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ANNO 5 • NUMERO 12 • DICEMBRE 2010 • e 3,00

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

Travel retail

è L’ORA DEL DISGELO

Segnali positivi da TFWA e ATRI Rimbalzo tecnico o ripresa vera?

Star Trek food Cigierre

Analisi mercato • Vending

Parola di... • Treggiari - Adr



News primae noctis

Dall’economia messaggi deboli, ma utili ra i tanti sondaggi dell’andamento dell’economia, la rileT vazione di ottobre di Findomestic ci pare emblematica della contraddittorietà del momento. Infatti moltissimi italiani

esprimono un grado di fiducia nell’economia in calo, e la sfiducia tanto più sale quanto più elevato è il grado di istruzione degli interpellati; però il Nord Ovest è in controtendenza: in quest’area si riscontra un tasso di fiducia più elevato che nel resto del Paese. Ancora: le intenzioni di acquisto degli italiani sono in diminuzione in molti settori, ma non mancano quelli che invece denotano un incremento; fra i comparti più penalizzati troviamo l’elettronica (pc e cellulari compresi), le automobili, il bricolage; positivi invece gli elettrodomestici bianchi, i viaggi, il turismo e il settore immobiliare. Noi pensiamo che questo panorama contenga due messaggi positivi. Si tratta, per il momento, di messaggi ancora deboli, ma comunque significativi ed utili. Il primo: l’area economicamente più produttiva ed evoluta del Paese (il Nord Ovest appunto) ricomincia a sperare nel futuro. È legittimo pensare che si tratti di un’anticipazione, e che le altre aree, penalizzate forse da una maggiore inerzia, possano seguire a breve. Il secondo: i consumatori sembrano privilegiare quei consumi che maggiormente si avvicinano agli investimenti; beni o servizi cioè che sono destinati a durare a lungo nel tempo. Una selezione negli acquisti non casuale, che può fornire utilissime indicazioni agli operatori economici. I quali, se produttori, potranno orientare le loro scelte di produzione, e, se commercianti, potranno meglio effettuare le loro scelte di assortimento e di magazzino.

­­­ EDITORIALE

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L’OPINIONE Il futuro degli aeroporti di Alessio Quaranta* Lo studio sullo sviluppo futuro della rete aeroportuale nazionale, che l’Enac ha commissionato al consorzio di esperti One Works-Nomisma-KPMG, nasce da un’esigenza irrinunciabile di pianificazione del sistema aeroportuale. Il pool di esperti al quale l’Enac ha affidato lo studio ha redatto un atlante che potrà costituire la base per la redazione del Piano Nazionale degli Aeroporti, fornendo gli indirizzi strategici su scala nazionale da assumere come riferimento programmatico di sviluppo degli scali e delle infrastrutture che ne garantiscono l'accessibilità e l’integrazione con il territorio. L’Atlante degli aeroporti costituisce una fotografia dei 47 scali aperti al traffico civile, della loro incidenza sul territorio, della loro accessibilità e del traffico che ospitano. Due i dati di fondo sui quali porre l’attenzione. In primo luogo la frammentazione della domanda – peraltro bassa – che rispetto agli altri Paesi europei da noi non si concentra nei grandi aeroporti con più di 10 milioni di passeggeri, ma è distribuita negli scali di medie e piccole dimensioni. Inoltre la scarsa accessibilità degli aeroporti dai loro bacini di riferimento, per carenza di collegamenti intermodali o addirittura perché le infrastrutture che assicurano le connessioni non sono coerenti con il posizionamento e il ruolo degli scali. Nel futuro gli aeroporti dovranno specializzarsi se vorranno far leva sulla crescita della propensione al volo degli italiani, ancora largamente inferiore alla media dei principali Paesi dell’Europa occidentale. Parallelamente sarà necessaria un’attenta programmazione delle infrastrutture di contorno perché gli aeroporti siano accessibili ai passeggeri e appetibili per il traffico delle merci. *Direttore generale Enac

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Direttore responsabile Andrea Aiello

in copertina: Denver Airport dopo la nevicata

Anno 5 numero 12 dicembre 2010

Hanno collaborato Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, Marketing & Co., David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Fabrizio Patti, Enrico Pazzali, Andrea Penazzi, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Giacomo Terranova, Vittorio Valenza,  Foto Archivio Gesto Editore, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica, iStockphoto Segreteria Silvia Pizzi

è ora di leggere

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A retail&food hanno collaborato tra gli altri: Giuseppe Bonomi Gianfilippo Cuneo Luigi de Montis Fulvio Fassone Vito Gamberale Antonio Intiglietta Paolo Lombardi Pietro Malaspina Pierre Marin Enrico Pazzali Mario Resca Vito Riggio

Presidente Sea Aeroporti di Milano Presidente del Comitato Investimenti per Il Fondo Sinergia Presidente Assocatering Presidente Associazione Travel Retail Italia Presidente F2i Presidente Expo Italia Real Estate Presidente Fiera di Genova Presidente Consiglio Nazionale Centri Commerciali Amministratore Delegato John Lang LaSalle Italia Amministratore Delgato Fieramilano Presidente Confimprese Presidente Enac

Ai sensi dell’articolo 2 comma 2 del codice di deontologia relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, si rende nota l’esistenza di una banca-dati personali di uso redazionale presso la sede di Milano – viale Coni Zugna, 71. Gli interessati potranno rivolgersi al responsabile del trattamento dei dati personali Silvia Pizzi, presso la sede di Milano, per esercitare i diritti previsti dalla legge n. 675/967.

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Lettori di Retail&Food

Diffusione regionale (aree Nielsen)

5% Enti e Ministeri 15% Servizi

20% Gestori aree

AREA 3

AREA 4 Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna

Toscana Marche Umbria Lazio

32% Retail

LOCALITà __________________________ PROVINCIA __________ TEL. UFFICIO ____________ TEL. CELLULARE __________________ FAX __________________ E-MAIL ___________________________ NOTE O RICHIESTE _________________________________________

48%

__________________________________________________________

25%

Trentino Friuli Ven. Giulia Veneto

28% Ristorazione

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Emilia Romagna

AREA 2

SOCIETà _________________ FUNZIONE _____________________ INDIRIZZO ______________________________ CAP ____________

8% 19%

NOME ___________________ COGNOME _____________________

Piemonte Liguria Valle d’Aosta Lombardia

AREA 1

Da inviare per posta ordinaria, fax, allegato e-mail a: retail&food - Viale Coni Zugna, 71 - 20144 - Milano - Italy T +39 02 3451230 F +39 02 3451231 - info@retailfood.it - www.retailfood.it Legge Privacy Informativa resa ai sensi dell’art. 675/96 Richiesta dati anagrafici. I dati saranno utilizzati con mezzi automatizzati e non a fine di informazione, ricerca e statistica e di promozione commerciale e non saranno per nessun motivo divulgati all’esterno. Titolare del trattamento dei dati è Gesto Editore Srl - Viale Coni Zugna 71 - 20144 Milano. Chi comunica i propri dati personali gode dei diritti di cui all’art. 13 della legge 6/5/96 tra cui il diritto di ottenere la modifica o cancellazione dei dati forniti. Il conferimento di tali dati è facoltativo e l’accesso a tale servizio è subordinato alla prestazione del consenso.


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SOMMARIO > n° 12 2010

News primae noctis - Dall'economia messaggi deboli ma utili

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l’Opinione - di Alessio Quaranta

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r&f News

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Cosa occore sapere per - di Giulia Comparini

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L’indice di retail&food

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Osservatorio Prezzi - Scali del sud, a Trapani i best prices

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Star Trek food - Destinazione Cigierre

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Prima pietra - Galleria Borromea a caccia di retailer

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Taglio nastro - Terza volta Vicolungo

28

Resoconto TFWA - Duty free, la ripresa si tocca con mano

30

Resoconto Franchising & Trade - Franchising, piccole catene crescono

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Il punto su infrastrutture e compagnie - Agenda aeroporti 2011

38

Dossier aeroporti - Malpensa T1, da hub a mall

40

Parola di... - Marco Treggiari

44

Analisi Mercato - Con gli shop il vending prova a ripartire

46

Dossier aree di servizio - Sarni, bene gli sconti ma attenzione al look

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International

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Intervista - Ingram, sempre più travel

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Continua l'ascesa del format di Farinetti - Eataly sbarca al porto di Genova

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Stazionario

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Retail Station

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Ferry Porti

60

La pulce nell’orecchio - di Simone Filippetti

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La foto

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Last but not least - Per fare affari ci vuole coraggio, da leoni

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Mercati in fiera - Calendario dicembre 2010 - febbraio 2011

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r&f news Un outlet anche per Foot Locker

È il primo a livello italiano, il terzo in Europa: la catena di sport fashion multimarca Foot Locker ha aperto lo scorso 12 novembre un punto vendita con prezzi scontati presso il Segrate Outlet Village. Il negozio ha una superficie di 400 metri quadrati. Il complesso dove si inserisce il brand americano è curato dalla società di commercializzazione DB Retail ed è situato lungo la strada statale Cassanese in località Segrate, alla porta est di Milano.

Alitalia, dati di vera ripresa

Lo scorso ottobre i passeggeri di Alitalia sono aumentati del 13% rispetto allo stesso mese del 2009, a quota 2,175 milioni. Il fatturato, di conseguenza, ha avuto un incremento

Rocco Sabelli del 15%, grazie soprattutto ai voli internazionali (+16%) e intercontinentali (+43%). La somma dei passeggeri di queste due categorie è passata dal 57% del 2009 al 63% attuale. L’amministratore delegato della compagnia, Rocco Sabelli, ha detto che dal 31 ottobre scorso Alitalia ha aumentato dell'8% la capacità offerta, con 8 rotte in più e 7 destinazioni nuove. Sarà anche anticipata dal 2012 al 2011 l'apertura del collegamento Roma-Pechino con 5 voli settimanali.

McArthurGlen, nuovo management per l’Italia

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opo l’uscita di scena di Luigi Battuello, il colosso degli outlet McArthurGlen ha ufficializzato il nuovo management per il nostro Paese e per il sud Europa. Roberto Meneghesso è stato nominato country manager per l’Italia e Clara Petrone ha ricevuto l’incarico di regional marketing manager per il sud Europa. I due dirigenti hanno il compito di implementare lo sviluppo del gruppo in una fase di consolidamento e di ulteriore sviluppo di superficie lorda commerciale. Ad oggi il marchio di foc ha sviluppato oltre 120mila mq di superficie retail, che arriveranno a 158mila entro la fine del 2012. In particolare per la primavera del 2011 dovrebbe aprire la fase 2b de La Reggia, mentre nel 2012 dovrebbero essere inaugurate la fase 3 di Castel Romano e la fase 2 del complesso di Barberino. •

Clara Petrone

Roberto Meneghesso

Master sulla ristorazione di marca, pronte 3 borse di studio Che la formazione sia un asset fondamentale sul quale investire per far crescere le aziende nel medio e nel lungo termine è diventato un pensiero comune, almeno per alcuni operatori di livello. A dimostrazione di questo sta per essere avviata la V edizione del Master della Ristorazione di Marca, organizzato e patrocinato da Confimprese e dall’Università di Parma. Tra i 25 candidati, entro la fine di dicembre saranno selezionati i tre vincitori delle altrettante borse di studio, messe a disposizione da Lavazza, Ferrero e dall’ateneo ducale. Il percorso inizierà a gennaio e durerà 8 mesi, divisi a metà tra lavoro in aula e stage. Tutti gli altri pagheranno un’iscrizione di 2.900 euro. Promotori e sponsor dell’iniziativa sono Autogrill, McDonald’s, Chef Express, Flunch, My Chef e Ikea.

Tod’s e Bulgari star delle trimestrali, male Geox

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rimestrale ottima per Tod’s, buona per Bulgari, sufficiente per Benetton e mediocre per Geox. Le pagelle si riferiscono al terzo quarter dell’anno. Il gruppo Tod’s di Diego Della Valle ha raggiunto un fatturato consolidato di 609,1 milioni di euro, in crescita dell’8,9% rispetto a un anno fa. Bene l’Italia, +5,4% e

e nuove aperture. Punta molto sui negozi anche Geox. Mentre i multimarca, nei primi nove mesi dell’anno, hanno avuto cali del 13%, i Geox Shop hanno segnato una crescita del 9,5% (+20% nel solo terzo trimestre). Le aperture da inizio anno sono state 89 e le chiusure 69. In totale il fatturato è sceso del 5,6% a cambi correnti e del

l’Europa, +9,5%, ma soprattutto il +19,7% dell’Asia. Benetton, invece, ha visto il proprio turnover salire dello 0,5%, pari a 1,49 miliardi di euro, e l’utile netto da 82 a 85 milioni. I cali di Grecia, Spagna e Italia sono stati compensati dall’exploit del Messico (+36%) e dal consolidarsi di India e Russia. Nonostante il rincaro del cotone e l’euro forte, sono stati pianificati numerosi restyling di negozi

6,5% a cambi costanti. Ottimi, infine, i risultati di Bulgari: +14,9% i ricavi nel terzo trimestre, grazie alla gioielleria e agli accessori, mentre orologi e profumi sono ancora in sofferenza. La crescita, però, è stata giudicata insufficiente dagli analisti, tanto che il titolo ha perso il 4,7% dopo la comunicazione dei risultati. •

Colpi in Kuwait e India per Bottega Veneta

Mall asiatici nel mirino di Bottega Veneta. Il marchio di pelletteria ha aperto a novembre un punto vendita di 54 metri quadrati a Bangalore, terza città dell’India, nel centro commerciale Ub City. In precedenza il brand aveva tagliato il nastro a Mumbai, presso The Galleria Nariman Point, e a Nuova Dehli, nell’Emporio Mall. Pochi giorni dopo è avvenuta l’inaugurazione di uno shop da 136 metri quadrati all’interno del 360 Mall di Kuwait City.

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Prima del Coin QB va in palestra

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B Mercato e Cucina arriva a Milano. Non ancora ospitato in un punto vendita Coin, come già avvenuto a Genova e Brescia, ma all’interno della palestra GetFit di via Cenisio. L’inaugurazione è avvenuta lo scorso 13 novembre. QB, che sta per Quanto Basta, è un concetto basato sulla vendita di 1.500 prodotti alimentari di alta qualità e sulla contestuale somministrazione, dal pranzo alla cena. Il progetto è della società Btg (Bridge the gap), della quale è proprietario e amministratore unico Andrea Rasca. Consulente per la gestione degli acquisti è Giuseppe Caprotti, figlio del patron di Esselunga Bernardo, per 18 anni impegnato nell’azienda di famiglia, della quale è stato amministratore delegato dal 2004 al 2008. Tra maggio e giugno ci saranno altre due aperture, delle quali però non è ancora possibile sapere l’ubicazione. •

...ultim'ora Heinemann entra a Bologna L’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna ha affidato la gestione del duty-free dell’area extra-Schengen e del duty-paid dell’area Schengen al colosso tedesco Gebr Heinemann, dopo una gara informale a cui hanno partecipato 12 società. Il nuovo operatore, che sarà attivo da gennaio 2011, in una prima fase ristrutturerà i due punti vendita esisten-

ti, per poi passare, dopo il restyling del terminal, a due aree nuove: i cosiddetti ‘walk through’, ossia degli spazi commerciali da cui devono passare i passeggeri diretti ai gates di imbarco. Heinemann gestisce 149 negozi di travel retail/duty free in 49 aeroporti di 19 nazioni, soprattutto in Germania, Europa Centrale e Orientale e Turchia. I piani di espansione sono ora concentrati sul Far East ma anche sull’Italia. Nel mirino (si veda l’intervista a pagina 30) ci sono altri scali medio-grandi del Centro-Nord, a partire da Pisa e Bergamo.

Burger King, è la volta del corner Café

Ripercorrendo le orme, fortunate, di un noto marchio concorrente, Burger King apre in Italia il primo corner cafè all’interno di un suo ristorante. Il punto vendita pilota, che segue i test positivi di Madrid, Istanbul e Monaco di Baviera, sarà inaugurato nel mese di dicembre a Bolzano, in piazza Domenicani, grazie a un imprenditore locale a cui è stata affidata la licenza. Il locale è stato disegnato dallo studio ZF di Milano e avrà un’estensione di 500 mq distribuiti su due livelli. Con questa inaugurazione il numero di bandierine in forza al marchio di fast food nel nostro Paese sale a quota 65, quasi tutte in franchising.

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r&f news Boggi in salsa baverese

Il marchio di moda maschile Boggi Milano ha aperto lo scorso 25 novembre un grande negozio, di 420 metri quadrati, nello “shopping complex” Fünf Höfe in Theatinerstrasse, nel cuore

di Monaco di Baviera. È il 27esimo punto vendita all’estero, che si somma ai 48 in Italia. Tra le 14 aperture avvenute nel 2008, si segnalano quelle a Malpensa Terminal 1 e 2 (che hanno seguito l’opening nello scalo di Orio al Serio del dicembre 2009), il taglio nastro presso l’aeroporto internazionale di New Dehli e quello alla stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova.

Kalt Center, partito il cantiere artito il cantiere lo scorso ottobre, inizia il count down all’apertura, fissata tra la fine del 2011 e la primavera del 2012. Ha preso definitivamente il via quindi il progetto Kalt Center, promosso dalla

P

74 negozi di piccole dimensioni e 5 pubblici esercizi. Il centro, in base al quanto comunica la società di commercializzione, godrà di un bacino d’utenza di circa 103mila abitanti nell’isocrona dei 30 minuti e potrà avvantaggiarsi

società Sviluppo Palermo e commercializzato da CbreEspansione Commerciale. Il complesso disporrà di 23.010 mq di gla, estesi su un solo livello, di 88 unità retail e di 1.800 posti auto. Nello specifico l’attività di leasing prevede l’inserimento di un superstore di circa 4.500 mq di superficie lorda affittabile, 8 medie superfici,

dalla posizione favorevole in quanto distante meno di 2 km dal centro urbano e situato in prossimità della SS 640, che collega le città di Agrigento, Caltanissetta ed Enna. L’obiettivo di Cbre-Espansione Commerciale è quello integrare la presenza di catene nazionali con operatori locali. •

Stock option BUY

NEUTRAL

SELL

Nero Giardini si moltiplica per otto

Da 50 a 350/400 negozi da qua al 2015: è l’obiettivo che si è posto il marchio di calzature Nero Giardini, deciso a seguire la tendenza di un mercato che premia sempre più gli store monomarca. Si tratterà di punti vendita in massima parte in franchising, che saranno aperti in un primo tempo soprattutto in Italia e a Parigi, Londra, Madrid e Mosca. Lo sviluppo sarà soprattutto nei centri cittadini, coinvolgendo negozianti indipendenti già clienti del marchio, anche se non sono esclusi gli shopping center. L’offerta riguarderà le calzature ma anche la nuova linea di abbigliamento e maglieria, anch’essa prodotta tutta in Italia. Nero Giardini conta di chiudere il 2010 con un fatturato di 225/230 milioni di euro, in crescita del 12-13% rispetto al 2009, chiuso a sua volta con un incremento di 8,5 punti percentuali.

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Calzedonia Nel club dei miliardari della moda c'è anche Calzedonia, ci informa Mediobanca. Tra gli eletti, con un fatturato 2009 di 1.066 milioni di dollari, il gruppo di Sandro Veronesi si piazza al 7° posto. Ma è l'unico a crescere a due cifre. Le Briciole di MyChef Il format di panetteria di MyChef funziona e cresce. Dopo Linate è la volta di Malpensa con la formula di Briciole Bar, sia al T1 che al T2. E Sea si conferma come una delle società di gestione aeroportuale più innovative. Mango Il brand spagnolo di moda continua a macinare utili, e a puntare sull'Italia. In due anni sono stati aperti quaranta store e un accordo firmato con Coin prevede l'inaugurazione a breve di ventidue corner.

Conbipel Oaktree Capital Management, affiancato da sette istitiuti di credito grandi e piccoli, pompano più di 150 milioni nelle casse di Conbipel per effettuare un nuovo restilyng, anche dei punti vendita. Il primo passo è fatto, ora viene il bello. Treno in Manica Il governo UK ha ceduto la gestione della linea che collega Londra al Canale della Manica. Un buon affare per le casse governative che incassano 2,4 miliardi di euro e per la società canadese che gestirà la concessione per 30 anni. NTV e la Francia I vertici di Ntv smentiscono con decisione una qualunque forma di controllo diretto da parte dei francesi di SNCF, detentori del 20% del pacchetto azionario. Almeno per due anni, fino a quando non verrà liberalizzato il mercato europeo. E dopo?

Mario Moretti Polegato L'inventore della scarpa che respira partecipa a Genova all'ennesimo evento sull'innovazione, per parlare della scarpa che respira. I brevetti scadono, la novità di Moretti Polegato va un po' per le lunghe... Sabelli-Alitalia Con candore – e come se no? - Rocco Sabelli, a.d. di Alitalia, annuncia che raccomanderà agli azionisti di fondere la compagnia con Air France. I nodi arrivano al pettine e l'ovvio ci sommergerà. Cipe 2 Anche questo mese scriviamo di Cipe per segnalare l'ennesimo annullamento di riunione. L'organismo non si riunisce ormai da luglio, bloccando progetti di ogni tipo. Un po' come l'infinito interim – risolto – allo Sviluppo economico. Governo del fare... cosa?


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r&f news Il travel retail italiano è maturo

Al forum di Atri in tanti e convinti

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i è respirata una bella aria al forum 2010 di Atri (Associazione italiana travel retail), tenutosi il 4 novembre presso l'aeroporto di Malpensa. La giornata, organizzata come d'abitudine dal presidente Fulvio Fassone con il supporto di David Jarach e di alcuni membri storici dell'associazione, ha visto succedersi una notevole serie di interventi qualificati fino ad abbracciare, per la prima volta in modo così ricco e completo, tutti o quasi gli ambiti del travel retail. Il travel retail ha patito una notevole serie di crisi dall'11 settembre in poi, ma nel contempo ha raggiunto una maturità e una capacità di volumi davvero impressionanti. Tra aeroporti, autostrade e stazioni sono infatti centinaia i milioni di passeggeri/clienti su cui gli operatori del comparto possono indirizzare la loro azione. Nei prossimi mesi ci sarà chi insisterà sull’innovazione e marketing come Sea, che secondo quanto annunciato dall'amministratore delegato Giulio De Metrio lancerà nelle prossime settimane un'iniziativa innovativa denominata “Via Milano”. Ma non manca chi come Marco Treggiari, direttore commerciale di Adr dallo scorso mese di luglio, ha deciso di tornare ai “fondamentali”, puntando ad esempio sul ritorno alla distribuzione di trolley per lo shopping ma soprattutto puntando a rivoluzionare il rapporto con i tenants in un'ottica premiante per chi sviluppa i fatturati. La voglia, o meglio la necessità, di innovazione è stata imposta dagli organizzatori già dall'incipit del titolo delle quattro tavole rotonde della giornata, ma è stata ricordata da quasi tutti i relatori, a testimoniare quanto questo settore sia sottoposto a spinte interne (es. Ryanair vs aeroporti) o esterne (desiderio di novità dei clienti). Il futuro appare ricco di opportunità, ci saranno nuovi spazi e nuovi momenti per il retail. E se da una parte non mancheranno debuttanti, è certo che gli esperti partono con qualche vantaggio, come hanno testimoniato Giovanni Bussi (Airest), Massimo Mezzanotte (Autogrill), Leopoldo Resta (MyChef). Ma anche sul fronte del real estate ci possiamo aspettare una nuova era: tra aeroporti, porti e stazioni, nel giro di qualche anno si completeranno alcuni importanti processi in corso – come ha ricordato

in format

tra gli altri Stefano Mereu di Grandi Stazioni – ma potremo conoscere anche i dettagli relativi a nuovi terminal marittimi o aeroportuali. Infine un appunto sull'importanza della comunicazione e del networking. In una realtà come quella italiana, dove ancora domina l'idea dell'accordo furbo fatto tête-à-tête, una realtà come Atri può oggi dimostrare l'utilità del confronto allargato, della condivisione di processi e problematiche, in un'ottica di crescita sistemica, sia quantitativa (leggi fatturati) che qualitativa (prodotti e servizi). Un invito a partecipare rivolto a chi a Malpensa non c'era. A. M.

A cura di Ing. Tiziana Bardi

Aree sostenibili per i 50 anni di Eni Suisse Dopo 50 anni di presenza sul suolo Svizzero, Agip Suisse cambia pelle, non solo diventando Eni Suisse (dal 15 gennaio 2010), ma anche creando la prima stazione a forte risparmio energetico con il label “Minergie”, ovvero lo standard di costruzione facoltativo, in cui si rispetta l’impegno a razionalizzare l’energia con un’alta utilizzazione di energia rinnovabile. Costruita a Monthey, nella Svizzera francese, la prima stazione “ecosostenibile” ha già fatto parlare di sé, sia per gli ottimi risultati dal punto di vista ambientale che per quelli economici, con un risparmio di circa l’80% del consumo solo per il riscaldamento. L’innovazione del format risiede nelle soluzioni tecniche adottate per risparmiare energia: a livello dello stabile sono stati creati circa 10 cm di isolamento su tutto l’involucro, il rinnovo dell’aria viene garantito da un sistema di ventilazione meccanica, il riscaldamento dell’acqua sanitaria è svolto riutilizzando l’aria calda prodotta sia dai forni che dai frigoriferi, mentre il riscaldamento del negozio è assicurato dalle serpentine alimentate attraverso le sonde geotermiche, che funzionano come pompa di calore. Questo sistema garantisce allo stesso tempo competitività della stazione e una notevole riduzione dell’inquinamento ambientale, temi molto sensibili per la compagnia. Agip(Eni) Suisse conta oggi 110 grandi stazioni con lo shop ed oltre 180 stazioni più piccole, con una superficie compresa tra i 50 e i 100 metri quadrati, dove sono presenti oltre al bar un servizo di piccolo supermercato, molto utilizzato soprattutto per l’acqui-

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sto di pane ed altri prodotti di pronta necessità. Questo fenomeno si spiega tenendo conto che questi negozi aprono dalle 6 di mattina fino alle 10 di sera, dal lunedì alla domenica, 365 giorni all’anno, sostituendosi di fatto ai normali supermercati che chiudono alle 19 durante la settimana e sono chiusi la domenica. Per quanto riguarda il posizionamento, le stazioni – in particolare quelle di maggiori dimensioni- sono localizzate sempre più spesso vicino ad una rotonda di uscita dell’autostrada, punto strategico per accessibilità, poiché in Svizzera non esiste un pedaggio chilometrico come in Italia, ma un pedaggio a forfait annuale senza presenza di barriere.


A “I Gigli” in arrivo il personal shopper

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ra nuove aperture e varie iniziative di marketing e supporto ai clienti, il centro commerciale I Gigli di Campi di Bisenzio (Firenze) si conferma un polo retail molto dinamico. Sul primo fronte, dopo le numerose inaugurazione dei mesi scorsi, si segnala l’apertura di un negozio Best & Cheap, dedicato agli articoli per la casa, che porta a 134 il numero complessivo di negozi all’interno dello shopping center. Il punto vendita si estende su 300 mq nei quali espone 3.500 articoli differenti, con prezzi per tutte le tasche da 0,90 euro a 1.500 euro. L’altra novità riguarda l’introduzione di una figura professionale adatta a chi ha soldi da spendere ma idee poco chiare su cosa acquistare: il personal shopper. Operativo dallo scorso 15 novembre, questo professionista garantirà i servizi denominati personal shopping, personal lifting e personal stylist. Ciascuno dei servizi è pagato a tempo e costa 50 per due ore, 60 euro per 3 ore e 70 euro per 4 ore. •

Linate a tutto wi-fi Tutto l’aeroporto milanese di Linate è da novembre raggiunto dalla connessione wi-fi. Lo ha annunciato la Sea, aggiungendo che il segnale copre tutte le zone di attesa dei passeggeri, sia agli arrivi sia alle partenze, i gate, le zone ristorazione, le sale Vip e le aree per i checkin e per la riconsegna dei bagagli. In precedenza erano interessate solo alcune zone. Il servizio è fornito da due provider, Linkem e Wayport. A differenza di quanto sta cominciando ad avvenire in altri scali esteri (si veda la notizia a pagina 54) la connessione è ancora a pagamento. Con il mancato rinnovo del decreto Pisanu, tuttavia, non ci sarà la necessità di identificare gli utilizzatori attraverso la richiesta della loro carta d’identità. All’inizio del 2011 un’analoga estensione della copertura wi-fi avverrà anche a Malpensa.

Addio al giro dell’oca nel T2 di Malpensa

È giunto al termine l’esperimento del percorso obbligatorio agli arrivi nel Terminal 2 di Malpensa. Finora tutti i passeggeri atterrati erano portati in un punto con un bus navetta e ripercorrevano a ritroso il percorso che si effettua quando si parte, per un totale di 5-10 minuti di tragitto a piedi, con alcune scale da superare (o in alternativa ascensori da prendere). I ricavi addizionali ottenuti dallo shopping dei viaggiatori in arrivo non sono stati però tali da compensare i disagi lamentati dai viaggiatori anziani. A novembre è quindi arrivata la decisione di Sea di rivedere il sistema. Solo i passeggeri dei voli che arrivano alle porte da D1 a D5 dovranno effettuare il percorso di prima, mentre gli altri passeranno dalle porte più vicine alla zona di atterraggio. Sarà privilegiato lo sbarco a piedi.

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r&f news Orient Express

a cura di Stra_branding - www.strabranding.com

L'apertura di Stone Island in Cina, modello per lo sportswear Lo scorso novembre la Sportswear Company ha inaugurato ufficialmente il primo negozio monomarca di Stone Island nella prestigiosa location di Hangzhou Tower ad Hangzhou, in Cina, nell’ambito di un piano triennale che prevede l’apertura di una decina di negozi in tre anni. Stone Island è uno dei marchi italiani del segmento sportswear più noti e riconosciuti al livello internazionale, per la qualità e la ricerca continua e maniacale di nuovi tessuti e per il suo logo facilmente identificabile, la Rosa dei Venti. Questo nuovo sbarco in Cina offre numerosi spunti di riflessione. I marchi internazionali di abbigliamento maschile continuano a riscuotere grande successo in Cina e i loro negozi occupano posizioni dominanti nei nuovi shopping mall e negli storici department store cinesi. Per marchi come Ermenegildo Zegna, Hugo Boss, Dunhill e Paul & Shark che tra i primi sono entrati in Cina alla fine degli anni ’80, la Cina rappresenta oggi il primo o tra i primissimi mercati al mondo, e il loro posizionamento e livello di brand awareness è spesso più alto di quello di cui godono nei loro paesi d’origine. Per moltissimi altri brand che offrono sia collezioni Uomo che Donna, la quota delle vendite Uomo è molto superiore a quella riscontrata nei paesi occidentali. Questo perché in Cina, come in altri mercati emergenti, è ancora l’uomo a controllare e a prendere le decisioni di spesa. L’uomo cinese spende per sé, per la sua compagna e acquista i famosi “business gifts” così importanti nella rete di relazioni - “ ” o “guanxi” - fondamentale nella società cinese. Si stima che le vendite di prodotti per l’Uomo rappresentino ancora oggi oltre il 50% del totale, seppure la Donna stia crescendo negli ultimi anni più velocemente. Altro punto fondamentale: il peso dell’abbigliamento formale sul totale è molto inferiore rispetto a quanto accade in Occidente, seppure anche da noi le cose stiano cambiando. E così anche nei negozi di marchi famosi per i loro impeccabili vestiti, trovi un’abbondante offerta di articoli sportswear e casual. I Cinesi infatti, anche quelli molto ricchi, preferiscono vestirsi in questo modo, optando per la comodità invece che per l’eleganza formale. E seppure l’etichetta nelle grandi aziende e negli organi governativi impone

sempre di più il vestito, i Cinesi non appena possono tornano a vestirsi casual. Ma attenzione, per dimostrare il loro status, i consumatori cinesi anche nello sportswear cittadino e quotidiano ricercano un prodotto di alta qualità, di cui i marchi internazionali sono garanzia, e possibilmente firmato. Ecco perché marchi come Stone Island sono così ricercati e possono avere un grande successo in Cina. Il segreto qui sta in tre fattori molto importanti. Primo, occorre offrire un assortimento completo che soddisfi le esigenze del consumatore cinese a 360° e un prodotto prezioso, ricco di dettagli, che si differenzi dalla produzione locale. La variabile prezzo è meno importante. In secondo luogo è necessario essere capaci di comunicare adeguatamente la qualità del prodotto ai consumatori attraverso i tradizionali strumenti mediatici e quelli più moderni come la pubblicità on-line, così importante oggi in Cina, e il personale di vendita deve essere adeguatamente istruito per spiegare la specialità dei tessuti e dei modelli offerti dal marchio. Terzo elemento, che gioca un ruolo molto più cruciale in Cina rispetto all’Europa, è la qualità e centralità delle location scelte per l’apertura dei primi negozi. L’essere presenti nei principali mall e department store cinesi è di per sè una garanzia della qualità e del livello internazionale del marchio per i consumatori cinesi, i quali molto spesso non sono esposti – attraverso i mezzi di comunicazione o i viaggi internazionali – al panorama dei brand internazionali. Su questi due fattori, comunicazione e location, il partner locale gioca un ruolo fondamentale. Ovviamente il marchio deve fare la sua parte, con il prodotto innanzitutto, e con un adeguato supporto al distributore locale.

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Stone Island ha iniziato nel modo corretto in Cina, con l’apertura nel prestigioso department store di Hangzhou Tower, tra i più importanti in Cina in termini di immagine e vendite a metro quadrato. Hangzhou è una ricca e piacevole città, capitale della provincia dello Zhejiang, con oltre 7 milioni di abitanti regolari e 20 milioni di turisti locali all’anno, attratti dal suo famoso lago e dall’amenità dei dintorni. Grazie al nuovo treno veloce inaugurato a fine ottobre, Hangzhou è adesso a solo trenta minuti di distanza da Shanghai. La scelta di Hangzhou per l’apertura del primo negozio mette in discussione l’approccio classico di partire dalle città di Pechino, Shanghai o Hong Kong. Hong Kong non è più una tappa obbligata per i marchi internazionali, perché il potenziale del mercato cinese è tale da consentire oggi di concentrare gli sforzi, specie di comunicazione, su questo mercato. In secondo luogo, città di cosiddetto secondo livello, come Hangzhou, hanno un reddito pro-capite e consumi tra i più elevati in Cina. Regioni come Zhejiang e Tianjin si classificano come terze e quinte nella classifica del reddito disponibile pro-capite delle famiglie in Cina (www.stats.gov.cn), con valori che sono rispettivamente del 44% e del 23% superiori alla media nazionale. Oltre al reddito, va considerata poi la propensione al consumo di beni di lusso e articoli del fashion. Canton, capitale del Guandong, nel sud della Cina (quarta nella classifica del reddito disponibile), rientra tra le città di primo livello ma tradizionalmente i suoi abitanti spendono meno in queste categorie di prodotti e, quando lo fanno, preferiscono spesso recarsi ad Hong Kong, a sole due ore di treno, perché i prezzi sono in media più bassi del 20%. Infine, Shanghai e Pechino sono ormai estremamente affollate e la competizione tra i marchi internazionali, sia in termini di comunicazione per raggiungere i loro consumatori potenziali, sia in termini di spazi commerciali, è elevatissima. Shanghai, inoltre, nonostante l’apertura di alcuni nuovi shopping mall prima dell’Expo (Shanghai Ifc e Hong Kong Plaza), presenta ancora un collo di bottiglia in termini di disponibilità di spazi, e tutti domandano le stesse location, facendo lievitare alle stelle i prezzi degli affitti. Il vantaggio di partire da città di cosiddetto secondo livello è allora dato dall’opportunità di assicurarsi spazi assolutamente primari, non disponibili a Shanghai e Pechino, e di poter dimostrare le performance del marchio in ottimi contesti commerciali. I risultati di vendita in queste location possono offrire delle sorprese inaspettate e rappresentano un importante banco di prova prima di avventurarsi nella giungla delle due città principali. A causa dei costi operativi – sopratutto affitti e costo del lavoro - continuamente crescenti a Shanghai e Pechino, molti distributori cinesi mostrano sempre minore interesse ad aprire negozi in queste città, perché le eventuali maggiori rese di vendita a metro quadrato non compensano i maggiori costi. Le città secondarie offrono degli economics molto più vantaggiosi, e spesso i distributori regionali possono usare tutta la forza della loro rete di rapporti locali per ottenere spazi prestigiosi. Data questa situazione, i marchi internazionali che hanno le risorse finanziarie e organizzative, dovrebbero considerare una presenza diretta a Shanghai e Pechino o, in alternativa, contemplare dei contributi speciali ai loro distributori per contro-bilanciare gli svantaggi e incentivare l’apertura di flagship store in queste città. Giovanni Di Salvo www.strabranding.com


Aviation outlook

Coop spinge sui nuovi centri commerciali

Ryanair, futuro cercasi In alcune recenti dichiarazioni alla stampa anglosassone il vulcanico CEO di Ryanair, Michael O’Leary, ha posto l’attenzione sul fatto che, in un futuro a medio-lungo termine che già sconterebbe il raddoppio della flotta dagli attuali numeri fino a circa 400 velivoli, il vettore irlandese potrebbe dovere cambiare la sua formula di business. In altri termini, Ryanair potrebbe essere costretta ad abbandonare la politica di prezzi bassi e di servizio senza fronzoli a vantaggio di prezzi medi più elevati ed un servizio con connotazioni più tradizionali. Quali gli elementi di verità nelle dichiarazioni di O’Leary e quanto, invece, da ascrivere al solito utilizzo del “guerriglia marketing”, finalizzato a far parlare i media in ogni caso delle dinamiche relative al carrier irlandese? Non vi è dubbio che, in un futuro nemmeno a lunghissimo termine, le connessioni punto-a-punto tra scali secondari ed aeroporti primari, focus della politica di Ryanair, sperimenteranno un livello di saturazione tale da spingere necessariamente l’offerta low-cost ad operare su aeroporti primari, con logico aggravio degli oneri operativi. Del resto, quanto appena descritto è già oggi visibile nel differenziale di costo tra la stessa Ryanair e, per esempio, Easyjet, che già serve ed è basata su alcuni hub continentali. Ed è altresì chiaro che la stessa politica di stimolazione tariffaria che Ryanair opera sui bacini territoriali alimentando nuova domanda di volato non intercettata da altri vettori potrà trovare un limite nelle crescenti difficoltà di finanziamento da parte delle società di gestione aeroportuali o delle strutture pubbliche territoriali, alle prese con crescenti criticità di budget. Infine, alcuni elementi di ottimizzazione della struttura d’offerta dei vettori

low-cost sono oggi ampiamente riprodotti nella politica di servizio delle aerolinee tradizionali, con un crescente livello di efficienza da parte di questi ultimi. Da qui, un chiaro pensiero a come, in un orizzonte a 10-15 anni, dovrà evolvere il modello di business di Ryanair, di fronte a tassi di crescita della domanda che logicamente fletteranno rispetto alle dinamiche attuali per una crescente maturità del mercato, in logica replicativa rispetto a quanto già in corso negli USA. Con, di conseguenza, una frenata anche nello sviluppo del fatturato da attività ancillari, vera miniera d’oro per il vettore irlandese e, de facto, unico contributore alla formazione del margine e degli utili del vettore. E l’affondo sul mercato a lungo raggio, già prospettato qualche anno fa? Sembra una strada oggi difficile da intraprendere, alla luce delle politiche di consolidamento settoriale e di joint venture che già oggi abbattono i costi medi dei vettori incumbent. E a causa dei limitati vantaggi di costo ottenibili, pur con il massimo efficientamento dei processi, da parte di un vettore low-cost a lungo raggio, a fronte peraltro di una chiara e crescente richiesta di fronzoli della clientela che vola sulle destinazioni a lungo raggio. Prof. David Jarach www.diciottofebbraio.it

Il periodo pre-natalizio si conferma un momento dell’anno particolarmente propizio per l’inaugurazione di piattaforme retail. Sotto questo profilo appare di forte spessore la politica di espansione portata avanti da Coop Adriatica, che tra novembre e dicembre aprirà ben 4 punti vendita in nuovi shopping center. La pipeline prevede l’inaugurazione di un Ipercoop in un centro commerciale a Vigonza (Pd), il prossimo 7 dicembre, e di un Coop&Coop a Riccione nel centro “Perla Verde”, in data 8 dicembre. Le recenti aperture sono state un Coop&Coop, presso Le Piazze di Castel Maggiore, e un Ipercoop all’interno dello shopping center Conè di Conegliano (Tv). Il centro commerciale in provincia di Treviso, che presenta una superficie di 22mila mq e una galleria composta di 59 negozi, si distingue per ospitare il primo Ipercoop dell’area.

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r&f news Marghera dalla chimica ai negozi

È quasi pronto il lifestyle center che darà nuova vita alle aree un tempo occupate dagli stabilimenti chimici nell’area del parco Vega di Marghera. A dirlo è il presidente della società Nova Marghera, Adriana Marinese. L’intervento, da 30 milioni di euro, coinvolge un’area di 10mila mq nei quali l’obiettivo è creare un nuovo polo urbano attivo per tutte le 24 ore che, spiega Adriana Marinese «alterna e coniuga nelle varie fasce orarie del giorno e della notte: degustazione-ristorazione, negozi, stores e farmer market, musica e intrattenimento, formazione, eventi, nuove formule per il benessere con palestra, fitness e spa». Se i lavori per ultimare l’opera sono in fase avanzata, altrettanto non è per quelli che riguardano la viabilità, per quali gli enti locali hanno fatto capire che i tempi saranno ancora lunghi.

Sapori & Dintorni sulla via del travel

Per ora è solo un progetto ma le idee sembrano ambiziose. Grazie all’esperienza positiva maturata in due punti vendita pilota a Firenze, la linea Sapori & Dintorni, private label di Conad, si appresta a diventare una catena vera e propria con punti vendita nei luoghi del travel e nelle città d’arte. Ad annunciarlo è stato il direttore generale di Conad, Francesco Pugliese: «Stiamo valutando la possibilità di aprire negozi negli aeroporti, nelle stazioni e persino alla galleria LeClerc – ha dichiarato il manager sulle pagine di La Repubblica – [Sapori & Dintorni] è un format che si può estendere all’infinito. I due negozi di Firenze sono il primo passo per la creazione di un network diffuso nelle città d’arte e di cultura, la vetrina che consente ai turisti di terminare il viaggio di conoscenza del territorio a tavola con prodotti locali». Proprio il legame tra prodotti e territorio è il cuore dell’offerta di Sapori & Dintorni.

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cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Dai centri commerciali ai centri città: quali differenze?

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’apertura dei punti vendita all’interno di centri commerciali è in certi casi assai meno complessa dell’apertura dei punti vendita nei centri città. Innanzitutto il retailer che intende aprire un negozio all’interno di un centro commerciale ha di fronte generalmente un unico o al massimo due interlocutori (la proprietà o società di commercializzazione del Centro, se diversa da quest’ultima, e il pilotage, vale a dire la società che si occupa di gestire tutti i problemi tecnici costruttivi ed impiantistici relativi al centro commerciale) con i quali affronta tutte le problematiche inerenti alla negoziazione del contratto, all’autorizzazione commerciale per l’esercizio della propria attività di vendita, alle autorizzazioni ai lavori e alla realizzazione dei propri impianti tecnici. Diversamente, in un centro città i tre profili sopra richiamati nella maggior parte dei casi sono affrontati dal retailer con diversi interlocutori: la proprietà, per l’aspetto relativo al negoziato contrattuale e gli uffici comunali competenti per l’aspetto relativo all’autorizzazione alla vendita ed alle autorizzazioni ai lavori. Inoltre anche le tipologie contrattuali utilizzabili dal retailer per aprire il proprio punto vendita in un centro città sono più varie. Ed infatti accanto alla locazione e all’affitto di ramo di azienda utilizzate (quest’ultima con sempre maggiore frequenza) nei centri commerciali, nei centri città spesso viene utilizzato anche il contratto di acquisto di azienda /ramo di azienda. Quest’ultimo contratto differisce dal contratto di affitto innanzitutto perché fa sorgere in capo al retailer il diritto a ottenere il trasferimento in via definitiva – e non in via temporanea come nell’affitto - della titolarità della licenza commerciale insistente su un determinato immobile. L’immobile, a propria volta, può essere trasferito unitamente all’azienda rappresentando in tal caso un cespite di quest’ultima, ovvero può essere concesso in locazione all’acquirente dell’azienda con separato contratto di locazione o ancora può rimanere nella disponibilità del relativo proprietario (ipotesi questa che si verifica quando l’azienda viene acquistata dal retailer con l’intento di trasferirla altrove, sempre nella medesima città). Al contrario, nei centri commerciali, la licenza è strettamente legata al Centro e non può essere trasferita altrove: la titolarità della medesima deve pertanto rimanere in capo alla proprietà del Centro o alla società che lo commercializza. L’acquisto dell’azienda e/o di un suo ramo presenta inoltre dei profili di rischio per il retailer che l‘affitto non ha. L’acquirente dell’azienda diviene infatti responsabile in solido con il venditore nei confronti del fisco di tutte le passività di natura fiscale derivanti dalla pregressa gestione dell’azienda da parte dei suo predecessore. Prima di acquistare un ramo di azienda sarebbe quindi opportuno effettuare una due diligence fiscale dell’azienda del venditore e/o subordinare l’acquisto della medesima al rilascio, da parte del fisco, al titolare dell’azienda compromessa in vendita di un certificato fiscale negativo

(per assenza di pendenze fiscali). Quest’ultimo documento esclude infatti la responsabilità solidale dell’acquirente per tutte le passività fiscali inerenti alla pregressa gestione dell’azienda nei due anni anteriori all’acquisto oltre all’anno in cui è stata fatta la relativa richiesta. In aggiunta ai profili contrattuali sopra richiamati, l’apertura di punti vendita nei centri città implica per il retailer, come si è detto sopra, la necessità di affrontare, direttamente, con le autorità comunali a ciò preposte, le problematiche inerenti le autorizzazioni alla vendita e le autorizzazioni ai lavori, qualora questi ultimi siano tali da determinare la necessità di presentare una pratica edilizia. E non sempre tali problematiche sono di facile gestione con gli uffici amministrativi, soprattutto quando il retailer ha necessità di ottenere una nuova licenza commerciale e l’immobile ove il punto vendita verrà realizzato ha dimensioni tali da poter essere qualificato come “media” o come “grande” struttura di vendita ai sensi della Legge Bersani sul commercio e delle varie normative regionali di recepimento. In tali ipotesi infatti le problematiche inerenti l’eventuale richiesta di rilascio di nuova autorizzazione alla vendita risultano strettamente connesse alla normativa urbanistica, ai piani regolatori, al reperimento di parcheggi etc… Pertanto, nella redazione dei propri contratti il retailer dovrà tenere necessariamente conto dell’alea presente in tali operazioni e del rischio, talvolta concreto, di non riuscire ad ottenere le autorizzazioni richieste, mediante l’inserimento di clausole che gli permettano di uscire “indenne” dal contratto. Una tale alea è certamente meno forte nei negoziati relativi all’apertura di punti vendita nei centri commerciali. Ed infatti sebbene nelle ipotesi di centri di nuova costruzione e negli ampliamenti possano talvolta esserci profili di rischio da valutare e disciplinare attentamente nel corso del negoziato (ad esempio relativi al rilascio delle necessarie autorizzazioni edilizie e commerciali, all’apertura alla data prevista etc…) è certamente assai meno frequente che tali rischi determinino l’impossibilità in concreto per il retailer di realizzare il punto vendita.

Avv. Giulia Comparini Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.


Fiere, Milano contro tutti

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are sistema sembra l’ultima delle preoccupazioni delle fiere italiane. Lo dimostrano le recenti polemiche che hanno coinvolto la Fiera di Milano e quelle di Verona, Bologna e Parma. Con Verona lo scontro riguarda la decisione di Milano di lanciare Cavalliamilano due settimane prima della storica Fieracavalli della città scaligera, oltre a Miwine, concorrente di Vinitaly. Come segnala Il Sole 24 Ore, il fronte è aperto anche in Emilia-Romagna. A Parma non hanno preso bene la concorrenza milanese a Cibus e hanno messo in piedi Cibus Tour, versione dell’esposizione dedicata ai consumatori, che si terrà una settimana prima di Tuttofood. A Bologna, invece, è il Saie a sentirsi insidiato dal meneghino Made Expo, che dal 2011 si terrà a ottobre come l’evento bolognese. Il tavolo di coordinamento delle fiere, annunciato dal viceministro al commercio estero Urso è sempre più urgente. •

Tariffe degli scali, per Assaereo l’Italia è cara

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a riunione del Cipe che dovrebbe concedere il promesso anticipo tariffario di 3 euro agli aeroporti maggiori italiani ancora non si vede. Nel frattempo Assaereo interviene nel dibattito in corso con uno studio secondo il quale le tariffe italiane

non sarebbero le più basse d’Europa, come sostenuto dagli scali. Secondo l’associazione di Confindustria dei vettori aerei, le “charges” «si posizionano sostanzialmente nella media degli scali europei». Tra i primi 20 scali del Vecchio Continente, inoltre, ne figurerebbero tre italiani: Malpensa e Linate, alle posizioni 14 e 15, e Fiumicino alla 19. I più cari sono gli scali britannici, mentre i più economici quelli spagnoli. L’associazione ha anche sottolineato il livello inferiore dei servizi dei nostri terminal. Benzina sul fuoco nella polemica con gli aeroporti, che già sono sul piede di guerra. Lo scorso 11 novembre Gemina, controllante di Aeroporti di Roma, durante l’approvazione dei dati del terzo trimestre (+7% di passeggeri e ricavi) ha annunciato di aver bloccato buona parte degli investimenti infrastrutturali previsti, finché il governo non sbloccherà gli anticipi tariffari. •

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r&f news Vola il travel di Autogrill

Terzo trimestre con il piede sull’acceleratore per Autogrill: i ricavi consolidati si sono attestati a 1.633,3 milioni di euro, in aumento del 9,8% (+5,4% a cambi omogenei). Nello specifico, le vendite sono salite dell’8,2% nel food & beverage e del 13,4% nel travel retail & duty free. Su del 10% anche l’Ebitda (227,5 milioni), mentre l’utile nei tre mesi è stato di 93,4 milioni di euro, contro i 70 dello stesso periodo del 2009. Per il gruppo di Milanofiori, intanto, è iniziata

una nuova esperienza, quella della consulenza. La compagnia nazionale che gestisce gli aeroporti di Bucarest, la Cnab, l’ha infatti incaricato di ridisegnare i servizi dello scalo della capitale rumena, e in particolare l’area commerciale di ristorazione e travel retail dell’Aeroporto Henri Coanda (4,5 milioni di passeggeri nel 2009 e 6 attesi nel 2012). Autogrill entro il 2013 aprirà nello scalo 13 locali: cinque ristoranti, sei snack bar e caffetterie e due market.

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Thun: obiettivo 80 aperture entro il 2011

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irca 80 negozi da aprire nei prossimi 13 mesi e un nuovo concept. La strategia di rilancio di Thun per riportare in positivo i dati sul fatturato (- 8% nel 2009), sui ricavi (-9,4 milioni di euro nel 2009) e sul Mol (in rosso per 1,46 milioni) è cominciata. «Il nostro obiettivo – ha dichiarato Paolo Denti, amministratore delegato del marchio altoatesino che attualmente conta 300 monomarca – è aprire un’ottantina di punti vendita nel biennio 2010-2011, di cui 35 diretti e il resto in franchising. Entro quest’anno ne apriremo la metà, compreso quello a Linate (inaugurato in novembre, ndr). A supporto di questo progetto di opening, dal costo complessivo di

50 milioni di euro, è stata lanciata una nuova formula di shop, che mira a far leva sull’aspetto emozionale. Per i negozi già aperti è previsto il restyling. «Vogliamo creare una boutique che non sia solo un punto vendita ma un angolo rilassante e invitante – ha proseguito l’ad –. Proprio per questo i nuovi shop sono orientati a un’esperienza multisensoriale, che coinvolge l’olfatto grazie a profumazioni delicate o il tatto con l’alternarsi delle venature del legno e delle stoffe». Tra le varie strategie per il futuro si annovera quella dedicata al mondo dell’infanzia, per cui non è esclusa l’apertura di monomarca Thun bimbo. •


Pisa migliora i conti e vede Shanghai

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Puntadiferro, apertura a marzo

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pertura dell’iper a marzo e centro commerciale in piena attività per Pasqua, intorno alla fine di aprile. Questo è il calendario stilato da Coopsette, che cura lo sviluppo del nuovo shopping center a Forlì denominato Puntadiferro. La galleria sarà caratterizzata da due corridoi sui quali si affacceranno circa cento di negozi, tra medie e piccole superfici. La società reggiana ha dichiarato che l’investimento supererà i 100milioni di euro, per una superficie di vendita di 21.500 mq, dei quali 7mila destinati all’ipermercato Conad-LeClerc. La commercializzazione sarebbe già a buon punto tanto che «l’80% dei negozi è venduto, di cui un 10% ad operatori locali – ha precisato Rossano Terenziani, responsabile commerciale di Coopsette –. Restano soprattutto piccoli negozi, che solitamente sono quelli più appetibili per i commercianti locali, abbiamo diversi interessi specialmente per bar e ristorazione». Coopsette ha fatto sapere inoltre che al momento deve ancora essere definita la società che gestirà il centro e che nel medio termine intende vendere il complesso «a chi ha la struttura finanziaria adeguata». •

’Aeroporto Galileo Galilei di Pisa nei primi nove mesi dell’anno ha avuto un utile netto di 3,5 milioni, maggiore del 20% rispetto all’analogo periodo del 2009. Bene anche i ricavi, a quota 53,6 milioni e in salita di quasi 13 punti percentuali. Senza il vulcano islandese, dicono dalla società di gestione Sat, gli introiti sarebbero stati maggiori di un milione. Soffre ancora, invece, il fronte “non aviation”, che ha avuto una flessione dell’1,6 per cento e si è attestato a 13,7 milioni di entrate. Proseguono, intanto, i contatti con China Eastern e China Air per creare un volo diretto da Pisa a Shanghai. Lo scopo è di portare turisti in Toscana, ma anche di far viaggiare la vasta comunità cinese di Prato. L’amministratore delegato di Sat, Gina Giani, e il sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, la scorsa estate hanno incontrato a Shanghai il vicesindaco della metropoli e i rappresentanti delle due compagnie. Con China Eastern, in particolare, è stato istituito un tavolo che potrebbe portare all’apertura di una rotta nel 2011. •

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indice retail&food 2010 Un investimento solido e profittevole S

e guardiamo i nostri settori, food e retail, la crisi sembra un ricordo ormai lontano: entrambi gli indici hanno oramai guadagnato, dall'inizio dell'anno, quasi la metà del loro valore iniziale, mentre l'indice della borsa italiana arranca per riconquistare almeno la parità, e quello delle borse mondiali è si positivo, ma solo del 7,69%. Tutto sembra andare per il meglio quindi, ed in realtà gli analisti non si aspettano drastici mutamenti di scenario entro la fine dell'anno. Ma al 31.12 faremo l'ultima rilevazione, ed in quell'occasione conteggeremo anche la componente valutaria: l'indebolimento del dollaro, infatti, ha una certa parte di merito nell'andamento dei nostri indici. I quali comunque dimostrano senza ombra di dubbio che l'investimento nella distribuzione moderna, sia essa del lusso accessibile, sia del comparto dell'alimentazione, sono investimenti solidi e profittevoli.

HOLDING

PRINCIPALI SOCIETA’ MARCHI POSSEDUTI

QUOTAZIONI AL

MERCATO 31-12-09

09-09-10

09-11-10

AUTOGRILL Hms Host, Aldeasa,Alpha Group, World Duty Free Italia 8,82 10,61 DARDEN FESTAURANTS Red Lobster, Olive Garden Nyse 35,25 46,81 DINEEQUITY Applebee's, House of Pancakes Nyse 24,90 49,96 FLO GROUPE Bistro romain,Hippopotamus, Maitre Kanter Francia 3,61 4,80 MCDONALD'S Nyse 62,66 77,13 PAPA JOHN'S Nyse 24,03 28,08 STARBUCKS Nyse 16,20 32,96 YUM BRANDS KFC, Pizza Hut, Taco Bell Nyse 35,20 49,26 AEFFE Alberta Ferretti,Moschino, Pollini Italia 0,52 0,50 ADIDAS Reebok Xetra 37,77 49,24 BENETTON GROUP United Colors, Sisley Italia 6,24 4,99 BULGARI Italia 5,75 8,17 DAMIANI Italia 1,06 0,86 DUFRY Svizzera 70,10 125,80 GEOX Italia 4,82 3,43 HUGO BOSS Valentino, Permira Xetra 20,22 50,00 INDITEX Zara, Pull and Bear,Massimo Dutti Xetra 43,01 56,27 LUXOTTICA Italia 18,05 22,96 LVHM Louis Vuitton,Moet Chandon,Hennessy, Fendi, Dior, Zenith,Guerlain Francia 79,69 NIKE Nyse 46,14 85,50 PPR Puma, Fnac, Gucci, Redcats,Conforama Francia 82,76 121,55 RALPH LAUREN Polo LR, RL Watches Nyse 56,89 111,65 RICHEMONT Vacheron Constantin, Cartier, Dunhill Xetra 23,37 44,32 SAFILO GROUP Italia 11,60 13,59 STEFANEL Italia 17,50 0,50 SWATCH GROUP Omega,Longines,Tissot Xetra 175,73 336,90 TIFFANY & CO Valentina, Elsa Ferretti, Paloma Picasso Nyse 43,72 61,42 TOD'S Hogan, Fay Italia 30,01 73,80 INDICE FOOD 100,00 142,22 INDICE RETAIL 100,00 167,25 INDICE RETAIL&F00D 100,00 160,99 160,99% FTSEMIB 23,24 20,48 MSCI ALL COUNTRY 286.959 313.611

indice

120,29% 132,79% 200,64% 132,96% 123,09% 116,85% 203,46% 139,94% 96,15% 130,35% 79,97% 142,09% 81,13% 179,46% 71,16% 247,28% 130,83% 127,20% 124,65 185,31% 146,87% 196,26% 189,64% 117,16% 2,86% 191,71% 140,48% 245,92% 142,22% 167,25%

156,42%

88,12% 109,29%

L’indice Generale Retail&Food è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.

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osservatorio prezzi

Scali del sud,

a Trapani i best prices L

’aeroporto di Trapani vince la battaglia dei centesimi. È quanto risulta dall’Osservatorio prezzi del mese di dicembre, che si è concentrato su quattro scali del sud Italia e in particolare sui siciliani Catania, Palermo e Trapani e sul pugliese Aeroporto Karol Wojtyla di Bari.

Caffetteria

In generale, come scontato data la formula in concessione delle attività commerciali, i prezzi dei prodotti sono mediamente maggiori rispetto a quelli che si trovano nei bar cittadini. Se si guarda alla caffetteria, infatti, si vede che il caffè normale costa quasi ovunque un euro, contro gli 80-90 centesimi che si usano trovare nelle piazze o nei centri commerciali. A fare eccezione alla regola dell’euro tondo è l’aeroporto di Trapani, i cui punti vendita gestiti da MyChef propongono la tazzina a 0,95 euro. Lo stesso aeroporto si distingue per essere l’unico a fissare a 1,05 euro il cartellino del caffè decaffeinato, venduto da tutti gli altri esercizi esaminati a cinque centesimi in più. Per il cappuccino, invece, le fasce di prezzo sono due: 1,40 euro, valore che si ritrova nei punti vendita Autogrill e MyChef di Bari e in quelli MyChef di Trapani, e 1,50 euro, praticato dagli altri esercizi. Per il croissant base, infine, la gamma è più ampia: si va dall’euro di Bari e Trapani (entrambi MyChef) all’1,40 euro di Airest a Catania.

Bevande

Sui drink Catania si riscatta. Per una spremuta d’arance, infatti, sia i locali gestiti da Airest che quelli di Autogrill nello scalo etneo chiedono 2,50 euro. Nella terza insegna dell’aeroporto, Sicilia’s, il valore sale a 3 euro, lo stesso che si ritrova nei MyChef di Bari e Trapani e nell’Autogrill di Palermo. A metà strada stanno Autogrill e Airest a Bari, dove si trova a 2,70 euro. La bottiglietta d’acqua è un altro esempio di prezzi maggiorati negli aeroporti: dove costa meno, in cinque degli otto listini esaminati, si vende a 1,40 euro. Dove costa di più, da Airest a Catania e Bari, invece, si trova a 1,50 euro. I prezzi sono sostanzialmente allineati anche quando si parla di Coca-Cola e affini. La Pet da 50 Cl va da un minimo di 2,70 euro, negli Autogrill di Bari e Catania, a un massimo di 2,90 euro da MyChef a Bari. Le differenze si amplificano quando si comincia a volere qualche grado alcolico. La birra, per esempio, nella lattina o bottiglia da 33 cl si trova a 3,15 euro nel MyChef di Trapani e a poco più in quello di Bari, 3,20, stesso prezzo di Airest nel capoluogo pugliese. Maggiore è la spesa nei locali Autogrill: 4 euro a Palermo e 4,50 a Bari. La società di Milanofiori è più competitiva sulla bionda piccola alla spina, venduta a 2,50 euro a Bari e a 2,80 a Catania. In questa categoria i listini variano dai 2,40 euro di MyChef a Trapani ai 3,50 di Airest a Bari.

18 retail&food - dicembre 2010

Panini e pizza

Anche quando si tratta di mettere qualcosa sotto i denti la forbice tra i cartellini si allarga. Ancora una volta sono le insegne di Autogrill e Airest a Catania a costare meno: 3,30 è infatti il corrispettivo di un panino nei loro esercizi. Le stesse compagini, però, fanno registrare i listini più alti a Bari: 3,90 per Airest e 4,10 per Autogrill, a cui si aggiunge Sicilia’s, che a Catania richiede 4 euro per il sandwich base. Tra i prezzi più bassi si segnalano quelli della stessa Autogrill a Palemo, quelli di MyChef a Trapani e Bari, tutti a quota 3,40 euro. Se si guarda invece ai prodotti “premium” tra i panini, si vede che i valori variano da 4,40 a 4,70 euro, con l’eccezione del Sicilia’s di Catania, che ne propone uno a 16 euro, guarnito con materiali pregiati, quali mozzarella e bresaola. Tra i toast è ancora Autogrill a risultare più economica, dato che sia a Palermo che a Bari li vende a 3,10 euro. MyChef si pone su una linea mediana, mentre Airest a Catania e Bari ne chiede 3,50. Per la pizza, infine, la coccarda del meno caro va a MyChef: il suo trancio, infatti, costa 2,70 euro a Trapani e 2,80 a Bari, mentre negli altri esercizi si parte dai 3,50 euro di Autogrill nello scalo pugliese per arrivare ai 4,10 euro chiesti da Airest sotto l’Etna.

Chewing gum e patatine

Uno sguardo ad altre categorie tipiche dei bar permette di farsi un’idea più completa dell’offerta. Sull’astuccio di chewing gum la forchetta è di soli 20 centesimi, dai 2,10 euro di Autogrill a Palermo e Bari e di Airest a Catania ai 2,30 di

MyChef a Bari e Trapani. Quasi tutti identici anche i cartellini per la Red Bull, mentre per il gelato Magnum Classico si passa dai 2 euro di Airest a


Bari e Catania ai 2,50 nei punti vendita di MyChef. Quest’ultima, tuttavia, nei due aeroporti gestiti presi in considerazione nell’analisi si segnala per i

valori inferiori per le patatine confezionate.

Conclusioni

Una volta esaminate tutte le categorie, non resta che fare le somme. Conteggiando per ogni esercizio il numero di prodotti che risulta il meno caro (in solitudine o a

pari merito con altri locali), il responso è questo: MyChef a Trapani è primo con 11 referenze su 18, seguito da Autogrill, che conta 6 prodotti sia a Bari che a Catania. Ci sono poi i punti vendita di Autogrill a Palermo e di Airest a Catania (5 prodotti), MyChef a Bari (4), Airest a Bari (2) e Sicilia’s, che ne conta solo uno. F. P.

I listini negli aeroporti BARI

PALERMO

TRAPANI

MyChef

Autogrill

Airest

Autogrill

MyChef

Sicilia's

1,00 1,40 1,10 1,00 3,00 1,45 2,90 2,60 3,40 4,40 3,40 2,80 3,20 2,90 2,30 3,10 2,50 1,40

1,00 1,40 1,10 1,10 2,70 1,40 2,70 2,70 4,10 4,60 3,10 3,50 4,50 2,50 2,10 3,00 2,20 1,90

1,00 1,50 1,10 1,20 2,70 1,50 2,80 2,70 3,90 4,70 3,50 - 3,20 3,50 n.d. 3,00 2,00 1,80

1,00 1,50 1,10 1,10 3,00 1,40 2,80 - 3,40 4,60 3,10 3,60 4,00 - 2,10 3,00 2,20 1,90

0,95 1,40 1,05 1,00 3,00 1,40 2,80 2,50 3,40 4,45 3,35 2,70 3,15 2,40 2,30 3,00 2,50 1,40

1,00 1,50 1,10 - 3,00 1,40 - - 4,00 16,00 - - 3,50 - - - - -

Aerporto Insegna Caffè espresso Cappuccino Caffè decaffeinato Croissant (base) Spremuta d'arancia Acqua (Pet 50 cl.) Coca Cola (Pet 50 cl) Coca Cola (33 cl lattina) Panino più economico Panino più caro Toast (base) Pizza (trancio base) Birra (lattina/bottiglia 33 cl.) Birra (spina piccola 20 cl.) Chewing-gum (astuccio + economico) Red Bull lattina Magnum Algida Classic Patatine confezionate (più economica)

CATANIA Airest 1,00 1,50 1,10 1,40 2,50 1,50 2,80 2,70 3,30 4,70 3,50 4,10

3,10 2,10 3,00 2,00 1,70

Autogrill 1,00 1,50 1,10 1,10 2,50 1,40 2,70 - 3,30 4,60 - 3,60 - 2,80 2,10 3,00 2,20 1,95

Media 0,99 1,46 1,09 1,13 2,80 1,43 2,79 2,64 3,60 6,01 3,33 3,38 3,59 2,87 2,17 3,01 2,23 1,72

Fonte: elaborazione retail&food su fonti varie Prezzo più alto

Prezzo più basso

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Star Trek Food

P

urtroppo è passata da un pezzo l'epoca degli "spaghetti western": non sarebbe stato male, dopo aver assistito alla proiezione al cinema di "il ritorno di Ringo" o "Django", gustarsi una bella bistecca con patatine in un saloon, in attesa di vedere entrare da un momento all'altro Giuliano Gemma o Franco Nero con tanto di cinturone e colt. Infatti, se da una parte i film di indiani e sceriffi sono passati di moda nelle sale cinematografiche, dall'altra, invece, i ristoranti in pieno stile cowboy sono sempre più sulla cresta dell'onda nei cinema multisala, come nei centri commerciali. A inizio anno sul territorio nazionale erano una cinquantina le insegne Old Wild West, la griglieria che ci riporta indietro nelle praterie dei mandriani, con 15 aperture già contrattualizzate a dimostrazione di un'espansione 'galoppante' per rimanere in tema, considerato che erano poco più di trenta i punti ristoro a fine 2008. Il format è quello di steak house e birreria, che richiama l'atmosfera dell'epopea western sia nell'arredamento che nell'offerta di menu: galletti allo spiedo, bistecche, hamburger o costate, insomma i piatti migliori per Tex Willer e il suo compare Kit Carson. La location, per ora, è esclusivamente presso le food court dei centri commerciali o nelle aree ristorazione dei cinema multisala. Negli Stati Uniti lo chiamano "casual dining": ristoranti caratterizzati da un concept ben definito, con servizio fast, ma al tavolo e con una varietà di piatti, tutti a tema, spesso anche etnici. Al di là dell'Atlantico la formula va per la maggiore: le catene più importanti, come Applebee's, Chili's grill o Red Lobster, sono ormai dei colossi della ristorazione con fatturati a dieci cifre, mentre in Italia la tendenza sta prendendo sempre più piede con player della statura di Roadhouse Grill (che fa capo al gruppo Cremonini) o con i ristoranti-pizzerie napoletani come Rossopomodoro o Fratelli la Bufala (solo per citarne un paio).

Il saloon è Made in Italy

Dietro al successo dell'insegna western c'è l'italianissima Cigierre, che sta per Compagnia Generale di Ristorazione spa, fondata nel 1995 a Torreano di Martignacco a pochi chilometri da Udine, dove ha a tutt'oggi la sede principale, e guidata da un manager giovane come Marco Di Giusto. L'azienda è giovane, giovane

20 retail&food - dicembre 2010

anche il management, ma decisamente affamato di successo: Cigierre in questa quindicina d'anni di vita ha avuto una crescita di tutto rispetto, fino ad arrivare ad essere il secondo operatore di ristorazione in Italia nell'ambito dei centri commerciali. Dopo un po' di esperienza presso lo Shopping Mall Città Fiera di Udine, infatti, è partita l'espansione in tutto il territorio italiano dei ristoranti con le insegne della società friulana. Infatti, se il marchio Old Wild West è quello che ha avuto più successo, ci sono anche altri format

che comunque hanno una buona presenza in Italia: Cantina Mariachi (insegna spagnola di gastronomia messicana con 130 ristoranti in Europa, sviluppato in Italia da Cigierre), Arabian Kebab, Weiner Haus (ristorante mitteleuropeo con piatti a base di wurstel e birra), per citare i marchi con più di dieci di ristoranti sul territorio nazionale Se il saloon è la formula più conosciuta e diffusa, che sta fungendo da traino per gli altri, l'azienda sembra puntare molto anche sul format Weiner Haus: delle otto aperture

Destinazione

calendarizzate per il bimestre ottobre-novembre di quest'anno ben tre sono per il ristorante mitteleuropeo (le altre tutte OWW). Il franchising è la formula preferita per la società che fa capo a Di Giusto: pochi sono i locali a gestione diretta, anche se sono aumentati nell'ultimo periodo proprio per riequilibrare il peso della proprietà sull'affiliazione. D'altronde verrebbe difficile pensare che da soli si possa sopportare finanziariamente e organizzativamente una crescita così veloce e numericamente imponente.

CIGIERRE


Il successo del format di Old Wild West (4 milioni di clienti l'anno scorso), poi, ha fatto sì che molti affiliati diventassero multi licenziatari, favorendo lo sviluppo degli altri format. Anche in termini di giro d'affari la parte del leone della torta dei ricavi fa capo ai locali in franchising che generano circa cinque volte il fatturato di quelli, invece, di proprietà. Oggi Cigierre dichiara 24 punti vendita a gestione diretta e quasi cento in affiliazione, con un ritmo di crescita di una ventina di aperture all'anno.

›Lo 'spaghetti saloon' è intervista

pronto per l'esportazione Intervista a Marco Di Giusto amministratore delegato di Cigierre. Cigierre è in forte espansione in Italia soprattutto con il suo format OWW: su quali degli altri marchi puntate maggiormente nel futuro? Dal 1995, Cigierre si è affermata in Italia nel settore della ristorazione multietnica in franchising e stiamo ampliando sempre di più l’offerta del format Old Wild West: crediamo molto in questo prodotto ma intendiamo sviluppare maggiormente anche i marchi di successo Old Wild West Express, la nuova formula formula self service e take away lanciata quest’anno, e Wiener Haus, il ristorante in stile mitteleuropeo. Con OWW Express, la novità del 2010, siete entrati anche nei luoghi dedicati a chi viaggia. Quali spazi vedete per la vostra società in questo settore e che programmi avete per il futuro? Quest’anno abbiamo aperto quattro ristoranti Old Wild West Express, tre a gestione diretta all’interno di centri commerciali e uno sull’autostrada A1, presso l’area di servizio di San Zenone Ovest, in direzione Bologna. Abbiamo ottenuto un riscontro positivo, sia in termini di fatturato che di ritorno da parte del consumatore e sulla scia di questo successo, prevediamo nei prossimi mesi due nuove aperture di punti vendita in franchising e un consolidamento della collaborazione con Autogrill per il 2011.

Cigierre, oggi, è leader in Italia nel 'casual dining': è prevista un'espansione estera? Assolutamente sì: crediamo che il format Old Wild West possa avere successo anche all’estero. Infatti, stiamo definendo l’apertura di un locale a gestione diretta in Spagna, partendo dal centro commerciale Parc Valles di Terrasa, vicino a Barcellona. Inoltre, siamo in fase di trattativa con alcune società dell’Est Europa per l’espansione e la diffusione del marchio Old Wild West in quei territori. Che progetti per il 2011? Pensate di lanciare nuovi format? La nostra intenzione per il 2011 è quella di proseguire sulla base dei risultati ottenuti fino ad oggi, continuando a puntare sui nostri format e implementando strategie di marketing volte alla promozione della catena e all’offerta di prodotti e servizi di alta qualità. Gli obiettivi strategici su cui punteremo saranno soprattutto due: l’apertura di ristoranti in franchising in location diverse da quelle nostre tradizionali come i centri storici e l’apertura di punti vendita all’estero. Invece, in merito ai nuovi format…top secret!

Cigierre – Compagnia Generale Ristorazione spa Data di nascita Proprietà Sede Management Business Marchi Ricavi Risultato netto EBITDA Punti ristoro

1995 Avalon Holding 58,8%, Paladin Capital Partners 39,2%, Lino Manni 2% Martignacco (Udine) Marco di Giusto, amministratore delegato Ristorazione con somministrazione Old Wild West, Old Wild West Express, Cantina Mariachi, Arabian Kebab, Wiener Haus, Kukkuma Cafè, Arhur Land, Piazza Italia € 22,7 milioni € - 793 mila € 3,3 milioni 24 a gestione diretta e 95 in franchising

* I dati si riferiscono al bilancio d'esercizio del 2009. Fonte aziendale

Oltre ai marchi sopra ricordati, presenti soprattutto nel nord del Paese, ce ne sono altri, che per ora rimangono punti ristoro singoli e gestiti direttamente dalla società presso il centro commerciale del capoluogo friulano, che funziona come una incubatrice per i progetti di nuovi concept.

La formula Express per il fast food

Il 2010 ha tenuto a battesimo Old Wide West Express, la nuova formula, nata dal format Cigierre di maggior successo e figlia di un accordo tra la società di Udine e Autogrill (stilato tre anni fa per due locali Old Wild West e un Arabian Kebab). Pensato soprattutto per

le aree di servizio autostradali. La nuova tipologia di locale comunque non sembra voler disdegnare anche altre location (ne è stato aperto di recente uno nel Centro commerciale di Viale Sarca a Milano) e si caratterizza per l'abbandono del servizio ai tavoli, per il più veloce ed economico in termini gestionali self service e drive thru, da cui deriva una opportuna rivisitazione del menu. Per ora i buoni risultati stanno dando ragione alla sfida lanciata da Cigierre di inserire il suo marchio più famoso anche nel segmento fast food: il primo OWW Express è stato aperto presso la stazione di servizio San Zenone sull'A1, al posto, di un preesistente locale Mc Donald's. L'idea è buona e il format sembra reggere. Bisognerà capire se anche

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Star Trek Food il giovane OWW Express riuscirà ad avere il successo dell'originale. Raramente i figli di genitori illustri riescono a superarli in fama, ma quando questo accade il successo è garantito. TREND DEL FATTURATO (euro) 30.000.000 27.000.000 24.000.000 21.000.000 18.000.000 15.000.000 12.000.000 9.000.000 6.000.000 3.000.000 0

2000

2001

2002

2003

2004

2005

2006

2007 2008

TREND DEI PRINCIPALI INDICATORI

2009

Fonte aziendale

50 40 30 20 10 0 -10 2000

2001

2002

2003

2004

Valore aggiunto

La cosa che stupisce, in tempi di crisi e di contrazione dei consumi, è che Cigierre, in continua crescita, sembra risentire minimamente della pessima congiuntura internazionale. Una ragione potrebbe essere il mix tra il suo target di clientela, la location e lo scontrino per consumazione medio-basso: studi di settore, infatti, evidenziano che in momenti di difficoltà economiche il mercato del "cinema ristorazione ludica" sia anticiclico proprio perchè riesce a offrire momenti piacevoli di svago a prezzi contenuti. La conferma viene proprio dalla crescita del fatturato dei primi mesi di quest'anno, caratterizzato dal perseverare della recessione. Ad oggi Cigierre, oltre ai suoi centoventi punti di ristoro complessivi coperti dai suoi marchi, conta circa 500 addetti e controlla tre società: la Lancelot al 60%, che gestisce 6 ristoranti (sempre a insegne del gruppo), la Kukkuma cafè al 70%, che si occupa del locale omoni-

22 retail&food - dicembre 2010

2005

MOL

2006

2007

2008

2009

Risultato operativo

mo, e completamente la Cigierre Gastronomiegetrieb, azienda che controlla due punti vendita in Austria.

In dieci anni fatturato decuplicato

Anche i numeri, poi, ci raccontano di una società in netta crescita: i ricavi segnati sul bilancio d'esercizio del 2009 si attestano a quota 22,7 milioni, che è di più di dieci volte la cifra registrata di dieci anni fa e quasi il doppio di quella del 2008. Ma non basta, perchè se il fatturato dei punti ristoro a gestione diretta è passato dai 7 milioni ai 10 e mezzo del 2009 (+17,5% di incremento degli incassi) e se ne prevedono più di 12 per il bilancio di quest'anno, quello realizzato dalla rete dei locali in franchising rispecchia abbastanza fedelmente lo stato di grazia che stanno vivendo i marchi Cigierre: quasi 24 milioni nel 2007, 56 e mezzo l'anno scorso e poco meno di

ottanta quello previsto nel 2010. Così i ricavi segnati nel bilancio del 2009 hanno segnato un +2,5 milioni sull'esercizio precedente e le previsioni sulla chiusura del 2010 sono ancora migliori, come ci fa sapere l'amministratore delegato, visto che il giro d'affari consolidato (considerando anche i locali gestiti dalla Lancelot), si aggirerà sui 35 milioni, mentre il fatturato realizzato da tutta la rete dei locali, sia a gestione diretta che in franchising, arriverà a 95 milioni. Da leccarsi i baffi anche l'Ebitda, che l'anno scorso segnava 3,3 milioni con un +1,6 milioni sul 2008. Non male neanche il rapporto Mol/ ricavi, che è migliorato di quasi il 4% sull'1,3% del 2008 (dopo, però, due anni di sofferenza). Insomma, Cigierre genera ricchezza tramite la sua gestione operativa e tuttavia negli ultimi due anni il risultato finale ha segnato rosso con quasi ottocentomila euro di perdite nel 2009 e 1,6 milioni per l'esercizio precedente. Una nota stonata in uno spartito perfettamente suonato, ma solo a prima vista, ci dicono i manager friulani: questo segno negativo sugli utili risente infatti in maniera determinante dell'ammortamento del valore dei marchi iscritti in bilancio, che ne zavorrano i risultati. E aggiungono subito che l'esercizio di quest'anno, nonostante il forte impatto economico di questo ammortamento, sembra si chiuderà con un risultato positivo. Al livello finanziario, inoltre, proprio per l'acceleratore schiacciato sulla formula più leggera del franchising rispetto alla gestione diretta, Cigierre si è mantenuta su livelli non critici nell'ultimo triennio per quanto riguarda i rapporto di indebitamento: 73,1% nel 2009 in discesa rispetto all'81,2% del 2008 e al 77,7% dell'anno prima, mentre la

società non presenta una situazione del tutto ottimale di equilibrio per quanto riguarda il rapporto corrente e l'anno scorso si è chiuso con una crescita di mezzo milione di euro di debiti finanziari a breve: è peggiorata la posizione finanziaria riguardante i debiti sui 12 mesi, ma è migliorata quella sul lungo, con un effetto positivo sulla media, che sommato a un buon indice di liquidità primaria (pari a 0,75) ha fatto dormire dormire sonni tranquilli agli azionisti. E' da vedere se il trend positivo sarà confermato anche nell'anno in corso: i presupposti non sembrano mancare. Insomma Cigierre ha chiuso il 2009 in ottima salute e sembra proprio che quest'anno possa vedere risultati migliori anche rispetto al budget. Così Havalon Holding e Paladin Capital Partners, i due principali soci rispettivamente con il 58,8% e il 39,2% (il restante 2% fa capo a Lino Manni) si sfregano le mani: la macchina funziona e non sembra avere particolari magagne. Tra l'altro, Paladin fa capo al gruppo Carisma, una holding milanese controllata dall'Unione fiduciaria delle Banche popolari italiane, che tra le altre cose, detiene quote di controllo di alcune aziende di spessore di vari settori, dall'alimentare, al tessile, al farmaceutico, alla meccanica, spesso con fatturati a otto cifre. Quindi anche dal punto di vista finanziario le spalle sono ben coperte in un momento così forte di espansione, anche per affrontare sia la concorrenza italiana che si sta sempre più strutturando, sia quella straniera, come sembra, considerati i progetti di espansione e, in ultimo, anche nuovi settori molto agguerriti del food grazie al nuovo format OWW Express. David Montorsi


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prima pietra

L

’attività di leasing per Galleria Borromea è solo all’inizio ma Mall System, partecipata di Cogest Italia, dimostra di aver ben chiari quali siano i punti di forza del progetto, le leve attraverso le quali conquistare l’attenzione dei retailer: una forte àncora, a insegna Ipercoop, un bacino primario che lambisce Milano e privo di competitor di pari dimensioni, la prossimità ad arterie stradali ad alto scorrimento, come la tangenziale Est (distante un paio di km) e la strada provinciale 415 Paullese, e un futuro portfolio di oltre cento negozi. L’offerta sarà valorizzata dalla creazione di mondi merceologici e da un’organizzazione che permetterà di adeguare gli orari di apertura di singole aree alle necessità degli operatori. La ristorazione e l’intrattenimento, il primo

24 retail&food - dicembre 2010

GALLERIA BORROMEA a caccia di retailer

con una food court mentre il secondo è ancora in fase di definizione, allungheranno la vita dello shopping center nelle ore serali. Il progetto, da circa 28mila mq di gla e 80 milioni di euro di investimento, sorgerà in località Peschiera Borromeo, poco distante da Milano. Il parcheggio presenterà a livello stradale oltre 1.000 posti auto, mentre altri 400 saranno suddivisi tra secondo livello commerciale e copertura.

Protagonisti dell’iniziativa, nel ruolo di promotori, sono Promocentro e Ametista Immobiliare.

Commercializzazione in cantiere

La creazione di cluster merceologici: ecco la soluzione adottata da Mall System per sfruttare al meglio i due livelli commerciali di Galleria Borromea. Al primo piano saranno inseriti l’ipermercato Ipercoop e gli specialisti che svilupperanno medie

superfici di calzature, abbigliamento sportivo e abbigliamento famiglia. A questi si aggiungeranno una libreria e la maggior parte dei piccoli punti vendita destinati ai beni per la persona e per la casa e alle attività di servizio. Al piano superiore saranno posizionate la grande superficie di elettronica di consumo e un’area per l’abbigliamento giovane. Inoltre sarà presente un’ampia fashion mall dove verranno collocate insegne di appeal nazionale e internazionale legate


Il progetto in pillole Apertura prevista Investimento complessivo Promotore Commercializzazione Progettazione COORDINAMENTO PROGETTUALE LOCALITA' Localizzazione Tipologia GLA Parcheggi livelli commerciali Medie superfici Unità ristorazione Totale unità (piccole, medie e grandi superfici) Àncora alimentare

fine 2011 80 milioni di euro circa Promocentro Italia / Ametista Immobiliare Mall System Associazione vari professionisti Promocentro Italia e CMB Peschiera Borromeo (MI) Extraurbana Centro Commerciale 28.000 mq circa 1.800 circa 2 6 9 103 Ipercoop (9.500mq di Gla)

Ma quanto mi costi?

È cominciata la commercializzazione, da parte di Mall System, per il nuovo centro commerciale posto lungo la cintura milanese. La location a sud-est del capoluogo si inserisce in un terreno ancora fertile per lo sviluppo del retail. L’inaugurazione è prevista tra un anno all’abbigliamento e agli accessori. Per allungare il tempo di permanenza nella struttura durante l’orario dei pasti, ma non solo, sempre al livello superiore sarà allestita una food court. Quest’area sarà composta da circa 8 unità con soluzioni dalla pizza al trancio al self service, dalla piadineria all’hamburger restaurant. I tavolini saranno rigorosamente in comune. A completamento dell’offerta food saranno incluse alcune somministrazioni veloci anche al primo livello. L’intrattenimento sarà un ulteriore driver, ancora da decidere nei dettagli: «La composizione del merchandising mix su questo punto specifico è in via di definizione – comunica Mall System –. Stiamo valutando di inserire una sala giochi e bowling quale completamento

di una zona ludico-ricreativa che potrebbe rimanere autonoma anche al di là degli orari seguiti dal resto della galleria. L’obiettivo, in questa fase di valutazione, rimane quello di assicurare un mix di attività il più possibile conforme alle necessità dell’area e dei fruitori della galleria commerciale».

Il leasing ai raggi X

“Differenziare” si conferma la parola d’ordine in ambito di commercializzazione, compatibilmente alla disponibilità sul mercato di format innovativi e allo stesso tempo in grado di fornire le garanzie necessarie a chi gestirà il centro. Il tutto senza trascurare i brand più importanti. «L’attenzione è sempre concentrata sulle insegne ‘classiche’ nazionali e internazionali di facile

riconoscibilità per i clienti – fa sapere la società con sede a Cinisello Balsamo (Mi) – ma stiamo anche cercando di valorizzare alcune attività locali che finora non hanno avuto grandi vetrine ma che hanno tutti i requisiti per convivere con gli altri marchi». Mentre per alcune categorie merceologiche la commercializzazione procede spedita, «in alcuni settori non vi sono molte attività che ad oggi stanno sviluppando il proprio brand negli shopping center in Italia – specifica Mall System – per questo motivo sarebbe interessante verificare la presenza di insegne specializzate in articoli per la casa di un livello medio/alto o nell’abbigliamento uomo di taglio sartoriale, che fossero interessate ad aprire in strutture commerciali di un certo livello».

Se per alcuni progetti in cantiere la voce dei costi di locazione, sia fissi che variabili, rimane un tabù, per Galleria Borromea i dati sono alla luce del sole. Un punto a favore per un centro commerciale che, evidentemente, nel bacino di riferimento non teme concorrenza. Fermo restando che i canoni minimi garantiti di affitto sono calcolati sulla base delle superfici, delle merceologie e del posizionamento in galleria, per le piccole superfici sono richiesti dai 500 ai circa 900 euro al mq mentre per quelle medie e grandi dai 180 ai 220 euro al metro quadrato. «È necessario tenere in considerazione che alcuni tenant sono disponibili a riconoscere canoni più elevati a fronte di alcuni lavori strutturali/impiantistici richiesti a carico della proprietà», sottolinea ancora una volta Mall System. Sul fronte del canone variabile, invece, è apprezzabile notare il diverso trattamento per i vari comparti merceologici. La percentuale per gli operatori di abbigliamento, calzature e beni per la persona si attesta al 7%, per quelli che si occupano della casa il dato scende al 6%, mentre per i brand di elettronica la royalty è del 3 per cento. I costi generali, infine, non si discostano da quelli richiesti mediamente nei centri commerciali di analoghe dimensioni. Per i punti vendita di media estensione gli oneri comuni possono pesare dai 60 agli 80 euro al mq all’anno mentre per i piccoli punti vendita il dato oscilla tra i 90 e i 130 euro circa.

Il fattore green

La voce dei costi generali, che tra la varie cose comprendono l’illuminazione e il condizionamento della galleria, non è un dato da poco nel conto economico dei retailer. Nella direzione di abbattere i consumi, Mall System ha dichiarato l’investimento di un milione di euro in tecnologie specifiche. Per quanto riguarda l’impiantistica elettrica è prevista l’installazione di corpi illuminanti a basso consumo energetico, con particolare riferimento all’utilizzo del sistema a led, e di sistemi di temporizzazione e

retail&food - dicembre 2010 25


Isocrona 10 minuti circa 201.894 residenti (48,3%)

oltre 418.000 residenti (100%)

Bassa

Bassa

Viabilità

Offerta

Location

"L'INCONTRO"

"LE CUPOLE"

CONCORRENZA ALTRI CENTRI COMMERCIALI

Isocrona 20 minuti

BACINO POTENZIALE

NEGATIVO

CRITICO

PROGETTO LEGENDA

IL BACINO D’UTENZA GRAVITAZIONALE Isocrona dei 20 minuti

ELEMENTI DI PRIMA VALUTAZIONE

POSITIVO

Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it

prima pietra

Il bacino d’utenza gravitazionale - isocrona dei 20 minuti I Residenti Materiale fornito da Marketing & Co, www.marketing-co.it

Isocrona minuti auto

Comuni

Il bacino d’utenza gravitazionale - isocrona dei 20 minuti - L'ambiente competitivo Regione

16 LIDL 57 NO

Provincia

Nord Ovest 600 Nord Ovest 0

gestione del flusso luminoso nei parcheggi a raso esterni. Nella copertura del secondo livello di parcheggio sarà costruito un pergolato metallico con impianto fotovoltaico integrato in grado di disporre di circa 190 kWp. Considerando un’efficienza d’impianto pari al 80%, l'energia media annua prodotta dal sistema fotovoltaico in esame risulta pari a circa 213.550 kWh/anno, per un valore di circa 112.000 euro/anno. Sfruttando la favorevole conformazione idrogeologica del sito, sarà realizzato un impianto geotermico per l’emungimento dell’acqua di

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Comune

%

% progressione

10 Peschiera Borromeo 22.091 5,3 5,3 10 San Donato Milanese 32.599 7,8 13,1 10 Mediglia 11.910 2,8 15,9 10 Pantigliate 5.708 1,4 17,3 10 Milano 129.963 31,0 48,3 10 Totale 202.271 48,3 99,9 20 Milano 25.993 6,2 54,5 20 Cerro al Lambro 4.811 1,1 55,7 20 San Zenone al Lambro 4.045 1,0 56,6 20 Sordio 2.979 0,7 57,4 20 Tavazzano con villavesco 5.879 1,4 58,8 20 San Giuliano Milanese 35.174 8,4 67,2 20 Peschiera Borromeo 22.091 5,3 72,4 20 Segrate 33.539 8,0 80,5 20 Melegnano 16.618 4,0 84,4 20 Vizzolo Predabissi 3.971 0,9 85,4 20 Colturano 1.969 0,5 85,8 20 Casalmaiocco 3.000 0,7 86,6 20 Dresano 2.825 0,7 87,2 20 Mulazzano 5.613 1,3 88,6 20 Tribiano 2.886 0,7 89,3 20 Paullo 10.708 2,6 91,8 20 Rodano 4.351 1,0 92,9 20 Settala 7.197 1,7 94,6 20 Cervignano D'Adda 1.925 0,5 95,0 20 Zelo Buon Persico 6.563 1,6 96,6 20 Merlino 1.586 0,4 97,0 20 Spino D'Adda 6.869 1,6 98,6 20 Liscate 3.821 0,9 99,5 20 Comazzo 1.896 0,5 100,0 20 Totale 216.309 51,7 Tot. compl. 418.580 100,0

IL BACINO D’UTENZA POTENZIALE Isocrona dei 20 minuti

Area

Popolazione residente

Denominazione

GLA

N° PV

Piattaforma alimentare

MQ

Lombardia

Milano

San Donato Milanese

L'incontro

8.025

Lombardia

Milano

San Giuliano Milanese

Le Cupole

21.300

falda, in grado di garantire il fabbisogno totale di fluido per il sistema di climatizzazione. Si stima che il risparmio sui costi di approvvigionamento di energia generato da tale apparato sia del 50% rispetto alle tecnologie tradizionali, senza contare le minori emissioni di CO2 in atmosfera. Il minor impatto ambientale deriva anche dal collegamento con il trasporto pubblico: il progetto prevede la realizzazione di una nuova fermata per il trasporto pubblico urbano ed extraurbano lungo la Paullese, in prossimità dell’ingresso pedonale del centro commerciale, su una contro

strada dedicata. In accordo con il Comune di Peschiera, il promotore sta valutando l’attivazione di un sistema di navette. Tra i vari studi in atto vi è anche il collegamento con l’aeroporto.

Un bacino dai grandi numeri

L’importanza della location non è più un mistero. I progetti che nascono sulle stesse direttrici e nelle vicinanze di competitor, una volta concluso l’effetto novità fanno molta fatica a stare sul mercato, finendo per essere ricommercializzati dopo addirittura

qualche mese. Con i canoni ovviamente ribassati. Al contrario le poche iniziative in territori vergini o poveri di concorrenza partono con prospettive più rosee. Proprio questo è il caso di Galleria Borremea. «Il progetto si inserisce tra i migliori bacini che un centro commerciale possa avere», ci racconta Marketing&Co. Oltre ai residenti, circa 410mila in un’isocrona di 20 minuti, è necessario sottolineare come ulteriore elemento premiante il pendolarismo intenso che si registra sulla S.P. Paullese. Il posizionamento lungo questo asse fa si che il centro commerciale in oggetto abbia un bacino protetto o quasi completamente riparato dagli shopping center vicini e che possa attrarre visitatori anche oltre i 20 minuti di percorrenza. Andrea Penazzi


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taglio nastro

Terza volta

VICOLUNGO

Ancora un taglio nastro, abbinato al rinnovo del marchio, per l’outlet in provincia di Novara in forza a Neinver. Grazie alle ulteriori 17 unità retail la struttura arriva a ospitare 147 negozi con un posizionamento di offerta di livello medio-alto

P

rima ancora che nella ricerca del nuovo marchio, divenuto “The Style Outlets”, una scelta marcata, senza dubbio controcorrente, è stata fatta in ambito di design architettonico. Il foc di Vicolungo, gestito da Neinver e in portafoglio a Irus Fund, è una struttura atipica rispetto a quelle che siamo abituati a vedere visitando i competitor italiani. Non è stato riprodotto lo stile storico-urbanistico del territorio, ma gli edifici sono stati pensati e costruiti per soddisfare le logiche commerciali con soluzioni moderne. E i risultati si vedono. Le vetrine sono ampie con i loghi dei marchi ben visibili e tutte le passeggiate sono aperte ma parzialmente coperte da pensiline, a forma di onda, che riportano sul lato basso davanti alle vetrine il nome del brand. La scritta del marchio è chiara su sfondo scuro. Questo accorgimento, oltre a essere utile perché ripara i visitatori dalla pioggia, aumenta la visibilità del brand.

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Permeabile allo shopper

Il complesso si presenta come una “spugna” capace di assorbire il flusso di consumatori da ogni poro. Il parcheggio da circa 3.500 posti auto si snoda attorno all’outlet che a sua volta presenta oltre dieci ingressi, diventando accessibile su tutti i lati. Gli accessi, tuttavia, risultano abbastanza anonimi. La cittadella dello shopping si caratterizza, inoltre, per le linee semplici e orizzontali, interrotte da quelle verticali delle “torrette”, talvolta dotate di totem, che svettano nelle piazze o tra i negozi. Mattone a vista e vetro contraddistinguono i fabbricati, mentre per terra regna il pavé. Di contro, almeno con la luce del giorno, il complesso si presenta meno accogliente e “caldo” rispetto al format tradizionale, a causa soprattutto degli spazi larghi in coincidenza delle piazze e dei varchi. La sensazione, all’interno del foc, è quella di trovarsi in un’area urbana periferica, un quartiere com-

merciale ben curato. Non escludiamo, invece, che si crei un’atmosfera intima con il calare del sole. I numerosi lampioni a forma di sigaro disposti sul perimetro delle strade e attorno alla fontana della piazza principale, piazza Santa Rita, fanno presupporre un bel colpo d’occhio. Una cura maniacale è stata dedicata anche al verde, con tantissime aiuole collocate lungo la passeggiata e nell’area parking. A fronte di ciò, la nuova campagna di marketing portata avanti da Neinver, con l’obiettivo di riunire sotto il marchio The Style Outlets tutti i centri gestiti in Portogallo, Germania, Francia e Italia, nel caso di Vicolungo calza a pennello. L’operazione è stata lanciata attraverso una mirata campagna di informazione e l’installazione di una nuova cartellonistica. La comunicazione, oltre alla musica, arriva ai visitatori anche attraverso la filodiffusione, con un volume apprezzabile per lo più dal pubblico giovanile.


CoMMENTO Struttura e design

VALUTAZIONE

Uno stile differente che garantisce buone performance agli operatori. Efficace...

Accesso e parcheggio

Circa 3.500 posti auto, su 360°, e numerosi varchi. L'autostrada è a due passi

 

Qualità e tanta quantità. L'offerta colpisce un ampio ventaglio di Offerta commerciale consumatori



Le piazze sono adatte per ospitare eventi. L'arte sta di casa con Spazi comuni  mostre gratuite e i bambini possono divertirsi e attrattive indice valutazione a cura di r&f:

 = migliorabile  = sufficiente = apprezzabile  = molto buono  = ottimo

Punto Autogrill PURo gusto Dimensione locale Sedute Ticket 2009 Trend Spizzico e Acafè Dimensione locale Sedute Ticket 2009 Trend

250 mq 76 interne e circa 30 esterne 130.000 (ticket) parziale 2010 +5,7% 500 mq 172 interne e 54 esterne 300.000 (ticket) parziale 2010 +3%

dello shopping si presenta con un corpo centrale dal quale partono due passeggiate, mentre la porzione di struttura appena completata si snoda attorno alla piazza principale e vanta un importante fronte autostradale. Da notare che proprio in questa parte, ben visibile dall’A4, è stato inserito un grosso cubo con tutti i colori che compongono il logo dell’outlet. In coincidenza dell’ingresso di Vicolungo nel circuito “The Style Outlets” il cubo ha preso il posto del boomerang.

Location location location

La collocazione rappresenta un altro valore aggiunto. La struttura di Neinver si posiziona presso l’intersezione delle direttrici A4 Torino-Venezia e A26 Genova Voltri – Gravellona Toce e gode di

Il progetto in pillole Data di apertura fase 1 Data di apertura fase 2 Data di apertura fase 3 Località localizzazione tipologia Società di progettazione Promotore Commercializzazione Proprietà Gestione Gla totale Gla fase 1 Gla fase 2 Gla fase 3 investimento totale investimento ampliamento fase 3 Totale spazi retail Totale unità retail fase 3 unità food posti auto

Sarà la fase finale?

Ma il rinnovo del marchio non è stato l’unico cambiamento dell’outlet di Vicolungo. Contestualmente, lo scorso ottobre, è stata aperta al pubblico la terza e ultima fase di ampliamento prevista nel progetto. Nuovi interventi per ulteriori metri quadrati di gla non sono esclusi ma neanche previsti. L’obiettivo dichiarato da Neinver è quello di fare un passo alla volta, curando con particolare attenzione sia la commercializzazione che la gestione. L’ultima operazione, da 10 milioni di euro, ha permesso l’aggiunta di 17 negozi che hanno portato l’offerta complessiva da 130 a 147 shop, distribuiti su un unico livello, e la gla totale a 34mila metri quadrati. Il costo per la struttura è lievitato a 128,6 milioni, per uno sviluppo diviso in tre tranche: nel 2004 i primi 19mila mq di gla, nel 2008 11.400 mq e nel 2010 circa 3.700 metri quadrati. Complessivamente la cittadella

2004 2008 2010 Vicolungo (No) Extraurbana Outlet Concept William Taylor, Sviluppo Neinver Neinver Neinver Irus Fund Neinver 34.132 mq 18.912 mq 11.440 mq 3.780 mq 128,6 milioni di euro 10 milioni di euro 147 17 5 3.450

un’uscita autostradale ravvicinata, distante neanche un paio di minuti. Inoltre attinge dall’ampio bacino milanese, dal quale dista circa 60 km e meno di un’ora di autostrada. Il flusso da e per il capoluogo lombardo è incentivato dal servizio di navetta, brandizzata Vicolungo The Style Outlets, che quotidianamente fa la spola tra il foc piemontese e Foro Bonaparte. Le altre risorse, in termini di aree geografiche dalle quali provengono forti flussi, sono il lago Maggiore e l’aeroporto di Malpensa, che favoriscono anche l’arrivo di turisti. Non va trascurato inoltre il vicino bacino di Novara, che conta più di 100mila abitanti. Complessivamente il potenziamento dell’offerta merceologica, le iniziative di marketing sia all’interno che all’esterno del foc (factory outlet center), oltre alla posizione geografica, hanno permesso alla struttura in oggetto di registrare performance in continua crescita. I visitatori dall’inaugurazione

iniziale sino allo scorso ottobre sono stati oltre 15 milioni e nel solo primo semestre 2010 si sono recate all’outlet di Neinver circa 1,73 milioni di persone, il 6% in più rispetto allo stesso periodo del 2009. Anche il volume delle vendite ha registrato il segno “+”, crescendo addirittura del 13 per cento con un dato che sfiora i 60 milioni di euro.

Sale il posizionamento dell’offerta

Come capita per ogni outlet la meta della visita è lo shopping, mentre i numerosi servizi aggiuntivi sono a supporto della customer satisfaction. Tra questi notiamo l’area gioco bimbi, la “Muba” (altra area per i piccini) che stimola i 5 sensi grazie a particolari strutture, entrambe non custodite ma ben mantenute, lo sportello bancomat della Banca Popolare di Novara, l’infopoint aperto di pomeriggio e la sala civica dove i giovani artisti possono esporre gratuitamente le proprie opere. Ma torniamo ai negozi. La nuova fase si concentra attorno a piazza Santa Rita, sul lato autostradale, e ospita 17 unità retail, 11 delle quali già attive al momento della nostra visita avvenuta in data 29 ottobre. Tra queste si annoverano Class Roberto Cavalli, Pollini, Missoni, Desigual e Richard Ginori 1735. Tre shop risultavano in fase di prossima apertura, dei quali uno era destinato a Marina Militare, presente in un’altra location e quindi in procinto di traslocare, e l’altro a Diesel. Il terzo marchio non era comunicabile. Per le restanti unità retail è attiva la commercializzazione, che coinvolge anche due location appartenenti alle fasi 1 e 2. Per quanto riguarda l’offerta retail complessiva il posizionamento dei marchi è di livello medio-alto, senza che ci siano delle isole merceologiche ben identificabili o delle aree specifiche con brand di livello più alto. Tuttavia la gestione dell’outlet ha sottolineato come alcuni marchi di posizionamento più alto siano arrivati in un secondo momento rispetto alla prima inaugurazione. La totalità dei comparti, abbigliamento donna e uomo, calzature e accessori, abbigliamento bambino, sportswear, abbigliamento intimo, tutto per la casa, beauty, sfizi e dolcezze e giocattoli è presidiata da un ampio ventaglio di operatori. Tra le nuove e le “vecchie” proposte si segnalano per le buone performance i punti vendita Frette, Pirelli Pzero, Missoni, Class Roberto Cavalli, Les Copains, Iceberg, Piquadro, Luciano Padovan, Borbonese e Prenatal. Va inoltre comunicato il recente ammodernamento del locale di Intimissimi. La ristorazione, che fattura l'8% sul totale del foc, conta 5 punti tra i quali due sono gestiti da Autogrill, Puro Gusto e SpizzicoACafè, e uno da Lindt, Lindt Gelateria. Non sono presenti, invece, soluzioni che offrano i prodotti tipici del territorio. I locali con servizio food sono distribuiti nelle varie ali dell’outlet, con una maggiore concentrazione su piazza Santa Rita. Quest’ultima, come confermano presso la direzione del foc, si presta per l’organizzazione di eventi. Si potrebbe dire, data l’ampiezza dell’offerta, che ogni “scusa” diventa buona per fare shopping, anche quella culturale finalizzata a visitare il pozzo romano rinvenuto durante gli scavi e apprezzabile da una piccola superficie in vetro. A. P.

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Resoconto TFWA

Duty free la ripresa si tocca con mano R

imbalzo forte, senza dubbio. Per quanto non tutte le ombre siano svanite, soprattutto in alcuni settori e in alcune aree geografiche, l’edizione 2010 del Tfwa di Cannes ha confermato il netto miglioramento dello stato di salute del mondo del duty free e del travel retail. Rispetto all’edizione 2009 c’è stato un aumento dell’8% dei visitatori, pari a 5.398, appartenenti a 2.570 società. Gli operatori di duty free, i retailer, i “landlords” delle società di gestione, gli agenti e i distributori hanno rappresentato il 71% del totale, a dimostrazione della qualificazione dei partecipanti. Dei 457 espositori, 51 sono arrivati per la prima volta o tornati dopo una momentanea assenza. Numeri positivi che non fanno che riflettere altri numeri, elaborati da Generation Research, secondo i quali nel canale duty free i primi 9 mesi dell’anno hanno visto un incremento del 14,5% in media a livello globale. Sono andati bene soprattutto i beni di lusso (+20%), i profumi (+13%), il fine food (+11%) e il vino (+10,8%). Ma sono dati che scontano l’abisso tra la crescita galoppante dell’Asia, +25%, e del Medio Oriente, +18%, e quella modesta della nostra vecchia Europa, che si è fermata al +4,3 per cento. Esportare verso le aree in ascesa, quindi, è un imperativo. Che le aziende contattate tra gli stand, a dire il vero, sembrano tutte aver rispettato, con buona soddisfazione. come Bologna, Pisa e Bergamo. A parte i numeri di passeggeri, sono interessanti le abitudini di acquisto. Per esempio a Bologna, i passeggeri italiani sono infastiditi dal fatto di non poter comprare marchi internazionali a prezzi buoni. È un mercato molto importante per il futuro. Jens Degner, director business development Gebr. Heinemann - duty free Siamo qui per incontrare qualche aeroporto internazionale, è ancora il posto più importante per cercare opportunità di business. Io penso che abbiamo superato la crisi, l’atmosfera e l’umore delle persone sono più positivi dell’anno scorso. Noi non avremo più una perdita quest’anno. Quanto alla nostra espansione, siamo focalizzati sul mercato dell’Asia-Pacifico. Ma siamo pure un grande player nell’Europa centrale e ci concentriamo anche su Scandinavia, Europa dell’Est, soprattutto Russia, e poi Africa. Stiamo cercando di entrare nel mercato italiano da tempo, sapendo che i grandi contratti, a Roma e Milano, sono nelle mani di aziende molto buone. Ma ci sono molte opportunità negli aeroporti più piccoli, ma comunque abbastanza grandi,

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Massimo Tuzzi, international director Casa Vinicola Zonin - vini Come appuntamenti quest’edizione è sicuramente molto più dinamica e vivace rispetto all'anno scorso. I miglioramenti sono costanti dal 2003, è una fiera che difficilmente delude. Noi non abbiamo sentito affatto la crisi: siamo in un momento particolarmente dinamico e anche nel 2009, contrariamente al trend generale, abbiamo avuto un incremento dei ricavi del 16-17 per cento. Quest’anno la crescita è di quasi 40 punti percentuali, è equilibrata tra tutti i continenti e

non è figlia di situazioni promozionali aggressive. Negli aeroporti c’è la possibilità di aprire dei wine shop o wine bar. Abbiamo iniziato con un test pilota due anni fa a Tokio. Ad aprile-maggio 2011 apriremo a New York e poi a Londra tra la fine del 2011 e il 2012. È una cooperazione tra noi e Principe, produttore di salumi. Ritengo sia più facile pensare delle aperture all'estero che in Italia.

Massimo Vidal, ad Mavive profumeria Siamo la prima azienda che ha cominciato a frequentare questa fiera negli Anni'70. Quindi conosciamo bene questa realtà, anche se veniamo soprattutto per seguire i mercati domestici. Con la nuova licenza di Zippo abbiamo però una grossa chance di entrare effettivamente nel mercato dei duty free. Abbiamo già contatti per iniziare la distribuzione nei maggiori duty free in Europa, in

Italia e nel continente americano. E stiamo definendo anche l'Estremo Oriente. In Italia l'obiettivo è di entrare a Venezia con Elite e poi con Dufrital a Milano e con Adr a Roma. Sul fronte inflight stiamo cercando una società che ci possa rappresentare, non ho alcuna contrarietà alle compagnie low cost, anche perché il loro target può coincidere con quello Zippo. Nel 2010 abbiamo un incremento del fatturato stimato a fine anno al 35%, la crisi è alle spalle.

Andrea Zini, managing director Abc - distribuzione abbigliamento e accessori Siamo tornati alla fiera dopo diversi anni per presentare i nuovi marchi che abbiamo preso come licenziatari, Tokidoki e Fornarina. Conosciamo il mercato del duty free perché vediamo altri marchi come Benetton e Sisley un po' in tutto il mondo.


a cura di Fabrizio Patti

Torino, con una società legata a Sagat che però ha chiuso, e non siamo ancora riusciti a tornare. Il 2010 è iniziato in modo molto positivo, abbiamo superato la crisi, anche se il 2009 non è stato duro, essendo noi piccoli e in fase espansiva.

Non siamo del tutto contenti, secondo me perché abbiamo avuto un problema di location, essendo nella zona “Riviera” e non al piano -1. Tra i nostri marchi Segue…, che possediamo direttamente, sta avendo un grande successo. Per il suo sviluppo più che sui centri commerciali, abbastanza saturi, stiamo puntando moltissimo sugli aeroporti. Cerchiamo di essere presenti a Hong Kong, Londra Heatrow e in Thailandia e Filippine. Non necessariamente saremo con negozi, difficili da aprire. I corner, magari personalizzati, sono la cosa più giusta da fare in questo momento. Monica Camera, responsabile marketing Cascina San Cassiano conserve e specialità alimentari È il secondo anno che partecipiamo e abbiamo subito notato un incremento sia di interesse sia di visitatori. Cerchiamo di espanderci sia in Italia che all’estero, cominciando dall'Europa per poi allargarci a macchia d'olio nel resto del mondo. Siamo presenti soprattutto nel dettaglio specializzato, ma ci interessa molto il comparto aeroportuale. In Italia siamo negli scali di Pisa e a Venezia, fino a 5 anni fa eravamo anche a

Elena Ostojic, export department di Veruska & Joel - profumeria Quest’anno c’è sicuramente più gente, soprattutto dal Middle e Far East e dalla Russia. Stiamo già raccogliendo dei risultati nonostante siano passate solo poche ore dall'apertura. Presentiamo la nostra nuova divisione Golden, che ha i marchi di profumeria selettiva Cesare Paciotti, Enrico Coveri e Parah, mentre in quella Silver ci sono tutti gli altri brand, tra i quali il più importante è Lotto per l'estero. La maggior parte dei nostri contatti sono con i distributori nei vari paesi del mondo, mentre nel duty free sono ancora pochi. Negli ultimi mesi stiamo andando bene, la previsione è di una crescita di circa il 5 per cento. Stiamo puntando molto sul 2011 perché l'acquisizione di nuovo marchio prestigioso come Paciotti ci darà maggior forza.

Lanfranco Beleggia (a dx), amministratore Brosway - gioielleria Quest'anno c'è una affluenza superiore e una maggiore vivacità. Abbiamo moltissimi appuntamenti, 35 per 35 paesi diversi. Per gli aeroporti ci presentiamo con diverse formule, a seconda degli spazi a disposizione. Per noi è interessante anche l’inflight, anche se è soprattutto un biglietto da visita. Nel canale cittadino in Italia siamo partiti con due flagship store che ci servono come test del mercato, al massimo

ce ne sarà un terzo e forse qualche altro monomarca in punti strategici. All’estero, invece, in certi paesi svilupperemo i department store, in altri, come la Cina, dovremmo andare con dei monomarca. Non sappiamo se ci espanderemo come catena: la tentazione c’è, ma è una strada molto difficile e impegnativa. Differenzieremo la strategia a seconda delle aree, di certo in Italia rimarremo così come siamo nati.

Alberto Lo Gaglio, sales and marketing Save The Queen abbigliamento Siamo abbastanza nuovi della fiera, perché è la seconda volta che partecipiamo. Abbiamo dieci appuntamenti con vari aeroporti, adesso dobbiamo stringere. Vogliamo orientarci a uno sviluppo molto improntato ai corner e ai negozi. I progetti più che sull’Italia sono sull’Europa e resto del mondo. L’avere molti clienti tra i turisti ci ha dato l'input per entrare nel giro del turismo e del mercato del viaggio. Abbiamo un prodotto di estrema facilità di vendita, rivolto a donne affermate attorno ai 35 anni, che si adatta bene agli aeroporti. Però deve essere contestualizzato, dunque ci interessa soprattutto il corner e il monomarca. Intanto abbiamo appena aperto un monomarca proprio a Cannes, in rue d’Antibes, che sarà per noi forse il più importante del mondo.

Renza Lorenzet, Asia export manager Distilleria Bottega - vini Sia Bottega Vini che Alexander Grappe sono marchi conosciuti nel mondo del duty free italiano e internazionale. Quindi per noi la fiera non è più un’occasione di acquisire nuovi contatti, pur avendone avuti, ma per consolidare quelli esistenti e proseguire nel nostro lavoro di costruzione del brand. Siamo molto presenti in Asia, anche nelle linee aeree, come Cathay Pacific, Singapore Airlines, Korean Airlines, che è il primo carrier in assoluto per i vini

e i liquori e ha ben tre nostri prodotti a bordo. Nell’inflight la tendenza è positiva. A bordo bisogna sempre offrire qualcosa di nuovo, è una vera sfida ma può andar bene se si tiene presente che la linea aerea è un grande mezzo di comunicazione. Ora miriamo inoltre a una maggiore penetrazione nei mercati domestici.

Alessandra Cardullo, export manager di Caffarel - dolciumi Il fatto di partecipare a questa fiera, dove eravamo già stati anni fa, mostra che per noi il travel retail è un canale in crescita e sempre più importante. Grazie a Dufre siamo entrati in Aeroporti di Roma. Noi siamo presenti soprattutto sul mercato italiano nel canale specializzato, e su alcuni mercati esteri. In Italia stiamo aprendo dei negozi pilota di nostra proprietà, con delle persone molto brave a lavorare nel canale, alle quali Caffarel dà la possibilità di utilizzare il marchio e impone dei format per l’arredamento e la selezione dei prodotti. L’area di Torino è quella prediletta, perché siamo di casa. All'estero, inoltre, ci sono dei negozi monomarca molto importanti, soprattutto in Giappone dove ce ne sono tre che sono delle gioiellerie. I centri commerciali invece ci interessano poco, perché abbiamo fatto un test che non è andato molto bene.

Massimo Tonini, export director Santa Margherita - vini Ci sembra che le presenze in fiera siano in linea con le aspettative. Le aree che si stanno rilevando più interessanti sono nel travel retail: i nostri marchi hanno un profilo tipicamente italiano e sono in un settore che a differenza degli spirits non è dominato dai marchi globali e lascia quindi degli spazi all’estero. Stiamo perseguendo una strategia di sviluppo nei principali aeroporti domestici, a partire da Venezia. In Europa inoltre Heinemann rappresenta un partner con un grosso potenziale. Lo sviluppo è anche sulle

retail&food - dicembre 2010 31


Resoconto TFWA l'icona del duty free come risparmio. Per questo per ora non apriremo altri punti vendita aeroportuali.

compagnie di navigazione, soprattutto nel Baltico e nei Caraibi. Sul fronte wine bar in aeroporto, a Venezia abbiamo vini nel “de Canto” e nella prosciutteria appena aperta da “Bottega dei Sapori”. È un primo passo verso un possibile concetto Santa Margherita, seguendo l’esempio di Frescobaldi.

Panagyotis Argiros, vice president of Global Sales Bijoux Terner - bijoux Ogni anno la fiera Tfwa diventa migliore in termini di espositori e di retailer. Nelle ultime due edizioni abbiamo visto una forte crescita in termini di domanda di consumatori e clienti. Noi offriamo prezzi accessibili, il lusso a 10 euro, e i consumatori possono avere un lifestyle di moda senza sforare il loro budget. L’azienda è basata in Usa, anche se abbiamo un’organizzazione internazionale con 660 negozi in 60 nazioni e in 6 continenti. In Italia abbiamo la fortuna di avere la partnership di Dufrital, che ha vinto gli spazi per Bijoux Terner con negozi stand alone e con shop in shop, in diversi aeroporti, tra cui Roma, Milano, Bergamo, Napoli. Continuiamo a esplorare gli spazi con Dufrital e valuteremo nuove opportunità in altri mercati, con un altro partner, ma fuori dal duty free.

Enrico Frisone, export area manager Molinari Italia - spirits Ho avuto un'ottima impressione della fiera, mi sembra molto organizzata. Le presenze sono di alto livello, è evidente il carattere di business che si respira. È la prima volta che partecipo (per l’azienda è la seconda, ndr), i miei colleghi mi hanno detto che c'è una buona presenza, anche se a livello numerico forse leggermente inferiore dell’anno scorso. Anche noi come altri nel settore stiamo avendo un rimbalzo delle vendite. I volumi sono tornati forse sui livelli antecedenti al 2009. Per il 2010 abbiamo registrato una ripresa sia sui mercati domestici che per i mercati duty free e aeroportuali.

32 retail&food - dicembre 2010

Stiamo crescendo in particolare in Ucraina e in Germania, dove siamo con Heinemann. C’è inoltre un accordo quasi sicuro tra Molinari e Dubai Duty Free per entrare nello scalo dell’emirato.

Marco Palmieri, ad Piquadro - pelletteria Per noi è il secondo anno di presenza. Il primo è stato molto positivo, perché i contatti presi si sono trasformati in progetti reali nel corso dell'anno. E anche in questa edizione abbiamo avuto moltissimi incontri con manager asiatici, a conferma della Cina come mercato interessantissimo, dove peraltro abbiamo già 19 negozi sui 90 totali. In Europa, invece, stiamo consolidando le posizioni in Italia. A livello globale abbiamo dei like for like positivi che continuano a crescere. Apriremo a gennaio un nuovo punto vendita a Fiumicino che diventerà il quarto a gestione diretta negli aeroporti e il sesto totale. Abbiamo inoltre alcune proposte da parte di scali in Germania e nel Regno Unito. Sicuramente nei prossimi 12 mesi entreremo in uno o due punti vendita aeroportuali.

Roberto Ciotti, direttore generale Antica Murrina - gioielleria Il Tfwa è un ottimo punto d'incontro con le persone con cui si hanno già

fissato appuntamenti, non un’occasione di opportunità nuove che possono generare nuovi business. L’azienda nel 2010 ha avuto una crescita tra il 10 e il 15 per cento, confermando il percorso di ripresa iniziato nel 2009 in termini sia di fatturato sia di gestione economica. Tra i canali, le crociere sono andate meglio del previsto, perché abbiamo esteso la nostra presenza sulle navi e grazie a investimenti per il merchandising e il supporto diretto all’'attività di vendita a bordo. Per gli aeroporti c’è stato un piccolo aumento, mentre per l’inflight abbiamo avuto dei successi molto importanti, perché siamo entrati su compagnie quali Klm, Lufthansa, Alitalia. Addirittura ci hanno chiesto loro di essere a bordo.

Massimo Santi, direttore generale I Santi - pelletteria I fatturati fortunatamente hanno smesso di scendere. Nel 2010 c'è stato un leggero aumento rispetto al 2009, ma non direi significativo, i bei tempi sono passati. Vedremo nel 2011, un certo risveglio sembra che ci sia. Il travel retail è sempre importante per le nostre vendite e sono fiducioso che il prossimo anno possa portare un discreto aumento proprio su questo canale. In termini di aree geografiche, abbiamo avuto una certa ripresa dovuta al Medio Oriente, a paesi come Dubai, Bahrein e Israele. Abbiamo iniziato anche lì il travel retail e avuto dei piccoli sbocchi su quel mercato. Ho l'impressione però chi chi viaggia abbia cambiato un po' le sue abitudini: una volta arrivava un paio d'ore prima, ora solo mezz'ora. Inoltre non c'è più

Christian Wöhner, duty free/ tavel retail manager Dickie-Schuco giocattoli e modellini di aerei Vediamo che ci sono più persone dell’anno scorso che camminano per i corridoi. Ma sottolineo che come produttore e fornitore di giocattoli non abbiamo crisi, perché i genitori non risparmiano i soldi per i loro bambini. Non ci possiamo lamentare, anche per l’anno scorso. Nel 2010 la situazione credo sia migliorata. Siamo presenti negli aeroporti di Roma e Firenze. Naturalmente proviamo a espanderci in Italia, perché c’è una forte domanda per i giocattoli nel vostro paese. Vendiamo soprattutto nei duty free, solo come fornitori, e un po’ anche sull’inflight. A bordo offriamo prodotti personalizzati, come modelli di aeroplani o giocattoli con il logo della compagnia aerea. Non ci sono differenze tra i grandi e i piccoli vettori, noi siamo aperti a tutti, dipende dalle condizioni.

Mark Laros, direttore travel retail Perfetti Van Melle - dolciumi La fiera è una eccellente possibilità di incontrare i nostri consumatori da tutte le parti del mondo in un solo luogo e in un tempo veramente breve. Questa è l’occasione in cui presentiamo i nostri nuovi prodotti per il 2011. È il calcio di inizio per l’anno successivo. Gli appuntamenti che abbiamo prenotato sono moltissimi per tutta la settimana. Stiamo facendo estremamente bene nell’area del travel retail. Mostriamo nuovamente una crescita a doppia cifra delle vendite, abbiamo molta fiducia dai nostri clienti già esistenti ma lavoriamo anche per raggiungerne di nuovi. Il Medio Oriente e l’Asia sono aree che stanno andando molto bene. In Europa a mostrare una forte crescita quest’anno sono la Scandinavia, la Germania e l’Europa dell’Est.


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Resoconto Franchising & Trade

Franchising

Piccole catene crescono F

ranchising & Trade si conferma lo spazio giusto per il lancio di nuovi format e per far crescere catene di piccola e media dimensione. I big del settore, quelli che vantano qualche centinaio di punti vendita, non si appoggiano a stand propri. Si potrebbe definire, quindi, la fiera degli operatori emergenti o in via di consolidamento, in un mercato nazionale contraddistinto da ampi margini di espansione per le catene sia nei centri commerciali

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che nei luoghi di viaggio. Che la direzione giusta per uscire dalla crisi sia quella dell’affiliazione lo dicono i dati emanati da Confimprese e da Assofranchising, ai quali si sommano quelli positivi sull’affluenza registrata da Fiera Milano Rassegne alla 25a edizione di Franchising & Trade: 12.840 presenze, pari a un +7% rispetto allo scorso anno. Da Confimprese, nella prima delle quattro giornate di esposizione, è

arrivato un forte stimolo ai franchisor in occasione del convegno sulla crisi dei consumi e sul suo impatto sui modelli di affiliazione, dove è stata presentata la ricerca “Il Franchising in Italia. I nuovi modelli di affiliazione. Strategie per contrastare la crisi dei consumi e sostenere lo sviluppo della rete", realizzata da Gea. Le 90 imprese intervistate occupano ad oggi oltre 20.000 addetti e prevedono per l'anno in corso e il 2011 rispettivamente 3.000 e 3.900 nuove assunzioni.

Sempre secondo Confimprese il 56% degli operatori terminerà il 2010 con un incremento del fatturato, il 27% confermerà i valori del 2009 e il 16% vedrà un calo del giro d’affari. Di crescita si parla anche per il 2011, con il 46% degli operatori che si attende un trend caratterizzato dal segno “+” mentre il 45% si aspetta un mercato stabile. Da Assofranchising, in attesa del Rapporto 2010 che darà un quadro più aggiornato sull’andamento del settore, si conferma il


Jet. Nei centri commerciali sviluppiamo direttamente perché ci danno ottimi risultati. L’investimento per gli affiliati parte da 100mila euro e il payback period è di circa tre anni.

Juan Olave,

direttore generale di Burger King Italia L’anno scorso abbiamo aperto 17 ristoranti, arrivando a quota 65 in Italia, e per quest’anno vorremmo crescere ulteriormente. L’obiettivo è di arrivare a 100 nel giugno 2012. Stiamo aprendo soprattutto dei Drive Thru, dei punti nei centri cittadini e in qualche shopping center. All’interno di quest’ultimo canale non faremo più del 10% delle nostre aperture perché cerchiamo solo le strutture grandi, con cinema e area per bambini. A livello di investimento per aprire un ristorante Burger King nei centri città occorrono circa 600mila euro mentre per la casetta drive si parte dai 700-750mila euro. Stiamo lavorando su un concetto più piccolo, dove in 150 mq si possa mettere un ristorante con un menù ridotto. Durante quest’anno fiscale apriremo uno o due punti di questo tipo.

Marco Lucchetta,

chief executive officer Lemon bar Disponiamo di 80 Lemon Bar mobili in Italia e stiamo partendo con il progetto dei punti fissi rivolto a centri commerciali, aeroporti e stazioni. La prima apertura è stata a Dubai, nel Dubai Mall, ed entro fine anno apriremo probabilmente in due o tre shopping center in Italia. Per il 2011 contiamo di avviarne 10-20. Tra punti mobili e fissi la filosofia non cambia: siamo specializzati nell’offrire bevande naturali, preparate con agrumi e altra frutta fresca. Inoltre stiamo per uscire con l’offerta food. I format saranno due: uno piccolo da 5 mq e uno con spazi modulari da 20/30 metri quadrati. Per il primo l’investimento chiavi in mano è di 20mila euro, con una fee annuale dai 3mila ai 5mila euro, per l’altro l’investimento è sui 50mila euro. Al momento i nostri fatturati si aggirano tra i 3 e i 4 milioni di euro.

Sara Roversi,

dato di crescita del 2009 sul 2008, pari a un +1,7%, per un giro d’affari arrivato a quota 22 miliardi di euro. Guardando agli elementi di novità offerti dalla versione 2010 di Franchising & Trade si annovera la presenza di buyer internazionali, provenienti dai paesi dell’Europa dell’Est, come Slovenia, Bulgaria, Croazia e Polonia, e da quelli emergenti a livello mondiale, tra cui Emirati Arabi Uniti, Malesia, Indonesia, Filippine, Brasile e Sudafrica. A. P.

co-fondatrice di Sosushi Italia Sosushi è nata nel 2006 con un punto a Bologna, nel 2007 abbiamo aperto due ristoranti in franchising e altrettanti diretti. Quest’anno arriveremo a quota 27 di cui sei in proprietà o partecipati da noi. Siamo presenti con sei formati, compresi tra i 40 i 250 mq, che vanno dal laboratorio artigianale al ristorante sino al format che lanciamo in fiera denominato “Sosushi & more”. Questo propone in aggiunta zuppe, insalate e frutta. A dicembre aprirà il primo Sosushi Train a Torino Porta Nuova: il primo nel circuito di Grandi Stazioni. Stiamo partecipando a dei bandi nel canale aeroportuale, dove vorremmo inserire il Sosushi

ciali bastano metrature più piccole, dai 100/150 mq in su. La nostra proposta non prevede royalties e fee di ingresso ma solo l’acquisto della merce, che abbiamo stimato intorno ai 100 euro al metro quadrato. Nel canale degli shopping center vantiamo due punti vendita e sono previste otto aperture. Nel circuito del travel abbiamo chiuso un accordo con Centostazioni per cui vorremmo aprire prossimamente a Trieste, Udine e Padova. A Vicenza siamo già operativi.

Mohammed R. Vassighi,

amministratore delegato di Roadhouse Grill A Imola abbiamo appena aperto il ristorante numero 21 ed entro quest’anno inaugureremo altri tre locali, rispettivamente a Rovigo, a Voghera e a Busnago (Mb). Quest’ultimo sarà il primo all’interno di un centro commerciale, per cui abbiamo scelto una struttura di grande dimensione come Il Globo. Nel canale degli shopping center cerchiamo strutture con un numero di visitatori annuo non inferiore a 3-3,5 milioni. A supporto di questa fase il format è stato aggiustato: sono più compatte la cucina e la sala, con metrature di 350/380 mq e un massimo di 100 sedute. Per l’anno prossimo contiamo di aprire almeno 10 punti, forse anche 14-15, di cui 2 o 3 in affiliazione. Proprio lo sviluppo in franchising è l’altra nostra novità. L’investimento per aprire un locale con il nostro marchio parte dai 300mila euro.

Michael Branca,

responsabile sviluppo franchising Stock B2C Siamo a quota 26 negozi in Italia e prevediamo di arrivare a 50-55 entro il 2011. Il progetto è frutto del lavoro di stocchisti, con la formula business to consumer per dare modo al cliente finale di comprare a prezzi di ingrosso. La nostra offerta ai franchisee si compone di 3/4 format: se lo shop è stand alone preferiamo entrare in grandi stabili, mentre nei centri commer-

Franco Chiarizio,

direttore divisione franchising Piazza Italia Piazza Italia è nata come catena

retail&food - dicembre 2010 35


Resoconto Franchising & Trade

diretta, negli ultimi quattro anni è andata all’estero, attraverso imprenditori locali nel ruolo di master franchisee, sviluppando nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Da un anno l’azienda sta lanciano il progetto franchising anche nel nostro Paese, proponendo contratti di conto vendita. In particolare chiediamo ai nostri partner di fornirci delle garanzie fideiussorie e l’allestimento del negozio, poi la parte commerciale è gestita come se fosse uno shop diretto. Per l’affiliato l’esborso maggiore è l’investimento immobiliare, sui 500-550 euro al mq chiavi in mano, e la fideiussione, che è parametrata sugli spazi del negozio. Il format franchising si propone con misure ridotte rispetto a quello diretto, partendo da un minimo di 300 mq sino a un massimo di 800/1.000 metri quadrati.

12 all’anno e pensiamo di continuare su questo trend anche nel prossimo anno. La focalizzazione non sarà solo sui centri commerciali e sulle multisala ma anche sui centri storici e sull’estero. Nei luoghi di viaggio ci piacerebbe valutare altri canali oltre all’autostrada dove siamo presenti con ottimi risultati presso l’area di sosta di San Zenone. Al momento sviluppiamo con iniziative dirette e con affiliati, non attraverso master franchisee anche se per l’estero non è escluso. La fee di ingresso è di 30mila euro più Iva, la progettazione ammonta a 15mila euro, l’investimento chiavi in mano con arredamenti, impianti e cucine, si attesta sui 600mila euro più Iva.

Alessandro Mertoli,

Gianandrea Gloppero,

responsabile sviluppo Cigierre. marchio Old Wild West Attualmente contiamo 50 punti Old Wild West in Italia, 8 diretti e 42 in franchising, ne sviluppiamo in media

36 retail&food - dicembre 2010

Direttore sviluppo franchising di Oggettivamentecasa Mertoli È iniziata da 11 anni la nostra avventura nel franchising: abbiamo 30 punti aperti e quattro saranno avviati entro Natale. Considerando gli alti costi di locazione negli shopping center proponiamo agli affiliati il canale high-street, invece

con i negozi diretti siamo presenti nei centri commerciali perché garantiscono maggiore visibilità del marchio nel mass market. In totale la rete di Oggettivamentecasa è composta di 22 locali, 11 di proprietà e altrettanti gestiti da franchisee. Con quelli diretti siamo presenti solo in Sicilia, e in particolare a Etnapolis e a Le porte di Catania, mentre con gli altri operiamo, oltre che in Sicilia, anche in Calabria, Campania, Puglia e Lazio. Per aprire un nostro negozio in affiliazione sono necessari 15mila euro per gli arredi e altrettanti per la prima fornitura.

Romina Radaelli,

responsabile vendite Games Bond La nostra rete conta 72 affiliati, 60 sono 007 Point, quindi dei corner all’interno di superfici indipendenti, e 12 sono negozi Games Bond, dei quali 6 sono diretti e altrettanti in affiliazione. Parlando di quest’ultimo formato, nel breve termine apriremo tre shop in provincia di Bergamo mentre l’anno prossimo apriremo in almeno altri due centri commerciali con negozi di proprietà. Ma la nostra intenzione è di accelerare sul franchising. I costi per un affiliato prevedono 30mila euro per gli arredamenti, 4-5mila euro per il software e l’hardware, più 25mila euro per la merce. Non accettiamo di aprire punti vendita troppo estesi perché diventerebbero dispersivi e sarebbe complicato allestirli. La metratura varia quindi tra i 50 e gli 80 metri quadrati. I canali dove sviluppiamo

sono il centro urbano o lo shopping center. Siamo interessati anche al circuito delle stazioni.

Mario Pierro,

responsabile commerciale di Camomilla Italia Il brand di abbigliamento e accessori donna Camomilla Italia conta 180 punti vendita monomarca nel nostro Paese: 60 diretti e 120 in franchising. Il 2010 ha visto l’apertura di circa 20 negozi per ogni collezione e la conquista di regioni come le Marche, la Liguria e il Friuli Venezia Giulia. Sono in corso operazioni di espansione retail, soprattutto nel Nord, con un interesse particolare per i centri commerciali e per gli aeroporti. Per questa stagione invernale sono previste 8 inaugurazioni negli shopping center e una presso l’aerodromo di Catania. L’investimento iniziale per un affiliato è contenuto grazie a vari fattori, quali la merce in conto vendita con reso delle giacenze a fine stagione, l’assenza di fee d’ingresso e di royalties. Lo shop deve essere esteso almeno 100 mq più il deposito. •


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cattiva

piccante

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Il punto su infrastrutture e compagnie

Agenda aeroporti 2011 D

odici mesi fa l’agenda 2010 dell’aviazione civile si annunciava fitta di questioni urgenti: la vicenda Alitalia, l’invasione delle compagnie low cost, il piano nazionale degli aeroporti, l’adeguamento delle tariffe aeroportuali, la chiusura del processo di affidamento delle gestioni aeroportuali, la ridefinizione dell’aeroportualità minore, per citarne solo alcune. Tutti temi legati fra di loro da un solido leitmotiv: il definitivo ritirarsi dell’intervento pubblico in

hanno colonizzato l’Italia dove vengono a raccattare traffico approfittando della permeabilità del sistema. Le continue scaramucce tra il patron della Ryanair O’ Leary e i vertici dell’Enac che hanno punteggiato tutto il 2010 sono solo il sintomo di una conclamata sovranità limitata del nostro Paese sui propri aeroporti, dovuta all’assenza per più di vent’anni di un vettore con un solido piano industriale da un lato e una pianificazione del sistema aeroportuale dall’altro.

economia, vuoi per ragioni legate alla crisi economica vuoi per la rigorosa normativa europea che vieta gli aiuti di Stato. In modo sempre più perentorio si è posta la necessità di razionalizzare l’intero comparto dell’aviazione in modo da liberarlo progressivamente dalle inefficienze che si portava dietro e metterlo in condizioni da camminare con le proprie gambe. Dell’Alitalia si è parlato spesso su queste pagine. La soluzione di una vicenda che per decenni ha condizionato pesantemente tutto il settore è stata formalmente ineccepibile, tanto che, caso unico al mondo, il passaggio alla CAI è avvenuto senza che vi fosse nessuno stop operativo. Meno condivisibile la scelta politica di pubblicizzare le perdite con la creazione di una bad company accollata sulle spalle del contribuente e di privatizzare i profitti chiamando a raccolta la crème del capitalismo italiano. Oggi, a distanza di due anni, Alitalia-CAI si trova presa in una morsa. Insediata nel monopolio della rotta Roma-Milano dall’alta velocità, che con il Freccia Rossa ha eroso un’importante fetta di traffico (minaccia destinata a crescere con l’ingresso sul mercato della NTV di Montezemolo). Crivellata sul suo stesso terreno dalla penetrazione endemica delle compagnie low cost, che

Eppure negli ultimi dieci anni sono stati fatti passi da gigante nel riassetto del comparto dell’aviazione civile. Con l’emanazione del nuovo Codice della navigazione aerea nel 2004, l’Enac ha assunto il ruolo di Autorità di settore. Recependo la stringente normativa internazionale dell’Icao ha certificato la totalità degli scali italiani dal punto di vista della sicurezza delle infrastrutture e dell’efficienza dell’organizzazione gestionale. E soprattutto, cosa poco più di un lustro fa inimmaginabile, ha affidato la gestione di tutti gli aeroporti italiani a società di capitali, da ultimi nel 2010 Treviso e Forlì. Toccherà adesso ai gestori di agire ormai con un’ottica squisitamente imprenditoriale. Con l’ultima ondata di interventi infrastrutturali negli scali del Mezzogiorno, finanziati con i fondi europei, si è chiusa l’epoca degli investimenti pubblici in campo aeroportuale. Proprio perciò la questione dell’aumento delle tariffe aeroportuali fino a 3 euro a passeggero è stata alla ribalta per tutto il 2010. Annunciata con un’iniziativa congiunta di Fiumicino e Malpensa in pompa magna a fine 2009 a Villa Madama a Roma, alla presenza dei principali esponenti del Governo e dell’opposizione, è rimasta ad oggi lettera morta per la sorda ostilità di Tremonti. E’ una

38 retail&food - dicembre 2010

vicenda delicata perché i due principali aeroporti italiani avevano subordinato i loro faraonici piani di sviluppo all’aumento delle tariffe e i piccoli si erano accodati. Una manovra gradita anche alle banche, naturalmente inclini a concedere il credito per investimenti a rischio zero, perché interamente pagati dall’utente secondo un modello già collaudato con le autostrade. Per ora a nulla è valsa la vigorosa campagna del patron di Adr (e di Assaeroporti e di Unicredit e di Aiscat) Fabrizio Palenzona. Il Cipe – le tariffe – non le sblocca. Eppure gli aeroporti hanno bisogno di investimenti. Perché scarsamente collegati con i loro bacini di utenza e perché incapaci di assecondare una futura crescita del traffico. E’ il dato che emerge dallo studio commissionato da Enac a One Works-NomismaKPMG perché costituisca la base per la redazione del Piano Nazionale degli Aeroporti. Per ora i risultati dello studio (da noi anticipati nel numero di ottobre) lasciano presagire una specializzazione degli scali per tipologia (intercontinentali, strategici, primari e complementari) e la possibilità di finanziare con fondi pubblici solo le infrastrutture di contorno. Il rischio è che si finisca per finanziare strade e parcheggi per aeroporti nani. Mentre nei grandi scali si continuerà ad andare in macchina mettendoci in media un’ora e mezza. Nel quadro del progressivo riordino del comparto che ha avuto luogo in questi ultimi anni il 2010 è stato importante per l‘aeroportualità minore, risorsa centrale per territori spesso svantaggiati geograficamente. L’Enac a luglio scorso ha approvato un piano triennale di investimenti per 33,5 milioni di euro per una ventina di scali, fra i quali Roma Urbe, Pantelleria, Lampedusa e Oristano. Si tratta di interventi puntuali per accrescere il livello di sicurezza, per un utilizzo più funzionale e per un miglioramento degli standard di qualità. Sembra essere rimasto in sospeso invece un tema posto a più riprese in agenda dai vertici dell’aviazione civile ma anche dall’industria aeronautica, dai gestori e dalle compagnie aeree, riguardante lo statuto giuridico dell’Enac, ad oggi Authority dimezzata. In più occasioni il neo-Dg Alessio Quaranta ha sottolineato che a cinque anni dall’entrata in vigore del nuovo codice della navigazione, che individua nell’Enac l’autorità per l’aviazione civile, “mancano all’Enac poteri decisionali ultimativi, che consentano di chiudere i processi operativi intrapresi”, e che “al di là di quale debba essere lo statuto giuridico dell’Ente, serve una chiara attribuzione di poteri anche sanzionatori”. Questione da iscrivere, con urgenza, in cima all’Agenda 2011.

Adolfo Marino



dossier aeroporti

D

ire che negli ultimi tempi nel Terminal 1 dell’aeroporto di Malpensa sul fronte retail & food si è fatto poco o nulla sarebbe sbagliato. È impossibile dirlo di una struttura che fa invidia tutt’oggi anche ai maggiori shopping center, con 112 attività commerciali appartenenti a una trentina di categorie tra retail e ristorazione. A dimostrarlo ci sono i due duty free di Dufrital realizzati con logica walk-through, il primo aperto nel 2008 in area Schengen, il secondo quest’anno, negli imbarchi extra Schengen. Oppure il nuovo “mozzarella bar” Obikà, nell’area Schengen, inaugurato nel 2009, e gli otto tagli di nastro del 2010, ossia la cioccolateria Venchi, il punto “benessere e bellezza” Be Relax, i negozi di abbigliamento Boggi, Cerruti 1881 e Napajiri, oltre al prossimo negozio di cosmesi Bottega Verde. Tra novembre e dicembre apriranno anche Briciole Café, gestito da MyChef, già presente a Linate e prossimo a entrare al Terminal 2, e Time Cafè di Autogrill. Nell’elenco essenziale delle novità bisogna poi menzionare l’arrivo nel 2009 nella piazzetta commerciale in area extra-Schengen dei marchi di moda Emporio Armani ed Etro, e lo spostamento in una zona più visibile del Ferrari Shop, all’inizio dell’area per i voli intercontinentali. Infine c’è la più evidente delle realizzazioni recenti, l’enorme hotel Sheraton che con la sua forma innovativa si estende per tutta la facciata del terminal e che a pieno regime avrà in funzione ben 433 camere. Ma certamente le primizie che arriveranno nei prossimi anni faranno impallidire al confronto le innovazioni appena citate. Tra queste basti ricordare che tra il 2013 e il 2014, in vista dell’Expo, entrerà in funzione il famoso “terzo satellite”, che accoglierà buona parte dei voli intercontinentali che arriveranno per l’occasione: tradotto in termi-

Malpensa T1, da hub a mall ni commerciali, si tratta di 5.000 metri quadrati destinati al retail e al food che aspettano di essere occupati.

Aria nuova

A guidare il passaggio verso questi obiettivi c’è un nuovo direttore commerciale non aviation, che lo scorso aprile ha sostituito Serafino Perego, ora dirigente della funzione purchasing. Si tratta di Luigi Battuello, fino ad allora country manager per l’Italia di McArthurGlen. Per lui si tratta di un ritorno alle origini. Prima di guidare il gigante inglese degli outlet, per sei anni occupandosi del “solo” centro di Serravalle e poi di tutto il Paese, infatti, Battuello aveva gestito i duty free e duty paid a Roma Fiumicino e in città con Wietnauer Group. La sua impronta di gestore di spazi commerciali è chiara dalle prime parole che ci dice nel suo studio, lo stesso del suo predecessore (quadri

40 retail&food - dicembre 2010

Il presente nel terminal 1 di Malpensa è fatto di stabilità nei ricavi da retail, ristorazione, parcheggi, pubblicità. Ma bisogna guardare al futuro prossimo, che vedrà il rafforzamento del lusso, il restyling del 90% del food e, soprattutto, il “terzo terzo”, da realizzare per l’Expo e pronto a ospitare altri 5.000 mq di retail e ristorazione

compresi), negli uffici Sea di Linate: «il mio programma – afferma – è quello di introdurre il più possibile delle logiche simili a quella della gestione dei grandi mall e degli outlet, in particolare avendo un focus sul retail e sull’innovazione della

ristorazione. Parallelamente dovremo lavorare molto sullo sviluppo dei ricavi dei parcheggi». Cosa significhi in concreto l’applicazione di questo principio, Battuello lo spiega dopo aver commentato i dati sui ricavi non avio, elaborati


Luigi Battuello

installare il sistema di digital signage (35 schermi nel T1 di Malpensa e 82 nel sistema Sea) fanno sperare in un suo incremento. «In realtà – dice Battuello – se andiamo a leggere i nostri ricavi bisognerebbe distinguere tra i punti vendita gestiti da Dufrital, che è un operatore flessibile in grado di alterare la propria offerta quando c’è un cambiamento del traffico o del profilo del consumatore, e il resto della gestione diretta, che invece è più rigida». Per questo, «il tema per l’immediato futuro è andare a recuperare le aree di crescita quando se ne presenta l’occasione, ossia quando ci sono scadenze contrattuali o richieste degli operatori, andando a cambiare il mix di brand e di offerta all’interno del terminal». Altra innovazione di metodo è quella di abbandonare in parte il principio del minimo garantito dovuto dai retailer, per fare spazio alle sole royalties sul fatturato. «La mia personale esperienza e visione del business – continua Battuello – mi porta a concludere che la redditività deve essere il prodotto della performance del punto vendita. I ricavi di Sea nei prossimi 3-5 anni dovranno essere generati da un’altissima redditività al metro quadrato, derivato dalla royalty sul fatturato. Il minimo garantito si dovrà indicizzare negli anni e dovrà essere allineato alla performance dei brand».

Schengen in cerca di elettronica

Così per l’area Schengen la politica dei prossimi mesi sarà quella di «fare analisi sul mercato – dice il manager – cercando di portare sui nostri scali quei brand e quelle merceologie che oggi mancano. Mi riferisco in particolare all’elettronica, categoria riguardo alla quale abbiamo appena firmato un accordo con un importante operatore internazionale per Linate, ma anche ai casalinghi ed altri tab. 1

I numeri del T1

per l’occasione. Dati che sono tutt’altro che esaltanti: anche se nel T1 i passeggeri nel 2010 sono più del 2009, si è trattato di una crescita quasi solo dei passeggeri Schengen (+13%), mentre quelli intercontinentali, ben più disposti a spendere e che rappresentano il 45% del totale dei viaggiatori, sono saliti solo di un modesto punto percentuale. Sul fronte dei ricavi commerciali, questo si è tradotto in una salita dell’1,5% delle entrate da retail, giunte a quota 57,3 milioni di euro. Tutti gli introiti non aeronautici, nel complesso, sono invece calati dello 0,9%, performance su cui ha pesato soprattutto il cattivo andamento dell’”handling di terzi e cna” e quello dei parcheggi. È invece leggermente migliorata la voce “altri ricavi”, nella quale sono comprese la produzione e vendita di energia, l’offerta pubblicitaria e l’offerta di servizi alberghieri. La pubblicità, in particolare, ha avuto quest’anno una lieve ripresa nel secondo semestre. Gli investimenti effettuati per

Ricavi Aeronautici Ricavi non Aeronautici di cui Retail Handling di terzi e cna Parcheggi Cargo Sale vip Servizi ed altri Ricavi Totale ricavi

Ricavi non Aeronautici di cui Retail Handling di terzi e cna Parcheggi Cargo Sale vip Servizi ed altri Ricavi

2010 Malpensa e peso ricavi Linate 371.930 65% 196.600 35% 76.140 39% 21.900 11% 41.760 21% 10.420 5% 890 0% 45.490 23% 568.530 100%

2009 Malpensa e peso ricavi Linate 382.500 66% 198.480 34% 75.020 38% 25.610 13% 42.570 21% 9.760 5% 890 0% 44.630 22% 580.980 100%

2010

2009

Malpensa T1

peso ricavi

141.960 57.300 16.320 26.780 9.100 620 31.840

100% 40% 11% 19% 6% 0% 22%

Malpensa T1 143.240 56.450 19.090 27.300 8.530 630 31.240

peso ricavi 100% 39% 13% 19% 6% 0% 22%

fonte: Sea. Nota: per il 2010 dati previsionali

retail&food - dicembre 2010 41


dossier aeroporti brand del “middle luxury”. Faremo un piano di “asset management” dove andremo a valorizzare in un’ottica da centro commerciale tutte le aree. In termini di redditività attesa al metro quadrato saremo molto più “demanding” in futuro perché gli spazi sono scarsi. Andremo quindi a monitorare e selezionare sia dal mercato high street sia

I passeggeri di Malpensa (T1 + T2) Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 gen-sett. 2010

Passeggeri aviazione commerciale 20.716.815 18.570.494 17.441.250 17.621.585 18.554.874 19.630.514 21.767.267 23.885.391 19.221.632 17.551.635 14.523.762

tab. 2

Variazione su anno precedente 22,1 -10,4 -6,1 1 5,3 5,8 10,9 9,7 -19,5 -8,7 7,4

Solo Terminal 1 Anno 2009 2010 (prev.)

Passeggeri aviazione commerciale 12.693.300 13.064.701

Variazione su anno precedente n.d. 2,9%

fonti: Assaeroporti, Sea

da quello dei centri commerciali e degli outlet i brand che hanno una redditività attesa al metro quadrato molto importante».

Lusso extra Schengen

Negli imbarchi per i voli non Schengen, intanto, i piani sono un po’ più definiti e all’insegna del lusso. L’anno scorso, come anticipato, con la collaborazione di Dufrital sono approdati nella grande “piazza” dopo il duty free degli imbarchi internazionali, i negozi di Emporio Armani e di Etro che, secondo la Sea, hanno dato “grandi risultati”. Nel 2011 sarà quindi realizzata specularmente un’altra area commerciale con altre tre firme dell’alta moda, che non possono ancora essere rese note perché manca la firma ufficiale, oltre al riposizionamento di un marchio del lusso già presente. L’area della ristorazione che ora gravita in quella piazza andrà spostata in fondo, dalla parte opposta rispetto al duty free. «L’idea – spiega il direttore commerciale non aviation – è quella di creare un cluster di brand di lusso molto più autorevole rispetto a oggi». Oltre a ciò, negli imbarchi extra-Schengen sarà realizzata una nuova area, con due negozi stand alone aggiuntivi: uno sarà assegnato a Dufrital e venderà occhiali e orologi; l’altro a «un primario brand del lusso con cui stiamo negoziando» aggiunge Battuello.

Arriva Cremonini

Mentre sul fronte dei negozi il mistero regna sovrano per quanto riguarda l’identità delle insegne, per la ristorazione un nome si può fare: Cremonini. Il gruppo modenese dal primo novembre ha rilevato quattro punti food gestiti fino ad allora dal gruppo Compass, il quale ha deciso di uscire dalla ristorazione aeroportuale. Il più importante di questi spazi sostituirà l’attuale

42 retail&food - dicembre 2010

Le inaugurazioni del 2010 nel sistema Sea Retail Linate Marina Militare Napapijri Camicissima Malpensa T 1 BeRelax Boggi Linea Resort Cerruti 1881 Napapjiri (switch Raggi di Seta) Bottega Verde Venchi gelateria Malpensa T 2 Boggi Linea Resort Alcott Food Linate Caviar House e Panino Giusto Malpensa T 1 Briciole Cafè (MyChef) Time Cafe (Autogrill) Malpensa T 2 Briciole Cafè

tab. 3

mese apertura giugno novembre novembre prev. maggio giugno giugno settembre dicembre prev. ottobre giugno dicembre previ. mese apertura settembre novembre prev. dicembre prev. dicembre prev.

fonte: Sea

“Buonappetito!” di Onama-Compass agli imbarchi A (Schengen). «Realizzeremo con Cremonini – spiega Battuello – un innovativo format di food che punterà tantissimo sul made in Italy di qualità. Noi pensiamo a un concept di pasta con cucina a vista. Abbiamo sfidato il gruppo, che finora ha dato piena disponibilità, a lavorare con noi per trovare un’idea nuova. Dovrebbe aprire all’inizio del prossimo anno, tra gennaio e marzo». Gli altri ingressi del gruppo saranno agli arrivi con Mr Panino e ancora in area Schengen con uno Chef Express classico con caffetteria Mokà. Il quinto punto lasciato libero da Compass è una ristorazione commerciale che funge soprattutto da mensa, nella “cargo city” ed è stata rilevata da Servair Airchef. C’è infine una novità in arrivo per il wine bar: l’attuale Why Not Wine (Schengen) sarà sostituito da una nuova formula, la cui definizione è attesa per dicembre, mentre l’apertura è prevista entro i primi tre mesi del 2011. La sua individuazione spetta alla società Sea Services, partecipata al 30% da Sea, che darà la sua approvazione una volta che avrà ricevuto le proposte. Queste novità seguono l’introduzione, nel 2009, del punto vendita Obikà, presso gli imbarchi Schengen, prima del duty free. Di forma rotonda e caratterizzato dall’offerta di piatti a base di mozzarella, il locale ha dato molte soddisfazioni. Altre realizzazioni di grande impatto sono state operate da Autogrill, che tra le altre cose ha in gestione nell’area checkin il suo ristorante panoramico “La Galleria” con menu dello chef Sadler, lo Sky Lounge, realizzato con l’omonimo broadcaster, e un vasto free flow Ciao. Tra le 26 insegne gestite da MyChef tra il T1 e il T2, invece, oltre ai formati propri spiccano le partnership con McDonald's e Panino Giusto, quest'ulti-

mo recentemente lanciato anche a Linate. Ma non sono che le prime di numerose innovazioni: «Anche con il nostro partner MyChef – aggiunge Battuello – stiamo spingendo moltissimo per un rinnovamento di tutti i format. In sostanza la mia ambizione per il prossimo anno è di avere il 90% dei punti food rinnovati, perché pensiamo che sia parte fondamentale dell’esperienza dei nostri passeggeri. Anche in questo caso vogliamo minimi garantiti generati da un’altissima redditività del punto vendita, se necessario anche dando degli strumenti incentivanti, a fronte della disponibilità dell’operatore a investire con nuovi format. Dobbiamo guardare infatti alla redditività nel periodo dei sette anni di contratto. Mi piacerebbe anche prevedere contrattualmente la possibilità del rinnovo dei concept e dei format dopo un certo numero di anni». Altre formule di ristorazione con taglio più internazionale non sono escluse, così come in passato si è parlato con retailer specializzati nel cibo di alta qualità. Al momento, tuttavia, non ci sono accordi in vista.

Il terzo satellite

Tutti i giochi sono comunque aperti per il vero piatto forte dei prossimi anni: la parte commerciale del cosiddetto “terzo terzo”, ossia il terzo satellite che ospiterà i voli extra Schengen in vista dell’Expo del 2015. Saranno 5.000 i metri quadrati complessivi destinati al retail e al food. «Non abbiamo ancora definito il layout degli spazi commerciali – dice Battuello – anche se c’è già una prima idea: i passeggeri faranno i controlli per la sicurezza di sopra (livello +2, ndr) e dopo scenderanno alle aree commerciali (livello +1, ndr), mentre oggi i passeggeri effettuano i checkin di sopra e fanno i controlli al piano degli imbarchi», cosa che libererà spazi nell’airside. Non tutti i 5.000 metri quadrati ospiteranno negozi nuovi, perché parte dell’attuale area commerciale della zona extra Schengen verrà riposizionata sul nuovo satellite. Dopodiché partiranno dei lavori di demolizione e di riconfigurazione, perché nell’attuale area extra Schengen ci saranno uffici a supporto delle compagnie e probabilmente sale vip. Dopo una definizione precisa del layout, la Sea penserà alla commercializzazione. La selezione non dovrebbe avvenire tramite gara. Spiega infatti Battuello: «Non ne abbiamo ancora parlato, però penso che la gara non necessariamente ci garantisca la migliore redditività. Sono più per invitare a dare dei progetti industriali che per ragionare sui flussi di ricavi o sui minimi garantiti. Noi vogliamo fare l’area del lusso e andremo a selezionare i migliori brand mondiali, almeno auspicabilmente, del middle price. Poi vedremo se fare una food court, anche se io sono più per disseminare, come al Terminal 5 di Heathrow, il food per categoria di passeggeri». Fabrizio Patti


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Parola di Marco Treggiari

Marco Treggiari, nato ad Ascoli Piceno nel 1963, è da giugno 2010 Direttore Commerciale di Aeroporti Di Roma. Laureato in Economia Aziendale alla Ca’ Foscari di Venezia nel 1988, sposato con tre figli, ha vissuto a lungo in Cina, (Hong Kong e Shanghai). Dal 1998 al 2004 è stato General Manager della Electrolux Professional China (cucine professionali), per la quale dal 2004 al 2006 ha ricoperto il ruolo di Direttore Commerciale Italia. Nel 2006 è di nuovo in Cina come Managing Director della Technogym China (apparecchiature per il fitness). In precedenza ha lavorato per il Gruppo Sarplast di Milano, sviluppando le vendite di materiali tecnici in Medio ed Estremo Oriente.

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Aeroporti di Roma, la rivoluzione del food D irettore commerciale di Aeroporti di Roma dall’inizio di giugno, Marco Treggiari guarda alla ristorazione come traino per il non aviation nel principale hub italiano. Mira al connubio fra creatività e tecnologia per creare un mix emozionale che faccia di una sosta in aeroporto un’esperienza gastronomica capace di sorprendere. In equilibrio fra alta tradizione e forti spinte innovative, per Treggiari cura del dettaglio e culto della semplicità sono la via maestra per l’eccellenza. Si rivolge al frequent flyer come al turista, anticipando le loro aspettative inespresse. Pensa, come Steve Jobs, che un prodotto di massa debba essere curato come un gioiello personalizzato, prima di essere declinato in milioni di esemplari.

Fiumicino è la principale porta d’accesso al nostro Paese. Ma i grandi numeri sono sempre sinonimo di grandi potenzialità? Fiumicino e Ciampino totalizzano ogni anno circa 40 milioni di passeggeri, che passano all’interno dell’aeroporto un tempo tale per cui è inevitabile che si facciano coccolare dal punto di vista gastronomico. Le potenzialità sono enormi: Fiumicino è il più grande ristorante d’Italia. Sono cifre di tutto rispetto. Pensi che il campionato di calcio di serie A in tutte le giornate in tutti gli stadi accoglie 9 milioni e mezzo di spettatori. Noi a Fiumicino abbiamo 4 campionati di serie A in 25 mila metri quadrati, tanti sono i nostri spazi commerciali. Oppure prendiamo i Musei Vaticani: sono il polo museale più visitato al mondo con 4 milioni e 700 mila visitatori l’anno. Il sistema aeroportuale di Roma ha un volume di passeggeri pari a nove volte i Musei Vaticani. O ancora il più grande centro commerciale del mondo, la Mall of America in Minnesota con 40 milioni di clienti l’anno, ma si tratta di famiglie e la carta di credito è una ogni quattro o cinque persone. I nostri clienti invece hanno un potere di spesa maggiore. Qual è la spesa media nella ristorazione per passeggero? In media i nostri clienti spendono poco meno di due euro nel food. Non le nascondo che mi sembrano pochi. Dei 25 mila metri quadri di spazi commerciali 11 mila sono dedicati al food and beverage con circa 40 punti di ristoro. Possiamo senz’altro fare di più. E gli altri aeroporti nel mondo? Sono sugli stessi livelli. Copenhagen arriva a 2,5 euro a passeggero ed è quello con la performance migliore. Ma noi abbiamo il vantaggio di essere in Italia. In nessun altro paese del mondo il passeggero è disponibile ad aprire una linea di credito gastronomica, gustativa, emozionale come a Roma. A quanto conta di arrivare? Punto a tre euro a passeggero e so che possiamo farlo solo con il coinvolgimento attivo di tutti i nostri partner. Noi stessi dobbiamo cominciare con un’attenta attività di rilevazione,

per misurare scientificamente la qualità dell’offerta attuale e poter definire meglio le aree di miglioramento per una corretta value proposition. E’ importante, inoltre, che i nostri partner siano a loro volta coinvolti con sistemi di incentivazione, con una flessibilità delle royalties raggiunto un certo fatturato e certi livelli di servizio. Come pensa di modificare l’offerta food di Fiumicino? Fare ristorazione in aeroporto non è un gioco da ragazzi. Servono metodo, tecnologia, know how, procedure, perciò qui ci sono solo i migliori, grandi gruppi con una solida organizzazione industriale alle spalle. Il classico oste che venisse a fare il cacio e pepe in aeroporto chiuderebbe in poche settimane. Lancio la sfida ai nostri partner perché so che Autogrill, Chef Express, My Chef, Airest e tutti gli altri che rappresentano il meglio del food, sono capaci di essere proattivi e creativi. Fiumicino dovrà costituire l’eccellenza gastronomica italiana, sorprendendo il passeggero con quel qualcosa in più. In che direzione può essere innovata l’offerta food a Fiumicino? Un esempio: è in forte crescita il traffico cinese. Di settantamila cinesi che arrivano ogni anno in Italia sessantamila sbarcano a Roma. I passeggeri dalla Cina arrivano o transitano qui la mattina, ma nel loro fuso orario di provenienza è ora di pranzo. Dobbiamo accogliere il passeggero cinese, che è un tradizionalista, facendo in modo che possa mangiare un piatto di noodles o pollo al bambù alle 7 di mattina. Ma il timone deve essere sempre e comunque indirizzato sulla Cucina Italiana, l’unica al mondo che piace veramente a tutti! Quali i progetti nell’immediato? A novembre abbiamo aperto l’Antica Focacceria San Francesco al Molo D: offriremo i migliori arancini d’Italia. Ad aprile al T3 apriremo un vero e proprio caffè nella linea della grande tradizione della Caffetteria romana, per dare subito un messaggio forte a chi sbarca. Un bar dove il cornetto è fresco, dove il passeggero sente la fragranza della pasticceria italiana e dimentica i disagi e la stanchezza del viaggio. Abbiamo invitato 5 operatori a partecipare alla gara. Mi ha colpito il livello molto alto delle proposte ricevute. è come se avessimo aperto una valvola di creatività con una domanda banale: possibile che nell’aeroporto di Roma non ci sia un vero caffè romano? Cosa si aspetta il passeggero una volta in aeroporto? Chi viaggia per affari, ed è una fetta significativa del traffico, conduce una vita frenetica. Il momento in cui ha un po’ di tempo per sé è quel-

lo che precede immediatamente il volo: fa un giro in libreria, un po’ di shopping. Questo momento può essere esaltato velocizzando e semplificando le operazioni di imbarco, certo, ma anche associandolo all’emozione gastronomica di degustare un bicchiere di vino da Frescobaldi accompagnato da una mozzarella di bufala. Negli aeroporti italiani i ricavi aviation sono ancora il 60% e il non-aviation il 40%, mentre all’estero è l’opposto. Si può invertire questo rapporto anche in Italia? Contiamo nell’arco di cinque anni di arrivare a un 50% di non-aviation e so che questo “pareggio” a Fiumicino può essere raggiunto con il food. L’anno prossimo su 11.000 metri quadri dedicati alla ristorazione 2.600 sono in scadenza di contratto. Le nuove gare saranno una sicura opportunità di rilancio e di innovazione, una sfida per noi e per i nostri partner. Qual è il passeggero ideale? Quello che ha appena superato il check in e i fastidi connessi. C’è una vulnerabilità emotiva di chi viaggia, le tensioni si accumulano prima del check in : preoccupazione del posto, il bagaglio, i documenti, ecc. Passati i controlli il passeggero tira un sospiro di sollievo e cosa desidera fare? Mangiare bene. Non servono manicaretti elaborati, basterebbe offrire un panino con la mortadella. Indimenticabile, però. E il prodotto ideale? Negli ultimi 5 mesi mi sono posto il problema di cosa fare per spingere il passeggero a venire mezz’ora prima per mangiare in aeroporto, cosa che oggi non accade. Amo particolarmente una canzone di Niccolò Fabi che dice “un caffè bevuto in aeroporto è diverso, ha il sapore del mondo”. Ecco, io vorrei far dire “un caffè bevuto a Fiumicino è diverso, ha il sapore dell’Italia”. Adolfo Marino retail&food - dicembre 2010 45


analisi mercato

Con gli shop il vending prova a ripartire Non tira una buona aria per le aziende della distribuzione automatica, che scontano ancora i licenziamenti nelle fabbriche e negli uffici, i principali canali di vendita. Ma grazie all’innovazione tecnologica e legislativa le nicchie si irrobustiscono, a partire dai negozi self service

Q

ualche settimana fa ci ha pensato il governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, a togliere ogni dubbio sulla situazione occupazionale in Italia. Se si contano, ha detto, anche i lavoratori “scoraggiati” che non cercano lavoro e quelli in cassa integrazione, la percentuale di disoccupazione sale dal tasso ufficiale dell’8,5% a quello reale dell’11 per cento. Cosa c’entri questo con il mercato del vending è reso evidente da un dato: il 90,1% dei consumi dai distributori automatici in Italia avviene negli uffici e nelle fabbriche. Confida, la principale associazione di categoria del settore, che rappresenta 550 aziende tra fabbricanti di macchinari, produttori di beni di largo consumo, grossisti e imprese di gestione, parla di “rapporto algebrico” tra numero di utenti rimasti senza lavoro e diminuzione dei consumi. Così si spiegano, insomma, il calo dell’11% del fatturato nel 2009 del settore, ora a quota 2,393 miliardi di euro, del 6,86% del numero di consumazioni, oggi poco meno di 6 miliardi, e dell’1,14% del parco macchine, che comunque sono tante, oltre due milioni e 250mila. Il settore, infatti, come ha sottolineato lo scorso anno il Censis, è un “big player”, sebbene ancora troppo sottovalutato nel nostro Paese. Che segnali sta dando, invece, il 2010? Lucio Pinetti, presidente di Confida, oltre che di

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Venditalia, l’esposizione internazionale della distribuzione automatica, non si fa troppe illusioni. «Il 2010 – ci dice nel suo studio milanese – si preannuncia non molto dissimile dal 2009. Non mi sbilancio, ma immagino che il fatturato complessivo sarà, se non uguale all’anno prima, in lieve calo. Il 2011, invece, sarà probabilmente stabile o vedrà una piccola ripresa. In questo caso, però, sono sol-

Lucio Pinetti

tanto mie sensazioni». Una volta acquisito il dato generale, qualche considerazione va fatta sui particolari. Intanto, nota Pinetti, c’è una crescita a due velocità: «oggi la situazione sembra migliorare dal punto di vista del consumatore finale – commenta – ma sono ancora in grande sofferenza le imprese di fabbricazione di distributori automatici, che hanno avuto cali nel 2009 nell’ordine del 30%, con grossi problemi occupazionali e per la loro stessa esistenza sul mercato». Per l’esattezza il fatturato aggregato dei fabbricanti è sceso del 32%, precipitando da 575 a 391 milioni di euro. Ciononostante una nota di ottimismo, secondo il presidente dell’associazione di categoria, va trovata nell’alto grado di innovazione degli stessi fabbricanti, mostrato nell’ultima edizione di Venditalia, in piena crisi. Tra le novità degli ultimi anni, oltre al controllo a distanza tramite telemetria (usata per esempio dalle macchine nelle stazioni) ci sono le


I bilanci delle società di gestione nel vending ricavi ricavi vendite 2009 vendite 2008 Ivs Italia s.p.a. 250.383 234.381 Gruppo Argenta s.p.a. 179.252 190.789 Liomatic 59.960 53.832 Illiria s.r.l. 40.495 38.351 Gruppo Mabel s.r.l. 39.733 39.344 Daem s.p.a. 21.066 21.636 Sellmat s.r.l. 12.694 13.242

% 09/08 6,8% -6,0% 11,4% 5,6% 1,0% -2,6% -4,1%

Fig. 1

Ebitda/ Mol 2009 46507 37.880 7.214 6.927 6.742 4.421 2.822

Ebitda/ Mol 2008 53833 35.933 6.662 6.911 5.186 4.376 2.881

% 09/08 -13,6% 5,4% 8,3% 0,2% 30,0% 1,0% -2,0%

Utile netto 2009 -880 -9.505 663 1.184 -514 3.579 892

Utile netto 2008 -7.188 -27.131 220 1.866 -1.191 400 866

fonte: bilanci delle società

Nel segmento del caffè un motivo di preoccupazione è oggi il commercio “non ufficiale” delle cialde, un fenomeno che, secondo Carlo Bocchi, responsabile del controllo di gestione di Buonristoro, sta rendendo il mercato non più controllabile. Le aziende di gestione, infatti, danno le macchinette in comodato d’uso. Nel momento in cui le cialde sono comprate dalle aziende da terzi a prezzi inferiori viene meno il core business delle società. Tra le merende vendute, il 7,83% sono prodotti freschi. Uno dei trend emersi con chiarezza negli ultimi anni è infatti la maggiore attenzione al fresco e agli alimenti salutistici. Dai dati di Confida emerge comunque che questa nicchia è stata nel 2009 all’insegna della stabilità, un dato confermato dallo stesso presidente dell’associazione. Pinetti parla di una «timida crescita» e sottolinea come Confida

›«Puntiamo su outdoor intervista

e fresco, con la nostra esperienza» Luciano Iannuzzi, amministratore delegato Argenta Tra ricapitalizzazioni e ristrutturazioni del debito, il 2009 di Argenta, uno dei leader del vending in Italia, è stato tutt’a ltro che tranquillo. Ora, ci dice il suo ad, Luciano Iannuzzi, l’azienda è tornata a occuparsi delle attività “core” e ha cambiato management, per ripartire.

interfacce tramite schermi touch screen.

Food e non food

Altre distinzioni si possono fare sulle dinamiche dei vari segmenti di cui si compone la distribuzione automatica. Il cosiddetto “caldo”, ossia principalmente i caffè (somma delle voci Ocs-Office coffee services, vending free standing e vending table top), ha accusato una discesa del fatturato nel 2009 del 9,25%, mentre il “freddo”, cioè acqua, bibite e succhi di frutta, del 4,29 per cento. In controtendenza sono stati invece gli snack, cresciuti del 3,48%, per un fatturato di 342 milioni di euro. Sono andate meglio, tra gli snack, le monoporzioni dolci e quelle al cioccolato.

Quali sono le tendenze positive che riscontrate in questo momento? L’outdoor e i luoghi di viaggio in generale sono un mercato da esplorare con coraggio. Si tratta di segmenti che richiedono innovazione e fantasia perché si risponde a un pubblico vasto, differenziato e di passaggio. Le esigenze sono molteplici, ma pensiamo che proprio la lunga esperienza maturata da Argenta nel mondo aziendale farà sì che si possa rispondere adeguatamente in termini di servizio e di qualità. Un’altra tendenza sulla quale stiamo puntando e verso la quale abbiamo riscontrato un grande successo presso i consumatori è la gestione del fresco, cioè l’offerta di panini, tramezzini, yogurt, insalate e soprattutto gelati. A questo proposito Argenta ha messo a punto a luglio il progetto “Il Fresco col Sorriso” dove, grazie all’acquisto di automezzi refrigerati e alla creazione di apposite celle frigorifere a temperatura controllata presso le filiali, garantisce un servizio di rifornimento e consegna di prodotti freschi nel pieno rispetto della catena del freddo. Dopo i problemi economici che Argenta ha avuto nel 2009, che segnali ci sono dal 2010? Nel corso dei primi nove mesi del 2010 Argenta, seppur in una condizione di mercato non favo-

revole, ha registrato risultati positivi rispetto al 2009. Siamo soddisfatti del lavoro svolto nell’ultimo anno: abbiamo rivisto il nostro modello di business, concentrandoci sulle attività “core" e intervenendo sulla struttura organizzativa attraverso la centralizzazione e la razionalizzazione di molteplici attività; abbiamo inoltre inserito nuovi manager e talenti nelle aree critiche, vinto nuovi appalti pubblici e acquisito importanti clienti nell’industria, e non da ultimo, abbiamo incrementato gli investimenti per migliorare servizio e qualità ai nostri clienti. Gli elementi per una ripresa positiva sono più che attivi. Che caratteristiche ha il canale dei luoghi di viaggio? Si tratta di un settore di grande interesse e risponde positivamente. Il numero delle installazioni necessarie per dare un dimensionamento economico complessivo richiede tempo e investimenti, che solo grandi gruppi come Argenta possono affrontare con successo. Purtroppo è un settore che, a differenza di altri Paesi in Europa, sconta danneggiamenti e vandalismi che non aiutano le aziende a investire. L’acquisizione da parte vostra di Brekky porterà a uno sviluppo di questa formula? In che termini? L’acquisizione di Brekky, insieme alla consolidata esperienza nel vending di Argenta, permetterà da un lato di estendere la gamma di servizi offerti ai franchisee e, dall’altro, di gettare le basi per futuri negozi monomarca “Bargenta”, da collocarsi nelle principali città italiane.

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analisi mercato

I LUOGHI DI VENDITA

con la collaborazione di Confida il progetto “E vai con la frutta”, che interessa 50 scuodifferenza le di cinque regioni. 2008 2009 09-08 L’associazione di categoria, invece, non Parco macchine 2.280.000 2.254.103 -1,14% produce delle statistiche sul non food, stima consumazioni 6.340.000.000 5.905.580.158 -6,86% composto da merceologie che dovrebbestima fatturato tot. 2714,7 2393,2 -11,84% ro registrare un miglioramento, vista la (milioni di euro) diffusione dei “negozi automatici” negli fonte: Confida ultimi anni. Tuttavia, avverte Pinetti, «come per i prodotti salutistici, non c’è stato un Ripartizioni consumi cambiamento significativo dell’andamento. in termini di fatturato (milioni di euro) Quello del non food, però, a mio parere è differenza 2009 2008 un percorso obbligato per il nostro settore. 09-08 Sono convinto che possa essere alternativo Caldo totale, di cui 1386,2 1257,9 -9,25% rispetto agli altri canali di distribuzione. caldo Ocs 551,2 507,1 -8,01% Oggi non lo è, o lo è in via sperimentale. caldo vending 835 750,1 -10,07% Probabilmente i nostri operatori devono Freddo 378 361,7 -4,29% Snack 330,6 342,1 3,48% fare un passaggio culturale per passare dal food al non food». È più facile muoversi per fonte: Confida chi entra da zero in questo mercato, ossia chi gestisce i negozi automatici. «Su questo punto, però – nota il presidente di Confida – vorrei abbia preparato un capitolato standard per le pubdire che questi shop sono frutto di due diverse bliche amministrazioni che valorizza l’impiego di esperienze: la prima è quella del franchising, poche tali prodotti, attraverso l’attribuzione di 10 punti sui società che mettono a disposizione il pacchetto 100 totali previsti dalla gara tipo. La realtà, infatti, chiavi in mano; la seconda è quella dei “figli della è che la domanda di prodotti ipocalorici di per sé è crisi” che non trovando lavoro aprono un negozio abbastanza limitata, mentre il dinamismo maggiore automatico. La gestione di questo, però, è più su questo fronte viene dagli enti pubblici, quali il complessa di quanto sembri. Perciò noi lavoreremo ministero della Salute, che da ultimo ha promosso

Il mercato del vending in Italia

›«Presto 50 isole per intervista

il non food in stazione» Fioravante Allegrino Amministratore della Fast Service Italia Srl Di sicuro le avrete viste. Le macchinette lungo i binari delle stazioni sono una delle manifestazioni più visibili del vending. A gestirle, con il marchio Self Bar, è la Fast Service Italia srl, società del gruppo Ivs, che ha creato da zero un canale nuovo. Ne abbiamo parlato con il suo fondatore e amministratore, Fioravante Allegrino. Com’è nata l’esperienza di Self Bar? Inizialmente è stata una scommessa e una sfida. Nel 1996 ho cominciato a sensibilizzare le stazioni sulla possibilità dell’ingresso del vending, che allora in Italia era snobbato, mentre in Europa aveva una visibilità importante. Dopo aver spiegato il mio progetto a molte persone, nel 1999 abbiamo installato le prime 20 isole, per un totale di 60 distributori a Roma Termini, per un test di 12 mesi. E come è andata? Abbiamo avuto una grande soddisfazione, capimmo che poteva funzionare già dal mattino presto del primo giorno. Dopo l’esperimento positivo di Roma, comunque, ci volle un altro anno prima che riuscissimo ad aprire nella seconda stazione, Milano Centrale, e due anni per la terza, Bologna. Una volta entrati in queste tutto è stato in discesa, anche se per completare il circuito di Grandi Stazioni, entrando a Firenze, ci sono voluti 11 anni: solo quest’anno ci siamo riusciti, con un allestimento particolare gradito alla Sovrintendenza. Quante sono ora le vostre isole installate? In totale 544 in oltre 200 scali. Nel 2003 abbiamo siglato un accordo con Centostazioni e in due anni

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e mezzo abbiamo installato le isole in 95 sui 103 terminal. Contemporaneamente abbiamo avviato rapporti diretti con Rfi per arrivare in alcune stazioni, da noi selezionate tra le più adatte. Com’è stato il 2010 di Fast Service Italia? Noi abbiamo sofferto più nel 2009, perché c’è stata meno gente che ha viaggiato. Nel 2010 c’è stata una leggerissima ripresa, anche se siamo lontani dai livelli pre-2009. Quanto dureranno le vostre concessioni? Hanno una durata di 9 anni. Quella con Grandi Stazioni è stata rinnovata tre anni fa, quella con Centostazioni quest’anno. Siete interessati ad altri canali oltre a quello delle stazioni? Non come Fast Service Italia. Lo è invece il gruppo di cui fa parte, Ivs Italia. Come Ivs gestiamo già gli aeroporti di Olbia, Fiumicino, con Time Vending, gli uffici di Adr e Alitalia. Abbiamo fatto anche dei test sulle autostrade, ma ci sono state delle difficoltà, per il minore flusso e per la vicinanza dei bar nelle aree di sosta. Avete anche un progetto per il non food? Sì, sono stati definiti gli aspetti contrattuali con Centostazioni, che prevedono di partire in 50 stazioni con dei Self Shop. Saranno posizionati negli atri delle stazioni e nei locali delle biglietterie. Venderanno prodotti utili ai viaggiatori: dall’igiene personale ai piccoli accessori per telefonia e computer, fino ai piccoli giocattoli, molti richiesti dai bambini, che sono dei grandi appassionati dei distributori automatici.

Scuole/università e altre comunità 5%

Enti pubblici 4% Stazioni/metro 1%

Non aperti al pubblico 90%

molto sui negozi automatici, per dare loro una mano e fare in modo che non siano solo esperienze estemporanee».

Il caso Brekky

Intanto, però, il comparto dei negozi automatici ha messo le ali ai piedi. Il caso più significativo riguarda la società Brekky. Da anni tra le più attive nell’installazione di questi shop, agli inizi di novembre è stata acquistata dal Gruppo Argenta (che ha negli stessi giorni comprato anche CoffeeShow.it). «È il sogno di ogni azienda che si realizza – commenta il responsabile area e sviluppo Italia di Brekky, Mauro Frabetti – quello di crescere in modo esponenziale. Noi già nel 2010 abbiamo aumentato del 50% il nostro fatturato, è stato l’anno della svolta. Ma nel 2011, dopo la nostra acquisizione, contiamo di effettuare oltre 200 aperture di negozi, mentre ora ne abbiamo 70, in franchising. Lo sviluppo sarà nelle città, nei paesi, dappertutto. Ci interessa qualsiasi canale». Brekky è solo uno degli operatori che hanno dato il via al franchising di tali negozi. Tra gli altri si segnalano Automatic Free Shop (110 negozi in Italia segnalati sul loro sito), Openshop24, Magex-Point 24h e Prendi e Vai. Il loro sviluppo avrà inoltre una strada meno in salita perché varie leggi regionali, in Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, hanno previsto uno snellimento degli adempimenti burocratici per l’apertura di tali punti, prima assimilati a negozi tout court.

In viaggio

Altro canale in maggiore salute rispetto a quello dei luoghi di lavoro è quello del travel. Il settore si è sviluppato negli ultimi dieci anni grazie all’azione, in particolare, di Fast Service Italia, controllata del gruppo Ivs, ora presente in tutta la rete Grandi Stazioni e in quasi tutta quella di Centostazioni (si veda l’intervista in questa pagina). Oltre ai terminal ferroviari, le macchinette sono anche molto diffuse nelle metropolitane. A breve dovrebbe essere aggiudicata la gara indetta dalla società dei trasporti Atm per le installazioni nella metropolitana milanese, che era in corso al momento della stesura dell’articolo. Il bando prevede l’arrivo di alcune novità in termini di offerta. Gli aeroporti, invece, nonostante iniziative che hanno fatto scalpore come l’installazione del distributore di oro presso l’aeroporto di Orio al Serio, sono, secondo gli operatori interpellati nell’articolo, ancora luoghi in cui lo sviluppo del vending è stato limitato. Eppure gli esempi in aeroporti stranieri, come quelli di Francoforte e Amsterdam Schiphol (si veda la notizia a pagina 54), dove è possibile comprare gadget anche di valore da rivenditori automatici, non mancano. Molto poco esplorati, d’altra parte, sono anche i centri commerciali. Almeno finora, in attesa di qualcuno capace di convincere gli scettici, come avvenuto nelle stazioni dieci anni fa. F. P.


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dossierareediservizio

A cura di Fabrizio Patti

SARNI, bene gli sconti ma attenzione al look

Menu abbondanti ed economici, market con prodotti a prezzi molto competitivi, esterno piacevole. Sono i punti di forza dell’aera di sosta Cavour Est, aperta da un anno. Che però ha un market che ricorda un discount, un numero troppo esiguo di sedute e un’immagine generale da rafforzare

L

’area di sosta di Cavour Est, sulla diramazione A26-A4 Stroppiana-Santhià, è stata costruita ex novo da Sarni nel 2009. Per quanto non sia un’area di punta della catena, che ha creato le sue migliori nuove realizzazioni in Abruzzo e in Puglia, rende l’idea dell’impostazione data alle strutture più recenti. Che, in sintesi brutale, si può definire abbastanza confusa e artigianale, sebbene molto interessante per l’offerta di ristorazione e per i prezzi praticati. Situato in una piazzola che conta un centinaio di posti auto e una trentina di stalli per camion, l’edificio di Cavour Est è ampio e su un piano. La prima impressione è di calore, data dalla facciata gialla con fascia color cotto in basso, che richiama il pavimento esterno. All’effetto contribuiscono le perline in legno poste nella parte inferiore della tettoia. La presenza di vetrate permette che ci sia un’illuminazione in parte naturale e in parte artificiale. Al momento della visita, lo scorso 4 novembre, però, tra la giornata nuvolosa e un guasto che non ha permesso di accendere molte luci, l’ambiente era leggermente buio. All’interno lo spazio è abbastanza arioso, anche perché non è previsto un percorso obbligato e si ha un colpo d’occhio su tutto il locale. I pavimenti sono chiari, non molto caldi ma neutri e capaci di allargare l’ambiente. Le pareti sono su tre lati color bianco-panna e su uno, nei pressi del bancone, rosso fuoco. Gli elementi di arredo sono pochi. Si segnala solo una foto del vicino paese di Santhià, coperta però per buona parte da un espositore di vini. Dopo l’ingresso si trovano, al centro, sette isole poste in diagonale, che contengono, da destra verso sinistra tenendo l’entrata alle spalle, prodotti alimentari salati, dolciumi e giocattoli. Le stesse categorie si ritrovano, in prossimità delle isole, negli scaffali lungo le pareti. Nel market prevalgono i prodotti regionali, soprattutto della Puglia, regione di origine di Sarni, e del Centro-Sud. Si tratta di beni acquistati in stock dalla catena, che grazie alla propria forza contrattuale riesce a limitare i costi e conseguentemente a

proporre prezzi bassi. Tra i prodotti salati si segnalano le paste con formati tipici (orecchiette, trofie etc), le conserve e i vini. Oltre a quelli del CentroSud, ogni area ha dei prodotti locali. Quella di Cavour Est ha, ad esempio, del riso prodotto nella vicina Santhià. Una logica simile si ritrova nei dolciumi, mentre tra i giocattoli, a parte qualche oggetto firmato Disney, la merce è tutta fornita dalla società pugliese Mazzeo. Le referenze hanno il pregio di costare poco e di essere originali. Questo per alcune paste e altri prodotti salati è a nostro giudizio un valore aggiunto. Il contraltare della strategia distributiva è che, almeno per alcune categorie, il cliente percepisca i beni come di sottomarca. La percezione è rafforzata da un’esposizione che richiama per certi versi quella dei discount: molto abbondante ma poco ordinata. Sono poco presenti anche i segnalatori merceologici, che aiuterebbero a orientarsi meglio tra gli scaffali. Sul fronte della somministrazione, il giudizio è ancora una volta articolato. Il cibo, testato sul posto, è di buona qualità. A colpire positivamente, Insegna area di servizio: Nome area di servizio e località:

oltre agli ingredienti, ci sono le porzioni abbondanti e il prezzo relativamente basso, soprattutto nelle combinazioni dei menu. Offerte speciali sono previste per i possessori di una carta fedeltà, in genere autotrasportatori. È abbastanza buono il layout dell’area ristorazione. Sicuramente positivo è il giudizio sul bancone, che ha linee pulite, per quanto non molto originali. Interessante è anche l’idea di tenere a vista l’affettatrice con la quale si tagliano i salumi per i panini e l’area dove si impastano le pizze. Ciò ha lo scopo, ci dicono da Sarni, di trasmettere una percezione di freschezza e genuinità degli alimenti. Considerazioni meno lusinghiere si possono fare sulla comunicazione dei menu, dalla grafica abbastanza artigianale, e sul numero dei posti a sedere: in un’area che, come detto, è piuttosto grande, ci sono solamente quattro tavoli, che ospitano quattro sedute l’uno, e quattro tavolini alti in acciaio per consumare in piedi la colazione o il pranzo. I servizi igienici, infine, sono apparsi in buone condizioni di pulizia. Sono presenti docce, ma non il fasciatoio. •

Sarni Cavour Est, dir. A26-A4, Santhià (Vc)

STRUTTURA

Edificio su un piano, di dimensioni medio-grandi. Facciata calda di colo- re giallo con fascia color cotto in basso. Perline in legno poste nella parte inferiore della tettoia. Effetto complessivo positivo. Presenza di ampie vetrate, anche se a volte coperte dagli scaffali.

MARKET

Dimensione medio-grande, luminosità in parte naturale. Comunicazione insufficiente: pochi i segnalatori merceologici, non troppo curata l'im- magine dei menu. Il fatto che non ci sia un percorso obbligato garanti- sce però un'ariosità maggiore al punto vendita.

DESIGN

Impatto estetico degli elementi di arredo non particolarmente positivo. Non sono previsti posti a sedere e tavolini. Il logo è presente su una facciata esterna ed è richiamato all'interno.

PARCHEGGIO .

Ampio, composto da circa 100 posti auto e 30 per camion.

OFFERTA SERVIZI

Offerta dominata da prodotti regionali, soprattutto del Centro-Sud. Sono presenti anche produzioni locali, come il riso di Santhià. I giocat- toli sono forniti dalla società pugliese Mazzeo. Il vantaggio è l'economi- cità e originalità, lo svantaggio la percezione di qualità non elevata. Non si segnalano servizi aggiuntivi di sorta, anche se delle facilities per i camperisti sono previste e sono peraltro già presenti nella speculare area di Cavour Ovest, ristrutturata quest’anno.

VARIE

Bagni puliti e sobri. Impianto di aerazione presente. La catena non ha radio aziendale (la frequenza era quella, appropriata, di Isoradio) né schermi Lcd che trasmettano news o informazioni sulla viabilità. Accessibilità buona. Presenza delle telecamere visibile ma non invaden- te. Impianto di aerazione presente. Filodiffusione assente. Accessibilità buona. Presenza delle telecamere visibile ma non invadente.

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international Ryanair rompe il tabù: sì ai grandi scali

I prossimi mesi potranno portare sorprese agli amanti dei voli low cost: Ken O’Toole, direttore per lo sviluppo di nuove rotte di Ryanair, infatti, ha annunciato che la compagnia è pronta a «sbar-

care sugli aeroporti principali» di Spagna, Norvegia, Portogallo, Italia, Grecia, Bulgaria, Cipro, Turchia e Tunisia, le destinazioni in cui si estenderà nei prossimi mesi il network del vettore. La condizione, ha proseguito O’Toole, è che «ci siano degli incentivi da parte degli scali che ci possano spingere ad agire in questa direzione». Ryanair, a differenza di easyJet, finora aveva sempre prediletto gli scali secondari, in grado di garantire minori costi e maggiori incentivi.

Lufthansa, un pensierino per Sas

«Sas e Lufthansa sono una coppia perfetta in molti ambiti». Con queste parole il vettore tedesco, per mezzo del suo portavoce, ha confermato l’interesse ad acquistare la compagnia scandinava, partecipata dai governi di Norvegia, Danimarca e Svezia. La Sas, sotto il peso della concorrenza dei vettori low cost, ha chiuso gli ultimi tre trimestri in rosso e ha una forte esposizione debitoria. Lufthansa, intanto, ha mostrato interesse anche per la compagnia polacca Lot.

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duty free world

By Kevin Rozario - London

Crystal ball gazing Guardando nella sfera di cristallo This year has been a year of recovery in travel retail. Talking to exhibitors at this year’s Tax Free World Association’s World Exhibition in Cannes in October, many big names said they had their best show ever! Could that be wishful thinking because 2009 was so dreadful, or is it really the case that the duty free business has turned a corner and is back on an upward trajectory? Generation Research, the Swedish travel retail analyst, gives us some perspective. Its data suggest that this year will close at around the same figure as 2008 when sales reached US$37 billion. That means it will have taken the industry two years to get back to its former position – in effect two wilderness years. Several brands at Cannes reported enviable growth spurts in 2010, in some cases

putting them back on a track to exceed their 2008 numbers within the first 10 months of the year. But before we rejoice in the forward momentum, players must consider that growth in 2011 will be far from even. While emerging markets in Asia, the Middle East and Latin America will lift the global travel retail business out of its rut of the past two years, big engines in this market such as Europe and the US remain fragile. They are mired in economic austerity, high unemployment and rising worker unrest. This does not bode well for travel. Also the latest global air freight data from Iata (to September) has been painting a gloomy picture for some months with negative month-on-month freight tonnage presenting an early warning that the economic picture may not all that rosy. In a guarded assessment in October, Giovanni Bisignani, Iata’s director general and ceo, said: “The freight numbers are worrying. Freight activity has fallen 6% since May’s post-crisis peak. What we see in air cargo markets is inevitably reflected in the broader economy. While September’s passenger growth is reassuring, the accelerating decline of air freight, including in Asia, is an early indicator of some turbulence ahead.” As we open the door to 2011, we can doubtless celebrate the fact that in 2010 travel retail did turn a corner – but it will still be necessary to be very watchful of the economic, currency and travel indicators in 2011 if suppliers and retailers are to navigate successfully a still volatile market.

Quello passato è stato un anno di ripresa per il travel retail. Parlando con gli espositori dell'ultima Tax Free World Association's World Exhibition tenutasi a Cannes nel mese di ottobre, molti grandi nomi hanno detto che è stata la miglior fiera di sempre! Potrebbe essere un pio desiderio, pensando che il 2009 è stato così terribile, o è davvero il caso che il business dei duty free abbia “girato l'angolo” e sia tornato su una traiettoria di crescita? Generation Research, l'analista svedese di travel retail, ci dà qualche prospettiva. I suoi dati suggeriscono che quest'anno si chiuderà circa con le stesse cifre del 2008, quando le vendite hanno raggiunto i 37 miliardi di dollari. Ciò significa che il settore ha impiegato due anni per tornare allo status quo precedente – due anni desolati, effettivamente. Diversi marchi a Cannes hanno riportato scatti crescita invidiabili nel 2010, in alcuni casi rimettendoli in pista per superare i risultati

del 2008, già entro i primi 10 mesi dell'anno. Ma prima di gioire per lo slancio in avanti, i giocatori devono considerare che la crescita nel 2011 sarà tutt'altro che uniforme. Mentre i mercati emergenti in Asia, Medio Oriente e America Latina faranno lievitare il business globale del travel retail fuori dal solco degli ultimi due anni, grandi motori in questo mercato come l'Europa e gli Stati Uniti rimarranno fragili. Essi sono impantanati in austerità economica, alta disoccupazione e agitazioni dei lavoratori in aumento. Questo non fa ben sperare per travel. Anche gli ultimi dati mondiali dalla Iata (a settembre) sul trasporto aereo di merci, hanno dipinto un quadro fosco per alcuni mesi con un tonnellaggio negativo di merci mese su mese, presentando un allarme sul fatto che il quadro economico non possa essere tanto roseo. In una valutazione prudente nel mese di ottobre, Giovanni Bisignani, direttore generale e Ceo della Iata, ha dichiarato: «I numeri del trasporto merci sono preoccupanti. L'attività di trasporto merci è diminuito del 6% dal picco post-crisi di maggio. Quello che vediamo nei mercati del cargo aereo si riflette inevitabilmente sul contesto dell'economia. Mentre la crescita dei passeggeri di settembre è rassicurante, l'accelerazione del declino del trasporto aereo, anche in Asia, è un indicatore precoce di qualche turbolenza in arrivo». Nel momento in cui apriamo le porte al 2011, possiamo senza dubbio festeggiare il fatto che nel 2010 il travel retail ha “girato l'angolo”. Ma sarà comunque necessario essere molto attenti agli andamenti economici, alla valuta e agli indicatori sul travel nel 2011 visto che fornitori e retailer dovranno navigare con successo in mercato ancora volatile.


Nuance al fondo PaI L

e voci correvano da mesi. Il 29 ottobre, alla fine, Stefanel è davvero uscita dai servizi aeroportuali. Il gruppo di abbigliamento veneto ha venduto il 50% di The Nuance Group al fondo di private equity Pai Partners, attivo nel campo del retail, per circa 106 milioni di euro. Nuance gestisce circa 370 negozi in 57 aeroporti di 19 Paesi, per un fatturato consolidato di 1.582 milioni di franchi svizzeri nel 2009, con un margine operativo lordo di 56,5 milioni. Pai, guidato da Raffaele Vitale, controlla il Gruppo Coin, anche se è trapelata la sua volontà di dismettere il suo 69%, valutato intorno al miliardo di euro. Ora Pai e Pam, la società della famiglia Bastianello che detiene la rimanente metà di Nuance, hanno espresso l’intenzione di fare nuove acquisizioni e partecipare al consolidamento in atto nei negozi degli aeroporti. Per Stefanel, invece, si è trattato dell’ultimo tassello del piano di ristrutturazione in atto, che ha previsto anche due aumenti di capitale negli ultimi tre anni e la dismissione della tedesca Halluber.

McDonald’s affida l’Europa a Easterbrook C

ambio al vertice di McDonald’s Europe. Il consiglio di amministrazione centrale della multinazionale dei fast food ha nominato Steve Easterbrook nuovo presidente della divisione europea, al posto di Dennis Hennequinn, passato a dirigere come amministratore delegato il gruppo Accor Hotels. Easterbrook, 43 anni, lavora in McDonald’s da 16 anni e, dopo essere stato in passato a capo della catena nel Regno Unito e poi della divisione Nord Europa, ricopriva i ruoli di vicepresidente e di responsabile del brand a livello globale. Ha battuto nella corsa alla poltrona i candidati Bane Knezevic (cariche di vertice in Germania e divisione Europa Occidentale), Khamzat Khasbulatov (Russia e divisione Europa Orientale) e Jean-Pierre Petit (Francia e divisione Europa Meridionale). McDonald’s, intanto, a ottobre ha registrato un dato di crescita del 6,5% rispetto allo stesso mese del 2009. Nel Vecchio Continente è stata del 5,8 per cento.

La ripresa è targata Starbucks

La chiusura del quarto trimestre dell’anno fiscale 2010 ha visto salire i profitti di Starbucks Coffee dell’86% rispetto allo stesso periodo dell’anno prima, un incremento superiore alle attese degli analisti. I ricavi sono cresciuti di 8 punti percentuali, dei quali 6 si devono all’incremento di traffico e 2 all’aumento dello scontrino medio. In tutto l’anno fiscale le vendite sono salite del 9,5%, a quota 10,7 miliardi di dollari, mentre i profitti sono stati nel complesso pari a 945 milioni di dollari. Sulla scorta di questi risultati, la catena di caffetterie ha annunciato un vasto piano di espansione: nel 2011 saranno aperti, secondo i piani, 400 nuovi locali nel mondo, con Brasile e India a guidare la crescita. Negli Stati Uniti le nuove caffetterie saranno 100. Per l’Europa, secondo i vertici della società, lo sviluppo sarà diverso a seconda dei mercati. Per ora il nome dell’Italia non compare.

A Nizza retail a cinque stelle

Mentre nella vicina Cannes si svolgeva la fiera Tfwa, l’aeroporto di Nizza-Costa Azzurra ha messo in mostra le sue importanti novità commerciali. Nel 2010 23 nuovi negozi sono stati aperti, con un investimento dei concessionari di 7 milioni di euro per i rinnovi e gli upgrade dei punti vendita. Ora gli shop sono 38 tra il T1 e il T2. La serie di aperture, secondo la società di gestione, ha portato a un incremento delle vendite del 10%, nonostante il calo dei passeggeri, soprattutto da Regno Unito e Irlanda. L’intervento ha portato a un ingrandimento del 10% degli spazi commerciali in airside, a discapito del landside. Tra i nuovi negozi nel T2 si segnala uno store multi-brand gestito da Dufry che ospita i marchi Hugo Boss, Guess, Samsonite e Longchamps. La stessa Dufry gestisce anche una boutique di Emporio Armani e presto ne aprirà una di Lancel. Tra i vari nuovi marchi c’è anche Celio, alla sua prima esperienza in uno scalo aeroportuale.

Incheon rilancia: +41% di capacità

È già il terzo aeroporto del mondo per ricavi da duty free e travel retail, ma l’aeroporto Incheon di Seul, Corea del Sud, ha annunciato che entro il 2015 aumenterà la propria capienza del 40,9 per cento. I lavori, che inizieranno nel 2012, incrementeranno la capacità dello scalo di ulteriori 18 milioni di passeggeri, rispetto agli attuali 44 milioni, per

un totale di 62. Anche la portata del cargo salirà di ulteriori 1,3 milioni di tonnellate, arrivando a 5,8 milioni, mentre il numero di voli potenziale rimarrà inalterato a quota 410mila. L’investimento sarà di circa 3,5 miliardi di dollari. Nel 2009 Incheon è risultato il terzo aeroporto del mondo nel travel retail con poco meno di un miliardo di dollari di vendite.

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international Francoforte, il mondo nella food court Wi-fi gratis, siamo a Frisco

Mentre in Italia, malgrado il superamento del “decreto Pisanu”, il wi-fi negli aeroporti rimane a pagamento, all’estero gli scali si stanno muovendo per offrirlo come servizio aggiuntivo gratuito. Ultimo in ordine di tempo è l’aeroporto internazionale di San Francisco, che ha lanciato il wi-fi a costo zero in tutti gli spazi pubblici dell’aerodromo. Ad annunciarlo è stato il sindaco della città californiana, Gavin Newsom.

Super-Ipo per i ristoranti italiani Bravo Brio

Era dal 2007 che una catena di ristoranti non si quotava al Nasdaq. A rompere il digiuno ci ha pensato la compagnia Bravo Brio, con sede in Ohio, che gestisce 47 ristoranti italiani a marchio Bravo Cucina Italiana e 38 a marchio brio Tuscan Grille. In totale hanno generato nel 2009 ricavi per 311,7 milioni di dollari. L’Ipo, ossia il debutto in Borsa, è stato particolarmente positivo, dato che il prezzo per azione è salito del 14% in un giorno, da 14 a 16 dollari.

A Schiphol il vending è di classe

“L’anello mancante tra lo shopping nel mondo reale e quello online”. Così viene definito il nuovo negozio automatico che dal 14 gennaio farà il suo debutto nell’aeroporto di Amsterdam Schiphol. A realizzare il prodotto è la stessa azienda olandese Automated Retail Concepts BV che un anno fa di questi tempi aveva segnato il proprio debutto in ambito aeroportuale presso lo scalo di Francoforte. Il distributore si basa sul concetto di “shopping wall” e fornisce svariati prodotti di pregio, soprattutto di elettronica. Lo shop di Amsterdam è stato realizzato in collaborazione con Schiphol Media e Akg Harman.

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S

i chiama “Around the World” la nuova food court inaugurata da Ssp nell’aeroporto internazionale di Francoforte. Come suggerisce il nome, lo spazio ha una forte connotazione internazionale e si compone di tre parti: il concept sushi “Temaki Bar”, una panetteria della catena tedesca Kamps Backstube (la più diffusa in Germania) e un ristorante free flow. L’ambiente è caratterizzato dall’uso di luci basse soffuse, colori scuri e rilassanti e l’uso di legno, bamboo e mattoni. Alla fine di novembre,

intanto, si è chiusa la gara indetta dallo stesso scalo per la gestione degli spazi per il retail e il food & beverage nell’estensione del molo A del terminal 1. La nuova area, da inaugurare secondo le previsioni nel giugno del 2012, avrà una grande zona commerciale chiamata “Atrium”, che si estenderà su due livelli, ciascuno rivolto sia a passeggeri Schengen che extra Schengen. Avranno entrambi un duty free con walk-through, che saranno gestiti da Gebr Heinemann, e numerosi negozi e punti di ristorazione per i quali era stata indetta la gara.

Everything’s $10 alle costole di Bijoux Terner

Dopo essere stato acquistato dal fondo di private equity di New York, Alumni Capital Network (Acn), il marchio Everything’s 10 $ sta preparando un deciso piano di espansione in nuovi mercati a livello globale, come a novembre ha comunicato una nota della società. I negozi di Everything’s 10$ sono molto presenti negli aeroporti statunitensi, quali quelli di New York Jfk, Los Angeles, Miami International, Dallas, Houston, Pittsburgh e Las Vegas. Da poco c’è stata l’apertura anche ad Atlanta. Il brand nel canale aeroportuale è in diretta concorrenza con la catena Bijoux Terner, vendendo molti accessori , dagli orologi alle borsette, dai foulard di seta ai portafogli, per lo più rivolti a un target femminile. Fuori dal canale aeroportuale la presenza del brand estesissima, dato che si contano 3.000 punti vendita in 15 nazioni, in canali quali i casino, le crociere, i musei, gli hotel e altre destinazioni turistiche.

Fab, il meglio del food aeroportuale è a Manchester

Dal 23 al 25 gennaio 2011 si terrà a Manchester la prima Airport Food & Beverage (Fab) Conference and Awards, organizzata dalla rivista The Moodie Report e ospitata nell’aeroporto della città inglese. L’evento promette di richiamare la “crème de la crème” tra i manager delle aziende di ristorazione aeroportuale, i quali rappresenteranno una “potente ed eterogenea” schiera di relatori. Tra gli sponsor ci sono HMSHost, che offrirà il cocktail di benvenuto, e Ssp, che si farà carico della cena di gala, nel corso della quale saranno assegnati gli Airport Fab Awards. Il programma e i costi (che per chi si iscrive ora sono di 799 sterline più iva al 17,5%) si trovano sul sito www.kingley.co.uk/FAB .

Completato a Zagabria super centro da 350 milioni

Si chiama Arena Center ed è il nuovo centro commerciale di Zagabria, appena completato dallo sviluppatore TriGranit, che ha investito 250 dei ben 350 milioni di euro necessari per la sua realizzazione. Il 95% dei 60mila metri quadrati di superficie affittabile lorda sono stati commercializzati. Circa un quinto dei 200 retailer presenti sono alla loro prima esperienza nel mercato croato. Non siamo però che alla prima fase del progetto curato da TriGranit che nel complesso vedrà un investimento di un miliardo di euro. La seconda vedrà la realizzazione di un impianto sportivo e l’allargamento del centro commerciale. La terza la costruzione di uno spazio per uffici e residenze da 400mila metri quadrati. Nella quarta e ultima, infine, è prevista l’edificazione di un centro congressi.

Apre il mall di tutte le Russie

Viene inaugurato a dicembre, a Mosca, il Mall of Russia. Il nome è pretenzioso ma legittimo, date le dimensioni impressionanti: si estenderà su sei livelli per un totale di 101mila metri quadrati di superficie lorda affittabile e 400 negozi. Avrà una fashion gallery, un supermercato gestito da X5 Retail Group, aree divertimenti per bambini e adulti, servizi vari e una food court di circa 50 tra bar e ristoranti. Sviluppato Adi Developments con il supporto di Cushman&Wakefield, ha due ingressi diretti alle stazioni della metropolitana e fa parte del grande complesso Moscow International Business Center Moscow-City.

Un nuovo terminal internazionale per Tokyo Haneda

L’aeroporto Haneda di Tokyo ha “mosso guerra” al vicino scalo di Narita per accaparrarsi il traffico internazionale. Lo scorso 21 ottobre è stato infatti inaugurato il nuovo terminal internazionale più una pista da 2.500 metri. Ospita per ora 17 rotte internazionali per 40 slot al giorno, ma entro il 2013 punta a toccare i 90mila slot occupati all’anno. Tra le destinazioni ci sono Bangkok, Pechino, Honolulu, Londra, Los Angeles, Parigi, New York e Singapore. Si estende per 159mila metri quadrati su cinque piani e offre 3.900 mq di spazi commerciali, pari a 21 tra duty free e altre boutique. I quattro dei maggiori azionisti della società di gestione Tiat hanno le concessioni per il retail nel nuovo terminal. Rispetto allo scalo di Tokyo Narita, quello di Haneda ha il vantaggio di essere distante solo 20 chilometri dalla capitale nipponica, contro i 66 di Narita.


è il momento dei progetti per il 2011...

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retail&food


Intervista

Ingram, sempre più travel

I

ngram è uno dei marchi storici della camiceria maschile italiani. Creato nel 1949 dall’avvocato Fabio Inghirami, è stato costantemente al centro dello sviluppo del gruppo industriale Inghirami Company, che nel corso degli anni si è strutturato operativamente in Italia e all’estero nelle filiere di tessile, abbigliamento ed energia rinnovabile. Il gruppo opera nel sistema internazionale della moda, offrendo abbigliamento, camiceria, accessori e complemento moda attraverso sette marchi connotati ognuno di propria identità e target (Fabio Inghirami, Ingram, Reporter, Peter&Sons, San Remo, Pancaldi & B, Azzurra). Ad Ingram, il marchio che ha interpretato con successo per oltre sessant’anni le innovazioni del mercato dell’abbigliamento, nel 2002 Inghirami Company ha affidato il compito di sondare le possibilità di nuovo sviluppo delle vendite e di promozione dei brand nel segmento Travel Retail. Ci dice il dottor Giovanni Inghirami, presidente del gruppo: «Come Inghirami Company abbiamo aperto i due primi punti vendita con il marchio Ingram all’interno di strutture di viaggio privilegiando il flusso internazionale di passeggeri nell’area partenze air side degli aeroporti milanesi di Linate e di

Malpensa Terminal 1. Nei due anni successivi, sempre in area partenza air side, abbiamo aperto i negozi Ingram anche negli aeroporti Guglielmo Marconi di Bologna e Caselle di Torino». Quale la logica sottostante alla scelta di un unico marchio e di un prodotto basic? La tipologia di vendita parte da una base uguale per tutti. Due sono i fattori determinanti per la definizione della merce offerta: il target di riferimento ed i metri quadri della struttura. è importante nella nostra esperienza offrire prodotti che possano essere easy e, allo stesso tempo, consentano una immediata identificazione del marchio da parte del consumatore, che di conseguenza ha la certezza di acquistare un prodotto caratterizzato dal know how italiano e garantito in tutte le sue fasi di lavorazione da un primario gruppo tessile-abbigliamento. Le dimensioni del negozio ideali sono di dimensione limitata Parliamo allora di spazio e di prodotti offerti. I punti vendita nel nostro concept devono insistere prevalentemente su un modulo spaziale di circa 25 metri quadri e il perimetro essere segnato in prevalenza da pareti di vetro. L’offerta merceologica è composta da camicie per uomo sia della collezione stagionale sia della collezione Cottonstir. Le camicie Cottonstir incontrano particolare consenso da parte dei consumatori/viaggiatori in quanto si tratta di capi ecocompatibili, realizzati in puro cotone makò trattato con un finissaggio speciale e confezionate con particolari accorgimenti che assicurano per l’intero ciclo di vita dell’indumento le prestazioni dei tessuti no stiro, ovvero immediata indossabilità dopo lavaggio e asciugatura con conseguente risparmio di tempo ed energia, nel rispetto dell’ambiente. L’offerta del negozio è esclusivamente incentrata sulle camicie? Ovviamente no; completano l’offerta al servizio del viaggiatore gli accessori, pochettes, gemelli, cravatte, sciarpe, pashmine, maglieria e underwear. Inoltre i punti vendita di dimensioni maggiori – circa 50/60 metri quadri – propongono oltre alle collezioni di camiceria anche giacche e pantaloni, selezionati con particolare attenzione a performances, requisiti easy care ecc. Inoltre offrono con successo le collezioni Ingram di camiceria femminile. Dal 2002 il travel retail ha sperimentato una significativa evoluzione per quanto attiene modalità operative e diffusione; qual è la sua visione al riguardo? Nello specifico operativo, al momento stiamo valutando alcune proposte ricevute: una di particolare interesse in Italia e altre che riguardano aeroporti internazionali. In termini di metodo la pianificazione dell’apertura di punti vendita all’interno di infrastrutture di viaggio – nel nostro caso l’interesse prevalente è per gli aeroporti – prevede un'analisi approfondita, una valutazione e una proiezione decisamente differente da quelle richieste per strutture commerciali tradizionali. E il futuro? Nel particolare contesto socio-economico che stiamo attraversando – in cui le situazioni si evolvono continuamente in tempi sempre più ridotti - è estremamente difficile mettere a punto una strategia a lungo termine; l’attenzione va sempre tenuta sui segnali emergenti dell’innovazione nell’insieme delle attività, per combinare in modo efficace le nuove opportunità offerte dal cambiamento. G. E.

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Continua l'ascesa del format di Farinetti

Eataly sbarca al porto di Genova L

’ipotesi di lavoro per l’inaugurazione di Eataly a Genova è al momento domenica 24 aprile 2011, giorno di Pasqua, nel bel mezzo della 10a edizione di Euroflora. Si tratterà dell’ottavo centro enogastronomico creato dalla società diretta da Oscar Farinetti a partire dal gennaio 2007: la prima apertura è stata a Torino in corso Nizza, di fronte alla Galleria 8 del Lingotto. Ad essa hanno fatto seguito nel 2008 Milano (da marzo in piazza 5 Giornate nel basement del grande magazzino Coin) e Tokyo, da agosto nel “quartiere da passeggio” Daikanyama. Nel 2009, a gennaio l’insegna Eataly si è accesa a Bologna nella medievale via Orefici mentre a dicembre, in collaborazione con Tuit, ha fatto riaprire ad Asti lo spazio di un ristorante della

tradizione. L’agosto 2010 ha registrato a distanza di pochi giorni due aperture: lunedì 23 a Pinerolo negli edifici della storica cascina La Losa e il 31 a New York nel Toy Building, di fronte a FlatIron, all’incrocio tra 5th Av. e 23rd Str. Il luogo prescelto è la palazzina Millo, costruita nel 1876 e situata nel cuore del Porto Antico, l’area ristrutturata secondo il progetto di Renzo Piano per ospitare nel 1992 celebrazioni Colombiane ed Expo di Genova. La scelta arriva dopo un andirivieni durato almeno tre anni, con ipotesi di inserire la struttura nel waterfront genovese, via via alla Stazione Marittima, nei Silos delle granaglie dimesso da lungo

tempo,all’ex Mercato Coperto di via Ponte Reale, ai Magazzini del Cotone, nell’obsoleto Mercato del Pesce, a piazzale Kennedy - accanto alla rotonda in cui convergono i flussi di traffico da Levante, da Brignole e dalla Sopraelevata. Il restyling programmato sarà profondo e prevede un investimento di oltre 165 milioni di euro più Iva. Non è soltanto un intervento di manutenzione ordinaria: infatti Eataly andrà a collocarsi al terzo ed ultimo piano della palazzina, su una superficie di 1.700 mq che sarà completamente trasformata rispetto al precedente layout dei due ristoranti che hanno chiuso da tempo a causa dei ricavi ridotti rispetto ai costi di locazione e conduzione. «Sarà un grande open space, spariranno tutte le divisioni tranne per i

servizi e la zona cottura» annunciano dallo studio d’architettura incaricato della progettazione architettonica e strutturale. Secondo il Farinetti-pensiero i prerequisiti necessari per insediare con successo Eataly nel mondo sono l'ampia disponibilità di parcheggio e l'accesso diretto a livello stradale. Al Porto Antico i parcheggi ci sono in abbondanza da ormai vent’anni e servono sia le attrazioni turistiche (Acquario, Museo del Mare, Galeone, sommergibile Nazario Sauro, Bigo, Biosfera, Museo Luzzati) sia il Centro Congressi ai Magazzini del Cotone sia le banchine d’attracco per le imbarcazioni da diporto. La collocazione al terzo piano si con-

ferma un limite che, secondo un’opinione corrente in città, avrebbe fatto naufragare le passate gestioni. Per superare le perplessità di Farinetti è sceso in campo anche l’Architetto per antonomasia a Genova, Renzo Piano - che «nell’area del Porto antico ha l’ultima parola» - proponendo di sostituire l’attuale ascensore panoramico, ampiamente ammortizzato e ormai obsoleto, con due apparecchi gemelli di nuova generazione. L'archistar ha suggerito anche di anteporre ai due accessi per la salita un dehor di 80 mq (in metallo e cristallo antiurto) che affacci un bar sul piazzale pedonalizzato, spazio organico del centro enogastronomico ed invito

a entrare per clienti e avventori. Al terzo piano sono previsti anche spazi aperti verso mare mentre il restante perimetro sarà chiuso con ampie vetrate apribili nella bella stagione. In realtà le difficoltà da superare sono state anche altre. In Liguria la normativa sul commercio non prevede una struttura con le caratteristiche del progetto di Farinetti; di qui allora il lungo lavorio tecnico tra le amministrazioni competenti per arrivare lo scorso settembre alla necessaria modifica del Testo Unico del Commercio. I mugugni nell’opposizione non sono mancati ma alle interpellanze hanno risposto il numero dei nuovi posti di lavoro «una cinquantina» e dei clienti previsti «oltre 200.000 l’anno in gran parte da fuori città». Ufficializza il valore dell’operazione Claudio Burlando, presidente della Regione confermato lo scorso aprile, che afferma «si tratta di una nuova concezione d’offerta, che permette l’incontro tra consumo tradizionale, educazione alimentare, attività artigianali e divulga la cultura enogastronomica locale; un'importante occasione di attrazione e promozione per Genova e la Liguria». A testimonianza che il progetto è ormai salpato fa mostra di sé il primo nucleo del cantiere destinato alla installazione del secondo ascensore. Gennaro Esposito

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Alitalia a braccetto di Deutsche Bahn

All’estero è già una realtà, ma l’intesa potrebbe estendersi anche all’Italia. È operativo da poche settimane l’accordo tra Alitalia e la compagnia austro-tedesca Deutsche Bahn per il viaggio combinato “aereo più treno”. «Abbiamo aderito all’offerta Rail and Fly di Deutsche Bahn – ha spiegato sulle pagine del Sole 24 Ore Rocco Sabelli, amministratore delegato di Alitalia –. Se un passeggero dall’Italia, ad

esempio da Linate, vola in Germania in scali con l’alta velocità come Francoforte e Monaco, può aggiungere al biglietto Alitalia un coupon per il treno su tutta la tratta tedesca, con un risparmio fino al 30% del biglietto ferroviario». Al momento le prospettive per un accordo del genere nel nostro Paese con Fs non sono delle più rosee, anche se le possibilità ci sono: «Stiamo discutendo in altri paesi, come in Belgio, vorremmo fare accordi anche in Italia».

GRANDI STAZIONI, nuovi negozi sotto l’albero

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ilano Centrale, Torino Porta Nuova e Napoli Centrale rappresentano dei progetti in pieno sviluppo per Grandi Stazioni, dopo che proprio nel terminal meneghino è stata festeggiata l’inaugurazione della galleria commerciale lo scorso 30 novembre. Superata la lunga fase di attesa, dunque, arrivano i risultati di un meticoloso lavoro di selezione dei marchi per completare le gallerie dei negozi. Oltre a questa attività è stato necessario, in primo luogo, scardinare il luogo comune di stazione come area insicura per dettaglianti e viaggiatori. Su questo punto in particolare il risultato ottenuto è stato giudicato positivamente dai retailer. Nonostante una parte considerevole della galleria sia già ricca di negozi, il calendario delle inaugurazioni non può dirsi concluso. Anzi, ora che il circolo virtuoso è stato finalmente innescato, molti brand stanno procedendo ad allestire le unità retail ancora vuote. Nel capoluogo lombardo a inizio novembre si segnalano l'apertura del primo monobrand Sloggi, avvenuta il 3 novembre, portando il totale dei punti vendita operativi a quota 52, e di due pop-up store di 24 mq a insegna Mango. I due punti, che resteranno aperti per sei mesi, ospitano rispettivamente la collezione donna e la linea Mango Touch, che si compone principalmente di accessori. Successivamente, entro la fine dell’anno, sono previste 13 aperture, tra cui la principale è la Libreria Feltrinelli. Si annoverano inoltre due locali con fronte binari, a marchio Geox e Swarovski col nuovo format Crystal Forest, un shop di vendita di preziosi a insegna Pietre delle meraviglie, due punti per i cambi, un negozio di telefonia Wind (il primo monobrand Wind nel canale delle stazioni) e tre servizi di ristorazione: al piano ferro

Centostazioni fa leva sull’esperienza di acquisto

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na pausa per il relax e il benessere, oltre ovviamente allo shopping: sul concetto di customer experience punta Centostazioni con i nuovi negozi in apertura. La pipeline prevede nell’immediato una profumeria e un centro benessere nella stazione di Napoli Mergellina e due nuovi temporary store a marchio Bottega Verde nei terminal di Trieste e Udine. Si segnala, inoltre, la riapertura del bar nel terminal di Messina, in forza al marchio Chef Express del gruppo Cremonini. Le Parfum de Brigitte offrirà ai clienti della stazione di Napoli Mergellina una scelta di prodotti di profumeria e servizi per il benessere in uno spazio di 140 metri quadrati, distribuiti su due piani. Il marchio di cosmesi invece, presente con circa 320 negozi sul mercato nazionale e con 80 punti vendita all’estero, proporrà all’interno delle stazioni rinnovate prodotti erboristici e cosmetici a base di principi attivi naturali. Le referenze si potranno testare. Ma l’esperienza di acquisto non si ferma a queste due iniziative. Nel mese di novembre, presso Milano Porta Garibaldi, ha avuto luogo la promozione dell’Amaro Braulio, prodotto della tradizione valtellinese. All’interno dello scalo l’ambient proposto con una caratteristica installazione di botti in legno ha creato un percorso guidato per far conoscere ai viaggiatori il noto liquore, creato a Bormio nell’800.

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il Gran Bar-Pasticceria-Panineria di Sarf, all’ammezzato il Mokà di Cremonini e ancora un Panino giusto. L’elenco si completa con Venchi, Zeta e un’altra edicola Hudson News. Spostandoci in Piemonte, a Torino Porta Nuova ha aperto al pubblico la libreria Feltrinelli in data 28/10 su circa 1.300 mq, mentre il 20 ottobre è stato inaugurato un punto ad insegna Triumph. Il numero dei negozi è salito così a 35. Per novembre-dicembre sono previsti in apertura ulteriori 6 shop, tra cui uno di oggettistica ad insegna Pylones, uno di ristorazione di Sosushi, una cioccolateria Venchi e un punto di telefonia Tim. L’ultima stazione per stato di avanzamento aperture è Napoli Centrale. Nel terminal campano è stato inaugurato un servizio bar al piano sotterraneo portando il numero dei locali a 27 ed entro dicembre sono previsti ulteriori 11 opening. Tra questi si segnalano un negozio di make-up a marchio L’Occitane, un punto di elettronica Medi Max, un negozio della catena Footlocker e uno di Segue… •


­­­Retail Station

Arenaways Doveva partire a fine settembre ma, dopo una serie di rinvii, il primo servizio di trasporto passeggeri su rotaia in Italia gestito da un operatore privato ha finalmente lasciato la stazione. Dallo scorso 15 novembre la tratta Torino - Milano è servita anche da Arenaways, che non ha potuto, almeno in partenza, effettuare le previste tappe intermedie in seguito a un “diktat” della Regione Piemonte, la quale specifica che non vuole si generi «interferenza alcuna con i servizi per i quali è previsto un contributo pubblico». La mancanza di un libero mercato, quindi, è stato tra i temi più incisivi proposto alla stampa da Giuseppe Arena nella conferenza di inaugurazione, che si è tenuta on board a Milano Porta Garibaldi. Tra i vari dati sensibili: il costo del biglietto a 17 euro (di seconda classe). Oltre alla competitività del ticket, che si dimostra più caro di un tradizionale regionale ed IC ma decisamente più economico del Frecciabianca e del Frecciarossa proposti da Trenitalia, di particolare rilevanza sono i servizi erogati a bordo, tra i quali spiccano quelli di ristorazione. Di questi abbiamo parlato assieme a Patrizia De Bernardi, responsabile organizzazione servizi di Arenaways. Il viaggiatore dove può trovare i vostri servizi a bordo? La Carrozza Unica è il fulcro di quasi tutti i servizi resi disponibili al viaggiatore. Dalla biglietteria automatica, che non prevede maggiorazione, alla ristorazione. Come si articola l’offerta food? Vi sono diverse tipologie di servizio: il consumo al bar o al tavolino, quello da asporto e la vendita di prodotti freschi con prezzi paragonabili al negozio al dettaglio. Il cibo si può quindi mangiare sul treno o portare via. Per farlo è sufficiente aprire il frigorifero sulla Carrozza Unica e scegliere le portate che si vogliono portare a casa. A quel punto l’addetto al bancone fornisce al cliente un sacchetto con tovaglietta rigida, posate ed eventualmente il bicchiere.

Quindi il viaggiatore può fare anche la “spesa”? Vengono venduti alimenti come il pane, il latte, la pizza, la focaccia, dei panini ma anche delle zuppe. Nella Carrozza Unica, o quando passa il carrello, è possibile farsi consegnare la lista della spesa, che deve essere compilata. Poi si paga e si scrivono i dati personali e dell’orario del treno con cui si ritorna nella giornata. A quel punto facciamo trovare la spesa direttamente in stazione. Quale tipologia di prodotti commercializzate? Il cibo non viene cucinato e non vi sono surgelati. Proponiamo prodotti freschi, senza conservanti, che hanno una durabilità di 5 giorni. La nostra offerta segue le stagionalità, i menù vengono rinnovati spesso e le ricette sono legate al territorio. Esiste il classico carrello? Certamente sì. Abbiamo una persona per ogni treno addetta a questa funzione. Anche nel carrello cerchiamo di garantire un’offerta partico-

lare e locale. Inoltre sono disponibili caffè, bevande e snack. Chi gestisce la ristorazione? La gestione è affidata a una ditta di Torino, chiamata Acl Service, che ha il suo personale a bordo nella Carrozza Unica. Sotto questa società operano il distributore Sellfood e i negozi con i marchi Baguette Café, Orto Baguette e Dolce Baguette che provvedono a selezionare i loro fornitori e quindi i prodotti. Come mai la scelta è caduta su Acl Service? Perché vanta un’esperienza sui treni, organizza il servizio di accoglienza degli Autozug, e perché lavora con Arena da quando si organizzavano i treni a livello turistico.

A fronte di tutti questi servizi, a quanto ammonta l’investimento sulla ristorazione? In un anno a circa 150mila euro. E quali sono i vostri obiettivi? Non abbiamo obiettivi precisi al momento. Il bacino di pendolari a cui ci rivolgiamo è composto di 22mila persone. Siamo sicuri che con un servizio di qualità potremo fare bene. Farete anche delle promozioni legate al food? Sì, ci saranno degli eventi on board legati alla vendita dei prodotti. Quali sono le altre facilities sulle carrozze? Il wi-fi, che è gratuito, le prese elettriche, i servizi per i disabili, un sistema di incellofanatura degli ombrelli e di pulizia delle scarpe. Inoltre da dicembre sarà avviato un servizio lavanderia, che funzionerà Andrea Penazzi come quello della spesa.

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Tirrenia, al via la nuova fase

Finalmente la telenovela Tirrenia sembra portare dalle parole, troppe, a qualche fatto. La nuova fase della privatizzazione ha visto l’invito da parte del commissario straordinario Giancarlo D’Andrea a proseguire la corsa. Sono 16 i soggetti in gara, dai 21 iniziali, ai quali sono stati riconosciuti i requisiti necessari. «In questo momento – precisa D’Andrea in una nota – è stata avviata la fase di due diligence che prelude alla presentazione delle offerte vere e proprie. A breve seguiranno anche le lettere di procedura per il ramo d’azienda Siremar». Per la controllata siciliana, definita talvolta un colabrodo nei mesi scorsi, le manifestazioni di interesse sono cinque. Intanto, tra i candidati ad acquisire il pacchetto Tirrenia si distingue la proposta che vede uniti gli armatori napoletani Gianluigi Aponte, Vincenzo Onorato ed Emanuele Grimaldi. I tre imprenditori, storicamente nemici, si sono dichiari pronti a rilevare Tirrenia, ma non Siremar, garantendo contratti e occupazione. Aspetti, quest’ultimi, che vedono fortemente impegnati i sindacati.

Starbucks sale a bordo

Che la bevanda nera non sia un’esclusiva per i lavoratori che si concedono una pausa, ma al contrario sia apprezzata anche nel pieno relax, lo sanno bene quelli di Starbucks. Alla ricerca di location sempre più attrattive, la nota catena di caffé è salita a bordo della Allure of The Seas di Royal Caribbean International, aprendo il primo punto vendita su una nave da crociera. «Cerchiamo sempre modi e location esclusive per stupire i nostri clienti con la nota Sturbucks Experience – ha dichiarato Chris Carr, senior vice-presidente e direttore generale della Starbucks Licensed Stores –. Starbucks a bordo di Allure of The Seas rappresenta un altro luogo dove i nostri clienti desiderano e si aspettano di trovarci». Il locale resterà aperto tutti i giorni, dalle 7 del mattino alle 11 di sera, offrendo la linea completa di prodotti appena preparati con prezzi “a la carte”.

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Terminal Trieste, il rilancio tocca ai privati

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opo una lunga fase di crisi, con il settore crocieristico in segno negativo da almeno due anni, sul porto di Trieste si affacciano prospettive di ripresa. La situazione si è sbloccata definitivamente lo scorso 11 di novembre quando l’Autorità Portuale ha aperto la busta e dichiarato il vincitore della gara per la privatizzazione del 60% di Trieste Terminal Passeggeri. La maggioranza della società, prima controllata dall’Au-

Grazie a questa acquisizione per la città giuliana si schiudono nuove possibilità di sviluppo sul fronte marittimo e, in particolare, su quello crocieristico. In questo comparto, sino ad ora limitato dalla presenza ingombrante di Venezia, Costa potrebbe avere un forte ruolo propulsivo. Complessivamente le potenzialità di intervento per la cordata sono molteplici: attraverso una concessione venticinquennale, a decorrere dal primo gennaio 2008,

thority, è stata acquistata per 4,2 milioni di euro da una cordata che vede protagonisti Unicredit, Costa Crociere, Generali e due società minori come Giuliana Bunkeraggi e Reguardia. La gara era stata indetta la scorsa estate con una base d’asta fissata in 3,9 milioni di euro. L’esito della stessa era parso scontato dal momento che la Newco guidata dall’istituto di credito era rimasta l’unica pretendente dopo la rinuncia, all’ultimo momento, del cartello composto da Venezia Terminal Passeggeri e Aeroporto di Ronchi Legionari.

Trieste Terminal Passeggeri gestisce il Terminal Crociere localizzato sul Molo Bersaglieri, il Terminal Passeggeri al Molo IV, il Terminal Traghetti Ormeggio 57 in Porto Nuovo e l’Ormeggio 22 in Porto Vecchio. Inoltre la società ha in concessione parte delle Rive, che costituiscono il principale waterfront di Trieste. Nel frattempo, in base alle indiscrezioni emerse ancora prima dell’apertura delle buste, il piano industriale della maxi cordata prevede un progetto da 200mila passeggeri all’anno, il doppio di quanti se ne contavano nelle stagioni migliori. •

BRINDISI: no al molo crociere

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alvo smentita dal Tar di Lecce, è destinato a rimanere sulla carta il progetto per far attraccare a Brindisi le navi da crociera. A dichiarare lo stop alla realizzazione del molo crociere alla diga di Punta Riso è stata la Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici. In particolare il sovrintendente Ruggero Martines ha disposto un decreto di prescrizioni per l’isola di Sant’Andrea, per cui la zona non è praticabile. L’iniziativa era stata voluta dall’Autorità Portuale di Brindisi, che aveva previsto l’uso delle diga, la più lunga d’Europa grazie ai suoi 3 km, per fare attraccare sino a quattro navi contemporaneamente. I giganti dei mari, date le loro dimensioni, non possono approdare da altre parti nel porto. Il progetto del molo si sarebbe dovuto integrare con quello più ampio che vede la realizzazione di un collegamento viario con l’aeroporto di Papola Casale e con la Strada Statale Lecce – Bari. Se il giudice amministrativo non darà ragione all’autorità portuale, che ha già fatto ricorso, si può dire addio alle sinergie tra i vari luoghi del travel e a nuovi insediamenti retail. •


VENEZIA, superati i 2milioni di passeggeri

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resce il turismo nella città lagunare e aumentano i viaggiatori che arrivano via mare, soprattutto quelli sulle navi da crociera. Ecco i motivi che hanno portato il Venezia Terminal Passeggeri a infrangere la quota record di 2 milioni di passeggeri nel 2010, con una previsione di 1.427 toccate, 355.969 passeggeri traghetti, 100.351 passeggeri aliscafi e ben 1.611.784 crocieristi. «Quest’anno abbiamo superato un traguardo che fino a pochi anni fa sembrava impensabile – ha dichiarato il presidente della Venezia Terminal Passeggeri, Sandro Trevisanato, in occasione della cerimonia di premiazione

per il viaggiatore numero due milioni –. Aver valicato la soglia dei due milioni complessivi di passeggeri nel 2010 è la conferma che si è operato nella direzione giusta. La leadership del terminal veneziano è un dato ormai acquisito ed è un fattore rilevante per l’economia non solo del territorio lagunare ma dell’interno Nord-Est». Secondo le stime di Gp Wild, questo risultato ha portato lo scalo delle Serenissima a posizionarsi al primo posto insieme a Barcellona tra gli homeport del Mediterraneo e alla posizione numero 11 nella classifica internazionale dei porti crocieristici. •

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La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

FS-Ntv, tra i litiganti i francesi godono

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a guerra è iniziata. E si preannuncia uno scontro feroce. Se il buongiorno si vede dal mattino, allora tra Frecciarossa e Italo, il nuovo treno veloce che debutterà sulla Tav il prossimo anno, sarà una battaglia continua a suon di reciproche accuse. Italo non ancora fatto nemmeno un chilometro su rotaia, ma tra Trenitalia e Ntv, la società che gestirà il nuovo servizio, è già un continuo e aspro battibecco. A dar retta ai proverbi, tra i due litiganti, il terzo gode. Quindi nella guerra tra Luca Cordero di Montezemolo-Diego Della Valle (i due patron di Ntv) e Mario Moretti, l’ex sindacalista numero uno delle Ferrovie, il vincitore dovrebbe essere, in teoria, il viaggiatore. La concorrenza è l’ingrediente indispensabile del mercato, sostengono i più convinti profeti del liberismo economico. Ma che la concorrenza farà bene al sistema Paese e ai clienti demoralizzati da decenni di ritardi e disservizi? E’ tutto da dimostrare ancora. E a voler essere pignoli, già sulla carta, qualche dubbio si insinua. Ntv è una società nuova, non ha una storia alle spalle: dietro ci sono imprenditori di successo, famosi al grande pubblico, ma anche senza alcuna esperienza nel settore ferroviario, con curricula molto eterogenei (Della Valle è uno dei re incontrastati della moda e dal lusso, Montezemolo viene dallo sport e

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dall’industria automobilistica). Che siano in grado di replicare il successo avuto con le rispettive aziende anche su rotaia, solo il tempo potrà dirlo. Trenitalia, pur avendo decenni di storia ferroviaria alle spalle, ha un lungo cahier de doleance: il Frecciarossa garantisce un servizio accettabile, ma a scapito del resto della rete. Con in più la sensazione di strapagare un servizio non così efficiente o di alto livello come ci si aspetterebbe e già in deterioramento rispetto al debutto (treni ormai vecchiotti, spazzi angusti in seconda classe, bagni spesso impresentabili, nelle ore di punta gente in piedi o accampata nei corridoi e nei disimpegni). Qualcosa dovrebbe cambiare con l’arrivo dei nuovi treni Bombardier-Ansaldo Breda, ma Trenitalia pagherà sempre lo scotto del carrozzone pubblico dove dilagano inefficienze e una qualità dei servizi generalmente inadeguata. A ben vedere a Trenitalia non mancano concorrenti: sull’Alta Velocità c’è già Alitalia di fatto. L’offerta di collegamenti tra Roma e Milano e sull’asse Torino-Napoli è già oggi sovrabbondante. Italo potrà influire su prezzi e orari, attirando clientela prima appannaggio di Trenitalia. I veri nodi dell’Italia sono gli spostamenti dei pendolari e la

lunga percorrenza per collegare il Nord e il Sud, dove invece dall’arrivo del Frecciarossa i prezzi sono aumentati e i collegamenti peggiorati. Da questo punto di vista, invece, la vera novità destinata a rivoluzionare il trasporto ferroviario è lo sbarco, un po’ in sordina, di ArenaWays. Dall’idea di un piccolo imprenditore, Giuseppe Arena: la prima compagnia ferroviaria privata italiana: ma niente Freccerosse, Itali o Tav. Più modesti convogli che collegano Milano e Torino, toccando le città di provincia. Un treno per pendolari, i milioni di persone che ogni mattina si spostano per lavoro: non è roba da prima copertine dei giornali o interviste con foto in posa su riviste patinate, né da convogli che vanno a 300 km all’ora. Eppure è quello locale il trasporto che in Italia assomiglia sempre più al Terzo Mondo e che ha bisogno di investimenti. Comunque, al di là delle continue accuse reciproche, il timore è che si tratti solo di schermaglie. Come accaduto nelle tlc, alla fine il vero rischio nella concorrenza è che invece prevalga il cartello. O

l’oligopolio: perché farsi la guerra, quando ti puoi spartire una ricca torta? Magari non sarà così, ma un altro rischio si profila all’orizzonte, date le premesse: di ogni disservizio che succederà Ntv attribuirà la colpa a Trenitalia e viceversa (già ora è successo con le prove tecniche dei convogli). Insomma, lo scaricabarile è dietro l’angolo. Ma nello scontro Ntv-Trenitalia l’aspetto più strategico (che forse spiega la bellicosità di Trenitalia) è l’ingresso, senza troppi clamori, dei francesi in Italia nelle ferrovie. Ntv ha fiutato un’opportunità di business: Montezemolo ha capito che è un mercato appetibile, ma non può vantare un grosso know-how. Così ha chiamato come alleato Sncf, il gestore pubblico francese dei treni. Parigi mette un altro piede in Italia, dopo aver già occupato pedine strategiche nel sistema economico (nell’energia, con Edison; nell’alimentare con Galbani; nella grande distribuzione con Carrefour-Gs e Auchan; nelle assicurazioni con Fondiaria-Sai; nelle banche con Bnl e Cariparma). La prossima mossa potrebbe essere Alitalia. •


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La foto

Ferrari World, Abu Dhabi Il parco a tema pi첫 veloce del Mondo

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r&f last but not least Per fare affari

ci vuole coraggio, da leoni

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ante storie, nessuna storia. Nel momento in cui scriviamo questo last si apre la crisi di governo, o forse no. L’economia precipita, anzi va bene. Montezemolo è messo in croce per la sconfitta Ferrari, mentre difende Ntv e nel contempo si prepara al debutto politico con il fantomatico “terzo polo”. Insomma, viviamo in uno strano Paese. Lasciamo quindi da parte l’attualità solitamente di casa in quest’ultima paginetta del giornale, abitualmente destinata a inseguire “l’ultima storia”, quella di cui scrivere a poche ore dal passaggio in tipografia. Ce ne sarebbe troppa di attualità, da avere l’imbarazzo della scelta o da costringere a una scelta imbarazzante. Parliamo di coraggio piuttosto. Il coraggio da leoni che oggi in azienda pochi sanno o possono dimostrare nel lavoro di ogni giorno. Di dedizione se ne vede ancora molta, di stress anche. Di coraggio meno. Il coraggio di tentare nuove vie, di dedicarsi un po’ più ai propri clienti e un filo meno ai propri azionisti. Di spiegare al proprio board che se si vuole innovare, e farlo davvero, occorre investire (molto) in idee: tempo, non solo denari. Ed essere (molto) meno conformisti. Ma anche meno provinciali. Più aperti alle tendenze trasversali che incrociano la società, dall’alto in basso, e da sinistra a destra. Più aperti alle necessità, meno alle mode. Più interessati all’estero, meno alle italiette. Più fieri della nostra cultura, meno di tradizioni posticce. Smettendo di fingere di segmentare il cliente come un lombrico, mentre in realtà si rivolge la propria azione a un indistinto consumatore. Il 24 novembre a Milano è stata presentata un'indagine di customer satisfaction nei servizi, mercato Italia, promossa dal Cfmt (Centro Formazione Management del Terziario) e realizzata da CFI Group. I risultati confermano quello che tanti di noi sanno, avvertono, vivono (vedi fig. 1). E allora, ad esempio, in autostrada, nelle aree di servizio, cosa vorremmo vedere di più? Probabilmente alberi, aiuole, tavolini colorati, toilette pulite e allestimenti fatti per vendere in massa ma moderni: basta bazar in stile discount. In aeroporto cosa ci piacerebbe trovare? Wi-fi gratis, una ristorazione di ottimo livello – anche nelle cose semplici – retail non

Buoni e cattivi servizi (punteggio da 1 a 100, classifica 2010)

Buoni Sufficienti Insufficienti banale, vetrate sulle Centri commerciali 74 Grandi magazzini 69 Sanità pubblica 58 piste con aree conLibrerie 72 Negozi abbigliamento 68 Mezzi pubblici urbani 57 Cinema, teatri 72 Festival/fiere 65 Auotstrade 56 fortevoli per bere, Supermercati/Iper 72 Treni alta velocità 65 Stazioni 55 mangiare, leggere, Outlet 70 Aree di sosta/ristoro 63 Uffici pubblici locali 52 Discount 70 Aeroporti/aerei 62 Treni locali 20 lavorare. E in un centro commerciaFig. 1 – Fonte: CFI Group per Osservatorio CFMT le? Sale prove per prosperino. Gli altri di meno. musicisti di ogni L’alleanza con il pubblico (comuni, regioni, ministeetà, biblioteche hi-tech, terme e spa, spazi per lo ri) è fondamentale, perché la business community sport, per circoli e associazioni e molto verde, tanto che legge r&f ha ormai una conclamata responsapiù verde. bilità sociale, diciamo civile. Basti pensare al centro Possiamo continuare a pensare al viaggiatore, alla commerciale divenuto piazza civica… Ma di alleanmamma che fa la spesa, alla famiglia che va al za dobbiamo parlare, non di sordide consociazioni. cinema come gallinelle dalle uova d’oro dotate di Lo Stato e gli Enti locali devono sostenere la crescita salvadanai mastodontici. Ma sappiamo che la paceconomica delle persone e delle imprese, ma non chia è finita, o quantomeno è in letargo. E allora devono essere depredati da queste ultime. Ognuno se non vogliamo perdere definitivamente il cliente, di noi ha in mente almeno tre esempi in proposito, dobbiamo trovare qualcosa diverso da offrire: non potremmo aprire una rubrica per raccogliere i più paccottiglia cinese, ma servizi e prodotti di magfantasiosi. Fortunatamente esistono anche tante giore qualità. storie virtuose e ci pare di notare che il loro numero Come fare? Con una rivoluzione, naturalmente. stia crescendo (spazio per un’altra rubrica?). Per potersi permettere quanto sopra infatti, occorNoi ci crediamo e crediamo che valga la pena di re tagliare spese improduttive: regalucci, fondi per continuare a raccontare storie esemplari, perché stravaganti azioni di pr, favori inutili e via dicendo. vale quanto dice il vecchio proverbio, “chi ha Serve un mercato trasparente, competitivo e apercoraggio ha vantaggio”. Buon 2011 a tutti. A. M. to. Dove i migliori, chiunque essi siano, vincano e

Mercati in fiera

Calendario DICEMBRE 2010- FEBBRAIO 2011

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Fashion Streetwear Kids fashion Fashion Fashion Food Fashion

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