CSC Cantieri Strade Costruzioni 2010 06

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CSC CANTIERI STRADE COSTRUZIONI GIUGNO 2010 anno XXVII n. 239

FOCUS DEMOLIZIONI: MACCHINE E ATTREZZATURE

PROVE SU STRADA PEUGEOT PARTNER L2 PASSO LUNGO

TUTTI I TUNNEL D’EUROPA IMPREGILO ai raggi X

SEP POLLUTION a Padova


Foto © Andrea Testi

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2-04-2010 10:38:44


Insufficienti gli incentivi all’acquisto delle case e soprattutto vanno indirizzati anche al patrimonio esistente; comunque meglio l’eco-prestito

L’OPINIONE di Rossella Rodelli Giavarini *

Un bonus per pochi

L

* Presidente di Finco, la Federazione Nazionale di settore di Confindustria, nata nel 1994. Che rappresenta le industrie dei comparti produttivi di beni, servizi e manutenzioni per le costruzioni edili e stradali. Finco aggrega 30 Associazioni Nazionali di Categoria, in rappresentanza di un comparto di circa 20 mila imprese e di 550 mila addetti, per un fatturato aggregato pari a 50 Miliardi di Euro.

e misure volte al rilancio del Piano Casa inserite nel recente Decreto Legge Incentivi non ci convincono del tutto. In qualità di Presidente di Finco ho già avuto modo di esprimere una certa insoddisfazione sia per la somma totale stanziata che per le modalità scelte dal Governo per erogare i contributi all’acquisto. Il Decreto stabilisce di dedicare circa 60 milioni di euro alle nuove abitazioni ad alta efficienza energetica attraverso bonus fino a 7 mila euro. In particolare prevede un contributo di 83 euro a metro quadrato di superficie utile, fino a un massimo di 5 mila euro, per immobili che garantiscono un risparmio di energia del 30%. Si può arrivare fino alla somma di 7 mila euro, ovvero a un contributo di 116 euro al metro quadrato, se i consumi energetici migliorano del 50%. In base a quanto calcolato da Finco, queste misure valgono come bonus all’acquisto per circa 10 mila appartamenti in tutto, ovvero assai meno di quelli presenti in un solo quartiere di medie dimensioni di una città. È peraltro poco plausibile che si decida un acquisto che impegna cifre cinquanta o cento volte maggiori sulla base di un bonus di questo modesto ammontare. In ogni caso è necessario che l’EcoBonus possa essere applicabile anche al Patrimonio esistente, che è quello realmente obsoleto. La nostra Federazione esprime peraltro un giudizio positivo sulla semplificazione autorizzativa per le piccole opere di manutenzione, augurandosi non venga depotenziata da Regioni e Comuni. Sarebbe la conferma che il federalismo urbanistico non funziona. Ed in effetti queste norme erano già previste nel decreto di semplificazione che avrebbe dovuto essere pubblicato a corollario dell’accordo Stato-Regioni del 31 Marzo 2009, non più uscito. Finco ha invece auspicato ed auspica l’adozione di un Eco-prestito fino ad un massimo di 30 mila euro per ciascun beneficiario, a tasso agevolato (0%) e di durata decennale, del quale si potrebbe usufruire solo certificando di aver effettuato almeno 2 interventi di incremento dell’efficienza energetica, interventi che vanno dall’incremento dell’efficienza

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CSC giugno 2010

energetica delle coperture e delle pavimentazioni a quello dei muri perimetrali e delle finestre, porte esterne e schermature solari, all’installazione di apparecchiature e sistemi per riscaldamento e produzione di energia elettrica ed acqua calda utilizzanti fonti rinnovabili o assimilate. Per incentivare l’effettiva realizzazione degli interventi, l’Eco-prestito verrebbe liquidato in due tranche (ad inizio e fine lavori); gli interventi dovrebbero necessariamente iniziare entro il 2010 e terminare al massimo entro l’anno successivo. L’iniziativa potrebbe essere in prima istanza sostenuta accedendo alle risorse della Cassa Depositi e Prestiti e, successivamente, anche dalle Fondazioni Bancarie coinvolte. In un’ottica di medio periodo poi, Finco ritiene che questa misura sia destinata ad autofinanziarsi del tutto poiché avrà l’effetto di far emergere ulteriori redditi, di recuperare dell’IVA, di aumentare IRPEF ed IRES, di ridurre l’esposizione in termini di penali CO2 che il Paese dovrebbe sopportare, portando complessivamente a un risparmio di energia. Rispetto alle misure previste dal Decreto Incentivi l’Eco-Prestito ha un duplice vantaggio. Da una parte esso non si rivolge esclusivamente ai nuovi appartamenti, ma anche al ben più inquinante patrimonio immobiliare già esistente. Inoltre, trattandosi di un prestito, prevede che il cittadino che ne usufruisce lo restituisca progressivamente all’Erario. Per il Governo la spesa sarebbe costituita pertanto esclusivamente dall’interesse zero. La misura è già stata ufficialmente sottoposta al vaglio dei Ministri Giulio Tremonti, Stefania Prestigiacomo e all’ex Claudio Scajola, nonché all’On. Gianni Letta e alla Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ed è da considerarsi come aggiuntiva e non sostitutiva delle attuali misure di detrazione fiscale previste dal Governo, con particolare riferimento a quella del 55% per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, per la quale Finco auspica una proroga al triennio 2011-13 se non addirittura una stabilizzazione.



SOMMARIO | giugno 2010

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6 CSC news CANTIERI

IN COPERTINA

PEUGEOT PARTNER L2 PASSO LUNGO Peugeot Italia 20151 - MILANO Via Gallarate, 199 Tel. 0230.0807.1 - Fax: 0230.703.327 www.peugeot.it

Le Aziende in Questo Numero Adamoli .................................44 Allison ....................................43 • Andreoli ...............................10 Astra ......................................38 • Berti . ...................................44 Bobcat ...................................55 Briggs & Stratton ...................45 Bucher Schorling ...................41 • CGT .............................IV Cop Comamoter . ..........................24 Daf .........................................38 • Dieci ....................................15 Doosan ..................................54 • Dynapac ........................32, 34 • Ecomondo ...........................52 Effedi .....................................42 • FAI . ............................... II Cop • Fassi ...................................13 Fiat ........................................29 Finco.........................................1 Ford Fiesta ............................46 Fuart ......................................42 • Geofluid . ...............................2 • Ihimer ....................................5 Impregilo . ..............................26 Iveco ................................38, 43 Komatsu ................................18 • Kubota . ...............................29 Liebherr .................................30 Macro ....................................41 Man .......................................39 Meiller ....................................36 Mercedes . .............................39 • Montabert ........................7, 55 • Peugeot..................... I Cop, 46 Peri ........................................56 • Peugeot..................... I Cop, 46 Phontis ..................................37 • Rotair ....................................9 • Saie .....................................16 Scania ...................................38 Schmidt .................................41 Sep Pollution .........................41 Unacea ..................................25 Volvo Trucks ..........................38 Zorzi ......................................36

• Gli Inserzionisti

18 20 24 29 30

17

Demolition machine Tunnel d’Europa La bilancia non mente La parola a Marchionne Il calcestruzzo è servito

26 IMPREGILO ai raggi X Faccio tutto io

COSTRUZIONI

STRADE

34 36 37 38 45

33

Produttività sostenibile

54 56 60

53

Dateci un martello La Vetrina del Design La selezione è tutto

Matrimonio di comodità La fonte dei trailer Cavalli e telai a Monaco Potenza assicurata

62 CSC VETRINA 63 CSC EVENTI

40 SEP POLLUTION

56

a Padova Spazza che ti passa

46 PROVE SU STRADA

PEUGEOT PARTNER L2 PASSO LUNGO Il leone ci riprova

40 54

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CSC giugno 2010


CSC

ABBONATI

CANTIERI STRADE COSTRUZIONI

Al prezzo 2010

giugno 2010 Anno XXVII Numero 239

Direttore responsabile Andrea Aiello Hanno collaborato Massimiliano Barberis, Lorella Turchetto, Renzo Arletti, Alberto Caletti, Federica Calò, Giuseppe Cantalupo, Giovanni Fassi, Marzia Giusto, Alessandro Maggioni, Mario Marchisio, Antonio Martina, Raffaella Meazzi, Roberto Nicoletti, Giuseppe Provvisiero, Paolo Raffaelli, Rossella Rodelli Giavarini, Alessandro Rossi, Thalita Seno. Progetto grafico e impaginazione Mariella Salvi Pubblicità adv@gestoeditore.it Traffico Silvia Pizzi silvia@gestoeditore.it

approfondimenti interviste rubriche servizi speciali Prove esclusive di macchine e veicoli Abbonamento • Italia

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10 numeri ALl’anno

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CSC giugno 2010


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CSC news ZF inverte la tendenza

D

opo aver subito lo scorso anno una flessione del fatturato del 25 per cento, pari a 9,4 miliardi di euro, e una perdita operativa pari a 361 milioni di euro, il fornitore per l’industria automobilistica intende raggiungere per il 2010 una crescita del fatturato intorno al 10 per cento. Gli obiettivi principali del gruppo ZF si concentrano sul superamento del punto di pareggio e sul mantenimento del personale fisso in Germania, nonostante l’insicurezza persistente del mercato. Il fatturato del gruppo è diminuito di circa un quarto. In particolar modo, sono stati colpiti dal trend negativo i dipartimenti ZF dedicati al settore dei veicoli di trasporto e industriali. Essi hanno in parte subito crolli del fatturato ammontanti fino al 50 per cento. Più contenuti i cali nel settore automobilistico e in quello delle macchine agricole, così come il trasporto pubblico. “Nonostante si assista attualmente a una lenta ripresa del mercato e nonostante rimangano dei rischi residui, riusciremo ad attuare l’inversione di tendenza nell’anno in corso”, afferma Hans-Georg Härter, presidente del cda di ZF, in occasione della conferenza stampa di presentazione del bilancio svoltasi a Stoccarda. Come? Continuando a potenziare la propria leadership tecnologica attravesro nuovi prodotti.

MMT La crisi non molla

I

numeri parlano chiaro, anzi scuro. Nel primo trimestre 2010 segnano un -17 per cento (vedi tabella). Il totale delle macchine vendute nel primo trimestre è stato di 2.583 unità. Per quanto riguarda le varie linee di prodotto, i mezzi tradizionali (apripista, motolivellatrici, escavatori e pale) diminuiscono del 18,3 per cento; miniescavatori, minipale compatte e minipale compatte cingolate hanno registrato flessioni rispettivamente del 4,4 e del 28,8 per cento e del 16,6; i dumper flettono del 33,3 e i sollevatori telescopici del 41,2 per cento. Nel mercato delle macchine stradali, infine, le vibrofinitrici flettono di 60 punti percentuali, mentre i rulli – unica eccezione – crescono dell’1,5 per cento. Cosa fare allora? Sperare negli incentivi statali? Assolutamente no. Sul risultato ancora negativo del primo trimestre ha pesato proprio l’effetto attesa nei confronti degli aiuti. La beffa è che una volta approvato il provvedimento, il mercato non ne ha minimamente giovato. I motivi sono svariati, ma uno è evidente: in primo luogo il settore è stato penalizzato dall’arbitrario accoppiamento con le macchine agricole, un mercato disomogeneo rispetto alle macchine movimento terra per clientela, dimensioni e struttura distributiva, che ha esaurito la stragrande maggioranza delle risorse stanziate. Il provvedimento è stato dunque congegnato male per i mezzi e il ministero dello Sviluppo economico non ha fornito, poi, i dovuti chiarimenti. Un parere lo stila Franco Invernizzi (New Holland – Gruppo Fiat), vicepresidente di Unacea, ‘alle aziende di macchine movimento terra sono andate solo briciole nonostante la crisi drammatica del nostro settore. È stata persa un’occasione per rinnovare il parco, renderlo più sicuro e meno inquinante’. A cui si aggiunge il commento di Enrico Pran-

Iveco raddoppia

A

ncora un mese per approfittare della promozione Iveco, valida fino al 30 giugno 2010. Presso tutta la rete delle concessionarie in Italia, radiando un rimorchio o semirimorchio con più di 15 anni e acquistandone uno nuovo dotato di Abs o Esp si riceve un contributo statale che varia da 1.500 a 4 mila euro. Questo denaro viene raddoppiato da Iveco che ha deciso di promuovere la vendita della gamma pesante stradale Stralis fornendo un incentivo analogo a qui acquista un nuovo Iveco Stralis a fronte della rottamazione di un rimorchio o semirimorchio.

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dini (Komatsu Utility Europe), vicepresidente di Unacea: ‘per archiviare questa esperienza partita male chiediamo ora al ministero di ascoltare chi opera quotidianamente sul mercato del movimento terra e di rifinanziare il provvedimento con le risorse rimaste inutilizzate in altri comparti, stanziando una quota di fondi per le sole macchine movimento terra e aumentando lo sconto previsto dal 10 al 20 per cento del prezzo. Solo così possiamo dare un contributo alla ripresa e salvare le migliaia di posti di lavoro in pericolo’. Infine anche Massimo Goldoni, presidente di Unacoma ha da dire la sua: ‘l’analisi congiunturale che abbiamo elaborato per i nostri costruttori presenta un 2010 ancora critico soprattutto per quanto riguarda la spesa pubblica in infrastrutture, vista la contrazione degli investimenti prevista dalla finanziaria 2010, la lentezza con la quale procede il Piano delle Opere Prioritarie, e i vincoli alla spesa degli enti locali imposti dal patto di stabilità. Lo stesso Piano Casa procede a rilento e avrebbe bisogno di essere sostenuto con il varo di misure di semplificazione in materia edilizia’. In questo contesto, le previsioni dell’Osservatorio realizzato da Prometeia su incarico di Unacoma/Comamoter, indicano che una vera ripresa del settore non potrà avvenire prima del 2011, quando il mercato dell’edilizia si stima possa tornare a un attivo intorno allo 0,8%, destinato a crescere ulteriormente nell’anno successivo. Speranze e solo illusioni? Si spera in contrario. Ma dal Governo, intanto, non arrivano rassicurazioni degne di nota. “Sono numeri che parlano da soli e testimoniano tutte le difficoltà che stanno vivendo le aziende del settore. Il mercato si è dimezzato e i segni di ripresa non sono chiari” è quanto afferma Amedeo Esposito, presidente di Cantiermacchine. Anche le attese sul decreto incentivi, varato dal


Martello demolitore

Innovazione CSC news Produttività Robustezza

MERCATO ITALIANO MACCHINE MOVIMENTO TERRA E STRADALI (unità fisiche) Periodo: dall'1/1/2010 al 31/3/2010 LINEA DI PRODOTTO Apripista

N. UNITÀ 2 010

VAR. % 2010/2009

15

114,3

Escavatori cingolati

403

-8,6

Escavatori gommati

35

-32,7

Motolivellatrici

10

233,3

Pale cingolate

5

-54,5

Pale gommate

162

-37,0

Totale macchine ‘tradizionali’

630

-18,3

19

-40,6

6

-62,5

Terne quattro ruote sterzanti Terne articolate Terne rigide

31

-52,3

Totale terne

56

-50,4

Miniescavatori

1318

-4,4

Minipale compatte (skid steer loader)

250

-28,8

Minipale compatte cingolate (track loader)

126

-16,6

Totale compatte

1694

-9,9

Dumper articolati

6

-33,3

197

-41,2

2583

-16,9

Rulli

66

1,5

Vibrofinitrici

12

-60,0

Sollevatori telescopici TOTALE MACCHINE MOVIMENTO TERRA MACCHINE STRADALI

Governo per sostenere i consumi, prosegue Esposito, sono sfumate e il decreto non ha avuto l’effetto sperato; “e ciò, a causa dell’esiguità delle risorse allocate, finalizzate a due settori molto diversi tra loro, quello delle macchine agricole e quello delle macchine movimento terra e alle modalità di accesso e di erogazione del contributo”. “Una situazione difficilissima che sta mettendo a rischio l’esistenza stessa di aziende e migliaia di posti di lavoro, con la crisi economico-finanziaria che mette sempre più in ginocchio le imprese del settore”. Secondo Esposito occorrono misure urgenti per evitare una paralisi totale, “siamo molto preoccupati per quello che potrà succedere nella seconda metà dell’anno, se non ci saranno decisioni rapide e programmi attuativi efficaci: non promesse, servono i fatti. Occorre procedere alla modernizzazione del Paese attraverso riforme forti e non più dilazionabili.”. Cantiermacchine rappresenta a livello nazionale le imprese di importazione e distribuzione di macchine movimento terra e per l’edilizia e fa parte della Federazione Ascomac.

Montabert ha inventato il primo martello demolitore idraulico nel 1964 e da allora è impegnata in una continua ricerca innovativa, costruendo in Francia attrezzature capaci di grandi prestazioni e di ineguagliata affidabilità. Si tratti di martelli demolitori e perforatori, benne frantoio o accessori per la demolizione, i prodotti Montabert presentano i più alti livelli di qualità. Per qualsiasi attrezzature da demolizione, Montabert propone la soluzione più adatta per ottimizzare i costi di esercizio. mail.info@montabert.com www.montabert.com


CSC news Piattaforme made in italy

Airo in occasione dello scorso Bauma di Monaco, ha esposto diversi modelli di piattaforme della sua gamma di prodotti recentemente adeguata in funzione della nuova Direttiva Macchine 2006/42/CE, recepita con il decreto legislativo 27 gennaio 2010 n. 17. Tra i modelli presenti a Monaco, la nuova articolata diesel A12 JRTD è caratterizzata da un’altezza di lavoro pari a 12,20 m e da uno sbraccio massimo di 7,10 m. Le altre caratteristiche sono: portata in piattaforma 230 kg, 4 ruote motrici, display per diagnostica, traslazione consentita alla max. altezza, jib ripiegabile per riduzione dimensioni di trasporto, rotazione idraulica del cesto di 180°, rotazione della torretta di 370°.

I Fuso a Mosca

D

aimler Trucks ha avviato la produzione dell’autocarro leggero Fuso Canter in Russia. Frutto della joint venture “Fuso Kamaz Trucks Rus” (FKTR), il truck da 7,5 tonnellate ha fatto il suo debutto di fronte al pubblico della fiera “Comtrans”, salone dedicato ai veicoli industriali, che si tiene a Mosca dal 20 al 24 aprile. La commercializzazione dei veicoli inizierà questo mese. La joint venture al 50% tra Kamaz e Daimler, azionista di maggioranza di Mitsubishi Fuso Truck and Bus Corporation (MFTBC), è stata creata nel 2009 ed è finalizzata ad importazione, produzione e distribuzione dei veicoli Fuso in Russia. Con gli autocarri a marchio Fuso, FKTR mira a conquistare il relativo segmento nel mercato russo. La produzione ha luogo a Naberezhnye Chelny/ Russia, mentre la direzione amministrativa e commerciale della joint venture si trova a Kazan, sempre in territorio russo. Per MFTBC, Kamaz e Daimler Trucks, l’introduzione sul mercato russo di Mitsubishi Fuso rappresenta un importante sviluppo strategico, un’opportunità di crescita in uno dei più vasti mercati di autocarri al mondo, dove Kamaz dispone di una capillare rete di concessionari.

T O G A E M A R T E L L O A cura dell’Avv. Stefano Zucali di Milano, esperto in diritto degli appalti, contrattualistica e diritto amministrativo*

Danni a terzi: per la cassazione la responsabilità dell’appaltatore non è (quasi) mai esclusa

I

l ricorso agli accordi temporanei tra più imprese (ATI) per la realizzazione di un lavoro in comune, noto all’estero con il termine “joint venture”, è frequente quando grandi opere pubbliche sono appaltate a più imprese che non intendono porsi in concorrenza tra loro e che, singolarmente considerate, non avrebbero i mezzi tecnici e finanziari per realizzare dette opere. L’ATI può essere di tipo “orizzontale”, se costituito da imprese in possesso delle medesime specializzazioni che uniscono le loro risorse, tecniche, organizzative e finanziarie, per l’esecuzione di opere pubbliche di un certo rilievo ed entità, ovvero di tipo “verticale”, se realizzato tra imprese operanti in settori diversi per la realizzazione di opere che richiedono competenze eterogenee. Sul piano giuridico, la costituzione dell’ATI non comporta mai la nascita di un soggetto autonomo ma si qualifica per l’esistenza di un raggruppamento temporaneo di imprese rappresentate, ai fini dell’appalto, da un’impresa capogruppo (mandataria) alla quale le altre imprese (mandanti) conferiscono un mandato collettivo speciale, gratuito ed irrevocabile, con rappresentanza, anche processuale, nei confronti del

committente. È, tuttavia, necessario che la composizione dell’ATI rimanga invariata nella fase successiva a quella di presentazione dell’offerta. Si tratta di un principio fondamentale posto a tutela dell’interesse pubblico alla trasparenza delle procedure di aggiudicazione degli appalti e alla serietà, attendibilità e capacità dell’esecutore delle opere. Il legislatore ha consacrato tale principio nell’art.13 comma 5 bis della Legge 109/94 e successivamente lo ha recepito nel vigente art. 37 comma 9 D.Lg. 163/2006 (Codice degli appalti di lavori pubblici) laddove è espressamente sancito il divieto di mutamento soggettivo della compagine associativa risultante dall’impegno presentato in sede di offerta. Le conseguenze della violazione di tale divieto sono particolarmente gravi: l’annullamento dell’aggiudicazione e la nullità del contratto ove già stipulato (art. 37 comma 10 D.Lg. 163/2006). Non sono ammesse eccezioni, salvo quelle espressamente previste dalla medesima norma secondo cui la modificazione dell’ATI, nella fase successiva all’offerta, può avvenire in caso di fallimento dell’impresa mandataria o di un’impresa mandante ovvero, se si tratta di imprese individuali, per morte,

interdizione, inabilitazione o fallimento del titolare. In particolare, se il fallimento riguarda la capogruppo, la stazione appaltante ha facoltà di scelta tra il recesso dal contratto e la sua prosecuzione con la nuova impresa, ove ritenuta idonea, alla quale sia stato conferito mandato (art. 37 comma 18) mentre, se viene dichiarata fallita un’impresa mandante, la mandataria può far subentrare altra impresa in possesso dei requisiti richiesti o eseguire essa stessa le opere, direttamente o a mezzo di altra impresa mandante (art. 37 comma 19). In questa seconda ipotesi, non sussiste in capo alla stazione appaltante alcun potere di gradimento dell’impresa subentrante se in possesso dei requisiti stabiliti in sede di bando. Al di fuori di queste situazioni, non è consentito il mutamento soggettivo dell’ATI anche se vanno segnalate alcune decisioni giurisprudenziali, per la verità piuttosto isolate e notevolmente criticate dalla dottrina, che sembrerebbero attenuare la rigidità di questo principio arrivando a prevedere la legittima prosecuzione dell’appalto anche in caso di recesso volontario di un’impresa dalla compagine associativa partecipante a una gara (Consiglio di Stato n.4101/2007).

* Per contatti: 02 54122117 - stezucali@tiscali.it

L’aquila indiana

M

aggiore potenza e cilindrata ridotta con il nuovo turbodiesel a 16 valvole tipo m-Hawk di 2.200 cc. Iniezione diretta Bosch common-rail di seconda generazione. Frontale ridisegnato, estetica rinnovata, nuovi equipaggiamenti. Arriva sul mercato la Mahindra Goa Hawk. Efficienza di funzionamento miogliorata, estetica rinnovata e maggiori contenuti di prodotto caratterizzano la gamma 2010 dei fuoristrada e dei pick-up Goa prodotti dal gruppo industriale indiano Mahindra. Oltre a presentare innovazioni estetiche e funzionali che li rendono ancora più fruibili nell’uso quotidiano, i nuovi Mahindra Goa Hawk montano il nuovo turbodiesel common-rail tipo m-Hawk di 2,2 litri a 16 valvole (cui devono il loro nome) che rappresenta un importante passo avanti dal punto di vista tecnologico. Il risultato è una gamma di fuoristrada e di pick-up al passo con i tempi, adatti agli impieghi sui terreni più impervi, rispettosi dell’ambiente, economici da gestire e dotati di tutti quegli equipaggiamenti che possono rendere più confortevole la permanenza a bordo.

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CSC giugno 2010


CSC news Segnali positivi dall’Open House Meta

S

i è svolto tra il 24 e il 25 aprile scorso il tradizionale appuntamento presso il concessionario pavese che ha presentato nell’occasione una folta rappresentanza delle linee di prodotto JCB insieme ad alcune novità assolute. Fra i pezzi forti della squadra messa in campo dal costruttore britannico, un escavatore cingolato JS160 NC e un gommato JS 145W, una coppia di terne 3CX e 4CX e i due escavatori midi 8065 RTS e il nuovo 8085 ZTS; nutrita anche la rappresentanza del segmento “compatte”, con le pale Robot 170 e 190-1110T (quest’ultima allestita con una grande fresa Simex) e i miniescavatori 8016, 8018 e 8030 ZTS. Presente anche il settore del sollevamento con la pala gommata agricola TM310 Agri e una macchina decisamente versatile come il Teletruck TLT35D 4x4, il carrello elevatore con braccio telescopico. Tutte macchine dalle caratteristiche e prestazioni di eccellenza, che gli intervenuti alla manifestazione hanno potuto vedere all’opera, conoscere nei minimi dettagli e, naturalmente, testare dal vivo nell’area prove allestita per l’occasione. «Questa edizione dell’open house Meta - racconta Elisa Taini in rappresentanza del management dell’azienda - è andata oltre le nostre più ambiziose aspettative. Non solo per l’affluenza, che in questa occasione è stata particolarmente alta, ma anche per gli eccellenti risultati commerciali che abbiamo conseguito durante l’evento, direi ai livelli delle annate migliori. Una conferma dell’ottimo lavoro che abbiamo svolto negli anni sul territorio, della forza del marchio JCB e della capacità di proporre alla clientela soluzioni sempre più innovative in termini di prodotto, servizio e in ultimo, ma di grande attualità, la consulenza su come meglio sfruttare la Tremonti-Ter e gli incentivi statali riguardanti la rottamazione».

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Eberspaecher e Daf

E

berspaecher ottiene la certificazione “Zero-kilometers defects” cioè nessun difetto sui riscaldatori forniti al costruttore di veicoli pesanti Daf Trucks. Un riconoscimento che rappresenta un’importante conferma della qualità dei prodotti Eberspaecher e che il Ceo della divisione sistemi di riscaldamento del Gruppo, Leonhard Vilser, interpreta come la riprova di una politica vincente: «il nostro impegno nella strategia ‘nessun difetto’ ci sta ripagando e ci assicura significativi vantaggi nei confronti dei nostri concorrenti». La stessa fornitura, infatti, aveva già permesso ad Eberspaecher di entrare nella lista dei fornitori sotto i 50 ppm (parts per million), cioè quella in cui i prodotti difettosi non possono superare il numero di 50 per ogni milione di unità, stilata da Paccar Inc, società che controlla Daf Trucks e tra i più grandi produttori mondiali di veicoli pesanti. Questo ulteriore salto in avanti, che certifica zero difetti per milione di unità, è il frutto di un lavoro costante di perfezionamento e di controllo della qualità. Infatti, i riscaldatori marchiati Eberspaecher vengono sottoposti a severi e lunghi test di funzionamento, a differenti temperature, su più cicli operativi e con diversi livelli di potenza. Le prove, effettuate durante tutto l’anno, sono distribuite su 81 stazioni per un totale di 276 mila ore, cioè 11.500 giorni durante i quali vengono consumati 142 mila litri di combustibile.


CSC news Mille Lowara a Bagdad

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ille elettropompe Lowara centrifughe monostadio in ghisa FH con una portata di oltre 60 m³/h e una prevalenza di 50 m, sono state commissionate dalla ditta italiana di costruzioni ecologiche Dmix Srl, vincitrice di una gara di appalto indetta dal Ministero dell’Agricoltura iracheno, che cercava una pompa che fosse affidabile al punto da essere utilizzata con temperature superiori a 60°C e in postazioni remote. Accoppiate con un motore termico Lombardini modello 15 LD 500 attraverso connessione elastica, che sono le unità in grado di operare in totale libertà e risultano anche perfette per una rete di irrigazione. Sono state commissionate mille unità della serie FH direttamente a ITT Lowara in Italia, consci del fatto che l’abilità delle pompe FH ad operare al massimo dell’efficienza in ogni situazione è stata ampiamente dimostrata in migliaia di applicazioni.

T u tt o r u o ta A cura di Giuseppe Cantalupo

Accordo Continental – ADAC per una migliore assistenza alle flotte

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perativa dallo scorso mese di febbraio una nuova partnership di Continental Reifen Deutschland GmbH, consociata di Continental AG, con ADAC TruckService, consociata di ADAC. Scopo dell’accordo è fornire, attraverso una razionalizzazione dei servizi destinati ai parchi autoveicoli, un’assistenza alla clientela più efficiente. Il Gruppo Continental è uno dei maggiori fornitori dell’industria automobilistica nel mondo come produttore di pneumatici, sistemi frenanti, sistemi e componenti per motore e telaio, strumentazione, soluzioni per informazione e elettronica di bordo e parti tecniche in elastomeri.

ADAC (Allgemeiner Deutscher Automobil-Club) è il maggiore automobil club della Germania e dell’Europa e conta partner in molti paesi, come l’italiana ACI, per esempio. La sua consociata ADAC TruckService è leader europeo nell’assistenza per autocarri, rimorchi, autobus e veicoli commerciali leggeri. In base all’accordo firmato dalle due società tedesche, l’assistenza relativa ai pneumatici per flotte è gestita da un unico nuovo centro servizi aperto a Monaco, con l’obiettivo principale di ampliare la gamma dei servizi offerti e armonizzare le attività e gli standard di qualità delle due compagnie. In altre parole, migliorare l’efficienza dell’intera organizzazione. Inizialmente, questa “alleanza strategica” assicurerà supporto tecnico ai parchi autoveicoli in otto Paesi -Germania, Francia, Spagna, Italia, Repubblica Ceca, Polonia, Belgio e Regno Unito- che rappresentano circa il 90% del mercato europeo dei trasporti. Successivamente, le due aziende espanderanno la loro partnership anche negli altri mercati UE. Per Continental la collaborazione con ADAC sottolinea l’accresciuto livello di competitività dei servizi offerti alla clientela e testimonia il conseguente maggior impegno della società, sia commerciale che di marketing, a garantire un’assistenza di 24 ore su 24, in modo da ridurre la durata del fermo veicoli.

Il camion di Valentino

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Misano Iveco ha presentato la versione ‘corsaliola’ del proprio Stralis. Ha i colori del team Yamaha di Valentino Rossi e Jorge Lorenzo, ed è un mezzo in versione limitata superaccessoriata (solo 46 esemplari). La cabina dello Stralis AS 560 Cv offre interni con sedili in pelle bianca pieno fiore, con la parte centrale in microfibra blu che riprende i tessuti delle tute dei piloti, volante in pelle, pannelli porta sempre in pelle bianca pieno fiore e microfibra blu, dello stesso colore dei tappetini. Il Logo Fiat Yamaha Team troneggia oltre che all’esterno sulla calandra anche all’interno, nella parte inferiore del secondo lettino in microfibra, al centro del quale spicca in colore giallo il numero che caratterizza la serie limitata. Lateralmente la cabina presenta un fregio decorativo che evidenzia il finestrino ed accentua l’aspetto racing che è alla base del concept di questo modello. Il camion è equipaggiato con il potente motore FPT Cursor 13 Euro5 da 560 CV, cambio Eurotronic automatizzato ZF a 12 marce, cerchi in lega Alcoa e sistemi elettronici di sicurezza attiva e passiva disponibili nell’offerta top di gamma Iveco.

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CSC news Edilizia industrializzata in calcestruzzo: -20% nel 2009

A Shangai Mapei

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ssobeton, l’Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi, aderente a Confindustria, ha presentato i dati rilevati nel corso del 2009 relativi all’andamento del mercato ed alcune tendenze a breve e medio periodo, unitamente all’analisi economica e patrimoniale del comparto, basata su un campione di 150 bilanci d’esercizio di operatori del settore. Si tratta di un comparto che in Italia è costituito da 1349 produttori di manufatti cementizi con un ammontare complessivo di 39 mila addetti e vanta un fatturato di circa 6 miliardi di €/anno. Assobeton, che rappresenta in ambito Confindustria il comparto dell’Edilizia Industrializzata in Calcestruzzo (produzione articolata in oltre 35 diverse famiglie di prodotto, con più di 220 operatori italiani per un volume d’affari superiore a 2, 6 miliardi di Euro), nel corso dell’anno 2009 ha monitorato insieme a Clarium l’andamento del mercato, producendo trimestralmente un report in cui sono comparati i dati di produzione e di fatturato di circa 80 operatori associati per un complessivo fatturato per trimestre di oltre 1,5 mld di euro. Confrontando i dati dell’intero anno 2009 con i corrispondenti del 2008 viene rilevata una contrazione su base annua del fatturato di circa 20 punti percentuali e di oltre 32 punti percentuali per il commissionato. In particolare, nel IV trimestre 2009 il calo del fatturato è stato del -21% rispetto allo stesso periodo del 2008; mentre il commissionato del IV trimestre 2009 risulta essere il 12% in meno rispetto allo stesso periodo del 2008. Le indicazioni fornite dagli operatori di settore evidenziano per il I trimestre 2010, e in generale per il medio termine, una diffusa previsione pessimistica sia in riferimento alla produzione sia relativamente al commissionato. Stima ulteriormente confermata dalla generalizzata riduzione dei fatturati derivanti dal mercato immobiliare, dagli indici della produzione nelle costruzioni e dai dati relativi alla produzione di cemento. “Il comparto ha avvertito in modo sensibile la crisi economica e il mercato ha subito grandi trasformazioni cui le medie-grandi imprese hanno almeno parzialmente saputo rispondere – dichiara il Presidente di Assobeton, Renzo Arletti – Dai dati in nostro possesso possiamo intravedere un timido spiraglio di ripresa che solo le aziende più strutturate saranno in grado di interpretare e sfruttare al meglio. Per uscire da questo periodo difficile, però, è necessario lo sforzo di tutti gli operatori del settore ma anche e soprattutto delle Istituzioni così da favorire una vera crescita e ritrovare la strada dello sviluppo dell’intero Sistema-Paese”.

Pneumatici ricostruiti preziosi per ATM Milano

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nche l’azienda di trasporto pubblico milanese, come quelle di Bologna e Ferrara e altre ancora, utilizza i pneumatici ricostruiti per i suoi mezzi. E non è roba da poco: sono ben 1.500 le gomme di ricambio ricostruite che ATM impiega ogni anno per i suoi 1.450 autobus (1.250 urbani e 200 extraurbani) e 140 filobus che ogni giorno circolano per le strade di Milano e provincia. Questo vuol dire, tradotto in soldi, che l’uso dei ricostruiti al posto dei pneumatici integralmente nuovi consente all’azienda di risparmiare ben 200 mila euro all’anno! Lo rende noto l’Ing. Alberto Zorzan, direttore ingegneria rotabili di ATM di Milano, nell’ambito di una rilevazione sul trasporto pubblico locale condotta per conto di AIRP (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici). È un’ulteriore conferma del fatto che il vantaggio economico derivante dall’impiego di questi prodotti può arrivare anche a cifre significative. Per non trascurare, poi, il beneficio che ne ricava l’ambiente in termini sia di riduzione delle emissioni inquinanti in conseguenza della ritardata sostituzione dei pneumatici fuori uso con prodotti nuovi che di diminuzione dell’accumulo di gomme non utilizzabili da smaltire. Ma anche un’altra realtà oggettiva è da sottolineare. E cioè la garanzia di sicurezza e affidabilità di prestazioni che i ricostruiti sono in grado di offrire e che ancora una volta è testimoniata dall’esperienza concreta di un’azienda di trasporto pubblico. Sostenibilità ambientale, quindi, contenimento dei costi di manutenzione della flotta e affidabilità totale sono i vantaggi, non di scarso peso, che certamente si ricavano da questi prodotti. È ancora Zorzan a dirlo. Ed è la stessa ATM a creare le premesse per l’ottenimento di questi risultati, grazie a una serie di minuziosi controlli che vengono effettuati sulle gomme a 15 mila, 30 mila e 50 mila chilometri di percorrenza per verificare la sussistenza delle condizioni di idoneità alla ricostruzione nei pneumatici da sostituire. E solo le gomme selezionate dal personale aziendale esperto vengono inviate alla società di ricostruzione fornitrice di ATM, che, a sua volta, effettua l’ultima, scrupolosa e decisiva selezione.

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apei ha partecipato alla costruzione della struttura che rappresenta l’Italia nel corso dell’Esposizione Universale, che si tiene a Shanghai dal 1° maggio al 31 ottobre 2010. Il Padiglione, che offre 6 mila m² di spazio espositivo ed è alto 18 m, è ubicato nel quartiere di Pudong. Progettato dall’architetto Giampaolo Imbrighi, è in grado di conciliare materiali innovativi e lo spirito della tradizione urbana italiana. L’intento è quello di sottolineare l’interesse dell’Italia per la salvaguardia del patrimonio culturale, da un lato, e per l’ambiente, dall’altro, conciliandoli al tempo stesso con una moderna anima tecnologica. Proprio per la sua capacità di coniugare eccellenza tecnologica, amore per la cultura e rispetto per l’ambiente, Mapei è stata scelta, insieme ad altre aziende italiane, per offrire un contributo fondamentale alla realizzazione di questo Padiglione. In veste di fornitore ufficiale del Commissariato Generale del Governo italiano per l’Expo di Shanghai, l’Azienda ha fornito prodotti per la realizzazione di massetti, finiture murali, adesivi e fugature per la posa di pavimenti in ceramica, sigillanti e prodotti accessori. Al di là dell’impegno dell’Azienda come fornitore ufficiale dei materiali per il Padiglione Italia, diversi prodotti Mapei sono stati utilizzati nei lavori di costruzione dei Padiglioni dedicati a Australia, Arabia Saudita e Belgio per l’impermeabilizzazione dei sottofondi e la posa di piastrelle e pietre naturali a parete e a pavimento.

La sponda tuttofare

E

milcamion ha presentato il ribaltabile posteriore a cilindro frontale con sistema idraulico di apertura della sponda posteriore libro/bandiera e ad ala di gabbiano. Ora è possibile acquistare la P6 evo nelle seguenti combinazioni di allestimento sia singolarmente che come in questo caso integrate: sponda posteriore ad apertura basculante; sponda posteriore ad apertura ad ala gabbiano; sponda posteriore ad apertura a libro-bandiera; sempre con tenuta stagna tramite guarnizione pneumatica comandata dal posto di guida.


CSC news Camion, ma quanto mi costi?

Atlas con più aria demolisce meglio

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olvo Truck Corporation Italia ha lanciato un software che aiuta le aziende di trasporto a comprendere in modo corretto e consapevole i propri costi di gestione. Nato dall’intuizione della filiale lombarda della casa svedese, il programma consente di determinare l’ammontare dei costi derivanti dal possesso e utilizzo di un veicolo industriale, senza alcuna distinzione di marca e/o modello. L’iniziativa, sviluppata sul contesto italiano, oltre a fornire alle imprese un innovativo strumento di valutazione dell’investimento, mette in luce che il prezzo di acquisto del veicolo incide meno del 15% sul totale dei costi annuali di proprietà e utilizzo dello stesso. Il programma prende in considerazione tutte le componenti che intervengono nella definizione del costo annuale, quali: conducente, carburante, ammortamento, autostrade, manutenzione e riparazione, assicurazione, tasse (immatricolazione e possesso), pneumatici. Se si escludono le voci di costo realmente legate al mezzo (ammortamento, manutenzione e riparazione, pneumatici), ci si accorge che oltre l’80% della spesa necessaria per possedere e utilizzare un veicolo deriva da fattori il cui costo di acquisto non dipende dal veicolo stesso (nell’ordine: conducente, carburante, autostrade, assicurazione e tasse). Tale sbilanciamento suggerisce quindi che la decisione di acquisto delle imprese dovrebbe basarsi non tanto sul prezzo di acquisto e manutenzione del mezzo, quanto, piuttosto, sulle caratteristiche intrinseche di qualità e durata offerte dal prodotto cui sono interessate.

A

tlas Copco ha presentato un nuovo sistema di ventilazione integrato nel mezzo portante per martelli demolitori impiegati nello scavo di gallerie. Il sistema di ventilazione, che provvede ad un’ulteriore alimentazione d’aria, è semplice da applicare e riduce notevolmente il rischio di usura eccessiva dei demolitori idraulici. Nei lavori in sottosuolo, infatti, la polvere presente nell’aria può esercitare un’azione smerigliante sul percussore, può inquinare il circuito dell’olio tra il martello e il mezzo portante e corrodere il pistone attraverso l’acqua che spruzza sul martello. Tutti questi fattori possono essere causa di gravi danni dovuti all’usura. Al fine di evitare questi inconvenienti, è possibile impiegare un’alimentazione d’aria supplementare con l’ausilio di un sistema di ventilazione integrato nel mezzo portante. Questo sistema può essere connesso semplicemente con l’alimentazione del demolitore dall’escavatore grazie ad un collegamento idraulico senza dovere operare sul sistema elettronico del mezzo portante stesso. Il nuovo sistema di ventilazione dei martelli demolitori non ha bisogno di alcuna superficie separata per l’installazione, e per il tubo flessibile dell’aria non è necessaria la presenza di un ulteriore operatore. L’impianto è sincronizzato con il martello demolitore idraulico e funziona senza emissioni. Il sistema di ventilazione per demolitori è disponibile per martelli della Atlas Copco del peso di 1000 – 4200 kg.

Gossip machine La piccola muraglia Nessuno lo vuole ammettere, né dire a voce alta. E così lo dico io. I cinesi ci fanno meno paura. Neanche due anni or sono sembrava che i costruttori della Repubblica Popolare fossero pronti ad espugnare il mercato europeo, senza far prigionieri. “Inizieranno dalle macchine operatrici!” dicevano tutti preoccupati. La preoccupazione salì quando si vide il colosso statale Zoomlion che si pappava in un sol boccone l’italiana CIFA, ricca di un nome storico e di competenze importanti nel mercato del calcestruzzo, ma con un passato recente tribolato. Nello stesso tempo Sany, il concorrente principale di Zoomlion, che aveva a sua volta mostrato un certo appetito per l’acquisizione di CIFA, investiva massicciamente in capacità produttiva in Germania. Eppure… Eppure la Cina non pare aver fatto breccia nei cuori degli europei. Un po’ le macchine, spesso brutte copie di modelli blasonati, un po’ la qualità, della quale ancora non ci si fida, un po’ i prezzi. Ma pensavamo davvero che, costruendo in Europa, secondo standard locali, potessero essere convenienti? Linda Lovelace

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CSC news Il Daf dei numeri 1

Due metri in più per Haulotte

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aulotte, terzo produttore al mondo di piattaforme aeree presenta una nuova piattaforma elettrica a pantografo: Compact 14, una macchina particolarmente indicata per la manutenzione di edifici e il settore della logistica. Costi di stoccaggio sempre più elevati e una generale carenza di spazi stanno infatti portando a un continuo sviluppo in altezza delle strutture destinate al magazzinaggio delle merci. Di conseguenza, è in aumento la domanda macchine utilizzabili all’interno di strutture attrezzate con sistemi di stoccaggio e per la manutenzione degli edifici stessi. Con l’introduzione della Compact 14 Haulotte è il primo costruttore full-range a proporre un modello nel segmento degli scissor elettrici compatti da 14 metri. L’aggiunta di 2 metri di altezza operativa utile ai più diffusi modelli da 12 metri, inoltre, rende questa piattaforma ancora più appetibile per il mercato del noleggio. Una delle doti più apprezzabili della Compact 14 è la velocità operativa. La possibilità di traslazione continua anche alla massima altezza ed elimina la necessità di scendere dalla piattaforma per effettuare gli eventuali spostamenti. Grazie a una larghezza di soli 1,20 metri, un’altezza di 2,50 m in posizione di riposo e ai parapetti richiudibili, inoltre, la piattaforma può accedere anche agli spazi più ristretti. Un’altezza da terra di 13 cm permette una agevole circolazione anche su pavimenti industriali non perfettamente piani. E il suo peso contenuto, pari a 3.170 kg, riduce i consumi di carburante durante le operazioni di trasporto. La Haulotte Compact 14 è in grado di superare pendenze fino a 23%, offre una velocità di traslazione fino a 3 km/ora e una capacità di carico di 350 kg.

È dotata di un dispositivo antiribaltamento a “potholes” (minigonne) che garantisce la massima sicurezza per l’utilizzatore in ogni situazione. Questo modello dispone inoltre di un limitatore di carico in cesta, e di un dispositivo per la discesa manuale in caso di emergenza. Inoltre, il dispositivo di blocco del differenziale e i vani forca per carrelli elevatori integrati nel telaio facilitano il carico e lo scarico della piattaforma durante le operazioni di trasporto, unitamente ai ganci di traino di cui è equipaggiata la macchina. Gli interventi di manutenzione risultano facilitati dalla collocazione all’interno di un vano estraibile delle batterie, che sono dotate di dispositivo di carica con arresto automatico. E un sistema di autodiagnosi agevola l’individuazione di eventuali guasti, riducendo i tempi di fermo macchina.

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stato appena presentato, e sarà in vendita solo in 90 esemplari, L’Xf 105 Number One. Monta il Paccar da 510 Cv Euro 5 e sistema frenante integrato ZF Intarder. Ha la cabina Super Space a sospensione pneumatica nel colore dark blue, skylight e fari combinati nei paraurti, cerchi in alluminio Alcoa durabright da 32 pollici, spoiler, fender e minigonne, protezione specchi cromati, preparazione per Maut e fari xenon con lavafari, chiusura centralizzata con telecomando, pneumatici Bridgestone 315/80 R22,5. Al centro il logo creato appositamente dal Design Center di Daf Trucks, raffigurante un numero ‘1’ nelle stelle dorate rappresentanti i paesi dell’Unione Europea. Una livrea color argento che riprende i colori del logo e dei coprispecchi, rifinisce. A bordo volante in pelle e plancia con effetto alluminio, sedile del conducente super air, lettino inferiore con cassetto, frigorifero, controllo automatico della temperatura. Completano la dotazione anche una serie di dispositivi dedicati all’ascolto ‘raffinato’ della musica come l’impianto hi-fi con radio lettore CD luxury VDO con 6 altoparlanti e il kit telefono veicolare. Il veicolo include anche il sistema di comunicazione dati Telematics, e a richiesta il pacchetto Safety con Acc e Fcw.


CSC news Nuovo compressore 12/150

D

oosan Infracore Portable Power (DIPP) ha lanciato un nuovo modello compatto, progettato per offrire massimi livelli di durata, produttività e assistibilità. Questo modello rappresenta oggi il più grande compressore portatile ad assale singolo del marchio e si distingue per una grande stabilità di traino. Il compressore portatile 12/150 ha una resa d’aria libera di 14,9 m³/ min alla pressione di esercizio di 12 bar ed è ideale per vari tipi di applicazioni, in particolare: noleggio di impianti, costruzione, attività estrattive, industria in generale. In questi ambiti è utilizzabile non solo per i normali impieghi che richiedono l’utilizzo di aria compressa, come l’azionamento di martelli idraulici e di utensili pneumatici per i lavori di riparazione stradale e demolizione, ma anche per impieghi più specialistici, come fresatura, sabbiatura, verniciatura a spruzzo, posa e giunzione di cavi in fibra ottica con tecnica “blow-in”. È azionato dal motore diesel a 6 cilindri raffreddato a liquido Cummins QSB 6.7 FR91440, che assicura bassi consumi, manutenzione semplificata, affidabilità e durata elevate. La potenza sviluppata è di 164 kW (220 CV) al regime a pieno carico di 2.000 giri/min, mentre la temperatura ambiente limite è di 46 °C. L’avviamento a chiave è semplice e intuitivo, ideale per le società di noleggio in quanto riduce il rischio di utilizzo improprio dell’attrezzatura da parte di operatori non esperti. Inoltre, il quadro comandi “user-friendly” prevede una disposizione aperta della strumentazione e dei vari indicatori di funzionamento.

Berco presenta ROBUSTUS

I

l nuovo sistema sottocarro a boccole rotanti che incrementa la durata di tutte le componenti del sottocarro riducendo i costi operativi e gestionali della macchina. Il componente strategico del nuovo sistema è la boccola rotante: nel sistema ROBUSTUS le boccole ruotano liberamente a contatto con gli sprocket, minimizzando l’attrito e la conseguente usura reciproca. La vita di boccole e sprocket viene così estesa, così

Il Grifone per Tecnocupole

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ecnocupole Pancaldi è stata scelta dalla ICP S.p.A. del Gruppo Paterno di Villa Agnedo (Trento) per soddisfare le esigenze di protezione antincendio e garantire un’illuminazione naturale nel Grifone Shopping Center di Bassano del Grappa. Un nuovo centro commerciale, che si estende su una superficie di circa 55 mila m², e che conterrà un ipermercato di 7 mila m², 40 negozi, numerosi punti di ristoro, oltre a 2.200 parcheggi. Una vera e propria “Città mercato”, costituita da un piano interrato e due fuori terra e caratterizzata da un’ardita soluzione architettonica, realizzata con lame colorate e forme “ventose” che assegnano alla luce naturale ed a quella artificiale una funzione spettacolare. L’Architetto Valentino Sabellin, nello sviluppo del progetto, ha privilegiato la scelta di strutturare il complesso, di grandi dimensioni, secondo un nuovo modello di attività commerciale che vede sempre più protagonista il connubio tra consumi e intrattenimento. In questo contesto, Tecnocupole Pancaldi ha fornito lucernari e cupole abbinate ad evacuatori di fumo e calore Free Smoke. Nella fattispecie, sono state inserite cupole monolitiche in policarbonato compatto

dotate di evacuatori di fumo e calore Free Smoke e di un dispositivo per aerazione giornaliera, la cui apertura avviene tramite attuatore elettrico. Inoltre, sono stati sviluppati appositamente per l’opera, lucernari modulari di diverse lunghezze, ad arco ribassato, in policarbonato compatto, combinati con cupole monolitiche, ciascuna munita di dispositivo Free Smoke e di apertura elettrica, installate su basamenti di raccordo realizzati su misura. Infine, è stata predisposta la copertura di fori di grandi dimensioni, attraverso la realizzazione di cupole in batteria, alcune delle quali complete di evacuatori di fumo e calore e di apertura elettrica, e di raccordi

come la durata di vita del sottocarro.

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di collegamento. Questa soluzione è stata studiata per garantire il massimo apporto di luce naturale all’interno del Grifone Shopping Center e per migliorare, di conseguenza, il comfort dei visitatori. Al fine di ottenere i valori di Superficie Utile Totale (S.U.T.) richiesti dal progettista, sono stati montati spoiler esterni che hanno consentito il miglioramento della Superficie Aerodinamica Libera del dispositivo stesso. Tutti gli evacuatori di fumo e calore Free Smoke sono stati dotati di apertura di emergenza elettromagnetica, attivabile da terra.


La porta valdostana di Mattarei

I

l Gruppo Mattarei ha realizzato il primo punto di informazione turistica transfrontaliera della Comunità Montana Grand Combin. L’opera, denominata la “Porta del Grand- SaintBérnard” ha lo scopo di incentivare lo sviluppo del settore turistico attraverso la conoscenza delle tradizioni e della cultura della Regione Valle D’Aosta. Il luogo dell’edificazione, scelto dalla Committenza, è sito lungo la strada statale 27 del Grand- Saint- Bérnard, a pochi chilometri dal capoluogo regionale. L’edificio, realizzato secondo le più moderne tecniche costruttive e in legno, materiale eco-compatibile per eccellenza, si inserisce armoniosamente nello spazio circostante ed è stato realizzato secondo il progetto curato dall’Arch. Michele Saulle. Le strutture portanti realizzate dall’Azienda possono essere considerate delle vere e proprie componenti attive nell’isolamento dell’intero edificio, in quanto assicurano una trasmittanza ottimale, pari a 0,13 W/mK e la minimizzazione dei ponti termici. Il rispetto, poi, delle peculiarità locali è testimoniato dalle grandi vetrate integrate nella struttura, che permettono ai viaggiatori, una volta entrati, di mantenere lo sguardo sulle vette più importanti della zona: il Grand Combin e il Monte Emilius.

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adpress.it Renzo Piano Building Workshop

Viale della Fiera, 20 - 40127 Bologna (Italia) - Tel. +39 051 282111 - Fax +39 051 6374013 - www.saie.bolognaďŹ ere.it - saie@bolognaďŹ ere.it


CANTIERI

SOMMARIO

CANTIERI

pagina

MACCHINE | Demolizioni • Demolition machine............................ 18 FIERE | Torino 8-10 giugno

• Tunnel d’Europa..................................... 20

ASSOCIAZIONE | Comamoter vs Unacea

• La bilancia non mente . ...................... 24

DNA DEI GRUPPI | Finanza

• Impregilo: faccio tutto io.................... 26

SOCIETà | In Borsa

• La parola a Marchionne...................... 29

Impianti | Novità

• Il calcestruzzo è servito....................... 30

20

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Progetto

Applicazione

Lunghezza (km)

Completamen to

ALBANIA Thirre

Rete stradale

2 x 5.5

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Ferrovia Rete stradale Ferrovia Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Ferrovia Rete stradale Rete stradale Rete stradale Ferrovia Rete stradale 7.4 (3 gallerie) Rete stradale Rete stradale Ferrovia Rete stradale Rete stradale Rete stradale Ferrovia Rete stradale

26.4 (3 gallerie) 5.5 19.5 8.2 4 5.7 3 2.6 3.2 2.1 2 x 63 + galleria drenaggio 2.3 4.8 2.8 15.4 2.9 2009 2 x 7.5 2.8 10.2 2x3– 5.1 3 2 x 22.1 2.2

2010 2013 Progetto Progetto Progetto Progetto 2011 Progetto Progetto Progetto 2022 Progetto 2013 Progetto 2012 2019

AUSTRIA Bassa Valle dell’Inn Bosruck Corridoio di accesso settentrionale Donau-Lobau (S1) Donauqerung (A23) Erzberg (B198) Falkenberg (S36) Feldkirch Südumfahrung (L191) Freinberg/Waldegg (A26) Flötzersteig Nord (B223) Galleria di base del Brennero Gitzen (B156) Gotschka (S10) Kreuzbergl (B83) Lainzer Perjen (S16) Perschling Ferrovia Pfänder (A14) Pöstlingberg (A26) Prolungamento della metropolitana U2 di Vienna Raccordo anulare di Linz (A26) Roppener (A12) Rudersdorf (S7) Semmering Speltenbach (S7)

2012 Progetto 2010 2010 Progetto 2016 Progetto

26

24 29

30

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CANTIERI

MACCHINE

Demolizioni

In anteprima assoluta rispetto alla presentazione ufficiale avvenuta in occasione del Bauma, Komatsu ha mostrato alla propria forza vendita il nuovo escavatore PC290LC/NLC-8 HRD.

D

emolition Day: questo il nome dell’evento formativo organizzato da Komatsu allo scopo di valorizzare tecnologia, innovazione e performance del nuovo escavatore da demolizione PC290LC/NLC-8 HRD. “L’iniziativa - afferma l’Ing. Paolo Danieli, Responsabile Prodotto Construction - è stata appositamente ideata per la forza vendita Komatsu e si è svolta in due giornate contraddistinte da un identico format: la prima, tenutasi lo scorso dicembre a Noventa Vicentina e rivolta ai venditori del Nord Italia, e la seconda, che ha avuto luogo a marzo a Roma, indirizzata invece ai protagonisti del mercato del centro-sud.”

Cambio rapido

Demolition machine 18

CSC giugno 2010

“Gli escavatori da demolizione prosegue Danieli - vengono prodotti nello stabilimento di New Castle, in Inghilterra, in cui vengono costruiti tutti gli escavatori cingolati Komatsu dalle 13 alla 80 tonnellate per il mercato europeo. All’interno dello stabilimento, esiste un apposito reparto dedicato alle macchine speciali e da demolizione, in cui personale qualificato e specializzato si occupa di questi peculiari escavatori dall’iniziale fase di progettazione e collaudo dei prototipi, sino alla produzione, all’allestimento e ai collaudi finali. Anche l’assistenza post-vendita è quindi garantita su un prodotto integralmente Komatsu. Al Demolition Day, hanno preso parte alcuni elementi del management KUK, proprio per spiegare e mostrare più approfonditamente le performance del PC290NLC-8 HRD, soprattutto in relazione al sistema idraulico di cambio rapido del braccio, una delle più importanti tecnologie che caratterizzano tale macchina”. Indicato per la demolizione di strutture da due a quattro piani, in particolare in aree di lavoro ristrette, l’escavatore PC290LC/ NLC-8 HRD offre un'altezza massima al perno di 18.3 m e una capacità dell'attrezzo di 3 mila kg. Grazie al peso operativo relativamente ridotto e alle dimensioni più compatte, questa macchina


CANTIERI può essere trasportata più facilmente da un sito di lavoro all’altro. “Come tutti gli escavatori Komatsu - sottolinea Danieli - anche il PC290LC/NLC-8 HRD è equipaggiato con il Komtrax, il sistema di monitoraggio satellitare Komatsu. Tramite il Komtrax, tutti i dati fondamentali relativi alla macchina sono facilmente accessibili via Internet: in qualsiasi istante, è perciò possibile conoscere la posizione, le prestazioni e le esigenze di manutenzione delle proprie macchine. Se inoltre, ad esempio, una macchina segnala un problema o viene azionata in un momento in cui l’attività lavorativa non è prevista, automaticamente il sistema può inviare una e-mail di notifica al proprietario.”

Demolire in sicurezza Il PC290LC/NLC-8 HRD propone l'esclusiva cabina ad alta resistenza Komatsu, specificamente studiata per gli escavatori idraulici al fine di proteggere l’operatore in caso di ribaltamento della macchina. Il sistema di protezione FOPS di Livello 2, conforme alla normativa ISO10262, include una protezione frontale incernierata lateralmente, che permette all'operatore un facile accesso al parabrezza per le periodiche operazioni di pulizia, e una protezione sul tetto cabina. La macchina è dotata di parabrezza anteriore laminato che aumenta ulteriormente il livello di protezione dell'operatore dalla caduta di oggetti. La cabina, inoltre, è dotata di tettuccio con dispositivo tergicristallo e può essere inclinata fino a 30 gradi per offrire sempre un’ampia e agevole visione dell'attrezzo di lavoro. Il sedile, riscaldato, a sospensione pneumatica, di serie, rende particolarmente confortevole l'ambiente di lavoro, che risulta estremamente silenzioso. Sempre di serie, anche per il modello PC290LC/NLC-8 HRD è presente un grande monitor a colori. Questo pannello operativo è un vero e proprio computer, facile e intuitivo da usare, che permette di accedere facilmente alle funzioni della macchina come: le modalità di lavoro, le regolazioni, il controllo del clima in cabina e le immagini a colori provenienti dalla telecamera posteriore. “La macchina - aggiunge il manager Komatsu - è dotata di un braccio principale in due sezioni. Il sistema di cambio rapido idraulico del braccio, progettato e testato da Komatsu, consente di passare velocemente dalla configurazione High Reach a quella di scavo. Il braccio da scavo inoltre può prevedere l’avambraccio da 2.6 m o da 3.2 m.” Il PC290LC/NLC-8 HRD presenta protezioni inferiori e laterali specifiche per la demolizione, nonché la protezione del cilindro all’estremità dell’avambraccio

Dalla Serie 5 alla Serie 8 Protagonista nel mercato movimento terra a livello mondiale, iI Gruppo Komatsu vanta una lunga storia nel settore della demolizione: risale infatti al 1988 la prima macchina (Serie 5) specificamente progettata e costruita per questo impiego. Nel 1996, fu poi lanciata la Serie 6, con la possibilità di montare il braccio da scavo. Le caratteristiche introdotte dalla Serie 7, proposta nel 2003, furono l’adozione del sistema di cambio rapido idraulico per i bracci, le due posizioni per il braccio di scavo e la cabina tiltabile. Infine, nel 2007, con la Serie 8, Komatsu ha ulteriormente incrementato le prestazioni e soprattutto la sicurezza dei modelli specifici per tale ambito. Ad oggi, l’azienda presenta un’ampia gamma di escavatori da demolizione suddivisa in due linee: quella per demolizioni a quote elevate (maggiori di 18 metri) - che comprende il nuovo modello PC290-8 HRD nelle due versioni di carro LC e NLC, e i modelli PC350-8 HRD con sottocarro LC, NLC o idraulico HWG e PC450-8 HRD con sottocarro LC o idraulico HWG LC o idraulico HWG - e quella per demolizioni a quote medio/basse - che comprende i modelli PC210-8 Demolition Base, PC240-8 Demolition Base, PC350-8 Demolition Base e PC450-8 Demolition Base.

contro i possibili danni causati dalla caduta di detriti. L’escavatore è dotato di serie anche del sistema Komatsu Hydraumind che consente di avere un funzionamento combinato eccezionalmente preciso. Quando la macchina è utilizzata nella configurazione da scavo, l'operatore può scegliere tra 5 modalità di lavoro per ottimizzare le prestazioni e il consumo di carburante. Per questo scopo, l'indicatore Eco sul lato destro del monitor visualizza, in tempo reale, le condizioni del carico di lavoro del-

19

CSC giugno 2010

la macchina. “Il motore Komatsu ECOT3 - conclude Paolo Danieli - soddisfa infine i requisiti delle normative EPA Tier 3 e EU Stage 3A.” Demolition Day: questo il nome dell’evento formativo organizzato da Komatsu allo scopo di valorizzare tecnologia, innovazione e performance del nuovo escavatore da demolizione PC290LC/NLC-8 HRD. “L’iniziativa - afferma l’Ing. Paolo Danieli, Responsabile Prodotto Construction - è stata appositamente ideata per la forza vendita Komatsu e si è svolta in due giornate contraddistinte da un identico format: la prima, tenutasi lo scorso dicembre a Noventa Vicentina e rivolta ai venditori del Nord Italia, e la seconda, che ha avuto luogo a marzo a Roma, indirizzata invece ai protagonisti del mercato del centro-sud.” L.T


CANTIERI

FIERE

Torino 8-10 giugno

Tunnel d'Europa In occasione della nona esposizione di Intertunnel 2010 e della quarta edizione di Expo ferroviaria pubblichiamo l'elenco dei trafori del Vecchio continente da realizzare entro il 2019. Un tempo solo apparentemente lontano, data la difficoltà di alcuni grandi lavori e la burocrazia sempre pressante. Progetto

Applicazione

Lunghezza (km)

Completamento

Rete stradale

2 x 5.5

2010

Ferrovia Rete stradale Ferrovia Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Ferrovia Rete stradale Rete stradale Rete stradale Ferrovia Rete stradale 7.4 (3 gallerie) Rete stradale Rete stradale Ferrovia Rete stradale Rete stradale Rete stradale Ferrovia Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Ferrovia Rete stradale

26.4 (3 gallerie) 5.5 19.5 8.2 4 5.7 3 2.6 3.2 2.1 2 x 63 + galleria drenaggio 2.3 4.8 2.8 15.4 2.9 2009 2 x 7.5 2.8 10.2 2x3– 5.1 3 2 x 22.1 2.2 2 4.3 2 13.3 (1.8 singolo traforo, 11.1 doppio traforo 4.5

2010 2013 Progetto Progetto Progetto Progetto 2011 Progetto Progetto Progetto 2022 Progetto 2013 Progetto 2012 2019

Servizi pubblici Ferrovia

13,7 3.8

Progetto 2012

Ferrovia Rete stradale Ferrovia Rete stradale

14.3 2.1 8.5 5.1

Progetto Progetto Progetto Progetto

Ferrovia e strada Rete stradale Ferrovia Rete stradale

18.6 2 x 2.1 2 x 15.5 12

2018 2013 2017 Progetto

Ferrovia Rete stradale Ferrovia

8.1 4 13,9

2014 2011 2013

Rete stradale Ferrovia

4.4 20

Progetto 2015

ALBANIA Thirre

AUSTRIA Bassa Valle dell’Inn Bosruck Corridoio di accesso settentrionale Donau-Lobau (S1) Donauqerung (A23) Erzberg (B198) Falkenberg (S36) Feldkirch Südumfahrung (L191) Freinberg/Waldegg (A26) Flötzersteig Nord (B223) Galleria di base del Brennero Gitzen (B156) Gotschka (S10) Kreuzbergl (B83) Lainzer Perjen (S16) Perschling Ferrovia Pfänder (A14) Pöstlingberg (A26) Prolungamento della metropolitana U2 di Vienna Raccordo anulare di Linz (A26) Roppener (A12) Rudersdorf (S7) Semmering Speltenbach (S7) Südgürtel (B67) Tschirgant (B179) Weizklamm (B64) Wienerwald (Vienna Woods) Wilhelmsburg

2012 Progetto 2010 2010 Progetto 2016 Progetto Progetto Progetto Progetto 2009 Progetto

Bulgaria Centrale idroelettrica Gorna Arda Linea 2 metropolitana di Sofia

È in progetto una terza linea della metropolitana di Sofia.

Croazia Cicarija Jelenovac (raccordo anulare di Zagabria) Krapina 4 Ucka A8

Danimarca Collegamento di Fehmarn Galleria di Aarhus Harbour Linea circolare metropolitana di Copenhagen Sandöyar (Isole Faroes)

Finlandia Linea circolare di Helsinki Onkalo Prolungamento metropolitana di Helsinki

FRANCIA Bastille (Vercors) (A41/A480) Belledonne/Chartreuse

20

CSC giugno 2010

AUSTRIA Le gallerie stanno svolgendo un ruolo chiave nel potenziamento della capacità della rete ferroviaria austriaca, con numerosi importanti progetti in corso o già programmati. La modernizzazione della Westbahn, la linea trasversale estovest che collega Vienna, St Pölten, Linz e Salisburgo, crea un allineamento completamente nuovo tra Vienna e St Pölten. Le gallerie di Wienerwald e Perschling fanno parte di questo progetto, mentre la galleria di Lainzer che attraversa Vienna faciliterà il passaggio del traffico ferroviario nella capitale. In generale, questi progetti fanno parte di un pacchetto di miglioramenti della capacità di capienza del Corridio Ten 17 (Parigi-Bratislava). Miglioramenti sostanziali sono in corso sulla tratta ferroviaria transalpina del Brennero, che collega Monaco e Verona via Innsbruck, e sulle sue linee di accesso. Un nuovo allineamento è in costruzione nella Bassa Valle dell'Inn per aumentare la capacità dei treni che accedono alla linea del Brennero da est, con tre importanti gallerie. La nuova Galleria di base del Brennero, progettata da lungo tempo, alleggerirà l'intenso traffico dell'attuale linea transalpina. La galleria di Koralm (33 km) costituisce l'opera di ingegneria più rilevante della Koralmbahn, la nuova linea ferroviaria ad alta velocità di 130 km tra Graz e Klagenfurt, nel sud dell'Austria. Anche i progetti stradali rivestono una particolare importanza, in virtù della morfologia del territorio austriaco. Attualmente vi sono


Progetto CDG Express Col de Tende (RN204) Epine II Jocou (RN75) Languedoc-Roussillon LGV Provenza-Alpi- Costa Azzurra Linea 12 metropolitana di Parigi Linea di attraversamento di Parigi LTF Lione-Torino (Monte Ambin) LTF Modane Metropolitana orbitale di Parigi Ponserand (RN90) Prolungamento linea B metropolitana di Lione Saverne (LGV Est) Semnoz (Annecy) (RN508) Violay (A89)

Torino 8-10 giugno

Applicazione

Lunghezza (km)

Completamento

Ferrovia Rete stradale Ferrovia Rete stradale Servizi pubblici Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Access Ferrovia Rete stradale Ferrovia Ferrovia Rete stradale Rete stradale

10.8 3.3 12 2.4 – 60 km approssimativi (molteplici gallerie) 1.8 5 2 x 51.5 8.6 130 1.7 1.7 4 2.7 3.9

Non pervenuto Progetto 2015 Progetto – 2023 2010 Progetto 2020 In corso Progetto Progetto 2013 2016 Progetto 2012

Germania Albaufstieg Stoccarda-Augsburg Alleen (A66) Collegamento ferroviario aeroporto internaz. di Berlino- Brandeburgo BerlinoU-Bahn U5 Emscher Sewer Ferrovia leggera nord-sud di Colonia Linea Wehrhahn della metropolitana di Düsseldorf Linea 4 della metropolitana di Amburgo Erfurt-Leipzig/Halle (Monaco-Berlino) Kaiser-Wilhelm 2 Karlsruhe galleria urbana Karlsruhe-Basilea Katzenberg (Karlsruhe-Basilea) Kircholz (B21) Linea di attraversamento urbano di Lipsia Linea di attraversamento urbano di Monaco Neu Oberau (B2) Nuremberg-Ebensfeld-Erfurt (Monaco-Berlino) Pegnitztal Prolungamento Berlino S-Bahn S21 Schluechtern (Fulda-Francoforte) Stamberg (B2) Stoccarda 21 Sudvorstadt (Lipsia) TESLA Wendlingen-Ulm

Ferrovia Rete stradale Ferrovia Ferrovia Servizi pubblici Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Rete stradale Ferrovia Ferrovia Rete stradale Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Rete stradale Ferrovia Rete stradale Scientifica Ferrovia

8.4 3.8 2.3 2.2 51 3.9 ?? 2.8 15.3 (molteplici gallerie) 4.2 Non pervenuto 2 x 6.5 2 x 9.4 3 2015 2 x 4.3 10 3 41 (molteplici gallerie) 6.8 2 4 2 33 (molteplici gallerie) 2.5 33 30.4 (molteplici gallerie)

Progetto Progetto Progetto 2017 2006-14 2011 2014 2012 2017 2011 2019 2010 2013

Rete stradale Rete stradale Ferrovia Rete stradale Ferrovia Rete stradale Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia

2 x 4.5 2.5 19.6 3.4 (galleria sotterranea) 2 x 9.6 4 7.6 2 x 4.8 15.3 (molteplici gallerie) 4.2 Non pervenuto

– Progetto 2014 Progetto 2014 Progetto 2015 Progetto 2017 2011 2019

2013 2010 Progetto 2017 – Progetto 2010 2011 2019 Progetto 2012 2019

Grecia Galleria sotterranea di Salonicco Knimidos Linea 4 metropolitana di Attika Maliakos (E75) Metropolitana di Salonicco Panagopoula 1 (A8) Prolungamento Linea 3 metropolitana di Atene Attika Prolungamento metropolitana di Salonicco Erfurt-Leipzig/Halle (Monaco-Berlino) Kaiser-Wilhelm 2 Karlsruhe galleria urbana

Irlanda Metropolitana DART di Dublino Metropolitana Nord di Dublino

Ferrovia Ferrovia

7.6 Soggetto ad allineamento finale

2015 2016

Rete stradale

10.6 (molteplici gallerie)

2010

3.6 12.2 5.5 17.3 2 x 3.2 5.5 4.6 2 x 5.3 2 x 3.4 6.0 36 (10 gallerie, alcune a doppio

Progetto 2020 ? Progetto Progetto Progetto Progetto 2011 Progetto Progetto 2019

3.5 2014 Progetto 3.1 6 3.1 Progetto

Progetto

Islanda Hedinsfjordur

ITALIA Alba (A33) Bussoleno Circumflegrea- Cumana link Ciriega-Mercantour Codissago (A27) Colle dei Signori (A22) Console Marcello-Liberazione (Milano) Costamezza (SS7) Costamolin (A27) Crocefisso dello Zillastro Ferrovia Fiumefreddo-Giampilieri traforo) Ferrovia leggera di Bologna Firenze Ferrovia Fréjus (galleria di servizio) T4 Rete stradale Ghettarello (SS16) Gran Sasso d’Italia (galleria di servizio) (A24) Guncina (SS508) Gussago Rete stradale

Rete stradale Ferrovia Ferrovia Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Ferrovia Progetto Ferrovia 2 x 5.5 12.9 Rete stradale Rete stradale Rete stradale 3.2

21

CANTIERI

FIERE

CSC giugno 2010

2012 Progetto 2012

numerosi progetti di reti stradali che includono gallerie di lunghezza inferiore a 2 km. DANIMARCA La galleria Copenhagen Energy, che si snoderà in parte sotto il porto, fa parte di un progetto di generazione di vapore per scopi di riscaldamento. La forma del collegamento di Fehmarn – galleria o ponte immerso - deve essere determinata nel 2011 La prevista Linea circolare rappresenta una sostanziale espansione del sistema di metropolitana automatizzata della capitale danese. FINLANDIA Il progetto della Linea circolare di Helsinki prevede il prolungamento di 18 km di una linea ferroviaria suburbana esistente per servire l'aeroporto di Vantaa. Il prolungamento occidentale della metropolitana di Helsinki fino a Matinkylä è stato approvato nel 2006. Sono allo studio ulteriori prolungamenti della rete sia ad ovest che ad est. Il progetto Onkalo prevede la costruzione di un centro ricerche sotterraneo specializzato nello studio di future soluzioni di smaltimento delle scorie nucleari. In base ai risultati di tali ricerche, la Finlandia deciderà se estendere o meno le pratiche di interramento delle scorie nucleari. FRANCIA La galleria di Saverne farà parte dell'estensione della linea ad alta velocità di Lgv Est BaudrecourtStrasburgo. La costruzione di gallerie caratterizzerà anche altri progetti ad alta velocità in Francia Germania I progetti ferroviari occupano un posto di rilievo nell'elenco delle nuove gallerie previste in Germania, con programmi di potenziamento della capacità (linea Karlsruhe-Basilea) e miglioramenti delle linee ferroviarie urbane (in particolare a Lipsia e Monaco). Il previsto progetto Maglev di Monaco, destinato a collegare la città al suo aeroporto, ha ricevuto una delibera provvisoria alla fine del 2007. Il progetto Tesla prevede la costruzione di un collisionatore lineare di elettronipositroni a superconduzione nei pressi di Amburgo.


CANTIERI

MACCHINE Progetto Linea 2 metropolitana di Torino Linea 4 metropolitana di Milano approval) Linea 5 metropolitana di Milano Linea C metropolitana di Roma Linea D metropolitana di Roma Lotto-Lugano (Milano) LTF Lione-Torino (Monte Ambin) Lurago Rete stradale Madonna degli Angeli (SS1bis) Rete stradale Madonna del Carmine (SS16) Madonna della Montagna Marche-Umbria quadrilateral gallerie) Melleres (SS51) Mestre (A4/A57) Metropolitana di Cagliari Metropolitana di Parma Milano-Genova + connessioni multiple) Orbitale Est di Milano Milano Nord Rete stradale Monte Bendetto Rete stradale Prolungamento metropolitana di Genova Prolungamento Linea 2 metropolitana di Milano Prolungamento Linea 3 metropolitana di Milano Prolungamento Linea 1 metropolitana di Napoli Prolungamento Linea 6 metropolitana di Napoli Prolungamento Linea 1 metropolitana di Torino Priabona Rete stradale Salerno-Reggio Calabria (A3) gemelle) San Colombano (SS38-SS300) San Giovanni Rotondo (SS272) San Nazario SS47 Rete stradale Sellero (SS42) Sirta-Selvetta (SS38/SS300) Solagna (SS47) Passante di Torino Ferrovia 2 x 4.5 + 7 Val di Sambro (A1) Varano (SS77) Variante di Valico (A1) Rete stradale Verduno (A33) Villa Carcina Rete stradale

Torino 8-10 giugno

Applicazione

Lunghezza (km)

Completamento

Ferrovia Ferrovia 2015 Ferrovia Ferrovia Ferrovia Rete stradale Ferrovia 2x4 3 Rete stradale Rete stradale Rete stradale 2011 Rete stradale Rete stradale Ferrovia Ferrovia Ferrovia 2012-13 Rete stradale 2 x 4.6 + 3 x 4.6 3.2 Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia 6.5 Rete stradale In corso Rete stradale Rete stradale 2 x 4.8 Rete stradale Rete stradale Rete stradale 2011 Rete stradale Rete stradale

19.8 7.7 (+ 7.5 pending

Progetto

5.6 2 x 17.6 18.9 3 x 4.6 53.1 Progetto Progetto 4.6 6 40 (molteplici

2015 2015 Progetto (2018?) Progetto 2020

3.9 9.2 17.5 (?) 11 51.5 (gallerie

Progetto 2012 Progetto Progetto

5.5 Progetto 2012 2 4.8 3.9 9.3 3.1 3.9 2010 Progetto 28 (13 gallerie

2015

8.7 2010 Rete stradale 3 x 3.7

Progetto Progetto

2012 2010 2011 2010-2014 2012

4.3 2x3 Progetto 5 2 x 5.3 2 x 3.3

Progetto Progetto

3.8 3.3 In corso

Progetto

2 x 4.1 Progetto

Progetto

Progetto Progetto Progetto

Lussemburgo Grouft (A7) Stafelter (A7)

Rete stradale Rete stradale

2x3 2 x 1.9

2013 2011

Ferrovia Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale Rete stradale

3.2 (molteplici gallerie) 10.4 7.7 6.6 2.7 3.9 2 x 2.1

2009-14 2012 2013 2012 2011 2012 2012

Ferrovia Rete stradale

2 x 7.1 2 x 1.6

2017 2011

Ferrovia Rete stradale Ferrovia Rete stradale

1.6 2.5 2 x 6.5 2

2011 Progetto 2014 Progetto

Ferrovia Ferrovia Rete stradale Ferrovia Rete stradale

Non pervenuto Non pervenuto 6 Non pervenuto 8.6

2013 2015/2013 Progetto 2015 Progetto

Norvegia Ferrovia leggera di Bergen Jondal (Fv107) Karmøy (Rv47) Kvivs (E39) Rystraum (Rv858) Skarsmo (E6) Strindheim (E6)

Olanda Linea metropolitana Noord-Zuid di Amsterdam Maastricht (A2)

Polonia Aeroporto di Varsavia Kopiec Kosciuszki (raccordo anulare di Cracovia) Linea 2 metropolitana di Varsavia Lubon Maly S7

Portogallo Lisbona-Caia-Madrid Lisbona-Porto/Porto-Vigo Marao (A4-IP4) Prolungamento Linea Blu, Rossa e Gialla metropolitana di Lisbona Serra de Estrema (IC7)

Regno Unito Bressay (Shetland) Brighton Crossrail Hindhead Sutton-Bromley Thames Tideway

Rete stradale Servizi pubblici Ferrovia Rete stradale Servizi pubblici Servizi pubblici

1.6 11 41.5 1.9 10 39.2 (due gallerie)

Progetto 2011 2017 2011 2011 2020

Ferrovia

24.7

Progetto

Repubblica Ceca Galleria di Cesky

22

CSC giugno 2010

Grecia Sono in costruzione o in progetto numerosi altri prolungamenti sotterranei oltre a quello della linea 4 della metropolitana Attika. ITALIA I progetti Alta Velocità/Alta Capacità e le ferrovie urbane continueranno a generare gallerie in Italia, con un esempio significativo nella linea Milano-Genova. Il progetto internazionale Ltf Lione-Torino della galleria sub-Alpina del Monte Ambin dominerà il mercato per i prossimi 15 anni. La galleria del Bussoleno forma parte del miglioramento dell’accesso del lato italiano Vi sono numerosi schemi per gallerie stradali con lunghezza inferiore a 3 Km. Norvegia I progetti Karmøy e Rystraum riguardano gallerie sottomarine. Polonia Sono in corso o in programma prolungamenti della rete metropolitana di Varsavia, relativamente recente, che comprende attualmente solo la Linea 1. La Linea 3 sarà progettata non appena saranno disponibili i finanziamenti. Portogallo Nel 2005, i governi portoghese e spagnolo hanno sottoscritto un accordo di massima per collegare le loro rispettive capitali tramite linee ferroviarie ad alta velocità, dando il via ai lavori per i previsti collegamenti tra Porto e Vigo, nonché tra Faro e Siviglia. Numerosi prolungamenti sono in progetto per la metropolitana di Lisbona. Regno Unito Crossrail è un importante progetto a lungo termine per la realizzazione di una ferrovia suburbana estovest attraverso Londra. Al termine del 2009 sono stati nominati i migliori offerenti per il primo contratto per il progetto della rete fognaria di Thames Tideway. Romania La costruzione della linea di collegamento dell'aeroporto di Bucarest, destinata a servire 19 stazioni, è stata approvata nel 2007. Il progetto dell'autostrada Comarnic-Predeal, che inizialmente prevedeva una sola corsia, è parte integrante di un più vasto program-


Progetto

Applicazione

Prolungamento Linea A metropolitana di Praga

Torino 8-10 giugno Lunghezza (km)

Completamento

Ferrovia

2x6

2011

Ferrovia Ferrovia

5.8 9

2014 2020

Romania Collegamento linea 4 metropolitana aeroporto di Bucarest Linea 5 metropolitana di Bucarest

Russia Gimrinsky Rete stradale 4.3 Progetto Krasnopolyansky Rete stradale 2.4 Progetto Kuznetsvosky Ferrovia 3.9 Linea 1 metropolitana di Omsk (successivi prolungamenti in progr amma) Ferrovia 20 2016 Metropolitana di Chelyabinsk Ferrovia 4.5 x 2 2015 Prolungamento linea 1 metropolitana di Samara (successivi prolungamenti in programma) Ferrovia Prolungamento metropolitana di Yekaterinburg Ferrovia In corso Sochi Ferrovia 16.4 (molteplici gallerie) 2013 Ferrovia Tyva Ferrovia (non pervenuto) 15 gallerie 2014

Slovenia Markovec (A1)

Rete stradale

2 x 2.2

2013

Spagna Aeroporto di Malaga Barcellona Sants-Sagrera Stazione di Bilbao Abando Collegamento aeroporto di Barcellona Collegamento aeroporto di Madrid Charmartín Gran Canaria Linea aeroporto di Bilbao Linea alta velocità Ourense-Santiago de Compostela Linea 3 di Bilbao Linea 9 metropolitana di Barcellona Linea 12 metropolitana di Barcellona Linee 3 e 4 metropolitana di Siviglia Madrid Chamartín- Puerta de Atocha Madrid Móstoles- Navalcarnero Madrid San Fernando-Henares Suburbana di Madrid Metropolitana di Madrid Metrovalencia Perthus (Barcelona-Perpignan linea alta velocità ) Quejigares (Granada-Bobadilla) Stretto di Gibilterra Vitoria-Bilbao-San Sebastian linea alta velocità

Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia Ferrovia

4 4.8 2x7 2.8 4.7 20 1.9 28.5 (molteplici gallerie) 2.1 44 23 11/15 6.8 7 17 Elementi di 115 km di prolungamenti proposti Elementi di oltre 80 prolungamenti 3.5 2 x 8.2 3.3 3 x 38.5 50.2 (molteplici gallerie)

2012 Progetto Non pervenuto 2010 Progetto Progetto 2011 2012 2014 Progetto Progetti 2011 2010 2011 2009-2015 2007-11 Progetto 2012 Progetto 2016

Svezia Fosmark Galleria Citybanan di Stoccolma Galleria di Hallandsås Galleria di passaggio cavi CityLink di Stoccolma Lovön (E4) Raccordo anulare di Stoccolma

Servizi pubblici Ferrovia Ferrovia Servizi pubblici Rete stradale Rete stradale

1.9 1.9 4,5 11 (molteplici gallerie)

2018 2017 2018 2017 2018 2016

Svizzera Biel/Bienne Langholz (A5) Rete stradale Brünig (A8) Rete stradale Choindez (A16) Rete stradale Collegamento ferroviario Lugano-Malpensa (Italia) Ferrovia Du Bure (A16) Rete stradale Eyholz (Staldbach-Grosshus) (A9) Rete stradale Galleria di Albula Ferrovia Galleria di base AlpTransit di Ceneri Ferrovia Galleria di base AlpTransit del Gottardo Ferrovia Galleria di base AlpTransit del Gottardo (prolungamento settentr.) Ferrovia Galleria di base AlpTransit Zimmerberg Ferrovia Gorwetsch-Pfyngut (A9) Rete stradale Lungern (A8) Rete stradale Morschacher (A4) Rete stradale Potenziamento delle gallerie della rete SBB Ferrovia 105 (molteplic gallerie) Progetto CEVA Ferrovia Schwarzer Graben (A9) Rete stradale Sisikoner (A4) Rete stradale Stazione sotterranea di Lucerna Ferrovia Uetliberg N4 Rete stradale Weinberg (collegamento trasversale Durchmesserlinie di Zurigo) Ferrovia

2.5 3.7 3.2 6.7 3. 4.3 Non pervenuto 2 x 15.4 57 18 19.7 2 x 4.2 3.3 2.9 2016 4.8 3.3 + 2.7 4.5 Non pervenuto 2 x 4.5 4.8

2012 Progetto 2014 Progetto 2011 In corso Progetto possibile 2015 2017 2015-20 2013 In corso 2012 Progetto 2011 2016 In corso 2017 Progetto 2012 2013-15

Turchia Akkoy II Servizi pubblici 3 x 15.5 Ankara Metro Sogutozu-Kizilay Ferrovia 8.6 Istanbul Rete stradale 34.7 (molteplici progetti sulle sponde europea e asiatica) Marmaray Ferrovia 13.6 (metropol. parzial. immersa) Ferrovia 13.6 (metropolitana parzialmente immersa) Suruc Servizi pubblici 17

2011 In corso Progetti 2010 2013

Ungheria Linea 4 metropolitana di Budapest

Ferrovia

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CANTIERI

MACCHINE

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ma teso a collegare le città di Bucarest e Brasov. Spagna L'ambizioso programma spagnolo di sviluppo della ferrovia ad alta velocità sta richiedendo la costruzione di numerose gallerie. Anche i progetti di ferrovia urbana sono oggetto di ingenti investimenti. Sono stati intrapresi gli studi preliminari del fondo marino in vista della futura costruzione di una galleria di 38,5 km sotto lo Stretto di Gibilterra, per collegare la Spagna e il Marocco. Svezia Le gallerie ferroviarie guidano l'elenco dei principali progetti svedesi. I lavori sono a buon punto sulla Botniabanan, una nuova linea ferroviaria che scorre verso nord, lungo la costa orientale del paese. Il progetto Fosmark è per l’immagazzinamento a lungo termine di scorie nucleari. Svizzera In Svizzera, l'attività di realizzazione delle gallerie è dominata dai progetti ferroviari AlpTransit. Sono previsti vari e ulteriori progetti di reti stradali con la presenza di gallerie inferiori a 3 km. Turchia Il progetto Marmaray, destinato a collegare le sponde europea e asiatica della Turchia attraverso una galleria di 1,8 km che scorrerà sotto il Bosforo, creerà un moderno sistema ferroviario suburbano elettrificato per l'area metropolitana di Istanbul. Il Sistema Greater Melen è un importante progetto che prevede la costruzione di numerose gallerie, per garantire l'approvvigionamento idrico di Istanbul fino al 2040. Turchia I progetti Alta Velocità/Alta Capacità e le ferrovie urbane continueranno a generare gallerie in Italia, con un esempio significativo nella linea Milano-Genova Il progetto internazionale LTF Lione-Torino della galleria sub-Alpina del Monte Ambin dominerà il mercato per i prossimi 15 anni. La galleria del Bussoleno forma parte del miglioramento dell’accesso del lato italiano. Vi sono numerosi schemi per gallerie stradali con lunghezza inferiore a 3 Km.


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ASSOCIAZIONE

Comamoter vs Unacea

È bene il dialogo, anche ‘urlato’, la televisione insegna. Ma è importante che la guerra non travalichi ruoli, persone e obbiettivi, per il bene di tutti. Soprattutto del mercato, mai così basso come adesso. A leggere, però il carteggio fra i

La bilancia

Queste a caldo, richieste in esclusiva da CSC, le prime dichiarazioni del presidente Unacoma Massimo Goldoni, in merito alla costituzione dell’associazione Unacea.

“I

l comparto del movimento terra ha tipologie di macchine e mercati del tutto diversi rispetto a quello delle macchine agricole. Per questa ragione fin dal 1979 il gruppo dei costruttori di macchine movimento terra si è costituito, all’interno di Unacoma, con una propria sigla – Comamoter - e un’ampia rosa di attività specifiche, distinte rispetto a quelle normalmente svolte dall’associazione. Insomma non è una novità che il movimento terra abbia bisogno di una propria rappresentanza ed è proprio questo che si è fatto efficacemente in tutti questi anni, come sanno bene le imprese che continuano a far parte di Comamoter”. “L’Unacoma sta realizzando – sotto gli auspici di Confindustria - un progetto di rinnovamento profondo della struttura e degli assetti statutari, con la creazione di una Federazione al cui interno confluiranno una serie di associazioni di costruttori appartenenti ai differenti comparti di specializzazione. Questo disegno, che concilia le esigenze di autonomia dei singoli comparti e nello stesso tempo di rappresentatività forte e unitaria del settore meccanizzazione, si attaglia perfettamente alle necessità e alle aspettative del movimento terra, e per questo non si capisce quale sia la logica che ha spinto un gruppo di aziende, proprio in questa fase, a costituire un’associazione a parte, peraltro con atteggiamento di antagonismo nei confronti della sigla che storicamente rappresenta il comparto”. “La mia lunga esperienza in Unacoma mi ha insegnato quanto sia importante in ambito confindustriale la tradizione e l’autorevolezza di un’associazione, e quanto sia importante anche avere una struttura organizzativa che sia in grado di portare avanti le attività. Un’associazione di costruttori ha bisogno di servizi riguardanti le normative tecniche, le statistiche di mercato, l’internazionalizzazione, la promozione, la comunicazione, i servizi fieristici e altro ancora. Tutte cose che nell’ambito della “casa comune” Unacoma sono reali ed effettive e che fuori da Unacoma è oggettivamente difficile poter offrire”.

Ed ecco, invece, le risoluzioni formali del collegio dei probiviri di Confindustria. Con un Lodo appositamente pronunciato, il Collegio dei probiviri di Confindustria delegittima la neo-costituita associazione Unacea confermando che solo l’Unacoma, attraverso il suo gruppo di specializzazione Comamoter, possiede i codici Ateco per la rappresentanza del comparto movimento terra. Giudicata scorretta anche la posizione di Finco, la Federazione che ha accolto al proprio interno la nuova associazione. Soddisfatto il presidente di Unacoma Massimo Goldoni, che ora punta a ricompattare le imprese del settore. Una sola associazione all’interno di Confindustria rappresenta

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le imprese costruttrici di macchine per il movimento terra ed è l’Unacoma. La neocostituita Unacea si pone come un “doppione” e non può essere riconosciuta dalla Confederazione. Questo il contenuto del Lodo emesso dal Collegio dei Probiviri il 23 aprile scorso, confermato da un successivo pronunciamento in data 5 maggio con il quale l’organismo giuridico della Confindustria ha respinto anche il ricorso di Unacea definendo la questione in modo non più appellabile. Viene così risolto il contenzioso nato nel dicembre scorso, quando un gruppo di industrie costruttrici di macchine per movimento terra si è scisso dall’Unacoma (che rappresenta il comparto sotto la sigla Comamoter), dando vita a una nuova organizzazione e chiedendo un riconoscimento nel sistema confindustriale. Il Lodo dei Probiviri non lascia dubbi su quale sia l’ente legittimato a rappresentare il settore - solo Unacoma-Comamoter possiede i codici Ateco per il comparto in questione - e stigmatizza anche la condotta di Finco, la federazione dei prodotti, impianti e servizi per le costruzioni che ha accolto al proprio interno l’Unacea misconoscendo le prerogative specifiche di Unacoma. La possibilità che i costruttori di macchine movimento terra aderiscano alla Finco – chiarisce il Lodo – è rigorosamente subordinata a una previa collocazione degli stessi all’interno di Unacoma/Comamoter, unica sigla deputata alla rappresentanza di settore. “L’Unacea si trova adesso in una posizione molto scomoda – commenta il Presidente dell’Unacoma Massimo Goldoni – avendo trascinato le proprie associate in un’avventura che non ha sbocco e che le colloca fuori dal sistema confindustriale”. “L’unico modo di ricomporre la questione – spiega Goldoni - è che le imprese aderenti ad Unacea tornino all’interno della struttura che giuridicamente e storicamente le rappresenta, contribuendo peraltro a realizzare il progetto di ampliamento e sviluppo dell’Unacoma in senso federativo”. Il progetto federativo, già avviato in seno a Unacoma con le modifiche statutarie recentemente approvate dall’assemblea e dal consiglio direttivo, prevede infatti che i comparti delle macchine agricole, della componentistica, delle macchine per il movimento terra e ulteriori settori della meccanizzazione, confluiscano all’interno di una Federazione nella quale gli assetti organizzativi e le sinergie permettano di garantire quel sistema di servizi - servizio tecnico, statistiche, promozione, internazionalizzazione, formazione, rappresentanza nelle sedi politiche e istituzionali - del quale mai come in questo momento i comparti della meccanica, e quello del movimento terra in particolare, hanno urgente bisogno.

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Comamoter vs Unacea

responsabili non si vede una soluzione certa. Quando, invece, è certo che la nuova sigla rappresenta in termini di fatturato oltre 2/3 del valore dell’intera industria nazionale di macchine e attrezzature movimento terra.

non mente Lo status quo

E questa la risposta di Enrico Santini, presidente di Unacea

I

codici ai burocrati, la libertĂ di esprimersi alle aziende. Ăˆ questa la risposta di Unacea al comunicato in cui il presidente di Unacoma attacca la libertĂ associativa delle aziende delle macchine e attrezzature per costruzioni, in nome di una concezione corporativa e burocratica della rappresentanza imprenditoriale. Invece di interrogarsi sul perchè abbia perso la quasi totalitĂ delle aziende di macchine movimento terra, Unacoma si è affrettata a cercare conforto in lodi formali del sistema confindustriale che certificassero l’attribuzione di codici merceologici di rappresentanza, nella totale incuranza dei bisogni delle aziende di settore, con il solo scopo di difendere il vecchio status quo associativo. “La nostra associazione, dichiara Enrico Santini presidente di Unacea, è compatta nella volontĂ di portare a compimento il processo di rilancio della leadership imprenditoriale e di unificazione del settore. Rappresentiamo ormai oltre i 2/3 del fatturato nazionale delle macchine e delle attrezzature per il movimento terra, e siamo in crescita. Sono convinto che anche Confindustria – che riteniamo la nostra casa ideale – non vorrĂ ignorare questa realtĂ . Nel frattempo noi andiamo avanti nel lavoro quotidiano con la massima coesione. Per quanto riguarda le macchine movimento terra, Unacoma-Comamoter è una scatola vuota di rappresentativitĂ reale e le scatole vuote non rappresentano nulla, con o senza codici Atecoâ€?.

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Oltre a Unacoma anche i vertici di Anima (federazione che contiene alcuni produttori di macchine per costruzioni diverse dal movimento terra raggruppati nell’associazione Ucomesa) si rivolgono ai probiviri di Confindustria, sperando di cancellare quanto prima il nuovo concorrente. Nei mesi seguenti, mentre Unacoma, tramite la sua societĂ di servizi, cercava di fare rientrare le aziende, Ucomesa sollecitata a rinnovare le cariche sociali da tempo scadute, non faceva altro che rieleggere - in deroga alle regole confindustriali sulla turnazione - un presidente senza incarichi aziendali in quella posizione da oltre un decennio. Ad aprile i probiviri emettono due lodi piuttosto ermetici. Questi pur riconoscendo Unacea come associazione e la necessitĂ di unificare la rappresentanza delle macchine per costruzioni (punto programmatico chiave di Unacea), affermano che la nuova associazione potrĂ essere parte di Confindutria solo dopo aver formalizzato la propria adesione ad Anima e/o Unacoma - cosa tecnicamente impossibile. Ma perchè prendersi due mesi di tempo e partorire qualcosa che non sta in piedi? Forse per spingere Unacea a sciogliersi? Difficile da capire. Fatto sta che il presidente di Unacoma, il cui mandato non rinnovabile è stato prorogato solo eccezionalmente per portare a termine la trasformazione di Unacoma in federazione, si presenterĂ all’assemblea della sua associazione praticamente senza aziende di macchine movimento terra. RiuscirĂ comunque a far passare la trasformazione di Unacoma in federazione, avendo tra i suoi soci solo aziende agromeccaniche e dunque gruppi merceologici tutto sommato omogenei? E se non ci riuscirĂ , come potrĂ giustificare il prolungamento del mandato in deroga alle norme di turnazione di Confindustria? E Unacea? Presidente, consiglieri ed associati sembrano tutto sommato poco interessati a queste polemiche. Forse loro hanno capito che alle aziende del comparto interessa ben altro che le complicate geometrie confindustriali. “Confindustria è la nostra casa idealeâ€?, recita un comunicato di Unacea, ma si fa capire che se Confindustria non sarĂ capace di trovare il modo di rendere questa casa abitabile, il problema non è certo di Unacea. Questa va avanti. Comunque.

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DNA dei gruppi

Finanza

All’ESTERO: 29 paesi 65% ricavi nel 2009 53% del portafoglio nel 2009 2000 km di autostrade gestite

Impregilo: faccio tutto io

di David Montorsi

È il primo general contractor d’Italia, un vero e proprio peso massimo delle costruzioni con un eccellente fiuto degli affari e appoggi che contano, nonostante la sua giovane età. Si è sotto la preparazione dell’Expo lombardo, che fa gola a molti. Cosa farà il gruppo? Vediamoci dentro.

P

er trovare le radici del bambino prodigio del cemento italiano basta fermarsi al alla fine degli anni ‘80, quando la Cogefar, azienda big del settore, nata nel 1959 dalla meneghina Farsura e dal gruppo finanziario La Centrale, si fuse con la Impresit, l’azienda del gruppo torinese che si occupava di ingegneria civile per dare vita alla Cogefar Impresit (sempre controllata dalla Fiat). Passano pochi anni e la nuova società nel ‘95 si unì in matrimonio con Girola e Lodigiani, due società meno grosse, ma con quasi cento anni di esperienza nel settore: nasceva così Impregilo, un gruppo da tremila miliardi di vecchie lire di giro d’affari, leader in Italia con una presenza diffusa in tutto il mondo. Erano gli anni del Trattato di Maastricht che imponeva scelte innovative di politica industriale e quelli di Tangentopoli che interessarono direttamente cantieri e i vertici aziendali delle spose novelle. Ci pensò poi Mediobanca a tenere a battesimo il neonato, mentre mamma Fiat, che ne deteneva il controllo azionario, lo aiutava nei primi passi per farlo diventare un polo “in condizione di competere efficacemente sul mercato mondiale”, come recitava il comunicato aziendale che ne salutava la nascita. Poi, prima del passaggio di testimone alla nuova proprietà, dieci anni che hanno visto l’incorporazione della società d’ingegneria Castelli, una sapiente azione lobbistica nei palazzi che contano, la presidenza del ‘poltronissimo’ Franco Carraro, e tanti ottimi affari in Italia e nel mondo.

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IGLI spa: la Triplice del cemento Non poteva così mancare nel palmares di questa azienda predestinata l’Esposizione universale del 2015. Anzi, a dire il vero, Impregilo nel capoluogo milanese è già un passo avanti avendo quasi terminato il nuovo palazzo della Regione Lombardia. Ma non basta. Infatti il gruppo, alla cui presidenza siede Massimo Ponzellini, “sta studiando il dossier e poi valuterà l’offerta”, come dichiara l’amministratore delegato Alberto Rubegni, per 50% del consorzio Tre Torri, costituito per la realizzazione del progetto Citylife (1,2 miliardi di euro), il modernissimo quartiere che sorgerà a Milano nell’area della ex-Fiera. Il pacchetto è attualmente in mano alla Lamaro di Pier-

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luigi Toti che ha affidato il mandato a Banca Akros per la valorizzazione della quota, mentre l’Immobiliare Lombarda di Salvatore Ligresti, che ha in tasca l’altra metà delle quote del progetto immobiliare, per ora sta alla finestra. E molti indizi portano a prevedere la riuscita della scalata. Ponzellini, ad esempio, è anche il numero uno della Banca Popolare di Milano, che, tramite la Akros, è proprio l’advisor dei Toti per la cessione degli interessi in Citylife. Insomma il futuro della ex-Fiera passa per la scrivania del manager di BPM. Ma il crocevia di progetti e poteri intorno a questa acquisizione continuano in viale dei Missaglia a Milano, nuova sede per il colosso delle costruzioni meneghino (portafoglio ordini di 21 miliardi diversificato in


DNA dei gruppi

Finanza Principali risultati

33 paesi), quotato in Piazza Affari, dove vale un miliardo di euro. Infatti il 30% circa del capitale sociale della capogruppo Impregilo spa è detenuto da IGLI spa, il cui assetto azionario è composto in modo paritetico, al 33%, da Argofin (gruppo Gavio), Autostrade (famiglia Benetton) e proprio Immobiliare Lombarda (gruppo Ligresti), che ha nel portafoglio la metà del progetto milanese su cui Ponzellini vuole mettere le mani. L’ingresso in Citylife del principa-

zione finanziaria netta nel 2008 per Aurelia, la holding di famiglia). Una leadership che non ovviamente non sarebbe stata vista di buon occhio dagli altri due alleati: la famiglia di Ponzano Veneto (Atlantia, Autogrill e quote importanti di Gemina) non è abituata a essere in minoranza, mentre il costruttore originario di Paternò a capo dell’impero assicurativo Fondiaria-Sai, che molte voci hanno dato in uscita da IGLI, non avrebbe nessuna intenzione di mollare incamerando una minusvalenza.

Gruppo Impregilo in pillole Data di nascita

1995 dalla fusione di Cogefar (1959) Impresit (1929), Girola e Lodigiani (1906) 29.960% - IGLI spa (Argofin-Gruppo Gavio, Autostrade-Gruppo Benetton e Immobiliare Lombarda-Gruppo Proprietà Ligresti tutti al 33%), 3.313% - Kairos Partners, 3.323% - Ass. Generali, 63.404% - Mercato (la capogruppo Impregilo spa è quotata in Borsa) Sede Milano Massimo Ponzellini Presidente, Alberto Rubegni Amministratore delegato, Rosario Fiumara Direttore Menagement generale corporate Costruzioni, ingegneria, infrastrutture per il trasporto, per il ciclo di trattamento delle acque reflue e Settori di business dissalatori e nelle opere per l’ambiente. Il gruppo è il primo general contrator italiano nel settore delle grandi opere. Più di trecento in Italia e nel mondo, tra cui le più importanti oltre alla capogruppo spa capofila nelle Società controllate costruzioni, nelle concessioni Impregilo II nv e negli impianti Fisia Italimpianti e Fisia Babcock alta velocità Torino-Milano (CAV To.MI) 74,69%, Consorzio alta velocità Emilia/Toscana (CAVET) Principali partecipazioni in Italia Consorzio 75,98%, Eurolink scpa (Ponte di Messina) 45%, Passante di Mestre scpa 45%, Pedelombarda scpa 47%, I dati si riferiscono alla situazione del Gruppo Impregilo al 31 dicembre 2009 - Fonte aziendale

le gruppo italiano delle costruzioni avviene in un momento delicato proprio in casa Impregilo, dove qualsiasi mossa, anche esterna, senza un accordo preventivo tra i principali soci, rischierebbe di spostare equilibri molto delicati. I tre grandi azionisti, infatti, si sono controllati a vicenda fino ad ora per evitare il rischio di un’Opa solitaria di uno dei soci a danno degli altri, ma intanto stanno discutendo il rinnovo del patto di sindacato in scadenza a fine giugno: le cose recentemente si sembrano messe a posto, ma lo scenario è stato assai mosso in questi ultimi mesi. Il peso massimo delle Grandi Opere avrebbe fatto gola soprattutto al gruppo di Castelnuovo Scrivia, guidato da Beniamino Gavio, figlio del fondatore Marcellino (scomparso alla fine dell’anno scorso ) e nel CdA della stessa Impregilo, per le potenzialità del mercato, ma anche, sembra, per respirare un po’ di aria fresca con l’ingresso di una società sana e di dimensioni importanti nel suo gruppo appesantito dai debiti (1,66 miliardi è il saldo passivo della posi-

In conclusione sembra proprio non ci sarà alcuna rivoluzione. Benamino Gavio alla assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio 2009 di fine aprile, nell’escludere liti tra i soci per il patto di sindacato, ha dichiarato “non ci sono problemi, stiamo lavorando, credo che lo rinnoveremo per tre anni con quote paritetiche”. Una soluzione salomonica che accontenta tutti, in un momento in cui l’acqua scarseggia e una delle poche papere a galleggiare sembra proprio il gruppo milanese.

Bilancio OK, ma problemi in Italia Infatti, Impregilo ha chiuso il 2009 con 2,7 miliardi di euro di giro d’affari consolidato (erano 2,95 l’anno prima) per circa 330 società controllate dalla capogruppo, un Ebit positivo per 141,6 milioni (-48,5 milioni sul 2008) e un incidenza complessiva sui ricavi (Return on sales) del 5,2%. Il risultato netto segna un 77,6 milioni che rispetto i 167,6 milioni dell’esercizio precedente, sembrano noccioline, ma in tempi di vacche

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magre fanno venire l’acquolina in bocca. Qualche problema sui debiti con una posizione finanziaria netta di gruppo in rosso per 274,5 milioni (+42,6 nel 2008) e un indebitamento finanziario netto della capogruppo (capitale sociale: 716 milioni) di 503,8 milioni. Scende anche il capitale investito che passa da 1,17 miliardi ai 782 milioni di quest’anno. In linea con l’anno scorso la forza lavoro impiegata direttamente e indirettamente che si attesta sulle 16.900 unità. L’organico medio delle società controllate dalla spa milanese l’anno scorso è di 7.760 addetti, in flessione, a causa di riduzioni del personale e casse integrazioni, di un decina di punti percentuali rispetto al 2008. Nonostante la crisi abbia bussato anche alla porta di Ponzellini, la baracca ha tenuto botta, grazie anche alla diversificazione operativa delle aziende del gruppo. Le buone notizie vengono dal settore costruzioni: circa 150 società controllate, 5.300 dipendenti , ricavi per 1,7 miliardi e un Ebitda di più di 220 milioni, che rappresenta il core business della multinazionale. La vera gallina dalle uova d’ora però è il business delle concessioni: rispetto ai numeri da capogiro del bilancio consolidato, risulta di nicchia (giro d’affari per 153 milioni per più di una trentina di società controllate e un migliaio di dipendenti), ma un ROS del 40,7%. In netta difficoltà il business degli impianti (poco più di una decina di aziende e un migliaio di addetti) con ricavi appena superiori ai 700 milioni, ma con un margine operativo lordo in rosso per 73 milioni, dati che mettono a nudo le criticità della capofila di settore Fisia Italimpianti, protagonista di una querelle giudiziaria che dura da due anni e mezzo. La vicenda è quella ormai tristemente nota dell’inchiesta sulla irregolarità della gestione dei rifiuti in Campania, che all’inizio, aveva congelato asset per ben 750, ridotti dal giudice qualche mese fa a 266 milioni, e che ha visto il rinvio a giudizio delle medesime società e della capogruppo, con personalità del calibro dell’ex presidente regionale Antonio Bassolino.

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DNA dei gruppi Nonostante i problemi giudiziari, il portafoglio ordini della multinazionale ha sfondato il tetto dei 20 miliardi lo scorso anno (+4,4 miliardi sul 2008), con una sostanziale stabilità del settore costruzioni e impianti (insieme 9 miliardi nel 2009 con una fetta del 93% alle costruzioni) a fronte di una notevole crescita in quello delle concessioni, dove la parte del leone la fa il business autostradale che si prende una fetta del 92% della torta di 11,6 miliardi, lasciando le briciole a quelli energetici, degli acquedotti e degli ospedali. Per quanto riguarda gli ordini sembra proprio che vada (quasi) tutto bene, ma i problemi nascono quando si tratta di avviare i progetti che sono sulla carta: allora sono dolori. Già perchè il 2009 ha visto in Italia il sostanziale completamento di alcuni grandi progetti infrastrutturali come le linee ferroviarie di alta velocità Bologna-Firenze e TorinoMilano, il Passante autostradale di Mestre e la nuova sede della regione Lombardia nel centro di Milano (inaugurazione prevista entro l’anno), ma non è partito praticamente niente di nuovo. I lavori per la Pedemontana lombarda e la Tangenziale Est esterna di Milano (2,4 miliardi di euro) dovrebbero essere cantierizzati a breve, dopo continui rimandi, mentre procede a rilento l’ammodernamento della Salerno-Reggio Calabria, un vero e proprio calvario tanto da fare sbottare Rubegni “Se dovessi rifarlo adesso (la presa in carico dei macrolotti 5 e 6, ndr), mai nella vita!”. Nel guado il progetto della linea ferroviaria ad alta velocità e capacità Milano-Genova, mentre per la realizzazione della Pedemontana veneta si è alle carte bollate con il consorzio (Sis+gruppo Sacyr) che si è aggiudicata l’appalto della superstrada, mentre la cordata guidata da Impregilo ne rivendica l’assegnazione. Inoltre in casa nostra non mancano le rogne legali, come la condanna dell’ad Alberto Rubegni, per lo smaltimento illecito di rifiuti durante i lavori di costruzione dell tratto di Tav Firenze-Bologna, il coinvolgimento aziendale nella inchiesta sull’immondizia in Campania o l’ospedale San Salvatore di L’Aquila (attivo da pochi anni, ma i lavori iniziarono nel

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1972), che fu evacuato e considerato inagibile a causa del terremoto: Impregilo (ultima impresa coinvolta nel progetto dal 1991) lo mise in funzione, ma nega qualsiasi intervento nella parte strutturale.

Nord Africa e Sud America a gonfie vele Problemi giudiziari e riduzione di ricavi nel mercato domestico sono parzialmente recuperati con i successi di quello estero, confermando il trend degli ultimi anni che vede la crescita della fetta del giro d’affari realizzata fuori dall’Italia (2/3 del totale nel 2009, mentre era più o meno la metà due anni prima), nonostante pesi appena più del 50% sul portafoglio ordini. Insomma, per capirci, i progetti all’estero una volta approvati entrano subito nella fase realizzativa con un turn over molto superiore al nostro paese, dove tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare della burocrazia. Non per niente l’ad della società di Milano questa primavera afferma alla stampa: “il nostro obiettivo è di aumentare il portafoglio ordini all’estero” confermando la tendenza anche degli altri costruttori italiani che, pur rimanendo marginali rispetto ai competitor europei sul mercato internazionale (4% sul fatturato globale nel settore, a fronte di un 31,4% delle imprese tedesche, 28,8% delle francesi), nel 2008 hanno visto crescere del 4% il loro giro d’affari in Italia e di un 15,1% nel resto del mondo, in particolar modo in Nordafrica e America Latina. Infatti, l’impegno della company milanese in Nord Africa si rafforza soprattutto in Libia (opere infrastrutturali per le città di Tripoli e Misurata) e negli Emirati Arabi (commessa per la realizzazione di un maxi tunnel idraulico ad Abu Dhabi) in barba alla potente penetrazione delle aziende cinesi anche in quella zona (lavori sul Canale di Suez e costruzione della tratta ferroviaria da Tripoli e la Tunisia). Alberto Rubegni, poi ad aprile di quest’anno ha confermato che la società presenterà due offerte per la realizzare due impianti di dissalazione in Arabia Saudita (Raz Azur e Yanbu): 4 miliardi di valore, mica noccioline. La cordata vedrà soci ‘pesanti’: oltre a Fisia, che fa parte del gruppo, ci sarà anche Bemco, società che fa capo alla famiglia Bin Laden. Per il continente latino ci sono la recente firma per l’ampliamento del Canale di Panama (in consorzio con Sacyr), il progetto in attesa di aggiudicazione della metropolitana dello stesso stato centroamericano e una diga da 345 milioni in Colombia, dove Impregilo è leader da quarant’anni con infrastrutture idroelettriche e innumerevoli strade, autostrade e tunnel realizzati. Senza contare alcuni impianti idroelettrici in Ecuador e Venezuela o le varie attività nel settore costruzioni in Grecia, Sudafrica e anche Stati Uniti. Inoltre ad aprile è stata quotata la controllata Primav Ecorodovias, società autostradale brasiliana: in dieci anni la concessionaria brasiliana ha moltiplicato di ben otto volte l’investimento iniziale di Impregilo e oggi questo asset rappresenta più della metà dell’intera capitalizzazione del gruppo, con il paradosso che un’unica partecipazione nelle concessioni valga più della metà di tutte le grandi opere. 

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La telenovela del Ponte sullo stretto continua Nel Belpaese, invece, si procede con il freno a mano tirato e l’emblema della stasi in casa nostra è il Ponte sullo Stretto, vera e propria croce e delizia per la società milanese. Croce perchè anche se Pietro Ciucci (presidente dell’Anas e ad della Stretto di Messina spa) promette: “Il Ponte aprirà al traffico il primo gennaio 2017”, Eurolink, consorzio che lo realizzerà, guidato da Impregilo e formato da Sacyr (ancora loro), Condotte d’acqua spa, Cmc di Ravenna e da altre imprese giapponesi, danesi e canadesi, a parte un cantiere del tutto marginale aperto a dicembre dello scorso anno, è ancora in stand by in attesa dell’approvazione del progetto definitivo prevista per il 2011. Delizia in questi mesi, perchè nel frattempo il costo dell’opera intanto è lievitato a quasi 5 miliardi (dai 3,87 pattuiti nel 2005), senza muovere una ruspa e soprattutto delizia in passato quando cinque anni fa questo ricchissimo appalto fu il salvagente in un mare in tempesta per una Impregilio, allora in grosse difficoltà finanziarie e con i vertici aziendali azzerati. Via Piergiorgio Romiti e Paolo Savona, rispettivamente presidente e ad, sotto inchiesta della procura di Monza con le accuse di falso in bilancio e aggiotaggio, arrivarono nel 2005 al posto di Gemina (Romiti+Mediobanca) i Benetton, i Gavio, la Tesir dei Rocca ed Efibanca (Banca Popolare di Lodi). Agli ultimi due subentrò Ligresti due anni dopo. Ma una buona notizia tira l’altra ed ecco arrivare la vittoria in una gara molto discussa con il ritiro inaspettato di tutti i gruppi esteri partecipanti e la proroga della scadenza del bando concessa benevolmente in zona Cesarini dallo Stretto di Messina spa, quando erano rimaste in gara solo le due cordate in gara con a capofila il gruppo milanese e Astaldi di Roma. Il risultato fece felici tutti, a parte il costruttore romano che, comunque, ha fatto ricorso: in primis i nuovi soci che appena arrivati si aggiudicarono un appalto miliardario e hanno messo le mani su una società non estranea al loro business di riferimento, poi l’azienda milanese che ha evitato il crack economico, e pure Silvio Berlusconi (il cui governo firmò il contratto di assegnazione nel marzo 2006) che diede il via alle tanto discusse Grandi Opere con un’azienda italiana a realizzarne la più importante. E la politica quando si parla di grandi infrastrutture in Italia non poteva rimanere fuori dalla porta: non sono un mistero le reciproche simpatie tra il premier italiano e la company milanese, con pubbliche attestazioni di stima reciproca. Sono questi i contatti importanti che Massimo Ponzellini, ex assistente di Prodi ai tempi dell’IRI, coltiva anche grazie al fatto di avere alle spalle il triumvirato Benetton-Gavio-Ligresti, sempre più potente nella finanza tricolore, come dimostra la nuova Alitalia.E se in questi ultimi tempi soffia forte il vento del Nord, anche la Lega, con le vittorie in Piemonte e Veneto e un peso notevole in Lombardia (dove tra Expo, Tem e Pedemontana l’azienda ha una grossa fetta dei suoi interessi), potrebbe diventare un interlocutore molto interessante, anche in previsione di un prevedibile federalismo fiscale che consegnerà sempre maggiori poteri alle Giunte regionali. Il piatto sopra il Po è ricco di appalti ghiotti, come il maxitunnel che dovrebbe passare sotto Milano, da Linate all’area Fiera, attualmente in mano alla romana Condotte e alla milanese Torno, il cui numero uno, Alberto Rigotti, è però in una situazione finanziaria precaria e potrebbe passare la mano. Il Comune meneghino, su cui Umberto Bossi ha messo gli occhi per la prossima tornata elettorale, punta molto su questa infrastruttura che, oltre alle implicazioni sul traffico della città, sarebbe anche la più importante opera sotterranea italiana. Insomma, rischieremmo di avere un ponte tra Scilla e Carriddi e un tunnel nel bel mezzo della pianura padana, ambedue costruiti dalla medesima azienda: un modo singolare per festeggiare nel 2011 i 150 anni dall’unità d’Italia.


in Borsa

La parola a Marchionne L'

annuncio dello Spin off, lo scorporo delle attività auto di Fiat avverrà nel giro pochi mesi. La società che nascerà sarà chiamata Fiat Industrial (FI). Sergio Marchionne ha detto che, inizierà una nuova storia della Fiat, con due aziende dotate di massima autonomia per svilupparsi. Storicamente, la Fiat è il risultato di una aggregazione di business tutti sviluppati intorno al nucleo comune dei motori. Ad un certo punto, esisteva un’aggregazione di società che operavano fianco a fianco e che producevano treni, aeroplani, automobili, camion, trattori e macchine per le costruzioni – ed il solo elemento in comune tra questi prodotti era il fatto che venivano azionati da motori. Vi era poi anche una serie di attività che non avevano nulla in comune con il core business. Anche oggi, Fiat è la combinazione di due business differenti: da un lato, le automobili e i business dei relativi componenti e, dall’altro lato, il business dei camion e delle macchine per l’agricoltura e per le costruzioni. Questi due gruppi di attività sono molto diversi tra loro in termini di ciclo economico, margini di profitto e necessità di capitale, così come per le caratteristiche dei loro clienti e dei mercati. Anche il mercato azionario li ha sempre valutati in modo molto differente. Gli investitori hanno per anni richiesto la separazione della divisione automobili, focalizzandosi forse maggiormente sul potenziale valore di mercato di singoli settori più che sui benefici strategici ed industriali che una separazione di questo genere potrebbe portare. Le principali ragioni dietro questa scelta strategica sono cresci-

Sans titre-6 1

Due separazioni e nessun funerale? È quello che si spera. Fiat auto lascia il braccio pesante, MMT e agricolo, a se stesso. Nascono due realtà separate, da sempre, da tempi di lavoro e da investimenti. Ora finalmente autonome e con obbiettivi diversi e pesi differenti cresceranno meglio.

ta, autonomia ed efficienza. Con questa nuova struttura, i due gruppi avranno la libertà di perseguire le migliori scelte strategiche, incluse potenziali alleanze. I due gruppi avranno completa libertà di movimento e un profilo operativo ben preciso, che consentirà loro di dimostrare pienamente il valore che diversamente potrebbe essere parzialmente soffocato. In particolare, Fiat, il business delle automobili, sarà messa sullo stesso livello con i suoi competitor, acquisendo la necessaria flessibilità per perseguire ulteriori opportunità di crescita. La partecipazione in Chrysler, in sostanza un’opzione sul recupero del mercato nord americano, acquisirà un’ulteriore visibilità e farà scaturire sinergie con il Gruppo Auto. A FI, invece, sarà dato il diritto e la possibilità di meritare un ruolo come competitor globale nel business delle macchine industriali, potendo contare su una presenza industriale stabile e su base mondiale nel settore agricoltura. M.B.

26/03/10 14:26:11

CANTIERI

Società


CANTIERI

IMPIANTI

Novità

Il calcestruzzo è servito

Liebherr presenta due nuovi impianti di betonaggio: il primo, Betomix 2.5, fa parte di una serie già collaudata in tutto il mondo (nel 2008 erano 150 gli impianti di questo tipo in servizio); il secondo, Mobilmix 0.5, è un impianto di nuova concezione per impieghi mobili.

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L

a Casa tedesca fornisce impianti di miscelazione sia con mescolatori ad asse verticale, piatto di grandezza variabile da 1,0 a 3,0 m³, sia con mescolatori a doppio asse orizzontale bialbero con capacità variabili da 2,25 a 6,0 m³. Da poco si è aggiunta una new entry in questa serie: il Betomix 2.5 con un mescolatore a doppio asse orizzontale bialbe-


Gli impianti Betomix hanno confermato la loro collaudata validità anche nei cantieri per la costruzione di grandi opere, come quelli per le dighe di sbarramento in Asia. In versione tandem o quadrupla, la resa oraria degli impianti può arrivare a mille m³ di calcestruzzo vibrato.

ro da 2,5 m³. Le dimensioni scelte da Liebherr per il nuovo Betomix sono in linea con l'attuale tendenza nel settore delle autobetoniere: in particolare sul mercato europeo le autobetoniere in uso hanno prevalentemente volumi di carica di 7,5 m³ per un peso complessivo di 32 tonnellate, mentre nelle regioni del Medio Oriente e in Italia il volume di carica delle autobetoniere arriva addirittura spesso a 10 m³. La capacità del Betomix 2.5 consente di riempire le autobetoniere con tre o quattro cariche al massimo. Si tratta di un sistema modulare che offre numerosi vantaggi: primo fra tutti la flessibilità, poi la compatibilità di molti componenti, che contribuisce ad accorciare i tempi di fornitura e a contenere al massimo i tempi di montaggio. L'ampio programma degli accessori opzionali include, ad esempio, la tramoggia di alimentazione regolabile che, abbassandosi, compensa altezze veicolo comprese tra 3.600 e 4 mila mm. Questa soluzione consente di evitare l’imbrattamento dell’impianto durante le operazioni di carico dell’autobetoniera. Ad eccezione di pochi componenti, gli impianti Betomix sono realizzati esclusivamente con materiali zincati. Trattandosi di una protezione anticorrosione ottimale che garantisce all'impianto una lunga vita, sul lungo termine il co-

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CANTIERI

IMPIANTI

Novità

sto della zincatura si ammortizza; mentre per limitare al minimo i costi di trasporto, le dimensioni dei gruppi premontati sono state ottimizzate in funzione delle esigenze logistiche. Gli impianti Betonmix, inoltre, possono essere personalizzati: in regioni particolarmente fredde come la Russia o i Paesi Scandinavi, dove il termometro va spesso sotto zero, queste strutture si avvalgono, ad esempio, di sistemi di riscaldamento e coibentazione, mentre in zone con temperature estive sopra i 50°C, come nella regione del Golfo, gli impianti prevedono, in opzione, l'aggiunta di ghiaccio in scaglie nel miscelatore intensivo per abbassare la temperatura del conglomerato.

Un nuovo concetto di impianto mobile È stato presentato ufficialmente allo scorso Bauma e si chiama Mobilmix 0.5: è il nuovo impianto di betonaggio compatto e mobile Liebherr che si colloca nella categoria di produzione fino a 30 m³ all‘ora. Rapido e semplice da montare, è composto da due container completamente premontati e cablati da 20´ ed è pronto all‘impiego in tempi ridotti. Il Mobilmix 0.5 può inoltre essere scaricato e montato senza l‘impiego di una gru, un vantaggio decisivo per numerosi settori. I container

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vengono sollevati da autocarri su stabilizzatori speciali in modo che l‘autocarro possa transitare al disotto, e gli stabilizzatori fungono anche da impalcatura con la quale l‘impianto viene portato nella posizione operativa. Lo skip caricatore elevatore collocato durante il trasporto nel container della macchina può essere portato nella posizione operativa con un verricello manuale. Grazie alle bilance per l‘acqua e il cemento integrate e alle pedane estraibili, gli spazi sono contenuti. Tutte le componenti possono essere installate rapidamente e sono subito funzionanti. Con un massimo di quattro comparti, il silo a tasche contiene circa 16 m³ di inerti. Per il dosaggio del cemento è disponibile di serie un dispositivo di carico sacchi con una coclea per cemento, oppure uno o due silo per cemento come optional. Sempre su richiesta, è possibile avere il mescolatore a piatto anulare della categoria di 500/750 l con agitatore intensivo. All‘interno del compatto container della macchina è presente anche una piccola cabina di comando nel quale si trovano il quadro elettrico e gli strumenti di comando. Al termine dell‘impiego, il Mobilmix 0.5 può essere rapidamente smontato e trasferito nel cantiere successivo. L.T.



STRADE

SOMMARIO

STRADE

MACCHINE | Novità

• Produttività sostenibile....................... 34

pagina

TRAINATO | Meiller e Zorzi

• Matrimonio di comodità..................... 36

TRAINATI | Il nuovo consorzio

FIERE | Bauma 2010

• La fonte dei trailer................................. 37

• Cavalli e telai a Monaco....................... 38

• Spazza che ti passa............................... 40

FIERE | 23° Sep pollution Motori | Novità

• Potenza assicurata................................ 45

46 PROVE SU STRADA

PEUGEOT - PARTNER L2 PASSO LUNGO Il leone ci riprova

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STRADE

MACCHINE

Novità

Produttività sostenibile Il nuovo rullo tandem CC384HF e la nuova gamma di rulli gommati, con larghezze di lavoro da 1800 a 2300 mm, hanno catturato l’attenzione di numerosi visitatori del Bauma di Monaco. Macchine affidabili ma soprattutto eco-compatibili.

“T

he Sustainable Way” questo il messaggio che Dynapac – Divisione Macchine Stradali del Gruppo Atlas Copco – ha ribadito nel corso dell’importante fiera di Monaco. Un impegno, quello per una produttività sostenibile, iniziato a febbraio con la Giornata mondiale della Sostenibilità organizzata in 7 fabbriche Dynapac con eventi, sessioni di training, letture e dibattiti sul tema. Dynapac sta rafforzando il suo impegno nello sviluppo e nella fornitura di prodotti e soluzioni sostenibili. Come recentemente affermato da Claes Ahrengart (Presidente della Divisione Dynapac/RCE - Ropad Construction Equipment), "profitto e sostenibilità non sono in conflitto tra loro: in una realtà vincente è possibile creare prodotti affidabili ed eco-compatibili al fine di risparmiare tempo e denaro salvaguardando il luogo in cui vengono costruiti". La strategia di sostenibilità Dynapac è indirizzata verso 3 aree principali: Risultati durevoli (attrezzature, supporto e l’esperienza, contribuiscono al raggiungimento di risultati concreti e durevoli per tutti i clienti e stakeholder), Qualità (tutte le risorse sono costan-

temente impegnate nella ricerca di soluzioni in grado di produrre i maggiori benefici e il più elevato ritorno d'investimento), Responsabilità (impegno sociale, etico, ambientale e finanziario. Questo è il principio che regola l’attività Dynapac).

Attenzione ai dettagli Con il nuovo modello CC384HF da 9,5 tonnellate Dynapac completa gamma di rulli tandem per asfalto. Progettato per ottenere massime prestazioni, efficienza e per favorire il comfort per l'operatore, il CC384HF conferma le caratteristiche di affidabilità della gamma “CC” con larghezze del tamburo pari a 1730 mm. Lo sterzo dotato di snodo centrale e il tamburo disassato assicurano una grande manovrabilità e facilitano il lavoro negli spazi ristretti, riducendo i rischi di avvallamenti superficiali. Inoltre, la visibilità dell’operatore sul tamburo è resa ottimale dall’assenza dei serbatoi acqua. Dispositivi come il sistema “soft” di arresto e partenza del rullo, evitano dislivelli o crepe negli strati di

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conglomerato e consentono anche all’operatore inesperto di utilizzare la macchina in maniera efficace, garantendo ottimi risultati di planarità del manto stradale. Con alta frequenza e bassa ampiezza per strati sottili e, viceversa, alta ampiezza per gli strati spessi, il CC384HF opera con versatilità ed è in grado di compattare con efficienza qualsiasi tipo di mescola. Il rullo CC384HF può essere dotato di DCA-A (Dynapac Compaction Analyzer) per l’analisi e il monitoraggio delle operazioni di compattazione, un sistema che permette all’operatore di mantenere il controllo delle stesse e quindi ottenere il miglior risultato finale. Il nuovo rullo è equipaggiato con motore turbodiesel Cummins QSB 3.3 (Tier 3/


Caratteristiche Tecniche Peso Operativo Peso Operativo, max Carico per gomma, max Larghezza di lavoro Sovrapposizione pneumatici Motore Cummins

STRADE

MACCHINE

Novità

CP224 9450 kg 21000 kg 3000 kg 1800 mm 42 mm 74 kW/ 99 Hp

CP224W 9450 kg 21000 kg 3000 kg 2265 mm 42 mm 74 kW/ 99 Hp

CP274 0800 kg 27000 kg 3000 kg 2300 mm 42 mm 82 kW/110Hp

CC384HF Peso Peso di esercizio max. Peso di esercizio (incl. ROPS) Compattazione Serbatoio acqua Forza centrifuga Ampiezza nominale Carico statico lineare Frequenza di vibrazione Motore Marca Cummins Tipo Turbodiesel raffreddato ad acqua con intercooler Potenza Capacità serbatoio carburante

10.700 kg 9.400 kg 750 l 90 kN/75 kN 0,7 mm/0,3 mm 27,2 kg/cm 48 Hz/67 Hz mod. QSB 3.3 T3 99Hp, 74kW – 2200 giri/min 130 lt Stage IIIA) raffreddato ad acqua con intercooler che garantisce un rapido avviamento a freddo, ridotta rumorosità, veloce diagnostica e un assorbimento migliore di eventuali sovraccarichi. L’utilizzo poi del sistema di vibrazione a doppia pompa elimina la necessità di una valvola di vibrazione, rende il sistema più efficiente e riduce il consumo di carburante. I miglioramenti in termini di efficienza consentono di risparmiare circa 8 kW durante il funzionamento, il che determina una riduzione della rumorosità nonché delle emissioni di CO2 e dei consumi di carburante, riducendone i costi di esercizio.

Nuova gamma di rulli gommati I nuovi modelli CP224, CP224W e CP274 sono dotati di una spaziosa piattaforma con comandi semplici e funzionali, sedile e gruppo di sterzo girevole e scorrevole lateralmente. Questi rulli montano motori di nuova generazione (certificati 3A), che garantiscono emissioni ridotte e bassi livelli di rumorosità grazie al sistema di raffreddamento gestito da un termostato. La qualità delle superfici finite è ulteriormente migliorata grazie a un sistema di avvio e arresto ottimizzato. Nuove funzioni incrementano inol-

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tre l’efficienza, la predisposizione alle operazioni di manutenzione, la sicurezza e il comfort dell’operatore, oltre a garantire elevati risultati di compattazione. Il sistema di frenata a doppio circuito, un’esclusiva Dynapac, assicura una buona frenata anche se un circuito è disabilitato. Come tutte le macchine Dynapac, anche questi nuovi rulli sono fabbricati su uno schema modulare e condividono componenti e circuiti con altri modelli. Una condivisione che consente di identificare aree nelle quali è possibile ottimizzare i costi come, ad esempio, la manutenzione e la ricambistica. I modelli Dynapac CP224, CP224W e CP274 hanno larghezze di lavoro che vanno da 1800 a 2300 mm, con pesi massimi di esercizio da 21 a 27 tonnellate. Sono adatti a un’ampia gamma di applicazioni di finitura, tenuta e compattazione del terreno. Con il sensore di temperatura opzionale e l’analizzatore di compattazione DCA-A le nuove macchine garantiscono densità e consistenza di compattazione ottimali, fornendo nel contempo all’operatore statistiche e rapporti di lavoro completi. Inoltre, grazie al sistema “air on the run” (sistema di gonfiaggio in moto), è possibile regolare la pressione dei pneumatici durante il processo di compattazione. L.T.


STRADE

Trainato

Meiller e Zorzi

Matrimonio di comodità O

ramai è ufficiale, la Meiller ha scelto come partner l’italiana Zorzi. «Il Belpaese», spiega Mark Gelardini, a capo della Meiller Italia, «è un mercato che vale 10 mila pezzi all’anno, e noi siamo decisi a riservarcene una quota». Il gruppo, 9 stabilimenti in Europa e 1.300 dipendenti) vanta una capacità produttiva di oltre 17 mila mezzi (17.380 nel 2008 con un fatturato di 380 milioni di euro). «Ma data la situazione l’anno scorso», prosegue Gelardini, «abbiamo chiuso con 6.300 unità e 158 milioni di euro di fatturato». L’export rappresenta il 50 per cento della produzione, che nel mercato domestico nel 2009 è scesa del 35 per cento. Da cui l’esigenza di espandersi all’estero sempre di più. «Siamo in Italia formalmente dal 2007, la sede della Meiller Italia è a Ferrara», dice Gelardini, «ma da decenni siamo conosciuti per la bontà dei nostri ribaltabili». L’accordo prevede l’affiancamento ai trailer Zorzi delle realizzazioni su motrice della Meiller e la loro assistenza, oltre che montaggio, nelle 86 officine autorizzate della Casa veneta sparse per l‘Italia. «Siamo ai primi posti della graduatoria Anfia delle immatricolazioni di semirimorchi ribaltabili», dice Giovanni Zorzi, a capo del marketing

La casa veneta allestirà e curerà la manutenzione dei ribaltabili su motrice della società tedesca. In ballo una fetta dei 10 mila ribaltabili nazionali stimati di mercato.

dell’omonima società, «e contiamo di svilupparci ancora di più nell’immediato futuro». «Abbiamo preferito», interviene Alberto Zorzi, «fare questa joint venture con la Meiller, che entrare nel patto della Cir (Compagnia italiana rimorchi), che ha riunito Merker, Cardi, Piacenza e Daytona. Anche se abbiamo valutato la proposta e abbiamo avuto, per l’appunto, una serie di riunioni conoscitive. Ma la nostra scelta è stata di restate ‘soli’ sulle nostre gambe e ‘sposare’ un esperto del nostro stesso campo». La qualità delle due Maison, infatti, è storica e comprovata. Gli italiani hanno in listino nel settore cava cantiere i semirimorchi Cayman, Millennium, Barracuda (in lega leggera) e Orso (per i mercati del Nord Europa), ma producono tutta la gamma di trailer classica, dai portacontainer (per i mercati orientali) ai mezzi specifici per il trasporto di tronchi di legno. La tecnologia Meiller, e le novità che apporta nel settore si possono individuare nella qualità degli acciai che permettono, dopo calcoli al Cad con il metodo degli elementi finiti (Fem), letteralmente di ‘mettere’ più materiale (acciaio) nei punti con più sollecitazioni e di toglierlo ove non serve. Così da limare la tara. Nel sistema idraulico ad alta pressione. Che

Dal Bauma di Monaco il nuovo radiocomandio Meiller Il conducente al posto dell’attivatore pneumatico, di solito collocato in cabina, utilizza ora un pannello di comando elettronico, chiamato Isar control. Con la semplice pressione di un pulsante si attivano tutte le funzioni desiderate entro un raggio di 10 metri. A livello idraulico i comandi avvengono in totale assenza di errori di manovra grazie al sistema bluetooth. Un ulteriore vantaggio è la totale flessibilità del posizionamento del frontalino che emette il segnale. Sono finiti i tempi delle scarse possibilità di installazione dell’attivatore pneumatico in cabina, dove il ribaltamento a volte poteva venire azionato solo se si teneva la porta aperta. La logica del nuovo telecomando è semplice, i tasti sono ben distinguibili e si possono spingere con totale sicurezza anche indossando un paio di guanti da lavoro. Funzioni aggiuntive come per esempio le sponde automatiche Bordmatik e per i rimorchi sono già integrate. Il sistema elettronico accresce non solo il confort di manovra ma anche la sicurezza sia dell’operatore sia del veicolo durante il ribaltamento. Di fatto, l’allineamento del sensore di pressione e dell’angolo di ribaltamento riescono a determinare lo stato del carico e la posizione momentanea del ribaltabile. Ancora prima che sorga un pericolo, per esempio il caricare del materiale melmoso, un apposito dispositivo posto sulla valvola di ribaltamento inizia ad attivare ad alta frequenza “apertura e chiusura” staccando così il carico dal fondo prima che giunga alle sponde. E con il nuovo sistema elettronico la vasca può venire abbassata senza dover costantemente spingere tasti o azionare valvole. La nuova soluzione prevede inoltre un vano di sicurezza sotto vasca, che si chiude solo ed esclusivamente quando il veicolo si mette in marcia. Si esclude inoltre la possibilità di procedere con la vasca sollevata perché durante la marcia il comando idraulico rimane saldamente fermo in posizione abbassata.

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non adotta il filtro dell’olio, e monta una pompa a pistoni ad alta pressione (275 bar) che permette una elevata salita in fase di scarico e una rapida discesa, e una valvola di ribaltamento con fine corsa integrato. Poi nell’uso del pantografo di stabilizzazione centrale sotto telaio, che dona una maggiore sicurezza in fase di scarico. Nel montaggio di cilindri a 5 sfili (e non 4) sottoposti a nitrocarburazione, un processo per cui i cilindri in un forno a quasi 600 gradi assorbono ammoniaca, azoto e biossido di carbonio, che irrobustisce la loro superficie (450 HV10). Tra l’altro con 5 sfili si monta un serbatoio dell’olio di minore volume (e si utilizza anche una quantità inferiore di olio) e questo alleggerisce tutta la struttura. E infine nella progettazione di controtelai più bassi di 30 mm. In modo tale da alleggerire ancora la tara e rendere il mezzo più stabile abbassandone il baricentro. In generale i mezzi Meiller a 3 assi con fondo da 5 mm pesano 2.750 chili, a 4 3.620 (con il fondo da 6 mm). Anche l’angolo di ribaltamento aumenta di 3 gradi e arriva a 51 dai 48 di norma. M. B.


La crisi ha spinto dopo molto soffrire, e parlare, a rinnovare l’approccio al mercato globale. Nasce Phontis. Unione commerciale di Cardi, Bianchini, Piacenza, Cramaro, Bertazzoni, Grapar, Ifac Inox e Sari. Una nuova compagine economica in grado con 8 marchi di porsi come unico soggetto. Dai telai alle cisterne per sfusi e alimentari, alle centine e ai tetti, dai motor home ai sistemi di lavaggio agli isotermici.

Il nuovo consorzio

La fonte dei trailer

È

stata appena presentata una nuova compagine industriale nazionale. Una specie di cooperativa fra allestitori che farà il suo debutto europeo alla Iaa di Hannover in autunno. «Abbiamo prenotato 120 metri quadrati per presentare la nostra idea ai potenziali clienti esteri», spiega Cesare dal Monte, a capo delle officine Cardi del Chievo di Verona, che ha fortemente voluto, insieme con la proprietà, la famiglia Margaritelli, rappresentata da Luca Margaritelli presidente del settore carrozzieri Anfia e Ad della Merker, far nascere un consorzio di imprese legato alla qualità dei mezzi e alla volontà di proporsi al mercato estero come un solo soggetto. Il nuovo logo del mondo dei pesanti è Phontis, un marchio ideato da Giampiero Mariottini, che vuole significare ‘ la fonte’, come ha detto la presidente del consorzio Angela Bianchini , «Siamo la fonte, l’inizio, si spera di un lungo percorso. Atteso da oltre 20 anni. Abbiamo trovato le persone giuste con cui dialogare e mettere in piedi una entità industriale che non ha attualmente eguali». Sono, infatti, anni che si parla di formare un gruppo unico di aziende italiane che riesca a competere a livello globale, tenendo testa ai grandi gruppi industriali tedeschi, francesi, spagnoli e austriaci (Schmitz, Krone, Kögel, Benalu, Samro, Lecitrailer, Lecinena e Schwarzmüller), ponendosi come unico interlocutore per l’acquisto delle materie prime e per la penetrazione in nuovi mercati.

STRADE

Trainati

La crisi ha acuito l’ingegno. «Ci voleva questo anno e mezzo di difficoltà», dice Livio Ambrogio Ad dell’omonimo gruppo piemontese specializzato in trasporti intermodali, intervenuto alla presentazione come relatore, «per spingere un gruppo di industriale a guardare oltre». Oltre il proprio piccolo orticello e unirsi per offrire ognuno una tipologia

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di mezzo differente e non concorrente. «Facciamo tanti prodotti diversi», prosegue Bianchini, «con una stessa idea e non in concorrenza. E vorremmo anche altri italiani nel consorzio». Per ora Phontis è rivolto all’export, ma certamente «stiamo valutando», prosegue dal Monte, «la possibilità di usare questa nuova leva anche sul territorio nazionale». Il consorzio offre grazie a Cardi tutto il panorama del trainato tradizionale, dai singoli telai da allestire, alle vasche ribaltabili in lega leggera o acciaio. Tramite Bianchini le centinature personalizzate, con Piacenza si mettono a disposizione le cisterne per il trasporto di sfusi e polverulenti, con Grapar le botti, invece, per il trasporto di liquidi alimentari e chimici, con Cramaro tutta la gamma di tetti dedicati ai ribaltabili oltre alla nuova copertura a pareti scorrevoli TarpAll, con Bertazzoni i semirimorchi adibiti al trasporto auto e trasformabili in motor home per ospitality sui circuiti dei campionati del mondo di Formula 1 o del moto GP, con Ifac Inox l’ampia gamma di veicoli isotermici per il trasporto di derrate alimentari in Atp, con Sari infine il consorzio assicura a ogni mezzo un sistema di lavaggio personalizzato, con postazioni fisse e mobili. M. B.


FIERE

VOLVO FMX

ASTRA HD8

Bauma 2010

MERCEDES ZETROS

DAF XF

Cavalli e telai a Monaco

A tenere banco al Salone bavarese è stata la Volvo, che ha presentato in anteprima mondiale il nuovo cava derivato dritto dritto dallo stradale Fm. Aggiunge una ‘X’ in coda ed è come metterla sulla casella ‘lavoro da muli’. Ma anche Scania e Man hanno detto la loro. Il Grifone con l’R 730 e il Leone con il Tgs WW. Da vedere il Dumper Astra.

S

i chiama Fmx ed è lo specializzato di Goteborg per i trasporti da cava cantiere. Tutto il bello, ed il meglio, degli stradali Fm è stato tradotto nel nuovo pesante Volvo, con in più tutto quello che è utile fra sterrati e polvere. Motore, trasmissione, telaio e assali sono identici all’Fm. Il cambiamento più evidente nell’Fmx è all’esterno. L’altezza da terra è stata maggiorata. Il paraurti con una nuova griglia superiore è in acciaio suddiviso in tre parti con angoli spessi 3 mm (è stato anche prolungato verso il basso di 165 mm), sono state montate una solida piastra anteriore e una barra di protezione, oltre a un robusto gancio di traino da 25 ton. I fari sono stati potenziati, bi-xenon, e montano una griglia di protezione (opzionale), e i gradini sono ora antiscivolo, con il primo ripiegabile, e alle spalle della cabina è stata montata una scala per l’accesso alla vasca. Nella versione a cabina corta sul perimetro superiore c’è anche un corrimano aggiuntivo. Ancora luci fendinebbia in più agli angoli del paraurti e specchietti per la cantieristica più resistenti a graffi e danni esterni, con un braccio più corto che contribuisce a ridurre la zona d’ombra migliorando la visibilità dal posto guida. «È sufficiente un rapido sguardo per percepire immediatamente la potenza degli esterni di questo veicolo, che rivelano la stretta collaborazione tra Volvo Trucks e Volvo Construction Equipment», afferma Staffan Jufors, presidente e Ceo di Volvo Trucks. «Il nuovo Volvo Fmx è letteralmente nato per la cantieristica». Fra le novità anche i serbatoi carburante in acciaio posti più in alto per ga-

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Torino-Piacenza L’Iveco in uno spazio di 500 mq e in una area esterna di 200 ha esposto tutta la propria gamma specifica. Dall’EcoDaily 4x4 con cabina doppia per trasporto squadre nei cantieri, all’Eurocargo versione Kipper, con un miniescavatore New Holland E9SR, dal Trakker AT 400 in versione trattore, allo Stralis AS 260 cabinato. Fuori erano in mostra un EcoDaily 7 ton cabinato 70C17 Eev ribaltabile, un autotelaio Stralis AS 320S50 Eev in versione 8x2x6 e uno Stralis AT 260S42 X/P 6x2x4, oltre a un Trakker AD 340T41 B/P 8x4x4 con allestimento betoniera, sospensioni ad aria sugli assali portanti e freni a disco su tutte le ruote. In coppia con Torino il braccio più pesante piacentino, con in bella mostra il Dumper Astra AD T30 in configurazione 6x6, ribaltabile. Mosso da un Cursor 10 (Tier III Epa/Carb) da 10.3 litri, 353 Cv (260 kW) a 1.900 giri, con trasmissione Ergopower ZF 6WG260. Ha una Mtt di 50.730 chili e una portata utile di 28.160. A raso il cassone ha una capacità di 13,7 metri cubi. Infine nello stand della Meiller Iveco ha esposto una versione speciale per lavori invernali di un Trakker 4x4 AD 190T36 W/P con sospensioni posteriori ad aria e presa di forza pto. Tutti i mezzi esposti nell’area esterna erano allestiti per missioni specifiche del settore costruzioni come Skip–Loader, betoniere, ribaltabili con gru e Hook-lift.

rantire una maggiore distanza da terra. Una posizione più elevata anche per la presa d’aria nella cabina corta, disponibile come opzione, consente di ottimizzare la qualità dell’aria fornita al motore e migliora, al tempo stesso, la visibilità du-

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rante la retromarcia. Nuovi anche i kit di predisposizione per allestitori e il montaggio per le luci da lavoro e di retromarcia. In cabina domina negli abbinamenti l’impostazione degli Fh. Disponibili in tre rivestimenti interni: sedili e pannelli delle portie-


FIERE

IVECO TRAKKER re in vinile, sedili in tessuto e pannelli delle portiere in vinile o sedili e pannelli delle portiere in velluto. I sedili in pelle sono opzionali. Nuovi sono anche i tappetini in gomma con rialzi laterali per trattenere la sporcizia e il fango all’interno dell’area del tappetino stesso, in modo da agevolare le operazioni di pulizia. Inoltre tre sono i nuovi accessori interni che contribuiscono a un maggiore comfort del guidatore: un tavolino con spazio dedicato per bicchieri e penne, un vano portaoggetti e un portacarte in tessuto impermeabile. In sala motori potenza e efficienza sono dati dall’11 litri (da 330 a 450 Cv) o dal 13 litri (da 380 a 500 Cv). La versione cantieristica, aggiornata di recente, del cambio I-Shift consente l’oscillazione del veicolo per sbloccarlo in quasi tutte le situazioni. Infine c’è un nuovo sensore di carico che invia a I-Shift informazioni dettagliate sul peso del carico per adeguare la strategia di cambio marcia e la partenza. La potenza frenante, 375 kW a 2300 giri/min, è garantita dal freno motore Volvo VEB+.

Il più potente è Scania Stradalissimo e potentissimo lo Scania R 730 da 16.350 litri alla sua prima uscita ufficiale. Un 8V a 90 ° tipo Dc 1621, che fa parte della piattaforma di motori modulari introdotta nel 2007, con monoblocco in ghisa a grafite compatta e lato distribuzione sulla destra, Common rail con iniezione ad altissima pressione, Xpi, (fino a 2.400 bar) con turbocompressore a geometria variabile con una coppia di 3.500 Nm a mille giri, alesaggio 130 mm (3 mm in più per aumentare la cilindrata di 0,8 litri), corsa 154. Con cabina Topline, cambio Grso925 Opticruise (sia con pedale della frizione che no) a 14 marce, 2 retro e ingranaggi e splitter adattati alla coppia e retarder made in Scania. Tornando ai cava la Scania intende incrementare le vendite globali in questo settore fino a circa il 25% del volume dei veicoli, dicono dalla Casa madre. Nel lungo termine, incluse l’assistenza e i ricambi, si prevede che il segmento costruzioni rappresenterà un terzo delle vendite totali. Le vendite del settore costruzioni sono locali e orientate all’operatività, per questo motivo necessitano di un solido supporto di assistenza e vendita ricambi. E con le serie P, G e R, la gamma di veicoli da cantiere Scania è più che mai orientata al cliente. In occasione del Bauma quindi si sono presentati i programmi dell’anno in corso per la categoria a partire dal nuovo styling esterno per le serie G ed R, i nuovi interni, il cambio automatizzato a scelta tra completamente automatizzato o con pedale della frizione, l’interruttore girevole per il bloccaggio differenziale con innesto sequenziale (da metà del 2010), le sospensioni paraboliche progressive su ponti da 19, 21 e 26 tonnellate (26 tonnellate da metà 2010), i semiassi più forti e rapporti di trasmissione più lenti sugli assi con riduzione ai mozzi per la massima mobilità, il nuovo perno di articolazione

Bauma 2010

TGS WW

il 2011 è vicino, i motori anche Ecco le novità per adeguare i motori alle normative Tier 4 Interim/Stage III B, che entreranno in vigore in America ed Europa nel gennaio 2011 per potenze superiori a 173 CV (129 kW) e nel gennaio 2012 per potenze superiori a 74 CV (56 kW). Fpt Per applicazioni meno gravose la gamma F adotterà il sistema Egr abbinato al Dpf, soluzione che permette il rispetto dei nuovi limiti di emissioni con contenuti costi aggiuntivi e senza impatto sull’ergonomia del veicolo. Per applicazioni medio pesanti i motori delle serie C, N e V (cilindrata da 4,5 a 20 litri), adotteranno invece il sistema Scr. Inoltre con Perkins si svilupperà entro il 2011 un nuovo 3,4 litri che coprirà una gamma di potenza da 45 kW (60 cv) a 86 kW (115 cv). Deutz Il Tcd 20XX si svela essere il nuovo ultracompatto 2,9 L4 sia aspirato che turbo con o senza intercooler, copre un range da 25 a 56 kW. Nuovo anche il Tcd 3,6 L4 che raggiunge una coppia massima di 400 Nm a 1.400 - 1.600 giri/min. Nel range 120-180 kW presenta il TCD 6,1 L6 che raggiunge una coppia massima di 1.000 Nm a 1.400 a 1.600 giri/min. Cummins Presenta il Qsb 3.3 con ricircolo dei gas di scarico raffreddati (Egr) da 75-110 CV (56-82 kW) e il Qsb 4,5 con raffreddamento Egr accoppiato con l’High Pressure Common Rail (Hpcr) da 110-160 Cv (82-119 kW). Sui Qsx arriva l’Xpi, fatto in coppia con Scania, che con la turbina a geometria variabile e Egr esterno, assicura pressioni di iniezione massime da 2.400 bar. Caterpillar Annuncia l’introduzione di cinque nuovi Cat Tier 4/Stage III B, identificati come Acert C13, C15, C18, C27 e C32. I nuovi motori vanno da 385 -1200 cv (287-895 kW), con cilindrate da 12,5 litri a 32,1. A listino i motori in regola con le nuove norme sono oltre 20 da 10 a 1.200 cv. Perkins Presentato il nuovo motore compatto serie 850, a quattro cilindri da 3,4 litri, che produce da 45 kW (60 HP) fino a 86 kW (115 HP). La serie 850 sfrutta un sistema di iniezione del combustibile common rail, post-refrigeratore e turbocompressore con valvola di scarico intelligente, il tutto controllato da un sistema elettronico per la regolazione completamente automatica dei motori. A partire dal 2011, il motore, che sviluppa una coppia max di 420 Nm, sarà disponibile anche nella gamma di velocità da 2.200 a 2.500 giri/min. Presente anche la serie 1200 che offre agli Oem opzioni di potenza da 60 a 225 kW (da 80 a 300 HP). Il modello 1206E-E70TTA a 6 cilindri da 7 litri con due turbocompressori produce 225 kW (300 HP), il che equivale a un incremento del 21% rispetto ai vecchi 6.6 litri. Al di sotto dei 130 kW (175 HP), in versione a corsa più corta c’è il 1206E-E66TA da 6,6 litri con coppia molto elevate a bassa velocità. Yanmar Arriva il 4Tnv94Ht da 120 cavalli da 3 litri, capace di erogare una potenza di 35,5 kW a 3.000 giri/min, in coppia con il 4Tnv88Cr da 2,19 litri a 4 cilindri da 48 cavalli, in grado di garantire una potenza di 88,4 kW a 2.500 giri/min. John Deere Ricircolo dei gas di scarico e filtri, niente Scr il Cervo insiste su questa linea per tutte le potenze. In testa i 6 cilindri da 9 e 13,5 litri con Vgt (interno o esterno) e Psx (biturbo). A seguire i 6 cilindri da 6,8 litri sempre con Vgt e Psx che possono arrivare a 224 chilowatt, e le gamme M ed E da 2,4 e 4,5 litri per potenze fino a 55 chilowatt con turbina a geometria fissa. Jcb Presenta un nuovo sistema di combustione per il motore Jcb Ecomax T4 4.4 da 4,4 litri, Si tratta di un novità assoluta per il settore: elimina infatti la necessità di qualsiasi post-trattamento dei gas di scarico e garantisce importanti risparmi per i clienti delle macchine di gamma media. L’ingresso in produzione del motore è previsto per il 2012.

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SCANIA R730 e camere dei freni montate in alto per il ponte con riduzione ai mozzi da 32 tonnellate per servizi pesanti (verso la fine del 2010). Il Leone ha, invece, concentrato la propria partecipazione in fiera al lancio del Tgs WW (World wide) progettato da Man specificamente per gli impieghi più pesanti come trattore stradale, autotelaio e ribaltabile. La gamma, con peso complessivo ammesso tra 18 e 41 tonnellate, offre tre cabine di guida. Motori Common Rail in versione Euro 2 e Euro 3, da 350 a 480 Cv. Il nuovo Tgs Ww è rivolto soprattutto ai mercati di Sudamerica, Russia, Africa, Medio ed Estremo Oriente. Fra i pregi i miglioramenti aerodinamici e il paraurti in materiale sintetico da cui traggono beneficio i motori. La quantità maggiore d’aria che fluisce al radiatore attraverso le feritoie del nuovo frontale del veicolo contribuisce, infatti, a ridurre il carico termico dei motori adatti all’impiego in regioni tropicali. Inoltre, protezione inferiore e le griglie parasassi del radiatore, radiatore per climi tropicali, griglia di protezione per i fari e per i fanali posteriori, bocchetta di aspirazione in alto con prefiltro ciclonico, lamiera parasassi per il serbatoio del carburante e pneumatici da 24 pollici. Mercedes aveva in bella vista lo Zetros, presentato all’ultima Iaa, con cabina ‘scesa’ dall’Axor, motore a 6 cilindri da 326 Cv e cambio a 9 velocità (ma c’è anche l’automatico), e gli Actros Stl a 3 o 4 assi e trazione integrale, mossi da un 8 V da 16 litri (653 Cv) e cambio Powershift. A chiudere il Perlini DPT 70, una variante articolata del DP405 con due benne e 70 tonnellate di portata. M.B.


FIERE

23° Sep Pollution

DULEVO BSI-ASSALONI

SCHMIDT

UNIECO

TECNO SYSTEM

ECO GREEN

RAVO

BUCHER

SICAS

LONGO

BIO STRADA

MACRO

23° Sep Pollution, a Padova dal 21 al 24 aprile

Spazza che ti passa di Massimiliano Barberis

La fiera di Padova ospiterà da questa edizione in poi, ogni tre anni, i big del settore raccolta rsu. In mostra molte nuove spazzatrici, ecologiche, meno rumorose, elettriche e anche a metano. Ma non sono mancati spurghi, compattatori e i ribaltabili da rifiuti. In anteprima l’Eurocargo Iveco da allestire. Monta Allison.

L

a crisi è stata sentita, certo, ma l’argomento è talmente impellente e basilare che la raccolta rsu (rifiuti solidi urbani) non ha risentito molto dei rallentamenti economici mondiali. Quindi 25 mila visitatori (erano

22 mila nel 2007) e 600 espositori (erano 650 tre anni fa), sempre sparsi sui 60 mila metri quadrati a disposizione, hanno vivacizzato l’ultima edizione del Sep di Padova. Due come sempre i padiglioni de-

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dicati alle macchine, il 7 e l’8, e a macchia di leopardo altri mezzi nelle aree esterne e fra il 4 e il 5. Ricca, quindi, la presenza di nuove spazzatrici stradali al Sep 2010, segno che, dopo la 22° edizione del Sep nel 2006 e l’ultimo Eco-

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mondo di Rimini dell’anno scorso, la ricerca, lo sviluppo e le richieste della committenza hanno spinto le Case a presentare alla prima occasione dei mezzi differenti. Più ecologici per propulsori, carburanti, emissioni e rumori.


FIERE

23° Sep Pollution La scopa della Regina

AEBI VIATRAC VT450 Il nuovo Aebi Viatrac VT450 ha una portata utile di 5 ton ed è omologato come macchina operatrice, quindi conducibile con patente ‘B’, gode di tutti i tipici vantaggi fiscali di questa categoria di veicoli. Grazie alle nuove sospensioni idropneumatiche indipendenti sulle quattro ruote è in grado di lavorare su tutti i terreni con il massimo comfort per l’operatore. Il motore turbodiesel da 100 cv. è un Vm Euro 4 con Fap. Le quattro ruote motrici e sterzanti, unite al cambio a 16 + 16 marce con inversore, ai differenziali bloccabili e al doppio impianto idraulico, ne fanno un veicolo adatto a tutte le esigenze comunali: servizio invernale con lama e spargisale, sfalcio erba con braccio falciante anteriore, trasporto di materiali vari, protezione civile (con modulo antincendio e idrovora).
 Il tutto con l’estrema sicurezza garantita da un mezzo compatto, con un baricentro estremamente basso, progettato per operare su pendenze fino al 100 per cento.

Macchine sempre più spesso nei parchi mezzi delle società che fanno manutenzioni autostradali per seguire i lavori della finitrice e ripulire il manto stradale. Ma anche utili nei cantieri nel completare a fine lavori le manutenzioni finali. Si pensi alle rampe dei sempre più numerosi parcheggi sotterranei.

Sospensioni idrostatiche Ad aprire le danze delle spazzole, la piacentina Macro che ha presentato il modello S 30 con sospensioni idrostatiche Lac, che permettono nelle curve, agendo in modo contrapposto, di mantenere in assetto il mezzo, evitando pericolosi sbilanciamenti. Le Lac permettono anche di non fermare l’azione di pulizia delle spazzole nel passare su dossi o dissuasori stradali. Ma l’attenzione è stata posta anche alle emissioni inquinanti. La spazzatrice, infatti, oltre al diesel con filtri antiparticolato monta anche una motorizzazione a gas. E sempre sulla falsariga dell’attenzione ai consumi sull’attrezzatura è montata la gestione oleodinamica Load sensing, che gestisce l’erogazione della potenza solo ai componenti in uso. Mentre il big Bucher Schorling ha esposto la nuova CityCat 1000 che completa la gamma in picco-

lo, dopo la 5000 e la 2020. La 1000 è infatti lunga 3.318 mm, larga, ruote comprese 1.110 e alta 1.950. Pesa 1.800 chili e ha un carico utile di 600. Il cassone dei rifiuti ha una capienza di 1 metro cubo con una altezza di scarico massima di 1.350 mm. Il serbatoio dell’acqua è da 225 litri, quello di recupero da 70. È mossa da un Deutz a 3 cilindri da 2.330 cm³ da 43 cavalli a 2.300 giri/min. La sterzata è sulle 4 ruote e il sistema di spezzamento è a 2 spazzole con aspirazione a bocchettone anteriore. La guida è centrale in una cabina riprogettata adottando sistemi di insonorizzazione maggiori e di isolamento termico. Fra gli optional: radio CD, telecamera posteriore, manicotto aspirafoglie esterne, lama spartineve, spargitore per sale e ghiaia. A metano (i 4 serbatoi del carburante posti sul tetto da 102 litri ciascuno possono essere riempiti in circa 10 minuti) la nuova 4 Cng della Ravo, Casa laziale da anni in pancia al gruppo francese Fayat, (fra i marchi in proprietà la Bomag). La portata è di 2.900 Kg. La spazzatrice Ravo ha un volume di 3 metri cubi e una larghezza di spazzamento di 2.050 mm. È mossa da un motore Fiat Fpt da 3 mila cc, a 16 valvole da 135 cavalli. È lunga 4.340 mm, alta 2.350 e larga 1.480. Accanto era esposta anche la nuova Aquazura della Mathieu, altro marchio Fayat, mossa da un Vm o da un Cummins. Ancora ‘green‘ è la 360 Electrica di Unieco una mini spazzatrice da 8 ore di autonomia lunga 2.970 mm, alta 1.910 e larga 980. Ha una larghezza di pulizia di 1.600 mm e un diametro di volta di 2.670. Sempre nuova la 2000 Sky della parmigiana Dulevo, una Euro 5 con motore Vm tipo D754 Te3 da 72 kW. È lunga 4.600 mm, larga 1.300 e alta 1.995. La pista di spazzamento arriva con le laterali e la terza spazzola a 2.700 mm. In fiera anche la 5000 Combi, spazzatrice e lavastrade con un serbatoio d’acqua da 1.500 litri.

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Dalla Gran Bretagna, e con tanto di stemma reale sui depliant, (sono importate dalla romana Sea) al Sep erano esposte le Green machines. La 636 Hs con una pista di spezzamento da 1.300 mm a 2.050, un diametro di sterzata di 6.500 e una lunghezza di 3.580. È alta 1.980 mm e larga 1.130. Monta un Kubota V1505T da 1.498 cm³ da 42 cavalli. E soprattutto il modello elettrico 500 Ze, che a 25 chilometri orari permette 8 ore di autonomia a emissioni zero. Ha una fascia di spezzamento di quasi 2 metri (1,9 m) di tipo a depressione con valvola aspirante. Il tempo di ricarica in monofase (220 V 16 A) è di 7 ore, in trifase (440V 32A) scende a 4. Ancora spazzatrici dall’importatore Sicas con le inglesi Scarab Mistral per autocarri da 18 ton, ha una capacità da 5,5 a 7,5 metri cubi e un serbatoio per l’acqua da 1.100 a 2.500 litri, con una larghezza di spazzamento fino a 3,40 metri. A cui si abbinava la 4000/4 con motorizzazione Iveco da 3.908 centimetri cubici, cambio automatico, cabina a tre posti, cassone per rifiuti da 3,5 metri cubi di volume e serbatoio acqua da 1.400 litri. Altro nome tutelare del settore la tedesca Schmidt con in esposizione tutta la sua gamma di attrezzature, fra cui la Cleango 400 con il cassone da 3,7 m³ e 700 litri di acqua pulita, è mossa da un motore Mercedes OM 904 La da 110 kW, la pista di spezzamento arriva con 3 spazzole a 3.100 mm, con 2 a 2.100. Raggiunge una velocità di 40 chilometri orari nei trasferimenti, e di 20 mentre lavora. In fiera anche la Swingo 150 basic e la Sk 400 della gamma su telaio. Biostrada ha presentato la Tec 5.2 con il contenitore dei rifiuti da 5,5 metri cubi. È lunga 5.346 mm, lata 3.100 e larga 2.250. Ha una capacità di spezzamento di 72 mila mq/h. È mossa da un Mercedes OM 904 La E3A/1. Nilfisk ha esposto fra la propria gamma la Rs 2200 Euro 4 a 2 posti con motore Vm da 2.970 cm³ da 70 kW tipo R754 con spazzole laterali (la terza è di serie sulla versione maxi) per una larghezza di pulizia di 1.900 mm (2.500 con la terza), e la mini Rs 851 con scarico tra 800 mm e 1.620, turbina posteriore da 7.200 m³/h e bocca aspirante traslabile da destra a sinistra dotata di impianto di abbattimento polveri. La Tecnosystem ha ripensato gli attacchi laterali della propria Ts 6000 modificando il carrello che ora rientra in caso di urti proteggendo le spazzole. Adesso è trainato e non sospinto come prima, per cui si richiude senza danni. Del tutto nuova la spazzatrice Longo Sz 400 su Isuzu da 4 metri cubi di volume. Porta mille litri di acqua pulita e ha una larghezza di spazzamento di 2.800 mm. Pesa 7.500 chili e ha una tara di 4.910. Autobren invece ha portato su Iveco Eurocargo la propria versione di spazzatrice aeroportuale tipo Tsa 1, ma in versione militarizzata. ‘Lavora ad Aviano’, dicono dalla Casa vicentina, ed è utile per operare sulle piste di volo e sui raccordi e piazzali aeroportuali. Ha una larghezza di spezzamento di 3.500 millimetri e una lunghezza della bocca di aspirazione di 2.300.


FIERE

23° Sep Pollution

ALLISON

Fuart e Scalvenzi

UNIMOG - RASCO

MERCEDES - AUTOBREN

FREISA

BSI - CAPPELLOTTO

NORD ENGINEERING EFFEDI

Anche il Fuart ha avuto il suo momento di ribalta al Sep. Il camion friulano Fuart 10 era esposto con una cisterna gpl, con uno scarrabile da 7 tonnellate, con un ribaltabile trilaterale e a telaio, e con un compattatore monoperatore della Scalvenzi. lI Take Away di Scalvenzi permette di ridurre al minimo l’impegno fisico, di lavorare con un solo operatore e di diminuire il numero di spostamenti. La portata utile legale di 45/50 quintali del Fuart 10 consente infatti di caricare in una volta sola la stessa quantità di rifiuti che gli altri automezzi caricano in tre volte. Da questo deriva anche un consistente risparmio di costi operativi di carburante e oli. Altro grande capitolo del Sep i compattatori. Molte Case hanno presentato mezzi più piccoli e completamenti di gamma verso il basso. Perché l’attuale politica della raccolta differenziata porta a porta sta spingendo le municipalizzate a cercare compattatori e vasche non più monoperatore, di ridotte dimensioni e in grado di fungere da mezzi satelliti per quelli più grandi. Fra i nomi da citare l’Omb di Brescia, ora diventata International da quando è stata rilevata dal comune di Brescia a metà 2009 attraverso Brescia Mobilità, società metropolitana di mobilità nata nel 2001 con la scissione dal ceppo originario di Asm Brescia Spa. A seguire la laziale Mazzocchia, e poi Farid, Coseco, Scalvenzi, Novarrini, Pilla, fra gli spurghi solo Cappellotto, Moro e ancora Longo. La prima con una Cap Combi 2600 Cl Lux St su Scania a 3 assi P 420 Lb con passo di 3.100 mm da 26 tonnellate di Ptt. È lunga 7.520 mm e ha un volume di 10.300 litri di fanghi. Moro con una Elegance Sv 14 da 14.100 litri di volume su Iveco Stralis Ad 260 S 45. Il Ptt è di 32 ton.

stimenti per spurghi (con cisterna Cappellotto), o lame sgombra neve e spargisale di Assaloni. Alcuni con motore a metano, tipo il Bu 100 2 Gn Eev. Ma era anche esposto il 35/55 Compact.
 Omologato anche come macchina operatrice con un Ptt che varia da 3,5 tonnellate a 6,5, si differenzia, dalle altre versioni per le dimensioni ancora più compatte. Ha una larghezza di soli 1.600 mm. È prodotto nelle versioni 4x4 e 4x2 è corredato da motorizzazioni che rispettano in materia di inquinamento le normative Euro 5. 
La configurazione rende il veicolo versatile e adatto a molte esigenze: servizio invernale, trasporto merci e allestimenti speciali.

Telai e motori

Gasolone da 5 mc

Fra i costruttori di telai Mercedes era in fiera con l’Econic, il proprio cavallo di battaglia a telaio ribassato e sospensioni pneumatiche (escursione da 60 mm a 200) allestito con un compattatore dell’Autobren e con un posteriore della Farid. Lo specializzato con la stella è disponibile con due cabine e tre combinazioni di telaio/assali a seconda che sia l’asse centrale o quello posteriore ad essere aggiunto. A cabina ribassata anche il Fresia Metrocab ora anche in versione F 180 e con portata maggiorata a 12.800 chili (il modello F 150 arrivava a 10.280). Ha un passo di 3.500 mm con una larghezza di 2.250. La gamma, recentemente sottoposta a restyling adotta nuove motorizzazioni turbodiesel Euro 5 da 135 e 185 kw. Il Fresia offre una soluzione ottimale per la raccolta porta a porta. Infatti si muove con agilità all’interno dei centri storici e, grazie alla presenza di un solo operatore, agevolato dalla conformazione della particolare cabina ribassata, permette di contenere i costi di gestione, che l’introduzione di questo tipo di raccolta ha fatto lievitare. Dal Giappone gli Isuzu con tutta la gamma N Evolution dedicata agli allestimenti ribaltabili. Mentre la Bsi con la serie Bu 4x4 ha esposto a Padova gli alle-

L’Effedi ha portato al Sep il Gasolone Fd35 
con minicompattatore da 5 mc, con alza-voltabidoni a pettine per contenitori da 120240-360-660 lt. e volta cassonetti con attacco Din da 1.100 lt. È un veicolo maneggevole con un raggio di sterzata al di sotto dei 5 metri, e con una larghezza di 1,65 metri, e una lunghezza minore di 5. Ha una portata utile legale maggiore di di 850 chili. Una sponda caricatrice posteriore con portata di 1.300 e il cassone ribaltabile trilaterale con una portata di 1.600, così è l’attrezzatura corretta per la raccolta dei rifiuti ingombranti. In fiera anche il Gasolone FD29 allestito con vasca da 5,2 mc. e alza-voltabidoni a pettine doppio per contenitori da 120 – 240 – 360 – 660 e 1.000 litri con coperchio piano. La Piaggio ha esposto ov-

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viamente l’ultima evoluzione del Porter, la versione Maxxi. In quattro diverse configurazioni e pronto per la vasta gamma di allestimenti speciali, è offerto anche con l’ecologica motorizzazione Eco-Power (bifuel benzina/gpl).

 Può trasportare 1.100 kg di carico utile a fronte di un peso totale a terra di 2.200. Realizza così un rapporto record per la sua categoria, stando in una larghezza di 1,56 m garantisce un elevato livello di agilità anche negli ambienti di lavoro più difficili e angusti, grazie anche al raggio di sterzata di soli 4,6 m, ampiamente il migliore della categoria a confronto con i 5,3 della media mercato. 
 Dalla Nord Engineering si è ampliata, invece, la gamma con una coppia di nuovi telai larghi solo 1.900 mm della spagnola, di Lugo, Ipv.

La coppia del sacco nero Iveco e Allison hanno allestito un ampio stand in comune per presentare le loro novità. Fra cui lo Stralis AD260S31Y/PS-Rsu Eev (Environmentally-friendly Enhanced Vehicles, veicoli ecologici migliorati). Il pesante di casa Iveco esposto al Sep perfetto per l’allestimento con compattatori per la raccolta rifiuti (cabina corta Active Day e passo di 4800 mm). Altamente ecocompatibile e a bassissime emissioni, lo Stralis Eev è azionato da un Fpt Cursor 8 da 7,8 litri di cilindrata, 310 Cv di potenza e 1300 Nm di coppia da 1.200 a 1.675 giri/min. La configurazione è a tre assali (6x2) e la trasmissione è completamente automatica grazie al cambio 3200 di Allison a 6 velocità con rallentatore integrato, che consente di rallentare il veicolo in modo dolce e silenzioso, riducendo al minimo l’uso dei freni. Le prestazioni ambientali dei motori omologati Eev (Environmentally-friendly Enhanced Vehicles, veicoli ecologici migliorati) vanno oltre quelle della normativa Euro 5, già particolarmente severa e restrittiva. Non poteva esserci, quindi, palcoscenico migliore per questo nuovo veicolo Iveco, che promette di diventare uno dei protagonisti dei servizi di raccolta rifiuti più avanzati, più efficienti a livello di costi e più ecologici di tutt’Europa. Abbinati al veicolo diesel Eev, i vantaggi dei cambi completamente automatici Allison vanno ben al di là dell’indubbio comfort di guida, della maggiore semplicità di utilizzo e dei risparmi attribuibili alla minore esigenza di manutenzione, e comprendono il maggior risparmio energetico. In effetti un cambio Allison completamente automatico garantisce un flusso di potenza ininterrotto tra motore e ruote, garantendo trazione anche durante i cambi marcia (Powershift). Accelerazione e velocità media del veicolo, e quindi la quantità di lavoro svolto a fronte della quantità di carburante utilizzata, sono massime e ciò si traduce in un equilibrio ottimale tra consumi e produttività. Accanto allo Stralis il nuovo Eurocargo Rsu a passo corto. Un modello pensato per la raccolta rifiuti, un prototipo che rispetto al modello di serie presenta un passo ridotto di soli 2.790 mm, per poter operare negli spazi ristretti, tipici dei centri urbani. Questo Eurocargo è dotato oltre che dello scarico moto-

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L’altra metà del Merlo

La piemontese Tecno del gruppo Merlo (300 allestimenti all’anno) ha esposto a Padova nell’area esterna il big di gamma Zenit 25 su Scania con una bocca di carico molto ampia da 2,6 m3. Che permette di svolgere il ruolo di veicolo satellite meglio di un mezzo con la tramoggia più piccola e il piccolo Urbis, svolto in 4 modelli con capacità da 2,2 a 8 m3 e una Mtt fino a 6 ton. Lo Zenit è l’ultima evoluzione dei posteriori di gamma media con una evidente ricerca di design e di nuove applicazioni elettroniche. Inoltre l’elettronica Merlin (Merlo local interactive network) su Can bus assicura movimentazioni e controlli più sicuri e in tempo reale. Questa è una nuova gamma progettata per essere molto più versatile e utilizzabile dalla raccolta differenziata con i cassonetti all’umido porta a porta. Elettronica e leggerezza assicurano un uso in ambiti diversi, così da poter proporre i modelli a tutte le municipalizzate d’Europa. Il computer di bordo gestisce le informazioni in entrata e in uscita dai diversi settori del mezzo, e controlla le fasi di movimentazione dei contenitori e di compattazione dei rifiuti, permettendo di pre-impostare il grado di compressione, visualizzare i piani di manutenzione programmata e i dati di pesatura.

re verticale anche di sospensione pneumatica sull’asse posteriore per un’altezza del piano di carico costante indipendentemente dal carico, per una maggiore produttività e maggiore sicurezza sul lavoro. Azionato da un motore Fpt Tector a quattro cilindri da 3,9 litri e 177 Cv Eev, l’Eurocargo ML80EL18/P-Rsu è anche disponibile su richiesta con cambio automatico Allison. In tal modo Allison copre ora tutta la gamma disponibile da 7,5 a 18 ton.

Prima di Alkom con Menci A chiudere i semirimorchi. Sempre negli spazi all’aperto Adamoli ha esposto il nuovo Inoxtip 36, un ribaltabile in acciaio inossidabile dedicato al trasporto di batterie esauste e materiali corrosivi. Ha un cassone da 9,5 metri, largo 2,55 e alto 1,75. La tara parte da 8.500 chili per un volume di 36 m3. Accanto erano esposti il Superleggero da 52 m3 con un peso di 7.600 chili e la cassa lunga 11 metri con le sponde da 2,30 e il classico piano mobile Ecom 84 Pal 14 da 13,60 metri di lunghezza da 84 metri cubi di volume e una tara di 9 mila chili. Nuovo importato dalla Spagna dalla Servicomm (la sede è a Fossò) il ribaltabile in alluminio Tisvol a pareti lisce. La

IVECO

IVECO

ISUZU

PIAGGIO

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ADAMOLI

MENCI - ALKOM CARMOSINO

TISVOL

vasca può essere lunga nel modello A 11600170 Eal E-30, con cilindro di sollevamento esterno, fino a 12.310 mm e il volume di carico arrivare a 48,5 m³ con una altezza da terra di 3.400 mm. Famigliare il Gladiatore titanium dall’Alkom oramai entrata nel gruppo Menci. Ha sponde alte da 1.200 a 2 mila mm ed è realizzato in acciaio Alkom Rp 12 Titanium; il telaio, a richiesta, può essere anche in lega bullonato. Accanto un piano mobile Menci in lega. Stesso

tema affrontato dalla Carmosino con il proprio Sr 95 un trailer da 7.500 chili di tara come base, ma può arrivare a 8.800 con pareti da 40 mm e pavimento scorrevole a 21 doghe. Infine, anche Zorzi ha fatto capolino al Sep, con un allestimento scarrabile su rimorchio. 

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MOTORI

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Potenza assicurata Seguendo i suggerimenti dei clienti, Briggs & Stratton ha sviluppato quattro nuovi motori monocilindrici in grado di operare in ambienti di lavoro estremi e di risolvere alcuni annosi problemi del mercato del noleggio.

B

riggs & Stratton® Commercial Power ha lanciato quattro nuovi monocilindrici Vanguard™ con potenza lorda tra 5.5 e 10 cavalli. I nuovi nati offrono numerose caratteristiche e tecnologie inedite, appositamente concepite per soddisfare le principali criticità segnalate dai clienti finali e dagli OEM, come: la contaminazione dell’olio durante il trasporto delle attrezzature, la presenza massiccia di polvere, la manutenzione non regolare e problemi di filtraggio.

sto sistema impedisce inoltre al carburante di fuoriuscire dal serbatoio e dalla vaschetta del carburatore durante il trasporto dei macchinari, eliminando così i rischi di incrostazione delle candele, blocco del sistema idraulico, eliminazione dello strato d’olio dalle pareti dei cilindri e contaminazione dell’olio dell’albero motore. Tutto ciò si traduce in minori costi di riparazione e periodi di inattività più brevi, con un cospicuo risparmio per i proprietari delle attrezzature e per le società di noleggio.

Parola d’ordine: Protezione

Filtraggio ottimale

Durante gli spostamenti, i motori sono soggetti a vibrazioni a causa delle quali il carburante può fluire all’interno del motore fino a contaminare l’olio, se il rubinetto del carburante rimane in posizione aperta. A seguito di un’attenta analisi di questo problema, è emerso che, a rubinetto aperto, bastano 30 minuti di trasporto per avere un trafilamento di ben 150 ml di benzina nell’olio. La mancata interruzione dell’erogazione del carburante da parte dell’operatore è un evento che si verifica di frequente, soprattutto nei macchinari a noleggio. In tali casi, il carburante fuoriesce e si mescola con l’olio, riducendone la viscosità; di conseguenza, l’attrito e l’usura aumentano, e si riduce la vita utile del motore. Gli ingegneri Vanguard, dopo attente ricerche, hanno sviluppato un interruttore integrato che spegne il motore interrompendo, contemporaneamente, l’erogazione di carburante. Questo sistema innovativo in attesa di brevetto, TransportGuard™ è l’unica soluzione integrata disponibile sul mercato per risolvere questo frequente ed oneroso problema. Que-

I nuovi motori Vanguard™ sono inoltre provvisti di filtro dell’aria di tipo canister a doppio elemento e ad elevata capacità, con una superficie filtrante superiore del 22% rispetto ai prodotti della concorrenza. Il filtro è idrorepellente e protetto da una gabbia metallica a guarnizione tripla: una barriera ancora più efficace contro la polvere e le impurità. Per rispondere alle esigenze dei clienti dei principali costruttori mondiali di macchinari, il filtro dell’aria è stato riprogettato in modo da presentare una superficie filtrante più vasta, capace di far fronte alle comuni criticità del lavoro in cantiere, specialmente quando si opera in ambienti polverosi. Il risultato è un nuovo sistema di filtraggio dell’aria che offre al motore una protezione ottimale contro le impurità dell’aria in cantiere. “Noi sviluppiamo i nostri prodotti in sinergia con i clienti”, spiega Paul Bramhall, Senior Category Manager di Briggs & Stratton Commercial Power. “Il nostro lavoro ‘sul campo’ ha contribuito alla definizione dei criteri di progettazione di questi nuovi propulsori Vanguard™. Ascoltando i clien-

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ti e collaborando con alcuni dei principali OEM mondiali, siamo riusciti a sviluppare una linea di motori in grado di garantire livelli impareggiabili di affidabilità anche nei cantieri più impegnativi”.

Affidabilità e durata La testata cilindri dei motori presenta un’innovativa configurazione OHV con scanalature più profonde, per ottimizzare la resistenza e consentire un maggiore raffreddamento. Inoltre, le superfici di contatto rettificate e la guarnizione Fire-Ring della testata, derivata dagli sport motoristici, garantiscono la massima tenuta, migliorano il rendimento della camera di combustione e permettono l’erogazione di una coppia ottimale. Questi motori sono dotati di albero motore in ferro fucinato con perni di manovella induriti per induzione, doppi cuscinetti a sfera di tipo industriale e albero a camme in ghisa, per ottimizzare l’affidabilità e la durata del motore e garantire l’erogazione costante della massima potenza anche negli ambienti di lavoro più difficili.

Avviamento facile e sicuro Grazie a un voluminoso sistema di accensione elettronica, dotato di gruppo di riavvolgimento in metallo per usi pesanti e fune di 5 mm di diametro, l’avviamento del motore è ancora più semplice, con una corsa di tiro più breve e un livello inferiore di giri/min. Anche l’avviamento del motore in condizioni di basse temperature risulta notevolmente migliorato. L.T.


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Peugeot Partner L2

Il Leone ci riprova di Massimiliano Barberis

Si chiamava Ranch e con questo nome ha messo in paniere quasi 800 mila immatricolazioni. Adesso dopo 14 anni dal debutto il gemello del Berlingo si è rifatto il trucco. Ma punto fondamentale resta la sua sicurezza. A poco più di un anno dal lancio della seconda serie il Partner Peugeot vanta sempre un successo di pubblico. E per l'anno in corso vuole arrivare a 4 mila esemplari su strada.

I

l Peugeot Partner, chiamato fino a un paio di anni fa Ranch e gemello del Berlingo di Citroën, si veste di nuovo. Il modello in vendita come il cugino da poco più di un anno è commercializzato, oltre che nella versione commerciale a passo lungo o corto, nelle due versioni passeggeri -Partner Tepee- e in una

versione 4x4 preparata dal carrozziere francese Dangel (vedi box). Nato nel 1996 nel 2001 potenzia i primi motori da 60 e 75 cavalli, nel 2005 arrivano a 90 cavalli e nel 2008 si stabilizza su un propulsore da 1.600 cc a 16 valvole sia a gasolio che a benzina. Nello stesso anno allunga il pianale. Ora le versioni sono due: L1 e L2. Stesso passo

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(2.728 mm) e sbalzo anteriore (925 mm) ma con lo sbalzo posteriore differente 727 e 975 mm. Ecco il trucco escogitato dal Leone.

Siamo già a mille Nel 2009 ha piazzato quasi 2.500 immatricolazioni e quest’anno nel primo quadrimestre ne ha porta-


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Ma il centro design del gruppo Psa Peugeot Citroën senza scoraggiarsi e lavorando al Cad è arrivato a una serie di machettes che fra gallerie del vento, con conseguenti colpi di ‘spatola’ alla sagoma, e misure alla mano di quanto sa essere ingombrante un pallet (1.200 mm per 80) ha portato alle forme che attualmente conosciamo. Lavorando quindi con questi diktat a livello della struttura si è ottenuta una carrozzeria con un’ottima capacità di carico e qualità dinamiche di alto livello. In materia di sicurezza passiva, il veicolo ha una triplice linea di propagazione degli urti (bassa, media e alta) per ripartire meglio l’energia in caso di urto anteriore e proteggere l’abitacolo. La linea bassa si sdoppia, mediante l’adozione di due prolunghe aggiunte sulla culla, la classica linea media formata dai longheroni, secondo un principio derivato dalla tecnologia applicata alla 407. Studiata soprattutto per la sicurezza dei pedoni in caso di urto frontale, questa linea bassa dissipa l’energia dell’urto verso le prolunghe della culla, poi verso la culla e infine verso la parte inferiore della carrozzeria (pianale e longherone). La linea mediana, invece, ripartisce le energie non assorbite verso il longherone, poi verso il parafiamma di separazione tra vano motore e interno, verso le traverse laterali del parafiamma e infine le parti inferiori della carrozzeria.

Le versioni sono due: L1 e L2. Stesso passo (2.728 mm) e sbalzo anteriore (925 mm) ma con lo sbalzo posteriore differente 727 e 975 mm. Ecco il trucco escogitato dal Leone per fare spazio in coda.

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te a casa 1.045. In un comparto da 8.031 pezzi alla fine di aprile. Gli esterni mostrano come vuole la moda attuale la stretta parentela con le auto del marchio francese. Ma l’assenza del solito gioco stilistico dei trapezi rovesciati (le linee del cofano e del radiatore che si contrappongono svelando simmetrie studiate) regala al nuovo commerciale Peugeot un frontale più famigliare, ma non per questo tradizionale. Il radiatore è un radiatore e il cofano non possiede prese d’aria aggiuntive sul muso. Al centro campeggia il marchio e il tutto è completato dai fari ‘sfuggenti’ ai lati che allargano, come un trompe oil, le dimensioni anteriori. Invero assai contenute, 1.810 mm di larghezza.

Costruito in Spagna, a Vigo, sulla piattaforma 2, quella alla base della Grande C4 Picasso, il nuovo Partner ha alla base uno specifico lavoro non visibile a occhio nudo. Ma effettuato sulla struttura stessa del veicolo per donare una maggiore sicurezza; linee di trasmissione degli urti, longherone, traverse, tunnel, montante centrale tutto è stato pensato per fornire un maggiore assorbimento degli urti e una migliore protezione della cellula dell’abitacolo. A questo teorema di sicurezza si è aggiunto un corollario: progettare un veicolo commerciale dalla forma rotonda all’esterno e quadrata all’interno. Un compito più facile a dirsi che a farsi.

Ci sarebbe anche il 4x4, ma è civile Con una spesa fra i 5 e gli 8 mila euro il Partner diventa off road. Oltre 2 mila Peugeot Partner 4x4 sono l’obbiettivo della Casa alsaziana Dangel. Nata nel 1980 e partner in tutti i sensi del Leone. Avendo già progettato in passato la 504 4x4. In meno di 2 anni la Dangel è arrivata al nuovo mezzo su strada. Partendo dalla trasmissione 4x4 che con un peso di soli 85 kg ha eliminato un 30 per cento in meno di peso rispetto a quella montata sul Ranch. Tre le personalizzazione (Endurance, Performance ed Extreme, in tutte la possibilità di scollegare la trasmissione posteriore tramite la modalità Eco 2WD che limita i consumi quando si affrontano lunghi tratti su strada normale. La soluzione tecnica utilizzata nella versione Endurance è stata quella di inserire un giunto viscoso che in automatico trasferisce parte della motricità sull’asse posteriore. Diverso il comportamento della versione Performance che, grazie a una frizione a coni sull'asse posteriore (differenziale a slittamento limitato), trasferisce al massimo il 30 per cento della trazione (in condizioni particolari) sulla ruota che, in quel momento, ha il massimo dell'aderenza. L’Extreme invece prevede l’introduzione del bloccaggio del differenziale posteriore e di un riduttore. In questa versione lo stesso differenziale a slittamento limitato della versione Performance può essere completamente bloccato tramite una manopola presente sulla plancia. In questo modo viene mantenuta la motricità delle ruote posteriori anche con una ruota scarica. Le dotazioni della Extreme comprendono, inoltre, l’aggiunta al cambio meccanico originale del Partner di una prima marcia molto corta.

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Sicurezza anche in basso Inoltre, la progettazione di una terza linea, costituita da rinforzi ubicati sopra i passaruota anteriori, nel prolungamento dei montanti anteriori e degli elementi di irrigidimento dei fregi delle porte, completa l’insieme per garantire una maggiore efficacia durante l’assorbimento degli urti. L’inserimento di una terza linea di propagazione degli urti nella parte alta comporta dei rinforzi posizionati nella parte superiore del parafango, i quali dirigono l’energia dell’urto non ancora dissipata verso il montante anteriore e il profilo del fregio della porta. L’insieme di questi dispositivi permette anche di contenere al minimo il numero di pezzi interessati dall’impatto in caso d’urto, riducendo pertanto i costi di riparazione e, complessivamente, i costi di utilizzo. In caso di urto laterale, la protezione degli occupanti è assicurata dal rinforzo del montante centrale, da quello diagonale e dai padding delle porte, oltre che dalla struttura dei sedili, progettata per assorbire parte dell’energia dell’urto. Posteriormente, una trave e alcuni elementi del pianale sono progettati per deformarsi progressivamente in caso d’urto, limitando così i costi di riparazione. Infine, il rinforzo del montante centrale permette di salvaguardare la zona di sopravvivenza all’interno dell’abitacolo, in caso di ribaltamento.


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Il Pianale cabinato

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Per soddisfare esigenze professionali specifiche, il Nuovo Partner è disponibile anche in versione Pianale cabinato. Questo potrà essere trasformato dai carrozzieri autorizzati Peugeot e adattarsi a numerosi tipi di allestimenti (furgone isotermico, pick-up, benna trasportatrice). Il Partner Pianale cabinato è realizzato su una base furgone con pianale corto e offre una capacità di carico di mille kg prima della trasformazione. È equipaggiato con il motore 1.6 litri HDi 90 Cv, l’offerta centrale nella gamma delle motorizzazioni diesel. Può essere sottoposto a trasformazioni dai carrozzieri grazie alla presenza di punti di attacco nell’arco di protezione alla fine della cabina e di punti specifici sul pianale e sui passaruota per il fissaggio delle varianti di carrozzeria. È dotato di serie di alternatore rinforzato e predisposizioni cablaggi batteria che offrono prestazioni elettriche potenziate (batteria, motorino di avviamento e alternatore di classe massima) e comprende una centralina di trasformazione carrozziere (Btc) per realizzare l’interfaccia con l’architettura Can. Quest’ultima fornisce le informazioni e le uscite di potenza commutate, necessarie per aggiungere, in totale sicurezza, le luci di emergenza supplementari, le luci d’ingombro, generatori operativi, ecc. Si possono anche collegare i cavi di traino. Sulle versioni furgone si può anche collegare un rimorchio, acquistando tra gli accessori postvendita la centralina di servizio rimorchio (Bsr) con i relativi cavi. Quest’insieme permette di comandare le varie luci del rimorchio e fornisce un’alimentazione supplementare permanente per gli altri equipaggiamenti.

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Per quanto concerne la parte ‘da lavoro’ il Partner è stato pensato con una zona di carico dalla forma, come si diceva, a cubo per assicurare un volume di carico ottimale. Le aperture sono state dimensionate per ottimizzare l’entrata a bordo e offrire la massima ergonomia possibile a chi ha bisogno di caricare e scaricare regolarmente la merce dal veicolo. Così, il commerciale del Leone può avere una o due porte laterali scorrevoli. Con una larghezza utile di 640 mm e un’altezza utile di 1.100, queste porte danno accesso a un ampio spazio nella zona di carico. A richiesta, possono essere lamierate o vetrate. Posteriormente le porte a battente asimmetriche permettono di stivare un carico largo fino a 1.250 mm e con un’altezza di 1.200, le porte a battente hanno un’apertura compresa tra 90° e 180 °, che rende più facile la movimentazione delle merci a filo marciapiede.

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Non manca il giraffone In questa configurazione con le porte a battente è disponibile anche uno sportello sul tetto (giraffone) per il trasporto di oggetti lunghi, quando si guida a porte posteriori chiuse. Infine, è disponibile anche un portellone posteriore vetrato, dotato in opzione di lunotto apribile. Per completare l’illuminazione da 15 W presente nella zona posteriore, in base alle diverse versioni viene offerta una torcia portatile, con una potenza di 5 W, posizionata nel vano di carico. La soglia di carico è a 584 mm (609 mm per la versione con carico utile da 851 kg). Lo spazio di carico è stato progettato per offrire facilità di utilizzo e robustezza. In questo modo, l’interno è protetto contro gli urti dei carichi trasportati. Le pareti laterali hanno un rivestimento completo sotto la linea di cintura della carrozzeria, mentre un tappeto sintetico protegge le rifiniture superiori del pianale. Il pianale ha 6 anelli di ancoraggio per il fissaggio della merce trasportata. La praticità è abbinata anche alla sicurezza grazie alla chiusura selettiva delle porte. Un pulsante sulla plancia, con led di visualizzazione, consente di bloccare o sbloccare la zona di carico indipendentemente dalla cabina. Questo pulsante completa quello di sbloccaggio centralizzato. Di supporto fondamentale al carico il nuovo sedile ripiegabile Plan Facile. Che grazie a una cinematica intuitiva nel ripiegamento, in due momenti, della seduta offre un volume supplementare di carico di 400 litri, portando

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il volume utile massimo a 3,7 o 4,1 m³, in base al tipo di furgone. Questa prestazione è stata resa possibile dall’utilizzo di tutto lo spazio disponibile tra le porte posteriori e il divisorio della plancia. Il retro dello schienale del sedile laterale è dotato di una lamiera di protezione che, con il sedile ripiegato, offre un supporto per i carichi trasportati.

Sospensioni dedicate L’avantreno del nuovo Partner è stato adattato alle funzioni specifiche di lavoro, è di tipo pseudo Mac Pherson, con bracci inferiori triangolati, molle elicoidali, ammortizzatori idraulici e barra antirollio. Il retrotreno si compone di una traversa deformabile completata da molle elicoidali, ammortizzatori idraulici e da una barra antirollio, è stato anch’esso modificato per consentire il posizionamento obliquo degli ammortizzatori, in modo da lasciare il più possibile spazio interno utile. Inoltre il retrotreno in questa posizione permette di limitare l’ingombro dei passaruota nella zona di carico. Progettato per il carico fino a 851 chili, il nuovo Partner ha ammortizzatori dimensionati per rispondere a questa mission, ma anche per resistere sopportare le strade dissestate dei cantieri. I supporti delle sospenioni, infatti, sono realizzati in due materiali diversi e contribuiscono alla rigidità del retrotreno. Le molle anteriori e posteriori hanno delle particolarità flessibilità adeguate a sostenere il carico e a rispettare le frequenze tipiche di assorbimento. Per quanto riguarda la variante lunga del Partner, e per manovrarla senza difficoltà in ogni situazione di carico, vengono proposti due tipi di servosterzo, in funzione delle motorizzazioni, ma sempre ad assistenza variabile. Con le motorizzazioni benzina e 1.6 litri HDi 75 e 90 Cv, è presente

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una pompa a portata differenziata che modula la servoassistenza in funzione del regime del motore. Con l’1.6 litri HDi Fao 90 Cv un gruppo elettropompa sfrutta altri parametri, come la velocità di spostamento o la velocità di rotazione del volante, per variare elettricamente la servoassistenza. L’impianto frenante del Nuovo Partner ha quattro freni a disco per assicurare prestazioni efficaci, con qualsiasi livello di carico. Il diametro dei dischi anteriori ventilati è di 283 mm mentre quello dei dischi posteriori pieni è di 268. Questo permette, quindi, una frenata efficace e performante. I pneumatici sono di un’unica dimensione (195/65 R15), a prescindere dalla motorizzazione. Con il Pack Outdoor, hanno una dimensione specifica (195/70 R15). Per aiutare il guidatore nella sua azione di frenata, il veicolo è dotato di serie di ABS con ripartitore elettronico di frenata e assistenza alla frenata di emergenza. L’accensione automatica delle luci di emergenza, in caso di forte decelerazione, è presente anche con il sistema Abs. Infine, l’Esp è disponibile in opzione su tutte le motorizzazioni. È abbinato al sistema antipattinamento delle ruote Asr e alla funzione di assistenza alla partenza in salita, l’Hill Holder, che permette, quando il veicolo si trova in una pendenza superiore al 5%, di mantenerlo automaticamente fermo per circa due secondi, evitando l’arretramento del veicolo al momento del rilascio del pedale dei freno.

motori a scelta I propulsori disponibili sono 4: un benzina 1.6 litri da 90 Cv, e 3 diesel (1.6 litri HDi da 75 e 90 Cv e 1.6 litri HDi Fap da 90 Cv). Queste motorizzazioni associano prestazioni e rendimento ecologico, il che si traduce soprattutto in consumi contenuti ma anche nella disponibilità di un Filtro Attivo anti


Cambio Be4/5L Marcia rapporto 1° 3,45 2° 1,87 3° 1,16 4° 0,82 5° 0,65 R 3,33 Lunghezza Larghezza Passo Altezza Altezza vano di carico Altezza soglia di carico Lunghezza vano di carico Larghezza fra i passaruota Angolo apertura porta post. Larghezza porte post. Larghezza porta laterale Altezza porta laterale Altezza porta cabina Larghezza porta cabina Volume vano di carico Sbalzo ant. Sbalzo post. Carreggiata ant. Carreggiata post Portata utile Ptt Tara

Cavalli Fiscali Tipo Numero di cilindri Cilindrata in cm³ Potenza massima in kW CEE (CV DIN) a g/min 5500 Coppia massima in Nm CEE 132 a g/min 2500 Velocità massima in km/h Riprese (in secondi) rapporto -80 / 120 km/h sul penultimo -80 / 120 km/h sul penultimo rapporto20,5 PRESTAZIONI Accelerazioni (in secondi) 400 m partenza da fermo 1000 m partenza da fermo 0-100 km/h in secondi Ciclo urbano (ECE) (l/100km) CONSUMI Ciclo extra-urbano (EUDC) (l/100km) (norme CEE Misto (l/100km) 1999-100) Emissioni di CO2 (g/km)

MOTORE

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1.6 l 1.6 l 1.6 l HDi 1.6 l HDi benzina benzina 90 CV 90 CV FAP 90 CV 90 CV 16 16 16 16 Benzina Turbodiesel Turbodiesel Turbodiesel 16 valvole 16 valvole 16 valvole 16 valvole 4 cilindri in linea – Posizione trasversale anteriore 1587 1560 1560 1560 66(90) 55 (75) 66 (90) 66 (90) 3500 4000 4000 185 215 nd 1750 1750 nd 159 148 160 nd 14,4 20,8

16,5 14,2

11,8 nd

nd

13,5 36,3 21,1 10,8 6,8 8,2 195

20 37,7 16,6 7,0 5,1 5,8 153

19 35,6 13,8 7,0 5,1 5,8 153

nd nd nd nd nd nd nd

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Particolato con additivo (Fap) sulla motorizzazione 1.6 litri HDi da 90 Cv, ai fini di un maggiore rispetto dell’ambiente. Il motore 1.6 litri 90 Cv è un 4 cilindri benzina a iniezione indiretta. Dispone di una testata in lega leggera che integra 16 valvole. Eroga una coppia massima di 132 Nm a 2 500 g/min e una potenza massima di 66 kW (90 Cv ) a 5.500 g/ min. Questo motore è caratterizzato da una coppia elevata disponibile sin dai bassissimi regimi, come un motore diesel. Infatti, il 92% della coppia, pari a 122 Nm, è già disponibile a 1 500 g/min. Tale caratteristica è particolarmente apprezzata quando si guida un veicolo carico che richiede una notevole coppia, soprattutto nelle fasi di partenza. La versione base della gamma diesel è costituita dal motore 1.6 litri HDi 75 Cv a 4 cilindri a 16 valvole in alluminio, dispone di un’iniezione diretta Common Rail di seconda generazione, con una pompa elettronica ad alta pressione di 1.600 bar. L’efficacia di questa motorizzazione risiede nella coppia elevata disponibile su quasi tutta la gamma di utilizzo del motore. Infatti, il 90 % della coppia massima (185 Nm a 2000 g/min) è disponibile a partire da 1.250 g/min. Rimane superiore a 150 Nm fino a 3 500 g/min il che permette di ottenere una grande piacevolezza di guida e al contempo di contenere consumi ed emissioni a 5,8 l/100 km e 153 g/km di CO2 nel ciclo misto. Il motore 1.6 litri HDi 90 Cv elemento base della gamma è realizzato sulla stessa piattaforma della versione da 75 Cv, e aumenta le bontà di questa motorizzazione, regalando spunto ma anche ridotti costi di utilizzo. Con una coppia massima di 215 Nm a 1 750 g/min, propone una gamma di utilizzo ancora più ampia perché a 4 mila g/min la coppia disponibile è ancora di 158 Nm. I consumi nel ciclo misto sono agli stessi livelli della versione da 75 Cv, ossia 5,8 l/100 km e 153 g/km di CO2.

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velocità 29,5 54,5 87,9 124,5 156,8 30,6

mm 4.380 mm 1.810 mm 2.728 mm 1.801 mm 1.250 mm 609 mm 1.500 mm 1.229 ° 90/180 mm 1.230 mm 480 mm 1.0 90 mm 1.160 mm 725 m3 3,3 mm 925 mm 727 mm 1.505 mm 1.554 kg 776 kg 2.205 kg 1.429

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Giunge alla quarta edizione il “Salone sulle demolizioni e il riciclaggio nel mondo delle costruzioni”, il progetto espositivo di Rimini Fiera dedicato alla demolizione, al riciclaggio dei materiali da C&D e stradali, e al loro reimpiego. Forte dei rapporti instaurati con le Associazioni di categoria e con le aziende leader del settore movimento terra e frantumazione, che ne hanno riconosciuto qualità e valore, Inertech punta quest’anno a consolidare la propria posizione di nicchia nel mercato italiano e di vetrina privilegiata per il mercato estero.

In evidenza: ruoli, tecnologie e competenze dei settori Macchine movimento terra, Macchine ed attrezzature per la demolizione, Impianti e attrezzature per il riciclaggio degli inerti, Impianti e attrezzature per il riciclaggio del conglomerato bituminoso.

Novità 2010: campi prova a tema e padiglioni interattivi interno-esterno. www.inertech.it

le azioni, le tecnologie, il business sostenibile 14a Fiera Internazionale del Recupero di Materia ed Energia e dello Sviluppo Sostenibile www.ecomondo.com 3,6 novembre 2010 Rimini Fiera

in contemporanea con: www.keyenergy.it

organizzata da:

in collaborazione con:

www.cooperambiente.it


COSTRUZIONI

SOMMARIO

COSTRUZIONI

pagina

DEMOLIZIONI | Attrezzature

• Dateci un martello................................ 54

PROGETTI | Vitra design museum

• La Vetrina del Design........................... 56

ATTREZZATURE | Benne vagliatrici

• La selezione è tutto.............................. 60

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Costruzioni

DEMOLIZIONI

Attrezzature

Dateci un

martello

Non si è davvero risparmiato il gruppo Doosan durante la scorsa edizione del Bauma: oltre alle macchine, ha presentato diverse novità in termini di attrezzature rappresentate dai diversi marchi di appartenenza. Utensili robusti ma silenziosi in grado di demolire qualsiasi tipo di materiale. di Lorella Turchetto

L

a vetrina di Monaco è stata il trampolino di lancio della nuova gamma DXB di martelli idraulici Doosan, destinati agli escavatori di qualsiasi categoria di peso. I nuovi modelli, utilizzabili nei lavori di demolizione e costruzione e nelle applicazioni dell’industria mineraria, sono semplici e robusti, pensati per offrire prestazioni affidabili con bassi costi di esercizio e di manutenzione, comfort dell’operatore e protezione ottimale della macchina. La nuova serie di martelli idraulici debutta sul mercato europeo con il lancio dei

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modelli DSC36, DXB170, DXB190 e DXB260, compatibili con diversi tipi di macchine: dai miniescavatori e dalle pale compatte fino agli escavatori di grandi dimensioni. La tecnologia DXB è stata pensata per proteggere la macchina attraverso la riduzione dei picchi di pressione. I martelli prevedono un sistema di recupero dell’energia e un sistema brevettato di valvole che contribuiscono a migliorare le prestazioni complessive dell’accessorio, un pistone e un cilindro di alta qualità fabbricati nel rispetto di tolleranze precise e un sistema avanzato di smorzamento che protegge il martello dai colpi a vuoto. Grazie alle rigide tolleranze dei componenti dei martelli, i costi di manutenzione sono ridotti al minimo. Il modello Doosan DXB170 è adatto per escavatori da 18 a 28 tonnellate, mentre il modello DXB260 è utilizzabile


con gli escavatori da 27 a 37 tonnellate. L’eccezionale rapporto peso/potenza di questi martelli permette di demolire efficacemente materiali come roccia, pietre, calcestruzzo e altri detriti, oltre a consentire un ottimo lavoro di scavo.

Alte prestazioni, facilità di utilizzo Completamente riprogettati, i nuovi martelli Bobcat della serie HB offrono una grande semplicità di manutenzione e la massima affidabilità, senza per questo rinunciare all’elevata produttività e flessibilità. La riprogettazione della serie prevede un utensile robusto, compatto ed ergonomico con una nuova protezione antipolvere. Le ottime prestazioni sono garantite dal limitatore di pressione automatico “Auto Power”: questo sistema consente al martello di funzionare alla migliore pressione possibile e riduce la presenza di pressione eccessiva all’avvio, proteggendo in questo modo la membrana della camera di percussione. Inoltre, a differenza di sistemi

Il peso operativo include: martello, punta a matita, telaio imbullonato alla pala, fl essibili Frequenza di percussione - terreno cedevole Frequenza di percussione - terreno duro Gamme della portata idraulica Pressione operativa Diametro utensile

Attrezzature

Martelli idraulici Doosan caratteristiche tecniche principali

DSC36 Peso della macchina Peso operativo (carenatura) Diametro dell’utensile Pressione di esercizio Portata idraulica richiesta (min. - max.) Frequenza max. Energia/colpo DXB100 (disponibile luglio 2010) Peso della macchina Peso operativo (carenatura) Diametro dell’utensile Pressione di esercizio Portata idraulica richiesta (min. - max.) Frequenza max. Energia/colpo DXB170 (presentato al Bauma) Peso della macchina Peso operativo (carenatura) Diametro dell’utensile Pressione di esercizio Portata idraulica richiesta (min. - max.) Frequenza max. Energia/colpo DXB190 Peso della macchina Peso operativo (carenatura) Diametro dell’utensile Pressione di esercizio Portata idraulica richiesta (min. - max.) Frequenza max. Energia/colpo DXB260 (presentato al Bauma) Peso della macchina Peso operativo (carenatura) Diametro dell’utensile Pressione di esercizio Portata idraulica richiesta (min. - max.) Frequenza max. Energia/colpo

MODELLO Il peso operativo include: martello, punta a matita, sella di montaggio a perno, fl essibili

Costruzioni

DEMOLIZIONI

4 - 10 tonnellate 365 kg 76 mm 125 bar 55 - 100 l/min 1.550 colpi/min 600 J 10 - 20 tonnellate 900 kg 106 mm 170 bar 80 - 140 l/min 800 colpi/min 2.350 J 18 - 28 tonnellate 1.620 kg 137 mm 180 bar 100 - 150 l/min 600 colpi/min 3.400 J 20 - 30 tonnellate 1.750 kg 142 mm 180 bar 120 - 180 l/min 600 colpi/min 4.000 J 27 - 37 tonnellate 2.450 kg 156 mm 180 bar 150 - 240 l/min 600 colpi/min 5.000 J

HB280

HB380

HB580

HB680

HB880

HB980

HB1180

B1400

kg

65

96

115

155

232

268

386

431

kg

-

-

240

304

461

495

448

-

colpi/min. colpi/min. l/min bar mm

600-1450 13-23 120 37

1400 1600 15-30 120 45

1220 1350 17-35 120 47

780-1220 860-1340 25-50 120 55

680-1070 820-1280 55-100 125 76

775 1150 70-120 125 74

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MT52, 463, 553

S220, S250, S300, A300, T250, T300

S220, S250, S300, A300, T250, T300

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Pale compatte

Escavatori

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755-1150 855-1060 860-1310 1170-1450 30-65 45-80 120 120 65 72 553, S130, 553, S130, S150, S150, S160, S160, S175, S185, S175, S185, S205, S220, S250, S205, T140, S300, T140, T190, T190 T250, T300, A300 325, 328, 425, 329, 331, 334, 428, 329, 331 430, 335, 337, 334, 430 341, 435

È in arrivo la “Blue Line” Questa la nuova gamma di martelli idraulici Montabert destinati a vari tipi di applicazioni: costruzione, demolizione, attività estrattive, costruzioni stradali, pubbliche utenze, scavo di canali. Il primo modello della gamma “Blue Line” è il martello XL1700 da 1,7 tonnellate, con frequenza di percussione di 600 colpi/min, energia per colpo di 3.400 J e diametro dell’utensile di 137 mm. L’XL1700 può essere montato sugli escavatori e offre una portata idraulica da un minimo di 100 a un massimo di 150 l/min con una pressione di esercizio di 180 bar. La gamma “Blue Line”, che va ad aggiungersi alla linea di modelli Montabert già in produzione, si propone come una gamma base di martelli di qualità e nonostante la loro semplicità ed economia, sono in grado di offrire una performance elevata e lunga durata. La produttività e le prestazioni di questi nuovi utensili sono garantite da un distributore brevettato e da un sistema di recupero dell’energia. Insieme all’accumulatore di azoto, il distributore brevettato controlla i movimenti del pistone, migliorando l’efficienza operativa e il rendimento complessivo attraverso l’ottimizzazione della potenza di percussione del martello. Il sistema di recupero dell’energia aumenta la potenza di percussione utilizzando l’energia generata dal movimento del pistone. Grazie a questo sistema è possibile aumentare automaticamente la frequenza di percussione del martello sui materiali duri senza dover intervenire manualmente. Il doppio sistema di arresto automatico idraulico e meccanico, inoltre, prolunga la durata operativa del martello, proteggendolo contro i colpi a vuoto fin dal primo colpo attraverso un sistema di smorzamento.

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con tenuta pistone senza membrana, non essendo necessarie ricariche periodiche, il martello non necessita quasi di alcuna manutenzione e la sua operatività è garantita sin dal montaggio della macchina. Operazione, questa del montaggio, estremamente semplice e rapida grazie ai numerosi sistemi di aggancio messi a disposizione da Bobcat. I martelli HB sono silenziati di serie: gli ammortizzatori superiore e inferiore isolano il martello dalla carenatura, riducendo così il livello di rumorosità e le vibrazioni. 


Costruzioni

PROGETTI

Vitra design museum

La Vetrina del Design Weil am Rhein è una città tedesca situata lungo la sponda orientale del fiume Reno, vicino al punto d’incontro tra i confini territoriali tedesco, francese e svizzero. Qui sorge VitraHaus, l’edificio firmato da Frank Gehry e realizzato a tempi record grazie anche alle casseforme e impalcature Peri.

di Federica Calò

Il Campus del Design Vitra Design Museum è l’edificio progettato dall’architetto californiano Frank Gehry ed è uno dei più importanti musei di architettura e design industriale del mondo. Gli spazi ospitano mostre temporanee e manifestazioni sull’architettura, sul design e sulla progettazione di mobili e dai componenti d’arredo. Nel 1989 il produttore svizzero di mobili Vitra ha iniziato un processo di trasformazione della propria azienda di Weil am Rhein in un vero e

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proprio parco architettonico dove si possono ammirare esempi di importanti architetti come Frank Gehry, Zaha Hadid, Nicolas Grimshaw, Alvaro Siza e Tadao Ando. Nello scorso mese di novembre il Vitra Design Museum ha festeggiato il 20° anniversario della sua fondazione e oggi questo museo rappresenta una tra le istituzioni più importanti nel settore delle mostre e delle esposizioni sul design e sull’architettura. Il Vitra Design Museum è stato inaugurato il 3 Novembre 1989 con un edificio di gran richiamo a opera dall’architetto Frank Gehry, per il quale questo progetto è stato il primo realizzato al di fuori degli Stati Uniti. Originariamente l’edificio ospitava mostre di progetti di mobili moderni realizzati dalla col-


Vitra design museum

progetti soltanto a Weil am Rhein, ma anche sotto forma di mostre itineranti. Dal 1989 le esposizioni del Vitra Design Museum hanno toccato oltre 35 paesi in cui più di 350 mila visitatori possono accedere ogni anno a una mostra del museo. Per intensificare la cooperazione tra i musei internazionali, attraverso un attento lavoro programmatico, nel 1996 il direttore del Vitra Design Museum, Alexander von Vegesack, ha creato la Muscon, una conferenza europea dei musei, che permette di estendere gli scambi museali tra gli spazi espositivi.

L’idea del progetto

lezione di Rolf Fehlbaum, proprietario di Vitra. Sotto la direzione di Alexander von Vegesack, tuttora responsabile del museo, è stato dato il via a una vivace serie d’attività ed eventi. La prima mostra organizzata era stata una presentazione del design del mobile americano ed europeo, subito seguita da una delle prime esposizioni delle opere del designer Ron Arad. Da allora il museo lavora a un programma unico sulla scena del design internazionale, che comprende, fra l’altro, mostre dedicate a maestri come Isamu Noguchi, Frank Lloyd Wright e Joe Colombo, ma anche a temi complessi come i mobili flessibili, mobili e accessori per i bambini e per il design per l’aeronautica. Grazie al successo raggiunto da queste mostre, presto si è arrivati all’idea di non presentare i

Fino a oggi l’attenzione dei visitatori del Campus Vitra di Weil am Rhein veniva immediatamente attratta dall’edificio firmato da Frank Gehry. Ora vicino al museo sorge un nuovo e particolare edificio dal nome VitraHaus realizzato dagli architetti Herzog & de Meuron. Come una piccola città stratificata verticale, costituisce un nuovo punto di riferimento all’interno del Campus. Una “piazza” pavimentata in doghe di legno ne costituisce l’area centrale, aperta, attorno alla quale si raggruppano cinque edifici. Il percorso di visita si snoda in discesa attraverso i vari piani, per ritornare infine al punto di partenza. Con La tecnologia Peri per casseforme e impalcature ha considerato tutte le esigenze geometriche. statiche e tecniche. Le piattaforme Multiflex con la trave reticolare Peri GT 24 sono state utilizzate in egual misura come casseforme per solai e piani di lavoro.

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una lunghezza massima di 57 metri, una larghezza di 54 e un’altezza di 21,30 metri VitraHaus è l’edificio più alto del Campus. La scelta intenzionale di scartare l’ipotesi di un edificio orizzontale, tipico degli impianti manifatturieri, a favore di un edificio a sviluppo verticale su base ridotta, garantisce una visione complessiva in senso lato: da una letterale vista sul paesaggio circostante e sul sito del Campus, a una panoramica tutta “interna” sull’intera Home Collection. Nel progetto realizzato, gli spazi interni ed esterni si compenetrano, e qualcosa di analogo accade ai due tipi di forme utilizzate: da un lato l’aspetto ortogonale-poligonale, percepibile dall’esterno, e dall’altro l’approccio organico, che produce, all’interno, una serie

Costruzioni

PROGETTI


Costruzioni

Vitra design museum

PROGETTI

di sorprese spaziali, un vero e proprio “mondo segreto” (come lo definiscono Herzog & de Meuron) con un suo suggestivo, quasi labirintico carattere. VitraHaus offre due diversi aspetti, a seconda della visione diurna e notturna: di sera, infatti, la prospettiva s’inverte. Se durante il giorno dall’interno dell’edificio si tende a guardare verso il paesaggio esterno, quando cade la notte invece, gli interni illuminati diventano particolarmente visibili, mentre le forme esterne dell’edificio si dissolvono nella progressiva oscurità. Le stanze allora si dilatano e le vetrate delle sezioni cuspidate si trasformano in lanterne-vetrine che illuminano e animano quietamente il Campus Vitra e il paesaggio circostante. Evoluzione di un’architettura funzionale Dal 1955 al 1981, il sito Vitra a Weil am Rhein ha visto progressivamente l’aggiunta successiva di varie strutture di magazzino che hanno prodotto un po’ casualmente un’improvvisata composizione architettonica. Nel 1981, la maggior parte di questi edifici sono stati distrutti da un grande incendio. La società non ha voluto accontentarsi di anonime strutture industriali standardizzate per la ricostruzione o una soluzione con strutture temporanee. L’obiettivo era quello di realizzare architetture funzionali, che offrissero ambienti di lavoro piacevoli e allo stesso tempo rispondessero a esigenze estetiche. Il primo progetto, affidato all’architetto Nicholas Grimshaw, è stato seguito da altri edifici nel corso degli anni, che oggi costituiscono un insieme eterogeneo di architetture contemporanee: il Campus Vitra. 1993 Fire Station - Zaha Hadid In risposta al grande incendio nel 1981, Vitra ha deliberato di costruire la propria “stazione dei pompieri”. La commissione ha assegnato il progetto a Zaha Hadid. L’edificio è costituito da un garage per i motori di fuoco, docce e spogliatoi per i vigili del fuoco e una sala conferenze con servizi e cucina. La stazione dei pompieri è una scultura in calcestruzzo gettato in opera che contrasta con l’ordine ortogonale dei corpi di fabbrica adiacenti, come se fosse un fermo immagine di un’esplosione in una fotografia. Oggi la funzione dell’edificio è di spazio espositivo.

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1994 Factory Building - Alvaro Siza In un tipico stile anonimo dell’architettura di fabbrica del diciannovesimo secolo, la grande struttura semplice di Alvaro Siza supporta anche le esigenze degli edifici adiancenti. E’ evidente nella costruzione del tetto ad arco a ponte che collega la sala con l’edificio adiacente. La sua posizione sollevata mantiene una vista libera verso la stazione dei pompieri di Zaha Hadid e si abbassa automaticamente quando piove per fornire un passaggio protetto per la costruzione di Grimshaw. 1978/2000 Dome - Richard Buckminster Fuller Nel 2000 il Campus è stato ampliato con l’aggiunta del Duomo, una cupola geodetica leggera realizzata da Richard Buckminster Fuller e posizionata inizialmente a Detroit, USA e dal 1978 trapiantata dalla sua posizione originale. Essa è attualmente utilizzata come spazio per eventi.

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1989 Vitra design Museum, Gate e Factory Building - Frank Gehry Nel corso degli anni, Vitra ha accumulato una crescente collezione di sedie e mobili, anche con l’obiettivo di rendere la collezione accessibile al pubblico, come in passato che esisteva una struttura capannone per lo stoccaggio e i fini espositivi. Questo spazio poi ha ampliato le sue funzioni diventando un museo e una fondazione indipendente dedicata alla ricerca e alla divulgazione del design e dell’architettura. Nonostante le sue modeste dimensioni, il Vitra Design Museum è l’espressione del decostruttivismo, e risulta come un collage di torri, rampe e cubi. Le sue forme espressive non sono arbitrarie, ma sono determinate dalla loro funzione e supportate dall’illuminazione. L’area espositiva totale di circa 700 mq e si estende su due piani, con la luce naturale che entra nella zona del tetto attraverso grandi finestre. 1993 Conference Pavillon - Tadao Ando L’architettura di Tadao Ando è un Padiglione per le conferenze. La struttura calma e misurata comprende un assortimento di sale conferenza. E’ caratterizzata da un’articolazione spaziale molto ordinata con gran parte del suo volume nascosto al piano interrato. Una caratteristica dell’edificio è il sentiero che conduce al padiglione, che ha una significativa associazione con i percorsi di meditazione nei giardini dei monasteri giapponesi.

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1953/2003 Petrol Station - Jean Prouvé Progettato da Jean Prouvé, con suo fratello Henri, questo distributore di benzina è stato originariamente costruito nel 1953 per la società Mobil Oil Socony e si trovava al “Relais des sangliers” nel dipartimento della Haute-Loire in Francia. Nel 2003, è stato spostato nel campus Vitra e mostrato come uno dei tre soli esemplari superstiti. L’edificio è costituito da componenti in alluminio e lamiera forata angolare. La struttura portante e la costruzione della parete sono differenziati tra loro, una distinzione rafforzata dalla combinazione dei colori.

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Costruzioni

PROGETTI

Vitra design museum VitraHaus offre due diversi aspetti: la visione diurna e notturna. Di notte la prospettiva si inverte, gli interni illuminati diventano particolarmente visibili mentre le forme esterne si dissolvono nell’oscurità.

Risparmio di tempo e costi con i sistemi PERI L’uso di componenti standard provenienti dall’ampia gamma di attrezzature PERI ha portato al cantiere tre diversi vantaggi Economicità i componenti per lo più a nolo hanno ridotto i costi complessivi a fronte di soluzioni speciali Sicurezza componenti e giunzioni tipizzati hanno semplificato, sulla base delle licenze disponibili nella pianificazione e delle attestazioni relative alla classificazione, la certificazione statica sistemi modulari con singole parti leggere e giunzioni standard hanno facilitato il montaggio, Efficienza permettendo così di risparmiare tempo in cantiere

Il VitraHaus Poiché lo scopo della VitraHaus è quello di visualizzare gli spazi della casa, gli architetti del VitraHaus, Herzog & de Meuron, hanno ragionato sull’idea della “casa archetipo”, dove le proporzioni e le dimensioni delle camere richiamano alla mente gli spazi residenziali più familiari. I volumi di questa complessa architettura, sono sovrapposti su cinque piani sovrastanti e in alcuni casi fino a 15 metri, per un totale di dodici case che s’intersecano nel punto dei rispettivi timpani dei piani sottostanti per creare un insieme quasi caotico. In questi spazi così particolari l’edificio VitraHaus invita il visitatore che viene accompagnato in un viaggio nella storia del design anche attraverso il confronto con importanti esponenti del design contemporaneo. I progetti della Vitra Home Collection sono stati inseriti in differenti soluzioni abitative e per l’ufficio, che vedono i classici di Charles e Ray Eames, George Nelson, Isamu Noguchi, Jean Prouvé e Verner Panton accostati ai progetti contemporanei di Maarten Van Severen, Ronan & Erwan Bouroullec, Antonio Citterio, Hella Jongerius, Jasper Morrison e altri. I visitatori possono trarne ispirazione per l’arredamento della loro casa, esplorando il proprio gusto del

design e provando dal vivo mobili e oggetti di design, che possono essere ordinati e acquistati al momento. La “vetrina” della VitraHaus mostra una selezione di progetti di sedie del 19° e 20° secolo e regala una panoramica della generosa collezione del museo, che ospita al suo interno anche il Vitra-Design-Museum-Shop, con un selezionato assortimento di oggetti, accessori e libri acquistabili in loco. Il VitraHaus-Café è il luogo ideale per soffermarsi a pianificare la visita al Campus Vitra. All’interno di questo nuovo palazzo esposizioni, è stato realizzato un bar e delle sale per meeting ed eventi. Esso è costituito da più edifici sovrapposti dal tetto spiovente. Si tratta di dodici strutture complessive, in cemento armato, alcune lunghe anche 50 m, che si fondono in una creazione straordinaria che raggiunge i 20 m di altezza, dando vita a un intricato collage di elementi costruttivi a sbalzo nel vuoto per oltre 15 m. Le diverse sezioni trasversali presentano, inoltre, sagome talvolta convesse e curve.

Tempi e tecnologie La struttura è stata realizzata in soli dieci mesi, grazie all’impegno del team di cantiere e alla soluzione di casseforme e impalcature Peri, che si è dimostrata decisiva.

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Gli ingegneri Peri hanno considerato tutte le esigenze concernenti la geometria e alla statica. I complicati dati relativi alla costruzione sono stati trasferiti su disegni dettagliati e tradotti in piani di utilizzo delle casseforme: è stato così più semplice mettere in pratica in cantiere quanto previsto dal progetto. La realizzazione delle singole strutture in calcestruzzo è avvenuta in avanzamento asimmetrico: prima la base, poi le pareti e infine il tetto spiovente. Tutti gli elementi dovevano essere realizzati completamente in cemento armato, a causa della loro funzione portante. Per la realizzazione delle superfici dei tetti, la cui inclinazione varia dai sei ai quarantadue gradi, sono state costruite unità di stabilizzazione Peri, utilizzando componenti standard, disponibili a noleggio, dei sistemi Peri Vario GT 24 e Variokit: correnti metallici SRU e puntoni di forza SLS con le relative parti per il collegamento. Il trasferimento dei carichi è avvenuto attraverso un’impalcatura modulare Peri Up, facilmente adattabile alle diverse geometrie della struttura e con tempi di montaggio molto brevi. Poiché le dodici strutture sono posizionate a cinque altezze diverse, sono stati costruiti, in cor-

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rispondenza delle cinque strutture base, quattro piani di sostegno e di lavoro, ad altezze comprese tra 3,50 m e 14,80 m, che costituivano la base per le successive costruzioni. I carichi mobili e del calcestruzzo fresco, da ciò risultanti, sono stati trasferiti in sicurezza al suolo e alle superfici inclinate dei tetti sottostanti, grazie al sistema Multiprop e – in particolare per altezze elevate – all’impalcatura modulare Peri Up. In questo contesto sono state utilizzate anche strutture di stabilizzazione Peri composte da elementi SRU e SLS. La disposizione in pianta dei singoli elementi costruttivi prevedeva angolature irregolari che hanno reso necessario un costante adattamento dei sistemi modulari alle superfici di appoggio diverse per ogni livello di lavoro. Nell’ambito dei sostegni per pareti era necessario tenere conto di carichi in linea fino a 70 kN per metro lineare. La modularità e la base a maglia del sistema d’impalcature Peri Up hanno reso possibile l’adattamento ottimale della struttura ai carichi e alla geometria. Nel progetto VitraHaus l’assortimento dimensionale dei correnti orizzontali Peri Up, che hanno lunghezza di 25, 50, 75 e 150 cm, si è dimostrato la soluzione ottimale. 


Costruzioni

Attrezzature

Benne vagliatrici

Nel cantiere la riduzione dei costi è un’esigenza sempre più sentita, specie in tempi difficili come questi. Lo è ancora di più nei cantieri di demolizione e riciclaggio, in cui il costo del personale, delle macchine e il trasporto e lo smaltimento dei materiali in discarica incide in maniera sensibile.

La selezione è tutto di Pietro Mezzi

L

a scelta delle macchine e delle attrezzature più adatte per la selezione e il vaglio dei materiali demoliti diventa quindi un fattore importante della produzione, un elemento di economicità del cantiere e, in definitiva, di competitività economica. Elementi decisivi anche nel settore della demolizione e riciclo dei materiali, il cui mercato, negli scorsi anni, prima della crisi economica, in Italia è cresciuto a ritmi quasi cinesi. L’importante, oltre a conoscere le caratteristiche del proprio parco macchine, è saper scegliere le attrezzature più adatte per quanto riguarda il tipo di cantiere e di lavoro da svolgere e avere le giuste conoscenze circa la durabilità dei componenti e la rapidità di sostituzione delle diverse parti. Insomma, è in fasi economiche come queste che, per tenere le posizioni, occorre conoscere bene i fattori della produzione: le macchine, le risorse umane, le tecniche operative. Un aiuto lo possono fornire attrezzature tuttosommato sem-

plici come le benne. Due sono le tipologie presenti sul mercato del riciclo dei materiali demoliti: le benne selezionatrici (a griglie) e quelle vagliatrici. Due attrezzature assai differenti tra loro per quanto concerne funzionamento e impiego, ma che spesso fanno parte della gamma di prodotto di uno stesso costruttore. Si tratta di attrezzature di selezione e vaglio di tipo mobile, da installare sul braccio della macchina operatrice. Le benne selezionatrici sono attrezzature semplici; quelle vagliatrici decisamente più complesse, tanto che a loro volta vengono suddivise in due tipi: a cesto rotante o vibranti. Nel nostro Paese sono poco più di una dozzina le aziende produttrici di benne di entrambi tipi, la maggior parte concentrate nel Nord Italia (di cui la metà nel Veneto) e un paio al Sud, in Puglia. Si tratta di aziende che il più delle volte producono gamme di componenti e attrezzature per i settori delle macchine movimento terra e della demolizione e riciclo.

sussultare e... La benna a griglie viene utilizzata per la prima selezione del materiale rimosso, in particolare quello roccioso, e può essere installata su escavatori e su miniescavatori. Le benne selezionatrici sfruttano il movimento sussultorio e alternato delle griglie poste longitudinalmente all’interno della benna. Tale movimento permette di selezionare il materiale di

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pezzature di medio-grandi dimensioni e separarlo da terra, sabbia, polvere e inerti. È anche possibile, grazie a griglie di differente dimensione e alla intercambiabilità dei pezzi, selezionare il materiale di pezzatura differente.

...ruotare Più complesso, rispetto alle prime, è invece il funzionamento delle benne vagliatrici che, a loro volta, possono essere dotate o di un cesto rotante o di dispositivi (lame, tamburi, coltelli) vibranti (o rotanti). Nelle benne del primo tipo, la rotazione del cesto consente la separazione del materiale di dimensioni superiori a quelle della maglia del cesto utilizzato. Le benne a cesto rotante - spesso costruite in un unico pezzo per garantire la resistenza agli urti, con materiali antiusura e con maglie di misura variabile in relazione al materiale da vagliare - sono indicate per la selezione di materiale cosiddetto asciutto, come la selezione primaria di materiali che vanno ad alimentare gli impianti di frantumazione di tipo fisso, di materiale di risulta da demolizione e di ciottoli da impiegare nella realizzazione delle gabbie di contenimento delle sponde dei corsi d’acqua; oltre che per l’asportazione dei sassi nella bonifica dei terreni, la pulizia delle spiagge e la miscelazione del compost. Le benne vagliatrici vibranti, più complesse delle prime, sono costituite da un vaglio idraulico a la-


Ambrosi Benne Benne grigliate e vagliatrici BVA La benna vagliatrice BVA è indicata per la selezione dei materiali di risulta da demolizione, il recupero di materiali inerti, la vagliatura di terra di scavo per tubazioni interrate e la bonifica di terreni sassosi. Il cesto, la cui rotazione avviene attraverso un motore orbitale con comando a pressione a olio, è costruito con materiali antiusura e maglie di misura variabile da 20 a 180 mm. L'azienda produce anche un tipo di benna grigliata impiegato per la movimentazione e la selezione di materiale roccioso. Ambrosi Benne srl - via G.B. Brunelli, 34 - 35042 Este (Pd) - tel. 0429/2032 - www.ambrosibenne.it Allu Benne vagliatrici Allu - serie D La benna vagliatrice Allu è adatta per operazioni di vagliatura fine e accurata come quelle necessarie per la vivaistica e la realizzazione di letti di posa. Grazie al design dei tamburi con dischi tra di loro intersecanti e spaziati di 15 o 25 mm. è possibile vagliare pezzature di materiale da 0-15 mm a meno15 mm o da 0-25 a meno di 25 mm, anche in presenza di materiali umidi. Due sono i modelli: DSB e DHB, che possono essere montati su escavatori da 16 a 40 tonnellate e su pale gommate da 6 a 25 tonnellate, dotati di impianto idraulico a doppio effetto. Allu Finland Oy Distributore per l'Italia Rammit spa - via Cancelliera, 33 - 00040 Ariccia (Rm) - tel. 06/9349701 - www.rammit.com Canginibenne Benne vagliatrici Due sono le tipologie prodotte: standard e frontali. Le benne del primo tipo si applicano a escavatori da 5 a 12 tonnellate di peso. La selezione avviene attraverso un gruppo di vaglio idraulico a coltelli rotanti. Lo spessore del materiale vagliato varia da 10 a 30 mm. Questo tipo di benna viene impiegato per la selezione del materiale di scarto da demolizione, come riempimento degli scavi e per la bonifica di terreni sassosi. Quattro sono i modelli: V70 (da 10 a 15 mm. di spessore del materiale selezionato), V70 (da 25 a 35), V90 (da 10 a 15) e V90 (da 25 a 35). I modelli V70 servono macchine di peso variabile da 5 a 8 tonnellate (miniescavatori e terne); quelli V90 vengono impiegati su modelli da 8 a 12 tonnellate di peso. Quattro invece i tipi di benne vagliatrici frontali, che si applicano su skid loader, minipale gommate, terne, telescopici e trattori agricoli: VF 155 (da 10 a 15 mm. di spessore selezionato), VF155 (da 25 a 35), VF185 (da 10 a 15) e VF185 (da 25 a 35). Canginibenne srl - via Savio, 29/31 - 47027 Sarsina (Fc) - tel. 0547/698020 - www.canginibenne.com CM srl Benna vagliatrice serie CBR Le benne vagliatrici a cesto rotante della serie CBR vengono fornite in cinque modelli, di peso variabile da 270 a 2135 kg.: 07; 08; 10; 13; 18. Possono essere montate su escavatori di peso variabile da 3 a 36 tonnellate. Il vaglio rotante è costruito con sezione tronco conica in Hardox per resistere agli urti. La benna seleziona materiali come il tondo di fiume, terreni sassosi e inerti da demolizioni. La maglia di vagliatura, di sezione esagonale, ha dimensioni variabili: da 20x20 a 100 mm. di diametro. L'azienda produce anche benne grigliate, adatte per una prima selezione del materiale smosso. La larghezza delle griglie è personalizabile, secondo le esigenze dell'impresa. CM srl - via Lago di Costanza, 25 - 36015 Schio (Vi) - tel. 0445/576654 - www.g-blasoni.it CMS Benne Benne grigliate Le benne grigliate di CMS Benne sono utilizzate per la selezione dei materiali, in particolare quelli rocciosi. Le benne sono realizzate con materiali antiusura per migliorae la durata dell'attrezzatura. CMS benne srl - zona industriale ASI Lotto A/1 - 70056 Molfetta (Ba) - tel. 080/3385841 - www.cmsbenne.it Eurodem Benne vagliatrici rotative EVR Sei sono le versioni di benne vagliatrici rotative EVR: 60, 80, 100, 120, 150, 180. Ciascun tipo è adatto a escavatori di peso variabile: da 2 a 4 tonnellate per il modello 60; da 4 a 7 per il modello 80; da 5 a 9, da 8 a 16, da 15 a 25 e da 24 a 35 per le versioni successive. Di conseguenza, variano anche le capacità dei singoli modelli: rispettivamente 0,20; 0,30; 0,45; 0,70; 1; 1,50 mc. Queste benne vengono impiegate per la selezione dei materiali di risulta delle demolizioni e dei ciottoli dei corsi d'acqua, per la realizzazione dei gabbioni di contenimento, la bonifica dei terreni con l'asportazione di sassi, la miscelazione del compost, la pulizia delle spiagge e la selezione del terreno scavato per la successiva copertura delle condotte interrate. Eurodem srl - viale Verona, 14-16-18 - 37040 Roveredo di Guà (Vr) - tel. 0442/469175 - www.eurodem.it LTA Benna grigliata Si tratta di una benna adatta ai miniescavatori. È realizzata in acciaio S355. LTA produce anche benne grigliate per maxiescavatori, che sono realizzate con l'aggiunta di materiali speciali per la solidità e la compattezza dell'attrezzatura. LTA Benne snc - Strada statale 89 - km. 11,300 - 71011 Apricena (Fg) - tel. 0882/647699 - www.italbenne.com Magarotto Benne Benna grigliata La benna grigliata è realizzata in materiale antiusura, progettata per la selezione del materiale, in funzione della distanza tra le griglie. L'azienda produce 15 classi di prodotto: M20 (da 0,6 a 15 quintali); M21 (da 15 a 19 q.li), M22 (19-25); M23 (25-359; M24 (35-40); M30 (40-50); M35 (50-70); M50 (70-100); M55 (100-110); M60 (110-145); M65 (145-180); M70 (180-220); M90 (250-300); M95 (300-380); m100 (380-500). Magarotto Benne snc - via Gasparolo, 28 - 35040 Sant'Elena (Pd) - tel. 0429/690971 - www.magarottobenne.it Mantovanibenne Benna vagliatrice MVR Mantovanibenne ha ideato la linea Recycling, per operare nel settore del riciclo dei materiali da costruzione. La linea si applica ad escavatori di peso variabile da 2 a 35 tonnellate. Sei i modelli: MVR 600 (per escavatori di peso da 2 a 4 tonnellate); 800 (da 4 a 7); 1.000 (5-9); 1.200 (8-16); 1.500 (15-25); 1.800 (24-35). Variabile anche il peso dell'attrezzatura: 300 kg. per il modello 600; 400 per l'800; 550 per il 1000; 950 per il 1200;1500 per il 1500 e 2400 kg. per il modello 1800. Le benne MVR sono adatte per la selezione e la separazione di materiali di diversa consistenza. La rotazione del cesto consente al materiale raccolto dalla benna di essere separato dal materiale di dimensioni superiori alle dimensioni della maglia del cesto utilizzato. Il cesto di vagliatura, oltre a essere facilmente sostituibile, è disponibile in diverse taglie in base al tipo di materiale da vagliare. Diversi gli impieghi: selezione primaria di materiale per alimentare impianti di frantumazione fissi; selezione dei materiali di risulta da demolizioni; selezione di ciottoli dei corsi d'acqua per la costruzione di gabbie di contenimento; bonifica di terreni con l'asportazione di sassi; pulizia delle spiagge; miscelazione di compost. Mantovanibenne - via Augusto Righi, 6 - Mirandola (Mo) - tel. 0535/615811 - www.mantovanibenne.it Socomec Benna vagliatrice SBV Socomec produce benne vagliatrici a cesto per escavatori da 3 a 12 tonnellate e da 13 a 31 tonnellate. Per gli escavatori di peso inferiore tre sono i tipi: SBV 300 (peso variabile da 3 a 5 tonn.), 400 (da 5 a 8) e 800 (da 8 a 12). Per gli escavatori di peso maggiore, sempre tre sono i modelli: SBV 1350 (da 13 a 17 tonn.), 1650 (da 16 a 22) e 1950 (da 22 a 32). Di recente la società parmigiana ha iniziato la produzione di due modelli di vagliatrici a lame rotanti. Socomec spa - strada Ferrari, 38 - 43014 Medesano (Pr) - tel. 0525/420929 - www.socomecspa.com Remu Benna vagliatrice La benna prodotta dalla società finlandese Remu viene utilizzata per selezionare i materiali di scarto da conferire in discarica, per riempire i sottofondi con sassi recuperati e per setacciare la terra di scavo di recupero da riutilizzare nei riempimenti di terra e nei giardini. La benna è dotata di 2 o 4 file di lame rotanti, movimentate dalla mandata idraulica a doppio effetto. E' possibile, invertendo il flusso del lubrificante, invertire il senso di rotazione delle lame, soluzione che consente di accelerare i tempi di svuotamento della benna stessa. La forma delle lame consente di mantenere in sospensione il materiale di dimensioni maggiori alla pezzatura desiderata, facilitando così la suddivisione e il vaglio dei materiali. Venticinque sono i modelli della gamma, disponibili per miniescavatori, escavatori, minipale, terne e pale gommate, che si suddividono in cinque tipi: L (20, 30, 50, 75, 85, 100, 120, 150), EX (80, 140, 180), WL (160, 170, 250, 600), EX HD (140, 180), WL HD (160, 170, 250). Distributore per l'Italia - Spektra spa - via Trieste, 26-28 - 20059 Vimercate (Mb) - tel. 039/625051 - www.spektra.it Trevi Benne Benna vagliatrice BM La serie in produzione, denominata BM, propone due modelli di benna: 25 e 35, entrambi a cesto rotante, la cui rotazione è alimentata dall'impianto idraulico della macchina operatrice. Le benne BM vengono impiegate per frantumare il materiale inerte da demolizioni, per recuperare il materiale di risulta dei centri di stoccaggio e per il trattamento degli scarti di lavorazione di cava. Trevi Benne spa - via Volta, 5 - 36025 Noventa Vicentina (Vi) - tel. 0444/760773 - www.trevibenne.it VTN Europe Benne selezionatrici grigliate SB e vagliatrici SR Tre sono i modelli di benna SB che vengono prodotti: 10 (per escavatori di peso variabile da 13 a 20 tonnellate); 20 (da 2 0 a 30 t.) e 50. La selezione del materiale avviene attraverso il movimento sussultorio-alternato delle griglie poste longitudinalmente all'interno della benna stessa. Attraverso griglie di diversa dimensione e alla intercambiabilità dei pezzi è possibile selezionare materiale di pezzatura differente. Vengono utilizzate nella vagliatura dei materiali di risulta di demolizioni e dei residui di cava, oltre che nella bonifica di terreni sassosi. Le benne vagliatrici SR (o selezionatrici rotative) invece - utilizzate nella selezione di materiali naturali quali fondi di fiume, residui di cava, terre vegetali, sabbia - selezionano e separano i materiali inerti attraverso la rotazione del cesto conico, che avviene attraverso un motoriduttore epicicloidale che trasmette il movimento direttamente al cesto. Le benne SR sono prodotte in cinque differenti modelli per l'utilizzo su escavatori da 7 a 35 tonnellate. Il robusto telaio protegge il cesto, a fondo conico, che è costruito in un unico pezzo per garantire la resistenza agli urti. Tale caratteristica rende facile la sostituzione. Sono prodotti cesti con griglia di dimensione variabile da 20x20 a 80x80 millimetri. VTN Europe srl - via dell'Artigianato, 41/43 - 36026 Cagnano di Poiana Maggiore (Vi) - tel. 0444/864211 - www.vtngroup.com Bobcat Benne grigliate Ideali per applicazioni di paesaggistica e per lo sgombero dei cantieri (oltre ai lavori di demolizione e riciclaggio), le nuove benne grigliate possono essere utilizzate su pale compatte, miniescavatori e sul modello più piccolo della gamma di telescopici Bobcat (T2250). Queste attrezzature sono disponibili in quattro diverse larghezze da 157 cm a 208 cm e sono dotate di denti imbullonabili; lo spazio tra i denti varia da 57 mm a 71 mm a seconda delle dimensioni della benna. Le benne grigliate Bobcat offrono una grande visibilità sul tagliente e sono progettate per raccogliere qualsiasi tipo di materiale roccioso, come pietre, sassi e altri detriti, lasciando sul posto la sabbia e la terra. Sono quindi in grado di vagliare oggetti da piccoli a grandi quanto un pallone da calcio e hanno un fondo di notevole profondità per trattenere meglio il materiale all’interno dell’accessorio. Bobcat, www.bobcat.eu

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me (o dischi o coltelli) rotanti (o vibranti), movimentate mediante mandata idraulica. Il materiale viene selezionato e separato grazie alla rotazione del cesto conico, che è protetto da un robusto telaio che ne garantisce la resistenza agli urti. Gli impieghi in cantiere sono più o meno identici a quelli delle benne a cesto rotante, anche se più indicate per la selezione di materiale cosiddetto umido. In più le benne vagliatrici vibranti sono particolarmente indicate per operazioni di vagliatura fine e accurata, come quelle necessarie per il settore vivaistico e per la realizzazione dei sottofondi su cui posare conduttore di vario tipo. In Italia pochi sono i produttori di benne vagliatrici. Poche aziende per un mercato, quello della demolizione e riciclo, che dopo la forte stasi dello scorso anno sta dando - come confermano alcuni costruttori reduci dal Bauma di Monaco - i primi, confortanti segnali di controtendenza. Insomma, tra mille difficoltà, si riprende a vendere. 


CSC vetrina Contro il fango: arriva Spectro

I led di Grote per le MMT

Il marchio Spectro Oils of America, sbarca in Italia

grazie a Race Generation. Fra i tantissimi prodotti presenti a catalogo uno che promette di rivoluzionare l’approccio al lavaggio e alla manutenzione. Infatti, fra gli articoli Spectro Oils di maggior successo negli Stati Uniti - e ancora unico, per caratteristiche, in Italia - lo Spectro Mra (Mud Release Agent), un repellente per fango che utilizzato dopo ogni lavaggio, ha la proprietà di impedire, o limitare al massimo, su tutte le parti trattate i nuovi accumuli di fango, e sporcizia in genere, rendendo estremamente più semplice l’operazione di lavaggio successiva. L’Mra nasce per prendersi cura delle parti più esposte allo sporco dei Quad, dei mezzi Off-Road e dei 4 x 4 e la massima azione ed efficacia si ottiene lasciando “riposare”, sulle superfici perfettamente pulite, il prodotto per alcune ore in modo che si possa generare una potente barriera repellente e protettiva. Spectro Mra è in vendita presso i negozi autorizzati al prezzo di 19.50 euro iva compresa.

La forza di Jedi sia con voi Ma-Fra mette ha disposizione di tutti gli utenti il nuovissimo Jedy Self: il detergente rapido per esterno veicoli a “Effetto Polish”

capace di sciogliere senza fatica lo sporco, anche quello più tenace, senza minimamente aggredire le parti trattate. Jedy Self contiene tensioattivi capaci di agire molto rapidamente su qualsiasi superficie, è ecologico, ha una altissima versatilità - è perfetto su auto, moto, camper, barche - ed è completamente inerte sulle parti in alluminio. Le sue caratteristiche lo rendono di facile impiego ed è ampiamente usato sia dai professionisti nei centri di lavaggio sia dai privati. La sua formulazione lo rende adatto anche per l’uso con l’idropulitrice e nel giro di pochi minuti garantisce una pulizia veramente profonda e assoluta. Jedy Self è in vendita in tanica da 5 litri al prezzo 32.70 euro iva compresa.

Trilliant Spot Light è un faro destinato agli impegni più gravosi sche utilizza la migliore

tecnologia Grote: Led WhiteLight. Disponibile con tre lenti diverse, offre una luce che per contrasto e temperatura colore si avvicina molto a quella solare. Tra le caratteristiche salienti quelle di basso consumo e minimo surriscaldamento. Il supporto è incluso. Ideale per l’utilizzo nei settori: militare, costruzioni, off-road, agricoltura, emergenza ed altri impiegi per fanali long life. I vantaggi della tecnologia a led applicata ai fari da esterno sono: alta luminosità, consumi contenuti, durata nel tempo. In particolare se si analizzano le caratteristiche tecnologiche delle diverse tipologie di fari oggi presenti sul mercato, si rileva che l’illuminazione a led rispetto alle luci alogene offre minori consumi, una vita più lunga e non risente di colpi e vibrazioni. I vantaggi sono innumerevoli anche rispetto alle luci allo Xeno che, sebbene offrano un’illuminazione ampia e omogenea, hanno un consumo elevato (soprattutto in fase di accensione), risentono di colpi e vibrazioni, hanno tonalità di luce di colore blu o giallo (non perfettamente bianco come i led) e impiegano cavi da 4 mm di diametro (per i led basta un mm).

In cuccetta al riparo Lampa presenta Eskimo e Premiere, due nuovi set coordinati di tende

specifici per i camion con cabine standard. Le tende Lampa

Per pulire il diesel dall’interno L’azione di Diesel Power Cleaner attacca e dissolve tutti i residui depositati nel sistema di iniezione garantendo,

inoltre, un funzionamento ottimale dei filtri antiparticolato. Diesel Power Cleaner facilita l’avviamento a freddo, ottimizza la polverizzazione e la portata del carburante da parte degli iniettori, ripristina la potenza, la resa e le prestazioni tipiche di un motore nuovo permettendo così di risparmiare sul carburante. Usato regolarmente Diesel Power Cleaner abbatte in maniera totale le emissioni nocive - CO-CO2-HC-O2-NOX - e il particolato tipiche di un motore “sporco”, regalando alle città un’aria più pulita. Diesel Power Cleaner è ideale per veicoli a gasolio, anche con sistemi di alimentazione diretta (common-rail o pompa iniettore) e, naturalmente, anche in caso di presenza di filtro antiparticolato. Diesel Power Cleaner by Green Star è in vendita in flaconi da 500 ml al prezzo di 24,60 euro iva compresa.

sono di ottima qualità, morbide al tatto, facili da montare. L’eccellente qualità del tessuto in microfibra 200 rende le tende Lampa estremamente robuste e comodamente lavabili in lavatrice. I prodotti sono disponibili in 5 differenti colori che resistono alla luce del sole senza scolorire. I set Eskimo e Premiere si differenziano per la forma della tenda centrale che separa la zona destinata alla guida dalla parte posteriore della cabina: il modello Eskimo è caratterizzato da un’unica tenda centrale con apertura a u rovesciata, mentre Premiere è formato da due tende centrali che, raccolte per mezzo di fasce a calamita, ricordano i tendaggi per abitazioni. Tutti i set sono completi di girovetri, visiera parasole e fasce raccoglitenda calamitate per raccogliere le tende durante la marcia. In ogni confezione sono inoltre presenti tutti i ganci in plastica necessari per il fissaggio. Per chi desidera un allestimento completo della cabina, Lampa propone il set Melissa che, oltre alle tende e ai relativi accessori presenti nel set Premiere, abbina 2 coprisedili universali coordinati. Prezzi Eskimo 83,5 euro; Premiere 88; Melissa 110 tutti + IVA.

Nuovi oli firmati dentro e fuori da Gazprom e Giugiaro Sono russi ma fatti a Bari. Arrivano in Italia i nuovi lubrificanti Gazprom Neft. Una linea di prodotti G-Family per autovetture e veicoli commerciali che assicura elevati livelli di performance e straordinaria protezione per tutti i motori di nuova

generazione. La linea G-Family comprende: G-Energy - G-Profi - G-Box - G-Truck. Il Dipartimento di tecnologia e quello delle vendite hanno collaborato per sfruttare le più moderne formulazioni di lubrificanti, in grado di garantire una linea prodotti conforme ai più recenti requisiti dei maggiori costruttori internazionali. Il masterbrand della famiglia prodotti è G-Energy, il lubrificante che garantisce lunga durata e massima efficienza del motore e dei componenti dei veicoli. Per la creazione dei nuovi imballi, Gazpromneft si è affidata alla Italdesign di Giorgetto Giugiaro. La forma ergonomica e l’innovativa etichetta avvolgente rendono la lattina unica nel suo genere, trasmettendo l’idea di energia e sportività. Entro la fine del 2010 la gamma E-Energy comprenderà oltre 40 prodotti, tra cui una serie di lubrificanti progettata specificatamente per i centri assistenza. Tutti gli oli G-Energy sono raffinati nello stabilimento Gazprom Neft - Lubricants di Bari. Lo stabilimento è in grado di produrre ogni anno oltre 30 mila tonnellate di lubrificanti e oltre 6 mila di grassi.

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permetteranno a PERI di razionalizzare e migliorare la gestione dei materiali che

ostituiscono il parco noleggio.

CSC eventi

Foto 1: Christian Schwoerer, Managing Director di PERI GmbH, Sergio Dal Soglio, Direttore Generale PERI Italia, e Dante Baccinelli, Sindaco di Pozzaglio ed Uniti,

General Smontaggi e il Politecnico di Milano

Giganti in cava

il taglio delper nastro. i terrà a luglio, nelle date del 5-7-12-14, ildurante corso di aggiornamento Coordinatori della Sicurezza e Responsabili dei Lavori relativo al Processo di demolizione nei cantieri temporanei e mobili. Il Dipartimento di Scienza e Tecnologie dell’Ambiente Costruito - BEST - del Politecnico di Milano, in collaborazione con l’azienda leader in Italia nel decommissioning a 360° General Smontaggi, affronterà, in 4 giornate per un totale di 16 ore, le tematiche relative alle novità normative, alla tecnica delle demolizioni e alle tecnologie delle demolizioni e delle attività accessorie, per concludere con un workshop applicativo. General Smontaggi, nell’ambito di un ampio progetto di collaborazione in corso con il Politecnico di Milano, mette a disposizione le proprie conoscenze e l’esperienza di Fotoper 2: la Larealizzazione sala gremita durante i discorsi e 25 anni di attività nel mondo delle demolizioni, di corsi di approfondimento workshop. L’azienda ha iniziato la propria attività nell’ambito delle demolizioni industriali alle quali ha poi affiancato l’offerta di servizi specificiufficiali. quali la bonifica di aree industriali da amianto e residui di processo, la decontaminazione di suolo, sottosuolo e falda, e la risoluzione di problematiche connesse allo smaltimento e riciclaggio dei rifiuti. Per informazioni relative al corso contattare la segreteria: 02 23995159, mail agcor01.best@polimi.it

S

N

onostante il maltempo la giornata in cava nel trevigiano del road-show di Mercedes-Benz Trucks dedicato ai veicoli cava-cantiere è stata un successo. È stata una delle tante tappe della manifestazione Giganti in cava che ha in programma di toccare le principali cave italiane, tutti i fine settimana di maggio e giugno per poi riprendere a metà settembre e fino a ottobre, grazie alla collaborazione delle Concessionarie Mercedes-Benz. L’evento è una vera e propria festa per appassionati e addetti ai lavori per provare, direttamente sui terreni i veicoli Mercedes-Benz dedicati all’utilizzo off-road, oltre anche per testare il nuovo Actros Cantiere (Prova CSC dicembre 2009). Una serie di percorsi impegnativi è stata a disposizione dei guidatori che hanno potuto apprezzare prestazioni, robustezza e potenza della gamma cantiere Mercedes-Benz. In un secondo spazio è invece stata allestita

Una marcia in più per costruire con successo

A

lla presenza dei vertici PERI, Christian Schwoerer, Managing Director PERI GmbH, Erich Brosch, General Manager PERI GmbH, e Sergio Dal Soglio, Direttore Generale di PERI Italia, delle autorità locali, Dante Baccinelli, Sindaco di Pozzaglio ed Uniti, Massimiliano Salini, Presidente della provincia di Cremona, dei Foto 3: L’area espositiva nello spazio clienti e dei dipendenti di PERI Italia, il 14 maggio è stato inaugurato il nuovo polo logistico di Pozzaglio ed Uniti (CR). Numerosi i clienti all’aperto. intervenuti in questa occasione che, nel corso della giornata, hanno potuto vedere da vicino il polo logistico. Si tratta di un’area di 64 mila mq complessivi dove sono stati realizzati: 2 capannoni di 3100 mq complessivi, 3 magazzini coperti per un totale di 3200 mq. Circa 48.000 mq costituiscono invece il magazzino scoperto, mentre gli uffici sono pari a 520 mq. Tutti gli edifici sono stati realizzati con massima cura: la tecnologia ha giocato, infatti, un ruolo molto importante nella realizzazione delle strutture, così come la cura dell’aspetto estetico. La coibentazione è stata fatta con materiali a bassa conducibilità termica e risponde alle richieste della più recente normativa vigente. Il riscaldamento e il condizionamento si basano sull’utilizzo di tecnologia a pompa di calore che sfrutta l’acqua di falda per la produzione di calore e refrigerazione. La palazzina uffici è caratterizzata da facciate in alluminio dallo stile moderno. Oltre ai discorsi ufficiali dei vertici PERI e dalle autorità locali, gli invitati hanno potuto visitare il magazzino e osservare da vicino le attività svolte all’interno dello stesso grazie alle dimostrazioni dal vivo. Inoltre, in un’area appositamente allestita nello spazio all’aperto sono state mostrate le novità della gamma prodotto, oltre alle attrezzature già note. Inoltre, i nuovi spazi costituiscono “una marcia in più”, come dice il nome stesso dell’evento, e permetteranno a PERI di razionalizzare e migliorare la gestione dei materiali che costituiscono il parco noleggio.

un’area dedicata alle prove di carico e scarico. I valori che da sempre caratterizzano la stella quali, innovazione, sicurezza ed affidabilità sono stati testati, e declinati per tutta la gamma, estremamente completa e diversificata che parte dall’Atego, perfetto nell’edilizia secondaria, che si distingue per costi ridotti, dimensioni compatte e versatilità; passando per l’Axor, miglior combinazione Contatti: UfficiodiStampa potenzaPERI ed agilità, peso contenuto e robustezza; fino Tel.: 02.95078257 ad arrivare all’Actros, affermato punto di riferimento Fax: 02.95761914 nell’impiego pesante in cantiere, ancor più maneggevole anna.maggi@peri.it e confortevole grazie al nuovo cambio automatizzato www.peri.it PowerShift Offroad a 12 rapporti. Il cambio è sviluppato per impieghi gravosi con taratura e funzioni specifiche dedicate all’utilizzo in cava e in cantiere, dove rapidità e precisione d’innesto acquistano un’importanza particolare e funzioni come le modalità di manovra e quella di disimpegno dal fondo stradale, nonché le quattro retromarce, fanno la differenza. Tutti i componenti particolarmente esposti al rischio di danni in un autocarro da cantiere sono protetti ed al sicuro sul nuovo Actros Cantiere; il veicolo, inoltre, è particolarmente facile da allestire grazie allo scarico regolabile dietro la cabina che evita di dover ricorrere a complicate e non Le Concessionarie Mercedes-Benz che hanno aderito a “Giganti in cava”

Riparte il Transpotec 2.0

È

partito il countdown per il Transpotec 2.0, il Salone dell’autotrasporto in programma a Milano dal 19 al 21 novembre nel quartiere fieristico di Rho-Pero. La kermesse ritorna con la sua formula che mette insieme grandi marchi di veicoli industriali e commerciali, reti di vendita e assistenza, utenti finali e operatori automotive. Senza dimenticare l’attenzione dedicata al settore dei rimorchi e semirimorchi personalizzati e degli allestimenti, vero motore della piccole e media industria di settore. In un momento di incertezza e grave crisi economica, il Transpotec 2.0 si propone come unica occasione di incontro, confronto e business tra tutte le parti interessate allo sviluppo del trasporto e della consegna merci. Punto forte della manifestazione resta la sezione convegni, grazie allo spazio dedicato agli Stati Generali dell’Autotrasporto. Tecnici ministeriali e Governo si confronteranno con gli esponenti delle associazioni sindacali di categoria e gli imprenditori per fare il punto sulle riforme, sui problemi e sulle novità che riguardano il mondo del trasporto merci, con particolare attenzione alla formazione e alla qualificazione degli operatori. Altri workshop riguarderanno argomenti mirati come la movimentazione merci pericolose e il trasporto carichi eccezionali, mentre una importante sezione, anche espositiva, sarà dedicata alla sicurezza.

Piemonte: Gino, Novauto - Veneto: Carraro, Trivellato - Toscana: Bernini, Truck Italia - Lazio: Mercedes-Benz Roma, Autostern - Campania: D.E. Truck - Puglia: Emme Emme - Sicilia: Comer Sud

in agenda 2010 INTERTUNNEL

8-10 GIUGNO

TORINO - Italia

INDUSTRIA DELLA GALLERIA

AUTOMATICA

8-11 GIUGNO

MONACO DI BAVIERA - Germania

AUTOMAZiONE E MECCATRONICA

SVIZZERALOGISTICA

10-12 GIUGNO

LUGANO - Svizzera

Logistica

GEMI

19-20 GIUGNO

PONTE PRIULA - Italia

EDILIZIA e MMT

INNO-TRANS

21-24 settembre

BERLINO - Germania

SETTORE FERROVIARIO

IAA

23-30 settembre

HANNOVER - Germania

CAMION - VEICOLI PESANTI

24-26 settembre

Rho-Pero - Italia

EDILIZIA

29 settembre 2 OTTOBRE

VERONA - Italia

EDILTEK MARMOMACC

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www.intertunnel.com www.automatica-munich.com www.svizzeralogistica.com www.fieragemi.it www.messe-berlin.de www.iaa.de www.ediltek.it

ARCHITETTURA E DESIGN della pietra www.marmomacc.it

CSC giugno 2010


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NUOVO 320D CATERPILLAR.

SEMPLICEMENTE LA SCELTA MIGLIORE. ANCHE A NOLEGGIO. Provate a pensare cosa scegliereste per attraversare l’Oceano: un gommone o una nave da crociera? O per volare fino in Australia: un ultraleggero o un aereo di linea quadrireattore? E per il vostro business? Se volete certezze, potete contare su CGT e sul nuovo 320D Caterpillar, nato per darvi di più. Più prestazioni, grazie al nuovo motore 6 cilindri con tecnologia ACERT. Più efficienza, con l’Economy Mode che riduce i consumi fino al 12%. Più versatilità, potendo memorizzare e richiamare facilmente le tarature di 10 attrezzature. Più sicurezza, perché dormirete sonni tranquilli grazie all’affidabilità Caterpillar e ai programmi di manutenzione CGT. Allora, chi scegliete per il vostro business? Per ulteriori informazioni: www.cgt.it | cgt@cgt.it | 800-827134 © 2010 CGT SpA. © Caterpillar Inc. Tutti i diritti riservati. CGT, Cat®, Caterpillar ed i rispettivi loghi, il "giallo Caterpillar" e la livrea Power Edge, così come l'identità dei prodotti qui utilizzati, sono marchi registrati e non possono essere utilizzati senza autorizzazione.

Compagnia Generale Trattori S.p.A. Direzione Generale: MILANO 20090 VIMODRONE Strada Statale Padana Superiore, 19


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