LABORATORIO PER MESCOLE SOFTWARE PER STAMPAGGIO SPECIALE SILICONE
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • Giugno 2020 - numero 5
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SOMMARIO
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
ANNO 63 - GIUGNO N. 5
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA www.industriagomma.it
Direttore responsabile Andrea Aiello
Abbiamo letto 10
RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA
In redazione Riccardo Oldani - riccardo.oldani@edifis.it Collaborano alla rivista Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Gianpaolo Brembati Grafica e impaginazione Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Centro Stampa Digitalprint S.r.l. Rimini (RN) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it
Registrazione Tribunale di Milano n. 4275 del 1.4.1957 Iscrizione Registro Operatori della Comunicazione n. 06090 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi del Reg.EU 679/2016 l'Editore garantisce la massima riservatezza nell'utilizzo della propria banca dati con finalità redazionali e/o di invio del presente periodico. Ai sensi dell'art. 15 il ricevente ha facoltà di esercitare i suoi diritti fra cui la cancellazione mediante comunicazione scritta a EDIFIS Spa - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano (o ai riferimenti sotto trascritti), luogo della custodia della banca dati medesima.
L’Industria della Gomma una rivista edita da: Edifis S.p.A. Viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
Speciale Silicone
17 SILICONE, UN MATERIALE
SEMPRE PIÙ RICHIESTO
Anche in un periodo assai complesso per tutte le attività industriali e per l’economia in generale, il silicone si è dimostrato un materiale versatile e richiestissimo. Molti trasformatori hanno proposto mascherine o altri dispositivi realizzati in gomme siliconiche, ma al di là di queste iniziative, utili e promozionali al tempo stesso, le aziende del settore hanno comunque continuato a sviluppare i business tradizionali. Ecco una rassegna di novità in fatto di materie prime, mescole, stampi e macchinari che rispondono alle esigenze più avanzate della produzione
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Maplan u OCS u ORP u Rivi u Rogitex u Rubber Trade u ShinEtsu u TSF u Wacker u
Dalle aziende
42 UN NUOVO ATTIVATORE PER SOSTITUIRE LA DPG Un nuovo attivatore, chiamato Premix Acti8, un liquido ionico basato sulla tecnologia ACTIV8 sviluppata dal gruppo sudafricano Rubber Nano Products (Pty) Ltd, può essere usato sia come sostitutivo della DPG (Difenilguanidina) sia come additivo di vulcanizzazione. Garantisce ottimi tempi di curing e bassa scottabilità e consente di razionalizzare l’uso di acceleranti e ossido di zinco. Questo studio, in particolare, condotto su due formulazioni, una a base NR e una a basa SBR, si concentra sulla sostituzione della DPG nella produzione di pneumatici e di nastri trasportatori
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
SOMMARIO ANNO 63 - GIUGNO N. 5
Dalle aziende
50 UN LABORATORIO ATTREZZATO DI TUTTO PUNTO Con un investimento di 2 milioni di euro, Evercompounds, il produttore di mescole di Fusignano (Ravenna) che fa parte del gruppo CM Manzoni, si è dotato di un attrezzatissimo laboratorio per test e analisi, cuore del reparto di Ricerca & Sviluppo. Esteso su 1.000 metri quadri, ha tutto quanto occorre per progettare nuovi compound o reingegnerizzare formule esistenti per migliorarne caratteristiche, costi e prestazioni.
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56 QUALITÀ PIÙ ALTA CON LE MACCHINE INTELLIGENTI L’ottimizzazione del processo dello stampaggio a iniezione è sempre stata un impegno costante per Engel, che ha progressivamente sviluppato soluzioni innovative, fondamentali per la gestione automatica della “smart factory”: sono, in particolare, i software iQ per il controllo del volume di materiale fuso iniettato, della forza di chiusura dello stampo e della temperatura di processo, il sistema flomo per il controllo del flusso dell’acqua di raffreddamento dello stampo e i sistemi per il controllo da remoto delle macchine e l’organizzazione ottimale della manutenzione
Normative
62 NOVITÀ PER LA GESTIONE DEGLI PNEUMATICI FUORI USO
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La Gazzetta Ufficiale dell’8 aprile 2020 riporta il decreto del ministero dell’Ambiente del 19 novembre 2019, n.182, sulla disciplina dei tempi e delle modalità attuative dell’obbligo di gestione degli pneumatici fuori uso. In particolare definisce un nuovo quadro d’azione per i rivenditori di pneumatici e per gli enti e organizzazioni che devono provvedere al loro recupero e riciclo quando giungono a fine vita.
News
68 IL TACCUINO
Occupazione in forte calo nel mese di aprile u Le aziende lombarde in difficoltà u Holly, la mascherina in EVA espansa u
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72 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
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Rassegna della stampa tecnica estera www.tiretechnologyinternational.com | APRIL 2012
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Jean-Pierre Jeusette general director, Luxembourg Innovation Center, Goodyear Dunlop Roger Sanders technical manager, Continental UK
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Letter of I più interessanti articoli usciti di recente sulle riviste tecniche the law internazionali specializzate e riguardanti materiali, applicazioni, processi, prove, misurazioni e destinati al settore della trasformazione della gomma. Letti e riassunti per voi dai nostri esperti Product W de from Tir buts Technologe Expo 2012y
Revolution or rush job? Important questions remain unanswered ahead of tire labeling’s introduction in European markets
ELASTOMERI E LAVORAZIONE LAVORAZIONE DI MESCOLE ACRILICHE AEM: PROBLEMATICHE DI SCOTTATURA E. McBride, DuPont Transportation and Advanced Polymers, Midland, Michigan (USA) Rubber&Tire, febbraio-marzo 2020, pag. 12-18 polimeri acrilici, introdotti sul mercato circa 40 anni fa, sono per lo più terpolimeri, costituiti da etilene, metacrilato e un monomero con gruppi cabossilici acidi per la vulcanizzazione, che viene effettuata con diammina. Alcuni polimeri AEM sono invece dipolimeri di etilene e metacrilato e sono vulcanizzati con perossidi. Il crescente utilizzo dei polimeri AEM si verifica nel settore automotive (manicotti per turbocompressore, tubi per raffreddamento olio trasmissione etc.), grazie alle loro proprietà di: • resistenza a calore (invecchiamento in aria fino a 175 °C) e fluidi; • resistenza a basse temperature (fino a - 40 °C); • buon compression set a 150 °C; • buone proprietà CSR (Compressive Stress Relaxation = rilassamento a compressione) in olio motore e fluido trasmissione per 3.000 ore a 150 °C. Rispetto alla maggior parte delle mescole di gomma, quelle in AEM sono soggette a scottatura, in particolare quelle su base terpolimero vulcanizza-
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Bridgestone’s latest take on colored sidewalls is lightweight, and simple enough to be applied by dealers
We explore the role of tire data in vehicle performance simulations. Will engineers ever know enough?
Isoprene from cellulose: how the paper industry could enter the tire supply chain
te con diammine: in questo caso infatti il primo stadio della vulcanizzazione consiste nella formazione di un’ammide da parte del vulcanizzante diamminico, processo relativamente veloce con problematiche di scottatura. Successivamente, il secondo stadio consiste nella trasformazione dell’ammide in immide e questa reazione è lenta e richiede una lunga post-vulcanizzazione per portare a termine la vulcanizzazione. Nel caso di stampaggio ad iniezione, i problemi di scottatura consistono essenzialmente in: • sottoriempimento dello stampo; • criticità delle aree di saldatura; • necessità di acidi di processo per ridurre la viscosità, con conseguente abbassamento dei valori delle proprietà fisiche. Se si utilizza invece l’estrusione, si possono verificare: • alta pressione sulla testa, soprattutto in estrusore con testa a croce; • viscosità molto più elevata, specialmente in uno strato di copertura, col rischio di danneggiarne l’adesione; • formazione di gel. La misurazione della scottatura viene condotta, mediante la prova Mooney ASTM D1646, su una mescola standard AEM G a temperature di 70, 80, 90, 100 e 121 °C (quest’ultima
temperatura è quella tipica utilizzata per gomme acriliche per verificare l’influenza di temperatura e tempo sulla scottatura). I risultati ottenuti dimostrano l’importanza di mantenere basse le temperature di processo, sotto i 100 °C per la mescola esaminata, nei vari stadi di mescolazione, stampaggio e/o estrusione. Lo studio si articola nei seguenti paragrafi: • Velocità di taglio più alte causano temperature più alte e potenziali problemi; viene illustrato il processo di mescolazione con estrusione, ponendo l’attenzione sia sul macchinario che sulla mescolazione ed esprimendo opportune indicazioni in merito; • Progettazione degli esperimenti DOE (Design Of Experiments) per la scottatura di una mescola; il modello DOE è applicato a due studi principali, ossia mescola più veloce per stampaggio ad iniezione e mescola per estrusione con tempi di scottatura più lunghi. Di rilievo, nel paragrafo dedicato al DOE, le considerazioni espresse sugli ingredienti quali accelerante (Vulcofac ACT 55), vulcanizzante (Diak #1) e ritardante (Armeen 18D). Dopo un’esposizione, chiara nella sua accuratezza, lo studio arriva alle conclusioni: • alte velocità di taglio possono dar
ABBIAMO LETTO PER VOI
luogo a zone calde localizzate, che portano a problemi di scottatura da evitare o minimizzare; • i modelli DOE possono essere usati per studiare i problemi di scottatura nel caso in cui le mescole vulcanizzate abbiano proprietà simili. PROVE E MISURAZIONI RILEVAMENTO DI ERRORI NELLO STAMPAGGIO A INIEZIONE DELLA GOMMA PER MEZZO DI STATISTICA MULTIVARIATA T. Hutterer, Polymer Competence Center Loeben, Leoben (Austria), G.R. BergerWeber, W. Friesenbichler, Injection Molding of Polymers, University of Leoben, Leoben (Austria) - Rubber&Tire, febbraio-marzo 2020, pag. 27-31 a sempre crescente pressione sui fornitori di manufatti, stampati ad iniezione, per aumentare la produttività ed abbassare i costi di produzione, ha sollevato un grande interesse nel miglioramento di sicurezza di processo e qualità dei pezzi. È
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diventato così una questione scottante in tutta l’industria dello stampaggio ad iniezione monitorare i processi di produzione in tempo reale, rilevando difetti al loro insorgere ed eseguirne la diagnosi per comprenderne le origini. A questo scopo si possono stabilire tre approcci metodologici: modellazione su concetto primitivo, su base conoscitiva e guidata dai dati. Per quanto riguarda in particolare lo stampaggio ad iniezione, il primo approccio richiede troppe risorse e il secondo, che si basa sull’esperienza degli operatori, è ancora oggi quello più utilizzato. Negli ultimi anni, tuttavia, la quantità dei dati, che si è resa disponibile nei reparti di produzione grazie a dispositivi che li raccolgono e forniscono anche variabili di processo in tempo reale, ha fatto in modo che le informazioni siano prontamente disponibili, permettendo in tal modo di passare ad un approccio guidato dai dati. Questo articolo si propone di colmare la lacuna delle ricerche sullo stam-
paggio ad iniezione della gomma, dal momento che molto poco è stato fatto in merito, privilegiando invece quasi esclusivamente il monitoraggio nell’ambito dei termoplastici. Viene impiegato un approccio di monitoraggio, basato sull’analisi delle componenti principali (PCA = Principal Component Analysis), un processo che ha avuto molto successo in altre applicazioni per distinguere uno stato di fuori-tolleranza e uno stato di operatività standard di un ciclo produttivo di stampaggio ad iniezione. Dopo una digressione sulla storia del monitoraggio statistico di processo e la parte sperimentale, relativa a macchinari, mescola e relativo DOE utilizzati, l’articolo presenta la sezione risultati e discussione, senza dubbio interessante per gli addetti ai lavori ma anche per chi vuole rendersi conto in che cosa consista la statistica multivariata, applicata al monitoraggio del processo in questione. La conclusione evidenzia come, me-
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diante la statistica multivariata, si siano individuate tutte le deviazioni, introdotte artificialmente per imitare le reali sorgenti di errore dalle condizioni del processo di riferimento. Di conseguenza si ritiene che questo sistema sia in grado di rilevare le reali anomalie nel processo industriale di stampaggio ad iniezione della gomma. Inoltre, l’analisi dei grafici contributivi può essere usata per identificare i difetti e, a lungo termine, per permettere ai produttori di costruire una banca dati dei tipi di difetti per risolvere problemi relativi alla produzione per stampaggio ad iniezione. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI PROGRESSI IN MATERIALI POLIMERICI RINFORZATI PER MEZZO DI PARTICELLE DI GOMMA STRUTTURATE J. Wang, Hunan Province Key Laboratory for Advanced Carbon Materials and Applied Technology, College of Materials Science and Engineering, Hunan University, Changsha (China), X. Zhang, J. Qiao, Sinopec Beijing Research Institute of Chemical Industry, Beijing (China), L. Jiang, Key Laboratory of Bio-Inspired Smart Interfacial Science and Technology of Ministry of Education, Beijing Key Laboratory of Bio-Inspired Energy Materials and Devices, School of Chemistry and Environment, Beihang University, Beijing (China) - email: quiaojl.bjhy@sinopec.com – Progress in Polymer Science n. 98 (2019) cco uno studio che non rientra nella solita casistica delle gomme vulcanizzate, dei loro ingredienti e della loro lavorazione, ma si occupa dell’utilizzo della gomma per rinforzare altri polimeri in termini di tenacità e resistenza all’impatto. Come già ipotizzabile dal lettore di questa recensione, si parla di polimeri termoplastici e termoindurenti, che sono spesso fragili e, di conseguenza, soggetti a rottura, soprattutto in presenza di intagli, graffi o difetti interni, venendo così limitati nell’utilizzo in molti settori tecnologici. Per molti decenni sono state condotte indagini approfondite sul rinforzo con microparticelle omogenee di gomma e sul relativo meccanismo, fino ad arrivare attualmente ad uno sviluppo,
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che si basa su progettazione e controllo delle strutture della gomma per migliorare il rinforzo e realizzare il bilanciamento rigidità - tenacità con la minima perdita di resistenza al calore dei materiali polimerici interessati. Questo studio revisiona lo stato dell’arte dei progressi della ricerca nell’ambito descritto e offre un’analisi approfondita e dettagliata del rinforzo mediante gomma. Il percorso descrittivo comprende: • una classificazione dei materiali polimerici che richiedono il rinforzo; • le strategie normali per migliorare l’adesione interfacciale tra particelle di gomma e matrici polimeriche; • il rinforzo dei materiali polimerici con microparticelle omogenee di gomma. Si discutono in dettaglio quattro categorie di rinforzo con gomma strutturata, che comprendono rinforzi mediante: • microparticelle di gomma eterogenee; • microparticelle di gomma anisotropiche orientate; • nanoparticelle di gomma; • particelle di gomma a distribuzione dimensionale bimodale. Nei vari passi della trattazione, anche la relazione fra la struttura delle gomme prese in esame e le proprietà dei materiali polimerici modificati (tenacità, modulo e resistenza al calore) viene messa in evidenza. Chi è interessato all’argomento, anche solo per curiosità riguardo a questa applicazione che fuoriesce dai soliti articoli tecnici, potrà conoscere a fondo un settore di applicazione, in cui la gomma si rivela una volta di più materiale essenziale per la realizzazione di manufatti di alta qualità. RICICLO DI MANUFATTI DI GOMMA USATI RICICLO DI PNEUMATICI DI GOMMA USATI IN MATERIALI DA COSTRUZIONE E RELATIVE CONSIDERAZIONI AMBIENTALI ASSOCIATE: UNA REVISIONE A. Mohajerani, L. Burnett, J.V. Smith, S. Markovski, G. Rodwell, M.T. Rahman, H. Kurmus, School of Engineering RMIT University, Melbourne (Australia), M.
Mirzababaei, School of Engineering and Technology, CQUniversity, Melbourne (Australia), A. Arulrajah, F. Maghool, Department of Civil and Construction Engineering, Swinburne University of Technology, Victoria (Australia), S. Horpibulsuk, School of Civil Engineering and Center of Excellence in Innovation for Sustainable Infrastructure Development, Suranaree University of Technology, Nakhon Ratchasima (Thailand) - email: abbas. mohajerani@rmit.edu.au – Resources, Conservation & Recycling n. 155 (2020) en undici professori e ingegneri hanno contribuito alla realizzazione di questo studio, che affronta l’argomento quanto mai attuale del riciclo dei pneumatici a fine vita. La stima del 2015, circa la quantità annuale di pneumatici usati a livello globale, parla di 1,5 miliardi, quantità pari a quella dei pneumatici di nuova produzione. Da questo dato impressionante si capisce come la crescente abbondanza di pneumatici a fine vita e la mancanza di trattamenti coordinati o di struttura del riciclo presentino un interesse sempre maggiore per la gestione di questo materiale. Grazie al recente riconoscimento globale e alla forte consapevolezza ambientale, molte autorità hanno imposto strette regole e normative a questo prodotto di scarto, per evitare eccessive operazioni di stoccaggio e discarica. Da questa situazione è nata per i ricercatori l’opportunità di esplorare misure sostenibili e utilizzi alternativi per i pneumatici fuori uso (PFU) o a fine vita (ELTs = End of Life Tyres) che dir si voglia. La ricerca dell’utilizzo potenziale dei PFU, nell’ambito dell’ingegneria civile, è stato ulteriormente accelerato dall’esigenza di rivolgersi a prodotti di scarto riciclabili, per supplire alla diminuita disponibilità delle materie prime usate nel settore delle costruzioni. In quest’ambito i pneumatici, interi, a pezzi o in trucioli, forniscono molte proprietà importanti per applicazioni di ingegneria, geotecnica in particolare, come bassa densità, pressione sul terreno, buon isolamento, buona capacità di drenaggio, buona durata a lungo termine e alta compressibilità: tuttavia l’utilizzo della gomma riciclata
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ABBIAMO LETTO PER VOI
è limitato (all’11 % in Australia), forse per la tossicità dei prodotti contenuti nei pneumatici, in applicazioni geotecniche, a causa della periodica saturazione che porta alla formazione di percolato dei metalli pesanti presenti. Questo studio si focalizza sull’analisi delle proprietà dei PFU e sulla ricerca condotta in merito alle specifiche applicazioni in lavori di ingegneria civile e geotecnica, mettendo in rilievo i relativi fattori ambientali, economici e tecnici. Una tabella molto interessante ed esaustiva cita la maggior parte delle applicazioni, che si sono realizzate finora nei due ambiti citati. Dopo il primo capitolo introduttivo, l’esposizione dell’argomento si articola, lungo sedici pagine, in altri sette paragrafi: • lavorazione dei PFU: si parla del recupero dei pneumatici tal quali o sottoposti a processi di sminuzzamento, granulazione etc., ottenendo i cosiddetti prodotti derivati TDP (Tyre Deri-
ved Products), e delle loro problematiche, citandone anche l’utilizzo come combustibile; • proprietà e comportamento dei TDP, con breve analisi della loro composizione chimica; • applicazioni nel settore del calcestruzzo; • applicazioni geotecniche; • considerazioni ambientali; • utilizzi attuali dei PFU; • discussione riguardo alle soluzioni di recupero dei PFU, con le opportune considerazioni tecniche, economiche ed ambientali Tutta la trattazione dello studio, sia pure riferita in alcuni dettagli alla realtà del mercato australiano, offre valutazioni e spunti validi per il mercato globale. Per questo motivo merita di essere letto, visto anche che il tutto ha un tono discorsivo che non stanca il lettore, ma soprattutto perché affronta il più spinoso problema dell’intera industria della gomma, che dipen-
de per più del 50 % dal pneumatico. Per coloro che non se la sentono di affrontare lo studio completo, consigliamo di leggere almeno la conclusione, che riassume punto per punto quanto espresso in precedenza. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI PASSATO, PRESENTE E FUTURO DEL CARBON BLACK COME CARICA RINFORZANTE PER GOMMA - UNA REVISIONE Y. Fan a,b , J.D. Fowler b, M. Zhao a, a School of Environment, Tsinghua University, Beijing (China), b Department of Civil and Environmental Engineering, Imperial College , London (United Kingdom) - email: yf612@mailtsinghua.edu.cn mink.zhao@ mail.tsinghua.edu.cn - Journal of Cleaner Production n. 247 (2020) arlare di carbon black può sembrare una banalità, ma rinfrescare la memoria è sempre utile, soprattutto quando, come in questo caso, l’argomento è sì ben
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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conosciuto ma si evidenziano anche le teorie del meccanismo di rinforzo del carbon black e si mettono a fuoco i recenti sviluppi per migliorarne le prestazioni e la sua potenziale sostituzione con cariche diverse, di solito sostenibili. Una breve introduzione parla di gomma e carbon black in generale, stimando la loro produzione globale, nel 2018, rispettivamente in 29,2 (gomma naturale e gomme sintetiche insieme) e 8,1 milioni di tonnellate, evidenziando che il 92 % di carbon black prodotto è utilizzato nella gomma, soprattutto nella produzione di pneumatici. La parte dello studio dedicata al carbon black, che comprende una tabella delle dimensioni medie delle particelle dei vari gradi commerciali, illustra bene i tre metodi per determinare l’area superficiale: • assorbimento di azoto (metodo BET dal nome dei tre scienziati che lo idearono, Brunauer, Emmet e Teller), il metodo più utilizzato; • assorbimento di iodio; • assorbimento di bromuro di cetiltrimetilammonio (CTAB), considerato il metodo più accurato. L’analisi delle teorie del meccanismo di rinforzo del carbon black si basa sui postulati di dimensione delle particelle, di slittamento interfacciale e di reazione chimica, debitamente illustrati in tre relativi paragrafi. Interessante la sezione dedicata alla modifica di superficie del carbon black, ma ancora più interessante e curiosa quella dedicata ai suoi prodotti alternativi, tra cui particolare attenzione viene riservata alla cenere di lolla di riso e alla polvere da gusci di arachide, mentre altre vengono solo riportate in una tabella. RICICLO DEGLI ELASTOMERI RICICLO DI POLVERE DI GOMMA DI SCARTO PER MEZZO DI MODIFICA MECCANO-CHIMICA H. Liu a,b, X.Wang a,b, D. Jia a,b, a School of Materials Science and Engineering, South China University of Technology, Guangzhou (China), b Guangdong Key Laboratory of High Performance and Functional Polymer Materials, Guangzhou (China) - email: 14
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835328999@qq.com wangxp@scut.edu.cn group25213@sina.com – Journal of Cleaner Production, n. 245 (2020) na delle soluzioni al problema del recupero dei pneumatici a fine vita consiste nel produrre polvere o particelle di gomma, al fine di utilizzarle nella produzione di mescole insieme a polimeri vergini. Tuttavia una scarsa interfaccia fra questa polvere e il polimero ne limita l’applicazione, per cui è necessario che essa venga sottoposta a modifiche di attivazione, che si possono ottenere con metodi fisici, chimici, meccano-chimici, microbici etc. Questo studio prende in considerazione la gomma naturale e il modificante DM (2,2’-dibenzotiazoldisolfuro) per una modifica meccano-chimica della polvere di gomma, lavorando con un estrusore bivite e una temperatura di estrusione di 100 °C, andando poi a mescolarla con il polimero. Il meccanismo di modifica viene analizzato con le prove di TGA (analisi termogravimetrica), raggi X, spettroscopia fotoelettronica a raggi X (XPS) e rigonfiamento, mentre l’interazione interfacciale fra polvere e polimero è studiata con calorimetria differenziale a scansione (DSC) e microscopio elettronico a scansione (SEM). Vengono prodotte cinque mescole, tutte con identica formulazione con sistema di vulcanizzazione a zolfo, una di riferimento, con sola gomma naturale, e quattro con 60 phr di gomma naturale e 40 phr di polvere di gomma, rispettivamente non modificata, modificata chimicamente, modificata meccanicamente e modificata meccano-chimicamente. Illustrata la metodologia di caratterizzazione dei campioni con i sistemi sopraccitati, lo studio presenta i risultati ripercorrendo le prove effettuate e analizzando i valori riscontrati con opportuni commenti. La parte di maggior rilievo, ai fini pratici, è quella che esamina le proprietà dei compositi messi a punto, in particolare la prestazione in vulcanizzazione e le proprietà meccaniche. Esaurita anche la parte con l’analisi dell’interazione interfacciale e micro-
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morfologica, si arriva alla conclusione che con modifica meccano-chimica della polvere di gomma: • l’attività superficiale e la ruvidezza aumentano, mentre diminuisce la densità di reticolazione; • la t90 rimane praticamente costante, con diminuzione di torque minimo e tempo di scottatura; • le proprietà meccaniche e di processo migliorano; • il legame interfacciale mostra un netto miglioramento. Conseguenza dei risultati ottenuti è che la modifica della polvere di gomma, per mezzo di un estrusore bivite con alta efficienza produttiva, ha un grande potenziale in applicazioni industriali e costituisce uno sviluppo di riciclo, ecologico e sostenibile delle risorse della gomma di scarto. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI EFFETTO DI NANOTUBI DI CARBONIO A PARETE SINGOLA SULLA VULCANIZZAZIONE E SULLE PROPRIETÀ MECCANICHE DI MISCELE GOMMA RIGENERATA/ GOMMA NATURALE J. I. Gumede, J. Carson, S. P. Hlangothi, L. L. Bolo, Nelson Mandela University, Department of Chemistry, Centre for Rubber Science and Technology, Port Elizabeth (South Africa) email: s216281547@mandela.ac.za Materials Today Communications, n. 23 (2020) a gomma rigenerata (RR) si ottiene, per definizione, dal processo di recupero della gomma di scarto da manufatti come pneumatici, guarnizioni, O.ring, tubi etc. Globalmente i pneumatici rappresentano la più grossa parte del recupero, facendo di gomma naturale, SBR e BR, in essi contenute, le gomme più disponibili per la rigenerazione. Anche se dopo i processi di recupero le gomme rigenerate risultano più morbide, meno tenaci e facili da lavorare, così da poter essere mescolate, lavorate e vulcanizzate come gomme secondarie, generalmente hanno scarse proprietà di vulcanizzazione e fisicomeccaniche, a causa dei connaturati legami di zolfo, al ridotto peso molecolare e alla più larga distribuzione di peso molecolare derivata dalla scissione
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ABBIAMO LETTO PER VOI
della catena principale. Le tradizionali cariche, utilizzate in grande quantità per rinforzare la gomma vergine (carbon black, silice etc.), sono già presenti nelle gomme rigenerate. Da qui la ricerca per impiegare cariche con più basso peso specifico, come i nanotubi di carbonio (CNT), al fine di migliorare efficacemente le proprietà fisiche e viscoelastiche delle gomme rigenerate. I CNT sono tubi molecolari cilindrici del carbonio, con diametro di dimensione nanometrica e lunghezza di dimensione micrometrica. Sono stati condotti molti studi sull’effetto dei CNT sulla gomma naturale (NR) vergine e sull’effetto della gomma naturale vergine sulle proprietà delle gomme rigenerate. In quest’ambito il presente studio, partendo dal postulato che, grazie alle loro uniche e superiori proprietà, i CNT possono fornire un ragionevole effetto di rinforzo alle mescole NR/RR, intende verificarne la veridicità, cercando di
comprendere l’influenza dei CNT sulla gomma rigenerata e di estenderne così i potenziali utilizzi. Vengono scelti i nanotubi di carbonio a parete singola (SWCNT), anziché quelli multiparete (MWCNT), perché questi possono essere dispersi facilmente nella matrice di gomma, offrono una più elevata area superficiale e hanno meno probabilità di causare un’eccessiva rigidezza del materiale ottenuto. Completano le materie prime usate la gomma naturale SMR20 e la gomma rigenerata da pneumatici autocarro di scarto. Lo studio si articola in due parti: • sviluppo di un materiale SWCNT/ NR con ottimizzazione della quantità di nanotubi necessaria per migliorare efficacemente le proprietà tensili della gomma naturale; vengono prese in esame nove mescole, una di riferimento con sola gomma naturale e otto con quantità di
masterbatch da 0.0025 a 0.2 wt.%; • mescole di RR/NR con e senza SWCNT; le mescole esaminate sono cinque, con miscela RR/NR nelle percentuali 50/50, 60/40, 70/30, 80/20 e 90/10 wt.%. Alla luce dei risultati delle prove effettuate, si conclude che: • lo 0.1 wt.% è la quantità ottimale per migliorare le proprietà tensili della gomma naturale, senza nessun cambiamento significativo per allungamento a rottura e resistenza al rimbalzo; • l’introduzione di SWCNT nelle mescole RR/NR è efficace solo con dosaggi del masterbatch superiore al 30 %: in questo caso diminuisce il torque minimo e aumentano tempo di scottatura e velocità di vulcanizzazione, nonché carico di rottura, modulo e durezza; • l’effetto di rinforzo e indurimento di SWCNT è pronunciato e potrebbe essere regolato a misura per le applicazioni desiderate.
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MATERIALI
FOCUS
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Battaggion Boy Colmec Comet DGTS Elkem Forlab Gibitre LTE Maplan OCS ORP Rivi Rogitex Rubber Trade Shinetsu TSF Wacker
Silicone, un materiale sempre più richiesto Anche in un periodo assai complesso per tutte le attività industriali e per l’economia in generale, il silicone si è dimostrato un materiale versatile e richiestissimo. Molti trasformatori hanno proposto mascherine o altri dispositivi realizzati in gomme siliconiche, ma al di là di queste iniziative, utili e promozionali al tempo stesso, le aziende del settore hanno comunque continuato a sviluppare i business tradizionali. Ecco una rassegna di novità in fatto di materie prime, mescole, stampi e macchinari che rispondono alle esigenze più avanzate della produzione
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FOCUS
Battaggion
Soluzioni complete, dal dosaggio alla confezione
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attaggion SpA prosegue nel suo impegno nel settore dei compoud di silicone e si propone come un player particolarmente attivo nel fornire a tutti i clienti interessati soluzioni complete, dal dosaggio degli ingredienti fino all’imballo del prodotto finito. Nonostante la difficile situazione che stiamo affrontando, il mondo del silicone si è confermato, per il gruppo, uno dei segmenti trainanti del mercato, in grado di continuare la sua espansione anche grazie all’enorme possibilità di utilizzo nelle sue applicazioni finali. In questo periodo, segnalano in azienda, sono cresciute notevolmente le richieste che riguardano non solo il miscelatore, ma tutti gli equipaggiamenti ausiliari per le fasi di caricamento, oltre che per quelle di processo. Il sistema completo prevede un nastro pesatore a cui si aggiunge un nastro di carico che permette di alimentare la macchina in sicurezza con gli operatori in funzione. In aggiunta si possono prevedere sistemi di carico delle polveri da silos o da big bag, che vengono caricati e dosati tramite appositi dispositivi nella parte superiore del coperchio. Il prodotto scaricato può poi essere filtrato attraverso le pompe a ingranaggi, sempre di produzione Battaggion, oppure scaricato direttamente tramite un sistema
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semi-automatico di foiling, o tramite sistemi automatici che permettono di posizionare la striscia già imballata all’interno dei contenitori per la consegna del prodotto. Anche l’utilizzo di processi sotto vuoto, prima impiegati solo in casi speciali, si conferma una scelta vincente in questo periodo e garantisce al prodotto finale caratteristiche ancora più performanti. Sempre più spesso, inoltre, gli impianti per il silicone sono dotati di veri e propri sistemi di apertura automatica della vasca e della relativa coclea di scarico, così da garantire tempistiche ed efficienze di pulizia ottimali. Battaggion SpA è anche al servizio dei suoi clienti per studiare nuove soluzioni in grado di aumentare la produttività e facilitare il lavoro sui macchinari. u
MATERIALI
Boy
Tecnologie per stampaggio micro. E molto di più
B
oy GmbH (distribuita in Italia da State Technologies) si distingue per la produzione di presse di piccolo tonnellaggio nel settore dei termoplastici, elastomeri e siliconi. La gamma spazia da 6 t fino alla nuova 135 t, sia orizzontale che verticale. Le presse Boy hanno performance senza uguali in termini di produttività per area occupata e di energia impiegata. Il design ultracompatto a due piani e la massima efficienza energetica (specialmente con iniezione fully electric) consentono di ridurre gli spazi. Un aspetto importante quando si parla di celle produttive dedicate o di camere bianche. L’importanza della compattezza ha visto la sua naturale evoluzione nell’integrazione di tutte le funzionalità accessorie, come ad esempio l’installazione di micro-unità per il dosaggio LSR e di automazione integrata per lo scarico dei pezzi. La Boy XS 10 t, con pompe per silicone liquido da 1 l, è per esempio una soluzione micro ma efficiente, precisa e affidabile per la produzione di tutti i particolari più piccoli, con tutte le funzionalità di una pressa di tonnellaggio standard, senza limite di complessità geometrica o di movimentazioni accessorie sullo stampo. Inoltre, comune a tutte le presse Boy è la possibilità di essere collegata a un iniettore satellite per i costampati. Sempre più comuni sono infatti i casi di particolari in plastica+LSR o plastica+silicone che escono già finiti dallo stampo, grazie all’ausilio di canali freddi, tavole rotanti o robot. Dal 2019 Boy ha lanciato sul mercato la nuova 135 ton, la pressa più grande della casa tedesca. L’obiettivo è consentire agli stampatori affezionati a Boy di continuare tutte quelle produzioni che, per necessità di ingombro stampo o di elevate produzioni, richiedono una pressa più grande. Questa macchina tiene fede a tutti i capisaldi Boy: compattezza, precisione, consumi, pulizia. La facilità di cambio camera consente inoltre di passare in pochissimo tempo da un produzione in silicone LSR ad un silicone solido, adun elastomero o anche a un termoplastico. u L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
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FOCUS
Colmec
CTE.feeder™: l’estrusore con alimentazione innovativa • unità di alimentazione completamente separabile dall’estrusore per una più facile pulizia del sistema. La presenza del CTE.f™, con le sue due viti coniche controrotanti, garantisce poi una migliore uniformità del silicone introdotto nell’estrusore, eliminando quelle discrepanze dovute a formulazioni non perfette tra i vari batches. In combinazione con il CTE.f™, la geometria della vite dell’estrusore è semplificata, di solo trasporto, più semplice da pulire, ma soprattutto in grado di mantenere il silicone a bassa temperatura, condizione indispensabile per evitare la formazione di microparticelle prevulcanizzate all’interno dell’estruso, dannose soprattutto se presenti nel rivestimento dei cavi elettrici. Il sistema CTE.f™ può essere installato anche su estrusori esistenti dotati del rullo di alimentazione tradizionale. u
P
er agevolare l’ingresso della striscia di silicone in un estrusore, questo viene dotato nella zona di alimentazione di un rullo motorizzato. La rotazione del rullo può essere comandata tramite un accoppiamento di ingranaggi con l’albero della vite di estrusione o tramite una motore indipendente. Colmec, con l’obiettivo di ottimizzare e automatizzare l’alimentazione dell’estrusore ha studiato una nuova soluzione: il sistema CTE.feeder™. I moderni estrusori Colmec sono dotati, nella zona di alimentazione, di un’unità di spinta con viti coniche (chiamata CTE.f ™). Queste viti sono progettate per ricevere il silicone, in qualsiasi forma, striscia, blocco o rotolo, e “forzarlo” all’interno della vite dell’estrusore, mantenendo una pressione di alimentazione costante e controllata. I vantaggi più rilevanti di questa nuova generazione di estrusori con tecnologia CTE.feeder™ sono i seguenti: • alimentazione automatica senza il controllo permanente dell’operatore; • controllo e costanza della pressione di alimentazione; • assenza di bolle d’aria all’interno del prodotto estruso (l’inclusione di aria nei profili è dovuta principalmente ad una scorretta alimentazione del materiale); • miglioramento e uniformità della qualità del prodotto estruso; • miglior controllo termico, e conseguente riduzione del rischio di pre-scorching del materiale; 20
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MATERIALI
Comet
Mescole siliconiche e fluorosiliconiche e packaging innovativo
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a 4 anni esatti Comet porta avanti la competenza tecnica ex-Laborsil in ambito mescole inorganiche. Anche per VMQ e FVMQ emergono i tratti caratteristici del dna Comet: varietà dei componenti, materie prime di altissima qualità, cicli di lavorazione costanti e il più possibile automatici, personale altamente qualificato. Una struttura nella struttura, quella dedicata alla produzione di mescole organiche, che opera per garantire la massima costanza di qualità in rapporto ad un prezzo adeguato. L’offerta dei compound soddisfa le richieste più esigenti anche in termini di colore: siliconi compatti da 10 a 95 Shore A, espansi da 0,35 a 0,80 g/cm3 a catalisi perossidica o platinica, adatti ad ogni sistema di trasformazione e impiegabili in molteplici settori applicativi (elettrico, medicale, alimentare, edile, automotive, ecc.). Ma anche fluorosiliconi perossidici da 25 a 80 Shore A e, infine, PVMQ (fenilici), destinati principalmente al mondo
militare e nucleare. Dopo il trasferimento degli impianti da Bergamo a Coccaglio ( B re s c i a ) a m e tà 2019, le novità più importanti del 2020 riguardano i packaging, in particolare l’innovazione tecnologica apportata a billette e striscia continua, oggi proposte con misure variabili a seconda delle necessità della clientela. Ciò non conclude il programma di investimenti, destinato a completarsi nel prossimo biennio con l’obiettivo di espandere capacità produttiva nell’ottica di miglioramento continuo. u
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FOCUS
DGTS
Un nuovo reometro per prove statiche e dinamiche
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l D-RPA 3000 della tedesca MonTech è un reometro estremamente avanzato, con un’altissima conformità e accuratezza sia per le più comuni prove statiche (ISO 6502, ASTM D 5289 e DIN 53529) sia per quelle dinamiche (ISO 13145, ASTM D 6204, ASTM D 6601, ASTM D 6048, ASTM D 7050, ASMT D 7605), necessarie per caratterizzare i polimeri e la gomma a tutti i livelli di produzione. Il reometro è progettato per misurare le proprietà viscoelastiche di polimeri e mescole elastomeriche prima, durante e dopo la vulcanizzazione. I dati acquisiti forniscono informazioni precise riguardo la lavorabilità, le caratteristiche di vulcanizzazione, la velocità di vulcanizzazione e il comportamento delle mescole dopo la vulcanizzazione. Il D-RPA 3000 è uno strumento all’avanguardia per eseguire prove dinamiche e può essere attrezzato con diverse opzioni, come la distanza variabile di chiusura camera, raffreddamento per le basse temperature e acquisizione ad alta velocità. Offre inoltre la più grande combinazione frequenza-deformazione disponibile sul mercato. Il software MonControl Analyses gestisce lo strumento con alta flessibilità. Configurazione camera: biconica, closed die system, sealed. Frequenza di oscillazione: da 0,001 Hz a 100 Hz. Intervallo di deformazione: +/- 0,001°/360° Intervallo di temperatura: da ambiente fino a 232°C Dati acquisiti: coppia, temperatura, frequenza, deformazione (in opzione: forza normale, distanza camera, pressione camera). Fratelli minori dell’D-RPA 3000, ma sempre in grado di eseguire sia prove statiche che dinamiche, sono i modelli MDR 3000 Professional e D-MDR 3000. Tutti i reometri MonTech a camera oscillante possono essere facilmente automatizzati, consentendo di aumentare la produttività e di liberare gli operatori per svolgere altri compiti: carico e scarico automatico dei provini da caricatori lineari o rotativi, rimozione automatica dei provini processati. I prodotti MonTech sono commercializzati in Italia da DGTS srl. u
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MATERIALI
Elkem Silicones
Nuovi siliconi per il settore ferroviario
L
a sicurezza antincendio per la gomma siliconica, i sigillanti siliconici e i materiali flessibili per applicazioni ferroviarie è stata a lungo soggetta solo alle norme nazionali. Dal 2018, la norma EN 45545-2 con requisiti di sicurezza più severi è in vigore ed è obbligatoria in tutta Europa. Questo nuovo standard mira ad armonizzare i regolamenti al fine di garantire lo stesso livello di sicurezza in tutta la UE. Per rispondere a questo cambiamento, Elkem Silicones ha sviluppato la serie Bluesil® FR 8700, una gamma di prodotti in gomma siliconica HCR appositamente progettata per l'uso nei trasporti con più alti livelli di resistenza al fuoco e basse emissioni di fumo. Bluesil® FR 8700 è disponibile in diversi gradi di durezza per la realizzazione di profili (porte, finestre, pareti) e pannelli. Inoltre, Elkem Silicone ha recentemente sviluppato un nuovo prodotto per completare la gamma: il Bluesil® HFR 8770E dedicato alle applicazioni Gangway e Bellow . Presenta una elevata resistenza al fuoco che migliora la sicurezza dei prodotti finali con: • Maggiore resistenza al fuoco rispetto agli altri prodotti della gamma; • Eccellente resistenza al fuoco anche senza post-curing; • Bassa emissione di fumo; • Fumi non tossici o corrosivi; • Alogen free; È anche un materiale facilmente processabile per cui si ha una migliore produttività. Il silicone può essere infatti facilmente estruso e calandrato, ha un’elevata resistenza del crudo ( può essere facilmente applicato su tessuti) e può anche essere usato senza post-curing (con risparmio di tempo ed energia). Il materiale ha elevate prestazioni meccaniche e di resistenza all’invecchiamento, che permet-
tono di allungare la vita in servizio e conferiscono ai pezzi elevate prestazioni meccaniche anche senza post-curing. Elkem Silicones è uno dei leader mondiali nella produzione di silicone completamente integrata, con laboratori di ricerca e sviluppo, siti di produzione e uffici di vendita in Europa, Nord America, America Latina e Asia Pacifico. I Mix & Fix Centers™, situati nel cuore delle principali regioni produttrici di elastomeri e gomma siliconica, rispondono da vicino alle esigenze dei clienti, fornendo consulenza, formulazioni su misura della gamma Bluesil™ HCR (High Consistency Rubber) con tempi di consegna molto brevi, rispondendo a specifiche precise e requisiti di produzione. I team di esperti possono anche fornire formazione pratica per i tecnici e operatori e aiutano a comprendere i problemi di conformità alle normative. u
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MATERIALI
FOCUS
For Lab Italia
Forni di post-curing per mescole siliconiche
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li articoli tecnici in silicone sono sottoposti a trattamento termico in forno per migliorarne le caratteristiche meccaniche e la resistenza chimica. Le modifiche che avvengono nella mescola vulcanizzata durante il post-curing sono misurabili con RPA (Alpha Technologies) del modulo elastico generalizzato G’0, come illustrato nell’articolo “L’impronta digitale delle mescole” pubblicato nel numero di dicembre 2016 de “L’Industria della Gomma”. In particolare, uno studio sulle emissioni di un forno durante una operazione di post-vulcanizzazione (a 230°C per 3 ore) ha consentito di determinare analiticamente i composti organici volatili (COV). Nella prima ora di postcuring vengono eliminati il Dimetil-fenil-carbinolo e il Metil-cumil-etere, residui del dicumil-perossido (DCP) e 4-Acetilpiridina utilizzato nel controllo della reazione di sintesi del silicone. In tempi più lunghi si completa l’eliminazione dei silossani ciclici e in particolare del octametil-ciclotetrasiloxano e del decametil-ciclopentasiloxano, per un COV totale pari a 1.600 mg/ Nm³ (come n-esano). Tenendo conto di questi dati, For Lab Italia ha progettato e realizzato un forno per prodotti in silicone, che tiene conto dei data-sheet dei produttori di materie prime, dell’esperienza degli stampatori italiani e dei dati scientifici acquisiti per soddisfare le richieste di qualità e di sicurezza. È stato ottimizzato il flusso d’aria per kg di materiale e in-
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seriti filtri in acciaio inox che trattengono le polveri emesse per rendere il processo migliore e più sicuro. Sono state così definite la quantità di prodotto in post-curing in relazione al volume della camera e, soprattutto, alla quantità di aria ricambiata per kg di materiale, nonché le migliori condizioni di tempo e temperatura del ciclo. La rampa di salita non può essere “libera”, ma deve rispondere a una precisa curva di temperatura (in °C per minuto), al fine di permettere l’evacuazione dei gas emessi durante il processo di riscaldamento ed evitare il rischio latente di esplosione. Nei forni For Lab per silicone la ventilazione della camera è stata disegnata per ottenere una temperatura uniforme nella camera e mantenere il corretto rapporto di ricambio d’aria (in m3 per ora). La realizzazione di flap regolabili consente di “controllare” la stratificazione orizzontale d’aria, così da “calibrare” ogni singolo forno per ogni singola applicazione. La gamma prevede forni statici FG da 400 a 5.000 litri, con possibilità di inserire carrelli a ripiani, e l'innovativo forno rotante FGR da 350 a 1.000 litri. L’equipaggiamento può variare secondo le esigenze con filtri HEPA, chiusura porta con serratura elettrica, scambiatore di calore, ORS System per ridurre la presenza di ossigeno in camera e LCP, dispositivo di lavaggio camera programmabile per ridurre il rischio di saturazione dei gas nella camera. u
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FOCUS
Gibitre Instruments
Un viscosimetro che prende per mano l’operatore
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a viscosità è una misura significativa per la caratterizzazione delle mescole siliconiche e ne influenza il comportamento sia nello stampaggio a iniezione che in estrusione. Gibitre Instruments ha attivato la produzione del nuovo Viscosimetro MooneyCheck - Drive, che nasce dal concetto di guidare in modo semplice e intuitivo l’operatore all’esecuzione di prove di viscosità, scottatura e rilassamento in conformità alle norme ISO 2891, ISO 289-2, ISO 289-4. Lo strumento, con una struttura completamente rinnovata, incorpora una serie di miglioramenti tecnologici che passano dall’ergonomia al risparmio energetico, all’efficienza del sistema di aspirazione dei fumi e alla semplicità di manutenzione. Il display touch-screen dello strumento ne permette il completo controllo, fornendo una dettagliata diagnostica dello stato di funzionamento. Lo strumento include l’espulsore pneumatico del rotore per la sostituzione rapida del provino, il peso interno per l’autocalibrazione della misura di coppia e la luce a led per segnalare all’operatore lo stato della prova a distanza. Il viscosimetro viene fornito con il nuovo programma in release 10 che permette l’identificazione rapida delle prove (eventualmente con lettore di codici a barre), la regolazione automatica dello strumento in base alle condizioni previste per ogni provino in coda e il salvataggio automatico di dati e curve nel database SQL. Lo strumento può essere fornito con velocità variabile del rotore (tra 0,01 a 20 rpm) per analizzare la variazione della viscosità in funzione al tasso di deformazione (shear-rate) del provino. Gibitre fornisce anche provini in gomma butilica ottenuti da balle certificate dal gruppo di lavoro ASTM D11.20 secondo ASTM D4678. Lo strumento è conforme ai requisiti per le agevolazioni fiscali Industria 4.0 e Gibitre fornisce il software e il supporto per l’interconnessione dati richiesta. u
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MATERIALI
LTE
Silicone LTE-NPC Series
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a ricerca e sviluppo dei materiali nel mondo della gomma-plastica, ogni anno, volge sempre più nella direzione dell’ottimizzazione del rapporto qualità/ produttività. Da sempre LTE è in campo per lo sviluppo di nuovi materiali e nuove tecnologie al fine di soddisfare le richieste dei clienti che richiedono soluzioni innovative per essere competitivi sul mercato.
Unit
Test Method
Durezza/Hardness
Shore A
DIN 53505
Tear Strength
La misson di LTE, come impresa che si occupa di ricerca, sviluppo e produzione di mescole in gomma, «non è solo quella di innovare, ma di farlo prima degli altri». In ossequi a questo principio, da tempo l’azienda presenta annualmente nuove famiglie di mescole. Il 2020 è l’anno della “NO Post-Cure”. Come è noto la gamma dei VMQ perossidici offre diversi vantaggi, ma ha la “pecca” della necessità di subire un processo di post-curing al fine di ottenere proprietà fisico-meccaniche stabili e ottimizzate. L’obiettivo che si è posta LTE è stato di sviluppare una gamma di compound con proprietà fisico-meccaniche, ottenute senza postcuring, paragonabili a quelle che normalmente si ottengono da siliconi perossidici post-curati, mantenendo il medesimo livello di prezzo. Lo studio si è concentrato su due durezze tipiche, 40Sha e 70Sha, paragonando le proprietà meccaniche di due siliconi standard perossidici con Post-Cure 4h @ 200°C con gli omologhi “LTE-NPC Series” non post-curati (vedi la tabella qui sotto). u
Standard PC
LTE-NPC Series
Standard PC
LTE-NPC Series
38
38
71
69
N/mm
ASTM D 624 B
18,9
20,9
23,8
23,5
M-100
Mpa
ISO 37 Type 2
0,75
0,62
3,10
2,50
Tensile Strength
Mpa
ISO 37 Type 2
9,1
9,9
9,5
10,8
Elongation at Break
%
ISO 37 Type 2
643
706
345
407
C-set 22h@175°C def 25%
%
ISO 815 Type B
22
23
24
19
∆ Hardness
Pts
+2
+3
+4
+6
∆ Tensile strength
%
ISO 37 Type 2
-23
-14
-23
-11
∆ Elongation at break
%
ISO 37 Type 2
-24
-11
-47
-17
Value change after treatment in air: 70h@200°C
Value change after treatment in OLIO ASTM n. 1 70h@150°C ∆ Hardness
Pts
∆ Tensile strength
%
ISO 37 Type 2 ISO 37 Type 2
-8
-7
-7
-7
-23
-18
-15
-22
∆ Elongation at break
%
-64
-42
-13
-23
∆ Weight
%
+5,1
+6,2
+4,4
+4,7
∆ Volume
%
+6,9
+7,0
+6,5
+6,9
∆ Hardness
Pts
-17
-18
-24
-23
∆ Weight
%
+49,0
+49,0
+35,0
+33,0
∆ Volume
%
+61,0
+60,0
+47,0
+44,0
Value change after treatment in OLIO ASTM n. 3 70h@150°C
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
27
FOCUS
Maplan
Da silicone a elastomero in un attimo
I
l mercato italiano di Maplan (le cui presse sono distribuite in Italia da State Technologies) è rappresentato in buona parte da presse equipaggiate con tramogge di carica del silicone in pasta. Qualora la pressa non sia esclusivamente dedicata alla produzione di articoli in silicone, il sistema originale FIFO di Maplan consente di installare un cilindro di plastificazione con due ingressi, uno dedicato agli elastomeri tradizionali e uno al silicone. Otturando opportunamente l’ingresso non utilizzato, è possibile passare in poco tempo da un materiale siliconico a un elastomero e viceversa. Il sistema FIFO consente di cambiare mescole e colori proprio perché ha come punto di forza la facilità di pulizia, a prescindere dal colore di partenza. Infatti il design del gruppo iniettore consente di espellere in toto il materiale residuo a fine lavorazione, minimizzando gli sprechi del materiale e riducendo per quanto possibile il tempo necessario. La tramoggia di carico, azionata idraulicamente con apposita centralina di controllo completamente integrata nel pannello operatore, è anche provvista di un sistema di serraggio idraulico, riducendo quindi lo sforzo per il personale addetto. Il posizionamento della tramoggia
28
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
(come si nota nelle foto) è in ogni caso orientato alla massima ergonomia. Una scala accessoriata con pulsantiera consente di svolgere alcuni movimenti in modalità manuale, in totale sicurezza. A seconda del tonnellaggio della pressa e delle esigenze del cliente, sono disponibili diverse taglie che vanno dai 2 a 30 litri di volume di carica. Tra le varie funzioni di gestione del sistema di carica, è interessante segnalare il calcolo automatico del numero di cicli residui con il materiale rimanente, che consente di evitare fermi imprevisti e di pianificare al meglio le pause per la ricarica. Da due anni Maplan sta lavorando insieme al partner LTE per testare e sviluppare i nuovi materiali Fast Cure, con risultati estremamente interessanti. u
MATERIALI
O.C.S.
Stampo ad alte performance per automotive
O
.C.S. ha sviluppato una notevole esperienza nella produzione di stampi per silicone. Un esempio (illustrato nelle immagini) è uno stampo ai iniezione 4 ugelli realizzato a inizio 2020 per il settore automobilistico, destinato a produrre una cornice sagomata che deve garantire la tenuta della pressione in una zona molto critica di un motore a combustione interna, soggetta a temperature e pressioni molto alte combinate alla presenza di olii e idrocarburi. Il componente è stato stampato con silicone in pasta di colore blu, su una pressa 300 t. Grazie alle attenzioni progettuali di O.C.S., si sono risolte una serie di problematiche poste dal cliente riguardo la finitura, che doveva avere una rugosità delle superfici bassissima, pari quasi al risultato ottenibile con un trattamento di lucidatura, e gli spigoli vivi, che avrebbero potuto danneggiare il pezzo durante il processo di estrazione, completamente automatico. In considerazione dei quantitativi annui richiesti, lo stampo è stato abbinato al termoregolato C³ a 4 ugelli al fine di ottimizzare l’ iniezione della gomma e tutt’oggi sta lavorando con performance soddisfacenti. Un mix vincente quindi di progettualità, esperienza, consulenza, perché se lo stampo ha un ruolo determinante nella buona riuscita dello stampaggio, è il mix fra stampo, pressa e mescola che sancisce il successo di un processo.
O.C.S., attiva sul mercato di stampi per articoli tecnici dal 1974, è costantemente alla ricerca di sempre più sofisticate tecnologie che possano accompagnare il cliente nelle sue esigenze di ottimizzazione della produttività unitamente a una costante di qualità sempre più alta. La diversificazione dei propri stampi, negli ultimi anni ha portato O.C.S. a produrre non più solo per O-Ring, cornici e rondelle, ma anche stampi per qualsiasi articolo tecnico, con geometrie molto complesse e in materiali sempre più sofisticati. Quindi non solo gomme standard, ma anche silicone in pasta, LSR per geometrie semplici e gomme termoplastiche. u
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
29
MATERIALI
FOCUS
ORP Stampi
Liquid Horizons Orizzonti liquidi
I
l silicone, in particolare quello liquido, è utilizzato in gran parte per il medicale, un settore che da anni sta spingendo verso nuove tecnologie di stampaggio. La capacità produttiva di ORP Stampi, ora completamente digitalizzata grazie all’innesto dei sistemi 4.0, sta portando i suoi frutti anche in questo ambito. Tra i big data che l'azienda riesce a estrapolare, un calcolo consente di analizzare la qualità in termini di realizzazione e di segmento. Ciò ha portato alla scelta, fatta lo scorso anno, di dedicare specifici macchinari ad alte prestazioni unicamente al settore medicale, senza intaccare o penalizzare i risultati in quello che ancora oggi resta uno dei motori principali dell'azienda, l’automotive. Nei prossimi due anni ORP prevede di triplicare il volume di stampi per il settore medicale (indipendentemente dal fattore Covid-19). La particolarità che contraddistingue il silicone liquido, sia in fase di design che di realizzazione stampo, viene sin dalle prime fasi canalizzata e inserita in un dipartimento ORP dedicato. Chiusure stampo a zero garantiscono ai clienti che stampano con LSR articoli flash-less e liberi da ogni trattamento o lavorazione post stampaggio. Una seconda caratteristica, che spesso accomuna gli articoli per il settore medicale, sono i grandi volumi. Per lo stampista questo si traduce nello sviluppo di stampi automatici che rispondano all’esigenza di cicli produttivi molto rapidi. Per questa ragione il rapporto con costruttori presse e aziende che si occupano di manipolatori e robotica rimane fondamentale. La qualità dell’articolo stampato in LSR, a differenza degli
30
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
stampi per elastomeri, è in genere unicamente dovuta al lavoro dello stampista. Ciò non implica, chiaramente, che la qualità del silicone o della pressa possano venire a mancare. Anzi, entrambi sono fattori che determinano velocità (ciclo di stampaggio) e possibilità di automazione. La principale richiesta di articoli per LSR arriva dall’estero, dove importanti case farmaceutiche hanno i loro insediamenti produttivi e sono sempre più alla ricerca di partner che possano offrire loro nuove tecnologie o soluzioni di stampaggio diverse dalle solite. Sempre secondo l'esperienza ORP, nel campo silicone liquido, i migliori risultati sono il frutto di una profonda conoscenza di molteplici tecnologie, della gomma e della plastica, sia in termini previsionali/progettuali che realizzativi. u
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MATERIALI
FOCUS
Rivi Magnetics
Lo stampaggio “green” del silicone nel futuro
M
edicale, alimentare, giocattoli, cosmetica, prima infanzia, packaging, subacquea e casalinghi. Questi sono solo alcuni dei settori dove oggi, ancora più che in passato, è necessario tutelare la salute degli addetti alla produzione e dei consumatori o utilizzatori. Sono diventati di fondamentale importanza l’igiene, la risanazione, la distanza tra le persone, la pulizia dell’ambiente di lavoro, la riduzione dello sforzo fisico e l’eliminazione di attrezzature meccaniche . Il sistema di ancoraggio magnetico Rivi Magnetics per cambio rapido degli stampi sia su presse orizzontali che verticali (sistema magnetico Gemini), è particolarmente indicato nelle applicazioni in camere bianche e laddove sia necessaria estrema pulizia e igiene. Il cambio stampo può essere eseguito con un solo operatore anziché due, aumentando la sicurezza per la salute, diminuendo lo sforzo fisico ed evitando il contatto fra più persone. L’eliminazione di elementi di fissaggio tradizionale (cioè realizzato solo su alcuni punti dello stampo), in virtù di un piano magnetico permanente che aggancia completamente tutta la superficie dello stampo, favorisce l’uniformità di temperatura e di pressatura. Nello stampaggio del silicone la temperatura è un elemento importante, poiché essa deve risultare costante ed omogenea. Il sistema magnetico Gemini è garantito per un funzionamento fino a 240°c in
32
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
servizio continuo. È disponibile nella versione solamente magnetica da installare sul piano riscaldante esistente o magnetico, con riscaldamento integrato. Infine, i sistemi Rivi Magnetics possono essere dotati di connessione in remoto del sistema, con abbattimento dei tempi e dei costi di assistenza e manutenzione. Tramite questo servizio non è necessario recarsi direttamente dal cliente in caso di problemi, evitando rischi per la salute degli operatori in un periodo delicato come quello in cui stiamo vivendo. u
RUBBERS E-SBR Dry and OE grades S-SBR Dry and OE grades NBR standard grades NBRGT/FC - Fast curing/Low fouling SKI 3 and SKI 3 S polyisoprene PBR High Cis Neodymium Titanium IIR and HIIR Butyl and Halobutyl EPDM
TPE SBS Dry grades DRY/OIL SIS SILICONE RUBBER HTV RTV LSR OH Polymer REINFORCEMENT MATERIALS Carbon Black Rayon Cord
Head Office: Rogitex International Inc. Canada - ph. +1 514 3321140 European Sales Office: Rogitex Italia Srl -+39 0383 212143
MATERIALI
FOCUS
Rogitex
Un'intera gamma di siliconi in arrivo dalla Cina
R
ogitex Italia, attiva dal 2013 nella fornitura dei polimeri La buona proprietà di isolamento elettrico del silicone Hoshiorganici, dal 2018 è entrata anche nel mondo delle gom- ne, lo rende ampiamente utilizzato in cavi ad alta temperatura, processo di reticolazione deve essere completato perossido o da eplatino ad La alta e altaa di potenza altri campi. suatemperatura bassa deformazione me siliconiche grazie all’accordo di distribuzione per il daisolatori compressione l'eccellente elasticitàin glicui consentono di essere territorio italiano con NingbodiHoshine Group, gruppo cinese può pressione. L'intervallo temperatura applicabile variare dae -50°C a 200°C, può essere utilizzato nella produzione di anelli di tenuta, nastri di tenuta, nato nel 1989 presente nel segmento di materiali a base di sipolimerizzato, donando un'eccellente resistenza all'invecchiamento. licio da più di dieci anni. Con oltre 4.500 dipendenti, l'azien- chiavi elettroniche e altri prodotti; le sue buone prestazioni Nelle tabelle le caratteristiche di due serie di prodotti tra le diverse disponibili nel catalogo. da aè in grado di fornire un supporto tecnico ai clienti in tutti ambientali lo rendono ampiamente utilizzato in braccialetti in gli aspetti del processo di produzione e li aiuta attivamente a silicone, stampi per dolci, tiralatte per bambini, specchio per immersioni, spatola, manico per pentole a pressione e altri atraggiungere l’obiettivo. di reticolazione deve essere perossido o da platino ad alta temperatura alta del quotidiano. Il processo di reticolazione deveeessere Ilprocesso mercato europeo è oggi il nuovo target per il completato gruppo, la cui datrezzi completato da platino temperatura attività è organizzata in quattro Silicone Division, Si- può pressione. L'intervallo di divisioni: temperatura applicabile variare da da perossido -50°C a o200°C, in ad cuialta può essere e Grade Appearance Hardness (Shore A) Tensile Strength (Mpa) ≥ Tear Strength (kN/m) ≥ Elongation (%) ≥ Tensile Set (%) ≤ Rebound (%)≥ alta pressione. L'intervallo di temperatura applicabile può valicon Metal Division, Carbon Division e Energy Division. polimerizzato, donando un'eccellente resistenza all'invecchiamento. HS-3421 17-23 700 63 in cui può8 essere polimerizzato, donanPer ciò che Translucent concerne la gomma siliconica,4Hoshine Silicon a og- 12 riare da -50°C a 200°C, Nelle tabelle le caratteristiche di duedello serieZhejiang), di prodotti tra le diverse disponibili nel catalogo. resistenza all'invecchiamento. giHS-3431 ha due siti di produzione, Translucent 27-33 a Jiaxing (provincia 5.5 13 do un'eccellente450 8 66 e a Turpan (regione autonoma dello Xinjiang), con una capa- Nelle tabelle le caratteristiche di due serie di prodotti tra le diHS-3441 Translucent 37-43 7.5 16 400 9 54 verse disponibili nel catalogo. cità annua totale di 160.000 MT. u HS-3451
Translucent
47-53
7.5
17
350
9
55
HS-3461 Grade HS-3471 HS-3421 HS-3481 HS-3431 HS-3491 HS-3441
Translucent Appearance Translucent Translucent Translucent Translucent Translucent Translucent
57-63 Hardness (Shore A) 67-73 17-23 77-83 27-33 87-93 37-43
7.5 Tensile Strength (Mpa) ≥ 6.5 4 6 5.5 4 7.5
17 Tear Strength (kN/m) ≥ 16 12 16 13 15 16
300 Elongation (%) ≥ 250 700 150 450 50 400
9 Tensile Set (%) ≤ 8 8 8 8 7 9
48 Rebound (%)≥ 45 63 42 66 58 54
HS-3451
Translucent
47-53
7.5
17
350
9
55
HS-3491
Translucent
87-93
4
15
50
7
58
Serie HSTranslucent 34-1: gomma siliconica7.5 per uso generale. Alta trasparenza, prestazioni di sformatura. HS-3461 57-63 17 300 9 48 Adatto per tastiere, O-ring, stampi per dolci, utensili da cucina, cubetti di ghiaccio, tubo flessibile, HS-3471 Translucent 67-73 6.5 16 250 8 45 nastri e fili, rullo di gomma industriale e altri profili. HS-3481 Translucent 77-83 6 16 150 8 42 Serie HS 34-1: gomma siliconica per uso generale. Alta trasparenza, prestazioni di sformatura.
Serie HSAdatto 34-1: siliconica perutensili usodagenerale. trasparenza, prestazioni di sformatura. pergomma tastiere, O-ring, stampi per dolci, cucina, cubettiAlta di ghiaccio, tubo flessibile, nastri e fili, rullo di gomma industriale e altri profili. Adatto per tastiere, O-ring, stampi per dolci, utensili da cucina, cubetti di ghiaccio, tubo flessibile, Grade Appearance Hardness (Shore A) Tensile Strength (Mpa) Tear Strength (kN/m) ≥ Elongation(%) ≥ Tensile Set (%) ≤ Rebound (%)≥ nastri e fili, rullo di gomma industriale e altri profili. HS-1530 PT
Transparent
29-33
8
16
800
6
55
HS-1540 PT
Translucent
39-43
9
18
700
6
55
HS-1550 PT
Translucent
48-52
9
20
550
4
55
HS-1560 Grade PT
Appearance Translucent
Hardness (Shore A) 58-62
Tensile Strength (Mpa) 9
Tear Strength 22 (kN/m) ≥
Elongation(%) ≥ 450
Tensile Set 4 (%) ≤
Rebound 52 (%)≥
HS-1530 HS-1570 PT
Transparent Translucent
29-33 68-72
8 8.5
16 25
800 350
6 4
55 45
HS-1540 HS-1580 PT
Translucent
39-43 78-82
9 8.5
18 25
700 280
6 4
55 45
Serie HS 15-0PT: gomma siliconica generale economica per9estrusione. Buona trasparenza e forza. Adatto per prodotti in Translucent 48-52 20 550realizzare fili, cavi,4tubi flessibili e altri55 silicone per estrusione. Può essere curato con DCBP e platino.
HS-1550 PT
34
Serie 15-0PT: gomma siliconica generale economica per estrusione. Buona trasparenza e forza. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA HS-1560HS Translucent 58-62 9 22 450 4 52 PT GIUGNO 2020 Adatto per realizzare fili, cavi, tubi flessibili e altri prodotti in silicone per estrusione. Può essere HS-1570 Translucent 68-72 8.5 25 350 4 45 PT curato con DCBP e platino.
“Ciao, sono Federico e in OCS Team sono il responsabile del reparto OCS Extra. Qui da noi tutto ciò che non è impossibile ma solamente molto difficile lo facciamo!”
Siamo un team di persone che ama mettersi in gioco lavorando fianco a fianco con i nostri clienti. Dal 1974 progettiamo e realizziamo stampi e soluzioni tecnologiche per articoli tecnici in gomma e altri materiali elastomerici. Oggi lavoriamo su tre divisioni:
OCS O-RING
Seguici su: � � �
OCS EXTRA
O.C.S. S.r.l. Via Soldini, 10 - 24060 Adrara S. Martino (BG) - Italy Tel. +39 035 933487 | Fax +39 035 933242 | www.ocs-stampi.it | info@ocs-stampi.it
OCS SERVICE
FOCUS
Rubber Trade
La raccolta automatica in formato “striscia continua”
L
a ricerca condotta da Rubber Trade per individuare soluzioni innovative nell’ambito del raffreddamento e della raccolta di mescole di gomma è particolarmente focalizzata su sistemi dedicati al trattamento delle strisce in formato continuo. In questo ambito l'azienda di Oggiona (Varese) ha introdotto soluzioni innovative anche per la raccolta in continuo di mescole in gomma siliconica. Per questa tipologia di materiale, che presenta caratteristiche meccaniche di assoluta particolarità, è stato realizzato un sistema di confezionamento della striscia continua di formato variabile (anche a sezione cilindrica), altamente affidabile e flessibile, in grado di rispondere alle esigenze di massima automazione e controllo del processo produttivo delle realtà più moderne ed avanzate. Il principio di funzionamento del sistema di raccolta è, dal punto di vista meccanico, molto semplice, e rispecchia la "filosofia" di trattamento delle mescole dell'azienda, che mira ad assecondare il comportamento della striscia proveniente da mescolatore o estrusore. Ad una meccanica di per sé semplice, viene abbinata un’elettronica altamente sofisticata, caratterizzata da PLC e motori brushless, che permette il pieno controllo dei parametri di processo durante le diverse fasi del confezionamento. I dati sono raccolti in database e richiamabili direttamente dal sistema informatizzato che controlla il procedimento produttivo. Questa e altre caratteristiche di elevata automazione fanno sì che la macchina, indicata a catalogo come Festonatore FST1/1PM, soddisfi i requisiti Industry 4.0. Parallelamente Rubber Trade offre, attraverso il partner tedesco UTH GmbH, azienda leader nella produzione di macchinari per il filtraggio di cui è agente esclusivo per l’Italia, il mixer per silicone ROLL-EX® DSE, estrusore conico bi-vite con pompa a ingranaggi. u 36
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
MATERIALI
ShinEtsu
Nuovi prodotti e tecnologie per l’Italia e per l’Europa
S
hinEtsu Silicones si presenta nel 2020 sul territorio italiano ed europeo, concentrandosi nello sviluppo di nuovi prodotti e nuove tecnologie, sia nell’ambito delle gomme liquide LSR che delle gomme solide HCR. Nel corso del 2020 il gruppo punta all'acquisizione di nuovi clienti diretti e nello sviluppo di nuovi prodotti per nuove applicazioni. Investe sulla filosofia del brand che ha fatto del servizio al cliente, oltre che della qualità intrinseca dei propri prodotti, il vero punto di forza. L'azienda ha ampliato nel corso del 2019 e 2020 il laboratorio di ricerca e sviluppo in Europa, ha rinforzato l’organico tecnico commerciale oltre alla capacità produttiva dello stabilimento nei Paesi Bassi. Ulteriori piani di investimento per aumentare la presenza
di ShinEtsu in Europa sono previsti nel prossimo biennio. ShinEtsu Silicones, in particolare, sta lavorando allo sviluppo di nuovi materiali LSR e gomme dolide HCR, per arrivare a nuovi prodotti standard e speciali, su richiesta dei propri clienti. L’azienda ha raggiunto risultati estremamente interessanti ampliando la gamma dei prodotti fluorosiliconici LSR e HCR, per applicazioni nel settore dei cavi ed elettrico HVI, nell'ambito industriale dei trasporti e flame-retardant, in aggiunta alle classiche applicazioni in campo alimentare e “water approved” . Data la situazione Covid 19 il focus degli ultimi mesi è stato quello di fornire ai clienti diretti un servzio con tempistiche “just in time” per i prodotti di alta gamma per applicazioni nel settore bio-medicale. u
ANNUARIO 2020 L'INDUSTRIA ITALIANA DELLA GOMMA • 250 pagine • oltre 600 produttori di articoli in gomma • più di 300 fornitori di macchine e materie prime • centinaia di prodotti
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
37
MATERIALI
FOCUS
TSF
Siliconi per alte temperature
V
i siete mai chiesti come fa la guarnizione del forno a resistere alle alte temperature?» La risposta può sembrare ovvia: «perché è fatta di Silicone», ma in verità la domanda non è così banale. L'elevata resistenza termica degli elastomeri VMQ rispetto alle gomme tradizionali è la peculiarità di questi materiali più conosciuta agli operatori del settore. Meno noto è invece ciò che si può effettivamente chiedere a un manufatto in silicone, come pure il fatto che esistano siliconi e siliconi. La degradazione termica è inevitabile, quindi per questa classe di elastomeri si innescano processi la cui cinetica accelera al crescere della temperatura: così una normale mescola siliconica per "general purpose" difficilmente conserva performance accettabili operando continuativamente sopra 200°C. Tale limite si può superare solo ostacolando la propagazione dei processi degradativi, intercettando le catene di reazioni che li causano o riducendo la loro probabilità d’innesco: così gli stabilizzatori inorganici a base di ossidi metallici o neri di carbonio sono d'aiuto fino ad un certo punto. Per andare oltre e assolvere a richieste estreme, per esempio in guarnizioni per forni speciali o macchinari industriali operanti a temperature di 300°C con picchi fino a 320°C, serve un’attenta ingegnerizzazione dei vari ingredienti che costituiscono la base polimerica. La cosa si complica se si aggiungono nuovi requisiti, quali la rispondenza a specifiche per il contatto con alimenti, oppure richieste di colori diversi dal nero o dal bruno. In questi anni TSF ha investito energie e risorse per trovare, testare e industrializzare le migliori soluzioni a tali problemi, inaugurando
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
DELTA ShA (3 sec) , PER STAMPAGGIO 40 35
= Provino non Valutabile 200h@225°C
70h@250°C
24h@300°C
168h@300°C
336h@300°C
24h@320°C
30 25 20 15 10 5 0 -5
DELTA ShA (3 sec) , PER ESTRUSIONE 40 35
200h@225°C
70h@250°C
24h@300°C
168h@300°C
336h@300°C
24h@320°C
30 25 20 15 10 5 0 -5
diverse linee di mescole: la più promettente è la famiglia HT-7, che ha dato risultati molto soddisfacenti sia per 168-336h@300°C sia per 24h@320°C, con un'ampia possibilità di pigmentazioni (chiaramente previa verifica della resistenza termica del pigmento scelto) e formulabile secondo FDA 21cfr 177.2600 (per ulteriori informazioni contattare il marketing di TSF, www.tsfgomma.com). u
MATERIALI
FOCUS
Wacker
Siliconi liquidi senza trattamento post-curing
U
na delle ragioni principali del successo dei siliconi liquidi LSR consiste nel fatto che possono essere trasformati in articoli finiti mediante il processo di stampaggio a iniezione con una produzione altamente automatizzata e quindi efficiente per quanto concerne i costi. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, i pezzi stampati a iniezione devono essere sottoposti alla post-vulcanizzazione, un metodo dispendioso in termini di tempo ed energia. Questo post-trattamento termico è necessario soprattutto per gli impieghi nel settore alimentare, del baby care e in campo medico, per rimuovere dall’elastomero i residui volatili o estraibili. Ciò è necessario al fine di rispettare i requisiti normativi vigenti per queste applicazioni sensibili. Il gruppo chimico Wacker, con sede a Monaco di Baviera, ha presentato una linea di siliconi liquidi che nella maggior parte dei casi non necessitano di un successivo trattamento termico. I prodotti stampati a iniezione
40
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
con ELASTOSIL® LR 5040 mostrano proprietà meccaniche assolutamente eccellenti anche senza trattamento di post-curing, soddisfacendo le normative vigenti sia per gli articoli dedicati a neonati e bambini che per tanti altri impieghi sensibili. Il contenuto estremamente basso di sostanze volatili di ELASTOSIL® LR 5040 consente altresì nella maggior parte dei casi, il rispetto del vigente valore limite di 0,5 % di perdita in peso per gli impieghi dove venga richiesto. ELASTOSIL® LR 5040 è stato testato per la biocompatibilità conformemente alle indicazioni delle norme DIN ISO 10993 e USP<88> classe VI. La linea di prodotti copre un range di durezze compreso tra 20 e 70 Shore A ed è facilmente processabile industrialmente. Tipici esempi di utilizzo sono, tra gli altri, i ciucci e le tettarelle per l’infanzia, le valvole e le guarnizioni destinate al contatto con i prodotti alimentari nonché gli articoli in silicone per il settore tecnico medicale. u
DALLE AZIENDE
di Robert Bosch – Direttore Tecnico Rubber nano Products
Un nuovo attivatore per sostituire la DPG Un nuovo attivatore, chiamato Premix Acti8, un liquido ionico basato sulla tecnologia ACTIV8 sviluppata dal gruppo sudafricano Rubber Nano Products (Pty) Ltd, può essere usato sia come sostitutivo della DPG (Difenilguanidina) sia come additivo di vulcanizzazione. Garantisce ottimi tempi di curing e bassa scottabilità e consente di razionalizzare l’uso di acceleranti e ossido di zinco. Questo studio, in particolare, condotto su due formulazioni, una a base NR e una a basa SBR, si concentra sulla sostituzione della DPG nella produzione di pneumatici e di nastri trasportatori
I
l ruolo della DPG (Difenilguanidina) come co-attivatore (e co-acceleratore) con una sulfenamide è ben conosciuto nel settore della produzione degli pneumatici[1]. L’uso della DPG aumenta la velocità di vulcanizzazione offrendo anche vantaggi nelle proprietà dinamiche grazie alla sua interazione con l’acido silicico in quanto è una base organica. Questo effetto è spesso visto come miglioramento dei valori di tan δ che risultano così essere inferiori rispetto ad altre combinazioni di vulcanizzanti e attivanti. Gli effetti sia sulla vulcanizzazione sia sulla resistenza al rotolamento sono superiori quando si utiliz-
za la combinazione sulfenamide e DPG[2]. Nonostante le ottime performance, l’industria automobilistica è focalizzata ad eliminare la DPG in quanto è un precursore dell’anilina, che rende così il prodotto potenzialmente pericoloso all’interno degli articoli di gomma. Questo studio dimostrerà come ciò sia possibile con il Premix Acti8, già disponibile commercialmente, che presenta anche diversi comportamenti molto interessanti per la produzione sia dei compound sia degli articoli finiti. MATERIALI E METODI Activ8: prodotto da Esseco Srl (Italia) con
Fig. 1: liquido ionico ACTIV8
42
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
materie prime registrate Reach, il nuovo attivatore Activ8 è composto da PEG (glicole polietilenico) funzionalizzato, ottenuto tramite reazione delle estremità idrossiliche del polimero con Na2SiO3·5H2O (metasilicato di sodio pentaidrato) e successiva disidratazione, in combinazione con SBEC (sodiodibenzilditiocarbammato); il processo produttivo è descritto nel brevetto internazionale PTC[3]. Premix Acti8: prodotto da RDC Srl (Italia) il Premix Acti8 è composto da una miscela di ACTIV8 e silice successivamente supportata su POE a basso punto di fusione ed estrusa con un processò di estrusione
Fig. 2: Premix Acti8
CHEMICALS
TABELLA 1
Composizione masterbatch NR Componente
phr
NR (SMR GP) CB 550 Stearina Antiossidante Antiozonante Totale
100 50 2 2 1 155
TABELLA 2
Composizione masterbatch SBR Componente S-SBR BR CB N224 Silice Silano TESPD Stearina Antiossidante Antiozonante Cera Olio Totale
phr 70 30 15 70 5,6 1,5 2 2 2 38 235,1
a bassa temperatura e come tutti i predispersi di RDC Srl, presenta estrema facilità di manipolazione e ottima dispersione durante la fase di miscelazione. La combinazione con la silice offre diversi vantaggi che verranno dimostrati durante questo studio. Masterbatch: questo studio è condotto su due principali masterbatch, entrambi per la produzione di pneumatici; il primo è composto da NR caricata con Carbon Black (tabella 1) ed il secondo è composto da SBR altamente caricata con silice e silanizzato (tabella 2). Entrambi i masterbatches sono stati preparati in Banbury e successivamente accelerati in mescolatore aperto per dimostrare gli effetti del contenuto variabile di Ossido di Zinco, l’aggiunta di ulteriore silice, la rimozione della DPG e l’aggiunta del PREMIX ACTI8. Viene anche dimostrato il comportamento di compound aventi lo stesso contenuto molare di acceleranti e zolfo.
Compound di NR: la tabella 3 mostra i diversi compound di NR che sono stati preparati. Il riferimento utilizza un pacchetto accelerante binario CBS e DPG attivato con ZnO. La DPG è sostituita a pari peso con il Premix Acti8. Viene anche testato l’effetto della riduzione dello ZnO da 3 phr (standard) a 0,2 phr. Viene inoltre dimostrato l’effetto prodotto dell’aggiunta di silice non silanizzata nel compound in quanto presenta interessanti interazioni con il Premix Acti8; viene anche testato il comportamento di sistemi acceleranti con lo stesso peso molecolare dell’accelerazione std DPG e CBS. Compound di SBR: la tabella 4 mostra i diversi compound di SBR che sono stati preparati. Simili ai compound di NR, anche questi sono preparati per mostrare la sostituzione della DPG con Premix Acti8. Sono anche mostrati gli effetti della varia-
zione dello ZnO, l’aggiunta di silice non silanizzata e il comportamento dei sistemi acceleranti con lo stesso peso molecolare dell’accelerazione standard. DETERMINAZIONE DELLE PROPRIETÀ DEI COMPOUND Le reometrie e le velocità di vulcanizzazione dei diversi compound di NR e SBR sono state determinate utilizzando il reometro professionale MDR 3000 (Montech) a differenti temperature. I provini utilizzati per determinare la resistenza alla trazione dei compound, sono stati preparati a 160°C considerando il t90 standard di ogni differente compound[4]. I provini sono stati successivamente invecchiati a 75°C per 168 ore. È stata quindi misurata la resistenza alla trazione (UTS) e sono state determinate le variazioni delle proprietà di vulcanizzazione. TABELLA 3
Compound NR testati (quantità in phr) NR Masterbatch ZnO CBS DPG Zolfo PREMIX ACTI8 Silice TBBS DCBS
A0 155 3 2 2 2
A1 155 3 2
A3 155 1 2
A5 155 0,2 2
A7 155 1 2
A9 155 1 2
2 2
2 2
2 2,5
2 2
2 2
2
2 1,99 2,89
TABELLA 4
Compound SBR testati (quantità in phr) SBR Masterbatch ZnO CBS DPG Zolfo PREMIX ACTI8 Silice TBBS DCBS
B0 235,1 3 2 2 2
B1 235,1 3 2
B3 235,1 1 2
B5 235,1 0,2 2
B7 235,1 1 2
B9 235,1 1 2
2 2
2 2
2 2,5
2 2
2 2
2
2 1,99 2,89
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Sono state inoltre testate le proprietà dinamiche usando una scansione a frequenza costante di 1 Hz a 60°. Le proprietà dinamiche misurate (G’ e G”) sono quindi utilizzate per calcolare i valori di tan δ. RISULTATI E DISCUSSIONE I risultati dei test reometrici, delle resistenze alla trazione e delle proprietà dinamiche dei diversi compound e i comportamento del Premix Acti8 sono qui di seguito discussi. REOMETRIA NR Le proprietà di vulcanizzazione dei diversi compound di NR sono mostrate nella figura 3. La presenza di silice nel Premix Acti8 dimostra l’interazione della stessa con il liquido ionico; la vulcanizzazione risulta essere ritardata in presenza del Premix Ac-
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ti8 come si evince dall’andamento dei ts2. Un primo dato interessante è che l’aggiunta di silice e la riduzione dello ZnO (come in A1 e A3) producono un aumento sia dei ts2 sia delle velocità di vulcanizzazione di questi compound. La riduzione dello ZnO normalmente fa aumentare la scottabilità e riduce il modulo. Il confronto di A3 con A5 mostra l’effetto di una riduzione significativa del contenuto di ZnO. La vulcanizzazione inizia più lentamente ed il t90 si riduce. È interessante notare che la velocità massima di vulcanizzazione si riduce, il che significa che il ridotto contenuto di ZnO rallenta leggermente il processo di vulcanizzazione. Il confronto di questo sistema EV (acceleranti in quantità superiore rispetto allo zolfo) con la stessa quantità molare di acceleranti è dimostrato nel compound A7. Il contributo molare apportato dal SBEC
è sommato a quello degli acceleranti e la quantità molare di 2 phr di DPG è sostituita con TBBS; il compound A7 è stato preparato utilizzando la quantità di acceleranti necessaria per ottenere questa equivalenza del peso molecolare. Il risultato convincente di ciò è che la velocità di vulcanizzazione massima è maggiore rispetto a quella dello std con la DPG, il ts2 è più lungo e il t90 è ridotto. Se ne deduce anche che grazie alla presenza di silice, il Premix Acti8 garantisce una minor scottabilità. REOMETRIA SBR I risultati delle prove reometriche effettuate a 160°C dei compound di SBR con Premix Acti8 in paragone allo std CBS/DPG indicati nella figura 4, sono qui di seguito analizzati. La minor scottabilità differisce tra i diversi compound esaminati. L’aggiunta di silice,
Fig. 3: proprietà dei compound di NR.
Fig. 4: proprietà dei compound di SBR.
Fig. 5: resistenza alla trazione dei compound di NR.
Fig. 6: resistenza alla trazione dopo invecchiamento dei compound di NR.
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Fig. 7: resistenza alla trazione prima e dopo invecchiamento dei compound di NR.
Fig. 8: resistenza alla trazione dei compound di SBR.
Fig. 9: resistenza alla trazione dopo invecchiamento dei compound di SBR.
Fig. 10: resistenza alla trazione prima e dopo invecchiamento dei compound di SBR.
come in B1 e B3 non migliora il tempo di scottabilità e ciò è dovuto al fatto che il composto è già caricato con silice. Poiché non c’è disponibilità di ZnO, il compound B5, a basso contenuto di ZnO appunto, presenta una maggiore scottabilità. Il compound B7 mostra minor scottabilità e velocità di vulcanizzazione maggiore nonché un t90 ridotto rispetto allo standard. RESISTENZA ALLA TRAZIONE MASSIMA (UTS) - NR La resistenza alla trazione dei compound in NR con il PREMIX ACTI8 è mostrata nella figura 5. I compound con Premix Acti8, che contiene silice, mostrano una resistenza alla trazione simile al controllo. Le curve di stress vs strain del PREMIX ACTI8 mostrano chiaramente che il contenuto ZnO molto basso, 0,2 phr, non fornisce
una buona vulcanizzazione come in A5; la strain è molto alta mentre modulo e UTS sono più bassi. Le proprietà dopo invecchiamento, effettuato con esposizione a calore secco a 75 °C per 168 ore, sono mostrate nella figura 6. Il compound A1 presenta un buon invecchiamento ed è un ottimi esempio di sostituzione della DPG con PREMIX ACTI8. È risaputo che i compound di NR soffrano chiaramente di una riduzione della proprietà a causa dell’invecchiamento. Un confronto relativo della perdita delle proprietà dovuta all’invecchiamento è mostrato nella figura 7. RESISTENZA ALLA TRAZIONE MASSIMA (UTS) - SBR La resistenza alla trazione dei compound in SBR è mostrata nella figura 8.
È probabile che per ottenere una completa corrispondenza della UTS fornita dalla DPG, sia necessario apportare lievi modifiche tra i rapporti tra gli acceleranti. I compound da B1 a B7 hanno un contenuto complessivo di acceleranti inferiore rispetto allo std B0 il che comporta UTS leggermente inferiori; alla riduzione del contenuto di ZnO corrisponde la riduzione della UTS e del modulo. Il compound 9 che presenta un contenuto di acceleranti maggiore, dimostra come il DCBS, utilizzato in alternativa al TBBS, conferisca UTS e modulo più alti. La figura 9 mostra l’invecchiamento dei compound di SBR. Tutti i compound presentano un buon invecchiamento; tipico dei sistemi altamente caricati con silice e contenenti il PREMIX ACTI8. I compound B7 e B9, aventi contenuto di acceleranti L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
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equi-molari, presentano entrambi proprietà dopo invecchiamento superiori allo std B0 come mostrato nella figura 10 (pagina precedente). Poiché il liquido ionico ACTIV8 è progettato per interagire con sistemi caricati con silice, ne consegue che tutti i compound di SBR contenenti il PREMIX ACTI8 presentano proprietà dopo l’invecchiamento superiori rispetto allo std. PROPRIETÀ DINAMICHE - NR Le proprietà dinamiche dei compound di NR sono state determinate usando un’ampiezza di oscillazione a frequenza costante di 1 Hz utilizzando un Montech MDR 3000 Professional dopo che i campioni sono stati vulcanizzati ai rispettivi t90. Dai valori riportati nella figura 11, si evince che gli unici compound che non presentano tan δ più bassi dello std sono quelli con contenuto di ZnO molto basso; il re-
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sto delle formulazioni ha tan δ inferiori. È importante fare delle considerazioni in merito ai loss moduli effettivi (G") e agli storage moduli (G’). I grafici mostrati nella figura 12, storage moduli e nella figura 13, loss moduli, evidenziano che la perdita di modulo è inferiore per i compound il Premix Acti8. Il compound A5, avente 0,2 phr di ZnO, presenta valori tan δ superiori come mostrato nella figura 14 e nella figura 15; in questo caso si evince come il contenuto estremamente basso di ZnO determini una diminuzione degli storage moduli molto più accentuata rispetto alla diminuzione dei loss moduli. Poiché questo rapporto tra acceleranti, Zolfo e ZnO produce tan δ commisuratamente più alti, se ne deduce che il contenuto di ZnO non può essere ridotto fino a 0,2 phr nei compound di NR.
PROPRIETÀ DINAMICHE - SBR Anche in questo caso, le proprietà dinamiche dei compound di SBR sono state determinate usando un’ampiezza di oscillazione a frequenza costante di 1 Hz utilizzando un Montech MDR 3000 Professional dopo che i campioni sono stati vulcanizzati ai rispettivi t90. Come mostrato nella figura 16, tutti i compound presentano un tan δ inferiore dello standard B0 a bassa ampiezza, mentre il tan δ è maggiore ad ampiezza aumentata per il compound B3. Questo fenomeno può essere spiegato analizzando ciò che accade ai loss moduli (G") e agli storage moduli (G’). I risultati dei compound B3 e B5 sono riportati nella figura 17, storage moduli, e nella figura 18, loss moduli. I compound che presentano tan δ è migliore dello std B0, quindi una minor re-
Fig. 11: tan δ ad ampiezza di oscillazione a 1 Hz dei compound di NR.
Fig. 12: storage moduli G’ ad ampiezza di oscillazione a 1 Hz dei compound di NR.
Fig. 13: Loss moduli G” ad ampiezza di oscillazione a 1 Hz dei compound di NR.
Fig. 14: storage moduli G’ dei compound NR a basso contenuto di ZnO.
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Fig. 15: loss moduli G” dei compound di NR a basso contenuto di ZnO.
sistenza al rotolamento, sono B1 e B7 (figura 16). Il compound B1 ha lo stesso contenuto di ZnO dello std per cui se ne deduce che la variazione dei loss moduli è indipendente dal contenuto di ZnO, come mostrato nella figura 19. La figura 20 mostra l’influenza della vul-
Fig. 16: tan δ ad ampiezza di oscillazione a 1 Hz dei compound di SBR.
canizzazione sullo storage modulus. Si nota come l’aumento dello storage modulus ed una piccola variazione del loss modulus determinino un valore di tan δ inferiore. Il basso contenuto di ZnO nel compound B5 comporta dei buoni valori di tan δ ad ampiezza bassa e valori più al-
ti a ampiezza maggiore. Nonostante non fosse lo scopo di questo studio indagare sugli effetti del contenuto equi-molare degli acceleranti nei compound a basso contenuto di ZnO, sembrerebbe trattarsi di un valore aggiunto per le proprietà dei compound stessi.
DALLE AZIENDE
Fig. 17: loss modulus G” dei compound di SBR B3 e B5.
Fig. 18: storage modulus G’ dei compound di SBR B3 e B5.
Fig. 19: loss modulus G” dei compound di SBR B1 e B7.
Fig. 20: storage modulus G’ dei compound di SBR B1 e B7.
CONCLUSIONI I compound di SBR presentano un invecchiamento superiore allo standard a differenza dei compound di NR dove invece è inferiore; ciò è molto probabilmente dovuto all’elevata concentrazione del Premix Acti8, poiché nella pratica si utilizzano quantitativi inferiori; nei compound di NR si consiglia l’utilizzo di 1 phr di Premix Acti8. Inoltre, nei compound di NR (caricati CB) questa situazione può essere risolta con l’aggiunta di silice. Come dimostrato, l’aggiunta di una piccola quantità di silice permetterà al liquido ionico di avere una miglior interazione col sistema garantendo così proprietà ed invecchiamenti migliori. Le prove eseguite con minor quantitativo di ZnO dimostrano che la presenza di silice nei compound di SBR consente di 48
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ridurre a livelli molto bassi lo ZnO, mentre nei compound di NR caricati con solo CB, la riduzione è si possibile ma in minor entità. I compound di SBR presentano un eccellente invecchiamento; alcuni mantengono ottime proprietà a dimostrazione dei benefici che si ottengono con l’utilizzo del PREMIX ACTI8. Tutti i compound presentano buone proprietà dinamiche – questo è uno dei motivi principali per cui si utilizza la DPG che può essere efficacemente sostituita con il PREMIX ACTI8. Questo studio rappresenta un lavoro precursore per comprendere come sostituire la DPG nella maggior parte dei sistemi in gomma dienica, per qualsiasi ulteriore informazione necessaria sulla sostituzione di DPG, contattare l’Autore o RDC Srl. u
RIFERIMENTI Giorgio Marzari: giorgio.marzari@rdcsrl.com Athos Negri: athos.negri@rdcsrl.com RDC Srl Via Monte Nevoso 16 20010 Bareggio (MI) www.rdcsrl.com Robert Bosch robert@rubbernano.co.za Rubber Nano Products (Pty) Ltd, Port Elizabeth, South Africa rubbernano.co.za Le figure e le tabelle, se non diversamente indicato, sono state gentilmente fornite dagli autori. NOTE [1]S.Debnath,A.Das,D.Basu,G.Heinrich,Gert,KGK1(2013),25-31. [2] H.-M. Issel, L. Steger, A. Bischoff, KGK 58 (2005), 529-533. [3] International patent application WO 2019/145808: https://bit.ly/2TkwEin. [4] Montech, 2015, Rubber Testing Solutions: Moving Die Rheometer and Rubber Process Analyzer Application Examples.
GPH:STUDIOFORMENTI&ASSOCIATI
DALLE AZIENDE
di Riccardo Oldani
Un laboratorio attrezzato di tutto punto Con un investimento di 2 milioni di euro, Evercompounds, il produttore di mescole di Fusignano (Ravenna) che fa parte del gruppo CM Manzoni, si è dotato di un attrezzatissimo laboratorio per test e analisi, cuore del reparto di Ricerca & Sviluppo. Esteso su 1.000 metri quadri, ha tutto quanto occorre per progettare nuovi compound o reingegnerizzare formule esistenti per migliorarne caratteristiche, costi e prestazioni
La sede di Evercompounds.
È
entrato in funzione da poco, in seguito a uno sforzo che ha richiesto un’attenta progettazione e un investimento da due milioni di euro. È il nuovo, attrezzatissimo centro di ricerca e sviluppo di Evercompounds, l’azienda del gruppo CM Manzoni attiva nel campo dello studio, formulazione e produzione di mescole in gomma per un gran numero di settori applicativi, dal medicale all’aerospaziale, dagli elettrodomestici ai cavi, senza dimenticare l’edilizia, il farmaceutico, i tubi e l’automotive. Cuore del centro è il labo50
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ratorio, che si estende su 1.000 metri quadri in un complesso, quello di Fusignano, in provincia di Ravenna, che occupa oltre 33.000 metri quadri, di cui 17.000 destinati alla produzione. Perché un investimento così importante? Ne abbiamo parlato con Denis Venturoli, responsabile Ricerca & Sviluppo dell’azienda. «Si tratta», ci spiega, «di un progetto fortemente voluto dalla proprietà, che conferma l’attenzione del gruppo CM Manzoni alla ricerca e all’innovazione e pensato per una serie di finalità, tra cui innanzi tutto migliorare il servizio di
post-vendita che forniamo ai nostri clienti». GLI OBIETTIVI DELLA RICERCA Il laboratorio ha infatti lo scopo di supportare l’attività di tutte le società del gruppo, e in particolare di Evercompounds, su progetti che possono avere diverse finalità, ma in cui è prevalente l’input commerciale, cioè l’esigenza scaturita da uno stretto rapporto con il cliente. A parte lo sviluppo di mescole di nuova formulazione, la spinta all’attività di ricerca riguarda soprattutto la reingegneriz-
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zazione di mescole esistenti per migliorarne le proprietà, ridurre i costi, valutare un nuovo materiale o risolvere problemi riscontrati durante la produzione o durante l’utilizzo di un articolo tecnico. Lo studio può limitarsi a semplici esami strumentali oppure estendersi alla sperimentazione di nuove formule. «Ci basiamo in particolare», dice Venturoli, «su un database che raccoglie oltre 4.000 formulazioni, organizzato secondo vari criteri che poi ci aiutano a indirizzare la nostra ricerca, come il capitolato, il settore applicativo, la composizione. In base all’obiettivo del nostro studio, la ricerca sul nostro database può indicarci risposte da cui possiamo partire per creare svariate versioni di laboratorio di nuove mescole che devono rispondere a determinate caratteristiche. Questo è un servizio che forniamo a tutti i nostri clienti, in particolare a quelli che producono articoli tecnici e operano per i settori più dinamici del manifatturiero, per i quali la ricerca di prestazioni migliori e di maggiore competitività è continua, stimolata da un mercato in perenne movimento». IL RUOLO DEGLI SPECIALISTI Proprio per far fronte a esigenze sempre più specifiche che provengono dai clienti, Evercompounds ha deciso di organizzare la propria attività di Ricerca & Sviluppo in divisioni, affidate a specialisti, che approfondiscono la loro conoscenza di un settore specifico, o di ambiti contigui tra loro, attraverso il confronto costante con le aziende. «Siamo convinti», afferma Venturoli, «che la figura del tecnico “trasversale”, capace di destreggiarsi in tutti i campi e per tutte le applicazioni, sia progressivamente destinata a scomparire nel nostro settore della mescolazione, per lasciare spazio a un approccio più moderno, fondato su un livello di conoscenza sempre più approfondito per ogni settore merceologico. La costruzione di questo tipo di competenze, che non può che realizzarsi sul campo, in un continuo interscambio con i clienti, diventa strategica, per
Gli strumenti • Microscopio ottico Optika, dotato di fotocamera per l'acquisizione di immagini, ingrandimento da 6,7X a 90X. Utilizzato per analisi di superficie, controllo della dispersione, problem solving.. • Spettrofotometro colorimetrico X-rite: per ottenere coordinate colorimetriche come riferimento colore per lo sviluppo e controllo qualità. • Color Box: conforme a ASTM D1729, ISO3664, con 5 diversi tipi di sorgente luminosa: confronto visivo dei campioni di colore sotto le diverse sorgenti luminose. • Test di resistenza alle basse temperature, permette di effettuare Brietllness Test, secondo ISO 812: test di resistenza all’impatto TR Test, secondo ISO 2921: test di ritorno elastico Camera fredda per il test di verifica delle variazioni di proprietà al freddo fino a -45 ° C: Compression set Delta Durezza Bending test • Test di resistenza all’ozono: per testare la resistenza alle condizioni atmosferiche, secondo ASTM D 1149: •Sistemi per l’invecchiamento accelerato: 5 forni a ventilazione forzata per temperature da 30 a 250 ° C per l'invecchiamento accelerato in aria, in accordo con ASTM D 573 3 bagni d'olio per prove di resistenza ai liquidi ASTM D 471, in particolare per l’invecchiamento accelerato in olio 3 Sistemi di ebollizione con controllo della temperatura e sistema di refrigerazione per prove di resistenza ai liquidi più volatili, ASTM D 471 • L.O.I: Limited Oxygen Index in accordo con ASTM D2863, ISO 4589-2, per la valutazione della infiammabilità del materiale a seconda della percentuale di ossigeno presente. • Calorimetro a scansione differenziale DSC: per la misurazione di fusione, transizione vetrosa, cristallizzazione, grado di polimerizzazione, misure specifiche della capacità di calore e analisi della purezza • Analisi temogravimetrica TGA: per la valutazione di perdita di peso e quindi della composizione semi quantitativa di un materiale (mescola o materia prima) , valutazione della stabilità compositiva e termica di un materiale • Spettroscopia a infrarossi: analisi ATR, per analisi di qualità veloce di componenti principalmente organici in composti, controllo di qualità delle materie prime. Strumento corredato di un microscopio che in modalità ATR rende possibile l’analisi di materiali di piccolissime dimensioni. • Camera di Prova Xenon Test: la camera dotata di lampada xenon Q-SUN Xe-1 riproduce i danni causati dalla luce solare a spettro completo e dalla pioggia. In pochi giorni o settimane, il tester Q-SUN può riprodurre i danni che si verificano durante mesi o anni all’aperto. • RPA: tester reologico meccanico-dinamico, o DMRT, progettato per testare polimeri grezzi o mescole in gomma. Questo strumento può valutare il comportamento dei composti di gomma prima, durante e dopo la vulcanizzazione in un singolo test, simulando il processo di trasformazione finale del compound. • Dinamometro Zwick AllRound”Fmax 5 kN: con afferraggi pneumatici ed estensimetro MultiXtens, dotato di camera climatica per macchina di prova utilizzabile da temperature ambiente a +250°C ( con possibilità di estensione alle basse temperature).
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DALLE AZIENDE
noi, per uscire dal ruolo di semplici fornitori e per proporci come partner, in grado di partecipare a progetti che hanno come obiettivo il prodotto finito, con tutte le sue caratteristiche, e non soltanto la mescola». Alla luce di questa concezione, si comprende ancora di più il valore strategico dell’investimento per il nuovo laboratorio e per la ricerca, che coinvolge il 10% di tutta la forza lavoro di Evercompounds. STRUMENTI SCELTI CON ATTENZIONE L’attrezzatura scelta e acquistata (vedi il box) risponde quindi a questa esigenza dell’azienda di Fusignano. «Ci consente», aggiunge Venturoli, «di coprire tutte le necessità più frequenti nel nostro tipo di attività. Soltanto per un ristretto numero di analisi e test abbiamo deciso di affidarci a strutture esterne, come laboratori o università con cui abbiamo instau-
Il laboratorio, esteso su una superficie di 1.000 metri quadri, serve tutte le società del gruppo CM Manzoni, di cui Evercompounds fa parte (foto Stefania Altieri Fusignan).
Il fiore all’occhiello del reparto di Ricerca e Sviluppo è il mescolatore da laboratorio Intermix da 1,5 litri.
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Marchi e brand commerciali Evercompounds fa parte dell’articolata realtà di CM Manzoni, un gruppo nato nel 1965 per iniziativa di Costante Manzoni, che oggi riunisce anche Evercompounds LLC, LTE (specializzata in mescole a base siliconica e fluoroelastomeri), Remp, IMC e ITG. Il gruppo ha anche sviluppato brand commerciali con cui vende determinati tipi di prodotti. Unimic, per esempio, è un blend di NBR e PVC utilizzato per la produzione di mescole. Uniprene, invece, è una serie di masterbatch con referenza ASTM, utilizzati principalmente nel settore calzaturiero per la colorazione. PAL TREAD è una linea di prestampati utilizzati per la ricostruzione dei battistrada di pneumatici a freddo, in autoclave.
Piccolo magazzino di dosaggio per formulazioni sperimentali di mescole.
rato collaborazioni di lunga data Mi riferisco, per esempio, alle indagini compiute con microscopio elettrico a scansione (SEM), alla DMA (Dynamic mechanical analysis) per l’analisi termica delle proprietà viscoelastiche dei materiali e alla gascromatografia e spettrografia di massa». In particolare, il fiore all’occhiello del laboratorio è l’Intermix da 1,5 litri, un mescolatore per piccoli quantitativi che, spiega Venturoli, «dispone di un disegno dei rotori analogo a quello dei mescolatori di fabbrica e che ci consente, grazie al nostro knowhow, di ottenere mescole di prova con caratteristiche sostanzialmente identiche a quelle che otterremmo in produzione. Questo ci consente non soltanto di controllare la qualità del prodotto, ma anche di definire con precisione, già in fase di progetto, anche il costo del processo di mixing dal punto di vista dei consumi energetici e la sua incidenza sul costo del prodotto finito». Il lotto di prova viene fornito al clien-
Test dell’indice di ossigeno, per valutare l’infiammabilità di un materiale in base alla percentuale di ossigeno presente.
te affinché possa condurre i test di stampaggio in azienda sulle sue macchine. Se questi danno esito positivo si procede alla fornitura di serie. «La tendenza però», sottolinea Venturoli, «è di attrezzarci sempre di più per essere in grado di seguire e di valutare il prodotto finito. Gli investimen-
ti che abbiamo già pianificato per il futuro potenziamento del laboratorio vanno infatti in questa direzione». PRODOTTI PER OGNI SETTORE La produzione di Evercompounds è di circa 70.000 t/anno di mescole nere e colorate di praticamente tutti i tiL’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
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pi i elastomeri e in tutti i formati. I settori serviti sono i più svariati e questa diversificazione consente all’azienda di bilanciare i cali fisiologici che alcuni comparti possono avere. Per esempio, in un momento in cui l’automotive è in stasi l’azienda, spiega Venturoli, «ha trovato ottimi riscontri nel medicale e nel settore dell’energia, in particolare nelle mescole per la produzione dei cavi, un ambito con outlook positivo. Un filone che vediamo molto in crescita è poi quello delle mescole bio. Oggi produrre con una filosofia improntata alla sostenibilità e al rispetto ambientale ha un valore che va oltre quello del prodotto, e il mercato è molto ricettivo. Sullo sviluppo di questi compound la ricerca gioca un ruolo importante, perché parliamo di prodotti caratterizzati da caratteristiche tecniche inferiori rispetto a quelli tradizionali, originati spesso da materiali riciclati, scarti della lavorazione del food. Parliamo di materie prime che non sono raffinate come quelle ottenute con processi di sintesi e non hanno la medesima costanza qualitativa». I test e le analisi che possono essere condotte nel nuovo laboratorio di Evercompounds possono quindi rivelarsi utili anche per lo sviluppo di queste mescole, che rispondono a un concetto di economia circolare oggi quanto mai attuale e considerato strategico. u
Piano attrezzato con vari strumenti. In primo piano il microscopio ottico Optika attrezzato con fotocamera.
Tecnici al lavoro nel nuovo laboratorio di test e analisi realizzato da Evercompounds nella sua sede di Fusignano, in provincia di Ravenna.
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di Giuseppe Cantalupo
Qualità più alta con le macchine intelligenti L’ottimizzazione del processo dello stampaggio a iniezione è sempre stata un impegno costante per Engel, che ha progressivamente sviluppato soluzioni innovative, fondamentali per la gestione automatica della “smart factory”: sono, in particolare, i software iQ per il controllo del volume di materiale fuso iniettato, della forza di chiusura dello stampo e della temperatura di processo, il sistema flomo per il controllo del flusso dell’acqua di raffreddamento dello stampo e i sistemi per il controllo da remoto delle macchine e l’organizzazione ottimale della manutenzione
N
ell’epoca delle macchine intelligenti – le macchine dell’Industria 4.0, che impongono una digitalizzazione sempre crescente dei processi produttivi - Engel è certamente tra i costruttori più innovativi. Le principali caratteristiche distintive di queste macchine: la maggiore versatilità e affidabilità, la capacità di una maggiore produttività, una impostazione dei parametri di processo semplificata, sono sostenute, infatti, da software ‘intelligenti’ capaci di funzioni sempre più sofisticate. È il continuo miglioramento dei prodotti e processi richiesto dall’industria che fa largo all’applicazione industriale dell’elettronica, dell’informatica, di internet, della robotica, attraverso soluzioni che rendono tutto automatico, riducendo al minimo l’intervento umano col conseguente duplice vantaggio di una maggiore ripetibilità e affidabilità del processo e di una migliore qualità dei prodotti. Appunto utilizzando queste tecnologie, Engel ha sviluppato sistemi e dispositivi all’avanguardia che hanno il compito di assistere le macchine nel processo dello stampaggio migliorandone la ripetibilità e la produttività e innalzando, al tempo stesso, la qualità del prodotto stampato. Inserite nel contesto di un unico, grande piano operativo – Inject 4.0 - , queste soluzioni innovative consentono, tra l’altro, una gestione e un controllo della‘smart factory’ via via più semplici pur a fronte di processi che diventano, invece, più complessi per
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La produzione nello stabilimento Engel di Schwertberg, in Austria. gli automatismi sempre più spinti che vi sono coinvolti. INJECT 4.0 E LE SUE IMPOSTAZIONI Tre sono le impostazioni fondamentali attraverso le quali Inject 4.0 governa la ‘fabbrica intelligente’ senza che il singolo operatore debba ampliare il suo bagaglio di conoscenze tecniche: la Smart Machines, per aumentare la potenzialità delle macchine grazie ai sistemi di assistenza intelligenti, che fanno sì che i parametri di produzione ottimali vengano determinati, suggeriti o impostati automaticamente durante la produzione; lo Smart Services,
per migliorare il rendimento delle macchine attraverso, per esempio, l’assistenza online e la manutenzione guidata e predittiva, che elimina problemi alle presse ed evita tempi lunghi di fermo macchina; la Smart Production, per aumentare la produttività attraverso una pianificazione ottimale delle risorse e la disponibilità di un sistema di comunicazione integrato. Per quanto riguarda le Smart Machines, Engel ha sviluppato soluzioni che mostrano il ruolo decisivo che i sistemi di assistenza alle apparecchiature e alle strumentazioni svolgono nel regolare e ottimizzare automaticamente i parametri di processo.
MACCHINARI
Smart Machines: le macchine intelligenti studiate per la massima potenzialità. I SOFTWARE IQ PER PRODURRE MEGLIO Il prefisso iQ indica la gamma dei software innovativi di assistenza di Engel, intelligenti e automatici, che consentono di ottimizzare la produttività, l’efficienza e la qualità del processo di stampaggio attraverso l’analisi in continuo dei parametri critici del processo e, in caso di oscillazioni o deviazioni dalle impostazioni iniziali, attraverso l’intervento correttivo automatico che elimina le anomalie con gli opportuni aggiustamenti. Presentano, quindi, anche il grande vantaggio di semplificare la conduzione e il controllo di processi che la crescente integrazione e la maggiore automazione rendono sempre più complessi. Questi sistemi sono: iQ weight control, iQ clamp control, iQ vibration control e iQ flow control, con quest’ultimo che lavora in stretta combinazione col sistema e-flomo. IQ WEIGHT CONTROL Il software iQ weight control è stato il primo sistema iQ ad essere immesso sul mercato. “Pensa e agisce” per tutta la durata dello stampaggio compensando in tempo reale e in maniera del tutto automatica ogni oscillazione del volume di materiale fuso che dovesse verificarsi durante l’iniezione. Ciò significa che il peso dell’oggetto stampato è costante, indipendentemente da variazioni della qualità delle materie prime e delle condizioni ambientali che potrebbero
compromettere il corretto andamento del processo. Peso costante, quindi, ma anche qualità del prodotto costante, data la garanzia di riproducibilità dello stampaggio che il software intelligente assicura. Ne derivano, automatiche, una riduzione degli scarti e, conseguentemente, una maggiore produttività delle macchine. IQ CLAMP CONTROL Il software intelligente iQ clamp control regola automaticamente e rapidamente la forza di chiusura ottimale dello stampo. La forza di chiusura applicata dopo
che i due semistampi sono stati accostati l’uno all’altro provoca un ulteriore lieve accostamento di un semistampo all’altro, con una conseguente lieve riduzione del volume della cavità. Durante la fase dell’iniezione, la pressione esercitata dal fuso spinge, di pochi centesimi, i due semistampi l’uno lontano dall’altro. Questo fenomeno, che provoca un leggerissimo aumento delle dimensioni dell’impronta, è denominato “respirazione dello stampo”. Se questa è eccessiva (forza di chiusura bassa), si può avere la formazione di bave; se è bassa (forza di chiusura alta), si può avere la comparsa di bruciature. Il software intelligente iQ clamp control monitora in continuo questo fenomeno e in caso di variazione delle condizioni di processo come, per esempio, un aumento della pressione all’interno della cavità, regola automaticamente e rapidamente la forza di chiusura ottimale dello stampo, in modo che la respirazione rimanga entro i limiti prefissati. Ne conseguono un processo stabile e una riduzione degli scarti. IQ VIBRATION CONTROL Il software iQ vibration control ha invece la funzione di registrare e attenuare l’effetto delle vibrazioni del robot e di quelle causate da fattori esterni che disturbano i movimenti del robot stesso nel posizionare i pezzi stampati. Risultati dell’intervento del software: posizionamento dei pezzi più rapido e preciso, vantaggiosa
ENGEL iQ weight control: il software che assicura il peso costante degli articoli stampati durante tutto il processo produttivo.
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DALLE AZIENDE
riduzione dei tempi di ciclo per l’accorciamento dei tempi di estrazione e migliorata ripetibilità dell’operazione. IQ FLOW CONTROL Il programma iQ flow control monitora e regola automaticamente i flussi di condizionamento dello stampo. Agisce, cioè, sulla termoregolazione del processo di stampaggio attraverso l’ottimizzazione dei processi di controllo della temperatura sulla base delle misurazioni rilevate in continuo dal sistema di distribuzione dell’acqua di raffreddamento dello stampo. Ne derivano condizioni di processo costanti per la compensazione delle oscillazioni termiche, il che vuol dire notevole riduzione degli scarti, e un significativo risparmio energetico per l’intelligente autoregolazione del numero di giri del motore della pompa dell’unità di controllo della temperatura, che procura anche il beneficio di una minore usura dell’apparecchiatura. La pompa, in altre parole, lavora in funzione delle necessità, adattandosi automaticamente ai requisiti del processo, senza funzionare in continuo a pieno regime. Di conseguenza, si elimina il consumo energetico richiesto dalla termoregolazione e si riducono anche le sollecitazioni delle parti meccaniche dello strumento. SISTEMA FLOMO Il controllo della temperatura dello stampo è un elemento fondamentale ai fini
Smart Services: le soluzioni per una pianificazione ottimale della manutenzione.
di uno stampaggio efficiente e di qualità. Viene realizzato mediante un circuito d’acqua di raffreddamento della quale è importante controllare e regolare la velocità del flusso. Il sistema di controllo “flomo” è stato il primo passo verso il controllo intelligente della temperatura dell’acqua nei circuiti di raffreddamento. Ad esso ha fatto seguito “e-flomo”, la versione elettronica del flomo iniziale, che semplifica e assi-
ENGEL e-connect: il portale attraverso il quale si entra nel mondo di Engel in qualsiasi momento per qualsiasi bisogno di assistenza.
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cura in maniera completamente automatica il controllo e la regolazione della velocità del flusso dell’acqua. Questo software per la distribuzione dell’acqua di termoregolazione, i termoregolatori con pompe a velocità variabile e il software iQ flow control sono esempi di soluzioni integrate sviluppate da Engel per il controllo automatico della temperatura: un automatismo che garantisce una maggiore efficienza del sistema di raffreddamento e una temperatura all’interno dello stampo costante per tutta la durata della stampata. Anche in caso di aumento della pressione dell’acqua. L’ultima evoluzione del sistema flomo è rappresentata dal programma “e-flomo premium”, che insieme a “flomo” ed “eflomo” costituisce una terna di software che non a caso Engel chiama “flomo family”: concorrono tutti al raggiungimento dello stesso obiettivo – processo costante e alto livello qualitativo dello stampaggio – per strade rese via via più rapide e più sicure dall’avanzamento della tecnologia innovatrice. L’ultimo componente intelligente di questa famiglia consente di attivare tutte le sue funzioni da remoto tramite l’unità di controllo CC300. Il rischio di dimenticare o confondere i circuiti di controllo
MACCHINARI
della temperatura, quindi, non è più un evento possibile nel presente. Appartiene al passato. SMART SERVICES Gli Smart Services costituiscono il complesso di soluzioni che consentono, per citare gli obiettivi principali, di minimizzare gli interventi di manutenzione pianificati e, soprattutto, non pianificati e di stimare, attraverso l’analisi continua dei dati macchina, la durata residua dei componenti. Si tratta di diverse soluzioni ENGEL E-CONNECT Engel e-connect è il software che governa il portale online come punto principale di comunicazione con il cliente per informazioni disponibili in ogni momento su: attuali interventi dell’assistenza, dati reali sullo stato di salute delle macchine ai fini della previsione di tempi di fermo-macchina incombenti, scadenze imminenti, necessità di pezzi di ricambio e loro disponibilità, possibilità di miglio-
rare la pianificazione degli interventi di manutenzione. ENGEL E-CONNECT.24 Se il problema denunciato dal cliente lo richiede – il fermo macchina non programmato, per esempio –, il sistema Engel e-connect.24 prevede l’assistenza online a tutte le ore in tutto il mondo, anche con interventi da remoto direttamente sui parametri macchina, per ripristinare la funzionalità dell’impianto in tempi rapidi. Ben 560 tecnici sono a disposizione per riparare guasti e risolvere errori rilevati dal cliente in seria difficoltà: è sufficiente segnalare l’anomalia inviando una richiesta direttamente dal pannello CC300 della macchina al servizio di assistenza per chiedere il supporto tecnico. È il modo più semplice di risolvere un problema: si risparmia tempo e denaro; la rapida analisi della situazione e la risoluzione dell’inconveniente da parte dei tecnici consentono di ridurre al minimo
il tempo di fermo; non c’è nessuna difficoltà a reperire gli esperti Engel, che sono reperibili ovunque. ENGEL E-CONNECT.MONITOR Il gruppo di sistemi e software Engel econnect.monitor svolge una funzione molto importante, perché permette di monitorare i componenti critici di processo durante il funzionamento, senza fermare la macchina, grazie a sensori che hanno anche il compito di registrare dati relativi al grado di usura dei componenti. L’analisi e l’interpretazione di questi dati mediante specifici algoritmi consentono di stimare, in base alle condizioni dei componenti, la durata della loro vita residua. Quando questa raggiunge una soglia critica prefissata, un allarme segnala la necessità di sostituire il pezzo relativo. Evidenti i principali benefici di questo service: riduzione del rischio di guasti imprevisti; possibilità di evitare manutenzioni programmate, ma non più necessarie; migliore pianificazione degli in-
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DALLE AZIENDE
MACCHINARI
ENGEL e-connect.monitor: un gruppo di sistemi e software che consentono di conoscere ogni giorno lo stato di salute delle macchine.
terventi di manutenzione. Oggi è disponibile per diverse tipologie di macchine per il monitoraggio dell’usura delle pompe idrauliche (compreso anche il calcolo della durata residua), dell’usura dell’olio idraulico, dell’usura delle viti di plastificazione e dell’usura delle viti a ricircolo di sfere (rilevanti per macchine ad alte prestazioni completamente elettriche). SMART PRODUCTION In questa area Engel presenta la soluzione smart appositamente sviluppata per migliorare l’efficienza delle macchine attraverso, soprattutto, una pianificazione ottimale delle capacità. In particolare qui spicca MES TIG authentig, l’innovativa piattaforma informatica sviluppata specificamente per il settore dello stampaggio della gomma e della plastica da TIG, società austriaca di Engel produttrice di software (MES – Manufacturing Execution Systems; TIG - Technische Informationssysteme GmbH). In applicazione dei principi di Industria 4.0, questo software consente di avere una visione panoramica e un controllo completo dell’intero processo produttivo in maniera intelligente attraverso tutta una serie di moduli che permet60
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tono, tra gli altri numerosi vantaggi, di creare in qualsiasi momento programmi di produzione in modo semplice dal PC e anche di monitorare i processi produttivi dalla scrivania. Mediante questi moduli è possibile monitorare i dati operativi di ogni macchina durante la produzione; pianificare la produzione in maniera intelligente
e dettagliata sulla base degli ordini; effettuare l’avvio rapido della produzione utilizzando le impostazioni dei parametri macchina archiviati; registrare i dati di processo e di qualità dei prodotti; pianificare gli interventi di manutenzione; monitorare e controllare il consumo energetico delle macchine; analizzare in tempo reale i dati di processo e di controllo. u
Il sistema e-flono premium di termoregolazione elettronica dell’acqua.
NORMATIVE
di Beatrice Garlanda
Novità per la gestione degli pneumatici fuori uso La Gazzetta Ufficiale dell’8 aprile 2020 riporta il decreto del ministero dell’Ambiente del 19 novembre 2019, n.182, sulla disciplina dei tempi e delle modalità attuative dell’obbligo di gestione degli pneumatici fuori uso. In particolare definisce un nuovo quadro d’azione per i rivenditori di pneumatici e per gli enti e organizzazioni che devono provvedere al loro recupero e riciclo quando giungono a fine vita
tori degli stessi devono, singolarmente o in forma associata e con periodicità almeno annuale, provvedere alla gestione di quantitativi degli PFU pari a quelli che hanno immesso sul mercato e destinati alla vendita in Italia. Ai sensi dello stesso comma, un quantitativo di pneumatici pari in peso a cento equivale ad un quantitativo di pneumatici fuori uso pari in peso a novantacinque. Il secondo comma dell’articolo 228 prevede che, attraverso un decreto del ministero dell’Ambiente, siano disciplinati tempi e modalità attuative dell’obbligo di gestione di cui al primo comma.
C
on l’entrata in vigore del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 (Codice ambientale), gli pneumatici fuori uso (PFU) sono entrati a far parte delle categorie di rifiuti per le quali si è ritenuto di dover adottare una disciplina specifica ad integrazione di quella comune sulla gestione dei rifiuti, e vengono definiti come “gli pneumatici rimossi dal loro impiego a qualunque punto della loro vita, dei quali il detentore si disfi, abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi, e che non sono fatti oggetto di ricostruzione o di successivo riutilizzo”. Prima di entare nel merito del nuovo D.M. 182/2019, dobbiamo ricordare quanto disposto dall’art. 228 del Codice sopra citato. Il comma 1 stabilisce che, per garantire la tutela dell’ambiente secondo le migliori tecniche disponibili, occorre ottimizzare il recupero degli pneumatici fuori uso e ridurne la formazione. A tal fine i produttori e gli importa-
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LA NUOVA DISCIPLINA A tal fine è stato emanato il D.M. 182/2019 che disciplina la gestione degli PFU secondo quanto disposto dal secondo comma dell’art. 228 del Codice dell’ambiente. Il Capo II del nuovo provvedimento si applica ai produttori e agli importatori che immettono pneumatici nel mercato del ricambio; il Capo III si applica, invece, agli pneumatici montati sui veicoli ricadenti nel campo di applicazione del D.Lgs. 209/2003 (attuazione della direttiva 2000/53/CE sui veicoli fuori uso) o dell’articolo 231 del Codice dell’ambiente (veicoli fuori uso non disciplinati dal D.Lgs. 209/2003). Il decreto non si applica a: - pneumatici per bicicletta - camere d’aria, relativi protettori (flap) e guarnizioni di gomma - pneumatici per aeromobili e aeroplani in genere. DISPOSIZIONI RELATIVE AL MERCATO DEL RICAMBIO Si premette che l’articolo 2, lettera e) del decreto in oggetto definisce mercato del ricambio “il mercato in cui sono commercializzati pneumatici nuovi, usati o ricostruiti diversi da quelli di cui alla lettera f ), destinati all’installazione sui veicoli”. Alla lettera f ) è,, invece, de-
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finito il mercato di primo equipaggiamento, inteso come “mercato in cui vengono ceduti ai costruttori di veicoli gli pneumatici destinati all’installazione su veicoli nuovi o montati su veicoli importati”. OBBLIGHI DEI PRODUTTORI E DEGLI IMPORTATORI L’art. 3 del provvedimento in esame stabilisce che i produttori e gli importatori degli pneumatici devono gestire gli PFU, secondo il combinato disposto degli articoli 183, comma 1, lettera n) e 228, comma 1, del Codice dell’ambiente. La prima disposizioni riguarda la definizione di gestione dei rifiuti. Essa è intesa come ” la raccolta, il trasporto, il recupero e lo smaltimento dei rifiuti, compreso il controllo di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento, nonché le operazioni effettuate in qualità di commerciante o intermediario”. Per la seconda disposizione si rimanda a quanto detto sopra. Tornando all’art. 3 del decreto 189/2019, dobbiamo segnalare che i produttori o gli importatori ottemperano agli obblighi di gestione, in forma individuale o associata, utilizzando esclusivamente le risorse derivanti dal contributo ambientale di cui all’art.6 del decreto in oggetto. Continuando nella lettura dell’art. 3, si evidenzia che l’adempimento dell’obbligo di gestione grava sul rappresentante autorizzato, nel caso di produttore o importatore di pneumatici non avente sede legale in Italia. In quest’ipotesi è previsto che rappresentante e produttore o importatore rispondano in solido dell’adempimento dell’obbligo. Va sottolineato che il contributo ambientale deve essere usato esclusivamente per adempiere all’obbligo di gestione e, salvo altrimenti disposto, deve essere impiegato nello stesso anno di riscossione. CONFRONTO IN PESO Si ribadisce quanto disposto dall’art. 228 del Codice ambientale, ripetendo che una quantità di pneumatici nuovi pari in peso a cento equivale ad una quantità di PFU pari in peso a novantacinque. Più in dettaglio il comma 4 dell’art. 3 prevede che i produttori o gli importatori degli pneumatici devono gestire, nell’anno solare, quantitativi in peso di PFU, di qualsiasi marca, pari ai quantitativi in peso degli pneumatici, classificati secondo le categorie dell’allegato I (vedi tabella I), dagli stessi immessi sul mercato del ricambio nell’anno solare precedente. Da questa quantità è dedotta la quota di pertinenza degli pneumatici usati ceduti all’estero per il riutilizzo o per la ricostruzione. Analoga disposizione è prevista per i produttori e gli importatori neo operanti. In questo caso l’anno di immissione sul mercato degli pneumatici coincide con l’anno di gestione degli PFU. Per il raggiungimento degli obiettivi di gestione sopra richiamati, si devono calcolare gli PFU raccolti e sottoposti a trattamento nell’anno solare di riferimento. Se
ci sono PFU raccolti ma non sottoposti a trattamento, l’obiettivo di gestione si intende raggiunto qualora gli PFU siano sottoposti a trattamento entro il 30 aprile dell’anno successivo. Va anche precisato che i produttori e gli importatori possono adempiere ai propri obblighi sia direttamente che indirettamente, tramite incarichi conferiti mediante contratti stipulati in forma scritta, per determinati settori di attività. Non possono, però, essere delegati gli obblighi di informazione, comunicazione e rendiconto previsti dall’art. 3 del decreto in esame. L’attività degli incaricati è svolta sotto la direzione e la responsabilità dei produttori o importatori. Entro trenta giorni dal conferimento dell’incarico, i produttori e importatori comunicano al ministero dell’Ambiente le generalità degli stessi, attraverso il modulo di comunicazione della modalità di gestione di cui all’allegato II (vedi tabella 2). Tali dati sono inseriti nel registro nazionale di produttori e importatori di pneumatici di cui all’art.7. COMUNICAZIONI OBBLIGATORIE Entro il 31 gennaio di ogni anno i produttori e gli importatori, esclusi i neo operanti, devono fornire al ministero dell’Ambiente le informazioni richieste dall’allegato III del decreto, riguardanti le quantità di pneumatici di varie tipologie immessi sul mercato. Entro il 31 maggio di ogni anno devono fornire al Ministero le informazioni di cui all’allegato IV, riguardanti invece i quantitativi di PFU trattati. I dati forniti con queste comunicazioni sono inseriti nel registro di cui all’art.7. (art.3, comma 9). I soggetti neo operanti, contestualmente all’inizio dell’attività, inviano al ministero dell’Ambiente una dichiarazione contenente la stima dei quantitativi degli pneumatici che verranno immessi sul mercato del ricambio nel corso del primo anno di attività,. A tal fine si usa il modulo di cui all’allegato IV, da inserire nel registro di cui all’art.7 (art.3, comma 10). Entro il 31 maggio di ogni anno, i produttori e gli importatori trasmettono al ministero dell’Ambiente copia del bilancio di esercizio, completata da una relazione sul raggiungimento degli obiettivi programmati. Nella relazione vanno evidenziate le componenti patrimoniali, economiche e finanziarie relative al contributo ambientale e al suo impiego per gli scopi specifici cui è preposto. Se non si è tenuti alla redazione del bilancio, viene prodotta una documentazione contabile dalla quale emergano gli specifici utilizzi del contributo ambientale nonché l’eventuale avanzo di gestione conseguito. FORME ASSOCIATE DI GESTIONE L’art. 4 stabilisce che i produttori e gli importatori di pneumatici che intendono adempiere in forma associata agli obblighi di gestione costituiscono uno o più consorzi o società consortili, denominate nel provvedimento “forme associate di gestione”. L’INDUSTRIA DELLA GOMMA GIUGNO 2020
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Esse devono operare, garantendo il raggiungimento degli obiettivi di gestione secondo i parametri dell’allegato V (vedi tabella 2). Hanno personalità giuridica e adeguano il proprio statuto ai principi contenuti nel presente decreto. Alle forme associate di gestione possono partecipare esclusivamente i produttori e gli importatori di pneumatici soggetti all’obbligo di cui all’art. 228 del Codice dell’ambiente o i loro rappresentanti autorizzati. Entro trenta giorni dalla costituzione, il legale rappresentante della forma associata di gestione ne dà comunicazione al ministero dell’Ambiente. Alla comunicazione è allegato un progetto descrittivo, per dimostrare che il sistema è organizzato secondo criteri di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza, ed è effettivamente in grado di adempiere all’obbligo di assicurare la gestione sull’intero territorio nazionale, garantendo il raggiungimento degli obiettivi di raccolta secondo i parametri dell’Allegato V. Il progetto deve contenere gli elementi di cui all’Allegato VI (per ragioni di spazio rimandiamo sul punto alla lettura del testo originale). Il ministero dell’Ambiente approva, con un proprio decreto, il progetto di cui sopra, insieme all’atto costitutivo e allo statuto. Ogni variazione dello statuto o dei contenuti del progetto deve essere comunicata, entro trenta giorni, al ministero dell’Ambiente, ai fini dell’approvazione fermo restando che il ministero può chiedere aggiornamenti sullo svolgimento delle attività indicate nel progetto. Le forme associate di gestione prevedono ad ogni attività di gestione degli PFU e agli altri adempimenti previsti dall’art. 3, commi 8, 9 e 10 (vedi sopra) mediante inserimento nel registro di cui all’art.7. Entro il 31 maggio di ogni anno, con il modulo di cui all’allegato VII, da inserire nel registro dell’art.7, dichiarano la quantità degli PFU raccolte dai punti di generazione nell’anno solare precedente, per ciascuna area indicata nell’allegato V e la relativa percentuale di realizzazione sull’obiettivo di raccolta. I produttori e gli importatori aderenti devono comunicare alle rispettive forme associate di gestione le informazioni richieste dall’allegato III, trasferiscono il contributo per la gestione, con cadenza mensile ed effettuano l’eventuale conguaglio entro il 31 maggio di ogni anno. Il trasferimento del contributo viene inserito nel registro di cui all’art. 7. È vietato distribuire ai consorziati avanzi di gestione derivanti dal contributo ambientale. Essi sono utilizzati, nei due esercizi successivi, per la riduzione del contributo ambientale o per la gestione degli PFU. Infine, le forme associate si devono dotare di un sito internet che contenga lo statuto e i principali dati e informazioni oggetto di rendicontazioni al ministero dell’Ambiente. SISTEMI INDIVIDUALI DI GESTIONE Ai sensi dell’art. 5, I produttori e gli importatori che intendono adempiere agli obblighi di gestione previsti dal decreto, in forma individuale comunicano questa scelta al ministero dell’Ambiente, mediante il modulo dell’allegato II, da inserire nel registro di cui all’articolo 7. I produttori o gli importatori che immettono sul mercato 64
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del ricambio quantitativi di pneumatici pari almeno a 200 tonnellate anno devono adempiere all’obbligo di gestione degli PFU su tutto il territorio nazionale, garantendo il rispetto dell’allegato V. Inoltre allegano alla comunicazione di cui sopra un progetto descrittivo che dimostri che il sistema è organizzato secondo criteri di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza e che è effettivamente in grado di operare su tutto il territorio nazionale. Il progetto contiene gli elementi indicati nell’allegato VI. Se immettono sul mercato del ricambio quantitativi inferiori alle 200 tonnellate anno devono dimostrare, con idonea documentazione, che il sistema individuale di gestione risponde agli stessi criteri che operano in caso di quantitativi superiori. Per i quantitativi superiori alle 200 tonnellate, i produttori e gli importatori dichiarano, entro il 31 maggio di ogni anno, mediante il modulo dell’allegato VII, le quantità degli PFU raccolti dai punti di generazione nell’anno solare precedente, per ciascuna area dell’allegato V, nonché la relativa percentuale di realizzazione sull’obiettivo di raccolta. L’attività di gestione in forma individuale può essere iniziata dalla data dell’invio della comunicazione al ministero dell’Ambiente. Quest’ultimo, se accerta carenze nei requisiti richiesti, intima di conformarsi entro un termine non inferiore a trenta giorni. Gli avanzi di gestione, anche se diversamente denominati, che derivano dal contributo ambientale, devono essere utilizzati, nei due esercizi successivi, per la riduzione del contributo ambientale o per la gestione di PFU. CONTRIBUTO AMBIENTALE Il sistema di gestione degli PFU si finanzia attraverso un contributo posto a carico degli utenti finali (art. 228, comma 2, Codice dell’ambiente). Tale contributo è determinato in modo da poter assicurare la copertura dei costi della gestione degli PFU di cui all’allegato VIII, al netto di ricavi e corrispettivi percepiti nell’ambito della gestione stessa. Il contributo è differenziato per le diverse tipologie di pneumatici previste dall’allegato I. Entro il 31 ottobre di ogni anno i produttori e gli importatori, e le loro forme associate, comunicano al ministero dell’Ambiente, mediante il modulo di cui all’allegato VIII (cfr. tabella 7), il contributo ambientale, da inserire nel registro di cui all’articolo 7. In caso di rideterminazione del contributo ai sensi dell’art.228, comma 3-bis, del Codice dell’ambiente, i produttori e gli importatori di pneumatici e le loro forme associate ne danno motivata comunicazione al ministero dell’Ambiente almeno trenta giorni prima dell’applicazione. I produttori e gli importatori neo operanti comunicano il contributo ambientale contestualmente all’inizio dell’attività e applicano il contribuito a partire dallo stesso anno solare di inizio attività, utilizzandolo per la gestione degli PFU nello stesso anno solare. La disposizione si applica anche alle forme associate di gestione. È importante sottolineare che il contributo rimane invariato in tutte le fasi della commercializzazio-
PNEUMATICI
ne dello pneumatico con l’obbligo, per ciascun rivenditore, di indicare in modo chiaro in fattura o altra documentazione fiscale l’entità del contributo pagato all’atto dell’acquisto dello pneumatico stesso. I produttori o gli importatori, o le forme associate di gestione, devono provvedere a prendere tutte le iniziative atte ad informare gli utenti finali e i soggetti coinvolti nella fasi di commercializzazione degli pneumatici, l’ammontare del contributo. Il rivenditore dello pneumatico, in caso di esportazione dello stesso, può richiedere, entro e non oltre sei mesi dall’emissione della fattura, al proprio fornitore dello pneumatico il rimborso del contributo ambientale già corrisposto relativo al numero e alla tipologia degli pneumatici di cui sia comprovata l’avvenuta esportazione. REGISTRO NAZIONALE Entro il 23 aprile 2021, è istituito presso il ministero dell’Ambiente, il registro informatico nazionale di produttori e importatori di pneumatici tenuti agli obblighi di gestione degli PFU. Coloro che esercitano la gestione in forma individuale, si iscrivono al registro con la comunicazione prevista dall’art.5. All’iscrizione delle forme associate di gestione nel registro provvede il ministero dell’Ambiente ai sensi dell’art.4. I soggetti obbligati possono richiedere la riservatezza
di alcuni dati. Sono in ogni caso resi pubblici i dati di contatto, ragione sociale, CF e P.IVA, forma di gestione prescelta e entità del contributo individuata per ciascuna tipologia di pneumatico. SANZIONI I produttori o gli importatori, o le loro forme associate, che non riescono a gestire quantità di pneumatici pari a quelle da loro immesse nel mercato nell’anno precedente (dedotta la quota di pertinenza di cui all’art. 3) sono puniti con una sanzione amministrativa pecuniaria pari al contributo percepito per i quantitativi degli pneumatici non gestiti, maggiorata del 50%. I produttori o gli importatori, o le forme associate che omettono di adempiere agli obblighi di comunicazione al ministero dell’Ambiente è applicata una sanzione amministrativa pecuniaria pari al 15% del contributo percepito per l’anno al quale si riferisce la violazione, per ognuna delle violazioni accertate. Se si adempie tardivamente agli obblighi di comunicazione è applicata una sanzione amministrativa pecuniaria pari al 5% del contributo percepito per l’anno al quale si riferisce la violazione, per ognuna delle violazioni accertate. Se non si provvede al trasferimento del contributo alla struttura associata, in violazione dell’art.4, il produttore o importatore è punito con una sanzione amministrativa
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NORMATIVE
pecuniaria pari al doppio del contributo percepito per i quantitativi degli pneumatici non gestiti. Se il contributo non è determinato, tale determinazione, ai fini dell’irrorazione delle sanzioni, è effettuata dal ministero dell’Ambiente. IL MERCATO DI PRIMO EQUIPAGGIAMENTO I produttori e gli importatori di pneumatici, direttamente o in forma associata, o altri soggetti autorizzati, raccolgono e gestiscono gli PFU provenienti da veicoli a fine vita, dietro corrispettivo. Sono confermate la vigenza e l’operatività del comitato di gestione degli PFU istituito presso l’ACI. La composizione e il funzionamento del Comitato sono disciplinati dall’art.9 del decreto in oggetto Il Comitato deve individuare, tra l’altro, l’entità del contributo per la copertura dei costi di raccolta e gestione degli pneumatici di veicoli a fine vita nell’anno solare successivo e lo comunica, entro il 31 ottobre al ministero dell’Ambiente. Il contributo è riscosso dal rivenditore del veicolo all’atto della vendita di ogni veicolo nuovo nel territorio nazionale e versato nel fondo costituito presso l’ACI. I produttori, gli importatori e gli altri soggetti autorizzati comunicano al Comitato, entro il 30 settembre di ogni anno, le stime degli oneri relativi alle componenti di costo. Il
Categorie di pneumatici
TABELLA 1
Ai fini della compilazione dei moduli di cui agli allegati III, IV e VI, VIII del D.M. 189/2019 gli pneumatici sono suddivisi per categoria e per tipologia come nella tabella seguente, in base anche al peso del prodotto nel momento dell’immissione sul mercato. Categoria
P
M
G
Tipologia
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
Intervallo di peso degli pneumatici all’immissione [Kg] 0-4,999 5-7,999 8-12,999 13-15,999 16-24,999 25-34,999 35-64,999 65-104,999 105-154,999 155-224,999 225-314,999 315-424,999 425-554,999 555-704,999 >705
PNEUMATICI
Comitato informa i consumatori, attraverso adeguate forme di pubblicità, sulle componenti di costo che concorrono alla formazione del contributo. Il contributo deve garantire la copertura dei costi di gestione degli PFU e dei costi di gestione e amministrazione del Comitato del fondo sopra citati ed è commisurato alla tipologia degli pneumatici a cui si riferisce. I parametri per l’individuazione delle diverse tipologie di contributi sono indicati nell’allegato IX del decreto in oggetto, cui rimandiamo.
Target di raccolta dei PFU secondo aree geografiche
TABELLA 2
Per adempiere agli obblighi di gestione, i produttori o importatori degli pneumatici, anche neo operanti, o le loro forme associate, salvo altrimenti disposto, ripartiscono semestralmente le quantità di cui all’articolo 3, comma 4, per ciascuna area geografica, secondo le percentuali di seguito indicate. È consentito lo scostamento del 10% sul target di raccolta dell’area geografica fermo restando l’obbligo di raccolta totale del 100%.
DISPOSIZIONI TRANSITORIE E ABROGAZIONI Le forme associate di gestione operanti al 23 aprile 2020, continuano ad operare e presentano, entro il 23 ottobre 2020, la comunicazione (art. 4, comma 4) e il progetto (art. 4, comma 6), comprovanti l’adeguamento al decreto in esame. Entro la stessa data sono presentati la comunicazione e il progetto previsti dall’art.5 per i sistemi individuali di gestione. Finché non sarà istituito il registro di cui all’art.7, i produttori, gli importatori e le relative forme associate devono inviare, a mezzo pec o raccomndata R/R, al ministero dell’Ambiente le dichiarazioni e comunicazioni previste dal decreto. Sono abrogati i decreti del ministero dell’Ambiente 11 aprile 2011, n. 82 e 20 gennaio 2012.
Target di raccolta Piemonte - Val d’Aosta Liguria Lombardia Trentino Alto Adige Friuli Venezia Giulia - Veneto Emilia Romagna Toscana - Marche - Umbria Lazio - Abruzzo - Molise Campania Puglia - Basilicata - Calabria Sicilia - Sardegna TOTALE
Target di raccolta 11% 15% 12% 8% 11% 13% 9% 10% 11% 100%
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NEWS
Occupazione in forte calo nel mese di aprile
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econdo quanto riporta Istat, rispetto al mese di marzo 2020, ad aprile si registra una marcata diminuzione dell’occupazione e si rafforza il calo delle persone non occupate in cerca di lavoro già registrato a marzo, con una ulteriore forte crescita dell’inattività. La diminuzione dell’occupazione (-1,2% pari a -274mila unità) è generalizzata: coinvolge donne (-1,5%, pari a -143mila), uomini (-1,0%, Tecno Compounds pari a -131mila), dipendenti (-1,1% pari a -205mila), indipendenti (-1,3% pari a -69mila) e tutte le classi d’età, portando il tasso di occupazione al 57,9% (-0,7 punti Tecno Compounds Tecno Compounds a suitable solution for every challenge percentuali). Le persone in cerca di lavoro (-23,9% pari a -484mila unità) diminuiscono maggiormente tra le donne (-30,6%, scende al 6,3% (-1,7 punti) e, tra i giovani, +438mila unità) e +6% tra gli uomini (pari a20,3% suitable solution for every pari a -305mila unità) rispetto agli uomini al (-6,2 punti). Generalizzata anche lachallenge a +307mila). Il tasso di inattività si attesta al a suitable solution for every challenge (-17,4%, pari a -179mila), con un calo in tut- crescita del numero di inattivi (+5,4%, pari 38,1% (+2,0 punti). Confrontando il trimete le classi di età. Il tasso di disoccupazione a +746mila unità): +5% tra le donne (pari a stre febbraio-aprile 2020 con quello preceParker Hannifin Italy s.r.l. dente (novembre 2019-gennaio 2020), l’ocTecno Compounds cupazione risulta in evidente calo (-1,0%, Parker Hannifin Italy s.r.l. pari a -226mila unità) per entrambe le comTecno Compounds ponenti di genere. Diminuiscono nel trimestre anche le pera suitable solution for every challenge sone in cerca di occupazione (-20,4% pari a -497mila), mentre aumentano gli inattivi a suitable solution for every challenge tra i 15 e i 64 anni (+5,2% pari a +686mila unità). Il netto calo congiunturale dell’occupazione determina una flessione rilevante anche rispetto al mese di aprile 2019 (-2,1% pari a -497mila unità), verificata per entrambe le componenti di genere, per i dipendenti temporanei (-480mila), per gli autonomi (-192mila) e per tutte le classi d’età, con le uniche eccezioni degli over50 e dei dipendenti permanenti (+175mila). Il tasso di occupazione scende di 1,1 punti percentuali. Infine, anche le persone in cerca di lavoro calano in misura consistente nell’arco dei dodici mesi (-41,9%, pari a 1 milione 112mila unità), mentre aumentano gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+11,1%, pari a +1 miSales: Plant: Sales: Plant: Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl lione 462mila). L’indagine ha risentito degli Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 Via Privata Archimede 1 Via Toscana, 6/8 ostacoli che l’emergenza sanitaria in corso – Italy 27010 Siziano (PV) 20094 Corsico (MI) – Italy20094 Corsico 27010(MI) Siziano (PV) pone alla raccolta dei dati di base. Sono staTel. +39 02 45 19 24 46 Tel +39 0382 67 82 266 Tel. +39 02 45 19 24 46 Tel +39 0382 67 82 266 36+39 26 0382 96 1967 82 222 Fax +39 0382 67 82 222 Fax +39 02 36 26 96 19 Fax +39 02Fax te sviluppate azioni correttive che ne hanwww.parker.com www.parker.com/tecnocompounds www.parker.com www.parker.com/tecnocompounds no contrastato gli effetti statistici negativi e hanno permesso di elaborare e diffondere Sales: Plant: aerospace electromechanical fluid & gas handling hydraulics pneumatics process control sealing & shielding Sales: climate control aerospace Plant:filtration climate control electromechanical filtration fluid & gas handling hydraulics pneumatics process sealing & shielding i daticontrol relativi al mese di aprile 2020. u Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Parker Tecno Compounds Parker Hannifin Italy Srl Srl
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Le aziende lombarde in difficoltà
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rimo trimestre 2020 nero per le aziende lombarde costrette a far fronte alle dure conseguenze della pandemia: nella regione il numero di aziende attive diminuisce dello 0,4%, il doppio rispetto al 2019 quando il calo era stato dello 0,2%. A rivelarlo è il Booklet Economia del Centro Studi Assolombarda, i cui punti salienti sono stati pubblicati su “Genio & Impresa”, il magazine dell’associazione delle imprese del territorio di Milano, Lodi, Monza e Brianza. I dati dello studio certificano gli effetti devastanti del lockdown che negli ultimi mesi ha bloccato l’economia della Lombardia, mettendo a rischio la sopravvivenza e i posti di lavoro di centinaia di imprese lombarde e mostrano come a pagare il prezzo più alto sia il comparto manifatturiero: il numero di imprese attive in questo settore segna, infatti, una contrazione dell’1,7% nei primi tre mesi dell’anno. Si tratta della diminuzione più importante fra le regioni benchmark a maggiore industrializzazione, ma nemmeno i numeri provenienti dagli altri territori del Nord Italia sembrano essere confortanti: in Emilia Romagna la contrazione è stata del -1,6%, in Piemonte del -1,5%, mentre in Veneto del -1,2%. I dati preoccupanti però purtroppo non finiscono qui. Guardando al confronto diretto con lo stesso mese del 2019, il Centro Studi Assolombarda stima per aprile una caduta di
almeno il 45% dell’attività produttiva in Lombardia. Anche a livello nazionale gli indicatori economici non sono positivi e, in linea con quelli lombardi, sembrano puntare verso una crisi senza precedenti: il PIL crolla verticalmente (-4,7% nel primo trimestre 2020) e scendono in maniera consistente anche la produzione industriale (-29,3%) e l’export (-13,5%). A registrare una significativa battuta d’arresto è anche il clima di fiducia del manifatturiero che nel Nord Ovest del Bel Paese scende al -20%, raggiungendo livelli simili a quelli della devastante crisi economica iniziata nel 2008. Il sentimento negativo non si limita all’Italia, ma si allarga anche a Spagna, Francia e Germania dove il valore tocca addirittura quota -35%. u
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Holly, la mascherina in EVA espansa
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a Selasti SpA di Montebonello Pontassieve (Firenze), leader di mercato nella produzione di lastre in microporosa a base EVA e gomma espansa, ha contribuito alla nascita dell’innovativa mascherina Holly, producendone la struttura in EVA espansa. Disponibile in vari colori e anche per bambini, Holly è stata progettata e realizzata dalla Pasini Pier Maurizio srl di Castelnuovo Scrivia (Alessandria). Il polimero utilizzato, EVA espansa, rende la mascherina totalmente anallergica, atossica, lavabile, igienizzabile, ecosostenibile e comoda da indossare. All’interno contiene un filtro intercambiabile, formato da tre strati di tessuto non tessuto, che è il solo componente da cambiare periodicamente, mantenendo la struttura della mascherina che riprende perfettamente i lineamenti facciali, evitando la fuoruscita di microbi senza comprimere bocca e naso. Rispetto alle comuni mascherine “usa e getta”, la struttura in EVA espansa di Holly si conserva inalterata per lungo tempo, anche dopo svariati utilizzi e lavaggi, mentre si consiglia il ricambio del filtro dopo otto ore di utilizzo. L’efficienza di filtrazione batterica (BFE) del filtro è superiore dgts_210x146_2018_TR.ai 1 20/03/18nettamente 10.53 al 98 %, con una traspirabilità inferiore al valore
40 indicato in campo medico. La mascherina Holly è conforme alle direttive nazionali e internazionali 67/548/CE – 1999/45/ CE – D. Lgs. 81/2008 – Reg. 453/2010/CE – recante modifiche del regolamento (CE) 1907/2006 (Regolamento REACH) 1272/2008/CE (CLP), DM 15.09.2000. u
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