l'Orafo Italiano 10-11 2016

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€ 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

L’ORAFO ITALIANO 10/11 2016

Trompe l’oeil précieux sur la table

Focus on Italian companies: what’s going on

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Perché ogni storia è fatta di momenti unici. I diamanti IIDGR De Beers Group prendono vita nella collezione Forever Unique. Le nostre gemme, di altissima qualità, sono le uniche al mondo ad avere la sigla DBG (De Beers Group) incisa sulla cintura e riportata all’interno del Diamond Grading Report.

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2016

70 ANNI DI STORIA

NUOVI PUNTI DI DISTRIBUZIONE - Dubai Gold Center - Vip Lounge degli aeroporti di Linate, Malpensa, Firenze, Bologna, Verona e Venezia - Hotel di Milano a 5 stelle, Clubhouse Brera - Hong Kong Jewellery & Gem Fair - JCK Las Vegas, JA New York - Baselworld - Selezionati buyer internazionali di gioielli - I migliori retailer italiani e internazionali - Edicole aeroportuali e ferroviarie WWW.ORAFOITALIANO.IT





RJC_Layout 1 08/02/16 09:32 Pagina 1

Costruire una filiera responsabile oro e platinoidi per diamanti, al consumatore dalla miniera

ANNO LXX - NUMERO 10/11 - OTTOBRE/NOVEMBRE 2016 direttore editoriale

Building a responsible diamond, gold and platinum metals supply chain from mine to customer Il Responsible Jewellery Council (RJC) è un’organizzazione internazionale no-profit, costituita nel 2005 da un gruppo di 14 dell’intero comparto organizzazioni rappresentative dei dia manti e dell’oreficeria. Il RJC è retto da un Consiglio Direttivo e coadiuvato da varie Commissioni per ogni settore d’inte La gestione è affidata ad un team con sede resse. dell’attivitĂ Canada e Regno Unito. Il RJC accoglie membri ap- in Australia, partenenti a qualsiasi settore della filiera dell’oreficeria e della gioielleria, di ogni dimensione, comprese le associazioni di categoria. Missione: “Ci sforziamo di essere l’organizza zione riconosciuta per certificazioni e standard al servizio dell’integritĂ della filiera e della sostenibilitĂ nel settore glo orologeriaâ€?. Council piĂš di 700 bale di gioielleria e Il raggruppa Associati e piĂš di 450 Membri Certificati. La lista è disponibile presso www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/

direttore responsabile

Jewellery Council (RJC) is an International The Responsible in 2005 by a group of not-for-proďŹ t organisation established from across-section of the diamond and gold 14 organisations jewellery business. The RJC is governed by a Board of Direc- tors, supported by a number of Committees and administered by a Management Team located in the United Kingdom, Ca- nada and India. The RJC welcomes new Members from all parts of the jewellery supply chain, including trade associa tions. Mission: “We strive to be the recognized standards and certiďŹ cation organization for supply chain integrity and su- stainability in the global ďŹ ne jewellery and watch industry“. more than 700 Members and more than 450 RJC now groups CertiďŹ ed Members globally. The list of RJC Members is available at www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/

Ilaria Danieli Andrea Aiello

in redazione

Antonella Garello

collaboratori

Rosa Chiesa, Luigi Costantini, Simona Infantolino, Franco Marchesini, Sonia Sbolzani, Diego Soprana

progetto e grafica

Cristiano Guenzi

foto

Close Up Studios

traduzioni

Promo-Est

pubblicitĂ

dircom@edifis.it

traffico pubblicitario stampa e-mail web site prezzo per copia arretrati abbonamenti

Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG orafo@edifis.it www.orafoitaliano.it â‚Ź 5,00 â‚Ź 10,00 Italia â‚Ź 40,00 Europe â‚Ź 80,00 Resto del mondo â‚Ź 100,00 abbonamenti@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalitĂ redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltĂ di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. l’Orafo Italiano una rivista edita da:

Responsible Jewellery Council (RJC) ()* "%%( (%$*4 %$ %$4 ? @ E * ""4

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Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

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Sommario In copertina / Cover Artlinea Jewels Contatto / Contact Via La Casella 11 Capolona - Arezzo Numero verde 800 129 674 info@artlineaspa.com www.artlineaspa.com

GlobalRoundUp

19 nEWS

De Grisogono / Lucien Rochat / Breguet / Club degli Orafi / Artlinea / Antonini / Polello / De Liguoro

Desires

27 cHARMING BLING BLING

Pendenti importanti giocati sui toni del blu e tanti charm da portare al collo o al polso, ricchi di simboli che rimandano al mondo degli affetti

Artwork and Photo by Close up Studios

39 touches of gold

Anello e ciondolo della nuova collezione di Artlinea in oro rosa e pavé di diamanti. ■ Ring and pendant from the new collection by Artlinea in rose gold and diamond pavé.

27

39

Satinato, lucido, martellato o diamantato: le finiture dell'oro presentano texture sempre più raffinate che arricchiscono soprattutto i nuovi bangle in total yellow

48 precious glimpses

Gli occhiali si trasformano in accessori di lusso, attenti alla portabilità e alla moda

51 princess for a day

L'accessorio che rende il sogno di ogni donna realtà: la tiara. Rivisitata e modernizzata per rendere prezioso ogni look, dal più elegante al più casual

People&brands

56 bestiario gotico

Spirito inquieto e cosmopolita, Bernard Delettrez è autore di pezzi unici e visionari, che hanno rivoluzionato il design del gioiello

58 QUOTIDIANO VALORE

Morellato rende i suoi "gioielli da vivere" sempre più preziosi grazie all'argento. Ne parla Massimo Carraro, Ceo del Gruppo

Heritage

61

61 SENTIERI D'ORO, STRADE D'ORIENTE

In mostra alla Fondation Baur di Ginevra una affascinante collezione di gioielli etnici raccolti in una vita di viaggi da Colette e Jean-Pierre Ghysels

Visual

67 into the wild

Animali selvatici o creature fantastiche, da sempre ammirati e idealizzati dal mondo dell'arte, ispirano con i loro caratteri gioielli ed esposizioni di forte impatto

75 TROMP L'OEUIL PRÉCIEUX

Pattern di alta gioielleria per un servizio da tavola degno della reggia di Versailles

l'Orafo 2016

14

ottobre/novembre


orafoitaliano.it

chiusura ottobre 2016

chiusura novembre 2016

2017

Centriamo insieme

i mercati strategici!


Sommario

75

l'Orafo 70 anni

81 YOUTH IS THE PASSWORD

Il mondo diventa 2.0 e i giovani, fondamentali acquirenti di oggi e domani anche per la gioielleria, sono i veri protagonisti del nuovo millennio,

InsideJewellery

83 innovazione strategica

Prosegue il trend di ridimensionamento dell'apparato produttivo nella gioielleria italiana: una risalita può avvenire solo con un rimodellamento imprenditoriale

88 winners of couture

Al Couture Show 2016 il lusso scintillante dei gioielli, e quest'anno anche degli orologi, è stato premiato dal contest annuale

90 bilancio incerto

27

Al di là delle note difficoltà economiche e politiche a livello mondiale, ha destato perplessità la data scelta per VicenzaOro September

92 incognita cinese

Le premesse non erano favorevoli alla vigilia dell'Hong Kong Jewellery & Gem Fair che ha comunque retto grazie al suo respiro internazionale

88

93 spazio alla fantasia

Bilancio positivo per il settore Bijoux della manifestazione milanese Homi, che ha registrato la presenza di importanti aziende italiane

94 zoom sullo stivale

A Febbraio il Salone di Birmingham ospiterà l'evento Jewellery & Watch, che ha scelto l'Italia come focus market per il 2017

95 diamond gossip

67

Qualche curiosità sulla "gemma delle gemme": dalle pietre più celebri e costose a bizzarre rivendicazioni antimperialiste

96 spazio alle donne

92

Nuove campagne, nuovi ambasciatori, eventi: i brand della gioielleria e dell'orologeria si muovono a 360° nel mondo dei media

97 il gioielliere di famiglia

Gli indirizzi più accreditati e storici delle città italiane e le nuove aperture, in Italia e all'estero: luoghi in cui trovare competenza, servizio e buon gusto

101 english text 109 brands in this issue l'Orafo 2016

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ottobre/novembre


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puro dei diamanti

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Global Round Up TOP STONES

UN DIAMANTE

DA RECORD Scalpore alla Biennale des Antiquaires per le spettacolari dimensioni del Constellation, presentato dalla maison de Grisogono in partnership con la società di diamond dealing Nemesis Nonostante siano diminuite drasticamente le adesioni da parte del settore gioielleria alla 28esima Biennale des Antiquaires, l'edizione di quest'anno è riuscita ugualmente a fare notizia nel settore con la presentazione di un diamante da record: The Constellation. Con oltre 6 centimetri di diametro e un peso di 813 carati, questa straordinaria pietra è stata estratta lo scorso anno nella miniera di Karowe in Botswana dalla compagnia canadese Lucara Diamond ed è stata poi acquistata dalla maison de Grisogono in partnership con la società di diamond dealing Nemesis. «Sono entusiasta di poter lavorare su un diamante straordinario e importante come The Constellation – ha dichiarato Fawaz Gruosi, fondatore e membro del comitato esecutivo di de Grisogono – In qualità di gioielliere sono consapevole dell’enorme responsabilità che ho nei confronti di questa pietra e sono grato all’equipe che ha lavorato duramente per metterla al sicuro. È per me un onore e un privilegio avere la possibilità di esprimere le mie doti creative sul processo di taglio e di incastonatura di una tale gemma e sono impaziente di trasformare la mia visione in realtà». Un diamante unico e speciale, che vanta colore, purezza e peso di grande rilevanza storica e il cui taglio si crede possa dare vita al più grande diamante certificato flawless, ovvero senza difetti, del mondo. Nelle foto, il Constellation e Fawaz Gruosi l'Orafo 2016

■ Despite the fact that the attendance to 28th Biennale des Antiquaires evidenced a drop in the number of participants coming from the jewellery sector, this year edition still managed to hit the news thanks to the presentation of a record diamond: the Constellation. With a greater than 6-cm diameter and a weight equal to 813 carats, this extraordinary stone was extracted last year in the Karowe mine in Botswana by the Canadian company Lucara Diamond and then purchased by de Grisogono maison in partnership with Nemesis, a diamond dealing agency. «I am thrilled by the chance of working on such an extraordinary and important diamond as The Constellation – Fawaz Gruosi, founder and member of the executive committee of de Grisogono, declared – As a jeweller, I am aware of the great responsibility I have towards this stone and I am grateful to the team that worked hard to secure it. It is a honour and a privilege to be allowed to express my creative gifts in the cutting and setting process of such a gem and I am eager to make this vision come true». A unique and special diamond with a colour a purity and a weight that are typical of a stone with a great historical importance, whose cutting is believed to create the biggest flawless certified diamond in the world. Photos: the Constellation diamond and Fawaz Gruosi.

19

ottobre/novembre


Global Round Up

Morellato group rilancia lucien rochat

linee, per i gusti classici (Granville e Lunel), sportivi (Reims), per gli amanti della precisione (Montpellier) e dell'eleganza rétro (Saint-Malo). ■ The history of Lucien Rochat begins in 1925 in the Vallée de Joux in Switzerland and today, after more than 90 years and three generations of master watchmakers, a new life starts thanks to Morellato Group that took the company over. For the relaunch, Morellato Group took the chance of the September edition of VicenzaOro and of the innovative Now area, a novelty in this year exhibition, fully dedicated to watches. The shapes and details of the new Lucien Rochat lines remind of past watches, with colours, straps, finishings and materials bestowing, though, a touch of contemporaneity. The proposals are dedicated to both men's world, with automatic movements, chronographs and retrograde calendars, and women’s one with diamonds, yellow gold and guilloché finishing. Five lines are available, for classic tastes (Granville and Lunel), sports fans (Reims), for those who love precisions (Montpellier) or vintage elegance (Saint-Malo).

Il marchio svizzero riparte con cinque nuove linee presentate a VicenzaOro September La storia dell'azienda Lucien Rochat nasce nel 1925 nella Vallée de Joux in Svizzera e oggi, dopo più di 90 anni e tre generazioni di maestri orologiai, prende nuova vita grazie al gruppo Morellato che ne ha acquisito la proprietà. Per il rilancio Morellato Group ha approfittato dell'edizione di settembre di VicenzaOro e dell'innovativa area Now, novità della fiera di quest'anno, interamente dedicata agli orologi. Le forme e i dettagli delle nuove linee Lucien Rochat ricordano gli orologi del passato, con colori, cinturini, finiture e materiali che conferiscono però un tocco di attualità. Le proposte sono dedicate sia al mondo maschile, con movimenti automatici, cronografi e calendari retrogradi, sia al mondo femminile con diamanti, finiture in oro giallo e decoro guilloché. Disponibili cinque

breguet a teatro con eleonora abbagnato

con lunetta ornata da diamanti e quadrante in oro argentato inciso a mano in madreperla naturale bianca. ■ Jewels and watches meet ballet for the special night entitled La Danza del Tempo (The Dance of Time), organised by Breguet at the Teatro Litta in Milan, exclusively for the maison friends. To celebrate this elegant union, the company has chosen Eleonora Abbagnato, étoile of the Opera of Paris, director of the ballet of Opera in Rome, as protagonist of this evening. The balletdancer entertained the guests interpreting on stage La Rose Malade, with dancer Audric Bezard, on a choreography by Roland Petit, music by G. Malher, and Le Parc, with dancer Claudio Corino, on a choreography by Angelin Preljocaj, music by W.A.Mozart. For the occasion, the étoile wore the maison jewels and the watch of the Reine de Naples line in rose gold with a bezel embellished with diamonds, along with a hand engraved silver gold face in white natural mother-of-pearl.

L'étoile sul palco, i gioielli e gli orologi in mostra: un elegante spettacolo per gli invitati al Teatro Litta di Milano in occasione de La Danza del Tempo Gioielli e orologi incontrano il balletto in occasione della serata speciale La Danza del Tempo organizzata da Breguet al Teatro Litta di Milano, in esclusiva per gli amici della maison. Per celebrare questa elegante unione l'azienda ha scelto come protagonista della serata Eleonora Abbagnato, étoile del Teatro dell'Opera di Parigi e direttrice del Corpo di Ballo del Teatro dell'Opera di Roma. La danzatrice ha intrattenuto gli ospiti interpretando sul palcoscenico La Rose Malade, accompagnata dal ballerino Audric Bezard, su coreografia di Roland Petit e musica di G. Malher, e Le Parc, accompagnata dal ballerino Claudio Corino, su coreografia di Angelin Preljocaj e musica di W.A.Mozart. Per l'occasione l'étoile ha indossato i gioielli della maison e l'orologio della linea Reine de Naples in oro rosa l'Orafo 2016

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ottobre/novembre


#untaggable

#crossover?

#coupe?

L’avanguardia inizia da qui.

#

#sportscar?

In un mondo in cui tutto deve essere #taggato, dove ogni limite sembra invalicabile e la creatività è imprigionata da troppi confini, ci sono storie che superano le definizioni. Sono create da personalità uniche e dalle mille sfaccettature, che si lanciano verso il futuro per anticiparlo. Etichettarli è impossibile: catalizzano tendenze, creano connessioni e opportunità, e inventano ogni giorno la loro strada, diventando così #untaggable.

Capace di coniugare comfort, design sportivo e funzionalità: Nuova Audi Q2 non accetta di essere racchiusa in una semplice definizione. Perfetta per le avventure lontano dalle strade asfaltate, con sei differenti motorizzazioni e ammortizzatori adattivi, è ideale anche per vivere #allroad? al meglio la grande città, grazie a dotazioni come Audi drive select e Audi pre sense front. Connettività, infotainment e sistemi di ausilio alla guida completano un’auto indefinibile per definizione che vi riserverà sempre qualcosa di nuovo da scoprire.

Nuova Audi Q2

#SUV?

#urban?

#indipendent?

■ Audi Q2 è stata protagonista di una lunga serie di eventi che l’hanno vista raccogliere succes-

si sin dall’anteprima nazionale di Aprile all’Audi City Lab a Milano. Laboratori di idee, che fondono arte, suono e pensiero come quello a cui ha dato vita il Locus Festival, nel cuore della Puglia, o come gli esclusivi appuntamenti con cui Audi ha celebrato la Fashion Week di Milano e lo stile che da sempre fa parte del suo DNA.

#designpiece?

Tizzi Automobili www.tizziautomobili.it

Gamma Q2. Valori massimi: consumo di carburante (l/100 km): ciclo urbano 6,6 - ciclo extraurbano 4,7 - ciclo combinato 5,4; emissioni CO2 (g/km): ciclo combinato 124. Da in corso di omologazione.


Global Round Up

club degli orafi a sostegno delle pmi italiane Continua l'impegno del Club degli Orafi nel supportare le piccole-medie imprese le cui dimensioni possono spesso costituire un elemento di vulnerabilità ma anche diventare una grande opportunità. Dopo l'accordo strategico di business siglato con Fiera di Vicenza, il Club si propone quindi di supportare i propri soci anche nei prossimi mesi attraverso una serie di workshop. Per l'Autunno 2016 gli incontri seguiranno il tema #Rigeneriamoci e inizieranno il 3 Ottobre con il Milano Retail Tour che porterà i partecipanti in visita nei punti vendita che hanno adottato soluzioni vincenti e innovative. Il secondo appuntamento, previsto il 24 Ottobre, si focalizzerà sulla Gioielleria 2.0 con un focus sui social media e la notorietà del punto vendita. La terza tappa di questi appuntamenti sarà infine l'Emotional Client Experience, un incontro sulla fidelizzazione del cliente e la sua esperienza emozionale. ■ Club degli Orafi continues to support the small and

medium companies whose sizes can often represent a reason for vulnerability but can also become a great opportunity. Following the strategic agreement signed with Fiera di Vicenza, the Club is engaged in supporting its members through a series of workshops also in the months to come. For autumn 2016 the meeting will follow the theme #Let’s regenerate, starting on 3rd October with the Milano Retail Tour that will accompany the participants to visit the stores that adopted winning and innovative solutions. The second event, that will be held on 24th October, focuses on Jewellery 2.0, on social media as well as on the store reputation. Finally, the third stage of these events will be represented by the Emotional Client Experience, a meeting on the fidelization of clients and their emotional experience.

artlinea: un anno di gioie

Da cenere a pietra preziosa

L'azienda aretina Artlinea ha deciso di coinvolgere i suoi clienti con il concorso Un anno di gioie. Acquistando un gioiello Artlinea, dal 15 ottobre 2016 al 14 settembre 2017, si avrà infatti l'occasione di vincere uno dei dodici gioielli in palio, uno per ogni mese, del valore di 1000 € ciascuno, o più gioielli di eguale valore complessivo. Per partecipare basterà registrarsi sul sito www.artlineaspa.it e inserire il codice rinvenuto sul certificato di garanzia del gioiello acquistato. ■ Artlinea, a company from Arezzo, has decided to involve its clients in the contest entitled Un anno

C'è chi lo ritiene un gesto irrispettoso, chi invece pensa che sia un'idea originale per tenere vicini i propri cari defunti: la Svizzera divide l'opinione pubblica con l'idea di trasformare le ceneri in diamanti. Il processo di trasformazione è già possibile dal 2009 grazie all'idea di un giovane imprenditore di Domat, comune svizzero del Canton Grigioni, ma l'Italia forse non è ancora pronta a dare una nuova vita (preziosa) ai defunti. Giapponesi, tedeschi, austriaci e svizzeri invece fanno a gara per scegliere il nuovo “gioiello di famiglia”.

Dopo l'accordo con Fiera di Vicenza il Club presenta il calendario autunnale dei workshop

di gioie (A year of jewels). Purchasing an Artlinea jewel from 15 October 2016 to 14 September 2017 you could win one of twelve jewels, one for each month, worth 1000 Euros each, or more jewels for the same total value. To participate you can register on the www. artlineaspa.it site and enter the code printed on the warranty certificate of the purchased jewel. l'Orafo 2016

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ottobre/novembre

■ Some considers it as a

disrespectful act, while others believe it is an original idea meant to keep close their beloved departed: Switzerland causes a split in the public opinion with its project of turning ashes into diamonds. The transformation process has been already possible since 2009 thanks to the idea of a young entrepreneur from Domat, a Swiss town in the Canton of Grisons, though Italy is not yet ready to give a new (precious) life to the departed. Instead, Japanese, German, Austrian and Swiss are competing to chose the new “family jewel”.



Global Round Up

i pezzi unici di antonini

polello festeggia 40 anni a colori

Due anelli e un pendente tra le novità della collezione Extraordinaire

Una storia d'amore lunga quattro decenni raccontata dai colori di quattro pietre preziose: rubino, smeraldo, zaffiro e diamante

I gioielli della linea Extraordinaire, unici ed esclusivi, accolgono tre novità nella loro collezione: i due cocktail ring Fez e Lagoon e il pendente Ginostra. Fez, dalle dimensioni contenute, prende elementi della collezione Mosaici unendo oro giallo satinato, zaffiri e diamanti; l'anello Lagoon, invece, si ispira ai cocktail ring degli anni '30 con un volume che esalta lo smeraldo ovale e i 13 zaffiri blu. Infine il pendente Ginostra si collega alla collezione Vulcano avvolgendo lo smeraldo con venature rodiate e diamanti. ■ The jewels of the Extraordinaire line, unique and exclusive, welcome three new items in their collection: two cocktail rings, Fez and Lagoon, along with the Ginostra pendant. Fez, with a limited size, takes elements from the Mosaici collection combining satinfinished yellow gold, sapphires and diamonds, while the Lagoon ring draws inspiration from the cocktail rings of the 30s with a volume exalting the oval emerald and the 13 blue sapphires. Finally, the Ginostra pendant is linked to the Vulcano collection wrapping the emerald with rhodium veins and diamonds.

Continuano i festeggiamenti per i 40 anni di attività di Polello che ha deciso di lanciare una nuova collezione raccontando una colorata storia d'amore. Il racconto è infatti scandito e accompagnato dalle sfumature di rubino, smeraldo, zaffiro e diamante che diventano il simbolo dei

quattro decenni di vita dell'azienda: Rosso come l'amore colorato di passione (1976-1986), Verde come la primavera nel cuore (1986-1996), Blu come il cielo dei tuoi occhi (19962006) e Bianco come la tenerezza del tuo sguardo (2006-2016). ■ The celebration for the 40th anniversary of Polello is continuing and the company has decided to launch a new collection telling a colourful love story. In fact, the story is marked and accompanied by shades of ruby, emerald, sapphire and diamond that become the symbol of the first decades of life of the company: Red as love painted by passion (1976-1986), Green as spring at heart (1986-1996), Blue as the sky in your eyes (1996-2006) and White as the tenderness of your gaze (2006-2016).

i bijoux a casalmaggiore Continua il ciclo di incontri con i Grandi Bigiottieri Italiani: prossimo appuntamento con De Liguoro fino al 20 novembre Dopo Ornella Bijoux il viaggio alla scoperta dei Grandi Bigiottieri Italiani curato da Bianca Cappello prosegue con De Liguoro, storico marchio conosciuto per la produzione di bijoux per l'alta moda italiana nell'ultimo ventennio del '900. Il Museo del Bijou di Casalmaggiore, unico museo dedicato al gioiello fantasia in Italia, ospiterà fino al 20 novembre circa 300 creazioni originali, tra bijoux, accessori e corsetti gioiello indossati dal corpo di l'Orafo 2016

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ottobre/novembre

ballo della Rai. ■ After Ornella Bijoux, the journey at the discovery of the Great Italian Custom Jewellers curated by Bianca Cappello continues with De Liguoro, a historical brand known for its manufacturing of custom jewels for Italian High Fashion in the last twenty years of the twentieth century. The Museum of Custom jewels of Casalmaggiore, the only one dedicated to custom jewels in Italy, will host, until 20th November 2016, about 300 items among fashion jewels, accessories and corset-jewels worn by the Rai ballet chorus line.



erikagioielli.com


Desires close up TENDENZA

CHARMING

BLING BLING Pendenti importanti giocati sui toni del blu, il colore dell'armonia; e tanti charm da portare al collo o al polso, ricchi di simboli che rimandano al mondo degli affetti di

Antonella Garello

l'Orafo 2016

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ottobre/novembre


Desires

close up

In apertura /Opening page Pendente di PALMIERO della collezione Mondo Sommerso in oro con diamanti bianchi e neri e zaffiri blu degradé. ■ A pendant by PALMIERO from the Mondo Sommerso collection in gold with white and black diamonds and shading off blue sapphires.

Dall'alto / This page, from top Ciondolo DODO in oro rosa con incisione "Non ti perdere". Cordino nero incluso. ■ Rose gold DODO bell engraved with "Non ti perdere" ("Don't get lost"). Black cord included in the packaging. Pendente a croce della linea Ghirlanda Nefertiti di PASQUALE BRUNI, con topazi London e diamanti bianchi. ■ Cross-shaped pendant from the Ghirlanda Nefertiti line by PASQUALE BRUNI with London topaz and white diamonds. l'Orafo 2016

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ottobre/novembre


In alto / Above Beads in oro Sentiero della Vita (Abbi il coraggio di essere sempre te stesso, qualunque sia il tuo cammino) di TROLLBEADS. ■ Path of Life gold beads (Your path is unique. Dare to live life) in gold by TROLLBEADS. A sinistra / Left Pendente della collezione Premiere Color in oro bianco, diamanti e zaffiro blu di ANNAMARIA CAMMILLI. ■ A pendant from the Premiere Color collection in white gold with diamonds and blue sapphire by ANNAMARIA CAMMILLI.

l'Orafo 2016

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ottobre/novembre


Desires

close up

A sinistra / Left Charm della collezione Chic di GRAZIELLA. È disponibile sia in oro sia in argento. ■ A charm from the Chic collection by GRAZIELLA. Available both in gold and silver. A destra / Right Campanella in oro rosa, diamanti e zaffiri di CHANTECLER. ■ Rose gold Campanella with diamonds and sapphires by CHANTECLER.

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ottobre/novembre


In alto / Above Pendente in oro bianco con diamanti e zaffiri di GOVONI FABIO. ■ White gold pendant with diamonds and sapphires by GOVONI FABIO. A sinistra / Left Ciondolo Pavé Piccolo Bimba di LE BEBÉ in oro rosa con pavè di brillanti. ■ Pavé Piccolo Bimba (Female) pendant in rose gold with diamond pavé by LE BEBÉ.

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31

ottobre/novembre


Desires

close up

In alto / Above Charm in oro rosa, argento e diamanti della collezione Les Lulu di MIMÌ BROGGIAN MILANO. ■ Rose gold and silver charm with diamonds from the Les Lulu collection by MIMÌ BROGGIAN MILANO.

l'Orafo 2016

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ottobre/novembre

STEFAN HAFNER Pendente della collezione Epoca in oro, diamanti e zaffiri. ■ A pendant from the Epoca collection in gold with diamonds and sapphires.


Accanto, da sinistra / Aside, from the left: Pendente in oro bianco e rosa con diamanti e zaffiro di FALCINELLI ITALY. ■ White and rose gold pendant with diamonds and sapphire by FALCINELLI ITALY. Dalla collezione Diamond XL di ITITOLI, ciondolo in oro bianco con diamanti e zaffiro. ■ From the Diamond XL collection by ITITOLI, a white gold pendant with diamonds and sapphire. Pendente della collezione I Petali in oro, smalti e diamanti bianchi e blu di NOUVELLE BAGUE. ■ Enamelled gold pendant from the I Petali collection by NOUVELLE BAGUE with white and blue diamonds.

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33

ottobre/novembre


Desires

close up

l'Orafo 2016

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maggio/giugno


Pagina a lato, dall'alto / Page alongside, from top Charm di PANDORA in oro giallo con cubic zirconia. ■ Yellow gold charm by PANDORA with cubic zirconia. Charm in argento di ROSATO con particolari smaltati. Collezione My Bags. ■ Sterling silver charm by ROSATO with enamelled details. My Bags collection. Ciondolo in argento placcato oro giallo di AMEN. ■ Yellow gold plated silver charm by AMEN. In questa pagina / This page Charm in argento rosato e glitter della collezione Love Beats di STROILI. ■ A charm in rose gold plated silver and glitter from the Love Beats collection by STROILI. Charm a cuore in oro bicolore di STELLA. ■ Heartshaped charm in two-color gold by STELLA.

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maggio/giugno


Desires

close up

Qui sotto / Below Pendente della collezione Crown di PICCHIOTTI con diamanti bianchi e zaffiri a goccia e ovali. ■ A pendant from the Crown collection by PICCHIOTTI with diamonds and pear-shaped and oval sapphires.

In basso a sinistra / Below left Ciondolo in oro e diamanti con tanzanite di VAN GOLD. Collezione Ison Estate. ■ Gold pendant with diamonds and tanzanite by VAN GOLD. Ison Estate collection. In basso / Below RUE DES MILLE Pendenteamuleto in argento dorato. ■ Good-luck charm in gold plated silver by RUE DES MILLE.

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ottobre/novembre



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OF GOLD Satinato, lucido, opaco, martellato o diamantato: le finiture dell'oro presentano texture sempre piĂš raffinate che si mostrano soprattutto sui nuovi bangle in total yellow di

Simona Infantolino

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ottobre/novembre


Desires

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In apertura, dall'alto in senso orario: bracciale BUCCELLATI in oro giallo e bianco con diamanti, della collezione Macri; bracciale ARTLINEA in oro giallo lucido e satinato, della collezione Spring; bracciale ROBERTO COIN in oro giallo e diamanti, della collezione New Barocco. In questa pagina, dall'alto in senso orario: bracciale OFFICINA BERNARDI in oro bianco e giallo della collezione Antares; bracciale RV in oro della collezione Memory; bracciale SALVINI in oro giallo 9 ct, diamanti e perle gold. â– Opening page, from top, clockwise: BUCCELLATI bracelet in yellow and white gold with diamonds, from the Macri collection; ARTLINEA bracelet in polished and satin-finished gold, from the Spring collection; ROBERTO COIN yellow gold bracelet with diamonds, from the New Barocco collection. This page, from top, clockwise: OFFICINA BERNARDI yellow and white gold bracelet, from the Antares collection; RV gold bracelet, from the Memory collection; SALVINI 9ct yellow gold bracelet with diamonds and gold pearls.

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ottobre/novembre


In alto: bracciale NANIS in oro giallo e diamanti della collezione Cachemire; in basso: bracciale P.V.Z. NEONERO in oro, della collezione Pizzo d'Oro Neonero. â– Above: NANIS yellow gold bracelet with diamonds, from the Cachemire collection; below: P.V.Z. NEONERO gold bracelet, from the Pizzo d'Oro - Neonero collection.

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Desires

close up

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ottobre/novembre


Pagina a lato, dall'alto: bracciale NERI ROMUALDO in oro giallo e bianco con diamantatura; bracciale ZANCAN in oro e diamanti della collezione Insignia Gold Line Explorer; bracciale GIMET in argento dorato con glitter della collezione Onda Marina. In questa pagina, dall'alto in senso orario: bracciale PONTE VECCHIO GIOIELLI in oro giallo e bianco con diamanti della collezione Nobile; bracciale FOPE in oro giallo con diamanti bianchi e brown della collezione Mialuce; bracciale CRIVELLI in oro rosa e diamanti; bracciale GIORGIO VISCONTI in oro rosa e diamanti della collezione Anima. â– Page alongside, from top: NERI ROMUALDO diamond-milled yellow and white gold bracelet; ZANCAN gold bracelet with diamonds from the Insignia Gold Line Explorer collection; GIMET gold-plated silver bracelet with glitter from the Onda Marina collection. This page, from top, clockwise: PONTE VECCHIO GIOIELLI gold and white gold bracelet with diamonds from the Nobile collection; FOPE yellow gold bracelet with white and brown diamonds from the Mialuce collection; CRIVELLI rose gold bracelet with diamonds; GIORGIO VISCONTI rose gold bracelet with diamonds from the Anima collection.

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ottobre/novembre


Desires

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Dall'alto: bracciale rigido UNOAERRE in oro giallo; bracciale PRESTIGE in oro lavorato a nido d'ape; bracciale rigido GOLD ART nei tre colori dell'oro. â– From top: UNOAERRE yellow gold bangle; PRESTIGE gold bracelet characterised by the honeycomb surface; GOLD ART bangle in the three colors of gold.

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Dall'alto: bracciale MARCO BICEGO in oro giallo inciso a mano a bulino; bracciale MISIS in argento dorato con applicazioni in madreperla rosa, argento rodiato e zirconi; bracciale VENDORAFA LOMBARDI in oro giallo martellato con profili lucidi della collezione Bangles. â– From top: MARCO BICEGO burin hand engraved bracelet in yellow gold; MISIS gold-plated silver bracelet with mother-of-pearl, rhodiumplated silver and zircons elements. VENDORAFA LOMBARDI hammered gold bracelet with polished outlines from the Bangles collection.

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ottobre/novembre


Desires

close up

In alto: bracciale MARCO BORGHESI in oro e diamanti; in basso: bracciale Serpente di GIOVANNI RASPINI in argento dorato. â– Above: MARCO BORGHESI gold bracelet with diamonds; below: GIOVANNI RASPINI Serpente gold-plated silver bracelet.

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ottobre/novembre


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Desires

flash

TENDENZA

precious

glimpses Gli occhiali si trasformano in accessori di lusso, attenti alla portabilità e alla moda di

Antonella Garello

G

li occhiali rivisitati dai grandi brand della gioielleria sono decorati da dettagli preziosi che non passano inosservati, montature leggere che esaltano la femminilità di accessori unici. In questa pagina, dall'alto: Cartier sfoggia sulle astine la sua iconica pantera, protagonista degli occhiali da vista Panthère de Cartier in oro bianco con diamanti, zaffiri e smeraldi. Chopard presenta una cerniera che è al tempo stessa funzionale e decorativa, arricchita da cristalli e ispirata agli elementi decorativi degli orologi Happy Diamonds. Damiani presenta i nuovi occhiali da sole della collezione Mimosa, qui nella versione con lenti brown coordinate al motivo Mimosa in oro giallo e diamanti bianchi. Infine, gli occhiali di Sicis con elementi in micromosaico sono realizzati in oro bianco e impreziositi da diamanti e zaffiri. ■ The eyewear reinterpreted by the big jewellery brands is made of precious decorations that do not go unnoticed, light frames exalting the femininity of unique accessories. On this page, from top: Cartier shows on the side pieces its iconic panther, protagonist of the precious spectacles Panthère de Cartier, in white gold and diamonds, sapphires and emeralds. Chopard introduces a joint that is at the same time functional and ornamental, enriched by crystals and inspired to the decorative elements of the Happy Diamonds watches. Damiani presents the new sunglasses of the Mimosa collection, here in the brown lens version matching the Mimosa pattern in yellow gold and white diamonds. Finally, the glasses by Sicis including elements in micro-mosaic are realised in white gold and enriched with diamonds and sapphires. l'Orafo 2016

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ottobre/novembre



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Desires flash ACCESSORIES

PRINCESS

FOR A DAY Il gioiello che rende il sogno di ogni donna realtà: la tiara. Rivisitata e modernizzata per rendere prezioso ogni look, dal più elegante al più casual di

Simona Infantolino

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aprile


Desires

flash

I

n qualche fase della loro vita, quasi tutte le donne sognano di diventare un giorno principesse. Da piccole ammirano le versioni fiabesche e canterine della Disney e poi, una volta cresciute, guardano in diretta mondiale i matrimoni reali o gli abiti sontuosi sfoggiati a corte. Nella vita di tutti i giorni però, se non si vuole ricorrere alla scomoda scarpetta di cristallo per sentirsi una moderna Cenerentola, basterà un accessorio a far avverare il sogno: la tiara. Non si parla certo di quelle maestose e istituzionali indossate dalle future regnanti, ma di una versione rivisitata e aggiornata, sempre preziosa e in grado di valorizzare ogni look, dal più elaborato a quello più casual. Dalle linee più classiche disegnate da Chaumet ai dettagli in ametista di Chopard, la tiara incornicia il volto arricchendo l'acconciatura e donando luminosità. Non potevano poi mancare altri spunti dalle passerelle per rendere preziose trecce,

In apertura: collana Franges indossata come tiara, creata da Mademoiselle Chanel nel 1932 per la sua mostra Bijoux de Diamants. In questa pagina, in alto: sfilata Dolce & Gabbana FW 2016-2017 e cerchietto Imperiale di Chopard in oro rosa con diamanti e ametiste; a sinistra, sfilata sposa Jenny Packham PE 2016; in basso: tiara Aigrette Impériale Joséphine di Chaumet con diamanti. ■ Opening page, Franges necklace worn as a tiara, created by Mademoiselle Chanel in 1932 for her Bijoux de Diamants exhibition. This page, above: Dolce & Gabbana FW 2016-2017 runway and Imperiale headband by Chopard in rose gold with diamonds and amethyst; left, Jenny Packham Bridal SS 2016 runway; below: Aigrette Impériale Joséphine by Chaumet set with diamonds.


code e capelli raccolti, molto attuali in questa stagione. Primeggiano tra tutti le farfalle che svolazzano tra clip, applicazioni e pettinini brillanti. E poi ancora motivi floreali e marini, e infine le perle, mini o maxi, lasciate libere tra i capelli o applicate ai cerchietti insieme a pietre preziose. ■ At some point in their lives, almost all women dream of becoming a princess some day. As little girls, they admire Disney’s musical fairy tales and then, when they grow up, they watch royal weddings live on TV or crave the lavish dresses flaunted at court. In real life, however – unless they opt for uncomfortable glass slippers to feel like a modern Cinderella – a simple accessory will make their dream feel real: the tiara. Of course we’re not talking the majestic, institutional tiaras worn by actual queens-to-be, but a new, contemporary version, which is also precious but can be worn with any type of look, from chic to casual. From the classic lines designed by Chaumet to Chopard’s amethyst details, a tiara can be used to accentuate a woman’s hairstyle, frame her face and add a touch of brightness. Other precious ideas are seen on the runways to embellish braids, ponytails and buns, which are very popular this season. An undisputed highlight are butterflies, fluttering among clips, appliqués and shiny combs. Then again floral and marine patterns, and finally pearls of all sizes, scattered through the hair or set in headbands alongside precious stones.

A destra, sfilata Miu Miu PE 2016; in basso: tiara Etoile Filante di Chanel della collezione Bijoux de Diamants in oro bianco e diamanti. ■ Right, Miu Miu SS 2016 runway; below Etoile Filante tiara by Chanel from the Bijoux de Diamants collection in white gold with diamonds.

A destra: sfilate Saint Laurent PE 2016 e Marchesa FW 2016. ■ Right, Saint Laurent SS 2016 and Marchesa FW 2016 runways.

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aprile


COMUNICAZIONE

alle origini

del diamante Il video presentato a VicenzaOro da Osigem mette in relazione il re delle gemme con la forza primigenia del vulcano, della terra e degli elementi che hanno creato la bellezza

N

atura, purezza e trasparenza: tre concetti che si collegano alla rarità del diamante e che si completano nella sua forza, reale e simbolica, oltre che nella sua bellezza. Il re delle gemme viene oggi proposto da Osigem come frutto di una terra primigenia, mossa da energie potenti, sulla quale tuttavia l’uomo applica le sue qualità razionali traendone il massimo del pregio. «Con questo video - spiega Alberto Osimo, titolare di Osigem e gemmologo - intendiamo andare oltre il tradizionale solitario, superando anche lo stereotipo del legame di coppia. La qualità e la purezza del diamante rappresentano un valore assoluto, un dono della natura condivisibile anche nei legami amicali, parentali o nella pura gratificazione di se stessi». In particolare, il diamante secondo Osigem ha una marcia in più rispetto ad altri sul mercato: è infatti tagliato dai migliori laboratori e certificato dall’IIDGR, Istituto di Diamond Grading del De Beers group of companies. La sigla DBG riporl'Orafo 2016

tata all'interno del certificato allegato alla gemma e inciso sulla cintura del diamante stesso, grazie a una speciale tecnica laser, indica la cosiddetta quinta C (dopo le quattro di Carat, Colour, Clarity e Cut) ovvero la Confidence (certezza), ovvero la sicurezza che proviene dalla trasparenza etica della gemma, dall’estrazione alla lavorazione. Tutto questo viene oggi tradotto nelle sequenze coinvolgenti di un video, prodotto da Osigem in collaborazione con l’agenzia Budabò, che ha per protagonisti il diamante, un vulcano e una donna bellissima (una sorta di “madre natura”), tre unità portatrici della stessa storia millenaria. Veicolato per il momento attraverso i rivenditori autorizzati del Brand Forever Unique, lanciato da Osigem, il video entrerà prossimamente anche negli spazi promozionali del circuito cinematografico. Ambasciatori delle cinque C sono tuttavia anche i gioielli della nuova collezione Infinito, presentata in anteprima alla fiera di Vicenza, dove il simbolo dell’infinito si abbina al diamante in forma di solitati, fedine, orecchini e ciondoli di disinvolta portabilità. 54

ottobre/novembre


In queste pagine alcuni frame del video presentato a VicenzaOro da Osigem per trasmettere il senso di forza e di bellezza che le faccette del diamante sprigionano. In basso, alcuni pezzi della nuova collezione Infinito. n In these pages, some frames from the video presented during VicenzaOro September by Osigem to transmit the strength and the beauty that the facets of a diamond emanate. Below, some pieces from the new Infinito collection.

■ Nature, purity and transparency:

of companies. The DGB acronym reported on the certificate that comes with each gem and laser-inscribed onto the diamond itself, testifies to the so-called fifth C (after Carat, Colour, Clarity and Cut), that is Confidence. This is to attest to the ethical transparency of the entire production process from mining to cutting. All this is now being translated into an engaging video produced by Osigem in collaboration with the Budabò agency, starring a diamond, a volcano and a gorgeous woman (some sort of "Mother Nature"), three entities united by an age-old history. Currently broadcast by authorised dealers of the brand Forever Unique launched by Osigem, the video will be shown also in cinemas. Presented at the Vicenza Fair, the brand’s latest Infinito collection also evokes the five C’s, combining the infinity symbol with diamonds in easily wearable engagement rings, earrings and pendants.

these three concepts are closely linked to the rarity of diamonds and complete their real and symbolic strength, as well as their beauty. Osigem is presenting the king of gems as the product of a primordial Earth, shaken by powerful energies, to which humans apply their rationality to bring out the finest of creations. «With this collection – says Alberto Osimo, owner of Osigem and gemologist – we wanted to create more than just an ordinary diamond ring, while also overcoming the pair-bond stereotype. The quality and purity of diamonds embody deep values that can also apply to friendships, family ties or mere self-gratification». In particular, according to Osigem, diamond has an edge over other gems in the market: it is cut by the best laboratories and certified by IIDGR, the International Institute of Diamond Grading & Research of the De Beers group l'Orafo 2016

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People & Brands IL PERSONAGGIO

bestiario

gotico Spirito inquieto e cosmopolita, Bernard Delettrez è autore di pezzi unici e visionari, che hanno rivoluzionato il design del gioiello di

Sonia Sbolzani

D

esigner elegantemente discreto, spirito contemplativo e un po’ misterioso, globetrotter, Bernard Delettrez francese di casa a Roma - preferisce che siano le sue preziose creazioni, rigorosamente made in Italy, a parlare per lui, a raccontare la sua poetica affascinante, non priva di accenti gotici e pervasa da una visionarietà surrealista che attinge alla sfera sensoriale mediterranea. «La vena dark ce l'hai o non ce l'hai. E' una cosa che fa parte di te, e non c'è cura. E' una visione diversa del mondo» spiega, aggiungendo con una punta di amarezza: «L’Italia, e più che l'Italia, Roma, mi ha conquistato per la sua bellezza, il clima, il modo di vivere di questa città. Trent’anni fa c'era un grande valore aggiunto in Italia, che pian piano sta scomparendo. Questo Paese viene danneggiato quotidianamente dagli incompetenti». Coscienza critica a parte, è la natura a ispirarlo maggiormente, suggerendogli forme ardite, uniche, come i teschi in corallo rosa indonesiano riciclato o in ebano keniota, impiegati per creare anelli d’oro che vanno ad abbracciare l’intero dito (un must-have globale ormai, di cui lui vanta il “copyright”), catene rifinite all’estremo, allacciate con chiavi e scheletri, croci attorno ai polsi, orecchini a farfalla o scarabei pendenti da anelli di corda. E poi ci sono le pietre, che Delettrez è disposto a cercare in capo al mondo purché lo seducano per il loro valore e i loro valori (novità, complessità, charme). Di madre marocchina e padre parigino, Bernard Delettrez è cresciuto tra le suggestioni della cultura tuareg e le finezze del gusto francese. Ma a rubargli l’anima sono state le gemme, in particolare gli smeraldi. Dopo approfonditi studi gemmologici, si è lanciato nel business con una taglieria, cominciando a collaborare come designer con nomi di punta. Dagli smeraldi alle altre pietre il passo è stato breve e così questo franco-marocchino-romano è diventato uno dei più originali “talent-scout” di minerali: a metà degli anni ’80 fu il primo a utilizzare il cristallo di rocca, tanto per fare un esempio. Negli anni ’90 Delettrez ha ceduto i suoi negozi ed è salito su uno yacht da 32 metri per un viaggio intorno al mondo durato 10 anni. Tornato a Roma, ha ricominciato a vendere le sue specialità a big del calibro di Maxfield a Los Angeles, Sylvie Saliba in Libano, Dover Street Market a Londra, Opening Ceremony a New York. Ha collaborato molto con la figlia Delfina, nata dall’unione con Silvia Venturini Fendi della nota maison romana, lei pure divenuta una celebre designer di gioielli. Nel 2010 Delettrez ha deciso di dedicarsi esclusivamente alla creazione di gioielli propri per una clientela con indubbie “affinità elettive («La donna che compra i miei gioielli ha tutto, ma non ha i miei!»). Però l'Orafo 2016

In questa pagina, dall'alto: Bernard Delettrez; anello Bamboo della collezione Fashion Diviner in oro e importante ametista rosa, con farfalle e libellula in pavé di diamanti e tsavoriti; orecchini Osvaldo in argento e bronzo, sempre della collezione Fashion Diviner.

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In questa pagina, dall'alto: bracciale Libellula in bronzo e smalti; bracciale Coccodrillo in bronzo; anello in bronzo con due perle, ornato da quattro api. Tutti della collezione Fashion Diviner.

non ha perso la sua indole vagabonda, che lo porta tuttora a fare la spola tra Roma, il Kenya (dove possiede una amatissima dimora), la Tanzania, lo Zambia, il Madagascar, sempre alla ricerca di pietre bellissime e rare. Aveva visto giusto quel “geniaccio” di Karl Lagerfeld quando, scorgendo le sue bozze di gioielli nel backstage di una sfilata capitolina, gli aveva consigliato di passare senza indugio alla realizzazione. I motivi ispiratori di Delettrez oggi provengono soprattutto dal sentimento della contemporaneità: ecco quindi il volto unisex di “Osvaldo” su parure in oro e smalti, con gioielli che mostrano occhi laccati, nasi e bocche socchiuse; e poi gli orecchini a ragnatela con diamanti grigi o rubini, il set bronzeo “Coccodrilli”; gli anelli spiraliformi con libellule incrostate di gemme nella linea ”Bambù”, e poi gli anelli-teschio con perle e coralli (ne possiede una collezione di 400 pezzi). Quello di Delettrez è soprattutto un immaginario popolato di fascinazioni animalier, con serpenti, farfalle, rettili e altri protagonisti di un bestiario fantasioso e onirico. Si pensi poi alla collezione “Fashion Diviner”, dove un’inaspettata vena romantica è compensata da un tocco di eccentricità cubista, con particolari ipnotici che esaltano i gioielli. L’ironia, intrisa di auto-ironia, resta la cifra distintiva di questo designer cosmopolita innamorato della vita, del movimento, dei colori, che ama divertirsi creando pezzi unici. Poche settimane fa Delettrez ha avviato l'ecommerce sul suo sito www. bernarddelettrez.com e ha in programma l’apertura di flagship store in Europa. Ma cosa rende un gioiello unico, cosa rende un designer originale? «Un gioiello unico affronta tematiche nuove, come l'anatomia, gli insetti, i teschi - e non mi riferisco alle brutte copie del mercato. Esistono tanti designer nel settore, però quelli bravi sono pochi, e vengono copiati immediatamente. Lo step successivo per un designer è influenzare la tendenza. E senza voler essere immodesto, mi viene detto sempre più spesso che in questo momento io sono un influencer sulle nuove tendenze». English translation: see pag. 101 l'Orafo 2016

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People & Brands STRATEGIE

quotidiano

valore

Morellato rende i suoi "gioielli da vivere" sempre più preziosi grazie all'argento. Ne parla Massimo Carraro, Ceo del Gruppo di Ilaria

Danieli

C

’è una normalità che non fa rima con banalità secondo Massimo Carraro, Ceo di Morellato Group, ma con la vivacità di Michelle Hunziker, nuova testimonial del brand di fashion jewelry che guida la classifica in Italia, nel suo settore, da oltre 7 anni. «Nell’orologeria i leader sono cambiati in questi anni - commenta Carraro - mentre nel gioiello fashion, prevalentemente in argento e acciaio, siamo sempre noi in prima linea. Credo che le ragioni siano da cercare nei valori che Morellato incarna in termini di innovazione continua e capacità d'interpretare nel mondo la grande tradizione italiana della gioielleria. Siamo inoltre riconosciuti per la portabilità quotidiana del nostro “gioiello da vivere”, inteso come ornamento da indossare in ogni momento della giornata e con qualsiasi look». Questa visione “sdrammatizzata” dell’oggetto prezioso è stata una felice intuizione di Massimo Carraro sin dagli anni ‘90, quando ha preso il timone del gruppo, assieme al fratello Marco, in un momento di grande incertezza per il settore, il primo di una serie che ha ripetutamente castigato il mercato del lusso negli ultimi 20 anni. Osservare le donne che lo circondavano, in primis la moglie sempre attiva in famiglia e nel lavoro, gli ha fatto capire che il tempo delle gioie da cassaforte, da indossare nelle occasioni importanti, stava tramontando assieme al modello sociale patriarcale. «Si definivano in quegli anni - continua Carraro - i contorni di una donna autonoma e indipendente economicamente, protagonista non solo nel contesto famigliare ma anche in campo professionale. Si cominciava a parlare di autoacquisto femminile e Morellato andò incontro a questo fenomeno offrendo collezioni meno impegnative di un tempo, più dinamiche e assimilabili alle tendenze moda, capaci di valorizzare materie prime come l’argento e l’acciaio fino ad allora considerate di serie B. Contemporaneamente nasceva anche una catena di gioielli accessibili molto innovativa e attraente per il pubblico più giovane, la Bluespirit, una realtà poi assorbita dal nostro gruppo e portata a un successo che dura ancora oggi». La scelta di Michelle Hunziker, che l'Orafo 2016

ha anche disegnato con Morellato una linea a suo nome dedicata alle tre figlie, sembra focalizzare la forza del brand non solo sulla multiforme femminilità contemporanea (Michelle è attrice, modella, cantante e conduttrice televisiva molto fresca e spiritosa) ma anche su valori quali la maternità e la sobrietà nella vita privata. «Questi valori in effetti riflettono una cultura della qualità che fa parte della tradizione italiana, del lifestyle italiano. Valori riconosciuti all’estero e soprattutto in Europa, in medio Oriente, nell’area Asia Pacific. In Morellato abbiamo superato la crisi dei consumi non abbassando i prezzi, ma elevando il livello dei prodotti e dell’immagine. La Hunziker non è una stellina qualsiasi, forte soltanto di un bel volto e una bella figura, bensì una donna capace, una madre impegnata. La perfetta interprete di una collezione di gioielli di ottima fattura che scelgono la preziosità dell’argento e offrono un design ricercato». Sembra tuttavia una testimonial meno internazionale di altre precedenti portavoce del brand... «Michelle è fortissima in Nord Europa, date le sue origini svizzero-tedesche, inoltre è perfettamente coerente con la marca. Volevamo andare oltre lo stereotipo seduttivo che caratterizza molte campagne pubblicitarie di gioielleria, volevamo la donna moderna in tutte le sue sfaccettature. Michelle è sorriden58

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Pagina a fianco: Michelle Hunziker nella nuova campagna Morellato e, in basso, orecchini in argento e zirconi della collezione speciale by Michelle Hunziker per Morellato. In questa pagina, da sinistra: un collier della collezione Michelle e due ciondoli della nuova collezione Pura di Morellato. In basso, Massimo Carraro, Ceo del Gruppo Morellato. n Page alongside: Michelle Hunziker in the new Morellato advertising campaign and, below, earrings in silver and cubic zirconia from the special collection by Michelle Hunziker per Morellato. This page, a collier from the Michelle collection and two pendants from the new Pura collection by Morellato. Below, Massimo Carraro, Ceo of the Morellato Group.

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People & Brands Orologio 245 Lady in acciaio con quadrante in madreperla e lunetta tempestata di zirconi. Orecchini della collezione Nodo d'amore in argento con doppia fila di zirconi. n 245 Lady steel Watch with motherof-pearl dial and bezel set with cubic zirconia. Earrings in silver with a double row of cubic zirconia from the Nodo d'amore collection.

te e positiva, trasmette gioia ed entusiasmo». C’è anche l’obiettivo di distinguere il brand dal mondo bijoux? «Assolutamente sì, noi abbiamo interpretato in maniera innovativa il vero gioiello. Altri attori del settore, che hanno cavalcato il momento moda trascurando il contenuto di qualità, sono spariti presto». Morellato Group, che in questa prima metà del 2016 ha toccato quota +9% rispetto al 2015 con una previsione di fatturato annuo di 176 milioni, si distingue da sempre per la capillarità e l’agilità del suo modello distributivo, grazie al potenziamento dell’e-commerce e all'integrazione tra negozio fisico e negozio virtuale. «Sfrutteremo gli atout dell’uno e dell’altro: la comodità della scelta via web e la possibilità di provare o cambiare il prodotto in negozio. Ci crediamo molto soprattutto per l’orologio (a Morellato Group fanno capo anche i marchi Sector No Limits, Philip Watch, Chronostar e Lucien Rochat, recentemente rilanciato, oltre ai brand in licenza mondiale Furla, Just Cavalli, Maserati, Pepe Jeans London e Trussardi) ma c’è spazio anche per il gioiello di fascia media. Il monile si vuole provare addosso, motivo per cui finora l’acquisto online non è stato molto frequentato. Ma l’organizzazione dei servizi di reso o di cambio si è molto evoluta e la sinergia con il negozio fisico colma l’eventuale gap: se ci pensiamo bene il problema della taglia e del “come mi sta?” si presenta anche con le scarpe, che tuttavia sono oggi top performer nell’e-commerce, anche senza l’appoggio del negozio fisico». Con queste premesse è ragionevole pensare che il Morellato Group, uno dei pochi ancora tutto tricolore, prima o poi sarà nel mirino di qualche grande gruppo estero: come vede l’acquisizione dell’heritage italiano da parte di colossi finanziari stranieri? «Non dobbiamo vivere le alleanze internazionali come una minaccia. Ciò che importa è che venga mantenuta la possibilità di esprimere i valori italiani: ci sono esempi di aziende nate in Italia e poi assorbite da grandi gruppi del lusso che mantengono e progressivamente aumentano il loro successo. Non dobbiamo avere pregiudizi, dobbiamo essere in grado di valorizzare la nostra tradizione».

Silver Light La luce dell’argento non brilla solo sulla collezione firmata assieme a Michelle Hunziker : in casa Morellato la via della preziosità è diventata il fil rouge delle nuove creazioni più esclusive, che propongono valori sempre più concreti e duraturi. In particolare le collezioni Pura e Nodo d’amore per l’autunno-inverno 2016/2017 adottano l’argento 925% e lo scintillio degli zirconi per dare forma a delicate geometrie di cristalli di neve o alla sinuosità del simbolo dell’infinito. Creazioni contemporanee, che attraverso i canoni formali e il culto del dettaglio della tradizione gioielliera italiana danno vita a ornamenti femminili e facilmente indossabili con abbinamenti daywear. Come le precedenti collezioni di Morellato, sia Pura sia Nodo d'amore si articolano in una vasta gamma di oggetti, dal ciondolo al bracciale, dagli orecchini all'anello, per dare modo a ogni donna di trovare il gioiello più adatto al proprio stile. ■ A silver light shines on the collection signed together with Michelle Hunziker, but not only: at the Morellato maison, preciousness has become the fil rouge of the new and most exclusive creations, which propose increasingly tangible and lasting values. Especially, the Pura and Nodo d’amore autumn-winter 2016/2017 collections use 925% silver and flashing cubic zirconia to give shape to delicate geometries of snow crystals or the sinuosity of the symbol of the infinite. Contemporary creations, which through formal canons and the cult of detail of the Italian jewellery tradition give life to feminine ornaments, easily wearable with daywear combinations. Like Morellato's previous collections, both Pura and Nodo d'amore come in a wide range of items, from pendants to bracelets, from earrings to finger rings, allowing every woman to find the kind of jewellery which best fits her style.

English translation: see pag. 101 l'Orafo 2016

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Heritage ESPOSIZIONI

SENTIERI D'ORO,

STRADE D'ORIENTE In mostra alla Fondation Baur di Ginevra una affascinante collezione di gioielli etnici, provenienti dal Sud-Est asiatico, raccolti in una vita di viaggi da Colette e Jean-Pierre Ghysels di Ilaria

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Heritage In apertura: maschera in oro che rappresenta Ukur, divinità degli inferi dell'antica Mesopotamia. In queste pagine, a destra: la mappa dei viaggi di Colette e Jean-Pierre Ghysels scandita dai gioielli che strada facendo la coppia ha acquistato; in basso: bracciale in oro e pietre preziose con le due teste del mitico uccello Garuda (Tamil Nadu, India, XIX-XX sec.). ■ Opening page: gold mask representing Ukur, god of the underworld in ancient Mesopotamia.These pages, right: map of Colette and Jean-Pierre Ghysels's travels with some of the jewels purchased along the way; below: gold bracelet with precious stones and the two heads of the mythical bird Garuda (Tamil Nadu, India, XIX-XX century).

S

ono pochi coloro che riescono a convivere con la propria seconda anima, il proprio alter ego onirico, senza esserne scompensati, anzi trovando un felice equibrio con le proprie ombre, e Colette Ghysels è una di queste persone. Spirito nomade, cresciuta sognando i luoghi di cui il padre belga e la madre armena le raccontavano storie affascinanti, Colette è riuscita sia a viaggiare come una pioniera per mesi e mesi in luoghi inesplorati sia a costruire la più concreta e tradizionale delle vite famigliari: un matrimonio, tre figli, cinque nipoti e mai un passo più lungo della gamba, mai un sacrificio sulla qualità della vita a favore di un sogno o di un oggetto. «Le persone, soprattutto quelle che si amano, vengono prima di qualunque altro desiderio», afferma madame Colette. Ha avuto però la fortuna di incontrare, tra l’Africa e l’Europa, il futuro marito Jean-Pierre Ghysels, scultore di professione e viaggiatore di vocazione. Sposati nel ’59 a Katmandu (che avevano raggiunto con una Deux Cheveaux) da un gesuita americano incontrato sul posto, i Ghysels hanno visitato insieme tutto l’Oriente guidati dall’amore per la scoperta e dalla passione per i gioielli. Colette infatti, grazie anche alla competenza del marito che prima di diventare scultore aveva studiato arte orafa, ha raccolto una delle più ricche collezioni di gioielli etnici del mondo, della quale una parte consistente è esposta fino al 26 febbraio alla Fondation Baur di Ginevra. Il tutto è accompagnato da un volume pubblicato da Five Continents Editions intitolato Bijoux D’Orients Lointains – Au fil de l’or, Au fil de l’eau che racconta attraverso immagini e testi il trait d-union di incantevoli gioie antiche che collega via mare i paesi orientali dall’Arabia all’Asia insulare. I gioielli tradizionali di quelle terre, tratti da collezioni private tra cui quella dei Ghysels, raccontano in questa esposizione una mappa di viaggi e di rapporti commerciali che corrono assai indietro nel tempo. «Testi risal'Orafo 2016

lenti a prima dell’era cristiana – spiega Monique Crick, storica dell’arte Orientale e direttrice della Fondation Baur - testimoniano l’esistenza di rapporti commerciali che si estendevano, via marina, dall’Occidente all’India, il Sud-Est dell’Asia e la Cina. Le ricerche archeologiche hanno confermato e hanno arricchito la conoscenza di questi scambi di molto precedenti all’irruzione degli Europei. Già in quei tempi l’oro, l’unico metallo che non si ossida, assai duttile e malleabile, era uno dei beni più preziosi e ricercati nei rapporti commerciali». Ecco perché la via dell’oro ripercorsa da questa mostra esercita lo stesso fascino della leggendaria via della seta: attraverso gli splendidi manufatti in oro dei secoli passati raccolti da Colette Ghysels, dunque, si scopre l’artigianato finissimo e la cultura dell’ornamento di popolazioni 62

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e culture assai lontani da quella occidentale, sia per riferimenti simbolici sia per forme e modi d’uso. Vedere dal vivo questi pezzi unici, preziosi nella materia ma soprattutto nel vissuto biografico che portano con sé, merita il viaggio a Ginevra, ma se la trasferta non è possibile il volume di Five Continents compensa benissimo l’esperienza.

In alto: Colette Ghysels; a destra: ornamento da braccio in oro con rubino e perla (Tamil Nadu, India, XIX-XX sec.). ■ Above: Colette Ghysels; right: Indian gold ornament for arms with ruby and pearl (Tamil Nadu, India, XIX-XX century).

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Heritage In questa pagina, dall'alto: una giovane sposa indossa abiti e gioielli tradizionali (Sumatra occidentale, Indonesia, 1890-1900); donna indù di Bombay (1880). Pagina a fianco: collana nuziale in oro, pietre preziose e passamaneria (in alto) e in oro, diamanti e seta (in basso) del XIX sec. ■ This page, from the top: young bride wearing traditional clothes and jewels (West Sumatra, Indonesia, 1890-1990); hindu woman from Bombay (1880). Page alongside: wedding necklaces in gold, precious stones and trimmings (above) and in gold, diamond and silk (below) from the XIX century.

Gioielli antichi, gioie moderne Colette Ghysels non fa mistero di non avere diplomi accademici in campo artistico né particolari attitudini per il design, «tuttavia, abbastanza stranamente – racconta – la maggior parte dei miei amici quando avevo 18 anni o poco più erano studenti di La Cambre, una delle migliori scuole d’arte in Belgio». Quali affinità hanno legato la vostra coppia fin dall’inizio e in particolare nella passione per i gioielli? «Mio marito e io non abbiamo collezionato solo gioielli orientali ma anche monili tradizionali dai quattro continenti non europei, per non parlare dei gioielli vittoriani scozzesi. Quando ci siamo incontrati mio marito ha subito condiviso con me l'attrazione che io provavo per quegli ornamenti e senza minimamente pensare di costruire una collezione abbiamo iniziato ad acquistare quello che a entrambi piaceva e potevamo permetterci. Inoltre ci siamo sposati a Katmandu nel 1959 quando era ancora una località sconosciuta e prima che il movimento hippy scoprisse il Nepal nei tardi anni ’60. Quando ci siamo sposati noi si potevano acquistare oggetti meravigliosi allo stesso prezzo di mediocri bijoux». In quanti anni e quanti viaggi è nata e cresciuta la vostra collezione? «In più di 55 anni di viaggi sia all’estero sia in Europa: appena potevamo partivamo all’avventura, prima solo mio marito e io, poi tutta la famiglia. I nostri figli sono cresciuti con la nostra collezione». Come avviene un acquisto? In cinque minuti o dopo lunghe riflessioni? «Guardiamo tutto ciò che ci viene offerto finché non ci innamoriamo di un pezzo. Se questo momento magico non scatta, andiamo oltre. Se invece l’innamoramento arriva, allora esaminiamo le condizioni dell’oggetto e valutiamo se il prezzo richiesto è adeguato. Quindi resta solo da capire se possiamo per-

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mettercelo oppure no. Oggi bisogna stare molto attenti perché i professionisti della contraffazione sono diventati davvero molto bravi!». Quali pezzi ha indossato in passato e ancora indossa oggi? «Ho sempre indossato e indosso tuttora solo gioielli tradizionali orientali oppure creazioni di jewelry designer contemporanei, che in alcuni casi considero veri e propri artisti. In particolare ammiro molto Giampaolo Babetto e Giorgio Vigna». Quali indicherebbe come i pezzi più preziosi per lei? «È molto difficile per me dire quale dei miei "figli" amo di più, ma in generale preferisco quelli del Triangolo dell’oro o delle minoranze cinesi. Sono stati realizzati fino a 1000 anni fa ma potrebbero figurare benissimo nella collezione di un artista contemporaneo! Comunque in generale mio marito e io andiamo pazzi per i monili molto semplici, soprattutto himalayani, nepalesi, tibetani. Ci conquista però anche la magnificenza della gioielleria dell’Asia centrale o meridionale senza dimenticare quella dell’Amazzonia o i poderosi ornamenti africani». Non si è mai fermata a guardare una vetrina di Place Vendôme? «Certamente, ho ammirato diverse volte le vetrine dei gioiellieri famosi e ho cari amici che lavorano nel settore. Tuttavia non mi sono mai innamorata di un pezzo da serata di gala, si tratta di gioielli che apprezzo ma che non mi muovono sentimenti o desideri. La gioielleria etnica tradizionale è molto più di un bell’oggetto decorativo perché parla di chi, uomo o donna che sia, l’ha indossato». Manca ancora qualcosa o considera completa la sua collezione? «Ma naturalmente manca qualcosa, non potrà mai essere completa ed è proprio questo che la rende così interessante!».

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Visual ON SHOW

INTO THE

WILD

Animali selvatici o creature fantastiche, da sempre ammirati e idealizzati dal mondo dell'arte, ispirano con i loro caratteri gioielli ed esposizioni di forte impatto di

Simona Infantolino e Rosa Chiesa

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Visual In apertura: A black bear plays with the camera, foto di Manabu Miyazaki (mostra "Le Grand Orchestre des Animaux" alla Fondation Cartier). In questa pagina: copertina del libro La Boutique di Van Cleef & Arpels che riunisce i gioielli della maison ispirati agli animali. ■ Opening page: A black bear plays with the camera, photo by Manabu Miyazaki ("Le Grand Orchestre des Animaux" exhibition at the Cartier Foundation). This page: La Boutique by Van Cleef & Arpels book cover, with all the jewels by the maison inspired by animals.

Animali fantastici, paesaggi incontaminati, variopinte sfumature di colore: la natura rappresenta un’inesauribile fonte di meraviglie che da sempre ispirano i settori più diversi delle arti in tutte le loro forme, dalla moda alla musica alla pittura e certamente alla gioielleria. Un filone importante, quello del mondo animale, che negli ultimi anni è stato ulteriormente valorizzato da creazioni spettacolari, come la collezione Nature Triomphante di Boucheron, e da mostre che coinvolgono trasversalmente il mondo del più sapiente artigianato. Come la retrospettiva Forte e fragile: i grandi felini nell’arte di Robert Dallet, in cui Hermès ha sfoderato i suoi famosi foulard per sensibilizzare il grande pubblico sulla precaria sopravvivenza dei felini selvatici. O ancora Le Grand Orchestre des Animaux, caleidoscopio di fotografia, architettura e grafica, allestita fino all'8 gennaio 2017 alla Fondation Cartier a Parigi. L’installazione si sviluppa dal progetto sonoro del ricercatore e musicista Bernie Krause che girando il mondo ha registrato i suoni della natura e degli animali. Ecco quindi che un orso viene fotografato vicino a una macchina fotografica, un uccello in volo e il mondo della natura si trasforma in un'esperienza sensoriale. Anche Van Cleef & Arpels ha chiamato a raccolta questi protagonisti involontari dell'arte, e lo ha fatto allestendo una spettacolare mostra, L'Arche de Noé racontée par Van Cleef & Arpels, organizzata a settembre a Parigi con il concept e il design di Robert Wilson, e presentando una nuova collezione di alta gioielleria ispirata al racconto biblico: sessanta coppie di animali prendono vita attraverso le celebri spille della maison, rievocando un tema universale con silhouette uniche e creature fantastiche.

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Spilla Flamingo di Cartier in platino e oro giallo con diamanti, smeraldi, zaffiri, rubini e un citrino, creata nel 1940. â– Cartier Flamingo brooch in platinum and yellow gold, with diamonds, emeralds, sapphires, rubies and a citrine quartz, created in 1940.

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Visual

Spille Koalas di Van Cleef & Arpels in oro bianco e giallo con diamanti, onice, smeraldi e zaffiri della collezione L’Arche de Noé. ■ Koalas Brooches by Van Cleef & Arpels in white and yellow gold with diamonds, onyx, emeralds and sapphires from the L’Arche de Noé collection.


Spilla Perroquets di Van Cleef & Arpels in oro bianco con diamanti, sfere di smeraldo, lapislazzuli, turchese e onice. â– Perroquets Brooch by Van Cleef & Arpels in white gold with diamonds, emerald details, lapis lazuli, turquoise and onyx.

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Visual ■ Imaginary animals, unspoilt panoramas, colourful hues: nature has always been an inexhaustible source of wonders inspiring the most diverse sectors of arts in all their forms, from fashion, to music, painting and obviously jewellery. The animal world is a basic vein that, over the last few years, has been further valorised by outstanding creations, such as the Nature Triomphante by Boucheron, and by exhibitions transversally involving the world of the most expert artisanship. As the exhibition Fierce and Fragile: big felines in the art of Robert Dallet where Hermès used its famous foulards to awaken the bigger public on the precarious survival of wild felines. Or Le Grand Orchestre des Animaux, kaleidoscope of photography, architecture and graphics, organised until 8th January 2017 at the Fondation Cartier in Paris. The event develops from the sound project of Bernie Krause, researcher and musician, who travelled the world recording the sounds of nature and animals. Then, here is a bear being photographed near a camera, a flying bird and the natural world is turned into a sensory experience. Also Van Cleef & Arpels has summoned up these unintentional protagonists of art by organising a spectacular exhibition, L'Arche de Noé racontée par Van Cleef & Arpels, held in September in Paris, with the concept and design by Robert Wilson, and introducing a new high jewellery collection inspired by the biblical tale: sixty couples of animals are brought to life through famous brooches by the maison, evoking a universal theme with unique silhouettes and imaginary creatures.

In questa pagina: anello Nara, The Deer Ring di Boucheron in oro rosa con diamanti bianchi e brown, zaffiri neri e onice della collezione Nature Triomphante. Pagina accanto: coppia di bracciali Mellerio dits Meller in oro, smalto, diamanti, rubini, smeraldi e spinelli. ■ This page: Nara, The Deer Ring by Boucheron in rose gold with white and brown diamonds, black sapphires and onyx from the Nature Triomphante collection. Next page: Mellerio dits Meller gold bracelets with enamel, diamonds, rubies, emeralds and spinels. l'Orafo 2016

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Visual

Segni e gioielli animalier Tutte le forme della creatività umana, dalle arti plastiche a quelle letteraria, religiosa e profana, hanno indagato e tratto ispirazione dal mondo animale, una sorgente inesauribile di simboli Forse frutto di una “intuizione lenta” che, come afferma Steven Johnson è un motore di innovazione potentissimo, solo nell’ultimo anno si sono susseguite mostre a tema animalier che hanno coinvolto oltre al settore orafo, con le due mostre di Car tier e Van Cleef & Arpels, anche settori limitrofi, dal fashion con la mostra For te e Fragile di Hèrmes chiusa a maggio 2016, alle ar ti decorative con la recente Animali di Murano esposta al museo di Scienze Naturali a Milano. Idee che sedimentano, restano nell’aria per poi trasformarsi in progetti e a volte materializzarsi in gioielli dall’allure selvaggia: è questo il processo creativo seguito dall’eclettico argentiere toscano Giovanni Raspini ed esposto nella grande mostra dei disegni e gioielli ospitata a Palazzo Serbelloni lo scorso anno. Architetto e designer, Raspini, fissa la sua liber tà e la sua immaginazione in una sor ta di cahier de voyage, 30 tavole dipinte, materiche, assemblage di ritagli, citazioni, pensieri fermati su carta, che diventano spunto per un dettaglio di texture oppure si trasformano in creature tridimensionali, leopardi, leoni, coccodrilli, che rendono unico e assolutamente contemporaneo il gioiiello Raspini, nato dall’eccellenza della tradizione argentiera toscana ma sempre capace di rinnovarsi in chiave contemporanea. ■ Perhaps the result of a “slow intuition”, a powerful driver of innovation as Steven Johnson says, we saw a succession of animal-themed exhibitions last year. These involved the jewellery industry, with two shows by Car tier and Van Cleef & Arpels, but also some related areas, including fashion – with Hèrmes’s Fierce and Fragile exhibition, which ended in May 2016 – and decorative ar ts, with the recent Animali di Murano at the Natural History Museum in Milan. These are ideas that settle, linger in the air and then turn into projects and sometimes into wild-inspired jewellery: this is the creative process adopted by the eclectic Tuscan silversmith Giovanni Raspini and displayed in a great exhibition of drawings and jewellery held at Palazzo Serbelloni last year. Architect and designer, Raspini poured his freedom and imagination into some sor t of cahier de voyage, 30 textured painted panels, an assemblage of clippings, quotes, written thoughts, which inspire a textural detail or turn into three-dimensional creatures, leopards, lions, crocodiles, which make Raspini jewellery contemporary and unique, embodying the excellence of Tuscany’s traditional silver industry but also capable of renewing itself in a contemporary way. Superbangle Zanne di Giovanni Raspini in argento e zanne in madreperla, in edizione limitata. ■ Silver Zanne (Fangs) Superbangle by Giovanni Raspini with mother-of-pearl fangs, in limited edition.


Visual TEA TIME

TROMPE L'OEIL

PRÉCIEUX

Stampe haute joaillerie per un servizio da tavola degno della reggia di Versailles. Tra spille animalier e collane floreali tempestate di gemme multicolour Artwork by Close Up Studios

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Visual

Pagina precedente: Spilla Coquillage Schlumberger® di Tiffany & Co. in oro giallo e platino con zaffiri e diamanti bianchi e gialli. ■ Previous page: Schlumberger® Coquilllage brooch by Tiffany & Co. in yellow gold and platinum with sapphires and white and yellow diamonds.

Collier Claudine di Van Cleef & Arpels in oro bianco e giallo con diamanti e smeraldi. Spilla removibile. ■ Claudine Collier by Van Cleef & Arpels in white and yellow gold with diamonds and emeralds. Detachable brooch.

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Collana HĂ´tel Particulier di Boucheron in oro bianco e giallo con diamanti bianchi e gialli, pietra di luna, madreperla, onice, zaffiri gialli e cristallo di rocca. â– HĂ´tel Particulier necklace by Boucheron in white and yellow gold with white and yellow diamonds, mooonstone, mother-of-pearl, onyx, yellow sapphires and rock crystal.

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Visual

Collier Morning glory SchlumbergerÂŽ in oro giallo e platino con zaffiri e diamanti della collezione Masterpieces presentata da Tiffany & Co. â– SchlumbergerÂŽ Morning glory necklace in yellow gold and platinum with sapphires and diamonds from the Masterpieces collection by Tiffany & Co.

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Collier in oro rosa di Piaget con tormalina Paraiba centrale, diamanti, zaffiri rosa e tormaline azzurre. â– Rose gold necklace by Piaget with Paraiba tourmaline at the center, diamonds, pink sapphires and blue tourmalines.

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Visual Spilla Salon de Diane di Dior Joaillerie in oro bianco, giallo e rosa, argento brunito, diamanti e smeraldo. â– Salon de Diane brooch by Dior Joaillerie in white, yellow and rose gold, burnished silver, diamonds and emerald.

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ANNI DUEMILA

youth is the

password Il mondo 2.0 vede i giovani nel ruolo di veri protagonisti del nuovo millennio e di influencer nelle scelte di mercato della gioielleria di

Simona Infantolino

A

nni duemila, anni zero o decennio breve: in qualsiasi modo lo si chiami, l'arrivo del nuovo millennio ha senza dubbio cambiato la vita di tutti, in alcuni casi in modo radicale. Il crollo delle Torri Gemelle di New York ha inaugurato un periodo di incertezza e paura che purtroppo continua oggi con i recenti attacchi terroristici; l'Europa è stata in parte unificata dalla moneta unica, l'euro; il mondo ha visto susseguirsi tre papi nel giro di un decennio. In pochi anni il boom di innovazioni preannunciate negli anni '90 spicca il volo con i nuovi smartphone e col web 2.0, rappresentato dai numerosi social network. Gli anni 2000 vedono infatti protagonisti giovani sempre connessi e informati: i cosiddetti Millennials che guardano serie tv come The O.C. su network satellitari, partecipano ai talent televisivi, sperimentano e inventano, anche con i gioielli. Agli oggetti preziosi tradizionali, destinati a durare nel tempo, preferiscono qualcosa che esprima la loro personalità e che, tendenzialmente, costi meno, puntando su materiali come l'argento piuttosto che sull'oro e prediligendo linee pulite ed essenziali. Si diffondono così marchi come Stroili, Morellato, Swarovski e tutte le catene di negozi in grado di soddisfare le richieste di una clientela più giovane e meno esigente. Per i più innovativi, poi, il gioiello si fonde con il design e la tecnologia, dando il via a una nuova era, quella del gioiello 2.0, con sensori e microchip nascosti e schermi touch da cui inviare e ricevere dati. ■ The Twenty-Hundreds, the Double-Ohs or the Zeros: whatever you call

it, the new millennium has undoubtedly changed everyone's lives – in some cases, radically. The collapse of the World Trade Center in New York ushered in a period of uncertainty and fear that unfortunately still continues today with the recent terror attacks; Europe was partially unified by a single currency, the Euro; the world saw three popes in succession within a decade. In just a few years, the high-tech boom that was heralded in the 90s soared with the latest smartphones and Web 2.0, used in countless social media. The 2000’s are the years of highly informed, constantly connected young people: the so-called Millennial watching TV series like The O.C., on satellite networks, participate in TV talent shows and invent and experiment, also with jewellery. Instead of traditional, costly jewellery, designed to last over time, they prefer pieces that express their personality and are generally less expensive, choosing materials like silver rather than gold, and opting for clean, pared-down lines. Hence the success of brands like Stroili, Morellato, Swarovski and retail chains that can meet the requests of a younger, less demanding clientele. For innovation-oriented customers, jewellery blends with design and technology to give way to a new era featuring 2.0 jewellery, with hidden sensors and microchips, and touch screens to send and receive data.

In alto: l'attacco alle Torri Gemelle; Papa Francesco e Benedetto XVI insieme nel Palazzo Apostolico; bracciale Stroili della collezione Love Beats, in argento rosato con charms in argento rosato e rodiato e glitter, collana Talk to your Heart di Morellato in acciaio e cristalli da connettere al cellulare. A sinistra: orecchini Swarovski in argento e cristalli; il talent show Amici, in onda dal 2001, condotto da Maria De Filippi; il cast della serie tv americana The O.C. incentrato sulla vita di un gruppo di Millennials.


CORSI I.G.I. CALENDARIO 2017 1 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione del Diamante ‐ Corso Base 5gg € 775,00** 9/13 Gen. 27/31 Gen. 20/24 Feb. 12/16 Giu. 18/22 Set. Ascoli Piceno Trecastagni (CT) Cavalese (TN) Cavalese (TN) Cavalese (TN) 16/20 Gen. 30 Gen./3 Feb. 20/24 Mar. 11/15 Set. 6/10 Ott. Roma Marcianise (CE) Roma Ascoli Piceno Trecastagni (CT)

23/27 Ott. Marcianise (CE)

2 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione del Diamante ‐ Corso Specializzazione 5gg € 775,00** 13/17 Feb. 13/17 Mar. 12/15 Giu. 6/10 Nov. Marcianise (CE) Cavalese (TN) Roma Cavalese (TN) 24/28 Feb. 13/17 Mar. 2/6 Ott. Trecastagni (CT) Ascoli Piceno Ascoli Piceno 3 ‐ Corso Classificazione e Valutazione del Diamante Grezzo ‐ 7gg € 1.330,00** 20/27 Feb. 6/14 Mar. 1/7 Ott. 16/22 Ott. Trecastagni (CT) Marcianise (CE) Cavalese (TN) Roma 4 ‐ Corso Identificazione delle Gemme di Colore ‐ 5gg € 775,00** 9/13 Gen. 6/10 Feb. 20/24 Mar. 18/22 Set. Marcianise (CE) Roma Cavalese (TN) Ascoli Piceno 30 Ge./3 Feb. 10/14 Feb. 19/23 Giu. 9/13 Ott. Ascoli Piceno Trecastagni (CT) Cavalese (TN) Cavalese (TN)

3/7 Nov. Trecastagni (CT)

5 ‐ Corso Riconoscimento del Sintetico, delle Imitazioni e dei Trattamenti ‐ 5gg € 775,00** 6/10 Mar. 14/18 Apr. 10/14 Lug. 13/17 Nov. Ascoli Piceno Trecastagni (CT) Cavalese (TN) Cavalese (TN) 20/24 Mar. 22/26 Mag. 23/27 Ott. Marcianise (CE) Roma Ascoli Piceno 6 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione delle Gemme di Colore ‐ 3gg € 465,00** 11/13 Feb. 19/21 Apr. 15/17 Lug. 18/20 Nov. Roma Marcianise (CE) Cavalese (TN) Cavalese (TN) 3/5 Apr. 5/7 Mag. 6/8 Nov. Ascoli Piceno Trecastagni (CT) Ascoli Piceno 7 ‐ Corso Analisi Qualitativa e Valutazione delle Perle ‐ 5gg € 775,00** 13/17 Feb. 3/7 Apr. 2/6 Giu. 24/28 Nov. Ascoli Piceno Marcianise (CE) Trecastagni (CT) Trecastagni (CT) 2/6 Apr. 3/7 Apr. 16/20 Ott. 27 Nov./1 Dic. Cavalese (TN) Roma Cavalese (TN) Ascoli Piceno 8 ‐ Corso Approfondimento Pratico del Diamante ‐ 5gg € 775,00** 10/14 Apr. Cavalese (TN) 23/27 Giu. Trecastagni (CT)

2/7 Ott. Roma

9 ‐ Corso Approfondimento Pratico Gemme di Colore ‐ Sintetico ‐ 5gg € 775,00** 11/15 Set. Trecastagni (CT) 11/15 Set. Cavalese (TN) 13/18 Nov. Roma 10 ‐ Corso Approfondimento Pratico Perle ‐ 1g € 160,00** Esame Scritto 7 Apr. Cavalese (TN) 29 Nov. Trecastagni (CT) 8A ‐ Esame Scritto e Pratico Diamante ‐ 1g € 160,00** 15 Apr. Cavalese (TN) 28 Giu. Trecastagni (CT) 9A ‐ Esame Scritto e Pratico Gemme di Colore e Sintetico ‐ 1g € 160,00** 19 Lug. Trecastagni (CT) 16 Set. Cavalese (TN) 11 ‐ Approfondimento Materiali Organici ‐ 2gg € 310,00** 18/19 Lug. Cavalese (TN) 22/23 Set. Trecastagni (CT) Corso Taglio e Sfaccettatura delle Pietre di Colore ‐ Corso Base 5gg € 600,00 +IVA 24/28 Lug. Cavalese (TN) 27 Nov./1 Dic. Cavalese (TN) Corso Taglio e Sfaccettatura delle Pietre di Colore ‐ Corso di Specializzazione 5gg € 600,00 +IVA 31 Lug./4 Ago. Cavalese (TN) 4/8 Dic. Cavalese (TN)


Inside Jewelry ANALISI

INNOVAZIONE

STRATEGICA Prosegue il trend di ridimensionamento dell'apparato produttivo nella gioielleria italiana, cominciato ancor prima dell'11 settembre: una risalita può avvenire solo tramite un profondo rimodellamento imprenditoriale di Franco

Marchesini -Asi Analisi e Studi Industriali

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Inside Jewelry Pagina precedente: un momento di lavorazione del collier Tango negli Atelier di Pomellato a Milano. Anello della collezione Bon Ton di Pasquale Bruni, in oro giallo con diamanti bianchi e calcedonio rosa. n Previous page: Tango collier craftmanship in the Pomellato atelier in Milan. A ring from the Bon Ton collection by Pasquale Bruni in yellow gold with white diamonds and pink chalcedony.

C

om’è noto, il ridimensionamento dell’apparato produttivo dell’industria della gioielleria ha avuto inizio prima dell’11 settembre 2001; prima, quindi, della crisi economica che ha colpito mezzo mondo. Una revisione organizzativa era invocata da anni – senza successo – anche dalle associazioni di categoria. L’esubero di capacità produttiva ha comportato progressive selezioni: alcune imprese orafe, con prodotti e tecniche di gestione tradizionali, hanno dovuto lasciare il passo a unità innovative più dinamiche nelle scelte di prodotti nuovi, prevalentemente a maggior valore aggiunto, e nell’intercettare i cambiamenti dei gusti dei consumatori e delle esigenze dei sistemi distributivi finali; altre hanno aderito a fusioni o sono state acquisite. Nel primo decennio del nuovo secolo, dal 2001 al 2011, si è assistito a una vera e propria "setacciata" di unità produttive; di quelle, più in specie, che da tempo avevano dimostrato di non sapere o potere adattarsi ai cambiamenti del contesto di riferimento, essenzialmente a causa di carenze finanziarie e di professionalità aggiornate e moderne. Stando alle rilevazioni dell’Istat, il numero delle imprese si è ridotto di oltre un terzo (da 10.375 a 6.850); ancor più consistente il calo degli addetti (-43%, da 49.368 a 28.045). Questi movimenti hanno comportato una riduzione della dimensione media (da 4,8 a 4,1 addetti): una riduzione che sembrerebbe in contraddizione con la riorganizzazione (sia pure parziale) dell’apparato produttivo. In realtà, è emersa la predisposizione da parte di alcune imprese maggiori a scindere le fasi produttive in unità produttive indipendenti. Si tratta quindi di imprese di dimensioni più contenute, ma fortemente specializzate in prodotti nuovi e componenti di qualità che hanno fatto rete all’interno di una filiera distrettuale. In sintesi, la grande impresa si è riorganizzata “facendo gruppo” al centro di un sistema da essa stessa determinato, un sistema che si è alimentato anche con fusioni e acquisizioni. In questi casi possono convivere – oltre ai marchi – anche le registrazioni delle ragioni sociali di imprese non più autonomamente attive. In altre parole, il numero effettivo delle imprese è inferiore a quello l'Orafo 2016

ufficiale dell’archivio statistico dell’Istat. Peraltro, la riduzione delle dimensioni medie, presente in altri comparti del Made in Italy, rispecchia un fenomeno di larga portata che ha investito (soprattutto dopo l'introduzione della moneta unica europea, ovvero dopo che è venuta meno la possibilità di ricorrere alle svalutazioni della lira per ridare competitività ai prodotti italiani) quelle imprese domestiche afflitte da bassa produttività e/o da un elevato costo del lavoro unitario. Anche più recentemente, nel triennio 2012-2014, è continuato il trend di ridimensionamento dell’apparato produttivo, sia pure con velocità minore. A fine 2014 si stima che il numero delle aziende operative, con esclusione di quelle sub fornitrici di componenti e parti staccate, che appartengono a categorie Ateco diverse, si sia ridotto a circa 6.400 unità (da 6.850 del censimento Istat 2011 e da 10.375 del censimento 2001). Quanto agli addetti, si stimano intorno a 26.000 (da 28.045 e da 49.368 addetti rispettivamente). Il numero medio di addetti per impresa si sarebbe stabilizzato intorno a 4,1 (da 4,8 del 2001). Una dimensione tra le più basse calcolate tra i settori industriali italiani. Al di là di importanti eccezioni, sono diminuiti gli addetti sia nelle aziende maggiori che in quelle minori - al netto delle imprese di un solo addetto, le cosiddette partite Iva. Il ridimensionamento del numero degli addetti si configura come una leva aziendale efficace per il raggiungimento di una maggiore produttività: nell'assunto, tuttavia, che la competitività si giochi pressoché esclusivamente sul fattore prezzo di vendita, e non su un insieme più vasto di fattori in cui entrano, tra gli altri, le tecnologie e i servizi incorporati nel prodotto, come la celerità e la puntualità di consegna della merce. L’evidenza empirica ha messo in luce come l'efficacia di questa politica aziendale sia considerevole nel breve periodo. Perde, tuttavia, progressivamente di intensità se protratta nel medio-lungo termine, con ricadute negative per l'intera impresa. I nodi strutturali del’apparato produttivo si sono affiancati spesso alla carenza di formazione professionale in senso lato - dalla realizzazione dei modelli dei maestri artigiani alla gestione aziendale - con effetti negativi sulla 84

ottobre/novembre


ANDAMENTI DELLA STRUTTURA indici 1951=100 450 400 350 indici 1951=100

300 250 200 150 100 50 0 1951

1961

1971

1981

1991

2001

2011

2012

2013

2014

Censimenti sino al 2011; Asia 2012 e 2013; Stime 2014 IMPRESE

ADDETTI

produttività e, quindi, sui ricavi delle imprese. Il più ristretto ambito delle società di capitali (Spa e Srl) rappresenta il nucleo centrale dell’apparato produttivo dell’industria italiana della gioielleria. Tuttavia anche qui emergono sacche di precarietà strutturale. Un’analisi appropriata e rigorosa non è agevole a causa delle ben note anomalie non spiegabili che emergono dai dati aggregati dei bilanci delle aziende. Per questo ci si limita, al momento, a limitate constatazioni generali. Per il 2014 stime soltanto orientative indicano nell’ordine di 1.700 le società orafe di capitali (ma una parte di queste si trovava in difficoltà o in fase di liquidazione). Questa cifra rappresenta circa un quarto della struttura del settore. In termini di ricavi (in altre parole fatturato complessivo) le imprese con più di due milioni di euro erano circa un terzo del totale. Gli altri due terzi avevano in bilancio fatturati inferiori a due milioni di euro - ovviamente nei fatturati sono inclusi i valori delle materie prime preziose. Per il rilancio dell’industria della gioielleria sono richiesti, tra l’altro, l’irrobustimento patrimoniale e l’ampliamento dell’apparato produttivo/ distributivo, con la conseguente attività d’investimento. Gli economisti hanno stabilito una corrispondenza biunivoca tra investimenti/innovazione/ricerca e il risultato economico della gestione dell’impresa. Lo scarso ricorso al mercato dei capitali e la limitata adesione operativa alle reti digitali hanno interessato la quasi totalità delle iml'Orafo 2016

DIMENSIONE MEDIA

prese minori, in controtendenza rispetto ai principali competitori mondiali, tant’è che nella recente classifica internazionale dei fatturati dei “marchi di fabbrica”, il Made in Italy è presente soltanto nelle posizioni medio basse della graduatoria. Una risalita può avvenire con un profondo rimodellamento imprenditoriale, con l’abbandono di produzioni tradizionali e modelli di business obsoleti. Già oggi si stanno realizzando con successo innovazioni di prodotto, di processo (3D, tra le altre), di organizzazione gestionale. In alcuni segmenti di prodotti le imprese innovative possono consolidare le rispettive leadership. Nel contempo, emergono nuove produzioni e nuove nicchie; si ricompongono filiere; si sviluppa la vivacità di piccole imprese creative e di qualità; si affermano nuove specializzazioni territoriali. Com’è stato ricordato, si attendono nuove spinte in queste direzioni per assicurare un recupero consistente della produttività: occorrono investimenti certi per implementare nuove attività ad alto valore aggiunto che sono giacimenti di crescita inespressi. Certo, la crescita dimensionale non è, da sola, la condizione sufficiente per risolvere i problemi strutturali lamentati dal settore; è peraltro vero che laddove sono presenti altri fattori di valore, la dimensione presenta senz’altro la strada obbligata per fronteggiare il cambiamento. Infatti alcune imprese a conduzione familiare sono costrette – quasi sempre - a operare con visioni di breve termine per l’assenza, o comunque le difficoltà, 85

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Inside Jewelry Qui a lato: bracciale della collezione Rosa di Graziella, realizzato in oro 18 carati e smalti. n Left, bracelet from the Rose collection by Graziella in 18 carat gold and enamels.

di una valida successione generazionale. Per garantire la continuità di queste aziende è compito dell’attuale proprietario nominare per tempo, al di là dei vincoli familiari, un assetto manageriale in grado di svolgere programmi concordati e di lungo periodo, al fine di evitare che siano altri a dettare nuovi obiettivi e nuovi percorsi gestionali. Naturalmente per la crescita della produttività delle imprese, e del settore nel suo complesso, da decenni riecheggia la già ricordata necessità di ulteriori dosi di investimenti nelle indispensabili innovazioni di prodotto e di processi produttivi, nell’ammodernamento della distribuzione, nonché in nuove figure professionali. Non si tratta di un accanimento terapeutico per imprese stremate dal cambiamento, ma di cure necessarie per le imprese che intendono recuperare, almeno in parte, le quote di mercato perdute negli ultimi anni e riacquisire i ricavi ceduti alla distribuzione. La localizzazione dell’apparato produttivo dell’industria della gioielleria presenta una spiccata caratterizzazione territoriale nei ben noti distretti industriali - che per praticità sono identificati nella provincia dove le imprese operano. Nei cinque distretti più significativi operano poco meno della metà delle imprese orafe e lavorano quasi due terzi degli addetti. Operano quindi le imprese di maggiore dimensione: il numero medio di addetti è di 5,8, contro il 2,7 delle imprese non distrettuali. L’addensamento dell’apparato produttivo orafo nelle filiere industriali ha comportato – com’è noto - un analogo accentramento delle vendite sui mercati esteri. Di seguito si riporta un’analisi sintetica della localizzazione territoriale delle aziende orafe con stime quantitative per il 2014 relative a numero di imprese, addetti e dimensione media: in parentesi sono indicati i rispettivi dati relativi al 2001. Il distretto orafo di Arezzo dispone del maggior numero sia di imprese, sia di addetti. Per il 2014 sono stimate 877 imprese, pari al 13,7% dell'intero settore. Gli addetti sono calcolati in

5.700 persone, pari al 21,9% del totale. L'ampiezza media aziendale è di 6,5 addetti, superiore quindi a quella nazionale (4,1), ma inferiore a quella del distretto vicentino (nel 2001 il distretto di Arezzo disponeva di 1.656 imprese; 11.660 addetti; dimensione media: 7 addetti). Vicenza con 488 imprese e 3.700 addetti (pari al 7,6% e al 14,2% dei rispettivi totali) rappresenta il gruppo di aziende con la consistenza media di addetti più ampia del settore: 7,6 occupati per impresa (nel 2001: 1.102 imprese; 11.606 addetti; d.m. 10,5). Nel nuovo mercato globale, il distretto orafo vicentino ha messo in campo punti di forza distintivi: la qualità dei prodotti; una struttura organizzativa aziendale efficace e flessibile; l'eccellente preparazione delle maestranze. Di qui un successo ottenuto anche con il concorso delle istituzioni locali che hanno assecondato e stimolato lo sviluppo del settore. Valenza Po: la prima documentazione certificata della presenza dell’attività orafa in questo distretto risale all’inizio del 1800. La fase di consolidamento è più recente, negli anni Sessanta-Settanta. A fine 2014 si stimavano operative 683 aziende con 4.371 addetti, pari a una dimensione media di 6,4 persone (nel 2001: 1.428 imprese; 8.665 addetti; d.m. 6,1). Contrariamente ai distretti orafi già esaminati, nel decennio intercensuale 1991-2001 Valenza aveva già iniziato quel processo di ridimensionamento (-5%) delle imprese, soprattutto quelle minori, e, nel contempo, aveva aumentato i posti di lavoro (+13%), soprattutto nelle imprese maggiori. Notoriamente la tipologia produttiva di Valenza è caratterizzata dall’elevata qualità, con i marchi di importanti produttori loIndustria italiana della gioielleria cali e con quelli di affermati gioiellieri internazionali STRUTTURA PRODUTTIVA e di stilisti della moda che hanno affidato alle imprese Variabili 2001 2011 2012 2013 2014 e ai laboratori valenzani la Censimento Censimento Censimento Censimento Censimento manifattura dei propri modelli. Tra l’altro, il lavoro IMPRESE 10.375 6.850 6.725 6.486 6.400 su licenza, così come accade ADDETTI 49.368 28.045 27.348 26.650 26.000 in altri comparti produttivi del made in Italy, presenta Dimensione media 4,8 4,1 4,1 4,1 4,1 elevati tassi di remunerazione ed è meno rischioso della Fonte: ASI, elaborazione e stime su dati ISTAT tradizionale sub fornitura, in quanto è regolato da conl'Orafo 2016

86

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STRUTTURA PRODUTTIVA DISTRETTI dati di fine anno Variabili

2001 2011 Censimento Censimento

2012 Asia*

2013 2014 Asia* Stime

ALESSANDRIA Imprese Addetti Dimensione media

1.428 8.665 6,1

918 5.412 5,9

738 681 683 4.653 4.302 4.371 6,3 6,3 6,4

MILANO Imprese Addetti Dimensione media

573 2.161 3,8

409 1.554 3,8

428 1.651 3,9

440 440 1.680 1.646 3,8 3,7

VICENZA Imprese Addetti Dimensione media

1.102 629 11.606 4.329 10,5 6,9

510 3.719 7,3

496 488 3.767 3.700 7,6 7,6

AREZZO Imprese Addetti Dimensione media

1.656 1.106 11.600 7.058 7,0 6,3

913 6.231 6,8

897 877 6.141 5.700 6,8 6,5

340 803 2,4

318 779 2,4

NAPOLI Imprese Addetti Dimensione media

424 1.132 2,7

342 787 2,3

290 696 2,4

*Stime. Archivio statistico delle imprese attive - Fonte: ASI, elaborazioni e stime su dati ISTAT

tratti quasi sempre pluriennali. Il distretto orafo di Milano raggruppa 440 imprese, con un'occupazione di 1.646 addetti: la dimensione media aziendale è quindi di 3,7 addetti. Anche in questo cluster è in atto una riduzione delle unità operative, accompagnata da una contestuale flessione degli occupati (nel 2001: 573 imprese; 2.161 addetti; d.m. 3,8). Il polo orafo lombardo detiene tutte le caratteristiche della filiera produttiva. Fanno da corona al nucleo produttivo, come peraltro accade in altri distretti, i banchi metalli, operatori per l'estero, fornitori di servizi accessori, nonché organizzazioni per la valorizzazione della produzione. A fine 2014 il distretto di Napoli contava 290 imprese e 696 addetti. Napoli presenta la dimensione media più contenuta (2,4 addetti) rispetto agli altri distretti esaminati (nel 2001: 424 imprese; 1.132 addetti; d.m. 2,7). Com’è noto, il distretto napoletano detiene da circa tre secoli il monopolio della lavorazione dei cammei e del corallo, in particolare a Torre del Greco. Limitatamente ai monili coralliferi di qualità, più di quattro quinti della produzione è avviata all'estero, soprattutto negli USA e in Giappone. Sembra utile ricordare che il significato e la valenza dei distretti si è modificata nel tempo da settore a settore industriale, compreso quello orafo. Com’è noto, l’innovazione digitale ha accresciuto la velocità dei processi produttivi e ha facilitato l’offerta di nuovi prodotti. Nel contempo, gli annullamenti (o quasi) delle distanze tra le unità operative e dei tempi di tral'Orafo 2016

smissione dati hanno ridotto l’importanza dei vantaggi di prossimità territoriale che storicamente sono stati alla base della formazione e dello sviluppo dei distretti produttivi del Made in Italy. Di qui la tendenza alla ri-localizzazione degli apparati produttivi. Sulla necessità della revisione strutturale dell’apparato produttivo dell’industria italiana si è espressa – ancora una volta – la Confindustria. Nella recente relazione del Presidente Vincenzo Boccia sono elencate alcune delle modernizzazioni ritenute imprescindibili, sostenute anche dal Ministro Carlo Calenda, che riflettono bene anche la situazione e le necessità dell’industria orafa. In un mondo globalizzato come quello attuale, si puntualizza, “il piccolo non è bello in sé, ma è solo una fase della vita dell’impresa. Si nasce piccoli per diventare grandi… Crescere è anche un processo qualitativo, mai solo quantitativo. La globalizzazione e le nuove tecnologie digitali spingono a innovare prodotti e processi produttivi, organizzazione del lavoro e modo di stare sul mercato. … Tutto ciò è vitale per elevare il price per value: i prodotti italiani hanno uno straordinario contenuto in termini di valore; è necessario che sia riconosciuto nel prezzo”. L’impresa – sottolinea quindi la Confindustria – “ha la necessità di mantenere livelli di eccellenza in ogni funzione aziendale senza rimanere soggiogata dal timore della perdita del controllo gestionale”. English translation: see pag. 101 87

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Inside Jewelry LAS VEGAS

winners of

couture Al Couture Show 2016 il lusso scintillante dei gioielli, e quest'anno anche degli orologi, è stato premiato dal contest annuale di

Simona Infantolino

L

as Vegas, la città con gli hotel che si trasformano in attrazioni a tema e in cui tutto brilla di giorno e soprattutto di notte, ha accolto buyer, venditori e giornalisti del mondo della gioielleria per cinque giorni all'insegna del lusso. L’esclusivo hotel Wynn, che riflette sulle vetrate dorate il panorama della Strip (la via centrale dello shopping), ha ospitato infatti dal 2 al 6 giugno il Couture Show 2016, evento che assieme al contemporaneo JCK show (all’hotel Mandala Bay) ha riunito nella città del Nevada più di 8000 visitatori tra retailer (Bergdorf Goodman e Neiman Marcus, tra i tanti) e buyer da tutto il mondo. Più che un evento i partecipanti amano definire il Couture Show come una community di grandi nomi e operatori del settore in cui confrontarsi, ma anche come un’occasione per scoprire nuovi membri emergenti del jewelry system. Tra le novità più apprezzate quest'anno figura l'introduzione del CoutureTime, un'area dedicata interamente a una selezione di storici e innovativi marchi di orologeria (Baume & Mercier, Tag Heuer, Zenith, Bell & Ross, Chopard, Omega e molti altri). Rimane invece una costante, da diversi anni, l'attesissimo contest Couture Design Awards, che premia i migliori designer di gioielli e orologi dividendo il riconoscimento in 14 categorie: Bridal, Coloured Gemstones (above YANNIS SERGAKIS and below 20K), Diamonds ADORNMENTS (above and below 20K), Gold, Winner categoria Diamonds below 20K Haute Couture, Innovative, Pearl, Platinum, Silver, Debuting in Couture, Editor's Choice Award e People's Choice Award. Londra trionfa tra tutti i partecipanti con 5 vincitori ma l'Italia si difende conquistando ben 8 podi: Diamonds Above 20K (Labor & Co. – 2° posto e Roberto Demeglio – 3° posto), Diamonds Below 20K (Qayten – 2° posto e Jewels Milano – 3° posto), Haute Couture (Vhernier – 2° posto), Innovative (Pesavento – 2° posto), Pearl (Riviere & Co. – 2° posto) e Editor's Choice Award (Vhernier – 2° posto). Conclusa l'edizione di quest'anno l'organizzazione pensa già al Couture 2017 che, per rispetto alla festa ebraica del Shavuot (30 Maggio – 1 Giugno), si svolgerà dal 2 al 6 Giugno 2017. ■ Las Vegas, the city where hotels are turned into theme attractions and everything shines during the day and mainly

POLLY WALES Winner categoria Bridal

TOMASZ DONOCIK Winner categoria Colored Gemstones below 20K ed Editor's Choice Award

SELIM MOUZANNAR Winner categoria Colored Gemstones above 20K

KAVANT & SHARART Winner categoria Debuting in COUTURE

l'Orafo 2016

STEPHEN WEBSTER Winner categoria Diamonds above 20K

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VHERNIER Secondo posto categoria Haute Couture, terzo posto categoria Editor's Choice Award

NANCY NEWBERG Secondo posto categoria Silver ed Editor's Choice Award

SILVIA FURMANOVICH Winner categoria Innovative

at night, welcomed buyers, sellers and journalists belonging to the jewellery sector for a 5 day-event characterised by luxury. In fact, the exclusive Wynn hotel, reflecting on its golden windows the landscape of the Strip (the main shopping street), hosted the Couture Show 2016 from 2 to 6 June, an exhibition that, along with the concurrent JCK Show (held at the Mandala Bay hotel) attracted to the city in Nevada over 8000 visitors including retailers (Bergdorf Goodman and Neiman Marcus, among the many participants) and buyers from all over the world. Those attending the event love considering the Couture Show not as a mere exhibition but as a community of big names and operators in the sector where they can confront, but also as an occasion to discover new emerging members in the jewellery system. Among the most appreciated novelties in this edition, we should mention the introduction of CoutureTime, an area fully dedicated to a selection of historical and innovative watch making brands (Baume & Mercier, Tag Heuer, Zenith, Bell & Ross, Chopard, Omega and many others). The much awaited Couture Design Award is still a constant event that, for several years, has been awarding the best designers of jewels and watches in 14 categories: Bridal, Coloured Gemstones (above and below 20K), IMOGEN Diamonds (above and below BELFIELD 20K), Gold, Haute Couture, Winner categoria Gold Innovative, Pearl, Platinum, Silver, Debuting in Couture, Editor's Choice Award and People's Choice Award. London dominates among all participants with 5 winners, though Italy manages to step up the podium in 8 categories: Diamonds Above 20K (Labor & Co. – 2nd place and Roberto Demeglio – 3rd place), Diamonds Below 20K (Qayten – 2nd place and Jewels Milano – 3rd place), Haute Couture (Vhernier –2nd place), Innovative (Pesavento – 2nd place), Pearl (Riviere & Co. – 2nd place) and Editor's Choice Award (Vhernier – 2nd place). After the conclusion of this year’s edition the organisation is already planning Couture 2017 that, as a form of respect for the Jewish celebration of Shavout (30 May - 1 June) will be held at the end of said festival, from 2 to 6 June 2017. l'Orafo 2016

RIVIÈRE Secondo posto categoria Pearl

ANITA KO Winner categoria People's Choice Award

KUWAYAMA Winner categoria Platinum

ANNIE FENSTERSTOCK Secondo posto categoria Silver

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ottobre/novembre


Inside Jewelry VICENZAORO

bilancio

incerto Al di là delle note difficoltà economiche e politiche a livello mondiale, ha destato perplessità la data scelta per la manifestazione di

Antonella Garello

P

osto che al termine di ogni fiera ci sarà sempre chi ha fatto buoni affari e chi al contrario lamenta risultati negativi, l’andamento generale della recente edizione di VicenzaOro September non è stato brillante. A sfavore delle aziende hanno giocato la situazione politica assai complicata nei mercati arabi, le difficoltà economiche della Russia, la stasi della Cina, le incertezze dell’Europa e un mercato interno che ancora stenta a decollare. Anche le date della manifestazione, anticipata al 3 Settembre, non sono state per niente apprezzate dagli operatori. Tra gli altri, Confindustria Alessandria - in cui è confluita l’Associazione Orafa Valenzana - è molto chiara al riguardo. Nel report dalla fiera, pubblicato online (www.confindustria.al.it), si sottolinea che “la data scelta per VicenzaOro di Settembre 2016, e che è già annunciata per Settembre 2017, risulta troppo anticipata per riuscire a coinvolgere e ad attrarre la pregiata clientela di riferimento delle aziende del distretto orafo-gioielliero di Valenza”. Un parere ampiamente condiviso tra gli operatori in fiera, e non solo italiani. Detto questo, le aziende del settore continuano a dimostrare vitalità e moltiplicano gli sforzi per offrire un prodotto di qualità ma a costi accessibili, giocando tra l’altro sulla leggerezza dei pezzi e accostando in maniera creativa materie prime preziose a materiali non necessariamente nobili - ceramiche, resine, pellami pregiati, tessuti, caucciù - e a pietre non preziose ma di grande fascino e dagli interessanti cromatismi. Tra le novità di questa edizione settembrina dell’appuntamento fieristico segnaliamo l’inaugurazione di “Now: Not Ordinay Watches”, nuova area espositiva dedicata a una selezione di brand innovativi e di design dell'orologeria italiana ed europea. Infine sono stati premiati i giovani vincitori del concorso internazionale dedicato al tema “Il gioiello e il viaggio”, inteso a promuovere i nuovi talenti, protagonisti anche di una mostra temporanea ospitata al Museo del Gioiello, nella splendida Bal'Orafo 2016

In questa pagina, dall'alto e in senso orario: pendente in ceramica e oro dall'originale Alfabeto di Aonie; gli esterni della fiera; un anello dell'azienda Amin Luxury, con diamante Leonardo da Vinci Cut, che continua a riscuotere grande interesse; anello di Damiani in oro bianco, diamanti bianchi e importante rubino centrale della collezione Emozioni; un raffinato anello dalla collezione Ibiscus di Stefan Hafner, in oro rosa con diamanti bianchi e brown dai toni degradé.

silica Palladiana di Piazza dei Signori. E’ risultata vincitrice Isotta Scarpa, autrice del progetto “Travel Shapes”. La prossima edizione di VicenzaOro September è prevista dal 2 al 6 Settembre 2017. ■ Having said that at the end of every show there will always be someone who made good deals while others will complain about negative results, the general trend of the recent edition of VicenzaOro September was not brilliant. The extremely complex situation of Arabian markets, the economic difficulties Russia is presently undergoing, the stagnation in China, along with the uncertainties of Europe and of a domestic market still failing to take off, all had a negative impact on companies. Operators did not at all appreciate even the d at e set for the show, anticipated to 3rd September. Among the others, Confindustria Alessandria, now including Associazione Orafa Valenzana, is crystal clear on the matter. The report of the show, published on line (www.confindustria. al.it), underlined that "the date chosen for VicenzaOro, held in September 2016, and that has been already announced for September 2017, is too early to be able to involve and attract the prestigious 90

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In questa pagina, dall'alto in senso orario: Isotta Scarpa, vincitrice del Next Jeneration Jewellery Talent Contest, viene premiata alla presenza di Matteo Marzotto, Alba Cappellieri e Paola Maugeri; gemelli della collezione Zancan Couture Limited in oro bianco e rosa con diamanti bianchi e neri; dalla nuova collezione Rosato Watches, un modello in acciaio e pvd oro rosa, con quadrante blu, vetro zaffiro e cinturino in pelle.

Fiera di Vicenza e Rimini Fiera, approvata la fusione La notizia è di qualche tempo fa, ma si è ufficialmente diffusa a VicenzaOro in Settembre: dopo due mesi di trattative, iniziate a maggio di quest'anno, i consigli di amministrazione di Fiera di Vicenza e Rimini Fiera hanno approvato l'operazione di fusione tra le due società, dando così vita a un primo esempio di integrazione nel sistema fieristico italiano. Secondo gli accordi il presidente e amministratore delegato della nuova entità sarà Lorenzo Cagnoni, attuale presidente di Rimini Fiera, e il vicepresidente sarà Matteo Marzotto, oggi presidente di Fiera di Vicenza. Sempre secondo gli accordi, nel nuovo consiglio di amministrazione entrerà anche un altro membro nominato da Fiera di Vicenza. ■ The news dates back to some time ago, but it became official only in September during VicenzaOro: after two months' negotiation, beginning in May this year, the boards of directors of Fiera di Vicenza and Rimini Fiera approved a merger between the two companies, giving rise to the first example of integration in the Italian fair system. According to the agreement, the President and Managing Director of the new body will be Lorenzo Cagnoni, current president of Rimini Fiera, and the deputy chairman will be Matteo Marzotto, currently president of Fiera di Vicenza.The same agreement lays down that the new board of directors will also include another member appointed by Fiera di Vicenza. reference clients of the companies belonging to the goldsmith-jewellery district of Valenza". This opinion was widely shared among the operators in the exhibition, not only Italian. Said that, the companies in this sector continue to show some dynamism, multiplying their efforts aimed at offering a quality product at affordable prices, also playing on the low prices and creatively combining precious raw materials with others that are not necessarily noble – ceramics, resins, precious leather, fabrics, caoutchouc, and with stones that, despite their not being precious, are characterised by a great charm and interesting hues. Among the novelties introduced during this September edition of the exhibition we report the opening of “NOW: Not Ordinary Watches”, a new exhibition area dedicated to a selection of innovative and design brands in the Italian and European l'Orafo 2016

watch making sector. Finally, the young winners of the International theme contest dedicated to “the jewel and the journey" - intended to promote new jewellery design talents - were awarded and they became the protagonists of a temporary exhibition held at the Museo del Gioiello in the marvellous Palladian Basilica of Piazza dei Signori. The winner was Isotta Scarpa author of the project entitled "Travel Shapes”. The next Edition of VicenzaOro Fall is scheduled from 2 to 6 September, 2017.

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ottobre/novembre


Inside Jewelry In questa pagina, dall'alto: collana Charming Sunflower di Pranda Group in oro e pietre preziose; anello della collezione Enfasi di Bibigì, in oro bianco, diamanti e zaffiri rosa; anello della collezione Vendôme di Fope in oro rosa e diamanti. Bracciale Domino di Roberto Demeglio in ceramica nera e diamanti.

HONG KONG SEPTEMBER

incognita

cinese

Le premesse non erano favorevoli alla vigilia della manifestazione, che ha comunque retto grazie al suo respiro internazionale di Federica

A

Guccini

lla vigilia della September Hong Kong Jewellery & Gem Fair, come sempre organizzata nella metropoli cinese da UBM Asia, gli auspici non erano dei migliori e le aspettative non erano certo alle stelle: al di là delle incertezze dovute alle crisi politiche ed economiche diffuse a livello mondiale - e di un incombente tifone, che all’ultimo momento tuttavia ha provvidenzialmente deviato la sua rotta - la vera incognita era costituita dalla presenza dei buyer cinesi. Infatti, da una parte il governo della Repubblica Popolare ha varato una serie di misure per incentivare i consumi interni e disincentivare quelli all’estero - dal varo di importanti infrastrutture per raggiungere nuove aree alle limitazioni nella disponibilità di cash da portare oltreconfine - dall’altra si sarebbe sovrapposto alla fiera il Mid Autumn Festival, la Festa delle Torte Lunari, una delle celebrazioni più importanti del calendario cinese. Nonostante le premesse, la fiera ha retto e si è conclusa, pur senza fuochi d’artificio o grandi entusiasmi, con ragionevole soddisfazione degli espositori. A salvare l’evento, come sempre, il suo carattere internazionale, la presenza di buyer da tutto il mondo seppure estremamente cauti negli ordini - un’organizzazione tutta orientata ad agevolare il business. Per quanto riguarda gli espositori italiani, quest’anno sembra essere andata meglio ai produttori di gioielleria finita, in particolare a quelle aziende che hanno proposto prodotti in qualche misura innovativi, a livello di design, tecnologia, materiali, creatività: prodotti non facilmente riproducibili, più facilmente spendibili in mercati che, per quanto più o meno in crisi, restano “affamati” di gioielli Made in Italy. ■ On the eve of the September Hong Kong Jewellery & Gem Fair, organised as usual in the Chinese metropolis by UBM Asia, forecasts were not the best as well as expectations were not high: apart from the uncertainties due to the globally widespread economical and political crises – along with an incoming typhoon, that at the eleventh hour changed its course – the presence of Chinese buyers was the true l'Orafo 2016

unknown element. In fact, on the one side the government of the Popular Republic has approved a number of measures to stimulate domestic consumptions and discourage the ones abroad – from the opening of important infrastructure to reach new areas to the limitations in the cash availability to bring across the borders – on the other the Mid Autumn Festival, the celebration of Moon Cakes, one of the most important event in the Chinese calendar, would overlap with the exhibition. Despite the premises, the fair held and ended, even if with no fireworks or great enthusiasms, with a reasonable satisfaction of exhibitors. As usual, the event was saved by its international stance, by the presence of buyers coming from all over the world – though extremely prudent with orders – an organisation struggling to favour business. As for Italian exhibitors, this year the manufacturers of finished jewellery obtained better results, in particular those companies proposing products that were, to some extent, innovative as far as design, technology, material and creativity are concerned: products that are not so simple to copy, more easily spendable on markets, that, more or less undergoing a period of crisis, are still "hungry" for Made in Italy jewels.

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Inside Jewelry HOMI

spazio alla

In questa pagina, dall'alto in senso orario: bracciale di Sharra Pagano: la mostra dedicata al bijou italiano contemporaneo; il pendente 13 di Rue des Mille, in argento dorato; orecchini in argento di Valeria Bugatto.

fantasia Bilancio positivo per il settore Bijoux della manifestazione milanese, che ha registrato la presenza di importanti aziende italiane di

Rosa Chiesa

S

i è concluso con un bilancio positivo e all’insegna dell’internazionalizzazione l’appuntamento fieristico milanese Homi, il salone dedicato al lifestyle, alla persona, ai suoi spazi e agli stili di vita, che offre importanti opportunità di sviluppo per creativi, aziende Made in Italy e non solo. In quest’ultima edizione sono stati registrati 62.800 operatori, di cui il 17% provenienti dall’estero, in particolare da Giappone, Francia, Spagna, Cina, Russia e Svizzera, suddivisi nei diversi satelliti che compongono l’esposizione. Il settore Bijoux, ospitato nel satellite Fashion & Jewels, dedicato ad accessori, gioielli e abbigliamento, ha accolto importanti aziende italiane, da Alcozer & J a Giovanni Raspini, da Lebole a Sharra Pagano, che mixano lavorazioni artigianali e sensibilità sulle tendenze contemporanee. Dai ranocchi alle carrozze, passando per l’intramontabile principessa, personaggi e archetipi da favola attraversano l’immaginazione delle aziende insieme a bijoux realizzati in vetro soffiato, mentre all’uomo, spesso negletto dal settore, sono dedicati nuovi bracciali composti con pietre naturali di differenti grandezze e colori. Come sempre di grande interesse anche Homi Sperimenta, una sezione dedicata alla ricerca e all’innovazione che ospita marchi emergenti e giovani designer. Da segnalare, infine, la mostra dedicata al bijou contemporaneo, che ha concluso il ciclo di esibizioni curate da Alba Cappellieri e Bianca Cappello, dedicato alla storia della bigiotteria italiana del Novecento. ■ Homi, the Milan trade fair dedicated to lifestyle, personal care, spaces and way of life, providing important opportunities of development for creative artists, Made in Italy companies and more, worked out well with a focus on internationalisation. This latest edition brought together 62,800 operators, 17% of whom came from abroad, especially from Japan, France, Spain, China, Russia and Switzerland, split up among the various satellites making up the exhibition. The Bijoux sector, hosted at the Fashion & Jewels satellite, dedicated to accessories, jewellery and clothing, housed important Italian companies, from Alcozer & J to Giovanni Raspini, from Lebole to Sharra Pagano, which mix craftsmanship with a feeling for contemporary trends. From frogs to carriages, without forgetting the timeless l'Orafo 2016

princess, characters and archetypes from fairy tales live in the imagination of the companies along with bijoux made of blown glass, while new bracelets made of natural stones of different sizes and colour are dedicated to men, too often ignored by this sector. As always, special interest was aroused by Homi Sperimenta, a section devoted to research and innovation hosting emerging brands and young designers. Finally, mention should be made of the exhibition dedicated to Italian contemporary fashion jewellery, which concluded the cycle of exhibitions by Alba Cappellieri and Bianca Cappello, dedicated to the history of twentieth century Italian bijoux. 93

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Inside Jewelry BIRMINGHAM

zoom sullo

In questa pagina, in alto da sinistra: bracciale in argento di Rebecca con fili in corda azzurra; anello in oro e pietre naturali di Moraglione 1922; originale doll Le Carose. Sotto, due momenti dell'edizione 2015 di Jewellery & Watch.

stivale

A Febbraio il Salone inglese ospiterà l'evento Jewellery & Watch, che ha scelto l'Italia come focus market per il 2017 di

Antonella Garello

C

ol suo distretto orafo che risale a oltre 250 anni fa, Birmingham rappresenta la patria del gioiello inglese e non è certo un caso che sia proprio questa città a ospitare Jewellery & Watch, il più importante evento di settore nel Regno Unito. La manifestazione, che nel 2017 si svolgerà dal 5 al 9 Febbraio, rappresenta una finestra aperta sui mondi più creativi della gioielleria, dell'orologeria e della fashion jewellery e dedica un'intera area, il Designer Quarter, a nuovi talenti e designer affermati, inglesi e internazionali. La prossima edizione si prospetta di particolare interesse per le aziende italiane grazie al progetto Market Focus Italy: varato in partnership con la Camera di Commercio e Industria Italiana per il Regno Unito, è volto a creare "un network tra le aziende italiane espositrici ed organismi operanti nel Regno Unito in grado sia di offrire assistenza e supporto durante e dopo l'evento", sia, attraverso una serie di iniziative, meeting, sfilate e seminari, di facilitare i rapporti commerciali e agevolare la penetrazione nel mercato inglese. Info: sales@jewelleryandwatchbirmingham.com ■ With its goldsmith district dating back to over 250 years ago, Birmingham represents the country of

l'Orafo 2016

English jewels and it is not by chance that this same city hosts Jewellery & Watch, the most important event in this sector in the United Kingdom. The exhibition that in 2017 will be held from 5 to 9 February, is an open window on the most creative worlds of jewellery, watch making and fashion jewellery and dedicates a full area, Designer Quarter, to new talent and established designers, both English and international. The next edition is expected to be particularly interesting for Italian companies thanks to the Market Focus Italy project: launched in partnership with the Italian Chamber of Commerce and Industry for the United Kingdom, it aims at creating a network between the exhibiting Italian companies and the bodies operating in the United Kingdom able to offer assistance and support during and after the event, and, through a number of initiatives, meetings, fashion shows and workshops, at favouring business relationship and making the penetration in the English market easier. Info: sales@jewelleryandwatchbirmingham.com.

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Inside Jewelry GEMMOLOGIA

diamond

gossip Qualche curiosità sulla "gemma delle gemme": dalle pietre più celebri e costose a bizzarre rivendicazioni antimperialiste di Luigi

S

Costantini - responsabile settore formazione igi anversa

pettegolando un po' sui diamanti: lo sapevate che... Che la Regina Elisabetta, poverella, rischia di doversi privare dell’adorata Montagna di Luce (questo è il significato di Kohi-Noor, il famoso diamante), che dal 1911 troneggia al posto d’onore nella Corona della Regina Madre, uno dei pezzi più pregiati dei Gioielli della Corona Britannica, e che dal 1850 avrebbe dovuto legittimamente appartenere alla Regina Vittoria, buonanima? Dico avrebbe dovuto, perché di tutt’altro parere è l’avvocato Jawaid Iqbal Jafree, che esercita presso le corti pachistane di grado superiore e ha depositato presso il tribunale di Lahore l’ottocentesima (!) petizione - in mezzo secolo - reclamante la restituzione di quel ch’egli ritiene non il frutto d’un parziale indennizzo per le spese militari sostenute dall’Impero Britannico nelle guerre Sikh di metà '800 dopo la conquista e l’annessione del Punjab, ma il frutto d’una illegittima rapina ad opera di detto Impero tr amite la longa manus della East India Company. Come andrà a finire? Io suggerirei di lasciarlo arrivare alla millesima petizione, giusto per far cifra tonda: col far quattro conti dovrebbe averne per altri 13 anni, e a quel punto chi può dire come si concluderà la vicenda e che ne sarà di quell’irriducibile testardo? Che l’australiana miniera di Argyle è la sola fonte al mondo di diamanti viola dall’elevato contenuto di idrogeno e che, nei suoi 32 anni di vita, son stati solo 12 i carati (nel tagliato) da lei partoriti, e che, come annunciato dalla multinazionale mineraria Rio Tinto e dal tagliatore australiano Richard How Kim Kam, un eccezionale esemplare ovale di 2,83 ct Fancy Deep Greyish Bluish Violet è stato tagliato da un grezzo di 9,17 ct (frutto del seno suo) e farà parte della collezione Argyle 2016 prossimamente all’asta? Che la mitica mamma della moderna storia del diamante, la sudafricana Kimberley, ha dato alla luce un bebè unico nel suo genere, lo “Unique Pink”, diamante rosa Pink Vivid d’elevata purezza, tagliato in un brillante a goccia da 15,38 ct e andato sotto il martello della Sotheby’s di Ginevra, in maggio, per 28 milioni di dollari? Così, per dire, il diamante rosa che sinora ha rastrellato la cifra più elevata, è stato, 5 anni or sono, il “Graff Pink” andato per $ 46,2 milioni, appena un paio di milioncini in meno ($48,5 mil.) del “Blue Moon” da 12,03 ct mollato agli inizi del 2016 al multimilionario (in dollari) di Hong Kong Joseph Lau. E quella è stata sinora la cifra da record, per un diamante, in termini di prezzo al carato. In termini di l'Orafo 2016

“al pezzo”, annotatevi invece i $ 57,5 milioni portati a casa dall’Oppenheimer Blue di 14,62 ct, battuto lo scorso maggio da Christie’s. Che l’altra mitica mamma della moderna storia del diamante, la sudafricana miniera di Cullinan, nel 2014 ha messo al mondo quell’altro blu da 122,52 ct da cui son stati ricavati quei 4 pezzi tra cui s’annovera il più gran diamante Intense Blue mai a finire (finora) all’asta, e cioè il Cullinan Dream da 24,18 ct? Che è proprio uno strano caso - tutti questi diamantoni così grossi, belli e rari. Che un tal combinato disposto di scoperte abbia a che fare con le apparizioni cicliche, come quelle periodiche della Cometa di Halley? A quando la prossima salva di bellezze adamantine? Che l’Angola sta raggiungendo numeri davvero importanti, con i suoi pezzi da 336 ct e 404 ct (quest’ultimo un D, del Tipo IIa, la seconda più gran pietra mai trovata laggiù) e altre 60 nocciolone, oltre che coi suoi 300.000 (!) minatori migranti coinvolti in attività estrattive illegali? Domanda impertinente: che ci fanno, quei trecentomila illegali, con le pietruzze da lor scavate? Rimangono esse pietre in circolazione in Angola come moneta di scambio, o prendono altre vie? E col Kimberley Process, come la mettiamo? Che v’è un altro mistero riguardante quell’altrettanto misterioso trattamento del colore del diamante, “capace d’alterarlo temporaneamente, migliorandolo sino a tre gradi, e che dopo un certo tempo svanisce riportando la pietra allo stato originario e non lascia traccia alcuna”? Ricordate? Ne discorreva Buffalmacco con Calandrino in un articolo de “L’Orafo Italiano” nell’autunno scorso. Ne avete più sentito parlare? Manco un fiato. Strano, no? Fatto è che due delle quattro ditte israeliane additate come le villanzone del caso han citato in giudizio, avanti la Suprema Corte e poi la Corte Federale di New York – sia il Gia che la Rapaport Corporation, con una raffica di accuse tra cui diffamazione e falsa dichiarazione. Rapaport? Non fa una piega. E il Gia? «Monteranno una vigorosa difesa». E che delle 252 su 500 pietrozze su cui era stato riscontrato il “malfatto”, risottomesse ad analisi, per il 24% non si rilevò cambiamento di colore alcuno, per un 40% si notò la perdita d’un grado di colore, per un 29% la perdita di due gradi, e per il rimanente 7% la perdita di tre gradi. Acqua in bocca sulla natura del trattamento e sulle modalità d’identificazione. E noi tapini, che dovremmo dire ai clienti, che ci resta da fare? Come le tre scimmiette? Che sul fronte dei sintetici (diamanti) stan succedendo, è proprio il caso di dirlo, cose cinesi? Ma qui ci si deve risentire alla prossima... English translation: see pag. 101 95

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Inside Jewelry COMMUNICATION

Per il secondo anno consecutivo si rinnova il sodalizio tra Pomellato e Salma Hayek in una campagna di grande effetto, che esalta la raffinatezza dei gioielli con un gioco di luci e ombre. ■ For the second year running, the collaboration between Pomellato and Salma Hayek is renewed in a campaign with a great impact, exalting the refinement of the jewels thanks to a play of lights and shades.

spazio alle

donne

Nuove campagne, nuovi ambasciatori, eventi: i brand della gioielleria e dell'orologeria si muovono a 360° nel mondo dei media di

Antonella Garello

P

er il secondo anno consecutivo Pomellato ha scelto Salma Hayek come volto della sua nuova campagna pubblicitaria. Immortalata da Mert & Marcus, l'attrice è protagonista di immagini che, in uno studiato gioco di luci e ombre, richiamano le atmosfere dei film noir ed esaltano la raffinatezza dei gioielli del brand milanese. Originale il format scelto da Roberto Demeglio, che divide lo spazio della pagina tra un'immagine, protagonista la modella Eva Squillari, e un testo che riassume le caratteristiche distintive dei gioielli Roberto Demeglio - perfetti per ogni occasione nella vita della donna contemporanea. Ideata dall'agenzia Hot Lead e scattata da Vittoria Regina, la campagna invita inoltre le donne a "provare" per una settimana i gioielli Roberto Demeglio. Valérie Messika affida alla bellissima Andrea Diaconu il compito di interpretare i gioielli della maison, unici e sofisticati, pensati per una donna spontanea e sicura di sé. I diversi scatti della campagna, opera di Terry Richardson, ritraggono la top model sullo sfondo di una Parigi sempre affascinante, by day e by night. La campagna di Zoppini, brand toscano specializzato nella gioielleria moda certificata made in Italy, è focalizzata sulle ultime collezioni uomo e donna. Gli scatti di Marco Russo evidenziano l'aspetto fashion delle creazioni Zoppini. I mini spot messi a punto per il web sono firmati da Enrico Lanari. ■ For the second year running, Pomellato has chosen Salma Hayek as ambassador for its new advertising campaign. Photographed by Mert & Marcus, the actress is the protagonist of pictures that, thanks to a carefully designed play of lights and shadows, recall the atmosphere of a film noir while exalting the refinement of the jewels designed by the brand from Milan. Roberto Demeglio has chosen an original format dividing the space of the page between a picture portraying model Eva Squillari and a text summarising the distinctive traits of Roberto Demeglio jewels, ideal for every occasion in the life of contemporary women. Designed by Hot Lead agency and shot by Vittoria Regina, the campaign also invites women to "try" the jewels by Roberto Demeglio for a week. Valérie Messika entrusts the beautiful Andrea Diaconu with the task of interpreting the jewels of the maison, unique and sophisticated, designed for a natural and self confident woman. The various shots of the campaign by Terry Richardson portray the top models against the background of an always charming Paris, by day and by night. The campaign by Zoppini, a brand from Tuscany specialised in the made in Italy certified fashion jewellery, is focused on the latest men’s and women’s collections. The shots by Marco Russo highlight the fashion side of Zoppini creations. The mini commercials created for the web are signed by Enrico Lanari. l'Orafo 2016

La pagina di Roberto Demeglio, suddivisa tra immagine e un testo che illustra i caratteri distintivi del brand, invita anche a provare per una settimana le creazioni della maison. ■ The page by Roberto Demeglio, divided between a picture and a text showing the distinctive traits of the brand, is complemented by an invitation to try the creations by the maison for a week.

Andrea Diaconu indossa le raffinate creazioni di Valérie Messika negli scatti di Terry Richardson, sullo sfondo di una Parigi sempre affascinante, by day e by night. ■ Andrea Diaconu wears the refined creations by Valérie Messika in the shots by Terry Richardson, against the background of an always charming Paris, by day and by night.

Decisamente moderna e glamourous la nuova campagna del toscano Zoppini, brand specializzato nella produzione di gioielleria fashion certificata made in Italy. ■ The new campaign by Zoppini, a brand from Tuscany specialised in the manufacturing of fashion jewellery, proves to be decidedly modern and glamorous.

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Inside Jewelry TRADIZIONE

IL GIOIELLIERE

DI FAMIGLIA Gli indirizzi più accreditati e storici delle città italiane e le nuove aperture, in Italia e all'estero, dei grandi marchi: luoghi in cui trovare competenza, servizio e buon gusto di

Antonella Garello e Simona Infantolino

Con questo servizio L’Orafo Italiano continua il suo filo diretto col mondo del dettaglio. Chi volesse proporre alla rivista il proprio punto vendita per la pubblicazione può contattare la redazione inviando una mail a: orafo@edifis.it

l'Orafo 2016

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Inside Jewelry Qui a lato, la boutique Di Prima a Caltanissetta, nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele, gemella di quella aperta dalla famiglia Di Prima a Canicattì. In basso, lo storico negozio di Sommatino.

CALTANISSETTA

di prima Di Prima Gioielli Group nasce nel 1979 come “Center” nel paese di Sommatino, un piccolo centro di 6mila abitanti a pochi chilometri da Caltanissetta. Il negozio, aperto da Pietro Di Prima con la moglie Maria, cui si affiancheranno i figli Antonio e Finella, è dedicato

SIENA

stroili

inizialmente alla vendita di argenteria e articoli da regalo ma dal 1987 si apre, come “Gioiel Center”, anche al mondo dei gioielli. A metà degli anni Novanta Antonio consegue il diploma di Gemmologo presso il Gemmological Institute of America: si decide quindi di aprire un laboratorio a Sommatino per la riparazione e la creazione di gioielli, animato da maestri orafi provenienti da Valenza e dalla seconda generazione Di Prima. Mentre il laboratorio continua ad ampliarsi, nel 1997 la famiglia apre un negozio a Caltanissetta nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele, al quale faranno seguito una boutique in pieno centro a Canicattì e il restauro di uno stabile di tre piani a Sommatino per ampliare gli spazi espositivi e produttivi. Oggi Di Prima Gioielli si apre al futuro con il proprio e-commerce e quattro marchi registrati (Di Prima Gioielli, Dgì Preziosi, I gioielli Della Corona e Italiana Gioielli) ma senza dimenticare la propria storia: le sue boutique continuano ad attrarre una vasta clientela che nei negozi Di Prima sa di poter trovare accanto ai gioielli di produzione artigianale anche le creazioni di brand come Salvini, Mikimoto, Recarlo, Polello, Unoaerre, Rosato, Crieri, Longines, Maurice Lacroix e Paul Picot. l'Orafo 2016

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Continua la scalata da record per le aperture dei negozi Stroili. L'azienda, acquisita di recente dalla francese Thom Europe, holding di Histoire d'Or, il leading retailer nella gioielleria in Francia, ha infatti annunciato un maxi piano distributivo per l'Italia. L'inaugurazione più recente è avvenuta la scorsa estate nel cuore di Siena, in via Banchi di Sopra 55-57, all'interno della Contrada del Drago. Come per tutti gli altri store Stroili, il design è essenziale e sofisticato. Il negozio copre una superficie di cento metri quadri, con colori che vanno dal viola più carico del soffitto e degli arredi al più tenue rosa cipria che caratterizza invece gli espositori. L'illuminazione punta a valorizzare le caratteristiche e a esaltare i dettagli dei gioielli esposti mediante eleganti lampadari di design, sapientemente posizionati. A oggi si tratta della 376esima apertura di Stroili nel nostro paese, ma non sarà l'ultima di quest'anno. L'azienda ha infatti annunciato che sono previste una ventina di ulteriori inaugurazioni entro la fine del 2016 in tutta la Penisola, perlopiù all'interno di centri commerciali, prevedendo un aumento dei ricavi del 5-10%.


La nuova boutique Damiani si affaccia su Place Vendôme, sinonimo di lusso, raffinatezza, esclusività. Damiani è l'unico brand italiano presente sulla mitica Piazza ed è anche l'unica azienda italiana ad aver vinto ben 18 Diamond International Award, l'Oscar mondiale della gioielleria con diamanti.

PARIGI

delle posizioni più in vista di tutta la piazza», come sottolinea Guido Damiani, presidente del Gruppo. All'interno della gioielleria, che si sviluppa su due piani collegati tra di loro da una scala dalla forte impronta architettonica, tutto parla di tradizione, esclusività, raffinatezza. Lo spazio è accogliente e ricercato, distinto da un lusso discreto sottolineato dai toni neutri dei rivestimenti e dei tendaggi, che spaziano dal tortora ai brown ed esaltano i bagliori dei gioielli e delle pietre preziose. Salottini privati, teche espositive e postazioni di vendita si alternano tra luci soffuse e studiate cromie, accompagnando il visitatore nel mondo privilegiato di una delle maison più famose al mondo.

damiani Attiva da oltre 90 anni, la maison Damiani è l'unica azienda italiana ad aver vinto nel corso della sua storia ben 18 Diamond International Award, l'Oscar Internazionale della gioielleria con diamanti, e da oggi è anche l'unico brand del nostro Paese ad aver aperto un prestigioso punto vendita nella mitica Place Vendôme, luogo simbolo della gioielleria di alta gamma e del lusso internazionale. La nuova boutique Damiani sorge nello spazio che fu dello storico Hotel Evreux, in posizione privilegiata, a fianco dell'Hotel Ritz, «in una

SINGAPORE

pasquale bruni I mesi estivi sono stati ricchi di novità per la casa di gioielleria Pasquale Bruni, che ha inaugurato due nuove boutique, una in Sardegna e l'altra a Singapore. La prima apertura ha arricchito il cuore dello shopping di lusso di Porto Cervo, la seconda invece è stata festeggiata all'interno del prestigioso Wisma Atria Shopping Mall di Singapore, posizionato in Orchard Road. In questa seconda occasione l'azienda ha scelto l'affascinante top model Alessandra Ambrosio come madrina per la cerimonia inaugurale, selezionando per lei i gioielli della collezione Giardini Segreti, della collezione Ghirlanda e della collezione Atelier

Qui a lato e in basso, alcuni momenti dell'inaugurazione della nuova boutique Pasquale Bruni all'interno del prestigioso Wisma Atria Shopping Mall di Singapore. Madrina dell'evento - cui ha partecipato la famiglia Bruni - è stata la top model Alessandra Ambrosio.

che la modella ha indossato durante l'evento. I due opening sono solo il primo step di un progetto di potenziamento del canale retail. Infatti le due boutique hanno subito un restyling che interesserà presto anche lo storico negozio milanese di Via della Spiga. I colori sono quelli tradizionalmente rappresentativi della maison valenzana: oro giallo, bianco, rosso e nero, con l'obiettivo di puntare su una shopping experience che rispecchi perfettamente il carattere di Pasquale Bruni. Non mancherà il caratteristico fiore a cinque petali, simbolo dell'azienda e fonte di ispirazione per gli elementi cilindrici che racchiudono i gioielli e per i pannelli di vetro satinato presenti nelle vetrine esterne. English translation: see pag. 101 l'Orafo 2016

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BORN TO BE BRILLIANT

ITALIA DEL NORD

CENTRO ITALIA

SUD ITALIA

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English Text

Gothic fantasy in gold See Page 56 A refinedly discreet designer, a contemplative and a bit mysterious spirit, a restless globetrotter, Bernard Delettrez, a French citizen at home in Rome, prefers to let his strictly made in Italy precious creations speak for him, so they can tell his charming poetry, not free from gothic hues, but mainly pervaded by a surrealist visionary character, drawing from a Mediterranean sensorial sphere. «You either have or you don’t have a dark bent. It is part of yourself, and there is no cure. It is a different vision of the world», he explains, adding with a bitter final tone: «Italy, and more than Italy, Rome, conquered me with its beauty, its climate, the way of living of this city. Thirty years ago, there was a great added value in Italy that, little by little, is unfortunately disappearing. This country is daily destroyed by incompetents». Left the critical consciousness aside, he is mainly inspired by nature, suggesting him audacious and unique shapes, with skulls made of Indonesian recycled pink coral or Kenyan ebony, used to create gold rings that wrap the entire finger (a global must have he owns the “copyright” of), highly finished chains, fastened with keys and skeletons, crosses around the wrists, butterfly earrings or beetles hanging from sophisticated rope rings. Then stones that Delettrez is willing to find around the world provided that they manage to seduce him for their value and values (novelty, complexity, charm, beside price). His mother came from Morocco while his father was born in Paris and Bernard Delettrez grew up among the suggestions of tuareg culture and the refinements of the French taste. However, his soul was conquered by gems, above all emeralds he fell in love with when he was working in California as a young scriptwriter. After following thorough gemmological studies, he set up his business with a diamond-cutting factory starting to collaborate as a designer with leading brands. It was natural for him to pass from emeralds to other stones and so this French-Moroccan-Roman designer with a magnetic and enigmatic eye became one of the most original “talent-scout” of minerals for jewellery. In the mid eighties he was the first to use rock crystal, just to make an example. In the 90s Delettrez changed his course, selling his stores to step on a 32-metre yacht to start a journey around the world that was to last 10 years. Once back in Rome, he began to sell his specialties again to such leading brands as Maxfield in Los Angeles, Sylvie Saliba in Lebanon, Dover Street Market in London, Opening Ceremony in New York. He obviously extensively collaborated with his daughter Delfina, born from his relationship with Silvia Venturini Fendi, member of the famous Roman fashion maison, also an important jeweller designer. However, in 2010, Delettrez decided to devote himself exclusively to the creation of his own jewels, characterised by versatility and free spirit, for his loyal clients, with indisputable “elective affinities” (he likes exclaiming: «The woman buying my jewels has everything apart

mine!». However, he has not lost his wandering attitude that led him to go back and forth between Kenya (where he owns a beloved mansion), Tanzania, Zambia, Madagascar, always looking for wonderful and rare stones. The genius Karl Lagerfeld was right when looking at the sketches of his jewels in the backstage of a fashion show in Rome, warmly suggested him to pass to their realisation. Today Delettrez is mainly inspired by the sense of contemporaneity; from hence the unisex face of “Osvaldo” set on a parure in gold and enamels, with rings, bracelets, earrings and necklaces showing enamel eyes, noses and half closed lips. Then the spider web earrings with grey diamonds or rubies, the bronze set named “Crocodiles”, the spiral shape rings with dragonflies covered with gems in the “Bambu” line, but above all the skull-rings with pearls and corals (Delettrez owns a collection including 400 items). Delettrez’s imagery is mainly peopled by animal fascinations, with sinuous snakes, graceful butterflies, powerful reptiles, and other protagonists of a fancy and oneiric bestiary. Just think of the “Fashion Diviner” collection, expressing an unexpected romantic vein, balanced by a touch of “cubist” eccentricity translated into “hypnotic” details that exalt jewels. Irony, pervaded by self-irony, is the distinctive trait of this original cosmopolitan designer in love with life, movement, colours, that likes enjoying himself by creating unique items with a strong visual and value impact. Only a few weeks ago, Delettrez launched e-commerce on his official site www.bernarddelettrez.com and he reveals that he is planning the opening of different flagship stores in Europe. But what makes a jewel really unique, what makes a designer effectively original? «A unique jewel is an item approaching totally new themes, as anatomy, insects, skulls, although poor copies on the market should not be taken into consideration. Even though it is true that there are many designers in this field, the good ones are few. Those having a certain value are immediately copied. The next step for a designer is to influence a trend. And without being pretentious I am often told that, in this moment, I am the one who is influencing new trends».

lifelong values of made in italy See Page 58 According to Massimo Carraro, Ceo of Morellato Group, normality is no synonym for banality, but for example for the liveliness of Michelle Hunziker, new ambassador of the fashion jewellery brand that has been leading its sector for over 7 years. «Over these years the leading companies in the watch making industry have changed – Carraro comments – while in the production of fashion jewel, mainly made of silver and steel, we are still at the top. I am convinced that this is due to the values embodied by Morellato in terms of continuous innovation and ability to interpret the great Italian jewellery tradition in the world. We are also known for the daily wearability of our “jewel to live", intended as an ornament to wear at any time with any look.» This “minimised” vision of the precious l'Orafo 2016

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item has been a successful intuition by Massimo Carraro since the early nineties, when he took over the Group, along with his brother Marco, in a period full of uncertainties for the sector, the first of a series that has repeatedly hit the luxury markets over the last twenty years. By observing the women around him, first of all his wife that has always been very active both in the family life and in her job, he managed to understand that the time for jewels locked in a safe, to be worn in important occasions, was coming to an end, along with the patriarchal social model. «In those years – Carraro continues – the outline of an economically autonomous and independent woman, protagonist not only within her family domain, but also in the professional field, was being drawn. They started speaking about female selfpurchase and Morellato approached this phenomenon offering less demanding collections than in the past, more dynamic and assimilable to fashion trends, able to valorise such raw materials as silver and steel that, until then, had been considered second-class ones. At the same time, a chain of jewels that were affordable, that proved to be very innovative and attractive for a younger public, was created: Bluespirit, a company then taken over by our group and brought to a success that is still continuing today». The choice of Michelle Hunziker that has also designed with Morellato her personal line dedicated to her three daughters, seems to focus the strength of the brand not only on the multifaceted contemporary femininity (Michelle is a very fresh and witty actress, model, singer and TV presenter), but also on such values as maternity and sobriety in private life. «In fact these values reflect a culture based on quality that is part of Italian lifestyle and tradition. Such values are recognised abroad, mainly in Europe, in the Middle East and in the Asia Pacific area. At Morellato we overcame the crisis of consumptions without lowering prices, though increasing both the levels of products and image. Hunziker is not any starlet only relying on a beautiful face and body, but a competent woman and a committed mother. The perfect interpreter of a collection of jewels characterised by and excellent manufacture, choosing the preciousness of silver and offering a refined design.» However, she seems a less international ambassador than other previous ambassadors of the brand... «Michelle has a great success in Northern Europe, given her Swiss-German origin and she is also perfectly coherent with the brand. We wanted to go beyond the seductive stereotype characterising many advertising campaign in the jewellery sector, we were looking for a multifaceted modern woman. Michelle is always smiling and positive, communicating joy and enthusiasm». Does this choice also aim at differentiate the brand from the world of custom jewels? «It is definitely so, we have interpreted the real jewel in an innovative way. Other players in this sector that have followed the fashion trend neglecting the quality content, have soon disappeared.» Morellato Group that, in this first half of 2016 has reached +9% than 2015 and an annual revenue forecast of 176 millions, stands out for the capillarity and agility of its distribution model, though novelties are expected also in this field, thanks to the strengthening of e-commerce and the integration between physical and virtual store. «We are going to exploit the strong points of both: the comfort of the web choice and the possibility to try on or change the product in the store. We strongly believe in this project in particular for the watch sector (Morellato Group also includes such brands as Sector


English Text No Limits, Philip Watch, Chronostar and Lucien Rochat, recently relaunched, besides world-licencing brands as Furla, Just Cavalli, Maserati, Pepe Jeans London and Trussardi), but there is room for the average range jewel. As customers want to try the jewel on, up to now the on line purchase has not proved successful. However, the organisation of the return or change service has highly developed and the synergy with the physical store fills the gap, if any: if we think well, the problem linked to the size or to the question:” does it suit me?", also involved shoes that, however, are today the top performer in the e-commerce, without even relying on the support of the physical store.» With these expectations we may well think that the Morellato Group, one of the few all-Italian companies, will soon be the target of some big foreign group: how do you consider the acquisition of Italian heritage by foreign financial corporations? «International alliances are not to be seen as a threat. What matters is that the possibility to express Italian values is maintained: there are examples of companies established in Italy and then acquired by big luxury groups that maintain and gradually increase their success. We must not be prejudiced, but able to valorise our tradition.»

antique oriental paths of gold See Page 61 Only a few people know how to live together with their second soul, their dream alter ego, without feeling knocked off their balance, indeed finding a happy balance with their own shadow, and Colette Ghysels is one of them. A nomadic spirit, who grew up dreaming of the places which her Belgian father and Armenian mother told her fascinating tales about, Colette managed both to travel like a pioneer for months and months in unexplored places, and to build the most traditional of family lives: a marriage, three children, five grand-children and never biting off more than she could chew, never sacrificing the quality of life for a dream or an object. «People, especially those we love, come before any other desire», says madame Colette. However, she had the good luck of meeting – somewhere between Africa and Europe – her future husband, Jean-Pierre Ghysels, a sculptor by profession and a traveller by vocation. Married in 1959 in Kathmandu, which they had reached driving a Deux Cheveaux, by an American Jesuit they met there, the Ghysels together visited the whole Orient, guided by their love for discovery and passion for jewellery. In fact, Colette, also thanks to the competence of her husband who, before becoming a sculptor, had studied as a goldsmith, put together one of the world's richest collections of ethnic jewellery, a significant part of which is on show until February 26 at the Baur Foundation in Geneva. Accompanied by a volume published by Five Continents Editions

and entitled Bijoux D’Orients Lointains – Au fil de l’or, Au fil de l’eau which uses images and texts to describe the golden thread of enchanting jewels which connects by sea the Oriental countries, from Arabia to insular Asia. In this exhibition, the traditional jewels of those countries, taken from private collections including the Ghysels', tell a map of voyages and trade dating far back in time. «Texts going back to before the Christian era – explains Monique Crick, Oriental Art historian and director of the Fondation Baur – are witnesses to trade relations extending, by sea, from the West to India, South-East Asia and China. Archaeological research has confirmed and expanded our knowledge of this exchange, which took place long before Europeans burst onto the stage. Already in those days gold, the only metal not to rust, ductile and malleable, was one of the most precious and sought after trading items». This is why the golden route followed in this show is as fascinating as the legendary Silk Road: splendid gold items of past centuries collected by Colette Ghysels allow us to discover the highly refined craftsmanship and culture of ornament of peoples and cultures very far from the West, both in symbolic references and manner of use. Seeing these unique items live, precious in terms of materials but especially of their biography, is well worth a trip to Geneva, but if one cannot take the trip, the volume by Five Continents will make up for the lost experience. Interview with Colette Ghysels Colette Ghysels does nothing to hide the fact that she holds no artistic academic degrees, nor has any special aptitude for design, «however, l'Orafo 2016

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it is rather strange – she says – that most of my friends when I was 18 or a little older were students at La Cambre, one of Belgium's best art schools». What affinity held you together as a couple from the start, especially in the passion for jewellery? «My husband and I didn't only collect Oriental jewellery; we also collected traditional jewellery from the four non-European continents, not to mention Scottish Victorian jewellery. When we met, my husband immediately shared the attraction I felt for those ornaments, and without having the least idea of building a collection, we started to purchase what we both liked and could pay for. We also got married in Kathmandu in 1959, when it was still an unknown place and before the hippy movement discovered Nepal in the late 1960s. When we married, we could still purchase wonderful items at the same price as mediocre jewels». How many years and how many trips did it take to put together your collection? «It took over 55 years of travel both abroad and around Europe: as soon as we could, we set out on our adventure, first just my husband and I, then the whole family. Our children grew together with our collection». How did or does a purchase take place? In five minutes or after careful reflection? «We look at everything we are offered, until we fall in love with a piece. If this magic moment does not take place, we move on. If we do fall in love, then we examine the conditions of the item and see whether the price asked for is the right one. At this point, the only question is, can we afford it? Today we have to be very careful, because professional forgers have become


extremely good!». Which items did you wear in the past and still wear today? «I have always and only worn and still wear traditional Oriental jewels or else contemporary designer jewellery creations, which in certain cases I consider to be true works of art. I especially admire Giampaolo Babetto and Giorgio Vigna». Which would you point to as the most precious items? «It is very hard to say which of my “children” I love most, but I generally prefer those from the Golden Triangle or by Chinese minorities. They were made a thousand years ago, but could easily find a place in the collections of a contemporary artist! In any case, generally speaking, my husband and I are crazy about very simple items, especially Himalayan, Nepalese, Tibetan. We also feel conquered by the magnificence of Central or Southern Asian jewellery, without forgetting that of Amazonia or the mighty African ornaments». Have you ever stopped to look at a shop window in Place Vendôme? «I have certainly often admired the shop windows of famous jewellers, and I have dear friends who work in this field. However, I have never fallen in love with a gala evening item, it's a kind of jewellery I appreciate but which awakens no feeling or desire in me. Traditional ethnic jewellery is far more than a simple decorative item, because it tells us about the person, man or woman, who wore it ». Is something still missing or do you feel your collection is complete? «Of course something is missing, it can never be complete, and it is this that makes it so interesting!»

Analisys: italian jewelry trade See Page 83 As it is known, the downsizing of the production system in the jewellery sector started prior to 11 September 2001, before, then, the economic crisis that hit half of the world. An organisation review had been urged for years – unsuccessfully - even by trade organizations. The surplus of production capacity lead to gradual selections: some goldsmith companies, relying on traditional products and management techniques, had to leave space to innovative units that proved to be more dynamic in their choice of new products, mainly those with a greater added value, and in intercepting the changes in the consumers' taste and in the needs of the final distribution systems; others merged or were acquired. In the first decade of the new century, from 2001 to 2011, we saw a true “screening” of production units; of those, more specifically, that had long proved to be incapable of adapting

to the changes in the reference context, basically due to the lacking of financial resources and of updated and modern professionalisms. According to Istat surveys, the number of companies decreased by over a third (from 10,375 to 6,850). The drop in the number of workers is even more substantial (-43%, from 49,368 to 28,045). These movements led to a reduction in the average size (from 4.8 to 4.1 employees): a decrease that would seem to contradict the reorganisation (though partial) of the production system. Actually, the tendency of some major companies to break down the production phases into independent production units emerged. Therefore, they are companies characterised by more limited sizes, though highly specialised in new products and quality components that established a network within the district supply chain. In brief, the big company reorganised "creating a group" at the core of a system it itself established, a system also supported by mergers and acquisitions. In those cases registration of company names of enterprises no longer autonomously active can coexist with brands. In other words, the real number of companies is lower than the official one included in the Istat statistic archive. However, the reduction in the average sizes, present in other departments of Made in Italy, reflects a wide phenomenon that impacted (especially after the introduction of the European single currency, that is, after it was no longer possible to depreciate the lira to boost the competition of Italian products) on those domestic companies with a low productivity and/or a high cost of the unit labour. Even more recently (in the three-year period 2012-2014) the downsizing trend of the production system has continued, even though at a slower pace. At the end of 2014 we estimate that the number of operational companies (excluding those supplying components and detached parts belonging to different Ateco categories) reduced to about 6,400 (from 6,850 after the Istat survey 2011 and from 10,375, resulting after the 2001 survey). As for the employees, they are estimated around 26,000 (from 28,045 and 49,368 respectively. The average number of employees for each company is now becoming stable at 4.1 (from 4.8 in 2001). A figure among the lowest calculated in the various Italian sectors. Beside important exceptions, the employees decreased both in the bigger companies and in the smaller ones, not considering the companies with a single worker, the so called self-employed professionals. The downsizing in the number of employees can be considered as an efficient business lever to reach a greater productivity: however, assuming that competition is exclusively on the sale price and not on a wider set of factors, including technologies and services built-in in the product, as the speed and the punctuality in the delivery of goods. The empirical evidence highlighted as the efficiency of this business policy is remarkable in the short run. However, it gradually loses its power when continued in the average-long run with a negative impact for the whole company. The structural issues concerning the production l'Orafo 2016

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system are often matched by the lacking of professional training in the broadest sense - from the realisation of models by master artisans to the company management – with a negative impact on productivity and therefore on the company revenues. The more limited field of the joint-stock companies (SpA and Srl) is the central core of the production system of Italian jewellery industry. However, also here areas of structural instability emerge. A proper and rigorous analysis is not easy due to the well known anomalies that can not be explained emerging from the aggregated data of the financial statements of companies. For this reason, we will confine ourselves to general remarks. Approximate estimates indicate for 2014 1,700 joint-stock goldsmith companies (but some of them are experiencing some difficulties or are currently being liquidated). This figure roughly represents a quarter of the sector structure. In terms of revenues (in other words the total turnover) the companies with more than two million euros were around a third of the total. The other two thirds had written in the balance turnovers lower than two million euros (they obviously included the values of precious raw materials). In order to relaunch the jewellery industry we also require the strengthening of property and the widening of the production/distribution system, with subsequent investments. Economists found a biunivocal link between investments/innovation/research and the economic performance of the company management. The poor use of the capital market and the limited operational adoption of digital networks where traits common to nearly all smaller companies, showing a counter trend when compared to the main world competitors, so that in the recent international ranks of turnovers for "brands", Made in Italy is included only at the middle-low positions. A new rise can occur with a deep entrepreneurial reshaping, abandoning the traditional productions and the outdated business models. Even today we are successfully realising innovations concerning products, processes (3D, among the others) of management organisation. In some product segments, innovative companies can consolidate their respective leaderships. In the meantime, new productions and new niches emerge, supply chains are put back together, the liveliness of creative and quality small businesses is developed; new territorial specialisations establish themselves. As already pointed out, new drives in this direction are expected in order to guarantee a consistent recovery in productivity: sure investments are needed to implement new businesses with a high added value that are unexpressed sources of growth. The growth in size alone is certainly not enough to solve the structural issues evidenced by the sector; however, it is true that where other value factors are present, the size is undoubtedly the fixed course to cope with the change. In fact, some family-run companies are obliged – almost always – to operate with short term vision due to the lacking or however the


English Text difficulty of a strong generation succession. In order to ensure the continuity of these companies, the owner must timely appoint, irrespective of family bonds, a management able to carry out the agreed and long term programs so as to avoid that others impose new goals and new management routes. As far as the productivity growth of company (and of the sector as a whole) is concerned, it has been circulating for years the already quoted need for further amounts of investments in the indispensable innovation of products and production processes, in the modernisation of distribution, as well as in new professional roles. It is not a therapeutic obstinacy for companies exhausted by the change, but necessary treatments for enterprises willing to win back, at least partially, the market shares they have lost over the last few years and the revenues given up to distribution. The localisation of the jewellery production system has an evident territorial characterisation in the well known industrial districts that, to simplify, are identified in the province where companies operate. In the five most significative districts less than half of goldsmith companies operate and nearly two thirds of employees work. Therefore the biggest companies operate: the average number of employee is equal to 5.8 compared to 2.7 of non district companies. The thickening of the goldsmith production systems in the industry supply chains implied, as it is known, a similar concentration of sales on foreign markets. We here report a brief summary of territorial localisation of goldsmith companies with quantitative estimates for 2014 relative to a number of enterprises, personnel and average size: the respective data relative to 2001 are reported in brackets. The goldsmith district of Arezzo evidences the greater number of both companies and employees. 877 companies are estimated for 2014, equal to 13.7% of the whole sector. The employees are 5,700, equal to 21.9% of the total. The average company size is 6.5 employees, then greater to the national one (4.1), though lower than the one of the Vicenza district (in 2011 the Arezzo district included 1,656 companies; 11,660 employees; average size: 7 employees). Vicenza with 488 companies and 3,700 employees (equal to 7.6% and 14.2% of their respective total values) represents the group of companies with the widest average consistency of employees in the sector: 7.6 employees per company (in 2001: 1,102 companies; 11,606 employees; average size 10.5). In the new global market, the Vicenza goldsmith district can rely on distinctive strong points: the quality of products, an efficient and flexible business organization, the excellent preparation of its labour force. Hence, a success obtained also with the contribution of local institutions that supported and stimulated the development of the sector. Valenza Po. The first certified document of the presence of the goldsmith activity in this district dates back to the early years of the nineteenth century. The consolidation phase

is more recent, in the years sixties-seventies. At the end of 2014, 683 companies with 4,371 employees were estimated, equal to an average size of 6.4 people (in 2001: 1.428 companies; 8.665 employees; average size 6.1). Unlike the already examined districts, in the intersurvey decade 1991-2001 Valenza had already started that downsizing process (-5%) of companies, mainly the smallest ones, and, at the same time, had increased the jobs (+13%), particularly in the biggest enterprises. The production type of Valenza is known to be characterised by high quality with brands of important local manufacturers and of international established jewellers and fashion designers that entrusted the companies from Valenza with the manufacturing of their models. Moreover, working on licence, as it happens in other sectors of Made in Italy, has high rates of gains and it is less risky than the traditional sub supply, as it is almost always regulated by multiannual agreements. The jewellery department of Milan consists of 440 companies, employing 1,646 people: the average company size is therefore equal to 3.7 employees. Even within this cluster a reduction of operation units is being carried out, complemented by a consequential drop in the number of employees (in 2001: 573 companies; 2.161 employees; average size 3.8). The goldsmith pole in Lombardia has all the features of a production supply chain. This production core is surrounded, as in other districts, by metal banks, operators for foreign activities, suppliers of auxiliary services, as well as organizations for the valorisation of production. At the end of 2014 the district of Naples included 290 companies and 696 employees. Naples represents the most limited size (2.4 employees) when compared to the other districts taken into consideration (in 2001: 424 companies; 1.132 employees; average size 2.7). As it is known, the Neapolitan district has had the monopoly of the working of cameos and corals for over three centuries, in particular at Torre del Greco. As for high quality coral jewels, more than four fifth of the manufacturing is sent abroad, mainly to the United States and Japan. It seems worth remembering that the meaning and the importance of such districts have changed over time from sector to industrial sector, including the goldsmith one. As it is known, the digital innovation has increased the speed of production processes making the offering of new products easy. At the same time, the fact that the gap between operation units and the time for data transmission has been nearly cleared, has reduced the importance of the advantages linked to the territorial proximity that were at the basis of the creation and development of Made in Italy districts. Hence the trend to the re-localization of production systems. Confindustria has once again explained itself on the need to carry out a structural revision of the production system of Italian industry. The recent reports written by President Vincenzo Boccia list some unavoidable modernisations, l'Orafo 2016

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also supported by Minister Carlo Calenda, which well reflect also the needs of the goldsmith sector. In a globalised world «the small size is not good per se, but it is only a phase in the life of an enterprise. We are born small to become big... Growing is a qualitative process, never exclusively a quantitative one. Globalisation and the new technologies drive the innovation of both products and production processes, the working organisation and the way to be on the market. ... All this has a critical importance to increase the price per value: Italian products are characterised by an extraordinary content in terms of value that must be reflected in the price». «The enterprise – Confindustria underlines - needs to maintain levels of excellence in every business function without being overcome by the fear of loosing the management control».

diamond gossip

See Page 95 Diamond gossips: did you know that... That Queen Elizabeth, poor woman, may have to deprive herself of her beloved Mountain of Light (that is the meaning of the famous diamond Koh-i-Noor), which has sat in the place of honour on the Queen Mother’s Crown – one of the finest pieces of the British Crown Jewels – since 1911, and which should have legitimately belonged to the late Queen Victoria since 1850? It should have, I say, because Lahore lawyer Jawaid Iqbal Jafree has quite a different opinion. This lawyer, who works in the higher courts of Pakistan, has filed his eighthundredth (!) petition – in half a century – with the Lahore court, claiming that the British should return what he believes was not a partial compensation for the military expenses incurred by the British Empire during the Sikh Wars in the mid nineteenth century, after the conquest and annexation of the Punjab, but rather the result of an actual, unlawful robbery at the hands of the said Empire through the long arm of an overzealous East India Company. I’m really curious to see how this will end. I think they should let him get to his thousandth petition, just to round it off. As matters stand, and if we do the math, it will take him another 13 years, and by then who can say how the whole thing will end and what will become of that unshakeable, stubborn lawyer? That the Australian Argyle mine is the world’s only source of violet hydrogen-rich diamonds and that, during its 32 years of operation, it has produced only 12 carats of polished diamonds, and that a rare 2.83-carat oval diamond, with the colour grade of Fancy Deep Greyish Bluish Violet, was cut from a 9.17-carat rough gem (of its own making) and will be included in



English Text the upcoming Argyle 2016 diamond tender? Multinational mining company Rio Tinto and Australian master cutter Richard How Kim Kam happily made the announcement. That the mythical mother of modern diamond history, the South-African Kimberley (blessed be that location), gave birth to an impossibly rare baby, the “Unique Pink”, an exceptionally pure, pear-shaped 15.38-carat Pink Vivid diamond, sold in Geneva at Sotheby’s in May, for 28 million dollars? So, for example, the highest ever auction price for a pink diamond far was – five years ago – $ 46.2 million for the "Graaf Pink", worth just a couple of million less ($ 48.5 mil) than the 12.03-carat "Blue Moon", sold (in dollars) to Hong Kong multimillionaire Joseph Lau in early 2016. That was an all-time record price for a diamond, in terms of price per carat. In terms of "unit price", though, the 14.62-carat Oppenheimer Blue was sold last May at Christie's for a staggering $ 57.5 million. And did you know that the other mythical mother of modern diamond history, the Cullinan mine in South Africa, churned out another 122.52-carat blue rock in 2014, from which 4 exceptional pieces were obtained, including the largest Intense Blue diamond ever auctioned (so far), that is the 24.18-carat Cullinan Dream? And it’s quite bizarre – is not it? – to have so many big, beautiful and rare diamonds. Perhaps such a conjunction of discoveries has something to do with cyclical appearances, just like Halley's Comet? So when will the next salva of diamond beauty? And did you know that Angola is reaching some remarkable numbers, with its 336-carat and 404-carat pieces (the latter, a D and type IIa, the second largest stone ever found there) and another 60 huge rocks, as well as with its 300,000 (three hundred thousand!) migrating miners involved in illegal mining activities? It may sound like an impertinent question, but what do those three-hundred thousand illegal miners do there, with the rocks they dig out? Do these stones circulate in Angola as a bargaining chip, or take other routes? And what about the Kimberley Process? And did you know that there’s another mystery about that equally mysterious treatment of the colour of diamond, “capable of altering it temporarily, improving it up to three degrees, and disappearing after some time, bringing the rock back to its original state and then vanishing and leaving no trace at all”? Don’t you remember? Buffalmacco discussed it with Calandrino in an article published on “L’Orafo Italiano” last autumn. Have you ever heard about it? Never. Weird, isn’t it? The fact is that two of the four Israeli companies that were pointed at as the villain this time, sued – before the Supreme Court and then the Federal Court of New York – both the GIA and the Rapaport Corporation, with a flurry of accusations, including defamation and misrepresentation. Rapaport doesn’t bat an eyelid. And the GIA? They say they will “mount a vigorous defense”. And that in 252 of the 500 rocks affected by the “misdemeanour”, which were reanalysed, 24%

showed no colour change whatsoever, 40% lost one degree of colour, 29% lost two degrees, and the remaining 7% lost three degrees. As for the nature of the treatment and identification methods, water in the mouth. And what should we tell our customers, what can we do? Should we act like the three wise monkeys? And did you know that, in the field of synthetic diamonds, some really unbelievable things are happening? But to talk about that, we would need another article... the next one!

precious shops with an heritage See Page 97 Di Prima Di Prima Gioielli Group was born in 1979 with the name of “Center” in the small town of Sommatino, with some six thousand inhabitants, a few kilometres from Caltanissetta in Sicily. The shop, opened by Pietro Di Prima and his wife Maria, who will be supported later by their children Antonio and Finella, was dedicated at first to the sale of silverware and gift items, but in 1987 it also opened up, under the name of “Gioiel Center”, to the world of jewellery. In the mid-Nineties, Antonio obtained a degree as Gemmologist at the Gemmological Institute of America: so they decided to open a laboratory in Sommatino for repairing and creating jewels, animated by master goldsmiths coming from Valenza, as well as by the second generation of the Di Prima family. As the laboratory continued to expand, in 1997 the Di Prima family opened a shop in Caltanissetta in the central Corso Vittorio Emanuele, followed by a boutique in the very centre of Canicattì and the restoration of a three-floor building in Sommatino to enlarge the show rooms and production areas. Today, Di Prima Gioielli opens up to the future with its e-commerce and its four registered brands (Di Prima Gioielli, Dgì Preziosi, I gioielli Della Corona and Italiana Gioielli), without forgetting its own history: its boutiques continue to attract a vast customer base which knows that in the Di Prima shops, it can find not only craft made jewels, but also the creations of such important brands as Salvini, Mikimoto, Recarlo, Polello, Unoaerre, Rosato, Crieri, Longines, Maurice Lacroix, Paul Picot. Stroili The record escalation in opening Stroili shops goes on. The company, recently purchased by the French group Thom Europe, holding of Histoire d'Or, the first jewellery retailer in France, has in fact announced a huge retail plan for Italy. The most recent inauguration took place last summer in the heart of Siena, in via Banchi di Sopra 55-57, in the Contrada del Drago quarter. Like for all other Stroili stores, the design is essential and sophisticated. The store covers a surface of one hundred square l'Orafo 2016

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metres, with colours ranging from the loaded violet of the ceiling and furniture to the more delicate light dusty pink of the show cases. Lighting brings out features and details of the jewellery on show thanks to elegant designer lamps which have been carefully positioned. This is the 376th opening by Stroili Oro in our country, but it will not be the last one this year. The company has announced some twenty new openings before the end of 2016 in the whole country – mostly in shopping malls – and expects a 5-10% income increase. Damiani On the market for over 90 years, maison Damiani is the only Italian firm to have won, during its history, no less than 18 Diamond International Awards, the International Oscar of diamond jewellery, and starting today, it is also the only brand from our country to have opened a prestigious point of sale in the legendary Place Vendôme, the symbolic location for high range jewellery and international luxury items. The new Damiani boutique is where the historic Hotel Evreux used to stand, in a privileged position, next to the Hotel Ritz, «in one of the most visible positions in the whole square», as Group Chairman Guido Damiani points out. Inside the jewellery shop, which covers two floors connected to each other by a highly architectural stairway, everything speaks of tradition, exclusivity, refinement. The space is welcoming and carefully designed, featuring a discreet luxury emphasised by the neutral tones of fittings and curtains, which range from dove-grey to brown and highlight the shine of jewels and precious stones. Private side rooms, show cases and sales posts alternate among suffused lighting and carefully studied colours, accompanying the visitor on a privileged tour of one of the most famous maisons in the world. Pasquale Bruni The summer months have been rich in events for the jewellery maison Pasquale Bruni, which has inaugurated two new boutiques, one in Sardinia and the other in Singapore. The former opening has enriched the heart of luxury shopping at Porto Cervo, while the latter was celebrated inside Singapore's prestigious Wisma Atria Shopping Mall located in Orchard Road. For the latter, the company chose the fascinating top model Alessandra Ambrosio as sponsor for the inauguration ceremony, choosing for her the jewels of the Giardini Segreti collection, the Ghirlanda collection and the Atelier collection which the model wore during the event. The two openings were only the first step in a project for boosting the company's retail channel. In fact, the two boutiques underwent a restyling which will soon also involve the historic Milan shop in Via della Spiga. The colours are those which traditionally represent the Valenza maison: yellow gold, white, red and black, betting on a shopping experience which perfectly mirrors the character of Pasquale Bruni. There will of course be the characteristic five petal flower, symbol of the company and source of inspiration for the cylindrical elements which house the jewels and for the polished glass panels in the outside show windows.




Brands In This Issue

5 CONTINENTS EDITIONS

61-65

GIORGIO VISCONTI

43

88

POMELLATO

96

AMEN

34

GIOVANNI RASPINI

AMIN LUXURY

90

GOLD ART

44

PONTE VECCHIO GIOIELLI

43

ANITA KO

89

GOVONI FABIO

31

PRANDA GROUP

92

ANNAMARIA CAMMILLI

29

GRAZIELLA

30, 86

PRESTIGE

44

ANNIE FENSTERSTOCK

89

HOMI

REBECCA

94

ANTONINI

24

HONG KONG JEWELLERY & GEM FAIR 92

RIVIÈRE

89

AONIE 90

IMOGEN BELFIELD

89

ROBERTO COIN

39

ARTLINEA

ITITOLI

33

ROBERTO DEMEGLIO

92, 96

22, 39

46, 74

POLLY WALES

93

ASSOCIAZIONE ORAFA VALENZANA 90

JEWELLERY & WATCH BIRMINGHAM 94

ROSATO

34, 91

BIBIGì

92

KAVANT & SHARART

88

RUE DES MILLE

36, 93

72, 77

KUWAYAMA

89

RV

40

LE BEBÉ

31

SALVINI

40

BUCCELLATI 39

LE CAROSE

94

SECTOR

60

CARTIER

48, 67-69

LUCIEN ROCHAT

20

SELIM MOUZANNAR

88

CHANEL

51, 53

MARCO BICEGO

45

SHARRA PAGANO

93

BOUCHERON BREGUET

20

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32

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22

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45

STELLA

35

CONFINDUSTRIA ALESSANDRIA

90

MORAGLIONE

94

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88

CRIVELLI

43

MORELLATO

DAMIANI

48, 90, 97, 99

58-60, 81

STROILI

35, 81, 97, 98

NANCY NEWBERG

89

SWAROVSKI

81

DE GRISOGONO

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NANIS

41

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DE LIGUORO

24

NERI ROMUALDO

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41

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