l'Orafo Italiano 02-03 2017

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€ 5,00

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L’ORAFO ITALIANO 1/2 2017

ANNO LXXI FEBBRAIO/MARZO 2017 - € 5,00

Since 1946

Close up The four elements of luxury

Jewellery and wines of excellence

A taste of Italy


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Gioielleria Zanetti


RJC_Layout 1 07/02/17 14:52 Pagina 1

ANNO LXX - NUMERO 2/3 - FEBBRAIO/MARZO 2017

Costruire una filiera responsabile oro e platinoidi per diamanti, al consumatore dalla miniera

direttore editoriale direttore responsabile

Building a responsible diamond, gold and platinum metals supply chain from mine to customer Il Responsible Jewellery Council (RJC) è un’organizzazione internazionale no-profit, costituita nel 2005 da un gruppo di 14 dell’intero comparto organizzazioni rappresentative dei dia manti e dell’oreficeria. Il RJC è retto da un Consiglio Direttivo e coadiuvato da varie Commissioni per ogni settore d’inte La gestione è affidata ad un team con sede resse. dell’attivitĂ Canada e Regno Unito. Il RJC accoglie membri ap- in Australia, partenenti a qualsiasi settore della filiera dell’oreficeria e della gioielleria, di ogni dimensione, comprese le associazioni di categoria. Missione: “Ci sforziamo di essere l’organizza zione riconosciuta per certificazioni e standard al servizio dell’integritĂ della filiera e della sostenibilitĂ nel settore glo orologeriaâ€?. Council piĂš di 900 bale di gioielleria e Il raggruppa Associati e piĂš di 600 Membri Certificati. La lista è disponibile presso www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/

Jewellery Council (RJC) is an International The Responsible in 2005 by a group of not-for-proďŹ t organisation established from across-section of the diamond and gold 14 organisations jewellery business. The RJC is governed by a Board of Direc- tors, supported by a number of Committees and administered by a Management Team located in the United Kingdom, Ca- nada and India. The RJC welcomes new Members from all parts of the jewellery supply chain, including trade associa tions. Mission: “We strive to be the recognized standards and certiďŹ cation organization for supply chain integrity and su- stainability in the global ďŹ ne jewellery and watch industry“. more than 900 Members and more than 600 RJC now groups CertiďŹ ed Members globally. The list of RJC Members is available at www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/

Andrea Aiello

in redazione

Antonella Garello

collaboratori

Denise Battistin, Rosa Chiesa, Marcel Clemens, Luigi Costantini, Simona Infantolino, Sonia Sbolzani, Daniela Fagnola

iniziative speciali

Ilaria Danieli

Cristina Fagioli - cristina.fagioli@edifis.it

progetto e grafica

Cristiano Guenzi

foto

Close up Studios

traduzioni

Promo-Est

pubblicitĂ

dircom@edifis.it

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Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG orafo@edifis.it www.orafoitaliano.it â‚Ź 5,00 â‚Ź 10,00 Italia â‚Ź 40,00 Europe â‚Ź 80,00 Resto del mondo â‚Ź 100,00 abbonamenti@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalitĂ redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltĂ di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. l’Orafo Italiano una rivista edita da:

Responsible Jewellery Council (RJC) ()* "%%( (%$*4 %$ %$4 ? @ E * ""4

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Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

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2017

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Sommario In copertina / Cover Alessio Boschi Contatto / Contact info@alessioboschi.com valeria@alessioboschi.com www.alessioboschi.com

GlobalRoundUp

19 news

Il Gioiello italiano del XX sec / Igi-Italy / Altaroma / Morellato / Le Carose / Swarovski

Desires

22 classic & precious

L'alta orologeria dei marchi storici in scena a Ginevra con i segnatempo più elaborati

Photo by Close up Studios

24 jewelry fields

Anello Romeo e Giulietta di Alessio Boschi in oro bianco, giallo e rosa con diamanti bianchi, champagne e gialli, rubini, zaffiro giallo e micromosaico raffigurante un quadro con scena romantica di Jules Salles-Wagner. ■ Romeo e Giulietta ring by Alessio Boschi in white, yellow and rose gold set with white, champagne and yellow diamonds and micro-mosaics representing Jules SallesWagner's painting with a romantic scenery.

La spiga di grano si tinge dei colori dell'oro e incanta

l'alta gioielleria

27 spettacolo naturale

Acqua, aria, fuoco e terra: considerati l'origine di tutte le cose e della vita stessa, i quattro elementi trovano in gioielleria preziose corrispondenze

45 dream factory

27

Illusioni rétro confezionate da Hollywood che riempiono le sale grazie a storie vere che fanno riflettere e racconti fantastici che fanno sognare

People&Brands

54 evoluzione, che sfida

24

Il passaggio generazionale nelle piccole aziende famigliari è all'origine di molti successi, ma anche di qualche declino. Ecco gli ultimi esempi

Heritage

57 from east end to mayfair

Affascinato prima dai colori dei dolciumi venduti dalla madre e poi dalle creazioni orafe londinesi, Laurence Graff è diventato oggi il Re delle gemme

45

63 due secoli di passione

Nella lunga storia della D'Elia di Torre del Greco clienti d'eccezione, scelte lungimiranti, viaggi pioneristici: e un incessante amore per i doni del mare

69 art nouveau on show

Pezzi unici e rarissimi, grandi gioielli e opere d'arte visiva, in mostra nei più importanti musei d'Europa e nelle fiere di antiquariato

Visual

79 a taste of jewellery

l'Orafo 2017

14

Due eccellenze italiane, i vini delle cantine più raffinate e l'alta gioielleria più preziosa, insieme in un gioco di riflessi tutto da assaporare

febbraio/marzo


2017

giugno 2017

Centriamo insieme

i mercati strategici!


Sommario

85 the beautiful world of a dandy

57

Conosciuto come fotografo, Cecil Beaton è stato anche un grande arredatore. Rizzoli International illustra il suo immaginario, set ideale per gioielli Haute Couture

InsideJewellery

92 goodbye dazi?

Il gigante d'Oriente ha iniziato un abbattimento delle imposte sui beni di lusso importati che si spera possa coinvolgere anche la gioielleria

94 business is fantasy

Docente di design del gioiello e collaboratore di aziende orafe in Cina, Maurizio Palmisciano parla dei gusti di questo mercato

96 un incerto futuro

I dati diffusi dalla locale Camera di Commercio parlano di aziende in difficoltà in uno scenario decisamente complesso

79 67

98 in attesa di basel

Il calo delle esportazioni di orologi si è attenuato nell'ultimo trimestre del 2016, ma è ancora presto per parlare di ripresa

100 focus sul design

La prima edizione della fiera vicentina firmata IEG ha confermato una grande cautela da parte dei buyer internazionali

102 HOMI, Un'anima italiana

Gli espositori rivolgono sempre più attenzione ai consumatori che cercano prodotti con cui identificarsi

103 china is coming

Conto alla rovescia per la prossima edizione della fiera di Hong Kong che si prospetta ricca di eventi

104 un crocevia prezioso

85

In un momento particolarmente delicato per il Paese, la manifestazione turca punta su un'offerta internazionale e di qualità

107 perla mabé, i suppose

Al di là dei risvolti etici, una corretta terminologia aumenta la competitività del punto vendita e salvaguarda da contenziosi

108 boutique di classe

Indirizzi storici e nuove aperture: luoghi in cui trovare competenza, servizio e buon gusto

110 english text 115 brands in this issuE


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Quando il lusso si eleva oltre l’esclusività diventa eccezione. Dealer di diamanti unici d’altissima qualità (Certificati GIA, HRD, IGI), di gemme di colore (Certificati GUBELIN, GRS) e one-of-a-kind-jewels, Luxury’s Finest è l’epitome di una ricerca elitaria che appaga una clientela alla ricerca dell’”introvabile” e che vuole sempre distinguersi in ogni occasione.

Elogio della bellezza, la perla è il tocco di stile e di raffinatezza che prende forma nel gioiello. Veste di luce la donna che la indossa, ne innalza ed illumina il fascino e l’eleganza in lei innati. Opera è sintesi di “opera d’arte” di cui la perla è assoluta protagonista. Opera è selezione accurata di perle uniche, di altissima qualità provenienti dai mari giapponesi, tahitiani e australiani. Opera è rarità e perfezione, all’insegna del lusso oltre ogni ostentazione.

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Global Round Up IL LIBRO

IL SECOLO

DEL LUSSO Una mostra al museo Poldi Pezzoli di Milano, corredata da un esauriente catalogo, illustra l'arte orafa italiana del XX secolo, straordinaria per estetica, creatività e tecnica

Fino al 20 Marzo il Museo Poldi Pezzoli di Milano ospita la mostra “Il Gioiello italiano del XX secolo”, che attraverso 150 monili illustra la straordinaria produzione orafa italiana del Novecento. Ha curato la manifestazione Melissa Gabardi, grande conoscitrice della storia del gioiello, che ha consultato collezioni private e archivi aziendali per selezionare capolavori tanto di grandi maison quanto di nomi altrettanto straordinari ma meno noti al grande pubblico, come Settepassi o Alfredo Ravasco. La mostra ripercorre cronologicamente i principali periodi storico-artistici del Novecento: dagli inizi del secolo fino agli Anni Novanta e alle creazioni più moderne, come quelle di James Rivière e di Arnaldo e Giò Pomodoro. Il catalogo, edito da SilvanaEditoriale e anch’esso firmato da Melissa Gabardi, non illustra le sole opere in mostra ma costituisce un’opera a sé ed è arricchito da contributi di Lia Lenti, Giuliano Centrodi, Graziella Folchini Grassetto. In questa pagina, alcune immagini tratte dal catalogo. Da sinistra: pendente di Ascione in oro, argento, corallo, diamanti e perle, 1906. Quattro manifesti per la Gioielleria Calderoni. Bracciale in platino, diamanti e zaffiri di Alfredo Ravasco, 1925. ■ Poldi Pezzoli Museum in Milan is currently holding l'Orafo 2017

an exhibition entitled “20th Century Italian Jewels”, closing on 20th March next and displaying 150 pieces of jewellery to illustrate twentieth century Italian production. The event was curated by Melissa Gabardi, great expert of the history of jewellery, who studied private collections and corporate archives not only to select masterpieces from great houses but also just as extraordinary names lesser known to the public at large, such as Settepassi or Alfredo Ravasco. The exhibition covers the principal artistic-historic periods of the nineteen hundreds in chronological order: from the start of the century up until the 90’s with its more contemporary creations, such as the ones by James Rivière, Arnaldo and Giò Pomodoro. Melissa Gabardi also cured the catalogue, edited by SilvanaEditoriale, not only illustrating the works on display but a work unto itself, enriched by contributions by Lia Lenti, Giuliano Centrodi, Graziella Folchini Grassetto. This page shows some photos taken from the exhibition catalogue. From the left: pendant by Ascione in gold, silver, coral, diamonds and pearls, 1906. Four posters for Gioielleria Calderoni. Bracelet in platinum, diamonds and sapphires by Alfredo Ravasco, 1925. 19

febbraio/marzo


Global Round Up

l'italia accoglie l'arrivo di IGI-italy

grazie a eventi specialistici, meeting seminariali, convegni e iniziative volte a facilitare l’ingresso dei giovani nel settore e le relazioni professionali tra gli operatori del settore: a tale scopo è già in cantiere la realizzazione di una piattaforma associativa aperta. ■ The International Gemological Institute, a leading authority in the field of gemology research, certification and education, has launched Igi-Italy. This new organisation will represent the prestigious Belgian institute in Italy in the field of education, continuing the work of Luigi Costantini – by the way a historic contributor to our magazine – thanks to his successor, the newly elected President, Paolo Minieri. Igi-Italy has announced that it will commit itself to extending its range of educational services thanks to specialised events, seminar meetings, conferences and initiatives focused on facilitating the entry of young people into the business and professional relations among operators. An open platform is already being set up for members.

La nuova realtà italiana nel campo gemmologico dedicata alla formazione ha annunciato nuovi eventi specialistici e iniziative per i giovani L’International Gemological Institute, una delle massime autorità nel campo della ricerca, della certificazione e della formazione gemmologica, ha varato la nascita di Igi-Italy. La nuova realtà rappresenterà il prestigioso istituto belga in Italia nel campo della formazione continuando il lavoro svolto da Luigi Costantini, tra l’altro storico collaboratore della nostra rivista, con il suo successore, il nuovo presidente eletto, Paolo Minieri. Igi-Italy ha annunciato che si impegnerà ad ampliare l’offerta formativa

altaroma incanta la capitale Il mondo della moda si è riunito al Guido Reni District per le nuove collezioni PE 2017; presenti anche i gioielli di De Benedittis Da città eterna ricca di storia, Roma si è trasformata in epicentro della moda grintosa e glam grazie ad Altaroma 2017. I locali del Guido Reni District hanno accolto installazioni, mostre e sfilate di stilisti italiani e stranieri che hanno scelto proprio la capitale come vetrina di idee e creazioni, protagonisti abiti per l’uomo e la donna ma anche gioielli e bijoux creativi, che hanno accompagnato le presentazioni delle collezioni PE 2017. A chiusura del primo giorno di eventi Gattinoni ha scelto i gioielli futuroRemoto di Gianni De Benedittis per impreziosire gli abiti della sua sfilata. I bracciali libellula, i rami intrecciati con decori floreali, gli anelli farfalla che si animano con il movimento delle dita della collezione Falene, realizzata in argento, oro e smalti, hanno incantato la notte romana con la loro fantasia. ■ Rome, from the history-rich eternal city, has being turned into the epicentre of gritty and glam fashion thanks to Altaroma 2017. Buildings in the Guido Reni District housed installations, shows and catwalks by Italian and foreign designers who have chosen the Italian capital as the showcase l'Orafo 2017

for their ideas and creations, having as protagonists clothes for men and women, but also creative jewels and bijoux which accompanied the presentations of the Spring/Summer 2017 collections. At the end of the first day of events, Gattinoni chose futuroRemoto jewellery by Gianni De Benedittis to add a precious touch to the clothes shown on his catwalk. Dragonfly bracelets, intertwining branches with floral decorations, butterfly rings which come to life when a finger is moved from the Falene collection, made of silver, gold and glazes, enchanted the Roman night with their imaginativeness. 20

febbraio/marzo


fiorisce la primavera di morellato

un giro sui manÈge delle carose

Margherite, api, libellule e pietre blu come il mare decorano i nuovi orologi e gioielli per la donna

Prendendo in prestito i simboli delle famose giostre parigine nascono orecchini e pendenti in bronzo e pietre

Quattro nuove collezioni di gioielli e altrettante linee di orologi Morellato danno il benvenuto alla bella stagione con linee femminili e disegni ispirati alla natura. Il blu del mare si riflette sulle pietre colorate della collezione Tesori (foto in basso) e il bagliore della luna è racchiuso nei cristalli dei gioielli Luna. Flora e fauna sono invece protagoniste delle linee Ninfa e Petali. Anche gli orologi prendono ispirazione dalla natura aggiungendo charms a forma di ape (collezione Tesori) e decorando il quadrante con fiori e libellule (collezione Ninfa, foto in alto). ■ Four new jewellery collections and as many lines of Morellato timepieces provide a welcome to the pleasant season, with feminine lines and designs inspired by nature. The blue of the sea is reflected on the coloured stones of the Tesori collection (picture below) and the shine of the moon is housed in the Luna jewels. Flora and fauna are the stars of the Ninfa and Petali lines. Watches too draw their inspiration from nature, adding bee-shaped charms (Tesori collection) and decorating the dial with flowers and dragonflies (Ninfa collection, in the picture above).

I cavalli, le mongolfiere e le carrozze delle spettacolari giostre parigine divertono i bambini e fanno sognare gli adulti con il loro fascino rétro. Ispirati a queste famose attrazioni della capitale francese, i gioielli della collezione Manège de Le Carose prendono in prestito i simboli delle giostre tramutandoli in pendenti, orecchini e anelli realizzati in bronzo con galvanica e decorati con smalti, pietre semipreziose, quarzi rosa, topazi azzurri e radice di smeraldo. Le giostre realizzate in miniatura possono ruotare manualmente.

■ Horses, balloons and carriages of the spectacular carousels of Paris are fun for children, while their retro charm makes grown-ups dream. These famous attractions of the French capital inspire the jewels of the Manège collection by Le Carose, which borrow the symbols of the carousels, turning them into pendants, earrings and rings made of bronze with galvanic plating, decorated with enamels, semiprecious stones, pink quartz, blue topaz and emerald root. The miniature carousels can be turned by hand.

cristalli swarovski al castello La protagonista e la rosa de La Bella e la Bestia prendono vita grazie a una collezione dedicata alla famosa fiaba europea L’expertise del cristallo Swarovski, con oltre 120 anni di storia, incontra un grande classico della Disney, La Bella e la Bestia, in una nuova special edition. Si tratta di due statuette che raffigurano il personaggio di Belle con il suo abito dorato, ricreato grazie a 450 sfaccettature del cristallo, e la teca con la famosa rosa rossa a cui è legata la vita della Bestia. ■ The expertise of Swarovski crystal, with more than 120 years’ history behind it, meets with a great Disney classic, Beauty and the Beast, in a new special edition. They are two figurines showing Belle with her golden dress, made with 450 facets of crystal, and the glass cover with the famous enchanted red rose on which the life of the Beast depends. l'Orafo 2017

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Desires

flash

WATCHES

classic &

precious L’alta orologeria dei marchi storici in scena a Ginevra con i segnatempo più elaborati di

PIAGET Altiplano della collezione 60th Anniversary con cassa e fibbia in oro bianco e cinturino in pelle di alligatore. ■ Altiplano watch from 60th Anniversary collection with white gold case and pin buckle and with alligator leather strap.

Simona Infantolino

L

a patria per eccellenza della tradizione orologiaia, la Svizzera, e alcuni tra i nuovi modelli di orologi d’alta gamma: ecco tracciate le basi della 27esima edizione del SIHH. Il Salon International de la Haute Horlogerie, ospitato a Ginevra a Gennaio, anche quest’anno ha chiamato a raccolta i grandi nomi del settore. Dai modelli classici di Vacheron Constantin e Piaget, il cui Altiplano quest’anno festeggia 60 anni, ai pezzi unici di Cartier, che unisce gioielleria e orologeria, e Van Cleef & Arpels, che applica fate e farfalle su segnatempo con smalti e madreperla. ■ The home par excellence of the Goldsmith tradition, Switzerland, and some among the new high range watch models: The Salon International de la Haute Horlogerie, held in Geneva in January, also this year gathered the big brands operating in this sector. From the classic models by Vacheron Constantin and Piaget, whose Altiplano is celebrating its 60th anniversary, to the unique items by Cartier, combining jewellery and watchmaking, and Van Cleef & Arpels, applying fairies and butterflies on timekeepers with enamels and mother-of-pearl.

VACHERON CONSTANTIN Orologio Patrimony con cassa e fibbia in oro rosa e cinturino in pelle di alligatore. ■ Patrimony watch with rose gold case and pin buckle and with alligator leather strap.

VAN CLEEF & ARPELS Orologio Lady Arpels Papillon Automate in oro bianco e diamanti, quadrante con diamanti, zaffiri, madreperla, smalti e pittura in miniatura, cinturino in pelle di alligatore blu. ■ Lady Arpels Papillon Automate white gold watch with diamonds, dial with diamonds, sapphires, mother-ofpearl, enamels and miniature painting, blue alligator leather strap.

l'Orafo 2017

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CARTIER Orologio Trait d’Éclat in oro bianco con rubini del Mozambico e diamanti. ■ Trait d’Éclat watch in white gold with diamonds and Mozambique rubies.


NUOVA COLLEZIONE

scintillìo

di design La nuova linea di design creata da Forever Unique, che aggiunge valore estetico a quello più concreto dei diamanti, si compone di 16 solitari cui seguiranno a breve orecchini e pendenti

U

n passo per volta, il percorso del giovane marchio Forever Unique, prodotto da Osigem, prosegue sulla strada della qualità e dello stile. «Dopo esserci assicurati la materia prima della migliore qualità, ovvero i diamanti certificati da IIDGR, Istituto di certificazione del De Beers Group of Companies - spiega Alberto Osimo, titolare dell’azienda - ora con Forever Unique presentiamo una collezione che aggiunge allo splendore dei diamanti anche un originale contenuto di design. L’abbiamo mostrata agli interlocutori di fiducia e alla stampa per la prima volta alla fiera di Vicenza a Gennaio e i risultati sono stati molto incoraggianti». Si tratta di una linea di design, che si compone di 16 solitari, realizzati in oro bianco e diamanti sia di taglio rotondo che Ideal Square, il taglio di forma quadrata "cuori e frecce" distribuito da Osigem. La designer ha voluto creare una collezione nuova, moderna, da portare tutti i giorni, pur mantenendo la classicità del solitario, e ha promesso che all’anello seguiranno orecchini e pendenti. Innovativi e femminili, i solitari di Forever Unique mostrano contorni morbidi e sinuosi, che raggiungono una perfetta armonia con la brillantezza delle gemme. ■ A step at a time, the young brand Forever Unique, produced by Osigem, is moving ahead along the road of quality and style. «After making certain we can count on the best quality raw material, the diamonds certified by IIDGR, the De Beers Group of Companies Certification Institute - Alberto Osimo, the owner of the company, explains - Forever Unique is now presenting a collection that adds to the splendour of diamonds a carefully sought after design content. We showed it to trusted partners and to the press for the first time at the January Vicenza fair and the results were very encouraging». This is a design line, consisting of 16 solitaires made of white gold and diamonds, both with round cut and Ideal Square cut, the square “hearts and arrows” distributed by Osigem. The designer has intended to create a collection which is new, modern, but preserves the classic solitaire line, something to wear every day. She promises that the ring will be followed by earrings and pendants. Innovative and feminine, the Forever Unique solitaires exhibit soft and sinuous outlines, a perfect match for the brilliance of the gems. l'Orafo 2017

Anelli creati da Forever Unique in oro bianco con diamante centrale e diamanti più piccoli sulla circonferenza del gambo. Il solitario al centro della pagina è decorato da due piccoli pendenti con pietre naturali di colore.

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Desires

flash

TREND

Jewelry

Fields La spiga di grano si tinge dei colori dell’oro e incanta l’alta gioielleria di

Simona Infantolino

U

tilizzata già sulle monete greche e sugli stemmi araldici come simbolo di prosperità, la spiga di grano è storicamente legata a significati positivi riguardanti la terra, la fertilità e la produttività. Portatrice di abbondanza e rinascita, con le sue sfumature dorate la spiga rievoca la luce del sole. Ispirandosi al giallo acceso dei chicchi e alle linee slanciate dei gambi, le maison di alta gioielleria hanno trasformato la silhouette della spiga di grano in preziose collezioni che rubano alla natura non solo l’estetica ma anche il messaggio. ■ The ear of wheat was already used on Greek coins and coats of arms as symbol of prosperity and is historically connected to positive meanings concerning the earth, fertility and productivity. Considered as leading

to wealth and rebirth, thanks to its golden hues, the ear reminds the light of the sun. Taking inspiration from the bright yellow of grains and the slender profiles of stems, high jewellery maisons have turned the image of the ear of wheat into precious collections stealing from nature both the aesthetic element and the message.

Dall'alto, spilla di Boucheron in oro bianco con pavé di diamanti della collezione Plume de Paon; spilla Offrandes d'Été di Chaumet in oro bianco con diamanti della collezione La Nature de Chaumet; spilla L’Épi di Chanel della collezione Les Blés de Chanel in platino e oro giallo con diamanti e pietre colorate. ■ From top, white gold brooch by Boucheron with diamond pavé from the Plume de Paon collection; Offrandes d'Été brooch by Chaumet in white gold and diamonds from the La Nature de Chaumet collection; L’Épi brooch by Chanel from the Les Blés de Chanel collection in platinum and yellow gold with diamonds and coloured stones.


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Desires close up I QUATTRO ELEMENTI

SPETTACOLO

NATURALE Acqua, aria, fuoco e terra: considerati dai filosofi greci l'origine di tutte le cose e della vita stessa, trovano in gioielleria preziose corrispondenze

di

Antonella Garello e Simona Infantolino - foto di Marcel Clemens

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Desires

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Water L'

acqua, elemento femminile e materialmente indispensabile a qualsiasi forma di vita, animale o vegetale, in tutte le culture è da sempre associata all'idea di purificazione, di rinascita e di fertilità. Fin dall’antichità, inoltre, rappresenta la saggezza suprema in virtù della sua intrinseca capacità di adattarsi a qualsiasi forma, senza alcuna costrizione e senza sforzo, seguendo semplicemente le leggi di natura; è inoltre un potente simbolo di metamorfosi, grazie alle sue possibili trasformazioni in ghiaccio o vapore. Dai laghi immobili alle cascate più impetuose agli abissi marini, in natura l’acqua si presenta in una gamma infinita di sfumature, dal bianco candido al blu più profondo, che in gioielleria viene riproposta in veste preziosa nelle gemme tagliate a goccia - come il diamante, lo zaffiro, l’acquamarina, la tanzanite, il calcedonio - che vanno a comporre bellissimi pendenti. ■ In every culture water, a feminine element, literally vital to any living form, animal or vegetal, has always been associated to the idea of purification, rebirth and fertility. Moreover, since ancient times, it represents supreme wisdom, due to its intrinsic ability to adapt to any shape, with no strains and no constraints, but simply following the laws of nature. It is also a powerful symbol of metamorphosis, thanks to its possible transformations into ice or steam. From still lakes to the most raging waterfalls, to sea abysses, in nature water can be admired while taking on an endless range of colour shades, from pure white to the darkest blue. In jewellery, it finds precious matches in drop-cut gems, such as diamonds, sapphires, aquamarines, tanzanites, chalcedonies, which are used to give life to marvellous pendants. l'Orafo 2017

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Desires

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Pagina precedente, dall'alto a sinistra: collana One of a Kind di Faraone in oro bianco con diamanti e zaffiro di Ceylon. Collana Mosaic in oro bianco di FabergĂŠ con diamanti e zaffiri. Collana in oro bianco, diamanti e zaffiro di Davite&Delucchi Gioielli. In queste pagine, da sinistra: pendente in oro rosa di F.A. Gioielli con calcedonio paraiba e diamanti bianchi e neri della collezione Portofino. Collana di Boghossian in oro bianco con diamanti e madreperla. Collier in oro bianco con diamanti e pietre semipreziose della collezione Panarea di Salvini. Ciondolo in oro bianco di Di.Go con diamanti, zaffiri blu e acquamarina milky. Ciondolo della linea Sweet Hill di Oro Trend in oro nero con diamanti, ioliti, topazi e topazio London Blue. Pendente in oro rosa con diamanti e turchese di Chantecler. Pendente in oro bianco con diamanti e zaffiro di Annamaria Cammilli. Pendente in oro bianco con diamanti a goccia e tanzanite naturale di Massimo Raiteri. Collana di BibigĂŹ in oro bianco con diamanti e topazio azzurro, collezione Brigitte.

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Previous page, from top left: One of a Kind necklace by Faraone in white gold with diamonds and Ceylon sapphire. Mosaic necklace by FabergĂŠ in white gold with diamonds and sapphires. White gold necklace with diamonds and sapphire by Davite&Delucchi Gioielli. These pages, from the left: rose gold pendant by F.A. Gioielli with Paraiba chalcedony and white and black diamonds from the Portofino collection. White gold necklace by Boghossian with diamonds and mother-ofpearl. White gold necklace with diamonds and semiprecious stones by Salvini. White gold pendant by Di.Go with diamonds, blue sapphires and milky aquamarine. A pendant from the Sweet Hill line by Oro Trend in black gold with diamonds, iolite, topaz and London Blue topaz. Rose gold pendant with diamonds and turquoise by Chantecler. Pendant in white gold with diamonds and sapphire by Annamaria Cammilli. White gold pendant with drop cut diamonds and natural tanzanite by Massimo Raiteri. Necklace by BibigĂŹ in white gold with diamonds and blue topaz, Brigitte collection.

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Air I

nvisibile e impalpabile, l’aria avvolge il pianeta con la sua energica leggerezza e attraverso il respiro permette la sopravvivenza degli esseri viventi sulla Terra. Presenza intangibile associata alla primavera e all’alba del mattino, in natura si manifesta con forza travolgente attraverso i venti e rappresenta il punto di connessione tra la terra e il cielo. Grazie al suo essere etereo ed evanescente questo elemento, spesso raffigurato con il simbolo del cerchio o del triangolo equilatero con il vertice in alto, è facilmente riconducibile a forme e materiali quasi impercettibili. Il gioiello ispirato all’aria plasma l’argento e l’oro bianco in lunghi orecchini superleggeri che con linee sottilissime e una lavorazione studiata nei minimi dettagli allungano il volto e i lineamenti senza appesantirli. ■ Invisible and impalpable, air wraps our planet with its energetic lightness and, through the breath, it allows living beings to survive on earth. An intangible presence associated to spring and dawn, it manifests itself as an overwhelming force through winds and represents the point of connection between the sky and the earth. Thanks to its being ethereal and evanescent, this element, often portrayed as the symbol of circle or equilateral triangle with the vertex on top, it easily reminds almost imperceptible shapes and materials. The jewel taking inspiration from air moulds silver and white gold into long ultra-light earrings that, with extremely thin lines and a detailed working, makes the face and features look elongated without being heavy.

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Pagina precedente, dall'alto in senso orario: orecchino Aria di Giovanni Raspini in argento; orecchino di Kova in oro brunito e diamanti neri; orecchino di Aonie in argento. In questa pagina, dall'alto in senso orario: orecchini in oro bianco di Alfieri & St. John con diamanti; orecchini Pampilles de lumière di Pacôma in oro bianco con perle Akoya e diamanti; orecchini di Francesca Mo in oro bianco; orecchini in argento rodiato di Roma 1947; orecchini di Zoppini in acciaio con perle Swarovski. ■ Previous page, from top clockwise: silver Aria earring by Giovanni Raspini; burnished gold earring by Kova with black diamonds; silver earring by Aonie. This page, from top clockwise: white gold earrings by Alfieri & St. John with diamonds; white gold Pampille de lumière earrings by Pacôma with Akoya pearls and diamonds; white gold earrings by Francesca Mo; rhodium-plated silver earrings by Roma 1947; steel earrings by Zoppini with Swarovski pearls.

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In questa pagina, dall'alto in senso orario: orecchini in oro bianco e rosa di MimĂŹ Broggian Milano con diamanti e perle; orecchini in argento di Officina Bernardi; orecchini Abbracci Croce di Amen in argento con zirconi; orecchini in oro bianco di Qayten con diamanti. â– This page, from top clockwise: white and rose gold earrings by MimĂŹ Broggian Milano with diamonds and pearls; silver earrings by Officina Bernardi; Abbracci Croce silver earrings by Amen with zircons; white gold earrings by Qayten with diamonds.

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Fire I

mpeto, passione, forza e calore sono solo alcune delle immagini che il fuoco evoca nella mente di chi lo guarda. Un elemento dinamico che può creare, poiché simbolo di luce e trasformazione, ma che può anche distruggere grazie alla sua bruciante energia. I colori delle fiamme, che richiamano simbolicamente ed esteticamente il calore dell’estate e il sole di mezzogiorno, mutano repentinamente dal rosso veneziano all’ambra, con variazioni sui toni cupi del marrone e su quelli accesi dell’arancio. Sfumature che in natura ritroviamo anche nelle pietre preziose e semipreziose: citrino, rubino, corniola, ambra, granato, tormalina rubellite, eliolite, spinello e molte altre ancora. Queste pietre dai colori del fuoco sembrano infiammarsi e prendere vita, soprattutto se incastonate su anelli in oro giallo e rosa. ■ Ardour, passion, strength and heat are only some of the images evoked by fire in the mind of those looking at it. A dynamic element able to create, as symbol of both light and transformation, but also destroy thanks to its burning energy. The colours of flames, symbolically and aesthetically reminding the summer warmth and the midday sun, abruptly change from the Venetian red to the one of amber, varying from dark brown hues to bright orange ones. Those very same shades are also found in precious and semiprecious stones: citrine, ruby, cornelian, amber, garnet, tourmaline, rubellite, heliolite, spinel and many others. These stones characterised by the colours of fire seem to enflame and come to life, especially when they are set on rings made of yellow and pink gold. l'Orafo 2017

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Pagina precedente, anello Ala di Fenice di Angry in oro con zaffiri e diamanti bianchi e neri. In questa pagina, dall'alto in senso orario: anello in oro di Boucheron con quarzo citrino; anello in oro rosa di Oro Trend con diamanti, zaffiri orange e opale di fuoco; anello in oro di Mangiarotti con quarzo fumĂŠ, citrino, citrino Madeira, opale, zaffiri, corallo e diamanti; anello in oro di Superoro con citrino e citrino Madeira; anello in oro rosa di Marroni Design con zaffiri orange e agata pesca. â– Previous page, Ala di Fenice gold ring by Angry with orange and yellow sapphires and with black and white diamonds. This page, from top clockwise: gold ring by Boucheron with citrine quartz; rose gold ring by Oro Trend with diamonds, orange sapphires and fire opal; gold ring by Mangiarotti with smoky quartz, citrine, Madeira citrine, opal, orange sapphires, coral and diamonds; gold ring by Superoro with citrine and Madeira citrine; red gold ring by Marroni Design with orange sapphires and peach agate.

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Dall'alto in senso orario: anello in bronzo placcato oro di 1,618 De Maria con cubic zirconia e quarzo idrotermale; anello in oro di Falcinelly Italy con diamanti e corniola; anello Passione in oro rosa di Giorgio Visconti con pietra semipreziosa rossa; anello in oro rosa di Giovanni Ferraris con diamanti e rubini della collezione Anastasia; anello in oro rosa della collezione Les Lulu di MimĂŹ Broggian Milano con corniola e diamanti. â– From top clockwise: gold-plated bronze ring by 1,618 De Maria with cubic zirconia and hydrotermal quartz; gold ring by Falcinelly Italy with diamonds and cornelian; Passione rose gold ring by Giorgio Visconti with semiprecious red stone; rose gold ring by Giovanni Ferraris with diamonds and rubies; rose gold ring from the Les Lulu collection by MimĂŹ Broggian Milano with cornelian and diamonds.

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Earth L

a terra simboleggia la materia primordiale, l’appartenenza, l’accoglienza del grembo materno e il germogliare stesso della vita. Le sue viscere ci regalano tesori meravigliosi, gemme dalle cromie stupefacenti che nel corso dei secoli non hanno mai smesso di affascinare gli uomini e dar vita a splendidi gioielli. «Oggi, per esempio - afferma Azzurra Cesari della Cesari & Rinaldi Gemmai, storica azienda che ha fornito tutte le immagini di grezzi di queste pagine - sono sulla cresta dell’onda il peridot e le pietre che ricordano l'ormai famoso Greenery, quella tonalità di verde che secondo l’Istituto Pantone caratterizzerà il 2017; la rubellite è richiesta da tutto il mercato asiatico mentre resta un grande classico la famiglia dei berilli, in primis l’acquamarina. Le pietre blu inoltre, complice anche l’anello di fidanzamento di Kate Middleton, stanno attraversando un momento di enorme popolarità». ■ The earth symbolises the primeval matter, the belonging, the welcome into the mother’s womb and the very developing of life. Its bowels give us wonderful treasures, gems endowed with amazing colours that, over the centuries, have never stopped to charm men and create outstanding jewels. «Today, for instance – says Azzurra Cesari of Cesari & Rinaldi Gemmai, the historical company that supplied all the images of raw materials on these pages – the most fashionable stones are peridot and those gems reminding the famous Greenery, that shade of green that, according to the Pantone Institute will characterise 2017; rubellite is requested from the whole Asian market while the beryllium family remains an old time classic, first of all with aquamarine. Blue stones, also thanks to Kate Middleton's engagement ring, are undergoing a period of great popularity».

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Pagina precedente: cristallo di rubellite grezza. In queste pagine, da sinistra, cristalli grezzi di acquamarina, zaffiro e un insieme di topazio azzuro, citrino e rubellite allo stato grezzo. Tutte le immagini sono state gentilmente fornite da Cesari & Rinaldi Gemmai. In questa pagina, in alto a sinistra, anelli realizzati da Irene Neuwirth in oro, diamanti e pietre naturali.

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Opening page: a crystal of rough rubellite. On these pages, from the left: rough crystals of aquamarine, sapphire and a set of blue topaz, citrine and rubellite. All pictures are courtesy of Cesari & Rinaldi Gemmai. Page alongside, top left: rings made by Irene Neuwirth in gold, diamonds and natural stones.

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VICENZA - PAD 6 Stand 205

Pierduca Gioielli Viale Galimberti, 23 - 15048 Valenza AL Tel +39 0131 950556 - Fax +39 0131 972918 info@pierducagioielli.com www.pierducagioielli.com


Desires close up CINEMA

DREAM

FACTORY

Illusioni rĂŠtro confezionate da Hollywood che riempiono le sale grazie a storie vere che fanno riflettere e racconti fantastici che fanno sognare di

Simona Infantolino

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close up Dall'alto, collana in oro bianco di Mayumi con perle; collana in argento di Tiffany & Co. con perle; collana in oro bianco e argento di Yukiko con perle della collezione Giochi d'Oriente. Al centro e in apertura, Natalie Portman nel film Jackie. ■ From top, white gold necklace with pearls by Mayumi; silver necklace by Tiffany & Co. with pearls; white gold and silver necklace by Yukiko with pearls from the Giochi d'Oriente collection. At the center and opening page, Natalie Portman in Jackie.

jackie

Icona di stile, femminilità ed eleganza, Jackie Kennedy rivive nelle movenze di Natalie Portman che interpreta la first lady americana nel film Jackie diretto da Pablo Larrain, nelle sale italiane dal 16 febbraio. La cinepresa segue la sua vita alla Casa Bianca nei giorni precedenti e successivi all’assassinio del marito, il Presidente John F. Kennedy, a Dallas nel 1963. In particolare si concentra sull’intervista che Jackie ha rilasciato a Theodore H. White, giornalista della rivista Life, dopo la morte del marito. Un film emozionante e introspettivo, che racconta la moglie, la madre e la first lady in tailleur di Chanel e collana di perle che all’improvviso si ritrova vedova e con la responsabilità di preservare non solo l’immagine e l’eredità storica del marito ma anche la propria. l'Orafo 2017

■ An icon of style, femininity and elegance, Jackie Kennedy comes back to life in the figure of Natalie Portman who interprets the first lady in the film Jackie directed by Pablo Larrain, which will be in Italian cinemas starting February 16th. The camera follows her life at the White House in the days before and after the assassination of her husband, President John F. Kennedy, in Dallas in 1963. The film concentrates especially on the interview Jackie gave to Theodore H. White, journalist for Life magazine, after her husband’s death. An exciting and introspective film, telling the story of the wife, mother and first lady wearing a Chanel tailleur and pearl necklace, who suddenly finds herself a widow, responsible for preserving the image and historical heritage, not only of her husband, but also of herself.

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florence foster jenkins Una stonatissima (da copione) Meryl Streep e un innamorato Hugh Grant in una commedia drammatica, Florence, ispirata alla vera vita di Florence Foster Jenkins, eccentrica ereditiera newyorkese il cui desiderio era quello di cantare alla Carnegie Hall. Un sogno che neanche le stecche dei suoi acuti e le smorfie del suo accompagnatore al pianoforte riescono a stroncare. Un’aspirazione che diventa realtà grazie all’aiuto del marito che, pur cosciente delle inesistenti doti canore della moglie, per amore la asseconda. In poco tempo Florence viene amata dal pubblico e dai suoi ascoltatori che, tra una risata iniziale e un applauso finale, capiscono di dover mettere da parte la voce della donna per poterne apprezzare il personaggio. ■ A wildly off-key (as in the script) Meryl Streep and a Hugh Grant head over heels in love, in a dramatic comedy, Florence, inspired by the true life of Florence Foster Jenkins, an eccentric New York heiress whose desire was to sing at Carnegie Hall. A dream which was not crushed even by her off-key high notes and the grimaces of the pianist accompanying her. Her dream comes true thanks to help from her husband who, though aware that his wife has no quality at all as a singer, loves her enough to help her. Florence quickly earns the love of her audience, who start by laughing and end up applauding, understanding that they have to put aside her voice and appreciate her personality.

Dall'alto, spilla di Damiani in oro bianco con diamanti e rubini; clip Rose de Noël di Van Cleef & Arpels in oro giallo con diamanti e lapislazzuli. Sullo sfondo, Meryl Streep in Florence Foster Jenkins. ■ From top, white gold brooch by Damiani with diamonds and rubies; Rose de Noël clip by Van Cleef & Arpels in yellow gold with diamonds and lapis lazuli. Background, Meryl Streep in Florence Foster Jenkins.

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A destra, collana di Dior Joaillerie in oro con diamante e madreperla della collezione Rose des Vents; pendente di Boucheron in oro e lapislazzuli della collezione Serpent Bohème; collier Amulette de Cartier in oro rosa con legno e diamante; in basso collana di Pasquale Bruni in oro rosa con onice nero. Due scene dal film La La Land. ■ Right, Dior Joaillerie gold necklace with diamond and mother-of-pearl from the Rose des Vents collection; gold pendant by Boucheron with lapis lazuli from the Serpent Bohème collection; Amulette de Cartier rose gold collier with wood and diamond; below, rose gold necklace by Pasquale Bruni with black onyx.Two screenshots from the movie La La Land.

la la land Il cinema hollywoodiano è sempre stato bravo a raccontare l’amore sul grande schermo. Con La La Land Damien Chazelle ha deciso di farlo a suon di jazz conquistando l’Hollywood Foreign Press Association che lo ha premiato con sette Golden Globes. I due protagonisti, Mia (Emma Stone) e Sebastian (Ryan Gosling), cantano, ballano e suonano - l’attore ha imparato a destreggiarsi con il pianoforte in soli tre mesi - raccontando le loro aspirazioni e il loro amore. La vita però li costringerà a scontrarsi con la realtà. Un musical sognante ambientato nel presente, con numerosi richiami ai grandi film del passato (Singin’ in the rain, West Side Story o Shall we dance, per citarne alcuni), che ha permesso a Chazelle di guadagnare anche 14 candidature agli Oscar. ■ Hollywood has always been great at telling love stories. Jazz is the rhythm behind how director Damien Chazelle tells a love story in La La Land, the exploit that won over the Hollywood Foreign Press Association, which rewarded him with seven Golden Globes. The stars, Mia (Emma Stone) and Sebastian (Ryan Gosling), sing, dance and play – the actor learned how to manage with a piano in barely three months – to tell all their expectations and love. Life however forces them to face reality. A dreamy musical located in the present, often harking back to great films of the past (Singin’ in the rain, West Side Story or Shall we dance, to mention a few), which allowed Chazelle to win 14 Oscar candidacies as well. l'Orafo 2017

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la bella e la bestia Prendi un grande classico del cinema d’animazione come La Bella e la Bestia, trasformalo in un live action e scegli come attrice protagonista Emma Watson, già amatissima dal pubblico che la seguiva nella saga di Harry Potter, e il successo è assicurato. O almeno così si prevede in vista dell’uscita del film diretto da Bill Condon, nelle sale cinematografiche dal 16 marzo. La storia è la stessa della famosa fiaba europea che ha ispirato il cartone animato del 1991; lo si intuisce dal trailer che ci anticipa una bellissima Belle (Emma Watson) e i simpatici soprammobili che animano l’immenso castello della Bestia. Non manca nessun elemento per far sognare tutti i bambini, e anche gli adulti che sono cresciuti con Lumière che cantava Stia con noi, qui con noi. ■ Take a classic animated film like Beauty and the Beast, turn it into a live action film and choose as your star Emma Watson, already deeply loved by the public who had followed her through the Harry Potter saga, and success will be sure. At least this is what we can expect when the film directed by Bill Condon will come out on March 16th. The story is the same as that of the famous European fairy tale which inspired the animated film of 1991; one can see this from the trailer which gives us a preview of the lovely Belle (Emma Watson) and the cute knick knacks which animate the immense castle of the Beast. Nothing is missing to make every child dream, or adults who grew up with Lumière singing Be our guest Be our guest. l'Orafo 2017

Da sinistra, ciondolo Stella Silhouette di Dodo in oro rosa; collana in pelle di Misani con elementi in oro, quarzo citrino e diamante; pendente di Scavia in platino con diamante. In alto, due scene del Film La Bella e La Bestia. ■ From the left, Stella Silhouette pendant by Dodo in rose gold; leather necklace by Misani with gold elements, citrine quartz and diamond; platinum pendant by Scavia with diamond. Above, two screenshots from the Beauty and the Beast movie.

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NEW DESIGN

fascinoso

cabochon Le nuove linee di Artlinea si articolano in una serie di verette, ciondoli, orecchini e anelli che giocano con i colori dell'oro e i diamanti bianchi e neri, montando pietre di colore al centro di luminosi pavé

In alto e a sinistra ciondolo e orecchini Artlinea in oro bianco con tre piccole file di diamanti bianchi rifiniti da una granulazione in oro rosa ai lati. Al centro collana con pendente in oro bianco e pavé di diamanti su cui spicca un rubino cabochon contornato da un anello in oro giallo. n Above and left: pendant and earrings by Artlinea in white gold with three little rows of white diamonds and a decoration in rose gold at the sides. Center page: necklace with a pendant in white gold and diamond pavé with a cabochon ruby in a yellow gold frame at the center.

S

empre più affermata nel panorama italiano del gioiello grazie alla fantasia delle sue collezioni e alla qualità delle materie prime utilizzate, Artlinea prosegue la sua efficace sperimentazione delle più innovative tecnologie presentando modelli intriganti e di grande appeal nel rapporto qualità-prezzo. L’ultima collezione di anelli, verette, orecchini, bracciali tennis e ciondoli, presentata a Gennaio in occasione di Vicenzaoro, si illumina di diamanti ma non appesantisce il cartellino perché sfrutta i risultati di una montatura attentamente studiata e calibrata anche su dimensioni di gemme decisamente minute. L’alternanza e la combinazione dei colori dell’oro, bianco, rosa e giallo, abbinata al bianco o al nero dei diamanti crea effetti decorativi d’impatto senza limitare la possibilità di indossare questi gioielli in ogni occasione della giornata. Un grande classico come la pietra a taglio cabochon, piacevolmente arrotondal'Orafo 2017

ta in superficie come negli anelli delle dive Anni Quaranta, viene rivisitato invece nella collezione Garbo, impreziosita dall’utilizzo di rubini, zaffiri e smeraldi al centro di un luminoso tappeto di diamanti. Anche in questo caso, a parte le pietre centrali, le gemme del pavé sono molto piccole ma raggiungono il massimo effetto di brillantezza grazie alla montatura studiata da Artlinea. Gli anelli sono la destinazione d’eccellenza per le gemme cabochon, ma sono disponibili anche collane con pendenti e orecchini. n Increasingly in vogue in the Italian world of jewellery, thanks to its creative collections and quality raw materials it uses, Artlinea presses on with its successful experiments in cutting edge technologies presenting intriguing models of great appeal as to the quality-price ratio. The latest collection of rings, wedding rings, earrings, tennis bracelets and charms, presented in January at Vicenzaoro, is alight with diamonds, 52

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A destra verette in oro rosa e bianco con tre piccole file centrali di diamanti bianchi oppure in alternanza bianchi e neri. n Right: rose and white gold rings with three little rows of white diamonds or white and black diamonds.

A sinistra anelli in oro bianco con pavé di diamanti e al centro rubino o zaffiro cabochon contornati da oro giallo. n Left: white gold rings with diamond pavé and cabochon ruby or sapphire surrounded by yellow gold at the center.

not weighing heavily on the price tag as it exploits the results of a carefully studied setting also gauged to the size of absolutely minute gems. Astounding decorative effects are created by alternating and combining the colours of white, pink and yellow gold, matched up with the white or black of diamonds, offering the opportunity to wear these jewels upon any occasion throughout the day. Whilst a great classic such as the cabochon cut gemstone, smoothly rounded on the surface reminiscent of the rings worn by film stars in the 40’s, is reinvented in the Garbo collection, enhanced by rubies, sapphires and emeralds set at the centre of a pavé shining with diamonds. Here again, apart from the central gemstone, the pavé stones are very small but are shown off to the best by Artlinea’s special setting. Rings are the destination of excellence for cabochon gemstones, but necklaces with pendants and earrings are likewise available. l'Orafo 2017

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People & Brands TRANSIZIONI

evoluzione,

che sfida Il passaggio generazionale nelle piccole aziende famigliari è all'origine di molti successi, ma anche di qualche declino. Ecco gli ultimi esempi di Ilaria

Danieli

T

anti successi sono iniziati con un passaggio generazionale, come pure tanti fallimenti. Di successo, almeno economico per ora, sembra l’ultimo avvicendamento ai vertici di un grande nome del lusso italiano, ovvero l’acquisizione dell’85% della quota azionaria di Buccellati (precedentemente detenuta dal Gruppo Clessidra e dalla famiglia, ai quali è rimasto il 15%) da parte del gruppo cinese Gangtai, uno tra i più grandi distributori di gioielli in Cina. Il fatto che Andrea Buccellati abbia mantenuto il ruolo di direttore creativo e di presidente onorario, con Gianluca Brozzetti come Ceo, non stupisce, mentre ha meravigliato il prezzo di vendita, oltre i 200 milioni, pari a circa 6,6 volte i ricavi del famoso marchio italiano (41 milioni nel 2015). Tutto questo a pochi mesi dalla morte di Gianmaria Buccellati, figlio del fondatore Mario e ultimo rappresentante della seconda generazione in azienda. Sul futuro della maison pesa ora un punto di domanda ma l’esperienza relativamente recente dell’acquisizione di Bulgari e Pomellato da parte di importanti gruppi stranieri (rispettivamente LVMH e Kering) lascia prevedere sviluppi positivi. Va sottolineato comunque che il successo su larga scala di Bulgari era iniziato già con l’ingresso di Francesco Trapani, rappresentante della quarta generazione della famiglia, negli anni ’80, e con l’avvio nei decenni successivi del suo progetto di diversificazione del prodotto e di ingresso in Borsa italiana. Quindi, ancora una volta, il trampolino di lancio era stato un passaggio generazionale. Un’altra, molto più traumatica ma ormai storica transizione generazionale ha interessato la maison Damiani negli anni ’90, con l’improvvisa morte di Damiano Grassi e l‘assunzione di responsabilità da parte dei tre figli Giorgio, Silvia e Guido che hanno saputo traghettare il marchio verso una dimensione sempre più significativa. Un destino più incerto sembra pesare invece sul futuro di alcune significative realtà vicentine come Chimento, attualmente in liquidazione e con diversi dipendenti in cassa integrazione, dopo qualche anno di crisi. Impossibile non collegare questo momento di difficoltà con il progressivo ritiro dalle scene del fondatore Adriano Chimento. Al momento di svolta sono ora anche alcune preminenti realtà nel retail del gioiello, aziende di solida tradizione famigliare che si apprestano a fronteggiare la sfida dello sviluppo. Difficile azzardare pronostici, ma sarà per tutti necessario prendere atto che, alla luce delle recenti esperienze, l'azienda famigliare finisce spesso per soccombere alla forza dei grandi gruppi. Le piccole e brillanti eccezioni, comunque, restano ancora una peculiarità del Made in Italy che tutto il mondo ci invidia.

Collana (sopra) e orecchini (a destra) iconici di Buccellati indossati dalle modelle alla sfilata Haute Couture di Giambattista Valli. Si tratta di gioielli in oro bianco e giallo con pietre di colore e diamanti bianchi e gialli. n Iconic necklace (above) and earrings (right) by Buccellati worn by models at the Giambattista Valli Haute Couture show. These pieces are in white and yellow gold with coloured stones and white and yellow diamonds.

English text see page 110 l'Orafo 2017

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Pagina a fianco in alto e qui sotto, due look della sfilata di Giambattista Valli Haute Couture che si è tenuta a Parigi. A destra, anello Victoria di Mimì. n Page alongside (top) and below, two looks of Giambattista Valli Haute Couture show held in Paris. On the right, Victoria ring by Mimì.

Andrea, Giovanna e Pietro lasciano l'azienda La loro quota nel Gruppo Broggian è stata rilevata da Fausto Broggian e figli, che proseguiranno con tutti i marchi

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ltima "preziosa" case history italiana, in tema di passaggi generazionali, è quella che ha interessato il gruppo Broggian, storico dealer di gioielli e distributore ufficiale del marchio Mikimoto in Italia e in altri Paesi europei, unico nel mondo autorizzato dalla casa madre. Il 31 gennaio scorso, infatti, i fratelli Andrea, Giovanna e Pietro sono usciti da tutte le attività aziendali. La loro quota di società è stata rilevata da Fausto Broggian, uno dei fratelli fondatori dell’azienda, con i figli Marco e Ilaria. «Dopo averli immaginati, creati e lanciati - spiega Andrea Broggian, che del gruppo era amministratore delegato fin dal primo contratto con Mikimoto - lasciamo alla nuova gestione Mimì, Broggian Diamanti e la Mikimoto Milano Collection, ovvero i marchi o le linee di prodotto in cui abbiamo con passione creduto, augurandoci che abbiano un futuro brillante anche con la nuova gestione. Non posso nascondere che la cessione sia stata per noi un passaggio emotivamente doloroso, anche se razionalmente consapevole e sereno. Una sorta di passaggio obbligato, come spesso avviene quando non si trova un accordo condiviso su visione e strategie aziendali». Secondo Andrea Broggian nelle aziende famigliari, che ancora rappresentano la maggioranza del tessuto imprenditoriale italiano, sono determinanti anche fattori diversi da quello economico, che pure ha la sua naturale cruciale importanza. «Come le storie d'amore, anche quelle familiari sono storie tutte simili ma sempre diverse, nelle quali la commistione tra sentimenti e interessi genera esaltanti successi e traumatici tracolli. Per noi fratelli è stato come separarci da un figlio, ma quando si hanno sogni, progetti e impostazioni divergenti, il rischio di un continuo conflitto è un pericolo che va assolutamente prevenuto». E ora quali sono i vostri progetti? «Per il momento nessuna scelta definitiva. Ci piacerebbe avere ancora il privilegio di lavorare insieme, e di certo ci aiuteremo sempre. Ma si apre una nuova stagione e non escludiamo l’ipotesi di poter intraprendere strade separate, qualora ci siano offerte opportunità interessanti».

Qui sopra, Andrea Broggian, ex amministratore delegato del Gruppo Broggian e, sotto, Andrea Buccellati, direttore creativo di Buccellati, con la figlia Lucrezia. n Above, Andrea Broggian, ex CEO of Broggian Group, and, below, Andrea Buccellati, creative director of Buccellati, with his daughter Lucrezia.

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innOVAtiOns JAnuARY 2017

unique new cuts

sunflower cut

Mango cut

Big table cut

ITALIA DEL NORD

CENTRO ITALIA

SUD ITALIA

Aesse Pietre S.N.C. Via ca´ Pisani 22 35010 Vigodarzare – Padova tel: +39 049 8875774 Fax: +39 049 8889619 info@aessepietre.com www.aessepietre.com

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Heritage EXCELLENCE

FROM EAST END

TO MAYFAIR Affascinato prima dai colori dei dolciumi venduti dalla madre e ispirato poi dalle creazioni orafe londinesi, Laurence Graff è diventato oggi il Re delle gemme di Ilaria

Danieli


Heritage

In apertura, diamanti taglio smeraldo e taglio cuscino. In questa pagina, dall'alto in senso orario: i nonni di Laurence Graff fuori dalla loro macelleria nell'East End di Londra; Laurence Graff che esamina una delle sue prime creazioni negli anni Settanta; Hatton Garden, luogo dove Laurence e il figlio François hanno iniziato le loro carriere; Laurence con il Principe Carlo alla premiazione del Queen's Award to Industry. Tutte le foto sono tratte dal libro Graff di Rizzoli International Publications. ■ Opening page, emerald and cushion-cut diamonds. This page, from top clockwise: Laurence Graff's grandparents outside their butcher's shop in the East End of London; Laurence Graff examining one of his early creations in the 1970s; Hatton Garden, the place where Laurence and his son François began their careers; Laurence with Prince Charles on the occasion of receiving the Queen's Award to Industry. All pictures are from the book Graff by Rizzoli International Publications.

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el Paese a più alta concentrazione di ricchi e nobili per nascita, l’Inghilterra, si è distinto un figlio della working class che sembrerebbe forgiato apposta per alimentare la saga americana del selfmademan d’inizio Novecento. Non è nato infatti in una provincia sperduta del Wyoming ma a Londra l’oggi famoso gioielliere Laurence Graff, e precisamente nella comunità ebraica dell’East End che negli anni Quaranta era ancora il quartiere operaio più povero della metropoli. La distanza che separa la casa natale dall’odierno quartier generale di Graff a Mayfair, pochi chilometri, corrisponde a un coast-to-coast in termini di scala sociale, un’impresa titanica che però non spaventò il bimbetto cresciuto tra le forti personalità della mamma e della nonna paterna a causa del richiamo alle armi dei maschi di famiglia durante la II Guerra Mondiale. L’istinto per gli affari della nonna, noto a tutta la comunità che infatti si rivolgeva a lei l'Orafo 2017

per ogni genere di consulenze, e lo spirito pratico della madre, che gestiva un piccolo corner-shop di dolciumi, sicuramente influirono nella formazione del talento commerciale di cui il piccolo Graff era dotato, così come il fatto di essere cresciuto in un quartiere-mercato, dove tutti vendevano e compravano qualcosa ad ogni ora della giornata. Superata in qualche modo la scuola dell’obbligo, Laurence cominciò a 15 anni a lavorare, prima nel negozietto della madre, dove forse conobbe le prime suggestioni cromatiche grazie al fascino dei canditi colorati, e poi come apprendista nell’atelier di un gioielliere. L’iniziale insuccesso (“Il ragazzo non è proprio portato per questo mestiere”, sentenziò il boss dopo due settimane) scatenò l’orgoglio di Laurence, che andò a cercar lavoro da un concorrente e frequentò un corso alla scuola d’arte che poi divenne la Central Saint Martin’s. Tutto il resto delle sue conoscenze, però, è frutto di esperienze e non di studi accade58

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In alto, collana realizzata per il Sultano del Brunei; Laurence Graff e il figlio François in una miniera Safdico; Laurence nel quartier generale dell'azienda a Mayfair, Londra, davanti a L'Aubade di Picasso della sua collezione privata; collezione Hair and Jewel Coiffure (1970); Sultano del Brunei. ■ Above, a necklace made specially for the Sultan of Brunei; Laurence Graff and his son François in a Safdico mine; Laurence at the company headquarter in Mayfair, London, in front of Picasso L'Aubade from his private collection; Hair and Jewel Coiffure collection (1970); the Sultan of Brunei.

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Heritage In questa pagina, pubblicità "The Most Fabulous Jewels in the World" del 2010. Pagina a fianco, dall'alto: Laurence Graff studia il Delaire Sunrise, il più grande diamante Fancy Vivid Yellow taglio smeraldo; spilla Bird con diamante Vivid Yellow taglio cuscino; diamanti grezzi gialli. ■ This page, "The Most Fabulous Jewels in the World" advertising from the 2010s. Alongside page, from top: Laurence Graff studies the Delaire Sunrise, the largest emerald cut Fancy Vivid Yellow diamond in the world; Bird brooch set with a Vivid Yellow cushion-cut diamond; rough yellow diamonds.

mici: nessuno sembra comprendere la bellezza e il valore di una gemma meglio di lui, che non possiede alcun diploma in gemmologia, e nessuno è riuscito meglio di lui a far lievitare le quotazioni di alcuni diamanti, oggetto di iper-mediatici acquisti o di privatissime vendite multi-milionarie, anche se nel suo curriculum non brillano né lauree né master in business administration. Il coraggio di rischiare non gli è mai mancato, fin dalla fondazione dell’azienda nel 1960, ma anche una instancabile disponibilità alle PR e alle frequentazioni mondane, che lo avvicinarono al jet set hollywoodiano e alle corti orientali, oltre a una rigorosa onestà di fondo, che lo portò a ripagare sempre i suoi debiti e a costituire una fondazione benefica in Botswana, Facet, finalizzata alla protezione e all’alfabetizzazione di bambini e ragazze madri. Pietra miliare nell’allargamento e nel consolidamento del suo business è stata nel 1998 l’acquisizione di una considerevole quota azionaria della South African Diamond Corporation (Safdico), un potente player del settore che gli ha consentito l’accesso diretto alle migliori pietre di De Beers. Ecco perché portano il suo nome o sono comunque passati tra le sue mani alcuni tra i più preziosi diamanti del mondo come i Windsor Yellows (un paio di orecchini con due diamanti gialli di 51 e 40 carati) e il Graff Pink, un fancy rosa di oltre 23 carati. Ma il controllo della materia prima sta anche alla base della verticalizzazione aziendale che ha contraddistinto il suo modello di business fin dai primi anni 2000: il marchio Graff segue infatti il diamante dalla miniera al negozio, occupandosi del taglio, del disegno, della manifattura, della pubblicità e della vendita. Naturalmente il gioielliere non è solo in questa impresa, ma ha sempre avuto al suo fianco il fratello, capo della produzione, e oggi anche il figlio e il nipote, oltre a un centinaio di artigiani e qualche centinaio di collaboratori. Autodidatta nel lavoro, Laurence Graff è autodidatta anche nella passione per l’arte figurativa che lo ha spinto a raccogliere una collezione di grande valore, oggi parzialmente esposta nella sua casa in Svizzera e spesso richiesta in prestito per mostre ed esposizioni. Cinquanta boutique in tutto il mondo e un giro d’affari in cui gli zeri non si contano sono le cifre di un successo nato dal nulla che resta un’eccezione ma dimostra una regola, anzi due: la generazione che ha visto e vissuto la guerra, sia pure durante l’infanzia, ha una marcia in più, e il talento per il diamond-dealing è un dono di natura che non si impara a scuola. ■ In the country with the highest concentration of people born into wealth and the aristocracy, a working class son stood out, who seemed to be designed to feed the early twentieth century American myth of the self-made man. The by now famous jeweller Laurence Graff was born, l'Orafo 2017

not in a faraway county of Wyoming but in London, to be exact in the Jewish community of the East End which in the 1940s was still the poorest working class district of the metropolis. The few miles separating the house where he was born from the present-day Graff headquarters in Mayfair, represent a coast-to-coast trip in terms of social ladder, a titanic enterprise which did not however frighten the child born between the powerful personalities of his mother and his paternal grandmother because the males of the family had been enlisted in the army during World War II. His grandmother's business instinct – well known to the whole community which would consult her on every kind of topic – and the practical spirit of his mother who owned a small corner-shop selling sweets, certainly affected the development of the little Graff's commercial talent, as did the fact of being brought up in a market district, where everybody was buying or selling something all day long. Having somehow got through compulsory schooling, Laurence began working at 15, first in his mother's little shop – where he may have had his interest in colour stirred by seeing the candy – and 60

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then as an apprentice in a jeweller's atelier. His initial failure (“The boy isn't cut for this job�, said his boss after two weeks) aroused Laurence's pride, and he went to seek work with a competitor and attended a course at the art school which later became Central Saint Martin’s. All the rest of his skills however came from experience, not from academic studies: no one seems to appreciate the beauty and value of a gem better than him, even though he has no diploma in gemmology, and no one has managed better than him to raise the prices of certain diamonds, the object of hyper-media purchases or utterly private multi-millionaire sales, even though his curriculum boasts no academic titles or master's degrees in business administration. He has never lacked the courage to take risks, right from the foundation of his company in 1960, but also to tireless availability for PR and social life, which has brought him close to the Hollywood jet set and to Oriental courts, as well as a basic honesty which has led him to always pay back his debts and establish a charity foundation in Botswana, Facet, focused on protection and literacy programmes for children and single mothers. A milestone in the enlargement and consolidation of his business, in 1998 he acquired a considerable share in the South African Diamond Corporation (Safdico), a powerful player in the trade which gave him direct access to the best De Beers stones. This is why some of the most precious stones in the world bear his name, or have at least passed through his hands, like the Windsor Yellows (a pair of earrings with two yellow 51 and 40 carat diamonds) and the Graff Pink, a pink fancy of over 23 carats. However, control of raw materials also lies at the base of vertical integration which has been a feature of the company's business model since the early 2000s: the Graff brand follows the diamond from mine to shop, handling cutting, design, manufacture, advertising and sale. The jeweller of course is not alone in this task, he has always been supported by his brother, the production manager, and today also by his son and grandson, as well as some hundred craftsmen and several hundred others. Self-taught in his job, Laurence Graff is also self-taught in his passion for the figurative arts, which has led him to put together a highly valuable collection, now partly on show at his house in Switzerland and often asked on loan for shows and exhibitions. Fifty boutiques around the world and a turnover of countless zeros, the figures of a success born from nothing which remains exceptional, but proves a rule, indeed two rules: the generation that saw and lived through the war, even in childhood, has an edge over later ones, and talent for diamond-dealing is a natural gift one cannot learn at school. l'Orafo 2017

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Since 1970


Heritage L'AZIENDA

DUE SECOLI

DI PASSIONE Nella lunghissima storia della D'Elia di Torre del Greco clienti d'eccezione, scelte lungimiranti, viaggi pionieristici: e un incessante amore per i doni del mare di

Antonella Garello

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Heritage

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orniamo decisamente indietro nel tempo - all'epoca della Rivoluzione Francese, nel 1790 per precisione - e poi balziamo ai giorni nostri: per rendere omaggio alla storia della D'Elia di Torre del Greco, una tra le pochissime imprese orafe ufficialmente riconosciute come Aziende Storiche Italiane, fondata appunto nel 1790, testimone di una lunga serie di accadimenti storici e protagonista di altrettanti successi e riconoscimenti. Ultimo in ordine di tempo, lo scorso 29 Ottobre, il G-20 "tecnico" di Hangzhou dedicato a Innovation & Start up, al quale Alfonso Vitiello, attuale titolare della società, è stato invitato a rappresentare l'Italia. «In quella sede, davanti a una platea di assoluta eccezione, ho raccontato la storia della nostra azienda di famiglia, sul mercato da oltre due secoli, che ha saputo esportare e far apprezzare nel mondo le tecniche e le lavorazioni del corallo e del cammeo, la bellezza delle perle, la passione per un lavoro artigianale che è uno dei vanti del nostro Paese». Non solo: la storia della D'Elia è una storia di clienti d'eccezione, di scelte lungimiranti, di relazioni coltivate con accortezza, di avventure e viaggi pionieristici. «I miei antenati sono partiti da Torre del Greco a fine Ottocento per aprire uffici commerciali negli Stati Uniti e in Giappone, a Kobe» racconta Alfonso Vitiello. L'idea era quella di saltare tutti i passaggi e andare ad approvvigionarsi del miglior materiale direttamente alla fonte per poi commercializzare in tutto il mondo perle, coralli, cammei di altissimo pregio. «Pensi che a quei tempi il viaggio verso il Giappone lo si faceva in treno e durava almeno tre mesi, e nel lunghissimo tratto russo le autorità non permettevano neppure di scendere a terra. Quindi si partiva completi di stufette, fornelli da campo, viveri in quantità, vettovaglie» continua sorridendo Vitiello. La prima azienda contava più di 500 operai. È sopravvissuta a due guerre mondiali, mantenendo nel tempo un rapporto privilegiato col Sol Levante e contribuendo concretamente alla rinascita del comparto nipponico, devastato dal secondo conflitto mondiale e messo in ginocchio dalle sanzioni commerciali. Un rapporto fatto di relazioni personali prima ancora che commerciali. Nel 1921, in segno di gratitudine e rispetto, il principe Hirohito in persona, accompagnato dai suoi dignitari, si recò a Torre del Greco per visitare l'azienda della famiglia D'Elia. «Tra i vanti di famiglia, voglio ricordare che il mitico Kokichi Mikimoto alla fine della guerra cedette a mio nonno un intero anno di pescato, a testimonianza di quanto apprezzasse la serietà e il modus operandi della nostra azienda». Non a caso Alfonso Vitiello ha anche dedicato un testo al Giappone

Pagina d'aper tura, dall’alto a sinistra tre anelli D'Elia, il primo in oro bianco con corallo del Giappone e diamanti, gli altri due in oro bianco, diamanti e corallo rosso del Mediterraneo. In questa pagina, dall'alto: i D'Elia-Vitiello con commercianti torresi a Kobe, Giappone, agli inizi del Novecento. L'imperatore del Giappone, principe Hirohito, in visita all'azienda D'Elia a Torre del Greco nel 1921, col fratello Tamakatsu Nomya, dignitari di cor te e Alfonso D'Elia, nonno dell’attuale titolare. In basso: colonia di imprenditori torresi a Kobe, Giappone, nel 1919: l'ultimo sulla destra è Alfonso D'Elia.


In questa pagina: "Mosè salvato dalle acque del Nilo": la celebre conchiglia, vanto di Torre del Greco, è stata incisa dall'artista G. Sabbato nel 1853; precedentemente esposta al British Museum di Londra, oggi appartiene nuovamente alla collezione privata D'Elia. In basso: l'azienda torrese è stata tra l’altro fornitrice della Casa Reale italiana. In questo celebre ritratto la regina Margherita di Savoia indossa collane di perle naturali D'Elia.

(Capire il Giappone per ampliare i rapporti futuri) con l'obiettivo di aiutare quanti si trovino ad affrontare questo mercato. Nel corso del tempo la clientela illustre della D'Elia è andata ampliandosi, arrivando a includere rappresentanti delle case reali in tutto il mondo, attrici, principesse, celebrities. La Regina Margherita di Savoia, che a causa della sua passione per le perle si meritò il soprannome di "regina più imperlata d'Europa", si riforniva abitualmente dalla D'Elia. Il legame con gli Stati Uniti ha permesso inoltre all'azienda di entrare in contatto col mondo della politica e della Hollywood dei tempi d'oro: una collana di perle D'Elia entrò a far parte della boîte à bijoux di Grace Kelly, mentre John Fitzgerald Kennedy e la moglie Jacqueline Bouvier (cui è dedicato il recentissimo Jackie di Pablo Larrain, candidato a tre Premi Oscar) dopo le nozze furono ospiti dei D'Elia in Villa Olivella - la splendida dimora di proprietà di amici di famiglia, i Conti De Gaetani Dell'Aquila D'Aragona, resa celebre tra l'altro dal film con Ingrid Bergam Viaggio in Italia - e in quella occasione JFK acquistò per la moglie una collana di perle coltivate. Ai giorni nostri, anche l'ultima, amatissima first lady democratica, Michelle Obama, ha apprezzzato i gioielli D'Elia. «Avrei tantissimi altri nomi altisonanti da citare come nostri clienti, ma mi piace sottolineare che è la storia stessa di Torre del Greco a essere straordinaria: basti pensare che la tecnica di lavorazione del cammeo, caso praticamente unico al mondo, è rimasta invariata dai tempi dei tempi e ancora oggi è interamente manuale: ogni conchiglia è un caso particolare, con una propria conformazione che richiede uno studio e un approccio a sé». Certo, non basta avere una storia da raccontare, perché oggi i problemi sono tanti e diversi: a Torre del Greco le aziende che lavorano i doni del mare sono rimaste una cinquantina, e l'economia mostra segni di sofferenza. Sicuramente la mancanza di reciprocità dei dazi doganali a fronte di certi Paesi è un problema, così come è un problema la mancanza di concreti aiuti e finanziamenti alle aziende. «Tuttavia avere alle spalle una storia secolare significa disporre di una sorta di straordinario biglietto da visita in termini di affidabilità, riconoscimento, serietà. E mi ha insegnato a non avere mai paura delle sfide: siamo un Paese straordinario, dovremmo solo imparare a fare squadra e potenziare i nostri punti di forza, far leva sulle capacità tecniche e valorizzare le nostre tradizioni e il nostro stile, che all'estero tanto ci


Heritage A sinistra: perle faccettate di Haiti; a destra: Alfonso Vitiello nelle farm giapponesi di Ise Shima Mie Ken. Al centro: spilla Stella Marina in oro bianco, corallo rosso del Mediterraneo e diamanti. Sotto: Alfonso Vitiello con Maria Grazia Cucinotta e Gioia De Simone in occasione del riconoscimento della D'Elia e della De Simone come Aziende Storiche Italiane.

invidiano». ■ A long step back into the past – to the times of the French Revolution, the year 1790 – and then a leap forward to our own times: to pay homage to the history of D'Elia from Torre del Greco, one of the very few jellery companies to be officially recognised as a Historic Italian Company, having been established exactly in 1790, a witness to a long series of historic events, successes and rewards. The latest in time - last October 29 - the Hangzhou “technical” G-20 dedicated to Innovation & Start up invited Alfonso Vitiello, current owner of the company, to represent Italy. «There, before a unique audience, I told the story of our family company, on the marketplace for over two centuries, which has known how to export and teach the world to appreciate techniques of coral and cameo processing, the beauty of pearls, the passion for craftsmanship which was one of the boasts of our country». Not only: the history of D'Elia is a history of exceptional clients, of far-sighted choices, carefully cultivated relations, adventures and pioneering voyages. «My ancestors left Torre del Greco at the end of the 19th century to open business offices in the US and in Japan, at Kobe» says Alfonso Vitiello. The idea was to skip all the intermediate steps and get hold of the best raw materials directly at the source in order to market pearls, corals and cameos of the best quality around the world. «Imagine, in those days travel to Japan was by rail and took at least three months, and during the very long Russian stretch, the authorities did not even allow passengers to get off the train. So travellers had to take along heating stoves, camp stoves and plenty of victuals» Vitiello continues, smiling. The first company employed more than 500 workers. It survived through two world wars, keeping a privileged relationship with the Land of the Rising Sun – giving a practical contribution to the rebirth of the Japanese industry which had been devastated by the second world war and knocked out by trade sanctions. A tie made of personal relationships, even more than business relations. In l'Orafo 2017

1921, as a sign of gratitude and respect, Prince Hirohito himself, accompanied by his court, came to Torre del Greco to visit the D'Elia family company. «Among the events our family is proud of – the famous Kokichi Mikimoto, at the end of the war, gave my grandfather a whole year’s worth of fished pearls, a testimony to how he appreciated the seriousness and modus operandi of our company». It is no surpise, therefore, that Alfonso Vitiello dedicated a text to Japan, with the aim to help those facing this market for the first time. As time went on, famous clients of D’Elia increased, and began to include members of royal families around the world, actresses, princesses, celebrities. Queen Margherita di Savoia, who earned the nickname of “most pearled queen of Europe” because of her unbridled passion for pearls, supplied herself regularly at D'Elia’s. Links with the USA also allowed the company to get in touch with the political world and 66

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In questa pagina, dall'alto in senso orario: pendente a forma di Stella Marina in oro bianco con corallo e diamanti. Grace Kelly fotografata con una collana di perle bianche D'Elia; John Fitzgerald Kennedy e la moglie Jacqueline con la collana di perle D'Elia acquistata a Torre del Greco.

with Hollywood in its golden age; a D'Elia pearl necklace became part of Grace Kelly’s boîte à bijoux, and John Fitzgerald Kennedy and his wife Jacqueline Bouvier (the subject of the recent film Jackie by Pablo Larrain, candidate to three Oscars), after getting married, visited Italy and were guests of the D'Elia family at Villa Olivella in Torre del Greco - the splendid mansion, property of the family friends Conti De Gaetani Dell'Aquila D'Aragona, famous worldwide because here the movie Viaggio in Italia was shot, starring Ingrid Begman) where JFK purchased a necklace of cultured pearls for his wife. And recently the last, beloved, Democratic first lady, Michelle Obama, showed her appreciation for D'Elia Jewels. «I could bring up so many other famous names of customers, but I would like to stress that it is Torre del Greco’s history itself which is extraordinary: just think that the technique for making cameos, something almost unique in the world, has never changed and is still done entirely by hand. Each shell is a case of its own, with its own shape, demanding special study and a special approach». Having a history to tell is not enough, problems today are many and different: at Torre del Greco, there are still some fifty companies left which work with the gifts of the sea, and the economy is showing signs of stress. Of course, the lack of reciprocity of customs tariffs with certain countries is a problem, as is the lack of help and funding for companies. «However, having a history of centuries behind oneself means having a kind of extraordinary calling card in terms of reliability, recognition, seriousness. This has taught me never to fear challenges: ours is an extraordinary country, all we have to do is learn how to work as a team together and reinforce our strong points, use our technical skills as a lever and give value to our traditions and style, which they envy us abroad so much».



Heritage EXHIBITIONS

ART NOUVEAU

ON SHOW Pezzi unici e rarissimi, famosi gioielli e opere d'arte visiva dalla fine Ottocento all'inizio del Novecento, in mostra nei più importanti musei d'Europa e nelle fiere di antiquariato di

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Rosa Chiesa

a natura, nelle sue manifestazioni più ricche e rigogliose, ha sempre rappresentato una inesauribile fonte d’ispirazione per tutti i settori della creatività, soprattutto quello del gioiello. Più in generale, un recente interesse pare focalizzarsi sul periodo della Belle Époque, fiorente di spunti e di attività artistiche che non smettono di affascinare, forse perché preludono alla modernità. Il padre dell’Art Nouveau, già celebrato in una recente mostra a Roma, è stato recentemente ricordato anche a Bruxelles, alla Brafa Art Fair, la più antica mostra-mercato di arte antica e moderna d’Europa, appena conclusasi. Qui compare come highlight proprio un raro gioiello disegnato da Alphonse Mucha, frutto della collaborazione tra l’artista e il talentuoso orafo Georges Fouquet. Il gioiello, un'importante chaîne de corsage (catena da appuntare al corsetto con due clip alle estremità e lasciata pendere nel mezzo) lunga 130 cm, realizzata in oro con rubini, zaffiri, smeraldi, perle barocche e diamanti, esprime nelle sue forme allungate la medesima grazia delle figure femminili tracciate da Mucha nell’ampia produzione di manifesti pubblicitari e teatrali, nati all’ombra delle ferventi atmosfere parigine all’inizio del ’900. Oltre alle pietre preziose anche l’uso dello smalto plique-à-jour valorizza i due pendenti del prezioso gioiello, realizzando una felice sintesi tra forme vegetali ispirate alla natura e una suggestione formale attinta dall’eredità delle Arts&Crafts inglesi. Di Belle É poque si torna a parlare nella prossima mostra bresciana, Da Hayez a Boldini. Anime e volti della pittura italiana dell’Ottocento, curata da Davide Dotti e organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo in collaborazione con la Provincia di Brescia, che esplorando le diverse correnti artistiche del XIX secolo italiano traccia un percorso che parte dalla conturbante scultura Amore e Psiche di Canova e si chiude con i sensuali ritratti femminili di Boldini. Questi ultimi evocano il clima mondano e culturale della Parigi fin-de-siècle, dove insieme ad altri artisti, poi rimasti nella storia, lo stesso Boldini visse. Proseguendo idealmente nel percorso storico-artistico partito dalle vibranti linee Art Nouveau si approda al linguaggio sobrio e raffinato, costruito sulla spinta della modernità incarnata dall’avvento delle macchine, che ha marcato indelebilmente gli anni Venti con l’Art Déco. Ed è proprio la mostra in programma a Forlì, Art Déco, Gli anni ruggenti in Italia, curata da Valerio Terraroli, con la collaborazione di Claudia Casali e Stefania Cretella e la direzione di Gian-


Heritage


Nelle pagine precedenti, gioielli Art Nouveau “Chaîne de Corsage” di Georges Fouquet (gioielliere) e Alphonse Mucha (grafico): undici pezzi unici in oro con pietre preziose (rubini, zaffiri e diamanti), smalti plique-à-jour e perle naturali barocche. In questa pagina, bracciale di Mellerio dits Meller in oro con perla e rubini (1860). ■ Previous pages, “Chaîne de Corsage” Art Nouveau Jewels by Georges Fouquet (jeweler) and Alphonse Mucha (graphic artist): eleven one of a kind gold pieces set with precious gemstones (rubies, sapphires and emeralds), plique-à-jour enamels and baroque natural pearls. This page, gold bracelet by Mellerio dits Meller set with pearl and rubies (1860).

franco Brunelli, a proporre l’estetica Déco attraverso dipinti come quello di Alberto Martini, Ritratto di Wally Toscanini, 1925, che evoca atmosfere da Il grande Gatsby, così come i ricercati salotti della Secessione viennese. Da questa commistione tra protorazionalismo, che influisce formalmente sulle linee, e ricercatezza decorativa (passando ora da nuove forme geometriche, colori e materiali) nascono anche capolavori come quelli realizzati da Cartier New York che verranno presentati da S. J. Phillips, antiquario di gioielli storici e argento di fama mondiale, ai principali collezionisti internazionali al Tefaf di Maastricht, annuale fiera di riferimento per arte, gioielleria e antiquariato, che inaugurerà a marzo 2017. Tra questi objets du désir spicca una magnifica collana anni ’30, dalla raffinata geometrizzazione, con rubini birmani e diamanti, caratterizzata da tagli di fogge differenti e un bracciale “tutti-frutti” creato dal gioielliere americano Raymond Yard nel 1927, ispirato all’iconico modello presentato da Cartier nel 1925, in occasione della Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes a Parigi. Infine la fascinazione per l’effervescenza dell’ambiente artistico e culturale parigino, creatosi nella capitale francese d’inizio Novecento, si svela anche attraverso i ritratti, dalla tipica profondità psicologica, realizzati da Modigliani, prossimamente esposti nella mostra in programma a Palazzo Ducale di Genova, e organizzata e prodotta da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e da MondoMostre Skira. Dal gioiello e dalle esposizioni ci arriva un monito, quasi sussurrato: non basta un solo sguardo per la storia, ma tanta elaborazione, per coglierne i concetti, la perizia tecnica e i virtuosismi. ■ Nature, in its most luxuriant and abundant manifestations, has always been an endless source of inspiration for all sectors of creativity, especially the one of jewels. In a word, a recent interest appears to be focused on the Belle Époque, abounding with ideas and artistic activities never ceasing to arouse fascination, maybe because they are the prelude to modernity. The father of Art Nouveau, already celebrated in a recent exhibition in Rome, was also recently commemorated in Brussels, at the Brafa Art Fair, the oldest exhibition fair for ancient and modern art in Europe, just closed. Here the star of the show was precisely a rare jewel designed by Alphonse Mucha, born from collaboration between this artist and Georges Fouquet, the talented goldsmith. The jewel, a superb chaîne de corsage (chain used to l'Orafo 2017

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Da sinistra, Amedeo Modigliani, La giovane Lolotte, olio su tela, 1918; Alberto Martini, ritratto di Wally Toscanini, pastello su carta, 1925. â– From the left, Amedeo Modigliani, La giovane Lolotte, oil on canvas, 1918; Alberto Martini, portrait of Wally Toscanini, pastel on paper, 1925.

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pin to the corset by two clasps at the ends and left to dangle in the middle) 130 cm long, made of rubies, sapphires, emeralds, baroque pearls and diamonds, with its elongated shape, conveying a charm similar to one of the female figures drawn by Mucha in his extensive production of publicity and theatrical posters, born in the shadow of the fervid Parisian atmosphere of the early 900’s. Apart from the precious stones, the use of plique-à-jour enamel also enhances the two pendants of this precious jewel, creating a successful affinity between vegetable-like forms inspired by nature and a hint of formality taken from the heritage of English Arts&Crafts. The subject of the Belle Epoque will be taken up again at the next exhibition in Brescia, From Hayez to Boldini. Spirits and faces in Italian 19th century painting, curated by Davide Dotti and organized by Associazione Amici di Palazzo Martinengo together with the Province of Brescia authority which, exploring the various Italian XIX l'Orafo 2017

century artistic schools, traces out a path starting from the provocative sculpture Love and Psyche by Canova and finishing with Boldini’s sensual female portraits. The latter evoking the society and cultural atmosphere of fin-de-siècle Paris where Boldini himself lived together with other artists, destined to go down in history. Ideally continuing along the artistic-historic itinerary begun from the vibrant Art Nouveau lines you then arrive at the discreetly elegant mannerism, built up in the wake of a modernity embodied by the advent of motor cars, leaving an indelible mark on the Twenties with Art Déco. And it is precisely the Art Déco, the Roaring years in Italy exhibition programmed in Forlì, curated by Valerio Terraroli, assisted by Claudia Casali and Stefania Cretella and directed by Gianfranco Brunelli, to propose the beauty of Déco through paintings such as the one by Alberto Martini, Portrait of Wally Toscanini, 1925, reminiscent of the Great Gatsby-like atmosphere, the same as for 73

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Heritage A sinistra, Giovanni Boldini, ritratto della baronessa Malvina-Marie Vitta, pastello su seta. In basso, collana Luminance della collezione Cartier Magicien in oro bianco con diamanti, foto di Vincent Wulveryck © Cartier. ■ Left, Giovanni Boldini, portrait of the Baroness Malvina-Marie Vitta, pastel on silk. Below, Luminance necklace from the Cartier Magicien collection in white gold set with diamonds, photo by Vincent Wulveryck © Cartier.

the refined salons of the Viennese Secession movement. Masterpieces are also born from this mixture of proto-rationalisation, with formal impact on the lines, and decorative refinement (now passing on to new geometric forms, colours and materials) such as those made by Cartier New York due to be presented by S. J. Phillips, world famous antique dealer in historic jewels and silver, to the major international collectors at the Maastricht Tefaf, annual reference fair for art, jewellery and antiques, scheduled to be opened in March 2017. One of the most outstanding objets du désir is a magnificent necklace of the 30’s, in an elegant geometrical style, with Burma rubies and diamonds, marked by different stylish cuts and a “tutti-frutti” bracelet created by the American jeweller Raymond Yard in 1927, inspired by the iconic model presented by Cartier in 1925 at the Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes in Paris. Lastly the fascination for the exuberance of the Parisian artistic and cultural atmosphere created in the French capital in the early twentieth century, is also revealed through the portraits, of typically deep psychological significance, painted by Modigliani, soon on display in the exhibition programmed at Palazzo Ducale in Genoa, organized and produced by the Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura cultural foundation and by MondoMostre Skira. From jewel and exhibitions an almost whispered warning reaches us: it is not enough to just give a glance to history, but a lot of elaboration, to perceive their concepts, technical skill and virtuosity. l'Orafo 2017

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Dall'alto, collana di Cartier con rubini birmani e diamanti, 1930; bracciale tutti-frutti di Raymond Yard realizzato intorno al 1927. â– From top, necklace by Cartier set with Burmese rubies and diamonds, 1930; tutti-frutti bracelet by Raymond Yard made in around 1927.

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JEWELS COLLECTION




Visual MADE IN ITALY

A TASTE OF

JEWELLERY Due eccellenze italiane, i vini delle cantine più raffinate e l'alta gioielleria più preziosa, insieme in un gioco di riflessi tutto da assaporare photos by

Close Up stUdios

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In questa pagina, bracciali della collezione Diva di Roberto Demeglio in ceramica lucida e oro bianco con pavé di diamanti; Astoria, Arzanò Cartizze Docg: vino dal colore giallo paglierino tenue e lucido con perlage a grana sottilissima, che sprigiona sentori tra mela e frutta secca, mallo di noce e mandorla. ■ This page, bracelets from the Diva collection by Roberto Demeglio in polished ceramic and white gold with diamond pavé; Astoria, Arzanò Cartizze Docg: this wine has a pale and shiny straw yellow color with a thin grain perlage, which gives off scents of apple and dried fruit, walnut and almond.

Nella pagina precedente, collana Foxy di Stefan Hafner in oro bianco con diamanti e zaffiri rosa; Allegrini, La Poja 2011: vino rosso di trascinante personalità, tanto fresco e reattivo quanto morbido e armonioso. Perfetta espressione del suo territorio. ■ Previous page, Foxy white gold necklace by Stefan Hafner with diamonds and pink sapphires; Allegrini, La Poja 2011: this is a red wine with a compelling personality, as fresh and responsive as soft and harmonious. Perfect expression of its “terroir”. l'Orafo 2017

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Collana di Andrea Del Borgo con perle South Sea e Tahiti; Cà del Bosco, cuvée Annamaria Clementi 2007: vino d'eccellenza dal profumo complesso e dalla lunga persistenza in bocca, è dedicato ad Annamaria Clementi, fondatrice di Ca' del Bosco. ■ Necklace by Andrea Del Borgo with South Sea and Tahiti pearls; Cà del Bosco, cuvée Annamaria Clementi 2007: this excellent wine with a complex aroma and long persistence in the mouth is dedicated to Annamaria Clementi, founder of Ca 'del Bosco. l'Orafo 2017

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Visual

Collana Rose, best-seller di Picchiotti, nella nuova versione miniatura con diamanti e rubellite; Ferrari, Perlé 2009: vera e propria icona di stile, dal gusto elegante e armonioso, questo trentodoc è considerato uno dei migliori spumanti italiani. ■ Rose necklace, Picchiotti's best-seller, in the new miniature size with diamonds and rubellite; Ferrari, Perlé 2009: a real icon of style, with an elegant and harmonious taste, this trentodoc is considered one of the best Italian sparkling. l'Orafo 2017

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Collana Princess Flower di Roberto Coin in oro bianco e giallo con diamanti; Villa Sandi, Millesimato 2015 Valdobbiadene: un Prosecco millesimato di Valdobbiadene, dal bouquet fruttato, con un perlage fine e persistente: molto piacevole ed elegante. â– Princess Flower necklace by Roberto Coin in white and yellow gold with diamonds; Villa Sandi, Millesimato 2015 Valdobbiadene: a Vintage Prosecco from Valdobbiadene, with fruity bouquet and fine and persistent perlage: very pleasant and elegant. l'Orafo 2017

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Visual BOOKS

THE BEAUTIFUL WORLD

OF A DANDY Conosciuto come fotografo di moda e società , Cecil Beaton è stato anche un grande arredatore e costumista. Un volume di Rizzoli International illustra le sue country house e i suoi acquerelli per l'interior design. Il set ideale per gioielli Haute Couture di Ilaria

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na sensibilità estetica straordinaria e a 360° animava l’estro di Cecil Beaton, dandy inglese famoso per i suoi numerosi talenti ma soprattutto per il suo estro di fotografo: davanti al suo obiettivo, nel set da lui costruito, ogni donna poteva sembrare una regina della società, una icona di eleganza. Ora un libro di Rizzoli International gli rende onore affrontando il suo stile proprio dal punto di vista dell’interior design, prendendo in esame due delle sue residenze: Ashcombe House, vicino al villaggio di Tollard Royal nel Wiltshire, e Reddish House, che si trova a Broad Chalke, una piccola cittadina vicino a Salisbury, sempre nel Wiltshire. Erano le due case di campagna di Beaton, quelle in cui poté esprimere al meglio la sua passione per l’arte, per il giardinaggio e per le delizie della vita di paese. Aspetti che vanno a completare la sua figura, già così poliedrica e partecipe della vita mondana dell’epoca oltre che estremamente rappresentativa della moda e del costume dagli anni ’30 ai ‘60. Il suo talento come arredatore, competenza per la quale non poteva vantare una specifica formazione e che viene tuttavia splendidamente documentata nel libro anche con gli acquerelli riprodotti in questo servizio, hanno favorito il suo impegno anche come scenografo e costumista per il teatro e il cinema: erano suoi, per esempio, i costumi del musical My Fair Lady. ■ An extraordinary aesthetic sensitivity lending full life to the creativity of Cecil Beaton, the English dandy famous for his numerous talents but particularly for his role as photographer: in front of his lens, in the setting he personally built, any woman could appear a queen of society, an icon of elegance. Now a book, published by Rizzoli International, plays him homage, dealing with his style precisely from the interior design point of view and taking two of his residences into consideration: Ashcombe House, near the village of Tollard Royal in Wiltshire, and Reddish House, located in Broad Chalke, a small town near Salisbury, still in Wiltshire. These were Beaton’s two country houses, the ones where he was able to give full rein to his passion for art, gardening and the delights of life in a small town. Aspects going to complete his personality, already so versatile and intimately involved by the society life of the times as well as being a figurehead of the fashion and customs between the 30’s and 60’s. His talent as interior designer, a competence for which he was unable to boast any specific education, but however splendidly documented in this book, also with the watercolours introduced in this feature, facilitated his commitment as a set and costume designer for cinema and theatre: his, for example, are the much acclaimed costumes of the musical My Fair Lady .

In apertura: Collier Lierre de Paris di Boucheron in oro bianco e diamanti e acquerello di Ashcombe House dipinto da Cecil Beaton. Pagina a fianco, acquerello della serra di Reddish House dipinto da Beaton con la mano sinistra dopo l'ictus del 1979. Tutti gli acquerelli sono tratti da Cecil Beaton at home di Andrew Ginger, Rizzoli International 2016. ■ Opening page: Lierre de Paris necklace by Boucheron in white gold and diamonds and watercolour of Ashcombe House painted by Cecil Beaton. Page aside: watercolour of Reddish House's winter garden painted left-handed by Beaton after his stroke in 1979. All the watercolours are taken from the book Cecil Beaton at home by Andrew Ginger, Rizzoli International 2016.

Collier di alta gioielleria Pensée de diamants di Boucheron in oro bianco e diamanti. ■ Pensée de diamants high jewellery necklace by Boucheron in white gold and diamonds.


Visual A destra: acquerello della biblioteca di Reddish House dipinto da Cecil Beaton con la mano sinistra dopo l'ictus che lo colpì nel 1979. ■ Page alongside: watercolour of Reddish House's library painted by Cecil Beaton with his left hand after a stroke in 1979.

Spilla Jeanne di Chanel in oro bianco con spinello rosa centrale, zaffiri rosa e grigi, spinelli grigi e diamanti. Collezione Coco avant Chanel. ■ Jeanne brooch by Chanel in white gold with a pink spinel at the center, pink and grey sapphires, grey spinels and diamonds. Coco avant Chanel collection. l'Orafo 2017

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Pagina a sinistra: il salotto di Reddish House dipinto da Cecil Beaton a Natale del 1955. In questa pagina: Orecchini in oro bianco Fairmined di Chopard con due diamanti di purezza D-flawless taglio a goccia e taglio a cuore e contorno di diamanti taglio a pera e taglio brillante. â– Page aside: The drawing room at Reddish House, painted by Cecil Beaton, Christmas 1955. This page: white Fairmined gold earrings by Chopard with two D-flawless drop cut and heart cut diamonds surrounded by pear cut and round cut diamonds. l'Orafo 2017

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Inside Jewelry CINA

goodbye

dazi?

Il gigante d'Oriente ha iniziato un abbattimento delle imposte sui beni di lusso importati che si spera possa coinvolgere anche la gioielleria di

Sonia Sbolzani

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al 1° Giugno 2015 la Cina ha tagliato fino al 50% i dazi sui beni di lusso importati, in particolare nei settori abbigliamento, calzature e cosmetici. Il provvedimento tuttavia non ha riguardato gioielli e orologi, né borse e piccola pelletteria. La notizia è buona per metà, quindi, ma è comunque l’inizio di un percorso che auspicabilmente, prima o poi, porterà a includere nella lista anche i preziosi Made in Italy. Scopo della manovra cinese è ridurre la forbice di prezzi tra i prodotti in vendita sul mercato interno e quelli acquistati all’estero, finora gravati da dazi ingenti che costringevano i consumatori a pagarli circa un quinto in più, nell’ottica di un sostegno ai consumi nazionali. Ricordiamo che ai consumatori cinesi si deve il 47% del consumo globale del lusso, ma il 73% di questi acquisti è compiuto all’estero (compresi Hong Kong e Macao). Va da sé come un simile provvedimento corra il rischio di scatenare un effetto boomerang in Europa con un possibile calo delle vendite dirette di beni di lusso ai turisti cinesi (comunque solo il 4% dei cittadini della Repubblica Popolare è provvisto di passaporto: dato interessante). Secondo i calcoli di Hsbc, uno dei più importanti gruppi bancari al mondo, il complesso dei turisti dell’ex-Celeste Impero acquista dall’Italia il 35% dei suoi luxury goods (con una spesa media pro capite di circa 7mila euro per visita), il 40% dalla Francia, il 25% dalla Gran Bretagna. Le norme anti-corruzione introdotte nel 2014 dal Presidente Xi Jinping sono inevitabilmente destinate a mutare i consumi cinesi, al pari di una nuova “rivoluzione culturale”, si dice. Gli effetti si ripercuoteranno soprattutto sul lusso, dal momento che i beni d’alta gamma erano i principali oggetti di scambio nel business. D’altra parte, a livello mondiale il 30% del lusso è rappresentato dal “gift”, rappresentato per lo più dalla regalistica in uso negli affari. Lo stesso Xi Jinping e la moglie vestono solo marchi cinesi (anche se magari realizzati con tessuti italiani) e pare che l'Orafo 2017

abbiano fatto dell’austerità la propria linea di condotta, cosicché gli uomini d’affari e le loro mogli (o viceversa, le donne d’affari e i loro mariti) stanno rinunciando sempre più all’ostentazione, volendo adeguarsi. Ai provvedimenti legislativi si aggiunge poi il fisiologico trend di maturazione dei consumatori, che da innamorati delle griffe si stanno spostando sempre più sui prodotti super-personalizzati. La conseguenza sarà un certo freno all’acquisto di prodotti europei haut-de-gamme. Per gli imprenditori italiani che scelgono di investire in Cina, la scelta del partner ideale, i costi del personale in trasferta, la localizzazione degli impianti e la gestione della manodopera locale sono i maggiori problemi che occorre affrontare in concreto. Delle attuali iniziative italiane in Cina la maggioranza sono rappresentanze commerciali, ma una buona percentuale ha carattere produttivo e risponde all’obiettivo dichiarato di fruire del basso costo dei fattori produttivi e, in secondo luogo, di essere vicine a un mercato di rilievo o a singoli clienti importanti. Talvolta le scelte di investimento si rivelano deludenti per gli operatori italiani, in genere a causa della cattiva scelta dei partner locali. Pertanto, una delle strategie più avvedute risulta quella di associarsi a un fornitore locale, in modo che per questo partner la joint venture costituisca un nuovo cliente di tutto rispetto. Così, dal momento che tale fornitore non conosce di solito il mercato di sbocco, si evita il rischio che sia tentato di integrarsi a valle e quindi “tradisca” il socio italiano. Si sono dimostrate fallimentari, invece, le joint venture con acqui92

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renti che controllano il mercato e possono mirare a sottrarre la tecnologia e realizzare il prodotto in proprio. Un altro aspetto da considerare attentamente è rappresentato dai costi del personale italiano espatriato e quelli per le trasferte di quanti devono essere presenti in Cina periodicamente. Bisogna tenere presente, infatti, che un manager italiano in loco costa all’impresa circa il doppio che in patria, “pesando” in media quanto 70 operai cinesi. Quindi, se il motivo della delocalizzazione è il risparmio sulla manodopera, l’incidenza viene a essere davvero forte. Da non sottovalutare neppure la localizzazione degli impianti. In un contesto dove ogni cosa va negoziata, è fondamentale non essere gli “ultimi” dell’insediamento produttivo in cui si è situati, dal momento che ciò influisce su vari eventi: solo per fare un esempio, sulla durata dei blackout programmati frequenti in Cina (i più forti riescono a evitarli, i piccoli no). Poi, per quanto riguarda la manodopera cinese, va anche detto che essa fa registrare un turnover davvero astronomico, con percentuali che arrivano a sfiorare il 100% all’anno: questo soprattutto perché le imprese tendono a mantenersi sui salari minimi. Solo di recente gli imprenditori più responsabili hanno cominciato a puntare su leve come la qualità della vita (in un ambiente nel quale gli operai vivono in immensi dormitori all’interno degli stessi parchi industriali). In assenza di benefit, infatti, i lavoratori sono sempre pronti a trasferirsi presso altre fabbriche. l'Orafo 2017

Le imprese in Cina da più lunga data sono ormai entrate in una Fase 2 della produzione. In un primo tempo si sono lasciate “abbagliare” dal basso costo della manodopera, ora hanno capito che i loro costi sono del 5-10% più alti di quelli dei rivali cinesi. Pertanto, stanno impegnandosi a riorganizzare la produzione secondo criteri più razionali, consapevoli che la crescente qualità dei prodotti cinesi non giustifica più un notevole spread di prezzo finale. Da una ricerca sulle modalità di ingresso e sulle chance in Cina per le aziende italiane dell’alto di gamma, condotta da un team di studiosi della SDA Bocconi su commissione di Altagamma (associazione che raggruppa le imprese nazionali del lusso top), è emerso che nel giro di un quinquennio si potrebbe passare da 13 a oltre 100 milioni di clienti. Al netto di quanto sopra riferito in merito al parziale taglio dei dazi, va osservato che comunque i pesanti aggravi generano un notevole differenziale di prezzo (+20% rispetto a Hong Kong, +50% rispetto all’Italia), cosicché i Cinesi spesso si avvicinano a tali beni durante i viaggi all’estero. L’Organizzazione Mondiale del Turismo ha calcolato che i turisti cinesi saranno 100 milioni nel 2020. Le vicine Hong Kong e Macao sono le destinazioni preferite per lo shopping, ma l’Italia si piazza seconda come meta preferita in Europa, con Roma, Milano e Venezia tra le sei città più desiderate. English text see page 110 93

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Inside Jewelry INTERVISTA

business is

fantasy Docente di design del gioiello e collaboratore di aziende orafe in Cina, Maurizio Palmisciano parla dei gusti di questo mercato di

Antonella Garello

D

esigner di gioielli, vincitore di diversi premi e riconoscimenti, Maurizio Palmisciano dal 1999 si divide tra l’Italia e la Cina, dove ha collaborato con aziende orafe locali e ha insegnato design del gioiello in università e Scuole d’Arte a Pechino, Shanghai, Suzhou, Hangzhou. Questa duplice esperienza con le generazioni mature e con i giovani gli ha insegnato molto sul gusto e sulle aspettative dei consumatori cinesi rispetto al gioiello. «Tra la visione “occidentale” del gioiello e quella cinese - spiega Palmisciano - esistono differenze fondamentali, che solo recentemente la reciproca conoscenza dovuta alla maggiore mobilità e agli studi delle giovani generazioni stanno appianando. Prima di tutto, per noi italiani sono scontati, almeno in una certa misura, lo studio e la conoscenza della nostra storia, della storia dell’arte, del disegno, anche del costume e della moda. Siamo abituati a una certa armonia estetica, anche perché da sempre viviamo circondati da incredibili bellezze naturali e architettoniche, e per noi il gioiello appartiene di diritto a questo mondo, anzi ne è per così dire la quintessenza. Per noi il gioiello, al di là del suo valore materiale, significa disegno, proporzioni, estetica, magari trovare soluzioni tecniche, sperimentare abbinamenti cromatici. In Cina, anche per questioni storiche, il gioiello è spesso visto come un complemento della moda, svincolato dal passato. Sia le aziende per cui ho lavorato sia gli studenti delle diverse scuole in cui ho insegnato, per esempio, mi chiedono spessissimo di aiutarli a disegnare gioielli “alla moda”». L’unica eccezione riguarda la giada, alla quale viene da sempre e da tutti gli asiatici riconosciuta una grande importanza simbolica, quasi filosofica. Del resto la concretezza cinese e la finalità business-oriented della loro educazione è quasi proverbiale. «In un video che ha destato una certa attenzione, la preside della Scuola Media numero 3 di Pechino ha sottolineato le difficoltà che incontra quotidianamente l'Orafo 2017

nel far capire a studenti e genitori che studio e conoscenza non servono solo a trovare un buon lavoro, ma sono fondamentali per far crescere la persona e renderla capace di trovare la propria strada anche in occasione di soluzioni lavorative diverse da quelle previste. Inoltre l'attitudine a studiare serve non solo a memorizzare e copiare, ma a esplorare nuovi territori e a creare, nel caso del gioiello anche a disegnare qualcosa di nuovo», conferma Maurizio Palmisciano. In effetti un altro problema che si può incontrare è proprio la difficoltà ad accettare una qualsiasi novità. Quello cinese è un mercato che predilige i prodotti “testati”. Per esempio, le gemme considerate tali sono spesso solo le quattro ufficialmente riconosciute come preziose. Una pietra non “preziosa” in senso stretto, ma magari di particolare bellezza o caratura, intorno alla quale sia stato costruito un gioiello magnifico, troverà comunque difficoltà a essere accettata. Le giovani generazioni stanno invece imparando ad apprezzare non solo i grandi marchi internazionali - che danno appunto la sicurezza dell’essere noti e apprezzati - o i gioielli ostentati dai cosidddetti “nuovi ricchi” , vistosi, appariscenti, con grandi pietre: si stanno invece avvicinando a uno stile più discreto, a un gioiello fatto a regola d’arte e curato dal punto di vista estetico e tecnico, un vero mix di elementi orientali e occidentali. Per esempio sono amatissimi i ciondoli, un tipo di gioiello ben visibile e che al tempo stesso si presta al tradizionale linguaggio simbolico cinese. «Insegnare loro tutto questo significa avvicinare i cinesi alla nostra mentalità e al nostro gusto, facendone magari futuri consumatori!» conclude Palmisciano. In questa pagina, in alto: Maurizio Palmisciano al lavoro con alcuni studenti della Scuola d'Arte di Suzhou. Al centro: anello e girocollo disegnati da due studenti del secondo anno del medesimo istituto. English translation: see pag. 110 94

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Showcase your

MAGNIFICENT JEWELLERY at these WORLD-CLASS jewellery events

JUNE Hong Kong Jewellery & Gem Fair ONE OF ASIA’S TOP THREE FINE JEWELLERY EVENTS 22 - 25 June 2017 Hong Kong Convention & Exhibition Centre

SEPTEMBER Hong Kong Jewellery & Gem Fair THE WORLD’S NUMBER ONE FINE JEWELLERY EVENT 13 - 17 September 2017 AsiaWorld-Expo • Hong Kong

15 - 19 September 2017

Hong Kong Convention & Exhibition Centre

To exhibit, please contact: Sales Department, Jewellery Fairs, UBM Asia Ltd 17/F, China Resources Building, 26 Harbour Road, Wanchai, Hong Kong Tel: (852) 2516 1677 / 2585 6179 Fax: (852) 3749 7319 Email: salesjgf-hk@ubm.com

www.JewelleryNetAsia.com


Inside Jewelry VICENZA

un incerto

futuro

I dati diffusi dalla locale Camera di Commercio parlano di aziende in difficoltà in uno scenario decisamente complesso di

Denise Battistin

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e cifre parlano chiaro, per chi sa interpretarle: il settore orafo vicentino sta vivendo ancora un momento difficile, e lo scenario prospettato è ancora ricco di luci e ombre, con una prevalenza per queste ultime. Chiediamo di illuminarci a Onorio Zen, al secondo mandato come presidente della Categoria Metalli Preziosi di Confartigianato Vicenza e titolare della OroZen di Romano d’Ezzelino, azienda con 12 dipendenti produttrice di gioielli in oro e specializzata nella realizzazione di medaglie. «Lo scenario internazionale – osserva – è decisamente complesso e da quanto emerge dai dati della Camera di Commercio di Vicenza e di Confartigianato si evidenzia che i mercati di sbocco storici dell’oreficeria vicentina come gli Emirati risentono delle forti tensioni dell’area Medio Orientale, mentre Hong Kong avverte le conseguenze della contrazione del Pil della Cina, che dal 16% è passato al 6%». Significativa anche la perdita di aziende e di addetti (quasi 800 unità, quasi un quarto del totale), con un ripiegamento maggiore di quanto avvenuto a livello nazionale e di quanto verificatosi nel settore manifatturiero nel suo complesso. «Le aziende artigiane attualmente attive sono 437 su un totale di 782 – prosegue Zen – ma si è verificato un decremento minore rispetto alle industriali. Prima di tutto perché poche di esse sono strutturate, la maggior parte lavora per terzi, e molte sono composte da una o due persone: aspetto che, paradossalmente, permette loro comunque di resistere e di andare avanti». Già da qualche anno Vicenza si trova al terzo posto, dietro Arezzo e Valenza, che hanno produzioni l’una di oreficeria basica e la seconda di gioielleria, ma secondo gli esperti questo è principalmente dovuto al fatto che il core business vicentino, e cioè le catene in solo oro, ha trovato forti competitors soprattutto in Turchia e nell’area orientale, grazie anche a un uso maggiore dei macchinari, gli stessi che i vicentini hanno costruito ed esportato per anni. «A mio avviso – riprende Zen – è venuta meno una certa attenzione all’investimento interno. Ovvero, tanti hanno impegnato il proprio capitale in articoli e prodotti esterni, invece di investire all’interno della propria azienda, per darle maggiore competitività e qualità di prodotto.

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A destra, anelli di Pesavento in oro con pietre di colore; in basso a sinistra, anelli New Barocco in oro e diamanti di Roberto Coin; sotto a destra, collana in oro e diamanti di Marco Bicego; nella pagina a fianco, bracciale di Barakà. n On the right, gold rings by Pesavento with coloured gemstones; below on the left, New Barocco rings by Roberto Coin; below on the right, gold and diamonds necklace by Marco Bicego; page alongside, a bracelet by Barakà.

Coloro che hanno perseguito questo progetto, curando il design, i materiali o la strumentazione, ora vantano imprese in attivo. Bisogna essere presenti in azienda e investire in essa». Un'altra nota dolente viene dall’area terzisti, molto rappresentata nel vicentino, che sta conoscendo un notevole momento di crisi, tanto che molti di loro stanno chiudendo. «Ora molti fondono solo una o due volte la settimana – precisa – e per questo si lavora molto male. Parlando ad esempio di microfusione: un tempo si trovavano almeno 12 o 13 ditte che l’applicavano per conto terzi e ora invece ce ne saranno almeno dieci in meno che fondono solo il martedì o il giovedì. La domanda è sempre minore rispetto al passato». Influenza negativamente anche il fatto che negli ultimi anni il pubblico non solo non compra più oro, ma spesso lo evita, preferendo alternative come l’elettronica o il turismo. «L’allontanamento dall’acquisto dell’oreficeria dipende da molti fattori – sottolinea Zen – dal costo troppo alto dei prodotti alle crisi politiche ed economiche localizzate, come ad esempio è avvenuto a Dubai e in India». Tutto sommato però, emerge una nota positiva: nei primi 9 mesi 96

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Interscambio commerciale in valore del prodotto “cm321” “gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; pietre preziose lavorate prime 10 province esportatrici” - primi 9 mesi del 2016 (valori in euro) pos. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

import 2015

import 2016

export 2015

export 2016

94.255,254 747.429,822 132.736,179 453.968,407 4.215,673 56.486,541 156.993,841 22.367,200 30.204,441 23.546,702

66.601,680 572.578,205 126.857,215 498.196,161 5.062,953 60.639,688 264.691,701 20.576,839 54.176,523 25.233,751

1.354.100,869 1.304.245,934 1.081.911,524 531.640,350 151.891,178 101.250,432 40.642,530 45.979,420 39.900,946 12.025,796

1.320.844,225 1.149.944,078 973.858,275 578.802,370 106.656,604 89.572,507 44.986,284 40.192,838 26.007,612 17.602,172

paesi Arezzo Alessandria Vicenza Milano Treviso Firenze Roma Padova Torino Varese

Fonte: eleborazione Camera di Commercio di Vicenza su dati ISTAT

Settore gioielleria (*) - provincia di Vicenza - unità locali artigiane primo trimestre 2009 e terzo trimestre 2016 settori oreficeria manufatturiero

% % unità locali unità locali artigiane unità locali unità locali artigiane artigiane su totale totale artigiane totale su totale primo trimestre 2009 terzo trimestre 2016 1.038 18.196

599 9.650

57,7% 53,0%

794 17.298

412 8.392

51,9% 48,5%

var. % artigiane 2009/2016 -31,2% -13,0%

(*) Codice ATECO 2007: “Fabbricazione di oggetti di gioielleria e oreficeria e articoli connessi” Fonte: elaborazione Camera di Commercio di Vicenza su dati INFOCAMERE

del 2016 secondo dati elaborati dall’Ufficio Studi Confartigianato, la vendita di prodotti orafi vicentini ha registrato un valore pari a 973,9 milioni di euro, oltre un quinto (21,4%) dell’export nazionale del settore. Inoltre, dal confronto con gli altri 27 Paesi Ue e il resto d’Italia, la provincia berica si classifica al sesto posto per prodotti orafi venduti all’estero, esportando il triplo della Spagna e metà dell’intera Germania, soprattutto verso Paesi con una propria valuta, diversa dall’euro, che arrivano a rappresentare il 78,8% delle esportazioni. «Molto importanti sono i marchi – evidenzia Onorio Zen – perché oggi la direzione dell’acquisto si rivolge all’alta gioielleria. Bulgari e Tiffany, ad esempio, stanno andando bene. Da noi a Vicenza, invece, mancano i brand. Esistono sì i Marco Bicego e i Roberto Coin, che comunque trainano il mercato. Ma sono venuti meno alcuni marchi storici, come Chimento e Balestra. Marchi riconoscibili in tutto il mondo e che davano lustro alla produzione locale. L’avvento di internet, inoltre, ha creato una ulteriore selezione, perché Tiffany viene comprato anche online, mentre gli unbranded come i nostri veneti devono contare ancora sulla vendita diretta. Per l'Orafo 2017

avere un nuovo appeal dovremmo riuscire a formare un gruppo – auspica Zen – nel quale si riuniscano solo aziende con determinate caratteristiche e che diventi quindi sinonimo di qualità. Ora non basta più avere buone idee e un bel design, che magari viene copiato nel giro di una settimana, serve una cultura, professionale ed etica, in grado di dare un plus ai nostri prodotti. Oltre a una nuova attitudine alla flessibilità e all’inserimento di forze giovani all’interno dell’azienda che possano apportare freschezza e know how.

È bensì vero che le nostre sono aziende storiche, con generazioni di orafi alle spalle, ma non bisogna diventare vecchi. Flessibilità e apertura possono essere le carte vincenti. Mediate anche da un maggior dialogo fra gli addetti, che dovrebbero smettere di farsi la guerra fra di loro». English translation: see page 110 97

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Inside Jewelry PREVIEW

in attesa

di basel Il calo delle esportazioni di orologi si è attenuato nell'ultimo trimestre del 2016, ma è ancora presto per parlare di ripresa di

I

Daniela fagnola

l peggio sembra essere passato. Secondo le statistiche ufficiali della FHS (la Federazione dell¹industria orologiera svizzera), nel 2016 le esportazioni mondiali di orologi nel complesso sono diminuite del 10 per cento circa, e si sono attestate su un valore di 19,4 miliardi di franchi. Ma il calo, nell'ultimo trimestre, si è andato ad attenuare, per limitarsi in dicembre al 4,6 per cento. C'è chi dice si tratti dei primi, timidi segnali di ripresa, ma se sia davvero l¹inizio di un'inversione di tendenza, si vedrà solo in futuro. Di sicuro si può affermare che l'annus horribilis appena concluso lascerà il posto a un periodo di transizione, in cui il mondo delle lancette dovrà cominciare ad adattarsi a un nuovo modo di intendere il mercato, in particolare quello del lusso. Perché, sia chiaro, a soffrire di più della congiuntura negativa è stato soprattutto l'alto di gamma, che si è trovato di fronte a una crisi congiunturale e strutturale insieme. Certo, non è questa la sede per individuare le cause della débâcle di Hong Kong o la contrazione degli acquisti dei turisti cinesi. Tuttavia, per il settore è il momento di affrontare numerose sfide tra loro collegate: la produzione frammentata ma dai volumi eccessivi, il proliferare delle boutique monomarca, la congestione dei punti vendita, l'aumento esagerato dei prezzi. Senza dimenticare l'entrata in gioco di fattori inediti, come le nuove norme dello Swiss made, l'importanza dell'e-commerce o il rapporto con le giovani generazioni (con le grandi opportunità offerte dagli smartwatch). Tant'è: i riflettori ora sono puntati su Baselworld, che si tiene dal 23 al 30 marzo, autentico banco di prova sia per le strategie aziendali sia per gli ordini dei buyer. Intanto, a livello di prodotti, nelle poche anticipazioni già disponibili si nota un diffuso ritorno alla sobrietà e al gusto rétro: tanto acciaio, meno diamanti e un forte richiamo sia alle peculiari identità, sia ai contenuti tecnici di sostanza. Il tutto, si spera, a prezzi più ragionevoli. ■ The worst seems to be over. According to the official statistics of the Swiss watchmakers' federation FHS, world watch exports in 2016 went down by about 10 percent altogether, settling down at 19.4 thousand million francs. However, the decline lessened during the last quarter, only 4.6 percent last December. Some say these are the first, shy signs of a recovery, but l'Orafo 2017

CHANEL HORLOGERIE, MONSIEUR DE CHANEL Calibro di manifattura; cassa in platino; movimento meccanico a carica manuale. Ore saltanti, minuti retrogradi, piccoli secondi. Edizione limitata a 100 esemplari. ■ In-house calibre; platinum case; self winding mechanical movement. Jumping hours, retrograde minutes and small seconds. Edition limited to 100 watches.

only the future will tell whether this really marks a turn in the tide. What we can say surely is that the annus horribilis which has just gone by will make way for a transition period, when the watch makers' milieu will have to start to adapt to a new approach to the market, especially the luxury market. The top range of the market has been the most heavily affected, having to face a crisis which was at once circumstantial and structural. This of course is no place to look into the reasons behind the Hong Kong débâcle or shrinking purchases by Chinese tourists. However, the time has come to face several related challenges in this market: a fragmented production which at the same time produces excessive volumes, the proliferation of single brand boutiques, crowding at points of sale, exaggerated price hikes. Not to mention new factors which have come into play, like the new regulations on Swiss made products, the importance of e-commerce or relations with the new generations (with the major opportunities afforded by smartwatches). But here we are: spotlights are now pointing at Baselworld, which will be held from March 23 to 30, a real test bench of company strategies and buyers' orders. Meanwhile, in terms of products, the few previews which are already available show a widespread return to sobriety and to a retro style: lots of steel, less diamonds, a strong appeal both to special identities and substantial technical contents. All of it, we can hope, at more reasonable prices. 98

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TAG HEUER CARRERA HEUER-01 Realizzato in materiale hi-tech, mantiene il calibro di manifattura. Cassa modulare, bracciale in ceramica microbillé; movimento automatico con secondi continui e datario. ■ Made of a hi-tech material, with in-house calibre. Modular microbillé ceramic case; automatic movement with continuous seconds and date window.

GUCCI DIVE Cassa in acciaio e caucciù, impermeabile a 20 atm; movimento al quarzo Swiss made; lunetta girevole unidirezionale; quadrante decorato dal motivo della tigre. ■ Steel and rubber case, waterproof to 20 atm; Swiss made quartz movement; unidirectional rotating bezel. Dial with tiger decoration. OMEGA SPEEDMASTER AUTOMATIC Cassa in acciaio; movimento automatico, antimagnetico, cronografo con scappamento Co-Axial. Certificazione METAS. ■ Steel case (44.25 mm); automatic movement, anti-magnetic, chronograph with Co-Axial chronograph. METAS cer tification. LONGINES FLAGSHIP HERITAGE 60TH ANNIVERSARY Quadrante vintage, cassa in acciaio; movimento automatico con piccoli secondi. 1957 esemplari. ■ Vintage dial, steel case; automatic movement with small seconds, Edition limited to 1957 watches. HUBLOT BIG BANG UNICO GMT Cassa in titanio, impermeabile a 10 atm; movimento automatico, di manifattura, 3 giorni di autonomia, secondo fuso orario, funzione giorno/ notte. ■ Titanium case, waterproof to 10 atm; in-house automatic movement, 3 days power reserve, second time zone, day/night function. l'Orafo 2017

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Inside Jewelry VICENZAORO JANUARY

focus sul

Orecchini della collezione Pavone di Utopia in oro bianco, diamanti bianchi rose cut e perle dei Mari del Sud. ■ Earrings from the Pavone collection by Utopia in white gold, rose cut white diamonds and South Sea pearls.

design La prima edizione della fiera vicentina firmata IEG ha confermato una grande cautela da parte dei buyer internazionali di

Antonella Garello

L

a recente edizione di VicenzaOro January ha segnato l’esordio della manifestazione sotto il cappello dello IEG - Italian Exhibition Group, società frutto dell’integrazione tra Rimini Fiera e Fiera di Vicenza. A conclusione dell'evento, il Gruppo, attraverso le dichiarazioni del presidente Lorenzo Cagnoni, ha ribadito il proprio impegno a valorizzare e a investire «in questa piattaforma di business di eccellenza, mantenendo il forte legame con la città di Vicenza». La fiera, che si è svolta dal 20 al 25 Gennaio, è stata segnata, inevitabilmente, dalle incertezze e dalle problematiche che stanno caratterizzando a livello nazionale e internazionale la situazione politica ed economica ma diversi espositori si sono dichiarati abbastanza soddisfatti dell'andamento, soprattutto in considerazione delle basse aspettative iniziali. Le aziende italiane si trovano infatti ad affrontare un mercato interno ancora poco reattivo e scenari internazionali a dir poco complicati. In generale, secondo quanto ci hanno testimoniato tanti espositori, si registra una enorme cautela da parte dei buyer, indipendentemente dal loro Paese di provenienza, sintetizzabile in acquisti minori per volumi e per valori e in una scarsissima propensione al rischio. Oltre alla consueta suddivisione nei sei “distretti” espositivi, la fiera ha varato “The Design Room”, riunendo una dozzina di designer provenienti da tutto il mondo che hanno presentato creazioni decisamente interessanti e ha ospitato T-Gold, il Salone internazionale dedicato ai macchinari e alle tecnologie applicate all’oro e ai gioielli, che ha visto la partecipazione di oltre 130 aziende provenienti da 13 Paesi. Il programma della manifestazione ha inoltre incluso una serie di short workshop da 45 minuti ciascuno a cura di Federpreziosi Confcommercio, che hanno presentato una ricerca commissionata a Format Research sui vari aspetti della digitalizzazione delle gioiellerie italiane: dalla comunicazione online alle sinergie online e offline, dagli investimenti in digital alle nuove profesl'Orafo 2017

Dalla collezione Amarcord di Nanis, tre anelli in oro rosa, bianco e giallo con diamanti. ■ From the Amarcord collection by Nanis, three rings in rose, white and yellow gold with diamonds.

In basso a sinistra: ciondolo in argento 925 e cuoricino placcato oro rosa della collezione I Sonaglini di leBebé Suonamore. ■ Below, left: a pendant in sterling silver and rose gold plated heart from the I Sonaglini by leBebé Suonamore collection.

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Anelli della collezione D.Icon di Damiani nella nuovissima variante Carta da Zucchero, in ceramica, oro e diamanti. ■ Two rings from the D.Icon collection by Damiani in the latest Carta da Zucchero (mid blue) version, in ceramic, gold and diamonds.


Orecchini della collezione Venice di Zoccai in oro rosa, diamanti e madreperla, interamente realizzati a mano in Italia. ■ Earrings from the Venice collection by Zoccai in rose gold, diamonds and motherof-pearl, entirely hand made in Italy.

In basso: anello della collezione Soul Dance di Roberto Bravo, in oro giallo e pietre naturali. ■ Below: a ring in yellow gold embellished with natural stones from the Soul Dance collection by Roberto Bravo.

sionalità e alle prospettive offerte dal Web al gioielliere nell’ambito dell’informazione gemmologica professionale. ■ The recent edition of VicenzaOro January marked the debut of the event under the IEG – Italian Exhibition Group, a company created from the integration between Rimini Fiera and Fiera di Vicenza. After the exhibition, the Group, through the statements of President Lorenzo Cagnoni, reaffirmed its commitment to valorise and invest in «this excellence business platform, maintaining its strong bond with the city of Vicenza». The exhibition, held between 20th and 25th January was inevitably marked by the many uncertainties and problems that are characterising the political and economic situation both on a national and international level but several exhibitors stated they were moderately satisfied with the results, above all considering that the initial expectations were extremely low. In fact, Italian companies are currently facing a domestic market which proves to be less reactive along with complex international scenarios. In general, based on what many exhibitors told us, a huge caution is evidenced by buyers, regardless of their country of origin, that can be summarised in lower purchasing as for volumes and values along with a very poor propensity to risk. Besides the usual division into six exhibition “districts”, the fair also launched “The Design Room”, gathering a dozen designers from all over the world introducing very interesting creations. It also hosted T-Gold, the International Exhibition dedicated to machinery and technologies applied to gold and jewels that saw the attendance of over 130 companies from 13 countries. The exhibition program also included a series of short workshops (45 minutes each) by Federpreziosi Confcommercio, introducing a research commissioned to Format Research on various aspects of digitalisation of Italian jewellery shops: from online communication to on line - offline synergies, from digital investments to new professions and the prospects offered by the Web to the jeweller in the field of the professional gemmological information.

Bangle in oro giallo 18 carati dalle ultime collezioni di Cenzi Vittorio. ■ A yellow gold bangle from the latest collections by Cenzi Vittorio.

A destra: anello di Pasquale Bruni in oro giallo con smeraldo e pavé di diamanti bianchi e smeraldi della collezione Giardini Vento Atelier. ■ Right: a ring by Pasquale Bruni in yellow gold with emerald and white diamonds and emerald pavé from the Giardini Vento Atelier collection.

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Inside Jewelry HOMI

un'anima

italiana Espositori sempre più attenti ai nuovi consumatori, esigenti e alla ricerca di prodotti con cui identificarsi di

Antonella Garello

A

conclusione di Homi, Salone degli Stili di Vita che si è svolto a Gennaio in Fiera Milano, risulta confermato l’interesse per questa manifestazione centrata appunto sul lifestyle, con un occhio a consumatori consapevoli e alla ricerca di prodotti con cui identificarsi ed esprimere la propria personalità. Gli espositori sono stati 1500, suddivisi in diversi settori tra i quali ha riscosso ampi consensi Homi Fashion & Jewels, dedicato a bijoux e accessori. Il nuovo spazio Maestri del Gioiello, in collaborazione con Eventi Doc di Myriam Vallegra, ha ospitato artigiani orafi e designer che hanno proposto creazioni interessanti sia per il contenuto estetico sia per le soluzioni tecniche. Tra gli eventi collaterali, la mostra “Scatenata!”, a cura di Alba Cappellieri e dedicata alla catena. Infine, l’area Tuttepazzaperibijoux, a cura di Maria Elena Capelli, ha visto protagoniste una selezione di aziende che hanno proposto gioielli “con un’anima, una storia e una tradizione da raccontare”, all’insegna di un’artigianalità tutta italiana. ■ After the closing of Homi, the Life Style Trade Fair held in January at Fiera Milano, the interest is confirmed for this event focusing on lifestyle, with a special attention paid to aware consumers looking for products with which they can identify and express their own personality. The event saw the attendance of 1500 exhibitors, divided into different sectors among which a great success was obtained by Homi Fashion & Jewels, dedicated to custom jewels and accessories. The new area Maestri del Gioiello, in partnership with Eventi Doc by Myriam Vallegra, hosted jewellery artisans and designers introducing interesting creations both for their aesthetic content and their technical solutions. Among the side events, we should mention the exhibition “Scatenata!” curated by Alba Cappellieri and dedicated to the chain. Finally, the area Tuttepazzaperibijoux, curated by Maria Elena Capelli, introduced as main protagonists a selection of companies proposing jewels “with a soul, a history and a tradition to be told”, characterised by an all-Italian artisanship.

In questa pagina, dall'alto: uno scorcio della manifestazione milanese. Orologio L'Ora di Capri, ispirato alla splendida isola italiana, con cassa in acciaio 416 dorato, quadrante stampa lapis con pietre Swarovski e cinturino in pelle naturale; collezione Isola. Pendente della collezione Le Principesse di Alcozer & J in ottone dorato con cristalli Swarovski e pietre semipreziose. Ciondolo a forma di chiave dalla collezione Amuleti di Rue des Mille, in argento galvanizzato oro rosa. Ginkgo, vassoietto da sushi della collezione Bronzobianco di Giovanni Raspini.


Inside Jewelry FAR EAST

Dall'alto, collana Rosa di Graziella in oro e pietre semipreziose; anello Watermelon di F.A. Gioielli in oro e pietre di colore della collezione Marbella. ■ From top, Rosa necklace by Graziella in gold with semiprecious stones; Watermelon ring by F.A. Gioielli in gold with coloured stones from the Marbella collection.

china is

coming Conto alla rovescia per la prossima edizione della fiera di Hong Kong; in programma anche seminari, dimostrazioni e premiazioni di

Simona Infantolino

O

ltre 4.000 espositori e circa 80.000 visitatori da 147 paesi e regioni: sono i numeri con cui l’Hong Kong International Jewellery Show ha concluso il 2016. La prossima edizione della fiera (la 34esima), organizzata come sempre dall’Hong Kong Trade Development Council (HKTDC) al Convention Exhibition Centre (HKCEC), sarà ugualmente internazionale e affollata? Si dovrà aspettare il 2 Marzo, data di inaugurazione della fiera che si concluderà il 6 marzo, per averne la certezza; nell’attesa l’organizzazione ha già annunciato eventi e attività che scandiranno l’intera durata della manifestazione. In programma seminari su diamanti e pietre di colore, dimostrazioni della manodopera orafa cinese e giapponese e ancora una panoramica sui futuri trend della gioielleria previsti per il 2018. Non mancheranno momenti di aggregazione come la cena di gala inaugurale o la cerimonia di presentazione dei vincitori dell’International Jewellery Design Exellence Award 2017. Inoltre anche quest’anno la fiera sarà organizzata in concomitanza con l’Hong Kong International Diamond, Gem & Pearl Show che si svolgerà dal 28 Febbraio al 4 Marzo all’Asia World-Expo. ■ The Hong Kong International Jewellery Show ended the year 2016 with over 4,000 exhibitors and about 80,000 visitors from 147 countries and regions. Will the next edition of the Fair (the 34th), organised, as usual, by the Hong Kong Trade Development Council (HKTDC) at the Convention Exhibition Centre (HKCEC), be as international and crowded? The answer will be evident on 2nd March, the opening date of the Fair that is due to end on 6th March. In the meantime, the organisation has already announced events and activities that will be held during the whole exhibition. The program includes workshops on diamonds and colour stones, demonstrations of Chinese and Japanese goldsmith labour, along with an overview on the future trends of jewellery for 2018. Occasions for gathering won’t be lacking, such as the opening gala dinner or the ceremony to announce the winners of the International Jewellery Design Excellence Award 2017. Moreover, also this year the exhibition will be organised in the same period of the Hong Kong International Diamond, Gem & Pearl Show that will be held from 28th February to 4th March at the Asia World-Expo. l'Orafo 2017

In alto, anelli in oro di Roberto Coin della collezione Princess Flower, con e senza diamanti. ■ Above, gold rings by Roberto Coin from the Princess Flower collection, with and without diamonds.

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Inside Jewelry ISTANBUL JEWELRY SHOW

un crocevia

prezioso In un momento particolarmente delicato per il Paese, la manifestazione turca punta su un'offerta internazionale e di qualità di

Antonella garello

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Nelle immagini di questa pagina: in alto, una veduta di Istanbul. Sotto, due parure di gioielleria, rispettivamente in oro, diamanti e smeraldi e in solo oro, presentate alla scorsa edizione dell'Istanbul Jewelry Show. Un momento della passata manifestazione.

al 16 al 19 Marzo prossimi l’Istanbul Fair Center (CNR Expo) ospiterà l’edizione primaverile dell’Istanbul Jewelry Show, fiera dedicata a gioielleria, oreficeria, argenteria, orologeria, gemme, macchinari e settori correlati. Accessibile esclusivamente agli operatori del settore, la manifestazione è organizzata da UBM Rotaforte col supporto dell’Associazione degli Esportatori Turchi di Gioielleria, dell’Associazione degli Esportatori di Minerali Preziosi e Gioielleria di Istanbul e dell’Organizzazione per lo Sviluppo delle Piccole e Medie Imprese, a dimostrazione dell’importanza che la fiera riveste per il comparto turco del prezioso nel suo insieme. Anche in questo momento di estrema delicatezza politica ed economica per il Paese, infatti, l’Istanbul Jewelry Fair si propone come ideale e storico ponte tra Europa, Medio Oriente, Asia e Paesi dell’Africa del Nord, puntando soprattutto su un’offerta espositiva di qualità, vasta e rappresentativa anche a livello internazionale. L’edizione di marzo vedrà anche il lancio di una nuova area, chiamata ”Istanbul Mineral & Fossil Show”. Informazioni e contatti sono reperibili nel sito della manifestazione: www.istanbuljewelryshow.com. ■ From 16 to 19 March the Istanbul Fair Center (CNR Expo) will host the spring edition of the Istanbul Jewelry Show, an exhibition dedicated to jewelry, goldware, silverware, watches, gems, machinery and all related sectors. The event will be exclusively accessible to the industry operators and is organised by UBM Rotaforte in partnership with the Association of Jewelry Turkish Exporter, the Istanbul Association of Precious Minerals and Jewelry Exporters, as well as the Organisation for the Development of Small and Medium Businesses, showing the role that such exhibition is playing in the Turkish sector of precious items as a whole. In fact, despite the extremely difficult political and economical period the country is currently facing, the Istanbul Jewelry Fair establishes itself as an ideal and historical bridge between Europe, Middle East, Asia and the Countries of Northern Africa, mainly relying on an exhibition offer characterised by a high quality, a wide range and an international stance. During the March edition a new area, the "Istanbul Mineral & Fossil show", will be launched. Further information and details are available on the following site: www.istanbuljewelrysow. l'Orafo 2017

In the pictures on this page, above: a view of Istanbul. Below: two beautiful jewelry sets, in gold, diamonds and emeralds and in gold only respectively, which were exhibited during the last edition of the Istanbul Jewelry Show. A moment of the past exhibition.

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Š Luca Sola

Morire per mancanza di cure è

codice fiscale

inevitabile


Inside Jewelry GEMMOLOGIA

perla Mabé,

I suppose Al di là dei risvolti etici, una corretta terminologia aumenta la competitività del punto vendita e salvaguarda da contenziosi di Luigi

S

Costantini - coordinatore formazione italia igi anversa

tavolta facciamo salire sul palco, sotto i riflettori, quella Cenerentola della Perla Mabé, troppo spesso negletta, poverella! Tanto per cominciare, v’è mai passato per la mente di chiedervi quale sia l’etimo del termine “Mabé”? Giammai? Nulla di esotico o pruriginoso. “Mabé”, semplicemente, è la voce che, in giapponese, sta a designare quel particolare manufatto. Perché d’un manufatto si tratta, essendo una perla di coltura assemblata, ovvero «un materiale composito costituito da uno strato di perlagione a superficie curva e di forma varia, riempito da materiali diversi, con chiusura basale di madreperla o di altro materiale». Questa è la descrizione che ne dà la Normativa UNI 10245 recante la dicitura “Materiali Gemmologici - Nomenclatura”, alla voce “Definizioni”, Art.4.6.3. E qui mi picco di puntualizzare: descrizione conforme a normativa UNI, che fa testo, in questo Paese, quale dispositivo di regolamentazione. Se non altro perché non tutti colgono l’importanza dell’appropriata e corretta rendicontazione, nella terminologia, dei materiali gemmologici contenuti nella gioielleria offerta al consumatore. Ciò, visto sia come strumento per aumentare la competitività del punto vendita sia come strumento per evitare contenziosi derivanti da improprie o non veritiere dichiarazioni, senza scomodare la responsabilità sociale d’impresa. Dissipato ogni dubbio interpretativo, rimangono da sviscerare alcuni interrogativi di natura tecnica. Che s’intende per perla di coltura o coltivata? Ricorro ancora alla già accennata normativa: «materiale prodotto da molluschi perliferi in seguito a un intervento dell’uomo». E quali sarebbero questi molluschi perliferi, nel caso delle nostre “Mabé”? Variamente, ostriche del genere/specie Pinctada Maxima (argento o dorato labiate, che se la spassano nelle acque dei Mari del Sud) oppure del genere/specie Pteria Penguin (dal ramato al marrone, che prosperano al largo della Thailandia). S’aggiungano i gasteropodi del genere Haliotis, meglio noti come Abalone o Paua, capaci di fornire, dalla Nuova Zelanda, calotte di perlagione caratterizzate da spettacolari iridescenze paragonabili, per effetto, ai giochi di colore dell’opale. E l’esatto significato di materiale composito o assemblato, qual è? M’avvinghio come l’edera alle “Definizioni” di cui sopra: «materiale costituito da poche parti distinte, di forma prestabilita, di natura uguale o diversa, di origine naturale e/o artificiale, incollate a formare un’unica gemma». Nel caso in essere, le parti son costituite: a. Da uno strato di l'Orafo 2017

perlagione a superficie curva ottenuto in vari modi: - Depositando sulla parte interna della valva del mollusco un nucleo, a mo’ d’irritante, generalmente di forma semi sferica, o di conchiglia, di madreperla, di resina, di roccia talcosa o d’altro materiale, magari anche plastica, sì che la parte piatta della calotta s’adagi sulla valva. - Innestando, da parte del mollusco ospitante, coll’avvolgere il nucleo con tessuto del mantello, il processo di secrezione della conchiolina e del carbonato di calcio. Lo strato di perlagione che così si verrà a formare ricoprendo la calotta semisferica assumerà la forma della stessa. A tutti gli effetti, potreste considerare tale concrezione come una Perla Blister. La base della calotta, rotonda nella sua classica geometria, potrà però presentare fogge diverse, a scelta, raggiungendo anche ragguardevoli dimensioni dai 10 ai 20 mm ed oltre. Per inciso, il processo verrà ripetuto riutilizzando il medesimo mollusco. - Asportando per resezione, dal nucleo, dopo 8-12 mesi di coltura e a raggiungimento d’uno spessore di circa 1mm, la calotta di perlagione. b. Da un riempiente che può consistere o d’un nucleo agglutinato a resina epossidica trasparente oppure interamente di resina epossidica magari artificialmente colorata, cosa che conferisce alla “Mabé”, in trasparenza, quelle insolite tonalità rosate, rosa o porpora che si sovrappongono ai naturali colori bianchi, giallastri o marroni. c. Da una chiusura basale o di madreperla o di perlagione oppure d’altro materiale, generalmente piatta o leggermente convessa, incollata alla calotta di perlagione. Risulta chiaro, ora, il contenuto semantico dell’espressione “perla di coltura composita (o assemblata)”? Ecco, la nostra “Mabé” è proprio quella roba là. Roba con la quale si mettono in cantiere rispettabilissimi gioielli, che nessuno ti tira dietro per niente. Se vi pigliasse il ghiribizzo di far sfoggio del vostro sapere, potreste sempre intercalare il termine “Mabé” col termine Blister. E se qualcuno vi dovesse chiedere il significato di quest’ultimo, voi recitereste con tono sicuro: «bolla perlacea, per lo più semisferica, cresciuta contro la parete interna della conchiglia d’un mollusco perlifero che, allorché ottenuta applicando in tale posizione un nucleo semisferico di madreperla, resina etc. darà luogo a un Blister di Coltura». Ma di fondamentale rilevanza resta (e qui son serio) la corretta e appropriata descrizione del materiale. Ad majora! English translation: see pag. 110 107

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Inside Jewelry RETAIL

boutique

di classe Indirizzi storici e nuove aperture di catene e grandi brand internazionali: luoghi in cui trovare competenza, servizio e buon gusto di

Denise Battistin ISCHIA

alex°ball

BOLOGNA

bluespirit A novembre 2016 Bluespirit, nota catena retail italiana, ha celebrato l’apertura di un nuovo store bolognese all’interno del Centro Commerciale Lame. L’azienda, per il secondo anno partner ufficiale della Virtus Pallacanestro di Bologna, ha realizzato, grazie a un gioco di luci e specchi, un negozio luminoso e splendente che va ad aggiungersi agli oltre 160 punti vendita, diretti e in franchising, già presenti all’interno dei più rinomati centri commerciali italiani. Testimonial dell’inaugurazione alcune stelle della Virtus, come il coach Ramagli, il play Marco Spiss, Michael Umeh e il giovane Tommaso Oxilia. Bluespirit, espressione dello stile italiano, è oggi un brand riconosciuto dell'orologeria e della gioielleria

preziosa in diamanti, oro e argento.

■ In November 2016, Bluespirit,

well-known Italian retail chain, celebrated the opening of its new store in Bologna within the Centro Commerciale Lame. The company, for a second year in a row official partner of Virtus Pallacanestro of Bologna, designed a light and shining store thanks to a wellstudied play of lights and glasses, complementing over 160 stores, both direct and in franchising, inside the most renowned Italian shopping centres. Some stars of Virtus, such as coach Ramagli, the play Marco Spiss, Michael Umeh and young Tommaso Oxilia took part in the opening as brand ambassadors. Bluespirit, an expression of the Italian style, is now an acknowledged brand for watches and precious jewellery in diamond, gold and silver. l'Orafo 2017

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Nuove aperture per Alex°Ball Milano: nell’arco di un anno e mezzo il marchio di Guerci Pallavidini, storica azienda valenzana leader nella produzione di montature di alta gamma che nel 2017 celebra 60 anni di storia, inaugura infatti tre boutique monomarca. La prima, caratterizzata da un’atmosfera molto raffinata e accattivante, è stata inaugurata a Courmayeur. Il secondo monomarca è stato aperto a dicembre 2016, mentre per il terzo, riguardo al quale la località è ancora top secret, si dovrà aspettare l’inizio del 2017. I prodotti Alex°Ball sono frutto di innovazione e ricerca: il tema della sfera è ormai diventato un leit-motiv per tutti i consumatori che desiderano un prodotto completamente Made in Italy con un design attuale e accattivante. ■ New upcoming openings for Alex°Ball Milan. Over a year and a half, the brand by Guerci Pallavidini, historical leading company from Valenza in the manufacturing of high range settings that in 2017 celebrates its 60th anniversary, opens three important monobrand boutiques. The first in Courmayeur, offering a refined and welcoming atmosphere. In December the second monobrand was opened in Ischia, while we will have to wait for the third, in a still top secret place, until the beginning of 2017. Alex Ball products are characterised by innovation and research: the ball signature theme has now become the leitmotiv for all consumers looking for a 100% Made in Italy product with a contemporary and appealing design.


NAPOLI

giovanni raspini Giovanni Raspini, brand toscano della gioielleria in argento, ha scelto il centro di Napoli per aprire la sua boutique monomarca, in via Gaetano Filangieri 9 nel quartiere Chiaia, tra la scenografia liberty di palazzo Mannajuolo e la facciata settecentesca di palazzo Cellammare. L’apertura di ottobre ha fatto scoprire ai napoletani un negozio dagli spazi luminosi e confortevoli, che ha visto susseguirsi anche una fitta serie di eventi, in un arredamento giocato sul confronto tra luce e ombra, tra bianco e nero, che conferisce alla boutique uno stile elegante e contemporaneo, perfetto per valorizzare sia gli oggetti per la casa, sia i gioielli animalier e i charms. ■ Giovanni Raspini, a brand from Tuscany manufacturing silver jewels characterised by an unmistakable design, decided to open its monobrand boutique in the centre of Naples: he chose via Gaetano Filangieri 9, in the Chiaia district between the art nouveau scenery of Mannajuolo Palace and the eighteenth century facade of Cellammare Palace. The October opening let the Neapolitans discover a store characterised by light and comfortable spaces hosting a remarkable number of events. The furniture is played on the contrast between light and dark, white and black, bestowing the boutique with an elegant and contemporary style making the most of houseware, animalier jewels and charms.

l'Orafo 2017

KUALA LUMPUR

damiani

Damiani ha inaugurato una nuova boutique a Kuala Lumpur negli spazi del Pavilion, il modernissimo shopping mall di Bukit Bintang, noto quartiere dell’intrattenimento dove si possono trovare le creazioni dei migliori brand internazionali. Il nuovo negozio, concepito secondo lo stile Damiani, rappresenta l’eccellenza del Made in Italy attraverso la scelta dei materiali pregiati e le soluzioni d’arredo che privilegiano rivestimenti in raso di seta nei toni del tortora con dettagli in ottone bronzato, in una raffinata atmosfera neo-rétro che premia il gusto e lo stile italiani. Madrina dell’evento Michelle Yeoh, affascinante ed enigmatica attrice malese che, in occasione della serata, ha indossato con eleganza i gioielli Damiani unendosi alla lunga lista di star che negli anni hanno scelto le creazioni della maison valenzana per dare risalto alla propria bellezza. ■ A new Damiani boutique has been recently opened in Kuala Lumpur, hosted in the Pavillion, the modern shopping mall located in the entertainment district of Bukit Bintang where you can find the creations of the best international brands. The new store, designed according to the Damiani style, represents the excellence of Made in Italy through the choice of precious furniture materials and solutions favouring satin coverings in dove-grey hues with details in bronzed brass, in a refined neo-retro style atmosphere rewarding the Italian taste and style. Michelle Yeoh, charming and fascinating Malay actress, was the patroness of the event, wearing Damani jewels and joining the long list of celebrities who chose the creations of the company from Valenza to accentuate their beauty. 109

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English Text

family stories: failures and successes

Brothers Broggian leave the group

S ee P age 54

See Page 55

A generation transition was cause of as many successes as failures. The latest turnover in the management of a big brand of Italian luxury, that is the acquisition of 85% of the shares of Buccellati (previously held by Gruppo Clessidra and by the family that maintained 15%) by the Chinese Group Gangtai, one of the biggest dealers of jewellery in China, seems to be successful, at least on the economic point of view. The fact that Andrea Buccellati maintained the role of creative director and honorary president, with Gianluca Brozzetti as CEO, is not surprising unlike the sale price, over 200 millions, equal to about 6.6 times the revenues (41 millions in 2015) of the famous Italian brand. All this a few months since the death of Gianmaria Buccellati, son of the founder Mario and last representative of the second generation running the company. The future of the maison is uncertain, though the relatively recent acquisition of Bulgari and Pomellato by important foreign Groups (LVMH and Kering respectively) leaves room to positive developments. We should also underline that the large scale success obtained by Bulgari had already started when Francesco Trapani, representing the fourth generation of the family, in the '80s, joined the company and was also due to the beginning, in the following decades, of the diversification of its product and the quotation on the Italian Stock Exchange. Therefore, once again, the generation transition had proved to be a springboard. Another, far more dramatic, though historical, generation transition involved the maison Damiani in the '90s, with the sudden death of Damiano Grassi and the taking over by his three children Giorgio, Silvia and Guido that managed to carry the brand to an increasingly significant size. A less certain future seems to be in store for some important companies from Vicenza, such as Chimento, currently going into liquidation and with some employees receiving redundancy payments, after a few years of crisis. This decline is obviously to be connected with the progressive retirement from business of its founder Adriano Chimento. Also some important companies operating in the Italian retail sector for jewellery are currently facing a turning point. The future is hard to foresee, even though, in the light of recent experiences, it is clear that small companies are often defeated by the strength of big groups. However, some small and brilliant exceptions exist and are peculiar to the Made in Italy for which we are envied all over the world.

The last precious Italian case history on generation transitions is the one involving the Broggian Group, historical dealer of jewels and official distributor of the Mikimoto brand in Italy and in other European countries, the only one in the world authorised by the mother company. In fact, last 31st January, brothers Andrea, Giovanna and Pietro left all business activities. Their company share was acquired by Fausto Broggiano, one of the brothers who founded the company, with his children Marco and Ilaria. «After imagining, creating and launching them – explains Andrea Broggian, managing director of the group since the first contract with Mikimoto – we leave to the new management Mimì, Broggian Diamanti and Mikimoto Milano Collection, that is the brands or product lines we believed in with passion, hoping they can have a brilliant future also with the new administration. I must admit that the sell-off has been painful for us, though perfectly aware and untroubled, as it's often the case when a common agreement is not found on company visions and strategies». According to Andrea Broggian, also factors other than the economic one, though obviously relevant, have a critical importance in family-run companies that account for the majority of the Italian entrepreneur fabric. «As in love stories, also family stories are all similar but always different in some aspects, where the combination between money and passion generates sensational successes and big collapses. To us brothers is like being separated from a child, but when dreams, projects and way of thinking are divergent, the risk of a continuous conflict is a danger that must be prevented». What are your currents projects? «We have none, at the moment. We three brothers are still very close and we hope to continue to work together. I'm sure we will always help each other. However, we don’t rule out the possibility to choose separate paths, in case we were offered interesting opportunities».

Chinese market: goodbye duties? See Page 92 Since 1st June 2015 China has cut up to 50% of its duties on imported luxury goods, mainly in the clothing, shoes and cosmetics sectors. However, this disposition concerns neither jewels and watches, nor bags and small leather items. This is partly good news, but it is the beginning of a path that, hopefully, will sooner or later include in the list Made in Italy precious items, too. This measure aims at reducing the price scissors between the products sold on the l'Orafo 2017

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febbraio/marzo

domestic market and those purchased abroad, up to now subject to considerable duties that obliged the consumers to pay them about a fifth more, in order to support domestic consumptions. We should remember that Chinese consumers account for 47% of the global luxury consumption. However 73% of these purchases is made abroad (including Hong Kong and Macao). Therefore, such a disposition runs the risk of leading to a boomerang effect in Europe with a possible drop in the direct sales of luxury items to Chinese tourists (however, only 4% of the citizens of the Popular Republic owns a passport: an interesting piece of information). According to some calculations by Hsbc, one of the most important bank groups worldwide, all tourists coming from the former Celestial Empire purchases from Italy 35% of their luxury goods (with a per capita average spending of about 7 thousand euros per visit) 40% from France and 25% from Great Britain. People say that anti-corruption laws introduced in 2014 by President Xi Jinping will inevitably change Chinese habits, as much as a new “cultural revolution”. The effects will mainly impact luxury items as high range goods were the main exchange objects in this business. On the other hand, on a global level, 30% of luxury market is represented by the “gift”, mainly by business giftware. Xi Jinping and his wife themselves wear only Chinese brands (even though made with Italian fabrics) and they seem to have chosen austerity as their code of conduct. Therefore, businessmen and their wives (or vice versa, businesswomen and their husbands) are increasingly giving up showing-off in an attempt to adequate. Law dispositions are complemented by the physiological trend linked to the maturation of consumers that, from being brand names enthusiasts, are more and more turning to super customised products. This will certainly lead to a slow down in the purchasing of haut-de-gamme European products. For the Italian entrepreneurs that decide to invest in China, the choice of the ideal partner, the costs linked to the personnel on a mission, the localization of plants


as well as the management of the local labour are the major issues to be concretely faced. Even though most of the current Italian initiatives in China are business agencies, a remarkable percentage has a production profile and meets the stated goal of exploiting the low cost of production factors and, then, of being close to a relevant market or to individual prominent clients. Sometimes investments prove to be disappointing for Italian operators, usually because of a wrong choice of local partners. Therefore, one of the wisest strategies implies the association to a local supplier so that, for such a partner, the joint venture means a new important client. Then, since this supplier does not usually know the destination market, there is no risk that they try to integrate downstream, thus “betraying” their Italian associate. The joint ventures with buyers that control the market, are able to steal technologies and make the product directly, proved to be disastrous. Also the costs of the expatriate Italian personnel and those connected to the missions of the Italian employees that must be periodically present in China should be considered. In fact, an Italian mManager working on site costs to the enterprise twice than in the country of origin, "weighing" on average as much as 70 Chinese workers. Then, if the reason for delocalizing is saving on labour, the incidence turns to be quite strong. Neither the localization of plants should be underestimated. In a context where everything must be negotiated, not being the "last" in the production area where you are located is critical, since this can impact on various events: just to make an example, on the duration of scheduled blackouts, frequent in China (the strongest manage to avoid them, the smallest don’t). As for Chinese labour, it should be noted that it evidences an astronomic turnover with percentages going near 100% a year, mainly because companies tend to keep minimum wages. Only recently the most responsible entrepreneurs have started to use levers as the quality of life (in an environment where workers live in huge dormitories within the same industrial parks). As benefits are lacking, workers are always ready to move to other factories. The enterprises operating in China for a longer period, has started a phase 2 of production. At first they were impressed by the low cost of labour, now they have understood that their costs were 5-10% higher that the Chinese rivals. Therefore, they are engaged in reorganising the production based on more rational criteria, aware that the growing quality of Chinese products no longer justifies a remarkable spread of the final price. A survey on the methods to enter the market and on the chances in China for high range Italian companies, carried out by a team of researchers from SDA Bocconi, commissioned by Altagamma (an association of top national companies operating in the luxury sector), has evidenced that, in five years, we could pass from 13 to over 100 million customers. After what above mentioned on the partial cutting of duties, we should however note that the heavy taxes generate a remarkable difference in price (+20% when compared to Hong Kong, +50% than Italy). Therefore, Chinese often approach such goods when they are travelling abroad. The World Organisation for Tourism calculated that Chinese tourists will be 100 million by 2020. The near Hong Kong and Macao represents the favourite destinations for shopping, though Italy ranks second as preferred place in Europe with Rome, Milan and Venice among the six most desired cities.

china: Business is fantasy See Page 94 Jewellery designer and winner of several awards and acknowledgements, ever since 1999 Maurizio Palmisciano has been splitting his time between Italy and China, where he has worked with local jewellers and has taught jewellery design in universities and art schools in Beijing, Shanghai, Suzhou, Hangzhou. His double experience, with mature generations and with young people, has taught him much about the taste and expectations of Chinese consumers in the field of jewellery. «There are basic differences between the ‘Western’ and the Chinese view of jewels, a difference which is slowly being levelled out only because younger generations are getting to know each other and are more mobile in their studies. First of all, we Italians take for granted, at least to a certain degree, the study and knowledge of our history, of art history, of design, and of costume and fashion. We are used to a certain aesthetic harmony, because we have always been living surrounded by incredible natural and architectural beauty, and we feel that jewellery is naturally a part of this world, indeed its quintessence in a way. Apart from

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febbraio/marzo

its material value, jewellery for us means design, proportions, aesthetics, maybe finding technical solutions, trying out ways to match colours. In China, for historical reasons as well, jewels are often seen as a fashion accessory, unrelated to the past. Both the companies I have worked for and students, for example, very often ask me to help them design “fashionable” jewellery. The only exception is jade, which is granted great symbolic, almost philosophical importance in whole Asia». After all, the practical, business-oriented attitude of the Chinese is almost proverbial. «In a video which aroused some attention, the Principal of Beijing Middle School Number 3 spoke of the difficulty she meets every day trying to make students and parents understand that study and knowledge are not just something to help land a good job; they are first of all something to help people grow and learn how not to just memorise and copy, but to explore new territories and find one’s own way, in the case of jewellery, also be able to design something new». In fact, another problem is the difficulty in getting any novelty accepted. The Chinese market prefers “tested” products. For example, the only gems recognised as such are the four officially recognised precious stones. A stone which is not strictly “precious”, but maybe of special beauty or quality, with a magnificent jewel built around it, will find it hard to be accepted. Younger generations, on the other hand, are learning to appreciate not just the great international brands – which ensure they are noted and appreciated – or jewels shown off by the nouveau riche, showy, flashy and


English Text with big stones. Young people are now turning towards a more discreet style, towards artistic jewellery, a mix of western and oriental elements. Jewellery designer and winner of several awards and acknowledgements, ever since 1999, Maurizio Palmisciano has been splitting his time between Italy and China, where he has worked with local jewellers and has taught jewellery design in universities and art schools in Beijing, Shanghai, Suzhou, Hangzhou. His double experience, with mature generations and with young people, has taught him much about the taste and expectations of Chinese consumers in the field of jewellery. «There are basic differences between the ‘Western’ and the Chinese view of jewels, a difference which is slowly being levelled out only because younger generations are getting to know each other and are more mobile in their studies. First of all, we Italians take for granted, at least to a certain degree, the study and knowledge of our history, of art history, of design, and of costume and fashion. We are used to a certain aesthetic harmony, because we have always been living surrounded by incredible natural and architectural beauty, and we feel that jewellery is naturally a part of this world, indeed its quintessence in a way. Apart from its material value, jewellery for us means design, proportions, aesthetics, maybe finding technical solutions, trying out ways to match colours. In China, for historical reasons as well, jewels are often seen as a fashion accessory, unrelated to the past. Both the companies I have worked for and students, for example, very often ask me to help them design “fashionable” jewellery. The only exception is jade, which is granted great symbolic, almost philosophical importance. After all, the practical, business-oriented attitude of the Chinese is almost proverbial. In a video which aroused some attention, the Principal of Beijing Middle School Number 3 spoke of the difficulty she meets every day trying to make students and parents understand that study and knowledge are not just something to help land a good job; they are first of all something to help people grow and learn how not to just memorise and copy, but to explore new territories and, in the case of jewellery, also be able to design something new». In fact, another problem is the difficulty in getting any novelty accepted. The Chinese market prefers “tested” products. For example, the only gems recognised as such are the four officially recognised precious stones. A stone which is not strictly “precious”, but maybe of special beauty or quality, with a magnificent jewel built around it, will find it hard to be accepted. Younger generations, on the other hand, are learning to appreciate not just the great international brands – which ensure they are noted and appreciated – or jewels shown off by the nouveau riche, showy, flashy and with big stones. Young people are now turning towards a more discreet style, towards artistic jewellery where care has been spent on aesthetics and technique. For example, pendants are highly appreciated: a kind of jewel which is both clearly visible and can be used with the traditional Chinese symbolic language. «Teaching them all this means bringing the Chinese closer to our mentality and taste, maybe turning them into future consumers!» confirms Palmisciano.

vicenza: lights & shades See Page 96 Figures speak for themselves to those who know how to read them: the jewellery sector of the Vicenza Area is currently undergoing a difficult period and the foreseen scenario is still rich in lights and shades with these latter prevailing. We ask to be enlightened on the situation to Onorio Zen, on his second term as President of the Precious Metal Category of Confartigianato Vicenza and owner of the OroZen of Romano D’Ezzelino, a company employing 12 people, manufacturing gold jewels and specialised in the production of medals. «The international scenario – he observes – is decidedly complex and the data issued by the Camera di Commercio of Vicenza and Confartigianato evidence that the historical destination markets of the goldsmith sector of Vicenza as the Emirates are presently suffering from the strong tensions in the Middle East area, while Hong Kong feels the consequences of the reduction of the Chinese GDP, which has dropped from 16% to 6%». The loss of companies and operators is equally remarkable (nearly 800 units, almost a quarter of the total) with a greater withdrawal when compared to what happened on a national level and on the manufactory sector as a whole. «Although 437 out of 782 artisan companies are still operating, a lower decrease has been evidenced when compared with those of the industrial sector. First of all because few of them are structured, they mostly work for third parties, and many consist of one or two people: this, paradoxically, allows them to resist and go on». For a few years Vicenza has ranked third behind Arezzo and Valenza, the former producing basic goldware items while the latter jewellery. However, according to experts, this is mainly due to the fact that the core business of the companies from Vicenza, that is pure gold chains, has found strong competitors mainly in Turkey and in the Eastern area, also thanks to a greater use of machinery, the same that the workers from Vicenza have built and exported for years. In my opinion – Zen continues – we lost a certain attention to domestic investments. That is, many used their own capital for external items and products instead of investing in their company to give it more competitiveness and product quality. Those following that project, paying great attention to design, materials or tools, are now making profits. You must be present in the company and invest in it». Another tender subject comes from the third party sector, well represented in the Vicenza area, which is undergoing a strong crisis leading many operators to close their business. «At present many are fusing metal l'Orafo 2017

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febbraio/marzo

only once or twice a week - he points out – and for this reason we are working badly. Talking, for example, of microfusion: once we could find at least 12 or 13 companies applying it for third parties, while now there are ten less, fusing metal only on Tuesday or Thursday. The demand is always lower than in the past». A negative impact is also determined by the fact that, over the last few years, the general public has not only stopped buying gold, but it often avoids it favouring other alternatives as electronics or tourism. «This avoidance of purchasing jewels depends on many factors – Zen underlines – from the too high cost of products to the localised political and economic crises, as happened in Dubai and India». All in all, though, a positive element emerges: according to data processed by the Ufficio Studi Confartigianato, over the first 9 months of 2016, the sales of goldsmith product from the Vicenza area has reached a value equal to 973.9 million Euro, over a fifth (21.4%) of the domestic export in this sector. Moreover, when compared to the other 27 EU countries and the rest of Italy, the beric province ranks sixth for goldsmith product sold abroad, exporting three times Spain and half the whole Germany, mainly to countries with their own currency, different from Euro, now accounting for 78.8% of total exports. «Brands are very important


Mabe pearl, I suppose See Page 107

– Onorio Zen underlines – as, nowadays, purchasing favours high jewellery. Bulgari and Tiffany, for example, are performing very well. Here in Vicenza, instead, brands are lacking. We certainly have Marco Bicego and Roberto Coin that are pulling the market. However, some historical brands such as Chimento and Balestra have disappeared. Brands known all over the world honouring the local manufacturing. Moreover, the rise of the Internet has created a further selection as Tiffany is also purchased on line, while the unbranded companies like the ones from the Veneto area must still rely on direct sales. In order to acquire a new appeal we should be able to form a Group – Zen wishes – gathering only those companies with specific characteristics, thus becoming synonym of quality. Having good idea and a nice design, which is may be copied over a week, is not enough. We need a professional and ethic culture, able to give a plus factor to our products. Beside a new attitude to flexibility and the introduction of young blood in the company that could bring freshness and expertise. It is true that we can boast historical companies, with generations of goldsmiths behind, but we must not grow old. Flexibility and openness can be the winning cards. Also balanced by a greater dialogue among operators that should stop fighting one another».

This time the Mabé Pearl, a poor Cinderella too often neglected, is now on stage, under the spotlight! Just to begin, have you ever wondered about the etymon of the word “Mabé”? Never? Nothing exotic or titillating. “Mabé” is simply the Japanese term indicating that specific artefact. As it is an artefact, being an assembled cultured pearl, that is a “composite material consisting in a layer of pearlescence characterised by a curved surface and available in various shapes, filled with different materials, with a base closing in mother-of-pearl or other materials”. This is the description given by the UNI 10245 standard under the wording “Gemmological materials – Nomenclature”, at "Definitions", Art. 4.6.3. And here I claim to point out: a description complying with the UNI standard that, in this country, counts as a regulatory disposition. At least because not everyone understands the importance of a proper and right report, in terminology, of the gemmological materials included in the jewels offered to the consumer. That is, seen both as a tool to increase the competition of the store and to avoid legal disputes or untruthful claims, not to mention the company social responsibility. After allaying any doubt concerning interpretations, some technical questions are still to be examined. What is a cultured or cultivated pearl? I make again reference to the above-mentioned standard: “material produced by pearl molluscs following a human intervention”. What are these pearl molluscs, in the case of our “Mabé”? Variously, oysters of the Pinctada Maxima genre/species (silver or golden labiates having fun in the waters of the South Seas) or the Pteria/Penguin genre/ species (ranging from a copper to a brown colour, flourishing off the coasts of Thailand). We should also add the gastropods of the Haliotis genre, better known as Abalone or Paua, able to supply, in New Zealand, pearlescent domes characterised by amazing iridescences that can be compared, due to their effect, to the play of colours in opals. What is the exact meaning of composite or assembled? I cling like ivy to the above mentioned “Definitions": “material consisting in few distinct components, of similar or different pre-set shapes, with a natural and/or artificial origin, joined together to form a single gem”. In said case, the components consist in: a. A layer of pearlescence with a curved surface obtained in various ways: - By introducing, on the inner part of the mollusc valve, a nucleus, as an irritating substance, usually of a spherical or hemispherical shape, a shell, a mother of pearl, a resin, a talcy rock, even plastics, so as the flat part of the dome lies on the valve. - Activating the secretion process of the conchiolin and the calcium carbonate by the hosting mollusc, as the mantle wraps around the nucleus. Thus, the pearlescence layer that will be formed by l'Orafo 2017

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febbraio/marzo

covering the hemispherical dome will take the form of this latter. For all intents and purposes, you could consider this concretion as a Blister Pearl. The basis of the dome, round in its classic geometry, could, however, have different shapes, also reaching remarkable sizes from 10 to 20 mm and more. By the way, the process will be repeated by using the same mollusc again. - By resecting the pearlescence dome from the nucleus after 8-12 months since the beginning of the cultivation and after reaching a thickness of about 1mm. b. With a filler that can consist in a transparent epoxy resin agglutinated nucleus or a fully epoxy resin one, may be artificially coloured, bestowing “Mabé”, as the light shines through it, those unusual pinkish, pink or purple hues overlapping the natural white yellowish or brown colours. c. With a base closing made of mother of pearl, pearlescence or another material, usually flat or slightly convex, joined to the pearlescence dome. Is the semantic content of the expression "composite (or assembled) cultured pearl now clear? Well, our "Mabé" is exactly this. An item with which very respectable jewels are created, those that no one sells you for nothing. In case you felt the vagary of showing off your knowledge, you could merely alternate the term "Mabé" with Blister. And if someone should ask you the meaning of this latter, you would declaim in a confident voice: “pearly bubble, mostly hemispherical, grown against the internal wall of the shell of a pearl mollusc that, once obtained by applying in such position a hemispherical nucleus made of mother of pearl, resin, etc., will generate a cultured Blister". However the proper and correct description of the material is still of a critical importance (and here I am serious about that). Ad majora!



Brands In This Issue

DODO

1,618 DE MARIA

39

ALCOZER & J

102

F.A. GIOIELLI

ALEX°BALL

108

FALCINELLY ITALY

49

NANIS 100 OFFICINA BERNARDI

35

39

OMEGA

99

30, 103

ALFIERI & ST. JOHN

34

FARAONE

28

ORO TREND

30, 38

ALFREDO RAVASCO

19

FERRARI 82

OROZEN

96, 97

ALLEGRINI 79

FOUQUET GEORGES

PACÔMA

ALTAROMA

20

FRANCESCA MO

34

PALMISCIANO MAURIZIO

94, 95

AMEN

35

GIANNI DE BENEDITTIS

20

PASQUALE BRUNI

48, 101

ANDREA DEL BORGO JEWELS

81

GIORGIO VISCONTI

39

PESAVENTO 96

ANGRY

36

GIOVANNI FERRARIS

39

PIAGET

22

ANNAMARIA CAMMILLI

31

GIOVANNI RASPINI

PICCHIOTTI

82

AONIE

33

GRAFF 57-61

POMELLATO

54

GRAZIELLA

103

QAYTEN

35

19

GUCCI

99

RAYMOND YARD

75

ASTORIA 80

HUBLOT

99

RIZZOLI INT. PUB.

BARAKÀ

97

IGI-ITALY

20

ROBERTO BRAVO

BIBIGÌ

31

IRENE NEUWIRTH

42

ROBERTO COIN

108

ISTANBUL JEWELRY SHOW

104

ROBERTO DEMEGLIO

80

KERING

54

ROMA 1947

34

33

RUE DES MILLE

102

ARTLINEA

52, 53

ASCIONE

BLUESPIRIT BOUCHERON

24, 38, 48, 85, 87

69, 70

33, 102, 109

34

57-61, 85-91 101 83, 96, 103

BUCCELLATI

54

KOVA

BULGARI

54

L’ORA DI CAPRI

102

SALVINI

30

CA' DEL BOSCO

81

LE BEBÉ 100

SCAVIA

49

LE CAROSE

21

SILVANA EDITORIALE

19

LONGINES

99

STEFAN HAFNER

79

LVMH

54

SUPERORO

38

MANGIAROTTI

38

SWAROVSKI

21

24, 88, 98

MARCO BICEGO

96

TAG HEUER

99

CHANTECLER

31

MARRONI DESIGN

38

TIFFANY & CO.

46

CHAUMET

24

MASSIMO RAITERI

31

UBM ROTAFORTE

104

CHIMENTO

54

MAYUMI

46

UTOPIA 100

CHOPARD

91

MELLERIO DITS MELLER

71

VACHERON CONSTANTIN

D’ELIA 63-67

MIKIMOTO

55

VAN CLEEF & ARPELS

DAMIANI

MIMÌ BROGGIAN MILANO

35, 39, 55

CAM. DI COMM. DI VICENZA CARTIER

96, 97

22, 48, 74, 75

CENZI VITTORIO

101

CESARI & RINALDI GEMMAI CHANEL

41-43

47, 54, 100, 109

22 22, 47

VILLA SANDI

83

DAVITE&DELUCCHI GIOIELLI

28

MISANI

49

YUKIKO

46

DI.GO

30

MORELLATO

21

ZOCCAI

101

DIOR JOAILLERIE

48

MUCHA ALPHONSE

69, 70

ZOPPINI

34

l'Orafo 2017

115

febbraio/marzo


Advertisers’ Index AESSE PIETRE ALESSIO BOSCHI

I copertina, 6, 7

AMEN

5

ANDREA DEL BORGO JEWELS

17

ARTLINEA

52, 53

ARTURO FACCHINI

26

BMB DECORLINE

78

CHIMET

50, 51

D&SIGN

III copertina

DENTRO LE MURA

2, 3

GOGGI STERLING

84

GOLD ART

12, 13

IL TARì

18

LE CAROSE – PINK MOOD

10, 11

MEWO – KLEO

76, 77

OSIGEM

23

PIERDUCA

44

cartoncino

RELAIS I MIRACOLI

114

RESPONSIBLE JEWELLERY COUNCIL

4

SEA

105

SILVER STAR

68

TIMELINE

62

TREEMME

www.designsrl.com

IV copertina

AMIN LUXURY

PROGETTO LUCE

NEW YORK

56

II copertina, 1

UBM ASIA

95

UNOAERRE

25


NEW YORK



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