retail&food 2010 04

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ANNO 5 • NUMERO 4 • APRILE 2010 • € 3,00

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

FABRIZIO PALENZONA

Il potere è in viaggio

Terra, aria e infine acqua. I trasporti sotto una guida unica? Col benestare dei grandi e all’insaputa di tanti.

Analisi mercato • Osservatorio prezzi • retail&food Libri e musica Parking aeroporti In crociera!



News primae noctis

PAURA, CHE ESAGERAZIONE!

O

gni giorno pare che ce ne sia una nuova; di cattive notizie, intendo, soprattutto in tema di deficit sovrani. Ieri era la volta dell’Islanda, oggi è la Grecia che traballa, ma già si parla di Lettonia mentre non si è cessato di esorcizzare Spagna, Irlanda, Portogallo ed Inghilterra: da qualche parte si comincia a parlare anche dell’Italia. E pure le aziende private non se la passano tanto bene; alcune, anche nel settore del lusso e del retail, non riescono a ristrutturare il debito, perché le banche si sono fatte più guardinghe; e si tratta di un comportamento giusto, che va a correggere (anche se troppo tardi) passati eccessi di segno contrario. Oggi si finanzia solo chi si “merita” il credito. Mentre la paura sarebbe un ingiustificato atteggiamento, la cautela e la selettività sono doti virtuose: favoriscono una decantazione del mercato, opportuna anche se magari dolorosa. Solo facendo pulizia al pianterreno possiamo contare che la polvere non passi ai piani superiori. In altre parole siamo con Giuseppe Turani, che su “Repubblica” con ironia scrive: “E’ arrivata la selezione, c’è poco da fare”.

EDITORIALE

L’OPINIONE Aeroporti, meglio pochi ma efficienti e connessi di Giacomo Terranova*

Giacomo Terranova

Dall’indagine conoscitiva sul sistema aeroportuale italiano sviluppata dalla IX commissione parlamentare Trasporti è emerso che in Italia non c’è bisogno di più aeroporti, ma di aeroporti più grandi, più efficienti e meglio connessi con la rete ferroviaria e stradale, al territorio e al bacino di traffico di riferimento. Il nostro Paese ha numerosi scali aperti al traffico commerciale, ma anche nel caso di quelli maggiori si tratta di infrastrutture di dimensioni limitate, in proporzione al volume dell’economia italiana e al numero degli abitanti del Paese. Una delle cause è la caratterizzazione geografica della Penisola e le sue tradizioni storiche, segnate dal forte senso di individualità dei singoli territori. La realizzazione di nuovi aeroporti in aree già sufficientemente servite si traduce in uno spreco di risorse pubbliche che potrebbero essere utilizzate per potenziare gli aeroporti esistenti. Per semplificare, un sistema aeroportuale economicamente sostenibile può essere garantito attraverso la presenza di un aeroporto operativo nelle regioni con popolazione superiore a un milione di abitanti. I nuovi aeroporti rischiano di generare fenomeni impropri di concorrenza, che vanno a discapito degli scali vicini esistenti. Ne sono prova gli accordi promozionali stipulati da piccoli o medi aeroporti con alcune compagnie aeree, principalmente low cost. Su quest’ultimo aspetto al fine di assicurare un’evoluzione equilibrata del sistema aeroportuale, è necessario riferirsi ad un quadro di regole valide per tutti, soprattutto per evitare il cosiddetto ‘cannibalismo tra aeroporti’”.

*deputato Pdl, componente Commissione Trasporti della Camera e ad di Gesap (aeroporto di Palermo)

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ANNO 5 • NUMERO 4 • APRILE 2010 • € 3,00 Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

Anno 5 numero 4 aprile 2010 FABRIZIO PALENZONA

Direttore responsabile Andrea Aiello

Il potere è in viaggio

Terra, aria e infine acqua. I trasporti sotto una guida unica? Col benestare dei grandi e all’insaputa di tanti.

Analisi mercato Osservatorio prezzi retail&food Libri e musica • Parking aeroporti • In crociera!

Hanno collaborato Alessandro Barzaghi, Francesca Biagi, Giuseppe Bonomi, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, Marketing & Co., Mario Messuri, Giorgio Mirabelli, David Montorsi, Giorgio Moroni, Luca Neri, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Fabrizio Patti, Enrico Pazzali, Andrea Penazzi, POLI.design, Mario Resca, Vito Riggio, Kevin Rozario, Giacomo Terranova, Vittorio Valenza, Eleonora Vallin Foto Archivio Gesto Editore, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica Segreteria Silvia Pizzi

È ora di leggere

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Redazione Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia € 3,00 – Arretrati € 5,00

L'unico mensile b2b interamente dedicato al retail, alla ristorazione e ai servizi presenti nelle strutture del commercio moderno e nelle infrastrutture di viaggio. 9.000 copie ad altissima specializzazione distribuite in edicola e per abbonamento ad un qualificiato target di operatori economici dotati di potere decisionale. 10 numeri all'anno confezionati da un'équipe di veri esperti: analisi dei bilanci, inchieste e reportage, rilevazioni e confronto prezzi, interviste ai protagonisti, indiscrezioni e anticipazioni sui maggiori avvenimenti dei differenti mercati.

A retail&food hanno collaborato tra gli altri: Giuseppe Bonomi Gianfilippo Cuneo

Presidente Sea Aeroporti di Milano Presidente del Comitato Investimenti per Il Fondo Sinergia Presidente Assocatering Presidente Associazione Travel Retail Italia Presidente F2i Presidente Expo Italia Real Estate Presidente Fiera di Genova Presidente Consiglio Nazionale Centri Commerciali Amministratore Delegato John Lang LaSalle Italia Amministratore Delgato Fieramilano Presidente Confimprese Presidente Enac

Luigi de Montis Fulvio Fassone Vito Gamberale Antonio Intiglietta Paolo Lombardi Pietro Malaspina Pierre Marin Enrico Pazzali Mario Resca Vito Riggio

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retail&food è una rivista edita da Gesto Editore Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy Tel. 02 3451230 - Fax 02 3451231 info@retailfood.it www.retailfood.it

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Lettori di Retail&Food

Diffusione regionale (aree Nielsen)

5% Enti e Ministeri 15% Servizi

AREA 3

AREA 4 Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna

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Trentino Friuli Ven. Giulia Veneto Emilia Romagna

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SOMMARIO

r&f borse e dintorni

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Geox fa respirare il retail

Movimenti in vista per Tommy Hilfiger

Continua a macinare utili la Geox di Mario Moretti Polegato. Il bilancio 2009 ha chiuso con ricavi per 865 milioni e profitti, benché in flessione, attestati a 84,2 milioni. Nel 2008 gli utili avevano toccato i 124 milioni. Ma la vera buona notizia riguarda la posizione finanziaria, da un debito di 58,2 milioni Geox è passata a un attivo di 102,6 milioni. Il nostro Paese, con una quota del 38%, continua ad essere il principale mercato per Geox. Infine i negozi, 1.008 a fine 2009, un numero certo destinato a crescere.

Apax Partner, il fondo che detiene la proprietà del celebre brand statunitense, potrebbe essere in procinto di passare la mano. Né conferme né smentite, per il momento, ma i rumors non sembrano privi di fondamento. La lizza dei pretendenti annovera qualche buon nome ma pare anche che non sia esclusa l’eventualità di una Ipo. Insomma tutto e il contrario di tutto. Ma qualcosa sembra debba proprio accadere.

Calvin Klein spinge Warnaco 505,4 milioni di dollari di ricavi nel quarto trimestre 2009 con un utile netto di 11 milioni, questi i risultati realizzati dalla società statunitense Warnaco. Di particolare soddisfazione i risultati legati al noto brand Calvin Klein che ha fatto segnare un imponente +21% relativo alle vendite internazionali. La catena ha una presenza notevole anche nelle città e nei centri commerciali italiani.

Le Coccinelle volano negli States Il test è partito su una ventina di punti vendita in alcune grandi città Usa. Le collezioni Coccinelle sono promosse dalla filiale americana di Mosaicon cui fa capo la casa milanese (a sua volta controllata da Antichi Pellettieri). Per lo sbarco negli Usa sono state apportate modifiche ad hoc, accorgimenti che potrebbero aprire a Coccinelle uno sbocco su un mercato di primaria importanza. Il 2009 ha visto un leggero calo nel fatturato della maison milanese.

Autogrill e i passeggeri Usa Fiato sospeso dalle parti di Rozzano, dove ha sede l’headquarter di Autogrill, in attesa del consolidamento dell’andamento del traffico aereo. Soprattutto per quanto concerne gli Usa, dove il Gruppo genera attualmente il 36% dell’ebitda complessivo. I dati di inizio anno danno una leggerissima flessione ma gli analisti prevedono un andamento sostanzialmente invariato per il primo trimestre. Cosa succederà dopo? In Autogrill tutti sperano che si torni a volare…

Mediamarket punta al top La GDO è in affanno? Sì, forse, no. Sicuramente no, a giudicare i risultati di Mediamarket (Mediaworld, Saturn), colosso europeo della distribuzione di prodotti di elettronica, informatica, elettrodomestici e culturali (libri e musica costituiscono una nicchia in crescita). Le stime del fatturato 2009 parlano di una cifra compresa tra i 2,2 e i 2,3 miliardi di euro ma gli obiettivi a breve sono addirittura i 4 miliardi, con investimenti previsti per circa 200 milioni di euro. L’obiettivo dichiarato recentemente da Pierluigi Bernasconi è quello di portare Mediamarket sul podio delle prime tre aziende di distribuzione in Italia.

> n° 4 2010

Per Prada il 2009 supera le attese I primi dati, benché parziali, sono stati accolti con grande soddisfazione. Le vendite sono andate bene, soprattutto nel canale retail, che ha fatto segnare un prosperoso +14%. Durante l’anno appena chiuso, il Gruppo ha investito ben 120 milioni di euro soprattutto per lanciare nuove aperture, ben 33 nei cinque continenti. Ma il cammino è ancora lungo e un numero analogo di punti vendita dovrebbero vedere la luce nel 2010, per tutte le insegne facenti capo alla società guidata da Patrizio Bertelli: Prada, Miu Miu, Church’s e Car Shoe.

16 retail&food - aprile 2010

News primae noctis - Paura, che esagerazione!

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l’Opinione - di Giacomo Terranova

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r&f News

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Star Trek retail

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Scarpe made in Moravia alla conquista del mondo

ue milioni di paia di calzature prodotte da 5mila impiegati ogni anno nella Moravia meridionale con agenzie di vendita in Germania, nei Balcani e in Medio Oriente e un mercato in espansione verso i paesi industrializzati, ma attento anche a quelli emergenti, soprattutto nel Far East. Così potrebbe iniziare il nostro Star Trek su Bata, multinazionale delle calzature, se facessimo un salto indietro nel tempo di cento anni. Cifre che non farebbero sfigurare un'azienda neanche oggi, ma che calati nella realtà degli anni venti dello scorso secolo, fanno una certa impressione.

Era il 1894, quando tre fratelli Bata, Tomas (poi al timone dell'azienda), Anna e Antonin, figli di un calzolaio, fondano la T. & A. Bata Shoe Company a Zlin, allora Impero austro-ungarico (oggi Repubblica Ceca), con una idea rivoluzionaria: fare scarpe belle e di qualità, ma di tela per sopperire alla mancanza di pelli. Da qui alla creazione di uno stabilimento meccanizzato con produzione in larga scala, il passo è breve. In mezzo una guerra che favorisce la crescita aziendale con le forniture

militari. Ma a consolidare il successo ci pensa l'attenzione commerciale del fondatore al mercato civile, interno e soprattutto estero. Così quando Tomas Bata, L'Henry Ford europeo della scarpa, muore nel 1932 in un incidente aereo, suo fratello Antonin rileva un'impresa che nel giro di trentanni è diventata il primo esportatore di calzature nel mondo con succursali di produzione e vendita in Svizzera, Germania, Inghilterra, Francia, Yugoslavia, Polonia, Olanda, Stati Uniti e India. Poi è la storia a metterci lo zampino. Prima il regime nazista e l'inizio della Seconda Guerra mondiale: nel 1939 Thomas (figlio del fondatore e

futuro timoniere del Gruppo) lascia Zlin per trasferirsi con buona parte della classe dirigente aziendale a Batawa, vicino a Toronto in Canada, dove fonda il nuovo quartier generale della multinazionale. Una scelta che di fatto è un nuovo inizio, perchè dopo la guerra e la distruzione di molti “businesses” Bata in Europa e nel Far East, il governo comunista nazionalizza le fabbriche Bata in Cecoslovacchia, sottraendole al controllo della famiglia e stessa sorte capita ad altre importanti stabilimenti del Gruppo del Centro e dell’Est Europa. I Bata torneranno proprietari di queste società solo diversi anni più tardi

dopo la caduta del Muro di Berlino. Ma Thomas Bata, succeduto allo zio Antonin, non si da per vinto e riorganizzate le aziende controllate fuori dalla cortina di ferro, guida testardamente l'azienda paterna nei nuovi mercati dell’Asia, del Medio Oriente, dell’Africa e dell’America Latina, prima di morire 93enne nel 2008. Dal 2001 è Thomas George, nipote del fondatore, a diventare a sua volta presidente di un Gruppo, che a dispetto delle dimensioni internazionali rimane ancora saldamente controllato e guidato dei discendenti del piccolo calzolaio di Zlin. Per dare un idea delle dimensioni

della multinazionale oggi bastano qualità, i centri di ricerca e sviluppo European Retail Services BV (sempoche cifre: Bata è presente in tutto sparsi un po' in tutto il mondo. E' pre olandese), per quanto riguarda il il mondo con 4 principali unità opestato calcolato inoltre che i negozi raggiungimento di economie di rative macroregionali (la MBU eurodel Gruppo servono un milione di scala, per l'approvigionamento pea ha sede a Losanna), le quali forclienti al giorno. Al livello di catena merci, e per la gestione di servizi niscono risorse e supporto nelle aree di controllo, poi, ciascuno dei 100 strategici per la valorizzazione del chiave alle compagnie dei mercati paesi nei quali il marchio è presente, brand (campagne pubblicitarie, laysimili, ha una rete di quasi 5mila è gestito da società che sono per lo out negozi e armonizzazione dei punti vendita diretti e oltre 50mila più di proprietà dalla famiglia, ma sistemi di gestione). dettaglianti indipendenti in più di 50 tab. 1 GRUPPO BATA in pillole paesi. A questi si aggiungono le fabData di nascita Fondata nel 1894 da Tomas Bata, nonno dell'attuale presidente Thomas George Bata briche di produzione Proprietà Famiglia Bata calzaturiera, le conBata Europe, Losanna (Svizzera); Bata Asia Pacific-Africa, Singapore; cerie, i reparti di mecSedi Bata Latin America, Mexico; Bata North America, Toronto (Canada) canica industriale, i Presente con la controllata Compar spa In Italia laboratori controllo Settori di Business Scarpe e abbigliamento Punti vendita

Fonte aziendale (sito web)

DESTINAZIONE

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Circa 5mila con una presenza in un centinaio di paesi

tab. 2

GRUPPO COMPAR in pillole

Data di nascita Fondata nel 1931 Proprietà Gruppo Bata attraverso la International Footwear Investement BV Sede Limena PD Monica Pignal Bata, Presidente; Fabio Tronchetti, amministratore Menagement delegato 550, di cui 270 di proprietà e gli altri in franchising. Di questi ultimi Punti vendita 120 all'estero. Bata City Store, Bata Superstore e Bata Factory Store Format di negozi Ricavi € 383 milioni Utile di Gruppo € 2,6 milioni MOL/Ricavi 7,30% ROI 10,40% Rapporto indebitamento 73,40% Circa 2000 Dipendenti * I dati si riferiscono a Compar spa, bilancio consolidato del 2008 Fonte aziendale

sono indipendenti dal punto di vista gestionale e riferiscono alla casa madre regionale per le attività di prodotti e

back office, innovazione sourcing (vedi Tab. 1).

In Italia c'è Compar con in più la novità del franchising In Italia Bata significa Compar spa, azienda padovana (la sede è a Limena) con ottantanni di attività alle spalle. Nella camera dei bottoni insieme alla presidente Monica Pignal Bata (sorella dell'attuale presidente del Gruppo) siede Fabio Tronchetti, amministratore delegato. Come le altre consorelle del Gruppo, Compar fa capo alla Bata Shoe Organization che ne detiene il 99,66% del capitale sociale attraverso International Footwear Investement BV, con sede in Olanda, società del Gruppo che controlla le altre 8 società del Vecchio Continente simili all'azienda veneta. Come da struttura del Gruppo la ditta guidata da Tronchetti beneficia dell'attività di direzione e coordinamento attraverso un'altra azienda della grande famiglia Bata, la

Facendo due conti, Compar è una realtà che nel 2008 ha effettuato ricavi per 323 milioni di euro solo in Italia (383 milioni compreso l'estero con anche le controllate russa e cipriota) con quasi 2mila dipendenti, forte di una rete distributiva per i prodotti del marchio provenienti dalle fabbriche del Gruppo situate nel Far East, India e Sud America. In tutto, a fine 2008, l'impresa di Limena contava circa 550 shops di cui 270 di proprietà (circa 200 nei vari format Bata, i restanti a insegna Athletes World, insegna sportiva del Gruppo), quasi tutti sul territorio nazionale (a parte una quindicina di negozi diretti della controllata Bata Cyprus ltd) e i restanti in franchising (150 in Italia e circa 120 gestiti dalla capogruppo Compar all'estero), settore in cui la società veneta è la prima azienda in Italia nelle calzature. E' l'Italia, infatti, ad avere dato vita al franchising Bata da ormai 27 anni, e proprio per questa esperienza Compar fa da modello per l'intero Gruppo e da riferimento per una fetta importante del mercato estero. Così la società di Tronchetti è presente fuori dall'Italia con il canale indiretto in maniera sempre più importante sia per il numero di

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Cosa occore sapere per... - di Alessandro Barzagli

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Borse e dintorni

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L'indice di retail&food

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Nuovi ambiziosi progetti per le banchine di Trieste e Genova - Dopo strade e cieli, Palenzona vuole i porti

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Osservatorio Prezzi - Il low cost comincia prima del volo

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Star Trek retail - Destinazione Bata

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Taglio nastro - Marcianise milionaria

26

Prima pietra - Le Terrazze vista shopping

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Centri commerciali, intelligenti per crescere

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Fiere - Eire: retail protagonista

33

Crociere, shopping e ristorazione a bordo - Sul ponte sventola bandiera mall

34

Dossier aeroporti - T2, no hay (quasi) problema

38

Analisi mercato - Libri, la vittoria dei centri commerciali

42

Parola di... - Giulio De Carli

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International - In Nord Africa è tempo dei mall dei record

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A chiare lettere - Repubblica Italiana: il “Federalismo” dei cieli e dei documenti d’identità

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Stazionario

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Dossier aree di servizio

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Ferry Porti

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Succede a NordEst - di Eleonora Vallin

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La pulce nell’orecchio - di Simone Filippetti

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La foto

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Last but non least - Aeroporti: la pista siciliana

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Mercati in fiera - Calendario aprile - giugno 2010

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taglio nastro grande pubblico e completare la commercializzare con i brand del lusso.

Oltre sessanta negozi, ed è solo l’inizio… A differenza dei centri commerciali tradizionali, gli outlet si contraddistinguono per la realizzazione in fasi distinte, a volte con interventi organici, in altri casi con ampliamenti disomogenei rispetto al nucleo originario. La prima percezione, camminando tra le vie e le piazze di La Reggia Designer Outlet, è che la struttura sia completa (anche se alcune vetrine esibiscono la scritta opening soon e la cartellonistica annuncia il futuro ampliamento), mentre il cantiere appare evidente dall’autostrada A1. In attesa, quindi, che il mix merceologico vada a regime, e potrebbe volerci del tempo data l’attenzione che McArthurGlen dedica alla commercializzazione specialmente per i brand del lusso, l’offerta conta ad oggi 65 negozi tra cui alcuni di alta moda come Valentino, Blumarine ed Escada inclusi nella piazza del lusso, ai quali si affiancherà prossimamente anche

La Reggia Designer Outlet Strada Provinciale 336 (ex Sannitica), Marcianise (Ce) Extraurbana Factory Outlet Center McArthurGlen; Gruppo Fingem Hydea McArthurGlen McArthurGlen 17.500 26.500 1 2.100 5 Fantasia Gelati, Farinella, Lindt Maitre Chocolatier, Re Nero, Rossopomodoro 65 140

LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA PROMOTORE PROGETTAZIONE COMMERCIALIZZAZIONE GESTIONE GLA FASE 1 GLA FASE 2 LIVELLI COMMERCIALI POSTI AUTO SPAZI RISTORAZIONE INSEGNE RISTORAZIONE

26

TOTALE UNITÀ FASE 1 TOTALE UNITÀ PREVISTE

Ballantyne. Altri marchi di alta gamma sono Aspesi, CK Collection, Gianfranco Ferré, Fabi, Kathy Van Zeeland e ancora griffes del calibro di Bikkembergs, Guess, Liu Jo, Harmont & Blaine, Patrizia Pepe, Pinko, Pollini e Replay. Il settore degli articoli per la casa è presidiato dai punti vendita Bialetti Industrie e Rcr mentre quello della ristorazione annovera la pizzeria e trattoria napoletana Farinella, presente in altri foc McArthurGlen, la catena Rossopomodoro (non ancora operativa nel giorno dell’inaugurazione), il bar caffetteria Re Nero, la gelateria Fantasia Gelati e la cioccolateria diffusissima nel canale outlet, Lindt MaÎtre Chocolatier. Tra le prossime aperture già ufficializzate si segnalano gli shop di Camper, Cerruti 1881, Diesel e Tommy Hilfiger, oltre i già citati Ballantyne e Rossopomodoro. Da evidenziare, inoltre, la presenza nella piazza del lusso del chiosco dedicato alla partnership con Msc Crociere, che mette in palio cinque vacanze, lo sportello bancomat Monte dei Paschi di Siena nei pressi

COMMENTO Struttura e design

MARCIANISE MILIONARIA e si pensa alla Campania, al città di Napoli e alle località di mare lungo la costiera Amalfitana non si può che pensare al grande bacino di utenza e ai continui flussi turistici. In quest’ottica, la nuova offerta di marchi del lusso nell’area di Marcianise (Ce) può diventare un’ulteriore àncora per attrarre visitatori da diverse province

il nuovo “gioiello” di McArthurGlen, La Reggia Designer Outlet, inaugurata, con qualche polemica locale circa il tema delle concessioni, lo scorso 18 febbraio. La struttura, completata nella sua prima parte, conta attualmente una gla di 17.500 mq, suddivisa in cerca 100 unità delle quali 65 già operative. Promotori dell’iniziativa sono McArthurGlen e il partner consolidato in Italia, Gruppo Fingem, mentre il progetto è stato disegnato

e regioni. Tuttavia è forte il contrasto tra i territori degradati compresi tra l’aeroporto di Napoli Capodichino e

ÈÈÈÈÈ ÈÈÈ

Parcheggio molto curato e accesso adeguato. Il nodo da scioglere resta lo svincolo di Caserta Sud

ÈÈÈÈ

L'outlet necessità di tempo per andare a regime. Mix interessante e da monitorare Le piazzette e l'area giochi rappresentano gli spazi comuni per grandi e piccini. In linea con il format outlet

indice valutazione:

ÈÈÈ

La valutazione è di carattere puramente indicativo

È = migliorabile ÈÈ = sufficiente ÈÈÈ= apprezzabile ÈÈÈÈ = molto buono ÈÈÈÈÈ = ottimo calendario prevede l’apertura della prima metà della seconda fase entro la fine del 2010 mentre la seconda metà (di circa 4.500 mq) dovrebbe essere completata nel secondo trimestre del 2011. A regime saranno oltre mille i posti di lavoro, compreso l’indotto, tra cui una percentuale consistente destinata agli abitanti della zona. Dal parcheggio esterno (di 2.100 posti auto) sino alle piazzette interne, La Reggia Designer Outlet mantiene inalterato il format standard di McArthurGlen, finalizzato a riprodurre lo stile architettonico locale per mettere a proprio agio il visitatore, favorire la permanenza nella struttura e l’esperienza di acquisto. Il complesso è accessibile dalla strada provinciale 336, ma è soprat-

LO SCORSO 18 FEBBRAIO MCARTHURGLEN HA INAUGURATO IL SUO QUINTO DESIGNER OUTLET ITALIANO, ANDANDO A PRESIDIARE IL BACINO CAMPANO CHE CONTA OLTRE 5 MILIONI DI RESIDENTI. CON QUESTA APERTURA E FORTE DEL CENTRO COMMERCIALE CAMPANIA, LA CITTADINA ALLE PORTE DI CASERTA SI CANDIDA A DIVENTARE IL POLO COMMERCIALE PIÙ IMPORTANTE DEL SUD ITALIA

N

VALUTAZIONE

La struttura e il design di McArthurGlen sono il biglietto da visita per attrarre i brand del lusso, oltre che i consumatori

Accesso e parcheggio

Offerta commerciale Spazi comuni e attrattive

dalla società Hydea di Firenze, che aveva curato le iniziative di Serravalle Scrivia, Castel Romano e Barberino del Mugello. Al momento è in corso la costruzione della fase 2 che porterà il numero di unità a circa 140 e la superficie retail a 26.500 metri quadrati. L’investimento complessivo si attesta sui 120 milioni di euro, l’obiettivo per il 2010 è di raggiungere i 70 milioni di euro di fatturato mentre il ritorno sull’investimento è calcolato in sei/sette anni. Il

tutto a portata di vista dall’Autostrada del Sole e distante una manciata di minuti dal casello dell’uscita Caserta Sud (raggiungibile dall’aeroporto di Napoli in circa 20 minuti). Tuttavia lo svincolo di Caserta Sud rischia di diventare il tallone d’Achille dei collegamenti. Se non dovesse essere potenziato, come è emerso in fase di conferenza stampa, potrebbe risultare del tutto insufficiente a sostenere i flussi diretti a La Reggia e al centro commerciale Campania (adiacente alla carreggiata opposta), che da solo conta oltre 10 milioni di visitatori all’anno. Ma lo snodo cruciale riguarda il tema della sicurezza. L’imperativo è di prevenire disagi all’interno e all’esterno della struttura, fattore necessario per attrarre il

26 retail&food - aprile 2010

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Crociere, shopping e ristorazione a bordo ANCORATA ALLA BANCHINA LA CRISI ECONOMICA, IL SETTORE CROCIERISTICO ITALIANO HA REGISTRATO UN +12% DI PASSEGGERI NEL 2009. AUMENTA IL NUMERO DI IMBARCAZIONI, ROTTE E PAESI COINVOLTI TRAINANDO LO SVILUPPO DEI SERVIZI DI RETAIL E RISTORAZIONE A BORDO. SEMPRE DI PIÙ LE NAVI DA CROCIERA ASSOMIGLIANO A DEPARTMENT STORE GALLEGGIANTI

C

rescita dei passeggeri a dop-

no attorno. Dalle compagnie di navigazione, alle società di gestione degli spazi commerciali a bordo, passando per i fornitori, sino a coinvolgere le autorità dei porti dove attraccano i giganti dei mari (Genova, Venezia, Bari e Napoli solo per citare alcuni degli scali più importanti), alcune delle quali impegnate nell’investire sulle infrastruttu-

pia cifra e prospettive rosee per la filiera. Il mercato crocieristico mondiale e soprattutto quello italiano sembrano non conoscere la crisi e navigano a tutta velocità verso nuove soluzioni, sempre più attraenti per i clienti e, allo stesso tempo, sempre più redditizie per i bilanci delle aziende che vi gravita-

re per non “perdere il traghetto”. Il progressivo sviluppo per il settore trova conferma nei dati relativi ai flussi, +12% in Italia nel 2009 rispetto al 2008 (fonte Msc Crociere), che a sua volta presentava un +9% sul 2007 (dato Ecc, European Cruise Council) mentre il fatturato europeo toccava quota 4,3 miliardi di euro (fonte Costa

Crociere). Per quanto riguarda l’ampliamento e l’ammodernamento delle flotte, si segnala il varo di tre importanti unità tra cui spicca l’Oasis of the Seas: la nave da crociera più grande del mondo e ammiraglia della compagnia Royal Caribbean International, che ospita 11 negozi su tre livelli. La risposta delle due compagnie italiane Costa Crociere e Msc Crociere non si è fatta attendere, con l’inaugurazione in questi mesi rispettivamente di Costa Deliziosa e Msc Magnifica. Le aspettative degli operatori per il 2010, attestate su un

SUL PONTE SVENTOLA

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complessivo +10% di ospiti, confermano il trend degli ultimi anni con una leggera diminuzione rispetto ai dodici mesi precedenti. Oltre agli itinerari esclusivi e alle innumerevoli attrattive on board, una leva sempre più importante è quella dell’offerta retail and food, che, come testimonia Msc Crociere, può arrivare a pesare anche il 20-25% sul fatturato della compagnia. Le signore dei mari assomigliano ormai a dei veri e propri department store o a delle mini-gallerie commerciali galleggiati, rigorosamente all’insegna del lusso per quanto riguarda il retail e della qualità delle materie prime per quanto concerne la ristorazione. Ma come si sviluppano queste attività e chi le gestisce? Per comprendere queste dinamiche abbiamo intervistato le compagnie Costa Crociere e Msc Crociere e due operatori specializza-

BANDIERA MALL

contenuta a livello mondiale. La nostra offerta a bordo si sviluppa in media con una ventina di negozi per ogni nave, che sono gestiti da una società controllata al 100%, Msc Shop, la quale si occupa direttamente di alcuni punti vendita mentre altri li dà in appalto a terzi. La logica è quella di creare un grande centro commerciale. Una parte consistente del nostro fatturato, in una percentuale che si è attestata tra il 20-25% nel 2009, si crea infatti con i proventi che generiamo attraverso i negozi, i servizi e i bar. In generale facciamo in modo che tutte le tipologie di clienti possano trovare a bordo delle soluzioni in grado di soddisfare le loro aspettative. A dimostrazione dell’attenzione che Msc dedica all’area food and beverage, in questo settore lavora con circa 840 aziende italiane. Sulle navi grandi, come ad esempio Msc Fantasia, abbiamo oltre 22mila metri quadrati di spazio comune e un’offerta molto

ti rispettivamente nelle gestione on board dell’offerta retail e di quella food, che sono Starboard Cruise Services e Ligabue Catering. Molto riserbo, in generale, è stato dimostrato sui dati di fatturato.

Msc e Costa: diverse le strategie, simili gli obiettivi Premesso che l’ampiezza delle superfici destinate al retail e al food on board varia da nave a nave in proporzione, soprattutto, alla stazza della singola unità, la scelta del mix merceologico diventa il driver principale. Per attrarre un numero progressivamente maggiore di turisti, l’obiettivo delle compagnie e di conseguenza degli operatori a cui appaltano i servizi è di elevare al massimo l’esperienza di acquisto, allestendo un’offerta definita nei minimi particolari in base alla rotta e alla tipologia di clientela. Queste operazioni fanno leva su studi che prendono in considerazione l’età media, la nazionalità, la propensione all’acquisto e altre caratteristiche degli utenti. Tuttavia per gestire l’offerta a bordo Msc Crociere e Costa Crociere hanno trovato soluzioni differenti sul fronte retail: la prima si appoggia a una controllata, Msc Shop, la seconda si affida a una società specializzata, Starboard Cruise Services. «Nel 2009 Msc Crociere è cresciuta del 36% sul numero totale dei passeggeri mentre in Italia del 28 per cento – spiega Leonardo Massa, direttore commerciale Sud Europa di Msc Crociere –, e abbiamo un’aspettativa simile anche per il 2010, leggermente più

Riccardo Polito, respon. Ligabue della divisione Cruise & Resort

variegata con ristoranti, bar, bar tematici, winebar, cinema 4d, simulatore di Formula1, shop, beauty saloon, palestra ecc». Se dal punto di vista della proposta commerciale, quindi, le navi da crociera possono essere considerate come degli shopping center o meglio come dei department store galleggianti, il flusso di passeggeri annuo lascia immaginare quali siano le potenzialità per la leva del retail e del food. «Abbiamo chiuso il 2009 con circa 1,3 milioni di ospiti – illustra Antonio De Rosa, VP cruise operations di Costa Crociere –. Un vero e proprio record per il settore in Europa, che conferma il nostro trend di crescita. Basti pensare che nel 2000 avevamo 363.000 ospiti e per il 2010 contiamo di raggiungere il nuovo record di 1,5 milioni di unità. A bordo di tutte le nostre navi ci sono almeno una sala ristorante e un ristorante self service, attivi a colazione, pranzo e cena, compresi nel prezzo della crociera. Su 12 navi della flotta ci sono ristoranti a pagamento e su prenotazione, con menù a cura del famoso chef italiano Ettore Bocchia, executive chef del Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio sul lago di Como. Infine, nelle navi di ultima generazione sono presenti ristoranti “Samsara” all’interno dell’area benessere, con menù all’insegna della leggerezza». Si tratta quindi di un grande sfor-

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retail&food - aprile 2010 35

dossier aeroporti nale detta delle “cascate”, con vista sulla pista. All’inizio di questo percorso si trova un’ex gelateria, ora trasformata in una più accattivante frullateria che ha da poco ottenuto il via libera dell’Asl. In fondo a destra si svolta per l’area imbarchi. A partire da questa curva ci sono tre punti vendita attivi del settore fast fashion (Principe, Camicissima, Yamamay), di fronte ai quali sono presenti quattro vani per negozi da allocare. Due di questi saranno a breve occupati da una libreria, senza riviste, di circa 180 metri quadrati. Non si sa ancora chi sarà l’operatore prescelto: in lizza ci sono le principali catene librarie (si veda il servizio a pagina 40), sebbene sia della partita anche la stessa Dufrital, già presente con libri ed edicole in altri aeroporti e stazioni. Negli altri due vani troveranno spazio un marchio di abbigliamento e un punto vendita di “prodotti naturali”. Il taglio del nastro potrebbe avvenire già alla fine di aprile. Nella parte degli imbarchi i prossimi mesi vedranno l’apertura di un negozio “last minute” gestito da Dufrital. Poco oltre c’è l’ultimo

T2,

NO HAY (QUASI) PROBLEMA

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I PASSEGGERI DI MALPENSA DAL 2000 (T1 E T2) Passeggeri Variaz. anno aviazione Anno precedente generale 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 gen. 2010

20.716.815 18.570.494 17.441.250 17.621.585 18.554.874 19.630.514 21.767.267 23.885.391 19.221.632 17.551.635 1.316.416

22,1 -10,4 -6,1 1 5,3 5,8 10,9 9,7 -19,5 -8,7 9,9 fonte: Assaeroporti

I RICAVI NON AVIO DEGLI SCALI MILANESI Ricavi non aeronautici Retail Handling di terzi e cna Parcheggi Cargo Servizi e altri ricavi

S

Se non fosse impegnato in California, Arnold Schwarzenegger potrebbe essere un buon testimonial: il suo “No hay problema” ripetuto più volte in Terminator 2 (o più comunemente T2) potrebbe essere lo slogan di un altro T2, il secondo terminal di Malpensa. A meno che easyJet non decida, un giorno (a questo punto, nel Giorno del giudizio) di tirare fuori un altro tormentone del film, “Hasta la vista, baby”. Quello che si può dire, oggi, è che a fronte di

2008 Malpensa

2007 Linate

151,3 63,7 25,3 29,7 9,2 23,4

56,8 20,1 8,9 17,5 1,3 9,1

Malpensa

Linate

160,3 67,3 30,4 28,7 8,7 25

56,8 19,8 9,1 17,9 1,2 8,7

fonte: Sea, dati in milioni di euro

UNA LIBRERIA, DIVERSI NEGOZI DI ABBIGLIAMENTO, UN DUTY FREE “LAST MINUTE” UNA SALA VIP A PAGAMENTO. E ANCORA, PIÙ AVANTI, UNA PALESTRA E UNA GRANDE FOOD HALL. PER IL SECONDO TERMINAL DI MALPENSA, DEL TUTTO DEDICATO A EASYJET, L’AUMENTO DEI PASSEGGERI SARÀ ACCOMPAGNATO DA UN VENTAGLIO, ANCHE ORIGINALE, DI NUOVA OFFERTA COMMERCIALE. DA QUESTO LATO DELLA PISTA LA CRISI DEL TERMINAL 1 SEMBRA LONTANA.

easyJet, che nel 2008 ne aveva

convogliati 3,4 milioni. Per il 2010 le attese sono di un’ulteriore crescita, a quota 5,4 milioni di passeggeri, con un ritmo di incremento che sta portando il terminal a diventare uno dei maggiori scali a livello nazionale. Non ancora abbastanza per sollevare le sorti di tutta Malpensa, che dai 23,8 milioni del 2007 ha chiuso il 2009 con 17,5 milioni di passeggeri, ma una nota sicuramente positiva. Attualmente la compagnia inglese ha 16 aerei basati a Malpensa, destinati a salire a breve: nella prossima stagione estiva 2010 la compagnia opererà 65 voli giornalieri. Lo scalo varesino è ora la seconda base per importanza del vettore e la prima nell’Europa continentale. Numeri che sembrano rappresentare una sorta di assicurazione contro il pericolo di repentini ripensamenti da parte della compagnia, già avvenuti in passato a opera di altri

uno scalo di Linate che ha patito nel 2009 un calo di passeggeri del 10,5% e di un terminal 1 che come noto dopo il de-hubbing di Alitalia si sta riprendendo solo ora grazie a Lufthansa e alle compagnie asiatiche, il secondo terminal varesino gode di buona salute e dispensa numeri in crescita.

I passeggeri Nel 2009 il terminal 2 ha fatto registrare 4,66 milioni di passeggeri, tutti portati dal vettore low cost

vettori low cost (si pensi al recente abbandono di Alghero da parte di Ryanair, una volta esauriti i finanziamenti pubblici). L’aver puntato su easyJet, spostando peraltro tutti i charter al T1 a metà 2008, ha comportato un inevitabile cambiamento nel profilo del passeggero. Dalle indagini effettuate da Sea è emerso che la quota di chi viaggia per lavoro è ora pari al 30% sul totale dei viaggiatori. L’offerta commerciale, in conseguenza di questi movimenti, è stata revisionata, nel tentativo di bilanciare i servizi pensati per i turisti e quelli per il pubblico business.

devono attraversare in primo luogo uno spazio di duty free e di edicola/gadget gestito da Dufrital. Poco prima di entrarvi lambiscono un angolo in cui trovano spazio un negozio Carpisa, un’ottica Nau e un punto vendita in fase di assegnazione. Dopo il duty free si giun-

ge al primo dei locali di MyChef, aperto circa un anno e mezzo fa, con un’ampia zona tavoli. La società gestisce tutta la ristorazione nell’airside. Di fronte si trova il recentissimo (dicembre 2009) spazio Design & Game, gestito da Lottomatica. Sono presenti videopo-

ker e biglietti per le lotterie. Visto il successo di questa attività la Sea sta progettando di aprirne una analoga, più grande, al Terminal 1, mentre uno spazio simile, di dimensioni ridotte, è già presente a Linate. Superata una rampa di scale si giunge a un’area longitudi-

esercizio aperto in ordine di tempo, un ristorante/wine bar/kebab gestito da MyChef, con un discreto numero di tavoli che danno verso la vetrata. A brevissima distanza si trova un’ulteriore superficie a un punto di svolta: la sede della futura sala vip. Ampia

Le attività commerciali Il cambiamento più visibile della nuova politica commerciale è il “walk through”, realizzato appena dopo i varchi di sicurezza. I passeggeri diretti agli imbarchi, in seguito ai lavori conclusi la scorsa estate,

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analisi mercato Nessuno snobismo e tanto pragmatismo aumentano vendite e cultura

LIBRI, LA VITTORIA DEI CENTRI COMMERCIALI OFFERTA AMPIA, SERVIZIO CURATO, EVENTI: LE LIBRERIE NEI CENTRI COMMERCIALI SI DISCOSTANO SEMPRE PIÙ DAL MODELLO “BEST-SELLER E SCONTI” DEI SUPERMERCATI E SI AVVICINANO AI PUNTI VENDITA DEI CENTRI STORICI.

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S

enza un dibattito paragonabile a quelli che si sono scatenati con l’apertura dei cinema multiplex a discapito delle sale indipendenti, si è sviluppata negli ultimi tre anni una rivoluzione nel mondo della cultura: l’esplosione delle librerie all’interno dei centri commerciali e – fatto ancora più imprevedibile – la loro sostanziale accettazione da parte degli amanti della lettura. Il rapporto 2009 sullo stato dell’editoria, curato dall’Aie, associazione italiana editori, fa notare come le librerie di catena rilevate siano oggi triplicate rispetto alle 314 solo nel 2007. censite L’accelerazione è avvenuta attraver-

ce, oltre che da uno sguardo anche distratto alle insegne per strada, anche dai dati della ricerca “Piccoli e grandi a confronto” curata da Nielsen BookScan: da gennaio a novembre del 2009 il mercato delle catene è aumentato del 5,9%, arrivando al 37,4% di quota di mercato, mentre quello delle indipendenti è sceso del 2,8%, atterrando al 40,9 per cento. Le cause: con tutta probabilità, come avviene in altri settori, la garanzia di un livello di servizio standard, la qualità degli arredi e la chiarezza dell’esposizione, oltre a punti di forza specifici come gli orari di apertura estesi, la possibilità di sedersi e leggere in tutta tranquillità,

LA PRESENZA PER CANALE Centri commerciali

Marchio La Feltrinelli* Giunti Al Punto Librerie.Coop Gamestop Mondadori Mondadori Retail multicenter Mondadori Retail librerie Mondadori Franchising Librerie Mondadori Franchising Edicolè + Gulliver

Aeroporti

25 94 18 290 107

6 2 0 0 3

4 13 50 40

fonte: elaborazione di r&f sui siti internet delle società

Stazioni 2 0 0 0 10

Città 64 43 4 40 362

la presenza di punti di ristoro. Tra gli altri canali si è rafforzato quello della grande distribuzione organizzata (banco libri nei supermercati e grandi magazzini), con un +2,9% e il 18% di quota di mercato, e la vendita via internet, dove si è registrata una crescita del 21,9% e si è arrivati al 3,7% di quota. L’online cresce per l’affermarsi degli operatori maggiori, Bol.it (gruppo Mondadori), Ibs.it e Hoepli.it ma anche per la crescita di altri soggetti, come lafeltrinelli.it, mediaworld.it, libreriauniversitaria.it, webster.it e dea.it. Nel complesso il mercato del libro nel 2009 (i dati si fermano prima del periodo natalizio) ha fatto registrare una crescita del 2,1%, ma con un andamento completamente diverso tra il Totale

0

0

0

0

7

20

3

6

157

216

0

4

189

233

9

Andamento dei mercati primo semestre, quando le vendite si erano contratte del 2,1%, e il periodo luglio-novembre, quando la crescita è stata in media del 7 per cento. La dinamica delle vendite di libri è stata confermata anche dagli operatori contattati da r&f, secondo i quali le vendite di musica e home

Editoriale (Euro x 000) Musicale (pezzi venduti x 000) Home Video (pezzi venduti x 000) Games (Euro x 000)

2008

2007

1.478.465 23.654 27.655 691.920

1.487.488 30.159 32.739 557.535

% 08-07 -0,60% -21,60% -15,50% 24,10%

fonte: elaborazione bilancio Librerie Feltrinelli su dati Demoskopea

video sono invece andate molto male, dal -4/5% stimato da Librerie Feltrinelli al -14/16% di Mondadori Retail. Oltre a queste referenze le librerie multiprodotto vendono anche videogames, un mercato che negli ultimi anni ha conosciuto un’espansione notevolissima. Nelle

gallerie dei centri commerciali la vendita dei videogames si divide tra le superfici dell’elettronica di consumo (Media World, Euronics, Unieuro ecc.), le librerie multiprodotto (soprattutto Feltrinelli, che ha l’1,46% di quota di mercato in questo comparto) e i negozi specializza-

›Alto servizio per resistere alla Gdo

97 140 22 330 482

intervista

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Intervista a Riccardo Cattaneo, dg Mondadori Retail Com’è cambiato negli ultimi anni il profilo del consumatore che cerca una libreria nei centri commerciali? È diventato un cliente più simile a quello del centro città. Ma più del profilo del consumatore a essere cambiata è la competizione all’interno dei centri commerciali, soprattutto negli ultimi tre anni. Oggi nelle aree food lo spazio per il libro si è ampliato notevolmente nelle referenze e nella qualità del servizio. Inoltre nella galleria l’elettronica di consumo ha iniziato a estendere nella sua offerta di media e di libri. Le librerie negli shopping center hanno dovuto adattarsi e rispondere con un’offerta ancora più ampia: sono aumentati gli spazi, la dimensione, il catalogo, ma anche la qualità del servizio e la capacità di reperire titoli. Puntando solo su poche referenze con un’alta promozione non si poteva infatti essere vincenti rispetto ai concorrenti.

* tutti i marchi della catena

so la formula del franchising, che era, sottolinea lo studio, «solo fino agli anni Novanta riservata esclusivamente al settore delle librerie professionali». Ci sono state «nuove aperture, ma anche l’uso di questa formula da parte di librerie a conduzione familiare che nel franchising hanno intravisto una (la sola?) possibilità di restare sul mercato».

Le aperture nel 2009 sono state numerose? Nel 2009 il Gruppo Mondadori ha raggiunto quasi 500 punti vendita rispetto ai 434 del 2008. Sono state aperte infatti, senza considerare il canale bookclub, oltre 60 librerie, dirette o in franchising, di cui 25 nei centri commerciali. Puntiamo a superare i 600 punti vendita nel corso del 2010, concentrandoci maggiormente sulle nuove aperture nei centri cittadini.

Il successo è nei numeri Che le librerie di catena vadano meglio delle indipendenti lo si dedu-

C’è troppa concentrazione in questo canale? Ci sono vari aspetti negativi: spesso assistiamo all’apertura di nuovi centri ancor prima di essere pronti, senza ad esempio che sia stata completata la viabilità o la copertura delle gallerie. In altri casi i costi di gestione sono inattesi e incontrollati: si scrivono contratti che valgono 80 euro a metro quadrato, ma poi i consuntivi arrivano a 120-140 euro. Il 2009 è stato un anno difficile per tutti i prodotti? No, nel libro abbiamo tenuto, registrando un aumento delle vendite del +4% rispetto al 2008, anche grazie ad alcune promozioni: nel 2009 abbiamo inoltre pianificato per la prima volta le nostre iniziative anche in tv. Hanno sofferto invece il comparto video e la musica, con rispettivamente un calo del 14% e del 16%. Il canale centro commerciale è andato meglio del centro città? Ha performato un po’ meglio del centro città, anche se bisogna distinguere tra i negozi presenti nelle strade principali, che pure hanno registrato un buon andamento dai negozi nelle vie secondaria che hanno avuto maggiori difficoltà.

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international A FRANCOFORTE VIRGIN LANCIA IL PRINT-ONDEMAND...

I viaggiatori che passano dall’aeroporto internazio-

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nale di Francoforte possono usufruire di un nuovo servizio: le edizioni del giorno di circa mille quotidiani possono essere stampate on-demand nel Virgin Media Store gestito da Hds Retail Deutschland. Il servizio, introdotto alla fine di febbraio, copre quotidiani di tutto il mondo, in 38 lingue, che non sono distribuiti in Germania. Il negozio si trova nella Shopping Plaza al Terminal 2.

... E LUFTHANSA MOSTRA IL SUO WORLDSHOP

Un negozio a marchio Lufthansa è stato inaugurato nel Terminal 1, Hall B, dell’aeroporto di Francoforte. Ampio 125 metri quadrati, si chiama WorldShop ed è il secondo punto vendita con il brand della compagnia nello scalo. Con ogni acquisto i passeggeri posso accumulare premi Miles & More (ogni euro corrisponde a una miglia) e molti beni possono essere pagati con le miglia accumulate. Vi si vendono prodotti a marchio Lufthansa e una vasta serie di oggetti da viaggio, prodotti di lifestyle e accessori, dagli orologi e gioielli all’elettronica di consumo.

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duty free world

By Kevin Rozario - London

It’s not a numbers game anymore Non è più una questione di numeri Final passenger numbers for 2009 were announced at the end of February by ACI Europe, the organisation representing the vast majority of airports in Europe. They gave some insight into the extent to which economic conditions have affected travel, with numbers down by 5.9% on 2008. That in itself does not mean much in these days of profits warnings and plunging revenues. But put into context, the ACI data amounts to a collapse: almost 100 million passengers disappeared from the airport concourses and shops, and ACI Europe director general Olivier Jankovec said it effectively meant “2.8 years of growth lost” with passenger traffic almost back to those in 2006. This is obviously bad news for airport retailers. Numbers are returning, but it may be a while before we return to 2008 levels again. In the meantime the travel retail industry must stay focused on the passengers it does have by ensure they get the best services and retail experience possible. A comparison of spending per head in the beauty category by UK equity analyst CER (based on 2008 data) shows there are vast differences in spend per head among key hubs. For example, at Seoul Incheon the average is $24.22 while at Paris Charles de Gaulle it drops to $8.23. Raising this average spending needs attention and brands are ready to do it. Diageo global travel & Middle East managing director Phil Humphreys says: “Passenger numbers may be down – but global traffic was still almost five billion passenger journeys last year. Penetration and conversion rates should be under scrutiny regardless of traffic. The quality of the retail experience is the foremost issue in the shopper’s mind and as part of a much broader definition of ‘service’, we need to look at every point of contact with the traveller and develop stronger engagement with them.” This is why duty-free retailer Dufry has launched its first ever global HR project to increased customer satisfaction. Called Dufry plus1, the retail sales pogramme was launched in Sharjah, UAE and will turn Dufry managers at regional and business-unit levels into trainers and sales and service champions. It will be gradually rolled out to locations worldwide. The aim is to structure each sales process in order to put sales associates in control of each selling situation with the ultimate goal of “focusing better on each customer and assisting them in identifying additional products with measurable results”. Dufry’s lead is a good start in the battle to win back the hearts and minds of the travelling consumer. The question is: will other retailers follow?

Il numero definitivo di passeggeri relativo al 2009 è stato reso noto alla fine di febbraio da ACI Europe, l’organizzazione che rappresenta la maggior parte degli aeroporti europei. Il dato, sceso del 5,9% rispetto al 2008, dà una idea dell’impatto che la situazione economica ha avuto sul settore dei viaggi. O meglio: non tanto la percentuale di per sé, che non è particolarmente significativa in questa fase di allarmi sugli utili e crollo dei ricavi - ma il numero contestualizzato. In questo senso i dati ACI indicano un tracollo: quasi 100 milioni di passeggeri sono spariti dalle hall e dai negozi degli aeroporti; Olivier Jankovec, direttore generale di ACI Europe, ha dichiarato che questo dato corrisponde a “2,8 anni di crescita andati in fumo”, con un traffico passeggeri che è quasi regredito ai livelli del 2006. Ovviamente, si tratta di cattive notizie per gli esercenti aeroportuali: la situazione sta migliorando ma probabilmente ci vorrà parecchio tempo prima di tornare ai livelli del 2008. E nel frattempo l’industria del travel retail deve rimanere concentrata sui clienti acquisiti, assicurando loro i migliori servizi con la massima soddisfazione possibile. Dal confronto dei consumi pro-capite nel settore della bellezza, realizzato dalla società britannica di analisi finanziaria CER su dati del 2008, emerge che ci sono notevoli differenze nei principali hub. Ad esempio, nell’aeroporto di Seoul-Incheon la media è di 24,22 USD mentre nell‘hub Charles de Gaulle di Parigi scende a 8,23 USD. L’incremento del consumo medio è un fattore critico su cui i marchi sono pronti ad investire. Secondo Phil Humphreys, amministratore delegato di Diageo global travel & Middle East, “anche se il numero dei passeggeri è diminuito, i viaggi l’anno scorso sono sempre stati cinque miliardi. Ed è necessario analizzare i tassi di penetrazione e conversione, a prescindere dal traffico”. Secondo Humphreys, “la qualità dell’esperienza di acquisto è il tema più importante per il consumatore e, in quanto parte di una più ampia definizione di ‘servizio’, è necessario individuare ogni punto di contatto con i viaggiatori e sviluppare un legame più forte con loro”. Per questo motivo il Gruppo Dufry, specializzato nel travel retail, ha lanciato il primo progetto globale per le Risorse Umane con uno scopo ben preciso: aumentare la soddisfazione dei clienti. Dufry plus1 – questo il nome del programma, incentrato sulle vendite al dettaglio - è stato lanciato nell’aeroporto di Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti, e trasformerà i responsabili regionali e delle business-unit Dufry in formatori e campioni di vendite e servizi. Il programma sarà diffuso gradualmente in tutto il mondo. Tutti i processi della distribuzione verranno strutturati in modo che gli “assistenti” siano in grado di controllare ogni vendita “concentrandosi meglio su ogni cliente e aiutandolo ad individuare altri prodotti cui potrebbe essere interessato, con risultati significativi”. Il caso Dufry rappresenta una buona partenza nella lotta per riconquistare il cuore e la mente dei consumatori in viaggio. Sorge spontanea la domanda: gli altri esercenti seguiranno l’esempio?

IN NORD AFRICA È TEMPO DEI MALL DEI RECORD D

eterrà il primato per pochi mesi come maggior centro commerciale del Nord Africa il Morocco Mall di Casablanca, perché sarà superato dopo circa un anno dal Cairo Festival City. I numeri e l’aspetto della struttura di Casablanca sono comunque impressionanti: 200 negozi, 40 ristoranti, 200mila metri quadrati racchiusi sotto un’avveniristica conchiglia in riva al mare. Al suo interno ci saranno i magazzini Lafayette e il primo punto vendita in Africa di Fnac. Ospiterà anche un acquapark, un giardino botanico e una pista da pattinaggio. Nel progetto è anche prevista un’area residenziale con villette a schiera di alta fascia. A progettare il tutto è un architetto italiano, Davide Padoa, 40 anni, ceo dello studio Design International. Il Morocco Mall gli è stato commissionato da un gruppo di privati marocchini e sauditi, titolari della distribuzione nel paese di alcuni marchi del lusso. L’apertura, agli inizi del 2011 (posticipata di qualche mese per la crisi) sarà seguita un anno dopo dal Cairo Festival City:

300 negozi, 95 tra caffè e ristoranti, 17 cinema, un Carrefour, 480 villette residenziali, 50mila dipendenti, un incasso annuo che partirà da 8,9 miliardi di dollari e che dovrebbe arrivare a regime, nel 2020, a 18 miliardi.

GRECIA, FUSIONE IN VISTA TRA OLIMPIC AIR ED AEGEAN

NELLE AUTOSTRADE INGLESI ARRIVA STARBUCKS

La catena di caffetterie Starbucks ha annunciato alla fine di febbraio che nei prossimi 16 mesi aprirà 29 punti vendita sulle autostrade inglesi, nelle stazioni di servizio gestite da Welcome Break. Cambieranno marchio i “Coffe Primo” di Welcome Break, società che pensa così di aumentare del 30% le vendite, oggi a quota 16 milioni di tazze all’anno. Una crescita simile aveva registrato il competitore Roadchef, dopo aver introdotto i caffè di Costa. Starbucks ha inoltre segnato il suo debutto in Svezia, insieme con il suo socio licenziatario Ssp, grazie all’apertura di un caffè nell’aeroporto di Arlanda, al terminal 5. Il negozio è situato nella zona airside, con vista sulle piste.

CASTROVILLARI A CAPO DEL TRAVEL RETAIL DI NESTLÈ

Nestlè International Travel Retail (Nitr) ha nominato Corrado Castrovillari direttore generale, in carica dal primo aprile. Si tratta di una promozione dal precedente ruolo di capo del business “confectionery” (dolciumi) di Nestlè in Russia. Sostituisce Catherine Saurais, nominata Business executive manager dell’unità confectionery in Nestlè Suisse. Castrovillari ha iniziato la sua carriera alla Nestlè nel 1988, a seguito dell’acquisizione da parte della società di Perugina. Ha avuto diversi incarichi nel marketing e dal 1992 ha assunto ruoli dirigenziali nell’Europa dell’Est (Repubblica Ceca e seguito Polonia).

I principali azionisti di Aegean Airlines e Olimpic Air hanno raggiunto lo scorso 22 febbraio un accordo per fondersi e dare vita a una nuova società. La compagnia avrà il logo e il nome di Olimpic Air. I principali azionisti di Aegean (Vassilakis Group) e l’unico azionista di Olimpic (Marfin Investment Group, Mig) avranno una parte uguale di azioni, mentre altri cinque azionisti manterranno quote minori. I vertici delle due società hanno dichiarato che la decisione nasce dalla necessità di avere una taglia maggiore per essere competitivi in Europa. L’accordo di fusione deve però ora passare il vaglio della Commissione europea. La Olimpic, ex compagnia statale, è stata privatizzata e rilevata dal fondo di investimento Mig alla fine del 2009, dopo una lunga serie di difficoltà economiche. In Grecia, intanto, si allarga la rete di voli Ryanair dall’Italia: da Orio al Serio si potranno raggiungere Kos, Volos e Rodi, quest’ultima collegata anche con Pisa.

PER BAA È CRISI NERA

Il calo dei passeggeri e le disposizioni dell’antitrust inglese hanno portato Baa, la società di gestione di molti aeroporti in Gran Bretagna, a triplicare le perdite, dai 324 milioni di sterline del 2008 agli 821,9 milioni dello scorso anno. Baa, controllata dal gruppo spagnolo delle infrastrutture Ferrovial, nell’ottobre scorso era stata costretta dall’antitrust a vendere Gatwick, il secondo aeroporto del Paese, al fondo Global Infrastructure Partners. Proprio la cessione dello scalo, venduto a 1,5 miliardi di sterline, meno di quanto chiesto dal gruppo, insieme con i deficit del fondo pensioni e il calo del 4% dei passeggeri hanno portato al rosso profondo dei conti. I vertici della società hanno detto che «le prospettive stanno migliorando» e che nel 2010 sarà investito un miliardo di sterline per migliorare gli aeroporti. Per Baa è invece ancora sospeso, in attesa di un verdetto del tribunale competente, l’obbligo, deciso dalla “Competion Commission”, di vendere anche l’aeroporto di Stansted e di uno degli scali scozzesi (dove la società ha una quota di mercato dell’84%).

AEROPOR

RETAILER USA, MACY’S RIVEDE L’UTILE

L’ultimo trimestre del 2009 ha dato verdetti differenti per i grandi retailer americani della moda. Macy’s ha visto scendere il proprio fatturato dell’1,1% (7,85 miliardi di dollari), ma è tornata in utile, grazie alla riduzione delle spese, realizzando profitti netti per 466 milioni di dollari. Nordstrom ha invece accresciuto del 10,6% anche i ricavi, pari a 2,64 miliardi di dollari, così come l’utile (172 milioni, +153%). Il trimestre è stato in frenata per Saks, sceso nel giro d’affari del 3,4%, attestandosi a 811 milioni di dollari, con un risultato netto negativo per 4,6 milioni, dovuta in prevalenza a oneri straordinari, e comunque con un miglioramento rispetto ai 99,7 milioni di perdite dell’anno precedente. Se si guarda ai 12 mesi chiusi il 30 gennaio Saks ha chiuso con un ricavo in discesa del 13,5%, mentre Nordstrom ha raggiunto un sostanziale pareggio e Macy’s archivia l’anno 2009 con una discesa del turnover del 5,6 per cento. Per il 2010 le previsioni sul fatturato dicono +1-2% per Macy’s, +2-4% per Nordstrom e un incremento sotto il 5% per Saks.

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uanto accade in questi giorni attorno all’aeroporto di Agrigento è il miglior viatico per tentare di stilare uno stato generale dell’aviazione civile italiana. Da anni il notabilato locale torna alla carica per costruire un fantomatico aeroporto con denaro pubblico. Puntualmente i tecnici dell’Enac smorzano gli ardori. L’ultima doccia fredda la lettera del presidente dell’aviazione civile Riggio al governatore Lombardo del 27 febbraio scorso. “Per quanto di competenza dell’ENAC, l’ipotesi di un aeroporto ad Agrigento può riferirsi ad un’infrastruttura di volo di lunghezza massima pari a 1.500 metri ed una capacità pari a 200.000 passeggeri annui. Tali parametri non concedono al progettato aeropor

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r&f news ACCA KAPPA, ANCORA EST

Il marchio trevigiano di spazzole e toiletries di lusso Acca Kappa continua l’espansione in Oriente. Dopo la recente inaugurazione di un flagship store a Kuala Lumpur, in Malaysia, l’azienda ha annunciato di proseguire il processo di internazionalizzazione con l’apertura nel 2010 di negozi monomarca in Cina, Medio Oriente e Australia.

NUOVI RESPONSABILI PER ROSSOPOMODORO Il gruppo napoletano della ristorazione Sebeto Italia ha nominato i nuovi responsabili per lo sviluppo dei formati ristorativi

Rossopomodoro e Rossosapore. Daniele Russo si occuperà dello sviluppo in Italia e Sergio Comito Viola, ex direttore business unit pasta meals out of home di Barilla, di quello sui mercati esteri.

BLUGIRL, DEBUTTO IN CINA

È nel mall La Perle di Guangzhou il primo monomarca in Cina per Blugirl, la linea di prêt-à-porter femminile che fa capo alla Blufin di Carpi. Nei 60 metri quadrati del negozio si privilegiano il marmo bianco per il pavimento e l’acciaio inox per le mensole. Il layout, dallo style sofisticato, è stato realizzato dallo Studio Indik. Guangzhou è la più grande città costiera del sud della Cina.

IL PANINO È GIUSTO ANCHE A LINATE

Dopo i punti vendita negli aeroporti di Malpensa e di Orio al Serio, la catena di ristorazione veloce Il Panino Giusto è pronta ad aprire un nuovo locale in uno scalo lombardo, a Linate. Il negozio sarà aperto probabilmente nel mese di luglio. La gestione sarà in collaborazione con la società di ristorazione My Chef.

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COMISO, NON SI VOLA PRIMA DELLA PASQUA 2011

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iente vacanze estive con atterraggio a Comiso per il 2010. Nell’incontro istituzionale della fine di febbraio per fissare il cronoprogramma dell’apertura del nuovo aeroporto ragusano, il sindaco di Comiso Giuseppe Alfano ha annunciato che la struttura è ormai completa e che la consegna alla Soaco, la società di gestione dell’aeroporto, sarebbe avvenuta a marzo, in modo da perfezionare entro maggio la certificazione dell’Enac. Gaetano Mancini, presidente della Sac (Aeroporto di Catania), azionista di maggioranza tramite la holding Intersac di Soaco, ha ricordato che la consegna da parte del Comune dei lavori era attesa per il maggio del 2007 e che quindi ci sono due anni di ritardo. «Dal momento in cui ho l’incarico dell’aeroporto – ha aggiunto, secondo

quanto ha riportato la stampa locale – ci vogliono 9-12 mesi per far volare un aereo perché al momento, ad esempio, su due tratte come Roma Fiumicino e Milano non ci sono slot disponibili e in questo senso ci deve aiutare il presidente [Vito] Riggio (presidente dell’Enac, ndr) a trovare gli spazi giusti». •

Per la Brebemi 200 milioni da trovare Per coprire le spese della Brebemi (autostrada Brescia-Bergamo-Milano) serve un prestito ponte da 200 milioni di euro. La richiesta, non ancora ufficiale, potrebbe essere avanzata a Banca Intesa, che ha già erogato con Ubi un precedente finanziamento ponte da 150 milioni. Condizione necessaria è però che sia rilasciata la garanzia da parte della Cassa Depositi e Prestiti a valere sul Fondo di garanzia sulle opere pubbliche (Fgop). La Cassa, a sua volta, starebbe aspettando, secondo quanto riportato da Milano Finanza, che Brebemi integri il piano finanziario depositato lo scorso novembre con maggiori elementi per valutare il rilascio della garanzia.

Stock option BUY

NEUTRAL

SELL

Salmoiraghi&Viganò Superata la fatidica soglia delle 500 vetrine, il gruppo specializzato nell'occhialeria non ferma la marcia e annuncia altre aperture. Le prossime inaugurazioni dovrebbero puntare sulle stazioni, nella lente Milano, Torino e Napoli.

Finiper La società che gestisce i centri commericali Iper, ricompra dai francesi di Carrefour il 20% ceduto solo qualche anno fa. La notizia, eclatante nell'ambiente, fa partire la solita ridda di voci e si arriva a parlare di maxi intesa per la GDO: Bennet, Finiper, Pam, Sisa. Sogno, delirio o realtà?

Cipriani Perdere il nome, e anche la faccia. La famiglia di ristoratori veneziani ha perso la causa presso la corte d'appello inglese contro Orient-Express cui cedette il nome-marchio anni fa. I Cipriani non potranno più usare il loro nome per attività di ristorazione.

Traffico aereo Gennaio regala una salutare boccata d'ossigeno al traffico aereo registrato negli aeroporti italiani. Continua a macinare record Orio al Serio, con un +15%, che è ormai sfiora la terza posizione occupata da Milano Linate. Molto bene anche Treviso, Bologna, Napoli e Catania.

Sintonia Il côte infrastrutturale della famiglia Benetton è sempre alla ricerca di nuovi soci. Si è parlato di Abertis, di soci indiani, cinesi e chi più ne ha più ne metta. Ora si torna a parlare di Abertis ma forse no. Quanto durerà? Dove porterà? Chissà...

Viterbo airport Sempre più ostacoli e dubbi affollano i cieli di Viterbo e il progetto per il trasferimento delle attività di volo attualmente ospitate da Ciampino sembra entrato definitivamente in stallo. L'ultimo stop è arrivato da Gianni Alemanno, sindaco di Roma. Sarà quello definitivo?

Bravosolution Aumentare il fatturato del 9% nel 2009, un sogno per molti, una realtà per Bravosolution che ha superato i 50 milioni di euro. Il gruppo, attivo in numerosi paesi europei, è attivo nei servizi per la gestione di gare e approvvigionamento di aziende del food, non food e servizi.

Stefanel Largo ai giovani, questa la strategia – quantomeno di comunicazione – lanciata dalla casa veneta per sostenere il rilancio del Gruppo. Per Carlo ed Eleonora, la nuova generazione Stefanel, non sarebbero ancora previsti incarichi di comando né quote significative.

Air Padania Botte da orbi tra Milano e Venezia, tra Sea e Save, tra Bonomi e Marchi. Il primo pensa a una alleanza tra gli scali che vanno da Milano a Verona, il secondo boccia l'idea come un'idiozia. E' intanto pochi godono, alcuni soffrono e ogni 50 chilometri continua ad esserci un aeroporto.


INTERPORTO CAMPANO, LE BANCHE IN CAMPO

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ps e Unicredit entrano nel capitale di Cisfi, la finanziaria che controlla il 55% dell’Interporto Campano, il grande centro per il commercio all’ingrosso situato a Nola. La società controlla con la stessa quota anche il centro commerciale Vulcano Buono. Le due banche hanno sottoscritto una quota dell’aumento di capitale lanciato da Cisfi: pagando 10 milioni di euro a testa hanno acquisito ciascuna una partecipazione di circa il 6,5% nella società. L’Interporto campano, presieduto da Gianni Punzo, socio di Luca Cordero di Montezemolo e Diego Della Valle in Ntv, ha di recente presentato un ambizioso programma di crescita. Tre le linee guida: lo sviluppo di servizi logistici, dopo che nel maggio 2009 la società ha ottenuto la licenza di impresa ferroviaria tramite la controllata Interporto Servizi Cargo; l’ulteriore potenziamento infrastrutturale, a seguito del recente ampliamento di 1,2 milioni di metri quadrati; infine, la crescita nel settore dell’innovazione tecnologica. Lo scorso ottobre su questo fronte c’è stato un accordo con Enel Green Power per la realizzazione di un impianto fotovoltaico sui tetti dei capannoni dell’Interporto. •

A Singapore le chiavi di Roma Con un investimento da 50 milioni di euro Changi Airport, la società di gestione dell’aeroporto di Singapore, ha acquistato il 5% di Gemina, la holding che controlla Aeroporti di Roma. L’acquisto è avvenuto in due tranche: prima grazie all’intesa con il fondo Clessidra per rilevare il 2,7% della finanziaria, a 0,75 euro per azione. Poi con l’accordo con Equita Sim per un altro 2,3% a 0,66 euro per azione. Changi è stata seguita da Nomura e dall’avvocato Gianni Origoni. Con il 5% la società potrà usufruire del diritto di avere un posto nel consiglio di Gemina, un altro nell’accordo tra i soci (Sintonia dei Benetton e Mediobanca) e un terzo nel board di Aeroporti di Roma. Ora Changi potrà svolgere con ogni probabilità il ruolo di consulente con Adr per il rilancio dell’aeroporto di Fiumicino.

PER STOPPANI BIS ALLA FIPE

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ino Enrico Stoppani è stato rieletto per acclamazione presidente della Fipe, Federazione italiana pubblici esercizi. Si tratta del secondo mandato consecutivo, dopo la prima nomina nell’aprile del 2006. Come nota la stessa Fipe, Stoppani «ha saputo guidare la federazione nel precedente quadriennio con particolare attenzione a consolidare il bilancio federale e dando vita a una linea politica volta alla ricostruzione dei rapporti di fiducia con i consumatori e associazioni di riferimento». Stoppani, nato nel 1952 a Bagnolo Mella (Bs), è dagli anni Settanta alla guida della storica Salumeria Peck di Milano. •

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r&f news MALTA PER LA TRADING CONFERENCE DI ACI

Dal 26 al 28 aprile l’isola mediterranea ospiterà uno degli eventi clou per le direzioni commerciali degli aeroporti europei. Tra gli eventi periodicamente organizzati da ACI Europe (Airport Council International), il meeting primaverile è l’unico espressamente rivolto

LE BRICIOLE DI MYCHEF

È

stato inaugurato lo scorso 8 marzo il nuovo formato di ristorazione a marchio MyChef, presso l'area arrivi dello scalo milanese di Linate. “Briciole, dolci e salate”, questo il nome scelto, è un locale caratterizzato «da una formula assolutamente innovativa nel mercato della ristorazione in concessione», ci ha raccontato Leopoldo Resta, direttore commerciale della società milanese. «Il cliente troverà innanzitutto il pane, quello speciale francese, compresi i veri pain à l'ancienne ma non mancheranno i dolci con la

viennoiserie e croissanterie francese ed il salato italiano con le focacce liguri doc, dalla classica a quella di Recco».Insomma un forno, con prodotti tipici delle migliori tradizioni mediterranee, dal quale MyChef è certa di trarre risultati lusinghieri. La formula è adatta ad ogni location, ma senz’altro particolarmente adeguata agli aeroporti, ambito in cui la società legata al colosso internazionale Elior è particolarmente forte in Italia (Torino, Linate e Malpensa, Bergamo, Firenze, Roma, Bari, Palermo, Trapani). •

all’attività commerciale e alla valorizzazione dei profitti di food e retail. Quest’anno tra i relatori sono attesi John HollandKaye, direttore commerciale BAA, e Andrew Harrison, omologo per lo scalo di Manchester. Le conferenze saranno ospitate dall’aeroporto di Malta. Come d’abitudine sono previsti gala dinner e visite turistiche. Info: www.aci-europe.org

in format

Temporay time

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emporaneità, design e capacità di comunicare prodotti ed emozioni sono le direzioni di ricerca che hanno guidato i 35 progettisti di “Temporary Space & Exhibition Design”, 2a edizione del corso di Alta Formazione di POLI.design – Consorzio del Politecnico di Milano dedicato alla progettazione di spazi commerciali temporanei e di spazi espositivi. I 7 concept innovativi, format di temporary store o spazi

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A cura di POLI.design

fieristici di nuova concezione, sono stati ideati su brief mirati delle aziende Sponsor Accademici BTicino, Deborah Milano, Silestone by Cosentino, Geg Retail Group Solution, Levoni, Unes Supermercati e UniEuro, aziende attente, nei diversi ambiti di attività, all’evoluzione dei linguaggi del retail e al contributo del design, con il supporto dei Partner Accademici Publistand, Standitalia e Gelso che operano nel settore degli allestimenti fieristici e delle architetture temporanee. I progetti su www.temporaryspace.it


RETAIL CONGRESS, ANCORA UNA FINALE A BERLINO

A SAPORE 2010 MENO PRESENZE MA PIÙ STRANIERI

I visitatori sono stati 76.123, l’8% in meno del 2009. Ma gli operatori esteri giunti a Sapore 2010, la kermesse alimentare organizzata da Rimini Fiera per i consumi fuori casa (21-24 febbraio), sono aumentati del 25 per cento. Proprio l’innalza-

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l 22 aprile si saprà se il cielo è ancora azzurro sopra Berlino. Due dei sei progetti finalisti all’”oscar dell’innovazione nel retail” al World Retail Congress di Berlino sono italiani. Il primo è lo spazio del cinema Ambasciatori di Bologna occupato dall’inedita accoppiata Librerie.Coop ed Eataly (prodotti alimentari di qualità), frutto del lavoro dello studio Paolo Lucchetta + Retail Design. Il secondo è il temporary store Diablo Rosso di Pirelli a Milano, in cui i motociclisti hanno potuto vedere le ultime novità del brand, ma anche cambiare le gomme, in un ambiente raffinato, da “happy hour”. Di

tutto rispetto gli altri finalisti: il National Geographic di Londra, l’American Eagles di Times Square a New York, lo spazio Havaianas di San Paolo e il progetto cinese Kung Fu Master di Liaoning Xinglong. Tra gli altri concept italiani che si sono posizionati nella parte alta della classifica ci sono il Saturn di Verano Brianza, per il taglio moderno, l’Autogrill ecologico di Ravenna, il supermercato indipendente livornese Sconto Maxi e il Chicco Village, un’area che integra la fabbrica dell’azienda con varie aree, tra cui un museo del giocattolo. •

FRANCHISING AGEVOLATO CON BASICNET

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na convezione stretta tra Intesa Sanpaolo e il gruppo BasicNet, che detiene i marchi Robe di Kappa, K-Way e Superga, permetterà di ottenere un finanziamento agevolato per l’avvio di un punto vendita in franchising con questi brand. Ogni negozio potrà usufruire di un prestito fino a 150mila euro, da rimborsare secondo un piano di ammortamento a rate crescenti con un primo anno di moratoria. BasicItalia farà da garante parziale grazie a uno stanziamento di circa due milioni di euro. La società punta a più che raddoppiare i negozi in franchising nel giro di due anni, dagli attuali 150 a oltre 300. Dopo l’Italia questo modello di business dovrebbe essere replicato anche in altri Paesi europei, come Germania, Francia e Inghilterra. Nel 2009 il gruppo ha riportato un utile di 155 milioni di euro, in crescita del 10% rispetto al 2008 e in controtendenza rispetto alla crisi del settore tessile. •

Roadhouse Grill, con Segrate fanno 19 Continua l’espansione della catena di steakhouse Roadhouse Grill, di proprietà del Gruppo Cremonini. Il diciannovesimo locale è stato aperto a Segrate (Mi) in via Rivoltana e si estende su una superficie di 600 metri quadrati, con 200 posti a sedere e ampio parcheggio. Il fatturato stimato del locale, che dà lavoro a 30 dipendenti (a tempo parziale o pieno), è di 2,5 milioni di euro all’anno. Nei primi mesi del 2010 sono in agenda altre aperture a Modena e a Bologna San Lazzaro. Nel 2009 Roadhouse Grill ha fatturato complessivamente 26,7 milioni di euro, in crescita del 17% rispetto al 2008. La catena, importata in Italia nel 2001 adattando un format texano, si è sviluppata finora su ampi spazi stand alone. Fonti vicine all’azienda non escludono, tuttavia, che si possa presto sviluppare anche un format specifico per i centri commerciali.

mento del profilo di internazionalità, sottolineano gli organizzatori, era la primaria richiesta delle aziende. Ogni giorno si sono svolti circa mille business meeting e i giornalisti accreditati sono stati 612. La manifestazione ha unito le storiche manifestazioni sull’alimentazione extradomestica: Mia, Mse, Frigus, Divino lounge, Oro giallo e Pianeta birra beverage & co.

ARENA, LA SFIDA È NEGLI SHOPPING CENTER

Dopo l’ingresso nel luglio del 2009 nel canale dei centri commerciali, con un negozio presso il centro La Romanina, e il secondo store nel complesso Fiordaliso (Rozzano, Milano), il brand di sport water-wear Arena ha scelto di nuovo le piattaforme retail aprendo un terzo punto vendita all’interno della Galleria Commerciale Porta di Roma. Gli shop della capitale e di Milano si sviluppano su una superficie compresa tra i 70/100 mq e sono realizzati dalla società Grottini.

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r&f news RETAIL IN GRAN FERMENTO A MILANO

R ANCHE LA RINASCENTE A PALERMO

Palermo conferma il momento di vivacità sul fronte della distribuzione, dopo le recenti aperture di grandi centri commerciali, con l’inaugurazione della nuova sede della Rinascente. Cinque piani, disegnati da differenti architetti, compongono un department store di 4.065 metri quadrati complessivi. Il quinto livello, in particolare, ha una food hall simile a quella presente nella Rinascente Duomo di Milano, mentre più in alto un grande terrazzo sarà a disposizione della clientela. L’apertura è arrivata dopo un investimento di 25 milioni di euro tra acquisto e ristrutturazione dell’immobile e qualche ritardo, visto che era prevista nel settembre del 2008.

SIXTY CAFÈ, PRIMA VOLTA A SHANGHAI

Concepito per unire moda, design, arte e cucina: così si presenta il Sixty Cafè, aperto a Shanghai, su South Maoming road, nell’area più dedicata alla moda della città. Primo nel suo genere, il caffè, è stato ideato e curato da Wicky Hassan, co-fondatore con Renato Rossi del gruppo. Nei 360 metri quadrati di superficie dominano colori accesi, uniti a elementi di design in stile vintage, visibili già dalle molte vetrine all’esterno. All’interno ci sono due zone lounge, una sitting area che ha lo scopo di unire la qualità del cibo – italiano – a un servizio informale e veloce. Nella zona bar, infine, il lungo bancone e gli sgabelli in acciaio richiamano un design moderno, avvolto da luci soffuse. Anche le pareti e i soffitti sono colorati, in linea con l’atmosfera del cafè.

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affica di aperture nelle vicinanze del Duomo di Milano: il 25 febbraio, in concomitanza con la settimana della moda, Geox ha inaugurato a Milano il suo più grande (1.000 metri quadrati) e innovativo negozio monomarca. Si chiama il “Palazzo che respira” e ha una facciata con un impatto visivo fuori dal comune: superati i primi due piani dedicati alle vetrine, il resto dell’immobile è interamente ricoperto da centinaia di lastre in acciaio inox di tre colori (oro, bronzo e rame). Le lamelle hanno fori che permettono la trasparenza verso l’interno e hanno un sistema di movimentazione computerizzato. Poco distante, in corso Vittorio Emanuele, si comincia a delineare la nuova forma degli spazi nelle mani di Guglielmo Tabacchi, da tempo in ristrutturazione: dopo l’apertura del più grande negozio italiano di Sephora (1.200 metri quadrati di superficie), è arrivato l’annuncio del debutto in Italia entro la fine dell’anno di due insegne del colosso Gap. Il punto vendita Gap avrà una superficie di 2.400 metri quadrati, mentre il marchio Banana Republic si estenderà per circa 1.700 metri quadrati. A quando in centri commerciali e aeroporti? •

A BOLOGNA UN FESTIVAL PER LA FAST FASHION

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resentare al mercato il prodotto e la creatività delle 680 aziende che operano nel distretto del Centergross, il grande centro bolognese dedicato al commercio all’ingrosso. È stato il senso della seconda edizione del Fast Fashion Festival, tenutosi alla metà di febbraio. Suggestiva la scenografia, che ha visto gli abiti esposti

su assi di legno in bilico su una rete di tubi disposti ad arte dall’architetto Vincenzo De Cotiis. Nella tavola rotonda “Corra, moda, corri”, riferisce il sito fashionmagazine.it, è emersa la validità della fast fashion, un modello produttivo e distributivo dove la velocità non è sinonimo di prodotti di bassa qualità. «I tempi lunghi della moda sono deleteri», ha detto uno dei relatori, lo stilista Elio Fiorucci, che ha aggiunto: «Il binomio tra prodotto, garantito dalle aziende italiane, e location, data alle grandi catene di distribuzione, è la garanzia di risultati positivi». •

In India 25 caffetterie Segafredo L’India è terra di bar italiani: di pari passo con l’espansione dei punti vendita Lavazza, arriva la notizia dell’apertura di 25 caffetterie Segafredo, di cui sei nel solo 2010. Il progetto indica in 3,84 milioni di euro l’investimento complessivo e in 230mila in media quello per ciascuna sede. Nei locali, di ampiezza media intorno ai 140 metri quadrati, verrà servito caffè proveniente dall’America Latina e tostato negli stabilimenti italiani. La rete di Segafredo conta già 500 caffetterie. Nel 2010 la società ha già aperto una location a Ulan Bator, capitale della Mongolia, e Tokyo. Nel 2009 diverse caffetterie erano state aperte in Europa (Olanda, Scozia, Svizzera), Americhe (Usa, Guatemala, Messico, Repubblica Dominicana), Asia (Corea, Vietnam, Singapore, Armenia) e Medio Oriente (Egitto, Arabia Saudita).


Tendenze d'Oltralpe

LA FRANCIA MINACCIATA DA UNO TSUNAMI COMMERCIALE l 2009 è stato, per il settore della distribuzione francese, l’anno della liberalizzazione per la creazione dei siti commerciali. Infatti con l’entrata in vigore delle LME (legge della modernizzazione dell’economia), la necessità di un accordo preliminare per realizzare un progetto di locale commerciale è stata cancellata per tutte le superficie di vendita inferiori a 1.000 metri quadrati. Perciò, durante l’ultimo anno s’è verificata una forte accelerazione delle aperture e dell’estensione dei siti: quasi 4 millioni di nuovi metri quadrati di vendita oltre ai 500 000 mq complementari autorizzati per l’estensione di siti esistenti.

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milioni di mq previsti durante i prossimi cinque anni. Cosi la Francia sta diventando il mercato europeo più dinamico con una strategia che sta privilegiando le periferie di città, i parchi per attività commerciali e i centri commerciali tramite operazioni di estensione. Situazione paradossale quando si ricorda che il calo dei consumi su base nazionale è stato dello 0,7% nel 2009, dopo le performance positive degli anni precedenti (il 2,5% per ogni anno fino al 2007 ed il 9% nel 2008). Con una tendenza peggiore ancora per i centri commerciali la cui frequentazione ha subito un calo del 3,9 % nel 2009.

Un andamento contromano

Alla ricerca di una grande distribuzione sostenibile

Questa tendenza sembra essere in contraddizione con il contesto economico nazionale basato sulla riduzione dei consumi e con la politica di prudenza dei retailer. Però i dati che riguardano i progetti in corso, censiti dall’Osservatorio Commerciale Procos, stanno dimostrando la sua continuità con circa 600 progetti che rappresentano più di 7,4

Di fronte a tali previsioni, si temono effetti devastanti riguardo al commercio urbano e all’equilibrio della struttura commerciale del Paese e per l'ambiente. La soluzione sarà ricercata nell’elaborazione di una legge specifica relativa all’urbanizzazione commerciale i cui obiettivi sarebbero l’applicazione di nuove

regole per la creazione dei siti, la riqualificazione degli spazi periferici esistenti, la loro integrazione locale nell’economia, nel paesaggio, nella rete dei trasporti, ed un controllo più efficace degli investimenti e degli affitti. Un progetto in questo senso è stato lanciato dal Governo nel 2008. Per contro, l’Associazione Procos, nell’ambito del suo Convegno 2010, ha particolarmente orientato la distribuzione di suoi premi verso realizzazioni che promuovono la sostenibilità del commercio. Particolarmente interessante è stato il progetto dei vincitori nelle categoria «Città e Mobilità 2010», che, per la città di Montpellier, hanno sostituito al classico principio no parking no business, una soluzione sostenibile permettendo ai consumatori di frequentare il centro commerciale urbano senza l’uso dell'auto. Con la creazione di una linea di tramway dedicata, 4 parcheggi fuori città, 11 parcheggi in città e 137 chilometri di piste per biciclette a noleggio. Altro che targhe alterne! George Garcin

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r&f news ICSC, A PRAGA LE SOLUZIONI “POST CORSA ALL’ORO”

Prima della crisi il mercato dei centri commerciali ha vissuto una crescita esponenziale, ma dopo il 2008 la chiusura del credito e la diminuzione dei consumi ha frenato i nuovi investimenti a livello internazionale. Quali sono le prospettive? Un contributo per affinare nuove strategie e rilanciare il settore troverà spazio nel prossimo evento organizzato da Icsc (International Council of Shopping Centers), 2010 European Congress, che si terrà a Praga nei giorni 28 e 29 aprile presso il Clarion Congress Hotel. L’iniziativa sarà presieduta da Joerg Banhaf, managing director di Ece Projektmanagement Intenational G.m.b.H. Il titolo del convegno sarà “Dopo la corsa all’oro” e vedrà protagonisti alcuni esponenti autorevoli del settore, mentre tra i presenti si annoverano sviluppatori, investitori, architetti, dirigenti di centri commerciali e retailers.

CBRE CONQUISTA LA FORTEZZA

Sarà Cbre-Espansione Commerciale a effettuare la commercializzazione del centro La fortezza. Lo shopping center, che ha come promotore la società Sercom Spa, dovrebbe sorgere nell’aprile del prossi-

mo anno nella località di Modica (Rg). Il progetto si articola su due piani con 75 unità retail, tra cui 9 medie superfici, 6 ristoranti/bar e un ipermercato di oltre 5mila mq di gla ad insegna Carrefour (gestione Gdm). La commercializzazione è già iniziata e prevede l’inserimento sia di catene nazionali che di operatori locali.

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MINITALIA, LA TORRE DIVIDE

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ntro il 15 maggio si saprà se si realizzerà la torre di 105 metri e 24 piani nel parco dei divertimenti Minitalia di Capriate San Gervasio (Bergamo). È infatti quello il termine per la firma dell’Accordo di programma tra gli enti locali (Regione Lombardia, Provincia di Bergamo, i comuni di Capriate San Gervasio e Brembate) e il gruppo Thorus spa, proprietario dell’area. L’accordo darà il via libera alle concessioni per il progetto di ampliamento del parco dei divertimenti, con la realizzazione di un Village, ossia di una grande piazza attorno alla quale si affacceranno la torre alberghiera e i padiglioni destinati a servizi e spazi commerciali. Il nuovo complesso avrà forme morbide e sinuose e sarà

visibile dall’autostrada e dai paesi vicini. Proprio per il forte impatto visivo il progetto ha riscontrato la contrarietà del Wwf locale e del confinante Parco Adda Nord, il cui presidente ha definito la torre «un’astronave che si posa sul territorio di Capriate, estraneo all’ambiente circostante». Il piano ha comunque già incassato il via libera di tutti i soggetti coinvolti. Oltre al Village, il progetto di ampliamento comprende il restyling dell’area Diorama, destinata alle miniature dei monumenti (per cui l’apertura è prevista ad aprile), la dotazione di nuove attrazioni ludiche nella zona chiamata Leolandia e la ristrutturazione del Museo di Leonardo all’interno nel nuovo Borgo Da Vinci, in stile medievale. •

NUOVA BANDIERINA DI AUCHAN IN CAMPANIA

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uchan aumenta la propria presenza sul territorio campano con una nuova inaugurazione, che lo vede àncora principale dell’omonimo centro commerciale aperto lo scorso 2 marzo. Lo shopping center è ubicato tra i quartieri Barra e Ponticelli nella zona orientale di Napoli e si presenta con una superficie di circa 35mila metri quadri, distribuiti su due livelli, sui quali si articolano 83 negozi. La struttura, servita da un parcheggio con 2mila posti auto, è stata realizzata dalla Cogei Costruzioni e si estende su tre corpi che le conferiscono un’immagine di compattezza e slancio. L’offerta commerciale include, tra gli altri operatori, una piattaforma Euronics-Gruppo Tufano, un ristorante Rossopomodoro, un punto Piazza Italia e Happy Casa. La realizzazione dell’opera ha visto il contributo di Spazio Futuro Group, che si è occupato del pilotage per conto di Icn, joint venture formata da

Cogei e Gallerie Commerciali Italia. La società con presidente Sergio Bramati ha curato anche la realizzazione di nove negozi (Athletes World, Thun, Yves Rocher, Cache Cache, Histoire D’Or, Game Stop, A&C Parrucchieri, Iko Casa, Nemi Giocattoli), ai quali si aggiungono due locali di ristorazione. •

Globo sfonda quota 100 milioni di clienti Dal momento della sua inaugurazione, a Busnago (Mi) nel lontano 1993, il centro commerciale Globo è stato visitato dall’equivalente di quasi il doppio della popolazione italiana. Lo shopping center con 155 negozi gestito da Cogest Italia e con promotore la società Mercurio, ha toccato quota 100 milioni di clienti lo scorso 17 febbraio. I 155 negozi sono destinati ad aumentare perché, prossimamente, saranno completati i lavori per aggiungere all’attuale struttura delle nuove attività.


ALL’IKEA DI VILLESSE 120 NEGOZI

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rrivano le prime indicazioni sul futuro assetto della nuova Ikea di Villesse (Gorizia), la prima in Italia a ospitare anche insegne diverse dalla propria. Nei 150mila metri quadrati complessivi saranno presenti 120 negozi. Dal Comune di Villesse è intanto arrivato l’ok alla bozza di accordo di sponsorizzazione: il documento prevede, in cambio del disco verde al mega centro, la realizzazione di opere per 1,5 milioni di euro a mitigazione e compensazione dell’impatto della nuova viabilità esterna. In lizza per l’insediamento nella nuova struttura ci sarebbero già Coop NordEst nel campo alimentare e Sme per il set-

A Palermo il sessantesimo Burger King Continua il piano di espansione in Italia di Burger King: il sessantesimo ristorante della catena è stato aperto il 24 febbraio a Palermo, nelle vicinanze del centro commerciale Retail Park Forum Palermo. Sarà gestito in franchising dalla Palermo Burger srl e sarà il primo “Drive” in Sicilia con la nuova immagine 20/20. Lo stile della nuova linea di punti vendita è caratterizzato da un design industriale che unisce legno, mattoni, cemento e acciaio e vede la presenza di diversi schermi Lcd. Il ristorante di Palermo dispone di 160 posti a sedere su due piani, con terrazzo su entrambi, e conta uno staff di 27 persone.

tore elettrodomestici e hi-tech. L’Ikea, intanto, è balzata alle cronache per una serie di furti che l’hanno interessata: l’ultimo a Parma, dove a metà febbraio una banda, evidentemente di professionisti, ha sottratto 200mila euro dal caveau. Ignoti hanno sfondato una porta blindata con un muletto rubato in un cantiere vicino e hanno fatto esplodere la cassaforte in acciaio posta dietro il portone. Colpi simili erano stati messi a segno nei mesi precedenti nelle Ikea di Padova, Rimini e Brescia. •

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r&f news A BARI L’ASILO È NELL’AEROPORTO

Per una volta un primato in Europa: l’aeroporto di Bari, intitolato a Karol Wojtyla, sarà il primo del Vecchio Continente a ospitare al suo interno un asilo nido. Sarà attivo, secondo l’assessore regionale ai Servizi sociali Elena Gentile, entro l’estate. La struttura sarà accolta in un alloggio dismesso che sorge nella vecchia aerostazione e che è stato completamente sventrato all’interno per adattarlo alle esigenze dei bambini. Sarà utilizzabile dai dipendenti di Aeroporti di Puglia, dal personale delle compagnie aeree, delle forze dell’ordine, delle Dogane, del Ministero dei Trasporti, di ristoratori e altri gestori di attività commerciali, ma sarà anche aperto al territorio. Il progetto accoglie le indicazioni della legge regionale 19 del 2006 sulla “Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali sulla dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia”.

UFFICIALE, È NATA MERIDIANA FLY

Domenica 28 febbraio è nata Meridiana Fly, compagnia frutto dell’integrazione delle attività di trasporto aereo di Meridiana ed Eurofly. Il processo di formale integrazione tra le due compagnie era iniziato lo scorso novembre e ha determinato l’unificazione del personale (non senza proteste per i trasferimenti dei lavoratori di Eurofly in Sardegna), del network, della flotta e dell’intera organizzazione. L’assistenza legale è arrivata per Meridiana dallo studio Bonelli Erede Pappalardo (il primo in Italia per fatturato) e per Eurofly da Latham & Watkins. Meridiana Fly copre ora sette destinazioni intercontinentali, 48 internazionali e 32 nazionali. I voli sono in partenza prevalentemente da scali nel nord e centro Italia, collegati però grazie al network domestico anche a tutti i principali aeroporti del Sud.

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cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Cost containment delle spese legali

I

n questo periodo si fa un gran parlare di cost containment: il ridimensionamento dei costi è di gran moda. Tuttavia, il taglio in sé significa poco: conviene accertarsi di non tagliare (o tagliare meno) i costi necessari per crescere, proteggersi da rischi futuri ed uscire dalla crisi. Dove si situano i costi dei legali? O meglio - si chiedono le aziende - quali sono i costi legali necessari e quali invece quelli superflui? La risposta a questa domanda varia naturalmente a seconda dell’azienda. Ciò che è certo, però, è che una miglior gestione dello studio legale a cui ci si affida aiuta a contenere i costi: la razionalizzazione nell’utilizzazione del legale porta sempre ad un taglio considerevole dei costi connessi. Bisogna sapere come fare però. Ecco tre semplici consigli che possono aiutare ad ottimizzare la gestione dell’avvocato: -idee chiare sin dall’inizio, nozione riassunta egregiamente nel motto “if you don’t know where you are going, you’ll end up somewhere else”; -gestione univoca dell’avvocato da parte dell’azienda; -fissazione di una lista di clausole “deal breaker” da tenere ferme durante tutta la negoziazione. Chiarezza Non è raro assistere a negoziazioni che partono in modo poco chiaro, in cui l’azienda non sa precisamente dove vuole arrivare e tiene un atteggiamento ondivago durante la negoziazione. In questo modo il consulente riceve istruzioni ambigue e la controparte si forma l’impressione che qualsiasi clausola possa essere continuamente rimessa in discussione. Chiarezza nei confronti della controparte vuole dire limpidezza anche nei confronti del legale. Gestione Univoca Non è infrequente che soggetti in posizione chiave

In arrivo otto nuovi Old Wild West Dopo la sperimentazione del format Old Wild West Express nell’area di servizio Autogrill di San Zenone, sulla A1 poco fuori Milano, si preannunciano otto nuove inaugurazioni entro il mese di maggio per la catena tex-mex che fa capo a Cigierre. Fanno seguito alle sei inaugurazioni effettuate alla fine del 2009, che hanno portato a 45 i punti vendita presenti sul territorio nazionale. I nuovi locali saranno tutti nei centri commerciali (anche se si vocifera di aperture anche lungo la rete autostradale), sei dei quali con il format classico che prevede il servizio al tavolo e due con formula Express.

all’interno di un’azienda abbiano idee diverse in merito ad una negoziazione. In questo caso è assolutamente necessario che queste divergenze vengano affrontate e sanate prima che le istruzioni pervengano al legale. Infatti un avvocato, di fronte ad input diversi, impiegherà molto tempo a cercare di conciliare tali posizioni con la controparte. Analogo problema si crea quando l’azienda invia alla controparte, durante la negoziazione, messaggi diversi da quelli inviati dal legale, senza informare quest’ultimo. Clausole Necessarie È lecito e normale che nel corso di una negoziazione le parti specifichino una serie di clausole “dealbraker”, ma che in realtà buona parte di tali clausole siano in realtà rinunciabili e possano formare oggetto di una trattativa con la controparte. Non sempre però è chiaro sin da subito al legale quali siano le clausole che, qualora non accettate, giustifichino l’abbandono della trattativa: anche questo può contribuire a una gestione più veloce ed efficace della trattativa ed a un contenimento dei costi. Gli stessi studi legali, quando sono altamente specializzati, gradiscono l’approccio sopra menzionato, perché permette loro di concentrarsi sugli aspetti più sofisticati e professionalmente avanzati della vicenda contrattuale.

Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.


retail&food - aprile 2010 15


r&f borse e dintorni Geox fa respirare il retail

Movimenti in vista per Tommy Hilfiger

Continua a macinare utili la Geox di Mario Moretti Polegato. Il bilancio 2009 ha chiuso con ricavi per 865 milioni e profitti, benché in flessione, attestati a 84,2 milioni. Nel 2008 gli utili avevano toccato i 124 milioni. Ma la vera buona notizia riguarda la posizione finanziaria, da un debito di 58,2 milioni Geox è passata a un attivo di 102,6 milioni. Il nostro Paese, con una quota del 38%, continua ad essere il principale mercato per Geox. Infine i negozi, 1.008 a fine 2009, un numero certo destinato a crescere.

Apax Partner, il fondo che detiene la proprietà del celebre brand statunitense, potrebbe essere in procinto di passare la mano. Né conferme né smentite, per il momento, ma i rumors non sembrano privi di fondamento. La lizza dei pretendenti annovera qualche buon nome ma pare anche che non sia esclusa l’eventualità di una Ipo. Insomma tutto e il contrario di tutto. Ma qualcosa sembra debba proprio accadere.

Calvin Klein spinge Warnaco 505,4 milioni di dollari di ricavi nel quarto trimestre 2009 con un utile netto di 11 milioni, questi i risultati realizzati dalla società statunitense Warnaco. Di particolare soddisfazione i risultati legati al noto brand Calvin Klein che ha fatto segnare un imponente +21% relativo alle vendite internazionali. La catena ha una presenza notevole anche nelle città e nei centri commerciali italiani.

Le Coccinelle volano negli States Autogrill e i passeggeri Usa Fiato sospeso dalle parti di Rozzano, dove ha sede l’headquarter di Autogrill, in attesa del consolidamento dell’andamento del traffico aereo. Soprattutto per quanto concerne gli Usa, dove il Gruppo genera attualmente il 36% dell’ebitda complessivo. I dati di inizio anno danno una leggerissima flessione ma gli analisti prevedono un andamento sostanzialmente invariato per il primo trimestre. Cosa succederà dopo? In Autogrill tutti sperano che si torni a volare…

Mediamarket punta al top La GDO è in affanno? Sì, forse, no. Sicuramente no, a giudicare i risultati di Mediamarket (Mediaworld, Saturn), colosso europeo della distribuzione di prodotti di elettronica, informatica, elettrodomestici e culturali (libri e musica costituiscono una nicchia in crescita). Le stime del fatturato 2009 parlano di una cifra compresa tra i 2,2 e i 2,3 miliardi di euro ma gli obiettivi a breve sono addirittura i 4 miliardi, con investimenti previsti per circa 200 milioni di euro. L’obiettivo dichiarato recentemente da Pierluigi Bernasconi è quello di portare Mediamarket sul podio delle prime tre aziende di distribuzione in Italia.

Il test è partito su una ventina di punti vendita in alcune grandi città Usa. Le collezioni Coccinelle sono promosse dalla filiale americana di Mosaicon cui fa capo la casa milanese (a sua volta controllata da Antichi Pellettieri). Per lo sbarco negli Usa sono state apportate modifiche ad hoc, accorgimenti che potrebbero aprire a Coccinelle uno sbocco su un mercato di primaria importanza. Il 2009 ha visto un leggero calo nel fatturato della maison milanese.

Per Prada il 2009 supera le attese I primi dati, benché parziali, sono stati accolti con grande soddisfazione. Le vendite sono andate bene, soprattutto nel canale retail, che ha fatto segnare un prosperoso +14%. Durante l’anno appena chiuso, il Gruppo ha investito ben 120 milioni di euro soprattutto per lanciare nuove aperture, ben 33 nei cinque continenti. Ma il cammino è ancora lungo e un numero analogo di punti vendita dovrebbero vedere la luce nel 2010, per tutte le insegne facenti capo alla società guidata da Patrizio Bertelli: Prada, Miu Miu, Church’s e Car Shoe.

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indice retail&food 2010 VIA COL VENTO I

ncitavamo, il mese scorso, ad un “cauto ottimismo”: oggi dobbiamo cancellare l’aggettivo, per constatare che ci deve restare solo l’ottimismo. Infatti mentre vediamo che l’indice italiano di borsa cala di quasi 8 punti e persino quello mondiale traballa, i nostri indici settoriali sembrano godere ottima salute. In grande spolvero l’indice del food, comparto nel quale oramai ci sono solo due titoli in terreno negativo mentre svetta su risultati fino a qualche mese fa addirittura impensabili Starbucks (+ 44%). Ottima anche la rimonta dell’italiano Autogrill, anche se le prospettive di aumento del traffico su autostrade ed aeroporti non sono brillanti, almeno nell’immediato. Brillantissimo l’andamento dei titoli retail: anche qui i titoli positivi costituiscono la larga maggioranza, 13 su 20, con punte di eccellenza come Nike (+ 47%), Ralph Lauren (+41%) e l’italiana Tod's (+39%). In conclusione, chi avesse investito al primo gennaio 100 euro nei nostri titoli, oggi se ne ritroverebbe in tasca quasi 110. E siamo solo a marzo!

HOLDING AUTOGRILL BURGER KING HLDGS DARDEN FESTAURANTS DINEEQUITY FLO GROUPE MCDONALD’S PAPA JOHN’S STARBUCKS YUM BRANDS

PRINCIPALI SOCIETA' MARCHI POSSEDUTI Hms Host, Aldeasa, Alpha Group, World Duty Free Red Lobster, Olive Garden Applebee’s, House of Pancakes Bistro romain, Hippopotamus, Maitre Kanter

KFC, Pizza Hut, Taco Bell

AEFFE ADIDAS BENETTON GROUP BULGARI DAMIANI DUFRY GEOX HUGO BOSS INDITEX LUXOTTICA

Alberta Ferretti, Moschino, Pollini Reebok United Colors, Sisley

LVHM

Louis Vuitton, Moet Chandon, Hennessy, Fendi, Dior, Zenith, Guerlain

NIKE PPR RALPH LAUREN RICHEMONT SAFILO GROUP STEFANEL SWATCH GROUP TIFFANY & CO TOD’S

Valentino, Permira Zara, Pull and Bear, Massimo Dutti

Puma, Fnac, Gucci, Redcats, Conforama Polo LR, RL Watches Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill

Omega, Longines, Tissot Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Hogan, Fay

QUOTAZIONI AL MERCATO 31-12-09

03-03-10

INDICE

Italia Nyse Nyse Nyse Francia Nyse Nyse Nyse Nyse

8,82 19,03 35,25 24,90 3,61 62,66 24,03 16,20 35,20

9,36 18,18 40,51 29,62 3,68 64,07 24,19 23,33 34,08

106,07 95,53 114,92 118,96 101,94 102,25 100,67 144,01 96,82

Italia Xetra Italia Italia Italia Svizzera Italia Xetra Xetra Italia

0,52 37,77 6,24 5,75 1,06 70,10 4,82 20,22 43,01 18,05

0,42 35,77 5,87 5,88 0,93 73,00 5,10 20,21 44,97 18,72

81,54 94,70 93,99 102,26 87,36 104,14 105,81 99,95 104,56 103,71

Francia

79,69

83,32

104,56

Nyse Francia Nyse Xetra Italia Italia Xetra Nyse Italia

46,14 82,76 56,89 23,37 0,58 0,35 175,73 43,72 36,01

68,03 87,78 80,63 26,75 0,33 0,32 218,10 44,90 50,17

147,44 106,07 141,73 114,46 56,55 90,86 124,11 102,70 139,32

21,43 281594

107,53 115,72 109,57 92,21 98,13

INDICE FOOD INDICE RETAIL INDICE RETAIL&F00D FTSEMIB MSCI ALL COUNTRY

100,00 100,00 100,00 23,24 286.959

L’indice Generale Retail&Food è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.

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Nuovi ambiziosi progetti per le banchine di Trieste e Genova

DOPO STRADE E CIELI,

PALENZONA VUOLE I PORTI

CONSUMATO POLITICO, GRANDE MEDIATORE, ESPERTO DI TRASPORTI, LEGATO AL MONDO BANCARIO QUANTO A QUELLO DELLE GRANDI SOCIETÀ OPERANTI PER LA MOBILITÀ, FABRIZIO PALENZONA È NUOVAMENTE AL CENTRO DELLA SCENA. CHE QUESTA VOLTA ARRIVERÀ LETTERALMENTE IN PORTO

F

abrizio Palenzona è un uomo intelligente, abile e sempre più potente. Ha cominciato la sua carriera nel modo dell'autotrasporto e quindi in politica, l'ha continuata negli affari, quelli dei cosiddetti "salotti buoni" della finanza. Si è fatto da solo, o quasi: fin dai primi passi è stato seguito e sostenuto dalla famiglia Gavio di Tortona – dove è stato sindaco per due mandati (1987-1995) – titolare delle principali concessioni autostradali del Nord Ovest. Mentre dal 2000 entra ufficialmente nell'orbita di un'altra famiglia che comincia a contare nel mondo dei trasporti, quella dei Benetton. Infatti, tra il 1999 e il 2003, la famiglia di Ponzano Veneto completa l'iter che la porterà al controllo di Autostrade per l'Italia. Ma torniamo per un momento alla politica, perché è grazie a questa che, a metà degli anni '90, da presidente della provincia di Alessandria (1995-2004), Palenzona fa il suo ingresso nel mondo bancario e diviene rappresentate della provincia stessa nella Fondazione CRT (Cassa di Risparmio di Torino). Un passaggio di primaria importanza nella carriera di Palenzona, che negli anni viene nominato anche vicepresidente di Unicredit, membro del cda di Mediobanca, dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana) e della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Basti pensare che in queste ore di lui si parla come candidato alla successione di Dieter Rampl, presidente di Unicredit. Mica bruscoli. Sul fronte trasportista invece, ad onor di cronaca, Palenzona oggi è

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presidente di Aiscat (l'organizzazione confindustriale delle autostrade), di Assaeroporti (idem per gli aeroporti), di Adr (Aeroporti di Roma, società controllata dai Benetton) e anche di Conftrasporto. Dunque tra politica e affari, tra società legate alla mobilità e banche, Fabrizio Palenzona assume negli anni un'importanza strategica sullo scacchiere dell'economia nazionale, sempre e comunque svolgendo un importante ruolo di mediazione tra interessi diversi, anche contrapposti. Tralasciando i passaggi impervi e discussi della sua carriera, che non sono di poco conto, da anni Palenzona si è fatto interprete di una grande necessità per il Paese (si veda il Piano della Logistica, approvato dal Cipe nel 2006): quella di ridare slancio al traffico marittimo, attivando nuove, imponenti, piattaforme logistiche soprattutto per il porto di Trieste e per quello di Genova. Sostenitori del progetto, manco a dirlo, sono oggi Unicredit, i gruppi Gavio e Benetton e una buona fetta del Governo. Ma anche, tra gli altri, Paolo Uggè, presidente di FaiConftrasporto (la Confcommercio dei trasportatori) che approfitta del progetto triestino per invocare, alcune settimane fa, una guida unica che consenta di «ricondurre terra, aria e mare a un unico sistema». Vero è che il sistema portuale italiano versa in un'impasse drammatica, acuita dalla recente crisi economica, ma anche dalla concorrenza: storica quella del Nord Europa, recente e agguerrita quella di alcuni paesi del Maghreb. Peraltro gli investimenti

pubblici sono ormai ridotti a zero e l'associazione delle Autorità Portuali, Assoporti, ha già visto disattesi gli impegni economici presi soltanto lo scorso autunno dal ministro Matteoli. Per Trieste, dicevamo, Palenzona e soci intravedono però un futuro roseo, fatto di transiti di merci dal Nord e dall'Est Europa verso le banchine del Mondo. Per questo, oltre al potenziamento delle attuali infrastrutture portuali, occorre prevedere nuove infrastrutture di collegamento, stradali e autostradali, ma anche ferroviarie con relativi valichi alpini. Insomma una sventagliata di Grandi Opere che potrebbe, tra le altre cose, ridare un po' di fiato anche alle società di costruzioni legate ai Gavio e ai Benetton, da Impregilo in giù. Un'ipotesi che potrebbe addirittura fare rientrare dalla finestra gli spagnoli di Abertis, utili tanto come soci industriali che finanziari. Ma sono solo rumors... Il presupposto di tutta l'operazione però, è che si possa procedere al commissariamento dell'Autorità Portuale, così da sbloccare permessi, fondi e scelte. Una via, quella del commissariamento, affatto sgradita ad Assoporti e al suo presidente, Francesco Nerli. Quanto sarà forte la resistenza di Assoporti, lo vedremo nei prossimi mesi. Di fatto, l'operazione potrebbe essere replicata specularmente a Genova, dove il Gruppo Gavio ha già avviato lo sbarco a mare, partecipando alla gara per l'ex Terminal Multipurpose e dove, proprio nelle ultime settimane, si registra un notevole attivismo sul fronte bancario

con l'inattesa alleanza tra Carige e la Fondazione CRT per la nascita della Banca Carito, "benedetta" anche dallo Ior vaticano che entrerà nell'azionariato con una quota del 2,3 per cento. Bene. Se ora ci allontaniamo dalla cronaca recente, dalle mille ipotesi al vaglio dei board che contano, da ricostruzioni più o meno suggestive e plausibili, non possiamo che associarci a chi rivendica una ripresa di attivismo sul fronte dei porti. Non dimentichamo che intermodalità e ammodernamenti infrastrutturali per le merci, possono avere positivi riverberi anche per la disastrosa situazione dei terminal marittimi destinati a ferry e navi da crociera. E quindi per tutte le attività di food e retail che potrebbero trovare spazi e opportunità. D'altro canto preoccupa il fatto che la scena, anche per i porti, sia già stata prenotata dai "soliti noti", temiamo a scapito della qualità che la concorrenza, libera e ampia, può assicurare. Se l'operazione riuscisse, al tessitore di Tortona andrà il merito di aver rimpompato ossigeno alle attività marittime nazionali, di aver risandalto ulterioremente i legami tra gli ex nemici Benetton e Gavio, ma anche di aver dato impulso alle attività di molte associazioni e società di cui è membro o eminente rappresentante. In cambio, probabilmente, Palenzona potrebbe conquistare anche la presidenza di Assoporti che, dopo quelle di Aiscat e di Assaeroporti, coronerebbero il sogno di Uggè: una sola guida per gli italiani di terra, di mare e di cielo. Andrea Aiello



osservatorio prezzi

IL LOW COST COMINCIA PRIMA DEL VOLO L

a parola d’ordine si conferma “low cost” anche nel settore non aviation. La battaglia sui prezzi non si disputa solo “ad alta” quota o nelle aree retail e food, ma prima ancora di entrare in aeroporto si consuma tra le righe blu dei parcheggi dentro e fuori il complesso dell’aerodromo. Collegamenti pubblici a parte, non sempre efficienti, rimane molto ampia la quota di viaggiatori che sceglie il mezzo privato per raggiungere i terminal e che necessita quindi di parcheggiare l’autovettura in strutture sorvegliate e a prova di portafoglio. Per comprendere quanto pesi questo segmento all’interno del mercato aeroportuale italiano abbiamo consultato sui siti internet ufficiali di sette gestori le tariffe relative a un’ora, un giorno, tre giorni e sette giorni, e i relativi bilanci al 31/12/2008. In particolare l’analisi ha coinvolto i terminal di Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Milano Linate, Venezia Marco Polo, Verona Valerio Catullo, Bologna Guglielmo Marconi, Pisa Galileo Galilei e Bergamo Orio al Serio. Inoltre abbiamo allargato lo spettro della ricerca al di fuori delle strutture per intercettare l’esercito di parcheggi nelle loro vicinanze. In seguito a tale indagine risulta, in primis, che la Lombardia è costellata da aree di parcheggio nei pressi dei due scali principali, Malpensa e Linate, per i quali abbiamo individuato rispettivamente tredici e sette siti a pagamento. Meno densa è la presenza dei “competitor” su Fiumicino, dove abbiamo contato “solo” cinque unità, e sui restanti aeroporti analizzati.

Società aeroportuali leader nella sosta breve Addentrandoci nelle offerte e nelle tariffe pubblicate sui siti internet dei gestori aeroportuali, constatiamo come tali società detengano l’esclusiva (o quasi) sul servizio di sosta breve. I listini oscillano da 1 euro per un’ora a Pisa sino ai 10 euro proposti a Malpensa per la location premium (mentre il prezzo base è di 3,80 euro). Sempre per il medesimo lasso di tempo, sono necessari da 3,60 a 3,80 euro per parcheggiare a Linate, mentre Fiumicino offre la formula da 1,80 euro sino a 3 euro. A Venezia la cifra sale ed è da 3 a 6 euro a seconda della location scelta. Bergamo, Verona e Bologna presentano listini rispettivamente di 2,50, 2 e 2,20 euro. L’unica eccezione a questo “monopolio” è rappresentata dall’aerodromo veneto, dove i siti internet dei parcheggi esterni indicano per la sosta di un’ora un costo di 2,50 euro per la struttura Marco Polo 2002 e di 2 euro per quella Pes.co Parking. La sosta di due ore costa da 4 a 8 euro nel parcheggio Brusutti.

Aeroporti grandi, prezzi gonfi Numerose aree di sosta, con tariffari differenti in

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ATTORNO AGLI AEROPORTI È IN ATTO UNA BATTAGLIA, A COLPI DI PREZZI E SERVIZI, CON L’INTENTO DI INTERCETTARE LE AUTO IN SOSTA PER TEMPI DI MEDIA E LUNGA DURATA. SUL FRONTE DELLE PERMANENZE BREVI, INVECE, LE STRUTTURE INTERNE DETENGONO (QUASI) L’ESCLUSIVA base alla distanza dal terminal, alla variabile del servizio coperto o scoperto, e ancora alle convenzioni, promozioni o abbonamenti. Nel labirinto dei listini che gravitano attorno ai parcheggi aeroportuali, l’osservatorio di r&f ha preso in considerazione solo i prezzi interi nel periodo di bassa stagione. A una prima analisi, l’elemento di maggiore rilievo è il listino più alto applicato dai tre aeroporti principali, con una forbice che per la sosta di un giorno varia tra 18 e 33 euro a Roma, tra 22 e 28 euro a Linate e tra 18 e 28 euro a Malpensa. All’interno del nostro paniere la proposta più economica sulle 24 ore è applicata dall’aeroporto di Verona, con una forbice che varia da 4 a 22 euro, seguono Venezia con un’offerta da 5 a 16 euro, Bergamo da 8 a 18 euro, Bologna da 14 a 22 euro e Pisa da 15 a 20 euro. Sui tre giorni (non sono comprese le offerte week end) il listino meno oneroso è presente a Verona con una forbice compresa tra 8 e 29 euro, segue Bergamo con un tariffario incluso tra 9,90 (dato invariato sino all’ottavo giorno) e 54 euro, e Venezia con un minimo di 15 euro e un massimo di 42 euro. In questa fascia di tempo la maglia nera spetta a Linate, dove per tre giorni l’importo richiesto è compreso tra i 66 e gli 84 euro, con la possibilità però di una “tariffa sosta lunga” fino a otto giorni da 60 euro con pagamento anticipato. A ruota vengono Roma Fiumicino con una forbice tra 54 e 86 euro, Bologna e Pisa entrambi con 39 e 45 euro, e Malpensa con 28 e 84 euro. La permanenza a 7 giorni, invece, oltre al già citato caso di Orio al Serio (il più economico, con un massimo previsto di 126 euro), vede un costo compreso tra 69 e 115 euro a Fiumicino, tra 34 e 168 euro a Malpensa, tra 89 e 196 a Linate, tra 87 e 105 euro a Bologna, tra 56 e 70 euro a Pisa, tra 35 e 94 euro a Venezia e, infine, tra 22 e 77 euro a Verona.

La battaglia è sulla sosta medio-lunga Nonostante i gestori aeroportuali possano vantare strutture spesso più competitive e soprattutto più vicine ai terminal, incontrano una forte concorrenza sulla sosta di media e lunga durata. Questa si

traduce nella presenza di numerose società, talvolta organizzate con network di parcheggi attivi presso vari aeroporti, che fanno leva su un prezzo più competitivo e sopperiscono alla distanza dallo scalo con servizi di navetta gratuiti. Tra queste si annoverano Park to Fly, presente a Roma Fiumicino, Milano Linate e Malpensa, Verona, Pisa, Bergamo e anche a Torino con tariffe abbastanza omogenee, spesso vantaggiose rispetto a quelle dell’aeroporto e con un servizio di navetta gratuito. Analoga è l’offerta di ParkinGo, attivo nei pressi di Fiumicino, Malpensa, Linate, e degli aeroporti di Verona, Bergamo e Torino, mentre Travel Parking è operativo a Bergamo, Verona e vicino a Malpensa. Nella battaglia dei prezzi sui due maggiori aeroporti italiani, le soluzioni per risparmiare nei pressi di Fiumicino sono offerte da Parking Blue con un importo di 8 euro per la sosta di un giorno e di 20 euro per quella di tre giorni, mentre la soluzione più economica per la settimana è di Park and Fly con 35 euro. Le proposte low cost vicino a Malpensa sono garantite da Travel Parking per la permanenza di un giorno (a partire da 8 euro), da Fatema Parking per quella di tre giorni (a partire da 15,50 euro) e da Ceriamalpensa per i sette giorni (con 27 euro).

Salvate la gallina dalle uova d’oro Se lo sviluppo del settore non aviation passa soprattutto dall’incremento e dall’ottimizzazione dell’offerta retail&food, tuttavia non può prescindere dai proventi dei parcheggi. In tutti gli scali presi in analisi, infatti, l’incidenza in percentuale di questa voce sul fatturato complessivo non-avio oscilla da un massimo del 48,24% di Bologna (dato bilancio 2008) a un minimo del 15,56% di Verona. L’esempio per eccellenza, quindi, è quello del terminal emiliano, dove i ricavi delle aree di sosta rappresentano quasi la metà di quelli non aviation nel bilancio 2008, con un dato assoluto di 10.514.000 euro, pari al 2% in più rispetto all’anno precedente. Il Guglielmo Marconi dispone di quattro parcheggi operativi tutto l’anno, in parte coperti e in parte scoperti con distanze variabili dall’aerodromo, più uno aperto solo nei mesi estivi che diventa (come riporta il sito) “operativo solo in agosto in caso di esaurimento totale dei posti auto


PARCHEGGI: INTERNI ED ESTERNI A CONFRONTO SCALO/TARIFFA

1 ORA

ROMA FIUMICINO ufficiale - Adr - Easy Parking Park and Fly Park to Fly Parking Blue ParkinGo

Conclusioni In un settore fortemente suscettibile di promozioni e pacchetti, qual è quello dei parcheggi aeroportuali, la forte concorrenza permette un ampio ventaglio di soluzioni che premiano i servizi, la comodità o il risparmio. Tuttavia se i parcheggi continuano a proliferare significa che rappresentano un’importante fonte di reddito, che i gestori degli scali devono difendere e implementare per raggiungere gli obiettivi di crescita fissati per il non aviation. A. P.

3 GIORNI

7 GIORNI

1,80/3 n.d. n.d. n.d. n.d.

18/33 10 9/12 ago-15 11

54/86 23 25/37 20/35 27

69/115 35 40/70 46/70 46

3,80/10 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

18/28 10/15 21 15,50/23,50 9/12 15/20 13/18 10/12 09/12 10/13 20/25 11/14 15/20 08/11

28/84 20/25 23 15,50/23,50 21/27 17/24 21/29 21/29 21/30 23/33 20/25 25/36 17/24 16/21

34/196 30/40 27 28,50/43,50 29/45 28/41 29/45 30/45 30/45 33/50 28/40 35/52 28/38 29/42

3,60/3,80 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

22/28 15 11/15 8,70/18,40 9/12 19/21 6

60/84 45 32/43 26/49,20 27/36 41/45 18

89/196 75* 72/96 57,50/115,70 60/80 80/86 42

3/6 n.d. 4/8 (2 ore) 2,5 2

5/16 5 7/10 5 5

15/42 15 17/30 15 15

35/94 30 37/70 30 32

VERONA ufficiale Aeroporti Sistema del Garda Park To Fly ParkinGo Travel Parking Verona

2 n.d. n.d. n.d.

4/22 9/11 7/10 7/8

8/29 22/33 21/29 15/18

24/77 33/50 33/50 28/40

BOLOGNA ufficiale Sab Abycar Park To Fly

2,2 n.d. n.d.

14/22 8/15 9/11

39/45 20/28 22/33

87/105 32/53 35/65

PISA ufficiale Sat Europark Paoli Park to Fly

1/2 n.d. n.d.

15/20 7,7 9/12

39/45 23 27/36

56/70 47 63/84

BERGAMO ufficiale Sacbo Azzurro Fly Park Oriobigpark Park To Fly ParkinGo Travel Parking Bergamo

2,5 n.d. n.d. n.d. n.d. n.d.

8/18 07/09 8/12 9/11 10/13 9/11

9,90/54 18/23 26/36 22/33 24/38 20/28

9,90/126 30/49 48/72 35/66 40/78 35/60

MILANO MALPENSA ufficiale - Sea - Park & Fly Airport Parking Ceriamalpensa Parking Express Fatema Parking Golden Parking Last Minute Parking Panicucci taxi e parking Parcheggio Malpensa Airport Park To Fly Dra (T2) Park To Fly Malpensa 2000 Parking Ferno Malpensa ParkinGo Planet Parking Travel Parking

ai parcheggi P1, P2, P3, P4”. In un’ipotetica classifica si posiziona al secondo posto l’aerodromo di Orio al Serio, con una percentuale di incidenza del 32,78% e un dato assoluto di oltre sette milioni di euro. L’aeroporto bergamasco vanta quattro parcheggi per soste di medialunga durata ai terminal A, A1, B e C, più uno low cost. Segue Linate, al terzo posto, con una percentuale di quasi 31 punti rispetto ai ricavi non aviation e un incasso di oltre 17 milioni di euro. Lo scalo cittadino milanese conta due parcheggi operativi (P1 coperti e P2 misto) più uno in costruzione (P3 coperti). Da segnalare le percentuali più basse per Aeroporti di Roma (con il 15,73%), che gestisce Fiumicino e Ciampino, e per Malpensa, dove si attesta al 18,48 per cento. Bisogna comunque tenere conto che alcune società di gestione (come Sea) non incassano tutti i proventi dei parcheggi ma solo le royalties provenienti dalle società esterne dedicate alla gestione dei parcheggi.

1 GIORNO

MILANO LINATE ufficiale - Sea - Park & Fly Linate Parking (Fly Parking Group) Parcheggio Linate Service Parcheggio Linate via Montale Segrate Park to Fly ParkinGo Quick Parking VENEZIA ufficiale - Save - Marco Polo Park AliPark Brusutti Marco Polo 2002 Pes.co Parking

fonte: elaborazione r&f sui dati presenti sui siti internet delle società note: le tariffe considerate sono quelle intere per bassa stagione

IL PESO DEL PARKING La quota dei parcheggi sui ricavi non avio Ricavi parcheggi (in €) Adr (Fiumicino + Ciampino) Sea - Linate Sea - Malpensa Save - Venezia Sacbo - Orio al Serio Aeroporti Sistema del Garda - Verona Sab - Bologna Sat - Pisa

30.009.000 17.506.000 29.718.000 10.609.000 7.030.332 5.567.000 10.514.000 3.883.000

% su ricavi non avio 15,73% 30,97% 18,48% 24,66% 32,78% 15,56% 48,24% 21,93%

fonte: bilanci società

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Star Trek retail

D

ue milioni di paia di calzature prodotte da 5mila impiegati ogni anno nella Moravia meridionale con agenzie di vendita in Germania, nei Balcani e in Medio Oriente e un mercato in espansione verso i paesi industrializzati, ma attento anche a quelli emergenti, soprattutto nel Far East. Così potrebbe iniziare il nostro Star Trek su Bata, multinazionale delle calzature, se facessimo un salto indietro nel tempo di cento anni. Cifre che non farebbero sfigurare un'azienda neanche oggi, ma che calati nella realtà degli anni Venti dello scorso secolo fanno una certa impressione.

Scarpe made in Moravia alla conquista del mondo Era il 1894, quando tre fratelli Bata, Tomáš (poi al timone dell'azienda), Anna e Antonin, figli di un calzolaio, fondano la T. & A. Bata Shoe Company a Zlin, allora Impero austro-ungarico (oggi Repubblica Ceca), con una idea rivoluzionaria: fare scarpe belle e di qualità, ma di tela per sopperire alla mancanza di pelli. Da qui alla creazione di uno stabilimento meccanizzato con produzione in larga scala, il passo è breve. In mezzo una guerra che favorisce la crescita aziendale con le forniture

militari. Ma a consolidare il successo ci pensa l'attenzione commerciale del fondatore al mercato civile, interno e soprattutto estero. Così quando Tomáš Bata, L'Henry Ford europeo della scarpa, muore nel 1932 in un incidente aereo, suo fratello Antonin rileva un'impresa che nel giro di trent’anni è diventata il primo esportatore di calzature nel mondo con succursali di produzione e vendita in Svizzera, Germania, Inghilterra, Francia, Yugoslavia, Polonia, Olanda, Stati Uniti e India. Poi è la storia a metterci lo zampino. Prima il regime nazista e l'inizio della Seconda Guerra mondiale: nel

DESTINAZIONE

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1939 Thomas (figlio del fondatore e futuro timoniere del Gruppo) lascia Zlin per trasferirsi con buona parte della classe dirigente aziendale a Batawa, vicino a Toronto in Canada, dove fonda il nuovo quartier generale della multinazionale. Una scelta che di fatto è un nuovo inizio, perchè dopo la guerra e la distruzione di molti “businesses” Bata in Europa e nel Far East, il governo comunista nazionalizza le fabbriche Bata in Cecoslovacchia, sottraendole al controllo della famiglia e stessa sorte capita ad altre importanti stabilimenti del Gruppo del Centro e dell’Est Europa. I Bata torneranno proprietari di queste


società solo diversi anni più tardi dopo la caduta del Muro di Berlino. Ma Thomas Bata, succeduto allo zio Antonin, non si da’ per vinto e riorganizza gli stabilimenti controllati fuori dalla Cortina di ferro, guida testardamente l'azienda paterna nei nuovi mercati dell’Asia, del Medio Oriente, dell’Africa e dell’America Latina, prima di morire 93enne nel 2008. Dal 2001 è Thomas George, nipote del fondatore, a diventare a sua volta presidente di un Gruppo che, a dispetto delle dimensioni internazionali, rimane ancora saldamente controllato e guidato dei discendenti del piccolo calzolaio di Zlin.

della grande famiglia Bata, la Per dare un’idea delle dimensioni le, i laboratori controllo qualità, i della multinazionale oggi bastano centri di ricerca e sviluppo sparsi un European Retail Services BV (sempoche cifre: Bata è presente in tutto po' in tutto il mondo. E' stato calcopre olandese), per quanto riguarda il il mondo con 4 principali unità opelato inoltre che i negozi del Gruppo raggiungimento di economie di rative macroregionali (la MBU euroservono un milione di clienti al giorscala, per l'approvigionamento pea ha sede a Losanna), le quali forno. Al livello di catena di controllo, merci, e per la gestione di servizi niscono risorse e supporto nelle aree poi, ciascuno dei 100 Paesi nei quali strategici per la valorizzazione del chiave alle compagnie dei mercati il marchio è presente è gestito da brand (campagne pubblicitarie, laysimili, ha una rete di quasi 5mila società che sono per lo più di proout negozi e armonizzazione dei punti vendita diretti e oltre 50mila dettatab. 1 GRUPPO BATA in pillole glianti indipendenti in più di 50 paesi. A Data di nascita Fondata nel 1894 da Tomas Bata, nonno dell'attuale presidente Thomas George Bata questi si aggiungono Proprietà Famiglia Bata le fabbriche di produBata Europe, Losanna (Svizzera); Bata Asia Pacific-Africa, Singapore; zione calzaturiera, le Sedi Bata Latin America, Mexico; Bata North America, Toronto (Canada) concerie, i reparti di Presente con la controllata Compar spa In Italia meccanica industriaSettori di Business Scarpe e abbigliamento Punti vendita

Circa 5mila con una presenza in un centinaio di paesi Fonte aziendale (sito web)

COMPAR in pillole*

tab. 2

Data di nascita Proprietà Sede

Fondata nel 1931 Gruppo Bata attraverso la International Footwear Investement BV Limena PD Monica Pignal Bata, Presidente; Fabio Tronchetti, amministratore Menagement delegato 550, di cui 270 di proprietà e gli altri in franchising. Di questi ultimi Punti vendita 120 all'estero. Format di negozi Bata City Store, Bata Superstore, Bata Factory Store e Athletes World Ricavi € 383 milioni Utile di Gruppo € 2,6 milioni MOL/Ricavi 7,30% ROI 10,40% Rapporto indebitamento 73,40% Dipendenti Circa 2000 * I dati si riferiscono a Compar spa, bilancio consolidato del 2008 Fonte aziendale

prietà dalla famiglia, ma sono indipendenti dal punto di vista gestionale e riferiscono alla casa madre regionale per le attività di back office, innovazione prodotti e sourcing (vedi Tab. 1).

In Italia c'è Compar con in più la novità del franchising In Italia Bata significa Compar spa, azienda padovana (la sede è a Limena) con ottantanni di attività alle spalle. Nella camera dei bottoni insieme alla presidente Monica Pignal Bata (sorella di Tom, attuale timoniere del Gruppo) siede Fabio Tronchetti, amministratore delegato. Come le altre consorelle del Gruppo, Compar fa capo alla Bata Shoe Organization che ne detiene il 99,66% del capitale sociale attraverso International Footwear Investement BV, con sede in Olanda, società del Gruppo che controlla le altre 8 società del Vecchio Continente simili all'azienda veneta. Come da struttura del Gruppo la ditta guidata da Tronchetti beneficia dell'attività di direzione e coordinamento attraverso un'altra azienda

sistemi di gestione). Facendo due conti, Compar è una realtà che nel 2008 ha effettuato ricavi per 323 milioni di euro solo in Italia (383 milioni compreso l'estero con anche le controllate russa e cipriota) con quasi 2mila dipendenti, forte di una rete distributiva per i prodotti del marchio provenienti dalle fabbriche del Gruppo situate nel Far East, India e Sud America. In tutto, a fine 2008, l'impresa di Limena contava circa 550 shops di cui 270 di proprietà (circa 200 nei vari format Bata, i restanti a insegna Athletes World, insegna sportiva del Gruppo), quasi tutti sul territorio nazionale (a parte una quindicina di negozi diretti della controllata Bata Cyprus ltd), e i restanti in franchising (150 in Italia e circa 120 gestiti dalla capogruppo Compar all'estero), settore in cui la società veneta è la prima azienda in Italia nelle calzature. E' l'Italia, infatti, ad avere dato vita al franchising Bata da ormai 27 anni, e proprio per questa esperienza Compar fa da modello per l'intero Gruppo e da riferimento per una fetta importante del mercato estero. Così la società di Tronchetti è presente fuori dall'Italia con il canale indiretto in maniera sempre più

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Star Trek retail importante sia per il numero di punti vendita (circa 120 Est Europa e Medio Oriente prevalentemente) sia per il peso complessivo del canale nel fatturato che si è attestato nel 2008 al 25% (10% internazionale e 15% domestico), nonostante la brusca frenata all'espansione di quei mercati, che hanno indotto l'azienda padovana a ridurre i piani di budget. Il 2008, poi, ha visto un aumento delle insegne Bata controllate direttamente o indirettamente da Compar di una dozzina di unità (48

COMPAR SPA: TREND DEI RICAVI CONSOLIDATI

tab. 3

400.000.000 350.000.000 300.000.000 250.000.000 200.000.000 150.000.000 100.000.000 50.000.000 0 Fonte aziendale

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007

2008

nuto da un indebitamento troppo elevato e gli indici di redditività del capitale fino al 2007 sono stati sempre a due cifre. Buone notizie anche dal rapporto MOL su ricavi, stabile da qualche anno intorno al 10% e dall'equilibrio del rapporto corrente di liquidità (intorno al 107% per un paio d'anni fino al 104,5% nel 2008). Insomma, il mix finanziario è equilibrato e non sembra riservare brutte sorprese anche a fronte di tempi difficili come gli attuali. Di fronte alla crisi l'azienda non è stata con le mani in mano, intervenendo soprattutto nel risparmio sui costi, con la messa a punto di piani d'azione per stare al passo con le dinamiche evolutive sempre più rapide del mondo fashion e per eliminare gli sprechi legati alla crescente complessità organizzativa di Compar, il cui peso specifico all'interno del Gruppo in Europa è notevole, anche grazie alla sua leadership sul franchising nell'Est europeo (vedi Tab. 3).

Se la storia si ripete

aperture e 36 chiusure con un turn over elevato soprattutto nel franchising) e per il 2009 le nuove aperture dovrebbero essere state una ventina. Rete capillare sul territorio, controllo diretto sui punti vendita nei mercati maturi e stabili e indiretto in quelli in espansione, ma anche maggiormente vulnerabili da una parte, dall'altra attenzione alla diversificazione dell'offerta per fidelizzare il cliente, facilmente distraibile dalle sirene della concorrenza (la società padovana nel 2008 ha speso 8,5 milioni in pubblicità), ecco in pillole la strategia commerciale della consociata italiana del Gruppo. Proprio per questo Bata si presenta al cliente con tre tipologie di negozio (canale diretto e indiretto): i Bata City Store, Bata Superstore e Bata Factory Store. I primi sono un po' le boutique del marchio ceco: li troviamo nei centri storici cittadini con le collezioni moda donna e uomo (quelle di fascia alta realizzate al 50% nel Belpaese) in bella mostra sugli scaffali. I Superstore, invece, in numero superiore e più grandi dei loro cugini cittadini, presidiano prevalentemente i centri commerciali e puntano su una gamma trasversale di prodotti: dalle collezioni moda, al casual allo sportivo. Ci sono poi i Factory, che mirano a una clientela

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di famiglie con un'offerta di prodotti più convenienti e si possono trovare nei principali shopping malls o negli outlet. Per finire, gli shops a insegna Athletes World, che si caratterizzano per un target giovane attento alle tendenze dei maggiori brand del settore con un'offerta multibrand. Insomma ce n'è per tutti i gusti, ed è da sottolineare l'attenzione di Bata nella rete retail per l'ubicazione nei centri commerciali, dove la presenza delle insegne del Gruppo è decisamente importante, con un peso numerico maggioritario nel complesso dei punti vendita del marchio in Italia (Vedi Tab. 2).

La crisi non fa sconti, ma Bata in Italia regge il colpo Se andiamo poi a vedere come si compone il giro d'affari di Compar, scopriamo che un quarto della torta se la pappa il canale indiretto, una fetta del 16% la guadagna Athletes World, mentre la parte del leone la fanno le insegne Bata con il 56% dei ricavi (il residuo 3% è ascrivibile ad altre entrate secondarie). Il core business del fatturato rimangono le scarpe, è salito negli ultimi anni il peso specifico dell'abbigliamento, che segna un 20% sul volume globale delle vendite, nonostante sia il segmento di prodotto

che ha sentito maggiormente gli effetti delle difficoltà del mercato, insieme a quello sportivo. Infatti, la contrazione dei consumi, che ha sconvolto i mercati due anni fa e da cui si sta provando a uscire quest'anno, ha impattato fortemente sull'azienda italiana controllata dalla multinazionale della scarpa, soprattutto in termini di fatturato, frenandone la crescita degli ultimi anni con un -8 milioni di ricavi consolidati complessivi sul 2007. Ne hanno risentito soprattutto gli utili, scesi da 11,3 a 2,6 milioni nel 2008. Una brusca frenata nell'espansione di Compar (fatturato quasi raddoppiato dal 2001 al 2007), che però regge bene il colpo con la sola riduzione anche se consistente dell'utile, senza andare in rosso e senza perdere quote di mercato (+2% nella quantità di prodotto venduto). Bisognerà vedere come è andato il 2009, il cui primo quadrimestre non è stato incoraggiante, con un -2,7% su quello precedente nei negozi diretti e una per cento. Critica la situazione della controllata ciprota (-20%) e del canale indiretto nell'Est Europa, con l'abbandono del mercato ucraino e le necessità di sostegno per i clienti franchising dell'area. Se non altro la società ha tutti i conti in ordine e sembra avere fondamenta solide. Il trend positivo degli ultimi anni non è stato soste-

Una ventata di ottimismo, intanto, per il Gruppo arriva dall'Oriente, dove Bata India, leader nel subcontinente indiano nel mercato delle calzature, ha chiuso l'anno con indici finanziari positivi e con l'apertura di 76 nuovi punti vendita, oltre all'ammodernamento di altri 40. Un vero record per il settore, soprattutto in questo periodo di vacche magre. La crisi di questi due anni è stata più volte paragonata a quella del 1929, e, se la storia insegna qualcosa, sarebbe interessante fare un salto indietro nel tempo. In quel periodo molti stati nazionali introdussero dazi doganali a protezione delle loro imprese. Tomáš Bata, allora, rispose a questa chiusura che rischiava di soffocare le esportazioni dei suoi stabilimenti di Zlin con l'apertura di filiali produttive in mezzo mondo. Le società satellite lontano dalla casa madre cecoslovacca, prima distrutta dalla guerra e poi nazionalizzata dal governo comunista, guidarono poi l'espansione internazionale del marchio. Insomma, le difficoltà se affrontate bene, possono rivelarsi propedeutiche a una crescita. E se dalla crisi si può uscire rafforzati, Bata in Italia sembra avere le carte in regola con il vantaggio di avere una società controllata solida e con una struttura di business equilibrata. In attesa di vedere quali saranno i dati di chiusura del 2009 e soprattutto se ci sarà una ripresa dei consumi quest'anno. David Montorsi


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taglio nastro

MARCIANISE MILIONARIA

LO SCORSO 18 FEBBRAIO MCARTHURGLEN HA INAUGURATO IL SUO QUINTO DESIGNER OUTLET ITALIANO, ANDANDO A PRESIDIARE IL BACINO CAMPANO CHE CONTA OLTRE 5 MILIONI DI RESIDENTI. CON QUESTA APERTURA E FORTE DEL CENTRO COMMERCIALE CAMPANIA, LA CITTADINA ALLE PORTE DI CASERTA SI CANDIDA A DIVENTARE IL POLO COMMERCIALE PIÙ IMPORTANTE DEL SUD ITALIA

S

e si pensa alla Campania, alla città di Napoli e alle località di mare lungo la costiera Amalfitana, non si può che pensare al grande bacino di utenza e ai continui flussi turistici. In quest’ottica, la nuova offerta di marchi del lusso nell’area di Marcianise (Ce) può diventare un’ulteriore àncora per attrarre visitatori da diverse province e regioni. Tuttavia è forte il contrasto tra i territori degradati compresi tra l’aeroporto di Napoli Capodichino e

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il nuovo “gioiello” di McArthurGlen, La Reggia Designer Outlet, inaugurata, con qualche polemica locale circa il tema delle concessioni, lo scorso 18 febbraio. La struttura, completata nella sua prima parte, conta attualmente una gla di 17.500 mq, suddivisa in circa 100 unità delle quali 65 già operative. Promotori dell’iniziativa sono McArthurGlen e il partner consolidato in Italia, Gruppo Fingem, mentre il progetto è stato disegnato

dalla società Hydea di Firenze, che aveva curato le iniziative di Serravalle Scrivia, Castel Romano e Barberino del Mugello. Al momento è in corso la costruzione della fase 2 che porterà il numero di unità a circa 140 e la superficie retail a 26.500 metri quadrati. L’investimento complessivo si attesta sui 120 milioni di euro, l’obiettivo per il 2010 è di raggiungere i 70 milioni di euro di fatturato mentre il ritorno sull’investimento è calcolato in sei/sette anni. Il

calendario prevede l’apertura della prima metà della seconda fase entro la fine del 2010 mentre la seconda metà (di circa 4.500 mq) dovrebbe essere completata nel secondo trimestre del 2011. A regime saranno oltre mille i posti di lavoro, compreso l’indotto, tra cui una percentuale consistente destinata agli abitanti della zona. Dal parcheggio esterno (di 2.100 posti auto) sino alle piazzette interne, La Reggia Designer Outlet mantiene inalterato il format standard di McArthurGlen, finalizzato a riprodurre lo stile architettonico locale per mettere a proprio agio il visitatore, favorire la permanenza nella struttura e l’esperienza di acquisto. Il complesso è accessibile dalla strada provinciale 336, ma è soprat-


grande pubblico e completare la commercializzare con i brand del lusso.

Oltre sessanta negozi, ed è solo l’inizio…

La Reggia Designer Outlet LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA PROMOTORE PROGETTAZIONE COMMERCIALIZZAZIONE GESTIONE GLA FASE 1 GLA FASE 2 LIVELLI COMMERCIALI POSTI AUTO SPAZI RISTORAZIONE INSEGNE RISTORAZIONE

TOTALE UNITÀ FASE 1 TOTALE UNITÀ PREVISTE

Strada Provinciale 336 (ex Sannitica), Marcianise (Ce) Extraurbana Factory Outlet Center McArthurGlen; Gruppo Fingem Hydea McArthurGlen McArthurGlen 17.500 26.500 1 2.100 5 Fantasia Gelati, Farinella, Lindt Maitre Chocolatier, Re Nero, Rossopomodoro 65 140

A differenza dei centri commerciali tradizionali, gli outlet si contraddistinguono per la realizzazione in fasi distinte, a volte con interventi organici, in altri casi con ampliamenti disomogenei rispetto al nucleo originario. La prima percezione, camminando tra le vie e le piazze di La Reggia Designer Outlet, è che la struttura sia completa (anche se alcune vetrine esibiscono la scritta opening soon e la cartellonistica annuncia il futuro ampliamento), mentre il cantiere appare evidente dall’autostrada A1. In attesa, quindi, che il mix merceologico vada a regime, e potrebbe volerci del tempo data l’attenzione che McArthurGlen dedica alla commercializzazione specialmente per i brand del lusso, l’offerta conta ad oggi 65 negozi tra cui alcuni di alta moda come Valentino, Blumarine ed Escada inclusi nella piazza del lusso, ai quali si affiancherà prossimamente anche

Ballantyne. Altri marchi di alta gamma sono Aspesi, CK Collection, Gianfranco Ferré, Fabi, Kathy Van Zeeland e ancora griffes del calibro di Bikkembergs, Guess, Liu Jo, Harmont & Blaine, Patrizia Pepe, Pinko, Pollini e Replay. Il settore degli articoli per la casa è presidiato dai punti vendita Bialetti Industrie e Rcr mentre quello della ristorazione annovera la pizzeria e trattoria napoletana Farinella, presente in altri foc McArthurGlen, la catena Rossopomodoro (non ancora operativa nel giorno dell’inaugurazione), il bar caffetteria Re Nero, la gelateria Fantasia Gelati e la cioccolateria diffusissima nel canale outlet, Lindt MaÎtre Chocolatier. Tra le prossime aperture già ufficializzate si segnalano gli shop di Camper, Cerruti 1881, Diesel e Tommy Hilfiger, oltre a i già citati Ballantyne e Rossopomodoro. Da evidenziare, inoltre, la presenza nella piazza del lusso del chiosco dedicato alla partnership con Msc Crociere, che mette in palio cinque vacanze, lo sportello bancomat Monte dei Paschi di Siena nei pressi dell’ingresso principale, l’agenzia

COMMENTO

VALUTAZIONE

Struttura e design

La struttura e il design di McArthurGlen sono il biglietto da visita per attrarre i brand del lusso, oltre che i consumatori

Accesso e parcheggio

Parcheggio molto curato e accesso adeguato. Il nodo da scioglere resta lo svincolo di Caserta Sud

Offerta commerciale

L'outlet necessità di tempo per andare a regime. Mix interessante e da monitorare

Spazi comuni e attrattive

Le piazzette e l'area giochi rappresentano gli spazi comuni per grandi e piccini. In linea con il format outlet

indice valutazione:

ÈÈÈÈÈ ÈÈÈ ÈÈÈÈ ÈÈÈ

La valutazione è di carattere puramente indicativo

È = migliorabile ÈÈ = sufficiente ÈÈÈ= apprezzabile ÈÈÈÈ = molto buono ÈÈÈÈÈ = ottimo tutto a portata di vista dall’Autostrada del Sole e distante una manciata di minuti dal casello dell’uscita Caserta Sud (raggiungibile dall’aeroporto di Napoli in circa 20 minuti). Tuttavia lo svincolo di Caserta Sud rischia di diventare il tallone d’Achille dei collegamenti. Se non dovesse essere potenziato, come è emerso in fase di conferenza stampa, potrebbe risultare del tutto insufficiente a sostenere i flussi diretti a La Reggia e al centro commerciale Campania (adiacente alla carreggiata opposta), che da solo conta oltre 10 milioni di visitatori all’anno. Ma lo snodo cruciale riguarda il tema della sicurezza. L’imperativo è di prevenire disagi all’interno e all’esterno della struttura, fattore necessario per attrarre il

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taglio nastro anno, La Reggia Designer Outlet può diventare, una volta a regime, uno degli outlet più frequentati del Paese con aspettative anche superiori ai quattro milioni di visitatori. In un ipotetico confronto con i suoi competitor più “vicini”: l’outlet di Marcianise ha il bacino maggiore con appunto 5 milioni di residenti, secondo è il Designer Outlet Castel Romano con circa 4,2 milioni, terzo è Fashion District Valmontone Outlet con 3,9 milioni. Inoltre, intersecando le isocrone risulta maggiore la sovrapposizione tra i complessi di Valmontone e di Castel Romano rispetto a quella con Marcianise. La gravitazione su La Reggia, soprattutto nei momenti topici come quello dei saldi, quindi in luglio/agosto e gennaio/febbraio, vedrà una provenienza anche dalle regioni vicine del sud Italia, in particolare dalla costa tirrenica che è totalmente sguarnita mentre in quella adriatica si avverte la concorrenza del Fashion District Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it

I Centri Commerciali con gla superiore a 20.000 mq N°

Regione

Provincia

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania Campania

Napoli Caserta Napoli Napoli Caserta Napoli Caserta Caserta Napoli Napoli Caserta Napoli

Comune

Denominazione

GLA

N° PV

Piattaforma Alimentare

MQ

Nola Marcianise Giugliano in Campania Afragola Teverola Afragola Vitulazio Casapulla Casoria Casalnuovo di Napoli Trentola Ducenta Cardito

VULCANO BUONO CAMPANIA AUCHAN LE PORTE DI NAPOLI MEDI’ MANDI IL GOLFO DEI DESIDERI IL DECUMANO APOLLO CARREFOUR CASORIA MERIDIANA JAMBO UNO LA MASSERIA

150.000 108.000 79.000 40.000 32.000 25.700 25.000 22.500 21.570 20.442 20.000 20.000

147 180 113 77 120 70 14 92 24 80 76 30

AUCHAN CAFFEFOUR AUCHAN IPERCOOP IPERCOOP LIDL IPERFAMILA CONAD-E.LECLERC CAFFEFOUR FAMILIA CONAD-E.LECLERC SISA

13.500 12.000 12.085 9.600 5.000 1.610 2.900 4.500 10.000 1.600 5.000 2.600

viaggi, l’ufficio informazioni e l’area giochi coperta per bambini.

Quando il dettaglio è un must Una volta tagliato il nastro, con tanto di fiocco rosso sopra l’ingresso principale, la struttura di La Reggia si presenta curata in ogni minimo aspetto. Dalla piazzetta iniziale si sviluppano tre percorsi mentre ai lati la strada conduce verso le vie perimetrali. Gli ingressi sono tre, che servono i parcheggi disposti attorno alla cittadella dello shopping. Le numerose piazzette (di cui una interamente riservata ai brand del lusso) si presentano abbellite da getti d’acqua dinamici, statue, piante e tavolini con ombrelloni. La ricerca dei particolari non si nota osservando solamente le strutture più appariscenti a cui si ispira il progetto, che riflette lo stile rococò, l’architettura mediterranea e persino le cupole bizantine, ma focalizzando l’attenzione sulla composizione della pavimentazione dei percorsi pedonali, sulla copertura per le panchine (necessaria per riparare i visitatori dal sole intenso

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presente per buona parte dell’anno), e sui raccoglitori per la raccolta differenziata. Anche la cartellonistica con la planimetria è inserita in supporti di design e persino il parcheggio è decorato con numerose aiuole. L’attenzione ai materiali comprende l’utilizzo di coperture in coppi, decori e rivestimenti in tufo, intonaci tinteggiati, arredi urbani in legno, ferro e ghisa, mentre sotto l’aspetto ambientale sono stati investiti circa 800mila euro per incastonare nei tetti 2.700 mq di pannelli solari, installati dalla società Prosolia Italia di Firenze. Tali soluzioni sono in grado di produrre 268.200 kwh, pari al 30% del fabbi-

sogno del centro. Sul costo energetico, dichiara McArthurGlen, si avrà un ammortamento dei costi nei primi otto anni, dal nono si avrà un recupero di circa 120.000 euro l'anno. Unico neo: per risparmiare ulteriore energia, senza investimenti, basterebbe spegnere l’illuminazione esterna quando risplende il sole.

Prove di vicinato Grazie a uno dei bacini più popolosi d’Italia, che comprende Napoli, Caserta, Salerno e lambisce Frosinone, con circa cinque milioni di residenti nei 60 minuti di isocrona e ben 21 milioni di turisti che frequentano la regione Campania ogni

Molfetta Outlet. Se la densità è il fattore positivo del bacino, la capacità di spesa è quello negativo. Ma allo scarso livello del tessuto economico locale si contrappone la maggiore propensione ad acquisti di alta gamma. La vera sfida che si appresta a vivere La Reggia Designer Outlet è la convivenza con il vicininissimo shopping center Campania. Riusciranno le due strutture a creare sinergia e a diventare determinanti in tutto il sud Italia? Per realizzare tale scopo, il direttore di La Reggia, Donatella Doppio, non ha escluso iniziative future. Andrea Penazzi



prima pietra

LE TERRAZZE VISTA

SHOPPING DEPOSITATA LA PRIMA PIETRA, IL NUOVO CENTRO COMMERCIALE SPEZZINO DOVREBBE SORGERE ENTRO L’AUTUNNO DEL 2011. GRAZIE A UN INVESTIMENTO DI 125 MILIONI DI EURO, CON PROMOTORI SONAE SIERRA E ING REAL ESTATE DEVELOPMENTS, LA STRUTTURA POTRÀ OSPITARE SINO A 107 UNITÀ RETAIL. LA RISTORAZIONE DOVREBBE ARRIVARE A CONTARE CIRCA 15 RISTORANTI/BAR

L

a scarsa presenza di competitor entro un’isocrona di 15-20 minuti costituisce un fattore importante perché un nuovo centro commerciale possa avviarsi con successo e mantenere buone performance anche quando l’effetto novità è superato. Questa è la premessa, o meglio il valore aggiunto, con cui si presenta il progetto di Le Terrazze. L’iniziativa è partita ufficialmente in seguito alla recente apertura del cantiere e si inserisce all’interno di un progetto più ampio di riqualificazione urbana, che comprende aree residenziali e di uffici per ulteriori 100mila metri quadrati. Dove un tempo c’erano i depositi della ex IP (Italiana Petroli) per sanare i quali sono state disposte delle opere di bonifica. La vicinanza con il centro urbano dovrebbe consentire un’alta frequentazione distribuita sull’intera settimana e una copertura adeguata del servizio di trasporto pubblico locale. Gli sviluppatori, in joint venture paritetica, sono Sonae Sierra e Ing Real Estate Develpments mentre un pool di banche italiane, composto da UniCredit Corporate Banking, Banca Popolare di Lodi, Mediocredito Italiano e Cassa di Risparmio della Spezia (appartenente a Gruppo Intesa Sanpaolo), ha garantito il finanziamento. Il nuovo shopping center sorgerà a circa 1 km dal cuore di La Spezia, grazie a un investimento complessi-

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vo di 125 milioni di euro, e presidierà un bacino di circa 210mila abitanti nei 20 minuti di percorrenza in automobile, compreso nella medesima provincia. Allargando l’isocrona a 30 minuti, la capacità attrattiva arriva a coinvolgere la parte di Toscana sotto il comune di Massa Carrara. Una variabile positiva è la vicinanza alle zone turistiche delle Cinque Terre e della Versilia, che saranno raggiungibili ancora più facilmente quando sarà realizzata la bretella “Aurelia Bis”. Tuttavia la calendarizzazione rappresenta un’incognita, per cui i tempi necessari a completare e a rendere effettivamente operativa l’infrastruttura potrebbero non essere brevi. L’area in questione è servita esclusivamente, sino ad ora, dal centro Lune di Sarzana. Proprio rispetto al tessuto commerciale del territorio spezzino, Le Terrazze, secondo Sonae Sierra, riequilibrerà i flussi dello shopping, restituendo al capoluogo il ruolo di centralità commerciale della provincia con effetti a cascata per l’intera città. In merito alla scelta della location hanno influito le caratteristiche economiche del bacino: dalle indagini condotte e comunicate sempre da Sonae Sierra emerge che, rispetto alla media nazionale, i residenti nell’area di attrazione hanno un reddito medio superiore del 7% e consumi pro-capite più alti dell’8% circa, per cui la capacità di spesa media sarebbe di livello medio/alto.

Le Terrazze APERTURA PREVISTA PROMOTORE

Autunno 2011 Sonae Sierra (50%) e Ing Real Estate Developments (50%) Sonae Sierra Broadway Malyan; Sonae Sierra La Spezia Urbana, a un Km dal centro di La Spezia Centro commerciale 38.460 mq 2.000 2 9 Circa 15

nuovo centro commerciale farà leva PROGETTAZIONE anche sulla ristoraLOCALITA’ zione, articolata in LOCALIZZAZIONE una food court TIPOLOGIA annunciata con circa GLA 15 ristoranti e bar PARCHEGGI espressione sia della LIVELLI COMMERCIALI cucina locale che di MEDIE SUPERFICI UNITÀ RISTORAZIONE quella etnica/interTOTALE UNITA’ (PICCOLE, MEDIE nazionale. Ampio Circa 107 E GRANDI SUPERFICI) spazio sarà dedicato ÀNCORA ALIMENTARE Coop Liguria (Ipercoop) alla componente leiIn arrivo la carica sure, composta da un fitness club di dei 100 (e più) 3.400 mq e da un family entertainnegozi ment center di circa 700 metri quaCommercializzato circa il 40% della dri. Sul fronte dei costi per lo spazio, galleria commerciale e l’iper (che i canoni di locazione nella voce del sarà a insegna Ipercoop e di proprieminimo garantito presentano una tà Coop Luguria), l’offerta retail di forbice compresa tra i 350 e i 700 Le Terrazze comincia a caratterizzareuro/mq/anno, in relazione alla mersi. Tra i brand coinvolti che Sonae ceologia, alle dimensioni e all’ubicaSierra ha comunicato si annoverano, zione. Nei prossimi mesi la fase di infatti, la piattaforma hi-tech assegnazione degli spazi riguarderà Euronics e quelle a marchio Tonic, gli esercizi di dimensioni standard. Play Park, Scarpamondo, DeichDal contenuto mann, Sasch, Cisalfa e Den Store. al contenitore… In totale saranno circa 107 le unità, Se il contenuto dei centri commertra cui nove medie superfici già asseciali è ovviamente il fattore più gnate, distribuite su oltre 38mila mq importante per attrarre il pubblico, di gla e due livelli. La proposta del COMMERCIALIZZAZIONE


Sotto la lente... BACINO DI UTENZA - 210mila abitanti nei 20 minuti - 145mila residenti a La Spezia - Medio/alta capacità di spesa

OFFERTA COMMERCIALE - Commercializzazione completa al 40% - Food court con 15 ristoranti/bar - Family entertainment center e fitness club

COSTO SPAZI - Minimo garantito di locazione tra 350 e 700 euro/mq/annuo

IMPATTO AMBIENTALE - Obiettivo certificazione ISO 14001 e OHSAS 18001 - Tecnologia Bms - Parcheggio in struttura

in tempi di crisi le caratteristiche tecniche del contenitore stanno acquisendo sempre maggiore rilevanza poiché incidono sulla sostenibilità economica, oltre che su quella ambientale, del centro commerciale. Dal punto di vista strutturale, lo shopping center Le Terrazze si avvarrà di tecnologie tra cui il Building Management System (utile nella gestione energetica della galleria) e di particolari metodi costruttivi. Il fine è quello di limitare sin dalla fase di cantierizzazione l’utilizzo di energia e di risorse, tra cui l’acqua, e di ricevere certificazioni di standard qualitativi europei. In particolare la costruzione del Centro è condotta con l’obiettivo di ottenere la certificazione ISO 14001, emessa da Lloyd’s Register Quality Assurance (LRQA) quale risultato dell’implementazione delle migliori pratiche ambientali durante la fase di costruzione della struttura. Inoltre i lavori di costruzione saranno condotti in modo da ottenere la certificazione OHSAS 18001 della fase di cantiere, basata su uno standard internazionale che fissa i requisiti dei sistemi di gestione e di

tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Indicativamente il costo di un edificio realizzato con questi criteri (fonte Sonae Sierra) è tra il 5% e il 10% superiore al quello necessario per realizzare una struttura tradizionale. Tuttavia, a nostro avviso sarebbe auspicabile l’inserimento di pannelli fotovoltaici, per la produzione di energia pulita e a basso costo, sfruttando gli incentivi statali (conto energia) che ancora nel 2010 permettono di recuperare in tempi rapidi gli investimenti. Positiva, invece, è la presenza del parcheggio interamente realizzato in struttura, su quattro livelli per un totale di 2.000 posti auto, che riduce il consumo di territorio rispetto alle normali soluzioni a raso. A livello di impatto visivo il centro progettato da Broadway Malyan e dalla stessa Sonae Sierra presenterà soluzioni in armonia rispetto all’ambiente circostante. Per esempio, i colori scelti variano dall’ocra al verde, con richiamo ai terrazzamenti liguri dai quali è stato preso il nome dello shopping center. A. P.

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Dopo la crisi, il punto di svolta

CENTRI COMMERCIALI, INTELLIGENTI PER CRESCERE A bbiamo vissuto stagioni prodigiose, in cui tutto sembrava, e forse era, possibile: nelle regioni del Centro Nord, soprattutto in alcune di esse, nel giro di poco più di un decennio, sono sorti centri commerciali come funghi nei boschi d'autunno. La spesa, alimentare e no, di tanti di

mangiare, bere, divertirsi o semplicemente stare. E quindi via a food court, aree di intrattenimento, multiplex... La cavalcata dei mall ci è sembrata letteralmente inarrestabile, finché qualcosa ha cominciato a scricchiolare e il gioco si è rotto, o meglio, ha smesso di correre, limitandosi a

noi è stata elevata a shopping experience prima negli ipermercati e poi nelle gallerie commerciali, ricche di ogni merceologia. I Centri sono divenuti luogo di coltura per marchi e aziende che hanno fatto fortuna, grazie a questo nuovo canale, ma anche centri di cultura per retailer e ristoratori che hanno appreso e sperimentato un approccio moderno, efficiente ed efficace al commercio. Ma sono anche stati eletti ad agorà, piazze reali, dove ritrovarsi, acquistare,

camminare. E così abbiamo compreso che in alcune aree del Paese, la 'potenza di fuoco' dispiegata dai banchi di vendita di shopping mall e retail park superava ampiamente i potenziali clienti presenti nei bacini di utenza. E allora è cominciata la concorrenza, dura, e la gara a chi lo apriva più bello e più grande. E in parallelo ecco nascere la corsa al Sud (e alle Isole), raccontati come il Klondike di Paperon de' Paperoni, ma finora rivelatisi mediocri giacimenti di busi-

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ness, non fosse altro per i tempi necessari a concluder l'iter che va dalla progettazione all'apertura. E nel mezzo di tutto questo, ecco l'ennesimo colpo di scena giungere come l'abituale fulmine a ciel sereno: nel 2009 si materializza la peggior crisi economica del dopoguerra: cosa e come fare per sopravvivere allo Tsunami? I sintomi della crisi si sono manifestati senza dubbi: progetti congelati, finanziatori mai reperibili perché perennemente «impegnati in riunione», retailer in fuga e, in alcuni casi, ampi spazi vuoti tra le gallerie dei Centri. Le parole d'ordine tra operatori del settore come fondi, banche, costruttori e commercializzatori sono divenute prudenza, attesa, paura ma anche riqualificazione, ammodernamento, ampliamento. Come a voler dire vie più ragionevoli e meno esose per lo sviluppo. D'altro canto la crisi ha portato a una impietosa selezione di alcuni – forse non tutti – progetti non necessari e quindi estremamente rischiosi per retailer e ristoratori. E, fatto non indifferente, i canoni di affitto, storicamente arroccati su alte vette, oggi scendono spesso e volentieri a valle per andare incontro alle esigenze dei tenants. Era meglio prima? Sì per molti, non per tutti. Comunque la si veda, le riqualificazioni e gli ampliamenti di cui abbiamo scritto hanno aperto interessanti piste verso il centro delle città e le tante aree in attesa di riqualificazione: quindi sono stati progettati Centri più piccoli, spesso più belli perché accolti da strutture storiche o comunque preesistenti, più tematizzati e decisamente più connessi con il sistema città (strade, trasporti

pubblici). Non più e non solo cattedrali nel deserto, ma anche accoglienti luoghi di commercio e servizio, facilmente e rapidamente fruibili da chiunque. Senza trascurare il capitolo della sostenibilità ambientale, sempre più importante nei capitolati delle nuove aree commerciali. Problematico invece resta, ancora troppo spesso, il rapporto con le amministrazioni locali per quanto riguarda la realizzazione dei collegamenti viari verso i centri commerciali extra urbani. La negoziazione relativa ai vincoli di urbanizzazione è spesso affidata alla buona (o cattiva) volontà di uffici tecnici di enti più o meno locali, o di singoli funzionari, con una normativa regionalizzata che rende l'approccio di chi vuole investire, anche in tempi di crisi, quantomeno prudente e guardingo. Rischiare di vedersi bloccare i lavori per un intoppo burocratico è un'eventualità che pochi oggi sono in grado di sostenere. Questo lo status quo, secondo una sintesi certamente brutale e parziale, ma comunque plausibile. Prima di concludere però, occorre rispondere a una domanda imprescindibile visto che riguarda il futuro di tanti nostri lettori: dove sta andando il retail real estate? Non esistono segnali certi, ma si può ipotizzare che qualche progetto interessante vedrà la luce in regioni fortemente normate e 'tutelate', che poco hanno concesso finora e quindi, inevitabilmente, dovranno aprire qualche spazio nei prossimi anni. Pensiamo al Piemonte, alla Toscana... ma anche alla Sicilia, forse la Regione con più progetti annunciati in questo momento. Altra storia quella che riguarda un'intensificazione di attività rivolta alle aree urbane semicentrali o periferiche. È questo il terreno su cui si potranno realizzare progetti veramente innovativi, sulla scorta di quanto compiuto in altri paesi europei (vedi l'articolo sulla Francia). Centri direzionali, con funzioni commerciali, cittadelle del terziario dotate di retail park, aree sportive accorpate a spazi commerciali ed espositivi organizzati. Opere che prevedono una gestione intelligente ed efficiente di territorio e risorse, una collaborazione strettissima tra aziende private ed enti locali. Il caso sotto gli occhi di tutti è quello dell'Expo 2015, un'opportunità rilevantissima, esattamente in questa direzione. Purtroppo si è partiti col piede sbagliato, e non si è ancora invertita la marcia. Ma non tutto è perduto, né per l'Expo né per un futuro intelligente delle A. A. moderne aree commerciali.


Fiere: anticipazioni sulla prossima edizione della manifestazione milanese

EIRE: RETAIL

PROTAGONISTA L’EVENTO DEL REAL ESTATE ITALIANO E DELL’AREA MEDITERRANEA SI CONFERMA MOMENTO PRIVILEGIATO PER IL CONFRONTO DELLE OPPORTUNITÀ DELLO SVILUPPO COMMERCIALE. IN PROGRAMMA UN CONVEGNO SUL COMMERCIO DI ALTA GAMMA E LO SVILUPPO DEI CENTRI STORICI

S

i svolgerà dall’ 8 al 10 giugno nel nuovo polo di Fieramilano la sesta edizione di EIRE - Expo Italia Real Estate organizzata come sempre da Ge.Fi. – Gestione Fiere. Un’edizione caratterizzata da un periodo di crisi che sta toccando tutti i comparti e i protagonisti della filiera dello sviluppo immobiliare. Gli ultimi mesi del 2009 hanno infatti messo gli operatori del real estate italiano e internazionale di fronte ai conti di un anno difficile e di stasi generale. Ma la comunicazione sta cambiando e non è più incentrata unicamente sulla parola “crisi”, bensì fortunatamente sulla parola “ripresa”. Di certo ciò che è successo quest’anno appena trascorso ha cambiato il mercato e le sue dinamiche, in alcuni casi anche i suoi protagonisti, e le linee di sviluppo del settore non saranno mai più quelle distorte degli anni passati. Ma si inizia comunque a parlare di ripresa, che avrà tempi lunghi e non facili, ma sempre di ripresa si tratta. Real Estate significa sviluppo del bene immobiliare in rapporto armonico con lo sviluppo del territorio ed è un fattore strategico dell’economia di un Paese o di un territorio con un impatto enorme sul suo sviluppo urbanistico, economico, sociale, culturale e quindi della qualità della vita. I professionisti coinvolti devono conoscere la forma, la cultura e la storia del luogo dove intendono intervenire per pianificare uno sviluppo positivo e fruttuoso. È innanzitutto quindi necessario “conoscere”. L’industria del real estate coinvolge una filiera complessa che riguarda molteplici professionalità e attività: istituzioni pubbliche, investitori e operatori finanziari, sviluppatori, advisor e consulenti, architetti e progettisti, studi legali e così via. E ognuno opera in un comparto specifico, che sia quello degli uffici e del

terziario, del residenziale, logistico, turistico alberghiero e naturalmente del retail real estate. EIRE è innanzitutto un luogo di rapporti e relazioni con uomini e imprese del real estate così inteso. Partecipare a EIRE è un importante investimento in conoscenza, che è il primo valore aggiunto di un’istituzione e di un’impresa,

I DATI DI EIRE 2009 - 35.000 mq di area espositiva - 350 espositori di cui 51 del settore retail - 49 Paesi presenti - 14.000 operatori presenti di cui circa 500 retailers - 379 giornalisti accreditati - Oltre 110 tra convegni, seminari ed eventi tenuti dagli espositori negli stand

soprattutto in questo periodo in cui gli investimenti sono oculati e valutati sulla qualità e sulla reale utilità per il proprio sviluppo. Un Salone come EIRE è il momento privilegiato in cui la “Community” si incontra per consolidare relazioni e attivare nuovi rapporti, presentare la propria professionalità e i propri progetti, conoscere le opportunità in particolare dell’area del Mediterraneo, Africa del nord, Paesi Balcanici e Brasile, confrontarsi con le tendenze del mercato e attrarre investimenti. In questo quadro, il Retail Real Estate si è caratterizzato nelle sue molteplici declinazioni come un segmento dinamico e propulsivo, rivestendo un ruolo strategico sotto il duplice profilo della razionalizzazione dell’offerta commerciale e dei processi di trasformazione territoriale. Per questo il Retail è protagonista di un evento come EIRE: è l’occasione per presentare le proprie attività all’intera community in un unico contesto, con un notevole risparmio di energia e risorse. Così da potersi confrontare con i principali protagonisti del comparto sui più significativi progetti e sulle opportunità di svilup-

po e investimento, in Italia e all’estero, dialogare con la pubblica amministrazione, interessata a condurre operazioni di recupero, riqualificazione e rilancio di aree urbane o extraurbane e incontrare e negoziare sui più recenti progetti commerciali e multifunzionali con le principali imprese commerciali e master franchise italiani e internazionali. Grazie alla presenza di numerose realtà estere pubbliche e private e a convegni mirati con le realtà italiane e estere interessate al settore retail, EIRE è anche un luogo che aiuta a individuare nuove direttrici di espansione internazionale e a uno scambio proficuo di know-how e confronto sulle best practise internazionali. A questo proposito EIRE 2010

propone come ogni anno un convegno istituzionale dedicato al retail, organizzato dal CNCC - Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali e in collaborazione con Ge.Fi. e il Comitato Scientifico di EIRE. Il tema è “Il commercio di alta gamma nei centri storici e nelle nuove centralità”, con l’obiettivo di mostrare come una stretta collaborazione tra i protagonisti del commercio dei beni di alta gamma e gli operatori del real estate sia una delle condizioni necessarie per il consolidamento, o il rilancio, del commercio del centro città e possa essere uno strumento prezioso per la creazione di nuove polarità commerciali di alta qualità. Infine è stata attivata un’offerta speciale sul costo di partecipazione per i retailers italiani e internazionali, per consolidare ancora di più il ruolo di EIRE come momento principe del settore. Le informazioni sono sul sito della manifestazione www.italiarealestate.it. •

retail&food sarà presente anche quest’anno a EIRE con un proprio stand e per l’occasione verrà realizzato uno speciale (numero di giugno) che offrirà una panoramica sui progetti più interessanti del retail real estate. Il numero con lo speciale verrà distribuito in fiera presso i punti di maggior afflusso, in sala stampa e alla reception. Gli operatori interessati a comunicare i propri progetti possono contattare la redazione: info@retailfood.it Per ricevere informazioni sulla pubblicità del numero speciale si può scrivere a: adv@gestoeditore.it

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Crociere, shopping e ristorazione a bordo ANCORATA ALLA BANCHINA LA CRISI ECONOMICA, IL SETTORE CROCIERISTICO ITALIANO HA REGISTRATO UN +12% DI PASSEGGERI NEL 2009. AUMENTA IL NUMERO DI IMBARCAZIONI, ROTTE E PAESI COINVOLTI TRAINANDO LO SVILUPPO DEI SERVIZI DI RETAIL E RISTORAZIONE A BORDO. SEMPRE DI PIÙ LE NAVI DA CROCIERA ASSOMIGLIANO A DEPARTMENT STORE GALLEGGIANTI

C

rescita dei passeggeri a doppia cifra e prospettive rosee per la filiera. Il mercato crocieristico mondiale e soprattutto quello italiano sembrano non conoscere la crisi e navigano a tutta velocità verso nuove soluzioni, sempre più attraenti per i clienti e, allo stesso tempo, sempre più redditizie per i bilanci delle aziende che vi gravita-

no attorno. Dalle compagnie di navigazione, alle società di gestione degli spazi commerciali a bordo, passando per i fornitori, sino a coinvolgere le autorità dei porti dove attraccano i giganti dei mari (Genova, Venezia, Bari e Napoli solo per citare alcuni degli scali più importanti), alcune delle quali impegnate nell’investire sulle infrastruttu-

re per non “perdere il traghetto”. Il progressivo sviluppo per il settore trova conferma nei dati relativi ai flussi: oltre 750mila utenti nel 2009, che in Italia hanno significato un +12% rispetto al 2008 (fonte Msc Crociere), che a sua volta presentava un +9% sul 2007 (dato Ecc, European Cruise Council) mentre il fatturato europeo toccava quota 4,3

SUL PONTE SVENTOLA

BANDIERA MALL

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miliardi di euro (fonte Costa Crociere). Per quanto riguarda l’ampliamento e l’ammodernamento delle flotte, si segnala il varo di tre importanti unità tra cui spicca l’Oasis of the Seas: la nave da crociera più grande del mondo e ammiraglia della compagnia Royal Caribbean International, che ospita 11 negozi su tre livelli. La risposta delle due compagnie italiane Costa Crociere e Msc Crociere non si è fatta attendere, con l’inaugurazione rispettivamente di Costa Deliziosa e Msc Magnifica. Le aspettative degli operatori per il


2010, attestate su un complessivo +10% di ospiti, confermano il trend degli ultimi anni con una leggera diminuzione rispetto ai dodici mesi precedenti. Oltre agli itinerari esclusivi e alle innumerevoli attrattive on board, una leva sempre più importante è quella dell’offerta retail and food, che, come testimonia Msc Crociere, può arrivare a pesare anche il 20-25% sul fatturato della compagnia. Le signore dei mari assomigliano ormai a dei veri e propri department store o a delle mini-gallerie commerciali galleggiati, rigorosamente all’insegna del lusso per quanto riguarda il retail e della qualità delle materie prime per quanto concerne la ristorazione. Ma come si sviluppano queste attività e chi le gestisce? Per comprendere queste dinamiche abbiamo intervistato le compagnie Costa Crociere e Msc

Crociere e due operatori specializzati rispettivamente nelle gestione on board dell’offerta retail e di quella food, che sono Starboard Cruise Services e Ligabue Catering. Molto riserbo, in generale, è stato dimostrato sui dati di fatturato.

Msc e Costa: diverse le strategie, simili gli obiettivi Premesso che l’ampiezza delle superfici destinate al retail e al food on board varia da nave a nave in proporzione, soprattutto, alla stazza della singola unità, la scelta del mix merceologico diventa il driver principale. Per attrarre un numero progressivamente maggiore di turisti, l’obiettivo delle compagnie e di conseguenza degli operatori a cui appaltano i servizi è di elevare al massimo l’esperienza di acquisto, allestendo un’offerta definita nei minimi particolari in base alla rotta e alla tipologia di clientela. Queste operazioni fanno leva su studi che prendono in considerazione l’età media, la nazionalità, la propensione all’acquisto e altre caratteristiche degli utenti. Tuttavia per gestire l’offerta a bordo Msc Crociere e Costa Crociere hanno trovato soluzioni differenti sul fronte retail: la prima si appoggia a una controllata, Msc Shop, la seconda si affida a una società specializzata, Starboard Cruise Services. «Nel 2009 Msc Crociere è cresciuta del 36% sul numero totale dei passeggeri mentre in Italia del 28 per cento – spiega Leonardo Massa, direttore commerciale Sud Europa di Msc Crociere –, e abbiamo un’aspettativa simile

anche per il 2010, leggermente più contenuta a livello mondiale. La nostra offerta a bordo si sviluppa in media con una ventina di negozi per ogni nave, che sono gestiti da una società controllata al 100%, Msc Shop, la quale si occupa direttamente di alcuni punti vendita mentre altri li dà in appalto a terzi. La logica è quella di creare un grande centro commerciale. Una parte consistente del nostro fatturato, in una percentuale che si è attestata tra il 20-25% nel 2009, si crea infatti con i proventi che generiamo attraverso i negozi, i servizi e i bar. In generale facciamo in modo che tutte le tipologie di clienti possano trovare a bordo delle soluzioni in grado di soddisfare le loro aspettative. A dimostrazione dell’attenzione che Msc dedica all’area food and beverage, in questo settore lavora con circa 840 aziende italiane. Sulle navi grandi, come ad esempio Msc Fantasia, abbiamo oltre 22mila metri quadrati

Riccardo Polito, respon. Ligabue della divisione Cruise & Resort

di spazio comune e un’offerta molto variegata con ristoranti, bar, bar tematici, winebar, cinema 4d, simulatore di Formula1, shop, beauty saloon, palestra ecc». Se dal punto di vista della proposta commerciale, quindi, le navi da crociera possono essere considerate come degli shopping center o meglio come dei department store galleggianti, il flusso di passeggeri annuo lascia immaginare quali siano le potenzialità per la leva del retail e del food. «Abbiamo chiuso il 2009 con circa 1,3 milioni di ospiti – illustra Antonio De Rosa, VP cruise operations di Costa Crociere –. Un vero e proprio record per il settore in Europa, che conferma il nostro trend di crescita. Basti pensare che nel 2000 avevamo 363.000 ospiti e per il 2010 contiamo di raggiungere il nuovo record di 1,5 milioni di unità. A bordo di tutte le nostre navi ci sono almeno una sala ristorante e un ristorante self service, attivi a colazione, pranzo e cena, compresi nel prezzo della crociera. Su 12 navi della flotta ci sono ristoranti a pagamento e su prenotazione, con menù a cura del famoso chef italiano Ettore Bocchia, executive chef del Grand Hotel Villa Serbelloni di Bellagio sul lago di Como. Infine, nelle navi di ultima generazione sono presenti ristoranti “Samsara” all’interno dell’area benessere, con menù all’insegna della leggerezza». Si

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Crociere, shopping e ristorazione a bordo tratta quindi di un grande sforzo organizzativo dato che le imbarcazioni più grandi in portafoglio a Costa Crociere possono ospitare sino a 3.780 passeggeri più mille persone d’equipaggio. «Sulle navi di grande stazza, tra ristoranti e buffet offriamo più di 50 piatti diversi ogni giorno, cene di gala con menù speciale, buffet di mezzanotte, e utilizziamo circa 3.500 ingredienti in ogni crociera – prosegue De Rosa –. Ciò che rimane fuori dal prezzo della vacanza sono le bevande (alcolici e soft drink), oltre ad alcune sfiziosità come quelle offerte dai nostri chocolate bar. I negozi di bordo, invece, sono gestiti insieme a Starboard Cruise Services e includono famosi brand italiani e internazionali, come Chanel, Dior, Bulgari, Versace, Ferragamo, Calvin Klein, Moschino, Prada, Dolce & Gabbana, Gucci, Armani, Hermes, Hugo Boss, Versace, Valentino e Swarovski».

in continua crescita e sul fronte della comunicazione garantisce un grande numero di contatti». Entrando nel merito dell’offerta commerciale, la flessibilità è la maggiore peculiarità che contraddistingue gli shop sulla nave rispetto a quelli tradizionali, perché lavorano in funzione dei continui cambiamenti del target di riferimento. «I negozi sono multimar-

nave. Per esempio Costa Deliziosa ha uno spazio interamente dedicato alle categorie duty free classiche, con tabacco, liquori e souvenir, uno riservato al beauty e un terzo completamente destinato al mondo del lusso».

Starboard, avanti tutta sul retail Operativa nel settore delle crociere dal 1958, Starboard Cruise Services si occupa di on board travel retail, cioè della gestione in toto dei negozi a bordo delle navi da crociera, ed è partner di cinque tra le maggiori cruise line al mondo che sono Carnival, Royal Caribbean, Holland America Line, Celebrity Cruise Lines e Costa Cruise Lines. L’azienda con sede a Miami opera con contratti di concessione esclusiva su un totale di circa 80 navi lungo itinerari che coprono dall’Alaska all’Australia, sino ai Caraibi, alla Cina e ovviamente al mar Mediterraneo. «Il continuo allargamento e miglioramento dell’offerta con prodotti di qualità è uno dei pilastri su cui si fonda la nostra attività – spiega Roberto Ventura, commercial director STB Srl, Service Provider for Starboard Cruise Services –. Il nostro modello di business non prevede meccanismi di sub concessione ma una gestione diretta in partnership con le aziende fornitrici, in modo da ottimizzare il risultato mettendo insieme le loro competenze di settore e il know how specifico di canale che ha sviluppato Starboard Cruise Services. Le richieste dei partner fornitori sono di costruire insieme, all’interno dei negozi, uno spazio che sia ottimale per l’esposizione e per l’immagine del prodotto. Ciò può anche portare all’allestimento di corner o shop in shop, compresi nel più grande department store. Per i brand che lavorano con noi il business a bordo delle navi da crociera è un’opportunità importante poiché è

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Food, già compreso nel biglietto

Leonardo Massa

Roberto Ventura ca e abbiamo nella nostra gamma di prodotto i maggiori marchi del lusso a livello mondale – prosegue Ventura –. Le categorie merceologiche che trattiamo variano da quelle classiche del duty free, quindi food&beverage, tabacco e beauty, sino a quelle tipiche di una nuova concezione di travel retail, che ci accomunano al campo degli aeroporti, tra cui si annovera il lusso tradotto in accessori come orologi, gioielli, occhiali e abbigliamento. Il numero e la dimensione dei negozi cambiano da nave a

Rientrando in parte nel listino del pacchetto viaggio, il food merita un discorso a parte rispetto al retail. Da notare, in primis, che rappresenta una voce passiva nel fatturato delle compagnie da crociera, ma non ovviamente per le aziende concessionarie e fornitrici. Questo è il quadro della situazione testimoniato da Ligabue Catering, la cui attività a bordo delle navi da crociera riguarda la fornitura di servizi alberghieri, ossia di tutti quei servizi legati alla gestione dei ristoranti, dei bar e delle cabine delle navi servite. «Nella maggior parte dei casi il food è solo un costo per la compagnia e, escludendo alcuni ristoranti à la carte non inclusi nel prezzo del biglietto, non genera alcun fatturato – testimonia Riccardo Polito, responsabile Ligabue della divisione Cruise & Resort –. Il costo dell’operazione food, incluso il personale, incide dal 10% al 15% sul fatturato derivante dalla vendita delle crociere. L’offerta alimentare è studiata “su misura” per ciascun cliente. In linea di principio i menù vengono definiti

sulla base delle preferenze delle diverse nazionalità, dell’età media dei passeggeri, dell’itinerario della nave e in base alla stagionalità dei prodotti». A bordo della maggior parte delle navi da crociera non avviene quindi una commercializzazione degli spazi food: i ristoranti e i bar, anche se di espressione etnica o tipologia differente, sono gestiti dall’armatore o dal soggetto al quale è appaltata l’attività. «Esistono comunque alcuni casi in cui si trova uno spazio gestito da operatori specifici tipo Steakhouse o altri marchi indipendenti come la catena di ristoranti piuttosto che quella di bar – prosegue Polito –. Le navi gestite da Ligabue Catering sono di dimensioni medio piccole per cui parliamo di imbarcazioni con, di norma, un ristorante principale (che lavora su uno o due turni), con un’area buffet (al pool deck o al panorama deck) e con tre/sei bar. Offriamo ai nostri clienti, compagnie armatoriali e tour operator (Plantours, Ellevì Shipping, Dunavtours, Majestic International, Sjbrands Cruises, Scylla Tours, ndr) un servizio ‘chiavi in mano’ e tailor–made».

Conclusioni Nonostante know how e specializzazione in questo campo siano certamente imprescindibili, siamo certi che la forza di alcuni brand, sia retail che food, potrebbe portare a ulteriori e sensibili aumenti nelle vendite. A fronte delle nuove rotte che contraddistinguono questa fase di mercato, noi di r&f crediamo, infatti, che ci siano buone prospettive per sviluppare partnership innovative tra gli armatori (o le aziende concessionarie degli spazi commerciali) e quei marchi di alta gamma o di qualità gastronomica capaci di intercettare le mode e i palati degli emergenti flussi di utenti. Andrea Penazzi



dossier aeroporti

T2,

NO HAY (QUASI) PROBLEMA

UNA LIBRERIA, DIVERSI NEGOZI DI ABBIGLIAMENTO, UN DUTY FREE “LAST MINUTE” UNA SALA VIP A PAGAMENTO. E ANCORA, PIÙ AVANTI, UNA PALESTRA E UNA GRANDE FOOD HALL. PER IL SECONDO TERMINAL DI MALPENSA, DEL TUTTO DEDICATO A EASYJET, L’AUMENTO DEI PASSEGGERI SARÀ ACCOMPAGNATO DA UN VENTAGLIO, ANCHE ORIGINALE, DI NUOVA OFFERTA COMMERCIALE. DA QUESTO LATO DELLA PISTA LA CRISI DEL TERMINAL 1 SEMBRA LONTANA

S

e non fosse impegnato in California, Arnold Schwarzenegger potrebbe essere un buon testimonial: il suo “No hay problema” ripetuto più volte in Terminator 2 (o più comunemente T2) potrebbe essere lo slogan di un altro T2, il secondo terminal di Malpensa. A meno che easyJet non decida, un giorno (a questo punto, nel Giorno del giudizio) di tirare fuori un altro tormentone del film, “Hasta la vista, baby”. Quello che si può dire, oggi, è che a fronte di

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uno scalo di Linate che ha patito nel 2009 un calo di passeggeri del 10,5% e di un terminal 1 che come noto dopo il de-hubbing di Alitalia si sta riprendendo solo ora grazie a Lufthansa e alle compagnie asiatiche, il secondo terminal varesino gode di buona salute e dispensa numeri in crescita.

I passeggeri Nel 2009 il terminal 2 ha fatto registrare 4,66 milioni di passeggeri, tutti portati dal vettore low cost

easyJet, che nel 2008 ne aveva

convogliati 3,4 milioni. Per il 2010 le attese sono di un’ulteriore crescita, a quota 5,4 milioni di passeggeri, con un ritmo di incremento che sta portando il terminal a diventare uno dei maggiori scali a livello nazionale. Non ancora abbastanza per sollevare le sorti di tutta Malpensa, che dai 23,8 milioni del 2007 ha chiuso il 2009 con 17,5 milioni di passeggeri, ma una nota sicuramente positiva. Attualmente la compagnia inglese ha 16 aerei basati a Malpensa, destinati a salire a breve: nella prossima stagione estiva 2010 la compagnia opererà 65 voli giornalieri. Lo scalo varesino è ora la seconda base per importanza del vettore e la prima nell’Europa continentale. Numeri che sembrano rappresentare una sorta di assicurazione contro il pericolo di repentini ripensamenti da parte della compagnia, già avvenuti in passato a opera di altri

vettori low cost (si pensi al recente abbandono di Alghero da parte di Ryanair, una volta esauriti i finanziamenti pubblici). L’aver puntato su easyJet, spostando peraltro tutti i charter al T1 a metà 2008, ha comportato un inevitabile cambiamento nel profilo del passeggero. Dalle indagini effettuate da Sea è emerso che la quota di chi viaggia per lavoro è ora pari al 30% sul totale dei viaggiatori. L’offerta commerciale, in conseguenza di questi movimenti, è stata revisionata, nel tentativo di bilanciare i servizi pensati per i turisti e quelli per il pubblico business.

Le attività commerciali Il cambiamento più visibile della nuova politica commerciale è il “walk through”, realizzato appena dopo i varchi di sicurezza. I passeggeri diretti agli imbarchi, in seguito ai lavori conclusi la scorsa estate,


nale detta delle “cascate”, con vista sulla pista. All’inizio di questo percorso si trova un’ex gelateria, ora trasformata in una più accattivante frullateria che ha da poco ottenuto il via libera dell’Asl. In fondo a destra si svolta per l’area imbarchi. A partire da questa curva ci sono tre punti vendita attivi del settore fast fashion (Principe, Camicissima, Yamamay), di fronte ai quali sono presenti quattro vani per negozi da allocare. Due di questi saranno a breve occupati da una libreria, senza riviste, di circa 180 metri quadrati. Non si sa ancora chi sarà l’operatore prescelto: in lizza ci sono le principali catene librarie (si veda il servizio a pagina 40), sebbene sia della partita anche la stessa Dufrital, già presente con libri ed edicole in altri aeroporti e stazioni. Negli altri due vani troveranno spazio un marchio di abbigliamento e un punto vendita di “prodotti naturali”. Il taglio del nastro potrebbe avvenire già alla fine di aprile. Nella parte degli imbarchi i prossimi mesi vedranno l’apertura di un negozio “last minute” gestito da Dufrital. Poco oltre c’è l’ultimo

I PASSEGGERI DI MALPENSA DAL 2000 (T1 E T2) Passeggeri Variaz. anno aviazione Anno precedente generale 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 gen. 2010

20.716.815 18.570.494 17.441.250 17.621.585 18.554.874 19.630.514 21.767.267 23.885.391 19.221.632 17.551.635 1.316.416

22,1 -10,4 -6,1 1 5,3 5,8 10,9 9,7 -19,5 -8,7 9,9 fonte: Assaeroporti

2008

I RICAVI NON AVIO DEGLI SCALI MILANESI

Malpensa

Ricavi non aeronautici Retail Handling di terzi e cna Parcheggi Cargo Servizi e altri ricavi

151,3 63,7 25,3 29,7 9,2 23,4

2007 Linate 56,8 20,1 8,9 17,5 1,3 9,1

Malpensa

Linate

160,3 67,3 30,4 28,7 8,7 25

56,8 19,8 9,1 17,9 1,2 8,7

fonte: Sea, dati in milioni di euro

devono attraversare in primo luogo uno spazio di duty free e di edicola/gadget gestito da Dufrital. Poco prima di entrarvi lambiscono un angolo in cui trovano spazio un negozio Carpisa, un’ottica Nau e un punto vendita in fase di assegnazione. Dopo il duty free si giun-

ge al primo dei locali di MyChef, aperto circa un anno e mezzo fa, con un’ampia zona tavoli. La società gestisce tutta la ristorazione nell’airside. Di fronte si trova il recentissimo (dicembre 2009) spazio Design & Game, gestito da Lottomatica. Sono presenti videopo-

ker e biglietti per le lotterie. Visto il successo di questa attività la Sea sta progettando di aprirne una analoga, più grande, al Terminal 1, mentre uno spazio simile, di dimensioni ridotte, è già presente a Linate. Superata una rampa di scale si giunge a un’area longitudi-

esercizio aperto in ordine di tempo, un ristorante/wine bar/kebab gestito da MyChef, con un discreto numero di tavoli che danno verso la vetrata. A brevissima distanza si trova un’ulteriore superficie a un punto di svolta: la sede della futura sala vip. Ampia

retail&food - aprile 2010 39


dossier aeroporti

ideare per i passeggeri atterrati nello scalo un percorso che li conduce direttamente al duty free iniziale. Per uscire, dunque, i viaggiatori devono attraversare tutta la struttura, impiegando circa 10 minuti tra i pur pregevoli negozi,

RICAVI ATTIVITÀ COMMERCIALI RETAIL E PARCHEGGI PASSEGGERI (2009)

I RICAVI DA ATTIVITÀ COMMERCIALI E PARCHEGGI (2009) 18%

5%

8% 54%

Attività Parcheggi Pax Shop Ristorazione Autonoleggio Banking

15%

150 metri, sarà gestita da Sea. Come spiega Serafino Perego, direttore commerciale non aviation della società di gestione aeroportuale, «l’idea è di tenere un contatto diretto con la clientela, alla quale offriremo un servizio a fronte di un trattamento economico, così come avviene con il “fast track”», ossia la precedenza assicurata attraverso i varchi elettronici. Sono comunque possibili convenzioni particolari con la stessa easyJet. La decisione di mettere a pagamento la business lounge non è la prima del genere. Come evi-

40 retail&food - aprile 2010

Banking Autonoleggio Ristorazione Shop Totale retail Parcheggi pax Totale

Ricavi 960.741 642.583 2.135.338 1.763.512 5.502.173 6.477.505 11.979.678

fonte: Sea, dati in euro

denziato nel “Dossier aeroporti” di marzo, un’analoga scelta è stata presa da Bologna, dove i passeggeri non business pagano 21 euro per entrare e dove i risultati sono stati giudicati molto positivamente.

Migliorie nel walk through

per giungere poi alla zona di riconsegna bagagli. Qualche polemica, anche vivace, è stata sollevata a tal proposito dalla stampa locale. Per venire incontro agli utenti, aggiunge Perego, si interverrà nelle strozzature del percorso, aggiungendo una scala mobile e indicando con maggiore chiarezza gli ascensori.

Nella parte degli arrivi, infine, l’offerta è limitata all’autonoleggio, ai servizi di mobilità e a un bar/edicola di Itineris. La percezione da parte dei viaggiatori della penuria di attività commerciali in questa zona, spiega Perego, ha contribuito a

Le novità più inaspettate e degne di interesse sono però allo studio nel landside. Oggi sono presenti tre punti di ristorazione: un bar MyChef, un self-service Ciao di

Il futuro del landside

Autogrill e un bar in gestione a Sea Service (partecipata al 30% da Sea), che nel 2009 ha sostituito un precedente locale di Onama Compass. Per il resto, tolta l’ampia area destinata ai banchi del checkin di easyJet, tutta la zona è dominata da una lunga teoria di checkin in disuso. Anche ipotizzando una forte crescita di passeggeri, d’altra parte, l’abitudine sempre più radicata di dotarsi di carta d’imbarco direttamente online non comporterà un utilizzo maggiore dei banchi. Per questo, racconta Perego, «ci saranno delle attività di richiamo per il territorio. Ci potrebbe essere una grande palestra e un “food center” diversificato. L’importante è che siano attività che non si trovino nei dintorni e che quindi richiamino i residenti nei comuni vicini, i quali potranno usufruire di ampi parcheggi, di 9.500 posti in totale». Quanto ad attrazioni per il bacino d’utenza locale, un altro progetto originale è allo studio al Terminal 1: un acquario «destinato – aggiunge il manager – a divenire simbolo di innovazione e attrazione». Tra le altre iniziative rivolte al territorio ci sono progetti pensati per i visitatori, in particolare i ragazzi delle scuole, comprendenti ad esempio delle visite guidate all’aeroporto, incluse la torre di controllo e la sede degli Enti di Stato.


I parcheggi Tra i progetti recenti che stanno più a cuore alla Sea c’è il piano dei parcheggi, completato su Malpensa con l’apertura del “P1 low cost”, lo scorso 3 febbraio, che ha portato a cinque le strutture esistenti. «Abbiamo cominciato da diversi mesi un lavoro importante di ride-

finizione del posizionamento dei nostri parcheggi, in modo da far capire all’utenza la differenza tra il parcheggiare in aeroporto e il parcheggiare fuori dall’aeroporto», spiega Perego. Nei paesi vicini, infatti, sono presenti circa 15 parcheggi, collegati con navetta gratuita all’aerostazione (si veda il servizio a pagina 18). «Parcheggiare nell’aeroporto – continua – significa essere più comodi, avere la garanzia di un ente istituzionale quale noi siamo, e la certezza che le cose sono state fatte spendendo tutto quello che è necessario, per i collaudi, la sicurezza e la manutenzione. Mi permetterei di dire che probabilmente nei parcheggi esterni non è proprio così». Il nuovo parcheggio è stato accompagnato da un’altrettanto nuova politica di immagine: «L’idea di realizzare un sistema unico sul T1 e sul T2 con un’offerta diversificata, che potesse dare una risposta alle esigenze

di tutti i possibili utilizzatori, era legata all’apertura del nuovo parcheggio – spiega Leonardo Pedersoli, responsabile marketing della direzione commerciale non aviation di Sea–. Questo ha però comportato la revisione dell’immagine dei parking: abbiamo uniformati gli ingressi e creato una via dei parcheggi in cui c’è una visibili-

anno, per esempio, metà del Terminal 2 è stata occupata dalle affissioni della Disney. Per il resto la pubblicità è stata gestita in maniera più tradizionale, tenendo presente l’orientamento generale di preferire una comunicazione di grande impatto alle esposizioni piccole, che vengono sostanzialmente ignorate. Il cambiamento più rilevante riguar-

wi-fi: attualmente copre parte del T2, ma tale copertura verrà ulteriormente estesa. In tutti i casi la disponibilità di internet senza fili è a pagamento. La possibilità di un’offerta gratuita, magari con un accesso che convogli il navigatore su un sito con pubblicità o offerte del territorio, secondo Perego è tuttavia «una strada percorribile. Oggi il wi-

tà forte di tutta l’offerta». È stato poi aggiornato il logo del servizio dei parcheggi “Park&Fly” e aggiunta una grande scritta visibile dall’autostrada. Rinnovata, inoltre, l’immagine e la funzionalità del sito internet dal quale, in una seconda fase di sviluppo, sarà possibile anche effettuare la prenotazione con pagamento.

derà però l’hardware dell’advertising. Dopo l’introduzione a Linate di 50 monitor Lcd da 57 pollici, anche a Malpensa Terminal 1 e 2 si procederà all’installazione di schermi digitali che convoglieranno pubblicità, news e informazioni di servizio. Il digital signage si è rivelato particolarmente adatto ai luoghi di viaggio ed è stato adottato tra gli altri nel circuito di Grandi Stazioni e delle Ferrovie Nord Milano. I progetti sono però in questo caso anche più ambiziosi: si procederà, secondo quanto anticipano da Sea, alla creazione di un “airport channel” (come ha fatto l’aeroporto di Saint Exupery di Lione) e si cercherà di modulare l’offerta sui singoli monitor. Davanti al gate di un volo per Parigi, ad esempio, potrebbero essere veicolate informazioni sul clima nella capitale francese, ma anche sulle offerte commerciali, come le carte per i turisti. In tema di tecnologia, un altro obiettivo è il

fi è un servizio che entra nella testa della gente come qualcosa di dovuto». Resta da vedere quale, tra gli aeroporti italiani, sarà il primo a partire, seguendo l’esempio dei principali scali internazionali, soprattutto asiatici.

L’advertising e il wi-fi Il 2009 è stato un ”annus horribilis” per la pubblicità e per l’out of home in particolare (che ha avuto una contrazione generalmente del 40%) e il sistema degli aeroporti milanesi non ha potuto che risentirne. Per reagire Igp Decaux, la società che ha la concessione per l’advertising negli scali, ha puntato sul concetto di “domination”, ossia di copertura massiccia degli spazi da parte di un singolo inserzionista per uno o due mesi. Lo scorso

Conclusioni L’impressione generale, attraversando il Terminal 2, è di un effetto “patchwork” causato dalla diversità delle zone progettate in tempi distinti. La grande sfida da affrontare è quella di creare un’unità visiva, per migliorare la piacevolezza del percorso nel walk through. Bisogna però sottolineare come sia notevole la vivacità degli interventi soprattutto per quanto riguarda le attività di ristorazione, retail e dei parcheggi. Bisognerà attendere che partano tutte le attività economiche, nella seconda metà dell’anno, per vedere i risultati sui conti economici. Finora, a quanto riporta la Sea, nel T2 le attività di ristorazione hanno ottenuto dei risultati positivi grazie sia all’aumento dei passeggeri di easyJet, che all’introduzione di una nuova offerta, più ampia e diversificata. Hanno più o meno tenuto gli shop, calati invece nell’intero sistema aeroportuale, sono cresciuti i parcheggi, mentre molto negativi sono stati i ricavi da advertising. Con la crescita dei passeggeri attesa e l’avvio di una articolata offerta commerciale, comunque, il 2010 sarà un anno di sviluppo. Almeno al Terminal 2 la crisi di Malpensa appare lontana. Fabrizio Patti

retail&food - aprile 2010 41


analisi mercato Nessuno snobismo e tanto pragmatismo aumentano vendite e cultura

LIBRI, LA VITTORIA DEI CENTRI COMMERCIALI OFFERTA AMPIA, SERVIZIO CURATO, EVENTI: LE LIBRERIE NEI CENTRI COMMERCIALI SI DISCOSTANO SEMPRE PIÙ DAL MODELLO “BEST-SELLER E SCONTI” DEI SUPERMERCATI E SI AVVICINANO AI PUNTI VENDITA DEI CENTRI STORICI

S

enza un dibattito paragonabile a quelli che si sono scatenati con l’apertura dei cinema multiplex a discapito delle sale indipendenti, si è sviluppata negli ultimi tre anni una rivoluzione nel mondo della cultura: l’esplosione delle librerie all’interno dei centri commerciali e – fatto ancora più imprevedibile – la loro sostanziale accettazione da parte degli amanti della lettura. Il rapporto 2009 sullo stato dell’editoria, curato dall’Aie, associazione italiana editori, fa notare come le librerie di catena rilevate siano oggi triplicate rispetto alle 314 censite solo nel 2007. L’accelerazione è avvenuta attraver-

ce, oltre che da uno sguardo anche distratto alle insegne per strada, anche dai dati della ricerca “Piccoli e grandi a confronto” curata da Nielsen BookScan: da gennaio a novembre del 2009 il mercato delle catene è aumentato del 5,9%, arrivando al 37,4% di quota di mercato, mentre quello delle indipendenti è sceso del 2,8%, atterrando al 40,9 per cento. Le cause: con tutta probabilità, come avviene in altri settori, la garanzia di un livello di servizio standard, la qualità degli arredi e la chiarezza dell’esposizione, oltre a punti di forza specifici come gli orari di apertura estesi, la possibilità di sedersi e leggere in tutta tranquillità,

LA PRESENZA PER CANALE Marchio La Feltrinelli* Giunti Al Punto Librerie.Coop Gamestop Mondadori Mondadori di cui Retail multicenter Mondadori Retail librerie Mondadori Franchising Librerie Mondadori Franchising Edicolè + Gulliver

Centri commerciali

Aeroporti

Stazioni

Città

la presenza di punti di ristoro. Tra gli altri canali si sono rafforzati quello della grande distribuzione organizzata (banco libri nei supermercati e grandi magazzini), con un +2,9% e il 18% di quota di mercato, e la vendita via internet, dove si è registrata una crescita del 21,9% e si è arrivati al 3,7% di quota. L’online cresce per l’affermarsi degli operatori maggiori, Bol.it (gruppo Mondadori), Ibs.it e Hoepli.it ma anche per la crescita di altri soggetti, come lafeltrinelli.it, mediaworld.it, libreriauniversitaria.it, webster.it e dea.it. Nel complesso il mercato del libro nel 2009 (i dati si fermano prima del periodo natalizio) ha fatto registrare una crescita del 2,1%, ma con un andamento completamente diverso tra il Totale

25 94 18 290 107

6 2 0 0 3

2 0 0 0 10

64 43 4 40 362

97 140 22 330 482

4

0

0

9

13

13

0

0

7

20

50

3

6

157

216

40

0

4

189

233

fonte: elaborazione di r&f sui siti internet delle società

* tutti i marchi della catena

so la formula del franchising, che era, sottolinea lo studio, «solo fino agli anni Novanta riservata esclusivamente al settore delle librerie professionali». Ci sono state «nuove aperture, ma anche l’uso di questa formula da parte di librerie a conduzione familiare che nel franchising hanno intravisto una (la sola?) possibilità di restare sul mercato».

Il successo è nei numeri Che le librerie di catena vadano meglio delle indipendenti lo si dedu-

42 retail&food - aprile 2010

primo semestre, quando le vendite si erano contratte del 2,1%, e il periodo luglio-novembre, quando la crescita è stata in media del 7 per cento. La dinamica delle vendite di libri è stata confermata anche dagli operatori contattati da r&f, secondo i quali le vendite di musica e home


Andamento dei mercati Editoriale (Euro x 000) Musicale (pezzi venduti x 000) Home Video (pezzi venduti x 000) Games (Euro x 000)

2008

2007

1.478.465 23.654 27.655 691.920

1.487.488 30.159 32.739 557.535

% 08-07 -0,60% -21,60% -15,50% 24,10%

fonte: elaborazione bilancio Librerie Feltrinelli su dati Demoskopea

video sono invece andate molto male, dal -4/5% stimato da Librerie Feltrinelli al -14/16% di Mondadori. Oltre a queste referenze le librerie multiprodotto vendono anche videogames, un mercato che negli ultimi anni ha conosciuto un’espansione notevolissima. Nelle gallerie

dei centri commerciali la vendita dei videogames si divide tra le superfici dell’elettronica di consumo (Media World, Euronics, Unieuro ecc.), le librerie multiprodotto (soprattutto Feltrinelli, che ha l’1,46% di quota di mercato in questo comparto) e i negozi specializzati, tra i quali domi-

›Alto servizio per resistere alla Gdo intervista

Intervista a Riccardo Cattaneo, dg Mondadori Retail Com’è cambiato negli ultimi anni il profilo del consumatore che cerca una libreria nei centri commerciali? È diventato un cliente più simile a quello del centro città. Ma più del profilo del consumatore a essere cambiata è la competizione all’interno dei centri commerciali, soprattutto negli ultimi tre anni. Oggi nelle aree food lo spazio per il libro si è ampliato notevolmente nelle referenze e nella qualità del servizio. Inoltre nella galleria l’elettronica di consumo ha iniziato a estendere nella sua offerta di media e di libri. Le librerie negli shopping center hanno dovuto adattarsi e rispondere con un’offerta ancora più ampia: sono aumentati gli spazi, la dimensione, il catalogo, ma anche la qualità del servizio e la capacità di reperire titoli. Puntando solo su poche referenze con un’alta promozione non si poteva infatti essere vincenti rispetto ai concorrenti. Le aperture nel 2009 sono state numerose? Nel 2009 il Gruppo Mondadori ha raggiunto quasi 500 punti vendita rispetto ai 434 del 2008. Sono state aperte infatti, senza considerare il canale bookclub, oltre 60 librerie, dirette o in franchising, di cui 25 nei centri commerciali. Puntiamo a superare i 600 punti vendita nel corso del 2010, concentrandoci maggiormente sulle nuove aperture nei centri cittadini.

C’è troppa concentrazione in questo canale? Ci sono vari aspetti negativi: spesso assistiamo all’apertura di nuovi centri ancor prima che siano pronti, senza ad esempio che sia stata completata la viabilità o la copertura delle gallerie. In altri casi i costi di gestione sono inattesi e incontrollati: si scrivono contratti che valgono 80 euro a metro quadrato, ma poi i consuntivi arrivano a 120-140 euro. Il 2009 è stato un anno difficile per tutti i prodotti? No, nel libro abbiamo tenuto, registrando un aumento delle vendite del +4% rispetto al 2008, anche grazie ad alcune promozioni: nel 2009 abbiamo inoltre pianificato per la prima volta le nostre iniziative anche in tv. Hanno sofferto invece il comparto video e la musica, con rispettivamente un calo del 14% e del 16 per cento. Il canale centro commerciale è andato meglio del centro città? Ha performato un po’ meglio del centro città, anche se bisogna distinguere tra i negozi presenti nelle strade principali, che pure hanno registrato un buon andamento dai negozi nelle vie secondaria che hanno avuto maggiori difficoltà.

retail&food - aprile 2010 43


analisi mercato na la catena Gamestop (si veda il box in pagina).

La cultura nei centri commerciali Come per altre categorie di negozi, anche le librerie hanno visto uno sviluppo particolarmente accentuato nei centri commerciali. Ma se questo sviluppo prosegue da una decina d’anni, solo recentemente è avvenuto un salto di qualità di queste librerie. Come nota Giovanni Peresson, direttore dell’ufficio studi dell’Aie, «il pubblico delle librerie nei centri commerciali è diventato assimilato in tutto e per tutto a quello che frequenta i centri storici. Questo perché questi luoghi stanno diventando poli di attrazione per lo svago, potendo ospitare dai cinema alle palestre». Il cambiamento del profilo dei consumatori, continua Peresson, «è stato un vettore di trasformazione delle librerie negli shopping center, che non puntano più esclusivamente sui vantaggi di prezzo, ma sull’assortimento e sul servizio, vantaggi tipici delle librerie del centro storico». È quasi impossibile, comunque, stabilire quanto sia stata la domanda a influenzare l’offerta o viceversa. Quel che è certo è che a spingere le catene verso un arricchimento dell’offerta ha contribuito l’espansione degli spazi dedicati ai libri nelle àncore alimentari, dove non si trovano più solo i

a r&f Maurizio Motta, direttore generale commerciale di Mediamarket (Media World e Saturn): «Il trend del comparto libri è sicuramente molto positivo e interessante, l’incremento è stato di oltre il 20% nel 2009 rispetto al 2008. Nel 2009 Media World e Saturn hanno toccato quota 2 milioni di copie di libri venduti, soprattutto al Sud, dove i consumatori non sempre hanno a disposizione un punto di shopping». Quanto al profilo del cliente, continua Motta, «i giovani sono tra i maggiori alto-spendenti in editoria all’interno di Media World e Saturn, rispetto agli over 35. Sono più donne che uomini». A testimoniare l’elevazione della libreria nello shopping center a luogo di cultura è l’affacciarsi degli eventi anche in questo canale. A

500 in media delle librerie tradizionali e i 300-2.000 di quelle multiprodotto. Anche Mondadori nei centri commerciali ha metrature medie, sebbene ci siano eccezioni come il multicenter nel “Torri Bianche” di Vimercate che si estende su 1.700 metri. Tra le insegne che hanno la superficie maggiore negli shopping center c’è la Fnac, aperta nelle “Gru” di Grugliasco, Torino, (400 metri quadrati) e da poco anche a Campi Bisenzio, nel noto shopping center I Gigli. Di dimensioni medie più piccole ma diffusissime sul territorio sono poi le librerie Giunti al Punto, catena che ha oggi 94 dei 140 punti vendita negli shopping center. Come già sottolineato da r&f nei numeri di gennaio-febbraio e marzo, l’azienda è una delle più vivaci del settore

della distribuzione di libri: a seguito dell’accordo tra il gruppo Giunti ed Emmelibri (Messaggerie italiane) è infatti nata una nuova società che conta oggi 170 librerie e punta ad arrivare a 200 nei prossimi due anni.

Il travel è Feltrinelli Decisamente più limitata la presenza nei luoghi di viaggio. È Feltrinelli che si è distinta per la maggiore attenzione al canale, avendo anche creato il marchio Feltrinelli Express. Negli aeroporti questa insegna si trova in cinque punti vendita a Fiumicino e in un grande spazio a Olbia. Ma per la catena la vera scommessa è rappresentata dal mondo ferroviario: dopo l’esperimento nella stazione Garibaldi di Milano, nel circuito di Centostazioni, lo scorso dicembre è stato il turno della prima apertura

Gamestop, gigante formato formica

bestseller e dove si gioca pesantemente la carta della scontistica (per legge limitata al 15%, salvo promozioni limitate nel tempo). Altro concorrente in questo canale sono le insegne dell’elettronica di consumo, che hanno ampliato la gamma di media, inclusi i libri. Così commenta

44 retail&food - aprile 2010

crederci di più è stata Librerie.Coop, mentre Feltrinelli limita per ora gli eventi alle città, a causa degli spazi minori nei punti vendita negli shopping center. Per la catena della grande Effe la superficie dei negozi è di 350 metri quadrati nei centri commerciali, contro i

Negli ultimi anni la nicchia dei videogiochi è diventata massa e tra chi ne ha approfittato di più c’è stata la catena retail Gamestop. La casa madre americana, presente in una quindicina di Paesi “occidentali”, mostra ormai numeri che incutono timore: 6,6 miliardi di euro è stato infatti il fatturato globale nel 2008, in crescita del 38% rispetto all’anno prima. La filiale italiana conta su ricavi annui per 261 milioni di euro, in questo caso cresciuti del 34% rispetto al 2007. Nel 2009 le nuove aperture sono state 42 e anche il 2010 dovrebbe assistere all’ampliamento della rete. Ora la società conta su 330 negozi nel nostro Paese, tutti di proprietà e di piccole dimensioni, distribuiti in maggioranza nei centri commerciali (290 punti) e per il resto nelle città (40 punti). La presenza è distribuita in tutta Italia, con una prevalenza delle regioni del Nord e dell’area di Roma. «L’anno appena passato – spiega Davide Cristallo, responsabile della catena in Italia – si è chiuso con risultato superiore al 2008, mentre il mercato di riferimento si è contratto. Non siamo però cresciuti a due cifre come ci aspettavamo. La causa è da ricercarsi nella decisione di molti produttori di posticipare il lancio di nuove referenze. Le poche novità che sono uscite, infatti, hanno avuto risultati eccezionali». Nessun dramma, per il manager, neanche per la virata del concorrente del canale cittadino Blockbuster, che ha reagito alla crisi dell’home video allargando moltissimo lo spazio per i videogames e presentando un’ampia proposta di usato. «Il mercato è grande – commenta Cristallo –, non cambia niente. Ci sono mille competitori ma noi abbiamo una specializzazione che ci avvantaggia».


›Nelle stazioni chiarezza e servizio al massimo intervista

Intervista a Stefano Sardo, dg Librerie Feltrinelli Il 2009 è stato un anno solo negativo o no? In realtà siamo soddisfatti, nel 2009 abbiamo chiuso il fatturato quasi in pareggio. Il risultato dei libri è stato leggermente positivo, mentre la musica e l’home video sono arrivati a fine anno con un segno negativo, intorno al 4-5 per cento. Detto questo, abbiamo comunque continuato a guadagnare quote di mercato. Dovremmo chiudere con un risultato operativo di poco inferiore a quello del 2008, mentre l’utile sarà superiore, in virtù di alcune operazioni straordinarie compiute nel corso del 2009. Ci sono state nuove aperture lo scorso anno nei centri commerciali? Nel 2009 abbiamo inaugurato alcuni nuovi punti vendita nei centri cittadini, come il megastore a Genova, e nella stazione ferroviaria di Napoli. Non si è presentata invece occasione di aprire nei centri commerciali, anche se non c’è la volontà di escludere questo canale. L’impressione è che sia sempre più difficile, per il livello di saturazione, avere nei nuovi centri commerciali punti vendita di livello paragonabile a quelli dei centri esistenti. C’è la possibilità di un'espansione geografica nel Sud?

Nel Sud Italia abbiamo aperto nei centri commerciali diverse realtà, a Casamassima (Bari), a Salerno, a Siracusa. L’ultimo è stato a Pontecagnano, vicino Salerno, che ha avuto un inizio difficile ma sta crescendo. Nel Sud si registrano rendimenti inferiori rispetto a quelli del Centro-Nord, ma non abbiamo preclusioni. Dopo l’apertura nella stazione di Napoli, è prossima quella nella Centrale di Milano. Cosa contraddistingue il canale travel? Ai primi di dicembre abbiamo aperto a Napoli la prima libreria di grandi dimensioni in una stazione: 800 mq su due livelli. Stiamo registrando un notevole successo, in linea con le nostre previsioni. L’offerta è della massima ampiezza e più curati del solito sono il layout, la comunicazione, la percorribilità degli spazi, così come la facilità nel trovare i titoli e i settori. Un totem è ad esempio a disposizione del cliente, che può vedere se un libro è in negozio, o altrimenti prenotarlo e averlo in 24 ore. C’è poi un piccolo reparto di prodotti alimentari, con beni selezionati con cura e non facilmente reperibili nei supermercati, pensati per chi viaggia. Infine, all’interno del negozio è presente un corner LeFel.

Librerie.Coop, design a cinque stelle I numeri sono ancora quelli di una start up. Ma le Librerie.Coop si stanno imponendo come il quarto operatore tra le librerie di catena. Il rosso che si trova alla voce utili del bilancio è destinato a durare ancora alcuni anni, ma è dovuto al peso del tutto rilevante degli investimenti. Sono già arrivate a 22 le unità aperte dal 2005 a oggi. Il break-even point è atteso per il 2012, ma se fossero messe in conto entro il 2012 altre 22 aperture, portando a oltre 40 il totale, il pareggio di bilancio arriverebbe nel 2014, sebbene con prospettive di redditività superiori. Il 2009, racconta il presidente della società, Domenico Pellicanò, «non è andato secondo le attese: su tre punti vendita ci sono stati ritardi nelle aperture, che hanno causato minori entrate per 400mila euro rispetto al budget, e ci sono stati problemi tecnici nel punto vendita situato nel cinema Ambasciatori di Bologna. Per il resto le librerie che hanno aperto da almeno un anno hanno avuto un andamento molto positivo». Il fatturato si è attestato a 22 milioni di euro. Il punto vendita nel cinema Ambasciatori è stato comunque motivo di soddisfazione: è stato infatti selezionato tra i primi sei progetti di innovazione di retail in tutto il mondo al Retail Innovation Award, risultando il più votato. Il 22 aprile è attesa a Berlino la proclamazione del vincitore tra i sei finalisti. La libreria, di 800 metri quadrati su tre piani, ha visto una partnership inedita con il negozio di cibi di altissima qualità Eataly. Un altro negozio da segnalare è quello nel Carosello di Carugate, per due motivi: è l’unica libreria presente in un centro commerciale con àncora diversa da Coop (si tratta di un Carrefour) ed è l’unica in una regione che non rappresenta alcuna delle cooperative proprietarie. Anche negli shopping center a insegna Coop, dice tuttavia Pellicanò, la grande superficie non fa sconti ai cugini librai, e propone best seller con forti sconti. Per questo nei punti vendita in galleria l’offerta e il livello di servizio devono essere paragonabili ai punti vendita cittadini. Tra gli elementi di servizio ci sono in particolare gli eventi, che si svolgono anche nei centri commerciali. Sul fronte dei prodotti, il 2010 vedrà partire un accordo con C’Art che porterà a sviluppare reparti cartoleria più strutturati.

in quello di Grandi Stazioni, a Napoli, con un punto vendita molto esteso (si veda l’intervista in pagina). Seguiranno nei prossimi anni una decina di inaugurazioni, tra cui la prima sarà nella Stazione Centrale di Milano, per quella che sarà la libre-

ria più grande d’Italia. Anche Mondadori è presente nel canale travel, attraverso la rete franchising. Si segnalano in particolare sei librerie nel circuito Centostazioni e tre negli aeroporti (Bologna, Venezia e Cagliari). Giunti al Punto è infine

presente negli scali aeroportuali di Bari e di Firenze.

Mondadori al Sud, Coop in Emilia Nella rilevazione effettuata da r&f sulla presenza delle insegne nelle

I BILANCI DELLE CATENE DI LIBRI & GAMES (Dati in migliaia di euro)

fatturato 2008 La Feltrinelli Mondadori* Giunti al Punto Librerie.Coop Gamestop fonte: bilanci delle società

281.708 194.500 96.098 13.077 261.970

% 08/07 3,4% 6,2% 14,2% 76,0% 34,0%

* Divisione Retail (Mondadori Retail + Mondadori Franchising)

Ebitda/ Mol 2008

% 08/07

19.996 12.300 6.346 -883 16.135

3,8% 73,2% 24,0% -2,7% 45,0%

Utile netto 2008 5.968 6.100 1980 -1.557 4.592

% 08/07 47,1% 2950,0% 18,0% -22,2% 207,2%

diverse regioni è emerso che più della metà si trova al Nord, mentre il rimanente è diviso quasi equamente tra Centro e, in misura di poco inferiore, Sud. La Lombardia ha circa un quinto dei punti vendita totali e conta circa il doppio dei negozi di Piemonte, Veneto ed Emilia. Ma la distribuzione è differente per i brand del settore: Mondadori Franchising ha la maggiore presenza nel Meridione, dove vanta il 26% dei negozi censiti, percentuale che sale al 41% se si considerano solo i punti nei centri commerciali. Di poco inferiore la copertura al Centro (23,5% sul totale dei canali), mentre al Nord si trova esattamente la metà dei punti vendita analizzati. La rete di Mondadori Retail, che comprende librerie e multicenter di proprietà, è invece concentrata al Settentrione (69% dei punti vendita). Sono però le Librerie.Coop che hanno la maggiore quota di presenze nel Nord, con 18 negozi su 22 (pari all’80%), di cui 10 nella sola Emilia-Romagna, mentre è scarna la presenza nel Centro e quasi assente nel Sud, se si esclude un negozio a Napoli. Le Librerie Feltrinelli hanno la percentuale maggiore di shop al Centro (27%), sebbene nei centri commerciali i tre quarti dei punti vendita si trovino al Nord. Giunti al Punto, infine, ha una presenza abbastanza equilibrata tra le regioni, con una prevalenza al Settentrione ma una buona distribuzione al Centro (32 punti vendita) e al Sud (26). In Sardegna, in particolare, il marchio ha quasi il monopolio delle librerie negli shopping center, ossia 7 sulle 10 di tutte le catene. Fabrizio Patti

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Parola di architetto

GIULIO DE CARLI, classe 1962, è managing partner di One Works S.p.A. Inizia l’attività professionale nel 1987 a Berlino. Dal 1996 è impegnato prevalentemente in attività di consulenza e di progettazione in ambito aeroportuale (negli scali di Venezia, Palermo, Pisa, Bergamo, Reggio Calabria). Nel 2009 è stato incaricato da Enac di redigere lo Studio per lo sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale.

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Giulio De Carli

Progettiamo il futuro degli aeroporti

D

i One Works, uno dei maggiori progettisti di aeroporti e centri commerciali in Italia, ultimamente si parla molto. Sia per i restyling realizzati a Orio al Serio, Pisa, Venezia, per quello prossimo a Bologna e per la costruzione del nuovo terminal di Roma Urbe. Sia per l’altra fatica in corso, lo studio propedeutico al Piano nazionale degli aeroporti che indicherà all’Enac e al ministero delle Infrastrutture come cambiare nei prossimi 20 anni tutto il sistema del trasporto aereo. Architetto De Carli, a che punto siete con lo studio? Abbiamo ricevuto questo incarico lo scorso anno: abbiamo impegnato la prima parte del 2009 per raccogliere informazioni sullo stato attuale degli aeroporti e la seconda per l’analisi di questa fotografia. In questi mesi stiamo costruendo degli scenari che indirizzino la pianificazione nell’arco temporale del prossimo ventennio. Entro l’estate al più tardi intendiamo concludere il nostro lavoro. Ci sono alcuni temi chiave: il primo riguarda il concetto di rete degli aeroporti. È la prima volta che se ne parla nel nostro Paese, così come di rete allacciata alle altre modalità di trasporto. Si sono finalmente comprese due pietre miliari del trasporto aero in Italia: la prima è che gli aeroporti devono guardare al futuro con la consapevolezza di far parte di un sistema e non solo rispondere al mercato quali singoli attori. La seconda? È la consapevolezza, percepita da tempo dall’Enac e dai gestori, che ci sia un problema all’orizzonte di capacità, oltre a quelli di accessibilità, di intermodalità e di livelli di servizio. In Italia finora le infrastrutture aeroportuali hanno retto, ma non vedere per tempo che manca capacità significa scrivere sul calendario data e ora di quando si presenterà il problema. Purtroppo la storia degli ultimi 20 anni ci mostra che per realizzare opere di una certa rilevanza, oltre i 50 milioni di euro, ci vogliono 11 anni. Se vogliamo allinearci alle migliori performance europee arriviamo a sette. Fatto sta che è necessario avere questo spazio davanti per prevedere ampliamenti. Mi aspetto che dal nostro studio usciranno delle indicazioni chiare: nelle sue 1.500 pagine per la prima volta è possibile valutare il sistema delle infrastrutture aeroportuali nel Paese per quello che è, non per quello che da sempre si racconta. Che suggerimenti darete? Il vero punto è che vanno concentrati investimenti, decisioni e presenza di attori sul territorio sugli aeroporti strategici rispetto al Paese. Abbiamo identificato alcuni fattori per poter

lizzazione dei percorsi del passeggero, il quale oggi arriva in aeroporto già con la sua carta di imbarco. Sull’esperienza del terminal di Bergamo stiamo progettando lo scalo di Bologna.

dare oggettività a questa funzione strategica: per esempio i temi della intermodalità, dell’accessibilità, del rapporto con un bacino di traffico esteso sono prevalenti. Questo non è mai successo. Gli aeroporti sotto i cinquecentomila passeggeri sono a rischio se non si sostengono economicamente. La nostra idea è che tutti questi aeroporti senza una rilevanza strategica rispetto al sistema debbano essere valutati come beneficio possibile sul territorio. Non escludo che ci possa essere una funzionalità di un determinato scalo per fini turistici o per altri fini. Ma questa funzionalità è da verificare anno per anno o al più ogni triennio. Devono essere valutati dei piani industriali, così come le condizioni sul territorio, viceversa si buttano soldi e si fanno danni all’ambiente. Voi avete fatto progetti molto importanti negli aeroporti. Cosa li ha contraddistinti? Si è trattato di interventi su terminal esistenti. Abbiamo cercato di costruire percorsi, spazi, servizi, che massimizzassero l’attraversamento dei passeggeri all’interno dell’aeroporto in relazione ai ricavi delle attività non aviation. Abbiamo tenuto poi conto delle evoluzioni normative in termini di sicurezza, che hanno spostato il baricentro della collocazione delle aree commerciali verso l’airside. A Pisa abbiamo imparato a gestire direi con grande agilità lo spostamento di questa barriera, creando ambienti confortevoli e più efficaci. E a Orio al Serio? Il progetto di Bergamo (nella foto, ndr) è molto innovativo, ha la peculiarità di avere al piano superiore un’unica grande piazza commerciale che coincide con il luogo di attesa. Questo significa aver ribaltato il concetto organizzativo degli spazi, realizzati attraverso un’opera di raziona-

Cambiereste qualcosa nella modalità di assegnazione delle gare? Noi siamo da sempre abituati a lavorare all’interno delle regole, con ferreo rispetto. Anche alla luce di quello che si sente in queste settimane io non so dire se il mondo aeroportuale sia immune da scandali, ma posso affermare che in 15 anni ci siamo sempre trovati a operare all’interno di regole. Ora si entra però in una stagione di investimenti importanti e non so dire se con le norme attuali sarà possibile sopportare impegni più rilevanti. Immagino che per gare di grandi dimensioni bisognerà per esempio costruire delle cordate con degli studi stranieri. Si sta realizzando l’integrazione tra centri commerciali e aeroporti o ci vorrà ancora tempo? Credo che si stia realizzando e che l’Italia in questo abbia da spiegare delle cose al mondo. Si stanno vedendo i risultati dell’esperienza italiana nel gestire gli spazi commerciali e di riversare questa capacità negli aeroporti, anche per la qualità degli allestimenti e degli spazi. Ritengo che ritrovare questo nel centro Carosello di Carugate (oggetto di restyling da parte di One Works, ndr) o negli aeroporti faccia sentire la gente nella stessa casa. Siamo solo all’inizio, perché nei prossimi anni questa integrazione riguarderà anche i terminali dell’intermodalità. Andrà cioè nelle stazioni ferroviarie, della metropolitana, degli autobus, creando un sistema di spazi commerciali, di aggregazione, di tempo libero, che poi si salderanno all’airport city, cioè quel sistema di urbanizzazioni che va a unire la struttura degli aeroporti con il territorio. Qual è il progetto a cui tenete di più oggi? Guardo con interesse alla gara a cui stiamo partecipando a Fiumicino per il masterplan che dovrà regolare lo sviluppo dell’aeroporto per i prossimi 20-30 anni. C’è la possibilità di creare delle infrastrutture nuove e non mettere delle toppe come abbiamo fatto finora. Non è un fatto da poco. Nella seconda generazione dei terminali low cost nel nord Europa le vecchie infrastrutture sono state rase al suolo e ne sono state costruite di nuove. Io sono interessato in questo momento al nuovo, perché troviamo funzionalità, maggiore possibilità di trovare la redditività degli investimenti e soprattutto di ragionare in termini diversi rispetto al rapporto F.P. con l’ambiente. retail&food - aprile 2010 47


international A FRANCOFORTE VIRGIN LANCIA IL PRINT-ONDEMAND...

I viaggiatori che passano dall’aeroporto internazio-

nale di Francoforte possono usufruire di un nuovo servizio: le edizioni del giorno di circa mille quotidiani possono essere stampate on-demand nel Virgin Media Store gestito da Hds Retail Deutschland. Il servizio, introdotto alla fine di febbraio, copre quotidiani di tutto il mondo, in 38 lingue, che non sono distribuiti in Germania. Il negozio si trova nella Shopping Plaza al Terminal 2.

... E LUFTHANSA MOSTRA IL SUO WORLDSHOP

Un negozio a marchio Lufthansa è stato inaugurato nel Terminal 1, Hall B, dell’aeroporto di Francoforte. Ampio 125 metri quadrati, si chiama WorldShop ed è il secondo punto vendita con il brand della compagnia nello scalo. Con ogni acquisto i passeggeri posso accumulare premi Miles & More (ogni euro corrisponde a una miglia) e molti beni possono essere pagati con le miglia accumulate. Vi si vendono prodotti a marchio Lufthansa e una vasta serie di oggetti da viaggio, prodotti di lifestyle e accessori, dagli orologi e gioielli all’elettronica di consumo.

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duty free world

By Kevin Rozario - London

It’s not a numbers game anymore Non è più una questione di numeri Final passenger numbers for 2009 were announced at the end of February by ACI Europe, the organisation representing the vast majority of airports in Europe. They gave some insight into the extent to which economic conditions have affected travel, with numbers down by 5.9% on 2008. That in itself does not mean much in these days of profits warnings and plunging revenues. But put into context, the ACI data amounts to a collapse: almost 100 million passengers disappeared from the airport concourses and shops, and ACI Europe director general Olivier Jankovec said it effectively meant “2.8 years of growth lost” with passenger traffic almost back to those in 2006. This is obviously bad news for airport retailers. Numbers are returning, but it may be a while before we return to 2008 levels again. In the meantime the travel retail industry must stay focused on the passengers it does have by ensure they get the best services and retail experience possible. A comparison of spending per head in the beauty category by UK equity analyst CER (based on 2008 data) shows there are vast differences in spend per head among key hubs. For example, at Seoul Incheon the average is $24.22 while at Paris Charles de Gaulle it drops to $8.23. Raising this average spending needs attention and brands are ready to do it. Diageo global travel & Middle East managing director Phil Humphreys says: “Passenger numbers may be down – but global traffic was still almost five billion passenger journeys last year. Penetration and conversion rates should be under scrutiny regardless of traffic. The quality of the retail experience is the foremost issue in the shopper’s mind and as part of a much broader definition of ‘service’, we need to look at every point of contact with the traveller and develop stronger engagement with them.” This is why duty-free retailer Dufry has launched its first ever global HR project to increased customer satisfaction. Called Dufry plus1, the retail sales pogramme was launched in Sharjah, UAE and will turn Dufry managers at regional and business-unit levels into trainers and sales and service champions. It will be gradually rolled out to locations worldwide. The aim is to structure each sales process in order to put sales associates in control of each selling situation with the ultimate goal of “focusing better on each customer and assisting them in identifying additional products with measurable results”. Dufry’s lead is a good start in the battle to win back the hearts and minds of the travelling consumer. The question is: will other retailers follow?

Il numero definitivo di passeggeri relativo al 2009 è stato reso noto alla fine di febbraio da ACI Europe, l’organizzazione che rappresenta la maggior parte degli aeroporti europei. Il dato, sceso del 5,9% rispetto al 2008, dà una idea dell’impatto che la situazione economica ha avuto sul settore dei viaggi. O meglio: non tanto la percentuale di per sé, che non è particolarmente significativa in questa fase di allarmi sugli utili e crollo dei ricavi ma il numero contestualizzato. In questo senso i dati ACI indicano un tracollo: quasi 100 milioni di passeggeri sono spariti dalle hall e dai negozi degli aeroporti; Olivier Jankovec, direttore generale di ACI Europe, ha dichiarato che questo dato corrisponde a «2,8 anni di crescita andati in fumo», con un traffico passeggeri che è quasi regredito ai livelli del 2006. Ovviamente, si tratta di cattive notizie per gli esercenti aeroportuali: la situazione sta migliorando ma probabilmente ci vorrà parecchio tempo prima di tornare ai livelli del 2008. E nel frattempo l’industria del travel retail deve rimanere concentrata sui clienti acquisiti, assicurando loro i migliori servizi con la massima soddisfazione possibile. Dal confronto dei consumi pro-capite nel settore della bellezza, realizzato dalla società britannica di analisi finanziaria CER su dati del 2008, emerge che ci sono notevoli differenze nei principali hub. Ad esempio, nell’aeroporto di Seoul-Incheon la media è di 24,22 USD mentre nell‘hub Charles de Gaulle di Parigi scende a 8,23 USD. L’incremento del consumo medio è un fattore critico su cui i marchi sono pronti ad investire. Secondo Phil Humphreys, amministratore delegato di Diageo global travel & Middle East, «anche se il numero dei passeggeri è diminuito, i viaggi l’anno scorso sono sempre stati cinque miliardi. Ed è necessario analizzare i tassi di penetrazione e conversione, a prescindere dal traffico». Secondo Humphreys, «la qualità dell’esperienza di acquisto è il tema più importante per il consumatore e, in quanto parte di una più ampia definizione di ‘servizio’, è necessario individuare ogni punto di contatto con i viaggiatori e sviluppare un legame più forte con loro». Per questo motivo il Gruppo Dufry, specializzato nel travel retail, ha lanciato il primo progetto globale per le Risorse Umane con uno scopo ben preciso: aumentare la soddisfazione dei clienti. Dufry plus1 – questo il nome del programma, incentrato sulle vendite al dettaglio - è stato lanciato nell’aeroporto di Sharjah, negli Emirati Arabi Uniti, e trasformerà i responsabili regionali e delle business-unit Dufry in formatori e campioni di vendite e servizi. Il programma sarà diffuso gradualmente in tutto il mondo. Tutti i processi della distribuzione verranno strutturati in modo che gli “assistenti” siano in grado di controllare ogni vendita “concentrandosi meglio su ogni cliente e aiutandolo ad individuare altri prodotti cui potrebbe essere interessato, con risultati significativi”. Il caso Dufry rappresenta una buona partenza nella lotta per riconquistare il cuore e la mente dei consumatori in viaggio. Sorge spontanea la domanda: gli altri esercenti seguiranno l’esempio?


IN NORD AFRICA È TEMPO DEI MALL DEI RECORD D

eterrà il primato per pochi mesi come maggior centro commerciale del Nord Africa il Morocco Mall di Casablanca, perché sarà superato dopo circa un anno dal Cairo Festival City. I numeri e l’aspetto della struttura di Casablanca sono comunque impressionanti: 200 negozi, 40 ristoranti, 200mila metri quadrati racchiusi sotto un’avveniristica conchiglia in riva al mare. Al suo interno ci saranno i magazzini Lafayette e il primo punto vendita in Africa di Fnac. Ospiterà anche un acquapark, un giardino botanico e una pista da pattinaggio. Nel progetto è anche prevista un’area residenziale con villette a schiera di alta fascia. A progettare il tutto è un architetto italiano, Davide Padoa, 40 anni, ceo dello studio Design International. Il Morocco Mall gli è stato commissionato da un gruppo di privati marocchini e sauditi, titolari della distribuzione nel paese di alcuni marchi del lusso. L’apertura agli inizi del 2011 (posticipata di qualche mese per la crisi) sarà seguita un anno dopo dal Cairo Festival City:

300 negozi, 95 tra caffè e ristoranti, 17 cinema, un Carrefour, 480 villette residenziali, 50mila dipendenti, un incasso annuo che partirà da 8,9 miliardi di dollari e che dovrebbe arrivare a regime, nel 2020, a 18 miliardi.

GRECIA, FUSIONE IN VISTA TRA OLIMPIC AIR ED AEGEAN

NELLE AUTOSTRADE INGLESI ARRIVA STARBUCKS

La catena di caffetterie Starbucks ha annunciato alla fine di febbraio che nei prossimi 16 mesi aprirà 29 punti vendita sulle autostrade inglesi, nelle stazioni di servizio gestite da Welcome Break. Cambieranno marchio i “Coffe Primo” di Welcome Break, società che pensa così di aumentare del 30% le vendite, oggi a quota 16 milioni di tazze all’anno. Una crescita simile aveva registrato il competitore Roadchef, dopo aver introdotto i caffè di Costa. Starbucks ha inoltre segnato il suo debutto in Svezia, insieme con il suo socio licenziatario Ssp, grazie all’apertura di un caffè nell’aeroporto di Arlanda, al terminal 5. Il negozio è situato nella zona airside, con vista sulle piste.

CASTROVILLARI A CAPO DEL TRAVEL RETAIL DI NESTLÈ

Nestlè International Travel Retail (Nitr) ha nominato Corrado Castrovillari direttore generale, in carica dal primo aprile. Si tratta di una promozione dal precedente ruolo di capo del business “confectionery” (dolciumi) di Nestlè in Russia. Sostituisce Catherine Saurais, nominata Business executive manager dell’unità confectionery in Nestlè Suisse. Castrovillari ha iniziato la sua carriera alla Nestlè nel 1988, a seguito dell’acquisizione da parte della società di Perugina. Ha avuto diversi incarichi nel marketing e dal 1992 ha assunto ruoli dirigenziali nell’Europa dell’Est (Repubblica Ceca e seguito Polonia).

I principali azionisti di Aegean Airlines e Olimpic Air hanno raggiunto lo scorso 22 febbraio un accordo per fondersi e dare vita a una nuova società. La compagnia avrà il logo e il nome di Olimpic Air. I principali azionisti di Aegean (Vassilakis Group) e l’unico azionista di Olimpic (Marfin Investment Group, Mig) avranno una parte uguale di azioni, mentre altri cinque azionisti manterranno quote minori. I vertici delle due società hanno dichiarato che la decisione nasce dalla necessità di avere una taglia maggiore per essere competitivi in Europa. L’accordo di fusione deve però ora passare il vaglio della Commissione europea. La Olimpic, ex compagnia statale, è stata privatizzata e rilevata dal fondo di investimento Mig alla fine del 2009, dopo una lunga serie di difficoltà economiche. In Grecia, intanto, si allarga la rete di voli Ryanair dall’Italia: da Orio al Serio si potranno raggiungere Kos, Volos e Rodi, quest’ultima collegata anche con Pisa.

PER BAA È CRISI NERA

Il calo dei passeggeri e le disposizioni dell’antitrust inglese hanno portato Baa, la società di gestione di molti aeroporti in Gran Bretagna, a triplicare le perdite, dai 324 milioni di sterline del 2008 agli 821,9 milioni dello scorso anno. Baa, controllata dal gruppo spagnolo delle infrastrutture Ferrovial, nell’ottobre scorso era stata costretta dall’antitrust a vendere Gatwick, il secondo aeroporto del Paese, al fondo Global Infrastructure Partners. Proprio la cessione dello scalo, venduto a 1,5 miliardi di sterline, meno di quanto chiesto dal gruppo, insieme con i deficit del fondo pensioni e il calo del 4% dei passeggeri hanno portato al rosso profondo dei conti. I vertici della società hanno detto che «le prospettive stanno migliorando» e che nel 2010 sarà investito un miliardo di sterline per migliorare gli aeroporti. Per Baa è invece ancora sospeso, in attesa di un verdetto del tribunale competente, l’obbligo, deciso dalla “Competion Commission”, di vendere anche l’aeroporto di Stansted e di uno degli scali scozzesi (dove la società ha una quota di mercato dell’84%).

RETAILER USA, MACY’S RIVEDE L’UTILE

L’ultimo trimestre del 2009 ha dato verdetti differenti per i grandi retailer americani della moda. Macy’s ha visto scendere il proprio fatturato dell’1,1% (7,85 miliardi di dollari), ma è tornata in utile, grazie alla riduzione delle spese, realizzando profitti netti per 466 milioni di dollari. Nordstrom ha invece accresciuto del 10,6% anche i ricavi, pari a 2,64 miliardi di dollari, così come l’utile (172 milioni, +153%). Il trimestre è stato in frenata per Saks, sceso nel giro d’affari del 3,4%, attestandosi a 811 milioni di dollari, con un risultato netto negativo per 4,6 milioni, dovuta in prevalenza a oneri straordinari, e comunque con un miglioramento rispetto ai 99,7 milioni di perdite dell’anno precedente. Se si guarda ai 12 mesi chiusi il 30 gennaio Saks ha chiuso con un ricavo in discesa del 13,5%, mentre Nordstrom ha raggiunto un sostanziale pareggio e Macy’s archivia l’anno 2009 con una discesa del turnover del 5,6 per cento. Per il 2010 le previsioni sul fatturato dicono +1-2% per Macy’s, +2-4% per Nordstrom e un incremento sotto il 5% per Saks.

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international HMSHOST SI ALLARGA A SAN ANTONIO E APRE AL JFK

Un contratto di 10 anni per la gestione di otto punti vendita tra retail e food nell’aeroporto di San Antonio, Texas, è stato vinto da HmsHost, società di proprietà di Autogrill presente in oltre 100 scali. A San Antonio l’azienda opera già dal 2001 con sette locali “food&beverage”. Ora apriranno sei edicole e due punti di ristorazione, questi ultimi in jointventure con l’operatore locale Chelsea’s Sandwiches. Il fatturato atteso in dieci anni è di 100 milioni di dollari. HmsHost ha anche aperto un nuovo ristorante di fascia alta nell’aeroporto Jfk di New York, nel terminal 3, dove transitano i voli Delta. Il locale vede come partner gli imprenditori di locali “nightlife” Rande e Scott Gerber.

BATTAGLIA IN TRIBUNALE PER I RE DEL LOW COST L

e sportellate tra Stelios Haji-Ioannou, fondatore di easyJet, e il rivale Michel O’Leary, ceo di Ryanair, vanno avanti da anni. Ma dopo che una pubblicità del vettore irlandese sul Daily Telegraph e sul Guardian ha dato del “bugiardo” a Stelios, paragonandolo a Pinocchio, è scattata la denuncia nei confronti di O’Leary. Nella pubblicità Ryanair rinfacciava a easyJet di aver tolto dal sito i dati dei voli, tra cui gli indici di puntualità. Stelios ha affermato che l’azione giudiziaria è stata intrapresa per difendere la sua «onorabilità» e ha disposto di tornare a pubblicare i dati. Nessun passo

IN VENT’ANNI 60MILA NUOVI AEREI

Airbus e Boeing hanno attraversato un 2009 con ordini in drastico calo: 413 aerei di tutti i tipi per un valore di circa 37 miliardi di dollari, contro i 1.439 del 2008 e i 2.750 del 2007. Sono andate invece benissimo le consegne, che arrivano a circa sette anni dagli ordini: 979 aerei, per un valore stimato di 103 miliardi di dollari. Data la distanza tra ordinazioni e consegne, le due compagnie contano di recuperare terreno nei prossimi anni e stanno provando a riorganizzare il piano delle consegne, anticipandone alcune e posticipandone altre, in modo da mantenere un livello stabile di produzione. Nei prossimi vent’anni saranno forniti, secondo Airbus, circa 24mila nuovi aerei sopra i 100 posti (dal valore totale di 2.900 miliardi di dollari), numero che sale a 30mila se si considerano i veivoli con più di 50 posti. Le proiezioni di Boeing indicano invece una domanda totale di 29mila nuove unità, compresi i jet regionali, per poco più di 3.200 miliardi di dollari.

QUICK, L’HALAL È CHIC? ANCHE BURGER KING POLARIZZA L’OFFERTA

Burger King negli Stati Uniti ha lanciato una nuova linea di hamburger di alta fascia: il panino principale si chiama Steakhouse XT e contiene una fetta di carne da 190 grammi (7 once), più grande del 30% dell’hamburger Angus Third Pounders di McDonald’s. Il prezzo, promozionale, è di 3,99 dollari. La realizzazione di questo panino è stata possibile grazie alle nuove griglie installate nei punti vendita di Burger King, che permettono peraltro un risparmio del 52% di gas e del 90% di elettricità. Contemporaneamente continua la spinta promozionale sui prodotti economici, venduti a poco più di un dollaro (il listino è stato da poco corretto da 1 a 1,19 dollari per double cheeseburger). Una scelta, quella di polarizzare l’offerta tra beni di fascia alta a bassa, ricorda la politica di prezzi che è stata adottata, con un certo successo, da McDonald’s negli Usa.

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indietro da O’Leary, secondo cui «Stelios sa che le sue tariffe sono più del doppio delle nostre e che anche in fatto di puntualità siamo i migliori». Tanta bravura non ha però impedito a Ryanair di rimediare una figuraccia: a fine febbraio la compagnia ha fatto atterrare un aereo a Fuerteventura, nelle Canarie, invece che nella destinazione prevista, Lanzarote, a causa del maltempo. I passeggeri, a quanto hanno raccontato ai media, non sono stati assistiti da alcun rappresentante di Ryanair e hanno dovuto pagarsi albergo e viaggio per Lanzarote.

C’è chi ha parlato di razzismo al contrario e il sindaco socialista di Roubaix è arrivato a sporgere un reclamo per “discriminazioni”. Di certo ha fatto discutere la decisione di tre punti vendita fast-food presenti in un centro commerciale della città nel nord della Francia (Flash Burger, Kentucky Fried Chicken e Quick) di vendere cibo “halal”, cioè accettato dalla legge islamica. Il problema è che per essere halal (letteralmente “lecito”) un cibo deve essere preparato su un bancone dove non ci sia anche carne considerata impura: per questo dai menu dei tre ristoranti sono stati tolti tutti i prodotti con carne di maiale, come il “Burger strong bacon”. Di qui le proteste del sindaco, che in un primo tempo aveva plaudito all’iniziativa di Quick di proporre cibo etnico. Quick, uno dei fast-food più diffusi in Francia, ha otto punti vendita halal su un totale di circa 350. I consumi halal, secondo alcune stime, varranno nel 2010 ben 5,5 miliardi di euro.

SAN FRANCISCO, LA SUPERSTAZIONE È GREEN

Dopo il progetto attento all’ecologia del T2 dell’aeroporto internazionale di San Francisco, la metropoli della California replica con il progetto del nuovo Transbay Terminal, nel centrale quartiere di Mission: oltre agli attuali bus di lunga percorrenza, nel cuore della città arriveranno anche i treni della linea Caltrain (grazie all’aggiunta di 1,3 miglia della linea) e in futuro le linee ad alta velocità della stessa Caltrain. Il centro del terminal sfrutterà le energie pulite derivanti da impianti eolici e solari e avrà un sistema di recupero dell’acqua. Tutto attorno si svilupperà l’impressionante Transbay Centre, che prevede la costruzione di ben 13 grattacieli, di cui cinque disegnati da Renzo Piano. Anche queste costruzioni saranno dotate di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.

ALLO STADIO LA PARTITA SI VEDE CON LA PSP

Sony Professional e la squadra di calcio inglese Arsenal hanno annunciato il lancio della “Arsenal Tv Matchday+”. I tifosi nell’Emirates Stadium di Londra, dove giocano i “Gunners”, potranno visualizzare sulle consolle portatili Psp della Sony una serie di contenuti: azioni dal vivo, replay a velocità normale e in slow-motion da varie angolature, ma anche le formazioni delle squadre, i profili dei giocatori, la classifica del campionato e le statistiche di gara. Potranno anche votare per il miglior giocatore della partita. Il servizio è partito il 10 febbraio scorso. Pagando 10 sterline i tifosi hanno la possibilità di vedere tutte le partire in casa rimanenti in questa stagione.



a chiare lettere Enac e low cost, tra scontri e dietrologie

REPUBBLICA ITALIANA: IL “FEDERALISMO” DEI CIELI E DEI DOCUMENTI D’IDENTITÀ

A

i viaggiatori italiani, la Befana ha portato in dono l’armistizio tra Ryanair e l’Ente nazionale aviazione civile (Enac). La compagnia lowcost irlandese e l’Enac hanno, infatti, a Capodanno, posto fine alla «guerra dei documenti» che li aveva contrapposti: la compagnia ha accettato di ritenere utili all'imbarco «tutti i documenti rilasciati dagli enti dello Stato» con l’eccezione della patente di guida e ha ritirato la minaccia di chiudere «temporaneamente» i voli nazionali operati da e per RomaCiampino, Bergamo-Orio al Serio, Alghero, Bari, Bologna, Brindisi, Cagliari, Pescara, Pisa e Trapani, a partire dal 23 gennaio prossimo. Il casus belli del braccio di ferro, ingaggiato lo scorso 23 dicembre,

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riguardava le procedure di identificazione dei passeggeri, cioè i documenti di identità ammissibili per l'imbarco. Come è noto, sui «voli internazionali», la materia è regolata da norme appunto internazionali: i documenti d’identificazione riconosciuti sono il passaporto e/o, dove gli accordi tra gli stati lo consentono, la carta d'identità cosiddetta «valida per l'espatrio», cioè non annotata diversamente sul risvolto posteriore. Invece, per i voli «nazionali», quelli tra destinazioni italiane, vale la legge italiana, cioè il Decreto presidenziale numero 445 del 28 dicembre 2000 che, al comma 2 dell'articolo 35, recita: «Sono equipollenti alla carta di identità il passaporto, la patente di guida, la patente

nautica, il libretto di pensione, il patentino di abilitazione alla conduzione di impianti termici, il porto d'armi, le tessere di riconoscimento, purché munite di fotografia e di timbro o di altra segnatura equivalente, rilasciate da un'amministrazione dello Stato». Questo, come evidente, complica il lavoro degli addetti alla sicurezza, i quali, già stressati dall’ormai quasi decennale allarme terrorismo islamico, peraltro attualissimo dopo il fallito attentato proprio il giorno di Natale su un volo della Klm da Amsterdam a Detroit, devono aguzzare l’occhio su tutta questa sequenza di papiri, spesso esoterici. Cosicché, il gran patron di Ryanair, l’ineffabile Michael O'Leary, non nuovo alle provocazioni, aveva deci-

so di consentire l'imbarco sui propri voli in Italia solo ai passeggeri esibenti o il passaporto o la carta d'identità. L’arbitraria scelta è diventata di dominio pubblico, quando, come riporta il Corriere della Sera, al gate è stata respinta Gabriella Giammanco, la 22enne deputata palermitana del partito berlusconiano, esibente il suo bel tesserino di parlamentare. Un atto che il puntiglioso Vito Riggio, presidente dell’Enac, ha vissuto come un vero e proprio insulto alla Repubblica Italiana. Subito è partita l’ordinanza per richiamare la compagnia irlandese al rispetto delle regole. La risposta del vulcanico Michael O'Leary non si è fatta attendere:


ricorso al Tribunale amministrativo regionale, con richiesta di cosiddetta «sospensiva». Negata quest’ultima, annuncio di appello al Consiglio di Stato e preannuncio di sospendere i voli sulle tratte italiane. la contromossa Immediata

dell’Enac: convocazione, per il 7 gennaio, del Comitato interministeriale per la sicurezza del trasporto aereo e minaccia di affidare gli slot di Ryanair al concorrente Air Italy, il cui amministratore delegato Giuseppe Gentile si è detto, subito, «pronto a subentrare».

Note di colore, dietrologie e nuovi fronti Michael O'Leary e Vito Riggio non è la prima volta che si scontrano. Mitica fu, infatti, la diatriba sui livelli di rumore a Ciampino e ancor più mitica quella sugli stormi di uccelli che disturbavano i decolli e gli atterraggi sempre nello scalo romano. Due consiglieri del Partito democratico della Regione Lombardia, tali

Giuseppe Benigni e Marcello Saponaro, sostenendo le ragioni della compagnia irlandese, hanno annunciato una interrogazione al governatore Roberto Formigoni per chiedergli di intervenire per salvaguardare il principio di concorrenza, sospettando che la «decisione dell'Enac sia un ennesimo tentativo di tutelare l'Alitalia». I due, accecati dalla fede prodiana, cioè dal dannoso liberismo a sostegno dell’esterofilia, non si sono ancora accorti che, ahinoi!, Alitalia è una “controllata” Air France, proprio come voleva Romano Prodi. L’intervento dei due ha, tuttavia, scoperchiato il vaso delle dietrologie. In Ryanair e, più in generale, in molte compagnie lowcost, s’è ingenerato il sospetto che le autorità stiano facendo di tutto per mettere in difficoltà i concorrenti di Alitalia. A riscontro della fondatezza di questi cattivi pensieri, ci sarebbe anche la decisione di chiudere ai voli civili l'aeroporto di Roma-Ciampino, praticamente l’hub italiano di Ryanair, e di trasferirne il traffico a Viterbo. Una decisione che favorirebbe Alitalia, allontanando dalla capitale alcuni concorrenti. Anche all’Enac, c’è chi pensa male: sospettano che in realtà Ryanair stesse cercando un pretesto per ritirarsi da rotte che si stanno rivelando poco convenienti. E Vito Riggio ha avvertito: «Loro sanno benissimo che hanno fatto un contratto, ven-

dendo i biglietti. Quindi se sospenderanno i voli e lasceranno i passeggeri a terra, noi interverremo». In un caso del genere, aggiunge il presidente dell'Enac, «mi muoverei anche per riunire le associazioni dei consumatori, perché ci sarebbero tutte le condizioni per promuovere una class action». Chiusa, almeno per il momento, la diatriba con Ryanair, Vito Riggio ha aperto subito un nuovo fronte con un altro noto brand lowcost: Easyjet. Proprio sotto Natale, la compagnia inglese avrebbe lasciato a terra numerosi passeggeri romani, con ciò infrangendo il Regolamento Comunitario numero 261 del 2004, per la «mancata informazione ai passeggeri, mancata compensazione e mancata assistenza» ricevendo, così, dall’Enac «tre sanzioni amministrative, per un totale di 110mila euro». Insomma ce n'è per tutti o quantomeno per i due principali player del mercato aereo low cost. Vittorio Valenza

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›stazionario PIEMONTE, pubblicato

il bando per il servizio regionale

D

alle parole ai fatti. Gli ultimi mesi hanno visto consumarsi il divorzio tra Trenitalia e la regione Piemonte, quest’ultima insoddisfatta per il servizio locale erogato dal vettore. Ecco, quindi, perché che sono state pubblicate le nuove gare per il servizio ferroviario regionale, come hanno annunciato il presidente della giunta, Mercedes Bresso, e l’assessore ai trasporti, Daniele Borioli. Il bando è aperto a operatori pubblici e privati e prevede inizialmente tre lotti, che comprendono oltre la metà del servizio locale su circa 1.322 chilometri di rete. La regione ha distinto, inoltre, il budget messo a

disposizione, fissandolo con criteri inversamente proporzionali alla redditività delle tratte. Un milione di euro è destinato alla linea più appetibile, la Torino – Milano, circa 43 milioni saranno erogati per quella che si articola nel Piemonte nord-orientale, mentre oltre 60 milioni saranno destinati per l’area sud-orientale, che comprende i collegamenti tra Asti, Alessandria e Genova. I vincitori avranno tre anni per allestire il servizio, con l’obbligo di mantenere gli attuali organici e di utilizzare treni nuovi. Sino ad allora Rfi manterrà il controllo della rete. •

Dalla crociera al treno, ma il comfort rimane

S Dal 2011 nuove corse per Db Bahn

A

cquisito da pochi mesi il servizio lungo il Brennero, che prevede cinque doppie corse da Monaco di Baviera a Verona, la compagnia tedesca Db Bahn ha annunciato che per la seconda metà del 2011 potenzierà la propria attività in Italia. Nonostante non siano ancora state comunicate le nuove tratte, il treno Railjet disporrà di tre classi (premium, first ed economy) con cinema e spazi dedicati ai portatori di handicap. Tra le valutazioni per future espansioni nel nostro Paese l’azienda considera anche la linea ad alta velocità tra Roma e Milano, come testimonia il responsabile del traffico internazionale di Db, Jens Roeder. •

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barcati dalla nave, invece di prendere il pullman per raggiungere le mete turistiche italiane il Gruppo Cambiaso & Risso propone una nuova soluzione via ferro. I pacchetti Rail Travel Italy possono essere acquistati a bordo delle navi e prevedono due tour di Firenze e sette di Roma, con treni dedicati e di elevato standard qualitativo, in partenza da Livorno e da Civitavecchia verso le città d’arte. La scelta degli Atr 220 Pesa di Arenaways, rispettivamente con il treno Michelangelo tra Livorno e Firenze e il Giulio Cesare tra Civitavecchia a Roma, accorciano la durata del viaggio rispetto a quello impiegato dai pullman. Per la stagione 2011 tale servizio sarà esteso anche per i porti di Messina e Palermo, con destinazioni Taormina, Trapani e Agrigento. •


Alta Velocità, dopo i disagi si cambia binario

BOMBARDIER SI AGGIUDICA LE REGIONALI FRANCESI

Un colpo da 7 miliardi di euro per Borbardier, che ha vinto la gara per la fornitura dei nuovi treni regionali a due piani indetta dalle ferrovie francesi (Sncf). La

E

ppur sono passati solo pochi mesi dalle inaugurazioni in pompa magna del nuovo servizio fast dell’Alta Velocità, con conseguenti rincari dei prezzi sino a 89 euro per una seconda classe Milano-Roma. Ma dopo la fase di collaudo Fs pianifica cambiamenti sostanziali per risollevare l’immagine di un servizio che si è contraddistinto per i ritardi. Gli Extra-time sono tanto frequenti da sconfessare le durate di percorrenza dichiarate, quelle sì davvero velocemente, dal vettore nazionale. Sarà quindi l’ombra della concorrenza di Ntv, che getta prospettive poco rosee nell’entourage dell’ormai ex società monopolista, ad aver spinto Mauro Moretti a cambiare binario. Innanzitutto il costo dei biglietti (dal 31 marzo in poi): per 70mila ticket al mese sulla tratta Milano-Roma il prezzo può scendere a 39 euro per la seconda classe e a 69 per la prima se l’acquisto viene effettuato con 30 giorni di anticipo in modalità ticketless sul web, nelle agenzie di viaggio o al call center. Sconti analoghi anche sulla RomaNapoli. Ritoccate le linee: scompaiono dai tabelloni due corse Milano-Napoli AV Fast «poiché hanno registrato una frequentazione estremamente bassa», mentre viene inserita una nuova coppia di Frecciarossa tra Torino e Milano, con proseguimento per Roma. Stravolta l’offerta: un tempo erano tre, poi due, ma prossimamente diventeranno quattro le classi a bordo del treno. Nonostante sia ancora da definire, entro poco tempo i livelli di servizio saranno realizzati “su misura” di cliente. Si partirà da un livello basic «fino a un’offerta tra

le migliori al mondo», come ha dichiarato lo stesso amministratore delegato. Tra le indiscrezioni si parla, per il servizio top, di sedili in pelle, di salottini per riunioni, di una ristorazione con piatti tipici della cucina italiana e di differenziare l’arredo interno e il layout esterno del vagone. Questo comporterà listini diversificati in base al servizio scelto. Arrivano anche internet e il telefono: finalmente sarà possibile telefonare sul Frecciarossa, senza la certezza che la chiamata subisca interferenze o si interrompa del tutto, e si potrà andare sul web. Ciò è stato possibile grazie a un accordo con Telecom Italia, che già da questo o il prossimo mese porterà la banda larga e il wi-fi sui convogli. •

Grandi e Centostazioni, tra negozi e temporary

P

roseguono le aperture dei negozi all’interno del circuito di Grandi Stazioni, in particolare a Torino e a Napoli. All’interno del terminal piemontese è stata inaugurata nell’atrio principale la Farmacia di Torino Porta Nuova, allestita su una superficie di 200 metri quadri, mentre nello scalo partenopeo ha aperto il negozio a insegna Calzedonia di 90 mq al piano detto “-3,5” dentro la nuova galleria. Nel circuito delle medie stazioni, invece, Centostazioni ha annunciato l’apertura di un punto vendita di abbigliamento a marchio Allegra presso lo scalo di Brescia, il primo di una serie che coinvolgerà prossimamente i terminal di Milano Lambrate e Milano

Porta Garibaldi. Presso la stazione di Rimini, invece, ha aperto i battenti lo scorso 25 marzo il supermercato In Coop da 250 mq di area di vendita. Sul fronte dei temporary in stazione, formula promossa dalla società con azionista privato Save, dopo l’apertura pilota di Fila nel terminal di Savona sono stati attivati altri due punti vendita della medesima insegna: uno a Trieste in data 26 febbraio e l’altro a Vicenza lo scorso 2 marzo. Entrambi resteranno aperti per sei mesi. Sempre con formula temporanea nello scalo di Padova è stato avviato il negozio di abbigliamento a marchio “Jeg”, che resterà operativo per tre mesi. •

società canadese ha ottenuto l’incarico per la progettazione e la realizzazione di ben 860 convogli, finanziati dalle Regioni d’Oltralpe. L’ordine per i primi 80 esemplari è già stato effettuato per cui le consegne inizieranno circa a metà 2013, mentre le ultime si dovrebbero concludere entro la fine del 2015.

LA SARDEGNA SALE IN CARROZZA

Entro un anno e mezzo (in teoria) la Sardegna potrà vantare su un nuovo sistema ferroviario veloce. L’annuncio dell’accordo tra la Regione e la società spagnola Caf, che fornirà i vettori, è già stato firmato e

prevede un investimento complessivo di 57 milioni di euro (54 di provenienza statale e 3 a carico dall’ente locale). Il primo lotto, composto da 5 treni, prevede la consegna entro 18 mesi di due unità, per un costo di 9,2 milioni di euro ciascuna comprensivo della formazione del personale e della manutenzione per alcuni anni. I nuovi convogli avranno una velocità di crociera di 160 km/h, ma potranno raggiungere anche i 180km/h, e collegheranno Cagliari e Sassari in due ore.

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›stazionario Treno per Orio: costituito il Comitato promotore

S

ul fatto che il treno per l’aeroporto di Orio al Serio sia un’opera da realizzare in prospettiva Expo 2015 sono tutti d’accordo in quel di Bergamo. Più difficile sarà capire chi investirà i circa 150/160 milioni di euro necessari. Un primo passo importante verso la pianificazione dell’opera è stato compiuto lo scorso 27 febbraio nella sede della Fondazione della Comunità bergamasca, dove erano presenti i rappresentanti degli enti locali, di vari istituti di credito, di Sacbo (società che gestisce Orio al Serio) e di Sea (società che gestisce gli aeroporti milanesi). La tappa successiva ha avuto luogo lo scorso 15 marzo con la creazione di un comitato promotore, destinato a diventare l’embrione della newco che parteciperà alla gara, nel quale gli enti pubblici dovrebbero entrare tramite le società partecipate Teb (tram delle Valli) e Sacbo. I prossimi step riguardano invece la necessità di individuare un advisor che dovrà preparare lo studio di fattibilità economica dell’opera. Il nodo riguarda appunto l’entità dell’investimento, per cui è necessario stabilire costi e piani d’ammortamento del collegamento ferroviario tra Bergamo e il terminal. L’ipotesi più plausibile è quella del project financing. Trenitalia, per ora, ha fatto sapere che sarà disponibile a fornire assistenza tecnica e logistica, ma non i soldi… •

Termini, presto il cantiere per il maxi parcheggio

È

arrivato a un punto di svolta l’iter per la realizzazione del maxi parcheggio che servirà la stazione di Roma Termini. Nel mese scorso è stato presentato, infatti, l’avvio dei lavori per la costruzione di una piastra parcheggio sopraelevata rispetto ai binari del primo scalo ferroviario romano. La struttura avrà una capacità di circa 1.400 posti per auto e moto, si svilupperà su tre piani accessibili da una rampa carrabile da via Marsala, attraverso uno dei fabbricati di stazione. I collegamenti pedonali tra il parcheggio e il terminal saranno assicurati da dieci ascensori e altrettante scale in corrispondenza dei marciapiedi dei binari sottostanti. Quest’opera si inserisce nella riqualificazione e riorganizzazione funzionale di Termini e dell’area urbana circostante. Il bando pubblicato in data 30/12/2006 sulla Gazzetta Ufficiale comprende, oltre all’area parking, anche una piastra di due livelli per servizi

ferroviari, la riqualificazione dei sottopassi, e un nuovo collegamento aereo pedonale. L’importo complessivo di aggiudicazione, come riporta il sito internet di Grandi Stazioni, è pari a oltre 76 milioni di euro ed è stato vinto dall’Associazione

Molise, pronti 17 milioni per potenziare la rete Maggiore sicurezza e velocità sui binari del Molise: questo è l’obiettivo dell’accordo da 17 milioni di euro stipulato tra la Regione e Rfi. I lavori rientrano nel programma di ammodernamento della rete e prevedono, in primis, il rafforzamento del sistema di controllo della linea attraverso la duplicazione dell’attuale cavo Telecom che trasmette i dati al centro operativo. Ulteriori lavori, che saranno eseguiti nei prossimi mesi, riguarderanno la tratta che collega TermoliCampobasso e Venerano.

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temporanea di impresa composta da SaliniLocatelli, Castelli Lavori e Ircop. I cantieri dovrebbero terminare entro 42 mesi dall’aggiudicazione del bando (28/07/2008) e quindi nei primi mesi del 2012. •


dossierareediservizio

MY SHOP-TAMOIL:

SPAZIO, LUCE E ASSORTIMENTO “ORIGINALE”

A

voler esagerare si può anche comprare un motorino. Di certo nel myShop Tamoil nell’area di servizio di Brughiera Ovest, all’altezza di Castronno (Va) sull’A8, MilanoVarese, si trovano più prodotti che nei normali negozi “oil” delle aree di sosta. Il nuovo punto vendita è stato completamente ristrutturato e ha riaperto i battenti nell’agosto del 2009. Dal punto di vista strutturale, spiega Fabio Pastorelli, Insegna area di servizio: Nome area di servizio e località:

responsabile non oil di Tamoil Italia Spa, rappresenta l’ultima evoluzione del progetto myShop Tamoil (70 restyling di cui due terzi in autostrada), mentre a livello di merchandising c’è ancora molto lavoro da fare, «è stato espresso solo il 50% del potenziale visto che si tratta di una ristrutturazione ancora in corso con un’offerta di prodotti ancora in fase di definizione». Il negozio si presenta come un luogo luminoso, grazie alle

MY SHOP TAMOIL Brughiera Ovest - Castronno (Va)

STRUTTURA

A un livello, dimensioni grandi per un'area oil, ampie vetrate

MARKET

Luminosità naturale, segnalatori merceologici quasi assenti (escluso il generico My Shop, il My Cafè vicino al vending e la scritta "Fresco e bevande"). Migliorabile la comunicazione nel punto vendita

DESIGN

Arredamento di legno chiaro, con inserti in acciaio grigio, dalle forme arrotondate. Impatto estetico positivo. Un bancone semi-circolare con quattro sedie alte rosse forma un'area ristoro interessante

PARCHEGGIO

Circa 100 posti. Per buona parte è visibile dall'A-Cafè, meno dal My Shop, che invece dà sulle pompe di benzina

OFFERTA COMMERCIALE

Positiva la presenza di diverse categorie merceologiche. Proposte interessanti per le idee regalo. L'offerta sembra invece carente per i giocattoli e in generale poco omogenea

SERVIZI

Si segnalano i servizi igienici in condivisione con A-Cafè, ampi e con servizi di fasciatoio, due docce e due cabine per portatori di handi cap. Design vivace incentrato sul colore rosso. Buona pulizia

VARIE

Accessibilità facile. Telecamere presenti e visibili, non invadenti. Assente la musica diffusa. Adiacente un A-Cafè di Autogrill

A cura di Fabrizio Patti

due vetrate sui lati sud ed est. Rispetto ad analoghi negozi è più ampio, potendo contare su una superficie di circa 150 metri quadrati, esclusi i bagni. Lo spazio centrale è occupato da una decina di “isole” o “gondole”, alte circa 1,50 metri l’una, che dividono in due navate l’area. Nella parete ovest, a sinistra rispetto all’entrata, si trova la cassa e nell’angolo nord-ovest un’area per il ristoro con un bancone semicircolare e quattro sedie alte di colore rosso. Gli scaffali, le gondole espositive e l’area della cassa sono di legno chiaro con elementi di acciaio grigio. Le forme degli elementi di arredo sono arrotondate, così come l’ovale con il logo myShop posto sopra la cassa. Parte della merce è esposta però su scatole di cartone. I prodotti in vendita sono numerosi, anche perché la concessione rilasciata al punto vendita dalla società autostradale è quella di “convenience store” che rispetto ai negozi classificati come “shop” permette di vendere anche prodotti alimentari, sebbene senza la somministrazione da parte di un barista. I cibi presenti vanno dalle marche più note di dolciumi e patatine a una serie di prodotti regionali. Sono anche venduti alcuni vini, esposti in varie zone. Particolarmente numerose sono le idee regalo, dai vasi di vetro contenenti dei fiori di plastica a composizioni con candele, fino a delle rose naturali trattate perché si conservino. Queste ultime due referenze sono però penalizzate dall’esposizione su un cartone bianco. Nell’area dedicata ai prodotti per le auto si segnala, come anticipato, la presenza di uno scooter in vendita, per quanto senza indicazioni di prezzo. La varietà merceologica appare un po’ eccessiva rispetto alla location, l’assortimento dovrà probabilmente essere ridefinito. L’area della cassa è ampia e ospita quei prodotti alimentari definiti “di acquisto d’impulso (patatine e gomme da masticare) e deodoranti per auto. Nell’angolo con il bancone semicircolare si trovano i prodotti food: gelati, bibite, panini e tramezzini confezionati, un distributore di caffè. I panini e i tramezzini al momento della rilevazione erano però assenti perché, spiegano i gestori, la domanda per questi prodotti è presente solo d’estate. Se si devono evidenziare gli altri aspetti meno convincenti, un limite dell’esposizione è che mancano i segnalatori merceologici, presenti invece nell’area di sosta Brughiera Est (sempre Tamoil), dall’altra parte della strada. Rispetto a tale struttura (che pure è più piccola e con pochi prodotti food) colpisce anche la minore presenza di giocattoli, maglie sportive, mappe stradali e prodotti per l’auto. In generale nell’area di Brughiera Ovest gli scaffali sembrano più sguarniti e meno omogenei, anche se i gestori hanno sottolineato come fosse in atto una sistemazione dell’esposizione nel giorno della visita. Per trovare la migliore organizzazione delle referenze, aggiunge Pastorelli, bisogna visitare l’impianto di Rho Sud (Milano). Quanto agli aspetti positivi, oltre alla luminosità e allo spazio, si segnala la buona accessibilità per i portatori di handicap, grazie alla rampa esterna e alla porta ad apertura automatica. Buoni e ampi i servizi igienici, anch’essi inusuali in un’area oil, condivisi con l’A-Cafè adiacente. I due esercizi si spartiscono a metà la struttura e sono separati dai bagni. Da notare anche la presenza di due docce, una cabina con fasciatoio e due cabine per portatori di handicap. •

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›ai ferry porti APPLE SALE A BORDO

Il negozio dell’azienda di Cupertino potrà letteralmente viaggiare in tutto il mondo. Questo è il risultato dell’accordo siglato con la compagnia di crociere statunitense Celebrity Cruises e che vede protagonista la nave più grande della flotta, L’Eclipse. In particolare è

stato autorizzato dalla società della Mela il primo rivenditore marittimo, che potrà commercializzare gli ultimi prodotti tecnologici in un’area denominata iLounge, caratterizzata da un ambiente di design. A bordo saranno installati 26 MacBookPro che permetteranno ai passeggeri di navigare sul web, leggere la posta e stampare documenti.

CIVITAVECCHIA SI AGGIUDICA NCL

Per la prima volta la compagnia di crociere Ncl Freestyle Cruising ha inserito tra i porti di partenza quello di Civitavecchia, come ha annunciato la stessa società nella presentazione del programma invernoprimavera 2011/2012. Oltre alla città laziale, tra i nuovi porti di partenza è stato incluso anche quello di Tampa in California.

NAVI DA 139MILA TONNELLATE PER CARNIVAL

La parola d’ordine è ampliare la flotta. Che il mercato delle crociere stia andando a gonfie vele lo dimostra il nuovo ordine che dovrà soddisfare Fincantieri. Carnival ha dato mandato alla società italiana di costruire due navi da 139mila tonnellate di stazza lorda e 3.600 passeggeri, che saranno le più grandi in dotazione. I due giganti entreranno in servizio nel 2013 e 2014.

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PRIVATIZZAZIONE TIRRENIA, 16 CANDIDATI IN CORSA

N

umeri da mal di testa tra debiti (oltre 700 milioni di euro), valore degli asset (circa 850 milioni), parco navi (25 di Tirrenia e 19 di Siremar) e dipendenti (1.500 di Tirrenia più 400 della divisione Siciliana). Sullo sfondo la procedura di infrazione aperta dall’Unione Europea che contesta la proroga delle convenzioni statali alla compagnia, ma soprattutto 16 soggetti che hanno espresso l’interesse per comprarsi ciò che rimane di Tirrenia, di cui azionista di riferimento è Fintecna. Tra dichiarazioni di stampo politico di chi sostiene il libero mercato e chi, invece, mira a tutelare in primis i posti di

lavoro, la privatizzazione sta andando avanti in attesa che le manifestazioni di interesse diventino delle offerte vere e proprie. Ad oggi i candidati sono sia armatori che fondi, sia italiani che non, per cui si annoverano Snav (che fa capo a Gianluigi Aponte, proprietario di Msc), Grandi Navi Veloci, Grimaldi Lines, Moby Lines, Ustica Lines, Corsica Ferries, Tt-lines, a ancora i fondi F2i, Carlyle, Cvc Capital Partners, Cinven, Oak Tree, Tpg e Kkr. Da segnalare, inoltre, la scesa in capo della Regione Sicilia con la newco Mediterranea Holding Navigazione. •

...ma Costa risponde con Deliziosa Msc punta al dodici…

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olo il tempo di un brindisi per festeggiare il varo di Magnifica, gioiello da 293 metri di lunghezza e 3mila passeggeri, che Msc Crociere si è già proiettata sulla futura dodicesima unità delle flotta. L’offerta di Magnifica propone 22mila mq di aree pubbliche che ospiteranno anche due ristoranti principali, “Quattro Venti” e “L’edera”, il ristorante à la carte “L’Oasi” e l’esotico “Oriental Plaza”. Sul nuovo fronte, l’ordine per costruire Msc Favolosa è già stato consegnato ai cantieri francesi di Saint Nazaire, di proprietà della società coreana Stx. Il gigante dei mari dovrebbe essere consegnato a giugno 2012, avrà una lunghezza di oltre 330 metri, una larghezza di 38, 1.751 cabine e potrà raggiungere una velocità di 24 nodi. La progettazione del design rimane italiana grazie alla collaborazione con lo studio genovese di architetti De Jorio. In seguito a quest’ultimo investimento la capacità di movimentazione della compagnia raggiungerà gli 1,4 milioni di passeggeri nel 2013. •

L

a prima nave a essere inaugurata in una città araba, a Dubai, si presenta con una stazza da 92.600 tonnellate e una capacità massima di 2.826 ospiti. Costa Deliziosa è stata costruita da Fincantieri, a VeneziaMarghera, ed è la terza di cinque unità che la compagnia di crociere ha ordinato per il periodo 2009-2012, investendo 2,4 miliardi di euro. •


Savona e Vado: il terminal diventa “green”

G

eneratori di bordo spenti e l’energia eolica prodotta a terra che alimenta le navi attraccate. Questo è lo scenario che nel prossimo futuro renderà i porti di Savona e Vado autonomi dal punto di vista energetico ed eco-sostenibili con elettricità totalmente pulita. A rendere possibile tutto ciò è la messa in funzione di un impianto di alimentazione da terra e del primo generatore eolico a Savona. Quest’ultimo, in grado di produrre 20 kW, sarà posizionato sulla barriera frangiflutti e i lavori per l’installazione inizieranno nel corso della primavera. In un secondo momento sarà posizionato di fianco un altro rotore eolico che alimenterà il sistema di illuminazione pubblica della darsena. Grazie a un investimento di 150mila euro finanziato da Sardinia Ferries, le banchine del porto di Vado Ligure ospiteranno invece una cabina di alimentazione in grado di fornire un picco massimo di potenza di 2.500 kilowatt. Tali iniziative permetteranno un drastico abbattimento dell’emissione in atmosfera di CO2, pari a 1.118 tonnellate, di ossido di azoto per 38 tonnellate e di anidride solforosa/solforica per 30 tonnellate. •

Golfo di Olbia: uno sguardo al futuro

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azionalizzazione dell’esistente, completamento del terminal Cocciani, individuazione e localizzazione dei porti turistici e dei cantieri navali, e ancora ridefinizione dei limiti e delle finalità del waterfront. Deduciamo noi anche il potenziamento e l’adeguamento dell’offerta commerciale nelle vicinanze delle banchine. Tutto questo è compreso nel nuovo piano regolatore del porto di Olbia, che prevede una panoramica di interventi nell’area del golfo da completarsi nell’arco dei prossimi 25 anni. In particolare, nel documento si parla di razionalizzazione del porto dell’Isola Bianca e prolungamento dei moli, del completamento delle banchine della zona industriale, della ridefinizione della profondità del canale di accesso che verrà portata a -13 metri. Non mancano inoltre i porti riservati ai turisti e alla nautica da diporto e un nuovo waterfront. •

Grimaldi Lines, obiettivo +20% di passeggeri

Anche i porti fanno squadra

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l 2009 si è chiuso con 2,7 milioni di passeggeri mentre per il 2010 il numero dei collegamenti tra Italia, Spagna, Tunisia e Malta rimarrà stabile a quota quindici. Ma i primi dati, supportati dagli accordi con network e tour operator, fanno sperare in un +20% di viaggiatori. In attesa di capire come si evolverà la manifestazione di interesse della compagnia navale per Tirrenia, quest’anno si annuncia positivo. Secondo quanto dichiarato dalla stessa Grimaldi, la politica dei prezzi, improntata sul low cost, permetterà di soddisfare le esigenze dei diverse target, con la possibilità di comprare pacchetti nave più albergo in varie località del Mediterraneo. •

La promozione territoriale e soprattutto la competitività passanno attraverso la sinergia e la cooperazione. Questa è la finalità sancita nell’atto costitutivo del Napa (North Adriatic Ports Association), a cui hanno aderito i porti di Trieste, Venezia, Ravenna e Capodistria (Slovenia). È ipotizzabile, nel breve/medio termine, l’ingresso nell’associazione del terminal di Fiume (Croazia). Tra le iniziative annunciate dal Napa si annoverano dei progetti di investimento, con fondi sia pubblici che privati, per potenziare la dotazione infrastrutturale. In particolare il Piano di Attività 2010 prevede la presentazione del Napa ai parlamentari dell’Ue e ai governi dei due Paesi interessati.

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Succede

NordEst

di Eleonora Vallin

Hub del Nordest. Forse ma forse ci siamo

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iamo ancora in fase embrionale, ma il prossimo passaggio di proprietà dello scalo Ronchi dei Legionari alla Regione Friuli Venezia Giulia, porta di nuovo in auge – e rende per la prima volta concreto – l’annoso progetto di un unico sistema aeroportuale nordestino, oggi fortemente sbilanciato sull’asse Venezia-Trieste. Enrico Marchi, presidente Save, si è già dichiarato interessato all’operazione che potrebbe anche risolversi con l’acquisto, da parte di Marchi, di

quanto ci si impiega oggi in metro ad attraversare Milano). Il punto di partenza è però il passaggio del 51% delle azioni della società Aeroporto Friuli Venezia Giulia dal Consorzio, che riunisce una quindicina di enti locali, alla Regione oggi detentrice del 49 per cento. Una volta formalizzata la cessione, tramite la finanziaria Friulia, la Regione procederà alla verifica degli investimenti da realizzare per rendere competitivo lo scalo, compresa la messa

to che «il sistema può funzionare solo se gli scali sono inseriti in un disegno gestito unitariamente») e se riuscirà a superare la dannata logica dei campanili. Ultima nota: il Nordest dei cieli non porta in volo con sé Verona. La città scaligera orbita infatti in territorio lombardo e il presidente Sea (cioè Linate-Malpensa), Giuseppe Bonomi, ha già manifestato la volontà di costruire un «hub padano» Milano-Bergamo-Brescia-Verona, il «South

© save

una quota di minoranza della Spa. E pure la Regione Friuli Venezia Giulia, prossimo azionista unico, o di maggioranza, è ormai convinta della necessità di mettere in pista un’alleanza strategica con Save, la società che gestisce gli aeroporti Marco Polo in Laguna e il Canova a Treviso, per il rilancio dello scalo friulan-giuliano oggi in calo di traffico (-10% nel 2009) e denaro: l’ultimo bilancio non è ancora disponibile ma nel 2008 la Spa incassava una perdita d’esercizio di 1,2 milioni. L’obiettivo, per ora sulla carta, è arrivare a un sistema da oltre nove milioni di passeggeri l’anno, con un forte sviluppo del low cost e una speciale vocazione ai traffici da e verso l’Est Europa, con la garanzia dell’intermodalità a “portata di gamba”. Se la Tav sarà un progetto concreto anche a Nordest, oltre la città di Verona, il Marco Polo sarà infatti un sito integrato da treno veloce, metropolitana di superficie (il primo dei progetti della nuova Giunta regionale) e sub lagunare (ancora da realizzare). Raggiungere Trieste sarà dunque questione di poco meno di un’ora (la stima esatta delle FS è di 51 minuti, più o meno

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in rete con Venezia, necessaria a sostenere il progetto industriale presentato a novembre. Con una garanzia: che Ronchi non diventi una pista accessoria («il terminale dei voli charter di mezza estate», come l’ha definita l’assessore regionale ai Trasporti, Riccardo Riccardi) ma che abbia collegamenti diretti con Roma e altre capitali europee. Oltre a tener salva l’occupazione attuale. I dati parlano da soli: a Venezia lo scorso anno sono transitati 259mila passeggeri in meno (-3,8% sul 2008), ma Ronchi va peggio: l’anno scorso sono passati in tutto circa 700mila passeggeri, -10,4% sul 2008, mentre è del 6,2% la flessione registrata a gennaio di quest’anno sullo stesso mese del 2009. La sostanziale riduzione dei voli charter ha avuto un forte impatto sul traffico dello scorso anno, e lo scalo, che ha perso nel 2010 il volo per Milano e a marzo anche quello per Parigi, deve oggi, per Riccardi, uscire dall’«isolamento». Un punto di contatto e di convergenza, per risollevare le sorti, è stato dunque creato; c’è da vedere ora se questo reggerà a una successiva fase di approfondimento (Marchi ha già dichiara-

European Airport System», di fatto concorrenziale all’asse Venezia-Trieste. Anche in questo secondo caso i nodi da sciogliere sono molti, e sono legati alle distanze fisiche degli aeroporti (pure dalle stazioni ferroviarie Av), alla diatriba-frattura tra Brescia e Verona (con la millantata uscita del capoluogo lombardo dal Sistema aeroporti del Garda, la società a maggioranza veronese che controlla i due scali) e, infine, alla definizione della governance finale della holding. Solo il tempo ne decreterà le sorti, quelle che Marchi ha però già sancito, definendo «un’idiozia» il piano di Bonomi di un hub diffuso. Progetto, tra l’altro, minato alla base da «concorrenza interna»: la gara per il low cost tra Verona e Bergamo. Alla fine, spiega il presidente Save: «Quale passeggero potrebbe partire da Catania, fare scalo a Verona, montare su un autobus o su un treno per andare a Malpensa e prendere da lì un volo per New York?». Una domanda (retorica) a cui oggi però non è mai arrivata risposta. •



La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

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a fine della Mariella Burani Fashion Group ha una data precisa: la casa di moda reggiana a fine marzo è stata messa in liquidazione. Fine della corsa, la società viene sciolta. La parabola amara dei Burani lascia sul terreno macerie fumanti. A travolgere un marchio prestigioso del Made in Italy sono stati i troppi debiti, l’eccesso di finanza creativa, l’ingordigia speculativa. A un certo punto il gruppo sembra una piccola conglomerata: con ben cinque società quotate in Borsa. Un’eccezione a Piazza Affari. All’apice Mbfg spaziava dalla moda, all’erboristeria (con Bioera), all’ottica (GreenVision), al business “verde” (GreenVision Ambiente) fino alle

BURANI MARIELLA FINE DI UN GRUPPO. E DI UN MARCHIO? catene di gelaterie (Chocolat). Un accozzaglia di mestieri e attività troppo diverse tra loro che però danno tutto il senso di come il gruppo avesse smarrito la sua identità preso dalla smania di comprare, vendere, quotare. Seppur disomogeneo, l’impero di Reggio Emilia qualche anno fa valeva oltre un miliardo di euro, oggi vede la sola Mariella Burani, la fashion house, azzoppata da un deficit patrimoniale di almeno 70 milioni di euro. Eppure in quella che appariva come un’inarrestabile corsa verso il successo la galassia della famiglia Burani era riuscita a raccogliere in Borsa ben 372 milioni di euro: 315 erano andati a rafforzare le casse delle cinque società quotate mentre 57 milioni erano andati in tasca direttamente alla famiglia. Un mare di soldi bruciati, dato che Mariella Burani non ha

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più capitale proprio, la Bdh, la capogruppo Burani Designer Holding, è stata dichiarata fallita dal Tribunale e la Bph (Burani Private Holding), la holding in cima alla filiera, si è autoliquidata per mancanza di risorse proprie. La magistratura è entrata a piedi pari sul dissesto Burani: da più di un anno occorrevano soldi e la famiglia, nonostante le continue promesse, non ha versato un euro. Una girandola di sedicenti compratori si è affacciata alla finestra ma altrettanto velocemente sono svaniti nel nulla. Alla fine, l’unica soluzione per il marchio Mariella Burani è stata la liquidazione. Se non l’avesse fatto la famiglia di sua spontanea volontà sarebbe arrivato il fallimento imposto dalla magistratura senza nemmeno il paracadute, come nel caso di It Holding, dell’amministrazione straor-

dinaria. E’ proprio sulla immensa distruzione di ricchezza che gli occhi della Procura di Milano con l'inchiesta dei Pm Luigi Orsi e Mauro Clerici sono aperti da tempo. La sola Bdh, come ha testimoniato un dirigente, avrebbe subìto perdite per almeno 50 milioni di euro dal trading sui titoli Mbfg. Quel trading, quel continuo e forsennato comprare e vendere proprie azioni e che vedeva movimentare tutti gli anni, sistematicamente, il 20% del capitale (e un terzo del flottante) di Mariella Burani Fashion Group. Anomalie c’erano anche nell’Opa che la famiglia lanciò nel 2008, sul 15% del capitale di Mariella Burani, oggi sotto la lente della Procura. Un'operazione fatta a debito con soldi prestati da Centrobanca (gruppo Ubi) e tra gli

altri da un fondo caymano, Abs, che era remunerato con un tasso del 12%. Quell'Opa non aveva logica economica. Si strapagavano titoli propri per aggiungere un altro 15% a un controllo già blindato dalla famiglia. Alle sfilate della Fashion Week donna di Milano, la collezione Mariella Burani era presente: businness as usual e chapeau alla stilista che porta avanti il suo marchio. Ma il senso della vicenda è che il Made in Italy perde un altro pezzo, dopo il crack della It Holding di Tonino Perna. Probabilmente il marchio sopravviverà, ma difficilmente in modo autonomo. E il destino dei vari rami del gruppo è già scritto: lo spezzatino. Antichi Pellettieri, la parte più sana e redditizia del gruppo, ha già preso la via dell’estero. Oggi ne è proprietario il fondo 3i, un private equity internazionale. E sulla via della dismissione ci sono già altri candidati, come Mandarina Duck. Mariella Burani non è Gucci, ma la storia in piccolo si ripete: la casa italiana oggi è in mano al colosso francese della moda Lvmh. Che fine farà il marchio Burani? •


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La foto

Dubai Mall - Aquarium Una crepa nell'acquario provoca l'allagamento e la parziale chiusura del mall. Tutto il mondo è paese

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AEROPORTI: LA PISTA SICILIANA

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uanto accade in questi giorni attorno all’aeroporto di Agrigento è il miglior viatico per tentare di stilare uno stato generale dell’aviazione civile italiana. Da anni il notabilato locale torna alla carica per costruire un fantomatico aeroporto con denaro pubblico. Puntualmente i tecnici dell’Enac smorzano gli ardori. L’ultima doccia fredda la lettera del presidente dell’aviazione civile Riggio al governatore Lombardo del 27 febbraio scorso. «Per quanto di competenza dell’Enac, l’ipotesi di un aeroporto ad Agrigento può riferirsi ad un’infrastruttura di volo di lunghezza massima pari a 1.500 metri ed una capacità pari a 200.000 passeggeri annui. Tali parametri non concedono al progettato aeroporto sostenibilità ed autosufficienza economica». Il vicepresidente della Regione Michele Cimino, l’agrigentino che una vulgata affettuosa apostrofa “diversamente onesto”, ha già stanziato 30 milioni di euro nella programmazione dei Fondi per le aree sottoutilizzate. Il consenso della

politica su Agrigento è bi-partisan. Il senatore Pd Benedetto Adragna ha trovato la quadra: «Riggio mi ha confermato che non c’è spazio oggi in Italia per nuovi aeroporti. Cosa diversa è un aviopista, sulla quale l’Enac non ha dato alcun parere contrario. Ha solo precisato che tale aviopista non potrebbe sostentarsi dal punto di vista economico. Ma su questo mi auguro che la determinazione dimostrata dalla Provincia regionale di Agrigento con la disponibilità a sostenere i costi di gestione possa essere sufficiente a superare ogni perplessità». L’unione farebbe la forza. Se non fosse che dei privati hanno già pronto il progetto dell’aeroporto di Gela, a una trentina di chilometri da quello di Agrigento. E anche a Gela l’ambizione non manca. Puntano ad aeroporto, università e provincia. Come dire: oro, sett’oro e primiera. Riggio è stato chiaro: «l’aeroporto di Gela è già pronto ed il progetto è finito e lo scalo è tutto opera di privati. Lombardo deve decidere: in meno di quaranta chilometri non

possono esistere due aeroporti». Sobrietà, concretezza, piedi per terra. Ma Lombardo ha tirato più di un aeroporto fuori dal cappello. Esattamente un anno fa aveva siglato un accordo quadro con i cinesi della Hna per un aeroporto a Enna da 400 milioni di euro e 30 milioni di passeggeri l’anno. Una pista più grande della Malpensa e volumi di traffico maggiori di Fiumicino. E ancora in Sicilia si attende l’apertura di Comiso. Il cantiere doveva essere pronto entro marzo, forse a maggio, di sicuro entro il 2010. «Da quando ci verrà consegnato – afferma il presidente della società di gestione Gaetano Mancini – servono dieci mesi per renderlo operativo. Intersac si è aggiudicata la gara tre anni fa, l’aeroporto doveva essere consegnato a febbraio 2007, invece a oggi il cantiere non è ancora chiuso». Prudenza d’obbligo e entusiasmo raffreddato dopo il vertice con Enac a fine febbraio. Tranne che per il sindaco di Comiso Giuseppe Alfano: «due obiettivi primari sono stati raggiunti: la sdema-

nializzazione dell’area e la realtà di una struttura che presto sarà consegnata». Ha di che esser fiero il sindaco, perché proprio sulle questioni demaniali a Comiso sono stati necessari successivi approfondimenti. A completare un quadro straordinariamente ricco per una sola regione ci sono gli aeroporti di Pantelleria e di Lampedusa. La realizzazione delle nuove aerostazioni – più volte rinviata - era prevista alla fine per giugno 2009, data in cui a Lampedusa è stata posta la prima pietra. Pantelleria, sempre per la prima pietra, ha aspettato luglio. Lavori in corso. Il caso Sicilia è illuminante per la densità dei suoi intrecci, ma le altre regioni non sono da meno. In Calabria l’aeroporto di Crotone, inaugurato a giugno del 2004, è privo di traffico. In Sardegna l’aeroporto di Oristano, realizzato fin nei minimi dettagli, non ha mai aperto. Per metà è adibito a pascolo e nell’altra metà ogni tanto ci si atterra di straforo. E così via, volando da Foggia (30.000 passeggeri in un anno, quanto una stazione in cui passa un pullman al giorno) a Siena (mille passeggeri in un anno, quanto un stazione di pullman in poche ore). Paradossalmente un paese densamente tappezzato di aeroporti diventa un groviera. La presenza di «buchi nell’accessibilità non colmabili con opere appaltate o programmate» è il dato di partenza emerso nella realizzazione dello studio affidato da Enac al consorzio di esperti One Works-Nomisma-Kpmg, perché costituisca la base per la redazione del Piano Nazionale degli Aeroporti. Adolfo Marino (continua sul prossimo numero)

CALENDARIO APRILE • GIUGNO 2010

MERCATI IN FIERA NOME

COSA

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QUANDO

WEB

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