FOCUS CORONAVIRUS SMART WORKING SPECIALE MESCOLAZIONE
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • marzo 2020 - numero 2
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SOMMARIO
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
ANNO 63 - MARZO N. 2
Abbiamo letto
www.industriagomma.it
10 Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Grafica e impaginazione Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Centro Stampa Digitalprint S.r.l. Rimini (RN) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it
RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA
Editoriale
16 L’INDUSTRIA DELLA GOMMA È AL VOSTRO FIANCO Comunicare che le nostre aziende sono attive, forti e vive, anche in questo momento in cui il mondo percepisce l’Italia come un paese assediato dal virus, è più importante che mai. Siamo con voi per aiutarvi a farlo utilizzando tutti i nostri canali
Mondogomma - Rischio coronavirus
18 CHE COSA SAPPIAMO DAVVERO SU COVID-19 Le risposte di Rodney E. Rohde, esperto infettivologo statunitense, alle domande più frequenti sul contagio in corso. E il rimando al Novel Coronavirus Information Center creato sul proprio sito dall'editore scientifico Elesevier, da cui ricavare tutte le informazioni più aggiornate prodotte direttamente dal mondo scientifico attraverso la ricerca. Perché mai come ora è importante utilizzare fonti di informazioni attendibili, e non mediate senza cognizione di causa.
22 UNA LEZIONE DA IMPARARE MOLTO IN FRETTA
Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi del Reg.EU 679/2016 l'Editore garantisce la massima riservatezza nell'utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi dell'art. 15 il ricevente ha facoltà di esercitare i suoi diritti fra cui la cancellazione mediante comunicazione scritta a EDIFIS Spa - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.
L’Industria della Gomma una rivista edita da: Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MARZO 2020
Dalla comparsa della SARS nel 2002 a oggi, in solo 18 anni si sono scatenate nel mondo almeno tre epidemie provocate da nuovi coronavirus emersi in Cina. Dopo aver ignorato tutti i segnali precedenti ora veniamo colpiti duramente non soltanto per i pericoli per la nostra salute ma anche a livello economico. Ecco perché il modo in cui non soltanto la Cina ma anche i governi occidentali affrontano il rischio dell'esplosione di nuove epidemie deve radicalmente cambiare. Anche sotto la spinta degli imprenditori, che rischiano concretamente di vedere vanificato il loro lavoro da crisi di questo tipo.
24 COME AFFRONTARE I RISCHI LEGATI ALLE EMERGENZE Come possono le aziende mettersi al riparo dai rischi insiti in crisi apparentemente imprevedibili come quella portata dal nuovo coronavirus? Attraverso un'attenta attività di risk management, basata su procedure come, per esempio, il Geoaudit. Di che cosa si tratta? Ce ne parlano gli esperti di ANRA, l'associazione che rappresenta nel nostro paese i risk manager professionisti.
30 ALLA SCOPERTA DELLO SMART WORKING La necessità di tenere separate le persone durante il picco dell'infezione del coronavirus ha fatto scoprire lo smart working anche alle aziende che finora se ne erano tenute debitamente alla larga. L'effetto potrebbe essere non del tutto negativo se il "lavoro intelligente" viene adottato in maniera avveduta e non soltanto interpretato come una collaborazione da casa. Vediamo i pregi di questa formula accompagnati dagli esperti che da anni ne studiano l'applicazione nelle aziende.
Costruiamo presse performanti,
sistemi innovativi e soluzioni speciali completamente personalizzabili, che coprono l’intero settore dello stampaggio degli elastomeri
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ESPERIENZA
PERFORMANCE
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
SOMMARIO ANNO 63 - MARZO N. 2
Focus
35 LA SALA MESCOLE È SEMPRE PIÙ CONNESSA I principali produttori italiani di macchinari per la sala mescole ci rispondono sui trend previsti per il 2020. Le interviste sono state realizzate prima della crisi del coronavirus, ma emergono comunque trend interessanti, legati soprattutto allo sviluppo delle tecnologie digitali anche in questo ambito produttivo. u Camimpianti u HF Mixing Group u Colmec u Lawer u Color Service u Prodicon u Comerio Ercole u Rodolfo Comerio u G3 u Rubber Trade
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Dalle aziende
48 QUANDO LO STAMPO È A REGOLA D'ARTE Tecnistamp di Corte Franca, Brescia, nasce nel 1982 nella “valle della gomma” italiana e oggi, vicina al quarantesimo anniversario della sua fondazione, è un costruttore di primaria importanza di stampi per particolari tecnici in gomma. Dopo vari traslochi e ampliamenti ora può contare su una struttura moderna, in cui trovano posto uffici, l’area produttiva e uno spazio in cui i clienti possono provare macchine di nuova acquisizione, già dotate dello stampo con cui inizieranno la produzione
Normative
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52 REGOLAMENTO REACH: UN NUOVO AGGIORNAMENTO Terminato a fine 2018 il regime transitorio fissato dal regolamento REACH per la registrazione di tutta una serie di sostanze, ora la Commissione Europea ha pubblicato un regolamento di esecuzione che chiarisce alcuni punti necessari per far rientrare le sostanze phase-in in una gestione ordinaria. Ecco una sintesi del documento.
News
58 IL TACCUINO u u u u u u u u u
I rapporti Italia-Cina ai tempi del coronavirus Assolombarda: uno sportello per aiutare le aziende Rodolfo Comerio: massima attenzione al coronavirus Comet e HF Mixing Group: oltre 20 anni di collaborazione Certech conclude l’acquisto di Eurorubber dal gruppo Marangoni Versalis acquisisce una quota di Finproject SPS Italia apre alla manifattura additiva Lanxess: le novità al Tire Technology Expo Esenzione DEHP, un chiarimento
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68 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO 4
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Jean-Pierre Jeusette general director, Luxembourg Innovation Center, Goodyear Dunlop Roger Sanders technical manager, Continental UK
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Letter of I più interessanti articoli usciti di recente sulle riviste tecniche the law internazionali specializzate e riguardanti materiali, applicazioni, processi, prove, misurazioni e destinati al settore della trasformazione della gomma. Letti e riassunti per voi dai nostri esperti Product W de from Tir buts Technologe Expo 2012y
Revolution or rush job? Important questions remain unanswered ahead of tire labeling’s introduction in European markets
ELASTOMERI E APPLICAZIONI ELASTOMERI TEMOPLASTICI ANTIMICROBICI: PERCORSI STRATEGICI PER IL FUTURO DI MATERIALI ANTI-INFETTIVI AD AMPIO SPETTRO B.S.T. Peddinti, F. Scholle, R.A. Ghilardi, R.J. Spontak, Departments of Chemical & Biomolecular Engineering, Biological Sciences, Chemistry, and Material Science & Engineering, North Carolina State University, Raleigh, NC (USA) email: spontak@ncsu.edu - TPE n. 4/2019, pag. 235-243. rgomento quanto mai attuale quello di cui si occupa lo studio, ossia la messa a punto di materiali anti-infettivi ad ampio spettro. L’introduzione, molto lunga e dettagliata, illustra la preoccupante situazione creatasi per la resistenza antimicrobica di batteri e virus che, depositati su varie superfici, si trasmettono a nuovi ospiti promuovendo la proliferazione di organismi infetti. Tanto per fare un esempio della pericolosità di questa emergenza, negli ospedali americani le infezioni colpiscono un paziente su venti, causando 100.000 morti l’anno, una cifra superiore alla mortalità di tumori al seno e alla prostata calcolati insieme. La resistenza antimicrobica AMR (An-
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PICTURE-PERFECT
THE NEXT TOP MODEL
UNIVERSITY FOCUS
Bridgestone’s latest take on colored sidewalls is lightweight, and simple enough to be applied by dealers
We explore the role of tire data in vehicle performance simulations. Will engineers ever know enough?
Isoprene from cellulose: how the paper industry could enter the tire supply chain
tiMicrobial Resistance) costituisce uno sviluppo particolarmente preoccupante, poiché rappresenta una minaccia globale alla salute umana, come evidenziato dalla diffusione in tutto il mondo dello Stafilococco aureo resistente alla meticillina MRSA (Methicillin Resistant Staphylococcus Aureus), che insieme all’Enterococco faecium è responsabile per più di 700.00 decessi l’anno, proprio a causa della loro resistenza evolutiva agli antibiotici di ultima risorsa. Poiché i trattamenti con antibiotici perderanno in futuro molta efficacia per l’aumento globale di AMR, si fanno molti sforzi per adottare un approccio più orientato alla prevenzione, debellando i microbi prima della loro trasmissione, proliferazione ed infezione. I metodi germicidi classici consistono in disinfettanti chimici e radiazioni ultraviolette (UV), ma entrambi richiedono ripetute applicazioni che, nel caso dei disinfettanti, provocano danni alle superfici trattate e contaminazione ambientale mentre, nel caso delle radiazioni UV, tendono ad essere pericolose per la salute e a degradare molte superfici polimeriche. Un altro approccio molto diffuso si basa su particelle di metalli e ossidi metallici come argen-
to, rame, ossido di zinco o biossido di titanio. Anche se tali nanoparticelle possono essere incorporate facilmente in materiali polimerici, ci sono parecchi inconvenienti, dalla tendenza dell’efficacia antimicrobica ad essere patogena alla resistenza di diversi batteri alla tossicità dei metalli, dalla pericolosità delle nanoparticelle ad entrare nella catena alimentare alla perdita di efficacia per l’uso prolungato. Dopo una prima esposizione delle funzionalità cationiche e delle parti anioniche dei polimeri, lo studio dedica due paragrafi all’inattivazione antimicrobica fotodinamica (aPDI) e alla inattivazione antimicrobica anionica (aAI), prendendo in esame due sistemi di elastomeri termoplastici, chimicamente diversi, e sottoponendoli alle due strategie citate. Entrambe le strategie adottate sono molto efficaci nel raggiungere il limite di rilevamento minimo (MDL) dopo tempi di esposizione ragionevolmente veloci, sia pure con alcuni inconvenienti riguardo all’integrità delle cellule esaminate, per cui sono necessarie nuove modalità di progettazione dei materiali, per far sì che le misurazioni antimicrobiche salvaguardino l’integrità degli organismi interessati.
ABBIAMO LETTO PER VOI
ELASTOMERI E APPLICAZIONI IMPATTO DELLA STRUTTURA DELLA GOMMA SULLA SUA FORZA DI ADESIONE AL METALLO M. Kardan, Vernay, Atlanta, Georgia (USA), RUBBER & TIRE, aprile-maggio 2019, pag. 22-24. o studio dell’attacco gommametallo nel processo di stampaggio è soggetto a revisione continua, a causa della grande varietà di applicazioni in campo sanitario, di beni di consumo, della stampa, dell’automobile etc. Il processo, quando la gomma è vulcanizzata e legata direttamente all’inserto metallico, richiede tecnologia sofisticata e comprensione della cinetica del processo di vulcanizzazione. Questa breve ricerca riguarda la coesione e le forze di adesione nel caso di legame metallo-gomma poliisoprene a reticolazione perossidica. La forza di adesione fra la gomma vulcanizzata e il substrato metallico viene misurata e messa in correlazione con i cambia-
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menti strutturali associati alla gomma nel processo di vulcanizzazione, per mezzo di analisi spettroscopica e termica. Preparate le mescole delle due diverse strutture del poliisoprene sintetico (cis-1,4 e trans-1,4), con la stessa formulazione comprendente carbon black, perossido e aiuti di processo, si caratterizzano poi gli aspetti strutturali delle due gomme usate come rivestimento di un substrato metallico. Vengono utilizzati reometro a camera oscillante (MDR), spettroscopio IR a trasformata di Fourier (FT-IR) e spettroscopio di risonanza magnetica nucleare (NMR), oltre a condurre prove di carico e allungamento a rottura, per verificare densità di reticolazione e forze di coesione, con il risultato che è l’orientamento di un certo gruppo funzionale, in entrambe le strutture, che contribuisce alle forze di adesione alla superficie metallica. In effetti la conclusione dello studio è che la forza di adesione viene aumen-
tata dall’orientamento perpendicolare o parallelo dei gruppi chimici verso la superficie del substrato, per cui risulta che la struttura della gomma ha una grande influenza sull’adesione, anche se il risultato è limitato al poliisoprene e non si possono escludere interazioni specifiche fra i gruppi funzionali della gomma e la superficie metallica. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI OTTENERE PROCESSABILITÀ, PRESTAZIONE E SOSTENIBILITÀ IN MESCOLE DI SBR F.S. Grasso, F. Bacchelli, B. Pellizzari, S. Coppola, Versalis (Italy) - email: fabio.bacchelli@versalis. eni.com - KGK n. 10/2019, pag. 45-55. i tratta di un lungo e impegnativo studio, corredato da numerosi grafici e tabelle, con cui Versalis presenta lo sviluppo della sua nuova famiglia di sSBR di facile lavorazione. L’introduzione costituisce non solo la presentazione dell’argomento trattato, ma anche una digressione sul-
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le due famiglie di SBR, ottenute con copolimerizzazione in emulsione e in soluzione, e sulle operazioni di formatura (calandratura ed estrusione) della mescola prima della vulcanizzazione con i relativi problemi inerenti ai due diversi processi. La nuova famiglia di sSBR Versalis si basa su un’esclusiva tecnologia produttiva industriale, progettata specificatamente per ottimizzare processo e prestazione allo stesso tempo. Grazie ad un significativo cambio di tecnologia di processo, la sostituzione di SBR in emulsione con SBR in soluzione permette la produzione di mescole di gomma rispettose dell’ambiente, con ridotto contenuto della quantità di composti organici volatili totali TVOC (Total Volatile Organic Compounds). Questa strategia rappresenta la naturale evoluzione verso molecole verdi, che contengano ingredienti da fonti rinnovabili, come i bioplastificanti (Matrilox®). Nella parte sperimentale si menzionano i gradi di SBR presi in considerazione, otto di cui due in emulsione (uno dry e uno olioesteso) e sei in soluzione (quattro dry e due olioestesi), e si mette l’accento sul plastificante Matrilox®, il cui grado PF801 utilizzato nello studio è stato messo a punto con lo scopo di sostituire parzialmente o del tutto gli oli di processo di origine fossile. Si arriva così alla parte risultati e discussione, che si articola in tre paragrafi: • comportamento viscoelastico lineare; • comportamento viscoelastico non lineare; • mescolazione. Nel primo paragrafo si osserva che la dinamica dei liquidi polimerici aggrovigliati è molto complessa, sia all’equilibrio che in condizione di non equilibrio, poiché ogni catena polimerica è topologicamente impedita nel movimento laterale dalla presenza di altre catene aggrovigliate con essa. Da questa considerazione parte tutta la lunga, dettagliata descrizione dell’argomento, con specifica disquisizione su ogni grado di SBR preso in esame. Il secondo paragrafo si focalizza sulle curve di torque dei polimeri, 12
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riportate verticalmente per una migliore distinzione dei tracciati. Nel terzo paragrafo si parla finalmente della mescolazione e ci si concentra sulla viscosità, parametro essenziale per tutta la trattazione, e si pone particolare attenzione all’introduzione del bioplastificante Matrilox® PF801 e agli effetti riscontrati nelle relative mescole in paragone all’olio fossile. La conclusione dello studio ribadisce la modifica dei gradi di sSBR, prodotti con polimerizzazione continua, con un livello controllato di ramificazione di catena per ottimizzare la processabilità senza un significativo impatto su altre proprietà. In particolare, la famiglia di sSBR di facile lavorazione fornisce buoni suggerimenti per la sostituzione di SBR in emulsione, con conseguente riduzione dei TVOC ed è allo stesso tempo un utile strumento per lo sviluppo di nuove strategie di mescolazione. Questi elastomeri consentono di ottenere un eccellente compromesso fra isteresi, mescolazione e comportamento all’estrusione quando usati in combinazione con gradi ad alta prestazione. Il bioplastificante, infine, conferma l’ulteriore vantaggio di aumentare la sostenibilità della mescola. MACCHINARI E ATTREZZATURE EFFETTI DEI PARAMETRI DI ESTRUSIONE DI UN ESTRUSORE BIVITE COROTANTE E INTERAZIONI SULLE PROPRIETÀ DI GOMMA STIRENE-BUTADIENE CARICATA CON CARBON BLACK J. Narongthong, Bangkok, P. Sae-Oui, Pathumthani, C. Sirisinha, Rubber Technology FResearch Centre, Faculty of Science, Mahidol University, Phutthamonthon, Nakhonpathom (Thailand) - KGK n. 10/2019, pag 63-71. ggigiorno gli estrusori bivite sono molto usati nell’industria della gomma, perché capaci di offrire produzione continua e buona dispersione delle cariche. Tuttavia la prima mescolazione di gomma e carica viene effettuata in un mescolatore chiuso e la pre-mescola, in granuli o strisce, va poi ad alimentare l’estrusore. Per migliorare la dispersione della cari-
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ca occorre agire sui parametri di estrusione, che sono velocità della vite, velocità di avanzamento (o rendimento), temperatura del cilindro e configurazione della vite. Si deve però considerare che le influenze di un parametro, al cambiare dei valori degli altri parametri, non rimangono sempre inalterate: questo si chiama effetto interazione. Per esempio, l’influenza della velocità della vite sul miglioramento della dispersione della carica diventa meno pronunciata quando le mescole sono estruse con più alta velocità di avanzamento. Purtroppo gli studi sulle condizioni del processo e delle proprietà dell’estruso si focalizzano oggi solo su un parametro per volta, così che si perde di vista la spiegazione di come la modifica di un parametro influenzi un altro parametro sia durante il processo di estrusione che nella determinazione delle proprietà finali dell’estruso. Questo studio si occupa quindi di investigare gli effetti dei parametri di estrusione sopracitati, compresa la larghezza della striscia di alimentazione, con l’utilizzo di un estrusore bivite corotante. La metodologia utilizzata è quella di risposta superficiale RSM (Response Surface Methodology), che si avvale di una sequenza di esperimenti progettati per ottenere una risposta ottimale ed è già stata impiegata con successo nell’analoga situazione di mescolazione in mescolatore chiuso. La parte sperimentale illustra chiaramente i passi iniziali dello studio, sia teorici che pratici, ma è necessario avere già una buona esperienza conoscitiva del processo di estrusione e del macchinario relativo per comprendere appieno lo svolgimento, sia pure corredato da numerose tabelle. Questo vale anche e soprattutto per l’estesa parte risultati e discussione, ricca invece di grafici tridimensionali, che esemplificano di volta in volta le molte interazioni esaminate. Studio quindi interessante per chi vorrà approfondire l’argomento e constaterà che la metodologia RSM si rivela valida, mentre si renderà conto che si può intervenire anche sulla viscosità Mooney con una modifica simultanea dei parametri di estrusione.
ABBIAMO LETTO PER VOI
MATERIE PRIME E APPLICAZIONI OSSIDI METALLICI PER RIDURRE LA RESISTENZA AL ROTOLAMENTO DI PNEUMATICI RADIALI PER AUTOVETTURA A. Mondal, A. K. Chandra, Apollo Tyres Ltd. (India) – RUBBERWORLD, settembre 2019, pag. 32-35. li ossidi metallici hanno un effetto importante sulle mescole per battistrada pneumatico, come la riduzione della resistenza al rotolamento e dell’accumulo di calore, il miglioramento della proprietà di rimbalzo e di trazione sul bagnato etc. L’utilizzo di ossidi metallici in mescola come carica riduce la necessità di cariche convenzionali come il carbon black e questo studio valuta l’effetto di diversi ossidi metallici su mescole battistrada pneumatico radiale per autovettura. Vengono confezionate nove mescole, una di riferimento e otto con 10 phr ciascuna di differenti ossidi metallici
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ad alta densità, con parziale sostituzione di 10 phr del carbon black per valutare il loro impatto sulla mescola. Molto stringato lo svolgimento dello studio, di pari ingombro rispetto a quello delle tabelle e grafici presenti, che spiega comunque in modo completo la caratterizzazione delle varie mescole. Tenendo presente i tre importanti parametri che determinano la prestazione di un pneumatico (resistenza al rotolamento, trazione sul bagnato e resistenza all’abrasione), si rilevano i valori di tan δ, rimbalzo, sforzo-deformazione etc., riportandoli in tabelle che indicano chiaramente quali sono le mescole migliori per il rinforzo complessivo, l’accumulo di calore e l’abrasione, sempre in paragone alla mescola di riferimento. In definitiva, gli ossidi metallici possono sostituire parzialmente il carbon black per migliorare la resistenza al rotolamento, senza ripercussioni negative sulle altre proprietà, riducono
l’accumulo di calore e migliorano altre proprietà fisiche. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI OLIO DI SOIA IN SOSTITUZIONE DI OLI A BASE PETROLIO IN MESCOLE PER BATTISTRADA PNEUMATICO L. Brace, B. Wolaszynek, Goodyear Tire & Rubber (USA) - RUBBERWORLD, settembre 2019, pag. 36-39. dal 2011 che Goodyear Tire & Rubber sta studiando la validità dell’olio di soia (SBO) come sostituto degli oli da petrolio DAE (Distillate Aromatic Extract) e MES (Medium Extracted Solvate). Valutato all’inizio come olio estensore per SSBR, ma utilizzato anche come ingrediente della mescola, SBO si è rivelato capace di migliorare il processo produttivo e la prestazione del pneumatico. Descritta la metodologia di preparazione e di controllo dei polimeri con SBO, considerando come unica varia-
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bile del pneumatico la formulazione del battistrada, lo studio illustra i motivi della scelta dell’SBO: • è un olio prodotto sul mercato locale (USA), è disponibile in grande quantità ed è rinnovabile; • possiede i requisiti chiave dell’olio per pneumatici, ossia stabilità termica e compatibilità chimica e fisica; • può essere utilizzato sia come olio estensore del polimero (soprattutto per SSBR) che come olio di processo. È interessante seguire tutta la storia dell’utilizzo di SBO, cosa peraltro facile grazie alle numerose tabelle che riportano i valori ottenuti da tutte le prove di caratterizzazione effettuate, per rendersi conto delle ipotesi iniziali e dei riscontri positivi e negativi, verificati di volta in volta nella pratica, che hanno portato a modifiche della formulazione iniziale. Il risultato più importante ottenuto nella prestazione del pneumatico è che l’utilizzo di SBO come olio di processo dà benefici al comportamento sulla neve, sia pure a scapito della trazione sul bagnato, con un’efficienza in fase di mescolazione leggermente migliore. Si può quindi ipotizzare che l’SBO dovrebbe essere preso in considerazione in applicazioni, che richiedono cambiamenti nel compromesso standard bagnato/neve, e/o un miglioramento della lavorazione. PROVE E MISURAZIONI SVILUPPO DI UNA NUOVA PROVA DI VULCANIZZAZIONE E DI UN NUOVO SISTEMA DI SUPPORTO ALL’OTTIMIZZAZIONE DI PROCESSO NELLA VULCANIZZAZIONE IN CONTINUO C. Hoppman, F. Lemke, J.P. Peter, P. Gahlen Institute of Plastic Processing (IKV, Germany) and J. Möckel, Gerlach Maschinenbau GmbH (Germany) - Rubber & Tire, giugno-luglio 2019, pag. 20-24. è chi potrebbe forse pensare che la vulcanizzazione continua sia un processo semplice. Non è così: i sistemi usati per profili con reticolazione a zolfo (infrarossi, aria calda e microonde) forniscono un riscaldamento disomogeneo quando usati individualmente, per cui bi-
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sogna ricorrere a un insieme di combinazione, sequenza e bilanciamento dei vari metodi, studiato su misura per il materiale specifico. Problema cruciale, non ancora risolto finora e che ha largamente impedito un controllo a circuito chiuso del processo di vulcanizzazione continua, è che non è possibile misurare la temperatura locale all’interno della sezione trasversale di un profilo o determinare il livello di reticolazione. Nessun metodo di misurazione del livello di reticolazione si è fino ad oggi diffuso per le troppe controindicazioni (malfunzionamento per la temperatura, accuratezza troppo variabile per materiali diversi etc.): le aziende continuano così a lavorare con misurazioni di compression set di deformazione per una valutazione finale del processo di reticolazione. La combinazione di vari metodi di vulcanizzazione ed approcci hanno di volta in volta fornito riscontri positivi, ma senza un’analisi della loro efficienza e della stabilità del processo, a causa della mancanza di un’apparecchiatura di misurazione della temperatura. Lo studio presenta proprio una prova di vulcanizzazione di recente sviluppo con relativo sistema di misurazione, insieme ad una linea di vulcanizzazione per laboratorio. Per la prova, che utilizza una mescola di EPDM con vulcanizzazione a zolfo, si prendono in esame le seguenti combinazioni di sistemi di reticolazione: A. breve colpo di reticolazione (ad esempio con gas caldo) - microonde - canale ad aria calda; B. intensa radiazione infrarossa - aria calda combinata con microonde. Si spiega la metodologia della nuova prova e del nuovo sistema di misurazione (seguendo passo passo la spiegazione ci si rende conto di quanto sia complicato arrivare a valori realistici), passando poi ad illustrare il meccanismo di riscaldamento della sezione del profilo, nelle due combinazioni di sistemi di reticolazione, e l’efficacia della vulcanizzazione continua basata su aria calda. La conclusione dello studio ribadisce
la grande complessità del processo di vulcanizzazione continua, sottolineando nel contempo la validità della prova e del sistema di misurazione, nati dalla collaborazione fra Gerlach Maschinenbau e IVK, che per la prima volta consente una misurazione continua del profilo di temperatura e quindi di rilevare il comportamento al riscaldamento dei profili di gomma. MATERIE PRIME E LAVORAZIONE MISCELAZIONE DELLA SILICE R.J. Jorkasky II, K.S. Bolling, Hudson, Ohio (USA) - Rubber & Tire, giugno-luglio 2019, pag. 25-27. l processo di mescolazione, effettuato in mescolatore chiuso, risale al primo macchinario messo a punto da F.H. Banbury nel 1916 e, sia pure migliorato per quanto riguarda rotori, riscaldamento etc., deve oggi affrontare la sfida di mescole sempre più difficili da lavorare a causa degli elevati livelli di silice e dei bassi livelli di olio di mescole più secche. Lo studio, breve e di facile lettura e comprensione, si rivela davvero interessante per chi, non già esperto di linee di produzione mescole, desidera apprendere in che cosa consistano i problemi connessi ai macchinari coinvolti e alle loro parti meccaniche, in relazione al processo produttivo in presenza di silice. Le parti, in cui si articola lo studio, sono le seguenti: • ragioni dell’utilizzo di silice nella produzione di pneumatici, con considerazione dei relativi vantaggi, delle quantità di caricamento, delle conseguenti difficoltà di lavorazione, della contemporanea diminuzione dei livello di olio, degli additivi sviluppati per facilitare la lavorazione, dei macchinari usati e dei danni causati dall’abrasione esercitata dalla silice sulle parti metalliche dei macchinari; • mescolazione tandem; • rotori; • lavorazioni post-mescolazione, mescolatore in paragone a estrusore bivite con testa a rullo; • miglioramento della camera e vita del rotore. L’articolo si conclude confermando
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che la situazione, creatasi con l’aumento dei livelli di silice nelle mescole per pneumatici, ha causato problemi di lavorazione e di usura del macchinario, la cui soluzione non è facile e si affida sia ai produttori delle materie prime utilizzate in mescola sia ai costruttori dei macchinari. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI RAGGIUNGERE MIGLIORE PRODUTTIVITÀ E RISPARMI DI COSTO OPERATIVI A LUNGO TERMINE CON LA NUOVA GENERAZIONE DI ZOLFO INSOLUBILE: CRYSTEX CURE PRO F. Ignatz-Hoover, Eastman Chemical, Kingsport, Tennessee (USA), Rubber & Tire, aprilemaggio 2019, pag. 25-29. utti i produttori di pneumatici sono sotto pressione, da parte di enti di controllo e di consumatori, per sviluppare pneumatici più efficienti per consumo di carburante, con la preoccupazione
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di rimanere competitivi in un mercato sempre più affollato. Si cerca così, con miglioramenti di processo e nuove tecnologie, di modificare le mescole sfruttando anche le risorse esistenti. Esiste una nuova tecnologia di zolfo insolubile, che consente di ottenere migliore resistenza al rotolamento e peso inferiore, migliorando al tempo stesso la produttività: si tratta della nuova famiglia Cristex Cure Pro di Eastman che, grazie ad una maggiore produttività conferita al processo, porta a significativi risparmi di costo a lungo termine, risultato questo ottenuto con una dispersione più veloce, migliorata stabilità termica, maggiore flusso e maggiore efficienza (meno olio e più zolfo). Lo studio si articola nei seguenti paragrafi che illustrano, con pochi esaurienti grafici e fotografie, l’argomento trattato: • migliore dispersione, con conseguente più veloce incorporazione in mescola, che fornisce più tempo per la mesco-
lazione (viene descritta la prova sviluppata da Eastman per valutare velocità di incorporazione e contemporanea agglomerazione e compattazione, e vengono messi in evidenza i tre passi ottimali per una buona dispersione); • misurazioni del carico di rottura per valutare la dispersione, con utilizzo di microscopio ottico per verificare gli agglomerati; • migliorata stabilità termica, che dà un maggiore contributo contro l’efflorescenza durante la lavorazione; • migliore flusso; • verifica della migliore stabilità termica e della più veloce mescolazione con una prova pratica in fabbrica (questa è la parte più interessante dello studio). Inevitabile la conclusione: il nuovo zolfo insolubile Cristex Cure Pro utilizza una combinazione di miglioramenti prestazionali, rispetto ai gradi convenzionali, che consentono di ottenere maggiore produttività e conseguenti vantaggi di costi.
EDITORIALE
L’Industria della Gomma è al vostro fianco Comunicare che le nostre aziende sono attive, forti e vive, anche in questo momento in cui il mondo percepisce l’Italia come un paese assediato dal virus, è più importante che mai. Siamo con voi per aiutarvi a farlo utilizzando tutti i nostri canali
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epidemia causata dal coronavirus COVID-19 non ha prodotto soltanto una crisi sanitaria in Italia. Se i rischi per la salute non vanno sottovalutati, assai concreti sono anche quelli economici. L’immagine dell’Italia all’estero ha subito un colpo terribile, a causa della paura indotta dalla malattia ma anche di una comunicazione allarmistica, di cui responsabili sono certi media e politici, che hanno fatto dato l’idea del nostro paese come di enorme lazzaretto, una nazione sotto assedio e paralizzata dal virus. Sappiamo che le cose non stanno così. Lo sapete soprattutto voi, imprenditori e manager del comparto della gomma, da anni il più produttivo e performante d’Italia. Siamo informati dello sforzo che le vostre aziende stanno compiendo per non fermare l’attività, continuare a produrre e, soprattutto, assicurare le consegne dei vostri prodotti all’estero, in un momento in cui moltissimi paesi del mondo, e molti anche in Europa, purtroppo, stanno imponendo severe restrizioni alla circolazione di merci e persone provenienti dal nostro paese, limitando di fatto la concreta applicazione dell’Accordo di Schengen. Crediamo che questi vostri sforzi vadano raccontati e fatti conoscere. In situazioni del genere serve un altro tipo di racconto, una comunicazione diversa, che mostri la faccia positiva dell’Italia che produce e che, come al solito, è un passo avanti nel reagire alle avversità. Se i vicini europei ci chiudono le porte dobbiamo far sapere che noi siamo in prima linea contro il virus anche per loro, e che soltanto per questo motivo sono tenuti a dimostrarci collaborazione. Per questo motivo noi ci schieriamo al vostro fianco e siamo a vostra disposizione. Possiamo, attraverso il nostro sito, le newsletter e la rivista, amplificare le comunicazioni che, in questo momento, intendete inoltrare ai vostri clienti, ai fornitori e ai decisori politici. Se avete comunicati, messaggi, informazioni 16
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che ritenete utile diffondere sulle misure, gli investimenti e le soluzioni che avete intrapreso per la sicurezza, o richieste e proposte che intendete divulgare, mettetevi in contatto con noi, attraverso la casella di posta elettronica gomma@edifis.it. Inoltre, stiamo progettando per maggio uno speciale bilingue, in italiano e in inglese per sostenere l’export delle aziende italiane del settore della gomma impegnati in tutta la filiera, dalla produzione di materie prime al prodotto finito. Intendiamo inviarlo a un ampio pubblico in tutta Europa, per dimostrare che il settore della gomma in Italia è vivo più che mai, è forte, e che l’epidemia non lo ha frenato. Crediamo che, in un diluvio di fake news o di informazioni non corrette sia opportuno chiarire le cose e raccontarle esattamente come stanno. Se siete interessati a partecipare e a indicarci persone a cui far pervenire questo numero speciale comunicatecelo allo stesso indirizzo gomma@edifis.it. Vi indicheremo che cosa dovrete inviarci, sotto forma di testi e fotografie, per essere presenti, in modo totalmente gratuito per voi. È qualcosa che ci sentiamo di dover fare, perché in questo momento giocare di squadra e aiutarsi a vicenda è più importante che mai. u
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di Rodney E. Rohde - da Elsevier “Novel Coronavirus Information Center”
Che cosa sappiamo davvero su COVID-19 Leggendo quotidiani e social e seguendo i notiziari è facile farsi un’idea parziale, se non del tutto fuorviante, dell’epidemia in corso e della pericolosità del nuovo coronavirus COVID-19. Conoscere esattamente come stiano le cose è invece fondamentale sia per prendere le decisioni corrette nelle aziende sia per fare le scelte migliori per sé e per le proprie famiglie. Per questo motivo abbiamo cercato le fonti più autorevoli, in particolare sul “Novel Coronavirus Information Center”, un servizio online continuamente aggiornato con articoli scientifici creato dalla casa editrice scientifica Elsevier. In uno dei numerosi contributi consultabili, Rodney E. Rohde, uno dei più noti infettivologi del mondo, docente e ricercatore al Texas State University College, risponde alle sei domande più frequenti sul virus
La homepage del Novel Coronavirus Information Center, creato dall’editore scientifico Elsevier, da cui è possibile accedere a un gran numero di articoli scientifici sull’argomento dove ricavare informazioni accurate e attendibili. Il link è https://www.elsevier.com/connect/coronavirus-information-center.
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odney E. Rhode è un esperto di malattie infettive e di microbiologia clinica del Texas State University College of Health Professions, e come tale riceve in continuazione chiamate da giornalisti, funzionari governativi e organizzazioni per la salute pubblica che gli pongono domande sull’epidemia da nuovo coronavirus. Ha quindi deciso di condividere alcune risposte ai quesiti che gli vengono rivolti più di frequente. L’aggiornamento è al 26 febbraio 2020. Dal momento che i coronavirus possono essere tecnicamente associati a patologie che variano dal comune raffreddore a qualcosa di molto più serio come la SARS, che cosa rende questo ceppo particolare così preoccupante? R. Coronavirus è un nome che individua una famiglia di virus caratterizzati da un filamento singolo a senso positivo di RNA contenuto in un involucro membranoso, la pericapside.
Nella storia recentr questa famiglia di virus è stata studiata in modo approfondito, dal momento che è stata responsabile sia della SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome) e della MERS (Middle East Respiratory Syndrome), due epidemie risalenti rispettivamente al 2002 e al 2012. Un fatto interessante è che i coronavirus sono responsabili di circa un terzo dei comuni raffreddori (oltre ai rinovirus e agli adenovirus). Il nuovo virus, 2019-nCoV, responsabile della COVID-19, non assomiglia a questi ultimi, che sono i coronavirus più diffusi. Le analisi genetiche suggeriscono invece che sia emerso da un virus collegato alla SARS. Sono in corso studi in tutto il mondo per saperne di più. Tut-
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Rodney E. Rhode, professore e presidente del Clinical Laboratory Program alla Texas State University. È l’esperto che fornisce le risposte ai sei quesiti principali posti dai media sul coronavirus COVID-19.
RISCHIO CORONAVIRUS
te le epidemie connesse a una forma microbica dovrebbero sempre generare preoccupazione per la salute pubblica. Il rischio connesso alla loro diffusione dipende dalle caratteristiche del virus, incluso il modo e la facilità con cui si propaga tra le persone e le misure mediche o di altro genere a disposizione per controllarne l’impatto, come per esempio l’esistenza di vaccini o di cure mediche. Il nuovo coronavirus costituisce una seria minaccia per la salute pubblica. È preoccupante il fatto che abbia provocato disturbi molto seri e una sostenuta trasmissione da persona a persona in Cina (e anche in Italia), ma non è ancora chiaro come la situazione si svilupperà altrove nel mondo. Negli Stati Uniti, per esempio, le autorità continueranno a monitorare la diffusione e i dati provenienti da laboratori, sanità pubblica e cliniche per produrre piani di azioni e suggerire precauzioni. Il rischio di contrarre l’infezione dipende dall’esposizione. È più elevato nelle regioni epidemiche (tra cui sfortunatamente anche alcune zone in Italia, ndr). Al di fuori di queste aree il rischio di infezione è più elevato per alcune categorie di persone, come per esempio gli operatori della sanità che di prendono cura dei pazienti malati di COVID-19 e tutte le persone che si trovano a stretto contatto con loro. Allo stesso modo gli immunodepressi devono fare molta attenzione all’esposizione a qualsiasi nuovo microbo. Per tutti coloro che hanno poca probabilità di trovarsi esposti al virus, il rischio immediato per la salute è da considerarsi basso.
2.
Cosa sappiamo al momento delle modalità di trasmissione umana del nuovo coronavirus? Più nello specifico, nel caso in cui una persona venga infettata, il coronavirus come si comporta? È particolarmente contagioso in un contesto molto affollato? R. Le modalità con cui il virus si trasmette da persona a persona sono ancora in studio e da determinare con precisione,
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RISCHIO CORONAVIRUS
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Per quanto riguarda le precauzioni da prendere sono quelle tipiche di ogni virus dell’influenza, come la pulizia delle mani, evitare persone malate, pianificare attentamente i propri viaggi e rinnovare i vaccini, compreso quello dell’influenza. A livello globale è difficile sapere il numero esatto di casi, a motivo dell’incertezza determinata dai casi asintomatici o da quelli che non sono individuati dai test. Esistono mappe online che consentono di tenere sotto controllo la diffusione del virus.
ma le evidenze attuali suggeriscono che si diffonda secondo le seguenti modalità: • nell’aria attraverso per effetto di tosse o starnuti; • con il contatto personale dirette, come toccarsi o stringersi la mano; • toccando un oggetto o una superficie su cui si trovi il virus e poi toccandosi la bocca, il naso o gli occhi prima di lavarsi le mani; • in rari casi, attraverso contaminazione fecale. In base ai dati disponibili al momento e secondo la mia esperienza, non credo che questo nuovo virus sia più contagioso di quello dell’influenza. Al momento entrambi sembrano avere lo stesso rapporto di trasmissione e di numero di casi fatali (intorno o di poco superiori al 2%). Naturalmente questa situazione può cambiare, e questo è il motivo per cui dobbiamo monitorare da vicino la diffusione della malattia e basarci su dati di laboratorio “confermati e accurati”.
Quali sono i sintomi principali associati a questo nuovo coronavirus? R. I sintomi possono variare in intensità e severità. Quelli attualmente riscontrati in maniera più diffusa includono febbre, difficoltà a respirare e tosse. I casi più gravi sono caratterizzati da polmonite. Alcuni pazienti mostrano danni ai reni e altre disfunzioni a livello organico.
3.
5.
Il numero di casi di coronavirus in Cina sembra essere cresciuto molto rapidamente in un tempo molto breve. Quanto dobbiamo essere preoccupati, allora, per quanto riguarda la trasmissione tra persone, dalla presenza di casi anche nel paese in cui viviamo? Con ogni virus o altro tipo di microbo nuovo bisogna aspettarsi un rapido aumento dei casi individuati. La tempesta perfetta che deriva dalla combinazione tra la diagnostica di laboratorio avanzata e la crescita del livello di attenzione fa in modo che le cifre e i contagi quotidiani siano destinati a continuare a crescere.
4.
In che cosa i sintomi del nuovo coronavirus differiscono da quelli che comunemente associamo a un comune raffreddore o all’influenza stagionale? R. Sia la MERS che la SARS sono note per determinare gravi patologie nelle persione (con un tasso di fatalità rispettivamente del 35% e del 10%). Il completo quadro clinico riferito al COVID-19 non è ancora pienamente chiarito (secondo i dati più recenti la percentuale di persone che sviluppa sintomi gravi sembra intorno al 5%). I casi registrati hanno mostrato grande variabilità nei sintomi, con persone infette che hanno avuto manifestazioni molto lievi o praticamente assenti a persone ammalate molto gravemente e casi mortali. Da quanto emerge i sintomi possono apparire da 2 a 14 giorni dopo l’esposizione al virus.
6.
In termini di precauzioni che le persone possono prendere per evitare il contagio quali sono i suoi consigli? Che cosa cambia rispetto alla prevenzione di un raffreddore o dell’influenza? R. I dati in nostro possesso ci dicono che dobbiamo trattare questo virus nello stesso modo in cui affrontiamo l’influenza o il raffreddore. Una cosa importante è prestare fede a fonti attendibili e seguire le indicazioni dei governi e degli esperti della sanità. Negli Stati Uniti, per esempio, è stato indicato ai cittadini di non viaggiare in Cina (avvertenza che è meglio continuare a seguire anche da parte degli italiani). È di importanza fondamentale mantenere la giusta prospettiva su questa epidemia. Non c’è alcun motivo per andare nel panico. Tutti quanti, inoltre, dobbiamo fare la nostra parte per evitare di diventare parte del problema trasformandoci in “superdiffusori” di notizie false, imprecise o non verificate. Ricordate che ogni anno migliaia di americani (e anche di italiani), e molti, molti di più a livello globale, hanno a che fare con l’influenza, il raffreddore e altre malattie respiratorie. E infatti ogni anno soltanto negli Stati Uniti, secondo le stime, si verificano 36 mila morti a causa di queste malattie. Quindi dobbiamo fare attenzione a questa epidemia e prepararci a ogni cambiamento, anche molto rapido, della situazione. u 20
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di Riccardo Oldani
Una lezione da imparare molto in fretta È la terza volta in 18 anni che il mondo viene scosso da un’epidemia potenzialmente disastrosa. Prima di COVID-19, infatti, ci sono state SARS e MERS, anche se probabilmente ce le siamo scordate, perché non hanno toccato l’Italia come invece quest’ultimo contagio. Per preservare la nostra economia e le nostre aziende è però necessario non dimenticare. E pretendere che chi ci governa, sia a livello locale che a livello nazionale, attui una politica responsabile di prevenzione e di investimento nella ricerca, in coordinamento tra regioni e altri stati. Perché i virus non conoscono confini, protezionismi o nazionalismi e sono potenzialmente distruttivi per il nostro welfare e le nostre attività.
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na cosa certa nella diffusione del nuovo coronavirus COVID-19 è la sua origine: un mercato nella città di Wuhan, definito in inglese come “wet market” e impropriamente tradotto in italiano come mercato del pesce. In realtà i “mercati umidi” cinesi sono quelli dove vengono venduti animali di ogni genere, vivi o morti, per il consumo umano, in contrapposizione con i “dry market”, dove si vendono abbigliamento, elettronica e cose simili. I “wet market” in Estremo Oriente sono diffusi in molti paesi, non solo in Cina, e caratterizzati dalla promiscuità di animali di specie domestiche o selvatiche, tenuti in gabbie impilate una sull’altra a stretto contatto tra di loro, in condizioni di forte stress, che causano malattie e rendono facile la loro trasmissione da una specie all’altra. È quanto è successo sicuramente a Wuhan in
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questa situazione, e in passato quando si sono originati i virus responsabili della SARS e della MERS. PROBLEMI DA AFFRONTARE La Cina una volta per tutte dovrà affrontare il problema e normare come si deve la conduzione di questi mercati, imponendo norme igieniche e di controllo sugli animali vivi venduti che evitino lo sviluppo di virus in grado di superare la barriera di specie, come è accaduto in tutti i casi citati.
La struttura esteriore di un coronavirus. Dall’inizio del millennio sono emerse 7 nuove varianti, responsabili anche di gravi malattie, ma ancora non è stato possibile trovare un vaccino efficace.
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Dalla comparsa della SARS, nel 2002, a oggi, sono passati 18 anni e non è stato possibile sviluppare sia farmaci antivirali che vaccini veramente efficaci per i coronavirus. Questo perché ogni volta che l’emergenza è stata superata è calata l’attenzione sul problema. E lo stesso vale per le politiche di prevenzione e lo sviluppo di contromisure efficaci. LAVORARE IN MODO COORDINATO Nonostante per ben due volte dall’inizio del millennio il mondo abbia dovuto fronteggiare emergenze simili a quella attuale del COVID-19, poche lezioni sono state apprese e pochi rimedi sono stati messi in pratica. La mancanza di coordinamento non soltanto tra stati, ma perfino tra regioni all’interno di uno stesso paese, come è emerso in modo imbarazzante in Italia, si è rivelata e si sta rivelando una clamorosa mancanza, foriera di danni economici potenzialmente devastanti. Come sottolinea Gregory A. Poland, esperto americano in vaccini e in immunologia e responsabile della rivista interna-
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Le condizioni di un “wet market” cinese, simili a quelle da cui si è originato non solo il coronavirus COVID-19, ma anche quelli della SARS e della MERS. zionale “Vaccine”, «la diffusione di questo virus dimostra una volta di più, anche nel secondo decennio del Ventunesimo secolo, che “prepararsi, individuare il problema e condividere le informazioni” è una strategia molto migliore, economica ed efficace che “aspettare e rincorrere dopo il fatto. Tutti i paesi devono investire, in modo sostenuto e programmato, per trovarsi pronti a simili emergenze e sviluppare adeguate contromisure. Il mondo ha bisogno di regole del gioco coordinate, intenzionali ed esplicite, con piani globali e nazionali che non vadano in contrasto tra loro per far fronte a ogni categoria di patogeno capace di causare epidemie e pandemie. Aspettare invece che si verifichino, e poi cercare di mettere a punto piani di contenimento mentre un’epidemia o una pandemia è in pieno corso, è troppo poco e troppo tardi». u
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di Riccardo Oldani
Come affrontare le incognite legate alle emergenze È iniziata in Cina e, da qualche settimana, è piombata anche in Italia. Con ogni probabilità presto si estenderà a tutta Europa e negli Stati Uniti. L’epidemia causata dal nuovo coronavirus COVID-19 ha elevate probabilità di trasformarsi in una pandemia. Degli effetti sulla salute più o meno siamo tutti informati. Ma per quanto riguarda l’impatto economico e le conseguenze dirette sulle attività delle nostre aziende che cosa possiamo dire? In realtà le emergenze sono sempre più frequenti nello scenario economico mondiale. Adottare strategie per mitigarne le conseguenze è sempre più una necessità per chi vuole assicurare un futuro alla propria impresa
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ppena abbiamo avuto notizia della diffusione in Cina dell’epidemia causata dal nuovo coronavirus COVID-19 abbiamo avuto la percezione che qualcosa di molto grave stava accadendo, non soltanto dal punto di vista sanitario, ma anche da quello economico. Per questo motivo abbiamo pensato subito di metterci in contatto con ANRA, l’associazione italiana che riunisce i risk manager e i responsabili delle assicurazioni aziendali, allo scopo di avere qualche indicazione su come le aziende italiane, e quelle del settore gomma in particolare, possono far fronte a un’emergenza che rischia di coinvolgerle molto da vicino. La diffusione del coronavirus ha di fatto bloccato per diverse settimane l’economia cinese, determinando anche il rinvio di una delle più importanti fiere di settore, il Chinaplas. Quando abbiamo inviato le nostre domande ad ANRA non era ancora iniziata la diffusione del contagio anche qui in Italia. Lo scenario era, quindi, differente, ma non per questo le indicazioni che gli esperti dell’associazione ci hanno fornito non restano valide. In altri articoli, all’interno di questo numero, cerchiamo di fornirvi informazioni corrette sul coronavirus COVID-19 e sulle attività che un’azienda italiana può attivare per mitigarne l’impatto “in casa”. Ma le indicazioni sulle valutazioni dei rischi esterni si riveleranno preziose in un prossimo futuro, anche quando la diffusione del virus si estenderà in tutta Europa e negli Stati Uniti (com’è altamente probabile e assolutamente inevitabile). RAPPORTI CON LA CINA Sono sempre di più le aziende del settore gomma che lavorano con la Cina. Alcune hanno aperto filiali in quel paese e quindi si sono trovate immediatamente a far fronte a una situazione di blocco produttivo totale o parziale.
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Altre esportano macchinari o componenti. Altre ancora importano materie prime. La prima domanda che abbiamo quindi rivolto ad ANRA è come possono muoversi imprese medio-piccole, come quelle che caratterizzano il panorama del settore della gomma, per far fronte a crisi inaspettate come quella determinata dall’epidemia da COVID-19. A risponderci è Mark Lowe, socio ANRA da anni, un professionista con grande esperienza internazionale in campi come i rischi geopolitici, il travel risk management, la tutela dei segreti industriali e della proprietà intellettuale. «La situazione è particolarmente difficile», osserva Lowe, «perché la Cina è la fabbrica del mondo: negli ultimi de-
Mark Lowe è socio ANRA da anni ed è un esperto internazionale in campi come i rischi geopolitici, il travel risk management, la tutela dei segreti industriali e della proprietà intellettuale.
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cenni ha investito in maniera importante per diventarlo, attuando una precisa strategia politica e specializzandosi nella produzione di componenti e prodotti. Ora che l’intero paese è in blocco, l’impatto è percepito su tutti i comparti, dalla produzione alla logistica, perché le merci non riescono a circolare. Si tratta di una situazione unica, che sta mettendo tutti alla prova: la fabbrica del mondo è chiusa e non sappiamo quando riaprirà». Come si può evitare una difficoltà del genere? «È necessario», prosegue Lowe, «diversificare la catena di approvvigionamento geografica, cercando di non legarsi a un singolo paese per la fornitura o l’esportazione di componenti e prodotti. Relativamente al settore gomma, ad esempio, la Cina ha una presenza importante in Tailandia, con diverse fabbriche di proprietà che distribuiscono il prodotto a livello mondiale. Potenzialmente, esiste il rischio che il governo di Pechino decida di aumentare la produzione di materiale e utilizzare queste fabbriche quale unico fornitore, tagliando i ponti con tutti gli altri. Per questo, le aziende dovrebbe-
ro sempre dotarsi di un piano B a tutela del proprio business. In alcuni casi non è semplice, se non addirittura impossibile: l’unica soluzione sarebbe quella di accumulare la fornitura, ma questo andrebbe contro i moderni metodi di produzione basati sul concetto del just-in-time». CHE COS’È IL GEOAUDIT Per valutare quanto siano sicuri i canali di business con altri paesi voi proponente il ricorso a una procedura definita Geoaudit. Di che cosa si tratta? Dice ancora Mark Lowe: «Si tratta di un processo teso ad identificare l’esposizione al rischio da parte di un’azienda che ha rapporto con clienti e fornitori esteri o è soggetta all’influenza di cambiamenti internazionali. L’obiettivo finale è quello di essere in grado di gestire le conseguenze di eventi determinati da fattori su cui non abbiamo un controllo, come un embargo, una guerra civile o, in questo caso, un’epidemia». Come funziona? «In un primo momento», spiega l’esperto, «si procede all’identificazione dei paesi con i quali esi-
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ste un rapporto commerciale; successivamente vengono individuati potenziali rischi o eventi che possono rappresentare un impatto sugli interessi aziendali e si procede al loro monitoraggio. A questo punto, la fase “audit” consente di identificare gli strumenti necessari per gestire tali rischi qualora si dovessero verificare e di definire le modalità di gestione delle emergenze». Per calare questo metodo al settore della gomma quali ragionamenti potremmo fare? «Sappiamo per esempio», prosegue Lowe, «che la Tailandia è il maggior produttore mondiale di gomma naturale, con oltre 4 milioni di tonnellate all’anno. Se la sua disponibilità viene ridotta o interrotta, come deve comportarsi la mia azienda? A questo punto, si valutano i pro e contro di possibili nuovi fornitori in altri stati, che saranno diversi per qualità del prodotto, costo e tempistiche di lavorazione e consegna, e avranno tutto un nuovo apparato di contratti, permessi e licenze o policy di pagamento. Un altro fattore da considerare è quello della manodopera: relativamente alla Tailandia, molti degli operai sono di origine cambogiana. Quali sono le norme che regolano il lavoro degli stranieri? Esiste il rischio che vengano espulsi? Cosa succederebbe se l’economia cambogiana migliorasse e gli operai tornassero in patria? La sua produzione sta crescendo circa del 6/7% ogni anno, e potrebbe avere un impatto sull’offerta e sui prezzi. Un ulteriore fattore da monitorare, infine, è quello ambientale, poiché per la produzione di gomma naturale è necessaria la rimozione delle foreste, l’utilizzo di forni a legna». 26
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Se parliamo di gomma sintetica, invece? «Se il business riguarda la produzione di gomma sintetica», dice ancora Lowe, «diventa indispensabile tenere d’occhio la richiesta globale e il conseguente prezzo dell’esano: quale sarà l’impatto di investimenti nella sua produzione?» «Questi esempi», prosegue l’esperto, «hanno lo scopo di spiegare che il Geoaudit non è un processo semplice, ma, come per tutte le cose, è più difficile soprattutto quando c’è da compiere il primo passo: una volta individuata una serie di potenziali rischi, diventa più facile capire come monitorare la possibilità che questi si verifichino. Naturalmente, è impossibile individuare ogni possibile scenario, ma è necessario compiere uno sforzo concentrato per identificare ciò che può essere monitorato e gestito. Il Geoaudit richiede competenze specifiche, che possono essere però apprese tramite una formazione di base e successiva esperienza nell’applicarle. La sua integrazione nelle strategie aziendali richiede certamente un investimento, ma tale investimento va confrontato con le conseguenze di un potenziale danno economico derivante da una situazione di fronte a cui l’azienda non è pronta o non è in grado di gestire». GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS Oggi, alla luce degli eventi che si stanno verificando in Cina e nel mondo legati al coronavirus, quali previsioni ragionevoli si possono fare riguardo agli impatti sull’economia? Secondo Lowe, «attualmente, analisti ed economisti non sono in grado di calcolare i danni con precisione. Ci sono ancora troppi punti interrogativi.
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Tuttavia appare chiaro che l’impatto sull’economia sarà notevole: il blocco di produzione di una potenza industriale come quella cinese, unica produttrice per determinati componenti e manufatti, farà sentire i suoi effetti in tutti i settori, dall’hi-tech all’automobilistico al farmaceutico. Tra i primi, abbiamo potuto constatare un calo del prezzo del petrolio, indicativo del rallentamento della produzione a livello internazionale e del blocco di circolazione di numerosi veicoli, dalle automobili all’aviazione civile. Data l’incertezza della situazione, è il momento migliore per pianificare metodi che permettano alle aziende di rientrare dei danni subiti: alcune di queste hanno già un progetto di recupero per il momento in cui si tornerà alla normalità, ma un fattore da tenere in considerazione è la reticenza di molti dirigenti cinesi a riaprire le fabbriche. Mettendo a stretto contatto in uno spazio ridotto un altissimo numero di persone provenienti da località diverse, tra cui quelle più colpite dal contagio, i dirigenti temono una ulteriore diffusione del contagio all’intera fabbrica, che causerebbe un nuovo blocco della produzione. Per questo scelgono di muoversi con cautela». Ragionamenti che, purtroppo, sono diventati una drammatica realtà anche per noi in Italia. Il vantaggio che possiamo avere noi è un livello di automazione più elevato, che consente a meno persone in un impianto produttivo di controllare tutto il ciclo, riducendo le occa-
sioni di contatto e le probabilità di trasmissione della malattia. Ma questo presunto nostro punto di forza è ancora tutto da verificare. CRISI RICORRENTI. COME TUTELARSI? Una cosa è certa. Crisi improvvise e casuali come quella determinata oggi dal nuovo coronavirus o qualche anno fa da SARS e MERS, ma anche crolli economici come
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quelli successivi alla crisi dei mutui subprime nel 2008 o all’attacco alle Torri Gemelle nel 2001, sembrano sempre più frequenti, e con impatti globali. Per una piccola o media impresa italiana è possibile mettersi in qualche modo al riparo da queste situazioni improvvise? È Alessandro De Felice, presidente di ANRA, a rispondere a questo quesito: «Innanzitutto serve ricordare che prima di pianificare il proprio ingresso in un mercato è necessaria un’attenta analisi dei rischi, sia quelli attuali sia quelli potenziali: sociali, politici, economici, ambientali e sanitari, oltre alle analisi di marketing e della concorrenza. Vanno fatte valutazioni anche sull’affidabilità e solidità delle controparti commerciali e istituzionali locali, di eventuali fornitori e in generale di tutta la supply chain e gli stakeholder coinvolti. Spesso è utile avvalersi di professionisti locali che conoscono lingua, ambiente e criticità, dotati di buoni contatti con le istituzioni di sicurezza locali. In generale, resta un buon consiglio quello di differenziare il più possibile i mercati e le aree d’azione, e di avere sempre un piano B (e anche un piano C) nel caso in cui si concretizzasse uno degli scenari di rischio». RICORRERE A UN RISK MANAGER In ogni caso la figura che si rivela sempre più necessaria per effettuare queste valutazioni è il risk manager che, spiega De Felice, «si occupa della gestione integrata dei rischi aziendali: il suo compito è quello di individuare e analizzare potenziali rischi che possono abbattersi su un’azienda, limitandone l’esposizione e individuando quali di questi siano assicurabili e quali no. Il risk manager li valuta in base alla loro possibile frequenza e gravità, e individua la migliore linea d’azione per ottimizzarne la gestione, definendone le misure di mitigazione o prevenzione, in coordinamento con i tecnici di settore. Infine, compito del risk manager è quello di definire quali tra questi rischi necessitino di una copertura assicurativa, e quali invece possano essere autoassicurati dall’azienda». Le imprese italiane cercano queste figure? «Negli ultimi anni», conclude il presidente di ANRA, «abbiamo riscontrato un interesse e un riconoscimento sempre maggiore della professione e un aumento della sensibilità in merito alle tematiche del rischio, in particolare nelle piccole e medie imprese, che colgono il valore di saper analizzare il proprio business sotto ogni punto di vista per ridurre le criticità e rafforzare gli strumenti utili alla propria crescita. Molteplici sono le tipologie di rischi che possono abbattersi su un’azienda (strategici, finanziari, operativi), ed è per questo che non dovrebbe mai mancare una figura professionale esperta in materia, che possa interagire con le diverse funzioni e tutelare il business indipendentemente dal settore in cui opera». u 28
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Alessandro De Felice è dal 2015 presidente di ANRA. Svolge attività di formazione nei corsi ALP, presso il MIB di Trieste e l’Università di Verona.
L’ASSOCIAZIONE DEI RISK MANAGER ANRA (Associazione nazionale dei Risk Manager e Responsabili assicurazioni Aziendali) è il punto di riferimento in Italia per la diffusione della cultura d’impresa attraverso la conoscenza e gestione del rischio in azienda. Dal 1972, l’Associazione riunisce Risk Manager, Chief Risk Officer e Insurance Manager che operano quotidianamente nella professione e, attraverso le sue attività, si propone, in primis di ampliare sempre più la diffusione delle competenze di risk management, valorizzando la figura del risk manager, ma anche di promuovere lo scambio di esperienze ed informazioni tra i soci, favorendone la crescita professionale. «Oggi», dice il presidente Alessandro De Felice, «l’associazione conta oltre 460 soci, che rivestono questi ruoli nelle maggiori imprese del panorama italiano, che rappresentano circa il 25% del Pil nazionale». ANRA fa inoltre parte di una rete internazionale di associazioni di Risk Insurance Manager, tra cui FERMA (Federation of European Risk Management) e IFRIMA (International Federation of Risk and Insurance Management Associations).
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di Giovanni Invernizzi - infografiche Osservatorio Smart Working, Politecnico di Milano
Alla scoperta dello smart working La necessità di ridurre al minimo i contatti diretti tra le persone durante l’emergenza per la COVID-19 ha richiesto a molte aziende di adottare in tutta fretta sistemi di “lavoro intelligente”. In realtà si è trattato, nella maggior parte dei casi, di soluzioni improvvisate per consentire ai dipendenti, in particolar modo quelli degli uffici, di lavorare da casa. Lo smart working, però, è qualcosa di profondamente diverso, come ha messo in evidenza l’ultimo rapporto dell’osservatorio del Politecnico di Milano che studia questo fenomeno e che indica come ancora un numero limitato di imprese italiane abbia intrapreso un percorso organico verso questa modalità di lavoro, sicuramente destinata ad affermarsi sempre di più in futuro
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he cos’è lo smart working? Consiste semplicemente nel lavoro da casa o è qualcosa di diverso, di più profondo? Il quesito acquisisce senso in un momento drammatico per l’Italia, quello dettato dall’emergenza per l’epidemia da COVID-19, da cui il nostro paese, purtroppo, è stato duramente colpito. Lo smart working è stato caldamente raccomandato dal governo, che nei suoi vari decreti d’urgenza ha spinto per un’applicazione su larga scala di questa modalità di lavoro, rendendola praticabile anche in assenza di preesistenti accordi aziendali. Esiste già, inoltre, una legge che norma il lavoro intelligente, la n 81/2017. L’italia così si è trasformata in un grande laboratorio per testare pregi e difetti dello smart working. Le aziende che già si erano predisposte ad attuarlo si sono trovate avvantaggiate rispetto a quelle che, invece, finora non ne avevano considerato l’utilità. Spostare all’improvviso l’ufficio a casa, in effetti, non è una cosa semplice. I sistemi informativi aziendali possono non essere configurati per connessioni da remoto e le documentazioni cartacee o il contatto con collaboratori e colleghi non sono a portata di mano. Trovarsi d’improvviso a dover risolvere una serie di problemi a cui non si era preparati può diventare scoraggiante e far perdere moltissimo tempo. Senza tenere conto che l’approccio fai da te spesso non è ideale. La transizione verso lo smart working richiede competenze e, in molti casi, il ricorso a esperti esterni. RIVOLGERSI A ESPERTI Questo vale non soltanto per le attività del terziario, ma anche per quelle produttive. Un esempio, per quanto non legato al settore della gomma, può essere quello di ROJ Technology, azienda del Biellese impegnata nel settore della microelettronica, che produce chip e schede logiche per varie applicazioni, dal settore agricolo a quello subacqueo. L’azienda ha attraversato una profonda riorganizzazione negli ultimi anni, sfociata nel 2018 con l’inaugurazione di
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un nuovo stabilimento produttivo fortemente automatizzato. Sempre nello stesso anno è stato avviato un progetto per l’introduzione di principi di smart working, mirato a svincolare alcune funzioni aziendali dalla presenza fisica in azienda, secondo un principio che, in cambio di una maggiore flessibilità nell’utilizzo del tempo da parte degli addetti mira però contemporaneamente a una loro maggiore responsabilizzazione. A seguire l’azienda di Biella in questo percorso è la società di consulenza P4I. Tra le iniziative avviate la digitalizzazione totale di tutti gli ultimi 10 anni di archivio aziendale, per facilitare il lavoro a distanza, l’adozione di orari di lavoro personalizzati su un primo campione di dipendenti e l’assegnazione di strumenti di lavoro, come tablet, pc, smartphone e di potenti tool di comunicazione per consentire di operare d qualsiasi luogo, anche fuori dalla casa o dall’ufficio. Questa trasformazione ha riguardato soprattutto le attività “da ufficio”, e quindi amministrazione, gestione, management e vendita. LE PMI SONO TIEPIDE Il percorso allo smart working, quindi, come evidenzia il caso di ROJ Technology, non è qualcosa che si fa in due minuti. Lo confermano anche alcune ricerche e indagini svolte in Italia. Per esempio, l’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, che da otto anni sta studiando l’evoluzione di queste tecnologie in Italia ha rivelato come le piccole e medie imprese facciano ancora fatica a sposare i principi del lavoro intelligente. Ecco alcuni dati riferiti al nostro scenario. «Nel 2019», recita il rapporto dell’osservatorio uscito lo scorso ottobre, «la percentuale di grandi imprese che ha avviato al suo interno progetti di smart working è del 58%, in lieve crescita rispetto al 56% del 2018. A queste percentuali vanno aggiunte un 7% di imprese che ha già attivato iniziative informali e un 5% che prevede di farlo nei prossimi dodici mesi. Del restante 30%, il 22% dichiara probabile l’introduzione futura e soltanto l’8% non sa se lo introdurrà o non
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manifesta alcun interesse. A fronte di questa crescita modesta, c’è da registrare un aumento di maturità delle iniziative, che abbandonano lo stato di sperimentazione e vengono estese ad un maggior numero di lavoratori: circa metà dei progetti analizzati è già a regime e la popolazione aziendale media coinvolta passa dal 32% al 48%». Com’è la situazione tra le PMI? Si registra un aumento nel ricorso allo smart working, con il 12% di aziende che hanno avviato progetti rispetto all’8% del 2018. Ma aumenta anche la percentuale di imprese disinteressate al tema (dal 38% al 51%). PRO E CONTRO L’indagine dell’Osservatorio del Politecnico di Milano rivela anche come i miglioramenti più percepiti dalle aziende siano il miglioramento dell’equilibrio fra vita professionale e privata (46%) e la crescita della motivazione e del coinvolgimento dei dipendenti (35%). «Ma la gestione degli smart worker», indica il rapporto, «presenta secondo i manager anche alcune criticità, in particolare le difficoltà nel gestire le urgenze (per il 34% dei responsabili), nell’utilizzare le tecnologie (32%) e nel pianificare le attività (26%), anche se il 46% dei manager dichiara di non aver riscontrato alcuna criticità. Se si interrogano gli smart worker, invece, la prima difficoltà a emergere è la percezione di isolamento (35%), poi le di-
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strazioni esterne (21%), i problemi di comunicazione e collaborazione virtuale (11%) e la barriera tecnologica (11%)». Entrando più nel dettaglio dell’adozione dello smart working da parte delle PMI l’osservatorio nota la preferenza per un approccio informale, che consente di gestire la transizione senza una particolare progettualità e trasformazione dell’organizzazione. Gli esempi alla ROJ Technology, quindi, sono ancora abbastanza rari. Le motivazioni che spingono le imprese medie e piccole ad adottare il lavoro intelligente sono, secondo il rapporto, «soprattutto il miglioramento del benessere organizzativo, indicato da un’impresa su due, e il miglioramento dei processi aziendali (26%). Fra le ragioni che invece inducono il 51% delle PMI a non mostrare interesse spiccano la difficoltà di applicare questo modello alla propria realtà (68%) e la resistenza dei capi (23%)». Dati che si spiegano col fatto che in queste organizzazioni lo smart working viene ancora associato alla sola possibilità di lavorare da casa e di conseguenza viene percepito come un modello irrealizzabile nei settori dove la presenza fisica del dipendente è ritenuta indispensabile, come il commercio o la manifattura. RESISTENZE DA SUPERARE «Per praticare davvero lo Smart Working occorre superare l’associazione che sia solo lavoro da remoto, ma interpretarlo come un percorso di trasformazione dell’organizzazione e della modalità di vivere il lavoro da parte delle persone -
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spiega Fiorella Crespi, Direttore dell’Osservatorio Smart Working -. Sono ancora poche le organizzazioni che lo interpretano come una progettualità completa, che passa anche dal ripensamento degli spazi e da un nuovo modo di lavorare basato sulla fiducia e la collaborazione. Agire sulla flessibilità, responsabilizzazione e autonomia delle persone significa trasformare i lavoratori da “dipendenti” orientati e valutati in base al tempo di lavoro svolto a “professionisti responsabili”, focalizzati e valutati in base ai risultati ottenuti. Fare smart working a un livello più profondo significa fare un ulteriore passo oltre, lavorando sull’attitudine e i comportamenti delle persone w promuovendo un pieno engagement per far sì che i lavoratori diventino veri e propri “imprenditori”, con un’attitudine all’innovazione e alla creatività». AUMENTO DELLA PRODUTTIVITÀ Molte aziende, anche del nostro settore, lamentano la scarsa partecipazione di una parte del personale, la poca responsabilizzazione e la mancanza della concezione dell’azienda come “realtà collettiva”, il cui buon funzionamento si ripercuote anche sul benessere delle singole persone. È un retaggio che deriva da una vecchia concezione del rapporto “padrone-dipendente”, che presuppone un salto di qualità. E non soltanto da parte dei sindacati o dei lavoratori, molte volte indicati dai manager e dai proprietari come i principali responsabili di questa situazione. Spesso, va detto, sono anche gli imprenditori ad avere un concetto arretrato del rappor-
to con i loro collaboratori, considerati come esecutori piuttosto che come asset in grado di dare all’azienda un valore aggiunto oltre alla prestazione di manodopera e di lavoro. Secondo un’altra indagine sullo smart working, condotta dall’Università Bocconi di Milano, lo smart-working ha aumentato la produttività dei lavoratori, migliorato il benessere e anche il bilanciamento tra lavoro e famiglia. In generale i lavoratori smart sono più soddisfatti della loro vita sociale, della possibilità di utilizzare al meglio il loro tempo libero e, anche per questo, sono più concentrati, più appassionati alle attività quotidiane e più capaci nel risolvere problemi e prendere decisioni. I manager sono scettici, anche giustamente, sulla riduzione del controllo sui loro collaboratori connessa allo smart working, ma i dati dell’indagine della Bocconi sembrano contraddirli: in realtà gli smart worker sono più produttivi e si sentono più impegnati nel loro lavoro. Chi ne trae soprattutto beneficio sono le donne, più chiamate degli uomini a contemperare le esigenze di lavoro e casa e quindi più favorite da una maggiore flessibilità negli orari. Insomma, lo smart working, a cui molte aziende sono state forzate dall’emergenza coronavirus, potrebbe rivelarsi, se applicato con intelligenza, un’arma vincente, non solo per cambiare i rapporti di lavoro e introdurre finalmente anche nel “dipendente” una mentalità imprenditoriale, ma forse anche per far crescere la nostra società, e dare maggiori opportunità alle donne. u
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www.myflexmixer.com
FOCUS
Le nostre domande 1.
Qual è la vostra sensazione sul mercato delle macchine per la produzione delle mescole gomma? Come si è concluso per voi il 2019 e come si preannuncia il 2020? La vostra clientela quale tipo di richieste e sollecitazioni vi pone?
INCHIESTA MACCHINE
La sala mescole è sempre più connessa
2.
Il tema della sostenibilità in ogni tipo di produzione è sempre più attuale. È emerso in modo prepotente anche dall’ultimo K2019, la fiera internazionale di Düsseldorf. Dal vostro punto di vista, anche la produzione di mescole in gomma può fornire un apporto in questa direzione? E in quale modo le macchine di vostra produzione o da voi distribuite possono contribuirvi? Qual è il vostro approccio alla sostenibilità ambientale?
3.
Avete novità tecnologiche o di prodotto in arrivo nel 2020? Potete darci qualche indicazione?
4.
Un trend che ci pare sempre più attuale è quello dell’introduzione di automatismi, sistemi di intralogistica e robot nel manifatturiero, compreso il settore di trasformazione della gomma. È una tendenza che riscontrate anche nel vostro settore? Ricevete richieste in tal senso dai vostri clienti? E, nel qual caso, che tipo di approccio o soluzione proponete al cliente?
Tutti i produttori di soluzioni e macchinari destinati alla sala mescole, dagli impianti di dosaggio alle soluzioni per la pallettizzazione, concordano sul fatto che l’interconnessione dei sistemi e delle macchine è sempre più richiesta. Una caratteristica che consente non soltanto la sincronizzazione dei dispositivi, ma anche una gestione centralizzata, per esempio attraverso il MES, o la manutenzione da remoto. Nelle opinioni dei protagonisti, che abbiamo però interpellato prima della diffusione in Italia del contagio da coronavirus Covid-19, il 2020 si preannuncia in linea con il 2019, quindi sostanzialmente in tenuta. Vedremo nelle prossime settimane se le loro indicazioni verranno rispettate, oppure se l’emergenza sanitaria si trasformerà in crisi.
5.
Macchine connesse: sono sempre più richieste dal mercato e non soltanto perché rendono possibile l’accesso agli incentivi del Piano Impresa 4.0. È un tema che riguarda anche la sala mescole? Quali soluzioni per la connettività adottano le macchine che producete o commercializzate?
6.
Impresa 4.0. Il meccanismo di incentivazione basato su iperammortamento e superammortamento nella nuova finanziaria viene sostituito dal credito d’imposta. Avete avuto occasione di valutare questa novità? Cambierà qualcosa per voi e per la vostra proposta commerciale? E per il cliente?
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FOCUS
Le risposte degli esperti “Nel nostro settore, la movimentazione di materie prime, la sostenibilità si concretizza soprattutto nella riduzione delle emissioni di polveri”
Camimpianti
Lorenzo Caggiano Export manager
1.
Il 2020, in base alle voci di mercato, si preannuncia con una leggera flessione rispetto al 2019, anche in virtù degli ottimi risultati dell’anno appena trascorso. Il 2019 è stato un anno molto buono dal punto di vista degli investimenti dei produttori di gomma, anche con l’aiuto degli ammortamenti, ai vari livelli, di cui si è potuto usufruire. Il dosaggio delle materie prime, che è il nostro settore di intervento, influisce direttamente sui parametri di ripetibilità e qualità delle mescole, caratteristiche fondamentali per un produttore, quindi la sollecitazione resta la ricerca di sempre maggiore precisione nel dosaggio dei prodotti e capacità di produrre mescole identiche dove richiesto.
2.
Qualsiasi tipo di produzione ha un impatto ambientale, in termini energetici o di inquinamento atmosferico. Un problema, che probabilmente non è del tutto risolto, è il recupero dei prodotti a base di gomma (pneumatici, articoli tecnici o altro) nel momento in cui vengono dismessi. Il processo che si utilizza, allo stato attuale, è la pirolisi di cui andrebbe valutata sia la sostenibilità economica sia i risultati in termini di qualità del prodotto finale ottenuto per un eventuale riutilizzo. Per ciò che riguarda l’apporto della parte di nostra competenza, cioè la movimentazione delle materie prime, questo si concretizza principalmente nella riduzione delle emissioni di polveri in atmosfera, ottimizzando i sistemi di filtrazione e porgendo attenzione all’efficienza delle tenute di serbatoi e macchinari in generale. La Camimpianti,per il suo uso interno, usufruisce di un sistema di pannelli fotovoltaici che può fornire fino a 70kW circa.
3.
In generale nel nostro tipo di progettazione, cioè su commessa, la maggior parte degli stimoli, nella ricerca di sistemi innovativi, arriva dal confronto con gli utilizzatori finali che ci comunicano, nel tempo, le nuove esigenze nel processo produttivo. Da questo costante confronto le nuove necessità sono sempre più rivolte alla sicurezza del personale operante e alla possibilità di ridurre l’intervento umano nella gestio36
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ne del processo, utilizzando software di controllo e gestione man mano più raffinati. Un esempio tangibile di ciò l’abbiamo con il nostro sistema per la preparazione delle ricette degli “small chemicals” ABC, che va a sostituire ciò che era la classica preparazione manuale dei sacchetti. Questo sistema di anno in anno viene sempre migliorato, in termini di precisione, ripetibilità e velocità di preparazione, per incontrare le esigenze produttive.
4.
In gran parte la risposta è contenuta nella precedente, e l’approccio non può che essere di grande e fattiva collaborazione con l’utente finale, oltre ad avere un reparto di progettazione e sviluppo preparato allo studio di novità.
5.
Certo, in primo luogo il quadro controllo è completo di PLC per la gestione di tutte le attività delle macchine fornite con controllo degli allarmi e delle fasi produttive e, inoltre, consente di interfacciarsi con il sistema informatico centrale (gestionale), acquisire i programmi di produzione e scambiare informazioni su consumi e giacenze per una corretta tracciabilità.
6.
I vari tipi di ammortamento sono stati negli anni passati utilizzati dagli utenti finali. Il credito d’imposta appare meno conveniente dell’ammortamento ma penso sia comunque appetibile per incentivare gli investimenti. u “Nella sala mescole è un “must” avere tutte le attrezzature interconnesse, a partire dal sistema di dosatura fino alla creazione del bancale”
Colmec
Giovanni Colombo Sales Director
1.
Durante la seconda metà dello scorso anno si è vissuto un rallentamento globale in tutti i settori, fortunatamente però il 2020 è iniziato portando con sé alcuni primi segnali di ripresa. Le esigenze della nostra clientela sono diventate negli anni più specifiche e legate alla contingenza del mercato con richieste di consegne sempre più rapide.
2.
Colmec riserva da sempre una grande attenzione ai temi della sicurezza e dell’ambiente, tanto che ormai da qualche anno ha
INCHIESTA MACCHINE ottenuto la certificazione integrata OSHA 18001 ed ISO 14001. Il nostro impegno è rivolto sia al ciclo produttivo interno di costruzione dei nostri macchinari che alla progettazione dei macchinari stessi secondo procedure che seguono specifici criteri di eco sostenibilità (riciclo a fine vita, utilizzo di materiali innovativi e non inquinanti, ridotto consumo energetico). Inoltre i nostri macchinari migliorano i processi produttivi tradizionali portando notevoli benefici, non solo in termini di maggior qualità del prodotto finale, ma anche di efficienza energetica e di riduzione degli scarti di produzione, con grandi vantaggi sia in termini economici che per l’ambiente.
3.
Nell’ottica del miglioramento continuo, che Colmec persegue da sempre, stiamo costruendo una nuova linea, che sarà operativa dal mese di Maggio presso il nostro Centro Tecnologico, per la produzione di tubi automotive relativamente al settore dell’auto elettrica. Questa linea unisce in sé tutte le novità tecnologiche messe a punto da Colmec per rispondere alle esigenze del nuovo mercato delle auto del futuro.
4.
Certamente questo è un tema attualissimo. Basti pensare che in un futuro prossimo l’uomo lavorerà solo 20 o 30 ore a settimana, saranno robot e macchinari automatici a sostituirsi al personale operativo. Colmec è leader nella produzione di linee completamente automatizzate in particolare per il settore medicale, dove partendo dalla mescolazione delle materie prime, all’estrusione e fino alla raccolta del prodotto finito il processo avviene in modo totalmente automatico senza alcun intervento umano. Questo aspetto non è però solo prerogativa del settore medicale; anche il settore industriale è sempre più alla ricerca di soluzioni automatizzate soprattutto per quanto riguarda i processi di movimentazione, attrezzaggio e pulizia.
5.
Le nostre macchine, già da prima che il Piano Impresa 4.0 divenisse realtà erano equipaggiate con moduli di interscambio dati verso la rete del cliente e moduli di teleservice per poter effettuare una diagnosi del macchinario da remoto. Nelle sale mescole è un “must” avere tutto il sistema interconnesso a partire dal sistema di dosatura sino alla raccolta del bancale di gomma. Solo tramite questa interconnessione tutti i macchinari possono essere sincronizzati tra loro allo scopo di ottenere un prodotto sempre ripetibile e omogeneo. E sempre grazie all’interconnessione è possibile avere una tracciabilità completa del lotto prodotto, una prerogativa davvero indispensabile per una sala mescole moderna.
6.
Personalmente non ho ancora avuto modo di approfondire le novità di questo meccanismo fiscale. Posso però tranquillamente affermare che per Colmec non cambierà nulla nel servizio e nel macchinario offerto ai suoi clienti in quanto la filosofia della nostra azienda è sempre quella di proporre le soluzioni tecnologicamente più avanzate e più innovative. Requisiti fondamentali per essere sempre allineati con i tempi. Anzi, un passo avanti! u
Le nostre domande 1. Qual è la vostra sensazione sul mercato delle macchine per la produzione delle mescole gomma? Come si è concluso per voi il 2019 e come si preannuncia il 2020? La vostra clientela quale tipo di richieste e sollecitazioni vi pone? 2. Il tema della sostenibilità in ogni tipo di produzione è sempre più attuale. È emerso in modo prepotente anche dall’ultimo K2019, la fiera internazionale di Düsseldorf. Dal vostro punto di vista, anche la produzione di mescole in gomma può fornire un apporto in questa direzione? E in quale modo le macchine di vostra produzione o da voi distribuite possono contribuirvi? Qual è il vostro approccio alla sostenibilità ambientale? 3. Avete novità tecnologiche o di prodotto in arrivo nel 2020? Potete darci qualche indicazione? 4. Un trend che ci pare sempre più attuale è quello dell’introduzione di automatismi, sistemi di intralogistica e robot nel manifatturiero, compreso il settore di trasformazione della gomma. È una tendenza che riscontrate anche nel vostro settore? Ricevete richieste in tal senso dai vostri clienti? E, nel qual caso, che tipo di approccio o soluzione proponete al cliente? 5. Macchine connesse: sono sempre più richieste dal mercato e non soltanto perché rendono possibile l’accesso agli incentivi del Piano Impresa 4.0. È un tema che riguarda anche la sala mescole? Quali soluzioni per la connettività adottano le macchine che producete o commercializzate? 6. Impresa 4.0. Il meccanismo di incentivazione basato su iperammortamento e superammortamento nella nuova finanziaria viene sostituito dal credito d’imposta. Avete avuto occasione di valutare questa novità? Cambierà qualcosa per voi e per la vostra proposta commerciale? E per il cliente?
“Abbiamo brevettato un sistema di controllo delle polveri che ci permette di operare in modo pulito e stiamo introducendo nuove automazioni”
Color Service
Guido Fona Direttore Vendita
1.
Abbiamo concluso il 2019 con un aumento del fatturato rispetto all’anno scorso e ne siamo fieri. Il 2020 si prospetta ancora molto buono anche se si percepisce una certa preoccupazione per l’andamento del settore automobilistico. La nostra clientela ci chiede specificatamente di garantire la riproducibilità e la tracciabilità dei lotti di produzione, richieste che riusciamo a soddisfare grazie ai nostri sistemi.
2.
La sostenibilità è un argomento particolarmente impegnativo per noi, dal momento che spesso dobbiamo trattare materiali volatili e polverosi. Anche noi abbiamo apportato il nostro contributo all’ambiente investendo fortemente in ricerca e sviluppo e siamo ora orgogliosi di poter proporre un sistema con il controllo assoluto delle polveri emesse durante la pesatura.
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Abbiamo brevettato un sistema di controllo polveri che ci perL’INDUSTRIA DELLA GOMMA MARZO 2020
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FOCUS mette di operare in maniera pulita in ambienti solitamente sporchi. Presenteremo questa novità alla prossima fiera Tire Technology insieme alla gestione completamente automatica del sacchetto in EVA. Tra le novità rientrerà anche l’automazione dello stoccaggio e dell’invio ai mixer e credo che questa sia l’innovazione più interessante per i nostri clienti, capace di favorire un notevole risparmio di tempo e una riduzione dei costi di produzione.
4.
La riproducibilità e la tracciabilità prima menzionati sono due concetti che, senza un’automazione all’avanguardia, non sono raggiungibili. In questo campo siamo stati e siamo dei pionieri. Siamo stati i primi ad automatizzare la produzione dei sacchetti in Eva con dosaggio e sigillatura automatici ed ora con l’introduzione dello stoccaggio ed invio automatico ai mixer abbiamo consolidato la nostra presenza nel mercato nazionale ed internazionale del nostro settore.
5.
I nostri sistemi sono già progettati per ottemperare alle richieste dell’Impresa 4.0. I nostri clienti infatti stanno già beneficiando degli incentivi, con notevole risparmio sugli investimenti effettuati.
6.
Siamo già operativi in questo settore e i nostri clienti ne stanno già beneficiando da tre anni, in quanto questo incentivo permette loro di usufruire della possibilità di ammortizzare il costo in percentuale notevole. u “Il nostro sforzo per la sostenibilità si traduce non solo in migliorie sui nostri macchinari ma anche in progetti di ricerca e sviluppo di nuovi processi”
Comerio Ercole Riccardo Comerio Managing Director
1.
Il 2019 si conclude positivamente con un sostanziale mantenimento dei livelli di produzione degli scorsi anni che sono stati sempre su livelli elevati. Il 2020 si apre dopo un periodo di riflessione e relativa calma a livello internazionale con una ritenuta nuova interessante opportunità per nuovi progetti sempre più stimolanti dal punto di vista tecnico e tecnologico e dove il nostro cliente ricerca sempre di più soluzioni integrate IOT e di effettiva interconnessione Industria 4.0. E’ una sfida in termini di impegno sia a livello di struttura aziendale ma anche a livello di contenuto e competenze specialistiche per cui la Comerio Ercole già da alcuni anni ha avviato un importante progetto di investimento strutturale.
2.
La Comerio Ercole nel segmento specifico della mescolazione già da alcuni anni ha avviato distinti progetti legati alla all’economia 38
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MARZO 2020
circolare, tra c cui in particolare due specifici di ricerca e sviluppo che hanno portato a disporre già di una soluzione industrializzata, denominata Impianto ETP, per il recupero di scarti da PFU vulcanizzata per la produzione di manufatti laminati per utilizzo in edilizia, campi da calcio, piani fonoassorbenti, e altro. Un secondo progetto, denominato REACTOR, è in fase di rilascio finale per il recupero di scarti di gomma devulcanizzata come materia prima seconda. Quindi, oltre a una serie di interventi trasversali su tutta la linea di produzione, correlati per esempio a una costante ricerca del recupero energetico su tutti i nostri macchinari e impianti e a una attenzione aziendale che è anche formalizzata nella certifica ISO 14001, abbiamo avviato progetti R&D specifici che rientrano in una logica integrata di supporto e salvaguardia dell’ambiente.
3.
Abbiamo tantissime novità in termini di sviluppo di nuove soluzioni industrializzate per migliorare l’efficienza e le prestazioni dei nostri macchinari ed impianti, in particolare nel comparto della calandratura, ad esempio con lo sviluppo di nuove soluzione brevettate per il perfetto controllo del processo di laminazione a bassi spessori, denominato HYDROSHOT, Altre innovazioni riguardano lo sviluppo di nuovi processi di lavorazioni di polimeri ed elastomeri, con base anche di grafene, per cui la Comerio Ercole ha recentemente raggiunto un accordo strategico con un importante produttore, il gruppo Directa Plus. L’accordo è stato possibile in quanto Comerio Ercole ha fortemente investito negli ultimi anni sulla parte laboratoriale di R&D ed ha recentemente aperto il suo secondo laboratorio di sperimentazione dove ha installato un processo completo, al momento si scala ridotta, di mescolazione e di calandratura Industria 4.0.
4.
Non si tratta più di valutare le richieste da parte del cliente, ma già di essere in condizione di proporre e stimolare nuovi orizzonti tecnologici. La Comerio Ercole è particolarmente attenta su questo fronte. È un cambio di paradigma per cui non siamo più produttori di macchine ma soprattutto fornitori di soluzioni per i nostri clienti. Un team dedicato è ora disponibile e con particolari skill in termini di MES, per esempio, che è forse il primo gradino di richieste sul filone Industria 4.0 che abbiamo effettivamente ora consolidato come nostro competenza aziendale.
5.
Ne abbiamo già fatto riferimento nelle risposte precedenti. Impresa 4.0 è un approccio, o meglio una filosofia nuova, per cui è necessario disporre di una grandissima quantità di dati, i cosiddetti “big data”, su cui si possono fare poi una serie di elaborazioni per migliorare processi ed efficienza, oltre che per incrementare il livello di controllo di qualità. Per ogni macchina c’è già oggi una soluzione proponibile sulla base di esperienze realmente vissute e, quindi, anche con un effettivo riscontro in termini di risultato ottenuto.
6.
Il Piano Nazionale Industria 4.0 – di cui super- ed iper-ammortamento sono stati un pilastro fondamentale – ha sicuramente concorso ad innescare e diffondere una nuova visione di politica industriale. La forma di agevolazione originariamente scelta, cioè quella di variazione fiscale correlata al piano di ammortamento del cespi-
INCHIESTA MACCHINE te, ne dilazionava la completa fruizione lungo un lasso temporale a volte piuttosto lungo e, soprattutto, l’effettivo vantaggio risultava ridotto per quelle imprese già in “perdita fiscale” proprio a seguito degli investimenti 4.0. Il nuovo Piano per la Transizione Ecologica e Digitale, comprendente la revisione del beneficio nella nuova forma del credito di imposta fruibile in un massimo di 5 anni, determina da un lato l’allargamento della platea dei potenziali beneficiari alle imprese in “perdita fiscale”, e dall’altro rende lo strumento più attrattivo velocizzandone sensibilmente il timing di fruizione. Da questo punto di vista, l’innovazione dello strumento è quindi sicuramente bene accetta, anche se rimane perfettibile; in primis perché, in luogo di continue reiterazioni della norma (ormai di fatto in essere dal 2017), converrebbe valutare di farne un dispositivo permanente a supporto del tessuto industriale; e poi perché, prima di essere questione di intensità agevolativa (rimasta peraltro sostanzialmente immutata nel passaggio al nuovo credito di imposta), Industria 4.0 è questione di progettualità. Vale a dire che occorre coltivare una cultura di impresa che abbia una visione di lungo termine e che mantenga una tensione costante verso l’evoluzione green e digitale. In definitiva, il primo giudizio sulla riforma del meccanismo di incentivazione è positivo; lo strumento ne esce a nostro avviso rafforzato e si sposa perfettamente con la nostra proposta tecnico-commerciale, recentemente arricchitasi di nuove ed importanti soluzioni brevettuali. Auspichiamo una sua stabilizzazione affinché tale supporto agevolativo non venga meno neppure per quegli investimenti i cui tempi di gestazione ed attuadgts_210x146_2018_TR.ai 1 20/03/18 10.53 zione si spingono necessariamente oltre la metà del 2021. u
Le nostre domande 1. Qual è la vostra sensazione sul mercato delle macchine per la produzione delle mescole gomma? Come si è concluso per voi il 2019 e come si preannuncia il 2020? La vostra clientela quale tipo di richieste e sollecitazioni vi pone? 2. Il tema della sostenibilità in ogni tipo di produzione è sempre più attuale. È emerso in modo prepotente anche dall’ultimo K2019, la fiera internazionale di Düsseldorf. Dal vostro punto di vista, anche la produzione di mescole in gomma può fornire un apporto in questa direzione? E in quale modo le macchine di vostra produzione o da voi distribuite possono contribuirvi? Qual è il vostro approccio alla sostenibilità ambientale? 3. Avete novità tecnologiche o di prodotto in arrivo nel 2020? Potete darci qualche indicazione? 4. Un trend che ci pare sempre più attuale è quello dell’introduzione di automatismi, sistemi di intralogistica e robot nel manifatturiero, compreso il settore di trasformazione della gomma. È una tendenza che riscontrate anche nel vostro settore? Ricevete richieste in tal senso dai vostri clienti? E, nel qual caso, che tipo di approccio o soluzione proponete al cliente? 5. Macchine connesse: sono sempre più richieste dal mercato e non soltanto perché rendono possibile l’accesso agli incentivi del Piano Impresa 4.0. È un tema che riguarda anche la sala mescole? Quali soluzioni per la connettività adottano le macchine che producete o commercializzate? 6. Impresa 4.0. Il meccanismo di incentivazione basato su iperammortamento e superammortamento nella nuova finanziaria viene sostituito dal credito d’imposta. Avete avuto occasione di valutare questa novità? Cambierà qualcosa per voi e per la vostra proposta commerciale? E per il cliente?
FOCUS
“La produzione delle mescole per gomma è un settore sempre più attento a soluzioni sostenibili in termini ambientali”
G3
Pierpaolo Gagliardi General Manager
1.
Per la G3 Mixing Technologies il 2019 è stato un anno positivo in linea con i trend di crescita degli anni precedenti. Il mercato ci riconosce la competenza nella fornitura di macchine ricostruite e garantite come nuove e nel contempo riceviamo in modo costante feedback positivi sulle forniture di nuove macchine, in particolare mescolatori interni. Le sollecitazioni che riceviamo in modo crescente riguardano customizzazioni delle macchine, ad esempio applicazioni ATEX, ma anche flessibilità e organizzazione del post vendita in termini di manutenzione preventiva e servizi di ispezione. Il 2020 si è già aperto con forniture di macchine ricostruite per il mercato internazionale e con la forniture di mescolatori interni con personalizzazioni per specifiche applicazioni. Un buon inizio per mantenere il trend crescente.
2.
La produzione della mescola per gomma è un mercato che sempre più sta adottando soluzioni sostenibili in termini ambientali. Il mercato richiede l’adozione di tecnologie per il risparmio energetico e la riduzione dei consumi di olii lubrificanti. Per questo motivo le nostre macchine vengono dotate di sistemi per il risparmio energetico e per l’ottimizzazione dei consumi. Da nostro punto di vista un grande aiuto al tema della sostenibilità arriva anche dalla ricostruzione di macchine usate. Questo ci permette di ridurre in parte l’uso di materie prime ma anche di ottimizzare e ridurre l’impatto ambientale di tutto il ciclo di produzione.
3.
Per il 2020 abbiamo in programma di diffondere le nuove soluzioni tecnologiche adottate per incrementare il livello qualitativo dei servizi offerti. Durante il K2019 abbiamo dato una piccola anticipazione del sistema di visione con la realtà aumentata che ci permetterà di supportare i nostri clienti in fase di formazione per manutenzione ordinaria della macchine, ma anche di guidarli da remoto durante gli interventi di manutenzione straordinaria.
4.
Nell’industria della gomma si sono già adottate soluzioni legate ad applicazioni robotiche e di automazione. È sicuramente un trend in crescita in particolare per le sale mescole dove viene richiesto sempre più un processo automatizzato e continuo. Oltre al punto di vista dell’efficienza produttiva notiamo sempre più l’applicazione di soluzioni automatiche per migliorare l’ambiente lavorativo e la sicurezza degli operatori. 40
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MARZO 2020
5.
Tutte le nostre macchine, quelle nuove e, dove possibile, anche le ricostruite, sono dotate di sistemi di connessione da remoto. In questo modo possiamo supportare costantemente i nostri clienti per interventi di service a distanza, ma anche per confrontare i dati e le performance delle macchine nella stessa sala mescole.
6.
Stiamo notando una maggiore attenzione all’uso di incentivi statali per l’acquisto di nuove macchine o di macchine riscostruite e garantite come di nuova fornitura. L’investimento deve essere giustificato prioritariamente dalle richieste del mercato. Il passaggio da iper-super ammortamento a credito di imposta non cambierà la nostra proposta commerciale. Sarà sicuramente in aiuto valido per tutto il nostro settore. u “La sempre maggiore richiesta di sale mescole complete richiede anche sistemi interconnessi, che ci siamo attrezzati a realizzare con la nuova divisione System”
HF Mixing Group Pomini Rubber & Plastics Andrea Delmoro Sales Office Manager
1.
Il 2019 si è chiuso bene per il nostro Gruppo HF Mixing Group (HFMG) e nel corso dell’anno, a livello globale, abbiamo assistito ad un incremento di investimenti da parte di nuovi player extraeuropei, soprattutto provenienti dall’Estremo Oriente. Il 2020 si preannuncia nel solco del 2019 anche se sia la Brexit sia le elezioni americane che la situazione legata al contagio da coronavirus registratasi nelle ultime settimane rischiano di aumentare il grado di incertezza dei mercati con possibili effetti negativi sugli investimenti a breve e medio termine. Per quel che riguarda le richieste da parte della clientela, come già evidenziato lo scorso anno, si mantiene il trend di richieste di tecnologie di mescolazione ed estrusione sempre più sofisticate e in generale registriamo un aumento della richiesta di sale mescole complete.
2.
Riteniamo che anche la produzione di mescole in gomma possa dare un contributo positivo al tema della sostenibilità, in particolare in termini sia di sviluppo di nuovi materiali che di miglioramento dei processi di trasformazione. Tali esigenze si trasformano a loro volta in richieste, da parte dei nostri Clienti, sia per sistemi sempre più sofisticati di gestione della sala mescole completa, sia per l’adozione, a livello di singole macchine, di nuove tecnologie in grado di gestire processi sempre più complessi. Queste esigenze vengono declinate da HFMG nello sviluppo di nuovi sistemi di controllo in grado di interconnettere ed ottimizzare tutti gli ambiti della sala mescole oltreché di gestire e monitorare, sia a livello di singola macchina che di impianto nel suo complesso, i parametri critici di processo. Tutto ciò è fondamentale al fine di massimizzare l’efficacia nell’impiego sia delle materie prime che dell’energia necessaria alla loro trasformazione.
INCHIESTA MACCHINE
3.
La sempre maggior richiesta di sale mescole complete pone delle nuove sfide in quanto necessita, oltrea allo sviluppo di sistemi di controllo interconnessi, anche capacità di progettazione in grado di integrare macchinari ed infrastrutture. HFMG, in particolare, si è strutturata negli ultimi anni per affrontare tali nuove sfide dotandosi di una divisione System, in grado di fornire tali servizi di ingegneria avvalendosi delle più moderne tecnologie di progettazione 3D. Diversi progetti gestiti negli ultimi anni ci hanno altresì consentito di maturare un notevole bagaglio di esperienza, che siamo quindi in grado di offrire ai nostri Clienti.
4.
Riscontriamo anche nel nostro settore una sempre crescente attenzione a queste tematiche. Chiaramente queste tecnologie fanno nascere nuove esigenze legate alla capacità di interconnettere maggiormente e governare i processi che gestiscono i flussi dei materiali. Per soddisfare tali esigenze HFMG ha sviluppato ADVISE® 4.0, un nuovo sistema di controllo in ottica di industria 4.0, in grado di automatizzare interconnettere ed armonizzare tutte le aree della sala mescole e di raccogliere, strutturare ed analizzare, in maniera intelligente, i dati provenienti dai diversi ambiti quali magazzini materie prime, macchinari, processo, produzione, logistica interna oltreché ad integrarsi con le piattaforme di gestione aziendale.
Le nostre domande 1. Qual è la vostra sensazione sul mercato delle macchine per la produzione delle mescole gomma? Come si è concluso per voi il 2019 e come si preannuncia il 2020? La vostra clientela quale tipo di richieste e sollecitazioni vi pone? 2. Il tema della sostenibilità in ogni tipo di produzione è sempre più attuale. È emerso in modo prepotente anche dall’ultimo K2019, la fiera internazionale di Düsseldorf. Dal vostro punto di vista, anche la produzione di mescole in gomma può fornire un apporto in questa direzione? E in quale modo le macchine di vostra produzione o da voi distribuite possono contribuirvi? Qual è il vostro approccio alla sostenibilità ambientale? 3. Avete novità tecnologiche o di prodotto in arrivo nel 2020? Potete darci qualche indicazione? 4. Un trend che ci pare sempre più attuale è quello dell’introduzione di automatismi, sistemi di intralogistica e robot nel manifatturiero, compreso il settore di trasformazione della gomma. È una tendenza che riscontrate anche nel vostro settore? Ricevete richieste in tal senso dai vostri clienti? E, nel qual caso, che tipo di approccio o soluzione proponete al cliente? 5. Macchine connesse: sono sempre più richieste dal mercato e non soltanto perché rendono possibile l’accesso agli incentivi del Piano Impresa 4.0. È un tema che riguarda anche la sala mescole? Quali soluzioni per la connettività adottano le macchine che producete o commercializzate? 6. Impresa 4.0. Il meccanismo di incentivazione basato su iperammortamento e superammortamento nella nuova finanziaria viene sostituito dal credito d’imposta. Avete avuto occasione di valutare questa novità? Cambierà qualcosa per voi e per la vostra proposta commerciale? E per il cliente?
FOCUS
5.
Come citato precedentemente, HFMG ha introdotto il nuovo sistema di controllo ADVISE® 4.0: un sistema modulare e scalabile per l’automazione della sala mescole e per le tecnologie di processo intelligenti. Tutte le aree della sala mescole, dalla singola macchina sino all’intero impianto o multi-impianti, vengono così coperte e, in funzione dei desiderata, singole applicazioni possono essere selezionate e combinate per creare un sistema di automazione globale interconnesso e personalizzato sulle esigenze del singolo cliente. Il sistema viene completato da un pacchetto di analisi basato su tecnologie datawarehouse e business intelligence, con la capacità di valutare l’Overall Equipment Efficiency partendo da singole macchine sino ad impianti completi.
6.
Non abbiamo ancora valutato questa novità e ci riserviamo di farlo nel prossimo futuro. “Da quanto ci indicano i clienti il nuovo schema incentivante del Piano Impresa 4.0 non ha effetti negativi o limitanti per chi intende investire”
Lawer
Federico Ormezzano Managing director
1.
Da tempo il mercato registra un notevole interesse verso i nuovi sistemi di dosaggio automatico a servizio della sala mescole . Il 2019 si è concluso in modo estremamente positivo, e anche il 2020 si prospetta assai promettente, con l’incognita della situazione cinese (e adesso, purtroppo, anche dei casi di contagio in Italia). I nostri clienti richiedono sistemi complessi in grado di automatizzare non solo le operazioni di dosaggio manuale ma anche di soddisfare le particolari esigenze movimentazione e logistica a valle dei nostri impianti, allo scopo di perseguire la completa tracciabilità nei vari passaggi produttivi.
2.
Sicuramente sì, i nostri sistemi di dosaggio automatico permettono di eliminare gli errori di dosaggio e lo spreco di prodotti, a contenere le dispersioni e a garantire la qualità e igiene nell’ambiente di lavoro. Il raggiungimento degli obbiettivi di precisione, produttività, ripetibilità e tracciabilità offrono ai nostri clienti un contributo importante per la sostenibilità ambientale nella filiera produttiva delle mescole in gomma. Lawer è stata tra le prime aziende in Italia ad aderire al progetto “Sustainable technologies”, che si prefigge di produrre tecnologie che pongono al centro del del ciclo manufatturiero la riduzione di energia e prodotti chimici per un processo più responsabile ed attento ai consumi. Il nostro impegno verso l’ecosostenibilità si estende anche al’interno dei nostri reparti produttivi , con l’utilizzo di di pannelli fotovoltaici per autoprodurre ed utilizzare energia rinnovabile. 42
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MARZO 2020
3.
La nostra azienda sta dedicando importanti risorse progettuali e produttive a questo settore, con incessanti aggiornamenti tecnici. Quest’anno presentiamo al Tire Technology Expo un nuovo impianto specificatamente destinato al settore degli pneumatici, che ci permetterà di completare la nostra gamma di impianti in grado di soddisfare le più diverse esigenze produttive del settore gomma.
4.
In generale l’interesse delle aziende manufatturiere nei confronti dell’automazione di processo e dei relativi sistemi integrati è in continua espansione, e negli ultimi anni la richiesta di impianti per il dosaggio automatico è molto cresciuta anche nel nostro specifico settore. Lawer, per rispondere in modo rapido ed adeguato alle crescenti richieste ha inserito nuove e qualificate figure professionali nel proprio Ufficio Progetti.
5.
Tutti i nostri impianti di dosaggio sono ovviamente collegabili ai sistemi esterni (gestionali aziendali , MES) tramite moduli di interfacciamento standard. Ciò risponde in via primaria alle necessità di programmazione e tracciabilità della produzione del cliente, e permette di accedere agli incentivi previsti dal Piano Impresa 4.0.
6.
Per quanto da noi rilevato presso i clienti italiani, le modifiche normative introdotte con la nuova finanzaria non hanno prodotto effetti negativi o limitativi sulla possibilità di accedere agli incentivi di Impresa 4.0. Lo strumento rimane quindi valido per chi intende investire. “L’impiego di veicoli a guida autonoma in connessione con i sistemi di immagazzinamento di bancali e cassoni diventa sempre più frequente”
Prodicon
Alberto Ballabio Sales Manager
1.
Il 2019 è stato molto soddisfacente in rapporto al numero di macchine consegnate e alle prospettive che permettono di guardare al 2020 con grande fiducia, avendo già incamerato un importante numero di commesse per clienti di primaria importanza a livello globale, con chiara prevalenza nel settore del pneumatico. La richiesta del mercato si concentra sempre di più su macchine automatiche, versatili, ad alta affidabilità, interconnesse alle altre unità di linea e con necessità manutentive minime.
2.
Il tema della sostenibilità, del risparmio energetico, del ridotto impatto ambientale, della riduzione dei rifiuti va di pari passo allo sviluppo tecnologico di nuovi prodotti e all’introduzione
INCHIESTA MACCHINE di nuovi standard. Sulle nostre unità montiamo motori (pur se di piccola taglia) di ultima generazione e accorgimenti legati a limitare l’impiego di energia o ad escluderla nel caso di assenza di prodotto; gli assorbimenti elettrici e di aria compressa vengono sempre più spesso monitorati così come la temperatura del prodotto sulle linee di raffreddamento così da adattare la richiesta di energia all’effettiva necessità della produzione. Adottando la ventilazione centralizzata sulle linee di raffreddamento di ultima generazione, si riduce al minimo la contaminazione ambientale all’interno della fabbrica. L’impiego di componenti di altissima qualità riduce la necessità di parti di ricambio, allunga la vita media di lavoro e riduce quindi la quantità di rifiuti da smaltire.
3.
Proponiamo l’evoluzione delle soluzioni già sviluppate per la preparazione di soluzione distaccante specificatamente dedicate alle linee di raffreddamento, presa automatica di campioni di gomma, sistemi di raffreddamento centralizzati ad alta efficienza, stoccaggio di precisione di foglie e/o strisce, movimentazione automatica di bancali e casse a più livelli, sistemi di tracciamento, ecc.
4.
L’utilizzo di sistemi automatici di immagazzinamento di bancali e cassoni o di prelievo e movimentazione degli stessi tramite veicoli a guida automatica diventa sempre più frequente.
Le nostre domande 1. Qual è la vostra sensazione sul mercato delle macchine per la produzione delle mescole gomma? Come si è concluso per voi il 2019 e come si preannuncia il 2020? La vostra clientela quale tipo di richieste e sollecitazioni vi pone? 2. Il tema della sostenibilità in ogni tipo di produzione è sempre più attuale. È emerso in modo prepotente anche dall’ultimo K2019, la fiera internazionale di Düsseldorf. Dal vostro punto di vista, anche la produzione di mescole in gomma può fornire un apporto in questa direzione? E in quale modo le macchine di vostra produzione o da voi distribuite possono contribuirvi? Qual è il vostro approccio alla sostenibilità ambientale? 3. Avete novità tecnologiche o di prodotto in arrivo nel 2020? Potete darci qualche indicazione? 4. Un trend che ci pare sempre più attuale è quello dell’introduzione di automatismi, sistemi di intralogistica e robot nel manifatturiero, compreso il settore di trasformazione della gomma. È una tendenza che riscontrate anche nel vostro settore? Ricevete richieste in tal senso dai vostri clienti? E, nel qual caso, che tipo di approccio o soluzione proponete al cliente? 5. Macchine connesse: sono sempre più richieste dal mercato e non soltanto perché rendono possibile l’accesso agli incentivi del Piano Impresa 4.0. È un tema che riguarda anche la sala mescole? Quali soluzioni per la connettività adottano le macchine che producete o commercializzate? 6. Impresa 4.0. Il meccanismo di incentivazione basato su iperammortamento e superammortamento nella nuova finanziaria viene sostituito dal credito d’imposta. Avete avuto occasione di valutare questa novità? Cambierà qualcosa per voi e per la vostra proposta commerciale? E per il cliente?
RUBBER COMPOUND MIXING IS AN ART Dal 1967 Der-Gom Produce mescole di gomma con la stessa cura di sempre. La Der-Gom è partner sicuro in grado di creare la ricetta giusta per ogni cliente.
Garbagnate Monastero (LC) via dei Castagni, 3/5 - 23846 Tel. +39 031 853446 Fax +39 031 853515
info@dergom.com
FOCUS Prevediamo interfacce oramai collaudate allo scarico delle nostre linee di raffreddamento per garantire il trasferimento affidabile e sicuro del prodotto semi-finito ai sistemi automatici. L’introduzione di veri e propri robot nel processo manufatturiero non è al momento cosa che interessa le nostre linee.
5.
Già da diversi anni abbiamo assistito a un interesse sempre maggiore verso l’interconnessione tra le diverse unità produttive di linea e i sistemi aziendali; il Piano Impresa 4.0 ha di fatto reso necessaria questa interconnessione per accedere agli incentivi previsti. Le nostre macchine prevedono da tempo la possibilità di connettersi ad altre unità o a sistemi esterni tramite i protocolli di comunicazione più utilizzati.
6.
Gli incentivi 4.0 hanno favorito negli ultimi anni investimenti importanti nel nostro paese come non se ne erano visti in precedenza in ambito PMI. Ci auguriamo che il cambio del meccanismo per la determinazione degli incentivi possa far proseguire la tendenza. u “Abbiamo moltissime novità lanciate a partire dal 2018, molte delle quali andranno in consegna nel 2020 e sono coperte da brevetti”
Rodolfo Comerio
Nicola Fedele International Sales and Marketing Manager
1.
Il 2019 non è stato sicuramente uno dei migliori registrati nell’ultima decade. Abbiamo comunque lavorato parecchio per garantirci un 2020 più florido. Infatti, a gennaio e a inizio febbraio 2020 abbiamo chiuso con successo parecchi progetti di cui avevamo iniziato le discussioni tecniche nel 2019. La nostra clientela nel settore gomma ha evidenziato già dal 2016/2017 l’esigenza di fare un salto tecnologico importante, consentendoci di sviluppare innovazioni nel processo di calandratura e mescolazione. Il settore gomma è sempre stato uno di quei settori che accettava con fatica la customizzazione o l’evoluzione dei processi, secondo la massima: “si è sempre fatto così, continuiamo a fare così”. Adesso invece, dopo che abbiamo proposto rinnovamenti importanti e grazie alla continua collaborazione con i massimi player del settore, stiamo assistendo al cambiamento. Abbiamo voluto osare e contribuire significativamente a questa evoluzione, che diventerà epocale nel settore della calandratura con nuovi brevetti per un processo di calandratura più rapido e semplice. Ora stiamo raccogliendo i frutti di ciò che abbiamo seminato con molta passione, perché alla base di questi successi c’è la vera dedizione in ciò in cui crediamo. Abbiamo già consegnato nel corso del 2018/2019 le calandre equipaggiate di un sistema brevettato che consente di avere la migliore tolleranza sul prodotto mai ottenuta nel mondo della calandratura e gli spessori più bassi mai prodotti prima. Perché innovare fa crescere noi ma fa crescere anche e soprattutto i nostri clienti. 44
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2.
Da sempre la nostra azienda pone grande attenzione all’impatto che i macchinari hanno sull’ambiente e il nostro Ufficio Ricerca & Sviluppo è costantemente impegnato nello studio di soluzioni volte a migliorare soprattutto l’efficienza energetica. Uno dei sistemi che abbiamo recentemente brevettato, ovvero il sistema RC SF-FREESystem*, che riduce quasi a 0 il coefficiente di attrito di scorrimento tra l’alloggiamento dei cuscinetti e l’incastellatura della calandra, consente di aumentare notevolmente le prestazioni di calandratura, con conseguente risparmio energetico. Il miglioramento della penetrazione della gomma nel cord tessile o metallico consente di diminuire lo spessore della gomma e di aumentarne la precisione, riducendo così sia la quantità di materie prime utilizzate che la produzione di scarti. Un’altra conseguenza positiva che si ha poi, ad esempio sul prodotto finito, è il miglioramento delle prestazioni di rotolamento degli pneumatici, che contribuisce al risparmio di carburante dei veicoli.
3.
Abbiamo tantissime novità lanciate a partire dal 2018 in realizzazione sulle nuove linee in consegna 2020, che abbiamo anche presentato al Tire Technology di Hannover (tenutasi dal 25 al 27 febbraio scorsi). Ad esempio, come dicevo più sopra, abbiamo brevettato un sistema che “sorpassa” di gran lunga l’utilizzo delle ormai antiquate piastre sinterizzate utilizzate per ridurre l’attrito tra due superfici di scorrimento, in questo caso per lo spostamento del cilindro calandra, che permette di accoppiare le fogliette di gomma al tessuto o al cord metallico. Con il nostro sistema brevettato, che abbiamo battezzato RC SF-FREESystem (Rodolfo Comerio Sliding Friction Free System), si riduce il coefficiente di attrito quasi a zero rispetto al sistema convenzionale che registra un coefficiente superiore dell’80%. I vantaggi sono: risparmio della gomma perché migliorano le precisioni di accoppiamento, la tolleranza e l’uniformità dello spessore, perfetta penetrazione della gomma tre le fibre del tessuto o tra i cord metallici, rapidità di risposta e di regolazione del cilindro, riduzione degli spessori prodotti fino ad oggi e molti altri benefici che siamo pronti a illustrare personalmente ai nostri clienti con chiara evidenza. Abbiamo brevettato anche sistemi che stanno a monte della calandra, per preparare il tessuto o il cord metallico e sistemi a valle della calandra per il raffreddamento, taglio e avvolgimento del materiale gommato. Questi nuovi sistemi, macchine, dispositivi permettono di semplificare e accelerare tutti i processi di preparazione e trattamento finale del materiale, ridurre del 70% l’intervento manuale e rendere più sicuro ogni processo per gli operatori. L’operatore diventa un supervisore e non sarà più necessario intervenire fisicamente come nel passato.
4.
Come dicevo rispondendo alla prima domanda, il settore della gomma è sempre stato molto tradizionale, forse anche un po’ a causa dei costruttori troppo legati alla produzione standard. Noi invece vogliamo innovare. Oggi Rodolfo Comerio sta cambiando, si sta rinnovando e si sta proiettando in un futuro produttivo molto snello, rapido ed es-
INCHIESTA MACCHINE senziale. Gli automatismi sono parte integrante di questa evoluzione così come l’intralogistica. Tra le nostre innovazioni brevettate (ci tengo a sottolinearlo), abbiamo parti di linea, quelle che fanno parte della sezione di handling, predisposte per essere equipaggiate con sistemi AGV, cioè senza operatore. Abbiamo realizzato sistemi capaci di trasportare sia bobine che lastre da 3 metri. Solitamente riceviamo tali richieste quando il cliente vuole costruire una fabbrica completamente automatizzata, in cui i sistemi robotizzati AGV non devono comunicare o interagire solo con le nostre macchine ma anche con quelle di altri costruttori che stanno a monte o a valle del processo. Questo permette inoltre di entrare in sinergia con altre realtà.
5.
I nostri sistemi sono già progettati per ottemperare alle richieste dell’Impresa 4.0. I nostri clienti infatti stanno già beneficiando degli incentivi, con notevole risparmio sugli investimenti effettuati.
6.
Abbiamo analizzato la questione con il nostro consulente e, per quanto riguarda la nostra strutturazione aziendale, il passaggio dal sistema basato su iperammortamento e superammortamento al sistema del credito d’imposta non comporta cambiamenti sostanziali. Anche per quanto riguarda la nostra clientela, che nella quasi totalità è estera, la situazione non viene modificata dalla nuova finanziaria. u
Le nostre domande 1. Qual è la vostra sensazione sul mercato delle macchine per la produzione delle mescole gomma? Come si è concluso per voi il 2019 e come si preannuncia il 2020? La vostra clientela quale tipo di richieste e sollecitazioni vi pone? 2. Il tema della sostenibilità in ogni tipo di produzione è sempre più attuale. È emerso in modo prepotente anche dall’ultimo K2019, la fiera internazionale di Düsseldorf. Dal vostro punto di vista, anche la produzione di mescole in gomma può fornire un apporto in questa direzione? E in quale modo le macchine di vostra produzione o da voi distribuite possono contribuirvi? Qual è il vostro approccio alla sostenibilità ambientale? 3. Avete novità tecnologiche o di prodotto in arrivo nel 2020? Potete darci qualche indicazione? 4. Un trend che ci pare sempre più attuale è quello dell’introduzione di automatismi, sistemi di intralogistica e robot nel manifatturiero, compreso il settore di trasformazione della gomma. È una tendenza che riscontrate anche nel vostro settore? Ricevete richieste in tal senso dai vostri clienti? E, nel qual caso, che tipo di approccio o soluzione proponete al cliente? 5. Macchine connesse: sono sempre più richieste dal mercato e non soltanto perché rendono possibile l’accesso agli incentivi del Piano Impresa 4.0. È un tema che riguarda anche la sala mescole? Quali soluzioni per la connettività adottano le macchine che producete o commercializzate? 6. Impresa 4.0. Il meccanismo di incentivazione basato su iperammortamento e superammortamento nella nuova finanziaria viene sostituito dal credito d’imposta. Avete avuto occasione di valutare questa novità? Cambierà qualcosa per voi e per la vostra proposta commerciale? E per il cliente?
INCHIESTA MACCHINE
FOCUS
“In termini di sostenibilità l’apporto delle nostre soluzioni riguarda soprattutto la qualità del prodotto e la riduzione degli scarti”
Rubber Trade
Andrea Bracaletti Amministratore
1.
Le macchine destinate alla produzione di mescole di gomma sono l’oggetto della nostra impresa. Produciamo da diversi anni tutto l’occorrente per il fine linea di questa lavorazione e siamo presenti ormai presso le principali aziende italiane ed estere, sia produttrici di articoli di gomma che specializzate nella produzione di mescole in generale. Abbiamo terminato il 2019 con un buon numero di progetti in fase di definizione e la stessa tendenza positiva riscontriamo anche in questa prima parte del 2020. Le richieste si riferiscono nella maggior parte dei casi al miglioramento della fase di raccolta delle mescole nei vari formati e nei diversi tipi di contenitori.
2.
Siamo convinti che, come in ogni altro campo, anche nel settore della produzione di mescole di gomma l’innovazione tecnologica e l’utilizzo di componentistica all’avanguardia producano inevitabilmente vantaggi anche sotto l’aspetto della sostenibilità ambientale. Ovviamente, rispetto alle altre macchine presenti nella linea di mescolazione, quelle del fine linea sono caratterizzate da potenze in campo molto ridotte e quindi possiamo incidere solo in minima parte sulla riduzione dei consumi. Possiamo invece dare un contributo assai rilevante in termini di qualità del prodotto finale e di riduzione degli scarti di produzione, fattori che, anche se indirettamente, giocano un ruolo ai fini della sostenibilità ambientale.
3.
Abbiamo chiuso il 2019 con la fornitura ad un nostro cliente molto importante di un festonatore, per la raccolta delle mescole, completamente automatico, dove vengono integrati nel ciclo di lavoro, oltre che il cambio dei contenitori (pieno-vuoto) e la pesatura, anche il taglio e l’incorsatura delle nuove teste delle strisce all’interno delle maniche di distribuzione. Possiamo ora fornire isole di produzione di striscia continua in grado di lavorare senza operatore in modalità completamente automatica. Questo è frutto della continua ricerca di soluzioni innovative che da sempre ci caratterizza.
4.
Come già espresso nella risposta precedente, l’automazione del fine linea è stato un obiettivo perseguito in anni di ricerca e tante energie spese. L’operatore svolge ormai un ruolo di pura supervisione e può dedicarsi contemporaneamente 46
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Le nostre domande 1. Qual è la vostra sensazione sul mercato delle macchine per la produzione delle mescole gomma? Come si è concluso per voi il 2019 e come si preannuncia il 2020? La vostra clientela quale tipo di richieste e sollecitazioni vi pone? 2. Il tema della sostenibilità in ogni tipo di produzione è sempre più attuale. È emerso in modo prepotente anche dall’ultimo K2019, la fiera internazionale di Düsseldorf. Dal vostro punto di vista, anche la produzione di mescole in gomma può fornire un apporto in questa direzione? E in quale modo le macchine di vostra produzione o da voi distribuite possono contribuirvi? Qual è il vostro approccio alla sostenibilità ambientale? 3. Avete novità tecnologiche o di prodotto in arrivo nel 2020? Potete darci qualche indicazione? 4. Un trend che ci pare sempre più attuale è quello dell’introduzione di automatismi, sistemi di intralogistica e robot nel manifatturiero, compreso il settore di trasformazione della gomma. È una tendenza che riscontrate anche nel vostro settore? Ricevete richieste in tal senso dai vostri clienti? E, nel qual caso, che tipo di approccio o soluzione proponete al cliente? 5. Macchine connesse: sono sempre più richieste dal mercato e non soltanto perché rendono possibile l’accesso agli incentivi del Piano Impresa 4.0. È un tema che riguarda anche la sala mescole? Quali soluzioni per la connettività adottano le macchine che producete o commercializzate? 6. Impresa 4.0. Il meccanismo di incentivazione basato su iperammortamento e superammortamento nella nuova finanziaria viene sostituito dal credito d’imposta. Avete avuto occasione di valutare questa novità? Cambierà qualcosa per voi e per la vostra proposta commerciale? E per il cliente?
a più linee di produzione. Inoltre la comunicazione dei dati di produzione ai sistemi aziendali di gestione della produzione sono ormai una costante nelle richieste dei nostri clienti e ovviamente ci siamo pienamente adeguati ad esse.
5.
Nella fase finale del confezionamento, che si tratti di deposizione in contenitori o pallet della striscia continua, o di raccolta in bobine, lastre o altri formati, siamo sempre in grado di trasmettere il peso del materiale raccolto, di identificare il singolo batch di mescola e tutte le altre informazioni sui parametri di produzione che possono interessare al cliente.
6.
Sì, abbiamo valutato le novità e non siamo così convinti che possano essere più vantaggiose rispetto alla vecchia metodologia. Gli effetti possono essere sensibilmente diversi a seconda delle svariate casistiche che si possono presentare. Sinceramente per noi non cambierà molto, anche perché una parte importante del nostro fatturato è data dal mercato estero, prevalentemente Europa e Nord America. Ovviamente siamo sempre pronti a soddisfare le richieste del cliente anche dal punto di vista commerciale, cercando le migliori soluzioni per la soddisfazione di loro esigenze. u
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DALLE AZIENDE
di Giuseppe Cantalupo
Quando lo stampo è a regola d’arte Tecnistamp di Corte Franca, Brescia, nasce nel 1982 nella “valle della gomma” italiana e oggi, vicina al quarantesimo anniversario della sua fondazione, è un costruttore di primaria importanza di stampi per particolari tecnici in gomma. Dopo vari traslochi e ampliamenti ora può contare su una struttura moderna, in cui trovano posto uffici, l’area produttiva e uno spazio in cui i clienti possono provare macchine di nuova acquisizione, già dotate dello stampo con cui inizieranno la produzione
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abbricare stampi per la gomma e fare impresa è sempre stata la passione di due amici che lavorano da anni in una società del settore ubicata nel distretto della gomma e della plastica del Sebino, e nel 1982 Giovanni Zanini e Giordano Gatti – questi i loro nomi – decidono di dare una svolta alla loro vita professionale: continuare la loro attività lavorativa non più come dipendenti d’azienda, ma come titolari. E danno vita alla Tecnistamp. Non impiegano molto a farsi conoscere, in zona e anche fuori, e sotto la loro guida accorta e diligente l’impresa consolida la sua presenza sui mercati degli stampi per gomma in Italia e all’estero per la qualità dei prodotti, per il servizio preciso e puntuale che offre alla clientela, per il rispetto dei tempi di consegna e per l’importanza che attribuisce al valore umano prima che a quello tecnico del suo rapporto con i clienti. Da circa dieci anni i due fondatori sono coadiuvati, nella gestione dell’azienda, dai loro figli: Cesare e Claudia, figli di Giovanni Zanini, rispettivamente responsabile commerciale e responsabile amministrativa, e Gabriele, figlio di Giordano Gatti, responsabile della produzione. L’ESPANSIONE Tecnistamp nasce nel 1982 a Clusane sul Lago in un garage di Gatti, non più 48
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Veduta aerea dell’area produttiva (2.300 metri quadrati) dalla quale si rileva che l’azienda si autosostiene in gran parte con impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica. grande di 60 metri quadrati. La rapida affermazione sui mercati costringe ben presto la società a trasferirsi in una sede più ampia per meglio soddisfare le richieste della clientela, ma dopo qualche anno anche questa sede diventa stretta: i clienti sono aumentati di numero, e anche le richieste, conseguentemente, sono diventate più numerose. E anche più esigenti. Allora si rende necessario un nuovo trasferimento in locali ancora più grandi. Questo trasloco, però (il terzo della serie), non è ancora l’ultimo, perché
prima di “sistemarsi”, nel 2006, a Corte Franca, in quella che è la sede attuale, l’azienda ha fatto un quarto cambio di dimora. In totale, quindi, cinque trasferimenti in ventiquattro anni: un trasloco ogni quadriennio, mediamente. È anche questa una prova del successo che Tecnistamp ha incontrato sui mercati e dell’alta considerazione in cui è tenuta come azienda affidabile e qualificata. Il complesso si estende su una superficie totale di 4.300 metri quadrati, di cui 2.300 coperti, comprensivi di un
STAMPI
ultimo ampliamento della struttura di 600 metri quadrati realizzato nel 2017. Conta ventiquattro dipendenti e realizza in media un fatturato di 3,6 milioni di euro. «Ci tengo a sottolineare – ci dice Cesare Zanini, che abbiamo incontrato in azienda insieme al padre, Giovanni, – l’apporto importante che i nostri collaboratori, dal più anziano all’ultimo assunto, danno al positivo andamento della società con la loro discrezione e l’elevato senso di responsabilità che manifestano nell’esplicazione delle loro mansioni». ORGANIZZAZIONE PRECISA Guidati da Zanini figlio abbiamo visitato l’intera struttura. Una cosa colpisce subito il visitatore: gli spazi ampi e luminosi. Una caratteristica costante che troviamo in tutti gli ambienti, chiari come le idee che mostrano di avere i gestori dell’azienda. La superficie coperta ospita la reception, i vari uffici – amministrazione, commerciale, tecnico per la progettazione e la ricerca e sviluppo – e la produzione, con annesso magazzino. La produzione è organizzata in varie aree: spianatura e squadratura, fresatura, elettroerosione, tornitura, rettifica. «L’area riservata alla produzione – precisa Zanini – è quella che abbiamo ampliato nel 2017 e nella quale, grazie a questa espansione, abbiamo creato un magazzino e abbiamo anche installato una pressa per collaudare, in prove di stampaggio a iniezione prima della consegna ai clienti, gli stampi che produciamo». C’è anche spazio sufficiente per l’installazione di altre macchine ancora, e l’azienda sfrutta questo vantaggio, come ci spiega Zanini, per dare la possibilità a quei clienti che, prima di installare una macchina nuova nel loro reparto di produzione, vogliano provarla in Tecnistamp con lo stampo appositamente prodotto per loro dall’azienda bresciana, per ottimizzare le condizioni operative di pressa e stampo insieme. «Una possibilità, questa – sottolinea il responsabile commerciale – che i clienti apprezzano molto e che noi, d’altro canto, siamo ben lieti di offri-
Stampo con proprio automatismo di scalzo pezzo. Lavora abbinato a un blocco termoregolato, con ciclo di produzione automatizzato e gestito da sensori interfacciati alla pressa. re loro, perché favorisce lo stabilirsi di quel rapporto di collaborazione reciproca che riteniamo molto utile non solo ai fini della individuazione degli interventi più idonei a risolvere eventuali problemi tecnici, ma anche perché ne scaturisce sempre qualche miglioramento dei nostri prodotti». Nell’ottica di fornire alla clientela quanto di meglio offra la tecnologia oggi, l’azienda tiene molto anche alla collaborazione con i migliori produttori internazionali di presse per uno scambio costante di informazioni che le consenta di adottare soluzioni innovative nella costruzione di stampi dalle prestazioni sempre più avanzate. NON SOLO STAMPI PER GOMMA L’azienda di Corte Franca nasce come produttore di stampi per gomma e blocchi termoregolati, ma la passione per questo genere di prodotti e la pluridecennale esperienza maturata nel settore della costruzione di stampi per la realizzazione di articoli a disegno dalla geometria anche molto complessa e con tolleranze molto ristrette spingono Zanini e Gatti ad ampliare i loro campi di interesse. E così, i due amici decidono di dedicarsi anche alla produzione di stampi per la pla-
stica e la termoplastica. Una decisione che si rivela in breve tempo indovinata, perché la società incontra anche con questi prodotti il favore dei mercati. Lo prova il successo che questi stampi incontrano particolarmente presso i produttori di articoli per le maggiori case automobilistiche internazionali. La società bresciana produce, mediamente, 350-360 stampi all’anno, con un rapporto 90/10 tra stampi per articoli in gomma e stampi per articoli in plastica e termoplastica, ma produce anche stampi per silicone liquido. Il 30 % della produzione varca i confini nazionali, diretto in Europa, nel Nord Africa, in Cina, Messico, America. La gamma è molto vasta. Ricordiamo, per citare solo alcuni tra i prodotti principali, i blocchi termoregolati, gli stampi a iniezione, quelli a compressione, quelli per lo stampaggio di articoli bi-componente plastica-gomma, gomma-metallo e plastica-metallo anche dotati – questi ultimi – degli strumenti per il caricamento automatico degli inserti. Nel settore degli stampi per articoli in termoplastica l’azienda produce stampi per una lunga varietà di polimeri: TPE, TPO, PP, PP/PS, TPU, SEBS, PVC, PA, L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MARZO 2020
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DALLE AZIENDE
tuazione di specifici movimenti, contribuiscono non poco a ridurre sensibilmente questa voce dei costi di produzione». Perché l’operatore che lavora con gli stampi di Tecnistamp deve semplicemente impostare i parametri di processo e avviare la pressa. Poi, il suo compito sarà solo quello di controllare che tutto proceda senza intoppi.
Stampo per sovrastampaggio di gomma su lega speciale con inserto distributore nel retro per raddoppiare l’iniezione senza aumentare lo sfrido.
caricati GF, caricati Ta. Molto apprezzati dalla clientela gli stampi automatici, che concorrono ad abbassare sensibilmente il costo del lavoro. «Tre cose soprattutto, infatti, – ci dice Zanini – richiedono i clienti nelle attrezzature che utilizzano nel loro lavoro: un consumo energetico basso, un basso sfrido di lavorazione e un costo della manodopera basso».
Il costo della manodopera in particolare è quello al quale è rivolta una maggiore attenzione. È generale infatti, nel mondo del lavoro, la ricerca delle condizioni operative che lo abbassino il più possibile. «Ebbene, i nostri stampi automatici, che sono dotati di sensori che nelle varie fasi dello stampaggio danno alla pressa i necessari consensi per l’effet-
L’INNOVAZIONE, ELEMENTO STRATEGICO Altro elemento importante ai fini della riduzione dei costi di lavoro è l’utilizzo di macchine CNC, a controllo numerico. Sono macchinari che, come sottolinea Zanini, possono lavorare 24 ore su 24 senza l’assistenza continua di un operatore. Si tratta di frese e torni a tre, quattro e cinque assi. È importante, però, anche ai fini della qualità dei prodotti, avere sotto controllo le condizioni di salute delle macchine. «Proprio per questo – tiene a sottolineare Zanini – rinnoviamo il parco macchine ogni due anni, in modo da averle sempre al passo con l’avanzamento tecnologico del settore, e organizziamo periodicamente giornate di studio e sviluppo in collaborazione con i produttori di utensili».
Stampo per dispositivo di protezione delle vie respiratorie.
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STAMPI
Connessione tra uomo e automazione: Tecnistamp è in grado di offrire stampo completo di sistema automatizzato con robot. Rinnovi e sviluppi che riflettono chiaramente la propensione della società per l’innovazione tecnologica, perseguita con impegno come elemento chiave della strategia aziendale mirante a fornire ai clienti prodotti non solo di alta qualità, ma che procurino anche concreti benefici. È la politica aziendale per la quale il rapporto col cliente è l’elemento portante dell’attività dell’azienda: consente di elaborare la progettazione migliore dello stampo e, in caso di problemi tecnici, di individuare gli interventi più idonei a risolverli in maniera adeguata. Anche perché, oltre al miglioramento del prodotto, dalla collaborazione col cliente può scaturire anche l’idea che, sviluppata, può portare alla realizzazione di una innovazione. Accanto alle macchine a controllo numerico il parco macchine della società comprende, tra le altre, macchine rettificatrici e fresatrici, torni e macchine ad elettroerosione per l’effettuazione di finiture di pregio attraverso la texturizzazione ad elevato dettaglio della superficie dello stampo. I SETTORI APPLICATIVI Ampia e diversificata è la panoramica dei settori industriali nei quali trovano applicazione su scala globale gli stam-
pi dell’azienda di Corte Franca per la gomma e per la plastica. Dall’automotive agli elettrodomestici, dall’elettronica agli elettroutensili, dai casalinghi all’arredo e al design, oltre al medicale e al ferroviario: con gli stampi di Tecnistamp si possono realizzare, in questi settori, articoli di qualsiasi tipologia e una varietà pressoché illimitata di particolari a disegno come, per citarne alcuni esempi, soffietti, cornici, membrane, calcioli per fucili, raccordi di profilati, tappi, passacavi, ventose, manicotti, tubi, rondelle, oggetti in gomma-metallo e gomma-plastica: tutti oggetti che sono l’espressione palese dell’elevato livello qualitativo degli stampi che li producono, frutto di progettazioni scrupolose e di processi produttivi collaudati e monitorati accuratamente in tutte le fasi del loro svolgimento. Ne è chiara testimonianza la certificazione del Sistema Qualità ISO 9001 conseguita dall’azienda a garanzia degli standard di qualità della produzione. PROGETTI E RICERCA Molti sono gli aspetti della politica aziendale di Tecnistamp che caratterizzano il rapporto della società con i clienti: la specializzazione, l’aggiornamento tecnologico, la qualità dei
prodotti e dei servizi offerti. «Particolarmente apprezzati dai nostri clienti – sottolinea Zanini con giustificata soddisfazione – sono l’alto rapporto qualità/prezzo, la rapidità della ricerca di soluzioni a problematiche tecniche capaci di soddisfare le loro aspettative. Significativi a questo riguardo sono due progetti ai quali stiamo rivolgendo speciale attenzione: lo sviluppo di un particolare processo produttivo che ci permetterà di ridurre la tempistica di consegna e la realizzazione di un esclusivo blocco termoregolato per risolvere particolari esigenze presentateci da alcuni clienti». Esperienza, qualità dei prodotti e non solo, ma anche, o soprattutto, qualità del rapporto prima di tutto umano e poi tecnico col cliente, alta specializzazione nella progettazione e realizzazione di stampi anche complessi per articoli in gomma, termoplastica e plastica: sono le caratteristiche che contraddistinguono l’azienda bresciana nello scenario dei costruttori di stampi nella valle della gomma del Sebino. È difficile pensare, a questo punto, che chi ha bisogno di uno stampo particolare per soddisfare speciali esigenze dei suoi clienti non trovi in Tecnistamp lo stampo adatto alle sue lavorazioni. u L’INDUSTRIA DELLA GOMMA MARZO 2020
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NORMATIVE
di Beatrice Garlanda
Regolamento REACH: un nuovo aggiornamento Terminato a fine 2018 il regime transitorio fissato dal regolamento REACH per la registrazione di tutta una serie di sostanze, ora la Commissione Europea ha pubblicato un regolamento di esecuzione che chiarisce alcuni punti necessari per far rientrare le sostanze phase-in in una gestione ordinaria. Ecco una sintesi del documento.
ze chimiche esistenti a carattere commerciale (EINECS); • sostanze che sono state fabbricate nell’UE (compresi i paesi che sono entrati a far parte dell’Unione il 1° gennaio 2007), ma che non sono state immesse nel mercato dell’UE dopo il primo giugno 1992; • sostanze che si qualificano come ex polimeri. Si tratta, in ogni caso, di sostanze che erano già fabbricate o immesse sul mercato prima dell’entrata in vigore del regolamento REACH (primo giugno 2007).
L
a Gazzetta Ufficiale UE del 10 ottobre 2019 ha pubblicato il regolamento di esecuzione (UE) 2019/1692 della Commissione del 9 ottobre 2019, relativo all’applicazione di talune disposizioni del regolamento (CE) 1907/2006 (il cosiddetto regolamento REACH), concernenti la registrazione e la condivisione dei dati dopo la scadenza del termine ultimo di registrazione delle sostanze soggette a regime transitorio. Il nuovo regolamento è entrato in vigore il 30 ottobre scorso. Come tutti i regolamenti si applica negli stati membri direttamente, senza cioè bisogno di un provvedimento di recepimento. Prima di entrare nel merito del testo, segnaliamo che le sostanze soggette ad un regime transitorio, o sostanze phase-in, sono quelle che soddisfano almeno uno dei seguenti criteri: • sostanze incluse nell’Inventario europeo delle sostan52
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IL REGIME TRANSITORIO L’art. 5 del regolamento REACH dispone che le sostanze che rientrano nel campo di applicazione del regolamento stesso siano fabbricate nella Comunità Europea o immesse sul mercato solo se registrate all’Agenzia europea per le sostanze chimiche. La registrazione è obbligatoria per tutte le sostanze fabbricate o importate in quantitativi pari o superiori a 1 t all’anno per fabbricante o importatore, a meno che non siano esentate dall’obbligo di registrazione. Quest’ultimo si applica a tutte le sostanze, a prescindere dalla loro pericolosità, sia che si tratti di sostanze in quanto tali, in quanto componenti di miscele o presenti in articoli. Per non fare pesare sulle autorità, sulle persone fisiche o giuridiche gli oneri derivanti dalla registrazione delle sostanze che erano già presenti sul mercato quando il Regolamento REACH è entrato in vigore, l’art. 23 del regolamento ha, tuttavia, istituito un regime speciale transitorio che ha stabilito una serie di termini diversi per la registrazione di queste sostanze. Il termine ultimo per la registrazione sotto il regime transitorio è scaduto il primo giugno 2018, come disposto dal paragrafo 3 dell’articolo menzionato. Esso dispone che gli articoli 5, 6, 7, par.1, 17, 18 e 21 del regolamento REACH non si sarebbero dovuti applicare, fino alla data citata, alle sostanze soggette a un regime transitorio fab-
SOSTANZE
bricate nella Comunità o importate e in quantitativi pari o superiori a 1 t all’anno per fabbricante o importatore, almeno una volta dopo il primo giugno 2007. Si segnala che gli articoli di cui sopra riguardano rispettivamente: • art. 5 commercializzazione solo previa disponibilità dei dati (no data, no market); • art. 6 obbligo generale di registrazione delle sostanze in quanto tali o in quanto componenti di miscele; • art. 7 registrazione di sostanze contenute in articoli; • art. 17 registrazione di sostanze intermedie isolate in sito; • art. 18 registrazione di sostanze intermedie isolate trasportate; • art. 21 fabbricazione e importazione di sostanze. Si ricorda che per invocare il regime transitorio, le sostanze devono essere state pre-registrate entro il primo dicembre 2008 (oppure se è stata presentata una preregistrazione tardiva, dove ammessa). PARITÀ DI TRATTAMENTO TRA GLI OPERATORI Il regolamento (UE) 2019/1692 vuole garantire condizioni paritarie tra gli operatori del mercato che fabbricano o mettono in commercio sostanze soggette ad un regime transitorio e quelli sottoposti ad un regime ordinario. A tal fine occorre specificare fino a quando sia-
VI-MACH
no applicabili, dopo la scadenza del periodo transitorio, le disposizioni che hanno stabilito condizioni di favore per la registrazione delle sostanze soggette ad un regime transitorio. Per queste disposizioni è sorta la necessità di stabilire una data limite, chiara e ragionevole, oltre la quale le stesse non dovrebbero più applicarsi o applicarsi solo in circostanze specifiche. Per garantire condizioni di parità tra gli operatori, il regolamento (UE) 2019/1692 dispone quanto qui di seguito riassunto. CALCOLO DEI QUANTITATIVI Abbiamo visto che l’obbligo di registrazione sussiste per quantitativi di sostanze pari o superiori a 1 t all’anno per fabbricante o importatore. L’art. 3, paragrafo 3, del regolamento REACH definisce il termine “all’anno” come anno solare. Per le sostanze soggette a un regime transitorio che sono state importate o fabbricate per almeno tre anni consecutivi, specifica però che i quantitativi annuali si calcolano sulla base dei volumi medi di produzione o di importazione dei tre anni civili precedenti. L’art. 1 del regolamento (UE) 2019/1692 prevede che il metodo di cui sopra poteva essere applicato solo fino al 31 dicembre 2019. Successivamente il dichiarante, una volta completata la registrazione di una sostanza, ne cal-
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MACCHINE PER LA LAVORAZIONE DELLA GOMMA E PER LA FABBRICAZIONE E LO STAMPAGGIO DI MATERIALI PLASTICI. INOLTRE ABBIAMO UN REPARTO PER LA PRUDUZIONE DI MESCOLE DI GOMMA
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NORMATIVE
cola il quantitativo per anno civile. La proroga al 31 dicembre 2019 è stata dettata dalla necessità di dare agli operatori il tempo necessario per adeguare i metodi di calcolo. PRESCRIZIONI IN MATERIA DI REGISTRAZIONE L’art. 2 del regolamento (UE) 2019/1692 dispone che lo scadere del regime transitorio per le sostanze soggette ad un regime transitorio non pregiudica l’applicabilità dell’art. 12, par 1, lettera b) del regolamento REACH. Si precisa che l’art.12 dispone che il fascicolo tecnico che correda la registrazione comprenda sommari di studio e sommari esaurienti di studio contenenti le informazioni pertinenti fisico-chimiche, tossicologiche ed ecotossicologiche disponibili, come richiesto dai punti vi) e vii) dell’art. 10 Ai sensi della lettera b) dell’ articolo 12, il fascicolo deve anche contenere le informazioni sulle proprietà fisico chimiche di cui al solo punto 7 dell’allegato VII (vedi tabella 1) per le sostanze soggette ad un regime transitorio fabbricate o importate in quantitativi compresi tra 1 e 10 tonnellate/anno per fabbricante o importatore che non rispondono a nessuno dei due criteri dell’allegato III (vedi tabella 2). Per completezza si ricorda che l’allegato VII indica anche le informazioni standard che devono essere fornite per: a) le sostanze non soggette ad un regime transitorio fabbricate o importate in quantitativi compresi tra 1 e 10 tonnellate; b) le sostanze soggette ad un regime transitorio fabbricate o importate in quantitativi compresi tra 1 e 10 tonnellate e rispondenti ai criteri di cui all’allegato III; c) le sostanze fabbricate o importate in quantitativi pari o superiori a 10 tonnellate. Si ricorda inoltre che si deve anche fare riferimento agli allegati VIII, IX e X per le informazioni standard da fornire per le sostanze fabbricate o importate, per fabbricante o importatore, in quantitativi pari o superiori rispettivamente a 10, 100 o 1.000 t l’anno. OBBLIGO DI CONDIVISIONE DEI DATI Il primo giugno 2018 i forum per lo scambio di informazioni sulle sostanze (SIEF), di cui all’art.29 del regolamento REACH, hanno cessato di essere operativi. È però obiettivo della Commissione rafforzare gli obblighi di condivisione dei dati che tuttora gravano sui dichiaranti e incoraggiare gli stessi a usare piattaforme di comunicazione simili ai forum. A tal fine l’art. 3 del regolamento 2019/1692 dispone che , dopo aver registrato una sostanza, i dichiaranti, compresi quelli che trasmettono dati con altri dichiaranti, devono continuare a rispettare gli obblighi di condivisione dei dati in modo obiettivo, trasparente e non discriminatorio, come specificato nel titolo III del regolamento REACH e nel regolamento di esecuzione 2016/9. L’art. 4 del recente regolamento stabilisce che le disposizioni dell’art. 30 del regolamento REACH sul mancato 54
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accordo relativo alla condivisione dei dati che comportano test sperimentali sono applicabili solo fino al 31 dicembre 2019. La Commissione ha, inoltre, stabilito che, alla stessa data, non saranno più valide le registrazioni preliminari effettuate a norma dell’art. 28 del regolamento REACH e, quindi, a tutte le sostanze soggette ad un regime transitorio si applicheranno gli art. 26 e 27 del regolamento stesso. PRE-REGISTRAZIONE Entrando nel merito degli articoli sopra citati, facciamo presente che l’art. 28 dispone che, per usufruire del regime transitorio di cui all’art. 23, il dichiarante potenziale di una sostanza soggetta a un regime transitorio in quantitativi pari o superiori a 1 t/anno, incluse senza limitazione le sostanze intermedie, ha dovuto trasmettere, in un periodo compreso tra il primo giugno 2008 e il primo dicembre 2008, i seguenti dati all’Agenzia: a) il nome della sostanza, come specificato nell’allegato VI, compresi i numeri EINECS, o il numero CAS o, se non sono disponibili, altri codici di identificazione; b) il proprio nome e indirizzo, nonché la persona da contattare e, se del caso, il nome e l’indirizzo della persona che lo rappresenta; c) il termine previsto per la registrazione e la fascia di tonnellaggio; d) il nome/i della sostanza/e, come specificato nell’allegato VI, compresi i numeri EINECS, o il numero CAS o, se non sono disponibili, altri codici di identificazione, al cui riguardo le informazioni disponibili sono pertinenti ai fini dell’applicazione dell’allegato XI (norme generali per l’adattamento del regime di sperimentazione standard di cui agli allegati da VII a X), punti 1.3 e 1.5. L’Agenzia ha, quindi, pubblicato sul suo sito web un elenco delle sostanze di cui sopra. L’elenco comprende il nome delle sostanze, il numero EINECS o CAS o altri codici di identificazione e il primo termine per la registrazione. I dichiaranti potenziali che fabbricano o importano per la prima volta una sostanza soggetta ad un regime transitorio in quantitativi pari o superiori a 1 t/anno oppure utilizzano per la prima volta una sostanza soggetta ad un regime transitorio nell’ambito di produzione di articoli o importano per la prima volta un articolo contenente una sostanza soggetta a regime transitorio che richiederebbe la registrazione, dopo il primo dicembre 2008 possono invocare l’art. 23 purché trasmettano all’Agenzia le informazioni sopra citate entro sei mesi dalla prima fabbricazione, importazione o utilizzazione della sostanza in quantitativi pari o superiori a 1 tonnellata/anno e non oltre dodici mesi dal pertinente termine di cui all’art. 23. OBBLIGO DI ACCERTAMENTI L’obbligo in questione è disciplinato dall’art.26 del REACH. Esso prevede che ogni dichiarante potenziale di una sostanza non soggetta a regime transitorio o dichiarante potenziale di una sostanza soggetta a regime
SOSTANZE
transitorio che non ha effettuato una registrazione preliminare deve accertarsi presso l’agenzia se è già stata presentata una registrazione per la sostanza in questione, comunicando le seguenti informazioni: • la propria identità, come specificato nell’allegato VI, punto 1, ad eccezione dei siti d’uso; • l’identità della sostanza, come specificato nell’allegato VI, punto 2; • quali prescrizioni in materia di informazione gli imporrebbero di effettuare nuovi studi comportanti esperimenti su animali vertebrati; • quali prescrizioni in materia di informazione gli imporrebbero di effettuare altri nuovi studi. Se la sostanza non è stata registrata in precedenza, l’Agenzia ne informa il dichiarante potenziale. Se è già stata registrata meno di dodici anni prima, l’Agenzia comunica al dichiarante potenziale nome e indirizzo del o dei precedenti dichiaranti e i pertinenti sommari o sommari esaurienti di studio, secondo il caso, da essi già presentati. Gli studi comportanti esperimenti su animali vertebrati non vengono ripetuti. L’Agenzia comunica ai precedenti dichiaranti nome e indirizzo del dichiarante potenziale. Gli studi disponibili sono condivisi con il dichiarante potenziale, secondo quanto disposto dall’art.27.
SOSTANZE REGISTRATE Ai sensi dell’art. 27, se una sostanza è già stata registrata meno di dodici anni prima, il dichiarante potenziale: a) chiede, in caso di informazioni comportanti esperimenti su animali vertebrati, e b) può chiedere, in caso di informazioni non comportanti esperimenti su animali vertebrati al precedente o ai precedenti dichiaranti di comunicargli le informazioni di cui all’articolo 10, lettera a), punti vi) e vii), di cui necessita per poter procedere alla registrazione. Quando è stata fatta una richiesta in tal senso, il dichiarante/dichiaranti potenziale/i e quello o quelli precedenti devono fare in modo di giungere a un accordo sulla condivisione delle informazioni richieste. Se non raggiungono un accordo, le parti possono sottoporre la questione ad un collegio arbitrale. Se è stato raggiunto un accordo sulla condivisione delle informazioni, il dichiarante precedente mette a disposizione del nuovo dichiarante le informazioni concordate e ne autorizza l’utilizzo da parte di quest’ultimo. In caso di mancato accordo il dichiarante potenziale ne informa l’Agenzia e il/i precedente/i dichiarante/i. Essa autorizza il dichiarante potenziale a fare riferimento alle informazioni da lui richieste, purché, su richiesta dell’Agenzia, dia prova di aver pagato al/i precedente/i dichiarante/i una parte dei costi sostenuti. u
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NORMATIVE
Informazioni sulle proprietà fisico-chimiche della sostanza
TABELLA
Allegato VII, punto 7 Colonna 1 Informazioni standard prescritte Stato della sostanza a 20°C e 101,3 kPa Punto di fusione/congelamento Punto di ebollizione
Densità relativa
Pressione di vapore
Tensione superficiale
Idrosolubilità
Coefficiente di ripartizione n-ottanolo/acqua
Punto di infiammabilità
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Colonna 2 Norme specifiche per gli adattamenti rispetto alla colonna 1 Non occorre realizzare lo studio per i solidi o i liquidi con punto di fusione/congelamento al di sotto del limite inferiore a -20°C Non occorre realizzare lo studio per: - i gas o - per i solidi con punto di fusione oltre 300°C o che si decompongono prima di aver raggiunto il punto d’ebollizione. In questi casi, può essere stimato o misurato il punto d’ebollizione a pressione ridotta, o - per le sostanze che si decompongono prima di aver raggiunto il punto d’ebollizione (ad esempio auto-ossidazione, riarrangiamento, degradazione, decomposizione, ecc) Non occorre realizzare lo studio: - se la sostanza è stabile in soluzione soltanto in un solvente particolare e se la densità della soluzione è simile a quella del solvente. In tali casi, basta indicare se la densità della soluzione è più elevata o meno elevata di quella del solvente, o - se la sostanza è un gas. In questo caso, una stima basata su un calcolo è effettuata a partire dal suo peso molecolare e dalle leggi dei gas perfetti Non occorre realizzare lo studio se il punto di fusione è superiore a 300°C. Se il punto di fusione è compreso tra 200°C e 300°C, è sufficiente un valore limite, ottenuto per mezzo di una misura o di un metodo di calcolo riconosciuto Occorre realizzare lo studio soltanto se: - in base alla struttura ci si aspetta o può essere prevista un’attività superficiale, o - l’attività superficiale è una proprietà desiderata del materiale Non occorre realizzare lo studio se l’idrosolubilità della sostanza è inferiore a 1 mg/l a 20°C Non occorre realizzare lo studio: - se la sostanza è idroliticamente instabile al pH 4, 7 e 9 (emivita inferiore a 12 ore), o - se la sostanza è facilmente ossidabile nell’acqua Se la sostanza appare come “non solubile” nell’acqua, si procede ad una prova di limite fino al limite di rilevazione del metodo di analisi Non occorre realizzare lo studio se la sostanza è inorganica. Se la prova non può essere effettuata (ad esempio perché la sostanza si decompone, ha un’attività superficiale importante, reagisce violentemente durante la prova o non si scioglie nell’acqua o nell’ottanolo, o perché non è possibile ottenere una sostanza sufficientemente pura), occorre fornire un valore calcolato per logP e precisazioni sul metodo dii calcolo Non occorre realizzare lo studio: - se la sostanza è inorganica, o - se la sostanza contiene soltanto componenti organici volatili con punto d’infiammabilità superiore a 100°C per le soluzioni acquose, o - se il punto d’infiammabilità stimato è superiore a 200°C, o - se il punto d’infiammabilità può essere previsto con precisione per interpolazione a partire da materiali caratterizzati esistenti
SOSTANZE
Infiammabilità
Proprietà esplosive
Temperatura di auto infiammabilità
Proprietà comburenti
Granulometria
Non occorre realizzare lo studio: - se la sostanza è un solido con proprietà esplosive o piroforiche. Queste proprietà devono sempre essere esaminate prima di esaminare l’infiammabilità, o - per i gas, se la concentrazione del gas infiammabile in una miscela con gas inerti è così bassa che, mescolata con l’aria, la concentrazione è in ogni momento al di sotto del limite inferiore, o - per le sostanze che si infiammano spontaneamente a contatto dell’aria Non occorre realizzare lo studio: - se non vi sono gruppi chimici associati a proprietà esplosive presenti nella molecola, o - se la sostanza contiene gruppi chimici associati a proprietà esplosive che comprendono l’ossigeno e se il bilancio d’ossigeno calcolato è inferiore a -200, o - se la sostanza organica o una miscela omogenea di sostanze organiche contiene gruppi chimici associati a proprietà esplosive, ma l’energia di decomposizione esotermica è inferiore a 500 J/g e l’inizio della decomposizione esotermica si situa al di sotto di 500°C, o - se, per miscele di sostanze ossidanti inorganiche (divisione 5.1 delle Nazioni Unite) con materiali organici, la concentrazione di questa sostanza ossidante inorganica è: - inferiore al 15% in massa se la sostanza è attribuita al gruppo d’imballaggio I (pericolo alto) o II (pericolo medio) delle Nazioni Unite - inferiore al 30% in massa se la sostanza è attribuita al gruppo d’imballaggio III (pericolo basso) delle Nazioni Unite Nota: non sono necessarie prove di propagazione della detonazione, né di sensibilità all’urto della detonazione se l’energia di decomposizione esotermica delle materie organiche è inferiore a 800J/g Non occorre realizzare lo studio: - se la sostanza è esplosiva o si infiamma spontaneamente all’aria a temperatura ambiente, o - per i liquidi non infiammabili all’aria, ad esempio con punto di infiammabilità oltre i 200°C, o - per i gas senza intervallo d’infiammabilità, o - per i solidi, se la sostanza ha un punto di fusione <160°C, o se i risultati preliminari escludono un auto riscaldamento della sostanza fino a 400°C Non occorre realizzare lo studio: - se la sostanza è esplosiva, o - se la sostanza è molto infiammabile, o - se la sostanza è un perossido organico, o - se la sostanza non è in grado di reagire esotermicamente con materiali combustibili, ad esempio sulla base della struttura chimica (ad esempio sostanze organiche non contenenti atomi di ossigeno o alogeno, e questi elementi non sono legati chimicamente all’azoto o all’ossigeno, o sostanze inorganiche non contenenti atomi di ossigeno o d’alogeno). Non è necessario effettuare integralmente la prova per i solidi se la prova preliminare segnala chiaramente che la sostanza ha proprietà comburenti. Va notato che, poiché non esiste alcun metodo di prova che permetta di determinare le proprietà comburenti delle miscele gassose, tali proprietà devono essere valutate per mezzo di un metodo di stima basato sul raffronto tra il potere ossidante dei gas di una miscela e quello dell’ossigeno nell’aria Non occorre realizzare lo studio se la sostanza è commercializzata o utilizzata sotto una forma non solida o granulare
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I rapporti Italia-Cina ai tempi del coronavirus
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a recente emergenza causata dall’epidemia del nuovo coronavirus Covid 19 rappresenta una fonte di preoccupazione per gli esportatori del nostro paese, soprattutto, naturalmente, per quelli che hanno intensi rapporti commerciali con la Cina. In tale scenario, anche Chinaplas – la più importante fiera cinese dedicata al settore plastica e gomma – su indicazione delle autorità locali è stata posticipata (rispetto al periodo precedentemente fissato del 21-24 aprile) dal 3 al 6 agosto 2020, sempre presso il NECC-National Exhibition and Convention Center di Hongqiao-Shanghai. Il rinvio della manifestazione è stato analizzato e commentato da Amaplast, l’associazione italiana dei produttori di macchine per la gomma plastica, che lo ha definito «un problema di non poco conto per le imprese italiane: implica infatti un differimento degli ordini che avrebbero potuto essere raccolti in fiera, al di là del fatto che il nuovo periodo coincide con l’inizio delle ferie estive». Amaplast, sin dalle primissime edizioni (da oltre trent’anni, quindi), organizza la collettiva italiana a Chinaplas, con una nutrita partecipazione. Sono più di 60 le aziende che avevano già confermato la propria iscrizione all’edizione di quest’anno (prenotando oltre 2.000 metri quadri) che pe-
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rò, al momento, sono indecise sul da farsi, non avendo ancora ben chiara l’evoluzione dell’epidemia e, soprattutto, le tempistiche per un ritorno alla normalità. A causa del fermo produttivo imposto dalle autorità cinesi alle aziende in vaste aree del Paese – che ha peraltro seguito la pausa festiva per il Capodanno – e dell’incertezza in merito ai tempi di ripristino dei normali ritmi di lavoro, si registrano diversi casi di rinvio delle consegne di macchinari già pronti per la spedizione oppure in fase di ultimazione presso gli stabilimenti dei costruttori. Il differimento delle installazioni – nonché di quello degli ordini e delle decisioni di investimento – può rappresentare un problema non indifferente per le aziende italiane (la maggioranza delle quali di piccole dimensioni), che potrebbero trovarsi a dover fronteggiare tensioni finanziarie, a causa del ritardo nei pagamenti. Vi sono inoltre alcune imprese che da tempo sono presenti in Cina con filiali produttive o commerciali che sono state costrette alla chiusura temporanea, a causa dell’arresto delle attività di business ma anche dell’interruzione della catena di approvvigionamento della componentistica o dei canali distributivi. A oggi, comunque, si ha già notizia di un progressivo, seppur lento ritorno alla nor-
malità, con la riapertura delle sedi. Contestualmente però le autorità cinesi chiedono ai viaggiatori provienienti dall’Italia di sottoporsi a un periodo di 14 giorni di isolamento, complicando così ulteriormente la possibilità di viaggi di affari nel paese. La Cina rappresenta un importante mercato di destinazione per i costruttori italiani di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma. Nel 2018, il valore delle esportazioni di settore verso il gigante asiatico ha sfiorato i 120 milioni di euro, portando il paese all’ottavo posto nella graduatoria degli sbocchi commerciali. Nei primi nove mesi del 2019 (ultimo dato ISTAT disponibile) le vendite avevano già superato abbondantemente i 110 milioni; stante questo trend, il totale dell’intero anno scorso dovrebbe quindi aver oltrepassato ampiamente quello del 2018. Una quota considerevole delle forniture italiane ai trasformatori cinesi è storicamente costituita da linee di estrusione, ovvero impianti tecnologicamente avanzati, perlopiù progettati su misura. Ciò ben descrive da un lato la necessità delle imprese cinesi di investire in macchinari di qualità – non ancora prodotti localmente oppure offerti da concorrenti asiatici – per ammodernare le proprie fabbriche, dall’altro la capacità dei costruttori italiani di fornire linee complete chiavi in mano. u
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NEWS
Assolombarda: uno sportello per aiutare le aziende
le riguardanti il territorio di competenza dell’associazione. Assolombarda ha anche attivato una task force per fornire informazioni e supporto alle imprese (Area Salute e Sicurezza, 02/58370242, 3488860830, 3755632737, e-mail: sic@assolombarda.it). Per approfondimenti in merito alle misure adottate nei paesi esteri, l’Area Internazionalizzazione e Commercio Estero è a completa disposizione (02/58370373, e-mail assolombardaestero@assolombarda.it). Per approfondimenti in merito agli aspetti fiscali è possibile contattare il Settore Fisco e Diritto d’Impresa (02/58370267, fisc@ assolombarda.it) mentre per informazioni legate alla mobilità il riferimento è l’Area Territorio e Ambiente Tecno (02/58370398, Compoundsambiente@assolombarda.it). u
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Rodolfo Comerio: massima attenzione al coronavirus
ssolombarda, l’associazione delle imprese che operano nella Città Metropolitana di Milano e nelle province di Lodi, Monza e Brianza, ha attivato un servizio di informazione puntuale e di aggiornamenti minuto per minuto sull’emergenza connessa all’epidemia da nuovo coronavirus COVID-19. Sul sito dell’associazione, a questo link, è possibile leggere le ultime novità non soltanto riguardanti i permessi per entrare e uscire dalla zona rossa, ma anche per monitorare la situazione delle misure restrittive adottate da altri paesi nei confronti degli italiani, Tecno Compounds soprattutto quelli provenienti da LombarTecno Compounds a suitable solution for every challenge dia e Veneto. Un servizio utile agli imprenditori che hanno programmato viaggi di lavoro e ora si trovano costretti a riconsia suitable solution for every challenge a suitable solution for every challenge derare la loro agenda. lla luce della attuale situazione Lo sportello online rende anche conto sanitaria in Italia, legata all’indelle varie ordinanze, in particolare queldividuazione di oltre 200 caParker Hannifin Italy s.r.l. si positivi al nuovo coronavirus CoTecno Compounds vid-19, Rodolfo Comerio, il produttoParker Hannifin Italy s.r.l. re di macchinari per le industrie della Tecno Compounds plastica e per la gomma di Solbiate Olona (Varese) ha inviato un comunia suitable solution for every challenge cato rivolto a tutti i clienti e fornitori. «Desideriamo informarvi», si legge nel a suitable solution for every challenge documento, «che stiamo agendo con le autorità sanitarie locali affinché a tutti i nostri collaboratori vengano garantiti la massima sicurezza e le informazioni necessarie per evitare ogni rischio di contagio». «Nella nostra zona», prosegue il comunicato, «non sono stati registrati focolai, e le attività in Rodolfo Comerio procedono regolarmente. Sono stati inoltre attuati i protocolli di sicurezza che vietano l’ingresso in azienda ai non addetti ai lavori. Garantiamo la massima attenzione nella gestione della situazione e l’afSales: Plant: fidabilità del nostro operato quotidiaSales: Plant: Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl no nella progettazione, produzione Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 dei macchinari, nell’assistenza tecnica 20094 Corsico (MI) – Italy 27010 Siziano (PV) 20094 Corsico (MI) – Italy 27010 Siziano (PV) 45+39 19 0382 24 46 Tel +39 0382 67 82 266 e fornitura di ricambi». Tel. +39 02 45 19 24 46 Tel. +39 02Tel 67 82 266 36+39 26 0382 96 1967 82 222 Fax +39 0382 67 82 222 Fax +39 02 36 26 96 19 Fax +39 02Fax Per tutti gli ulteriori possibili sviluppi www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds l’azienda segnala che terrà costanteSales: Plant: mente aggiornati tutti i suoi interloaerospace electromechanical fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Sales: climate control aerospace Plant:filtration climate control electromechanical filtration fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Srl cutori «nella massima trasparenza».u
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Comet e HF Mixing Group: oltre 20 anni di collaborazione
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he le aziende del settore gomma siano poco disposte a collaborare tra loro è un refrain spesso ripetuto, ma non sempre vero. Perlomeno non nel caso di di Comet e HF Mixing Group, due società che cooperano da lunghissimo tempo (ben 21 anni nel 2020). Comet è uno tra i più dinamici produttori di mescole del nostro paese, fondato nel 1980 nel cuore della Rubber Valley tra Bergamo e Brescia. È stata la prima a dotarsi di un mescolatore tangenziale Banbury con motore a comando idraulico ed è sempre stata un pioniere nell’innovazione della mescolazione. Questo approccio le ha permesso di produrre mescole basate su un’ampia varietà di polimeri (EPDM,
NBR, SBR, HNBR, CR, IIR, ACM, AEM, BR, NR). La collaborazione con HF Mixing Group è iniziata nel 1999, quando Comet ha installato il suo primo mescolatore Intermix® VIC (Variable Intermeshing Clearance Mixer technology) a cui sono seguiti altri due rispettivamente nel 2004 e nel 2014. Nel 2012 COMET ha iniziato la costruzione di un nuovo stabilimento di 12.000 metri quadrati su una superficie totale di 24.000 metri quadrati nella zona industriale di Coccaglio (Brescia). L’intera produzione di mescole è attualmente basata su quattro mescolatori Intermix® VIC, l’ultimo dei quali acquisito nel 2016, il che ha permesso di conseguire un importante incremento di capacità produttiva pur mantenendo un’attenzione particolare alla stabilità del livello qualitativo delle mescole. Recentemente, poi, Comet ha deciso di estendere la sua gamma di prodotti con l’offerta di mescole in gomma siliconica e fluorosiliconica, adatte per processi di stampaggio o di estrusione. L’Intermix®VIC consente a Comet di produrre mescole per una vasta gamma di applicazioni industriali; il suo specifico“know how”è in particolare rivolto alla produzione di mescole per i seguenti impieghi: - automotive, elettrodomestici ed edilizia; - contatto con l’acqua, per acque sia potabili che reflue o gas - resistenza alla fiamma - resistenza elettrica, resistenza all’abrasione.
Questa ampia gamma produttiva è un’ulteriore prova dell’estrema versatilità dell’Intermix® VIC nella tecnologia di processo, che dà a Comet la capacità di produrre industrialmente qualsiasi tipo di mescola richiesta dai propri clienti, che venga sviluppata nel proprio moderno laboratorio. Le due aziende nel 2019 hanno anche emanato un comunicato congiunto (nella foto i manager delle due società) per sottolineare la lunga e produttiva collaborazione, sottolineando le qualità tecnologiche della serie Intermix® VIC, definito «l’ultimo ritrovato della tecnologia di mescolazione sia per l’articolo tecnico che per lo pneumatico, che combina i benefici della tecnologia intermeshing con le caratteristiche di quella tangenziale. Un fondamentale passo in avanti nella mescolazione, risultato della fusione delle migliori tecnologie tra Harburg Freudenberg Maschinenbau, Pomini R&P e Farrel Corporation». Le caratteristiche principali della serie Intermix® VIC sono le seguenti: • Rotori intermeshing PES5 di tipo Super Cooled per un’elevata efficienza di raffreddamento; • Traferro rotori variabile; • Velocità di caricamento delle materie prime e di scarico della mescola equiparabili ai mescolatori tangenziali; • Fattore di riempimento equiparabile a quello dei mescolatori tangenziali. u
Certech conclude l’acquisto di Eurorubber dal gruppo Marangoni
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i è conclusa lo scorso 23 gennaio l’acquisizione del 100% delle quote societarie di Eurorubber da parte di Certech Group. Eurorubber, con sede a Pontetaro di Fontevivo (PR), inaugurata nel 1970, è stata di proprietà del Gruppo Marangoni negli ultimi tre decenni. Produce mescole in gomma per il settore dell’industria del pneumatico, e tutti i principali settori dell’articolo tecnico, come nastri trasportatori, componenti per l’industria estrattiva, componentistica automotive, macchine agricole, elettrodomestici, e altri. Dotata di laboratorio di ricerca e sviluppo e laboratorio di controllo qualitativo post produzione è in grado di produrre, attraverso due linee produttive con Banbury di grosse capacità, oltre 10.000 ton/anno di mescole NR, SBR, EPDM, NBR, CR, AEM. L’azienda si avvale di oltre 60 addetti qualificati e occupa un’area coperta di 10.000 metri quadri situati su un terreno che complessivamente misura 30.000 metri quadri. Alberto Palladini, direttore generale di Certech, ha commentato 62
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così l’operazione: «Attraverso questa acquisizione riusciremo ad avere il controllo completo del ciclo produttivo nella produzione dei rivestimenti in gomma antiusura per mulini, garantendo così ai nostri clienti una qualità eccellente del prodotto, controllata dalla produzione della materia prima fino all’installazione. Inoltre essere produttori di mescole in gomma ci dà la possibilità di avere un’amplia versatilità produttiva, permettendoci di studiare nuove mescole, per il settore che copre il core business aziendale». Certech è un’azienda attiva in diversi settori, nata e cresciuta con un focus per la creazione di impianti per la lavorazione della ceramica e di materiali dalle elevate prestazioni tecniche, tra cui i rivestimenti in gomma antiusura. Per il settore gomma produce anche macchinari di produzione e ora ha ampliato ulteriormente la sua presenza nella filiera con l’acquisizione di Eurorubber. u
Lunedì 30 marzo 2020, ore 20
Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala Riccardo Chailly direttore
Ludwig van Beethoven Sinfonia n. 1 e Sinfonia n. 7 Serata a favore di
Croce Rossa Italiana ©Giulia Di Vitantonio
Comitato di Milano
Nel 250° anniversario della nascita di Ludwig van Beethoven, un Concerto benefico a sostegno dei progetti sociali e sanitari della Croce Rossa di Milano per le persone vulnerabili. Prevendita telefonica 02 3883210 (lunedì - venerdì 10/13 e 14/17) concertoscala@crimilano.it Altre prevendite www.geticket.it - www.ticketone.it - www.vivaticket.it Costo dei biglietti da 15 a 200 Euro (esclusa prevendita)
Coordinamento generale ARAGORN- www.aragorn.it
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NEWS
Versalis acquisisce una quota di Finproject
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ersalis, società chimica di Eni, ha acquisito dal fondo VEI Capital il 40% della società Finproject, leader italiana nel settore del compounding e nella produzione di manufatti ultraleggeri, con l’obiettivo di creare valore attraverso l’integrazione delle rispettive filiere produttive. Con questa operazione strategica, primo passo di una collaborazione che si potrà sviluppare ulteriormente, nasce una nuova piattaforma industriale che basa la sua forza e il suo potenziale innovativo sulla sinergia tra le competenze di Versalis, primo produttore italiano di polimeri, e la spinta tecnologico-creativa del Gruppo Finproject. L’obiettivo è sviluppare insieme soluzioni innovative per importanti brand nei settori della moda, design, footwear e applicazioni industriali quali cavi, tubi, energia rinnovabile, edilizia e automotive, con significative prospettive di crescita a livello internazionale. Versalis entra nel settore delle applicazioni di polimeri formulati ad alta prestazione, estendendo il suo posizionamento verso business più resilienti alla volatilità dello scenario della chimica. «L’operazione rientra nella strategia di sviluppo di Versalis verso una maggiore specializzazione del portafoglio ed estensione geografica - dichiara Daniele Ferrari, Ammini-
stratore Delegato Versalis (Eni) - Si aprono così anche opportunità di creare nuovi prodotti utilizzando materie prime rinnovabili o da riciclo per un mercato sempre più sensibile ai temi di sostenibilità, in linea con la strategia aziendale per l’economia circolare». Finproject, con oltre 50 anni di storia, ha sede in Italia e 11 impianti di produzione e ricerca in vari paesi del mondo (5 in Italia, Canada, Cina, India, Messico, Romania, Vietnam) e due showroom (Brasile e Turchia). I prodotti espansi sono contraddistinti dal brand XL EXTRALIGHT® che, in co-branding con alcuni tra i più importanti marchi del settore calzaturiero e di altri settori industriali, sono articoli destinati al mercato del consumatore finale. u
SPS Italia apre alla manifattura additiva
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a prossima edizione della fiera SPS Italia, in programma a Fiere di Parma dal 26 al 28 maggio, sarà la decima e si preannuncia con una serie di novità. La più eclatante riguarda l’ampiamento del District 4.0, una mostra nella mostra incentrata sulle tematiche dell’Industria 4.0 come automazione avanzata, digital & software, robotica e meccatronica. Quest’anno i temi dl District 4.0 si amplieranno anche a una nuova area dedicata alla stampa 3D e al digital manufacturing, un ambito in cui gli organizzatori, Messe Frankfurt Italia, hanno già una profonda competenza, grazie a un altro brand fieristico di successo, Formnext. La fiera semplifica anche la propria denominazione. Abbandona quella precedente, SPS IPC Drives, per diventare semplicemente SPS Italia, in linea con l’aggiornamento del logo studiato per il trentesimo anno della fiera madre di Norimberga. L’acronimo sta per Smart Production Solution. L’ampiamento tematico, secondo Sascha F. Wenzler, Vice President Formnext, è significativo perché «l’additive manufacturing (stampa 3D) trova sempre più applicazioni in una grande varietà di settori industriali. L’industria aerospaziale, automobilistica, medica, odontotecnica, meccanica, oil & gas, edilizia, sanitaria (e aggiungiamo noi anche quella dello stampaggio della gomma) sono solo alcuni degli ambiti di applicazione in cui l’AM
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Lanxess: le novità al Tire Technology Expo
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si sta sviluppando rapidamente, dalla prototipazione alla produzione in serie». Come di consueto SPS Italia è preceduta da una serie di tavole rotonde itineranti riguardanti temi connessi alla fiera. La diffusione del coronavirus COVID-19 ha purtroppo interferito sul loro svolgimento, e consigliato gli organizzatori a rinviare un evento a Roma il 27 febbraio, mentre al momento resta confermato quello dell’11 marzo a Fiorano Modenese sui temi della robotica e dell’automazione. Un dettaglio del calendario di questi interessanti momenti di confronto è consultabile a questo link. Un ulteriore appuntamento è previsto a Bari il 16 aprile. u
anxess presenta al Tire Technology Expo di Hannover, la fiera iniziata oggi e in programma fino al 27 febbraio, una serie di soluzioni per la produzione di pneumatici, tra cui la vasta gamma di agenti distaccanti ecocompatibili Rhenodiv, le vernici per la marcatura degli pneumatici Rhenomark, le membrane Rhenoshape per la vulcanizzazione degli pneumatici, i masterbatch Rhenogran a base di fibra aramidica e additivi speciali. «L’industria degli pneumatici si trova ad affrontare sfide legate al mercato e all’ambiente che rendono di fondamentale importanza collaborare con i “solution provider”», afferma Emre Ekici, Head of Marketing Tire Products della business unit Rhein Chemie di Lanxess. «La nostra linea di business Rubber Additives aiuta le aziende aumentando le prestazioni degli penumatici e riducendo l’impatto ambientale con un ampio portafoglio di additivi, agenti distaccanti e membrane». Quali le novità e i prodotti portati al Tire Technology Expo? Innanzi tutto un portafoglio diversificato di agenti distaccanti. Oltre ai tradizionali prodotti a base di silicone come Rhenodiv BP-286 e Rhenodiv BP-2864, che vengono rimossi dalle gomme dopo la vulcanizzazione con sistemi di lavag-
Un trattamento così non si era mai visto prima! Polimerizzazione: Lipocer con HMDSO, Carbon Coating, Fluorurazione Trattamenti lubrificanti trasparenti e colorati con resine + PTFE Lavaggio ad alta pressione sotto flusso laminare (Cleanliness) Trattamenti al plasma: Micropulizia, Etching, Grafting
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gio meccanico o per mezzo di tecnologia laser, sono ora disponibili i nuovi prodotti Rhenodiv BP-166 e Rhenodiv BP9500, privi di silicone. La rimozione degli agenti distaccanti è essenziale per gli “sealant tires” o quelli a basso rumore perché assicura che i polimeri, le schiume o i sensori applicati successivamente aderiscano correttamente. I sensori che trasmettono a conducenti ed operatori dati importanti come la pressione degli pneumatici, la temperatura o la profondità del battistrada, possono aiutare a prevenire danni agli pneumatici e migliorare notevolmente la sicurezza. Gli agenti di distacco a base d’acqua per membrane, Rhenodiv BC-1700, offrono elevate prestazioni di distacco superficiale della membrana stessa, minimizzando gli effetti sull’ambiente e aumentando la sicurezza sul lavoro. Con superiori proprietà lubrificanti e capacità di trasferimento dallo pneumatico alla membrana, Rhenodiv SP-1010 e Rhenodiv SP-1020 aiutano i produttori a ridurre gli scarti e risparmiare risorse. Le membrane Rhenoshape con trattamento permanente consentono invece ai produttori di pneumatici di vulcanizzare le gomme senza l’aggiunta di ulteriori agenti distaccanti, eliminando la necessità di pulire gli pneumatici vulcanizzati. Dal momento che il processo di spruzzatura dei “tire blank” non è più necessario, non possono verificarsi contaminazioni, né nelle aree critiche degli pneumatici, né in fabbrica. Allo stesso modo, grazie a questa tecnologia è possibile evitare di utilizzare il silicone nel processo di produzione della gomma. Inoltre, con la sua ampia gamma di di-tiofosfati, acceleranti speciali e masterbatch di fibre, Rhein Chemie offre soluzioni
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ideali per mescole per pneumatici prive di N-nitrosammine e altamente rinforzate. I di-tiofosfati di Rhein Chemie (tra cui Rhenogran TP-50 e Rhenogran SDT-50) sono acceleranti privi di azoto amminico che possono sostituire gli acceleranti tipici, sulfenammide, thiuram e carbammato. Il loro vantaggio è che formano principalmente legami mono e di-sulfurici, che sono più stabili dal punto di vista termico e meno suscettibili alla reversione. Quanto ai di-tiofosfati si utilizzano in parallelo con gli acceleranti sulfenammidici, si generano sinergie di reticolazione che migliorano l’efficienza del processo. Quando sono richieste caratteristiche meccaniche, dinamiche e termiche estreme, i masterbatch in fibra aramidica della serie Rhenogran P91-40 offrono prestazioni di rinforzo eccezionali per le mescole degli pneumatici. Questa gamma di prodotti aiuta a disperdere uniformemente nella miscela di gomma la polpa a fibra corta aramidica Twaron, molto robusta e molto leggera. Rhenogran P91-40 non è adatto solo per l’utilizzo nei polimeri tipici per gli penumatici quali NR, IR, BR e SBR, ma anche per molti altri tipi di gomma come CR, EPDM e NBR. u
Esenzione DEHP, un chiarimento
N
ell’articolo pubblicato sullo scorso numero di gennaio-febbraio, n. 675, intitolato “Restrizioni negli apparecchi elettrici: un’esenzione per la gomma nei motori” (pag. 44) e scritto da Beatrice Garlanda, una svista in fase di impaginazione, ripetuta sia nel sommario che nell’utilizzo della foto di corredo, può indurre erroneamente a ritenere che il provvedimento descritto si riferisca a motori per il settore automotive, cioè adibiti al trasporto di persone o di merci. In realtà il provvedimento approvato dalla Commissione Europea consente l’impiego di DEHP, uno ftalato usato come plastificante per diversi manufatti in gomma. È nato da una richiesta formulata da Euromot, l’associazione europea che riunisce i produttori di motori a combustione interna, applicati sostanzialmente a tutti i settori a parte quelli automotive. Abbiamo contattato l’associazione per un chiarimento e ci ha risposto Domenico Mininni, Technical and Regulatory Affairs Manager di Euromot, scrivendo quanto segue: «In effetti, i motori a cui tale esenzione si applica sono quelli per macchine del settore non-automobilistico: infatti, la Direttiva RoHS nel suo insieme non si applica ai mezzi di trasporto di persone o merci. Si veda al riguardo l’art. 2.4.f della direttiva europea 2011/65/UE sulla restrizione dell’uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le macchine alle quali l’esenzione si applica sono tipicamente le cosiddette “macchine mobili non stradali” come, per fare un solo esempio, un gruppo elettrogeno». Ci scusiamo quindi dell’imprecisione con i lettori e con l’autrice dell’articolo. u
CALENDARIO
FIERE DI TUTTO IL MONDO - 2020 Budapest, Ungheria
Europe Rubber & Latex Expo
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11-12 maggio
Cuyahoga Falls, OH, USA
International Silicone Conference
web.cvent.com
13-14 maggio
Bangkok, Tailandia
IISRP - 61st Annual General Meeting
iisrp.com
14-16 maggio
Kuala Lumpur, Malesia
Aspactrex - Asia Pacific Tyre & Retread Exhibition
www.aspactrex.com
15-17 maggio
Guangrao, Cina
ChinaGRTAE - International rubber tire & auto accessory
www.grtirexpo.com
19-22 maggio
Kielce, Polonia
Plastopol - Plastics and Rubber Processing
targikielce.pl
26-28 maggio
Parma, Italia
SPS IPC Drives Italia 2020
spsitalia.it
2-6 giugno
Barcellona, Spagna
Equiplast 2020
www.equiplast.com
6-7 maggio
Lâ&#x20AC;&#x2122;INDUSTRIA DELLA GOMMA MARZO 2020
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GLI INSERZIONISTI
Gli inserzioni di questo numero CALDIC ITALIA 45 COLMEC I COP. COLOR SERVICE IV COP. COMET 17 COMI SPA II COP. DER-GOM SPA 43 DGTS 39 ELASTOMERS UNION 21 EPICHEM 41 G3 13 GIBITRE INSTRUMENTS 47 GRID INFORMATION TECHNOLOGY 64
IMG SRL
3
PRESMA 15
INDIAN/INTâ&#x20AC;&#x2122;L RUBBER
PRODICON INTERNATIONAL 27
JOURNAL 59
PUMATECH 67
INTERSEALS 65
REP ITALIANA
11
LEHVOSS ITALIA
RUBBER TRADE
55
5
LTE 19
S.I.G.E.A. 68
MAAG 23
UTP VISION
MESGO SPA
VI-MACH VIGEVANO
1
MESSE FRANKFURT - SPS
29
MULTI DATA SRL
34
O.C.S. SRL
7
PARKER 60
III COP.
MACCHINE 53
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