’esecuzione nei casi previsti dal regolamento; ad autorizzare l’appaltatore ad apportare varianti o modifiche in corso di esecuzione. Un ventaglio di compiti amplissimo, che spazia dalla direzione al coordinamento al controllo tecnico-amministrativo, da cui scaturiscono responsabilità altrettanto complesse.
Una figura complessa, con vari compiti e responsabilità Il DEC, insomma, è una figura di “interfaccia” tra la committenza pubblica e l’azienda erogatrice del servizio, definita dalla normativa come straordinaria e temporanea e tuttavia investita di compiti e responsabilità troppo spesso ancora trascurati. Lo ha ricordato Gianfranco Finzi, che ha presentato Impo (Inputs, Management, Process, Outcomes), un modello di lavoro proposto da Anmdo per definire responsabilità, competenze, ruoli e modelli dei corsi di formazione e aggiornamento in un mo-