ANNO 4 • NUMERO 12 • DICEMBRE 2009 • € 3,00
Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano
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retail&food LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
Nuove stazioni, aeroporti, autostrade: 2010 ANNO DELLA VERITÀ
Vogliamo diventare
© Umberto Rotundo
UN PAESE MODERNO?
Inchiesta esclusiva • Grandi Stazioni
Dossier aeroporti Milano Linate
• Reportage Fiere Franchising
News primae noctis
Stampa indipendente, ma un po’ confusa
N
ella stessa giornata, giovedì 5 novembre, due tra le migliori pubblicazioni finanziarie del Belpaese uscivano con due titoli diversi sullo stesso argomento. “Profitti Adidas oltre le attese” proclamava con soddisfazione Il Sole24Ore e contemporaneamente anche MF riferiva sull’argomento, però con un titolo che metteva subito i piedi nel piatto: “Adidas, utili a picco”. I due testi che ne seguivano, tuttavia, erano pressoché identici: entrambi infatti parlavano di un utile netto del terzo trimestre in calo del 30% (ma “superiore alle attese del mercato” secondo IlSole24Ore) e di vendite pure esse in decisa flessione. In sintesi, entrambi i giornali hanno riportato la medesima notizia, quasi allo stesso modo: ma con una vistosa differenza nella titolazione. Che, spesso, è quella che fa testo, essendo l’unica cosa percepita dal lettore frettoloso. Una certa confusione di idee? Una diversa visione dei fatti economici? Una differente concezione della funzione della stampa? Una maggiore o minore distanza dal mondo produttivo? Chissà…
EDITORIALE
✔
L’OPINIONE Stiamo veramente uscendo dalla crisi? di Pierpaolo Palmieri*
Pierpaolo Palmieri
Ormai quotidianamente quasi tutti i mezzi di comunicazione ci rassicurano sul futuro evidenziando un’inversione di rotta rispetto agli ultimi 12 mesi. Chi, come noi, tutti i giorni si trova ad affrontare il mercato nel canale del retail, vede una situazione diametralmente opposta. L’ estrema difficoltà nell’accesso al credito unito ad un calo sensibile dei ricavi sta generando un mix esplosivo i cui effetti si renderanno ancora più evidenti di quanto lo siano già, nei primi mesi del prossimo anno. Volendo in ogni caso non perdere l’ottimismo possiamo ipotizzare che l’effetto a cascata della crisi che ha colpito prima le materie prime dopo il settore industriale e per ultimo il retail si riproponga con le stesse dinamiche anche per quanto riguarda la ripresa economica. Per questo motivo è ipotizzabile che il retail possa beneficiare di una ripresa non prima di maggio-giugno 2010, evidentemente con una profonda mutazione dello scenario competitivo. Ovviamente, queste dinamiche, valgono per tutti i canali retail coinvolti compreso il duty free che dovrà affrontare anche la problematica legata al potere di spesa del passeggero e non solo al numero. L’avvento delle compagnie a basso costo ha cambiato profondamente il target del frequentatore dell’aeroporto e proprio per questo motivo le aziende si troveranno a dover ridisegnare l’arena competitiva in cui operano. Provando a “vedere il bicchiere mezzo pieno”, questa crisi ha consentito a molti di avere opportunità che sembravano impossibili sino a un anno fa. Come sempre nei momenti di grande discontinuità con il passato il talento vince sul sapere e quindi sull’esperienza. Magari ritrovandoci tra un anno a parlare di quello che ci è successo in un mondo più ricco di aziende talentuose che spesso fa rima con virtuose. *Sales Director - Piquadro S.p.A.
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r&f News cosa occorre sapere per...
CAFFÈ VERGNANO, LA 43ESIMA APERTURA È NELLA CITY
A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
La clausola di trasferimento dell’esercizio nei contratti di affitto di ramo di azienda
Con l’apertura di un locale nella City di Londra, Caffè Vergnano 1882 ha portato a tre le presenze nella capitale britannica e a 43 le sedi nel mondo. Ultime della serie sono state quelle a Venezia, Doha, Vancouver e Amman. Altre aperture sono prossime nel Medio Oriente, un’area in cui l’azienda originaria di Chieri (Torino) ha già una storia radicata, come testimoniano i sei caffè in Arabia Saudita. I locali puntano sull’eleganza e sulla raffinatezza degli ambienti.
N
ei contratti di affitto dei Centri Commerciali la proprietaria concedente richiede frequentemente l’inserimento di una clausola che preveda nel corso del rapporto con il retailer la possibilità per la concedente stessa di trasferire in altra ubicazione, sempre all’interno del Centro Commerciale, l’esercizio dell’affittuario per ragioni di carattere commerciale e di pianificazione aziendale. Tale clausola è vista con estremo sfavore dagli affittuari ed è solitamente oggetto di lunghi negoziati fra le parti, volti a ridurne gli effetti negativi per gli affittuari, nei casi in cui questi ultimi non hanno la sufficiente forza contrattuale per chiederne la totale eliminazione. L’inserimento da parte della concedente della clausola del trasferimento dell’esercizio nei contratti di affitto ha principalmente la funzione di soddisfare l’interesse della medesima a modificare nel corso del rapporto, e a propria discrezione, le porzioni immobiliari ove insistono gli esercizi commerciali, e quindi il loro piano di distribuzione all’interno del Centro, garantendo in tal modo una migliore diversificazione delle attività. Tale funzione viene solitamente esplicitata in modo chiaro nel contratto. Tale clausola ha tuttavia anche altro scopo, assai rilevante per la concedente, che consiste nel rafforzare la qualificazione giuridica del contratto sottoscritto con l’operatore commerciale come “affitto di ramo di azienda” in quanto tende a minimizzare la rilevanza dell’elemento immobiliare all’interno del compendio aziendale concesso in affitto. Ed infatti la possibilità per la concedente di richiedere e talvolta di imporre all’affittuario il trasferimento, nel corso del rapporto di affitto, dell’ubicazione del proprio esercizio all’interno del Centro Commerciale, rende meno rilevante nell’economia del contratto il legame fra l’operatore commerciale, affittuario, e l’immobile ove quest’ultimo esercita la propria attività e riduce pertanto il rischio di possibili contestazioni dell’affittuario medesimo, volte alla qualificazione del
DIVANI FRIULANI NELLE SALE VIP DI SAUDI ARABIAN AIRLINES
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Al termine di una selezione durata due anni, l’azienda La Cividina di Martignacco (Udine) si è aggiudicata l’appalto per la fornitura di oltre 60 divani per l’arredamento delle sale vip degli scali internazionali della compagnia Saudi Arabian Airlines. Le aree lounge si troveranno negli aeroporti di Jeddah, Riyadh, Dubai e Abu Dhabi, dove si integreranno con gli spazi progettati da un’altra società italiana, la Crea International di Milano. Il valore della commessa è di circa 200mila euro. I prodotti oggetto della fornitura sono stati progettati dal designer Gianni Rossetti.
FIUMICINO, IN ARRIVO DUE PONTILI MOBILI PER A380
Assegnata la gara per la fornitura di due pontili mobili d’imbarco – o “finger” – che saranno destinati al “satellite Ovest” dell’aeroporto di Fiumicino. Ad aggiudicarsi la commessa è
stata la ditta spagnola ThyssenKrupp Airport System, per una cifra di 613.500 euro, contro una base d’asta di 800mila euro. Lo ha reso noto la società di gestione aeroportuale Adr, attraverso un avviso di appalto aggiudicato pubblicato sui quotidiani. I due pontili dovranno servire aerei delle classi Icao C, D, E ed F, e in particolare il superjumbo A380.
contratto posto in essere quale locazione piuttosto che quale affitto di ramo di azienda. La qualificazione del contratto quale locazione comporterebbe infatti l’applicazione al rapporto della disciplina vincolistica delle locazioni commerciali con riferimento, ad esempio, alla durata del contratto (che non può essere inferiore a sei anni) alle limitazioni della possibilità di disdetta per il locatore alla scadenza dei primi sei anni e molto altro, a tutto svantaggio della concedente. L’affittuario, da parte sua, può tuttavia cercare di riequilibrare la clausola del trasferimento dell’esercizio, introducendo nella medesima dei correttivi, volti a limitare la discrezionalità della concedente e, conseguentemente, i danni che potrebbero derivargli dall’accettazione tout court di tale clausola. E così si può prevedere ad esempio che la nuova porzione immobiliare concessa in affitto debba essere equivalente alla precedente sia in termini di superficie lorda e di vendita sia sotto il profilo della ubicazione e visibilità all’interno del Centro; che la concedente sopporti o, quanto meno, contribuisca ai costi connessi ai lavori necessari per lo spostamento dell’esercizio; che l’affittuario sia dispensato dal pagamento del canone e delle spese comuni per tutto il periodo di chiusura forzata del proprio esercizio a causa del trasferimento.
SOMMARIO
Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
Lovat a Trieste sale sopra Ovs
È
stata aperta a novembre la terza libreria Lovat, dopo quella originaria di Villorba (Treviso) e quella di Padova, posta nel centro commerciale Padova Est. Ora è il turno di Trieste, dove l’insegna si posiziona all’ultimo piano di uno spazio commerciale, sopra un punto vendita Ovs, nel centro storico della città. È stata la stessa società del gruppo Coin a proporre a Lovat la location, di circa mille metri quadrati. La formula della libreria è la stessa degli altri punti: un terzo della superficie dedicata ai ragazzi fino ai 12 anni, per il resto molto spazio al catalogo, con 40-60 mila volumi esposti, e la presenza di un piccolo bar.
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Osservatorio prezzi
MILANO , stazioni a tante facce L
avori prolungati, dismissioni in vista, immobilismo. Ma anche rinnovamento riuscito e pieno sviluppo raggiunto. Sono tante le facce delle stazioni ferroviarie di Milano, che si riflettono anche sulla loro offerta commerciale. In questo Osservatorio prezzi, in particolare, è stata valutata in modo approfondito l'offerta della ristorazione, così da poter ottenere un confronto omogeneo tra le strutture. Un’occhiata alla tabella riassuntiva dei prezzi permette di farsi un’idea dell’offerta. La più conveniente delle stazioni è risultata quella di Porta Garibaldi, che può vantare il prezzo migliore per sei prodotti e il più salato solo per due. All’opposto, in questo particolare
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momento caratterizzato dalla ristrutturazione profonda, la Stazione Centrale è la più cara, dato che dieci dei beni venduti hanno i prezzi più alti e solo due li hanno più bassi degli altri. Dispendioso anche l’esercizio di Porta Genova, nove volte il meno conveniente. Risultati che, comunque, non sembrano frutto del caso.
aperto il 29% degli esercizi e per giugno 2010 la loro totalità. Sorgeranno, quindi, nuovi punti ristorazione e riapriranno i bar più prossimi ai binari. Per ora, comunque, sono aperti solo due bar Sarf al primo piano, un punto vendita fine food chiamato Goloserie, il bar Free Shop al piano terra e un punto Autogrill nel piano seminterrato (chiuso al momento della rilevazione prezzi, un martedì pomeriggio feriale). Forse si deve alla scarsa concorrenza l’alto livello dei listini, che si distanziano, quando lo fanno, di pochi centesimi. Per tro-
Stazione Centrale, concorrenza rimandata Sarà presto un centro commerciale in mezzo alla città, sul modello di Roma Termini, ma attualmente la Stazione Centrale di Milano è ancora un grande cantiere. Secondo le previsioni di Grandi Stazioni (si veda l’articolo a pagina 54), entro la fine dell’anno sarà
Garibaldi ha un’offerta di ristorazione non troppo estesa, anche rispetto al totale dei punti vendita presenti, ma conveniente. Si trovano il Bricco Caffè della Airest al piano terra, all’entrata, e il bar Sarf nel piano seminterrato, poco distante dal quale è posizionato anche un caffè Autogrill. Per gli acquisti alimentari è anche presente un Despar Express. Nonostante nell’area circostante il terminal (peraltro contraddistinta dai cantieri per il progetto GaribaldiRepubblica) non ci siano tanti bar, i prezzi non sono alti. Caffè, in tutte le sue varianti, e croissant sono, piuttosto, i più economici delle stazioni meneghine. Tra i due esercizi il Bricco Caffè, più recente, ha un’offerta più moderna e varia.
vare dei risparmi conviene raggiungere il bar posto nella metropolitana o i chioschi sul piazzale circostante la stazione. Citazione a parte meritano i servizi igienici. Probabilmente per ragioni di ordine pubblico, ma sicuramente con un riscontro economico che sarebbe interessante stimare, l’ingresso ai servizi costa un euro. Considerato che si tratta
degli unici servizi nella stazione, è abbastanza comprensibile lo sconcerto esternato da alcune delle persone osservate durante la perlustrazione.
Porta Garibaldi, una pagina nuova Oggetto di un restyling a opera di Centostazioni completato nel marzo 2006, la stazione di Porta
RILEVAZIONE PREZZI STAZIONE
CADORNA
N° DI BAR/RISTORANTI
CENTRALE
7 PREZZO
Caffè Cappuccino Caffè d'orzo Caffè decaffeinato Croissant (base) Panino (più economico) Panino (più costoso) Toast (base) Pizza (trancio base) Menu pasto (pizza o panino, contorno, bibita) Acqua (Pet 50 cl.) Coca Cola (Pet 50 cl)
Coca Cola (33 cl lattina) Birra (lattina/bottiglia 33 cl.) Birra (spina piccola 20 cl.)
tutti gli esercizi Express Caffè tutti gli esercizi tutti gli esercizi tutti gli esercizi Burger King Bontà al volo Express Caffè Spizzico (1/8) Spizzico
1,00 2,00
5 esercizi Cucina Express, Pattini e Marinoni, Bontà al volo Pattini e Marinoni Express Caffè Spizzico, Express Caffè, Burger King Bontà al volo, Express Caffè Bontà al volo Bontà al volo, Express Caffè
1,70 2,50 2,50
Chewing-gum (astuccio + economico) Red Bull lattina Magnum Algida Classic Servizi igienici
1,70 2,70 1,80 0,30-0,50
LAMBRATE
5 ESERCIZIO
0,90 1,20 1,00 1,00 0,90 1,50 2,20 2,50 1,90 5,70
PREZZO 0,90 1,40 0,95 1,15 1,10 2,90 3,50 2,90 2,90 4,90
PREZZO 0,90 1,20 1,00 1,00 0,90 2,80 3,80 2,80 2,80 5,70
PORTA GENOVA
3
ROGOREDO
1
2
ESERCIZIO
PREZZO
ESERCIZIO
ESERCIZIO
PREZZO
Bricco Caffè e Mychef Bricco Caffè My Chef My Chef Bricco Caffè e Mychef Bricco Caffè My Chef My Chef Bricco Caffè Bricco Caffè
0,85 1,20 0,95 0,95 0,85 2,70 3,40 2,50 2,70 5,70
Bricco Caffè e Sarf spa Sarf spa Sarf spa Sarf spa Sarf spa Sarf spa Sarf spa Bricco Caffè Sarf spa Bricco Caffè
0,90 1,30 1,00 1,00 0,90 3,80 3,80 2,50 3,00 7,50***
Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova
0,90 1,10 1,00 1,00 0,90 2,80 3,50 2,00 2,50 5,70
Bricco Caffè e bar Metropolitana bar Metropolitana Bricco Caffè Bricco Caffè e bar Metropolitana bar Metropolitana Bricco Caffè bar Metropolitana bar Metropolitana bar Metropolitana Bricco Caffè
1,00 2,20
Free Shop Free Shop
1,00 2,20
Bricco Caffè e Mychef My Chef
2,00 2,50 2,20
Free Shop Free Shop, Sarf Bar Free Shop
2,00 2,40 2,00
Bricco Caffè e Mychef Bricco Caffè My Chef
Sarf spa Sarf spa Free Shop
1,80 2,60 1,60 0,60
Bricco Caffè Bricco Caffè Bricco Caffè
1,90 2,80** 2,50 1,00
PORTA GARIBALDI
2 ESERCIZIO
Free Shop Free Shop Free Shop Sarf spa Sarf spa Sarf spa Free Shop, Sarf Bar Sarf spa Sarf spa Free Shop
PREZZO
ESERCIZIO
1,00 2,30
Bricco Caffè e Sarf spa Bricco Caffè e Sarf spa
1,00 2,20
Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova
1,00 2,30
Bricco Caffè e bar Metropolitana Bricco Caffè
2,00 2,40 2,20
Bricco Caffè e Sarf spa Bricco Caffè e Sarf spa Bricco Caffè e Sarf spa
2,00 2,00 2,50
Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova
2,00 2,40 2,20
Bricco Caffè Bricco Caffè Bricco Caffè
1,80 2,50** 1,60 0,60
Bricco Caffè e Sarf spa Sarf spa Bricco Caffè
1,60 3,00 2,00 n.d.
Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova
1,80 2,60 1,60 0,00
Bricco Caffè Bricco Caffè Bricco Caffè
Prezzo più alto Prezzo più basso n.d. = non disponibile * = primo e secondo **= Burn *** = primo, secondo e acqua
Bontà al Volo, a sinistra dell’ingresso del terminal, hanno invece i prezzi più bassi per gomme da masticare, gelati e, in condivisione con Pattini e Marinoni, per le bibite. Tra gli esercizi posti sul piazzale, contraddistinti da una qualità che appare piuttosto bassa, si spuntano prezzi ancora migliori, come il caffè a 75 centesimi, il cappuccino a 1,10 euro e la birra a 1,50 euro del Nord Caffè.
Lambrate e Rogoredo, ci sono anche le piccole La stazione di Lambrate è stata la prima a essere consegnata ai cittadini da Centostazioni dopo il restyling, nel 2005. I due bar si trovano all’ingresso delle due entrate, separate dai binari e da lunghi sottopassaggi. Nell’entrata nord un esercizio MyChef, l’unico del gruppo in una stazione ferroviaria, ha prezzi più bassi per sei prodotti, tra cui i caffè d’orzo e decaffeinato (1 euro contro 1,25), ed è l’unico che possa offrire primi e secondi piatti (rispettivamente a 4 e 6 euro). Nella parte opposta, il Bricco Caffè ha listini leggermente inferiori in otto referenze, tra cui quelle meno strettamente legate alla ristorazione, come gelati, lattina di energetico e chewing-gum. Anche a Lambrate la concorrenza è più diffusa fuori dalla struttura, visto che sul piazzale a sud, nei pressi della fermata della metropolitana sono presenti quattro esercizi tra bar e pizzerie al taglio. Spostandosi a sud di Milano, la stazione di Rogoredo, anch’essa interessata dai progetti di Centostazioni, vede invece un numero di bar ridotto all’osso. All’ingresso principale è posto un Bricco Caffè, che presenta un listino in linea con gli altri punti della stessa catena, a Lambrate e a Porta Garibaldi, con l’eccezione della caffetteria, dove si colloca in posizione intermedia tra gli importi delle altre stazioni. A Rogoredo Fs non ci sono altri bar, se si eccettua un fornito distributore automatico che offre a prezzi decisamente più bassi bibite, birra, gomme da masticare oltre che, naturalmente, i caffè della macchinetta. Per trovare un altro locale bisogna uscire di un centinaio di metri dalla stazione o scendere in metropolitana, dove un chiosco discreta-
A Cadorna l’offerta si moltiplica Riqualificata nel 2000 sotto la direzione dell’architetto Gae Aulenti, la stazione Cadorna è quella che presenta il maggior numero di punti vendita, che servono un traffico di 40 milioni di passaggi all’anno, costituiti da pendolari provenienti dalle province a nord del capoluogo lombardo, a bordo delle Ferrovie Nord Milano. Si tratta di un terzo dei passaggi della Centrale e 15 milioni in più di quelli di Porta Garibaldi. Nella sola stazione si contano sette punti tra bar e panetterie, due dei quali sono stati aperti negli ultimi anni (Cucina Express e Bontà al volo), a cui si aggiungono altri tre esercizi sotto i portici prospicienti la stazione, quattro nel perimetro della piazza e un caffè Autogrill nella metropolitana. I sette punti interni alla stazione si caratterizzano per una forte omogeneità dei prezzi della caffetteria, con tariffe che sono nella media, o tutt’al più nella fascia alta in linea con quelle delle altre stazioni. La concorrenza è vivacizzata, per quanto riguarda i panini, dalla presenza di un Burger King, che, grazie all’ampia gamma di prodotti, figura avere sia l’offerta più economica (1,50 euro per un hamburger) sia quella più cara (4,40 euro per un Double Whopper Cheese). Spizzico di Autogrill offre il prezzo più conveniente per la pizza, servita a 1,90 euro nella frazione di un ottavo. L’Express Caffè, posto lungo il primo binario, dedicato ai treni per Malpensa, e il chiosco
mente fornito ha dei prezzi leggermente inferiori su panini, toast e tranci di pizza.
Porta Genova, aria di dismissione Nella zona centro-sud di Milano, nei pressi dei Navigli, la più antica stazione della città ancora in uso, quella di Porta Genova, è destinata alla dismissione nei prossimi anni. La sua area sarà edificata. Questa circostanza si riflette su alcuni aspetti di servizio: sono chiusi i bagni, per evitare atti di vandalismo, e al suo interno sono presenti solo una caffetteria, dall’aspetto decisamente vetusto, un tabaccaio e un phone center. La caffetteria presenta, probabilmente per la sua “solitudine”, dei prezzi mediamente elevati, in nove casi i più alti registrati nelle stazioni milanesi. Particolarmente fuori riga appaiono i prezzi del panino (2,80 euro il meno caro), del trancio di pizza (3 euro) e della bibita energetica (3 euro). I dintorni della stazione sono però affollati di bar e locali, sia sulla piazza antistante, sia nelle vie circostanti. La caffetteria all’interno di Porta Genova Fs sembra quindi destinata a chi cerca un boccone un attimo prima di partire e non si accontenta di quello che offre il distributore automatico.
Come anticipato, il capoluogo meneghino presenta un'offerta a macchia di leopardo, e ciò vale per quanto riguarda i prezzi, la qualità dei prodotti, il servizio erogato e la presenza o meno di catene. La situazione in generale non pare esaltante, ancora troppo spesso affidata a operatori poco qualificati per le location travel o troppo poco stimolati di posizioni di monopolio de facto. Dal punto di vista della concorrenza, infatti, per il canale delle stazioni sarebbe auspicabile una maggiore apertura al mercato e l'affidamento dei servizi di ristoro a operatori specializzati nel travel, senza rinunciare al valore aggiunto di alcune ottime insegne private. Anche alla luce di quanto raccontato da questo Osservatorio, sarà estremamente importante che l'offerta food della nuova Centrale di Milano rappresenti una svolta positiva. La valuteremo e ve ne daremo conto. Fa brizio Pa tti
retail&food - dicembre 2009 19
Star Trek retail l 14 dicembre 2007 la FA (Federazione calcistica inglese), annuncia l’ingaggio di Fabio Capello come nuovo commissario tecnico della nazionale inglese. Gli orgogliosi abitanti d'Oltremanica, che vantano di essere gli inventori dello sport più popolare al mondo, si affidano a un allenatore italiano per provare a vincere la coppa del mondo in Sudafrica, dopo quarant'anni dalla loro unica vittoria. Marzo 2009, apre a due passi da Piccadilly Circus, nel centro di
abbordabili e alla buona qualità, che lo rendono altamente competitivo nei confronti dei vati della moda inglese. L’intenzione, infatti, sembra proprio quella di competere con marchi come Hackett, utilizzando la leva del prezzo (più basso di quasi il 40%) e di affascinare gli abitanti della City con uno stile italiano moderno, ma non “modaiolo” e molto attento ai classici. Un ritorno alle origini per un marchio, che fu tra i primi a impor-
Destinazione
BOGGI
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Londra, un nuovo punto vendita Boggi, lo storico brand milanese di abbigliamento, con 400 mq di superficie, due livelli e ben otto vetrine. A giugno, poche settimane dopo l’etichetta meneghina raddoppia al 28 di Sloane Square, nell’esclusivo quartiere di Chelsea: 340 mq con un concept tutto made in Italy in cui la fanno da padrone l’eleganza e la funzionalità di una struttura fatta di banconi bassi per potere sia ammirare la collezione in tutte le sue linee, sia toccare con mano la qualità dei tessuti e delle rifiniture dei capi esposti. Così adesso anche i sudditi di Sua Maestà potranno apprezzare i fiori all’occhiello della maison, che da anni veste la business community milanese: passione sartoriale, cura del rapporto con il cliente e soprattutto ottimo rapporto qualità-prezzo. Come dopo l’esclusione dagli europei di calcio gli inglesi si affidano a un allenatore italiano per risollevare le sorti della loro gloriosa nazionale, in barba alla storica rivalità tra i due paesi, così anche nell’abbigliamento, in tempi di crisi, i londinesi sembrano subire il fascino del marchio italiano grazie alle buone maniere dei commessi, ma soprattutto grazie ai prezzi
tare in Italia il famoso “taglio all’inglese”, tanto in voga a cavallo tra gli anni trenta e gli anni quaranta, ottant'anni esatti dopo l’apertura del primo negozio Boggi in Italia, a Salerno.
E’ Milano, però, a rendere famoso il marchio. Nel 1964 Paolo BogGRUPPO BBB srl (2008) in pillole tab. 1 gi lascia il Sud e trasferisce la sua Primo negozio Boggi 1939 a Salerno. Data di nascita Trasferimento a Milano nel 1964. sede aziendale Proprietà Fratelli Zaccardi direttamente e attraverso Tristars spa nella capitale inSede Monza dustriale italiana Menagement Carlo Zaccardi, CEO; Claudio Zaccardi Presidente; Roberto Zaccardi, Responsabile logistico, Fabrizio Fassino, e in breve conGeneral Manager quista il capoluoSettori di Business Retail abbigliamento go lombardo con Insegne del Gruppo Boggi, Brian&Barry, DoubleB Ricavi € 70 milioni una catena di Utile di Gruppo € 284.649 negozi di abbi3,80% MOL/Ricavi gliamento classiROI 0,40% Rapporto indebitamento 94,60% co e di qualità a Fonte aziendale prezzi ragionevoli, che hanno incontrato il fazer blu, le camicie Oxford, i pantavore dei pratici e parsimoniosi era sarto a Monza), proprietaria di loni grigi e gli abiti sartoriali. milanesi. Nel negozio Boggi i proBrian&Barry, catena di negozi Poi nei ruggenti anni ottanta fessionisti e gli esponenti della cremultimarca di stile anglo-americadegli yuppie si amplia la rete dei scente middle class lombarda posno, nata nel 1986, ampliata negli negozi al livello nazionale per arrisono trovare tessuti inglesi, lane anni successivi con le nuove insevare all’inizio di questo decennio scozzesi, lino, seta, il Madras, il gne DoubleB e con l’apertura di quando il brand “Boggi Milano” cachemire, ma anche accessori per negozi per la donna. incrocia la strada degli Zaccardi, il lavoro e tempo libero insieme ai Ed è subito amore: nel febbraio famiglia brianzola (il nonno Pietro classici del guardaroba come i bla2003 i tre fratelli Zaccardi sono
alla testa di una cordata che acquista la catena di store Boggi. Il Gruppo così viene ad essere composto dal brand Boggi Milano e Brian&Barry Milano. Da una parte la storica catena di negozi monomarca meneghine, uno di primi retailer dell'abbigliamento uomo in Italia, dall'altra una realtà luxury del mondo multibrand. Il comune denominatore è un insieme di tradizione e di modernità dove la storia e l'esperienza del settore sembrano solide basi per una strategia di crescita. Nasce così il Gruppo BBB srl, proprietario dei due marchi, controllato dai fratelli Zaccardi (in piccola quota direttamente e indirettamente per il 67% attraverso Tristars, legata comunque alla retail&food - dicembre 2009 21
Pareri unanimi sul buon esito della manifestazione milanese
FORMULA FRANCHISING: APERTURE AVANTI TUTTA Progetti per aprire o per alimentare iniziative con una formula collaudata. La mission della fiera Franching&Trade ha coinvolto positivamente espositori e visitatori, fiduciosi di superare la crisi proprio in questo modo.
S
e qualcuno si aspettava una fiera poco vivace a causa degli spazi ridotti e complessivamente per l’effetto della crisi ha avuto torto. Voglia di ripartire, ottimismo e talvolta spirito di intraprendenza sono stati i driver che hanno animato e dato una sferzata alla 24° edizione di Franchising&Trade. A dimostrarlo non sono solo i numeri, ben 12.000 presenze di visitatori qualificati (+12% rispetto al 2008) e oltre 2.500 operatori professionali che da Host e Wellness Spa & Beauty (che si sono svolte in concomitanza a Fieramilano) hanno potuto accedere alla manifestazione, ma soprattutto il feedback dei franchisor emerso a ogni intervista che abbiamo realizzato per l’articolo di resoconto fiera di R&F. Il franchising si conferma, quindi, una formula molto duttile e reattiva, capace di restare in segno positivo (se pur di poco) in un periodo negativo per l’intera economia, e pronta a cogliere con slancio i primi segnali positivi. Chissà che non siano proprio le numerose aperture di negozi da parte di affiliati a fungere da motore per la ripresa dei brand. Di ottimismo per il futuro grazie anche al buon esito dell’iniziativa ne ha parlato Italo Bussoli, segretario generale di Assofranching, mentre di
merciali, le stazioni e le aree di sosta autostradale. L’investimento necessario varia da 20mila ai 45mila euro.
Luca Monti, direttore commerciale di The Jackpot Club, Optima Srl L’obiettivo è aprire sale da gioco sotto forma di mini casinò. Inoltre possiamo allestire una parte di intrattenimento con bar e sala d‘attesa che poi diamo in gestione. Complessivamente stiamo aprendo una cinquantina di punti in tutto il territorio nazionale tramite imprenditori privati. Sono spazi con diverse metrature, da un minimo di 100 mq fino a 250/300 mq. L’angolo della ristorazione va da quattro metri lineari di bancone a un massimo di otto metri. Oltre agli hotel, i nostri obiettivi di ingresso riguardano i centri com-
l’Opinione - di Pierpaolo Palmieri
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b&f News
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Cosa occore sapere per... - di Giulia Comparini
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News dal mondo
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L'indice di retail&food
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Convegno - Outlet, il bello deve ancora venire
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Resoconto Travel - Travel retail, oltre i non-luoghi (comuni)
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Osservatorio Prezzi- Milano, stazioni a tante facce
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Star Trek retail - Destinazione Boggi
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Prima pietra - Laurentino: un gigante alla conquista di Roma
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Taglio nastro - Città Sant’Angelo, lo shopping democratico
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Analisi mercato - Il vending si mette in piazza
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Fiera Franchising&Trade - Formula franchising: aperture avanti tutta
32
Novità mercato - RFID: la migliore delle etichette possibili
36
Dossier aeroporti - Linate tutta un’altra storia
38
A chiare lettere - Fiere italiane: tra crisi e querelle
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International - Dubai non si ferma e vuole raddoppiare
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Aeroporti - I magnifici Hub: 5 miliardi per Malpensa e Fiumicino
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Duty Free a Cannes - Al TFWA è l’anno delle matricole
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Milano Centrale - Grandi Stazioni, 2010 l’anno della verità
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Stazionario
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Ferry Porti
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Succede a NordEst - di Eleonora Vallin
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Le difficoltà della maison veneta - Stefanel, cronaca di un rilancio annunciato
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La foto - Travel hotel
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Last but non least - Autostrade, o care
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Dal sole di Salerno alla nebbia padana
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Conclusioni
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I
News primae noctis - Stampa indipendente, ma un po’ confusa
soluzioni utili ai franchisor per far funzionare le loro proposte si è espresso Francesco Montuolo, vice presidente Confimprese. «Noi contiamo circa 240 iscritti, che rappresentano circa il 70% del fatturato complessivo del settore e del numero di affiliati che fanno parte di reti in franchising – ha spiegato Italo Bussoli – presso la fiera i nostri soci sono circa 45, un terzo degli espositori, ai quali mettiamo a disposizione il servizio dei nostri consulenti. Osservando l’andamento della rassegna, riscontriamo che è passato con successo il concetto del mettersi in proprio e notiamo che c’è maggiore flusso di visitatori rispetto ad altri anni. Inoltre è percepibile la presenza di manager che si ripropongono sul mercato, per cui cresce la qualità di domanda di franchising. Al contrario, per quanto riguarda l’offerta, credo che l’anno prossimo non vedremo una metà degli attuali espositori perché presentano proposte difficilmente realizzabili». La sostenibilità economica, sociale e ambientale sono state le tematiche centrali esposte da Francesco Montuolo, relatore presso il convegno “Il Franchising in Italia. Modelli di business sostenibili per network di successo”, organizzato da Confimprese e tenutosi durante la rassegna. Secondo la ricerca condotta dall’ente, la sostenibilità economica si raggiunge attraverso la creazione di valore per l’impresa, per i franchisee e per i clienti, e l’utilizzo efficace delle risorse. Quella sociale si ottiene attraverso la qualità della relazione con i franchisee e gli altri stakeholder, la buona cittadinanza d’impresa e l’integrazione con il territorio. Quella ambientale, infine, è il risultato di una gestione efficiente ed efficace delle risorse, della diminuzione delle emissioni inquinanti e della riduzione degli impatti sull’ambiente. A .P . termini di aperture perché i nostri affiliati sono prevalentemente master franchisee, per cui non hanno problemi ad aprire numerosi punti vendita se questi vanno bene. Attualmente i negozi in Italia sono 250, di cui il 60% nei centri commerciali e il 40% in location urbane. Siamo presenti anche a Fiumicino e a Termini. Juan Olave, general manager Italia di Burger King Il nostro obiettivo è di trovare imprenditori che abbiano il potenziale per aprire un alto numero di ristoranti. Per ognuno occorrono dai 600 ai 700mila euro. Per quanto concerne i vari canali: le stazioni
Stefano Deanesi, direttore franchising Blue Spirit L’azienda è nata con negozi in franchising, poi si è sviluppata con shop gestiti direttamente e ora vuole continuare a espandersi in franchising. Questo perché abbiamo visto che tale business ha un ritorno per i franchisee molto importante e con un punto di pareggio abbastanza basso nonostante sia una gioielleria. Non abbiamo un obiettivo preciso in
molti altri in questi giorni. Nel franchising operiamo con due marchi: Mondadori ed Edicolè. Il primo si impegna su 150-200 mq mentre il secondo su superfici un po’ più piccole in cui si abbina l’edicola a una selezione limitata di volumi. I punti vendita sono diffusi sia nei centri cittadini che negli shopping center. In questo momento abbiamo circa una decina di librerie nelle medie stazioni ferroviarie. Il nostro piano di sviluppo prevede di aprire circa 50 negozi all’anno in Italia.
e gli aeroporti vanno bene ma non è facile entrarvi, i centri commerciali ci interessano ma non tutti funzionano poiché costano molto e la maggioranza chiude la domenica. Senza domenica il nostro fatturato cala del 15%. L’anno fiscale scorso abbiamo aperto 16 locali e per quest’anno puntiamo allo stesso numero. Abbiamo in programma di inaugurare i ristoranti attaccati ai distributori di benzina: uno sarà presso il centro commerciale Euroma2 vicino a un erogatore della Erg e avrà un’immagine nuova a livello mondiale. Denise Ciccardi, comunicazione e marketing di Sosushi Italia L’allestimento dell’Ape Classica è la novità che ci interessa mostrare maggiormente. Sosushi nasce nel 2006, conta 20 punti vendita in Italia e si contraddistingue perché i suoi cuochi sono tutti giapponesi e il prodotto è artigianale. Chi si volesse associare può scegliere tra varie possibilità: il Sosushi Lab, che è il più semplice e versatile; il Sosushi Bar, che presenta una formula appena più complessa con servizio al tavolo. Il chiosco e il corner anch’essi molto versatili. Esiste poi il Sosushi Restaurant che
è il più complesso perché l’offerta è ampia dal punto di vista del menu. Siamo stati accreditati come fornitori di Grandi Stazioni per cui l’idea è di aprire a Torino, Milano, Firenze e Napoli. Per quanto riguarda i centri commerciali saremo a Bologna. L’obiettivo legato al 2010 è di inaugurare 10 store. Renato Rodenghi, presidente di Mondadori Franchising Mondadori ha una serie di società che si occupano di portare al cliente finale il libro, tra cui una che organizza i negozi in franchising. Attualmente contiamo circa 500 punti vendita e ne stiamo aprendo
Ferdinando Pinto, amministratore delegato di Yamamay (relatore convegno Confimprese) Yamamay è una rete di 560 negozi , 500 in Italia e 60 all’estero in 18 paesi. Il nostro obiettivo è continuare a crescere in due direttrici: la prima è la maggiore presenza in Italia attraverso l’apertura di punti vendita diretti di primaria importanza e la copertura anche attraverso il franchising di zone dove non siamo ancora rappresentati, la seconda è di consolidare il nostro marchio in alcuni mercati esteri e in primo luogo in Grecia e Spagna. Guardiamo molto ai centri cittadini, con negozi monomarca in posi-
zione di particolare pregio, e abbiamo rapporti interessanti sia con Rinascente che con Coin nei quali operiamo con corner monomarca. Abbiamo alcune presenze sia a Roma che a Milano Centrale, in particolare su Milano Centrale siamo in fase di prossima apertura e a Roma stazione abbiamo uno shop operativo da circa un anno. Tra gli altri siamo presenti negli aeroporti di Linate, Malpensa 1 e 2, Torino e Napoli. Per il 2010 abbiamo l’obiettivo di 50 nuove aperture, mi auguro che almeno la metà sia all’estero. Mario Pierro, responsabile franchising di Camomilla Italia In fiera arriviamo per il secondo anno con uno stand tre volte più grande di quello del 2008. Per la prima volta esponiamo tutto il nostro prodotto in modo tale da far comprendere realmente alle persone che si vogliono affiliare che cosa è Camomilla Italia e cosa fa. L’obiettivo è di confermare quello che si è fatto alla rassegna dell’anno scorso, dalla quale abbiamo ereditato quattro negozi, e di aprirne il 20% in più. Il target di Camomilla Italia è di arrivare a 200 aperture monomarca nel nostro Paese dalle attuali 160-165.
Negli ultimi 12 mesi abbiamo inaugurato 10 shop e cinque nuove aperture sono previste per la prossima primavera. Amatruda Fortunato, amministratore delegato di Luna Express Srl La fiera sta andando bene anche se è il primo anno che siamo qua e quindi non possiamo fare confronti. Noi presentiamo corner pizza, con produzione e vendita in nove metri quadri. Il nostro target è costituito principalmente dai centri commerciali, ma anche da aeroporti, stazioni ferroviarie e multisale, oppure da soluzioni shop in shop in negozi che vanno
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Dossier aeroporti
LINATE
«
M
iglioramento costante del prodotto». Sono queste le parole d’ordine pronunciate da Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, durante la presentazione dei risultati commerciali non aviation della società, riguardo all'aeroporto milanese di Linate. Nel 2009 il city airport meneghino ha visto calare il numero dei propri passeggeri ma quando
tornerà il sereno Linate, che rimane il terzo aeroporto italiano per passeggeri, avrà qualche arma in più con cui combattere. «Abbiamo posto in essere decine di cantieri, alcuni implementati, altri in fase di realizzazione», ha spiegato Bonomi. Opere che a Linate comprenderanno nuovi parcheggi, un restyling interno e della facciata, nuove sale relax ma, soprattutto, una revisione
strutturale degli spazi commerciali. Una scelta non casuale, visto che, come emerge dal bilancio 2008 di Sea, i ricavi non aeronautici sono stati pari al 45,0% del totale, con un incremento dell’1,3% rispetto all’anno precedente. Come consuetudine, abbiamo voluto verificare di persona l'offerta commerciale retail food e ristorazione e lo abbiamo fatto in
compagnia di Serafino Perego, direttore commerciale Non Aviation di Sea Aeroporti di Milano Spa, e con Leonardo Pedersoli, responsabile marketing presso la stessa direzione.
Due anni di lavori Da poco si è infatti conclusa la ristrutturazione degli spazi commerciali per un totale di 6.500 metri quadrati. L’area del duty
free è stata rimodulata secondo una logica walk through che impone ai viaggiatori in partenza di attraversare lo store, come sta avvenendo in altri scali italiani e nel mondo. Le aree ristorazione si sono arricchite di nuovi marchi, tra i quali spiccano un caffè Motta, logo storico milanese ora gestito da Autogrill, un punto Espressamente Illy e un McDonald’s, entrambi a gestione
tutta un’altra storia
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Nel nuovo calendario di aperture tante opportunità per i retailer
GRANDI STAZIONI, 2010 l'anno della verità La società che gestisce i tredici maggiori terminal ferroviari italiani ha fissato il timing “definitivo” per la realizzazione, entro il 2013, dei lavori di ristrutturazione e ammodernamento di tutti gli asset. L’investimento complessivo sarà di 900 milioni di euro. Dopo i ritardi e le inaugurazioni “fantasma”, sarà la volta buona? Vogliamo crederlo.
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hi sperava che almeno per Natale le vetrine della Stazione Centrale di Milano ospitassero abiti, accessori o accoglienti locali per la ristorazione rimarrà deluso. Con una percentuale di aperture del 29% stimata per la fine di dicembre, si può affermare che troppo poco è stato realizzato nell’ultimo anno e il ritardo accumulato è forte. A fron-
te di tanti spazi commerciali ancora da consegnare, come abbiamo testimoniato a partire dal servizio fotografico pubblicato su retail&food nel numero di marzo, Stefano Mereu, Sales and advertising director di Grandi Stazioni (vedi intervista), si è assunto la responsabilità di ridefinire il timing delle aperture, non solo del terminal lombardo ma anche di Torino
FOCUS SUL PIANO APERTURE La terrazza del nuovo Autogrill
Milano Centrale: mix di qualità in tempi definiti «Ci aspettiamo da Cremonini e Autogrill dei progetti di qualità assoluta, adatti alla location che è di primaria importanza». Proprio sulla qualità dei concept, oltre che dell’offerta, punta Stefano Mereu, sales and advertising director di Grandi Stazioni, per completare l’offerta commerciale di Milano Centrale. Questa non sarà improntata solo sulla ristorazione, ovviamente, che vanterà una decina di locali e la terrazza rialzata sul lato binari, ma su un ampio mix di servizi e di esercizi retail paragonabili a quelli inseriti in un centro commerciale di medie dimensioni. Sempre in termini di offerta, un plus importante potrebbe diventare la proposta di marchi dell’alta moda, con i quali la società che gestisce lo scalo milanese ha già raggiunto accordi sul fronte della comunicazione e sta trattando per siglarne anche sul retail. Per stilare un calendario delle aperture il più chiaro e completo possibile abbiamo intervistato proprio Stefano Mereu di Grandi Stazioni, con il quale abbiamo visitato la parte dei cantieri e le varie gallerie del terminal meneghino. I livelli all’interno della stazione sono cinque. Quali saranno i primi a essere interamente presidiati da negozi? Entro marzo sarà completata l’area di fronte alla nuova biglietteria, quella al piano intermedio e quella interrata. Qui speriamo che sia data una maggiore incisività ai lavori per ultimare i due varchi della metropolitana, in modo da rendere quel cantiere compatibile con i tempi di realizzazione della stazione. Per ora l’accesso è garantito dal varco centrale. Per quanto riguarda l’area superiore, in cui sarà inserita la ristorazione, prevediamo tempi più lunghi a causa dei lavori di adeguamento dei locali e dei permessi. Per cui contiamo di ultimarla entro maggio/giugno 2010. Come si articoleranno le aperture in questi livelli? Per il piano terra di fronte alla biglietteria abbiamo previsto per dicembre l’apertura di Tim e di Motivi, entro marzo 2010 le aspettative sono di inaugurare un punto vendita Imaginarium, Calzedonia, un negozio di abbigliamento, mentre Yamamay è già aperto. Sul fronte del vecchio atrio biglietteria hanno già aperto Carpisa, Isi, Brooks Brothers, Sisley, entro dicembre aprirà Boggi e l’edicola mentre per marzo sarà inaugurata l’attività di ristorazione portata avanti da Retail Group. Sui due lati hanno aperto contemporaneamente sia Guru che Mauro Giuli. Ci sarà anche il locale di Autogrill, mentre Spizzico verrà realizzato di fianco al negozio di Sisley. Nell’area interrata saranno ubicate cinque attività molto estese, di circa 470 mq ognuna, che rappresenteranno delle ancore molto importanti. Sarà realizzato il supermercato e il negozio di Nike più un blocco centrale che conterà tre grandi superfici. Tra queste si annovera una profumeria e lo store di
Benetton che si estende su tre livelli per cui arriva al piano terra e a quello superiore. Complessivamente le location più estese saranno quelle della libreria Feltrinelli, che supererà i 2.000 mq, dell’area dedicata alla salute con circa 1300 mq, e del ristorante Autogrill che sarà disposto su più piani. Saranno presenti dei brand di alta moda? Per ora abbiamo fatto un accordo pluriennale con Giorgio Armani a cui abbiamo concesso la domination dell’area biglietteria e abbiamo un contratto multi-periodo con Dolce & Gabbana per quanto riguarda l’area di ingresso della stazione. Quindi il connubio tra Milano e la moda è avvenuto anche in stazione, per ora in termini di comunicazione ma stiamo tentando di spostarci sul retail. Alla fiera del Tax Free di Cannes, che è un ambito tipicamente aeroportuale, siamo andati a veicolare questo nuovo progetto che ha riscontrato un ritorno importante.
Milano Centrale Trimestre di apertura 31/12/09 31/03/10 30/06/10
% Cumulata aperture 29% 72% 100%
Torino Porta Nuova Trimestre di apertura 31/12/09 31/03/10 30/06/10
% Cumulata Aperture 24% 57% 100%
il cartello di “lavori in corso” dovrebbe lasciare spazio a strutture più sicure, percorsi più efficienti e Napoli Centrale un’offerta di Trimestre di aperture % Cumulata Aperture 12% 31/12/09 servizi e di 57% 31/03/10 spazi commer30/06/10 63% ciali al passo 30/09/10 100% con le nuove esigenze della mobilità nell’era dell’Alta Velocità. Porta Nuova e di Napoli Centrale, Il calendario è serrato e prevede e di stilare un calendario degli che entro giugno del prossimo interventi che riguarderanno tutto anno le gallerie commerciali di il circuito. Milano Centrale e di Torino Porta Serviranno quattro anni per Nuova vadano completamente a modernizzare le tredici maggiori regime, mentre per quella di stazioni italiane, ma entro il 2013
A che punto è arrivata l’opera di commercializzazione? Attualmente mancano da destinare una decina di spazi. Come sarà favorita la visibilità dei negozi? Poiché l’area è suddivisa in cinque livelli e la stazione presenta una complessità rilevante di flussi, abbiamo ritenuto che i passeggeri abbiano bisogno di orientamento non solo verso l’infrastruttura ma anche verso l’offerta commerciale. Stiamo investendo per la realizzazione di directory e totem, e per la vestizione di aree di infrastrutture da dedicare esclusivamente alle indicazioni commerciali.
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Napoli Centrale ci sarà da attendere sino al 30 settembre. Nel 2011 si concentra un secondo gruppo di interventi poiché sono previste le inaugurazioni di ben cinque stazioni: Genova Principe, Genova Brignole, Venezia Santa Lucia, Venezia Mestre e Bari Centrale. Nel 2012 sarà la volta di Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella (di cui sono appena stati presentati i lavori) e Palermo Centrale, mentre entro il 2013 dovrebbe essere completata la fase II di Roma Termini. Quantificando la portata dei lavori e il numero di utenti che andranno a interessare, l’investimento complessivo di Grandi Stazioni è stimato in 900 milioni di euro, da distribuirsi sul network Italia che conta conta 1,5 milioni di metri quadrati di asset immobiliari, 469mila di asset commerciali e circa 700 milioni di passeggeri/visitatori ogni anno.
Come cambiano le gallerie commerciali Per raggiungere il risultato di trasformare la stazioni in “agorà cittadina”, in primis è necessario abbattere il luogo comune di terminal ferroviario come posto insicuro e degradato (che bene si adatta a numerose infrastrutture nazionali) e in secondo luogo è fondamentale inserire, negli spazi ricavati dalle ristrutturazioni, delle attività commerciali con grande
capacità attrattiva e complementari tra di loro. Una vera e propria opera di commercializzazione dei brand di pari o addirittura di maggiore complessità rispetto a quella che si effettua per i tradizionali centri commerciali. Da considerarsi come progetto pilota e diventato ormai un esempio virtuoso, perché ha saputo sfruttare la sinergia tra l’ampio mix di negozi e le nuove potenzialità offerte dall’Alta Velocità, è Roma Termini. Dati alla mano, infatti, nello scalo capitolino gli spazi commerciali prima dei lavori si estendevano su 4.700 mq. Ora si sviluppano su 30mila mq, il numero di contatti all’anno tocca quota 150 milioni, la spesa media (calcolata sui passeggeri) è di 2,6 euro, il fatturato retail ammonta a circa 8.800 euro al metro quadrato e quello food a circa 5.500 euro/mq. Indicativo è anche il tempo di permanenza, che si attesta su 21,3 minuti a persona. In questa scia si colloca Milano Centrale, che da 14.000 mq di area commerciale pre-riqualifica passa a 26.000 mq, mentre in tutto il circuito italiano si calcola che la superficie commerciale retail salirà da 516mila mq del 2008, a 539mila mq di quest’anno, sino a 1,356 milioni del 2013 (+163%), con un’ipotesi di fatturato generato da attività retail e food&beverage per il 2013 di un miliardo di euro (+317% rispetto al 2008). A. P. retail&food - dicembre 2009 55
ANNO 4 • NUMERO 12 • DICEMBRE 2009 • € 3,00
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retail&food
VOGLIAMO DIVENTARE UN PAESE MODERNO? Avanti ma indietro. Qual'è la direzione giusta? Il nostro Paese è in deficit di infrastrutture, superata la crisi si preannuncia una saturazione di aeroporti, autostrade e ferrovie. Occorre investire, prepararsi a una nuova mobilitàe dare spazio a offerte di retail e ristorazione moderne, quelle raccontate da retail&food.
Nuove stazioni, aeroporti, autostrade: 2010 ANNO DELLA VERITÀ
Vogliamo diventare
UN PAESE MODERNO?
Umberto Rotundo
In primo piano
LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI
Inchiesta esclusiva • Grandi Stazioni
Dossier aeroporti Milano Linate
• Reportage Fiere Franchising
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r&f News EURONICS AMPLIA LA RETE E IL GIRO D’AFFARI
Esteso su una superficie di circa 900 metri quadrati, il nuovo store di Euronics ha aperto lo scorso 29 ottobre a Nettuno (Lt) presso il centro commerciale Le Vele. Intanto il player di elettronica di consumo può gioire per un altro dato importante: la crescita di fatturato anche nel 2009. Tra i punti di forza del brand risalta la strategia di delocalizzazione, la grande attenzione rivolta al cliente, gli investimenti pubblicitari e sulle nuove strutture di vendita.
AREA MONTECATINI, DA EX FABBRICA A PARCO COMMERCIALE
Grazie al know how maturato nel settore immobiliare e sul territorio, il Gruppo Franza attraverso il Consorzio Gf Real Estate si appresta a realizzare il “Parco Commerciale Integrato” a Milazzo (Me). In base al progetto, nell’area della ex Montecatini sarà realizzata un’operazione di restauro conservativo che permetterà di edificare diverse strutture commerciali e di servizio. L’opera di recupero sarà condotta interamente dal Consorzio che costruirà uffici direzionali, un museo, un cinema multisala e un’area ristorazione.
MYCHEF porta EATALY in autostrada
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’area di servizio Crocetta Nord, sull’A21, non lontano da Asti, è stato il palcoscenico del debutto di Eataly nel mondo del retail autostradale. Il 19 novembre è stato infatti inaugurato uno spazio dedicato alla società specializzata nel commercio di prodotti alimentari di qualità e certificati, all’interno dell’area di sosta di My Chef. «L’iniziativa – spiega l’amministrato- Francesco Farinetti re delegato di Eataly, Francesco Farinetti, figlio del fondatore Oscar – è nata perché mio padre un anno fa aveva rilasciato un’intervista nella quale diceva di sognare un’area di servizio del gusto. Immaginava un’oasi del gusto per il viaggiatore, con un’offerta di qualità a prezzi sostenibili. Subito dopo quell’intervista è stato contattato da My Chef e nel giro di pochi mesi si è arrivati al progetto di
Genova, privatizzazione in vista per il Colombo
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ggi l’aeroporto Cristoforo Colombo di Genova è al ventesimo posto per numero di viaggiatori in Italia. Per garantirne il rilancio il presidente dell’autorità portuale del capoluogo ligure, Luigi Merlo, ha annunciato che probabilmente entro
A GALLIATE TUTTO PRONTO PER IL TAGLIO NASTRO
Un centro commerciale a misura di comunità. Così si presenta il nuovo shopping center che dovrebbe essere inaugurato all’inizio di dicembre a Galliate, in provincia di Novara. La struttura disporrà di una superficie coperta di 19.500 metri quadrati, una galleria commerciale di circa 35 negozi e un ipermercato da 5.000 metri quadrati. La permanenza dei visitatori sarà favorita da un parcheggio di 1.000 posti auto.
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Crocetta». L’iniziativa è in perfetta coerenza con la strategia MyChef: «Tendiamo costantemente ad una qualità del prodotto sempre maggiore e ricerchiamo continuamente la differenza. La partnership con Eataly, che parte con l’esperimento di Crocetta, è una delle dimostrazioni di questa impostazione», conferma Leopoldo Resta, Direttore Commerciale di MyChef. Nel primo periodo si venderanno solamente dei prodotti confezionati, scelti tra quelli più venduti nelle boutique Eataly, ma passato il semestre iniziale, continua Farinetti, «questi prodotti potrebbero essere utilizzati nella ristorazione di My Chef». •
febbraio 2010 sarà bandita la gara per la privatizzazione. Della partita potrebbero essere la Camera di Commercio di Genova, ma anche gruppi privati come Msc Crociere. A gravare sullo scalo, attualmente, sono anche le infrastrutture insufficienti sul piano dei parcheggi di interscambio, delle linee veloci di treno e bus e dei collegamenti con la città a costi contenuti. Sarebbero state queste mancanze a indurre la compagnia Ryanair a non scegliere Genova come base per i propri voli (ma al momento di andare in stampa la compagnia irlandese non aveva ancora preso una decisione definitiva). L’aeroporto, comunque, sta provando a potenziare la propria offerta di voli verso l’estero anche attraverso dei contatti con la compagnia charter-low cost tedesca AirBerlin, che garantirebbe un ampio flusso di turisti dalla Germania. All’interno del Colombo, intanto, si registra l’apertura, alla metà dello scorso ottobre, del punto vendita “Marina Militare”, marchio che propone capi da uomo e donna nelle due linee “Marina Militare” e “Aviazione navale”. •
La Romanina torna con più di cento negozi
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artedì 15 dicembre è prevista l’inaugurazione del centro commerciale La Romanina, nella capitale italiana a ridosso del Gra, completamente rinnovato dopo una profonda operazione di restyling e ampliamento iniziata nel febbraio scorso. Il secondo shopping center di Roma, dopo Cinecittà, si presenta con un nuovo look negli arredi, nella facciata e nel logo. La galleria commerciale, su tre livelli, contiene cento negozi, di cui quattro medie superfici e nove attività di ristorazione, e un ipermercato Carrefour.
r&f News AUTOGRILL, GIÙ I RICAVI MA PROFITTI IN RIALZO
Nel terzo trimestre dell’anno il gruppo Autogrill ha conseguito un risultato netto in crescita, pari a 78,2 milioni rispetto ai 78 dello stesso periodo dell’anno passato. Gli analisti si aspettavano profitti inferiori, per 75 milioni. Nello stesso trimestre i ricavi hanno registrato una contrazione del 5,1%, passando da 1.694 a 1.607,5 milioni. Nei primi nove mesi dell’anno il fatturato del gruppo è comunque aumentato dello 0,6% rispetto a gennaio-settembre del 2008, principalmente per effetto del consolidamento integrale di Aldeasa e dell’acquisizione di World Duty Free Europe.
ORIOCENTER DA RECORD: 63MILA PRESENZE IN UN GIORNO
Domenica 8 novembre per Oriocenter, il più grande centro commerciale d’Italia, è stato un giorno da ricordare: sono state 63mila le persone che lo hanno visitato, praticamente oltre la metà degli abitanti di Bergamo. Si tratta di un record di presenze che ha superato quello fatto registrare lo scorso 3 gennario, quando allo shopping center posto di fronte all’aeroporto low cost di Orio al Serio affluirono 58.638 visitatori.
IL BEAUTY TURCO PARLA BOLOGNESE
BolognaFiere Group e la sua controllata al 100% SoGeCos spa, curatrice della fiera Cosmoprof Worldwide Bologna, hanno siglato un accordo di partnership strategica con Ipekyolu, l’organizzatore turco del trade show BeautyEurasia. La fiera, che si tiene a Istanbul e conta su circa 350 espositori da 40 paesi, vedrà la prossima edizione dal 17 al19 giugno 2010. L’accordo prevede che SoGeCos curi il marketing internazionale e, insieme con un’altra controllata di BolognaFiere, Fairsystem International Exhibition Services, le vendite internazionali.
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Katané, quarta acquisizione per Igd
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onostante la crisi, Igd mette a segno il quarto “colpo” dell’anno perfezionando l’acquisto dell’intero centro commerciale Katané di Catania, per un importo complessivo di oltre 98 milioni di euro. Dopo aver comprato a inizio ottobre lo shopping center di Faenza, la società di investimento immobiliare ha dimostro la propria capacità operativa portando a 295 milioni di euro l’investimento sul 2009. Il centro è composto da una galleria di 15mila metri con 70 negozi e sei ancore di medio-grande dimensione e da un ipermercato di 8.000 mq. Proprio quest’area è
stata l’ultima tappa nell’iter della transazione, relativamente alla quale Igd è subentrata a Ipercoop Sicilia nel preliminare di acquisto
con la società Iniziative Immobiliare Siciliane. Il nuovo contratto di locazione per l’ipermercato ha una durata di 18 anni. •
A Damasco il caffè Lamborghini
È
stato inaugurato nel Damascus Boulevard Mall, all’interno del Four Season Hotel della capitale siriana, un nuovo Caffè Lounge firmato Tonino Lamborghini. Il punto vendita fa parte del progetto hospitality dell’erede della dinastia industriale bolognese. Per Lamborghini si tratta di un «nuovo ed esaltante progetto, dedicato a una delle più moderne frontiere del mercato del lusso nel Vicino Oriente», che arriva «a solo un anno dal lancio dell’Elettra Residence a Dubai».
Stock option BUY
Coccinelle Un novembre ricco di belle novità per il brand specializzato in accessori, scarpe e borse. Dopo aver inaugurato un punto vendita nella cittadina polacca di Bielsko-Biala, opening anche all'aeroporto di Fiumicino (shop condiviso con Braccialini), a Bucarest nell'hotel Radisson nel mall Times Square di Hong Kong.
NEUTRAL
llly La guerra è dichiarata, il nemico è potente ma non imbattibile. I triestini di Illy vogliono inficiare il primato di Starbucks negli Usa. Tramite la formula degli “Artisti del gusto” Illy punta a diffondere il verbo del caffè di qualità grazie a partnership di ferro. Possibile?
Damiani La celebre maison di gioielleria punta sul travel retail e inaugura un nuovo corner, ispirato al concept firmato da Antonio Citterio, presso l'aeroporto Atatürk di Istanbul, uno dei più importanti scali europei. Nel mondo Damiani attualmente dispone di 56 monomarca.
Gore-tex vs Geox L'americana WL Gore proprietaria del marchio Gore-tex fa causa alla Geox di Polegato per alcuni brevetti “traspiranti” registrati in UK. La corte da ragione alla società italiana, ma la causa si sposta ora in Germania.
Lavazza Il primo gruppo torrefattore italiano, Lavazza, prevede di chiudere il 2009 con risultati allineati alle previsioni, su livelli analoghi a quelli del 2008, quando il fatturato raggiunse la cifra record di 1.122 milioni di euro.
Autogrill Il colosso del travel retail si sposa a Banca IFIS per promuovere il factoring tra i propri fornitori italiani. Autogrill cede il credito, i fornitori incassano a scadenza delle fatture. La finanza nel panino.
SELL
Maria Vittoria Brambilla Ottenuto il Ministero, Maria Vittoria Brambilla, non sembra portare bene al turismo del Belpaese. Secondo il Country Brand Index 2009, l'Italia scivola in sesta posizione, dalla quarta del 2008. Basterà il nuovo portale web da 5 milioni per risalire la china? Difficile. Banda larga Le infrastrutture in Italia non godono di buone salute, si sa. Difficile trovare finanziamenti per gallerie, viadotti, aeroporti. Ora però anche le reti virtuali, quelle telematiche subiscono tagli e ridimensionamenti. Ci toccherà viaggiare sulla diligenza e comunicare col telegrafo? Musei d'Italia Al Moma di New York il visitatore spende in media 18 euro tra libri, caffè e spuntini. Agli Uffizi 4. Non è il conto della serva, ma il resoconto della perdita di opportunità economiche del nostro sistema museale. Parola di Mario Resca, al meeting Confimprese sul turismo culturale.
In Sicilia non si placa la febbre da aeroporto
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Primi passi concreti per lo scalo di Comiso
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ontinuano le notizie di nuovi scali aeroportuali in Sicilia: dopo Comiso ed Enna ora è il turno di Gela e Licata. I due comuni stanno contendendosi un aeroporto di terzo livello che potrebbe consentire l’atterraggio di Atr 42. All’inizio di novembre il presidente dell’Enac Vito Riggio ha informato che la Regione ha stanziato 30 milioni di euro per l’aeroporto, la cui probabile sede è quella di Licata, facendo però notare che esiste già un progetto per Gela. Riggio, dichiarando che uno scalo avrebbe escluso l’altro, ha chiesto alla Regione di decidere. Da Gela, attraverso il capogruppo dell’Udc in consiglio comunale, è allora arrivata la richiesta alla giunta Lombardo di destinare i
30 milioni allo scalo nisseno. Il presidente della Provincia regionale di Agrigento, Eugenio D’Orsi, ha indetto una manifestazione per il 28 novembre in favore dello scalo di Licata e si è detto ottimista di ottenere le autorizzazioni dall’Enac e di confidare «molto nel lavoro, nell’interessamento e nell’intercessione del nostro ministro Alfano». Più a nord, a Palermo, in queste settimane a tenere banco è invece la questione della privatizzazione dello scalo: Comune e Provincia vorrebbero vendere subito, a circa 60 milioni di euro, ma altri parlano di una svendita. Contraria sembra essere soprattutto la Camera di Commercio. •
alla missione inglese alla fiera World Travel Market, ai primi di novembre, l’assessore al turismo della Regione Sicilia ha portato a casa un impegno di Ryanair sull’aeroporto di Comiso. La compagnia irlandese si sarebbe impegnata a istituire un’accademia di volo per simulatori nel comune ragusano invece che a Forlì, dove gli spazi sarebbero ristretti per una scuola del genere. L’assessore ha dichiarato anche di aver strappato a Ryanair l’impegno a operare nello scalo. Non sono invece trapelate notizie sulla partita econo• mica dell’operazione.
Il Mangelo Premium Travel, arriva la guida alla ristorazione da viaggio
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a sei anni esiste Il Mangelo, una guida ai ristoranti delle città scritta non da critici gastronomici ma da persone comuni che hanno voglia di scrivere le loro opinioni. Ora arriva anche il Mangelo Premium Travel, che riunisce circa 40 insegne tra ristoranti, self service e snack bar posizionati in areroporti, ferrovie e autostrade. Sono state privilegiate le aree già coperte da Il Mangelo (Milano,
Roma e da quest’anno Torino e Genova). Sul sito della guida sarà però possibile votare molti più ristoranti in ogni parte d’Italia, con la prospettiva di inserire nelle prossime edizioni i suggerimenti dei viaggiatori di tutte le regioni d’Italia. Per questa prima pubblicazione la selezione dei ristorazione nei luoghi di
viaggio è stata affidata non agli utenti ma alle tre società principali del comparto, Autogrill, My Chef e Chef Express, le quali hanno segnalato la loro offerta top. Il Mangelo Premium Travel è quindi destinato ad ampliarsi nei prossimi anni. Attualmente le due guide principali, quelle di Milano e Roma,
esistenti da sei anni, hanno ciascuna 895 locali recensiti, mentre a Torino e Genova sono 400. La redazione, che ha sede a Milano, interviene solo in un secondo momento per il controllo delle informazioni pratiche essenziali, quali gli indirizzi, i numeri di telefono, il giorno di chiusura. •
Sony presenta due prodotti per il “mini-digital signage”
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no schermo e un riproduttore pensati appositamente per il digital signage sono stati presentati da da Sony Professional. Li caratterizza la (dichiarata) facilità di programmazione e i bassi costi di esercizio. «Per le aziende che vogliono coinvolgere i clienti con immagini, come ad esempio promozioni video all’interno del negozio, il digital signage è la soluzione ideale» ha dichiarato Maxime Clairet, public display product manager della società, che ha insistito sulla semplicità di utilizzo. I nuovi prodotti si rivolgono in particolare alle Pmi, alle quali offrono la possibilità di gestire una soluzione digital signage estesa fino a dieci schermi, aprendo un mondo finora limitato alle imprese di grandi dimensioni. Questa soluzione, tuttavia, è alternativa all’allacciamento a grandi network pubblicitari.
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r&f News IN ITALIA IL PRIMO CIRCUITO ORGANIZZATO DI TEMPORARY STORE
Gruppo Ragosta: accelerano i progetti di Napoli e Bologna
Si chiama Sidecar Temporary Shop Network e si presenta come la prima e unica rete al mondo di negozi temporanei. Sidecar, una realtà milanese nata tre anni fa, propone un circuito di temporary shop che sorgeranno sotto l’egida del proprio marchio, in primo luogo in Italia. I primi passi sono stati l’apertura a Bologna, Firenze e Napoli, ma l’obiettivo è di avere una dozzina di punti vendita nel prossimo triennio e di coprire tutta la Penisola tra cinque anni. Per i primi tre anni il fatturato atteso sarà di due milioni di euro e dovrebbe raggiungere i 4,5 milioni dopo un quinquennio.
DOLCE & GABBANA SU DUE PIANI A SINGAPORE
Anche il marchio Dolce & Gabbana approda con un negozio nello shopping center Ion Orchard di Singapore, specializzato in arte, architettura e lusso. Recentemente vi era entrato anche Burberry, con uno shop all’avanguardia dal punto di vista tecnologico. Lo store di D&G sarà di ben 540 metri quadrati e punta sull’eleganza, grazie a un grande lampadario di Murano, ma anche sull’hitech, attraverso un grande Led wall. Lo spazio, che riflette lo stile del brand, è stato creato da Bam Design Architetti con la collaborazione dei due stilisti.
SOLO WARSTEINER DALLA PIADINERIA
Il Gruppo La Piadineria e l’azienda Warsteiner Italia hanno firmato un accordo di partnership. L’intesa prevede la fornitura esclusiva in tutti i locali del gruppo della birra Warsteiner Premium Verum, realizzata secondo una ricetta del 1516. Il Gruppo La Piadineria conta 36 negozi affiliati su tutto il territorio italiano.
8 retail&food - dicembre 2009
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on l’adozione del Piano Urbanistico Esecutivo da parte del comune di Napoli, l’iter per la riqualifica dell’area “Ex magazzini approvvigionamento delle Ferrovie dello Stato” ha subito una forte accelerazione. Il progetto, che vede protagonista la divisione Real Estate del gruppo campano Ragosta, prevede un investimento di circa 150 milioni di euro per una superficie complessiva di 237mila mq. Nell’area sarà realizzato un insediamento commerciale di 42mila metri quadri, con all’interno un supermercato da circa 6mila metri
quadrati e un centinaio di punti vendita, e un polo produttivo industriale. Anche il secondo progetto a destinazione commerciale (e non solo) di Ragosta Real Estate sta completando il proprio iter burocratico. L’iniziativa prevede l’ammodernamento e l’ampliamento del 25% della superficie del complesso polivalente “Junior Star City”, per un investimento di 15 milioni di euro. Nell’area di nuova realizzazione sarà edificato un parco commerciale destinato al dettaglio food e non food. •
Arena, la sfida è sul retail
Leonardo Ferragamo
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orte di un fatturato positivo anche quest’anno, con un tasso di crescita del 3% per un importo previsto a fine 2009 di 51,5 milioni di euro, il brand protagonista nel mondo del nuoto si tuffa nel canale retail. Nei negozi monomarca potrà esporre, oltre alla collezione di costumi da competizione, la linea da beachwear e quella attualmente ridotta dell’abbigliamento sportivo. «I due monomarca che abbiamo già aperto a Roma e a Milano ci hanno convinto che la strada dello sviluppo retail può essere sinergica alla distribuzione wholesale – ha piegato Alessandro Carpignano, direttore generale di Arena Italia – Nel 2010 apriremo in due grandi centri commerciali di Catania e Mestre, ai quali seguiranno Torino, Bologna e, appena trovate le location adatte, altri due punti vendita a Milano e Roma». •
Altagamma: il 2010 sarà di crescita
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a ripresa dalla crisi sarà lenta e non fa eccezione il comparto del lusso. Ma si incomincia a vedere la luce in fondo al tunnel. Questo è il messaggio lanciato ai vari operatori, in occasione dell’Osservatorio annuale della Fondazione Altagamma, dall’ormai ex presidente Leonardo Ferragamo, giunto alla fine del suo terzo ed ultimo mandato e (probabilmente) sostituito nella seconda metà di novembre da Santo Versace (che era stato il primo presidente di Altagamma nel 1992). Per quanto riguarda il settore dell’abbigliamento di alta gamma è previsto un ulteriore calo del 6% dei fatturati nei primi sei mesi del 2010 a cui seguirà un aumento dell’8% nella seconda metà dell’anno. Nel comparto gioielli e orologi è stimato un –2% nel primo semestre e un più 3% nel secondo, mentre il segmento borse, scarpe e pelletteria marcherà un +4% a fine anno e quello dei profumi e cosmetici un +2%. •
r&f News FERRAGAMO RADDOPPIA A HOUSTON E SI ESTENDE ONLINE
Nuovi progetti retail e nuovo e-store per Salvatore Ferragamo. Il gruppo di moda ha riaperto la sua boutique presso il mall The
Sat e Save, nove mesi col segno più Galleria di Houston, raddoppiandone lo spazio di vendita fino a portarlo a 400 metri quadrati. Il marchio ha anche annunciato che nei prossimi mesi estenderà la possibilità di comprare i prodotti del marchio online (escluso l’abbigliamento) anche negli Stati Uniti e nei principali mercati europei, mentre il canale attualmente è attivo solo in Italia e Regno Unito.
IBM LANCIA IL SOFTWARE VISUALSTORE SUITE V5
Un programma che consente di monitorare costantemente i processi di retail, attraverso la gestione centralizzata dei Pos (bancomat e carte di credito), delle promozioni, delle carte fedeltà e di servizi di pagamento innovativi. Così Ibm presenta il nuovo software VisualStore Suite V5, che fornisce anche strumenti di analisi dei dati di vendita, per orientare le scelte di business.
10 retail&food - dicembre 2009
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isa e Venezia hanno diffuso dati positivi sulla gestione degli ultimi mesi. Per Save, che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso, nel terzo trimestre del 2009 i ricavi hanno fatto segnare una crescita del 4,7%, rispetto a luglio-settembre del 2008, passando da 95,4 a 99,9 milioni. Anche considerando i primi nove mesi dell’anno si è registrato un incremento del fatturato, pari al 3,9 per cento. Al netto delle acquisizioni del gruppo, tuttavia, l’au-
L’outlet di Prada indigesto per Tod’s
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a decisione da parte di Prada di aprire un outlet a Casette d’Ete, di fronte allo spaccio aziendale della Tod’s, non è andata giù a Diego Della Valle. Il patron della casa calzaturiera, venuto a conoscenza dell’inaugurazione del centro, avvenuta lo scorso 28 ottobre, ha presentato ricorso al Tar contro il Comune di Sant’Elpidio a Mare. La “colpa” contestata al municipio è l’aver autorizzato i lavori per la fusione di quattro locali commerciali, da poco occupati dall’outlet di Prada, nell’outlet village Il Castagno della frazione di Casette d’Ete. Della Valle aveva presentato una richiesta di sospensione immediata dell’apertura, poi respinta. L’udienza è stata invece spostata alla fine del mese di novembre. •
mento si riduce allo 0,8% nel trimestre e allo 0,2% nei nove mesi. Sat (aeroporto di Pisa), ha invece comunicato che i ricavi da gennaio a settembre sono cresciuti del 2%, a quota 43,6 milioni. Quelli non aeronautici hanno dato il contributo maggiore, essendo aumentati del 4%, contro l’1% di quelli aviation. L’utile netto è invece leggermente calato, da 2,7 a 2,6 milioni di euro. •
Milano, manovre in corso per Gap…
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opo l’apertura-evento del negozio di Abercrombie & Fitch in corso Matteotti, a Milano si rincorrono le voci che parlano di un arrivo anche di Gap. Per ora non c’è però nulla di ufficiale. È certo che il marchio sta cercando una location di almeno 1.500 metri quadrati nel capoluogo lombardo e in altre città italiane, ma nessuna delle più importanti società di intermediazione immobiliari milanesi, secondo quanto riporta il sito fashionmagazine.it, ha confermato che il retailer abbia già firmato un contratto. L’ipotesi più forte è di un ingresso nel centralissimo Corso Vittorio Emanuele. L’intenzione di espandere la rete del marchio a livello internazionale è stata confermata di recente dal Ceo della società di San Francisco, Glenn Murphy, sia verso la Cina che verso numerosi paesi europei. •
…e anche Topshop prepara lo sbarco
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nche il retailer inglese Topshop starebbe per inaugurare un punto vendita a Milano, probabilmente in corso Vittorio Emanuele, in partnership con il gruppo Percassi. Tra le destinazioni ci potrebbe essere l’attuale sede della Conbipel, uno spazio da 1.800 metri quadrati di superficie commerciale. •
Poker a Barcellona per Costa Group
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osta Group si è aggiudicata la realizzazione di quattro
punti food all’interno della nuova sede dell’aeroporto di Barcellona, nel terminal 1, riaperto lo scorso giugno. La società di La Spezia è stata incaricata dal gruppo Eat Out (che ha all’attivo 650 ristoranti e 14 brand) di curare gli interni del ristorante-caffetteria mediterraneo da 550 metri quadrati Caffè di Fiore. Oltre a questo, ha curato i locali Dehesa Santa Maria, di forma ovale, Pastafiore, catena di ristorazione ispirata alla cucina italiana, e Fresh & Ready, corner caffetteria-sandwich che propone pasti sani ai viaggiatori.
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r&f News CAFFÈ VERGNANO, LA 43ESIMA APERTURA È NELLA CITY
Con l’apertura di un locale nella City di Londra, Caffè Vergnano 1882 ha portato a tre le presenze nella capitale britannica e a 43 le sedi nel mondo. Ultime della serie sono state quelle a Venezia, Doha, Vancouver e Amman. Altre aperture sono prossime nel Medio Oriente, un’area in cui l’azienda originaria di Chieri (Torino) ha già una storia radicata, come testimoniano i sei caffè in Arabia Saudita. I locali puntano sull’eleganza e sulla raffinatezza degli ambienti.
DIVANI FRIULANI NELLE SALE VIP DI SAUDI ARABIAN AIRLINES
Al termine di una selezione durata due anni, l’azienda La Cividina di Martignacco (Udine) si è aggiudicata l’appalto per la fornitura di oltre 60 divani per l’arredamento delle sale vip degli scali internazionali della compagnia Saudi Arabian Airlines. Le aree lounge si troveranno negli aeroporti di Jeddah, Riyadh, Dubai e Abu Dhabi, dove si integreranno con gli spazi progettati da un’altra società italiana, la Crea International di Milano. Il valore della commessa è di circa 200mila euro. I prodotti oggetto della fornitura sono stati progettati dal designer Gianni Rossetti.
FIUMICINO, IN ARRIVO DUE PONTILI MOBILI PER A380
Assegnata la gara per la fornitura di due pontili mobili d’imbarco – o “finger” – che saranno destinati al “satellite Ovest” dell’aeroporto di Fiumicino. Ad aggiudicarsi la commessa è stata la ditta spagnola ThyssenKrupp Airport System, per una cifra di 613.500 euro, contro una base d’asta di 800mila euro. Lo ha reso noto la società di gestione aeroportuale Adr, attraverso un avviso di appalto aggiudicato pubblicato sui quotidiani. I due pontili dovranno servire aerei delle classi Icao C, D, E ed F, e in particolare il superjumbo A380.
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cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano
La clausola di trasferimento dell’esercizio nei contratti di affitto di ramo di azienda
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ei contratti di affitto dei Centri Commerciali la proprietaria concedente richiede frequentemente l’inserimento di una clausola che preveda nel corso del rapporto con il retailer la possibilità per la concedente stessa di trasferire in altra ubicazione, sempre all’interno del Centro Commerciale, l’esercizio dell’affittuario per ragioni di carattere commerciale e di pianificazione aziendale. Tale clausola è vista con estremo sfavore dagli affittuari ed è solitamente oggetto di lunghi negoziati fra le parti, volti a ridurne gli effetti negativi per gli affittuari, nei casi in cui questi ultimi non hanno la sufficiente forza contrattuale per chiederne la totale eliminazione. L’inserimento da parte della concedente della clausola del trasferimento dell’esercizio nei contratti di affitto ha principalmente la funzione di soddisfare l’interesse della medesima a modificare nel corso del rapporto, e a propria discrezione, le porzioni immobiliari ove insistono gli esercizi commerciali, e quindi il loro piano di distribuzione all’interno del Centro, garantendo in tal modo una migliore diversificazione delle attività. Tale funzione viene solitamente esplicitata in modo chiaro nel contratto. Tale clausola ha tuttavia anche altro scopo, assai rilevante per la concedente, che consiste nel rafforzare la qualificazione giuridica del contratto sottoscritto con l’operatore commerciale come “affitto di ramo di azienda” in quanto tende a minimizzare la rilevanza dell’elemento immobiliare all’interno del compendio aziendale concesso in affitto. Ed infatti la possibilità per la concedente di richiedere e talvolta di imporre all’affittuario il trasferimento, nel corso del rapporto di affitto, dell’ubicazione del proprio esercizio all’interno del Centro Commerciale, rende meno rilevante nell’economia del contratto il legame fra l’operatore commerciale, affittuario, e l’immobile ove quest’ultimo esercita la propria attività e riduce pertanto il rischio di possibili contestazioni dell’affittuario medesimo, volte alla qualificazione del
contratto posto in essere quale locazione piuttosto che quale affitto di ramo di azienda. La qualificazione del contratto quale locazione comporterebbe infatti l’applicazione al rapporto della disciplina vincolistica delle locazioni commerciali con riferimento, ad esempio, alla durata del contratto (che non può essere inferiore a sei anni) alle limitazioni della possibilità di disdetta per il locatore alla scadenza dei primi sei anni e molto altro, a tutto svantaggio della concedente. L’affittuario, da parte sua, può tuttavia cercare di riequilibrare la clausola del trasferimento dell’esercizio, introducendo nella medesima dei correttivi, volti a limitare la discrezionalità della concedente e, conseguentemente, i danni che potrebbero derivargli dall’accettazione tout court di tale clausola. E così si può prevedere ad esempio che la nuova porzione immobiliare concessa in affitto debba essere equivalente alla precedente sia in termini di superficie lorda e di vendita sia sotto il profilo della ubicazione e visibilità all’interno del Centro; che la concedente sopporti o, quanto meno, contribuisca ai costi connessi ai lavori necessari per lo spostamento dell’esercizio; che l’affittuario sia dispensato dal pagamento del canone e delle spese comuni per tutto il periodo di chiusura forzata del proprio esercizio a causa del trasferimento.
Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.
Lovat a Trieste sale sopra Ovs
È
stata aperta a novembre la terza libreria Lovat, dopo quella originaria di Villorba (Treviso) e quella di Padova, posta nel centro commerciale Padova Est. Ora è il turno di Trieste, dove l’insegna si posiziona all’ultimo piano di uno spazio commerciale, sopra un punto vendita Ovs, nel centro storico della città. È stata la stessa società del gruppo Coin a proporre a Lovat la location, di circa mille metri quadrati. La formula della libreria è la stessa degli altri punti: un terzo della superficie dedicata ai ragazzi fino ai 12 anni, per il resto molto spazio al catalogo, con 40-60 mila volumi esposti, e la presenza di un piccolo bar.
r&f News finanziarie dalle borse mondiali Autogrill, cala il debito Supera le attese il risultato conseguito dal principale operatore del travel retail: il terzo trimestre chiude con un utile netto di 78,2 milioni (+0,2% rispetto al 2008) e con ricavi in calo del 5,1%, a 1,6 miliardi, in linea con le aspettative. Ma ciò che conforta Tondato e i suoi manager è la progressiva riduzione del debito: 1,9 miliardi a fine settembre, contro i 2,16 miliardi di fine 2008.
Ralph Lauren: bene gli utili, meno i ricavi Utili a +10,2%, oltre le aspettative, per la griffe americana quotata al Nyse. Questo il risultato del secondo trimestre dell'anno fiscale 2009/10. Il risultato, secondo gli analisti, si deve a fattori legati alle imposte. I ricavi invece hanno il segno meno, precisamente del 4%: la causa di questo risultato è invece da addebitare al rallentamento delle vendite wholesale. Attualmente sono 328 i negozi del gruppo, nel trimestre di riferimento l'azienda americana ha inaugurato cinque nuovi store e ne ha chiusi due.
Timberland è stabile 421,8 milioni di dollari, questo il risultato della trimestrale Timberland che conferma una sostanziale stabilità dei risultati dell'azienda americana. L'utile netto è salito da 30,7 milioni a 37,8, facendo segnare un +23%. Per quanto riguarda le vendite il risultato non è positivo in Europa, -12,3% con 195,2 milioni di dollari, mentre fa segnare un +2% il mercato nord americano con 188,2 milioni. Intanto Timberland punta sul marketing verde e, in collaborazione con Legambiente, farà piantare 3.500 nuovi alberi a Milano entro la fine dell'anno..
Puma perde un quarto nel quarter L'utile netto del colosso tedesco dello sportswear si è ridotto del 23,6% nel terzo trimestre 2009, per una cifra di 67,9 milioni di euro. I ricavi consolidati, anch'essi in calo (ma solo del 5,5%), sono stati pari a 673 milioni di euro. Il comparto più negativo è stato quello del footwear che ha perso il 13%. Grande aspettative vengono ora poste nella Coppa del Mondo di calcio, che dovrebbe trainare le vendite nel 2010.
IT Holding verso la newco Ha superato quota 1,15 miliardi il passivo del gruppo It Holding-Itierre. Per uscire dall'attuale crisi i commissari hanno presentato un piano che dovrebbe trasferire a una newco l'attivo delle 13 società del gruppo oltre alla facoltà di presentare ai creditori un concordato che prevede la conversione del credito in azioni. Incertezza attorno all'inclusione di Malo e Gianfranco Ferrè, i due top brand, nella newco.
Geox tira un respiro
Esprit negativo Il wholesale è avaro anche per Esprit, il cui giro d'affari subisce un calo complessivo del -8%, come riportato nell'ultima trimestrale. Nello specifico il retail è rimasto sostanzialmente stabile, -0,7%, con ricavi per 354 milioni di euro, mentre il wholesale ha fatto segnare un -13,3%, fermandosi a 446 milioni di euro. A soffrire soprattutto le vendite europee che sono scese a -8,7%, meglio di tutti la regione Asia-Pacifico che si attesta a -3%.
14 retail&food - dicembre 2009
Cala pesantemente l'utile netto, -33%, e si riducono anche i ricavi, -2%. Non sono positivi i risultati della trimestrale per la società di Mario Moretti Polegato e condizionano i giudizi sul titolo, con una correzione al ribasso delle stime per il target price. E' la prima vera battuta d'arresto per il gruppo, abituato a una crescita a due cifre, ma dalle parti di Montebelluna il dato non pare aver creato particolari preoccupazioni.
Indice retail&food2009
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0,56 33,82 6,66 5,72 1,09 5,40 18,30 39,01 16,59
83,1 124,8 109,1 129,4 130,7 123,7 127,1 124,5 130,9
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Francia
44,77
72,64
162,3
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Italia Nyse Francia Nyse Xetra Italia Italia Xetra Nyse Italia
10,16 39,47 46,60 33,78 13,45 0,60 0,30 86,00 17,58 30,09
sospeso 45,23 78,68 54,11 19,81 0,55 0,37 160,83 29,10 49,00
114,6 168,8 160,2 147,3 91,7 123,3 187,0 165,5 162,8
22,55 277.231
105,1 150,1 138,9 115,6 121,7
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100,00 100,00 100,00 19,46 227.683
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FTSEMIB MSCI ALL COUNTRY
0,67 27,09 6,10 4,42 0,83 4,36 14,40 31,33 12,67
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INDICE RETAIL&F00D
Italia Xetra Italia Italia Italia Italia Xetra Xetra Italia
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INDICE FOOD INDICE RETAIL
153,8 69,0 110,1 174,0 146,2 93,1 119,5 99,4 104,6
ò ò ò ò
Omega,Longines,Tissot Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Hogan, Fay
8,26 12,54 23,07 15,66 4,05 43,08 16,38 14,38 24,51
ò
Puma, Fnac, Gucci, Redcats,Conforama Polo LR, RL Watches Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill
5,37 18,18 20,96 9,00 2,77 46,26 13,71 14,47 23,43
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MARIELLA BURANI NIKE PPR RALPH LAUREN RICHEMONT SAFILO GROUP STEFANEL SWATCH GROUP TIFFANY & CO TOD'S
Italia Nyse Nyse Nyse Francia Nyse Nyse Nyse Nyse
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LVHM
Louis Vuitton,Moet Chandon,Hennessy, Fendi, Dior, Zenith,Guerlain Antichi Pellettieri,Braccialini, Facco Gioielli
Valentino, Permira Zara, Pull and Bear,Massimo Dutti
nel MESE nell’ANNO
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Alberta Ferretti,Moschino, Pollini Reebok United Colors, Sisley
INDICE
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AEFFE ADIDAS BENETTON GROUP BULGARI DAMIANI GEOX HUGO BOSS INDITEX LUXOTTICA
06-11-09
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KFC, Pizza Hut, Taco Bell
31-12-08
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Hms Host, Aldeasa,Alpha Group, World Duty Free Red Lobster, Olive Garden Applebee's, House of Pancakes Bistro romain,Hippopotamus, Maitre Kanter
ANDAMENTO
MERCATO
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AUTOGRILL BURGER KING HLDGS DARDEN FESTAURANTS DINEEQUITY FLO GROUPE MCDONALD'S PAPA JOHN'S STARBUCKS YUM BRANDS
QUOTAZIONI AL
PRINCIPALI SOCIETA' MARCHI POSSEDUTI
HOLDING
L'indice Generale Retail&Food è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono in euro. I cambi utilizzati sono: al 31/12/2008: 1 Usd = 0,779 euro; al 06/11/2009: 1 Usd = 0,704 euro
Frenano gli indici nazionali ed internazionali, ma non l’indice retail&food l mese di novembre registra un arretramento, non drammatico ma comunque sensibile perché nell'ordine dei 5/6 punti percentuali, sia dell'indice italiano FTSEMIB sia dell'indice internazionale MSCI All Country. I due, come sappiamo, sono indici globali, si riferiscono cioè alla media delle quotazioni azionarie rispettive, senza alcuna limitazione merceologica. Viceversa i nostri indici si riferiscono ad azioni dei soli comparti food e retail, e quindi fotografano molto meglio la realtà che ci interessa. Ebbene, i due indici in questione registrano entrambi nel mese di novembre un certo incremento: il food guadagna più di 4 punti ed il retail un più modesto 1%. Il guadagno, dall'inizio dell’anno e
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per i due comparti assieme, è quasi del 39%, confermando così le buone previsioni della vigilia nonostante un andamento dei consumi in generale non esaltante e scontando anche delle semestrali che destano qualche perplessità. Ma il settore evidentemente conta su una ripresa sostenuta e sensibile già fin dai prossimi mesi, ed in particolare in una tenuta delle vendite verso la fine dell'anno. Anche questo mese diamo un’occhiata ai singoli titoli che hanno avuto performance particolari. Nel segmento food si segnalano i miglioramenti a due cifre di Flo Groupe (19%) e di Big Mac, mentre nel segmento retail l’unica nota positiva è l’incremento del 10% di Ralph Lauren; si segnala invece la consistente caduta (- 22%) di Hugo Boss. retail&food - dicembre 2009 15
Convegno
OUTLET, il bello deve ancora venire In occasione del convegno organizzato a Milano da Icsc, developer e retailer confermano come la formula a prezzo scontato è diventata determinante sia per lo sviluppo di nuovi progetti immobiliari sia per sostenere il sell out.
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onsiderare il comparto degli outlet solo come un canale “anticiclico” rispetto alla crisi sarebbe un errore di prospettiva se si considera l’indotto che sta generando sul fronte sia degli sviluppatori che dei retailer. Capire come sfruttare al meglio questa opportunità è il passo che stanno compiendo le aziende, ma la corsa lungo questo percorso è già iniziata. Tutto questo, e non solo, è emerso in occasione dell’Icsc European factory outlet conference che si è tenuta a Milano lo scorso ottobre, un evento a cui hanno preso parte oltre duecento professionisti del settore. Un ulteriore elemento di rilievo è il ruolo del mercato italiano, classificato da una ricerca di Cbre al secondo posto dopo quello tedesco, a pari merito con quello polacco e davanti a quello francese. Sempre Cbre ha stilato la classifica dei migliori 25 outlet attivi in Europa intervistando un campione di tenant. Tra questi spiccano il Designer Outlet Serravalle (2° posto), il Fidenza Village Outlet Shopping e il Designer Outlet Castel Romano (al 7°
ex aequo). Seguono Franciacorta Outlet Village (17°), Castel Guelfo Outlet (20°), Valmontone Outlet (24°) e Valdichiana Outlet Village (25°). Presso il convegno, la Commissione Consultiva Cncc ha presentato un bilancio dell'attività dei factory outlet center in Italia. Sono attualmente 20 i complessi operanti, che coprono 490.000 metri quadrati di gla con circa 2.000 punti di vendita. Altri otto sono in previsione per il 2011 e porteranno la A. P. gla a 700.000 mq. e i negozi a 2.900.
primo posto l’architettura, al secondo i servizi e le strutture e al terzo il brand mix. È necessario, quindi, che gli sviluppatori pensino più in termini di qualità che di quantità e più di soft che di hard.
ti sono l’Italia, la Francia, la Spagna, l’Inghilterra e gli Stati Uniti. In Italia ci sono tre aperture interessanti in termini di outlet e in particolare si sta operando nel Sud che per noi è interessante sia sul full price che sui foc. Tuttavia i nostri
Filippo Maffioli, sales marketing director di Promos È emerso che il canale outlet è importante e che continuerà a crescere perché le aziende ci credono. Il trend è di proseguire a investire nei mercati consolidati rispetto a quelli emergenti dove il rischio per l’impiego di risorse e lo sviluppo è ancora concreto. Noi abbiamo appena aperto l’outlet di Pescara e, per quanto riguarda i progetti in pipeline sul prossimo triennio con format foc, abbiamo sull’Italia un centro a Pisa e uno in Campania nella provincia di Salerno, che si chiama Cilento Outlet Village. Sull’estero la nostra prima iniziativa sarà a Timisoara in Romania. Enrico Marinelli, presidente di Edmund Frette Nei mercati dove non siamo aperti con negozi a prezzo pieno non entriamo come outlet. I paesi dove siamo presen-
16 retail&food - dicembre 2009
obiettivi sono più interni: ridurre il numero dei fornitori, concentrare l’offerta, ottenere quindi dei vantaggi di costo che si possono trasferire al cliente finale con un’incidenza sino al 20%. Il canale outlet conta circa un quinto dei nostri shop e un po’ di più come fatturato. Danilo Rossi, managing director Fashion District Questo convegno in Italia serve per far conoscere realtà come la nostra o di altri operatori che si sono affacciati nel comparto degli outlet negli ultimi anni. Stiamo lavorando su due progetti, uno in Sicilia e l’altro nel Nord-Est.
Inoltre siamo soci di Alfa Park, che è la società che sta costruendo il parco di Roma e che ha aperto ad aprile quello di Molfetta. Fashion District si occupa esclusivamente dei foc ma le sinergie che si possono creare con i parchi di divertimento sono molte, a tal punto che sul complesso pugliese abbiamo registrato un +100% dei visitatori nelle domeniche. Armando Branchini, executive director di Altagamma Nel mio intervento ho voluto sottolineare il diverso punto di vista tra le imprese di alta gamma e i developer. Le prime ritengono come condizioni indispensabili che il brand mix sia composto solo ed esclusivamente da marchi di alta gamma, cosa che può avvenire in tutta l’iniziativa oppure in un’enclave, e che l’architettura e l’offerta di servizi siano di qualità. Invece i developer pongono al
Roberto Ranzoni, consigliere di Bialetti Lo sviluppo degli outlet è un progetto in continua crescita, basti pensare che siamo partiti nel 2005 con quattro punti vendita e siamo arrivati a quota 17 quest’anno, con una buona diffusione su tutto il territorio nazionale. Attualmente stiamo lavorando in vista delle prossime aperture nazionali, che saranno a Napoli a febbraio e in Sicilia a ottobre. Inoltre stiamo studiando possibili inaugurazioni all’estero, focalizzandoci sulla Spagna, che rappresenta un mercato simile a quello italiano, e sulla Turchia, dove l’azienda è supportata da una propria filiale produttiva.
Partecipazione ampia e qualificata al convegno di Popai
TRAVEL RETAIL, oltre i non-luoghi (comuni)
C
hi sono i consumatori del travel retail? E cosa manca nell’attuale offerta italiana? A queste e altre domande ha provato a dare una risposta il convegno “Travel retail: oltrepassando i confini del commercio”, promosso da Popai Italia, con retail&food in veste di media partner. Tra le posizioni più nette c’è stata quella di Fabio Trabucchi, direttore di In Store Factor: «L’aeroporto – ha detto – manca, nella maggior parte dei casi, di connotazione e unicità commerciale». C’è, insomma, bisogno di più stimoli e di elementi di intrattenimento meno standardizzati, perché dal punto di vista del retail gli aeroporti si assomigliano tutti. Serve quindi un segno distintivo, che si tratti di architettura, di design o di azioni di spettacolarizzazione. La mancanza di un’innovazione di prodotto adeguata è stata sottolineata anche da Emanuele Sacerdote, curatore del libro “Travel retailing”, che ha
anche invitato a considerare come luoghi di viaggio (e quindi spazi di travel retail) non solo le categorie tradizionali (aeroporti, inflight, stazioni, parchi a tema), ma anche i centri cittadini più turistici, i factory outlet, i musei e in parte anche l’e-commerce, nella misura in cui coinvolgono consumatori stranieri. Gli ha fatto eco Fulvio Fassone, presidente di Atri (Associazione italiana travel retail) e vice-presidente della “capogruppo” europea dell’associazione, la Etrc, secondo cui «l’aeroporto deve essere un luogo identificato anche dall’offerta commerciale o di entertainment». Gli scali devono essere veloci nell’adeguarsi alle tendenze, alla tecnologia, all’ecologia e alle leve di marketing. Su quest’ultimo punto, secondo Fassone, «sono necessarie azioni aggressive, ibridazioni. Bisogna osare con soluzioni nuove, come temporary store e ambient marketing, altrimenti l’aeroporto rischia
di diventare un non-luogo, mentre deve essere luogo». In questo contesto si è inserito l’intervento di Giulio De Carli, ad di One Works, che ha spiegato la necessità di riversare le esperienze maturate nei centri commerciali (come quello di Carugate, Milano) negli scali, citando, come esempi italiani, quelli di Orio al Serio, Venezia e Pisa. Come rappresentante di Etcr, Fassone ha illustrato una serie di dati del settore: il comparto del travel retail e duty free è giunto a 37 miliardi di dollari di fatturato nel 2008, il 41% dei quali generato in Europa. Quest’anno il mercato ha segnato un calo, con una leggera ripresa a partire da agosto, quando la contrazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente è passata dal 10,6 all’8 per cento. Tra i canali è cresciuto quello degli aeroporti (dal 60% del fatturato complessivo nel 2004 al 71% nel 2008), mentre sono scese le crociere (dal 21 al 16%). Quanto
Digital signage: tanti progetti, poco coraggio
«
Tecnologia non ancora decifrata nella sua piena potenzialità», «mezzo destinato a mostrare una adattabilità ai vari luoghi che è ancora sottostimata», per sviluppare il quale occorrono «molto coraggio» e necessità di «mettere assieme i numerosi attori della filiera». Sono spezzoni dell’introduzione del presidente di Popai Italia, Daniele Tirelli, al convegno “Digital signage: content and technology strategies” organizzato dall’associazione a Milano lo scorso 30 ottobre. Frasi che rendono bene il clima che circonda il digital signage, ossia la modalità di comunicazione basata sull’utilizzo di schermi digitali. Il passo in avanti, rispetto a precedenti convegni sul tema, è stata la presenza di soggetti attivi lungo tutta la
filiera. Vari i casi di successo a livello internazionale, citati dal “super-consulente” Daniel Gasser: da Lufthansa a Porche a Miele in Olanda. In Italia, come ha però sottolineato più di un relatore, sono in corso tanti progetti e analisi ma manca sempre la fase successiva, quella dello sviluppo. Se si guarda al mercato statunitense, ha spiegato il professor Cesare Massarenti dell’Università Milano Bicocca, i numeri si fanno comunque interessanti: ora circa 1.500 spazi out-of-home su 450.000 negli Usa sono digitali, ma l’obiettivo è di arrivare a una quota sul totale dei “billboard” dell’8-10% nei prossimi 12-15 anni. E già entro il 2011 il digital signage diventerà un mercato da 9-11 miliardi di dollari. •
ai prodotti, è raddoppiato il peso del food (dal 10 al 22%) mentre la discesa maggiore si è avuta per il tabacco. I consumatori/viaggiatori, ha continuato Fassone, sono sempre di più e sono destinati a raddoppiare in 20 anni, passando dagli attuali 130 a 270 milioni. Ma il low cost ne ha cambiato il profilo e le abitudini, con il risultato che la spesa per passeggero si è ridotta di circa cinque euro negli ultimi cinque anni. Circostanza, questa, che rende necessaria una revisione dell’offerta, soprattutto nei terminali dedicati ai voli a basso costo. Nel convegno non si è però parlato solo di aeroporti. Grandi Stazioni, attraverso Stefano Mereu, head of sales and advertising della società, ha descritto i futuri sviluppi dei principali terminal ferroviari italiani. Stefano Sardo, dg di La Feltrinelli, ha invece raccontato l’esperienza nel segmento travel, sia negli aeroporti (Olbia e vari punti a Fiumicino) che nelle stazioni, dove si moltiplicheranno le presenze da qui al 2012. La testimonianza di La Feltrinelli ha dimostrato come, nel travel retail possono cambiare i consumatori, gli orari, gli spazi espositivi e in parte anche i prodotti. Chi si limita a replicare i propri negozi cittadini rischia di mancare clamorosamente il bersaglio. Insomma, se il Paese sarà in grado di ampliare e ammodernare le proprie infrastrutture di trasporto, grandi sorti attendono il canale del travel. Uno sviluppo fatto di competenza e specializzazione che speriamo di poter raccontare con intensità sempre crescente dalle pagine di retail&food. F. P. retail&food - dicembre 2009 17
Osservatorio prezzi
MILANO , stazioni a tante facce L
avori prolungati, dismissioni in vista, immobilismo. Ma anche rinnovamento riuscito e pieno sviluppo raggiunto. Sono tante le facce delle stazioni ferroviarie di Milano, che si riflettono anche sulla loro offerta commerciale. In questo Osservatorio prezzi, in particolare, è stata valutata in modo approfondito l'offerta della ristorazione, così da poter ottenere un confronto omogeneo tra le strutture. Un’occhiata alla tabella riassuntiva dei prezzi permette di farsi un’idea dell’offerta. La più conveniente delle stazioni è risultata quella di Porta Garibaldi, che può vantare il prezzo migliore per sei prodotti e il più salato solo per due. All’opposto, in questo particolare
momento caratterizzato dalla ristrutturazione profonda, la Stazione Centrale è la più cara, dato che dieci dei beni venduti hanno i prezzi più alti e solo due li hanno più bassi degli altri. Dispendioso anche l’esercizio di Porta Genova, nove volte il meno conveniente. Risultati che, comunque, non sembrano frutto del caso.
Stazione Centrale, concorrenza rimandata Sarà presto un centro commerciale in mezzo alla città, sul modello di Roma Termini, ma attualmente la Stazione Centrale di Milano è ancora un grande cantiere. Secondo le previsioni di Grandi Stazioni (si veda l’articolo a pagina 54), entro la fine dell’anno sarà
aperto il 29% degli esercizi e per giugno 2010 la loro totalità. Sorgeranno, quindi, nuovi punti ristorazione e riapriranno i bar più prossimi ai binari. Per ora, comunque, sono aperti solo due bar Sarf al primo piano, un punto vendita fine food chiamato Goloserie, il bar Free Shop al piano terra e un punto Autogrill nel piano seminterrato (chiuso al momento della rilevazione prezzi, un martedì pomeriggio feriale). Forse si deve alla scarsa concorrenza l’alto livello dei listini, che si distanziano, quando lo fanno, di pochi centesimi. Per tro-
vare dei risparmi conviene raggiungere il bar posto nella metropolitana o i chioschi sul piazzale circostante la stazione. Citazione a parte meritano i servizi igienici. Probabilmente per ragioni di ordine pubblico, ma sicuramente con un riscontro economico che sarebbe interessante stimare, l’ingresso ai servizi costa un euro. Considerato che si tratta
RILEVAZIONE PREZZI STAZIONE
CADORNA
CENTRALE
LAMBRATE
PORTA GARIBALDI
PORTA GENOVA
N° DI BAR/RISTORANTI
7
5
2
3
1
PREZZO
ESERCIZIO
PREZZO
ESERCIZIO
PREZZO
ESERCIZIO
PREZZO
ESERCIZIO
PREZZO
ESERCIZIO
Caffè Cappuccino Caffè d'orzo Caffè decaffeinato Croissant (base) Panino (più economico) Panino (più costoso) Toast (base) Pizza (trancio base) Menu pasto (pizza o panino, contorno, bibita) Acqua (Pet 50 cl.) Coca Cola (Pet 50 cl)
0,90 1,20 1,00 1,00 0,90 1,50 2,20 2,50 1,90 5,70
tutti gli esercizi Express Caffè tutti gli esercizi tutti gli esercizi tutti gli esercizi Burger King Bontà al volo Express Caffè Spizzico (1/8) Spizzico
0,90 1,40 0,95 1,15 1,10 2,90 3,50 2,90 2,90 4,90
Free Shop Free Shop Free Shop Sarf spa Sarf spa Sarf spa Free Shop, Sarf Bar Sarf spa Sarf spa Free Shop
0,90 1,20 1,00 1,00 0,90 2,80 3,80 2,80 2,80 5,70
Bricco Caffè e Mychef Bricco Caffè My Chef My Chef Bricco Caffè e Mychef Bricco Caffè My Chef My Chef Bricco Caffè Bricco Caffè
0,85 1,20 0,95 0,95 0,85 2,70 3,40 2,50 2,70 5,70
Bricco Caffè e Sarf spa Sarf spa Sarf spa Sarf spa Sarf spa Sarf spa Sarf spa Bricco Caffè Sarf spa Bricco Caffè
0,90 1,30 1,00 1,00 0,90 3,80 3,80 2,50 3,00 7,50***
Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova
1,00 2,00
1,00 2,20
Free Shop Free Shop
1,00 2,20
Bricco Caffè e Mychef My Chef
1,00 2,30
Bricco Caffè e Sarf spa Bricco Caffè e Sarf spa
1,00 2,20
Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova
Coca Cola (33 cl lattina) Birra (lattina/bottiglia 33 cl.) Birra (spina piccola 20 cl.)
1,70 2,50 2,50
5 esercizi Cucina Express, Pattini e Marinoni, Bontà al volo Pattini e Marinoni Express Caffè Spizzico, Express Caffè, Burger King Bontà al volo, Express Caffè Bontà al volo Bontà al volo, Express Caffè
2,00 2,50 2,20
Free Shop Free Shop, Sarf Bar Free Shop
2,00 2,40 2,00
Bricco Caffè e Mychef Bricco Caffè My Chef
2,00 2,40 2,20
Bricco Caffè e Sarf spa Bricco Caffè e Sarf spa Bricco Caffè e Sarf spa
2,00 2,00 2,50
Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova
Sarf spa Sarf spa Free Shop
1,80 2,60 1,60 0,60
Bricco Caffè Bricco Caffè Bricco Caffè
1,80 2,50** 1,60 0,60
Bricco Caffè e Sarf spa Sarf spa Bricco Caffè
1,60 3,00 2,00 n.d.
Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova Caffeteria Staz. Genova
Chewing-gum (astuccio + economico) Red Bull lattina Magnum Algida Classic Servizi igienici
1,70 2,70 1,80 0,30-0,50
1,90 2,80** 2,50 1,00
Prezzo più alto Prezzo più basso n.d. = non disponibile * = primo e secondo **= Burn *** = primo, secondo e acqua
18 retail&food - dicembre 2009
Garibaldi ha un’offerta di ristorazione non troppo estesa, anche rispetto al totale dei punti vendita presenti, ma conveniente. Si trovano il Bricco Caffè della Airest al piano terra, all’entrata, e il bar Sarf nel piano seminterrato, poco distante dal quale è posizionato anche un caffè Autogrill. Per gli acquisti alimentari è anche presente un Despar Express. Nonostante nell’area circostante il terminal (peraltro contraddistinta dai cantieri per il progetto GaribaldiRepubblica) non ci siano tanti bar, i prezzi non sono alti. Caffè, in tutte le sue varianti, e croissant sono, piuttosto, i più economici delle stazioni meneghine. Tra i due esercizi il Bricco Caffè, più recente, ha un’offerta più moderna e varia.
degli unici servizi nella stazione, è abbastanza comprensibile lo sconcerto esternato da alcune delle persone osservate durante la perlustrazione.
Porta Garibaldi, una pagina nuova Oggetto di un restyling a opera di Centostazioni completato nel marzo 2006, la stazione di Porta
ROGOREDO 2 PREZZO
ESERCIZIO
0,90 1,10 1,00 1,00 0,90 2,80 3,50 2,00 2,50 5,70
Bricco Caffè e bar Metropolitana bar Metropolitana Bricco Caffè Bricco Caffè e bar Metropolitana bar Metropolitana Bricco Caffè bar Metropolitana bar Metropolitana bar Metropolitana Bricco Caffè
1,00 2,30
Bricco Caffè e bar Metropolitana Bricco Caffè
2,00 2,40 2,20
Bricco Caffè Bricco Caffè Bricco Caffè
1,80 2,60 1,60 0,00
Bricco Caffè Bricco Caffè Bricco Caffè
A Cadorna l’offerta si moltiplica Riqualificata nel 2000 sotto la direzione dell’architetto Gae Aulenti, la stazione Cadorna è quella che presenta il maggior numero di punti vendita, che servono un traffico di 40 milioni di passaggi all’anno, costituiti da pendolari provenienti dalle province a nord del capoluogo lombardo, a bordo delle Ferrovie Nord Milano. Si tratta di un terzo dei passaggi della Centrale e 15 milioni in più di quelli di Porta Garibaldi. Nella sola stazione si contano sette punti tra bar e panetterie, due dei quali sono stati aperti negli ultimi anni (Cucina Express e Bontà al volo), a cui si aggiungono altri tre esercizi sotto i portici prospicienti la stazione, quattro nel perimetro della piazza e un caffè Autogrill nella metropolitana. I sette punti interni alla stazione si caratterizzano per una forte omogeneità dei prezzi della caffetteria, con tariffe che sono nella media, o tutt’al più nella fascia alta in linea con quelle delle altre stazioni. La concorrenza è vivacizzata, per quanto riguarda i panini, dalla presenza di un Burger King, che, grazie all’ampia gamma di prodotti, figura avere sia l’offerta più economica (1,50 euro per un hamburger) sia quella più cara (4,40 euro per un Double Whopper Cheese). Spizzico di Autogrill offre il prezzo più conveniente per la pizza, servita a 1,90 euro nella frazione di un ottavo. L’Express Caffè, posto lungo il primo binario, dedicato ai treni per Malpensa, e il chiosco
Bontà al Volo, a sinistra dell’ingresso del terminal, hanno invece i prezzi più bassi per gomme da masticare, gelati e, in condivisione con Pattini e Marinoni, per le bibite. Tra gli esercizi posti sul piazzale, contraddistinti da una qualità che appare piuttosto bassa, si spuntano prezzi ancora migliori, come il caffè a 75 centesimi, il cappuccino a 1,10 euro e la birra a 1,50 euro del Nord Caffè.
Lambrate e Rogoredo, ci sono anche le piccole La stazione di Lambrate è stata la prima a essere consegnata ai cittadini da Centostazioni dopo il restyling, nel 2005. I due bar si trovano all’ingresso delle due entrate, separate dai binari e da lunghi sottopassaggi. Nell’entrata nord un esercizio MyChef, l’unico del gruppo in una stazione ferroviaria, ha prezzi più bassi per sei prodotti, tra cui i caffè d’orzo e decaffeinato (1 euro contro 1,25), ed è l’unico che possa offrire primi e secondi piatti (rispettivamente a 4 e 6 euro). Nella parte opposta, il Bricco Caffè ha listini leggermente inferiori in otto referenze, tra cui quelle meno strettamente legate alla ristorazione, come gelati, lattina di energetico e chewing-gum. Anche a Lambrate la concorrenza è più diffusa fuori dalla struttura, visto che sul piazzale a sud, nei pressi della fermata della metropolitana sono presenti quattro esercizi tra bar e pizzerie al taglio. Spostandosi a sud di Milano, la stazione di Rogoredo, anch’essa interessata dai progetti di Centostazioni, vede invece un numero di bar ridotto all’osso. All’ingresso principale è posto un Bricco Caffè, che presenta un listino in linea con gli altri punti della stessa catena, a Lambrate e a Porta Garibaldi, con l’eccezione della caffetteria, dove si colloca in posizione intermedia tra gli importi delle altre stazioni. A Rogoredo Fs non ci sono altri bar, se si eccettua un fornito distributore automatico che offre a prezzi decisamente più bassi bibite, birra, gomme da masticare oltre che, naturalmente, i caffè della macchinetta. Per trovare un altro locale bisogna uscire di un centinaio di metri dalla stazione o scendere in metropolitana, dove un chiosco discreta-
mente fornito ha dei prezzi leggermente inferiori su panini, toast e tranci di pizza.
Porta Genova, aria di dismissione Nella zona centro-sud di Milano, nei pressi dei Navigli, la più antica stazione della città ancora in uso, quella di Porta Genova, è destinata alla dismissione nei prossimi anni. La sua area sarà edificata. Questa circostanza si riflette su alcuni aspetti di servizio: sono chiusi i bagni, per evitare atti di vandalismo, e al suo interno sono presenti solo una caffetteria, dall’aspetto decisamente vetusto, un tabaccaio e un phone center. La caffetteria presenta, probabilmente per la sua “solitudine”, dei prezzi mediamente elevati, in nove casi i più alti registrati nelle stazioni milanesi. Particolarmente fuori riga appaiono i prezzi del panino (2,80 euro il meno caro), del trancio di pizza (3 euro) e della bibita energetica (3 euro). I dintorni della stazione sono però affollati di bar e locali, sia sulla piazza antistante, sia nelle vie circostanti. La caffetteria all’interno di Porta Genova Fs sembra quindi destinata a chi cerca un boccone un attimo prima di partire e non si accontenta di quello che offre il distributore automatico.
Conclusioni Come anticipato, il capoluogo meneghino presenta un'offerta a macchia di leopardo, e ciò vale per quanto riguarda i prezzi, la qualità dei prodotti, il servizio erogato e la presenza o meno di catene. La situazione in generale non pare esaltante, ancora troppo spesso affidata a operatori poco qualificati per le location travel o troppo poco stimolati di posizioni di monopolio de facto. Dal punto di vista della concorrenza, infatti, per il canale delle stazioni sarebbe auspicabile una maggiore apertura al mercato e l'affidamento dei servizi di ristoro a operatori specializzati nel travel, senza rinunciare al valore aggiunto di alcune ottime insegne private. Anche alla luce di quanto raccontato da questo Osservatorio, sarà estremamente importante che l'offerta food della nuova Centrale di Milano rappresenti una svolta positiva. La valuteremo e ve ne daremo conto. Fabrizio Patti
retail&food - dicembre 2009 19
Star Trek retail
I
l 14 dicembre 2007 la FA (Federazione calcistica inglese), annuncia l’ingaggio di Fabio Capello come nuovo commissario tecnico della nazionale inglese. Gli orgogliosi abitanti d'Oltremanica, che vantano di essere gli inventori dello sport più popolare al mondo, si affidano a un allenatore italiano per provare a vincere la coppa del mondo in Sudafrica, dopo quarant'anni dalla loro unica vittoria. Marzo 2009, apre a due passi da Piccadilly Circus, nel centro di
abbordabili e alla buona qualità, che lo rendono altamente competitivo nei confronti dei vati della moda inglese. L’intenzione, infatti, sembra proprio quella di competere con marchi come Hackett, utilizzando la leva del prezzo (più basso di quasi il 40%) e di affascinare gli abitanti della City con uno stile italiano moderno, ma non “modaiolo” e molto attento ai classici. Un ritorno alle origini per un marchio, che fu tra i primi a importare
Destinazione
BOGGI Londra, un nuovo punto vendita Boggi, lo storico brand milanese di abbigliamento, con 400 mq di superficie, due livelli e ben otto vetrine. A giugno, poche settimane dopo l’etichetta meneghina raddoppia al 28 di Sloane Square, nell’esclusivo quartiere di Chelsea: 340 mq con un concept tutto made in Italy in cui la fanno da padrone l’eleganza e la funzionalità di una struttura fatta di banconi bassi per potere sia ammirare la collezione in tutte le sue linee, sia toccare con mano la qualità dei tessuti e delle rifiniture dei capi esposti. Così adesso anche i sudditi di Sua Maestà potranno apprezzare i fiori all’occhiello della maison, che da anni veste la business community milanese: passione sartoriale, cura del rapporto con il cliente e soprattutto ottimo rapporto qualità-prezzo. Come dopo l’esclusione dagli europei di calcio gli inglesi si affidano a un allenatore italiano per risollevare le sorti della loro gloriosa nazionale, in barba alla storica rivalità tra i due paesi, così anche nell’abbigliamento, in tempi di crisi, i londinesi sembrano subire il fascino del marchio italiano grazie alle buone maniere dei commessi, ma soprattutto grazie ai prezzi 20 retail&food - dicembre 2009
in Italia il famoso “taglio all’inglese”, tanto in voga a cavallo tra gli anni trenta e gli anni quaranta, ottant'anni esatti dopo l’apertura del primo negozio Boggi in Italia, a Salerno.
Dal sole di Salerno alla nebbia padana E’ Milano, però, a rendere famoso il marchio. Nel 1964 Paolo BogGRUPPO BBB srl (2008) in pillole tab. 1 gi lascia il Sud e trasferisce la sua Data di nascita Primo negozio Boggi 1939 a Salerno. Trasferimento a Milano nel 1964. sede aziendale Proprietà Fratelli Zaccardi direttamente e attraverso Tristars spa nella capitale inSede Monza dustriale italiana Menagement Carlo Zaccardi, CEO; Claudio Zaccardi Presidente; Roberto Zaccardi, Responsabile logistico, Fabrizio Fassino, e in breve conGeneral Manager quista il capoluoSettori di Business Retail abbigliamento go lombardo con Insegne del Gruppo Boggi, Brian&Barry, DoubleB Ricavi € 70 milioni una catena di Utile di Gruppo € 284.649 negozi di abbiMOL/Ricavi 3,80% gliamento classiROI 0,40% Rapporto indebitamento 94,60% co e di qualità a Fonte aziendale prezzi ragionevoli, che hanno incontrato il favore dei pratici e parsimoniosi zer blu, le camicie Oxford, i pantaera sarto a Monza), proprietaria di loni grigi e gli abiti sartoriali. milanesi. Nel negozio Boggi i proBrian&Barry, catena di negozi Poi nei ruggenti anni ottanta fessionisti e gli esponenti della cremultimarca di stile anglo-americadegli yuppie si amplia la rete dei scente middle class lombarda posno, nata nel 1986, ampliata negli negozi al livello nazionale per arrisono trovare tessuti inglesi, lane anni successivi con le nuove insevare all’inizio di questo decennio scozzesi, lino, seta, il Madras, il gne DoubleB e con l’apertura di cachemire, ma anche accessori per quando il brand “Boggi Milano” negozi per la donna. il lavoro e tempo libero insieme ai incrocia la strada degli Zaccardi, Ed è subito amore: nel febbraio classici del guardaroba come i blafamiglia brianzola (il nonno Pietro 2003 i tre fratelli Zaccardi sono
alla testa di una cordata che acquista la catena di store Boggi. Il Gruppo così viene ad essere composto dal brand Boggi Milano e Brian&Barry Milano. Da una parte la storica catena di negozi monomarca meneghine, uno di primi retailer dell'abbigliamento uomo in Italia, dall'altra una realtà luxury del mondo multibrand. Il comune denominatore è un insieme di tradizione e di modernità dove la storia e l'esperienza del settore sembrano solide basi per una strategia di crescita. Nasce così il Gruppo BBB srl, proprietario dei due marchi, controllato dai fratelli Zaccardi (in piccola quota direttamente e indirettamente per il 67% attraverso Tristars, legata comunque alla retail&food - dicembre 2009 21
Star Trek retail famiglia), nipoti del capostipite Pietro. E, siccome i fratelli Zaccardi, da buoni brianzoli, non amano stare con le mani in mano, appena firmate le pratiche di acquisizione, iniziano a lavorare per espandere la società. Come spesso accade in Italia, il business è familiare: al timone Carlo Zaccardi, CEO e responsabile amministrativo e finanziario, poi i fratelli Claudio, presidente e responsabile degli acquisti e Roberto, responsabile della logistica e Outlet, insieme al general manager Fabrizio Fassino (vedi Tab. 1).
Milano, il trampolino di lancio per il Mondo Management a conduzione familiare, voglia di investire e sfidare i
mercati, buon radicamento sul territorio, un prodotto di qualità, una clientela fidelizzata e uno stile di marketing ben definito: ecco le basi sicure su cui costruire un progetto che ha visto Boggi varcare i confini nazionali con l'ambizioso obiettivo di diventare nel giro di qualche anno brand leader tra le catene italiane di abbigliamento monomarca uomo. Ai primi di ottobre di quest'anno, infatti, il Gruppo conta 84 negozi (61 con insegna Boggi e 23 Brian&Barry). La presenza dei marchi in Italia è molto radicata: in tutto 66 insegne sul territorio nazionale, di cui ben 42 in Lombardia (concentrati soprattutto a Milano e nella Brianza), ma praticamente assenti sotto il Lazio, a
parte una new opening a Catania. Il Sud, infatti, sembra essere marginale nelle strategie di BBB srl. NEGOZI 66 4 3 2 1 1 1 1 3 2 84
NAZIONI ITALIA SVIZZERA GRECIA UK QATAR UAE KUWAIT BAHREIN INDIA LEBANON TOTALE
FATTURATO (in milioni di €)
Forte del suo “zoccolo duro” nel Centro Nord, l’azienda negli ultimi anni è partita alla conquista del-
RAPPORTO DI INDEBITAMENTO 102
80
100
70
98
60
96
50
94 92
40 90 30 88 20
86
10
84
0
82 1999
2000
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1999
2000
2001
2002
Puntiamo su aeroporti e stazioni per fare conoscere Boggi in tutto il mondo Intervista a Fabrizio Fassino, general manager di Boggi Come ha influito la crisi globale su Boggi quest'anno e come pensate di chiudere il 2009? Dopo un primo periodo dell’anno un po’ sotto tono, da giugno abbiamo ricominciato a raggiungere i nostri obiettivi grazie a una politica di qualità e giusto prezzo. Pensiamo di chiudere l’anno positivamente visto anche il trend dell’ultimo periodo di ottobre. Che progetti avete nel cassetto per il medio periodo? Ci sono nuove aperture in cantiere? Abbiamo alcuni progetti in cantiere già per il 2010 che verranno definiti entro fine anno. Per quanto riguarda le nuove aperture siamo pronti per le Grandi Stazioni, a giorni infatti aprirà il primo punto vendita in Stazione Centrale a Milano al quale seguiranno altri punti vendita nelle grandi stazioni d’Italia. Dopo le aperture di Londra, pensate di espandervi ulteriormente all'estero? Abbiamo un progetto europeo, di cui Londra è stato il primo passo. Speriamo di aprire a breve a Parigi, per poi espanderci nelle maggiori capitali d’Europa. Siete molto conosciuti nel Nord Italia, ma il marchio è originario di Salerno: quando e, nel caso, dove, vedremo le insegne Boggi a sud di Roma? Per ora ci siamo focalizzati nel Nord e Centro Italia e non penso che nel breve periodo ci sposteremo più al sud, ma non è detto che sarà sempre così, ogni giorno vi sono nuove opportunità da cogliere. Perché avete scelto di essere presenti con i vostri store nei principali aeroporti italiani? Pensate di implementare questa presenza a breve? Gli aeroporti sono per noi un biglietto da visita sul mondo, chiunque viaggia, passa davanti ai nostri punti vendita che, oltre a vendere, pubblicizzano sia i nostri prodotti, sia i negozi in città e rafforzano l’immagine del marchio. In futuro pensiamo di replicare l'esperienza di Atene, aprendo nei più importanti aeroporti d’Europa.
22 retail&food - dicembre 2009
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l’estero, seguendo direttrici di sviluppo ben definite per non disperdere lo sforzo. BBB è presente oggi con i suoi store in Europa (Svizzera, Grecia e UK), in Medio Oriente, nella penisola araba (Libano, Quatar, Emirati Arabi, Kuwait, Bahrein) e in India. Il progetto di espansione infatti prevede lo sviluppo in Europa con l’apertura di flagship store nelle principali capitali europee, sia nei centri città sia nei principali aeroporti, oltre al potenziamento della presenza in Svizzera. Una parentesi va aperta proprio sulla attenzione di Boggi per i luoghi di transito: ad oggi si possono trovare le insegne della casa meneghina presso gli aeroporti milanesi di Malpensa e Linate, ma anche di Roma Fiumicino (nazionale e internazionale), di Venezia e Atene, proprio per rispondere al meglio alle esigenze della clientela dell’azienda, composta prevalentemente da uomini d’affari e professionisti (vedi Tab. 2). Il target della clientela è importante
Rimanere fedeli allo stile del passato, restando al passo con i tempi. Per quanto riguarda la comunicazione, poi, Paolo Boggi, il fondatore, ha sempre sostenuto che “il miglior spot è la vetrina”. Ed è per
anche sulle location dei punti vendita: sul territorio nazionale e in Europa Boggi è presente nei centri storici delle principali città, mentre in Medio Oriente e India presso i principali Mall, dove sono concentrati gli store dei più importanti marchi luxury europei e luoghi di shopping della classe dirigente di quei paesi. Poi, per quanto riguarda i paesi extraeuropei, il BBB ha stipulato una partnership con il Gruppo DLF per l’India e con il Gruppo Azalea per il Medio Oriente con l’obiettivo di realizzare altri 15 punti vendita nella zona nei prossimi 5 anni.
Chi non risica non rosica Ma veniamo ai numeri. Gli indicatori principali del Gruppo in Italia, ci parlano di una ascesa di tutto rispetto: dal 2003 all’anno scorso i negozi sono cresciuti di un terzo e sono più che raddoppiate le vendite, senza contare l'inevitabile crescita del personale impiegato (vedi Tab. 3). Un balzo in avanti che, però, ha richiesto un ingente sforzo finanziario. I bilanci ci raccontano di un indebitamento e di un indice di leverage (rapporto tra capitale investito e capitale proprio, che rappresenta la solidità finanziaria dell’impresa) piuttosto elevati nell’ultimo triennio anche a causa dei consistenti investimenti, solo in parte autofinanziati, realizzati nel corso degli ultimi esercizi per ristrutturazione di negozi preesistenti e aperture di nuovi punti vendita (vedi Tab. 4). La situazione sembra sotto controllo, ma bisognerà capire quanto la crisi di quest’anno abbia influito sulla situazione finanziaria, anche a fronte dell’esperienza del 2008, quando si è passati da un incremento medio del 7% dei primi otto mesi ad una flessione dell’1% negli ultimi quattro, con un risultato comunque positivo se si pensa che le medie del settore registravano un calo del 15%.
STAR TREK RETAIL PUBBLICATI AD OGGI Numero
Società
1-2/2009
Conte of Florence Zegna Giochi Preziosi Morellato Carpisa Kuvera Tod’s Benetton (1° parte) Benetton (2° parte) Feltrinelli Boggi
3/2009 4/2009 5/2009 6/2009 7-8/2009 9/2009 10/2009 11/2009 12/2009
Infatti i più recenti dati di bilancio, pur non essendo negativi, non sono esattamente da caviale e champagne per BBB, cosa abbastanza ovvia in un momento così delicato a livello di mercati: la redditività caratteristica negli ultimi tre anni si è attestata su valori moderatamente positivi, inoltre la società presenta una situazione buona ma non ottimale al livello di liquidità e il MOL dopo un periodo di crescita sostenuta, ha rallentato proprio l'anno scorso. Anche il fatturato dopo anni di boom, l'anno scorso si è stabilizzato intorno ai 70 milioni di euro con, comunque, un +3,7% sull'anno precedente, e con utili per circa 280 mila euro, meno della metà di quelli del 2007 e ben il 19% rispetto al 2005. A questo proposito, l'ottimismo sulla chiusura del 2009 e sulle future strategie aziendali, espresso da Fabrizio Fassino nell'intervista a margine, lascia pregustare un futuro roseo per l'azienda.
Anche perché intanto, la società si è strutturata con la sua rete capillare e con diverse tipologie di negozio per rispondere meglio a una clientela di riferimento differenziata: la prima linea Boggi, che copre più della metà dei ricavi, per la fascia media, mentre la prima linea Brian&Barry (circa un quinto del giro d'affari) è per clienti più attenti alle tendenze della moda e disposti a spendere di più. Poi le seconde linee e gli outlet per chi vuole risparmiare che coprono il restante delle vendite. E se quest'anno ha visto la doppia apertura di Londra e l'ampliamento (ora 500 mq e 12 vetrine) dello store di Piazza San Babila a Milano, “il giusto flagship store del marchio Boggi”, come ha detto Carlo Zaccardi alla sua inaugurazione, il 2008 ha tenuto a battesimo i nuovi negozi di Parma, Venezia, Roma via del Babuino e Bologna, senza contare la riallocazione del punto vendita di Linate e del rifacimento e ampliamento del Bian&Barry di via Durini a Milano. I progetti futuri parlano sempre di più straniero, come conferma il general manager della società nell'intervista rilasciata al nostro magazine, anche se la presenza in Italia rimane strategica, soprattutto nei luoghi di transito come la stazione Centrale di Milano, dove è prevista l'apertura di un nuovo punto vendita.
questo che i negozi hanno sempre design lineari, in cui spicca il contrasto nell'arredamento tra antico e moderno, in cui il guardaroba la fa da padrone suggerendo l'approccio diretto con il prodotto, in linea con l'atmosfera discreta e non invadente del negozio. Ma se l'immagine di Boggi, dalle etichette al packaging, fino al layout delle vetrine è un patrimonio aziendale costruito nei decenni, è anche vero che recentemente si è schiacciato l'acceleratore in pubblicità, investendo molto (2,5% del fatturato quest'anno, più o meno come nel 2008) soprattutto in campagne stampa e affissioni nelle città dove il marchio è presente con le sue insegne. Insomma, qualcosa è cambiato rispetto alle vetrine con buone stoffe, camicie in tinta unita o giudiziosamente rigate, prudenti cravatte, qualche concessione allo sport e trionfo di abiti blu, grigi beige, dei cappotti cammello o dei giacconi in pelle marrone del primo negozio Boggi negli anni sessanta, ma non troppo. Lo spirito, infatti, sembra lo stesso, più cosmopolita ed evoluto, fedele alle due parole d'ordine del marchio, tradizione e modernità. Un motto che sembra perfetto per entrare nel firmamento dei retailer d'abbigliamento più apprezzati in Europa. David Montorsi
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Prima pietra
LAURENTINO: un gigante alla conquista di Roma U n’ampia piazza attorno alla quale sorgeranno l’area retail e degli uffici pubblici e privati. Il “Laurentino” è un intervento immobiliare di grandi dimensioni da circa 400 milioni di euro di investimento complessivo, già finanziati, che vede impegnati come promotore Parsitalia Real Estate e come azienda di commercializzazione Cushman & Wakefield. Il progetto fa parte di un programma urbanistico la cui convenzione con il Comune di Roma è stata stipulata nel dicembre dello scorso anno. Superato quindi lo scoglio burocratico, le opere di cantierizzazione saranno avviate presumibilmente entro la fine del 2010 mentre l’inaugurazione, se non si verificheranno ritardi, è stata ipotizzata per il secondo semestre del 2012. La zona della capitale si va ad arricchire, quindi, di nuove iniziative di qualità e, in questo caso, anche di quantità, che si inseriscono in un bacino di utenza sicuramente ampio ma altamente conteso. Tuttavia la storia recente insegna che proprio nella metropoli laziale i progetti a valore aggiunto hanno saputo intercettare insegne di segmento medio-alto, un maggior numero di visitatori e fronteg-
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Entro il 2012 dovrebbe essere realizzato il maxi progetto urbanistico da circa 400 milioni di euro. Oltre a prevedere la costruzione di uffici pubblici e privati, si distinguerà per l’ampia offerta commerciale arricchita con servizi per lo sport, l’intrattenimento e la ristorazione. giare meglio la crisi anche sul fronte dei fatturati. Al contrario, i centri obsoleti continuano e continueranno a pagare dazio in modo marcato. Collocato su un agro romano lungo l’omonima via ad est, la via Pontina a ovest, il Gra a sud e viale Oceano Atlantico a nord, il complesso Laurentino si articolerà morfologicamente su una tipica serie di collinette alte tra i 50 e 60 metri sul livello del mare segnate da sudest verso nord-ovest dai fossi dell’Acqua Acetosa e di Valleranno. Strutturalmente, invece, si svilupperà ai lati di un nucleo cen-
trale di 15.000 metri quadrati, detto la piazza civica, destinato a ospitare eventi culturali, ricreativi e commerciali diventando, di fatto, il vero e proprio polo di attrazione. Il lungo prospetto lineare omogeneo lungo la via Laurentina connette tutti i programmi funzionali restituendone una precisa configurazione volumetrica d’insieme che comunica all’esterno la sua vocazione commerciale. La parte prospiciente la piazza, costituita dal grande atrio a tripla altezza e dalla zona ristorazione, è aperta e permeabile quasi a costituire un prolungamento della piazza stessa e
viceversa. In una città talvolta caotica come Roma, l’accesso facilitato a questa superficie costituirà un vero e proprio valore aggiunto e un trampolino di lancio per il successo dell’iniziativa. Alla piazza si potrà accedere tramite la fermata della metropolitana prevista nel progetto di fattibilità del prolungamento della linea B da Laurentina a Trigoria, anche’esso già approvato, e tramite il nuovo sistema di trasporto pubblico su sede propria Laurentina-Tor Pagnotta, i cui lavori sono stati già appaltati dalla società “Roma Metropolitane S.p.a”. Non di poca importanza, sempre sul fronte logistico, è la
LAURENTINO APERTURA PREVISTA PROMOTORE COMMERCIALIZZAZIONE LOCALITÀ LOCALIZZAZIONE TIPOLOGIA GLA PARCHEGGI LIVELLI COMMERCIALI TOTALE UNITÀ (PICCOLE, MEDIE E GRANDI SUPERFICI
2012 PARSITALIA REAL ESTATE CUSHMAN & WAKEFIELD ROMA URBANA COMPLESSO MULTIFUNZIONALE 62.000 mq 3.000 3
costruzione di un parcheggio da circa 3.000 posti auto esteso su 110.000 metri quadrati.
Shopping tra qualità e quantità Focalizzando l’attenzione sul futuro shopping center, i volumi saranno disposti in parte su due livelli e in parte su tre, formando esteriormente una sagoma assomigliante a una grande “balena” adagiata sul terreno in posizione orizzontale. L’appeal interno sarà garantito
da un design moderno enfatizzato dalla pre162 senza di tanta luce naturale e da molti spazi con doppia altezza, studiati per dare un maggiore respiro alla struttura. Nelle viscere del “mammifero” si estenderà una gla di circa 62.000 mq, all’interno dei quali saranno inseriti un ipermercato da 8.200 mq, 12 medie e grandi superfici, 150 negozi, un multicinema a sette schermi, un centro fitness da 3.500 mq e una corposa zona per il food: tutto il necessario per soddisfare le esigenze di shopping, di intrattenimento e di ristorazione di un bacino
d’utenza primario stimato in 100.000 persone e di un bacino secondario (compreso tra 10-20 minuti di percorrenza) di circa 500.000 unità. Anticipando i contenuti dell’offerta, nelle intenzioni di Cushman & Wakefield l’obiettivo è di creare un merchandising mix con ancore molto forti, garanzia sia di qualità che di attrattiva per i consumatori. In tale senso, l’azienda di commercializzazione ha dichiarato che le trattative con i brand candidati a presidiare le medie-grandi superfici sono arrivate a buon punto e che, nonostante l’attuale crisi economica, l’interesse riscontrato per il centro è molto rilevante. Il posizionamento della
galleria, in termini di eccellenza dei marchi, dovrebbe essere medioalto ma non verrà trascurato il commercio locale/di vicinato che a Roma è ben radicato.
Divertimento e food: i nuovi driver Come anticipato, il centro commerciale nel plesso Laurentino non sarà un semplice contenitore di negozi ma una struttura ricca di soluzioni per la ristorazione, per il tempo libero e lo sport, da frequentarsi durante l’arco di tutta la giornata, anche se feriale, oltre che ovviamente nel sabato e nei festivi (concessioni di aperture permettendo). In particolare l’offerta food sarà ubicata al primo e al secondo livello con due aree dedicate. Al primo piano sarà focalizzata sulla formula fast food e presenterà un’ampia vetrata sulla piazza esterna, al secondo piano sarà collocata tra l’ingresso del cinema e la palestra e sarà incentrata sul concetto di consumo slow food, supportato dal servizio al tavolo, con tre o quattro unità. Entrambe le zone potranno rimanere aperte anche dopo l’orario di chiusura del centro, sfruttando gli orari prolungati di cinema e palestra, e proporranno una cucina locale, nazionale e internazionale. Inoltre, sempre al secondo piano, è previsto un family entertainment center di circa 3.000 mq che sarà regolato con gli stessi orari dell’area intrattenimento, sport e ristorazione. A. P. retail&food - dicembre 2009 25
Taglio nastro
CITTÀ SANT’ANGELO, lo shopping democratico Inaugurato lo scorso settembre, il nuovo outlet sviluppato da Europ Invest e commercializzato da Promos gode di un’ottima collocazione vicino all’autostrada A14 e alle porte di Pescara. La struttura presenta un’offerta abbastanza diversificata, destinata ad arricchirsi già da questo mese grazie a numerose aperture
S
hopping di qualità ma alla portata di tutti (o quasi) i Città portafogli. A Sant’Angelo Outlet Village il consumatore non può che trovarsi a proprio agio grazie a un’offerta accessibile in termini di prezzi e diversificata nei vari settori merceologici. L’outlet di Pescara, l’unico format Foc che si affaccia sull’Adriatico centrale, mira proprio ad attrarre un ampio numero di visitatori da tutta la regione e non solo, sposando la logica dei grandi numeri con una proposta commerciale di stampo democratico. Il bacino di utenza stimato ammonta, infatti, a circa tre milioni di residenti e a otto milioni di transiti annui. A rendere accattivante il suo mix non mancano
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soluzioni più esclusive, grazie alla presenza di marchi ricercati. Inoltre è doveroso sottolineare come il concept dell’outlet, per sue caratteristiche, necessiti di un determinato periodo tempo e quindi di consolidamento per attrarre con maggiore forza le aziende di alta moda e del lusso. Approfondendo i contenuti dell’iniziativa, Città Sant’Angelo è un progetto costruito dal Gruppo La Castelnuovese e Unieco, promosso da Europ Invest e commercializzato da Promos. Attualmente la struttura è stata inaugurata nella sua prima parte che conta una gla di 19.000 metri quadrati, di cui 16.000 già fruibili dal pubblico (fase 1A) e i restanti 3.000 mq che dovrebbero essere
aperti progressivamente a partire proprio da questo mese (fase 1B). Inoltre è prevista una fase 2 che consiste nell’ampliamento della gla e del numero di negozi, ma il dato finale è ancora da definirsi. La struttura si presenta fedele al format standard degli outlet, e quindi riproduce uno scenario urbano locale con palazzine alte un piano e rifinite in ogni dettaglio. L’offerta comCitta Sant’Angelo Outlet Village merciale si artiCITTÀ SANT’ANGELO (PE) cola ovviamente LOCALITA’ LOCALIZZAZIONE EXTRAURBANA su un solo livelCITTÀ SANT’ANGELO lo, quello terrePROPRIETA’ OUTLET VILLAGE SPA no, tranne che PROMOTORE EUROP INVEST nella piazza prinTIPOLOGIA OUTLET cipale dove il COMMERCIALIZZAZIONE PROMOS SRL 19.000 mq (Fase 1A: ristorante self16.000; Fase 1B: 3.000, GLA (SUPERFICIE LORDA service Bagaria in apertura nei primi AFFITTABILE) mesi del 2010) Food è collocato LIVELLI COMMERCIALI 1 al primo piano. POSTI AUTO 2.500 Tra le particolariSPAZI RISTORAZIONE 5 Bagaria Bar; Bar tà architettoniSequella,Tiffany, INSEGNE RISTORAZIONE che risalta la difChocolate Town/Lindt, Bagaria Food fusione di portici 105 (Fase 1A: 80 negozi, che da un lato commercializzati ad oggi TOTALE UNITÀ per il 75%) favoriscono la passeggiata nei momenti di di urbanizzazione sono attualmenpioggia o di sole troppo intenso, te in corso d’opera, per cui il visidall’altro limitano parzialmente la tatore potrà scegliere in futuro la visibilità delle insegne. Per questo strada più comoda. si desume che in fase di commercializzazione i tenant abbiano dovuto ponderare con maggiore Spazio al low cost attenzione la scelta della location. Tempi di commercializzazione perAnche l’ingresso principale, che mettendo, la sezione già costruita comprende una superficie con prevede un totale di 105 unità diversi punti vendita e servizi vari, retail (fase 1A di 80 negozi, asseè coperto e rifinito nel soffitto con gnati oltre il 75% degli spazi). Le travi di legno in bella vista. ancore principali sono costituite La superficie del progetto dai brand con la maggiore capaciattualmente inaugurata si articola tà di attrazione, e quindi non in tre piazze e altrettanti ingressi, necessariamente da quelli più serviti da un ampio parcheggio di estesi in termini di superficie. Tra 2.500 posti auto. Le infrastrutture questi compaiono Valentino
Fashion Group, Puma, Guess, Calvin Klein, Lindt e, tra le prossime aperture, Nike (che conterà oltre una decina di vetrine e uno spazio esclusivo all’ingresso principale dell’outlet) e Gruppo Sixty. Tutti e cinque i punti vendita godono di una posizione privilegiata e, quasi tutti, vantano una buona visibilità in termini di vetrine a disposizione. In particolare lungo la passeggiata che porta verso l’area nuova sono ubicate Guess, Puma e Calvin Klein: le prime due contano entrambe un paio di vetrine mentre Calvin Klein quattro (due a brand Calvin Klein Jeans e due a brand Calvin Klein Underwear). CK perfeziona la propria strategia di marketing presentando promozioni complementari tra i propri negozi posizionati l’uno di fianco all’altro. Gli shop di Gruppo Sixty saranno collocati in una delle piazze e avranno a disposizione ben cinque vetrine retail&food - dicembre 2009 27
Taglio nastro con tre ingressi (questo appare al momento della nostra visita). Sia Lindt sia Valentino Fashion Group trovano spazio sotto i portici della piazza principale, proprio di fronte all’ingresso dell’outlet. Tra i brand attivi nel comparto abbigliamento e di segmento più elevato, ma pur sempre abbastanza accessibile, si annoverano Conte of Florence, Gattinoni, Enrico Coveri, Renato Balestra. Nel segmento pelletteria e calzature spiccano Baldinini e Pancaldi 1088. L’offerta si articola in numerosi marchi dedicati anche all’abbigliamento bambino (Cycle Band, Officina di ricerca Kids, Portobello Baby Store), agli articoli per la casa (Bialetti, Borgo Tessile, De Longhi, Foppapedretti, Gabel, Girmi, Home & Cook, Italian Factory, Kenwood, Rcr, Rondine, Simac), alle referenze di intimo (Barbie, Ck Underwear, Golden Lady, Omsa, Philippe Matignon, Pompea, Roberta), alla profumeria con Kiko e Modus, e allo sport con Puma, Slam e Think Pink. Sempre improntata su un listino medio
accessibile, distribuita in tutte le piazze con i tavolini esterni riparati sotto i portici, ma meno articolata, la parte della ristorazione conta attualmente cinque attività che presentano orari di apertura più estesi rispetto a quelli dei negozi
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2 3 4 5 6
Abruzzo Marche Abruzzo Abruzzo Abruzzo Abruzzo Abruzzo Abruzzo Marche Abruzzo Marche Abruzzo Abruzzo Abruzzo Abruzzo Abruzzo Abruzzo Abruzzo Marche Abruzzo
Provincia Chieti Ascoli Piceno Teramo Teramo Pescara Pescara Chieti Pescara Ascoli Piceno Pescara Ascoli Piceno Chieti Teramo Chieti Chieti Chieti Pescara Chieti Ascoli Piceno Pescara
Comune
Denominazione
GLA
N° PV
Piattaforma Alimentare
MQ
Chieti Ascoli Piceno Colonnella Teramo Cepagatti Città Sant’Angelo Rocca San Giovanni Spoltore Ascoli Piceno Pescara San Ben. del Tronto San Giovanni Teatino Silvi Marina Lanciano Ortona Chieti Montesilvano Chieti Grottammare Pescara
Megalò Città delle Stelle Val Vibrata Gran Sasso The mall Auchan Pescara Nord Polycenter L’Arca Al Battente Auchan Porto Grande Centro d’Abruzzo Universo Lanciano Ortona Center Theatre Center Centro d’intrattenimento Porto Allegro Centauro L’Orologio Il Molino
50.000 45.200 32.128 30.000 28.142 27.045 26.000 25.963 22.000 20.696 20.400 18.600 16.500 13.410 12.469 12.000 11.500 11.343 10.039 10.000
115 50 56 100 35 42 34 27 63 38 40 32 15 29 26 11 30 22 17 20
IPERSTANDA IPERCOOP IPER CONAD-E.LECLERC AUCHAN IPER IPERSIDIS MAXI SIMPLY OASI AUCHAN IPERCOOP IPERCOOP CITYPER SMA CONAD-E.LECLERC IPER CONAD SUPERSTORE NO GS CITYPER SMA IPERSTORE GS
5050 9000 8000 10500 8000 10500 1610 2500 6000 8950 8300 8000 2750 5000 7000 1350 0 5150 3000 1800
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outlet. I punti sono Bagaria Bar, Bar Sequella, Tiffany, Chocolate Town (presidiata da Lindt che vi vende anche prodotti fine food) e il ristorante self-service Bagaria Food (insegna locale in espansione), che propone vari piatti e un menù completo con primo, secondo, contorno e dolce a soli 12 euro. Tuttavia, a fronte di una catchment area estesa su una lunga porzione di costa adriatica, una ristorazione con servizio al tavolo in formula pizzeria e/o ristorante tradizionale sarebbe indicata per un visitatore che cerca magari un prezzo meno conveniente ma un confort maggiore nella pausa dallo shopping. La proposta commerciale si completa con i servizi: è funzionale il bancomat Banca Etruria (ma servirebbe più di uno sportello), è utile la presenza dell’Infopoint all’ingresso, che propone soluzioni legate al centro e pacchetti connessi alle attività turistiche del territorio, è ottima la soluzione del baby club vicino al ristorante selfservice in modo che i genitori possano pranzare con maggiore tranquillità avendo il figlio vicino, sono adeguati e puliti i servizi igienici ma manca una parafarmacia. Per quanto concerne la sicurezza, l’outlet è presidiato da personale dedicato e da un consistente numero di telecamere. L’unica telecamera di troppo è l’autovelox installato nel breve tragitto tra il Foc e l’autostrada, che potrebbe vanificare il risparmio del consumatore. Tuttavia non è responsabile la gestione del centro.
L’analisi geo-commerciale Da questo mese l’articolo di taglio nastro si arricchisce con un servizio permanente dedicato all’analisi del territorio in relazione ai vari spazi commerciali presenti, che possono quindi inficiare sul reale bacino di utenza della struttura descritta. Tale approfondimento consiste nella pubblicazione di una cartina con indicati i simboli di tutti i centri operativi nell’isocrone di 60 minuti e di una tabella con i loro nomi. Nel caso di Città Sant’Angelo Outlet Village si evince che l’ambiente attorno al comune di Pescara è altamente competitivo in termini di shopping center anche di grandi dimensioni, forse sproporzionati rispetto alla reale domanda. Questa diffusione tiene conto dell’orografia del territorio, che è prevalentemente collinare per cui le grandi strutture si posizionano laddove il terreno lo consente. Tuttavia il format dell’outlet è parzialmente riparato dall’inflazione dei centri commerciali perché si giova di provenienze molto più profonde, che arrivano anche a 45-60 minuti di percorrenza in automobile. Sul fronte della concorrenza diretta con altri Foc, quello più vicino verso Sud è a Molfetta (Ba), verso nord è a Castel Guelfo (Bo) e attraversando gli Appennini si arriva nell’area romana che è largamente presidiata, per cui il bacino naturale di Città Sant’Angelo Outlet Village si distribuisce lungo la direttrice A. P. Adriatica.
Sono solo macchinette?
Il VENDING si mette in piazza Marchi parcellizzati e poco noti, ma un giro d’affari da tre miliardi di euro e una storia di oltre 50 anni alle spalle. Il vending resiste ai colpi della crisi e guarda sempre di più ai luoghi di passaggio.
U
n gigante sconosciuto sta abbandonando i suoi tradizionali terreni di caccia per spostarsi in città. Entra nelle scuole, negli ospedali, si avventura con sempre maggiore frequenza nelle stazioni, negli aeroporti, ultimamente nei centri commerciali. E se ne avrà la possibilità, nei prossimi cinque anni sarà presente in ogni angolo. È il settore, tutt’altro che minaccioso – almeno per i consumatori – del vending, ossia delle macchine automatiche che distribuiscono caffè, bibite, snack, e un ventaglio in costante allargamento di nuovi prodotti: libri, pizze, foto stampate, gelati, cerotti, latte crudo, prodotti da sexy shop e olio d’oliva. Un mondo meno recente di quanto si pensi: risale al dopoguerra in Italia l’arrivo dei distributori automatici, che vendettero prima la cola amata dai soldati americani, poi, negli anni Cinquanta, il caffè e, a partire dalla fine dei Sixties, gli snack.
Oggi l’arcipelago di circa duemila imprese del settore, che impiegano 36mila addetti, fattura 2,7 miliardi di euro, considerando le 500 aziende principali affiliate all’associazione di categoria Confida. Un “big player”, lo definisce il presidente del Censis Giuseppe De Rita, che è stato finora troppo silenzioso e non ha saputo imporre i suoi temi nel dibattito nazionale. Come, ad esempio, la richiesta di una semplificazione della burocrazia necessaria per l’apertura di un distributore automatico in luogo pubblico.
Dall’ufficio al mondo L’ondata di cassa integrazione ed esuberi che ha segnato il 2009 non ha creato preoccupazione solo per i diretti interessati e rappresentanze sindacali. A dolersene sono state anche le aziende del vending, consapevoli che ogni posto di lavoro in meno corrisponde a una mancata erogazione di caffè al giorno. Oggi il 90% delle
I luoghi dove si consuma con maggior frequenza (val. %)
macchine automatiche è posto negli uffici e in questo modo si spiega il calo del fatturato del settore atteso per il 2009 (per ora non si fanno cifre), così come l’incertezza per il 2010. Ma il vending, paradossalmente, sta anche conquistando nuove fette di mercato, fuori dagli uffici: sono, spiegano i vertici di Confida, «persone che un tempo non compravano alla macchinetta e che oggi, in
Il vending nel travel e nei malls Tre domande a Vincenzo Scrigna, presidente di Confida, associazione che nel mondo del vending rappresenta i gestori, i produttori di macchine e i fabbricanti di prodotti. Com’è la situazione del vending nei centri commerciali e nei luoghi di viaggio? «I centri commerciali si stanno scoprendo adesso, mentre stiamo esplorando da piùtempo gli altri luoghi di viaggio. Oggi abbiamo un grande problema di burocrazia, perché ogni distributore è considerato come un negozio di 250 metri quadrati. Stiamo cominciando a lavorare a livello di normative e regioni come la Lombardia ci stanno dando una grossa mano. Ma ci vorrà ancora un anno o due. Poi diventerà interessante esplorare i canali di passaggio, che sono il futuro del nostro settore. Ormai il canale delle forniture agli uffici è saturo». Come chiuderà il 2009? «Chiuderemo alla pari. Da un lato abbiamo perso quasi un milione di consumatori, corrispondenti ai posti di lavoro persi. Dall’altro abbiamo acquisito dei nuovi utenti, che la necessità economica ha fatto avvicinare al vending e che sono diventati consumatori fedeli». Qual è la tendenza forte nel settore? «Nel food i cibi salutari. Le iniziative sono partite da cinque anni e il trend è in crescita continua. Allora dicevamo che non ci potevamo trasformare dalla sera alla mattina in venditori di salute. Bisognava fare cultura, trovare i prodotti e apparecchiature appositi e mettere a posto la filiera. Ce la stiamo facendo».
30 retail&food - dicembre 2009
Luoghi di lavoro Luoghi di attesa Luoghi di studio Luoghi di transito Centri commerciali Luoghi di svago
41,4 31 18,9 12,2 9,2 5,6
Fonte: indagine Censis-Venditalia Confida, 2009
considerazione proprio della crisi, scoprono un canale interessante e competitivo in termini di rapporto qualità/prezzo». I clienti da distributore automatico sono oggi circa 22 milioni, due in più di un anno fa. Aumentano le consumazioni nei luoghi pubblici, nella pubblica amministrazione e negli ospedali, mentre si riducono nelle locazioni private. Non è una novità: alla fine degli anni Novanta, sottolinea Antonio Barbangelo nel suo recente volume “Pausa Caffè” (Egea), il numero di vending machine installato nelle fabbriche e negli uffici italiani costituiva il 98% del totale, una quota che si è gradualmente ridotta a favore degli spazi aperti al pubblico, come metropolitane, stazioni ferroviarie e aeroporti. L’andamento del 2008 (si veda la tabella in pagina) che ha visto una ripresa della quota di macchine in ufficio, sembra allora un’eccezione. Secondo una ricerca del Censis per Confida presentata a Milano a metà novembre, se il 41% dei consumatori ricorre ai distributori
Il fatturato dei principali gruppi di società di gestione (mln €)
Gruppo Gruppo Argenta Ivs Italia Buonristoro Vending Group Liomatic Gruppo Mabel Gruppo Illiria Gruppo Sellmat Gruppo Amoruso Ristomatic
Fatturato 2007 170,6 163,8
52,5 34 32,6 25,8 20 13,6
fonte: Vending Magazine, Pausa Caffè-Egea 2009
nella rete di Grandi Stazioni sono stati collocati, nel 2007, 373 erogatori in 127 box da due o tre macchine ciascuno. In quella di Centostazioni si contano 705 unità, allacciate tra il 2004 e il 2005, e altre 252 sono presenti nei terminal minori di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana). A gestirli è la IL MERCATO DEL VENDING IN ITALIA
2007 Distributori installati Consumazioni (x 000) Fatturato del settore (mln €) Addetti Automezzi
2008
Variz. %
2.103.000 6.309.000 2.715
2.280.000 6.340.000 -0,3%
8,4% 0,5% 2.724
34.000 17.000
35.000 18.000
2,9% 5,9%
Fonte: Confida, Pausa Caffè - Egea 2009
sul lavoro, il 31% lo fa nei luoghi di attesa, il 18,9% in quelli di studio e il 12,2% in quelli di transito, il 9,2% nei centri commerciali e il 5,6% nei luoghi dedicati allo svago (la somma supera il 100% perché erano possibili risposte multiple). Uno dei casi più interessanti è costituito dai distributori presenti nelle stazioni ferroviarie italiane:
Fast Service Italia (gruppo Sorgeva), società nata nel 1996. La loro collocazione varia dai marciapiedi dei binari, come a Milano Centrale e Roma Termini, dove può intercettare maggiormente gli acquisti d’impulso, alle sale d’aspetto delle strutture provinciali, dove il vending è spesso il solo concorrente dei bar. Non a caso l’impulso all’acquisto, secondo lo studio del Censis, è dato, oltre che dalla “voglia di caffè” (41% degli intervistati), dalla volontà di saziare velocemente la fame o la sete (31%) e dall’assenza di alternative (17,7%). Non indifferente, di questi tempi, è anche la possibilità di risparmiare (11%), che precede nelle risposte l’occasione di socializzare con amici e colleghi (7,7%). Con queste premesse luoghi come le metropolitane, del resto già presidiate dalle macchinette, sono punti di consumo ideali. Tra le location appetibili ci sono le stazioni di rifornimento di carbu-
rante, nelle quali le vending machine si affiancano ai distributori, offrendo referenze che questi non possono vendere, come i prodotti freschi. Su questo settore sta puntando, per esempio, la lecchese Brekky, azienda che ha stretto un accordo con Agip per l’installazione di macchine nelle stazioni del distributore e che ha realizzato un progetto pilota a Gallarate (Varese). Anche gli aeroporti sono un canale presidiato dalla distribuzione automatica, con prodotti che, spiega Confida, non si differenziano eccessivamente da quelli offerti in altri luoghi. Si registrano però dei casi innovativi, come i macchinari della società Let’s Pizza: presente oggi negli scali di Malpensa terminal 1, Orio al Serio e Palermo e presto in altri dieci aeroporti, sempre nelle aree di My Chef, propone pizze non surgelate ma impastate al momento, pronte in due minuti e mezzo. Se si sposta lo sguardo all’estero, spicca la recente installazione, all’aeroporto internazionale di Francoforte, di due “shopping wall” che offrono beni tipici del travel retail: videocamere, prodotti di elettronica, cellulari, profumi, cosmetici, giocattoli, libri, cd e dvd, orologi e occhiali da sole.
Spaghetti a mezzanotte La pizza distribuita in maniera automatica è solo uno dei molti prodotti innovativi che si trovano nelle macchinette d’Italia. Nel food le tendenze si chiamano piatto pronto, cibo fresco (frutta, insalate, macedonie, yogurt, panini) e cibo sano, in quest’ultimo caso grazie a iniziative, di solito temporanee, sviluppate a livello locale. Nel non-food, invece, i beni in espansione vanno da quelli para-
farmaceutici a quelli per la casa, passando dai regali last minute. Il campo ideale per la diffusione di prodotti innovativi sono i negozi automatici aperti 24 ore, dove si possono acquistare dai pannolini agli spaghetti. Questa tipologia commerciale ha trovato il suo sviluppo soprattutto grazie alle formule di franchising. In genere la formula di affiliazione non prevede royalty fee d’ingresso ma solamente l’acquisto delle attrezzature e l’affitto dell’insegna. L’investimento va dai 25mila ai 6070mila euro, a seconda del franchisor e della tipologia di distributore. Altre esperienze innovative sono i market automatici di alcuni marchi della gdo, come Conad (Conad Shop 24) e Sigma (con la società Magex-Point24h). Tra gli operatori del settore franchising, partiti in genere da non più di 3-4 anni, ci sono i marchi Automatic Free Shop (che conta più di 200 negozi in Italia), Brekky, Point24h e Openshop24. Quest’ultimo rende l’idea della varietà di oggetti che possono essere venduti: «Abbiamo un pannello touch screen dove si può vedere youtube e da cui si possono acquistare dei film, puntiamo sull’intrattenimento sapendo che se la gente si ferma consuma di più – spiega ad esempio Massimo Flisi, amministratore della società –. Ci sono poi diverse macchinette che erogano prodotti alimentari e non solo: oltre alla parafarmacia, alla macchina per la pizza e a quella per i pop corn, in una si trovano mazzi fiori, regali da ultimo minuto, macchine fotografiche. Tutto questo serve per attirare la gente, ma la referenza principale è l’oggettistica dei sexy shop, che può essere scelta in modo anonimo». Fabrizio Patti
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Pareri unanimi sul buon esito della manifestazione milanese
FORMULA FRANCHISING: Progetti per aprire o per alimentare iniziative con una formula collaudata. La mission della fiera Franching&Trade ha coinvolto positivamente espositori e visitatori, fiduciosi di superare la crisi proprio in questo modo.
S
e qualcuno si aspettava una fiera poco vivace a causa degli spazi ridotti e complessivamente per l’effetto della crisi ha avuto torto. Voglia di ripartire, ottimismo e talvolta spirito di intraprendenza sono stati i driver che hanno animato e dato una sferzata alla 24° edizione di Franchising&Trade. A dimostrarlo non sono solo i numeri, ben 12.000 presenze di visitatori qualificati (+12% rispetto al 2008) e oltre 2.500 operatori professionali che da Host e Wellness Spa & Beauty (che si sono svolte in concomitanza a Fieramilano) hanno potuto accedere alla manifestazione, ma soprattutto il feedback dei franchisor emerso a ogni intervista che abbiamo realizzato per l’articolo di resoconto fiera di R&F. Il franchising si conferma, quindi, una formula molto duttile e reattiva, capace di restare in segno positivo (se pur di poco) in un periodo negativo per l’intera economia, e pronta a cogliere con slancio i primi segnali positivi. Chissà che non siano proprio le numerose aperture di negozi da parte di affiliati a fungere da motore per la ripresa dei brand. Di ottimismo per il futuro grazie anche al buon esito dell’iniziativa ne ha parlato Italo Bussoli, segretario generale di Assofranching, mentre di
merciali, le stazioni e le aree di sosta autostradale. L’investimento necessario varia da 20mila ai 45mila euro.
Luca Monti, direttore commerciale di The Jackpot Club, Optima Srl L’obiettivo è aprire sale da gioco sotto forma di mini casinò. Inoltre possiamo allestire una parte di intrattenimento con bar e sala d‘attesa che poi diamo in gestione. Complessivamente stiamo aprendo una cinquantina di punti in tutto il territorio nazionale tramite imprenditori privati. Sono spazi con diverse metrature, da un minimo di 100 mq fino a 250/300 mq. L’angolo della ristorazione va da quattro metri lineari di bancone a un massimo di otto metri. Oltre agli hotel, i nostri obiettivi di ingresso riguardano i centri com-
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soluzioni utili ai franchisor per far funzionare le loro proposte si è espresso Francesco Montuolo, vice presidente Confimprese. «Noi contiamo circa 240 iscritti, che rappresentano circa il 70% del fatturato complessivo del settore e del numero di affiliati che fanno parte di reti in franchising – ha spiegato Italo Bussoli – presso la fiera i nostri soci sono circa 45, un terzo degli espositori, ai quali mettiamo a disposizione il servizio dei nostri consulenti. Osservando l’andamento della rassegna, riscontriamo che è passato con successo il concetto del mettersi in proprio e notiamo che c’è maggiore flusso di visitatori rispetto ad altri anni. Inoltre è percepibile la presenza di manager che si ripropongono sul mercato, per cui cresce la qualità di domanda di franchising. Al contrario, per quanto riguarda l’offerta, credo che l’anno prossimo non vedremo una metà degli attuali espositori perché presentano proposte difficilmente realizzabili». La sostenibilità economica, sociale e ambientale sono state le tematiche centrali esposte da Francesco Montuolo, relatore presso il convegno “Il Franchising in Italia. Modelli di business sostenibili per network di successo”, organizzato da Confimprese e tenutosi durante la rassegna. Secondo la ricerca condotta dall’ente, la sostenibilità economica si raggiunge attraverso la creazione di valore per l’impresa, per i franchisee e per i clienti, e l’utilizzo efficace delle risorse. Quella sociale si ottiene attraverso la qualità della relazione con i franchisee e gli altri stakeholder, la buona cittadinanza d’impresa e l’integrazione con il territorio. Quella ambientale, infine, è il risultato di una gestione efficiente ed efficace delle risorse, della diminuzione delle emissioni inquinanti e A. P. della riduzione degli impatti sull’ambiente. termini di aperture perché i nostri affiliati sono prevalentemente master franchisee, per cui non hanno problemi ad aprire numerosi punti vendita se questi vanno bene. Attualmente i negozi in Italia sono 250, di cui il 60% nei centri commerciali e il 40% in location urbane. Siamo presenti anche a Fiumicino e a Termini. Juan Olave, general manager Italia di Burger King Il nostro obiettivo è di trovare imprenditori che abbiano il potenziale per aprire un alto numero di ristoranti. Per ognuno occorrono dai 600 ai 700mila euro. Per quanto concerne i vari canali: le stazioni
Stefano Deanesi, direttore franchising Blue Spirit L’azienda è nata con negozi in franchising, poi si è sviluppata con shop gestiti direttamente e ora vuole continuare a espandersi in franchising. Questo perché abbiamo visto che tale business ha un ritorno per i franchisee molto importante e con un punto di pareggio abbastanza basso nonostante sia una gioielleria. Non abbiamo un obiettivo preciso in
e gli aeroporti vanno bene ma non è facile entrarvi, i centri commerciali ci interessano ma non tutti funzionano poiché costano molto e la maggioranza chiude la domenica. Senza domenica il nostro fatturato cala del 15%. L’anno fiscale scorso abbiamo aperto 16 locali e per quest’anno puntiamo allo stesso numero. Abbiamo in programma di inaugurare i ristoranti attaccati ai distributori di benzina: uno sarà presso il centro commerciale Euroma2 vicino a un erogatore della Erg e avrà un’immagine nuova a livello mondiale. Denise Ciccardi, comunicazione e marketing di Sosushi Italia L’allestimento dell’Ape Classica è la novità che ci interessa mostrare maggiormente. Sosushi nasce nel 2006, conta 20 punti vendita in Italia e si contraddistingue perché i suoi cuochi sono tutti giapponesi e il prodotto è artigianale. Chi si volesse associare può scegliere tra varie possibilità: il Sosushi Lab, che è il più semplice e versatile; il Sosushi Bar, che presenta una formula appena più complessa con servizio al tavolo. Il chiosco e il corner anch’essi molto versatili. Esiste poi il Sosushi Restaurant che
APERTURE AVANTI TUTTA
molti altri in questi giorni. Nel franchising operiamo con due marchi: Mondadori ed Edicolè. Il primo si impegna su 150-200 mq mentre il secondo su superfici un po’ più piccole in cui si abbina l’edicola a una selezione limitata di volumi. I punti vendita sono diffusi sia nei centri cittadini che negli shopping center. In questo momento abbiamo circa una decina di librerie nelle medie stazioni ferroviarie. Il nostro piano di sviluppo prevede di aprire circa 50 negozi all’anno in Italia. è il più complesso perché l’offerta è ampia dal punto di vista del menu. Siamo stati accreditati come fornitori di Grandi Stazioni per cui l’idea è di aprire a Torino, Milano, Firenze e Napoli. Per quanto riguarda i centri commerciali saremo a Bologna. L’obiettivo legato al 2010 è di inaugurare 10 store. Renato Rodenghi, presidente di Mondadori Franchising Mondadori ha una serie di società che si occupano di portare al cliente finale il libro, tra cui una che organizza i negozi in franchising. Attualmente contiamo circa 500 punti vendita e ne stiamo aprendo
Ferdinando Pinto, amministratore delegato di Yamamay (relatore convegno Confimprese) Yamamay è una rete di 560 negozi , 500 in Italia e 60 all’estero in 18 paesi. Il nostro obiettivo è continuare a crescere in due direttrici: la prima è la maggiore presenza in Italia attraverso l’apertura di punti vendita diretti di primaria importanza e la copertura anche attraverso il franchising di zone dove non siamo ancora rappresentati, la seconda è di consolidare il nostro marchio in alcuni mercati esteri e in primo luogo in Grecia e Spagna. Guardiamo molto ai centri cittadini, con negozi monomarca in posi-
zione di particolare pregio, e abbiamo rapporti interessanti sia con Rinascente che con Coin nei quali operiamo con corner monomarca. Abbiamo alcune presenze sia a Roma che a Milano Centrale, in particolare su Milano Centrale siamo in fase di prossima apertura e a Roma stazione abbiamo uno shop operativo da circa un anno. Tra gli altri siamo presenti negli aeroporti di Linate, Malpensa 1 e 2, Torino e Napoli. Per il 2010 abbiamo l’obiettivo di 50 nuove aperture, mi auguro che almeno la metà sia all’estero. Mario Pierro, responsabile franchising di Camomilla Italia In fiera arriviamo per il secondo anno con uno stand tre volte più grande di quello del 2008. Per la prima volta esponiamo tutto il nostro prodotto in modo tale da far comprendere realmente alle persone che si vogliono affiliare che cosa è Camomilla Italia e cosa fa. L’obiettivo è di confermare quello che si è fatto alla rassegna dell’anno scorso, dalla quale abbiamo ereditato quattro negozi, e di aprirne il 20% in più. Il target di Camomilla Italia è di arrivare a 200 aperture monomarca nel nostro Paese dalle attuali 160-165.
Negli ultimi 12 mesi abbiamo inaugurato 10 shop e cinque nuove aperture sono previste per la prossima primavera. Amatruda Fortunato, amministratore delegato di Luna Express Srl La fiera sta andando bene anche se è il primo anno che siamo qua e quindi non possiamo fare confronti. Noi presentiamo corner pizza, con produzione e vendita in nove metri quadri. Il nostro target è costituito principalmente dai centri commerciali, ma anche da aeroporti, stazioni ferroviarie e multisale, oppure da soluzioni shop in shop in negozi che vanno
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Pareri unanimi sul buon esito della manifestazione milanese 100 ai 220mila euro. In Italia abbiamo otto punti vendita operativi e in programma c’è un’apertura a Follonica entro la fine dell’inverno, a Milano stiamo valutando un paio di location. L’obiettivo per ora è inaugurare dai tre ai cinque locali. Sui centri commerciali sono scettico, mentre sto lavorando all’aeroporto di Verona dove spero che apriremo presto.
dai 30 mq sino ai 70/80 mq. La rete franchising parte adesso, siamo presenti all’estero con diversi punti aperti in soli otto mesi, tra cui quelli negli Stati Uniti, Cina e Francia. Siamo in questa rassegna per vedere come risponde il mercato italiano. L’obiettivo per il prossimo anno è di avere almeno 20 aperture. L’investimento per ognuna è di 49.500 euro.
Tobia Matarazzi, responsabile franchising della Moreal Camicie L’obiettivo è di allargare la rete franchising: i negozi diretti hanno dato origine a una grande esperienza che ora possiamo trasferire al nostro associato. A settembre abbiamo iniziato questa nuova avventura e abbiamo già definito quattro contatti, grazie ai quali contiamo di aprire tre shop entro fine anno e l’altro per gennaio o inizio febbraio. Dei primi tre, due saranno su strada e uno in centro commerciale. L’investimento per ognuno è compreso in 20mila euro e non ci sono fee di ingresso. Complessivamente puntiamo a inaugurare due punti vendita al mese per il primo anno e 1,5 al mese nel 2012, ma forse dovremo mantenere questo trend anche nel 2012 grazie alla possibile ripresa economica. Pierre D’Alessandro, responsabile Europa di Clayeux L’obiettivo iniziale legato alla fiera 34 retail&food - dicembre 2009
era di aprire tre o quattro negozi ma, per come stanno andando i contatti, penso che riusciremo a inaugurarne 10. Attualmente abbiamo un progetto che riguarda Fiumicino, che sarebbe il primo in aeroporto, e lo abbiamo scelto perché è il terminal più importante con molti viaggiatori stranieri. Tra le location in cui potremmo inserirci ulteriormente non escludo i centri commerciali, ma alcuni comportano spese esagerate, mentre altri hanno accettato di rinegoziare gli affitti diventando maggiormente sostenibili. L’outlet è un canale molto importante e infatti siamo presenti in quelli di Serravalle, Castel Romano e Rodendo Saiano. Stiamo inoltre lavorando per entrare in quello di Caserta (che sarà inaugurato a inizio 2010) e abbiamo un interesse per il Foc di Pescara.
Angelo Costa, responsabile sviluppo franchising Subway International BV Il marchio si distingue per la personalizzazione del prodotto a cui si abbina un approccio più salutista rispetto alla concezione standard del fast food. Non è prevista la preparazione di fritti ma il semplice assemblaggio di prodotti freschi e precotti, per cui l’investimento in attrezzature è minimo. Se si considera un range dimensionale dai 60 ai 130 mq, l’importo si aggira dai
servizi, la scommessa per far funzionare i centri commerciale è migliorare la food court: lo spazio comune deve avere i tavolini personalizzati e deve essere baricentrico in modo che da lì si irradi il flusso.
Matteo Sorrentino, presidente cda di Mister Optik Gli obiettivi sono di affermare il nostro marchio nel mondo del franchising dove ci siamo affacciati circa un anno fa testando i primi sei punti vendita in Italia. Tali negozi hanno presentato un buon riscontro. Per primi, inoltre, abbiamo proposto la formula del “soddisfatti o rimborsati”, per cui diamo la possibilità al franchisee di aprire uno shop Mister Optik e di fare tutti gli investimenti necessari. L’importo è di circa 120mila euro chiavi in mano ma l’affiliato può risparmiare tra il 15% e il 35% se trova delle strutture già finite. Cerchiamo in tutta Italia delle location anche in aeroporti, outlet e centri commerciali. Abbiamo l’obiettivo per il 2010 di aprire venti punti vendita in franchising. Guido Caufin, amministratore delegato di Sfera Retail L’obiettivo è di consolidare la nostra presenza nella consulenza al mondo retail e di dare un segnale ai franchisor e ai franchisee sulle potenzialità di questo settore in Italia. Se pensiamo che nel nostro Paese i negozi a marchio organizzato sono circa il 10% del totale capiamo quanto terreno ci sia ancora da conquistare. Per farlo sono necessari tre ingredienti: banche mature, franchisor che investano nello sviluppo degli store in affiliazione attraverso i servizi e la location, e una politica di investimento all’autoimpresa più realistica. Oltre al mix dei brand e ai
Francesca Cuomo, responsabile marketing & communication di Bello Srl La fiera va bene, è il primo anno che partecipiamo e quindi siamo partiti con prospettive abbastanza importanti. Contiamo di aprire entro fine anno 15-20 punti vendita in Italia. Abbiamo già richieste dall’Abruzzo, molte dalla Sicilia, dal Veneto e comunque da tutto il Paese soprattutto per quanto riguarda iniziative in centri commerciali. Inoltre questa rassegna ci dà l’opportunità di andare a concretizzare diverse chiusure di contratto. Ad oggi abbiamo due store di proprietà e uno in franchising ma d’ora in poi apriremo solo in franchising. Per una location di 45 mq possiamo stimare un investimento di 9.000 euro (220 euro al mq). Commercializziamo abbigliamento da 0 a 14 anni con un prezzo medio di 9,90 euro. Il nostro motto è “vestire i bimbi con le monetine”, in un mix tra qualità dei prodotti e attenzione all’economicità familiare.
Tecnologie a supporto del retail
RFID: la migliore delle etichette possibili
U
n’unica tecnologia “general purpose”, traversale e pervasiva, tante applicazioni intelligenti e diversificate a favore del mondo retail: dalla logistica alla gestione del magazzino, dalla “shopping experience” al pagamento di beni e servizi all’interno di negozi e aree commerciali. E’ il destino, ancora in gran parte da scrivere, dell’Rfid (Radio Frequency IDentification), il sistema a onde radio per l’identificazione automatica di oggetti o persone, basato sulla lettura a distanza, tramite un apposito “reader” Rfid, delle informazioni contenute in un “tag” o transponder. Un sistema definito forse troppo presto e con troppa enfasi “rivoluzionario”, in quanto portatore di notevoli vantaggi rispetto alle “vecchie tecnologie” dei codici a barre e delle bande magnetiche, e però disatteso nei fatti, a causa di una certa inerzia del nostro terziario e della penuria di investimenti dovuta alla particolare congiuntura economica che stiamo attraversando.
Tre grandi famiglie «L’Rfid è una galassia, per comprenderla è opportuno distinguerne i campi applicativi», sottolinea Stefano Quintarelli, esperto di telecomunicazioni, fondatore di Eximia (www.eximia.it), solution provider specializzato nelle tecnologie Rfid. «Attualmente il mercato è costituito da tre grandi famiglie di applicazioni: quelle legate alle carte (monetica, loyalty, fidelity, borsellino elettronico, apriporte, controllo presenze), tutto il settore associato alla logistica e quello legato alla movimentazione, beni e merci in ambienti ad elevatissimo livello di controllo (safety, qualità di processo)». Quanto vale questo mercato? «Difficile a dirsi: la tecnologia di
per sé è abbastanza conveniente: qualche centesimo per il tag, poi incidono carta, adesivi, costi di applicazione. Mentre un “varco” Rfid può valere qualche migliaio di euro. Nel campo della logistica bisogna tenere presente che ci sono beni i cui costi unitari molto bassi non giustificano l’impiego del trasponder rendendo improponibile un retail checkout imperniato sull’Rfid. In questi casi ha più senso etichettare il collo, su cui si basa in genere tutta la logistica di back office».
Lo shopping ad alta velocità Sempre e comunque è l’ambiente fisico a orientare e condizionare l’intervento, che va studiato ad hoc, come testimonia anche l’impegno di Softwork (www.rf-id.it), un’altra realtà italiana molto attiva 36 retail&food - dicembre 2009
nella progettazione e nell’implementazione di soluzioni Rfid. Per evidenziare possibilità e limiti della tecnologia, nel 2006 HP, Intel e Politecnico di Milano hanno dato vita all’RFid Center, «primo esempio in Italia di centro di competenza completo sotto tutti gli aspetti, in grado di associare competenze gestionali e competenze tecnologiche, ricerca universitaria e consulenza aziendale, per creare soluzioni nei diversi ambiti applicativi e nei differenti settori» (www.rfidsolutioncenter.it). Sulla carta, l’Rfid è il migliore dei mondi possibili. Coniugato con altre tecnologie di “real time location” (Gps, Wi-fi, Uwb) e inserito in un piano globale di automazione del commercio, consente di progettare ambienti interattivi in cui i processi di scelta e acquisto risultano più veloci, fluidi ed effi-
Rfid: quali vantaggi Al contrario delle bande magnetiche, che hanno tra l’altro il difetto di smagnetizzarsi, l’Rfid non deve essere a contatto per poter essere letto. E non deve essere necessariamente visibile, come avviene invece per i codici a barre. Sul chip integrato nel tag possono essere inserite inoltre una serie di informazioni aggiuntive, utili ad attivare ulteriori servizi, dai coupon, alle loyalty, ai borsellini elettronici. Rispetto alle carte a microprocessore c’è da considerare anche un altro vantaggio: la totale assenza di usura a carico del lettore, che nel caso dell’Rfid non deve trascinare alcunché. La manutenzione dunque è ridotta al minimo e la carta con il chip annegato nella plastica è (salvo distruzione volontaria) pressoché eterna. L’identificazione e la verifica sono poi quasi immediate: il processo dura appena 1/10 di secondo. Last but not least, a garanzia della riservatezza, la comunicazione tra tag e reader può essere cifrata.
QR Code, un link con la blogosfera
cienti, con notevoli risparmi di tempo, sia lato utente finale, che dal punto di vista della gestione degli addetti sul punto vendita. Risorse che possono essere così “liberate” e impiegate in mansioni a valore aggiunto di assistenza alla clientela.
Creatività teutonica Ma cosa cambia in concreto all’interno di un negozio 2.0, per parafrasare un’espressione cara al mondo Internet, a cui vagamente si ispira il nuovo approccio tecnolo-
gico? Le risposta è in una delle numerose case-history reperibili sul portale specializzato del network Rfid Italia (http://rfid.thebizloft.com), accessibile mediante registrazione. «Pur essendo stato lanciato ormai qualche tempo fa, il progetto di Metro in Germania resta probabilmente il più ambizioso in quest’ambito. Il grande retailer tedesco ha messo in piedi un vero e proprio programma di reingegnerizzazione del supermercato. A Tönisvorst, nella zona della
Fino a poco tempo fa si pensava di poter dar luogo, dopo l’etichettatura di massa, anche alla lettura di massa dei tag, integrando reader e writer Rfid all’interno dei telefonini, ovvero gli apparati mobili che ciascuno di noi ha sempre con sé. «In realtà, la miniaturizzazione e l’applicazione su larga scala di questa tecnologia sembrano oggi piuttosto remote – spiega Marco Zamperini, Chief Technology Officer di Value Team, società di consulenza e servizi IT, tra i pionieri dell’Rfid in Italia –, mentre il fatto che tutti i cellulari siano ormai provvisti di telecamerina fa propendere per il successo di un’altra tecnologia emergente, quella dei QR Code, sorta di codici a barre bidimensionali, in grado di supportare un indirizzo http: se li inquadri e li fotografi con il cellulare, c’è un’applicazione che li decodifica, attiva il browser dello smartphone e ti porta direttamente sulla pagina Internet costruita per illustrare le caratteristiche e le modalità di acquisto di un determinato prodotto, stabilendo così un link tra il mondo fisico e quello virtuale».
Westfalia, a nord del Reno, il gruppo ha un centro di sperimentazione chiamato Metro Group Future Store. Si tratta di un ambiente di 8,600 m² in cui l’esperienza di acquisto è stata messa a sistema, sfruttando le più diverse tecnologie: codici a barre, tecnologia Rfid, Wi-Fi, intelligenza applicativa e strategie di ultima generazione come, ad esempio, il proximity marketing. L’obiettivo? Creare il Supermercato 2.0, a partire dal carrello intelligente, dotato di ampio display, e che interagisce in wireless con tutta una serie di sistemi distribuiti per il negozio. Tramite carta di credito, il consumatore s’identifica prima di acquistare la merce e sul suo schermo appaiono diverse opzioni di visualizzazione: lista della spesa, georeferenziazione rispetto alla mappa del supermercato in modo da poter localizzare il prodotto cercato rispetto a dove ci si trova, attivazione del sistema di bonus riservati ai clienti associati alla catena distributiva. Il carrello diventa così un Personal Shopping Assistant (Psa)
che supporta l’acquirente nel fare la spesa mentre tutta un’altra serie di sistemi integrati contribuiscono a migliorare l’esperienza dell’acquisto. Bilance intelligenti che riconoscono automaticamente la merce come frutta o verdura per pesarla e prezzarla. Scaffali intelligenti che avvisano i responsabili di reparto che la merce è in esaurimento o che riconoscono la merce stoccata, mostrando in automatico il prezzo nel cartellino di riferimento. Schermi intelligenti che si attivano al passare del consumatore offrendo promozioni ma anche ricette o informazioni di dettaglio che possono anche essere stampate. All’uscita, il cliente può recarsi a una centralina preposta, anch’essa dotata di lettore barcode, per controllare a video le informazioni inserite nell’etichetta di un prodotto e, nel caso, disattivare i tag Rfid inseriti, a tutela della propria privacy» (fonte: Laura Zanotti, “La shopping experience è pronta a cambiare”). Paolo Crespi
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Dossier aeroporti
LINATE
«
M
iglioramento costante del prodotto». Sono queste le parole d’ordine pronunciate da Giuseppe Bonomi, presidente di Sea, durante la presentazione dei risultati commerciali non aviation della società, riguardo all'aeroporto milanese di Linate. Nel 2009 il city airport meneghino ha visto calare il numero dei propri passeggeri ma quando
tutta un’altra storia
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tornerà il sereno Linate, che rimane il terzo aeroporto italiano per passeggeri, avrà qualche arma in più con cui combattere. «Abbiamo posto in essere decine di cantieri, alcuni implementati, altri in fase di realizzazione», ha spiegato Bonomi. Opere che a Linate comprenderanno nuovi parcheggi, un restyling interno e della facciata, nuove sale relax ma, soprattutto, una revisione
strutturale degli spazi commerciali. Una scelta non casuale, visto che, come emerge dal bilancio 2008 di Sea, i ricavi non aeronautici sono stati pari al 45,0% del totale, con un incremento dell’1,3% rispetto all’anno precedente. Come consuetudine, abbiamo voluto verificare di persona l'offerta commerciale retail food e ristorazione e lo abbiamo fatto in
compagnia di Serafino Perego, direttore commerciale Non Aviation di Sea Aeroporti di Milano Spa, e con Leonardo Pedersoli, responsabile marketing presso la stessa direzione.
Due anni di lavori Da poco si è infatti conclusa la ristrutturazione degli spazi commerciali per un totale di 6.500 metri quadrati. L’area del duty
free è stata rimodulata secondo una logica walk through che impone ai viaggiatori in partenza di attraversare lo store, come sta avvenendo in altri scali italiani e nel mondo. Le aree ristorazione si sono arricchite di nuovi marchi, tra i quali spiccano un caffè Motta, logo storico milanese ora gestito da Autogrill, un punto Espressamente Illy e un McDonald’s, entrambi a gestione
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Dossier aeroporti My Chef. Una nuova scala consente, inoltre, di raggiungere l’area di ristorazione free flow e ristorante (posta al secondo piano), direttamente dai banchi del check-in. Proprio sui banchi accettazione e varchi sicurezza si è concentrata una fetta importante dei lavori ultimati: sono stati attivati dei percorsi preferenziali per i passeggeri premium, sono stati portati da 9 a 13 i portali con metal detector, con lo scopo di ridurre le code per l’accesso ai gate. Le 1.200 nuove sedute, i 4.200 I PASSEGGERI DI LINATE (2000-2009) Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 (gen-set)
Passeggeri Variaz. anno aviazione prec. sul totale commerciale 6.026.342 -9,10% 7.136.337 18,40% 7.815.316 9,50% 8.757.038 12,00% 8.947.525 2,20% 9.088.607 1,60% 9.696.515 6,70% 9.926.530 2,40% 9.266.152 -6,70% 6.388.576 -12,90% Fonte: Assaeroporti
metri quadrati di controsoffitti sostituiti e i 350 metri di nuovi fascioni luminosi hanno poi svolto il compito di svecchiare l’immagine dello scalo. «Per il 2010 stiamo rivedendo l'impostazione del nostro budget, ragioneremo molto più con un'ottica di progetti» esordisce Perego, per farci capire come si stia lavorando sul futuro di Linate. «Quello che abbiamo fatto negli ultimi due anni è stato risistemare tutta l'offerta commerciale di Linate: oggi, superati i controlli di sicurezza, si accede al nuovo duty free walk through della Dufry, società partecipata da Sea al 40%, mentre immediatamente di fianco è stata risistemata la zona edicola, anche se il termine edicola è limitativo rispetto all'offerta presente. Naturalmente anche in galleria commerciale sono stati spostati alcuni marchi e ne sono stati introdotti alcuni nuovi». Certo Linate è un aeroporto “storico” e per certi versi dimostra la sua età. «Per questo – continua Perego – abbiamo voluto rivoltarne l'immagine, per trasmettere a chi utilizza l'aeroporto la sensazione di spazi caratterizzati da 40 retail&food - dicembre 2009
una facile percorribilità, nonostante i limiti fisici della struttura, come ad esempio i soffitti bassi. Possiamo già dire che – interviene Pedersoli, il responsabile marketing – in base ai nostri monitoraggi, il livello di soddisfazione customer è cresciuto molto». Ma gli interventi di restyling hanno riguardato anche la sala lounge con la collaborazione di Frau e Cappellini, con i quali «abbiamo lavorato con i partner per trovare soluzioni, non è stato un semplice rapporto di fornitura». In questo contesto si è trovato il modo di sviluppare anche il digital signage (si veda articolo a pagina 17), tramite l’installazione di 50 monitor da 57 pollici utilizzati per ospitare la pubblicità dinamica. La nuova piattaforma realizzata da IGP Decaux in collaborazione con Enter, a quanto apprendiamo, è stata sicuramente apprezzata dagli inserzionisti.
Quello che verrà Se il volto di Linate è cambiato rispetto a quello di un anno e mezzo fa, è già previsto un nuovo doppio restyling: si ammoderneranno gli spazi interni dell’aerostazione, con una nuova immagi-
ne coordinata. E si studierà il restyling della facciata esterna nell’area, «infatti – sottolinea il direttore commerciale Sea – il tema della sistemazione di Linate si completa in un'ottica di risistemazione degli esterni, dei portali verso l'airside ma anche dell'inte-
ra zona landside, che dovrà essere più gradevole e più funzionale». Ma non è finita qui. Fuori dallo scalo sarà poi realizzato, con promessa di ultimazione entro la metà del 2010, un parcheggio multipiano da 2.500 posti che –
collegato a quello esistente – sarà concluso». il più grande per capacità di Con la collaborazione dello Milano, «...e poi c'è la linea 4 Studio Ambrosetti, Sea sta della metropolitana, il cui iter di infatti lavorando a una visione progettazione e finanziaRICAVI SEA S.P.A- AEROPORTO DI LINATE (dati in migliaia di Euro) mento sembra essere attivita bancarie noleggio vetture ristorazione pubblicità shops retail parcheggi handling di terzi e cna cargo Servizi e altri ricavi Totale non aviation Totale aviation Totale
Cons. '08
Peso
1.600 4.133 3.544 5.818 5.314 20.408 17.506 8.860 1.273 8.479 56.525 74.787 131.312
1,22% 3,15% 2,70% 4,43% 4,05% 15,54% 13,33% 6,75% 0,97% 6,46% 43,05% 56,95% 100,00%
strategica delle attività non aviation fino al 2016, centrando parte dei ragionamenti sulla scadenza dell'Expo 2015. «L'obiettivo è che i ricavi non avio arrivino almeno alla metà dei ricavi generali. Per questo l'aeroporto si deve rivolgere maggiormente al territorio». Il concetto di airport city o di aerotropoli piace ancha a Milano, evidentemente. Ma come pensa
di declinare questo modello Sea? «Vogliamo sicuramente divenire uno dei centri commerciali più frequentabili – afferma Perego – dove le persone vengano anche se non devono partire. Vogliamo, ad esempio, divenire un luogo con una notevole connotazione artistica, prestando i nostri spazi per un collegamento con manifestazioni cittadine, come è avvenuto per il concerto finale del festival Mi.To., tenutosi a settembre presso l'hangar. L'aeroporto – continua Perego – può divenire un luogo di eventi capace di attrarre la città e di offrire, oltre all'evento, anche spazi di ristoro, shopping, servizi». E su questo tema una novità potrebbe riguardare anche il ristorante con servizio al tavolo: «Abbiamo uno dei migliori ristoranti aeroportuali, come location: uno spazio il cui utilizzo è stato limitato anche per ragioni di sicurezza post 11 settembre, ma che abbiamo intenzione di tornare a utilizzare intensamente». Perché allora non
immaginare un ristorante da gourmet in aeroporto, come avviene in altri scali aeroportuali?
Scouting: la carica dei 400 «Dall'inizio dell'anno scontiamo circa il 7% del traffico in meno, ma Linate rimane il terzo aeroporto italiano, con un target di clientela molto alto». Un dato importante, da non dimenticare pensando alla pista cittadina di Milano. Per quanto riguarda l'offerta commerciale, Perego e Pedersoli ritengono che i marchi attualmente presenti siano di soddisfazione per la clientela di Linate, ma che per l’immediato futuro non si possa prescindere da alcune interessanti novità. Nel corso del 2010 verranno aperti altri 500 mq di nuovi spazi commerciali nell'area degli imbarchi: «Sa ranno superfici dedicate principalmente all'offerta non-food ma potrebbe trovare spazio anche un corner food specializzato». La retail&food - dicembre 2009 41
Dossier aeroporti seguendo le linee di sviluppo del retail aeroportuale – presso Sea l'attività di marketing ha avuto una notevole intensificazione perché è aumentata la consapevolezza che con i retailer «non ci si sposa più per l'eternità». Viene ormai percepito con forza il bisogno e il voglia di innovare, da cui consegue una sempre maggiore rotazione tra i brand: «Sappiamo bene che la nostra clientela richiede funzionalità, una nuova immagine dell'aeroporto, un'offerta innovativa e prezzi più competitivi».
Conclusioni A brevissimo partirà un nuovo sistema di car vallet, più strutturato di quanto non sia stato fatto finora. Sul prodotto Milano-Roma necessità è quella di introdurre marchi conosciuti e con una specifica offerta di qualità. Già oggi, nonostante Linate non abbia spazi per realizzare una vera e propria food court, con le ultime aperture e il restyling di alcune location dei due operatori «siamo riusciti ad ottenere un offerta ricca e ampia». Ma come si muovono i meccanismi della direzione commerciale quando occorre trovare un nuovo brand? «L’indirizzo viene dal marketing – chiarisce Perego – che si
Con la fidelity card Seami gratis mezz’ora di parcheggio Si chiama Seami ed è il programma di fidellizzazione degli aeroporti di Linate e Malpensa. Attivato dal primo ottobre, il progetto ha già visto l’adesione di 197 punti vendita nei due scali, ai quali, dicono i responsabili della Sea, seguiranno presto tutti gli altri. Si tratta di una carta di fidelizzazione (colore grigio per gli utenti base e nero per quelli exclusive) che promette vari vantaggi. Il più interessante è probabilmente la possibilità di parcheggiare gratis per 30 minuti nei parcheggi Park&Fly, anche se allo scadere della mezz’ora se non si sposta l’auto viene addebitato l’intero importo della sosta. Al momento della sottoscrizione si ha diritto allo sconto per diversi servizi, dal noleggio al treno Malpensa Express, mentre accumulando punti (10 ogni euro di spesa e 12 per gli utenti Exclusive) si ottengono ulteriori riduzioni di prezzi e vari premi, come voli aerei Lufthansa, l’accesso alle sale vip, ore di parcheggio gratuito e carnet di accessi Fast track. L’iscrizione è gratuita e si può effettuare anche sul sito www.seamiprogram.it
orienta in base alla disponibilità di spazi e alla selezione di prodotti. Alcune volte facciamo gare 42 retail&food - dicembre 2009
informali, in altri casi se ci interessa un operatori specifico avviamo trattative dirette. Per dare un
esempio pratico di come ci muoviamo – continua – quando dobbiamo contattare un nuovo brand, abbiamo preparato una griglia composta da venti diverse categorie di prodotto, ognuna delle quali comprende venti nominativi». La griglia è sempre aggiornata e in divenire anche in termini di marchi «così sappiamo di avere in casa tutti i riferimenti necessari a un contatto veloce». In particolare per la nuova area da 500 mq non è escluso l'inserimento di uno store di dimensioni notevoli. Si ragiona sul fashion, per grandi o per piccoli ma anche sull'elettronica e su debuttanti per il canale travel. Da sottolineare infine che –
– insieme ad Alitalia – Sea ha lavorato intensamente: car-vallet, check-in, fast track, tutto si svolge con grande rapidità, «possiamo quindi dire che, in particolare per questo specifico caso, è come se si applicassero all’aviazione commerciale i benefici dell’operatività dell'aviazione generale (voli privati, ndr)». E all'ultima domanda, su quale sia il modello di aeroporto cui Sea si ispira pensando al futuro di Linate, i nostri interlocutori rispondono convinti che la storia di questo scalo è talmente particolare e in fondo unica, da rappresentare un modello a sé stante, «perché Linate è Linate». Andrea Aiello e Fabrizio Patti
A chiare lettere
FIERE ITALIANE: tra crisi e querelle D
opo nove giorni stracolmi di eventi e con visitatori degni di un parterre de roi, il 49simo Salone Nautico di Genova ha chiuso con un bilancio fatto di luci e di ombre. Per il mezzo bicchiere pieno: duemila e 400 imbarcazioni esposte, mille 450 imprese espositrici e, sentiti i toni entusiasti di Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina, l’associazione confindustriale dei costruttori, un soddisfacente giro d’affari: «Oggi, da questo Salone Nautico, possiamo finalmente dire che si è ricominciato a vendere barche». Per il mezzo vuoto: 280 mila visitatori, 11 per cento in meno rispetto al 2008. In linea con l’andazzo generale. Insomma, buoni gli affari per gli espositori, non buoni per l’ente Fiera. I cui vertici, il presidente Paolo Lombardi e l’amministratore delegato Roberto Urbani, tuttavia, sembrano ugualmente soddisfatti: «Fiera di Genova è fortemente soddisfatta per l'efficienza organizzativa dimostrata, per la qualità delle strutture espositive realizzate,
per i risultati raggiunti in termini di affari e di visitatori. In assoluto e in confronto con altri Boat Show e con altre manifestazioni del quadro fieristico europeo svolte nel 2009, il Nautico ha dimostrato grande tenuta e ha confermato il grande impegno del settore per la ripresa».
Parma vs Milano E mentre la torta continua a restringersi, la concorrenza continua a elevarsi. La querelle tra Fiera Milano e Fiere di Parma rimane, infatti, all’ordine del giorno. Come riporta Il Sole 24 Ore del 31 ottobre scorso, l’ineffabile Gianni Letta, dopo aver fallito il tentativo di indurre Letizia Moratti e Roberto Formigoni a un «qualificato intervento, utile a ricondurre i rapporti tra Fiera Milano e Fiere di Parma a una costruttiva e positiva dialettica», cioè a intervenire su di una società quotata in Borsa, quale è Fiera Milano, affinché rinunci al proprio legittimo utile, non si è dato per vinto e ha rilanciato il suo patronage sugli interessi parmensi. Per prima cosa ha convocato «un
tavolo con Lucio Stanca, nel frattempo insediatosi alla guida di Milano Expo 2015, il sindaco di Parma Pietro Vignali e il direttore esecutivo di Efsa, Catherine Geslain Lanèelle». Dopo l’«incontro fruttuoso», ha ripreso la penna in mano: una lettere a Pietro Vignali e un’altra a Lucio Stanca, dove conferma il ruolo di Parma in chiave Expo 20015, da sostanziare «con progetti internazionali sulla sicurezza alimentare». Insomma, visto che non si riesce a convincere Fiera Milano a perdere quattrini, se ne faranno pervenire, a spese del mitico quanto improbabile Expo milanese, all’ente parmense. I quattrini potrebbero essere usati per indennizzare i milanesi e, con ciò, convincerli a ridimensionare Tuttofood? Come ovvio, Lucio Stanca si è dichiarato disponibile «a studiare programmi congiunti».
Milano vs Bologna Infine, si è aperto un nuovo contenzioso tra Milano e Bologna. Bolognafiere, attraverso la partecipata SoGeCos, non ha fatto in
tempo ad acquisire Cosmofarma, società proprietaria della manifestazione Cosmofarma Exhibition, dedicata alla «cosmesi e bellezza», che Fiera Milano ha annunciato una propria iniziativa nel settore. Federico Minoli, amministratore delegato di BolognaFiere, se l’è presa: «Non siamo preoccupati. La competizione è benvenuta. Anche se più fiere nello stesso settore generano difficoltà a chi nasce e a chi c’é già. Si rischia così di far emigrare alcuni eventi fuori, ad esempio in Germania». Secco anche Gian Andrea Postano, esponente dell’associazione delle imprese della cosmetica: «Accogliamo con interesse qualsiasi iniziativa. Sicuramente in un momento di crisi, c’é la possibilità che start up intelligenti incontrino qualche difficoltà in più. Noi confermiamo la nostra partnership con Cosmoprof.» Durissima, Aureliana De Sanctis, amministratore delegato di SoGeCos: «La necessità di fare un’altra fiera nello stesso settore solo perché si reputa vincente la sede di Milano è un concetto sbagliato. La storia ha dimostrato che non è così e che un evento, per funzionare, ha bisogno di un sistema dietro». Vittorio Valenza
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International A CHICAGO NINETY-NINE ANCHE PER DUNKIN’ DONUTS
Superpromozione anti-crisi a Chicago per Dunkin’ Donuts. La catena ha introdotto a novembre un menu da 99 centesimi di dollari comprendente sei prodotti, inclusi tre wrap e una confezione da cinque ciambelle. L’offerta è valida per un periodo limitato in 500 punti vendita di Chicago e segue un’analoga iniziativa nella stessa città di McDonald’s, che ad agosto aveva introdotto un menu da colazione da un dollaro. Per promuovere il menu, Donkin’ Donuts ha distribuito 20mila gift card prepagate contenenti ciascuna due dollari.
H&M, LA LINEA HOME TROVA CASA A STOCCOLMA
Uno store da 200 metri quadrati dedicato alla Home collection (composta da cuscini, tende e tovaglie e non ancora distribuita in Italia) e una galleria espositiva per artisti e stilisti: sono le caratteristiche del nuovo punto vendita della catena H&M a Stoccolma. La prima mostra ospitata si chiama “Home reflections” e gioca soprattutto su illusioni ottiche e impressioni visive create attraverso l’utilizzo di specchi.
A CERGY UN CAFÈ POMME DE PAIN RINNOVATO
L’insegna di ristorazione rapida alla francese Pomme de Pain ha inaugurato un punto vendita innovativo a Cergy (Val d’Oise). L’obiettivo era quello di attaccarsi alle tendenze dei consumi alimentari, offrendo una ristorazione rapida ma sana. A Cergy sono stati rinnovati sia l’offerta che gli spazi, che prevedono un caffè dedicato di 150 metri quadrati. Per il direttore generale di Pomme de Pain, Pascal Humblot, il ristorante dovrà rivolgersi a una clientela urbana, giovane, femminile e mobile.
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duty free world
By Kevin Rozario - London
Less is more Semplificare per crescere Strategies for dealing with a downturn are many – you only have to ask a room full of eminent economists to see how widely views differ. But one message coming through loud and clear is that of simplification. As we come to the end of 2009, which may well be remembered as the travel retail industry’s annus horribilis, complexity is being reduced. In beauty for example, Prada and Nina Ricci fragrances maker Puig Group, and La Prairie, are reducing their skus for travel retail by focusing on those with the best returns. Beauté Prestige International, home to Jean Paul Gaultier and Issey Miyake fragrances, will emphasise core catalogue lines and not limited editions, while bigger players like P&G Prestige Products are set for “fewer, bigger and longer initiatives.” Along with a stronger push on fewer lines, brands will have to accommodate demand for better value in 2010. Travel retailers are pressing for smaller product sizes or, for example, luxury accessories with lower entry prices to suit tighter budgets. Price consciousness will boost confectionery; even though unit prices in this category are increasing, it still offers accessibility for those with a finite spending limit. The deterioration of purchasing power is something the channel will have to live with for the time being, but how individual retailers deal with it will vary because, contrary to some beliefs, the travel retail market is not homogeneous. While international passengers are its life blood and numbers are down globally – by -5.8% to September according to Airports Council International – there are signs that the Middle East and Asia are doing much better. Furthermore even in Europe, retail performances vary significantly. At Autogrill for example, 2009 H1 results showed UK airport sales grew 4.9% on traffic declines of -8.2%, while in Spain, airport sales plunged -20.1%, far worse than the traffic slump of -13%. One factor for the UK’s success has been weak sterling which has attracted Eurozone shoppers. Such results show how diverse conditions can be, even in locations of close proximity. One positive for 2010 is that simplification strategies will benefit from a marked improvement in sellin. Now brands and retailers have to pinpoint how radically passenger shopping habits have changed in order to improve sell-out.
Le strategie per gestire una crisi economica sono molto diversificate: basta mettere insieme un po’ di eminenti economisti per rendersi conto dell’ampio ventaglio di interpretazioni e soluzioni prospettate. Ma un messaggio passa forte e chiaro: la necessità di semplificare. Ormai alla fine del 2009, che può essere a buon diritto ricordato come l’annus horribilis dell’industria del travel retail, possiamo dire che stiamo assistendo ad una progressiva riduzione della complessità. Nel settore del beauty, ad esempio, l’azienda La Prairie e il Gruppo Puig, quello che crea le fragranze per Prada e Nina Ricci, stanno riducendo il numero di articoli per il travel retail indirizzandosi solo sui prodotti che offrono gli utili più elevati. La Maison Beauté Prestige International, che crea e commercializza i profumi per Jean Paul Gaultier e Issey Miyake, punterà sulle principali linee a catalogo e non sulle edizioni limitate – mentre grandi operatori come P&G Prestige Products sono orientati a promuovere meno iniziative, ma «di portata e durata maggiore». Oltre allo sfoltimento delle linee di prodotti, nel 2010 i marchi dovranno soddisfare anche la richiesta di un miglior rapporto qualità-prezzo. Gli esercenti del travel retail sollecitano prodotti di dimensioni più contenute o, ad esempio, accessori di lusso con entry prices più bassi, per potersi adattare a budget inferiori. Prevedibilmente questa attenzione ai prezzi farà aumentare le vendite del comparto food: questo settore, infatti, è ancora accessibile ai consumatori con possibilità di acquisto limitate, anche se i prezzi unitari stanno crescendo. In generale, il deterioramento della capacità di acquisto è una realtà con cui per il momento il canale del travel retail dovrà convivere. La gestione del problema sarà diversa a seconda degli esercenti perché, al contrario di quanto si crede, questo non è un mercato omogeneo. Secondo l’Airports Council International (ACI) in settembre i passeggeri internazionali, che rappresentano la linfa vitale del travel retail, sono diminuiti complessivamente del 5,8%, ma da alcuni indizi emerge che in Medio Oriente e in Asia le cose vanno molto meglio. Anche in Europa i dati economici mostrano variazioni rilevanti. Nel primo semestre 2009, ad esempio, il Gruppo Autogrill ha registrato un incremento delle vendite negli aeroporti britannici pari al 4,9%, contro una diminuzione del traffico dell’8,2%, mentre in Spagna le vendite sono precipitate del 20,1%, con un dato persino inferiore a quello del crollo del traffico (-13%). Uno dei motivi alla base dei risultati positivi del Regno Unito è la debolezza della sterlina, che ha richiamato i consumatori della zona euro. Questi risultati dimostrano che ogni Paese è un caso a sé, anche se si tratta di nazioni vicine. Con uno sguardo all’anno che verrà, una nota positiva viene dal fatto che le strategie di semplificazione trarranno vantaggio dal consistente miglioramento del sell-in. A questo punto aziende ed esercenti devono mettere a fuoco i cambiamenti radicali avvenuti nelle abitudini dei consumatori e migliorare il sell-out.
DUBAI NON SI FERMA E VUOLE RADDOPPIARE…
I
l momento d’oro dell’aeroporto internazionale di Dubai sembra non finire mai. Dopo aver raggiunto il primato mondiale per incassi nel 2008, toccando quota 1,1 miliardi di dollari, l’aeroporto punta a raggiungere i 2 miliardi di dollari di fatturato entro il 2013. Lo ha annunciato il direttore generale di Dubai Duty Free, Colm McLoughlin, secondo il quale la crescita dei ricavi nel 2009 sarà del 5% e nel 2010 del 10 per cento. A supportare le previsioni di crescita contribuiscono gli incrementi di spazi commerciali in programma: dopo l’apertura nell’ottobre del 2008 del terminal 3 dedicato a Emirates, che ha portato gli spazi commerciali a 15mila metri quadrati, il “Concourse 3”, pronto nel 2012, ne apporterà altri 8mila. In più c’è la prima fase del Dubai World Central Al Maktoum International Airport a Jebel Ali, che partirà alla metà del prossimo anno con uno spazio iniziale di 3mila metri quadrati dedicati al retail. Anche per questo scalo i numeri lasciano a bocca aperta: la capacità a opera completata sarà di 160 milioni di passeggeri (oggi il primato va ai 90 milioni dello scalo dei record Hartsfield-Jackson di Atlanta) e di 12 milioni di tonnellate all’anno per quanto riguarda il cargo, più di tre volte l’attuale maggiore hub mondiale di merci, il Memphis International Airport.
…MA HEATROW RISPONDE SVELANDO IL NUOVO T4
Dopo un intervento di rinnovamento da 200 milioni di sterline, Baa ha mostrato i nuovi spazi dedicati al retail nel Terminal 4 di Londra Heathrow. In tutto si tratta di 85mila piedi quadrati (poco meno di 8mila metri quadrati) di negozi e ristorazione, soggetti a lavori negli scorsi 12 mesi. Molti i marchi presenti: dall’azienda britannica di moda e prodotti per la casa Cath Kidston agli spazi di Swarovski e del “fashion jeweller” Links of London. Molti brand della moda avranno poi negozi stand alone gestiti da Harrod’s. Nel terminal 3 dello stesso aeroporto all’inizio di novembre ha fatto inoltre parlare di sé il restyling completo di uno shop Bulgari da 53 metri quadrati gestito da The Nuance Group.
IN MESSICO DUFRY ACQUISTA LATINOAMERICANA DE DUTY FREE
Dufry Goup ha siglato un contratto per rilevare le attività duty free e i contratti appartenenti a Latinoamericana de Duty Free (Ldf). L’acquisizione include le gestioni di categorie di prodotti principali negli aeroporti di Città del Messico, Acapulco, Guadalajara, Leon, Monterrey, Los Cabos, Ixtapa e Puerto Vallarta. Dufry ha dichiarato che la compravendita aiuterà l’operatore a raddoppiare il suo fatturato in Messico, raggiungendo al contempo delle economie di scopo grazie alla realizzazione di sinergie con l’attuale struttura presente nel paese. La transazione porterà 24 negozi per 3.700 metri quadrati al portafoglio di Dufry in Messico, così come 200 dipendenti in più.
CHEF DA GUIDA MICHELIN A MALAGA
La società Ssp ha vinto un contratto di otto anni per gestire 15 dei 21 punti di food & beverage all’aeroporto di Malaga, in Andalusia, Spagna, dove opera dal 1996. La maggior parte dei locali sarà posizionata nel terminal tre dello scalo, la cui apertura è in programma per la prossima primavera. Il nuovo terminal offrirà ai passeggeri un mix di marchi, da quelli di fascia alta ai fast-food. Saranno presenti lo chef da due stelle Michelin Dani Garcia con il suo Lamoraga, il ristorante Caviar House & Prunier, ma anche Starbucks, Burger King e i marchi spagnoli Vips, specializzato in casual dinner, e Café&Té, il principale marchio di coffee shop iberico.
COLAZIONE RUSPANTE SUI TRENI VIRGIN
Virgin Trains ha aggiornato i propri menu per la colazione offrendo anche prodotti con ingredienti locali. La selezione è offerta ai passeggeri di prima classe diretti a Londra dal Galles del nord e da Chester. Il nuovo menu include un piatto di frutta fresca, salmone affumicato e uova strapazzate, piatti alla piastra da colazione e vegetariani. Tutte le uova sono di galline allevate a terra, mentre la pancetta e le salsicce provengono da allevamenti all’aperto di Rhug Estates, nel Galles del nord. Per i manager di Virgin Trains la clientela chiedeva qualcosa di più sostanzioso dei precedenti panini vegetariani o con il bacon.
WI-FI SEMPRE PIÙ FREE NEGLI AEROPORTI
Dopo gli scali di Singapore Changi e di Hong Kong, arriva anche nell’aeroporto di Bangkok (Suvarnabhumi Airport) il wi-fi gratuito. Per collegarsi a internet con il proprio portale basterà chiedere agli sportelli informazioni i propri nome utente e password. Lo stesso aeroporto aveva già predisposto 126 chioschi per la navigazione online. Negli Stati Uniti, intanto Google ha stretto un accordo con i provider dei servizi Wi-fi attivi in 47 scali del paese in base al quale sarà possibile connettersi a internet gratuitamente. È però solo una promozione, che scadrà con la fine delle festività natalizie.
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International ISTANBUL SABIHA GOKCEN, SPAZI RETAIL DA 10MILA METRI QUADRATI
Inaugurato a metà novembre il nuovo terminal dell’aeroporto internazionale di Istanbul Sabiha Gokcen. Conta quasi 10mila metri quadrati si spazi commerciali, suddivisi tra i 5mila per il food&beverage, gestiti dalla società di proprietà dell’aeroporto Lgm, e i 4.500 di spazi duty free curati da Setur Duty Free. Altri servizi includono un hotel, un centro congressi di 400 metri quadrati, un edificio Vip e varie business lounge. La capacità del terminal è potenzialmente da 25 milioni di passeggeri all’anno. Secondo il responsabile commerciale dell’aeroporto i ricavi non aeronautici dovrebbero salire dal 30 al 50% del totale.
SOTTO IL LOUVRE ARRIVA ANCHE LA APPLE
“Folla” di marchi dell’elettronica nel centro commerciale situato sotto il museo più noto al mondo, il Louvre di Parigi. Dopo l’installazione di un negoziocaffè da parte di Microsoft, per lanciare il nuovo Windows 7, dopo solo due settimane, nella prima metà di novembre, è stato il turno di un Apple store. Il responsabile del retail della società di Cupertino, California, ha dichiarato di avere una “forte fiducia nel consumatore francese”. Pur essendo la Francia in ritardo, per quanto riguarda gli Apple store, rispetto a Gran Bretagna e Germania, infatti, la domanda dei consumatori d’Oltralpe per l’iPhone è molto sostenuta.
MCDONALD’S, 45 NUOVE BANDIERINE IN INDIA
Nei prossimi tre anni apriranno 45 locali McDonald’s in quattro stati del sud dell’India. Lo hanno annunciato i vertici della società, che ha attualmente solo 25 ristoranti nella nazione. Ai 45 fast food se ne potrebbero aggiungere altri 15 nello stato di Chennai. In più la catena sta anche programmando di promuovere la formula del “drive through” in alcuni dei locali.
46 retail&food - dicembre 2009
BAA: BYE BYE GATWICK I
l colosso britannico della gestione aeroportuale Baa ha annunciato di aver accettato di vendere la sua partecipazione del 100% in Gatwick Airport Limited a una società controllata da Global Infrastructure Partners. Prezzo della transazione: 1,51 miliardi di sterline, 55 milioni delle quali subordinati alle performance del traffico e alla futura struttura del capitale dell’acquirente. I proventi dell’operazione, ha reso noto Baa, saranno principalmente utilizzati per rimborsare parte del debito esistente. Il completamento della vendita è previsto durante il mese di dicembre. La società ha anche reso noto i suoi conti dei primi nove mesi del 2009: i ricavi sono cresciuti del 7,6%, aiutati dall’aumento del 6% della spesa media per passeggero, a fronte di un numero di viaggiatori in calo del 5,5 per cento.
CROCS IN CAMMINO VERSO CLEVELAND
CONTI AMARI PER FRAPORT
Il proprietario dell’aeroporto di Francoforte, Fraport Group, ha visto calare i propri ricavi della divisione retail & real estate del 2,7% nei primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2008. L’ebitda della divisione è sceso a 212 milioni di euro, con una discesa del 5 per cento. A migliorare è stata solo la spesa per passeggero, passata da 2,71 a 2,76 euro. Ha perciò pesato sui conti la diminuzione dei passeggeri nello scalo di Francoforte, pari al 6% nel medesimo periodo. Se si guarda all’intero gruppo Fraport e non alla sola divisione retail & real estate, i profitti sono scesi del 43% rispetto allo scorso anno, da 232 a 131 milioni.
FURTI SUGLI AEREI SCESI DELL’80%, È IL METODO STI
Parla di «eccezionale successo» il responsabile di Sti-Airline Sales & Services, Paul Lacy, illustrando i risultati della campagna iniziata a settembre dalla società specializzata nella sicurezza delle vendite inflight. I furti a bordo degli aerei a terra che transitano o terminano a Londra Heathrow sono diminuiti sensibilmente, nel caso di una compagnia fino all’80% rispetto a prima. Di pari passo è aumentato il numero delle persone arrestate dalla Metropolitan Police rispetto ai mesi precedenti. Per Lacy, tuttavia, il problema dei furti a bordo non è ancora risolto e «neanche risolto a metà».
Il marchio di calzature e abbigliamento Crocs sta per aprire un nuovo negozio nel Concourse C del Cleveland Hopkins International Airport (Cle). L’inaugurazione è prevista all’inizio del 2010 come parte del centro commerciale Airmall, gestito da Baa Usa. Il punto vendita da 67 metri quadrati offrirà un’ampia selezione delle calzature leggere da uomo, donna e bambino del brand. Per il manager del travel retail della compagnia, Nicolaas Veenendaal, lo sviluppo della società nel canale viaggi avrà come priorità le location europee.
TRENI TRA FRANCIA E GERMANIA A TUTTA VELOCITÀ
Risultati positivi per i treni ad alta velocità tra Francia e Germania. Secondo un sondaggio di DB German Railways il tasso di soddisfazione dei passeggeri del servizio tra i due paesi è del 90 per cento. Il punteggio più alto è stato riscosso dalla cordialità del personale di bordo: 92%. Nei due anni dall’apertura del servizio di alta velocità, circa 2,2 milioni di passeggeri hanno usato gli Ice e i Tgv tra le due nazioni e nel 2008 la crescita è stata del 18% rispetto all’anno precedente. Ci sono 18 treni al giorno che collegano Francoforte, Monaco e Stoccarda con Parigi, a una velocità di 320 km/h. Con il biglietto Europe Special il viaggio da Francoforte a Parigi (3 ore e 45 minuti) parte da 39 euro per la seconda classe e da 69 euro per la prima.
Aeroporti tra riordino e sviluppo
I MAGNIFICI HUB: 5 miliardi per Malpensa e Fiumicino ROMA – Un’alleanza fra Fiumicino e Malpensa? Roba da universo parallelo, impensabile fino all’altro ieri. Eppure celebrata a Roma a Villa Madama il 14 ottobre scorso, con la presentazione congiunta dei piani di sviluppo dei due hub. Ospite d’onore il premier Berlusconi, ospite a sorpresa D’Alema, convitato di pietra Tremonti. Assente. C’erano tutti gli altri, Matteoli e Bondi, Alemanno e la Moratti, Sabelli e Colaninno, Letta (Gianni) e Benetton (Gilberto). Pure Marrazzo. Palenzona (Adr) e Bonomi (Sea) si dividono i ruoli, complice una protocollare armonia prestabilita. Il presidente della Malpensa e vice presidente di Assaeroporti Bonomi è tecnico per un giorno. Parte dal «rafforzato rapporto di amicizia tra le società a partire da chi le dirige», dovuto al fatto che con una forte contrazione della domanda Roma e Milano diventano «due aree totalmente complementari». Aeroporto business e per il lungo raggio Malpensa, traffico turistico e collegamenti point-to-point per Fiumicino.
Fabrizio Palenzona Al presidente di Adr e presidente di Assaeroporti Palenzona la sintesi politica. «Una svolta epocale simboleggiata dalla collaborazione fra i due principali gestori aeroportuali, Sea e Adr che insieme pre48 retail&food - dicembre 2009
sentano al Governo i loro piani di sviluppo e investimento». Si parla di «17 cantieri fra Sea e Adr, per un investimento complessivo di 5 miliardi entro il 2020 e quasi 14 entro il 2040» con la prospettiva di garantire oltre 150.000 nuovi posti di lavoro nei prossimi dieci anni. Per Fiumicino gli interventi principali entro il 2020 riguardano il molo C, la quarta Piano Adr-Sea per Fiumicino e Malpensa pista, la nuova aerostazio17 cantieri ne nord, il sistema smista5 miliardi di investimenti entro il 2020 mento bagagli, un par14 miliardi di investimenti entro il 2040 150.000 nuovi posti di lavoro entro il 2010 cheggio multipiano e il (occupati diretti indiretti e indotti) trenino interno. 3 euro in più a passeggero (aumento tariffe) tutto il sistema aeroporIl piano della Malpensa Principali investimenti Fiumicino tuale - un aumento prevede la realizzazione Sistema trattamento bagagli (2011) immediato delle tariffe del nuovo terminal cenNuovo molo C (2012) subordinato alla stipula trale, di quello low cost, Parcheggio multipiano (2012) Trenino interno (2013) dei contratti di programdel trenino monorotaia, Nuova area imbarco A (2013) ma entro 18 mesi. Tre della cargo city e del Quarta pista di volo (2014) euro a passeggero per nuovo polo logistico. Aerostazione nord (2020) gli scali oltre i dieci Non sta nella pelle il prePrincipali investimenti Malpensa milioni di passeggeri mier Silvio Berlusconi. Terminal 1 (2010) «Ho visto i piani per gli annui (Malpensa e Terminal Low cost (2011) Cargo city (2013) hub di Roma e Milano e Fiumicino), due euro per Terza pista (2014) mi sono caricato di entugli scali tra cinque e dieci Polo logistico (2017) siasmo. Mi sono detto: c’è milioni (Linate, Venezia, Terminal centrale (2020) Treno monorotaia T1/T2(2020) qualcosa che comincia a Bergamo, Catania e funzionare. Quindi avanti Napoi) e un euro per gli tutta, faremo di tutto per altri (fra i quali Matteoli ha firmato «per un Ciampino, Palermo, Torino, Pisa). aumento cadenzato delle tariffe Aumenti concessi a prescindere che ora è all’esame del ministro dalla verifica dell’efficienza dei dell’Economia, Giulio Tremonti». gestori aeroportuali e validi per I piani aeroportuali di Malpensa e tutti, efficienti e non. Con la clauFiumicino sono appesi all’aumento sola che se i contratti di programdelle tariffe concesso da Matteoli ma non verranno firmati entro 18 in deroga alla firma da parte delle mesi “per responsabilità del gestosocietà di gestione dei contratti di re”, le tariffe ritorneranno ai livelli programma con Enac. I contratti del 2008 e scatterà l’obbligo di di programma sono alla base delrestituire integralmente quanto l’attuale sistema di regolazione incassato grazie all’aumento. La tariffaria e prevedono un’istruttorestituzione avverrà anche se i ria lunga e verifiche rigorose da gestori non realizzeranno gli inveparte dell’Ente nazionale per stimenti infrastrutturali previsti, Roberto Colaninno l’aviazione civile prima della stipupuntando a far cassa senza metter starvi accanto». la. mano al portafoglio. Peccato che i finanziamenti per 14 Tempi troppo lunghi per due strutGli aumenti si ripercuoteranno sul miliardi di euro messi in conto al ture altamente strategiche per lo costo del biglietto, cosa non gradi2040 siano subordinati al placet di sviluppo del Paese come Malpensa ta ai consumatori e alle compagnie via XX settembre al decreto che il e Fiumicino, alle quali il decreto aeree. Tranne Alitalia, di cui il Ministro dei Trasporti, Altero Matteoli concede – e a cascata a gruppo Benetton è azionista, oltre
a essere proprietario di Aeroporti di Roma e concessionario di Autostrade per l’Italia, che rappresenta il 70% del traffico autostradale a pedaggio. Non a caso il modello tariffario del decreto Matteoli ricorda da vicino quello già adottato da autostrade, dove gli investimenti sono pagati dagli utenti, a volte anche oltre il 100% del loro valore (si veda l’analisi di Marco Ponti sul Fatto Quotidiano del 24 ottobre). Ci si chiede quanto siano urgenti investimenti di tale portata. Matteoli ha sottolineato esplicitamente che «Fiumicino è strutturalmente sottodimensionato» e che sarebbe un «errore trovarsi impreparati di fronte a nuova vitalità». Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti si è inoltre compiaciuto del fatto che «Sea e Adr abbiano colto il suggerimento del Governo». Gli ha fatto eco Bonomi (Sea) rilevando con piacere da parte del Governo l’inizio di un processo di liberalizzazione dei diritti di traffico. E’ più di un corteggiamento. Il matrimonio tra Governo e imprenditori è la chiave per fare investimenti privi di rischi reali perché garantiti dalle tariffe. Il presidente di Assaeroporti e di Adr, Fabrizio Palenzona, è tornato a due riprese sulla necessità di «garantire chi investe a lunga sca-
denza». Non solo di fronte al rischio d’impresa, ma anche di fronte alle banche, poco inclini alla concessione del credito se rischio c’è. Palenzona, che è anche vice presidente di Unicredit, parla a ragion veduta. Se paga l’utente tramite gli aumenti tariffari i rischi sono nulli e gli investimenti garantiti dalle tariffe. E si può investire sempre e comunque. Per interventi sicuramente necessari alla crescita del Paese, ma forse non di estrema urgenza. I futuribili progetti di Fiumicino e Malpensa, con navette monorotaia e avvolgenti terminal hi-tech poco collimano con la realtà di un Paese con un grande deficit di infrastrutture di base e minato dal dissesto idrogeologico. Eppure di “buchi nell’accessibilità non colmabili con opere appaltate o programmate” ha parlato Giulio de Carli (One Works) presentando al ministro Matteoli, in un incontro a porte chiuse al dicastero delle Infrastrutture il 29 ottobre, lo studio sullo sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale (già anticipato dal sole 24Ore il 27 settembre). Tra i presenti Colaninno, Sabelli, i vertici di Enac e Enav e i rappresentanti delle principali società di gestione aeroportuale. Sorta di Atlante degli aeroporti italiani, commissionato da Enac a un consorzio One Works-Nomisma-
KPMG, lo studio è una fotografia delle infrastrutture aeroportuali del Paese che non si faceva da un quarto di secolo. Fotografia che rivela mali noti e meno noti. Vaste aree di territorio in Italia non sono servite dal trasporto aereo. I bacini di traffico con oltre 10 milioni di passeggeri sono accessibili con oltre 90 minu-
previsti. E anche cambiando tutto resta difficile credere alla possibilità di un ridimensionamento di Ciampino o di Linate, con Lombardia e Lazio destinate a crescere in maniera esponenziale per flussi di passeggeri. Vederci chiaro è sempre più urgente. Matteoli spinge per l’elaborazione del piano nazionale degli aeroporti,
ti e solo su gomma. Soltanto 6 gli aeroporti collegati con la ferrovia, quando potrebbero facilmente arrivare a 25. Nessuno scalo è collegato con l’alta velocità (in Europa è la norma). Su 47 aeroporti solo 10 hanno terminal di ultima generazione. Ne esce fuori un sistema aeroportuale esausto, incapace di assecondare la futura crescita di traffico. Nel 2009 abbiamo avuto 132 milioni di passeggeri. Nel 2015 saranno 160 milioni, nel 2020 quasi 200 milioni: la saturazione è dietro la porta. A meno di procedere a una razionalizzazione dell’intera rete aeroportuale e alla realizzazione degli investimenti
che potrebbe essere pronto a Pasqua e promette «un’accelerazione delle procedure e dei tempi per la realizzazione delle opere», accogliendo l’appello di Colaninno, «Ministro, da lei dipende lo sviluppo dell’Italia». Nel frattempo Tremonti non firma il decreto interministeriale al quale è subordinata la volontà di investire e si pensa a un emendamento legislativo. La situazione resta immutata ancora il 6 novembre con il via libera del Cipe all'aumento delle tariffe aeroportuali, che scatterà dal primo gennaio 2010. Ma bisognerà aspettare un nuovo Cipe perché la decisione sia esecutiva. Adolfo Marino
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Duty Free a Cannes
AL TFWA
è l’anno delle matricole Al Tax Free di quest’anno sono diminuiti del 13% i visitatori, ma sono rimasti stabili gli espositori. Tra questi, tante aziende italiane che aspettavano da anni in lista di attesa. Per (quasi) tutti, in ogni caso, la fiera al Palais de Festivals rimane un appuntamento irrinunciabile.
G
li espositori non sono diminuiti, e questo per la fiera Tfwa (tax free) di Cannes si può già considerare una vittoria, in un anno che ha colpito duramente i settori del duty free e del travel retail. Tra la trentina di aziende contattate durante la fiera da r&f, la maggior parte ha infatti lamentato un crollo delle vendite nel primo trimestre dell’anno, non di rado oltre il 20-30 per cento. Era forse inevitabile, quindi, che diminuissero anche i visitatori: -13%, per un totale di 5mila persone da 2.500 aziende (-11%), secondo i dati diffusi dall’organizzazione alla fine della manifestazione. È stata stabile, invece, la presenza degli espositori, quest’anno a quota 463 in rappresentanza di circa 3mila marchi. Tra i settori sono stati prevalenti profumi e cosmetici (25%), liquori e vini (22%), moda e accessori (18%), gioielleria e orologi (12%), confectionary e fine food (11%), regali e giocattoli, tabacco, elettronica e decorazione casa. E se è vero che alcuni grandi nomi come Zegna hanno preferito non giungere con un proprio stand e che alcuni player importanti della profumeria hanno limitato la loro presenza a pochi giorni, tra i presenti la quasi totalità ha messo in luce come, a questa fiera, è impossibile mancare. Ogni posto lasciato vuoto, inoltre, è stato riempito dalle tante aziende che hanno fatto il loro debutto in quest’edizione, spesso dopo anni di lista d’attesa. 50 retail&food - dicembre 2009
Paolo Berentzen, contitolare di Multy Duty Free Dept. Il vantaggio del Tfwa è che si può mostrare la gamma totale dei prodotti agli operatori esteri, invece del solo catalogo. L’annata è stata brutta, anche se la cioccolata di alto livello ha sofferto meno della media. Per noi sono di importanza strategica gli aeroporti dei paesi vicini all’Italia, come Spagna, Austria, Germania. Nei prossimi mesi proveremo anche a portare il cioccolato in Svizzera, a partire da Zurigo. Enrico Pulian, dg di Zippo Fashion Italia É la nostra prima partecipazione. Vogliamo far conoscere la Zippo non solo per gli accendini ma anche per i nuovi prodotti lifestyle, dalle borse alla piccola pelletteria. E insieme con Mavive intendiamo presentare l’anteprima del profumo Zippo che verrà lanciato a partire dal prossimo anno. Siamo interessati in modo specifico al travel retail, ma abbiamo sviluppato dei concept anche per i centri commerciali.
Fulvio Fassone, presidente di Atri, Associazione italiana travel retail Secondo me quest’anno la fiera è abbastanza sottotono, sia nel numero di presenze che nel tempo che gli exhibitor dedicano alla settimana. Molti brand di profumeria stanno un giorno solo. Molti non sono venuti, gruppi importanti come Zegna. C’è però una grande voglia di reagire, questa è la cosa più importante. Come nei periodi di crisi che hanno contraddistinto purtroppo questi ultimi dieci anni, il settore travel retail ha una forte spinta al rilancio e usa questi momenti di difficoltà per ristrutturare la sua impostazione in termini di offerta e di marketing. Massimo Santi, managing director di I Santi Partecipiamo alla fiera da 25 anni, perché è la più importante per il tax free sotto il profilo quantitativo e qualitativo. Abbiamo attraversato un anno di forte ristrutturazione, chiudendo alcuni punti vendita. Negli anni futuri, a meno di opportunità importanti per il retail, vogliamo sviluppare di più la rete di distribuzione all’ingrosso all’estero e in Italia. Pierpaolo Palmieri, direttore commerciale di Piquadro Questa fiera serve a svilupparci nel business aeroportuale itinerante, un ambito in cui incrociamo perfettamente il nostro target. Attualmente Piquadro ha cinque negozi negli aeroporti, a Fiumicino, Linate, Malpensa, Bologna e Barcellona. Noi abbiamo fatto moltissime aperture quest’anno e continuiamo a farle. Negli aeroporti, oltre allo sviluppo dei monomarca, consideriamo anche l’apertura di minicorner o di shop in shop con i grandi gestori dei duty free europei, mediorientali e del Far East.
Maurizio Lombardi, export manager per Brosway Italia Offriamo per la prima volta a Cannes il nostro prodotto per entrare nel mondo del duty free. Abbiamo appena cominciato ma abbiamo già degli ottimi risultati. Il primo step per noi era acquisire una presenza sulle compagnie aeree. Gli aeroporti sono un obiettivo più nel medio termine e stiamo valutando il canale delle navi da crociera. Ora c’è una forte attenzione al fattore prezzo ma possiamo considerarci vincenti perchè nel fashion jewellery, con la nostra fascia di prezzo, riusciamo a intercettare un target ampio.
Roberto Ciotti, general manager Antica Murrina, Venezia È una fiera per noi fondamentale, a cui partecipiamo da sei anni, in quanto siamo presenti in tutte le principali compagnie di crociera, aeroporti e compagnie aeree mondiali. Le crociere rappresentano un canale importantissimo, in particolare grazie alla collaborazione con gruppi come Msc e Costa. Quest’anno, a fronte di un rallentamento nel primo trimestre, non solo abbiamo recuperato ma addirittura stiamo superando l’anno precedente. Per il 2010 prevediamo il rafforzamento ulteriore perché entreremo nel mercato Usa e canadese. Christian Gaudio, amministratore delegato di Dufre Per le nostre aziende siamo una sorta di dipartimento duty free esterno. L’obiettivo principale di quest’anno è stato il lancio di I-Spirit, una vodka italiana di altissima qualità. La crisi ha toccato anche questo mondo ma le nostre aziende hanno superato l’anno in maniera positiva e in qualche caso siamo riusciti a crescere grazie alla programmazione fatta negli anni precedenti. I prodotti in portafoglio si stanno consolidando nel bacino del Mediterraneo e dell’Europa, mentre si sono bloccati i progetti nell’ex Urss e nel bacino del Mar Caspio.
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Duty Free a Cannes Silvia Zanella, responsabile comunicazione del gruppo Florian Siamo alla quinta presenza e una volta abbiamo partecipato anche al Tfwa di Singapore. Il giudizio è molto positivo. Cannes ci ha permesso di aprire con partner un caffè Florian a Londra, da Harrod’s, e a Dubai e Abu Dhabi. Quest’anno vorremmo seguire i cinque punti vendita aperti, presidiare Parigi e New York. Negli aeroporti abbiamo un altro format, lo shop in shop, con cui siamo presenti a Venezia, mentre siamo in fase di definizione a Vienna. Da aprile la proprietà ha ceduto a una cordata di persone tra cui la famiglia Fendi. Si aprono quindi delle prospettive future internazionali.
Antonio Bedoni, sales director di The Fifht Season Siamo qui per la prima volta, perché crediamo che ci sia un mercato mondiale per il duty free. Gli aeroporti stanno cambiato moltissimo, stanno diventando dei punti in cui la gente fa shopping molto più di prima. E noi riteniamo di avere un prodotto adatto per questo tipo di mercato, ossia gioelli giovanili di fascia media. Siamo interessanti al mercato nordamericano, europeo, mediorientale, ma anche ai paesi dell’Est. Salvatore Ferragamo, responsabile vendite per Il Borro e Castiglion del Bosco Come Il Borro siamo alla primissima partecipazione al Tfwa. C’è stato un ottimo riscontro, è una fiera interessante. La nostra è una distribuzione molto diffusa: un terzo delle vendite è in Europa, un terzo negli Usa e un terzo in Asia, principalmente in Giappone. Questa diffusione nei mercati domestici ci consentirà una buona distribuzione nei duty free. Per ora negli aeroporti siamo in quello di casa, quello di Firenze, mentre per l’inflight siamo attualmente sulla Swiss Air.
Corinne Nives, export area manager Africa, M. O. e India di Distilleria Bottega Noi partecipiamo da molti anni e in una situazione non facile per tutto il mondo stiamo riscontrando una serie di aspetti positivi, interessanti, per lo sviluppo dei nostri mercati in Italia e all’estero. Le vendite quest’anno sono cresciute del 5,6%. Abbiamo avuto la fortuna di essere listati con nuovi prodotti nel mondo dei vini presso duty free aeroportuali molto importanti in Europa e in Nordamerica. Le nostre prospettive sono in continua crescita.
Michele Maccapani, brand manager di Bric’s È la nostra quinta presenza in fiera, con un ottimo riscontro. Abbiamo cominciato a lavorare con i principali operatori e siamo solo all’inizio, perché è un mondo talmente immenso che ogni edizione è nuova. Il duty free è un settore che crediamo avrà un grandissimo sviluppo ed è quello che stiamo cercando di seguire meglio nel prossimo futuro. Saremo la mosca bianca, ma la nostra è stata una stagione eccezionale, soprattutto in paesi come la Corea. Il mercato su cui puntiamo di più è quello cinese, ma pensiamo anche al Brasile.
Egisto Bertozzi, general manager e art director di Erbario Toscano Siamo al primo anno, dopo una lista di attesa e corteggiamenti vari, perché è una fiera selettiva. Vorremmo entrare nel duty free a livello internazionale, abbiamo avuto molti contatti e siamo contenti. Ma soprattutto vogliamo perfezionare la rete distributiva all’estero. Al momento l’Estremo Oriente e il Medio Oriente sono le aree più interessanti, mentre il mercato Usa statunitense negli ultimi anni è calato tantissimo. Io sono di natura ottimistica, mi fanno paura i primi mesi del 2010 ma credo che con il passare dell’anno la situazione migliorerà. Gino Nespoli, export manager di Janeke Partecipiamo in fiera principalmente per presentare gli articoli nuovi. Negli aeroporti italiani siamo presenti a Roma, Malpensa e Linate. Ma lavoriamo tanto all’estero, soprattutto con i duty free della Corea, dove il prodotto è molto apprezzato, e in generale in Asia. In Corea lavoriamo soprattutto a Seul-Incheon, ma anche nei molti duty free presenti nella città destinati ai viaggiatori in possesso del biglietto. L’anno è stato difficile, contiamo tanto sul 2010. Abbiamo già visto dei segni di risveglio.
Alexandra Schimel-Fila, corporate&travel retail director di Zilli Noi siamo qua da 10 anni e io personalmente sono vicepresidente corporate dell’organizzazione. Siamo già presenti nei mercati duty free, in questo momento puntiamo molto su Russia e Medio Oriente. Il canale aeroportuale è prevalente, è il modo perfetto per una marca per farsi vedere e ottenere notorietà. Quest’anno è stato più calmo sui viaggi e per il prossimo non siamo tanto positivi. Il 2009 va bene rispetto al 2008, magari il 2010 sarà un po’ più calmo.
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Michele Furlanetto, head of travel retail di Furla Abbiamo approcciato il canale del travel retail di recente, abbiamo scoperto, magari un po’ in ritardo, le sue potenzialità e intendiamo sfruttarlo sempre di più. Siamo al Tfwa da tre anni. In Italia abbiamo vari negozi e corner negli aeroporti, di recente abbiamo aperto un negozio a Vienna. La tendenza sarà di migliorare ancor di più la nostra visibilità e di trovare partner in franchising. Guardiamo con interesse all’Europa, Francia in particolare, e siamo qui con un partner che segue l’America e uno coreano che cura il Far East. Luigi Massetti, export area manager, duty free e travel retail per Molinari Italia spa Debuttiamo con uno stand dopo tre anni in lista di attesa. Abbiamo un’agenda molto fitta, ci stiamo concentrando sul continente americano e sul Medio Oriente. In quest’anno difficile per il settore il nostro turnover nel comparto duty free salirà del 25% a volume e del 20% a valore. Questo grazie alle attività promozionali, come gli assaggi e il taglio prezzo. Il canale duty free in pochi anni è salito dal 2% del nostro fatturato italiano al 7-8%. Ma c’e ancora tanto da fare.
Nel nuovo calendario di aperture tante opportunità per i retailer
GRANDI STAZIONI, 2010 l'anno della verità La società che gestisce i tredici maggiori terminal ferroviari italiani ha fissato il timing “definitivo” per la realizzazione, entro il 2013, dei lavori di ristrutturazione e ammodernamento di tutti gli asset. L’investimento complessivo sarà di 900 milioni di euro. Dopo i ritardi e le inaugurazioni “fantasma”, sarà la volta buona? Vogliamo crederlo.
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hi sperava che almeno per Natale le vetrine della Stazione Centrale di Milano ospitassero abiti, accessori o accoglienti locali per la ristorazione rimarrà deluso. Con una percentuale di aperture del 29% stimata per la fine di dicembre, si può affermare che troppo poco è stato realizzato nell’ultimo anno e il ritardo accumulato è forte. A fron-
te di tanti spazi commerciali ancora da consegnare, come abbiamo testimoniato a partire dal servizio fotografico pubblicato su retail&food nel numero di marzo, Stefano Mereu, Sales and advertising director di Grandi Stazioni (vedi intervista), si è assunto la responsabilità di ridefinire il timing delle aperture, non solo del terminal lombardo ma anche di Torino
La terrazza del nuovo Autogrill
Milano Centrale: mix di qualità in tempi definiti «Ci aspettiamo da Cremonini e Autogrill dei progetti di qualità assoluta, adatti alla location che è di primaria importanza». Proprio sulla qualità dei concept, oltre che dell’offerta, punta Stefano Mereu, sales and advertising director di Grandi Stazioni, per completare l’offerta commerciale di Milano Centrale. Questa non sarà improntata solo sulla ristorazione, ovviamente, che vanterà una decina di locali e la terrazza rialzata sul lato binari, ma su un ampio mix di servizi e di esercizi retail paragonabili a quelli inseriti in un centro commerciale di medie dimensioni. Sempre in termini di offerta, un plus importante potrebbe diventare la proposta di marchi dell’alta moda, con i quali la società che gestisce lo scalo milanese ha già raggiunto accordi sul fronte della comunicazione e sta trattando per siglarne anche sul retail. Per stilare un calendario delle aperture il più chiaro e completo possibile abbiamo intervistato proprio Stefano Mereu di Grandi Stazioni, con il quale abbiamo visitato la parte dei cantieri e le varie gallerie del terminal meneghino. I livelli all’interno della stazione sono cinque. Quali saranno i primi a essere interamente presidiati da negozi? Entro marzo sarà completata l’area di fronte alla nuova biglietteria, quella al piano intermedio e quella interrata. Qui speriamo che sia data una maggiore incisività ai lavori per ultimare i due varchi della metropolitana, in modo da rendere quel cantiere compatibile con i tempi di realizzazione della stazione. Per ora l’accesso è garantito dal varco centrale. Per quanto riguarda l’area superiore, in cui sarà inserita la ristorazione, prevediamo tempi più lunghi a causa dei lavori di adeguamento dei locali e dei permessi. Per cui contiamo di ultimarla entro maggio/giugno 2010. Come si articoleranno le aperture in questi livelli? Per il piano terra di fronte alla biglietteria abbiamo previsto per dicembre l’apertura di Tim e di Motivi, entro marzo 2010 le aspettative sono di inaugurare un punto vendita Imaginarium, Calzedonia, un negozio di abbigliamento, mentre Yamamay è già aperto. Sul fronte del vecchio atrio biglietteria hanno già aperto Carpisa, Isi, Brooks Brothers, Sisley, entro dicembre aprirà Boggi e l’edicola mentre per marzo sarà inaugurata l’attività di ristorazione portata avanti da Retail Group. Sui due lati hanno aperto contemporaneamente sia Guru che Mauro Giuli. Ci sarà anche il locale di Autogrill, mentre Spizzico verrà realizzato di fianco al negozio di Sisley. Nell’area interrata saranno ubicate cinque attività molto estese, di circa 470 mq ognuna, che rappresenteranno delle ancore molto importanti. Sarà realizzato il supermercato e il negozio di Nike piùun blocco centrale che conterà tre grandi superfici. Tra queste si annovera una profumeria e lo store di Benetton
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che si estende su tre livelli per cui arriva al piano terra e a quello superiore. Complessivamente le location più estese saranno quelle della libreria Feltrinelli, che supererà i 2.000 mq, dell’area dedicata alla salute con circa 1300 mq, e del ristorante Autogrill che sarà disposto su più piani. Saranno presenti dei brand di alta moda? Per ora abbiamo fatto un accordo pluriennale con Giorgio Armani a cui abbiamo concesso la domination dell’area biglietteria e abbiamo un contratto multi-periodo con Dolce & Gabbana per quanto riguarda l’area di ingresso della stazione. Quindi il connubio tra Milano e la moda è avvenuto anche in stazione, per ora in termini di comunicazione ma stiamo tentando di spostarci sul retail. Alla fiera del Tax Free di Cannes, che è un ambito tipicamente aeroportuale, siamo andati a veicolare questo nuovo progetto che ha riscontrato un ritorno importante. A che punto è arrivata l’opera di commercializzazione? Attualmente mancano da destinare una decina di spazi. Come sarà favorita la visibilità dei negozi? Poiché l’area è suddivisa in cinque livelli e la stazione presenta una complessità rilevante di flussi, abbiamo ritenuto che i passeggeri abbiano bisogno di orientamento non solo verso l’infrastruttura ma anche verso l’offerta commerciale. Stiamo investendo per la realizzazione di directory e totem, e per la vestizione di aree di infrastrutture da dedicare esclusivamente alle indicazioni commerciali.
FOCUS SUL PIANO APERTURE Milano Centrale Trimestre di apertura 31/12/09 31/03/10 30/06/10
% Cumulata aperture 29% 72% 100%
il cartello di “lavori in corso” doTorino Porta Nuova vrebbe lasciare Trimestre di apertura % Cumulata Aperture spazio a strut31/12/09 24% ture più sicure, 31/03/10 57% 30/06/10 100% percorsi più efficienti e Napoli Centrale un’offerta di Trimestre di aperture % Cumulata Aperture 31/12/09 12% servizi e di 31/03/10 57% spazi commer30/06/10 63% ciali al passo 30/09/10 100% con le nuove esigenze della Porta Nuova e di Napoli Centrale, mobilità nell’era dell’Alta Velocità. e di stilare un calendario degli Il calendario è serrato e prevede interventi che riguarderanno tutto che entro giugno del prossimo il circuito. anno le gallerie commerciali di Serviranno quattro anni per Milano Centrale e di Torino Porta modernizzare le tredici maggiori Nuova vadano completamente a stazioni italiane, ma entro il 2013 regime, mentre per quella di
Napoli Centrale ci sarà da attendere sino al 30 settembre. Nel 2011 si concentra un secondo gruppo di interventi poiché sono previste le inaugurazioni di ben cinque stazioni: Genova Principe, Genova Brignole, Venezia Santa Lucia, Venezia Mestre e Bari Centrale. Nel 2012 sarà la volta di Bologna Centrale, Firenze Santa Maria Novella (di cui sono appena stati presentati i lavori) e Palermo Centrale, mentre entro il 2013 dovrebbe essere completata la fase II di Roma Termini. Quantificando la portata dei lavori e il numero di utenti che andranno a interessare, l’investimento complessivo di Grandi Stazioni è stimato in 900 milioni di euro, da distribuirsi sul network Italia che conta conta 1,5 milioni di metri quadrati di asset immobiliari, 469mila di asset commerciali e circa 700 milioni di passeggeri/visitatori ogni anno.
Come cambiano le gallerie commerciali Per raggiungere il risultato di trasformare la stazioni in “agorà cittadina”, in primis è necessario abbattere il luogo comune di terminal ferroviario come posto insicuro e degradato (che bene si adatta a numerose infrastrutture nazionali) e in secondo luogo è fondamentale inserire, negli spazi ricavati dalle ristrutturazioni, delle attività commerciali con grande
capacità attrattiva e complementari tra di loro. Una vera e propria opera di commercializzazione dei brand di pari o addirittura di maggiore complessità rispetto a quella che si effettua per i tradizionali centri commerciali. Da considerarsi come progetto pilota e diventato ormai un esempio virtuoso, perché ha saputo sfruttare la sinergia tra l’ampio mix di negozi e le nuove potenzialità offerte dall’Alta Velocità, è Roma Termini. Dati alla mano, infatti, nello scalo capitolino gli spazi commerciali prima dei lavori si estendevano su 4.700 mq. Ora si sviluppano su 30mila mq, il numero di contatti all’anno tocca quota 150 milioni, la spesa media (calcolata sui passeggeri) è di 2,6 euro, il fatturato retail ammonta a circa 8.800 euro al metro quadrato e quello food a circa 5.500 euro/mq. Indicativo è anche il tempo di permanenza, che si attesta su 21,3 minuti a persona. In questa scia si colloca Milano Centrale, che da 14.000 mq di area commerciale pre-riqualifica passa a 26.000 mq, mentre in tutto il circuito italiano si calcola che la superficie commerciale retail salirà da 516mila mq del 2008, a 539mila mq di quest’anno, sino a 1,356 milioni del 2013 (+163%), con un’ipotesi di fatturato generato da attività retail e food&beverage per il 2013 di un miliardo di euro (+317% rispetto A. P. al 2008). retail&food - dicembre 2009 55
STAZIONARIO STAZIONARIO
Spagna, Cremonini pigliatutto
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ltre 320 treni serviti al giorno sulle tratte spagnole per un fatturato previsto nei primi quattro anni di 470 milioni di euro. Sono numeri importanti per Gruppo Cremonini, che si è aggiudicato il contratto valido dal 1 dicembre per i servizi di ristorazione a bordo su tutti i convogli ad alta velocità (Ave), a lunga percorrenza (Larga Distancia ed Euromed) e sui treni notte (TRenhotel, Elipsos, Lusitania). La gara per la gestione di tali servizi prevede un impegno di quattro anni, rinnovabile per ulteriori due, ed è stato indetto dalla società delle ferrovie iberiche Renfe. Nel particolare il bando era diviso in tre lotti secondo le aree geografiche di business “Nordeste y Transversales”, “Norte y Este Mediterraneo” e “Sur”, e Cremonini li ha vinti tutti e tre per un totale di 24 milioni di passeggeri ser-
Guru, è Milano Centrale il nuovo avamposto
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n primis Milano Centrale e nel giro di pochi mesi Roma Termini. Con l’apertura presso lo scalo lombardo, Guru ha posizionato il proprio brand nel cuore del travel retail italiano. Lo store meneghino copre una superficie di 60 metri quadrati mentre quello capitolino, che dovrebbe essere inaugurato nel marzo del prossimo anno, disporrà di una superficie di 72 mq. «La decisione di aprire due punti vendita a Milano Centrale e Roma Termini si integra nelle logiche di un processo di rilancio, riposizionamento e consolidamento in cui Guru si propone di tornare tra la gente», ha spiegato Camillo Carmignani, retail director di Brfl Italia. La strategia di espansione del marchio prosegue fuori dai confini nazionali e precisamente a Mumbai, dove è stato aperto uno shop da 150 mq che ricreano il lifestyle ironico, caratterizzato attraverso un innovativo concept architettonico. • 56 retail&food - dicembre 2009
viti all’anno. Per quanto riguarda le competenze specifiche, l’accordo prevede la gestione della ristorazione sulle Carrozze Bar di tutti i treni, il servizio di vassoio al posto per le classi “Club” e “Preferente”, la gestione delle Carrozze Ristorante e dei servizi notturni. La strategia risultata vincente si fonda su elementi innovativi, come la nuova immagine commerciale della Caffetteria, la valorizzazione della cucina spagnola e dell’equilibrio nutrizionale. L’aggiudicazione di questa gara, definita dalla stessa azienda emiliana come la più importante nel suo genere a livello europeo, proietta il fatturato di Chef Express Spa realizzato esclusivamente all’estero sopra quota 600 milioni di euro nel 2010, dei quali circa la metà ottenuti dalla Divisione On Board. •
Convenience Store: il format fa scalo a Novara
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ollaudato il format nella stazione di Milano Porta Garibaldi, il Convenience Store “Despar Express” approda nel terminal ferroviario di Novara, arricchendo un’offerta commerciale che interessa nove milioni di frequentatori annui e che si inserisce nel progetto di valorizzazione degli scali portato avanti da Centostazioni. Il punto vendita, esteso su un’area di circa 500 mq, propone soprattutto delle soluzioni d’acquisto alternative al supermercato o ipermercato per chi deve fare la
spesa, ma anche per chi vuole effettuare un pasto leggero o uno snack. Inoltre è prevista la formula di consumo veloce “take away”. Proprio in quest’ottica è aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 7.00 alle 20.30 e il sabato e la domenica, dalle 10.30 alle 19.00. •
DUFRY sceglie le stazioni
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redici negozi esistenti da ristrutturare a tappe in altrettante stazioni italiane e, comprese le nuove aperture, un obiettivo per l’Italia di 41 punti vendita. Questa è la strategia di espansione adottata da Dufry che, attraverso la sua filiale Hudson, garantirà la gestione degli spazi. Il contratto è stato firmato con Grandi Stazioni Spa e vale per 18 anni. Dufry ha annunciato, inoltre, di aver rilevato la società Latinoamericana Duty Free. •
Burger King alla soglia della stazione
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empre di più i viaggiatori finiscono nel mirino di Burger king, che ha allargato la propria catena di punti vendita con l’inaugurazione del 58° ristorante italiano lo scorso 29 ottobre, collocato a poca distanza dalla stazione di Varese. Seppur il locale non faccia parte del complesso del terminal, il flusso di pendolari costituisce un bacino costante da cui potrà attingere. Il nuovo punto Bk, aperto in formula franchising, dispone di 160 posti a sedere su due piani e conta uno staff di 25 persone. • retail&food - dicembre 2009 57
AI FERRY PORTI RADDOPPIA IL PALACROCIERE DI SAVONA
Cresce il settore crocieristico e aumenta la necessità di realizzare infrastrutture, servizi e offerte commerciali adeguate per supportarne lo sviluppo. In quest’ottica è stato presentato da Costa Crociere il piano per l’ampliamento del Palacrociere di Savona che prevede la costruzione di un secondo terminal in
aggiunta a quello attuale. Nel brevissimo termine l’Autorità Portuale di Savona sottoporrà il progetto, disegnato dagli architetti Luigi Vicini e Andrea Piazza dello “Studio Vicini” di Genova, all’attenzione della Conferenza dei Servizi. Solo dopo il responso inizieranno i lavori di costruzione. L’inaugurazione del nuovo scalo, finanziato interamente da Costa Crociere con un investimento di dieci milioni di euro, è prevista per il 2011.
GENOVA, 520 MILIONI PER LO SVILUPPO DEL PORTO
Di fatto Genova costituirà il porto dell’Expo e questo ruolo lo sta interpretando al meglio. Oltre ai numerosi interventi in corso d’opera, di cui stiamo dando un costante aggiornamento, è previsto lo stanziamento di 520 milioni di euro per un piano di investimento quadriennale. Tra le opere più importanti figurano il consolidamento delle diga foranea e il progetto della nuova stazione di Autostrade del Mare di Voltri.
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L’outlet al porto, all'arrembaggio del fashion
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he un outlet disponga di posti auto è normale, ma che offra anche posti barca può sembrare un’idea irrealizzabile. Non però in Romagna, una regione che ha fatto del turismo una fortissima leva di sviluppo, dove sorgerà entro Pasqua del prossimo anno il Marina Yachting Outlet: il primo esempio italiano di Foc a tema integrato in uno dei maggiori porti turistici e il più grande per la nautica da diporto dell’Adriatico. La struttura, che fa capo alla società Seaser, si colloca a soli cinque chilo-
metri dalla città di Ravenna, una provincia che da sola conta circa sette milioni di presenze all’anno dall’Italia e dall’estero. L’outlet occuperà una superficie di 112mila metri quadrati, accoglierà inizialmente 50 negozi focalizzati in prevalenza sull’universo dello sportswear e del Sailingstyle, sarà dotato di 2.000 posti per le automobili e di ben 1.150 per le barche. Tra le soluzioni più innovative al suo interno vi sarà un’area da 500 mq dedicata allo shop sharing e ai temporary store. •
Privatizzazione Tirrenia, altre proroghe e finanziamenti
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nvece di adeguare il settore alle logiche del mercato, come chiede l’Europa, il governo italiano ha concesso a Tirrenia l’ennesima proroga delle convenzioni, stavolta sino al 30 settembre 2010, e ha dichiarato che il bando per la privatizzazione sarà pubblicato entro quest’anno. Inoltre garantirà un altro pacchetto di finanziamenti che complessivamente supera il miliardo di euro. Il piano economico prevede, infatti, che ogni anno siano destinati al Gruppo Tirrenia 184,9 milioni di euro così erogati: per un periodo di otto anni Tirrenia Spa incasserà 72,685 milioni di euro, mentre per un arco di tempo lungo sino a 12 anni Siremar riceverà oltre 55,5 milioni, Saremar oltre 13,5 milioni, Toremar 13 milioni e Caremar quasi 30 milioni. Entro l’anno le società regionali (per ora esclusa Siremar) saranno trasferite a titolo gratuito alle regioni Campania, Sardegna e Toscana. Per ora la sorte di Siremar rimane incerta dopo che la giunta siciliana ha rifiutato il “presente”. Tuttavia per ovviare a questa situazione si starebbe pensando di inserirla nello stesso bando di Tirrenia Spa. •
SALERNO si tuffa nel crocieristico
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l riserbo è d’obbligo sul nome del partner, ma l’intenzione dell’autorità portuale di Salerno è chiara: dal 2010 il terminal ospiterà navi da crociera, con ottime prospettive sull’intero indotto commerciale. L’iniziativa coinvolgerebbe la flotta di Royal Caribbean Cruises Ltd (che già approda sullo scalo di Napoli), come lascia intuire la recente dichiarazione del presidente Andrea Annunziata. «Siamo in contatto con alcuni armatori americani per stringere un accor-
do – ha dichiarato Annunziata – grazie al quale nuove navi da crociera sbarcheranno a Salerno, portando migliaia di turisti». Nel caso fossero confermate le indiscrezioni sull’armatore, Royal Caribbean Cruises Ltd porterebbe in dote 38 navi ultramoderne e una capacità di trasporto di settantottomila passeggeri. Una vera e propria iniezione di opportunità e di denaro per le attività commerciali collegate con la struttura portuale da non lasciarsi scappare. •
Porto di Napoli, nuove occasioni da sfruttare
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n milione di passeggeri all’anno e 800 milioni di fatturato, ma c’è ancora molto da fare per sfruttare a pieno l’indotto commerciale e culturale nella città di Napoli. Questa è la provocazione lanciata dalla sede locale di Confcommercio che allo stesso tempo ha avanzato la proposta di realizzare un molo destinato alle grandi navi da crociera e agli yacht superiori ai 50 metri. Oltre all’approdo, ipotizziamo, sarebbe interessate sviluppare tutta una serie di servizi e di offerte retail per trasformare il sito da un mero punto di transito a una piazza di interscambio economico e culturale. • retail&food - dicembre 2009 59
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Succede
NordEst
di Eleonora Vallin
Alu, creatività per il retail
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n principio fu semplicemente una lunga asta d’alluminio destinata agli studi fotografici. Un “cavalletto” funzionale, da issare tra pavimento e soffitto, senza alcuna ambizione estetica. Poi l’idea venne carpita per caso da una vetrina che aveva utilizzato il sostegno - il suo nome tecnico è autopole - per promuovere i saldi estivi. Lino Manfrotto, ai vertici dell’omonima azienda di Bassano del Grappa (VI), fece due più due, e decise di farne una struttura per il retail. L’innovazione dette vita ad Alu, impresa vicentina di Romano d’Ezzelino, oggi nelle mani del figlio Abramo, specializzata nella produzione e distribuzione di accessori e sistemi di arredamento d’alta gamma per negozi. «Non ci piace seguire le regole degli altri produttori, preferiamo interpretare al meglio le esigenze del cliente senza aver paura di sperimentare – chiosa il ceo –. Per questo non partecipiamo agli eventi classici del nostro mercato ma creiamo i nostri; la nostra comunicazione è più simile a quella di un’agenzia creativa che non a quella di una ditta di arredamento perché trattiamo il nostro marchio come se fossimo un’azienda di moda e in tutto quello che facciamo ci mettiamo la nostra anima, quella di gente appassionata, giovane, motivata, affamata». L’azienda oggi conta 90 persone in Europa, nelle due sedi di Parigi e in Olanda, e 40 in Usa con un quartier generale vicentino dove lavorano 12 designer. Il baricentro oggi è italiano, ma all’inizio non è stato così. «Siamo partiti dal Nord America – racconta - la sede di New York si occupava di design, nuovi prodotti e commercializzazione. In Italia avevamo mantenuto lo sviluppo tecnico e la produzione. La tipologia di prodotti che offrivamo all’inizio era infatti più idonea a mercati dove i grandi magazzini e la grande gettazione all’installazione». distribuzione erano molto sviL’estero copre comunque luppati, come in USA, appunancora oggi il 40% del fattuto. Da li, quindi, fu più naturato totale e Alu ha arredato rale per noi entrare in boutique tra cui Sears, Top Inghilterra, Germania e Man, New Look, Chanel, JC Olanda dove hanno sede Penny e anche corner per Abramo Manfrotto molte delle filiali europee di negozi come Nokia, Ray Ban, grandi aziende americane come Nike, Helly Hansen. Serve inoltre società di elettronica Footlocker, Levi’s», spiega. e telecomunicazioni come LG e T-Mobile così Solo dopo circa cinque-sei anni dall’inizio dell’atcome costruttori automobilistici come tività nel 1989, l’azienda ha deciso di virare verso BMW/Mini e Chevrolet Europe. l’Italia. «L’offerta era cambiata e oggi Alu produ«Il design è molto importante, ma lo sono forse ce per tutti i livelli: dalla grande distribuzione al di più la flessibilità, la completezza di gamma, la piccolo negozio sotto casa, dal grande magazzidurevolezza, la sicurezza, la disponibilità alla no al negozio specializzato, dall’abbigliamento consegna e il prezzo – spiega Manfrotto –. all’elettronica. Siamo in grado di offrire prodotti Questo non è un mercato dove il made in Italy standard ma anche fatti su misura al 100% – paga, anzi è visto quasi in maniera negativa. dice Manfrotto – offrendo al cliente un pacchetMolti pensano che se un prodotto è fatto in Italia to di servizi completi, dalla consulenza nella prodeve per forza costare tanto, o i tempi di conse-
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gna saranno lunghissimi e inaffidabili. Per questo noi investiamo sia nella parte estetica che in quella tecnica». «Ma per soddisfare tutte le esigenze – aggiunge – i nostri responsabili di prodotto e design si trasformano in appassionati ed esigenti consumatori, partecipano a fiere ed eventi di design, arredamento, arte, escono dai classici schemi mentali di altri produttori nostri concorrenti». Oggi Alu è in piena espansione. Le strategie commerciali puntano al Centro-Sud America più una presenza diretta in Asia. Per quanto riguarda il mercato non retail, l’idea è invece quella di lanciare nel 2010 una linea di prodotti di complementi d’arredo che «abbia al centro l’uomo e che tenga conto delle sue esigenze in ambito abitativo, coniugando risparmio energetico e riduzione dell’inquinamento». Successivamente, nel 2011-2012, l’azienda mira anche a lanciare una linea di prodotti d’illuminazione. •
È ora di leggere
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NOME ___________________ COGNOME ________________ SOCIETÀ _________________ FUNZIONE ________________ INDIRIZZO ______________________________ CAP _______ LOCALITÀ __________________________ PROVINCIA _____
A retail&food hanno collaborato tra gli altri: Giuseppe Bonomi Gianfilippo Cuneo Luigi de Montis Fulvio Fassone Vito Gamberale Antonio Intiglietta Paolo Lombardi Pietro Malaspina Pierre Marin Enrico Pazzali Mario Resca Vito Riggio
Presidente Sea Aeroporti di Milano Presidente del Comitato Investimenti per Il Fondo Sinergia Presidente Assocatering Presidente Associazione Travel Retail Italia Presidente F2i Presidente Expo Italia Real Estate Presidente Fiera di Genova Presidente Consiglio Nazionale Centri Commerciali Amministratore Delegato John Lang LaSalle Italia Amministratore Delgato Fieramilano Presidente Confimprese Presidente Enac
TEL. UFFICIO ____________ TEL. CELLULARE _____________ FAX __________________ E-MAIL ______________________ NOTE O RICHIESTE ____________________________________ _____________________________________________________ Da inviare per posta ordinaria, fax, allegato e-mail a: retail&food - Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy T +39 02 3451230 F +39 02 3451231 - info@retailfood.it - www.retailfood.it Legge Privacy Informativa resa ai sensi dell'art. 675/96 Richiesta dati anagrafici. I dati saranno utilizzati con mezzi automatizzati e non a fine di informazione, ricerca e statistica e di promozione commerciale e non saranno per nessun motivo divulgati all'esterno. Titolare del trattamento dei dati è Gesto Editore Srl - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano. Chi comunica i propri dati personali gode dei diritti di cui all'art. 13 della legge 6/5/96 tra cui il diritto di ottenere la modifica o cancellazione dei dati forniti. Il conferimento di tali dati è facoltativo e l'accesso a tale servizio è subordinato alla prestazione del consenso.
Le difficoltà della maison veneta
STEFANEL, cronaca di un rilancio annunciato
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’è stato un momento, anni fa, quando la famiglia Stefanel era il più accreditato gruppo Veneto a diventare i “Nuovi Benetton”. Anche loro dalla provincia (Ponte di Piave è la Ponzano dei Benetton) hanno costruito una fortuna con il successo della moda Made in Italy. I Benetton diversificano e prendono Autogrill? Gli Stefanel si buttano su Nuance (anticipando anche le mosse della stessa Autogrill nel mercato dei duty free). Poi qualcosa ha iniziato ad andare storto. Oggi i giovani si vestono più volentieri da Zara o da H&M (forti anche di una massa critica e una potenza di fuoco da vera multinazionale del fashion). L’ultima volta che il gruppo ha visto un utile è stato nel 2006: da allora (e ben prima che scoppiasse la più grave recessione dal 1929) Stefanel è finita ogni anno in perdita. Così la famiglia ha dovuto mettere mano al portafoglio e versare altri soldi in azienda: l’anno scorso c’è stato un aumento di capitale da 40 milioni e Giuseppe Stefanel ne ha sborsati 20. Le cose non sono migliorate, e non poteva essere altrimenti, quest’anno. Nei primi sei mesi il giro d’affari si è ridotto del 15% mentre sul bilancio gravano 28 milioni di perdite. Forse non è solo colpa della caduta dei consumi:
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Stefanel, come capitato a Benetton qualche anno fa, ha subito la concorrenza spietata dei nuovi marchi stranieri (da Custo a Mango alla stessa Zara) che hanno sorpassato il Made in Italy con più creatività e riuscendo ad anticipare i gusti delle generazioni più giovani. C’è poi il nodo della distribuzione: meglio pochi negozi in posti strategici che fatturano molto o tanti per invadere il mercato? Dei 530 negozi a marchio Stefanel, numerosi hanno abbassato la saracinesca. L’azienda la chiama pulizia della rete: di fatto vengono chiusi perché non vendono a sufficienza. A Milano, che dovrebbe essere una delle piazze
principali per il gruppo, c’erano 15 vetrine. Ne sono rimaste quattro. C’è da ripensare le strategie e l’identità per non lasciare a spagnoli e svedesi lo scettro sulla moda mass-market un tempo dominio italiano. Dal 2006 Stefanel dice di voler trasformare la maison in una griffe accessibile, ma finora di risultati non se ne sono visti. Adesso il rilancio è appeso al filo di un piano industriale che fa leva sull’estro di due giovani creativi 27enni per riportare in auge un marchio un po’ sdrucito. E un nuovo manager, quel Luciano Santel che è stato uno degli uomini chiave del successo di Geox.
Basterà? Qualche mossa azzeccata, a dire il vero, c’è stata: il gruppo si è sbarazzato di HallHuber, catena tedesca di abbigliamento, incassando 25 milioni e facendone 9 di plusvalenza. Intanto, però, partono anche i licenziamenti. Dagli uffici fra Ponte di Piave e Salgareda, stanno infatti per raccogliere le loro cose negli scatoloni dipendenti in molti casi anche «storici». Sono la maggioranza, nel nuovo pacchetto di 70 esuberi, quasi tutti colletti bianchi. Il maglioncino non sorride davvero, speriamo torni a farlo presto. Simone Filippetti “Opinionista”
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La foto
Travel hotel Micro camere ma complete di ogni confort, per minimo di 4 ore, a prezzi low. Per ora solo negli aeroporti di Heathrow, Gatwick, Schiphol. Quando in Italia?
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r&f Last but not least
Autostrade, o care
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Anno 4 numero 12 dicembre 2009 Direttore responsabile Andrea Aiello Hanno collaborato Alessandro Barzaghi, Francesca Biagi, Giuseppe Bonomi, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Paolo Prota Giurleo, Antonio Intiglietta, Paolo Lombardi, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, Mario Messuri, Giorgio Mirabelli, David Montorsi, Giorgio Moroni, Luca Neri, Pierpaolo Palmieri, Fabrizio Patti, Enrico Pazzali, Andrea Penazzi, Mario Resca, Vito Riggio, Kevin Rozario, Vittorio Valenza, Eleonora Vallin Foto Archivio Gesto Editore, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica Segreteria Silvia Pizzi Pubblicità Alberto Sitia Tel. 02 3451230 alberto.sitia@retailfood.it
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e ne sentono di cotte e di crude, di piccole e di grandi, di vere e di false: c'è un grande fermento attorno alla rete autostradale, a quella esistente e a quella in progetto. Il clou delle notizie si concentra a Nordest, ma anche in Lombardia e lungo la costa tirrenica si registra un discreto attivismo.
Serenissimo, no Nordest La Cav voleva fare scuola ma da molti viene ormai considerata come un'anomalia. La società mista Anas-Regione Veneto che, grazie all'intraprendenza del governatore Galan, ha acquisito la gestione del passante di Mestre, ha scatenato le ire dei “privati”, ben rappresentati dall'Aiscat di Fabrizio Palenzona. La partita sembra ormai chiusa, probabilmente non nasceranno altre società su modello Cav – nonostante la spinta delle forze politiche territoriali – ma intanto nessuno sfilerà il Passante di Mestre al Veneto. Corre sul filo dei pacchetti azionari la battaglia per il controllo della Brescia-Padova, la Serenissima, la cui concessione scade nel 2013. Il pacchetto in mano a Rino Gambari è agognato tanto da privati del calibro di Marcellino Gavio o Vito Gamberale, che dalla compagine pubblica con in testa il sindaco veronese Flavio Tosi. Legata a questa partita anche la costruzione della tratta Valdastico Nord, ancora priva di progetto. 64 retail&food - dicembre 2009
Sul fronte Friulano della A4, la scadenza della concessione di Autovie Venete è fissata al 2017: la proroga richiesta dalla società per completare la costruzione della terza corsia è stata respinta e Autovie, controllata dalla Regione Friuli, si appresta a richiedere un prestito da 1,8 miliardi di euro per rispettare la convezione del 2007 (che peraltro prevede un indennizzo a fine concessione esattamente di 1,8 miliardi). Infine un cenno alla Ferrara-Porto Garibaldi, per cui Anas ha pubblicato il bando di gara per l'affidamento della concessione: 633 milioni di lavori per 50 anni di concessione.
I "Giganti" del Tirreno Il Tirreno settentrionale avrà la sua autostrada, da Rosignano a Civitavecchia non sarà più necessario percorrere la malandata Aurelia. Il progetto è stato affidato alla Sat, Società Autostrada Tirrenica (94% Aspi, 5% SaltGruppo Gavio, 1% enti locali), e si prevedono investimenti per 3,6 miliardi senza supporto pubblico. Chi si butterà in questa straordinaria avventura? Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, si sta ragionando su un aumento di capitale che consentirebbe alla Salt di Gavio di crescere, ma anche a Francesco Gaetano Caltagirone di fare il suo debutto in autostrada, i due neo investitori affiancherebbero quindi i Benetton che control-
lano Aspi, creando un inedito e potentissimo terzetto.
Lombardia, tra banche e spoil system Come anticipato, grande movimento anche in Lombardia. Sul fronte della Brebemi, la nuova autostrada Brescia-BergamoMilano, l'affidamento del contratto di general contractor, un appalto da 1,463 miliardi di euro, è stato affidato al Consorzio BBM, costituito da Consorzio Cooperative Costruzioni (Ccc) e da Impresa Pizzarotti. La sigla del contratto di finanziamento dell'opera dovrebbe avvenire all'inizio dell'anno prossimo, a guidare il pool di banche finanziatrici il gruppo Intesa Sanpaolo. Intanto il Cipe ha approvato il progetto definitivo per la realizzazione della Pedemontana Lombarda. Il piano economico finanziario prevede una spesa di 5 miliardi, di cui soltanto il 25% derivante da contributi pubblici. Nel frattempo la società ha visto un importante cambio al vertice con l'addio di Fabio Terragni e l'arrivo del nuovo amministratore delegato, Salvatore Lombardo. I lavori dovrebbero cominciare nelle prime settimane del 2010. Naturalmente sarà interessante seguire l'evoluzione dei cantieri per capire quali opportunità si apriranno per la gestione delle aree di servizio. •
Progetto grafico e impaginazione Giò Salvioni Stampa A.G.F. – Peschiera Borromeo (Mi) Redazione Viale Coni Zugna, 71 20144 - Milano - Italy Prezzo di una copia € 3,00 – Arretrati € 5,00 Abbonamento Italia: € 30,00 Europa: € 40,00 Resto del mondo: € 50,00 C/C PT 13590203 Registrazione Tribunale di Milano N° 550 del 06/09/2006 Iscrizione al Registro degli operatori della comunicazione n° 15972 Tutti i diritti di riproduzione degli articoli e/o foto sono riservati. Manoscritti, disegni, fotografie, supporti audio e video anche se non pubblicati non saranno restituiti. Per le fotografie e le immagini per cui, nonostante le ricerche eseguite, non sia stato possibile rintracciare gli aventi diritto, l’Editore si dichiara disponibile ad adempire ai propri doveri. Ai sensi dell’articolo 2 comma 2 del codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, si rende nota l’esistenza di una banca-dati personali di uso redazionale presso la sede di Milano – viale Coni Zugna, 71. Gli interessati potranno rivolgersi al responsabile del trattamento dei dati personali Silvia Pizzi, presso la sede di Milano, per esercitare i diritti previsti dalla legge n. 675/967.
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