TEME 3-4/2021

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smart-working Paola Bardasi - Commissario Straordinario Azienda Osp.ro Univ. di Ferrara Alberto Fabbri - Dirigente M.O. Affari Istituzionali e di Segreteria Azienda Usl di Ferrara

Lo smart-working nel pubblico impiego: l’evoluzione dell’istituto da “sperimentazione” prevista dalla legge Madia a “modalità ordinaria” di lavoro nel periodo dell’emergenza sanitaria da Covid-19

L’

immane flagello che negli ultimi mesi si è abbattuto sull’intera umanità seminando sgomento, ansia e paura è destinato a sconvolgere profondamente le nostre vite, le nostre relazioni e le nostre abitudini: l’emergenza sanitaria ha indotto di conseguenza il legislatore a valutare ogni possibile percorso che possa adeguatamente fronteggiarla anche al fine di individuare opportune strategie di contenimento del virus. E’ il caso dell’istituto dello smart-working che nell’attuale panorama ha assunto un ruolo fondamentale e strategico per assicurare continuità ai servizi offerti dalla P.A..Nel nostro ordinamento l’introduzione dell’istituto dello smart working è avvenuto con notevole ritardo rispetto ad altri Paesi e precisamente con la legge n. 124 del 7 agosto 2014 1 (c.d. legge Madia) la quale all’art. 14 dispone che “le amministrazioni pubbliche, nei limiti delle risorse di bilancio disponibili a legislazione vigente e senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, adottano misure organizzative volte a fissare obiettivi annuali per l’attuazione del telelavoro e per la sperimentazione, anche al fine di tutelare le cure parentali, di nuove modalità spazio-temporali di svolgimento della prestazione lavorativa”. Un ulteriore passo in avanti è ad opera della legge n. 81 del 22 maggio 20172 che detta disposi-

zioni al fine di “incrementare la competitività ed agevolare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro”. L’elemento che sta alla base di questo nuovo modello organizzativo è l’utilizzo degli strumenti tecnologici che permettono di connettere il lavoratore dove e quando vuole. La legislazione dell’emergenza in materia di smart working La nuova stagione della vita dell’istituto viene inaugurata purtroppo con il clima di paura generalizzata a cui è immediatamente seguito un diradamento dei contatti lavorativi e sociali a cui si sono sostituiti le nuove tecnologie informatiche. Tra le prime misure adottate viene in rilevo infatti la Direttiva n. 1 del 25 febbraio 2020 della Presidenza del Consiglio dei Ministri ove viene specificato che “al fine di contemperare l’interesse alla salute pubblica con quello alla continuità dell’azione amministrativa, le pubbliche amministrazioni, nell’esercizio dei poteri datoriali, privilegiano modalità flessibili di svolgimento della prestazione lavorativa, favorendo tra i destinatari delle misure i lavoratori portatori di patologie che li rendono maggiormente esposti al contagio, i lavoratori che si avvalgono di servizi pubblici di trasporto per raggiungere la sede lavorativa, i lavoratori sui quali grava la cura dei figli a seguito dell’eventuale contrazione dei servizi dell’asilo nido e della scuola dell’infanzia”.

L’istituto dello smart-working ha assunto un ruolo fondamentae e strategico per assicurare continuità ai servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione in questo drammatico periodo della vita del Paese

1 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” 2 “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”

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