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DI RE TTORE RE S P ON S A B I L E A N DR E A A IE L L O DI RE TTORE C RE A TI VO DO ME N IC O F E ST A d o m e n ic o .fe s t a @ e d ifis .it C OORDI N A M E N TO E DI TORI A L E A N T O N E L L A GA R E L L O a n t o n e lla .g a r e llo @ e d ifis .it I N RE DA Z I ON E SIMO N A IN F A N T O L IN O S E N I OR E DI TOR A T L A RG E IL A R IA DA N IE L I C OL L A B ORA TORI LEA ALLEN , ER CO L E BO N IN I, L UIGI C O ST A N T IN I, MIC HE L A F E R R A R O -C UDA , R IC C A R DO F E R R A T O , MICHELE M E N GO L I, SE R A F IN A MIA N O , O R L A N DO P A ST O R E L L O , SA MA N T HA P R IMA T I P ROG E TTO G RA F I C O F A BR IZIO MA J E R N A A RTW ORK C L O SE UP ST UDIO S TRA DUZ I ON I P R O MO -E ST P UB B L I C I TÀ d ir c o m @ e d ifis .it TRA F F I C O P UB B L I C I TA RI O F R A N C E SC A GE R BIN O fr a n c e s c a .g e r b in o @ e d ifis .it S TA M P A C P Z S.P .A . C O ST A DI ME ZZA T E BG EMAIL o r a fo @ e d ifis .it W E B S I TE w w w .o r a fo it a lia n o .it P RE Z Z O P E R C OP I A € 5,00 / A RRE TRA TI € 1 0,00 A BBONA MENTI abbon a m e n t i@ e d ifis .it

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l’Orafo italiano, una rivista edita da:

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P E OP L E & B RAN D S

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Vhernier: being different

Doralia, una finestra sul futuro Laura Volpi e lo storytelling

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Parigi: questioni di valore Opali: noblesse oblige

Shaping the Shapes

M ODA

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La dialettica della seduzione

I N S I DE JEW ELR Y

Le libellule di Anapsara I messaggi preziosi di Fabio Lissi

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V I S U AL

Bauhaus: forma e funzione I 100 anni di Buccellati

Il polso del mercato

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Investimenti ADV 2018, il nuovo podio See you at VicenzaOro September New Openings L’italia brilla al JCK Il rapporto tra azienda e fornitori Il gioiello sostenibile

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La pausa estiva si è appena conclusa e ci troviamo di fronte all’ultimo quadrimestre di un ann tant ra

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QUESTIONI DI

VALORE / di Ilaria Danieli

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Le collezioni di Alta Gioielleria presentate a Parigi durante la settimana della Couture puntano all’essenziale per il mercato di lusso: la preziosità e la rarità delle gemme, un investimento duraturo e garantito pi della creativit , spesso ra finata e figurativa, del gioiello

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R In apertura: collier della collezione Les Ciels de Chaumet in oro bianco e giallo con zaffiri, ametiste, tanzaniti e diamanti. Al centro, un maestoso topazio imperiale di oltre 37 ct che si può staccare, per ottenere un collier più contenuto, oppure applicare a una collana più corta di soli diamanti per aggiungere un tocco di colore. n questa pagina, da sinistra, orologio Vegetal Lace di Piaget in oro bianco con 1 malachiti taglio marquise e quadrante in madreperla. Movimento al quarzo. Orecchini Vert Sinople Émeraude della collezione Gem Dior in oro giallo, diamanti e smeraldi di diverso taglio.

aggiungere l’essenza non significa sempre sforzarsi di togliere decorazioni e contenuti preziosi semplificando il design, ma talvolta è un invito a mirare dritti allo scopo, ovvero offrire agli happy few che se lo possono permettere una “essenziale” cascata di gemme montate in modo creativo e spesso innovativo, ma senza evoluzioni figurative che potrebbero limitare l’eternità e la versatilità del pezzo. Ecco allora che persino VC A, pur prendendo ispirazione dalla più romantica delle leggende, gli amanti di Verona omeo e iulietta, la traduce in una collezione prevalentemente riferita all’architettura e agli abiti rinascimentali, quindi geometrica e volumetrica, priva di particolari allegorie o tocchi fiabeschi. Allo stesso modo Boucheron dedica poco spazio ai suoi iconici animali per concentrarsi invece sui sontuosi collier, di peso elevato quanto il costo, fulcro della collezione Paris vu du , cioè la Ville Lumière vista dalla nuova boutique di Place Vend me, quindi ricca di riferimenti alla città, dall’acciottolato delle piazze alla cupola del rand Palais, dall’alloro che decora la colonna Vend me alla forma ottagonale della stessa Place. Ancora Parigi ma “à la usse” per Chanel, che non andò mai

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in terra moscovita o pietroburghese ma ne respirò gli splendori zaristi grazie alle amicizie coltivate a Parigi, tra il team dei Balletti ussi diretto da Diaghilev, la complicità con l’amica Misia e i love affair con il principe Dimitri e con Stravinsk . Anche la ussia di Chanel mantiene un’impronta prevalentemente astratta, privilegiando forme e simboli della cultura est europea visti attraverso il filtro occidentale che non indulge sull’over d cor. La nota più orientale e barocca si avverte nella sezione folkloristica della collezione, che rivisita alcuni motivi popolari come l’abito Sarafane, senza maniche e stretto in vita da una cintura, e il okochnik, un copricapo a forma di ventaglio molto comune sia tra le contadine sia nella classe nobiliare. Anche la oubachka, una tunica maschile lunga fino alla coscia e ricamata sul collo vista addosso al principe Dimitri, diventa gioiello stilizzato, naturalmente tempestato di diamanti. Passando alla creatività spesso imbizzarrita di Victoire de Castellane, direttrice artistica di Dior oaillerie, si riscontra una adesione più evidente che in passato alle leggi del mercato, con una evidente concentrazione sui cluster di gemme preziose, meglio se monocolore invece che mi ate in arcobaleni inediti ma più glamour che intrinsecamente preziosi. Madame si concentra sulle quattro

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A sinistra: orecchini Le o aume di Louis Vuitton in oro bianco, diamanti e zaffiri. Collezione iders of the nights dedicata alle eroine medievali.

A destra: bracciale manchette olklore della collezione La Paris usse de Chanel in oro bianco e giallo con smalti, zaffiri blu, granati mandarino, tsavoriti, perle e diamanti.

gemme più nobili (diamanti, rubini, smeraldi e zaffiri, investimenti che non perdono valore) ma non si nega le frequenti asimmetrie n i degrad multicolor o qualche evasione nelle sfumature ipnotiche della tormalina Paraiba, dell’ametista e degli zaffiri gialli. Le donne, i cavallier, l’arme e gli amori per Louis Vuitton, ma soprattutto le donne armate di pietre preziose dalle quali non si dimostrano affatto intimidite. Sono infatti le guerriere di spade il focus della collezione Riders of the nights di Louis Vuitton, che attinge al patrimonio iconico dei talismani, degli stemmi araldici, delle cariche feudali e delle armature ferree in uso all’epoca di iovanna d’Arco, di Bradamante e delle agneriane amazzoni per dare forma e spessore a parure da regina medievale arricchite da costellazioni di gemme (soprattutto zaffiri, smeraldi e diamanti). l panorama cambia radicalmente da Chaumet, che guarda in alto, agli astri celesti, per prendere spunto dai loro colori. Ecco quindi che i bagliori di un temporale diventano uno splendido collier in cui il degrad di zaffiri gialli e blu con ametiste e tanzaniti culmina in un topazio imperiale di oltre 3 ct. che si può staccare e indossare in tre modi diversi e si completa con anelli, orecchini, spille e orologi in parure. La maison non risparmia in fantasia e in virtuosismi

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tecnici per confezionare questa collezione, ancora più ambiziosa e affascinante delle precedenti per la raffinatezza e la cura dedicata a ogni singolo pezzo. spirazioni solari anche per Piaget, che prosegue la sua fortunata serie di collezioni a tema estivo immaginando una Oasi dorata popolata da principesse ingioiellate nel modo più classico e femminile, con preziosismi delicati che non solo usano con saggezza le gemme ma fanno ricorso anche all’arte degli smalti e della glittica, con la collaborazione di artisti specializzati. Si torna poi alla terra con lora e soprattutto auna immaginifica (tratta dai bestiari medievali con riferimenti ai Manga e alle belve dei antas movie) per l’e ploit nell’alta gioielleria di ucci, che presenta una ricca collezione, barocca come prevedibile e caratterizzata dall’uso di molti opali, tutta firmata da Alessandro Michele e presentata lo stesso giorno del debutto di una piccola boutique gioielleria in Place Vend me rimasta top secret fino al giorno prima. no sforzo consistente per un nuovo ingresso del mondo ashion nell’alto di gamma. Niente di nuovo ma molto archivio di cui si sentiva la mancanza per Tiffan Co., che (finalmente) ha presentato 100 pezzi che riproducono i masterpieces di ean Schlumberger, il primo designer della maison a cui è stato permesso

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di firmare i gioielli con il suo nome. Ecco allora il suo mondo sottomarino di pesci e stelle di mare, i suoi bracciali con gli smalti tanto cari a ackie enned , i collier oreali in oro giallo e bianco con pietre importanti, un universo naturale che, negli anni ’ ’7 , ha dato una spinta determinante all’awareness di Tiffany Co. Anche Pomellato fa capolino durante la settimana della Haute Couture ma presenta una collezione di anelli con doppia pietra dura a contrasto e una rivière di pietre di colore che sarà in distribuzione solo a Novembre: un’attesa più che sopportabile considerato il banchetto di gioielli maestosi presentato da tutte le altre maison, tra le quali si segnala, come una ciliegina sulla torta, lo spirito ludico e sensuale di Val rie Messika, che oltre a una serie di intriganti orecchini e anelli in diamanti bianchi e fancy presenta una mascherina di puro e lussuoso capriccio.

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n questa pagina: collier trasformabile Verona della collezione Romeo & Juliet di Van Cleef & Arpels in oro bianco, uno zaffiro birmano di oltre 3 ct, zaffiri e diamanti. Nella pagina precedente, mascherina della collezione Born to be Wild di Messika. Pezzo unico molto glamour e seducente, è in oro bianco e diamanti di diverso taglio, tra cui marquise e brillante. La luce di ogni diamante taglio marquise è enfatizzata dall’incastonatura “a piuma”, un brevetto della maison. La maschera viene allacciata alla testa con un nastro di raso.

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n alto, collier dalla nuova collezione di High e eller firmata da Alessandro Michele per Gucci e intitolata Hortus Deliciarum. Si tratta di un pezzo in oro bianco di stile oreale con diamanti e pietre di colore tra le quali alcuni opali, molto rari, di particolare colore tra il blu e il verde. ui sopra, anello Taille Emeraude in oro giallo della collezione Vue du 26 di Boucheron con citrino, cristallo di rocca e berillo eliodoro centrale di 13.7 carati.

Achieving the essence of a e el does not al a s mean striving to remove decorations and valuable content b simplif ing design sometimes it is ust an invitation to aim straight to the goal, that is to offer the happ few who can afford it a “minimalist” cascade of gems set in creative, often innovative a s, but ithout figurative evolutions that could limit the foreverness and versatilit of the end piece. or e ample, although inspired by the most romantic of legends - Verona lovers omeo and uliet VC A translated this approach into a collection evoking architecture and enaissance clothing, therefore geometric and volumetric, devoid of allegories or fair tale details. Similarl , Boucheron put aside its iconic animals to focus on sumptuous necklaces, as impressive as their price, featured in the Paris, vu du collection it is the Ville Lumière seen from the ne Place Vend me boutique, rich in references to the cit , from cobblestone squares to the Dome of the rand Palais, the laurels decorating the Vend me Column and the octagonal shape of the Place itself. Again Paris, but “à la usse” for Chanel, ho never ent to Mosco or St. Petersburg but soaked up their tsarist splendour thanks to the friends she made in Paris, including the ussian Ballets team directed b Diaghilev,

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her empath ith her friend Misia and her love affairs ith prince Dimitri and Stravinsk . Even Chanel’s ussia maintains a predominantl abstract st le, favouring East European forms and s mbols seen through the estern lens, hich does not go big on ornaments. A more oriental, baroque feel can be seen in the collection’s folk section, ith ne takes on popular motifs like the Sarafane dress, a sleeveless dress cinched at the aist b a belt, and the okochnik, a fan shaped headdress that as ver common among both peasant and noble omen. Even the oubachka, a mid length men’s blouse embroidered at the neck that she sa on Prince Dimitri, became a st lized diamond studded piece of e eller . Moving on to the often unrestrained creativit of Victoire de Castellane, Creative Director at Dior oaillerie, e can see a greater adherence to market rules than in the past, ith a clear focus on precious gemstone clusters, preferabl monochromatic and not mi ed into ne rainbo s, but more glamorous than intrinsicall valuable. Madame focuses on the four most precious gemstones (diamonds, rubies, emeralds and sapphires timeless investments), but she does not disdain the use of frequent as mmetries, multicolored degrad effects or fora s into

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27 the h pnotic shades of Paraiba tourmaline, ameth st and ello sapphires. Louis Vuitton features omen, knights, arms and loves, but especially women armed with precious gemstones that don’t seem to intimidate them at all. The Louis Vuitton iders of the nights collection is inspired b medieval female heroes, dra ing on an iconic heritage made of talismans, heraldic coats of arms, feudal offices and the iron armours used at the time of oan of Arc, Bradamante and agner’s horse omen to give shape and depth to gemstone studded e eller sets for medieval queens (mainl featuring sapphires, emeralds and diamonds). The scener changes dramaticall at Chaumet’s, hich looks up to the sk and the stars to dra inspiration from their colours. Hence a glowing storm becomes a beautiful necklace made of ello and blue sapphires, amethysts and tanzanites culminating in a 35-carat imperial topaz that can be removed and orn in three different a s and comes in a set ith matching rings, earrings, brooches and atches. The brand used plent of fancifulness and virtuosit to create this collection, even more ambitious and fascinating than the previous ones, crafting each piece with great elegance and care. Even Piaget is inspired b the sun,

continuing its successful series of summerthemed collections by imagining a golden Oasis populated b princesses earing classic, feminine e eller , ith delicate precious details that not onl reveal a masterful use of gemstones, but also resort to the art of enamels and gl ptics, ith the collaboration of e pert artists. e return to the Earth ith lora and maginative auna (dra n from medieval bestiaries ith references to Mangas and the ild beasts of antas movies) ith ucci’s fine e eller debut. The fashion house came up ith a lavish, predictabl baroque collection filled ith opals, designed b Alessandro Michele and unveiled on the same da as the opening of a small e eller boutique on Place Vend me, kept a secret until the da before. A significant effort, hich marked et another ashion House entr in the high end segment. Nothing ne but man much missed archive pieces for Tiffan Co., hich (finall ) launched 1 pieces that reproduce masterpieces b ean Schlumberger, the brand’s first designer, ho could design Tiffan e eller under his o n name. So here comes his under ater orld made of fish and starfish, his signature enamel bracelets, so dear to ackie enned , oral necklaces in ello and hite gold ith big gemstones

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this natural universe as instrumental in boosting Tiffan Co.’s brand a areness in the 19 s 7 s. Even Pomellato sho ed up during the Haute Couture eek, unveiling a collection of rings with two contrasting hard gemstones and a colored gemstone rivière necklace that ill not be distributed until November. Ho ever, the ait is more than bearable, considering the e tensive variet of ma estic e els put for ard b the other brands, including Val rie Messika as the cherr on top, ith her pla ful, sensual spirit alongside a range of intriguing white and fanc diamond earrings and rings, Messika presented a purel himsical, lu urious e e mask.

In alto: collier della collezione The Legendary Designs of Jean Schlumberger presentata da Tiffany & Co. per celebrare uno dei più famosi artisti del gioiello attivi per la maison negli anni ’ e ’ . Cento pezzi creati da Schlumberger, scelti tra i suoi soggetti preferiti, sono stati riprodotti nel pieno rispetto delle indicazioni originali. Di stile oreale, questa collana in platino e oro giallo con diamanti mostra un originale accostamento di rubelliti taglio a cuscino e turchesi cabochon.

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PEOPLE & BRANDS

BEING

DIFFERENT / di Antonella Garello

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Quello di Vhernier è uno stile personalissimo e sempre attuale, fatto di creatività, passione, virtuosismi tecnici e richiami colti all’arte contemporanea, all’architettura e al design

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In apertura: bracciali Sorpresa, in oro, diamanti e pietre naturali che le maglie nascondono e svelano grazie a un sofisticato meccanismo.

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Orecchini a clip della collezione Freccia in oro rosa

e giada, resa più brillante dalla sovrapposizione di un cristallo di rocca, una tecnica complessa, caratteristica delle creazioni Vhernier. Il brand ha iniziato l’attività a Valenza nel 1984 come piccolo laboratorio orafo artigianale e fin dagli esordi si è segnalato per la perfezione tecnica e l’originalità delle proprie creazioni.

C

i sono aziende che riescono a fare dell’anticonformismo, dell’autonomia di pensiero e dell’imprevedibilità una regola di vita, senza cedere a tentazioni mainstream o alla banalità di una tradizione imitata senza una reale rielaborazione: che riescono caparbiamente a restare fedeli a quello stile che è loro proprio e che grazie a questa coerenza sa superare le mode, evolvendosi nel tempo ma restando sempre unico e riconoscibile. A questa ristretta cerchia appartiene Vhernier, che da piccolo marchio sperimentale, ignoto al grande pubblico ma ben conosciuto tra gli addetti ai lavori per le sue squisite lavorazioni, si è trasformata nel tempo in una delle realtà più rappresentative della gioielleria Made in Italy, forte di

In alto, in questa pagina e in quella a lato: la boutique milanese Vhernier di Via Montenapoleone. Qui accanto, dall’alto in senso orario: anelli in oro rosa delle Linee Eclisse, Spire e Kiss, disponibili anche in oro bianco non rodiato.

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14 punti vendita monomarca - il primo è stato aperto in Via Montenapoleone a Milano nel 2002 - e della presenza nei più prestigiosi multibrand in tutto il mondo. Decisiva è stata l’acquisizione nel 2001 da parte dell’Aura Holding dei fratelli Carlo e Maurizio Traglio (attualmente presidente e direttore creativo il primo, membro del CdA il secondo, mentre la figlia sabella è vice direttore), letteralmente stregati da quelle collezioni tanto originali quanto perfette, i quali hanno saputo far crescere e conoscere il brand nei mercati esteri senza mai tradire il suo DNA. I gioielli Vhernier sono infatti, oggi come ieri, rappresentativi di uno stile coraggioso, di un sicuro senso per le proporzioni e per i cromatismi più audaci, di richiami colti all’arte contemporanea, all’architettura e al design italiani, così come di altissima artigianalità, qualità delle materie prime e un approccio

sempre curioso alle forme e ai materiali, libero da schemi e preconcetti. Ogni dettaglio è studiato meticolosamente per arrivare a quella pulizia formale, a quella precisione ed ergonomicità per cui Vhernier è celebre a livello internazionale. I volumi importanti, le ampie superfici specchiate giocate sulle nuance morbide e naturali dell’oro bianco e dell’oro rosa - risultato, quest’ultimo, di una lega particolare - accolgono diamanti bellissimi e pietre di colore naturali, che vengono tagliate a partire dal grezzo per potersi adattare perfettamente al gioiello e che creano sorprendenti effetti cromatici grazie alla sovrapposizione di purissimi cristalli di rocca. L’innovazione per Vhernier passa anche attraverso la ricerca di soluzioni sempre nuove a livello tecnico ed estetico, con meccanismi sofisticati che sconfinano nell’ingegneria, o l’utilizzo di materiali poco

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utilizzati in gioielleria, come l’ebano, il kogolong, il giaietto, il titanio - che nelle ultime evoluzioni dell’iconica linea Calla, sul mercato con immutato successo da più di vent’anni, è abbinato all’oro e ai diamanti, con esiti di raffinatezza e al tempo stesso di grande modernità. Un lusso discreto, fatto di un’attenzione tutta italiana per la bellezza e l’armonia degli spazi e dei contrasti che ha reso unico e immediatamente riconoscibile lo “stile Vhernier”.

In questa pagina, variazioni sul tema dell’iconica collezione Calla, che da oltre vent’anni riscuote immutato successo a livello internazionale. Dall’alto: bracciale da uomo in platino e titanio; bracciale in titanio e diamanti; collana in oro rosa ed ebano.

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32 In alto: orecchini e anello Calla in oro rosa: la particolare nuance di questi gioielli è frutto di una lega appositamente studiata da Vhernier. In basso a destra: anello Pirouette in oro bianco e pavé di diamanti brown incassati con effetto eyeliner, virtuosismo artigianale che vede pietre grandi e piccole disposte con casualità solo apparente.

There are companies that manage to hold to non-conformism, free thought and unpredictability, without giving in to mainstream temptations or to the conventionality of tradition, merely imitated without adding any original input; they stubbornly manage to remain faithful to their own style and, thanks to their consistency, they know how to overcome passing fads, evolving over time while staying unique and recognisable. Vhernier is one of them. Initially a small experimental brand, unknown to the public but well-known among insiders for their exquisite workmanship, it now stands as one of the most representative companies in the Made in Italy jewellery industry, with 14 agship stores the first of them as opened on Via Montenapoleone, Milan, in 2002 - and products in the most prestigious multibrand stores around the world. A key step was the acquisition in 2001 by Aura Holding, owned by brothers Carlo and Maurizio Traglio (currently President and Creative Director, and member of the Board of Directors respectively, while Maurizio’s daughter Isabella is the company’s Deputy Managing Director) the ere literall be itched by those unique, perfect collections, and managed to make them grow and known in international markets without ever betraying the brand’s DNA. Today as yesterday, Vhernier jewellery is representative of a courageous st le, a confident sense of proportions and daring colour combinations, with references to Italian architecture, design and contemporary art, featuring e cellent craftsmanship, first choice ra materials and a curious approach to shapes and materials, free from schemes and stereotypes. Every detail is thoughtfully considered to achieve the essential, precise and ergonomic design that made Vhernier internationally famous. Large mirrored surfaces showcasing an interplay of soft,

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natural shades of white gold and rose gold - the latter being created from a special alloy - reveal beautiful diamonds and natural coloured gemstones, cut from the rough to perfectl fit each piece of e eller and to create extraordinary colour effects with layers of rock crystals. At Vhernier, innovation also involves a constant search for new technical solutions and design, with sophisticated mechanisms that border on engineering, or the use of unconventional materials, such as ebony, kogolong, jet, titanium; the last one, in particular, was combined with gold and diamonds for a highl refined et modern result in the latest evolutions of the iconic Calla range, on the market with unwavering success for over twenty years now. It is an understated kind of luxury, leveraging Italian attention to beauty and to the harmony of spaces and contrasts, which has made the “Vhernier style” so unique and recognisable.

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Hai mai immaginato il gioiello del futuro? __

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LA DIALETTICA DELLA

SEDUZIONE / di Lea Allen

Dall’incontro tra tessuti nobili e preziosi gioielli in oro l’esclusività delle creazioni di Roxana Pansino prende vita, trasformando il desiderio in una realtà estremamente femminile che celebra l’eleganza in ogni donna

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In apertura: girocollo in oro giallo con diamanti e granato. n questa pagina: lo stesso collier sorregge l’abito Eva in chiffon di seta con applicazioni di fiori e cristalli Swarovski indossato dalla modella. Pagina a fianco: abito Nefertiti in chiffon di seta con cristalli Swarovski e pendente DNA in oro giallo con diamanti, zaffiri blu e tanzanite centrale.

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biti come gioielli e gioielli come abiti. Una dialettica interprete di incomparabile capacità di seduzione. Mistero del femminino. Dove tutto ha inizio. Roxana Pansino conosce il mito ancestrale di Eva e celebra la donna nella sua manifestazione più raffinata. Carmen, Nefertiti, Diana, Titania, Afrodite... Tutti i suoi abiti sono un tributo agli archetipi della donna e rappresentano una caratteristica femminile unica. La sua attitudine alla ricerca di esclusività poi fa il resto. Sa che l’abito veste il corpo ma fa anche risplendere l’anima di chi lo indossa. Come il magnifico Dna incastonato nella seta vuole raccontare. E subito l’evidenza si impone. Vita e peccato. Origine e mito. La sensualità è all’ordine del giorno. Le sue creazioni sono uniche. Icone eterne di stile e ineguagliabile seduzione, nate da una

pulsione estetica che ri ette singolarità. L’oro, metallo aristocratico per eccellenza, incontra tessuti nobili capaci di dipingere sul corpo pennellate di velluto. Diamanti, tanzanite e introvabili perle dei Mari del Sud adornano una donna incantevolmente unica. La cura è meticolosa. Nell’atelier, luogo di eccellenza artigianale, non c’è dettaglio che sfugge. Qui la passione e le fantasie della couturière trasformano un desiderio in un abito senza tempo. Mani segrete cuciono metri di seta soffice per dare vita a creazioni da fiaba, frutto di incomparabile tradizione sartoriale italiana e arte orafa. Dita magiche, al tempo stesso custodi di arti nobili e antichi mestieri. Roxana Pansino srotola la pergamena dei codici classici: l’archetipo del bello, quel bello in cui tutte le cose partecipano, sposa quello dell’eleganza.

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Dresses looking like jewellery and jewellery looking like dresses. A dialectic designing an unparalleled abilit to seduce. The m ster of the feminine. Where it all begins. Roxana Pansino knows the ancestral myth of Eve and she celebrates women in their most sophisticated appearance. Carmen, Nefertiti, Diana, Titania, Aphrodite... All her pieces are a tribute to feminine archetypes with a unique feminine air. Her attitude to ards the search for uniqueness does the rest. She kno s that clothes dress the bod , but the also make the wearer’s soul shine. Just like the magnificent Dna set in silk. And the obvious is suddenly revealed. Life and sin. Origin and m th. Sensualit is the order of the da . Her creations are unique. Eternal icons of st le and unparalleled seduction are born from an aesthetic impulse that re ects individualit . old, the quintessential aristocratic metal, meets fine fabrics capable of painting velvety brushstrokes over the body. Diamonds, tanzanite and rare pearls from the South Seas adorn a charmingl unique oman. Her attention to detail is meticulous no detail is left to chance in her atelier, a place of e cellent craftsmanship. Here, the couturière’s passion and fantasies turn desires into timeless gowns. Secret hands sew metres of soft silk to give life to fairytale creations, the result of unmatched talian tailoring and e eller art. Magic fingers, guardians of noble arts and ancient crafts at the same time. Roxana Pansino unrolls the scroll of classic rules: the archetype of beaut , the kind of beaut in hich all things participate, marries elegance.

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A destra: la modella indossa l’abito da sera Bolero il corpetto è in tulle di seta ricamato con cristalli Swarovski e impreziosito da un pendente in oro rosa con diamanti e perla la gonna è realizzata in georgette plissettata. In basso: anello e orecchini in oro rosa con diamanti e zaffiri rosa.

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THE DIAMOND SIDE OF

TECH / di Simona Infantolino

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Dall’alto, in senso orario: cinturino di Chalonne per Apple Watch con diamanti; JewelPods di Frontman in argento placcato rodio nero e diamanti; cover Damiani per Apple Watch in oro bianco e diamanti.

oncepiti come capricci per veri tech addicted, i prodotti Apple sono ormai un “mai più senza” a cui risulta difficile rinunciare. In principio si parlava solo di applicazioni che permettevano di contare i passi o di annotare il proprio regime alimentare. Poi l’iPhone si è trasformato in Apple Watch e non è stato più necessario tirar fuori dalla tasca il cellulare per vedere chi ti chiamava. Le tradizionali cuffie, invece, hanno lasciato spazio agli AirPods, gli auricolari Bluetooth che permettono di camminare o fare attività fisica senza il vincolo dei fili. l design è quello inconfondibile della casa di Cupertino, semplice e lineare, ma se si volesse uscire dagli schemi del minimalismo di Steve Jobs? Basterebbe aggiungere qualche diamante e trasformare un accessorio nerd in un gioiello tecnologico. È così che al classico cinturino dell’Apple Watch in silicone e in maglia milanese si aggiunge quello con diamanti creato da Chalonne. na chicca sfiziosa dal risvolto benefico: l’azienda ha infatti deciso di devolvere il 4% delle vendite online alla Breast Cancer Research Foundation per sostenere la ricerca sul cancro al seno. Per la serie “go big or go home”, la cover per Apple Watch creata da Damiani ridefinisce il concetto

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di orologio convertendo il tempo digitale in prezioso. È realizzata in due varianti ispirate alle iconiche collezioni del brand: la prima richiama la linea Metropolitan e gli skyline delle grandi metropoli, la seconda rievoca la collezione Gomitolo con un full pavé di diamanti. nfine la nuova startup italiana Frontman ha da subito intercettato i gusti di una clientela altamente ricercata con i suoi JewelPods. Questi orecchini da applicare agli AirPods sono realizzati con stampanti 3D e hanno un nucleo in argento 925 e un rivestimento in oro 24 carati o in rodio. Sono disponibili in quattro versioni, ciascuna con quattro diversi colori di placcatura, e hanno la possibilità di incastonare da due a sei diamanti per modello. English translation: see page 124

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IL LATO GLAMOUR DELLA

LIBELLULA / di Ilaria Danieli

Dallo spirito cosmopolita di Eugenia Shekhtman nasce il brand Anapsara, che esplora tutte le possibili declinazioni creative dell’insetto volante

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conosciuta e ben affermata a livello internazionale, e i progetti sono ambiziosi, ma non più della concretezza dei risultati. «Siamo già rappresentati in diversi highend store in tutta Europa ma pensiamo di dare inizio alla distribuzione anche in Medio– Oriente e in Giappone dove la collezione sta incontrando i gusti delle clienti in misura particolare. La mia più grande soddisfazione è vedere che le persone, quando provano i miei gioielli, sentono le emozioni e l’energia che io vorrei trasmettere loro. Considero i monili una parte integrante della moda, il tocco finale di ogni look, senza il quale lo stile personale non si esprime al meglio. Quando una donna indossa il gioiello, in fondo, è il momento in cui si sente definitivamente vestita . l prodotto ha tutte le carte in regola per piacere a una clientela trasversale, dai Millennials ai loro genitori e fratelli più piccoli: è leggera, essenziale, dinamica, discreta ma non timida, con qualche nota di colore e una sfumatura Déco che non guasta mai. emminilità e seduzione si ri ettono in dettagli di design originali e astuti, tanto da mantenere il prezzo coerente al suo target e accessibile, pur restando nella fascia qualitativa medio-alta che distingue la gioielleria ben fatta da quella improvvisata.

In questa pagina, a destra: orecchini della collezione 19 Dragon in oro rosa, diamanti e onice. In basso: dalla stessa collezione, anello in oro rosa con diamanti e smalto.

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l piccolo insetto che gli inglesi chiamano “drago volante” (dragon ) e gli italiani “libellula” (dal latino libra=bilancia, perché quando vola le ali sembrano orizzontalmente bilanciate e ferme) ha un suono e un significato molto più esoterico in sanscrito, l’antica lingua indiana da cui derivano l’Hindi e molte altre lingue del paese. È la lingua originaria dei classici per le culture indiane, una sorta di latino o greco per gli italiani; ma soprattutto è la lingua degli Asana, che gli appassionati di oga riconoscono come vibrazioni sonore (i mantra) in grado di produrre sensazioni fisiche e metafisiche. E veniamo al punto: in sanscrito la parola Apsara significa “colei che si muove nell’acqua” e questo suono per Eugenia Shekhtman, fedele frequentatrice delle pratiche interiori di meditazione, è stato ispiratore della nuova strada che la sua vita stava per intraprendere. Da oltre vent’anni attiva nel mondo della moda e del lusso, la cosmopolita Eugenia, che continua a essere bu er del concept store Verso ad Anversa, in Belgio, di cui è proprietaria assieme

al marito, ha individuato nella libellula il simbolo di rinascita e trasformazione (oltre che di eleganza e bellezza), di cui era alla ricerca. Apsara è quindi diventata Anapsara, il nome del nuovo brand di gioielleria che ha la libellula nell’anima, nel logo e in molte delle collezioni. L’impatto sul pubblico è stato subito positivo: «La libellula - spiega Eugenia - trascorre gran parte della vita sul fondo di uno stagno come larva, poi incomincia la trasformazione con la quale assume le sembianze che tutti conosciamo e si libera in volo. Proprio per tale ragione viene vista come simbolo della mutevolezza della vita; insegna ad andare oltre le apparenze incoraggiandoci a trovare noi stessi e ad affermare la nostra personalità. Inoltre, ai clienti piace la geometria estetica della libellula: scoprendo poi la sua simbologia e i suoi significati meno superficiali, se ne innamorano . La distribuzione per ora è limitata, ma al passo con i tempi: infatti Anapsara ha già guadagnato il suo spazio sulla piattaforma di e-commerce Farfetch.com,

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The small insect the English call “dragon ” and the Italians “libellula” (from Latin libra scale as, hen it ies, its ings seem horizontall balanced and still) has a far more esoteric sound and meaning in Sanskrit, the ancient Indian language from which Hindi and man other languages of the countr derive. It is the original language of classics for Indian cultures, a sort of Latin or Greek for Italians, but, above all, it is the language of Asana that oga enthusiasts recognise as sound vibrations (mantras) able to create ph sical and metaph sical sensations. Let us go to the point: in Sanskrit the word Apsara means “the woman who moves in the water” and, for Eugenia Shekhtman, a lo al regular of inner meditation practices, this sound inspired the new path that her life as about to take. Active for over t ent ears in the orld of fashion and lu ur , cosmopolitan Eugenia that continues to be the bu er, as ell as the o ner together ith her husband, of the Concept store Verso in Ant erp, Belgium, identified in the dragon the s mbol of rebirth and transformation (along ith elegance and beaut ) she as looking for. Then, Apsara became Anapsara, the name of the ne e eller brand ith the dragon in its soul, logo and in man of its collections. The impact on the public as immediatel positive: The dragon , Eugenia e plains spends most of its life on

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Qui sopra: anello in oro rosa e diamanti brown della collezione Empire State.

the bottom of a pond as a larva, then, it starts the transformation through which it takes the appearance that e all kno and ies a a . ust for these reasons it is seen as a s mbol of the mutabilit of life, it teaches to go be ond appearances, encouraging us to find ourselves and to impose our personalit . Moreover, customers like the aesthetic geometr of the dragon : then, hen the discover its s mbolog and less superficial meanings, the fall in love ith it . The distribution is currentl limited, though in line ith the times: in fact, Anapsara has alread obtained space on the e-commerce platform Farfetch.com, well-known and established on an international level, and the projects are as ambitious as the concreteness of results. e are alread present in various high end stores throughout Europe, but we are planning to start the distribution also in the Middle East and apan here the collection is particularl meeting the tastes of female customers. M greatest satisfaction is seeing that, hen people tr m e els on, the feel the emotions and the energ ant

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to communicate. I consider jewels as an integral part of fashion, the final touch of an look, ithout hich the personal st le is not e pressed at its best. At the end, hen a woman wears the jewel, that is the moment in hich she feels completel dressed . The product has what it takes to be appreciated b a transversal clientele, from Millennials to their parents and ounger brothers: it is light, essentials, d namic, discrete, though not sh , with some bits of colour and a Déco touch that does no harm. emininit and seduction are re ected in the details of original and clever designs, so as to maintain the price consistent with its target and affordable, even if it remains within a medium-high qualitative range that distinguishes the wellmade e eller from the improvised one.

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PASSION / di Antonella Garello

Regale e femminile, il rosso sarà uno dei colori must have per il prossimo inverno. La gioielleria interpreta la tendenza con rubini dall’intensa luminosità accostati a diamanti purissimi

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In apertura: collier Elsa di Van Cleef & Arpels, giocato sulle sovrapposizioni e gli intrecci dei cerchi in oro rosa e rubini con un nastro in oro bianco e pavé di diamanti. Al centro della collana un importante rubino taglio ovale. In questa pagina: bracciale della collezione XPandable™ di Picchiotti in oro bianco con diamanti taglio baguette e rubini birmani naturali non scaldati. n queste due pagine, da sinistra: sfilate

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di Valentino, Christian Dior e

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Qui accanto: total red per gli orecchini di Mousson Atelier, realizzati in oro giallo e impreziositi da rubini, zaffiri rosa, smalto e rodolite.

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Qui sopra, dall’alto: un insieme di anelli in oro bianco brunito con rubini e diamante centrale della collezione antas Circle di Pier Duca. n basso: anello della collezione Camogli di Massimo Raiteri realizzato in oro bianco con diamanti e rubini.

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emminile, audace, il rosso segna uno dei suoi spettacolari ritorni tra i protagonisti della moda per la prossima stagione. Rossi, in ogni possibile sfumatura, da quelle più timide a quelle decisamente vivaci, saranno i long dress così come i pantaloni e i cappotti, non importa se pensati per le grandes soirées o per serate più intime e informali. E ad aggiungere una sferzata di energia ci penseranno gli accessori, ornati di frange, piume e grandi fiocchi e altrettanto vivaci. Non saranno da meno i gioielli, in versione preziosa con splendidi rubini la pietra della vitalità e della determinazione che la luce dei diamanti saprà esaltare in tutta la loro luminosità.

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eminine and bold, red makes a spectacular comeback among the hottest trends for the coming season. hether for grandes soirées or for intimate, informal nights, long dresses, trousers and coats ill come in ever possible shade of red, from the subtlest to the most vibrant. Equall vibrant, accessories embellished with fringes, feathers and large bo s ill add an e tra touch of energ . The same goes for e eller , in precious versions ith dazzling rubies a s mbol of vitalit and determination enhanced b the light of diamonds.

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Sfilata FW 19-20 di Alexander McQueen

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Anello in oro bianco con diamanti e rubino birmano di Andrea del Borgo.

Anello di Falcinelli Diamanti in oro bianco con diamanti e importante rubino della collezione Mon Amour.

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Dalla collezione Circle du Soleil di Schreiner, anello in oro bianco con diamanti e rubino naturale taglio a gradini. Pezzo unico realizzato a mano.

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CHI COMPRA E CHI VENDE

POLSO MERCATO

IL DEL

/ di Michele Mengoli

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È la passione per l’orologeria meccanica di alta gamma che accomuna i protagonisti di questo articolo: tre figure diverse tra loro, con un ruolo di primo piano nel settore, che ci aiutano a comprendere meglio i trend del comparto dei segnatempo

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la passione per l’orologeria meccanica di alta gamma che accomuna i protagonisti di questo articolo, che si pone l’obiettivo di comprendere meglio il trend del mercato odierno attraverso la sensibilità di figure diverse tra loro ma accomunate dallo stesso amore viscerale per i segnatempo e per il loro ruolo di primo piano nel settore. Iniziamo da Sandro Fratini, imprenditore prima nella moda suo padre iulio nel 19 8 ha fondato i e poi in real estate e hotellerie e proprietario di quella che viene considerata la più importante collezione di orologi al mondo, con 2mila pezzi – soprattutto Rolex, Patek Philippe, Vacheron Constantin e Audemars Piguet – e un valore stimato di circa 1 miliardo di euro. Collezione raccolta in oltre 40 anni di ricerca dove ogni orologio è una rarità. Tanto per dire, il Patek Philippe da polso più costoso di sempre è la Ref. 1518 in acciaio, un cronografo con calendario perpetuo prodotto in soli 4 esemplari e battuto all’asta nel 2016 per 11 milioni di dollari. Ecco, Sandro Fratini ne possiede due. «Per fortuna – dice lui – li ho pagati molto meno di questa cifra quando li ho acquistati tanti anni fa e a dire il vero è così per tutta la collezione, compresi pezzi unici e prototipi di vari modelli, che oggi hanno un valore inestimabile. Negli ultimi anni il valore di mercato è salito in maniera esponenziale e io ho avuto la fortuna di acquisire gran parte della mia collezione in tempi dove i prezzi erano sensibilmente più bassi. D’altronde il valore economico della mia collezione è solo teorico perché non ho nessuna intenzione di venderne nemmeno uno». Il suo pensiero del mercato odierno? «Devo ammettere che raramente i modelli contemporanei mi emozionano e trovo bizzarro pagare un orologio in produzione il doppio del suo prezzo di listino, anche perché con gli stessi soldi si possono acquistare orologi vintage meravigliosi». Nel settore della moda, Alessandro Squarzi non ha bisogno di particolari presentazioni: imprenditore e direttore creativo, è uno degli uomini più fotografati dai media specializzati, con diverse testate – come Esquire UK – che periodicamente lo nominano come l’uomo meglio vestito al mondo, tant’è che su Instagram ha oltre 170mila followers. Squarzi illustra così il suo rapporto con l’orologeria: «A 20 anni andai a comprare un Submariner ma costava troppo e allora optai per un altro modello Rolex. Era un Daytona 6263 che ho tuttora! La mia passione per gli orologi nacque in quel momento. Oggi gli orologi al quale sono più legato sono un Nautilus Jumbo Ref. 3700. Un Royal Oak 15202. Un Perpetuo 3970 di Patek. E un Submariner Ref. 6538, detto ‘Coroncione’». Come vede l’orologeria contemporanea? «Appiattita. Nell’omologazione che regna nel mondo globalizzato di oggi tutto è simile. D’altronde funziona allo stesso modo anche nella moda. Le linee guida le dettano una manciata di colossi e gli altri seguono a ruota. Nell’orologeria ci sono due o tre marchi che spingono e gli altri sono in panchina che guardano

Pagina precedente: Patek Philippe Ref. 1518 Questo cronografo con calendario perpetuo in acciaio, prodotto in soli 4 esemplari, è il Patek Philippe da polso più costoso di sempre, essendo stato battuto all’asta nel 2016 per 11 milioni di dollari. Sandro Fratini (qui sopra) ne possiede due esemplari (foto Hodinkee).

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WATCHES

Patek Philippe Ref. 3700 Il Nautilus Ref. 3700 (foto Antiquorum), soprannominato Jumbo per il diametro di 42 mm, dimensione per l’appunto considerata “esagerata” nel 197 , anno di presentazione di questo celeberrimo modello che ha fatto la storia dell’orologeria sportiva di lusso e tra i più amati da Alessandro Squarzi (qui a lato, foto Filippo Avandero).

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cosa succede. Io per vocazione faccio parte della nicchia». E per il futuro? «Chi ha successo fa bene a contingentare il prodotto per renderlo di difficile reperibilità e aumentare il desiderio di averlo. È così nella moda ed è così nell’orologeria. La maturità e la consapevolezza del consumatore finale contano altrettanto. E vorrei sfatare un altro luogo comune che si sente sempre più di frequente: per certi modelli di Rolex e Patek Philippe siamo in piena ‘bolla’ e quindi qualcuno si farà male. Ecco, sono almeno trent’anni che lo sento dire però i prezzi dei Daytona e dei Nautilus sono sempre saliti costantemente». A questo punto vale la pena ascoltare chi gli orologi li vende. Carlo Bartorelli è l’amministratore delegato dell’omonimo gruppo che, con un fatturato consolidato superiore ai 50 milioni di euro, 25 marchi commercializzati nei 5 punti vendita, tra cui Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet, Cartier e Omega, centro assistenza interno dei brand più

prestigiosi, una quarantina di dipendenti e linea di preziosi top a marchio Bartorelli, è una delle più grandi realtà dell’orologeria-gioielleria italiana. Voi siete concessionari dei marchi che hanno i modelli definiti “hot reference”, ossia una dozzina di orologi di Rolex, Patek Philippe e Audemars Piguet che hanno talmente successo da avere una lunghissima lista d’attesa nei concessionari di tutto il mondo. Come commenta l’annosa questione? «Il mondo di oggi è complicato e anche questa delicata questione lo conferma, dovendo gestire almeno una decina di richieste al giorno in tal senso. Il fenomeno non è solo dettato dalla produzione molto inferiore alla domanda di appassionati e, purtroppo, speculatori, ma anche dal fatto che, addirittura e paradossalmente, tali modelli sono diventati una diversificazione agli investimenti che si fanno in banca, con persone che vengono a chiederci questi orologi storpiando anche il nome della marca in questione». E come

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vi ponete al riguardo? «Inevitabilmente cerchiamo di privilegiare i nostri clienti più fidelizzati è un modo per gratificare la loro passione sviluppata negli anni insieme a noi». In conclusione, qual è la morale? Che l’orologio può essere un grande investimento economico ma se si compra col cuore emoziona di più. The protagonists of this article all share a passion for high range mechanical watches. Our aim is to get a better grasp of today’s market through the e es of figures ho are ver different from each other, but have in common the same gut love for time markers and for their leading role in the sector. We start with Sandro Fratini, entrepreneur first in the fashion orld in 19 8, his father iulio founded i e then in real estate and h tellerie, and owner of what is considered the most important collection of watches in the world, with two thousand pieces - especially Rolex, Patek

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Philippe, Vacheron Constantin and Audemars Piguet - worth an estimated 1 billion euro. A collection where each watch is a rarity, put together in over forty years’ research. Just an example the most expensive Patek Philippe wristwatch ever was the steel Ref. 1518, a chronograph with a perpetual calendar, produced in only 4 copies and sold at an auction in 2016 for 11 million dollars. Well, Sandro Fratini owns two of them. «Luckily - he tells us - I paid a lot less when I bought them many years ago, and this is true actually for my whole collection, including unique items and prototypes of various models, now worth an incalculable fortune. In recent years, market value has risen exponentially - I had the good luck of acquiring most of my collection in times when prices were considerably lower. After all, the economic value of my collection is purely theoretical, since I have no intention of selling even one piece». What do you think of the current market? «I have to admit that contemporary models rarely inspire me, and find it odd to pa double the official price for a watch which is currently in production, also because with the same amount of money I could buy marvellous vintage watches». In the fashion business, Alessandro Squarzi hardly needs an introduction. Entrepreneur and creative manager, he is one of the men most frequently photographed by the specialised media. Publications like Esquire UK periodically nominate him the best dressed man in the world, so much so that on Instagram, he has over 170 thousand followers. Squarzi describes his relationship with watchmaking: «When I was twenty, I went to buy a Submariner, but it was too expensive, so I chose another Rolex model. It was a Daytona 6263, and I still have it! My passion for watches was born in that moment. Today the watches I feel most for are a Nautilus Jumbo Ref. 3700. A Royal Oak 15202. A 3970 Perpetual by Patek. And a Submariner Ref. 6538, called ‘Coroncione’». How do you see contemporary watchmaking? «Levelled out. Everything is so similar in the uniformity of the globalised world of today. After all, the same happens in the world of fashion. The guidelines are set by a handful of giants, and the others all follow. In watchmaking, one or two brands push ahead and the other stay on the sidelines waiting to see what’s going to happen. My vocation is to belong to the niche». What about the future? «Those who are successful do well to ration the product, making it difficult to obtain and increasing the desire to have it. This is how it works in the fashion

Patek Philippe Ref. 5711 Ecco l’ultimo discendente del leggendario Jumbo Ref. 3700. Il Nautilus attualmente in commercio ma introvabile per l’enorme richiesta è la Ref. 5711, che a fronte di un listino ufficiale di 8. euro veleggia sul mercato parallelo a un prezzo più che raddoppiato. Lunghissima la lista d’attesa per questo genere di modelli “hot reference”, conferma Carlo Bartorelli (in alto).

business and how it works in the watchmaking business. Maturity and awareness of the end user are equally important. I would like to dispel another myth we are hearing more and more: certain Rolex and Patek Philippe models are supposed to be going through a ‘bubble’, and somebody is going to get hurt. Well, I have been hearing this for thirty years, but the prices of Daytonas and Nautilus have always been going up». It’s time now to listen to those who sell watches. Carlo Bartorelli is the managing director of the group with his name - a consolidated turnover of over million euro, brands sold in five points of sale, including Rolex, Patek Philippe, Audemars Piguet, Cartier and Omega, in-house after sales service for the most prestigious brands, some forty employees and a line of precious tops sold under the Bartorelli brand - which is one of the greatest businesses of Italian watchmaking and jewellery. You are dealers for brands which have what they call hot reference models, that is a dozen Rolex, Patek Philippe and Audemars Piguet watches which are so successful that there is

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a long waiting list for them among dealers in the world. What do you have to say about this big issue? «The world today is complicated and this delicate question confirms it too, since e have to manage at least ten requests a day in this sense. The phenomenon is not only due to a production well below the demand of enthusiasts and, alas, of speculators. It is also due to the fact that, paradoxically, these models have become a way to diversify investments in banks, with people coming to ask us for these watches and even getting the brand names wrong». How do you respond? «We invariably try to privilege our most faithful customers it is a a to gratif their passion, developed in the years together with us». To sum up, what is the moral of the tale? That a atch can be a great financial investment, but if one buys with one’s heart, it is much more thrilling.

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shaping the shapes

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/ di Domenico Festa Foto Orlando Pastorello e Riccardo Ferrato

Le nuove geometrie giocano coi contrasti dei volumi e delle texture nella leggerezza delle bolle d’aria

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In apertura: gruppo orecchini creola in oro giallo di Giordini. Pagina a ďŹ anco: anello di Graziella in oro della linea Forme Classic. In questa pagina: collana in oro di Neonero con la caratteristica trama effetto pizzo. Collezione Rock.

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Orecchini della linea Sole in oro brunito 18 carati con diamanti e perla Mabe e anello in oro brunito satinato e diamanti della collezione J’adore. Tutto di Evanueva.

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Archetti Collection When tradition meets expertise, this setting only achievable by hand, gives more space to the diamonds, letting more light shines from these jewels.

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MESSAGGI

PREZIOSI / di Antonella Garello

Fabio Lissi realizza pezzi unici e intere collezioni, mettendo la propria creatività al servizio di privati e brand del lusso

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n alto: bracciale in argento 9 000 spazzolato e rodiato nero. ui sopra: abio Lissi. Pagina a lato, in alto: pendente Scorpione in oro bianco, 17 diamanti posizionati come la costellazione dello Scorpione in cielo e madreperla naturale.

uelle dei suoi gioielli sono “forme eterne di preziosi messaggi” e queste parole racchiudono tutta la filosofia di vita e di lavoro di abio Lissi, creatore di accessori e gioielli bellissimi e anche pittore e scultore, ma soprattutto artista inquieto, che quotidianamente si interroga, appunto, sull’essenza stessa del gioiello e sui suoi aspetti eterni, simbolici. l suo atelier nel centro di Milano è stato inaugurato nel 2014 ed è diventato un punto di riferimento per quanti privati o brand della gioielleria siano alla ricerca di un consulente creativo capace di interpretare con sensibilità le richieste del committente e di tradurle in gioielli unici per originalità e forza espressiva. Sono cresciuto nella gioielleria di famiglia e il contatto col pubblico mi ha fatto capire che l’acquisto di un gioiello nasce fondamentalmente dall’esigenza di comunicare qualcosa a chi lo riceverà. l gioiello esprime questo messaggio attraverso i simboli, che diventano il motore e al tempo stesso la giustificazione dell’acquisto. uando si ispira a un messaggio, quando ha un’anima, il gioiello acquisisce un’allure speciale capace di trasmettere un’emozione . Animato da una sincera curiosità verso gli altri e tutto ciò che lo circonda, abio Lissi sa andare al cuore delle aspettative dei diversi committenti,

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che coinvolge nella creazione del gioiello, dai primi schizzi alla scelta dei materiali, delle pietre, delle tecniche di lavorazione. mpiega indifferentemente gemme preziose o pietre dure, metalli comuni o nobili e padroneggia le lavorazioni più diverse. miei gioielli sono frutto prima di tutto di creatività e di divertimento mi piace confrontarmi, sperimentare, arrivare a forme con una loro armonia tutta particolare, fatta di dettagli, di precisione e manualità . ondamentale nel suo percorso creativo la collaborazione con importanti brand del settore orafo e anche di ambiti diversi: per Brioni ha realizzato una collezione di gemelli che hanno riscosso notevole successo, mentre la mitica errari gli ha commissionato la realizzazione di sculture celebrative e del merchandising prezioso. Lavorare per i grandi marchi è sempre una sfida non solo tecnica ma anche intellettuale: significa interpretarne lo spirito e il messaggio, farli uscire allo scoperto e farli dialogare con la propria storia . His e els are characterised b “eternal shapes of precious messages” and these ords contain the hole philosoph of life and ork of abio Lissi, designer of beautiful accessories and jewels as well as painter and sculptor, but above all a restless artist

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PEOPLE & BRANDS

that, ever da , meditates on the ver essence of the jewel and on its eternal and s mbolic aspects. His atelier in the centre of Milan as opened in 1 and has become a reference point for those private customers or e eller brands ho are looking for a creative consultant able to interpret ith sensitivit the bu er’s requests and to turn them into unique e els as for originalit and e pressive po er. as gro n up in the famil e eller and the contact ith the public made me understand that the purchase of a e el is basicall determined b the need to communicate something to those ho ill receive it. The e el e presses this message through the s mbols that become the engine and, at the same time, the ustification for the purchase. f the e el is inspired b a message, if it has a soul of its o n, the e el acquires a special allure able to communicate an emotion . Driven b a true curiosit to ards the others and hat surrounds him, abio Lissi can go straight to the heart of the e pectations of the various bu ers, that he involves in the creation of the e el, from the first sketches to the choice of materials, stones, orking techniques. He indifferentl uses precious gems or hard stones, common or noble metals, mastering the most disparate orkings. M e els are first of all the result of creativit and fun like to confront, e periment, obtain shapes ith their o n peculiar harmon made up of details, precision and manual skill . The collaboration ith important brands in the goldsmith sector and also in different domains proved to be critical in his creative path: he realised a collection of cuff links for Brioni that obtained a remarkable success, hile legendar errari commissioned the creation of celebrator sculptures and precious merchandising. orking for big brands is al a s a technical as ell as an intellectual challenge: it means to interpret their spirit and their message, disclosing them to make them talk with their own histor .

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ui sopra: anello Petali di rosa in oro bianco e diamanti. A sinistra: anello e orecchini scultura in oro bianco naturale non rodiato con diamanti.

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NOBLESSE

OBLIGE / di Luigi Costantini e Antonella Garello

Considerato per secoli la Regina delle gemme in virtù del suo gioco di colori unico e irripetibile, l’opale è una vera e propria meraviglia della natura. E non è vero che porti sfortuna

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PASQUALE BRUNI

Anello della collezione Giardini Segreti in oro rosa con opale di fuoco, zaffiri arancio e diamanti. A ring from the iardini Segreti collection in rose gold ith fire opal, orange sapphires and diamonds.

n apertura:

NEW ITALIAN ART Collana in oro con opale cristallino dell’Etiopia, smeraldi e diamanti taglio brillante. old necklace ith Ethiopian cr stal opal, emeralds and brilliant cut diamonds.

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M OROTREND

Anello Vulcano in oro rosa con zaffiri naturali nelle tonalità del giallo, arancio e tramonto con effetto degrad , gocce in giaietto naturale e al centro opale di fuoco messicano. Vulcano ring in rose gold ith natural sapphires in the shading off tones of ello , orange and sunset orange sapphires, natural et drops and Me ican fire opal at the centre.

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ais oui, son proprio io, l’Opale Nobile per antonomasia, s’il vous pla t (noblesse oblige). Nobile, capito Ch’io sia Nero, Cristallino, Bianco, di Fuoco, d’Acqua o in Matrice, a seconda del colore di base e in progressione discendente dal più al meno costoso che i colori prismatici presenti nei miei giochi di colore – nel nero, nel bianco e nel cristallino siano, in sequenza di valore: rosso, viola, arancione, giallo, verde, blu, indaco sempre Opale Nobile è il titolo che mi compet e mi compete. Eh s , perch in famiglia, di plebeo se proprio vogliamo v’è solo il Common Opal, l’Opale Comune, che si presenterà pure in tutte le possibili tinte, ma di giochi di colore manco a morire, fatto salvo l’Opale di uoco detto pure Messicano. Che vi debbo dire, di questa vergogna, di questo parente povero Che gli hanno affibbiato perfino dei bei nomi, esotici e accattivanti anche Moss, Cachalong, Prasio, dròfane, irasole, alite ma spento è. Non per vantarmi, ma volete mettere il sottoscritto, Nobile o em Opal ià dalla denominazione derivata dalla forma, dalla dimensione e dalla configurazione delle chiazze colorate Arlecchino o Mosaico

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LYDIA COURTEILLE

Bracciale in oro con zaffiri orange, zaffiri gialli, tormaline e opali di fuoco. Bracelet in gold ith orange sapphires, ello sapphires, tourmalines and fire opals.

(Harlequin, Mosaic), iammeggiante ( lame), Lampeggiante ( lash), Puntinato (Pinpoint, Pinfire) dovreste prefigurarvi il mio aspetto. Vedere per credere. E che dire, poi, della brillantezza e dell’intensità dei colori presenti Ovvia, era forse ubriaco, secondo voi, il buon Plinio il Vecchio ( 3 79 d.C.), allorch mise per iscritto (per iscritto ) nel libro V del suo enciclopedico trattato Naturalis Historia che l’opale fra tutte le pietre preziose, è quella che presenta la più gran difficoltà nel descriverla, con quel suo esibire in contemporanea il penetrante fuoco del rubino, il brillante porpora dell’ametista e il color verde mare dello smeraldo, il tutto fuso e mescolato insieme in un incredibile vivido fulgore Scusatemi l’immodestia, ma perch mai, allora, il sommo poeta drammaturgo elisabettiano inglese illiam Shakespeare, nella sua opera La Dodicesima Notte, a me riferendosi avrebbe declamato: uesto miracolo era la egina delle emme E non vi sto a elencare tutti i grandi nomi che mi esaltarono, da Dioscoride e Orfeo nell’Antica recia, ai bardi dell’Arabia e dell’ ndia (non deriva forse dal Sanscrito Upalas, pietra preziosa per eccellenza, il mio nome ). E tutto ciò in base a cosa, a vostro avviso Alla mia straordinaria e unica bellezza, cari miei o son l’epitome della bellezza, voilà. Perch non v’è altra gemma al mondo che esibisca

il fenomeno ottico, unico e irripetibile, che m’è proprio e peculiare: il gioco di colori. Che dite L’ammolite, il quarzo e l’agata iridescenti Debbono il loro fenomeno ottico (iridescenza, appunto) a interferenza e dispersione della luce. l mio gioco di colori lo debbo invece a un combinato disposto d’interferenza e diffrazione della luce e a variazioni d’indice di rifrazione negli strati di gel di silice idrata (SiO2 ▪ n H2O) che mi compongono. questo che fa la differenza. n questo consiste la mia unicità. E a questo punto, sic stantibus rebus, io chiedo che mi venga restituita la mia dignità regale, compromessa da quel balordo di romanziere scozzese dell’Ottocento – Sir Walter Scott – che nella sua novella Anna di Geierstein m’ha talmente sputtanato da farmi considerare, da allora in poi, porta sfiga. Perch , visto che ne era suddito, non ha chiesto alla sua egina Vittoria (1819 19 1), che andava pazza per me e se ne riemp per lei e per tutte le figlie sue i regal imperiali cofanetti porta gioie, se le ho portato iella Visse una lunga vita, sotto il suo lunghissimo regno (1837 19 1) la Gran Bretagna raggiunse l’apice della propria potenza, divenendo la dominatrice dei mari e degli oceani (Britannia rules the waves) e, all’epoca, il più esteso e vasto impero al mondo. Beh, s , rimase vedova a soli anni, ma son cose che capitano ai vivi. O son stati dei malnati e incompetenti orafi e incassatori, ignari della mia sensibilità

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agli eccessi di calore e alle sollecitazioni meccaniche violente, a propalare il calunnioso venticello, s da levarmi di torno onde evitare di pagar danni per le loro malefatte Sia come sia, pretendo giustizia, poich io dopotutto rappresento la quintessenziale visibile manifestazione della bellezza e della potenza della luce (risultante delle sette lunghezze d’onda dello spettro del visibile, ovvero dei sette colori dell’iride, che io esibisco in tutta la loro magnificenza), essendo la luce la quintessenziale visibile manifestazione della bellezza della Creazione e della potenza del suo Creatore (o di Madre Natura, se preferite), mondo becco

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Mais oui, that’s ust me, the Noble Opal par e cellence, s’il vous pla t (noblesse oblige). Noble, do ou understand No matter if am Black, Cr stal, hite, ire, ater or in a Matri , depending on the basic colour and in a decreasing progression from the most to the least e pensive no matter if the prismatic hues present in m colour pla s in black, hite and cr stal are, as a sequence of value: red, violet, orange, ello , green, blue, indigo the title of Noble Opal is the one that deserved and still deserve. ell, es, as the onl plebeian in m famil ust to tell the truth is the Common Opal that, despite sho ing all the possible hues, ill not evidence an hint of colour pla s, e cept for the ire Opal also called Me ican. hat am supposed

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CHOPARD

Sopra: orecchini con opali neri australiani, granati, zaffiri colorati, smeraldi e diamanti. A sinistra: arolina urkova indossa gli orecchini Orchid di Chopard in titanio con opali, ametista, tsavoriti e diamanti gialli. Above: earrings ith Australian black opals, garnets, multicolour sapphires, emeralds and diamonds. Left: arolina urkova earing the Orchid earrings b Chopard in titanium ith opals, ameth st, tsavorites and ello diamonds. L’ORAFO

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THEO FENNELL

Anello Rainbow Halo in oro bianco rodiato nero, opale nero, zaffiri multicolore, rubini e tsavoriti. ainbo Halo ring in black rhodium plated hite gold ith black opal, multicolour sapphires, rubies and tsavorites.

PALMIERO

Anello della collezione Embracing lo er in oro bianco con diamanti bianchi, gocce di zaffiri e opale australiano cabochon.

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A ring from the Embracing lo er collection in hite gold ith hite diamonds, sapphire drops and Australian cabochon opal.

ALESSIO BOSCHI

Anello Peacock’s Dream in oro giallo e bianco con diamanti bianchi, diamanti gialli, smeraldi, zaffiri viola e opale Arlecchino australiano. Peacock’s Dream ring in ello and hite gold ith hite diamonds, ello diamonds, emeralds, purple sapphires and Australian Harlequin opal.

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CHAUMET

Orecchini in oro rosa della collezione Hortensia, con 8 tormaline rosa taglio marquise, diamanti taglio brillante, opali rosa e pelle d’angelo. ose gold earrings from the Hortensia collection, ith 8 marquise cut pink tourmalines, brilliant cut diamonds, pink opals and peau d’ange opals.

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SUTRA

Orecchini Ombre Paraiba and Opal Drop in oro bianco con diamanti, tormaline Paraiba multicolor del Mozambico e opali bianchi dell’Etiopia. Collezione Paraiba and hite Opal. Ombre Paraiba and Opal Drop earrings in hite gold ith diamonds, multicolour Paraiba tourmalines from Mozambique, hite opals from Ethiopia. Paraiba and hite Opal collection.

to tell ou about such a shame, about this poor relation That, though it as even given nice, e otic and captivating names Moss, Cachalong, Prase, H drophane, Sun o er, H alite, it is, ho ever, drab. No intention hatsoever to sho off, but look at me, Noble or em Opal ou should be able to imagine m appearance from the ver same denomination deriving from the shape, size and the la out of coloured spots Harlequin, Mosaic, lame, lash, Pinpoint, Pinfire. Seeing is believing. And hat should e sa , then, about the brightness and depth of the colours sho Come on, do ou think good

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Plin the Elder ( 3 79 AD) as drunk hen he put do n in ords (in ords ) in book V of his enc clopaedical treatise Naturalis Historia that opal among all precious stones is the one that is more difficult to describe, as it simultaneousl sho s the deep fire of rub , the brilliant purple of ameth st and the sea green of emerald, all merged and mi ed together in an incredible vivid brightness ou ill e cuse m lack of modest , but h , then, making reference to me in his pla The Twelfth Night, ould the great English Elizabethan poet pla right illiam Shakespeare, have declaimed: Tis that miracle and queen of gems And am not going to list all the big names as e alted b , from Dioscorides to Orpheus in Ancient reece, to the bards of Arabia and ndia (does not m name derive from Sanskrit, Upalas, precious stone par e cellence ). And, according to ou, hat is the reason behind all this M e traordinar and unique beaut , m dear friends am the epitome of beaut , voilà. Because there is no other gem in the orld sho ing such an optical, unique and unrepeatable phenomenon that is m o n: the colour pla . hat are ou sa ing Ammolite, quartz and iridescent agates Their optical phenomenon (iridescence, namel ) is due to the interference and dispersion of light. M colour pla , instead, is the result of the combination of light interference and diffraction and of variations of the refraction inde in the la ers of h drated silica gel (SiO2 ▪ n H2O) am composed of. And this is hat makes the difference. This is hat makes me unique. And at this point, sic stantibus rebus, am asking to be given m ro al dignit back, compromised b that dumb nineteenth centur Scottish novelist Sir alter Scott that, in his novel Anne of Geierstein, so smeared m o n name that came to be considered, from that moment on ard, as a gem of bad luck. h , being her sub ect,

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VALENTINA CALLEGHER FINE ITALIAN JEWELLERY Anelli in oro con diamanti, opale australiano e opale nero australiano. Collezione Opera Masterpieces.

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old rings ith diamonds, Australian opal and black Australian opal. Opera Masterpieces collection.

didn’t he ask his ueen Victoria (1819 19 1), ho as mad keen on me and filled ith it for her and for all her daughters her ro al imperial e el cases, hether brought her bad luck She lived a long life, under her ver long reign (1837 19 1) reat Britain reached the ape of her po er, dominating seas and oceans (Britannia rules the waves) and becoming, at that time, the idest and most e tended empire in the orld. ell, es, she became a ido hen she as onl , but these kinds of things happen to the living. Or, ma be, such a calumnious little ind as spread b icked and incompetent goldsmiths and setters, una are of m being sensitive to e cessive heat and violent mechanical solicitations, so to be left aside and avoid pa ing for the damages caused b their ill actions An a , claim for ustice as, after all, am the quintessential visible manifestation of the beaut and po er of

light (resulting from the seven ave lengths of the visible spectrum, that is the seven colours of the rainbo that sho in all their magnificence), being light the quintessential visible manifestation of the Creation and of the po er of its Creator (or of Mother Nature, if ou prefer), b ove

DE GRISOGONO

ui sopra: anello in oro rosa della collezione Melod of Colours con opali rosa, zaffiri rosa e tsavoriti. n alto: Moran Atias fotografata con gli orecchini in oro rosa, opali rosa e diamanti bianchi della collezione ndia di de risogono. Above: rose gold ring from the Melod of Colours collection ith pink opals, pink sapphires and tsavorites. Top: Moran Atias earing rose gold earrings ith pink opals and hite diamonds from the ndia collection b de risogono. L’ORAFO

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FORMA E

FUNZIONE / di Antonella Garello

80 Nell’essenzialità e nella proporzione delle forme il nuovo Niessing Ring® Bauhaus in oro e diamante interpreta perfettamente la filosofia della Scuola tedesca.

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Spilla in argento e smalti a fuoco della collezione Echos di Jonathan Johnson (ph. Bernd Westphal).

on centinaia di eventi in tutto il Paese, culminanti con l’apertura di due importanti musei a Weimar e Dessau, dove la Scuola operò temporaneamente, la Germania celebra quest’anno il centenario del Bauhaus: un tributo di riconoscenza a quella straordinaria esperienza avviata nel 1919 da Walter Gropius e conclusasi nel 1933 in seguito all’avvento del Nazismo. Il Bauhaus operava all’insegna della interdisciplinarietà, affiancando a corsi artistici tradizionali quelli di lavorazione di materiali come il legno, i metalli, il vetro, la carta, in un clima di collaborazione tra insegnanti e studenti. Questi ultimi imparavano a “costruire” oggetti di qualsiasi genere, di uso comune e con materiali anche inconsueti, che sapevano conciliare semplicità delle linee e funzionalità con un evidente valore estetico, superando la spersonalizzazione della produzione industriale e segnando

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di fatto la nascita dell’industrial design. Il Bauhaus ha lasciato il suo segno in una serie di campi, dall’architettura alle arti applicate alla grafica alla fotografia al cinema. Per quanto riguarda la gioielleria, in tutto il mondo designer e maison orafe si sono spesso ispirati al minimalismo e al razionalismo del Bauhaus, attingendo a piene mani dalle sue geometrie e dai suoi cromatismi, reminiscenze di maestri come Kandinsky e Paul Klee, due tra gli insegnanti più famosi della Scuola: e in occasione del centenario non sono mancate le collezioni dichiaratamente ispirate alla filosofia del Bauhaus, che continua a essere fonte inesauribile di studio e ispirazione. This year Germany celebrates the centenary of Bauhaus with hundreds of events throughout the country, ending with the opening of two important museums in

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FLASH

La residenza di Walter Gropius a Lincoln, Massachusetts.

La culla Bauhaus è oggi prodotta in Germania da Tecta sul progetto originale del 1922 di Peter Keler, studente e poi assistente di Wasilij Kandinsky.

Weimar and Dessau where the School operated temporarily: a tribute of gratitude to that extraordinary experience started in 1919 by Walter Gropius, which came to an end in 1933 following the rise of Nazism. Bauhaus operated under the sign of interdisciplinarity, combining traditional art classes with those focused on the working of such materials as wood, metals, glass, paper, in an atmosphere of collaboration between teachers and students. These latter learnt how to “build” any kind of objects, of everyday use and with even uncommon materials that managed to combine the simplicity of lines and

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functionalities with an evident aesthetic value, going beyond the depersonalization of industrial production and virtually signalling the birth of industrial design. Bauhaus left its mark in a number of fields, from architecture to applied arts to graphics, photography and cinema. As for jewellery, all over the world designers and goldsmith maisons have often taken inspiration from the minimalism and rationalism of Bauhaus, drawing liberally from its geometries and chromatisms, reminding of such masters as Kandinsky and Paul Klee, two among the most famous teachers of the School: and for the centenary, there was no lack of collections admittedly drawing on the philosophy of Bauhaus that continues to be an inextinguishable source of study and inspiration.

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INSIDE JEWELRY

INVESTIMENTI 2018: LA SCALATA

AL PODIO / di Vittorio Montieri

N

83 on proprio una fotocopia dell’anno precedente, ma qualcosa di molto simile. In termini di investimenti, il mercato pubblicitario nazionale è andato tendenzialmente meglio rispetto al recente passato, chiudendo il 2018 con un -0,2% (contro il -2% del 2017), che diventa un +2% (contro il +0,4%) se al totale fatturato si aggiungono le stime della raccolta pubblicitaria di Google e Facebook, refrattari a fornire dati precisi. Sulla stessa linea, anche se un tantino peggio, si è mosso il mercato dell’advertising dei gioielli. Perde un 3,3% dello stanziamento globale rispetto al 2017, che a sua volta si era chiuso con un -1,9%, ma con l’aggiunta di annunci sponsorizzati, search, video pubblicitari in streaming e altre forme di messaggeria digitale raggiunge verosimilmente la parità, o quasi: un risultato a metà strada tra quelli registrati dai settori affini della cura della persona e dell’abbigliamento, rispettivamente in essione dello , e del . l calcolo certificato parla comunque di una spesa complessiva che sfiora i 7 milioni di cento euro pagati per la pubblicità in Italia, quasi uno proviene dai brand di gioielli - e di un paio di milioni che si sono volatilizzati

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nel corso dell’anno. Bazzecole in confronto alla situazione che si stava delineando fino a settembre, con tutti i mesi in calo, salvo un irrilevante equilibrio in estate, e un delta negativo di oltre il 20%, pari a sette milioni di euro in meno rispetto ai primi tre trimestri del 2017: come dire un Pandora che abbandona il campo. n rush finale di quelli visti raramente ha consentito di recuperarne cinque, concentrando nell’ultimo trimestre il dell’esborso annuo, più di un terzo solo a dicembre (Fig. 1). In valori assoluti, le maggiori defaillance derivano dai mancati introiti dei quotidiani e della pubblicità esterna, entrambi con una contrazione intorno al milione e trecentomila euro, pari a un decremento del 27% e del 37% dei budget rispettivamente destinati a questi mezzi (Fig. 2). Soltanto Giorgio Visconti e Alexandra Albini sembrano difendere la posizione della stampa quotidiana con una certa convinzione, con oltre 400.000 euro il primo e oltre 200.000 la seconda; mentre nell’outdoor, oltre a Pandora, si fa luce Iacopini, da Roma. Da notare che il riscontro negativo per le affissioni è, assieme al cinema su cifre ben più basse, l’unico dato in controtendenza rispetto al mercato generale, nel quale invece manifesti e pensiline godono di buona salute. Più o meno stabile in termini percentuali la somma

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SETTEMBRE • OTTOBRE 2019

FIG.1

S TAG I O N A L I TÀ D E G L I I N V E S T I M E N T I P U B B L I C I TA R I

(€.000)

M O N T H LY A D S P E N D ( € . 0 0 0 ) 20000 18000 16000 14000 12000 10000 8000 6000 4000 2000 0 GEN JAN

84

2018

FEB FEB

MAR MAR

APR APR

MAG MAJ

GIU JUN

JUL

AGO AUG

SET SEP

OTT OCT

NOV NOV

DIC DEC

2017

erogata alle concessionarie della stampa periodica e della televisione: una diminuzione dell’1% dei magazine, equivalente a circa 200.000 euro, e una crescita del 2% della TV, che vale mezzo milione di euro e consolida il +8% dell’anno prima. A tirare la carretta sulle riviste ci pensano soprattutto Boccadamo e Giovanni Raspini, un po’ sopra e un po’ sotto il milione di euro, mentre sul piccolo schermo (piccolo ormai è solo un modo di dire) i big Brosway e Pandora, che superano i cinque e i quattro milioni. Questi ultimi, ma in ordine inverso, contribuiscono più degli altri anche all’espansione del canale radio, le cui entrate, dopo l’exploit del 2017, crescono ulteriormente di . euro, quasi il in più anche S’Agapõ fa la sua parte, sintonizzando in modulazione di frequenza i tre quarti del suo budget, ossia più di . euro. Agli oltre 700.000 euro che sempre Pandora ha speso in banner si deve invece buona parte del +8% segnato da nternet. Sempre più fanalino di coda il cinema, che perde tre quarti dei ricavi e resta con centomila euro, di cui la metà a opera di Locman e Kidult. A seguito di queste variazioni, la televisione addenta un altro pezzetto della torta pubblicitaria di categoria e supera il . Seguono i periodici con il 30%, e le quattro porzioni degli altri media equamente suddivise intorno al ( ig.3). n

dieci anni, il rapporto di forze tra TV e stampa periodica si è ribaltato in modo speculare. Allora, nel 2008, settimanali e mensili coprivano il 3 della spesa pubblicitaria orafa contro il 34% della televisione; dopo la parità del 2010 e il sorpasso dell’anno seguente, la forbice tra i due principali mezzi si è allargata e oggi ripresenta punto più punto meno le stesse percentuali, ma a parti inverse. Rispetto alla ripartizione dei mezzi sul totale dei mercati (con l’esclusione, come detto, dei social e dei motori di ricerca), i periodici rappresentano però ancora l’unico mezzo con una share of spending superiore, più che quadrupla in confronto alle altre classi di prodotto; grosso modo equivalente in confronto al totale extra-settore risulta quella dell’out of home, mentre a tutti gli altri mezzi il mercato orafo assegna una quota di spesa inferiore. Nel complesso, il comparto evidenzia una relazione inversa tra numero degli inserzionisti e dimensioni medie del budget: agli oltre 200 fedelissimi della stampa periodica con un investimento medio di poco inferiore ai cento milioni corrisponde il ristretto numero di utenti della radio e della TV, meno di cinquanta, con uno stanziamento medio che però si avvicina ai duecento milioni, nel caso della radio, e agli ottocento milioni per la TV (Fig. 4).

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LUG

l quadro della classifica dei singoli brand si presenta più movimentato rispetto al recente passato ( ig. ). Dopo nove anni, di cui gli ultimi otto sul podio, Stroili abbandona la cerchia dei cinque top spender e si accomoda alla sesta piazza. Al suo posto, nella élite dei cinque maggiori advertiser si fa strada Kidult: new entry solo due anni fa in ottava posizione, sesto nell’ultima rilevazione dopo aver più che raddoppiato il budget iniziale, oggi quinto dopo un ulteriore aumento del 20% e un’insolita vivacità primaverile che lo vede addirittura primeggiare ad aprile. Nell’ultimo quinquennio nessuna marca aveva osato scalfire l’egemonia del quintetto di testa, composto, oltre che da Stroili, da Pandora, Morellato, Brosway e Swarovski. Per trovare un nome diverso nell’Olimpo di categoria bisogna risalire al 2012, con Breil, sempre presente nel lustro precedente. E solo altri tre brand, per un totale di dieci, si sono affacciati nell’ultimo decennio alla vetta dei primi cinque: Pomellato, quinto nel 2010, Bliss, quinto nel 2009 e 2008, e Comete, quarto nel 2008. Gli unici a non aver mai mancato all’appuntamento per tutti e dieci gli anni, e a dir la verità anche per molti dei precedenti, sono gli ormai veterani Morellato e Brosway, sebbene, pur con venti-trent’anni di onorata carriera alle spalle, non possano

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INSIDE JEWELRY

FIG.2

I N V E S T I M E N T I P U B B L I C I TA R I P E R M E Z ZO VA R I A Z I O N E P E R C E N T UA L E SU L 2 0 1 7 A DV E R T I S I N G E X P E N D I T U R E S BY M E D I U M - P E R C E N T C H A N G E OV E R 2 0 1 7

0,6% 1,8%

TV

-8,2% -1,1%

PERIODICI

-6,2% QUOTIDIANI

-27,8% 4,5% 8,4%

INTERNET

4% OUT OF HOME

-37,6% 5,5% 22,6%

RADIO

85

6,4% CINEMA

-71,7% -75%

TUTTI I MERCATI ALL MARKETS

-50%

-25%

25%

GIOIELLERIA JEWELLERY

essere definiti storici e appartengano di fatto alla seconda generazione dei comunicatori orafi, dopo la prima dei Damiani, Salvini e Pomellato e quella delle griffe pioniere come Bulgari e Cartier. Anche il podio, immutabile nell’ordine delle posizioni nell’ultimo triennio, finalmente si smuove: al posto d’onore, Stroili, che dimezza il budget, è sostituito da Brosway, che lo amplia del , mentre S arovski rimpiazza Morellato sul terzo gradino. Quello che non cambia è il leader della graduatoria: Pandora si conferma massimo investitore per il quarto anno consecutivo. Anche per il marchio fondato negli anni Ottanta da Per Enevoldsen e dalla compagna Winnie sembra già storia, eppure è una storia che, pubblicitariamente parlando, ha meno di dieci anni. Compare nel nostro ranking nel 2011 occupando la sesta posizione con un investimento di circa tre milioni e una share

del 4%; poi due anni al quinto posto e quarto nel 2014, con budget sullo stesso livello ma una quota che sale tra il e il 7 per la essione di quasi il del totale mercato infine il predominio incontrastato dell’ultimo quadriennio, con una spesa che si raddoppia nel 1 e rimane oscillante tra i sette e i nove milioni e una quota tra il 1 e il 1 del totale della gioielleria. Circa quarantacinque milioni di pubblicità tabellare in otto anni, di cui più di trenta negli ultimi quattro, ne hanno fatto la regina danese dei media italiani. Anche le posizioni dalla quinta all’ottava, che negli ultimi anni hanno riproposto le stesse firme, nel 18 hanno subito uno scossone. Oltre all’avvicendamento Stroili-Kidult, Breil lascia ad Amen la posizione numero sette, mentre S’Agapõ, marchio del gruppo Bros Manifatture assieme a Brosway, esce dalla lista dopo sei anni in classifica, di cui cinque tra la settima e la nona piazza. Al suo posto subentra 2Jewels, a sua volta appartenente

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0%

al gruppo Mabina e parente di Kidult, che prima d’ora aveva fatto solo una fugace apparizione in fondo all’elenco del 2012. Con una crescita complessiva di oltre il del proprio investimento, il gruppo milanese si pone così tra i maggiori player del mercato della comunicazione orafa nel nostro Paese. Quella di S’Agapõ non è l’unica defezione di rilievo. Anche osato, altra firma del gruppo Bros e presenza praticamente fissa negli ultimi cinque anni, esce dagli over 1%; così come Le Bebé, assente alla decima tornata dopo non essere mai mancato all’appello nei nove anni dal suo esordio; poi Tiffany & Co., secondo produttore mondiale in termini di vendite, che dopo una striscia di presenze continuative va a fare compagnia a Cartier, primo produttore e altro grande assente da ormai tre anni e infine Dodo. Con una classifica delle marche sopra l’1 degli investimenti che si allunga da 18 a 20 contendenti, rientrano invece nella serie A

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SETTEMBRE • OTTOBRE 2019

FIG.3

I N V E S T I M E N T I P U B B L I C I TA R I P E R M E Z ZO ( € . 0 0 0 )

30%

52% 86

della gioielleria, oltre al già citato 2Jewels, Crivelli e Comete, che negli ultimi cinque anni non si erano più palesati, mentre debuttano quattro brand più o meno preziosi, vedremo quanto duraturi: la gloriosa Van Cleef & Arpels, la catena di punti vendita Fabiani, la sanmarinese Marlù, che ha dato il meglio di sé a maggio, e i 10 Buoni Propositi della bigiotteria AnnaBiblo, che a inizio anno si è tolta la soddisfazione di guardare tutti i competitor dall’alto in basso, seguita a ruota dalla gioielleria Sognami di Pescara ( ig. ). Altri nomi che hanno brillato con una spesa a volte irrisoria quando i concorrenti più facoltosi hanno tirato il fiato sono stati a giugno il marchio di bijoux Opsobjects e ad agosto Ti Sento Milano e la londinese Ania Haie. Come si può notare, la maggior parte dei venti brand più attivi durante l’intero l’anno non compare nella classifica dei primi attori di ciascun mese e questo dipende in gran parte, oltre che dall’entità del budget, dalla sua concentrazione o meno in periodi ristretti. Sono due strategie di pianificazione diametralmente opposte, ognuna con i suoi seguaci, che tendono a replicarla di anno in anno (Fig. 7). Da un lato i Crivelli, i Van Cleef, i Recarlo, i Giovanni Raspini e gli Amen, che non lasciano scoperto nemmeno un mese, ma anche aziende dal planning estremamente omogeneo come Bulgari e Boccadamo. Sul fronte opposto marchi silenti per intere

4%

6%

TV; 29798;

52%

PERIODICI; 17007;

30%

INTERNET; 2327;

4%

QUOTIDIANI; 3283;

6%

OUT OF HOME; 2251;

4%

RADIO ; 2205;

4%

CINEMA; 102;

0%

4% 4%

stagioni che all’improvviso, di solito sotto Natale, de agrano con una pressione pubblicitaria della massima intensità: come 2Jewels, che a ottobre scarica il 70% delle sue risorse anticipando e surclassando tutti, o come Comete e Breil, praticamente muti per undici mesi (fatta eccezione per i social), che a dicembre concentrano rispettivamente il 8 e l’8 della loro dotazione. Nonostante questo, tuttavia, né l’uno né l’altro compaiono tra le star di dicembre. Contro il terzetto dei megabrand del 2018, che hanno fatto fuoco e fiamme per dodici mesi, dicembre compreso, non sono bastati i fuochi d’artificio di fine anno. Fonte: Nielsen Media Research Nota: gli investimenti sono stimati in base alla valorizzazione secondo listino degli spazi censiti su una larghissima parte dei media nazionali e all’applicazione degli sconti medi praticati dalle concessionarie su ciascun mezzo. La variabilità nelle condizioni di vendita comporta che i singoli inserzionisti possano riscontrare discrepanze anche significative con il proprio reale budget l’uniformità del metodo offre tuttavia l’unica possibilità oggettiva di operare un raffronto tra gli stanziamenti. Not exactly a photocopy of the previous year, but something very similar. In terms of investments, the domestic advertising

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A DV E R T I S I N G E X P E N D I T U R E S BY M E D I U M ( € . 0 0 0 )

market evidenced a better performance when compared to the recent past, closing 2018 with a -0.2% (against -2% of 2017), which becomes +2% (against +0.4%) if we add to the total turnover the estimates of the advertising sales of Google and Facebook, not so willing to provide precise data. The market of jewel advertising moved on the same line, even though with a bit worse results. It loses 3.3% of the total appropriation when compared to 2017 that, in its turn, ended with -1.9%, but with the addition of sponsored advertisements, searches, streaming advertising videos and other forms of digital messages it presumably reaches parity, or almost: a result half way between those recorded by the akin sectors of personal care and clothing, respectively decreasing b . and . Ho ever, the certified calculation sho s a total e pense close to 7 millions out of 1 euros paid for advertising in Italy, nearly one comes from jewel brands - and a couple of millions that evaporated over the year. Bagatelles when compared to the situation that was developing until September, showing all decreasing months apart from an irrelevant balance in summer, and a negative delta of over 20% equal to seven million euros less ith respect to the first three quarters of 17: it ould be like Pandora leaving the field. A rarel seen final rush has allo ed to catch up five, concentrating of the annual expense on the last quarter, more than a third only in December (Figure 1). In absolute values, the biggest failures derive

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INSIDE JEWELRY

FIG.4

N U M E R O D E G L I I N S E R Z I O N I S T I / BU D G E T M E D I O P E R M E Z ZO N U M B E R O F A DV E R T I S E R S / AV E R AG E BU D G E T BY M E D I U M 900 800

AVERAGE BUDGET BY MEDIUM

BUDGET MEDIO PER MEZZO

700 600 500 400 300 200 100 0 0

50

100

150

200

250

NUMERO DEGLI INSERZIONISTI PER MEZZO NUMBER OF ADVERTISERS BY MEDIUM

TV

PERIODICI

from the loss of revenues from newspapers and external advertising, both showing a drop around one million and three hundred euros, equal to a decrease by 27% and 37% of the budgets respectively allocated to such media (Figure 2). Only Giorgio Visconti and Alexandra Albini seem to strongly support the position of daily newspapers with over 400 000 euros invested by the former and 200 000 by the latter, while in the outdoor, Iacopini, from Rome, stands out beside Pandora. We should notice that the negative feedback for hoardings is, along ith cinema, one of the lo est figures, the only opposite trend datum when compared to the general market, where billboards and shelters perform well. The sum paid to the concessionaires of periodicals and TV is more or less stable in terms of percentages: a decrease by 1% of magazines, equal to about 200,000 euros, and a growth by 2% of TV, worth half a million euros, consolidating the +8% obtained the year before. Mainly Boccadamo and Giovanni Raspini keep the show going on on magazines, a bit over and a bit under one million euros, while, on

INTERNET

QUOTIDIANI

the small screen (small is just a manner of speaking) such big companies as Brosway and Pandora e ceed five and four million euros. These latter, though in a reversed order, contribute more than others to the expansion of the radio channel, whose income, after the exploit in 2017, further grow b , euros, nearl more also S’Agapõ does its share of work, tuning to FM three quarters of its budget, that is more than , euros. A significant part of the 8 obtained from the Internet must be added to the over 700,000 euros that always Pandora invested on banners. Cinema is increasingly the tail end, losing three quarters of its profits and remains with one hundred thousand euros, half of which are invested by Locman and Kidult. Following such variations, TV bites another bit of the category advertising pie and e ceeds . Periodicals follo ith 30% and the four parts of the other media are equall divided around ( igure 3). Over the last ten years the strength ratio between TV and periodicals reverted specularly. Then, in 2008, weekly and monthly ne spapers accounted for 3 of the

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OUT OF HOME

RADIO

CINEMA

87

goldsmith advertising expense against 34% of TV; after a parity in 2010 and the overtaking the following year, the scissors between the two main media widened and today show, more or less, the same percentages though reversed. When compared to the allocation of media on the market total (with the exclusion, as said before, of social media and search engines) periodicals still represent, though, the only medium with a greater spending share, more than four times when compared to the other product classes; the out of home segment is roughly equivalent to the extra-sector total, while the goldsmith market assigns a lower expense share to all other media. The sector as a whole shows a reversed ratio between the number of advertisers and the average size of the budget: the over 200 loyal supporters of periodicals with an average investment a little lower than a hundred million euros, correspond to the limited number of users of radio and TV, less than fift , ith an average investment, though, near two hundred millions, in the case of the radio, and eight hundred millions for TV (Figure 4).

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SETTEMBRE • OTTOBRE 2019

FIG.5

I N V E S T I M E N T I P U B B L I C I TA R I G I O I E L L E R I A - A N N O 2 0 1 8 J E W E L L E RY A DV E R T I S I N G E X P E N D I T U R E S - Y E A R 2 0 1 8

2018

88

MARCA/BRAND

€. (.000) 7.

2017

3

12%

1 4

1

PANDORA

2

BROSWAY

.9 9

10%

3

SWAROVSKI

.

7

7%

4

MORELLATO

4.004

7%

3

4%

2

KIDULT

3.11

STROILI

.3

7

AMEN

1.

3%

10

8

2JEWELS

1. 9

2%

NC

9

BREIL

1.292

2%

7

10

GIOVANNI RASPINI

1.

2%

1

11

BOCCADAMO

1.137

2%

9

12

COMETE

1.1

2%

NC

13

BULGARI

923

2%

13

14

10 BUONI PROPOSITI

73

1%

NC

1

VAN CLEEF & ARPELS

711

1%

NC

1

CRIVELLI

7

1%

NC

17

FABIANI

7

1%

NC

18

RECARLO

1

1%

1

19

MARLU’

8

1%

NC

20

GIORGIO VISCONTI

8

1%

17

TOTALE OVER 1%

39. 71

70%

ALTRE MARCHE

17. 9

30%

TOTALE MERCATO

.9 7

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%

100%

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FIG.6

I T R E M AG G I O R I I N S E R Z I O N I S T I P E R M E S E ( € . 0 0 0 ) T O P T H R E E A DV E R T I S E R S BY M O N T H ( € . 0 0 0 ) MARCA/BRAND 10 BUONI PROPOSITI

GEN JAN

FEB FEB

MAR MAR

APR APR

MAG MAJ

GIU JUN

LUG JUL

AGO AUG

SET SEP

OTT OCT

NOV

DIC

1018

2000

1240

3 1

NOV

DEC

199

2JEWELS

9

ANIA HAIE

72

BOCCADAMO

7

1

BROSWAY

431

1 98

8

8

CARTIER IACOPINI

242

KIDULT

9 3

LE BEBE’

200

MORELLATO

3

OPSOBJECTS

130

PANDORA GIOVANNI RASPINI SOGNAMI

1079

7 113

89

88

SWAROVSKI

78

3

793

TI SENTO MILANO

The picture of the ranking of the individual brands is more variable than in the recent past ( igure ). After nine ears, the last eight of which on the podium, Stroili leaves the club of the five top spenders ranking si th. t is replaced b idult hich is fighting its a in the lite of the five biggest advertisers: a new entry just two years ago ranking eighth, then sixth in the last survey after more than doubling its initial budget, no fifth follo ing a further increase by 20% and an unusual spring liveliness that sees it prevail in April. Over the last five ears, no brand had dared to undermine the hegemon of the five top brands that included, beside Stroili, also Pandora, Morellato, Brosway and Swarovski. To find a different name in the categor Olympus we should go back to 2012, with Breil, al a s present in the previous five years. And only these three brands, for a total

17

78

TIFFANY & CO.

113 of ten, reached, over the last decade, the top of the first five: Pomellato, fifth in 1 , Bliss, fifth in 9 and 8, and Comete, fourth in 2008. The only ones that have always been present in the ranking for all the ten years, and to tell the truth also for many years before, are the now veteran Morellato and Brosway, even though, with twenty-thirty years of distinguished career behind them, cannot be defined as historical and belong to the second generation of goldsmith communicators, after the first hich included Damiani, Salvini and Pomellato and the one of such pioneering labels as Bulgari and Cartier. Also the podium, unaltered in the order of its positions over the last three ears, is finall changing: in the second place Stroili, halving its budget, is replaced b Bros a , increasing it b , while Swarovski replaces Morellato on the

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244

130

third step. What remains unchanged is the ranking leading compan : Pandora confirms as the biggest investor for the fourth year in a row. Also for the brand founded in the eighties by Per Enevoldsen and his partner Winnie it already seems history, though it is a history that, on the advertising point of view, dates back to less than ten years ago. It enters our ranking in 2011 in the sixth place with an investment of about 3 million and a share, then t o ears spent on the fifth place and then straight to the fourth in 2014, with a budget on the same level, but with a share increasing bet een to 7 due to the drop of nearl of the total market finall , the unchallenged predominance over the last four years, with an expense that doubles in 1 and varies bet een seven and nine million euros, as well as a share ranging bet een 1 and 1 of the e eller total.

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SETTEMBRE • OTTOBRE 2019

FIG.7

VA R I A Z I O N E M E N S I L E D E G L I I N V E S T I M E N T I P U B B L I C I TA R I M O N T H LY VA R I AT I O N O F A D S P E N D 300% BREIL 2JEWELS

250% COMETE

GIORGIO VISCONTI

200%

STROILI

SWAROVSKI

150% KIDULT

GIOVANNI RASPINI

100%

RECARLO VAN CLEEF & ARPELS

MARLÙ BROSWAY

FABIANI

AMEN

MORELLATO

PANDORA

10 BUONI PROPOSITI

BOCCADAMO

BULGARI

50%

CRIVELLI

0%

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TOTALE MERCATO ORAFO / TOTAL JEWELLERY MARKET About fort five millions of advertising pages in eight years, more than thirty of which in the last four, made it the Danish queen of Italian media. n 18, also the places from the fifth to the eighth that, over the last few years have proposed the same brands, were shaken. Beside the turnover Stroili-Kidult, Breil leaves the seventh position to Amen, while S’Agapõ, a brand of the Bros Manifatture along with Brosway, leaves the ranking after six years, five of hich spent bet een the seventh and the ninth position. It is replaced by 2Jewels, in its turn belonging to the Mabina Group and related to Kidult that, before now, had only brie appeared on the bottom of the list in 1 . ith a total increase of over of its investment, the group from Milan establishes itself among the biggest players on the market of goldsmith communication in our country. S’Agapõ is not the only prestigious desertion. Also Rosato, another brand of the Bros group and a practically constant presence over the last five ears, leaves the over 1% club like Le Bebé, absent at the tenth edition after never missing the previous nine since its debut; then Tiffany & Co., second world manufacturer in terms of sales that after continuous attendances in a ro , keeps compan to Cartier, first manufacturer and other big absent for three years now; finall Dodo. ith a ranking of brands over

1% of investments that becomes longer to include from 18 to 20 competitors, the already mentioned 2Jewels, Crivelli and Comete that over the last five ears had disappeared, enter again the premier league of jewellery, while four more or less precious brands make their debut. We will see how long they will last: glorious Van Cleef & Arpels, the store chain abiani, Marlù from San Marino that, in Ma , delivered its best performance and 10 Buoni Propositi by AnnaBiblo custom jewellery that, early this year, had the satisfaction to look down on all other competitors, closely followed by Sognami jewellery from Pescara ( igure ). Other names that shone ith a sometimes derisory expense when the most af uent competitors dre breath, were the custom jewel brand Opsobjects, in June, Ti Sento Milano and the London-based Ania Haie in August. As you can notice, the majority of the twenty most active brands over the whole year is not included in the ranking of the first pla ers of each month and this is mainly due, beside the budget size, to its concentration, if any, in limited periods. These are two opposed planning strategies, each with its followers that tend to repeat it year after year (Figure 7). On the one side Crivelli, Van Cleef, Recarlo, Giovanni Raspini and Amen that leave no month uncovered, but also such companies with an extremely

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homogeneous planning as Bulgari and Boccadamo. On the opposite side, brands that have remained inactive for whole seasons that, suddenly, usually at Christmas time, burst out with an advertising pressure reaching maximum level: like 2Jewels that, in October, releases 70% of its resources anticipating and outperforming every other brand, or like Comete and Breil, practically silent for eleven months (except for social media) that, in December, respectively concentrate 8 and 8 of their allo ance. Despite this, however, neither the former nor the latter appears among the top companies in December. The end of the ear fire orks proved to be insufficient against the three megabrands of 2018 that ranted and raved for twelve months, including December. Source: Nielsen Media Research Note: the estimation of investments is based on the valorisation according to the price list of the spaces on a very huge part of national media and on the application of average discounts by concessionaries on each medium. The variability in the condition of sale implies that the individual advertisers can evidence even marked discrepancies with their real budget; however, the uniformity of the method offers the only objective possibility to make a comparison between investments.

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VICENZA ORO / di Simona Infantolino

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L’ In questa pagina, dall’alto: bracciale della collezione Monnalisa di Better Silver in argento placcato e cubic zirconia; anello di Fope in oro rosa e bianco con diamanti della collezione Eka Anniversario.

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appuntamento con VicenzaOro September, il Salone internazionale del gioiello organizzato da Italian Exhibition Group, anticipa le sue date di qualche settimana rispetto all’edizione dello scorso anno accogliendo gli operatori del settore orafo al rientro dalle vacanze estive, dal 7 all’11 settembre. Il tema conduttore di questa edizione sarà la Spreading Sustainabilit , uno spunto per dare il via a ri essioni, dibattiti e tavole rotonde su uno degli argomenti più attuali del momento. Come di consueto la manifestazione seguirà la sua consolidata divisione espositiva in distretti: Icon, Look, Creation, Essence, Expression ed Evolution al cui interno sarà possibile trovare interessanti aree tematiche. È il caso della Design Room, nel padiglione Icon, dedicata a dodici designer dell’alto di gamma che hanno reinterpretato la contemporaneità in chiave originale. Oltre ai nomi già noti alla fiera come Marie Mas, L dia Courteille e Alessio Boschi, sarà possibile prendere visione di interessanti new entry internazionali, come il designer libanese Yeprem e il greco Margaritis Lefteris, e grandi nomi del Made in Italy come Sicis e Mattia Cielo. Sempre nel distretto Icon, in una sezione dedicata, esporrà per la prima volta a VicenzaOro il noto designer inglese Stephen ebster, definito da molti la “rock star” della gioielleria. Cresce in termini di qualità e ricercatezza l’area dedicata all’orologeria. La Watch Room, situata quest’anno in una posizione di primo piano lungo il colonnato centrale della community Look, accoglierà le ultime proposte di dodici brand selezionati: dai segnatempo Corum di manifattura svizzera ai modelli di matrice militare creati da Victorinox. Non mancheranno le proposte non convenzionali di Picto e Carl Edmond, quelle altamente tecniche di Orient e i modelli ecosostenibili di Green Time. Per il secondo anno consecutivo si riconferma anche il progetto T.Evolution, il lato tecnologico e innovativo della fiera, rivolto ad aziende specializzate nella progettazione, produzione e vendita di macchinari altamente tecnologici per il settore orafo. Strumenti di analisi, stampanti 3D e simili troveranno una collocazione ad hoc nella Hall 2.2 che

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In questa pagina, in alto a destra: bracciale a catena in oro giallo della collezione Gold di Unoaerre. Qui sopra: orecchini di Fani in oro rosa e diamanti.

accoglierà anche un intenso programma di workshop e seminari tecnici ideati con CPV - Centro Produttività Veneto in qualità di partner tecnico e in collaborazione con altre due importanti realtà, A.F.E.M.O. - Associazione abbricanti Esportatori Macchinari per Oreficeria e ederpreziosi Federazione Nazionale delle Imprese Orafe, Argentiere e Orologiaie. Anche la città prenderà parte all’evento grazie alla terza edizione di VIOFF – Golden Arts, una tre giorni di attività dedicate al mondo dell’arte in programma dal 6 all’8 settembre. Il protagonista della manifestazione sarà Salvador Dalì, ammiratore dichiarato del genio creativo di Andrea Palladio. Classicismo e surrealismo dialogheranno grazie a un accordo tra comune, IEG e Dalì Universe: sculture monumentali dell’artista catalano saranno esposte in Piazza Matteotti, in Piazza dei Signori e in fiera, mentre il Museo del ioiello gli dedicherà un’intera mostra visitabile fino al gennaio. noltre il centro della città si animerà con gli spettacoli di ballerini e solisti del Teatro La Scala di Milano, i negozianti allestiranno le vetrine seguendo il tema dell’oro e delle arti mentre il Museo Diocesano e i Musei Civici organizzeranno visite guidate in città. n calendario, tra le tante attività, figurano anche la mostra Design del Gioiello al Contrà del Monte e le installazioni nella Loggia del Capitaniato, le performance artistiche dell’Associazione Culturale Teatro della Cenere e, infine, il concerto di Ma azzè venerd in Piazza dei Signori.

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In alto: bracciale Enchanté di Chantecler in oro rosa con corallo rosa e diamanti bianchi. Pagina a lato, dall’alto in senso orario: anello della collezione Quadricuore di Amen in argento con zirconi bianchi e verdi; anelli Eternity di Fiore Roberta in oro rosa con rubini e zaffiri colorati segnatempo Fieldforce Chronograph di Victorinox in acciaio con movimento al quarzo e cinturino in pelle; orologio Heritage Corum Lab 01 in edizione limitata a 99 pezzi con movimento a carica automatica lavorato C tes de enève. l bracciale è in gomma nera, la cassa in titanio come anche la corona che è arricchita da dettagli in gomma rossa.

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VicenzaOro September, the international jewellery show organised by the Italian Exhibition Group, is taking place this year’s a few weeks earlier than last year’s edition, welcoming jewellery industry operators on their return from summer holidays, on September 7 to 11. The main theme will be Spreading Sustainabilit , a starting point to spark re ections, debates and round tables on one of today’s hottest topics. As usual, the exhibition will be divided into districts: Icon, Look, Creation, Essence, Expression and Evolution, with some interesting thematic areas inside. This is the case for the Design Room, inside the Icon pavilion, dedicated to twelve high-end designers who have put their own spin on contemporary style. In addition to ell kno n names such as Marie Mas, L dia Courteille and Alessio Boschi, visitors to the fair can view works by interesting international new entries, such as the Lebanese designer Yeprem and the Greek Margaritis Lefteris, and big Italian names like Sicis and Mattia Cielo. A dedicated section of the con district ill also feature orks b the ell kno n British designer Stephen ebster, defined b man as the “rock star” of e eller , for the first time at VicenzaOro. The area dedicated to atchmaking has gro n in terms of quality and elegance. The Watch Room, this year in a prime location along the central colonnade of the Look community, will welcome the latest proposals by twelve selected brands: from Swiss-made Corum timepieces to military styles created by Victorinox. There will also be unconventional proposals by Picto and Carl Edmond, highly technical styles by Orient and environmentally sustainable ones by Green Time. The Evolution project the show’s technological and innovative side, for companies specialising in the design, production and sale of high-tech machinery for the jewellery industr has also been confirmed for the second consecutive ear. Analysis tools, 3D printers and the like will be strategically located in Hall 2.2,

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which also will host a full schedule of workshops and technical seminars organised with CPV - Centro Produttività Veneto as technical partner and with two other important associations, A.F.E.M.O. – the Italian association of manufacturers and exporters of jewellery machinery - and Federpreziosi – the Italian federation of goldsmiths, silversmiths and watchmakers. The city will also take part in the event with the third edition of VIOFF – Golden Arts, three days of activities dedicated to the world of art scheduled on September 6 to 8. The spotlight will be on Salvador Dalì, a declared admirer of Andrea Palladio’s creative genius. A dialogue between classicism and surrealism will take place thanks to an agreement that brings together the local Municipality, IEG and Dalì Universe: Dalì’s monumental sculptures will be exhibited in Piazza Matteotti, Piazza dei Signori and at the fair, while the Jewellery Museum will dedicate an entire exhibition to the Catalan artist, open until January 26th. Furthermore, the city centre will come alive with performances by dancers and étoiles from the Teatro La Scala in Milan, shopkeepers ill fit up their shop indo s follo ing the theme of gold and the arts, while the Diocesan Museum and the Civic Museums will organise guided tours of the city. The schedule includes the Jewel Design exhibition in Contrà del Monte and installations in the Loggia del Capitaniato, the artistic performances offered by the Cultural Association Teatro della Cenere and, finall , a concert b Ma azzè on rida in Piazza dei Signori.

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The Best Boxes for the Best Jewels

Il packaging è un ineguagliabile strumento di comunicazione diretta con il Cliente, spesso unico elemento di distinzione tra prodotti simili per tipologia e caratteristiche. Un buon progetto di packaging scaturisce dalla sapiente capacità di integrare il contenitore al contenuto. Un packaging magistralmente studiato è efficace se coinvolge il Cliente dal punto di vista funzionale ma, soprattutto, dal punto di vista estetico ed emozionale: dal 1908 ARTURO FACCHINI esalta l’espressione di questo valore che conta.

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Packaging is a direct unique in kind communication tool with the Customer, often the only distinguishing one amongst products similar in type and characteristics. A good packaging project stems from the wise ability to integrate the container with the content. A masterfully designed packaging is effective if it involves the customer from a functional, aesthetic and,above all, an emotional point of view: since 1908, ARTURO FACCHINI has exalted the expression of this value that counts. Arturo Facchini srl Via del Tornitore 16/18 40138 BOLOGNA - Tel. +39 051 6030811 - Fax +39 051 538374 - www.arturofacchini.it

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100 ANNI DI

BUCCELLATI / di Simona Infantolino

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Nella foto in alto, da sinistra: Lucrezia, Andrea, Maria Cristina e Luca Buccellati. ui sopra: foto storica della prima boutique Buccellati a Milano.

uccellati festeggia il suo centesimo anniversario: sempre sulla cresta dell’onda, grazie alla passione inesauribile per la gioielleria e a uno stile riconoscibile e ammirato in tutto il mondo. Per ripercorrere questo secolo di storia bisogna fare un passo indietro e tornare al 1919, quando Mario Buccellati aprì la sua prima gioielleria a Milano. Da quel giorno non passò molto tempo prima che l’estro del gioielliere venisse apprezzato da una clientela estremamente prestigiosa e che abriele D’Annunzio lo definisse “Principe degli Orafi”. Dopo Milano il successo raggiunse anche Roma e Firenze, poi la Grande Mela, l’Oriente e l’Olimpo della gioielleria parigina, Place Vendôme prima e rue de la Paix dopo. n questi cento anni sarebbe riduttivo definire

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Buccellati solo un’azienda ma più corretto forse parlare di un solido nucleo che ha fatto del legame familiare la propria forza. Dal capostipite Mario, che modellava l’oro come fosse tessuto, il testimone è passato ai figli ianmaria e Luca che hanno portato l’amore per il Rinascimento, per gli stampati damascati e i pizzi veneziani in tutto il mondo, e poi al nipote Andrea, figlio di ianmaria, che oggi è Presidente Onorario e Direttore Creativo del ruppo Buccellati, affiancato dalla figlia Lucrezia, dalla sorella Maria Cristina e dal cugino Luca. L’incisione rimane, oggi come allora, il segno distintivo dell’azienda: attingendo dalle tradizioni orafe delle botteghe rinascimentali, le arti incisorie - dal rigato al segrinato, dall’ornato al modellato

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In questa pagina, dall’alto: collana Ghirlanda in oro bianco e diamanti ispirata ai disegni di Mario Buccellati. Orologio Elio Milleluci in oro bianco e diamanti con movimento svizzero al quarzo. Anello Cinesina in oro giallo e bianco con diamanti che richiama un gioiello realizzato da Gianmaria Buccellati per un’affezionata cliente asiatica. Cuff Sterlizia in oro giallo rigato e diamanti con rosoni traforati in oro bianco al cui centro sono posti i diamanti taglio Buccellati.

- rinascono in maestosi pezzi di gioielleria che, soprattutto nei più piccoli dettagli, celano ore di minuzioso lavoro. Il legame col passato è sempre forte e, in occasione dell’anniversario, la Maison fa un tuffo nei ricordi con la nuova collezione Vintage: gioielli e argenti rappresentativi di questo secolo di storia che, grazie alla recente digitalizzazione dell’archivio, sono corredati da copia del disegno e astuccio originali. Se da una parte l’azienda volge lo sguardo al passato con questa collezione, dall’altra fa un salto verso il futuro con il Buccellati Cut, un nuovo taglio di diamante creato in collaborazione con Taché Diamonds e certificato A che richiama nella forma il rosone rinascimentale del logo della Maison. E in un attimo si torna, di nuovo, alle origini. Buccellati celebrates its 100th anniversary: the brand is always ahead of the curve, thanks to the inexhaustible passion for jewellery and a recognisable style that is now admired around the world. To retrace this century of history we need to go back to 1919, when Mario Buccellati opened its first e eller shop in Milan. t did not take long before Gabriele D’Annunzio called him the “Prince of oldsmiths” and the e eller’s talent attracted a very prestigious clientèle. After Milan, his success reached Rome and Florence, then the Big Apple, the East and Parisian fine e eller streets Place Vendôme and Rue de la Paix. After one hundred years, it would be reductive to

call Buccellati a company; it may be more correct to speak of a solid undertaking based on a strong family bond. The founder Mario, who shaped gold as if it were fabric, passed the baton to his children Gianmaria and Luca ho have brought their love of the Renaissance style, damask patterns and Venetian lace around the world, and then his grandson Andrea, Gianmaria’s son, who is now Honorary President and Creative Director of the Buccellati Group, supported b his daughter Lucrezia, his sister Maria Cristina and his cousin Luca. Toda as then, engraving is still the hallmark of the company: drawing on the traditional processes used by Renaissance goldsmiths, engraving techniques - including rigato, segrinato, ornato, modellato - are revived in remarkable pieces of jewellery that reveal hours of painstaking work, especially in the smallest details. The link with the past is still strong; for its anniversary, the brand took a trip down memory lane by launching the Vintage collection, with iconic jewellery and silverware from this century-long history, coming with a copy of the original drawing and case, taken from a recently created digital archive. While the company looks to the past with this collection, it also keeps an eye on the future with the Buccellati Cut, a ne A certified diamond cut created in collaboration with Taché Diamonds, whose shape evokes the Renaissance rose window in the brand logo. And the circle is closed, bringing you back to the origins.

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UNA FINESTRA SUL

FUTURO / di Antonella Garello

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n questa pagina: Massimiliano Brustia, fondatore di Doralia, unica realtà del comparto orafo ammessa al Global Start up Program.

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artiamo dall’inizio, ovvero dal Global Start up Program, bando varato dal Ministero dello Sviluppo Economico e coordinato dall’ICE: un percorso integrato, assistito e completamente finanziato di sviluppo all’estero cui hanno avuto accesso 120 start up innovative italiane dei più disparati settori: CT (blockchain, artificial intelligence, c bersecurit , ndustr . , fintech) Automotive and robotics (batteries and electric cars, autonomous driving, future mobility, car sharing apps and related web services) Medtech (medical equipment and apps, life sciences) Circular econom (innovative materials and substitutes for plastics). nica rappresentante del comparto orafo in questa qualificata compagine è Doralia, fondata dal valenzano Massimiliano Brustia. Doralia è stata ammessa al programma nell’ambito del settore Industry 4.0 per la carica innovativa e l’alto potenziale di internazionalizzazione: la sua mission infatti è quella di digitalizzare il settore orafo in modo da sviluppare un intero mercato parallelo a quello tradizionale spiega Brustia Si tratta del primo marketplace dedicato alla produzione orafa Made in Italy, particolarmente attento alle imprese medio piccole che non avendo grandi capitali a disposizione non avrebbero la possibilità di affacciarsi a mercati stranieri». In pratica il portale Doralia si fa carico del controllo qualità dei gioielli, del packaging, delle assicurazioni, delle spedizioni, dei resi e dei cambi (possibili entro 1 giorni dall’acquisto). Chi compra usufruisce di uno sconto medio di circa il sui gioielli chi vende è tenuto esclusivamente all’acquisto di pacchetti di codici prodotto a un costo poco più che simbolico, senza alcun fee d’ingresso, e può caricare nel sito autonomamente le immagini dei propri gioielli e le informazioni sulla propria azienda. L’ammissione al

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Global Start up Program ha costituito per Doralia una opportunità straordinaria per approcciare il mercato americano. «Dopo una prima fase di aula, intesa a implementare tutta una serie di competenze tecnico manageriali, il Programma prevede uno stage di tre mesi all’estero, da luglio a ottobre 2019, in uno dei sei paesi focus ( , SA, Cina, iappone, Corea del Sud e Slovenia), completamente finanziato dall’ CE. Noi abbiamo scelto gli Stati niti, un mercato al quale pensavamo da tempo, abituato agli acquisti online e da sempre affascinato dalla gioielleria Made in Italy. Lavoreremo in uno degli Hub più prestigiosi d’America, ERA Entrepreneur oundtable Accelerator, sulla Madison Avenue a New York. L’ICE ci solleva tra l’altro dalla messa a punto della struttura operativa del network e da tutti i risvolti legali e fiscali, cos potremo concentrarci sugli aspetti pratici, testando anche i nostri contatti preliminari con partner d’oltreoceano». Entro l’anno il Programma prevede, inoltre, la partecipazione a due fiere internazionali, a Shanghai e a Las Vegas, ma Doralia si sta muovendo anche sul mercato italiano: Stiamo per aprire uffici con persone di riferimento a Vicenza, al Tar e ad Arezzo, che si aggiungeranno alla sede di Valenza contemporaneamente stiamo costituendo una rete commerciale dedicata. n questo modo potremo assistere i nostri clienti produttori orafi in maniera davvero completa e unica».

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English translation: see page 124

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IL POTERE DELLO

STORYTELLING / di Simona Infantolino

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irettamente dal contesto artistico della scenografia, l’universo di Laura Volpi approda alla gioielleria conquistando con forme scultoree il panorama del design contemporaneo. Sempre a caccia di nuove idee e ispirazioni, la designer milanese, diplomata all’Accademia di Belle Arti di Brera, ha deciso negli ultimi anni di reinventare la propria arte depurandola da qualsiasi eccesso per arrivare alle forme essenziali del gioiello. nello stor telling che Laura Volpi trova la chiave di lettura per le proprie creazioni realizzate in argento, in alcuni casi di provenienza ecosostenibile in quanto riciclato, e in bronzo. Partendo dalla versione grezza di pietre come il lapislazzuli, la tormalina, il calcedonio e l’uvarovite, la designer, come fosse una sarta, vi cuce intorno il gioiello, ricamando un racconto. Come nell’anello La Bella e la Bestia della collezione Terra, dove l’intreccio di due pietre, una viola più grande e irregolare e una più piccola di colore giallo, richiama i protagonisti della favola Disne e porta a interrogarsi su cosa sia veramente il bello. acconti preziosi che hanno il potere di comunicare con chi li indossa e con chi li ammira, un potere che sfrutta il colore nella linea Smaltini, pensata per una

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clientela più giovane, e la linearità nella collezione mpulso in cui, da un semplice ma mai banale tratto di matita, si sviluppa un mondo di suggestioni che danno vita ogni volta a un nuovo gioiello. Essenzialità e istinto sono le linee guida della nuova Laura Volpi che ha recentemente inaugurato un nuovo approccio creativo, basato sul dialogo coi clienti. L’incontro e lo scambio di energia creativa porta opportunità e linfa vitale al mio lavoro ha commentato la designer un momento di crescita, in cui scopro nuovi punti di vista, nuove direzioni da percorrere . Nasce da questa particolare esigenza creativa l’idea di avviare una serie di incontri organizzati nelle gallerie d’arte e destinati alla realizzazione di un gioiello in totale sinergia con il cliente. La scelta del luogo è attentamente studiata per ritornare alle origini della creatività di Laura Volpi che proprio in un ambiente artistico inizia i sui primi passi sotto le in uenze e l’insegnamento di Arnaldo Pomodoro durante gli studi al Centro TAM Trattamento Artistico dei Metalli e Davide De Paoli. n occasione degli incontri con i clienti il primo organizzato a giugno alla alerie Sophie Etc... di Parigi e il secondo a inizio luglio alla alleria Nugae di allipoli

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la designer porta con s solo le pietre grezze, un foglio, una matita e la propria capacità di ascolto. Sono i racconti dei presenti a ispirare, infatti, il disegno di ogni singolo pezzo e il risultato è un insieme di gioielli, cuciti su misura, in grado di raccontare la storia di chi li indosserà. L’iniziativa è stata un successo su tutti i fronti, sia per i clienti che hanno potuto partecipare attivamente alla realizzazione di un prototipo di gioiello, sia per i galleristi che avevano già collaborato con la designer confrontandosi in diversi momenti sui nuovi prototipi. Non è un caso che altre gallerie, italiane e internazionali, abbiano manifestato il proprio interesse nell’iniziativa e che anche diverse gioiellerie abbiano deciso di prendervi parte. A ottobre, infatti, il terzo appuntamento si terrà durante la e elr eek milanese nella alleria uriko e in primavera seguirà l’incontro da iada gioielli contemporanei a Trieste. n successo che incrementa cos il calendario dei prossimi mesi già ricco di appuntamenti: a settembre la fiera Homi, a febbraio nhorgenta e dal ottobre fino a marzo la mostra echselspiel a Pforzheim, in ermania, in cui l’arte di Laura Volpi dialogherà con la scultura di Luise nger e la poesia di Valeria Manzi. Non mancherà dunque l’occasione di scoprire la bellezza di un gioiello che è più opera d’arte che accessorio e di conoscere un’artista in grado di trasformare le emozioni in sculture preziose. n’arte emotiva, e molto personale, che fa bene all’anima. The universe of Laura Volpi comes to e eller straight from the artistic conte t of scenograph , inning the panorama of

contemporar design thanks to sculptural forms. Al a s looking for ne ideas and inspirations, over the last fe ears, the designer from Milan, graduated at the Academ of ine Arts of Brera, has decided to reinvent her art purif ing it from an e cess in order to get to the essential shapes of the e el. Laura Volpi finds in stor telling the interpretation for her o n creations made of silver, in some cases ith an eco sustainable origin, being rec cled, and bronze. Starting from the ra version of such stones as lapis lazuli, tourmaline, chalcedon and uvarovite, the designer, ust like a tailor, se s the e el around them, embroidering a tale. Like in the La Bella e la Bestia ring of the Terra collection, here the inter eaving of t o stones, a violet one that is bigger and more irregular and a ello smaller stone, reminds of the protagonists of the Disne fair tale and makes us onder on hat beaut reall is. Precious tales ith the po er to communicate to those earing and admiring them, a po er e ploiting the colour of the Smaltini line, designed for a ounger clientele, and the linearit of the mpulso collection here, from a simple though never banal stroke of the pencil, a orld of suggestions develops, each time giving life to a ne e el. Essentialit and instinct are the guide lines of the ne Laura Volpi that has recentl embraced a ne creative approach, based on the dialogue ith her customers. The meeting and the e change of creative energ brings opportunit and lifeblood to m ork the designer commented. t is a time of gro th hen discover ne point of vie s, ne directions to follo . This peculiar creative need is the drive behind the idea of starting a number of meetings organised in art galleries and meant for the creation of a e el in full s nerg ith the customer. The choice of the place is carefull planned to go back to the origin of the creativit of Laura Volpi that started out in an artistic environment under the in uence and the teaching of Arnaldo Pomodoro, in the course of her studies at the TAM Centre Artistic Treatment of Metals, and Davide De Paoli. During the meetings ith her customers the first as organised in une at the alerie Sophie Etc... in Paris and the second in earl ul at the alleria Nugae of allipoli the designer brings ith her onl ra stones, a sheet of paper, a pencil and her o n abilit to listen. n fact, the dra ing of ever single item is inspired b the stories of those attending the event and the result is a combination of tailor made e els able to tell the tale of those earing them. The initiative as a success on all fronts, for both customers ho could activel participate to the realisation of a e el protot pe, and for the o ners of the art galleries that had alread collaborated ith the designer confronting on the ne protot pes at

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different times. t is not b chance that other galleries, both talian and nternational, sho ed their interest in the initiative and that also various e elleries decided to oin in. n fact, the third edition ill be held in October during the Milan e eller eek in the uriko aller hile in Spring the meeting at iada contemporar e els in Trieste ill follo . A success that adds, then, to the calendar of the ne t fe months, alread rich in events: in September the Homi air, in ebruar nhorgenta and, from th October to March the echselspiel e hibition in Pforzheim, erman , here the art of Laura Volpi ill create a connection ith the sculpture of Luise nger and the poetr of Valeria Manzi. Then, there ill be the chance to discover the beaut of a e el that is more a ork of art than an accessor and to meet an artist able to turn emotions into precious sculptures. An emotional and ver personal art, good for the soul.

Nella pagina precedente, dall’alto: composizione di gioielli della linea Smaltini in bronzo con smalti anello Open in argento della collezione Aria. n questa pagina, in alto, a sinistra: anello Disegual della linea Smaltini in bronzo con smalti. ui sopra: anello La Bella e la Bestia in argento con calcedonio grape e sphene (titanite). Collezione Terra.

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OPENINGS / di Simona Infantolino

Bulgari

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ono tre le grandi città italiane che negli ultimi mesi hanno ospitato grandi inaugurazioni o attesissime riaperture. Prima tra tutte Milano, che nel giro di un mese è stata testimone di ben due aperture all’interno del quadrilatero della moda. Dopo un periodo di chiusura temporanea per restyling, Bulgari ha riaperto il suo agship store di Via Montenapoleone. l progetto di ristrutturazione è stato affidato all’azienda vicentina Zordan, importante player di arredamento per monomarca di lusso e co-autore dei due precedenti allestimenti della boutique Bulgari in occasione dell’opening nel 2006 e della prima ristrutturazione nel 2011. Pur mantenendo i canoni stilistici che caratterizzano la Maison e rispettando il concept di Peter Marino, architetto che affianca Bulgari dal 1 , il nuovo store rappresenta un omaggio alla città che lo ospita con rimandi ai grandi nomi dell’architettura e del design milanesi, da

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Piero Portaluppi a Giò Ponti, e alle decorazioni di luoghi simbolo della città come Villa Necchi Campiglio. Il secondo opening milanese riguarda il nuovo showroom di Crieri, anche in questo caso situato in Via Montenapoleone, in uno spazio moderno e polifunzionale in cui la delicatezza del rosa incontra le infinite declinazioni del logo dell’azienda riprodotto sulle pareti e sugli espositori. Il cocktail party inaugurale ha visto la partecipazione di oltre 200 persone tra cui personaggi televisivi come Cecilia odr guez, il fidanzato gnazio Moser e Jonathan Kashanian. Si trova a Venezia, invece, il nuovo negozio monomarca di Roma1947, brand lanciato meno di 4 anni fa dalla vicentina Better Silver. La boutique del Sestiere San Marco si aggiunge al primo negozio veneziano già presente in Via San Marco e a quello fiorentino di Borgo San Lorenzo. l taglio del nastro si è svolto alla presenza del vice sindaco Luciana Colle, dell’assessore al Bilancio Michele Zuin, dell’amministratore delegato di Better Silver Paolo Bettinardi, della sorella Anna, responsabile retail, e del fratello Andrea, responsabile di produzione. nfine, la famosa scalinata di Piazza di Spagna a Roma, chiusa al pubblico per l’occasione, ha fatto da palcoscenico all’inaugurazione della prima boutique nella città eterna, e quarta in Italia, di Hublot. Lo storico marchio di orologeria svizzera, da sempre sinonimo di eleganza, lusso e modernità, vede questi suoi canoni rispecchiati nel nuovo negozio romano dove l’innovazione incontra la tradizione. Così come nell’orologeria, anche nell’arredo Hublot predilige materiali di alta gamma come il marmo e l’ebano che si abbinano a specchi, vetro e metallo, in un ambiente di 65 metri quadri caldo e luminoso. L’inaugurazione ha visto la partecipazione di Ricardo Guadalupe, CEO Hublot, e di Augusto Capitanucci, regional director, insieme a numerosi nomi dello spettacolo e dello sport come David Trezeguet, Fabio Rovazzi e Carolina Crescentini. In recent months, three big Italian cities hosted important openings or long-awaited re-openings. First of all, Milan, with two new openings taking place in its fashion district within a month. After a temporary closure for refurbishment, Bulgari reopened its agship store on Via Montenapoleone. The

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Hublot

renovation was carried out by Vicenzabased company Zordan, a leading furniture pla er for lu ur agship stores, hich co designed the Bulgari boutique interiors for the opening and the first refit in 11. hile maintaining the brand’s signature style and complying with the concept developed by architect Peter Marino – who has worked with Bulgari since 2015 – the new store is a tribute to the city of Milan, with references to major Milanese architects and designers, from Piero Portaluppi to Giò Ponti, and to the decorative features of the city’s most iconic landmarks like Villa Necchi Campiglio. The second

opening in Milan is Crieri’s new showroom, also located on Via Montenapoleone, in a modern, multi-functional space where delicate pink meets the endless variations of the company logo, featured on walls and display units. The opening cocktail party was attended by more than 200 people including TV personalities such as Cecilia Rodríguez, her partner Ignazio Moser and Jonathan Kashanian. Venice, on the other hand, is the location for the ne oma19 7 agship store the brand was launched less than 4 years ago by Vicenza-based company Better Silver. The Sestiere San Marco boutique is the latest

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opening after the first Venetian store, also on Via San Marco, and the Florence store in Borgo San Lorenzo. The ribbon-cutting ceremony took place in the presence of Deputy Mayor Luciana Colle, Budget Minister Michele Zuin, Better Silver CEO Paolo Bettinardi, his sister Anna, Retail Manager, and his brother Andrea, Production Manager. Finally, the famous Spanish Steps in Rome, closed to the public for the occasion, served as the backdrop for Hublot’s opening it is the brand’s first boutique in the Eternal City and the fourth in Italy. The signature qualities of the long-standing Swiss watch brand, synonymous with elegance, lu ur and modernit , are re ected in its ne Rome store, where innovation meets tradition. As in watchmaking, Hublot opted for highend materials, such as marble and ebony combined with mirrors, glass and metal, in a warm and bright 65-sqm room. The opening was attended by Ricardo Guadalupe, Hublot CEO, and Augusto Capitanucci, Regional Director, along with numerous entertainment and sports personalities such as David Trezeguet, Fabio Rovazzi and Carolina Crescentini.

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Pagina precedente: nella foto in basso, da sinistra, Ignazio Moser, Cecilia Rodríguez, Alessandro Saracino (titolare di Crieri) e Jonathan Kashanian all’inaugurazione dello showroom Crieri. In questa pagina: nella foto in alto, da sinistra, Fabio Rovazzi, Ricardo Guadalupe (CEO Hublot), Carolina Crescentini e David Trezeguet al taglio del nastro della nuova boutique Hublot.

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SETTEMBRE • OTTOBRE 2019

L’ITALIA BRILLA

AL JCK / di Antonella Garello

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Qui sopra: dalla collezione Friday Night di Alessandra Donà, anello in oro rosa con perla South Sea e rodolite.

edizione 2019 del JCK Las Vegas - che quest’anno tra la fine di maggio e i primi giorni di giugno ha riunito JCK Las Vegas, Swiss Watch, Luxury by JCK, JIS Exchange, e il nuovo Global Gemstone Pavilion, dedicato alle pietre - si è conclusa con generale soddisfazione tanto degli espositori quanto degli organizzatori del gruppo Reed E hibitions, che dopo otto anni al Mandala Ba hanno riportato la fiera al The Venetian, The Palazzo e al Sands E po and Convention Center, completamente restaurati. Questa razionale ricollocazione, col conseguente avvicinamento al Wynn Resort che negli stessi giorni ospitava Couture, è stata particolarmente apprezzata da espositori

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e buyer di entrambe le manifestazioni. Ad animare JCK Las Vegas sono intervenuti oltre 2300 espositori provenienti da tutto il mondo, 23 mila retailer individuali e oltre 9000 tra department stores, punti vendita di grandi dimensioni, gallerie e boutique. Soddisfazione, al di là dei numeri, hanno espresso in larga misura anche le aziende espositrici italiane - quest’anno quasi 120, di cui 81 riunite nel Padiglione nazionale Bella Italia, una delle collettive di maggiore richiamo - che hanno avuto positivi riscontri sia in termini di ordini sia in termini di nuovi contatti, e che, soprattutto, hanno visto confermato l’interesse del mercato americano per la gioielleria e l’oreficeria Made in tal . Per il

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A destra: collana in ottone della collezione Calliope di Brosway, galvanica oro e cristalli Swarovski.

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Bracciale Composable ClassicGold in oro con smalti dipinti a mano e pietre incastonate di Nomination, dedicato a tutti gli amanti degli animali.

2020 sono già state riconfermate le attuali location e fissate le date: C Las Vegas 2 - 5 giugno; Luxury by JCK 31 maggio - 1 giugno (solo su invito), 2 - 5 giugno (aperto a tutti i partecipanti della fiera) S E change e Global Gemstone: 1 - 5 giugno. The 19 edition of C Las Vegas, that this ear bet een the end of Ma and the first days of June brought together JCK Las Vegas, Swiss Watch, Luxury, JIS Exchange, and the new Global Gemstone Pavilion dedicated to stones - ended with a general satisfaction expressed by both exhibitors and by the organizers of the Reed Exhibitions group that, after eight ears at the Mandala Ba , brought the show back to the completely renovated The Venetian, The Palazzo and to the Sands E po and Convention Center. This rational rearrangement, which subsequently implied getting closer to the Wynn Resort that, in those same days, hosted Couture, was particularly appreciated by exhibitors

and buyers attending both exhibitions. JCK Las Vegas was animated by the attendance of 2300 exhibitors from all over the world, 23 thousand individual retailers and more than 9000 among department stores, big stores, galleries and boutiques. A certain satisfaction going be ond figures as e pressed b a large majority of Italian exhibiting companies - this year nearly 120, of which 81 gathered in the national Pavillion Bella Italia, one of the most attractive collective exhibitions - that had positive feedbacks in terms of both orders and new contacts and that, above all, saw a confirmed interest of the American market for Made in tal e eller and goldsmith’s items. The current venues have alread been confirmed for and dates have been fi ed: C Las Vegas une Lu ur b C 31 Ma 1 une (b invitation onl ), une (open to all those attending the exhibition); JIS Exchange and Global Gemstone: 1 - 5 June.

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Anello in oro della collezione Precious di Caoro Caoro, con inserti in zirconia e impreziosito da filo e palline diamantate.

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IL CORRETTO RAPPORTO

T A A

ENDA

E FORNITORI / di Ercole Bonini President of Studio Bonini | Patents & Trademarks

altrettante buone ragioni: ad esempio il passaggio generazionale, ovvero dover aver a che fare con un soggetto diverso da quello sempre conosciuto. Oppure la cessione dell’azienda fornitrice ad altri. Insomma il fornitore onesto non ha niente da temere se si comporta correttamente e firmerà senza problemi, mentre il committente potrà prevenire comportamenti dannosi da parte di qualche fornitore di non proprio specchiata onestà.

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È

A sinistra: Damiani ha festeggiato i 95 anni di attività con la versione ainbo del collier Belle Epoque, in oro rosa con zaffiri di diversi colori. A destra: anello panema Bon Bon di Nanis, in oro 18 carati e ametista.

noto agli operatori del settore che gioielli realizzati in oro, come un bracciale, una collana o degli orecchini, talvolta vengano solo parzialmente costruiti all’interno dell’azienda orafa che li ha concepiti, o che ha acquisito i diritti di produzione e vendita dal designer di fiducia. Certi particolari, come ad esempio le chiusure di bracciali e collane, talvolta vengono ordinati all’esterno da ditte che si sono specializzate nella specifica produzione. Altre volte invece, magari per un eccesso di ordini, si affida l’intera costruzione del gioiello a un’altra azienda orafa di cui “ci si fida”. Penso che non sia nuova la notizia che talvolta succede quello che non dovrebbe mai succedere e cioè che qualche fornitore costruisca dei pezzi in più o per se stesso o per altri suoi clienti, tradendo cos il patto fiduciario con il cliente che gli ha conferito l’incarico di produrre per lui ed “esclusivamente per lui”! Come fare per evitare o almeno ridurre al minimo queste situazioni spiacevoli tra committenti e fornitore? Riteniamo che il vecchio detto “più si scrive e meno si litiga” sia applicabile anche a questo caso pratico. Bastano infatti poche righe nelle quali risulti con chiarezza che il committente chiede per sé la fornitura “esclusiva” del particolare o del gioiello. Bisogna anche aggiungere che in caso di inosservanza della fornitura esclusiva, il fornitore verrà chiamato a risarcire i danni materiali e di immagine da parte del fornitore che non ha rispettato gli impegni. E’ necessario infine fotocopiare nello stesso foglio l’oggetto da produrre. Si potrà obiettare che sono tanti gli anni di rapporti senza problemi e che non sembra proprio il caso di scrivere e far firmare impegni cos importanti. Secondo noi possono sempre esserci

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Those involved in our line of business are well aware that gold jewellery - like a bracelet, a necklace or earrings - is sometimes made only in part inside the goldsmith company which designed them, or which has bought rights of production and sale from a designer enjoying their trust. Certain details, for example the clasps of bracelets and necklaces, are sometimes ordered from outside, from companies specialised in specific kinds of production. At other times, perhaps because of a sudden surge in orders, the whole construction of the jewel is entrusted to another goldsmith that “we trust”. I think it is nothing new to say that sometimes, what should never happen does: a supplier makes a few extra pieces for himself or for some other customer of his, betraying the trust of his client who tasked him with producing “for him and just for him!” How can one avoid, or at least cut down to a minimum, these unpleasant situations between principals and suppliers? We believe the old adage, “the more you write, the less ou fight” holds true here too. All one needs are a fe lines in riting where the principal clearly asks for the “exclusive” supply of a certain item or jewel. One should also not forget to add that the supplier who breaches his duty of exclusive supply will be called on to pay both material damages and those to the image of his client. Finally, the same sheet of paper should carry a copy of the picture of the item to be made. One might object that after so many years of troublefree relations, there is no need to write and sign such important commitments. However, we believe there could be as many good reasons to do so: for example, generations change, and one might find oneself orking ith somebod different from the person e knew for such a long time. Or else the supplier company may be sold to somebod else. After all, no honest supplier should have an thing to fear if he behaves properly, and he will sign without any problem; and the principal may prevent harmful behaviour by a less scrupulous supplier.

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LA SOSTENIBILITÀ

NEL MONDO DEL GIOIELLO

/ di Michela Ferraro-Cuda MBA, Course Director MA Luxury Jewellery Management, Birmingham City University

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uello della sostenibilità è un aspetto sempre più centrale nella comunicazione di marketing promossa dalle aziende del lusso: resta da chiedersi, però, se siano ben chiare le implicazioni legate a questo termine nell’ambito aziendale, nella visione del brand e nell’impegno che ne consegue. La definizione comunemente accettata è quella sintetizzata dalla Commissione Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo nel programma “ n’agenda globale per il cambiamento”: lavori iniziati nel 1983 e conclusi nel 1987, ricordati come Commissione Brundtland dal nome della presidente Gro Harlem Brundtland, prima donna eletta Primo Ministro in Norvegia nel 1981, che sintetizza: “Sostenibile è quello sviluppo che soddisfa i bisogni di oggi senza compromettere le possibilità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni.” Alla fine dei lavori della commissione nel 1987, Brundtland ha ricordato che era ormai urgente unire gli sforzi per rispondere all’appello degli scienziati, i quali avevano evidenziato come problemi quali “il surriscaldamento globale, il buco nell’ozono, la desertificazione delle terre coltivabili” stessero compromettendo la sopravvivenza dell’umanità sulla Terra. Per questi motivi, l’agenda si è focalizzata in particolare sia sulle dimensioni ambientali sia su quelle sociali, ritenendole parte della stessa sfida. La contestualizzazione di questa parte dell’agenda in ambito aziendale porta a quelle che sono conosciute come operazioni per un consumo e una produzione sostenibile (SCP - Sustainable Consumption and Production) che, insieme alla gestione della dimensione economica, formano il Triple Bottom Line (TBL): risultato degli aspetti ambientali, sociali ed economici, base per uno sviluppo sostenibile. Prima di iniziare questa trasformazione, le aziende devono valutare con cura questi tre aspetti e come la propria organizzazione possa cambiare e adattarsi di conseguenza, mantenendoli tra di loro equilibrati. In ogni caso, prima di lasciarsi prendere dall’entusiasmo e promuovere la propria organizzazione come sostenibile, bisogna considerare, come evidenziato da una ricerca, che i clienti intuiscono subito una contraddizione, qualora il tema della sostenibilità non sia chiaramente parte della cultura aziendale e dei suoi valori. Quando le aziende del lusso non sono coerenti con la promessa di essere sostenibili, i clienti percepiscono unicamente superficialità e, lungi dal premiare altri sforzi messi in atto, perdono invece la fiducia nel brand. Vale quindi la pena di valutare bene la situazione prima di adottare qualsiasi tipo di comunicazione che possa trarre in inganno i clienti del lusso, perché, per la natura stessa del prodotto, ci si aspetta che questo sia quantomeno rispettoso di tutti gli aspetti legali previsti, e che vada anche oltre, soddisfacendo anche tutti quegli aspetti che ne fanno un gioiello di lusso. Se la sostenibilità è un elemento

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centrale della visione aziendale, i Sustainable Development Goals (SDGs - obiettivi di sviluppo sostenibile) si sono dimostrati un buon punto di riferimento per sostenere la sua attuazione. Gli SDG sono stati elaborati e promossi dalle Nazioni Unite che, come riportato nel sito web, “forniscono un programma condiviso di pace e prosperità per le persone e il pianeta, nel presente e per il futuro. Riconoscono che porre fine alla povertà e alle altre privazioni deve andare di pari passo con strategie che migliorino la salute e l’istruzione, riducano le disuguaglianze e stimolino la crescita economica, il tutto affrontando i cambiamenti climatici e lavorando per preservare i nostri oceani e foreste“. Gli studi hanno evidenziato che, laddove gli SDG sono stati adottati come parametro di riferimento, la sostenibilità sia tuttavia ancora principalmente una questione discussa a livello esecutivo, di amministrazione, di comunicazione aziendale e di operations, e viene invece sottovalutata l’importanza di un coinvolgimento di R&S, perché la sostenibilità del prodotto viene di fatto determinata dal progetto. Solo adottando una comunicazione chiara e trasparente, anche spiegando le sfide che questo tipo di impegni implica e come siano pianificati i progressi in programma, si viene ripagati nel lungo termine con la fiducia del cliente. Va qui chiarito però che il rispetto degli impegni legali non può essere spacciato per “sostenibilità”: significa semplicemente rispettare le leggi. Le aziende che sempre più spesso spostano/includono parti delle loro attività in paesi emergenti, dove le legislazioni sono meno severe, inevitabilmente compromettono gli standard di sostenibilità o per le conseguenze negative sull’ambiente – sfruttando o depredando le risorse naturali – o perché le responsabilità sociali sono seriamente minacciate. Tuttavia, va sottolineato quanto spesso la gioielleria di lusso sia anche sinonimo di alta qualità e sapiente artigianalità, elementi che possono partecipare positivamente alla sostenibilità ambientale e sociale, se e quando correttamente incorporati nella visione, nelle operazioni e nella comunicazione aziendali. Questi elementi sono molto apprezzati dai consumatori con una forte identità sociale, che sanno dare valore all’autenticità, all’ambiente e alle persone, oltre a essere ben consapevoli delle conseguenze sociali di una catena di fornitori lacunosa, preferendo un acquisto che soddisfi l’esigenza di uno stile di vita sostenibile. Per questa ragione, il business della gioielleria di lusso non può e non deve rischiare di essere accostato a un approccio tipico del ‘fast-fashion’, con la dispersione di materiali preziosi in oggetti di basso valore, perché i clienti comprenderebbero ben presto l’ambiguità implicita. Va considerato, infine, che la clientela del lusso oggi può meglio informarsi e pretenderà spiegazioni sui contenuti ingannevoli: e la cosa preziosa che più di ogni altra i marchi della gioielleria d’alta gamma dovrebbero proteggere è la loro credibilità.

Michela.Ferraro-Cuda@bcu.ac.uk English translation: see page 124

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SETTEMBRE • OTTOBRE 2019 SETTEMBRE • OTTOBRE 2019

ENGLISH

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UNA FINESTRA SUL

FUTURO / di Antonella Garello

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FLASH

THE DIAMOND SIDE OF

TECH

n questa pagina: Massimiliano Brustia, fondatore di Doralia, unica realtà del comparto orafo ammessa al Global Start up Program.

/ di Simona Infantolino

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C

Dall’alto, in senso orario: cinturino di Chalonne per Apple Watch con diamanti; JewelPods di Frontman

in argento placcato rodio nero e diamanti; cover Damiani per Apple Watch in oro bianco e diamanti.

oncepiti come capricci per veri tech addicted, i prodotti Apple sono ormai un “mai più senza” a cui risulta difficile rinunciare. In principio si parlava solo di applicazioni che permettevano di contare i passi o di annotare il proprio regime alimentare. Poi l’iPhone si è trasformato in Apple Watch e non è stato più necessario tirar fuori dalla tasca il cellulare per vedere chi ti chiamava. Le tradizionali cuffie, invece, hanno lasciato spazio agli AirPods, gli auricolari Bluetooth che permettono di camminare o fare attività fisica senza il vincolo dei fili. l design è quello inconfondibile della casa di Cupertino, semplice e lineare, ma se si volesse uscire dagli schemi del minimalismo di Steve Jobs? Basterebbe aggiungere qualche diamante e trasformare un accessorio nerd in un gioiello tecnologico. È così che al classico cinturino dell’Apple Watch in silicone e in maglia milanese si aggiunge quello con diamanti creato da Chalonne. na chicca sfiziosa dal risvolto benefico: l’azienda ha infatti deciso di devolvere il 4% delle vendite online alla Breast Cancer Research Foundation per sostenere la ricerca sul cancro al seno. Per la serie “go big or go home”, la cover per Apple Watch creata da Damiani ridefinisce il concetto

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Accessories for tech addicted See page 40 Designed as whims for true tech addicted, Apple products are now a “never ithout” to hich people find it difficult to renounce. At first onl applications used to count our steps or note do n our diet ere available. Then, the iPhone turned into the Apple atch and ou no longer needed to take our phone out of our pocket to see ho as calling. The traditional earphones, instead, ere replaced b AirPods, the Bluetooth earpieces that allow to walk or work out without being limited b ires. The design is the unmistakable one of the compan from Cupertino, simple and linear, but if we wanted to break out of the mould of Steve Jobs’ minimalism? Just add some diamonds to turn a nerd accessor into a technological e el. Then, the diamond strap created b Chalonne adds to the classical ring mesh Apple atch one made of silicon. A pleasant treat ith a charitable aim: in fact, the compan has decided to devolve of on line sales to the Breast Cancer Research Foundation to support the research on breast cancer. ith the slogan “go big or go home”, the cover for Apple atch created b Damiani redefines the concept of atch turning the time from digital to precious. t is made available in t o versions inspired b the brand iconic collections: the first reminds of the Metropolitan line and the sk lines of big metropolises, the second evokes the omitolo collection ith a full diamond pav . inall , the ne talian startup rontman has intercepted, since the beginning, the tastes of a highl refined clientele ith its e elPods. These earrings to be applied to AirPods are made ith 3D printers and have a sterling silver core along ith a ct gold or rhodium coating. The are available in four versions, each ith four different plating colours. T o to si diamonds can be set per model.

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Doralia: a window onto the future See page 102

di orologio convertendo il tempo digitale in prezioso. È realizzata in due varianti ispirate alle iconiche collezioni del brand: la prima richiama la linea Metropolitan e gli skyline delle grandi metropoli, la seconda rievoca la collezione Gomitolo con un full pavé di diamanti. nfine la nuova startup italiana Frontman ha da subito intercettato i gusti di una clientela altamente ricercata con i suoi JewelPods. Questi orecchini da applicare agli AirPods sono realizzati con stampanti 3D e hanno un nucleo in argento 925 e un rivestimento in oro 24 carati o in rodio. Sono disponibili in quattro versioni, ciascuna con quattro diversi colori di placcatura, e hanno la possibilità di incastonare da due a sei diamanti per modello.

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artiamo dall’inizio, ovvero dal Global Start up Program, bando varato dal Ministero dello Sviluppo Economico e coordinato dall’ICE: un percorso integrato, assistito e completamente finanziato di sviluppo all’estero cui hanno avuto accesso 120 start up innovative italiane dei più disparati settori: CT (blockchain, artificial intelligence, c bersecurit , ndustr . , fintech) Automotive and robotics (batteries and electric cars, autonomous driving, future mobility, car sharing apps and related web services) Medtech (medical equipment and apps, life sciences) Circular econom (innovative materials and substitutes for plastics). nica rappresentante del comparto orafo in questa qualificata compagine è Doralia, fondata dal valenzano Massimiliano Brustia. Doralia è stata ammessa al programma nell’ambito del settore Industry 4.0 per la carica innovativa e l’alto potenziale di internazionalizzazione: la sua mission infatti è quella di digitalizzare il settore orafo in modo da sviluppare un intero mercato parallelo a quello tradizionale spiega Brustia Si tratta del primo marketplace dedicato alla produzione orafa Made in Italy, particolarmente attento alle imprese medio piccole che non avendo grandi capitali a disposizione non avrebbero la possibilità di affacciarsi a mercati stranieri». In pratica il portale Doralia si fa carico del controllo qualità dei gioielli, del packaging, delle assicurazioni, delle spedizioni, dei resi e dei cambi (possibili entro 1 giorni dall’acquisto). Chi compra usufruisce di uno sconto medio di circa il sui gioielli chi vende è tenuto esclusivamente all’acquisto di pacchetti di codici prodotto a un costo poco più che simbolico, senza alcun fee d’ingresso, e può caricare nel sito autonomamente le immagini dei propri gioielli e le informazioni sulla propria azienda. L’ammissione al

Let’s start from the beginning. That is, from the lobal Start up Program, a competition launched b the Ministr for Economic Development and coordinated b CE. An integrated curriculum, assisted and entirel funded, for development abroad, hich has so far been opened to 1 innovative talian start ups from a ide range of fields: CT (blockchain, artificial intelligence, c bersecurit , ndustr . , fintech) Automotive and robotics (batteries and electric cars, autonomous driving, future mobilit , car sharing apps and related eb services) Medtech (medical equipment and apps, life sciences) Circular econom (innovative materials and substitutes for plastics). The onl representative of the gold are sector in this qualified compan is Doralia, founded b Massimiliano Brustia from Valenza Po. Doralia has been admitted to the programme in the conte t of ndustr Sector . , because of its innovative strength and high potential for internationalisation: its mission, in fact, is to digitalise the goldsmith business, so as to develop a whole market parallel to the traditional one e plains Brustia t is the first marketplace dedicated to Made in tal goldsmithing, ith special attention to medium-small businesses which, not being able to count on a large capital, ould never be able other ise to ork on foreign markets . Practicall speaking, Doralia handles qualit control of e els, packaging, insurance, shipping, returns and replacement of goods (possible ithin 1 da s after purchase). Bu ers en o an average discount on e els. The seller needs onl purchase packages of product codes at an almost s mbolic cost, ithout an entrance fee, and the ma then freel load the images of their e els on the ebsite together ith compan information. Admission to the lobal Start up Program as an e traordinar opportunit for Doralia to approach the S market. After a first classroom phase, to implement a hole series of technical and management skills, the Programme calls for a three month orkshop abroad, from ul to October 19, in one of si focus countries ( , SA, China, apan, South orea and Slovenia), entirel funded b CE. e chose the SA, a market e have been thinking about for a long time, used to online purchases and al a s fascinated b Made in tal e eller . e ill ork in one of the SA’s most prestigious hubs, E A Entrepreneur oundtable Accelerator, on Madison Avenue in Ne ork. CE also takes care of the operational structure of the net ork and of all legal and ta issues, so we can concentrate on practical issues, also testing out our preliminar contacts ith our American partners . Before the end of the ear, the Programme also calls for taking part in t o international fairs, in Shanghai and Las Vegas, but Doralia is also moving on the talian market. e are going to open offices ith contact persons in Vicenza, at the Tar and in Arezzo, hich ill be added to the Valenza office at the same time, e are setting up a dedicated commercial net ork. This a , e ill be able to support our goldsmith producer customers in a trul complete and unique fashion .

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ENGLISH TEXT

INSIDE JEWELRY

LA SOSTENIBILITÀ

NEL MONDO DEL GIOIELLO

/ di Michela Ferraro-Cuda MBA, Course Director MA Luxury Jewellery Management, Birmingham City University

Q 114

uello della sostenibilità è un aspetto sempre più centrale nella comunicazione di marketing promossa dalle aziende del lusso: resta da chiedersi, però, se siano ben chiare le implicazioni legate a questo termine nell’ambito aziendale, nella visione del brand e nell’impegno che ne ne consegue. La definizione comunemente accettata è quella sintetizzata dalla Commissione Mondiale per l’ambiente e lo sviluppo nel programma “Un’agenda globale per il cambiamento”: lavori iniziati nel 1983 e conclusi nel 1987, ricordati come Commissione Brundtland dal nome della presidente Gro Harlem Brundtland, prima donna eletta Primo Ministro in Norvegia nel 1981, che sintetizza: “Sostenibile è quello sviluppo che soddisfa i bisogni di oggi senza compromettere le possibilità delle future generazioni di soddisfare i propri bisogni.” Alla fine dei lavori della commissione nel 1987, Brundtland ha ricordato che era ormai urgente unire gli sforzi per rispondere all’appello degli scienziati, i quali avevano evidenziato come problemi quali “il surriscaldamento globale, il buco nell’ozono, la desertificazione delle terre coltivabili” stessero compromettendo la sopravvivenza dell’umanità sulla Terra. Per questi motivi, l’agenda si è focalizzata in particolare sia sulle dimensioni ambientali sia su quelle sociali, ritenendole parte della stessa sfida. La contestualizzazione di questa parte dell’agenda in ambito aziendale porta a quelle che sono conosciute come operazioni per un consumo e una produzione sostenibile (SCP - Sustainable Consumption and Production) che, insieme alla gestione della dimensione economica, formano il Triple Bottom Line (TBL): risultato degli aspetti ambientali, sociali ed economici, base per uno sviluppo sostenibile. Prima di iniziare questa trasformazione, le aziende devono valutare con cura questi tre aspetti e come la propria organizzazione possa cambiare e adattarsi di conseguenza, mantenendoli tra di loro equilibrati. In ogni caso, prima di lasciarsi prendere dall’entusiasmo e promuovere la propria organizzazione come sostenibile, bisogna considerare, come evidenziato da una ricerca, che i clienti intuiscono subito una contraddizione, qualora il tema della sostenibilità non sia chiaramente parte della cultura aziendale e dei suoi valori. Quando le aziende del lusso non sono coerenti con la promessa di essere sostenibili, i clienti percepiscono unicamente superficialità e, lungi dal premiare altri sforzi messi in atto, perdono invece la fiducia nel brand. Vale quindi la pena di valutare bene la situazione prima di adottare qualsiasi tipo di comunicazione che possa trarre in inganno i clienti del lusso, perché, per la natura stessa del prodotto, ci si aspetta che questo sia quantomeno rispettoso di tutti gli aspetti legali previsti, e che vada anche oltre, soddisfacendo anche tutti quegli aspetti che ne fanno un gioiello di lusso. Se la sostenibilità è un elemento

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centrale della visione aziendale, i Sustainable Development Goals (SDGs - obiettivi di sviluppo sostenibile) si sono dimostrati un buon punto di riferimento per sostenere la sua attuazione. Gli SDG sono stati elaborati e promossi dalle Nazioni Unite che, come riportato nel sito web, “forniscono un programma condiviso di pace e prosperità per le persone e il pianeta, nel presente e per il futuro. Riconoscono che porre fine alla povertà e alle altre privazioni deve andare di pari passo con strategie che migliorino la salute e l’istruzione, riducano le disuguaglianze e stimolino la crescita economica, il tutto affrontando i cambiamenti climatici e lavorando per preservare i nostri oceani e foreste“. Gli studi hanno evidenziato che, laddove gli SDG sono stati adottati come parametro di riferimento, la sostenibilità sia tuttavia ancora principalmente una questione discussa a livello esecutivo, di amministrazione, di comunicazione aziendale e di operations, e viene invece sottovalutata l’importanza di un coinvolgimento di R&S, perché la sostenibilità del prodotto viene di fatto determinata dal progetto. Solo adottando una comunicazione chiara e trasparente, anche spiegando le sfide che questo tipo di impegni implica e come siano pianificati i progressi in programma, si viene ripagati nel lungo termine con la fiducia del cliente. Va qui chiarito però che il rispetto degli impegni legali non può essere spacciato per “sostenibilità”: significa semplicemente rispettare le leggi. Le aziende che sempre più spesso spostano/includono parti delle loro attività in paesi emergenti, dove le legislazioni sono meno severe, inevitabilmente compromettono gli standard di sostenibilità o per le conseguenze negative sull’ambiente – sfruttando o depredando le risorse naturali – o perché le responsabilità sociali sono seriamente minacciate. Tuttavia, va sottolineato quanto spesso la gioielleria di lusso sia anche sinonimo di alta qualità e sapiente artigianalità, elementi che possono partecipare positivamente alla sostenibilità ambientale e sociale, se e quando correttamente incorporati nella visione, nelle operazioni e nella comunicazione aziendali. Questi elementi sono molto apprezzati dai consumatori con una forte identità sociale, che sanno dare valore all’autenticità, all’ambiente e alle persone, oltre a essere ben consapevoli delle conseguenze sociali di una catena di fornitori lacunosa, preferendo un acquisto che soddisfi l’esigenza di uno stile di vita sostenibile. Per questa ragione, il business della gioielleria di lusso non può e non deve rischiare di essere accostato a un approccio tipico del ‘fast-fashion’, con la dispersione di materiali preziosi in oggetti di basso valore, perché i clienti comprenderebbero ben presto l’ambiguità implicita. Va considerato, infine, che la clientela del lusso oggi può meglio informarsi e pretenderà spiegazioni sui contenuti ingannevoli: e la cosa preziosa che più di ogni altra i marchi della gioielleria d’alta gamma dovrebbero proteggere è la loro credibilità.

Michela.Ferraro-Cuda@bcu.ac.uk English translation: see page 124

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Sustainability in the Jewellery Industry See page 114 Sustainabilit is increasingl becoming a core topic in the marketing communications promoted b the lu ur companies. t is ondered hether are correctl understood the implications involved b adopting this term in the business, brand’s vision and related commitment. The most common agreed definition for sustainabilit is the one articulated b the orld Commission on Environment and Development in the programme “A global agenda for change” initiated in 1983 and concluded in 1987, later kno n as Brundtland Commission, after the Chairman’s name, Gro Harlem Brundtland Nor a ’s first female Prime Minister in 1981, it defines: “Sustainable development is development that meets the needs of the present ithout compromising the abilit of future generations to meet their o n needs.” hen the commission concluded their ork in 1987, Brundtland remembered that the collaborative efforts ere urgentl required after that scientists emphasised that problems such as “a warming globe, threats to the Earth’s ozone la er, deserts consuming agricultural land” ere bearing on the ver survival of human being on the Earth. This is h the agenda pro activel focused on both environmental and social dimensions, as part of the same challenge. Taking this part of the agenda into the business conte t, it leads to hat is kno n as Sustainable Consumption and Production (SCP) operations, that along with the management of the economic dimension forms the Triple Bottom Line (TBL): as a result of the environmental, social and financial aspects, base of the sustainable development. To engaging this transformation, businessess primaril require to carefull evaluate these three aspects, and how the organisation can change and adapt accordingl , keeping them equall balanced. Ho ever, it must be underlined that before to be too eager to promote the business or the association as sustainable, research has highlighted that customers easil perceive a level of contradiction, if this is not clearl part of the compan ’s culture and values. hen lu ur companies are not consistent ith the claim of being committed to sustainabilit , clients ill onl perceive superficialit and rather than appreciate an other effort in place, as side effect, the are likel to lose trust in the brand. t is therefore suggested to think t ice before supporting an kind of communication that could mislead the lu ur clientele, because of the ver nature of the product, it is perceived that should have had alread complied not ust to all the legal requirements, but to all those aspects that make a piece of fine e eller , lu urious.

f sustainabilit is a core of the compan ’s vision, Sustainable Development oals (SD s) has been demonstrated to be a good benchmark to sustain its implementation. The SD s have been elaborated and promoted b the nited Nations hich, as reported in the ebsite, “provides a shared blueprint for peace and prosperit for people and the planet, no and into the future. The recognize that ending povert and other deprivations must go hand in hand ith strategies that improve health and education, reduce inequalit , and spur economic growth – all while tackling climate change and orking to preserve our oceans and forests.” Studies evidenced that, where SDGs have been adopted as benchmark, sustainabilit ho ever is still mainl a matter discussed at e ecutive, board, corporate communication and operations level,l, underestimating the importance of having R&D involved, because once the product is designed, its sustainabilit is defined. Engaging this process could be ver daunting, and onl b adopting a clear and transparent communication, even e plaining the challenges that this sort of commitments requires and ho it is planned to progress, it ill be repaid in the long term ith the client’s trust. t must be here specified that meeting the legal requirements, cannot be claimed as to be sustainable, it is considered to respecting the la . Companies that often are moving/including parts of the business in emerging countries here legislation is less stringent, inevitabl compromise sustainable standards because of either environment negative consequences b spoiling or depredating natural resources or because social responsibilities are seriousl undermined. Ho ever, it must be emphasised ho ver often lu ur e eller is s non mous of high qualit and craftsmanship, elements that could positivel support environmental and social sustainabilit , if and hen correctl incorporated in the compan vision, operations and communication. These elements are highl regarded b those consumers ith a strong social identit and that value authenticit , environment and people, ho are also highl conscious of the public consequences of a poor suppl chain, preferring a purchase that could satisf their sustainable life st le. or this reason, lu ur e eller business cannot and should not risk of being aligned ith a “fast-fashion” approach, with dispersion of precious materials in low valuable fine ob ects, because sooner rather than later consumers ould realise the ambiguit implied. To conclude, lu ur clientele more than ever could be better informed, and the ill demand e planations on misleading contents, and if there is a ver precious thing, that more than an others e eller businesses should protect the most, is their credibilit .

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