l'Orafo Italiano 05-06 2019

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IN C A S O D I M A NC AT O RE C API T O I NV IAR E A L C MP DI M IL AN O R O S E RIO PE R L A RE S T I T U ZI O NE A L M I T T E NT E PRE V IO PAGAMENTO RESI

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MAGGIO • GIUGNO 2019

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HOW RESPONSIBLE is your jeweller? The Responsible Jewellery Council (RJC) is the industry’s leading standards-setting and certification body, helping jewellery companies of all sizes meet the rising standards demanded by consumers.

Il Responsible Jewellery Council (RJC) è l’organismo di normazione e certificazione leader nel settore della gioielleria che aiuta le aziende di tutte le dimensioni a soddisfare gli standard sempre più elevati dei consumatori.

Jewellery marks some of life’s most significant moments. So next time you’re making a purchase, check for RJC Certification for complete peace of mind.

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A NN O L X X I I I N UM E RO 0 5 / 0 6 - M A G G I O/ G I UG N O 20 19

DI RE TTORE RE S P ON S A B I L E A N DR E A A IE L L O DI RE TTORE C RE A TI VO DO ME N IC O F E ST A d o m e n ic o .fe s t a @ e d ifis .it C OORDI N A M E N TO E DI TORI A L E A N T O N E L L A GA R E L L O a n t o n e lla .g a r e llo @ e d ifis .it I N RE DA Z I ON E SIMO N A IN F A N T O L IN O S E N I OR E DI TOR A T L A RG E IL A R IA DA N IE L I C OL L A B ORA TORI LEA ALLEN , ER COLE BO N IN I, L UIGI C O ST A N T IN I, DIE GO C USA N O , MIC HE L A F E R R A R O -C UDA , R ICCAR DO FER R ATO, FEDER ICA GUC C IN I, MIC HE L E ME N GO L I, SE R A F IN A MIA N O , SA MA N T HA P R IMA T I, L A UR A SA L A P ROG E TTO G RA F I C O F A BR IZIO MA J E R N A A RTW ORK C L O SE UP ST UDIO S

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TRA DUZ I ON I P R O MO -E ST P UB B L I C I TÀ d ir c o m @ e d ifis .it TRA F F I C O P UB B L I C I TA RI O F R A N C E SC A GE R BIN O fr a n c e s c a .g e r b in o @ e d ifis .it S TA M P A C P Z S.P .A . C O ST A DI ME ZZA T E BG EMAIL o r a fo @ e d ifis .it W E B S I TE w w w .o r a fo it a lia n o .it PRE Z Z O P E R C OP I A € 5,00 / A RRE TRA TI € 1 0,00 A BBONA MENTI abbonament i@ e d ifis .it

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Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949. Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090. Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi del Reg. EU 679/2016 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi dell’art. 15 il ricevente ha facoltà di esercitare i suoi diritti fra cui la cancellazione mediante comunicazione scritta a EDIFIS Spa - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.

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Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 / Fax +39 023451231 www.edifis.it L’ORAFO

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Damelise è un marchio di proprietà della World Diamond Group S.p.A. Forevermark è un marchio di proprietà della De Beers Group distribuito da World Diamond Group S.p.A.


MAGGIO • GIUGNO 2019

VISION A PPE AL

66 68 70 72

Pink Lady Lettering Flowers

L’I NTER VISTA Lebole Gioielli

75

O N STAGE Shock and Pop

80

EVE NTS Tarì: a new deal

TRE ND

82 83 84 86

12

Tassel Amulets Turquoise

MI X & MATCH

SOMMARIO CLOSE UP

17 22

Las Vegas: the Fab Show

47

Time flies

P E OP L E & B RAN D S

24 29 38

W AT CH ES

I tesori di Faraone

M ODA

52 57

V I S U AL

33

Blooming Nature

I N S T AT AL E N T

40

@diego_cusano

FOCUS

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L’incognita di Baselworld

Classico Moderno

CLOS E U P

I cent’anni di Antonini La nuova Musa di Crieri

Una gara a due velocità

What men want

I N S I DE JEW ELR Y

88 90 98 102 104 106

Hong Kong: never back down Inhorgenta: step by step Oroarezzo punta sulle sinergie Un tesoro da proteggere Gemme “trapiche” e zaffiro “Carmelo” Le miniere d’oro e i danni da mercurio

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In copertina, gioielli di Crieri. Dall’alto: bracciale tennis Icon e bracciale Cachemire a tre fili, tutto in oro bianco e diamanti bianchi; bracciale tennis Icon in oro rosa e diamanti bianchi; bracciale Firmamento a tre fili e bracciale Icon in oro bianco e diamanti. Eternelle Aeterna in oro bianco e diamanti. Foto Riccardo Ferrato.




EDITORIALE

Come da previsioni, tutti i nodi di Baselworld sono venuti al pettine e la fiera di Marzo si è svolta tutta in salita, con una drastica diminuzione degli espositori, scesi al minimo storico di 520, e dei visitatori, calati - secondo il dato ufficiale - a un secco -22% rispetto al 2018. Al di là delle contromisure annunciate dalla storica manifestazione svizzera e delle relative problematiche, alle quali dedichiamo ampio spazio in questo stesso numero, le difficoltà delle formule fieristiche tradizionali sono ormai un tema apertamente dibattuto. Mercati e modalità di acquisto in rapida e travolgente evoluzione stanno infatti costringendo gli enti organizzatori in tutto il mondo a riflessioni sul numero e la durata delle manifestazioni, sulla loro attrattività per i buyer, sulla razionalizzazione del calendario internazionale, sulle località prescelte, sui costi di partecipazione. Occhi puntati, dunque, sul prossimo appuntamento di Las Vegas, che a fine maggio riunisce gli show di Couture, Couture Time, Premier e JCK, aprendo il mercato americano ai tanti prodotti italiani che, nonostante tutto, continuano a essere apprezzati per la loro creatività, qualità e carica innovativa: con un’attenzione crescente ai temi della sostenibilità ambientale e della produzione etica lungo tutta la filiera, di stringente attualità e sempre più cari alle giovani generazioni in tutto il mondo.

As expected, all the problems of Baselworld were exposed and the March exhibition was held uphill, with a remarkable decrease in both exhibitors, dropped to an all time low of 520, and visitors, decreased - according to official data - to a clear 22% when compared to 2018. Beside the countermeasures announced by the historical Swiss event and the relative problems, thoroughly examined in this present issue, the difficulties of the traditional exhibition formulas are now an openly debated topic. In fact, markets and purchasing methods characterised by a rapid and overwhelming evolution are forcing the organising bodies throughout the world to reflect on the number and duration of events, their appeal to buyers, the rationalization of the international calendar, the selected locations, as well as on the attendance fees. Then, all eyes are on the next events to be held in Las Vegas that, at the end of May, will host the Couture, Couture Time, Premier and JCK shows, opening the American market to the many Italian products that, despite everything, continue to be appreciated for their creativity, quality and innovative drive: with an increasing attention paid to the issues of environmental sustainability and ethical production throughout the whole supply chain, stringently current and increasingly important for the younger generations all over the world.

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HIGH JEWELRY

THE FAB SHOW / di Antonella Garello

Creatività, raffinatezza, esclusività sono le parole d’ordine di Couture Las Vegas: brand prestigiosi e designer dallo straordinario talento stupiscono con gioielli da favola, sfavillanti di gemme preziose, abbaglianti come le luci della città che non dorme mai English translation see page 107

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MAGGIO • GIUGNO

2019

HANS D. KRIEGER Orecchini Asian Waterfall, primo premio agli Inhorgenta Awards 2019, categoria Fine Jewelry. Ispirati alla cascata di Simian Mountain, in Cina, sono realizzati in oro bianco con 26 diamanti taglio princess, 24 diamanti taglio baguette e 24 diamanti taglio brillante.

NIKOS KOULIS Orecchini della collezione Oui in oro bianco con diamanti e smalto nero.

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Nella pagina precedente: ALESSIO BOSCHI Set Rose de France: pezzo unico scomponibile realizzato in oro bianco e rosa con diamanti bianchi, diamanti gialli, acquamarina, zaffiri rosa, tormaline Paraiba, demantoide, indicolite/tormaline blu, granato del Mali, spinelli grandi di colore rosa, violetto, fucsia, spinelli più piccoli di colore blu, rosa, arancio,violetto.

SCHAFFRATH Si chiama The Crown ed è realizzato in una serie limitata ad appena 10 esemplari: in oro giallo e bianco e platino-iridio, questo magnifico anello è impreziosito al centro da un diamante taglio brillante di 2 carati e lateralmente da 6,50 carati di diamanti taglio baguette e 0,50 carati di diamanti taglio brillante.

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HIGH JEWELRY

STENZHORN Collana in oro bianco, zaffiri e diamanti della collezione di alta gioielleria Ovidio. La perfezione dell’incastonatura invisibile dona massima flessibilità al gioiello, che si adatta al corpo come un tessuto.

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SUTRA Orecchini in oro bianco con diamanti, tanzanite e zaffiri della Tanzanite High Jewellery Collection.

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MAGGIO • GIUGNO

2019

JEWELMER Collana della collezione Berlingot (caramella in francese), in oro bianco con splendide perle South Sea gold.

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QAYTEN Bracciale della nuova collezione Embrace, giocata sulla luminosità di perle Akoya baby che abbracciano purissimi diamanti.

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MAGGIO • GIUGNO 2019

TIME

FLIES / di Federica Guccini

Vere e proprie scenografie ci ricordano che il tempo è inarrestabile e che tutto si modifica a ogni istante: gioielli e orologi puntano sulla trasformabilità e sulla poesia più preziosa

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PALMIERO

Si chiama Alter, in inglese “cambiamento”, perché è proprio il cambiamento la cifra stilistica di questo orologio-gioiello innovativo, perfetto per ogni occasione della giornata, che consente, semplicemente azionando verso l’alto la rotellina posta bene in evidenza, di ruotare e cambiare completamente look al quadrante. Per ogni modello sono necessarie circa un migliaio di gemme, tra diamanti e zaffiri di vario colore, in diverse tonalità per garantire una perfetta gradazione cromatica. Disponibile anche la versione maschile.

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The Alter watch is an innovative jewelled creation: the name means changing, because change is in fact its signature feature. This jewel-watch is perfect for all occasions in a day , the look of the rotating dial can be changed completely in a very simple way, just by turning a clearly visible crown upwards. Each model of the Alter watch requires approximately one thousand gems, including diamonds and sapphires in different colours, selected in a variety of shades to ensure a perfect chromatic shaded effect. A men’s version is also available.

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FLASH

AMR - Anna Maccieri Rossi Forte di anni di collaborazione con mostri sacri del lusso come Bulgari, Cartier e Jaeger-LeCoultre (maison per la quale ha lavorato come senior designer per oltre cinque anni) Anna Maccieri Rossi ha realizzato una propria linea di preziosi che unisce la precisione a una poetica concezione del tempo. Nei gioielli della linea Teatro un meccanismo mutuato dall’orologeria modifica impercettibilmente a ogni secondo la scena, dando vita a storie che ci ricordano come nulla sia immobile e che gli attimi della vita vanno vissuti e custoditi con immaginazione e pienezza. I quadranti, dipinti e realizzati a mano, sono personalizzabili. After many years of working with luxury giants such as Bulgari, Cartier and Jaeger-LeCoultre (where she was senior designer for more than five years), Anna Maccieri Rossi has created her own jewellery brand, combining precision to a poetic vision of time. In the Teatro jewellery range, a mechanism borrowed from watchmaking subtly changes the view at every second, to remind us that nothing stays the same and that every moment in life should be lived to the fullest and cherished imaginatively. Made and painted by hand, the dials can be customised.

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SICIS Ispirato alla gardenia, simbolo di grazia e raffinatezza, l’orologio Gardenia Candy è realizzato in oro bianco, zaffiri e diamanti e in micromosaico, tratto distintivo di Sicis. L’azienda dispone di un laboratorio esclusivamente dedicato allo studio e all’applicazione delle tecniche costruttive in micro-mosaico: affinando e rivisitando quelle già utilizzate in passato per realizzare gioielli oggi custoditi e ammirati nei più importanti musei del mondo, e sfruttandone tutta la versatilità, i maestri dell’atelier hanno tessuto petalo per petalo un fiore di straordinaria preziosità. Inspired by gardenia flowers, a symbol of grace and elegance, the Gardenia Candy watch is made of white gold, sapphires and diamonds arranged in Sicis’s signature micro-mosaic. The company has a dedicated laboratory for the development and application of micro-mosaic construction techniques. Refining and revisiting the methods used in the past to make jewellery pieces that are now kept and admired in the world’s major museums, and leveraging their versatility, the label’s craftsmen wove an incredibly valuable flower petal by petal.

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MAGGIO • GIUGNO 2019

I TESORI DI

FARAONE / di Ilaria Danieli

U Nome di riferimento della haute joaillerie internazionale, da qualche anno la storica maison affianca all’attività della gioielleria quella della Casa d’aste: nel segno della qualità e della diversificazione

n nome regale, che rimanda a misteriosi tesori antichi, e una storia altrettanto nobile legata alla migliore società milanese, all’aristocrazia europea e ai grandi nomi del nuovo mondo, come Tiffany & Co. Faraone, per anni indirizzo d’eccellenza tra le gioiellerie della capitale lombarda, ha mantenuto nel tempo la propria fama di qualità e affidabilità, ma da qualche anno ha rinunciato alla classica vetrina su strada per scegliere un elegante showroom dove la modalità di relazione con la clientela può essere più confidenziale e personalizzata. Infatti, oltre alla produzione di collezioni rinnovate e pensate per incontrare bisogni e tendenze della clientela odierna, la griffe Faraone nel 2016 è diventata Casa d’aste, con appuntamenti sempre più seguiti e lotti all’incanto molto vari e preziosi. La prossima data è prevista il 6 maggio, per

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una giornata che promette di essere intensa e ben scandita tra la mattina dedicata agli orologi, 80 lotti di prestigiosi marchi svizzeri o di nicchia, e il pomeriggio ricco di gioielli tra i quali brilla un diamante taglio marquise D Color VVS2 da 4,98 Ct. certificato Gia e tre anelli con zaffiri Burma non scaldati: uno da 7 ct, uno da 4 ct e l’ultimo con taglio cabochon da 26 ct. Seguono tre smeraldi colombiani montati su gioielli diversi e due anelli chevalier Cusi con diamanti da 3 ct ciascuno. Di questa evoluzione aziendale sui generis abbiamo parlato con Vittoria Bianchi, Ceo della maison dal 2010. Come è maturata la decisione di dare una diversa identità alla maison, facendola diventare Casa d’aste più ancora che gioielleria? Sulla base di quali valutazioni o premesse?


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Pagina a lato: bracciale Triple di Faraone Gioielli in oro rosa 18 carati e diamanti. In questa pagina, in alto: Vittoria Bianchi, Ceo della maison e l’immagine di un’asta. In basso: anello in oro giallo 18 carati e argento con zaffiro Burma cabochon ovale del peso di circa 26ct contornato da diamanti taglio rosette per un totale di circa 1ct, certificato SSEF, che sarà battuto a Milano all’asta del 6 maggio.

Faraone è riconosciuta sul mercato per la sua secolare esperienza nel mondo dei gioielli, per la qualità degli stessi e per la professionalità dei servizi offerti, ma è necessario stare al passo con i tempi. Lo stile di vita oggi è molto cambiato e con esso anche il modo di vivere e di indossare i preziosi. Le parure e le spille delle nostre nonne sono uscite di scena. La domanda che ci siamo posti è stata: “come dare a questi gioielli una seconda vita se non mettendoli all’asta o ridisegnandoli per creare gioielli più attuali e portabili?”. Sono stati i nostri clienti, indirettamente, a suggerirci di prendere in considerazione l’idea di aprire una nostra Casa d’aste. Più volte in passato ci era stato chiesto se fossimo interessati ad acquistare preziosi, anche non nostri, e in molti casi siamo stati costretti a indirizzare i nostri clienti verso case d’aste “amiche”. In aggiunta a questo, il fatto che le due maggiori Case d’asta, Christie’s e Sotheby’s, non battessero più in Italia ci ha spinti, grazie al nome che portiamo e insieme a partner molto attivi nel settore, a riempire questo prezioso spazio che si era venuto a creare. Non possiamo parlare di “diversa identità della Maison”: gioielleria e Casa d’aste sono due realtà distinte che coabitano e sono una complementare dell’altra. La Casa d’aste è stata principalmente concepita per dare

un servizio in più ai nostri clienti storici, molti dei quali hanno contribuito al successo di Faraone negli anni a cavallo tra il 1960 e il 1980. Un servizio esclusivo e completo di valutazione per gioielli e orologi. Faraone continua a produrre collezioni di gioielli col proprio brand. Qual è il fil rouge che lega le collezioni? A quale clientela sono dirette? Così come accade nei grandi marchi della moda, anche la nostra produzione è composta da una linea prêt-à-porter e da una haute couture; la prima, Via Montenapoleone, è pensata come soluzione da indossare tutti i giorni in leggerezza, soprattutto per la clientela più giovane, le figlie delle nostre clienti tradizionali; la seconda, One of a kind, è composta invece da pezzi unici pensati per le grandi occasioni o per le ricorrenze più importanti. Quanto pesano sul fatturato le produzioni e quanto le aste? Faraone Gioielli e Faraone Casa d’aste sono due realtà distinte e tra loro indipendenti. Per quanto riguarda la parte aste, il fatturato complessivo delle due aste del 2018 è stato di 2.722.000 euro. Il risultato migliore risale al 2016, anno di esordio dell’iniziativa, con un fatturato di € 2.283.292,00 nella prima asta e di € 1.156.822,00 nella seconda.

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MAGGIO • GIUGNO 2019

Da sinistra in senso orario, tre preziosi che saranno messi alll’asta il 6 Maggio: IWC Portugieser Perpetual Calendar riserva annuale Ref W502307. Cassa in oro bianco 18 carati, cinturino in coccodrillo con fibbia deployante originale in oro bianco. Movimento automatico perpetuale con riserva di carica 899. Cassa, quadrante e movimento firmati. Buone condizioni. Cassa 44 mm. Pendente con smeraldo colombiano del peso di circa 16 ct montato su collana in oro bianco 18 carati con diamanti taglio brillante del peso totale di circa 6,10 ct. Certificato Gübelin. Diamante taglio marquise del peso di 4,98 ct, colore D, purezza VVS2. Certificato GIA.

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Quale identità o specializzazione intende acquisire Faraone rispetto alle altre Case d’asta? In una parola: “Diversificazione”. Il nostro obiettivo è di affiancare ai gioielli e agli orologi, ai quali abbiamo dedicato uno spazio ad hoc nella prossima asta, lotti che appartengono anche a categorie merceologiche differenti. All’asta del novembre scorso abbiamo inserito due sculture di Arnaldo Pomodoro, nella prossima del 6 maggio invece ci saranno alcuni lotti di fine argenteria, dei quali alcuni firmati Faraone, e due borse Hermès. Alle prossime aste potremmo inserire etichette di vini pregiati o qualche dipinto contemporaneo. In sintesi, continueremo sicuramente a battere il nostro settore di riferimento, anche se intendiamo aprirci sempre di più alla possibilità di inserire lotti “outsider”, senza tuttavia snaturare il contenuto delle nostre aste e senza intaccarne il prestigio. Tutto è ancora in divenire. Quali sono i maggiori successi raccolti finora? Sicuramente ci hanno dato grandi soddisfazioni i corindoni birmani non sottoposti a trattamenti termici, gli zaffiri Kashmir, che oggi sono i più ricercati dai grandi player internazionali, e le perle naturali. In termini di top lot, poi, nel 2016 sono stati una parure che si dice appartenesse alla Regina d’Italia Margherita di Savoia, aggiudicata per

€ 185.000,00, insieme a un anello Faraone ornato da zaffiro centrale per € 330.000,00. Nelle aste del 2017 vanno ricordati una parure Van Cleef & Arpels battuta a € 88.000,00 e un paio di orecchini in oro bianco 18 carati con 2 diamanti fancy yellow a un prezzo di aggiudicazione € 68.000,00. Infine nel 2018 abbiamo visto un anello in platino con zaffiro Kashmir taglio cuscino del peso di circa 9 ct battuto a €545.000,00 mentre la stima era di €100.000,00, e un filo composto da 57 perle naturali battuto a €105.000,00 mentre il valore di stima era di appena €20.000,00. Tra gli atout della prossima asta (6 maggio) ci sono sia orologi sia gioielli: da quali si aspetta le migliori performance? Gioielli e orologi hanno due clientele nettamente diverse; ad oggi ci siamo dedicati principalmente al primo. Il gioiello infatti è sempre stato considerato un bene rifugio, rivendibile con facilità in caso di bisogno. Tuttavia abbiamo deciso di fare un passo avanti investendo molto negli orologi, al punto da dedicargli un appuntamento ad hoc il mattino del 6, e speriamo di raccogliere buoni frutti così da avere una nuova clientela che ci porti a continuare anche in questa direzione. English version: see page 107

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Il packaging è un ineguagliabile strumento di comunicazione diretta con il Cliente, spesso unico elemento di distinzione tra prodotti simili per tipologia e caratteristiche. Un buon progetto di packaging scaturisce dalla sapiente capacità di integrare il contenitore al contenuto. Un packaging magistralmente studiato è efficace se coinvolge il Cliente dal punto di vista funzionale ma, soprattutto, dal punto di vista estetico ed emozionale: dal 1908 ARTURO FACCHINI esalta l’espressione di questo valore che conta.

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Packaging is a direct unique in kind communication tool with the Customer, often the only distinguishing one amongst products similar in type and characteristics. A good packaging project stems from the wise ability to integrate the container with the content. A masterfully designed packaging is effective if it involves the customer from a functional, aesthetic and,above all, an emotional point of view: since 1908, ARTURO FACCHINI has exalted the expression of this value that counts. Arturo Facchini srl Via del Tornitore 16/18 40138 BOLOGNA - Tel. +39 051 6030811 - Fax +39 051 538374 - www.arturofacchini.it


7 - 11 September 2019 Vicenza


PEOPLE & BRANDS

I CENT’ANNI DI

ANTONINI / di Antonella Garello

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Il brand milanese ha legato il proprio nome a collezioni raffinate, caratterizzate da cromatismi innovativi, maestria dell’esecuzione e un look inconfondibile, frutto di uno sguardo allargato ai mondi dell’architettura e dell’arte contemporanea

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MAGGIO • GIUGNO 2019

In apertura: bracciale della collezione Siracusa in oro giallo e diamanti. In questa pagina: Sergio Antonini e due anelli in oro lucido e diamanti della nuova collezione Anniversary100.

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A

lla boa dei cent’anni, Antonini non ha perso niente dell’originalità e dello spirito cosmopolita degli esordi, quando la Mecca della gioielleria era la Parigi effervescente degli Anni Venti e Nullo Antonini, fondatore dell’atelier milanese, commerciava pietre preziose e perle relazionandosi con le maison più prestigiose della Ville Lumière e dell’alta gioielleria internazionale. Il figlio Franco Giulio proseguirà la collaborazione con nomi del calibro di Boucheron e Harry Winston e farà conoscere le creazioni dell’azienda al mondo dell’aristocrazia milanese, del teatro e dell’arte, pronti a cogliere e ad apprezzare la preziosità unica di quei gioielli. In fondo, poco è cambiato: se allora erano Maria Callas e Renata Tebaldi a esibire i gioielli Antonini, oggi sono dive da premio Oscar come Halle Berry o Anne Hathaway a sfoggiarli per i propri Red Carpet. Tornando alla storia, è il 1987 l’anno della svolta, quando la terza generazione della famiglia assume la direzione dell’azienda e Sergio Antonini diventa direttore creativo:

con un background di studi alla Scuola Politecnica del Design di Milano e al Gemological Institute of America di New York, darà una spinta decisiva allo sviluppo del brand, coniugando l’interesse per le forme, i materiali e le strutture dell’architettura e dell’ingegneria alla conoscenza delle gemme, con uno sguardo sempre attento a mondi artistici diversi. Nascono le prime collezioni del brand, e si impongono subito per il rigore dell’esecuzione e il carattere sofisticato e innovativo. «Abbiamo introdotto le pietre fini nell’alta gioielleria, che allora era rigorosamente riservata alle quattro pietre preziose canoniche - ricorda Sergio Antonini - aprendoci così a nuovi cromatismi e a tagli particolari. E abbiamo abbinato il platino all’acquamarina in collezioni raffinate e riconoscibili, che hanno riscosso un successo eccezionale». Nel 1996 l’azienda arriva a vincere un Diamond International Award, ma non smette di guardare avanti, continuando a evolvere e a sperimentare. Nei primi anni Duemila Sergio Antonini lancia Extraordinaire, una linea haute couture di pezzi unici in oro giallo o bianco e pietre preziose di grande qualità che si rivela un’altra idea vincente: destinate a un pubblico selezionato, si tratta di creazioni esclusive, costruite come piccole, modernissime sculture. «Sicuramente i miei studi e il mio interesse per l’arte hanno influenzato la visione che ho del gioiello - sottolinea Sergio Antonini - E poi l’azienda ha sede da un secolo nel cuore di

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Milano, una città straordinariamente ricca di stimoli culturali. Uffici e showroom si trovano in Piazza Borromeo, in un palazzo storico che vanta un magnifico ciclo di affreschi del 1400 di Michelino da Besozzo: arte, scultura, storia fanno parte letteralmente della mia quotidianità». In questo contesto privilegiato per il quarto anno consecutivo Antonini ospita mostre di giovani artisti italiani: un impegno senza scopo di lucro, che ha portato l’azienda in contatto con gallerie d’arte prestigiose come Lia Rumma, Massimo Minini o Fumagalli - quest’ultima annovera nel suo portfolio l’artista Mattia Bosco, attualmente ospitato nello showroom Antonini con un’installazione site specific. «Abbiamo alle spalle un passato eccezionale, ma guardiamo sempre al futuro. E trovo che ai giorni nostri sia proprio l’arte contemporanea a fornire le ispirazioni più interessanti. Pensi solo agli stimoli che ci suggeriscono le opere di Anish Kapour: i trattamenti delle superfici, le tematiche del vuoto, degli opposti, i giochi dei riflessi... Come si fa a rimanere insensibili a questi richiami?». Ultima in ordine di tempo, anche la collezione Anniversary100, lanciata per celebrare il secolo di attività, è largamente frutto di questo sguardo curioso e attento, tutta giocata come è sulla lucentezza e la duttilità dell’oro, sulle forme morbide, solcate da onde sottili di diamanti purissimi e su specchiature che sanno al tempo stesso rivelare e nascondere. «Siamo sul mercato da cent’anni ma continuiamo


PEOPLE & BRANDS

a essere curiosi e appassionati» conclude Sergio Antonini. At the turning point of the hundredth anniversary, Antonini has lost nothing of the originality and cosmopolitan spirit of its beginning, when, in the twenties, the effervescent Paris was the Mecca of jewellery and Nullo Antonini, founder of the atelier in Milan, traded in precious stones and pearls interfacing with the most prestigious maisons of the Ville Lumière and of international high jewellery. His son Franco Giulio will continue his collaboration with such important brands as Boucheron and Harry Winston and will make the creations of the company known to the world of the aristocracy from Milan, of theatre and art, ready to understand and appreciate the unique preciousness of such jewels. After all, little has changed: if in the past Maria Callas and Renata Tebaldi showed off the jewels by Antonini, now such Academy Award winners as Halle Berry or Anne Hathaway flaunt them for their Red Carpets. Going back to history, 1987 represents the turning point, when the third generation of the family takes the company over and Sergio Antonini becomes creative director: with an educational background including the Polytechnic School of Design in Milan and the Gemological Institute of America in New York, he will provide the critical stimulus to the development of the brand, combining the interest for shapes, materials and structures of architecture and engineering to the knowledge of gems, always with an attentive eye on different artistic worlds. The

first collections of the brand are created, which immediately establish themselves for the rigour in the execution and their sophisticated and innovative features. «We have introduced fine stones in high jewellery that, then, was strictly limited to the four classic precious stones - Sergio Antonini recalls – thus opening up to new chromatisms and particular cuts. We also matched platinum to aquamarine in refined and recognisable collections that had an exceptional success». In 1996, the company wins a Diamond International Award, though it continues to look ahead, evolve and experiment. In the early 2000s Sergio Antonini launches Extraordinarie, a haute couture line of one-off items in yellow or white gold and high quality precious stones that turns to be a winning idea: meant for a selected public, they are exclusive creations, built as small, highly modern sculptures. «Both my studies and my interests in art have undoubtedly influenced my vision of the jewel – Sergio Antonini underlines - and then the company headquarters are in the heart of Milan, a city incredibly rich in cultural stimuli. Both its offices and showrooms are located in Piazza Borromeo, a historical building boasting a cycle of frescoes by Michelino da Besozzo dating back to the fifteenth century: art, sculpture, history are part of my daily life». In such a privileged context, Antonini hosts, for the fourth year in a row, exhibitions of young Italian artists: a non-profit commitment thanks to which the company came into contact with such prestigious art galleries as Lia Rumma, Massimo Minini or Fumagalli, this latter including in its portfolio Mattia

Bosco, an artist currently hosted in Antonini showroom with a site specific installation. «Although an exceptional past is behind us, we always look ahead. And I am convinced that, today, contemporary art is able to provide the most interesting inspirations. Just think to the stimuli suggested by Anish Kapour’s works: the treatment of surfaces, the themes connected to void, the opposites, the plays of reflections... How can someone be indifferent to such appeals?». The Anniversary100 collection is the latest in chronological order. Launched to celebrate a hundred year activity, it is largely the fruit of such curious and attentive vision, all played on the brightness and ductility of gold, on soft shapes, crossed by thin waves made of extremely pure diamonds and on mirrorings that can both reveal and hide. «Although we have been on the market for a hundred years, we continue to be curious and passionate», Sergio Antonini concludes.

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In questa pagina: orecchini in oro con ametista, iolite, calcedonio e diamanti della collezione Porto Cervo. Qui accanto, lo showroom Antonini a Palazzo Borromeo.

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blooming nature / di Domenico Festa Artwork Laura Sala

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In apertura: orecchini di Palmiero in oro bianco con diamanti bianchi e colorati. Collezione Raggi di luce. Pagina precedente: dalla collezione Precious Lace di Chopard, orecchini in oro rosa con zaffiri gialli e arancioni taglio marquise e taglio brillante. In questa pagina: collane di Massimo Raiteri in oro bianco e giallo con diamanti bianchi e gialli e pietra centrale taglio goccia: zaffiro nella collana in alto e smeraldo nella collana in basso.

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Pagina precedente: manchette Green Aurora di Piaget in oro rosa con tormalina verde taglio coussin, diamanti taglio brillante e lavorazione del legno a intarsio. Collezione Sunlight Piaget II. In questa pagina: spilla Quintessence della collezione 1.5 di Chanel Haute Joaillerie in oro bianco e rosa con quarzo rosa e diamanti.


MAGGIO • GIUGNO 2019

LA NUOVA MUSA DI

CRIERI / di Antonella Garello

La maison valenzana apre uno showroom in via Montenapoleone e lancia una collezione di concezione innovativa

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In questa pagina, in alto: i nuovi anelli della collezione Musa in oro bianco e diamanti. Qui accanto: bracciali della collezione Icon nei tre colori dell’oro con diamanti bianchi.

imbolo di stile ed eleganza, vera e propria icona della gioielleria grazie alla mitica Chris Evert cui deve il nome, il bracciale tennis è da sempre il punto di forza di Crieri. Fin dagli esordi l’azienda valenzana ha concentrato la propria produzione su questo gioiello dal fascino senza tempo, mantenendone intatta la classicità ma reinterpretandolo in chiave contemporanea, con dettagli innovativi in termini di chiusure e incassatura del diamante, come il castone piramidale della storica collezione Icon, in grado di amplificare la luce delle gemme. I bracciali tennis di Crieri, protetti da brevetto internazionale, sono il risultato di un know-how tutto italiano - design e manifattura sono rigorosamente Made in Italy - che si traduce nel gusto di eleganti cromatismi, lavorazioni e finiture impeccabili, linee morbide e flessibili che garantiscono una perfetta indossabilità. Nel corso degli anni l’azienda ha conquistato una solida posizione nel panorama orafo internazionale grazie a collezioni sempre nuove e originali

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e oggi le sue creazioni sono presenti nelle migliori gioiellerie in tutta Italia e all’estero. Nel segno della dinamicità che da sempre ne contraddistingue filosofia e scelte, e nell’ottica di una crescente internazionalizzazione del brand con particolare attenzione ai Paesi europei e al Medio Oriente, Crieri ha annunciato l’imminente apertura di uno showroom in via Montenapoleone 19, nel cuore stesso del prestigioso quadrilatero della moda milanese. Posizionato in un’elegante palazzina con cortile interno, lo showroom si articola su una superficie di 140 mq e ospiterà tutte le collezioni, che saranno a disposizione della clientela e della stampa in un ambiente accogliente ed elegante, con richiami nei toni e nelle linee al nuovo stand Crieri realizzato per VicenzaOro. I toni delicati e avvolgenti del rosa pastello e del marrone e i prestigiosi elementi d’arredo esaltano l’eleganza delle creazioni Crieri, impreziosite da diamanti bianchi, neri o fancy tutti selezionati e commercializzati nel rispetto del Kimberly Process. La maison valenzana ha inoltre avviato l’implementazione della collezione Musa, lanciata nel settembre 2018 e riservata fino a oggi a bracciali e collane tennis, con una serie di anelli di particolare ispirazione. Inaugura questa nuova linea un anello di


PEOPLE & BRANDS

design, disponibile a partire da Maggio nella versione in oro bianco e diamante centrale, cui si andranno affiancando nei prossimi mesi le versioni in oro con pietra di colore e anche le versioni a 3, 5 e 7 pietre: una collezione dai tratti forti e riconoscibili, nel segno dello spirito innovativo e cosmopolita che da sempre distingue Crieri. A symbol of style and elegance, a true icon of jewellery thanks to legendary Chris Evert it was named after, the tennis bracelet has always been Crieri strong point. Since the beginning, the company from Valenza has focused its production on this jewel characterised by a timeless charm, keeping unaltered its classical trait though reinterpreting it in a contemporary rendering with innovative details in terms of clasps and diamond setting, like the pyramidal setting of the historical collection Icon, able to enhance the light of gems. The tennis bracelets by Crieri, protected by an international patent, are the result of an all-Italian know-how – both design and manufacture are strictly Made in Italy - that is turned into the taste of elegant chromatisms, impeccable workings and finishings, soft and flexible lines ensuring a perfect wearability. Over the years the company has earned a strong position in the International goldsmith panorama thanks to always new and original collections and, today, its creations are sold in the best

jewelleries throughout Italy and abroad. Under the sign of the dynamism that has always been the distinctive trait of its philosophy and choices, and in the perspective of an increasing internationalisation of the brand, with a particular attention paid to European and Middle East countries, Crieri has announced the upcoming opening of a showroom in Via Montenapoleone 19, in the very heart of the prestigious fashion district of Milan. Located in an elegant small building with a inner yard, the showroom extends over a 140-square metre surface and will host all the collections that will be made available to both client and the press in a comfortable and elegant environment, reminding, in its hues and lines, the new Crieri booth made for VicenzaOro. The delicate and enfolding shades of pastel pink and brown and the prestigious pieces of furniture exalt the elegance of the Crieri creations, enriched by white, black or fancy diamonds, all selected and marketed in compliance with the Kimberly Process. Moreover, the maison has started an implementation of the Musa collection - launched in September 2018 and till now reserved to tennis bracelets and necklaces, with a series of rings characterized by a particular inspiration. The first item in this line is a design ring, available from May in white gold with a diamond at the center. In the following months also different versions will be available: in gold with a colour stone

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and also with 3, 5 and 7 stones: a collection characterised by strong and recognisable traits, under the sign of the innovative and cosmopolitan spirit that has always characterised Crieri.

In questa pagina, dall’alto: il nuovo showroom Crieri in via Montenapoleone riprende dettagli dello stand inaugurato dalla maison a VicenzaOro. Pendente tridimensionale della collezione Letters in oro e diamanti. Anelli in oro brunito e diamanti neri della collezione Arya, dedicata all’uomo.

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MAGGIO • GIUGNO 2019

/ di Domenico Festa

@DIEGO_CUSANO

BY DIEGO CUSANO

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Artista e fantasy researcher, Diego Cusano inventa nuovi contesti per cibi e oggetti d’uso quotidiano, creando scenari sorprendenti all’insegna dell’immaginazione e del divertimento


@DIEGO_CUSANO PER L’ORAFO ITALIANO

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@diego_cusano interpreta la collana A piedi nudi nel parco di Francesca Villa, pezzo unico con peridoto, diamanti, zaffiri rosa, milagros (corrispondenti ai nostri ex-voto) messicani della fine del ‘900. Collezione: The Hours.

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L’ORAFO ITALIANO PER ARTLINEA

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N ev erE nding ROMA N CE Lo stile classico e discreto di Artlinea si arricchisce di una nuova sfumatura: il rosa della morganite montata su oro e diamanti, con profili formali romantici e dettagli tecnici sofisticati

Qui sopra: un romantico anello realizzato in oro rosa, diamanti e morganite. Above: a romantic rose gold ring with diamonds and morganite.

Quando una storia si tinge di rosa si parla d’amore e ci si aspetta il lieto fine: le avventure attraversate dai protagonisti, per quanto a volte drammatiche, non fanno che aumentare il piacere della soluzione di ogni conflitto. Nel romance, o romanzo rosa, l’intreccio è quasi sempre analogo a quello classico della fiaba, con un’eroina e un eroe pronti a tutto pur di coronare il proprio sogno di matrimonio. Come tutti sappiamo non sempre, nella vita reale, le storie finiscono altrettanto bene ma ci sono momenti in cui i sogni e i sentimenti reclamano il loro spazio e diventano legittime necessità, anche a

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rischio di rivelare una inedita, ma innocente, ingenuità in persone che generalmente si guardano bene dal mostrarla. Ecco perché il dono di un anello si carica di contenuti sentimentali che ne arricchiscono il valore: è sempre una promessa, un simbolo di legame, la “prova” oggettiva di un impegno che resta tale anche se e quando la promessa o l’impegno vengono meno. In un clima generale di ritorno alle tradizionali certezze, le più rassicuranti, Artlinea rende ancora più espliciti i suoi pegni d’amore, di qualsiasi natura siano, scegliendo il rosa trasparente della morganite come pietra di


ADVERTORIAL

Qui sopra: due anelli e un paio di orecchini in oro bianco con diamanti, perle e acquamarina. Above: two rings and a pair of earrings in white gold with diamonds, pearls and aquamarine.

tendenza o l’opalescenza della perla come emblema di perfezione. Infatti, pur senza dimenticare i classici diamanti e la delicata acquamarina, la collezione più preziosa dell’azienda aretina si arricchisce di originali modelli in oro rosa e morganite, spesso in abbinamento a piccoli diamanti. La cura nella lavorazione di ogni pezzo, le montature romantiche a corona, la qualità tecnica delle incastonature rendono ogni gioiello un omaggio alla grazia, esteriore o interiore che sia, presente in ogni donna, soprattutto quando vive una storia d’amore. When a story takes a romantic turn, it speaks about love and we all wait for a happy ending: the adventures the protagonists go through, though dramatic, just add to the pleasure for the resolution of all conflicts. In the romance, or romantic novel, the plot is almost always similar to the classic fairy tale, with a heroine and a hero who are ready for anything to make their wedding dream come true. As we all know, in real life, stories not always end so well, but there are times when dreams and feelings claim their space and become legitimate needs, even

at the risk of revealing an original, though innocent naivety in people that, usually, restrain from showing it. This is why giving a ring takes on emotional contents enriching its value: it is always a promise, the symbol of a bond, the objective “evidence” of an engagement that remains as such even if and when the promise or the engagement end. In a general climate where the most reassuring traditional certainties are rediscovered, Artlinea makes more explicit its love tokens, of any nature, choosing the transparent pink of morganite as trend stone or the opalescence of the pearl as symbol of perfection. In fact, even though we should not forget the classical diamonds and the delicate aquamarine, the most precious collection of the company from Arezzo is enriched with original models in rose gold and morganite, often matched with small diamonds. The attention paid to the working of any item, the crown-shaped romantic sets, make every jewel a homage to the grace, both inner and outer, every woman owns, above all when she is living a love story.

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Qui sopra: collane in oro rosa con diamanti e morganite. Above: rose gold necklaces with diamonds and morganite.


MAGGIO • GIUGNO 2019

LA GRANDE INCOGNITA DI

BASELWORLD / di Antonella Garello

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Mudan di Coronet è entrato ufficialmente nel Guinness dei Primati come l’orologio col maggiore numero di diamanti mai realizzato (15.858, per un totale di 50,01 carati). L’artista Reena Ahluwalia ha dipinto con eccezionale realismo un diamante sul quadrante, ornandolo inoltre di 4 diamanti veri.

P Anello in oro rosa con diamanti brown, zaffiri rosa e kunzite della collezione Fireworks di Mattioli.

er chi ha conosciuto la Baselworld dei tempi d’oro - oppure anche solo quella di pochi anni or sono, già ridimensionata ma pur sempre incomparabile emblema del lusso internazionale - è stato un vero dispiacere assistere a quest’ultima edizione decisamente sotto tono, con poco più di 500 espositori tra gioielleria e orologeria a fronte di un vistoso calo di visitatori e buyer e col padiglione 2 inesorabilmente chiuso. A giustificare l’evidente stato di sofferenza della fiera sono stati variamente evocati oltre alle ben note problematiche legate ai costi altissimi di partecipazione - la storica cautela degli americani prima delle elezioni, il fragile equilibrio dell’economia russa, la situazione politica del mondo arabo, le incertezze europee a ridosso delle elezioni. Col classico effetto del gatto che si morde la coda, infine, l’annunciato calo degli espositori

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- con importanti defezioni comunicate urbi et orbi prima della fiera - non ha certo invogliato al viaggio gli operatori, il che ha ulteriormente alimentato malumori e diffidenze verso la manifestazione. Sta di fatto che sul fronte della gioielleria (per quanto riguarda l’orologeria rimandiamo all’articolo di Michele Mengoli in questa stessa rivista) i buyer americani sono stati latitanti e quelli arabi e asiatici non sono stati né numerosi né particolarmente prodighi: e, seppure non siano mancate le aziende che hanno lavorato con soddisfazione, i più hanno lamentato l’assenza di nuovi contatti e di significative aperture commerciali. Cosa succederà a questa fiera - che non aveva eguali e che sapeva riunire sotto un unico tetto la gran parte della gioielleria e dell’orologeria di alta e altissima gamma a livello mondiale - è la grande incognita del


INSIDE JEWELRY

Dalla collezione Sauvage Privé di Roberto Coin, orecchini in oro rosa con malachite e diamanti.

Orecchini della nuova collezione Venezia di Leo Pizzo, in oro e diamanti. Anello in oro rosa con diamanti e malachite della collezione Gioia di Al Coro.

calendario orafo 2020 (anche se la messa in discussione delle fiere di settore non riguarda certo la sola manifestazione svizzera). In una conferenza stampa a chiusura di Baselworld il nuovo direttore generale, Michel LorisMelikoff, ha sottolineato come il 2019 sia stato un anno di transizione per la manifestazione e che per il 2020 sono già in programma una serie di iniziative volte a trasformare Baselworld da fiera di settore di impianto classico a “piattaforma di esperienze” in grado di offrire agli operatori della gioielleria, dell’orologeria, delle gemme e della tecnologia, nonché a giornalisti, blogger e influencer, una piattaforma digitale che fornirà informazioni, servizi e networking durante tutto l’anno. Sarà implementato il programma di ospitalità e il layout sarà rivisitato, con il comparto delle pietre nel padiglione 2 e un’ampia area dedicata a smartwatch e wearable. Baselworld aprirà inoltre le porte a consumatori finali e collezionisti con una proposta dedicata. Tra le novità annunciate, infine, un summit rivolto ai retailer, CEO talks e una Zona di Realtà Virtuale. Vedremo se queste misure, unite anche all’atteggiamento più collaborativo da parte della nuova dirigenza, basteranno a riconquistare espositori e buyer. Come si ricorderà, l’appuntamento per il 2020 è fissato dal 30 Aprile al 5 Maggio: spostamento accortamente inteso a unire Baselworld all’alta orologeria del SIHH di Ginevra (dal 26 al 29 Aprile), ma che d’altra parte avvicina pericolosamente la fiera alle manifestazioni di Las Vegas, in programma (se non cambiano le date) a fine maggio.

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Orecchini Wild Moon di Messika in oro e diamanti taglio marquise e goccia. Collezione Born to be Wild.

English translation: see page 107

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WATCHES

BASELWORLD

UNA GARA A

2 VELOCITÀ / di Michele Mengoli

ell’orologeria meccanica contemporanea di alta e altissima gamma c’è un prima e un dopo. Lo spartiacque è Baselworld 2016, quando Rolex ha presentato il nuovo Daytona con lunetta in Cerachrom, determinando non solo un successo clamoroso ma anche un desiderio – quasi sempre irrealizzabile – da parte degli appassionati di allacciarselo al polso (troppi pochi pezzi per l’enorme richiesta), con liste d’attesa chilometriche presso i concessionari e con un valore nel mercato parallelo che a fronte di un listino di 11.550 euro tocca ora addirittura i 25mila euro per un modello nuovo del 2019. Fenomeno analogo è capitato l’anno passato con il GMT‑Master II con ghiera in Cerachrom Pepsi e rinnovato bracciale Jubilé: stessa lista d’attesa e super rialzo nel mercato parallelo, che ancora oggi va a raddoppiare il prezzo di listino (8.600 euro). Quest’anno Rolex, con strategica lungimiranza, ha cavalcato l’onda del successo del GMT mettendo fuori produzione il “Batman” – dalla ghiera bicolore nera e blu e classico bracciale Oyster – per riproporlo

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In apertura: ROLEX GMT‑MASTER II “BATMAN” La nuova versione si differenzia per il bracciale Jubilé e per il nuovo movimento, più performante e preciso: il Calibro 3285 con 70 ore di riserva di carica. Prezzo: 8.600 euro

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Qui accanto: ROLEX OYSTER PERPETUAL YACHT-MASTER 42 Riuscitissimo lo Yacht-Master con cassa in oro bianco e bracciale Oysterflex, che adesso, rispetto alle altre versioni, ha un diametro maggiorato di 2 mm. Prezzo: 25.950 euro

anch’esso con bracciale Jubilé, per un successo commerciale che si preannuncia ovvio. Mentre un’altra novità degna di nota sempre in casa Rolex è quella dell’Oyster Perpetual Yacht-Master con inedita cassa di 42 mm di diametro. L’armonia generale, la lunetta girevole bidirezionale graduata 60 minuti in rilievo con disco Cerachrom nero opaco, il quadrante laccato nero, la cassa in oro bianco e il bracciale Oysterflex lo rendono uno degli orologi più riusciti di tutta la manifestazione. E nonostante il listino di 25.950 euro, dettato dalla cassa in metallo prezioso, anche in questo caso si prevede un riscontro importante in termini di vendita. L’altro marchio che gode dello stesso successo commerciale – e delle stesse dinamiche di liste d’attesa e rialzi pazzeschi nel parallelo – è Patek Philippe, che a Baselworld 2019 ha calato l’asso di briscola, proponendo il Nautilus Calendario Annuale e fasi lunari con bracciale in acciaio e, finalmente, nuovo, meraviglioso quadrante blu, che richiama l’iconico colore del modello originale del 1976. Orologio che a listino viaggia a 42.360 euro ma che quando verrà consegnato, dal prossimo luglio, c’è da scommetterci, riuscirà a battere diversi record rialzisti. Per quanto concerne i contenuti tecnici per uno sportivo-chic siamo al top: corona a vite, fondo cassa in cristallo di zaffiro, impermeabilità fino a 120 metri, diametro della cassa da ore 10 a ore 16 di 40,5 mm e spessore di 11,3 mm, ben pochi considerando che il movimento a carica automatica – il calibro 324 S QA LU 24H/303 – somma 347 componenti con la complicazione del calendario annuale (che si regola manualmente soltanto una volta all’anno). Altro modello da segnalare per Patek Philippe è la nuova Referenza 5172G, che rappresenta l’ultima versione di uno dei segnatempo più identificativi nella storia del marchio della famiglia Stern: il cronografo a due contatori con architettura classica (ruota a colonne, frizione orizzontale e carica manuale). Adesso con cassa in oro bianco ridisegnata, pulsanti tondi guilloché, anse a triplo godron e quadrante verniciato blu, con cifre arabe applicate, scala tachimetrica e lancette in oro bianco luminescenti. Anche in questo caso le proporzioni sono perfette: diametro di 41 mm e spessore di 11,45 mm. In sintesi? Tanta roba. Come il prezzo:

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WATCHES

67.990 euro. Va detto, o uno li ha oppure no, e se li ha dev’essere poi così appassionato per spenderli in un orologio. Però l’osservazione da fare è un’altra. Una decina di anni fa il prezzo del modello equivalente era intorno ai 50mila euro. La crescita del listino di Patek Philippe è figlia del suo successo, delle strategie internazionali e del mondo che comunque cresce mentre il potere di acquisto degli italiani – almeno di gran parte di loro – resta al palo. Terminata la considerazione geopolitica-socioeconomica, prendendo in prestito e trasformando una frase simbolo della cinematografia, si può parafrasare che “è l’orologeria, bellezza”. L’aspetto più curioso del mercato odierno e di Baselworld 2019 – manifestazione sempre più vuota e sottotono con un -22% di visitatori rispetto all’anno passato e ormai solo 520 espositori – non è tanto il successo di alcuni modelli di Rolex e Patek Philippe, è che questi due marchi fanno gara a sé rispetto alla concorrenza di pari livello (almeno di target). A testimoniare ciò non sono le parole del cronista di turno: è l’attenzione che l’opinione pubblica nei social e sul web dedica a questi due marchi – sottolineando che nella storia dell’orologeria tale sbilanciamento non è stato mai tanto percepibile come oggi. Con un dato che più oggettivo di così non si può: per avere una decina di questi modelli molti sono disposti ad aspettare il proprio turno in lista d’attesa per anni o addirittura a comprarli subito accettando un cospicuo sovrapprezzo. Mentre gran parte della concorrenza ha gli orologi in vetrina e fatica a venderli con lo sconto. La domanda che si fanno gli addetti ai lavori è: fino a quando potrà durare una simile situazione? In the contemporary high and top range mechanical watchmaking we can well evidence a before and an after. The watershed is represented by Baselworld 2016, when Rolex introduced the new Daytona with Cerachrom bezel, leading not only to a sensational success, but also to the desire - almost always impossible - by the enthusiasts to wear it on their wrist (too few items for such a huge demand), with endless waiting lists at the dealers and with a value on the parallel market that, against a price list of 11,500 Euros, now reaches even 25,000 euros for a new 2019 model. The same happened last year with the GMT‑Master II with Cerachrom Pepsi ring nut and renewed Jubilé bracelet: same waiting list and huge increase in the parallel market that, still today, has doubled the price list (8,600 euros). This year, Rolex, showing a strategic farsightedness, exploited the success of GMT by discontinuing the production of “Batman” – characterised by the black and blue bi-colour ring nut and the classic Oyster bracelet – to propose it again with a Jubilé bracelet, envisaging an obvious commercial success. While Oyster Perpetual YachtMaster with its original 42-mm case is another worth mentioning novelty proposed by Rolex. The general harmony, the raised bidirectional rotatable 60-minute graduated bezel with opaque black Cerachrom disk, the black lacquered face, the white gold case and the Oysterflex bracelet make it one of the most accomplished watches in the whole event. And, despite the price list of 25,950 Euros, due to its precious metal case, a very positive feedback is expected in terms of sale. The other brand enjoying the same commercial success – and the same dynamics concerning the waiting lists and the absurd increase in the parallel market - is Patek Philippe that, at Baselword 2019 played its trump card,

PATEK PHILIPPE NAUTILUS CALENDARIO ANNUALE E FASI LUNARI La Referenza 5726/1A è il “sogno erotico” di gran parte degli appassionati di orologi di altissima gamma sportivi, anche perché sarà quasi impossibile da trovare. Prezzo: 42.360 euro

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PATEK PHILIPPE REF. 5172G Costa come un’auto di lusso però questo cronografo – uno dei massimi esercizi di stile della manifattura ginevrina – nel corso dei prossimi anni non si svaluterà, anzi. Prezzo: 67.990 euro

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proposing the Nautilus with Annual Calendar and moon dial, along with a steel bracelet and, finally, a new, wonderful blue dial recalling the iconic colour of the original 1976 model. Despite being a watch with a price list of 42,360 euros, we are sure that, when delivered starting from next July, will certainly beat various bullish records. The technical contents for a sports-elegant model are top range: screw-down crown, sapphire crystal case back, water resistant to 120 m., 40.5 mm diameter 10-4 o’clock case with a 11.3 mm thickness, very few, considering that the self-winding movement – the calibre 324 S QA LU 24H/303 – is made up of 347 parts made more complex by the annual calendar (manually adjusted only once a year). The new 5172 G Reference by Patek Philippe is another worth mentioning model. It represents the latest version of one of the most iconic timekeepers in the history of the Stern family: the two-stopwatch chronograph with classic architecture (column wheel, horizontal clutch and manual winding). Now featuring a redesigned white gold case with round guilloché pushers and three-tier lugs, blue varnished face with applied Arabic numerals, tachymeter scale and luminescent white gold hands. Also in this case the proportions are perfect. 41 mm diameter, 11.45 mm height. In brief? Lots of stuff. Like the price: 67,990 euros. We should say that either you have such a sum or not and, in case you have, you must be a true enthusiast to spend such amount of money on a watch. However, we should make another remark. About ten years ago the price of the equivalent model was around 50,000 euros. The increase in the Patek Philippe price list is due to its success, its international strategies and the world that is growing anyway, while the purchasing power of Italians, at least of most of them, is left at a standstill. Once examined the social, economical and geopolitical situations, borrowing and transforming a quotation that has become the emblem of cinematography, we can paraphrase: “that’s the watchmaking, baby”: The most curious aspect of the contemporary market and of Baselworld 2019, an increasingly empty and flat event with -22% of visitors when compared to the previous year and now only 520 exhibitors – is not the success of some models by Rolex and Patek Philippe, but the fact that these two brands play on a league of their own when compared to their peer competitors (at least as far as the target is concerned). This is confirmed not only by the reporter in charge: it is the attention that the public opinion on social media and on the Internet pays to these two brands – underlying the fact that in the history of watchmaking such a strong preference had never been so perceivable as today. With the most possible objective datum: in order to own a dozen of these models people are ready to wait for their turn in a waiting list for years or to buy them at once accepting a large overcharge. This while most competitors display their watches in their shop windows and find it hard to sell them also applying a discount. The operators ask themselves the following question: how long will such a situation continue?

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CLASSICO

MODERNO / di Lea Allen

E Dall’alto: Steve McQueen sul divano di casa sua a Palm Springs, California, maggio 1963; anelli della collezione Meteorite di Barakà in oro rosa e argento con pietre preziose e meteorite; bracciale di Bolzon in oro rosa con onice.

sistono le icone e poi esistono gli archetipi. Steve McQueen è un archetipo. L’idea platonica di uomo. Quello che “vive per sé stesso e non deve rendere conto a nessuno”. Bello, libero, understatement. Elegante al di là di ogni ragionevole dubbio. T-shirt bianche, cardigan a scialle, chinos strapazzati, occhiali neri, bomber di pelle e gabardine, desert boots, tute grigie, smoking. Un guardaroba semplice a cui lui ha dato carattere, definendo uno stile, facile all’apparenza, che non ha ancora smesso di esistere. E lo stile, si sa, è qualcosa che un uomo deve imparare per sé stesso. Lo sforzo è allontanarsi dalla divisa che spesso si indossa per questioni di pigrizia. Un sacrificio da fare proprio perché lo stile è la manifestazione visibile di un carattere. Una personalità inevitabilmente riferita a modelli preposti, per questioni di cultura ma soprattutto di vita. Tutto sta nella scelta del modello. E il segreto è non sembrare delle ridicole imitazioni. Eddie Redmayne ha ben chiaro e metabolizzato il concetto. Faccia da ragazzino, allure intellettuale, con tanto di lentiggini, pochi muscoli, ben lontano dalla

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furia incontenibile di Steve McQueen. Dal guardaroba del divo ha selezionato abiti checked, brogue vissute, t-shirt e camicie di jeans, sneakers classiche e un sorriso accattivante. La regola universale, per cui indossare capi basici, dando un calcio alle mode, diventa valida quando si abbinano i vari indumenti con un gusto originale, dando ai dettagli il ruolo di narratori. Un esempio di quest’arte sottile? Paul Bettany, serio, altissimo, riservato ai limiti dell’isolamento. Di McQueen ha scartato la vita spericolata, mantenendo quello sguardo dal basso, l’aria schiva un po’ spavalda, insieme a giubbotti di pelle, occhiali da sole e pull over. La capacità di essere sé stessi, pur riferendosi a un’idea classica, senza scadere nella banalità e dare spazio a imitazioni, fa di questi uomini due tra i più moderni ed eleganti sulla scena.


MODA

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In alto, da sinistra in senso orario: l’attore inglese Paul Bettany; t-shirt bianca in puro cotone di Y-3; bomber in gabardine di Burberry; sacca in suede di Brunello Cucinelli; brogues in cuoio invecchiato Made in Italy di Officine Creative. In basso: bracciale tennis di Crieri in oro brunito e diamanti neri; anello Gotik di Zancan in argento e argento rodiato nero con spinelli.

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MAGGIO • GIUGNO 2019

Dall’alto, in senso orario: bracciali a schiava smaltati di Francesca Bianchi Design; l’attore inglese premio Oscar Eddie Redmayne; occhiali da sole Persol 714SM Steve McQueen; sneakers Achille Low-Top di Common Project; bracciale di Boccadamo in acciaio con finitura pvd.

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There are icons and then there are archetypes. Steve McQueen is an archetype. The platonic idea of man. The one “living for himself taking account to no one”. Handsome, free, understatement. Elegant beyond all doubt. White t-shirt, shawl collar cardigans, lived and worn chinos, black glasses, leather and gaberdine bomber jackets, desert boots, grey track-suits, dinner-jackets. A simple wardrobe that he endowed with personality defining an apparently easy style that still has not disappeared. And we know that style is something that a man must learn for himself. The effort implies moving away from the uniform that we often wear out of laziness. A sacrifice to be made just because the style is the visible manifestation of a personality that is inevitably related to preset models, for matters of culture, but above all life. It all depends on the choice of the model. The secret is not looking like some ridicule copies. Eddie Redmayne knows it well and has metabolized the concept. A child’s face, along with an intellectual allure, freckles included, few muscles, far from the uncontrollable fury of Steve McQueen. From the star’s wardrobe he selected checked suits, lived and worn brogues, denim t-shirts and shirts, classic sneakers, along with a captivating smile. The universal rule according to which wearing basic clothes, turning one’s back to fashion, becomes valid when the different clothes are matched following an original taste, assigning the role of narrators to details. An example of such a subtle art? Paul Bettany, serious, extremely

tall, so discreet that he borders isolation. He rejected Steve McQueen’s reckless life while keeping that upward look, the shy and a bit bold air, along with leather jackets, sunglasses and jumpers. The capacity to be oneself, though making reference to a classic idea, without indulging in banalities and giving space to copies, makes these men two among the most modern and elegant on the scene.

L’ORAFO

ITALIANO


CIRCLE

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What men want / di Domenico Festa e Simona Infantolino Artwork Laura Sala

È il dettaglio a fare la differenza: Narciso del ventunesimo secolo, l’uomo sceglie per sé accessori ricercati, che vanno a definire un look contemporaneo

L’ORAFO

ITALIANO


MAGGIO • GIUGNO 2019

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L’ORAFO

ITALIANO


Opening page: San Benedetto bracelet by Amen in rhodium plated silver with tiger’s eye. Alongside page, from top: Regina di Giada ring by Antracite in vintage-effect silver and jade; vintage-effect silver ring with carnelian from the Bastille Collection by Nelson Gioielli; Ara ring by Marco Dal Maso in oxidized silver and brushed yellow gold; ring by Homo Italia in silver and Tibetan turquoise from the Legend collection; Bastille ring by Nelson Gioielli in vintage-effect silver; Cronos Black ring in silver with natural slate by Mariano Di Vaio Jewels distributed by Eclat; ring by Pietro Ferrante in bronze with black stone; silver ring with tiger’s eye by Gerba; Unoaerre ring in burnished silver from the Uomo Unoaerre collection; from the Saragossa collection by Aragonesi Gioielli, steel ring with cubic zirconia; ring in steel and ceramic. Artic Simphony Collection by Bering; silver Mermaid ring by Albert M. with black spinels.

In apertura: bracciale San Benedetto di Amen in argento rodiato e occhio di tigre. Pagina a fianco, dall’alto: anello Regina di Giada di Antracite in argento invecchiato e giada; anello in argento invecchiato con corniola. Collezione Bastille di Nelson Gioielli; anello Ara di Marco Dal Maso in argento ossidato e oro giallo spazzolato; anello di Homo Italia in argento e turchese tibetano della collezione Legend; anello Bastille di Nelson Gioielli in argento invecchiato; anello Cronos Black in argento con ardesia naturale di Mariano Di Vaio Jewels distribuito da Eclat; anello di Pietro Ferrante in bronzo con pietra nera; anello in argento con occhio di tigre di Gerba; anello di Unoaerre in argento brunito della collezione Uomo Unoaerre; dalla collezione Saragozza di Aragonesi Gioielli, anello in acciaio con cubic zirconia; anello di Bering in acciaio e ceramica. Collezione Artic Simphony; anello Mermaid di Albert M. in argento con spinelli neri.


Page alongside, from top: Ananda925 by Artecora silver and rubber bracelet; bracelet from the Macramé collection by Gerba with black cord and silver elements; steel bracelet with natural stones by Officina 1986; bracelet by Marco Dal Maso in woven leather and silver; Arkano steel bracelet with rose gold plated elements; Ottaviani steel bracelet; from the Maiorca collection by Aragonesi Gioielli, steel bracelet with carbon insert and EPDM core; silver bracelet with hematite from the Uranus collection by Goyatè; Unoaerre bracelet in burnished silver from the Uomo Unoaerre collection.

Pagina a fianco, dall’alto: bracciale in argento
e caucciù di Ananda925 by Artecora; bracciale della linea Macramé di Gerba realizzato con cordino nero ed elementi in argento; bracciale in acciaio con pietre naturali di Officina 1986; bracciale di Marco Dal Maso in pelle intrecciata e argento; bracciale di Arkano in acciaio con elementi placcati oro rosa; bracciale in acciaio di Ottaviani; dalla collezione Maiorca di Aragonesi Gioielli, bracciale in acciaio con inserti in carbonio e anima in EPDM; bracciale in argento con ematite della collezione Uranus di Goyatè; bracciale di Unoaerre in argento brunito della collezione Uomo Unoaerre.


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L’ORAFO

ITALIANO


MAGGIO • GIUGNO 2019

Orologio Ultra Thin di D1 Milano in acciaio con finitura pvd e cinturino in nylon Ultra Thin steel watch by D1 Milano with pvd finishing and nylon strap

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Orologio di Bering in acciaio della collezione Bering Automatic

Orologio di Seiko in acciaio con calibro meccanico 4R35, cinturino in pelle. Collezione Presage Cocktail

Steel watch by Bering from the Bering Automatic collection

Watch by Seiko with 4R35 mechanic caliber, steel case and leather strap. Presage Cocktail collection.

L’ORAFO

ITALIANO


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Classic Black Bayswater di Daniel Wellington in acciaio con quadrante nero e cinturino Nato blu

Orologio Chrono di MVMT con cassa in acciaio, dettagli in argento e cinturino in pelle

Classic Black Bayswater by Daniel Wellington in steel with black dial and blue Nato strap

Chrono watch by MVMT with steel case, silver details and leather strap

63 Orologio di Locman con cassa in acciaio e titanio e cinturino in silicone. Collezione Stealth Watch by Locman with steel and titanium case and silicone strap. Stealth collection

L’ORAFO

ITALIANO



B RA C C IA LIN I T U A Borsa a tracolla in ecopelle della linea Icons


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EDITORIALE

THINK PINK!

Sarà forse per imporci una sferzata d’ottimismo e filtrare il mondo attraverso i famosi occhiali rosa evocati da Audrey Hepburn nel film Sabrina, sta di fatto che la prossima stagione segna proprio il ritorno trionfale di questo colore, associato tradizionalmente alla delicatezza e alla positività: bijoux, abiti e accessori lo adottano senza riserve in tutte le sue sfumature, dal cipria al pastello al ciclamino al fucsia, magari abbinandolo alla intramontabile freschezza di un look floreale o a vezzose nappine in ricordo dei Roaring Twenties. Restando in tema di ottimismo, l’uomo sceglie per sé il colore turchese, immediato richiamo all’ancestrale armonia dell’acqua. Quanto alle incognite che ci riservano i nostri tempi tanto incerti, ci pensano i gioielli fantasia a proteggerci dai colpi del destino e dalla malasorte, declinando in ogni possibile variante il tema del cosiddetto “occhio greco”, già potente amuleto al tempo degli antichi Egizi e approdato al terzo millennio senza nulla aver perso della sua funzione protettiva.

Perhaps it is to boost our optimism and help us view the world through the famous rose-colored glasses mentioned by Audrey Hepburn in the film Sabrina: the fact is that this color is making a big return this season. Traditionally associated with delicacy and positivity, we will see pink on costume jewellery, clothing and accessories in all its shades, from powder and pastel pink to cyclamen and fuchsia, sometimes combined with the timeless freshness of floral patterns or pretty tassels reminiscent of the Roaring Twenties. Speaking of optimism, men will opt for turquoise, an immediate reminder of water and its ancestral harmony. To face the unknown of these uncertain times, fancy jewellery will protect us from harm and bad luck, with endless variants of the so-called “Greek eye”, a powerful amulet in ancient Egypt and still a lucky charm that hasn’t lost any of its protective properties.

VISION

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APPEAL

PI N K L ADY 6

7

1

2

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5

3

4

1 Dodo - bracciale con elementi in oro rosa 9 carati e rubini / bracelet with 9 carat rose gold and rubies elements | 2 Jacquemus - cintura marsupio / belt bag | 3 Off-White by Virgil Abloh - stivaletto / ankle boot | 4 Ops!Object bracciale in silicone e acciaio / steel and silicone bracelet | 5 Michael Kors - orologio in acciaio placcato oro con cinturino in pelle / gold plated steel watch with leather strap | 6 Balmain - giacca oversize / blazer oversize | 7 Annakiki SS 2019

VISION


Collana Raja


APPEAL

LET TER ING 1 6

7

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3

4

1 Rue des Mille - collana in argento galvanizzato oro rosa con zirconi / rose gold galvanized silver necklace with zircons | 2 Brosway - orecchini in acciaio e pvd oro rosa / steel earrings with rose gold pvd finishing | 3 Givenchy - sneaker | 4 Chiara Maci per Bronzallure Milano - bracciale in goldenrosè® placcato oro rosa e cubic zirconia / rose gold plated goldenrosè® bracelet with cubic zirconia | 5 Chanel - clutch | 6 At-Insight - abito / dress | 7 Balenciaga SS 2019

VISION


BODONIDESIGN

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APPEAL

FLOWER S 6

1

7

2

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3 5

4

1 Ottaviani - orecchini con paillettes, cristalli e perline / earrings with paillettes, crystals and small pearls | 2 Yunik orologio con quadrante in vetro di Murano e cinturino in pelle / watch with Murano glass dial and leather strap | 3 Tabitha Simmons - sabot alto / mules high heel | 4 Artlinea - anello in argento con smalti colorati / silver ring with coloured enamels | 5 Dolce&Gabbana - borsa / bag | 6 Costarellos - abito / dress | 7 Dolce&Gabbana SS 2019

VISION



L’ I N T E R VI STA

LEBO L E GIOIELLI / di Antonella Garello

na storia di famiglia, creatività e successo, in continua evoluzione: Barbara Lebole, responsabile vendite, marketing e comunicazione di Lebole Gioielli, ha presentato a Milano il nuovo brand In Lebole, illustrandone finalità e progetti.

Collana The Tag - Fiore: in questa collezione, che richiama la moda e le produzioni industriali, le etichette dei vestiti vengono montate in ottone galvanizzato oro e pietre colorate.

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A sinistra: orecchino singolo in argento galvanizzato oro e decapato nero con un particolare procedimento. Collezione Gotico Snake di Lebole Gioielli.

Partiamo dal lancio del vostro nuovo brand, In Lebole. Non rischia di creare confusione? Al contrario. Abbiamo voluto differenziare chiaramente due produzioni - Lebole Gioielli e, appunto, In Lebole - caratterizzate dalla medesima creatività e accuratezza, ma realizzate con differenti materiali e tecniche e dunque con prezzi molto diversi: sotto i 50 euro per In Lebole, tra i 100 e i 450 euro per Lebole Gioielli. Quindi In Lebole sarà il brand di riferimento per collezioni particolari? In Lebole comprenderà le tre collezioni meno costose, con gioielli più veloci, ripetibili, destinati a un pubblico più ampio: The Circle, gli orecchini tondi realizzati col dischetto metallico dei tappi di champagne; The Tag, i gioielli basati su due etichette di vestiti accoppiate tramite vulcanizzazione; The Shape, anche in questo caso sagome ricamate a telaio ma imbottite, a creare gioielli tridimensionali. Prevedete iniziative ad hoc? Certamente. Stiamo organizzando le “Lebole Week”, che coinvolgeranno a rotazione tutti i nostri punti vendita, con vetrofanie dedicate e una promozione decisamente accattivante: per ogni paio di orecchini In Lebole acquistati, il cliente riceverà in dono una collanina della collezione The Shape, imbottita con gommapiuma e sale, che tradizionalmente scaccia la negatività e porta fortuna. Abbiamo studiato anche un pay off dedicato, “Ho un debole per la donna In Lebole”. Pay off che declina al femminile quello, celeberrimo, che negli anni ’60 contribuì al successo degli abiti Lebole... Mio nonno, Mario Lebole, ebbe la doppia intuizione di rendere accessibile a tutti l’abito intero maschile e di pubblicizzarlo sia con campagne stampa sia nel mitico “Carosello” televisivo. Una scelta, quest’ultima, che non era affatto normale per il settore dell’abbigliamento in quegli anni. In Lebole segue un po’ la stessa filosofia: orecchini dal design inconfondibile ma a un prezzo accessibile a tutti, ampiamente pubblicizzati sulle testate di riferimento e anche tramite canali ancora poco sfruttati dal mondo del gioiello e del bijou. Per esempio saremo presenti nel prossimo catalogo Esselunga. Per noi la comunicazione è stata e resta fondamentale. Come nascono le vostre collezioni? In realtà né io né mia mamma pensavamo ai gioielli: gestivamo, e con soddisfazione, un negozio di antiquariato in centro ad Arezzo.

VISION


L’ I N T E R VI STA

Orecchini asimmetrici della collezione The Circle - Japan, realizzati con capsule piatte stampate su banda stagnata, montati in ottone galvanizzato oro e pietre naturali.

Durante un viaggio in Giappone mia mamma acquistò sete antiche e Paolo Perugini, l’artista che al momento ospitavamo in negozio con una personale, propose di rivestire con quelle stoffe meravigliose piccole sagome di legno, tramite un particolare procedimento, creando orecchini asimmetrici. Il successo fu travolgente. Ancora oggi mia mamma disegna tutti i pezzi In Lebole, mentre, per quanto riguarda Lebole Gioielli, le creazioni sono perlopiù il frutto del continuo dialogo tra lei e Paolo Perugini. Alcune collezioni sono disegnate dallo stesso Perugini. Ma ogni nostra collezione ha una storia da raccontare. In che senso? Nessuno inventa dal nulla. L’ispirazione può venire da un viaggio, da una vicenda personale, o da esperienze e sensazioni sedimentate: ogni nostro gioiello è in qualche modo legato al nostro vissuto e merita di essere spiegato e raccontato. Quanto la lunga esperienza nel mondo dell’antiquariato ha influito su questa vostra nuova attività? L’attenzione all’arte in ogni sua forma, da quella antica a quella contemporanea, ha sicuramente influito sul nostro sguardo, affinato il gusto, ampliato orizzonti e curiosità. Tuttavia, cambiare completamente settore, modalità di lavoro e distribuzione per entrare in logiche di mercato completamente differenti ci ha dato una libertà totale e una ricchezza di stimoli sempre nuovi. Non abbiamo mai guardato al passato, magari rimpiangendo i “tempi d’oro” pre-crisi, né siamo mai state legate al mondo un po’ paludato della gioielleria classica, che solo raramente sa liberarsi dai vecchi schemi. E, naturalmente, i bijoux consentono una maggiore libertà creativa, proprio in considerazione dei materiali e dei costi di lavorazione. A proposito di lavorazione, la produzione è effettivamente “Made in Italy”? Totalmente. Avendo base ad Arezzo, possiamo avvalerci di una serie di laboratori orafi del distretto, riuscendo inoltre ad avere il controllo su ogni fase della lavorazione. Avete in programma un’espansione anche all’estero? Per ora continueremo a concentrarci sull’Italia, dove stiamo raccogliendo grosse soddisfazioni, ma a fronte di un impegno che assorbe tutte le nostre energie: nel 2018 abbiamo registrato un aumento del fatturato del 45% sull’anno precedente e ad oggi siamo presenti su tutto il territorio nazionale con 480 negozi, perlopiù gioiellerie. L’estero al momento non può rientrare nelle nostre priorità. English version: see page 107

Qui sopra, dalla collezione The Tag, etichette ricamate montate in ottone galvanizzato oro e pietre naturali colorate. L’immagine sulla sinistra raffigura il fronte dell’orecchino, quella destra il retro.

VISION

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ON STAGE

shock and pop / di Domenico Festa Artwork Laura Sala

VISION



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In apertura: Collana AntĂşra Accessori in resina e ottone della collezione Primavera/Estate 2019. Pagina a fianco: borse marsupio di Cosmo Petrone realizzate con pelli naturali fiorentine a taglio vivo ed elemento gioiello personalizzabile. In questa pagina: dalla collezione Resina di Sharra Pagano, collana Acquamarine in resina. Opening page: resin and brass necklace by AntĂşra Accessori from the Spring/Summer 2019 collection. Opposite page: pouch bags by Cosmo Petrone made with natural row cut Florentine leathers and customizable jewelry element. This page: from the Resina collection by Sharra Pagano, Acquamarine resin necklace.

VISION



Pagina precedente: bracciale Pentagono in resina di Angela Caputi. In questa pagina: orologio di Picto con cassa in acciaio e cinturino in silicone. Previous page: resin Pentagono bracelet by Angela Caputi. This page: Watch by Picto with steel case and silicone strap.

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VISION


EVENTS

TAR Ì:

A NEW DEA L / di Serafina Miano

A destra: portachiavi/ charm da borsa della collezione Strange Fruit Pomegranate di Namida in ottone galvanizzato con granato e perla barocca.

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N

on memorabile quanto a partecipazione di visitatori e buyer, l’edizione primaverile del Tarì Mondo Prezioso (8-11 marzo), ha tuttavia rappresentato un momento strategico, suggellando la recente collaborazione tra il Tarì e Bologna Fiere. Lo testimonia l’incontro tra i presidenti dei due enti fieristici, Vincenzo Giannotti e Gianpiero Calzolari, avvenuto durante i giorni della manifestazione. La sinergia nata tra i due poli darà il via allo sviluppo di progetti comuni: è il caso dell’esposizione Living coral, living bijoux, inaugurata durante questa edizione del Tarì Mondo Prezioso e allestita, al termine della fiera, anche al Cosmoprof di Bologna. Il vero focus della manifestazione rimane comunque il mondo bijoux, che quest’anno è stato affiancato da due nuove aree dedicate al living e alla tecnologia. Tra le attività in programma ha suscitato interesse l’iniziativa Jewel Hunting, nell’ambito del consolidato progetto Pillole di Formazione, animato dalla partecipazione di 4 influencer che hanno approfondito il tema di una efficace comunicazione sui social media. È già stato fissato il prossimo appuntamento in programma, quello con la gioielleria, al Tarì Mondo Prezioso dal 3 al 6 maggio.

In alto: anelli in argento rodiato e argento placcato oro con pietre incastonate a mano. Collezione Hidden Treasures di Ti Sento - Milano.

Not memorable in terms of visitor and buyer participation, the spring edition of Tarì Mondo Prezioso (March 8-11) was however a key moment that sealed the recent partnership between Tarì and Bologna Fiere, as the respective Presidents, Vincenzo Giannotti and Gianpiero Calzolari, met during the event. The synergy created between these two trade-fair organisations will lead to the development of joint projects; this was the case for Living coral, Living bijoux exhibition, unveiled during the latest Tarì Mondo Prezioso and set up, at the end of the show, at Cosmoprof in Bologna as well. The real focus of the event is still the world of costume jewellery, which was expanded this year with two new areas dedicated to home design and technology. One of the activities of greatest interest was Jewel Hunting, as part of the tried and tested “Pillole di Formazione” training project, led by 4 influencers who talked about effective communication on social media. The next event, which will feature fine jewellery, has already been scheduled to take place on May 3 to 6 at Tarì Mondo Prezioso.

VISION



TREND

TASSEL 1

4

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2 5

3

1 Nuvole Design - orecchini in bronzo e cristalli / bronze and crystal earrings | 2 Bijou Brigitte - orecchini in metallo dorato con nappa / gold plated metal earrings with tassel | 3 Keep Out - collana Catalina in tessuto con elementi in argento / Catalina fabric necklace with silver elements | 4 Lebole Gioielli - mono orecchino Parlez pour moi in argento dorato e decapato nero / Parlez pour moi gold plated and black pickled silver mono earring | 5 Playcharms - bracciale componibile con cordino, nappa ed elementi in argento placcato / composable bracelet with cord, tassel and plated silver elements

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TREND

AMU L ETS 4

3

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2

1

1 Gerba - bracciale Cuba della collezione Colored con elementi in argento e vetro di Murano / Cuba bracelet with silver and Murano glass elements from the Colored collection | 2 Morellato - orologio Drops in acciaio con cristalli / Drops steel watch with crystals | 3 Guendalina - mono orecchino in argento placcato oro rosa con occhio in madreperla e smalto. Collezione Young / rose gold plated silver earring with mother-of-pearl and enamel eye. Young collection | 4 Swarovski - orecchini Lucky Goddess placcati oro con cristalli Swarovski / gold plated Lucky Goddess earrings with Swarovski crystals | 5 Kurshuni - anello in argento placcato oro rosa con cubic zirconia / rose gold plated silver ring with cubic zirconia

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APPEAL

TUR Q U O ISE 7

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1

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2

5

3 4

1 Antracite - bracciale Fiji in argento invecchiato con diaspro paesaggio e houlite turchese / Fiji vintage effect silver bracelet with landscape jasper and turquoise howlite | 2 Hermès - cintura / belt | 3 Hermès - zaino / backpack | 4 Homo Italia - bracciale Millerighe con turchese e madreperla / Millerighe bracelet with turquoise and mother-of-pearl | 5 Nelson Gioielli - anello Bastille in argento con turchese venato / Bastille silver ring with veined turquoise | 6 Loro Piana - costume da bagno / swim shorts | 7 Hermès SS 2019

VISION



MEN

MIX MATCH

Collana con pendente in caucciù nero, oro bianco e diamanti neri di Kria Uomo. Necklace with pendant in black caoutchouc, white gold and black diamonds by Kria Uomo.

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Anello di Ottaviani in acciaio con microborchie. Steel ring by Ottaviani with micro studs.

Bracciale della linea Add di leBebé Gioielli in titanio con elementi e charm in argento. Titanium bracelet from the Add line by leBebé Gioielli with silver elements and charms.

Steel Black Watch di ICE-Watch: movimento al quarzo, vetro minerale, cinturino in silicone. ICE-Watch Steel Black Watch: quartz movement, mineral glass, silicone strap.

Bracciale in acciaio e PVD nero e rosé della collezione Premiere di Bliss. Steel bracelet with black and rose PVD from the Premiere collection by Bliss.

VISION


orafoitaliano.it/vision

VISION

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MAGGIO • GIUGNO 2019

NEVER BACK

DOWN / di Simona Infantolino

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Hong Kong resta un punto di riferimento fondamentale per il settore orafo e punta sul design e sulle nuove tecnologie, trend topic della 36esima edizione dell’Hong Kong International Jewellery Show

L’ORAFO

ITALIANO


INSIDE JEWELRY

In apertura; collana Yugen di Kawamura in oro bianco, corallo, diamanti, zaffiri gialli, granato verde e ametiste. In questa pagina, dall’alto in senso orario: bracciale Mediterranean di Autore in oro bianco con diamanti e perla dei Mari del Sud; orecchini Artefact di Kabaróvsky in oro bianco con diamanti e spinelli; anello di SKSM Dia Jewels in oro bianco e giallo con diamanti bianchi e C-Cube fancy light yellow.

N

on è un periodo facile per le fiere orafe, e Hong Kong non fa eccezione: dopo la manifestazione di settembre organizzata da UBM Asia e funestata dal devastante tifone Mangkhut che ne ha causato la temporanea chiusura, anche quella di marzo organizzata dall’HKTDC rispecchia il momento di difficoltà del settore. A detta di molti espositori, un’edizione leggermente sottotono rispetto alle precedenti sul fronte visitatori e affari. Un calo probabilmente influenzato dall’altalenante andamento del mercato e che tuttavia non impedisce alla fiera, giunta al suo 36esimo anno, di rappresentare sempre un punto di riferimento per la gioielleria grazie anche alla posizione strategica della città che la ospita. In quest’ottica l’organizzazione ha affrontato quest’edizione proiettandosi verso il futuro con un programma all’insegna della tecnologia che ha visto il lancio dell’innovativo e-badge, un sofisticato sistema informatico che ha permesso ai visitatori di caricare tutti i propri dati sullo smartphone, passaporto compreso, per accedere alla fiera. Si è discusso di tecnologia anche in occasione dei forum con la presenza di esperti che si sono confrontati sulle nuove frontiere della gioielleria: i

sistemi CAD e CAM per la progettazione e fabbricazione assistita da computer, il futuro della stampa 3D e le numerose opportunità della shopping experience online. Esordio di quest’edizione per l’area Amber Jewellery dedicata ai gioielli con ambra, per la Avenue of Jewellery Creators con le creazioni di designer provenienti da Hong Kong e dalla Cina continentale e per il padiglione dedicato alle perle del Giappone, Paese partner della manifestazione per la prima volta. Non potevano mancare gli evergreen della fiera come la Hall of Extraordinary che, come promette il nome stesso, presentava la produzione più spettacolare o la Design Competition, giunta alla sua ventesima edizione. Il prossimo appuntamento con l’Hong Kong International Jewellery Show è fissato dal 4 all’8 marzo 2020. It is not an easy time for jewellers’ conventions, and Hong Kong is no exception: after the September event organised by UBM Asia and the tragic devastation of the Mangkhut typhoon, which caused it to be temporarily closed, even the March event organised by HKTDC reflects this difficult time in the industry. Many exhibitors noted that this edition was toned down compared to the previous ones, both in number of visitors and business. A drop that was probably influenced by the fluctuating market but which did not, however, impede the exhibition, in its 36th year, from being a point of reference for the jewellery industry, also thanks to the strategic position of the city hosting it. With this in mind, the organisation approached this edition projecting towards the future with a programme focused on

L’ORAFO

ITALIANO

technology, showcasing the launch of the innovative e-badge, a sophisticated information technology system allowing visitors to upload all their personal data to their smartphones, including their passports, to access the convention. Technology was also discussed during the forum with the presence of experts who debated the new frontiers of jewellery-making: CAD and CAM systems for design and computer assisted manufacturing, the future of 3D printing, and the numerous opportunities presented by online shopping experiences. This edition saw the debut of the Amber Jewellery area dedicated solely to jewellery made with amber, of the Avenue of Jewellery Creators with the creations of designers from Hong Kong and Mainland China, and for the pavilion dedicated to the pearls of Japan, partner country of the event for the first time. There were also the feathers in the cap of the convention, like the Hall of Extraordinary which, as the name promises, showcases the most extraordinary pieces, or the Design Competition, which has reached its twentieth edition. The next appointment with the Hong Kong International Jewellery Show is set for 4 to 8 March 2020.

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MAGGIO • GIUGNO 2019

STEP

BY STEP / di Antonella Garello

Qui accanto: omaggio al Bauhaus, Cube di Niessing è una struttura geometrica che cambia aspetto a seconda di come viene inserita la catena. Disponibile in platino o nei diversi colori dell’oro, nella versione piccola si porta come orecchino.

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Bilancio positivo per Inhorgenta Munich che, superata ormai la soglia dei mille espositori, sta mostrando un carattere sempre più internazionale

A In alto a destra: orecchini Stadion in oro giallo con diamanti. Designer Marta Boan per Misui. Qui accanto: anello Wild Butterflies in argento, oro e rubini della collezione Secret Garden di Elsa Sarantidou (ph. Giorgos Vitsaropoulos).

conclusione di Inhorgenta Munich 2019 gli organizzatori non hanno nascosto la soddisfazione per l’andamento della manifestazione. Nonostante le incertezze del momento, infatti, la fiera ha dimostrato una vitalità in parte perfino sorprendente, a partire dal superamento della fatidica soglia dei 1000 espositori. Traguardo non solo simbolico, perché Inhorgenta è sempre stata considerata una fiera troppo “locale” nel panorama internazionale e durante questa edizione ha invece dispiegato aziende da 41 Paesi con nomi come Mousson, Marco Bicego, Mauboussin - e tra gli orologi Citizen, Ebel o Garmin - con una crescente internazionalizzazione anche sul fronte dei buyer. Molto apprezzata l’offerta nel

L’ORAFO

ITALIANO

settore delle pietre e delle perle, e sempre interessanti le proposte del padiglione dedicato al design contemporaneo nonostante quest’ultimo sia apparso meno affollato del solito. Sul fronte dell’attrattività, la fiera ha giocato la carta delle sfilate, degli (affollatissimi) aperitivi offerti a fine giornata e degli Inhorgenta Awards, conclusi con una serata di gala e la proclamazione dei vincitori nelle varie categorie: Garmin (Smart & Connected Watch of the Year), Bulova (Watch Design of the Year), Hans D. Krieger (Fine Jewelry), Concrete Jungle (Fashion Jewelry), Corinna Heller (Designer of the Year), Gitta Geschmück (Design Newcomer of the Year), Juwelier Weber (Next Generation Retail) e Capolavoro (Public Choice Award). Altro fattore tutto a favore della fiera, la città stessa di Monaco: organizzata e accogliente, ricca di proposte di ogni genere, dalle mostre di arte contemporanea aperte fino a sera a ogni sorta di locali e divertimenti, a prezzi assolutamente ragionevoli.


INSIDE JEWELRY

In alto, a sinistra: Cheyenne

Ochsenknecht sfila a Inhorgenta indossando i gioielli di Isabelle Fa. A destra: la premiazione degli Inhorgenta Awards.

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At the end of Inhorgenta Munich 2019, the organisers openly showed their satisfaction for the result obtained by this event. In fact, despite all the uncertainties of the current period, the exhibition evidenced an even surprisingly vitality, starting from the overcoming of the decisive figure of 1000 exhibitors. It is not a merely symbolic target, as Inhorgenta has always been considered a too “local” event in the international landscape while, during this edition, it hosted companies coming from 41 countries with such important names as Mousson, Marco Bicego, Mauboussin and, among watches, Citizen, Ebel or Garmin, with an increasingly internationalisation also on the buyers’ side. The offer in the stones and pearls sector proved to be highly appreciated, while the proposals of the pavilion dedicated to contemporary design are always interesting, even though this latter was less crowed than usual. On the appeal side, the exhibition played the card of fashion shows, of the

(crowded) aperitifs offered at the end of the day and of Inhorgenta Awards, culminating in a gala dinner and in the announcement of the winners in the various categories: Garmin (Smart & Connected Watch of the Year), Bulova (Watch Design of the Year), Hans D. Krieger (Fine Jewelry), Concrete Jungle (Fashion Jewelry), Corinna Heller (Designer of the Year), Gitta Geschmück (Design Newcomer of the Year), Juwelier Weber (Next Generation Retail) and Capolavoro, (Public Choice Award). The city of Munich represented another positive factor: organised and inviting, full of any kind of proposals, from contemporary art exhibitions open also in the evening to any type of clubs and entertainments, at affordable prices.

L’ORAFO

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In questa pagina, al centro: collier di Isabelle Fa in oro giallo 18 carati. In basso: anelli in oro a fascione di Fiore Gioielli con diamanti bianchi, brown e neri. Le pietre di diverse carature vanno a comporre pavé irregolari di grande effetto.


MAGGIO • GIUGNO 2019

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ARTISTAR / di Simona Infantolino

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Sperimentazioni e suggestioni artistiche provenienti da tutto il mondo animano la gioielleria contemporanea. A Milano Palazzo Bovara ha ospitato la sesta edizione del concorso Artistar Jewels

L’ORAFO

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FLASH

Pagina a fianco: collana Heart di Sowon Joo in oro e quarzo rutilato. In questa pagina, a sinistra: bracciale Trinity di Bia Tambelli in oro giallo placcato rodio nero con diamanti brown, citrino e cristallo di rocca. Entrambe le artiste sono vincitrici dell’Artistar Jewels Award.

sono stati assegnati dalla giuria di esperti ai designer più apprezzati, che potranno partecipare a stage formativi in atelier orafi, seguire corsi di formazione professionale o vedere realizzata una propria campagna di comunicazione personalizzata.

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Qui sopra: anello South America di Veronika Kuryanova in bronzo dorato con nanosital e smalto. L’artista è vincitrice dell’Artistar Jewels Award.

ede dell’ambasciata francese in epoca napoleonica e luogo di soggiorno di celebrati artisti e intellettuali – basti citare il nome di Stendhal – Palazzo Bovara rappresenta un fiore all’occhiello della città di Milano. Una sede prestigiosa, che ha aperto le sue porte al gioiello contemporaneo in occasione del concorso Artistar Jewels 2019. I suoi 700 metri quadrati hanno accolto le creazioni dei 140 artisti in gara. Forte la presenza di autori stranieri, soprattutto da Russia, Sud America, Iran e Regno Unito, che hanno saputo rappresentare con originalità la loro visione del gioiello contemporaneo; e rilevante la varietà delle tecniche di lavorazione e dei materiali utilizzati. I partecipanti hanno spaziato dalla cera persa al taglio laser, filigrana, rifiniture a mano e stampa 3D realizzando gioielli in oro, argento, titanio, pelle, tessuto, polimeri, diamanti, quarzi, ma anche materiali decisamente inconsueti come meteorite, licheni e nanosital, un materiale sintetizzato in laboratorio e composto principalmente da pietre naturali. Completa l’esposizione il volume Artistar 2019, edito da Logo Fausto Lupetti e distribuito a livello internazionale, che riunisce le storie e i gioielli di tutti i protagonisti della mostra. I tre vincitori, Sowon Joo, Veronika Kuryanova e Bia Tambelli, parteciperanno gratuitamente all’edizione 2020. Altri 11 premi speciali

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A French embassy office in the Napoleonic era and a residence for celebrated artists and intellectuals – suffice it to mention the name of Stendhal – Palazzo Bovara is one of Milan’s proudest landmarks. This prestigious venue opened its doors to contemporary jewellery for the Artistar Jewels Contest 2019. An area of 700 square metres welcomed the creations by the 140 artists in the competition. Many creatives from around the world – especially from Russia, South America, Iran and the United Kingdom – uniquely communicated their vision of contemporary jewellery, using an incredible variety of processing techniques and materials. Techniques ranged from lost wax to laser cutting, filigree and hand finishing and 3D printing, and materials included gold, silver, titanium, leather, fabric, polymers, diamonds, quartz, but also unusual products such as meteorite, lichens and nanosital, a lab-created synthetic material primarily made of natural gemstones. The exhibition is completed by the book Artistar 2019, published by Logo Fausto Lupetti and distributed worldwide, which brings together the stories and jewellery pieces of all the designers who took part in the exhibition. The three winners, Sowon Joo, Veronika Kuryanova and Bia Tambelli, will participate for free in the 2020 event. A panel of experts awarded another 11 special prizes to the most deserving designers, who will be able to participate in jewellery workshops and vocational training courses or get a personalised marketing campaign for their own creations.

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Anello In Paradisum#34 di Ana Margarida Carvalho in titanio anodizzato e acciaio. Assamblage Award.

Orecchino I Married An Ear di Yichen Dong in ottone e ametista. Jewellery Review Award.

In Paradisum#34 ring by Ana Margarida Carvalho in anodized titanium and steel. Assamblage Award.

I Married An Ear earring by Yichen Dong in brass and amethist. Jewellery Review Award.

Spilla Sea Pebble White di Anna Zeibig in argento, organza sintetica e acciaio. Cesarini Sforza Award. Sea Pebble White brooch by Anna Zeibig in silver, synthetic organza and steel. Cesarini Sforza Award.

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Bracciale Bangle_01.Jwl di Michelle Lung in acrilico. Wedding Vogue Award. Bangle_01.Jwl bracelet by Michelle Lung in acrylic. Wedding Vogue Award. Anello Lupo Alla Luna di Anna Maccieri Rossi in oro, madreperla, labradorite e diamante. Ivan Perini Award e Scuola Orafa Ambrosiana Award. Lupo Alla Luna ring by Anna Maccieri Rossi in gold, mother-of-pearl, labradorite and diamond. Ivan Perini Award and Scuola Orafa Ambrosiana Award.

Anello Icon II di Lindsey Fontijn in ottone e rame, placcato in argento. Accessory Vogue Vanity Award.

Anello Scorpio Born di Denis Sozin in materiale acrilico, argento e cristalli Swarovski. Press Kit Award.

Spilla All I Need di Elena Franceschetti in bronzo rodiato e poliestere. De Liguoro Award.

Icon II ring by Lindsey Fontijn in brass, copper, silver plating. Accessory Vogue Vanity Award.

Scorpio Born ring by Denis Sozin in acrylic, silver and Swarovski crystals. Press Kit Award.

Rhodium-plated bronze and polyester All I Need brooch by Elena Franceschetti. De Liguoro Award.

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OROAREZZO PUNTA SULLE

SINERGIE / di Simona Infantolino

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D In alto, da sinistra: collane di Gimet in argento placcato oro realizzate con tecniche di elettrofusione e arricchite da zirconi; un momento dell’ultima edizione di Oroarezzo.

opo i primi mesi dell’anno altalenanti, penalizzati da rapporti commerciali con Paesi come Emirati Arabi Uniti e Hong Kong dalle performance poco positive, l’oreficeria italiana ha affrontato le sfide del momento a Oroarezzo, in scena dal 6 al 9 aprile. La manifestazione è gestita da Italian Exhibition Group, organizzatore tra l’altro di VicenzaOro, Premier Las Vegas e Gold Italy, che ha tentato la svolta con quattro importanti decisioni: l’anticipazione delle date in funzione dei mercati strategici e delle festività religiose, gli investimenti realizzati, il focus di posizionamento e lo sviluppo dell’incoming buyers dall’estero. A questo si aggiungono le sinergie nate dall’accordo del 2017 con Arezzo

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Fiere e Congressi al fine di definire una regia unica e valorizzare le manifestazioni italiane del settore e il desiderio di coinvolgere l’intero capoluogo con speciali tour experience alla scoperta della “Città dell’oro” passando per i suoi luoghi simbolo come la Casa Museo dell’Antiquariato Ivan Bruschi e il percorso espositivo “Tesori di Arezzo” al Palazzo della Fraternita dei Laici. Una voglia di ripresa avvalorata dal sostegno di Confindustria Federorafi, Confartigianato, Cna e Confimi Industria che hanno chiesto formalmente al governo, in rappresentanza dell’intero comparto, maggiori investimenti pubblici per potenziare la leadership delle manifestazioni italiane. Un forte desiderio di andare avanti


INSIDE JEWELRY

In questa pagina, da sinistra in senso orario: anello Beautiful Planet Earth di Giordini in oro con sodalite, vincitore del concorso Premiere nella categoria Arte e Scultura; anello Spring Colour di Caoro in oro con gambo in elettroformatura e fiori colorati fluo, vincitore del concorso Premiere nella categoria Innovazione e Tendenza; anello Legami a te di Falcinelli Italy in oro giallo e bianco con diamante e quarzo fumé, vincitore del concorso Premiere nella categoria Creatività e Design.

99 e di rimettersi in gioco per superare una situazione di mercato non facile, che pone le basi per uno sviluppo nei prossimi mesi in vista di VicenzaOro a settembre, dal 7 all’11, e di Gold Italy, dal 26 al 28 ottobre. Sul fronte gioielleria, gli anni ’90 vivono un ormai consolidato revival grazie al rilancio della produzione in oro giallo, decretato must have della prossima estate, mentre il sempre amato concorso Premiere, giunto alla sua 29esima edizione, ha visto la creatività orafa competere sul tema dell’anello. I vincitori sono stati premiati in tre categorie: per Creatività e Design sono saliti sul podio Unoaerre Industries, Orolò e Falcinelli Italy; per Innovazione e Tendenza, Ronco, Caoro – The fashion expression e Sade; per Arte e Scultura, Giordini, Graziella Group e Loto Preziosi. Menzione speciale per Kitty, Maria Gaia Piccini Pontevecchio e Alunno & Co. After the first months of the year characterised by continuous ups and downs and penalized by trade relationships with such countries as the United Arab Emirates and Hong Kong that resulted in not very positive performance, the Italian goldsmith sector faced the current challenges at OroArezzo, held from 6th to 9th April. The event is managed by the Italian Exhibition Group, also organising, among

other exhibitions, VicenzaOro, Premier Las Vegas and Gold Italy, which tried to give a positive turn by making four important decisions: the bringing forward of dates as a function of the strategic market and religious festivities, the investments made, the positioning focus and the development of the incoming buyers from abroad. To this we should add the synergies developed from the 2017 agreement with Arezzo Fiere e Congressi meant to establish a single management and give the right value to the Italian exhibitions in the sector and involve the whole city with special experience tours at the discovery of the “City of Gold”, going through emblem places as the Ivan Bruschi Museum of Antiques and the exhibition path “Tesori di Arezzo” at the Palazzo della Fraternita dei Laici. A will of recovery confirmed by the support of Confindustria Federorafi, Confartigianato, Cna and Confimi Industria that formally asked the government, on behalf of the whole sector, for further public investments meant to strengthen the leadership of Italian events. A strong desire to carry on and be back in the game in order to overcome a situation of the market that is not easy, laying the foundations for a development over the next few months in view of VicenzaOro in September, from 7th

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to 11th, and of Gold Italy, from 26th to 28th October. On the jewellery side, the nineties are now living a consolidated revival thanks to the relaunch of the yellow gold production, considered as a must have for next summer, while the always loved Premiere contest, at its 29th edition, saw the goldsmith creativity competing on the ring theme. The winners were awarded in three categories: for Creativity and Design on the podium we find Unoaerre Industries, Orolò and Falcinelli Italy; for Innovation and Trend, Ronco, Caoro – The fashion expression and Sade; for Art and Sculpture, Giordini, Graziella Group and Loto Preziosi. A special mention for Kitty, Maria Gaia Piccini Pontevecchio and Alunno & Co.


FLASH

GREEN

LUXURY / di Antonella Garello

La gioielleria si rivolge a materiali inconsueti ma di grande effetto e nature-friendly, sposando la causa della sostenibilità e spendendosi a favore dell’ambiente

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ccolto nella selezione The Protagonist, evento benefico organizzato da Christie’s New York in collaborazione con Vogue Italia, Melting Arctic Ring è l’anello con cui Alessio Boschi ha scelto di portare alla ribalta gli effetti devastanti dello scioglimento dei ghiacci polari: sotto il quarzo che rappresenta la calotta glaciale, due cuccioli di orso si ritrovano separati dalla mamma, immobilizzati su blocchi di ghiaccio alla deriva. L’anello è realizzato in oro bianco, diamanti, tormaline Paraiba, topazio, pietre di luna - mentre i protagonisti della scena sono intagliati nella tagua, o avorio vegetale,

L’ORAFO

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materiale che si ricava dai semi di una palma sudamericana. Si preoccupa invece dello stato di salute degli oceani Chiara Passoni, designer milanese cresciuta in una famiglia dai forti interessi artistici e per molti anni istruttrice subacquea in Egitto, un ambiente privilegiato dove si è letteralmente innamorata delle grandi creature marine. Denti fossili di squalo sono i protagonisti di questo bracciale in oro bianco 18 carati, argento 925, zaffiri degradé e diamanti taglio brillante della collezione Jurassic. English translation: see page 107


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INSIDE JEWELRY

UN TESORO DA

PROTEGGERE

/ di Ercole Bonini President of Studio Bonini | Patents & Trademarks

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Orecchini della collezione Petali Lunaria di Marco Bicego, in oro giallo e diamanti. I petali sono formati da sottili foglie d’oro incise a mano con la tecnica del bulino; ogni gioiello è interamente realizzato a mano.

utti sappiamo che la produzione dei gioielli orafi fa parte di un settore molto affollato: talvolta certi modelli differiscono da quelli già messi in commercio solo per una modifica delle proporzioni o degli spessori. Pensiamo ad esempio agli orecchini: sono gioielli dove la fantasia può esprimersi al massimo, con forme anche inusuali; o, al contrario, possono sembrare simili al già visto, magari differendo unicamente per uno specifico particolare che li rende preferiti agli altri. Proprio per la rapidità del rinnovo delle collezioni - che nella maggior parte dei casi durano qualche stagione - la preferenza delle aziende è quella di evitare la protezione del design perché, secondo alcuni, proprio in considerazione della breve vita dei prodotti non vale la pena tutelarli. Cercherò ora di elencare le ragioni per cui in realtà non conviene rinunciare alla protezione del design. So per esperienza che è difficilissimo ottenere una sentenza favorevole per concorrenza sleale di fronte anche alla copiatura pedissequa da parte di altri soggetti, anche di più pezzi, talvolta di una intera collezione. Tra l’altro, chi copia difficilmente ripete al millimetro l’oggetto da copiare perché, attraverso uno o più passaggi di “gommatura”, si possono modificare spessori e anche forme: in quel caso è difficile sostenere che si tratta di copiatura e così va a finire che chi copia non subisce danni, mentre l’azienda titolare delle proprie creazioni non riesce più a vendere pezzi che altri vendono a minor prezzo. Se invece si sapesse che con un investimento veramente contenuto si potrebbe proteggere con un “solo” deposito Europeo (che comprende 28 Paesi, compresa la Turchia) una intera collezione, l’atteggiamento di tante aziende cambierebbe. E poi: chi può mai escludere che tra i 30-50 modelli nuovi che si presentano in fiera, ce ne saranno 2 o magari 5 che sopravviveranno negli anni perché fanno tendenza? Ricordiamo inoltre che il design italiano è seguito con attenzione dai concorrenti di tutto il mondo. E naturalmente la tentazione della copia per i modelli non protetti è molto forte: direi inevitabile! Resta da sottolineare un altro importante fattore: la protezione dura fino a 25 anni, con tasse che si pagano ogni 5 anni in proporzione al numero dei modelli. Dunque, se dopo 5 anni ci si accorge che dei 30-40 modelli depositati, solo 7 meritano di continuare ad essere protetti, le tasse di mantenimento si abbassano clamorosamente per quei 7 modelli rimasti. Tutto considerato, dunque, vale davvero la pena rinunciare a una protezione del modello che non riguarda solo l’identità, ma anche la similitudine? Altro che imitazione servile!

L’ORAFO

We all know that jewellery is part of a very crowded industry. Sometimes, new styles are launched after making only minor changes in proportions or gauge. Take earrings, for example. Creativity can go wild with new and unique shapes; or, on the contrary, they may look quite ordinary, except for a tiny, specific detail that makes customers choose them over the others. Because collections are updated so quickly - and often last no longer than a few seasons - many companies avoid design protection because, according to some, given the short life of these products, it is not worth protecting them. I will now try to list the reasons why you should actually always protect design. I know from experience that it is very hard to win a case for unfair competition, even in the case of slavish imitation of more than one piece, or even a whole collection, by other subjects. Besides, imitators usually do not make perfectly identical pieces, because they can change gauges and even shapes through one or multiple “rubber moulding” steps. In this case, it is hard to argue that the piece was copied; so it turns out that the imitator will not suffer any damage, while the company that created the original design will no longer sell their pieces, offered by others at a lower price. On the other hand, if companies knew that they may protect an entire collection with a really small investment by applying for “only” one European patent (which covers 28 countries including Turkey), many of them would change their mind. Then, it cannot be excluded that 2 or maybe 5 pieces out 30-50 new styles exhibited at a trade show will survive over the years because they become fashionable. We should also keep in mind that competitors around the world carefully check Italian design. And, of course, the temptation to copy unprotected pieces is very high - inevitable, I would say! There is another important factor to point out: the protection lasts up to 25 years, and taxes are paid every 5 years according to the number of your designs. So if, after 5 years, you notice that only 7 out of 30-40 patented designs deserve to continue to be protected, maintenance fees will be dramatically lower for those 7 remaining designs. All things considered, is it really worth to not protect a design, not only from identical pieces, but also from similar ones? So much for slavish imitation!

e.bonini@ipbonini.com

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GEMMOLOGIA

GEMME “TRAPICHE” E ZAFFIRO “CARMELO” / di Luigi Costantini Coordinatore Nazionale Settore Formazione Italia IGI International Gemological Institute Anversa Belgio

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e l’avevo promesso: avremmo sbarrato alle nostre spalle quel portone dietro al quale imperversa la furiosa procella dei diamanti CVD e ora pure dei diamanti “gonfiati”, e ci saremmo inoltrati nelle placide praterie delle “belle e rare pietre”. Conoscevate le gemme “trapiche”? Quelle eleganti stelle a sei punte, così uniche, così rare, così peculiari del berillo smeraldo, del corindone rubino e del corindone zaffiro, del granato, della tormalina e della chiastolite? Quest’ultima (andalusite con inclusioni carbonioso-argillose disposte a croce) esibisce una struttura raggiata a quattro bracci, invece di sei, ovviamente, e, con quel suo colore giallo brunastro, più s’adatterebbe a una mise autunnale, salvo assurgere al rango di simbolo religioso appropriato a qualsiasi stagione e qualsivoglia abito, convenientemente montata. Se fossi in voi, non mi lascerei sfuggire l’occasione d’arricchire l’offerta con qualcosa d’insolito e originale, quantunque non dotato d’un appellativo così accattivante come quello della classica triade rossa blu e verde oppure degli altrettanto noti tormalina e granato. Disdegnereste, se ve ne capitasse l’opportunità, di metter le mani su d’un rubino “trapiche” birmano, oppure su d’uno zaffiro “trapiche” cambogiano? Il primo, apparso sul mercato - in forma documentata - alquanto recentemente (correva l’anno 1995), fu ben presto rinvenuto pure in Guinea, nel Kashmir, in Pakistan, nel Nepal, in Sierra Leone e nel Tajikistan. Il secondo, nel seguire a ruota col rinvenimento (1996), oltre che in Cambogia, lo si è scovato puranche in Australia, Cina, Francia, Kenya, Madagascar, Nepal, Sri Lanka, Tanzania, senza tralasciare quella cornucopia di Madre Natura che è la Birmania (Myanmar), generosa in qualità ma avara in quantità (in fatto di “trapiche”). Ed è così che da quest’ultimo Paese – per la legge della domanda e dell’offerta – il materiale blu traslucido richiama prezzi da diverse migliaia di dollari al carato, essendo la maggior parte del poco estratto da semi-traslucido a opaco. Niente male per uno zaffiro “trapiche”, nevvero? Per fortuna che nel non lontano Vietnam l’ultima qualità descritta va sui 50 US $ al carato, per pezzature dai 5 ai 50 carati. A fronte d’una domanda sempre sostenuta per questa gemma, fa riscontro un’offerta ognor limitata, per cui i prezzi (raddoppiati, negli ultimi 5 anni, per le migliori qualità) rimangono sempre in tensione, assicurando così un’ottima tenuta dell’investimento, per chi abbia puntato sul fattore rarità. Bene, passiamo ora allo smeraldo “trapiche”. Tipico della Colombia, ove lo si rinvenne già nel terzultimo decennio

L’ORAFO

del 19° secolo (data al 1879 l’assegnazione del nome da parte del mineralogista francese Emile Bertrand): trapiche de caña de azucar, ovvero “ruota dentata a sei raggi degli zuccherifici per la canna da zucchero”, al cui aspetto si richiamava, con quei suoi sei bracci così simmetricamente disposti secondo una geometria esagonale, che si dipartono dal - o s’intersecano in corrispondenza del - nucleo centrale. Nucleo centrale a pianta e accrescimento prismatico esagonale, ovviamente, di colore verde, con bracci pure verdi, nel materiale di Penas Blanco, e di colore scuro, con bracci scuri, nel bel mezzo del circostante smeraldo verde, nel materiale di provenienza Muzo. Il colore scuro è dovuto a inclusioni carboniose. Sia ben chiaro che le proprietà son sempre quelle dello smeraldo, in ambedue i casi, poiché di smeraldo trattasi, solo variando la trasparenza – d’un torbido traslucido – simile a quella del calcedonio tinto. Cambiamo argomento. Zaffiro Carmelo. Sì, sì, Carmelo del Monte Carmelo, in Israele, proprio quello citato nella Bibbia come il luogo di residenza del profeta Elia, nel IX secolo a.C. Liberi ora di formulare tutte le fantateorie che volete, a proposito di interventi divini o influssi cosmici e ufologici, ma il fatto è che proprio dove posò le terga quel venerando profeta è stato scoperto di recente un minerale più duro ancora del diamante, mai rinvenuto prima sull’intero globo terraqueo, ritenuto sinora solo di provenienza extra terrestre: l’allendeite, riscontrata nel meteorite Allende schiantatosi su Madre Terra nel 1969. Minerale che è un composto di alluminio, titanio e zirconio (assai similare allo zaffiro, salvo che per il povero ferro scomparso dai radar), di colore nero, bluverde oppure bruno-arancione e che è stato registrato all’anagrafe della Commissione dell’International Mineralogical Association come Carmeltazite, il rarissimo e pregiatissimo nuovo venuto è stato prontamente battezzato Carmel Sapphire, visto e considerato che lo si è scovato pure ben incistato in fratture e fessurazioni di quella varietà del corindone sinora celata alla vista dei più, da quelle parti, e visto che s’è deciso di utilizzare il materiale come gemma in gioielli d’alto bordo. Così ha stabilito la compagnia mineraria israeliana impegnata a sforacchiare la Valle dello Zevulun sul Monte Carmelo, in cerca di qualcosa d’utile tra le 14 effusioni magmatiche che, nel Periodo Cretaceo, 145-65 milioni d’anni fa, interessarono quella plaga della Terra Santa portando in superficie minerali formatisi a 29 km di profondità. Madre Terra ci riserva sempre qualche sorpresa, e non si stanca mai! English translation: see page 107

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INSIDE JEWELRY

LE MINIERE D’ORO E I DANNI DA

Una donna a pieni nudi e senza alcuna protezione estrae l’oro utilizzando mercurio mischiato con acqua in una miniera d’oro artigianale del Myanmar (Birmania). Fonte: Wan-Yi Lin, 2019

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/ di Michela Ferraro-Cuda MBA, Course Director MA Luxury Jewellery Management, Birmingham City University

oro è, tradizionalmente, il metallo preferito per l’alta gioielleria. Rimaniamo a bocca aperta ogni qualvolta ci troviamo ad ammirare gioielli magnifici, realizzati da orafi abili e artisti ispirati, ma siamo pronti a porci delle domande sull’impatto che i materiali preziosi hanno avuto con la loro estrazione? Si stima che il 90% dei minatori d’oro a livello globale sia coinvolto in miniere artigianali e di piccola scala (ASM), per un totale di 14-19 milioni di persone dedite ad attività di estrazione in miniere d’oro artigianali e di piccola scala (ASGM), principalmente in Africa, America Latina e Asia. Le ASM si trovano spesso in aree rurali e, per via delle loro stesse caratteristiche, risultano raramente conformi a legislazioni o normative, operano utilizzando tecniche rudimentali, spesso frutto di tradizioni importanti per la comunità, ma non sicure e pericolose per la salute umana e per l’ambiente. Lavorare il metallo grezzo con il mercurio rappresenta la scelta di gran lunga più comune nelle ASGM, in quanto procedimento vantaggioso, poco costoso e facilmente accessibile, come evidenziano le ricerche. Tuttavia troppo spesso i minatori non sono a conoscenza dei rischi per la salute, che si concretizzano principalmente in danni neurologici o all’apparato renale e polmonare, e anche nel caso i minatori siano coscienti di questi rischi, non hanno comunque la possibilità di adottare misure adeguate che consentano loro di operare in modo sicuro. A livello globale, i governi e le organizzazioni internazionali riconoscono l’importante contributo economico apportato da queste attività nel contrastare la povertà e sostenere le piccole comunità rurali. La Convenzione di Minamata firmata il 16 Agosto 2017 da oltre 50 parti coinvolte obbliga, tra le altre cose, a intraprendere misure necessarie a ridurre in modo sostanziale l’impiego di mercurio e, laddove possibile, eliminarlo del tutto. Tuttavia, il rischio a cui sono esposti i minatori e le loro famiglie è una questione sanitaria mondiale ampiamente trascurata, così come appare sottovalutato il grave impatto del relativo avvelenamento ambientale, mentre entrambi esigono di essere affrontati in modo adeguato. Diverse ricerche confermano come le miniere d’oro artigianali e di piccola scala (ASGM) rientrino tra le principali cause di emissioni di mercurio nell’aria e, anche se le attività connesse alle ASGM interessano una percentuale compresa tra il 15 e il 25% dell’oro estratto a livello globale,

MERCURIO

rappresentano la prima fonte antropogenica, responsabile tra il 35 e il 37% delle emissioni su scala mondiale complessive annue collegate, stimate tra 410 e 1400 tonnellate annue. Appare chiaro come il settore dell’oreficeria abbia la responsabilità di riconoscere tale problema adottando adeguati codici di condotta e sostenendo progetti che assistano e consentano alle ASGM in tutto il mondo di migliorare le proprie procedure e operazioni. ASGM con adeguata istruzione dei lavoratori e dotate di apparecchiature e supporto non solo ridurranno l’inquinamento causato da processi non regolamentati, ma saranno anche in grado di contribuire al miglioramento della qualità della vita all’interno delle comunità nelle aree in cui sono presenti. Esistono diverse associazioni che promuovono sia progetti già implementati che iniziative future: prendetevi un attimo di tempo, iniziate ad approfondire e decidete quale è più vicino alla cultura della vostra azienda, sostenendolo; ma non ignorate questa problematica: l’intero settore ne è responsabile. Gold is traditionally the preferred metal for fine jewellery. We are awestruck anytime we have the chance to admire beautiful jewellery, product of skilled goldsmiths and inspired artists, but how much are we prepared to question the impact that precious materials had when mined? It is estimated that 90% of the global gold miners are involved in artisanal and small-scale (ASM) mines, which correspond to 14-19 million people that are involved in artisanal small-scale gold mining (ASGM) activities, mainly located in Africa, Latin America and Asia. ASMs are often located in rural areas and due to their nature, they hardly comply to any legislation or regulation, they operate with rudimentary techniques, maybe traditionally important for the community, but unsafe and hazardous for human health and the environment. Processing ore with mercury is, by far, the most common choice within ASGMs because it has the advantage of being inexpensive and easily available, as research has evidenced. Miners too often are unaware of the health risks involved - mainly neurological, kidney and lungs’ damages - or when they are, they do not have possibility to adopt appropriate measures to operate safely. Globally, governments and international organisations recognise the important economic contribution of these activities to tackle poverty and sustain small rural communities. The Minamata Convention signed on August 16th, 2017 by more than 50 parties involved obliges, within the other actions, to take significant steps to reduce substantially the use of mercury, and when possible to eliminate it at all. However, the risk to which miners and their families are exposed is considered a largely neglected worldwide health issue, nevertheless the related severe poisoning impact on the environment, and both deserve to be properly addressed. Several researches confirm that artisanal small-scale gold mining (ASGM) are within the major causes of mercury emissions to air, and although the activities linked to ASGM are accountable between 15 to 25% of the gold globally mined, they represent the largest anthropogenic source, valued to be accountable of the 35 to 37% of the related annual global emissions, estimated in 410/1400 annual tonnes. It is clear that the Gold jewellery industry has the responsibility to acknowledge this issue, adopting relevant codes of conduct and supporting projects, which assist and help ASGMs around the world to improve their processes and operations. ASGMs with adequate education, equipment and support, will not only reduce the pollution caused by unregulated processes, but will also contribute to improve the quality of life of the communities in the areas where they are located. There are several associations which promote projects already in place and future ones: take a minute, start to investigate further and decide which one is closest to your company’s culture and adopt one; but don’t ignore this issue, it concerns you too.

michela.ferraro-cuda@bcu.ac.uk

L’ORAFO

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MAGGIO • GIUGNO 2019

I TESORI DI

FARAONE / di Ilaria Danieli

The treasures of Faraone See page 24

A royal name that evokes mysterious ancient treasures, and an equally noble history linked to the high Milanese society, the European aristocracy and big names from the new world, such as Tiffany & Co. For many years a brand of excellence among Milanese jewellery shops, Faraone has maintained a high reputation for quality and reliability over time but gave up its traditional high-street window display a few years ago and opted for an elegant showroom, where relationships with customers can be more personal and direct. In addition to launching new collections designed to meet current trends and the taste of modern customers, the Faraone brand became an Auction House in 2016, with increasingly popular auctions selling a wide variety of valuable items. The next event is scheduled for May 6, promising to be intense and packed with interesting pieces; the morning will be all about watches, with 80 lots from prestigious Swiss or niche brands, and the afternoon will be filled with jewellery, including a shiny 4.98-Carat, D Color VVS2, Gia-certified marquisecut diamond and three rings with untreated Burma sapphires, with weights of 7 carats, 4 carats and a cabochon-cut 26 carats. They are followed by three Columbian emeralds mounted on different jewellery pieces and two Cusi chevalier rings with a 3-ct diamond each. We interviewed Vittoria Bianchi, the company’s CEO since 2010, to talk about this unique evolution. How did you decide to give the brand a different identity and make it an Auction House, more than a jewellery brand? Based on what premises and assessments? Faraone is known in the market for its centuries-old experience in the jewellery industry, for its quality pieces and professional services, but we need to keep up with the times. People’s lifestyle has changed and, with it, their way to experience and wear jewellery. Our grandmothers’ sets and brooches are no longer in fashion. The question we asked ourselves was: “how can we give these pieces a second life if not by auctioning them or by redesigning them to create more modern, wearable jewellery?”. It was our customers who indirectly suggested that we consider opening our own auction house. They asked us several times in the past if we were interested in buying pieces of jewellery, even if they were not from our brand, and in many cases we had to tell our customers to contact other auction houses we knew. In addition to this, the fact that the two most important Auction Houses, Christie’s and Sotheby’s, no longer sold in Italy prompted us to fill this precious, empty space. This was made possible by our wellknown name and by the support of partners who are very active in the sector. I wouldn’t call it a “different brand identity”: jewellery and Auction House are two very different business lines that coexist and complete each other. The Auction House was mainly conceived to offer an additional service to our long-time customers, many of whom contributed to Faraone’s success between the 1960s and the 1980s. It is an exclusive, complete evaluation service of jewellery and watches. Faraone continues to produce jewellery collections under its brand name. What is the common thread linking these collections? What is the target audience? As with big fashion labels, our production includes a ready-to-wear and an haute couture line. The former, Via Montenapoleone, is designed for casual, everyday wear, and it is especially for a younger

U Nome di riferimento della haute joaillerie internazionale, da qualche anno la storica maison affianca all’attività della gioielleria quella della Casa d’aste: nel segno della qualità e della diversificazione

n nome regale, che rimanda a misteriosi tesori antichi, e una storia altrettanto nobile legata alla migliore società milanese, all’aristocrazia europea e ai grandi nomi del nuovo mondo, come Tiffany & Co. Faraone, per anni indirizzo d’eccellenza tra le gioiellerie della capitale lombarda, ha mantenuto nel tempo la propria fama di qualità e affidabilità, ma da qualche anno ha rinunciato alla classica vetrina su strada per scegliere un elegante showroom dove la modalità di relazione con la clientela può essere più confidenziale e personalizzata. Infatti, oltre alla produzione di collezioni rinnovate e pensate per incontrare bisogni e tendenze della clientela odierna, la griffe Faraone nel 2016 è diventata Casa d’aste, con appuntamenti sempre più seguiti e lotti all’incanto molto vari e preziosi. La prossima data è prevista il 6 maggio, per

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una giornata che promette di essere intensa e ben scandita tra la mattina dedicata agli orologi, 80 lotti di prestigiosi marchi svizzeri o di nicchia, e il pomeriggio ricco di gioielli tra i quali brilla un diamante taglio marquise D Color VVS2 da 4,98 Ct. certificato Gia e tre anelli con zaffiri Burma non scaldati: uno da 7 ct, uno da 4 ct e l’ultimo con taglio cabochon da 26 ct. Seguono tre smeraldi colombiani montati su gioielli diversi e due anelli chevalier Cusi con diamanti da 3 ct ciascuno. Di questa evoluzione aziendale sui generis abbiamo parlato con Vittoria Bianchi, Ceo della maison dal 2010. Come è maturata la decisione di dare una diversa identità alla maison, facendola diventare Casa d’aste più ancora che gioielleria? Sulla base di quali valutazioni o premesse?

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target, namely the daughters of our traditional customers. The latter, One of a kind, consists of unique pieces designed for special events and important occasions ». What percentages of your total sales come from jewellery and auctions? Faraone Gioielli and Faraone Casa d’aste are two separate, independent business lines. As for auctions, the total sales of our two events held in 2018 amounted to €2,722,000. Our best result dates to 2016, when we first started, with sales of € 2,283,292.00 in the first auction and € 1,156,822.00 in the second one. Which identity or specialization does Faraone aim to acquire compared to other Auction Houses? In one word: “Diversification”. Our goal is to complement our ranges of jewellery and watches, which will have a dedicated area in our next auction, with different product categories. Last year, in November, we auctioned two sculptures by Arnaldo Pomodoro; the next auction, on May 6, will include some fine silverware lots, some of which by Faraone, and two Hermès bags. In the next auctions, we could offer some fine wines or contemporary paintings. In short, we will continue to focus on our industry, but we also want to explore this possibility of adding some “outsider” lots, without radically changing our auctions or without affecting their prestige. It’s still in the making. What were your greatest achievements so far? Some gemstones gave us great satisfaction, including untreated Burmese corundums, Kashmir sapphires – now the most soughtafter by major international players – and natural pearls. The top lots in 2016 were a jewellery set that was said to belong to the Queen of Italy Margherita of Savoy, sold at € 185,000.00, and a Faraone ring with central sapphire sold at € 330,000.00. From our 2017 auctions, we could mention a Van Cleef & Arpels set auctioned for 88,000.00 and a pair of 18-ct white gold earrings with 2 fancy yellow diamonds allocated at a clearing price of € 68,000.00. Finally, in 2018, we sold a platinum ring with a cushion-cut Kashmir sapphire weighing about 9 ct for €545,000.00 while the estimated value was € 100,000.00, and a string of 57 natural pearls at €105,000.00 while the estimated value was just €20,000.00. The next auction (on May 6) will feature both watches and jewellery. Which do you expect to perform best? Jewellery and watches have very different audiences; for now, we have focused on the former. Jewellery has always been considered a safe-haven asset, easily resold in case of need. However, we decided to take a step forward investing considerably in watches, so much that we organised a dedicated event in the morning on May 6; we hope to get good results and attract new customers who will prompt us to continue along this path.

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LA GRANDE INCOGNITA DI

BASELWORLD / di Antonella Garello

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For those who knew Baselworld during the golden age – or even that of just a few years ago, already downsized but still the incomparable emblem of international luxury – it was a real displeasure to have attended this latest edition, decidedly toned down, with little over 500 exhibitors of jewellery and watchmakers faced with a visible decline in the number of visitors and buyers and with pavilion 2 inexorably closed. In justification of the evident state of suffering of the exhibition a variety of explanations were given – in addition to the well-known issues tied to the extremely high participation costs – the historic caution of Americans before an election, the fragile balance of the Russian economy, the political situation in Arabic countries, European uncertainty just before election. With the classic effect of a dog chasing its tail, lastly, the announced decline in number of exhibitors – with significant defections widely communicated before the exhibition – certainly did not encourage operators to travel, which further fuelled discontent and diffidence for the event. The fact is that on the jewellery front (for watchmaking, please refer to the article by Michele Mengoli in this issue) American buyers were shirking, and the Arabic and Asian buyers were neither numerous nor particularly generous: there has been no lack of companies who worked satisfactorily, but most complained the lack of new contacts and of new significant commercial opportunities. What will become of this exhibition, which had no equals and knew how to bring together under one roof most of the high and higher end jewellers and watchmakers at a worldwide level, is the great unknown in the jewellers’ 2020 calendar (even though the question of the trade fairs does not only regard the Swiss event). In a press conference at close of Baselworld the new managing director, Michel Loris-Melikoff, stressed the fact that 2019 was a year of transition and that for 2020 a series of initiatives have already been planned aimed at transforming Baselworld «from a classic

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Mudan di Coronet è entrato ufficialmente nel Guinness dei Primati come l’orologio col maggiore numero di diamanti mai realizzato (15.858, per un totale di 50,01 carati). L’artista Reena Ahluwalia ha dipinto con eccezionale realismo un diamante sul quadrante, ornandolo inoltre di 4 diamanti veri.

P Anello in oro rosa con diamanti brown, zaffiri rosa e kunzite della collezione Fireworks di Mattioli Mattioli.

er chi ha conosciuto la Baselworld dei tempi d’oro - oppure anche solo quella di pochi anni or sono, già ridimensionata ma pur sempre incomparabile emblema del lusso internazionale - è stato un vero dispiacere assistere a quest’ultima edizione decisamente sotto tono, con poco più di 500 espositori tra gioielleria e orologeria a fronte di un vistoso calo di visitatori e buyer e col padiglione 2 inesorabilmente chiuso. A giustificare l’evidente stato di sofferenza della fiera sono stati variamente evocati oltre alle ben note problematiche legate ai costi altissimi di partecipazione - la storica cautela degli americani prima delle elezioni, il fragile equilibrio dell’economia russa, la situazione politica del mondo arabo, le incertezze europee a ridosso delle elezioni. Col classico effetto del gatto che si morde la coda, infine, l’annunciato calo degli espositori

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- con importanti defezioni comunicate urbi et orbi prima della fiera - non ha certo invogliato al viaggio gli operatori, il che ha ulteriormente alimentato malumori e diffidenze verso la manifestazione. Sta di fatto che sul fronte della gioielleria (per quanto riguarda l’orologeria rimandiamo all’articolo di Michele Mengoli in questa stessa rivista) i buyer americani sono stati latitanti e quelli arabi e asiatici non sono stati né numerosi né particolarmente prodighi: e, seppure non siano mancate le aziende che hanno lavorato con soddisfazione, i più hanno lamentato l’assenza di nuovi contatti e di significative aperture commerciali. Cosa succederà a questa fiera - che non aveva eguali e che sapeva riunire sotto un unico tetto la gran parte della gioielleria e dell’orologeria di alta e altissima gamma a livello mondiale - è la grande incognita del

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trade fair to an experience platform» capable of offering operators in jewellery making and watchmaking, gems, and technology as well as journalists, bloggers, and influencers, a digital platform which will supply information, services and networking throughout the year. They will implement the hospitality programme and the layout will be revisited, with the gemstone area in pavilion 2 and a large area dedicated to smartwatches and wearables. Baselworld will also open its doors «with a special offer specifically for end consumers and collectors». Among the news are also a Retailer Summit, CEO talks and a Virtual Reality Zone. We shall see if these measures, together with the more cooperative attitude of the new management, will be enough to reacquire exhibitors and buyers. As previously mentioned, the date for the 2020 event is for 30 April to 5 May. This postponement is cleverly meant to bring Baselworld together with the high-end watchmaking of SIHH of Geneva (from 26 to 29 April), but at the same time it will bring the exhibition dangerously close to the events in Las Vegas, planned for the end of May (if they don’t change their date).

HIGH JEWELRY

THE FAB SHOW / di Antonella Garello

Creatività, raffinatezza, esclusività sono le parole d’ordine di Couture Las Vegas: brand prestigiosi e designer dallo straordinario talento stupiscono con gioielli da favola, sfavillanti di gemme preziose, abbaglianti come le luci della città che non dorme mai English translation see page 107

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Creativity, refinement, exclusivity are the keywords of Couture Las Vegas: prestigious brands and extraordinarily talented designers exhibit amazing jewellery, sparkling with precious gems, bright as the many lights of the city that never sleeps.

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Opening page: Alessio Boschi - Rose de France set: one-of-a-kind detachable jewel in white and rose gold with white and yellow diamonds, aquamarine, pink sapphires, Paraiba tormalines, demantoid, indicolites, blue tourmalines, Mali garnet, pink, purplish, fuchsia big spinels, blue, pink, orange, purple small spinels. Hans D. Krieger - Asian Waterfall earrings, first prize at the Inhorgenta Awards 2019, Fine Jewelry category. Inspired by the waterfall on Simian Mountain in China, these white gold earrings are made of 26 princess-cut diamonds, 24 baguette-cut diamonds and 24 brilliantcut diamonds. Nikos Koulis - Earrings from the Oui collection in white gold with diamonds and black enamel. Schaffrath - Limited to only ten pieces, The Crown ring is made of yellow and white gold and 850/platinum-iridium: this beautiful jewel is embellished at the center by a 2 carat brilliant-cut diamond and on its sides by 6,50 carats baguette-cut diamonds and 0,50 carats brilliant-cut diamonds. Stenzhorn - A necklace in white gold, sapphires and diamonds from the Ovidio high jewellery collection. The perfect setting with its separate gold compartments hold the gemstones in precise place and allow them to follow the curves of the body like a fabric. Sutra - White gold earrings with 3.5 carats diamonds, 23.40 carats Tanzanite and 22.00 carats sapphire from the Tanzanite High Jewellery Collection. Jewelmer - A necklace from the Berlingot (hard candy in French) collection in white gold with beautiful South Sea gold pearls. Qayten - Bracelet from the new Embrace collection, playing on the luminosity of Akoya baby pearls embracing precious diamonds.

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ENGLISH TEXT

L’ I N T E R VI STA

LEB OLE

Lebole Gioielli A family success See page 72

G IO IE LLI / di Antonella Garello

na storia di famiglia, creatività e successo, in continua evoluzione: Barbara Lebole, responsabile vendite, marketing e comunicazione di Lebole Gioielli, ha presentato a Milano il nuovo brand In Lebole, illustrandone finalità e progetti.

Collana The Tag - Fiore: in questa collezione, che richiama la moda e le produzioni industriali, le etichette dei vestiti vengono montate in ottone galvanizzato oro e pietre colorate.

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A sinistra: orecchino singolo in argento galvanizzato oro e decapato nero con un particolare procedimento. Collezione Gotico Snake di Lebole Gioielli.

Partiamo dal lancio del vostro nuovo brand, In Lebole. Non rischia di creare confusione? Al contrario. Abbiamo voluto differenziare chiaramente due produzioni - Lebole Gioielli e, appunto, In Lebole - caratterizzate dalla medesima creatività e accuratezza, ma realizzate con differenti materiali e tecniche e dunque con prezzi molto diversi: sotto i 50 euro per In Lebole, tra i 100 e i 450 euro per Lebole Gioielli. Quindi In Lebole sarà il brand di riferimento per collezioni particolari? In Lebole comprenderà le tre collezioni meno costose, con gioielli più veloci, ripetibili, destinati a un pubblico più ampio: The Circle, gli orecchini tondi realizzati col dischetto metallico dei tappi di champagne; The Tag, i gioielli basati su due etichette di vestiti accoppiate tramite vulcanizzazione; The Shape, anche in questo caso sagome ricamate a telaio ma imbottite, a creare gioielli tridimensionali. Prevedete iniziative ad hoc? Certamente. Stiamo organizzando le “Lebole Week”, che coinvolgeranno a rotazione tutti i nostri punti vendita, con vetrofanie dedicate e una promozione decisamente accattivante: per ogni paio di orecchini In Lebole acquistati, il cliente riceverà in dono una collanina della collezione The Shape, imbottita con gommapiuma e sale, che tradizionalmente scaccia la negatività e porta fortuna. Abbiamo studiato anche un pay off dedicato, “Ho un debole per la donna In Lebole”. Pay off che declina al femminile quello, celeberrimo, che negli anni ’60 contribuì al successo degli abiti Lebole... Mio nonno, Mario Lebole, ebbe la doppia intuizione di rendere accessibile a tutti l’abito intero maschile e di pubblicizzarlo sia con campagne stampa sia nel mitico “Carosello” televisivo. Una scelta, quest’ultima, che non era affatto normale per il settore dell’abbigliamento in quegli anni. In Lebole segue un po’ la stessa filosofia: orecchini dal design inconfondibile ma a un prezzo accessibile a tutti, ampiamente pubblicizzati sulle testate di riferimento e anche tramite canali ancora poco sfruttati dal mondo del gioiello e del bijou. Per esempio saremo presenti nel prossimo catalogo Esselunga. Per noi la comunicazione è stata e resta fondamentale. Come nascono le vostre collezioni? In realtà né io né mia mamma pensavamo ai gioielli: gestivamo, e con soddisfazione, un negozio di antiquariato in centro ad Arezzo.

VISION

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A constantly evolving family history of creativity and success: Barbara Lebole, Sales, Marketing and Communication Manager at Lebole Gioielli, recently presented their new brand In Lebole in Milan. Let’s start with the launch of your new brand, In Lebole. Don’t you think it may create some confusion? On the contrary. We clearly wanted to break the brand into two producions - Lebole Gioielli and In Lebole - featuring the same creativity and accuracy, but different materials and techniques, and as a result different price tags – under € 50 for In Lebole, between € 100 and 450 for Lebole Gioielli. Will In Lebole be your go-to brand for special collections? In Lebole will include three less expensive collections, with repeatable pieces for a wider audience: The Circle, round earrings made with the metal discs of champagne corks; The Tag, created from two vulcanised bonded clothing tags; The Shape, padded, loom-embroidered shapes creating three-dimensional jewellery. Are you planning any special events? Of course we are. We are organising the “Lebole Weeks”, which will involve all our stores in rotation, with a dedicated storefront and a very appealing promotion: with each pair of In Lebole earrings, customers will receive a necklace from The Shape collection, padded with foam and salt, which traditionally dispels negativity and brings good luck. We also created a dedicated tagline, “Ho un debole per la donna In Lebole” (the Italian for “I have a thing for In Lebole women”). This tagline is a women’s version of the celebrated slogan that made Lebole suits famous in the 1960s... My grandfather, Mario Lebole, had the double intuition of making male suits accessible to all and to advertise them both in print media and on the legendary “Carosello”, the most famous Italian TV programme in the period from the 1950s to the 1970s. This was not the obvious choice for the clothing industry in those years. In Lebole shares the same philosophy: earrings with an unmistakable design at an affordable price, widely advertised on the relevant magazines, but also through channels rarely used by jewellery and costume jewellery industries. For example, our pieces will be in the next Esselunga rewards catalogue. For us, communication had and still has a key role. How are your collections born? To be honest, neither my mother nor I had jewellery in mind: we would successfully run an antique shop in downtown Arezzo. During a trip

to Japan, my mother bought some ancient silks; Paolo Perugini, the artist who was having a solo exhibition in our store, gave us the idea to line some small wooden shapes with those wonderful fabrics using a special process, to create asymmetrical earrings. It was a roaring success. My mother still designs In Lebole pieces, while most Lebole Gioielli creations are the result of a continuous dialogue between her and Paolo Perugini. Some collections are designed by Perugini himself. But each of our collections has a story to tell. What do you mean? No one makes anything out of nothing. Inspiration can come from a journey, from a personal story, from experiences or long-time feelings; each of our pieces is somehow linked to our experience and deserves to be explained and told. Did your long experience dealing with antiques influence your new business? Our attention to art in all its forms, ancient and contemporary, has certainly influenced our approach, refined our taste, expanded our horizons and enhanced our curiosity. However, having to work in a completely different sector, to change our processing and distribution methods and enter a completely different market, gave us total freedom and a wealth of new ideas. We never looked back, we never regretted the precrisis “golden age”, and we have never been attached to the rather pompous world of traditional jewellery, which only rarely breaks free of old traditions and patterns. And, of course, costume jewellery gives us even greater creative freedom, because of the processing costs and the materials used. About processing, is it really “Made in Italy”? Entirely. Since we are based in Arezzo, we can partner with several local jewellery workshops and monitor every stage of the process. Are you planning to expand abroad? For now, we will continue to focus on the Italian market, which is bringing great satisfaction, but we are putting all our energies into it. In 2018 sales increased by 45% from the previous year and we currently have 480 stores, mainly jewellery stores, across Italy. For now, going international cannot be one of our priorities.

Green Luxury See page 100

Welcomed in The Protagonist selection, a charity event organised by Christie’s New York in partnership with Vogue Italia, the Melting Arctic Ring is the ring with which Alessio Boschi has decided to bring to the forefront the devastating effect of the melting of Arctic ices: under the quartz representing an ice cap, two bear cubs are separated from their mother, paralysed on two drifting ice blocks. The ring is made in white gold, diamonds, Paraiba tourmalines, topaz, moonstones, while the protagonists of the scene are carved in tagua or vegetable ivory, a material obtained from the seeds of a South American palm. The health conditions of oceans are, instead, the main concern for Chiara Passoni, a designer from Milan, grown in a family with strong artistic interests and, for many years, a scuba diving instructor in Egypt, a privileged environment where she literally fell in love with big sea creatures. Shark fossil teeth are the protagonists of this bracelet made in 18ct white gold, sterling silver, degradés sapphires and brilliant-cut diamonds belonging to the Jurassic collection.

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GEMMOLOGIA

GEMME “TRAPICHE” E ZAFFIRO “CARMELO” / di Luigi Costantini Coordinatore Nazionale Settore Formazione Italia IGI International Gemological Institute Anversa Belgio

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e l’avevo promesso: avremmo sbarrato alle nostre spalle quel portone dietro al quale imperversa la furiosa procella dei diamanti CVD e ora pure dei diamanti “gonfiati”, e ci saremmo inoltrati nelle placide praterie delle “belle e rare pietre”. Conoscevate le gemme “trapiche”? Quelle eleganti stelle a sei punte, così uniche, così rare, così peculiari del berillo smeraldo, del corindone rubino e del corindone zaffiro, del granato, della tormalina e della chiastolite? Quest’ultima (andalusite con inclusioni carbonioso-argillose disposte a croce) esibisce una struttura raggiata a quattro bracci, invece di sei, ovviamente, e, con quel suo colore giallo brunastro, più s’adatterebbe a una mise autunnale, salvo assurgere al rango di simbolo religioso appropriato a qualsiasi stagione e qualsivoglia abito, convenientemente montata. Se fossi in voi, non mi lascerei sfuggire l’occasione d’arricchire l’offerta con qualcosa d’insolito e originale, quantunque non dotato d’un appellativo così accattivante come quello della classica triade rossa blu e verde oppure degli altrettanto noti tormalina e granato. Disdegnereste, se ve ne capitasse l’opportunità, di metter le mani su d’un rubino “trapiche” birmano, oppure su d’uno zaffiro “trapiche” cambogiano? Il primo, apparso sul mercato - in forma documentata - alquanto recentemente (correva l’anno 1995), fu ben presto rinvenuto pure in Guinea, nel Kashmir, in Pakistan, nel Nepal, in Sierra Leone e nel Tajikistan. Il secondo, nel seguire a ruota col rinvenimento (1996), oltre che in Cambogia, lo si è scovato puranche in Australia, Cina, Francia, Kenya, Madagascar, Nepal, Sri Lanka, Tanzania, senza tralasciare quella cornucopia di Madre Natura che è la Birmania (Myanmar), generosa in qualità ma avara in quantità (in fatto di “trapiche”). Ed è così che da quest’ultimo Paese – per la legge della domanda e dell’offerta – il materiale blu traslucido richiama prezzi da diverse migliaia di dollari al carato, essendo la maggior parte del poco estratto da semi-traslucido a opaco. Niente male per uno zaffiro “trapiche”, nevvero? Per fortuna che nel non lontano Vietnam l’ultima qualità descritta va sui 50 US $ al carato, per pezzature dai 5 ai 50 carati. A fronte d’una domanda sempre sostenuta per questa gemma, fa riscontro un’offerta ognor limitata, per cui i prezzi (raddoppiati, negli ultimi 5 anni, per le migliori qualità) rimangono sempre in tensione, assicurando così un’ottima tenuta dell’investimento, per chi abbia puntato sul fattore rarità. Bene, passiamo ora allo smeraldo “trapiche”. Tipico della Colombia, ove lo si rinvenne già nel terzultimo decennio

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del 19° secolo (data al 1879 l’assegnazione del nome da parte del mineralogista francese Emile Bertrand): trapiche de caña de azucar, ovvero “ruota dentata a sei raggi degli zuccherifici per la canna da zucchero”, al cui aspetto si richiamava, con quei suoi sei bracci così simmetricamente disposti secondo una geometria esagonale, che si dipartono dal - o s’intersecano in corrispondenza del - nucleo centrale. Nucleo centrale a pianta e accrescimento prismatico esagonale, ovviamente, di colore verde, con bracci pure verdi, nel materiale di Penas Blanco, e di colore scuro, con bracci scuri, nel bel mezzo del circostante smeraldo verde, nel materiale di provenienza Muzo. Il colore scuro è dovuto a inclusioni carboniose. Sia ben chiaro che le proprietà son sempre quelle dello smeraldo, in ambedue i casi, poiché di smeraldo trattasi, solo variando la trasparenza – d’un torbido traslucido – simile a quella del calcedonio tinto. Cambiamo argomento. Zaffiro Carmelo. Sì, sì, Carmelo del Monte Carmelo, in Israele, proprio quello citato nella Bibbia come il luogo di residenza del profeta Elia, nel IX secolo a.C. Liberi ora di formulare tutte le fantateorie che volete, a proposito di interventi divini o influssi cosmici e ufologici, ma il fatto è che proprio dove posò le terga quel venerando profeta è stato scoperto di recente un minerale più duro ancora del diamante, mai rinvenuto prima sull’intero globo terraqueo, ritenuto sinora solo di provenienza extra terrestre: l’allendeite, riscontrata nel meteorite Allende schiantatosi su Madre Terra nel 1969. Minerale che è un composto di alluminio, titanio e zirconio (assai similare allo zaffiro, salvo che per il povero ferro scomparso dai radar), di colore nero, bluverde oppure bruno-arancione e che è stato registrato all’anagrafe della Commissione dell’International Mineralogical Association come Carmeltazite, il rarissimo e pregiatissimo nuovo venuto è stato prontamente battezzato Carmel Sapphire, visto e considerato che lo si è scovato pure ben incistato in fratture e fessurazioni di quella varietà del corindone sinora celata alla vista dei più, da quelle parti, e visto che s’è deciso di utilizzare il materiale come gemma in gioielli d’alto bordo. Così ha stabilito la compagnia mineraria israeliana impegnata a sforacchiare la Valle dello Zevulun sul Monte Carmelo, in cerca di qualcosa d’utile tra le 14 effusioni magmatiche che, nel Periodo Cretaceo, 145-65 milioni d’anni fa, interessarono quella plaga della Terra Santa portando in superficie minerali formatisi a 29 km di profondità. Madre Terra ci riserva sempre qualche sorpresa, e non si stanca mai! English translation: see page 107

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I promised you: we would lock that heavy door, behind which raged the furious storm of CVD diamonds and now even “inflated” diamonds, and we would enter the calm prairies of “beautiful, rare gemstones”. Have you ever heard of “trapiche” gemstones? Those elegant sixpointed stars, so unique, so rare, so peculiar, such as emerald beryl, ruby corundum and sapphire corundum, garnet, tourmaline and chiastolite? The last one (andalusite with carbonaceous-clay inclusions arranged in the shape of a cross) has a four-arm radial structure, instead of six arms, of course, and with its brownish-yellow color, it would look great with an autumn outfit – except where it is regarded as a religious symbol that suits any season and any look, with a suitable setting. If I were you, I wouldn’t miss the opportunity to enhance your offer with something unusual and unique, although the name is not as catchy as the names of the classic red-blue-andgreen triad, or the equally famous tourmaline and garnet. If you had the chance, would you despise putting your hands on a Burmese “trapiche” ruby or on a Cambodian “trapiche” sapphire? The former, which appeared on the market quite recently (it was 1995), was soon found in Guinea, Kashmir, Pakistan, Nepal, Sierra Leone and Tajikistan as well. The latter, discovered soon after the previous one (1996), was found not only in Cambodia, but also in Australia, China, France, Kenya, Madagascar, Nepal, Sri Lanka, Tanzania, without forgetting Birmania (Myanmar), a cornucopia of natural wealth, generous in quality but tight with quantity (of “trapiche” gems). So, when coming from this country – according to the law of supply and demand – the translucent blue material is worth several thousand dollars per carat, as most of the little material extracted being from semi-translucent to opaque. Not bad for a “trapiche” sapphire, isn’t it? Luckily, in the near Vietnam, the same variety costs around $US 50 per carat, for 5- to 50-carat gemstones. Despite the increasingly high demand for these gems, the supply is still limited, which is why prices (which have doubled in the past 5 years due to their better qualities) will stay high, ensuring excellent investment retention for those who invested in the rarity factor. Let’s move on to “trapiche” emeralds now. Typical of Colombia, where they were found in the third last decade of the 19th century (and named in 1879 by the French mineralogist Emile Bertrand): trapiche de caña de azucar, meaning “six-spoke wheel of sugarcane crushers”. That is exactly what it looked like, with its six

L’ORAFO

“Trapiche” gems and “Carmelo” sapphire See page 104 arms symmetrically arranged in a hexagonal pattern, radiating from or intersecting at the central core. This central core has hexagonal prismatic structure and growth; it is of course green, with green arms, when coming from Penas Blanco, while it has a dark inner core with dark arms surrounded by green emerald, when coming from the Muzo area. The dark colour is due to carbonaceous inclusions. Let’s be clear, the properties are the same as the emerald’s in both cases, since emerald it is, with some changes in transparency – cloudy and translucent - like dyed chalcedony. New topic. Carmel Sapphire. Yes, Carmel as in Mount Carmel, Israel, mentioned in the Bible as the place where the prophet Elijah lived, in the 9th century BC. Now you’re free to think of the weirdest sci-fi theories, about divine intervention or cosmic and UFO influences, but the fact is that a mineral harder than diamond was recently discovered right where the venerable prophet laid his back, never found before on the whole terraqueous globe, and previously considered of extraterrestrial origin: allendeite, found in the Allende meteorite that crashed into Mother Earth in 1969. This mineral is a compound of aluminum, titanium and zirconium (very similar to sapphire, except for the poor iron, which has vanished from radar). Black, blue-green or brown-orange in colour, and registered in the Registry of the International Mineralogical Association under the name of Carmeltazite, the very rare and valuable newcomer was promptly renamed Carmel Sapphire, considering that it was also found in the fractures and fissures of that corundum variety hitherto hidden from the sight of most people over there, and that it was used as a gem for high-end jewellery. This is what the Israeli mining company decided, committed to drilling the Zevulun Valley on Mount Carmel in search of something useful from the 14 effusive eruptions that affected that region of the Holy Land, in the Cretaceous Period, some 145-65 million years ago, bringing to the surface minerals that formed at depths of 29 km. Mother Earth never ceases to amaze us!

ITALIANO


NOMI

AL CORO

CITATI

45

DENIS SOZIN

ALESSIO BOSCHI

18, 100

DOLCE&GABBANA

AMR - ANNA MACCIERI ROSSI

23, 94

ALBERT M.

59

AMEN

ANA MARGARIDA CARVALHO

59

94

ANANDA 925

60

ANNA ZEIBIG

94

ANGELA CAPUTI

78

ANNAKIKI

66

ANTONINI

29-31

ANTRACITE

59, 84

ARAGONESI GIOIELLI

59, 60

ARTISTAR JEWELS

92-94

ANTÚRA ACCESSORI

75

ARKANO

60

ARTLINEA

70

AT-INSIGHT

68

BALENCIAGA

68

AUTORE

89

BALMAIN BARAKA’

BASELWORLD BERING

66

52

44-45, 47-50

BIA TAMBELLI BIJOU BRIGITTE

59, 62 93

82

BLISS

86

BOLZON

52

BOCCADAMO BROSWAY

BRUNELLO CUCINELLI BURBERRY

CAORO CHANEL

CHIARA MACI PER BRONZALLURE CHIARA PASSONI CHOPARD

COMMON PROJECT

54

68 53 53

99

37, 68

68

100 34

54

CORONET

44

COSTARELLOS

70

COSMO PETRONE COUTURE SHOW LAS VEGAS CRIERI

D1 MILANO

DANIEL WELLINGTON

76

17

38, 39, 53 62

63

DODO

94

MICHELLE LUNG

94

70

MORELLATO

83

66

ECLAT

59

ELENA FRANCESCHETTI

94

FALCINELLI ITALY

99

ELSA SARANTIDOU

90

FARAONE

24-26

FARAONE CASA D’ASTE

24-26

FIORE GIOIELLI

91

FRANCESCA BIANCHI DESIGN

54

FRANCESCA VILLA

41

GERBA

59, 60, 83

GIMET

98

GIORDINI

99

GIVENCHY

68

GUENDALINA

83

GOYATE’

60

HANS. D. KRIEGER

18

HERMES

84

HOMO ITALIA

59, 84

HK INTL JEWELLERY SHOW

88-89

IEG

98,-99

ICE-WATCH

86

INHORGENTA

90-91

ISABELLA FA

91

JACQUEMUS

66

KABARÒÓVSKY

89

JEWELMER

20

KAWAMURA

88

KRIA UOMO

86

KEEP OUT

KURSHUNI

82

83

LEBOLE GIOIELLI

72, 73, 82, 86

LEO PIZZO

45

LINDSEY FONTIJN

94

LOCMAN

63

LORO PIANA

84

MARCO BICEGO

102

MARCO DAL MASO

MARIANO DI VAIO JEWELS MASSIMO RAITERI

59, 60

59 35

MATTIOLI

44

MICHAEL KORS

66

MESSIKA

L’ORAFO

45

ITALIANO

MISUI MVMT

NAMIDA

NELSON GIOIELLI NIESSING

NIKOS KOULIS

NUVOLE DESIGN

OFF-WHITE BY VIRGIL ABLOH OFFICINA 1986

OFFICINE CREATIVE OPS!OBJECT OROAREZZO OTTAVIANI PALMIERO

PATEK PHILIPPE PERSOL PIAGET PICTO

90 63

80

59, 84 90 18

82

66 60 53

66

98-99

60, 70, 86 22, 33

48-50 54 36 79

PIETRO FERRANTE

59

QAYTEN

20

PLAYCHARMS

ROBERTO COIN ROLEX

RUE DES MILLE SCHAFFRATH

82

45

47-50 68

18

SEIKO

62

SICIS

23

SHARRA PAGANO SKSM DIA JEWELS

SOWON JOO STENZHORN SUTRA

77

89 92

19 19

SWAROVSKI

83

TARI’ MONDO PREZIOSO

80

TABITHA SIMMONS TI SENTO - MILANO UNOAERRE

VERONIKA KURYANOVA Y-3

70

80

59, 60 93

53

YICHEN DONG

94

ZANCAN

53

YUNIK

70

111


OM

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