I NUMERI DELLA FILIERA PREZZI MATERIE PRIME FOCUS ESTRUSIONE
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA
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MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI • Novembre 2023
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SOMMARIO
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA www.industriagomma.it
Direttore responsabile Andrea Aiello In redazione Daniela Garbillo - daniela.garbillo@edifis.it Collaborano alla rivista Gianpaolo Brembati, Giuseppe Cantalupo, Enzo Cardone, Alessandro Facchino, Eugenio Faiella, Beatrice Garlanda, A.L. Spelta Grafica e impaginazione Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it Pubblicità dircom@edifis.it Traffico Pubblicitario Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it Stampa Grafiche Arrara Grafiche Arrara s.r.l. – Abbiategrasso (MI) Costo di una copia ai soli fini fiscali € 1,00 Abbonamento Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00 Amministrazione amministrazione@edifis.it
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L’Industria della Gomma una rivista edita da:
Edifis S.r.l. Viale Coni Zugna 71 20144 - Milano - Italy Tel. +39 023451230 Fax +39 023451231 www.edifis.it
ASSOCIAZIONE NAZIONALE EDITORIA DI SETTORE
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
ANNO 66 - NOVEMBRE
Abbiamo letto 10
RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA
Mondogomma
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ITALIA SECONDA IN EUROPA NEI SETTORI GOMMA E PLASTICA, TRAINATA DALLA LOMBARDIA
È stata presentata a Milano, lo scorso 20 settembre, una ricerca di Assolombarda e Federazione Gomma Plastica che ha messo in luce il valore della gomma e della plastica, e delle rispettive filiere, in Lombardia e negli scenari di crescita italiana ed europea.
26 PANORAMICA TRIMESTRALE DEI PREZZI Se durante l’estate i prezzi di molte materie prime hanno registrato un calo, insieme al calo dei prezzi del petrolio e al rallentamento della domanda, nel quarto trimestre di quest’anno c’è un cambiamento nell’aria. Secondo molti osservatori i prezzi sono destinati ad aumentare ulteriormente nei prossimi mesi.
32 LA POSIZIONE DI ASSOGOMMA SULLA PROPOSTA DI RESTRIZIONE
Torniamo ad occuparci della proposta di restrizioni all’utilizzo delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) avanzata da 5 Paesi europei (di cui abbiamo già parlato nel numero 710 a pagina 22 e nel numero 711 a pagina 140), pubblicando la posizione ufficiale di Assogomma su questo tema.
34 VIETATO L’USO DI INFILL DA POLVERINO DI GOMMA E ALTRE MICROPLASTICHE
Il 25 settembre la Commissione Europea ha introdotto il divieto di impiego di Infill a base di polverino di gomma, assieme al divieto di aggiungere intenzionalmente microplastiche a tutta una serie di prodotti. Il provvedimento mira a limitarne l’accumulo negli ecosistemi e nella catena alimentare, compreso il consumo umano.
36 CARBON BLACK DA PFU NEGLI PNEUMATICI DI GOMMA PIENA CONTINENTAL
L’impiego di carbon black recuperato da pneumatici fuori uso riduce l’utilizzo di materie prime fossili e abbassa anche le emissioni di CO2. Proseguendo nel suo impegno per garantire un’economia circolare, Continental ha introdotto carbon black riciclato nei suoi pneumatici di gomma piena.
SOMMARIO
MENSILE DEGLI ELASTOMERI E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI
ANNO 66 - NOVEMBRE
FOCUS ESTRUSIONE
39 TECNOLOGIE INNOVATIVE PER L’ESTRUSIONE Qualità, efficienza, sostenibilità e risparmio energetico: sono i requisiti imprescindibili di un moderno processo di estrusione della gomma, ai quali le aziende rispondono con macchinari sempre più moderni, soluzioni sempre più automatizzate e rispettando gli indispensabili requisiti di sicurezza per gli operatori. Nelle pagine che seguono vi presentiamo alcuni esempi. u
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MACHINERY
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MACHINERY
Dalle aziende
46 MESCOLE DI QUALITÀ PER UN MERCATO IN CRESCITA Forte dell’esperienza di oltre 50 anni nello stampaggio di articoli tecnici, Termogomma offre al mercato mescole innovative di EPDM per il settore alimentare e mescole poliuretaniche speciali.
Normative
50 IL NUOVO REGOLAMENTO MACCHINE
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Il nuovo regolamento è un atto legislativo vincolante e deve essere applicato, in tutti i suoi elementi, nell’intera Unione europea. Tra le novità, cambiano alcune definizioni, si chiarisce il concetto di “modifica sostanziale” e vengono modificati alcuni requisiti essenziali di sicurezza e salute.
63 DORA: IL NUOVO PARADIGMA PER CYBERSECURTY E ICT
Il Regolamento in materia di resilienza operativa digitale per il settore finanziario Digital Operational Resilience Act (o DORA) nasce dagli studi pregressi e dalla sintesi di proposte formulate da numerose autorità regolatorie comunitarie (preposte ai settori bancari, finanziari e assicurativi).
News
67 IL TACCUINO
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Comi: 50 anni di eccellenza nella termoformatura Nuovo Ceo alla guida del Gruppo REP u Cambio ai vertici di Klöckner Desma Elastomertechnik u Nomine in Solvay Specialty Polymers u u
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GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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Rassegna della stampa tecnica estera www.tiretechnologyinternational.com | APRIL 2012
INTERVIEWS
Jean-Pierre Jeusette general director, Luxembourg Innovation Center, Goodyear Dunlop Roger Sanders technical manager, Continental UK
EXPO REVIE
Letter of I più interessanti articoli usciti di recente sulle riviste tecniche the law internazionali specializzate e riguardanti materiali, applicazioni, processi, prove, misurazioni e destinati al settore della trasformazione della gomma. Letti e riassunti per voi dai nostri esperti. Product W de from Tir buts Technologe Expo 2012y
Revolution or rush job? Important questions remain unanswered ahead of tire labeling’s introduction in European markets
COSTRUZIONE E SIMULAZIONE STUDI NUMERICI SUL COMPORTAMENTO DI DISSIPAZIONE DI ELASTOMERI E SUOI EFFETTI SULLE CONDIZIONI DI CARICO APPLICATE M. Abdelmoniem, Ostfalia University of Applied Sciences, Wolfenbüttel (Germany) - email m.abdelmoniem@ostfalia.de - KGK 3/2023, pag. 56-61 a macchina per la prova dinamica rotazionale, sviluppata da Gent nel 1960 per determinare le proprietà dinamiche di taglio dei materiali gommosi, può applicare un carico di taglio rotazionale a due campioni di gomma simultaneamente. È questa la macchina utilizzata nello studio, nella versione modificata da Klauke, idonea anche per condurre esperimenti di fatica meccanica: il carico di taglio rotazionale viene simulato su un campione simile a quello per la prova fatica di Klauke, mentre un modello di materiale iperelastico, costante termodinamicamente, viene realizzato sulla base della decomposizione moltiplicativa del gradiente di deformazione. Il modello è accoppiato termomeccanicamente e viene presa in considerazione la generazione di calore dovuta alla dissipazione. Dopo l’applicazione di differenti frequenze di carico e di condizioni termiche limite, vengono mostrati e discussi lo sviluppo
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
PICTURE-PERFECT
THE NEXT TOP MODEL
UNIVERSITY FOCUS
Bridgestone’s latest take on colored sidewalls is lightweight, and simple enough to be applied by dealers
We explore the role of tire data in vehicle performance simulations. Will engineers ever know enough?
Isoprene from cellulose: how the paper industry could enter the tire supply chain
della temperatura nel campione e le risultanti forze di reazione. Dopo la sezione dedicata alla modellazione e ricca di complesse formule matematiche, relativamente più semplice è quella successiva sulla simulazione del carico rotazionale di taglio, composta da paragrafi dedicati a: geometria del campione e condizioni limite della simulazione; parametri del materiale; analisi dell’autoriscaldamento; analisi della dipendenza dalla frequenza; confronto dei risultati ottenuti dalle prove dello studio e dei dati sperimentali in letteratura. La conclusione dello studio mette in evidenza i risultati più interessanti ottenuti: l’aumento della frequenza del carico comporta un aumento nell’autoriscaldamento e nelle proprietà meccaniche all’interno del campione e cambia, di conseguenza, le condizioni meccaniche limite, ossia le forze sul campione; le forze di reazione prodotte dipendono anche dalla temperatura del campione, che varia secondo le condizioni termiche limite applicate durante la prova; grazie al modello di materiale iperelastico, i risultati della simulazione mostrano che il comportamento di dissipazione degli elastomeri influenza le condizioni limite della prova; i risultati ottenuti mostrano la stessa tendenza dei risultati in letteratura e si collocano nello stesso intervallo.
COSTRUZIONE E SIMULAZIONE STUDIO DI MODELLAZIONE DI RINFORZO E ROTTURA IN RETICOLI ELASTOMERICI CHE CRISTALLIZZANO SOTTO DEFORMAZIONE L. Tarrach, R. Hentschke, Bergische Universität Wuppertal Teoretische Chemische Physic, Wuppertal (Germany) - email tarrach@uniwuppertal.de - KGK 3/2023, pag. 62-71
L
’elevato carico di rottura della gomma naturale e la sua resistenza alla rottura sono in correlazione alla capacità di esibire cristallizzazione indotta da deformazione (SIC = Strain Induced Crystallization). Durante il processo della SIC, cristalliti con dimensione lineare di circa 10 nm si formano in modo reversibile sotto deformazione del 300% o superiore. Anche se la relazione fra SIC e carico di rottura è stata largamente esaminata per mezzo di esperimenti WAXS (Wide Angle X-ray Scattering), tuttavia si deve ancora chiarire quali sono i meccanismi basilari. In questo studio viene esaminata l’interazione della morfologia della fase cristallina con il campo di deformazione come meccanismo di rinforzo: il motivo per esaminare la relazione fra SIC e carico di rottura/resistenza alla rottura sta nel voler comprendere teoricamente il rinforzo nei materiali polimerici e nel fatto che la gomma naturale è mol-
ABBIAMO LETTO PER VOI
to importante per applicazioni come i pneumatici per autocarro. C’è inoltre da considerare che la rottura in materiali con cristallizzazione da deformazione è stata studiata mediante simulazione sia a livello del continuo (in questo caso la SIC non è incorporata direttamente in tali modelli dal momento che si verifica su scale più piccole), che a livello molecolare con applicazione di modelli grossolani. Il modello applicato nello studio è progettato per acquisire le proprietà essenziali di un reticolo di gomma naturale e SIC, collegando le diverse scale da deformazione macroscopica a locale formazione di cristalliti. Lo studio è particolarmente complesso e per affrontarlo a fondo si richiedono conoscenze specifiche dell’argomento, soprattutto per i paragrafi iniziali, in cui si spiega come vengono realizzati il modello per la SIC e la relativa simulazione, illustrando anche la scelta dei parametri per la simulazione. Successivamente viene convalidato il model-
lo per il reticolo elastomerico e la SIC, con selezione di un valore per la forza critica mediante analisi degli istogrammi della forza stessa, per esaminare poi finalmente la dipendenza del comportamento di rottura dei reticoli da vari parametri, con l’introduzione di una cristallinità critica. Forse curiosamente, il paragrafo conclusivo dello studio risulta comprensibile per il lettore che, tralasciando la lunga e complicata esposizione precedente, voglia solamente farsi un’idea dell’argomento nelle sue linee essenziali. MATERIE PRIME E APPLICAZIONI SOFISTICATA VULCANIZZAZIONE DELLA GOMMA Y. Ikeda, Kyoto Institute of Technology, Sakyo, Kyoto (Japan) - email yuko@kit.ac.jp - KGK 3/2023, pag. 72-77. a vulcanizzazione a zolfo è il processo chimico più tradizionale e convenzionale per produrre manufatti di gomma, ma la sua chimica non è stata svelata a sufficienza, a cau-
L
sa delle complicate reazioni chimiche che si verificano fra gomma, zolfo e altri agenti di reticolazione in ogni sua fase. Ci si è così prefissati di comprendere il suo meccanismo nei dettagli anche se, nei 180 anni da quando Goodyear l’ha scoperto, la ricerca ha fatto chiarezza sufficiente per consentire di migliorare processabilità e proprietà meccaniche con l’uso di acceleranti, attivatori, ritardanti etc. Tuttavia la caratteristica insolubile e infusibile dei vulcanizzati ha impedito l’analisi chimica del meccanismo, fino a che le moderne analisi tecnologiche hanno consentito un’approfondita indagine degli schemi chimici delle reazioni coinvolte con lo zolfo. Questo studio discute i precedenti rapporti di scienza e tecnologia della gomma sulla reticolazione a zolfo e introduce i sofisticati aspetti del sistema di vulcanizzazione della gomma poliisoprenica (IS) con accelerante CBS, utilizzando ossido di zinco (ZnO), acido stearico (ZnSt2) e/o zinco stearato (StH) come attivatori. Vengono così descrit-
RUBBER CLUB
te le caratteristiche della struttura del reticolo tridimensionale della gomma, che possono essere controllate dai reagenti di vulcanizzazione, mediante la proposta di un nuovo meccanismo di reazione della vulcanizzazione: queste caratteristiche possono dar luogo ad un nuovo cambiamento di paradigma nell’ambito di scienza e tecnologia della gomma per la costruzione di una società sostenibile a basse emissioni di carbonio. Nel primo paragrafo dello studio, dedicato al controllo della struttura eterogenea di reticolo mediante reagenti di vulcanizzazione, viene messo in evidenza come si sia scoperto che nella reticolazione a zolfo della gomma poliisoprenica si formi una struttura di reticolo disomogenea e come inaspettatamente ZnO e StH agiscano non solo per l’attivazione della reazione di vulcanizzazione, ma anche per il controllo delle strutture eterogenee dei vulcanizzati. È impossibile descrivere in breve l’esposizione dello studio, supportata comunque da figure, schemi dei meccanismi di reazione e grafici, che aiutano a comprendere quanto viene descritto. Ci limitiamo quindi a citare gli argomenti trattati dai singoli paragrafi, lasciando la lettura completa agli interessati: visualizzazione delle disomogenee strutture di reticolo nella gomma vulcanizzata; viene esposto il concetto che i composti di zinco sono sostanze chiave per controllare la disomogeneità di reticolo formata dalla vulcanizzazione; nuovi sistemi reattivi nella vulcanizzazione; viene spiegato come in una matrice di gomma l’ossido di zinco reagisce con l’acido stearico, in condizioni opportune, per formare zinco stearato legando due gruppi stearati ad un atomo di zinco; meccanismo della reazione di vulcanizzazione per mezzo del nuovo intermedio di vulcanizzazione: è questo il paragrafo più interessante dello studio, che dimostra come il sistema di vulcanizzazione a zolfo con CBS, insieme ad ossido di zinco e zinco stearato, presenti la formazione di un reticolo tridimensionale della gomma, che si realizza molto velocemente dopo il tempo di scottatura, con modalità simile ad un’apparentemente non cor12
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relata reazione biologica catalizzata da attività di enzimi, situazione questa che nessun ricercatore o ingegnere ha mai immaginato in passato; caratteristiche del legame solfidrico generato dai nuovi intermedi di reazione. ELASTOMERI E APPLICAZIONI GOMMA BUTILICA RAMIFICATA POLIFARNESENE: UNA SOLUZIONE DI PROCESSABILITÀ EFFICIENTE E SOSTENIBILE J. L. Bourque, S. J. Elliot, J. A. Bielby, K. Kulbaba, G. J.E. Davidson, Arlanxeo, London, Ontario (Canada) - RUBBERWORLD, giugno 2023, pag. 38-44 a lunga introduzione dell’articolo parla diffusamente delle gomme butiliche (IIR), illustrandone le peculiari proprietà, e si focalizza sulle due versioni alogenate BIIR (bromobutile) e CIIR (clorobutile), caratterizzate da aumentate velocità di vulcanizzazione e migliorata compatibilità di vulcanizzazione con gomme dieniche, che sono ideali per utilizzo in campo farmaceutico per i loro componenti a bassa estrazione e rilascio, bassa reattività verso ingredienti attivi, flessibilità in un vasto campo di temperature etc. La gomma butilica è un polimero relativamente lineare, soprattutto per il basso contenuto di comonomero, e in qualche caso mescole a più alto peso molecolare e alto Mooney possono mostrare scarsa lavorabilità, mentre mescole a basso peso molecolare e più basso Mooney possono al contrario mostrare scarsa robustezza del crudo. Un metodo per scollegare queste dipendenze delle proprietà di processo dal peso molecolare consiste nel produrre IIR ramificata, che si può ottenere durante la polimerizzazione aggiungendo un agente di ramificazione, in genere un copolimero. Arlanxeo ha recentemente sviluppato una nuova piattaforma tecnologica per produrre una gomma butilica ramificata, utilizzando polifarnesene come agente di ramificazione. Polifarnesene è un polimero a base biologica, generato da trans-β-farnesene, che viene prodotto mediante un processo di fermentazione della canna da zucchero. La gomma polifarnesene-butilica (PFIIR) così ottenuta può essere a sua vol-
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ta alogenata: il vantaggio dell’utilizzo di polifarnesene, anziché di copolimeri stirene-butadiene è la pulizia del polimero così ottenuto, con minima presenza di agenti ramificanti residui o non incorporati, che lo lascia incolore anche dopo l’alogenazione. L’articolo descrive una serie di gomme butiliche ramificate con polifarnesene e il loro utilizzo in una varietà di mescole, sia per il settore farmaceutico che per quello del pneumatico come rivestimento interno (innerliner). Per le prove vengono preparati vari campioni di PF-IIR con le tradizionali procedure di laboratorio per la polimerizzazione della gomma butilica (isobutilene e isoprene in cloruro di metile a -95°C, con cloruro di alluminio come iniziatore, in presenza di polifarnesene fornito da Total Gray Valley): con una successiva bromurazione si ottengono poi due serie di PF-IIR, entrambe con tre campioni a viscosità diverse che, insieme a due campioni di gomma bromobutiliche commerciali di Arlanxeo, vengono inseriti in due formulazioni, una per mescole utilizzate nel settore farmaceutico ed una in mescole per innerliner. Debitamente riportate in tabelle le caratteristiche dei campioni e le formulazioni adottate per le due applicazioni previste, si procede ad effettuare le prove di caratterizzazione delle mescole preparate, sia per l’applicazione tappi farmaceutici che innerliner. Posto che le gomme butiliche alogenate sono ideali per produrre chiusure farmaceutiche, grazie all’ottima resistenza alla permeazione, al basso livello di sostanze estraibili e all’eccellente prestazione di tenuta, la loro versione ramificata dimostra notevoli miglioramenti nelle proprietà dei vulcanizzati per applicazioni farmaceutiche e innerliner. I vantaggi potenziali riscontrati sono i seguenti: ridotti tempi di mescolazione; minore consumo di energia durante la mescolazione; migliore resistenza della mescola durante la calandratura; migliore stampaggio a iniezione. La piattaforma tecnologica sviluppata da Arlanxeo, basata su polifarnesene come agente di ramificazione da fonte sostenibile, molto efficiente e pulito, of-
ABBIAMO LETTO PER VOI
fre migliori processabilità e dispersione delle cariche, più elevata robustezza del crudo, migliori coefficienti di permeazione e valori di compression set. Secondo Arlanxeo, adottando differenti strategie di mescolazione c’è spazio per migliorare ulteriormente la resistenza alla permeazione e le proprietà fisiche delle mescole di gomma butilica ramificata, senza trascurare le possibilità di utilizzo in altri settori, come quello di adesivi e sigillanti, nei quali la struttura ramificata può essere ottimizzata per migliorare forza di coesione e proprietà di scorrimento viscoso. Arlanxeo, inoltre, ha già avviato studi su diversi sistemi di carica, additivi e sistemi di vulcanizzazione alternativi. ELASTOMERI E APPLICAZIONI SOSTITUZIONI PER BASI SPECIALI IN SILICONI MEDICALI S. Lewis, T. Smith, A. Berry, D. Testo, Specialty Silicone Products, Ballston Spa, New York (USA) - RUBBERWORLD, giugno 2023, pag. 46-51 a scarsità di silicone sul mercato mette in evidenza il rischio di una eccessiva dipendenza da un singolo fornitore di basi speciali, soprattutto quando non esiste un’alternativa disponibile. Le tecniche e gli approcci per modificare le proprietà dei siliconi sono ben note, ma è comunque importante adottare un approccio sistematico riguardo alle potenziali sostituzioni. Questo articolo descrive come, nell’ambito delle applicazioni di siliconi medicali USP classe VI, l’azienda americana Specialty Silicone Products (SSP) identifica formulazioni con una specifica combinazione di proprietà ed utilizza varie cariche, iniziatori, meccanismi di vulcanizzazione e altri additivi, come ad esempio polimeri funzionali. Per chi non lo sapesse, USP (United States Pharmacopeia) è un’organizzazione americana non governativa, che stabilisce quali sono gli standard applicabili ad elastomeri e materie plastiche per il loro utilizzo con prodotti biocompatibili in farmaci e tecnologie sanitarie, i cui test di conformità prevedono una valutazione degli effetti del materiale su campioni prelevati dai tessuti. Le prove preliminari per il lavoro esposto nell’articolo consistono nell’aggiunta al silicone di vari livelli di cariche, iniziatori e altri additivi: in particolare vengono mostrati i grafici di Minusil 5U (carica di quarzo) e DCLBP [di(2,4-diclorobenzoil)perossido], tipico per silicone estruso, relativi a durezza, carico e allungamento a rottura. I risultati ottenuti stabiliscono che i livelli di carica da usare per le mescole in esame sono quelli che conferiscono la durezza di 50 ShA. Vengono preparati nove campioni, alcuni con utilizzo del perossido DBPH [2,5-dimetil-2,5di(t-butilperossi) esano], di cui uno di riferimento, sulla base di una formulazione di controllo. Illustrate proprietà fisiche di base, considerazioni di processo, proprietà per l’ambiente applicativo (compression set e invecchiamento termico), meccanismi
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RUBBER CLUB
alternativi di vulcanizzazione e controllo della struttura di reticolo con gomme funzionali, l’articolo esprime la conclusione sul controllo delle proprietà meccaniche: comprendere l’ampia gamma di proprietà, accessibili con varie modifiche a basi per uso generale, consente costi più bassi, catene di fornitura più stabili e il doppio approvvigionamento che protegge i clienti da tutti i problemi connessi con un’unica fonte. Il lavoro esposto nell’articolo permette la rimozione delle basi speciali e la loro sostituzione con formulazioni più flessibili: tanto per fare un esempio, alcune applicazioni, che richiedono elevati carico di rottura e resistenza a lacerazione, possono essere soddisfatte con l’aggiunta di gomma alto vinile ad una base per uso generale, piuttosto che ricorrere ad una base speciale. Un caso pratico conclude l’interessante lavoro. MACCHINARI E ATTREZZATURE MOTORI AD ALTA DENSITÀ DI POTENZA CREANO NUOVE POSSIBILITÀ PER I PRODUTTORI DI GOMMA F. Belotti, ABB Motion, Milano (Italia), RUBBERWORLD, luglio 2023, pag. 30-31 n qualunque tipo di macchinari per la lavorazione della gomma si utilizzano motori elettrici, la cui ultima generazione ad elevata densità di potenza, grazie ai progressi tecnologici degli ultimi anni, supera i limiti dei modelli più vecchi, con vantaggi soprattutto di dimensione e precisione, che influiscono positivamente sulla produttività. Tradizionalmente i motori dei macchinari per la gomma funzionano a corrente continua, sono ingombranti, non molto efficienti a livello energetico e di difficile manutenzione, con l’aggravante che le loro spazzole di carbone sono soggette ad usura, il che ne accorcia la durata. Al contrario i moderni macchinari utilizzano motori a corrente alternata, che offrono molti vantaggi ma con lo svantaggio che la loro elevata inerzia del rotore ne rende difficile un preciso controllo: questo rappresenta un problema soprattutto in estrusione, dove un controllo preciso è es-
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senziale per ottenere un manufatto uniforme. Una soluzione in merito è offerta da speciali motori a corrente alternata (chiamati anche motori a induzione a telaio quadrato, a bassa inerzia o vettoriali), tra cui i motori HDP (High Dynamic Performance) di ABB, che offrono una più grande densità di potenza rispetto a quelli a corrente alternata convenzionali. L’articolo è breve e descrive l’argomento trattato in termini semplici, risultando alla fine senz’altro interessante per rendersi conto di come anche un semplice motore può fare la differenza fra macchinari identici, ma con qualità dei prodotti decisamente migliore. MACCHINARI E ATTREZZATURE RACCOLTA DELLA POLVERE DI CARBON BLACK: PROGETTAZIONE DEL SISTEMA, SELEZIONE DEL FILTRO E SICUREZZA DEL RACCOGLITORE PER LA POLVERE J. Kregting, RoboVent, Sterling Heights, Michigan (USA) - RUBBERWORLD, luglio 2023, pag. 32-35 ggigiorno la sicurezza sul lavoro rappresenta un obbligo da rispettare pienamente in qualsiasi ambiente e industria, sia soprattutto per la salute dei lavoratori ma anche per i rischi di incendio ed esplosione relativi ai prodotti utilizzati nelle specifiche lavorazioni attuate. Parlando di gomma, e quindi delle materie prime più utilizzate, è il carbon black che costituisce l’argomento di questo articolo, o meglio la sua polvere. Capire le proprietà della polvere di carbon black e le specifiche sfide che tali proprietà creano per il controllo della polvere è essenziale per progettarne un efficace sistema di raccolta, che assicuri la conformità ai regolamenti OSHA (Occupational Safety and Health Administration) e alle norme NFPA (National Fire Protection Association) per la sicurezza della polvere di carbon black. Tutti sanno che il carbon black è una polvere fine, composta soprattutto da carbone elementare e diverso dalla comune fuliggine o carbone ne-
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ro, sia dal punto di vista chimico che fisico, con più del 95-97% di carbone elementare contro il 60% della fuliggine. L’articolo illustra quindi le caratteristiche del carbon black in merito a combustibilità, dimensione delle particelle, area superficiale, morfologia, conduttività elettrica, idrofobicità e porosità. Successivamente si parla dei rischi per la salute e dei limiti accettabili di esposizione alla polvere di carbon black, per quanto riguarda respirazione, irritazione di occhi e pelle e potenziale cancerogenicità. Particolarmente interessante è il paragrafo dedicato ai rischi di combustione del carbon black, situazione ignorata dai più, forse anche da chi lo lavora, visto che la mescolazione della gomma con carbon black viene effettuata in mescolatori chiusi. Un paragrafo ancora più ampio parla dei sistemi di raccolta della polvere di carbon black, illustrandone le caratteristiche richieste dagli enti preposti e affrontando anche i problemi di protezione dall’esplosione e di controllo delle possibili fonti di accensione. La conclusione dell’articolo ribadisce i pericoli per la salute dei lavoratori e il rischio di esplosione della struttura in cui si lavora il carbon black, nel caso che la sua polvere non venga correttamente controllata. Viene in particolare evidenziato il fatto che un raccoglitore di polvere a cartuccia è la soluzione per il controllo della polvere di carbon black più facile e più efficiente per costo ed energia usata. È però essenziale scegliere la giusta dimensione e la corretta strategia di filtrazione, nonché assicurare adeguati flussi d’aria, velocità di cattura e rapporto aria/tessuto per il sistema, effettuando anche controlli di processo per ridurre al minimo la formazione di nuvole di polvere volatili. LAVORAZIONI E METODI SBAVATURA CRIOGENICA PER PARTI DI GOMMA STAMPATE M. Taylor, S. Melito, Cryogenic Institute of New England, Worcester, Massachusets (USA) - RUBBERWORLD, luglio 2023, pag. 36-37
ABBIAMO LETTO PER VOI
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n uno stampo la bava è la gomma in eccesso, che finisce sulla superficie dello stampo dopo il riempimento delle impronte. Difetto comune nei processi di stampaggio a iniezione, transfer e compressione, le cause della formazione di bava sono molte, dallo stampo logorato allo sfiato inadatto, dalla bassa pressione di chiusura alla bassa viscosità o al flusso incostante. Persino una piccola quantità di bava riduce la qualità del manufatto e una formazione eccessiva di bava può interferire con la sua prestazione o con il suo assemblaggio. Gli stampatori possono scegliere fra diversi metodi di sbavatura, ma il criogeno è quello che offre vantaggi di costo e di migliore qualità e consistenza per elastomeri e applicazioni. Utile a chi non ha mai avuto esperienza di sbavatura, il primo paragrafo dell’articolo illustra come funziona la sbavatura criogenica. In pratica i pezzi stampati vengono raffreddati al di sotto della temperatura di transizione vetrosa (Tg), così che la bava diventa dura, fragile e facile da rimuovere. In un tamburo perforato e in presenza di azoto i pezzi sono soggetti all’impatto con perline, o cilindretti o altro di policarbonato, atossiche e prive di polvere, le cui dimensioni possono essere anche talmente piccole da essere in grado di pulire la bava di buchi e altri parti difficili da raggiungere. Il processo di sbavatura criogenica non compromette tolleranze critiche del pezzo e non cambia le proprietà fisiche o meccaniche dell’elastomero, ma agisce solo sulle bave. Dopo una sbavatura criogenica e solo nel caso in cui le perline di policarbonato rischino di restare intrappolate in particolari di complessa geometria o in cui le parti debbano essere tanto piccole e precise da soddisfare requisiti di elevata pulizia, si può ricorrere alla sabbiatura con ghiaccio secco (dry ice blasting), chiamata anche pulizia con ghiaccio secco (dry ice cleaning). Questo processo può essere usato da solo per parti troppo grandi per essere inserite in una macchina per sbavatura criogenica. Attualmente la sbavatura criogenica è utilizzata con manufatti stampati in vari elastomeri: un’ interessante tabella fornisce una panoramica delle gomme stampate e successivamente sottoposte al trattamento, mentre il testo illustra l’applicazione del trattamento ad alcuni elastomeri, tra cui silicone liquido (LSR), EPDM, gomma nitrilica e gomma butile. La conclusione dell’articolo evidenzia i vantaggi di più alte velocità, accuratezza e uniformità rispetto alla sbavatura manuale e alla vibro-burattatura, che inoltre produce polvere per l’uso di abrasivi e richiede spesso acqua e detergenti chimici per la pulizia dei pezzi.
MONDOGOMMA
Italia seconda in Europa nei settori gomma e plastica, trainata dalla Lombardia È stata presentata a Milano, lo scorso 20 settembre, una ricerca di Assolombarda e Federazione Gomma Plastica che ha messo in luce il valore della gomma e della plastica, e delle rispettive filiere, in Lombardia e negli scenari di crescita italiana ed europea.
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a gomma e la plastica svolgono un ruolo di grande importanza all’interno dei processi di produzione e, infatti, è possibile trovarle come materie prime e semilavorati in molti ambiti, dall’edilizia all’automotive e agli imballaggi. È dunque indubbio che la produzione di questi materiali rappresenti uno dei tasselli più importanti della manifattura, data la sua influenza nella catena del valore in quasi tutti i settori produttivi.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
Assolombarda e Federazione Gomma Plastica hanno approfondito la questione attraverso la ricerca “Le industrie della gomma plastica in Lombardia, nel contesto europeo ed italiano”, che è stata presentata lo scorso 20 settembre. L’industria della gomma plastica europea, con oltre 1,6 milioni di addetti, rappresenta una fetta importante del settore a livello globale. Al suo interno, l’Italia è il secondo paese europeo più rilevante, dopo la Ger-
mania, per numero di unità locali e valori di fatturato e valore aggiunto, e il quarto paese per numero di addetti. “I dati elaborati dal Centro Studi Assolombarda sono la conferma del peso delle nostre due industrie nell’economia europea e nazionale e della loro presenza qualificata e capillare sul territorio italiano”, ha commentato Marco Do, Presidente di Federazione Gomma Plastica, “oltre che del valore che portano alle altre industrie manifatturiere del Paese”.
FILIERA GOMMA-PLASTICA
La gomma plastica in Europa ~ 1,6 milioni addetti
L’industria
della
della
plastica
gomma
1,3 milioni
316 mila
230 mld €
63 mld €
15%
5 società
addetti
~ 290 miliardi € fatturato
L’industria
fatturato
della produzione mondiale di plastica
addetti
fatturato
europee tra le prime 10 globali
(prodotti tecnici in gomma)
2 Fonte: Centro studi Assolombarda su dati Eurostat, European Tyre and Rubber Manufacturers’ Association
IL COMPARTO DELLA GOMMA IN EUROPA... Per quanto riguarda il comparto della gomma, questo impiega 316.000 addetti in quasi 8.000 imprese che generano un fatturato pari a 63 miliardi di euro. L’industria europea della gomma è una delle più avanzate in tema di sostenibilità. In particolar modo, il settore degli pneumatici ha sviluppato una spiccata attenzione al tema della circolarità: secondo le stime dell’European Tyre and Rubber Manufacturers’ Association (Etrma), nel 2019 circa il 95% degli pneumatici giunti a fine vita è stato recuperato e trattato. In particolare, questi rifiuti sono utilizzati per produrre energia tramite i termovalorizzatori, oppure avviati al riciclo, grazie a cui possono essere riutilizzati in altri settori industriali (ad esempio nella produzione di piste di atletica), oppure essere scomposti in materia prima, o ancora, essere rigenerati e diventare nuovi pneumatici, tutti ambiti in cui l’Europa ha investito molto in termini di innovazione e tecnologia. L’industria della gomma europea risulta influente anche nello scenario internazionale: le prime 3 società a livello globale nel settore dei prodotti tecni-
ci in gomma (escluso gli pneumatici) sono europee e nelle prime 10 aziende nel mondo ben 5 hanno la sede in Europa. ...E IN ITALIA L’industria italiana della produzione di gomma genera il 17,7% del fatturato europeo del settore (seconda in Europa) e il 16,1% del valore aggiunto (dato Eurostat). Anche per quanto riguarda il numero di addetti il settore della gomma in Italia si trova al secondo posto, occupando il 14,0% di tutti gli addetti impiegati nel settore a livello europeo. Le esportazioni di gomma nel 2022 ammontavano a 4,8 miliardi di euro (dato Istat). IL PESO DELLA GOMMA PLASTICA LOMBARDA In Italia il settore è rappresentato principalmente da quattro regioni: Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna. In particolare, la Lombardia è il territorio più importante, incidendo per circa un terzo delle unità locali (3,7 mila nel 2020) e degli addetti (60,7 mila nel 2020) sul totale italiano. Il peso della regione sale ulteriormente se si consi-
dera il valore economico generato, in quanto il settore lombardo nel 2021 ha generato 22,3 miliardi di fatturato (il 40% del dato nazionale) e 5,5 miliardi di valore aggiunto (il 39%). Il peso della gomma plastica lombarda non emerge soltanto a livello nazionale, ma anche a livello europeo. Infatti, la Lombardia è la prima regione europea per numero di unità locali e quarta (dopo Renania-Westfalia, Bayern e BadenWürttemberg) per numero di addetti. Inoltre, la Lombardia è l’unica regione, insieme alla Renania, ad aver registrato un aumento di addetti tra il 2012 e il 2020, sintomo di un settore tuttora in espansione. Il settore della plastica in Lombardia detiene il peso maggiore all’interno dell’industria della gomma plastica, comprendendo il 74,1% delle unità locali del settore e il 73,1% degli addetti, mentre i restanti 25,9% e 26,9% fanno parte del settore della gomma. Osservando gli indici di specializzazione, emerge che la Lombardia è la più specializzata (tra le regioni prese in considerazione) nella plastica, dove presenta il più elevato indice sia per le unità locali (150,6) sia per gli addetti (132,3). Nella gomma, invece, è il PieL’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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MONDOGOMMA
Addetti per regione 12,7%
23,2 mila in Piemonte
33,1%
60,7 mila in Lombardia
183.456 addetti
4
14,6%
26,8 mila in Veneto
regioni
che rappresentano il
70%
degli addetti
10,1%
18,5 mila in Emilia-Romagna
5
Fonte: Centro studi Assolombarda su dati Istat
monte a presentare il più alto livello di specializzazione in termini di addetti (234,3), seguito dalla Lombardia con 155,5. L’importanza della Lombardia nella gomma plastica è confermata anche dalle vendite all’estero: nel 2022 il 37% delle esportazioni italiane del settore sono state lombarde, pari a 7,6 miliardi di euro, rappresentando non solo la principale regione esportatrice italiana, ma anche la seconda a livello europeo, dietro soltanto alla Renania-Vestfalia (9,5 miliardi). Nell’ultimo decennio, inoltre, emerge un trend di forte crescita, pari al +61% (2022 vs 2012), delle esportazioni lombarde di gomma plastica. All’interno del territorio di Assolombarda, sono due le province che si distinguono per la loro specializzazione nella gomma plastica: la provincia di Pavia e quella di Monza e Brianza. Il territorio pavese conta 139 unità locali che impiegano 2,2 mila addetti e hanno prodotto nel 2022 211,3 milioni di euro di esportazioni. Nella provincia di Monza e Brianza sono presenti, invece, 390 unità locali e 5,4 mila addetti, che hanno generato 716 milioni di vendite all’estero. 18
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
LA FILIERA DELLA GOMMA PLASTICA Per comprendere appieno la rilevanza dell’industria della gomma plastica è necessario allargare l’analisi includendo gli altri settori che compongono la filiera, ovvero le industrie che fanno parte dell’intero processo produttivo: dalla creazione delle miscele a partire dai polimeri, alla loro trasformazione nel prodotto finito, fino al riciclo del prodotto giunto a fine vita. La filiera è composta per oltre il 70% del fatturato e del valore aggiunto dalla fabbricazione di prodotti in plastica, seguita dalla produzione di prodotti in gomma, che pesa per il 20% del fatturato e del valore aggiunto della filiera. La parte restante corrisponde alla produzione dei materiali in forma primaria (appartenente al settore chimico), alla fabbricazione di macchinari per la produzione di gomma e plastica (settore meccanico) e dal recupero e riciclo. Si tratta di una filiera che in Lombardia occupa 74.000 addetti in 4.400 unità locali (33-34% del totale italiano), generando 30,8 miliardi di euro di fatturato e 7,4 miliardi di euro di valore aggiunto (43-44% del totale italiano).
I DATI REGIONALI In tutte le regioni, e anche a livello nazionale, la parte più rilevante della filiera è rappresentata dalla produzione di articoli in plastica e gomma (Figura 6). In Lombardia questa parte occupa complessivamente l’82,1% degli addetti e l’85,3% delle unità locali della filiera, un dato in linea con quello nazionale (85,0% e 87,6%). Le altre regioni evidenziano, invece, qualche differenza: in Emilia-Romagna la rilevanza della chimica è maggiore rispetto al dato nazionale (14,5% vs 7,8% degli addetti della filiera regionale) e in Piemonte il numero di addetti nella produzione di gomma è pari al 37,0% della filiera (20,3% in Italia). Anche in termini di performance economiche (fatturato e valore aggiunto), la produzione di articoli in gomma e plastica si conferma il settore più rilevante della filiera in Lombardia. Tuttavia, le quote sono inferiori rispetto a quelle di unità locali e addetti: plastica e gomma producono insieme circa il 72,1% del fatturato e il 73,6% del valore aggiunto della filiera. Invece, il settore della chimica assume una rilevanza maggiore all’interno della filiera lombarda, con il 20,9% del fatturato e il
FILIERA GOMMA-PLASTICA
19,0% del valore aggiunto (vs 4% e 9% se si guarda alle unità locali e agli addetti). Una minore importanza è ricoperta dal settore dei macchinari (4,3% del fatturato e 5,0% del valore aggiunto) e dal riciclo (2,6% del fatturato e 2,5% del valore aggiunto). Anche in Emilia-Romagna il settore chimico assume una rilevanza maggiore, con il 16,3% del fatturato e il 9,1% del valore aggiunto. Infine, il Piemonte conferma la sua specializzazione nella produzione di articoli in gomma, con il fatturato del settore che produce il 37,1% del totale filiera e il valore aggiunto il 40,4%. Osservando l’evoluzione dei settori della filiera tra il 2012 e il 2020, emerge come dal punto di vista delle unità locali ci sia stata una forte crescita quasi esclusivamente nel settore della gomma, che ha segnato incrementi del +50% in media. Tutti gli altri settori invece hanno visto le unità locali ridursi
nel tempo, con l’eccezione della chimica in Veneto (+23,8%) e in Lombardia (+1,2%) e del riciclo in Emilia-Romagna (+24,2%). Per quanto riguarda il numero di addetti, si conferma la crescita del settore della gomma (in controtendenza il Piemonte, dove il numero di addetti nel settore della gomma è invece calato del -7,1%), ma soprattutto il forte incremento nel settore della chimica in tutte le regioni (+31,3% in Lombardia). Da sottolineare, inoltre, il calo generalizzato degli addetti della meccanica (-8,7% in Lombardia), soprattutto in Piemonte (-54,7%), e l’aumento nel settore del riciclo in Lombardia (+30,2%) e in Emilia-Romagna (+41,4%). I SETTORI DI DESTINAZIONE E L’INDOTTO DEL SETTORE Uno degli aspetti principali del settore della gomma plastica è quello di far parte di numerose filiere, spesso oc-
cupando una posizione a monte della catena del valore. Questo significa che, per misurare l’effettiva importanza di tale industria, è necessario andare oltre anche la sua filiera e analizzare il suo impatto su tutti gli altri settori dell’economia. Un primo aspetto è l’identificazione dei suoi settori di destinazione: quasi la metà dei prodotti in plastica è destinata al settore del packaging (49%), seguito da edilizia (12%), arredamento (3%), agricoltura (3%), trasporti (3%) ed elettrodomestici (2%), mentre il restante 28% trova applicazione negli altri settori dell’economia. L’industria della gomma è invece strettamente legata a quella dell’automotive e dei trasporti in generale, dal momento che una grossa fetta dell’industria consiste nella produzione di pneumatici. Tuttavia, come la plastica, anche la gomma trova applicazioni in molteplici settori produttivi, tra i quali l’edi-
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Fatturato per regione 11,7%
6,6 mld in Piemonte
39,7%
22,3 mld in Lombardia
4
56 miliardi € fatturato
13,9%
7,8 mld in Veneto
regioni
che rappresentano il
74%
8,3%
4,7 mld in Emilia-Romagna
del fatturato
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Fonte: Centro studi Assolombarda su dati AIDA Bureau van Dijk
lizia e la meccanica, grazie alla fabbricazione di prodotti come nastri trasportatori e cinghie di distribuzione, ma anche nel settore calzaturiero, con la produzione di suole. Oltre ai settori di destinazione, è possibile anche quantificare qual è l’impatto della produzione di gomma e plastica sul resto dell’economia, ovvero il suo indotto.
Nel caso della Lombardia, il valore aggiunto prodotto negli altri comparti dell’economia dall’industria della gomma plastica ammonta a circa 12,6 miliardi di euro, che sommati ai 7,4 miliardi di valore aggiunto propri della filiera, portano il valore complessivo della gomma plastica a 20 miliardi di euro. Di questi, 5,2 miliardi vengono generati dalla mani-
fattura, mentre i restanti 7,4 miliardi sono prodotti dagli altri settori produttivi. L’ANDAMENTO RECENTE DEL SETTORE GOMMA PLASTICA IN LOMBARDIA Il dato complessivo del 2022 mostra per la Lombardia un andamento positivo: la produzione di gomma plastica
La filiera completa La composizione della filiera della gomma plastica Fabbricazione di materie plastiche in forme primarie
Fabbricazione di macchinari per la produzione di gomma e plastica
Produzione di articoli in plastica e gomma
Recupero e riciclo
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
MONDOGOMMA
La rappresentanza dell’industria della gomma nel sistema di Confindustria (a cura di Assogomma) I dati dell’anno 2022 rilevati dall’ufficio studi di Assogomma riguardanti il settore italiano della sola trasformazione di articoli in gomma possono essere riassunti come segue: Produzione totale (pneumatici e articoli tecnici): 502.618 tonnellate con un calo del 4,7% rispetto al 2021 Fatturato: 5 miliardi di euro con un incremento del 10% rispetto al 2021 Addetti: 25.000 su 30.000 (pari all’80% del totale) Ragioni sociali rappresentate: 200 su 400/500 (dal 50% al 40% del totale) Importazioni totali (pneumatici e articoli tecnici): 1.076.455 tonnellate, con un incremento del +15% rispetto al 2021 Esportazioni totali (pneumatici e articoli tecnici): 759.117 tonnellate, con un calo del -12% rispetto al 2021 La produzione dell’industria italiana della gomma si colloca quantitativamente al 4° posto dopo Germania, Francia e Spagna. Le aziende associate ad Assogomma, ubicate nelle quattro regioni Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte, rappresentano in termini di addetti il 78% del totale e l’82% delle ragioni sociali. La Lombardia rappresenta il 45% del totale degli addetti e il 54% delle ragioni sociali. Le province di Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia rappresentano il 58% degli addetti impiegati nella regione Lombardia e il 55% delle ragioni sociali.
La filiera completa in Lombardia 4,4 mila unità locali
4,0%
74 mila addetti
9,0%
22,1%
31 miliardi fatturato
20,9%
7,4 miliardi valore aggiunto
19,0%
7,7% 3,1%
63,2%
22,1%
7,3%1,6%
60,0%
24,7%
22,3%
47,4%
51,3%
4,3% 2,6%
5,0% 2,5% 11
Fonte: Centro studi Assolombarda su dati Istat
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
FILIERA GOMMA-PLASTICA
Figura 6 – Composizione del settore gomma-plastica in Lombardia (% sul totale del settore).
è cresciuta del +2,6% rispetto al 2021, a fronte di un calo del -6,1% a livello italiano. Tuttavia, sul finire del 2022 la tendenza si è invertita, registrando un calo del -2,3% nel quarto trimestre (rispetto allo stesso trimestre del 2021) e nel primo trimestre 2023 una sostanziale stabilità, con una variazione pari al -0,1% rispetto allo stesso periodo del 2022. Analizzando i comparti che compongono l’industria della gomma plastica in Lombardia (Figura 7), emerge che la plastica esporta il 75,1% del totale, mentre il restante 24,9% è costituito dalla gomma (in linea con la composizione del settore per quanto riguarda addetti e unità locali). Si tratta di una proporzione simile alla media italiana,
mentre le altre regioni presentano situazioni differenti: se il Piemonte è più specializzato nell’export di gomma (con il 36,3% dell’export regionale del settore), il Veneto e l’Emilia-Romagna sono quasi completamente orientate sulla plastica (che rappresenta rispettivamente il 90,0% e l’85,5% dell’export del settore). Si tratta di proporzioni sostanzialmente stabili nel tempo, a eccezione di quelle del Piemonte, che ha visto la quota di esportazioni di prodotti in gomma ridursi sensibilmente (nel 2012 rappresentava circa la metà delle esportazioni piemontesi del settore). Per quanto riguarda l’export, nel 2022 la gomma plastica lombarda ha registrato un aumento del +15,4% rispetto al 2021, una
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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FILIERA GOMMA-PLASTICA
MONDOGOMMA
Figura 7 – Quota di esportazioni in gomma e plastica nel 2022, per regione (%).
crescita maggiore della media nazionale (+11,3%) e delle altre regioni italiane analizzate. All’interno del territorio lombardo, le province di Pavia e di Monza e Brianza hanno registrato performance ancora migliori, con incrementi dell’export del +19,6% e del +16,6% rispettiva-
mente. Nel primo trimestre del 2023 le esportazioni lombarde mostrano, tuttavia, un rallentamento (+3,8% rispetto allo stesso periodo del 2022), mentre la provincia di Pavia ha segnato un aumento del +7,0% e quella di Monza e Brianza del +2,8%. Nel confronto europeo, infine, la
Lombardia è al secondo posto per valore dell’export (Figura 8), al pari del BadenWürttemberg (entrambe le regioni con un export di 7,6 miliardi di euro), dopo la Renania-Vestfalia (che ha esportato 9,5 miliardi di euro) e prima del Bayern (il cui export ammonta a 6,9 miliardi di euro).u
Figura 8 – Valore dell’export di gomma-plastica nelle maggiori regioni produttrici europee.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
MONDOGOMMA
di A.L. Spelta
Panoramica trimestrale dei prezzi Se durante l’estate i prezzi di molte materie prime hanno registrato un calo, insieme al calo dei prezzi del petrolio e al rallentamento della domanda, nel quarto trimestre di quest’anno c’è un cambiamento nell’aria. Secondo molti osservatori i prezzi sono destinati ad aumentare ulteriormente nei prossimi mesi.
Q
uando Paul Hallas, CEO di SPC una delle più importanti aziende inglesi di compounding (www.spc-group.com), ha intitolato il suo articolo trimestrale di luglio “la quiete prima della tempesta?”, ho pensato che stesse sbagliando. In realtà gli incrementi di prezzo di settembre mi hanno fatto ritenere che potesse aver visto cose che non tutti erano in grado di vedere. Ho pensato quindi che potesse valer la pena condividere sull’Industria della Gomma quanto da lui trimestralmente pubblicato su Linkedin. Ogni trimestre, infatti, Paul
analizza i prezzi delle principali materie prime per il mercato della gomma, identificando le tendenze e i modelli che indicano come i prezzi potrebbero evolvere. Dopo un’estate abbastanza stabile per la maggior parte dei mercati, questo trimestre segnala un aumento dei prezzi per una vasta gamma di prodotti. I PREZZI DELLE MATERIE PRIME INIZIANO A SALIRE Durante l’estate i prezzi di molte materie prime hanno registrato un calo, insieme al calo dei prezzi del petrolio e
al rallentamento della domanda. Mentre entriamo nel quarto trimestre di quest’anno, i prezzi del petrolio stanno nuovamente aumentando, l’economia cinese è in ripresa e c’è un cambiamento nell’aria. Molti osservatori affermano che i prezzi sono destinati ad aumentare ulteriormente nei prossimi mesi. L’entità dell’aumento dipenderà da quanto saliranno i prezzi del petrolio durante l’inverno nell’emisfero settentrionale e dalla forza della ripresa in Cina. Un inverno freddo nell’emisfero settentrionale e una forte ripresa
Foto di ElasticComputeFarm da Pixabay.
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
MATERIE PRIME
in Cina vedranno aumenti significativi dei prezzi di molti materiali verso la fine dell’anno. Al momento non ci sono segnali di carenza, tranne che per alcuni elastomeri specialistici, che invece potrebbe avvenire se si verificasse lo scenario peggiore. LA GEOPOLITICA STA GIOCANDO UN RUOLO IMPORTANTE Dalla metà del 2024 entrerà in vigore il divieto dell’UE sulle importazioni di gomma e nerofumo dalla Russia e dalla Bielorussia. Ciò al momento ha un impatto limitato sui mercati, ma se la domanda inizierà ad aumentare drasticamente – soprattutto in Cina – allora si potrebbero verificare carenze nella area europea, e forse anche nelle Americhe. Variazioni del prezzo del butadiene Una delle materie prime chiave del nostro settore è il butadiene monomero.
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All’inizio di settembre i mercati asiatici si sono scatenati e il prezzo del butadiene sulla borsa dei futures di Shanghai è aumentato rapidamente da circa 11.500 CNY/t il 25 agosto a 13.600 CNY/t il 4 settembre. (+18% ca.). Da allora, i prezzi si sono stabilizzati e sono leggermente diminuiti, ma rimangono al di sopra dei 13.000 CNY. Il forte aumento ha avuto due effetti immediati. Il primo è che i traders si sono indirizzati verso la gomma naturale e di conseguenza i prezzi hanno subito iniziato a salire, seguendo la tendenza del butadiene. Il secondo è che anche i prezzi di molti materiali a base butadienica, tra cui il polibutadiene, SBR, gomma nitrilica e altri materiali, hanno registrato aumenti, interrompendo il sentiment di continuo calo dei prezzi. Per quanto riguarda la causa dell’aumento, rimane un po’ un mistero e potrebbe essere legato al mercato cinese degli pneumatici.
Un certo numero di analisti in Cina hanno colto commenti secondo cui gli pneumatici starebbero diminuendo nel mercato interno, poiché i produttori avrebbero spostato la disponibilità verso il mercato di esportazione. Ciò sembra aver spinto gli speculatori a puntare sui nuovi contratti futures del butadiene alla borsa di Shanghai (lanciati di recente quest’estate). È possibile che non appena il prezzo del butadiene ha iniziato a muoversi, gli speculatori siano intervenuti sul prezzo della gomma naturale facendo lievitare anche quello. Gomma naturale Dopo un periodo di prezzi in lento calo, la speculazione di inizio settembre ha cancellato tutte le perdite registrate durante l’estate e ha portato il prezzo della NR a circa 1,44 dollari/kg. Anche se questo rialzo dei prezzi non è stato duraturo, molti commentatori ritengono che in futuro ci saranno
MONDOGOMMA
Foto di Tina Kersting da Pixabay.
ulteriori aumenti dei prezzi, in parte perché i materiali sintetici registreranno aumenti a causa dell’aumento dei prezzi del petrolio e in parte perché la domanda di prodotti quali gli pneumatici aumenterà in Cina. LA STAGIONE INVERNALE Nei prossimi mesi inizierà la stagione invernale e i raccolti degli alberi della gomma in tutto il sud-est asiatico diminuiranno. Nell’ultima stagione invernale 2022/23, questa restrizione dell’offerta ha avuto scarsi effetti sui prezzi perché la domanda era ancora debole. Tuttavia, l’effetto nella stagione 2023/24 sarà probabilmente più pronunciato. Infatti, se i prezzi della gomma naturale sono destinati ad aumentare, ciò accade quasi sempre durante la stagione invernale. BR E SBR Il polibutadiene (BR) e la gomma stirene butadiene (SBR) hanno seguito i prezzi 28
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
del petrolio e hanno recuperato in una qualche misura dopo la lenta deriva al ribasso durante l’estate. Attualmente non si avverte una carenza di questi materiali e il mercato è in attesa di vedere cosa accadrà ai prezzi dell’energia durante l’inverno. Tuttavia, la geopolitica ha un impatto sul commercio globale di questi materiali. Storicamente, l’Europa importava circa 100kt di BR dalla Russia ogni anno. Questo dato è in costante calo. Nel mese di giugno (l’ultimo mese per il quale sono disponibili dati), le importazioni europee di BR dalla Russia erano poco più di 1 kt, rispetto a una media mensile di circa 10 kt prima della guerra in Ucraina. Riteniamo che la maggior parte di questa diminuzione nell’uso di materiali russi sia volontaria. I produttori europei sono riluttanti a utilizzare materiali provenienti dalla Russia e cercano altre fonti di materiale, ove possibile.
Carbon Black Il prezzo del carbon black è direttamente influenzato dal prezzo dell’energia. Infatti i prezzi stanno già aumentando, anche se in questa fase non se ne avverte una carenza. Secondo quanto riferito, uno dei principali fornitori europei funziona all’85% della capacità, indicando una certa capacità inutilizzata nel mercato. Tuttavia, ci sono i primi segnali di alcuni significativi aumenti di prezzo previsti per gli ultimi mesi del 2023 e per l’inizio del 2024. Prima dell’invasione russa dell’Ucraina, circa un terzo della domanda annuale europea di 1.600 kt veniva soddisfatta dalla Russia - circa 550 kt all’anno, e altre 60 kt provenivano dall’Ucraina. A giugno, la Russia ha spedito in Europa solo 22 kt di nerofumo, un tasso annualizzato pari a circa la metà del volume registrato nel 2021. Allora, dov’è finito il resto del materiale russo? Una
MATERIE PRIME
parte è andata in Cina. Le importazioni cinesi di nerofumo russo sono sì aumentate, ma non abbastanza da spiegare il volume mancante. Abbiamo ricevuto segnalazioni secondo cui un certo numero di compoundatori e utilizzatori di Carbon Black hanno ricevuto chiamate inattese da nuove società nel business che hanno proposto la vendita di Carbon Black proveniente da svariate fonti. Anche se possiamo ipotizzare che non sia mai stato specificato che provenissero dalla Russia. Sfortunatamente l’Ucraina ha spedito solo 1 kt, circa un quinto dei volumi che fluivano prima dell’invasione. Nonostante ciò, e a condizione che non vi sia un aumento della domanda da parte del mercato europeo, sembra che ci dovrebbe essere abbastanza carbon black disponibile a livello globale, anche se i dati ufficiali mostrano che i volumi dalla Russia si ridurranno a zero in poco meno di un anno. Può
darsi che parte del materiale proveniente dalla Russia continui ad arrivare in Europa, o che il carbon black russo venga utilizzato in altri paesi, come Cina, India o Egitto, liberando disponibilità da altre fonti di carbon black non russo sui mercati globali. Entro il 2025-26, vedremo probabilmente una maggiore capacità di carbon black di recupero (rCB) in Europa, e ciò colmerà una buona gran parte del divario generato dal divieto sui materiali russi.
rimane buona con il materiale disponibile nei magazzini regionali e dei siti produttivi. Nel recente passato, i prodotti fabbricati in Arabia Saudita erano facilmente disponibili e avevano prezzi competitivi. I prezzi ora sembrano aumentare e la disponibilità non può essere data per scontata. Il mercato preferito per l’EPDM prodotto in Arabia Saudita è l’Asia, si ritiene che la ragione sia l’aumento della domanda da questa regione.
EPDM L’EPDM ha visto un leggero allentamento dei prezzi durante i mesi estivi. Tuttavia, più recentemente due importanti fornitori hanno annunciato un aumento dei prezzi di vendita. È alquanto probabile che i prezzi abbiano toccato il fondo e ora stiano risalendo. In generale, la disponibilità di EPDM presso una vasta gamma di produttori
Nitrile Anche per la gomma nitrilica la storia è simile. È probabile che i prezzi abbiano toccato il fondo e ora stiano risalendo. Ciò è in parte legato all’andamento del butadiene. I prezzi più alti del butadiene tendono a far salire i prezzi, piuttosto che a farli scendere. Allo stesso tempo, la domanda nel settore automobilistico cinese è in ripresa e gli incentivi gover-
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MATERIE PRIME
Foto di ArturNyk da iStock.
nativi al settore edile stanno spingendo la domanda di tubi idraulici, tutti fattori che spingono la domanda verso l’alto limitando in tal modo la possibilità di una riduzione dei prezzi. Storicamente, i prezzi più bassi per il nitrile provenivano da fornitori asiatici, ma con la ripresa dell’economia asiatica, quella fonte di materiale a basso costo si sta rapidamente esaurendo, lasciando sul mercato solo i fornitori più costosi. In termini di HNBR, potrebbe esserci un piccolo spiraglio di luce alla fine del tunnel. Negli ultimi due anni la disponibilità di gradi HNBR è stata minima ad eccezione di quelli destinati all’applicazione cinghie di distribuzione, ma uno o due fornitori ora affermano che potrebbe esserci una certa disponibilità nel 2024. FKM Il mercato FKM sta ancora analizzando le implicazioni delle normative PFAS. Alcuni gradi di singoli produttori sono stati riprogettati per renderli conformi. Tuttavia, alcune formulazioni dovranno ancora essere ri-omologate o potenzialmente completamente riprogettate. Gli effetti delle normative in divenire potrebbero farsi sentire per molti mesi/anni a venire. u
Foto di pamirc da iStock. 30
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MONDOGOMMA
La posizione di Assogomma sulla proposta di restrizione Torniamo ad occuparci della proposta di restrizioni all’utilizzo delle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) avanzata da 5 Paesi europei (di cui abbiamo già parlato nel numero 710 a pagina 22 e nel numero 711 a pagina 140), pubblicando la posizione ufficiale di Assogomma su questo tema.
A
Foto iStock: Francesco Scatena.
ssogomma ha guidato il tavolo del settore della gomma, con il contributo di Confindustria Bergamo e dell’Associazione delle guarnizioni del Sebino, finalizzato a fornire una risposta unitaria alla consultazione pubblica aperta da ECHA sulla restrizione riguardante le sostanze poli- e per-fluoroalchiliche (PFAS) avanzata lo scorso 13 gennaio dalle autorità di Germania, Norvegia, Svezia e Danimarca e Paesi Bassi. È stata innanzitutto evidenziata una grave criticità nell’approccio, con un netto
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
impatto negativo non solo sul settore della gomma ma su svariati settori a valle: importanti riflessi negativi per la competitività dell’industria italiana ed europea, ma anche per l’intera società. COSA CONTIENE IL PROVVEDIMENTO Definito dalla stessa Agenzia come la più ampia restrizione della storia, il provvedimento intenderebbe porre al bando un numero di sostanze che risulta persino difficile da calcolare, ma che si può stimare in circa 10.000. L’intera chimica
dei composti organici fluorurati cancellata con un colpo di spugna. La restrizione si applica infatti a tutti i PFAS così come definiti dall’OECD in un articolo del 2021: una definizione basata su semplici criteri strutturali (la presenza di un gruppo -CF2- o -CF3), concepita per permettere anche ai non esperti di identificare facilmente un PFAS sulla base della sola struttura molecolare e non per essere usata come criterio di raggruppamento per pianificare misure di intervento, normative o anche solo volontarie, come i suoi autori si preoccupano di sottolineare. Una classe così ampia di composti, accomunati dalla sola presenza di una unità strutturale, non può infatti che contenere sostanze con caratteristiche chimico fisiche e tossicologiche estremamente diverse. Certamente fra queste ci sono alcune sostanze pericolose, che hanno dato luogo in passato ad episodi critici ed in questi casi il principio precauzionale può avere una ragion d’essere. Tuttavia associare la pericolosità di queste sostanze alla semplice presenza di un gruppo -CF2- o -CF3 nella loro struttura molecolare costituisce un approccio a dir poco semplicistico, non scientificamente fondato, che porta a conclusioni drastiche del tutto ingiustificate. Il provvedimento colpirebbe infatti anche i fluoroelastomeri ed in generale tutti i fluoropolimeri. Questi materiali non sono pericolosi, non sono tossici, non sono biodisponibili né bioaccumulabili e sono chimicamente inerti.
PFAS
IL CICLO DI VITA DEGLI PFAS Naturalmente una valutazione corretta deve tenere conto dell’intero ciclo di vita di questi materiali, valutando possibili emissioni di sostanze potenzialmente pericolose in fase di produzione, utilizzo e recupero o smaltimento a fine vita. In fase di utilizzo i fluoropolimeri non evidenziano alcuna criticità: basti ricordare che essi soddisfano i criteri necessari per essere classificati come Polymers of Low Concern. Per quanto riguarda il fine vita, la maggior parte di essi sono destinati ad incenerimento, che diversi studi, anche recenti, dimostrano comportarne la completa decomposizione, senza emissioni di PFAS nell’ambiente. Sono invece le fasi di produzione, come noto, quelle storicamente più critiche, a causa dell’utilizzo di tensioattivi fluorurati come agenti di processo nella polimerizzazione di alcuni tipi di fluoroelastomero (tipicamente quelli reticolati a perossido). A tale proposito i produttori hanno introdotto negli ultimi anni efficaci misure di contenimento delle emissioni (che sono già regolamentate in Italia a livello normativo) ed hanno investito in progetti di ricerca per la completa eliminazione dei tensioattivi fluorurati, con risultati già consolidati. LE PROPRIETÀ CHIMICO FISICHE E I SETTORI D’IMPIEGO Appurato che i fluoroelastomeri non sono pericolosi, va anche sottolineato che essi hanno proprietà chimico fisiche uniche, che li fanno considerare come la scelta migliore in innumerevoli applicazioni tecnologiche. Il loro costo elevato li rende materiali di nicchia, utilizzati solo laddove le condizioni operative particolarmente critiche (temperatura, aggressività chimica, ecc.) sarebbero insostenibili dagli elastomeri o dai polimeri tradizionali. Il ricorso progressivamente crescente a questi materiali è stato conseguenza dello sviluppo tecnologico che le politiche green degli ultimi decenni hanno contribuito a promuovere. Prendendo come esempio il settore automotive, il rispetto di standard di emissione progressivamente più stringenti ha comportato lo sviluppo di motori sempre
più compatti e caratterizzati da condizioni di esercizio sempre più critiche, gestibili solo facendo ricorso ai fluoroelastomeri. Lo sviluppo di motori sempre più affidabili, che richiedono interventi di manutenzione sempre meno frequenti, è d’altra parte stato possibile anche grazie ai fluoroelastomeri, con ulteriori riflessi positivi anche sul piano ambientale. Anche la transizione alla mobilità elettrica, prevista dalla pianificazione economica della UE, necessiterà dei fluoropolimeri, che sono utilizzati in diverse componenti essenziali, ad esempio nelle batterie. L’uso di questi materiali ha inoltre consentito di incrementare gli standard di sicurezza, non solo in ambito automotive, ma anche in settori ancora più critici sotto questo punto di vista, come quello aeronautico, dove i fluoroelastomeri trovano ampio utilizzo, ad esempio nelle coperture dei cavi elettrici, e sono espressamente richiesti da svariate norme tecniche e capitolati. Un altro settore di applicazione è quello dell’energia, dove questi materiali sono impiegati non solo nelle tradizionali applicazioni oil&gas, ma anche in applicazioni connesse alle energie alternative, come ad esempio le celle solari. L’inerzia chimica e la purezza dei fluoroelastomeri, ovvero la capacità di garantire bassissimi livelli di contaminazione, rende questi materiali la scelta ideale anche in determinate applicazioni industriali a contatto con gli alimenti o in settori con standard ancora più stringenti come il medicale ed il farmaceutico. Sono inoltre indispensabili nei processi produttivi dei semiconduttori e nei processi fotolitografici per la realizzazione dei dispositivi elettronici. Queste sono alcune delle applicazioni dei fluoroelastomeri riportate ed argomentate – a titolo indicativo e non esaustivo – nella memoria realizzata dal settore gomma in risposta alla consultazione pubblica di ECHA. LA NECESSITÀ DI ESCLUDERE I FLUOROELASTOMERI DALLA RESTRIZIONE Il divieto prospettato da ECHA priverebbe non solo l’industria della gomma, ma tutta l’industria europea di una serie di
materiali fondamentali in numerose tecnologie, molte delle quali sono indispensabili per raggiungere gli obiettivi di transizione ecologica e digitale imposti dalle politiche UE. La mobilità elettrica non si può realizzare senza fluoroelastomeri! Un arretramento tecnologico dell’Europa, con un ulteriore fattore di svantaggio competitivo delle nostre Imprese rispetto ai Paesi extra UE. Per queste ragioni l’intero settore italiano della gomma sostiene con forza e determinazione la necessità di escludere i fluoroelastomeri – e più in generale i fluoropolimeri – dal campo di applicazione della restrizione, come peraltro è già stato recentemente previsto dall’Health and Safety Executive (HSE), l’equivalente di ECHA nel Regno Unito. I PROSSIMI STEP Assogomma sta seguendo e continuerà a porre una grande attenzione su questo tema che si trova ad uno stadio del tutto embrionale. Infatti si tratta di un documento sottoposto ad inchiesta pubblica che si è chiusa alla fine di settembre 2023 con addirittura più di 5.000 risposte che saranno valutate dai comitati consultivi di ECHA. Successivamente gli stessi dovrebbero produrre una proposta da sottoporre alla Commissione Europea, ma allo stato attuale, non è escluso che questa proposta di restrizione possa essere ridimensionata drasticamente e/o addirittura ritirata. Peraltro, la proposta elaborata dagli Stati Membri sopra citati è già stata messa in discussione dal loro paese capofila, cioè la Germania. Infatti il Governo tedesco ha recentemente comunicato che non supporterà una restrizione così ampia. Tale argomento non va confuso con altre restrizioni in fase di implementazione riguardanti solo alcune specifiche sostanze fluorurate come l’acido undecafluoroesanoico, i suoi sali e le sostanze derivate (PFHxA) che non hanno nulla a che fare con gli attuali fluoroelastomeri e più in generale i fluoropolimeri. In conclusione non esiste, allo stato attuale, alcuna limitazione all’impiego di prodotti a base di fluoroelastomeri e/o fluoropolimeri né sussistono studi che ne affermino la pericolosità. u L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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MONDOGOMMA
di A.L. Spelta
Vietato l’uso di Infill da polverino di gomma e altre microplastiche Il 25 settembre la Commissione Europea ha introdotto il divieto di impiego di Infill a base di polverino di gomma, assieme al divieto di aggiungere intenzionalmente microplastiche a tutta una serie di prodotti. Il provvedimento mira a limitarne l’accumulo negli ecosistemi e nella catena alimentare, compreso il consumo umano.
Foto di Svetlozar Hristov da iStock.
I
l 25 settembre la Commissione Europea ha introdotto il divieto di impiego di Infill a base di polverino di gomma, assieme al divieto di aggiungere intenzionalmente microplastiche. Questa mossa risponde alle preoccupazioni sull’uso del polverino di gomma nei campi sportivi, che inizialmente si concentravano sul contenuto di IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici o PAH in inglese). Studi avevano rivelato livelli elevati di IPA, anche dopo le loro riduzioni nelle materie prime 34
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di partenza, richiedendo ulteriori indagini. Il Comitato di Valutazione dei Rischi (RAC: Risk Assessment Committee) dell’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche ha ampliato la definizione di microplastica per includere qualsiasi polimero inferiore a 5 mm, in tal modo includendo la maggior parte degli Infill ottenuti da polverino di gomma. Il divieto mira a impedire che circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche entrino nell’ambiente ogni anno, con partico-
lare attenzione al loro accumulo negli ecosistemi e nella catena alimentare, compreso il consumo umano. Le nuove norme vietano la vendita di microplastiche e di prodotti a cui siano state aggiunte intenzionalmente e che le possano rilasciare durante l’uso. Mentre i prodotti industriali che non rilasciano microplastiche sono esenti dal divieto di vendita, i loro produttori devono però fornire istruzioni per l’uso e lo smaltimento. Per gli Infill in polverino di gomma, il divie-
REGOLAMENTO REACH
Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay. to entra in vigore dopo otto anni, per dare tempo ai proprietari e ai gestori dei campi di adottare delle alternative e per portare la maggior parte dei campi sportivi a fine vita. MOTIVAZIONI La Commissione Europea nell’ottica di proteggere l’ambiente ha adottato misure che limitano l’aggiunta intenzionale di microplastiche ai prodotti ai sensi della legislazione chimica dell’UE, Reach. Le nuove norme si ritiene impediranno il rilascio nell’ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche. Queste norme prevedono il divieto di vendita di microplastiche in quanto tali e di prodotti ai quali siano state aggiunte intenzionalmente e che possano rilasciarle durante l’uso. Se debitamente giustificato, si potranno applicare deroghe e periodi transitori per consentire alle parti interessate di adeguarsi alle nuove norme. La restrizione adottata utilizza un’ampia definizione di microplastica: copre tutte le particelle di polimeri sintetici inferiori a 5 mm che sono organiche, insolubili e resistono alla degradazione. Lo scopo è ridurre le emissioni intenzionali di microplastiche dal maggior numero possibile di prodotti. Alcuni esempi di prodotti comuni nell’ambito della restrizione sono:
- il materiale di riempimento granulare utilizzato sulle superfici sportive artificiali – la più grande fonte di microplastiche intenzionali nell’ambiente; - cosmetici, in cui la microplastica viene utilizzata per molteplici scopi, come l’esfoliazione (microsfere) o l’ottenimento di una consistenza, fragranza o colore specifico; - detersivi, ammorbidenti, glitter, fertilizzanti, prodotti fitosanitari, giocattoli, medicinali e dispositivi medici, solo per citarne alcuni. Sono derogati al divieto di vendita i pro-
dotti utilizzati in siti industriali o che non rilasciano microplastiche durante l’uso, ma i produttori dovranno fornire istruzioni su come utilizzare e smaltire il prodotto per evitare emissioni di microplastiche. PROSSIMI PASSI Le prime misure, ad esempio il divieto per glitter sfusi e microsfere, sono entrate in vigore il 15 ottobre. In altri casi, il divieto di vendita si applicherà dopo un periodo più lungo per dare alle parti interessate il tempo di sviluppare e adottare le alternative.u
Background La Commissione è impegnata a combattere l’inquinamento da microplastiche, come affermato nel Green Deal europeo e nel nuovo piano d’azione per l’economia circolare. Nel Piano d’azione Zero Pollution, la Commissione ha fissato l’obiettivo di ridurre l’inquinamento da microplastiche del 30% entro il 2030. Nell’ambito di questi sforzi, la Commissione sta lavorando per ridurre l’inquinamento da microplastiche proveniente da diverse fonti: rifiuti e rifiuti di plastica, rilasci accidentali e involontari (ad esempio perdita di pellet di plastica, degrado degli pneumatici o rilascio dagli indumenti), nonché usi intenzionali nei prodotti. Per affrontare l’inquinamento da microplastiche prevenendo al contempo il rischio di frammentazione del mercato unico, la Commissione ha chiesto all’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) di valutare il rischio rappresentato dalle microplastiche aggiunte intenzionalmente ai prodotti e se fossero necessarie ulteriori azioni normative a livello dell’UE. L’Echa ha concluso che le microplastiche aggiunte intenzionalmente a determinati prodotti vengono rilasciate nell’ambiente in modo incontrollato e ha raccomandato di limitarle. Sulla base delle prove scientifiche fornite dall’Echa, la Commissione ha elaborato una proposta di restrizione ai sensi di Reach che è stata votata positivamente dai paesi dell’UE e ha superato con successo il controllo del Parlamento europeo e del Consiglio prima di essere adottata. Fonte: Commissione europea (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_23_4581)
L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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MONDOGOMMA
Carbon black da PFU negli pneumatici di gomma piena Continental L’impiego di carbon black recuperato da pneumatici fuori uso riduce l’utilizzo di materie prime fossili e abbassa anche le emissioni di CO2. Proseguendo nel suo impegno per garantire un’economia circolare, Continental ha introdotto carbon black riciclato nei suoi pneumatici di gomma piena.
N
ella mescola per la fabbricazione degli pneumatici di gomma piena Super Elastic di nuova produzione nel suo stabilimento di Korbach, Assia, in Germania, Continental ha aggiunto carbon black di recupero ottenuto da pneumatici fuori uso, intensificando, in questo modo, il suo impegno nella preparazione di manufatti più sostenibili dal punto di vista ambientale.
Pneumatici di gomma piena come SC20+ del produttore tedesco già contengono il 60% circa di materiali rinnovabili e riciclati grazie al loro elevato contenuto di gomma naturale, ma Continental ha l’obiettivo di arrivare a utilizzare materiali sostenibili al 100% nei suoi pneumatici entro il 2050 al più tardi. Il carbon black di recupero viene forni-
to da Pyrum Innovations, un partner del costruttore di Hannover, che lo produce decomponendo gli pneumatici fuori uso nei loro singoli componenti con uno speciale processo di pirolisi in forni industriali. Gli pneumatici di gomma piena sono dotati di una elevata capacità di carico, sono molto stabili e a prova di foratura, non richiedono nessuna manutenzione e sono, perciò, molto economici. Trovano impiego principalmente per muletti e carrelli elevatori per il sollevamento e la movimentazione di merci, per carrelli laterali e carrelli con piattaforma, per veicoli aeroportuali e veicoli per il trasporto pesante, e altri veicoli industriali ancora. PNEUMATICO SOSTENIBILE E AFFIDABILE: L’IMPORTANZA DELLA MESCOLA DI ALTO LIVELLO Matthias-Stephan Müller, product manager per gli pneumatici per la movimentazione dei materiali nella business area Specialty Tyres di Continental, sottolinea l’importanza sempre crescente che la sostenibilità sta assumendo nel segmento degli pneumatici speciali e afferma, a questo riguardo, che gli pneumatici di gomma piena Super Elastic dell’azienda tedesca offrono la vantaggiosa combinazione di una bassa resistenza al rotolamento, una lunga durata e una percentuale relativamente elevata di materiali sostenibili. La gomma SC20+ è leader, in questo seg-
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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
ECONOMIA CIRCOLARE
Il processo di pirolisi degli pneumatici fuori uso per ottenere carbon black.
mento, in quanto possiede tutte e tre queste caratteristiche. E questo è molto importante se si considera che, essendo la maggior parte dei carrelli elevatori dell’intralogistica ad alimentazione elettrica, l’autonomia delle batterie utilizzate e i tempi di ricarica delle stesse hanno grande importanza in termini di bilancio energetico e, quindi, economico per le aziende. Di qui l’importanza degli pneumatici a bassa resistenza al rotolamento, che possono contribuire ad aumentare l’autonomia dei veicoli. Bassa resistenza al rotolamento che, a sua volta, trae origine dalla mescola della gomma. Questa, infatti, è fondamentale ai fini di un’elevata efficienza energetica e di una bassa resistenza al rotolamento: fa risparmiare preziose risorse naturali e riduce il consumo di energia dei mezzi. UN EFFICIENTE PROCESSO DI PIROLISI PER IL RECUPERO DEL CARBON BLACK Il carbon black ha una grande importanza come ingrediente mescola, qualunque sia il manufatto alla cui produzione è destinato il compound. Nel caso delle
mescole per pneumatici, il carbon black concorre ad aumentare la stabilità, la resistenza e la durata di questi manufatti. Matthias Haufe, responsabile dello sviluppo e dell’industrializzazione dei materiali in Continental Tyres, ha dichiarato che Continental intende lavorare insieme a Pyrum per un ulteriore sviluppo del processo di pirolisi degli pneumatici fuori uso sviluppato dal suo partner, perché in futuro il carbon black recuperato in questo modo verrà utilizzato per la preparazione anche di altri compound Continental. Attualmente le due società sono impegnate in un lavoro di ottimizzazione e ampliamento del riciclo degli pneumatici fuori uso col processo della pirolisi, perché l’uso di carbon black ottenuto dai PFU rappresenta un passo avanti importante verso pratiche industriali e commerciali che garantiscono una più proficua economia circolare nella produzione degli pneumatici Continental lungo l’intera catena del valore, dall’approvvigionamento di materiali sostenibili al riciclo. Obiettivo dichiarato: zero emissioni lungo tutta la catena entro il 2050 al più tardi. u L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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L'ANNUARIO 2024
se vuoi prenotare la tua copia scrivi a: annuario.gomma@edifis.it
FOCUS
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Colmec
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Engineering
ESTRUSIONE
Tecnologie innovative per l’estrusione
Systems u
Rubber Trade Machinery Sermac
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Suprema Rubber Machinery
Qualità, efficienza, sostenibilità e risparmio energetico: sono i requisiti imprescindibili di un moderno processo di estrusione della gomma, ai quali le aziende rispondono con macchinari sempre più moderni, soluzioni sempre più automatizzate e rispettando gli indispensabili requisiti di sicurezza per gli operatori. Nelle pagine che seguono vi presentiamo alcuni esempi.
Foto di pamirc da iStock.
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FOCUS
Colmec
Linea di estrusione e vulcanizzazione in continuo
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a risposta tecnologica di Colmec alla richiesta di qualità, sicurezza e sostenibilità è la linea di estrusione e vulcanizzazione in continuo tramite aria calda ad alta velocità. In questi forni, o tunnel vulcanizzanti, l’effetto di vulcanizzazione si ottiene somministrando con modalità più o meno rapide energia termica al profilo, ancora crudo, che esce dalla filiera della trafila. L’energia è ceduta alla gomma tramite un sistema ad aria calda che sfrutta l’alta velocità e la turbolenza dell’aria per accelerare il trasferimento energetico al prodotto. Questo metodo innovativo consiste nello sfruttare l’aria calda con una continua ricircolazione della stessa. Da questo ricircolo virtuoso viene automaticamente estratta ed eliminata una minima quantità per tenere sotto controllo la percentuale di fumi generati dalla vulcanizzazione. Il ripristino del volume d’aria perso avviene in modo molto efficiente attraverso un tunnel di preriscaldo che porta l’aria “fredda” esterna a una temperatura più alta prima di essere immessa nel circuito del forno. Il circuito dell’aria si divide in due zone principali. La prima zona è quella esterna al tunnel di accelerazione. Qui l’aria si muove a bassa velocità e subisce un riscaldamento prima di essere finalmente immessa nel tunnel di vulcanizzazione vero e proprio e accelerata attraverso potenti ventilatori centrifughi. La seconda zona, quella interna, è dove l’aria accelerata ad altissima velocità scambia la sua energia termica con il profilo in gomma. Inoltre, il forno si compone di un nastro a rete metallica, mol-
to fine, che sostiene il prodotto estruso e non intralcia la circolazione dell’aria. La velocità e l’efficienza di vulcanizzazione sono funzione della velocità dell’aria e della sua temperatura. Entrambi questi fattori sono gestiti dal PLC di Colmec per un controllo totale del processo. L’efficacia del processo di vulcanizzazione è garantita dalla perfetta stabilità della temperatura (+/- 1 °C), che può arrivare fino a 350 °C, e la gestione della velocità e della turbolenza dell’aria all’interno del tunnel. Questo metodo di vulcanizzazione è environmental friendly (rispetto ai Sali Fusi l’inquinamento è ridotto al minimo per l’assenza delle acque di lavaggio del prodotto) e consente un risparmio di oltre il 45% rispetto ai sistemi alternativi. Inoltre, il ricircolo continuo dell’aria diventa un volano termico sempre disponibile. Garantisce, inoltre, la qualità del prodotto: un processo a temperatura assolutamente costante ed uguale di tutto l’ambiente che circonda il profilo garantisce una vulcanizzazione omogenea e concentrica. In processi alternativi dove la temperatura non è costante in tutti i punti attorno al profilo, si generano tensioni molecolari che ne alterano la stabilità, la qualità e le dimensioni “a freddo”. Dal punto di vista della sicurezza, il sistema lavora a pressione atmosferica, in assenza di forti energetiche pericolose per l’uomo (quali per esempio le microonde). Inoltre, le resistenze elettriche sono lontane e segregate rispetto al tunnel di vulcanizzazione dove passa il profilo, che resta assolutamente al sicuro contro il pericolo di incendio. u
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ESTRUSIONE
Engineering Systems
Estrusori in gomma
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ngineering Systems è azienda leader nella produzione di estrusori in gomma per i più svariati ambiti di applicazione industriale. Oltre 40 anni di esperienza e una lunga serie di competenze e know how, rendono Engineering Systems un partner ideale per qualità, sicurezza e alto grado di personalizzazione di prodotti e servizi. L’azienda è specializzata in qualsiasi tipologia di estrusione e tutti i tipi di gomma da estrudere. Produce estrusori totalmente personalizzabili, nel settore del rivestimento pneumatici, cavi e mini estrusori per produzione mescole speciali. Un altro importante processo produttivo che Engineering Systems effettua per i propri clienti è il “Revamping” della macchina completa o anche solo dei componenti fondamentali e significativi come vite e cilindro. La produzione interna consente di curare l’intero processo produttivo offrendo versatilità e prontezza per soddisfare qualsiasi richiesta del cliente. L’innovazione tecnologica e l’alto livello di specializzazione tecnica dello staff assicurano ottimi risultati e massima qualità e durabilità dei prodotti e dei servizi. u
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FOCUS
Rubber Trade Machinery
Lastre in gomma a misura senza intervento manuale
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ell’ambito del fine linea di estrusione Rubber Trade Machinery ha recentemente introdotto un nuovo sistema automatico per il taglio e la raccolta in catasta di lastre di gomma. Integrando il nuovo “Pick & Place” alla tipica isola di produzione costituita da estrusore, sistema di raffreddamento e raccolta delle strisce continue, è possibile ottenere lastre in gomma a misura, con pesatura e gestione delle non conformità senza alcun intervento manuale. Con i raffreddatori della serie STC è possibile mantenere la totale uniformità della striscia proveniente da estrusore anche durante la fase di raffreddamento. In questo modo anche le operazioni di taglio e raccolta possono essere connotate da altissime precisioni, sia per le dimensioni che per il peso, con tolleranze impensabili quando si utilizzano sistemi tradizionali. All’uscita del raffreddatore si posiziona una taglierina trasversale con controllo della lunghezza di taglio e subito dopo il “Pick & Place” che preleva le lastre e le dispone in catasta dopo il controllo del peso. La funzione di “Cross Deposition” permette di raggiungere la massima stabilità delle cataste realizzate anche con altezze elevate. Anche questa nuova macchina può essere equipaggiata con un sistema di cambio bancali automatico, per renderla ancora più indipendente dall’intervento dell’operatore. Per la raccolta in bancali dello stesso formato ma senza il taglio (striscia continua) il festonatore della serie FST-PM permette di ottenere una o due cataste affiancate di alta qualità con grande versatilità e semplicità di utilizzo. u
Una catasta di striscia continua.
Doppia catasta di lastre in gomma.
www.rubbertrademachinery.it 42
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ESTRUSIONE
Sermac
Forni per linee di estrusione - camera interna del forno in acciaio Inox; - riscaldamento con resistenze elettriche corazzate, di lunga durata ed alta efficienza; - sistema di isolazione e taglio termico di alta affidabilità, per il massimo contenimento dei consumi energetici; - nastro trasportatore in fibra di vetro caricato o in acciaio Inox, con velocità regolabile; - innovativo sistema di ventilazione e di termoregolazione a zone controllate; - sistema di sicurezza in caso di sovra-temperatura. Forno di prevulcanizzazione Shock Oven Mini R4 Forno per trattamenti di prevulcanizzazione per linee di estrusione, abbinato a forni a tunnel tipo Air Jet. Specifiche: - camera interna in acciaio INOX, struttura esterna in acciaio al carbonio trattato verniciato; - regolazione altezza passaggio prodotto tramite sistema oleodinamico; - portello di ispezione ad apertura pneumatica o manuale; - serrande scorrevoli in materiale ceramico in entrata/uscita dal forno, per contenimento consumi energetici. u
Forno di prevulcanizzazione Shock Oven Mini R4.
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ermac – Forni Industriali vanta una notevole esperienza nel settore gomma, grazie alle competenze acquisite sul campo, in oltre 30 anni di collaborazione con le aziende del distretto industriale Sebino, nonché con i numerosi partners internazionali, che operano su scala mondiale. L’offerta dell’azienda include forni a tunnel per linee di estrusione ad alta produzione; forni specifici per trattamenti di postcuring e vulcanizzazione di articoli in gomma, gomma-metallo, gomma spugna, silicone, viton, o’ring. L’azienda offre inoltre manutenzione e assistenza tecnica e Software 4.0 al servizio della produzione. Forni a tunnel tipo Air Jet – T. max: 250 °C Forni a tunnel ventilati modulari per linee di estrusione ad alta produzione di profilati in gomme, siliconi e per tutti i materiali in genere. Le caratteristiche principali includono:
Forno a tunnel tipo Air Jet.
www.sermac.it L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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ESTRUSIONE
FOCUS
Suprema Rubber Machinery
Programma completo di pompe a ingranaggi
La linea completa.
Forno UHF da 8.000 mm.
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uprema Rubber Machinery produce macchinari che integrano prodotti propri, tra cui le pompe di estrusione, a impianti realizzati con altri partner manifatturieri. La missione di Suprema è la progettazione e la realizzazione di macchine innovative per l’industria della gomma combinando diverse tecnologie, con focus nello stampaggio a iniezione e nella estrusione. Nascono in tal modo macchine ibride che trovano applicazione in particolari campi produttivi, sia nello stampaggio che nella produzione di tubi e profilati estrusi. Nel campo estrusori pompa Suprema offre invece un programma completo di pompe a ingranaggi autonome o da accoppiare ad estrusori (da 30 a 180 mm), singoli o bivite. Le pompe sono disponibili con volumi variabili da pochi cc sino ai 2.500 kg/h, con ingranaggi lineari, a spirale oppure a lisca di pesce. Tra le applicazioni più interessanti il filtraggio mescole gomma a caldo o freddo, la preformatura di precisione e il retrofit di estrusori per la stabilizzazione della portata e l’incremento di produttività. Tra le ultime realizzazioni, è stata recentemente realizzata una linea combinata aria calda microonde composta da: un estrusore 90 mm con L:D 16:1 e pompa a ingranaggi GP150; un forno shock da 3.000 mm max 500°; un forno UHF da 8.000 mm con 6 magnetron Panasonic da 1,5 kw; due forni aria calda da
Il pannello di comando del forno a microonde. 6.000 mm ciascuno con circolazione aria forzata; una linea di raffreddamenti e asciugatura 4.000 mm; un doppio avvolgitore. La linea così realizzata rappresenta il miglior compromesso tra alta velocità e qualità produttiva per profili e tubi di medio o grande spessore, potendo arrivare a produzioni di circa 300 kg/h. u
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DALLE AZIENDE
di Gianpaolo Brembati
Mescole di qualità per un mercato in crescita Forte dell’esperienza di oltre 50 anni nello stampaggio di articoli tecnici, Termogomma offre al mercato mescole innovative di EPDM per il settore alimentare e mescole poliuretaniche speciali.
"L
’argomento dell’alimentarietà delle mescole è davvero complesso - commenta in merito Carmine Ciriaco, amministratore delegato di Termogomma - per ancora poca conoscenza da parte dei clienti finali e a volte anche degli stam-
patori. Nelle grandi aziende questa conoscenza esiste, ma insieme a problemi tecnici e tecnologici per poter garantire una corretta GMP (Good Manufacturing Practice = norme di buona fabbricazione), normativa che richiede l’applicazione delle sue linee guida, il
Lo stand di Termogomma al Plast 2023: Carmine Ciriaco (a destra) ed Enrico Rocchi.
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tutto non su base volontaria ma obbligatorio per legge.” È questo l’incipit del presente articolo, che vuole far conoscere al mercato l’azienda Termogomma, sia nella sua realtà consolidata che, in particolare, nei recenti sviluppi della sua attività, che si identificano nella produzione di mescole alimentari, messe a punto per rispondere alle richieste dei clienti del settore food, in cui la gomma da sola non è più sufficiente per dare risposte esaurienti. Esiste infatti tutto un servizio collegato alla gomma da gestire adeguatamente e la comprensione delle certificazioni è il suo supporto lungo tutta la filiera produttiva: per realizzare tale servizio è necessario occuparsi non solo dei certificati ma anche degli articoli tecnici certificati. In quest’ambito Termogomma, con il gruppo ATP di cui fa parte, riesce a fornire un’esperienza ventennale specifica delle certificazioni in campo alimentare. L’azienda è stata fra le prime a sviluppare mescole certificate MOCA e FDA, con materiali che soddisfano le principali certificazioni del settore food & beverage, ossia ristorazione, secondo le normative europee e americane. Per alcuni clienti sono inoltre già state messe a punto formulazioni per le normative cinesi GB. Mentre ATP produce guarnizioni e te-
MESCOLE
Il laboratorio di Termogomma.
nute per vari settori industriali, oltre ad articoli torniti, in lotti piccoli, Termogomma opera su lotti più grandi, dal momento che la sua produzione di mescole è indipendente dalla dimensione dei lotti ed è in grado di produrre mescole certificate per specifiche applicazioni con la capacità, attraverso il suo reparto tecnico, di svilupparle adattandole alle richieste dei clienti, con il supporto di laboratori esterni, ad esempio il Cerisie, per quanto riguarda le certificazioni in ambito alimentare. I punti di forza del progetto Termogomma per le mescole alimentari, rispetto ad aziende più grandi, sono la possibilità di produrre piccoli quantitativi delle formulazioni adottate e la flessibilità di variare di conseguenza la produzione: questo viene realizzato con un mescolatore chiuso da 40 litri e fa comprendere come sia molto più complesso per una grande azienda attuare la stessa strategia produttiva, seguendo le numerose applicazioni di piccoli numeri richieste dal mercato. In realtà Termogomma ha sempre proposto tali mescole in ambito ristretto, ad esempio per alcune tipologie di rulli, ma oggi la proposta
viene estesa a tutti i clienti interessati. La differenza fra la richiesta dei settori industriali in generale e del settore alimentare in particolare è che i primi esigono soprattutto la rispondenza alle caratteristiche meccaniche richieste dall’applicazione, mentre il secondo risulta più complesso perché esige a sua volta caratteristiche meccaniche ben definite, ma anche il rispetto di specifiche normative in termini chimici e di precise procedure nella realizzazione del prodotto con conseguenti frequenti cambi del flusso produttivo. La forza di Termogomma nel rispondere a questa esigenza sta nel riuscire ad adattare un flusso produttivo già flessibile, per la dimensione dell’impianto, alle diverse situazioni emergenti e nell’avere un know-how sufficiente, per conoscenze e competenze, nel rispondere a qualunque richiesta certificativa.
La produzione di mescole di Termogomma è indipendente dalla dimensione dei lotti.
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DALLE AZIENDE
Breve storia di Termogomma Nata a Reggio Emilia nel 1972, Termogomma si è specializzata nella produzione di componenti in gomma e di mescole generiche e speciali. Cresciuta nell’ambito di vari settori merceologici con costanti investimenti in formazione ed impianti, l’azienda si propone ai clienti come un partner di fiducia, con il quale progettare l’articolo in gomma o il tipo di mescola più adatto all’impiego previsto. Entrata nel 2022 nel gruppo ATP, azienda modenese leader nei sistemi di tenuta e in articoli tecnici in gomma e plastica, Termogomma ha ulteriormente rafforzato il suo impegno per offrire al mercato qualità e innovazione dei manufatti e delle mescole in sinergia con l’azienda di Modena.
LE MESCOLE ALIMENTARI “La maggior parte delle richieste di mescole alimentari dal mercato - informa Enrico Rocchi, R&D manager riguarda l’EPDM, certificata secondo la norma FDA americana e la norma europea CE 1935/2004, quindi MOCA. In realtà la richiesta ideale è quella di disporre di un unico compound conforme ad entrambe le normative e in effetti Termogomma ha cercato inizialmente di mettere a punto una formulazione, che fosse conforme all’americana FDA e alla tedesca BfR XXI/1, ma questo si è rivelato impossibile”. Le mescole alimentari richiedono l’utilizzo di un perossido, perché la reticolazione a zolfo non offre la resistenza termica e chimica necessaria, e purtroppo le due norme possono essere soddisfatte dalla stessa formulazione per quanto riguarda tutti gli ingredienti tranne la scelta del perossido poiché, per quanto riguarda il polimero EPDM, non ve ne è alcuno in comune con entrambi i listati positivi di BfR ed FDA. L’unica soluzione è stata quindi quella
di certificare la formulazione secondo FDA e DM italiano 21/3/73, non essendoci in questo caso contrasto formulativo tra i listati positivi. La decisione presa in merito all’elastomero da utilizzare è quella di produrre una specifica famiglia di mescole in EPDM a varie durezze, offrendo ai clienti formulazioni messe a punto sulla base delle specifiche normative e assistendoli nei vari passi del percorso produttivo, necessari per arrivare alla certificazione del manufatto finale. La politica di Termogomma consiste nell’ascoltare cosa serve al cliente e nel realizzare una formulazione idonea alle sue esigenze con flessibilità collaborativa, senza decidere a priori che cosa spingere sul mercato. Una caratteristica importante di tutte le mescole, prodotte da Termogomma, è quella di essere SVHC (Substances of Very High Concern) free, quindi in pratica di non contenere sostanze potenzialmente pericolose per la salute e l’ambiente. L’utilizzo di queste sostanze nella filiera produttiva ne prevede la
Termogommaè stata fra le prime aziende a sviluppare mescole certificate MOCA e FDA.
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MESCOLE
dichiarazione sia in fase di produzione della mescola interessata che di utilizzo da parte del cliente. Quando un ingrediente di mescola viene classificato SVHC, Termogomma provvede ad effettuare tutte le prove di formulazione e di stampaggio necessarie per la sua sostituzione, offrendo così ai suoi clienti un ulteriore vantaggio nel non dover affrontare questa problematica, cosa che non tutti i compoundatori fanno. Un esempio è quello delle mescole in policloroprene, che prevedono l’utilizzo dell’accelerante ETU e per le quali il prodotto è stato sostituito con un sistema accelerante diverso.
tà la norma MOCA è del 2004 e da allora è passato tanto tempo, ma ci sono ancora difficoltà tecniche da affrontare ed è questa la sfida con cui Termogomma si confronta, attuando la norma GMP con un modello produttivo altamente controllato.” In effetti l’azienda gestisce le linee guida della norma con una linea produttiva che ne rispetta i punti fondamentali, ossia:
- listati positivi; - tracciabilità dei lotti; - GMP, attuazione della procedura di produzione; - prove di migrazione finale. È possibile produrre la mescola e lasciare le prove di migrazione, indispensabili per l’alimentarietà, al cliente finale, ma Termogomma suggerisce di lasciare che tutto il processo previsto dalla norma sia sviluppato al proprio interno. u
LE MESCOLE POLIURETANICHE Termogomma è in grado di compoundare elastomeri poliuretanici diversi, poliestere e polietere, tra i quali gradi polietere anti-idrolisi, antistatici ed eventualmente con elevata resistenza al freddo, grazie ad un’ampia gamma di mescole, sia colorate che nere, con durezza da 30-35 a 95 ShA e vulcanizzazione a zolfo e perossido in base alle esigenze del cliente e all’applicazione, anche se il 90 % è a perossido, con l’eccezione di mescole ad elevatissima resilienza che richiedono lo zolfo. In particolare sono disponibili due mescole antistatiche e resistenti al freddo, messe a punto con la difficoltà di coniugare antistaticità e resistenza al freddo, due caratteristiche che sembrano inconciliabili: la resistenza al freddo richiede, infatti, l’utilizzo di opportuni plastificanti, che però rendono isolante la mescola, per cui è necessario controbilanciare la situazione con cariche non macchianti e non migranti, che rialzino il livello di antistaticità richiesto. La richiesta di mescole antistatiche nasce per manufatti in applicazioni elettriche o per rulli trascinacarta o che, comunque, si verificano in ambienti di esercizio con accumuli di cariche elettrostatiche. L’IMPORTANZA DELLA GMP “Il panorama offerto dalle mescole alimentari - conclude Carmine Ciriaco è nuovo e interessante, perché c’è un mercato che non ha ancora avuto gli strumenti giusti per affrontarlo. In real-
Mescola in striscia durante la lavorazione.
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NORMATIVE
di Beatrice Garlanda
Il nuovo regolamento macchine Il nuovo regolamento è un atto legislativo vincolante e deve essere applicato, in tutti i suoi elementi, nell’intera Unione europea. Tra le novità, cambiano alcune definizioni, si chiarisce il concetto di “modifica sostanziale” e vengono modificati alcuni requisiti essenziali di sicurezza e salute.
Foto di Pete Linforth da Pixabay.
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a Gazzetta UE del 29 giugno 2023 pubblica il regolamento (UE) 2023/1230 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 giugno 2023, relativo alle macchine, con il quale sono abrogate la direttiva 2006/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (c.d. direttiva macchine) e la direttiva 73/361/CEE del Consiglio. Va, innanzitutto, osservato che il nuovo provvedimento è un regolamento, cioè un atto direttamente applicabile negli Stati membri, e non più una direttiva che necessita di un recepimento da parte di quest’ultimi.
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La trasformazione da direttiva a regolamento implica una maggiore uniformità di attuazione e quindi di certezza del diritto, oltre che una maggiore tempestività nell’applicazione. OGGETTO E AMBITO DI APPLICAZIONE Il regolamento di cui si tratta stabilisce i requisiti di sicurezza e di tutela della salute per la progettazione e la costruzione di macchine, prodotti correlati e quasi-macchine per consentire la loro messa a disposizione sul mercato o la loro messa
MACCHINE
in servizio, garantendo un elevato standard di tutela della salute e della sicurezza delle persone. Il provvedimento si applica alle macchine e prodotti correlati seguenti: a) attrezzature intercambiabili; b) componenti di sicurezza; c) accessori di sollevamento; d) catene, funi e cinghie; e) dispositivi amovibili di trasmissione meccanica; Si applica, inoltre, alle quasi macchine. Va osservato che mentre la direttiva macchine si applica solo alle macchine nuove, il regolamento si applica anche ai prodotti che hanno subito modifiche sostanziali. Al comma 2 dell’articolo 2 sono elencati i casi di esclusione dall’applicazione del regolamento. DEFINIZIONI Di particole interesse è l’articolo 3 riguardante le definizioni adottate dal regolamento. Alcune sono nuove o modificate rispetto alla direttiva macchine. Vediamo le principali novità. Macchina Nella definizione di “macchina” si ripropongono sostanzial-
mente gli stessi concetti della direttiva, ma aggiungendo quanto previsto dalla lettera f ) sotto richiamata. La macchina è: a) un insieme equipaggiato o destinato ad essere equipaggiato di un sistema di azionamento diverso dalla forza umana o animale diretta, composto di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidamente per un’applicazione ben determinata”. Sono macchine anche quelle che rientrano nei casi seguenti: b) insieme di cui sopra, cui mancano solamente elementi di collegamento al sito di impiego o di allacciamento alle fonti di energia e di movimento; c) insieme di cui alle lettere a) e b), pronto per essere installato e che può funzionare solo dopo essere stato montato su un mezzo di trasporto o installato in un edificio o in una costruzione; d) insieme di macchine di cui alle lettere a),b) e c) o di quasi macchine che, per raggiungere uno stesso risultato, sono disposti e comandati in modo da avere un funzionamento solidale; e) insiemi di parti o componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidalmente e destinati al sollevamento di pesi e la cui unica fonte di energia è la forza umana diretta; f ) insieme di cui alle lettere da a) a e) al quale manca soltanto il caricamento del software destinato all’applicazione specifi-
NORMATIVE Tabella 1 Allegato I Parte A Categorie di macchine o prodotti correlati per i quali va applicata una delle procedure di cui all’art.25, par.2 1. dispositivi amovibili di trasmissione meccanica, compresi i loro ripari 2. ripari dei dispositivi amovibili di trasmissione meccanica 3. ponti elevatori per veicoli 4. apparecchi portatili a carica esplosiva per il fissaggio o altre macchine ad impatto 5. componenti di sicurezza dotati di un comportamento integralmente o parzialmente autoevolutivo che utilizzano approcci di apprendimento automatico che garantiscono funzioni di sicurezza 6. macchine che integrano sistemi con un comportamento integralmente o parzialmente autoevolutivo che utilizzano approcci di apprendimento automatico che garantiscono funzioni di sicurezza che non sono state immesse in modo indipendente sul mercato, solo per quanto riguarda tali sistemi Allegato I parte B Categorie di macchine o prodotti correlati per i quali va applicata una delle procedure di cui all’art.25, par.3 1. seghe circolari per la lavorazione del legno e di materie con caratteristiche fisiche simili o per la lavorazione della carne o di materie con caratteristiche fisiche simili 2. spianatrici ad avanzamento manuale per la lavorazione del legno 3. piallatrici su una faccia ,ad avanzamento integrato, a carico e/o scarico manuale per la lavorazione del legno 4. seghe a nastro a carico e/o scarico manuale per la lavorazione del legno e di materie con caratteristiche fisiche simili o per la lavorazione della carne e di materie con caratteristiche fisiche simili 5. macchine combinate dei punti da 1 a 4 e al punto 7 per la lavorazione del legno e di materie con caratteristiche fisiche simili 6. tenonatrici a mandrini multipli ad avanzamento manuale per la lavorazione del legno. (facciamo presente che il mandrino è il dispositivo meccanico fissato su una macchina utensile che permette di serrare e tenere fermo un pezzo in lavorazione e di trascinare in rotazione un utensile) 7. fresatrici ad asse verticale,” toupies” (fresatrici) ad avanzamento manuale per la lavorazione del legno e di materie con caratteristiche fisiche simili 8. seghe a catena portatili da legno 9. presse, comprese le piegatrici, per la lavorazione a freddo dei metalli, a carico e/o scarico manuale i cui elementi mobili di lavoro possono avere una corsa superiore a 6 mm e una velocità superiore a 10 mm/s 10. formatrici delle materie plastiche per iniezione o compressione a carico o scarico manuale 11. formatrici della gomma a iniezione o compressione, a carico o scarico manuale 12. macchine per lavori sotterranei indicate dei tipi elencati dall’allegato 13. veicoli per la raccolta dei rifiuti domestici a carico manuale dotati di un meccanismo di compressione 14 apparecchi per il sollevamento di persone o di persone e cose, con pericolo di caduta verticale superiore a 3 metri 15. dispositivi di protezione per rilevare la presenza di persone 16. ripari mobili automatici interbloccati progettati per essere utilizzati come mezzi di protezione nelle macchine di cui ai punti 9,10 e 11 della presente parte 17. blocchi logici per assicurare funzioni di sicurezza 18. strutture di protezione in caso di ribaltamento 19. strutture di protezione contro la caduta di oggetti
ca prevista dal fabbricante. Ciò significa che il fabbricante che realizza una macchina priva solo del software, deve attenersi alle procedure di valutazione della conformità e marcare CE la stessa secondo quanto previsto dal regolamento. Modifiche sostanziali: Si tratta di modifiche effettuate con mezzi fisici o digitali dopo che la macchina o il prodotto correlato è stato immesso sul mercato o messo in servizio, che non sono previste o pianificate dal fabbricante e che influenzano la sicurezza creando un nuovo pericolo o aumentando un rischio esistente in modo da richiedere l’adozione di: 52
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a) aggiunta di ripari o di dispositivi di protezione alla macchina o al prodotto correlato, operazione che necessita la modifica del sistema di controllo della sicurezza esistente, o b) adozione di misure di protezione supplementari per garantire la stabilità o la resistenza meccanica di tale macchina o prodotto correlato. Va ricordato che, ai sensi dell’articolo 18, chi apporta una modifica sostanziale diventa il nuovo fabbricante ed è quindi soggetto agli obblighi di quest’ultimo. Si segnala, in particolare, che eglideve emettere una nuova dichiarazione di conformità UE.
MACCHINE
Componente di sicurezza È un componente fisico o digitale, compreso un software, di un prodotto rientrante nell’ambito di applicazione del regolamento macchine, che è progettato o destinato a espletare una funzione di sicurezza e che è immesso sul mercato separatamente, il cui guasto o malfunzionamento compromette la sicurezza delle persone, ma che non è indispensabile per il funzionamento di tale prodotto, o per il quale componenti normali possono essere sostituiti per il funzionamento di tale prodotto. Rientrano, quindi, nella definizione i prodotti digitali, compreso il software. A differenza di quanto previsto dalla direttiva macchine, il regolamento si applica perciò anche ad un prodotto immateriale. Il software che ha funzione di sicurezza ed è immesso sul mercato separatamente deve essere marcato CE e dotato di dichiarazione d conformità UE. Un elenco dei componenti di sicurezza è contenuto nell’allegato II del regolamento. Va notato, al riguardo, che tale elenco, innovando il precedente, comprende anche i sistemi di intelligenza artificiale. Sono compresi “i componenti di sicurezza dotati di un comportamento integralmente o parzialmente autoevolutivo che utilizzano approcci di apprendimento automatico che garantiscono funzioni di sicurezza”. La Commissione può adottare atti delegati per modificare tale allegato in considerazione di nuovi sviluppi tecnico- scientifici, includendo nell’elenco un nuovo componente di sicurezza o escludendone uno. Quasi macchina La definizione di quasi-macchina appare più chiara di quella contenuta nella direttiva. Si tratta di “un insieme che non costituisce ancora una macchina in quanto, da solo, non è in grado di eseguire un’applicazione specifica e che è soltanto destinato a essere incorporato o assemblato ad altre macchine o ad altre quasi-macchine o apparecchi per costituire una macchina”. Altre definizioni Per chiarezza si ricordano anche le definizioni seguenti: - “messa a disposizione sul mercato” :fornitura di un prodotto rientrante nell’ambito d’applicazione del regolamento affinché sia distribuito o usato sul mercato dell’Unione nel corso di un’attività commerciale; - “immissione sul mercato”: prima messa a disposizione di un prodotto rientrante nell’ambito di applicazione del regolamento in oggetto sul mercato dell’Unione; - “messa in servizio”: primo utilizzo, conforme alla sua destinazione, di macchine o di prodotti correlati nell’Unione; - “codice sorgente”: versione attualmente insatllata del software di un prodotto rientrante nell’ambito di appicazione del regolamento, CATEGORIE DI MACCHINE E PRODOTTI CORRELATI E PROCEDURE DI VALUTAZIONE DELLA CONFORMITÀ Le categorie di macchine o prodotti correlati sono elencate nell’allegato I, parti A e B (cfr. Tabella 1) del nuovo regola-
mento. Si segnala che esso sostituisce l’allegato IV della direttiva macchine. Ai sensi dell’articolo 25, il fabbricante, o chi esegue una modifica sostanziale di una macchina o di un prodotto correlato, applica una delle procedure che richiamiamo di seguito. Se la categoria di macchine o prodotti correlati è elencata nell’allegato I, parte A, applica: a) l’esame UE del tipo (modulo B) di cui all’allegato VII, seguito dalla conformità al tipo basata sul controllo interno della produzione (modulo C) di cui all’allegato VIII; b) la conformità basata sulla garanzia qualità totale (modulo H) di cui all’allegato IX; c) la conformità basata sulla verifica di un unico prodotto (modulo G) di cui all’allegato X. Se la categoria di macchine o prodotti correlati è presente nell’allegato I, parte B si applica una delle procedure seguenti: - il controllo interno della produzione (modulo A) di cui all’allegato VI. Va rilevato che in questo caso non si prevede l’intervento di un organismo notificato oppure - una delle procedure di cui alle lettere a), b) e c) sopra richiamate. Se applica la procedura del controllo interno della produzione, il fabbricante progetta e costruisce la macchina o il prodotto correlato di cui all’allegato I, parte B, in conformità alle norme armonizzate o alle specifiche comuni proprie a tale categoria di macchine o prodotti riguardanti i pertinenti requisiti di cui all’allegato III. Tale procedura si applica anche nel caso di macchine o prodotti correlati che non rientrano nell’allegato I. Se la categoria di macchine è elencata nell’allegato I, parte B, e la macchina o il prodotto correlato non sono stati fabbricati in conformità alle norme armonizzate o alle specifiche comuni il fabbricante, o chi ha eseguito una modifica sostanziale, applica una delle altre procedure indicate. La Commissione può adottare atti delegati per modificare l’allegato I, aggiungendo all’elenco delle categorie di macchine o prodotti correlati una nuova categoria o eliminando una categoria esistente. Nel modificare l’allegato essa valuta la gravità del potenziale rischio intrinseco che presenta una categoria di macchine o prodotti correlati. Tale valutazione verte sulla combinazione tra la probabilità del verificarsi del danno e la gravità di quest’ultimo. Ai sensi dell’articolo 6 comma 5, nello svolgimento della valutazione di cui sopra la Commissioneprende in considerazione gli elementi seguenti: a) le indicazioni del danno causato in passato da macchine e prodotti correlati che sono stati utilizzati per il loro uso previsto o a seguito di qualsiasi uso scorretto ragionevolmente prevedibile; b) le informazioni sui difetti di sicurezza rilevanti nel corso della vigilanza del mercato e gli elementi che si possono trovare nei sistemi di informazione amministrati dalla Commissione; c) le informazioni sugli infortuni noti e sui quasi infortuni gravi; d) i dati sugli infortuni o i danni alla salute causati dalla macL’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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china o dal prodotto correlato per almeno i quattro anni precedenti; e) le altre informazioni disponibili pertinenti. REQUISITI ESSENZIALI DI SICUREZZA E SALUTE Le macchine e i prodotti correlati possono essere messi a disposizione sul mercato o messi in servizio solo se, quando debitamente installati, sottoposti a manutenzione e utilizzati conformemente al loro uso previsto o in condizioni ragionevolmente prevedibili, soddisfanno i requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute previsti dall’allegato III del regolamento. Il disposto vale anche per le quasi-macchine. Le novità sono soprattutto collegate ai sistemi informatici nelle macchine a agli aspetti connessi all’intelligenza artificiale. Le modifiche più rilevanti per quanto concerne i requisiti di sicurezza e tutela della salute riguardano gli aspetti di seguito richiamati. Ergonomia (punto 1.1.6 allegato III) Secondo questo requisito nelle condizioni d’uso della macchina devono essere eliminati o ridotti al minimo il disagi, la fatica e le tensioni psichiche-fisiche (stress) dell’operatore, tenuto conto, inter alia, (i) della necessità di adeguare l’interfaccia tra uomo emacchina alle caratteristiche prevedibili degli operatori, anche rispetto a una macchina o prodotto correlato dotato di un comportamento o una logica integralmente o parzialmente autoevolutivi e che sono progettati per funzionare con livelli variabili di autonomia (ii) se del caso, della necessità 54
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di adeguare la macchina o il prodotto correlato affinché gli stessi rispondano alle persone adeguatamente e appropriatamente (es attraverso gesti, espressioni) e comunichino le loro azioni pianificate agli operatori in modo comprensibile. Protezione dall’alterazione (punto 1.1.9 allegato III) Prevedeche la macchina o il prodotto devono essere progettati e costruiti in modo tale che il collegamento ad essi di un altro dispositivo, tramite qualsiasi caratteristica del dispositivo connesso stesso o tramite qualsiasi dispositivo remoto che comunichi con la macchina, non determini una situazione pericolosa. I componenti hardware di trasmissione di segnali o dati importanti per il collegamento o l’accesso a software, che sono fondamentali perché la macchina o il prodotto correlato rispettino i requisiti di sicurezza e tutela, devono essere progettati in modo da essere adeguatamente protetti da un’alterazione intenzionale o accidentale. È previsto che la macchina o il prodotto correlato raccolgano prove su un intervento legittimo o illegittimo su tali componenti hardware, se rilevante per il collegamento o l’accesso al software critico per la conformità della macchina o del prodotto correlato. Segnaliamo che software e dati critici per il rispetto dei requisiti di sicurezza devono essere individuati come tali e protetti da un’alterazione accidentale o intenzionale. Sicurezza e affidabilità dei sistemi di comando (punto 1.2.1 allegato III) Questo punto è più chiaro rispetto al punto analogo contenu-
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to nella direttiva. Va ricordato che i sistemi di comando devono essere progettati e costruiti in modo da evitare l’insorgere di situazioni pericolose.Tra le altre cose,devono resistere alle sollecitazioni di servizio e agli influssi esterni che possono determinare un pericolo. Rischi dovuti a elementi mobili (punto 1.3 allegato III) Viene data rilevanza ai rischi dovuti agli elementi mobili, connessi alla coesistenza dei cobot, cioè robot concepiti per interagire fisicamente con l’uomo in uno spazio di lavoro. Infine va ricordato che se, con riferimento ai requisiti di sicurezza e tutela della salute, un prodotto è disciplinato da una normativa specifica è questa che si deve applicare e non il regolamento. LE FIGURE DEL REGOLAMENTO MACCHINE Il fabbricante di macchine e prodotti correlati La figura del fabbricante, già presente nella direttiva macchine, viene ora ripresa. Si tratta di qualsiasi persona fisica o giuridica che: a) fabbrichi prodotti rientranti nell’ambito di applicazione del regolamento o che faccia progettare o fabbricare tali prodotRdc PaginaPubblicitaria Corretta MAGGIO 2016.pdf 1 27/05/16 15:42 ti o li commercializzi con il proprio nome o marchio; oppure b) fabbrichi prodotti rientranti nell’ambito di applicazione del
regolamento in oggetto e li metta in servizio per uso proprio. Quando immette sul mercato o mette in servizio una macchina o un prodotto correlato, il fabbricante deve garantire che siano stati progettati e fabbricati in conformità ai requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute di cui all’allegato III. Prima dell’immissione sul mercato o della messa in servizio di una macchina o di un prodotto correlato, egli redige la documentazione tecnica di cui all’allegato IV ed esegue o fa eseguire la procedura di valutazione di conformità ai sensi dell’articolo 25. Se la conformità della macchina o del prodotto correlato ai requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute è stata dimostrata dalla procedura di valutazione di conformità di cui all’art.25, il fabbricante redige la dichiarazione di conformità UE ai sensi dell’articolo 21 e appone la marcatura CE ai sensi dell’articolo 24. Egli deve tenere la documentazione tecnica e la dichiarazione di conformità UE a disposizione dell’autorità di vigilanza del mercato per un periodo di almeno dieci anni dalla data di immissione sul mercato o della messa in servizio della macchina o del prodotto correlato. Innovando rispetto alla direttiva, il regolamento prevede che, se pertinente, il codice sorgente o la logica di programmazione integrati nella documentazione tecnica siano messi a disposizione delle autorità nazionali competenti, su richie-
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sta motivata di queste ultime, purché tale codice sorgente o logica di programmazione siano necessari alle autorità per verificare il rispetto dei requisiti essenziali di sicurezza e tutela della salute. Il fabbricante deve, inoltre, garantire che siano predisposte le misure necessarie a fare in modo che le macchine e i prodotti correlati fabbricati in serie rimangano conformi al provvedimento in oggetto. Deve anche far sì che sulle macchine o prodotti correlati che immette sul mercato o mette in servizio siano apposti almeno una designazione del modello della macchina o del prodotto, della serie e del tipo, l’anno di costruzione e, eventualmente, un numero di lotto o di serie o qualsiasi altro elemento che ne consenta l’identificazione oppure, se le dimensioni o la natura della macchina o del prodotto non lo consentono, garantisce che le informazioni dovute compaiono sull’imballaggio o documento di accompagnamento. Il fabbricante deve indicare il proprio nome, la propria denominazione commerciale registrata o il proprio marchio registrato, l’indirizzo postale e il sito internet, l’indirizzo di posta elettronica o altri contatti digitali. Tali informazioni vengono, se possibile, apposte sulle macchina o sul prodotto, altrimenti sull’imballaggio o sul documento di accompagnamento. Inoltre, le macchine o prodotti correlati devono essere accompagnati dalle istruzioni per l’uso e dalle informazioni previste dall’allegato III. Le istruzioni possono essere fornite in formato digitale, ma in tal caso il fabbricante deve attenersi alle prescrizioni seguenti: a) indicare sulla macchina o sul prodotto correlato, o sull’imballaggio o documento di accompagnamento, le modalità di accesso alle istruzioni in formato digitale; b) presentare le istruzioni per l’uso in un formato che consenta all’utilizzatore di stamparle e scaricarle e salvarle su un dispositivo elettronico in modo da potervi accedere in qualsiasi momento, in particolare durante un guasto della macchina; tale requisito si applica anche quando il manuale di istruzioni è incorporato nel software della macchina; c) mettere le istruzioni a disposizione online durante il ciclo di vita previsto della macchina o del prodotto correlato e per un periodo di almeno dieci anni dopo l’immissione sul mercato della macchina o del prodotto; d) fornirle gratuitamente in formato cartaceo entro un mese su richiesta dell’acquirente al momento dell’acquisto. Le istruzioni per l’uso,le informazioni sulla sicurezza e tutela della salute devono essere redatte in una lingua facilmente comprensibile dagli utilizzatori e devono essere chiare, comprensibili leggibili. Il fabbicante deve garantire che la macchina o il prodotto correlato siano accompagnati dalla dichiarazione di conformità (allegato V) o, in alternativa, fornisce l’indirizzo internet o codici a lettura ottica che consentono l’accesso a tale dichiarazione Il fabbricante di quasi macchine Prescrizioni analoghe a quelle viste sopra si applicano al fabbricante di quasi-macchine. 56
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Va notato che egli deve garantire che le quasi macchine siano accompagnate dalle istruzioni per l’assemblaggio di cui all’allegato XI. È consentito che siano fornite in formato digitale. Deve inoltre garantire che la quasi-macchina sia accompagnata dalla dichiarazione di incorporazione UE di cui all’allegato V, parte B o, in alternativa, fornisce l’indirizzo internet o il codice ottico dove è possibile accedere a tale dichiarazione di incorporazione UE nelle istruzioni per l’assemblaggio di cui all’allegato XI. Le dichiarazioni di incorporazione UE digitali sono rese accessibili online per un periodo di almeno dieci anni dopo l’immissione sul mercato della quasi-macchina. Il mandatario Il fabbricante di un prodotto cui si applica il regolamento può nominare, per scritto, un mandatario. L’obbligo di garantire la conformità della progettazione e della fabbricazione della macchina o della quasi macchina ai requisiti di cui all’allegato III, nonché l’obbligo di stesura della documentazione tecnica di cui all’allegato IV non possono essere oggetto di mandato. Il mandato consente al mandatario di svolgere almeno i seguenti compiti: a) mantenere a disposizione delle autorità nazionali di vigilanza del mercato la documentazione tecnica e la dichiarazione di conformità UE o la dichiarazione di incorporazione UE per un periodo di almeno dieci anni dalla data in cui il prodotto è stato immesso sul mercato b) a seguito di una richiesta motivata da parte di un’autorità nazionale competente, fornire a quest’ultima tutte le informazioni e la documentazione necessarie per dimostrare la conformità del prodotto, in formato cartaceo o digitale c) collaborare con le autorità nazionali competenti riguardo a qualsiasi azione intrapresaper eliminare i rischi presentati da un prodotto cui si applica il regolamento e che rientra nell’incarico del mandatario L’importatore di macchine e prodotti correlati Il regolamento riprende le figure dell’importatore e del distributore, già previste nel regolamento (UE) 2019/1020 sulla vigilanza del mercato e conformità dei prodotti e dalle direttive di prodotto (ed direttiva sulle attrezzature a pressione, direttiva su prodotti elettrici e elettronici) l’importatore è il soggetto che immette sul mercato UE un prodotto proveniente da un paese terzo. Egli è sottoposto agli obblighi dell’art.13 per le macchine e a quelli dell’art.14 per le quasi-macchine. In particolare deve: - assicurarsi che il fabbricante abbia svolto le procedure di valutazione della conformità, abbia redatto la documentazione tecnica e la dichiarazione di conformità, nonché il manuale e che la marcatura CE sia apposta sulla macchina o sul prodotto correlato; - se ritiene che la macchina o il prodotto correlato non sia conforme al regolamento, non deve immetterlo sul mercato fino al momento in cui non viene reso conforme;
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- indicare sulla macchina o sul prodotto, o sull’imballaggio o documento di accompagnamento,il proprio nome, la propria denominazione commerciale registrata o il proprio marchio registrato, l’indirizzo postale e il sito internet, l’indirizzo di posta elettronica o altri contatti digitali. Tali informazioni vengono, se possibile, apposte sulle macchina o sul prodotto, altrimenti sull’imballaggio o documento di accompagnamento; - garantire che la macchina o il prodotto correlato siano accompagnati dalle istruzioni per l’uso e dalle informazioni di cui all’allegato III; - se la macchina o il prodotto correlato presentano un rischio per la salute e la sicurezza delle persone, l’importatore informa le autorità di vigilanza del mercato; - mantenere una copia della dichiarazione di conformità della macchina per almeno dieci anni dalla data di immissione sul mercato; - accertarsi che la documentazione tecnica sia resa disponibile alle autorità di vigilanza del mercato, su loro richiesta. L’importatore della quasi-macchina È soggetto ad obblighi analoghi all’importatore della quasimacchina. Inoltre sono previste prescrizioni specifiche relative all’assemblaggio. Il distributore Il distributore è la persona, fisica o giuridica nella catena di approvvigionamento, diversa dal fabbricante o dall’importatore, che mette a disposizione un prodotto rientrante nell’ambito
di applicazione del regolamento macchine. Il distributore ha obblighi minori dell’importatore. Sostanzialmente si concretizzano nel verificare che il prodotto sia identificato in modo corretto e accompagnato dalla documentazione necessaria. Va osservato che il distributore deve informare immediatamente il fabbricante, l’importatore e le autorità di vigilanza del mercato se la macchina o il prodotto correlato presentano un rischio per la sicurezza. Gli obblighi dei distributore di quasi-macchine sono prescritti dall’art.16. Rimandiamo sul punto al testo originale. OBBLIGHI DEI FABBRICANTI CHE SI APPLICANO AGLI IMPORTATORI E DISTRIBUTORI Un importatore o distributore è considerato fabbricante ed è soggetto agli obblighi di quest’ultimo (articoli 10 e 11), quando immette sul mercato un prodotto rientrante nell’ambito di applicazione del regolamento con il proprio nome o marchio commerciale o modifica un prodotto già immesso sul mercato in modo incisivo rispetto alla conformità dei requisiti applicabili. PRESUNZIONE DI CONFORMITÀ Un prodotto che rientra nell’ambito di applicazione del regolamento conforme alle norme armonizzate, o loro parti, i cui riferimenti sono pubblicati nella Gazzetta Ufficiale UE, sono
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considerati conformi ai requisiti essenziali di sicurezza e tutela della salute di cui all’allegato III. La Commissione richiede ad una o più organizzazioni europee di normazione di redigere norme armonizzate per i requisiti di cui sopra. Ad essa, nei casi elencati dall’articolo 20, è anche conferito il potere di adottare atti di esecuzione in cui si stabiliscono specifiche comuni relative ai requisiti tecnici per poter soddisfare i requisiti di cui all’allegato III.
valutazione e la notifica degli organismi di valutazione della conformità e il controllo degli organismi notificati. La valutazione e il controllo di cui sopra possono essere eseguiti da un organismo nazionale di accreditamento, come definito dal regolamento (CE) 765/2008. L’autorità di notifica deve essere istituita in modo che non vi siano conflitti d’interesse con gli organismi di valutazione della conformità.
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ UE PER LE MACCHINE E I PRODOTTI CORRELATI E DICHIARAZIONE DI INCORPORAZIONE UE DI QUASI-MACCHINE
Prescrizioni relative agli organismi notificati Ai fini della notifica, l’organismo di valutazione della conformità rispetta le prescrizioni di cui all’articolo 30 (rimandiamo sul punto alla lettura del testo originale). Si tratta di un organismo con personalità giuridica, indipendente dall’organizzazione o dalla macchina o prodotto corerlato che valuta. Al comma 4 sono elencati tutti i soggetti che non possono svolgere le funzioni di valutazione della conformità. Si segnala che tale organismo deve essere in grado di eseguire tutti i compiti di valutazione della conformità allo stesso assegnate in base agli allegati VII, IX e X e perquali è stato notificato, indipendentemente dal fatto che tali compiti siano eseguiti dall’organismo stesso o per suo conto o sotto la sua responsabilità. Per ogni procedura di valutazione della conformità e per ogni tipo di macchina o prodotto correlato per il quale è stato notificato, l’organismo di valutazione della conformità deve avere a sua disposizione: a) personale con conoscenze tecniche e esperienza appropriate; b) la descrizione delle procedure in base alle quali è svoltala valutazione della conformità; c) le politiche e procedure del caso necessarie per distinguere i compiti svolti come organismo notificato dalle altre attività; d) le procedure per svolgere i compiti di valutazione della conformità che tengano conto delle dimensioni di un’impresa, del settore in cui opera, della sua struttura, del grado di complessità della tecnologia della macchina o del prodotto correlato e della natura di massa o seriale del processo produttivo.
La dichiarazione di conformità UE sostituisce la dichiarazione di conformità CE. Quando a una macchina o a un prodotto si applicano più atti dell’Unione che prescrivono una dichiarazione di conformità UE, è compilata un’unica dichiarazione di conformità. Tale dichiarazione attesta che la conformità ai requisiti di cui all’allegato III è stata dimostrata. Essa ha la struttura tipo prevista dall’allegato V, parte A, e contiene gli elementi pertinenti specificati nei moduli di cui agli allegato VI, VIII, IX e X. La dichiarazione di incorporazione UE attesta che la conformità ai pertinenti requisiti di cui all’allegato III è stata dimostrata. Essa ha la struttura di cui all’allegato V, parte B. Entrambe le dichiarazioni devono essere continuamente aggiornate e tradotte nella lingua/e dello Stato in cui la macchina o il prodotto correlato sono immessi, messi a disposizione o messi in servizio oppure la quasi-macchina è immessa o messa in servizio. MARCATURA CE La marcatura CE è soggetta ai principi previsti dall’articolo 30 del regolamento (CE) 765/2008. È apposta sulla macchina o prodotto correlato in modo visibile, leggibile e indelebile. Se ciò non è possibile, è apposta sull’imballaggio o documenti di accompagnamento. La marcatura è apposta prima dell’immissione sul mercato o messa in servizio. È seguita dal numero di identificazione dell’organismo notificato coinvolto dalla procedura di valutazione della conformità di cui all’articolo 25 e par 3, lettere b), c) e d). La marcatura o il numero di identificazione posso essere seguiti da un pittogramma o marchio che indichi un rischio o un impiego particolare. NOTIFICA Notifica e autorità di notifica Gli Stati membri notificano alla Commissione e agli altri Stati membri gli organismi autorizzati a svolgere compiti di valutazione della conformità. Essi designano un’autorità di notifica che è responsabile dell’istituzione e dell’esecuzione delle procedure necessarie per la
Presunzione di conformità Se dimostra la propria conformità ai criteri stabiliti dalle pertinenti norme armonizzate i cui riferimenti sono pubblicati nella Gazzetta UE, un organismo di valutazione della conformità è considerato conforme alle prescrizioni di cui all’art.30 nella misura in cui le norme armonizzate applicabili contemplano tali requisiti. Domanda di notifica L’organismo di valutazione della conformità presenta domanda di notifica all’autorità di notifica dello Stato membro in cui è stabilito. La domanda è accompagnata da una descrizione delle attività di valutazione della conformità, delle procedure di valutazione della conformità e dei tipi o delle categorie di macchine o prodotti correlati per i quali l’organismo di valutazione di conformità dichiara di essere competente; nonché, se del caso, da L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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VIGILANZA DEL MERCATO DELL’UNIONE E PROCEDURE DI SALVAGUARDIA
Foto di x3 da Pixabay. un certificato di accreditamento, rilasciato da un organismo nazionale di accreditamento che attesti che tale organismo soddisfa le prescrizioni di cui all’articolo 30. Se l’organismo di valutazione non possiede un certificato di accreditamento, fornisce all’autorità di notifica le prove documentali necessarie per la verifica, il riconoscimento e il controllo periodico della sua conformità all’articolo 30. Procedura di notifica L’autorità di notifica effettua la notifica alla Commissione e agli altri Stati membri solo per gli organismi di valutazione della conformità che soddisfano le prescrizioni dell’articolo 30. La notifica comprende i seguenti elementi: a) i dettagli completi delle attività di valutazione della conformità da svolgere b) un’indicazione del modulo o dei moduli di valutazione della conformità e dei tipi o categorie di macchine o prodotti correlati interessati c) l’attestazione pertinente della competenza. Ogni organismo notificato ha un numero di identificazione assegnato dalla Commissione. La notifica può essere sospesa, limitata o ritirata se l’organismo notificato non rispetta più le prescrizioni dell’articolo 30 o non esegue gli obblighi operativi previsti dal regolamento (articolo 38). Obblighi di informazione a carico degli organismi notificati L’organismo notificato informa, tra l’altro, l’autorità di notifica: a) di qualunque rifiuto, limitazione, sospensione o ritiro di un certificato di esame UE del tipo; b) di qualunque circostanza che possa influire sull’ambito o sulle condizioni della sua notifica; c) di qualunque richiesta di informazioni che abbia ricevuto dalle autorità di vigilanza del mercato in relazione alle sue attività di valutazione della conformità. 60
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Le autorità di vigilanza del mercato di uno degli Stati membri, qualora ritengano che un prodotto di cui al regolamento in oggetto rappresenti un rischio per la salute o la sicurezza delle persone, o eventualmente degli animali domestici o per la tutela dei beni e dell’ambiente, effettua una valutazione del prodotto di cui si tratta. Se conclude che non sono state rispettate le prescrizioni del regolamento richiede all’operatore economico interessato di adottare le misure correttive per porre termine allo stato di non conformità o eliminare i rischi o almeno ridurli al minimo (articolo 43). Nel caso in cui la situazione non sia sanata entro un termine ragionevole, l’autorità di vigilanza puòritirare o richiamare il prodotto o vietarne o limitarne la messa a disposizione sul mercato. In tali casi essa provvede ad informare il pubblico, la Commissione e gli altri Stati membri. Gli Stati membri diversi da quello che ha avviato la procedura comunicano alla Commissione e agli altri Stati membri le misure adottate, qualsiasi informazione supplementare in loro possesso riguardante la non conformità del prodotto interessato e, in caso di disaccordo con la misura nazionale adottata, le eventuali obiezioni. Se entro tre mesi dal ricevimento delle informazioni di cui sopra, lo Stato membro o la Commissione non sollevano obiezioni contro la misura provvisoria presa da uno Stato membro, tale misura è ritenuta valida. Se sono sollevate obiezioni contro una misura assunta da uno Stato membro o se la Commissione ritiene la misura contraria agli atti dell’Unione, la Commissione si consulta con gli Stati membri e con l’operatore o gli operatori economici interessati e valuta la misura nazionale. Dopo aver fatto la valutazione ai sensi dell’articolo 43, se uno Stato membro ritiene che un prodotto che rientra nell’ambito di applicazione del regolamento, anche se conforme ai requisiti di cui all’allegato III, presenti un rischio per la salute o la sicurezza delle persone (o degli animali domestici o per la tutela dei beni e dell’ambiente) richiede all’operatore economico interessato di adottare ogni misura opportuna per garantire che tale prodotto, all’atto della sua immissione sul mercato, non presenti più tale rischio o che sia ritirato o richiamato entro un termine ragionevole, proporzionato alla natura del rischio. Fatto salvo l’articolo 43, lo Stato membro richiede all’operatore economico interessato di porre fine allo stato di non conformità formale della macchina o della quasi-macchina (ad es. non è stata apposta la marcatura CE, la dichiarazione di conformità UE non è stata compilata o non correttamente). SANZIONI Gli Stati membri stabiliscono le norme sulle sanzioni applicabili in caso di violazione del regolamento in oggetto e adottano le misure necessarie per assicurarne l’attuazione. Entro il 20 ottobre 2026 gli Stati notificano tali nome e tali
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provvedimenti alla Commissione e notificano qualsiasi modifica ad essi apportata.
ne rilasciate in conformità alla direttiva restano validi fino alla loro scadenza.
ABROGAZIONI E DISPOSIZIONI TRANSITORIE
VALUTAZIONE E RIESAME
Con la rettifica pubblicata nella Gazzetta UE del 4 luglio 2023, si è stabilito che il regolamento in oggetto sarà applicato a partire dal 20 gennaio 2027, tranne gli articoli espressamente menzionati dall’articolo 54:In tale data sarà anche abrogata la direttiva 2006/42/CE. I riferimenti a quest’ultima si intendono fatti secondo la tavola di concordanza di cui all’allegato XII del regolamento macchine Il regolamento è entrato in vigore il 19 luglio 2023, ma gli Stati membri non impediscono la messa a disposizione di prodotti immessi sul mercato in conformità della direttiva macchine prima del 20 gennaio 2027. La direttiva 73/361/CEE è abrogata e i riferimenti fatti alla stessa si intendono fatti al regolamento in oggetto. Si segnala che ilcapo VI del regolamento (vigilanza del mercato e procedura di salvaguardia UE) si applica dal 19 luglio 2023, mutatis mutandis,in sostituzione dell’articolo 11 della direttiva. I certificati di esame CE del tipo e le decisioni di approvazio-
Entro il 20 luglio 2028 e, successivamente ogni quattro anni, la Commissione deve presentare una relazione sulla valutazione e sul riesame del regolamento in oggetto al parlamento europeo e al Consiglio. Le relazioni sono rese pubbliche La Commissione include nella relazione una valutazione degli aspetti seguenti: a) requisiti essenziali di sicurezza e tutela della salute di cui all’allegato III; b) la procedura di valutazione della conformità applicabili alle macchine o ai prodotti correlati di cui all’allegato I. Entro il 20 luglio 2026, e successivamente ogni cinque anni, la Commissione presenta una relazione specificasula valutazione della gravità del rischio intrinseco che presenta una categoria di macchine o prodotti correlati per stabilire se aggiungere o togliere dall’allegato I tale categoria. Nello svolgimento di questa valutazione considera gli elementi elencati dall’articolo 6, comma 5 (che abbiamo illustrato sopra nel paragrafo sulle categorie di macchine e prodotti correlati e procedure di valutazione). u
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DORA: il nuovo paradigma per Cybersecurty e ICT Il Regolamento in materia di resilienza operativa digitale per il settore finanziario Digital Operational Resilience Act (o DORA) nasce dagli studi pregressi e dalla sintesi di proposte formulate da numerose autorità regolatorie comunitarie (preposte ai settori bancari, finanziari e assicurativi).
pervisione diretta dei rischi associati all’affidamento di funzioni tecnologiche dagli istituti finanziari ai fornitori esterni.
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i chiama Digital Operational Resilience Act (DORA) ed è il nuovo paradigma europeo per la gestione di Cybersecurity e ICT nei Financial Services. Il Regolamento in materia di resilienza operativa digitale per il settore finanziario Digital Operational Resilience Act (o DORA) nasce dagli studi pregressi e dalla sintesi di proposte formulate da numerose autorità regolatorie comunitarie (preposte ai settori bancari, finanziari e assicurativi).
ENTRATA IN VIGORE Il Regolamento, entrato in vigore il 16 gennaio 2023, sarà vincolante dal 17 gennaio 2025 e mira a consolidare e armonizzare la disciplina comunitaria sulla gestione dei rischi connessi all’uso di servizi ICT (Information and Communication Technologies) inerenti alla trasmissione, ricezione, elaborazione e conservazione di dati e informazioni. La nuova disciplina è destinata a banche, compagnie di assicurazione, istituzioni finanziarie, emittenti di cripto-asset ed emettenti di token, ma la platea si estende anche alle c.d. “terze parti”: le imprese che forniscono a quei soggetti i servizi IT. L’estensione della normativa anche a questi operatori risponde alla necessità di garantire alle autorità di vigilanza la su-
GLI OBIETTIVI Il Regolamento DORA persegue l’obiettivo di prevenire i rischi informatici e ridurre al minimo l’impatto degli incidenti cyber. In quest’ottica, DORA serve a creare un framework europeo funzionale al rafforzamento della capacità di resilienza digitale delle imprese europee. La normativa individua sei pilastri cruciali, che ogni destinatario dovrà erigere per garantire il conseguimento degli obiettivi del Regolamento: 1. ICT Governance: ovvero migliore allineamento adeguate strategie di gestione dei rischi ICT. L’Organo di Gestione avrà un ruolo fondamentale nell’attribuzione di responsabilità e ruoli, nel controllare e monitorare la gestione dei rischi ICT e, infine, nell’allocare adeguati investimenti, ance per la formazione, in ambito ICT; 2. ICT Risk Management Framework: l’insieme di requisiti volti ad armonizzare, nei diversi settori, le regole di gestione dei rischi relativi alle tecnologie ICT in ogni fase del loro ciclo di vita, al fine di definire soluzioni di continuità in grado di coprire tutti gli scenari rilevanti; 3. Gestione, classificazione e segnalazione degli incidenti ICT: includerà i requisiti per l’armonizzazione delle attività di classificazione e segnalazione degli incidenti ICT, con la possibile creare un Hub europeo unico per la segnalazione dei principali incidenti ICT da parte degli istituti finanziari. 4. Test di resilienza operativa digitale: si tratta della maggiore novità, perché le entità finanziarie dovranno essere sottoposte periodicamente a test per accertarne il grado di maturità, identificarne i punti deboli e definire eventuali misure correttive; 5. Gestione del rischio dei fornitori di terze parti: sarà l’insieme di requisiti per l’inclusione dei fornitori critici di servizi ICT. Le Autorità di Vigilanza Europee avranno il compito di condurre ispezioni off-site e on-site, richiedere informazioni, rilasciare L’INDUSTRIA DELLA GOMMA NOVEMBRE 2023
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IL CONSIGLIO LEGALE
NORMATIVE
Foto di Natee127 da iStock. raccomandazioni e richieste, e imporre sanzioni. 6. Condivisione delle informazioni: stabilire modalità di scambio e condivisione delle informazioni tra gli operatori in merito a minacce e incidenti di sicurezza con l’obiettivo di ridurne la propagazione e sostenere le capacità di difesa. L’IMPATTO PER LE IMPRESE Gli articoli del DORA spesso si intersecano con aspetti disciplinati da preesistenti normative comunitarie e nazionali, rispetto alle quali esso costituirà, per il settore finanziario, una legge speciale, che prevarrà in caso di contrasto con altre regolamentazioni, che, tuttavia, permarranno. Ciò avrà effetti anche sull’attuale assetto di competenze (in Italia affidate al MEF, in collaborazione con Banca d’Italia e Consob) e necessiterà di un più ampio raccordo con la normativa nazionale in materia di sicurezza cibernetica.
Il DORA rappresenta un’opportunità senza precedenti per rafforzare la sicurezza e la stabilità dei nostri sistemi finanziari. Tuttavia, diventare resilienti dal punto di vista digitale può rappresentare un aggravio in termini di costi per alcune imprese, specie se di dimensioni medie o piccole, sensibili alle implicazioni finanziarie di una simile regolamentazione. Per far fronte a queste preoccupazioni, i regolatori hanno previsto il concetto di proporzionalità nell’applicazione del regolamento, tenuto conto delle dimensioni dell’azienda, della sua complessità e del suo livello di maturità. Tutti gli operatori, incluse le aziende con una minore maturità nella governance sono chiamate a valutare il proprio grado di maturità rispetto ai requisiti normativi e a pianificare le azioni necessarie per adeguarvisi in modo efficace e cogliere le opportunità di miglioramento e le sfide poste dal DORA. u
I nostri esperti Lo Studio Legale Gealex – Guardamagna e associati (www.gealex.eu), che cura questa rubrica, è uno studio legale presente in tut#1 ta Italia e un network di studi legali affermati in tutto il mondo. Con sede a Milano (Italia), è uno studio di prima scelta per i clienti LOGO GEALEX
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Comi: 50 anni di eccellenza nella termoformatura
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ondata nel 1973 dai soci Enzo Ballabio e Remo Sertori, Comi SpA - leader nella produzione di termoformatrici nel mercato del bianco - ha compiuto quest’anno 50 anni. Oggi è gestita da Franco Ballabio, che ha portato l'azienda ad aprirsi ai mercati internazionali e a numerose acquisizioni societarie, che hanno permesso al Gruppo di essere riconosciuto a livello mondiale come un’eccellenza nel settore. Con più di 200 dipendenti, Comi ha un fatturato medio di 56 milioni di euro e ha installato oltre 3.000 impianti in più di 90 paesi nel mondo. L'azienda ha quattro sedi produttive in Italia e quattro sedi commerciali estere in Germania, Eau, Usa e Cina. L’azienda ha un grande know-how nell'ambito della termoformatura. Oggi non si limita a vendere una semplice macchina, ma offre un impianto a 360° con elevati standard produttivi,
volti a migliorare sempre di più i tempi ciclo delle macchine. Questo è reso possibile anche grazie alle nuove società che sono entrate a far parte del Gruppo, come Comi Automation, specializzata nell’automazione meccanica, che progetta e produce stazioni automatizzate complesse con alti standard di ingegneria industriale. Il gruppo di aziende complementari alla holding offre alla clientela un servizio completo. Sono state numerose le acquisizioni societarie nel corso degli anni come Parco, TechMill, Amut Comi e, ultima in ordine di tempo Comi Aerospace. Con l’acquisizione di Techmill, la Comi si è specializzata nel settore delle macchine a controllo numerico; con l’acquisizione di Parco è entrata a far parte del mondo delle presse, anche qui con alti standard d’ingegneria e costruendo presse speciali in vari set-
tori; con Amut Comi, oggi diventata Comi Packaging, è entrata nel mercato del packaging, offrendo la propria specializzazione nel settore della termoformatura; in ultimo, con Comi Aerospace, è entrata nel mondo della produzione di sedili per aereomobili. All’interno del progetto saranno inseriti profili di alto livello come Giuseppe Biamonte, Direttore Generale, e Fredrik Meloni che guiderà la Direzione Commerciale. Oggi come 50 anni fa, Comi continuerà a progettare macchine seguendo il principio Edinas - "Everybody deserves the most appropriate solution" per fornire soluzioni su misura, affiancando i clienti con professionalità ed entusiasmo nella realizzazione dei loro progetti. Questo percorso di innovazione, dedizione e resilienza è stato possibile grazie all'impegno, alla passione e alla costante dedizione di tutto il team. u
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NEWS
Nuovo Ceo alla guida del Gruppo REP
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partire dal 1 ottobre Hervé Revel è il nuovo Ceo di REP international. Revel succede a Bruno Tabar, che è stato alla guida del grup-
po per quasi 30 anni. La cerimonia del passaggio di consegne si è svolta alla fine di settembre ed è stata l’occasione per ripercorrere i principali svilup-
pi aziendali e il percorso fatto sotto la guida di Tabar, nonché per illustrare le nuove prospettive per il futuro di Rep. Con 25 anni di esperienza nel Gruppo, Hervé Revel ha ricoperto diverse posizioni diverse dal suo ingresso nel Dipartimento R&D nel 1998. Ben noto ai clienti, è stato per un certo periodo Direttore del post-vendita prima di diventare Direttore della Divisione Industriale e Tecnica e infine Direttore Operativo. Questo cambiamento nella continuità apre nuove prospettive per il futuro, con lo sviluppo di 3 progetti principali: CSR (Corporate Social Responsibility), trasformazione digitale e G11. G11 è l’undicesima generazione di presse a iniezione, attualmente in sviluppo, che sarà presentata alla fiera K2025 a Düsseldorf. Nel frattempo, il gruppo sta perseguendo la trasformazione digitale: il primo traguardo, in questa direzione, è stato il passaggio a un nuovo sistema ERP nel 2021. Rep, infine, intende anche implementare un approccio sostenibile alla CSR al fine di contribuire alle sfide dello sviluppo sostenibile. u
Cambio ai vertici di Klöckner Desma Elastomertechnik
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partire dal 1 ottobre Siegfried Köhler è il nuovo Managing Director Sales & Service di Klöckner Desma Elastomertechnik, produttore di macchine per stampaggio a iniezione, tecnologia per stampi e automazione, celle di produzione complete per lo stampaggio di parti in silicone e gomma. Insieme al Managing Director dell’area tecnica e operativa Michael Zaun, Köhler guiderà l’azienda e assumerà la responsabilità delle quattro filiali e, di conseguenza, di circa 500 dipendenti in tre continenti. Köhler è un professionista e tecnico con molti anni di esperienza internazionale nelle vendite nei settori delle macchine per stampaggio a iniezione, delle macchine speciali e dell’automazione. 68
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Ha ricoperto posizioni di responsabilità presso Piovan per anni, dove ha aperto filiali in Austria, nella Repubblica Ceca e in Ungheria. Successivamente ha lavo-
rato per aziende note come Wittmann Battenfeld e Sumitomo Demag, e più recentemente come Co-Ceo nel Gruppo Frimo. u
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Nomine in Solvay Specialty Polymers
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ndrea Diotto è stato nominato Direttore Tecnico di Solvay Specialty Polymers con responsabilità sulle aree di Tecnologie di Processo e Investimenti capitali. Nel nuovo ruolo, Andrea Diotto è chiamato a ricoprire una posizione internazionale di coordinamento e supervisione sullo sviluppo di nuovi processi industriali e sull’installazione di nuovi impianti per tutti i 17 stabilimenti produttivi di Solvay Specialty Polymers nel mondo. Andrea Diotto sarà basato nell’headquarter italiano di Bollate, in provincia di Milano. 48 anni, in Solvay dal 2001, Diotto ha lavorato prima negli Stati Uniti con la partecipazione anche a importanti progetti in Cina e in Thailandia per poi rientrare nel 2010 in Italia presso lo stabilimento di Spinetta Marengo. Dopo aver ricoperto il ruolo di responsabile di produzione, nel 2018 ha assunto la carica di Direttore del sito di Spinetta Marengo, continuando a coordinare il piano di investimenti effettuati a Spinetta Marengo dal Gruppo Solvay, che dal 2002 ha investito circa 600 milioni di euro per lo sviluppo, la modernizzazione e la sostenibilità ambientale di tutti gli impianti del sito industriale. Stefano Colosio è invece il nuovo Direttore dello stabilimento di Spinetta Marengo. 53 anni, Colosio entra nel Gruppo Solvay dopo aver sviluppato nel corso della sua carriera una profonda esperienza industriale in diverse aziende chimiche come Air Liquide
Stefano Colosio, Direttore Spinetta Marengo.
Andrea Diotto, Direttore Tecnico Solvay Specialty Polymers. 70
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e stabilimenti attualmente parte del Gruppo Croda, dove ha ricoperto ruoli di crescente responsabilità nell’ambito dell’operational management, dell’HSE, di technology e del project management. Una carriera che è iniziata con l’utilizzo di oli e grassi come materie prime rinnovabili dei prodotti oleochimici per il gruppo Unilever e continuata con l’industrializzazione della plastica bio-based presso la start-up Avantium in Olanda. Lo stabilimento di Spinetta Marengo, uno dei siti industriali più importanti al mondo del Gruppo Solvay, è leader nello sviluppo di materiali innovativi riconosciuti per la capacità di essere durevoli e resistenti se sottoposti a sforzi meccanici, termici, corrosivi anche di forte intensità. La combinazione di elevati standard e grande versatilità permette ai prodotti Solvay di essere fondamentali nella progettazione dell’industria dell’auto, delle batterie, dell’elettronica di consumo, dell’aerospaziale, dell’oil&gas, della sanità, dell’edilizia e in molti altri settori di applicazione. u
L’Industria della gomma con Amani per garantire casa, scuola, salute e supporto ai bambini, alle bambine e alle famiglie che vivono in strada a Nairobi, in Kenya, e Lusaka, in Zambia. YOUTH è il calendario di Amani 2024: tredici magnifici scatti del fotogiornalista Luca Catalano Gonzaga. Immagini di una gioventù che, nonostante tutto e tutti, si ostina ad esistere, trasudando vita e chiedendo futuro.
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GLI INSERZIONISTI
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15
JP-TECH SRL
45
SERMAC
51
DGTS
72
LTE
19
SYNTHOS SCHKOPAU GMBH
13
DOSS VISUAL SOLUTION
3
MAAG
23
T.S.F.
21
DP GOMMA SRL
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