l'Orafo Italiano 02-03 2016

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Massimo Raiteri

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

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ANNO LXX FEBBRAIO-MARZO 2016 - â‚Ź 5,00

Since 1946

Cocktail ring

The revamp of a showy must have

Steampunk

From old machines to new avant-garde




Capire i tuoi desideri di professionista e tradurre ogni esigenza funzionale in una gioielleria che diventi uno strumento di successo, è il nostro principale obiettivo. Lo facciamo con serietà , esperienza e professionalità . Da sempre.

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la chiave del successo




ANNO LXX - NUMERO 2/3 - FEBBRAIO/MARZO 2016 direttore editoriale direttore responsabile

Ilaria Danieli Andrea Aiello

in redazione

Antonella Garello

collaboratori

Lilli Bacci, Sandra Bardin, Rosa Chiesa, Luigi Costantini, Diego Cusano, Daniela Fagnola, Davide Fiore, Simona Infantolino, Sonia Sbolzani, Diego Soprana

progetto e grafica

Cristiano Guenzi

foto

Close up Studios

traduzioni

Promo-Est

pubblicità

dircom@edifis.it

traffico pubblicitario stampa e-mail web site prezzo per copia arretrati abbonamenti

CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG orafo@edifis.it www.orafoitaliano.it € 5,00 € 10,00 Italia € 40,00 Europe € 80,00 Resto del mondo € 100,00 abbonamenti@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca tamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. l’Orafo Italiano una rivista edita da:

Responsible Jewellery Council (RJC)

Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

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LEONARDO DA VINCI

www.leonardodavincicut.com AMIN LUXURY srl - Via De’ Bardi, 52 - 50125 - FIRENZE - Tel. +39 055 215042


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Oceano collection | Photo: Claudio Minenti






Sommario In copertina / Cover Massimo Raiteri Contatto / Contact Via Delle Vigne, 2 San Salvatore Monferrato (AL) info@massimoraiteri.com www.massimoraiteri.com

GlobalRoundUp

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nEWS Gioiello di Vicenza/ HKTDC/ C.P. Gioielli/ Dentro Le Mura/ Maria Luisa Pianegonda/ Omnia Valenza/ Confindustria Vicenza, Sezione orafi e argentieri/ Giovanni Raspini/ Muzo/ Golden Globes

Desires Artwork and Photo by Close up Studios Collana in oro bianco, diamanti e smalto nero della collezione White Fire di Massimo Raiteri. White gold necklace with diamonds and black enamel from the White Fire collection by Massimo Raiteri.

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STEAMPUNK ATTITUDE

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A SHOWY BEAUTY

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NEW NAMES, new design

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the magic papillon

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come cani e gatti

Tra rotelle e ingranaggi di antichi meccanismi, un nuovo trend contamina la gioielleria e l'orologeria Con dimensioni e pietre importanti il cocktail ring, sontuoso e sfavillante, si sta imponendo anche in Italia Il panorama della creatività si arricchisce di nuovi sguardi e ispirazioni. Ecco i profili da tenere d'occhio Simbolo di eleganza e rinascita, questo bellissimo insetto è la star di scintillanti collezioni Anelli, bracciali, pendenti, orecchini e gemelli: la gioielleria celebra i migliori amici dell'uomo

People&brands

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l'Orafo 2016

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a strategic fantasy

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il tempo ritrovato

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vendere emozioni

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la luce ideale

Design, supporto al sell-out e attenzione per i gusti dei clienti sono le chiavi di successo di Roberto Coin. Ne parla la moglie e responsabile marketing Pilar Cabo Francesca Villa crea gioielli originalissimi, in cui affascinanti oggetti vintage provenienti da tutto il mondo vivono una nuova vita L'Italia è uno dei mercati più importanti per Swarovski: la gioielleria continua a crescere e ora la maison punta sugli orologi Dotate di taglio innovativo, le gemme del Gruppo Osigem sono le uniche in Italia certificate da un Istituto del Gruppo De Beers

febbraio/marzo



Sommario

Heritage

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the tradition of bespoke luxury

Forte di un passato leggendario, il marchio Fabergé è stato rilanciato negli ultimi anni proponendo collezioni daywear e un esclusivo approccio su misura

Visual

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THE MOST PRECIOUS WORDS Il web cambia i codici della comunicazione, ecco gli hashtag più popolari nel vocabolario della rete

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in the island of lilliput Gioielli giganteschi di ispirazione animalier si confrontano con mondi in miniatura

l'Orafo 70 anni

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MADE IN ITALY BOOM

Negli Anni '50, con le prime sfilate di moda, la creatività italiana si espande nel mondo e favorisce la nascita di aziende orafe e gioielliere destinate a emergere

InsideJewellery

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the great venue

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temperatura stabile

Come ogni anno gli operatori si preparano al grande Salone svizzero divisi tra l'ansia e l'entusiasmo VicenzaOro January si è conclusa senza grandi entusiasmi ma al tempo stesso senza forti delusioni

100 un ponte prezioso

Nonostante la grave crisi, la Turchia resta una fondamentale cerniera tra Europa e Medio Oriente

103 l'Orafo 2016

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winter holidays shopping

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developing markets Dopo l'accordo sul nucleare e la rimozione dell'embargo, l'Iran torna a interessare l'Italia

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preziosa genetica

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english text

Una ricerca di Federpreziosi Confcommercio sulle vendite di gioielli nel periodo natalizio

I più recenti metodi per l'identificazione certa delle ostriche che hanno dato origine a una perla si basano sulla mappatura del loro DNA

brands in this issue

febbraio/marzo


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Global Round Up A TRIBUTE

TUTTA LA CITTÀ

IN UN GIOIELLO Grazie all'impegno di un comitato per la salvaguardia delle tradizioni e alla collaborazione di diverse aziende locali, torna a vivere la miniatura in argento di Vicenza Delle molte vesti di cui può coprirsi un gioiello, quella dell’ex voto popolare è una delle più tradizionali in Italia. Anche i cittadini di Vicenza fecero voto alla “loro” Madonna, quella di Monte Berico, affinché li liberasse dalla tremenda epidemia di peste della fine del 1500, e decisero di realizzarlo con il supporto della migliore industria di allora, quella dell’oreficeria. Fu approvato infatti dal consiglio cittadino del 1577 un vassoio che sostenesse l’intera città (in miniatura) di quel tempo, ancora a metà tra lo stile gotico (Venezia) e la nuova moda delle architetture classiche (Roma). Sembrerebbe, almeno secondo i documenti sopravvissuti, che la maestria dell’orafo e orologiaio Cesare Capobianco, la cui bottega accontentava i capricci di re e imperatori, si sia servita dell’occhio allora modernissimo di Andrea Palladio e ne sia uscito un ex-voto di grande originalità con anima in legno ricoperta d’argento. Ma durante le campagne d’Italia di Napoleone il Gioiello venne fuso assieme ad altre preziosità e se ne perse la memoria fino al 2010, quando lo scrittore e progettista culturale Davide Fiore fece bandire, assieme a un comitato di esperti, un concorso pubblico per un progetto in grado di restituire l’idea di come potesse essere quel Gioiello. L’unica memoria disponibile erano sei dipinti che lo raffiguravano da angolazioni diverse, conservati in altari ed edifici pubblici. Il concorso premiò il progetto dell’architetto Romano Concato, che restituisce l’immagine di una Vicenza ideale del 1578 con gli edifici realmente esistenti in quell’epoca. Una raccolta pubblica di argento coordinata dalle “Botteghe storiche” del centro portò al Comitato 65 kg di argento e il l'Orafo 2016

sostegno di Istituzioni pubbliche e aziende private, nonché del Collegio Notarile. Il dilemma su come ricostruire l’ex voto trovò infine risposta unendo il massimo della tecnologia contemporanea con le antiche tecniche di finitura e lucidatura in uso nel Rinascimento. Ovvero trovando la sinergia tra la tecnologia laser PLM di Legor Group e l’artigiananlità del maestro argentiere Carlo Rossi che si mise al lavoro su centinaia di elementi destinati a comporre il risultato finale, un modellino della città in argento. Tanti elementi, come le viti in argento create apposta dalla Torneria Nicoletti, il quadrante dell’orologio in smalto e oro di Gioielleria Soprana o la macchina da giostra in oro della “Rua” donata da Chimento Gioiellieri, hanno arricchito l’opera oggi esposta al Museo Diocesano di Vicenza. Il Gioiello, esposto anche durante Vicenzaoro January, tornerà in processione ogni 7 settembre, rinnovando il voto dei vicentini e seguendo il percorso storico attraverso l’arco di “porta monte” progettato dal Palladio, pensato per unire la città storica al santuario. 18

febbraio/marzo


jamcommunication.it

insieme per sempre


Global Round Up

C.P. Gioielli, artigiani dal 1965

Hong Kong shows Doppio appuntamento con i preziosi all'HKTDC Attese a marzo le manifestazioni fieristiche di Hong Kong: l’HKTDC Hong Kong International Diamond, Gem & Pearl Show e l’HKTDC Hong Kong International Jewellery Show. A ospitare il primo è l'AsiaWorldExpo, dal primo al 5 marzo; il secondo si svolgerà invece all’Hong Kong Convention and Exhibition Centre dal 3 al 7 marzo. All'interno del Jewellery Show sono presenti, tra le altre, un'area dedicata ai grandi nomi internazionali (Hall of Fame) e una ai designer di Hong Kong (World of Glamour). Il Diamond, Gem & Pearl Show invece dedicherà una zona ai diamanti (Hall of Fine Diamonds), una alle pietre colorate (Treasures of Nature) e una alle perle (Treasures of Ocean). Awaited in March, the Hong Kong trade shows: the HKTDC Hong Kong International Diamond, Gem & Pearl Show and the HKTDC Hong Kong International Jewellery Show. Hosting the first event, from 1 to 5 of March, is AsiaWorldExpo whereas the second will be held at the Hong Kong Convention and Exhibition Centre from 3 to 7 of March. Amongst others in the Jewellery Show there will be an area dedicated to leading international names (Hall of Fame) and to the Hong Kong based designers (World of Glamour). The Diamond, Gem & Pearl Show, instead, will dedicate an area to diamonds (Hall of Fine Diamonds), one to coloured stones (Treasures of Nature) and one to pearls (Treasures of Ocean).

Nata negli anni Sessanta, in un periodo di boom economico e cambiamenti degli stili di vita, l'azienda C.P. Gioielli si occupa ancora oggi di preziosi interpretando le tendenze attraverso l'artigianalità della lavorazione a mano. L'alto di gamma del marchio è rappresentato da Afrodite, una linea di gioielli in oro o argento impreziosita da pietre preziose e perle. Afrodite comprende diverse linee: da Petali, con smalti colorati e forme floreali, a Cocoon, che alla combinazione argento-perle aggiunge particolari in calcedonio. Set up in the sixties, in a period of economic boom and lifestyle changes, the C.P. Gioielli company is today still operating in the jewellery field interpreting trends via hand worked craftsmanship. The top of this brand range

is Afrodite, a jewellery line in gold and silver embellished with precious stones and pearls. Afrodite is made up of several lines: from Petali with coloured enamels and floral shapes to Cocoon, in which chalcedony details are added to a silver pearl combination.

Dentro le mura, new projects Un interior design elegante e innovativo realizzato per la gioielleia Carulli di Altamura Un edificio storico, soffitti a volta e una facciata arricchita da timpani, architravi e cornici decorative: dopo tre decenni di attività la gioielleria Carulli di Altamura (BA) ha rinnovato la sua sede. Ad occuparsene è stata l'azienda Dentro Le Mura, specializzata nell'arredamento delle gioiellerie, che ha pensato di inserire le teche per i gioielli nelle colonne di tufo bianco e di aggiungere grandi lampadari decorativi per ottenere una luce diffusa. L'ambiente si completa con l'elegante ingresso in marmo e la porta scorrevole di cristallo. An historic building, vaulted ceilings and a facade enhanced by gables, architraves and decorative cornices: after thirty years of being in business, the Carulli Jewellers in Altamura (BA) have renovated their premises. l'Orafo 2016

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Entrusted with this task is the Dentro Le Mura company which specialises in furnishing jewellery shops and that came up with the idea to mount the jewellery display cases inside the white tuff columns and add large decorative lamps to create diffused light. The ambience is completed by an elegant marble entrance and a sliding glass door.


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NON PERDERE L’OPPORTUNITÀ DI UNA

DISTRIBUZIONE ESCLUSIVA: Dubai Gold Center Vip lounge di Malpensa e Linate Hotel 5 stelle di Milano Hong Kong Jewellery & Gem Fair JCK Las Vegas, JA New York Baselworld Top buyer internazionali I migliori retailer italiani e internazionali

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Global Round Up

tradizione, Gioielli e degustazioni a VicenzaOro january

MAria luisa pianegonda L'argento e i colori della terra danno vita alle collezioni ideate da Maria Luisa Pianegonda e interamente realizzate a mano da maestri orafi milanesi. Lo strumento utilizzato per creare questi preziosi è il bulino, un sottile scalpello con la punta in acciaio con il quale vengono creati gli intagli e le decorazioni di anelli, bracciali, orecchini e collane. I gioielli vengono infine impreziositi da quarzi, prasioliti, ametiste, onici e topazi.

Silver and earth colours bring life to the collections created by Maria Luisa Pianegonda which are entirely handmade by Milanese goldsmith masters. The tool used to create these jewels is the burin, a thin chisel with a steel point with which the engravings and decorations of the rings, bracelets, earrings and necklaces are created. The jewellery is then embellished with quartz, prasiolite, amethysts, onyx and topazes.

I gioielli vicentini hanno incontrato il settore Food and Wine in occasione di VicenzaOro January. Dopo il successo della scorsa edizione, dodici aziende di Vicenza hanno infatti presentato le nuove collezioni affiancandole a degustazioni di prelibatezze venete nell'ambito dell'iniziativa "Veneto, un gioiello di terra. Luxury Jewels meet Food and Wine from Venetian Region", organizzata dalla sezione orafi di Confindustria Vicenza. Un'occasione per gli ospiti, soprattutto stranieri, per sperimentare la qualità della manifattura e della tradizione veneta. Jewellery from Vicenza has teamed up with the Food and Wine industry on the occasion of VicenzaOro January. In fact, following the success of the last edition, twelve companies from Vicenza have presented their new collections together with tastings of delicacies from Veneto region in a special initiative. "Luxury Jewels meet Food and Wine from Venetian region" was organised by the Confindustria Vicenza goldsmith’s division. An occasion for the guests, especially those from abroad, to check manufacturing quality and Veneto traditions.

Omnia VALENZA (ePlay, Studio Congedo and Studio Segre) have come together to create Omnia Valenza Spa, a company with its special sector software which offers itself as the ‘right hand’ to Goldsmith entrepreneurs. The project, set up in January 2016, merges management and financing consulting services in order to satisfy all the needs of goldsmith companies.

Misis

Tre aziende partner (ePlay, Studio Congedo, e Studio Segre), si uniscono per creare Omnia Valenza Spa, società che si propone come “braccio destro” degli imprenditori orafi con software specifici per il settore. Il progetto, nato a gennaio 2016, riunisce in sé i servizi di consulenza gestionale e finanziaria al fine di soddisfare ogni esigenza delle aziende orafe. Three partner companies

wild - l'animalier di raspini Per una settimana Palazzo Serbelloni a Milano è stato invaso dalle atmosfere naturalistiche e selvagge della mostra Wild di Giovanni Raspini. Per l'occasione sono stati raccolti in 30 tavole schizzi, progetti, fotografie, objets trouvés e gioielli dell'argentiere toscano in grado di esaltare il suo estro, la sua immaginazione e l'amore per la natura. Questa passione è stata trasformata anche in un volume che raccoglie i pezzi esposti durante la mostra. l'Orafo 2016

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febbraio/marzo

For one week, Palazzo Serbelloni in Milan was invaded by the naturistic and wild atmosphere of the Wild exhibition by Giovanni Raspini. For this occasion there were 30 panel with drawings, designs, photographs, objets trouvés and Raspini's jewels able to enhance his inspiration and his love for nature. This passion was also transformed into a book which is a collection of the pieces displayed in the show.


GEMS

shades of

green

Dalla miniera alla distribuzione, Muzo inizia un nuovo corso nel mondo della gioielleria Motivo di orgoglio per la Colombia, l'azienda Muzo si occupa dal 2009 di smeraldi dalle geometrie esagonali pressochÊ perfette. Nel suo lavoro è riuscita a unire il know-how locale con l'expertise francese nel mondo dei preziosi creando un'azienda in grado di controllare l'intero processo produttivo e distributivo della pregiata gemma verde. Tanto che oggi, in occasione della fiera di Basilea, Muzo è in grado di presentarsi al mondo della gioielleria con una linea di pezzi unici creata in collaborazione con alcuni tra i migliori designer del settore e con una collezione privata di gioielli storici focalizzati sullo smeraldo. Columbia has good reason to be proud of the Muzo company which, since 2009, has been dealing in nearly perfect hexagonal geometric emeralds. This company has been able to merge local know-how with the French expertise in the jewellery world in its work creating a company capable of controlling the entire production and distribution process of this precious green gemstone. So much so, that today, on the occasion of the Basel Fair, Muzo can present to the world its line of unique pieces in collaboration with some of the leading sector designers and a private collection of old jewels focusing on the emerald.

l'Orafo 2016

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A destra collier realizzato in collaborazione con Elie Top; in basso collana realizzata con Antoine Sandoz e alcune immagini della miniera in Colombia. On the right collier made in collaboration with Elie Top; below, necklace made with Antoine Sandoz and images of the Colombian mine.

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Global Round Up RED CARPET

Sparkling

Globes

La cerimonia finale del premio cinematografico ha visto brillare i grandi nomi della gioielleria e della moda indossati dalle star

A

ncora prima degli appuntamenti di Parigi con la Haute Couture e la Haute Joaillerie è Los Angeles a brillare in occasione della 73esima edizione dei Golden Globes. Da Christian Dior (suo l'abito rosso di Jennifer Lawrence) a Giambattista Valli, che ha illuminato di giallo Jennifer Lopez, molti grandi nomi della moda hanno sfilato sul red carpet del Beverly Hilton Hotel. Un défilé impreziosito da collier, orecchini, bracciali e anelli da migliaia di dollari. Trionfatrice tra tutte le maison Tiffany & Co. che, con le sue creazioni, ha portato fortuna agli attori Brie Larson e Oscar Isaac, rispettivamente premiati come miglior attrice in un film drammatico, Room, e miglior attore di una miniserie, Show Me a Hero. Tra i più indossati alla premiazione anche i gioielli di Harry Winston che punta, come da sua tradizione, su platino e diamanti per Jennifer Lopez, Helen Mirren e Kate Perry. Maestoso il collier di Chopard indossato da Jennifer Lawrence, vincitrice del premio come miglior attrice in un film commedia per Joy, film che le ha fatto guadagnare anche la nomination agli Oscar. Sono invece i diamanti di Neil Lane a brillare su altre due vincitrici di statuette d’oro ovvero Kate Winslet e Lady Gaga, la prima scelta come migliore attrice non protagonista in Steve Jobs, la seconda come migliore attrice di miniserie per American Horror Story: Hotel. Nel complesso un red carpet elegante e raffinato, che ha visto poche cadute di stile e molti gioielli risplendere sotto i flash dei fotografi. Even before the rendezvous in Paris with Haute Couture and Haute Joaillerie, it is Los Angeles which sparkled during the 73rd edition of the Golden Globes Award. From Christian Dior (his red dress was worn by Jennifer Lawrence) to Giambattista Valli, who lit up Jennifer Lopez in yellow, many

great names of fashion paraded on the red carpet of the Beverly Hilton Hotel. A défilé marked by colliers, earrings, bracelets and rings worth thousands of dollars. Winner among all was maison Tiffany & Co. which, with its creations, brought good luck to the actors Brie Larson and Oscar Isaac, who won, respectively, the award for best actress in a dramatic film, Room, and best actor in a miniseries, Show Me a Hero. Some of the most widely used jewels at the event were those by Harry Winston who, true to his tradition, used platinum and diamonds for Jennifer Lopez, Helen Mirren and Kate Perry. A majestic collier by Chopard was worn by Jennifer Lawrence, winner of the best actress award for the comedy-drama Joy, a film which also earned her a nomination for the Oscar. Neil Lane's diamonds sparkle on two other winners of gold statues - Kate Winslet and Lady Gaga, the first chosen as best supporting actress in Steve Jobs, the latter as best actress in a miniseries for American Horror Story: Hotel. Altogether, an elegant and refined red carpet, with few faux pas and many jewels shining under the photographers' flashes. (s.i.)

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In alto Eva Green indossa orecchino multipiercing Repossi della collezione Berbère in oro e diamanti. A sinistra Olivia Palermo indossa la Laurel Leaf Necklace di David Webb con foglie d'alloro in oro e platino con diamanti taglio brillante. Eva Green wearing Repossi multipiercing earring from Berbère collection in gold and diamonds. On the left Olivia Palermo wearing David Webb Laurel Leaf Necklace featuring laurel leaves in gold and platinum with brilliant-cut diamonds.


A sinistra Brie Larson indossa orecchini e anelli in platino e diamanti di Tiffany & Co.. On the left Brie Larson wearing Tiffany & Co. platinum and diamonds earrings and rings. A destra Cate Blanchett con gli orecchini in platino, perle e diamanti di Tiffany & Co., pezzi iconici degli archivi storici della maison. On the right Cate Blanchett with platinum, pearls and diamonds earrings by Tiffany & Co. In basso Jennifer Lawrence con collana Chopard in oro bianco e diamanti della Collezione Alta Gioielleria. Below Jennifer Lawrence with Chopard white gold and diamonds necklace from the Fine Jewelr y Collection. A destra Oscar Isaac indossa il cronografo Tiffany & Co. CT60 in acciaio con cinturino in alligatore. On the right Oscar Isaac wearing Tiffany & Co. CT60 chronograph in steel with alligator strap.

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C

osa succederebbe se alcune tecnologie di oggi viaggiassero indietro nel tempo tornando al XIX secolo? Se passato, presente e futuro si unissero in un'unica visione distopica? La science fiction dello scrittore K.W. Jeter coniò il termine Steampunk negli anni ’80, riuscendo così a definire un mood che circolava da qualche anno e che in parte coincideva con il cyberpunk: si trattava di una dimensione parallela, di ambientazione ottocentesca, contaminata da oggetti e tecnologie più recenti. Il motore di tutto è il vapore – non a caso la parola Steam (vapore) – che muove gli ingranaggi presenti ovunque nelle rappresentazioni del genere. Ma l'ispirazione arriva dai libri di Jules Verne (come Viaggio al centro della terra o Ventimila leghe sotto i mari), Conan Doyle (Il mondo perduto) e H. G. Wells (La macchina del tempo e La guerra dei mondi), anticipatori di un genere che combina fantascientifico e storico e precursori di romanzi contemporanei come Perdido Street Station di China Miéville o Leviathan di Scott Westerfeld. Dalla letteratura al fumetto, per poi arrivare al cinema, il genere Steampunk non ha poi risparmiato nessun campo delle arti negli anni a seguire, influenzando film come Wild Wild West di Barry Sonnenfeld (indimenticabile il gigantesco ragno meccanico inserito nell'ambientazione western) o La leggenda degli uomini straordinari di Stephen Norrington, tratto dal fumetto Steampunk The League of Extraordinary Gentlemen di Alan Moore. Negli ultimi anni, favorito da un diffuso umore apocalittico, il fenomeno Steampunk ha raccolto un tale numero di seguaci da riuscire a influenzare mondi come quello della moda e della gioielleria, ma anche le serie tv (si prenda a esempio Doctor Who), la pubblicità (come quella della Toyota che ha scelto di promuovere la macchina ibrida ambientando lo spot in un futuro ipertecnologico in tutto eccetto le auto a manovella) e i video giochi (Final Fantasy). Il fashion system ha dato quindi il via libera ai corsetti strutturati e agli abiti armatura di Jean Paul Gaultier, alle scarpe con metallo e bulloni di Alexander McQueen e agli abiti punk di ispirazione vittoriana di Vivienne Westwood. Il mondo del gioiello, dal canto suo, non ha resistito alla forte tentazione di contaminare anelli, collane e orecchini con ingranaggi e parti meccaniche, ma sono stati soprattutto gli orologi a essere investiti da questa tendenza, che li ha spogliati dell'involucro per lasciare a vista i loro meccanismi. (s.i)


Desires close up

PAST & PRESENT

STEAMPUNK

ATTITUDE Tra rotelle e ingranaggi di antichi meccanismi, un nuovo trend prende spunto dalla letteratura dell'Ottocento, dalle atmosfere vittoriane e dalle graphic novel per contaminare la moda, la gioielleria e l'orologeria di

Simona infantolino e daniela fagnola

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Desires

close up

BARABABAC Anello in argento brunito della collezione HorsLogique con trama di ingranaggi di orologi. Burnished silver ring from the HorsLogique collection with a decoration of clocks' gears.

Lo scrittore G. D. Falksen con protesi steampunk creata dall'artista Thomas Willeford. The writer G. D. Falksen with steampunk prosthesis made by the artist Thomas Willeford.

BARABABAC Anelli unisex in argento brunito della collezione HorsLogique con trama di ingranaggi di orologi. Unisex burnished silver rings from the HorsLogique collection with texture of clocks' gears.


Alexander McQueen Primavera/Estate 2010. Alexander McQueen Spring/Summer 2010.

INGRANART Orecchini Black Rewind della collezione DĂŠco con lancette in alluminio e ingranaggi di vecchi orologi. Black Rewind earrings from the DĂŠco Collection with aluminium watch hands and old clocks' gears.

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Desires

close up

ROMAIN JEROME Skylab 48 Speed Metal. Cassa in acciaio Pvd nero (48 mm di diametro) con frammenti della navicella spaziale Apollo I1. Calibro a carica

CARTIER Clé de Cartier Automatico Scheletrato. Cassa in palladio (41 mm di diametro). Calibro di manifattura a carica automatica con massa oscillante scheletrata in oro cinturino in alligatore.

secondi. Vetro HAMILTON Jazzmaster Skeleton Lady. Cassa in acciaio (36 mm di diametro). Movimento meccanico a carica automatica con massa oscillante scheletrata.

in alligatore. In 99 esemplari.

acciaio. ROGER DUBUIS Excalibur Spider Tourbillon Volante Scheletrato. Cassa scheletrata in titanio (45 mm di diametro). Calibro di manifattura a carica manuale con tourbillon volante e autonomia di quasi 3 giorni. Vetro Fregiato del Punzone di Ginevra. HUBLOT Big Bang Tourbillon. Riserva di Carica 5 Giorni Cassa in titanio (45 mm). Calibro di manifattura a carica manuale con tourbillon e indicazione dell’autonomia di quasi

BELL & ROSS BR-X1 Chronograph Tourbillon. Cronografo monopulsante con cassa in titanio (45 mm di lato). Calibro a carica manuale con tourbillon volante e indicazione dell’autonomia.

cinturino in alligatore. In 99 esemplari.

GAGÀ MILANO Crystal. Cassa in vetro (48 mm di diametro). Movimento meccanico a carica manuale con piccoli secondi. Vetro anche per

alligatore. In 20 esemplari.

in silicone.

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LA MONTRE SQUELETTE dizione: una tecnica di alto ar tigianato che rende il movimento ponenti meccanici tutto il materiale possibile: dalla platina ai -

che assumono un valore strutturale e ornamentale insieme. mi al computer e prodotto con macchine a controllo nume-

-

-

nella meccanica (bastava un ur to per mandarlo letteralmente

chiave artistico/naturalistica.(d.f)

Scena tratta da Hugo di ambientato a Parigi nel 1930 ma presenta elementi legati alle nuove tecnologie. A frame from the movie Hugo is set in Paris in 1930 but it shows references to the new technologies.

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Desires

close up

DEXTER MILANO Collana in argento della collezione Time Machine. Silver necklace from the Time Machine collection.

CARAN D'ACHE Penna 1010 Chrono Sport Limited Edition in oro rodiato con rubino. 1010 Chrono Sport Limited Edition rhodium-plated gold fountain pen with a ruby.

OX GEMELOS Gemelli in ottone rodiato con meccanismo a carica manuale. Rhodiumhand winding mechanism.

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ANTORĂ€ Gemelli in oro con movimento tourbillon.

Tempi moderni in cui Charlie Chaplin resta incastrato tra gli ingranaggi. movie Modern Times featuring Charlie Chaplin surrounded by gears.

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“Born to be brilliant“ CUBIC ZIRCONIA & GEMS P R E C I O S A® C O M P O N E N T S

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BEAUTY Di grandi dimensioni, con pietre e montature importanti che catturano lo sguardo, il cocktail ring si sta imponendo anche in Italia: sfavillante, irresistibile e sontuoso di

AntonellA GArello e SAndrA BArdin - illuStrAzioni di dieGo SoprAnA

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Desires

close up

ALESSIO BOSCHI Anello della linea Flames in oro con peridoto centrale e diamanti bianchi, gialli,

Nella pagina precedente, una scena dal serial televisivo Mad Men, ambientato negli Anni

arancio e viola. A ring from the Flames line in gold with central peridote and white, yellow and black diamonds, rubies, tsavorite, orange and purple sapphires.

American Hustle.

Se non si riesce a distogliere lo sguardo dall'anello che campeggia al centro della vetrina e sembra quasi eclissare il resto per le dimensioni eccezionali, oltre che per la rapinosa bellezza, non c'è dubbio: quello è un cocktail ring. Un anello che si porta generalmente in un dito a scelta della mano destra, quella che appunto regge il calice da cocktail, perché alla mano sinistra vanno i gioielli “dei legami”, sentimentali e di famiglia, come la fede, l'anello di fidanzamento e di laurea, lo chevalier. Dunque, se esistono gli abiti da cocktail, perché non un gioiello da indossare nella stessa circostanza? Aspetto volutamente sfarzoso, pietra importante, ampia anche oltre la falange e talvolta fino a coprirne un paio, montatura elaborata, scultorea, non di rado imponente: le caratteristiche che ne fanno un oggetto speciale, diverso da altri anelli ancorché stupendi, sono quelle che lo rendono perfetto per qualsiasi abito da cocktail e soprattutto per la mise di circostanza, il tubino nero. In questa combinazione è consigliabile dosare attentamente eventuali altre presenze preziose sull'abito, al massimo una broche o un sautoir di perle per non vampirizzare l'innato protagonismo dell'anello. Alla regola sfuggono ovviamente attrici, socialites e presenzialiste di red carpet: basta un'occhiata alle riviste di gossip altolocato per imbattersi in Rihanna con una collezione di cocktail ring uno per dito su entrambe le mani o Sarah Jessica Parker con pietra sublime che sopravanza le nocche, peccato i jeans sotto il top di lustrini - ma questo è lo showbiz.In Italia l'anello da cocktail è una tendenza relativamente recente, ma altrove è un must have imprescindibile e in America addirittura un pezzo di storia. Anzi sembra proprio che sia nato lì. Gli storici l'Orafo 2016

del costume lo fanno risalire agli anni '20, epoca in cui nella upper class mostrare la ricchezza ingioiellando le signore era quasi un obbligo di società. Ma si afferma durante il proibizionismo quando il gioiello diventa sinonimo di drink alcolico, quasi un tag: se da metà pomeriggio i bartender servono whisky nelle teiere e le clienti lo sorseggiano da vezzose tazzine reggendole col mignolo beffardamente alzato, la mano sfarfallante che esibisce il cocktail ring è ben più di un richiamo al cameriere, è un simbolo di libertà. Là il fascino del gioiello è talmente forte da resistere anche ai tempi duri: negli anni '40, in assenza di pietre e oro contingentati per la guerra, geniali designer di bigiotteria tengono alta la tradizione usando materiali non preziosi come acciaio argentato, cristalli sfaccettati, strass. L'effetto è talmente strepitoso che il cocktail ring scintillante di pietre (vere o false che siano) viene subito ribattezzato knuckleduster, pugno di ferro o noccoliera, giusto per strizzare l'occhio alle maliarde che grazie ad esso possono attrarre lo sguardo di possibili ammiratori sulla bella mano curata. Finite le restrizioni, negli anni '50 torna la joie de vivre e Christian Dior inventa il moderno abito da cocktail, più corto dell'abito da sera e più ricco dell'abito da pomeriggio: il segreto è largheggiare in tessuti preziosi, generose scollature e decori oppure, se sobriamente nero, illuminarlo con gioielli importanti. Una ricetta che coi dovuti aggiornamenti funziona tuttora. Oggi questo gioiello predilige pietre colorate: oltre ai fancy diamonds ci sono quarzi, pietre dure e pietre semipreziose, dall'opale all'occhio di tigre alla pietra di luna ai crisoberilli ai mix di cristalli e ceramica, tutti spettacolari. Certo, la voluminosa presenza sulle dita rende il cocktail ring inconciliabile con i guanti lunghi di raso, ma possiamo sicuramente farcene una ragione. 36

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Desires

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A destra, un cocktail party negli Anni '50

MASSIMO RAITERI Anello in oro rosa con ametista e rubini. Rose gold ring with central amethyst and diamond, sapphire and ruby pavĂŠ.

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STEFAN HAFNER Anello della collezione Aria in oro rosa con diamanti bianchi, topazio rainforest centrale e rodoliti. Rose gold ring from the Aria collection with white diamonds, central rainforest topaz and rhodolite.

PASQUALE BRUNI Anello della collezione Giardini diamanti bianchi e champagne. A rose gold ring from the Giardini Segreti collection; pink sapphires and white and champagne diamonds

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DE SIMONE FRATELLI Anello in oro bianco con turchese, rubini e diamanti della collezione Lakkos. White gold ring with turquoise, rubies and diamonds from the Lakkos collection.

DIOR Anello Granville Tanzanite in oro giallo, diamanti, granati spessartite, smeraldi e tanzanite taglio ovale. Granville Tanzanite yellow gold ring with diamonds, spessartite garnets, emeralds and oval-cut tanzanite.


MANGIAROTTI Anello Luna con opale, Luna ring with opal, blue sapphires and diamonds.

PICCHIOTTI Anello della collezione Imperial in platino con diamanti e al centro smeraldo ovale dello Zambia. Platinum ring from the Imperial collection, with diamonds and an oval Zambia emerald at the center.

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A destra, la scena The Great Gatsby (2013).

MATTIOLI Anello in oro bianco con rosa e tzavoriti. Collezione Vernissage. White gold ring with central amethyst, pink sapphires and tsavorite. Vernissage collection.

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RIVIÈRE Anello in oro bianco della collezione A Regola d'Arte con e pavé di diamanti. White gold ring from the A Regola d'Arte collection with an oval cabochon sapphire and diamond pavé.

BIBIGÌ Anello chevalier in oro bianco con quarzo citrino, Chevalier ring in white gold with citrine quartz, blue sapphires and diamonds.

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GIORGIO VISCONTI Anello Emozioni in oro rosa con pietra semipreziosa centrale e piccoli diamanti. Emozioni ring in rose gold with a semiprecious stone at the center and small diamonds.

DI GREGORIO Anello Bouquet Ametista in oro bianco con ametista centrale e diamanti bianchi. Bouquet Ametista ring in white gold with central amethyst and white diamonds.

ROBERTO BRAVO Anello della collezione Pied de Poule in oro giallo con ametista, diamanti e smalti. A ring from the Pied de Poule collection in yellow gold with amethyst, diamonds and enamels.

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DIGO Anello in oro bianco con perla barocca South Sea e diamanti taglio a brillante e a rosetta. White gold ring with South Sea baroque pearl, brilliant-cut and rose-cut diamonds.

CHANTECLER Anello in oro, fosfosiderite e diamanti della collezione EnchantĂŠ. Gold ring with phosphosiderite and diamonds from the EnchantĂŠ collection.

FALCINELLI ITALY Anelli in oro bianco della collezione Seasons con diamanti, rubino e smeraldo. White gold rings from the Seasons collection featuring diamonds, a ruby and an emerald.


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ROBERTO COIN Dalla Garden collection, anello in oro giallo e in oro brunito satinato con diamanti bianchi e brown, morganite, granati verdi, From the Garden collection, a ring in yellow and satinwhite and brown diamonds, morganite, green garnets, rubies, amethyst and black and yellow sapphires.

PALMIERO Anello in oro bianco con africano della collezione Embracing Flower. White gold ring with diamonds, pink sapphires and African ruby from the Embracing Flower collection.

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COSCIA Anello della collezione Dalia in oro rosa con perla colorata e diamanti. A rose gold ring from the Dalia collection with a colour pearl and diamonds.


Desires

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RECARLO Dalla collezione Parentesi, anello diamanti. From the Parentesi collection, a white gold ring with sapphires and diamonds.

ANTONINI BRUMANI Anello in oro giallo con quarzo lemon centrale circondato da diamanti brown, crisoberilli e granati mandarino. Yellow gold ring with central lemon quartz circled by brown diamonds, chrysoberyls and tangerine garnets.

di Ceylon e pavĂŠ di diamanti. Pezzo unico della collezione Extraordinaire. Yellow gold ring with Ceylon sapphire and diamond pavĂŠ. One of a kind piece from the Extraordinaire collection.

VIANNA BRASIL Anello della collezione Corona in oro giallo con topazio London blu e diamanti. Yellow gold ring from the Corona collection with blue London topaz and diamonds.

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A destra, cocktail time nel serial televisivo Sex and the city.

UTOPIA Dalla linea Masterpieces, anello in oro bianco con diamanti bianchi, tanzaniti e perla Tahiti. From the Masterpieces line, a white gold ring with white diamonds, tanzanite and Tahitian pearl.

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CRIVELLI bianco con importante smeraldo pan di zucchero, diamanti bianchi e smeraldi. Flower shaped ring with an imposing emerald at the center, white diamonds and emeralds.

CARLO BARBERIS Anello della collezione Hip Hop corniola e berillo giallo. A ring from the Hip Hop collection in rose gold with blue sapphires, carnelian and yellow beryl.

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Desires flash IN THE SPOTLIGHT

NEW NAMES,

NEW DESIGN Il panorama della creativitĂ si arricchisce di nuovi sguardi e ispirazioni. Ecco una serie di profili e stili da tenere d'occhio di

Simona infantolino

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gi a nni de bened it tis

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al suo Salento Gianni De Benedittis si è spostato in Toscana per studiare nella scuola Le Arti Orafe di Firenze e successivamente a Padova per specializzarsi in Lavorazione dei metalli e infine a Manchester per studiare le tecniche celtiche di oreficeria. Dopo la specializzazione inizia per lui un periodo di grande successo: nel 2007 vince il concorso di AltaRoma e Vogue Italia Who’s on next? e nel 2009 il Premio delle Arti, Premio della Cultura di Milano. De Benedittis decide quindi di fondare il proprio brand futuroRemoto, creando gioielli dalle forme stravaganti (come l'anello a forma di ventilatore), e inizia un’importante collaborazione con il regista Ferzan Ozpetek e con il teatro d’opera. Sono suoi infatti i gioielli del film Mine Vaganti (2010), di Aida per il 74° Maggio Musicale Fiorentino (2011), del film Magnifica Presenza (2012), de La Traviata al Teatro San Carlo di Napoli (2012 e 2015) e per il film Allacciate le cinture (2014). Dal 2009, oltre alla propria linea, disegna e realizza gioielli anche per le collezioni alta moda della maison Gattinoni. Sono suoi infatti gli ornamenti per l'ultima collezione Couture Primavera Estate 2016 ispirata ai simboli sacri di diverse Salento, Gianni religioni. From his home in De Benedittis moved to Tuscany to study at Le Arti Orafe di Firenze School and subsequently to Padua to specialise in metal working before finally moving to Manchester to study Celtic jewellery techniques. After specialising, a period of great success ensued: in 2007 he won the AltaRoma and Vogue Italia Who’s on next? Competition and in 2009 the Milan Arts Prize and Culture Prize (Premio delle Arti, Premio della Cultura di Milano). As a result, De Benedittis decided to set up his own brand, futuroRemoto, creating jewellery in extravagant shapes (such as the fan ring) and started an important collaboration with the director Ferzan Ozpetek and the opera theatre. In fact, the jewellery in Mine Vaganti (2010) film, the 74th edition of Aida Maggio Musicale Fiorentino (2011), the Magnifica Presenza film (2012), La Traviata at the San Carlo Theatre in Naples (2012 and 2015) and the Allacciate le cinture film (2014) were his designs. Since 2009, in addition to his own line, he has also designed and made jewellery for the top fashion collections of the Maison Gattinoni. In fact, he designed the decorations for the latest Couture Spring Summer 2016 collection which were inspired by the sacred symbols of various religions.

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admater

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l marchio AdMater nasce dall'amicizia tra due giovani designer, Lavinia Fuksas e Alessandro Grimoldieu, entrambi attivi a Milano. Lavinia, cresciuta in un ambiente culturalmente molto attivo, si divide tra gli studi di economia e il mondo dell'arte e della moda spostandosi tra Londra, Parigi e Milano; Alessandro invece, laureato in comunicazione, media e pubblicità, nel 2012 ha fondato il proprio marchio, Grimoldieu, di gioielli e manufatti d'arte che vengono venduti alla Galleria Oro Gioielli Contemporanei di Milano e al Melody Black Market. Per AdMater i due hanno deciso di unire le rispettive competenze realizzando una linea di 10 pezzi in oro rosa, argento e bronzo. Figura predominante della collezione è il triangolo visto come simbolo di femminilità e maternità. Infatti il nome AdMater rende omaggio alla creazione e alla fertilità, nonché all'amore e alla sacralità. Le geometrie precise rendono questi gioielli quasi oggetti architettonici a cui vengono applicate gemme dal colore rosso, simbolo dell’amore ardente e passionale. The AdMater brand was founded on the friendship of the two young designers Lavinia Fuksas and Alessandro Grimoldieu, both operating in Milan. Lavinia, raised in an environment influenced by culture, studied economics, the world of art and fashion moving between London, Paris and Milan; Alessandro instead, graduated in communication, media and advertising and in 2012 set up his own brand, Grimoldieu, consisting of jewellery and art objects which were sold in the Galleria Oro Gioielli Contemporanei in Milan and the Melody Black Market. For AdMater the two decided to combine their respective skills by creating a line of 10 pieces in pink gold, silver and bronze. The dominating figure of the collection is the triangle seen as a symbol of femininity and maternity. In fact, the name AdMater pays tribute to creation and fertility as well as love and sacredness. The precise geometrics make these jewels almost architectural objects to which are applied red coloured gemstones, a symbol of burning and passionate love.

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marco dal maso

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taliano di nascita ma cittadino del mondo, Marco Dal Maso è l’anima del brand Marco Ta Moko. Partendo dagli insegnamenti del padre, titolare dell'azienda orafa vicentina DML, il designer ha coltivato la propria passione per i gioielli traendo spunto dai viaggi. È stato infatti durante uno dei suoi soggiorni in Nuova Zelanda che ha avuto l'idea di creare il suo marchio e tra i magnifici paesaggi dell'isola è nato anche il nome, Ta Moko, che infatti significa tattoo nell'antica lingua Maori. Dalla cultura di questa popolazione, ricca di mitologia e storia, Marco ha preso spunto per i suoi gioielli, attingendo a storie e contenuti delle usanze rituali. Ogni simbolo Maori è portatore infatti di messaggi ancestrali e narra la storia delle famiglie e delle tribù. Mantenendo sempre quest'idea di contaminazione tra le culture, nel 2015 Marco Dal Maso ha unito le sue conoscenze a quelle dell’azienda cinese del settore Internet mobile Xinyoulingxi Technology per realizzare Totwoo, lo smart jewel che riporta la dipendenza dalla tecnologia alla gioia di indossare un gioiello. Italian by birth yet a citizen of the world, Marco Dal Maso is the soul of the Marco Ta Moko brand. Initially taught by his father, the owner of the Vicenza goldsmith’s company DML, the designer nurtured his passion for jewellery during his travels. In fact, it was on one of his trips to New Zealand that he came up with the idea of creating his own brand and amidst the magnificent landscapes of the island, the name Ta Moko, was also born, which means tattoo in the ancient Maori language. From the culture of this population, rich in mythology and history, Marco took the cue for his jewellery, drawing on the history and contents of the ritual customs. Every Maori symbol, in fact, is the bearer of ancestral messages and narrates the history of the families and tribes. Always holding on to this idea of the influence between the cultures, in 2015 Marco Dal Maso merged his knowledge with that of the Chinese mobile internet company Xinyoulingxi Technology to create Totwoo, the smart jewel that brings dependence on technology to the joy of wearing a jewel.

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Maria vittoria paolillo

a cultura orafa è stata trasmessa a Maria Vittoria Paolillo da una famiglia di gioiellieri, la sua, che l'ha abituata fin da piccola a toccare e osservare da vicino pietre e metalli preziosi. Lei ha poi scelto di coltivare questa passione attraverso gli studi in gemmologia che le hanno permesso di acquisire conoscenze più approfondite. Il distacco dall'attività di famiglia è avvenuto successivamente, quando Maria Vittoria ha deciso di camminare con le proprie gambe creando il suo marchio MVP. Ha così potuto confrontarsi con materiali alternativi e dedicarsi alla ricerca e sperimentazione nel campo del design. I risultati dei suoi studi e della sua esperienza hanno portato alla realizzazione di gioielli dai volumi leggeri in cui linee rette o sinuose si intrecciano giocando con superfici piene e vuote. Lavorazioni che creano una specie di gabbia gioiello, impreziosita dall’applicazione di perle e smalti dalle tonalità marine vivaci che esaltano l'aspetto dinamico e futurista dei gioielli MVP. The goldsmith’s culture was handed down to Maria Vittoria Paolillo by her family of jewellers and, from a small child, she developed the habit of closely touching and looking at precious stones and metals. Later she chose to nurture this passion through gemmology studies which allowed her to acquire a deeper knowledge. Subsequently she distanced herself from the family business and this was when Maria Vittoria decided to stand on her own two feet by creating her MVP brand. In such way she had to deal with alternative materials and dedicate herself to researching and experimenting in the field of design. The results of her studies and her experience led to the creation of lightweight jewels in which the sinuous or straight lines intertwine through plays on full and empty surfaces. These workings create a type of jewellery cage embellished by the application of pearls and enamels in vivid marine tones and enhance the dynamic and futuristic look of the MVP jewellery.

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Desires

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Anna maga visconti

marco gerbella

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I

l simbolismo e la suggestione sono elementi che caratterizzano le creazioni di Anna Maga Visconti, nata a Milano in una famiglia e in un ambiente fortemente influenzati dall'arte visiva (i suoi bisnonni erano amici di personaggi come Lucio Fontana e i fratelli scultori Giò e Arnaldo Pomodoro). Questa costante ispirazione familiare è stata coltivata grazie agli studi nel campo della gemmologia e ai viaggi in giro per il mondo, da Londra a New York, passando per Indonesia, Cambogia, Argentina, Thailandia e Nepal. Sarà però soprattutto il Brasile a segnare la creatività di Anna e a spingerla a frequentare, una volta tornata in Italia, l'Istituto Gemmologico Italiano e lo IED, fino alla laurea in Design del Gioiello e l’inizio della carriera come designer. Il suo percorso inizia nel team di grandi marchi come la Maison Versace per poi passare, nel 2011, alla creazione di una propria linea di gioielli. Nasce così, nel 2013, Beijaflor, la prima collezione firmata Anna Maga Visconti. Nei suoi disegni la creativa predilige l'utilizzo di forme geometriche come il triangolo, legato al ritorno all'unità primordiale, e il cerchio, simbolo di perfezione e unione. Forme semplici a cui aggiunge il valore simbolico del sale, portatore di energia e positività. Symbolism and subtleties are the elements that characterise the creations by Anna Maga Visconti, born in Milan into a family and environment strongly influenced by visual art (her great grandparents were friends with celebrities such as Lucio Fontana and the brothers Giò and Arnaldo Pomodoro, sculptors). This constant family inspiration has been nurtured thanks to her studies in gemmology and her travels around the world, from London to New York, via Indonesia, Cambodia, Argentina, Thailand and Nepal. However, it was to be Brazil that stimulated Anna’s creativity and, on returning to Italy, was the driving force in her attending the Italian Gemmology Institute and IED, up till she obtained a degree in Jewellery Design and set out on her career as a designer. She started out working in teams for leading brands such as Maison Versace before creating her jewellery line in 2011. In this way, Beijaflor, the first Anna Maga Visconti signature collection came into being in 2013. The creativity in her designs focuses on the use of geometric shapes such as the triangle as a link to the return of the primordial unit and the circle, the symbol of perfection and union. Simple shapes to which are added the symbolic value of salt, the bearer of energy and positivity. l'Orafo 2016

l percorso formativo e professionale di Marco Gerbella parte da Forlì dove intraprende gli studi di Arte Orafa all'Istituto d'Arte, per poi spostarsi a Ravenna nella bottega di Gabriele Bosi e quindi nel 1990 a Valenza. L'incontro con l’artista orafo Giuseppe Marotto è determinante per la sua carriera. Nasce infatti in questo periodo la volontà di creare gioielli nati dalla propria capacità ed esperienza e un atelier dove curare allo stesso tempo la produzione e il rapporto con il cliente. Apre così nel 1993 a Ravenna il laboratorio orafo di Gerbella. Nel 2007 apre anche la prima gioielleria nel centro storico della cittadina in un piccolo ambiente suggestivo. Il suo lavoro si basa sul disegno, sulla progettualità e l’artigianalità del processo creativo, evitando le possibili innovazioni tecnologiche perché Gerbella ritiene che non sappiano ricreare il fascino dell'oggetto realizzato a mano. Il cuore con cui si dedica ai suoi gioielli è anche la forma centrale di molte sue collezioni. Marco Gerbella’s professional training programme started in Forlì where he studied Goldsmith’s Art at the Art Institute before moving to the Gabriele Bosi atelier and, then in 1990, to Valenza. A meeting with Giuseppe Marotto, the Goldsmith artist, determined his career. In fact, it was at this time through his desire to create his own jewels by applying his skills and experience and set up an atelier where he could oversee production and, at the same time, customer relations stemmed. In such way in 1993 he opened the Gerbella goldsmith’s workshop in Ravenna. In 2007, he opened his first jewellery shop in the historic centre of the city in a small yet stunning environment. His work is based on the design, planning and craftsmanship of the creative process by avoiding potential technological innovations because Gerbella maintains that we cannot recreate the fascination obtained in a handmade object. The heart which he dedicates to his jewels is also the central shape of many of his collections. 56

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Desires

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MD DOMINI Ciondolo Sogni eseguito a mano in ottone placcato galvanicamente in oro rosa. Sogni pendant, made by hand in galvanically rose gold plated brass.

TENDENZE

the magic

papillon Simbolo di eleganza e rinascita, questo bellissimo insetto è la star di innumerevoli collezioni di

AntonellA GArello

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a sempre la farfalla, bella, variopinta, aggraziata, è tra i soggetti prediletti della gioielleria. Questo è senza dubbio uno dei suoi momenti d'oro, che la vede protagonista di innumerevoli collezioni, realizzate da designer, piccole realtà orafe, grandi maison internazionali in una varietà praticamente infinita di stili e fogge, dalle versioni più preziose a quelle più disinvolte e accessibili. The multicoloured, beautiful and graceful butterfly has always been among the favourite subjects in jewellery. This is undoubtedly one of its golden ages, being the protagonist of countless collections realised by designers, small goldsmith companies, big international maisons in a practically infinite variety of styles and shapes, from the most precious versions to the easiest and affordable ones.

GRAZIELLA Anello della collezione Farfalla in argento 925 con smalto materico. A ring from the Farfalla collection in sterling silver with materic enamel.

ARTLINEA Anello in oro con smalti della collezione Spring. Gold ring with enamels from the Spring collection.

FALCINELLI ITALY Anello in oro bianco e rosa con diamanti della collezione Vita Segreta. White and rose gold ring with diamonds from the Vita Segreta collection.

MISSMISS Collezione InnPelle: ciondolo in argento e cristalli Swarovski montato su una base in pelle naturale. InnPelle collection: silver pendant with Swarovski crystals mounted on genuine leather. MISIS Anello in argento placcato oro giallo anticato con zirconi e smalto a cattedrale. Yellow gold plated silver ring with vintage effect embellished with zircons and plique-à-jour enamels. l'Orafo 2016

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Desires

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ANIMALIER

come cani

e gatti Anelli, bracciali, pendenti, orecchini e gemelli: la gioielleria celebra i migliori amici dell'uomo. di

ALCOZER & J Dalla collezione Opera Unica, anello in ottone dorato con rubino e perla. I due gatti hanno From the Opera Unica collection, a ring in gilded brass with a ruby and a pearl, sapphires as the cats' eyes.

AntonellA GArello

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li italiani sono disposti a risparmiare sul carburante, sui ristoranti, sulla spesa al supermercato: ma non su cani e gatti, presenti rispettivamente, secondo Italia Eurispes, nel 55,6% e nel 49,7% delle case, per una spesa di oltre 1600 milioni di euro solo per il cibo. Non stupisce quindi che i nostri amici a quattro zampe siano protagonisti di un numero sempre piĂš ampio e vario di gioielli, spesso personalizzabili, che permettono di portare sempre con sĂŠ il proprio beniamino: per un momento di tenerezza nel caos delle nostre giornate. Italians are ready to save on fuel, restaurants, on the shopping at the supermarkets: but not on dogs and cats, respectively present, according to Italia Eurispes, in 55.6% and 49.7% of houses, for an expenditure equal to over 1600 million only for food. Therefore, it is not surprising that our furry friends are protagonists of an increasingly greater and more varied number of jewels, often customisable, allowing to carry your favourite pet always with you: for a tender moment in the chaos of our days.

DEXTER MILANO Cane, gatto, zampa: i ciondoli della collezione Love Me sono in argento al platino. Il 10% del ricavato delle vendite viene devoluto alla LAV - Lega Anti Vivisezione. Dog, cat, paw: the charms from the Love Me collection are in platinum-treated silver. 10% of the proceeds are devoted to the LAV - Anti Vivisection League.

AMEN Bracciale in pelle di razza con zirconi. Ray skin bracelet with zircons.


I BAMBOLI Bracciale della linea ibamboli®pets in argento 925 nichel free con cuore in argento e pavé di zirconi della linea ipietroski. A bracelet from the ibamboli®pets line, in nickel free sterling silver, with a silver heart with zircon pavé from the ipietroski line.

MAMAN ET SOPHIE Anello a forma di orecchie di gatto in argento 925 della collezione Animal Spirit. Cat's ears shaped ring in sterling silver.

SATURNO Gemelli in argento e smalti a fuoco. Collezione Mondo Animale. Mondo Animale collection.

BATTITI BY PERIAMMA INTERNATIONAL Orecchino in argento 925 e smalti della linea animalier. An earring from the animalier line in sterling silver with enamel.


ITALIAN CHARME

timeless

icons Un simbolo come la croce e un classico come l'acquamarina: Artlinea rilegge due best seller con stile contemporaneo e amore per il dettaglio, applicando le più innovative tecnologie

I

classici della gioielleria, si dice, sono intramontabili: non si tratta di un luogo comune ma di una preziosa verità, perché alcuni gioielli e alcune gemme sono talmente generosi di ispirazioni da offrire spunti alla fantasia di ogni epoca. È il caso delle croci, un simbolo antichissimo passato dall’iconografia religiosa alla grinta del mondo rock-punk, che il marchio Artlinea rilegge oggi con grande delicatezza, in oro e diamanti, ammorbidendo gli spigoli e alleggerendo i volumi in un gioco di pieni e vuoti che rende armonioso l’insieme. La ricerca estetica e l’impiego delle più sofisticate tecnologie, un atout riconosciuto dell’azienda aretina, aiutano la mano dell'artigiano orafo a dar vita a un prodotto perfetto fin nei minimi particolari, senza incertezze, dalle linee perfettamente regolari. La precisione del dettaglio è visibile anche nelle incassature, studiate per essere al contempo indeformabili e proporzionate: il tutto in tempi rapidissimi, poco più di 48 ore, per rendere flessibile e mirata la produzione a tutto vantaggio del dettagliante. Dalla forza dei simboli al fascino delle gemme, una per tutte l’acquamarina, icona della femminilità più romantica: leggenda vuole che la sua dolcezza abbia calmato addirittura le ire del dio del mare, Poseidone (Nettuno per i romani), evitando così terremoti e naufragi. L’azzurro del cielo e dell’acqua cristallina si riflettono nelle sfumature di questa pietra che diventa per Artlinea il fil rouge dell’ultima collezione: montata su anelli, collane e orecchini, l’acquamarina secondo Artlinea gioca con le superfici in oro bianco e aggiunge un tocco di colore allo scintillio dei diamanti. It’s said that jewellery classics are timeless: we are not dealing with something commonplace but a true jewel because some jewellery and gems are so bursting with inspiration that they offer a touch of creativity to all eras. This is the case with the ancient symbol of the cross, from its religious iconography to the gritty punk rock world that the Artlinea brand, today, very carefully reinterprets in gold and diamonds softening their sharp edges and playing with empty and full surfaces to lighten

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Dall'alto, le nuove croci di Artlinea in oro bianco, oro rosa e diamanti. Sono prodotte utilizzando le più innovative precisione nelle forme e nelle incassature. From top, the new crosses by Artlinea in white and rose gold with diamonds. They are produced using the most innovative technologies in order to obtain perfect details and gem setting.

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I gioielli in oro bianco con diamanti di Artlinea propongono l'acquamarina in tagli originali, dalla goccia al quadrato, valorizzando la trasparenza e il colore delicato della gemma. White gold with diamond jewels launched by Artlinea feature original cut aquamarine, a very delicate and transparent stone.

their volume and harmonise the setting. Aesthetic research and the use of the most sophisticated technologies are distinctive characteristics of the Arezzo company helping the goldsmith to bring to life a perfect product down to the smallest detail, in assured perfectly regular lines. The precision of the detail can also be seen in the mountings which have been designed to be simultaneously non-deformable and in proportion: everything happens very fast, little more than 48 hours are needed to ensure a flexible and focused production to the retailers. From the power of the symbols to the fascination of the gems, one for everyone is the aquamarine, the most romantic icon of femininity: legend has it that its sweetness was even able to soothe the ire of the sea god, Poseidon (Neptune for the Romans) thus avoiding earthquakes and shipwrecks. The blue of the sky and the crystalline water are reflected in the shades of this stone which, for Artlinea, has become the guiding light of its latest collection: mounted on rings, necklaces and earrings, according to Artlinea, the aquamarine plays on white gold surfaces and adds a touch of colour to the sparkle of diamonds.

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People & Brands

ti che la rende al contempo preziosa e versatile. Come riesce a spingere il prodotto attraverso la comunicazione? «Da un paio d’anni abbiamo cambiato strategia, investendo sul digitale da un lato e supportando i punti vendita dall’altro. Cerchiamo di aiutare i nostri migliori negozi nella loro comunicazione con il consumatore, organizzando trunk show mirati piuttosto che cocktail venues alle quali partecipiamo personalmente. Oggi molti dettaglianti si interrogano su come incentivare il sell out e noi li affianchiamo in questo senso, anche sui social network che per molti di loro sono ancora una novità. Organizziamo campagne e attività sempre nuove su Facebook e Instagram, con un programma di attività che abbiamo esteso a livello internazionale, da Roma a Dubai, da Mosca a New York». Avete un pubblico di follower fidelizzato o lo reclutate volta per volta? «Entrambe le cose, perché organizziamo campagne social sia a livello locale, nelle zone servite dai negozi, sia dirette al nostro cluster targettizzato di affezionati che conta quasi 100 mila fan, un numero notevole per un marchio come il nostro». Quali sono le collezioni che vi danno le maggiori soddisfazioni? «II design di Roberto Coin è molto diversificato. Siamo presenti in 64 paesi e dobbiamo assecondare gusti molto diversi. I più estremi sono i mercati di America e Giappone: negli Stati Uniti le donne amano il colore, i volumi, l’appeal anche vistoso, senza badare troppo ai dettagli. Invece in Giappone si cercano i gioielli discreti, piccoli e minimali, che esprimono una grande cura del dettaglio, ricchi di contenuti: i giapponesi sono molto attenti alla qualità, molto esigenti e competenti. La linea floreale Garden ha successo in Italia, Europa, Medio Oriente, mentre in America il best seller è Pois Moi ma è piaciuta moltissimo anche Black Jade, una collezione nata come una sfida perché la giada nera africana è molto difficile da lavorare. Roberto ha scelto una forma originale che ha richiesto molto lavoro ma il successo è stato grande e ci sta ripagando dello sforzo. Lo stile è contemporaneo, chic l’accostamento di nero, verde e oro». Il prodotto a cui lei è più affezionata? «Tutto quello che io riesco a portare sempre, nella mia vita di ogni giorno. Ma in particolare adoro il genere animalier, la fauna preziosa che Roberto

IL PERSONAGGIO

a strategic

fantasy Design, supporto al sell-out e attenzione per i gusti del consumatore sono le chiavi di successo di Roberto Coin. Ne parla la moglie, musa e responsabile marketing, Pilar Cabo di ilaria

S

danieli

olare e trendy, è la musa di suo marito Roberto Coin, anima dell’omonimo brand di gioielleria vicentino molto amato negli Stati Uniti, che la definisce «la mia ottava meraviglia». Ma Pilar Cabo Coin è anche una donna attiva e coinvolta nel business famigliare come responsabile del marketing e della comunicazione. Un ruolo sicuramente impegnativo e delicato, non solo perché il mercato cambia continuamente, ma anche perché la creatività del marito segue strade sempre diverse, spesso senza relazione le une con le altre pur restando in linea con i gusti del consumatore. Ultimo successo la linea Pois Moi, molto volumetrica e rigorosa, con un motivo decorativo a pois scintillanl'Orafo 2016

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In queste pagine, da sinistra in senso orario, Pilar Coin; l'anello Parrot della collezione Animalier in oro rosa e nero con diamanti, e rubini; due anelli in oro giallo con e senza diamanti della collezione New Appassionata e bracciali in oro rosa e diamanti della collezione Pois Moi.

rende cosi attraente e sempre un po’ magica. Il nostro zoo è composto da pezzi unici e in edizione limitata, che aggiungono l’esclusività alla preziosità e alla freschezza del design. Sunny and trendy, she is a muse for her husband Roberto Coin, the soul of the jewellery brand from Vicenza with the same name, very much appreciated in the States, who calls her “my eighth wonder”. But Pilar Cabo Coin is also an active woman, involved in the family business as marketing and communications manager. A demanding and delicate role, not only because the market changes constantly, but also because her husband's creativity follows constantly changing paths, often unrelated to each other though always aligned to consumers' tastes. The latest success is the Pois Moi line, very volumetric and strict, with a decoration based on shiny polka dots which make it precious and versatile. How do you manage to promote the product through communication? «A couple of years ago, we changed our strategy,

l'Orafo 2016

investing on digital communication on the one hand, and supporting our points of sale on the other. We try to help our best shops in their communication with the consumer, organising focused trunk shows as well as cocktail venues attended by us personally. Today, many retailers are asking themselves how to give an incentive to sell out and we support them, also on social networks which for many of them are still a novelty. We continuously organise new campaigns and activities on Facebook and Instagram. A programme of activities which we have developed internationally». Do you have a loyal public of followers or do you recruit them each time? «Both, because we organise social campaigns both locally, in the areas served by stores, and also focused to our targeted cluster of regular followers – we now have almost 100 thousand fans, a considerable base for a brand like ours». Which collections give you the greatest satisfaction? «Roberto Coin's design is highly diversified. We are present in 64 countries, and have to satisfy very different tastes. The farthest apart are the USA and Japan: in the States, women love colour, volume, appeal even when it is showy, without paying too much attention to details. In Japan, on the other hand, they look for discreet jewels, small and minimal, with great care for details, rich in content: the Japanese pay great attention to quality, they are very demanding and competent. The Garden floral line has met with success in Italy, Europe, the Middle East, whereas in the USA the best seller is Pois Moi, but customers also greatly appreciate Black Jade, a collection which started as a challenge, because black African jade is very hard to work. Roberto chose an original shape which demanded a lot of work, but met with great success which is rewarding us for the effort. The style is contemporary, and there is a chic combination of black, green and gold». Which product are you most attached to? «Whatever I can wear all the time, in my everyday life. But especially, I adore animalier, the precious fauna which Roberto knows how to make so attractive and always a bit magic. Our zoo consists of unique items, which add exclusiveness to the preciousness and freshness of the design». 67

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People & Brands Qui accanto: Francesca Villa al lavoro nel suo studio di Solonghello, vicino a Valenza. Foto sotto: il bracciale Dire, Fare, Baciare, con Ottocento montati in oro; in basso l'anello Emerald Garden, realizzato con un rarissimo bottone giapponese in avorio intarsiato, acquistato da un collezionista di Londra.

LA DESIGNER

il tempo

ritrovato Francesca Villa crea gioielli originalissimi, in cui affascinanti oggetti vintage provenienti da tutto il mondo vivono una nuova vita di

AntonellA GArello

O

gnuno dei suoi gioielli è unico e irripetibile perché nasce da un oggetto con una propria individualità, raro, prezioso o, al contrario, assolutamente comune, e in qualche modo lo riporta in vita, raccontandone la storia. Francesca Villa va a caccia dei suoi piccoli tesori, che poi trasforma in gioielli dal fascino unico, nei mercatini e presso antiquari e collezionisti di tutto il mondo: una passione innata, coltivata negli anni in cui, come direttore creativo di una importante azienda orafa, ha avuto modo non solo di viaggiare ma anche di aprire lo sguardo su mondi diversi da quello del gioiello, come quelli della moda e del design. «Mi piace e mi commuove questa sorta di poesia che è insita nel ridare vita e dignità a oggetti del passato, siano di uso comune o tesori da collezionisti, facendoli rinascere in un contesto diverso da quello in cui sono nati e per cui sono stati pensati. Mi incuriosisce e mi emoziona pensare che sono stati di qualcuno, che hanno dietro una storia, che sono stati utilizl'Orafo 2016

zati e passati di mano in mano, testimoni muti di piccoli e grandi avvenimenti e che adesso qualcun altro li indosserà in una veste inconsueta e preziosa». La passione per i gioielli Francesca Villa l'ha ereditata dalla nonna, che, come usava, faceva realizzare i propri gioielli da orefici genovesi e l'ha coltivata con corsi di gemmologia e modellismo, oltre che con la pratica del lavoro. «La direzione creativa in un'azienda valenzana è stata un'esperienza professionale straordinaria ma a un certo punto ho cominciato a essere insofferente dei vincoli commerciali e a sognare di creare qualcosa di mio. Il trasferimento a Roma a seguito di mio marito è stata la giusta occasione per mettere mano al sogno e trasformarlo in realtà. Avevo già cominciato a girare per i mercatini e i negozi specializzati in Europa e a New York raccogliendo gli oggetti che colpivano la mia attenzione e ho sempre saputo che in qualche modo quella sarebbe stata la mia strada verso il gioiello». Una delle sue prime creazioni è il bracciale Dire, Fare, Baciare (in 68

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Qui accanto: collana La più bella del reame: la Madonnina fa parte di una grande collezione acquistata alla mostra In basso: i francobolli utilizzati per questa piccola serie di anelli sono stati acquistati a

fashion week di Parigi, Copenhagen e New York e alla Liberty Fairs di Las Vegas. Il legame con la moda e con il design non convenzionale è infatti strettissimo, e compreso con più immediatezza all'estero che non nel nostro Paese. «In Italia - spiega Francesca Villa - vendono i miei pezzi una ventina di gioiellerie, ma a parte rarissimi casi si tratta di gioielli che realizzo in argento, dal costo decisamente più accessibile; genesi e procedimento sono gli stessi delle creazioni in oro, ma per esempio utilizzo oggetti meno rari, più semplici da reperire. L'importante è evitare sempre qualsiasi monotonia e ripetitività». La donna che compra un gioiello Francesca Villa non è classificabile né per età, né per censo o livello culturale: semplicemente "si innamora" di questi pezzi e della storia sempre diversa che raccontano. «A volte mi è stato anche chiesto di realizzare un pezzo utilizzando un oggetto caro che si voleva rendere eterno e portare sempre con sé, come il ricordo di una persona scomparsa, sempre rimanendo nel campo di oggetti particolari ed evocativi. Per esempio mi è capitato di creare un paio di orecchini partendo da una vecchia lettera e chiaramente il mio approccio in questi casi è di estremo rispetto e riguardo». La continua ricerca di storie e "ordinarie rarità" ha anche modificato il suo modo di viaggiare: «Ormai è tutto sostanzialmente a portata di mano, siamo tutti turisti, più o meno curiosi e consapevoli. Diciamo che le mie ricerche mi portano a visitare i luoghi in maniera non convenzionale, o a cercare posti che normalmente non visiterei o guarderei con uno sguardo diverso».

questa pagina), realizzato con dagherrotipi americani di fine Ottocento rinvenuti in un mercatino newyorkese, montati su oro e intervallati dai versi di Emily Dickinson. Ma la ricerca di Francesca Villa praticamente non conosce confini: fiches, bottoni (a New York abita la più grande collezionista al mondo), francobolli, soldatini, tappi di bottiglia, specchietti, pietre... «Non ho preclusioni di sorta e non sono appassionata o studiosa di uno stile o di uno specifico periodo storico: virtualmente mi interessa quasiasi objet trouvé. Alcuni di questi oggetti li ho rinvenuti in maniera del tutto fortuita, altri sono il frutto di lunghissime corrispondenze e accordi con collezionisti gelosi dei propri tesori». Dei tantissimi oggetti acquistati, neanche la metà sono poi utilizzabili come gioielli, a causa delle tante problematiche legate alla lavorazione. «Realizzo esclusivamente pezzi unici, al massimo piccole famiglie riproducibili. Dopo aver focalizzato la mia attenzione su un oggetto, preparo un bozzetto e poi procedo con la realizzazione, appoggiandomi a un'azienda valenzana o collaborando con artigiani fiorentini: la lavorazione è esclusivamente manuale, e in qualsiasi caso seguo sempre il lavoro passo a passo». Il costo di questi gioielli, spesso complicatissimi da realizzare per evitare fragilità o scoloriture dei materiali d'epoca, li destina quasi del tutto all'estero: in Giappone e a Londra, dove sono esposti presso lo showroom Touba London, distributore e agente di marchi di design affermati o emergenti, che li presenta nel corso dell'anno alle l'Orafo 2016

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People & Brands STRATEGIE

vendere

emozioni L'Italia è uno dei mercati più importanti per Swarovski: la gioielleria continua a crescere e ora la maison punta sugli orologi di

Sonia Sbolzani

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livello globale l’Italia è uno dei mercati più importanti per Swarovski, che raggiunge risultati eccellenti tanto nel “gift-giving” quanto negli accessori più raffinati, in primis gioielleria e orologeria. Per saperne di più sulle prossime mosse del colosso austriaco abbiamo incontrato Michele Molon, Managing Director di Swarovski Italia CGB (la divisione che si occupa del prodotto finito) e di lolaandgrace, il brand di gioielleria fashion lanciato nel 2012 con l’obiettivo di offrire un’interpretazione più audace e accessibile del DNA Swarovski. Swarovski Italia ha chiuso il 2014 toccando i 200 milioni di euro di fatturato, confermandosi il quarto mercato per fatturato e il secondo per pezzi venduti. Nel corso del 2015 è proseguita la crescita nella gioielleria, che oggi rappresenta circa l’80% del fatturato, ed è stato inaugurato un nuovo approccio al mondo dell’orologeria. Spiega Molon: «Grazie a una strategia di sviluppo prodotto, ad azioni mirate in ambito retail e a investimenti significativi in comunicazione, l’orologeria ha segnato risultati importanti già nel primo semestre 2015, con un incremento al sell out del 140%». Intanto, la strategia di Swarovski, fondata sulla trasversalità del gioiello, è in costante evoluzione, in primo luogo con l’ampliamento dell’offerta all’insegna del claim "Extraordinary Everyday", secondo cui il gioiello va interpretato come accessorio quotidiano e di tendenza, da abbinare in totale libertà, ma senza rinunciare al design ed alla maestria artigianale. E’ un modo nuovo di intendere la gioielleria, con collezioni che ad ogni stagione prol'Orafo 2016

pongono un’offerta in cui convivono due anime: una più moderna e lineare, ideale per accompagnare le donne durante la loro giornata, e un’altra più fashion, in cui colore, design e glamour sono elementi essenziali. Michele Molon sottolinea che è stato enfatizzato l’elemento emozionale: «Con la stagione FW 2015 abbiamo introdotto le collezioni Duo e Diapason, realizzate in collaborazione con la nostra “musa” Miranda Kerr, per dare luce alle emozioni delle donne. Alla base delle collezioni sei simboli universali – cuore, stella, occhio, ala, fiocco di neve e quadrifoglio – ognuno legato a un sentimento speciale, montati su gioielli dal design raffinato e moderno, ideati per essere abbinati e mescolati». Comunque in Italia i best seller dell’azienda austriaca sono il bracciale Emily, gli orecchini Solitaire e la linea Fit, realizzata in Crystal Mesh, un tessuto di cristalli estremamente luminoso e leggero. E poi vi sono mega-seller come i bracciali Slake e Stardust, capaci di mantenere performance di vendita elevate anche nel lungo periodo. 70

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Pagina a lato: un insieme di bracciali Stardust, linea Deluxe. In questa pagina: Michele Molon, Managing Director di Swarovski Italia CGB e di lolaandgrace. Qui sotto: bracciale Stardust Blue Double e, in basso, bracciale Stardust Twist.

L’orologeria rappresenta per Swarovski una categoria estremamente potenziale, che sorpasserà la doppia cifra percentuale già nel 2016. La strategia di sviluppo è basata su quattro cardini: prodotto, con collezioni sempre più complete; prezzo, all’insegna dell’accessibilità; comunicazione, con l’orologio protagonista delle prossime campagne pubblicitarie; distribuzione, con una strategia mirata sia per il mondo dei monomarca che dei contesti multimarca. Dal punto di vista del retail, Swarovski Italia vanta già una distribuzione capillare: oltre 1000 punti vendita, di cui 250 monomarca e oltre 800 fra store e gioiellerie multibrand. Ora l’obiettivo è di consolidare la distribuzione con azioni mirate di Trade Marketing, Geo Marketing e Re-styling dei punti vendita secondo il Con-

cept Boutique “Crystal Forest”: un concept retail inaugurato nel 2008 e firmato dall’architetto giapponese Tokujin Yoshioka, con l’intento di declinare in tutte le boutique Swarovski del mondo un’esperienza di shopping coerente con l’immagine glamorous del brand. Inoltre, nel 2015 è stata lanciata la piattaforma “partner recruitment”, con la quale Swarovski intende rivolgersi a imprenditori e master franchisee per individuare potenziali partner per la pianificazione di nuove aperture di boutique monomarca. Riguardo ai prossimi passi di Swarovski in Italia, Molon spiega che si continuerà a puntare sulla gioielleria, il vero core business della maison, soprattutto nel segmento Modern, con linee dal gusto contemporaneo ed elegante. Allo stesso tempo, si investirà nell’universo dell’orologeria, pensando ad un segnatempo prezioso, da abbinare al gioiello, allo stile personale e all’occasione; infine, anticipa di avere in programma lo sviluppo di nuove categorie affini al mondo della gioielleria e orologeria, come gli strumenti da scrittura: «Una filosofia che include anche il mondo dell’oggettistica e dell’home decor, in cui siamo presenti con le collezioni Crystal Living: accessori per la casa, elementi di arredo per la tavola e creazioni in cristallo per chi vuole circondarsi di oggetti preziosi o scegliere un dono per farsi ricordare». Insomma, continua il sogno del fondatore dell’azienda Daniel Swarovski: “make diamonds for normal people”, illuminare la bellezza delle donne con la magia del cristallo, un materiale dalle infinite potenzialità e accessibile a tutti. English translation: see pag. 114

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People & Brands LE DIAMANTAIRE

la luce

ideale

Dotate di taglio innovativo, le gemme del Gruppo Osigem sono le uniche in Italia certificate da un Istituto del Gruppo De Beers di ilaria

danieli

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uello di Alberto Osimo è un nome noto nel mondo dei diamanti: si tratta infatti di un dealer che dalla fine degli anni ’80 fornisce gemme sciolte a diverse aziende, attive nella produzione di gioielli. Il suo gruppo, Osigem, ha interessi molto differenziati nell’attività gemmologica, ma il progetto che più gli sta a cuore da un paio d’anni è il lancio di un brand focalizzato sulla qualità del diamante, intesa soprattutto in termini di taglio e certificazione. «Il nostro nuovo brand Forever Unique - spiega Alberto Osimo - si è sviluppato attorno a un taglio nuovo, a 68 faccette, chiamato Ideal Square. Lo definisco un taglio a brillante perché ha la specifica caratteristica della doppia riflessione della luce, ma è di forma quadrata: le perfette proporzioni di questa gemma generano un effetto particolare chiamato Hearts & Arrows; un taglio fantasia con la lucentezza di un taglio brillante, praticamente unico. Si adatta a pietre non inferiori ai 10 punti e noi lo proponiamo con diamanti montati in solitari, orecchini o ciondoli dal design classico, ideali per clienti che cercano l’originalità pur restando nella tradizione». C’è anche di più, perché con Forever Unique Osigem non si ferma al taglio Ideal Square, bensì intende commercializzare anche il taglio rotondo, offrendo un importante valore aggiunto: la garanzia che i suoi diamanti, e solo i suoi, sono certificati dall’IIDGR, la società di Diamond Grading del Gruppo De Beers. La sigla DBG (De Beers Group), riportata all’interno del certificato allegato alla gemma e incisa sulla cintura del diamante stesso, sigla un accordo molto forte tra Osigem e De Beers, che viene così ad “accreditare” la cosiddetta quinta C (dopo le quattro di Carat, Colour, Clarity e Cut) ovvero Confidence (certezza), per indicare la sicurezza che proviene dalla trasparenza. «L’IIDGR, che ha fatto dell’etica il punto fermo del proprio lavoro, classifica solo pietre che soddisfino i requisiti del Kimberly Process, nel rispetto delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Inoltre questo istituto introduce l’automazione nel classil'Orafo 2016

ficare il colore e la purezza dei diamanti grazie a macchinari altamente sofisticati: l’intervento umano, e quindi la soggettività dell’analisi, vengono così ridotti al minimo. Oggi circolano sul mercato certificati con una interpretazione diversa da quella di IIDGR ed è per questo che De Beers Group ha deciso di essere presente nell’ambito della certificazione “commerciale” e stabilire un principio di autorevolezza. «Per comunicare i contenuti di questa certificazione - afferma Alberto Osimo - il Gruppo ci ha offerto tutto il suo supporto e ciò testimonia la fiducia che nutre per noi». Passando al design del prodotto, molto resta ancora da sperimentare: Osigem ha siglato un significativo accordo con il maestro Aldo Arata e con il suo intramontabile e importante marchio Monile; i gioielli saranno prodotti in platino e oro. In queste pagine: Alberto Osimo, titolare di Osigem, la miniera canadese da cui provengono i diamanti del Gruppo, un solitario e una gemma sciolta con taglio Ideal Square. Alberto Osimo is a well known name in the world of diamonds: ever since the 1980s, this dealer has been providing loose gems to different compa72

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nies involved in jewellery making. His group, Osigem, has widely differentiated interests in the gemmology business, but his favourite project during the last couple of years has been launching a brand focused on diamond quality, especially in terms of cutting and certification. «Our new Forever Unique brand – explains Alberto Osimo – grew up around a new 68-facets cut called Ideal Square. I call it a brilliant cut, because it has the specific feature of double reflection of light while being square: the perfect proportions of this gem generate a special effect called Hearts & Arrows; a fancy cut with the brightness of a brilliant cut, practically unique. It is suitable for stones of no less than 10 points, and we propose it with diamonds mounted on solitaires, earrings or pendants of classic design, the ideal for customers who want something original without straying away from tradition». And there is more too, because with Forever Unique, Osigem is not stopping with the Ideal Square cut, but also wants to market the round cut, thus offering an important added value: the guarantee that his diamonds, and only his, are certified by IIDGR, the Diamond Grading company of the De Beers Group. The initials DBG (De Beers Group), appearing on the certificate attached to the gem and engraved on the girdle of the diamond, mark a very strong agreement between Osigem and De Beers, which thus obtains so-called fifth C accreditation (after the four of Carat, Colour, Clarity l'Orafo 2016

and Cut) for Confidence, showing the reliability coming from transparency. «IIDGR, which has made ethics the foundation of its work, classifies only gems which satisfy the requirements of the Kimberly Process, complying with United Nations resolutions. Moreover, this institution introduces automation into classification of the colour and clarity of diamonds, thanks to highly sophisticated machinery: human intervention, and therefore subjectivity in analysis, is thus kept to a minimum. Today, certificates can be found on the market which provide a different interpretation from that of IIDGR and this is why the De Beers Group has decided to play an active role in “commercial” certification and establish an authoritative principle. «In order to communicate the contents of this certification - says Alberto Osimo – the Group has offered us its full support and this shows the trust they have in us». Speaking now of product design, there is still much to experiment: Osigem has drawn up a significant agreement with the artist Aldo Arata and his evergreen and important brand Monile; jewels will be made of platinum and gold. These pages: Alberto Osimo, owner of Osigem, the Canadian mine from which the diamonds of the Group come, a solitaire and a loose Ideal Square cut gem. 73

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Heritage LA MAISON

THE TRADITION OF

BESPOKE LUXURY Forte di un passato leggendario, il marchio FabergÊ è stato rilanciato ad alto livello negli ultimi anni proponendo collezioni daywear e un esclusivo approccio su misura di ilaria

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Heritage Nella pagina precedente, pendente Palais Tsarskoye Selo in oro giallo con diamanti e smalto guilloché turchese. A sinistra la boutique Fabergé a Mosca, 1893; in basso Karl Fabergé. Previous page, Palais Tsarskoye Selo pendant in yellow gold with white diamonds and turquoise guilloché enamel. On the left Fabergé Shop in Moscow, 1893; below, Karl Fabergé.

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he Peter Carl Fabergé fosse un gioielliere russo famoso per aver creato le leggendarie uova pasquali dello Zar è un fatto noto. Una volta all’anno, all’inizio del secolo scorso, dagli atelier della maison venivano recapitati ai palazzi dello Zar Nicola II due uova-scultura in oro, gemme, smalti e altri materiali preziosi, uno per la moglie e uno per la madre dello Zar, di tale raffinatezza e complessità decorativa da stupire ogni volta i committenti non solo per la sorpresa, sempre a 18 carati, contenuta all’interno, ma anche per la creativa opulenza dell’oggetto in sé. Quello che forse è meno noto, e che vogliamo raccontare, è quanto accadde dopo la golden age delle uova d’oro, e cioè con lo scoppio della rivoluzione d’ottobre e l’arresto della famiglia imperiale. Come tutti gli aristocratici e i privilegiati russi, anche Carl Fabergé, nato Karl Gustavovich Fabergé a San Pietroburgo da padre tedesco gioielliere, madre danese e progenitori francesi ugonotti, nel 1918 fu costretto a fuggire prima a Riga e poi all’estero, portando con sé molto poco dei tesori custoditi nelle casseforti dell’azienda, a quel punto nazionalizzata dai bolscevichi, ma abbastanza per potersi stabilire in Svizzera con la moglie e il figlio maggiore Eugène nel 1920. Il trauma però era stato troppo forte per l’ormai anziano Carl, che si spense quello stesso anno. Solo nel 1922 anche il figlio Alexander riuscì a uscire dalla Russia, dirigendosi a Parigi, la meta di una folta colonia di aristocratici emigré, e fondò con il fratello Eugène la Fabergé et Cie., impresa dedita al commercio e al restauro di pezzi originali del padre ma anche alla produzione di nuovi gioielli che venivano firmati Fabergé, Paris per distinguerli da quelli creati in Russia. Nel frattempo a Mosca e San Pietroburgo si andavano svendendo i tesori imperiali, comprese le uova e i gioielli, a quotazioni sottovalutate così come la marea di preziosi sequestrati ai nobili in fuga. Una sorta di inflazione di gemme e gioielli che diventarono il bul'Orafo 2016

siness di un giovane medico, Alfred Hammer, spedito in terra sovietica per curare le febbri tifoidee ma di fatto mai entrato in un ambulatorio: trovò molto più redditizio diventare il primo concessionario di beni russi all’estero, con tanto di autorizzazione da parte di Lenin. Qualcuno gli consigliò, nel primi anni ’30, di esporre e vendere tali tesori nei Department Stores americani e questo gli diede enorme fama e ricchezza. Tale fu il successo che un uomo d’affari americano, Sam Rubin, decise di avviare un business nel campo dei profumi sotto il nome di Fabergé, senza chiedere il permesso della famiglia. La quale, per evitare lunghe controversie legali, decise di cedere l’utilizzo del nome, ma solo per le fragranze, ad una cifra tutto sommato molto moderata. Da quel momento il nome del grande gioielliere finì su prodotti molto al di sotto della sua nobile storia e le cose non migliorarono nel 1989, quando fu Unilever, il colosso della cosmetica, ad acquisire tutti i diritti e le licenze. Solo nel 2007 Pallinghurst Resources, società mineraria con sede a Londra, entrò in possesso del marchio ormai decaduto annunciando da subito la volontà di rilanciarlo. Infatti fece in modo di coinvolgere nel rilancio gli ultimi rappresentanti della famiglia originaria, ovvero Theo Fabergé, pro-nipote di Carl, che tuttavia morì pochi mesi dopo, sua figlia Sarah e Tatiana Fabergé, un’altra pro-pro nipote del grande gioielliere. Il rilancio internazionale, iniziato nel 2009, ha percorso fino a oggi tappe di grande prestigio, dalla campagna pubblicitaria fotografata da Mario Testino all’apertura di boutique a Londra, Ginevra, Singapore, Pechino e Hong Kong. Una successiva fusione ha poi portato Fabergé nell’universo di Gemfields, leader nella produzione di 76

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A destra anello della collezione Secret Garden spinelli e foglie di nefrite intagliate. In basso anello della collezione Summer in Provence con smalti, diamanti e smeraldi. On the right white gold ring from the Secret Garden collection with multi-coloured sapphires, emeralds, spinels and carved nephrite leaves. Below ring from Summer in Provence collection.

gemme di colore estratte secondo norme etiche e sostenibili, consolidando la sua missione sul fronte dell’Alta Gioielleria. Oggi è Sarah Fabergé la più coinvolta nel rinato brand, in quanto membro del Fabergé Heritage Council insieme con Tatiana Fabergé e consulente del team creativo. Pur non avendo conosciuto nessuno dei componenti della famiglia originaria, Sarah ha studiato gli archivi per assorbirne lo spirito creativo. «Peter Carl era un artista-gioielliere - racconta Sarah - capace di combinare la maestria artigiana con una visionaria fantasia e noi vogliamo seguire la sua traccia, senza per questo limitarci a rileggere il passato. Ci chiediamo continuamente: ‘Che cosa avrebbe inventato Carl nel 2016?’ Le risposte che ci diamo utilizzano le sue stesse tecniche negli smalti e impiegano molte pietre di colore e diamanti». Così, oltre a una varietà di ciondoli a forma di uova, sono stati proposti finora pezzi innovativi come il best seller Gipsy bangle, ispirato alle cantanti tzigane, e una serie di Emotion rings con coloratissimi pavé di gemme. «Io sono particolarmente affezionata - confessa Sarah - a Summer in Provence e Secret Garden, collezioni che non appartengono al vissuto del fondatore ma secondo me combinano perfettamente il passato con il presente. Inoltre amo seguire le ordinazioni bespoke, su misura, che sono quanto di più congeniale alla tradizione di Fabergé». Ogni epoca, del resto, ha

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i suoi Zar: notissimi quelli del secolo scorso, sconosciuti e riservati quelli di oggi, dei quali il nuovo Fabergé mira a conquistare i favori offrendo prodotti e servizi esclusivi. The fact that Carl Fabergé was a Russian jeweller famous for creating the legendary Easter eggs for the Tzar is well-known. Once a year, at the beginning of the last century, the ateliers of the maison delivered to the palaces of Tzar Nicholas II two sculpture-eggs made of gold, gems, enamels and other precious materials, one for the Tzar’s wife and the other for his mother. They were realised with such a refinement and decorative complexity to always astonish the buyers not only for the 18 ct surprise they contained, but also for the creative opulence of the object per se. What is probably less known and that we are about to narrate, is what happened after the golden age of precious eggs, with the outbreak of the Russian Revolution and the arrest of the Imperial family. As all Russian aristocrats and privileged people, in 1918 also Carl Fabergé, born Karl Gustavovich Fabergé in Saint Petersburgh from a German jeweller and a Danish mother, in a family of French Huguenot descent, was obliged to flee to Riga and then abroad, carrying with him very few among the treasures preserved in the company safes, at that time nationalised by the Bolsheviks, though enough to settle in Switzerland in 1920 with his wife and eldest son Eugène. Unfortunately, the trauma was too strong to stand for the now old Carl who passed away in that same year. Only in 1922 also his son Alexander managed to escape from Russia, heading to Paris, the destination of a solid community of aristocrat émigrés and founded with his brother Eugène Fabergé et Cie., a company dealing with the trade and restoration of their father’s original items, as well as with the production of new jewels named Fabergé, Paris to distinguish them from those created in 77

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Heritage Orecchini della collezione Secret Garden con smeraldi, tanzaniti, e gialli, diamanti, tsavoriti, spinelli, tormaline e rubini. Earrings from the Secret Garden collection set with emeralds, tanzanites, blue, pink and yellow sapphires, diamonds, tsavorites, spinels, tourmalines and rubies.

Bracciale in oro bianco della collezione Secret multicolore, spinelli, smeraldi, rubini, tsavoriti, tormaline e diamanti. White gold bracelet from the Secret Garden collection with multicoloured sapphires, spinels, emeralds, rubies, tsavorites, tourmalines and diamonds.

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A destra Sarah Fabergé, pro-pronipote di Peter Carl Fabergé. In basso orologio in edizione limitata della collezione Summer in Provence con diamanti, smeraldi e tormaline paraiba. On the right Sarah Fabergé, Peter Carl Fabergé's greatgranddaughter. Below limited edition timepiece from the Summer in Provence collection set with diamonds, emeralds and paraiba tourmalines.

Russia. In the meantime, in Moscow and Saint Petersburgh the imperial treasures were being sold off, including eggs and jewels, at underestimated evaluations like the multitude of precious items seized from fugitive nobles. A sort of inflation of gems and jewels that became the business of a young doctor, Alfred Hammer, sent to the land of the soviets to cure typhoid fevers, but that actually never stepped into surgery: he found it more profitable to become the first concessionaire of Russian goods abroad, authorised by Lenin himself. In the early '30s, someone suggested him to display and sell these treasures in American Department Stores and this gave him fame and wealth. He obtained such a great success that an American businessman, Sam Rubin, decided to start a business in the perfume industry under the name of Fabergé, without asking for the family permission. The said family, in order to avoid long litigations, decided to sell the use of the name, though only for scents, all in all at a very moderate price. Since then, the name of the great jeweller was used on products that fell short of his noble history and things did not improve in 1989 when Unilever, the cosmetics corporation, acquired all rights and licences. Only in 2007, Pallinghurst Resources, a London-based mining company, acquired the now declined brand immediately announcing the intention of a relaunch. In fact, they managed to involve in this project the last members of the original family, that is Theo Fabergé, Carl’s grandnephew that, however, died a few months later, his daughter Sarah and Tatiana Fabergé, another grandniece of the great jeweller. So far, the international relaunch started in 2009, has followed very prestigious steps, from the advertising campaign realised by the photographer Mario Testino to the opening of boutiques in London, Geneva, Singapore, Beijing and Hong Kong. A further merger took Fabergé in the world of Gemfields, a leading company in the production of colour gems extracted in compliance with l'Orafo 2016

ethical and sustainable standards, consolidating its mission on the High Jewellery front. Today Sarah Fabergé is the most involved in the reborn brand, as a member of the Fabergé Heritage Council together with Tatiana Fabergé and as an advisor of the creative team. Even though she had never met the members of her original family, Sarah has studied all archives to absorb their creative spirit. «Peter Carl was an artist jeweller - Sarah says - able to combine artisan mastery with a visionary imagination and we want to follow his steps without merely reinterpreting the past. We are always wondering: “What would have Carl invented in 2016?” The answers we give ourselves use the same techniques in enamels and many colour stones and diamonds». So, beside a variety of egg-shaped charms, so far they have proposed innovative items such as the best seller Gipsy bangle, inspired to gipsy singers and a number of Emotion rings with extremely colourful gem pavés. «I feel a peculiar affection, Sara confesses, for Summer in Provence and Secret Gardens, two collections that do not belong to the founder's history, but that, in my opinion perfectly combine past and present. I also love following the tailor made, bespoke orders that are the most congenial to the Fabergé tradition». On the other hand, every age has its own Tzars: those belonging to the last century were very famous, while those living today are unknown and reserved, the target whose favours Fabergé is trying to conquer through the offering of exclusive products and services. 79

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Visual ON THE WEB

THE MOST PRECIOUS

WORDS

I social network e i messaggi sms cambiano i codici della comunicazione creando fenomeni virali. Ecco le parole pi첫 popolari nel vocabolario della rete foto di

Close Up stUdios - testo di Rosa Chiesa

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Visual Nella pagina precedente: anello chevalier della collezione DuKe in argento con smalto e zirconi swarovski. In basso: anello in oro rosa con diamanti e brillanti black. Previous page: &clò silver chevalier ring from the DuKe collection with enamel and swarovski zircons. Below: rose gold ring with black and white diamonds.

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Anello in oro rosa, onice e smalto. rose gold ring with onyx and enamel.

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Visual

Hashtag: the fabulous five Neologismi, nuova era della comunicazione digitale, nefandezze partorite grazie al T9, il sistema di digitazione automatica che prende fischi per fiaschi a spese di chi non rilegge gli sms, sono tutte preoccupazioni all’ordine del giorno quando si discute di parole e di nuovi linguaggi. In particolare, la viralità degli hashtag e il loro impatto mediatico ha fatto nascere la categoria delle superparole, ricche di contenuti più collettivi che singolari, portatrici di messaggi oggettivi, soggettivi e sociali. In realtà l’uso dell’hashtag «quella parola (o sequenza continua di parole) preceduta dal simbolo #, usata nell'ambito dei social network per categorizzare e rendere ricercabili contenuti correlati» – come la definisce l’Accademia della Crusca – è un mezzo di comunicazione esatto, rapido e leggero, che forse sarebbe stato apprezzato dal Calvino di Lezioni Americane. A ben vedere prima di lui anche Filippo Tommaso Marinetti in Parole in libertà scriveva «Manate di parole essenziali senza alcun ordine convenzionale. Unica preoccupazione del narratore rendere tutte le vibrazioni del suo io». Se per creare un hashtag basta infilare una selezionata sequenza di parole, eliminando segni di interpunzione e spazi, che restituiscano al meglio un concetto, a Marinetti sarebbe bastato un cancelletto (#) per calamitare migliaia di follower. Ma al di là delle questioni lessicologiche o grammaticali, gli hashtag sono una realtà della nostra epoca, utilizzati per aiutare gli utenti a seguire sui social network gli argomenti desiderati. La caratteristica che risulta subito evidente è la molteplicità di argomenti che questi contenitori, divisi in infinite categorie, riescono ad aggregare, dall’amore alla politica, dal giardinaggio ai libri, dal food alla felicità. Oggi il meccanismo dell’hashtag permette agli utenti di creare un link con coloro che hanno qualcosa da dire sullo stesso argomento (paradosso della virtualità), in ogni momento dal 2009 in avanti, e in ogni punto nel mondo. Come raccontava Bartezzaghi, parlare di hashtag significa anche parlare di “tormentoni”, perché in rete si inseguono le top ten dell’hashtag più popolare del momento. Tra i tormentoni attualmente più diffusi, in stretta connessione con le gallery su Instagram, si annoverano naturalmente #Love, parola associata non solo al principe azzurro e all’amatissimo pet, ma anche alla golosa torta alla crema preparata nel week end; #Me e #Follow, due modi per gratificare il proprio Io e contemporaneamente per creare interazione con altri postando la propria immagine ma anche condividendo le proprie selezioni preferite; sempre in tema di condivisione, chi ama stuoli di followers utilizzerà anche #tbt (throwback thursday), postando vecchie e nuove fotografie per regalare, unicamente di giovedì, ai propri affezionati qualche informazione in più su di sé. Infine non stupisce che #Happy, etichetta associata a tutto ciò che regala una sensazione di benessere, compaia tra gli hashtag più diffusi, una testimonianza che in fondo siamo tutti viralmente assetati di felicità. l'Orafo 2016

Neologisms, the new era of digital communication, villainess carried out due to T9, the automatic typing system that gets the wrong end of the stick at the expenses of those who do not revise their sms, are all daily worries when it comes to discussing about words and new languages. In particular, the viral spreading of hashtags and their media impact has led to the creation of a category of super-words, rich in more collective than individual contents, bearing objective, subjective and social messages. Actually, the use of hashtag “that word (or continuous sequence of words) preceded by the symbol #, used in the social network domain to categorise and make connected contents searchable", as defined by the Accademia della Crusca, is a precise, rapid and light means of communication that may have been appreciated by the Calvino of Lezioni Americane. It is worth remembering that before him even Filippo Tommaso Marinetti in Parole in Libertà wrote: «Handfuls of essential words without any conventional order. The only worry of the narrator being the communication of all the vibrations of his self». If to create a hashtag it is sufficient to put a selected sequence of words one after the other, eliminating all marks of punctuations and spaces, which better convey the concept, Marinetti would have just needed a # to attract the attention of thousands of followers. However, beyond any lexicological or grammar issues, hashtags are a reality of our age, used to help users to follow the desired topics on social networks. The feature that immediately stands out is the variety of subjects these containers, divided into endless categories, are able to aggregate, from love to politics, from gardening to books, from food to happiness. Today the hashtag mechanism allows users to create a link with those who have something to say on the same subject (a paradox of virtuality) any time from 2009 on, anywhere in the world. As Bartezzaghi used to say, speaking about hashtag also means talking about “hot topics”, as on the net we can find lists of the most popular hashtags. Among the most widespread hot topics, closely connected to the galleries on Instagram, we obviously find #Love, a word not only associated to the prince charming or to the beloved pet, but also to the tasty cream cake made during the weekend; #Me and #Follow, two ways to gratify yourself and, at the same time, to create interactions with other users posting your own image but also sharing your favourite selections; always speaking about sharing, those who are fond of multitude of followers will also use #tbt (throwback Thursday), posting old and new pictures to give some more personal information to their affectionate fans, strictly on Thursday. Finally, it is no surprise that #Happy, a hashtag associated to everything that gives a feeling of well being, is among the most widespread, an evidence that, after all, we are all virally thirsty for happiness. 84

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Girocollo della collezione Lettere in oro bianco e diamanti. white gold necklace with diamonds from the Lettere collection. l'Orafo 2016

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Visual

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Ciondolo di in plexiglass e argento. Silver pendant by with plexiglass. l'Orafo 2016

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Visual Anelli

in argento brunito, oro e diamanti della collezione Le lettere di Min첫. rings in burnished silver, gold and diamonds from Le lettere di Min첫 collection.

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Showcase your

MAGNIFICENT JEWELLERY at these WORLD-CLASS jewellery events

JUNE Hong Kong Jewellery & Gem Fair ONE OF ASIA’S TOP THREE FINE JEWELLERY EVENTS 23 - 26 June 2016 Hong Kong Convention & Exhibition Centre

SEPTEMBER Hong Kong Jewellery & Gem Fair THE WORLD’S NUMBER ONE FINE JEWELLERY EVENT 13 - 17 September 2016 !SIA7ORLD %XPO s (ONG +ONG

15 - 19 September 2016

Hong Kong Convention & Exhibition Centre

To exhibit, please contact: Sales Department, Jewellery Fairs, UBM Asia Ltd 17/F, China Resources Building, 26 Harbour Road, Wanchai, Hong Kong Tel: (852) 2516 1677 / 2585 6179 Fax: (852) 3749 7319 Email: salesjgf-hk@ubm.com

www.JewelleryNetAsia.com


Visual BIG AND SMALL

IN THE ISLAND

OF LILLIPUT Gioielli giganteschi si confrontano con mondi in miniatura. Un gioco di proporzioni che ha per protagonisti anelli, bracciali e spille di ispirazione animalier artwork di

diego Cusano per Close up studios

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Visual Nella pagina precedente: Bracciale di Roberto Coin in oro bianco e rosa con diamanti. In questa pagina, anello Ephémères di Mathon Paris in oro bianco e diamanti con pietra di luna e smalti. Previous page: Roberto Coin bracelet in white and rose gold with diamonds. In this page, Ephémères ring by Mathon Paris in white gold and diamonds with moonstone and enamels.

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Spilla Nageur Noir Et Blanc di Van Cleef & Arpels in oro cabochon, spinelli neri e onice. Nageur Noir Et Blanc brooch by Van Cleef & Arpels in white gold with diamonds, cabochon sapphires, black spinels and onyx. l'Orafo 2016

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Visual Bracciale Damiani della collezione Animalia in galuchat marrone con spilla centrale in diamanti bianchi, citrino. Damiani bracelet from the Animalia collection in brown galuchat with a central brooch in white, brown and black diamonds, yellow sapphires and citrine quartz.

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de Grisogono della collezione Mascote in oro rosa, diamanti brown e mammut. Rose gold ring by de Grisogono from the Mascote collection with brown diamonds and mammoth.

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ANNI CINQUANTA

made in italy

boom

Con le prime sfilate di moda la creatività italiana si espande nel mondo e favorisce la nascita di aziende orafe e gioielliere destinate a emergere di Simona infantolino

N

egli anni Cinquanta il clima austero del decennio precedente lascia spazio a una ventata di nuove idee e cambiamenti sociali e culturali. L'industrializzazione e l'espansione economica spingono a spostarsi dalle campagne alle città; sempre più donne abbandonano il tradizionale ruolo della casalinga per lavorare fuori casa e si lasciano alle spalle gli abiti-uniforme del periodo bellico per il New Look di Dior con gonne lunghe al polpaccio, vitino di vespa e décolleté valorizzato. Sono questi gli anni in cui sboccia la creatività italiana: è il 1951 a sancire ufficialmente la nascita del Made in Italy con la prima sfilata di moda a Firenze organizzata nella Sala Bianca di Palazzo Pitti da Giovan Battista Giorgini. Il successo delle collezioni lanciate dalle maison italiane si estende a 360° nel campo del design contagiando anche la gioielleria e favorendo la nascita di nuove realtà. L’oreficeria viene alleggerita attraverso nuove lavorazioni senza perdere i suoi contenuti preziosi, mentre alle linee pulite influenzate dal design industriale si affiancano forme più fantasiose. Ad Arezzo, distretto orafo tra i primi in Italia, nasce la scuola Orafa all'Istituto Margaritone e aziende come Unoaerre affermano la loro leadership di mercato valorizzando la sinergia tra produzione meccanica e finitura artigianale. Valenza Po invece si specializza nell’alta gioielleria con perle, diamanti, gemme preziose e pezzi unici che rendono alcuni brand locali molto famosi. Tra queste la Maison Damiani che ha portato il Made in Italy in Momenti di lavorazione delle dell'azienda valenzana Vendorafa Lombardi

Unoaerre.

tutto il mondo e Vendorafa Lombardi, nata in quegli anni, le cui lavorazioni originali hanno subito conquistato gli Stati Uniti. In the fifties the bleak mood of the previous years left an opening for a surge of new social and cultural ideas. Industrialisation and economic expansion was the trigger for moving away from the countryside to the cities: evermore women abandoned their traditional roles of being housewives to work away from home and left behind them the habits and uniforms of the post-war period for the Dior New Look with midi skirts, wasp waists and low necklines. It was in these years that Italian creativity flourished: in 1951 the birth of Made in Italy was officially introduced with the first fashion parade in Florence organised in the Sala Bianca of the Palazzo Pitti by Giovan Battista Giorgini. The overall success of the collections coming from the Italian fashion houses in the design field also included jewellery and new companies have been founded. Goldworking was streamlined by means of new finishing techniques and without foregoing the precious contents, whilst clean lines influenced by industrial design flanked more creative shapes. In Arezzo, one of the first goldsmith areas in Italy, the goldsmith’s school, at the Margaritone Institute and companies such as Unoaerre established their market leadership by enhancing the synergy between mechanical production and artisan finishes; Valenza Po, instead, specialized in top level jewellery with pearls, diamonds, precious gems and unique pieces that made certain local brands very famous. Amongst these were the Maison Damiani which took Made in Italy all over the globe and Vendorafa Lombardi, set up in these years, whose original workings immediately won over the market in the USA.


Inside Jewelry BASELWORLD

Baselworld è in

the great

24 Marzo all'interno

venue

Messeplatz (nella ristrutturata.

Come ogni anno gli operatori si preparano al grande Salone svizzero divisi tra l'ansia e l'entusiasmo, con alte aspettative di

antonella Garello

A

Basilea si fa il fatturato o si muore» commenta scherzando un operatore valenzano. Scherzando, ma forse non troppo, perché l'appuntamento col Salone elvetico resta davvero fondamentale per tante aziende orafe: di alto o altissimo livello, sia chiaro, perché i costi complessivi di partecipazione sono decisamente importanti e proibitivi per le realtà più piccole e meno strutturate. A Baselworld, lo abbiamo scritto in tante altre occasioni, si dà appuntamento l'intero mondo della gioielleria; qui non solo si incontrano i propri clienti ma c'è la possibilità di intercettarne di nuovi, di affacciarsi su nuovi mercati, di far conoscere le nuove collezioni, di prendere visione, anche, delle novità in fatto di pietre, tagli, macchinari e packaging. I numeri relativi alla prossima edizione, in programma dal 17 al 24 Marzo, confermano tutta l'importanza della manifestazione, che coprirà una superficie espositiva di oltre 140 mila metri quadrati dove si concentreranno 1500 aziende espositrici tra i più prestigiosi brand internazionali di gioielleria e orologeria, 150 mila visitatori professionisti del settore, oltre 4300 giornalisti da tutto il mondo. In questa pagina, in alto: una delle novità presentate a Baselworld dalla manifattura Eberhard & Co., che il prossimo anno festeggia i 130 anni di attività: l'iconico modello Extra-fort con nuovi quadranti. Qui accanto: anello Mimosa Arlecchino, realizzato in oro con importante rubino centrale, dalla collezione di Alta Gioielleria della maison Damiani. l'Orafo 2016

«In Basel you either achieve good proceedings or you die!» is the joking comment of a dealer from Valenza. Perhaps he is not entirely joking though, since the Swiss rendezvous is truly a fundamental event for so many jewellery businesses: of a high or very high level, of course, because overall attendance costs are definitely significant and indeed prohibitive for smaller and less structured businesses. Baselworld, as we have so often written, is where the whole world of jewellery comes together. Here dealers meet their customers, and may also find new ones, enter new markets, let others get to know their new collections, see what is new in terms of gems, cuts, machinery and packaging. Figures for the coming edition, scheduled from March 17 to 24, confirm all the importance of this event, which will cover an exhibition surface of over 140 thousand square metres where 1500 exhibitors among the most prestigious international brands of jewellery and watchmaking, 150 thousand professional visitors and over 4300 journalists from all around the world will meet. This page, top: one of the new items presented at Baselworld by Eberhard & Co., which next year will be celebrating 130 years in business - the iconic Extra-fort model with new dials. Left: a Mimosa Arlecchino ring, in gold with a conspicuous central ruby, from the Alta Gioielleria collection by Damiani. 97

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Inside Jewelry VICENZAORO JANUARY

temperatura

stabile

Come era prevedibile, l'edizione di gennaio si è conclusa senza grandi entusiasmi ma al tempo stesso senza forti delusioni di

AntonellA GArello

A

ncora una volta - come era del resto un po' inevitabile, vista la situazione politica ed economica a livello mondiale - la fiera di Vicenza si è conclusa, per stare nella terminologia calcistica, con un sostanziale pareggio: non si è gridato al miracolo ma neppure al disastro. Secondo le testimonianze di un buon numero di espositori non ci sono stati grandi risultati ma neppure forti delusioni. La non ridente situazione generale sembra richiamare i buyer alla cautela: grande attenzione al prezzo e alle condizioni di pagamento, pochissima voglia di rischiare, ordini abbastanza modesti, tanti impegni generici per un futuro che ci si augura un po' meno fosco. Di negativo bisogna registrare la diminuzione di contatti e ordini dal mercato russo - stretto tra la secca diminuzione del prezzo del petrolio, le sanzioni imposte al Paese e il deprezzamento del rublo - e dai Paesi arabi, sconvolti da impressionanti disordini politici e sociali. Di positivo, per contro, va citato il ritorno di un certo numero di compratori italiani, intenzionati a rifornire in qualche misura i magazzini, e la tenacia e le capacità di tanti espositori, che in fiera hanno portato nuove linee e collezioni proponendo una gamma vastissima di modelli, differenti per stile, lavorazione, preziosità, design, materiali. Da segnalare, infine, anche il report sulle vendite natalizie di gioielleria presentato da Federpreziosi Confcommercio, di cui ci occupiamo in un'altra sezione di questa rivista. In questa pagina, dall'alto: collier della collezione Croci di Bliss in oro bianco e diamanti; dalla collezione Flex'it, bracciale della nuova linea Vendôme di Fope in oro e diamanti, reso elastico da un sistema di minuscole molle, anch'esse in oro, nascoste tra le maglie; anello Jungla Tiara a forma di tucano di Misis, in argento placcato oro con grande ossidiana verde e zirconi colorati. Pagina a lato, dall'alto in senso orario: orecchini in oro rosa della nuova linea Le Briciole Rosa di leBebé Gioielli, disponibili in oro rosa con un diamante o, nella versione più preziosa, con pavé di diamanti; orecchini Noor di Casato Roma, in oro con smeraldi e diamanti bianchi, proposti anche nelle versioni con rubini o zaffiri; bracciali della collezione Papaveri di Nouvelle Bague, in oro con diamanti e smalti. Nelle immagini riquadrate, uno scorcio dei padiglioni e, in basso, Corrado Facco e Matteo l'Orafo 2016

Marzotto, direttore generale e presidente di Fiera di Vicenza. Once again – as was in a way inevitable, taking into account the world’s political and economic situation – the Vicenza fair, to use a term from football, ended basically in a draw: no miracle was recorded, but no disaster either. According to a fair number of exhibitors, there were no great results but neither did it turn into a bloodbath. The generally gloomy situation seems to call buyers to apply caution: great attention to prices and payment conditions, very little wish to run risks, rather small orders, a lot of general commitments for a future which everybody hopes will be less grim. A negative fact is the decrease in contacts and orders from the Russian market – squeezed between the fall in oil prices, sanctions imposed on 98

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I prossimi appuntamenti con Fiera di Vicenza VicenzaOro Dubai e per VicenzaOro

the country and devaluation of the ruble – and the Arab countries, going through terrific political and social turmoil. A positive fact however is a comeback by some Italian buyers who wish to replenish in some way their stock and the determination and capacity of so many exhibitors who have brought new lines and collections to the fair, providing an enormous range of models with different styles, processing, preciousness, design and materials. Especially interesting was also the report on Christmas jewellery sales submitted by Federpreziosi Confcommercio, which we speak of in another feature in this magazine. On the page alongside from top down: necklace by Bliss from the Croci collection, made of white gold and enhanced by diamonds; from the Flex'it collection, a bracelet of the new Vendôme line by Fope in gold with diamonds, made elastic by a system of minute springs which are hidden between the meshes; Jungla Tiara toucan-shaped ring by Misis, made of gold-plated silver embellished with a large green obsidian and coloured zircons. On this page, clockwise top down: rose gold earrings from leBebé Gioielli's new Le Briciole Rosa line, available in rose gold with a diamond or, in the more precious version, with a diamond pavé; Casato Roma's Noor gold earrings, enriched with emeralds and white diamonds, also available in the versions with rubies and sapphires; bracelets from the Papaveri collection by Nouvelle Bague, with gold, diamonds and beautiful enamel. In the boxed images, a view of the pavilions during this last edition and, on the right, Corrado Facco and Matteo Marzotto, general director and president of Fiera di Vicenza. l'Orafo 2016

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Inside Jewelry ISTANBUL

L'Istanbul Jewelry Show è in programma dal 10 al 13 Marzo presso il Centro Fieristico di Istanbul. La scorsa edizione ha visto la partecipazione di oltre 46 mila visitatori da tutto il mondo.

un ponte

prezioso Nonostante la grave crisi che interessa la regione, la Turchia resta una fondamentale cerniera tra Europa e Medio Oriente di

AntonellA GArello

D

al 10 al 13 Marzo l’Istanbul Fair Center (CNR Expo) della metropoli turca ospita l’Istanbul Jewelry Show, giunto alla sua 42a edizione. Organizzata da UBM Rotaforte, la fiera occupa sei padiglioni, per una superficie espositiva totale di oltre 60 mila metri quadrati che accoglieranno gli oltre 1250 espositori provenienti da una trentina di Paesi. Diverse migliaia i visitatori internazionali attesi, tutti professionisti del settore - l’anno scorso sono stati oltre 46 mila. La manifestazione sta destando sempre maggiore interesse da parte degli operatori a livello mondiale, non solo per la sua vasta offerta espositiva - che comprende gioielleria, oreficeria, accessori in argento, pietre e macchinari - ma anche per l’importanza del mercato turco a livello sia di produzione sia di acquisti di gioielli e per la posizione geografica strategica della Turchia. Nonostante la grave crisi che interessa tutta la regione, infatti, il Paese resta una fondamentale cerniera tra Europa e Medio Oriente e offre alle aziende espositrici la possibilità di incontrare fornitori e buyer provenienti da Turchia, Paesi europei, Medio Oriente, Russia e nazioni CIS, Europa dell’Est, Nord Africa e Paesi dell’area mediterranea. In questa pagina: alcune immagini della scorsa edizione e, in alto, un anello della collezione Pied de poule di Roberto Bravo, realizzato in oro giallo con smalti e pavé di rubini. l'Orafo 2016

From 10 to 13 March, the Istanbul Fair Center (CNR Expo) in this Turkish metropolis will host the 42nd edition of the Istanbul Jewelry Show. Organized by UBM Rotaforte, the fair boasts six pavilions laid out over a total exhibiting surface area of over 60 thousand square metres hosting more than 1,250 exhibitors from around thirty countries all over the world. Thousands of visitors from the professional sector are expected and last year over 46 thousand attended. The show continues to attract increasing interest from global operators, not solely because of its vast proposals including jewelry, gold, silver, gemstone, accessories and machinery, but also for the importance of the Turkish market, in terms of jewellery production and consumption as wel, and the strategic geographic position of Turkey. In fact, despite the grave crisis affecting the entire region, the country has remained an essential link between Europe and the Middle East offering exhibiting companies the chance of meeting suppliers and buyers from Turkey, European Countries, the Middle East, Russia and CIS States, Eastern Europe, North Africa and Mediterranean countries. On this page are some pictures of the last edition and, top, a gold ring with enamels and ruby pavé from the Pied de Poule collection by Roberto Bravo. 100

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Il nuovo gioiello

pensato per le mamme in attesa

Suonamore, un dolce richiamo in argento che protegge mamma e bimbo nei nove mesi piĂš importanti da vivere insieme. www.suonamore.it

Š Lucebianca



Inside Jewelry RESEARCH

WINTER HOLIDAYS

SHOPPING

Un'indagine di Federpreziosi Confcommercio conferma che il periodo natalizio resta ancora il momento migliore dell'anno per le vendite di gioielli e orologi di

Rosa Chiesa

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Inside Jewelry In apertura: le vetrine di Tiffany & Co, Cartier e Bulgari con addobbi natalizi e, in alto, croci di Artlinea in oro e diamanti. In questa pagina: di Van Cleef & Arpels, in oro e diamanti; bracciale Vendorafa in oro e diamanti. Pagina a lato: bracciale Aura di Roberto Demeglio in ceramica high-tech nera e dorata.

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mergono come di consueto dati interessanti dall’indagine Federpreziosi Confcommercio, realizzata da Format Research e presentata in occasione di VicenzaOro January; condotto su un campione di 400 imprese e più di 1000 intervistati, lo studio ha registrato l’andamento dell’attività economica del settore nel periodo natalizio 2015, raccogliendo dati e suggestioni da consumatori e imprese. Sono i giovanissimi del Sud Italia e Isole, in particolare quelli che appartengono alla fascia d’età compresa tra i 18-24 anni, ad avere impresso una svolta positiva alle previsioni di vendita: l’intenzione di acquisto, che secondo le stime di Confcommercio Format Research si attestava al 7,8%, ha raggiunto 14,7% proprio grazie agli acquisti dell’ultima ora, come confermano tre gioiellieri su quattro che riconoscono il periodo tra il 20 e il 24 dicembre come il momento più propizio. Fiducia quindi, ma è una strada ancora «in salita» quella del gioiello, come afferma Giuseppe Aquilino (Presidente Federpreziosi Confcommercio), «sino a quando perdurerà la pesante situazione economica, che si protrae da ormai troppi anni». Le vendite dei preziosi secondo quanto appreso dalle imprese (senza la comparazione con i bilanci) hanno registrato un calo nei ricavi, rispetto al 2014, per il 53,4% degli intervistati; per il 15,9% hanno riportato un aumento, mentre secondo il restante 30,7% i ricavi sono rimasti invariati. Un mercato penalizzato dalla congiuntura economica attuale (per il 93% degli intervistati), a cui aggiungere, secondo le imprese, la contrazione da imputare ad altri acquisti di pari o minor valore, ma anche ai limiti imposti sull’uso del contante a 1000 euro e alla tracciabilità oltre i 3600 euro; meno peso viene invece imputato alla concorrenza delle vendite online e di prodotti esteri. Nulla di nuovo rispetto alla consuetudine dei consumatori di acquistare gioielli presso gioiellerie tradizionali, a conferma dell’importanza di affidarsi a un profesl'Orafo 2016

sionista competente, in grado di capire e soddisfare i gusti e le esigenze della propria clientela storica (circa il 75% dei consumatori), ma anche di riconoscere un luogo fisico accogliente, nel quale aver sperimentato una “precedente positiva esperienza”, come rileva il direttore di Federpreziosi Steven Tranquilli. Il dato relativo agli acquisti effettuati in rete, pur non incidendo significativamente sui risultati, offre alcune indicazioni sulle trasformazioni degli stili di vita e di consumo: il vantaggio economico, la facilità e la comodità di non doversi attenere a orari prestabiliti ma di poter acquistare in ogni momento della giornata senza preclusioni, rendono questo mercato appetibile. Da rilevare però che la diffusione di aziende in possesso di un sito web - che nella maggioranza dei casi funge solo da vetrina - è molto diversa a seconda delle aree geografiche, in particolare la diffusione nel Centro Sud e Isole è di circa la metà rispetto al Nord Ovest. Ma quali sono stati i beni più venduti? Secondo il 44,8% dei gioiellieri interpellati, gli oggetti preziosi detengono il top delle vendite, con in testa ornamenti in argento con o senza pietre (22,9% ), gioielleria di brand conosciuti (20,9%), oreficeria (17,6% ) e gioielleria non “logata” (14,4%), in particolare il regalo più frequente sembra essere il bracciale per le donne, seguito da collane, orecchini e orologi soprattutto acquistati da un pubblico maschile. La quota di spesa disponibile è diminuita, come rileva ancora Steven Tranquilli, e questa tendenza è ampiamente confermata dalla vendita di orologi (registrata dalle imprese): quelli con un prezzo inferiore a 500 euro, secondo un campione di aziende del 15,9%, sembra aver registrato il miglior successo (22,4%), seguito dalle vendite di oggetti appartenenti alla fascia tra i 500 e i 3000 euro (3,7%), e da quelle di alta gamma (da 3.000 a 8.000 euro) che hanno raggiunto solo lo 0,7%. Non stupisce dunque il dato di successo relativo alle vendite dei bijoux - con differenze sostanzial104

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I PRODOTTI PIÙ VENDUTI PER NATALE 2015 Mi potrebbe indicare, in particolare, quali prodotti sono stati maggiormente acquistati per il Natale 2015 nella Sua gioielleria? BRACCIALI / BRACCIALETTI

COLLANE / COLLIER

53,1% OROLOGI

30,2% CIONDOLI

26,4% ALTRI ANELLI

23,0% SPILLE

12,7%

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29,5% FEDI / ANELLI FIDANZAMENTO

14,7% GEMELLI / FERMACRAVATTE

1,9%

mente irrilevanti tra quelli realizzati da brand noti e quelli non brandizzati: secondo il 39,9% degli intervistati sono stati i più venduti, confermando appunto l’andamento del trend registrato dall’orologeria. As usual, the Federpreziosi Confcommercio study carried out by Format Research and presented at VicenzaOro January brings out some interesting data. Involving a sample of 400 businesses and over 1000 individuals interviewed, the study shows trends over the 2015 Christmas season, collecting data and suggestions from consumers and businesses. Very young people from southern Italy and the islands, especially those 18 to 24 years old, gave a positive trend to the sales forecasts: intention to buy, around 7.8% according to the estimates by Confcommercio Format Research, reached the figure of 14.7% thanks to last minute purchases, as three jewellers out of four confirm that the period between December 20 and 24 is the best moment.Confidence then, but an uphill road still lies ahead for the jewellery business; as Giuseppe Aquilino (President of Federpreziosi Confcommercio) puts it, «as long as the difficult economic situation, which has already gone on too long, lasts». Without a comparison being possible with financial statements, 53.4% of businesses interviewed report a fall in earnings from the sale of jewellery compared to 2014; 15.9% say

ORECCHINI

1,5%

their earnings have increased, while the remaining 30.7% say their earnings have remained unchanged. To a market punished by the current economic situation (according to 93% of those interviewed), businesses say one must add the contraction due to other purchases of equal or less value, but also to the limits placed on the use of cash to less than 1000 euros and to traceability obligations for transactions exceeding 3600 euros; less weight is given to competition by online sales and foreign products. Nothing new in customers' habit of purchasing jewellery from traditional jewellers' shops, confirming the importance of being able to rely on competent professionals who can understand and satisfy the tastes and needs of their historic customer base (about 75% of consumers), but also of finding a welcoming physical space, where they have already had a «previous positive experience», as the director of Federpreziosi, Steven Tranquilli, points out. On a constantly changing marketplace, data about online purchases, though they do not significantly affect the results, offer indications about changing life and consumption styles: the economic advantage, the ease and the comfort of not having to adapt to fixed opening hours, but being able to buy at any time of day without any difficulty, all of this makes it an appetising market. However, the number of businesses

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Inside Jewelry

GLI ACQUISTI ON LINE Quali sono le ragioni principali per cui ha scelto di acquistare gioielli, preziosi, orologi e bijoux su internet anziché recarsi ad acquistarli presso una gioielleria tradizionale?

which have a website – in the majority of cases, only a show as no surprise, and there is no significant difference between window – differs greatly by geography: in the Centre, South branded and unbranded items: 39.9% of those interviewed say and Islands, about half as many have websites as in the North costume jewellery topped the sales, thus confirming the trend in West of Italy. But which items sell the best?44.8% of jewellers watches. interviewed say that fine jewels top the sales list, led by silver orPERCHÉ I CONSUMATORI SCELGONO naments with or without stones DI VISITARE UNA GIOIELLERIA (22.9%), jewellery of well known brands (20.9%), gold (17.6%) and A suo avviso, con riferimento al Natale 2015, quali sono le motivazioni unbranded jewellery (14.4%). The most common gift seems to be principali che hanno spinto i consumatori a visitare il Suo punto vendita? bracelets for women, followed by necklaces, earrings and watches, mainly bought by male customers. The amount people can spend has gone down, as Steven Tranquilli notes, and this trend is confirmed by the sale of watches (as recorded by the businesses): those costing less than 500 euros, according to a 15.9% sample of companies, seems to have met with the most success (22.4%), followed by items belonging to the range between 500 and 3000 euros (3.7%), while the high range (from 3.000 to 8.000 euros) covers 0.7%. The successful sale of costume jewellery then comes l'Orafo 2016

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Inside Jewelry MERCATI

un nuovo

scenario Grazie all'accordo sul nucleare e alla rimozione dell'embargo, l'Iran torna a destare l'interesse delle aziende orafe italiane di

Sonia Sbolzani

I

l settore orafo italiano, malgrado il collasso dei prezzi delle materie prime e varie questioni geopolitiche che destabilizzano i mercati mondiali, ha registrato un 2015 in sostanziale ripresa. Se da un lato Paesi come gli Emirati Arabi Uniti hanno subito una battuta d’arresto, dall’altro USA, Hong Kong, Svizzera, Francia sono tornati a crescere, così come alcuni Paesi emergenti. Secondo l’analisi della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo e il Club degli Orafi Italia, tra le destinazioni più interessanti per la nostra gioielleria nel prossimo futuro vi è l’Iran, soprattutto a seguito dell’accordo sul programma nucleare e della rimozione delle gravose sanzioni economiche, che hanno aperto un nuovo capitolo nelle relazioni internazionali, agevolando ulteriormente il passaggio dell’economia nazionale verso il libero mercato. Anche le analisi della Farnesina sottolineano le potenzialità di questo Paese, che vanta storicamente una solida tradizione orafa e sta dimostrando una crescente attenzione verso i beni di lusso. Dai risultati di uno studio dell'Organizzazione iraniana per lo sviluppo e il commercio è emerso che nelle 30 province dello Stato vi sono oltre 15mila gioiellerie al dettaglio, dove l'oro 18 carati fa la parte del leone coprendo l’85% del mercato settoriale. I principali canali di vendita in Iran sono i bazar, in particolare quello di Teheran, oltre ai negozi nelle località turistiche sul Mar Caspio e nell’isola di Kish, e i potenti grossisti della capitale. I periodi più floridi per le vendite di preziosi in Iran sono il mese di Marzo (per via del Capodanno persiano) e il trimestre da Giugno a Settembre, in cui solitamente sono celebrati i matrimoni. Negli ultimi anni, comunque, i consumatori iraniani sono l'Orafo 2016

sempre più attratti dai gioielli europei, ed è qui che noi Italiani possiamo e dobbiamo giocare bene le nostre carte. Secondo fonti ICE-Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, il segmento del gioiello di design occidentale, la cui incidenza in valore viene stimata intorno al 30% del mercato iraniano, è in gran parte soddisfatto da articoli importati dalla piazza di Dubai e in misura inferiore dalla Turchia e dalla Thailandia. Nel Paese sono censiti circa 6mila laboratori orafi, in genere di microdimensioni (fino a 5 addetti), e il costo del lavoro è relativamente basso. Per quanto riguarda i tipi di gioielli più richiesti, il 50% delle vendite è assorbito da braccialetti e catene d’oro giallo, ma si stanno facendo largo anche manufatti in oro misto, giallo e bianco, mentre l’argento è più diffuso nel circuito degli oggetti di arredamento della casa. Come in tutto il Medio Oriente, gli acquisti di gioielleria vengono considerati un importante mezzo di investimento: il 25% viene acquistato per le nozze, il 15% per doni offerti in ricorrenze speciali, il 60% è destinato invece a oggetti per uso personale. Paese ricchissimo di risorse energetiche strategiche (secondo produttore petrolifero Opec, secondo al mondo per riserve di gas naturale, terzo per riserve di petrolio), con un PIL elevato, 70 milioni di abitanti, di cui oltre due terzi in età lavorativa (15-64 anni), quindi con una certa propensione al consumo e dotati di un buon grado di scolarizzazione, l’Iran ha manifestato la ferma intenzione di entrare nel WTO, creando i presupposti per migliorare gli standard di vita della popolazione e incentivare la presenza imprenditoriale straniera. Per quanto riguarda, nello specifico, il comparto della gioielleria, va detto che la produzione locale può contare sulla presenza di ingenti giacimenti auriferi (in parte ancora inesplorati) e di turchesi, la cui 108

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Pagina a lato: anelli in oro e diamanti della collezione Italian Stories Donna di Comete Gioielli e, al centro, anello scomponibile di Polello tennis della collezione Iconity di Crieri in oro bianco, giallo e rosa con diamanti bianchi; bracciale di Antonini

produzione dirette in quell’area. ICE fa altresì presente l’importanza cruciale di avviare programmi di formazione professionale di operatori iraniani in collaborazione con scuole e università italiane che dispongono di corsi di design, gemmologia e ingegneria del gioiello con il supporto dell’Associazione italiana dei produttori di macchine per l’oreficeria a scopo di fornitura di piccoli laboratori. Ultimo ma non ultimo, occorre puntare alla commercializzazione in Iran di orologi-gioiello da polso che evidenziano valori di importazione in forte crescita. Infine, in omaggio alla millenaria tradizione orafa persiana, è doveroso un cenno agli strepitosi gioielli della Corona appartenuti ai sovrani del Paese, comprendenti varie corone e troni decorativi, oltre trenta tiare, dozzine di spade e scudi ingioiellati, innumerevoli diamanti e altre gemme, diversi servizi in oro e altri oggetti di assoluto pregio. Tra i pezzi di maggior valore vi erano anche, una volta, il Koh-i-Noor, nonché il Darya-ye Noor, due dei diamanti più grandi al mondo, entrambi originari di Golconda in India (il Koh-i-Noor a metà ‘800 passò a far parte dei gioielli della Corona britannica, mentre il Darya-ye Noor si trova tuttora in Iran). I gioielli della corona vennero utilizzati per l'ultima volta dalla dinastia Pahlavi, i cui esponenti vennero costretti a prendere la via dell’esilio nel 1979 a seguito della rivoluzione khomeinista. Attualmente sono custoditi nei caveau della Banca Nazionale dell'Iran.

qualità è rinomata in tutto il mondo. Fino a ieri il nostro export è stato penalizzato da restrizioni, divieti e dazi, ma ora si prospettano ampi margini di crescita. In proposito è indispensabile intensificare e rafforzare la collaborazione tra gli operatori iraniani (produttori, grossisti, buyer) e i distretti orafi italiani e, dunque, diventa importante partecipare alla fiera annuale Gold, jewellery, silverware and watches, che si svolge a Teheran ogni primavera, dove si trovano concentrati tutti i maggiori traders e compratori del Paese. Inoltre si consideri che, poiché in Iran il settore della gioielleria non gode della visibilità solitamente garantita dai mezzi di comunicazione presenti nei circuiti internazionali (pubblicità e altre iniziative di marketing sono bandite dal Governo), l’apprezzamento del prodotto viene di fatto affidato totalmente alla fiducia del consumatore. In conclusione, in virtù delle ampie possibilità di sviluppi commerciali con il nostro Paese che il settore della gioielleria iraniano indubbiamente offre, ICE raccomanda iniziative congiunte nei campi della produzione con i distretti orafi italiani. Gli esperti sono concordi nel ravvisare considerevoli potenzialità di sfruttamento di vecchi e nuovi giacimenti locali, che potrebbero portare la produzione iraniana di oro a 2-3 tonnellate all’anno. Rilevante per il business è altresì la presenza di un tessuto artigianale vivo e dinamico. L’80% delle esportazioni di gioielleria iraniana e’ destinata a Dubai e più in generale ai Paesi del Golfo Persico; il che palesa alle nostre aziende l’opportunità di costituire con partner iraniani specifiche linee di l'Orafo 2016

English translation: see pag. 114 109

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Inside Jewelry GEMMOLOGIA

mercato e

genetica I più recenti metodi per l'identificazione certa delle ostriche che hanno dato origine a una perla si basano sulla mappatura del loro DNA di

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E

normi passi avanti sono stati fatti nella ricerca in campo gemmologico, per quanto riguarda sia le gemme inorganiche sia quelle organiche. Metodi di analisi che fino a qualche decennio fa sembravano fantascientifici sono diventati realtà, basti pensare alle innovazioni apportate al campo mineralogico, e quindi anche a quello gemmologico, con l’introduzione nei laboratori di analisi di strumentazioni che sfruttano lo studio degli spettri prodotti dalle gemme quando queste vengono sottoposte a una sorgente eccitante (spettroscopia micro-Raman, spettrofotometria ED-XRF) oppure l’analisi della fluorescenza alla luce ultravioletta (es Diamond View). Recentemente, grazie alla collaborazione tra lo Swiss Gemmological Institute SSEF e lo Swiss Federal Institute of Technology di Zurigo, si è scoperta una nuova metodologia per lo studio delle perle. Partendo dal presupposto che le perle sono il prodotto di organismi viventi, e quindi dotati di DNA - acido desossiribonucleico o deossiribonucleico - cioè l’acido in cui sono depositate tutte le informazioni genetiche degli organismi viventi, questo studio vuole sfruttare la conoscenza di questo DNA, tipico e caratteristico di ogni specie vivente, per poter classificare “l’ostrica” che ha prodotto la perla. Con lo sviluppo della coltivazione delle perle all'inizio del XX secolo, queste gemme hanno acquisito una maggiore accessibilità e popolarità rispetto alle epoche precedenti: il loro commercio muove ormai un’industria miliardaria. La sostanziale differenza di valore economico tra diversi tipi di perla dipende dalla qualità, dalla rarità e soprattutto dall’ origine, che può essere naturale o coltivata, il risultato cioè d’una operazione chirurgica praticata dall’uomo sul mollusco. Di conseguenza i prodotti vanno dall’economico di bassa qualità, in genere perle coltivate d’acqua dolce, fino a perle naturali rare e molto ricercate - una per tutte la celeberrima Peregrina. Il maggior valore delle perle naturali ha portato a molti tentativi fraudolenti, volti a far passare le perle coltivate per naturali. In altri casi si sono prodotte perle coltivate da Pinctada Maxima e/o Pinctada Margaritifera per farle assomigliare a perle naturali da Pinctada Radiata, più ricercate e rare. Le perle, come altri materiali di origine organica, sono il prodotto non di processi geologici, bensì il sottoprodotto di processi di biomineralizzazione, prodotti cioè da organismi viventi. Come l’avorio, il corallo e altre gemme di origine animale o vegetale, di solito contengono piccole quantità di materia organica tenute insieme da una matrice minerale. Questa materia organica può contenere esigue quantità di DNA che può essere prelevato e analizzato usando nuove tecniche di estrazione ed identificazione. Studi risalenti già al 2013 hanno applicato questo procedimento a diversi tipi di perle e ostriche con risultati sorprendenti e molto l'Orafo 2016

incoraggianti. Le ultime ricerche si sono concentrate, effettuando test, su perle provenienti da tre tipi di molluschi: Pinctada Margaritifera (perle nere di Tahiti dalle Fiji e dalla Polinesia Francese), Pinctada Maxima (perle bianco-dorate dell’Australia e dell’Indonesia) e Pinctada Radiata (Golfo Arabo-Persico). Il DNA è stato estratto mediante micro foratura e ciò, fatto rivoluzionario, non comporta distruzione del campione e quindi perdita economica. I risultati sono stati ottimi. Grazie alla mappatura del DNA si è stati in grado d’ottenere, infatti, l'identificazione conclusiva della specie di ostriche a cui corrispondeva una perla. Il commercio normalmente si affida a laboratori gemmologici specializzati per identificare e distinguere i vari tipi di perle; questa identificazione di solito si basa su test effettuati con radiografia, luminescenza a raggi X, μ-tomografia a raggi X, in combinazione con fluorescenza a raggi X (EDXRF), microspettrometria Raman e così via: recentemente, si è aggiunta anche la datazione al radiocarbonio. Ma, nonostante la tecnologia, per alcune perle l’identificazione resta incerta: la mappatura del DNA potrebbe risolvere questi dubbi. La materia organica presente nella matrice di CaCO3 è un’ottima sorgente di DNA, che è ben conservato nella perla anche quando questa sia stata raccolta molti anni prima e custodita in condizioni atmosferiche normali, in un cassetto o in cassaforte. Una perla è costituita per circa il 92% da CaCO3 (carbonato di Calcio), per il 4% da materia organica e per un altro 4% da acqua e piccole quantità di sostanze residue. Il DNA d’una perla non era mai stato prelevato dalla sua materia organica, quel che è stato estratto e analizzato sono soltanto le sue proteine. Precedenti studi in questo campo si erano basati sul recupero del DNA da gusci di cozze calcificate e dal legamento che tiene unite le valve della conchiglia. In realtà, gli studi che al momento si concentrano sulle perle un domani potrebbero essere applicati a corallo e avorio. Il DNA, infatti, è stato tratto anche da altre gemme organiche e da materiale organico contenente CaCO3 (ossa e denti, coralli, gusci d'uovo, avorio). Per ora questa tecnologia è in fase di sviluppo e di brevetto, ma se ne possono già ipotizzare le ripercussioni. La novità dei test non distruttivi è di notevole importanza anche per il sistema doganale internazionale, onde tutelare le specie a rischio. Grazie a tali identificazioni, questo metodo può significativamente incrementare la trasparenza (tramite l’individuazione dell’origine e della specie) e prevenire le frodi, un aspetto applicabile anche ad altre gemme organiche. *Responsabile Settore Formazione Igi Anversa per il Distretto Adriatico Centro-Meridionale English translation: see pag. 114 110

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English Text

STEAMpunk ATTITUDE See Page 26 Steampunk What would happen if some of the technologies we use today could travel back in time to the nineteenth century? If past, present and future could blend together in a single, dystopic vision? The science fiction author K.W. Jeter coined the term Steampunk in the 1980s, defining a mood which had been around for some years and partly coincided with cyberpunk: a parallel dimension, located in the nineteenth century, contaminated by the most recent objects and technologies. The engine powering it all is steam – the choice of the name is no coincidence – which moves the gears to be seen everywhere in this kind of illustration. In modern literature, inspiration comes from books by Jules Verne (like Journey to the Interior of the Earth or Twenty Thousand Leagues Under the Sea), Conan Doyle (The Lost World) and H. G. Wells (The Time Machine and War of the Worlds), forerunners of a genre mixing science fiction and history, and of novels like Perdido Street Station by China Miéville and Leviathan by Scott Westerfeld. From literature to cartoons and finally the cinema, Steampunk in the following years would affect every field of art, influencing films like Wild Wild West by Barry Sonnenfeld (with its unforgettable giant mechanical spider in a Western setting) or The League of Extraordinary Gentlemen by Stephen Norrington, taken from a Steampunk cartoon of the same name by Alan Moore. In recent years, with help from a widespread apocalyptic mood, Steampunk has gathered so many followers that it has managed to influence fashion and jewellery, as well as TV serials (for example Doctor Who), advertising (like the Toyota ad promoting the hybrid car, set in a future which is hypertechnological in every detail except for crank-driven cars) and video games (Final Fantasy). The fashion system has launched structured corsets and armour clothing by Jean Paul Gaultier, shoes with metal and bolts by Alexander McQueen and Victorianstyle punk clothing by Vivienne Westwood. Nor has the world of jewellery been able to resist the powerful temptation to contaminate rings, necklaces and earrings with gears and mechanical parts. Watches especially have been affected by this trend, which has stripped them

of their casing to expose the mechanism. Skeletonization Skeletonization is a typical métier d’art of traditional watchmaking: a technique of high craftsmanship which makes the movement of a watch resemble fretwork. Patiently, meticulously, expertly, master engravers remove as much material as possible from the various mechanical components: from the bottom plate to the bridges, from the barrel to the motion work, each gear or metal piece is rounded off, drilled, made as thin as possible – cut down to the bone. In the past, the file was used to the very limit, approaching the breaking point; then a burin and chisel would be used to decorate the remaining surfaces with a light spiderweb of thin mechanical threads, a precious “lace effect”. The result was a watch which was extraordinarily decorative, but with very delicate mechanics (a slight blow could literally shatter it), with a hard to read dial and a rather affected appearance, at least according to current taste. This is why, in recent years, a new concept and way of carrying out squelettage has come to the fore, something we might call “functional decoration”: where the whole calibre is limited to essential elements and redesigned in the layout of the components which take on both structural and ornamental value. Designed from the start in an ajouré form, studied with computer programmes and produced by numerical control machines, but strictly finished by hand, the movement becomes relatively stronger and especially takes on a determined contemporary appearance. Evidence of this can be seen in the brand new Clé de Cartier (the Maison was the first to launch 2.0 type skeletonization), where the large Roman numerals are “cut” directly into the bottom plate, acting as bridges. But each maison gives its own, personal interpretation: like Roger Dubuis, whose Astral Skeleton provides an artistic/ naturalistic view.

cocktail ring, a showy beauty See Page 35 If you can't take your eyes off the ring at the centre of the show window, which seems to outstrip all the others by its extraordinary size and captivating beauty, there can be no doubt: it is a cocktail ring. A ring generally worn on a finger of your choice of your right l'Orafo 2016

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hand, the hand which holds a cocktail glass, because rings of family and affective ties are worn on the left – wedding ring, engagement ring, graduation ring, chevalier ring. So, if there are cocktail dresses, why can't there be rings to wear for cocktails too? A deliberately sumptuous appearance, an important stone, extending beyond the phalanx and sometimes so large as to cover two, elaborate, statuesque and even imposing mounting: the features which make it a special object, different from other rings however splendid, are those which make it perfect for any cocktail dress and especially for the typical attire, the black sheath dress. In this combination, one should be sparing with any other jewels on the dress, at the most a broach or a string of pearls in order not to deprive the ring of its innate starring role. Actresses, socialites and red carpet show-offs of course do not follow this rule: one need only skim through high level gossip magazines to find Rihanna wearing a collection of cocktail rings, one on each finger of both hands, or Sarah Jessica Parker with a sublime stone reaching above her knuckles, a pity she is wearing jeans below her sequin top – but that is showbiz.Cocktail rings are a relatively new trend in Italy, but elsewhere they are a must have, and in the USA they


richer than the afternoon dress: the secret lay in spending freely on precious fabrics, low necklines and rich decorations or else, if soberly black, lighting them up with important jewels. A recipe which, properly updated, still works today. Today, this jewel prefers coloured stones: besides fancy diamonds, there are quartzes, semiprecious stones, from opal to tiger's-eye, moonstone, chrysoberyl, mixes of crystals and ceramics, all spectacular. Of course its bulky presence on your fingers means a cocktail ring will be incompatible with long satin gloves, but one can't have everything!

The coming back of time See Page 68

are actually a part of history. It seems they were born there. Costume historians say they date back to the 1920s, when showing off riches through jewellery was almost a social obligation for the upper upper class. But it was during Prohibition that the jewel became a synonym for alcoholic drinks, almost a tag: while bartenders started serving whisky from teapots in mid-afternoon, female customers would sip it from charming teacups held with the pinkie provocatively pointing upward, the sparkling hand showing off a cocktail ring was much more than a call to the waiter, it was a symbol of freedom. The charm of this jewel was so great it was able to survive through hard times: in the 1940s, when precious stones and gold were rationed for the war, brilliant costume jewellery designers kept up the tradition using non precious materials, such as silver coated steel, faceted crystal, rhinestone. The effect was so extraordinary that the cocktail ring sparkling with stones (true or false) was immediately renamed knuckleduster, a nod to the enchantresses who used them to attract a glance from potential admirers towards their elegant hands. Restrictions over, joie de vivre came back in the 1950s and Christian Dior invented the modern cocktail dress, shorter than the evening dress and

Each jewel is unique and unrepeatable as it develops from an object endowed with its own individuality, be it rare, precious or, on the contrary, absolutely ordinary and, in some way brings it back to life by telling its story. Francesca Villa looks for small treasures in markets and at antique shops and collectors all over the world, that are then turned into jewels with a unique charm: an innate passion, cultivated over the years when, as creative director of an important goldsmith company, she had the chance not only to travel but also to open her eye on different worlds from that of the jewel, such as those of fashion and design. «I like and I am moved by this sort of poetry inherent in giving life and dignity to objects of the past, either of an ordinary use or treasures for collectors, bringing them to a new life within a different context when compared to the one for which they were developed and designed. I am intrigued and moved when I think that they belonged to someone, that there is a story behind them, that they were used and passed from hand to hand, silent witnesses of events of little or great importance and that now someone else will wear them in an unusual and precious version». Francesca Villa inherited her passion for jewels from her grandmother that, as it was customary, had her jewels made by Genoese goldsmiths, and cultivated it thanks to courses of gemmology and modelling, besides the work practice. «Though the creative l'Orafo 2016

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direction of a company from Valenza was an extraordinary professional experience, it came a time when I started being intolerant of business constraints and I began dreaming of creating something I could consider my own. When I moved to Rome to follow my husband, I had the right occasion to work on this dream and make it come true. I had already started to go around markets and specialised shops in Europe and New York, collecting the objects that attracted my attention and I have always known that, in a way, that would be my journey towards jewels». One of her first creation was the Dire, Fare, Baciare bracelet (on this page), realised with late nineteenth century American daguerreotypes discovered in a market in New York, set on gold alternating lines by Emily Dickinson. Her search for objects is practically endless: fiches, buttons (the biggest collector in the world lives in New York), stamps, toy soldiers, bottle tops, small mirrors, stones... «I have no limitations of any kind and I am not particularly keen or studying a specific style or historical period: I am virtually interested in any objet trouvé. I found some of these objects accidentally; others were the fruit of an extremely long correspondence and agreements with collectors jealous of their own treasures». Among the many objects she purchased, less than a half can then be used as jewels, due to the various problems connected to the working. «I only realise unique items, at most some sets that can be reproduced. After focusing my attention on an object, I draw a sketch and then I start the realisation, relying on a company from Valenza with which we are currently using also 3D printing that certainly simplifies the work. Some other times I collaborate with Florentine artisans, especially in those cases when a fully handmade production is required, with no technological aid. I always follow the work step by step». The cost of these jewels, often extremely complicated to realise to avoid frailties or discolouring of age materials, make them almost all suitable only for foreign markets: in Japan and London, where they are on display at the Touba London showroom, distributor and agent of established or emerging design brands that are introduced during the fashion weeks of Paris, Copenhagen and New York and at the Liberty Fairs in Las Vegas. In fact, the link with unconventional fashion and design is very close and more immediately understood abroad than in our country. «In Italy - Francesca Villa explains - my jewels are sold in twenty or so jewelleries, but, apart


English Text from very rare occasions, they are made in silver, with a definitely more affordable price. Both the genesis and the procedure are the same used for gold creations, but, for example, I use less rare objects, easier to find. What matters is always avoiding any monotony and repetitiveness». The woman buying a Francesca Villa’s jewel can not be classified either for age, wealth or cultural level: she simply falls in love with these items and with the always new story they tell. «I was sometimes asked to realise an item using a dear object that they wanted to eternise and carry with them, the memory of a deceased person, always remaining in the field of peculiar and evocative objects. For example, I had the chance to create a pair of earring starting from an old letter and, in these cases, my approach is that of the utmost respect and care». The continuous search for stories and "ordinary rarities” has also changed her way of travelling. «Now everything is basically at hand, we are all more or less curious and aware tourists. Let us say that my researches lead me to visit places in an unconventional way, or to look for places that I normally would not visit or that I would look at in a different way».

swarovski crystal emotions See Page 70 On a global level Italy is one of the most important markets for Swarovski, obtaining excellent results both in the “gift-giving" and in the most refined accessories, first of all in the jewellery and watchmaking sectors. In order to obtain more information on the next moves of the Austrian corporation we have met Michele Molon, Managing Director of Swarovski Italia CGB (the department dealing with the finished product) and of lolaandgrace, the fashion jewellery brand launched in 2012 with the aim of giving a bolder and more affordable interpretation to Swarovski DNA. Swarovski Italia ended the year 2014 reaching a turnover equal to 200 million euros, confirming to be the fourth market as for turnover and the second one for sold items. During 2015, the growth in the jewellery sector has continued and it now accounts for

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80% of the total turnover. A new approach to the world of watchmaking was also started Molon explains: «Thanks to a strategy based on the product development, to targeted actions in the retail sector and to remarkable investments in communication, watchmaking reached important results in the first semester of 2015, with an increase of the sellout by 140%». Swarovski strategy, based on the jewel transversality, is also continuously evolving, first of all thanks to the widening of the offer following the claim “Extraordinary Everyday”, according to which the jewel must be interpreted as a daily and trendy accessory to be freely matched without neglecting design and artisan mastery. It is a new way to conceive jewellery, with collections proposing, every season, an offer were two souls coexist: a more modern and linear one, ideal to accompany women during their days, complemented by a more fashionable version, where colour, design and glamour represent essential elements. Michele Molon underlines the fact that the emotional factor was emphasised: «With the FW 2015 season we have introduced the Duo and Diapason collections, realised in partnership with our "muse" Miranda Kerr, to give light to women's emotions. The collections are based on six universal symbols, heart, star, eye, wing, snowflake and shamrock, each one connected to a special feeling, set on jewels characterised by a refined and modern design, ideal to be mixed and matched». However, the best sellers of the Austrian company in Italy are the Emily bracelet, the Solitaire earrings and the Fit line, realised in Crystal Mesh, a highly bright and light crystal fabric. We should not forget to mention such mega-sellers as the Slake and Stardust bracelets, able to maintain high selling performance also over the long period. Watchmaking is for Swarovski an extremely prospective category, thought to exceed the double digit percentage already in 2016. The development strategy is based on four cornerstones: product, with more and more complex collections; price, focused on affordability; communication, with the watch as the ain protagonist of the next advertising campaigns; distribution, with a targeted strategy addressed both to the monobrand and to the multibrand worlds. From the retail point of view, Swarovski Italia can already rely on a vast distribution: over 1000 stores, of which 250 monobrand and more than 800 multibrand stores


and jewelleries. They are now aiming at consolidating distribution through targeted actions of Trade Marketing, Geo Marketing and Re-styling of the stores based on the “Crystal Forest" Concept Boutique: a retail concept launched in 2008 and designed by the Japanese architect Tokujin Yoshiok, with the aim of offering, in all Swarovski boutiques in the world, a shopping experience consistent with the brand glamorous image. Moreover, in 2015 the “partner recruitment platform" was launched, meant by Swarovski to address entrepreneurs and master franchisees to detect prospect partners for the planning of new monobrand boutiques. As for the new steps by Swarovski in Italy, Molon explains that the focus remains on jewellery, the real core business of the maison, mainly the Modern segment, with lines characterised by a contemporary and elegant taste. At the same time, investments will be made in the watchmaking sector, designing a precious timekeeper to be matched to the jewel, the personal style and the occasion; finally, he anticipates the development of new categories related to the world of jewellery and watchmaking, like writing tools: «A philosophy also including the giftware and home decor sectors, in which we are present with the Crystal Living collections: houseware, tableware and crystal creations for those who want to be surrounded by precious objects or choose a gift to be remembered». Daniel Swarovski’s dream, the company founder, seems to continue: “make diamonds for normal people”, enlighten women’s beauty with the magic of crystal, a material characterised by endless potentials and affordable by everyone.

focus on iranian market See Page 108 Despite a drop in prices of raw materials and a range of geopolitical issues which have destabilised the global markets, the Italian goldsmith’s sector recorded a solid upturn in 2015. If on the one hand, countries such as the United Arab Emirates have experienced a slow down, on the other hand, the USA, Hong Kong, Switzerland and France have started to grow again, much like certain emerging

countries. According to an analysis by the Intesa Sanpaolo Research Centre (Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo) and the Goldsmith’s Club Italy (Club degli Orafi Italia), in the near future one of the most appealing destinations for our jewellery will be Iran, mainly as a result of the agreement on the nuclear programme and the removal of crippling economic sanctions which have opened up a new chapter in international relations and further eased the transition of the national economy towards a free market. The Farnesina analyses also underline the potential of Iran which has historically boasted a long jewellery history and is showing a growing interest in luxury goods. From the results of a study carried out by the Iranian Development and Commerce Organisation, it has emerged that in the 30 provinces of the State there are over 15 thousand retail jewellery shops where 18 carat gold enjoys the lion’s share accounting for 85% of the sector’s market. The main sales channels in Iran are the bazaars, especially the one in Tehran, in addition to shops in tourist resorts on the Caspian Sea and Kish Island and the powerful wholesalers in the capital. The best periods for selling jewellery in Iran are the month of March (due to it being the Persian New Year) and the June to September quarter when weddings are usually celebrated. However, in recent years, Iranian consumers have been increasingly attracted to European jewellery and it is here that, we Italians, can and must play our cards well. According to ICE-Agency sources for internationalising and promoting Italian companies abroad, the segment concerning jewellery designed in the west is estimated to be worth around 30% of the Iranian market and is mostly satisfied by products imported from Dubai and to a lesser degree by Turkey and Thailand. There are around 6 thousand goldsmith’s workshops in the country generally quite small (up to 5 staff) with relatively low labour costs. As far as the type of jewellery which is most in demand, 50% of the sales come from yellow gold bracelets and chains but the demand for objects produced in blended yellow and white gold is also on the rise whilst silver is more commonly used for home furnishing objects. As in all the Middle East, jewellery purchases are considered to be an important means of investment: 25% are purchased for weddings, 15% for special anniversary gifts and 60% for personal use. Iran, rich in strategic energy resources (second OPEC petroleum producer, second l'Orafo 2016

117

febbraio/marzo

in the world for its natural gas reserves, third for its oil reserves) with a high GDP, 70 million inhabitants of which over two thirds are at working age (15-64), has a certain propensity to consume and with its good level of schooling has shown its firm intention to enter into the WTO by establishing the prerequisites for enhancing the standard of living of the population and incentivising the presence of foreign entrepreneurship. To be more precise, as far as the jewellery sector is concerned, it should be said that local production can count on the presence of vast goldfields (partially still unexplored) and turquoise, the quality of which is well known all over the world. Up to yesterday our exports had been penalised by restrictions, bans and duties but now we can expect high growth margins. Regarding this, it is essential to intensify and reinforce collaboration between Iranian operators (producers, wholesalers, buyers) and Italian goldsmith districts and, as a result extremely important to attend the annual Gold, Jewellery, Silverware and Watches Fair held in Tehran every spring where all the leading traders and buyers in the country conglomerate. In addition, it must be considered that in Iran the jewellery sector does not enjoy the visibility normally guaranteed by communication media on the international circuits (advertising and other marketing initiatives are banned by the Government) and, as a result, product appreciation is 100% entrusted to the consumer. To conclude, given the great possibilities for commercial development with our own country that the Iranian jewellery sector indisputably offers, ICE recommends initiatives which link the production areas to the Italian goldsmith’s districts. The experts agree that by recognising the considerable potential of exploiting old and new local goldfields, Iranian gold production could reach 2-3 tonnes per year. Likewise, the presence of a lively and dynamic artisan fabric is important for the business. 80% of the Iranian jewellery exports are destined for Dubai and, more generally, to the Countries in the Persian Gulf: which would boost the opportunities for our companies of establishing special production lines in that area with Iranian partners. In the same way, ICE draws attention to the crucial importance of setting up professional training programmes for Iranian operators in collaboration with Italian schools and


English Text universities offering design, gemmology and jewellery engineering courses with the support of the Italian Association of Jewellery Machine Producers for supplying small workshops. Last but not least, focus needs to be placed on the marketing of watches-jewellery which highlights the value of the imports enjoying strong growth. Finally, in tribute to the age old Persian goldsmith tradition, it is essential not to overlook the wonderful Crown Jewels which belonged to the shahs of the country and included various decorative crowns and thrones, over thirty tiaras, dozens of jewel encrusted swords and shields, innumerable diamonds and other gemstones, a range of gold products and other priceless objects. Amongst the most valuable were once the Koh-i-Noor, as well as the Darya-ye Noor, two of the largest diamonds in the world both originally from Golconda in India (in the mid 19th century the Koh-i-Noor became one of Britain’s Crown Jewels whilst the Daryaye Noor is still in Iran). The last time the crown jewels were used was by the Pahlavi dynasty, the members of which were forced to go into exile in 1979 following the Khomeini revolution. Currently they are housed in the vault of the National Bank of Iran.

the dna of pearls

See Page 110 Huge steps forward were made in the gemmological field research, both for inorganic and for organic gems. Methods of analysis that just a few decades ago were considered as science fiction have now become a reality. Just think about the innovations in the mineralogical field, as well as in the gemmological one, with the introduction in laboratories of instruments exploiting either the study of spectra produced by gems when they undergo an exciting source (micro-Raman spectroscopy, EDXRF spectrophotometry) or the analysis of fluorescence at ultraviolet light (ex. Diamond View). Recently, thanks to the collaboration between

the Swiss Gemmological Institute SSEF and the Swiss Federal Institute of Technology in Zurich, a new method for the study of pearls was discovered. Moving from the premise that pearls are the product of living organisms and, as such, possess a DNA (deoxyribonucleic acid), that is to say the acid where all genetic information of living organisms is stored, this study aims at exploiting the knowledge of this specific DNA, typical and characteristic of every living species, in order to classify the “oyster” that produced the pearl. With the development of the cultivation of pearls at the beginning of the XX century, these latter have become more affordable and popular when compared to previous ages: nowadays the pearl trade generates a billionworth industry. The basic difference in the economic value among the different types of pearl depends on quality, rarity and, above all on origin that can be natural or cultivated, that is the result of a surgical operation carried out by man on the mollusc. The products range from cheap and low quality items, generally freshwater cultivated pearls, to rare and very sought after natural pearls, as those with a historical origin, such as the Peregrina. The greater value of natural pearls led to various fraudulent attempts to pass off cultivated pearls as natural ones. Other frauds use pearls cultivated from Pinctada Maxima and/or Pinctada Margaritifera to make them look similar to natural pearls from Pinctada Radiata, more sought after and rare. Being materials with an organic origin, they are not the product of geological process, but the sub product of biomineralization processes, that is deriving from living organisms! Pearls, as well as ivory, coral and all other gems of animal or vegetable origin, usually contain small quantities of organic matter held together by a mineral matrix. This organic matter can contain poor quantities of DNA that can be taken and analysed using new techniques of extraction and identification. This process was already used as early as 2013 in studies on different types of pearls and oysters with surprising and very encouraging results. The latest research focuses, through some tests, on pearls originating from three types of molluscs: Pinctada Margaritifera (black pearls of Tahiti from Fiji and French Polynesia), Pinctada Maxima (golden white pearls from Australia and Indonesia) and Pinctada Radiata l'Orafo 2016

118

febbraio/marzo

(Arabian-Persian Gulf). DNA was extracted through micro drilling and the fact that it does not imply the destruction of the sample and then an economic loss can be considered as a revolutionary element. The results were excellent. Thanks to DNA mapping the final identification of the oyster species a pearl corresponded to could be obtained. The market normally entrusts specialised gemmological laboratories to identify and distinguish the various types of pearls. This identification is commonly based on test carried out by means of radiography, X ray luminescence, X-Ray μ-tomography, combined with X- Ray fluorescence (EDXRF), Raman microspectrometry, etc. Recently, the tests to be carried out on pearls have included the radiocarbon dating. However, despite technology, the identification of some pearls is still uncertain. The aim of DNA mapping could find answers to these doubts. The organic matter present in the CaCo3 matrix is an excellent source of DNA well preserved in the pearl also when the pearls were collected many years before and stored in normal atmospheric conditions in a drawer or in a safe. A pearl consists of 92% of CaCO3 (calcium carbonate), 4% of organic matter and 4% of water and small quantities of residual substances. So far the DNA of a pearl has not been taken from its organic matter, as only proteins were extracted and analysed. Previous studies in this field were based on the recovery of DNA from calcified mussel shells and by the link uniting the shell valves. Actually, even if so far studies have focused only on pearls, in the future they could also be applied to coral and ivory. In fact, DNA was also taken from other organic gems and from organic material containing CaCO3 (for example bones and teeth, egg shells, ivory). Although this technology is currently being developed and patent pending, we can easily imagine the repercussions on the pearl world and industry. The novelty of these non destructive tests is of a remarkable importance also for the international customs system, to safeguard the endangered species. Thanks to these identifications, this method can remarkably increase transparency (through the identification of both origin and species) and thus preventing frauds, recognising the protected species, a useful possibility that can be also applied to other organic gems.


Brands In This Issue

&CLÒ FORTYFIVE

81

DENTRO LE MURA

ADMATER

54

DEXTER MILANO

ALCOZER & J

60

DI GREGORIO

ALESSIO BOSCHI

36

AMEN ANNA MAGA VISCONTI ANTONINI

20

MATTIOLI

42

MD DOMINI

58

44

MINU’ BY GIOVANNI FERRARIS

88

DIADEMA GIOIELLI

85

MISIS

60

DIGO

45

MISS MISS

58

56

DIOR

40

MUZO

23

EBERHARD & CO.

97

NEIL LANE

24

48, 109

ANTORÀ

33

ARTLINEA

58, 103

32, 60

22, 58, 98

FABERGÉ

75-79

NOUVELLE BAGUE

98

FALCINELLY ITALY

45, 58

OMNIA VALENZA

22

BARABABAC

28

FEDERPREZIOSI CONFCOM.

103

ORO TREND

BASELWORLD

97

FIERA DI VICENZA

98

OSIGEM

72

BATTITI BY PERIAMMA INTL.

61

FOPE

98

OX GEMELS

32

BELL & ROSS

30

FRANCESCA VILLA

68

PALMIERO

47

BIBIGÌ

43

GAGÀ MILANO

30

PASQUALE BRUNI

38

BLISS

98

GIANNI DE BENEDITTIS

54

PICCHIOTTI

41

BRUMANI

48

GIOIELLERIA SOPRANA

18

POLELLO

108

C.P. GIOIELLI

20

GIOIELLO DI VICENZA

18

RECARLO

48

CARAN D’ACHE

32

GIORGIO VISCONTI

44

REPOSSI

24

CARLO BARBERIS

51

GIOVANNI RASPINI

22

RIVIÈRE

43

CARTIER

30

GRAZIELLA

58

ROBERTO BRAVO

CARULLI GIOIELLERIA

20

HAMILTON

30

ROBERTO COIN

CASATO ROMA

98

HARRY WINSTON

24

ROBERTO DEMEGLIO

105

CHANTECLER

99

HUBLOT

30

ROGER DUBUIS

30

CHIMENTO GIOIELLI

18

I BAMBOLI

61

ROMAIN JEROME

30

CHOPARD

24

ICE

SATURNO

61

STEFAN HAFNER

39

SWAROVSKI

70

108

CLUB DEGLI ORAFI ITALIA

108

INGRANART

COMETE GIOIELLI

108

ISTANBUL JEWELRY SHOW

29 100

CONFINDUSTRIA VICENZA

22

LEBEBÉ GIOIELLI

98

TERERÒ

COSCIA

47

MAMAN ET SOPHIE

61

TIFFANY & CO.

MANGIAROTTI

41

UBM ROTAFORTE

MARCO DAL MASO

55

UTOPIA

MARCO GERBELLA

56

VAN CLEEF & ARPELS

CRIERI CRIVELLI DAMIANI

109 51 94, 97

82, 83

44, 100 47, 66

86, 87 24 100 50 93, 104

DAVID WEBB

24

MARIA LUISA PIANEGONDA

22

VENDORAFA LOMBARDI

104

DE BEERS GROUP

72

MARIA VITTORIA PAOLILLO

55

VIANNA BRASIL

48

DE GRISOGONO

95

MASSIMO RAITERI

38

VICENZAORO

DE SIMONE FRATELLI

40

MATHON PARIS

92

l'Orafo 2016

119

febbraio/marzo

18, 22, 98


Advertisers’ Index AESSE PIETRE - PRECIOSA

34

ALESSIO BOSCHI

battente

AMEN - CROCE DEL SUD

13

AMIN LUXURY

5

AREZZO FIERE

65

ARIA DI VIAGGI

64

ARTEXPO

112, 113

ARTLINEA

62, 63

BMB DECORLINE

17

CARAMELLA BY ADAM BIJOUX

107

CHIMET

10,11

D&SIGN

III copertina, 120

DD GIOIELLI

IV copertina

DENTRO LE MURA

II copertina, 1

FIERA DI VICENZA - DUBAI

74

FOREVER UNIQUE

15

GOGGI STERLING

102

GRAZIELLA

6, 7

HONG KONG TRADE DEVELOP. COUNCIL

89

IL TARI’

57

KEEP OUT

80

LE CAROSE - TOCO D’ENCANTO LUCEBIANCA – LE BEBÉ MASSIMO RAITERI PIERDUCA PROGETTO LUCE RESPONSIBLE JEWELLERY COUNCIL

8, 9 101 I copertina, 2, 3 16 cartoncino 4

ROLOTTO

59

SILVER STAR

111

UNOAERRE

19

UBM ASIA

90


Rolex Dealer

BASELWORLD 17 Mar 24 Mar Hall 2.0 Booth G30


Starring Elisabetta Gregoraci Designer Fausto Delucchi

MADE IN ITALY - MODELLI DEPOSITATI - NUMERO VERDE 800 60 40 60


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