l'Orafo Italiano 02-03 2015

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€ 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

L’ORAFO ITALIANO 2/3 2015

ANNO LXIX FEBBRAIO-MARZO 2015

€ 5,00

Since 1946

Research

an acrobatic jewellery show spotlight on European retailers charming nuances for masterpieces

Circus!

Crieri

Beryls

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Sommario ANNO LXIX FEBBRAIO-MARZO 2015

€ 5,00

Since 1946

€ 5,00 L’ORAFO ITALIANO 2/3 2015

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

Research spotlight on European retailers

Circus!

an acrobatic jewellery show

GlobalRoundUp

In copertina / Cover Crieri s.r.l. Contatto / Contact via Napoli, 10 15048 Valenza Al Tel/Fax +39 0131 955583 info@crieri.com www.crieri.com

17 nEWS

Crieri / Fani Gioielli/ Casato / Ecos Jewel / Misis Mayumi / Tous / Antwerp Diamond Fair/Assocoral Orchidea Preziosi/Silvex

Desires

Beryls

23 close up: wonderful circus

charming nuances for masterpieces

Acrobazie di bracciali dorati tra giocolieri e leoni: la magia dello spettacolo trascina i gioielli in un mondo fantastico

Crieri

gives new life to tennis bracelets

39 close up: meteorites and fireworks

Illustration and photo by Close up Studios

Anelli e pendenti che esplodono di colori, luci che si accendono nel coffret à bijoux. Variazioni sul tema della notte stellata

Bracciali tennis in oro giallo e diamanti fancy di diversi colori. Tutto Crieri. ■ Tennis bracelets in gold and multicoloured fancy diamonds. All by Crieri.

People&brands

44 sguardo al futuro

Le situazioni critiche possono dare grandi soddisfazioni: parola dei fratelli Bettinardi che, insieme al padre, guidano Better Silver

23 39

46 il valenzano atipico

Premiato per l'innovazione a soli 18 anni, Roberto Marroni ha trovato la sua nicchia creativa tra gioielleria e moda, con un pizzico di filosofia

L'Orafo Plus

56 verso l'haute couture

Con la figlia Eugenia alla direzione creativa, il valenzano Pasquale Bruni esplora il mondo dei pezzi unici e outstanding. Segni particolari: la trasformabilità

64 Berillo mon amour

Molto amata dalla gioielleria di prestigio, questa gemma consente combinazioni cromatiche delicate e femminili. Ne parla Azzurra Cesari di Cesari & Rinaldi Gemmai

Heritage

50

50 il gioielliere delle regine

La più antica maison del mondo, Mellerio dits Meller, ha quattro secoli di vita e origini italiane, anche se la sua fama è fiorita in Francia al servizio della corona

Visual

58

Pietre di colore dal giallo all'azzurro pallido, passando per il rosa confetto, contaminano la palette delle collezioni one of a kind, con risultati inediti e affascinanti

71

glittering masquerade

l'Orafo 2015

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pastel lights of soap bubbles

Un carosello di bijoux per un teatrino tutto fiorito che anticipa la primavera e la veste di allegria

febbraio/marzo


InsideJewellery

77 l'europa in ripresa

Primi dati sulle vendite del periodo natalizio: ne parlano i retailers. Buone le performance soprattutto in Inghilterra

84 vip e star per il 2015

56

Nuove campagne, nuovi testimonial, nuove partnership: i brand preziosi si muovono a 360° nel mondo dei media

85 perle al... viagra

Un'azienda giapponese ha messo a punto un sistema di coltivazione di perle nere basato sulla "pillolina blu"

86 preziose macchine

I produttori italiani di tecnologie orafe competono da anni sui mercati internazionali con risultati eccellenti

87 venues of value

58 27

La fiera di Istanbul chiude l'edizione autunnale in positivo, l'appuntamento di Friburgo annuncia un nuovo layout

88 dentro la crisi dei consumi

71 47

Una ricerca di Federpreziosi Confcommercio su tracciabilità, fisco, banche e sul limite di utilizzo dei contanti

89 il ritorno degli USA

Risultati positivi per VicenzaOro January, con un nuovo padiglione e qualche pecca organizzativa

89 vicenza e arezzo, accordo sul calendario

La città toscana posticipa la fiera primaverile e i due enti si impegnano in una congiunta attività promozionale

89 intesa hktdc e fiera di vicenza

La manifestazione cinese sigla un accordo di cooperazione per ospitare diversi eventi organizzati da Fiera di Vicenza

91 imperdibile basilea

77

Al Salone svizzero confermata la presenza di tutti i grandi brand della gioielleria e dell'orologeria internazionale

94 english text 96 l'orafo club 99 brands in this issue

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 

Costruire una filiera responsabile per diamanti, oro e platinoidi dalla miniera al consumatore Building a responsible diamond, gold and platinum metals supply chain from mine to customer Il Responsible Jewellery Council (RJC) è un’organizzazione internazionale no-profit, costituita nel 2005 da un gruppo di 14 organizzazioni rappresentative dell’intero comparto dei diamanti e dell’oreficeria. Il RJC è retto da un Consiglio Direttivo e coadiuvato da varie Commissioni per ogni settore d’interesse. La gestione dell’attività è affidata ad un Team con sede in Australia, Canada, Italia e Regno Unito. Il RJC accoglie Membri appartenenti a qualsiasi settore della filiera dell’oreficeria e della gioielleria, di ogni dimensione, comprese le associazioni di categoria. Missione Promuovere norme e prassi operative responsabili, etiche, sociali e ambientali, nel rispetto dei diritti umani, in tutta la filiera che alimenta il comparto dei diamanti, dell’oreficeria e dei platinoidi, dall’estrazione mineraria al commercio al dettaglio. Il Council raggruppa più di 400 associati e 200 membri certificati. La lista è disponibile presso www.responsiblejewellery.com/members/certified-members/ The Responsible Jewellery Council (RJC) is an international not-for-profit organisation established in 2005 by a group of 14 organisations from a cross section of the diamond and gold jewellery business. The RJC is governed by a Board of Directors, supported by a number of Committees and administered by a Management Team located in Australia, Canada, Italy and the United Kingdom. The RJC welcomes new Members, small, medium and large, from all parts of the jewellery supply chain, including trade associations. Mission To advance responsible ethical, social and environmental practices, which respect human rights, throughout the diamond, gold and platinum metals jewellery supply chain, from mine to retail. RJC now groups more than 400 Members and 200 certified Members. The list of RJC certified Members is available at www.responsiblejewellery.com/members/certified-members/

ANNO LXVIII - NUMERO 2-3 - FEBBRAIO/MARZO 2015 direttore editoriale direttore responsabile

Ilaria Danieli Andrea Aiello

in redazione

Antonella Garello

collaboratori

Natalia Capra, Luigi Costantini, Giuseppe Fogarizzu, Valentina Melzi, Letizia Redaelli, Sonia Sbolzani

progetto e grafica

Cristiano Guenzi

foto

Close up Studios

traduzioni

Promo-Est

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dircom@edifis.it

traffico pubblicitario stampa e-mail web site

prezzo per copia arretrati abbonamenti

Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG orafo@edifis.it www.orafoitaliano.it

€ 5,00 € 10,00 Italia € 40,00 Europe € 80,00 Resto del mondo € 100,00 abbonamenti@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. l’Orafo Italiano una rivista edita da:

Responsible Jewellery Council First Floor, Dudley House 34-38 Southampton Street London, WC2E 7HF United Kingdom Tel: +44 (0)20 7836 6376 Email: info@responsiblejewellery.com www.responsiblejewellery.com For information contact: Mila Bonini - Communications Manager Email: mila.bonini@responsiblejewellery.com

Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

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Global Round Up

CRIERI REINVENTA

IL TENNIS

Il brand valenzano, forte di una awareness su larga scala e di una rinnovata distribuzione in gioiellerie selezionate, ha vestito di colori il classico bracciale all white, utilizzando diamanti fancy dal giallo all'azzurro. Un successo senza precedenti Reinventare un classico senza tempo è un’impresa non da poco, perché si tratta di cambiare l’immagine di un'icona. Ci è riuscito il brand valenzano Crieri, che ha vestito di colori il tradizionale bracciale tennis, da decenni legato al bianco dei diamanti. Anche i tennis di Crieri sono rivière di diamanti, ma fancy, dal rosa al giallo all’azzurro: il gradimento del pubblico è stato immediato, tanto che Crieri è diventato un brand a tutti gli effetti, leader italiano nella produzione di maglia tennis in diamanti, dotato di una awareness su larga scala grazie anche alla comunicazione su riviste come Elle, Vogue e Marie Claire. I bracciali di Crieri, visibili in tutto l’assortimento nel nuovo showroom di Valenza in via Napoli 10, sono resistenti e leggeri grazie all'uso innovativo di un sistema di ammagliatura brevettato che riduce fino al

30% il peso del metallo, così che i diamanti possano risplendere in tutta la loro bellezza. L'etica aziendale si fonda sull'affidabilità, sul supporto e sull'assistenza. Crieri infatti, oltre a brevettare ogni creazione e a garantirne l'alta qualità con un certificato d'autenticità, offre ai propri clienti anche un servizio di customer care telefonico. Oltre ai bracciali, infine, sono disponibili anche anelli, orecchini e collier che vengono consegnati entro due settimane al massimo. ■ Restyling a timeless classic is no mean feat, because it is about changing the image of an icon. Valenza-based brand Crieri succeeded in this endeavour, jazzing up the white-diamond tennis bracelet with a riot of colours. Crieri’s tennis bracelets feature traditional diamond rows, but they come in fancy colours, from pink to yellow and blue: success was immediate, so much so that Crieri became a full-fledged brand and Italy’s leader in the production of diamond tennis bracelets, reaching nationwide brand awareness by appearing on many fashion magazines such as Elle, Vogue and Marie Claire. With the full range displayed at the new showroom on via Napoli 10, Valenza, Crieri bracelets are durable and lightweight thanks to the innovative use of a patented linking system that reduces the proportion of metal by up to 30%, allowing diamonds to shine in all their glory. The company’s code of ethics is based on reliability, support and customer service. As well as patenting each creation and ensuring high quality with a certificate of authenticity, Crieri provides its customers with an excellent customer service, which can be reached by phone. In addition to bracelets, the brand also offers rings, earrings and necklaces, and delivers them within a maximum of two weeks.

Bracciali tennis e anelli di Crieri in oro e diamanti fancy. ■ Tennis bracelets and rings by Crieri in gold and fancy diamonds.

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Global Round Up

editors' picks

Gli spunti più interessanti presentati da brand affermati ed emergenti nelle loro collezioni: tra ecologia e design, strutture geometriche e linee classiche

geometrie Storico marchio della tradizione orafa fiorentina, Fani Gioielli ha saputo distinguersi a livello internazionale come uno dei grandi interpreti della gioielleria Made in Italy. Interamente realizzate in sede a partire dalla progetttazione, con materie prime di alta qualità, le collezioni del brand presentano sempre spunti originali, soluzioni innovative, accostamenti di grande effetto. Questi Anelli Geometrici sono in oro rosa con diamanti bianchi, zaffiri blu e diamanti brown. ■ A time-honoured brand in Florence’s jewellery tradition, Fani Gioielli distinguished itself internationally as one of the greatest creators of Italian-made jewellery. Designed and made entirely in-house with high quality materials, the brand's collections always feature original ideas, innovative solutions and high-impact combinations. These Geometric rings are made of pink gold with white diamonds, blue sapphires and brown diamonds.

preziosi recuperi Ecosostenibilità, artigianalità, tecnologia, tradizione con una visione contemporanea: e poi passione, curiosità, ricerca. Sono queste le basi del progetto Ecos Jewel, varato dai giovani Alberto Zampieri e Leonardo Pivato e in parte finanziato dalla Better Silver, oggi parte della società. A garanzia della massima sostenibilità ambientale, i gioielli sono realizzati con materiali recuperati da sfridi di produzione industriale e danno vita a creazioni originali e personalizzabili, i cui proventi contribuiscono al progetto di Treedom per la piantumazione in diverse aree del mondo. Anche espositori e packaging sono, naturalmente, Eco. Oscar Farinetti, fondatore della catena Eataly, ha già "prenotato" il neonato brand per il suo prossimo concept store (made-in-Italy no-food products) a Torino. ■ Sustainability, craftsmanship, technology, tradition with a contemporary vision, and then passion, curiosity, innovation. These are the mainstays of the Ecos Jewel project, launched by young co-funders Alberto Zampieri and Leonardo Pivato, and partly funded by Better Silver, now part of the company. For maximum environmental sustainability, jewellery is made with materials recycled from industrial waste and is turned into original, customised creations, the proceeds of which are partly used to support the Treedom project, for the planting of trees in various parts of the world. And, of course, they come in eco-friendly packaging and display cases. Oscar Farinetti, founder of Eataly chain, has already "booked" the newly formed brand for his next concept store (made-in-Italy no-food products) in Turin.

moltiplicazioni I gioielli del brand romano sono pensati per una donna dalla personalità forte, alla ricerca di un look personale ed elegante. Le creazioni Casato si distinguono da sempre per lo stile raffinato e l'originalità del design. Questo anello triplo, realizzato in oro rosa 18 carati con ametista e diamanti, appartiene alla collezione Rio, che comprende gioielli impreziositi, oltre che dall'ametista e dai diamanti, anche da prasiolite e quarzo fumé. ■ The jewellery offering of this Rome-based brand is designed for a woman with a strong personality, who looks for a unique, elegant look. Casato creations have always stood out for their refined style and design originality. Made of 18-carat pink gold with amethyst and diamonds, this triple ring belongs to the Rio collection, which includes jewellery embellished with prasiolite and smoky quartz, as well as amethyst and diamonds. l'Orafo 2015

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bestiari primordiali Sempre originali, diversissimi per ispirazione e materiali, con geometrie rigorose sapientemente alternate a forme morbide e fluide, i gioielli di Misis sono un omaggio al cambiamento e all'immaginazione. Tra le nuove collezioni presentate a VicenzaOro January, di grande effetto è la Everglades, ispirata già nel nome ad atmosfere selvagge e incontaminate, a una natura quasi primordiale. Sinuosi coccodrilli convivono felicemente con delicati fiorellini frangipane, sullo sfondo verde intenso di foglie di kenzia. I gioielli Everglades - collane, bracciali, anelli, orecchini e spille - sono realizzati in argento, quarzi e agate e giocano coi toni più delicati, dal bianco a tutte le sfumature del rosa e del giallo; la versione in argento dorato prevede invece strutture diamantate e martellature decise. ■ Always unique, and very different in terms of inspiration and materials, with rigorous geometries skillfully combined with soft, flowing shapes, Misis jewellery is a tribute to change and imagination. The new collections presented by the brand at VicenzaOro January include high-impact Everglades, the name of which evokes wild, pristine atmospheres, an almost unspoilt nature. Sinuous crocodiles coexist happily with delicate frangipane flowers, standing out against bright green kentia palm leaves. The Everglades pieces – necklaces, bracelets, rings, earrings and brooches - are all made of sterling silver, quartz and agate and they combine the most delicate colours, including white and all shades of pink and yellow, plus a silver gilt version featuring diamond structures and bold hammered finishes.

trasformismi A quasi un secolo dall'apertura del primo laboratorio di famiglia, il brand spagnolo Tous è ormai presente in una quarantina di Paesi con oltre 400 punti vendita. A VicenzaOro January, tra le tante novità, ha presentato anche la collezione Cocktail, in cui il classico cocktail ring si presenta nella sua versione più esuberante, spiritosa e impertinente: la struttura in vermeil e smalto, sormontata da un cristallo di rocca sfaccettato, si completa e si trasforma grazie ai coloratissimi elastici in gomma, coi quali si può personalizzare l'anello a proprio piacere. ■ Almost a century after the opening of the first family workshop, the Spanish brand Tous is now present in some forty countries with over 400 stores. Alongside many other new products on display at VicenzaOro January, Tous presented the Cocktail collection, with a classic cocktail ring appearing in its most vibrant, fun and sassy version: its vermeil and enamel structure, topped by a faceted rock crystal, is completed and transformed with brightly coloured rubber bands, which can be used to customise the ring as desired.

florealia Da oltre 25 anni Mayumi realizza gioielli con perle di qualità, provenienti da tutto il mondo e in vari colori, dal bianco al gold e al rosa, dal lilla al grigio e al nero. Le creazioni di questo consolidato brand veronese sono sempre in grado di interpretare con eleganza e al tempo stesso con praticità le esigenze della donna contemporanea. Fresca, delicata, con un orientamento di gusto classico, la collezione Flora si ispira ai perfetti dettagli della natura. Comprende nove parure in argento rodiato 925, perle d’acqua dolce e zirconi.

■ Mayumi has over 25 years of

experience in crafting jewellery with quality pearls from around the world, in all colours from white to gold and pink, lilac, grey and black. The creations of this well-established brand, based in Verona, address the needs of modern women while combining elegance and functionality. Fresh, delicate, with a decidedly classic feel, the Flora collection is inspired by the perfect details of nature. It includes nine jewellery sets in rhodium-plated sterling silver with freshwater pearls and cubic zirconia. l'Orafo 2015

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Global Round Up

Il corallo in mostra Assocoral, associazione dei produttori di coralli, cammei e gioielli di Torre del Greco, ha partecipato a VicenzaOro January con "Seduzione senza tempo", retrospettiva dedicata al mondo del corallo curata da Cristina Del Mare. La mostra ha accompagnato i visitatori in un viaggio attraverso le affascinanti connessioni tra moda e gioiello: un dialogo tra tradizione torrese, artigianalità e il gioiello contemporaneo. ■ Assocoral, the Italian association of producers of coral, cameos and jewelry in Torre del Greco, took part in VicenzaOro January with "Timeless seduction" a retrospective dedicated to the world of coral, curated by Cristina Del Mare. This exhibition focused on taking visitors on a journey through the fascinating links between fashion, craftsmanship, jewellery and the manufacture of jewels in coral and cameos: an interesting dialogue between tradition in Torre del Greco and contemporary jewellery.

anversa, i giorni del diamante

un taglio su misura Orchidea Preziosi da oltre dieci anni opera nella realizzazione di gioielli utilizzando innovative tecniche di taglio Cnc e laser. L’azienda, oltre alle incisioni, offre ai propri clienti anche un servizio di sviluppo del disegno e modellistica. Bastano infatti tre giorni per ricevere un prototipo del gioiello, elaborato al computer, che sarà poi realizzato in oro oppure in argento. ■ For over ten years, Orchidea Preziosi has made jewels using innovative Cnc and laser cutting technology. In addition to cutting, this company also offers its clients a service for the development of design and models. In just three days they can prepare a computer-elaborated jewel prototype for subsequent production in gold or silver.

Chiude confermando le aspettative l'appuntamento, giunto alla sesta edizione, che quest'anno ha raccolto nella città belga cento espositori leader del settore La sesta edizione della Antwerp Diamond Trade Fair non ha tradito le aspettative: migliaia di gioiellieri e artigiani provenienti da tutto il mondo hanno visitato gli stand dei 100 selezionati espositori, tutti nomi di riferimento internazionale nel trade dei diamanti. La manifestazione, che ha aperto i battenti il primo febbraio, ha ospitato diversi eventi di aziende e maison del settore. Graff ha organizzato il seminario "The magic world of diamonds" con Marijan Dundek: obiettivo dell'incontro è stato esplorare il mondo dei diamanti in tutte le possibili sfaccettature. Durante la fiera è stato inoltre possibile visitare i laboratori di valutazione gemmologica di IGI, l'Istituto Gemmologico Italiano, e di HRD Antwerp.

■ The sixth Antwerp Diamond

Trade Fair ticked all the boxes in terms of expectations: thousands of jewellers and artisans from all over the world visited the stands of the 100 selected exhibitors, confirming the centrality of this diamond trade event. It got underway on the first of February and hosted various events by companies and maisons in the jewellery sector. Graff organised the seminar entitled "The magic world of diamonds" with Marijan Dundek, which focused on exploring all possible aspects of the world of diamonds. After registration, visitors to the fair could also take a trip around the gem grading laboratories of the IGI, Italian Gemmological Institute, and the HRD, Diamond High Council, in Antwerp. l'Orafo 2015

ERRATA CORRIGE: SILVEX Nell'ultimo numero di Orafo International abbiamo scritto che il marchio Silvex, fondato da Luciano Daveri quarant'anni fa, è di Vicenza. L'azienda, invece, è nata e tutt'ora è basata ad Arezzo ed è nella città toscana che produce articoli lavorati e semilavorati per gioielleria in argento 925, tutti rigorosamente made in Italy. Ci scusiamo con gli interessati e con i lettori per l'errata indicazione. ■ In the last issue of Orafo International, we wrote that the company Silvex is based in Vicenza. The company was actually founded in Arezzo, where it is still based and where it produces made in Italy 925 silver jewelry. We apologise to those involved and to our readers. 20

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Desires close up

wonderful

CIRCUS

Uno show di bracciali dorati tra giocolieri e leoni feroci: la magia dello spettacolo contagia i gioielli e li trascina in un mondo fantastico di

Antonella Garello e Letizia Redaelli

l'Orafo 2015

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Desires

close up

Nella pagina precedente/ Previous page

AMEN

Schiave color oro, con incisa la preghiera del Padre Nostro in latino. ■ Gold coloured cuff bangles, engraved with the Lord's Prayer in Latin.

NOVECENTONOVANTANOVE

Bracciale in oro giallo con diamanti. ■ Yellow gold bracelet with brilliant-cut diamonds.

C&C

Manchette in oro rosa con diamanti bianchi. ■ Rose gold bracelet with white diamonds.

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acrobazie tra le pagine Le immagini che accompagnano queste pagine sono state tratte dal volume The Circus. 1870s-1950s, edito da Taschen. L'opera, scritta da esperti dell'arte circense, ripercorre la storia di questo genere di spettacolo in America. L'evoluzione del fenomeno è raccontata dalle fotografie di Glasier e Kelty, da illustrazioni di fine Ottocento e da scatti d'autore firmati Stanley Kubrick e Ray Eames. Il risultato è un affascinante spettacolo per immagini. ■ The photos on these pages are taken from the book The Circus. 1870s -1950s, published by Taschen. It is written by circus experts and covers the history of this show in America. The evolution of this phenomenon is told through photos by Glasier and Kelty, late nineteenth century illustrations and artistic shots by Stanley Kubrick and Ray Eames. The result is a truly fascinating spectacle in images.

AMORE & BACI

Bangle in argento e occhio di gatto della collezione &. ■ A silver bracelet from the & collection with cat's eye.

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Desires

ANTONINI

close up

Dalla collezione Vulcano, bracciale in oro bianco e diamanti. â– From the Vulcano collection, a bracelet in white gold and diamonds.


GOLD SISTERS

Bracciale Trendy, in ottone e smalto "crettato"; collezione &clò. ■ Trendy bracelet, in brass and "crettato" enamel; &clò collection.

BIBIGÌ

Collezione Snake: gioiello in oro rosa con diamanti bianchi e brown. ■ Snake collection: a jewel in rose gold with white and brown diamonds. l'Orafo 2015

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Desires

close up

ALCOZER & J

Bracciale rigido con antica moneta romana in ottone bagnato in oro giallo. â– Bangle with an ancient, gold-plated brass Roman coin.

PRIMAVERA PREZIOSI

Bracciale interamente realizzato a mano in sottile tubo d'oro; collezione Cleopatra. â– Entirely handmade hollow tube bracelet from the Cleopatra collection. l'Orafo 2015

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FABULA ETRUSCA

Bracciale a schiava in oro eseguito completamente a mano. ■ Gold bangle, entirely made by hand.

FRANCESCA VILLA

Bracciale Into the Wild, in oro, diamanti e smalto nero. È Realizzato con cintura vintage, parte di un costume di scena di un centurione romano. ■ Into the Wild bracelet, in gold with diamonds and black enamel. It is made with a vintage belt, a part of a stage costume for a Roman centurion. l'Orafo 2015

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Desires

close up

GIOVANNI RASPINI

Bangle della linea Zebra in argento 925. â– Sterling silver bangle from the Zebra line.

GRAZIELLA

Bracciale della collezione Rete in oro 18 carati e zirconi. â– A bracelet from the Rete collection in 18 carat gold and zircons. l'Orafo 2015

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BONATO MILANO 1960

Dalla collezione Logo, manchette in oro bianco rodiato e diamanti. â– From the Logo collection, a rhodiumplated white gold bracelet with diamonds.

SILVEX

Bracciale in argento 925 rodiato e CZ della collezione Couture. â– A rhodium-plated sterling silver bracelet with CZ from the Couture collection. l'Orafo 2015

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Desires

close up

CRIERI

Bracciale in oro giallo e diamanti gialli. â– Yellow gold bracelet with yellow diamonds. l'Orafo 2015

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SILVER STAR

Manchette in argento e argento dorato. â– Silver and gold plated silver cuff bracelet.

UNOAERRE

Bracciale rigido in oro 18 carati. â– Bangle in 18 carat gold. l'Orafo 2015

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Desires

close up

FOPE

Bracciali della collezione Eka nei tre colori dell'oro impreziositi da diamanti. â– Bracelets from the Eka collection in the three colours of gold and enhanced with diamonds. l'Orafo 2015

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GIMET

Bracciale in argento dorato e rodiato, con glitter color silver. â– A bracelet in gold plated and rhodium plated silver, with silver coloured glitter. l'Orafo 2015

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Desires

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LENTI & VILLASCO

Manchette in oro bianco e diamanti. â– Cuff bracelet in white gold and diamonds. l'Orafo 2015

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DAMIANI

Bracciale della collezione D.Icon in oro bianco e rosa con diamanti. ■ Bracelet from the D.Icon collection in white and rose gold with diamonds.

welcome to the magical show!

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agli antichi Egizi al Circo Massimo, passando per le donne barbute di fine Ottocento fino ad arrivare al contemporaneo Cirque du Soleil: le origini della cultura circense si perdono nel tempo e testimoniano la necessità di una spettacolarizzazione della paura (le bestie feroci) e del virtuosismo (i trapezisti) radicata in ogni cultura. Ciò che non è mai cambiato è lo stupore negli occhi degli spettatori: dall'antica Roma a oggi, la meraviglia che animava le arene perdura nell'incanto che avviene sotto il tendone. Il circo, d'altronde, è il luogo in cui l'impossibile diventa plausibile e il surreale è credibile. I clown, come Oleg Popov che s'ispirò al cinema muto, rendono la tristezza buffa e divertente, mentre la sfortuna si trasforma in un paradosso comico. Gli acrobati equestri, come la famiglia dei Cristiani famosa negli anni '30 e '40, eseguono numeri inimmaginabili e i domatori vincono la ferocia dei leoni. I contorsionisti, che sembrano fatti di gomma, assumono posizioni impossibili per le comuni articolazioni. L'arte circense è capace di trasformare in magia qualunque abilità o anormalità, come accadde per Stephan Bibrowski, in arte Lionel. L'uomo, ricoperto da capo a piedi da una fitta pelliccia a causa di un irsutismo congenito, divenne protagonista non solo di uno spettacolo di successo, ma anche di diversi ritratti di Diane Arbus, fotografa divenuta celebre per la scelta di soggetti prevalentemente grotteschi o surreali. Da quando l'animalismo ha giustamente condannato l'uso degli animali nei circhi sono giocolieri, mimi e acrobati ad avere la meglio: un nome per tutti è quello del Cirque du Soleil, ovvero la fantasia e la provocazione come mestiere. Ancora oggi quindi il circo è magia, incanto, illusione. Sotto il tendone tutto può succedere: anche i gioielli possono prendere allora parte allo spettacolo, come accade ai bracciali di questo servizio.

■ From the ancient Egyptians to the Circus Maximus, through the bearded ladies of the late nineteenth century, to the contemporary Cirque du Soleil, the origins of the circus culture are lost in time and prove the deep-rooted need to transform the fear (wild beasts) and the virtuosity (trapezists) into a show. What has never changed is the wonder in the eyes of audiences: from ancient Rome to this day, the marvel that cheered up arenas continues in the enchantment aroused under the big top. The circus is indeed a place where the impossible becomes feasible and the surreal becomes credible. Clowns, such as Oleg Popov who was inspired by silent cinema and drama, can make sadness look fun and entertaining, and bad luck turns into a comical paradox. Then there are acrobatic horse riders, men and women in the flesh who boldly pull off some incredible acts like the Cristiani family who, between the 30s and 40s, performed some of the most sensational numbers in the history of circus. Super flexible contortionists, then, can bend their body in impossible ways for us humans. The circus can turn anything into joy and magic, as happened with Stephan Bibrowski, aka Lionel. Covered from head to toe in a thick coat of hair caused by hirsutism, the man was not only the main attraction of the success show that featured him, but was also portrayed in many pictures by Diane Arbus, who became famous as a photographer of grotesque and surreal subjects. Since the animal-right activism rightly condamned the use of animals in shows, the colourful jugglers, mimes and acrobats are protagonists. The best example is the Cirque du Soleil, where the artists stir imagination for a living. The circus is still today synonymous with magic, charm and illusion: anything can happen under the big top and even jewellery can take part of the show, like the bracelets featured in this article.

FALCINELLI ITALY

Bracciali in oro rosa, diamanti e pietre semipreziose. ■ Braceets in rose gold, with diamonds and semi precious stones.

MASSIMO RAITERI

Manchette in oro rosa rivestita di pelle di razza con applicazioni in oro, diamanti e rubini. ■ Rose gold cuff bracelet covered with shagreen and decorations in rose gold, diamonds and rubies. l'Orafo 2015

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Desires

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PIERDUCA

Bracciale in oro giallo con diamanti bianchi e brown. Collezione Spring. â– A bracelet in yellow gold with white and brown diamonds from the Spring collection.

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Desires close up

meteorites and

FIREWORKS

Anelli, spille e pendenti che esplodono di colori e scintillii, luci che si accendono nel coffret Ă bijoux. Variazioni sul tema della notte stellata Testi di Letizia Redaelli - Artwork di Giuseppe Fogarizzu

In questa pagina, un pezzo unico di Francesca Villa: anello in oro rosa, diamanti neri, tsavoriti, peridoti, onice e agata bianca antica. â– This page, a unique piece by Francesca Villa: rose gold ring with black diamonds, tsavorite, peridots, onyx and antique white agate.

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Desires

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Anello di Vianna in oro giallo con gemme di colore e acquamarina centrale. In basso: pendente a sfera in oro bianco, diamanti bianchi e smeraldi di Massimo Raiteri. ■ Yellow gold ring by Vianna with coloured precious gems and aquamarine at the centre. Below: white gold sphere shaped pendant with white diamonds and emeralds by Massimo Raiteri.

flash in the darkness Un bagliore improvviso e il cielo s’illumina: è un meteorite o uno scoppiettante fuoco d’artificio? Poco importa, la meraviglia negli occhi di chi guarda è incontenibile quando lo spettacolo è inaspettato, ricco di magia e di sorpresa. Anche i gioielli ricchi di gemme possono brillare nella notte, come stelle cadenti, seminando scie di mistero sulla loro origine. Forse provengono dalla profondità dell’Universo, forse dalla mano di un esperto artificiere o gioielliere. Preziose sfere, anelli e spille dai morbidi contorni ci abbagliano con intense luci multicolore. Il buio si tinge di giallo, poi di verde e di blu dando vita a uno spettacolo di lusso esclusivo. ■ A sudden flash lights up the sky: is it a meteorite or colourful fireworks? It doesn’t really matters, as the wonder in the eyes of beholders is overwhelming when the spectacle is unexpected, full of magic and surprise. Like shooting stars, pieces of jewellery rich of gems shine in the darkness of the night, leaving contrails of mistery about their origin.Perhaps they come from the depth of the Universe, or from the hand of a skilled pyrotechnician or a master jeweller. Precious beads, rings and brooches with rounded profiles blind us with multicoloured lights. The darkness shines with yellow, green and blue sparkles starting an exclusive luxury show. l'Orafo 2015

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Anello di DML, appartenente alla collezione Giardini, in oro brunito con diamanti, iolite e topazi. â– Ring by DML from the Giardini collection in burnished gold with diamonds, iolite and topaz.

A sinistra: anello di Brusi in oro rosa e brunito con diamanti brown. A destra: ciondolo Mandala di Pasquale Bruni in oro rosa con topazio azzurro e bianco, quarzo fumĂŠ e milky. â– Left: rose and burnished gold ring with brown diamonds by Brusi. Right: Mandala pendant by Pasquale Bruni in rose gold with light blue and white topaz, smoky and milky quartz.

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Desires

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Anello Vivaldi di PVG Ponte Vecchio Gioielli in oro rosa, diamanti, acquamarina, granato, ametista, tormalina rossa e rubini. â– Vivaldi ring by PVG Ponte Vecchio Gioielli in rose gold with diamonds, aquamarine, garnet, amethyst, red toumaline and rubies. l'Orafo 2015

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jamcommunication.it


People & Brands

sguardo al

futuro

Le situazioni critiche possono dare le più grandi soddisfazioni, perché nascondono inaspettati margini di miglioramento: parola dei fratelli Bettinardi, alla guida, insieme col padre, di Better Silver di

Antonella Garello

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uella di Better Silver è una storia ininterrotta di successi, investimenti, idee sempre nuove, entusiasmo e passione, e anche di un riuscitissimo passaggio generazionale, che nel 2008 ha visto l'ingresso nel consiglio d'amministrazione della seconda generazione, Paolo e Andrea, della famiglia Bettinardi, una famiglia straordinariamente unita e collaborativa. «I nostri genitori non ci hanno mai viziati e siamo cresciuti, come si dice, coi piedi ben piantati a terra. Mio padre Romano, che tuttora presiede il consiglio d'amiministrazione, ha però sempre sponsorizzato i nostri progetti dandoci fiducia, e noi abbiamo sempre fatto di tutto per meritarcela» afferma sorridendo Paolo Bettinardi, oggi Ceo e responsabile commerciale. Della piccola impresa di catene in argento fondata nel 1977 da Romano Bettinardi, d'altra parte, resta ben poco: oggi Better Silver vanta 25 milioni di metri di catena e 30 milioni di pezzi prodotti all'anno; è il primo produttore d'agento italiano con una quota del 20%, conta un centinaio di dipendenti e dispone di 700 macchinari: le esportazioni, soprattutto verso l'Europa occidentale, gli Stati Uniti e l'America Latina, rappresentano il 90% del fatturato. Nel 2007 è stata tra le prime aziende orafe a lanciare un sito e-commerce (www.silver-retail.it). «Questa piattaforma è nata dall'esigenza dei dettaglianti di approvvigionarsi direttamente dalla fabbrica» spiega Paolo Bettinardi «Ci abbiamo messo anni a renderla perfettamente operativa; fin dall'inizio abbiamo trattato questo passaggio quasi come l'apertura di una società tradizionale, dedicandovi risorse e personale, studiando ogni dettaglio: oggi il sito serve oltre 1000 gioiellerie e vanta 600 visite al giorno. I problemi, secondo me, implicano sempre soluzioni e quindi miglioramenti, e penso che proprio da lì bisogna sempre partire per prepararsi al futuro». In azienda qualità e tecnologia giocano un ruolo determinante: i processi produttivi sono tutti automatizzati, i macchinari sono modernissimi e all'innovazione vengono destinati investimenti ingenti. All'insegna dell'ecosostenibilità, Better Silver dispone di un impianto fotovoltaico che produce 350.000kWh e abbatte l'emissione nell'atmosfera di anidride carbonica; è entrata anche in società con Ecos Jewel, brand di gioielli ecosostenibili, realizzati con materiali recuperati da sfridi produttivi. «Quando mi è stato presentato questo progetto in forma definitiva, sono rimasto conquistato: i due giovani fondatori di Ecos Jewel lo hanno studiato in ogni particolare e ha tutte le carte in regola per avere successo». Infine, l'ultimo, ambizioso progetto: il lancio del nuovo brand di gioielleria Roma 1947. «Ci siamo lanciati in questa impresa proprio perché l'esperienza del sito ci ha permesso in questi anni di condividere e capire problematiche e logiche del dettaglio» conclude Paolo Bettinardi «Credo che per sconfiggere la crisi gli ingredienti fondamentali restino l'entusiasmo, l'esperienza, la curiosità verso il mondo, che non dovrebbe mai esaurirsi, e una buona dose di umiltà». ■ Better Silver has a long history of success, investment, new ideas, enthusiasm and passion, and also a successful generational change in 2008, when the second-generation ownership - Paolo and Andrea Bettinardi – joined the board of directors. «Our parents never spoiled us, l'Orafo 2015

In questa pagina: sopra e in basso, i moderni impianti e i macchinari di Better Silver. Qui sopra: dalla collezione Décolleté di Roma 1947, bracciale in bronzo placcato oro rosa, con satinature eseguite a mano.

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Qui a lato, da sinistra: Paolo Bettinardi, Ceo e responsabile commerciale, col fratello Andrea, Ceo e responsabile produzione.

Bracciale in bronzo placcato oro giallo della collezione Pin Up di Roma 1947. A destra, catene in argento.

therefore possible improvements; I think we should always start from there to get ready for the future». Quality and technology play a crucial role in the company: it has automated manufacturing processes, very modern equipment, and makes massive investment in research and innovation. To improve environmental sustainability, Better Silver has a photovoltaic system producing 350,000kWh, which also reduces its carbon dioxide emissions. The company also partnered with Ecos Jewels, a brand that creates environmentally friendly jewellery from recycled production waste. «When I was presented the final project, I was impressed: the two young co-founders of Ecos Jewel developed it with attention to every detail, and it has all it takes to be successful». Finally, one last project: the launch of a new jewellery brand, Roma 1947. «We ventured into this project because the experience we gained with our website over the years allowed us to better understand the problems of the retail sector and get the hang of how it all works» said Paolo Bettinardi «I think the key ingredients to tackle the crisis are passion, experience, curiosity about the world, which you should never run out of, and just the right dose of humility».

and we grew up with our feet on the ground. My father Romano, who is still the president of the board of directors, has always supported our projects and trusted in us, and we have always done everything we could to deserve it» said a smiling Paolo Bettinardi, now CEO and sales manager of the company. However, there is not much left of the small silver chains business founded in 1977 by Romano Bettinardi: Better Silver now works about 25 million meters chainware and 30 million pieces,per year, it is Italy’s top producer of silver with a share of 20%, and it has 100 employees and 700 machines. Exports - mainly to Western Europe, the US and Latin America - account for 90% of turnover. In 2007, it was one of the first jewellery companies to launch an e-commerce (www.silver-retail. it). «It was created to address retailers’ need to buy directly from the manufacturer» said Paolo Bettinardi «It took us a few years to get it up and running. From the beginning, we dealt with this process almost as if we were opening a traditional company, hiring dedicated resources and personnel. Our website is now used by over 1,000 jewellery stores and gets over 600 visitors per day. I believe there is a solution to every problem, and l'Orafo 2015

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People & Brands

il valenzano

atipico

Un'ossessione per il cerchio, un premio per l'innovazione vinto ad appena 18 anni, una gavetta nei laboratori orafi secondo la tradizione. Roberto Marroni tra moda e gioielleria di Ilaria

Danieli

D

a trentacinque anni lavora l’oro e le pietre preziose eppure Roberto Marroni ha ancora i capelli bruni, segno che deve aver cominciato molto presto. «Prestissimo, praticamente da bambino - racconta il designer - Sono figlio d’arte perché mio padre aveva aperto una gioielleria in Umbria negli anni ’50 e lì sono cresciuto, giocando con le vetrine e i gioielli. Mi sono appassionato e a 14 anni ho iniziato a frequentare una scuola orafa di Arezzo dove ho imparato le basi del mestiere. A 17 sono partito per Valenza, dove ho affinato la tecnica, assorbendo i segreti dei maestri. Quando sono diventato un abile artigiano ho capito che mi piaceva anche disegnare, non solo realizzare». Atipico fin da subito nel territorio valenzano, dove la tradizione dell’alta gioielleria si tramanda di padre in figlio seguendo un filone estetico prevalentemente classico, Roberto Marroni si è distinto per la sua spinta innovativa fin dai primi lavori. «La prima affermazione è arrivata nel 1996 con il primo premio alla fiera di Valenza grazie a un bracciale a cerchi d’oro tenuti insieme a un’estremità da un anello. Avevo 18 anni ed ero ancora garzone ma quel gioiello, che ho chiamato Movimento e che ogni tanto reinvento, mi ha dato notorietà e mi ha aperto le porte del pubblico americano». Gli Stati Uniti hanno gusti meno conservatori dell’Europa in fatto di gioielli e l’idea del bracciale dinamico e tintinnante ha subito conquistato le clienti delle metropoli otreoceano. Qualche anno dopo Roberto Marroni/Marroni Design è diventato un brand di cui oggi Roberto è il direttore creativo, affiancato dalla moglie e manager Monica Prandi: una piccola realtà che nel tempo è diventata significativa nel settore, non solo per questioni di stile ma anche per il modello di vendita, a cavallo tra le gioiellerie tradizionali e i concept store di moda. Oltre a popolare le vetrine di Barney’s, Matchesfashion. com e Luisaviaroma a Firenze, infatti, Roberto Marroni è rappresentato dallo showroom Tomorrow che espone le sue collezioni durante le settimane della moda di Milano, Parigi e Londra. «La mia cifra è la diversità e l’anima è il mio valore aggiunto: nessuno dei miei gioielli nasce per caso. Ogni idea trova origine in uno stato d’animo, una situazione, e questo, assieme alla qualità made in Italy, è un aspetto che all’estero viene molto apprezzato». Nella varietà delle sue idee, tuttavia, il designer (come tutti) ha un’ossessione, che è il cerchio. Dal bracciale del ’96 fino all’attuale Infinito, una linea di bracciali e anelli, la forma circolare è per Roberto Marroni un inesauribile patrimonio di idee. «È una forma perfetta, che posso sviluppare in infiniti modi, e soprattutto risponde all’idea di essenzialità che attualmente è la mia filosofia, perché sento che ce n’è bisogno». ■ Thirty-five years working gold and precious stones and yet Roberto Marroni still has black hair, a sign that he must have started early. «Very early, almost as a child - says the designer - I followed in the family tradition, because my father opened a jewellery store in Umbria in the 50s, and I grew up there, playing with shop windows and jewellery. I then became l'Orafo 2015

In questa pagina, dall'alto: collana Foglia in oro ossidato con diamanti, zaffiri e berilli arancioni. Anelli Surround in oro, diamanti e pietre dure naturali. Un ritratto di Roberto Marroni. Anelli Zaffiri Color in oro con zaffiri naturali e diamanti.

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keen on it and when I was 14 I went to a jewellery school in Arezzo, where I learned the basics of the trade. At 17, I left for Valenza, where I refined my technique by working with master goldsmiths. When I became a skilled craftsman, I realised that I also liked to draw, not only to create». In Valenza, where the tradition of making fine jewellery is handed down from father to son following a mostly classic approach, Roberto Marroni proved different from the others right from the start, standing out for his innovative style since his earliest works. «The first recognition came in 1996, when I won an award at Fiera di Valenza for a bracelet made of gold circles held together at one end by a ring. I was 18 and I was still a young man, but that piece of jewellery, which I called Movimento and I still keep in my collection, occasionally restyling it, made me famous and opened my doors to the American audience». Americans have less conservative tastes than Europeans when it comes to jewellery, and the idea of a dynamic, jingling bracelet immediately won over customers from big cities overseas. A few years later, Roberto Marroni/Marroni Design became a brand, of which Roberto is now the creative director, flanked by his wife and manager Monica Prandi. It started as a small company that gained importance in the industry over time, not only in terms of style, but also for their sales model, straddling traditional jewellery shops and fashion concept stores. In addition to filling shop windows at Barney’s, Matchesfashion. com and Luisaviaroma in Florence, Roberto Marroni is represented by the Tomorrow Showroom, which displays his collections during Milan, Paris and London fashion weeks. «Diversity is my signature and inspiration is my plus: none of my jewellery was created by accident. Every idea stems from a mood, or a situation, and this, alongside high-quality Italian craftsmanship, is very much appreciated abroad». Amid this huge variety of ideas, however, the designer (like everyone else) has one obsession, which is the circle. From his bracelet in 1996 to today’s Infinito - a line of bracelets and rings - the circular shape makes an inexhaustible source of inspiration for Roberto Marroni. «It is a perfect shape, which I can develop in infinite ways, but above all it fits my idea of simplicity, which is now my philosophy, because I feel it is very much needed». l'Orafo 2015

In questa pagina, dall'alto in senso orario: anelli della linea Molossi e Anatomico in oro bianco con diamanti e agata grigia. Lo stand a Vicenzaoro e momenti di lavorazione in atelier. Bracciale Infinito, realizzato in oro rosa.

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THE ART OF

COLOURS

Vera miniera di informazioni, il marchio italiano Cesari & Rinaldi Gemmai, garanzia di qualitĂ e rispetto dell'ambiente nel mondo delle pietre preziose, promuove la cultura del gioiello in collaborazione con l'Orafo Italiano l'Orafo 2015

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Un elaborato collier-colletto con sviluppo anteriore e posteriore in arabeschi d'oro bianco, diamanti, perle e rubini. Nella pagina accanto, l'ingresso della boutique in Rue de la Paix e il collier Dentelle de Lys in platino con diamanti bianchi e un diamante giallo ovale di oltre 11 carati. n A very elaborate collier-collar with front and back development. It's in white gold arabesques with diamonds, pearls and rubies. Aside, the doorway of the Rue de la Paix boutique and the Dentelle de Lys collier in platinum with white diamonds and an oval cut fancy yellow diamond of more than 11 carats.

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Heritage

IL GIOIELLIERE

DELLE REGINE Il piÚ antico gioielliere del mondo, Mellerio dits Meller, ha origini italiane anche se la sua fama è fiorita in Francia. Da 400 anni gestito dalla stessa famiglia, da secoli al servizio delle teste coronate d'Europa di Ilaria

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Heritage A destra, l'imperatrice Maria Alexandrovna, cliente della maison. Nel collage, da sinistra, la duchessa di Montpensier, Paolina Bonaparte, l'imperatrice Eugenia, le regine Sophia e Letizia di Spagna. Tutte indossano gioielli di Mellerio dits Meller. n Right, the empress Maria Alexandrovna, client of the maison. In the collage, from left, the Duchess of Montpensier, Paolina Bonaparte, the Empress Eugenia, the Queens Sophia and Letizia of Spain. All wearing Mellerio dits Meller jewellery.

I

l più antico gioielliere del mondo ha le proprie vetrine in Rue de la Paix a Parigi, zona Place Vendôme, ça va sans dire. Ma non è francese, come del resto il nome lascia intuire: Mellerio dits Meller tradisce un nome italiano “detto” alla francese, una sorta di soprannome che è diventato il brand della famiglia di gioiellieri giunta oggi alla quindicesima generazione, dopo 400 anni, senza mai incorrere in cambi di proprietà nemmeno durante guerre, rivoluzioni e crisi economiche. Le origini dei Mellerio però non sono i distretti orafi italiani internazionalmente noti (Valenza, Arezzo e Vicenza), bensì lo sperduto paesino di Craveggia nella val Vigezzo, tra Piemonte e Lombardia, famoso per i suoi numerosi e pittoreschi camini. Particolare non irrilevante, perché i primi Mellerio emigrati in Francia trovarono impiego come spazzacamini e venditori ambulanti, abbandonando l'originaria attività di commercianti di prodotti preziosi e riuscendo nel tempo a distinguersi per abilità e affidabilità tanto da arrivare a occuparsi della fuliggine di Maria de’ Medici, reggente di Francia nei primi anni del diciassettesimo secolo. Fu appunto ripulendo una canna fumaria del Louvre che un leale spazzacamino italiano udì, non visto, due persone ordire un complotto contro i regnanti e riuscì a sventarlo. Per ricompensa, Maria de’ Medici garantì ai Mellerio, con atto ufficiale del 1613, il privilegio di diventare fornitori della corona e di operare i loro affari in Francia senza le restrizioni amministrative generalmente applicate agli stranieri. Da quel momento la storia dei Mellerio tornò al commercio di beni preziosi e si legò indissolubilmente alle corti francesi ed europee, evolvendosi ben presto dalla vendita alla creazione e produzione di gioielli: Maria Antonietta fu una affezionata cliente, l’imperatrice Josephine spese dai Mellerio un patrimonio, la regina Isabella di Spagna costruì la loro fortuna in terra iberica e così la duchessa di Montpensier, l’imperatrice Eugenia, la principessa Youssupov: il registro dei conti, che conserva gli ordini fin dal 1766, è tutto costellato di nomi coronati. E si arriva alle giovani Letizia di Spagna, che frequenta la boutique di Rue de la Paix quando si trova a Parigi, e Maxima di Danimarca, che ancora oggi nelle occasioni ufficiali indossa la tiara con rubini disegnata da Mellerio dits Meller per l’incoronazione della regina Emma nel 1888. Mantenere viva una tradizione di lusso per 400 anni, festeggiati nel 2013, non è tuttavia semplice, anche e soprattutto se si considera che la maison non ha mai investito in comunicazione e pubblicità. Il successo, in questo caso, è una questione di l'Orafo 2015

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Heritage A sinistra, anello Fleur in diamanti e, sotto, orecchini Luxuriante in diamanti e zaffiri. n Left, Fleur ring in diamonds and, below, Luxuriante earrings in diamonds and sapphires.

qualità, creatività, esclusività, garanzia e riservatezza. Se lo stile dei Mellerio si distingue per la grazia dei motivi floreali e naturalistici tempestati di diamanti (mai scesi a compromessi con il rigore del design modernista), oltre che per il pregio delle gemme, la caratteristica principale della casa è la capacità di personalizzare il design assecondando i desideri e i gusti del cliente. I bespoke pieces sono il core business del brand: ognuno un pezzo unico, ognuno un segreto. È per questo, probabilmente, che Mellerio dits Meller non è un marchio molto noto al pubblico mainstream ma è un amico di famiglia delle antiche casate aristocratiche e uno status symbol per i nuovi ricchi dei paesi emergenti. Lo dimostra il fatto che nella più recente collezione Haute Couture, presentata lo scorso settembre a Parigi, compaiano alcuni gioielli straordinari concepiti per una principessa orientale più che per una ereditiera americana: il collier Dentelle de Lys dallo sviluppo a ghirlanda anteriore e posteriore per vestire sia il décolleté sia la schiena, e l’orecchino in parure da indossare non sul lobo ma su tutto il padiglione auricolare, secondo il costume cinese. n The world’s oldest jewellery shop overlooks Rue de la Paix, Paris, in the Place Vendôme area, ça va sans dire. But, like the name suggests, it is not really French: Mellerio dits Meller reveals an Italian name spelled and pronounced the French way, some sort of nickname that became the brand of a family of jewellers - now in its fifteenth generation after 400 years – which never ran into ownership changes, not even during wars, revolutions or financial crises. The Mellerio family, however, is not from internationally renowned Italian jewellery districts (Valenza, Arezzo and Vicenza), but from Craveggia, a remote small village in the Vigezzo Valley, between Piedmont and Lombardy, famous for its many picturesque chimneys. This detail is not unimportant, because the first family members who immigrated to France found work as chimney sweeps and street vendors, giving up their previous work as dealers of precious items. Over time, they excelled for their skill and reliability, so much so that they got to clear soot for Maria de’ Medici, Queen of France in l'Orafo 2015

the early seventeenth century. While cleaning up a chimney at the Louvre, a loyal Italian chimney sweep heard two people plot against the rulers and succeeded in foiling their plan. As a reward, by an official act of 1613, Maria de’ Medici granted the Mellerio’s the privilege to become suppliers of the royal family and to operate their business in France without the administrative restrictions that were generally applied at the time. From then on, the Mellerio’s returned to trading precious goods and their history became inextricably linked to French and European courts, soon evolving from the sale to the creation and manufacture of jewellery. Maria Antonietta was a loyal customer, Empress Josephine spent a fortune at Mellerio’s, Queen Isabella of Spain made them rich in Iberian lands, and so did the Duchess of Montpensier, Empress Eugenie, Princess Youssupov: the brand’s book of accounts, which includes orders from 1766, is dotted with royal names. These include a young Letizia of Spain, a regular customer at the Rue de la Paix boutique whenever she’s in Paris, and Maxima of Denmark, who, on official occasions, still wears the ruby-studded tiara designed by Mellerio dits Meller for the coronation of Queen Emma in 1888. However, keeping alive a luxury tradition for 400 years celebrated in 2013 – is not all that easy, even and especially when you consider that the company has never invested in marketing and advertising. In this case, success is a matter of quality, creativity, uniqueness, reliability and confidentiality. If the Mellerio style stands out for its graceful, diamondstudded floral and natural motifs (which never compromised with the rigour of modernist design), as well as the use of the finest precious gemstones, the company’s most distinctive feature is its ability to customise design and meet customer tastes and expectations. Bespoke pieces make the brand’s core business: each one is unique, each one guards a secret. Perhaps this is why Mellerio dits Meller is little known to the mainstream audience, but it is a family friend of old aristocratic houses and a status symbol for the nouveaux riches of emerging countries. This is demonstrated by the latest Haute Couture collection, presented in Paris in September last year, which included some dazzling pieces designed for an eastern princess rather than an American heiress: the Dentelle de Lys necklace with a delicate, cascading garland adorning both the cleavage and the back, and a matching earring covering the full ear and not only the lobe, as per Chinese custom. 54

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Dall'alto, in senso orario: l'interno della boutique di Rue de la Paix , momenti di lavorazione e orecchini Dentelle de Lys in platino e diamanti. n From top, clockwise: interiors of the Rue de la Paix boutique, craftmanship in the ateliers and Dentelle de Lys earrings in platinum and diamonds.

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Focus On

Verso l'haute

couture Con l'arrivo alla direzione creativa di Eugenia Bruni, figlia del noto designer Pasquale, l'azienda lancia una collezione di masterpiece con pietre di colore che riprendono il tema iconico Ghirlanda di Ilaria

Danieli

U

na maestra di yoga come lei non poteva che chiamare la sua collezione preferita Mandala: anche se in genere le discipline meditative e il luccichio dei gioielli non sono considerati mondi affini, Eugenia Bruni vi ha trovato un personale collegamento e lo ha trasformato in una professione. Nata in terra di orafi, a Valenza, e cresciuta accanto al padre Pasquale che è uno dei più famosi creatori di gioielli italiani, Eugenia oggi dirige, in equilibrio zen sopra tacchi altissimi, gli uffici creativi dell’azienda paterna. I diamanti e le gemme sono per lei il quotidiano, ma non la banalità, infatti da qualche anno ha avviato una collezione di pezzi unici destinati a una produzione limitatissima caratterizzata dall’impiego di pietre inusuali e lavorazioni particolarmente sofisticate. Ad uscire dai binari tradizionali, del resto, Eugenia ha cominciato nel ’99 quando, dopo la scuola d’arte a Valenza, si è trasferita negli Stati Uniti. «Ho studiato le lingue, ho imparato l’inglese come l’italiano, ho maturato una visione più cosmopolita dello stile. Mi è servito tantissimo, anche per i contatti che ho avuto con persone di nazionalità tanto diverse». Nel 2001 Eugenia è rientrata in Italia per affiancare il padre nella creatività e sostenere l’ingresso del brand in nuovi mercati come la Russia, il Medio Oriente e il Nord Europa: attualmente infatti il fatturato è realizzato per oltre il 50% all’estero, dove il marchio Pasquale Bruni è percepito come sinonimo di qualità italiana e glamour cinematografico grazie all'attività di PR dello showroom di Beverly Hills. All’appuntamento di gennaio a Vicenza, The Boutique show, Eugenia ha presentato, oltre alle ormai classiche linee Amore, Bon Ton e Mandala, una parure composta da collier (trasformabile in bracciale), orecchini e anello che riprende il tema Ghirlanda in diamanti, un successo della maison, arricchendolo con berilli gialli, azzurri e rosa. «Il berillo ha colori pastello un po’ vellutati, molto armonici e femminili, che io amo molto». Punto di forza di questa parure, oltre al pregio dei materiali, è la vestibilità e la versatilità di ogni pezzo. «La trasformabilità è il mio chiodo fisso e sto lavorando a un nuovo progetto, che debutterà a fine marzo, in cui i gioielli si potranno indossare al collo, sui polsi e anche tra i capelli». ■ A yoga teacher like her could only call her favourite collection “Mandala”. Although meditative disciplines and sparkling jewellery usually don’t go hand in hand, Eugenia Bruni has found her personal connection between the two and turned it into a career. Born in a land of goldsmiths, Valenza, and having grown up seeing the work of her father Pasquale - one of Italy’s most famous jewellery designers - Eugenia began wearing jewellery from a very young age and now heads the creative offices of her father’s company. Diamonds and gems are her everyday routine, but there is no room for banality. In recent years, she launched a collection of unique pieces: true masterpieces produced in a limited run and virtually tailor-made, featuring unusual gemstones and sophisticated workmanship. After all, Eugenia started l'Orafo 2015

Sopra, bracciale Ghirlanda Unique in oro bianco e giallo con diamanti e gemme di eliodoro. A sinistra, orecchini Maiesty con diamanti, acquamarina, morganite e zaffiri. ■ Above, Ghirlanda Unique bracelet in white and yellow gold with diamonds and heliodor. Left, Maiesty earrings with aquamarine, morganite and sapphires. 56

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Da sinistra, in senso orario: un momento di lavorazione del collier Ghirlanda Unique ed Eugenia Bruni che indossa le collezioni Liberty e Prato Fiorito. ■ From left, clockwise: details of craftsmanship in Pasquale Bruni's atelier and Eugenia Bruni wearing Liberty and Prato Fiorito collections.

to break with tradition back in 1999 when, after attending art school in Valenza, she moved to the United States. «I studied languages that no one spoke at home or in Valenza, I learned English, I gained a more cosmopolitan vision of style. It really helped me, and so did the contacts I had with people from so many different countries and cultures. ». In 2001, Eugenia returned to Italy to work alongside her father in the creativity department and help the brand reach new markets such as Russia, the Middle East and Northern Europe, which is reacting well to the crisis and showing positive signs of recovery. Currently, more than 50% of total income comes from sales abroad, where the Pasquale Bruni brand is perceived as synonymous with Italian quality and film glamour thanks to the PR activity of the Beverly Hills showroom. At The Boutique Show, held in Vicenza in January, in addition to the now classic lines Amore, Bon Ton and Mandala, Eugenia presented a jewellery set consisting of a necklace (convertible into a bracelet), earrings and a ring inspired by the brand’s successful “diamond garland” theme, made up of navettecut elements embellished with yellow, blue and pink beryl. «Beryl features pastel, slightly velvety colours, which are very harmonious and feminine». In addition to the quality of materials, the strength of this jewellery set is the wearability and versatility of each piece. «I am obsessed with convertibility and I'm working on a new project, to be launched in late March, with jewellery that can be worn around your neck, wrists and even in your hair». l'Orafo 2015

Sopra, Pasquale Bruni, fondatore dell'azienda valenzana. A sinistra, anelli della collezione Amore in oro bianco e rosa con diamanti e smalto rosso. ■ Above, Pasquale Bruni, founder of the Company, and Amore rings in white and rose gold with diamonds and red enamel.

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Visual

PASTEL LIGHTS OF

SOAP BUBBLES Berilli, tormaline e peridoti dalle trasparenti e delicate nuances contaminano l'allure imponente dei pezzi one of a kind con risultati inediti e innovativi Artwork by Close Up Studios

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Nella pagina precedente: anello Grenouille di Van Cleef & Arpels in oro bianco con diamanti, zaffiri e una tormalina di oltre 21 carati taglio Asscher. In questa pagina: anello di Palmiero in oro bianco con peridoti, zaffiri viola, diamanti bianchi, neri e fancy. â– Previous page: Grenouille ring by Van Cleef & Arpels in white gold with diamonds, sapphires and a more than 21 carats Asscher cut tourmaline.This page: white gold ring by Palmiero with peridots, purple sapphires, black, white and coloured diamonds.

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Visual

Anello Ghirlanda Unique di Pasquale Bruni in oro bianco e giallo con diamanti ed eliodoro centrale di eccezionale dimensione. â– Ghirlanda Unique ring by Pasquale Bruni in white and yellow gold with diamonds and an heliodor of exceptional size at the centre. l'Orafo 2015

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Spilla di Chaumet trasformabile in un pendente in oro bianco con diamanti, zaffiri e una acquamarina taglio smeraldo. â– Brooch by Chaumet transformable into a pendant in white gold with diamonds, sapphires and an emerald-cut aquamarine. l'Orafo 2015

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Visual Anello Chopard Haute Couture in oro bianco con smeraldo e diamanti. â– White gold ring by Chopard Haute Couture with emerald and diamonds.

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Bracciale in platino di Tiffany & Co. con diamanti e una morganite centrale a taglio ovale. â– Platinum bracelet by Tiffany & Co. with diamonds and an oval cut morganite at the centre.

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Berillo mon amour

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e i diamanti erano i migliori amici delle ragazze all’epoca di Marilyn Monroe, i gusti delle giovani generazioni sembrano virare verso il colore, ma con sfumature delicate e romantiche. Grandi favori si stanno infatti concentrando ultimamente attorno al berillo, una gemma che primeggia nelle sfumature pastello e che consente combinazioni cromatiche particolarmente trasparenti, liquide e raffinate. Ne è una vera fan Azzurra Cesari, titolare assieme al padre della Cesari & Rinaldi Gemmai, che sui berilli sta svolgendo una ricerca accurata per offrire ai propri clienti pietre d’eccezione, esclusive nel taglio, nelle dimensioni e nella tonalità. Quali sono le varietà del berillo? «La più nota è lo smeraldo - risponde Azzurra conosciuto e amato già dagli antichi egiziani. All’epoca di Alessandro Magno poi cominciano a trovarsi cenni al berillo del colore del mare, ovvero l’acquamarina. L’eliodoro invece, il berillo giallo, deriva da parole greche che si traducono “dono del sole”. La morganite infine, il berillo rosa, deve il nome al collezionista americano John Pierpont Morgan ed è una gemma iconica di Tiffany & Co.». Dove viene estratto? «Le qualità migliori si trovano in Madagascar, ma ci sono altre ottime zone di estrazione nello Zambia, in Brasile e in Pakistan». Qual è il modo migliore per valorizzare il berillo in termini di taglio e montatura? «Onestamente non si può affermare che ci sia un taglio in particolare; la bellezza del berillo è nella versatilità del materiale che consente forme e dimensioni creative. In termini di montatura invece sono preferibili le strutture in grado di esaltare il colore e la lucentezza delle pietre, senza offuscare la colorazione». ■ While diamonds were girls’ best friends at the time of Marilyn Monroe, today’s younger generation seems to prefer colourful gemstones instead, but with soft, romantic shades. Beryl is now gaining momentum, a gem that stands out for its pastel shades, allowing for particularly clear, fluid and refined colour combinations. Azzurra Cesari, owner of Cesari & Rinaldi Gemmai alongside her father, is a true fan of beryl and she is conducting extensive research to provide their customers with outstanding stones, coming in unique cuts, sizes and colours. What are the varieties of beryl? «The best known is emerald - said Azzurra - known and loved back in ancient Egypt. Later on, at the time of Alexander the Great, we can find the first signs of aquamarine, a variety of beryl that comes in the colour of the sea. On the other hand, heliodor, or yellow beryl, is derived from Greek words that can be translated as “gift of the sun”. Finally, morganite, or pink beryl, is named after American collector John Pierpont Morgan and is an iconic gem for Tiffany & Co.». Where is it extracted? «The best varieties are found in Madagascar, but there are some other good mining areas in Zambia, Brazil and Pakistan». What is the best way to bring out beryl, in terms of cuts and settings? «Honestly, I wouldn’t say there is one cut in particular; the great thing about beryl is its versatility, which allows us to create innovative shapes and sizes. In terms of setting, I would choose structures that bring out the gem’s colour and shine, without dimming it».

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A pagina 49: un'opera di Bruto Pomodoro con 2 mila carati tra rubini, zaffiri e smeraldi. Dall'alto, in senso orario: un berillo grezzo, Azzurra Cesari, un eliodoro e una gamma di varietà di berillo. ■ Page 49: a masterpiece by Bruto Pomodoro featuring 2 thousands carats of rubies, sapphires and emeralds. From top, clockwise: a rough beryl, Azzurra Cesari, an heliodore and a range of different beryls.

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THE DEFINITIVE GLOBAL JEWELLERY SHOW DUBAI APRIL 23-26 2015

www.vicenzaorodubai.com


P AV Ăˆ collection

erik ag i o i e l l i . c o m


Vetrine Cerino

Stand Fieristici

Cerino Showcases

Exhibition booths

Astucci

Jewellery and watch boxes

Negozi

Sistemi Luci YelloWhite

YelloWhite Light System

Rotoli

Shop furnishings

Jewellery rolls

Sistemi Luci Give Light

Espositori e Supporti

Give Light Lighting system

VICENZA WINTER - BASELWORLD - VICENZA FALL

Displays and Supports




Visual

GLITTERING

MASQUERADE

a cura di Ilaria

Danieli e Letizia Redaelli Foto di Valentina Melzi


Visual

Pagina precedente: collana con cristalli, pietre sintetiche e frange in tessuto blu e orecchini in cristalli di Tataborello. In questa pagina: collier con cristalli e orecchini Chrysalid in metallo rodiato e cristalli di Swarovski. â– Previous page: necklace with crystals, synthetic stones and blue fringes and earrings with crystals and synthetic stones by Tataborello. This page: choker with crystals and rhodium-plated Chrysalid earrings with crystals by Swarovski. l'Orafo 2015

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Girocollo multifilo in metallo dorato e spilla dorata e smaltata a mano con pietre multicolor di Ornella Bijoux. Collana in perle di cristallo e finitura in oro rosa pvd di Lola&Grace. â– Multistring gold plated metal choker and gold plated brooch enameled by hand, with multicolour stones by Ornella Bijoux. Choker in crystal pearls with pvd rose gold finishing by Lola&Grace. l'Orafo 2015

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Visual

i fiori raccontano Le organiche maschere di questo servizio sono state realizzate dal laboratorio Fiori e Interpretazioni. Tiziana, Paola e Carlotta, dopo cinque anni di esperienza nell'ambito degli allestimenti, hanno dato vita a un laboratorio e, da circa un anno, hanno aperto il negozio Coral. Specializzato in matrimoni e occasioni speciali, il team di Coral veste di fiori le emozioni. Per informazioni: www.fiorieinterpretazioni.com Coral - Viale Pasubio 8, Milano

Orecchini pendenti con cristalli, agata e pietre dure arancioni e rosse. Orecchino pendente con agata, cristalli e strass. Tutto Ottaviani Bijoux. â– Pendant earrings with crystals, agate, orange and red stones. Pendant earring with agate, crystals and strass. All by Ottaviani Bijoux. Photo Editing: Emanuela Gregolin Styling: Elena Monti l'Orafo 2015

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â– The organic masks shown in this feature were made by the Fiori e Interpretazioni workshop. After five years of experience fitting out events, Tiziana, Paola and Carlotta decided to create a dedicated workshop and, about a year ago, they opened the Coral store. Specialising in weddings and special occasions, the Coral team creates emotions with flowers. For information: www.fiorieinterpretazioni.com Coral - 8, Viale Pasubio, Milan


Il piĂš vasto e completo salone dedicato al Bijoux e al gioiello moda in Italia Segui Il TarĂŹ su

e



Inside Jewelry

L'EUROPA

IN RIPRESA

I primi dati sulle vendite del periodo natalizio sono positivi e allontanano i timori di un settore gioielliero in caduta libera. Buone le performance soprattutto in Inghilterra, dove il retail multimarca ha saputo creare sinergie e organizzarsi in gruppi di

Natalia Capra

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Inside Jewelry Nella pagina precedente, il collier Panthère de Cartier Collection in oro, onice, diamanti e tzavorite. A destra, bracciale double face Cascade di Damiani in oro e diamanti. Sotto, solitario della Vera Wang Love Collection. ■ Previous page: Panthère de Cartier Collection necklace in gold, onyx, diamonds and tsavorite. Right, double face Cascade bracelet by Damiani in white gold and diamonds. Below, a solitaire from the Vera Wang Love Collection.

L

mila euro). I pezzi di alto valore vengono venduti da Asprey, Harry Winston e Cartier, e ognuno difende il suo territorio. La Francia è invece a metà strada tra la situazione italiana e quella inglese: pochi piccoli rivenditori in sofferenza, qualche catena come Dinh Van e il focus su uno scontrino medio simile a quello di Signet, oltre a un’abbondanza di nuovi designer che vendono i propri pezzi nei grandi magazzini come Lafayette sparsi in tutto il paese. Il modello vincente rispetto all’erosione dei profitti del retail indipendente sembra quindi essere quello inglese degli scorsi 10 anni: la sinergia e il consolidamento. Il paese europeo trainante per vendite natalizie di gioielli si conferma infatti la Gran Bretagna, dove i più grossi retailers hanno registrato risultati che suggeriscono la ripresa del settore. Ernest Jones, H. Samuel e Leslie Davis, dettaglianti indipendenti che si sono raccolti in gruppo, rappresentano oggi tutti insieme la divisione UK del gruppo Signet Jewelers Ltd che ha avuto un incremento delle vendite del 9.7% durante le 8 settimane di “holiday season” conclusa il 27 Dicembre 2014. La divisione UK del gruppo gestisce 493 punti vendita in Gran Bretagna, Irlanda e Channel Islands. Secondo l’amministratore delegato Mark Light, l'incremento è dovuto alla buona riuscita della strategia di marketing e merchandise, all’offerta diversificata e alla pubblicità. Tra i prodotti più venduti figurano perle, orologi e la Vera Wang Love Collection, sulla scia di un’imponente campagna di comunicazione televisiva del marchio. Il gruppo ha registrato inoltre una forte richiesta di diamanti e soprattutto di anelli di fidanzamento: il sogno dell’amore e l’appeal dei gioielli matrimoniali restano particolarmente importanti per il consumatore oltre Manica. Le vendite mondiali del gruppo, presente oltre che in Gran Bretagna anche negli USA e in Canada, sono aumentate nel 2014 del 5.7%. A dispetto di queste buone notizie, la performance annuale del settore in Inghilterra e Irlanda secondo Euromonitor confermerà il trend in flessione del 2013. Tuttavia il mercato sta offrendo chiari segnali positivi

e vendite dell’alta gioielleria sono in ripresa in Europa ma il panorama cambia a seconda del paese e dell’organizzazione della catena di distribuzione. Due fattori oggi attirano il consumatore europeo: la suggestione d’immagine, dunque l’iconografia del brand (non a caso Chanel ha deciso di triplicare o quasi il budget pubblicitario arrivando a oltre 153 milioni di dollari), e la notorietà del marchio, che fa sentire l’acquirente più sicuro e garantito. Il grande acquisto si orienta prevalentemente ai monomarca, mentre dal commerciante multimarca si comprano preferibilmente piccoli regali. In Italia il dettaglio dell’alta gioielleria soffre, com’è noto, di frammentazione. Mancando sinergie commerciali e un market watch aggiornato sulle esigenze evolutive del consumatore, i piccoli e medi gioiellieri nostrani perdono profitto ormai dal 2008, dall’inizio della crisi. L’unica soluzione individuata per far fronte al cambiamento è la riduzione delle dimensioni aziendali. Il dettagliante italiano da Nord a Sud mostra un potere d’acquisto in erosione, il suo invenduto perde valore nelle casseforti e per tutto il 2014 e soprattutto a Natale ha visto lo scontrino medio scendere al di sotto dei 500 euro, insieme a una domanda che sfiora il bijou. L’anno scorso infatti si è osservata una crescente domanda di gioielli in argento, con particolare attenzione per il design e il colore. In Inghilterra invece, dove i molti piccoli negozi di gioielleria si sono riuniti in due gruppi principali, Signet e Aurum Holdings, il retail si è difeso bene soprattutto a Natale. Del resto già da molti anni gli inglesi, a differenza degli italiani, hanno compreso il fenomeno della frattura tra le grandi griffe e i rivenditori multimarca: si sono resi conto, in altre parole, che da soli sarebbero arrivati alla chiusura ma insieme, con una strategia di marketing comune e un più forte potere d’acquisto, avrebbero avuto maggiori possibilità di guadagno. Raggruppati in holding, si sono focalizzati su uno scontrino medio piùbasso, tenendosi lontani dal target di vendita delle grandi griffe: il cliente tipo di Signet infatti ha un’entrata annua tra le 15 mila e i le 65 mila sterline (circa 85 l'Orafo 2015

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che vanno di pari passo con la graduale ripresa economica inglese. E di ripresa economica non si può parlare per l’Italia che tuttavia, nonostante i timori dei retailer locali, ha registrato un Natale 2014 non così disastroso. Secondo la testimonianza di alcune gioiellerie italiane c’è stata, è vero, una crescente domanda di gioielli di fascia inferiore ai 500 euro, ma in generale un livello di vendite migliore rispetto al resto dell’anno. Pochi gli acquisti importanti e diffuso il ritorno al classico, al gioiello da lasciare in eredità di madre in figlia, come la veretta di diamanti o il tennis. «Un Natale schizofrenico in termini di acquisti - dice un gioielliere di Bari che preferisce restare anonimo - e con richieste altalenanti: dalla fascia di prezzo molto bassa, ai limiti della bigiotteria, alla fascia alta o altissima. Pochissimi gli acquisti di fascia media». «C’è un generale appiattimento e i numeri del 2007 non torneranno più» testimonia una storica gioielleria siciliana, ma sembra che il peggio sia passato. Oggi i retailer italiani si sono abituati alla cautela negli acquisti ed è proprio grazie a questa cautela che nel 2014, e soprattutto a Natale, non ci sono state brutte sorprese. Da Milano a Catania si parla di un Natale con uno scontrino medio poco eclatante: pochi gli oggetti venduti al di sopra dei 1500 euro e rare le vendite che superano i 10.000 euro. Le griffe italiane però si sono difese bene: il buon rapporto qualità prezzo di Damiani ha avuto un forte appeal sia sui consumatori che sui dettaglianti e un discreto successo hanno riscosso le linee meno costose di Bulgari e Pomellato. Si prevede inoltre che gli acquisti nelle gioiellerie italiane continueranno con una visibilità riscontrabile a breve e medio termine e con una frequenza trimestrale. Buone notizie infine per le nuove marche: il consumatore italiano sembra preferire il rapporto qualità prezzo, il design e i colori bright piuttosto che i marchi già affermati ma percepiti come troppo tradizionali. Se il volume d’affari natalizio dei commercianti italiani è stato meno disastroso di quanto si temesse, le vendite francesi a Novembre e Dicembre 2014 lasciano ben sperare. In media nelle gioiellerie di tutto il paese, inclusi grandi magazzini come Lafayette e Printemps, Dicembre 2014 ha fatto realizzare un volume di vendite superiore del +2% rispetto a Dicembre 2013 che mostrava invece un -7% rispetto a Dicembre 2012. Sia in Francia l'Orafo 2015

Dall'alto, la boutique Van Cleef & Arpels in Place Vendôme e l'attrice Keira Knightley nel film Anna Karenina, mentre indossa un collier di Chanel. ■ From top, Van Cleef & Arpels boutique in Place Vendôme and the actress Keira Knightley wearing a Chanel necklace in Anna Karenina movie. 79

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Inside Jewelry Dall'alto: Hidetoshi Nakata, ex calciatore della nazionale giapponese, indossa i bracciali in oro, diamanti e cuoio da lui disegnati in collaborazione con Damiani per sostenere le vittime del terremoto. Un pendente a croce della Metropolitan Dream collection by Nakata and Damiani e bracciali in cuoio e acciaio di Boccadamo. ■ From top: Hidetoshi Nakata, former footballer in the Japanese national team, wearing the bracelets in gold, diamonds and leather designed by himself in collaboration with Damiani to help earthquake victims. A cross pendant from the Metropolitan Dream by Nakata and Damiani collection and leather bracelets with stainless steel by Boccadamo.

a livello mondiale. E ancora: in Europa Tiffany & Co. è cresciuta del 9% nei primi 11 mesi del 2014 anno su anno, raggiungendo un fatturato complessivo di 336 milioni di dollari. Le vendite mondiali invece sono aumentate nel terzo trimestre 2014 del 5% e del 10% solo nelle Americhe. I primi 9 mesi dell’anno hanno visto una crescita mondiale del gruppo dell’8% toccando un fatturato di 2,96 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti post-recessione sono oggi un mercato trainante per l’alta gioielleria. Secondo il MarketInsight di MasterCard Advisors, in Nord America le spese per i gioielli degli ultimi 20 mesi hanno superato quelle della moda e della pelletteria. Sarah Quinlan, vice presidente del MarketInsight di Mastercard, in un’intervista alla testata WWD, attribuisce la crescita a una nuova mentalità del consumatore americano che, uscito dalla crisi, preferisce spendere per oggetti duraturi e vede i gioielli come un investimento. De Beers si spinge a dare un outlook positivo e di crescita della domanda di diamanti nei prossimi 10 anni persino in uno scenario di volatilità del prezzo dei metalli preziosi e di incertezza economica, ammesso che i grandi marchi investano in innovazione e comunicazione. «La domanda mondiale continuerà a crescere soprattutto per l’effetto trainante degli Stati Uniti e di alcune economie emergenti come la Cina» sostiene l’azienda in una nota di mercato. Anche secondo Goldman Sachs la domanda di diamanti crescerà dell’11% entro il 2017 grazie alla ripresa economica degli Stati Uniti e all’incremento strutturale della domanda nei paesi emergenti. L’anno passato, in conclusione, ha portato più che mai una frattura all’interno del settore stesso della gioielleria. Da un lato i dettaglianti indipendenti in sofferenza, dall’altro le grandi griffe che hanno riguadagnato terreno, complici le massicce campagne di comunicazione. La buona performance

sia in Italia gli acquisti ordinari ormai si concentrano sulle occasioni “di rigore” come nascite, matrimoni e battesimi. A Natale tuttavia le gioiellerie delle arterie principali di Parigi hanno beneficiato del flusso di visitatori stranieri, responsabili di una performance migliore rispetto ai gioiellieri che servono una clientela soprattutto locale. Per il 2015 Euromonitor vede inoltre il settore in ripresa su alcune nicchie di prodotto come la gioielleria maschile, sempre più frequentata dalle marche francesi e fenomeno di moda negli ultimi anni: basti pensare al braccialetto Menottes Dinh Van che a Parigi ha spopolato soprattutto tra gli uomini. Decisamente positiva la performance dell’alta gioielleria, che ha fatto registrare lo scorso anno un incremento stabile delle vendite in paesi come la Cina, l’India e l’America. Ma l’Europa, culla della crisi, non resta indietro. Nei primi 9 mesi del 2014, per esempio, la divisione gioielli e orologi di LVMH riporta un migliore livello di vendite anno su anno soprattutto in Europa e negli USA. Il gruppo ha infatti dichiarato un incremento totale delle vendite del 5%, complice una netta accelerazione della gioielleria nel terzo trimestre dell’anno, trainata soprattutto da Bulgari. In generale, nel report dei risultati trimestrali, l’azienda parla di una «buona resistenza dell’Europa» insieme a una crescita negli Stati Uniti. Mentre la recessione ha frenato gli acquisti da parte dei dettaglianti multimarca, i flagship store direttamente gestiti da LVMH come Tag Heuer e Chaumet hanno dato buoni risultati grazie ai forti investimenti nelle rispettive campagne di comunicazione e all’allure iconografica dei prodotti. Inoltre l’anniversario dei 130 anni di Bulgari con la riapertura della storica boutique di Roma ha coinciso con la presentazione di pezzi d’eccezione che hanno rilanciato l’immagine della marca l'Orafo 2015

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Dall'alto, collier di Carlo Zini con cristalli Swarovski e orecchini Mayumi in argento placcato oro rosa con cristalli e perle freshwater. ■ From top, necklace by Carlo Zini with Swarovski crystals and Mayumi earrings in gold plated silver with crystals and freshwater pearls.

that bordered on costume jewellery. Last year, for example, there was a growing demand for silver jewellery, with special attention to design and colour. In the UK, however, where many small jewellery stores came together in two main groups - Signet and AurumHoldings - retail sales did quite well, especially at Christmas. Besides, unlike the Italians, the British understood the fracture between big names and multi-brand retailers many years ago: in other words, they realised that if they continued alone they would end up closing down, but together, with a shared marketing strategy and a stronger purchasing power, they could achieve higher earnings. Grouped in holding companies, they focused on a lower average spending, without aiming at the sales target of big names: Signet’s target customer has an annual income between 15,000 and 65,000 pounds (about 85 thousand euros). The most expensive pieces are sold by Asprey, Cartier and Harry Winston, and each of them defends their own territory. France, on the other hand, is something halfway between the Italian and the British situation: few small retailers in distress, a few chains such as Dinh Van, targeting more or less the same average spending as Signet’s, plus plenty of new designers who sell their pieces in department stores around the country, such as Lafayette. Considering the reduction of profits of independent retailers, the winning model appears to be the British approach of the past 10 years: synergy and consolidation. In fact, the UK remains the leading European country in terms of Christmas sales of jewellery, and results reported by the country’s largest retailers seem to suggest a recovery in the industry. Independent retailers Ernest Jones, H. Samuel and Leslie Davis came together in a group to create Signet Jewelers Ltd’s UK division, which saw a sales increase of 9,7% during the 8-week holiday season that ended December 27, 2014. The group’s UK division operates 493 stores in the UK Ireland and the Channel Islands.

europea dei grandi marchi prova che il consumatore in crisi è andato in gioielleria e ha comprato, ma quando era in grado di spendere una somma considerevole, tra il piccolo gioielliere e la grande griffe ha preferito la griffe. In Italia, però, come nel resto del mondo, le marche dell’alta gioielleria lasciano una fascia di mercato incustodita: quella del “medio basso”. In UK questa fascia di mercato è stata riconosciuta, analizzata se non vivisezionata, servita da una catena di distribuzione che si è organizzata militarmente e che raccoglie costantemente dati sull’evoluzione delle abitudini del consumatore. In Francia si cercano, e si trovano, nicchie di sviluppo come la gioielleria maschile o il su misura, altro settore in crescita. Il nostro retail sembra mancare di potere economico e strutturale per far fronte non solo alla crisi, ma alle abitudini del consumatore che cambia. ■ Sales of fine jewellery are picking up in Europe, but the outlook changes from a country to another and depending on the organisation of each distribution chain. Two factors are now attracting European consumers: brand image, or the brand’s iconography (no coincidence that Chanel almost tripled its advertising budget, reaching over 153 million dollars), and brand awareness, which makes the buyer feel safer and more assured. Major purchases are mostly made in flagship stores, while consumers tend to go to multi-brand dealers for small gifts. As is well known, the Italian fine jewellery retail network is highly fragmented. Without business synergies or a market watch to anticipate changing consumer needs, small and medium-sized jewellery shops have been losing profits since 2008, when the crisis began. The only solution found to deal with change was to reduce the size of companies. From north to south, Italian retailers have seen their purchasing power decline and their unsold stock lose value in coffers; the average spending in their stores fell below 500 dollars throughout 2014, especially at Christmas, with an increase in demand for items l'Orafo 2015

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Inside Jewelry Dall'alto, orecchini di Fope in oro giallo della collezione Lovely Daisy con pattern ispirato alla iconica catena Novecento e due anelli in oro bianco e diamanti di Comete Gioielli. L'ultimo anello in basso, in oro bianco e diamanti, è di Davite & Delucchi. ■ From top, Fope earrings in yellow gold from the Lovely Daisy collection with a pattern inspired by the iconic Novecento chain and two rings in white gold and diamonds by Comete Gioielli. The last ring below, in white gold and diamonds, is by Davite & Delucchi.

few sales of items above 10,000 euros. Italian big brands performed well: Damiani’s good value for money had a strong appeal to both consumers and retailers, and the less expensive lines by Bulgari and Pomellato had some success too. Also, purchases in Italian jewellery stores are expected to continue, with results to be verified in the short- and medium-term and with quarterly frequency. Italian consumers seem to prefer value for money, innovative design and bold colours rather than well-known brands, which are perceived as too traditional. While the turnover of Italian operators was less disastrous than feared, French sales in November and December 2014 are very promising. On average, the sales volume recorded by jewellery shops across the country, including department stores such as Lafayette and Printemps, grew by 2% in December 2014 compared to December 2013, which was down by 7% compared to December 2012. Both in France and Italy, most purchases of jewellery are now for formal occasions such as births, weddings and christenings. At Christmas, however, the jewellery stores on the main streets in Paris benefited from the flow of foreign visitors, which resulted in a better performance compared to jewellers serving a mostly local clientele. For 2015, Euromonitor is also expecting a recovery in some product niches such as men's jewellery, increasingly popular among French brands and a rising fashion trend in recent years - just think of the Menottes Dinh Van bracelet which was all the rage in Paris, especially among men. High jewellery performed very well, with a steady increase in sales in countries such as China, India and America last year. But Europe, the cradle of the crisis, was not far behind. In the first nine months of 2014, for example, LVMH's jewellery and watches division reported a higher level of sales year on year, especially in Europe and the US. The group reported a total sales increase of 5%, also due to a marked growth in jewellery sales in the third quarter of the

According to Ceo Mark Light, such increase is due to a successful marketing and merchandising strategy, a diversified offering and good advertising. The best-selling products include pearls, watches and the Vera Wang Love Collection, following the brand’s massive television communication campaign. The group also recorded a strong demand for diamonds, especially engagement rings: the dreamy romance and the strong appeal of wedding-related jewellery remain particularly important for consumers across the Channel. The group, which operates in the UK but also in the US and Canada, saw an increase in global sales of 5,7% in 2014. Despite this good news, the industry’s annual performance in the UK and Ireland is going to confirm 2013’s downward trend according to Euromonitor. However, the market is showing some clear positive signs that go hand in hand with the UK’s gradual financial recovery. Still no signs of recovery for Italy; however, despite the fears of local retailers, Christmas 2014 sales were not so disastrous. According to some Italian jewellers, there was indeed a growing demand for jewellery under 500 euros, but the level of sales was generally higher than in the rest of the year. Customers made few major purchases and many got back to buying classic pieces, jewellery to be passed on from mother to daughter, like a diamond eternity ring or a tennis bracelet. «It was a schizophrenic Christmas in terms of purchases - said a jeweller from Bari who prefers to remain anonymous – and with erratic demands: from a very low price range that bordered on costume jewellery, to high-end or very high-end pieces. There were very few purchases of medium price range products». «Sales have levelled off in general and the numbers recorded in 2007 will never come again» said the owners of a long-standing Sicilian jewellery shop, but it looks like the worst is over. Italian retailers have now become accustomed to buying cautiously, which is what allowed them to avoid unpleasant surprises in 2014, especially at Christmas. From Milan to Catania, the average spending for Christmas was quite unpretentious, with l'Orafo 2015

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Dall'alto: collier Rose Passion in oro bianco, diamanti, smeraldi, tormaline verde menta, acquamarine e granati verdi; orologi Traditional Oval in oro bianco e giallo con diamanti ispirati a un modello indossato da Jackie Kennedy. Tutto di Piaget. ■ From top: Rose Passion necklace in white gold, diamonds, emeralds, green mint tourmalines, aquamarines and green garnets; Traditional Oval watches inspired by a model owned by Jackie Kennedy. All by Piaget.

current precious metal price volatility and uncertain economic times, provided that big brands invest in innovation and communication. «World demand will continue to grow, largely driven by the United States and some emerging economies such as China» the company said in a market statement. Also according to Goldman Sachs, the demand for diamonds will grow by 11% by 2017 due to the U.S. economic recovery and the structural growth in demand from emerging countries. In conclusion, last year widened the rift within the jewellery industry itself. On the one hand, independent retailers in distress, on the other, big brands which have regained ground, also thanks to massive communication campaigns. The good performance of big brands in Europe proves that consumers who experienced the crisis did go to jewellery stores and made purchases, but when having to choose between a small jeweller and a big brand, they chose the latter. In Italy, however, as in the rest of the world, fine jewellery brands are leaving a market segment unattended: the medium-to-low end of the market. In the UK, this market segment has been recognised, analysed or even dissected, served by a distribution chain with a military-like organisation which constantly collects data on the evolution of consumer habits. In France, operators look for – and successfully find – niche markets such as men’s or bespoke jewellery, which is another growing segment. The Italian retail network, however, seems to be lacking the necessary economic and structural power, not so much to deal with the crisis, but with changing consumer habits.

year, mainly driven by Bulgari. In general, the company’s report of quarterly results says that «Europe is holding up quite well», and that sales in the United States are growing. While the recession has slowed purchases for multi-brand retailers, flagship stores directly operated by LVMH such as Tag Heuer and Chaumet reported good results thanks to strong investment in communication campaigns and the iconographic allure of products. In addition, Bulgari’s 130th anniversary, celebrated with the reopening of its flagship boutique in Rome, coincided with the presentation of outstanding pieces that boosted the brand’s image worldwide. But that’s not all: in Europe, Tiffany & Co. grew by 9% in the first 11 months of 2014 year on year, reaching total sales of 336 million dollars. In the third quarter of 2014, worldwide sales increased by 5% and 10% in America alone. In the first 9 months of the year, the group saw a global growth of 8%, reaching a turnover of 2,96 million dollars. The post recession United States are now a leading market for fine jewellery. According to MarketInsight by MasterCard Advisors in North America, consumers spent more on jewellery than fashion and leather goods in the past 20 months. In an interview with WWD, Sarah Quinlan, vice president of MarketInsight Mastercard, attributed this growth to the new mindset of American consumers who, after the crisis, prefer to spend their money on durable items and see jewellery as an investment. De Beers went so far as to give a positive outlook and expects demand for diamonds to grow in the next 10 years, despite the l'Orafo 2015

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communication

vip e star

La nuova campagna di Giovanni Raspini punta sulla naturalezza e su una studiata semplicità che esaltano i gioielli della linea Zebra. ■ Giovanni Raspini's new campaign focuses on naturalness and wellthought-out simplicity to bring out jewellery from the Zebra line.

per il 2015

Nuove campagne, nuovi testimonial e ambasciatori, partnership, eventi: i brand della gioielleria e dell'orologeria si muovono a 360 gradi nel mondo dei media di

Antonella Garello

P

unta sulla naturalezza la nuova campagna Primavera-Estate 2015 di Giovanni Raspini: Gautier Pellegrin, giovane e affermato fotografo di moda francese, ha ritratto la modella tedesca Marie Kapferer all'insegna di una studiata semplicità - nel look, negli abiti, nell'ambiente - per restituire l'immagine di una donna vera, dalla personalità forte. Protagonista della campagna la collezione Zebra, uno dei grandi successi del marchio toscano. Comete Gioielli ha invece celebrato i 40 anni di attività con una grande festa in occasione di VicenzaOro, alla presenza di Enzo Miccio, che per il brand vicentino ha firmato la nuova collezione dedicata al giorno del matrimonio, ma non solo. Dalle fedi agli anelli di fidanzamento, dai gemelli maschili ai gioielli per la sposa, il celebre wedding designer ha creato una collezione da regalare e da sfoggiare anche in occasioni diverse. Eletta modella dell'anno 2014 ai British Fashion Awards, la top model Cara Delevingne è entrata a far parte del team di ambasciatori Tag Heuer. Cara ha sorpreso tutti gli invitati alla festa organizzata in suo onore dal brand elvetico sfilando in passerella con un cucciolo di leone in braccio. Nuova ambasciatrice d'assoluta eccezione anche per Montblanc, che ha eletto protagonista della nuova campagna pubblicitaria, dedicata alla collezione Bohème, Charlotte Casiraghi. Con la sua bellezza, coronata anche da tanti successi raggiunti nello sport e nel business, Charlotte rappresenta perfettamente la donna contemporanea cui si rivolge Montblanc: indipendente, sofisticata e concreta. ■ Giovanni Raspini’s 2015 Spring/Summer campaign is all about naturalness: Gautier Pellegrin, a successful young French fashion photographer, captured German model Marie Kapferer with well-thought-out simplicity - in her look, her clothes, the environment – portraying a real woman, with a strong personality. The campaign features the Zebra collection, one of the Tuscan brand’s most successful lines. Comete Gioielli, on the other hand, celebrated its 40th anniversary with a big party at VicenzaOro. The event was also attended by Enzo Miccio, who worked for the Vicenza-based brand designing a new collection of wedding-inspired jewellery, but not only. From engagement to wedding rings, men’s cufflinks and bridal jewellery, the famous wedding designer has created a collection of special pieces to give or to wear on many other occasions. Elected Model of the Year 2014 at the British Fashion Awards, top model Cara Delevingne has joined the team of Tag Heuer ambassadors. Cara surprised all guests at the party organised in her honour by the Swiss brand by walking around with a lion cub in her arms. Even Montblanc has a new, outstanding brand ambassador, with Charlotte Casiraghi as the face of the upcoming advertising campaign dedicated to the Bohème collection. With her beauty, as well as her many achievements in sports and in business, she wonderfully embodies the contemporary Bohème woman: independent, sophisticated and practical. l'Orafo 2015

Comete Gioielli ha celebrato i 40 anni di attività con un evento a VicenzaOro: invitato d'onore Enzo Miccio. ■ Comete Gioielli celebrated its 40th anniversary with a special event at VicenzaOro, with Enzo Miccio as guest of honour. Nuova ambasciatrice Tag Heuer, Cara Delevingne ha sfilato per il brand elvetico tenendo in braccio un cucciolo di leone. ■ Tag Heuer’s new brand ambassador Cara Delevingne posed for the Swiss brand cradling a lion cub in her arms.

Jerome Lambert, Ceo di Montblanc International, con Charlotte Casiraghi, protagonista della nuova campagna del brand. ■ Jerome Lambert, Montblanc International CEO, with Charlotte Casiraghi, featured in the brand’s upcoming campaign. 84

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perle al...

viagra Un'azienda giapponese ha messo a punto un sistema di coltivazione di grandi perle nere basato sulla "pillolina blu" che non ha mancato di suscitare più di una perplessità di Luigi Costantini Managing Director Settore Formazione Italia I.G.I. International Gemological Institute Anversa

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Belgio Teoria dei Simili di Paracelso, gli effetti sugli umani? Spero che mi si riesca a seguire nel ragionamento. Insomma, sia come sia, fatto sta che questi molluschi perliferi del genere Pinctada margaritifera che se la spassano allegramente a “Viagra delle ostriche” nelle placide e confortevoli acque di Tahiti, dopo tre anni di continua eccitazione ti sfornano delle perle che sono una bomba: “maggiorate” da 20mm di diametro, colori intensi e scuri con accenni di verde e di “melanzana”, lucentezze superlative. Direte voi: ma dov’è l’eccezionalità della faccenda, mica sono queste le uniche perle nere al mondo di mirabile qualità? Ebbene, amici miei, non dimenticate, per favore, che colori intensi ed eccellenti lucentezze son propri di perle tahitiane di piccole dimensioni - prodotte quindi da ostriche giovincelle - mentre vengon meno in quelle di più gran stazza, chiaramente prodotte solo da ostriche più anziane che - poverine - han perso per strada la capacità di generare colori robusti, perlagione a “fine tessitura” e, di conseguenza, belle lucentezze. Ecco dove sta l’arcano! E mica è tutto: dal momento che quel che salta fuori, in poco tempo, sono, a tutti gli effetti, perle di grandi dimensioni e d’ottima qualità a prezzi che risultano essere una frazione di quelli delle consorelle “normali”, capirete la costernazione da cui molti son stati presi. Costernazione ingenerata, in un primo momento, anche dal fatto che inizialmente si credette fossero perle non-nucleate costituite al 100% da perlagione, perle keshi per intendersi. Ma le keshi, formatesi spontaneamente all’interno dell’ostrica durante il processo di crescita d’una perla coltivata, son tipicamente di piccole dimensioni e di non così esaltanti colori e lucentezze. Grande è la confusione sotto il cielo, poi, cagionata da altre voci che circolano: si sussurra che le pillole, una volta inserite nell’ostrica e una volta che attorno ad esse si sia avviato il processo di formazione della perla, si disintegrino, dando luogo a una perla cava; e che, risultando illegale a Tahiti l’esportazione di prodotti di tal fatta, siano stati utilizzati per realizzare quelle grandi perle rotonde nucleate d’acqua dolce denominate “perle Edison”, oppure quell’altre barocche, pure d’acqua dolce, così leggere e di bella lucentezza, chiamate “perle Soufflé”, in giro da un lustro o giù di lì. Insomma, cari amici, la si metta come si vuole, ma è proprio il caso di dire, come la mia nipotina bilingue di quattro anni che in dialetto ladino ha imparato solo quest’espressione e la utilizza per esprimere il proprio sbigottimento nel venire a conoscenza delle storture del mondo: «ce robes, ce robes! (che robe, che robe!)».

giù di lì. Questa me l’ero proprio persa, e anche se non è poi fresca di giornata, val la pena di ripescarla perché è una vera chicca, anzi, uno spasso. Direte che l’autore del presente articolo - avendo esso testé doppiato il promontorio delle settanta primavere – è caduto preda delle fregole senili e quindi è andato a infoltire le schiere dei vecchi (anche se innocui) sporcaccioni. Ma che colpa ne ha lui, dico io, se la notizia vien data con un titolo sparato a caratteri cubitali che, tradotto, suona così: «Quelle pilloline blu che fan diventare le perle più grandi e più luminose?». A uno, tra sé e sé, vien da dire: non è che magari passando da una lingua all’altra s’ingenerino imbarazzanti sottintesi, per un perverso gioco di parole? Eh no, perché - incredibile dictu - poco più sotto vien fornito un inequivocabile ragguaglio coll’affermare, papale papale, che «queste perle son state coltivate con l’aiutino d’una pillolina blu - giustappunto come certe pilloline medicamentose che negli umani inducono un altro tipo di stimolazione (ahu, ahu!) - prodotta dalla ditta giapponese XYZ». E che diavolo t’hanno inventato, stavolta, i figli del Sol Levante? L’occhio si fa birbo e la pupilla si dilata, alla ricerca dell’erotico-perlaceo arcano che alcune righe più in là ampiamente si dispiega: XYZ ha messo a punto e brevettato «un nucleo composto da fibronettine, ovvero da proteine del sangue e del midollo spinale aventi consistenza liquida pari allo zucchero, che intensificano l'adesione cellulare ed effettivamente inducono il formarsi, in tempi ridottissimi, di superlative sacche perlifere capaci d’accelerare la formazione degli strati perliferi». E ancora: «…le pilloline blu agiscono a mo’ di gel espansivo che, esplodendo all’interno della gonade dell’ostrica, promuove la formazione d’una gran sacca perlifera». Così sta scritto. Cercate di capire, ora: se le dita, con riflesso pavloviano, son affondate in automatico in un vocabolario alla ricerca spasmodica del lemma ‘fibronettine’, non è per chissà quale perversa pulsione; è puro istinto di sopravvivenza. Dopotutto, in India la medicina ayurvedica non prescrive forse l’imbibizione delle proprie urine a scopo terapeutico? E se le fibronettine inducessero anche negli umani, da qualche parte nell’organismo, un che di “superlativo”, una qualche “accelerazione”, capaci di sopravvenire i guasti del tempo? Insomma, se questa glicoproteina adesiva ad alto peso molecolare che tende a formare fibre (così dice il vocabolario) riesce (cito nuovamente l’informativa) a «indurre una puranche giovin ostrica di piccole dimensioni a sviluppare una gran sacca perlifera ove si riesca a piazzare un parimenti gran nucleo perlifero», quali potrebbero essere, in base alla l'Orafo 2015

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macchine

preziose I produttori italiani di macchinari orafi, seppur fortemente penalizzati dalle barriere doganali, competono da anni con successo sui mercati esteri grazie alla indiscussa qualità dei loro prodotti di

Sonia Sbolzani

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con prodotti eccellenti, fatti su misura, affidabili e di lunga durata. Vogliamo essere un punto di riferimento del settore e ci impegniamo a consolidare il marchio. Non tralasciamo le applicazioni, ma siamo focalizzati essenzialmente su performance ad alto valore aggiunto e, ripeto, su quella qualità che è il fiore all’occhiello del made in Italy». Quali sono i vostri punti di forza? «Assistiamo il cliente in ogni fase, dalla consulenza pre-vendita all’installazione, dal training al servizio post-vendita continua in ogni parte del mondo». Quali sono le principali difficoltà che si incontrano in un processo di internazionalizzazione? «Per noi il vero punto dolente sono le barriere doganali, che ci ostacolano pesantemente così come frenano il business di molte aziende italiane esportatrici. A fronte di ciò, gli stranieri possono liberamente vendere i loro prodotti nel nostro Paese senza alcuna barriera. Non siamo garantiti dallo stato nemmeno se vogliamo far credito, mentre alcuni dei nostri maggiori concorrenti, come i tedeschi, lo sono». Le dimensioni della vostra azienda rispetto ai principali competitor internazionali sono un freno o vi consentono una maggiore flessibilità? «Le dimensioni non sono un problema. Francamente è l’immagine globale dell’Italia che incide di più in senso negativo sulla nostra competitività, soprattutto nei Paesi di cultura anglosassone. La difficile situazione politico-economica dell’Italia ne mina la reputazione complessiva». Qual è il trend della domanda estera e di quella interna per il breve-medio termine? «Il nostro settore è lo specchio di quello che accade nel mondo, a cominciare dalle decisioni che vengono prese nei palazzi dell’Unione Europea. Il trend resterà positivo se potremo svolgere il nostro lavoro in un contesto sicuro, libero, armonico». Come replicate a quei fabbricanti orafi che vi accusano di favorire i loro rivali stranieri vendendo all’estero le vostre attrezzature? «Rispondo che è una pura falsità, respingendo l’accusa al mittente, nel senso che spesso sono proprio i fabbricanti orafi italiani ad andare a produrre all’estero, mettendosi in società con produttori stranieri. Noi italiani siamo i più bravi nel creare gioielli d’alta gamma, che si fregiano di marchi prestigiosi, ma non dimentichiamo che esiste un 80% di gioielleria unbranded per cui il costo della manodopera è un problema sostanziale, e non a caso la delocalizzazione è iniziata già prima della crisi rispetto alle lavorazioni più industriali. Dobbiamo tenere duro sulla qualità e continuare a fare pressioni sui poteri pubblici in materia di defiscalizzazione e di abbattimento delle barriere doganali».

a fiorente industria orafa ha dato vita a un ingente indotto produttivo e commerciale di macchinari e attrezzature professionali di alta qualità, in gran parte destinati all’esportazione. Questo export è spesso accusato di favorire i concorrenti stranieri, fornendo loro tecniche e tecnologie per la lavorazione di metalli preziosi e gemme che andrebbero invece preservati in Italia. La realtà però parla di produttori italiani di macchinari orafi che hanno saputo affrontare a testa alta mercati difficili, malgrado la crisi e malgrado le dimensioni aziendali sovente inferiori rispetto a quelle dei rivali stranieri, grazie alla loro efficienza e alla fornitura di eccellenti servizi. Tuttavia, i problemi non mancano. Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande ad Andrea Messi, al vertice della storica azienda Mario Di Maio, leader nel settore, fondata nel 1919 da suo nonno a Milano, ora insediata a Gerenzano (VA) con uffici e stabilimento, e presente in tutto il mondo, dopo aver costituito filiali in tutti i principali distretti orafi nazionali (Milano, Vicenza, Valenza Po, Arezzo). La debolezza del mercato interno ha inciso sul vostro andamento? «Nella misura in cui ha toccato tutti, suppongo. In particolare la crisi si è fatta sentire dal 2007 al 2013, poi abbiamo registrato una certa ripresa soprattutto per effetto degli investimenti di alcuni importanti gruppi del lusso stranieri in Italia, come LVMH e Kering (ex-PPR) che hanno acquisito marchi nazionali di eccellenza come Bulgari (il primo) e Pomellato (il secondo). Non ultimi, anche primari brand nazionali della moda e della finanza hanno scelto di investire direttamente nella produzione di oreficeria come Dolce & Gabbana e il fondo Clessidra con il marchio Buccellati. In effetti è ormai assodato che per avere la massima qualità bisogna produrre in Italia». La crisi degli ultimi anni ha condizionato i vostri investimenti in innovazione, ricerca, brevetti? «Li ha un po’ rallentati, ma non fermati. Del resto, quando la situazione permane incerta, gli investimenti subiscono sempre una frenata». In quali Paesi esportate maggiormente? «In Svizzera, Russia, Sudamerica, Indonesia e Asia in generale, poco in Europa». Quali tipi di macchine state vendendo di più? Realizzate anche strumenti ad hoc per clienti con esigenze particolari? «Vendiamo soprattutto laminatoi, presse idrauliche, trafilatrici, impianti per la microfusione, impianti galvanici, macchine e banchi per la burattatura e la finitura, saldatrici laser. Spesso si tratta di prodotti realizzati su misura secondo specifiche richieste dei committenti». Per essere più globalizzati e competitivi su quali strategie puntate? «Puntiamo sull’alta qualità, sulla presenza sui mercati internazionali l'Orafo 2015

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the precious

venues

Friburgo dà appuntamento agli operatori dal 22 al 25 marzo, promettendo un layout tematico. A Istanbul il Jewelry Show chiude in positivo l'edizione di ottobre e si prepara al prossimo evento di Letizia

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Redaelli L’ edizione 2014 dell’Istanbul Jewelry Show October si è conclusa con un bilancio positivo: infatti sono arrivati più di 15.000 visitatori da 107 Paesi con un aumento del 10% rispetto al 2013. La manifestazione, organizzata da UBM Rotaforte, si è svolta tra il 16 e il 19 ottobre all’Istanbul Expo Center e ha accolto 841 espositori da 26 Paesi, tra i quali molte aziende originarie della Turchia ma anche provenienti da Austria, Belgio, Cina, Italia, USA e Russia. Nei giorni della manifestazione tutti i settori dell’industria della gioielleria hanno trovato motivo di interesse e un punto d’incontro significativo: artigiani, wholesaler, retailer, designer e buyer hanno avuto la possibilità di vedere o di esporre le collezioni di brand affermati e realtà emergenti. All’interno dello spazio, suddiviso in tre padiglioni per un totale di 30.000 metri quadrati di superficie, è stato esposto un ampio ventaglio di prodotti, dall’alta gioielleria all’oreficeria, senza dimenticare le perle, l’argento, i diamanti, le pietre preziose, gli orologi, il packaging e i macchinari. Questi numeri confermano l'importanza della manifestazione, punto di riferimento ormai consolidato per il settore orafo non solo per la Turchia, ma anche per l’intera regione circostante grazie alla sua posizione strategica tra Europa e Asia. La prossima edizione aprirà i battenti il 12 marzo e sarà visitabile fino al 15, con previsioni positive che attendono di essere confermate. ■ The 2014 edition of the Istanbul Jewelry Show held in October closed with positive figures, with more than 15,000 visitors from 107 countries, up 10% compared to 2013. Organised by UBM Rotaforte, the show was held between October 16 and 19 at the Istanbul Expo Center and welcomed 841 exhibitors from 26 countries, including companies from Austria, Belgium, China, Italy, the US and Russia, as well as Turkey. The show served as a meeting point for all professionals in the jewellery industry, including craftsmen, wholesalers, retailers, designers and buyers who had the possibilty to see or to show new collections by classic brands and new companies. Divided into three halls for a total of 30,000 square metres, the exhibition space hosted a broad range of products, from fine jewellery to gold jewellery pieces, not to mention pearls, silver, diamonds, precious stones, watches, packaging and machinery. The Istanbul show is a very important event for jewellery trade not only for Turkey, but also for the entire surrounding region due to its strategic location between Europe and Asia. The next edition will start on March 12, 2015 and remain open until the 15th.

a formula deve aver funzionato se anche quest'anno UBM Asia propone a Friburgo l'appuntamento con JGF Europe (Jewelry and Gem Fair), che aprirà i battenti il 22 marzo e si potrà visitare fino al 25 dello stesso mese. La manifestazione sarà divisa in tre sezioni, rispettivamente dedicate a pietre, macchinari, gioielleria e packaging, secondo una nuova disposizione per settori studiata con il preciso obiettivo di facilitare ai buyer il compito di individuare i prodotti e gli espositori. Inoltre, per questa edizione, gli organizzatori punteranno a dare maggior spazio al gioiello finito. «Durante la Hong Kong Jewellery & Gem Fair di settembre la divisione dei prodotti di gioielleria è stata accolta da espositori e visitatori in modo molto positivo – ha commentato Celine Lau, direttore delle Jewellery Fairs di UBM Asia – Perciò il nostro desiderio è quello di portare un layout vincente anche nella manifestazione europea». L’area espositiva si espanderà da tre a quattro padiglioni, per un totale di 25.000 metri quadrati: il 47% in più della prima edizione. Baselworld, il salone internazionale dell'orologeria e gioielleria di Basilea, per qualche giorno si svolgerà contemporaneamente alla fiera di Friburgo, infatti la città tedesca sarà facilmente raggiungibile da Basilea grazie a un fitto servizio di navette. Inoltre sono allo studio ulteriori agevolazioni in collaborazione con la linea ferroviaria della Deutsche Bahn. ■ The second edition of JGF Europe in Freiburg (Jewellery and Gem Fair) will begin on March 22 and remain open until the 25th of the same month. The show will be divided into three sections: gemstones, machinery, jewellery & packaging. This new arrangement has been designed with the specific goal of helping buyers find products and exhibitors. Also, for this edition, the organisers are planning to give more space to finished jewellery. «The product sectorisation concept received a warm welcome from exhibitors and visitors at the September Hong Kong Jewellery & Gem Fair – said Celine Lau, director of Jewellery Fairs of UBM Asia – That's why we are bringing this layout to JGF Europe». The exhibition space will expand from three to four pavilions, covering a total area of 25,000 square metres, which is 47% more than the first edition. For a few days, Baselworld (the International Watch and Jewellery fair in Basel) will overlap the Freiburg fair, so the German town will be easily accessible from Basel with continuous shuttle service. Additional transport solutions are being developed in collaboration with the Deutsche Bahn railway line. l'Orafo 2015

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il settore indaga la crisi dei consumi Federpreziosi Confcommercio ha presentato i risultati di una ricerca su tracciabilità, fisco, banche, legalità e sul limite all'utilizzo dei contanti Disporre di numeri attendibili e certi è il punto di partenza non solo per indagare la situazione del settore, ma soprattutto per poter avviare un dialogo costruttivo con gli organi di governo e ottenerne concreti benefici. Da questa consapevolezza è nata un'importante ricerca commissionata a Format Research da Federpreziosi Confcommercio, in collaborazione con Assocoral, Fiera di Vicenza e Assorologi, che è stata presentata durante VicenzaOro January. L'indagine, basata su 400 interviste telefoniche presso altrettante imprese commerciali, ha evidenziato un clima decisamente non confortante: i dettaglianti orafi-orologiai-argentieri hanno dichiarato una generale diminuzione dei ricavi del -26% tra il 2012 e il 2014. Per quanto riguarda i preziosi, secondo gli intervistati le principali cause sono l'attuale crisi economica (59% delle imprese), la soglia di 1000 euro posta all'utilizzo dei contanti (21%) e l'obbligo da parte del dettagliante di registrare e comunicare i dati degli acquirenti che spendono più di 3600 euro. Per quanto riguarda invece gli orologi, le imprese individuano la principale causa di riduzione della clientela nella tracciabilità (35,5% delle imprese), seguita dalla crisi economica in atto (28,1), il ricorso dei consumatori a canali di acquisto alternativi alla distribuzione tradizionale, ovvero al commercio elettronico (17%) e l'introduzione della soglia massima per l'utilizzo del contante a 1000 euro. Mario Peserico, presidente di Assorologi, ha anche citato una ricerca commissionata a GFK, secondo la quale negli ultimi mesi l'acquisto di orologi di valore pari o inferiore ai 1000 euro è aumentato del 20%. Sulla base dei dati e tentando ipotesi di scenario, Format Research ha quindi provato a simulare cosa accadrebbe «nel caso in cui alcune delle determinanti alla base della riduzione dei ricavi fossero rimosse o ridotte in termini di intensità». Se la soglia di utilizzo del contante fosse innalzata a 2500 euro (come in Spagna), le gioiellerie e le orologerie italiane vedrebbero, a loro avviso, un aumento dei ricavi medi pari al 13%; se fosse innalzata a 3000 euro (come in Francia), tale aumento sarebbe del 16%; e se non vi fosse alcun limite (come in Germania o Olanda) l'aumento dei ricavi medi raggiungerebbe il 21%. Se, invece, fosse abolito l'obbligo da parte del commerciante di registrare e comunicare i dati degli acquirenti che spendono più di 3600 euro - obbligo peraltro non previsto negli altri paesi UE e ritenuto largamente superfluo considerato il fatto che bonifici e assegni dovrebbero comunque essere già tracciati l'aumento dei ricavi previsto sarebbe in media pari al 22%. Altro fattore di criticità per quanto riguarda il settore italiano, infine, riguarda il mercato parallelo dei preziosi e degli orologi: secondo il 27,2% delle imprese intervistate, nel corso dell'ultimo biennio (2013, 2014) è aumentato sul loro territorio il numero degli esercizi commerciali che animano il mercato dell'offerta praticata in modo abusivo, se non del tutto illegale (abusivismo, vendita di preziosi privi del marchio di identificazione, vendite in nero), e che vanno di fatto a costituire una forma di diretta concorrenza. Nel sito di Federpreziosi Confcommercio - www.federpreziosi.it è disponibile per esteso la ricerca. l'Orafo 2015

Qui a lato, dall'alto: anello Samarcande di Mathon Paris e, in basso, anello Rainbow di Isabelle Langlois. ■ Alongside, from top: Samarcande ring by Mathon Paris and, below, Rainbow ring by Isabelle Langlois.

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il ritorno degli u.s.a. Risultati in generale positivi per VicenzaOro January: con qualche pecca organizzativa È, come sempre, arduo stabilire come è andata la fiera, tra aziende che dichiarano di aver lavorato tantissimo e altre che, al contrario, lamentano risultati praticamente nulli. Tuttavia, il clima tra gli espositori era in generale positivo, anche se la situazione economica e politica internazionale sta pesantemente influenzando l'andamento di tanti mercati: se il ritorno dei buyer americani è stato accolto con un certo sollievo, sul fronte interno continuano a mancare segnali significativi di una qualche ripresa, mentre gli operatori russi sono praticamente scomparsi. Di certo, a VicenzaOro come in tutto il mondo, è andata meglio per chi si è preparato alla fiera con un lavoro preventivo di comunicazione e inviti. Detto questo, generale apprezzamento è stato espresso sia per il nuovo padiglione sia per il nuovo layout; mentre per le prossime edizioni si auspicano miglioramenti sul fronte organizzativo, che secondo diversi espositori ha mostrato qualche pecca, dai numeri di stand mancanti a errate posizioni sulle piantine a una segnaletica carente, che non hanno facilitato l'accesso agli stand. In alto, anello Falco di Roberto Coin, e, in basso, una creazione di Palmiero. ■ As usual, it is always difficult to determine how the fair went, with companies claiming that they worked hard, while others complain about obtaining results of nearly no value. However, the atmosphere among the exhibitors was generally positive, even if the international economic and political situation is heavily affecting the trends of a great number of markets. If the return of American buyers was welcomed with a certain relief, on the domestic side remarkable signs of some recovery are still lacking, while Russian operators have practically disappeared. Certainly, at VicenzaOro, as in all other parts of the world, those who prepared for the exhibition with a preventive work of communication and invitations obtained better results. Having said this, general appreciation was expressed both for the new pavilion and layout, while for the future editions improvements are expected on the organisation side that, according to several exhibitors, evidenced some flaws, starting from the missing number of stands, to the wrong indications on the maps, to wanting directional marks that did not facilitate the access to the various booths. Top, Falco ring by Roberto Coin and, left, a ring by Palmiero.

vicenza e arezzo: accordo sul calendario Nella giornata inaugurale di VicenzaOro January è stato siglato un accordo strategico tra Fiera di Vicenza e Arezzo Fiere e Congressi alla presenza di Carlo Calenda, vice ministro per lo sviluppo economico. L'accordo rientra nel piano straordinario per il rilancio internazionale del Made in Italy e riceverà un supporto economico e istituzionale del Mise. L'intesa prevede la posticipazione di OroArezzo, che si terrà dal 9 al 12 Maggio 2015, e una reciproca e congiunta attività promozionale tra i due Enti fieristici per quanto riguarda le rispettive manifestazioni. ■ During the opening day of VicenzaOro January a strategic agreement was signed between Fiera di Vicenza and Arezzo Fiere e Congressi before Carlo Calenda, Vice Minister for Economic Development. This agreement is part of the extraordinary plan for the international relaunch of Made in Italy and will receive the economic and institutional support of Mise. The arrangement envisages the repositioning of OroArezzo that will be held from 9 to 12 May 2015 and a mutual and joint promotional activity between the two Fair Authorities as for their respective events.

intesa HKTDC e fiera vicenza Benjamin Chau, direttore esecutivo del HKTDC, e Matteo Marzotto, presidente di Fiera Vicenza, hanno siglato un accordo di cooperazione, già avviato nel 2013. Dal 4 all'8 Marzo, l'Hong Kong International Jewellery Show ospiterà il T-Gold International Pavilion l'Orafo 2015

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e la Trendvision Jewellery + Forecasting, organizzati e coordinati da Fiera di Vicenza. ■ Benjamin Chau, Managing Director of HKTDC, and Matteo Marzotto, President of Fiera Vicenza, signed a cooperation agreement, already started in 2013. From 4 to 8 March the Hong Kong International Jewellery Show will host the T-Gold International Pavilion and the Trendvision Jewellery + Forecasting, organised and coordinated by Fiera di Vicenza.



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imperdibile

basilea

Conto alla rovescia per la prossima edizione di Baselworld, che ancora una volta vede confermata la partecipazione di tutti i grandi brand internazionali del lusso di

Antonella Garello

A

ncora una volta Baselworld è pronta ad attrarre tutti, ma proprio tutti, i protagonisti dell'universo orafo-orologiero: dettaglianti, grossisti, produttori di gioielli, orologi, macchinari e packaging, e ancora designer, buyer, dealer di perle, diamanti e gemme.Tutti ansiosi di prendere visione delle nuove collezioni e delle tendenze in tema di nuovi materiali e design, gli operatori del settore, provenienti letteralmente da tutto il mondo, si danno appuntamento ancora una volta, dal 19 al 26 Marzo, nella cittadina elvetica, per un appuntamento veramente irrinunciabile. Anche per questa nuova edizione gli organizzatori del Salone, sempre più concentrato sull'alto di gamma per quanto riguarda sia gli orologi sia i gioielli, hanno già annunciato la partecipazione sostanzialmente di tutti i grandi brand internazionali, concentrati in una impressionante teoria di lussuosissimi stand. Si conta di ripetere il successo della scorsa edizione, che ha chiuso i battenti vantando la presenza di oltre 150 mila visitatori e la partecipazione di 1500 espositori tra maison di orologi e di gioielleria, provenienti da 40 Paesi. Come abbiamo più volte sottolineato, al successo della manifestazione, punto focale del calendario fieristico internazionale, contribuiscono in maniera rilevante anche un'organizzazione inappuntabile e strutture e servizi di qualità, in un "sistema" che coinvolge tutta la città. Insomma una fiera alla quale, secondo tante aziende italiane, vale sempre la pena di essere presenti, nonostante i costi notevoli di partecipazione: perché solo Baselworld sa mettere in campo quel mix di lusso, innovazione, tecnologia, tradizione e artigianalità che la rende semplicemente unica.

■ Once again, Baselworld is set to attract absolutely everyone from the jewellery and watchmaking world: retailers, wholesalers, manufacturers of jewellery, watches, machinery and packaging, and even designers, buyers, dealers of pearls, diamonds and gemstones. Eager to see new collections and trends in the field of materials and design, business operators from literally all over the world are coming together once again in the Swiss town on March 19 to 26, for an absolute must-see event. For this new edition, the organisers of the Show, increasingly focused on high-end watches and jewellery, have already announced the participation of virtually all major international brands, concentrated in an impressive array of luxurious stands. The organisers hope to repeat the success of last year’s edition, which closed with more than 150 thousand visitors and the participation of 1,500 exhibitors, including jewellery and watch brands, from 40 countries. As we repeatedly stressed, the success of the event - a highlight on the international trade show calendar – is largely due to its impeccable organisation, along with quality services and facilities, and a “system” that involves the whole city. In short, according to many Italian companies, this show is always worth joining, despite the considerable cost of participation: only Baselworld can offer just the right mix of luxury, innovation, technology, tradition and craftsmanship, which makes it simply unique.

This page, on top: the pavilion dedicated to watches, overlooking the Messeplatz. At the centre: the Gilda Precious White model by Eberhard & Co., featuring a bezel embellished with a double row of diamonds. In the picture alongside, Chanel’s Première Rock Metal, with black lacquered dial, stainless steel case and double wrap chain bracelet. Below: Eden earrings by Utopia.

In questa pagina, in alto: il padiglione degli orologi, che si apre sulla Messeplatz. Al centro: il modello Gilda Precious White di Eberhard & Co., con lunetta impreziosita da un doppio giro di diamanti. Qui a lato, Première Rock Metal di Chanel, con quadrante laccato nero, cassa in acciaio e bracciale a catena doppio giro. A destra, orecchini Eden di Utopia. l'Orafo 2015

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febbraio/marzo


advertorial section

ARTEXPO, L’ARTE DI ESPORRE La Artexpo è nata nel 1991 a Quargnento, in provincia di Alessandria, per soddisfare le esigenze espositive delle tante aziende orafe del distretto valenzano che in quegli anni si trovavano ad affrontare un mercato globale ed erano alla ricerca anche di novità espositive. Il fondatore, l’imprenditore Roberto Arnone, inizialmente indirizza le attività dell’azienda essenzialmente al packaging e ai display ma il successo è immediato ed è la stessa clientela a richiedere un coinvolgimento dell’Artexpo anche per lo sviluppo di vetrine e stand fieristici. Così, la piccola falegnameria degli esordi, con pochi macchinari al suo interno, conosce uno sviluppo rapidissimo, tanto che già nel 2006, per introdurre nuove apparecchiature e per necessità di spazi più ampi, Artexpo trasferisce la propria sede legale e operativa nella zona industriale ai piedi di Vignale Monferrato (AL). Oggi l’azienda dispone di 2500 mq di capannone coperto e di un centro di stoccaggio materiale di 1000mq nella vicina Quattordio. Le moderne apparecchiature e i macchinari - pantografo per la lavorazione del legno, laser per il taglio di pelli e vegetali, cabina di verniciatura pressurizzata, officina meccanica (punzonatrice, piegatrice e cesoia) per la lavorazione dei metalli - consentono all’azienda di sviluppare ogni prodotto ad hoc secondo le esigenze dei clienti più esigenti e di lavorare il prodotto in completa autonomia, dalla progettazione al confezionamento/imballaggio. Lo staff Artexpo si affianca al cliente, seguendolo e consigliandolo passo a passo, per conoscerne al meglio le problematiche e mettere a punto un prodotto che infine ne soddisfi ogni esigenza: il centro design e sviluppo darà forma alle idee, l’ufficio tecnico darà corpo e vita alle nuove realizzazioni. Design innovativo, nuovi materiali, nuove tecnologie sono gli ingredienti del successo Artexpo. Tra gli articoli di grande successo attualmente in produzione figurano le vetrine della Linea Cerino® e il sistema di illuminazione dinamico Give Light® (brevetto AL2010U000021). Le vetrine della Linea Cerino sono scenografie uniche, pensate appositamente per prodotti importanti, dalle forme nuove e classiche destinate a evidenziare creazioni esclusive. La pulizia delle linee, l’eleganza delle forme e le infinite personalizzazioni possibili rendono le nostre produzioni perfettamente integrate all’interno dei negozi e al centro dello sguardo di una clientela selezionata. Il sistema di illuminazione Give Light® è un prodotto rivoluzionario, che nel 2010 ha realmente cambiato il modo di esporre, un sistema di luce che dà nuova vita ai gioielli esposti. Una tecnologia tutta Italiana a led, un movimento rotatorio che attrae il visitatore, un vero e proprio spettacolo nello spettacolo. Oggi la Artexpo coglie i frutti delle tante partecipazioni a eventi espositivi internazionali e oltre a un consolidato portafoglio clienti in Italia e in Europa annovera tra i propri clienti importanti gioiellieri e gioiellerie in ogni parte del mondo.


ARTEXPO, THE ART OF DISPLAY Artexpo was founded in 1991 in Quargnento, in the province of Alessandria, to meet the requirements of many jewellery companies in the Valenza district as they were starting to deal with a global market and look for new display solutions. The founder, entrepreneur Roberto Arnone, initially wanted the company to focus on packaging and display solutions, but success was immediate and customers themselves began to ask for Artexpo’s support in the design and creation of window displays and exhibition stands. The small carpentry business, which started off with just a few machines, experienced an extremely rapid growth, so much so that in 2006 Artexpo moved its registered offices and headquarters to the industrial area at the foot of Vignale Monferrato (Alessandria) to have more space and add new equipment. Today, the company has a 2500sqm warehouse and a 1000sqm storage centre in nearby Quattordio. With its modern equipment and machinery – a router pantograph for woodworking, a laser cutter for hides and vegetable material, a pressurised painting booth, a mechanical workshop (with punching, bending and shearing machine) for metalworking – the company can develop bespoke solutions to meet the requirements of the most demanding customers and manufacture each product entirely in-house, from design to packaging. Artexpo’s staff works alongside customers step by step, to better understand their problems and develop a product that meets all their needs: the design & development centre gives shape to ideas, and the technical department turns them into new creations. Innovative design, new materials and new technologies are the ingredients of Artexpo’s success. The best-selling items currently in production include display cases

from the Cerino® Line and the Give Light® rotating light system (patent no. AL2010U000021). Unique and eye-catching, Cerino® display cases are especially designed for important, precious products, offering both new and classic shapes to bring out the most exclusive creations. With clean lines, elegant shapes and endless customisation options, our products integrate seamlessly into the store, attracting the attention of a select clientele. The Give Light® light system is a revolutionary product which in 2010 changed the way of displaying products, giving new life to the jewellery pieces on display. This all-Italian led-light technology features a special rotating system, which attracts visitors to watch a true show in the show. Artexpo is now reaping the rewards of its participation in many international exhibitions and, in addition to an established customer base in Italy and in various European countries, it counts among its clients leading jewellers and jewellery stores around the world.


English Text Inside Jewelry

perle al...

viagra Un'azienda giapponese ha messo a punto un sistema di coltivazione di grandi perle nere basato sulla "pillolina blu" che non ha mancato di suscitare più di una perplessità di Luigi Costantini Managing direCtor settore ForMazione itaLia i.g.i. internationaL geMoLogiCaL institute anversa BeLgio

O

Teoria dei Simili di Paracelso, gli effetti sugli umani? Spero che mi si riesca a seguire nel ragionamento. Insomma, sia come sia, fatto sta che questi molluschi perliferi del genere Pinctada margaritifera che se la spassano allegramente a “Viagra delle ostriche” nelle placide e confortevoli acque di Tahiti, dopo tre anni di continua eccitazione ti sfornano delle perle che sono una bomba: “maggiorate” da 20mm di diametro, colori intensi e scuri con accenni di verde e di “melanzana”, lucentezze superlative. Direte voi: ma dov’è l’eccezionalità della faccenda, mica sono queste le uniche perle nere al mondo di mirabile qualità? Ebbene, amici miei, non dimenticate, per favore, che colori intensi ed eccellenti lucentezze son propri di perle tahitiane di piccole dimensioni - prodotte quindi da ostriche giovincelle - mentre vengon meno in quelle di più gran stazza, chiaramente prodotte solo da ostriche più anziane che - poverine - han perso per strada la capacità di generare colori robusti, perlagione a “fine tessitura” e, di conseguenza, belle lucentezze. Ecco dove sta l’arcano! E mica è tutto: dal momento che quel che salta fuori, in poco tempo, sono, a tutti gli effetti, perle di grandi dimensioni e d’ottima qualità a prezzi che risultano essere una frazione di quelli delle consorelle “normali”, capirete la costernazione da cui molti son stati presi. Costernazione ingenerata, in un primo momento, anche dal fatto che inizialmente si credette fossero perle non-nucleate costituite al 100% da perlagione, perle keshi per intendersi. Ma le keshi, formatesi spontaneamente all’interno dell’ostrica durante il processo di crescita d’una perla coltivata, son tipicamente di piccole dimensioni e di non così esaltanti colori e lucentezze. Grande è la confusione sotto il cielo, poi, cagionata da altre voci che circolano: si sussurra che le pillole, una volta inserite nell’ostrica e una volta che attorno ad esse si sia avviato il processo di formazione della perla, si disintegrino, dando luogo a una perla cava; e che, risultando illegale a Tahiti l’esportazione di prodotti di tal fatta, siano stati utilizzati per realizzare quelle grandi perle rotonde nucleate d’acqua dolce denominate “perle Edison”, oppure quell’altre barocche, pure d’acqua dolce, così leggere e di bella lucentezza, chiamate “perle Soufflé”, in giro da un lustro o giù di lì. Insomma, cari amici, la si metta come si vuole, ma è proprio il caso di dire, come la mia nipotina bilingue di quattro anni che in dialetto ladino ha imparato solo quest’espressione e la utilizza per esprimere il proprio sbigottimento nel venire a conoscenza delle storture del mondo: «ce robes, ce robes! (che robe, che robe!)».

giù di lì. Questa me l’ero proprio persa, ed anche se non è poi fresca di giornata, val la pena di ripescarla perché è una vera chicca, anzi, uno spasso. Direte che l’autore del presente articolo - avendo esso testé doppiato il promontorio delle settanta primavere – è caduto preda delle fregole senili e quindi è andato a infoltire le schiere dei vecchi (anche se innocui) sporcaccioni. Ma che colpa ne ha lui, dico io, se la notizia vien data con un titolo sparato a caratteri cubitali che, tradotto, suona così: «Quelle pilloline blu che fan diventare le perle più grandi e più luminose?». A uno, tra sé e sé, vien da dire: non è che magari passando da una lingua all’altra s’ingenerino imbarazzanti sottintesi, per un perverso gioco di parole? Eh no, perché - incredibile dictu - poco più sotto vien fornito un inequivocabile ragguaglio coll’affermare, papale papale, che «queste perle son state coltivate con l’aiutino d’una pillolina blu - giustappunto come certe pilloline medicamentose che negli umani inducono un altro tipo di stimolazione (ahu, ahu!) - prodotta dalla ditta giapponese XYZ». E che diavolo t’hanno inventato, stavolta, i figli del Sol Levante? L’occhio si fa birbo e la pupilla si dilata, alla ricerca dell’erotico-perlaceo arcano che alcune righe più in là ampiamente si dispiega : XYZ ha messo a punto e brevettato «un nucleo composto da fibronettine, ovvero da proteine del sangue e del midollo spinale aventi consistenza liquida pari allo zucchero, che intensificano l'adesione cellulare ed effettivamente inducono il formarsi, in tempi ridottissimi, di superlative sacche perlifere capaci d’accelerare la formazione degli strati perliferi». E ancora: «…le pilloline blu agiscono a mo’ di gel espansivo che, esplodendo all’interno della gonade dell’ostrica, promuove la formazione d’una gran sacca perlifera». Così sta scritto. Cercate di capire, ora: se le dita, con riflesso pavloviano, son affondate in automatico in un vocabolario alla ricerca spasmodica del lemma ‘fibronettine’, non è per chissà quale perversa pulsione; è puro istinto di sopravvivenza. Dopotutto, in India la medicina ayurvedica non prescrive forse l’imbibizione delle proprie urine a scopo terapeutico? E se le fibronettine inducessero anche negli umani, da qualche parte nell’organismo, un che di “superlativo”, una qualche “accelerazione”, capaci di sopravvenire i guasti del tempo? Insomma, se questa glicoproteina adesiva ad alto peso molecolare che tende a formare fibre (così dice il vocabolario) riesce (cito nuovamente l’informativa) a «indurre una puranche giovin ostrica di piccole dimensioni a sviluppare una gran sacca perlifera ove si riesca a piazzare un parimenti gran nucleo perlifero», quali potrebbero essere, in base alla l'Orafo 2015

Viagra Pearls

English translation: see pag. 94 85

febbraio/marzo

See Page 85 You might as well say that the author of this article – since he himself has seen more than seventy winters – has fallen prey to senile ravings and joined the hosts of dirty (though harmless) old men. But why should he be blamed, I say, if the news was spread under a huge-lettered title which, translated, reads: “Little blue pills make bigger, more lustrous pearls”? You might think that perhaps, when translating from one language to another, some embarrassing innuendos are generated, creating perverse puns. Well, actually no, because – incredible to say – an unmistakable explanation follows, bluntly confirming that “the pearls were grown with the help of a little blue pill — just like a certain human medication that induces another type of stimulation (ahwoo - ahwoo!) — produced by Japanese firm XYZ”. Good gracious! What on earth have the children of the Rising Sun come up with this time? Eyes get naughty and pupils dilate while striving to solve the erotic, pearly mystery that unfolds a few lines further on: XYZ has developed and patented “nuclei using fibronectins (proteins obtained from blood and bone marrow that occur in fluid form as sugars) to enhance cellular adhesion and effectively make superlative pearl sacs in a shorter time and accelerate the formation of pearl layers”. And again: “…the little blue pills act like an expanding gel and blow up inside the gonad of an oyster and help it to form very large pearl sac”. In short, if this high-molecular-weight adhesive glycoprotein which tends to form fibres (so says the dictionary) can (and again I quote the article) “induce even a small young pearl oyster to grow a large pearl sac where an equally large nucleus can be placed”, what impact would it have on humans, according to Paracelsus’s Principle of Similarity? You’re following me, aren’t you? In short, be as it may, the point is that, after three years of constant excitement, these pearl-producing molluscs of the Pinctada Margaritifera genus which happily enjoy “oysters’ Viagra” in Tahiti’s warm, calm waters, churn out some sensational, jumbo pearls: oversize curves measuring 20mm in diameter, intense, dark colours with hints of green and plum, supreme lustre. You might ask, what is so special about them, they’re not the only fine black pearls in the world, are they? Well, my friends, please don’t forget that intense colours and excellent lustre are typical of small Tahitian pearls – produced by young oysters – and are hardly found in larger pearls, clearly produced by older oysters which – poor things – have lost along the way their ability to generate strong colours, “finely textured” nacre and, therefore, high lustre. So, mystery solved! But that’s not all: if you consider that, in

a short time, this has resulted in large-sized, highquality pearls costing just a fraction of their “ordinary” sisters, you’ll easily understand why many were filled with dismay. At first, such dismay also arose because these pearls were initially believed to be non-nucleated, 100% nacre pearls, or keshi pearls. But keshi pearls, which form spontaneously inside the oyster during the growth process of a cultured pearl, are typically small and not so intensely coloured or lustrous. It is also rumoured that, once they have been placed in an oyster and once a pearl has begun to form around them, these pills would disintegrate, creating a hollow pearl; with it being illegal to export products of this sort from Tahiti, they would be used to make those large, round, nucleated freshwater pearls called “Edison pearls”, or baroque, lightweight and beautifully lustrous freshwater pearls known as “Soufflé pearls”, which have been on the market for a decade or so. So dear friends, put it as you like, but it’s really the case to say – as my 4-year-old bilingual granddaughter would put it, since she learned this one expression in Ladin: ce robes, ce robes! (how crazy is that?). Inside Jewelry

macchine

preziose I produttori italiani di macchinari orafi, seppur fortemente penalizzati dalle barriere doganali, competono da anni con successo sui mercati esteri grazie alla indiscussa qualità dei loro prodotti di Sonia Sbolzani

L

a fiorente industria orafa ha dato vita a un ingente indotto produttivo e commerciale di macchinari e attrezzature professionali di alta qualità, in gran parte destinati all’esportazione. Questo export è spesso accusato di favorire i concorrenti stranieri, fornendo loro tecniche e tecnologie per la lavorazione di metalli preziosi e gemme che andrebbero invece preservati in Italia. La realtà però parla di produttori italiani di macchinari orafi che hanno saputo affrontare a testa alta mercati difficili, malgrado la crisi e malgrado le dimensioni aziendali sovente inferiori rispetto a quelle dei rivali stranieri, grazie alla loro efficienza e alla fornitura di eccellenti servizi. Tuttavia, i problemi non mancano. Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande ad Andrea Messi, al vertice della storica azienda Mario Di Maio, leader nel settore, fondata nel 1919 da suo nonno a Milano, ora insediata a Gerenzano (VA) con uffici e stabilimento, e presente in tutto il mondo, dopo aver costituito filiali in tutti i principali distretti orafi nazionali (Milano, Vicenza, Valenza Po, Arezzo). La debolezza del mercato interno ha inciso sul vostro andamento? «Nella misura in cui ha toccato tutti, suppongo. In particolare la crisi si è fatta sentire dal 2007 al 2013, poi abbiamo registrato una certa ripresa soprattutto per effetto degli investimenti di alcuni importanti gruppi del lusso stranieri in Italia, come LVMH e Kering (ex-PPR) che hanno acquisito marchi nazionali di eccellenza come Bulgari (il primo) e Pomellato (il secondo). Non ultimi, anche primari brand nazionali della moda e della finanza hanno scelto di investire direttamente nella produzione di oreficeria come Dolce & Gabbana e il fondo Clessidra con il marchio Buccellati. In effetti è ormai assodato che per avere la massima qualità bisogna produrre in Italia». La crisi degli ultimi anni ha condizionato i vostri investimenti in innovazione, ricerca, brevetti? «Li ha un po’ rallentati, ma non fermati. Del resto, quando la situazione permane incerta, gli investimenti subiscono sempre una frenata». In quali Paesi esportate maggiormente? «In Svizzera, Russia, Sudamerica, Indonesia e Asia in generale, poco in Europa». Quali tipi di macchine state vendendo di più? Realizzate anche strumenti ad hoc per clienti con esigenze particolari? «Vendiamo soprattutto laminatoi, presse idrauliche, trafilatrici, impianti per la microfusione, impianti galvanici, macchine e banchi per la burattatura e la finitura, saldatrici laser. Spesso si tratta di prodotti realizzati su misura secondo specifiche richieste dei committenti». Per essere più globalizzati e competitivi su quali strategie puntate? «Puntiamo sull’alta qualità, sulla presenza sui mercati internazionali l'Orafo 2015

con prodotti eccellenti, fatti su misura, affidabili e di lunga durata. Vogliamo essere un punto di riferimento del settore e ci impegniamo a consolidare il marchio. Non tralasciamo le applicazioni, ma siamo focalizzati essenzialmente su performance ad alto valore aggiunto e, ripeto, su quella qualità che è il fiore all’occhiello del made in Italy». Quali sono i vostri punti di forza? «Assistiamo il cliente in ogni fase, dalla consulenza pre-vendita all’installazione, dal training al servizio post-vendita continua in ogni parte del mondo». Quali sono le principali difficoltà che si incontrano in un processo di internazionalizzazione? «Per noi il vero punto dolente sono le barriere doganali, che ci ostacolano pesantemente così come frenano il business di molte aziende italiane esportatrici. A fronte di ciò, gli stranieri possono liberamente vendere i loro prodotti nel nostro Paese senza alcuna barriera. Non siamo garantiti dallo stato nemmeno se vogliamo far credito, mentre alcuni dei nostri maggiori concorrenti, come i tedeschi, lo sono». Le dimensioni della vostra azienda rispetto ai principali competitor internazionali sono un freno o vi consentono una maggiore flessibilità? «Le dimensioni non sono un problema. Francamente è l’immagine globale dell’Italia che incide di più in senso negativo sulla nostra competitività, soprattutto nei Paesi di cultura anglosassone. La difficile situazione politico-economica dell’Italia ne mina la reputazione complessiva». Qual è il trend della domanda estera e di quella interna per il breve-medio termine? «Il nostro settore è lo specchio di quello che accade nel mondo, a cominciare dalle decisioni che vengono prese nei palazzi dell’Unione Europea. Il trend resterà positivo se potremo svolgere il nostro lavoro in un contesto sicuro, libero, armonico». Come replicate a quei fabbricanti orafi che vi accusano di favorire i loro rivali stranieri vendendo all’estero le vostre attrezzature? «Rispondo che è una pura falsità, respingendo l’accusa al mittente, nel senso che spesso sono proprio i fabbricanti orafi italiani ad andare a produrre all’estero, mettendosi in società con produttori stranieri. Noi italiani siamo i più bravi nel creare gioielli d’alta gamma, che si fregiano di marchi prestigiosi, ma non dimentichiamo che esiste un 80% di gioielleria unbranded per cui il costo della manodopera è un problema sostanziale, e non a caso la delocalizzazione è iniziata già prima della crisi rispetto alle lavorazioni più industriali. Dobbiamo tenere duro sulla qualità e continuare a fare pressioni sui poteri pubblici in materia di defiscalizzazione e di abbattimento delle barriere doganali».

PRECIOUS MACHINERY

English translation: see pag. 94 86 gennaio

See Page 86

Italian manufacturers of jewellery machinery (falling within the more general sector of mechanical engineering) managed to take the field and face difficult markets head on in recent years, maximising their efficiency and delivering excellent services, and sometimes even opening sales offices abroad. A considerable achievement, but not without problems. To learn more about the situation, we asked a few questions to Andrea Messi, an executive at the head of industry-leading company Mario Di Maio, founded in 1919 by his grandfather in Milan and currently with offices worldwide. How much has the weakness of the domestic market affected your performance? «Just as much as it affected everyone else, I guess. In particular, the crisis affected us from 2007 to 2013, then we started to see some signs of recovery. This was mainly due to the investments made by some foreign luxury groups in Italy, such as LVMH and Kering (previously PPR), which acquired top-notch Italian brands, including Bulgari by the former, Pomellato and Gucci by the latter, to further strengthen their high-end portfolio. Not least, even leading national brands in the world of fashion and finance have chosen to invest directly in the production of jewellery, such as Dolce & Gabbana and the Clessidra fund with the Buccellati brand. It is now widely recognised that to achieve the best quality you need to manufacture products in Italy». Has the recent financial crisis affected your l'Orafo 2015

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febbraio/marzo

investments in innovation, research, patents? «It slowed them down a bit, but hasn’t stopped them. After all, when the situation remains uncertain, there is always a slowdown in investments». What countries do you mainly export to? «Switzerland, Russia, South America, Indonesia and Asia in general, rarely to Europe». What are your best-selling machines? Do you also make customised tools for clients? «We mainly sell rolling mills, hydraulic presses, broaching machines, precision casting systems, galvanising systems, tumbling and finishing machines and benches, laser welding machines. In many cases, these products are custom-made according to specific customer requirements». What strategies are you focusing on to be more globalised and competitive? «We aim at high quality, at catering for the international market with excellent, tailored, reliable and durable products. We want to be a benchmark in the market, so we are committed to strengthening our brand. We don’t disregard applications, but we are primarily focused on high added value performance and, again, on Italy’s flagship quality». What are your strengths? «We assist our clients in every step of the process, including pre-sales consulting, installation, training, and continuous after-sales anywhere in the world». What are the main difficulties you encountered in the process of internationalisation? «For us, the real sticking point is trade barriers, which hinder us heavily, as they do with many Italian exporting companies. On the other hand, foreign manufacturers can freely bring their products into our country with no barriers. In addition, unlike some of our major competitors, such as Germans, we are not covered by any government guarantees if we want to grant credit to our own clients». Does the size of your company, compared to your main international competitors, hold you back or make you more flexible? «Size is not a problem. To be honest, Italy’s global image is what affects our competitiveness more negatively, especially in English-speaking countries. Our country’s difficult political and economic situation undermines our overall reputation». How do you respond to jewellery manufacturers who accuse you of benefiting their rivals by selling your equipment abroad? «I would say this is very untrue, pointing the accusation back to the accuser. Italian jewellery manufacturers often move their production abroad, partnering with foreign manufacturers. We Italians are the best at creating high-end jewellery, which is sold under prestigious brands, but we shouldn’t forget that some 80% of production is unbranded jewellery, for which the cost of labour is a substantial problem. We need to hold on to quality, and continue to press government authorities to take action in the field of tax exemption and against the reduction of trade barriers».


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SEPTEMBER Hong Kong Jewellery & Gem Fair The wOrLD’S nUMBer One Fine JeweLLery evenT 16 - 20 September 2015 AsiaWorld-Expo • Hong Kong

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febbraio/marzo

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