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I nostri sguardi s’incrociarono e i nostri cuori iniziarono a battere all’impazzata…
Le presi le mani e le chiesi di essere mia per sempre…
Il nostro bacio valse più di mille parole…
Finalment e il g rande g io rno ! Mano nella mano ci d ichiar ammo et er no amo r e…
La festa ebbe inizio e tutti condivisero la felicità di quel momento…
Raggiungemmo il nostro nido d’amore, la presi in braccio e la strinsi a me…
La favola d’amore così cominciò.
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GlobalRoundUp
15 NEWS
Homi, Fiera Milano Rho/ Tiffany & Co./Van Cleef & Arpels Gianmaria Buccellati/ Alcozer & J./ Assisi Jewels /Didofà
Desires
22 earcuff mania
Photo and Artwork by Close up Studios
Gli orecchini "rampicanti" sono i gioielli più fotografati sui red carpet cinematografici
24 the luxury venue
Bracciali componibili caratterizzati da elementi di design intercambiabili chiamati "links", disponibili in argento, bronzo e Gomma X. Ogni link ha un nome e un significato. ■ Composable bracelets characterized by design interchangeable elements called "links", available in silver, bronze and X Rubber. Each link has its own name and meaning.
Nuove collezioni, masterpieces, creatività scintillante tra i gioielli presentati al Salone di Basilea
26 bejewelled clutch
22 24
La pochette rigida e preziosa creata negli anni '30 diventa un must have tra le celebrities
29 holiday palette
Ogni luogo è distinto da una tavolozza di colori che le gemme possono evocare
41 lancette in primo piano
Innovazioni tecniche e soluzioni estetiche all'avanguardia tra gli orologi presentati a Baselworld
People&brands
50 tra sogno e design
Gioielli, bijoux e oggetti per la casa in perfetto equilibrio tra passione e razionalità per l'azienda Ottaviani
52 una storia italiana
Dalle pietre preziose alle perle, dall'attività unbranded al lancio di un proprio marchio. La famiglia Broggian si fa strada puntando su design e qualità
Heritage
59 una passione lunga 90 anni
Diciotto Oscar della Gioielleria, un know how esclusivo ovunque riconosciuto e una sede a Valenza da tre generazioni. Il Made in Italy secondo Damiani
65 i tesori di una biografia
Tutto il mondo dei prodotti Chanel ruota attorno alla vita leggendaria della fondatrice, anche i gioielli. Dall'amore per le camelie alle serate della Café Society
29 l'Orafo 2015
8
maggio/giugno
Sommario
79
Visual
73 quando il logo fa storia
Costruire un'identità riconoscibile è un gioco sottile di equilibri. Perché oggi il marchio parla all'immaginario
79 between technology and nature
Contaminazioni fantastiche e surreali tra cibi, elementi meccanici e gioielli d'autore oltre ogni convenzione
InsideJewellery
85 l'oro italiano con la valigia
Si contrae nel mondo la domanda di preziosi, ma l'export del Made in Italy tiene ed esplora nuovi mercati
91 meno televisione, più periodici
Gli investimenti pubblicitari di gioielleria e bijoux diminuiscono, ma soprattutto cambiano media
100 vetrina di lusso
27 73 41
Quali opportunità offre alle aziende di moda e accessori l'Expo 2015 di Milano?
102 FRIBURGO E LAS VEGAS
Se la manifestazione europea conferma la sua mission, la fiera americana si annuncia in ripresa
103 un modello di etica
Dalla prima miniera di rubini in Groenlandia solo gemme non trattate e certificate per tracciabilità 104 se parlano i gioielli Nuove campagne, nuovi ambasciatori, eventi: grandi manovre per stimolare i media
107 english text 113 l'orafo club 119 brands in this issue
91 l'Orafo 2015
10
maggio/giugno
85
RJC_Layout 1 28/04/15 14:29 Pagina 1
Costruire una filiera responsabile oro e platinoidi per diamanti, al consumatore dalla miniera
ANNO LXVIII - NUMERO 5-6 - MAGGIO/GIUGNO 2015 direttore editoriale
Building a responsible diamond, gold and platinum metals supply chain from mine to customer Il Responsible Jewellery Council (RJC) è un’organizzazione internazionale no-profit, costituita nel 2005 da un gruppo di 14 dell’intero comparto organizzazioni rappresentative dei dia manti e dell’oreficeria. Il RJC è retto da un Consiglio Direttivo e coadiuvato da varie Commissioni per ogni settore d’inte La gestione è affidata ad un team con sede resse. dell’attivitĂ Canada e Regno Unito. Il RJC accoglie membri ap- in Australia, partenenti a qualsiasi settore della filiera dell’oreficeria e della gioielleria, di ogni dimensione, comprese le associazioni di categoria. Missione: “Ci sforziamo di essere l’organizza zione riconosciuta per certificazioni e standard al servizio dell’integritĂ della filiera e della sostenibilitĂ nel settore glo orologeriaâ€?. Council piĂš di 600 bale di gioielleria e Il raggruppa Associati e piĂš di 400 Membri Certificati. La lista è disponibile presso www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/
direttore responsabile
Jewellery Council (RJC) is an International The Responsible in 2005 by a group of not-for-proďŹ t organisation established from across-section of the diamond and gold 14 organisations jewellery business. The RJC is governed by a Board of Direc- tors, supported by a number of Committees and administered by a Management Team located in the United Kingdom, Ca- nada and India. The RJC welcomes new Members from all parts of the jewellery supply chain, including trade associa tions. Mission: “We strive to be the recognized standards and certiďŹ cation organization for sup ply cha in integrity and su stainability in the global ďŹ ne jewellery and watch industry“. more than 600 Members and more than 400 RJC now groups CertiďŹ ed Members globally. The list of RJC Members is available at www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/
Ilaria Danieli Andrea Aiello
in redazione
Antonella Garello
collaboratori
Rossella Beato, Emanuela Chiesa, Marcel Clemens, Luigi Costantini, Daniela Fagnola, Franco Marchesini, Vittorio Montieri, Sonia Sbolzani, Diego Soprana
progetto e grafica
Cristiano Guenzi
foto
Close up Studios
traduzioni
Promo-Est
pubblicitĂ
dircom@edifis.it
traffico pubblicitario stampa e-mail web site prezzo per copia arretrati abbonamenti
Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG orafo@edifis.it www.orafoitaliano.it â‚Ź 5,00 â‚Ź 10,00 Italia â‚Ź 40,00 Europe â‚Ź 80,00 Resto del mondo â‚Ź 100,00 abbonamenti@edifis.it
Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. l’Orafo Italiano una rivista edita da:
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Global Round Up HOMI 2015 - IL SALONE DEGLI STILI DI VITA
ROTTA SUL
SATELLITE GIOIELLO La manifestazione milanese, che quest'anno si svolgerà in concomitanza con L'Expo, prepara una proposta espositiva sempre più vitale, articolata e ricca di suggestioni di emanuela chiesa
Da sinistra in alto in senso orario: collane di Amlä, girocollo in pietre dure e passamaneria di Dori Csengeri, filo di perle di Maria Anna Del Gatto, parure di Ultima Edizione. ■ From top left, clockwise: necklaces by Amlä, passementerie and gemstone collier by Dori Csengeri, pearl strand by Maria Anna Del Gatto and a set by Ultima Edizione.
Giunto alla sua quarta edizione, Homi - il Salone degli Stili di Vita in programma dal 12 al 15 settembre 2015 a Fiera Milano Rho, declina la sua proposta espositiva in satelliti. In particolare il satellite Fashion & Jewels, che ospita aziende storiche del Made in Italy, nomi giovani e brand stranieri, rappresenta un comparto strategico con prodotti - accessori moda e abbigliamento, fashion bijoux, gioielli e pietre - unici nel loro genere. Accanto ai satelliti, inoltre, il Salone offre anche alcune sezioni tematiche come Homi Sperimenta, dedicato al mondo del bijoux, a cui quest’anno si aggiungerà Homi Sperimenta_ Prezioso, dove troveranno spazio oggetti realizzati con materiali preziosi e semi-preziosi. l'Orafo 2015
■ At its fourth edition, Homi – the Life Style Show scheduled from 12 through to 15 September in the Milan Rho Exhibition centre, interprets its exhibition proposal in satellites. The Fashion & Jewels satellite, hosting historic Made in Italy companies, young names and foreign brands, in particular represents a strategic compartment with one of a kind products – fashion accessories and clothes, fashion bijoux, jewels and precious stones. Alongside the satellites, the Show furthermore offers several theme sections such as Homi Sperimenta, covering the world of bijoux, with the addition of Homi Sperimenta_Prezioso this year, lending space to objects made of precious and semi-precious materials.
15
maggio/giugno
Global Round Up
Un orologio storico per lui e un gioiello unico per lei Tiffany & Co. rilegge il suo segnatempo iconico CT60 e presenta il Blue Book 2015 di masterpieces haute couture Mancava un orologio maschile di prestigio a Tiffany & Co, che infatti ha recentemente lanciato il CT60, un modello maschile con movimento automatico swissmade ispirato al segnatempo in oro regalato nel 1945 al Presidente degli Usa Franklin D. Roosevelt. Per le signore invece la maison ha in serbo "The Art of the Sea", versione 2015 della Blue Collection presentata recentemente a New York e progettata da Francesca Amfitheatrof, art director del brand. Da
destra in senso orario, il nuovo CT60, l'orologio di Roosevelt, bracciale in platino e oro con spinello blu, zaffiri e diamanti e anello in platino con diamanti. ■ A prestigious men’s watch was lacking at Tiffany & Co and in fact it recently launched CT60, a man’s watch with Swiss-made self-winding movement inspired by the model in gold given to the president of the USA Franklin D. Roosevelt
in 1945. Whilst for the ladies the House has "The Art of the Sea" in store, 2015 version of the Blue Collection recently presented in New York and designed by Francesca Amfitheatrof, the brand’s art director. From top right clockwise, the new CT60, Roosevelt watch, gold and platinum bracelet with a blue spinel, sapphires and diamonds and a platinum and diamond ring.
il SALOTTO più scintillante Gioielli tra i velluti per Van Cleef & Arpels, che trasferisce la sede milanese da via Verri a via Montenapoleone Van Cleef & Arpels ha una nuova, preziosa maison in via Montenapoleone a Milano, articolata come un susseguirsi di salotti: comodi divani, confortevoli poltrone e tavoli bassi ricreano la raffinatezza di un appartamento privato. Gli ambienti sono separati da paraventi dorati in ferro battuto, i cui motivi Art Déco si ispirano alle Minaudières (pochette rigide) create da Van Cleef & Arpels negli anni Trenta. Un corridoio centrale conduce ai vari salotti e si addentra fino all'ambiente più appartato, che può ospitare meeting ed eventi. In occasione dell’apertura della nuova boutique, Van Cleef & Arpels ha presentato la nuova collezione Vintage Alhambra in oro giallo,
diamanti e malachite. A lato, l'ingresso della nuova boutique VC&A in via Montenapoleone. Sotto, bracciale Vintage Alhambra. ■ Van Cleef & Arpels have a new precious maison in via Montenapoleone, Milan, divided up into a series of lounges: comfortable sofas, comfortable armchairs and coffee tables recreate the elegance of a private apartment. The rooms are separated by gilt wrought iron screens, with Art Deco patterns inspired by the Minaudières (stiff clutch bags) created by Van Cleef & Arpels in the Thirties. A central corridor leads to the
various lounges up to as far as the most secluded room, hosting events and meetings. At the opening of the new boutique, Van Cleef & Arpels presented their new Vintage Alhambra collection in yellow gold, diamonds and malachite. Above, the entrance to the new VC&A boutique in via Montenapoleone. Left, Vintage Alhambra bracelet.
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in ricordo del maestro Un lucido scritto di Gianmaria Buccellati individuava già nel 2004 i problemi del settore Figura chiave nella storia della gioielleria italiana, Gianmaria Buccellati, recentemente scomparso, ha sempre dimostrato di avere una visione chiara sia rispetto al prodotto sia rispetto alle strategie d'impresa. Ecco alcune sue lungimiranti parole scritte nel 2004 nel Libro bianco sull'industria Italiana dell'oreficeria e gioielleria di Franco Marchesini e Giustino Giusti. «Il nostro settore ha conosciuto, in tempi passati seppure non troppo remoti, dei momenti ‘aurei’. Oggi, invece, si affacciano sul mercato prodotti eseguiti in realtà emergenti che si possono produrre a costi molto bassi e che pertanto diventano forti concorrenti del prodotto Italiano, a meno che questi non sia più che unico e qualitativamente di alta classe. Una problematica abbastanza 'scottante', inoltre, è collegata alla pressione fiscale e alla burocratizzazione amministrativa che, sovente, annulla negli artigiani la volontà di continuare nelle loro attività. Se l'intento politico è quello di salvaguardare l'intero comparto del Made in Italy e quindi anche del settore orafo/gioielliero/ argentiero (non dimentichiamo che le esportazioni rappresentano circa il 73% del prodotto totale), bisogna davvero decidersi e mettere mano alla scure che tagli ogni inutile balzello o legame che tiene 'al palo' aziende e produzione. La bellezza, la cultura, la classicità e modernità al tempo stesso del prodotto italiano faranno il resto».
Barriera Corallina Alcozer & J declina il tema marino, che gli è caro, in modo originale e creativo con un bracciale tintinnante di charms Alcozer & J, marchio fiorentino di gioielli in ottone di ispirazione classica ma di gusto contemporaneo, propone Barriera corallina, un bracciale in ottone dorato con charms che alternano perle e ciondoli-scultura a forma di conchiglia, polpo, granchio, cavalluccio marino e rami di corallo impreziositi da perle, strass, corallo rosa, granati e smaltati con pasta di turchese. ■ Alcozer & J, a Florentine brand of brass jewellery of classical inspiration but contemporary taste, propose Barriera corallina, a gilt brass bracelet with charms alternating with pearls and sculptured pendants in the shape of a shell, octopus, crab, sea horse and branches of coral decorated with pearls, rhinestone, pink coral, garnets and enamelled with turquoise paste.
assisi e il suo sigillo Assisi Jewels propone una linea ispirata alla croce francescana Franco Baldini, patron della storica bottega orafa di Assisi, ha ideato una nuova collezione di gioielli ispirati alla croce di San Francesco in oro, argento 925 e molteplici altre varianti con smalti e pietre preziose. ■ Franco Baldini, patron of the historic goldsmith’s workshop in Assisi, has conceived a new collection of jewellery, inspired by the cross of Saint Francis, in gold, sterling silver and many other versions with enamels and precious stones.
Primavera al POLSO Didofà celebra la stagione verde con una collezione di orologi Rose e fiori di campo, passeri, farfalle e coniglietti: i quadranti in 3d dei nuovi orologi griffati Didofà racchiudono deliziose ambientazioni in miniatura con dettagli in pasta sintetica modellati e dipinti a mano. ■ Roses and meadow flowers, sparrows, butterflies and little rabbits: the dials of the new Didofà watches embody delicate Spring settings in miniature with details in synthetic paste modelled and painted by hand.
English translation: see pag. 107 l'Orafo 2015
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maggio/giugno
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CELEBRITY STYLE
CARTIER Orecchini Panthère de Cartier in platino con occhi di smeraldo, naso in onice e diamanti di vario taglio. ■ Panthère de Car tier earrings in platinum with emerald eyes, onyx nose and differently cut diamonds.
earcuff
mania Ispirati a una moda orientale, gli orecchini "rampicanti" sono i gioielli più fotografati sui red carpet cinematografici di Ilaria
Danieli CRISTINA ORTIZ Earcuff di particolare forma alata in oro rosa e diamanti brown. ■ Wing shaped earcuff in rose gold with brown diamonds. CASATO Earcuff della collezione Yasmeen in oro bianco rodiato nero con diamanti .■ Earcuffs from the Yasmeen collection in black rhodiumplated gold with diamonds.
L
a mania è diventata mainstream dopo l’esplosione sui red carpet d’inizio anno: gli orecchini che non si fermano sul lobo ma si “arrampicano” sul padiglione auricolare sono risultati tra i gioielli favoriti delle celebrities, da Scarlett Johansson a Diane Kruger e Jennifer Lawrence. Ispirati a una moda orientale, i cosiddetti earcuff si indossano in versione mono orecchino e possono assumere sfumature romantiche o decisamente punk. ■ The mania has become mainstream after the explosion on the red carpet earlier in the year: the earrings that don’t stop on the lobe but “climb up” the auricle pavilion appeared to be amongst the stars’ favourite jewels, from Scarlett Johansson to Diane Kruger and Jennifer Lawrence. Inspired by an oriental fashion, the so-called earcuffs are worn as a single earring and can take on romantic or decidedly punk nuance.
PIAGET Mono orecchino della collezione Mediterranean Garden in oro rosa con 5 smeraldi, 278 diamanti, acquamarine e tormaline verdi. ■ Rose gold single earring from the Mediterranean Garden collection with 5 emeralds, 278 diamonds, aquamarines and green tourmalines.
MELLERIO DITS MELLER Decoro arabescato per orecchio della collezione Dentelle de Lys in platino tempestato di diamanti. ■ Oriental decoration for the ear from the Dentelle de Lys collection in platinum with diamonds.
QUELL’ISTANTE, QUELL’ATTIMO, QUEL GIORNO
È IL GIORNO IN CUI SIAMO DIVENTATI NOI
Vera, l'anello in oro e diamanti che impreziosisce la fede nuziale con un'iniziale o con un numero. Il dono per l’anniversario di matrimonio, per la nascita di un figlio o per celebrare un momento speciale.
©Lucebianca
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Desires
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BASELWORLD
the luxury
venue
DAMIANI Spilla in oro bianco con diamanti bianchi e rubini. ■ White gold brooch with white diamonds and rubies.
Il Salone di Basilea si è concluso con generale soddisfazione di espositori e buyer. Ancora una volta non sono mancate novità e collezioni sorprendenti di
Antonella Garello
C
on 1500 espositori, 150 mila visitatori da tutto il mondo e oltre 4300 giornalisti partecipanti, Baselworld ha confermato tutta la sua importanza per il settore dell'alta gioielleria e orologeria. Come ogni anno, molti brand internazionali hanno scelto il Salone svizzero per presentare le nuove collezioni, sorprendenti per le ispirazioni colte, le pietre sontuose, l'accuratezza della lavorazione, le soluzioni tecniche, i raffinati accostamenti cromatici. ■ With 1500 exhibitors, 150 thousand visitors from all over the world and over 4,500 journalists attending, Baselworld confirmed its standing in the fine jewellers and watchmaking sector. As every year, many international brands chose the Swiss Show to present their new collections, astonishing for the inspired statements, superb stones, skilled workmanship, technical solutions and refined chromatic combinations.
MIMÍ Boutique via Gesù: anello in oro bianco con quarzo rosa e diamanti. ■ Boutique via Gesù: ring in white gold set with pink quartz and diamonds.
MARCO BICEGO Spilla Lunaria in oro giallo con foglie sbalzate a mano e interamente lavorate a bulino. Disponibile anche la versione con pavé di brillanti. ■ Lunaria brooch, in yellow gold with leaves sculpted by hand and entirely ‘bulino’ etched. The diamond pavé version is also available.
▼ MATTIA CIELO Dalla collezione Pavone, bracciale in oro rosa e diamanti bianchi. ■ From the Pavone collection, bracelet in rose gold and white diamonds.
l'Orafo 2015
24
maggio/giugno
▼ MEISSEN COUTURE JOAILLERIE Dalla collezione Mystery Riviere, collier Haute Couture con cristallo di rocca e porcellana light green e royal green. ■ From the Mystery Riviere collection, Haute Couture necklace with rock crystal and light green and royal green porcelain.
▲ CARRERA Y CARRERA Orecchini della linea Origen in oro giallo, ametista e diamanti. Collezione Universo. ■ Earrings from the Origen line, in yellow gold set with amethysts and diamonds. Universo Collection.
JEWELLERY THEATRE Pendente a foglia della collezione Rainforest in oro giallo, tormaline, diamanti, zaffiri, tsavoriti e pietre di luna. ■ Leaf pendant from the Rainforest collection, in yellow gold with tourmaline, diamonds, sapphires, tsavorites and moonstones.
▲ SICIS Ispirato all'uccello venerato da Maya e Aztechi, l'anello Quetzal è in titanio placcato oro giallo, decorato con micromosaico, diamanti e occhio di falco blu cabochon. ■ Inspired by the bird venerated by the Mayas and Aztecs, the Quetzal ring is in yellow gold plated titanium, decorated with micro-mosaics, diamonds and blue falcon eye cabochon.
▼ CHANTECLER Anello in oro rosa con pavè di diamanti e importante zaffiro blu taglio cabochon. ■ Rose gold ring with diamond pavé and an important cabochon cut blue sapphire.
ALESSIO BOSCHI Si ispira al Palazzo dei Dogi di Venezia l'anello Palazzo in oro bianco e giallo con diamanti bianchi, zaffiri rosa, rubini, microperla (celata da una porticina) e importante rubellite centrale. ■ The Palazzo ring takes inspiration from the Doges palace in Venice, in white and yellow gold set with white diamonds, pink sapphires, rubies, micro pearl (concealed in a sort of locket) and a large central rubellite.
l'Orafo 2015
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maggio/giugno
Desires
flash
ACCESSORIES
bejewelLed
clutch Il vanity case rigido creato da Charles Arpels negli anni '30 ha fatto scuola diventando un must have tra le celebrities
L
Danieli
eggenda vuole che Charles Arpels, alla fine degli anni ’20, incontrasse la socialite Florence Jay Gould e la vedesse estrarre il rossetto, la cipria, le sigarette e l’accendino da una scatola (allora erano in latta) di Lucky Strike. Da lì all’idea di un vanity case più prezioso fu questione di un attimo per il gioielliere: nacque così la prima Minaudière (traducibile come minuteria o cofanetto di minuzie) in oro e lacca nera con chiusura tempestata di diamanti in cui ogni oggetto femminile trovava il suo scomparto dedicato. Cugina nobile della pochette e della clutch, la minaudière con le sue forme compatte e la chiusura a scatto si presta benissimo alle versioni bejewelled particolarmente creative: è il caso delle creazioni di Judith Leiber, il cui modello Cupcake divenne famoso grazie a Sex & the city. ■ The legend goes that around the end of the 20’s, Charles Arpels met the socialite Florence Jay Gould and saw her taking lipstick, face powder, cigarettes and a lighter out of a box (made of tin in those days) of Lucky Strike. From there the idea of a more precious vanity case was a matter of a minute for the jeweller: and this was how the first Minaudière (translatable as trinket or trinket box) was created in gold and black lacquer with a clasp studded with diamonds where each feminine object found its own place. Aristocratic cousin of the pochette and clutch bag, the minaudière with its compact shape and clasp is absolutely suited for particularly creative bejewelled versions: this is the case of the Judith Leiber creations, whose Cupcake model became famous thanks to Sex & the city.
Milla Jovovich
di Ilaria
▲ EDIE PARKER Clutch rigida con chiusura a scatto in resina acrilica e incrostazioni di cristalli e strass. Personalizzabile con nome glitterato. ■ Compact clutch in acrylic resin and encrusted crystals and strass with clasp. Customizable with a glitter name.
JUDITH LEIBER Pochette Scarabeo di forma bombata con cristalli multicolour e giaietto. ■ Convex shaped Scarabeo pochette with multicoloured crystals and jet.
l'Orafo 2015
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maggio/giugno
▲ OTTAVIANI Clutch a tracollina ricamata con cristalli, perline e strass. ■ Shoulder smalll bag embroidered with crystals, beads and strass.
▼ CONFUORTO Pochette ricoperta di velluto ad effetto scamosciato e manico in agata vinaccia. ■ Velvet covered pochette with a suede effect and purple agate handle.
▼ CHANEL Pochette con chiusura a scatto in plexiglas nero e decori in perle. ■ Black plexiglas and pearls clutch bag.
▲ VAN CLEEF & ARPELS Minaudière creata da Charles Arpels negli anni '30 in oro, lacca nera e diamanti. ■ Gold minaudière created by Charles Arpels in the Thirties. It is in gold, black lacquer and diamonds.
FALCINELLI ITALY Borsa gioiello in pitone con rifiniture e catena in oro. Decorazioni in oro, diamanti e quarzo rosa. ■ Python jewel-bag with chain and details in gold, diamonds and rose quartz.
▼ GRAZIELLA Borsa in pitone blu con finiture in argento e smalto crystal. Disponibile anche con finiture in oro. ■ Blue python clutch with silver and crystal-enamel details. Available with gold details too.
l'Orafo 2015
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maggio/giugno
Desires close up PIETRE PREZIOSE
HOLIDAY
PALETTE Ogni luogo si riconosce in una gamma di colori, una tavolozza che i pantoni grafici possono mettere a fuoco e le gemme possono evocare di Emanuela
Chiesa - Illustrazioni di Diego Soprana
I classici blu, rosso e verde di zaffiro, rubino e smeraldo non sono che una parte infinitesimale dei colori delle gemme. Molto più ricco infatti è il panorama di tutte le varietà di topazi, berilli, tormaline e altri minerali impiegati in gioielleria, variabile quasi quanto la declinazione dei pantoni grafici. Li abbiamo raggruppati per suggestioni di luoghi. In questa pagina, pietre preziose di Cesari & Rinaldi Gemmai. ■ The classical blue, red and green of sapphire, ruby and emerald are nothing but an infinitely small part of the natural gems colours. The panorama of all the varieties of topazes, beryls, tourmalines and other minerals used to make jewellery, is in fact far greater and more variegated, almost as much as the pantograph colours. We have grouped them by impressions of places. This page, precious gemstones by Cesari & Rinaldi Gemmai. l'Orafo 2015
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maggio/giugno
Desires
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l'Orafo 2015
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maggio/giugno
CARTIER COLLEZIONE AMULETTE Anello in oro rosa con opale rosato e diamante al centro. ■ Rose gold ring with a pink opal and a diamond at the center.
▼ DAMIANI COLLEZIONE SWAN Anello in oro bianco con diamanti bianchi e neri e smeraldo centrale. ■ White gold ring with white and black diamonds and an emerald at the center.
BRUMANI COLLEZIONE BAOBAB ROSE Anello in oro rosa con quarzo rosa, zaffiri bianchi, topazi rosa e diamanti. ■ Rose gold ring with pink quar tz, white sapphire, pink topaz and diamonds.
▼ VIANNA BRASIL COLLEZIONE KONTOUR Da sinistra, anello in oro rosa con tormaline rosa, rodoliti, morganite e diamanti; anello in oro rosa con morganite centrale e diamanti. ■ From left, ring in rose gold set with pink tourmalines, rhodolites, morganite and diamonds; rose gold ring with a morganite at the center and diamonds.
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COLLEZIONE VIA GESÚ Anello in oro bianco con quarzo rosa e diamanti. ■ White gold ring with pink quartz and diamonds.
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Desires
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BIBIGÌ COLLEZIONE FANTASY Anello in oro rosa con diamanti taglio brillante e quarzo fumé. ■ Rose gold ring with brilliant-cut diamonds and smoky quartz.
JEWELLERY THEATRE COLLEZIONE KALEIDOSCOPE Motivo a spina di pesce in diamanti su oro nero visibile nel lato B dell'anello Keleidoscope con varie gemme di colore in superficie. ■ Diamond herringbone pattern on blackened gold visible from the B Side of the Kaleidoscope ring with various coloured gemstones set in the surface.
▼ PICCHIOTTI COLLEZIONE BLACK ONYX Bracciale in oro rosa e binaco con onice nera e diamanti. ■ Rose and white gold bracelet with black onyx and diamonds.
▲ VIANNA BRASIL COLLEZIONE ILLUSION Anello in oro bianco con quarzo fumé e diamanti. ■ White gold ring with smoky quar tz and diamonds.
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BUCCELLATI ARCHIVIO STORICO Anello degli anni '20 firmato da Mario Buccellati, il fondatore della maison, in oro giallo con diamanti e smeraldo. ■ An historic ring by Mario Buccellati, founder of the maison, in yellow gold with diamonds and an emerald at the center.
▲ CHANTECLER COLLEZIONE UNIQUE PIECES Anello in oro rosa con boule di corallo, diamanti e spicchi di madreperla. ■ Rose gold ring with a coral boule, diamonds and mother-of-pearl slices.
▼ ROBERTO COIN COLLEZIONE BLACK JADE Anello in oro rosa con agata verde e diamanti. ■ Rose gold ring with green agate and diamonds.
▲ PASQUALE BRUNI COLLEZIONE BON TON Anello in oro rosa con corniola sagomata a fiore e diamanti. ■ Rose gold ring with flower shaped cornelian and diamonds.
DAMIANI COLLEZIONE MASTERPIECES Anello Giglio in oro bianco e brunito con smeraldi, diamanti bianchi e diamanti neri. ■ White and blackened gold Giglio ring with emeralds, white and black diamonds.
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AUTORE COLLEZIONE ROSE CUT Anello in oro giallo con diamanti taglio rosetta e perla dei mari del Sud. ■ Yellow gold ring with rose cut diamonds and South sea pearl.
▲ BRUMANI COLLEZIONE BAOBAB GRASS Anello in oro rosa incastonato a mano con diamanti brown, quarzo lemon, crisoberillo africano e granato mandarino. ■ Rose gold ring, hand set with brown diamonds, lemon quartz, African chrysoberyl and mandarin garnet.
▲ MARCO BICEGO COLLEZIONE LUNARIA Anello in oro giallo inciso a mano con l'antica tecnica del bulino. Al centro acquamarina scura. ■ Yellow gold ring, hand-engraved with an antique burin technique. A dark aquamarine at the center.
▲ LEO PIZZO COLLEZIONE AURORA Anello in oro rosa con diamanti bianchi, gialli e brown. ■ Rose gold ring with white, yellow and brown diamonds.
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CARLA AMORIM COLLEZIONE JARDINS Composizione di tre anelli in oro bianco, rosa e brunito con rubini taglio rosetta. ■ Composition of three rings in white, rose and burnished gold with rose cut rubies.
PALMIERO COLLEZIONE WINGED FLOWERS Anello in oro bianco con diamanti bianchi, zaffiri e pietre semipreziose. ■ White gold ring with white diamonds, sapphires and semi-precious stones.
POMELLATO COLLEZIONE NUDO Anello in oro rosa con ametista sfaccettata. ■ Rose gold ring with faceted amethyst.
▼ PASQUALE BRUNI COLLEZIONE LADY TAJ Anello in oro rosa con ametista e pietre preziose di colore. ■ Rose gold ring with an amethyst and precious coloured stones.
▲ CARBERONIA COLLEZIONE ADELA Anello in oro rosa con rodolite di vario taglio e diamanti. ■ Rose gold ring with rhodolite of various cut and diamonds.
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▲ SWAROVSKI GENUINE GEMSTONES Non solo cristalli per il colosso austriaco: il gruppo vanta anche, al suo interno, una divisione dedicata alle pietre naturali, in grado di fornire un'ottima qualità di zaffiri, rodoliti, peridoti, ametiste, citrini, spinelli, quarzi e topazi di varie dimensioni e colori. ■ Not only crystals for the Austrian giant: the group features also a division focused on genuine gemstones which can provide a very good quality of sapphires, rhodolites, peridots, amethysts, citrines, spinels, quartz and topaz of various sizes and colours.
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Desires orologi NUOVI MUST
PRIMO PIANO
SULLE LANCETTE Stimolate dai segnali positivi, le maison orologiere hanno presentato a Baselworld modelli molto interessanti dal punto di vista sia estetico sia tecnico. Ecco una selezione di
U
Daniela Fagnola
n successo annunciato. Secondo i dati ufficiali, il bilancio di Baselworld 2015 è positivo: al Salone dell’orologeria e della gioielleria dello scorso marzo hanno partecipato circa 150mila visitatori di un centinaio di nazionalità, e oltre 1500 espositori, provenienti da una quarantina di Paesi. In effetti nei padiglioni 1 e 2, tra gli stand delle 219 marche orologiere svizzere e il consueto sfoggio di lusso e di glamour delle operazioni di marketing, si respirava un’atmosfera ottimista – motivata anche dalla leggera crescita delle esportazioni di orologi registrata nei primi mesi dell’anno (+1 per cento, rispetto al 2014). E, al termine, si sono sentiti i soliti commenti entusiasti sui risultati degli affari da parte di alcuni operatori. Tutto a gonfie vele, dunque? A ben guardare, un piccolo neo c’è stato: un lieve calo nel numero degli acquirenti (-3 per cento, rispetto all’anno scorso), soprattutto tra le fila dei compratori russi e asiatici – dovuto probabilmente a una serie di cause: la crisi in Ucraina, il rallentamento dell’economia cinese e, non da ultimo, l’abbandono del tetto minimo nel tasso di cambio del franco svizzero sull’euro (che ha rafforzato la
moneta elvetica e ha avuto come conseguenza immediata un incremento del 5/7 % nei listini prezzi di molte case orologiere). In compenso, però, è aumentata la presenza dei rappresentanti dei media internazionali (+7,5 per cento), forse per l’arrivo in massa di blogger ed esponenti dell’editoria online: 4300 i giornalisti accreditati, che hanno garantito alla manifestazione una copertura mediatica senza precedenti. Tutti accorsi a visionare le novità presentate in anteprima dalle varie maison: perché, in fondo, i veri protagonisti del Salone di Basilea sono stati, come sempre, gli orologi. Ne abbiamo selezionato una ventina, scelti tra quelli più interessanti dal punto di vista tecnico-estetico (e culturale), alternando eccellenza meccanica e prezzi accessibili, storia e innovazioni, tradizione e design.
PATEK PHILIPPE CALATRAVA PILOT TRAVEL TIME Perché: è l’orologio che ha fatto più scalpore al Salone. Primo esemplare da aviatore (di epoca contemporanea) della Maison. Segni particolari: cassa in oro bianco (42 mm); movimento meccanico a carica automatica, di manifattura, con componenti in silicio, secondo fuso orario, doppia funzione giorno/notte e datario; quadrante in ottone verniciato, lancette luminescenti, vetro zaffiro anche sul fondello. ■ Because it is the watch creating the greatest stir at the Show: the first aviator example (of modern time) made by the Maison. Distinguishing marks: white gold case (42 mm); self-winding mechanical movement with components in silicon, second time zone, dual day/night function and calendar; painted brass dial, luminescent hands, sapphire crystal also on caseback.
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Desires
complicati
▼ DE GRISOGONO
INSTRUMENTO N°1 ANNUAL CALENDAR Perché: reinterpreta la piccola complicazione utile (inventata da Patek Philippe nel 1996) che riconosce automaticamente la durata dei mesi di 30 o 31 giorni. Segni particolari: cassa in oro rosa; movimento meccanico a carica automatica con calendario annuale e piccoli secondi; quadrante mat. In vendita da giugno. ■ Because it reinterprets the small useful complicated mechanism (invented by Patek Philippe in 1996) automatically indicating the duration of 30 or 31-day months. Distinguishing marks: rose gold case; self-winding mechanical movement with annual calendar and small second beats; mat dial. On sale as from June.
▲ CHOPARD
▲ DIOR HORLOGERIE
L.U.C. REGULATOR Perché: fa rivivere la tradizione dei regolatori, talmente precisi da servire come riferimento per gli altri orologi. Segni particolari: cassa in oro rosa; movimento meccanico a carica manuale, di manifattura, con indicazione dell’autonomia di 8 giorni, secondo fuso orario, piccoli secondi, datario, cer tificato ufficiale di cronometro (COSC) e Punzone di Ginevra. ■ Because it re-lives the regulator tradition, so precise as to serve to regulate the time of other watches. Distinguishing marks: rose gold case; manually winding mechanical movement, handmade, with indication of 8 day autonomy, second time zone, small second beats, calendar, official COSC chronometer and Genève Seal cer tification.
CHIFFRES ROUGE C05 Perché: introduce la funzione GMT nella collezione maschile della maison. È animato da un calibro Elite di Zenith. Segni particolari: cassa in acciaio; movimento meccanico a carica automatica con secondo fuso orario, piccoli secondi e datario; quadrante argenté. Edizione limitata di 100 esemplari, in vendita da settembre. ■ Because it introduces the GMT function in the maison man collection. It's driven by an Elite by Zenith calibre. Distinguishing marks: steel case; selfwinding mechanical movement with second time zone, small second beats and calendar ; argenté dial, sapphire crystal also on caseback, punched calfskin strap. Limited edition of 100 examples, on sale as from September.
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▼ HUBLOT
▼ ULYSSE NARDIN
BIG BANG ALARM REPEATER Perché: è la rivisitazione della più antica complicazione, lo “svegliarino”, un precursore dell’orologio meccanico, nato in epoca medievale. Segni particolari: cassa in titanio; movimento meccanico a carica manuale, di manifattura, con autonomia di 3 giorni, secondo fuso orario, funzione giorno/notte. Edizione limitata di 250 esemplari. ■ Because it is the reinvention in a modern key of the most ancient complicated mechanism, the “alarm clock”: precursor of the mechanical watch, created in the medieval age. Distinguishing marks: titanium case; manually-winding mechanical movement, handmade, 3-day autonomy, second time zone, day/night function, inter-changeable artificial rubber strap. Limited edition of 250 examples.
MARINE PERPETUAL Perché: utilizza l’esclusivo sistema di incastonatura 3S, che permette di montare le pietre direttamente nella gomma. Segni particolari: cassa in acciaio rivestito di gomma, impermeabile fino a 20 atm; movimento meccanico a carica automatica, di manifattura, con calendario perpetuo; lunetta con baguette di ceramica. Edizione limitata di 99 esemplari. ■ Because it uses an exclusive 3S setting system, to set precious stones directly in rubber. Distinguishing marks: steel case coated in rubber, waterproof up to 20 atm; self-winding mechanical movement, handmade, with perpetual calendar, bezel with ceramic baguette. Limited edition of 99 examples.
▲ LOUIS VUITTON
ESCALE TIME ZONE Perché: esprime la passione per il viaggio della maison con un’originalissima interpretazione dell’ora universale. Segni particolari: cassa in acciaio; movimento meccanico a carica automatica con massa oscillante periferica, ore del mondo (24 fusi orari) e funzione giorno/notte; quadrante con disco rotante delle ore. In vendita da giugno. ■ Because it conveys the passion for travel of the maison with an extremely original interpretation of the universal time. Distinguishing marks: steel case; self-winding mechanical movement with peripheral oscillating mass, world times and day/night function; dial with rotating hour disk. On sale as from June.
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Desires
eleganti
▼ BREGUET
▼ GIRARD PERREGAUX
TRADITION AUTOMATIQUE SECONDE RÉTROGRADE Perché: rende omaggio al genio di Abraham-Louis Breguet nella costruzione del movimento e nella forma della massa oscillante. Segni particolari: cassa in oro bianco; movimento meccanico a carica automatica, di manifattura, con componenti in silicio, autonomia di 50 ore, indicazione dei secondi con lancetta ad andamento retrogrado. ■ Because it pays homage to the genius of Abraham-Louis Breguet in the construction of movement and in the oscillating mass form. Distinguishing marks: white gold case; self-winding mechanical movement, handmade, with components in silicon, 50-hour autonomy, indication of seconds with retrograde motion hand.
VINTAGE 1945 ANNIVERSARIO Perché: riprende il modello d’epoca, ricreato per festeggiare i 70 anni dell’iconica collezione. Segni particolari: cassa in oro e acciaio, movimento meccanico a carica automatica, di manifattura, con piccoli secondi, quadrante bombato, vetro zaffiro, fondello inciso, cinturino in pelle di alligatore. Edizione limitata di 100 esemplari. ■ Because it revives the vintage model, recreated to celebrate the 70 years of the iconic collection. Distinguishing marks: gold and steel case (36.2x35.25 mm); self-winding mechanical movement, handmade, with small second beats; convex dial, sapphire crystal, engraved caseback. Alligator leather strap. Limited edition of 100 examples.
▲ EMPORIO ARMANI
AUTOMATIC SWISS MADE Perché: ha un’estetica rétro, che si ispira all’eleganza senza tempo di cer ti esemplari anni '50. Segni particolari: cassa in acciaio IP oro rosa; movimento meccanico a carica automatica con datario; quadrante opaco, vetro zaffiro anche sul fondello, cinturino in pelle di alligatore. ■ Because it has a retro style: essential but extremely chic, it resembles the timeless elegance of cer tain examples of the Fifties. Distinguishing marks: IP steel and rose gold case; self-winding mechanical movement with calendar ; opaque dial, sapphire crystal also on caseback, alligator leather strap.
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▼ LONGINES
PULSOMETER CHRONOGRAPH Perché: è una riedizione di un esemplare degli anni Venti, studiato per misurare le pulsazioni cardiache. Segni particolari: cassa in acciaio; movimento meccanico a carica automatica con autonomia di 54 ore; quadrante laccato con scala pulsometrica, lancette in acciaio azzurrato alla fiamma. In vendita da dicembre. ■ Because it is an elegant new edition of a Twenties example studied to measure cardiac pulsation. Distinguishing marks: steel case; self-winding mechanical movement with 54-hour autonomy; lacquered dial with pulsometric scale, flame-blued steel hands. On sale as from December.
▲ HERMÈS
▲ OMEGA
SLIM D'HERMÈS Perché: è il primo orologio extrapiatto della maison e concentra un tocco di originalità nel carattere tipografico dei numeri. Segni particolari: cassa in acciaio; movimento meccanico extrapiatto (2,6 mm di spessore) a carica automatica, di manifattura, con microrotore decentrato e piccoli secondi; quadrante opalino argenté, vetro zaffiro anche sul fondello, cinturino in pelle di alligatore. ■ Because it is the first extra-flat watch made by the Maison and concentrates a touch of originality in the typographical character of the numbers. Distinguishing marks: steel case; extra-flat (2.6 mm thick) self-winding mechanical movement, handmade, with decentralized microrotor and small second beats; argenté opaline dial, sapphire crystal also on caseback, alligator leather strap.
GLOBEMASTER Perché: ha ottenuto la nuova certificazione di Master Chronometer, superando i test del METAS (Istituto Federale Svizzero di Misurazione). Segni particolari: cassa in oro Sedna, impermeabile fino a 10 atm; movimento meccanico a carica automatica, di manifattura, con componenti in silicio, scappamento Co-Axial, autonomia di 60 ore, datario e certificato ufficiale di cronometro. In vendita da novembre. ■ Because it gained the new Master Chronometer certification: that is, it passed the METAS (Swiss federal measuring institute) test. Distinguishing marks: Sedna gold case, waterproof up to 10 atm; self-winding mechanical movement, handmade, with components in silicon, Co-Axial anchor, 60-hour autonomy, calendar. On sale as from November. l'Orafo 2015
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Desires
sportivi
▼ CANDINO
SPORT PERFORMANCE Perché: è il “classico” cronografo ispirato al mondo dell’automobilismo. Segni particolari: cassa in alluminio, impermeabile fino a 10 atm; movimento al quarzo con secondi continui e datario; quadrante su più livelli con scala tachimetrica, lancette e indici luminescenti, cinturino in pelle lavorata. ■ Because it is the “classical” chronograph inspired by the motor racing world. Distinguishing marks: aluminium case, waterproof up to 10 atm; quar tz movement with continual seconds and calendar ; dial at various levels with tachymeter scale, luminescent hands and markers, engraved leather strap.
▲ BULOVA
▲ EBERHARD & CO.
SEA KING Perché: è un cronografo subacqueo di estrema precisione. Segni particolari: cassa in acciaio con trattamento IP nero, impermeabile fino a 30 atm; movimento al quarzo ad alta frequenza con secondi continui e datario; lancette e indici luminescenti, lunetta girevole unidirezionale, vetro zaffiro, cinturino in gomma. ■ Because it is an extreme precision underwater chronograph. Distinguishing marks: case in steel treated with IP black, waterproof up to 30 atm; high frequency quartz movement with continual seconds and calendar ; luminescent hands and markers, one-way rotating bezel, sapphire crystal, rubber strap.
TAZIO NUVOLARI 336 Perché: celebra il primato internazionale di velocità raggiunto dal grande “Nivola” il 15 giugno 1935. Segni particolari: cassa in acciaio, impermeabile fino a 10 atm; movimento meccanico a carica automatica con indicazione dell’autonomia, secondo fuso orario e datario. Edizione limitata di 336 esemplari. ■ Because it celebrates the international speed record reached by the great Nuvolari on 15 June 1935. Distinguishing marks: steel case, waterproof up to10 atm; self-winding mechanical movement, indicating the autonomy, second time zone and calendar. Limited edition of 336 examples.
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▼ GUCCI TIMEPIECES
▼ TAG HEUER
GUCCI DIVE Perché: è la nuova versione del subacqueo della maison con cinturino Nato dai tipici colori “web” che lo rendono subito riconoscibile. Segni particolari: cassa in acciaio (45 mm di diametro), impermeabile fino a 20 atm; movimento al quarzo Swiss made con datario; lancette e indici luminescenti, lunetta girevole unidirezionale con inserto in vetro, vetro zaffiro, cinturino in nylon. ■ Because it is the new underwater version of the maison: more attractive thanks to a Nato strap, with typical “web” colours making it immediately recognizable. Distinguishing marks: steel case (diam.45 mm), waterproof up to 20 atm; Swiss made quar tz movement with calendar ; luminescent hands and markers, one-way rotating bezel with crystal inser t, sapphire crystal, nylon strap.
CARRERA HEUER 01 Perché: rinnova completamente la storica collezione: con un nuovo design, una nuova cassa modulare e un nuovo calibro esclusivo. Segni particolari: cassa in acciaio con rivestimento in carburo di titanio, impermeabile fino a 10 atm; movimento meccanico a carica automatica, con autonomia di 50 ore, secondi continui e datario; indici luminescenti, lunetta con scala tachimetrica. ■ Because it completely renews the historical collection: with a new design, a new case and a new exclusive calibre. Distinguishing marks: steel case coated with titanium carbide, waterproof up to 10 atm; self-winding mechanical movement, 50hour autonomy, continual seconds and calendar ; luminescent markers, bezel with tachymeter scale.
▲ PHILIP WATCH
CARIBE 1000 CONVERTER Perché: prende ispirazione da un modello del 1951 utile per convertire le unità di misura europee/statunitensi. Segni particolari: cassa in acciaio, impermeabile fino a 10 atmosfere; movimento al quarzo Swiss made con datario; quadrante soleil, lunetta in alluminio, vetro zaffiro, bracciale in acciaio. ■ Because it takes inspiration from a 1951 model useful for converting the European/United States units of measurement. Distinguishing marks: steel case, waterproof up to 10 atmospheres; Swiss made quar tz movement with calendar ; soleil dial, aluminium bezel, sapphire crystal, steel bracelet.
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Desires
orologi
■ A foreseen success. According to official records, the Baselworld 2015 balance is positive: about 150 thousand people from around one hundred countries visited the watch and jewellery show last March, with over 1,500 exhibitors coming from around forty countries. In pavilions 1 and 2 one could effectively sense an atmosphere of optimism among the stands of the 219 Swiss watch brands and the customary luxury and glamour paraded by the marketing operations – perhaps also triggered off by the slight increase in watch exports registered during the early months of the year (+1%, as against 2014). And, at the end, the usual enthusiastic comments made by several operators on business results could be heard. Full sail ahead then? Taking a closer look, there has been a small shortcoming: a slight drop in the number of buyers (-3%, as against last year), especially amongst the Russian and Asiatic ranks and file – probably due to a series of reasons: the crisis in Ukraine, slowdown in Chinese economy and, last but not least, the ceiling of the minimum Swiss franc on Euro interest rate being abandoned (boosting the Helvetian currency, with an immediate increase in the price lists of many watch Maisons by 5/7 % as a consequence). But, to countebalance this, there were many more international media representatives (+7.5 %), possibly due to the mass arrival of bloggers and representatives of the online press: 4300 accredited journalists, assuring the event with an unprecedented media coverage. All flocking there to take a look at the preview of the latest products from the various Maisons: because, in the end, the real stars of the Basel Show were, and always have been, watches. We selected about twenty from amongst the most interesting ones from the techno-aesthetic point of view (also cultural), alternating mechanical excellence and reasonable prices, history and innovation, tradition and fashion.
ROLEX OYSTER PERPETUAL DAY-DATE 40 Perché: è la quintessenza dello stile e della tecnologia della manifattura, con criteri di precisione due volte superiori a quelli riconosciuti a livello ufficiale. Segni particolari: cassa in oro bianco; impermeabile fino a 10 atm; movimento meccanico a carica automatica con autonomia di 70 ore, funzione day-date, certificato ufficiale di cronometro (COSC); quadrante argenté a spicchi soleil. In vendita dall’estate. ■ Because it is the quintessence of handmade style and technology, with precision criteria two times higher than those officially recognized. Distinguishing marks: white gold case, waterproof up to 10 atm; self-winding mechanical movement, 70-hour autonomy, day-date function, officially COSC certified chronometer; argenté dial with soleil segments, fluted bezel, sapphire crystal. On sale as from the summer.
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People & Brands L'INTERVISTA
tra sogno
e design Laura Ottaviani, Ad dell'impresa di famiglia, disegna gioielli, bijoux e accessori per la casa, in perfetto equilibrio tra passione e razionalità di
Antonella Garello
Q
uando, nel 2004, Laura Ottaviani è entrata a far parte dell'azienda di famiglia, ha realizzato un sogno coltivato fin da bambina. «Io e i miei fratelli abbiamo respirato già da piccolissimi aria di azienda, con tutti i problemi, i successi, gli entusiasmi che questo comporta. Devo dire che gli studi in Architettura mi hanno insegnato l'equilibrio tra creatività e razionalità, a incanalare risorse ed energie in un progetto ponderato». Fondato nel 1944 dal nonno di Laura, Romolo Ottaviani, il laboratorio "Romolo Ottaviani e figli" si è evoluto negli anni fino a fare scuola, dando vita al distretto argentiero marchigiano e conquistando posizioni di prestigio in Italia e all'estero. Una storia importante, che la terza generazione della famiglia Ottaviani - Laura, Marco e Paola - continua a portare avanti con successo. Mentre i fratelli seguono l'area commerciale e finanziaria, l'ufficio acquisti e l'estero, Laura Ottaviani - oggi amministratore delegato e responsabile design, marketing e comunicazione - disegna e progetta tutte le collezioni. Nel corso degli anni ha innovato con decisione la linea home, ha reinterpretato la linea gioiello e introdotto le collezioni bijoux e orologio. «Quando sono entrata in azienda la linea per la casa in argento, a me che ero tanto giovane, è sembrata decisamente troppo classica, con i suoi quadri, i servizi per la tavola, i soprammobili. Ho lavorato per renderla più pulita e contemporanea; oggi realizziamo pezzi in cui ormai i materiali innovativi risultano preponderanti rispetto all'argento». Nel 2010 il lancio della linea Bijoux ha segnato una vera e propria svolta nella storia dell'azienda. «Oggi metà del fatturato è da attribuire proprio alla linea bijoux. Quando l'abbiamo presentata, il gioiello fashion che andava per la maggiore era quello in acciaio, abbastanza lineare e freddo. Il bijou Ottaviani si è distinto da subito per la freschezza, i colori, l'utilizzo di pietre naturali anche inconsuete per il settore, l'accuratezza della lavorazione, il rapporto qualità-prezzo decisamente favorevole. Inoltre abbiamo studiato fin dall'inizio un packaging ad hoc e badiamo a rinnovare ogni tre mesi la collezione, legandola così all'attualità, ai colori e alle tendenze moda». L'innovazione tecnologica e creativa, un servizio al cliente inappuntabile, uno stile l'Orafo 2015
In questa pagina, in alto: Laura Ottaviani; al centro e in basso a sinistra: orecchini e un bracciale della linea gioiello. Qui a lato: l'immagine di una campagna pubblicitaria. Pagina a lato: foto storica della sede aziendale; al centro: una collana della linea Bijoux.
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personale e la ricchezza di idee sono sicuramente tra i punti di forza dell'azienda. «Condivido coi miei fratelli l'orgoglio di portare avanti un progetto che vanta settant'anni di storia e di interpretare quel design italiano che è un vanto del nostro Paese: senza mai perdersi d'animo». ■ When, in 2004, Laura Ottaviani joined the family business, the dream she had since she was a child came true. «My brother, sister and I had already breathed in the atmosphere of the business when we were little, with all its problems, successes and the enthusiasm. My studies in architecture taught me the balance between creativity and rationality, how to channel energies into a pondered project». Founded in 1944 by Laura’s grandfather, Romolo Ottaviani, the "Romolo Ottaviani e figli" workshop developed over the years up to being “a school”, giving life to the silversmith’s district in the Marche region and conquering prestigious standings in Italy and abroad. An important story, continued to be carried out with success by the third generation of the Ottaviani family - Laura, Marco and Paola. Whilst her brother and sister follow up the sales and financial area, the purchasing office and foreign markets, Laura Ottaviani – now managing director and responsible for design, marketing and communication – designs all the collections. Over the years, she has wrought innovations in the home line, reinterpreted the jewellery line and introduced the bijoux and l'Orafo 2015
watch collections. «When I joined the business, being very young the silver home line struck me as being far too classical, with its pictures, tableware and ornaments. I worked on it to give it cleaner, contemporary lines: by now we create items containing far more innovative materials than silver». In 2010, the launching of the Bijoux line marked a turning point. «Today half the turnover is to be attributed to the bijoux line. When we presented it, the most popular fashion jewellery was in steel, rather linear and cold. The Ottaviani bijoux immediately stood out for its freshness, colours, use of natural stones, also unusual for this sector, its craftsmanship and reasonable quality-price ratio. We also studied ad hoc packaging and are careful to renew the collection every three months, linking it with up-to-datedness and fashion-related colours and trends». Technological and creative innovation, impeccable customer service, personal style and wealth of ideas are amongst the business strong points. «Together with my brother and sister I share the pride in pursuing a project boasting seventy years of history and in interpreting that Italian design, pride of our country: without ever losing heart».
Alongside: Laura Ottaviani and examples from the Jewels line. This page, a historic picture of the company headquar ters; a necklace from the Bijoux line.
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People & Brands TRA PERLE E DIAMANTI
una storia
italiana Nata come dealer di pietre preziose, l'azienda Broggian è riuscita a creare un marchio internazionale. E un prodotto che non c'era di Ilaria
I
Danieli
l fagiano che vola alto viene abbattuto», dicono i giapponesi, estremi difensori dell’understatement: una perla di saggezza zen che corrisponde grosso modo alla raccomandazione italiana «chi va piano va lontano» e sulla quale Andrea Broggian ha impostato la gestione dell’azienda di famiglia. Non li ha incontrati subito, in verità, i giapponesi, ma qualche anno dopo essere entrato nell’impresa, a causa della morte tragica e improvvisa dello zio e del padre, due dei tre fratelli fondatori. «Eravamo piccoli dealer di pietre preziose - racconta Andrea - partiti da Padova per mettere poi radici a Milano. Un’attività cominciata in modo del tutto pionieristico alla fine degli anni ’50, durante il tanto favoleggiato boom economico. Io ho affiancato mio zio Fausto, e sono stato il primo della seconda generazione». L’occasione giusta al momento giusto per spiccare il volo in termini di business è capitata grazie all’incontro con Mikimoto, il brand fondato dall’inventore del sistema per la coltivazione delle perle: ecco dunque i giapponesi. «Cercavano un distributore per l’Italia e alcuni altri paesi europei e noi ci siamo proposti, iniziando un rapporto di lavoro e di amicizia che ci ha fatti entrare nel mondo delle perle, ma soprattutto in quello dei grandi brand. Noi italiani abbiamo la tradizione dei migliori artigiani, la cura per la qualità del prodotto, la creatività innovativa. Ma a livello di marketing del lusso e costruzione della marca abbiamo molto da imparare. Mikimoto è stata la prima grande fortuna che abbiamo avuto; la seconda è stata scoprire la perla che avevamo in casa, ovvero Giovanna, mia sorella». Laureata in architettura, ma cresciuta tra i gioielli e forte di un diploma in gemmologia, Giovanna Broggian ha deciso di dedicarsi al design sviluppando inizialmente la collezione Mikimoto Milano, con l’intenzione di “svecchiare” un po’ il tradizionale mondo delle perle. I vertici di Mikimoto hanno dato la possibilità alla piccola azienda italiana di creare un prodotto di nome italiano e materia prima giapponese, purché non volasse troppo alto, s’intende. «La collezione è prodotta da noi - precisa Andrea Broggian ma è commercializzata solo nei negozi Mikimoto fin dal 1997». Maturata questa esperienza, nei primi anni Duemila i Broggian si sono sentiti pronti per partire con un progetto tutto loro, ovvero Mimí, il marchio che ha introdotto nella gioielleria mondiale le perle freshwater come non si erano mai viste prima. «Mimí nasce dal desiderio di creare con le perle qualcosa di giovane e colorato - spiega Giovanna - Un produttore illuminato ci ha consentito di scegliere le l'Orafo 2015
perle d’acqua dolce in base alla qualità, quando molti altri invece lavoravano solo sulla quantità, e noi abbiamo avuto l’intuizione di orientarci sulle sfumature naturali, dal rosa al melanzana, accostando gemme di analoghi colori o grande contrasto». «In quegli anni - precisa Andrea - le perle freshwater non si usavano in gioielleria, venivano considerate di scarsa qualità, perciò il nostro prodotto, così fresco e accessibile nei prezzi, ha ottenuto subito un buon successo, soprattutto tra le donne che desideravano auto-regalarsi un gioiello classico nelle forme ma fortemente innovativo nei colori e nell'immagine». La personalità distintiva del brand, mezzo europea e mezzo orientale, è nata da una serie di suggestioni di viaggio: dal negozio Shanghai Tang di Hong Kong che ha ispirato i colori brillanti del packaging, alla storica tradizione orafa italiana, fino al simbolo Ognibene, che riproduce un ideogramma porte-bonheur. Sempre in evoluzione, Mimí oggi esplora la tecnica dell’oro filato, proponendo una sorta di pizzo in oro a 24ct di estrema leggerezza, e anche le particolari pasticche in madreperla provenienti 52
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A sinistra, anelli Mimí della collezione Via Gesù in oro rosa e bianco con diamanti, perle barocche e pietre preziose di colore. A destra Giovanna Broggian e, sotto, Andrea Broggian. Nella pagina accanto, la modella indossa la parure Etoile di Broggian Milano in oro bianco e diamanti.
dall’Australia, di grandi dimensioni e notevole impatto decorativo. Cosmopolita, giovane e raffinata, la natura di Mimí e delle sue perle colorate è comunque in tutto e per tutto femminile. Per avere anche un côté maschile e rassicurante, fondamentale in un momento di incertezza come quello che stiamo attraversando, alla Broggian è stato recuperato e valorizzato il know-how dell’azienda nel settore dei diamanti, proponendo alcuni pezzi molto classici ma riletti e ridisegnati da Giovanna. Una intuizione vincente, che oggi è diventata una collezione con un proprio marchio, Broggian Milano, interamente concepita e realizzata “in casa”. «Il mercato ha risposto bene, nonostante la crisi che ha colpito tutti, grazie all’appeal dell'heritage italiano e al rapporto di fiducia instaurato con i nostri clienti in tutto il mondo: siamo passati in tre anni da una distribuzione in meno di 10 paesi ad oltre 50». ■ «The pheasant flying high gets shot down», say the Japanese, extreme defendants of the understatement: a pearl of Zen wisdom more or less corresponding to the Italian recommendation «chi va piano va lontano» (more haste less speed) used by Andrea Broggian to lay the foundations of the family
business management. He did not, to say the truth, meet the Japanese straight away, but only some years afterwards, upon the sudden, tragic death of his father and uncle, two of the three founder brothers. «We were small dealers in precious stones – Andrea tells us – who left Padua to put down our roots in Milan. A business begun in an absolutely pioneering manner at the end of the 50’s, during the much glorified economic boom. I worked with my uncle Fausto, and was the first of the second generation». The right occasion at the right time to take flight in terms of business came from a meeting with Mikimoto, the brand founded by the inventor of the system to cultivate pearls: so here the Japanese came in. «They were looking for a distributor for Italy and a few other European countries and we offered ourselves, starting up a business relationship and friendship that enabled us to enter the world of pearls, but above all that of the great brands. We Italians have the best tradition in craftsmanship, care for product quality and innovative creativity. But we have a lot to learn about luxury marketing and how to build up a brand. Mikimoto was the first great piece of luck we had; the second was to discover the pearl we had at home, that is my sister Giovanna». A degree in architecture, but grown up amongst jewels and gaining by a diploma in gemmology, Giovanna
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Sotto, da sinistra, orecchini Mimí in argento, oro rosa, madreperla silver, perle e diamanti; anello Broggian Milano della collezione Princess in oro bianco e diamantI.
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People & Brands Broggian decided to dedicate herself to design, initially developing the Mikimoto Milano collection, with the intent of rejuvenating the traditional world of pearls to a small degree. Mikimoto top management gave the small Italian business the chance to create a product with an Italian name but with Japanese raw material, understandably as long as it did not fly too high. «The collection is produced here with us - specifies Andrea Broggian – but, since 1997, it has only been sold in the Mikimoto shops». Having gained by this experience, in early two-thousand the Broggian’s felt they were ready to launch into a project all of their own, i.e.Mimì, the brand that introduced freshwater pearls, in a way they had never been seen before, into the world’s jewellers. «Mimì is born from the desire to create something young and coloured with pearls – explains Giovanna -. An enlightened producer allowed us to select freshwater pearls based on quality, when instead many others only worked on quantity, and we had the intuition to focus on the natural pink and aubergine shades, matching up gems with similar or highly contrasting colours». «In those years – specifies Andrea – they did not use freshwater pearls in jewellery, they were considered of poor quality and so our product, so fresh and reasonable in price, was an immediate success, especially amongst women wanting to give themselves a classical jewel in form but highly innovative in colour and image». The brand’s distinctive personality, half European and half Oriental, is born from a series of inspirations taken from travels: from the Shanghai Tang shop in Hong Kong that inspired the brilliant colours of the packaging, to the historic Italian goldsmith’s tradition, up to the Ognibene collection symbol, reproducing a porte-bonheur ideogram. Always in evolution, today Mimì explores the gold yarn technique, offering a sort of extremely light 24ct gold lace, and also the large, strikingly decorative mother-of-pearl beads coming from Australia. Young, elegant and cosmopolitan, the nature of Mimì and its coloured pearls is anyhow all entirely feminine. The business know-how in the diamonds sector was recuperated and enhanced at Broggian to also have a reassuring masculine côté, essential in the troubled times we are going through, offering some very classical pieces but reinterpreted and redesigned by Giovanna. A winning intuition and now a collection with its own brand name, Broggian Milano, entirely conceived and created “at home”. «The market responded well, notwithstanding the crisis that has hit us all, thanks to the Italian heritage appeal and to a relationship of loyalty established with our customers throughout the world: in three years we have gone from a distribution in less than 10 countries to over 50». l'Orafo 2015
Dall'alto, in senso orario: parure Blanche in argento, oro rosa, zaffiri bianchi e perle barocche; bracciale e anello Orofilato in oro giallo a 24 e 18 carati con diamanti; collane e anelli Les Lulu in oro rosa e argento con topazi, diamanti e perle; anelli Rose nei tre colori dell'oro con diamanti e zaffiri rosa. Tutto Mimí.
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Heritage STORIA D'IMPRESA
UNA PASSIONE
LUNGA 90 ANNI Unica azienda al mondo ad aver conquistato 18 Oscar della Gioielleria, il Gruppo Damiani è alfiere in tutto il mondo del miglior Made in Italy di
Antonella Garello
A sinistra, Enrico Grassi Damiani: nel 1924 ha aperto a Valenza il laboratorio orafo che nel corso degli anni è diventato il Gruppo Damiani. A destra: il figlio Damiano, esperto di gemme e perle, che ha dato grande impulso alle attività e all'espansione dell'azienda in Italia e all'estero, trasformando la piccola realtà artigiana degli esordi in un'azienda industriale. In basso: La terza generazione della famiglia Damiani: da sinistra, Guido, Silvia e Giorgio Damiani, rispettivamente Presidente, Vice Presidente e Amministratore Delegato Gruppo Damiani.
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Heritage Qui accanto, spilla a forma di fiore, in oro bianco e diamanti. A destra, una giovanissima Sophia Loren: l’attrice è madrina dei principali eventi Damiani e la maison le ha dedicato una collezione. In basso: anello Arlecchino della collezione Anima, in oro bianco con importante zaffiro centrale.
C
orreva l'anno 1924, per ragioni mai del tutto accertate a Valenza e dintorni si era formato a partire da metà Ottocento un distretto orafo di piccole imprese e botteghe animate da artigiani destinati in molti casi a diventare nomi celebri della gioielleria mondiale. È in questo contesto che Enrico Grassi Damiani apre il suo laboratorio. Abile orafo e artigiano scrupoloso, diventa in breve il gioielliere da cui si riforniscono attrici e nobildonne dell'epoca: Enrico educa all'arte orafa e alla conoscenza delle gemme e delle perle il figlio Damiano, trasmettendogli tutta la propria passione per i gioielli, la bellezza, la perfezione del disegno. «La natura ci regala cose belle, il nostro lavoro è renderle più belle» andrà ripetendo per tutta la vita ai propri figli Damiano: che nel 1953 subentra a Enrico alla guida della piccola impresa artigiana, trasformandola nel giro di pochi decenni in un'azienda industriale grazie a un approccio moderno, basato su strategie commerciali, di prodotto e di comunicazione innovative per i tempi, che riescono a imporre l'identità di un brand al tempo stesso globale e familiare, riconoscibile, attraente, sinonimo di qualità, originalità e stile in tutto il mondo. La terza generazione - Guido, Silvia e Giorgio Damiani - entra in azienda nei primi anni Novanta, dando fin da subito un deciso contributo all'espansione dell'azienda, letteralmente cambiando le regole della comunicazione orafa. Nate da un'intuizione di Silvia, restano indimenticabili le campagne Damiani con i gioielli fotografati non più in still life, come si usava, ma indossati da una testimonial bella, celebre e carismatica come Isabella Rossellini, fotografata da Dominique Issermann, Miles Aldridge e Fabrizio Ferri. Nel corso l'Orafo 2015
degli anni si aggiungeranno altri straordinari ritratti firmati da mostri sacri della fotografia come Peter Lindbergh o Sante D'Orazio: tra gli altri quelli di Milla Jovovich, Nastassja Kinski, Chiara Mastroianni, Brad Pitt, Sharon Stone e Gwyneth Paltrow. Damiano Grassi muore improvvisamente nel 1996 e i tre fratelli si ritrovano da un giorno all'altro alla guida dell'azienda, affiancati dalla madre Gabriella. Da allora non hanno mai pensato di sottrarsi a questa responsabilità e non hanno mai smesso di lavorare insieme, dividendo ruoli e compiti e condividendo decisioni, strategie, rischi e successi. Guido è oggi presidente del Gruppo Damiani, Silvia è vicepresidente, il fratello Giorgio amministratore delegato, mentre la signora Gabriella resta presidente onorario. Il legame di questa famiglia sotto tanti aspetti straordinaria con le proprie origini, la tradizione e il territorio è fortissimo. La sede, ovviamente ampliata e modernizzata, è ancora quella in cui ha avuto inizio la lunghissima storia dell'azienda, che ha da poco festeggiato i 90 anni di attività (celebrati anche con una splendida collezione di 10 gioielli, uno per decennio); nella piazza prospiciente il palazzo è stata inaugurata nel 2011 una fontana che il comune di Valenza ha voluto dedicare a Damiano Grassi, cittadino illustre che ha contribuito a far conoscere la gioielleria valenzana a livello internazionale. Damiani è l'unica azienda al mondo ad aver conquistato ben 18 Diamonds International Awards, gli "Oscar" della gioielleria con diamanti che fino al 2000 hanno premiato la creatività, il design, la perfezione tecnica delle aziende di tutto il mondo. Tra gli altri prestigiosi riconoscimenti conseguiti, da ricordare 60
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Qui a lato: orecchini della collezione Notturno, in oro brunito con diamanti black e white, ametiste verdi, peridoti, tormaline verdi.
Qui sopra, Gwyneth Paltrow indossa gioielli Damiani alla 77esima edizione degli Academy Awards. In basso: bracciale-spilla geco, con elemento staccabile, in galuchat verde con diamanti e zaffiri verdi. Masterpiece Animalia.
due Tahitian Pearl Trophy, un Haute Couture Design Award, la partecipazione alla mostra sulla gioielleria valenzana al Petit Palais di Parigi, molti premi nell'area dell'imprenditoria e della comunicazione: recentissima la nomina di "imprenditrice dell'anno" conferita a Silvia Damiani dal FCEM, il congresso mondiale delle donne imprenditrici. Del resto, numeri e dati fotografano con chiarezza i successi accumulati dal gruppo nel corso degli anni: oggi Damiani è una società quotata in borsa, vanta un fatturato di circa 150 milioni di euro all'anno, conta 600 dipendenti, ha aperto una sessantina di boutique monomarca in tutto il mondo; il suo prestigio è inossidabile, le sue creazioni, come le straordinarie collezioni presentate all'ultima edizione di Baselworld, continuano a distinguersi e a sorprendere per qualità delle materie prime garantite anche eticamente - design, creatività. Innumerevoli le personalità del mondo dello spettacolo diventate ambasciatrici del Gruppo, prime fra tutte Sophia Loren, che collabora tra l'altro alla realizzazione di una collezione che porta il suo nome. Forse la chiave del successo sta nel complesso equilibrio tra tradizione e contemporaneità, radicamento territoriale e spirito cosmopolita, famiglia e globalizzazione, artigianalità e tecnologia, splendore ed etica. Come sintetizza Silvia Damiani, «essere artisti non è sufficiente. Occorre essere gioiellieri». ■ It was the year 1924, for reasons never entirely established in Valenza and surrounding areas a goldsmith’s district had grown up as from the mid 800’s, made up of small enterprises and workshops animated by artisans in many cases destined to become famous names in the world’s jeweller’s trade, and it's here, in this scenario, that Enrico Grassi Damiani opens his workshop. Skilled goldsmith and scrupulous artisan, he soon becomes the jeweller from whom actresses and aristocratic l'Orafo 2015
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Heritage Bracciale Sahara, in oro bianco e diamanti, Oscar Mondiale della gioielleria nel 1996. A destra, indossato da Andie MacDowell al Festival del Cinema di Cannes nel 2012. In basso: anello Legami, in oro bianco e diamanti black.
women of the times replenish their stock. Enrico teaches his son Damiano the goldsmith’s art and knowledge of gems and pearls, handing down all his passion for jewels, beauty and perfection in design. «Nature donates us with beautiful things, our job is to make them even more beautiful» will continue to repeat to his children the whole life long Damiano, taking over from Enrico at the head of a small artisan business in 1955 and transforming it into an industrial company in just a few decades, thanks to a modern approach based on business, product and communication strategies, innovative for the times, that succeeded in imposing the identity of a brand, at the same time global and family run, recognizable, attractive, epitome of quality, originality and style, throughout the world. The third generation - Guido, Silvia and Giorgio Damiani join the company in the early Nineties, lending a decisive contribution towards the expansion of the business right from the start and literally changing the rules of goldsmith’s communication. Born from an intuitive idea of Silvia, the Damiani campaigns remain unforgettable with jewels no longer photographed in still life, as they used to be, but worn by a beautiful, famous and charismatic endorser like Isabella Rossellini, photographed by Dominique Issermann, Miles Aldridge and Fabrizio Ferri. Other extraordinary portraits taken by mythical figures of photography such as Peter Lindbergh or Sante D'Orazio, will follow over the years: amongst others those of Milla Jovovich, Nastassja Kinski, Chiara Mastroianni, Brad Pitt, Sharon Stone and Gwyneth Paltrow. Damiano Grassi suddenly dies in 1996 and the three brothers and sisters find themselves running the l'Orafo 2015
business from day to the next, assisted by their mother Gabriella. From then on they have never thought of shirking this responsibility and have never stopped working together, dividing up the offices and duties and sharing decisions, strategies, risks and successes. Today, Guido is president of the Group, Silvia is vice president, their brother Giorgio is managing director whilst Mrs. Gabriella remains honorary president. The links of this family, under many aspects extraordinary, with their origin, tradition and territory are very close. The head office, naturally extended and modernized, is still the one that saw the beginning of the very long story of this business, just recently celebrating its 90 years of activity (also celebrated with an extraordinary collection of 10 jewels, one for each decade); the fountain in the square on which the building stands was inaugurated in 2011 by the municipality of Valenza and is dedicated to Damiano Grassi, distinguished citizen who contributed towards making the Valenza jewellery craft known on an international scale. Damiani is the only jewellery business in the world to have won as many as 18 Diamonds International Awards, the "Oscar" of jewellery with diamonds which until 2000 awarded a prize for the creativity, design, technical perfection of the world’s jewellery businesses. Other prestigious awards to be remembered are two Tahitian Pearl Trophy awards, one Haute Couture Design Award, participation to the exhibition of Valenza jewellery at Petit Palais in Paris, many prizes in the entrepreneurial and communication area: the just recent 62
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DAMIANI CHARITY
Collana della collezione Peacock, in oro bianco e diamanti. In basso: collier Bloody Mary, in oro giallo, oro brunito e diamanti, Oscar Mondiale della Gioielleria nel 1986.
Fare col cuore, fare per bene
nomination as “entrepreneur of the year” awarded to Silvia Damiani by FCEM (Association of women entrepreneurs and business managers). On the other hand, figures and data clearly demonstrate the successes accumulated by the Group over the years: today Damiani is a company listed on the stock Exchange, boasts a turnover of approx. 150 million Euro per year, numbers 60 employees and has opened around sixty mono-brand boutiques all over the world; its prestige is evergreen, its creations, like the extraordinary collections presented at the last Baselworld edition, continue to distinguish themselves and amaze for the quality of the raw materials - guaranteed also ethically – design and creativity. Countless personalities from the world of show business have become the Group’s ambassadresses, firstly Sophia Loren, who, amongst others, is collaborating in the creation of a collection bearing her name. Perhaps the key to success lies in the complex balance between tradition and contemporaneity, territorial roots and cosmopolitan spirit, family and globalization, craftsmanship and technology, splendour and ethics. As Silvia Damiani sums up, «Being artists is not enough. You need to be jewellers».
Le attività charity del Gruppo Damiani meritano un discorso a sé. Silvia Damiani ne parla con passione e serietà, rifuggendo ogni ostentazione. «Vengo da una famiglia generosa, dove noi fratelli abbiamo imparato quei valori universali di solidarietà e rispetto che vanno al di là di qualsiasi fede religiosa. Una famiglia riservata, che ha sempre vissuto la propria generosità come una questione privata. Oggi, però, dare notizia di iniziative benefiche può servire a convogliare risorse in un progetto e anche a far conoscere certe situazioni di bisogno». Come scegliete i casi in cui intervenire? «Dipende. A volte agiamo d'impulso, a fronte di emergenze. A volte invece decidiamo di collaborare con associazioni con cui veniamo in contatto o di cui conosciamo gli animatori. Abbiamo contribuito al restauro di importanti monumenti, faccio parte dei 200 del FAI, abbiamo operato a favore di tante attività in campo medico. Un pochino più di tutti però abbiamo nel cuore i bambini, dedichiamo tante delle nostre iniziative a loro che sono il nostro futuro. Sono tantissime, impossibili da citare tutte, le realtà meravigliose che ho incontrato, mi lasci ricordare Caf Onlus di Milano, che opera a favore dei bambini maltrattati e di famiglie in crisi e l'associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo, fondata da Alessandro Frigiola, cardiochirurgo pediatrico di straordinaria umanità». Collaborate anche con personaggi famosi? «Insieme a a Sharon Stone abbiamo disegnato la collezione Maji - acqua in swahili: parte dei profitti viene devoluta all'associazione Drop in the Bucket, che porta acqua nei villaggi africani. Siamo poi a fianco di Hidetoshi Nakata per il progetto Home for All, nato per aiutare le vittime del terremoto nel 2011. Ma ci sono tante e tante situazioni che meritano attenzione. L'importante è cominciare!». English translation: see pag. 107
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Heritage FIGURE ICONICHE
I TESORI DI UNA
BIOGRAFIA
Tutto il mondo dei prodotti Chanel ruota attorno alla vita della fondatrice della maison, anche le collezioni di gioielleria. Dalle camelie ai coromandel, fino ai lussi della CafĂŠ Society di Ilaria
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Danieli
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Heritage Pagina precedente: orecchini Midnight in oro bianco, diamanti e onice sullo sfondo di un ritratto di mademoiselle firmato da Cecil Beaton nel 1936. In queste pagine, da sinistra in senso orario: collier Nœud in platino e diamanti creato da Coco Chanel, per l'esposizione di gioielli del 1932; un momento di lavorazione del bracciale Rosée de Camélia negli atelier Chanel di Place Vendôme e il collier Ruban Mademoiselle realizzato per gli 80 anni della Collezione 1932: è in oro bianco e oltre 500 diamanti.
L
a fortuna dei proprietari di Chanel, i fratelli Alain e Gerard Wertheimer, non è il patrimonio stimato in oltre 19 miliardi di dollari, né l’essersi assicurati, a vita, il talento del fashion designer Karl Lagerfeld, uno dei più celebrati e forse il più celebrato del mondo. La loro grande fortuna è la storia della vita di mademoiselle Chanel, la donna che nel 1924 strinse con il loro nonno, in quanto già proprietario di una grande casa di cosmetici, un accordo di produzione e commercializzazione del profumo Chanel n.5. Infatti è proprio dall’esperienza, più volte romanzata, dell’orfanella di Aubazine diventata famosissima e ricchissima che i creativi della maison traggono gli spunti più interessanti e fecondi per le loro collezioni. Non solo Karl Lagerfeld, che ormai di Chanel conosce ogni piega, ma anche il team che si occupa della Joaillerie trova negli archivi di Coco gli spunti necessari per dare una ragion d’essere ad ogni prodotto firmato con la doppia C. Così quando l’esordio di mademoiselle nella fine jewellery, dopo tanti anni di bijoux, ovvero quella ormai mitizzata collezione di parure in platino e diamanti (e che diamanti) presentata nel 1932 alle élite parigine, viene ormai considerata una miniera di suggestioni troppo sfruttata, ecco che il contesto narrativo delle nuove creazioni si sposta su altri momenti biografici. Per esempio sull’amore della couturière per le Camelie, da cui è nata l’icona più frequentata, la corolla di petali che domina tra le spille e troneggia in onice e cacholong (un opale bianco che sembra quasi avorio) sugli anelli e i collier più classici della maison, spesso tempestata di diamanti o l'Orafo 2015
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arricchita da perle. Oppure l’attenzione si concentra sul Leone, il segno zodiacale di Coco, modellato e intagliato come una piccola scultura su onice e pietre preziose per andare a decorare anelli e pendenti di maestoso effetto. O anche sui paraventi cinesi in stile coromandel, finemente decorati su fondo di lacca nera, che arricchivano l’appartamento privato di Coco al Ritz nel periodo più orientaleggiante degli anni ’20 e ’30. A quegli arabeschi dorati si ispirano i quadranti dell’orologio Mademoiselle Privé Coromandel presentato recentemente a Basilea, che su fondo laccato di nero mostra una miniatura floreale stilizzata in oro scolpito, un capolavoro di perizia artigianale. Se tuttavia le collezioni di gioielleria daywear e quelle di orologi trovano origine in singoli oggetti appartenuti all’icona di stile, più ricche e articolate sono le idee che danno vita ai pezzi unici della Haute Joaillerie, quasi sempre ispirati al lifestyle o a momenti di vita di Coco Chanel. Come la collezione presentata all’ultima Biennale des Antiquaires, dedicata alla café society cosmopolita del primo Novecento di cui Chanel faceva parte, quella delle première dei Ballets Russes e dei parties segreti nell’America del proibizionismo, delle traversate sui transatlantici e dei bocchini per sigarette in bakelite. Presente fino agli anni ’60, la café society ebbe negli
Heritage Da sinistra, in senso orario: ingresso della boutique Chanel Joaillerie in Place Vendôme, anello Constellation du Lion in oro bianco e diamanti con miniscultura in onice intagliato, interno della boutique e manchette in oro giallo della nuova collezione Coco Crush che riprende il motivo matelassé delle famose borse in pelle.
anni ’20 e ’30 il momento di massimo splendore, ed è proprio allo stile Déco di quegli anni che si collega la collezione di gioielleria. Niente camelie o comete, quindi, ma forme geometriche, colori orientali con prevalenza di rosso e nero, diamanti a cascate e pietre preziose senza risparmio. Il filone narrativo non è lasciato al caso, come niente del resto. Ogni pezzo infatti appartiene a un momento, una scena, una consuetudine della café society: come le vacanze in Costa Azzurra, che diventano una parure tutta tempestata di acquamarine, o i tramonti su Place Vendôme (l'inizio dei festeggiamenti per i divini mondani) tradotti in un sole calante tutto d’oro e pietre rosate, oppure il charleston sfrenato danzato dalle flapper in abiti oscillanti come le frange di diamanti dei nuovi orecchini. Perfettamente consapevoli del fatto che il desiderio di gioielleria è alimentato dal sogno, come tutti i lussi slegati dalle necessità, i creativi di Chanel, anonimi in quanto assorbiti per contratto dalla personalità della fondatrice, hanno imparato prima degli altri, e forse meglio, l’arte dello storytelling di cui si parla tanto come strategia di marketing. Chez Chanel la storia l'Orafo 2015
Pagina accanto: collier Smoking della collezione Café Society in oro bianco, diamanti e cristallo di rocca inciso. Sullo sfondo, Coco Chanel sul balconcino del suo appartamento al Ritz in Place Vendôme, ritratta da Roger Schall.
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Heritage In alto, sautoir della collezione Camélia Galbé in oro bianco e diamanti con fiori in ceramica nera. In basso, anello della medesima collezione in oro bianco e ceramica bianca.
è soltanto una, quella dell’orfanella di Aubazine diventata famosissima e ricchissima, ma dai dettagli di questa storia nasce una miriade di oggetti capaci di stimolare migliaia di desideri in milioni di consumatrici. ■ The fortune of the Chanel owners, brothers Alain and Gerard Wertheimer, does not lie in an inheritance estimated at over 19 billion dollars, or in being assured, for life, with the talent of fashion designer Karl Lagerfeld, one of the most famous and perhaps the most famous in the world. Their great fortune lies in the life story of mademoiselle Chanel, the woman who, in 1924, set up an agreement with their grandfather, already owner of a large cosmetic house, to produce and sell Chanel n.5 perfume. It is in fact exactly from the frequently romanticized experience of the little orphan from Aubazine, becoming extremely famous and extremely rich, that the creative’s at the maison source the most interesting and profitable inspirations for their collections. Not only Karl Lagerfeld, who by now knows Chanel down to the last detail, but also the team working on the jewellery who, in the Coco archives, find the source of ideas needed to give each product signed by the double C a reason for being. So when mademoiselle’s debut in fine jewellery, after years of bijoux, being what is now the legendary platinum and diamond (and what diamonds!) parures presented in 1932 to the Parisian elite, is considered an over-exploited treasure trove of suggestions, here is where the narrative context of new creations shifts to other biographical moments. l'Orafo 2015
For example on the couturier’s love for camellias, from whence the most frequently used icon was born: the corolla of petals dominating amongst the brooches and making a fine show in onyx and cacholong (a white opal similar to ivory) on the maison’s most classical rings and choke necklaces, often studded with diamonds or decorated by pearls. Or else attention may be focused on the Lion, Coco’s sign of the zodiac, modelled and carved like a small sculpture on onyx and precious stones to go and decorate rings and pendants with superb effects. Or also on the coromandel styled Chinese screens, finely decorated on a black lacquered background, embellishing Coco’s private apartment at the Ritz, in the most orientalised period of the 20’s and 30’s. And those gilt arabesques are the inspiration for the dials of the Mademoiselle Privé Coromandel watch, recently presented at Basle, with a miniature stylized floral pattern engraved in gold on a black lacquered background, a masterpiece of craftsmanship. If however the daywear jewellery and watch collections originate from individual objects that belonged to the style icon, the ideas breathing life into the exclusive Haute Joaillerie pieces, almost always inspired by the lifestyle or moments in the life of Coco Chanel, are far more lavish and variegated. Like the collection presented at the last Biennale des Antiquaires, based on the cosmopolitan café society of the early 900’s in which Chanel took part, the one of the Russian Ballet premiers and secret parties in America during the prohibition times, the 70
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transatlantic ship crossings and the bakelite cigarette holders. Still there up until the 60’s, the café society reached its peak of maximum splendour between the 20’s and 30’s, and the collection of jewellery is linked precisely with the Deco style of those years. So no camellias or comets, but geometrical shapes, oriental colours with prevailing reds and blacks, diamond cascades, without sparing precious stones. The narrative trend is not left to chance, just as anything else. Each piece in fact belongs to a moment, a scene, a custom of the café society: such as holidaying on the Costa Azzurra, becoming a parure all studded with aquamarines, or dawns in Place Vendôme (which the divine socialites often saw after partying all night) translated into an all-gold rising sun with precious pink stones, or else the Charleston danced frenetically by flappers in oscillating garments like the diamond fringes of the new earrings. Perfectly aware of the fact that the desire for jewellery is fed by dreams, like all luxury but unnecessary objects, the creative’s at Chanel, anonymous having been absorbed into the personality of the founder by contract, learnt before the others, and perhaps better so, the art of storytelling which everyone talks about as a marketing strategy. Chez Chanel there is only one story, the one about the little orphan from Aubazine becoming extremely famous and extremely rich, but a myriad of objects are born from the details of this story, capable of stimulating thousands of desires in millions of women consumers.
In alto, un'immagine pubblicitaria del 1914 scattata da Patrick Demarchelier; a sinistra, orologio Mademoiselle Privé Coromandel in oro e diamanti con quadrante in onice e decoro in oro grigio scolpito. l'Orafo 2015
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Un'identità riconoscibile è una questione di coerenza e di scelte a volte difficili. Perché oggi il significato di un marchio va ben oltre l'oggetto e parla all'immaginario di
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Visual Nella pagina precedente: orologio Camélia Nacré di Chanel in oro bianco con 563 diamanti, 34 perle freshwater e madreperla incisa. La camelia era il fiore più amato da mademoiselle ed è diventato un trademark. In questa pagina, anello Panthère, animale iconico di Cartier, in oro giallo, tsavorite e onice. ■ Previous page: Camélia Nacré watch by Chanel in white gold set with 563 diamonds, 34 freshwater pearls and engraved mother-of-pearl. The camellia was mademoiselle's favourite flower and became a trademark. This page, Panthère ring, iconic animal for Cartier, in yellow gold, tzavorites and onyx.
Pagina accanto: anelli a forma di morsetto, un elemento iconico di Gucci, in oro giallo con diamanti brown. Sullo sfondo: foulard con pattern a morsetto ■ Aside, rings in the shape of a horsebit, an iconic element for Gucci, in yellow gold with brown diamonds. Background: foulard with a horsebit pattern l'Orafo 2015
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Visual Manchette Dior Joaillerie in oro giallo intrecciato a formare il motivo "cannage" che identifica la maison e si ritrova nel matelassé delle borse e nella texture del make-up (sullo sfondo, Dior 5 couleurs Carre Bleu). ■ Dior Joaillerie bracelet in yellow gold "cannage" mesh, an identity pattern for the maison, featured also by the matelassé bags and by the make-up texture (background, Dior 5 couleurs Carre Bleu).
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na massima popolare recita «scherza coi fanti, ma lascia stare i santi». Come sempre avviene, anche in questo caso il detto contiene una filosofia spicciola, ma sacrosanta: ciò che è universalmente rispettato e riconosciuto non deve essere violato. Il marketing si è impossessato da tempo di questa piccola verità, parafrasandola in «scherza con i prodotti, ma lascia stare il logo», ovvero una delle leggi fondamentali del branding: il prodotto può subire rivoluzioni, allontanandosi anche diametralmente dallo stile e dagli stilemi più tradizionali della marca. Ciò che garantisce la perennità del marchio, però, è il logo, e su questo è vietato scherzare. Il logo spesso affonda le radici nella fondazione del brand, è il “segno” della sua storia e della sua legittimità, ne è il suo DNA. Per questo i loghi rappresentano la parte più autentica e “solida” dei marchi, l’elemento che anche i creativi trattano con rispetto e deferenza. Famoso il caso di Louis Vuitton che decise nel 2003 di “toccare” il sacro segno affidandolo al genio di Murakami: una scommessa che violava apertamente un principio base del marketing e per questo doveva essere svolto da un artista e non da un team interno. Un’eccezione che conferma la regola secondo cui il logo è il “tetto”, l’ombrello che protegge il mutare degli oggetti nel tempo, il cui potere iconico si trasferisce a volte, quando il buon marketing e la dea bendata collaborano con particolare efficacia, anche su alcuni prodotti (come il morsetto per Gucci, la camelia per Chanel, la pantera per Cartier, il "cannage per Dior) che diventano veri e propri simboli della griffe, collezioni sempre in produzione con piccoli ritocchi richiesti soltanto dall’evoluzione della sensibilità estetica condivisa. Nonostante la sua “perennità”, anche nel logo tuttavia qualcosa è cambiato nel corso degli anni, ovvero il suo significato. Nato come semplice segnale identificativo di un marchio, si è sviluppato come espressione potente del valore dell’azienda, capace di sintetizzarne l’aspirazionalità, il peso economico, il portato estetico, l’unicità. Con artistica intuizione Andy Warhol ne comprese prima degli altri il potere e l’ecumenicità: le serigrafie della Coca-cola e della zuppa Campbell, a metà degli anni 60, ebbero il merito, da un lato, di rivelare il lato subliminale del logo e la sua capacità di mettere radici nell’immaginario collettivo internazionale. Dall’altro, ancor più importante, anticiparono il grande tema della marca come persona, un tema ancor oggi di primo piano nelle strategie di marketing del lusso: accostando lo stesso trattamento ai loghi, ai volti di Marilyn, Liz Taylor e Mao, dimostrò come i marchi iconici hanno lo stesso potere mediatico dei per-
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sonaggi, evadono la propria epoca e i proprio “target” per diventare linguaggi “consumati e consumabili” da chiunque. Il messaggio di Warhol non tardò a essere compreso dalla moda: negli anni '70 il logo iniziò a essere “moltiplicato ed esportato” accendendo la miccia delle licenze e del brand stretching, che esportò la marca al di fuori delle proprie categorie di prodotto e dei confini nazionali. Se il logo è un vettore di valori, allora può applicarsi a tutto, dagli accendini alle piastrelle (sull’esempio illustre di Pierre Cardin o Valentino). Alla moltiplicazione delle categorie si affianca così, a metà degli anni 80, la moltiplicazione delle linee: nascono le linee giovani, jeans, casa, fragranze, sport, uomo, le seconde linee… ciascuna con un proprio nome e - per la prima volta - un proprio logo derivato dal principale (es: Gianfranco Ferrè che diventa GF, GFF, GF studio, Ferrè, Ferrè Jeans). È solo con l’avvicinarsi del nuovo millennio e con l’imporsi della logica finanziaria sulla logica produttiva che le aziende si accorgono di quanto la moltiplicazione dei loghi abbia condotto a una diluizione dei valori del marchio. E’ la vittoria del lusso, dell’unicità sulla democratizzazione. A inaugurare il nuovo millennio sono quindi le grandi strategie “back to the origin”: vecchi loghi vengono recuperati (es: Gucci, Ferragamo, Fiat), nuovi loghi vengono riassorbiti (es: D&G), tutto viene restaurato in chiave conservativa. La doppia G di Gucci come l’acronimo di Louis Vuitton diventano promesse di lifestyle, incarnano e danno forma ai sogni del consumatore. Non esprimono una visione del mondo elaborata dalla marca e offerta a chi può permettersela: è il consumatore che nel logo ritrova un sé stesso gratificante, proiettato nel futuro e garantito da un lungo passato. Questa simbolicità versatile, o addirittura customizzabile, ha un’ulteriore caratteristica rispetto al passato: la capacità di parlare simultaneamente a più culture e popoli, indipendentemente dal loro background e dalla loro storia, diventando una sorta di attivatore di futuri possibili. I sogni non risultano più elaborati dai brand o dai rispettivi designer, ma sembrano appartenere a ciascuno di noi. Per questo le marche stanno attuando l’ultima e più recente trasformazione: l’eliminazione dal logo del riferimento al nome proprio del fondatore per trasformarsi in uno specchio in cui ciascuno può riflettere sé stesso. Ecco che YSL diventa SL, il maître Christian Dior vive ancora nell’haute couture, ma la maison è solo Dior, il signor Guccio fondatore Gucci è ormai solo un ricordo d’archivio. English translation: see pag. 107
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P AV Ăˆ collection
erik ag i o i e l l i . c o m
Visual SURREAL
BETWEEN TECHNOLOGY
AND NATURE
Contaminazioni fantastiche trasformano cibi ordinari in visioni inquietanti in cui i gioielli d'autore, pur avveniristici nelle forme, mantengono un aplomb senza tempo Foto e Artwork di Marcel Clemens
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Visual
Anello Specchio Retrovisore Trapezio di Giancarlo Montebello in acciaio inox lucidato a specchio, fascia in argento puro ed elemento di chiusura in oro giallo. â– Specchio Retrovisore (rearview mirror) Trapezio ring by Giancarlo Montebello in stainless steel with a mirror finishing, silver band and yellow gold element.
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Orecchini di Karl Heinz Reister in argento, oro 24 kt e oro 18 kt con lapislazzuli. â– Earrings by Karl Heinz Reister in silver, 24 kt and 18 kt gold with lapis lazuli.
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Visual
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In questa pagina: pendente trasformabile in spilla di Marco Borghesi in argento, oro, diamanti bianchi e brown, rubino e perla giapponese. Pagina accanto: spilla in argento e oro di Rossella Tornquist. â– This page: transformable pendant-brooch by Marco Borghesi in silver, gold, white and brown diamonds, a ruby and a japanese pearl. Aside: brooch by Rossella Tornquist in silver and gold.
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Inside Jewelry EXPORT
L'ORO ITALIANO
CON LA VALIGIA Il consuntivo del 2014 indica una contrazione della domanda globale di preziosi, con chiare ripercussioni sul mercato. Ma tra i migliori clienti esteri si evidenziano novitĂ significative di Franco
Marchesini - Asi Analisi e Studi Industriali
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Inside Jewelry Nella pagina accanto, anello Giglio della collezione Masterpieces di Damiani in oro rosa con diamanti bianchi, smeraldi, zaffiri e rubini che sfumano dal fucsia al rosa chiaro. ■ Alongside, Giglio ring of the Masterpieces collection by Damiani in rose gold with diamonds, emeralds, sappires and rubies of different nuances from shocking pink to pale rose.
Nella pagina precedente, il making of dell'anello Morning in Vendôme di Chanel Joaillerie dalla collezione Café Society. A destra, collana Lunaria di Marco Bicego in petali d'oro rifiniti a mano e pastiglie d'acquamarina. ■ Previous page; making of the Morning in Vendôme ring from the Café Society collection by Chanel Joaillerie. Aside, Lunaria necklace by Marco Bicego in gold handmade petals and aquamarines.
N
egli ultimi tempi su giornali, riviste, internet e altro ancora si è assistito (e tuttora si assiste) alla proposizione di dati statistici dell’industria della gioielleria. Dati che spesso presentano discontinuità con quelli “ufficiali” dell’Istat (e di altri rilevatori istituzionali) utilizzati anche da Eurostat per i raffronti internazionali. Le recenti pubblicazioni delle cifre dell’intero anno 2014 offrono l’opportunità di redigere un quadro (sia pure parziale a causa delle note difficoltà di rilevazione dei dati presso le imprese) con i principali aspetti strutturali e congiunturali del settore. Su scala mondiale, nel 2014 la domanda aggregata di oro della gioielleria ha segnato un sensibile arretramento – anno su anno - dell’ordine del -9,7% in quantità (tonn.) e del –18,5% in valore (dollari). Le rilevazioni in quantità del Gfms-Wgc indicano cali quasi generalizzati nei vari paesi. Le poche eccezioni hanno riguardato il Regno Unito, gli Stati Uniti e l’India (ma i dati del mercato indiano presentano ampi margini di approssimazione). Del contesto mondiale negativo nel 2014 hanno risentito ovviamente anche le esportazioni italiane di gioielleria. Infatti nell’intero anno si sono ridotte a 5.694 milioni di euro: -0,8% in termini nominali nei confronti sul 2013. Una riduzione che si è accentrata nella seconda metà dell’anno, nonostante si fossero realizzati i primi segnali
di revisione del cambio dell’euro e quindi un aumento della competitività di prezzo del gioiello italiano al di fuori di Eurolandia. In termini reali (al netto delle riduzioni dei prezzi delle materie prime preziose) si stima un aumento del 2/3%. Il calo complessivo delle vendite all’estero è la risultante di andamenti diversi da paese a paese. Si sono ridotte le esportazioni ai primi due “clienti” della graduatoria: Emirati Arabi e Svizzera (-3,3% e -0,1% rispettivamente), che peraltro hanno mantenuto le prime posizioni in graduatoria con una quota complessiva di oltre il 40% dell’export totale. Nuove flessioni anche nelle aree a “rischio paese” elevato. Tra gli altri, Ucraina, Libia, Argentina, Brasile, Paraguay, Venezuela e paesi africani (esclusi Sud Africa e Marocco). Per contro, nuovi aumenti delle vendite sono rilevati per Hong Kong+Cina (+12,2%), Stati Uniti (+8,6%), Unione Europea (esclusa la Germania) e altri paesi del medio e lontano oriente. Com’è noto, più di quattro quinti dell’export orafo italiano provengono dai distretti. Nel complesso, il fatturato estero delle imprese distrettuali è cresciuto di un +1,5% (rispetto al 2013) a fronte di un calo (-10,1%) manifestato dalle imprese non distrettuali. In particolare, le esportazioni da Arezzo hanno coperto il 31% del totale (-10,7% rispetto a anno prima). Per Vicenza la quota si è collocata al 23,5% (-0,1%), per Valenza al 21,3% (+27,9%). Più contenuti, ma sempre importanti, le quote dei distretti di Milano, Napoli-CaDOMANDA DI ORO NELL'INDUSTRIA MONDIALE serta e Roma. Lo sboom del fenomeno dei “compro oro” è accompagnato da un consistente ridimensionamento 2012 2013 2014 delle esportazioni italiane di metalli preziosi (prevalentemente in SvizQuantità tonn. 2.004 2.385 2.153 zera). Nel 2014 (4 miliardi di euro) Var. % anno su anno -1,3 19,0 -9,7 si sono più che dimezzate rispetto al 2012 (9 miliardi). Nel 2014 il mercaValore miliardi $ 107,5 108,2 87,7 to interno della gioielleria ha recuVar. % anno su anno 4,8 0,7 -18,5 perato una parte (sia pure limitata: +2,9% sul 2013) del terreno perduto Fonte: Asi, elaborazione su dati Gfms - Wgc nel passato. Un recupero generato l'Orafo 2015
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COMMERCIO CON L'ESTERO (milioni di euro)
2012 2013 2014
GIOIELLERIA Esportazioni 5.328 5.739 5.694 Var. % anno su anno 10,1 7,7 -0,8 Importazioni 1.749 1.648 1.874 Var. % anno su anno -3,5 -5,8 13,7 METALLI PREZIOSI Esportazioni 8.968 5.606 4.062 Var. % anno su anno 28,0 -37,5 -29,5 Importazioni 6.664 5.019 4.690 Var. % anno su anno 16,7 -24,7 -6,7 Fonte: Asi, elaborazione su dati Istat
anche da necessità di ricostituzioINDICI DELLA CONGIUNTURA (medie annue) ni di scorte presso la distribuzione. E quindi ha contribuito alla crescita sia della produzione (+15,8%), sia 2012 2013 2014 delle importazioni (+13,7%), dopo un biennio (2012-2013) di flessioni. Produzione 96,9 103,5 119,9 E’ continuato il ridimensionamento Var. % anno su anno 1,7 6,8 15,8 dell’apparato produttivo. Un ridimensionamento imposto dalla necesFatturato interno 87,9 87,3 89,9 sità di una revisione organizzativa Var. % anno su anno -12,8 -0,7 2,9 delle aziende (da anni invocata – senza successo – anche da Associazioni Prezzi nella prod. 110,6 105,3 104,3 di categoria) e dalla prolungata crisi Var. % anno su anno 3,5 -4,8 -0,9 economica mondiale. Una crisi che ha ovviamente comportato un crePrezzo oro 137,0 114,9 103,4 scente esubero di capacità produttiva inutilizzata e quindi la necessità di Var. % anno su anno 7,0 -16,1 -10,0 progressive selezioni. Alcune impreFonte: Asi, elaborazione su dati Istat Gfms - Wgc se orafe, con prodotti e tecniche di gestione tradizionali, hanno dovuto lasciare il passo a unità innovative più dinamiche nelle tanti eccezioni, sono diminuiti gli addetti sia nelle aziende scelte di prodotti nuovi (prevalentemente a maggior vamaggiori che in quelle minori (al netto delle imprese di un lore aggiunto) e nell’intercettare i cambiamenti dei gusti solo addetto, le cosiddette partite Iva). La debolezza della dei consumatori e delle esigenze dei sistemi distributivi struttura operativa si è affiancata alla carenza di formafinali; altre hanno aderito a fusioni o sono state acquisite. zione professionale in senso lato: dalla realizzazione dei A fine 2014 si stima che il numero delle aziende operatimodelli dei maestri artigiani alla gestione aziendale. Con ve (con esclusione di quelle sub fornitrici di componeneffetti negativi sulla produttività e, quindi, sui bilanci delti e parti staccate, che appartengono a categorie Ateco le imprese. I mutamenti intervenuti nel corso degli ultimi diverse) si sia ridotto a circa 6.400 unità (da 6.850 del decenni nel contesto internazionale hanno imposto - per censimento Istat 2011 e da 10.375 del censimento 2001). operare proficuamente all’interno e all’estero - dimensioAncora più rapido è stato il trend discendente degli adni aziendali in grado di difendere – in termini di “massa detti: a poco meno di 26.000 (da 28.085 e da 49.368 adcritica” – il proprio spazio operativo. Di qui le nuove “didetti rispettivamente. Di conseguenza, si è ridotto a 4 il mensioni internazionali” delle imprese caratterizzate da numero medio di addetti per impresa (da 4,8 del 2001). La capillarità di insediamenti, vicinanza e monitoraggio dei dimensione media delle imprese orafe è tra le più basse gusti dei consumatori, capacità di convogliare nell’oggetcalcolate tra i settori industriali italiani. Al di là di importo prezioso dosi crescenti di valore aggiunto, appropriate l'Orafo 2015
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Inside Jewelry
ANDAMENTI DEL PREZZO DELL'ORO E DELLE ESPORTAZIONI DI GIOIELLERIA INDICI MEDI ANNUI: 200=100 500,0 450,0 400,0 350,0 300,0 250,0 200,0 150,0 100,0 50,0 0 2000
2001
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
PREZZO ORO
EXPORT NOMINALE
Fonte: Asi, elaborazione su dati Istat e Wgc
2010
2011
2012
2013
2014
EXPORT REALE * * al netto delle variazioni dell'oro: stime
politiche di marketing e commerciali, flessibilità operatisviluppa una nuova vivacità di piccola impresa creativa e va e gestionale, trattamento dell’informazione alla stredi qualità, si affermano nuove specializzazioni territoriagua di una risorsa aziendale. Non è casuale la circostanza li. Nell’anno in corso la congiuntura – e, in prospettiva, che a partire dagli ultimi anni dello scorso millennio le la struttura - del settore potrebbe beneficiare di varieesportazioni del Made in Italy – come più volte ricordagati fattori interni ed esterni che possono incentivare la to – abbiano perso gradualmente terreno. In tale ambito, domanda aggregata. Tra gli altri (senza voler delineare le vendite all’estero di gioielleria non si sono sottratte un ordine di importanza): un sia pure limitato alleggerialla negativa tendenza generale, scendendo a un’incidenmento delle imposte alle imprese; il piano finanziario del za sul commercio mondiale del 4,5% nel 2014 (dal 10% Ministero dello sviluppo teso a incrementare l’export del nel 2000). Una risalita nella graduatoria può avvenire Made in Italy (gioielleria compresa); la caduta del prezzo con un rimodellamento imprenditoriale (abbandono di vecchie produSTRUTTURA DELL'APPARATO PRODUTTIVO zioni e modelli di business obsoleti). Si stanno realizzando innovazioni di prodotto, di processo (3D, tra le al 2001* 2011** 2014*** tre), di organizzazione gestionale. In censimento d.m. censimento d.m. censimento d.m. alcune nicchie di prodotti le imprese IMPRESE 10.375 4,8 6.850 4,1 6.400 4,0 innovative possono consolidare le rispettive leadership. Tutto ciò è reaADDETTI 49.368 28.045 25.900 lizzabile concentrando il valore del design e del progetto. Nel contempo, d.m. dimensione media - *22/10 - **31/12 - ***fine anno emergono nuove produzioni e nuove Fonte: Asi, elaborazione su dati Gfms - Wgc nicchie, si ricompongono filiere, si l'Orafo 2015
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ESPORTAZIONI DI GIOIELLERIA PER PROVINCE (i dati territoriali del commercio con l'estero comprendono la bigiotteria)
DISTRETTI provincie
MILIONI euro
VAR. % 2014/13
AREZZO
1.867,21 -10,7 31,0
VICENZA
1,419,20 -0,1 23,5
VALENZA PO (AL)
1.287,48
Orecchini in oro giallo e bianco con diamanti e perle di Antonini. ■ Yellow and white gold earrings by Antonini with diamonds and pearls.
IN % sul totale
27,9
21,3
MILANO
664,14 3,8 11,0
ROMA
55,12 -5,3 0,9
NAPOLI
13,82 -31,9 0,2
ALTRI
727,68 -10,1 12,1
ESPORTAZIONI DI GIOIELLERIA
del petrolio (che aiuta la redditività delle imprese e il potere di acquisto delle famiglie); l’allentamento quantitativo della politica monetaria su scala europea (che comporta la riduzione dei tassi di interesse e nel contempo una crescita dell’erogazione del credito alle imprese da parte delle banche genera effetti positivi anche sull’attività d’investimento nella lunga filiera orafa: dalla produzione al marketing, alla distribuzione finale; l’aumento del clima di fiducia sia delle imprese, sia dei consumatori (anche se nel passato il clima di fiducia e il recupero hanno avuto tendenze contrapposte); qualche miglioramento sul mercato del lavoro; l’aumento della produttività generato dalla “seconda età” delle macchine, dall’elettronica, dalla chimica e altro ancora; gli accordi internazionali per lo sviluppo degli scambi (Vicenzaoro a Dubai, Las Vegas, Hong Kong, San Paolo, Mumbai) e per la riduzione dei dazi doganali (in particolare con gli Stati Uniti). Inoltre i ridimensionamenti dei prezzi delle materie prime preziose e del valore dell’euro hanno contribuito ad allargare la base della piramide dei potenziali consumi di gioielli, grazie all’accresciuta competitività di prezzo dei gioielli italiani (nonostante gli effetti di segno opposto derivati dalle materie prime importate e denominate in dollari). Sarà quindi il 2015 l’anno del recupero dell’economia nazionale e delle vendite di gioielleria? Recenti rilevazioni statistiche confermerebbero queste tendenze. Secondo le stime dell’Istat, il PIL del primo trimestre 2015 è in aumento (sia pure di poco), dopo tredici trimestri consecutivi di arretramenti. Un’altra indagine (del Boston Consulting Group, commissionata dalla Fondazione Altagamma) prevede per il consumo mondiale di prodotti di lusso - con una etichettatura autentica e chiara – un aumento delle vendite di circa un terzo nei prossimi sette anni.
PAESI MILIONI DI EURO
Emirati Arabi Svizzera Hong Kong+Cina Stati Uniti Francia Turchia Regno Unito Germania Spagna Giordania Israele Messico Panama Romania Giappone Russia Australia Belgio Sud Africa Rep. Dominicana Altri Paesi Totale
English translation: see pag. 107
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VAR %
1.239,42 1.197,97 1.125,74 1.124,56 590,73 665,22 464,42 504,29 286,44 333,72 184,37 183,53 140,60 160,65 137,77 130,59 81,95 93,91 72,34 82,65 72,14 76,64 58,99 60,10 55,89 59,27 57,67 58,24 45,67 50,35 42,35 47,85 42,34 47,02 41,40 46,16 38,64 45,63 35,36 44,26 924,72
2014/13
-3,3 -0,1 12,6 8,6 16,5 -0,5 14,3 -5,2 14,6 14,3 6,2 1,9 6,0 1,0 10,2 13,0 11,1 11,5 18,1 25,2
681,20
-26,3
5.738,95 5.693,81
-0,8
Fonte: Asi, elaborazione su dati istat
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2014
Friday, May 29 – Monday, June 1, 2015 Mandalay Bay Resort & Casino Las Vegas
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MENO TELEVISIONE
PIĂ™ PERIODICI Gli investimenti in comunicazione del settore gioiello e bijoux rallentano rispetto al 2014 ma soprattutto cambiano media di destinazione, mostrando di preferire magazine e web di Vittorio
Montieri
Un'immagine dell'illustratore e pubblicitario RenĂŠ Gruau
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Inside Jewelry TOP SPENDER Stroili Gioielli è in vetta alla classifica nazionale degli investitori pubblicitari con oltre 5 milioni di spesa (su diversi mezzi) contro la media dei 133 mila euro spesi dai competitor.
-15%
+44%
Le aziende di gioielli e bijoux hanno speso in comunicazione 52 milioni contro i 61 dello scorso anno
Il mondo dei gioielli mostra un interesse crescente per Internet
Spesa tot. in pubblicità
Pubblicità su web
D
alla A di Aaron Basha alla Z di Zoppini sono state un -14%, nella media di categoria. Dove il taglio è stato più quasi 400 le firme di gioielleria e bigiotteria che drastico è nella sezione punti vendita, che comprende singonel corso del 2014 hanno comunicato sui media, li dettaglianti e attività di compro-oro. Ed è soprattutto tra tradizionali e non, del panorama nazionale. Dunqueste ultime che la riduzione nell’acquisto di spazi pubblicique, nonostante tutto, il settore continua a essere affollato tari è stata più eclatante, nella migliore delle ipotesi con dee polifonico. Ciascun inserzionista ha investito mediamente crementi superiori al 50%, come nel caso di Orocash, in molti 133.000 euro, anche se si sa come sono le statistiche… In altri casi addirittura con l’uscita dalla scena mediatica, che realtà solo Van Cleef & Arpels e Gucci hanno speso più o ha interessato nomi presenti nella graduatoria dello scorso meno quella cifra, il primo tremila euro di meno, il secondo anno, come il Pomo d’Oro, e altre realtà particolarmente atdi più. Per il resto le differenze sono abissali: si va dai mille tive quali Oro in Euro, Orogenesi, Banco Metalli. Forse quel euro di alcune gioiellerie locali ai cinque milioni e che si poteva vendere è stato venduto, forse il calo passa del top spender Stroili. Di fatto, tre quarti del prezzo dell’oro ha giocato la sua parte. Benché degli inserzionisti hanno investito una cifra infequesta ripartizione renda il quadro meno critico riore al dato medio, mentre il budget del restanper produttori e commercianti orafi veri e propri, te quarto è risultato più alto. Tirando le somme, la performance del settore è stata in ogni caso più Pubblicità però, lo stanziamento della categoria è ancora una negativa rispetto all’andamento generale degli outdoor volta più basso rispetto all’anno precedente: da 61 investimenti in advertising, che hanno chiuso il a 52 milioni, nove in meno, pari al 15%, cioè gros2014 con un ribasso assai più ridotto: -2,5. Anche so modo la stessa flessione del 2013 sul 2012. La sotto questo punto di vista però, se prendiamo in dieta non è finita, come invece avevamo sperato. Nel grande considerazione le singole categorie merceologiche, abbiamo calderone in cui confluiscono gioielli preziosi, articoli di bidi che consolarci guardando chi ha fatto peggio: ad esempio i giotteria, catene di distribuzione e servizi di compravendisettori Informatica/Fotografia e Telecomunicazioni, che mota, bisogna tuttavia fare dei distinguo. Alla voce “marche di strano contrazioni superiori al 20%. In fondo, dei 23 mercati gioielli” in senso stretto, quindi con oro e/o preziosi, il calo in cui è suddiviso lo scenario della pubblicità, un terzo ha è decisamente più contenuto e si aggira intorno al 6%; più chiuso l’anno con un segno più negativo rispetto ai brand consistente invece nel comparto “bigiotteria”, che viaggia su preziosi. Mentre in senso temporale (grafico 1) la flessione
-43%
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STAGIONALITÀ DEGLI INVESTIMENTI (€.000) MONTHLY AD SPENDING (€. 000) 18000 16000 14000 12000 10000 8000 6000 4000 2000 0 GEN JAN
FEB FEB
MAR MAR
APR APR
MAG MAY
GIU JUN
LUG JUL
AGO AUG
GIOIELLERIA + BIGIOTTERIA 2014
dell’area grande gioielleria/bigiotteria/ punti vendita è stata straordinariamente uniforme (solo settembre è stato all’altezza dell’anno precedente), lo stesso non si può dire per la distribuzione dei budget sui diversi media (grafico 2). In generale, il settore ha accentuato il trend manifestato sui diversi mezzi dalla totalità dei mercati: se nel complesso quel mezzo sale o scende di un tasso a una cifra, nella comunicazione orafa la variazione sarà a due cifre: così il +2% registrato a livello nazionale per la pubblicità su Internet diventa un clamoroso + 44% nel mondo dei gioielli, mentre al -2% della radio corrisponderà un altrettanto vistoso -45%; lo stesso dicasi dell’affissione e della televisione, che nel dato globale chiudono quasi in parità (-1%) mentre nel settore perdono rispettivamente il 43% e un quarto dei propri investimenti (-24%), e dei quotidiani, che passano dal -10% al -39%. Due le eccezioni alla regola: il cinema, al quale trattandosi di somme modestissime - è bastato il budget di qualche aficionado (Amen, Pandora, Ti Sento) che ha interrotto la scena muta degli ultimi
+8%
Stampa periodica
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SET SEP
OTT OCT
NOV NOV
DIC DEC
GIOIELLERIA + BIGIOTTERIA 2013
tempi per registrare un’impennata stratosferica in controtendenza rispetto alla caduta su scala nazionale; e la stampa periodica, che riacquista la fiducia degli utenti di categoria e incassa un brillante +8%, antitetico al -7% del Totale Mercati. Oltre ad aver consistentemente ridotto il divario dai valori della tv - lo scarto è di meno di 3 milioni di euro con quasi 300 utenti i periodici si confermano il canale preferenziale della comunicazione di gioielleria e bigiotteria (grafico 3): in pratica tre inserzionisti su quattro si affidano al mezzo, contro gli uno su tre/quattro dei quotidiani, uno su cinque dell’outdoor, uno su sette di Internet, uno su dieci della TV, uno su cinquanta del cinema e del direct e uno su cento della radio. Il 40% del portafoglio pubblicitario che orafi e gioiellieri destinano ai periodici, inoltre, rappresenta una share cinque volte superiore a quella del mercato pubblicitario nazionale (8%), mentre su tutti gli altri mezzi, a parte il cinema per quel che può contare, la percentuale di spesa è decisamente più bassa rispetto a quella degli inserzionisti extra-settore
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Inside Jewelry L'investimento pubblicitario del settore gioielleria e bijoux sui magazine periodici sale dell'8% rispetto allo scorso anno assorbendo il 40% della spesa totale del settore in comunicazione.
(alla televisione, ad esempio, è riservato il 46% della torta pubblicitaria della gioielleria contro il 57% della pubblicità italiana in toto; a internet solo il 2% contro l’8%). I costi per raggiungere una soglia sufficiente di visibilità naturalmente incidono sulla scelta degli spazi. L’investimento medio di chi ha pianificato la televisione (quasi 650.000 euro) è nove volte tanto quello sui periodici (72.000) e diciotto volte quello dei quotidiani e della radio (circa 36.000). Più abbordabile sembrerebbe l’online (21.000), nonostante alcune carenze nella rilevazione, e la pubblicità esterna, poco sopra i 15.000. Venendo ai singoli (grafico 4), la graduatoria dei brand con una quota d’investimento superiore all’1% presenta parecchie affinità con quella del 2013. Stroili, come detto, si conferma top spender, mentre Swarovski e Brosway fanno scendere dal podio Morellato, il primo con il maggiore incremento di budget in termini assoluti, oltre un milione in più rispetto
all’anno precedente. A dimostrazione di quanto la pubblicità televisiva condizioni il risultato complessivo, si tratta dello stesso terzetto che nello stesso ordine capeggia la lista degli spender del piccolo schermo. Ben otto dei dieci marchi presenti in vetta all’ultima classifica si ripresentano nella top ten del 2014, con l’eccezione di Rosato, per una sola piazza, e di Pomellato, sostituiti da un classico come Tiffany e un moderno come Jack & Co, quest’ultimo grazie a una maggiorazione delle proprie risorse pubblicitarie nell’ordine del 50%. Nelle restanti posizioni del ranking l’avvicendamento è più considerevole: a Rancangelo (Dario & Peter), il Pomo d’Oro, Hip Hop, Crivelli, Comete, Guess e Bulgari, che si defilano, subentrano vecchie conoscenze come Boccadamo, al posto d’onore tra gli inserzionisti dei periodici e con il più alto differenziale di budget, triplicato rispetto al 2013, poi Rebecca, Zoppini, Donna Oro e il novizio Amen, che, come si evince
INVESTIMENTI PER MEZZO - VARIAZIONE PERCENTUALE SUL 2013 EXPENDITURES BY MEDIUM - PERCENT CHANGE OVER 2013 -3%
TOTALE/TOTAL DIRECT
-15% -5% -94% 2%
INTERNET
44% -18%
CINEMA
814% -1%
OUT OF HOME
-43% -7%
PERIODICI/MAGAZINE
8% -10%
QUOTIDIANI/NEWSPAPER
-39% -2%
RADIO
-45% -1%
TV
-1
-24%
-0,8
-0,6
-0,4
-0,2
0
TOTALE MERCATI/ALL MARKETS
l'Orafo 2015
94
0,2
0,4
0,6
0,8
GIOIELLERIA-BIGIOTTERIA/JEWELLERY
maggio/giugno
1
dal nome, non può che trattare monili a tema religioso, e che per centrare il proprio target è ricorso più di qualunque concorrente alle sale cinematografiche e alla radio, di cui è risultato leader indiscusso. Capofila sia sui magazine che nel web è invece Pandora, una presenza ormai costante e sempre ai massimi livelli negli ultimi anni. Da segnalare, sempre relativamente alle preferenze dei singoli mezzi, il piccolo exploit di 2Jewels, maggior utente della pubblicità esterna, seguito a ruota, dopo Pandora, da un altro marchio assente nella classifica generale come il romano Perlunica. Altre sporadiche opportunità di emergere vengono dalla scansione mensile del media buying (grafico 5). Nel silenzio generale di gennaio, marzo o dei mesi estivi, a marchi come Tedora, Dario & Peter, Crivelli, Mimí, Miluna, bastano meno di centomila euro per farsi notare e possibilmente ricordare. E nell’anno in corso potrà bastare ancora meno, tenuto conto che nel gennaio 2015, alla categoria Oggetti Personali di cui i gioielli sono una parte consistente, i primi dati segnano un inquietante -31%. Ma è ancora presto per dire amen (non la marca). Fonte: Nielsen Media Research Nota: gli investimenti sono stimati in base alla valorizzazione secondo listino degli spazi censiti su una larghissima parte dei media nazionali e all’applicazione degli sconti medi praticati dalle concessionarie su ciascun mezzo. La variabilità nelle condizioni di vendita comporta che i singoli inserzionisti possano riscontrare discrepanze anche significative con il proprio reale budget; l’uniformità del metodo offre tuttavia l’unica possibilità oggettiva di operare un raffronto tra gli stanziamenti. ■ From the A of Aaron Basha to the Z of Zoppini there were almost 400 jewellery and costume jewellery companies in the domestic panorama advertising on the media, either standard or not, during the course of 2014. So, in spite of everything, the sector continues to be crowded and polyphonic. Each advertiser invested an average of 133,000 Euro, even though one knows what statistics are like … In reality only Van Cleef & Arpels and Gucci spent more or less that sum, the former three thousand Euro less, the latter more, with a huge difference in the rest: ranging from the thousand Euro
Inside Jewelry
INSERZIONISTI E INVESTIMENTI PUBBLICITARI PER MEZZO (€.000) ADVERTISERS AND ADVERTISING EXPENDITURES BY MEDIUM (€.000)
TV(37) 24001; 46%
CINEMA (8) 466; 1%
DIRECT (8) 16; 0% INTERNET (8) 1191; 2%
PERIODICI/MAGAZINES (295) 21118; 40% RADIO (5) 16; 0% OUT OF HOME (71) 1128; 2%
QUOTIDIANI/NEWSPAPER (114) 4125; 8%
of several local jewellers to the five million and over of top glaring example, in the best of cases with drops exceeding spender Stroili. In actual fact, three quarters of the adverti50%, such as in the case of Orocash, in many other cases even sers invested a lower sum than the said average, whilst the abandoning the media scene altogether, involving names budget of the remaining quarter resulted in being higher. comprised in last year’s classification, such as Pomo d’Oro, But summing up, the category’s advertising budget was once and other particularly active businesses such as Oro in Euro, again lower as against the previous year: from 61 Orogenesi and Banco Metalli. Maybe what they to 52 million, nine less, equalling 15% i.e. more had to sell was sold, maybe the drop in the price of or less the same as the drop in 2013 against 2012. gold played its part. Even though this subdivision The diet has not ended, as we would have hoped. renders the picture less critical for true and proBut in that great cauldron into which precious per goldsmith producers and traders, the sector’s Pubblicità jewels, items of costume jewellery, distribution performance was in any case worse than the gein TV chains and purchase sale services flow, one must neral trend of investments in advertising, closing however make a distinction. Under the “jewellery 2014 with a far more limited drop: -2.5. But even brand” item in the strict sense of the word, theunder this point of view, if we take the individual refore with gold and/or jewels, the drop is decidedly less, commodity categories into consideration, we have something standing at around 6%; whilst the “costume jewellery” comto be consoled by when looking at those who did worse: for partment is more substantial, and stands at about -14%, in example the IT/Photography and Telecommunications secthe category average. The most drastic drop is in the point tors, evidencing drops exceeding 20%. In the end, of the 23 of sale section, comprising individual retailers and the gold markets into which the publicity scenario is divided, a third buying business. And it was above all here in the latter that closed the year with a worse result than the jewellery brands. the downturn in purchasing advertising space was the most Whilst in a temporal sense (graph 1) the downturn in the
-24%
l'Orafo 2015
96
maggio/giugno
INVESTIMENTI PUBBLICITARI GIOIELLERIA - ANNO 2014 JEWELLERY ADVERTISING EXPENDITURES - YEAR 2014 RANK 2014
marca brand
€(000)
%
RANK 2013
1 STROILI 2 SWAROVSKI 3 BROSWAY 4 PANDORA 5 MORELLATO 6 BREIL 7 OROCASH 8 S'AGAPO 9 TIFFANY & CO 10 JACK & CO 11 ROSATO 12 BOCCADAMO 13 DAMIANI 14 LE BEBÈ 15 REBECCA 16 CARTIER 17 POMELLATO 18 VISCONTI 19 ZOPPINI 20 AMEN 21 DONNA ORO
5.193 10% 5.093 10% 4.277 8% 3.569 7% 3.064 6% 2.072 4% 1.622 3% 1.551 3% 1.182 2% 1.181 2% 920 2% 908 1% 763 1% 746 1% 714 1% 641 1% 640 1% 621 1% 619 1% 616 1% 590 1%
34.528 17.698 52.226
TOT. OVER 1% ALTRE MARCHE TOT. MERCATO
total area of jewellery/costume jewellery/points of sale was extraordinarily uniform (only September reached the heights of the year before), the same cannot be said for the budgets distributed amongst the various media (graph 2). In general, the sector intensified the trend manifested by all the markets on the differing media: if as a whole the rate of that media rises or falls by a digit, in goldsmiths’ advertising there will be a two-digit variation: so the + 2% registered at domestic level for publicity on Internet, becomes a clamorous + 44% in the world of jewellery, whilst the – 2% of the radio will be corresponded by an equally incredible – 45%; the same can be said of billposting and television, which on a global basis almost close on par (-1%) whilst in the sector they respectively lose 43% and a quarter of their investments (- 24%), and of daily newspapers, dropping from -10% to -39%. There are two exceptions to the rule: cinema, for which - being very low sums - the budget of some affectionate clients was suffice (Amen, Pandora, Ti Sento) and which had interrupted the silence of late to register a stratospheric upsurge going against the trend as compared to the downward turn on a domestic scale; and magazines, which regain the loyalty of l'Orafo 2015
1 3 4 6 2 7 5 9 13 17 10 NC 19 18 NC 16 8 15 NC NC NC
66% 34% 100%
category users, cashing in a brilliant +8%, antithetical to the -7% of the Markets Total. Apart from having consistently reduced the gap between TV values – the margin being less than 3 million Euro – with their 300 users, magazines are confirmed the favourite channel for jewellery and costume jewellery adverts (graph 3): in a word, three out of four advertisers are loyal to this media, against the three/four for daily newspapers, one out of five for outdoors, one out of seven for Internet, one out of ten for TV, one out of fifty for cinema and direct and one out of a hundred for radio. Furthermore, that 40% of publicity portfolio allocated by goldsmiths and jewellers to magazines, represents a share five times higher than that of the domestic publicity market (8%), whilst for all the other media, apart from the cinema as far as it counts, the percentage of expenditure is decidedly lower as compared to that of the non-sector advertisers (for example, 46% of the jewellers’ publicity cake is reserved for the television against the 57% of the overall Italian publicity; only 2% to Internet as against the 8%). The cost in reaching a sufficient visibility threshold naturally weighs on the choice of space. The average investment for those having planned 97
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Inside Jewelry
I TRE MAGGIORI INSERZIONISTI PER MESE (€.000) TOP THREE ADVERTISERS BY MONTH (€.000) MARCA BRAND
GEN FEBB MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT NOV DIC JAN FEB MAR APR MAY JUN JUL AUG SEP OCT NOV DEC
BOCCADAMO 94 BREIL 524 418 356 BROSWAY 1123 208 649 1656 CRIVELLI 75 DARIO & PETER 88 MILUNA 83 MIMÌ 55 MORELLATO 1352 376 NOMINATION 90 OPS 175 OROCASH 231 200 130 139 105 PANDORA 742 246 1791 STROILI 814 131 1003 326 554 1289 SWAROVSKI 1204 572 755 978 TEDORA 87 TIFFANY 216 television (almost 650,000 Euro) is nine times the one for magazines (72,000) and eighteen times the one for daily newspapers and radio (about 36,000). Online appears to be more reasonable (21,000), notwithstanding several deficiencies in data gathering, and external publicity with just over 15,000. Individually speaking (graph 4), the classification of brands with a quota of investments exceeding 1% presents a fair number of similarities to that of 2013. As already mentioned, Stroili is confirmed top spender, whilst Swarovski and Brosway topple Morellato from its podium, the former with far the greatest increase in budget, over a million more than the previous year. As a demonstration of how television publicity affects the overall result, this is the same trio topping the TV spender list in the same order. As many as eight of the top ten brands in the last classification are once again comprised in the 2014 top ten, except for Rosato, by one place only, and Pomellato, replaced by a classic like Tiffany and a modern like Jack & Co, the latter thanks to increasing its publicity resources by 50%. Rotation is far more substantial in the rest of the ranking positions: Rancangelo (Dario & Peter), Pomo d’Oro, Hip Hop, Crivelli, Comete, Guess and Bulgari, keeping a lower profile, are replaced by old friends such as Boccadamo, top of the list amongst advertisers in magazines and with the highest budget differential, tripled as against 2013, followed by Rebecca, Zoppini, Donna Oro and the newcomer Amen, which, as one can understand from the name, cannot but be religious ornaments and which, more than any competitor, resorted to cinemas and radio to l'Orafo 2015
centre its target, where it results in being the undisputed leader. Whilst Pandora is head of the list in magazines and on the web, with what is now a continual presence and always at top level over the last few years. Always concerning the preferences for individual media, a mention should be given to the small 2Jewels exploit, the biggest user of external publicity, followed up, after Pandora, by another brand not included in the general classification list such as the Rome based Perlunica. Other sporadic opportunities for visibility are derived from monthly media buying scanning (graph 5). In the general silence of January, March or the summer months, less than 100,000 Euros are suffice for brands like Tedora, Dario & Peter, Crivelli, Mimì, Miluna to make themselves known and possibly be remembered. And even less could be needed in the current year, considering that in January 2015, in the Personal Objects category where jewellery plays a big part, the first data registered an alarming -31%. But it is still too early to say Amen (not the brand). Source: Nielsen Media Research N.B.: investments are estimated on the basis of assessment according to price list of the registered spaces for a substantial part of the domestic media and by applying the average discounts practiced by dealers for each media. Individual advertisers may find even substantial discrepancies as against their effective budget, due to the instability of terms of sale; the uniformity of the method does however offer the only objective possibility to operate a comparison between the budget allocations. 98
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Inside Jewelry EXPO MILANO 2015
vetrina
di lusso Quali opportunità può offrire l'evento globale alle aziende che operano nel settore moda e accessori? La parola alla Regione di
Sonia Sbolzani
T
ra le eccellenze dell’economia italiana vi sono la moda e il design, gioielli compresi, settori in cui la creatività e l’innovazione sono foriere di straordinario valore aggiunto. La capitale del nostro fashion system è indubbiamente Milano, dove opera oltre la metà degli stilisti tricolori, come Armani, Prada, Versace, Dolce e Gabbana, Ferré, Krizia, Fiorucci. Per non parlare delle varie maison del lusso che hanno sede qui. Cosa porterà Expo a questo prezioso business il cui punto di forza sta nella creatività? Ne abbiamo parlato con l’Assessore alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia, Mario Melazzini. Il settore del lusso rappresenta un fiore all’occhiello della nostra economia, ma talvolta si ha l’impressione che i politici non ne siano pienamente consapevoli. Lei cosa ne pensa? «Non è certamente il caso di Regione Lombardia, che non solo crede molto nella forza del settore moda, ma lo sostiene e lo promuove con convinzione, mettendo in campo strumenti e misure concrete in grado di supportarne la crescita e lo sviluppo. Come dimostra ogni anno, ad esempio, la Fashion Week, a Milano il settore moda rappresenta un vero gioiello della nostra economia, capace di innovarsi costantemente e di attrarre sempre più investitori stranieri. Il nostro impegno è diretto affinché si incentivi la competitività del sistema moda, si aprano nuovi canali distributivi e nuovi mercati, supportando in egual modo le imprese che vogliono collocare sul territorio lombardo le proprie produzioni. In questa direzione, registriamo segnali importanti che testimoniano come Regione Lombardia stia percorrendo la strada giusta nel costruire un ambiente sempre più favorevole alla crescita e allo sviluppo delle proprie eccellenze». Quali opportunità può offrire Expo 2015 al business dei beni d’alta gamma made in Italy? «Expo 2015 sarà una vetrina eccezionale e di carattere internazionale, che si stima attrarrà sulla nostra Regione oltre 20 milioni di visitatori da tutto il mondo. Questi numeri sono estremamente significativi perché indicano che nell’arco di sei mesi il nostro territorio, in particolar modo le nostre imprese, le nostre produzioni, le nostre risorse, potranno essere ulteriormente valorizzate, conosciute e apprezzate dai visitatori, che già arrivano qui ben determinati a portarsi a casa un pezzo di made in Italy. All’estero in Made in Italy continua ad esercitare una fortissima e crescente attrazione». l'Orafo 2015
Regione Lombardia sta portando avanti qualche iniziativa di interesse per questo settore? «Tra le ultime iniziative ad hoc che abbiamo messo in campo ricordo il bando dedicato all’imprenditoria femminile per la creazione di aziende che operano nel settore della moda con uno stanziamento di 2,1 milioni di euro. Ma stiamo agendo su più fronti, mettendo a disposizione risorse e strumenti finalizzati a sostenere l'aggregazione, l'internazionalizzazione e l’innovazione, abbattere la burocrazia e le tasse, favorire la semplificazione, puntando su ricerca e innovazione. Abbiamo dato vita, ad esempio, ad un programma di interventi mirato alle start-up e restart, con una dotazione di 32,5 milioni di euro, che prevede, oltre a risorse economiche e professionali per accompagnare la realizzazione dell'idea imprenditoriale, anche l’azzeramento dell’IRAP nel primo anno di vita per le start up innovative. Abbiamo in questi giorni fatto partire la sperimentazione degli "angeli anti-burocrazia", 30 giovani neo-laureati che andranno sul territorio per aiutare le imprese nel rapporto con la pubblica amministrazione, fornendo informazioni e supporto concreto rispetto alle procedure, alle prassi, alle opportunità esistenti. E poi, tra i temi che più ci vedono all’opera, voglio citare il sostegno all’accesso al credito da parte dei nostri imprenditori. Un impegno che rimane per noi prioritario e che in queste ultime settimane abbiamo ulteriormente rafforzato. Tra le più innovative misure messe in campo, infatti, si pone CreditoinCassa, misura per la quale abbiamo previsto un plafond di 500 milioni finalizzati a sbloccare i crediti delle imprese nei confronti degli enti locali, attraverso il ricorso al factoring. In questa direzione abbiamo proceduto recentemente a una ulteriore innovazione: abbiamo attivato una nuova linea (B2B), che prevede un plafond di altri 500 milioni di euro, destinata alla cessione dei crediti delle imprese lombarde verso altre imprese attraverso il coinvolgimento di factor e banche». Con quali strumenti la Regione può favorire la compe100
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Il Padiglione Italia per Expo Milano 2015, risultato di un concorso internazionale che ha visto vincitore il progetto architettonico di Nemesi&Partners. In basso, un interno della galleria Vittorio Emanuele in Piazza del Duomo a Milano.
titività delle nostre aziende sui mercati internazionali? «Sul fronte dell'internazionalizzazione, delle reti di impresa e dell'attrattività ci siamo attivati moltissimo affinché le eccellenze lombarde potessero aprirsi ai nuovi mercati esteri e aumentare la propria competitività in contesti internazionali. Nell’ultimo biennio, in accordo con il sistema camerale, ad esempio, sono stati messi in campo oltre 11 milioni di euro per l’acquisizione di servizi e la partecipazione a fiere e missioni. Lo scorso luglio abbiamo incrementato il Fondo di rotazione per l'internazionalizzazione con oltre 6,6 milioni di euro, con l’obiettivo di sostenere le attività imprenditoriali lombarde orientate allo sviluppo e al consolidamento della presenza stabile sui mercati internazionali delle Pmi lombarde attraverso la costituzione di Newco. Le misure a sostegno dell’internazionalizzazione sono pensate con l’obiettivo di offrire alle imprese un’offerta completa in base al loro grado di internazionalizzazione: dalla partecipazione a fiere internazionali fino al supporto per la realizzazione di investimenti produttivi all’estero in un’ottica di internazionalizzazione più strutturata. In questo contesto, abbiamo dedicato particolare attenzione anche al tema della crescita del capitale umano che all’interno dell’azienda può svolgere le funzioni essenziali ad incrementare il business verso i mercati esteri. L’internazionalizzazione considerata, al pari della ricerca e d e l l ’ i n n ova z i o n e, politica industriale, avrà una propria collocazione nell’ambito della nuova prog rammazione comunitaria 2014-
2020 per un valore di circa 32 milioni di euro. In particolare crediamo che sia essenziale sostenere nuovi modelli di business efficaci per fronteggiare le sfide non solo del Mercato Unico europeo, ma anche di quelle economie caratterizzate da enormi potenziali di crescita e da bassi livelli di regolamentazione (es. BRIC “Brasile, Russia, India, Cina” e MINT “Messico, Indonesia, Nigeria e Turchia”). E’ certamente nostra intenzione rafforzare tali strumenti, incentivando anche la collaborazione tra pubblico e privato, perché crediamo che sia fondamentale per la crescita e lo sviluppo delle nostre imprese accrescere la loro presenza nel contesto l’internazionale, conquistare nuovi spazi e raccogliere al meglio la sfida dell’export». Come attrarre più investitori stranieri? «Sul tema dell’attrattività ci stiamo muovendo con diverse azioni. Una delle iniziative più significative messe in atto è certamente la legge ‘Impresa Lombardia’, da me fortemente voluta e approvata all’unanimità dal consiglio regionale, con cui abbiamo introdotto molteplici strumenti innovativi e attrattivi, come gli Accordi per la competitività. Si tratta di uno strumento negoziale tramite cui imprese e pubblica amministrazione collaborano per valorizzare le risorse produttive del territorio: quando una o più aziende vogliono fare un investimento produttivo su un territorio lombardo, investendo in ricerca e innovazione, favorendo l’occupazione e il recupero di aree dismesse, possono presentare il proprio progetto e in raccordo con le istituzioni locali è possibile finanziare interventi a sostegno del progetto e studiare forme di supporto, anche tramite semplificazioni e defiscalizzazioni. Un’altra azione importante è quella che ci ha visto lavorare in stretto raccordo con il sistema delle Camere di Commercio per supportare programmi specializzati come Invest in Lombardy. Grazie a questo programma riusciamo ad accompagnare gli investitori esteri nell’avvicinamento e nell’inserimento nel nostro sistema e a fornire supporto anche nelle missioni e nella promozione internazionale». Come è possibile educare i giovani alla cultura del bello e quindi ad amare i manufatti d’alto artigianato? «Attraverso una maggiore integrazione tra la formazione professionale e l'impresa. In questo modo si crea un percorso virtuoso che permette di valorizzare il capitale umano dei giovani e di avvicinarli a professioni che hanno altissime specificità ma che sono state un po' abbandonate. L'intelligenza delle mani genera conoscenza e competitività, la ricerca favorisce nuova conoscenza e l'utilizzo di nuove tecnologie fino a poco tempo fa sconosciute. Solo così è possibile che la bellezza e la creatività di un manufatto sfidino il mondo. E' questo l'augurio e la promessa che dobbiamo consegnare alle nuove generazioni». English translation: see pag. 107
Inside Jewelry LAS VEGAS
american
dream
Jck e Couture: due appuntamenti importanti per il settore orafo, che spera nel grande ritorno dei buyer americani di
Antonella Garello
G
rande attesa per la prossima edizione del JCK Show di Las Vegas, in programma dal 29 Maggio al 1° Giugno presso lo scenografico Mandalay Bay Resort & Casino. Le aspettative sono giustificate anche dal fatto che le ultime fiere internazionali del settore sono state caratterizzate proprio dal ritorno dei compratori americani. Il programma della manifestazione prevede una serie di incontri e seminari sul tema "Redesigning Retail". In concomitanza col JCK Show, il Wynn Resort ospiterà Couture, che chiamerà a raccolta circa 200 tra i brand più prestigiosi e i designer più talentuosi di tutto il mondo, da Bulgari a Sevan Bicakci a David Yurman a Qayten. Fiore all'occhiello del salone, Couture Design Awards premierà i gioielli giudicati migliori per design, lavorazione e vendibilità. In basso: anello di Cantamessa. ■ Great expectations for the next edition of the JCK Show in Las Vegas, scheduled from 29 May to 1 June at the spectacular Mandalay Bay Resort & Casino. Expectations also justified by the fact that the last international exhibitions in the sector were characterized precisely by the return of American buyers. The event has scheduled a series of meetings and seminars on the "Redesigning Retail” theme. At the same time with the JCK Show, the Wynn Resort will be hosting Couture, mustering about 200 amongst the world’s most prestigious brands and talented designers, from Bulgari to Sevan Bicakci, David Yurman and Qayten. Couture Design Awards, the feather in the cap of the Show, will be awarding prizes for jewels judged best in design, craftsmanship and saleability. Below: ring by Cantamessa.
l'Orafo 2015
FRIBURGO
gioielli
d'europa La manifestazione tedesca, che si è svolta in concomitanza con Baselworld, si sta specializzando nella gioielleria finita di
Antonella Garello
L
a "seconda volta" della fiera di Friburgo, la Jewellery & Gem Fair Europe organizzata da UBM Asia, si è conclusa registrando la partecipazione di circa 500 espositori a fronte di 6 mila visitatori, con una superficie espositiva ampliata rispetto a quella della precedente edizione: la manifestazione ha infatti occupato i 4 padiglioni del quartiere fieristico e l'intero foyer centrale. Apprezzata la presenza di diverse delegazioni di buyer, provenienti da Cina, Brasile, Italia, Israele, Russia e Regno Unito. Maggiore soddisfazione hanno espresso, in generale, i produttori di gioielleria finita, che hanno parlato di proficui contatti con buyer europei. È andata meno bene per le perle e pietre sciolte, penalizzate dall'Hong Kong International Jewellery Show, che si era conclusa da appena due settimane avendo già catalizzato l'attenzione dei dealer. In alto: un gioiello di Alessio Sorrentino. ■ The “second time” of the Freiburg Jewellery & Gem Fair, organized by UBM Asia, has ended registering the participation of about 500 exhibitors against the 6 thousand visitors and with a larger exhibition space as compared to the previous edition: the event in fact occupied 4 pavilions in the exhibition area and the entire main foyer. Very welcome the presence of various buyer delegations from China, Brazil, Italy, Israel, Russia and the United Kingdom. Generally speaking, the finished jewellery producers enjoyed the greatest satisfaction and spoke about profitable contacts with European buyers. Things did not go as well for pearls and loose stones, penalized by the fact that the Hong Kong International Jewellery Show, already attracting the dealers’ attention like a magnet, only just ended a couple of weeks before. Above: a jewel by Alessio Sorrentino.
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maggio/giugno
Inside Jewelry GEMME
un modello
di etica
Dalla prima miniera di rubini della Groenlandia arriveranno gemme non trattate, lavorate in loco e certificate per tracciabilità di Luigi Costantini Managing Director Settore Formazione Italia I.G I International Gemological Institute Anversa
Belgio
M
ai sentito parlare di rubini e zaffiri etici? Il vocabolario rimanda a un aggettivo che relaziona il termine etico con: Ciò che riguarda l’attività umana in quanto valutabile col criterio di distinzione tra bene e male. Direte voi, alla molisana: che c’azzecca col rubino e con lo zaffiro, e per di più di Aaappalutoq (località groenlandese ove recentemente si rinvennero tali gemme; se ne parlò nell’edizione 1/2015 de L’Orafo Italiano)? C’azzecca, c’azzecca, il termine ètico, e non solo per queste due pietre, ma anche per lo smeraldo, l’acquamarina, l’ametista, il topazio, la tormalina, lo spinello e tutto il resto del caravanserraglio gemmologico, di qualsivoglia provenienza. Succede che anche per le gemme colorate s’andrà, prima o poi, verso la commercializzazione etica, la distribuzione etica, e quindi l’importazione etica, il taglio etico e finanche l’estrazione etica. E tutto questo, a che pro? Avete presente i problemi di sfruttamento della manodopera, anche infantile, in tanti (troppi!) Paesi produttori in Africa, Asia e America Meridionale? Le condizioni di lavoro, talvolta anche coatto, in tante di quelle plaghe? Le condizioni di vita e igienico-sanitarie dei minatori e delle loro famiglie? Quali possibilità di riscatto sociale potranno mai avere, nella loro vita, quei minori costretti a picconare e tirar di badile tutto il giorno? E’ vero che, se così non facessero, né loro né il resto della famiglia avrebbero di che mettere insieme pranzo con cena, ma davvero non si può far qualcosa per mutare siffatto stato di cose? Non dico risolvere il problema alla radice, tutto d’un colpo. Tali velleità lasciamole alle idealistiche ideologie e sperimentazioni sociali senza riscontro alcuno nelle realtà di fatto e inevitabilmente votate al fallimento. Basterebbe invece cambiare in meglio certe situazioni, anche di poco e poco alla volta, ma costantemente: valutando quest’attività umana, e tutto ciò che le si riferisce, col criterio di distinzione tra bene e male. Secondo la vostra coscienza, è bene o male che dietro la magnificenza, la bellezza (e il valore) d’una gemma, si celino sofferenze, iniquità e magari anche sangue? Pecco forse anch’io di sterile idealismo? Ma se mai non si comincia, da qualche parte, anche col poco, a cambiar qualcosa, mai niente verrà realizzato. E che dire poi di quell’aspetto etico della commercializzazione delle gemme che è la tutela del consumatore finale? V’era in itinere, palleggiata tra Camera e Senato della Repubblica, una proposta/ disegno di legge di cotal proponimento, ma dopo ben più di dieci anni di rimbalzi tra gli alti scranni, la proposta sembra sparita, inghiottita dalle sabbie mobili della metaforica palude che s’estende tra Montecitorio e Palazzo Madama. Insomma: è bene o male, venl'Orafo 2015
dere qualcosa per qualcos’altro all’ignaro acquirente finale, oppure qualcosa il cui rapporto qualità/prezzo non corrisponda a quanto dichiarato o lasciato intendere? Stiamo parlando di nient’altro che di certificazione d’identità e di qualità! Ebbene, per quanto attiene il rubino e lo zaffiro rosa del giacimento di Aappalutoq, Groenlandia, invece, suona tutt’altra musica. Per bocca del presidente della True North Gem Inc., la canadese concessionaria del trentennale permesso di coltivazione della prima miniera di rubini di quell’enorme e ghiacciata isola, tutto il materiale estratto non verrà assoggettato a trattamento alcuno, verrà lavorato in loco e sarà provvisto di certificazione di provenienza idoneo ad assicurarne la tracciabilità. La certificazione, eseguita congiuntamente dalla True North Gem e dal Governo groenlandese, verrà effettuata sia su pietre tagliate che grezze, e la tracciabilità verrà garantita per tutto il suo percorso. E non si tratta d’un po’ di materiale destinato a sparire in poco tempo: solo per la fase in coltivazione a cielo aperto son previste operazioni della durata di 9 anni; la fase successiva, da condursi in sotterraneo, sarà ancor più longeva, e il tutto porterà all’estrazione di stimati 296 milioni più altri possibili 109 milioni di carati di materiale, con un 25% di qualità sfaccettabile, d’un bel colore rosso intenso vivido per il rubino e rosa intenso vivido per lo zaffiro rosa. Orbene, se è vero che nei territori della civilissima Danimarca non esistono tutti i problemi sociali che affliggono altre parti del globo, è anche vero che questo può rappresentare un esempio–pilota d’attuabilità del processo. E se la grancassa della Responsabilità Sociale d’Impresa e dell’Eticità nella Commercializzazione delle Gemme di Colore aumenterà di volume raggiungendo lo stadio di realizzazione (com’è avvenuto per le pellicce, i diamanti e l’oro); e se il fracasso non servirà solo a coprire enormi operazioni mediatiche di marketing e/o di cosmesi pubblicitaria, ma conterrà pure quelle istanze a cui accennavasi dianzi; ebbene, allora sì varrà la pena partecipare tutti a questo processo storico per il nostro settore. Insomma, amici, c'ero anch'io al tavolo del Comitato Etico delle Gemme di Colore di Assogemme, alla Fiera di Vicenza, lo scorso 27 Gennaio, alla “Presentazione del progetto per il primo codice procedurale applicabile al commercio e alla produzione delle gemme di colore in Italia”. E il mio messaggio è questo: quando il vento spira forte, o si va di “bolina stretta” o il veliero si ribalta; ovvero, se non partecipi, prima o dopo subisci. E voi che dite? English translation: see pag. 107 103
maggio/giugno
Inside Jewelry COMMUNICATION
La modella spagnola Laura Sanchez è la protagonista della nuova campagna Morellato, firmata da Olaf Wipperführth in collaborazione con Red Communications. ■ The Spanish model Laura Sanchez is the protagonist of the new Morellato campaign, signed by Olaf Wipperführth in collaboration with Red Communications.
se parlano
i gioielli Nuove campagne, nuovi ambasciatori, eventi: i brand della gioielleria e dell'orologeria si muovono a 360 gradi nel mondo dei media di
Antonella Garello
A
tmosfere raffinate, luci e ombre di una giornata estiva, una sensualità romantica, la luminosità dei gioielli Lunae, i colori della collezione Drops: Morellato ha affidato al regista e fotografo Olaf Wipperführt, in collaborazione con Red Communication di Milano, la realizzazione della nuova campagna; protagonista la modella spagnola Laura Sanchez. Dexter Milano ha invece realizzato il gioiello ufficiale del Giro d'Italia, rendendo omaggio con uno dei suoi Time Machine® a uno dei massimi eventi sportivi del Paese. Disponibile presso il Giro Store e il Flagship Store Dexter di Milano e nel sito www.dextermilano.com, il bracciale è disponibile con elemento in plexyglass, in acciaio, in argento o in oro rosa. Grande successo per il concorso online di Miluna Milunaseitu, che richiedeva l'invio di una foto e una risposta al quesito "Raccontaci come sei e come ti senti": l'iniziativa ha registrato 1500 partecipanti e 24 mila contatti. La prima classificata, Giulia Morandini, ha vinto un collier Miluna e un servizio fotografico dedicato. Infine, Tag Heuer ha conquistato un nuovo ambasciatore, Jeremy Lin, star dei Los Angeles Lakers soprannominato Linsanity per le sue prodezze: in suo onore è stato lanciato l'orologio personalizzato Aquaracer 300M Calibre 5 Jeremy Lin edition. ■ Elegant atmosphere, light and shadows of a summer’s day, a romantic sensuality, sparkling Lunae jewellery, colours of the Drops collection: Morellato has assigned the director and photographer Olaf Wipperführt, assisted by Red Communication, Milan, with the creation of the new campaign. The protagonist is the Spanish model Laura Sanchez. Whilst Dexter Milano has created the official jewel of the Giro d'Italia bicycle race, paying homage with one of its Time Machine® to one of the country’s most popular and greatest sports events. On sale at the Giro Store and the Dexter Flagship Store in Milan and on the www.dextermilano.com website, the bracelet is available with elements in plexiglass, steel, silver or pink gold. Great success for the Miluna Milunaseitu online competition, asking to send a photo and to reply to the question “Tell us what you are like and how you feel”: the competition registered 1500 competitors and 24 thousand contacts. Giulia Morandini came first and won a Miluna choker necklace and her own personal photographic service. Lastly, Tag Heuer has conquered a new, prestigious ambassador, Jeremy Lin, star of the Los Angeles Lakers nicknamed Linsanity for his exploits: the Aquaracer 300M Calibre 5 Jeremy Lin edition personalized watch was launched in his honour. l'Orafo 2015
Con uno dei suoi Time Machine®, disponibile in diverse versioni, Dexter Milano ha realizzato il gioiello ufficiale del Giro d'Italia. ■ With one of its Time Machine®, Dexter Milano has created the official jewel of the Giro d'Italia bicycle race.
Grandes successo di partecipazione per il concorso online di Miluna Milunaseitu: nella foto la vincitrice, Giulia Morandini. ■ Great success and participation for the Miluna Milunaseitu online competition. In the picture left, the winner, Giulia Morandini.
Tag Heuer ha conquistato un nuovo, prestigioso ambasciatore: "Linsanity", ovvero Jeremy Lin, star dei Los Angeles Lakers. ■ Tag Heuer has conquered a new, prestigious ambassador: "Linsanity", that is to say Jermey Lin, star of the Los Angeles Lakers.
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Vi si tu so n c Fa eb oo Photo: Fa. Hans D. Krieger, Idar-Oberstein – Paraiba-Rings
k
Meet the international Gemworld in Munich.
Europe‘s top show for gems & jewellery in autumn. www.gemworldmunich.com
English Text
in ricordo del maestro Un lucido scritto di Gianmaria Buccellati individuava già nel 2004 i problemi del settore Figura chiave nella storia della gioielleria italiana, Gianmaria Buccellati ha sempre dimostrato di avere una visione chiara sia rispetto al prodotto sia rispetto alle strategie d'impresa per assicurarne il successo. Ecco alcune sue lungimiranti parole scritte nel 2004 nel Libro bianco sull'industria Italiana dell'oreficeria e gioielleria di Franco Marchesini e Giustino Giusti. «Il nostro settore ha conosciuto, in tempi passati seppure non troppo remoti, dei momenti ‘aurei’. Oggi invece, si affacciano sul mercato prodotti eseguiti in realtà emergenti che si possono produrre a costi molto bassi e che pertanto diventano forti concorrenti del prodotto Italiano, a meno che questi non sia più che unico e qualitativamente di alta classe. Una problematica abbastanza 'scottante', inoltre, è collegata alla pressione fiscale e alla burocratizzazione amministrativa che, sovente, annulla negli artigiani la volontà di continuare nelle loro attività. Se l'intento politico è quello di salvaguardare l'intero comparto del Made in Italy e quindi anche del settore orafo/gioielliero/ argentiero (non dimentichiamo che le esportazioni rappresentano circa il 73% del prodotto totale), bisogna davvero decidersi e mettere mano alla scure che tagli ogni inutile balzello o legame che tiene 'al palo' aziende e produzione. La bellezza, la cultura, la classicità e modernità al tempo stesso del prodotto italiano faranno il resto».
Barriera Corallina Alcozer & J declina il tema marino, che gli è caro, in modo originale e creativo con un bracciale tintinnante di charms Alcozer & J, marchio fiorentino di gioielli in ottone di ispirazione classica ma di gusto contemporaneo, propone Barriera corallina, un bracciale in ottone dorato con charms che alternano perle e ciondoli-scultura a forma di conchiglia, polpo, granchio, cavalluccio marino e rami di corallo impreziositi da perle, strass, corallo rosa, granati e smaltati con pasta di turchese. ■ Alcozer & J, a Florentine brand of brass jewellery of classical inspiration but contemporary taste, propose Barriera corallina, a gilt brass bracelet with charms alternating with pearls and sculptured pendants in the shape of a shell, octopus, crab, sea horse and branches of coral decorated with pearls, rhinestone, pink coral, garnets and enamelled with turquoise paste.
assisi e il suo sigillo Assisi Jewels propone una linea ispirata alla croce francescana Franco Baldini, patron della storica bottega orafa di Assisi, ha ideato una nuova collezione di gioielli ispirati alla croce di San Francesco in oro, argento 925 e molteplici altre varianti con smalti e pietre preziose. ■ Franco Baldini, patron of the historic goldsmith’s workshop in Assisi, has conceived a new collection of jewellery, inspired by the cross of Saint Francis, in gold, sterling silver and many other versions with enamels and precious stones.
tribute to the master
Primavera al POLSO Didofà celebra la stagione verde con una collezione di orologi Rose e fiori di campo, passeri, farfalle e coniglietti: i quadranti in 3d dei nuovi orologi griffati Didofà racchiudono deliziose ambientazioni in miniatura con dettagli in pasta sintetica modellati e dipinti a mano. ■ Roses and meadow flowers, sparrows, butterflies and little rabbits: the dials of the new Didofà watches embody delicate Spring settings in miniature with details in synthetic paste modelled and painted by hand.
English translation: see pag. 107 l'Orafo 2015
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See Page 18 A key figure in the history of the Italian jewellers craft, Gianmaria Buccellati has always demonstrated having a very clear idea about the product as well as business strategies to assure their success. Here are some of his farsighted words written in 2004 in the White book on the Italian goldsmiths and jewellers industry by Franco Marchesini and Giustino Giusti. «In the old times, be it not too long ago, our sector had experienced golden moments. But now, products made by emergent countries are appearing on the market able to be produced at very low cost and therefore becoming fierce competitors of the Italian product, unless the latter are not more than unique and qualitatively high class. Another quite a “hot” issue, is linked with fiscal pressure and administrative red tape, frequently discouraging artisans from carrying on with their business. If the political intent is really to protect the entire Made in Italy compartment and therefore also the goldsmith/jeweller/silversmith sector (we must not forget that the exports represent about 73% out of the total product), then a decision really must be made to take to the axe to cut down on any useless iniquitous tax or bondage tying businesses and production to “the pole”. At the same time the beauty, culture, classical quality and modernity of the Italian product will do the rest».
SILVIA DAMIANI
Collana della collezione Peacock, in oro bianco e diamanti. In basso: collier Bloody Mary, in oro giallo, oro brunito e diamanti, Oscar Mondiale della Gioielleria nel 1986.
Fare col cuore per chi fa col cuore
nomination as “entrepreneur of the year” awarded to Silvia Damiani by FCEM (Association of women entrepreneurs and business managers). On the other hand, figures and data clearly demonstrate the successes accumulated by the Group over the years: today Damiani is a company listed on the stock Exchange, boasts a turnover of approx. 150 million Euro per year, numbers 60 employees and has opened around sixty mono-brand boutiques all over the world; its prestige is evergreen, its creations, like the extraordinary collections presented at the last Baselworld edition, continue to distinguish themselves and amaze for the quality of the raw materials - guaranteed also ethically – design and creativity. Countless personalities from the world of show business have become the Group’s ambassadresses, firstly Sophia Loren, who, amongst others, is collaborating in the creation of a collection bearing her name. Perhaps the key to success lies in the complex balance between tradition and contemporaneity, territorial roots and cosmopolitan spirit, family and globalization, craftsmanship and technology, splendour and ethics. As Silvia Damiani sums up, «Being artists is not enough. You need to be jewellers»
Le attività charity del Gruppo Damiani meritano un discorso a sé. Silvia Damiani ne parla con passione e serietà, rifuggendo ogni ostentazione. «Vengo da una famiglia generosa, dove noi fratelli abbiamo imparato quei valori universali di solidarietà e rispetto che vanno al di là di qualsiasi fede religiosa. Una famiglia riservata, che ha sempre vissuto la propria generosità come una questione privata. Oggi, però, dare notizia di iniziative benefiche può servire a convogliare risorse in un progetto e anche a far conoscere certe situazioni di bisogno». Come scegliete i casi in cui intervenire? «Dipende. A volte agiamo d'impulso, a fronte di emergenze. A volte invece decidiamo di collaborare con associazioni con cui veniamo in contatto o di cui conosciamo gli animatori. Abbiamo contribuito al restauro di importanti monumenti, faccio parte dei 200 del FAI, abbiamo operato a favore di tante attività in campo medico. Un pochino più di tutti però abbiamo nel cuore i bambini, dedichiamo tante delle nostre iniziative a loro che sono il nostro futuro. Sono tantissime, impossibili da citare tutte, le realtà meravigliose che ho incontrato, mi lasci ricordare Caf Onlus di Milano, che opera a favore dei bambini maltrattati e di famiglie in crisi e l'associazione Bambini Cardiopatici nel Mondo, fondata da Alessandro Frigiola, cardiochirurgo pediatrico di straordinaria umanità». Collaborate anche con personaggi famosi? «Insieme a a Sharon Stone abbiamo disegnato la collezione Maji - acqua in swahili: parte dei profitti viene devoluta all'associazione Drop in the Bucket, che porta acqua nei villaggi africani. Siamo poi a fianco di Hidetoshi Nakata per il progetto Home for All, nato per aiutare le vittime del terremoto nel 2011. Ma ci sono tante e tante situazioni che meritano attenzione. L'importante è cominciare!».
damiani charity activities
English translation: see pag. 107
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See Page 63 The Damiani Group charity commitments are worth a mention apart. Silvia Damiani talks about this with passion and sincerity, refraining from any ostentation. «I come from a generous family, where we learnt those universal values of solidarity and respect going far beyond any religious faith. But now, the idea of making charity interventions public is to convey resources into a project and also to diffuse information about certain situations of need».
How do you choose the cases for intervention? «It depends. At times we act on an impulse, in emergencies. Whilst other times we decide to cooperate with associations. We have contributed towards the restoration of important monuments, I am one of the 200 at FAI, and we have addressed many activities in the medical field. But we do have the children a little more to heart than the others. I have met so many marvellous organizations it is impossible to name them all, but you will allow me to mention Caf Onlus in Milan, working to help badly treated children and families under distress and the Bambini Cardiopatici nel Mondo (Cardiopathic children in the world) Association». Do you also cooperate with famous personalities? «Together with Sharon Stone we designed the collection called Maji - water in Swahili: part of the profits being donated to the Drop in the Bucket association that brings water to the African villages. Then we are alongside Hidetoshi Nakata in the Home for All project, created to help the victims of the 2011 earthquake».
when brands make history l'Orafo 2015
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See Page 77 A popular saying goes «scherza coi fanti, ma lascia stare i santi» literally «jest with knaves but leave the saints alone». As always happens, here too the saying contains a simple, but undeniable concept: what is universally respected and recognized must not be violated. For some time now marketing has appropriated this small truth, paraphrasing it into «joke with products, but leave the logo alone», implying one of the basic rules of branding: the product can undergo revolutions, deviating, even diametrically, from the most typical styles and stylistic features of the brand; but what assures the brand with timelessness is the logo, and here it is forbidden to joke. The logo often sets its roots in the very foundation of the brand, it is the “sign” of its history and validity, its DNA. This is why logos represent the most authentic and “solid” part of brands. The case of Louis Vuitton is famous when in 2003 he decided to “touch up” the sacred sign, entrusting it to the genius of Murakami: a challenge openly violating the basic principle of marketing and for this reason having to be done by an artist and not an in-house team. An exception confirming the rule whereby the logo l'Orafo 2015
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is the “roof ”, the umbrella protecting the change in objects as time passes, whose iconic power is at times also transferred, when good marketing and the blind goddess Fortune collaborate with particular effectiveness, to some products (like the Gucci clamp, the Chanel camellia and the Cartier panther), becoming true and proper symbols of the designer. Notwithstanding its “timelessness”, something has changed in the logo as well over the years, that is its significance. Born as a simple marking to identify a brand, it has in fact developed into a powerful expression of the corporate worth, able to condense its aspirational nature, economic importance, aesthetic standing and oneness. In the mid 60’s, the Coca-Cola and Campbell soup serigraphs by Andy Wharol had the merit, on the one side of revealing the sublime aspect of the logo and its capacity to take root in collective international imagination and on the other, even more important, they anticipated the great theme of the brand as a person, a theme still today given pride of place in luxury marketing strategies. Fashion did not take long to appreciate Warhol’s message: in the 70’s the logo starts to be “multiplied and exported”, triggering off licences and brand stretching exporting the brand to beyond its own product categories and national borders. If the logo conveys values, then it can be applied to anything, from lighters to tiles (following the renowned example set by Pierre Cardin or Valentino). And so, by the mid 80’s, a multiplication of lines go to add to a multiplication of categories: young lines are created, jeans, home, perfumes, sports, man, second lines… each with their own name and – for the first time – their own logo, an offshoot of the principle one (e.g.: Gianfranco Ferré becoming GF, GFF, GF studio, Ferré, Ferré Jeans). It was only with the nearing of the new millennium and the domination of financial logic over production logic that businesses began to realize how the multiplication of logos had led to a diminished value of the brand. It is the victory of luxury, of oneness over democratization. So it is the great “back to the origin” strategies to welcome in the new millennium: old logos are recuperated (e.g.: Gucci, Ferragamo, Fiat), new logos become reabsorbed (e.g.: D&G), all is restored in a conservative key. The double G of Gucci, like the acronym of Louis Vuitton, become promises of a lifestyle, embodying and lending a tangible form to consumer’s dreams. They do not convey a vision of the world conceived by the brand and offered to those who can afford it: it is the consumer who finds a personal gratification in the logo, projected into the future and guaranteed by a lengthy past. There is another feature in this versatile, even customizable, symbolization
English Text as compared to the past: the capacity to relate simultaneously with many cultures and peoples, no matter their background and their history, becoming a sort of activator of possible futures. This is why brands are currently implementing the latest transformation: eliminating the founder’s name from the reference logo for it to be transformed into a mirror in which each one can reflect themselves. So here YSL becomes SL, maître Christian Dior still lives in the haute couture, but the maison is only Dior, Mr. Guccio, the founder of Gucci, is now only a memory in the archives. Inside Jewelry EXPORT
L'ORO ITALIANO
CON LA VALIGIA Il consuntivo del 2014 indica una contrazione della domanda globale di preziosi, con chiare ripercussioni sul mercato. Ma tra i migliori clienti esteri si evidenziano novità significative di Franco
Marchesini - asi analisi e studi industriali
l'Orafo 2015
italian jewelry export
85 maggio/giugno
See Page 85 The “official” Istat (National Statistics Institute) data (and other institutional data collectors) are used by Eurostat for international comparisons. Recent publications on figures for the entire year 2014 offer the opportunity of drawing up a picture (be it only in part, due to the well-known problems in data gathering at enterprises) of the principal sector structural and economic trend aspects. In 2014 the aggregated demand, on a worldwide scale, of gold for jewellers, marked a substantial downturn – year by year – standing at -9.7% in quantity (tons) and –18.5% in value (dollars). Data recorded in quantities of GFMSWGC indicate a practically generalized fall in the various countries. The few exceptions being the United Kingdom, the United States and India (but the Indian market data have ample approximation margins). Italian jewellery exports obviously also felt the effects of the negative worldwide situation in 2014. In fact, they were reduced to 5,694 million Euro over the entire year: -0.8% in nominal terms as against 2013. A reduction concentrated in the second half of the year. In effective terms (net of reduction in prices of precious raw materials) an increase by 2/3% is estimated. The total drop in exports abroad is the result of the differing trends from one country to another. Exports dropped for the top two “customers” in the classification: United Arab Emirates and Switzerland (respectively -3.3% and -0.1%), which did however retain the top places in classification with an overall share of 40% out of the total export. New downturns also in the areas at high “country risk”, comprising Ukraine, Libya, Argentina, Brazil, Paraguay, Venezuela
and African countries (excluding South Africa and Morocco); as against new upturns in sales recorded for Hong Kong+China (+12.2%), the United States (+8.6%), European Union (excluding Germany) and other countries in the Middle and Far East. It is well known that over four fifths of Italian goldsmith export comes from the districts. Taken as a whole, the foreign turnover for district enterprises has increased by a +1.5% (as compared to 2013) against a fall (-10.1%) evidenced by non-district enterprises. The boom of the “Cash for gold” phenomenon was accompanied by a substantial reduction in Italian exports of precious metals (mainly in Switzerland). In 2014 (4 billion Euro) they dropped by more than a half as compared to 2012 (9 billion). In 2014 the domestic jewellery market partially recovered (be it limited: +2.9% against 2013) the ground lost in the past. A recovery also generated by the necessity to build up the distribution stocks. And so it contributed towards the growth in both production (+15.8%) and imports (+13.7%), after a two-year period (20122013) of downturns. Reduction in the productive sector continued. Several goldsmith enterprises, with standard products and management techniques, had to make way for innovative units, more dynamic in the selection of new products (prevalently with greater value added) as well as in meeting with the changes in consumer tastes and demands from the final distributor systems; others were party to take-overs or were acquired. At the end of 2014 it was estimated that the number of operative enterprises (excluding those sub-suppliers of components and detached items, belonging to the various Ateco categories) was reduced to about 6,400 units (from the 6,850 in the Istat 2001 census and from the 10,375 in the 2001 census). The downward trend in operators was even more rapid: to a little under 26,000, from 28,085 and from 49,368 operators respectively. The average number of operators per enterprise was subsequently reduced to 4 (from the 4.8 in 2001). The average size of jewellery enterprises is one of the lowest to be calculated from amongst the Italian industrial sectors. A weak operational structure accompanied a lack in professional education, in the broad sense of the word: from creating master craftsmen models to business management. The changes taking place in the international scenario over the last decades have imposed – to operate profitably both internally and externally - corporate dimensions able to defend – in terms of “critical mass” – their own operative space. From here the new “International dimensions” for enterprises, characterized by finely knit networks of production units, nearness to and monitoring consumer tastes, capacity to l'Orafo 2015
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convey growing portions of value added in the precious object, appropriate marketing and sales policies, operational and management flexibility, information handling as a corporate resource. It is by no chance that - as recalled many times - the Made in Italy exports gradually lost ground starting from the last few years of the past millennium. In this field, sales of jewellery abroad did not escape the general negative trend, falling to an incidence on world trade worth 4.5% in 2014 (from the 10% in 2000). A rise in classification could be had by an entrepreneurial re-modelling (abandoning the old production and obsolete business models). Innovations in product, process (3D amongst others) and management organization are taking place. Innovative enterprises can consolidate their respective leadership in several product niches. All this can be achieved by concentrating the value of design and project. During the current year, the economic trend – and subsequently the structure – of this sector could benefit by variegated internal and external factors, possibly incentivizing the aggregated demand. Amongst others (without wanting to trace out an order of importance): a be it limited reduction in taxes for enterprises; a financial plan drawn up by the Ministry of Development aimed at increasing Made in Italy exportation (comprising jewellery); the fall in oil prices (helping the profitability of enterprises and buying power of families); a quantitative slackening of monetary policy on European scale, entailing reduced interest rates and at the same time a growing disbursement of credits to enterprises by the banks, generating positive effects also on investments in the long goldsmith production chain: from production to marketing, to final distribution; an increased atmosphere of confidence both of enterprises as well as consumers (even though the atmosphere of confidence and recovery had opposing trends in the past); a slight improvement in the labour market; increased production generated by the “second age” machinery, electronics, chemistry and still others; international agreements to develop trade (Vicenzaoro at Dubai, Las Vegas, Hong Kong, San Paolo, Mumbai) and to reduce customs dues (particularly in the United States). Furthermore the scaling down of prices for precious raw materials and value of the Euro contributed towards widening the bottom of the pyramid of potential jewel consumptions, thanks to an increased competitiveness in the price of Italian jewels (notwithstanding the opposite effects deriving from imported raw materials in dollar currency). Will 2015 therefore be a year of recovery for domestic economy and jewellery sales? Recent statistical records would confirm
these trends. According to Istat estimates, the GDP is on the upturn (be it by a little) in the first quarter of 2015, after thirteen consecutive quarters of downturns. Another survey (by Boston Consulting Group, commissioned by Fondazione Altagamma) foresees an increase in the worldwide sale of luxury products – with authentic and clearly stated labelling – by about a third in the next seven years. Inside Jewelry EXPO MILANO 2015
vetrina
di lusso Quali opportunità può offrire l'evento globale alle aziende che operano nel settore moda e accessori? La parola alla Regione di
Sonia Sbolzani
T
ra le eccellenze dell’economia italiana vi sono la moda e il design, gioielli compresi, settori in cui la creatività e l’innovazione sono foriere di straordinario valore aggiunto. La capitale del nostro fashion system è indubbiamente Milano, dove opera oltre la metà degli stilisti tricolori, come Armani, Prada, Versace, Dolce e Gabbana, Ferré, Krizia, Fiorucci. Per non parlare delle varie maison del lusso che hanno sede qui. Cosa porterà Expo a questo prezioso business il cui punto di forza sta nella creatività? Ne abbiamo parlato con l’Assessore alle Attività Produttive, Ricerca e Innovazione della Regione Lombardia, Mario Melazzini. Il settore del lusso rappresenta un fiore all’occhiello della nostra economia, ma talvolta si ha l’impressione che i politici non ne siano pienamente consapevoli. Lei cosa ne pensa? «Non è certamente il caso di Regione Lombardia, che non solo crede molto nella forza del settore moda, ma lo sostiene e lo promuove con convinzione, mettendo in campo strumenti e misure concrete in grado di supportarne la crescita e lo sviluppo. Come dimostra ogni anno, ad esempio, la Fashion Week, a Milano il settore moda rappresenta un vero gioiello della nostra economia, capace di innovarsi costantemente e di attrarre sempre più investitori stranieri. Il nostro impegno è diretto affinché si incentivi la competitività del sistema moda, si aprano nuovi canali distributivi e nuovi mercati, supportando in egual modo le imprese che vogliono collocare sul territorio lombardo le proprie produzioni. In questa direzione, registriamo segnali importanti che testimoniano come Regione Lombardia stia percorrendo la strada giusta nel costruire un ambiente sempre più favorevole alla crescita e allo sviluppo delle proprie eccellenze». Quali opportunità può offrire Expo 2015 al business dei beni d’alta gamma made in Italy? «Expo 2015 sarà una vetrina eccezionale e di carattere internazionale, che si stima attrarrà sulla nostra Regione oltre 20 milioni di visitatori da tutto il mondo. Questi numeri sono estremamente significativi perché indicano che nell’arco di sei mesi il nostro territorio, in particolar modo le nostre imprese, le nostre produzioni, le nostre risorse, potranno essere ulteriormente valorizzate, conosciute e apprezzate dai visitatori, che già arrivano qui ben determinati a portarsi a casa un pezzo di made in Italy. All’estero in Made in Italy continua ad esercitare una fortissima e crescente attrazione». l'Orafo 2015
Regione Lombardia sta portando avanti qualche iniziativa di interesse per questo settore? «Tra le ultime iniziative ad hoc che abbiamo messo in campo ricordo il bando dedicato all’imprenditoria femminile per la creazione di aziende che operano nel settore della moda con uno stanziamento di 2,1 milioni di euro. Ma stiamo agendo su più fronti, mettendo a disposizione risorse e strumenti finalizzati a sostenere l'aggregazione, l'internazionalizzazione e l’innovazione, abbattere la burocrazia e le tasse, favorire la semplificazione, puntando su ricerca e innovazione. Abbiamo dato vita, ad esempio, ad un programma di interventi mirato alle start-up e restart, con una dotazione di 32,5 milioni di euro, che prevede, oltre a risorse economiche e professionali per accompagnare la realizzazione dell'idea imprenditoriale, anche l’azzeramento dell’IRAP nel primo anno di vita per le start up innovative. Abbiamo in questi giorni fatto partire la sperimentazione degli "angeli anti-burocrazia", 30 giovani neo-laureati che andranno sul territorio per aiutare le imprese nel rapporto con la pubblica amministrazione, fornendo informazioni e supporto concreto rispetto alle procedure, alle prassi, alle opportunità esistenti. E poi, tra i temi che più ci vedono all’opera, voglio citare il sostegno all’accesso al credito da parte dei nostri imprenditori. Un impegno che rimane per noi prioritario e che in queste ultime settimane abbiamo ulteriormente rafforzato. Tra le più innovative misure messe in campo, infatti, si pone CreditoinCassa, misura per la quale abbiamo previsto un plafond di 500 milioni finalizzati a sbloccare i crediti delle imprese nei confronti degli enti locali, attraverso il ricorso al factoring. In questa direzione abbiamo proceduto recentemente a una ulteriore innovazione: abbiamo attivato una nuova linea (B2B), che prevede un plafond di altri 500 milioni di euro, destinata alla cessione dei crediti delle imprese lombarde verso altre imprese attraverso il coinvolgimento di factor e banche». Con quali strumenti la Regione può favorire la compe-
expo 2015 a luxury window
100 maggio/giugno
See Page 100 Fashion and design, including jewels, are amongst the excellences of Italian economy, sectors where creativity and innovation forge an extraordinary value added. The capital of our fashion system is undoubtedly Milan, where over half of our country’s fashion designers work, such as Armani, Prada, Versace, Dolce e Gabbana, Ferré, Krizia and Fiorucci. Not to speak of the various luxury fashion houses centred here. What will Expo bring to this precious business whose strong point lies in its creativity? We talked about this with the Regione Lombardia Counsellor for Productive, Research and Innovation Activities, Mario Melazzini. The luxury sector is an arrow to the bow of our economy, but at times you have the impression that politicians are not fully aware of this. What do you think about this? «It is certainly by no coincidence that Regione Lombardia not only believes in the force of the fashion sector, but also supports and publicizes it with conviction, putting instruments and concrete measures into the field able to sustain its growth and development. Our commitment is to ensure that the fashion system competitiveness is incentivized, new distribution channels and new markets are opened and in the same way lend assistance to those enterprises wanting to set up their production in the Lombardy region». What opportunities can be offered by Expo 2015 to the business of top range Made in Italy products? «Expo 2015 will be an exceptional showcase of an international nature, estimated to attract over 20 million visitors from all over the world to our Region. These are extremely significant figures because they imply that within a sixmonth period, our territory, and particularly our enterprises, productions and resources, will have the chance to be known, valorised and admired».
Is Regione Lombardia addressing any project of interest to this sector? «Amongst the latest ad hoc projects we have put into the field, I would recall the public competition we called for women entrepreneurs to create businesses operating in the fashion sector, allocating 2.1 million Euro towards this. But we are acting on numerous fronts. For example we created a programme of specific measures for start-ups and restart-ups, with funds worth 32.5 million Euro, not only providing economical and professional resources to accompany the realization of a business enterprise idea, but also to withhold the IRAP (regional business tax) for innovative start-ups, during their first year in business. Over the last few days we succeeded in starting up the anti-bureaucracy angels experiment, 30 young graduates who will be travelling the region to help enterprises in their contacts with the public administration, providing information and tangible assistance in dealing with the procedures, practices and existing opportunities. And then one of the issues in which we are most heavily committed is lending support to our entrepreneurs in gaining access to the credit system. Credito inCassa is in fact one of the most innovative measures we have put into the field, where we have programmed a 500 million credit line with the purpose of recuperating credits due to enterprises from local bodies, by resorting to factoring. We have also opened a new line (B2B), with a credit line for another 500 million Euro, allocated for loans of Lombardy enterprises to other enterprises, through factoring and banks». What instruments can be used by the Region to foster the competiveness of our businesses on international markets? «For example, in the last two-year period and in agreement with the Chamber of Commerce system, over 11 million Euro have been put into the field to acquire services and participation to trade fairs and missions. Last July we increased the internationalization revolving Fund with over 6.6 million Euro, with the object of sustaining the Lombardy business enterprises, orientated towards expanding and consolidating a permanent presence on international markets for the Lombardy micro-SME by setting up Newco. The measures taken to sustain internationalization are aimed at affording the enterprises a complete offer based on their degree of internationalization: from participation to trade fairs up to support in realizing productive investments abroad with a view to a more organized internationalization. Within this scope, we also addressed special attention to the issue of growth of the human resources who can carry out those functions l'Orafo 2015
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essential in the firm to increase business on foreign markets. Internationalization considered, on par with research and innovation, industrial policy, will have its own place in the new 20142020 community programme worth about 32 million Euro. In particular, we believe it essential to support new effective models of business to tackle the challenges not only of the European Common Market, but also those with economies characterized by an enormous growth potential and low degree of regulatory provisions (e.g. BRIC “Brazil, Russia, India, China” and MINT “Mexico, Indonesia, Nigeria and Turkey”)». How can more foreign investors be attracted? As to the issue of attractiveness, we are taking various actions. The ‘Lombardy Enterprise’ by-law is certainly one of the most significant measures put into the field, strongly advocated by me and passed unanimously by the Regional Council, whereby we have introduced numerous innovative and attractive instruments, such as competitive Agreements. This is a contractual instrument whereby enterprises and public administration cooperate to exploit the productive resources in the region: when one or more businesses want to set up a productive investment in the Lombardy territory, investing in research and innovation, fostering employment and rehabilitating abandoned areas, they may submit their project and together with the local institutions it is possible to finance measures to sustain the project and study forms of support, also by means of simplification and reduced taxes. Another important action is to work in close cooperation with the Chamber of Commerce system to support specialized programmes such as Invest in Lombardy. With this programme we succeed in accompanying foreign investors towards their approach and participation to our system and also to provide support for international missions and promotion». How can the young be educated in the “cult of beauty” and therefore learn to love fine artisan products? «Through greater integration between vocational education and the enterprise. This can create a virtuous process making it possible to valorise the human capital of young people and draw them closer to highly specific professions but which have almost been abandoned. The intelligence of hands generates know-how and competitiveness, research fosters new know-how and utilization of new technologies, hitherto unknown until a short time ago. This is the only way for the beauty and creativity of a product to challenge the world. This is the wish and promise we must pass on to the new generations».
English Text Inside Jewelry GEMME
un modello
di etica
Dalla prima miniera di rubini della Groenlandia arriveranno gemme non trattate, lavorate in loco e certificate per tracciabilità di Luigi Costantini Managing direCtor settore ForMazione itaLia i.g i internationaL geMoLogiCaL institute anversa BeLgio
M
ai sentito parlare di rubini e zaffiri etici? Il vocabolario rimanda a un aggettivo che relaziona il termine etico con: Ciò che riguarda l’attività umana in quanto valutabile col criterio di distinzione tra bene e male. Direte voi, alla molisana: che c’azzecca col rubino e con lo zaffiro, e per di più di Aaappalutoq (località groenlandese ove recentemente si rinvennero tali gemme; se ne parlò nell’edizione 1/2015 de L’Orafo Italiano)? C’azzecca, c’azzecca, il termine ètico, e non solo per queste due pietre, ma anche per lo smeraldo, l’acquamarina, l’ametista, il topazio, la tormalina, lo spinello e tutto il resto del caravanserraglio gemmologico, di qualsivoglia provenienza. Succede che anche per le gemme colorate s’andrà, prima o poi, verso la commercializzazione etica, la distribuzione etica, e quindi l’importazione etica, il taglio etico e finanche l’estrazione etica. E tutto questo, a che pro? Avete presente i problemi di sfruttamento della manodopera, anche infantile, in tanti (troppi!) Paesi produttori in Africa, Asia e America Meridionale? Le condizioni di lavoro, talvolta anche coatto, in tante di quelle plaghe? Le condizioni di vita e igienico-sanitarie dei minatori e delle loro famiglie? Quali possibilità di riscatto sociale potranno mai avere, nella loro vita, quei minori costretti a picconare e tirar di badile tutto il giorno? E’ vero che, se così non facessero, né loro né il resto della famiglia avrebbero di che mettere insieme pranzo con cena, ma davvero non si può far qualcosa per mutare siffatto stato di cose? Non dico risolvere il problema alla radice, tutto d’un colpo. Tali velleità lasciamole alle idealistiche ideologie e sperimentazioni sociali senza riscontro alcuno nelle realtà di fatto e inevitabilmente votate al fallimento. Basterebbe invece cambiare in meglio certe situazioni, anche di poco e poco alla volta, ma costantemente: valutando quest’attività umana, e tutto ciò che le si riferisce, col criterio di distinzione tra bene e male. Secondo la vostra coscienza, è bene o male che dietro la magnificenza, la bellezza (e il valore) d’una gemma, si celino sofferenze, iniquità e magari anche sangue? Pecco forse anch’io di sterile idealismo? Ma se mai non si comincia, da qualche parte, anche col poco, a cambiar qualcosa, mai niente verrà realizzato. E che dire poi di quell’aspetto etico della commercializzazione delle gemme che è la tutela del consumatore finale? V’era in itinere, palleggiata tra Camera e Senato della Repubblica, una proposta/ disegno di legge di cotal proponimento, ma dopo ben più di dieci anni di rimbalzi tra gli alti scranni, la proposta sembra sparita, inghiottita dalle sabbie mobili della metaforica palude che s’estende tra Montecitorio e Palazzo Madama. Insomma: è bene o male, venl'Orafo 2015
dere qualcosa per qualcos’altro all’ignaro acquirente finale, oppure qualcosa il cui rapporto qualità/prezzo non corrisponda a quanto dichiarato o lasciato intendere? Stiamo parlando di nient’altro che di certificazione d’identità e di qualità! Ebbene, per quanto attiene il rubino e lo zaffiro rosa del giacimento di Aappalutoq, Groenlandia, invece, suona tutt’altra musica. Per bocca del presidente della True North Gem Inc., la canadese concessionaria del trentennale permesso di coltivazione della prima miniera di rubini di quell’enorme e ghiacciata isola, tutto il materiale estratto non verrà assoggettato a trattamento alcuno, verrà lavorato in loco e sarà provvisto di certificazione di provenienza idoneo ad assicurarne la tracciabilità. La certificazione, eseguita congiuntamente dalla True North Gem e dal Governo groenlandese, verrà effettuata sia su pietre tagliate che grezze, e la tracciabilità verrà garantita per tutto il suo percorso. E non si tratta d’un po’ di materiale destinato a sparire in poco tempo: solo per la fase in coltivazione a cielo aperto son previste operazioni della durata di 9 anni; la fase successiva, da condursi in sotterraneo, sarà ancor più longeva, e il tutto porterà all’estrazione di stimati 296 milioni più altri possibili 109 milioni di carati di materiale, con un 25% di qualità sfaccettabile, d’un bel colore rosso intenso vivido per il rubino e rosa intenso vivido per lo zaffiro rosa. Orbene, se è vero che nei territori della civilissima Danimarca non esistono tutti i problemi sociali che affliggono altre parti del globo, è anche vero che questo può rappresentare un esempio–pilota d’attuabilità del processo. E se la grancassa della Responsabilità Sociale d’Impresa e dell’Eticità nella Commercializzazione delle Gemme di Colore aumenterà di volume raggiungendo lo stadio di realizzazione (com’è avvenuto per le pellicce, i diamanti e l’oro); e se il fracasso non servirà solo a coprire enormi operazioni mediatiche di marketing e/o di cosmesi pubblicitaria, ma conterrà pure quelle istanze a cui accennavasi dianzi; ebbene, allora sì varrà la pena partecipare tutti a questo processo storico per il nostro settore. Insomma, amici, c'ero anch'io al tavolo del Comitato Etico delle Gemme di Colore di Assogemme, alla Fiera di Vicenza, lo scorso 27 Gennaio, alla “Presentazione del progetto per il primo codice procedurale applicabile al commercio e alla produzione delle gemme di colore in Italia”. E il mio messaggio è questo: quando il vento spira forte, o si va di “bolina stretta” o il veliero si ribalta; ovvero, se non partecipi, prima o dopo subisci. E voi che dite?
an Ethical model
English translation: see pag. 107 103 maggio/giugno
See Page 103 Have you ever heard of ethical rubies and sapphires? Consumptive rubies and sapphires just don’t exist in nature. Well then, kindly go a little further up. There is another adjective relating the term ethical with: ‘What concerns human activity in as much as can be valued according to the criterion discriminating between good and bad'. Right, so that’s it. You will say: but what’s that got to do with rubies and sapphires, and more so with Aaappalutoq (it’s a locality in Greenland where these gemstones were recently discovered: they talked about it in the 1/2015 edition of Orafo Italiano)? It has to do with it alright and you had better keep the term ethical well fixed in your mind from now on, not only for these two precious stones, but also for all the rest of the gemmological bedlam, wherever they come from. Che nassi (what’s happening) as they would say in Trieste? It happens that even for the coloured gemstones we’ll be moving - sooner or later - towards ethical sale, ethical distribution and then (going further upstream to the supply chain, through ethical traceability), ethical importance, ethical cut and even to ethical extraction. Hoping to God that they won’t be asking Him for ethical creation as well! And all this for what reason? My friends, have you any idea of the problems of labour exploitation, even with children, in many (too many!) producer countries in Africa, Asia and Central America? The working conditions, at times even forced, in many of those regions? Have you ever asked yourself what sort of social redemption those under-age children could ever hope for in their lives, who instead of “seguir virtute e conoscenza” (pursue virtues and knowledge) at school desks, go down into quarries or tunnels to pickaxe and shovel all day? True that, if they did not do this, neither they nor the rest of the family would have anything to put together for lunch with supper, but is there really nothing that can be done to change this state of affairs? Well, something must be done about all this. I don’t say by going down to the roots of the problem to resolve it, all in one go. We shall leave such
wishful thinking to the idealistic ideologies and social experimentations never in reality substantiated and therefore inevitably doomed to tragic failure. Whilst it would be enough just to change certain situations for the best, even if only a little at a time, but continuously. This is what ethical sale of coloured gemstones consists of or, to my mind, should consist of: in appraising this human activity, and its significance, with a distinction between good and bad criterion. If you never start, somewhere, even with little, to change something, nothing will ever be done. Or else do we leave everything as it is, and who cares, it’s nothing to do with us anyway? And then what can we say about that ethical aspect of selling gemstones referred to the protection for end consumers? There was once a proposal/bill taken up on such resolution, dribbled back and forth between the Republic’s parliament and senate, but after as many as ten years of bouncing to and from between the top benches the proposal came to the same end as the Lost Army of the King of Kings – the Persian Cambyses – in 524 B.C.: disappeared, swallowed up by the sand of the Egyptian desert; in our case the quicksands of the metaphoric marshland extending between Montecitorio (Parliament) and Palazzo Madama (Senate). Or maybe this part of human life cannot be appraised by a criterion of distinction between good and bad? Do you believe it good or bad to sell something for something else to an unaware (mostly) end buyer, or else something with a quality/ price ratio failing to correspond to what had been stated or understated? Friends, we are talking about nothing else but identity and quality certification, not about Eluisinian mysteries! And then we ask ourselves the reasons why the public losing interest in jewellery, even if the reason cannot be exclusively attributed to this part of the problem only. Now then, as far as the ruby and pink sapphire from the Aappalutoq, Greenland deposit, is concerned, it’s all another music. The president of True North Gem Inc., the Canadian licensee of the thirty-year licence to cultivate the first ruby mine in that huge permanently icecovered island, personally stated that all the extracted material will not be treated in any way, it will be processed locally and will be provided with an appropriate certification of provenance suitable to assure its traceability. This certification, conducted together by True North Gem and the l'Orafo 2015
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Greenland government, will be implemented for both cut and uncut precious stones and traceability will be assured throughout the entire process. And this is not just some material destined to disappear in a short time: operations during the open air cultivation stage alone are estimated to last for 9 years and the next stage underground, will be even longer, and all will lead to extracting an estimated 296 million plus a further possible 109 million carats of material, 25% being of faceting quality, with a beautiful intense, vivid red colour for the ruby and an intense, vivid pink for the pink sapphire. And so, even if it is true that in the highly civilized Danish territories (Greenland is still part of the Kingdom) they do not have all the social problems afflicting other parts of the globe, if it is likewise true that there, the implementation of ethical traceability of coloured precious stones is – unlike other countries – highly feasible, it is also true that this could be considered a pilotexample of the feasibility of said process. And if all the hullabaloo of Enterprise Social Responsibility and Sale of Coloured Gemstone ethics – echoing from a distance for the time being - will increase in volume to reach the implementation stage (as happened with furs, diamonds and gold); and if the hullabaloo will not only serve to cover enormous media marketing and/or window dressing operations, but will also include those appeals mentioned above; right, so then it will be worthwhile for everyone to participate to this historical process in our sector. Then yes - in spite of the great difficulties looming up before us, as we go along – all the talk and discussions will not have been in vain. In short, my friends, in case you still haven’t realized, the writer was also there sitting at the table of the Assogemme Ethical Committee for Coloured Gemstones, at the Vicenza Exhibition, that Tuesday 27 January 2015, for the “Presentation of the project for the first procedural code applicable to the sale and production of coloured gemstones in Italy”. And this is my message: when the wind is blowing strong, you either sail close to it or the sailing boat will keel over; meaning if you don’t participate, sooner or later you will suffer the consequences. So what do you say? Luigi Costantini Managing Director Settore Formazione Italia (Italy Education Sector) I.G I International Gemmological Institute Antwerp Belgium
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