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Costruire una filiera responsabile oro e platinoidi per diamanti, al consumatore dalla miniera
ANNO LXVIII - NUMERO 12 - DICEMBRE 2015 direttore editoriale
Building a responsible diamond, gold and platinum metals supply chain from mine to customer Il Responsible Jewellery Council (RJC) è un’organizzazione internazionale no-profit, costituita nel 2005 da un gruppo di 14 dell’intero comparto organizzazioni rappresentative dei dia manti e dell’oreficeria. Il RJC è retto da un Consiglio Direttivo e coadiuvato da varie Commissioni per ogni settore d’inte La gestione è affidata ad un team con sede resse. dell’attivitĂ Canada e Regno Unito. Il RJC accoglie membri ap- in Australia, partenenti a qualsiasi settore della filiera dell’oreficeria e della gioielleria, di ogni dimensione, comprese le associazioni di categoria. Missione: “Ci sforziamo di essere l’organizza zione riconosciuta per certificazioni e standard al servizio dell’integritĂ della filiera e della sostenibilitĂ nel settore glo orologeriaâ€?. Council piĂš di 600 bale di gioielleria e Il raggruppa Associati e piĂš di 400 Membri Certificati. La lista è disponibile presso www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/
direttore responsabile
Jewellery Council (RJC) is an International The Responsible in 2005 by a group of not-for-proďŹ t organisation established from across-section of the diamond and gold 14 organisations jewellery business. The RJC is governed by a Board of Direc- tors, supported by a number of Committees and administered by a Management Team located in the United Kingdom, Ca- nada and India. The RJC welcomes new Members from all parts of the jewellery supply chain, including trade associa tions. Mission: “We strive to be the recognized standards and certiďŹ cation organization for sup ply cha in integrity and su stainability in the global ďŹ ne jewellery and watch industry“. more than 600 Members and more than 400 RJC now groups CertiďŹ ed Members globally. The list of RJC Members is available at www.responsiblejewellery.com/members/certiďŹ ed-members/
Ilaria Danieli Andrea Aiello
in redazione
Antonella Garello
collaboratori
Lilli Bacci, Giustino Chemello, Luigi Costantini, Valerio Faccenda, Simona Infantolino, Fiorenza Sarotto, Sonia Sbolzani, Diego Soprana
progetto e grafica
Cristiano Guenzi
foto
Close up Studios
traduzioni
Promo-Est
pubblicitĂ
dircom@edifis.it
traffico pubblicitario stampa e-mail web site prezzo per copia arretrati abbonamenti
Roberta Motta - roberta.motta@edifis.it CPZ S.p.A. - Costa di Mezzate BG orafo@edifis.it www.orafoitaliano.it â‚Ź 5,00 â‚Ź 10,00 Italia â‚Ź 40,00 Europe â‚Ź 80,00 Resto del mondo â‚Ź 100,00 abbonamenti@edifis.it
Registrazione Tribunale di Milano N° 1038 del 10/01/1949 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi della legge 196/2003 l’Editore garantisce la massima riservatezza nell’utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi degli artt. 7 e 10 i destinatari hanno facoltà di esercitare il diritto di cancellazione o rettifica dei dati, mediante comunicazione scritta al responsabile del trattamento presso EDIFIS S.p.A. – Viale Coni Zugna, 71 – 20144 Milano, luogo della custodia della banca dati medesima. l’Orafo Italiano una rivista edita da:
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Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
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Sommario In copertina / Cover Artlinea Jewels Contatto / Contact Via La Casella 11 Capolona - Arezzo Numero verde 800 129 674 info@artlineaspa.it www.artlineaspa.it
GlobalRoundUp
17 news
Van Cleef & Arpels/ Graziella / Sotheby's - Christie's/ Maria De Toni/ Fabio Cammarata/ Le Sibille / Francesca Villa
Desires
23 millennials
Gusti, comportamenti e acquisti della generazione più osservata dai media e dai grandi player del mercato
Photo by Close up Studios
36 holiday season
Anelli, orecchini e ciondoli della collezione Dream di Artlinea Jewels in oro bianco e rosa con diamanti. ■ Rings, earrings and pendants from the Dream collection by Artlinea Jewels in white and rose gold with diamonds.
Le feste rituali di fine anno stimolano la creatività dei gioiellieri, tra alberi di Natale e altre simbologie
38 inverno a colori
23
Gli orecchini della stagione fredda sfidano le convenzioni di forma e adottano colori accesi
42 formule di vendita
I gioiellieri possono esporre e vendere i loro prodotti nei migliori hotel grazie alle vetrine di LWS
45
the luxury of beauty I preziosi e i cosmetici hanno entrambi a che fare con il bene della bellezza e il piacere della vanità
People&brands
50 il valore prodotto
Il gioiello punto di forza del Made in Italy: parla Claudia Piaserico, presidente orafi di Confindustria Vicenza
La talentuosa designer Édéenne concepisce ogni creazione come una storia dedicata a una persona
52 il gioiello bespoke
54 questione di ginga
45
Lo spirito brasiliano del brand Vianna raccontato dalla responsabile marketing e creatività Karla Antunes
58 innovazione senza età
Alla giovane Susanna Roda è stata affidata la regia creativa del marchio Misani, oggi in fase di rilancio
Heritage
61 il lusso di essere originali
Piaget si è sempre distinto per l'indipendenza estetica, sia nell'orologeria sia nella gioielleria
67 una preziosa solitudine
l'Orafo 2015
14
L'ereditiera Huguette Clark, che visse reclusa in una lussuosa mansion, e i suoi gioielli sepolti in cassaforte
dicembre
PER OGNI OCCASIONE Dopo il grande successo a livello mondiale della linea Jennifer Lopez by Endless Jewelry, il marchio amplia la collezione con l’aggiunta di nuovi prodotti: bracciali in pelle nei colori autunnali e una ricca scelta di charm di tendenza in argento, placcati in oro giallo e in oro rosa. Collezionare gioielli moderni è la mission di Endless, per mischiare e combinare giochi di stile, adatti ad ogni occasione, ad ogni outfit e ad ogni modo di essere.
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Collane in cuoio, 3-String Bracelet – il bracciale a 3 fili – completano l’offerta dei coloratissimi bracciali in pelle, ma il vero protagonista dell’autunno/inverno è senza dubbio l’elegante Silver Bracelet » by Jennifer Lopez «. Originale è la sua chiusura: il logo di Endless, il simbolo dell’infinito, in argento e placcato oro. I charm, invece, hanno un anello interno in silicone, che permette di bloccarli nella posizione preferita e di mescolarli alle collezioni precedenti. La naturale evoluzione di Endless sono i nuovi oggetti, disponibili in diverse varianti, con colori e combinazioni differenti, che permettono a chi li indossa di personalizzare il proprio gioiello. www.endlessjewelry.eu
Sommario
Visual
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71 explosive extravagance
La Haute Joaillerie diventa spettacolo grafico tra le forme esuberanti e i colori abbaglianti delle gemme
77 it's all about gifts
Le quattro gemme più rare per i regali di chi coltiva l'arte del dono, soprattutto nelle occasioni speciali
InsideJewellery
91 the keywords of luxury retail
Omnicanalità, storytelling e store personality: le strategie vincenti dei più avanzati punti vendita
95 arcobaleno prezioso
Un raffinato sfondo cromatico per le vetrine di Damiani in via Montenapoleone a Milano
96 shopping di lusso
61 67
I gioielli tra i protagonisti nel Miami Design District, un polo commerciale di nuova concezione
97 gli orafi a santa fe
L'annuale Simposio sulle nuove tecnologie del settore ha offerto interessanti occasioni di aggiornamento
98 tra gioiello e moda
Gold/Italy, l'appuntamento aretino di ottobre, registra un incremento di espositori, visitatori e buyer
99 la ripresa del sud
Il ritrovato successo del business a Marcianise durante l'edizione autunnale de il Tarì Mondo Prezioso
100 tra due mondi
Record di visitatori alla fiera di Istanbul, un ponte ideale tra i mercati europei e asiatici
100 on the trade
77
Aumentano i produttori di utensili e macchinari alla manifestazione di Friburgo, in programma a marzo
101 on the top
Sfilata di grandi marchi a Baselword, in programma nel quartiere fieristico della cittadina svizzera
102 perle da record
Ritrovate la perla più grande e la più antica al mondo: il settore grida al miracolo
103 english text 111 brands in this issue
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dicembre
NEGOZISRL
UXURY
UXURY
Global Round Up PRECIOUS NEWS
LA DOLCE VITA DI
VAN CLEEF & ARPELS La maison di alta gioielleria ha appena aperto la sua seconda boutique italiana in un antico palazzo di via Condotti a Roma di
Simona Infantolino
In questa pagina: gli interni della boutique Van Cleef & Arpels in via Condotti a Roma e, a sinistra, il bracciale Sweet Alhambra della maison, in oro e diamanti.
Il legame con l'Italia di Van Cleef & Arpels, iniziato con una prima apertura a Milano nel 2009, si è consolidato lo scorso 22 Ottobre con l'inaugurazione di una boutique a Roma. Da Via Montenapoleone, la Maison francese di alta gioielleria è arrivata quindi in Via Condotti in una location storica di cui ha conservato gli affreschi originali, completandoli con un arredamento sobrio e pannelli decorativi con foglie d'oro che richiamano l'universo floreale della maison. Per celebrare questa nuova apertura la boutique romana ha inoltre ospitato una esclusiva mostra: trenta capolavori della collezione privata Van Cleef & Arpels che sono stati presentati al pubblico in forma di viaggio tra masterpiece Art Déco, spille danzatrici e Lovebirds degli anni Quaranta. l'Orafo 2015
■ The ties of Van Cleef & Arpels with Italy, originated with a first opening in Milan in 2009, were strengthened last 22nd October with the opening of a boutique in Rome. From Via Montenapoleone, the high jewellery French maison has then arrived in Via Condotti, in an historical location where it has retained the original frescos, completing them with sober furnishing and decorative panels with golden leaves recalling the floral universe of the maison. To celebrate this new opening, the Roman boutique hosted a precious exhibition: thirty masterpieces of the Van Cleef & Arpels private collection were shown to the public, in a journey between Art Déco masterpieces, dancing brooches and Lovebirds of the Forties.
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dicembre
Global Round Up
rubini da record
graziella per il kazakistan Visti i successi raggiunti in Kazakistan, Graziella ha deciso di festeggiare i suoi primi cinque anni in questo mercato con un grande evento dedicato al Made in Italy. L'azienda ha così organizzato una sfilata di moda ad Arezzo per presentare le nuove collezioni e, a seguire, un concerto di Pupo, cantante amatissimo nei Paesi dell’ex Unione Sovietica. L’azienda ha anche colto l’occasione per presentare le nuove prospettive di sviluppo in Kazakistan, con l’obiettivo di ampliare ulteriormente la rete di distribuzione attraverso negozi monomarca e corner nei migliori store indipendenti. Ciò permetterà di rafforzare la presenza di Graziella nei mercati dell’Est Europa, coprendo un’area commerciale sempre più vasta che già comprende Russia, Ucraina e Azerbaigian. ■ In the light of the success already achieved in Kazakhstan, Graziella decided to celebrate its first five years on this market with a great event dedicated to the "Made in Italy”. It has in fact organised a fashion parade in Arezzo to present its new collections and, afterwards, a concert by Pupo, a singer who is very popular in the former Soviet states. The company has also taken the occasion to present the new development perspectives in Kazakhstan, with the aim of further expanding the distribution network through mono-brand stores and corners in the best independent retailers. This will allow strengthening the presence of Graziella in the Eastern European markets, covering an ever-increasing commercial area that already includes Russia, Ukraine and Azerbaijan.
Il protagonista delle più recenti aste milionarie è sua maestà il rubino. Sotheby's in un anno ha vinto due World record con il Graff Ruby e il Sunrise Ruby. L'ultima gemma di Sotheby's è invece il Queen Maria-José Ruby (in basso) di 8.48 carati, battuto in novembre partendo da una stima intorno ai 9 milioni di dollari. Christie's Hong Kong ha rilanciato col Crimson Flame (a destra), all’asta il primo dicembre, un rarissimo rubino pigeon's blood di 15 carati stimato tra i 10 e i 15 milioni di dollari.
■ The protagonist of the most recent millionaire auctions is its majesty the ruby. Sotheby’s won two world records in a year with the Graff Ruby and the Sunrise Ruby. The last gem of Sotheby's is the 8.48 carat Queen Maria-José Ruby (left), knocked down in November starting from an approximate estimate of 9 million dollars. Christie's Hong Kong raised with the Crimson Flame (above), a 15-carat pigeon's blood ruby, estimated between 10 and 15 million dollars, put up for auction on December 1st. Bracciali della collezione Venezia in oro 18 carati e pietre naturali semipreziose. Bracelets from the Venice collection, in 18 carat gold with natural semiprecious stones.
il mondo di maria de toni Le collezioni di Maria De Toni sono tutte ispirate a suggestioni storiche e artistiche: dall'antico Egitto e dall'Impero Romano trae spunto la collezione Antonio e Cleopatra, mentre l'architettura di Palazzo Ducale a Venezia e le decorazioni a pizzo di Burano hanno ispirato la Collezione Venezia; ad Andrea Palladio è dedicata una rassegna di gioielli scultura. l'Orafo 2015
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dicembre
■ Maria De Toni collections are inspired by historical and artistic suggestions. The Antonio and Cleopatra collection takes its cue from Ancient Egypt and the Roman Empire; the Venezia collection is inspired by the architecture of the Palazzo Ducale of Venice and to the lace trimmings of Burano island while Andrea Palladio has inspired a collection of sculpture jewels.
Global Round Up
i pezzi unici di fabio cammarata in un gioco di linee e volumi. In questa pagina, due gioielli appartenenti alla collezione Fiori e Geometrie: l'anello Scacchi in bronzo giallo smaltato (in alto) e l'anello Ninfea Azzurro in bronzo giallo con agata azzurra. ■ Fabio Cammarata has grown in a family devoted to the goldsmith craft from generations and decided to follow the family tradition moving from Sicily to Milan in order to fully dedicate himself to jewellery. Different inspirations animate and colour his celebrated collections, made of gold, silver, iron, copper, bronze and enriched with diamonds, enamels and semi-precious stones: from the henna patterns of Indian women, with their rich decorative textures, to the world of nature, with flowers and leaves entwining with geometrical shapes in a game of lines and volumes. This page: two pieces from the Fiori e Geometrie collection: the Scacchi ring, in yellow enamelled bronze (above) and the Ninfea Azzurro ring, in yellow bronze with blue agate.
Cresciuto in una famiglia dedita da generazioni all'oreficeria, Fabio Cammarata ha deciso di seguire la tradizione di casa trasferendosi dalla Sicilia a Milano per dedicarsi a tempo pieno alla gioielleria. Diverse le ispirazioni che animano e colorano le sue celebrate collezioni, realizzate in oro, argento, ferro, ottone, bronzo e arricchite da diamanti, smalti e pietre dure: dai disegni all'hennè delle donne indiane, con ricche trame decorative, al mondo della natura, con fiori e foglie che si intrecciano a forme geometriche
francesca villa
il mosaico delle sibille Le creazioni Le Sibille prendono spunto da diverse epoche storiche concentrandosi però principalmente sulla tecnica di lavorazione del mosaico minuto romano, un processo estremamente complesso che prevede l'utilizzo di microtasselli uniti a oro e pietre preziose. ■ Le Sibille creations take inspiration from several historical periods, mainly focussing on the working technique of the minute Roman mosaic, an extremely complex technique which envisages the use of micro-elements combined with gold and precious stones.
I gioielli di Francesca Villa raccontano una storia curiosa, un viaggio, una passeggiata tra i mercatini antiquari. Infatti le sue creazioni, tutti gioielli unici, nascono da un collage tra objet trouvé recuperati in giro per il mondo e materiali preziosi. Come i Green Drops, orecchini in oro, diamanti e giada verde che montano anche due gocce verdi in bakelite provenienti da una collana degli anni Venti. ■ The jewels by Francesca Villa tell a story, a journey, a walk among antique markets. In fact, her creations - all of them unique jewels - originate from a collage between objet trouvé recovered around the world and precious materials. Like the Green Drops: gold, diamond and green jade earrings that also mount two bakelite green drops coming from a necklace dating back to the Twenties. l'Orafo 2015
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Gli orecchini Green Drops di Francesca Villa: sono in oro e diamanti con due gocce in bakelite provenienti da una collana degli anni Venti
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Nuovi geni o bamboccioni? Critici nei confronti di genitori e nonni, liberi nei consumi ma dipendenti dai social media, i cosiddetti Millennials stimolano il boom della gioielleria alternativa di
Simona Infantolino
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Desires
close up Nella pagina precedente, gli attori del fortunato serial Gossip Girl. A sinistra, i protagonisti di The O.C. (Orange County, California), un serial andato in onda su Fox Network dal 2003 al 2007.
Le quattro giovani protagoniste di Girls, il comedy-drama in onda su HBO dall'aprile 2012. La serie, premiata anche da un Golden Globe, è creata, interpretata e prodotta da Lena Dunham (nella foto, con la camicia a quadretti).
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1 ATHENA GIOIELLI Anello in argento della collezione Absolute. ■ Sterling silver ring from the Absolute collection. 2 BIANCA MORETTI Collane con ciondolo Sirena in bronzo placcato oro e cristalli Swarovski. ■ Necklaces with Mermaid pendant in white gold and Swarovski crystals. 3 ENDLESS JEWELRY Bracciale in argento con ciondoli in oro della collezione Jennifer Lopez. ■ Sterling silver bracelet with gold charms from the Jennifer Lopez collection. 4 HUMILIS MADE IN ASSISI Anelli in oro e argento con pietre preziose della collezione Canticum. ■ Gold and sterling silver rings with precious stones from the Canticum collection. 5 ROMA 1947 Orecchini in argento con perle della collezione Venere. ■ Sterling silver earrings with pearls from the Venere collection.
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Desires
close up A sinistra, uno scatto della campagna pubblicitaria Apple che ritrae una ragazza intenta ad ascoltare musica o una conversazione dal suo telefonino. Qui sotto, un gruppo di giovani si mette in posa per un autoscatto, o selfie, da postare sui social network, un'abitudine diventata ormai transgenerazionale.
Qui sotto, un'immagine pubblicitaria della birra Ceres, che si rivolge al pubblico giovanile proponendo una scelta visuale ibrida tra fotografia e illustrazione. Il genere fumettistico viene aggiornato in una dimensione pi첫 realistica, senza abbandonare la sfumatura umoristica.
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1 UNOAERRE Pendente in argento della collezione Unoaerre Silver Jewellery. ■ Sterling silver pendant from the Unoaerre Silver Jewellery collection. 2 MORELLATO Earcuff della collezione Gioia in acciaio con perle naturali bianche e cristalli. ■ Steel earcuff from the Gioia collection with white natural pearls and crystals.
3 SWAROVSKI Bracciale Stardust Deluxe con cristalli trasparenti e chiusura in acciaio. ■ Stardust Deluxe bracelet with transparent crystals and steel clasp. 4 AMORE & BACI Anello in argento placcato oro rosa con zirconi neri. ■ Rose gold-plated sterling silver ring with black zircons. l'Orafo 2015
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5 TOUS Orecchini in argento dorato con spinelli e pietre idrotermali. ■ Gold-plated sterling silver earrings with spinels and hydrothermal gemstones. 6 BATTITI BY PERIAMMA INT. Pendente in argento dorato con smalto dipinto a mano. ■ Gold plated sterling silver pendant with hand painted enamel.
Desires
close up
In alto, un'immagine della campagna pubblicitaria della Coca Cola ambientata in un Internet CafĂŠ asiatico, a dimostrazione di quanto la dipendenza dalla rete sia caratteristica dei Millennials. A sinistra, uno scatto pubblicitario della Diet Coke, la bibita senza zucchero diretta principalmente al pubblico femminile. Qui sotto, cerimonia di laurea a Harvard.
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1 1 GIOVANNI RASPINI Anello in argento della collezione Corone. ■ Sterling silver ring from the Corone collection. 2 X JEWELLERY Bracciale Carpe Diem in gomma bordeaux e bronzo. ■ Carpe Diem bracelet in bordeaux rubber and bronze.
3 SILVEX Bracciale in argento rosé con pietre sintetiche. ■ Rose gold plated sterling silver bracelet with synthetic stones. 4 LIU JO Collana a catena con piccole pietre bianche. ■ Chain necklace with small white stones.
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5 STROILI Collana in bronzo bicolore. ■ Bronze double colour necklace.
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Desires
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In alto, il gruppo di interpreti del serial musicale Glee, ambientato in un liceo americano, prodotto e trasmesso dal canale Fox dal 2009 al 2015. A destra un'altra immagine della campagna Coca Cola che sceglie come soggetto principale i giovani Millennials.
Scarpe Converse All Star, abiti casual tendenti al vintage, frangette e cappelli hipster sono una costante della generazione nativa digitale. Che tuttavia è molto sensibile al tema ambientale e sta riscoprendo l'attitudine easyliving di qualche generazione precedente, facendola propria e vivendola in modo interattivo.
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1 ROLOTTO Bracciale in bronzo placcato rutenio della collezione Big. ■ Ruthenium plated bronze bracelet from the Big collection. 2 TINO GENERATION Orecchini in argento laccato verde ottanio della collezione Silver. ■ Sterling silver teal lacquered earrings from the Silver collection.
3 MY JEWELS Bracciale in argento e cordino nautico. ■ Sterling silver bracelet with nautical strap. 4 ARAGONESI Por tachiavi con trattamento rosé e pietre nere, collezione Binario. ■ Keychain with rosé treatment and black stones, Binario collection.
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A sinistra una coloratissima immagine pubblicitaria delle giacche a vento K-way, molto diffuse negli anni '70 e '80, che si propongono ai nuovi consumatori adottando un codice cromatico fluo di grande effetto. Nelle altre immagini di questa pagina, una fila indiana di vintage-looking Millennials e due ragazze davanti a una vetrina.
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1 TIFFANY & CO. Bracciale in argento edizione limitata Return to Milano. ■ Sterling silver bracelet from the Return to Milano limited edition. 2 DE VECCHI MILANO 1935 Maxi anello in argento. ■ Sterling silver maxi ring. 3 DODO Bracciale con cordino rosso, ciondoli in oro rosa con tzavoriti e ciondolo Stella in oro rosa e rubini. ■ Bracelet with red strap, rose gold charms with tzavorites and rose gold Star charm with rubies.
5 CHANEL Bracciale rosa in plexiglas e resina della collezione Cruise. ■ Pink plexiglas bracelet with resin from the Cruise collection. 6 LE BEBÈ Orecchini in oro bianco e diamanti. ■ White gold earrings with diamonds.
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4 GUCCI Orecchini in argento placcato rodio della collezione Bamboo. ■ Rhodium plated sterling silver earrings from the Bamboo collection.
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1 BLUESPIRIT Anello in argento e zirconi della collezione Anemone. ■ Sterling silver ring with zircons from the Anemone collection. 2 AMEN Anello in argento della collezione Prega, Ama. ■ Sterling silver ring from the Prega, Ama collection. 3 BLISS Anello in argento con zirconi della collezione Glimmer. ■ Sterling silver ring with zircons from the Glimmer collection. 4 LUCA BARRA Orecchini in metallo con cristalli blu e bianchi. ■ Metal earrings with blue and white crystals. 5 S'AGAPO' Collana in acciaio con cristalli bianchi e light sapphire della collezione Stardust. ■ Steel necklace with white and light sapphire crystals from the Stardust collection.
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millennials, chi sono e cosa comprano Più che di una generazione si tratta di un vero e proprio fenomeno sociale: sondaggisti, centri di ricerca ed esperti continuano ad analizzare i modi di fare e di dire, i gusti e le abitudini dei cosiddetti Millennials, ovvero i diciotto - trentenni nati dagli anni '80 in poi. Su questi giovani le opinioni sono divise: da un lato si schiera chi ne apprezza l’intraprendenza sostenendo, a volte anche economicamente, i creatori di nuove app, nuovi software, nuove startup; dal lato opposto invece troviamo chi, come l'ex ministro per la Pubblica Amministrazione e l'Innovazione Renato Brunetta, li definisce «bamboccioni da mandare fuori casa», oppure chi continua a ripetere che le giovani generazioni non hanno la voglia di lavorare dei loro genitori e nonni. Non c'è quindi troppo da stupirsi che un Millennial su due, secondo una ricerca dell’americano Pew Research Center, si senta distante e non rappresentato dal mondo della politica. Una mancanza di fiducia che, secondo lo stesso studio, tocca anche la religione (tre su dieci non credono in nessun Dio) e il matrimonio (meno di tre su dieci sono sposati). Dati che nei comportamenti distanziano di molto questa generazione dalle precedenti, e quindi sia dai genitori, nati tra gli anni '60 e gli anni '80, sia dai nonni, i cosiddetti Baby Boomers nati tra il dopoguerra e gli anni '60. La distanza aumenta ancora di più se si pensa al mondo del lavoro e alla condizione di precarietà che porta più della metà dei Millennials a vivere sotto lo stesso tetto dei genitori fino a 30 anni e oltre; un'incertezza economica che inevitabilmente influenza anche i loro consumi orientando il portafoglio verso il prodotto più accessibile. Si spiega così il boom del mass market, a partire dal mondo del gioiello che punta sempre più frequentemente, anche in casa delle aziende più storiche di gioielleria, sui bijoux e su materiali alternativi all’oro, ma anche il boom delle vetrine di abbigliamento low cost. Ecco allora che accanto ai magazzini sempre più numerosi e imponenti di H&M e Zara sorgono le catene di negozi Stroili, Morellato, Swarovski e Bluespirit, marchi smart di gioielleria in argento o acciaio che hanno trovato un equilibrio vincente tra design accattivante e prezzo contenuto. In questo scenario restano pochi i Millennials fedeli ai grandi brand, uno su cinque per l'esattezza, e anche questi pochi, quando decidono di investire i propri gruzzoli in un marchio di lusso, scelgono il prodotto iconico senza tempo e non quello trendy che passerà di moda. Per non perdere la fetta di mercato young, tuttavia, alcuni grandi nomi del gioiello, come Pomellato con la linea Dodo, Gucci con le collezioni in acciaio e Tiffany & Co. con i ciondoli in argento, hanno pensato per tempo a prodotti easy con prezzi più bassi rispetto alle loro prime linee, rinnovando anche il loro linguaggio pubblicitario grazie all'utilizzo di Internet, delle app e soprattutto dei video, con spot che scelgono testimonial e plot vicini al lifestyle delle generazioni più giovani. Per non parlare dei serial l'Orafo 2015
Mark Zuckemberg
televisivi che hanno reso i Millennials sia protagonisti, sia fruitori, sia in qualche caso anche autori di titoli di grande successo. Basti pensare alle quattro amiche poco più che ventenni di Girls (un comedy-drama scritto e interpretato dalla ventenne Lena Dunham), ai ricchissimi ragazzi di The O.C. e Gossip Girl, ai musicali studenti di Glee. Saghe giovanili che amplificano fenomeni di costume e diffondono attitudini di consumo, creando bestseller come le sneakers Converse All Star, oggi ai piedi di tutti i ragazzi. Le aziende più evolute, o più astute, si sono inoltre reinventate sui social media, punto debole di una generazione nativa digitale che ha fatto della tecnologia la propria arma vincente e dello smartphone una protesi della mano. Il telefonino è però solo la punta dell'iceberg della dipendenza tecnologica dei Millennials, sempre più legati alla rete e ai mezzi di comunicazione per mantenersi costantemente in contatto con la propria cerchia e con il resto del mondo. Non è un caso che sia stato proprio uno di loro a creare Facebook: si tratta del giovane Mark Zuckerberg di undici anni fa, ai tempi studente di Harvard, che ha infatti ideato, insieme ai suoi compagni di università, uno dei più grandi social network mai creati nella storia, scatenando il boom mediatico che ha portato alla nascita di Twitter, Instagram, Pinterest e in parte anche del citizen journalism. Zuckerberg però è solo uno dei tanti esempi di Millennials brillanti che puntando su se stessi hanno rivoluzionato il modo di concepire i rapporti sociali, l'informazione e la comunicazione, creando dipendenze e avviando comportamenti che qualche anno fa non erano immaginabili. C'è da chiedersi se i suoi coetanei saranno in grado di continuare a farlo e se riusciranno a orientare in meglio il corso dei loro destini, oggi apparentemente così incerti, almeno dal punto di vista economico. English translation: see page 103 35
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Desires
flash
STROILI Bracciale in ottone rodiato e glitter della collezione Petite. ■ Rhodium plated brass bracelet with glitter from the Petite Collection.
CELEBRATION
WINTER
HOLIDAYS I simboli del Natale si trasformano in divertenti decori, charms e gioielli di
Simona Infantolino
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ltimo mese dell'anno, freddo e gioioso, dicembre si colora di verde e di rosso, ma anche del luccichio delle luci e della carta regalo che in genere si accompagnano al Natale. Tanti i simboli di questo periodo che ritroviamo nelle collezioni pensate dai marchi di gioielli per i doni dei rituali occidentali. Via libera quindi a guantini colorati, caramelle e stelle brillanti che si trasformano in ciondoli, pendenti e bracciali per le preziose occasioni di festa. ■ December is the last cold and joyful month of the year, coloured in green and red, made bright by the shimmer of lights and paper gifts characterising Christmas. Many symbols of this period have been included in the collections designed for the gifts of western rites. A go ahead for colourful mittens, candies and shining stars turned into charms, pendants and bracelets for precious and joyful occasions.
TROLLBEADS Bracciale in argento con beads in vetro della Collezione Magie delle Feste. ■ Sterling silver bracelet with glass beads from the Magie delle Feste Collection.
S'AGAPÒ Collana in acciaio e smalti colorati della Collezione Happy Natale. ■ Steel necklace with colored enamels from the Happy Natale Collection.
MISIS Decoro in argento placcato oro con zirconi bianchi, smalti colorati e catenina in agata verde. ■ Gold-plated sterling silver decor with white zircons, coloured enamels and necklace with green agate.
ROSATO Bracciale in argento e smalti colorati. ■ Sterling silver bracelet with coloured enamels.
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jamcommunication.it
A
nniversari dal 1926
www.unoaerre.it
Desires
flash
TREND
un inverno
a colori Gli orecchini sfidano le convenzioni e per la prossima stagione si vestono di colori accesi e delle forme più sorprendenti di
Antonella Garello
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embrano fatti apposta per scaldare le giornate più fredde, vivacizzare i grigiori invernali e, soprattutto, per illuminare il viso con colori accesi e forme sorprendenti. Gli orecchini saranno un must della prossima stagione e li si potrà sfoggiare nella loro versione più colorata, sfidando i classici, un po' convenzionali toni neutri. Quelli di Dori Csengeri hanno petali in pietre multicolor che vanno a comporre una tavolozza vivacissima, mentre Ottaviani gioca con un ventaglio di pietre nei toni del lilla e del porpora. Lebole Gioielli recupera antichi tessuti giapponesi per i suoi orecchini asimmetrici e rende protagoniste la corona, simbolo regale, e una gallina (da cui il calembour Regalina) che cova un uovo in pietra dura. Alcozer & J, infine, ci regala un anticipo di primavera coi suoi uccellini che volano tra i fiori in microperla. ■ They seem made on purpose to enliven the coldest days, liven up the winter grey and, especially, light up a face with bright colours and surprising shapes. Earrings will be a must this coming season, and they can be worn in their most colourful version, challenging the rather conventional classic types and their rather neutral tones. Dori Csengeri's earrings have petals of multi-coloured stones which make a very lively palette, while Ottaviani plays with a range in lilac and red. Lebole Gioielli goes back to ancient Japanese fabrics for its asymmetrical earrings, proudly starring the royal symbol of the crown and a hen (Regalina) brooding a gemstone egg. Finally, Alcozer & J gives us an early taste of spring, with its little birds which fly among micro-pearl flowers.
ALCOZER & J Orecchini in ottone dorato con smeraldo, fiorellino in microperla e rubino centrale, pendente con perla. ■ Gilded brass earrings with emerald, little micro-pearl flower with central ruby, pendant with pearl.
DORI CSENGERI Orecchini della linea Aventure con petali in pietre multicolor. ■ Earrings from the Aventure collection with multi-colour stone petals.
LEBOLE GIOIELLI Orecchini asimmetrici della collezione Regalina realizzati a mano con antichi tessuti giapponesi, pietre dure e piume. ■ Asymmetrical hand made earrings from the Regalina collection using ancient Japanese fabrics, gemstones and feathers. l'Orafo 2015
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OTTAVIANI BIJOUX Orecchini con cristalli, strass e resina colorata. ■ Earrings with crystals, rhinestones and coloured resin.
Desires
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FORMULE DI VENDITA
new business
in hotel Luxury World Solutions offre ai gioiellieri la possibilità di esporre e vendere i loro prodotti nei migliori Relais attraverso semplici vetrine di Simona Infantolino
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n modo innovativo per arredare e valorizzare gli spazi all'interno degli hotel e un'alternativa alla classica vendita in negozio. Luxury World Solutions (luxuryworld-solutions.com) offre alle gioiellerie la possibilità di esporre i propri gioielli affittando loro una galleria di vetrine in posizioni strategiche nei luxury hotel internazionali, dal Four Seasons di Parigi al Hyatt Regency di Casablanca. Queste vetrine sono dotate delle più aggiornate tecnologie di controllo e accesso, permettendo ai gioiellieri di tracciare in tempo reale i prodotti in entrata e uscita attraverso il portale web. Il valore aggiunto di LWS è la possibilità offerta agli ospiti degli hotel di acquistare i prodotti esposti nelle vetrine direttamente in hotel grazie a una rete di addetti alle vendite che li assisteranno, gestendo tutte le fasi della transazione direttamente dalla lobby. Tra i grandi marchi che hanno già aderito alla collaborazione figurano anche Montblanc e Chaumet. ■ An innovative way to fit out and glamorize the spaces inside hotels and an alternative to the classic store sale. Luxury World Solutions provides jewelleries with the possibility to exhibit their jewels by renting them a gallery of showcases in strategic positions inside international luxury hotels, from the Four Seasons in Paris to the Hyatt Regency in Casablanca. These showcases are equipped with up-to-date control and access technologies, allowing the jewellers to track incoming and outgoing products in real time through the web portal. The added value of LWS is the possibility, for hotel hosts, to purchase the exhibited products directly at the hotel, thanks to a network of salesmen who will assist them, managing all the stages of the transaction from the lobby. Montblanc and Chaumet are some of the great brands that have already joined this partnership.
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Desires IN THE MIRROR
THE LUXURY
OF BEAUTY Il mondo della cosmetica e quello dei gioielli hanno entrambi a che fare con il bene prezioso della bellezza e con il piacere della vanitĂ . Che ha sempre un costo molto alto di Ilaria
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Danieli
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Desires
Nella pagina precedente, anello e bracciali The Fifth Season by Roberto Coin in oro bianco e giallo della collezione Groumette e l'ingresso dell'Ambassade de la Beauté, istituto di bellezza voluto da Biologique Recherche di cui in questa pagina si vedono alcuni interni. In alto il Grand Serum di Biologique Recherche. Accanto, bracciale in oro con diamante e madreperla della collezione Rose des Vents di Dior Joaillerie.
S
e i gioielli sono beni tangibili dalla vita lunghissima, a volte anche millenaria (come i tesori etruschi conservati nel museo romano di Villa Giulia), la bellezza è un bene intangibile e altamente deperibile che dura meno di una vita media, anzi poco più della metà. Valori diversi e lontanissimi dal punto di vista culturale, materiale e psicologico, che però spesso viaggiano vicini nel carnet dei desideri umani. Per pochi acquisti infatti si è disposti a spendere cifre considerevoli - se si possiedono - come per i gioielli o i prodotti per migliorare il proprio aspetto, sia che si tratti di cosmetici sia di interventi estetici, sempre più diffusi anche tra i giovanissimi. La matrigna di Biancaneve era pronta a uccidere pur di mantenere lo scettro di “più bella del reame” e rispetto a lei oggi le donne sono meno crudeli forse, ma non meno vanitose e competitive. Ecco perché la dermoestetica o alcuni soin particolarmente esclusivi ed efficaci, frutto di grandi investimenti in ricerca scientifica e processi produttivi, a volte costano quanto se non più di un oggetto prezioso. Una pietra miliare in questo senso è la linea Radiance di La Prairie, che utilizza le proprietà delle particelle d’oro sospese in gel colloidale per dare compatl'Orafo 2015
tezza e radiosità alla pelle, oppure le linee Excellence Or e Diamant di Eisenberg, basate su una formula tri-molecolare che ottimizza l’azione combinata di enzimi rigeneranti, citochine energizzanti e biostimoline ossigenanti. Imprenditore indipendente dai grandi gruppi del settore, José Eisenberg, assieme al figlio Edmond, ha sempre creduto nella ricerca e nei prodotti naturali, ottenendo risultati garantiti dai tanti consumatori che la preferiscono ad altre più pubblicizzate maison; basti pensare che la pagina Facebook del brand ottiene ogni giorno, ogni minuto, molte più visite di un colosso come Chanel. Considerando i listini delle case d’élite, da Eisenberg a Sisley, Valmont e La Mer, si può constatare come una beauty routine anti-invecchiamento a base di siero, crema idratante, contorno occhi e balsamo per il corpo possa costare in media da 300 a 500 euro al mese, senza contare il costo dei trattamenti per il viso e il corpo, a cui molte donne si sottopongono regolarmente, disponibili nei saloni di bellezza. Un vero regalo di lusso, in questo senso, è una seduta all’Ambassade de la beau46
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Da sinistra: collier in oro bianco e diamanti firmato de Grisogono, bracciale lavorato a mano in oro bianco e giallo e diamanti di Marco Bicego.
té di Parigi, tre piani di boudoir per la bellezza recentemente ristrutturati da Biologique Recherche, marchio famoso per i suoi elisir a base di sostanze naturali e per le mani esperte delle terapiste che li utilizzano. Un trattamento base dura quasi due ore e prevede tre fasi, dall'analisi della pelle all'applicazione dei sieri, fino alla posa della maschera liftante o rigenerante. Gioiello e fascino si sposano infine nella partnership appena formata tra il brand di gioielleria David Webb e la maison Estée Lauder per il lancio del profumo Modern Muse sul mercato americano, a cui si accompagna nel punto vendita una collezione di monili in stile Sixties, il decennio che ha visto fiorire l’amicizia tra i fondatori dei due marchi. ■ If jewels are tangible assets with a very long, sometimes millenary life (like the Etruscan treasures preserved in the Roman museum of Villa Giulia), beauty is an intangible and highly perishable one lasting less than an average life, a bit more than a half. Different and far values from the cultural, material and psychological point of view, that, however, are often to be found side by side in the card of human wishes. Among the very few items on which people are ready to spend remarkable sums of money, if available, we find jewels and the products to improve one’s own physical appearance, both cosmetics and cosmetic surgery, whether invasive or not, increasingly popular also among the youngest. Snow White’s stepmother was ready to kill in order to keep the title of “the most beautiful in the kingdom”. Nowadays women are may be less cruel when compared to her, but in no way less vain and competitive. This is why dermal aesthetics or some particularly exclusive and efficient treatments, fruit of re-
Qui sopra, i due prodotti più preziosi di Eisenberg, la crema Énergie Or e il Serum Diamant che, se usati regolarmente, promettono risultati visibili a livello di tono e luminosità della pelle. A sinistra, Edmond Eisenberg, figlio del fondatore del brand.
Desires A destra, anello e bracciale della linea Lion appartenente alla David Webb for Estée Lauder Limited-Edition Collection, disponibile solo in alcuni department store americani, realizzata in omaggio al profumo Modern Muse di Estée Lauder (al centro pagina). In basso, il Cellular Radiance Concentrate Pure Gold di La Prairie.
markable investments in scientific research and production processes, sometimes cost as much as or even more than a precious item. Radiance line by La Prairie is a milestone in such a field, using the properties of golden particles suspended in a colloidal gel to bestow firmness and radiance to the skin, along with the Excellence Or and Diamant lines by Eisenberg, based on a tri-molecular formula optimising the combined action of regenerating enzymes, energizing cytokines and oxygenating biostimolines. José Eisenberg, along with his son Edmond, is an entrepreneur not depending on the big brands in this sector and has always believed in research and natural products, obtaining results ensured by the many consumers it is chosen by to the detriment of more advertised maison. It is enough to say that the Facebook page of the brand obtains, every day and every minute, more visits than a corporation like Chanel. Considering the price lists of elite companies, from Eisenberg to Sisley, Valmont and La Mer, we can see how an anti-ageing beauty routine based on serum, moisturising cream, eye contour and a body balm can cost on average from Euro 300 to 500 a month, without taking into consideration face and body treatments women regularly undergo, available in beauty parlours.
In this sense, a session at the Ambassade de la beauté in Paris, a three-storey beauty boudoir recently restored by Biologique Recherche, a brand famous for its elixirs based on natural substances and for the expert hands of the therapists they are used by, can be considered a real luxury treat. A basic treatment lasts nearly two hours and is divided into three phases, from a skin analysis, to the application of serums and of a lifting or regenerating mask. Jewel and charm eventually combine in the newly established partnership between jewellery brand David Webb and Estée Lauder maison, for the launch of the Modern Muse perfume on the American market, complemented on the store by a collection of jewels inspired by the sixties, the decade that saw the beginning of the friendship between the founders of the two brands.
Polvere d'oro
Anti-ageing
Il lusso dell'oro in par ticelle minuscole diffuse in sostanze anti-age promettono una luminosità davvero principesca. Questo siero con infusione a 18 carati impiega una potente tecnologia anti-ossidante per rivitalizzare e perfezionare la pelle. Cellular Radiance Concentrate Pure Gold di La Prairie (555 euro) sfrutta l'azione dei peptidi e l'infusione d'oro per migliorare l'elasticità e la tonicità del volto. Linee sottili e rughe si riducono sensibilmente e l'incarnato diviene più uniforme. Una singola goccia illumina la pelle come dall'interno.
The luxury of gold in minute par ticles spread out in anti-age substances promise a truly princely luminosity. This serum with 18 carat infusion employs a powerful anti-oxidising technology to revitalise and perfect skin. Cellular Radiance Concentrate Pure Gold by La Prairie (555 euros) takes advantage of the action of peptides and the infusion of gold to improve facial elasticity and tone. Thin lines and wrinkles visibly diminish and the complexion becomes more even. A single drop illuminates skin as if from inside.
contro le rughe
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sparkles of gold
People & Brands L'ANALISI
il valore
prodotto Il gioiello come punto di forza del Made in Italy: parla la presidente della sezione orafi di Confindustria Vicenza di Ilaria
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Danieli
er qualche motivo il settore orafo italiano, pur avendo raggiunto un grado di eccellenza imparagonabile al resto del mondo, non è riuscito a far percepire al consumatore questo grande valore. Il Made in Italy del gioiello non gode della stessa forza del Made in Italy nell’abbigliamento: lo constata con amarezza Claudia Piaserico, presidente della sezione orafa e argentiera di Confindustria Vicenza e titolare di Misis, osservando che «il valore aggiunto dell’italianità non risiede nella materia prima (l’oro a 18 carati è lo stesso dovunque) ma nel design e nella lavorazione. Sarebbe necessario istruire il consumatore, metterlo in grado di capire che il gioiello italiano non è quello realizzato in Turchia o in Cina. Nelle nostre lavorazioni c’è artigianalità, tecnologia e originalità, che dovrebbero essere adeguatamente riconosciute. Invece spesso l’acquirente si accontenta di una qualità scarsa o di una copia, cosa che non succede, per esempio, con le borse firmate, se non in misura limitata». Le grandi aziende hanno superato il problema investendo moltissimo nel loro nome, avviando il cosiddetto branding update, ma la media delle aziende italiane non possiede grandi budget. «Tra noi - continua Claudia Piaserico - nessuno può destinare alla comunicazione cifre eccezionali, e d’altra parte il nostro valore aggiunto non sono i cartelli vetrina o le campagne pubblicitarie. Il valore aggiunto è nel prodotto». Dove non si arriva da soli si arriva in gruppo, verrebbe da dire, ma si sa che la coesione in nome dei comuni interessi non è mai stata il punto di forza dei gioiellieri italiani, spesso limitati dal loro stesso individualismo. «L’incapacità di agire in gruppo è un annoso problema, ma ora è chiaro a tutti che se non ci muoviamo insieme non otteniamo finanziamenti istituzionali di settore. Dopo anni di crisi, dobbiamo ricreare la domanda, far trovare i prodotti nei posti giusti, combattere la tendenza del pubblico a comprare tutti le stesse cose. Spesso i clienti non riescono a informarsi da soli su novità e tendenze». Fin qui l'analisi, ma le contromisure? «Come Confindustria Vicenza stiamo soprattutto organizzando iniziative formative per aiutare le aziende ad arricchire i loro staff di figure professionali oggi fondamentali nel business. La struttura famigliare di molte aziende l'Orafo 2015
del nostro settore, fiorite soprattutto grazie a grandi capacità produttive e commerciali, spesso non ha prestato attenzione all’importanza del web marketing e non si è dotata, per esempio, di un export manager. La nostra idea è di portare un neolaureato nelle materie specificate in azienda per sei mesi, a supporto e integrazione del team già impegnato sull’espansione internazionale, oggi imprescindibile non solo per prosperare ma anche solo per sopravvivere. Stiamo inoltre cercando di ottenere finanziamenti regionali per offrire ai giovani stage di 6 o 12 mesi in aziende orafe del nostro distretto. In altre parole: vogliamo favorire l'innovazione e l'acquisizione di competenze». ■ For some reason the Italian jewellery industry, although it has achieved an incomparable quality of the product, has not been able to communicate this great value to the customers. Jewellery Made in Italy does not enjoy the same strength as clothing’s Made in Italy. This is admitted, with some bitterness, by Claudia Piaserico, president of the jewellery and silver making section of Confindustria Vicenza, who comments that «the added value of Italianity does not lie in the raw materials (18 carat gold is the same everywhere) but in design and workmanship. Customers should be made aware that Italian jewels are not those made in Turkey or in China. Our work includes craftsmanship, technology and originality, which deserve to be suitably recognised. However, purchasers are often satisfied with poor quality or a copy, something which happens much less, for example with branded bags». Major companies overcame the problem investing a lot in their name, so-called branding update, but average Italian companies do not have great budget. «Among us - says Claudia Piaserico – nobody can put an outstanding amount of money for communication, and after all our added value does not lie in showcases or in advertising campaigns, our added value lies in the product». What cannot be achieved alone must 50
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A sinistra, parure in plexiglass con applicazioni in argento placcato oro, zirconi e smalti. Nella pagina accanto, anello in argento placcato oro con cigni in smalto madreperlato e zirconi bianchi. Tutto Misis.
be achieved together, one would want to say, but standing together in the name of common interests has never been the strong point of Italian jewellers, often limited by their individualism. «The incapacity of acting as a group is a long standing problem, but now it is clear to everybody that if we do not move together, we will not get institutional funding for our field. After years of crisis, we must create a new demand, put our products in the right places, fight the tendency of the public to buy the same things all the time. Clients often do not even know the new trends and new products in jewelry». So far the analysis, but what are the counter-measures? «As Confindustria Vicenza, we are first of all organising training initiatives to help companies enrich their staff with professional roles which today are fundamental in business. The family structure on which many companies in our field are based, and which have flourished mainly thanks to great productive and commercial skills, have often failed to pay attention to the importance of web marketing and have, for example, failed to hire an export manager. Our idea is to take somebody who has just graduated from the university in a specified subject into the company for six months, to support and integrate a team already involved in international expansion, indispensable today not just to prosper, but even to survive. We are also seeking regional funding to provide young people with training sessions lasting 6 or 12 months in jewellery companies in our district. In other words, we want to favour innovation and the acquisition of competencies». l'Orafo 2015
Qui sopra, Claudia Piaserico, presidente della sezione orafi di Confindustria Vicenza e titolare di Misis. A sinistra, collana con agata gialla e pendente tucano in argento placcato oro con zirconi e smalti. Sotto, bracciale in argento placcato oro con martellatura a mano effetto diamantato e applicazioni; cavalluccio marino con cabochon in pasta di corallo. Stelle marine in argento brunito e zirconi neri con smalti bianchi. Tutto Misis
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People & Brands THE OUTSIDER
Il gioiello
bespoke Scienza, gemmologia, psicologia ed esclusività non bastano alla designer Édéenne per dare forma alle sue idee: lei cerca ogni volta una storia di Ilaria
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on un nome d’arte che vuole ricordare l’Eden paradisiaco, la jewellery designer Édéenne non parla di valori concreti ma solo di emozioni, anche se il prezzo dei suoi gioielli è altissimo. «Produco pezzi unici ed esclusivi, concepiti su misura della persona che ho di fronte per esaltarne la bellezza». In effetti, nel suo atelier parigino, l’emozione comincia dalle scatole stesse in cui le “gioie” sono presentate: più che astucci sono teatrini in cui inizia la magia. Ogni oggetto è dotato di un proprio movimento e della propria storia, concepita in base alla personalità della persona che lo possiederà. Immaginiamo quindi una donna particolarmente fantasiosa e romantica come destinataria del multi-anello che diventa, una volta indossato, uno stormo di farfalle sospeso sulla mano. Una principessa orientale dalle lunghe mani potrebbe invece custodire il mistero dell’anello a forma di fiore di loto che si apre e chiude a seconda del momento, mentre a una nuova Cenerentola potrebbe essere rivolto l’anello a forma di zucca che custodisce un segreto di diamanti all’interno. Arrivata alla gioielleria grazie a una folgorazione avvenuta facendo diving nel Lago di Como, la canadese Édéenne, nata nel Québec, è dotata di capacità creative e manageriali allo stesso tempo, ma ha anche una formazione scientifica che le consente di comprendere perfettamente i fenomeni fisici di rifrazione della luce, così da poter meglio abbinare i colori e gli effetti delle gemme. Corsi di gemmologia e gioielleria hanno strutturato la sua competenza specifica, ma è soprattutto la sensibilità psicologica a consentirle di interpretare così bene i desideri di una persona. «Sono stata coach di manager per un certo periodo della mia vita - ci spiega- e così ho imparato a mettermi in sintonia con gli altri. Ho sempre desiderato aiutare gli altri a realizzarsi«. Con le sue creazioni Édéenne è riuscita a conquistare una clientela d’élite che frequenta il suo atelier su appuntamento e non vuole confondersi nemmeno con gli habituées di Place Vendôme, ma nel 2009 è riuscita a stupire anche i gioiellieri del gotha internazionale grazie alla retrospettiva che il museo della Legion d’Onore le ha dedicato. Tanto che Mellerio dits Meller, il più antico gioielliere di Parigi, le ha chiesto di ideare la collezione per i 400 anni della maison: un impegno a cui la designer ha dedicato oltre un anno di lavoro, sfociato in alcuni pezzi da collezione. Tra questi, un collier principesco che veste il décolleté davanti e dietro, sviluppandosi come un pizzo floreale d’oro bianco e diamanti. l'Orafo 2015
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■ Under a pen name which is intentionally reminiscent of the garden of Eden, the jewelry designer Édéenne does not speak of concrete values, but only of emotions, although the price of her jewels is very high. «I produce unique and exclusive pieces, each especially designed to suit the person I have in front of me and highlight her beauty». In her Paris atelier, emotion begins with the boxes in which the jewels are presented: rather than cases, they are little theatres where the magic begins. Each item has its own movement and history, thought up to fit the personality of its future owner. So we can picture an especially imaginative and romantic woman as the recipient of the multi-ring which, once worn, will turn into a flock of butterflies hanging from her hand. An oriental princess with long hands could guard the mystery of a Lotus flower which opens or closes according to the moment, while a new Cinderella could have the pumpkin-shaped ring which guards the secret of diamonds inside itself. Having become a jeweller after a flash of intuition while diving in the Como Lake, the Canadian Édéenne, born in Québec, is both creative and a capable manager, but she also has a scientific education which allows her to understand the physical phenomena of refraction of light perfectly, so she can combine colours and effects of gems in the best way. Gemmology and jewellery courses have structured her specific competency, but above all, it is her psychological sensitivity which allows her to interpret a person's wishes so well. «I was a manager coach for part of my life – she explains – and I learned how to tune into other people. I always wanted to help others make their dreams come true». With her creations, Édéenne has managed to win over an elite set of customers who visit her atelier on appointment. She carefully avoids mixing with the habituées of Place Vendôme, but in 2009 she managed to surprise even the jewellers of the international Gotha thanks to the retrospective exhibition dedicated to her by the museum of the Legion d’Honneur. So much so that Mellerio dits Meller, Paris' oldest jeweller, asked her to design the collection for the 400th anniversary of the maison: the designer dedicated over a year to this task, creating some collectors' items. Among these, a collier dressing a décolleté in front and in the back, as a fl owe r y white gold and diamond lace. l'Orafo 2015
Pagina accanto: l'anello Lotus Blossom in oro con smeraldi, diamanti e cuore di giada; la designer Édéenne. In questa pagina, dall'alto in senso orario: anello Cinderella in oro con smeraldi e diamanti all'interno, anello Anemone in oro con smeraldo colombiano e handpiece Butterflies' Ballet in oro e diamanti.
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People & Brands IL PERSONAGGIO
questione
di ginga Responsabile marketing e creatività di Vianna Brasil, Karla Antunes racconta un'azienda che da oltre un secolo crea gioielli da favola di
Antonella Garello
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e radici di Vianna Brasil si intrecciano con la nascita stessa di Belo Horizonte, capitale dello stato minerario del Minas Gerais e prima città brasiliana costruita ex novo su progetto, a fine Ottocento. È proprio in quegli anni che Raymundo Nonato Vianna comincia la sua carriera di orafo. «Fin dai suoi primi passi ha definito l'identità e il Dna della futura azienda - spiega Karla Antunes, attuale responsabile marketing e direttore creativo di Vianna Brasil - creando, da straordinario artigiano quale era, favolosi pezzi unici. La fama della sua grande abilità e creatività si è sparsa subito a Belo Horizonte per varcare rapidamente i confini nazionali. Pensi che una sua creazione è esposta ai Musei Vaticani». Raymundo Vianna, carismatico rappresentante della seconda generazione, mette a punto strategie commerciali per allargare la sfera d'attività a tutto il Brasile e apre negozi nella neonata capitale, conquistando il favore della nuova classe sociale borghese che si andava formando. Negli anni '90 del secolo scorso i fratelli Rômulo e Ricardo Vianna, quest'ultimo attuale presidente e Ceo, hanno dato il via al progetto retail e fondato il brand Vianna Brasil, che ha riscosso immediato successo internazionale e le cui collezioni sono ormai presenti nelle più prestigiose gioiellerie e department stores di 40 Paesi in tutto il mondo. E già si affaccia la quarta generazione, col giovane Donato Vianna che si sta preparando al nuovo cambio generazionale e alla sfida di proseguire l'espansione del brand, di implementare il progetto retail con l'apertura di nuovi negozi a partire dagli USA e di attrarre le nuove generazioni senza perdere il favore dei clienti storici. «Vianna Brasil è un brand dal fascino unico: sa esprimere tutta l'esperienza di quattro diverse generazioni - prosegue Karla Antunes - che di volta in volta hanno saputo aggiungere uno stile e uno sguardo contemporaneo alle esperienze e alle competenze accumulate nel passato». Lei stessa, del resto, si è costruita una professionalità complessa, unendo due anime completamente diverse. «Personal-
Pagina a sinistra: Karla Antunes e, in basso, orecchini della collezione Panorama, in oro giallo con diamanti, ametista e prasiolite. Qui sotto, collana Colori Monti, in oro con diamanti e tormaline.
Qui accanto: orecchini della collezione Raffinato, in oro, diamanti e rubelliti. In basso: anelli della collezione Transparenza, rispettivamente in oro giallo, diamanti e citrino; in oro rosa, diamanti e ametista Rose de France.
mente, la gioielleria è sempre stata parte della mia vita e dei miei interessi, visto che vengo da una famiglia di artisti e scultori. Sono cresciuta in un ambiente artistico, ma poi mi sono laureata in business e marketing: anni di lavoro mi hanno insegnato a valorizzare al massimo in azienda queste due diverse esperienze, design e strategie commerciali. Ho cominciato occupandomi dell'area commerciale ma col tempo ho assunto la responsabilità della direzione creativa. In questa duplice veste, posso aiutare ad armonizzare le energie del nostro team di designer, altamente professionale, con le strategie in cui crediamo. Devo dire che, fortunatamente, le nostre linee di gioielleria vengono recepite con sempre maggiore interesse ed entusiasmo a livello internazionale». Le gemme, quelle brasiliane in particolare, sono il vero fiore all'occhiello e il segno distintivo della straordinaria gioielleria di Vianna Brasil. «Non c'è dubbio che le gemme siano la prima e maggiore fonte di ispirazione per le nostre collezioni. Il brand da sempre definisce il suo segno affiancando a tagli tradizionali tagli fancy dal design esclusivo che vanno a comporre gioielli in equilibrio tra forme geometriche e forme organiche, arricchiti da inaspettate combinazioni di colore. Abbiamo un team davvero talentuoso che si occupa della scelta delle pietre migliori, e in grado di selezionare il meglio del meglio. Ma in ogni caso, prima di essere mandata in produzione, ogni singola gemma viene controllata e approvata da me e dal dipartimento di design. La maggior parte delle gemme che usiamo sono
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brasiliane: siamo fieri di arricchire le nostre collezioni con le pietre stupende del nostro Paese, come tormaline, topazi, berilli e quarzi». I gioielli nascono e crescono in azienda, dove sono seguiti in ogni fase di lavorazione, dal progetto agli ultimi passaggi di finitura. «Il brand crede e investe moltissimo nello sviluppo di collezioni contemporanee; come dicevo, il nostro team di designer è estremamente talentuoso e sa unire nei nostri gioielli forme, texture e colori del Brasile creando al tempo stesso gioielli universali, perfetti per una donna moderna e sicura di sé. Io e Caroline Galvão, la nostra senior designer, facciamo un po' da "cinghia di trasmissione" tra i designer e l'area marketing». I risultati sono certamente eccellenti e vanno tutti a rafforzare la vocazione internazionale dell'azienda; le colle55
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People & Brands Qui accanto: collana Paraiba Wishes, in oro bianco con diamanti e tormalina Paraiba. Collezione Tormalina Paraiba. In basso, bracciale della collezione Amorfus, in oro giallo con prasiolite, citrini, ametista lavanda e diamanti.
zioni Vianna Brasil sono apprezzate in tutto il mondo, dall'America Latina e gli USA, dove il brand ha cominciato a essere ricercato fin dagli inizi dell'attività, all'Europa dell'Est, dove è ormai un must, e agli altri Paesi europei, dove l'azienda sta investendo per conquistare una clientela importante. «Il senso estetico europeo è in perfetta sintonia col concetto artistico che è alla base della nostra gioielleria e col modo in cui riusciamo a esprimere nei nostri gioielli anche i cambiamenti sociali che occorrono a livello mondiale». In effetti il brand riesce a essere "carioca" e al tempo stesso realmente cosmopolita, comunicando colori e atmosfere brasiliane con un linguaggio e un'estetica universali. «Vianna Brasil promuove con orgoglio il lifestyle brasiliano. Ogni gioiello è femminile e sofisticato, con un feeling e un andamento tipicamente brasiliano, sempre con un sapore moderno, romantico, seducente. Tutti i nostri gioielli esprimono quello che qui chiamiamo Ginga, una qualità quasi indefinibile, mistica, del movimento e dell'attitudine verso la vita che abbiamo solo noi brasiliani, ed evidente in tutto quello che noi brasiliani facciamo. In questo senso, ogni gioiello è un'esplosione di colori ispirati all'arte, alla storia, alla musica e alla ricchissima cultura del nostro Paese. Inoltre tutti i gioielli di Vianna Brasil sono realizzati a mano ed è per me motivo di sincero orgoglio pensare che l'abilità e la passione dei nostri maestri vadano a finire in ogni singolo pezzo. Le collezioni possono nascere dalla creazione di una forma unica, di un taglio speciale o di una combinaziojne inaspettata di tonalità cromatiche o forme... Ma è sempre questione di colore!». Le difficoltà economiche del momento non rendono certo la vita facile alle aziende orafe e anche il Brasile, come del resto molti altri Paesi al mondo, si è trovato ad affrontare una seria crisi economica. «La lezione principale che ci viene da tutte queste difficoltà è la necessità di sviluppare una sensibilità creativa sempre più decisa, fiducia in sé stessi, capacità di ripresa». Se si chiede a Karla Antunes quali siano i suoi gioielli preferiti, non mostra la minima esitazione: «Per comincial'Orafo 2015
re, credo che i gioielli debbano essere creati per essere portati tutti i giorni. Per me la gioielleria è strettamente legata ai concetti di festeggiamento, attenzione verso gli altri, amore. D'altro canto, è vero che sempre più donne acquistano da sé i propri gioielli. Quindi i miei gioielli preferiti sono quelli che posso indossare tutti i giorni, e che da una parte esprimono i trend più attuali ma che al tempo stesso recano in sé tutto un mondo di emozioni, siano il regalo di una persona cara o un auto-acquisto. Nello specifico, da brasiliana, la mia gemma preferita è la tormalina - verde, rosa, Paraiba... non importa, le amo tutte alla follia. E poi, non potrei vivere senza gli orecchini: trovo che siano la cornice ideale per qualsiasi volto femminile!». La gioielleria di Vianna Brasil appare strettamente legata alla moda e alle tendenze di costume, come conferma convinta Karla Antunes. «Le nostre collezioni sono indissolubilmente legate alla moda: seguiamo con attenzione le tendenze fashion ma poi traduciano in modo del tutto personale gli elementi che ci sembrano più interessanti, così da non tradire mai il nostro stile. Inoltre, abbiamo creato per il nostro brand una linea speciale, Vianna Lux, con una serie di collezioni particolari che vengono lanciate nel corso dell'anno: qui parliamo di gioielli dallo stile classico, senza tempo, ma con un tocco contemporaneo, pezzi unici impreziositi da gemme molto speciali come il Topazio Imperiale, la Tormalina Paraiba, la Rubellite, l'Indicolite, la Morganite, l'Acquamarina e altre ancora». English translation: see pag. 103
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BASELWORLD.COM
Il punto d’incontro irrinunciabile dell’industria dell’orologeria e della gioielleria dove tutti gli protagonisti svelano le loro ultimissime creazioni e innovazioni. Partecipate a questo evento straordinario per vivere da vicino la passione, la precisione e la perfezione.
17 – 24 MARZO 2016
People & Brands NUOVI TALENTI
innovazione
senza etÀ Alla giovane designer Susanna Roda è stata affidata la regia creativa dello storico marchio Misani, al centro di un rilancio in grande stile di
Sonia Sbolzani
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ondato a Milano nel 1974 dal “virtuoso del gioiello” Ivo Misani, scomparso nel 1993 a soli 55 anni, il brand Misani, sinonimo di gioielleria artistica, è stato acquisito nel 2004 dall’imprenditore Marco Bartolomei, che ne ha deciso il rilancio in grande stile, designando come amministratore delegato Giorgio Damiano e affidando la cabina di regia creativa alla giovane designer Susanna Roda (ex Dolce & Gabbana), che intervistiamo in questo articolo. Cosa resta nell’attuale Misani di Ivo, il grande artigiano-artista che ha fondato la maison? «L’azienda Misani nasceva quarant’anni fa grazie al lavoro di Ivo, che ha fatto della ricerca e della sperimentazione il centro del proprio lavoro, dando vita a gioielli dal carattere forte e riconoscibile nel tempo: i principi estetici e teorici indicati dal fondatore vengono utilizzati ancora oggi sia nella progettazione sia nella realizzazione dei gioielli, che mantengono quindi una continuità col materiale storico». Quale contributo ha recato Marco Bartolomei, che ha acquistato l’azienda? «Marco Bartolomei è un imprenditore che ha operato nel campo finanziario. La modalità operativa è quindi di fatto imprenditoriale e non speculativa: l’investimento in Misani è stato fatto a titolo personale e non attraverso un fondo d’investimento. Per quanto riguarda il suo apporto a Misani, bisogna dire che questo brand è uno di quelli con maggiore potenziale inespresso a livello nazionale, che genera gioielli riconoscibili a prima vista. Il contributo è quindi l’allestimento di una struttura e un team adeguati al potenziale del prodotto, sia dal punto di vista creativo che del marketing e commerciale». Come sta procedendo il rilancio del marchio Misani in Italia e nel mondo? «Al momento siamo soddisfatti, la base storica di gioiellerie in Italia e all'estero ha accolto molto bene la nostra l'Orafo 2015
proposta di continuità sul prodotto e la nostra modalità di porci nei loro confronti, orientata alla cooperazione e a una vera e propria dimensione di partnership. Anche i primi contatti con nuovi potenziali clienti e distributori sono stati molto positivi». Come riesce a coniugare innovazione e tradizione in un gioiello? «La ricerca dell’innovazione è insita nel tipo di prodotto ed è evidente soprattutto nell’accostamento dei materiali. La presenza di elementi preziosi tiene il gioiello Misani vicino alla tradizione. La capacità di far dialogare le diversità è fondamentale per poter procedere nella ricerca». Quale “visione” di design vuole portare nei gioielli Misani? Che ruolo gioca la ricerca nella sua progettualità? «Non si tratta di visioni, ma di costante ricerca e aggiornamento di un prodotto già eccellente e di cui vogliamo mantenere inalterato il fascino. Per me il compito del designer è senza dubbio quello di immaginare scenari nuovi, ma anche quello di agire con costanza sui materiali, sulle composizioni, sulle forme. Insomma, una complessità di mondi che devono riunirsi in un oggetto d’eccellenza. E’ forse il mix di complessità e freschezza che meglio racconta la mia visione del futuro Misani». Cosa significa creare un “gioiello artistico”? «Un gioiello artistico è diverso da tutti gli altri. In esso non si trovano solo capacità tecniche eccezionali e materiali preziosi composti con sapienza, ma si avverte anche l’unicità della progettazione, dell’intuizione, l’unione del fare e del pensare in un oggetto irripetibile. Il gioiello d’arte ha a che fare col quotidiano, ma anche con l’eccezionalità di un istante indimenticabile». Misani ha fatto dell’imperfezione un’espressione di qualità. Come si declina oggi questo valore? «L’imperfezione era il modo in cui un materiale faceva sentire la sua essenza e l’artista la sua presenza. Questa 58
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Gioielli della nuova collezione Cinquanta di Misani. Pagina a lato: orecchini in oro sbalzato a mano con corallo, turchese, perle naturali e pietre dure e un bracciale da uomo in cuoio, oro e argento con chiusura a scomparsa. In questa pagina: Susanna Roda e una collana in oro sbalzato a mano con perle naturali, corallo, turchese e pietre dure.
realtà relativamente piccola come Misani? «La sfida è sicuramente affascinante: come ci testimoniano i nostri clienti, un prodotto con le caratteristiche di Misani lavora in uno spazio complementare rispetto ad altri brand della gioielleria tradizionale, riuscendo sempre a distinguersi per uno stile e una personalità unici. Siamo convinti che queste caratteristiche mettano il marchio in condizione di puntare a uno sviluppo globale: l’unicità delle creazioni ci permette infatti di proporci in ogni mercato come un prodotto nuovo, con un contenuto diverso rispetto a quello degli altri marchi già presenti». Qual è il posizionamento nel mercato dell’azienda? «Il posizionamento di Misani è storicamente medio-alto, ma con caratteristiche del tutto peculiari. L’azienda è infatti una realtà trasversale, proprio per questo estremamente interessante. I prodotti sono differenziati, ma il carattere fortemente artistico dei nostri gioielli permette di far indossare lo stesso sogno anche a chi scelga un gioiello di minor impegno». L’italianità è un valore su cui punterà molto nel corso di questo processo di espansione? Su quali altri cardini poggerà l’internazionalità del marchio? «L’italianità è e sarà sempre una caratteristica imprescindibile della natura di Misani. Insieme alla già citata personalità unica del marchio è presupposto fondamentale per uno sviluppo sano e corretto dell’azienda. L’italianità sta nella grande capacità creativa e anche nel carattere artigianale che mettiamo nei nostri oggetti, però bisogna continuare a verificare che questo basti per fondare una nuova linea di gioielli. Il tema dell’internazionalità è interessante perché Misani in questo avrebbe visto un potenziale enorme di spunti, suggestioni e differenze, oggi invece si rischia il contrario. Quindi direi internazionali nel mercato, italiani dentro».
resta una strada ancora oggi assolutamente valida in una linea di recupero del fare e della materia, ma è giusto confrontarsi anche con il continuo desiderio di immateriale e leggerezza che non sembra più trovare risposta nella forza della materia. C’è un altro elemento innovativo nel lavoro storico di Misani che ancora oggi ha un potenziale enorme, ovvero la moltiplicazione degli elementi, il susseguirsi di diversità, la capacità dell’oggetto di essere mutevole in se stesso. Un elemento si sovrappone a un altro seguendo il movimento del corpo ed è già diverso da prima, ed ecco che la materia inizia a diventare misteriosa, velandosi e svelandosi, mai uguale a se stessa nella sua forma». Quali materiali e quali tecniche le piace utilizzare? Ci può anticipare qualcosa sulle sue prossime creazioni? «Le tecniche e i materiali di riferimento del marchio Misani rimangono quelli che hanno contribuito al suo successo negli anni. La nostra scelta a livello societario è infatti quella di valorizzare le creazioni storiche di Ivo Misani. Ad esempio il metallo sbalzato o utilizzato per ottenere volumi importanti, i materiali gemmologici grezzi o imperfetti. A questi elementi vorrei aggiungere anche lavorazioni artigianali molto specifiche come la filigrana o l’incisione, che richiedono grande abilità e che fanno parte della tradizione orafa. Elementi leggeri e femminili che potrebbero dare un nuovo carattere alle collezioni». In un settore in cui i marchi già forti crescono e si consolidano sempre più, quanto è difficile gestire una l'Orafo 2015
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Heritage LA MAISON
IL LUSSO DI ESSERE
ORIGINALI
Forte di una storia piÚ che centenaria, Piaget si è sempre distinto per la sua estrema indipendenza estetica nel mondo dell'orologeria, entrando poi nell'alta gioielleria con spirito gioioso e scelte cromatiche innovative di Ilaria
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Heritage Nella pagina precedente, l'interno della boutique Piaget a Milano e un anello in oro bianco con zaffiro blu taglio coussin e smalto. In questa pagina, dall'alto: collier in oro bianco con un rubino a goccia di 4,41 carati e 45 rubini a goccia più piccoli, un diamante taglio princess e 158 diamanti taglio brillante. Orecchini in oro bianco con rubini a goccia, due radici di rubino taglio fantasia, due diamanti taglio princess e 120 diamanti taglio brillante. Tutto Piaget.
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ome tutte le leggende che si rispettino anche quella di Piaget ha un inizio romantico e bohémien, perché nasce più o meno in uno scantinato, un laboratorio di fortuna allestito da un diciannovenne orologiaio di grande talento in una casa di La Côte-aux-Fées, tra le montagne del Giura svizzero. Il giovane artigiano si specializza nella produzione di movimenti di alta precisione, mettendo a frutto una tradizione manifatturiera che da decenni teneva impegnati i cittadini di quella valle, soprattutto durante gli inverni lunghi e freddi. In breve Georges Édouard Piaget, questo il suo nome, diventa fornitore dei marchi più prestigiosi, distinguendosi per l’originalità e l’alta qualità dei suoi minuscoli meccanismi: un cammino rapido e lineare, che nel 1874 era ancora possibile per un ragazzo intraprendente. Partita bene, la storia è continuata in modo eccellente fino ad arrivare al registro del marchio di fabbrica nel 1943 e alla costruzione, nel 1945, della nuova manifattura a La Côte-aux-Fées dedicata ai movimenti ultra-piatti che diventeranno la firma della maison. Dei 37 movimenti brevettati, infatti, ben 25 sono calibri ultra-piatti e 14 hanno toccato record di sottigliezza riconosciuti a livello internazionale: del resto Piaget nel 2001 ha inaugurato una nuova manifattura a Plan-les-Ouates, per integrare quella di La Côte-auxFées e consentire al marchio di seguire internamente tutto il processo produttivo. Famoso è il calibro 9P a carica manuale di soli 2 mm di spessore presentato nel 1957, ma più successo ancora ottiene il calibro 12P a carica automatica presentato nel 1960, uno dei più sottili al mondo con i suoi 2,3 mm. L'ultrapiatto per eccellenza della maison è l'Altiplano, che dagli anni '50 a oggi resta «sicuramente l’orologio più iconico della Maison - afferma Elena Camera, giovane brand manager di Piaget Italia - anche nelle più recenti e sofisticate riletture come l'Altiplano Chronograph presentato quest'anno, con doppio record di sottigliezza per un complicato grazie al movimento di 4,65 mm e la cassa di 8,24 mm. Tengo però a sottolil'Orafo 2015
neare che negli ultimi anni la marca ha ampliato la selezione orologi con diverse altre collezioni che stanno dando molte soddisfazioni in termini di vendita e appeal». Oltre allo spessore, inoltre, ciò che ha sempre distinto Piaget è l’eleganza di linea dei suoi orologi, che mantiene una aristocratica sobrietà anche nei modelli più complicati. Ed è forse proprio l’attenzione al design a orientare la mano dei creativi della maison verso il mondo femminile e la sperimentazione nei colori e nei materiali. Restano nella storia dell’orologeria, ma anche del costume, i segnatempo per signora degli anni ’60 e ’70 con quadranti in pietre dure colorate o semipreziose, spesso decorati con procedimenti tipici della gioielleria come gli smalti, la pittura miniaturizzata, l’incisione e l’incastonatura di pietre preziose. I bracciali in oro sono concepiti come veri e propri monili e la comunicazione pubblicitaria sottolinea l’aspetto "moda" dell’accessorio. Dal successo di questi pezzi nasce la decisione di Piaget, passata nel frattempo in mano ai discendenti, di espandere la produzione anche alla gioielleria, con collezioni in edizione limitata completamente svincolate dall’heritage orologiero e caratterizzate da una meticolosa ricerca delle gemme più pregiate e da uno stile molto femminile e originale. L’ingresso nel gruppo Richemont nel 1988 non fa che supportare gli sforzi di espansione della maison, portandola a diventare un’icona tra i collezionisti di orologi e un sogno nel cassetto per le appassionate di gioielleria. Oggi tutti i prodotti Piaget, compresi gli orologi, sono solo in oro o in platino, i metalli più preziosi, mentre la gioielleria partecipa anche alla Biennale des Antiquaires, a cui solo i marchi haute couture vengono ammessi. «La gioielleria ha un ruolo sempre più importante per il brand - continua Elena Camera - Anche perché, rispetto al passato, attualmente Piaget si sta “spostando” sempre più verso il mondo femminile, che suggerisce più spunti di quello maschile. La donna infatti ama diversificare il proprio look, cambiando spesso i propri accessori. Per lei, come per Piaget, il gioiello e l'orologio sono parte di uno stile di vita». 62
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L'attrice Jessica Chastain, nuova testimonial di Piaget, indossa un bracciale manchette in oro giallo della collezione di Haute Joaillerie Secrets and Lights con rubini, spinelli, granati, berilli gialli e diamanti.
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Heritage A destra, la famiglia di Georges Edouard Piaget intorno al 1920; qui sotto, un'immagine pubblicitaria degli anni '70 che ha come protagonista uno dei famosi orologi femminili Piaget con quadrante colorato in pietre dure e bracciale gioiello. Al centro, i meccanismi e le finiture raffinate di un orologio Piaget.
Qui sopra, in una foto degli anni '60, GĂŠrald Piaget, discendente del fondatore, sale a bordo di un aereo. Fu lui a traghettare la maison verso l'internazionalizzazione del secondo dopoguerra e a lanciare gli orologi da donna dal design innovativo. A sinistra, il controllo di qualitĂ negli atelier della maison a La CĂ´te-aux-FĂŠes intorno agli anni '50.
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A destra, un ambiente della boutique Piaget aperta quest'anno in via Verri a Milano: una location di 250 metri quadrati distribuiti su due livelli con preziose pannellature in legno di quercia intrecciata e un eccezionale mosaico in foglia d’oro che fa da cornice a una vetrina visibile dall’ingresso principale.
■ Like all good legends, that of Piaget too had a roman-
tic and bohemian beginning, since it was born more or less in a cellar, a makeshift laboratory set up by a highly talented nineteen year old watchmaker in a house at La Côte-aux-Fées, among the mountains of the Swiss Jura. The young craftsman specialised in the production of high precision movements, making good use of a manufacturing tradition to which the valley dwellers had been dedicating themselves for decades, especially during the long and cold winter months. In short, Georges Édouard Piaget – this was his name – became a supplier for the most prestigious brands, thanks to his originality and the high quality of his minute mechanisms. A fast and straightforward path ahead, still possible in 1874 for an enterprising youth. Having started out so well, the story went on in the best of ways, until the trademark was deposited in 1943 and a new manufacturing plant was built in 1945 at La Côte-aux-Fées, dedicated to ultra-flat movements, which became the outstanding mark of the maison. In fact, out of 37 patented movements, no less than 25 were ultra-flat, and 14 achieved an internationally recognised record thinness. In 2001, Piaget opened a new plant at Plan-les-Ouates, an integration to the one at La Côte-aux-Fées, set up in order to allow the brand to follow the whole production process internally. The 9P hand-wound movement, only 2 mm thick and presented in 1957, became famous, but the 12P automatic movement, presented in 1960 – one of the thinnest in the word at 2.3 mm – met with even greater success. The maison's ultra-flat par excellence is Altiplano, which from the 1950s to the present day «is surely the most iconic watch of the Maison - says Elena Camera, Piaget Italia's young brand manager – even in its most recent and sophisticated new versions, such as Altiplano Chronograph presented this year, with its double record of thinness for a complicated model, thanks to its 4.65 mm movement and its 8.24 mm case. However, I would like to stress the fact that in
In alto, il posizionamento dello smeraldo centrale taglio coussin sulla struttura incastonata di gemme del collier di Piaget in oro rosa (a destra) con 84 diamanti taglio marquise, 208 perline di turchese e 430 diamanti taglio brillante. Anche questo straordinario gioiello fa parte della collezione di Haute Joaillerie Secrets & Lights.
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Heritage A sinistra Elena Camera, brand manager Italia di Piaget. Sotto, in senso orario, un orologio gioiello Black Tie Vintage Inspiration in oro bianco e diamanti con quadrante argenté, un Altiplano Gold Bracelet con lunetta tempestata di diamanti e un Emperador Coussin 1270S, tourbillon automatico squelette ultra-piatto con cassa in oro bianco dello spessore di soli 8,85 mm.
recent years, the brand has extended its watch section with several other collections which are giving great satisfaction in terms of sale and appeal». Also, Piaget's watches have always stood out thanks to the elegance of their shapes, which preserve an aristocratic simplicity even in the most complicated models. And it has perhaps been this attention to design which has led the maison's creative staff to move towards the world of women and to experiment with colours and materials. Timepieces for women of the 1960s and 1970s have become part of the history of watchmaking, but also of fashion, with their dials made of coloured or semi-precious stone, often decorated with typical jewellery making procedures, such as enamel, miniaturised painting and setting with precious stones. Gold bracelets have been designed as true jewellery and advertising communication emphasises the “fashion” aspect of the accessory. The success which these items met with led Pial'Orafo 2015
get – now run by his descendants – to extend production to jewellery as well, with limited run collections entirely unrelated to watchmaking, and featuring a meticulous quest for the most precious gems and a very feminine and original style. Joining the Richemont group in 1988 provided support to the expansion efforts of the maison, turning it into an icon among watch collectors and a secret dream for jewellery lovers. Today, all Piaget products – including watches – are made only of gold and platinum, that is to say the most precious metals, while Piaget jewellery takes part in the Biennale des Antiquaires, which only haute couture brands are admitted to. «Jewellery is playing an increasingly important role for the brand - continues Elena Camera – Also, because Piaget is moving much more than in the past towards the female world, which provides more inspiration than the male world. Women, in fact, like to diversify their look, frequently changing accessories. For women, as for Piaget, both jewels and watches are part of a lifestyle». 66
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Heritage RITRATTO
UNA PREZIOSA
SOLITUDINE Un libro riporta l'attenzione sull'ereditiera Huguette Clark, che trascorse la vita quasi da reclusa, con le sue bambole e i suoi pennelli, in un immenso appartamento di New York. E anche i suoi gioielli raramente uscirono dalle casseforti di Ilaria
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Heritage Nella pagina precedente, un rutratto di Huguette Clark, studentessa d'arte, firmato da Tadeusz Styka, e un bracciale Art Déco in oro bianco e diamanti.A destra, una stanza della tenuta di Bellosguardo, Santa Barbara, negli anni '40.
Sopra, una spilla a forma di bandiera americana in oro bianco, rubini, zaffiri e diamanti firmata Cartier. Sotto, un diamante rosa taglio coussin di 9 carati di grande purezza risalente alla Belle Époque.
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hi per necessità o per scelta vive a lungo da solo, isolato nel silenzio delle proprie quattro mura, finisce spesso per dare ascolto alle proprie ossessioni e legittimità alle proprie fobie. E tante volte, in questi casi, il denaro può fare la differenza nella dimensione e nella stravaganza delle manie così come delle ossessioni e delle fobie. Se infatti la coesistenza tra solitudine e povertà conduce nella maggioranza delle circostanze al furto, all’accatonaggio, alla malattia e alla fame, mantenendo un penoso legame con la vita reale a causa della mancanza dei beni primari, una ricchissima solitudine può troncare ogni rapporto con la società rendendo il microcosmo della propria abitazione uno spazio autonomo popolato da fantasmi. Lo prova l’esistenza reclusa di Huguette Clark, ultima figlia di un magnate delle miniere di rame e poi banchiere e senatore americano, morta nel 2011 dopo 104 anni di solitudine nelle decine di stanze vuote delle sue residenze principesche (un infinito appartamento sulla Fifth Avenue, una California summer home, una French villa affacciata sul Pacifico e una country house nel Connecticut). Negli ultimi vent’anni, in verità, Huguette decise di restare, per scelta e non per necessità, nella stanza del Doctors Hospital dove era stata ricoverata per un breve periodo, ma la vita vera e artificiale della comunità che l’ereditiera aveva creato nelle sue empty mansions era continuata senza variazioni, con lei a dirigerle tutte dal suo capezzale firmando assegni milionari. Personale di servizio e interventi di manutenzione e sicurezza costano molto, ma soprattutto Huguette spendeva cifre impensabili per il capriccio coltivato fin da bambina, la sua collezione di bambole e relative casette, facendole costruire e arredare da artigiani di tutto il mondo per cifre che toccavano gli 80 mila dollari per un salottino in miniatura. Furono le bambole a incarnare l’esistenza dorata e brillante che l’ereditiera non avel'Orafo 2015
va saputo o potuto vivere, le uniche a godersi senza angosce i marmi e le tappezzerie di quelle stanze vuote, sotto la tutela di un curatore e guardiano nominato e profumatamente stipendiato per controllare ogni giorno che niente fosse sottratto o danneggiato nel corredo delle dolls di Madame. Empty Mansion, appunto, è il titolo della biografia di Huguette Clark firmata recentemente da Bill Dedman e Paul Clark Newell Jr., diventata bestseller negli Stati Uniti e pubblicata anche in Italia da Neri Pozza. Grazie alla meticolosa ricostruzione degli autori, il personaggio che si incontra tra queste pagine risulta talmente inverosimile da appassionare, tanto più in Italia perché nel nostro Paese questo genere di ricchezze non erano e non sono comuni, mentre l’America delle grandi fortune economiche di fine Ottocento aveva prodotto una generazione di ereditiere (descritte con finezza nell’ultimo romanzo di Edith Warton The Buccaneers, rimasto incompiuto) che popolavano i gossip, i party e le rubriche mondane dei primi anni del secolo scorso. Segnata dalla morte della sorella in età giovanissima per meningite e dalla perdita per lei precoce dell’adorato padre, ormai avanti con l’età già alla sua nascita, Huguette visse assieme alla madre, seconda moglie dell’imprenditore e politico, fino alla morte di questa, senza coltivare particolari legami, e anzi troncandoli via via tutti quanti, con i 5 fratellastri (figli di primo 68
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A sinistra, Huguette Clark bambina; qui sopra, la Cadillac limousine del 1933 per sette passeggeri ancora custodita nel garage della tenuta di Bellosguardo in California.
letto del padre). Pittrice e musicista amatoriale, possedeva una collezione di quadri da museo, con varie opere di Renoir, Van Gogh e Monet, oltre a un rarissimo violino Stradivari del 1709 chiamato La Pucelle e a una cassaforte di gioielli da principessa indiana, tra i quali un diamante rosa di 9 carati andato all’asta per circa 16 milioni di dollari. Il matrimonio che contrasse con il figlio di un socio del padre non durò più di un anno e le poche amicizie che le si conoscono sono con un nobile europeo decaduto, che vedeva assai raramente, con il ritrattista Tadeusz Styka e con la sua ex impiegata Suzanne Pierre. Il suo affetto invece era tutto per le bambole e, negli ultimi vent’anni di degenza, per la sua infermiera personale Hadassah Peri, alla quale arrivò a donare oltre 30 milioni di dollari e sette case, senza contare le auto, le spese mediche, le rette scolastiche dei tre figli fino alla laurea, i corsi di musica e le lezioni di basket. Inutile soffermarsi a lungo sulle vicende alterne del testamento, impugnato varie volte e varie volte strumentalizzato a proprio favore dai curatori, dai tutori legali e dagli avvocati di fiducia dell’anziana ereditiera, perché sarebbe argomento degno di una legal story; basti dire che di tanta fortuna economica, oltre 300 milioni di dollari, alla fine una buona parte è stata destinata alla beneficenza e al mantenimento di una fondazione culturale nell’enorme villa estiva di Bellosguardo in California, mentre i lontani nipoti e parenti ricevettero in tutto 35 milioni di dollari, al netto delle tasse, e la nurse Hadassah dovette restituire 5 dei 30 milioni ricevuti in dono. Dopo la morte di Madame, inoltre, rividero la luce i gioielli che da 70 anni erano custoditi nel caveau di una banca e ai quali Huguette dedicava molta meno attenzione che alle sue bambole. Pezzi preziosi Art Déco, molti Cartier tra i quali uno splendido solitario di quasi venti carati e diverse cornici in oro e smalti, un bracciale con charms attribuibile forse a Raymond Yard e una eccezionale collana di Tiffany l'Orafo 2015
in perle naturali. Una settantina di queste gioie non godute è andata all’asta da Christie’s, totalizzando oltre 18 milioni di dollari. Attorno a questa collezione, tuttavia, non si è creata l’attesa e la frenesia all’acquisto di altre aste luccicanti e leggendarie, forse proprio perché non sembra sia stata coltivata e via via accresciuta per passione o per vanità ma come forma di investimento, né sia stata indossata acquisendo nel tempo il valore aggiunto di uno stile elegante: per quanto bionda e delicata come Daisy Buchanan (la protagonista de Il Grande Gatsby), ma molto più ricca, Huguette Clark era tutto fuorché un’icona. Anche su questi carati, in fondo, pesava una vita di solitudine, trascorsa al buio di una lussuosa cassaforte. ■ Those who out of need or as a choice live alone for a long time, isolated in the silence within their four walls, often end up listening to their obsessions and legitimating their own phobias. A lot of times, in these cases, money can make the difference in the extent and eccentricity of fixations as well as of obsessions and phobias. In fact, if the combination between solitude and poverty leads in most cases to theft, begging, illness and hunger, maintaining a painful connection with real life due to the lack of commodities, a very rich solitude can cut off any relationship with society making the microcosm of one’s own house an autonomous space peopled by ghosts. This is testified by the secluded existence of Huguette Clark, last daughter of a tycoon of copper mines and then American banker and senator, who died in 2011 after 104 years of solitude spent in the dozen empty rooms of her princely residences (an endless flat on Fifth Avenue, a summer home in California, a French villa overlooking the Pacific Ocean and a country house in Connecticut). Actually, over the last twenty years Huguette decided to stay, out of choice and not need, in a room at the Doctors Hospital, where she was hospitalized for a short period, but the true and artificial life 69
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Heritage Bracciale e charms degli anni '30, forse attribuibili a Raymond Yard, in oro bianco con diamanti, rubini, zaffiri, smeraldi e onice.
diamond auctioned for about 16 million dollars. The marriage with the son of one of her father’s partners lasted less than a year and the few friends she had included a European impoverished noble that she very rarely met, each time covering him with gifts, the portrait painter Tadeus Styka and her former employee Suzanne Pierre. Her whole affection was for her dolls and, over the last twenty years of hospitalisation, for her personal nurse Hadassah Peri, to whom she donated over 30 million dollars and seven houses, without mentioning cars, medical expenses, her three children’s school fees until graduation, music and basket lessons. It is no use lingering on the alternating fortunes of the will, contested different times and different times exploited by the administrators, legal tutors and trusted lawyers of the old heiress, as this would be the ideal subject matter for a legal story; it is enough to say that, in the end, a good share of such an economic wealth, over 300 million dollars, was given to charities and used to finance a cultural foundation in the enormous summer villa of Bellosguardo in California, while her distant grandchildren and relatives received 35 million dollars after taxes as a whole and her nurse Hadassah had to give back 5 of the 30 million dollars she had received as a gift. Moreover, after Madam’s death the jewels that had been locked for seventy years in the vault of a bank, and to which Huguette devoted less attention than that she paid to her dolls, saw the light again. Precious Art Déco items, many Cartier jewels among which the marvellous nearly 20 carat solitaire ring and various frames in gold and enamels, a bracelet with charms that may be attributed to Raymond Yard and an exceptional Tiffany necklace made of natural pearls. Nearwly seventy of these never enjoyed pieces of jewellery were auctioned at Christie’s and sold for over 18 million dollars. However, this collection was not surrounded by the expectation and frenzy of other sparkling and legendary auctions, may be because it seems neither attended and increased over time out of passion or vanity, but as a form of investment, nor worn, acquiring over time the added value of an elegant style: even if Huguette Clark was blonde and delicate like Daisy Buchanan (the protagonist of The Great Gatsby), and far richer, she was nothing but an icon. Eventually, even those carats felt the weigh of a life of solitude spent in the darkness of a luxury safe.
of the community the heiress had created in her empty mansions continued unchanged as she managed them from her deathbed signing millionaire cheques. Staff, maintenance and safety interventions cost much, moreover Huguette spent unimaginable amounts of money for a whim she had since her childhood, her collection of dolls and relative small houses, having them built and furnished by artisans from all over the world at a price reaching 80,000 $ for a miniature drawing room. The dolls embodied the golden and brilliant existence the heiress was not able to or could not live, the only ones to enjoy without anxieties the marbles and tapestries in those empty rooms, under the protection of a curator and an appointed warden richly paid to check daily that nothing was taken away or damaged in the wardrobe of Madame’s dolls. Empty Mansion, in fact, is the title of the biography of Huguette Clark recently written by Bill Dedman and Paul Clark Newell Jr., which turned to be a bestseller in the United States and published also in Italy by Neri Pozza. Thanks to the meticulous reconstruction made by the authors, the character we meet in these pages seems so unlikely to excite, in Italy even more because this kind of wealth was and is not common, while the United States of big economical fortunes in the late nineteenth century had produced a generation of heiresses (finely described in the last novel by Edith Warton The Buccaneers, left unfinished) that animated the gossips, the parties and the society news of the first years of the last century, becoming very famous for their scandalous luxuries. Deeply affected by her sister’s death at a very young age due to meningitis and by the untimely passing away of her beloved father, an elderly person since her birth, Huguette lived with her mother, second wife of the politician and entrepreneur, until this latter died without cultivating particular connections, on the contrary cutting them all little by little, with 5 stepbrothers (children of her father’s first marriage). Amateur painter and musician, she owned a collection of museum paintings with various works by Renoir, Van Gogh and Monet, besides a very rare Stradivari violin dating back to 1709 called La Pucelle and a safe full of jewels worthy of an Indian princess among which a 9 ct pink l'Orafo 2015
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Visual POWER PIECES
EXPLOSIVE
EXTRAVAGANCE Forme esuberanti, colori abbaglianti, pietre preziose di dimensioni eccezionali, virtuosismi artigianali: la haute joaillerie diventa spettacolo grafico artwork by
Giustino Chemello
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Dettaglio in oro rosa, diamanti e zaffiri rosa della spilla removibile dalla collana Flamant Corail di Van Cleef & Arpels. â– A rose gold detail with diamonds and pink sapphires of the brooch which is detachable from the collier Flamant Corail by Van Cleef & Arpels.
Anello Galon Saphir Rose di Dior Joaillerie in oro rosa con diamanti, zaffiri e grande zaffiro rosa centrale. â– Galon Saphir Rose ring by Dior Joaillerie in rose gold with diamonds, sapphires and a pink sapphire at the center.
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Spilla Attirante di Chanel Joaillerie in oro giallo con spinello rosso centrale, topazi arancio, zaffiri gialli, piccoli spinelli rossi e diamanti. â– Attirante brooch by Chanel Joaillerie in yellow gold with a central red spinel, orange topazes, yellow sapphires, small red spinels and diamonds.
Orecchini della collezione Pavone dell'artista-gioielliere valenzano Palmiero in oro bianco con diamanti, zaffiri e pietre preziose di colore. â– Earrings from the Pavone collection in white gold with diamonds, sapphires and coloured precious stones by Palmiero, an artist jeweller from Valenza.
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WWW.DIEGOSOPRANA.COM FASHION ILLUSTRATION
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L'ARTE DEL DONO
IT'S ALL ABOUT
GIFTS
Come sempre l'occasione delle festività di fine anno è ideale per regalare gioielli senza tempo, che si presentano nella loro veste più preziosa e nei quattro colori delle gemme più rare di
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Antonella Garello - photos close up studios
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Visual nella pagina precedente / previous page PASQUALE BRUNI Bracciale della collezione Giardini Segreti in oro bianco e diamanti. ■ Bracelet from the Giardini Segreti collection in white gold with diamonds.
le regole per il dono perfetto Ogni regalo, pianificato o spontaneo che sia, è ricco di un significato simbolico, di memorie o promesse, sa trasmettere emozioni e sentimenti e ha un unico scopo: offrire gioia al destinatario. O almeno così dovrebbe essere. Perché in realtà le cose - viziate da un'etichetta non scritta ma implacabile che stabilisce occasioni, valore, modalità, persino tipologia - vanno un po’ diversamente. In America, patria dell'arte del giftgiving, commentatori e blogger di grido si producono oggi in pezzi esilaranti non tanto sull'arte del donare quanto piuttosto sull'arte di sopravvivere al dovere del dono e ai sensi di inferiorità e inadeguatezza o peggio al biasimo sociale che potrebbero derivare da un regalo non all'altezza della situazione. Al centro del dibattito, in un momento di crisi e diffusa insicurezza economica, sono i regali comprati solo "per dovere", dalle party bags delle feste per bambini, per lo più piene di inutili cianfrusaglie, ai regali di Natale rimediati all'ultimo momento dopo un'affannosa ricerca su Amazon; per non parlare dei regali pensati per amici di una certa età, "che ormai hanno tutto", e che, alla ricerca dell'originalità a tutti i costi, sconfinano in una sconsiderata futilità. In realtà, adesso come nei decenni passati, il regalo perfetto è il frutto delle pochissime regole di cui si diceva all'inizio. Un regalo riuscito è sempre il frutto di una sincera attenzione verso il destinatario, non di gratificazione personale; è un segno spontaneo di affetto, che non si aspetta nulla in cambio; ha un significato simbolico e parla di momenti ed emozioni condivisi. Ecco che le prossime feste di fine anno potrebbero essere una grande occasione per il gioiello, prezioso e durevole per sua natura, frutto di lavorazioni antiche, creatività, passione: un piccolo capolavoro da portare sempre con sé, che sa commuovere e stupire. Lo sa bene Jude Law, il quale regalò all'allora fidanzata Sienna Miller, cantante oltre che attrice, un pianoforte che al suo interno celava uno splendido anello di diamanti e zaffiri. E lo sapeva molto bene la Audrey Hepburn di Colazione da Tiffany, quando chiosava con un pizzico di cinismo «Un uomo si giudica dagli orecchini che ti regala». l'Orafo 2015
SALVINI Collier della collezione Can Can, in oro bianco con diamanti. ■ Necklace from the Can Can collection, in white gold with diamonds.
BROGGIAN Anello in oro bianco e diamanti. Collezione Princess. ■ White gold ring set with diamonds. Princess collection.
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ZYDO Orecchini della collezione Prestige in oro bianco con diamanti rotondi e taglio a goccia. ■ Earrings from the Prestige collection in white gold with round and drop shaped diamonds.
Unwritten rules for the perfect gift TREEMME Bracciale elastico Riflessi in oro rosa e diamanti bianchi. ■ Elastic Riflessi bracelet in rose gold with white diamonds.
Every gift, whether planned or spontaneous, is rich in symbolic meaning, memories or promises, conveys emotions and feelings and has a single purpose: giving joy to the recipient. Or, at least, it should be so. This because things - spoiled by an unwritten but unrelenting etiquette defining occasions, value, modes and even the typology of the gift - actually go a bit differently. In America, the home of the art of giftgiving, famous commentators and bloggers write hilarious stories dealing not so much with the art of giving, but with the art of surviving the duty of bestowing gifts as well as the feelings of inferiority and inadequacy or, worse, the social blame that could derive by a gift unsuited to the situation. At the core of the debate, in a time of crisis and widespread economic uncertainty, there are the gifts purchased “by obligation”, from party bags for children parties, mostly filled with useless odds and ends, to last-minute Christmas gifts found after a frantic search on Amazon, not to mention the gifts meant for mature friends «who already have everything» and that, aiming at being original at all costs, end up in a reckless futility. Actually, now as in the past decades, the perfect gift is the result of the very few rules mentioned at the start. A successful gift is always the result of sincere attention to the recipient, not of personal satisfaction; it is a spontaneous sign of affection, which does not expect anything in exchange; it has a symbolic meaning and refers to shared moments and emotions. The upcoming year-end holidays might therefore be a great occasion for jewellery, which is precious and durable by nature, the fruit of ancient working, creativity, passion: a small masterpiece to carry at all times, capable of touching and surprising. Jude Law is well aware of this: he gave his former girlfriend Sienna Miller, a singer as well as an actress, a piano hiding a magnificent diamond and sapphire ring. Audrey Hepburn, in Breakfast at Tiffany’s, was also well aware of this, when she said, with a bit of cynicism «You can always tell what kind of person a man is from the earrings he gives you».
FANI Anello in oro rosa e diamanti. ■ Rose gold ring with diamonds.
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Visual
BOUCHERON Collana Plume de Paon in oro bianco con diamanti e marmo. ■ Plume de Paon necklace, in white gold with diamonds and marble.
STEFAN HAFNER Anello della collezione Angelica Haute Couture in oro bianco, rubini taglio brillante e diamanti taglio a marquise. ■ A ring from the Angelica Haute Couture collection in white gold with brilliant-cut rubies and marquise-cut diamonds.
OSIGEM By my Side, collezione Alchemy: anello in oro bianco e diamanti Ideal Square, disponibile in varie carature. Nella foto, con 22 diamanti, per un totale di 2,72 carati. ■ By my Side, Alchemy collection: white gold ring with Ideal Square cut diamonds, available in various caratages. Above: with 22 diamonds for 2,72 carats. FALCINELLI ITALY Dalla collezione Royal, anello in oro bianco con diamanti. ■ From the Royal collection, a white gold ring with diamonds. l'Orafo 2015
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PICCHIOTTI Orecchini in oro bianco con diamanti bianchi e rubini taglio a cuore. Collezione Timeless. ■ White gold earrings with diamonds and heart-shaped rubies. Timeless collection.
PONTE VECCHIO GIOIELLI Anello in oro bianco della collezione Artemide con diamanti e rubini, disponibile anche con zaffiri e smeraldi. ■ White gold ring from the Artemide collection with diamonds and rubies, also available with sapphires and emeralds.
POLELLO Eterno, collezione Cuore: ciondolo in oro bianco e pavé di diamanti bianchi e rubini. ■ Eterno, Cuore collection: white gold pendant with white diamond and ruby pavé.
CRIERI Bracciale tennis multifilo in oro brunito con rubini e diamanti bianchi. ■ Tennis multistring bracelet in burnished gold set with diamonds and rubies.
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Desires
close up
PICCHIOTTI Collezione Spider Orchids: anello in oro bianco con diamanti rotondi e rubini a goccia. â– Spider Orchids collection: white gold ring with round diamonds and drop shaped rubies. l'Orafo 2015
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ANTONINI Anello della collezione Extraordinaire in oro bianco rodiato nero con zaffiro blu ovale circondato da diamanti e zaffiri blu. â– Ring from the Extraordinaire collection in black rhodium-plated white gold, with an oval central sapphire with diamonds and blue sapphires all around. l'Orafo 2015
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ottobre/novembre
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ANNAMARIA CAMMILLI Pendente della collezione Premiere Color in oro bianco con diamanti e zaffiri blu. ■ A pendant from the Premiere Color collection in white gold with diamonds and blue sapphires.
DAMIANI Orecchini in oro bianco con diamanti e zaffiri blu. Collezione Renaissance. ■ White gold earrings with diamonds and blue sapphires. Renaissance collection.
AMIN LUXURY Anello in oro bianco con zaffiro ovale e diamanti taglio brillante. ■ White gold ring with an oval sapphire and brilliant-cut diamonds.
FOPE Bracciale in oro della collezione Solo con diamanti e zaffiri. ■ Gold bracelet from the Solo collection with diamonds and sapphires.
ARTLINEA Anello in oro con diamanti e rubini, disponibile in diverse versioni. ■ Gold ring with diamonds and rubies, available in different versions.
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TIFFANY & CO. Bracciale in platino con diamanti e zaffiri, collezione Tiffany Blue Book 2015, The Art of the Sea. ■ Platinum bracelet with diamonds and sapphires, Tiffany Blue Book 2015, The Art of the Sea collection.
RECARLO Dalla collezione Bleu Royal, orecchini Parentesi in oro, diamanti e zaffiri blu. ■ From the Bleu Royal collection, Parentesi earrings in gold with diamonds and blue sapphires.
Rubini e smeraldi: il momento dell'africa
Rubies and emeralds:
Cesari & Rinaldi Gemmai lavora da moltissimi anni con i più importanti produttori di gioielli in Italia e all'estero. Azzurra Cesari, responsabile in azienda del progetto Masterpieces, parla delle ultime novità in fatto di pietre preziose di colore: «Si riscontra un interesse crescente per lo zaffiro viola, una varietà di corindone che si avvicina al famoso color Fiordaliso, un color pervinca caldo. E’ una gemma rara, richiesta dai maggiori player del lusso nel gioiello, per un pubblico non solo femminile, ma anche maschile. Per quanto riguarda lo smeraldo, nonostante lo smeraldo Columbia rimanga la pietra per eccellenza nell’ambito dei berilli, in questo momento è particolarmente richiesto lo smeraldo Zambia, una varietà che presenta un tono di blu estremamente sofisticato, che ne facilita l’abbinamento cromatico ad altre gemme dai toni freddi. Il rubino, infine, ha una storia a sé. Infatti da quando è entrato in vigore l’embargo sul rubino del Myanmar, l’antico rubino birmano, i gruppi del lusso si sono concentrati maggiormente sui rubini del continente africano. Queste gemme sono cristalline, creano una percezione che si avvicina allo spinello, e non presentano quell’effetto vellutato tipico del rubino birmano. Ciò nonostante il rosso vivo del rubino rimane un classico, particolarmente richiesto dai mercati orientali».
Cesari & Rinaldi Gemmai have been working for many years with the most important jewellery makers in Italy and abroad. Azzurra Cesari, director of the company's Masterpieces project, talks about the latest news in coloured precious stones: «We find increasing interest in violet sapphire, a variety of corundum approaching the famous Cornflower colour, a warm periwinkle. It is a rare gem, sought after by the main luxury players in the field of jewellery, for a public which is male as well as female. Concerning emeralds, though the Columbia emerald is always the top of the range in the field of beryls, there is currently a strong demand for Zambia emeralds, a variety which presents an extremely sophisticated tone of blue, making it easy to match in colour with other gems of a colder hue. Rubies, finally, are a story apart. In fact, since the embargo on Myanmar ruby – the ancient Burmese ruby – has come into effect, luxury groups have been concentrating increasingly on rubies from the African continent. These gems are crystalline, they look something like the spinel, and do not have the velvety effect which is typical of the Burmese ruby.Yet the lively red of the ruby is still a classic, in special demand by Oriental markets».
africa is in fashion
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GIOVANNI FERRARIS Orecchini in oro bianco, titanio, diamanti e zaffiri blu della collezione Titanium. ■ Earrings in white gold, titanium, diamonds and blue sapphires from the Titanium collection.
BUCCELLATI Anello in oro bianco, diamanti e zaffiro centrale della collezione Opera. ■ White gold ring with diamonds and central sapphire from the Opera collection.
LEO PIZZO Pendente della collezione Capriccio in oro bianco con diamanti e zaffiri blu. ■ A pendant from the Capriccio collection in white gold with diamonds and blue sapphires.
GOVONI GIOIELLI Anello in oro bianco con diamanti e rubini, disponibiile anche con zaffiri e smeraldi. ■ White gold ring with diamonds and rubies, also available with sapphires and emeralds.
KAHN JEWELLERY Anello in oro bianco con diamanti e zaffiro blu. ■ White gold ring with diamonds and blue sapphire.
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PALMIERO Anello della collezione Drapes in oro bianco con diamanti bianchi e zaffiri. â– A ring from the Drapes collection in white gold with white diamonds and sapphires.
Visual ALBERTI GIOIELLI Collier in oro bianco con diamanti e smeraldi a goccia. ■ White gold necklace with diamonds and drop shaped emeralds.
BIBIGÌ Orecchini della collezione Color, in oro bianco, diamanti e smeraldi. ■ Earrings from the Color collection, in white gold with diamonds and emeralds.
CARLA AMORIM Anello in oro con smeraldi e diamanti. ■ Gold ring with emeralds and diamonds.
NEW ITALIAN ART Orecchini chandelier in oro bianco, diamanti e smeraldi. ■ Chandelier earrings in white gold with diamonds and emeralds.
RIVIÈRE Dalla collezione Senza Tempo, orecchini in oro bianco, diamanti e smeraldi. ■ From the Senza Tempo collection, white gold earrings with diamonds and emeralds.
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MANU & CRIS BY GASPARI Anello in oro bianco con smeraldo taglio a cuore, pavé di smeraldi e diamanti bianchi. ■ White gold ring with central heart shaped emerald and an emerald and white diamond pavé.
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INHORGENTA.DE INHORGENTA-BLOG.DE INHORGENTA.COM/TICKETS
Inside Jewelry NEW STORES
LUXURY RETAIL:
THE KEWORDS I più recenti punti vendita nel settore della moda e degli accessori consentono di mettere a fuoco le strategie di vendita più efficaci, che puntano su omnicanalità, storytelling e store personality di Fiorenza
Sarotto
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Inside Jewelry Nella pagina precedente: l'interno della nuova boutique Van Cleef & Arpels aperta a Roma (vedi pag. 17) e, dall'alto, il collier Vintage Alhambra con pendente in oro rosa, porcellana di Sèvres rosa chiaro e diamante rotondo, e il bracciale New Perlée in oro rosa. Tutto Van Cleef & Arpels. In questa pagina, Onmicanalità: M Collective, il multibrand concept Store aperto a Milano in Viale Regina Giovanna offre assortimenti trasversali, dall’abbigliamento agli accessori, fino al food. È caratterizzato dalla trasversalità sulla base di tre stili (Minus, Much and More) e sfrutta l’omnicanalità per consentire al cliente di trovare abbinamenti su maxischermi touch.
I
l tema del retail, ovvero la vendita al pubblico, è più attuale che mai in tutto il mondo. Lo dimostrano recenti convegni (dall'Osservatorio Altagamma al Word Retail Congress 2015) e il proliferare di Master dedicati a formare figure qualificate. L’evidenza fondamentale è che il punto vendita fisico rappresenta un elemento strategico e non solo per il business ma anche per il brand e la sua immagine. E questo vale sia per i punti vendita monomarca sia per quelli multi-brand, dove l’immagine dell’insegna contribuisce in maniera determinante al posizionamento e alla valorizzazione dei prodotti proposti, attraverso l’attivazione di un mix di strumenti che vanno dal display all’atmosfera, dai servizi al personal selling. Prendendo spunto dai protagonisti del fashion system, dal dibattito accademico e dalle più recenti aperture o restyling di New York, Parigi, Londra e Milano cerchiamo di delineare qualche tendenza e qualche suggerimento su alcuni temi. Per cominciare parliamo della parola più trendy: omnicanalità, che significa integrazione tra strumenti fisici e digitali nella vendita e nella comunicazione dal punto di vista del cliente. Il cliente deve poter provare la migliore esperienza e fruizione. Non esiste il "percorso ideale" e soprattutto bisogna considerare che il cliente può comportarsi in modo imprevedibile, facendo web rooming (guardo sul web prima di comprare in un negozio fisico) o show rooming (vado in negozio e poi compro on line) o comprando on line mentre è in negozio. Per questo è indispensabile partire strategicamente dal punto di vista del cliente – e non di quello che io vorrei che facesse – e cercare di seguire il suo percorso dal primo contatto al post vendita. Non si tratta solo di dotarsi di strumenti tecnologici ma di mettersi davvero nei panni di chi entra in negozio rendendo coerenti il sito, le promesse, i social media, i comportamenti del personale. E arriviamo alla seconda parola trendy: storytelling, cioè la tecnica della narrazione che ha come protagonista assoluto il brand e come spettatore il cliente. Adottare una prospettiva di storytelling ha delle applicazioni molto significative sia per l'Orafo 2015
il punto vendita sia per i brand. Per quanto riguarda le maison del lusso, la necessità di raccontare la propria storia sfruttandone appieno il potenziale immaginario e di sogno e dando forza e magia alle proprie radici è alla base dei bellissimi fashion movie di Chanel, delle iniziative intorno all’Art du voyage per Louis Vuitton e del sempre molto dinamico Museo Ferragamo, al centro di varie inziative culturali. Sui punti vendita, invece, storytelling vuol dire porsi alcune domande e darsi una risposta. La domanda più importante riguarda l’atmosfera del punto vendita nel suo insieme cioè «quale storia racconta il mio negozio?». Questo prescinde completamente dal contenuto merceologico e si riflette sul tipo di esperienza che voglio fare vivere al mio cliente. Un Disney Store non è un negozio di oggetti un po’ pacchiani e di vestitini in materiali sintetici, ma è "la migliore mezz’ora della tua giornata", un'esperienza magica in cui chiunque torna bambino. Tiffany & Co. è la "casa del vero amore": il luogo perfetto e romantico per i momenti speciali. Fondamentali per lo storytelling sono le vetrine e gli allestimenti, capaci di evocare e conquistare con dettagli sofisticati e raccontare la storia del luogo, attraverso oggetti e materiali. Infine store personality: se il vostro negozio fosse una persona, come sarebbe? Che carattere avrebbe? L’impressione che abbiamo quando vediamo immagini di sontuosi punti vendita è positiva e gradevole: comunicano lusso ed eleganza ma il risultato spesso è l’esatto contrario della store personality, ovvero un senso di anonimato e freddezza. Sono punti vendita bellissimi, contemporanei e minimal, ma indifferenti allo spirito del luogo e a quello del brand. Anche in questo caso è opportuno vedere il proprio negozio con gli occhi del cliente e porsi domande “personali” ovvero «com’è la sua voce?», «quanti anni ha?», «capirebbe di essere qui se non ci fosse l’insegna?», «quali sono i tratti distintivi di questo luogo?». Il risultato di quest’approccio porta all’attenzione per i dettagli che raccontano una storia (materiali, banconi, oggetti, odori, rumori) e per le persone esperte e che hanno accompagnato nel tempo i clienti. I negozi italia92
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L’ironia del brand Moschino (qui sopra il nuovo negozio di Soho, New York), trasformata in giganteschi elementi di arredo: le grucce, le scarpe, il giubbotto.
ni sono una vera galleria di personalità, molto affascinante per gli stranieri, da non nascondere dietro l’anonimato delle catene internazionali e da non perdere alla ricerca della contemporanieità. Le più recenti location dei luxury retailers testimoniano al contrario una attenzione sempre più focalizzata per quartieri con una storia e un’anima, oppure per zone giovani e di tendenza, come per Parigi Marais e Saint Germain des Prés, per New York Hudson Yards, a Milano Corso Como e Porta Nuova. ■ The retail issue, that is to say the sale to the public, is more topical than ever throughout the world. This is shown by recent meetings (from Altagamma to the World Retail Congress 2015) and by the spreading of Masters dedicated to the training of qualified professional figures. The fundamental evidence is that the physical store represents a strategic element not only for the business, but also for the brand and its image. This is also true for both monobrand and multi-brand stores where the image of the signature decisively contributes to the positioning and valorisation of the offered products, through the activation of a mix of tools ranging from the display, to the atmosphere, from services to personal selling. Drawing inspiration from the protagonists of the fashion system, from the academy debate and the latest openings or restyling in New York, Paris, London and Milan, we are trying to outline some trends, giving hints on several issues. Let's begin with the trendiest word: omnichannel strategy, which means the integration between physical and digital tools in both sales and communication from the point of view of the client. The clients must be allowed to enjoy the best experience and use. There is no such thing as an ideal “path”: we must consider clients as the protagonists who can behave in an unpredictable way, i.e. web rooming (searching the web before buying in a physical store), show rooming (I visit a store and then I buy on line) or buying on line while they are in the store. For this reason we must strategically start from the point of view of the clients l'Orafo 2015
and not from what we would like them to do, we must try to follow their path since their first contact at the store. It is not just a question of being equipped with technological tools but to put in the client’s place making the site, the promises, the social media and the personnel behaviour all coherent. Let us continue with the second trendy word, storytelling, a narrative technique having the brand as unique protagonist while the client acts as audience. Adopting a story telling perspective offers more significant applications both for the store and the brands. As for luxury brands, the needs to tell their own story by fully exploiting the imaginative and dream-like potential and giving strength and magic to their own roots is the basis for the wonderful fashion movies by Chanel, the initiatives around the theme of the "Art du voyage" by Louis Vuitton, and the cultural intiatives by Museo Ferragamo. All that said, for stores it implies asking oneself some questions and giving the answer. The most important question concerns the atmosphere of the store as a whole, that is «what story is my store telling?». This fully leaves aside the product content and reflects on the type of experience I want my client to live. A Disney store is not a shop of somewhat camp items and small dresses made of synthetic materials, but is "the best half an hour of your day": a magic moment where you become a child again. Tiffany & Co. is the "house of true love", the perfect and romantic place for special moments. The window-shops and the dressings play a fundamental role in the storytelling, as they are able to evoke and win with sophisticated details, telling the story of the place through objects and materials. The last key-word is store personality: if your store was a person, how would it be? What personality would it have? The impression we have when we see some images of marvellous stores is positive and pleasant: they convey luxury and elegance, but sometime the result is the exact opposite of the store personality, that is a sense of anonymity and coolness. Wonderful, contemporary and minimal stores, indifferent to the spirit of both the place and the brand. 93
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Inside Jewelry
Il nuovo negozio di Gianfranco Lotti (in Via Montenapoleone 14 a Milano) racconta una storia segreta e preziosa di artigianalità fiorentina attraverso vetrine trasformate in buchi della serratura.
L'ultima boutique di Sonia Rykiel (aperta a Parigi in Saint Germain des Prés, quartiere letterario frequentato da filosofi e poeti) presenta 50.000 volumi esposti assimilando lo spirito del luogo.
Also in this case we should see our own store through the eye of the client and ask ourselves “personal questions”, that is «what is its voice like? », «how old is it? », «if there was no sign, would the client understand to be here?», «which are its distinctive features?». The result of this approach leads to the attention for those details telling a story (materials, counters, objects, perfumes, noises) and for those expert people that have accompanied the clients over time. Italian stores are a true gallery of personalities, extremely fascinating for foreigners, not to be hidden behind the anonymity of international chains and not to be sacrificed to the search for contemporaneity. The latest openings of luxury retailers testify, on the contrary, a strong search for quarters with a history and a soul, combined to emerging areas. For Paris Marais and Saint Germain des Prés, for New York Hudson Yards, in Milan the Corso Como/Porta Nuova area.
ACQUIRENTI ON LINE ALMENO UNA VOLTA
22 milioni di Italiani (Di cui 50% regolari)
WEB ROOMING
40% in generale
SHOW ROOMING
24% in generale e 36% fashion
Il nuovo reparto calzature di Le Bon Marché a Parigi interpreta e valorizza l’anima del "Paradiso delle Signore", luogo simbolo della Belle Époque immortalato in un romanzo di Zola e culla dei Department Store.
SOCIAL SHOPPING
28% degli Italiani (43% millennials)
IN STORE ON LINE
28%
CLICK&COLLECT
32% Interessati, dichiarano di volerlo usare
OMNICANALITÀ
Fonte: SCS consumer&retail trend 2015 Osservatorio Multicanalità Politecnico di Milano
Inside Jewelry VETRINE
arcobaleno
prezioso Semplici strisce di cartoncino colorato creano un raffinato sfondo cromatico per i gioielli di Damiani in via Montenapoleone a Milano di Lilli
I
Bacci
mpatto. Una poesia di William Wordsworth del 1802 comincia così: «Il mio cuore batte più forte quando intravedo l'arcobaleno». Sembra questa l’ispirazione del creativo che ha progettato queste vetrine di Damiani (ottobre 2015): sullo sfondo delle bacheche in cristallo fitte strisce colorate dal rosso al violetto diventano infatti una piccola scena teatrale per la presentazione dei prodotti. Componenti. Un pannello 50x60 è ricoperto di strisce di cartoncino sfrangiate nei colori arcobaleno dal rosso al giallo, arancio, verde, viola e fa da sfondo agli espositori in raso di seta color avorio nelle teche di cristallo temperato. La vetrina è composta da tre totem a base scura posizionati davanti a una tenda in chiffon di seta sapientemente drappeggiata in colori dall’avorio al caffè. Illuminazione. Quattro faretti a led da incasso di circa 15 cm di diametro sul soffitto della vetrina. Punti di forza. Con una tradizione quasi centenaria, Damiani si distingue da sempre per la qualità dei prodotti e il design esclusivo delle collezioni. Questo permette all’azienda di utilizzare decorazioni anche semplici - come appunto il cartoncino colorato - che accrescono, anziché immiserire, l’eleganza e la preziosità dei gioielli. Punti deboli. I colori pieni e intensi, restando sul fondo che non viene direttamente illuminato, rischiano di risultare un po’ troppo cupi, mentre il piano di appoggio assorbe tutta la luce creando molto contrasto con lo sfondo. English translation: see page 103
In alto la vetrina centrale in cui l'effetto di luceombra sui totem a base scura risulta acceso dall'arcobaleno di carta sullo sfondo. Inattesi contrasti cromatici aggiungono spessore e tridimensionalità ai gioielli esposti. A fianco e sopra alcuni dettagli dei supporti in raso di seta color avorio.
l'Orafo 2015
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dicembre
Inside Jewelry
NEW WINDOWS
shopping
di lusso Il Miami Design District è dedicato a moda, design, arte e alimentazione di alto livello. Ma i gioielli sono una delle maggiori attrattive di
Simona Infantolino
U
n nuovo quartiere poliedrico è nato a nord di Midtown Miami, in Florida. Si tratta del Miami Design District, una vasta area dedicata a moda, design, arte, architettura e alimentazione. Il distretto, strutturato come una vera e propria cittadella del lusso, è di proprietà del Miami Design District Associates, frutto di una partnership tra Dacra, azienda fondata da Craig Robins che si occupa di arte e cultura, e L Real Estate, fondo immobiliare dedicato allo sviluppo del retail di lusso. La zona è stata progettata come luogo ideale per coinvolgere residenti e visitatori in esperienze culturali e culinarie ma anche e soprattutto in momenti di shopping di alto livello. Alla realizzazione del progetto hanno collaborato numerosi architetti internazionali - tra i quali il giapponese Sou Fujimoto, che si è ispirato agli ecosistemi organici per la realizzazione dei grandi edifici in vetro che ospitano i negozi - ma anche diversi artisti che hanno arricchito la zona con le loro installazioni. All'interno degli edifici trovano posto showroom, gallerie d'arte, negozi, gallerie d’antiquariato, ristoranti e bar. Il vero protagonista, tuttavia, è il lusso nel senso più prezioso del termine: Cartier, Hublot, Loro Piana, Omega, Panerai e molti altri nomi dell'alta gioielleria e orologeria hanno aperto nel distretto le loro boutique. Meno note, ma ben affermate negli Stati Uniti, anche le maison italiane Roberto Coin e Vhernier hanno conquistato spazio all'interno del Miami Design District con il loro luccicante, preziosissimo Made in Italy.
Sono moltissimi i grandi brand dell'alta gioielleria e orologeria che hanno aperto propri spazi all'interno del Miami Design District. In questa pagina, uno scorcio della lussuosa area commerciale e gli edifici che ospitano le boutique di Bulgari e di Tiffany & Co. ■ Many international high jewellery and watchmaking brands have opened their own stores inside the Miami Design District. This page: a view of the commercial area and the Bulgari and Tiffany & Co. buildings.
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dicembre
Inside Jewelry
TECNOLOGIA
gli orafi a
santa fe
molto interessanti e utili. Altro tema trattato è stato l’annerimento dei gioielli in argento, sia dal punto di vista delle prove per evidenziarlo sia dei metodi per rallentarlo, dall’imballaggio ai trattamenti protettivi. Per i temi prettamente metallurgici va ricordata la tradizionale lezione di metallurgia di Chris Corti, che quest’anno trattava il miglioramento delle caratteristiche meccaniche attraverso il trattamento termico, metodo semplicissimo, ma ancora non troppo utilizzato dalle aziende orafe. Si è parlato inoltre dell’effetto delle microaggiunte sulle caratteristiche delle leghe preziose. Altri argomenti stimolanti riguardano l’utilizzo dei materiali ceramici, l’impiego del colore, dalle leghe alle gemme, l’utilizzo di tecniche antiche come l’incisione geometrica di precisione (guilloché) e il “mokumé gané”. Da seguire con attenzione anche i progressi della fusione selettiva con il laser (Slm - metallurgia delle polveri) presentati dalla Pro Gold di Trissino, che ormai già da vari anni sta conducendo approfonditi studi su questa tecnologia innovativa. Difficile dire se il Slm arriverà mai a entrare in competizione col colaggio a cera persa, ma di certo rappresenta una tecnologia veramente interessante. Come sempre, il simposio ha offerto numerosi spunti e idee che possono interessare l’industria orafa e sarebbe utile e auspicabile che gli operatori vi partecipassero in prima persona, condividendo le proprie esperienze e i propri problemi: senza nulla togliere agli istituti scientifici, solo un orafo può realmente cogliere tutte le opportunità che il simposio offre. Né bisogna pensare a memorie scientifiche di difficile comprensione: per lo più si tratta di comunicazioni pratiche, che possono trovare immediata applicazione nel lavoro di tutti i giorni. Mi riferisco, per esempio, a una memoria sui “segreti” della saldatura, in cui sono stati presi in considerazione i vari aspetti del processo, molto spesso basati su convinzioni errate o fuorvianti. Interessante anche una memoria sulla correlazione tra i componenti delle leghe preziose, rame in particolare, e la comparsa di macchie sulla pelle di chi indossa oggetti fabbricati con quelle leghe. Chi fosse interessato può acquistare dalla Rio Grande gli atti del simposio. Per la cronaca, negli ultimi anni ci sono stati dei cambiamenti nella proprietà della Rio Grande, ma il simposio - che nel 2016 festeggerà i 30 anni di vita - rimane saldamente nelle mani del suo ideatore, Eddie Bell. In questa pagina: i relatori del Simposio e un momento del Festival delle Mongolfiere di Albuquerque.
Buona la partecipazione all'annuale Simposio, che come sempre ha costituito un'interessante opportunità di aggiornamento e discussione di Valerio faccenda
L
a 29a edizione del Simposio di Santa Fe sulla tecnologia della fabbricazione dei gioielli si è conclusa con numeri confortanti: 170 i partecipanti, 40 extra-Stati Uniti. Di questi, 20 dall’Europa - da notare la presenza di Cartier e Swatch - e in particolare sette dall’Italia. Tra i partecipanti americani, nutrita la presenza di orafi, anche da piccole aziende. Cresce l’interesse per questo convegno anche da parte di università e istituti di ricerca. Oltre al Politecnico di Torino, che già da anni partecipa attivamente al simposio, quest’anno erano presenti università dal Brasile, dal Portogallo, dalla Cina e dalla Thailandia e, come sempre, l’Istituto Tedesco dei Metalli Preziosi di Schwäbisch Gmünd (Fem). L’allargamento dell’interesse del mondo scientifico per il settore orafo è certamente positivo ed è potenzialmente utile per la comprensione e la soluzione dei problemi che si possono presentare in produzione: proprio questo è il principale obiettivo che si è prefisso il simposio fin dalla sua prima edizione. Le memorie discusse sono state 23 e hanno toccato vari argomenti, da quelli puramente tecnici a quelli riguardanti l’organizzazione, che stanno riscuotendo un interesse sempre maggiore. Su questo tema si è discusso in particolare dell’importanza strategica del “marchio” e di come sfruttare i nuovi metodi commerciali (marketing e vendite) prendendo come esempio Tiffany & Co. e Swatch. In passato avevano riscosso un forte interesse le comunicazioni di Cartier sul proprio sistema di qualità, dalle quali emergeva anche la profonda conoscenza metallurgica da parte di questa azienda. Sempre presenti le testimonianze sul colaggio a cera persa, dalle cere, memoria presentata dalla Riacetech di Arezzo, al colaggio a cera persa del titanio, memoria presentata dal Fem, che già lo scorso anno aveva presentato i risultati di una ricerca sul colaggio a cera persa del platino. In passato il Fem aveva condotto ricerche simili sul colaggio a cera persa dell’argento e dell’oro, cui avevano partecipato anche aziende italiane, con risultati l'Orafo 2015
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dicembre
Inside Jewelry GOLD/ITALY
tra gioiello
e moda
Crescono gli espositori e i buyer stranieri presenti alla fiera di Arezzo: segnali positivi sia per l'export sia per il mercato interno di
Simona Infantolino
A
ccanto ai gioielli, i grandi protagonisti della terza edizione di Gold/Italy, fiera aretina dedicata all'oreficeria italiana, sono stati i buyer, soprattutto quelli internazionali. Infatti, secondo i dati raccolti dall’ente aretino, più di 330 buyer da 98 paesi hanno visitato la manifestazione. Molti anche gli americani, che hanno sfruttato la forza attuale del dollaro lasciando ben sperare per l'export del Made in Italy negli Stati Uniti nei prossimi anni. Cifre in aumento anche per gli operatori coinvolti, oltre 6100, e per gli espositori che sono stati oltre 260, il 25% in più rispetto all'edizione del 2014. Risultati che il presidente di Arezzo Fiere e Congressi Andrea Boldi attribuisce anche all'innalzamento della possibilità di pagamenti in contanti fino a 3mila euro, un provvedimento che ha restituito respiro agli acquisti di oro e gioielli e che lascia immaginare una ripresa del mercato interno. Come sempre Gold/Italy ha rivolto uno sguardo privilegiato alla moda nell’area Glam Lab in cui hanno sfilato gli abiti di Gianluca Capannolo e i più apprezzati gioielli degli espositori: momento clou le premiazioni del concorso Riflessi d’Autore dedicato al gioiello fashion e agli stilisti internazionali. Prossimo appuntamento nella città toscana il 7 maggio con la 37esima edizione di OroArezzo. ■ Besides jewels, buyers especially international ones - have been the prominent figures of the third edition of Gold/Italy, the exhibition dedicated to Italian jewellery held in Arezzo. According to the data collected by the Arezzo organisation, in fact, the exhibition was visited by more than 330 buyers coming from 98 countries. Among them, there were many Americans, who exploited the current strength of dollar, raising hopes for the export of Made in Italy products in the U.S. The figures are also increasing for both the involved operators - more than 6100 - and exhibitors - over 260 - with a 25% increase when compared to the 2014 edition. Andrea Boldi, the president of Arezzo Fiere e Congressi, attributes part of these results to the possibility of paying cash for amounts up to 3,000 Euros, a measure that brought relief to the purchases of goldware and jewellery and that provides hope for a revival of the internal market. Internationality and significant numbers, therefore, characterised this edition of Gold/Italy, which - as always - dedicated a privileged look to fashion in the Glam Lab area, where the clothes by Gianluca Capannolo and the most appreciated jewels of the exhibitors were presented: the climax of the event was the prize-awarding ceremony of the Riflessi d'Autore contest, reserved to fashion jewellery and international designers. The next appointment in the Tuscan city will be the 37th edition of OroArezzo, on May 7th. l'Orafo 2015
Dall'alto, in senso orario, il gioiello di Giordini che ha partecipato come finalista al concorso "Riflessi d'autore", il gioiello di Unoaerre vincitore nella categoria Scultura, il gioiello di Orocinque (anch'esso premiato nella categoria Scultura) e quello di Alunno&Co. Gli abiti sono di Gianluca Capannolo.
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dicembre
IL TARÌ
la ripresa
del sud
MILANO
il mondo di
Risultati positivi per Il Tarì Mondo Prezioso, che ha registrato un deciso aumento nel numero di espositori e visitatori
ravasco
di
R
isultati decisamente positivi per Il Tarì Mondo Prezioso, che si è svolto presso il centro orafo di Marcianise dal 9 al 12 ottobre scorso. Tra aziende insediate e ospiti, oltre 500 espositori hanno presentato le proprie collezioni, in vista delle festività di fine e inizio anno, a circa 20 mila operatori in visita, per lo più dettaglianti del Centro e del Sud Italia, tradizionale bacino del Tarì. Positivi i commenti espressi dalle aziende espositrici, che in generale hanno dichiarato un significativo aumento del volume di vendite rispetto alla precedente edizione. Il prossimo appuntamento è fissato per il 29 e 30 Novembre con Il Tarì Pronto Natale, un evento studiato ad hoc per i dettaglianti orafi, a pochi giorni dalle vendite natalizie. Per info: www.tari.it. In alto: anello della collezione Links di Rovian Gioielli, in oro con diamanti e corallo cabochon. In basso: orecchini di Mattia Mazza, realizzati in oro con corallo, onice e diamanti. ■ Il Tarì Mondo Prezioso, held at the goldsmith centre of Marcianise from 9th to 12th October, evidenced decidedly positive results. Among local and guest companies, over 500 exhibitors presented their collections, in view of the upcoming year-end holidays, to about 20 thousand attending operators, mostly retailers coming from the centre and south of Italy, traditional catchment area of Tarì. The exhibitors expressed positive comments evidencing, as a whole, a remarkable increase in the sale volume when compared to the previous edition. The next event is Il Tarì Pronto Natale, due to be held from 29th to 30th November. This is an exhibition specifically thought for goldsmith retailer, just a few days from Christmas sales. For further information: www.tari.it. Above: a ring from the Links collection by Rovian Gioielli, in gold with diamonds and a cabochon coral. Right: earrings by Mattia Mazza, made in gold with coral, onyx and diamonds.
Villa Necchi Campiglio ospita una esposizione dedicata all'orafo e creatore genovese famoso soprattutto per gli oggetti d'arredo e d'arte sacra di
Simona Infantolino
V
illa Necchi Campiglio, grazie all'organizzazione del Fai, accoglierà a Milano fino al 6 gennaio "Alfredo Ravasco. Principe degli orafi", una mostra che rivela al pubblico più di 90 creazioni del talentuoso orafo genovese. Per l'occasione è stato realizzato anche un catalogo che raccoglie tutte le opere esposte, raccontando una storia di lusso e creatività attraverso bozzetti, disegni, documenti d'archivio e soprattutto fotografie dei pezzi più celebri del maestro, tra oggetti d'arredo e arte sacra. La realizzazione del catalogo è stata possibile grazie al contributo della famiglia Pennisi, titolare della storica gioielleria in Via Manzoni e proprietaria della più importante collezione privata di opere di Ravasco. In alto, la biblioteca di Villa Necchi Campiglio; in basso, un oggetto d'arredo di Alfredo Ravasco. ■ Villa Necchi Campiglio in Milan, thanks to the organisation of Fai, will host “Alfredo Ravasco. Prince of Goldsmiths”, an exhibition that presents to the public over 90 objects of the talented Genoese goldsmith. A catalogue has been prepared for this occasion; it includes all the exposed works, telling a story of luxury and creativity through sketches, drawings, archive documents and, especially, pictures of the most renowned pieces of the Master, including both furnishing objects and sacred art. The preparation of the catalogue has been possible thanks to the contribution of the Pennisi family, owner of the historical jewellery in Via Manzoni and of the most important private collection of Ravasco works. Above, the library in Villa Necchi Campiglio; below, a piece of interior design created by Alfredo Ravasco.
l'Orafo 2015
Antonella Garello
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dicembre
Inside Jewelry FRIBURGO
On the
trade ISTANBUL
tra due
mondi Recordi di visitatori per la manifestazione di Ottobre, che si è confermata un ponte ideale tra i mercati europei e asiatici di Federica
S
Guccini
i è conclusa lo scorso 18 Ottobre la 41a edizione dell'Istanbul Jewelry Show, fiera internazionale dedicata a oreficeria, gioielleria, gemme, orologi e settori correlati. La fiera, organizzata da UBM Rotaforte, si è confermata un appuntamento estremamente interessante per gli approvvigionamenti in vista delle festività di fine anno e per la posizione strategica di Istanbul, perfetta "finestra" non solo sul mercato turco, ma anche sui Paesi dell'intera Europa, sulla Russia e sull'area CIS, sul Medio Oriente e sul Nord Africa. La manifestazione si è conclusa con la partecipazione record di 17.500 visitatori da 107 paesi a fronte di 840 espositori da 26 Paesi. Il mercato turco della gioielleria è del resto particolarmente vivace: la Turchia è il quinto Paese importatore di gioielleria al mondo, nel Paese si lavorano annualmente circa 300 tonnellate di prodotti di oreficeria e il settore orafo impiega oltre 300 mila addetti. Il prossimo appuntamento con l'Istanbul Jewelry Show è in programma dal 10 al 13 Marzo 2016 per l'edizione primaverile. Per informazioni: www.istanbuljewelryshow.com. ■ An international exhibition of jewellery, goldware, gemstones, watches and related equipment for trade professionals, the 41st Istanbul Jewelry Show ended on October 18 with record numbers: 17,500 visitors from 107 countries and 840 exhibitors from 26 countries. The show confirmed itself once again as an interesting opportunity for checking out products ahead of the holiday sales seasons, organised by UBM Rotaforte and strategically located in Istanbul, a perfect "window" on the Turkish market as well as European countries, Russia and the CIS area, the Middle East and North Africa. The Turkish jewellery market is indeed very lively: Turkey is the fifth largest importer of jewellery worldwide, with about 300 tons of gold products worked in the country every year and more than 300 thousand employees. The next spring edition of the Istanbul Jewelry Show is scheduled for March 10 to 13, 2016. More info at: www.istanbuljewelryshow.com.
La terza edizione della fiera tedesca conferma sostanzialmente i numeri dell'anno scorso. In aumento i produttori di utensili e macchinari di Federica
D
Guccini
al 19 al 22 Marzo 2016 si ripresenterà al settore la Jewellery & Gem Fair - Europe, organizzata da UBM Asia e UBM Emea e anche per questa sua terza edizione ospitata nel centro espositivo di Friburgo. Concettualmente complementare rispetto a Baselworld, da cui dista poco più di 40 minuti, la manifestazione tedesca sostanzialmente riconferma i numeri dell'anno scorso, con oltre 400 espositori provenienti da tutto il mondo che proporranno un'ampia scelta di gioielli finiti, pietre, perle, packaging. In deciso aumento - anche nel caso degli espositori italiani - sembra essere il numero delle aziende produttrici di macchinari e strumentistica. Gli organizzatori hanno anche predisposto una serie di misure per facilitare l'arrivo in fiera, che comprendono tra l'altro un servizio gratuito di navette da e per Basilea e una convenzione con le Ferrovie Tedesche che consentirà l'acquisto di biglietti a prezzi agevolati. Per ulteriori informazioni: www.jgf-europe.com. ■ The third edition of Jewellery & Gem Fair – Europe, organised by UBM Asia and UBM Emea, will be held at the Freiburg exhibition centre on March 19 to 22, 2016. Being just over 40 minutes away from Baselworld and thought as complementary to the famous Swiss event, the German fair is set to attract the same numbers as last year, with over 400 exhibitors from around the world offering a wide range of finished jewellery, stones, pearls, and packaging. Apparently, the number of machinery and equipment manufacturers, including Italian exhibitors, has increased considerably. The organisers have arranged several services and solutions to make the event more accessible, including a free shuttle service to and from Basel and an agreement with Deutsche Bahn for purchasing tickets at discounted prices. For further information: www.jgf-europe.com.
BASILEA
il top del
lusso
Come sempre, Baselworld saprà riunire per otto giorni i grandi brand internazionali dell'orologeria e della gioielleria di
Antonella Garello
S
inonimo di lusso e internazionalità, Baselworld 2016 è in programma dal 17 al 24 Marzo nel centro fieristico della cittadina elvetica. Come sempre, la manifestazione riunirà i principali marchi di orologeria, gioielleria e gemme, ma anche di settori complementari come quelli del packaging, dell'arredamento, dei macchinari e della sicurezza. In occasione della scorsa edizione, Baselworld ha riunito oltre 1500 espositori e ha richiamato 4300 giornalisti e quasi 160 mila visitatori, tutti professionisti del settore provenienti dai cinque continenti. Proprio la sua vocazione internazionale e la qualità dell'offerta espositiva fanno del Salone svizzero un punto d'osservazione privilegiato per intercettare le nuove tendenze in fatto di pietre, tagli, design, materiali e tecnologia. Inoltre è proprio a Baselworld che i grandi brand internazionali della gioielleria e dell'orologeria mondiali lanciano le nuove collezioni, trasformando la manifestazione in uno straordinario palcoscenico che immancabilmente riesce a calamitare l'attenzione di operatori, buyer, commercianti di pietre, diamanti e perle, retailer di alto profilo, tecnici e designer. Le opportunità offerte da Basilea sono praticamente uniche, e per tutte queste ragioni, anche in un momento economicamente complicato come questo, con logiche di approvvigionamenti, lavorazioni e pagamenti in continua evoluzione, per tante aziende Baselworld resta un appuntamento da non mancare, una vetrina in cui essere presenti ogni anno. La partecipazione alla fiera, con tutti i costi relativi, non è certo affare di poco conto: ma a ogni edizione il settore, immancabilmente, si ritrova ben assistito nei lussuosi, organizzatissimi padiglioni della fiera svizzera. In questa pagina, in alto: uno scorcio di Baselworld 2015. Al centro: anello della collezione Pied de Poule di Roberto Bravo, in oro con diamanti e ametista; il contrasto cromatico è il frutto di una speciale tecnica di colorazione. In basso: orecchino Gorgonia della collezione Thalassa di Alessio Boschi, realizzato in oro e impreziosito da diamanti, zaffiri gialli, rosa e viola e una splendida perla gold South Sea. l'Orafo 2015
■ Synonym of luxury and internationalism, Baselworld
2016 will be held from 17th to 24th March at the Exhibition Centre in the Swiss town. As usual, the event will bring together the main brands for watchmaking, jewellery and gems, also including those connected to accessorial sectors such as packaging, interior decoration, machinery and safety. During the latest edition, Baselworld hosted over 1500 exhibitors, attracting 4300 journalists and nearly 160,000 visitors, all of whom industry professionals coming from five continents. Its international vocation and the quality of the exhibition offering make the Swiss fair a privileged observation point to identify new trends as for gems, cuts, design, material and technology. Moreover, the big international brands of world watchmaking and jewellery launch their new collections at Baselworld, turning the event into an exceptional stage that is invariably able to attract the attention of operators, buyers, traders of gems, diamonds and pearls, as well as high profile retailers, engineers and designers. Baselworld offers virtually unique opportunities and, for all these reasons, even in such an economically complex period, with continuously evolving logics concerning purchasing, workings and payments, for a lot of companies Baselworld is still an event not to be missed, a showcase where to be on display. The attendance to the exhibition, with all its relative costs, is not a secondary matter: however, at each edition, the sector invariably meets in the luxurious and well organised stands of the Swiss show. On this page, top: a view of Baselworld 2015. In the middle: a ring of the Pied de Poule collection by Roberto Bravo, in gold with diamond and amethyst; the chromatic contrast is obtained through a special colouring technique.Bottom: Gorgonia earring of the Thalassa collection by Alessio Boschi, made in gold and enriched with diamonds, yellow, pink and violet sapphires and a wonderful South Sea gold pearl. 101
dicembre
Inside Jewelry GEMMOLOGIA
perle da
record La perla più antica al mondo e quella più grande sono state trovate a distanza di pochi mesi, due notizie che hanno fatto gridare al miracolo di Luigi
E
Costantini - IGI managing director settore formazione
come si potrebbero definire, altrimenti? Sentite un po’ qua e ditemi voi. Insomma, io ero rimasto ai miei vecchi testi – e nulla sinora m’era saltato all’occhio che li smentisse – ove si diceva, paro paro, che “la perla è una delle gemme più delicate, cosa che probabilmente spiega perché gli archeologi abbiano recuperato solo pochi monili con questo materiale. Il più antico gioiello con perle di cui si abbia notizia è una collana riportata alla luce durante gli scavi d’una tomba d’una principessa, a Susa, dimora invernale degli antichi re persiani. Risale almeno al 400 avanti Cristo”. Così, i miei vecchi testi. Ora, tutto d’un colpo - quest’anno, a distanza di pochi mesi – salta fuori prima una perla naturale di 2.000 anni fa, e poi un perlazzone definito «la più grande perla naturale che sia mai finita sotto il martello del battitore a un’asta». Beh, ce n’è abbastanza per ricamarci un po’ su, se non altro perché la notiziola merita la sua brava posizione d’onore nel vostro baedeker professionale. E veniamo al dunque: posto che di perle naturali d’acqua salata si sta parlando, quella che io denominerei “la perla matusalemme” se ne stava acquattata sotto un mucchio di conchiglie e d’altri rimasugli non edibili nelle vicinanze d’un abitato preistorico in una località chiamata Brremangurey Rockshelter, sull’Admiralty Gulf, Costa Settentrionale di Kimberley, Australia Occidentale, territorio sotto la giurisdizione del Wunambal-Gaambera Aborigenal Corporation. Questo per dirvi che è una cosa seria, e, come recitava quella famosa pubblicità, basta la parola. Se poi c’erano di mezzo l’Università di Wollongong e del New England, di più ancora: quei ricercatori, nel guardarsi bene dall’asportare anche un niente dal prezioso reperto, l’han spedito difilato a dei laboratori ove si son eseguite delle micro-tomografie computerizzate onde stabilire se per caso non si trattasse d’una moderna perla coltivata finita là Dio solo sa come. Eh già: dassi il caso che non lontano da Brreman-eccetera vi sia il cuore pulsante degli allevamenti australiani di perle coltivate. Il che è tutto dire e non sia mai, anche perché questo sarebbe il primo ritrovamento del genere in tutta la storia australiana! E invece è andata per il meglio, passi la paura. La micro-tomografia computerizzata (benedetta sia la mtc e santo subito il suo inventore) rivela in dettaglio la struttura interna della ciliegina: tutta perlagione! Pria d’esser sputata via con rabbia da un aborigeno che in quei dì si dava ai pasteggi a base di prelibatezze, la nostra perla crebbe, nel corso d’un decennio (così s’è potuto stabilire) all’interno d’una regolare Pinctada d’acqua salata. Oh, come vorrei tanto sapere, se così fosse avvenuto, quali potessero esser mai state le espressioni verbali di quel nativo, in quell’occasione! Bene, l'Orafo 2015
s’esegue poi un’analisi al radiocarbonio pure sugli avanzi solidi risultato di quelle scorpacciate di molluschi di qualche millennio fa e si conferma la data: l’ingozzamento è avvenuto 2000 anni addietro, bontà loro. Oh gioia, oh giubilo, oh gaudio! Sai che jella tremenda sarebbe stata se quel bellissimo, unico sinora, campione archeologico australiano di perla naturale - e per di più rotonda, accadimento assai raro tra le naturali – fosse stata una perla coltivata! Non vi dico, allordunque, a quanto possa ammontare il valore d’un simile reperto, perché neanche loro gli archeologi, intendo - prima di porlo sotto chiave al Western Australian Maritime Museum, l’han saputo dire. E qui mettiamo fine alla lodevole storia. Passiamo ora al più gran perlazzone naturale al mondo che sia mai finito sotto il martello del battitore. Anche qui, miraculum! Siamo a Salisbury, nel Wiltshire, nella miglior tradizionale Inghilterra dunque, e un non meglio identificato punter (che il dizionario dà sia come “chiattaiolo, chi usa imbarcazioni spinte da pertiche”, sia come “puntatore al gioco, alle corse di cavalli”, e io malignamente punto sul fatto che il fedifrago appartenga a quest’ultima categoria sociale più che alla prima) dà alla Casa d’Aste Woolley&Wallis un paio di orecchini della moglie (udite, udite, aveva perso al gioco o abbisognava di fondi per giocare, per mettere all'asta gli orecchini della moglie?), uno dei quali orecchini porta incastonato questo nocciolone bello rotondo e bianco con colori di superficie rosa e verde, che fa 17,4 mm in diametro e 33,14 carati in massa (peso), mentre l’altro pezzo esibisce un pari nocciolone grosso modo d’egual fatta. L’esperto della Casa s’accinge a esaminare il tutto per l’assegnazione del prezzo d’asta e ti tira un salto di mezzo metro sulla sedia: uno dei due noccioloni è una perla da Pinctada maxima dorato-labiata con 10 anni d’accrescimento ed è una perla naturale! La si spedisce di repente a Londra e in Svizzera, e i laboratori di colà confermano la diagnosi. Le si assegna un valore che può raggiungere i 300.000,00 euro ($ 420,000.00 ovvero £ 250,000.00), la si definisce la più gran perla naturale d’acqua salata mai andata all’asta, in tutto il mondo, e il “puntatore” va in deliquio: per fortuna che non gli è mai passato per la testa di liquidare col divorzio la sua dolce metà, la quale per anni ha indossato con nonchalance e quasi con trasandatezza quel paio d’orecchini! E per quell’altra perla? È una coltivata d’acqua salata, e chissenefrega: voi intanto, se siete anzianotti anzichenò e vi siete tenuti stretti la vostra vecchia, date un’occhiata a quei suoi orecchini che se ne stan là da anni in quel cassetto. Vedi mai… English translation: see pag. 103 102
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the future generation See Page 23 They are an actual social case rather than a generation: pollsters, research centres and experts continue to analyse the manners, tastes and habits of the so-called Millennials, i.e. the youngsters - now 18 to 30 years old - born after the 1980s. The opinions about these youngsters are divided: on one hand, there are those who appreciate their resourcefulness, providing economic support to the creators of new apps, new software, new start-up companies; on the other hand, there are those - like the former Ministry of Economy Padoa Schioppa or the former Ministry of Public Administration and Innovation Renato Brunetta - who defines them as «big babies that must be sent away from home». No wonder, therefore, if one Millenial out of two, according to a survey of the American Pew Research Center, feels distant and not represented by politics. This lack of trust, according to the same study, also includes religion (three out of ten do not believe in any God) and marriage (less than three out of ten are married). These behavioural data highlight a great distance between this generation and the previous ones, their parents - born between the 1960s and the 1980s - and their grandparents - born between the end of WW2 and the 1960s. The distance further increases considering the work environment and the insecurity conditions that forces more than half of the Millenials to live at their parents’ home up to 30 years and later; this economic uncertainty also inevitably affects their consumption, orienting their choices towards the most accessible products. This explains the mass market boom as well as the reason the jewellery sector increasingly focussing on custom jewels, on alternative materials - silver and steel instead of gold and on low cost clothing stores. And so, the Stroili, Morellato, Swarovski and Bluespirit store chains, smart jewellery brands that found a winning balance between appealing design and reasonable prices, spring up besides the increasingly numerous and huge H&M and Zara stores. In this scenario,
few Millennials - one out of five, actually remain faithful to the big brands and even when they decide to invest their savings in a luxury brand they choose the iconic, timeless product, not the trendy one that will soon be out of fashion. In order not to lose the young market share, however, some big jewellery names, such as Pomellato with the Dodo line, Gucci with its steel collections and Tiffany & Co. with its silver pendants, have designed easy products with lower prices than their top lines and have renewed their advertising language through the use of Internet, apps and, mostly, of video clips, with TV commercials featuring ambassadors and plots closer to the lifestyle of the youngest generations. TV series made the Millennials both protagonists and users and also, in some cases, authors of very successful works. Typical examples include the four twenty-year old friends of “Girls” (a comedy-drama written and interpreted by Lena Dunham, herself a twenty-year old), the rich boys of “The O.C.” and “Gossip Girls” and the musical students of “Glee”. Such juvenile sagas amplify trends and diffuse consumption attitudes, creating bestsellers like the Converse All Star sneakers, nowadays on the feet of any youngster. The most evolved, or smartest, companies have also reinvented themselves on social media, the weak spot of a native digital generation that made technology its winning weapon and smartphones an extension of their hands. The smartphone is only the tip of the iceberg as regards the technological addiction of Millenials, who are increasingly tied to the Net and to the media in order to continuously keep in touch with their circle and with the rest of the world. It is not by chance that Facebook was invented by one of them: the young Mark Zuckerberg of eleven years ago - then a Harvard student conceived, together with his fellow students, one of the greatest social networks ever created in history, triggering the media boom that led to the creation of Twitter, Instagram, Pinterest and also, partially, of citizen journalism. Zuckerberg, however, is only one of the many examples of brilliant Millennials who, betting on themselves, revolutionized the way we conceive social relationships, information and communications. Will his contemporaries be able to continue? And will they be able to better orientate their destiny, which today appears to be so uncertain, at least from the economic point of view? l'Orafo 2015
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VIANNA: A MATTER OF GINGA See Page 54 The roots of Vianna Brasil intertwine with the origins of Belo Horizonte, the capital of the Minas Gerais mining state as well as the first Brazilian city designed and built from the ground up at the end of the 19th century. Raymundo Nonato Vianna starts his career as a goldsmith right in those years. «He defined the identity and the DNA of the future company from the very start - says Karla Antunes, current marketing director and creative manager of Vianna Brasil - by creating, being the exceptional craftsman he was, fabulous unique pieces. The reputation of his great skill and creativity immediately spread in Belo Horizonte, then quickly crossed the national borders. One of his works is on display at the Vatican Museums». Raymundo Vianna, a charismatic representative of the second generation, devises commercial strategies to broaden the sphere of activity to the whole Brazil and opens stores in the new capital city, winning the approval of the new developing middle-class. In the 1990s, the Rômulo and Ricardo Vianna brothers - the latter is the current president and CEO - started the retail project and founded the Vianna Brasil brand, which gained immediate international success: its collections are now present in the most prestigious jewellery and department stores of 40 countries worldwide. The fourth generation is already appearing with the young Donato Vianna, who is preparing for the new generation change and for the challenge of continuing the expansion of the brand, of implementing the retail project through the opening of new stores, starting in the USA, and of attracting the new generations without losing the support of historical customers. «Vianna Brasil is a brand with a unique appeal: it can express the whole experience of four different generations continues Karla Antunes - that, from time to time, have been able to add a contemporary style and outlook to the experiences and skills gained in the past». She herself, in any case, has established a complex professionalism, merging two completely different spirits. «Personally, jewellery has always been a part of my life and of my interests, since I come from a family of artists and sculptors. I grew up in an artistic environment, but, in the end, I graduated in business and marketing: years of work taught me to make the most of these two experiences - design and commercial strategies - at
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the company. I started working in the commercial area, but over time I assumed the responsibility of the creative management. In this double role, I can help harmonising the energies of our highly professional designer team with the strategies we believe in. I must say that, thankfully, our jewellery lines are received with ever increasing interest and enthusiasm at international level». Gems, especially Brazilian ones, are the true show-piece and the hallmark of the outstanding jewellery of Vianna Brasil. «Gems - there is no doubt about it - are the first and primary source of inspiration for our collections. The brand ever since defines its sign by combining traditional cuts and fancy, custom-designed cuts which make up jewels balanced between geometrical and organic shapes, enriched by unexpected colour combinations. We have a really talented team dealing with the selection of the best stones and capable of choosing the best from the best. Every single gem, anyway, is inspected and approved by myself and by the design department before it is sent to production. Most of the gems we use come from Brazil: we are proud of enriching our collections with the wonderful stones of our country, such as tourmalines, topazes, beryls and quartzes». Jewels come into existence and grow inside the company, where they are controlled at every manufacturing stage, from their design to the last finishing stages. «The brand strongly believes and invests in the development of contemporary collections; as I previously said, our designer team is extremely talented and knows how to combine Brazilian shapes, textures and colours in our jewels, while simultaneously creating universal jewels, perfect for modern and self-confident women. I and Caroline Galvão, our senior designer, act quite like a "driving belt" between designers and the marketing area». Results are definitely excellent and strengthen the international disposition of the company; Vianna Brasil collections are appreciated worldwide, from
Latin America and USA, where the brand has been sought after since the very start of the activity, to Eastern Europe, where by now it is a must, and to other European countries, where the company is investing to win an important customer base. «The European aesthetic sense is perfectly attuned with the artistic concept on which our jewellery is based and with the way we also manage to express the social changes occurring worldwide in our jewels». As a matter of fact, the brand succeeds in being both “carioca” and really cosmopolitan at the same time, communicating Brazilian colours and moods through universal language and aesthetics. «Vianna Brasil proudly promotes Brazilian lifestyle. Every jewel is feminine and sophisticated, with a typically Brazilian movement and feeling and always with a modern, romantic and glamorous flavour. All our jewels express what we here call Ginga, an almost undefinable, mystic quality of the movement and of the attitude towards life that only we Brazilians have and that is noticeable in everything we Brazilians do. In this sense, every jewel is an explosion of colours taking inspiration from the art, the history, the music and the vivid culture of our country. All the Vianna Brasil jewels are handmade, and thinking about the skill and passion of our masters put in every single piece makes me really proud. Collections may originate from the creation of a unique shape, of a special cut or of an unexpected combination of chromatic hues or shapes… But it is always a matter of colour!». Current economic troubles do not certainly make life easy for jewellery companies and Brazil, like many other countries worldwide, had to face a severe economic crisis. «The main lesson coming from all these troubles is the need to developing increasingly strong creative sensitivity, as well as self-confidence and resilience». If you ask Karla Antunes which are her l'Orafo 2015
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favourite jewels, she does not show the slightest hesitation: «For a start, I believe jewels must be made to be worn every day. In my opinion, jewellery is strictly associated to concepts like celebration, care, love. On the other hand, it is true that an increasing number of women buy their jewels by themselves. My favourite jewels, then, are those I can wear every day and that on one hand express the most current trends, but at the same time bring with them a world of emotions, whether they are a gift from a beloved one or a self-purchase. Specifically, being Brazilian, tourmaline is my favourite gem: green, pink, Paraiba… it does not matter, I madly love them all. And, finally, I couldn’t live without earrings: I think they are the ideal frame for any woman’s face!». Vianna Brasil jewellery appears to be strictly associated with fashion and trends, as a confident Karla Antunes confirms. «Our collections are indissolubly tied to fashion: we carefully monitor fashion trends, but we subsequently transform in a fully personal way the elements we deem more interesting, so as to never betray our style. Moreover, we created a special line - Vianna Lux - for our brand, with a series of peculiar collections that are launched over the year: we are talking about classic-style, timeless jewels with a contemporary touch, unique pieces embellished by very special gems, such as Imperial Topaz, Paraiba Tourmaline, Rubellite, Indicolite, Morganite, Aquamarine and others».
MISANI TIMELESS CHARM See Page 58 Founded in Milan in 1974 by jewellery master and artist Ivo Misani, who died in 1993 at just 55 years old, the Misani brand was purchased in 2004 by entrepreneur Marco Bartolomei, who decided to relaunch it in style, putting its creative direction in the hands of Susanna Roda (who formerly worked for Dolce & Gabbana) and appointed Giorgio Damiano as CEO. We interviewed young designer Susanna Roda, who has been given the task to revive the myth of Misani’s artistic jewellery. What remains of the Misani brand created by Ivo, the great craftsman and artist who founded the jewellery company? The Misani company was established fifty years
ago by Ivo, who focused his work on research and experimentation and created countless pieces of jewellery with unique, unmistakable features; the aesthetic and theoretical principles laid down by the founder are still applied today as we design and create jewellery, allowing us to obtain products that keep a connection with the past. What was the contribution of financier Marco Bartolomei, who purchased the company? He is not really a financier in the classic sense; Marco Bartolomei is an entrepreneur who has worked in finance. In fact, he has more of an entrepreneurial approach than a speculative one; he personally invested in Misani with his own resources, and not through an investment fund. As for his contribution to Misani, we should start by saying that this brand has great untapped potential, it has a unique personality and its jewellery is easily recognisable at first sight. So his contribution was to set up an organisation and a team that would bring out the product’s potential, creatively speaking as well as in terms of marketing and sales. How is the relaunch of the Misani brand going, in Italy and worldwide? We are quite happy for now. Our long-standing customer base of jewellery shops in Italy and abroad have broadly welcomed our idea to offer products that keep up with tradition and our approach geared to cooperation and to the development of genuine partnerships with a view to enhance the Misani brand. At the same time, our first approach to potential new customers and distributors was very positive, which confirmed the potential and uniqueness of our products. How do you combine innovation and tradition in a piece of jewellery? A constant quest for innovation is inherent in the type of product we deal with, and is especially evident in the combination of materials. The presence of precious materials keeps Misani jewellery close to tradition. The ability to bring together and connect different elements is essential to innovate. What “design vision” would you like to bring to the Misani brand? What is the role of innovation and research in your approach to design? It’s not really a matter of vision, but rather constant research with a view to renovate an already excellent product while preserving its timeless charm. I think a designer’s job is of course to come up with new ideas, but also to have a consistent approach to materials, compositions, and shapes. In short, we are required to bring together complex worlds into an excellent product. Perhaps this blend of
complexity and freshness is what best describes my vision of the future of Misani. What does it mean to create “artistic jewellery”? Artistic jewellery is unlike any other. It brings together outstanding technique and precious materials, but also unique design, insight, creative and manual skills in an unrepeatable piece. Artistic jewellery has something to do with everyday life, but also with special and unforgettable moments. Misani has turned imperfection into an expression of quality. How do you interpret this value today? Imperfection was the very essence of materials and the way artists could reveal their presence. This approach can still be successfully used to recover traditional craftsmanship and materials, but we also need to deal with today's constant desire for immateriality and lightness, which no longer seems to be met by the strength of materials. There is another innovative element with enormous potential in Misani’s historical work, and that is the multiplication of elements, the succession of different components, moving and unstructured parts. It is not about the object’s versatility, but rater its ability to change in itself. Elements overlap each another following the body’s movement and they change continuously; materials become mysterious, hiding and revealing themselves, and their shape is never the same. What materials and techniques do you like to use? Can you tell us anything about your latest creations? The Misani brand still uses the same techniques and materials that helped build the company’s success over the years. Our choice as a company was to enhance Ivo Misani’s historical creations. For example, using embossed metal or using metal to add volume to our pieces, rough or imperfect gemstones. These elements are already part of Misani’s aesthetics, but I would like to add some traditional jewellery techniques such as filigree or engraving, which require great skill and craftsmanship, to create light and feminine elements that could give a new flair to our collections. Now that big brands in the jewellery industry are growing increasingly strong, how difficult is it to run a relatively small company such as Misani? It is definitely a fascinating challenge; as our customers will confirm, a product like Misani's has its own niche compared to other traditional jewellery brands, and it always stands out for its unique style and personality. We believe that, with these features, the brand can now aim for global development; the uniqueness of Misani creations l'Orafo 2015
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allows us to enter any market and offer a new product, different from all other existing brands. This is why we are working to ensure that Misani is no longer considered a small company, but rather a brand with a global presence. What is the company’s market position? Misani products are positioned in the mediumto-high-end market segment, but with very unique features. The company actually spans across multiple segments, which is what makes it particularly interesting. We offer a variety of different products, but the artistic nature of our jewellery offers dreamlike creations even to those who choose to wear less expensive jewellery. Will you be focusing on Italian style and craftsmanship during this expansion process? What will be the other pillars of the brand’s international breakthrough? Italian style is and will always be an essential feature of Misani products. Along with the brand’s unique personality, it makes a basic requirement for a healthy, stable development. Italian style lies in the creative skills we put in our products. We Italians are still world leaders in terms of craftsmanship and working with precious metals as well, but we need to keep making sure that this is enough to create a new jewellery line. The issue of going global is very interesting because Misani himself would have seen a huge potential in that in terms of ideas, inspirations and differences, but today it is likely the opposite. So I would call our brand international on the market, and Italian inside.
DAMIANI: RAINBOW BACKGROUND See Page 95 Impact. A poem by William Wordsworth in 1802 begins with these words: «My heart leaps up when I behold a rainbow in the sky». This seems to be what inspired the creator of these shop windows: on the background of the glass, densely packed row of stripes coloured in ranges from red to violet make a small theatrical stage to present products against. Components. A 50x60 panel is completely covered with stripes of fringed cardboard in rainbow colours ranging from red to yellow, orange, green, violet, and makes the background to display units made of ivory coloured satin in tempered glass cabinets. The
English Text window consists of three totems with a dark base, placed in front of a silk curtain carefully draped in colours from ivory to coffee. Lighting. Four niche LED lamps measuring about 15 cm diameter on the ceiling of the showcase. Strong points. Backed by a tradition of nearly one hundred years, Damiani has always stood out thanks to the quality of its products and the exclusive design of its collections. This allows the company to use simple decorations – like coloured cardboard – which highlight rather than diminish the elegance and preciousness of the jewels. Weak points: full and intense colours, staying on a background which is not directly lighted, run the risk of looking too sombre, while the supporting surface absorbs all the light, creating too strong a contrast with the background.
MIAMI LUXURY DISTRICT See Page 96 A new many-sided district developed north of Midtown in Miami, Florida. It is the Miami Design District, a wide area dedicated to fashion, design, art, architecture and food. The district, structured as a small city of luxury, is owned by Miami Design District Associates, a partnership between Dacra, a company founded by Craig Robins dealing with art and culture, and L Real Estate, estate fund for the development of luxury retails. The area was designed as an ideal place to involve residents and visitors in cultural and gourmet experiences, but also, and mainly, in high level shopping. This project was realised thanks to the collaboration of numerous international architects such as Sou Fujimoto, from Japan, who took inspiration from the organic ecosystems for the realisation of glass building hosting the stores, but also of various artists that enriched the area with their installations. Inside the buildings you can find art galleries, showrooms, stores, antiques galleries, restaurants and bars. However, the true protagonist is luxury in the most precious sense of the term. Cartier, Hublot, Loro Piana, Omega, Panerai and plenty
of other high jewellery and watchmaking brands opened their boutiques. Less known, though well established in the US, also the Italian maisons Roberto Coin and Vhernier conquered their space in the Miami Design District thanks to their sparkling Made in Italy.
THE 2015 SANTA FE SYMPOSIUM See Page 97 The 29th edition of the Santa Fe Symposium on jewellery manufacturing technology ended with reassuring figures: 170 attendants, 40 coming from outside the USA. Among them, 20 came from Europe (the presence of Cartier and Swatch is worth noticing), and namely 7 from Italy. Among the American participants, a goodly number of goldsmiths, even from small businesses.The interest in this meeting by universities and research institutes alike is growing. Besides the Polytechnic University of Turin that has been actively participating to the symposium for years, this edition saw the attendance of universities from Brazil, Portugal, China, Thailand and, as always, since the first edition of the Symposium, of the German Institute for Precious Metals of Schwaebisch Gmuend (FEM). The growing interest of the scientific world for the goldsmith sector is certainly positive and potentially instrumental to understand and solve the various problems occurring during the manufacturing process: this is the main aim the symposium has set since its first edition. 23 essays were read which concerned various issues, from the merely technical ones to those connected to organisation that have been evidencing a greater and greater interest. As for this subject, they mainly discussed on the
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strategic importance of the “brand” and on how the new business methods (marketing and sales) could be exploited, taking Tiffany and Swatch as examples. In the past, in terms of organization, a great interest was arisen by Cartier communications on their quality system, which revealed the deep metallurgic knowledge of the company. The essays on lost wax casting were present as usual, from waxes by Riacetech, an Arezzobased company, to the lost wax casting of titanium by FEM that, last year, had already introduced the results of a study on lost wax casting of platinum. In the past FEM had carried out similar studies on the lost wax casting of silver and gold to which Italian companies had taken part obtaining extremely interesting and useful results. During the meeting they also discussed about the blackening of silver jewels, both from the point of view of the tests to highlight it and of the methods to slow it down, from packaging to protection treatments. As for purely metallurgic issues, it is worth remembering the traditional lecture on metallurgy given by Chris Conti that, this year, dealt with the improvement of the mechanical features through the thermal treatment. Despite being a very simple method, it is not extensively used by jewewllery companies. They also discussed about the effect of microaddings on the characteristics of precious alloys. Other issues certainly deserving the attention of goldsmiths concern the use of ceramic materials, the importance of the use of colour, from alloys to gems, the use of ancient techniques, such as the precision geometric engraving (guilloché) and the “mokumé gané”. The progress made by the laser selective fusion (SLM – powder metallurgy) presented by the Trissino based Pro Gold, which has been carrying out thorough studies on this innovative technology for several years, is worth following with attention, too. Even though it is difficult to say whether the SLM will ever compete with lost wax casting, it is undeniable that it represents a
really interesting technology. As usual, the symposium offered manifold hints and ideas that can interest the goldsmith industry and it would be useful and desirable that the goldsmiths themselves could participate, sharing their own experiences and problems. It would be a real opportunity not to be missed. On the other hand, without denying the importance of scientific institutes, only a goldsmith can really catch all the opportunities offered by the symposium. Moreover, scientific essays aren’t that difficult to understand: in most cases they prove to be very practical communications that can be readily applied to the daily work at the bench. I am referring, for example, to an essay concerning the “secrets” of welding, where they analysed the various aspects of the process, very often based on wrong and misleading beliefs. Also the document on the connection between the components of precious alloys, namely copper, and the evidence of stains on the skin of those wearing objects manufactured with said alloys proved to be interesting. For those who are interested in taking the discussed issues further, the proceedings of the symposium - which next year will celebrate its thirtieth edition - can be bought from Rio Grande. We should say that, although over the last few years there has been some changes in the ownership of Rio Grande, the symposium firmly remains in the hands of its founder, Eddie Bell.
The miracle of two natural pearls See Page 102 And how could they be defined otherwise? Listen to this story and then let me know. Well, I followed my old books (and so far nothing had turned out that could contradict them) where you can read verbatim that «the pearl is one of the most delicate gems, which explains why archaeologists have found just few jewels made of this material. The most ancient jewel with pearls we know of is a necklace discovered during the excavations of the tomb of a princess, in Susa, the winter residence of the ancient Persian kings. It dates back at least to 400 BC». This is what my old books contain. Now, all at once, this year, within a few months, first
a natural pearl turns out dating back to 2000 years ago and then a big pearl defined as the «biggest natural pearl in the world ever auctioned before» appears. Well there is enough material to embroider a bit on the facts, at least because this piece of news deserves its seat of honour in your own professional Baedeker. Let’s get down to brass tacks: since we are speaking of saltwater natural pearls, the one that I would name “the Methuselah pearl” was hiding under a heap of shells and other non-edible remains in the proximity of a prehistoric residential area in a location called Brremangurey Rockshelter, on the Admiralty Gulf, Northern Coast of Kimberley, Western Australia, a territory under the jurisdiction of the WunambalGaambera Aboriginal Corporation. This just to tell you that it’s no joke and, as in a famous TV commercial, you just have to say the word. This was further confirmed by the involvement of the Universities of Wollongong and New England: those researchers, in paying attention not to remove even the smallest fragment from the precious finding, sent it straight away to their laboratories where they carried out some computerized microtomographies in order to establish if, by chance, it wasn’t a modern cultivated pearl ended up there God only knows how. Well, yes. it so happens that not far from Brreman-etc. there is the beating heart of Australian farms of cultivated pearls. And that says all and this must never come to pass, even because it would be the first discovery of this kind in the whole Australian history! Instead, everything went for the best, and fear was overcome. The computerised micro tomography (blessed be the CMT and could its inventor be appointed Saint) reveals in detail the inner structure of the small cherry: it is made of full pearlescence,! Before being spit away with rage by an Aboriginal that in those days was dining with delicacies, our pearl grew, over a decade (this is what they ascertained) within an ordinary saltwater Pinctada. Oh, how I wish I could know if this had happened, which verbal expressions that native could have used in that occasion! Well, a carbon-14 analysis is carried out also on the solid scraps, which were the result of those feasts of shellfish made some millennium ago, and the date is confirmed: the ingurgitation happened 2000 years ago, if they please. l'Orafo 2015
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Rejoice, Jubilate and be delighted! What a terrible bad luck would it be if that wonderful and so far unique Australian archaeological specimen of natural pearl (and what is more a round one, a very rare occurrence among natural pearls) was a cultivated pearl! Then, I cannot tell the value of such a finding, as neither them, the archaeologists I mean, were able to assess it, before locking the pearl at the Western Australian Maritime Museum. And here this laudable story ends. Let us now pass to the biggest natural pearl in the world to be ever auctioned. A miracle, again! We are in Salisbury, in Wiltshire, in the best traditional England, then, and an unknown punter (that in the dictionary is defined as a “punter, a person using boats propelled by poles, or “ a gambler, betting sweepstakes”, and I malignantly focus on the fact that the faithless man belongs more to this latter category than to the former) gives to Woolley&Wallis Auction House a pair of his wife’s earrings (hear ye!, did he give back these earrings because he had lost at gambling or as he needed funds to bet?). One of those earrings showed a well, round and white big nut with pink and green surface colours for a 17.4 mm diameter and 33.14 carats in mass (weight), while the other piece of jewellery had an equally big nut more or less with the same characteristics. The expert of the house is about to examine the item in order to set the price when he suddenly jumps up from the chair for half a metre. One of the two big nuts is a golden-labiate Pinctada maxima pearl with a 10 year growth and is a natural specimen! He abruptly sends it to London and Switzerland where the laboratories confirm the diagnosis. It is assigned a value that can reach 300,000 Euro ($ 420,000 or £ 250,000) and it is considered the biggest saltwater natural pearl ever auctioned before all over the world and the “punter” is delighted: luckily he has never thought of dismissing his better half seeking a divorce. For years, she had been nonchalantly and nearly shabbily wearing that pair of earrings! I have always said that it is better to keep your old lady, even if she hassles you! And for that other pearl? It is a saltwater cultivated one and so who cares: in the meantime if you are long in the tooth and you have held your old lady tight, have a look at her earrings that have been locked in that drawer for years. Who knows...
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ARTEXPO, TANTE NOVITÀ PER I VENTICINQUE ANNI
Il prossimo compleanno di Artexpo, che nel 2016 compie 25 anni di attività al servizio delle aziende orafe e delle loro esigenze espositive, si preannuncia ricco di novità. Prima di tutto va registrato il recente cambio di sede, con lo spostamento dell'azienda da Vignale Monferrato alla più accessibile zona industriale di Alessandria, in un capannone di oltre 3000 mq con adiacente ampio magazzino di stoccaggio. Ogni prodotto continua a essere realizzato in totale autonomia grazie ai moderni macchinari di cui è dotata l'azienda: pantografo per la lavorazione del legno, laser per il taglio di pelli e vegetali, cabina di verniciatura pressurizzzata, officina meccanica, taglio laser per il metallo. Fiore all'occhiello di Artexpo è il sistema di illuminazione brevettato Give Light®, una tecnologia italiana a led con possibilità di variare sia la rotazione sia il colore della luce (da bianco 5500° a giallo 2700° gradi Kelvin). Tra gli articoli di maggiore successo vanno poi citate le vetrine della linea Cerino®, dai profili puliti e ampiamente personalizzabili, e gli eleganti supporti della linea Petalo, in legno wengé massello con elementi decorativi nichelati. Ricca di enormi potenzialità, infine, è la nascita di Operaelab (www.operaelab.com), che vede Artexpo associata con Ego Architettura e AMP Pisani, società specializzate rispettivamente in interior design e automazione: l'intento è quello di riunire in un'unica realtà le competenze necessarie per realizzare boutique di lusso, con arredi di prestigio e un altissimo livello di automazione finalizzato all'ottimizzazione del funzionamento e della gestione della sicurezza. Il primo progetto si è concretizzato nella ristrutturazione della blasonata boutique Astrua di Piazza Carlo Alberto a Torino, rivenditore dei più prestigiosi marchi di orologeria, trasformata in un negozio supertecnologico. Artexpo sta riscuotendo crescente successo nei mercati esteri: il prossimo appuntamento internazionale è con Baselworld.
In 2016, Artexpo will be celebrating its 25th year serving jewellery manufacturers and their exhibition needs, and its birthday promises to be full of novelties. First of all, company headquarters have recently moved from Vignale Monferrato to the more accessible industrial area of Alessandria, in a shed measuring over 3000 sqm with a large adjacent warehouse for storing. Each product is still made in total independence, thanks to the modern machinery the company is equipped with: pantograph for woodworking, laser for cutting hide and vegetables, pressurised painting booth, mechanical office, laser cutter for metal. The feather in the cap of Artexpo is the patented lighting system Give Light®, an Italian LED technology with rotating movement which gives the possibility to vary both rotation and the colour of light (from white 5500° to yellow 2700° degrees Kelvin). Some of the most successful items include the showcases from the Cerino® line, with their clean profiles and largely customisable, and the elegant dispays of the Petalo line, made of full wengé wood, with nickel plated elements. An event which has enormous potential is the birth of Operaelab (www.operaelab.com), where Artexpo works together with Ego Architettura and AMP Pisani, companies specialising in interior design and automation respectively: the intention is to bring together the competencies needed to make luxury boutiques, with prestigious fittings and a very high level of automation aimed at optimising operation and security management. The first project took shape in the restructuring of the aristocratic boutique Astrua in Piazza Carlo Alberto in Turin, who sells the most prestigious brands of watches, now turned into a hypertechnological shop. Artexpo is meeting with increasing success on foreign markets: the next international appointment is with Baselworld.
Pagina accanto: il negozio Golden Trefle, realizzato e allestito da Artexpo presso l'Hotel Fairmont di Dubai. Qui accanto: supporti della linea Petalo, in legno wengé naturale con particolare decorativo nichelato. Page alongside: the Golden Trefle shop, designed and set up by Artexpo at Hotel Fairmont in Dubai. Left: displays from the Petalo line, made of natural wengé wood with decorative nickel plated element.
Qui sopra: vetrine della linea Cerino®, realizzate per un evento Faraone presso l'Hotel Baglioni di Punta Ala. Qui accanto: vetrine della linea Cerino® con Give Light® e apertura a impronta digitale, realizzate per il negozio Maximilian London presso il mall La Palma di Dubai. Above: show windows of the Cerino® line, designed for a Faraone event at Hotel Baglioni in Punta Ala. Left: show windows of the Cerino® line with Give Light® and digital opening, made for the Maximilian London shop at the La Palma mall in Dubai. Qui sopra: una serie di vetrine della linea Cerino®, con vetro blindato 5+3+5, legno poro aperto e decorazione nichelata, realizzate per il negozio David Marshall, Londra. Above: a series of show windows of the Cerino® line, with armoured glass 5+3+5, wood with open pores and nickel plated decoration, designed for the David Marshall shop in London.
Brands In This Issue
ALBERTI GIOIELLI
88
FANI 79
OTTAVIANI BIJOUX
ALCOZER & J
38
FOPE 84
PALMIERO
ALESSIO BOSCHI
101
FRANCESCA VILLA
PANERAI 96
ALUNNO & CO.
98
GIORDINI 98
PASQUALE BRUNI
AMEN 34
GIOVANNI FERRARIS
86
PENNISI 99
AMIN LUXURY
84
GIOVANNI RASPINI
29
PIAGET
61, 65
AMORE & BACI
27
GOLD/ITALY 98
PICCHIOTTI
81, 82
ANNAMARIA CAMMILLI
84
GOVONI GIOIELLI
POLELLO 81
20
86
38 75, 87 77
ANTONINI 83
GRAZIELLA 18
PONTE VECCHIO GIOIELLI
ARAGONESI 31
GUCCI 33
RECARLO 85
ARTLINEA 84
HUBLOT 96
RIO GRANDE
ATHENA GIOIELLI
HUMILIS MADE IN ASSISI
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