l'Orafo Italiano 12 2014

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€ 5,00

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

L’ORAFO ITALIANO 12 2014

ANNO LXVIII DICEMBRE 2014

€ 5,00

Close up

Chandelier earrings and silver rings

Research

Geography of the new luxury

Interviews with the major dealers

Dubai


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Gioielleria Orfelis / Ginevra

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Point of view di Ilaria

Danieli Collier in oro bianco con diamanti e zaffiri blu. Collezione Extremely Piaget. n Necklace in white gold set with diamonds and blue sapphires. Extremely Piaget collection.

U

n diamante di straordinaria qualità e purezza ha monopolizzato le cronache preziose delle ultime settimane: offerto all’asta da Sotheby’s, è stato acquistato da un collezionista cinese per 32,6 milioni di dollari dopo una trattativa che ha moltiplicato la stima iniziale. Ciò suggerisce che il ben fatto da madre natura, la qualità intrinseca, è sempre il primo valore garantito nel tempo. Ma anche il ben fatto dall’uomo conserva il suo valore, altrimenti non si spiegherebbe l’appeal del Made in Italy nel mondo e soprattutto nei mercato emergenti, che ormai avrebbero la possibilità di produrre da sè i beni di lusso anche perché possiedono la gran parte delle materie prime. Lo dimostrano anche i commenti dei wholesaler che abbiamo intervistato a Dubai e hanno insistito sul fatto che il prodotto italiano ha mercato, ha futuro, sebbene se unbranded: basta che la qualità di lavorazione e di servizio sia alta e garantita. D’altra parte, sul fronte mainstream, sembra che il mondo della comunicazione e della distribuzione insegua l’apparenza e non il valore, promuovendo il bijou molto decorativo ma di materiali alternativi piuttosto che autentici e preziosi: non c’è stilista che non mandi in passerella la sua collezione di costume jewellery, non c’è concept store o sito di fashion e-commerce che non venda i brilli falsi ma attraenti dei nuovi talentuosi bijoutier. Come negli anni ’40 del conflitto mondiale, in mancanza di denaro e di materie prime preziose le donne non rinunciano a ingioiellarsi e comprano bijoux; la crisi degli ultimi tempi porta alle medesime conseguenze. Non c’è niente di sbagliato in tutto ciò, anche se sembra schizofrenico. Il mercato è vario e biforcuto, alto e basso, e non ci lanciamo in previsioni: la conclusione che traiamo dall’osservazione dei fatti è solo l’invito a fare bene il proprio lavoro. Anche noi cerchiamo di farlo: il nostro mestiere è l’Orafo Italiano, una rivista che dal 1946 rappresenta e promuove l’oreficeria e la gioielleria italiana nel mondo, informando su tutto ciò che succede nel settore, presentando le collezioni nella loro veste migliore, approfondendo argomenti tecnici e culturali. Cerchiamo anzi di farlo sempre meglio, ed è per questo che a gennaio avvieremo alcune novità: un nuovo formato più grande, una nuova copertina, una più allargata distribuzione strategica a Dubai e nelle Vip lounge di Malpensa e Linate oltre che nei migliori hotel milanesi. Azioni concrete, per aumentare la visibilità, i contenuti e l’interesse della testata. l'Orafo 2014

■ An extraordinary diamond has dominated the news of recent weeks in the field of jewellery: auctioned by Sotheby’s, it was bought by a rich Chinese for $ 32.6 million, increasing a lot the initial price. This suggests that Mother Nature’s beautifully-made creation keeps holding its intrinsic value over time. But man’s beautifully-made creations also retain some value, otherwise we wouldn’t be able to explain the success of Italian-made products around the world – especially in emerging countries, which could now manufacture luxury goods on site if they wanted to, not least because most of the raw materials are there. This is demonstrated by the comments of the wholesalers we interviewed in Dubai, who insisted that Italian products have a market and a future - even if unbranded - as long as they come with high workmanship and customer service. On the other hand, on the mainstream front, it seems that the world of communication and distribution focuses on the appearance of accessories and not so much on their value, promoting highly decorative costume jewellery made from alternative materials rather than real gems: there is no designer who doesn’t showcase their own costume jewellery collections on the runway, there is no concept store or fashion e-commerce website that doesn’t sell the fake yet beautiful shiny rocks of new talented bijoutiers. As in the 40s, when because of the war people were short of money and valuable raw materials, women never give up putting on jewellery and buy custom jewellery instead of authentic ones; the crisis of recent times is leading to the same consequences. There is nothing wrong with all this, even if it seems slightly schizophrenic. The market is diverse and multifaceted, high and low, and we won’t dare to make predictions: the conclusion we draw from observing current event is nothing but an invitation to do one’s job well. We are trying to do so too: our job is l’Orafo Italiano, a magazine that has represented and promoted Italian gold and jewellery around the world since 1946, reporting on everything that’s going on in the field, presenting collections in their best attire, exploring technical and cultural topics. We are trying to do it better and better, and that's why we will introduce a few innovations in January: a new larger size, a new cover, a broader strategic distribution in Dubai and in the Vip lounges of Malpensa and Linate, as well as in the best hotels in Milan. Concrete actions to increase our magazine’s visibility, content and appeal.

4

dicembre


INFO: +39 055 215042


On the cover

Boccadamo racconta Aida, una melodia di cristalli Una delle più belle storie d’amore della lirica raccontata attraverso lo stile Boccadamo. La nuova collezione Aida è un tributo alla celebre principessa etiope protagonista dell’opera di Giuseppe Verdi, uno spirito nobile votato al servizio del proprio Paese, un cuore romantico e colmo di passione. Come la partitura delle indimenticabili arie verdiane, ecco che la materia prende voce attraverso il lavoro sartoriale degli artigiani Boccadamo. Nasce così Aida, una delle ultime creazioni della maison italiana: una cascata di cristalli Swarovski scintilla come il canto dell'eroina mentre il bronzo placcato oro rosa si intreccia con un delicato lamè in tessuto per disegnare la trama di una storia che si dipana tra la durezza della guerra e la fragilità dei sentimenti. Boccadamo lancia una collezione caratterizzata da intrecci artigianali e dettagli da red carpet per vestire le donne contemporanee con un monile importante, all’altezza di una vera regina. La collezione Aida si articola in sei differenti parure dall’eleganza moderna che reinterpretano le composizioni dei monili nord africani: collane, bracciali ed orecchini rendono omaggio allo spirito dell'opera verdiana.


Boccadamo tells Aida, a melody of crystals One of the most beautiful love stories is now being told through Boccadamo’s style. The new Aida collection is a tribute to the famous Ethiopian princess, the heroine of Giuseppe Verdi’s opera, a noble spirit devoted to serving her country, with a romantic, passionate heart. As the scores of Verdi’s unforgettable arias, material takes shape through the tailored lines created by Boccadamo craftsmen. The result is Aida, one of the latest creations of the Italian house: a cascade of Swarovski crystals adds sparkle to the woman’s voice, while pink gold-plated bronze is intertwined with delicate lamé fabric to draw the thick plot of a story that unfolds between a harsh war and fragile feelings. Boccadamo launches a collection characterised by hand-made interlaced patterns and red carpet details to dress contemporary women with outstanding ornaments, to look like true queens. Aida encloses six modern, elegant sets which reinterpret the composition of North African jewellery to offer necklaces, bracelets and earrings that pay tribute to the spirit of Verdi’s famous Opera.




Scienza

TECN

Organizzazione


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Trattamento • Recupero • Affinazione • Metalli preziosi e pregiati • Sali galvanici

Chimet S.p.A. Sede: Badia al Pino (Arezzo) Via dei Laghi 31/33 tel. +39 0575 4151 - fax +39 0575 410214 www.chimet.com admin@chimet.com Filiale di Vicenza Viale Anconetta 49 C/B tel. +39 0444 303345 - fax +39 0444 511369


Martedì 12 agosto 2014

TCA S.p.A. è orgogliosa di annunciare che è stata ufficialmente inserita nella Gold Good Delivery List della London Bullion Market Association - LBMA. TCA ha soddisfatto i requisiti LBMA grazie alla storia, proprietà, capacità produttiva e solidità finanziaria, superando brillantemente gli accurati test della LBMA che prevedono l’esame e il saggio dei lingotti d’oro e la verifica delle capacità di saggio di TCA da parte di giudici indipendenti. TCA nasce nel 1977 ad Arezzo, cuore pulsante del distretto orafo-argentiero italiano. Dall’iniziale specializzazione nel trattamento e recupero di oro e argento da scarti di lavorazione, TCA cresce e si evolve fino ad allargare le proprie competenze anche nel recupero di platino, palladio e rodio, rivolgendosi a tutti quei settori che necessitano del recupero di metalli preziosi. L’intero processo, dalla raffinazione fino alla produzione di metallo prezioso in barre, viene realizzato all’interno dello stabilimento di Arezzo, dove è situata la sede principale. L’azienda vanta importanti relazioni commerciali con i più grossi player italiani ed internazionali nell’ambito dell’attività di refining e trading di metalli preziosi.

The London Good Delivery List of Acceptable Refiners of gold and silver is maintained by the LBMA, by whom it is copyrighted. It lists those refineries whose gold and silver bars have been found, when originally tested, to meet the required standard for acceptability in the London bullion market. The List now includes 73 gold and 80 silver refiners. The LBMA is the international trade association that represents the wholesale over-the-counter market for gold and silver bullion. The LBMA undertakes many activities on behalf of its members, including the setting of good delivery and refining standards, the organisation of conferences and other events, and serving as a point of contact for the regulatory authorities. www.lbma.org.uk

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sommario

€ 5,00 L’ORAFO ITALIANO 12 2014

In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi

ANNO LXVIII DICEMBRE 2014

€ 5,00

GlobalRoundUp

In copertina / Cover Boccadamo Contatto / Contact Via A.S.I., 4 03100 Frosinone FR Tel. +39 0775 290525 Fax +39 0775 884081 info@boccadamo.com www.boccadamo.com

19 news

Sotheby's / Van Cleef & Arpels / F.I.OR. / Artlinea / Roberto Marroni / Intergem / Better Silver / Export correct data JJA Jewellery Design Awards

Desires

27 close up Close up Chandelier earrings and silver rings

Research Geography of the new luxury

- precious shadows Ombre arabescate, illusioni decorative create dalla luminosità degli orecchini chandelier

Dubai

Interviews to the major dealers

42 OROLOGI SPORTIVI

Photo by Close up Studios

Modelli maschili, affidabili, performanti. Con un occhio al portafoglio

Collana placcata oro rosa con intreccio di lamé e cristalli Swarovski di colore rosa e viola. Collezione Aida di Boccadamo. ■ Rose gold plated necklace with lamé mesh and pink and purple Swarovski crystals. Aida Collection by Boccadamo.

47 CLOSE UP - HOLIDAY ON ICE

Giochi di luce su superfici color di luna: la magia dell'argento, tra stile antico e spirito contemporaneo

96

People&brands

58 ONLY THE BEST PIECES

Le case d'asta stanno registrando profitti record grazie alla gioielleria di fascia alta e altissima: ce ne parla Sara Micone, esperta di Sotheby's

L'ORAFO A DUBAI A partire da Gennaio la nostra rivista sarà distribuita nell'Emirato per rappresentare il Made in Italy del gioiello

60 AUTENTICO BURMA

Dal 1927 la maison parigina realizza gioielli scenografici e sofisticati: i diamanti però sono sintetici, frutto di una segreta lavorazione che consente prezzi accessibili

Heritage

63 ARCHITECTE DU LUXE

Victoire de Castellane rivisita i modelli di Dior e crea una collezione di gioielli dalle forme sartoriali e imprevedibili

Visual

69 THE ARTIST MIRROR

L'atelier del gioielliere si specchia nell'immaginario di Vincent Van Gogh

73 BELLE ÉPOQUE

Tre mostre, due dedicate a Giovanni Boldini e una a Mario Buccellati, rievocano il décor del primo Novecento

77 CARTOONIST!

l'Orafo 2014

13

Dalla realtà al disegno, dai contorni delle gemme agli effetti digitali. Alla maniera di Lichtenstein

dicembre


Sommario

InsideJewellery

77

81 geografia della ricchezza

Rallenta la crescita dei patrimoni in Usa, Europa e Cina. Ma in Africa e Medio Oriente cresce alla velocità della luce

86 FRIBURGO AFFINA LA FORMULA

La seconda edizione della fiera aprirà i battenti il 22 Marzo. Nuove soluzioni per migliorare offerta e servizi

87 LA SVOLTA GLAM DI AREZZO

La manifestazione ha premiato il design e la sensibilità per la moda. Oltre 200 i top buyer invitati

88 L'ORO DI VARSAVIA

A 25 anni dal crollo dell'URSS la gioielleria polacca ha trovato un equilibrio tra nuovi trend e tradizione

89 BASELWORLD DELUXE

Grandi aspettative per la fiera di Basilea, che chiama a raccolta i più importanti brand internazionali del lusso

27

90 IL LUSSO CHE FA BENE

47

Le iniziative del settore a sostegno dell'ambiente, della ricerca scientifica e della lotta alle malattie

91 RACCONTI D'INVERNO

Comunicazione a 360°: nuove campagne, nuovi testimonial e ambasciatori, partnership, eventi

92 THE SCIENCE OF METAL

Il Simposio di Santa Fe resta una fonte di informazioni tecniche vitali per il settore

93 CSARITE, LA PIETRA MUTANTE

Proveniente da una sola miniera al mondo, la Zultanite è stata lanciata come novità dell'anno: con un nuovo nome

94 IL RITORNO ALLA BOTTEGA

81

Oggi il cliente si rivolge al negozio di gioielleria per trovare prodotti ben fatti e servizi personalizzati

96 L'ORAFO A DUBAI

A partire da Gennaio la nostra rivista sarà distribuita nell'Emirato per rappresentare il Made in Italy

100 l'orafo club 104 english text 111 brands in this issue

l'Orafo 2014

14

dicembre



Costruire una filiera responsabile per diamanti, oro e platinoidi dalla miniera al consumatore Building a responsible diamond, gold and platinum metals supply chain from mine to customer Il Responsible Jewellery Council (RJC) è un’organizzazione internazionale no-profit, costituita nel 2005 da un gruppo di 14 organizzazioni rappresentative dell’intero comparto dei diamanti e dell’oreficeria. Il RJC è retto da un Consiglio Direttivo e coadiuvato da varie Commissioni per ogni settore d’interesse. La gestione dell’attività è affidata ad un Team con sede in Australia, Canada, Italia e Regno Unito. Il RJC accoglie Membri appartenenti a qualsiasi settore della filiera dell’oreficeria e della gioielleria, di ogni dimensione, comprese le associazioni di categoria. Missione Promuovere norme e prassi operative responsabili, etiche, sociali e ambientali, nel rispetto dei diritti umani, in tutta la filiera che alimenta il comparto dei diamanti, dell’oreficeria e dei platinoidi, dall’estrazione mineraria al commercio al dettaglio. Il Council raggruppa più di 400 associati e 200 membri certificati. La lista è disponibile presso www.responsiblejewellery.com/members/certified-members/ The Responsible Jewellery Council (RJC) is an international not-for-profit organisation established in 2005 by a group of 14 organisations from a cross section of the diamond and gold jewellery business. The RJC is governed by a Board of Directors, supported by a number of Committees and administered by a Management Team located in Australia, Canada, Italy and the United Kingdom. The RJC welcomes new Members, small, medium and large, from all parts of the jewellery supply chain, including trade associations. Mission To advance responsible ethical, social and environmental practices, which respect human rights, throughout the diamond, gold and platinum metals jewellery supply chain, from mine to retail. RJC now groups more than 400 Members and 200 certified Members. The list of RJC certified Members is available at www.responsiblejewellery.com/members/certified-members/

ANNO LXVIII - NUMERO 12 - DICEMBRE 2014 direttore editoriale direttore responsabile

Ilaria Danieli Andrea Aiello

in redazione

Antonella Garello

collaboratori

Natalia Capra, Luigi Costantini, Valerio Faccenda, Daniela Fagnola, Giuseppe Fogarizzu, Letizia Redaelli, Sonia Sbolzani

progetto e grafica

Cristiano Guenzi

foto

Close up Studios

traduzioni

Promo-Est

pubblicità

dircom@edifis.it

traffico pubblicitario stampa e-mail web site

prezzo per copia arretrati abbonamenti

Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG orafo@edifis.it www.orafoitaliano.it

€ 5,00 € 10,00 Italia € 40,00 Europe € 80,00 Resto del mondo € 100,00 abbonamenti@edifis.it

Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. l’Orafo Italiano una rivista edita da:

Responsible Jewellery Council First Floor, Dudley House 34-38 Southampton Street London, WC2E 7HF United Kingdom Tel: +44 (0)20 7836 6376 Email: info@responsiblejewellery.com www.responsiblejewellery.com For information contact: Mila Bonini - Communications Manager Email: mila.bonini@responsiblejewellery.com

Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it

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Global Round Up

ALL OVER

THE WORLD

Aste, nuove collezioni, fiere, concorsi, convegni, mostre, libri, strategie. Il mondo del lusso mostra tutta la sua vitalità tra cultura, estetica e tecnologia A fianco: un ritratto di Estée Lauder, fondatrice dell'impero cosmetico. In senso orario: orecchini Van Cleef & Arpels in platino, oro, diamanti bianchi, gialli e brown; spille dal disegno a foglia in platino e diamanti.

La collezione di gioielleria di Estée Lauder e di Evelyn H. Lauder sarà battuta all’asta il 9 dicembre da Sotheby’s, a New York. I preziosi lotti comprendono alcuni magnifici esemplari di maison d'alta gioielleria come Van Cleef & Arpels, David Webb e Buccellati. Protagonista assoluto sarà il raro e iconico bracciale Tutti Frutti di Cartier, stimato tra i 750.000 e il milione di dollari. Parte del ricavato sarà devoluto all'associazione The Breast Cancer Research Foundation, nata per volere di Evelyn H. Lauder. ■ The jewellery collection of Estée Lauder and Evelyn H. Lauder will be auctioned at Sotheby’s, New York, on December 9, with magnificent pieces created by high jewellery houses such as Van Cleef & Arpels, David Webb and Buccellati. The undisputed star of the auction will be the Cartier’s rare and iconic Tutti Frutti bracelet, estimated at between 750,000 and one million dollars. Part of the proceeds will be donated to The Breast Cancer Research Foundation, founded at the behest of Evelyn H. Lauder. l'Orafo 2014

19

dicembre


Global Round Up

I colorI dI van cleef & arpels

F.I.OR., 40 anni di qualità

La maison francese amplia la linea Perlée Couleurs grazie all'utilizzo di pietre semi-preziose

L'azienda aretina, alfiere del Made in Italy, è una realtà affermata a livello internazionale

Van Cleef & Arpels, maison che ha fatto delle golden beads la sua cifra stilistica, amplia la collezione Perlée Couleurs con sei nuove creazioni. La linea si arricchisce di anelli in oro bianco o giallo e pietre semi-preziose come l’onice, la malachite, l’occhio di tigre, la corniola e la turchese. Tra i criteri di selezione delle gemme vi sono la saturazione e la vividezza del colore: tinte quanto mai decise, in grado di catturare l'attenzione all'istante. ■ Van Cleef & Arpels, whose signature style is distinguished by delicate golden beads, expands its Perlée Couleurs collection with six new creations. The line is enriched with white or yellow gold rings with semi-precious stones such as onyx, malachite, tiger's eye, cornelian and turquoise. The strict selection criteria for gemstones include colour vividness and saturation, favouring bold colours that can capture attention at a glance.

Dal 1974, anno della fondazione, la F.I.OR. è specializzata nella produzione di una gamma vastissima di articoli semilavorati, richiesti ed esportati in tutto il mondo. Anelli a molla, chiusure stampate e palline sono disponibili in tutte le carature e leghe di oro, in argento, platino, palladio, goldfilled, bonded, bronzo e ottone. Molti macchinari vengono realizzati all'interno dell'azienda stessa, a garanzia della qualità tutta italiana di un prodotto impeccabile, curato in ogni minimo dettaglio. F.I.OR. partecipa a diverse fiere in Italia e all'estero, tra cui quelle di Vicenza, Arezzo, Hong Kong e San Paolo. ■ Since 1974 - the year of its foundation - F.I.OR. has specialised in the manufacture of a wide range of semi-finished products, requested and exported worldwide. Spring rings, moulded clasps and beads are available in all gold alloys in a wide variety of carats, as well as silver, platinum, palladium, goldfilled and bonded, bronze and brass. Many machines are manufactured within the company itself to guarantee the all-Italian quality of an impeccable product, featuring great attention to the tiniest details. F.I.OR. participates in several trade exhibitions in Italy and abroad, including those in Vicenza, Arezzo, Hong Kong and Sao Paulo.

artlinea, via al concorso Fino al 27 Settembre chi acquisterà un gioiello Artlinea riceverà un codice con cui partecipare a quattro estrazioni di gioielli, in oro e diamanti. Il codice è da inserire nel sito www.artlineaspa.it. Il primo vincitore potrà scegliere uno dei bracciali nella foto. ■ Until September 27, those who purchase an Artlinea jewel will receive a code to participate in four extractions of jewellery in gold and diamonds. The code is to be entered in the website www. artlineaspa.it. The first winner can choose one of the bracelets in the picture.

marroni e l'infinito Dietro ogni gioiello creato dall'azienda valenzana di Roberto Marroni c'è un pensiero che diventa una forma: in questo caso il segno a "∞" dell'infinito è lo spunto per una collezione di anelli in oro e diamanti dal minimo peso e massima versatilità, ideali per il daywear. ■ Behind every piece of jewellery created by Roberto Marroni’s Valenza-based company is a thought that takes shape: in this case, the infinity sign like an "8" inspires a collection of highly versatile, lightweight rings in gold and diamonds that are perfect for every day wear. l'Orafo 2014

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dicembre


dal 1926

www.unoaerre.it

jamcommunication.it

fedi

Le


Global Round Up

i trent'anni di intergem La manifestazione di Idar-Oberstein ha registrato un deciso aumento dei visitatori La 30a edizione di Intergem è stata visitata da un totale di 3500 operatori, pari a un aumento del 10% rispetto all'anno scorso, provenienti non solo dall'Europa, ma anche da America, Cina e Medio Oriente. La fiera è stata inaugurata per l'occasione da Malu Dreyer, primo ministro della RenaniaPalatinato, che ha sottolineato il carattere unico della manifestazione e la sua importanza per il settore internazionale delle gemme e dei minerali. Intergem si concentra da sempre sulle gemme, sull'oggettistica in pietre, sulle perle, sulla gioielleria e certamente rappresenta un momento importante per prendere visione delle novità in fatto di materiali gemmologici, strumenti tecnologici, nuovi tagli e nuovi abbinamenti. Un interessante simposio sui diamanti è stato animato da esperti che hanno illustrato la situazione del settore per quanto riguarda i prezzi, la graduazione delle gemme e i

nuovi strumenti per scoprire inclusioni. La prossima edizione si terrà dal 2 al 5 Ottobre 2015. ■ The 30th edition of Intergem was attended by a total of 3,500 operators a 10% increase over last year - not only from Europe but also from America, China and the Middle East. To mark the occasion, the show was opened by Malu Dreyer, Prime Minister of RhinelandPalatinate, who emphasised the unique character of the event and its importance for the international sector of gems and

minerals. Intergem has always focused on gems, stone objects, pearls and jewellery, and certainly it is an important occasion for professionals to check out new gemmological materials, new technology tools, new cuts and innovative combinations. Also, an interesting symposium on diamonds was led by experts who explained the situation of the industry with regard to prices, gem grading and new tools to detect inclusions. The next edition will be held from October 2 to 5, 2015.

la nuova sfida di better silver

le cifre esatte dell'export

In occasione della fiera di Vicenza, l'azienda veneta lancia un proprio marchio di gioielli

A pagina 79 del numero di dicembre de l'Orafo Italiano abbiamo pubblicato dati errati rispetto alle quote di export (variazioni % 2014/2013) del settore orafo. Riportiamo qui sotto le cifre esatte. ■ On page 79 of the December issue of l'Orafo Italiano, we published incorrect data about the shares of exports (2014/2013 % changes) in the jewellery industry. Below are the right figures.

Partita nel 1977 con la produzione di pochi modelli di catene in argento fatte a macchina, la Better Silver, grazie a notevoli investimenti tecnologici, ha conquistato una solida reputazione a livello internazionale. Nel 2007 ha varato il primo e-commerce del settore in Italia per la vendita di gioielli in argento e catene per i retailers - www. silver-retail.it. Quest'anno ha creato un proprio marchio di gioielli, Roma 1947, che verrà presentato ufficialmente

a Gennaio, durante la fiera di Vicenza. ■ Launched in 1977 with the production of a few models of machine-made silver chains, Better Silver made significant investments in technology to gain a solid reputation internationally. In 2007, the company launched the first Italian e-commerce in the industry selling silver jewellery and chains to retailers (www. silver-retail.it). This year, it created its own brand of jewellery, Roma 1947, which will be officially presented at the Vicenza trade fair in January. l'Orafo 2014

22

dicembre

Variazioni percentuali export 2014/2013 primo semestre

+10,1%

+131,5%

EMIRATI ARABI

HONG KONG

-8,5%

+15,2%

SVIZZERA

REGNO UNITO



Global Round Up

I TALENTI DEL SOL LEVANTE Si è concluso con la premiazione dei vincitori il JJA Jewellery Design Awards, il più autorevole e prestigioso concorso di gioielleria giapponese di

Antonella Garello

O

rganizzato dalla Japan Jewellery Association col sostegno di vari ministeri ed enti governativi, il concorso giapponese di gioielleria Jja Jewellery Design Awards 2014 si è concluso a Tokyo con la premiazione dei vincitori. Il concorso ha cadenza annuale ed è nato per promuovere la cultura del gioiello nel Paese e far conoscere al mondo il meglio della gioielleria nazionale. L'edizione 2014 ha visto l'adesione di ben 126 partecipanti, per un totale di 185 creazioni presentate nell'ambito delle tre categorie previste, "Professionals", "Theme" e "Newcomer", con focus su design, tecnica, qualità, creatività, originalità. Alcune delle opere premiate sono state esposte, riscuotendo grande successo, in occasione della scorsa Hong Kong Jewellery & Gem Fair di Settembre. In questa pagina, in alto: un esempio di moderna arte giapponese. Al centro: Sailing Square, anello e pendente in platino, oro bianco e diamanti disegnato e realizzato da Haruyuki Ichikawa - Gran Premio del Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'Industria. In basso, a sinistra: Loving Sentiments, collana in argento disegnata e realizzata da Masaki Shimizu - Premio del Governatore di Tokyo. In basso, a destra: Rime on trees, anello e orecchini in platino e diamanti disegnati da Yoshiko Sasase e realizzati da NJ Corporation - Premio del Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare. ■ Organised by the Japan Jewellery Association with the support of various government departments and agencies, the prestigious Japanese jewellery contest Jja Jewellery Design Awards 2014 ended with an award ceremony in Tokyo. Held annually, the contest aims to promote the culture of jewellery throughout the country and make the best national production known around the world. The 2014 edition attracted 126 participants, for a total of 185 creations presented in all three categories, "Professionals", "Theme" and "Newcomer", with a focus on design, technology, quality, creativity, originality. Some of the winning creations were exhibited, with great success, at the last Hong Kong Jewellery & Gem Fair in September. On this page, above: an example of modern Japanese art. In the middle: Sailing Square, ring and pendant made of platinum, white gold and diamonds, designed and manufactured by Haruyuki Ichikawa - Grand Prize of the Ministry of Economy, Trade and Industry. Bottom left: Loving Sentiments, a silver necklace designed and manufactured by Masaki Shimizu – Tokyo Governor Award. Bottom right: Rime on trees, Ring and earrings made of platinum and diamonds, designed by Yoshiko Sasase and manufactured by NJ Corporation - Ministry of Health, Labour and Welfare Award. l'Orafo 2014

24

dicembre


a partire 28,00 Euro

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Desires close up

PRECIOUS

SHADOWS Ombre arabescate, illusioni decorative create dalla luminositĂ degli orecchini chandelier di

Antonella Garello e Letizia Redaelli

l'Orafo 2014

27

dicembre


Desires

close up

Sopra / Above

confuorto gioielli

Orecchini della collezione Chandelier in giada color porpora e goccia in argento satinato. Un classico esempio delle creazioni dell'azienda torrese specializzata nella produzione di gioielli in argento, corallo e pietre naturali. â– From the Chandelier collection, earrings in purple jade and satin-finished silver drop, a typical example of the brand's production, focused on the creation of silver jewels with natural stones and coral.

di.go Orecchini dalla collezione Cashmere, in oro rosa con diamanti, rubini e tormaline naturali verde milky, in cui la tradizione storica si unisce a un design innovativo. â– Earrings from the Cashmere collection in rose gold with diamonds, rubies and natural milky green tourmalines where hystorical tradition joins innovative design.

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leo pizzo

Orecchini dalla collezione Regale in oro bianco con diamanti e rubini, contraddistinti dalla finezza di lavorazione che la famiglia Pizzo garantisce in ogni pezzo. â– White gold earrings with diamonds and rubies from the Regale collection. The fine finishing is guaranteed by all the Pizzo family's creations.

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pierduca

Orecchini della collezione Patchwork in oro bianco con rubini e diamanti bianchi e brown, un esempio del solido know how di cui è dotato il giovane brand valenzano. â– Earrings from the Patchwork collection in white gold with rubies and white and brown diamonds. An example of the valuable know how of the young Valenza brand.

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davite & delucchi Orecchini della collezione Panarea in oro bianco e diamanti finemente incastonati. â– Earrings from the Panarea collection in white gold and finely set diamonds.

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carla amorim Orecchini Pantanal dalla collezione Black Label in oro bianco, diamanti e smeraldi. Un accordo vincente per il brand brasiliano amato da star come Dita Von Teese e SofĂ­a Vergara. â– Pantanal earrings from the Black Label collection in white gold with diamonds and emeralds. A successful match for the Brazilian brand loved by stars like Dita Von Teese and Sofia Vergara.

salvatore arzani Orecchini in oro bianco con diamanti taglio brillante e taglio marquise, un classico del brand valenzano fondato nel 1963. â– Earrings in white gold with brilliant and marquise cut diamonds, a classic piece by the Valenza brand founded in 1963.

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angela puttini capri Orecchini dalla collezione Costellazione in argento, oro, diamanti e corallo bianco ispirati alla tradizione greco-romana della Campania come è consuetudine del brand. Da oltre vent'anni infatti la designer restituisce nei suoi gioielli il mito di Pompei, Capri e dell'impero di Tiberio. ■ Earrings from the Costellazione collection in silver, gold, diamonds and white coral inspired by the GreekRoman tradition of Campania region. The designer, actually, always puts in her jewellery suggestions of Pompei, Capri and Tiberio's empire.

ititoli Orecchini in oro rosa con diamanti bianchi e brown, una preziosa novità del brand valenzano che dal 1990 si distingue per il design originale e a tratti audace. ■ Earrings in rose gold with white and brown diamonds, a new creation by the brand, founded in 1990, characterized by the original and sometimes daring design.

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falcinelli italy Orecchini della Rainbow Collection in oro giallo, diamanti, ametista e prasiolite. Il gioco sulle fantasie delle pietre di colore è sempre stato un tratto distintivo dell'azienda, nata alla fine degli anni sessanta nel cuore della Toscana. Da allora la ricerca delle migliori materie prime e il design innovativo hanno reso il brand una importante realtĂ del distretto aretino. â– Earrings of the Rainbow collection in yellow gold, diamonds, amethyst and prasiolite. The ability to match different stones is a peculiarity of the company, born at the end of the Sixties in the heart of Tuscany. Since then, the brand has distinguished itself in the Arezzo district thanks to a constant research of the best materials and innovative design.

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richline

Sobrietà e leggerezza nelle curve di questi orecchini in oro di impronta fashion. ■ Fashion oriented earrings, characterised by sober and light circle lines.

luiber

Orecchini in argento placcato oro con gocce di onice, un abbinamento di sicuro effetto. ■ Gilded silver earrings with onyx drops, a match of great impact.

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brumani Orecchini dalla collezione Panache, in oro bianco con topazi blu e diamanti bianchi e brown, creati dall'azienda fondata nel 2005 dai fratelli Brüner. ■ Earrings from the Panache collection in white gold with blue topaz, white and brown diamonds created by the brand founded in 2005 by Brüner brothers.

Lip plus A sinistra: orecchino in argento dorato con perle d'acqua dolce. A destra: orecchino con farfalla naturale trattata con uno strato di resina e perle naturali. Il brand crea gioielli in cui la natura è protagonista, utilizzando come materia prima autentici petali di fiori e farfalle. ■ On the left: gilded silver earring with freshwater pearls. On the right: earring with natural pearls and natural butterfly treated with resin. The brand creates jewels which feature nature as a protagonist, with natural flowers' petals and butterflies.

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carlo barberis Orecchini della collezione Opera in oro bianco con smeraldi, diamanti e giada caratterizzati dai dettagli raffinati tipici delle creazioni del brand. â– Earrings from the Opera collection in white gold with emeralds, diamonds and jade characterised by the refined details.

crieri Orecchini della collezione Multifile in oro bianco brunito con diamanti bianchi e neri. La particolare ammagliatura è la specializzazione del brand valenzano. â– Earrings from the Multifile collection in white burnished gold with white and black diamonds. The particular setting is the specialisation of the brand.

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vianna B.R.A.S.I.L

Orecchini Favos in oro bianco con tormalina naturale rosa, ametista, prasiolite e diamanti. Suggestionata dai colori, dall'arte e dalla cultura brasiliana, l'azienda traduce l'essenza del paese d'origine in preziosi gioielli. â– Favos earrings in white gold set with natural pink tourmaline, amethyst, prasiolite and diamonds. Inspired by the colors, art and culture of Brazil, the brand translates the essence of the native country in precious jewels.

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jovane Orecchini in oro bianco con diamanti bianchi e neri creati da un'azienda che ha adottato con successo la filosofia del glamour accessibile. ■ White gold earrings with black and white diamonds created by a company that chose the affordable glamour as a philosophy.

casato

Orecchini in oro rosa, diamanti e turchesi della collezione Tai Mee che ben rappresentano l'orientamento fashion del brand. L'azienda romana riesce infatti a far incontrare l'alta qualità delle sue creazioni con l'accessibilità del prezzo. ■ Earrings in white gold, diamond and turquoise from the Tai Mee collection that very well represent the fashion philosophy of the brand. The Roman company manages to match the high quality of its creations with an affordable price.


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Una finestra unica sull’universo dell’orologeria e della gioielleria in cui tutti i protagonisti mettono in risalto creazioni e innovazioni di tendenza. Cogliete questa occasione per vivere da vicino la passione, la precisione e la perfezione.

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IMPORTANTE ESSERCI


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orologi

strumenti

sportivi Esemplari maschili, affidabili, performanti, perfino un po’ aggressivi. Vetrina di novità realizzate dalle maggiori case di orologeria. Con un occhio al portafoglio di

Daniela Fagnola

P

un orologio di culto, costruito nel 1956 con una cassa interna per schermare il movimento dai campi magnetici fino a 1000 gauss (da cui il nome); di recente ha acquisito componenti antimagnetici e il vetro zaffiro verde, e ora ritorna con un inedito quadrante azzurro e un calibro automatico, di manifattura, certificato cronometro dal Cosc. Risale invece al ’67 il primo esemplare dell’IWC Aquatimer: un subacqueo sviluppato in una collezione iconica, quest’anno riproposta con una speciale ghiera girevole interna-esterna (sistema SafeDive) per calcolare i tempi di immersione. A proposito di subacquei, merita particolare attenzione l’Omega Seamaster 300, simile all’originale del ’57 ma del tutto rinnovato nella meccanica: l’esclusivo movimento Co-Axial, certificato cronometro dal COSC, ha un’eccezionale resistenza ai campi magnetici oltre i 15mila gauss. Notevole è poi il Calibre de Cartier Diver, il primo modello professionale della Manifattura, che interpreta con i propri codici stilistici i requisiti imposti dalle severe norme internazionali. Ma i più amati in assoluto sono sicuramente i cronografi. Studiati per specifiche discipline, o versatili come il Montblanc TimeWalker Extreme, un automatico reso più aggressivo e resistente dal trattamento black DLC della cassa in acciaio. Il total look nero riaggiorna

iacciono forse per l’estetica, inequivocabilmente virile. Per il contenuto tecnico, che asseconda le personali passioni. O per la struttura robusta, adatta agli usi più disinvolti (se non alle situazioni estreme). Sta di fatto che gli orologi sportivi sono i preferiti dal pubblico maschile. La buona notizia è che oggi la produzione è davvero diversificata: e, si sa, la concorrenza va sempre a vantaggio del consumatore finale. In tutti i segmenti di mercato, infatti, le case mirano a offrire il miglior rapporto qualità/prezzo, col risultato che si possono comprare esemplari di ottima marca senza spendere capitali. Come quelli qui illustrati, che hanno un ampio range di prezzo (fra i 600 e i 6000 euro circa, poco di più solo per i pezzi di alta orologeria), accessibile un po’ a tutte le tasche. A cominciare dalle riedizioni di modelli storici, aggiornati alla luce del progresso tecnologico e della ricerca qualitativa. Come il Rolex Milgauss:

Da sinistra verso l'alto e in senso antiorario: Rado HyperChrome Ceramic Dual Timer, dall’esclusiva tecnologia “touch”; Philip Watch Seahorse, con la doppia scala tachimetrica e telemetrica; Montblanc TimeWalker Extreme Chronograph DLC, decisamente contemporaneo. l'Orafo 2014

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technical content, that indulges personal passions. For their rugged structure, suitable for even the most casual use (except under extreme conditions). The fact remains that sports watches are an all-time favourite among male consumers. The good news is that production is very diversified and, as is known, competition is always for the benefit of the end consumer. In all segments of the market, manufacturers aim at offering the best quality/ price ratio, and as a result customers can buy high-end products without spending a fortune. For instance, the timepieces described here offer a wide price range (between 600 and 6000 euros or so, just slightly more for Haute Horlogerie) to suit all budgets. To begin with, some traditional models come in new editions, redesigned in the light of technological progress and qualitative research. An example of this is Rolex Milgauss, a cult watch built in 1956 with an inner case to shield the movement from magnetic fields up to 1000 gauss (hence the name). It has recently been enhanced with anti-magnetic components and green sapphire crystal, and is now coming with a brand new blue dial, in-house automatic calibre and Cosc certified chronometer. The first IWC Aquatimer timepiece, on the other hand, dates back to ’67: developed as part of an iconic collection, this dive watch was revived this year with a special internal/external rotating bezel (SafeDive system) to calculate dive time. About diving watches, the Omega Seamaster 300 deserves special attention. Similar to the original '57 but completely renewed in terms of mechanics, it features the exclusive Co-Axial movement, Cosc-

Da sinistra e in senso orario: Calibre de Cartier Diver, un’assoluta novità. Omega Seamaster 300, un classico completamente rinnovato; IWC Aquatimer Automatic, modello “basic” della storica collezione. Tre esemplari impermeabili fino a 30 bar, creati per i subacquei professionisti.

anche l’ispirazione vintage del Philip Watch Seahorse, animato però da un movimento al quarzo. Espressamente dedicato all’aviazione è invece il Longines 24 Hours SinglePush, un cronografo monopulsante che riprende un orologio da pilota anni ’50: cassa XL e “ora militare”, monta un calibro automatico con ruota a colonne, il dispositivo più raffinato per lo smistamento delle funzioni crono. Di gusto rétro è pure il Bell & Ross Vintage BR 126, un cronografo flyback che riporta sul quadrante anche un secondo fuso orario. La funzione GMT si ritrova poi nel Rado HyperChrome Touch, un concentrato di tecnologia: permette di impostare le regolazioni del movimento al quarzo con un sistema “touch”, senza ricorrere alla tradizionale corona. Infine, appare per la prima volta in versione “solo tempo” l’Eberhard Tazio Nuvolari, che fa parte di una linea nata nel ’92, finora sempre composta da sportivissimi cronografi. ■ Perhaps they're appealing for their unmistakably manly design. For the l'Orafo 2014

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orologi

Ispirazione aeronautica e stile rétro. Da sinistra: Longines 24 Hours Single Push-Piece Chronograph, con l’indicazione delle 24 ore riportata sul quadrante; Bell & Ross Vintage BR 126 Sport Heritage GMT & Flyback, in edizione limitata di 500 esemplari.

Featuring a GMT function, the Rado Hyperchromes Touch is a true concentrate of technology, allowing users to set its quartz movement with a special touch system, without using the traditional crown. Finally, the Eberhard Tazio Nuvolari comes for the first time in a “time only” version, from a line created in 1992, which previously included only sports chronographs.

certified chronometer, and exceptional resistance to magnetic fields over 15 thousand gauss. Remarkable is also the Calibre de Cartier Diver, the first in-house professional model which satisfies with its own style the strict requirements imposed by international standards. But chronographs are undoubtedly the most popular of all. They are often designed for specific sports, or versatile as the Montblanc TimeWalker Extreme, an automatic chronograph with black Dlc-coated stainless steel case to add resistance and an edgy touch. The total black look also revives the vintage inspiration of the Philip Watch Seahorse, operated by a quartz movement. Specifically dedicated to aviation is the Longines 24 Hours SinglePush, a monopusher chronograph resembling a pilot watch from the 50s: with an XL case and “military time”, it features a columnwheel-based automatic movement, the most refined device for sorting chronograph functions. The Bell & Ross Vintage BR 126 also comes with a retro flavour, a flyback chronograph that displays a second time zone on the dial. l'Orafo 2014

A destra: Eberhard & Co. Tazio Nuvolari Solo Tempo, legato alla gara di auto d’epoca. A sinistra: Rolex Oyster Perpetual Milgauss, un autentico “cult” per i collezionisti. 44

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closeupstudios.com

Baroque collection

Made in Italy

erikagioielli.com



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HOLIDAY

ON ICE

Riflessi e giochi di luce su superfici color di luna: magia dell'argento, in equilibrio tra stile antico e spirito contemporaneo di

Antonella Garello e Letizia Redaelli

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silver star Anello in argento 925. â– Sterling silver ring.

comete gioielli Anello in argento 925 della collezione Sogni. â– Sterling silver ring from the Sogni collection.

erika 925 Rock collection: anelli in argento rodiato con effetto anticato. â– Rock collection: rhodium plated silver rings with vintage effect.

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BARABABAC Anello Armoise in argento 925 brunito, smalto nero e decori di orologio vintage. â– Armoise burnished sterling silver ring, with black enamel and vintage watch details.

amen Anelli in argento 925 con zirconi. Collezione Rosarium. â– Sterling silver rings with zircons. Rosarium collection.

together jewels Dalla Names collection, anelli in argento 925. â– From the Names collection, a selection of sterling silver rings. l'Orafo 2014

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gold sisters Anello in argento 925 della collezione Man&clo'. ■ Sterling silver ring from the Man&clo' collection.

christofle

Amore & baci

Anello in argento della linea Agent Double. Designer Amélie Riech. ■ Silver ring from the Agent Double line. Designer Amélie Riech.

Anello in argento rodiato con occhio di gatto della collezione &. ■ Rhodium plated silver ring with cat's eye from the & collection.

marco ta Moko Dalla collezione Ara, un anello in argento brunito con avventurina orange sfaccettata. ■ From the Ara collection, a burnished silver ring with faceted orange aventurine.

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scartoni Anello in argento 925 brunito. ■ Burnished sterling silver ring.

maria & luisa Anelli in argento brunito e oro, lavorati a mano con il bulino, con quarzo fumé e prasiolite. ■ Hand chiseled rings in burnished silver and gold, with smoky quartz and prasiolite,worked by hand.

artlinea Anello in argento dorato con pietre Swarovski multicolor. Collezione Flowers. ■ Ring in gilded silver with multicor Swarovski stones. Flowers collection.

ottaviani GIOIELLI Anello Il colore del mare, in argento rodiato con cristalli e zirconi. ■ Il colore del mare ring, in rhodium plated silver with crystals and zircons. l'Orafo 2014

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unoaerre Anello in argento della collezione Silver Jewellery by Unoaerre. â– Silver ring from the Silver Jewellery by Unoaerre collection.

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mdvjewels Anello in argento 925. â– Sterling silver mesh ring.

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my jewels Anello in argento dorato, disponibile anche nelle versioni argento bianco e oro 9 e 18 kt, con cubic zirconia o diamanti. ■ Gilded silver ring, also available in silver and 9 and 18 kt gold, with cubic zirconia or diamonds.

bibigì 9venticinque by Bibigì: anelli in argento brunito e zirconi della collezione Camelia. ■ 9venticinque by Bibigì: burnished silver rings and zircons from the Camelia collection.

van gold Anello in argento e smalto della collezione Pavone. Linea Van 925.■ Silver ring with enamel from the Pavone collection. Van 925 line.

graziella Anello in argento della collezione Oceano. ■ Silver ring from the Oceano collection.

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PENSIERI FELICI

Anello in argento con perla coltivata disponibile in diverse misure. â– Silver ring with cultured pearl available in different sizes.

my lovely Anello in argento personalizzabile con ciondoli raffiguranti la famiglia, gli affetti, gli amori. â– Sterling silver ring with charms symbolisng once family, loves, relationships.

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People & Brands

only the best

pieces

Profitti record nelle case d'asta grazie alla gioielleria, in particolare di fascia alta e altissima. Ne parliamo con Sara Micone, esperta di Sotheby's, che analizza i lotti in vendita, i compratori e i mercati più attivi di

Sonia Sbolzani

L

più recente è il Graff Vivid Yellow, uno tra e case d'aste da qualche i pochissimi diamanti fancy gialli che tempo registrano profitti record superano i 100 carati, pubblicati nel libro grazie anche ai gioielli. Quali Famous Diamonds di Ian Balfour, che gioielli? E cosa si cela nelle paludate ha realizzato la cifra formidabile di 14,5 stanze di una auction house, spesso milioni di franchi». scorte solo nei film? Per saperne di più I nuovi affluent dei BRIC fanno sull'affascinante mondo degli incanti di lievitare i prezzi? preziosi abbiamo intervistato Sara Miconi, «Il mercato del collezionismo russo Director Specialist Jewellery di Sotheby’s, si è sempre dimostrato attento alle aste esperta di gemme e gioielli antichi e di gioielli sia storici che moderni; assistiamo contemporanei, che si è occupata di collezioni recentemente ad una crescita esponenziale di collezionisti importanti come quelle della celebre cantante lirica Renata Tebaldi provenienti dal mercato indiano e orientale, molto interessati al e della Contessa Voronoff. mercato orafo». Punto di riferimento nel mondo degli incanti dal 1774, A livello qualitativo che trend si osserva negli incanti? Sotheby’s negli ultimi anni è fortemente cresciuta nelle vendite di «La qualità è sempre stata un requisito necessario, anche in termini preziosi, mettendo a segno colpi eccezionali come, per citare un di manifattura, espressa al top nei prodotti francesi e italiani. Un esempio, i gioielli della duchessa di Windsor, che hanno fruttato ulteriore fattore da non sottovalutare è quello legato al design e alle oltre 50 milioni di dollari. Si aggiunga che la multinazionale, unica grandi firme della gioielleria e della moda. Tutto ciò si materializza casa d’aste internazionale quotata in borsa dal 1988, ha registrato nella ricerca del gioiello “unico” per materiali, design, epoca e, non un totale di 6.3 miliardi di dollari nel 2013, +17% rispetto al 2012, ultima, la griffe». ottenendo solo per i gioielli un totale di 425.8 milioni di dollari. Ma Chi decide di vendere i propri gioielli e perché? Da dove l’incanto più "scenografico" in tempi recenti ha avuto per oggetto provengono i pezzi più prestigiosi? il diamante rosa da 27 carati acquistato dal gioielliere inglese «Si tratta di una combinazione di clienti privati e Lawrence Graff, che ha sborsato la cifra record di 46 addetti al settore; spesso sono amatori che nel tempo milioni di dollari (mai si era pagato tanto in un’asta di maturano gusti differenti e decidono di modificare preziosi). le proprie collezioni. Alcuni straordinari pezzi Inoltre Sotheby's ha recentemente siglato una storici hanno provenienze regali, altri sono partnership con il colosso dell'e-commerce il frutto dei proventi delle emergenti classi eBay per sviluppare una piattaforma on line borghesi di inizio Novecento». innovativa che consentirà di raggiungere 145 Analogamente, chi acquista gioielli e perché? milioni di acquirenti. Quanto sono visti come beni d’investimento? Quale andamento stanno registrando i «Personalmente credo che l’investimento migliore gioielli nelle aste? in termini di gioielli sia farne dono alla persona «Molto positivo. I riscontri sono ottimali in amata e noto che solitamente l’acquisto non è dettato particolare per gli oggetti di fascia alta e altissima. da meri calcoli speculativi, ma dal desiderio di possedere La nostra asta ginevrina di maggio ha fruttato oltre oggetti straordinari per firma, epoca e non di meno 125 milioni e mezzo di franchi svizzeri. In generale, la per provenienza. Esempi significativi sono il bracciale domanda si mantiene costantemente alta per diamanti Sara Miconi, Director a pantera firmato Cartier appartenuto alla Duchessa di puri, incolori e di carature notevoli come l’eccezionale Specialist Jewellery di Windsor Wallis Simpson, pezzo unico, irriproducibile, diamante di 70.33 carati D colour, flawless, type IIa Sotheby’s venduto per 12 milioni e mezzo di franchi; d’altro n Sara Miconi, Sotheby’s la cui vendita realizzò un prezzo dieci volte superiore a quello pagato dodici anni prima sempre in asta da canto, per quelli fancy il trend è in costante crescita Director Specialist Sotheby’s; l’altro caso che ricordo è il diamante Beau nel tempo, con record che si rincorrono: l’esempio Jewellery l'Orafo 2014

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Pagina a lato, dall'alto: il diamante Beau Sancy, appartenuto a Maria de' Medici. Bracciale Tutti Frutti di Cartier, in platino e pietre di colore, New York, ca 1928; collezione Evelyn H. Lauder. In questa pagina, dall'alto: bracciale Pantera di Cartier, in onice e diamanti, appartenuto alla Duchessa di Windsor; Parigi 1952. Orecchini in oro, diamanti e rubini di Van Cleef & Arpels; collezione Evelyn H. Lauder. Anello con eccezionale zaffiro Kashmir di 27.54 carati; collezione Dimitri Mavrommatis.

d’Europa. Non si pensi che in giro non ci siano più preziosi simili: ci sono e vengono anche indossati – ad esempio a Cannes o al Teatro alla Scala – sebbene chi li esibisca oggi cerchi di non risultare molto appariscente, scegliendo di portarli in modo più giocoso e disinvolto». Quali sono i principali centri mondiali per gli incanti di preziosi? E l’Italia come si colloca? «Se dovessi vendere un mio gioiello preferirei assicurargli la massima visibilità internazionale, rivolgendomi alle piazze di Ginevra, New York, Hong Kong. Per quanto riguarda l’Italia, attualmente si osserva un target non altissimo». Gioielleria antica e moderna seguono prassi e andamenti diversi nelle aste? «L’oggetto antico deve seguire una trafila di analisi e ricerca più lunga, oltre a un iter burocratico più complesso (occorre ottenere una specifica licenza delle Belle Arti), mentre quello moderno è più facile da descrivere e gestire. Personalmente, tuttavia, mi entusiasma lo studio dei pezzi antichi, che offrono il piacere della scoperta: è stato entusiasmante studiare una collezione di intagli su pietra dura di artisti come Berini e Pichler e vederla riconoscere in asta con risultati al di sopra delle più rosee aspettative». Che spazio trovano negli incanti i gioielli contemporanei? «Cito solo due casi di successo in cui è molto importante la componente progettuale più che il valore intrinseco delle materie prime: Jar, di cui sono particolarmente pregevoli le montature (si pensi alle sue libellule) e la casa italiana Vhernier». Infine un suo aneddoto legato alle aste di gioielli. «Ho trovato davvero divertente e allo stesso tempo elegante il “duello” tra due forbite signore sedute vicine a un’asta di gioielli, che si sono contese una gemma a colpi di alzate di paletta fino all’ultimo sangue, ma con molta classe, facendo lievitare esponenzialmente il prezzo. Hanno dato vita a una querelle davvero memorabile, alla fine della quale si sono pure scambiate garbatamente i complimenti».

Sancy, appartenuto a Maria de’ Medici e poi custodito per quattro secoli nei tesori delle case reali d’Europa e aggiudicato nel 2012 per 9 milioni di franchi svizzeri». Qual è il ruolo/peso della gioielleria italiana nelle aste? Quali brand sono più ambiti in asta? «Dopo le esposizioni spettacolari di gioielli Bulgari, è questo il marchio italiano vincente e più competitivo nelle aste, così come Buccellati, Janesich, Codognato, Chiappe, Petochi, Veronesi e molti altri nomi storici. Come dicevo, influiscono molto sul valore di un gioiello il suo brand, l’epoca, la firma del designer… In proposito, penso alla riscoperta della designer francese Suzanne Belperron, giustamente rivalutata in occasione della vendita dei gioielli di Wallis Simpson all’asta ginevrina di Sotheby’s nella primavera 1987 e oggi riconosciuta internazionalmente grazie alla pubblicazione della sua monografia nel 2011 ad opera di Olivier Baroin. Sono comunque sempre richiestissimi i gioielli di Boucheron, Van Cleef & Arpels, Webb, Tiffany… E se è forte l’interesse per i preziosi firmati Cartier, va altresì detto che si stanno rivalutando i gioielli d’artista disegnati da Pomodoro, Fontana, Dalì». Come avviene la quotazione di un gioiello da battere ad un’asta? «Sul prezzo incide sensibilmente la reperibilità nel mercato. Più l’articolo è difficile da trovare, più sale il valore, come per tutte le cose rare». Quali pezzi risultano più appetibili per gli acquirenti al giorno d’oggi? «Quelli non facili da trovare, dalle grandi perle naturali ai diamanti perfetti di notevole caratura, dai gioielli di provenienza storica a quelli appartenuti a donne famose. Erano eccezionali, ad esempio, i pezzi di Gina Lollobrigida che abbiamo venduto di recente a Ginevra, che provano l’eccellente gusto della diva nello sceglierli ed acquistarli a suo tempo. Ricordo, poi, tra gli ultimi pezzi venduti, i gioielli della collezione di Flora Sassoon che a Ginevra hanno quasi triplicato la pre-vendita». Cosa sogna di poter battere all’asta un giorno? «Una collezione storica passata per quasi tutte le dinastie reali l'Orafo 2014

English translation: see pag. 104 59

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People & Brands

AUTENTICO

BURMA

Metalli preziosi, lavorazioni sofisticate e certificati di qualità. Le pietre però sono sintetiche e quindi i prezzi più accessibili. Un successo dal 1927 di

Natalia Capra

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oncedersi il solitario che nessun principe azzurro ci ha mai regalato? Si può. Basta prendere un volo low cost per Parigi e presentarsi nella boutique Burma dove il falso d’autore raggiunge il vertice della qualità. Dal 1927 Burma lavora l'oro e l'argento come un gioielliere, ha atelier da gioielliere e boutique da gioielliere accanto all'Opéra: ma le pietre sono finte, o meglio sintetiche. È difficilissimo a occhio nudo, anche per un acquirente esigente, distinguere un diamante autentico da un diamante Burma. Il peso e altre caratteristiche metterebbero sull'avviso un gemmologo ma all’apparenza la “burmalite”, come la marca chiama le sue pietre, non ha nulla da invidiare al più puro dei diamanti. Grazie a una scrupolosa ricerca dell’eccellenza sia nella concezione del bijou sia nella fabbricazione delle pietre, l’equivalente di un solitario da 50 mila euro si può avere da Burma per il ragionevole costo di circa 1000 euro, certificazione di qualità inclusa. La maison si guarda bene dallo svelare il segreto della burmalite ma per grandi linee si tratta della riproduzione in laboratorio della cristallizzazione naturale del diamante a partire dalla migliore qualità di ossido di zirconio. Il risultato è una pietra dura, estremamente pura e brillante. Taglio, colore, forma e sfaccettature sono ricreati a regola d’arte e da professionisti tagliatori di diamanti autentici. Zaffiri e rubini di sintesi invece si ottengono dalla polvere di corindone naturale cotta a una temperatura di 2000° C insieme all’ossigeno e a un colorante. Il prodotto fuso raffreddandosi produce la cristallizazione della gemma. Alla creazione della pietra fanno seguito tutte le fasi del vero e proprio lavoro di gioielleria, con particolare attenzione all’argento, che subisce un processo di “rhodiage” da 0,5 micron per donare brillantezza e proteggere il metallo dall’ossidazione. Con boutiques a Parigi, Cannes, Nizza, Monte Carlo, Ginevra e Bruxelles, Burma ha fatto fortuna come fornitore di gioielli di scena e ha raggiunto la notorieta’ negli anni ‘30 grazie ad artisti come Arletty e Josephine Baker, la quale ordinava interi costumi ricoperti di piume e diamanti. Le collezioni odierne rileggono l’allure della Parigi Art Déco mentre la marca conferma il suo legame con lo spettacolo e fornisce i bijoux alle produzioni cinematografiche. La clientela varia dai top spender che preferiscono tenere le parure da sogno nei caveau e viaggiare con gioielli Burma, alle persone normali che non possono permettersi l'alta gioielleria ma non accetterebbero bijoux di bassa qualità. A queste persone il catalogo di presentazione di Burma promette che «…il sogno diventa realtà». l'Orafo 2014

A fianco, Josephine Baker, diva degli anni Venti e Trenta, si affidava a Burma come fornitore per i suoi gioielli di scena. In basso anello con burmalite Jonquille. ■ Josephine Baker, 20's and 30's diva, trusted Burma for her costume jewelry. Below: ring with Jonquille burmalite.

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Collier con burmalite di vario taglio. A lato: momenti della lavorazione dei gioielli. Sotto: l'attrice Clotilde Coureau con gioielli Burma. ■ Collier with burmalite of different cuts. Left: jewelry's workmanship. Below: actress Clotilde Coureau wearing Burma jewels.

its fortune as a supplier of stage costumes and jewellery and shot to prominence in the 30s thanks to artists such as Arletty and Josephine Baker. Today's collections revive the allure of Art Déco Paris, while the brand continues its cooperation with the world of entertainment by providing jewellery for film productions. Customers range from ultra-wealthy individuals who keep their true jewellery in a caveau and prefer to travel with Burma creations, to ordinary people who dream looking at the expensive jewellery windows. To those people, Burma’s presentation catalogue promises that “... the dream comes true”.

■ Treating yourself to that solitaire ring that no prince charming has ever given to you? Yes, you can. Just take a cheap flight to Paris and show up in a Burma boutique, where master forgeries are top quality. Since 1927, Burma has worked with gold and silver just like a jeweller, with its own jewellery workshops and boutiques, but its stones are fake, or synthetic, to be precise. To the naked eye, it is very difficult to tell a real diamond from a Burma diamond. Its weight may betray it, but “burmalite” - as the brand calls its stones - looks just like the purest of diamonds. With a highly specialised knowhow and an ongoing quest for excellence, Burma offers the equivalent of a 50-thousand-euro solitaire ring for the reasonable price of € 1000 or so, quality certification included. The house jealously guards the secret of burmalite, but in broad terms it is a laboratory reproduction of the natural process of diamond crystallisation from top-quality zirconium oxide. The result is a hard, extremely pure and bright stone. Its cut, colour, shape and facets are re-created to perfection by master cutters of real diamonds. Synthetic sapphires and rubies, on the other hand, are made from natural corundum powder baked at a temperature of 2000° C and mixed with oxygen and a dye. As it cools, the molten product causes the gem to crystallise. The creation of the stone is followed by the actual making of fine jewellery, with special attention to silver which undergoes a 0.5-micron “rhodiage” process to add brilliance and protect the metal from oxidation. With boutiques in Paris, Cannes, Nice, Monaco, Geneva and Brussels, Burma made l'Orafo 2014

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dicembre



Heritage

ARCHITECTE

DU LUXE Victoire de Castellane rivisita i modelli New Look di monsieur Dior e crea una collezione di Haute Joaillerie dalle forme sartoriali e imprevedibili, una vera sfida per gli atelier della maison


Heritage Pagina precedente: sullo sfondo, abito Songe (Dior HC SS 1947); orecchino Ailée Diamant in oro bianco, diamanti e zaffiri. In questa pagina, dall'alto: abito Francis Poulenc (Dior HC SS 1950), anello Verticale Plissée in oro e diamanti bianchi e fancy, abito Marly (Dior HC SS 1949). n Previous page: Songe dress (Dior HC SS 1947), Ailée Diamant earring in white gold, diamonds and sapphires. This page, from top: Francis Poulenc dress (Dior HC SS 1950), Verticale Plissée ring in gold, white and fancy diamonds, and Marly dress (Dior HC SS 1949).

di Ilaria

Danieli

C

redevamo che si fosse ormai detto tutto sul New Look di Christian Dior, quello che nel 1947 a colpi di gonne a corolla, corsetti stringivita e tacchi a spillo spazzò via le linee sobrie e i poveri tessuti del tempo di guerra. Tra la sorpresa, l’entusiasmo e lo scandalo della stampa internazionale, il nuovo lusso proposto da Monsieur ebbe un formidabile risultato di vendite, tanto da coprire il 45% delle esportazioni francesi del settore contribuendo così a risollevare l’economia nazionale: la storia della moda ancora favoleggia su quell'evento e non passa stagione che qualche stilista non lo citi più o meno dichiaratamente. Ma mancava la parola di Victoire de Castellane, art director di Dior Joaillerie fin dalla prima collezione lanciata nel 1998. Scegliere lei significava investire in una fuoriclasse, quindi uscire dal tracciato tradizionale e rassicurante dell’alta gioielleria, così come la maison stava deragliando (con grande successo) dal lusso convenzionale della Haute Couture grazie alla creatività irriverente di John Galliano, responsabile delle collezioni moda dal 1996 al 2011. Perciò l’autrice di strepitose reinvenzioni del monile prezioso, capace di laccare in verde o in fucsia l’oro giallo e di rendere carnivori i romantici fiori che Christian Dior coltivava nel suo giardino di Milly-la-forêt, quest’anno ha studiato i disegni d’archivio e ne ha riletto, a modo suo, lo stile e l’estetica, presentando i risultati all’ultima Biennale des Antiquaires a Parigi. Il dialogo di Victoire con il fondatore, in realtà, era cominciato già due anni fa con la collezione Cher Dior nella quale la designer si era ispirata al bijou secondo Christian Dior e lo aveva restituito in forma di vero gioiello, utilizzando metalli e pietre preziose dove negli anni ’50 si usavano leghe di ottone e perle d’imitazione. Victoire in quel caso aggiunse uno straordinario valore aggiunto di lavorazione al lato B dei gioielli, ovvero una gabbia dorata e traforata come un pizzo dentelle che dava un senso estetico e strutturale alle incastonature delle gemme. Ma soprattutto riuscì a esprimere con un'overdose di grazia l’eccesso dei colori, creando arcobaleni di gemme che nessuno aveva osato prima. Per questo nuovo appuntamento parigino madame de Castellane ha


Da sinistra: abito Panier Percé (Dior HC SS 1950) e orecchini Vertical Godet in oro bianco zaffiri e tormalina Paraiba n From left: Panier Percé dress (Dior HC SS 1950) and Vertical Godet earrings in white gold, sapphires and Paraiba tourmaline.

Sopra, da sinistra: abito Jumon (Dior HC AW 1949) e orecchino Milieu du Siècle in oro brunito e diamanti. n Above, from left: Jumon dress ((Dior HC AW 1949) and Milieu du Siècle earring in burnished gold and diamonds. l'Orafo 2014

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dicembre


Heritage

Dall'alto: collier Ailée Emeraude in oro bianco, diamanti, tzavoriti, tormaline verdi e granati. Anello Milieu du Siècle in oro brunito e diamanti. n From top: Ailée Emeraude necklace in white gold, diamonds, tzavorites, green tourmalines and garnets. Milieu du Siècle ring in black plated gold and diamonds.

invece applicato il suo immaginario esagerato al culto dell’architettura coltivato da monsieur Dior. Archi Dior è infatti un lavoro minuzioso sulle strutture del gioiello, ma nella visione asimmetrica e accartocciata di Frank Gehry più che in quella classica e lineare di Palladio. Ecco allora che le crinoline a gabbia usate da Monsieur sotto le gonne si increspano come ragnatele, agganciando pietre preziose per diventare orecchini d’oro bianco, mentre la vita strizzata della femminile forma a clessidra, esaltata dal New Look, offre lo spunto a un bracciale che stringe sul polso una raggera multicolore di zaffiri e smeraldi. Ogni gioiello ha un precedente tra i disegni d’archivio, ma la creatività non euclidea di Victoire ancora una volta preferisce sorprendere piuttosto che rassicurare, proponendo forme imprevedibili e virtuosistici pavé di gemme. «Questa collezione si concentra sullo stile - spiega Victoire de Castellane - Nuovi tagli delle pietre, nuove proporzioni e volumi fuori dagli schemi. Rinnovare significa continuare la storia: ogni collezione conduce alla successiva e io adoro l’idea di andare sempre oltre, perché odio annoiarmi. Più che sul colore Archi Dior lavora sulle sfumature e gli effetti di tono, mentre le precedenti collezioni erano multicolour». L'effetto per certi versi è spiazzante, ma se non fosse così non sarebbe Dior joaillerie. Ancora più sorprendente, entrando nel dettaglio, è sapere che ogni pezzo di questa collezione ha richiesto dai 18 ai 24 mesi di lavorazione: per esempio il bracciale Bar (vedi pagina 68) è stato un lavoro di oltre 560 ore perché sono state

incastonate 4500 pietre preziose. Ma questo è nulla se paragonato alla difficoltà nel modellare il metallo seguendo i drappeggi del tessuto: una vera sfida, che per Victoire è proprio l'aspetto più divertente e interessante di tutto il processo. Altrimenti si annoierebbe. ■ We thought that everything had been said about the new look of Christian Dior, who in 1947 wiped out the sober lines and poor fabrics of wartime with flared skirts, constrictive corsets and stilettos. Among the surprise, excitement and outrage of the international press, the new luxury offered by Monsieur resulted in tremendous sales, so much that they covered 45% of French exports in the industry and helped to revive the national economy. The history of fashion still fantasises about that sensational event and not a season passes without having some designer mention the New Look more or less openly. But we still hadn’t heard from Victoire de Castellane, the Art Director of Dior Joaillerie since the first collection launched in 1998. Choosing her meant investing in a top-notcher, leaving the reassuring, traditional path of fine jewellery, just as the house was (very successfully) steering away from the conventional luxury of Haute Couture through the flippant creativity of John Galliano, who created fashion collections from 1996 to 2011. This year, the author of amazing reinterpretations of precious jewel, who can lacquer gold yellow with splashes of green or fuchsia and turn the romantic blooms that Christian Dior grew


Abito Aladin (Dior HC AW 1948), ph. Pat English_Getty Images, e collier Corolle Jour in oro bianco con diamanti e smeraldi. n Aladin dress (Dior HC AW 1948), ph. Pat English_Getty Images, and Corolle Jour collier in white gold with diamonds and emeralds.

l'Orafo 2014

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Heritage

Dall'alto: orecchini Trompe l'oeil in oro con diamanti bianchi e gialli, zaffiri rosa e granati. Bracciale Bar en Corolle in oro con diamanti, smeraldi, zaffiri e spinelli. n From top: Trompe l'oeil earrings in gold with white and yellow diamonds, pink sapphires and garnets. Bar en Corolle bracelet with diamonds, emeralds, sapphires and spinels.

in his garden in Milly-la-forêt into carnivorous flowers, studied some archive drawings and re-interpreted, in his own way, their style and aesthetics, presenting the results at the Biennale des Antiquaires in Paris. In fact, the dialogue between Victoire and the founder started two years ago with the Cher Dior collection, in which the designer was inspired by the concept of bijou according to Christian Dior and had turned it into a real gem, using precious metals and stones instead of the brass alloys and imitation pearls used in the 50s. In that case, Victoire added an extraordinary value-added processing to the B-side of jewels, that is to say an openwork gilded cage looking like bobbin lace that gave a sense of aesthetics and structure to the bezels of gemstones. But above all, she managed to gracefully express a super-abundance of colour, creating rainbows of gems that no one had ever dared before. For this new event in Paris, Madame de Castellane has applied her fevered imagination to the cult of architecture nurtured by Monsieur Dior. Archi Dior is indeed a painstaking work on the structures of jewellery, but seen through Frank Gehry’s asymmetric, crumpled vision rather than Palladio’s classical, linear perspective. So, the cage crinolines used by Monsieur crinkle like cobwebs, embedding precious stones to become white gold earrings, while the squeezed waistline of the feminine hourglass shape, enhanced by the New Look, inspires a bracelet that wraps a multicoloured sunburst

of sapphires and emeralds around the wrist. Each jewel has a precedent among the house’s archive drawings, but once again Victoire’s non-Euclidean creativity prefers to surprise rather than reassure, offering unpredictable shapes and virtuosic pavé settings. «This collection focuses on style - explained Victoire de Castellane - New stone cuts, new proportions and outside-the-box volumes. Innovation means to continue to make history: each collection leads to the next and I love the idea of going further and further, because I hate getting bored. Rather than colour, Archi Dior focuses on shades and tone effects, while previous collections were multicolour. The result is somewhat unsettling, but if it were not so, it wouldn’t be Dior Joaillerie. Going into detail, it is even more surprising to know that every piece of this collection took 18 to 24 months of work; for example, the Bar bracelet (see below) took more than 560 hours of work since 4500 precious stones were embedded in it. But this is nothing compared to the difficulty of shaping metal following the draping of fabric, a real challenge, which, for Victoire, is the most fun and interesting part of the whole process. Otherwise she would get bored.


Visual

THE ARTIST

MIRROR

L'atelier del gioielliere si specchia nell'immaginario di Vincent Van Gogh di Ilaria danieli Artwork di Giuseppe Fogarizzu

l'Orafo 2014

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Visual

Nella pagina precedente: anello di Zydo in oro bianco, zaffiri orange e diamanti. In questa pagina: anello Giant Magnolia di Fabergé in oro bianco e giallo con diamanti e pietre preziose di colore. ■ Opening page: white gold ring by Zydo with diamonds and orange sapphires. This page: Giant Magnolia ring by Fabergé in white and yellow gold with diamonds and precious coloured stones.

Van gogh, l'uomo e la terra Una piccola ma singolare selezione di opere del celebre artista olandese è ospitata al Palazzo Reale di Milano fino all'8 marzo 2015. Il percorso espositivo si articola in 47 quadri e disegni che indagano il profondo rapporto tra l'artista e la natura, dalle notti fredde e limpidissime ai campi di grano assolati. Curata da Kathleen Adler e allestita dall'architetto Kengo Kurma, la mostra vede esposti capolavori come Paesaggio con covoni (a sinistra) e le celebri nature morte. l'Orafo 2014

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■ A small but original selection of

creations by the famous Dutch artist is held in the Palazzo Reale in Milan until the 8th of March 2015. The exhibition sets drawings and paintings incident to the connection between Van Gogh and nature, from cold and clear night landscapes to sunny summer fields. Conceived by Kathleen Adler and developed by the architect Kengo Kurma, the exhibition features masterpieces like Landscape with sheaf (left) and the famous Still lifes.


Anello in oro bianco, diamanti e zaffiri della collezione Notte Stellata firmata Leo Pizzo. â– White gold ring with sapphires and diamonds from the Notte Stellata collection by Leo Pizzo.

l'Orafo 2014

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Visual Anello Gâteau d'amour firnato Van Cleef & Arpels in oro bianco e giallo con diamanti bianchi e degradé di diamanti gialli e brown. Al centro smeraldo purissimo. ■ Gâteau d'amour ring by Van Cleef & Arpels in white and yellow gold with white diamonds and degradé of yellow and brown diamonds. Very pure central emerald.

l'Orafo 2014

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dicembre


Visual

belle ĂŠpoque

Viaggio nella societĂ del primo Novecento attraverso i capolavori dell'arte e della gioielleria. Ricami dorati e pizzi scintillanti che sarebbero piaciuti alle muse eleganti di Boldini. Tre mostre attorno alla stessa atmosfera di Letizia

l'Orafo 2014

Redaelli

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Visual

Pagina precedente: anelli in oro giallo con diamanti e smeraldo di Mario Buccellati. Ritratto della principessa d’Isemburg-Birstein, Giovanni Boldini, 1898. In questa pagina: collana di Mario Buccellati (1923) in argento rivestito d'oro con pendente in berillo e rubini. Ritratto della principessa Radzwill, Giovanni Boldini, 1910.

I

caffè parigini, la moda di Paul Poiret, Les Folies Bergère, le carrozze a cavalli: era la Belle Époque, il sogno di un'epoca d'oro, a base di leggerezza, divertimento e dell'illusione di una duratura pace internazionale. In quegli anni le donne si appropriavano di un'inesplorata femminilità e consapevolezza corporea. Seducenti ed eleganti, amavano essere protagoniste dei ritratti degli artisti del tempo: illuminate dalle vivaci pennellate di De Nittis, intense nei Corcos, frizzanti per Giovanni Boldini. Quest'ultimo, il cosiddetto parisien d'Italie, fu uno dei maggiori interpreti del beau monde dell'epoca perché ritraeva le sue modelle (molte delle quali erano esponenti dell'alta borghesia e dell'aristocrazia) come in un'istantanea. Attraverso l'uso di colori densi e rapide pennellate, così veloci da essere soprannominate dalla critica "sciabolate", era capace di rappresentare la vivacità dei propri soggetti riportando sulla tela la loro fresca vitalità. Donne eleganti e di ottima famiglia che indossavano non solo abiti d'alta moda ma anche meravigliosi e preziosissimi gioielli, magari firmati Mario Buccellati. È il 1919 infatti quando il gioielliere, che sarà chiamato "Principe degli Orafi" da Gabriele D'Annunzio, apre la sua prima boutique a Milano e l'Orafo 2014

diventa il beniamino delle signore. Le sue creazioni, apprezzate anche da pontefici, membri di case regnanti e intellettuali, erano caratterizzate dalla lavorazione "a tulle" che, negli anni, diventò il segno distintivo della maison. Sia Giovanni Boldini sia Mario Buccellati riuscirono a interpretare con incantevole senso estetico un'epoca luminosa e incline al décor: non viene difficile immaginare che molte delle muse ritratte dal pittore ferrarese indossassero un bracciale o una spilla modellata dal gioielliere. Tre mostre, due delle quali dedicate a Boldini, celebrano le loro opere. Il Gam Manzoni di Milano, fino al 18 gennaio, ospita quaranta capolavori del pittore, alcuni dei quali mai esposti al pubblico, mentre a Ferrara, dal 31 gennaio, aprirà i battenti un allestimento semi-temporaneo dedicato sia a Boldini sia a De Pisis. Palazzo Pitti di Firenze, invece, dal 2 dicembre ospiterà la mostra I tesori della fondazione Buccellati in cui saranno esposti oltre cento opere di oreficeria. Tre eventi legati al ricordo di un'epoca d'oro vissuta più di un secolo fa, la cui estetica continua ad affascinare, ieri come oggi, col suo desiderio di grazia ed eleganza. English translation: see pag. 104 74

dicembre


Anello in oro e argento rivestito d'oro con zaffiro e diamanti di Mario Buccellati, 1936. Ritratto di Lina Cavalieri, Giovanni Boldini, 1898 circa.

cent'anni di arte orafa

Un italiano a parigi Il Gam Manzoni di Milano, dal 24 ottobre al 18 gennaio, ospita la mostra Boldini: Parisien d'Italie. Quaranta i capolavori esposti, alcuni dei quali provenienti da collezioni private e quindi visibili al pubblico per la prima volta. L'esibizione, curata da Enzo Savoia e Francesco Luigi Maspes, ripercorre le tappe fondamentali dell'opera di Boldini tra l'Italia e la Francia, raccogliendo esemplari di grande importanza artistica come il nucleo di quadri eseguiti per il mercante Adolphe Goupil e una serie di ritratti in cui le dame fin de siècle sono caratterizzate da una femminilità particolarmente vibrante: di questa raccolta fanno parte capolavori come La lettera e Interno con figura elegante. La mostra è visitabile da martedì alla domenica con orario 10/13 e 15/19.

Una celebrazione in grande stile del talento di casa Buccellati in una sede di grande prestigio: Palazzo Pitti, a Firenze, dal 2 dicembre al 22 febbraio ospita la mostra I tesori della fondazione Buccellati - Da Mario a Gianmaria, 100 anni di storia dell'arte orafa. Per la prima volta sono esposte al pubblico cento opere tra gioielleria, oreficeria e argenteria. La mostra, realizzata grazie alla collaborazione tra la Fondazione Buccellati e la Soprintendenza speciale per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico e per il Polo museale della città di Firenze, ha l'obiettivo di ripercorrere la grande produzione artistica della famiglia. Saranno esposti i pezzi più preziosi di Mario e Gianmaria Buccellati tra cui tiare, spille e bracciali caratterizzati dalla lavorazione a tulle, segno distintivo della maison. La mostra Anello a turbante in oro, è visitabile dalle 8.15 alle 16.30 (chiusura rubino cabochon e diamanti. il primo e l'ultimo lunedì del mese, il 25 Gianmaria Buccellati, 1974. dicembre e l'1 gennaio). English translation: see pag. 104 l'Orafo 2014

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Visual

CARTOONIST! Dalla realtĂ al disegno, dai contorni delle gemme agli effetti digitali. Alla maniera di Lichtenstein di Ilaria Danieli Artwork di Giuseppe Fogarizzu

l'Orafo 2014

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Visual Pagina precedente: orecchini Voga Gioielli in oro bianco, diamanti, zaffiri e tanzanite. Sullo sfondo: Woman in bath, Roy Lichtenstein, 1963. In questa pagina: orecchini in oro bianco, smeraldi e diamanti firmati Garrard. Sullo sfondo: Still life with green vase, Roy Lichtenstein, 1972. â– Previous page: earrings by Voga Gioielli in white gold with diamonds, sapphires and tanzanite. Background: Woman in bath, Roy Lichtenstein, 1963. This page: earrings in white gold, emeralds and diamonds by Garrard. Background: Still life with green vase, Roy Lichtenstein, 1972.


Anello in platino, zaffiro e diamanti presentato da Cartier alla Biennale des Antiquaires 2014. Sullo sfondo: Purist painting with pitcher, glass and classical column, Roy Lichtenstein, 1975. â– Platinum with sapphire and diamonds ring presented by Cartier at the Biennale des Antiquaires 2014. Background: Purist painting with pitcher, glass and classical column, Roy Lichtenstein, 1975.


Visual

Orecchini Morning in Vendôme in oro bianco e giallo con diamanti gialli, diamanti bianchi e onice della collezione Café Society creata da Chanel Joaillerie. Sullo sfondo: Still life with figurine (from the six still lifes series), Roy Lichtenstein, 1974. ■ Morning in Vendôme earrings in white and yellow gold with yellow diamonds, white diamonds and onyx from the Café Society collection by Chanel Joaillerie. Background: Still life with figurine (from the six still lifes series), Roy Lichtenstein, 1974.

Lichtenstein: opera prima Per la prima volta in Italia arriva una raccolta di 235 opere in un'unica esposizione. È la mostra Roy Lichtenstein - Opera prima organizzata al Gam di Torino e visitabile fino al 25 gennaio. L'esibizione è un viaggio tra i disegni e alcuni grandi dipinti dell'artista, datati tra i primi anni Quaranta e il 1997, molti dei quali mai visti in Italia. A cura di Danilo Eccher, la mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione con l'Estate e la Roy Lichtenstein Foundation. l'Orafo 2014

80

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■ For the first time in Italy a group of 235 works is on show in an only exposition. It's the Roy Lichtenstein Opera prima exhibition held at the Gam museum in Turin until the 25th of January. A journey through the artist's drawings and some big paintings, dated between early 40s and 1997, most of them never seen before in Italy. Conceived by Danilo Eccher, the exhibition has been realized with the collaboration of the Estate and the Roy Lichtenstein Foundation.


Inside Jewelry

GEOGRAFIA

DELLA RICCHEZZA Mentre rallenta la crescita dei patrimoni in USA, Europa, Russia, India e Cina, nei prossimi 10 anni Africa, Indonesia e Medio Oriente cresceranno alla velocità della luce di

Natalia Capra

72.776 EUROPA

Ultra ricchi nel 2013

52.226

10.675

NORD AMERICA

7.850

Ultra ricchi nel 2013

INDIA

Ultra ricchi nel 2013

2.402 AFRICA

Ultra ricchi nel 2013

11.396

AMERICA LATINA Ultra ricchi nel 2013

Mappamondo dei big spender, i cosiddetti Uhnwi (Ultra High Net Worth Individuals), cioè i proprietari di asset per un valore di $30 milioni e oltre. Tra il 2003 e il 2013 la popolazione mondiale di Uhnwi è cresciuta del 59%, raddoppiando in Medio Oriente, Sud America, Australasia e Africa.

l'Orafo 2014

81

dicembre

CINA

Ultra ricchi nel 2013


Inside Jewelry

UHNWIS (+US$30ML)

I super affluenti si dividono in genere in tre fasce: gli Uhnwi, che possiedono dai 30 milioni di dollari in su, i centa-milionari, il più povero dei quali ha un patrimonio di cento milioni di dollari, e infine i miliardari, che in Europa sono "solo" 505.

L

a ricchezza mondiale si concentra sempre più nelle mani di pochi e, per la felicità dell’industria del lusso, i ricchi diventano sempre più ricchi: su questo concordano vari studi tra i quali il Wealth Report 2014 pubblicato dalla sezione ricerca KnightFrank, che analizza la fascia altissima dei big spenders, i cosiddetti Uhnwi (Ultra High Net Worth Individuals) i proprietari di assets per un valore di $30 milioni e oltre. Tra il 2003 e il 2013 la popolazione mondiale di Uhnwi è cresciuta del 59%, raddoppiando in Medio Oriente, Sud America, Australasia e Africa. Ad oggi la totalità della ricchezza dei pochi ultra facoltosi equivale al 40% del PIL mondiale nonostante ci sia al mondo soltanto un Uhnwi ogni 35.000 persone. Secondo il World Ultra Wealth Report 2013 pubblicato da Ubs, la ricchezza di questi fortunati è cresciuta nel 2013 poco meno di $2 trilioni, quanto il PIL dell’India, e il numero di ricchi nel mondo è aumentato del 4% rispetto al 2012.

52.226 ▲

Ultra ricchi nel 2013

2013 2023 CRESCITA

Africa

1,868 2,858 53%

Asia

41,114 58,588

Australasia

3,828 4,526 18%

Europa

60,504 73,396

21%

Sud America

9,677

13,711

42%

Medio Oriente

7,052

9,498

35%

Nord America

43,626

52,536

20%

Mondo

167,669 215,113

MILIARDARI

PAESI

43%

28%

2013 2023 CRESCITA

Africa

25 38 52%

Asia

488 809 66%

Australasia 21 25 19% Europa

505 629 25%

Sud America

94

136

45%

Medio Oriente

108

146

35%

Nord America

441

532

21%

Mondo

NORD AMERICA, EUROPA NORD AMERICA

PAESI

1,682 2,315 38%

milionari rispetto ai paesi in via di sviluppo. L’estrema rapidità nell’incremento di Uhnwi in certi continenti Bric come l’Africa supera invece di gran lunga il tasso di creazione di ricchezza nelle economie più mature.

EUROPA

72.776 ▲

AMERICA LATINA

Ultra ricchi nel 2013

AMERICA LATINA

11.396 ▼

Seppur ben al di sotto dei livelli del 2007, il Nord America e l’Europa restano le aree geografiche a maggior concentrazione di super abbienti. Secondo lo studio di KnightFrank, nel 2013 in Nord America 1500 persone sono entrate nella cerchia dei facoltosi con una crescita della popolazione Uhnwi del 3.5% anno su anno, mentre in Europa 2000 nuovi ricchi hanno fatto registrare una crescita del 3.3% nello stesso periodo. Ad alto potenziale di creazione di nuova ricchezza gli stati dell’Arkansas e del Texas, il primo per l’industria agroalimentare e il settore manifatturiero in forte espansione, il secondo per il petrolio. Il numero di Uhnwi nella città di Houston, per esempio, dovrebbe aumentare del 57% entro il 2023 grazie all’industria energetica. Le economie sviluppate come Europa e Nord America partono però da un alto tasso di l'Orafo 2014

Ultra ricchi nel 2013

Nel 2013 l’America Latina ha registrato una crescita del Pil ben al di sotto delle aspettatative, con un incremento del tasso di ultra ricchi piuttosto deludente: meno di 50 persone infatti hanno passato la barra dei $30 milioni. Questo è dovuto ad una situazione politica e sociale instabile in alcune regioni e agli effetti devastanti della crisi mondiale e del deprezzamento delle commodities. Più di 1 su 10 sud americani ricchi hanno assistito nel 2013 alla graduale erosione del loro patrimonio. Mentre l’osservatorio sulla ricchezza mondiale WealthInsight 82

dicembre


CENTA-MILIONARI

PAESI

2013 2023 CRESCITA

Africa

509 767 51%

Asia

8,809 13,428 52%

Australasia 727 870 20% Europa

11,767 14,368

22%

Sud America

1,625

2,348

44%

Medio Oriente

1,508

2,044

36%

Nord America

12,159

14,648

20%

Mondo

37,104 48,473

31% da parte delle banche locali. La nomina del nuovo governo di Xi Jinping ha dato inoltre uno scossone alla stabilità politica. Ubs riporta per la prima volta nel 2013 una diminuzione nel numero di ricchi in Cina e un futuro incerto nella creazione di capitale.

prevede una forte capacità dei paesi latino americani di creare patrimoni nell’arco dei prossimi 10 anni, l’Fmi (Fondo Monetario Internazionale) pubblica modeste proiezioni di sviluppo economico: al 2.5% nel 2014 e 3% nel 2015. Nel 2012 il Pil del Brasile ha deluso le aspettative del +4.5 % previste dal governo crescendo solo dello 0.9%. La corruzione politica e l’instabilità sociale dovuta a un incremento del costo della vita sproporzionato rispetto all’evoluzione economica della società sono risultati in un calo del 13.5% del numero di ricchi nel 2013 anno su anno.

INDIA INDIA

7.850 ▼

Ultra ricchi nel 2013

CINA

Nonostante le difficoltà di una rupia debole e il forte livello di indebitamento pubblico, la popolazione Uhnwi in India dovrebbe raddoppiare nei prossimi 10 anni grazie a una politica di crescente liberalismo e all’arrivo di capitali stranieri. Ubs riporta comunque nel 2013 una minima crescita di Uhnwi Indiani, si parla dell’1.6% rispetto all’anno precendente.

CINA

10.675 ▼

Ultra ricchi nel 2013

Nonostante il rallentamento dell’economia cinese, le prospettive di creazione di ricchezza sono ottimistiche grazie alle azioni di incoraggiamento del sistema bancario, il primo motore dell'incremento di reddito. Il WealthInsight prevede una crescita dell’80% nella popolazione di ultra ricchi in Cina nel prossimo decennio. Se questa previsione si dovesse avverare ci saranno entro il 2023 circa 322 miliardari in Cina, più che in Gran Bretagna, Russia, Francia e Svizzera messi insieme. Nel 2013 però l’economia cinese ha subito un forte calo nelle esportazioni verso l’Europa e gli Stati Uniti. La crisi mondiale è stata inoltre responsabile del calo della domanda e dei prezzi delle commodities con un conseguente giro di vite sulle linee di credito PAESI

INDONESIA INDONESIA

865 ▲

Ultra ricchi nel 2013

L’Indonesia invece ha visto un fortissimo incremento di nuovi creso nel 2013 grazie all’apertura agli investimenti stranieri e alla diffusione del sistema finanziario. La popolazione di ricchi in

POPOLAZIONE RICCHEZZA POPOLAZIONE UHNW TOTALE $MLD UHNW

RICCHEZZA TOTALE $MLD

POPOLAZIONE

2013 2013 2012 2012 VARIAZIONE

TOTALE RICCHEZZA

VARIAZIONE

CINA 10,675 1,515 11,245 1,580 -5,1% -4,1%

l'Orafo 2014

83

dicembre


Inside Jewelry PAESI

RICCHEZZA TOTALE $MLD

POPOLAZIONE RICCHEZZA POPOLAZIONE UHNW TOTALE $MLD UHNW

POPOLAZIONE

TOTALE RICCHEZZA

2013 2013 2012 2012

Africa 2,775 350 2,535 325 9,5% 7,7% Sud Africa

775

Nigeria 600

100

785

100

-1,3%

0,0%

80

455 60 31,9% 33,3%

Egitto 510 65 490 65 4,1% 0,0% Kenya 155

18

125 16 24,0% 12,5%

Tanzania 115

15

105

Angola 110

14 100 13 10,0% 7,7%

Libia

8

60 8 8,3% 0,0%

Tunisia 65

8

70

9

Etiopia 55

7

50

7 10,0% 0,0%

Algeria 35

5

35 5 0,0% 0,0%

Marocco 35

5

35

5

0,0% 0,0%

Resto Africa

25

225

23

13,3%

65

255

9,5% 7,1%

-7,1% -11,1%

8,7%

un patrimonio netto di $100 milioni, del 52% i miliardari. Nel 2023, prevede il Wealth Report 2014, ci saranno 38 miliardari in questo continente. Nel 2013 la popolazione dei super ricchi in Angola e in Etiopia é cresciuta del 10% rispetto al 2012 mentre il tasso di ricchi in Nigeria é saltato al 31.9% nello stesso periodo. La polazione Uhnwi invece nel più sviluppato Sud Africa é diminuita dell’1.3%. Soltanto la Nigeria, il più grande esportatore africano di petrolio, ha rappresentato nel 2013 l’80% dell’incremento di ricchezza nel continente africano. L’Fmi prevede per l’Africa subsahariana una crescita economica del 5.7% all’anno fino al 2018. In particolare, la capitale del Kenya Nairobi sta diventano uno dei centri economici più importanti del continente con un alto tasso di investimenti stranieri. Nel 2013, nella sola Nairobi, si contavano 65 magnati con oltre 30 milioni di dollari. Il Wealth Report si aspetta nei prossimi 10 anni un incremento del 78% di persone abbienti.

Indonesia è cresciuta anno su anno del 10.2% nel 2013. KnightFrank prevede che la quantità di miliardari in Asia supererà l’Europa nel prossimo decennio e precisa che «Il numero di Uhnwi in Asia è destinato a raggiungere quasi le 60 unità nel 2023, superando il numero totale di Uhnwi in Nord America. Tra 10 anni ci saranno piu’ miliardari in India che in Gran Bretagna». AFRICA AFRICA

2.4▲02

Ultra ricchi nel 2013

L’Africa, soprattutto nelle regioni subsahariane, seppur partendo da un tasso ridotto di milionari e miliardari, rispetto al resto del mondo sta registrando una crescita esponenziale. L’economia del continente è trainata da minerali e commodities. Dopo la Cina, principale investitore sul continente, il Brasile si sta candidando per diventare un altro importante partner finanziario. In particolare il Pil dello Zambia è cresciuto del 7% negli scorsi 13 anni. Gli investimenti nelle infrastrutture e i capitali esteri stanno diffondendo benessere, creando nuovi shopping center e migliori alloggi, mentre il reddito pro capite va di pari passo con il rapido miglioramento della qualità di vita. La quantità di africani con $30 milioni in assets è destinata a crescere del 53% nei prossimi 10 anni, del 51% il numero di individui con l'Orafo 2014

14

MEDIO ORIENTE MEDIO ORIENTE

8.668 ▲

Ultra ricchi nel 2013

Nel 2013 la popolazione di ricchissimi nel Medio Oriente è invece cresciuta del 15.3% anno su anno. Sud Arabia ed Emirati Arabi, le aree che hanno visto un sensibile incremento nell’export, sono le zone con più alto numero di facoltosi 84

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e maggiore potenziale di ulteriore creazione di capitali. In generale tutti i paesi del Middle East hanno beneficiato della forte domanda e degli alti prezzi del petrolio, la loro principale materia prima di esportazione. La situazione di instabilità politica in Siria ha però avuto effetti devastanti sulla ricchezza della regione dove si è registrato un calo del numero di Uhnwi.

RUSSIA Il tasso di Uhnwi russi invece è previsto in discesa nei prossimi 10 anni soprattutto a causa dell’emigrazione. Mentre il numero di russi affluenti è salito del 372% durante il passato decennio, il Wealth Report 2014 prevede una rallentata crescita del 39% da qui al 2023.

DOVE VIVONO I SUPER RICCHI Le capitali della finanza mondiale, Londra e New York, sono le città a più alto tasso di milionari e miliardari. In Asia entro il 2024 il podio spetterà a Hong Kong stabilmente a Sydney con una previsione del +21% entro il 2023 mentre San Paolo resta tra le prime città ad alto tasso di Uhnwi in America Latina insieme a Rio de Janeiro e Buenos Aires.

Il più alto tasso di milionari e miliardari vive a Londra e a New York, i centri riconosciuti della finanza mondiale. Le città asiatiche e dell’America Latina sono invece ancora lontane dalla possibilità di competere con le due capitali anglosassoni. Tra le due, è New York ad attrarre maggiormente i capitali: secondo KnightFrank infatti entro il 2024 New York sorpasserà Londra per numero di milionari e miliardari anche se la Gran Bretagna ha raccolto un enorme flusso di capitali stranieri negli ultimi anni. Va specificato che Londra e New York, in quanto centri finanziari importanti, raccolgono i ricchi di tutto il mondo, dagli europei agli americani, fino ai russi, ai cinesi e agli africani. Singapore, Hong Kong, Shanghai e Pechino si contendono invece il titolo per l’Asia. Mentre nel 2013 Singapore sembra avere il più alto tasso di miliardari in Asia, il Wealth Report 2014 prevede che entro il 2024 Hong Kong conquisterà il podio. Pechino e Shanghai, che pure vedranno una forte crescita di nuovi creso, nel prossimo decennio rimarranno realtà essenzialmente locali. Il tasso di super abbienti a Istanbul è previsto in crescita del 38% nei prossimi 10 anni grazie alle fortune provenienti dal nord Africa e dal golfo. In Australia la popolazione di Uhnwi cresce

l'Orafo 2014

L’INDUSTRIA DEL LUSSO PUNTA SU NORD AMERICA, AFRICA E MEDIO ORIENTE Gli ultra ricchi amano comprare e, poiché aumenta di anno in anno la loro capacità di spesa, anche la quantità degli acquisti di lusso è prevista al rialzo. Per quanto concerne le aspettative di incremento di spesa nel lusso l’Africa è in testa alla classifica. Nel 2013 in questo continente il luxury spending è cresciuto dell’11% rispetto all’anno prima. Il Luxury Opportunity index del Wealth Report 2014 vede inoltre nel Medio Oriente la regione del mondo con il più alto potenziale di acquisti nel lusso mentre la Cina non risulta più una destinazione particolarmente interessante: il luxury spending in Cina è rallentato nel 2013 anche a causa del fatto che i cinesi affluenti preferiscono acquistare all’estero, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti. Molte marche luxury infatti puntano al Nord America per gli investimenti dei prossimi 5 anni.

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Inside Jewelry

fairs

Friburgo

affina

la formula

La seconda edizione della Jewellery & Gem Fair Europe aprirà i battenti il 22 Marzo, in sovrapposizione a Baselworld. Nuove soluzioni per ovviare alle problematiche dell'anno scorso di

Antonella Garello

B

uona già la prima, ma la seconda sarà ancora meglio, assicura Ubm Asia, società organizzatrice, con la "sorella" Ubm Live, della Jewellery & Gem Fair Europe, in programma nel centro fieristico di Friburgo dal 22 al 25 Marzo prossimi. Per questa seconda edizione, visto l'aumento delle richieste di partecipazione, verrano utilizzati quattro padiglioni - l'anno scorso erano tre - e la superficie espositiva è stata portata a 25 mila metri quadrati, con un incremento del 47%. La fiera si presenterà chiaramente suddivisa in tre aree merceologiche, dedicate rispettivamente alle pietre, alla gioielleria finita e a packaging, strumenti e macchinari, per facilitare la visita degli operatori. A oggi le partecipazioni collettive sono una dozzina e riguardano Anversa, Colombia, Germania, Hong Kong, India, Israele, Italia (che ha a disposizione una superficie espositiva ampliata rispetto all'anno scorso), Mauritius, Federazione Russa, Turchia, Thailandia e Stati Uniti. È prevista la presenza di 550 espositori (+27% rispetto all'anno scorso) e la partecipazione di circa 6000 operatori professionali, provenienti da tutto il mondo. Per questa seconda edizione, l'apertura della fiera è stata anticipata alla giornata di domenica, al fine di meglio intercettare e incentivare le visite dei buyer provenienti da Basilea, che di norma dedicano comunque i primi giorni del Salone svizzero agli orologi. Ubm Asia sta anche valutando nuove soluzioni logistiche, oltre al previsto servizio gratuito di navette, per ovviare ai problemi legati al trasporto da e per Basilea. Insomma questa manifestazione, complementare rispetto a Baselworld e certamente molto meno onerosa per espositori e visitatori, continua a destare attenzione e aspettative: la formula va affinata, ma si guarda a Friburgo con un certo ottimismo. l'Orafo 2014

■ The first edition was fine, but the second will be even better, says Ubm Asia - which organises the event with its "sister" Ubm Live - about the Jewellery & Gem Fair Europe, scheduled at the exhibition centre in Freiburg for March 22 to 25. Given the increased number of requests to participate, four pavilions will be used this time (versus three last year) and the exhibition space has been brought to 25,000 square meters, an increase of 47%. The exhibition will be clearly divided into three product areas, devoted respectively to gemstones, finished jewellery and packaging, tools & equipment to make it more visitor-friendly. To date, a dozen joint delegations have applied to participate in the event, including Antwerp, Colombia, Germany, Hong Kong, India, Israel, Italy (with a larger exhibition area than last year), Mauritius, the Russian Federation, Turkey, Thailand and the United States. The organisers are expecting 550 exhibitors to participate (27% more than last year) and approximately 6,000 professionals from all over the world to attend the show. The opening of this second edition was brought forward to Sunday in order to attract buyers from Basel, who usually spend the first few days of the Swiss exhibition looking at watches. To remedy any transport problems related to connections to and from Basel, Ubm Asia is also exploring new logistic solutions in addition to the traditional, free shuttle service. Complementary to Baselworld and way less expensive for both exhibitors and visitors, this event continues to attract attention and arouse great expectations: the formula can still be improved, but operators look to Freiburg with a certain degree of optimism.

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la svolta

glam

di arezzo

L'appuntamento fieristico premia il design e la sensibilità per la moda, registrando risultati positivi e contatti qualificati. Da sottolineare la presenza di oltre 200 top buyer di Ilaria

Danieli

S

i sono visti anche operatori provenienti da Kirgizistan, Kazakistan e Armenia alla seconda edizione di Gold Italy, in programma ad Arezzo alla fine di ottobre. Con una media di oltre 1600 ingressi al giorno e un record di oltre 2500 la domenica, la manifestazione aretina dedicata al gioiello e al bijou ha decisamente soddisfatto le aspettative degli espositori e del presidente Andrea Boldi. «E’ stata un’edizione efficiente e concreta con numeri in crescita, sia per i contatti attivati sia per la qualità delle presenze in fiera. Per 220 espositori sono stati registrati 3000 ingressi unici di compratori (esclusi espositori e visitatori generici) di cui 249 top buyer in delegazioni invitate direttamente da Arezzo Fiere e Congressi. Presenze significative che hanno sviluppato importanti occasioni di business: notevole la presenza dei paesi emergenti dell’ex Unione Sovietica ma anche di Messico e Sud America, oltre ai consolidati clienti del mercato americano e di Dubai». L’appuntamento ha visto anche la partecipazione attiva delle istituzioni cittadine, in particolare della Camera di commercio di Arezzo e della Banca Etruria, grazie alle quali l’evento Gold Gala Dinner ha trasformato per una notte la Piazza Grande di Arezzo in un palcoscenico luminoso ed esclusivo. Nella nuova area dedicata agli eventi moda, denominata Glam Lab, si sono alternati momenti di sfilata e shooting di gioielli, mentre per quanto riguarda il design è arrivato a conclusione il contest Neck-à-porter, che ha premiato le collane più innovative realizzate dalle aziende espositrici. L'impegno dell'ente aretino nella promozione del proprio distretto orafo è proseguito poi ai primi di novembre a New York, dove venti aziende selezionate si sono incontrate con 60 buyer (tra i quali anche Amazon) provenienti da Los Angeles, Miami, Messico e Canada. l'Orafo 2014

■ Even operators from Kyrgyzstan, Kazakhstan and Armenia took part in the second edition of Gold Italy, scheduled in Arezzo at the end of October. With an average of over 1,600 visitors per day and a record number of more than 2,500 visitors on Sunday, the event dedicated to jewellery and costume jewellery in Arezzo has definitely met the expectations of exhibitors and President Andrea Boldi. «It was an efficient and concrete edition with growing numbers, in terms of both contacts made and quality of participants attending the trade fair. For 220 exhibitors, we registered 3,000 buyers (excluding exhibitors and general visitors), including 249 top buyers from the delegations invited by Arezzo Fiere e Congressi. This large attendance has led to important business opportunities, with a significant number of participants from emerging countries of the former Soviet Union, but also Mexico and South America, as well as established customers in the US and Dubai». The event also saw the active participation of local institutions, in particular the Chamber of Commerce of Arezzo and Banca Etruria, which allowed for the organisation of the Gold Gala Dinner, turning the town’s Piazza Grande into a bright, exclusive stage for one night. The new area dedicated to fashion events, called Glam Lab, saw a succession of fashion shows and jewellery shoots, while the "Neck-à-porter" design contest came to a close, awarding the most innovative necklaces created by the exhibitors. The organiser’s commitment to promote the Arezzo jewellery district continued in early November in New York, where twenty selected companies met with 60 buyers (including Amazon) from Los Angeles, Miami, Mexico and Canada.

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Inside Jewelry

fairs

L'oro di

varsavia A 25 anni dal crollo dell'Unione Sovietica, la gioielleria polacca attinge in egual misura dai nuovi trend mondiali e dai punti fermi della propria tradizione: in primo luogo l'ambra di

Antonella Garello

D

oppio anniversario a cifra tonda per la Gold Silver Time, fiera polacca dedicata a gioielleria e orologeria: a inizio Ottobre si è svolta la quindicesima edizione della manifestazione, che coincideva con i 25 anni dal crollo dell'Unione Sovietica - evento celebrato dalla mostra "25 for 25. Jewellery in the Time of Freedom", che raccoglieva le creazioni di 25 orafi selezionati. Le trasformazioni politiche e i cambiamenti sociali di questi ultimi decenni hanno naturalmente influenzato anche la gioielleria del Paese, che tuttavia ha mantenuto alcuni punti fermi della tradizione - l'ambra in primo luogo. Il prezioso "Oro del nord" è stato il grande protagonista dei gioielli presentati dai circa 300 espositori: abbinato non più soltanto all'argento, come da tradizione appunto, ma anche a oro, gemme e materiali non convenzionali, naturali o sintetici. Trainata dalla Accademia di Belle Arti di Gdansk, la lavorazione dell'ambra in Polonia ha raggiunto livelli di qualità che non hanno pari al mondo e non è un caso che vi si cimentino tanti giovani artisti, senza paura di sperimentare e innovare. Come ha sottolineato durante la cerimonia inaugurale Rafal Galimski, presidente del Centro espositivo, molto hanno fatto per promuovere a livello internazionale l'immagine della gioielleria polacca il Ministero dell'Economia e il Consorzio "Ambra. Tesoro di Polonia". Il principale mercato di esportazione è attualmente la Germania, seguita da Austria e Svizzera; i due Stati-colosso vicini, Russia e Cina, sono mercati dalle immense potenzialità ma al tempo stesso complessi e difficili da conquistare. La manifestazione di Varsavia ha attratto circa 5000 visitatori e ha già confermato l'appuntamento per il 2015, dall'1 al 3 Ottobre. Dall'alto: collana d'ambra; un paio di orecchini in ambra e legno realizzati da Amberwood; l'ingresso del Centro Espositivo di Varsavia. l'Orafo 2014

n It was a double anniversary for the Gold Silver

Time, the Polish trade fair dedicated to jewellery and watches: the fifteenth edition of the event took place in early October, to coincide with the 25th anniversary of the fall of the Soviet Union - an event commemorated by the exhibition "25 for 25. Jewellery in the Time of Freedom", which brought together the creations of 25 selected goldsmiths. The political and social changes of recent decades have also affected the country’s jewellery production, which, however, has preserved some of the flagships of its tradition – first of all, amber. The precious "Gold of the North" was the undisputed star of the show among the jewellery presented by some 300 exhibitors: not only paired with silver, as per tradition, but also gold, gems and unconventional materials, whether natural or synthetic. Driven by the Academy of Fine Arts in Gdansk, amber processing has reached unparalleled levels of quality in Poland and it is no coincidence that many young artists are now experimenting with it, without being afraid to try and innovate. As Rafal Galimski, president of the exhibition centre, said at the opening ceremony, the Ministry of Economy and the "Amber - Treasure of Poland" Consortium have put considerable effort into promoting the image of Polish jewellery in the world. At present, the country’s main export market is Germany, followed by Austria and Switzerland; the two neighbouring giants Russia and China have huge potential, but at the same time they are particularly complex and difficult to conquer. Held in Warsaw, the event attracted about 5,000 visitors and the 2015 edition has already been confirmed to take place on October 1 to 3. From the top: an amber necklace; wood and amber earrings by Amberwood; the entrance to the Exhibition Centre in Warsaw. 88

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BASELWORLD

DELUXE

Dal 19 al 26 Marzo 2015 torna l'appuntamento mondiale del mondo orafo, ampiamente rappresentato in ogni suo settore. Grandi le aspettative di

Antonella Garello

F

orte dei suoi numeri -1500 espositori a fronte di oltre 150 mila visitatori registrati per la scorsa edizione - Baselworld 2015 si ripresenta all'appuntamento col settore dal 19 al 26 Marzo. E va sottolineato che i numeri, ancorché di tutto rispetto, non rendono sufficiente testimonianza dell'importanza di questa manifestazione, che accoglie nei suoi 140 mila metri quadrati di superficie espositiva i più importanti brand internazionali della gioielleria, dell'orologeria, delle gemme e di tutti i settori correlati. A Basilea i più qualificati buyer convergono dai cinque continenti per prendere visione dei nuovi trend mondiali a livello di materiali, design e tecnologie, pietre e tagli, packaging e macchinari: è in questa occasione, infatti, che i marchi più prestigiosi lanciano le nuove collezioni, destinate a soddisfare i sogni e le aspettative di dettaglianti e clienti finali. Non a caso il Salone è tra le fiere specializzate meglio coperte mediaticamente: l'edizione 2014 ha attratto circa 4000 giornalisti accreditati da oltre 70 Paesi, in rappresentanza della stampa specializzata e finanziaria, dei maggiori quotidiani nazionali, delle riviste di moda e di canali televisivi. Da sottolineare, inoltre, che l'organizzazione dell'evento è impeccabile e la Fiera non delude mai per la qualità e per la fruibilità dei servizi e delle strutture; si aggiunga infine che la città regge con apparente facilità all'assalto delle tante migliaia di operatori e visitatori, in qualche modo partecipando e sostenendo l'evento con un invidiabile complesso organizzativo. L'edizione 2015 pare destinata a confermare la posizione di Baselworld non solo come tempio del lusso mondiale, ma anche come punto di osservazione privilegiato per investigare e approfondire i trend dei mesi a venire nei gusti dei consumatori e nell'offerta del mercato. Grande attenzione sarà dedicata alle gemme, il cui mercato, seppure in costante evoluzione, sembra confermare per il 2015 un aumento della domanda di diamanti - trainata da Cina, India e Stati Uniti - e delle perle, anche questa sostenuta dalla crescente domanda asiatica. In questa pagina, dall'alto: la piazza antistante i padiglioni della fiera, recentemente sottoposta a un riuscito restyling; orecchini "Clouds" di Jewellery Theatre; anello di Marco Bicego.

n Backed by numbers - 1500 exhibitors against more than 150 thousand visitors last year - Baselworld 2015 comes back with its usual appointment with the jewellery industry on March 19 to 26. It should be noted that numbers, though respectable, are just not enough to describe the importance of this event, which welcomes the most important international brands of jewellery, timepieces, gems and all the related areas in its 140 thousand square metres of exhibition space. The world's most highly qualified buyers come together in Basel from five continents to view the new world trends in materials, design and technology, stones and cuts, packaging and machinery, and it is on this occasion that the most prestigious brands present new collections to meet the needs and expectations of retailers and end customers. Not surprisingly, the show is one of the trade fairs that are most covered by the media: the 2014 edition attracted about 4,000 accredited journalists from over 70 countries, representing the trade and financial press, the major national newspapers, fashion magazines and television channels. Flawlessly organised, the event never disappoints for the quality and availability of services and facilities; besides, the city faces the arrival of thousands of traders with apparent ease, in some way participating in the event and supporting it with superbly efficient organisation. The 2015 edition looks set to confirm the position of Baselworld not only as a global temple of luxury, but also as a privileged vantage point to discover the new trends in consumer tastes and market supply. Great attention will be devoted to gems, whose market, albeit evolving, seems to confirm an increasing demand for diamonds in 2015 - driven by China, India and the United States - and pearls, supported by a growing demand from Asia. This page, from top: the square outside the exhibition halls recently underwent a successful makeover. "Clouds" earrings by Jewellery Theatre and ring by Marco Bicego.


Inside Jewelry

ethics

il lusso che

Il bracciale Tatù dell'azienda Niente Paura, parte di un progetto per la prevenzione della violenza sulle donne. The Tatù bracelet by Niente Paura, part of a project for preventing violence against women.

fa bene

Sono tante le iniziative del settore a sostegno dell'ambiente, della ricerca scientifica e delle associazioni attive nella cura delle malattie e nel superamento dei disagi sociali di

Antonella Garello

S

i chiama Tatù, è un braccialetto di gomma ricamata che indossato sembra un tatuaggio ed è parte di un progetto inteso a prevenire la violenza sulle donne. Simbolo della donna uscita da ogni tipo di violenza, è prodotto dall'azienda Niente Paura, che supporta progetti a sostegno dei bisogni sociali con una percentuale mai inferiore al 10% degli utili. Da dieci anni, invece, F.P. Journe sostiene le attività dell'Icm, l'Istituto parigino del cervello e del midollo spinale che coi suoi 600 scienziati e ricercatori è all'avanguardia nel mondo della neuroscienza. In questi anni il 30% del ricavato delle vendite di ogni modello Centigraphe - Sport e Souverain - è stato devoluto alle attività dell'Istituto. L'anniversario della collaborazione è stato celebrato a Parigi. Pasquale Bruni aggiunge il suo nome alla Campagna di Lilt per la prevenzione del tumore al seno. Eugenia Bruni ha disegnato un anello e un pendente della collezione Amore, che in Ottobre hanno contribuito all'offerta di diagnosi gratuite e consulenze alimentari a Milano e provincia. Per tutto il mese di Dicembre, infine, Rosato affianca il progetto Pink is Good, per la prevenzione e la cura del tumore al seno. L'azienda regala a chi acquista un charm della collezione nei punti vendita diretti di Roma, Milano, Forte dei Marmi e nelle gioiellerie aderenti un cuore in argento limited edition: parte del ricavato andrà alla fondazione Umbero Veronesi. ■ Tatù is an embroidered rubber bracelet that looks like a tattoo when worn, and has been designed as part of a project to prevent violence against women. It is manufactured by Niente Paura, an Italian company which is committed to supporting projects that address social issues with a percentage of no less than 10% of profits. For the past ten years, F.P. Journe has been supporting the initiatives of Icm, the Brain and Spine Institute in Paris, which employs 600 scientists and researchers to be at the forefront of modern neuroscience. In recent years, 30% of the sales of each Centigraphe model - Sport and Souverain - was donated to support the Institute's activities. The anniversary of this collaboration was celebrated in Paris. Pasquale Bruni contributed to Lilt’s Campaign for breast cancer prevention. Eugenia Bruni designed a ring and a pendant for the Amore collection, the proceeds of which contributed to free diagnosis and dietary advice in Milan and its province last October. Finally, in December, Rosato will support the "Pink is Good" project for the prevention and treatment of breast cancer. In its directly operated stores in Rome, Milan and Forte dei Marmi, and in participating stores, the company will give each buyer of one of its charms a limited edition silver heart: part of the proceeds will go to the Fondazione Umberto Veronesi. l'Orafo 2014

Da dieci anni, il 30% del ricavato delle vendite del Centigraphe di F.P. Journe va all'ICM di Parigi. For ten years, 30% of the proceeds from sales of F.P. Journe’s Centigraphe has been donated to the ICM in Paris.

Questi gioielli di Pasquale Bruni hanno contribuito alla campagna LILT per la prevenzione del tumore al seno. These creations by Pasquale Bruni have contributed to LILT’s campaign for breast cancer prevention.

Rosato regala un cuore in argento a sostegno della Fondazione Umberto Veronesi. Rosato offers a silver heart to support the Fondazione Umberto Veronesi.

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communication

racconti

d'inverno Nuove campagne, nuovi testimonial e ambasciatori, partnership, eventi: i brand della gioielleria e dell'orologeria si muovono a 360° nel mondo dei media. di

La top model Diana Morales è la protagonista della nuova campagna Morellato. Top model Diana Morales is the protagonist in the new Morellato campaign.

Antonella Garello

È

Diana Morales, bellissima top model spagnola, la protagonista della nuova campagna Morellato, firmata Red Robiglio & De Matteis, che fino a Natale coinvolgerà la stampa, il web e la TV con due spot dedicati ai gioielli CuoreMio e agli orologi componibili Drops (nella foto). La linea Colours viene pubblicizzata su stampa e web, i bracciali maschili sono al centro di accattivanti still life. Diversamente, la nuova creatività Perrelet, realizzata in collaborazione con l'agenzia svizzera T19, lascia spazio solo agli oggetti, con una struttura fissa che permette di alternare i modelli, il cui disegno viene riproposto in dettaglio dal fondo. La campagna esalta le caratteristiche tecniche ed estetiche degli orologi e la tradizione orologiera del brand. Nel video del nuovo singolo Sino a Ti, versione spagnola del suo successo Se non te, Laura Pausini duetta con la cantante messicana Thalia indossando diverse parure delle collezioni Autunno-Inverno di Stroili, come Frida, New Moon, Kalahari e Vanité: gioielli di grande effetto visivo, sapientemente illuminati nel videoclip girato da Sugarkane Studio. Tag Heuer, infine, ripropone il suo mitico claim degli anni Novanta: la forza mentale, unitamente alle capacità fisiche, è la chiave del successo dei suoi eccezionali ambasciatori: da Cristiano Ronaldo a Maria Sharapova, da Steve McQueen e Dempsey Racing al team McLaren in Formula 1 e GT. ■ Beautiful Spanish supermodel Diana Morales will star the new Morellato campaign created by Red Robiglio & De Matteis, which, until Christmas, will involve press, web and TV with two spots dedicated to CuoreMio jewellery and Drops modular watches (photo). The Colours line is advertised in the press and on the web, while men's bracelets are featured in still life shots. Conversely, Perrelet’s new campaign, created in collaboration with Swiss agency T19, is dedicated to watches, with a fixed layout structure that allows for alternating the models, while their design is reproduced in detail in the background. The campaign aims to highlight the technical and aesthetic features of timepieces and the brand’s watchmaking tradition. In the video for her new single Sino a Ti, the Spanish version of her Italian hit Se non te, Laura Pausini duets with Mexican singer Thalia wearing different jewellery sets from Stroili’s Fall-Winter collections, including Frida, New Moon, Kalahari and Vanité, cleverly lit in the video shot by Sugarkane Studio. Finally, Tag Heuer revives its legendary slogan from the nineties: mental strength, along with physical prowess, is the key to the success of its exceptional ambassadors, from Cristiano Ronaldo to Maria Sharapova, from Steve McQueen and Dempsey Racing to McLaren’s Formula 1 and GT team. l'Orafo 2014

Perrelet punta sulle eccezionali caratteristiche tecniche ed estetiche dei suoi orologi. Perrelet highlights the exceptional technical and aesthetic characteristics of its watches. Laura Pausini indossa i gioielli di Stroili nel video del suo ultimo singolo "Sino a ti". Laura Pausini wears Stroili's jewels in the video for her latest single "Sino a ti".

La forza mentale come elemento chiave del successo nel mitico slogan creato da Tag Heuer negli anni Novanta. Mental strength as the key to success in the legendary slogan created in the nineties by Tag Heuer.

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Inside Jewelry

technology

THE SCIENCE

OF METAL Il Simposio di Santa Fe resta una fonte di informazioni vitali per il settore: non a caso università e centri di ricerca partecipano sempre più numerosi

Damiano Zito della Pro Gold

di Valerio Faccenda

I

spostato su singoli aspetti del processo, come, ad esempio, lo studio dei materiali per gli stampi (Politecnico di Torino), o il colaggio in campo semisolido, che permette di ridurre i problemi di ritiro dei getti, migliorandone la qualità. L’elevato costo dell’oro spinge a far crescere l’impiego dell’argento e, quindi, aumentano gli studi su questo materiale. Interessante il lavoro dell’azienda americana Stuller, che sta mettendo a punto una nuova lega di argento 925 a durezza elevata e con buona resistenza all’imbrunimento, ottimizzando la composizione di leghe commerciali. La lega messa a punto dalla Stuller è induribile per precipitazione e ha 5 elementi di lega, non dichiarati nella presentazione, tutti o in parte appartenenti alla famiglia del platino. Continua l’interesse per la metallurgia delle polveri e per l’impiego della fusione selettiva con il laser. Non so se questa tecnologia si affermerà per produzioni di massa. Certamente si tratta di una tecnologia molto interessante, sul cui studio si stanno impegnando sia aziende sia istituti di ricerca. Tra le realtà più attive in questo campo va ricordata la Pro Gold di Trissino (VI), che già da diversi anni sta lavorando sull’argomento con buoni risultati. Tra i vari temi non metallurgici, sta crescendo l’interesse per le tecniche organizzative moderne e per lo studio del mercato tramite l’utilizzo dei vari strumenti messi a disposizione dalla rete, non ultimi i social network. Spunti interessanti si trovano anche nei lavori di piccoli laboratori orafi, come, ad esempio, la possibilità di produrre gioielli in ferro dolce e oro o sistemi per produrre oggetti in mokumè ganè. Tutto questo oltre alle tradizionali lezioni di metallurgia dei metalli preziosi ad opera di Christopher Corti, già direttore tecnico del World Gold Council, e a memorie che trattano aspetti pratici del lavoro al banchetto. Come si è fatto notare più volte, il Simposio di Santa Fe è una preziosa e unica fonte di notizie utili, se non addirittura vitali, per il settore e permette anche un ricco scambio di informazioni attraverso contatti personali, al di fuori delle memorie in discussione. Gli atti del Simposio possono essere richiesti nel sito della Rio Grande: www.riogrande.com.

l Simposio di Santa Fe è giunto quest’anno alla sua 28ima edizione. Oltre 150 i partecipanti, a conferma del fatto che si tratta del più importante evento tecnico del settore riguardante la tecnologia orafa, considerando che chi partecipa paga una quota di iscrizione e lascia la propria azienda per 4 giorni, per una immersione totale nella tecnologia, senza alcuna distrazione. Circa 50 i partecipanti non provenienti dagli Stati Uniti. Di questi, 23 dall’Europa, compresi 8 dall’Italia - tra cui Bulgari - mentre si è registrata una crescita degli iscritti da India e Thailandia: quest'anno era rappresentata anche la Cina, con Juzi Li, dell'Istituto Gemmologico dell'Università di Geoscienze di Wuhan. L’attenzione per questo convegno è in aumento anche da parte di università e centri di ricerca. A questa edizione erano presenti i rappresentanti di 9 istituti, tra cui il Politecnico di Torino, che da vario tempo collabora con il polo orafo di Valenza. Il volume degli atti del simposio di quest’anno è stato dedicato a tre personaggi recentemente scomparsi: Cristoph Raub, già direttore negli anni ’80 dell’Istituto Tedesco dei Metalli Preziosi, il FEM; il nostro Paolo Battaini, delle cui eccellenti capacità metallografiche tutti sentono la mancanza; e Marc “Doc” Robinson, un eclettico metallurgista americano, che negli ultimi anni si era dedicato alla gioielleria in argento, caratterizzata da una finitura con evidenti grani di grandi dimensioni. La vecchia guardia del Simposio si va inevitabilmente riducendo, ma fortunatamente ci sono molti giovani in grado di condividere le loro esperienze. E direi che questo è da considerare il successo personale del fondatore del simposio, Eddie Bell, che è riuscito negli anni a far capire l’importanza di condividere le proprie esperienze, demolendo la naturale ritrosia del mondo orafo a discutere gli aspetti tecnici del proprio lavoro. Le 24 memorie discusse hanno affrontato differenti temi, tra i quali l’evoluzione del mondo orafo in tempi di continua crisi. Così, nel tempo, si sono notevolmente ridotte le memorie sul colaggio a cera persa. Questo non perché oramai si sappia tutto sul processo, ma piuttosto perché, grazie soprattutto ai lavori condotti dal FEM nei primi anni del Simposio, sono state chiarite le maggiori zone d’ombra che erano alla base delle discontinuità qualitative dei prodotti. Adesso, grazie anche alle conoscenze prese a prestito da altri settori, l’interesse si è l'Orafo 2014

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the world of gems

Csarite, la pietra

mutante Proveniente da un'unica fonte al mondo, una miniera situata nelle profondità dell'Anatolia, la Zultanite è stata lanciata di recente come novità dell'anno: con un nuovo nome di Luigi Costantini Managing Director Settore Formazione Italia I.G.I. International Gemological Institute Anversa

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Belgio pietra “mutante”: la Zultanite che si trasforma in Csarite (e non può essere che lei)! Oppure sono due pietre gemelle siamesi, provenienti dalla stessa miniera? Che mi si perdoni il malevolo pensiero, se è vera la prima ipotesi: ma perché non andava bene il nome Zultanite, così appropriato per la terra d’origine di quest’amorino di pietra, e lo si è voluto convertire in Csarite, così reminiscente d’imperiali czar (czar, da Caesar) regnanti sulle pianure sarmatiche tra il Caucaso e il Mar Bianco? È solo per scimmiottare il crisoberillo alessandrite, di cui imita i colori di cangianza e il nome di battesimo che si rifà allo zar Alessandro II, o è un tentativo di rimediare alle botte da orbi che turchi e russi si son con voluttà vicendevolmente somministrati dai tempi di Ivan il Terribile e Selim II (seconda metà del 1500) a quelli del Piccolo Padre Iosif Vissarionovi Dzugašvili detto Stalin e del Grande Padre dei Turchi Mustafà Kemal, detto Atatürk? Fatto è che dai decantati 5.000 dollari al carato per pezzi al di sopra dei 10 carati del 2006 si è passati ai più abbordabili 200-3.000 dollari per non meglio volumetricamente definiti “pezzi da museo”; e per pezzi calibrati, dai 30 ai 100 dollari al carato, aprendo così le porte anche alla produzione di massa: che non è poi proprio di massa, visto e considerato che la produzione del grezzo, nel 2013, ha raggiunto i 2.765 milioni di carati e nella prima metà del 2014 s’è aggirata sui 3.625 milioni di carati, con sfridi pazzeschi, nel taglio, del 97-98% e rese bassissime del 2-3%. Aggiungendo che al momento la sola fonte di provenienza della Csarite è quella miniera «nelle profondità delle remote montagne dell’Anatolia», e che la vita di tal miniera è stata stimata pari a quella nostra, non c’è da dormire tra due guanciali: il mondo non rigurgiterà, in futuro, di Csarite. E cosa non fanno da quelle parti per recuperarla tutta, la Csarite! Ogniqualvolta ci s’imbatte in una sacca del materiale, nella roccia, si sospende ogni marchingegno meccanico di scavo e ci si dà sotto di schiena con attrezzatura manuale, effettuando pure a mano la cernita. Si cura in modo particolare anche il taglio, facendo risaltare al meglio il cambiamento di colore con forme allungate, e la brillantezza con tagli radiant e princess, il che, unitamente alla notevole trasparenza della Csarite, ne fa senz’altro un buon acquisto. Insomma, cari amici: volete titillare l’interesse di chi ama il bello e l’insolito? Qui avete pane per i vostri denti, alla faccia delle mutazioni identitarie.

ell’aprile del 2006 - oh, felice primavera ante crisi! menzionavo, in un articolo inviato a questa rivista e sotto il titolo “Pietre ‘mutanti’, vecchie e nuove. Le conoscete?”, la varietà Zultanite della specie mineralogica Diasporo, «gemma apparsa per la prima volta sul mercato agli inizi degli anni ’80 dello scorso secolo e considerata sino al 2005 - nella sua qualità gemmifera - più che altro una pietra da collezione». Aggiungevo che «quest’idrossido d’alluminio si presenta per lo più trasparente, esente da inclusioni ad occhio nudo, con cangianza che può variare, a seconda delle condizioni d’illuminazione: da un verde kiwi in luce naturale diurna indiretta a un rosa purpureo del tipo granato rodolite in una romantica atmosfera a lume di candela; da un verde kaki a un rosa brunastro; da un chiaro color champagne rosato a normale luce artificiale, a un bel fulvo con lampi giallastri in piena luce solare». Completavo quest’idilliaco quadretto con una tirata dal vago sapore di romanzo d’appendice di fine '800: «aggiungere un po’ di mistero non guasta: la sola e unica miniera si trova in una remota località della penisola anatolica, ove ancora aleggia lo spirito di Solimano il Magnifico (uno dei più famosi tra i 36 sultani dell’Impero Ottomano, in onore dei quali devesi la denominazione)». Ebbene, che cosa mi trovo ora, lanciata alla scorsa edizione di settembre della Fiera di Hong Kong come la novità dell’anno «in esclusive collezioni di top designer della gioielleria mondiale» (riportando papale papale da adeguate fonti, tra virgolette)? «L’affascinante Csarite, una gemma cangiante naturale, sinora riscontrata solamente in Turchia, in un unico deposito locato nelle profondità delle montagne dell’Anatolia; un diasporo non trattato, di bellezza e rarità uniche (10.000 volte più raro del diamante); 6,5-7,0 di durezza sulla scala Mohs; 1,70-1,75 l’indice di rifrazione». E per quanto riguarda la cangianza? Sostituite, nella descrizione dei colori, al rosa purpureo del granato rodolite in romantica atmosfera a lume di candela, il rosa purpureo del lampone, sempre in romantica atmosfera a lume di candela; convertite i lampi giallastri in piena luce solare con gialli canarini; aggiungete ora un cognac rosato, un verde salvia e lasciate pure tutto il resto, dal verde kiwi e kaki al bel fulvo; versate un goccio di differenti tinte catturate a fonti luminose od oggetti diversi situati nelle vicinanze, tanto da venir denominata la «pietra mimo (mima?)», la «gemma camaleonte»; miscelate, shakerate e servite. Et voilà un altro caso di l'Orafo 2014

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Inside Jewelry

marketing

IL RITORNO ALLA

BOTTEGA

Tra tante alternative di acquisto, oggi il cliente ricerca nel negozio di gioielleria un prodotto ben fatto, un esperto alla vendita, servizi e attenzione personalizzati, la cura sartoriale garantita da un lavoro "su misura" di

Daniela Saibene

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sapersi sincronizzare e sintonizzare coi cambiamenti sociali e di consumo e coi nuovi trend di mercato. Il passato, la storia e il suo patrimonio devono servire per costruire oggi un futuro possibile, sostenibile e brillante. Per far ciò, le aziende devono essere in grado di recepire i cambiamenti, tradurli e interiorizzarli raccontando e rinnovando la “formula” e la “storia” della value proposition e del prodotto: per fare questo ci vogliono spirito imprenditoriale, una visione e un pulsante pensiero creativo». La risposta di molti operatori del settore è che la dimensione media delle aziende fa sì che ci si rivolga a piccolissime aziende nel caso dei negozi gestiti da pochi componenti di famiglia (i cosiddetti mom and pup stores), con risorse limitate. La domanda più frequente è quindi: come possono i piccoli gioiellieri, che sono il tessuto della distribuzione orafa, sopravvivere nell'era delle catene e di internet? «Il mestiere del “saper fare” non è sufficiente e bisogna imparare un altro mestiere, che è quello del “saper vendere”. Questo mestiere è molto articolato e parte dalla visione e dalla strategia per arrivare all’approccio con il consumatore. Oggi il mondo è cambiato: le distanze si sono ridotte e le informazioni si sono amplificate e diffuse a dismisura. Il consumatore su internet può trovare tutte le informazioni che vuole. Oggi internet è il principale market place. Rispetto alle grandi catene, i piccoli gioiellieri possono forse sfruttare un vantaggio non indifferente: la customizzazione del prodotto. Il concetto portante del mio libro è proprio il ritorno alla produzione personalizzabile tramite l’utilizzo sinergico delle leve strategiche: la vera e forte specialità di questo modello sta nella capacità dell’imprenditore di creare una formula capace di sommare le quattro leve costituenti - value proposition, store, on-line e crm - in un impianto unico e distinto. L’idea di fondo sta appunto nell’integrazione e concertazione del

a globalizzazione ha imposto nuovi elementi ed esigenze di consumo. Uno dei trend evidenziati è il desiderio di trovare all’interno del punto vendita un luogo in cui l’acquisto si viva come un momento importante, dove si ritrovi il prodotto ben fatto, un esperto alla vendita, un produttore o un selezionatore che sappia fare bene il proprio mestiere con una presentazione e un’accoglienza all’altezza del desiderio e dell’occasione. L’acquisto, infatti, è sempre importante per un cliente e il negozio oggi, la “bottega” ieri, sono lo scrigno dove i suoi desideri si avverano. Oggi il proprietario di una gioielleria si pone molte domande e forse la più importante tra queste è: «c’è ancora margine di crescita per il mio negozio?». Una risposta definitiva non esiste, ma certamente nuove soluzioni devono essere esplorate e attuate. Una delle tendenze maggiormente studiate e analizzate dagli esperti di marketing e da coloro che studiano i desideri del cliente e i nuovi consumi è la voglia di ritornare, appunto, alla “bottega”, a quel luogo dove si trovano il prodotto, il servizio e un’attenzione personalizzata, quasi unica, quella sensazione sartoriale che solo chi sa lavorare “su misura” sa dare. La vendita in negozio può essere differente, e quindi ricercata, solo se diversa e particolare, in una parola unica. In caso contrario il cliente ha tante altre alternative che rispondono ad altre esigenze: velocità, omologazione e anonimato. A questo proposito abbiamo rivolto alcune domande a Emanuele Sacerdote, manager e scrittore con una forte specializzazione nel retail, che quest’anno ha pubblicato il terzo libro “Ritorno alla Bottega” per l’editore Franco Angeli. Un libro che fa riflettere sulle origini della distribuzione, sulla sua evoluzione e su come utilizzare questa lunga e profonda evoluzione, col suo importante percorso di risposta ai bisogni del cliente, in questi anni così ricchi di sfide e di stimoli per crescere. Leggendo il libro di Emanuele Sacerdote e pensando alla storia della distribuzione, il pensiero si sofferma sul settore orafo e in particolare su quello italiano, tanto ricco di un passato fastoso, creativo e importante. Le gioiellerie e la bottega orafa hanno ricoperto per secoli un ruolo importante nelle società. La domanda naturale è: come utilizzare un passato tanto importante per recuperare qualche posizione? «La formula di successo della longevità di un’azienda - illustra Sacerdote - può essere così definita: continuità+cambiamento. Cioè bisogna saper mantenere, conservare e custodire il patrimonio accumulato, sia materiale sia immateriale, ma, al contempo, occorre l'Orafo 2014

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Oggi più che mai è necessario investire sull'arricchimento dell'offerta, sul negozio e sul servizio al cliente, valorizzando al massimo creatività, innovazione, stile e equalità.

viene progettato e costruito sulla base di un progetto/disegno specifico e caratteristico condiviso con il cliente. Questo è il tipico caso dei sarti su misura che, sulla base delle misure del cliente, tagliano il tessuto e realizzano il capo. In questo caso esiste uno stile, ma di fatto il prodotto finale è interamente progettato e costruito sulle misure, sulle necessità e sui desideri del cliente. Le configurazioni del prodotto scelto dal cliente sono molto ampie, varie e teoricamente illimitate (rimanendo sulla stessa funzione d’uso). Il risultato finale è interamente esclusivo e unico per quel cliente. Un esempio stimolante nel comparto gioielli sono le applicazioni di stampa 3D, che potrebbero efficacemente essere adottate per personalizzare. Un caso interessante è Makoo www. makoojewels.com». Per la piccola bottega orafa c'è ancora la possibilità di fare comunicazione locale ed essere ascoltati? «La strategia di comunicazione deve seguire delle logiche funzionali alla strategia dell’azienda e al tipo di consumatore che si vuole contattare. Ma il punto su cui bisogna focalizzarsi è il “saper vendere” e investire in quell’ambito per poter essere visibili e percepiti». Nella sua storia il settore orafo ha comunicato sapientemente con il prodotto e con la relazione diretta con il cliente. E’ il momento di riappropriarsi di questo “sapere comunicare bene e in modo personale”, perché la maggior parte dei clienti oggi acquista ancora off line, cioè in negozio; i clienti, come abbiamo già anticipato, desiderano spendere al meglio i propri soldi e li vogliono spendere con chi ha recepito al meglio i loro desideri e ha saputo addirittura anticiparli. Il cliente anni 2000 desidera condividere il proprio percorso d’acquisto supportato da una scenografia che non è solo apparenza ma è sostanza nel prodotto, nelle competenze e nella relazione con il venditore e il negozio. Per concludere, mi sembra importante ricordare che - come ha sottolineato un noto commerciante napoletano - il negozio deve continuare a essere il luogo incantato che ogni venditore ha costruito: non un luogo statico, ma un ambiente che deve essere costantemente aggiornato e migliorato tenendo come punto fermo il patrimonio dell’azienda e del prodotto/gioiello con la sua creatività, la sua magia e il tipico “saper fare bene” della gioielleria italiana. L’atmosfera del negozio di gioielleria, pur con le modernizzazioni necessarie, dovrebbe insomma continuare a essere quella di una “bottega del farmacista” di paese, un luogo di ritrovo accogliente dedicato a un cliente che ha sempre meno tempo e che sempre più desidera spendere al meglio i propri denari.

modello: Value Proposition: la promessa al consumatore - il saper fare, saper lavorare e sapersi distinguere - insita nel prodotto, nel suo sistema di assortimento, nella marca e tutto sommato nell’esperienza che la marca riesce a generare; Store: il luogo fisico - il punto vendita - nel quale raffigurare e presentare la value proposition, la marca e l’offerta; On line: il luogo virtuale - il punto vendita - nel quale raffigurare e presentare la value proposition, la marca e l’offerta e nel quale innestare le strategie di internazionalizzazione); CRM: customer relationship management (il sistema con cui legare il tutto al fine di creare relazioni con il consumatore)». Oggi le difficoltà di mercato strutturali e di valori spesso obbligano i gioiellieri a scelte che impoveriscono l'offerta e appiattiscono la scelta. Come diversificarsi come negozio ma anche come venditore? E quando si è decisa la strada da percorrere, come comunicarla al clienti, in un mondo che “grida” le proprie comunicazioni ? «Non esiste la formula magica e ogni situazione deve essere attentamente osservata nelle sue specificità ed esigenze. Ciò detto, ritengo che bisognerebbe investire fortemente sull’arricchimento dell’offerta, sul negozio (fisico e virtuale) e sul servizio al cliente, valorizzando al massimo creatività, innovazione, stile e qualità e, come detto poc’anzi, la personalizzazione su richiesta del consumatore potrebbe contribuire a creare il vantaggio competitivo. Le opzioni che ho valutato per la personalizzazione sono: 1) pre-industrializzato: il prodotto viene progettato e costruito sulla base di una configurazione di prodotto standard esistente e vengono definite le opzioni di cambio. Questo è il tipico caso dei prodotti che, sulla base di un modello standard, il cliente può scegliere con varie opzioni (colore, materiali, abbinamenti, dettagli) che modificano il prodotto, ma la cui configurazione spaziale di base (dimensioni e forma) di fatto non può essere modificata: il risultato finale è un prodotto parzialmente esclusivo per quel cliente. 2) su misura: il prodotto l'Orafo 2014

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Inside Jewelry

l'orafo

a dubai

Un centro strategico per il mercato mondiale dell'oreficeria, un punto di partenza per il business globale. Da gennaio la nostra rivista sarà nell'Emirato a rappresentare il Made in Italy di

Andrea Aiello

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ubai è sinonimo di vacanze, shopping e, sempre più, di affari. Ma se per le prime due piacevoli attività si tratta di una "scoperta" recente, la vocazione dell’Emirato agli scambi è antica e il traffico mercantile lungo il Creek il corso d'acqua che separa il quartiere di Deira, la parte storica della città, da quella con gli insediamenti immobiliari più recenti e avveniristici - lo testimonia ancora oggi. E così per favorire la diffusione del nostro Made in Italy più prezioso l'editore de l’Orafo Italiano, a fine ottobre, ha organizzato una missione volta a stabilire accordi con i più importanti grossisti e retailer dell'Emirato per la diffusione diretta della rivista. Abbiamo incontrato il gotha del settore, approfondendo le dinamiche di acquisto e quindi di vendita da Dubai verso mercati esteri non seguiti direttamente dall’Italia come Africa, Penisola araba, Medio Oriente, Turchia e paesi russofoni. Paesi che registrano un consumo elevato di gioielleria e che considerano i nostri prodotti italiani il non plus ultra. Vendere a Dubai significa vendere in piccola parte al mercato locale degli Emirati ma soprattutto conquistare con i propri prodotti una bella fetta di mondo. E l’Orafo Italiano è ancora una volta il veicolo giusto per comunicare il valore del Made in Italy a mercati lontani ma importantissimi. Di seguito pubblichiamo qualche breve intervista ad alcuni tra i wholesaler più significativi presenti a Dubai: chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni sulla nostra missione, sugli operatori incontrati e sulle prossime iniziative de l’Orafo negli Emirati può contattare direttamente la redazione scrivendo a orafo@edifis.it.

In questa foto: Dubai Burj Khalifa. Sopra: il Gold Center di Dubai. n In this photo: Dubai Burj Khalifa. On the top: Dubai's Gold Center.

Rafi Istanboulli - Managing director PRONTO JEWELLERY Come sta andando il mercato della gioielleria a Dubai? «Di sicuro molto meglio che in Italia, i buyer che comprano qui vengono da paesi in cui resiste una forte tradizione legata al metallo più prezioso e quindi la richiesta d'oro è sempre molto alta. Ma purtroppo a causa dei conflitti e delle tensioni in Medio Oriente e Nord Africa la situazione non è delle migliori». Ci può fare un esempio? «La situazione più particolare è stata quella della Libia. Dopo due anni di acquisti bloccati la domanda è letteralmente esplosa: da metà 2012 fino a fine 2013 il mercato della Libia ha registrato un record davvero impressionante. E così tutti i fornitori (aziende produttrici di gioielleria, ndr) che esportavano a Dubai, offrendo soprattutto modelli concepiti per Libia e Algeria, hanno lavorato tantissimo». Altri mercati interessanti? «A Dubai vengono buyer provenienti l'Orafo 2014

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Anil Dhanak, managing director, Kanz Jewels

da tantissimi paesi, ognuno con le sue richieste peculiari. Il mercato africano, ad esempio, è considerato ‘un mondo a parte’ con operatori specializzati per quelle realtà, più piccole in termini di volumi, ma più remunerative per la manifattura richiesta. Poi ci sono Azerbaijan, Uzbekistan, Kazakistan, i paesi ex Urss che rappresentano un interessante bacino d'acquisto: i loro buyer vengono qui, comprano e portano la merce direttamente con loro. E poi ci sono i russi, che si appoggiano ad operatori focalizzati sulle loro aree. Non possiamo dimenticare inoltre realtà come ad esempio l’Iran o l’Egitto, un paese che si sta rapidamente riprendendo dall’instabilità». Come va l’import di gioielleria dall’Italia? «Nel 2013 è cresciuto tantissimo, e certamente parlo a nome di tutti i grossisti di Dubai. Il 2014 non è assolutamente paragonabile, è in discesa per i problemi di geopolitica cui abbiamo accennato». Quante sono le aziende italiane che esportano verso Dubai? «Credo che siano un centinaio almeno e penso che oggi le ditte italiane di una certa fascia si salvino proprio grazie al mercato medio orientale». L’Asia non può essere un’alternativa? «Hong Kong è un mercato buono per gli italiani, ma richiede prodotti basilari come palline diamantate e catene a macchina di alta qualità. Lì non importa il design, il valore aggiunto, è difficile vendere full set. Ai nostri buyer vendiamo prodotti full set fino a 400 grammi». Un consiglio per chi ancora non vende a Dubai? «Quando un mercato fortissimo come la Libia fa

da traino tutti puntano a un certo tipo di prodotto. Oggi la Libia è ferma: chi ormai si concentra solo sul prodotto destinato a quel mercato è altrettanto fermo e rischia di chiudere. Per questo consiglio ai miei fornitori di realizzare sempre anche un prodotto più neutro». A che scopo? «Nel local market di Dubai ad esempio ci sono tantissimi occidentali e russi che dimostrano un gusto “europeo” ma non trovano quasi niente di loro gradimento. Gli stessi iraniani hanno uno stile molto più europeo rispetto ai libici. Una volta si diceva che i turchi copiavano i modelli italiani, oggi sono gli italiani a copiare gli italiani per assecondare gli impulsi più forti e attuali. Così si ammazza la creatività: se un prodotto funziona ci sono cinquanta fabbricanti a realizzarlo, abbattendo il prezzo e quindi il ricavo sia per loro sia per noi». Anil Dhanak - Managing director KANZ JEWELS La sua attività commerciale è una delle più importanti di Dubai: come vede la gioielleria italiana? «La nostra azienda vanta una lunga tradizione in questo business, è ben collocata nel Gold Souk e io sono sempre in negozio, ogni giorno. Le aziende italiane che intendono vendere a Dubai vengono sempre a vedere la nostra vetrina (incredibilmente affollata, così come i negozi, ndr). La gioielleria italiana è qui da quando ho iniziato a lavorare nel settore, cioè 30/40 anni fa. La qualità è sempre alta e in crescita. Prima si compravano solo prodotti basic, ora si tende al prodotto l'Orafo 2014

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Ayman M. N. Al Chaar, Samer Jewellery

Gufran Damda, V.H. jewellery

Rafi Istanboulli, Pronto Jewellery

Christina El Haddad, Papa Aziz jewellery


Inside Jewelry parere molto molto bene». Lei compra da produttori italiani? «Sì certamente». Ci sono ancora buone opportunità per le aziende italiane?«Sicuramente, ma con le “basic line”». Vendete i prodotti italiani in molti paesi? «Sì, per l’esattezza in 11 paesi, tra Medio Oriente e Africa». Qual è il miglior modo per vendere al wholesale di Dubai? «Visitare i grossisti con frequenza, almeno una volta al mese».

premium o personalizzato». I vostri clienti cercano i brand? «No, i brand sono nei mall e nei corner degli hotel di lusso. Le aziende che noi vendiamo non si appoggiano a marketing e pubblicità in loco ma contano su di noi: abbiamo un'ottima posizione, grande visibilità, una lunga tradizione di vendita e non siamo in competizione con nessuno. Nemmeno con i grossisti: importiamo direttamente e anche se i nostri fornitori vendono ai wholesaler noi ci riserviamo alcuni prodotti in esclusiva. Proprio per evitare inutili competizioni». Quanti negozi avete? «Otto, di cui sette nel Gold Souk». Quanti dipendenti? «Circa 150 ma stiamo per aprire un nuovo negozio, per altri 25 dipendenti». Vi considerate i migliori retailer dell’Emirato? «Non lo diciamo noi, devono dirlo i clienti. Noi ci proviamo: non competiamo sul prezzo ma sul prodotto e sul servizio. Non spendiamo in marketing, il prodotto parla da sé. Sul tappeto all'ingresso c'è scritto "we shop like you shop", e siamo davvero molto rigidi riguardo ai nostri acquisti». Per farli visitate fiere o ricevete rappresentanti? «Entrambe le cose. In Italia visitiamo Vicenza tre volte all'anno (saranno due dal 2015, ndr) per vedere tutto il campionario possibile. Ma riceviamo anche i rappresentanti che però possono portare sino a un massimo di 10kg di merce». Ha sentito della nuova fiera che Fiera Vicenza vorrebbe organizzare a Dubai? «Sì e non ho una buona opinione dell'iniziativa. Questa manifestazione potrebbe avere un impatto negativo sui prezzi, perché i produttori potranno vendere direttamente ai consumatori rompendo la filiera che regola da sempre il commercio». In che senso romperà la filiera? «Qui non siamo nel mercato alimentare con vendite quotidiane da poco prezzo. La gioielleria ha bisogno di standard minimi di metodo, di stile, di organizzazione. Questo sistema al ribasso accresce la competizione ma non le vendite, non è un sistema che guarda al lungo periodo. L'industria orafa va protetta: abbassando i prezzi si abbassa il design, la qualità del lavoro e dei materiali». Quindi lei disapprova la scelta di Vicenza. «Venendo qui ad operare Fiera Vicenza cerca la sua Mecca. Ma, ad esempio, chiunque opera nei diamanti va a Basilea o Hong Kong, non viene certo qui. Solo gli italiani lo fanno (per la gioielleria) e in un certo senso è un segno di sconfitta non di vittoria».

Gufran Damda - Purchase Executive V.H. JEWELLERS Come vanno le vendite? «Abbiamo principalmente clienti dal mercato locale e dall’Africa: Nigeria e Congo soprattutto. Prima contavamo molti clienti da Algeria e Libia ma ora hanno problemi politici. Per questa ragione vediamo meno clienti da questi due paesi ma siamo felici di aver coperto le loro quote col mercato interno e con altre aree». Oltre all’Africa, quali altri mercati servite? «Non abbiamo clienti dall’Iraq ma nuovi arrivi dall’Iran, non tanti ma buoni. Serviamo anche alcuni clienti indiani». La gioielleria italiana ha ancora una buona reputazione? E può vendere di più? «Non avanziamo lamentele a questo proposito, ci forniscono le lavorazioni e i prodotti richiesti, esattamente quanto chiediamo. Da quante aziende compra in italia? «Tra le 25 e le 35, la maggior parte proveniente da Arezzo e alcune da Vicenza». Ayman M. N. Al Chaar - SAMER JEWELLERY Che momento attraversa il settore orafo a Dubai? «Dubai riesporta, come tutti sanno, e sta tentando di restare immune dai problemi dei mercati in crisi. Noi ci occupiamo di argento e per quanto ci riguarda il traffico di merce è buono». E in quali direzioni va “il traffico”? «Verso nord è calato, ora si muove verso l'Africa Occidentale e del Sud. Il Medio Oriente è in crisi ma lo stiamo rimpiazzando con altri mercati. Per quel che vendiamo e per dove operiamo credo che l'argento italiano abbia ancora oggi una reputazione fortissima. Intendiamoci: ci sono aziende e paesi in grado di competere in modo fortissimo: Cina, Turchia, India…. ma notiamo sempre che le differenze di prezzo non sono sufficienti a giustificare la differenza di qualità». Quindi suggerisce agli italiani di venire a vendere a Dubai? «Questa è un'altra questione. Il mercato interno è molto ridotto ma la città è tra le più importanti al mondo per la gioielleria. Chi arriva qui tende a confondere produttori, retailer, grossisti… e tende a contattare tutti disordinatamente. Ciò è successo specialmente negli ultimi tre anni a causa della crisi economica europea. E così alcuni nostri clienti hanno comprato direttamente dai produttori stranieri ma ciò non è stato un bene per nessuno: non per noi ma nemmeno per i produttori italiani che hanno dovuto rifornire piccoli operatori con piccoli quantitativi». Un elogio del wholesale… «Sì perché il canale wholesale è quello che garantisce business a lungo termine e che consente di far lavorare le macchine con regolarità e intensità. I produttori devono avere le idee chiare quando vengono qui, sapere a chi vogliono vendere, cosa e per quanto tempo. Noi siamo rigidi su questo punto: Dubai è una città piccola e se veniamo a sapere che un cliente/retailer compra direttamente saltando il wholesale rompiamo immediatamente ogni rapporto con lui e con il produttore. Per proteggere il prodotto, il cliente finale, il settore e il business in se stesso».

Christina El Haddad - Managing director PAPA AZIZ JEWELLERY Come valuta la situazione del mercato orafo? «Tutti pensano che a Dubai non arrivi mai la crisi, invece in parte è arrivata anche qui». Perché? Da dove deriva? «La crisi della gioielleria di Dubai deriva dai problemi di Libia e Algeria, che storicamente hanno sempre comprato tonnellate di oreficeria, specialmente italiana». E quindi? «Adesso abbiamo altri mercati più piccoli, come l'Africa e qualche paese asiatico. E poi coi 21 e 22 carati si lavora tantissimo per Iran, Iraq, Afghanistan, Pakistan». Ma i vostri compratori a chi vendono? «Sa come si dice… da noi nasce il bambino ma chi è il babbo non sappiamo». Come sono le prospettive per i produttori italiani? «Il prodotto italiano è e sarà sempre vendibile perché è il migliore». Cosa sa della fiera che Vicenza sta organizzando per il 2015 a Dubai? «È un bene per gli italiani, che cercano sempre nuove opportunità dappertutto. E a Dubai ce ne sono e ce ne saranno sempre». Abishek Lodha - Sales Manager, BAFLEH JEWELLERY Come vede l’andamento del wholesale a Dubai? «Bene, a mio l'Orafo 2014

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...il web fa scuola Che cosa succederebbe se uno dei più famosi siti di gioielleria sul web decidesse di aprire propri negozi? È lo scenario che si è prospettato giorni fa, quando sul social Linkedin girava la voce che la società Blue Nile (bluenile.com) fosse pronta per una nuova fase. Questa notizia, se confermata, sarebbe sconvolgente: immaginate l’efficacia di un negozio online applicata… su strada! Immaginate la velocità di approvvigionamento, il grado di informatizzazione, la gestione snella e “just in time” del magazzino unita alla possibilità di provare fisicamente i gioielli visti on-line. In più, grazie alla capillarità della rete, sarebbe possibile anche ritirare i gioielli presso il punto vendita, per gli acquirenti che non possono aspettare il corriere a casa. Che cosa potrebbe allora proporre la distribuzione tradizionale, operata da negozi indipendenti di gioielleria multibrand? La tradizione è fonte di esperienza e base della fiducia; irrinunciabile quando si parla di gioielli! La conoscenza della clientela è un punto importante: in un momento in cui tutto è virtuale, il rapporto umano sta diventando speciale ed esclusivo. Recentemente è stato addirittura creato un nuovo acronimo “H2H” (human to human) Avere gioielli su misura è il più grande lusso: il web tuttavia ne dà solo l’impressione, offrendo la possibilità di scegliere come abbinare caratteristiche preimpostate, ma non interpretando realmente i desideri preziosi dei clienti. Ultima considerazione, ma non meno importante, è la cura post vendita del cliente: messe a misura o lucidature dei precedenti acquisti aiutano a mantenere il rapporto vivo e fidelizzato meglio di qualsiasi newsletter. L’evoluzione del mercato è sempre importante perché lo mantiene vivo agli occhi dei consumatori: bisogna prendere il meglio dal nuovo innestandolo sul proprio Dna per fare un balzo al di là della crisi!

... the web sets a trend

Dario Ramerini per l’Orafo Italiano

What if one of the most popular jewellery websites decided to open its own stores? This is the scenario we envisaged a few days ago, when a rumour propagated across the social network Linkedin stating that the company Blue Nile (bluenile.com) was ready for a new phase. Should it be confirmed, this news would be shocking: think of the effectiveness of an online store applied... to the roadside! Think fast supply, high level of computerisation, streamlined and justin-time inventory management combined with the opportunity to try on the jewellery seen online. In addition, thanks to the far-reaching, always-on nature of the web, buyers who don’t have time to wait for the courier can go pick up their jewels at the store. So what does traditional distribution, operated by independent retailers of multi-brand jewellery, still have to offer? Tradition is a source of experience and the basis of trust, which is essential when it comes to jewellery! Customer knowledge is a very important factor. In a time when everything is turning digital, human relationships are becoming special and exclusive - and the recently created acronym “H2H” (human to human) proves it. Having custom-made jewellery is the greatest luxury of all. The web, however, gives just an impression of this, offering buyers the opportunity to choose how to combine predetermined features, without really responding to customer desires. Last but not least, another crucial point is after-sales customer care: resizing or polishing previously purchased jewellery helps retailers maintain a strong relationship with customers and build loyalty better than any newsletter. The evolution of the market is always important because it keeps the market itself alive in the eyes of consumers: we need to get the best out of the new practices and get it into our Dna in order to take a leap beyond the crisis!


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English Text People & Brands

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pieces

Profitti record nelle case d'asta grazie alla gioielleria, in particolare di fascia alta e altissima. Ne parliamo con Sara Micone, esperta di Sotheby's, che analizza i lotti in vendita, i compratori e i mercati più attivi di

Sonia Sbolzani

L

più recente è il Graff Vivid Yellow, uno tra e case d'aste da qualche i pochissimi diamanti fancy gialli che tempo registrano profitti record superano i 100 carati, pubblicati nel libro grazie anche ai gioielli. Quali Famous Diamonds di Ian Balfour, che gioielli? E cosa si cela nelle paludate ha realizzato la cifra formidabile di 14,5 stanze di una auction house, spesso milioni di franchi». scorte solo nei film? Per saperne di più I nuovi affluent dei BRIC fanno sull'affascinante mondo degli incanti di lievitare i prezzi? preziosi abbiamo intervistato Sara Miconi, «Il mercato del collezionismo russo Director Specialist Jewellery di Sotheby’s, si è sempre dimostrato attento alle aste esperta di gemme e gioielli antichi e di gioielli sia storici che moderni; assistiamo contemporanei, che si è occupata di collezioni recentemente ad una crescita esponenziale di collezionisti importanti come quelle della celebre cantante lirica Renata Tebaldi provenienti dal mercato indiano e orientale, molto interessati al e della Contessa Voronoff. mercato orafo». Punto di riferimento nel mondo degli incanti dal 1774, A livello qualitativo che trend si osserva negli incanti? Sotheby’s negli ultimi anni è fortemente cresciuta nelle vendite di «La qualità è sempre stata un requisito necessario, anche in termini preziosi, mettendo a segno colpi eccezionali come, per citare un di manifattura, espressa al top nei prodotti francesi e italiani. Un esempio, i gioielli della duchessa di Windsor, che hanno fruttato ulteriore fattore da non sottovalutare è quello legato al design e alle oltre 50 milioni di dollari. Si aggiunga che la multinazionale, unica grandi firme della gioielleria e della moda. Tutto ciò si materializza casa d’aste internazionale quotata in borsa dal 1988, ha registrato nella ricerca del gioiello “unico” per materiali, design, epoca e, non un totale di 6.3 miliardi di dollari nel 2013, +17% rispetto al 2012, ultima, la griffe». ottenendo solo per i gioielli un totale di 425.8 milioni di dollari. Ma Chi decide di vendere i propri gioielli e perché? Da dove l’incanto più "scenografico" in tempi recenti ha avuto per oggetto provengono i pezzi più prestigiosi? il diamante rosa da 27 carati acquistato dal gioielliere inglese «Si tratta di una combinazione di clienti privati e Lawrence Graff, che ha sborsato la cifra record di 46 addetti al settore; spesso sono amatori che nel tempo milioni di dollari (mai si era pagato tanto in un’asta di maturano gusti differenti e decidono di modificare preziosi). le proprie collezioni. Alcuni straordinari pezzi Inoltre Sotheby's ha recentemente siglato una storici hanno provenienze regali, altri sono partnership con il colosso dell'e-commerce il frutto dei proventi delle emergenti classi eBay per sviluppare una piattaforma on line borghesi di inizio Novecento». innovativa che consentirà di raggiungere 145 Analogamente, chi acquista gioielli e perché? milioni di acquirenti. Quanto sono visti come beni d’investimento? Quale andamento stanno registrando i «Personalmente credo che l’investimento migliore gioielli nelle aste? in termini di gioielli sia farne dono alla persona «Molto positivo. I riscontri sono ottimali in amata e noto che solitamente l’acquisto non è dettato particolare per gli oggetti di fascia alta e altissima. da meri calcoli speculativi, ma dal desiderio di possedere La nostra asta ginevrina di maggio ha fruttato oltre oggetti straordinari per firma, epoca e non di meno 125 milioni e mezzo di franchi svizzeri. In generale, la per provenienza. Esempi significativi sono il bracciale domanda si mantiene costantemente alta per diamanti Sara Miconi, Director a pantera firmato Cartier appartenuto alla Duchessa di puri, incolori e di carature notevoli come l’eccezionale Specialist Jewellery di Windsor Wallis Simpson, pezzo unico, irriproducibile, diamante di 70.33 carati D colour, flawless, type IIa Sotheby’s la cui vendita realizzò un prezzo dieci volte superiore venduto per 12 milioni e mezzo di franchi; d’altro n Sara Miconi, Sotheby’s a quello pagato dodici anni prima sempre in asta da canto, per quelli fancy il trend è in costante crescita Director Specialist Sotheby’s; l’altro caso che ricordo è il diamante Beau nel tempo, con record che si rincorrono: l’esempio Jewellery l'Orafo 2014

SOTHEBY’S only the best pieces

58 dicembre

See Page 58

For some time now, auction houses have been seeing record profits thanks to jewellery. But which jewellery? What lies behind the solemn rooms of an auction house, often only seen in films? To learn more about the fascinating world of jewellery auctions, we interviewed Sara Miconi, Director Specialist Jewellery at Sotheby’s, an expert in antique and contemporary jewellery and gems, who dealt with major collections such as those of famous opera singer Renata Tebaldi and Countess Voronoff. A landmark in the world of auctions since 1774, Sotheby's has grown significantly in terms of jewellery sales in recent years, pulling off extraordinarily lucky shots - for one, the Duchess of Windsor’s jewels, which netted over $ 50 million. It should be added that the multinational company, the only publicly traded international auction house since 1988, has recorded a total of 6.3 billion dollars in 2013, up 17% compared to 2012, with a total of 425.8 million dollars just for jewellery. But the most "spectacular" auction in recent years was the 27-carat pink diamond bought by British jeweller Laurence Graff, who paid a record $ 46 million (the highest price ever paid for any gemstone at auction). In addition, Sotheby's has recently signed a deal with e-commerce giant eBay to develop an innovative online platform that will help it reach the online retailer’s 145 million shoppers. What’s the trend of jewellery at auctions? «It’s very positive, especially for high and very high-end pieces. Our auction in Geneva last May raised more than 125 million and a half Swiss francs. In general, demand remains consistently high for pure, colourless, high-carat diamonds, such as the exceptional 70.33 carat diamond - D colour, flawless, type IIa - sold for 12 and a half million francs. On the other hand, the trend for fancy diamonds is also constantly growing, with rivalling records: the most recent example is the Graff Vivid Yellow, one of the very few fancy yellow diamonds exceeding 100 carats, published in the book Famous Diamonds by Ian Balfour, which netted the tremendous amount of 14.5 million francs». Did the newcomers from BRIC countries jack up prices? «The market of Russian collectors has always been attentive to auctions of both historical and

modern jewellery. We are recently witnessing an exponential growth of collectors from India and Eastern Europe, who are very interested in the jewellery market». What is the trend in terms of quality of the products auctioned? «Quality has always been a fundamental requirement, also in terms of craftsmanship, which finds its ultimate expression in French and Italian products. Another factor that should not be underestimated is related to design and the big names in the world of jewellery and fashion. This results in the search for a jewel that is “unique” for the materials used, its design, the period it dates back to, and, not least, its brand». Who decides to sell their jewellery and why? Where are the most prestigious pieces from? «It is a combination of private customers and professionals in the industry; it is often amateurs who develop different tastes over time and decide to change their collections. Some extraordinary historical pieces have royal origins, others are the result of the earnings of the emerging middle classes of the early twentieth century». Conversely, who buys jewellery and why? To what extent is jewellery seen as a capital asset? «I personally believe that, when talking about jewellery, the best investment is to give it to a loved one, and I noticed that most purchases are not dictated by mere speculative calculations, but by a desire to own objects that are extraordinary in terms of signature, period and, not least, their origin. A significant example is the Cartier panther bracelet, which belonged to Wallis Simpson, Duchess of Windsor: a unique, irreproducible piece, sold for a price ten times higher than that paid twelve years earlier at another Sotheby's auction; another example I recall is the Beau Sancy diamond, which belonged to Maria de' Medici and was kept for four centuries among the treasures of the royal houses of Europe, auctioned off in 2012 for 9 million Swiss francs». What is the role/importance of Italian jewellery at auctions? What are the most sought-after brands at auctions? «After its spectacular displays of jewellery, Bulgari is one of Italy’s most successful and competitive brand at auctions, alongside Buccellati, Janesich, Codognato, Chiappe, Petochi, Veronesi and many other famous names. As I said before, the brand, the period and the designer’s signature considerably affect the value of a jewel… In this regard, I think of French designer Suzanne Belperron, who was rediscovered and reassessed upon the sale of Wallis Simpson’s jewels at a Sotheby's auction in Geneva in spring 1987 and now internationally recognised thanks to the publication of her monograph by Olivier Baroin in 2011. However, Boucheron, l'Orafo 2014

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Van Cleef & Arpels, Webb and Tiffany jewellery is always in high demand… And while there is always great interest for Cartier branded jewellery, it should also be said that Pomodoro, Fontana and Dalì designer jewellery pieces are being reappraised». How do you determine the price of the jewellery to be auctioned? «Commercial availability has a major impact on price. The harder it is to find an item, the higher its value, as with all things rare». What are buyers most interested in today? «They look for pieces that are hard to find, from large natural pearls to perfect, high-carat diamonds, jewels of historical provenance and those that belonged to famous women. For example, Gina Lollobrigida’s jewellery, which we recently sold in Geneva, was truly outstanding and demonstrated the excellent taste of the diva, who had personally chosen and purchased it at the time. Then, among the last pieces sold, I remember the jewels from Flora Sassoon's collection, which have nearly tripled their pre-sale estimates in Geneva». What do you dream of auctioning one day? «A historical collection that has passed into the hands of almost all of Europe’s royal dynasties. Don’t think that jewels like that don’t exist anymore: they do exist and they are even used – in Cannes or at the Teatro alla Scala for example – although those who wear them today try to avid looking too flashy, sporting them in a more playful and casual way». What are the major world centres for jewellery auctions? How does Italy rank? «If I had to sell my jewellery, I would try to give it maximum visibility, turning to the international platforms of Geneva, New York, Hong Kong. As for Italy, the target is currently not very high». Are there different processes and trends for antique and modern jewellery at auctions? «Antiques must follow a longer analysis and research procedure, as well as a more complex bureaucratic process (a specific Fine Art license is also required), while modern pieces are easier to describe and manage. I am personally enthused by the study of antiques, which offer the pleasure of discovery: it was very exciting to analyse a collection of carvings on hard stone by artists like Berini and Pichler and to see their value recognised at the auction with results above our most optimistic expectations». What is the space for contemporary jewellery at auctions? «I will only mention two successful cases in which the design component is very important, even more than the intrinsic value of the raw materials used: Jar, with its exquisite brooches (think its dragonflies) and the Italian house Vhernier».


Do you have any anecdotes to share about jewellery auctions? «I once witnessed a truly entertaining and at the same elegant “duel” between two refined ladies who were sitting next to each other at a jewellery auction. They fiercely competed for a gem by raising their bidding paddles with fervour, but also with great class, pushing up the price exponentially. They started a truly memorable dispute, at the end of which they even politely congratulated each other» Visual

belle époque

Viaggio nella società del primo Novecento attraverso i capolavori dell'arte e della gioielleria. Ricami dorati e pizzi scintillanti che sarebbero piaciuti alle muse eleganti di Boldini. Tre mostre attorno alla stessa atmosfera di Letizia

l'Orafo 2014

RedaeLLi

belle Époque

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See Page 73 Parisian cafés, Paul Poiret’s fashion, Les Folies Bergère, horse-drawn carriages: it was the Belle Époque, the dream of a golden age, based on frivolous lightness and the illusion of a lasting international peace. In those years, women achieved and embraced a yet unexplored feminine side and body awareness. Seductive yet elegant, they loved to be portrayed by the artists of the time: brightened up by De Nittis’s vivid brushstrokes, intense in Corcos’s paintings, immortalised by Giovanni Boldini. The Parisien d'Italie - the name by which the artist became known - was one of the greatest performers of the time, who created snapshot-like paintings of his models, many of which were members of the upper class and aristocracy. Using rich colours and rapid brushstrokes, so fast as to be nicknamed "slashes" by critics, he could reproduce the vibrancy of his subjects, bringing their lifeblood on the canvas. Wealthy, well-born women wore not only haute couture, but also stunning, precious jewels, perhaps by Mario Buccellati. It was 1919 when the jeweller, later called the "Prince of Goldsmiths" by Gabriele D'Annunzio, opened his first boutique in Milan. Appreciated by popes, members of royal families and people of culture, his precious creations featured a special openwork "honeycomb" design, which over the years became the hallmark of the house. Both Giovanni Boldini and Mario Buccellati interpreted that seemingly bright era with a great sense of aesthetics. It is not hard to imagine that many of the women portrayed by the Ferrarese painter wore a bracelet or a brooch shaped by the goldsmith’s skilled hands. Three exhibitions, two of which are dedicated to Boldini, celebrate their works. From 24 October to 18 January, the GAMManzoni art centre in

Milan will be hosting forty masterpieces, some of which have never been shown to the public before, while a semi-temporary exhibition dedicated to both Boldini and De Pisis will open its doors in Ferrara from January 31. Palazzo Pitti, on the other hand, will host the exhibition "I tesori della fondazione Buccellati” (Treasures of the Buccellati foundation) from December 2, with over one hundred jewellery creations on display. These three events are intertwined with the memory of a golden age dating back more than a century ago, whose aesthetic continues to affect and influence our sense of beauty. BUCCELLATI From December 2 to February 22, Palazzo Pitti in Florence is hosting the exhibition "I tesori della fondazione Buccellati - Da Mario a Gianmaria, 100 anni di storia dell'arte orafa" (Treasures of the Buccellati foundation - From Mario Gianmaria, 100 years of history of the goldsmith's art). One hundred works, including masterpieces by jewellers, goldsmiths and silversmiths, are shown to the public for the first time. The result of a collaboration between the Buccellati Foundation and the Superintendence for the historical, artistic and ethno-anthropological heritage and the Museums of Florence, the exhibition aims to trace the family’s huge artistic production. On display are the most valuable pieces created by Mario and Gianmaria Buccellati, including tiaras, brooches and bracelets featuring the house’s signature openwork “honeycomb” design. Inside Jewelry

GEOGRAFIA

DELLA RICCHEZZA Mentre rallenta la crescita dei patrimoni in USA, Europa, Russia, India e Cina, nei prossimi 10 anni Africa, Indonesia e Medio Oriente cresceranno alla velocità della luce di

Natalia Capra

maps of wealth

72.776 EUROPA

Ultra ricchi nel 2013

52.226

10.675

NORD AMERICA

7.850

Ultra ricchi nel 2013

CINA

Ultra ricchi nel 2013

INDIA

Ultra ricchi nel 2013

2.402 AFRICA

Ultra ricchi nel 2013

11.396

AMERICA LATINA Ultra ricchi nel 2013

Mappamondo dei big spenders, i cosiddetti Uhnwi (Ultra High Net Worth Individuals), cioè i proprietari di asset per un valore di $30 milioni e oltre. Tra il 2003 e il 2013 la popolazione mondiale di Uhnwi é cresciuta del 59%, raddoppiando in Medio Oriente, Sud America, Australasia e Africa.

l'Orafo 2014

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See Page 81

The world's wealth is increasingly concentrated in the hands of a few and, to the delight of the luxury industry, a number of studies show that the rich are getting richer, including the Wealth Report 2014 published by the KnightFrank research section. Owners of assets worth $ 30 million or more are considered UHNWIs (Ultra High Net Worth Individuals). Between 2003 and 2013, the world population of UHNWIs has grown by 59%, doubling in the Middle East, South America, Australasia and Africa. To date, the total wealth of the few ultrawealthy is equivalent to 40% of global GDP, despite there being only one UHNWI in 35,000 people worldwide. l'Orafo 2014

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According to the World Ultra Wealth Report 2013 published by UBS, the wealth of these lucky ones has grown just under $ 2 trillion in 2013, as much as India’s GDP, and the number of the world’s wealthy individuals has increased by 4% compared to 2012. Although well below the levels of 2007, North America and Europe are the geographic areas with the highest concentration of rich people. According to KnightFrank’s study, in 2013, 1500 people joined the inner circle of the wealthy in North America, with a UHNWI population growth of 3.5% year-on-year, while Europe registered a growth of 3.3% over the same period, with 2000 nouveau riche. The states of Arkansas and Texas show high potential for creating new wealth, the former for its food industry and booming manufacturing sector, the latter for its oil production. The number of UHNWIs in the city of Houston, for example, is expected to increase by 57% by 2023 thanks to the energy industry. Developed economies such as Europe and North America, however, start from a much higher number of wealthy individuals compared to developing countries. The extremely rapid growth of UHNWIs in some BRIC continents, like Africa, far exceeds the rate of wealth creation in the more mature economies. In 2013, Latin America’s GDP growth was well below expectations, with a rather disappointing increase in the rate of ultrawealthy individuals: less than 50 people passed the threshold of $ 30 million. This is due to the unstable political and social situation in some local regions and the devastating effects of the global crisis, as well as the depreciation of commodities. More than 1 in 10 South American rich people saw a gradual erosion of their wealth in 2013. While the world wealth intelligence centre WealthInsight forecasts that Latin American countries will show a strong ability to create wealth over the next decade, the IMF (International Monetary Fund) is publishing modest projections of economic growth with 2.5% in 2014 and 3% in 2015. In 2012, Brazil’s GDP fell short of the Government’s expectations for growth of +4.5%, growing by only 0.9%. Political corruption and social instability due to an increased cost of living, which is disproportionately high compared to the local economic evolution, have resulted in a 13.5% year-on-year decline in the number of wealthy individuals in 2013.


English Text Despite the slowdown in the Chinese economy, there are optimistic prospects for wealth creation thanks to the actions of encouragement taken by the banking system, which is ultimately responsible for income growth. WealthInsight forecasts an 80% increase in the population of UHNWIs in China over the next decade. If this forecast is correct, there will be 322 billionaires in China by 2023, more than in Great Britain, Russia, France and Switzerland altogether. In 2013, however, the Chinese economy experienced a sharp drop in exports to Europe and the United States. The global crisis has also caused a drop in demand and commodity prices, resulting in a crackdown on the credit lines granted by local banks. The appointment of XI Jinping’s new government also shook the country’s political stability. For the first time, in 2013, UBS reported a decrease in the number of wealthy individuals in China, and an uncertain future in terms of wealth creation. Despite the challenges of a weak rupee and the high level of public debt, the number of UHNWIs in India is forecast to double over the next 10 years due to an increasing political liberalism and the arrival of foreign capital. Still, in 2013, UBS reported a mere 1.6% growth of Indian UHNWIs over the previous year. Indonesia, on the other hand, by opening up to foreign investment and promoting a more widespread financial system, saw a tremendous increase in the number of ultra-wealthy individuals in 2013. Indonesia’s UHNWI population grew by 10.2% year on year in 2013. KnightFrank forecasts that the number of billionaires in Asia will overtake Europe in the next decade and that “The number of UHNWIs in Asia is set to reach 58,588 by 2023, overtaking the total number in North America…In 10 years’ time, there will be more billionaires in India than in the UK”. Although starting from a lower rate of millionaires and billionaires than in the rest of the world, Africa is experiencing exponential growth, especially in sub-Saharan regions. The continent's economy is driven by minerals and commodities. After China - the main investor in the continent - Brazil is now making substantial efforts to become an important financial partner. In particular, Zambia’s GDP has increased by 7% over the past 13 years. Infrastructure investments and foreign capital are spreading welfare throughout the country, with new shopping centres and better housing, and per capita income goes hand in hand with

the rapid improvement in the quality of life. The number of Africans with $ 30 million in assets is expected to grow by 53% over the next decade, the number of individuals with net assets of $ 100 million by 51%, and the number of billionaires by 52%. According to the Wealth Report 2014 forecasts, there will be 38 billionaires on the continent by 2023. In 2013, the number of ultra-wealthy individuals in Angola and Ethiopia has increased by 10% compared to 2012, while the rate of wealthy individuals in Nigeria has surged to 31.9% in the same period. On the other hand, in the more developed South Africa, the UHNWI population has decreased by 1.3%. In 2013, Nigeria alone, the largest African exporter of oil, accounted for 80% of the increase in wealth in the African continent. The IMF expects the economy of Sub-Saharian Africa to grow by 5.7% every year until 2018. Kenya's capital Nairobi is becoming one of the most important economic centres on the continent, with a very high rate of foreign investment. In 2013, there were 65 UHNWIs in Nairobi. According to the Wealth Report, the number of wealthy individuals is expected to increase by 78% over the next decade. The rate of Russian UHNWIs, however, is forecast to fall over the next ten years, mainly due to emigration. While the number of rich Russians rose by 372% during the past decade, the Wealth Report 2014 forecasts a slowed growth of 39% between now and 2023. In the Middle East, the population of ultrawealthy individuals grew by 15.3% year on year in 2013. South Arabia and the Emirates, which have seen a significant increase in exports, are the areas with the highest number of wealthy individuals and the greatest potential for further wealth creation. In general, all countries in the Middle East have benefited from strong demand and high oil prices. The political instability in Syria, however, had a devastating effect on local wealth, resulting in a decline in the number of UHNWIs. Where the rich live The highest rate of millionaires and billionaires is in London and New York, the world's leading global financial centres. Cities in Asia and Latin America are far from being able to compete with London and New York. According to KnightFrank, although there has been a huge increase in international capital flows to the United Kingdom in recent years, by 2024 New York should surpass London in terms of number of millionaires and billionaires. It should be specified that London l'Orafo 2014

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and New York, as major financial centres, bring together rich individuals from all over the world, including Europe, America, Russia, China and Africa. Singapore, Hong Kong, Shanghai and Beijing, on the other hand, are vying for the same title in Asia. While in 2013 Singapore appeared to have the highest number of billionaires in Asia, the Wealth Report 2014 forecasts that by 2024 Hong Kong will take its place on the podium. While Beijing and Shanghai will also see a strong rise in their UHNWI populations, they will remain essentially domestic centres in the next decade. In Istanbul, the population of ultra-wealthy individuals is expected to grow by 38% over the next 10 years thanks to capital from North Africa and the Gulf. As for Australia, the population of UHNWIs is increasing steadily in Sydney with a growth forecast of 21% by 2023, while Sao Paulo is among the first cities with high rates of UHNWIs in Latin America next to Rio de Janeiro and Buenos Aires. The luxury industry targets North America, Africa and the Middle East Ultra-wealthy individuals love to buy and, as their spending power increases from year to year, the amount of purchases of luxury goods is also expected to rise in the coming years. With regard to expectations in terms of increased luxury spending, Africa is now in the lead. In 2013, the continent’s luxury spending rose 11% over the previous year. The Luxury Opportunity index of the Wealth Report 2014 sees the Middle East as the world region with the highest potential for luxury spending, while China is no longer an attractive destination: China’s luxury spending slowed considerably in 2013, also due to the fact that the wealthy Chinese prefer to buy abroad, especially in Europe and the United States. Many luxury brands are now targeting North America for investment over the next five years. Inside Jewelry

technology

THE SCIENCE

OF METAL Il Simposio di Santa Fe resta una fonte di informazioni vitali per il settore: non a caso università e centri di ricerca partecipano sempre più numerosi

Damiano Zito della Pro Gold

di Valerio Faccenda

I

spostato su singoli aspetti del processo, come, ad esempio, lo studio dei materiali per gli stampi (Politecnico di Torino), o il colaggio in campo semisolido, che permette di ridurre i problemi di ritiro dei getti, migliorandone la qualità. L’elevato costo dell’oro spinge a far crescere l’impiego dell’argento e, quindi, aumentano gli studi su questo materiale. Interessante il lavoro dell’azienda americana Stuller, che sta mettendo a punto una nuova lega di argento 925 a durezza elevata e con buona resistenza all’imbrunimento, ottimizzando la composizione di leghe commerciali. La lega messa a punto dalla Stuller è induribile per precipitazione e ha 5 elementi di lega, non dichiarati nella presentazione, tutti o in parte appartenenti alla famiglia del platino. Continua l’interesse per la metallurgia delle polveri e per l’impiego della fusione selettiva con il laser. Non so se questa tecnologia si affermerà per produzioni di massa. Certamente si tratta di una tecnologia molto interessante, sul cui studio si stanno impegnando sia aziende sia istituti di ricerca. Tra le realtà più attive in questo campo va ricordata la Pro Gold di Trissino (VI), che già da diversi anni sta lavorando sull’argomento con buoni risultati. Tra i vari temi non metallurgici, sta crescendo l’interesse per le tecniche organizzative moderne e per lo studio del mercato tramite l’utilizzo dei vari strumenti messi a disposizione dalla rete, non ultimi i social network. Spunti interessanti si trovano anche nei lavori di piccoli laboratori orafi, come, ad esempio, la possibilità di produrre gioielli in ferro dolce e oro o sistemi per produrre oggetti in mokumè ganè. Tutto questo oltre alle tradizionali lezioni di metallurgia dei metalli preziosi ad opera di Christopher Corti, già direttore tecnico del World Gold Council, e a memorie che trattano aspetti pratici del lavoro al banchetto. Come si è fatto notare più volte, il Simposio di Santa Fe è una preziosa e unica fonte di notizie utili, se non addirittura vitali, per il settore e permette anche un ricco scambio di informazioni attraverso contatti personali, al di fuori delle memorie in discussione. Gli atti del Simposio possono essere richiesti nel sito della Rio Grande: www.riogrande.com.

l Simposio di Santa Fe è giunto quest’anno alla sua 28ima edizione. Oltre 150 i partecipanti, a conferma del fatto che si tratta del più importante evento tecnico del settore riguardante la tecnologia orafa, considerando che chi partecipa paga una quota di iscrizione e lascia la propria azienda per 4 giorni, per una immersione totale nella tecnologia, senza alcuna distrazione. Circa 50 i partecipanti non provenienti dagli Stati Uniti. Di questi, 23 dall’Europa, compresi 8 dall’Italia - tra cui Bulgari - mentre si è registrata una crescita degli iscritti da India e Thailandia: quest'anno era rappresentata anche la Cina, con Juzi Li, dell'Istituto Gemmologico dell'Università di Geoscienze di Wuhan. L’attenzione per questo convegno è in aumento anche da parte di università e centri di ricerca. A questa edizione erano presenti i rappresentanti di 9 istituti, tra cui il Politecnico di Torino, che da vario tempo collabora con il polo orafo di Valenza. Il volume degli atti del simposio di quest’anno è stato dedicato a tre personaggi recentemente scomparsi: Cristoph Raub, già direttore negli anni ’80 dell’Istituto Tedesco dei Metalli Preziosi, il FEM; il nostro Paolo Battaini, delle cui eccellenti capacità metallografiche tutti sentono la mancanza; e Marc “Doc” Robinson, un eclettico metallurgista americano, che negli ultimi anni si era dedicato alla gioielleria in argento, caratterizzata da una finitura con evidenti grani di grandi dimensioni. La vecchia guardia del Simposio si va inevitabilmente riducendo, ma fortunatamente ci sono molti giovani in grado di condividere le loro esperienze. E direi che questo è da considerare il successo personale del fondatore del simposio, Eddie Bell, che è riuscito negli anni a far capire l’importanza di condividere le proprie esperienze, demolendo la naturale ritrosia del mondo orafo a discutere gli aspetti tecnici del proprio lavoro. Le 24 memorie discusse hanno affrontato differenti temi, tra i quali l’evoluzione del mondo orafo in tempi di continua crisi. Così, nel tempo, si sono notevolmente ridotte le memorie sul colaggio a cera persa. Questo non perché oramai si sappia tutto sul processo, ma piuttosto perché, grazie soprattutto ai lavori condotti dal FEM nei primi anni del Simposio, sono state chiarite le maggiori zone d’ombra che erano alla base delle discontinuità qualitative dei prodotti. Adesso, grazie anche alle conoscenze prese a prestito da altri settori, l’interesse si è l'Orafo 2014

the science of metal

English translation: see pag. 100 94

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The Santa Fe Symposium is now in its 28th edition. More than 150 participants are confirming that this is the most important technical event in the field of gold technology, considering that participants pay an entry fee and leave their company for 4 days, for a full immersion experience in the world


of technology, without any distraction. About 50 participants are from outside the United States. 23 of these are from Europe, 8 of which from Italy including Bulgari - while an increase in participants from India and Thailand was recorded. This year, even China was represented at the convention by Juzi Li, from the Gemmological Institute at the University of Geosciences (Wuhan). This event is also attracting increasing attention from universities and research centres. This edition was attended by representatives of nine institutions, including the University of Turin, which has partnered with the gold district of Valenza for some time. The proceedings of this year’s symposium were dedicated to three personalities who recently passed away: Christoph Raub, former director of the German Institute for Precious Metals, FEM, since the '80s; the Italian Paolo Battaini, greatly missed for his excellent metallographic skills; and Marc “Doc” Robinson, an eclectic American metallurgist, who in recent years had devoted himself to silver jewellery, developing a special finish featuring visible, large-sized grains. The Symposium’s old guard is inevitably reduced, but fortunately there are many young jewellers sharing their experiences. And I would say that this should be considered a personal success for the founder of the symposium, Eddie Bell, who has managed over the years to make people understand the importance of sharing their experiences, breaking down the natural reluctance of professionals in the jewellery industry to discuss the technical aspects of their work. The 24 presentations discussed have dealt with different topics, including the evolution of the jewellery world in times of continuous crisis. Over time, presentations about investment casting have been significantly reduced. This is not because we now know everything about the process, but rather because, thanks to the work carried out by FEM in the early years of the Symposium, the main grey areas lying behind the uneven quality of products have been cleared up. Now, thanks to the knowledge borrowed from other sectors, interest has shifted to the individual aspects of the process, such as, for example, studying the materials used for moulds (Politecnico di Torino), or semisolid casting, which allows for reducing any casting shrinkage problems and improves quality. The high cost of gold is leading to a greater use of silver and, as a result, an increasing number of studies on this material. In this regard, some interesting work is being carried out by American company Stuller, which is developing a new highhardness 925 alloy featuring good resistance to browning, enhancing the composition of commercial alloys. The precipitation hardened alloy developed by Stuller features 5 alloy elements - not declared in the presentation – most of which belong to the platinum

family. Powder metallurgy and the use of selective laser melting continue to draw attention. I don’t know if this technology will become established for mass production. Of course it is a very interesting one, and both companies and research institutes are making efforts to study it further. One of the most active companies in this field is Pro Gold in Trissino (Vicenza), which has been successfully working on this technology for several years now. As for non-metallurgical topics, there is growing interest in modern organisational techniques and market research conducted by using the various tools available on the web, not least today’s social networks. Some interesting ideas can also be found in the work of small jewellery workshops, such as, for example, the possibility of creating soft iron and gold jewellery or systems for crafting mokumè ganè objects. All this is in addition to traditional lectures on basic metallurgy of precious metals by Christopher Corti, former technical director of the World Gold Council, and presentations dealing with the practical aspects of sitting at a goldsmith’s workbench. As has been pointed out several times, the Santa Fe Symposium is a valuable and unique source of useful, if not vital, information for the industry, and also allows for a rich exchange of information through personal contacts, apart from the presentations discussed. The symposium proceedings are available on the Rio Grande website: www.riogrande.com. the world of gems

Csarite, la pietra

mutante Proveniente da un'unica fonte al mondo, una miniera situata nelle profondità dell'Anatolia, la Zultanite è stata lanciata di recente come novità dell'anno: con un nuovo nome di Luigi Costantini Managing direCtor settore ForMazione itaLia i.g.i. internationaL geMoLogiCaL institute anversa BeLgio

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pietra “mutante”: la Zultanite che si trasforma in Csarite (e non può essere che lei)! Oppure sono due pietre gemelle siamesi, provenienti dalla stessa miniera? Che mi si perdoni il malevolo pensiero, se è vera la prima ipotesi: ma perché non andava bene il nome Zultanite, così appropriato per la terra d’origine di quest’amorino di pietra, e lo si è voluto convertire in Csarite, così reminiscente d’imperiali czar (czar, da Caesar) regnanti sulle pianure sarmatiche tra il Caucaso e il Mar Bianco? È solo per scimmiottare il crisoberillo alessandrite, di cui imita i colori di cangianza e il nome di battesimo che si rifà allo zar Alessandro II, o è un tentativo di rimediare alle botte da orbi che turchi e russi si son con voluttà vicendevolmente somministrati dai tempi di Ivan il Terribile e Selim II (seconda metà del 1500) a quelli del Piccolo Padre Iosif Vissarionovi Dzugašvili detto Stalin e del Grande Padre dei Turchi Mustafà Kemal, detto Atatürk? Fatto è che dai decantati 5.000 dollari al carato per pezzi al di sopra dei 10 carati del 2006 si è passati ai più abbordabili 200-3.000 dollari per non meglio volumetricamente definiti “pezzi da museo”; e per pezzi calibrati, dai 30 ai 100 dollari al carato, aprendo così le porte anche alla produzione di massa: che non è poi proprio di massa, visto e considerato che la produzione del grezzo, nel 2013, ha raggiunto i 2.765 milioni di carati e nella prima metà del 2014 s’è aggirata sui 3.625 milioni di carati, con sfridi pazzeschi, nel taglio, del 97-98% e rese bassissime del 2-3%. Aggiungendo che al momento la sola fonte di provenienza della Csarite è quella miniera «nelle profondità delle remote montagne dell’Anatolia», e che la vita di tal miniera è stata stimata pari a quella nostra, non c’è da dormire tra due guanciali: il mondo non rigurgiterà, in futuro, di Csarite. E cosa non fanno da quelle parti per recuperarla tutta, la Csarite! Ogniqualvolta ci s’imbatte in una sacca del materiale, nella roccia, si sospende ogni marchingegno meccanico di scavo e ci si dà sotto di schiena con attrezzatura manuale, effettuando pure a mano la cernita. Si cura in modo particolare anche il taglio, facendo risaltare al meglio il cambiamento di colore con forme allungate, e la brillantezza con tagli radiant e princess, il che, unitamente alla notevole trasparenza della Csarite, ne fa senz’altro un buon acquisto. Insomma, cari amici: volete titillare l’interesse di chi ama il bello e l’insolito? Qui avete pane per i vostri denti, alla faccia delle mutazioni identitarie.

ell’aprile del 2006 - oh, felice primavera ante crisi! menzionavo, in un articolo inviato a questa rivista e sotto il titolo “Pietre ‘mutanti’, vecchie e nuove. Le conoscete?”, la varietà Zultanite della specie mineralogica Diasporo, «gemma apparsa per la prima volta sul mercato agli inizi degli anni ’80 dello scorso secolo e considerata sino al 2005 - nella sua qualità gemmifera - più che altro una pietra da collezione». Aggiungevo che «quest’idrossido d’alluminio si presenta per lo più trasparente, esente da inclusioni ad occhio nudo, con cangianza che può variare, a seconda delle condizioni d’illuminazione: da un verde kiwi in luce naturale diurna indiretta a un rosa purpureo del tipo granato rodolite in una romantica atmosfera a lume di candela; da un verde kaki a un rosa brunastro; da un chiaro color champagne rosato a normale luce artificiale, a un bel fulvo con lampi giallastri in piena luce solare». Completavo quest’idilliaco quadretto con una tirata dal vago sapore di romanzo d’appendice di fine '800: «aggiungere un po’ di mistero non guasta: la sola e unica miniera si trova in una remota località della penisola anatolica, ove ancora aleggia lo spirito di Solimano il Magnifico (uno dei più famosi tra i 36 sultani dell’Impero Ottomano, in onore dei quali devesi la denominazione)». Ebbene, che cosa mi trovo ora, lanciata alla scorsa edizione di settembre della Fiera di Hong Kong come la novità dell’anno «in esclusive collezioni di top designer della gioielleria mondiale» (riportando papale papale da adeguate fonti, tra virgolette)? «L’affascinante Csarite, una gemma cangiante naturale, sinora riscontrata solamente in Turchia, in un unico deposito locato nelle profondità delle montagne dell’Anatolia; un diasporo non trattato, di bellezza e rarità uniche (10.000 volte più raro del diamante); 6,5-7,0 di durezza sulla scala Mohs; 1,70-1,75 l’indice di rifrazione». E per quanto riguarda la cangianza? Sostituite, nella descrizione dei colori, al rosa purpureo del granato rodolite in romantica atmosfera a lume di candela, il rosa purpureo del lampone, sempre in romantica atmosfera a lume di candela; convertite i lampi giallastri in piena luce solare con gialli canarini; aggiungete ora un cognac rosato, un verde salvia e lasciate pure tutto il resto, dal verde kiwi e kaki al bel fulvo; versate un goccio di differenti tinte catturate a fonti luminose od oggetti diversi situati nelle vicinanze, tanto da venir denominata la «pietra mimo (mima?)», la «gemma camaleonte»; miscelate, shakerate e servite. Et voilà un altro caso di l'Orafo 2014

English translation: see pag. 100 95

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Csarite: the ultimate “mutant” stone

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In an article entitled “Old and new mutant stones. Do you know them?” published on this magazine in April 2006 - oh, happy spring before the crisis, when its first warm days awoke a gaudy joie de vivre, as opposed to this continuing, endless “winter of our discontent”! - I also mentioned the Zultanite variety from the Diaspore mineral species, “a gem which appeared for the first time on the market in the early 80s of the past century and was considered – in its gemmiferous quality – more like a collectible stone until 2005”. Again quoting myself, I added that “this aluminium hydroxide looks mostly transparent, with no inclusions visible to the naked eye, and its iridescence can vary, depending on lighting conditions: - from kiwi green in indirect natural daylight to a rhodolite-garnet-like purple pink in a romantic, candlelit atmosphere; - from khaki green to brownish pink; l'Orafo 2014

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- from light pink champagne in normal artificial light, to a beautiful tawny colour with yellowish flashes in full sunlight”. I then completed this idyllic little picture with a fun fact that was vaguely reminiscent of a late nineteenth century serial novel: “adding a touch of mystery will not hurt: the one and only mine is in a remote location of the Anatolian peninsula, which is still haunted by the spirit of Suleiman the Magnificent” (one of the most famous of the 36 Ottoman Empire sultans, from whom the gemstone gets its name). Well, will you believe what I found, launched at the September edition of the Hong Kong jewellery fair as the new product of the year “in exclusive collections by the best jewellery designers worldwide” (bluntly citing appropriate sources in quotes)? “The charming Csarite, a natural iridescent gem, so far found only in Turkey, in a single field deep in the mountains of Anatolia; a uniquely beautiful and rare untreated diaspore (10,000 times rarer than diamond), with a Mohs scale hardness of 6.5-7.0 and a refractive index of 1.70-1.75”. And what about iridescence? Replace, in my previous description of colours, rhodolite-garnet-like purple pink in a romantic candlelit atmosphere with raspberry purple pink, again in a romantic candlelit atmosphere; change the yellowish flashes in full sunlight with bright yellow. Now add a pinkish cognac brown, sage green and leave everything else unchanged, from kiwi and khaki green to the beautiful tawny. Pour in a splash of different hues captured from light sources or objects nearby – it is not without a reason that it’s called the “miming stone” or “chameleon gem”; mix, shake and serve. Et voilà, another case of a “mutant” stone: Zultanite becomes Csarite (it couldn’t be anything other than this), as if it were a frog turning into a handsome prince charming! Or perhaps they’re just two Siamese twin stones, coming from the same mine? Forgive my malicious thought, if the first hypothesis were true. But why not use the name Zultanite, so appropriate for the land of origin of this lovely gemstone, and instead change it into Csarite, so reminiscent of the Imperial czars (czar, from Caesar) ruling over the endless Sarmatian plains between the Caucasus and the White Sea? Is it just for mimicking chrysoberyl alexandrite, by imitating its shimmering colours and first name, which harks back to Tsar Alexander II of all Russias, or is it an attempt to remedy (to pursue some subtle geo-political plots unknown to us mere mortals) the vigorous tussles that Turks and Russians engaged in with each other with pleasure from the days of Ivan the Terrible and Selim II (second half of 1500) to those of Little Father Iosif Vissarionovi Dzugašvili aka Stalin and the


English Text Great Father of the Turks Mustafà Kemal, known as Atatürk? Ah, oriental mysteries. The fact is that price fell from some much-vaunted 5,000 per carat for pieces above 10 carats in 2006 to some reasonably more affordable 200-3,000 dollars for volumetrically undefined “museum pieces”; as for calibrated pieces, it now ranges from 30 to 100 dollars per carat, thus paving the way for mass production. Such mass production, however, wasn’t so massive after all, considering that the production of rough diamonds reached 2.765 million carats in 2013 and was around about 3.625 million carats in the first half of 2014, with some crazy offcuts of 97-98%, and terribly low yields of 2-3%. If we add the fact that currently the only source of origin of Csarite is that mine located “deep in the remote mountains of Anatolia”, and that the life of this mine has been estimated to be as long as ours (“ours” meaning the life of vigorous young people like you or of a whitehaired geezer like me?), I wouldn’t take it so lightly: the world will not brim over with Csarite in the future, this is easily predictable. You won’t believe what they do, down there, to retrieve as much Csarite as possible: whenever they come across some good material set in the rock, every mechanical excavating gimmick is turned off and they work hard with elbow grease and manual equipment, and they even sort it by hand. Also, they are particularly attentive to cutting, bringing out the stone’s colour changes with elongated shapes, and its brightness with radiant and princess cuts, which, combined with Csarite’s remarkable transparency, certainly makes it a good buy for those who don’t dislike new and curious things. So, dear friends, long story short: you want to spark the interest of lovers of everything beautiful and unusual, even in lean times? You’ve found your match here, in the face of all identity mutations. Luigi Costantini Managing Director, Italy Training Dept. I.G.I. - International Gemmological Institute in Antwerp, Belgium Inside Jewelry

l'orafo

a dubai

Un centro strategico per il mercato mondiale di oreficeria e gioielleria, un punto di partenza per il business globale. Da gennaio la nostra rivista sarà lì a rappresentare il made in Italy di

AndreA Aiello

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ubai è sinonimo di vacanze, shopping e, sempre più, di affari. Ma se per le prime due piacevoli attività si tratta di una "scoperta" recente, la vocazione dell’Emirato agli scambi è antica e il traffico mercantile lungo il Creek - il corso d'acqua che separa il quartiere di Deira, la parte "storica" della città, da quella con gli insediamenti immobiliari più recenti e avveniristici - lo testimonia ancora oggi. E così per favorire la diffusione del nostro Made in Italy più prezioso l'editore de l’Orafo Italiano, a fine ottobre, ha organizzato una missione volta a stabilire accordi con i più importanti grossisti e retailer dell'Emirato per la diffusione diretta della rivista. Abbiamo incontrato il gotha del settore, approfondendo le dinamiche di acquisto e quindi di vendita da Dubai verso mercati esteri non seguiti direttamente dall’Italia come Africa, Penisola araba, Medio Oriente, Turchia e paesi russofoni. Paesi che registrano un consumo elevato di gioielleria e che considerano i nostri prodotti italiani il non plus ultra. Vendere a Dubai significa vendere in piccola parte al mercato locale degli Emirati ma soprattutto conquistare con i propri prodotti una bella fetta di mondo. E l’Orafo Italiano è ancora una volta il veicolo giusto per comunicare il valore del Made in Italy a mercati lontani ma importantissimi. Di seguito pubblichiamo qualche breve intervista ad alcuni tra i wholesaler più significativi presenti a Dubai: chi fosse interessato ad avere maggiori informazioni sulla nostra missione, sugli operatori incontrati e sulle prossime iniziative de l’Orafo negli Emirati può contattare direttamente la redazione scrivendo a orafo@edifis.it.

In questa foto: Dubai Burj Khalifa. Sopra: il Gold Center di Dubai. n In this photo: Dubai Burj Khalifa. On the top: Dubai's Gold Center.

Rafi Istanboulli, Pronto Jewellery Come sta andando il mercato della gioielleria a Dubai? «Di sicuro molto meglio che in Italia, i buyer che comprano qui vengono da paesi in cui è ancora molto alto il desiderio di oro, perché esiste una forte tradizione culturale legata al metallo più prezioso. In particolare in Libia, dopo due anni in cui gli acquisti non si sono mai bloccati, il mercato è letteralmente esploso». Un consiglio per chi ancora non vende a Dubai? «Consiglio sempre ai miei fornitori di inserire nella propria offerta anche prodotti basici, adatti a ogni gusto ed esigenza». Anil Dhanak, Kanz Jewels Come vede la gioielleria italiana oggi? «La nostra azienda ha una lunga tradizione in questo business e la gioielleria italiana è qui da quando ho iniziato a lavorare nel settore, più di 30 anni fa. Prima si compravano solo prodotti molto semplici, l'Orafo 2014

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l' ORAFO ITALIANO flies to DUBAI

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Dubai is synonymous with holidays, shopping, and - increasingly more so - business. But while the first two, pleasurable activities are a recent “discovery” for the country, the Emirate’s vocation for trade dates back to ancient times, as evidenced

by the merchant traffic along the Creek - the waterway that separates the district of Deira, the “historical” part of the city, from the most recent and upcoming real estate settlements. So, to encourage the circulation of our most precious “Italian made” product, in late October the staff of l’Orafo Italiano organised a mission to establish agreements with major wholesalers and retailers in the Emirate for the direct spread of the magazine. We met the who’s who in the industry, studying the dynamics of buying and selling from Dubai to foreign markets that are not managed directly from Italy, such as Africa, the Arabian Peninsula, the Middle East, Turkey and Russian-speaking countries. These countries are major consumers of jewellery and consider Italian products the best in the industry. Selling in Dubai means to sell partly to the local UAE market, but above all reach a fair share of the world with one’s products. Once again, l’Orafo Italiano proves to be the right vehicle for communicating the value of the Made in Italy label in distant, yet very important markets. Below are some short interviews with some of the most significant wholesalers in Dubai. For more information on our mission, the operators we encountered and the forthcoming initiatives of l’Orafo in the UAE, don’t hesitate to contact our editorial department at orafo@edifis.it. Rafi Istanboulli, Pronto Jewellery How is the jewellery market performing in Dubai? Certainly much better than in Italy, buyers who buy here are from countries where gold is still much sought after, because there is a deeplyrooted tradition about this precious metal. But in Libya, after two years of not blocking purchases, the market has literally boomed. Do you have a word of advice for those who are not selling in Dubai yet? I always recommend my suppliers to include neutral products in their offering, to suit any need. AnilDhanak, KanzJewels What do you think of Italian jewellery today? Our company has a long tradition in this business and Italian jewellery has been here since I started working in the field, some 30 to 40 years ago. In the past, customers would only buy basic products, now the trend is towards premium products. Do your customers look for brands? No, brands are for malls and the shops of luxury hotels. Our suppliers are not marketing or advertising on site, but they are counting on us. Have you heard about the new trade fair that Fiera Vicenza is planning to organise in Dubai? l'Orafo 2014

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settembre

Yes, and I’m not very happy about it. If it does take place, it may cause problems relating to prices and the effectiveness of the sales chain. Christina ElHaddad, Papa Aziz Jewellery What is the situation of the jewellery market? Everyone thinks that the crisis never hits Dubai, but in part it did. This stems from the problems in Libya and Algeria, which had always bought tons of gold in the past. Now we are dealing with other smaller markets, such as Africa and some Asian countries. What are the prospects for Italian manufacturers? Italian products are and will always be sold because they are the best. GufranDamda, V.H. JEWELLERS How are sales going? Our customers are mainly from the local market and Africa, especially Nigeria and Congo. What other markets are you acquainted with apart from Africa? We don’t have any customers in Iraq, but we have some from Iran - they’re not many but they’re big. Then we have some Indian customers. Does Italian jewellery still have a good reputation? Could it be sold more? We have no complaints about that, they give us exactly the products and features we ask for. AbishekLodha, BaflehJewellery How is the wholesale market doing in Dubai? Very well, in my opinion. Are there are still good opportunities for Italian companies? Yes, I buy from Italy and basic lines are particularly successful. We sell Italian products in 11 countries, including the Middle East and Africa. Ayman M. N. Al Chaar, SamerJewellery What is the jewellery industry currently going through in Dubai? As everyone knows, Dubai re-exports and tries to stay immune to the problems of the markets experiencing the crisis. We keep working and the market is very active. In what direction is trade of goods moving? It is now moving towards West and South Africa. Italian silver still has a strong reputation for its high quality. Would you recommend Italians to come and sell in Dubai? The wholesale channel ensures long-term business and makes machines work intensely. Before coming here, manufacturers should first of all figure out what they want to sell, to whom and for how long.



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Brands In This Issue

ACCADEMIA DI BELLE ARTI-GDANSK

88

FABERGÈ

70

PENSIERI FELICI

56

AMBERWOOD

88

FALCINELLI ITALY

33

PERRELET

91

AMEN

49

FEM

92

PHILIP WATCH

AMORE & BACI

51

GARRARD

78

PIERDUCA

29

ANGELA PUTTINI CAPRI

32

GOLD ITALY

87

POLITECNICO DI TORINO

92

AREZZO FIERE E CONGRESSI

87

GOLD SISTERS

51

PRO GOLD

92

GRAZIELLA

55

PRONTO JEWELLERY

96

ARTLINEA

20, 52

42, 43

BAFLEH JEWELLERY

98

HONG KONG JEWELLERY & GEM FAIR 24, 93

RADO

BARABABAC

49

INTERGEM

22

RICHLINE

34

BASELWORLD

89

ITITOLI

32

RIO GRANDE

92

IWC

43

ROBERTO MARRONI

20

42, 43

BELL & ROSS

43, 44

BETTER SILVER

22

JAPAN JEWELLERY ASSOCIATION

24

ROLEX

BIBIGì

55

JEWELLERY & GEM FAIR EUROPE

86

ROSATO

90

BRUMANI

35

JEWELLERY THEATRE

89

SALVATORE ARZANI

31

BUCCELLATI

74

JOVANE

38

SAMER JEWELLERY

98

BULGARI

92

KANZ JEWELS

97

SCARTONI

52

BURMA

60

LEO PIZZO

28, 71

SILVER STAR

48

CARLA AMORIM

31

LIP PLUS

SIMPOSIO DI SANTA FE

92

CARLO BARBERIS

36

LONGINES

35 43, 44

SOTHEBY’S

42, 44

19, 58

LUIBER

34

STROILI

91

38

MARCO BICEGO

89

STULLER

92

CHANEL JOAILLERIE

80

MARCO TA MOKO

51

TAG HEUER

91

CHRISTIAN DIOR

63

MARIA & LUISA

52

TOGETHER JEWELS

49

CHRISTOFLE

51

MDVJEWELS

54

UBM ASIA

86

COMETE GIOIELLI

48

MONTBLANC

42

UBM LIVE

86

CONFUORTO GIOIELLI

28

MORELLATO

91

UNOAERRE

53

CRIERI

36

MY JEWELS

55

V.H. JEWELLERS

98

DAVITE & DELUCCHI

30

MY LOVELY

56

VAN CLEEF & ARPELS

DI.GO

28

NIENTE PAURA

90

VAN GOLD

55

42, 43

VIANNA BRASIL

37

CARTIER

42, 43, 79

CASATO

OMEGA

20, 72

EBERHARD

43, 44

ERIKA 925

48

OTTAVIANI GIOIELLI

52

VOGA GIOIELLI

78

F.I.OR.

20

PAPA AZIZ JEWELLERY

98

WORLD GOLD COUNCIL

92

F.P.JOURNE

90

PASQUALE BRUNI

90

ZYDO 70

l'Orafo 2014

111

dicembre


Advertisers’ Index

AMIN LUXURY

5

BANGKOK GEMS & JEWELRY FAIR

57

BASELWORLD 39 BMB DECORLINE

109

BOCCADAMO

I copertina, 6-9

CHIMET 10,11 CRIERI

IV COPERTINA, 2, 3

CROCE DEL SUD D&SIGN DENTRO LE MURA

1 III copertina, 112 II copertina

ERIKA 45 GOGGI STERLING

46

HOMI 103 INHORGENTA

110

ITITOLI 99 LE BEBE’ GIOIELLI BY LUCEBIANCA NEGOZISRL

15 17, 18

RELAIS I MIRACOLI

62

RESPONSIBLE JEWELLERY COUNCIL

16

SERVIZI DI BORDO

40

SILVER STAR

76

STUDEX 26 TCA 12 UNOAERRE

21, 23, 25



Ve s t i a m o D i a m a n t i


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