L'Industria della Gomma 9/2024

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INCHIESTA GUARNIZIONI

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

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Rubber Training Factory® è l’unica fabbrica in Europa esclusivamente dedicata al trasferimento delle competenze nel settore degli elastomeri e delle guarnizioni industriali. È un laboratorio che riproduce la produzione industriale, dove è concesso sperimentare in modo pratico l’utilizzo delle tecnologie, incoraggiando l’apprendimento tramite l’esperienza diretta, permettendo agli utenti di imparare dai propri errori in un contesto in cui non ci sono rischi reali.

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E DEGLI ALTRI POLIMERI RESILIENTI

L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

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Direttore responsabile

Andrea Aiello in reDazione Daniela Garbillo - daniela.garbillo@edifis.it

Collaborano alla rivista

Gianpaolo Brembati, Giuseppe Cantalupo, Eugenio Faiella, Beatrice Garlanda, A.L. Spelta

GrafiCa e impaGinazione

Barbara Aprigliano - barbara.aprigliano@edifis.it

pubbliCità dircom@edifis.it

traffiCo pubbliCitario

Francesca Gerbino - francesca.gerbino@edifis.it

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Italia € 90, Europa € 130, Estero € 150 abbonamenti@edifis.it Arretrati € 15,00

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L’Industria della Gomma una rivista edita da:

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE

EDITORIA DI SETTORE

SOMMARIO

ANNO 67 - SETTEMBRE

Abbiamo letto

Mondogomma 10 RASSEGNA DELLA STAMPA TECNICA ESTERA

16 LAGORIO&DUFOUR: 50 ANNI BEN PORTATI

Nata nel 1974 come agente di importanti trader europei e asiatici di gomma e lattice di gomma naturale, e successivamente di gomme sintetiche, la Lagorio&Dufour è stata capace di attraversare tante epoche e modi di lavorare diversi, modificando il proprio modo di operare in accordo con le esigenze del mercato, e arrivando così a tagliare il traguardo dei 50 anni di attività.

22 FINALMENTE APERTA LA PIATTAFORMA DEL GSE

PER

ACCEDERE ALLE AGEVOLAZIONI

Sono arrivati, nel mese di agosto, i tanto attesi Decreti attuativi e la circolare operativa relativi al piano Transizione 5.0, che hanno finalmente aperto l’accesso ai fondi a favore delle imprese che intendono investire in tecnologie avanzate, digitalizzazione e sostenibilità ambientale. Il credito d’imposta agevola progetti di innovazione che comportino un risparmio energetico almeno del 3%, a livello di impresa, o del 5% per il processo produttivo interessato.

30 IN RIPRESA IL MERCATO DELL’AUTO A GIUGNO

Riparte il mercato italiano dell’auto a giugno dopo la flessione di maggio, ma il livello ante-pandemia del 2019 è ancora lontano.

Protagonisti

34 ASSOGOMMA PRONTA A FRONTEGGIARE TUTTE

LE SFIDE DEL FUTURO

A tre anni dall’inizio del suo mandato abbiamo intervistato il presidente di Assogomma: una chiacchierata a 360° sullo stato di salute del settore, sulle problematiche “calde”, sugli obiettivi raggiunti e su quelli futuri.

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SOMMARIO

FOCUS GUARNIZIONI

43 SEGNALI DI RIPRESA

Per le aziende produttrici di guarnizioni in gomma l’incertezza sui mercati e l’aumento dei costi di produzione, conseguenza dell’incremento dei prezzi delle materie prime, hanno rappresentato una sfida che si è trasformata in opportunità: quella di trovare nuove soluzioni, esplorare nuovi mercati, cercare nuove fonti di approvvigionamento. Grazie all’automazione dei processi, alla progressiva digitalizzazione e a una sempre crescente attenzione alla sostenibilità, il mercato ha saputo superare la fase di difficoltà del 2023 e il 2024 sta dando confortanti segnali di ripresa.

u ACTION TECHNOLOGY ITALIA

u AMSAGOMMA

u ATP

Dalle Aziende

u ELASTOTECH

u ISOPREN

u NOVOTEMA

52 L’IMPORTANZA DEL PROGRESSO TECNOLOGICO

In un mondo in continua evoluzione non è più possibile fare affidamento su tradizionali tecniche di stampaggio e macchinari obsoleti. La crescita del settore passa necessariamente dal progresso tecnologico, che aziende come Pezzato non si stancano mai di promuovere.

Assogomma informa

56 NOTIZIE

E AGGIORNAMENTI A CURA DELL’ASSOCIAZIONE

In questo numero parliamo delle nuove opportunità per le Imprese grazie all’accordo Assogomma - Telematic sulla classificazione CLP delle mescole in gomma e redazione delle SDS, mentre l’approfondimento tecnico-scientifico di Cerisie si occupa della gestione di prove di Failure Analysis.

Normative

60 AL

VIA IL REGISTRO NAZIONALE DEGLI PNEUMATICI FUORI USO

Il Ministero dell’ambiente ha istituito il registro informatico nazionale di produttori e importatori di pneumatici soggetti agli obblighi di gestione degli pneumatici fuori uso, dando attuazione, con tre anni di ritardo, all’articolo 7 del Decreto 182 del 2019.

News

68 IL TACCUINO

u Amaplast: 2023 da record per i costruttori italiani di macchine per plastica e gomma

u Bridgestone, Gruppo BB&G e Versalis creano filiera per il riciclo degli pneumatici

u Pneumatici di ricambio: vendite in aumento in Europa anche nel secondo trimestre

u Nuova edizione del Worldwide Rubber Statistics

u Rapporto sui distretti industriali: la gomma del Sebino nella top 5

72 GLI INSERZIONISTI DI QUESTO NUMERO

30 34 16

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L’INDUSTRIA DELLA GOMMA

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Rassegna della stampa tecnica estera

STIRENICI PER ESPANSI EFFICACI NEL SETTORE AUTOMOTIVE.

N. Lago Juárez, L. Ortega Alvarez, A. García Henche, Dynasol Group, Houston, Texas (USA)RUBBERWORLD, aprile 2024, pag. 26-30.

Nel settore auto c’è una grande necessità di ridurre le emissioni di gas serra, dal momento che il cambiamento climatico irreversibile potrebbe essere mitigato se le emissioni di CO2 dai veicoli, dirette e indirette, fossero diminuite. I progettisti si stanno sforzando di riprogettare i componenti dei veicoli per ridurre il loro peso senza pregiudicare prestazioni e sicurezza: attualmente la plastica (polipropilene, polietilene e PVC) costituisce il 10% del peso del veicolo e i tentativi per ridurlo fra il 10 e il 40% si basano soprattutto sull’utilizzo di materiali espansi. Produrre plastiche espanse per alleggerire il veicolo è un metodo efficace, ma con limiti di compromissione delle proprietà meccaniche per la fragilità dei manufatti e il drastico calo di tenacità, che provoca una riduzione della resistenza all’impatto di oltre il 70%. Ci si può rivolgere allora agli elastomeri termoplastici (TPE) a base SEBS, combinati con polipropilene (PP) e olio, una miscela che integra la rigidità della fase PP con la natura gommosa del componen-

te SEBS, che mostra un’elevata resistenza alla degradazione ed è stato studiato da molti ricercatori come modificatore di impatto per polipropilene, tenendo però presente che l’espansione dei TPE è ancora una scienza da scoprire. Il metodo core-back di stampaggio FIM (Foam Injection Molding) è una delle tecnologie più usate per espandere la plastica, dal momento che porta a una più alta riduzione di peso, con l’aggiunta dell’agente espandente allo stato di stoccaggio e con ottenimento della densità desiderata del materiale mediante un’opportuna apertura dello stampo.

Questo studio descrive l’influenza dell’incorporazione di SEBS in formulazioni di polipropilene espanso scoprendo come, variando la densità, ossia il grado di riduzione del peso, i materiali modificati dimostrino una migliorata elasticità, che permette di ottenere migliori proprietà meccaniche complessive.

Specificati i materiali usati per le prove (PP grado Isplen 084 D2M di Repsol e TPE Calprene H6215S e Dyne 174, in sviluppo, di Dynasol), lo studio illustra la preparazione degli espansi PP/SEBS e la loro caratterizzazione.

Le prove vengono effettuate relativamente a: effetto della struttura di SEBS (20 wt%), con talco al 20 wt%, per la

I più interessanti articoli usciti di recente sulle riviste tecniche internazionali specializzate e riguardanti materiali, applicazioni, processi, prove, misurazioni e destinati al settore della trasformazione della gomma. Letti e riassunti per voi dai nostri esperti.

prova di impatto multiassiale; effetto della concentrazione di SEBS sulle caratteristiche meccaniche degli espansi a parità di carica; effetto della concentrazione di talco per compensare la perdita di modulo di flessione; effetto di riduzione di peso; struttura delle cellule e tipo di rottura.

Il principale risultato delle prove è che l’aggiunta di Calprene H6215S rafforza la resistenza all’impatto e migliora l’elasticità degli espansi di polipropilene, grazie alla sua composizione a due blocchi, con la considerazione che, aumentandone la concentrazione, si ottengono espansi più flessibili e meno fragili.

Il miglior bilanciamento fra resistenza all’impatto ed elasticità si ottiene con talco al 10 wt% nella miscela con Calprene H6215S, mentre l’utilizzo di Dyne 174 consente di avere elevate proprietà meccaniche senza ricorso al talco, riducendo così i costi di produzione. Vale infine la pena di notare che, anche al 50% di perdita di peso, gli espansi con SEBS mostrano eccellenti caratteristiche meccaniche e strutturali, così che non è necessario ricorrere a gradi speciali di PP, messi a punto per la produzione di espansi, e nel contempo si contribuisce all’alleggerimento dei veicoli e alla riduzione delle emissioni di CO2.

MANUFATTI E PRESTAZIONI

ANALISI AVANZATA DELLE PROVE SU SPAZZOLE DI TERGICRISTALLO AUTOMOBILE.

E. Sharp, R. Armstrong, A. Timms, ACE Laboratories, Ravenna, Ohio (USA)RUBBERWORLD aprile 2024, pag. 32-35.

Si tratta di un breve studio, che riguarda un manufatto dell’automobile spesso trascurato, attuale in effetti solo in caso di pioggia, ossia le spazzole tergicristallo che, in questo studio, sono di tre diversi produttori non specificati ma tutte a base gomma naturale.

In conformità alla norma SAE 1903 vengono effettuate le prove di durata, con ispezioni visive della prestazione a intervalli prestabiliti, con sequenze sia ad alta che a bassa velocità delle spazzole. Descritte le modalità delle prove, lo studio elenca i criteri di classificazione delle prestazioni, tra cui citiamo solo che nessuna traccia di acqua deve rimanere visibile sulla traiettoria delle spazzole, così come nessun altro se -

gno di striature o linee. In realtà i criteri indicati sono ben 10 e dimostrano la complessità di una serie di prove, che nessuno forse immaginerebbe pensando all’apparente banalità dell’articolo esaminato.

È interessante constatare come siano importanti i trattamenti delle spazzole a temperatura, umidità, fluidi di lavaggio e di protezione, soluzione salina, olio etc.

L e conclusioni dello studio mettono in evidenza come le correlazioni fra la prestazione e durata della spazzola e il consumo di energia varino a seconda del trattamento adottato, a causa dei cambiamenti di attrito derivati dal tipo di trattamento.

Forse questo studio può sembrare di poco conto, ma risulta invece molto utile, dal momento che la maggior parte dei lettori, se non tutti, guida un veicolo ma raramente considera la reale importanza delle spazzole del tergicristallo che invece, come lo studio insegna, meritano più attenzione per una pre -

stazione sempre ottimale in qualunque condizione vengano usate.

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI

GUSCI DEI FAGIOLI DI SOIA

CARBONIZZATI COME SOSTITUTI DEL CARBON BLACK IN FIANCHI DI PNEUMATICO.

N. Hershberger, Akron Rubber Development Laboratory, Akron, Ohio (USA) - RUBBERWORLD, aprile 2024, pag. 36-40.

La ricerca di cariche naturali, come alternative al carbon black, spesso porta al risultato che i materiali presi in esame sono sì in grado di sostituirlo per quanto riguarda sostenibilità e caratteristiche meccaniche, ma lasciano molti dubbi su fattibilità e opportunità del loro utilizzo. Dalla buccia dei pomodori ai gusci delle arachidi, dalle fibre di noce di cocco alla corteccia di quercia, c’è da chiedersi a cosa servano studi accurati in merito senza prima valutare la realizzazione di una loro affidabile filiera produttiva, in grado di assicurare disponibilità continuativa

della materia prima considerata, senza parlare poi dei costi necessari per il loro approvvigionamento e per l’eventuale necessaria modifica delle formulazioni esistenti.

Tuttavia la ricerca continua incessante e in questo articolo vengono proposti i gusci dei fagioli di soia in sostituzione del carbon black in mescole per fianco di pneumatico.

Dopo avere ricordato le caratteristiche positive del carbon black (ottimo rinforzo ed eccellente dispersione), ma soprattutto quelle negative (prezzo variabile perché indicizzato a quello del petrolio, da cui deriva, inquinamento atmosferico, cancerogenicità per i suoi idrocarburi policiclici aromatici), l’articolo descrive i gusci dei fagioli di soia come scarti conseguenti al raccolto della soia, di solito buttati in discarica o usati come carica in cibi di basso costo per animali.

Il fatto che l’utilizzo dei gusci dei fagioli di soia CSH (Carbonized Soybean Hull) non impatti sulla filiera umana del cibo come altre opzioni sostenibili, che ne impedisca lo smaltimento in discarica, che possa essere una risorsa economica per i coltivatori di soia e che il loro prezzo sia molto basso ha fatto sì che già si sia dimostrata la sua validità come sostituto del carbon black N550 al 25% in generiche formulazioni di gomma naturale. In questo articolo, invece, il guscio carbonizzato dei CSH viene valutato come parziale sostituto di carbon black serie 700 in formulazioni per fianco di pneumatico.

I gusci vengono macinati ad alta velocità, pirolizzati in atmosfera di azoto sotto vuoto a 350 °C e successivamente trattati per eliminare olio residuo, filtrati ed essiccati. Dopo la caratterizzazione secondo le specifiche del carbon black, si procede a valutare la loro sostituzione di carbon black N774, confrontando una formulazione di controllo di fianco di pneumatico con solo N774 a una formulazione con N774 al 75% e CSH al 25%.

I risultati delle prove indicano i gusci dei fagioli di soia come alternativa sostenibile al carbon black, grazie a proprietà tensili e di modulo aumentate, con una contemporanea riduzione del pe -

so specifico della mescola e, di conseguenza, del peso dello pneumatico, migliorando così anche il risparmio di carburante. Peccato che il processo produttivo dei CSH debba essere affinato, intervenendo anche sulla temperatura di carbonizzazione per migliorare dispersione e resistenza alla lacerazione, e che si debba intervenire sulla sicurezza di scottatura della mescola cambiando il sistema di vulcanizzazione.

RICICLO DELLA GOMMA

VERSO UNA PRODUZIONE DI GOMMA CON ZERO SCARTI.

J. Bencsik., C. Gage, A. Cervi, D. Bareich, G. Bareich Import Export (GBIE), Windson, Ontario (Canada) - RUBBERWORLD, aprile 2024, pag. 42-48.

La stragrande maggioranza dei manufatti di gomma sono vulcanizzati, con sistema a zolfo o con perossido, per stabilizzare le catene dell’elastomero e assicurare le sue prestazioni in base alle caratteristiche richieste, e la loro produzione globale, in gomma naturale e sintetica, è in continuo aumento, con circa il 70% appannaggio dell’industria dello pneumatico e con una leggera prevalenza della gomma naturale nel caso di autocarri e veicolo fuoristrada rispetto all’automobile. Le cifre dell’utilizzo globale degli pneumatici sono impressionanti: dal 2017 più di un miliardo di veicoli solca ogni giorno le strade del mondo e si prevede che questo numero raddoppi entro il 2035. Di conseguenza, la quantità degli pneumatici fuori uso (PFU), in media uno per persona all’anno nel mondo occidentale, continuerà ad aumentare esponenzialmente di anno in anno, con un forte impatto negativo sull’ambiente, a causa delle caratteristiche strutturali e fisiche dello pneumatico, che ne rendono difficile la degradazione biologica, l’idrolisi e la decomposizione naturale.

Trovare una soluzione praticabile per l’inquinamento ambientale, provocato dalla gomma di scarto, è una sfida per l’industria della gomma, aggravato dalla situazione che essa non viene smaltita correttamente. Gli scarti possono essere macinati in piccole particelle o granuli chiamati Crumb Rubber

(CR), di solito rigida e inadeguata per la rivulcanizzazione a causa dei legami in eccesso. Al contrario, i processi di rigenerazione, devulcanizzazione e riciclo trasformano la CR in materiale polimerico secondario, che può essere riutilizzato per produrre nuovi manufatti. I l processo di rigenerazione utilizza agenti rigeneranti, intensa lavorazione meccanica e calore, mentre la devulcanizzazione fa uso di agenti chimici, materiali di reazione (ad esempio solventi) e a volte temperature elevate. Posto che i metodi usati per produrre la CR comprendono trattamento criogenico, ambiente secco e ambiente umido, sia la rigenerazione che la devulcanizzazione mirano a recuperare gli scarti, anche se la devulcanizzazione è preferita, dal momento che la gomma ottenuta è di qualità migliore, con proprietà simili a quelle della gomma vergine. Infatti la gomma devulcanizzata presenta un’elevata compatibilità per mescolazione e rivulcanizzazione, grazie al fatto che vengono rotti i legami con metodo termico, chimico o termo-chimico.

Parecchi ricercatori sostengono che nel processo di devulcanizzazione chimica si verifica un inquinamento secondario, ma si ipotizza che l’anidride carbonica supercritica (scCO2) sia un materiale alternativo che rende il metodo della reazione di devulcanizzazione chimica ecocompatibile.

Dopo avere brevemente descritto i fluidi supercritici (sostanze a uno stato di temperatura e pressione elevate, dove fase liquida e gassosa non esistono più separatamente e presentano caratteristiche chimico-fisiche intermedie fra un gas e un liquido), l’articolo offre una breve panoramica di vari metodi di rigenerazione e devulcanizzazione attuati fino a oggi, riportati in una semplice ma esaustiva tabella. Importante la considerazione che le proprietà dei vulcanizzati da gomma devulcanizzata risultano molto simili a quelle dei vulcanizzati da gomma vergine, se ci sono state modifiche nulle o minime nella catena principale della gomma durante il processo di riciclo. Questo risultato è stato ottenuto con la devulcanizzazione termo-chimica realizzata in scCO2

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per mezzo di un reattore o un’autoclave per accelerare la devulcanizzazione, fornendo il calore necessario per attivare l’agente devulcanizzante usato nel processo, mentre si sono avuti gravi effetti negativi con normali metodi meccano-chimici e termo-meccanici.

La parte più interessante dell’articolo è senz’altro il lungo paragrafo dedicato alla devulcanizzazione chimica di vulcanizzati, con un accenno ai tradizionali agenti di devulcanizzazione organici e l’accento sulla scCO2, della quale viene spiegato dettagliatamente il meccanismo di reazione proposto, con l’avvertenza che questo metodo è tuttora non completamente compreso, e riportando comunque molte ricerche effettuate con successo partendo, come solitamente accade, da CR di pneumatici, con particolare attenzione all’influenza del carbon black sulla devulcanizzazione chimica in scCO2.

Altrettanto interessante risulta il paragrafo sulla mescolazione della gomma devulcanizzata, di cui viene illustrato il programma sperimentale fra Windsor Industrial Development Laboratory e Wegu Manufacturing Canada, per valutare le specifiche tecniche della devulcanizzazione di scarti di gomma generati in produzione.

La lunga conclusione dell’articolo, ricordando il grande e globale problema dei PFU e la ricerca di una soluzione negli ultimi 10 anni, ribadisce l’importanza del programma sopracitato ed evidenzia i seguenti risultati ottenuti: la gomma devulcanizzata sostituisce solo il contenuto di polimero come ingrediente nel manufatto da produrre; poliisoprene ed SBR devulcanizzate non manifestano il comportamento molecolare che ci si aspetta dalle strutture dei polimeri vergini; la struttura molecolare del polimero vergine equivale a una prevedibile transizione vetrosa, che rimane critica per sviluppare articoli che richiedono sicurezza (ad esempio pneumatico automobile).

Per quanto riguarda il futuro delle tecnologie di recupero degli scarti di gomma, l’articolo indica tre direzioni principali di sviluppo: macinazione, modifica e funzionalizzazione della CR, preferibilmente mediante estrusione reattiva continua o mescolazione ad alto sforzo di taglio; caratterizzazione quantitativa e qualitativa dei sottoprodotti liquidi e dei composti organici volatili, formati ed emessi durante la devulcanizzazione, modifica o funzionalizzazione della CR; trasformare promettenti metodi a batch della modifica della CR in processi continui, compresa la stima dell’economicità di tale modifica.

Ultima considerazione espressa dall’articolo: a tutt’oggi non è stata ancora presa in esame un’area della gomma, ossia quella degli articoli non pneumatico, a causa della sua economia di scala (è circa la metà del mercato degli pneumatici) e della varietà di elastomeri usati (lo pneumatico implica soprattutto gomma naturale ed SBR, mentre le applicazioni degli altri articoli

coinvolgono dozzine di mescole e centinaia di formulazioni).

MATERIE PRIME E APPLICAZIONI

ANALISI DELLA PRESTAZIONE

MECCANICA E DELLE

CARATTERISTICHE DI COMPOSITI DI GOMMA NBR, RINFORZATA CON FIBRE DI PALMA, PER MATERIALI SOSTENIBILI A BASE BIOLOGICA. Y.A. El-Shekeila, F-M. Al-Oqlab, H.A. Refaeya, c, S. Bendoukhad, N. Barhoumid, e, ricercatori delle università Taibah (a, dSaudi Arabia), The Hashemite (b - Jordan), Benha (c - Egitto), Monastir (e - Tunisia)email Fmaloqla@hu.edu.jo - JOURNAL OF MATERIALS RESEARCH AND TECHNOLOGY 29 (2024), pag. 101-108.

La I materiali compositi sono diventati popolari grazie alla crescente domanda per prodotti più “verdi”, più efficaci e con proprietà vantaggiose. I compositi ecocompatibili su base fibra naturale servono a promuovere manufatti rispettosi dell’ambiente e in effetti i biomateriali, sia polimeri naturali che rinforzati con fibre naturali, stanno riscuotendo grande attenzione nell’ottica di industrie più sostenibili. Utilizzate come cariche per migliorare le proprietà meccaniche, tuttavia le fibre naturali posseggono una natura idrofila che ne impedisce l’adesione a matrici idrofobe, compromettendone potenzialmente la robustezza: per migliorare l’adesione, la superficie delle fibre viene modificata con un trattamento fisico o chimico.

C ariche usate normalmente nei compositi in oggetto sono le fibre lignocellulosiche come cotone, juta, lino, sisal (agave), palma da dattero e canapa, tutte caratterizzate da compatibilità ambientale, biodegradabilità, sostenibilità, accessibilità, bassa densità, proprietà meccaniche accettabili e benefici di sequestro di anidride carbonica.

L a robustezza e le caratteristiche dei compositi polimerici con rinforzo di fibre sono influenzate dai loro componenti e dalla compatibilità in termini di adesione. Le loro caratteristiche ottimali, per quanto riguarda proprietà fisiche e meccaniche, dipendono

da fattori quali l’orientamento delle fibre, le caratteristiche intrinseche, la lunghezza e l’adesione alla matrice. Oltre a questo, per ottenere le caratteristiche finali desiderate occorre tener conto di molti altri fattori, come il materiale della fibra, la sua dispersione, la ruvidezza, la frazione di volume, il processo e le condizioni di formatura, nonché il contenuto di vuoti nel composito.

L a palma da dattero, che è abbondantemente diffusa nell’area mediterranea e rappresenta una risorsa naturale sottoutilizzata, offre fibre con bassa densità, elevato contenuto di cellulosa e basso contenuto di lignina (le proprietà meccaniche di diversi tipi di palma da dattero dell’area mediterranea sono riportate in un’apposita tabella).

Q uesto studio si propone di mettere a punto un materiale composito con fibre di palma da dattero e gomma NBR, valutando gli effetti di vari contenu ti di fibra e varie condizioni di rinforzo sulle caratteristiche meccaniche e sulla durezza dei compositi. Dopo la descrizione dei materiali utilizzati e della preparazione dei campioni per le prove, con il supporto visivo di semplici grafici, vengono illustrati i risultati ottenuti sui compositi caricati con 10, 20, 30 e 40 wt% di fibra.

I dati riportati sono interessanti per constatare l’idoneità dei compositi in esame a essere utilizzati in diverse applicazioni industriali e per i futuri potenziali manufatti biologici. Da sottolineare che, all’aumentare del contenuto di fibra, il modulo elastico dei compositi aumenta, mentre le proprietà tensili manifestano cambiamenti minimi, la durezza mostra il valore più alto al 30 wt% di caricamento e il compression set migliora sensibilmente.

MESCOLE CONTENENTI GOMMA DEVULCANIZZATA

VALUTAZIONE E MOTIVAZIONE DELLA PRESTAZIONE DI COMPOSITI ELASTOMERICI CON INCORPORAZIONE DI EPDM DEVULCANIZZATA.

X. Coloma, F. Carrillo-Navarretea, M.R. Saebb, M. Marin c, K. Formelab, J. Cañavatea,

ricercatori delle università Politècnica de Catalunya (a - Spain), Gdansk (b - Poland), Rovira i Virgili (c - Spain) - email xavier. colom@upc.edu - POLYMER TESTING 121 (2023), pag. 1-8.

La transizione a una gestione ottimizzata dell’energia è l’importante sfida del ventunesimo secolo, che si pone l’ambizioso obiettivo di generare zero emissioni, sulla base delle proposte concordate a Sharm el-Sheikh nel 2022, in occasione della COP 27.

Per ottenere questo risultato è necessario ricorrere ad una più vasta gamma di percorsi di decarbonizzazione: il cambio di origine dell’energia, con la scelta di quella rinnovabile e con la ricerca di nuove tecnologie di stoccaggio, devono essere accompagnate da un utilizzo efficiente delle risorse industriali, nell’ambito di economia circolare e riciclo dei materiali. La produzione industriale di nuovi materiali dovrebbe coinvolgere un impatto ambientale minimo e il riutilizzo e il riciclo dei rifiuti è una strategia che tutti i governi dovrebbero sostenere. P er quanto riguarda le mescole elastomeriche, è essenziale trovare nuovi metodi efficaci di devulcanizzazione e decidersi finalmente a trovare un accordo fra le varie parti interessate, per indirizzare i tanti sforzi fatti finora e i tanti metodi ideati verso una soluzione definitiva, che risulti la più accettabile alla luce di tutte le variabili in gioco, sia per la qualità della gomma riciclata che per l’economicità del processo e la gestione del business, in linea naturalmente con le reali necessità e richieste del mercato.

D a molti anni POLQUITEX, gruppo di ricerca dell’Universitat Politècnica di Catalunya, sta lavorando sulla devulcanizzazione con il metodo a microonde, con ottimi risultati in laboratorio ma con la grossa difficoltà di trasferire il processo su scala industriale. Per questo motivo, negli ultimi due anni, l’azienda ha deciso di adottare il metodo combinato termomeccanico e microonde, con risultati molto soddisfacenti.

L a gomma in gioco è l’EPDM, del cui prodotto recuperato si occupa que -

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sto studio, che esamina la possibilità di combinare EPDM devulcanizzata (dEPDM) con tre comuni elastomeri (gomma naturale, SBR ed EPDM), valutando la prestazione meccanica e termica delle mescole prodotte, insieme all’effetto dell’incorporazione di dEPDM nella microstruttura dell’elastomero vergine in esame, e determinando l’effetto dei ponti disolfurici, prodotti dalla vulcanizzazione, per mezzo del grado di rigonfiamento e della densità di reticolazione.

Per le prove vengono utilizzate gomma naturale CV60 di produzione Vietnam, SBR stabilizzata con BHT e con stirene al 24%, EPDM con viscosità 25 MU ed etilene al 58 %wt ed EPDM devulcanizzata fornita da Firestone Building Products Terrassa, prodotta con il metodo combinato termomeccanico/microonde.

L e mescole per le prove si basano su quattro formulazioni per ciascun polimero vergine, una di controllo con so -

lo polimero vergine e tre con rispettivamente 20, 40 e 50 phr di dEPDM. La caratterizzazione viene effettuata determinando grado di rigonfiamento e densità di reticolazione, carico e allungamento a rottura, modulo di Young e durezza, controllandole ulteriormente con microscopio SEM (vengono mostrate le microfotografie di gomma naturale, EPDM ed SBR prodotte con le formulazioni di controllo e con 40 phr di dEPDM) e con analisi termogravimetrica (TGA).

A lla luce dei risultati ottenuti, lo studio conferma la validità dell’utilizzo di dEPDM come componente di compositi elastomerici, il che offre una realistica possibilità per riciclare gli scarti di EPDM: le tre matrici prese in esame dallo studio mostrano un generale miglioramento delle proprietà meccaniche e una stabilità termica evidente, in particolare, nel caso di gomma naturale ed EPDM, il che si verifica con una quantità massima di dEPDM di 40

phr, valore al di sopra del quale subentra un peggioramento per entrambe le caratteristiche.

L’analisi SEM della microstruttura dei campioni mostra che si formano agglomerati di dEPDM all’interno dei compositi, con la differenza che in gomma naturale ed SBR gli agglomerati sono molto legati alla matrice, grazie ai legami covalenti formatisi nel processo di reticolazione, mentre in EPDM si forma un minore reticolo interfacciale. In effetti la reticolazione si attua preferenzialmente all’interno dei microdomini della dEPDM, con un conseguente relativo peggioramento di proprietà meccaniche e di stabilità termica dell’EPDM in confronto a gomma naturale ed SBR. La formazione degli agglomerati è confermata dall’analisi TGA e la loro dimensione, più grande in gomma naturale che in EPDM , è in correlazione con le proprietà meccaniche e termiche dei compositi esaminati.

Lagorio&Dufour 50 anni ben portati

Nata nel 1974 come agente di importanti trader europei e asiatici di gomma e lattice di gomma naturale, e successivamente di gomme sintetiche, la Lagorio&Dufour è stata capace di attraversare tante epoche e modi di lavorare diversi, modificando il proprio modo di operare in accordo con le esigenze del mercato, e arrivando così a tagliare il traguardo dei 50 anni di attività.

La Lagorio&Dufour SpA ha raggiunto lo storico traguardo di mezzo secolo di attività.

Nata nel 1974 come agente di importanti trader europei e asiatici di gomma e lattice di gomma naturale, e successivamente di gomme sintetiche, è stata capace di attraversare tante epoche e

modi di lavorare diversi, modificando il proprio modo di operare in accordo con le esigenze del mercato, e arrivando così a tagliare il traguardo dei 50 anni di attività.

La società è nata nella gomma e nella gomma ha scritto la sua storia. Nella sede milanese di via Monte Napoleo -

ne abbiamo incontrato Mario Dufour e il figlio Ambrogio, con i quali abbiamo ripercorso la storia e le tappe più significative di questa lunga avventura imprenditoriale.

GLI INIZI

“Per tanti anni la nostra missione è stata

Il fondatore Mario Dufour nel suo primo viaggio in Giappone nel 1978.

trovare dei partner affidabili di cui essere agenti”, esordisce Ambrogio. “Sì, quando siamo partiti con Luigi Lagorio io avevo 33 anni”, precisa Mario Dufour, di solide origini genovesi ma trapiantato ormai da quasi 60 anni a Milano. “Lui era più grande e aveva molta più esperienza di me ed è stato il mio maestro per tanti anni”, continua. “Quando abbiamo iniziato il mondo era completamente diverso, basti pensare che la prima nave porta container arrivata a Genova nel 1971, se non sbaglio si chiamava Levante, fu respinta dai famosi e potenti ‘camalli’ (gli scaricatori delle navi del porto di Genova) perché temevano che avrebbe portato via lavoro e con questa opposizione spinsero altri porti ad attrezzarsi per i container (Savona, La Spezia, Venezia, Trieste) in concorrenza con Genova. Fino a pochi anni prima per comunicare con l’Estremo Oriente si usavano i telegrammi che si compilavano col codice Bentley e le telefonate si facevano ancora tramite centralino, anche per chiamare clienti vicino a Milano. I telex erano ancora pochissimi e difficili ad avere, nascevano le piccole calcolatrici portatili Texas che comprai a Singapore nel mio primo viaggio in Far East, la rivoluzione dei computer era solo agli inizi e Internet non era nemmeno immaginabile. Si può comprendere che a quell’epoca il ruolo dell’agente fosse importante, perché era quello che rendeva possibile il contatto tra il fornitore e i clienti consumatori per la conclusione dei contratti di fornitura. A quei tempi la gomma naturale che veniva importata in Italia era utilizzata soprattutto dalle aziende che producevano pneumatici, ma anche da quelle delle calzature, adesivi, tubi e altro. Ricordo che andavamo una volta al mese a Vigevano, dove c’erano i produttori di calzature, e l a città era ancora il centro europeo della calzatura”.

GLI ANNI NOVANTA

S e negli anni S essanta/Settanta l’agente era importante anche e soprattutto per le difficoltà di comunicazione, l’evoluzione tecnologica col Fax e

Mario Dufour è alla guida dell’azienda dal 1974.
Ambrogio Dufour in un momento della serata organizzata a Milano nel mese di maggio scorso per festeggiare i 50 anni dell’azienda.

poi con Internet ha portato a renderne il ruolo meno cruciale.

“Q uello è stato il momento in cui abbiamo compreso che era opportuno occuparci in modo più intenso anche di tutta la parte logistica”, continua a raccontare Mario, “ed entrare in contatto diretto con trasportatori, spedizionieri e magazzinieri. Fummo pionieri in questo servizio, nell’interesse dei nostri fornitori e sempre come loro agenti”.

“U na cosa che è cambiata e a cui ho assisto anche io”, aggiunge Ambrogio, “è che quando capitava che un fornitore chiudeva o veniva acquisito o non lavorava più nella gomma, nasceva la necessità di trovarne un altro. Sempre di più, quindi, a quel punto ci siamo introdotti noi, comprando direttamente la gomma all’origine o da produttori o trader anziché cercare fornitori da rappresentare. È stata anche una questione di serietà nei confronti dei nostri clienti, siamo entrati in campo mettendoci la faccia. Una volta diventati distributori anche la banca ha avuto un ruolo più operativo rispetto alle nostre attività”.

“C hiaramente poi ci siamo dovuti dotare anche di strumenti diversi, stipulando assicurazioni e avvalendoci in parte anche del factoring con le banche”, sottolinea Mario, “imparando sostanzialmente un mestiere nuovo”.

“O ggi manteniamo ancora alcune caratteristiche di agenzia, ma in termini di volume se nel 2000 facevamo 1020% distribuzione e 80-90% vendita, oggi le percentuali si sono invertite: 80% distribuzione e 20% vendita”, conferma Ambrogio. “Questo processo è avvenuto senza scalfire, se mai rafforzando, le relazioni con i nostri partner storici di cui continuiamo ad essere orgogliosamente agenti da molti decenni”, aggiunge.

D a sottolineare che questo cambio è avvenuto senza il bisogno di aumentare in modo significativo il personale, ma anche grazie a collaboratori che sin dall’inizio hanno fatto parte della società e sono rimasti per lunghi anni in azienda adeguandosi con professionalità alle nuove esigenze dell’evoluzione del business.

I mportantissimo, poi, l’ingresso nella

Ambrogio Dufour riceve un regalo dal presidente della Eneos Materials Corp. nel corso della serata di gala per i 50 anni.

L’impegno sociale

In occasione dei festeggiamenti per i 50 anni, Lagorio & Dufour si è impegnata a sostenere il progetto SocialOSA Overlimits, un progetto sociale che unisce la storia ed i valori della società di basket SocialOSA; grazie alla competenza e passione di istruttori, educatori, ex giocatori, osteopati e specialisti, è stata creata una squadra composta da oltre 25 ragazzi affetti da autismo, sindrome di down, ritardo mentale e altre patologie. Lo scopo è quello di farli giocare e divertirsi, creando momenti di “tempo libero” che si avvicinino il più possibile a quelli dei “normodotati”.

“A noi nella vita è andata molto bene, ci sentiamo molto fortunati”, spiega Ambrogio. “Ci sembrava giusto in qualche modo restituire ad altri qualcosa e abbiamo avuto piacere di farlo per questi ragazzi che sono fantastici e che danno molto di più di quanto ricevono”.

struttura dei due figli di Mario, Lorenzo prima e Ambrogio poi.

“M omenti difficili ce ne sono stati, certo, il primo grosso nel 2002, quando c’è stata la separazione da Lagorio, che non è stata priva di tensioni, e il secondo nel 2014, ma li abbiamo superati brillantemente”, specifica il Presidente Mario, che non trattiene l’orgoglio di aver sempre avuto bilanci positivi e di aver cercato e mantenuto un ambiente molto collaborativo in ufficio grazie anche a colleghi e collaboratori di alto livello sotto ogni aspetto.

LE SFIDE DEL PRESENTE

S e le bufere del passato sono alle spalle, anche gli anni recenti non sono stati scevri di problemi, con tutti gli avvenimenti che si sono susseguiti a partire dalla Pandemia del 2020 fino ad arrivare all’attualità dei conflitti e delle tensioni geopolitiche in corso. “I n termini di volume, alcune linee di

business come il lattice naturale sono molto diminuite, perché magari ci sono dei clienti che non sopravvivono o chiudono o riducono; quindi, c’è stata una riduzione del mercato, non drammatica ma di sicuro non è un momento di espansione. Oggi Lagorio&Dufour si muove cercando nuovi mercati, ma per fortuna ci sono anche ambiti in cui vendiamo di più, come la gomma naturale”, aggiunge. “L a verità è che i clienti hanno sempre più bisogno di supporto. Noi vendiamo la gomma dai nostri magazzini presenti sul territorio nazionale, un servizio molto gradito dai clienti perché consente loro una migliore gestione del magazzino e dei flussi di cassa; oltre che come fornitore di merce, ci posizioniamo come partner di servizio, la logistica è tutta convogliata per hub, i processi sono stati tutti standardizzati”, continua Ambrogio. I n questo momento un altro tema caldo è il nuovo regolamento EUDR, che

punta a regolamentare l’immissione e la messa a disposizione sul mercato dell’UE di merce proveniente da aree a rischio deforestazione, attraverso la geolocalizzazione dell’intera filiera.

“L a verità è che questa legge è stata pensata per altri materiali, diversi dalla gomma”, commenta Ambrogio. “La gomma naturale non è paragonabile al raccolto di un frutto, è l’estrazione di una linfa, che avviene tutti i giorni, tutto l’anno; c’è un prezzo che fluttua in continuazione, sulla base della siccità, della rifoliazione, non c’è un raccolto, comunque è una cosa quotidiana. Come si fa a definirne una tracciabilità? Comunque noi ce ne stiamo ovviamente occupando e per noi rappresenta un ulteriore servizio che possiamo offrire ai nostri clienti”, conferma Ambrogio. “Anche il fornitore di gomma, per quanto non abbia nessuna responsabilità, è più tranquillo se vende alla Lagorio&Dufour, anche per lui è una garanzia in più”. u

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Finalmente aperta la piattaforma del GSE per accedere alle agevolazioni

Sono arrivati, nel mese di agosto, i tanto attesi Decreti attuativi e la circolare operativa relativi al piano Transizione 5.0, che hanno finalmente aperto l’accesso ai fondi a favore delle imprese che intendono investire in tecnologie avanzate, digitalizzazione e sostenibilità ambientale. Il credito d’imposta agevola progetti di innovazione che comportino un risparmio energetico almeno del 3%, a livello di impresa, o del 5% per il processo produttivo interessato.

Ci sono voluti più di 5 mesi, ma alla fine, nella Gazzetta Ufficiale del 6 agosto, quindi nel bel mezzo della pausa estiva, è stato pubblicato il decreto 24 luglio 2024 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, emanato di concerto con il Ministro dell’Economia e delle finanze, che disciplina le modalità e i criteri di concessione del credito d’imposta istituito dall’articolo 38, D.L. n. 19/2024.

I l Piano Transizione 5.0 è parte integrante della strategia italiana per promuovere una crescita economica sostenibile e innovativa e nasce dall’evoluzione del precedente Piano Transizione 4.0, ampliandone le

finalità e rafforzando le misure a favore delle imprese che intendono investire in tecnologie avanzate, digitalizzazione e sostenibilità ambientale.

F inanziato con 6,3 miliardi di euro del PNRR, il credito d’imposta agevola progetti di innovazione che comportino un risparmio energetico almeno del 3%, a livello di impresa, o del 5% per il processo produttivo interessato.

GLI INTERVENTI AMMISSIBILI

L’obiettivo principale del Piano è sostenere le aziende nella transizione verso un modello di business più digitale e green.

G li investimenti idonei per il credito d’imposta possono essere suddivisi in due categorie: investimenti principali o trainanti, che devono portare a una riduzione complessiva dei consumi energetici della struttura produttiva situata nel territorio nazionale di almeno il 3%, oppure a una riduzione dei consumi energetici dei processi coinvolti nell’investimento di almeno il 5%; investimenti aggiuntivi o trainati (facoltativi), che possono essere considerati in aggiunta agli investimenti principali.

G li investimenti trainanti

I n riferimento agli investimenti “trainanti”, il decreto del 24 luglio 2024 specifica che sono ammissibili al beneficio gli investimenti in uno o più dei seguenti beni materiali e immateriali 4.0:

• B eni materiali nuovi : Questi devono essere strumentali all’attività d’impresa, come indicato nell’allegato A della legge di Bilancio 2017 (legge n. 232/2016). Devono essere interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura e devono soddisfare i requisiti aggiuntivi previsti nell’allegato stesso.

• B eni immateriali nuovi : Questi includono i software gestionali d’impresa, purché acquistati come parte di un progetto di innovazione che preveda investimenti in sistemi, piattaforme o applicazioni che

I decreti e la circolare operativa

Potete scaricare il testo integrale dei documenti inquadrando i codici QR col telefono.

Circolare operativa MiMIT del 16 agosto 2024

Decreto MiMIT del 24 luglio 2024
Decreto direttoriale MiMIT del 6 agosto 2024

Engineering Systems è azienda leader nella produzione di estrusori per gomma e plastica in svariati ambiti di applicazione industriale.

Oltre 40 anni di esperienza e una lunga serie di competenze e know how, rendono Engineering Systems il partner ideale per qualità, sicurezza e alto grado di personalizzazione di prodotti e servizi.

Siamo specializzati in qualsiasi tipo di estrusore per tutte le tipologie di gomma da estrudere.

Realizziamo estrusori totalmente personalizzabili, per i settori di rivestimento pneumatici, guarnizioni, cavi e mini estrusori per produzione mescole speciali.

Un altro importante processo produttivo che Engineering Systems effettua per i propri clienti è il “Revamping” della macchina completa o anche solo dei componenti fondamentali e significativi come vite e cilindro.

La produzione interna, insieme alla passione con cui approcciamo ogni richiesta, consente di curare l’intero processo produttivo offrendo versatilità e prontezza per soddisfare qualsiasi richiesta del cliente.

L’innovazione tecnologica e l’alto livello di specializzazione tecnica dello staff sono elementi differenzianti che assicurano ottimi risultati e massima qualità e durabilità dei prodotti e dei servizi.

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migliorano l’intelligenza degli impianti, permettendo il monitoraggio continuo dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o introducendo meccanismi di efficienza energetica grazie alla raccolta e all’elaborazione dei dati provenienti dalla sensoristica IoT di campo.

G li investimenti aggiuntivi o trainati agevolabili

N el contesto di un progetto di innovazione, sono agevolabili anche gli investimenti in beni materiali nuovi e le attività di formazione mirate all’acquisizione o al consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

I primi devono essere strumentali all’attività d’impresa e finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo, con l’eccezione delle biomasse. So -

no inclusi anche gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta. Il decreto attuativo precisa che gli investimenti devono essere localizzati sulle stesse particelle catastali su cui si trova la struttura produttiva o su particelle diverse, purché connesse alla rete elettrica attraverso punti di prelievo (POD) esistenti e riferibili alla stessa struttura produttiva. I beni devono essere messi in esercizio entro un anno dal completamento del progetto di innovazione.

L e attività di formazione sono ammissibili fino al 10% degli investimenti in beni materiali e immateriali 4.0 e in beni materiali nuovi destinati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, con un tetto massimo di 300.000 euro; i corsi devono includere obbligatoriamente moduli specifici sulla gestione dell’energia e la digitalizzazione dei processi produttivi, devono avere una durata minima di 12 ore, possono essere svolti anche a distanza, e devono

includere un esame finale con attestazione dei risultati ottenuti; le attività di formazione devono essere erogate da enti esterni all’impresa.

I TEMPI DI REALIZZAZIONE DEGLI INVESTIMENTI

S econdo quanto previsto dalla normativa, sono idonei per accedere al beneficio i progetti di innovazione iniziati dal 1° gennaio 2024 e conclusi entro il 31 dicembre 2025 . A tal proposito, il decreto attuativo specifica che: a ) Per data di avvio di un progetto di innovazione si intende il momento in cui si assume il primo impegno giuridicamente vincolante per l’acquisto dei beni oggetto dell’investimento, oppure qualsiasi altro impegno che renda l’investimento non più revocabile, a seconda di quale dei due eventi si verifichi prima. b ) Il progetto di innovazione si considera concluso nel momento in cui viene effettuato l’ultimo investi -

Foto di Giorgio Pasini da iStock.

mento che ne fa parte, con le seguenti precisazioni:

• S e l’ultimo investimento riguarda beni materiali e immateriali nuovi, strumentali all’attività d’impresa, indicati negli allegati A e B della legge di Bilancio 2027, il progetto si considera completato alla data di esecuzione dell’investimento, secondo le regole generali dell’articolo 109 del TUIR, indipendentemente dai pr incipi contabili utilizzati.

• S e l’ultimo investimento riguarda beni materiali nuovi, strumentali all’attività d’impresa e destinati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo, il progetto è concluso alla data di completamento dei lavori relativi a tali beni.

• S e l’ultimo investimento riguarda attività di formazione volte ad acquisire o consolidare competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi, il progetto è considerato concluso alla data dell’esame finale sostenuto.

ENTITÀ DEL CREDITO D’IMPOSTA

L’ammontare del credito d’imposta dipende dal livello di riduzione dei consumi energetici ottenuto grazie agli investimenti agevolabili:

- 35% d el costo, per la parte di investimenti fino a 2,5 milioni di euro;

- 15% d el costo, per la parte di investimenti compresa tra 2,5 e 10 milioni di euro;

- 5% d el costo, per la parte di investimenti eccedente i 10 milioni, fino a un massimo di 50 milioni di euro di costi ammissibili.

Per ciascuna fascia di investimento, l’aliquota del credito d’imposta aumenta come segue: al 40%, 20%, e 10% se si raggiunge una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva situata nel territorio nazionale superiore al 6% o, alternativamente, una riduzione dei consumi energetici dei processi interessati dall’investimento superiore al 10%; al 45%, 25%, e 15% se la riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva localizzata nel territorio nazionale supera il 10%, oppure

se la riduzione dei consumi energetici dei processi coinvolti nell’investimento supera il 15%. I l credito d’imposta può essere cumulato con altre agevolazioni finanziate con risorse nazionali per gli stessi costi, purché il cumulo, tenendo conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile dell’IRAP, non superi il costo effettivamente sostenuto; non può essere cumulato con il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nuovi materiali e immateriali 4.0, previsto dall’articolo 1, commi 1051-1063, della legge di Bilancio 2021 (legge n. 178/2020) e nemmeno con il credito d’imposta per investimenti nella ZES unica del Mezzogiorno, come stabilito dagli articoli 16 e 16-bis del D.L. n. 124/2023, e nella Zona Logistica Semplificata (ZLS), previsto dall’articolo 13 del D.L. n. 60/2024.

MODALITÀ DI CALCOLO DELLA

RIDUZIONE DEI CONSUMI

ENERGETICI

L a riduzione deve essere calcolata confrontando la stima dei consumi energetici annuali previsti dopo l’implementazione di nuovi beni materiali e immateriali 4.0 con i consumi registrati nell’anno precedente all’inizio del progetto, riferiti alla struttura produttiva o al processo interessato. Questa riduzione deve essere misurata rispetto allo stesso bene o servizio fornito, normalizzando i volumi produttivi e tenendo conto delle condizioni esterne che influenzano le prestazioni energetiche.

Per le imprese che sono operative o che hanno modificato significativamente i prodotti e servizi offerti da almeno sei mesi prima dell’inizio del progetto di innovazione e che non dispongono di dati per una misurazione diretta o una stima dei consumi energetici relativi all’anno precedente, la riduzione dei consumi è calcolata sulla base dei consumi medi registrati nel periodo di attività, rapportati su base annuale.

Per le nuove imprese prive di un contesto reale di riferimento, è necessario utilizzare uno scenario controfattuale.

L’azienda deve identificare almeno tre beni alternativi disponibili sul mercato negli Stati membri dell’Unione Europea e dello Spazio Economico Europeo nei cinque anni precedenti l’inizio del progetto. La media dei consumi energetici annuali di questi beni alternativi costituirà lo scenario controfattuale, rispetto al quale verrà misurato il risparmio energetico ottenuto dall’investimento reale.

LA PIATTAFORMA E LA CIRCOLARE OPERATIVA DEL GSE

A partire dalle ore 12 del 7 agosto 2024 le imprese possono presentare, nell’apposita sezione “Transizione 5.0” del sito internet del GSE, accessibile tramite SPID, le comunicazioni preventive dirette alla prenotazione del credito d’imposta e le comunicazioni di conferma relative all’effettuazione degli ordini accettati dal venditore con pagamento a titolo di acconto in misura almeno pari al 20%.

Le imprese dovranno allegare alla domanda una serie di documenti, tra cui: descrizione dettagliata del progetto per il quale si richiede l’agevolazione; piano finanziario che dimostri la sostenibilità economica del progetto; documentazione tecnica relativa alle tecnologie o agli strumenti che si intendono acquistare; dichiarazioni attestanti il rispetto dei requisiti normativi e ambientali.

C ontestualmente al decreto direttoriale, il GSE ha pubblicato una circolare operativa contenente le linee guida per la corretta presentazione delle domande.

Le domande verranno valutate in base a un punteggio attribuito a diversi fattori, tra cui l’impatto tecnologico e ambientale del progetto, la coerenza con gli obiettivi del Piano Transizione 5.0, e la sostenibilità finanziaria dell’investimento.

La valutazione avverrà in due fasi: preliminare, che consiste nel controllo della documentazione e verifica dei requisiti di ammissibilità; tecnica, ovvero analisi approfondita del progetto da parte di esperti del GSE, che attribuiranno un punteggio finale sulla base dei criteri stabiliti u

Da oltre 40 anni PMG è tra i più qualificati produttori di mescole a base di elastomeri speciali ad alte prestazioni. In questi anni abbiamo consolidato la nostra presenza sui mercati globali con il sito produttivo di PMG East in Romania per fornire ai nostri clienti soluzioni innovative e personalizzate direttamente nelle loro aree di competenza. Dal 2016 PMG è presente in Cina con il sito produttivo di PMG Rubber Technology di Changshu con tre linee produttive di FKM e di mescole organiche nere, un team locale di esperti tecnici e commerciali ed una struttura di R&D per essere sempre più vicini ai nostri clienti nell’area Asia Pacifico.

Since 1976 with more than 40 years of experience PMG is a global leading rubber compounds. The production at PMG Italy is in three mixing plants to produce coloured compounds and the mixing unit dedicated to FKM compounds with compounds. PMG production is based on all specialty elastomers and the production of FKM compounds, for which PMG is a global leader for product

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Tel. +40 356 425940 - Fax +40 356 425941

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Changshu - Cina

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Building E 2-3, Fervent Industrial Park

Tel. +86 512 83861999

PMG East Srl. started operations in January 2006 at Timisoara (Romania) black compound. The site is equipped with a state of the art mixing line to Eastern Europe.

PMG Rubber Technology (Changshu) CO Ltd.

In December 2016, PMG Rubber Technology Ltd has started operations in Changshu in Fervent Industrial Park, north of Shanghai on an area of 7500sqm. The black and coloured FKM and a line for black compounds in operation by experienced technicians and sales professionals, laboratory facility and modern know-how represent a unique opportunity to be close to our customers in

In ripresa il mercato dell’auto a giugno

Riparte il mercato italiano dell’auto a giugno dopo la flessione di maggio, ma il livello ante-pandemia del 2019 è ancora lontano.

Idati pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili relativi alle immatricolazioni auto indicano un aumento delle vendite in Italia sia a giugno che nei primi sei mesi dell’anno rispetto agli stessi periodi del 2023.

Dopo il calo di maggio (-6,6%), il mer-

cato auto registra a giugno un balzo in avanti a due cifre (+15,0%, con 160.046 nuove unità immatricolate a fronte di 139.150) e una crescita del 5,3% nel periodo gennaio-giugno con 886.386 vendite di vetture nuove contro 841.573. Decisivi per la ripresa del mercato, dopo la contrazione delle vendite a mag-

gio (-6,6%), i nuovi incentivi a favore delle auto elettriche, come ha dichiarato Roberto Vavassori, presidente di Anfia (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica). Pneurama news riferisce, a questo riguardo, che a giugno sono state immatricolate 13.285 nuove vetture ‘full electric’, mettendo

Foto di Ramann su iStock.

a segno un incremento delle vendite del 115,8% rispetto a giugno 2023 e elevando all’8,3% la relativa quota di mercato.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor (CSP), e Michele Crisci, presidente dell’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri (Unrae), i fondi per gli incentivi si sono esauriti, purtroppo, molto presto, in una sola giornata, col risultato che molti acquirenti interessati non hanno potuto usufruirne.

Per quanto riguarda gli effetti positivi degli incentivi sul mercato auto, Roberto Vavassori ha tenuto a ricordare, tuttavia, che rispetto al periodo pre-pandemia di giugno 2019, il sesto mese di quest’anno ha registrato un calo complessivo del mercato auto del 6,7% e, secondo Gian Primo Quagliano, il semestre gennaio-giugno è in calo del 18,2% rispetto allo stesso periodo del 2019.

QUALI PREVISIONI PER IL MERCATO DELL’AUTOMOBILE?

Secondo il CSP, le prospettive per i prossimi mesi non sono rosee. L’inchiesta congiunturale condotta dal Centro negli ultimi giorni di giugno ha rivelato che per il 53% dei concessionari inter-

pellati il livello degli ordini è basso, per il 56% è bassa l’affluenza dei visitatori nelle sale di esposizione e per il 31% il mercato è atteso in calo. Incoraggiante, invece, l’indagine Istat di giugno. L’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta, infatti, da 96,4 a 98,3 (base 2010=100), favorendo, di riflesso, una crescita dell’indice della propensione all’acquisto dei beni durevoli, tra i quali l’automobile, che passa da -73,2 a -66,3 rispetto al mese di maggio. Diminuisce, invece, l’indice composito del clima di fiducia delle imprese (Iesi – Istat economic sentiment indicator) che scende da 95,1 a 94,5.

BENE IL GRUPPO STELLANTIS

I l Gruppo Stellantis ha registrato un aumento delle immatricolazioni sia a giugno che nel primo semestre dell’anno. A giugno sono state immatricolate 48.290 vetture nuove, che hanno rappresentato un aumento del 10,6% rispetto a quelle dello stesso mese dell’anno scorso, quando sono state vendute 43.647 nuove unità. La quota di mercato, invece, è scesa dal 31,4% del giugno 2023 al 30,2%.

Andamento in fotocopia nei sei mesi gennaio-giugno di quest’anno a confronto con lo stesso periodo di un an-

no fa: le vendite sono aumentate, da 281.432 vetture a 284.567 (+1,1%), e la quota è diminuita dal 33,4% al 32,1%.

Per quanto riguarda le marche nazionali, a giugno solo Fiat e Jeep hanno chiuso il mese col segno più; nel semestre i vari mercati hanno presentato variazioni differenziate.

Questi i dettagli col confronto dei dati negli stessi periodi (giugno e primo semestre) del 2024 e del 2023:

- Fiat: +30,0% a giugno (16.918/13.015 il rapporto tra le immatricolazioni 2024/2023; 10,6% e 9,4% le quote di mercato) e +2,0% nel semestre (95.602/93.700 il rapporto vendite; 10,8% e 11,1% le quote)

- Jeep: +3,9% a giugno (6.451/6,206 il rapporto vendite; 4,0% e 4,5% le quote) e -2,7% nel semestre (38.891/39.951 il rapporto vendite; 4,4% e 4,7% le quote)

- Lancia: -7,9% a giugno (4.149/4.505 il rapporto vendite; 2,6% e 3,2% le quote) e +2,8% nel semestre (24.691/24.025 il rapporto vendite; 2,8% e 2,9% le quote)

- A lfa Romeo: -55,0% a giugno (1.358/3.019 le vendite; 0,8% e 2,2% le quote) e -16,7% nel semestre (12.178/14.612 le vendite; 1,4% e 1,7% le quote)

- Maserati: -55,2% a giugno (213/475 le vendite; 0,1% e 0,3% le quote) e -35,0%

nel semestre (1.444/2.223 le vendite; 0,2% e 0,3% le quote).

IN CRESCITA I VEICOLI COMMERCIALI E INDUSTRIALI

Veicoli commerciali I dati relativi alle immatricolazioni dei veicoli commerciali le ggeri (VCL, con peso totale a terra, ptt, fino a 3.500 kg) elaborati dal Centro Studi e Statistiche di Unrae confermano il trend positivo del settore con un incremento a doppia cifra a giugno e nel primo semestre dell’anno. Notevole il dato di giugno, perché, come sottolinea Unrae, è dal dicembre del 2017 che non si registrava una crescita tanto significativa: +21,5%, con 20.673 immatricolazioni contro le 17.014 di giugno dell’anno passato. A questo exploit ha certamente contribuito la necessità, per le reti di distribuzione, di smaltire il proprio stock di veicoli per l’entrata in vi-

gore – il 7 luglio di quest’anno – del Regolamento Generale sulla Sicurezza dei veicoli GSR 2 (General Safety Regulation), che introduce l’obbligo di equipaggiare i veicoli con nuovi sistemi avanzati di sicurezza (ADAS – Advanced Driver Assistance Systems). Non è da meno l’aumento del mercato nei primi sei mesi dell’anno, perché il semestre ha totalizzato 111.963 vendite di veicoli, mettendo agli atti un aumento del 17,7% rispetto allo stesso periodo del 2023, nel quale le immatricolazioni sono state 95.131. Anche questo aumento è stato favorito da una coincidenza propizia: l’immatricolazione di veicoli rimasti inevasi l’anno scorso per indisponibilità di prodotto.

Veicoli industriali

Per quanto riguarda i veicoli industriali medi e pesanti (medi, con ptt maggiore di 3.500 kg e minore di 16.000 kg; pesanti, con ptt uguale o superiore a 16.000 kg), i

dati elaborati da Anfia sulla base di quelli pubblicati dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili mostrano variazioni positive delle immatricolazioni sia a giugno che nel semestre per gli autocarri e gli autobus: è un trend positivo che continua. I veicoli trainati recuperano e chiudono giugno con una crescita, ma archiviano il semestre con una flessione. Nel mese di giugno il mercato degli autocarri (ptt tra 3.500 kg e 16.000 kg) ha registrato complessivamente un incremento, passando da 2.792 unità immatricolate nel 2023 a 3.456 unità nel 2024 (+23,8%). Nel semestre gennaio-giugno i libretti di circolazione hanno registrato un rialzo del 10,5%, con 16.782 nuovi autocarri immatricolati a fronte dei 15.186 dei primi sei mesi del 2023.

Rimorchi e semirimorchi

Il settore dei rimorchi e semirimorchi pesanti (ptt maggiore di 3.500 kg) è il solo che presenta un aumento del mercato nel mese e una diminuzione nei sei mesi. A giugno le vendite sono aumentate del 5,5%, con 1.447 nuovi libretti di circolazione (a fronte di 1.371) suddivisi in 139 dei rimorchi (+17,8% rispetto ai 118 dell’anno prima) e 1.308 dei semirimorchi (+4,4% sui 1.253 del giugno 2023); nel periodo gennaio-giugno il mercato è calato del 14,5%, con 7.167 immatricolazioni (a fronte di 8.378 dello stesso semestre del 2023) così ripartite: 715 rimorchi (+6,1% su 674 dell’anno prima) e 6.452 semirimorchi (-16,3% su 7.704 del 2023).

Trasporto passeggeri

Il mercato dei veicoli adibiti al trasporto

passeggeri – autobus con ptt superiore a 3.500 kg - ha chiuso sia giugno che il semestre con il segno più in tutti i comparti del settore.

A giugno le vendite degli autobus del TPL – Trasporto Pubblico Locale – hanno raggiunto quota 392 (190 quelle dei mezzi urbani e 202 quelle degli interurbani), con un incremento del 51,9% rispetto a giugno 2023, quando sono stati venduti 258 veicoli (119 e 139 le vendite nelle due categorie).

Modesto l’incremento degli autobus e midibus turistici: +7,0%, con 61 vendite su 57.

Decisamente superiore il livello delle vendite raggiunto nel mese dai minibus e dagli scuolabus. I primi hanno totalizzato 179 immatricolazioni contro 52, realizzando la ragguardevole crescita a tre cifre del 244,2%; i secondi sono aumentati del 263,6%, con 80 unità vendute a fronte di 22.

In totale, il mercato degli autobus con ptt maggiore di 3.500 kg ha registrato, a giu-

gno, 712 nuove immatricolazioni, con un incremento dell’83,0% rispetto a giugno 2023, quando le immatricolazioni sono state 389.

Anche nel semestre gennaio-giugno i vari segmenti del comparto hanno registrato una variazione positiva delle immatricolazioni.

Sono stati rilasciati, in totale, 3.483 nuovi libretti di circolazione (+44,6% su 2.408 dello stesso semestre 2023) così ripartiti: 2.000 per gli autobus del TPL (857 per i mezzi urbani e 1.143 per gli interurbani), con un aumento del 19,8% sui primi sei mesi del 2023, quando i nuovi documenti sono stati 1.670 (626 per gli autobus urbani e 1.044 per gli interurbani); 476 per gli autobus e midibus turistici (+61,9% sui 294 di gennaio-giugno 2023); 704 per i minibus (+221,5% su 219) e 303 per gli scuolabus (+34,7% su 225).

Avanza l’elettrico

Interessanti, sempre a proposito degli autobus con ptt maggiore di 3.500 kg, i

dati delle immatricolazioni per alimentazione nei due semestri gennaio-giugno 2024/2023 a confronto.

Come ha dichiarato Andrea Rampini, presidente della Sezione Autobus di Anfia, nel loro insieme questi dati indicano chiaramente una crescente tendenza verso l’utilizzo di mezzi più ecologici e dimostrano, altresì, che l’industria sta rispondendo al conseguente aumento della domanda di mezzi di trasporto capaci di ridurre l’impatto sull’ambiente.

Il segmento ‘elettrico’ in particolare, per esempio, passa da 149 immatricolazioni di gennaio-giugno 2023 a 273 del primo semestre di quest’anno, archiviando la considerevole crescita a due cifre dell’83,2%.

Situazione analoga, ma di maggior peso, quella che si osserva nel comparto autocarri con ptt maggiore di 3.500 kg: qui l’elettrico compie un balzo ancora più alto, passando da 25 immatricolazioni del primo semestre 2023 a 132 dei primi sei mesi del 2024 (+428,0%). u

BUILDING RUBBER SOLUTIONS

Assogomma pronta a fronteggiare tutte le sfide del futuro

A tre anni dall’inizio del suo mandato abbiamo intervistato il presidente di Assogomma: una chiacchierata a 360° sullo stato di salute del settore, sulle problematiche “calde”, sugli obiettivi raggiunti e su quelli futuri.

Il 26 giugno si è svolta l’Assemblea Annuale: come è andato il 2023 per il mondo della gomma? Come hanno impattato i vari conflitti in atto nel mondo e le relative tensioni geopolitiche sulle nostre aziende?

L’Assemblea annuale Assogomma è stata certamente l’occasione per fare il punto con le imprese di settore su tanti aspetti. Anzitutto nessuno un anno fa avrebbe immaginato che la già complicata situazione geopolitica dovuta al conflitto tra Russia e Ucraina, potesse ulteriormente aggravarsi con la crisi in Medio Oriente. Oltre a una catastrofe umanitaria di dimensioni enormi, si sono creati problemi agli scambi commerciali e ritardi nell’approvvigionamento di merci con conseguente aumento dei costi per le nostre aziende. Fortunatamente i costi energetici stanno tornando a livelli sostenibili, pur rimanendo superiori a quelli prebellici e l’inflazione si è stabilizzata, seppur su livelli elevati, cosa che mantiene alti i costi del credito e rallenta acquisti e investimenti. I dati di settore confermano questo quadro negativo: la produzione nel 2023 è diminuita del 7,3% rispetto all’anno precedente, le esportazioni hanno avuto un aumento del 3% in quantità e le importazioni sono diminuite del 9%. I prezzi delle materie prime hanno subito riduzioni mediamente del 15% nel corso del 2023, ma ci sono segnali perché avvenga un’inversione di tendenza nei

prossimi mesi. Nel complesso quindi il 2023 è da considerare tra gli anni negativi, sia in termini di quantità prodotte sia per redditività. Per quanto riguarda il 2024 i dati fin qui rilevati dal nostro ufficio studi ci dicono che la produzione è ulteriormente diminuita e che il fatturato delle imprese ha subito cali significativi, con diversi settori di destinazione finale in contrazione, si veda in particolare l’automotive e l’edilizia. Stabili o in leggera crescita, le telecomunicazioni e lo sport & leasure. Le quotazioni della gomma naturale, del nero di carbonio e di altri rubber chemicals sono in forte crescita, anche a seguito delle nuove regolamentazioni come la Deforestation.

I n generale è previsto che questa situazione continui nella seconda metà dell’anno per i motivi ben noti dei conflitti in corso e delle riduzioni delle capacità produttive. Un segnale positivo è l’impegno delle imprese nella direzione della sostenibilità, dal momento che oltre un terzo delle imprese associate già utilizza materie prime riciclate e più della metà di quelle che non le utilizzano attualmente prevedono di farlo in un prossimo futuro.

Due anni e mezzo fa, su queste pagine, raccontavamo del suo impegno, da neo eletto Presidente dell’Associazione, nel contribuire alla crescita della competitività del settore gomma italiano, puntando su formazione, digitalizzazione, sostenibilità e capacità di innovazione. Gli obiettivi che si era prefissato sono stati raggiunti?

Questi anni del mio mandato sono stati caratterizzati da eventi esterni del tutto rilevanti, come ci siamo detti poc’anzi e questo chiaramente ha cambiato radicalmente lo scenario competitivo per le Imprese di settore, ma anche per l’attività associativa. L’obiettivo di supportare lo sviluppo della competitività delle aziende gomma non è cambiato ma, in parte, sono cambiati gli strumenti, concentrando lo sforzo dell’associazione oltre che su formazione e sui temi della sostenibilità anche sulle attività di advocacy e regulatory con azioni sempre più incisive sia a livello nazionale che a livello europeo. Si tratta di

dare alle imprese maggior peso nella rappresentanza dei propri interessi in momenti chiave del processo legislativo europeo e nazionale. Un esempio su tutti: l’attività avviata nel 2023 e ancora in corso per quanto riguarda l’annunciata restrizione sui PFAS o sostanze per- e poli-fluoroalchiliche, una classe che include fluoroelastomeri e altri fluoropolimeri come il teflon. Questo tema ha suscitato grande preoccupazione tra tutte le aziende associate, in particolare nel settore degli articoli tecnici. Assogomma si è fatta carico di coordinare l’azione non solo tra i trasformatori, ma anche con i produttori di materie prime. È stata condotta un’istruttoria ed è stato rappresentato un documento di posizionamento associativo condiviso sia all’interno di Etrma che presso le autorità competenti, oltre che attraverso Confindustria, con un’azione a livello nazionale ed europeo. Abbiamo risposto alla consultazione pubblica di settembre e siamo in attesa dei primi riscontri da parte delle autorità europee responsabili dell’analisi, vale a dire il RAC e il SEAC. Abbiamo anche prodotto comunicazioni associative per stabilire un approccio comune nei confronti dei clienti in cerca di rassicurazioni.

I n sintesi abbiamo dato un “ombrello di protezione” ma anche di servizio alle aziende per rispondere alle richieste del mercato difendendo e dando continuità alle proprie produzioni.

Tra gli obiettivi indicati all’epoca c’era anche un maggiore coinvolgimento delle aziende medio-piccole del settore, cui sarebbero stati offerti servizi soprattutto in tema di formazione. Come è andata/sta andando su questo fronte?

L’attività formativa dell’associazione, che è senza dubbio uno dei temi che mi sta particolarmente a cuore, l’ho posta in cima alle priorità sin dall’inizio del mio mandato. Un obiettivo che stiamo perseguendo insieme a tutto lo staff associativo. È gratificante poter constatare i risultati con un trend in netta crescita delle attività formative e informative organizzate dall’associazione, che spaziano ora dai corsi formativi di tecnologia per gli addetti ai laboratori, alla sicurezza sul lavoro, alle normative che regolano l’uso di sostanze e preparati, fino alle tematiche ambientali e doganali, eccetera. Non è solo la varietà dell’offerta e nemmeno la quantità di rappresentanti aziendali, che ormai si contano a centinaia ogni anno, a dimostrare l’efficacia di questa attività, bensì gli apprezzamenti che arrivano da varie aziende per aver affrontato temi attuali e aver fornito risposte alle loro esigenze. Quindi un’attività veramente al servizio delle imprese, come ci si attende da Assogomma. Mi pregio anche di essere il Presidente del Laboratorio di Assogomma, Cerisie, e mi fa piacere sottolineare che l’integrazione delle capacità anche in ambito forma-

Produzione gomma (articoli tecnici e pneumatici) (‘000 ton). Fonte Assogomma

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Importazioni ed esportazioni di articoli in gomma (‘000 ton). Elaborazione Assogomma su dati ISTAT

tivo del laboratorio con le competenze storiche dell’associazione sono state elemento arricchente. Inoltre, come ho anticipato in occasione dell’Assemblea, presto annunceremo un nuovo portale associativo dedicato alla formazione “Assogomma Academy”, che è ormai alle ultime fasi di sviluppo. È uno strumento all’insegna della digitalizzazione e dell’innovazione, ma potrebbe anche rappresentare un importante punto di partenza per un’evoluzione futura di tutta l’attività formativa.

La sostenibilità è certamente il tema per eccellenza. Il dibattito si concentra sulla ricerca di materie prime alternative, la gestione dei PFU, le richieste della UE in tema di deforestazione (regolamento EUDR). Come si sta muovendo l’associazione in questo ambito?

La domanda è particolarmente centrata ed attuale. Le rispondo che Assogomma si sta muovendo con lo stile che la contraddistingue da sempre: approccio concreto e pratico, analisi dettagliata, soluzioni e indicazioni praticabili in tempi certi. Partiamo dal problema degli accumuli di pneumatici fuori uso (PFU). Molte le difficoltà che coinvolgono l’intera filiera: produttori, ricostruttori, rivenditori, sistemi di gestione, raccoglitori, demolitori, impianti di trattamento e chiaramente l’autorità competente, ovvero il Ministero dell’Ambiente. Si tratta di un problema ciclico influenzato da vari fattori, non

escluso il rapporto tra l’offerta e la domanda. Per affrontare l’emergenza che si è verificata all’inizio del 2024, il Ministero dell’Ambiente ha incaricato formalmente Assogomma di coordinare un tavolo di lavoro che ha condiviso con i soggetti obbligati di raccogliere quantità aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla normativa vigente, concentrando l’azione sulle aree più critiche del Paese. È stata effettuata una raccolta accurata dei punti di accumulo e si è deciso di ridistribuire tali quantità tra i sistemi di gestione abilitati in base alla loro quota di mercato. Questa, che può sembrare un’operazione semplice, comporterà un aumento dei costi di

oltre 10 milioni di euro lungo tutta la filiera. Naturalmente ci sono ulteriori aspetti di dettaglio ma mi sembra un buon esempio per far capire cosa intendo quando parlo di un approccio concreto e pratico. Venendo al tema degli effetti della nuova normativa che disciplina l’uso della gomma naturale e dei prodotti derivati, meglio nota come Regolamento EUDR, Assogomma ha seguito da vicino e continua a seguire l’evoluzione di questa problematica, cercando di supportare le imprese nell’interpretazione della normativa per quanto è possibile fare in questo momento, visto che ci sono molti aspetti che non sono ancora stati chiariti. Sono state organizzate delle attività formative specifiche, molto apprezzate dagli associati ed altre ne seguiranno, senza contare l’azione di pressione che si sta facendo sulle autorità competenti a livello europeo e avviato a livello italiano. Ricordo che la regolamentazione richiede una dovuta diligenza per ogni importazione di gomma naturale nell’UE, o di prodotti finiti che la contengono, al fine di escludere la provenienza da piantagioni soggette a deforestazione. Mi sembra chiaro che, dal punto di vista ambientale, è indiscutibile che una tale misura abbia senso, ma quando si considera il contesto specifico e si entra nell’operatività, le cose si complicano in modo esponenziale. La gomma naturale è una risorsa che viene prodotta da agricoltori che operano in zone del mondo molto complesse e pensare

Segmentazione produzione di articoli.

di ottenere risposte tempestive e certificazioni di conformità alle normative nei soli 18 mesi tra l’entrata in vigore del Regolamento e la sua operatività al 1° gennaio 2025 è quasi impossibile. Siamo a sei mesi dall’entrata in vigore dell’obbligo e ci sono numerose criticità che sono state ripetutamente evidenziate, ma che non sono state nemmeno affrontate né risolte. Assogomma c’è e sta seguendo molto da vicino la questione, ma è necessario che le Istituzioni, a partire dalla Commissione Europea, diano un colpo di reni e pubblichino le necessarie linee guida interpretative e ancor più importante rendano disponibile il sistema informativo necessario alla registrazione delle dichiarazioni di dovuta diligenza con anticipo rispetto al 31 dicembre 2024, così da consentire alle imprese di prendere confidenza e arrivare preparate alla fase di attuazione.

Quali sono gli obiettivi futuri?

Ormai, ho davanti a me meno di dodici mesi alla fine del mandato in qualità di Presidente Assogomma. Non è ancora giunto il momento di fare bilanci, ma certamente l’obiettivo primario è quello di lasciare un’Assogomma solida e strutturata adeguatamente per fronteggiare le sfide future, sempre più vicina alle imprese e pronta a rispondere alle evoluzioni europee e mondiali. In questo senso l’Associazione ha aumentato il proprio organico inserendo una nuova giovane risorsa che aiuterà nello sviluppo proprio di tutta quella attività di advocacy di cui dicevamo prima.

Ma non solo; con piacere parlo dalle pagine de L’Industria della Gomma, con la quale abbiamo ristabilito un nuovo rapporto di collaborazione tornando a garantire il nostro patrocinio a conferma di un’unità di intenti. La rivista ora ospita mensilmente un duplice spazio di informazione “Assogomma Informa” e “Cerisie Risponde”, due rubriche che testimoniano la vicinanza delle nostre realtà. Lo considero un punto di partenza che prelude a ulteriori progetti futuri, che a breve annunceremo al settore e che sono certo troveranno grande apprezzamento tra le imprese del settore, ma di più non posso dire al momento, se non che c’è ancora tanto lavoro da fare: insieme! u

Produzione settore gomma dal 2014 al 2023 (ton). Fonte Assogomma

Le nostre domande

1.

Anche il 2023 è stato caratterizzato da diverse problematiche (dalle guerre, all’aumento dei prezzi delle materie prime), quale è stato l’andamento per la vostra azienda?

2.

Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all’estero? Le sanzioni alla Russia e la normativa EUDR hanno impattato o impatteranno in futuro sulla vostra azienda?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ci sono mercati ancora inesplorati?

4.

Per quanto riguarda le tecnologie, quali sono i trend più significativi in atto? Quali le richieste specifiche del mercato attuale?

5.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali la digitalizzazione, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

6.

Come è andato il primo semestre del 2024 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

Segnali di ripresa

Per le aziende produttrici di guarnizioni in gomma l’incertezza sui mercati e l’aumento dei costi di produzione, conseguenza dell’incremento dei prezzi delle materie prime, hanno rappresentato una sfida che si è trasformata in opportunità: quella di trovare nuove soluzioni, esplorare nuovi mercati, cercare nuove fonti di approvvigionamento. Grazie all’automazione dei processi, alla progressiva digitalizzazione e a una sempre crescente attenzione alla sostenibilità, il mercato ha saputo superare la fase di difficoltà del 2023 e il 2024 sta dando confortanti segnali di ripresa.

Le risposte degli esperti

“I l mercato chiede sempre di più politiche verdi in qualsiasi ambito della filiera produttiva”

A CTION TECHNOLOGY

ITALIA

G iuseppe Bigatti

1.

A bbiamo riscontrato una contrazione degli ordini nella misura del 15/20% nell’ultimo trimestre del 2023; con l’inizio del 2024 abbiamo assistito a una ripresa che ha riportato gli ordinativi a livelli normali.

2.

E stero 70%. No.

4.

I l mercato chiede sempre di più politiche “verdi” in qualsiasi ambito della filiera produttiva.

5.

È un aspetto molto importante su cui si baseranno investimenti e operatività già nel prossimo anno.

6.

U n buon 2024 e una previsione sicuramente superiore ai risultati ottenuti nel 2023. u

“L’azienda ha delineato un piano d’azione e investimento nella digitalizzazione”

1.

I conflitti internazionali e l’aumento dei prezzi delle materie prime avevano già caratterizzato il 2022 e hanno avuto riflessi anche nel 2023. La maggiore incertezza sui mercati, con contrazione della domanda in alcuni settori, e l’aumento dei costi di produzione a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime, hanno rappresentato una sfida per l’azienda sia dal punto di vista finanziario che operativo.

Q uesto per noi è stato uno stimolo che ci ha spinto a mettere in atto tutta una serie di misure per adeguarci alla situazione economica in un contesto di crisi: riduzione dei costi, diversificazione dei mercati e ricerca di nuove fonti di approvvigionamento.

Le nuove circostanze ci hanno indotto ad analizzare le nostre vulnerabilità e a rafforzare la resilienza e le nostre capacità di adattamento a una situazione economica in evoluzione. Tutto questo per noi è diventato alla fine un’opportunità di crescita.

2.

I l nostro fatturato è realizzato soprattutto all’estero, il mercato principale è la Germania. Le sanzioni alla Russia non hanno avuto un impatto diretto sulla nostra azienda e pensiamo sarà così anche nel prossimo futuro. Siamo sempre stati attenti a conformarci alle prescrizioni di legge e anche per quanto riguarda la normativa EUDR metteremo in atto tutte le misure necessarie previste in relazione alla nostra dimensione e tipologia produttiva.

3.

I nostri principali settori di sbocco sono da sempre l’elettrodomestico e l’automotive, con quote di fatturato piuttosto significative. Tutte le misure che abbiamo implementato per far fronte alle nuove sfide in un contesto di crisi economica, dalla ristrutturazione della produzione alla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento, hanno fatto emergere un notevole potenziale di crescita e sviluppo di nuove competenze che ci permette di rivolgerci a settori per noi nuovi.

4.

Lo sviluppo di soluzioni tecniche in grado di mantenere standard qualitativi elevati riducendo i costi è di fondamentale importanza per le aziende che vogliono rimanere competitive sul mercato. L’automazione dei processi può ridurre il tempo e i costi di produzione e anche consentire il monitoraggio delle fasi produttive e del livello qualitativo, identificando eventuali difetti o problemi e intervenendo prontamente per correggerli. L’ottimizzazione delle risorse e la riduzione degli sprechi mantenendo alti standard qualitativi contribuiscono alla sostenibilità e al successo nel lungo termine, rendendo l’azienda più attrattiva per i clienti. È un dato di fatto che anche le organizzazioni più strutturate non hanno più tutti gli elementi per una pianificazione a medio termine, è quindi diffusa la richiesta di ridurre il tempo di attraversamento sia dei nuovi progetti che delle produzioni standard per reagire tempestivamente al fabbisogno. Il fattore tempo diventa sempre più di frequente a discriminante per l'acquisizione di un nuovo progetto.

5.

La digitalizzazione assieme alla Transizione 5.0 sono fattori di crescita molto importanti, in quanto rappresentano un’opportunità per migliorare l’efficienza operativa, la produttività, la competitività e la capacità di innovare. L’azienda ha delineato un piano d’azione e investimento nella digitalizzazione per implementare l’automazione dei processi, ridurre i costi e migliorare la precisione e l’efficienza delle operazioni. La raccolta e l’analisi dei dati facilitano lo scambio di informazioni e la comunicazione e la collaborazione all’interno dell’azienda. Forniscono inoltre informazioni importanti per prendere decisioni strategiche mirate. Il management di Amsagomma è sempre stato molto attendo anche alle tematiche ambientali e di sostenibilità. Il rating ESG di partenza dell’azienda si è attestato al di sopra della media nazionale e questo ci invoglia a essere sempre più compliant su aspetti molto sentiti dai nostri clienti.

6.

L’inizio dell’anno è stato caratterizzato da un atteggiamento molto cauto dei clienti, che hanno attuato politiche conservative, come già era avvenuto nel 2023. Negli ultimi mesi stiamo però assistendo a una leggera ripresa nello sviluppo di nuovi progetti, che ci fa ben sperare per il futuro. u

“Recentemente, abbiamo avviato un progetto pilota per sviluppare mescole innovative per l'industria dell'idrogeno”

ATP C armine Ciriaco Responsabile marketing

1.

Nel 2023, ci aspettavamo una frenata dei mercati a causa degli

Le nostre domande

1.

Anche il 2023 è stato caratterizzato da diverse problematiche (dalle guerre, all’aumento dei prezzi delle materie prime), quale è stato l’andamento per la vostra azienda?

2.

Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all’estero? Le sanzioni alla Russia e la normativa EUDR hanno impattato o impatteranno in futuro sulla vostra azienda?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ci sono mercati ancora inesplorati?

4.

Per quanto riguarda le tecnologie, quali sono i trend più significativi in atto? Quali le richieste specifiche del mercato attuale?

5.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali la digitalizzazione, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

6.

Come è andato il primo semestre del 2024 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

alti tassi di interesse e dell'aumento dei costi delle materie prime. Tuttavia, la domanda è rimasta vivace per gran parte dell’anno, con una flessione significativa solo nell’ultimo trimestre. La nostra strategia di diversificazione della produzione su vari mercati ci ha permesso di ammortizzare le fluttuazioni. Verso la fine del 2023, quasi tutti i settori hanno iniziato a registrare un trend negativo nel portafoglio ordini, ma rimaniamo ottimisti riguardo alla nostra capacità di adattamento e innovazione per affrontare queste sfide.

2.

La maggior parte del nostro fatturato proviene dal mercato italiano, dato che produciamo principalmente articoli tecnici per clienti B2B. Tuttavia, i nostri clienti, aziende italiane leader nei loro settori, esportano in tutto il mondo. Le sanzioni alla Russia e la normativa EUDR potrebbero avere un impatto significativo sulla nostra attività, soprattutto in combinazione con gli eventi in Medio Oriente che continuano a preoccuparci. Inoltre, i tassi di interesse elevati e l’eliminazione delle agevolazioni fiscali rappresentano ulteriori sfide, riducendo i volumi di mercato. Stiamo attivamente cercando soluzioni per mitigare questi impatti, come l'ottimizzazione dei processi produttivi e la ricerca di nuovi mercati.

3.

I settori in cui puntiamo maggiormente sono quelli dove il nostro know-how e le nostre mescole speciali possono fare la differenza. Ad esempio, le certificazioni ottenute per il settore alimentare sono solo la punta dell'iceberg del nostro impegno in sviluppo,

qualità e ricerca. Stiamo anche esplorando nuovi mercati, come quello dell’idrogeno, dove si prevede una crescente necessità di nuovi compound per migliorare le performance. Recentemente, abbiamo avviato un progetto pilota per sviluppare mescole innovative per l'industria dell'idrogeno, dimostrando il nostro impegno a esplorare nuovi orizzonti. Continuiamo a cercare mercati inesplorati poiché i mercati sono in continua evoluzione.

4.

Il mercato è variegato: da un lato, aumenta la richiesta di articoli tecnici meno costosi, favorendo le produzioni estere. Dall'altro, c'è una crescente domanda di prodotti di alta qualità e tecnologia avanzata. Il mercato richiede sempre persone competenti e fornitori in grado di supportare i clienti non solo nella quotidianità, ma anche nell’affrontare le sfide di un mercato spesso imprevedibile. Ad esempio, abbiamo recentemente collaborato con un grande cliente per sviluppare un nuovo componente ad alta tecnologia, che ha migliorato significativamente la loro efficienza produttiva. L'innovazione tecnologica e la flessibilità sono fondamentali per soddisfare queste esigenze.

5.

La digitalizzazione, la Transizione 5.0 e la sostenibilità sono ormai parte integrante delle nostre attività e delle catene di fornitura. Non sono più solo temi di discussione, ma elementi fondamentali da implementare quotidianamente. Stiamo sviluppando nuovi progetti per portare le nostre aziende nel futuro, dove queste pratiche sono sempre più cruciali per il successo. Ad esempio, stiamo implementando un sistema di gestione digitale avanzato per ottimizzare la produzione e ridurre gli sprechi, contribuendo così alla nostra sostenibilità ambientale.

6.

Il 2024 si preannuncia come un anno in cui, oltre alla capacità tecnica e produttiva, sarà necessario implementare soluzioni gestionali e amministrative efficienti. Nel primo semestre, abbiamo registrato una crescita del 5% rispetto all'anno precedente, grazie a nuove collaborazioni e all'ottimizzazione dei processi interni. Nonostante le sfide, i colleghi di aziende clienti, fornitori e competitor sono tutti fiduciosi in un'evoluzione positiva. Continueremo a lavorare con determinazione per cogliere le opportunità e superare le difficoltà del mercato. u

“Siamo in continua evoluzione e aperti a inserire le soluzioni digitali che possono aiutare l'azienda”

ELASTOTECH

M ichele Valli

General manager

1.

L'andamento del 2023 è stato in linea con il 2022, forti di commesse sul lungo periodo abbiamo sentito meno il calo rispetto ad altri.

2.

I l fatturato italiano resta leggermente più alto di quello estero, nonostante vi sia stato un ulteriore incremento nella percentuale di ricavi dall'estero. Per adesso non abbiamo avuto nessun impatto significativo per le sanzioni alla Russia e la legge EUDR. E il riallineamento del costo dell'energia è un ottimo segnale di stabilità.

3.

I l nostro settore di riferimento rimane quello del trattamento delle acque (idrosanitaria e distribuzione idrica), seguito da riscaldamento, e oil and gas. Ottimi sviluppi arrivano anche dal settore elettrodomestico che sta aumentando la sua quota nelle vendite. Ci sono sempre mercati inesplorati.

4.

D irei l'intelligenza artificiale. Si è affacciata nel mondo dell'industria attraverso app e software che promettono una gestione più rapida di tutti i processi interni, tuttavia vedo ancora le imprese restie all'inserimento di questa tecnologia. Importanti anche i nuovi trattamenti superficiali e le prime stampanti 3D che producono prototipi con materiali simili alla gomma e silicone. Anche in questo caso però la nostra materia prima è molto difficile da replicare per cui solamente per alcune applicazioni si riescono a ottenere risultati accettabili. In entrambi i casi (IA e 3D) la situazione evolverà rapidamente e queste tecnologie prenderanno sempre più piede.

5.

M oltissimo, la digitalizzazione è un processo naturale che sta coinvolgendo tutto il sistema Italia, non solo l'industria e le aziende della gomma. Di conseguenza è strettamente necessario adeguarsi a questo trend. Gestionale interno customizzato per le nostre esigenze, software creati ad hoc e dedicati ad utilizzo di alcuni reparti, presse e strumenti di lavoro interconnessi (frese, macchine controllo qualità, strumenti di diagnostica e controllo qualità) e gestiti da remoto, app per la gestione dei processi interni (comunicazioni e scambio informazioni), software di registrazio -

Foto di Baloncici da iStock.

ne automatica all'ingresso. Siamo in continua evoluzione e aperti a inserire le soluzioni digitali che possono aiutare l'azienda. La Transizione 5.0 è un ottimo strumento e un'agevolazione importante per le realtà industriali italiane, come lo sono stati i suoi predecessori, aiutano la crescita aziendale in molti ambiti quali investimenti commerciali, acquisto macchine, digitalizzazione, formazione del personale per citare i più importanti. Sostenibilità? Il nostro nuovo claim Skilled Dynamic Smart with a Green Core ha come simbolo un grande cuore verde. È il nostro modo di trasmettere questo concetto, il core dell'azienda ovvero il suo nucleo e quindi dove sta il suo cuore. Per noi sostenibilità è un bellissimo termine che serve a esprimere una predisposizione d'animo, un'attenzione verso aspetti che possono sembrare innocui ma che se trascurati creano problemi molto gravi in futuro. Il nostro Green core è questo. Chiaramente non deve rimanere un concetto astratto e noi lo decliniamo in azioni concrete in azienda, pannelli solari per abbattere e produrre energia per il nostro fabbisogno, trattamento e riutilizzo dell'acqua, abbattimento fumi, utilizzo di cartone riciclato per citarne alcune.

6.

A nche in questo 2024 ci siamo assestati sui livelli dell'anno precedente, ci aspettiamo un ulteriore assestamento, buoni segnali arrivano dai primi mesi del 2025. u

Le nostre domande

1.

Anche il 2023 è stato caratterizzato da diverse problematiche (dalle guerre, all’aumento dei prezzi delle materie prime), quale è stato l’andamento per la vostra azienda?

2.

Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all’estero? Le sanzioni alla Russia e la normativa EUDR hanno impattato o impatteranno in futuro sulla vostra azienda?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ci sono mercati ancora inesplorati?

4.

Per quanto riguarda le tecnologie, quali sono i trend più significativi in atto? Quali le richieste specifiche del mercato attuale?

5.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali la digitalizzazione, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

6.

Come è andato il primo semestre del 2024 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

Presse

Il design compatto in combinazione alla nostra esperienza nel settore della gomma e del silicone sono i fattori chiave per il successo dei nostri clienti.

Visita il nostro stand a Fakuma A5 5203

Armin Mattes Head of Sales ELAST

Grande a dabilità, design estremamente compatto e ottima efficienza energetica, grazie al servoazionamento ecodrive, rendono le presse orizzontali ENGEL da 300 e 440 tonnellate la soluzione ideale per aumentare la produttività nello stampaggio di componenti in gomma e silicone. Per

“Il mercato attuale richiede una crescente attenzione ai temi dell'eco-sostenibilità e all'uso di materiali eco-compatibili”

I SOPREN

1.

L’esercizio 2023, che segna i 70 anni di storia di Isopren, si caratterizza per un andamento brillante, espresso da tutti i principali indicatori di gestione e finanziari, che ha portato l’azienda di Cusano Milanino a registrare il record di fatturato sfiorando i 7 milioni di euro e confermando l’accelerazione del trend di crescita: in soli 4 anni Isopren è passata dai 4,7 milioni di euro dell’esercizio 2020 ai 6,9 milioni di euro nel 2023, con un incremento del 20% nei soli ultimi 12 mesi. Isopren è riuscita a neutralizzare in parte le diverse problematiche relative ai trasporti e alle materie prime grazie a un’attenta strategia sugli approvvigionamenti e sulla programmazione della produzione, favorita dal più intenso ricorso agli ordini a programma finalizzati con i key client. Ci piace sottolineare che Isopren ha fatto investimenti per oltre il 10% del fatturato in prodotti innovativi: una serie di articoli realizzati con l’utilizzo di gomma devulcanizzata nell’ambito del nuovo progetto “Recycling Rubber”; soffietti parapolvere per la protezione degli snodi di ponti ferroviari realizzati con una mescola in gomma all’avanguardia sviluppata per resistere in condizioni estreme; il nuovo giunto autostabile a flangia girevole “J1ASR” certificato RINA e NAV-ARM.

2.

La produzione di Isopren è spesso rappresentata da articoli in gomma che vengono montati dai nostri clienti su impianti e macchinari venduti poi all’estero; quindi, si tratta di vendite indirette che stimiamo pari al 45% della produzione complessiva; le vendite dirette all’estero che riguardano principalmente anelli per impianti a fune, compensatori di dilatazione e inserti per il confezionamento di pneumatici valgono circa il 15% del totale fatturato. Stiamo seguendo con una certa preoccupazione le sanzioni alla Russia che hanno impattato in modo limitato fino a ora ma che, soprattutto per la normativa EUDR, potrebbero avere ricadute importanti nel prossimo futuro.

3.

I settori di sbocco più importanti per la nostra produzione sono: il settore alimentare con gli statori per pompe monovite per la lavorazione di frutta e verdura, i dischi in gomma per la lavorazione del riso e dei cereali e particolari in gomma per pompe enologiche; il settore minerario per il quale Isopren produce componenti in gomma per la filtrazione dei fanghi; il settore della montagna e della mobilità urbana per il quale Isopren produce anelli in gomma e con rinforzi tessili per impianti a fune, ruote piene di scorrimento e tensionamento per battipista, liste trafilate e traverse per cingoli. Mercati inesplorati? Il lavoro che stiamo impostando quest’anno è piuttosto l’approfondimento dei settori nei quali sia-

Le nostre domande

1.

Anche il 2023 è stato caratterizzato da diverse problematiche (dalle guerre, all’aumento dei prezzi delle materie prime), quale è stato l’andamento per la vostra azienda?

2.

Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all’estero? Le sanzioni alla Russia e la normativa EUDR hanno impattato o impatteranno in futuro sulla vostra azienda?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ci sono mercati ancora inesplorati?

4.

Per quanto riguarda le tecnologie, quali sono i trend più significativi in atto? Quali le richieste specifiche del mercato attuale?

5.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali la digitalizzazione, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

6.

Come è andato il primo semestre del 2024 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

mo già presenti per allargare al massimo la nostra penetrazione, forti della consapevolezza della qualità dei nostri articoli, della nostra flessibilità produttiva e della nostra capacità progettuale.

4.

Il mercato attuale richiede una crescente attenzione ai temi dell'eco-sostenibilità e all'uso di materiali eco-compatibili. Per questa ragione, Andrea Belussi, Chief Technologist Officer di Isopren, per alcune linee produttive, ha iniziato a introdurre gomma devulcanizzata e ingredienti provenienti da fonti sostenibili a basso impatto ambientale mantenendo elevati standard di qualità e promuovendo, così, l’approccio green lungo l'intera catena di approvvigionamento. È previsto entro l’autunno l’ottenimento delle certificazioni 14001 e 45001, che insieme alla ISO 9001, risultano sempre più un elemento imprescindibile durante le fasi di assegnazione di gare garantendo così i nostri clienti dell’allineamento di Isopren nei confronti dei sistemi di gestione della qualità, dell'ambiente, della salute e della sicurezza.

5.

L’industria della gomma, in particolare per le lavorazioni e gli articoli tecnici prodotti da Isopren, è permeata dalla tecnologia in diversi processi e fasi di lavorazione. La digitalizzazione per noi conta a tal punto da essere un pivot del nostro piano di accelerazione dello sviluppo industriale.

Infatti, stiamo progressivamente affiancando nuovi impianti produttivi a controllo remoto e governati da PLC e moderni controller su PC; tutti gli impianti verranno integrati nel gestionale e nel modulo MES consentendoci di gestire al meglio gli approvvigiona-

menti, l’avanzamento delle diverse fasi di produzione e il controllo del risultato. Queste attività sono seguite direttamente da Nicola Ruggiero, consigliere di Isopren ed esperto in sviluppo tecnologico. La transizione ecologica ed energetica entra quindi in gioco sia nello sviluppo dei polimeri utilizzati che nel riciclo di materiali di scarto – come sopra descritto – sia nella ricerca continua di ottimizzazione dei consumi energetici; nelle nostre priorità strategiche ci siamo posti l’ambizioso obiettivo di generare in autonomia parte dell’energia, utilizzando fonti rinnovabili o dal recupero, ad esempio, del calore o del vapore.

6.

Le nostre domande

1.

Anche il 2023 è stato caratterizzato da diverse problematiche (dalle guerre, all’aumento dei prezzi delle materie prime), quale è stato l’andamento per la vostra azienda?

2.

Quanta parte del vostro fatturato è realizzata in Italia e quanta all’estero? Le sanzioni alla Russia e la normativa EUDR hanno impattato o impatteranno in futuro sulla vostra azienda?

3.

Quali sono i settori di sbocco più importanti per la vostra produzione? Ci sono mercati ancora inesplorati?

4.

Per quanto riguarda le tecnologie, quali sono i trend più significativi in atto? Quali le richieste specifiche del mercato attuale?

5.

Quanto contano per la vostra azienda temi quali la digitalizzazione, Transizione 5.0 e la sostenibilità?

6.

Dopo l’anno record del 2023, siamo partiti nel 2024 con una buona vivacità di ordini - in particolare dai nostri clienti storici - che hanno portato a un fatturato del semestre poco superiore ai 3,6 milioni di euro, pari al 52% del fatturato clienti del totale esercizio 2023 e allineato alla performance dell’omologo periodo 2023; siamo riusciti a ottimizzare gli approvvigionamenti per contrastare i nuovi aumenti del prezzo della gomma e ci confortano i primi segnali di ridimensionamento dei costi energetici, risultato sia della riduzione delle tariffe che degli investimenti di Isopren fatti in nuovi macchinari a minor consumo di energia. Per il prosieguo dell’anno ci aspettiamo un piccolo rallentamento preannunciato da alcuni nostri key client che faranno una ancor più attenta gestione del magazzino e delle esigenze prospettiche, ma siamo fiduciosi di poter concretizzare nuove collaborazioni già avviate, in particolare per i compensatori di dilatazione e per i soffietti multionda per la lavorazione del vetro. u 3.

Come è andato il primo semestre del 2024 e cosa vi aspettate per il prosieguo dell’anno in corso?

“Siamo costantemente alla ricerca di nuovi sbocchi e cerchiamo di pensare sempre out of the box”

N OVOTEMA

S tefano Consonni CEO

1.

Il 2023 è stato per noi un anno piuttosto impegnativo. Le varie problematiche mondiali hanno avuto ripercussioni anche sul nostro business. Reduci da un 2022 già decisamente sfidante, abbiamo però affrontato il 2023 con una strategia precisa e con metodo e questo ci ha permesso di continuare a guardare al futuro con una certa fiducia.

2.

Il nostro fatturato si realizza per il 75% all’estero e per il restante 25% in Italia. Le sanzioni alla Russia non hanno avuto grande impatto sul nostro business dato che non abbiamo contatti diretti con questo paese: i nostri fornitori e clienti non provengono da quest’area del mondo. Per quanto riguarda la normativa EUDR, ci stiamo attivando per tracciare e monitorare il possibile impatto sul nostro business e stiamo raccogliendo proattivamente informazioni anche da parte dei nostri fornitori. Il lavoro è in divenire ma sino a ora non abbiamo motivi per esserne preoccupati.

Lavoriamo con molteplici settori: automotive, gas control, furniture, medicale e farmaceutico. Siamo costantemente alla ricerca di nuovi sbocchi e cerchiamo di pensare sempre “out of the box”, sia nella ricerca di opportunità di vendita che di metodi con cui affrontare il nostro lavoro e le sfide quotidiane.

4.

I clienti sono sempre più esigenti e attenti a tematiche particolari quali la sostenibilità del business, la riduzione dell’impatto ambientale e la maggiore efficienza e tutti i nostri sforzi procedono in tal senso. Il nostro obiettivo è garantire la soddisfazione dei nostri clienti, fornendo prodotti innovativi e affidabili che aggiungano valore al loro lavoro. Pertanto cerchiamo sempre di avere uno sguardo aperto sul futuro, per intercettare nuove tendenze e sfruttarle a beneficio dei nostri clienti.

5.

Queste tematiche sono tutte fondamentali per l’evoluzione del nostro lavoro e sono topic ricorrenti nelle nostre agende.

6.

Possiamo affermare che i primi 6 mesi del 2024 sono stati davvero molto positivi. Abbiamo ben performato e i risultati sono francamente stati oltre le nostre aspettative. Non ci sono stati quindi strascichi negativi dal 2023, ma ovviamente dobbiamo riconoscere che la situazione è sempre molto fluida. Non possiamo ancora affermare con certezza che vi sia stato un netto cambio di passo rispetto al 2023, tuttavia continuiamo a lavorare con determinazione per consolidare i risultati positivi ottenuti sinora e per gettare solide basi per il futuro. u

a cura della redazione

L’importanza del progresso tecnologico

In un mondo in continua evoluzione non è più possibile fare affidamento su tradizionali tecniche di stampaggio e macchinari obsoleti. La crescita del settore passa necessariamente dal progresso tecnologico, che aziende come Pezzato non si stancano mai di promuovere.

Troppo spesso le tecniche, le basi progettuali ed addirittura la com ponentistica utilizzate nella co struzione di nuove presse per lo stam paggio risalgono a decenni passati, sono prive di innovazione o nuove possibilità di sviluppo. Il drammatico monito “si è sempre fatto così” riecheggia tra le fila di chi, costruttori di macchinari o stam patori, teme l’innovazione e preferisce continuare per una strada senza futuro. Una via che lascia, ai più, la sicurezza di sistemi collaudati da anni, ma che non porta creatività e vera crescita. Perché l’evoluzione delle aziende di set tore non risiede solo nel profitto, nella rendita sociale, ma anche e soprattutto, ancora una volta, nel progresso tecno logico. Spesso, invece, il valore dei mac chinari utilizzati nel settore della gomma viene sminuito o ridotto a semplici pez zi di ferro (nemmeno d’acciaio), valutati con prezzi al chilogrammo di peso. Lo stesso succede con la componentistica di controllo, lo sviluppo dei sistemi, i sof tware, fino ai giorni di sacrificio e lavoro di tecnici altamente specializzati.

LA PROPOSTA DI PEZZATO

In un mercato in cui troppo spesso, per mancanza di cultura, si considera come unico metro di paragone l’aspetto eco nomico, Pezzato si impegna a far comprendere la propria qualità ed avanguardia tecnica. L’economicità, infatti, si rivela

Il modello Pezzato CGV Vacuum rubber con chiusura dal basso, completo di camera del vuoto e quadro elettrico integrato, è il perfetto esempio di ergonomia e compattezza. 1800x1400x2500h (mm).

relativa se considerata sull’intera vita del macchinario; spesso il costo delle manutenzioni straordinarie, necessarie a compensare il divario qualitativo e tecnologico, va ben presto a eguagliare la differenza sull’acquisto di un macchinario di prima scelta. È inoltre necessario il coraggio da parte dei costruttori di offrire non solo quello che il cliente chiede ma è anche doveroso proporre ciò che veramente gli serve. Accertando così una competenza fondamentale di chi fornisce presse per lo stampaggio: conoscere il settore di applicazione dei propri macchinari, per aiutare al meglio gli stampatori nella giusta scelta sul percorso da intraprendere verso il futuro.

ERGONOMIA A MISURA D’UOMO

L’interazione tra operatore e macchinario, soprattutto nello stampaggio a compressione, è una costante quotidiana che crea un sistema complesso di due soggetti cooperanti tra loro. Si pensi alle operazioni di carico e scarico del materiale, alle procedure di cambio stampi o al rapido settaggio dei nuovi parametri di produzione.

Per questo è indispensabile concepire alla base di ogni nuova pressa, strumenti e soluzioni pronti a rispondere a ogni necessità operativa. A partire dalla struttura dei macchinari, Pezzato garantisce una totale accessibilità a 360 gradi dell’area di lavoro. Tramite barriere fotoelettriche o porte di sicurezza è possibile operare agevolmente su ogni lato dello stampo, permettendo un rapido e facile approntamento degli stessi.

Sempre nell’ottica di realizzare un adattamento ottimale del sistema uomomacchina, Pezzato presse sviluppa e aggiorna costantemente la propria interfaccia pannello operatore (HMI) presso i propri uffici, permettendo così personalizzazioni e fornendo una soluzione totale a ogni richiesta del cliente. Il software d’interazione risulta completo e intuitivo, e consente un utilizzo rapido e fruibile agli operatori, anche meno esperti, pur lasciando totale libertà di gestione delle operazioni.

Degno di nota è il sistema guidato di cambio stampi per le presse accessoriate con piani magnetici permanenti. Questo speciale applicativo istruisce

Intuitivo, semplice nell’utilizzo e completo di ogni funzionalità. Pezzato presse sviluppa internamente il proprio software d’interfaccia uomo-macchina come quello di gestione e controllo del macchinario.

l’operatore, passo a passo, sulle corrette procedure di magnetizzazione ed è inoltre completo di rilevazione e segnalazione di errori.

A completare una già così integrata ergonomia c’è il servizio di teleassistenza remota diretta. Ciò permette il continuo monitoraggio dei sistemi del macchinario per prevenire e risolvere rapidamente eventuali anomalie, oltre che apportare aggiornamenti o modifiche software a distanza. Un servizio che Pezzato presse offre a titolo totalmente gratuito e che non necessità di alcun apparato aggiuntivo se non una semplice connessione Internet.

L’IMPORTANZA

Fondamentale distinzione tecnica, troppo spesso tralasciata nella scelta per l’acquisto di un nuovo macchinario, è il tipo di struttura su cui è basato. Pezzato presse, ormai da decenni, porta avanti unicamente la produzione di presse a 4 colonne portanti che si differenzia dall’antiquato telaio monolitico, ancora oggi utilizzato da molti costruttori del settore. La struttura a colonne permette, oltre alla totale accessibilità sui tutti i lati,

una robustezza e resistenza meccanica maggiore data l’elasticità che caratterizza questo tipo di soluzione. Le colonne fanno anche da solida guida al piano mobile garantendo il massimo parallelismo tra i piani di lavoro. Troppo spesso, purtroppo, nei macchinari a telaio monolitico non sono nemmeno presenti sistemi di guida del piano mobile. Notevole risalto va anche dato alla speciale ossatura interna della carpenteria metallica nei montanti, concepita a nido d’ape. Questo accorgimento permette una perfetta distribuzione delle forze e di concentrare il carico nell’area stampo. Il tutto costruito con lastre d’acciaio di spessore sovradimensionato, come d’altronde per le colonne, e solo con materiale di qualità certificata proveniente dal mercato Europeo.

IL VUOTO ASSOLUTO, UNA RISORSA FONDAMENTALE

S econdo Pezzato ci sono due tipi di stampatori nel settore della gomma: chi non smetterà mai di utilizzare il vuoto e chi deve ancora provarlo. L’uso di presse predisposte per lo stampaggio sottovuoto risulta ormai essenziale per ottenere importanti vantaggi competitivi in un

Particolare della struttura a colonne e camera del vuoto integrale. Si noti la totale accessibilità sui lati e la vacuum box che comprende tutta l’area stampo.

mercato con richieste qualitative sempre più alte.

Ma quali sono gli straordinari benefeci che comporta lo stampaggio sottovuoto e perché, una volta provato, non se ne può fare a meno?

In primo luogo la quasi totale assenza di scarto, ovviamente dovuta dalla mancanza di bolle d’aria presenti normalmente nel materiale formato. Portando conseguenzialmente anche alla riduzione, se non eliminazione, delle procedure di degasaggio; storicamente utilizzate per porre rimedio alle imperfezioni delle stampate. Anche questo contribuisce a un drastico abbassamento dei tempi di vulcanizzazione, offrendo così maggiore produttività.

La privazione d’aria, insieme al perfetto controllo del macchinario, aiuta il facile stampaggio di particolari complessi e permette di ottenere ottime finiture del prodotto, contribuendo ulteriormente a offrire valore aggiunto alla propria produzione.

Ma, ancora una volta, c’è da sottolinea-

re le modalità e le tecnologie con cui si ottiene il vuoto, l’importanza dei valori di pressione raggiunti e la rapidità con cui questo avviene durante la chiusura dello stampo, per ottenere il massimo dei vantaggi. Un macchinario Pezzato può operare con pressioni di vuoto fino a -0,99 bar relativi, raggiunti in tempi di estrazione dell’aria di pochi secondi. E, cosa forse ancor più importante, garantisce questi risultati con costanza, per anni, durante tutta la vita del macchinario. Tutto ciò è garantito da pompe del vuoto di adeguate dimensioni, capaci di portate molto superiori rispetto al volume d’aria da rimuovere, e da sistemi di distribuzione del vuoto integrati con tubazioni rigide in alluminio. Ovviamente non deve esserci confronto con i costruttori che utilizzano semplici tubazioni flessibili e serbatoi di accumulo che non garantiscono valori di vuoto elevati e duraturi nel tempo.

La tecnologia offerta da Pezzato presse per lo stampaggio sottovuoto comprende una campana del vuoto integrale (Va-

cuum box) in acciaio, guidata e con movimentazione oleodinamica, che garantisce una copertura totale dell’area stampo, comprese barre laterali d’estrazione e piani intermedi.

INDUSTRIA 5.0

Tralasciando gli ormai pienamente integrati concetti dell’Industria 4.0, tra cui ovviamente la comunicazione dei macchinari con i sistemi di gestione produzione e Mes tramite protocolli standard (ad esempio OPC UA), si presenta un nuovo impulso al settore con l’Industria 5.0. Ma il senso di queste poco concrete sotto-rivoluzioni industriali non dovrebbe essere il mero scopo di ottenimento di agevolazioni economiche. Bensì la spinta a un rinnovamento tecnologico strutturale del parco macchinari che porterebbe benefici in termini energetici, ambientali oltre che di efficienza e qualità produttiva.

Tutti macchinari Pezzato presse rispondono già a ogni requisito per i “nuovi standard”, a prescindere da queste nuove spinte di mercato e incentivi statali. La sezione di ricerca e sviluppo di Pezzato è sempre al lavoro per implementare nuove e consolidate soluzioni tecnologiche nella produzione dei propri macchinari, non tanto richieste dai clienti quanto più per valorizzare il prodotto di un’azienda impegnata a offrire sempre lo stato dell’arte nel settore.

MASSIMA SICUREZZA

I nvestire sulla sicurezza e sulla salvaguardia degli operatori deve essere imprescindibile dall’aspetto economico e tecnico di ogni macchinario. Pezzato presse presta particolare attenzione a questo aspetto che, troppo spesso, viene sottovalutato sia dai costruttori che dalle aziende operatrici. Dimostrazione di questo è l’utilizzo di avanzati sistemi di blocco anticaduta del piano mobile capaci di arrestarne la corsa in qualsiasi posizione laddove intervenga una situazione di emergenza, a differenza della semplice “sicurezza” al punto di apertura massima comunemente utilizzato dalla concorrenza.

Completano il complesso sistema di sicurezza di ogni macchinario Pezzato l’utilizzo di barriere fotoelettriche ad alta risoluzione, sensori porte codificati RFID

e molteplici valvole monitorate presenti sull’impianto oleodinamico. In ogni modalità operativa tutta l’area di lavoro è sempre in sicurezza, garantendo la massima serenità operativa.

Inoltre l’intelligenza software del macchinario aiuta l’operatore a non commettere errori ma è anche quest’ultimo che, opportunamente istruito, può permettere al macchinario di funzionare al meglio e alle sue più alte potenzialità.

ALTO VALORE TECNOLOGICO

Oggi la scelta di investire in macchinari avanzati, capaci di offrire prestazioni, sicurezza e durata nel tempo, è imprescindibile e non si può più cadere nell’infida trappola del vantaggio economico (che è relativo, come già detto, e solo iniziale), accollandosi macchinari non adeguati a sostenere una naturale evoluzione del settore e del mondo.

Pezzato presse si propone come partner all’avanguardia, pronto a guidare i clienti nella modernizzazione delle proprie idee per un futuro già oltre il domani. u

La tecnologia del vuoto viene applicata anche ai macchinari di grandi dimensioni, come questa CBV 1000 con piani 1800x1800 mm, permette di operare agevolmente anche senza l’ingombro della traslazione piano inferiore.

Notizie e aggiornamenti a cura dell’Associazione

In questo numero parliamo delle nuove opportunità per le Imprese grazie all’accordo Assogomma - Telematic sulla classificazione CLP delle mescole in gomma e redazione delle SDS, mentre l’approfondimento tecnico-scientifico di Cerisie si occupa della gestione di prove di Failure Analysis.

Assogomma è da anni a fianco delle Imprese del settore nell’applicazione degli adempimenti derivanti dai Regolamenti REACH e CLP, non solo con attività di formazione e consulenza, ma anche con progetti dedicati alla risoluzione di criticità specifiche della gomma. Questo è il caso, ad esempio, delle Linee Guida per la classificazione CLP delle mescole in gomma, sviluppate in collaborazione con l’associazione europea ETRMA, che consentono di tenere conto della biodisponibilità delle sostanze pericolose contenute nelle mescole, evitandone la sovra-classificazione e i conseguenti oneri derivanti dalle normative ADR, Seveso, ecc. A breve, oltre agli strumenti messi a disposizione delle Imprese per far fronte agli adempimenti REACH e CLP, l’Associazione aggiungerà due nuovi elementi. Infatti il nuovo accordo stipulato fra Assogomma e Telematic, azienda leader in Euro -

pa nello sviluppo di soluzioni software per la redazione assistita delle Schede Dati di Sicurezza (SDS), consentirà alle Imprese associate di usufruire di condizioni riservate ed esclusive per l’acquisto del softwa -

re Epy per la redazione delle SDS. I n aggiunta a ciò, in virtù dell’accordo siglato, tale software sarà a breve arricchito da un modulo specifico per il settore gomma che consentirà l’applicazione automatica delle Linee Guida AssogommaETRMA, agevolando ulteriormente il lavoro delle Imprese.

I l nuovo modulo sarà disponibile a partire dal mese di luglio a condizioni riservate particolarmente vantaggiose per i soci Assogomma. Le aziende interessate sono invitate a rivolgersi all’associazione per ricevere tutte le informazioni di dettaglio. u

CERISIE RISPONDE

Failure Analysis in manufatti in gomma

Il Cerisie è impegnato frequentemente nella gestione di prove di Failure Analysis. È un’attività molto interessante e varia, dove l’interazione con il cliente è ancor più importante rispetto ad altre tipologie di prove di laboratorio. L a ricerca e l’identificazione delle cause di una failure è però spesso complessa, perché può derivare da più problematiche; pertanto, le informazioni ricevute dal cliente sulla storia e utilizzo dei manufatti sono particolarmente preziose e sono la base di partenza delle successive attività d’indagine. In generale, le macro-opzioni sono raggruppabili nel modo seguente:

- t ematiche legate alla produzione e/o stoccaggio (da variazioni della formulazione rispetto a quella prevista/originaria, a trattamenti termici differenti o non controllati, oppure stoccaggi a temperature non uniformi e/o non verificate);

- u tilizzo improprio non rispondente alle specifiche come, per esempio, l’interazione con fluidi non previsti,

oppure temperature di esercizi o diverse rispetto a quanto indicato nella scheda tecnica;

- u n progetto non perfettamente adeguato all’utilizzo reale come, ad esempio, la scelta della mescola ottimizzata per l’interazione con una tipologia di fluido ma con interazione, seppur minima, con altri fluidi poco compatibili con il tipo di mescola utilizzata, come il contatto con acqua e idrocarburi. La scelta dei campioni da utilizzare per le prove è un passaggio delicato, fondamentale per la riuscita dell’analisi, e viene condivisa con il cliente allo scopo di ottimizzare il risultato.

S e possibile si preferisce confrontare più campioni, diversi in termini di utilizzo e tempi d’uso. L’analisi di un campione “nuovo”, se disponibile, fornisce dati essenziali sulle caratteristiche originarie da confrontare con i dati ottenuti dal campione danneggiato. L a strategia di indagine, sempre concordata con i clienti, si può suddividere in più tipologie. Frequentemente è necessario utilizzarne più di una:

1. A nalisi delle proprietà fisico/meccaniche, per la verifica della rispondenza dei campioni alle specifiche di progetto e per l’eventuale confronto tra più campioni;

2. A nalisi delle superfici, sia con microscopia ottica, che con microscopia elettronica, ed anali-si/confronto degli elementi presenti in superficie;

3. I ndagine approfondita dei manufatti con strumenti di chimica analitica per verificare, ad esempio, la rispondenza rispetto alla formulazione definita dal cliente, la presenza di inquinanti, oppure l’utilizzo a temperature più alte rispetto a quanto previsto. A l termine delle analisi i dati ottenuti vengono verificati e messi in relazione. È questa ultima fase di elaborazione dei risultati che, integrando le informazioni fornite dal cliente con il confronto fra campioni accuratamente selezionati, sulla base delle differenze o delle somiglianze, permette di ipotizzare la causa della Failure Analysis, fornendo un aiuto nella risoluzione generale del problema. u

NORMATIVE di Beatrice Garlanda

Al via il registro nazionale degli pneumatici fuori uso

Il Ministero dell’ambiente ha istituito il registro informatico nazionale di produttori e importatori di pneumatici soggetti agli obblighi di gestione degli pneumatici fuori uso, dando attuazione, con tre anni di ritardo, all’articolo 7 del Decreto 182 del 2019.

Con decreto 16 aprile 2024, pubblicato nella G.U. del 22 maggio 2024, il Ministero dell’ambiente ha istituito il registro informatico nazionale di produttori e importatori di pneumatici soggetti agli obblighi di gestione degli pneumatici fuori uso (di seguito “registro pneumatici”). Viene così data attuazione, con tre anni di ritardo, all’art. 7 del D.M. 182/2019. Si segnala che nell’allegato I del nuovo decreto ministeriale sono indicate le modalità operative del registro pneumatici. Il registro di cui sopra è integrato nel registro nazionale dei pro-

duttori ai sensi dell’art. 178-ter del decreto legislativo 152/2006 (T.U. in materia ambientale).

IL D.M. 19 NOVEMBRE 2019, N.182

Ci sembra utile, prima di entrare nel merito del nuovo provvedimento, richiamare l’attenzione sulle principali disposizioni che ne costituiscono la base giuridica.

Esse sono contenute nel decreto del Ministero dell’ambiente 19 novembre 2019, n. 182, sopra citato, concernente il “Rego-

Foto di Vadym Terelyuk da iStock.

lamento recante la disciplina dei tempi e delle modalità attuative degli obblighi di gestione degli pneumatici fuori uso, ai sensi dell’art. 228, comma 2, del D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152”.

DISPOSIZIONI GENERALI

O ggetto

Il decreto in oggetto obbliga i produttori e gli importatori di pneumatici a provvedere, singolarmente o in forma associata, alla gestione di quantitativi di pneumatici fuori uso (PFU) pari a quelli degli pneumatici dai medesimi immessi sul mercato e destinati alla vendita sul territorio nazionale. Tale obbligo deriva dall’art. 228 del T.U. in materia ambientale. Al comma 1 esso prevede che “ per perseguire la tutela ambientale, secondo le migliori tecniche disponibili, ottimizzando, anche attraverso attività di ricerca, sviluppo e formazione, il recupero degli pneumatici fuori uso e per ridurne la formazione anche attraverso la ricostruzione, i produttori e gli importatori di pneumatici devono provvedere singolarmente o in forma associata e con periodicità almeno annuale, alla gestione di quantitativi di pneumatici fuori uso pari a quelli dagli stessi immessi sul mercato e destinati alla vendita sul territorio nazionale. A tal fine, un quantitativo di pneumatici pari in peso a cento equivale a un quantitativo di pneumatici fuori uso pari a novantacinque”. Va notato che l’art. 228 lascia impregiudicata l’applicazione degli articoli 179 (gerarchia dei rifiuti) e 180 (prevenzione della produzione dei rifiuti) del D. Lgs. 152/2006. Inoltre restano ferme le disposizioni del decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209 (attuazione della direttiva 200/53/UE sui veicoli fuori uso). Segnaliamo che le disposizioni del capo II del decreto del 2019

si applicano ai produttori e agli importatori che immettono gli pneumatici nel mercato del ricambio, mentre le disposizioni del capo III si applicano agli pneumatici montati su veicoli fuori uso ai sensi del decreto legislativo 209/2003 e dell’art. 231 del T.U. in materia ambientale.

Va notato che le disposizioni di cui all’art. 7 del decreto ministeriale in oggetto si applicano solo al mercato del ricambio ed è quindi su quest’ultimo che ci soffermeremo. Prima ci sembra utile, però, ricordare le principali definizioni.

Definizioni

Si applicano le definizioni di cui all’art. 183 del D. Lgs. 152/2006. Tra queste citiamo: - rifiuto (art. 183, lettera a): qualsiasi sostanza o oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi; - gestione dei rifiuti (art. 183, lettera n): la raccolta, il trasporto, il recupero, compresa la cernita, e lo smaltimento dei rifiuti, compresi la supervisione di tali operazioni e gli interventi successivi alla chiusura dei siti di smaltimento, nonché le operazioni effettuate in qualità di commerciante o intermediari. Non costituiscono attività di gestione dei rifiuti le operazioni di prelievo, raggruppamento, selezione e deposito preliminare alla raccolta di materiali o sostanze naturali derivanti da eventi atmosferici o meteorici o vulcanici”

Oltre alle definizioni del decreto del 2006, si applicano quelle del decreto ministeriale 182/2019. Si tratta di: pneumatici: componenti delle ruote dei veicoli costituiti da un involucro elastico di gomma , rinforzato da tele, reti metalliche o altri materiali, destinato a contenere fluidi in pressione ovvero camere d’aria; pneumatici fuori uso (PFU): gli pneumatici rimossi

Allegato 1 D.M. 182/2019

Per la compilazione dei moduli di cui a gli allegati III, IV, VI e VIII, gli pneumatici sono suddivisi per categoria e per tipologia come definite nella tabella seguente. L a tabella riporta l’intervallo in peso in cui ricade lo pneumatico nel momento dell’immissione a i fini dell’attribuzione della categoria.

Categoria

Intervallo di peso degli pneumatici all’immissione (Kg) P (piccolo)

0- 0,4999

(grande)

Allegato VIII D.M. 182/2019 Modulo di comunicazione del contributo

L’allegato si compone di una sezione anagrafica e di una sezione di individuazione del contributo. Riportiamo quest’ultima. I ndividuazione del contributo per l’anno successivo a quello in corso I l dichiarante deve indicare, utilizzando la tabella 1, i l contributo individuato per l’anno successivo e i dati considerati per determinare l’importo in questione. In particolare per d eterminare il contributo si considerano le seguenti tre voci:

- q uantità di pneumatici immessi nell’anno in corso, compilando la tabella 2 seguente;

- costi sostenuti per la gestione dell’anno in corso (cioè nell’anno in cui è resa la dichiarazione) ovvero per i produttori e gli i mportatori neo operanti la stima dei costi della gestione nell’anno in corso; si possono considerare solo le voci di costo della tabella 3 seguente;

- s tima degli obiettivi di immissione nell’anno successivo a quella in cui viene resa la dichiarazione compilando le voci della t abella 4 seguente.

A llegato VIII, Tabella 1

A llegato VIII, Tabella 2

Categoria

A ) stime tonnellate immesse nell’anno in corso

B) Stima numero pezzi immessi nell’anno in corso Peso medio

s timato in kg (A/B)

S time tonnellate da gestire nell’anno*

* anno successivo a quello in corso

A llegato VIII, tabella 3

R accolta presso ogni punto di generazione e trasporto da ogni punto di generazione agli impianti di recupero, c ompreso R13

Raccolta e trasporto tra impianti di recupero, compreso R13

Conferimen t o agli impianti di recupero, compreso R13

Attività di ricerca, sviluppo e formazione di cui all’art. 228 d el D.Lgs 152/2006

R icavi/corrispettivi conseguiti nell’ambito dell’attività di gestione Avanzi di gestione

S tima costo unitario complessivo di gestione

**costo unitario di gestione stimato al netto di eventuali ricavi conseguiti

A llegato VIII, tabella 4

Categoria

A ) stime tonnellate immesse nell’anno in corso

B) Stima numero pezzi immessi nell’anno in corso Peso medio

s timato in kg (A/B)

dal loro impiego a qualunque punto della loro vita, del quale il detentore si disfi, abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi, e che non sono fatto oggetto di ricostruzione o di successivo riutilizzo; produttore o importatore degli pneumatici: la persona fisica o giuridica che produce o importa pneumatici, immettendoli sul mercato ai fini della vendita; immesso sul mercato: quantitativo di pneumatici introdotti sul territorio nazionale a mezzo di produzione o importazione, ai fini della vendita, compresa la vendita a distanza; mercato: il mercato, riferito al territorio nazionale, comprensivo del mercato del ricambio e del mercato di primo equipaggiamento; mercato del ricambio: mercato in cui vengono commercializzati pneumatici nuovi, usati o ricostruiti destinati all’installazione sui veicoli, con esclusione degli pneumatici rientranti nel mercato di primo equipaggiamento; mercato di primo equipaggiamento: mercato in cui vengono ceduti ai costruttori di veicoli gli pneumatici destinati all’installazione su veicoli nuovi o montati su veicoli importati; produttore o importatore degli pneumatici: la persona fisica o giuridica che produce o importa pneumatici, immettendoli sul mercato ai fini della vendita; produttore o importatore neo operante: il produttore o l’importatore degli pneumatici che inizia l’attività nell’anno solare in cui il contributo ambientale è determinato e applicato per la prima volta.

MERCATO DEL RICAMBIO

Obblighi dei produttori e importatori nel mercato Il decreto 182/2019, all’art. 3, dispone che i produttori e gli

importatori degli pneumatici effettuino la gestione degli PFU ai sensi del combinato disposto degli articoli 183, lettera n) e 228, comma 1, del decreto 152/2006 che abbiamo visto sopra. Per la gestione degli PFU originati dal mercato del ricambio i produttori e gli importatori utilizzano esclusivamente le risorse derivanti dal contributo ambientale (art. 6).

Segnaliamo che l’adempimento dell’obbligo di gestione grava sul rappresentante autorizzato, nel caso di produttore o importatore di pneumatici non avente sede legale in Italia, che risponde in solido con il primo.

I produttori e gli importatori degli pneumatici devono gestire, nell’anno solare, quantitativi in peso di PFU pari ai quantitativi in peso degli pneumatici, classificati secondo l’allegato I (vedi oltre), dai medesimi immessi sul mercato del ricambio nell’anno solare precedente, dedotta la quota di pertinenza degli pneumatici usati ceduti all’estero per la ricostruzione o il riutilizzo.

Entro il 31 gennaio di ogni anno, in conformità all’allegato III, è fatto obbligo ad ogni produttore o importatore di fornire al Ministero dell’ambiente il modello di dichiarazione annuale di pneumatici immessi sul mercato del ricambio nell’anno solare precedente con tutte le informazioni dallo stesso indicate da inserire nel registro informatico nazionale di cui all’art. 7 (art. 3, comma 8).

Entro il 31 maggio di ogni anno devono fornire al Ministero tutte le informazioni di cui all’allegato IV (contenente il modulo di dichiarazione annuale di PFU gestiti nell’anno solare precedente) e copia del bilancio di esercizio insieme ad una relazione sul raggiungimento degli obiettivi programmati.

Foto di Paepaestockphoto da iStock.

Forme associate di gestione L’art. 4 consente di adempiere in forma associata all’obbligo di gestione attraverso uno o più consorzi o attività consortili. Gli associati devono conformarsi ai criteri direttivi dei sistemi di gestione di cui all’art. 237 del D. Lgs. 152/2006.

I n caso di adesione ad una forma associata già esistente il singolo produttore o importatore deve darne comunicazione al Ministero dell’ambiente, mediante il modulo dell’allegato II del decreto 182/2019 da inserire nel registro di cui all’art. 7. Le forme associate di gestione dei PFU sono tenute ad adempiere all’obbligo di gestione su tutto il territorio nazionale, garantendo il raggiungimento degli obiettivi di cui all’allegato V (Target di raccolta dai punti di generazione degli PFU per aree geografiche).

Si evidenzia che alle forme associate di gestione possono partecipare solo i produttori e gli importatori di pneumatici soggetti all’obbligo di cui all’art. 228, comma 1 del D. Lgs. 152/2006 o i loro rappresentanti autorizzati.

Entro trenta giorni dalla costituzione, il legale rappresentante della forma associata di gestione ne dà comunicazione al Ministero dell’ambiente, fornendo allo stesso un elenco dei consorziati e trasmette l’atto costituivo e lo statuto. A tale comunicazione è allegato un progetto descrittivo, contenente gli elementi dell’allegato VI, atto a dimostrare che il sistema è organizzato secondo criteri di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza e in grado di assicurare la

gestione su tutto il territorio nazionale, garantendo il raggiungimento degli obiettivi di cui all’allegato V. Il Ministero approva, con proprio decreto, il progetto unitamente all’atto costitutivo e allo statuto. L’approvazione è necessaria per lo svolgimento dell’attività di gestione da parte della forma associata di gestione.

Le forme associate di gestione provvedono a ogni attività di gestione degli PFU, inclusi gli obblighi di comunicazione e rendiconto, nonché agli altri obblighi previsti dall’art. 3, mediante inserimento nel registro di cui all’art. 7. Entro il 31 maggio di ogni anno le forme associate di gestione dichiarano le quantità degli PFU raccolte dai punti di generazione nell’anno solare precedente, per ciascuna area geografica dell’allegato V, nonché la relativa percentuale di realizzazione sull’obiettivo di raccolta (art. 4, comma 10).

I produttori e gli importatori aderenti comunicano alle rispettive forme associate i dati di cui all’allegato II, trasferiscono il contributo ambientale con cadenza mensile ed effettuano l’eventuale conguaglio entro il 31 maggio di ogni anno.

È vietato distribuire ai consorziati avanzi di gestione derivanti dal contributo ambientale. Questi sono utilizzati, nei due esercizi successivi, per la riduzione del contributo ambientale o per la gestione degli PFU.

Da ultimo va ricordato che le forme associate di gestione devono dotarsi di un sito internet.

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Sistemi individuali di gestione

Ai sensi dell’art. 5, i produttori e gli importatori degli pneumatici che adempiono all’obbligo di gestione in forma individuale, comunicano tale scelta al Ministero dell’ambiente, mediante il modulo di cui all’allegato II, da inserire nel registro nazionale di produttori e importatori di pneumatici di cui all’art. 7.

I produttori e gli importatori che immettono sul mercato del ricambio quantitativi di pneumatici almeno pari a duecento tonnellate l’anno sono tenuti, così come le forme associate, ad adempiere all’obbligo di gestione degli PFU sull’intero territorio nazionale e devono garantire il raggiungimento degli obiettivi di gestione secondo i parametri dell’allegato V. Alla comunicazione inoltrata al Ministero va allegato un progetto descrittivo che contiene gli elementi di cui all’allegato VI.

I produttori e gli importatori che immettono sul mercato del ricambio quantitativi di pneumatici inferiori a duecento tonnellate annue devono dimostrare, con idonea documentazione, che il sistema individuale di gestione rispetta criteri di efficienza, efficacia, economicità e trasparenza e che è funzionante autonomamente e capace di raggiungere gli obiettivi fissati dal decreto.

Contributo ambientale per la gestione degli PFU originati dal mercato del ricambio

Il contributo ambientale è previsto dall’art. 6 del decreto in

esame e dall’art. 228, comma 2 del T.U. in materia ambientale. In particolare quest’ultimo dispone che in tutte le fasi di commercializzazione degli pneumatici deve essere indicato in fattura il contributo a carico degli utenti finali, necessario a far fronte agli oneri derivanti dall’obbligo di gestione dei PFU. Il contributo è assoggettato a IVA e riportato nelle fatture in modo chiaro e distinto.

Il produttore e l’importatore applicano il contributo vigente alla data dell’immissione dello pneumatico nel mercato del ricambio. Il contributo rimane invariato in tutte le successive fasi di commercializzazione dello pneumatico con l’obbligo, per ciascun rivenditore, di indicare in fattura il contributo pagato all’atto dell’acquisto dello pneumatico stesso. In pratica il contributo è pagato in tutti i passaggi di vendita (dall’utente finale al rivenditore, dal rivenditore al grossista, dal grossista al produttore).

I produttori e gli importatori aderenti a forme associate di gestione trasferiscono alle stesse il contributo ambientale di cui all’art. 6.

Si precisa che il contributo ambientale è determinato in modo da assicurare, completamente e esclusivamente, la copertura dei costi di gestione degli PFU di cui all’allegato VIII tabella 3 del D.M. 182/2019, al netto di ricavi o corrispettivi percepiti nell’ambito della gestione di cui si tratta. Il contributo è differenziato per le diverse tipologie di pneumatico, come risulta dall’allegato I. Entro il 31 ottobre di ogni anno i produttori e gli importatori, nonché le loro forme associate di gestione, comunicano, mediante il modulo di cui all’allegato VIII (vedi tabelle allegate), il contributo ambientale al Ministero dell’ambiente. Se necessario quest’ultimo richiede chiarimenti e integrazioni.

Il contributo può essere rideterminato ai sensi dell’art. 228, comma 3-bis del T.U. in materia ambientale.

I produttori e gli importatori neo operanti effettuano la comunicazione di cui sopra al Ministero dell’ambiente contestualmente all’inizio dell’attività e applicano il contributo ambientale risultante da tale comunicazione a partire dal medesimo anno solare di inizio attività.

Registro nazionale di produttori e importatori di pneumatici L’art. 7 del D.M. 182/2019 prevede, come abbiamo visto all’inizio, l’istituzione del registro informatico nazionale di produttori e importatori di pneumatici soggetti agli obblighi di gestione degli PFU, ai sensi dell’art. 3 dello stesso decreto 182/2019 (mercato del ricambio). A tal fine è stato emanato il decreto 16 aprile 2024.

I produttori e gli importatori che esercitano l’attività di gestione in forma individuale si iscrivono al registro mediante il modulo di cui all’allegato II del decreto 182/2019.

All’iscrizione delle forme associate di gestione del registro provvede il Ministero dell’ambiente a seguito dell’approvazione del progetto, atto costituivo e statuto delle forme associate stesse.

Per ragioni di riservatezza, i soggetti obbligati possono richiedere che alcune informazioni fornite non siano rese pubbliche. u

Amaplast: 2023 da record per i costruttori italiani di macchine per plastica e gomma

Il Centro Studi MECS-Amaplast ha presentato i risultati emersi dalla quarta edizione dell’Indagine Statistica Nazionale, che analizza la struttura e l’andamento dell’industria italiana delle macchine, attrezzature e stampi per plastica e gomma.

Lo studio delinea un comparto costituito da 415 aziende che danno lavoro a quasi 14.900 addetti e che nel 2023 hanno generato un giro d’affari di 4,76 miliardi di euro (+9,4% sul 2022). La quota export media si attesta al 74%, con punte dell’86% per le aziende di maggiori dimensioni. E sono proprio le imprese che rientrano nella classe di fatturato oltre i 50 milioni (poco più del 4% del totale) a contribuire in misura preponderante al fatturato (realizzando il 31% circa di quello complessivo).

Dal punto di vista territoriale, la maggior parte delle aziende (il 53% circa) è localizzata in Lombardia, in primo luogo nelle Province di Varese, Milano e Brescia; segue il Veneto con il 14%, l’Emilia-Romagna con il 13% e il Piemonte con l’8%.

Tra le varie tecnologie di processo, un quinto della produzione totale è stato generato dal seg-mento estrusione (che nell’insieme ha registrato una progressione di circa 5 punti, sostenuta so-prattutto dalle attrezzature a valle), seguito da stampi/filiere con il 10% circa e dalle macchine a iniezione con poco meno del 9%.

Per quanto riguarda i settori clienti dei costruttori di macchinari italiani, l’imballaggio si conferma al primo posto, rappresentando il 44% del totale (27% alimentare e 17% non-food), seguito dall’automotive con il 14% e dall’edilizia (13%). Il segmento delle costruzioni ha determinato il maggiore incremento di fatturato per le aziende

fornitrici di impianti, con un +28% rispetto al 2022. Crescita vicina al +20% per il packaging mentre l’automotive ha registrato una flessione di circa tre punti, così come il medicale, che nei precedenti periodi aveva registrato una performance decisamente positiva riconducibile alla pandemia. L a produzione realizzata nel 2023 dall’industria italiana delle macchine per plastica e gomma rappresenta il record storico assoluto, sostenuto in particolare dall’export che, in base ai dati Istat, nel 2023 ha toccato quota 3,59 miliardi di euro, con un balzo di quasi 11 punti sul 2022. Il mercato interno vale 2,33 miliardi ma cala del -7,5% rispetto all’anno prima. N el dettaglio, l’export dei costruttori italiani risulta in progressione sostenuta verso le principali macro-aree di destinazione, in ordine di rilevanza: UE (+9%), Nord America (+18%), Asia (+8%). Più nel dettaglio, sono diversi i mercati “storici” e di rilievo verso i quali le vendite dei costruttori italiani han-

no registrato una crescita a doppia cifra, per esempio: Messico (+56% circa, terzo sbocco assoluto), Francia (+19%; quarta), Spagna (+23%, settima), Turchia (+15%, ottava), Cina (+12%, quinta).

Le rilevazioni svolte dal Centro Studi dell’Associazione di categoria indicano che negli ultimi mesi del 2023 e i primi del 2024 le aziende hanno riscontrato un deciso rallentamento nella raccolta degli ordini; nel secondo trimestre si è manifestato qualche segnale più positivo, anche se il livello è rimasto non paragonabile a quello dei periodi precedenti. Il 2024 si prefigura quindi come un anno di transizione, che mediamente non darà grandi soddisfazioni agli operatori del settore.

L’incertezza del contesto internazionale da un lato e il ritardo nell’emanazione dei decreti attuativi del programma Transizione 5.0 dall’altro stanno determinando una sospensione o un ritardo della programmazione degli investimenti da parte delle aziende clienti.u

Foto
di IgorKocka da Pixabay.

Bridgestone, Gruppo BB&G e Versalis creano filiera per il riciclo degli pneumatici

Ogni anno, secondo il Tyre Industry Project del World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), circa 1 miliardo di pneumatici arrivano a fine uso. Bridgestone EMEA (Bridgestone), Gruppo BB&G e Versalis (Eni) hanno firmato un accordo finalizzato alla creazione di una filiera circolare per trasformare gli pneumatici a fine uso (PFU) in nuovi pneumatici. L’accordo mette insieme la capacità innovativa, l’esperienza e le competenze tecnologiche delle tre società puntando allo sviluppo di un modello per la creazione su scala industriale di una filiera sempre più sostenibile. La partnership contribuirà inoltre a sostenere gli obiettivi di sostenibilità di tutte e tre le aziende. G li pneumatici a fine uso (PFU) saranno trasformati, mediante pirolisi, in un olio (TPO – Tyre Pyrolysis Oil) utilizzabile per creare elastomeri di alta qualità comparabili a quelli ottenuti da feedstock tradizionale per la produzione di nuovi pneumatici. La collaborazione tra le tre aziende mira a incentivare lo sviluppo della

tecnologia di pirolisi e di produzione di olio da pirolisi, nonché a riposizionare sul mercato i nuovi polimeri come preziosa risorsa circolare per la produzione di nuovi pneumatici. L a partnership si avvale del processo termomeccanico di pirolisi di BB&G per riciclare su scala commerciale gli pneumatici fine uso. BB&G ha realizzato e gestito due generazioni di impianti pilota negli ultimi 10 anni e ha recentemente messo in funzione la sua prima linea di produzione su scala commerciale per validare la fattibilità e la qualità del processo. L’impianto TPO di BB&G è situato a Fatima, in Portogallo, ed è stato avviato con successo il 15 luglio. Nei prossimi mesi i primi quantitativi di olio da pirolisi riciclato BB&G verranno immessi nel ciclo produttivo di Versalis per la produzione di elastomeri circolari con cui Bridgestone realizzerà un primo lotto di pneumatici all’inizio del 2025. L’impianto TPO di BB&G contribuirà a ottimizzare questa nuova filiera e svolgerà un ruolo cruciale nel facilitare la circolarità degli pneumatici a livello globale.

Versalis, società chimica di Eni, sviluppa tecnologie e processi complementari per il riciclo meccanico e chimico dei polimeri; è inoltre impegnata nella diversificazione del feedstock, sia da fonti rinnovabili, sia da materie prime seconde.

G razie a questa collaborazione, e alla propria filiera tecnologica per materiali da riciclo, Versalis potrà integrare l’olio da riciclo di BB&G nel proprio ciclo produttivo e ampliare la gamma di prodotti Balance®, certificata ISCC PLUS. Gli elastomeri di Versalis sono progettati per garantire prestazioni elevate.

B ridgestone, leader globale nella produzione di pneumatici e nelle soluzioni per la mobilità sostenibile, userà la gamma Ba lance® di Versalis per realizzare pneumatici con un maggiore contenuto di gomma da materia prima seconda.

N el corso della collaborazione, i tre partner lavoreranno insieme per ricercare e realizzare le migliori soluzioni tecniche al fine di costituire una efficiente filiera per il riciclo su larga scala degli pneumatici a fine uso. u

Pneumatici di ricambio: vendite in aumento in Europa anche

nel secondo trimestre

Etrma (European Tyre & Rubber Manufacturers’ Association - Associazione Europea dei Produttori di Pneumatici e Articoli in gomma) ha pubblicato le vendite in Europa degli pneumatici di ricambio per autovetture, autocarri e autobus, macchine agricole e moto e scooter da parte dei suoi associati nel secondo trimestre e nei primi sei mesi del 2024. I dati indicano un aumento sia nel trimestre aprile-giugno che nel semestre gennaio-luglio per tutti i tipi di pneumatici ad eccezione di quelli delle categorie autocarri e autobus in entrambi i periodi e di quelli estivi delle autovetture nel semestre. D opo un intero 2023 negativo per il settore auto, con un calo delle vendite dell’8%, come rileva Adam McCarthy, Secretary General dell’associazione, il segmento autovetture, SUV e veicoli commerciali leggeri ha fatto registrare un incremento del 4% dei pezzi venduti, saliti da 50,442 milioni nel secondo trimestre 2023 a 52,557 milioni nello

stesso trimestre 2024 con la seguente ripartizione tra i vari comparti di questo segmento: +1% quelli estivi, +19% gli all-season e +3% gli invernali.

Nel semestre il segmento ha realizzato un aumento del 2% dei volumi, con 108,850 milioni di vendite a fronte di 106,236 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso.

A ll’interno di questo settore, il solo comparto delle gomme estive ha accusato una flessione: -4% rispetto al secondo semestre del 2023. Gli altri comparti, invece, hanno registrato un aumento delle vendite: +17% gli all-season e +8% gli invernali.

Segno meno persistente nella categoria pneumatici per autocarri e autobus: flessione lieve (-1%) nel trimestre, con 2,537 milioni di unità vendute contro i 2,575 milioni del secondo trimestre 2023, più consistente (-5%) nel periodo gennaiogiugno, quando sono stati venduti 5,301 milioni di gomme rispetto ai 5,583 milioni dello stesso trimestre dell’anno prima.

Volumi in crescita, nel trimestre e nel semestre, nel comparto pneumatici di ricambio per veicoli agricoli: +6% in aprile-giugno, quando le vendite sono salite a 190 mila unità dalle 179 mila dello stesso trimestre 2023, e +3% nel semestre, con 402 mila pezzi venduti contro i 392 mila del secondo semestre dell’anno precedente. Nel segmento pneumatici per moto e scooter il mercato ha segnato un incremento di rilievo (+7%) nel trimestre, con 2,747 milioni di unità vendute a fronte dei 2,562 milioni del trimestre aprile-giugno 2023, e una sostanziale stabilità nel semestre, con 6,027 milioni contro 6,040 milioni di gennaiogiugno dell’anno scorso.

“Complessivamente, il secondo trimestre è stato migliore del primo, anche se il contesto inflazionistico e geopolitico ha portato a un calo della domanda e a una riduzione dei livelli di inventario”, ha commentato Adam McCarthy. u

Nuova edizione del Worldwide Rubber Statistics

L’Istituto Internazionale dei Produttori di Gomma Sintetica (IISRP) ha pubblicato l’edizione 2024 di Worldwide Rubber Statistics, la fonte più autorevole per conoscere le capacità produttive di gomma sintetica installata nel mondo.

I l Worldwide Rubber Statistics viene pubblicato annualmente da più di 30 anni e l’attuale edizione presenta un’accurata revisione delle capacità degli impianti di elastomeri, seguendo la dinamicità del mercato della gomma sintetica.

I noltre, in questa pubblicazione, l’ufficio cinese dell’IISRP ha svolto un ruolo fondamentale per migliorare la conoscenza del mercato produttivo della Cina, altrimenti di non facile conoscenza. A partire dall’edizione 2021, la pubblicazione è disponibile annualmente (gratuitamente per i soci) solo in formato elettronico, il

che consente aggiornamenti in tempo reale. L a pubblicazione fornisce un’analisi completa della capacità per tipo di elastomero, per area geografica e produttore. Dispone inoltre di una parte grafica che rende i dati statistici di facile lettura e una sezione sulle capacità di produzione di gomma sintetica nel mondo, com -

prese le espansioni produttive pianificate e annunciate.

I nfine è stato aggiunto un riepilogo delle modifiche, con lo scopo di fornire una panoramica immediata dei principali aggiornamenti.

L a pubblicazione è disponibile e ordinabile sul sito dell’IISRP o via mail: info@iisrp.com. u

Rapporto sui distretti industriali: la gomma del Sebino nella top 5

Èstata presentata la sedicesima edizione del rapporto annuale “Economia e finanza dei distretti industriali: le sfide green e digitale” di Intesa Sanpaolo.

Il Rapporto offre una fotografia aggiornata della situazione economico-reddituale delle imprese distrettuali. Ne emerge un quadro confortante sullo stato di salute delle imprese, tutt’altro che scontato visto il periodo di forte turbolenza e incertezza che ha caratterizzato gli ultimi anni. Aprono e chiudono la classifica, due distretti dell’oreficeria. Sul podio di questa speciale graduatoria si trovano l’Oreficeria di Valenza, con un valore dell’indicatore sintetico pari a 85,3 (su un potenziale massimo di 100), le Macchine agricole di Reggio Emilia e Modena (83,2) e i Vini e distillati del bresciano (80,9). Si tratta di tre distretti, già presenti in classifica nella quindicesima edizione di questo rapporto. Il quarto posto è assegnato alla Gomma del Sebino Bergamasco e si spiega soprattutto con la crescita dei margini e l’alta patrimonializzazione delle imprese

appartenenti a questo distretto; mentre il quinto posto della Meccatronica di Trento mostra discreti risultati su tutti i parametri di performance utilizzati. Al sesto posto si trovano i Vini e distillati del Friuli grazie soprattutto a livelli ed evoluzione dei margini unitari, insieme all’andamento delle esportazioni nel lungo periodo; al settimo posto le Macchine agricole di Padova e Vicenza che hanno

mostrato una significativa crescita del fatturato nel lungo periodo; all’ottavo si colloca l’Occhialeria di Belluno per i livelli di marginalità e la crescita nell’ultimo quadriennio; al nono le Conserve di Nocera che si distinguono per crescita del fatturato, sia tra il 2019 e il 2022, sia tra il 2008 e il 2022, ed evoluzione dei margini unitari; al decimo la Termomeccanica scaligera per crescita del fatturato. u

Gli inserzionisti

di questo numero

SISTEMA DI DOSAGGIO AUTOMATICO

DI AUSILIARI CHIMICI PER L’INDUSTRIA

DELLA GOMMA E PNEUMATICI

Il sistema Automatico di Dosaggio Color Service dosa qualsiasi tipo di materia prima indipendentemente dalla forma fisica con dispositivi di dosaggio ad alta precisione, garantendo una ricetta sicura e priva di errori.

1| CREAZIONE DEL SACCHETTO 2| DOSAGGIO DEI PRODOTTI

3| ESTRAZIONE DEL SACCHETTO DAL CONTENITORE

4| CONSEGNA DEL SACCHETTO AL MIXER DEL CLIENTE

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