retail&food 2011 01/02

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retail&food ANNO 6 NUMERO 1/2 GEN/FEB 2011 • e 3,00

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n°46) art. 1. comma 1, DCB Milano

LUOGHI DI VIAGGIO • SPAZI COMMERCIALI

Analisi mercato retail

Il gioco è un business Scommesse, video poker, lotterie... all’assalto di mall e aeroporti

Osservatorio prezzi • Novità 2011 Resoconto fiere A1, non solo mall Mistery on board • Mapic tiene



News primae noctis

L'europa vera

’ha detto il Presidente Giorgio Napolitano L nel suo messaggio di fine anno, e lo vanno ripetendo anche i più autorevoli giornali eco-

nomici: l’Europa sta diventando irrilevante, incapace di competere con le economie emergenti, soprattutto quelle asiatiche. L’Europa ha bisogno di produrre anticorpi e di invertire la tendenza al declino; ma questi anticorpi non possono essere quelle spinte in varia maniera “ultraleghiste” che stanno crescendo, non troppo lentamente, in tutto il continente: non è sparando ad alzo zero ad occhi chiusi sulle moltitudini di “diversi” che risolveremo i nostri problemi. Quello che occorre, invece, è un progetto capace di mobilitare le migliori energie, culturali ed imprenditoriali; un progetto che deve anche convincere “le masse” per la sua stessa evidenza. Bisogna tornare all’ideale dell’unità dell’Europa: che non è un’espressione geografica, né una mera unione di mercati, dall’Atlantico agli Urali ed alla Turchia. Deve essere invece una unità di popoli omogenei, che abbiano una forte comunanza di stili di vita e di interessi culturali, storici ed economici. Un’Europa “vera”, formata non da diciassette, ma da sette o otto stati nazionali, con una comune politica finanziaria, economica ed estera: ecco il progetto che potrebbe mobilitare le risorse necessarie ad arrestare il medioevo prossimo venturo.

­­­ EDITORIALE

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L’OPINIONE Non c’è retail senza qualità di Stefano Barbieri* Ci siamo appena lasciati alle spalle un altro anno irto di difficoltà per gli operatori della filiera del retail. L’onda lunga della crisi non ha mancato di determinare ulteriori conseguenze in termini di intensificazione della pressione competitiva. Benché si senta parlare da più parti di una probabile ripresa del mercato nell’arco del prossimo biennio e alcuni indicatori denotino un oggettivo miglioramento dello stato dell’arte, la situazione resta in chiaroscuro. In un clima di perdurante incertezza, l’unica certezza è che niente è come prima. Il processo di selezione sta accelerando la marginalizzazione degli attori meno attrezzati e la segmentazione qualitativa, che riguarda sia i prodotti che le professionalità. I fondamentali (a partire dalla location, nell’accezione lata) sono tornati prepotentemente al centro. Il consolidamento in atto richiede quindi competenze specialistiche integrate e strumenti d’analisi innovativi, al servizio di una visione strategica, che abbracci l’intera catena del valore. Per i player accorti rappresenta ormai una necessità vitale comprendere se vi siano davvero le condizioni per la realizzazione di un insediamento (definendo tipologia, dimensionamento e posizionamento ottimali, nonché canoni d’affitto sostenibili, commisurati al fatturato atteso) e monitorare l’esistente (a titolo esemplificativo, tracciando provenienza e composizione della clientela e del fatturato). La rapida evoluzione del comportamento di consumatori sempre più mobili e sofisticati pone infine nuove sfide: disporre di maggiori e migliori informazioni non può che fare la differenza. Sapere è potere! *Direttore scientifico, Sincron Inova

retail&food - gennaio/febbraio 2011 1


Anno 6 numero 1/2 gen/feb 2011 Direttore responsabile Andrea Aiello Hanno collaborato Tiziana Bardi, Alessandro Barzaghi, Giuseppe Bonomi, Italo Bussoli, Carmen Chieregato, Giulia Comparini, Gianfilippo Cuneo, Luigi De Montis, Luca Esposito, Simone Filippetti, Fulvio Fassone, Vito Gamberale, Stefano Gardini, Paolo Prota Giurleo, Massimo Guacci, Antonio Intiglietta, David Jarach, Paolo Lombardi, Filippo Maffioli, Pietro Malaspina, Adolfo Marino, Dante Marro, David Montorsi, Giorgio Moroni, Pierpaolo Palmieri, Alberto Pasquini, Fabrizio Patti, Enrico Pazzali, Andrea Penazzi, POLI.design, Alessio Quaranta, Mario Resca, Leopoldo Resta, Vito Riggio, Kevin Rozario, Paolo Simioni, Vittorio Valenza  Foto Archivio Gesto Editore, Flickr, Fotolia, Imagoeconomica, iStockphoto Segreteria Antonella Ferraraccio

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A retail&food hanno collaborato tra gli altri: Giuseppe Bonomi Gianfilippo Cuneo Luigi de Montis Fulvio Fassone Vito Gamberale Antonio Intiglietta Paolo Lombardi Pietro Malaspina Pierre Marin Enrico Pazzali Mario Resca Vito Riggio

Presidente Sea Aeroporti di Milano Presidente del Comitato Investimenti per Il Fondo Sinergia Presidente Assocatering Presidente Associazione Travel Retail Italia Presidente F2i Presidente Expo Italia Real Estate Presidente Fiera di Genova Presidente Consiglio Nazionale Centri Commerciali Amministratore Delegato John Lang LaSalle Italia Amministratore Delgato Fieramilano Presidente Confimprese Presidente Enac

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SOMMARIO n° 1/2 2011 News primae noctis - L'Europa vera

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L’Opinione - di Stefano Barbieri

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Il punto - di Andrea Aiello

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r&f News

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Cosa occore sapere per - di Alessandro Barzaghi

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L’indice di retail&food

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Osservatorio Prezzi - In A1 la guerra nel mall

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Star Trek retail - Destinazione Coin

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Prima pietra - Le Perle, lo shopping fa sosta nel village

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Taglio nastro - Niguarda, una gallery in ospedale

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Le nuove stazioni ad Alta Velocità - Tiburtina inaugura "al solito" ma promette bene

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Mistery on board - Alitalia, intercontinentale male

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Resoconto fiere - Mapic cede ma non molla

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Dossier aeroporti - Good morning Verona!

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Parola di... - Vincenzo Perrone

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Analisi Mercato - Fiches su mall e aeroporti

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Dossier aree di servizio - Autogrill

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International

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Vetrina

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Stazionario

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Retail Station

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Ferry Porti

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La pulce nell’orecchio - di Simone Filippetti

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La foto

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Last but not least - La crisi non è per tutti

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Mercati in fiera - Calendario gennaio 2011/aprile 2011

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4 retail&food - gennaio/febbraio 2011


il punto Q

uesto numero di retail&food rappresenta un momento di passaggio per la nostra rivista. Il nostro magazine - così come le altre pubblicazioni di Gesto Editore - è stato acquisito da Edifis Spa, una casa editrice affermata che vanta in portafoglio alcune testate di primo piano nel panorama dell'editoria business to business: Ristorando, L'Orafo Italiano, Artù, Articoli Casalinghi e da Regalo, Style. La nostra “casa” si è fatta più grande, più efficiente, più efficace. Ne siamo lieti e la redazione di r&f intende cogliere questa opportunità appieno, sviluppando la “voglia di nuovo” che ha sempre contraddistinto lo spirito della rivista. Già su questo numero potrete notare la presenza di alcune rubriche, collaborazioni o servizi in più rispetto a quanto pubblicato fino allo scorso dicembre. Cambiamenti attuati per fornire più dati sui progetti (Sincron Inova per il “Prima pietra”), un giudizio più ampio e specializzato sugli spazi commerciali organizzati (Indice di innovazione in “Prima pietra” e “Taglio nastro”), uno sguardo obiettivo e preparato sui prodotti e i servizi offerti dagli operatori del viaggio (Mistery on board) e qualche informazione utile - mai venduta, meglio specificare - su prodotti e servizi segnalati dalle aziende alla redazione (Vetrina). Ma non solo. La rivista aumenta la propria diffusione, con un obiettivo di tiratura per il 2011 di 10.000 copie a numero. Copie spedite agli abbonati, vendute nelle edicole di aeroporti, stazioni e autostrade, e distribuite presso le principali fiere nazionali e internazionali. E inoltre la nostra attività sarà supportata e rilanciata da una newsletter che nel giro di pochi mesi è arrivata a sfiorare i 5.000 iscritti. Crediamo, ragionevolmente, che tutto questo ci consentirà di continuare ad offrire un'informazione, ricca, seria, critica e indipendente. Di migliorare la posizione di leadership che abbiamo acquisito nel contesto del travel retail e parallelamente di continuare a segnare punti nel mondo dell'informazione relativa ai centri commerciali e agli outlet. Continuate a leggerci, ne varrà la pena.

Andrea Aiello

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r&f news Vesevo, 63% a Change Capital

Il 63% di Vesevo (Rossopomodoro, Anema e Cozze e Rossosapore) è stato acquistato dal fondo Change Capital. Ai soci fondatori rimane il 30%, mentre Quadrivio Sgr passa dal 47 al 7 per cento. L’impresa è stata valutata 53,5 milioni di euro. Il piano di sviluppo prevede di triplicare ristoranti e takeaway in 5 anni, accelerando sull’estero.

Il manager salva-outlet e la nuova strategia per il centro laziale

Soratte, meglio spumante che champagne

A Bari Palese il nido aziendale

Non saranno ancora all’altezza della sala giochi aperta 24 ore al giorno nell’aeroporto di Helsinki, ma le iniziative degli scali italiani per i più piccoli crescono. Dopo l’apertura del “Baby Pit Stop” nell’aeroporto di Milano Linate, Aeroporti di Puglia ha pubblicato un bando di gara, aperto fino al 14 febbraio, per la gestione di una struttura polifunzionale per l’infanzia costituita da un nido aziendale e da un centro ludico di prima infanzia. Il gestore, che dovrà avere un fatturato complessivo nel settore educativo dell’infanzia riferito all’ultimo triennio (2007 – 2008 – 2009) non inferiore a 900mila euro Iva esclusa, dovrà versare ad Adp 36mila euro all’anno (base d’asta). La durata della sub concessione è di 4 anni, rinnovabile.

Pisanu addio, basta alibi per il wi-fi

Con il Decreto Milleproroghe il governo ha detto addio al Decreto Pisanu, abolendo quasi tutti gli obblighi che gravavano sugli hotspot wi-fi pubblici dal 2005, per ragioni di sicurezza. Non ci sarà più la necessità, per gli esercenti, di identificare gli utenti e registrarne il traffico. Fino al 31 dicembre 2011 permane l’obbligo esclusivamente per gli internet point di richiedere licenza al questore per qualsiasi punto di accesso internet pubblico (wi-fi e non; il tipo di tecnologia non importa). Tra gli “internet point” non figurano però i locali che forniscono l’accesso a internet in via accessoria, come bar, ristoranti, hotel, e naturalmente aeroporti, stazioni e centri commerciali. Potranno offrire wi-fi gratis senza vincoli. Non ci sono quindi più alibi per avere un numero di hotspot così basso, attualmente pari a un quarto in Italia di quelli presenti in Francia.

Gigi Gelmetti

H

a 45 anni ma nel settore degli outlet si può considerare un “grande vecchio” in Italia. La sua esperienza nel settore inizia infatti nel 1996, nel Fox Town di Mendrisio. Oggi con la sua Consedil, di cui è presidente, Gigi Gelmetti mette a posto i foc in difficoltà. Come quello di Soratte, a nord di Roma, che dopo un anno di vita ha visto il suo ingresso a sostituire la precedente gestione. Per questo può dire con una certa sicurezza che nella costruzione degli outlet oggi si sta esagerando. «Io non sono molto ottimista – racconta –. In Italia ci sono 20-22 outlet, uno ogni 2,8-3 milioni di abitanti. Negli Usa ce n’è ogni milione, ma il territorio italiano è molto meno vasto degli Usa o della Francia, per cui ci sono delle sovrapposizioni importanti». Non ci sarà quindi spazio per tutti i nuovi foc in arrivo: «Io non credo che ci sia l’opportunità di vedere sorgere oltre a due-tre progetti sulla totalità del territorio italiano. Bisogna fare i conti con i bacini e questi ci dicono che bisogna specializzarsi nel customer care e nel servizio alla clientela. Oggi nel raggio di 90-100 km ogni città ha un outlet, per cui bisognerà essere bravi non tanto dal punto di vista dei brand presenti quanto nel cercare di rendere interessante l’esperienza emotiva che si vive durante la giornata di visita». A Soratte, intanto, sono cominciate le manovre per portare il centro, aperto un anno fa e gravato da spese alte, al pieno sviluppo. «Mi sono trovato – ci spiega – con una locomotiva sui binari ma senza carbone. E con alcune lacune, in quanto la proprietà fino a quel momento era un investitore finanziario, poco presente, e non di tipo gestionale». Il nuovo corso è partito da qui: «La prima cosa che ho chiesto, quando sono arrivato lo scorso giugno, è stata di avere una proprietà presente e assidua, per creare insieme un business plan completo che prevedesse aspetti economici ma anche delle strategie. È stato quindi fatto un piano di merchandising mix per le nuove aperture, con lo scopo di andare a prendere tutti gli operatori che hanno un’esperta capacità di gestione di strutture di questo genere e di coprire le categorie merceologiche carenti o assenti». Alla proprietà, ci spiega, è stato chiesto di investire

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su tre livelli: «Il primo è di carattere strutturale: stiamo mettendo in ombra tutto il centro per la prossima primavera-estate, e rivoluzionando la segnaletica interna e di avvicinamento all’outlet. Ci sarà inoltre l’implementazione dell’area giochi per i bambini, per la quale stiamo identificando dei partner». Il secondo intervento comporterà il cambio di mezzi e messaggio della campagna pubblicitaria. «Prima a nostro avviso – commenta – veniva passato un messaggio non realistico rispetto a quello che il centro offre. La nostra volontà è che non ci sia una falsa attesa e che si comunichi più chiaramente il concetto della convenienza». Infine gli investimenti saranno portati avanti sul fronte degli eventi, «legati sia a occasioni commerciali che alla pura piacevolezza del partecipare. Siamo convinti che nel momento in cui un cliente vive una buona esperienza, indipendentemente dagli acquisti che ha fatto, ricorda un posto con piacere e tornerà con facilità». Oltre alle attuali ristorazioni veloci di Autogrill e Burger King, e al bar-tavola calda, ci sarà presto un ristorante a tutti gli effetti, che proporrà anche specialità locali (propensione media all'acquisto di 26,7 euro). Nella fase due dell’outlet sarà poi probabilmente inserita una quinta attività di ristorazione. Quello che cambia è anche il target: con l’arrivo di alcune aziende, come Diffusione Tessile, Marina Militare, Geox, Twin-Set, Angel and Devil, Nike, il profilo dell’offerta si sta alzando da un livello medio a uno medio-alto. «Ma noi siamo oggi un prosecco che deve diventare uno spumante – precisa Gelmetti –. Non vogliamo essere uno champagne. Non è nel nostro interesse: sarebbe una sovrapposizione con Castel Romano (gestito da McArthurGlen, ndr)». Dopo questo intervento gli obiettivi del manager salva-outlet sono ambiziosi: «Anche se il piano rivoluzionario partirà dal primo trimestre 2011 – dice –, i dati ci danno una crescita degli accessi nella misura del 13,5% e del fatturato del 27% nel 2010, con un fatturato di 28 milioni di euro e 1,05 milioni di ingressi. Il mio obiettivo è di arrivare entro la metà del 2012 a una proiezione annuale di almeno due milioni di ingressi». •


Il maxi Globo arriva a 4

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i chiama Globo 4 la parte inaugurata lo scorso 25 novembre del maxi centro commerciale situato tra i comuni di Busnago e Cornate D’Adda (Mb). Le altre tappe di ammodernamento sono state nel 2004 e nel 2006, mentre il nucleo base è sorto nel “lontano” 1993. I tre driver sui cui è stata impostata l’iniziativa sono

scena, però, è la ristorazione, che può vantare 7 attività. L’offerta include l’American Coffee Bar Arnold Coffee, la galletteria Befed, il bar-tavola calda Heineken, la cioccolateria e caffetteria Lindt, il ristorante giapponese Yun Resturant, il ristorante pizzeria Peperone e Roadhouse Grill. All’interno di Globo 4 sono inserite inoltre medie

l’integrazione dell’offerta, la ristorazione e l’intrattenimento. Il progetto è stato ideato da Mall System, società partecipata di Cogest Italia che gestisce la struttura. La proprietà, invece, appartiene a Corio Italia, Mercurio Spa e Finiper. L’ampliamento di 14.500 mq di gla porta il parco negozi a quota 175 e include 16 brand che abbracciano le diverse categorie merceologiche. Da Tally Weijl e In time per l’abbigliamento, a Bialetti per la casa, e ancora la libreria Edison e Clarks per calzature/accessori. A dominare la

superfici specializzate, tra cui Pellizzari (abbigliamento), Con-tè (calzature, pelletteria ed accessori), Darty (elettronica di consumo) e Megabiobottega. Quest’ultimo è il supermercato alimentare interamente biologico più grande d’Italia. Anche i parcheggi sono aumentati: da 4.500 a 6mila. Sul fronte dell’entertainment è presente un’area con bowling, biliardini, videogiochi e una giostra carousel alta 15 metri e con diametro di 12 metri. Dal 2011 sarà attivo anche un multiplex a insegna Movie Planet. •

Controsorpassi Uci-The Space

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i fa sempre più bipolare il mercato dei multiplex italiano. Uci Cinemas ha acquistato i tre maggiori multiplex del circuito Pathé e Vis Pathé, per un totale di 39 schermi. Ora il gruppo conta 28 multisala e 303 screen e ha sorpassato (ma solo per qualche giorno) il concorrente The Space, nato dalla fusione dei Medusa Multicinema e Warner Village. I cinema acquistati da Uci sono Vis Pathé di Campi Bisenzio (Firenze), con 16 sale, il Vis Pathé Lunghezza-Roma (12) e Pathé MultiplexTorino (11). A livello internazionale il gruppo Odeon & Uci Cinemas possiede 210 strutture per un totale 1.900 schermi in sette Paesi europei. Il rivale The Space, controllato al 49% da Mediaset Rti e al 51% da 21 Investimenti (famiglia Benetton), pochi giorni dopo, alla fine di dicembre, ha controbattuto acquistando il 100% del circuito Cinecity. Si tratta di sei multisala a Cagliari, Padova, Parma, Treviso, Trieste e Udine. Nell’ambito dell’operazione i fondi Delta e Gamma, gestiti da Fimit Sgr, hanno comprato gli immobili. Tra servizi di gestione e patrimonio immobiliare il controvalore dell’operazione è stato di 100 milioni di euro. Ora il portafoglio della società guidata da Giuseppe Corrado è salito da 28 a 34 multisala e da 278 a 347 schermi. •

Roadhouse Grill sbarca negli shopping center

Tris di aperture per il marchio di steakhouse in forza a Gruppo Cremonini, che porta a 24 i presidi della catena. Tuttavia il dato rilevante, che apre lo sviluppo in un nuovo canale, è la prima apertura di un Roadhouse Grill all’interno di un centro commerciale. Il taglio nastro in questione si inserisce nel progetto di ampliamento del Globo di Busnago (Mb) e si distingue per il format adeguato alla food court, dove la velocità del servizio diventa un must. Il locale è collocato al 1°piano dello shopping center brianzolo e si estende su 460 mq con 140 posti a sedere. Al pari degli altri locali appena avviati, uno è in provincia di Pavia all’interno dello shopping park Voghera Est e l’altro è nella periferia di Rovigo vicino al centro commerciale La Fattoria, la previsione di fatturato annuale per punto vendita ammonta a 2 milioni di euro. Per il 2011 la pipe line prevede le aperture di Roadhouse Grill a San Lazzaro (Bo), Roma in zona Salaria, Milano Stazione Centrale, Ravenna (Mirabilandia), Roma Testaccio e Saronno (Va). La casa modenese stima che il fatturato 2010 del brand di steakhouse possa superare i 35 milioni, per una crescita di circa il 40% rispetto al 2009.

Aperte Le Piazze del retail

Prendendo ispirazione dal modello americano, il concept del centro commerciale all’aperto arriva anche in Italia e in particolare a Castel Maggiore (Bo). Negli ultimi giorni di novembre è stato inaugurato Le Piazze Lifestyle Shopping Centre, realizzato da Unieco. Il complesso coniuga attività retail e direzionali con uno sviluppo architettonico che rappresenta la continuazione del tessuto urbano di Castel Maggiore. Grande attenzione è stata rivolta all’impatto ambientale, limitato da tecnologie come il fotovoltaico e da soluzioni innovative come i tetti verdi. Il centro si estende su una superficie complessiva di 21mila metri quadrati, dei quali 16.300 sono occupati da attività commerciali e 4.700 da uffici. Tra le insegne, circa 50, si segnalano il supermercato Coop&Coop e le medie superfici Euronics e Prime. Quest’ultima presenta un centro fitness e beauty.

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r&f news Dopo lo stadio, anche MondoJuve

È un operazione immobiliare/ commerciale a tutto campo quella che ruota attorno alla Juventus. Oltre al nuovo stadio con annesso shopping center, per il quale il cantiere è già arrivato a buon punto, tra i comuni di Vinovo e Nichelino sarà costruito un nuovo retail park con una superficie totale di 82mila metri quadrati. L’inizio dei lavori è fissato per quest’anno. Il progetto MondoJuve sorgerà nell’area adiacente allo Juventus Training Center, su 340mila mq di superficie territoriale. La proprietà è costituita da Campi di Vinovo Spa, del Gruppo Finanziaria Gilardi, che ha acquistato l’area dalla Juventus F.C., assieme al nome e al marchio. L’investimento complessivo ammonta a 220 milioni di euro, dei quali 40 saranno necessari per le opere di urbanizzazione. Tra le specifiche dell’iniziativa si segnalano i 4mila parcheggi, gli 80mila mq di verde, di cui 30mila mq destinati a bosco lungo, e i circa 1.500 nuovi posti di lavoro.

Rifornimento a bordo, brindano le low cost

Lo scorso 16 dicembre è arrivato il via libera dal Viminale al rifornimento degli aerei con passeggeri a bordo, senza la presenza diretta dei Vigili del Fuoco. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni ha infatti valutato positivamente la sperimentazione di questo sistema effettuata per sei mesi nel T2 di Malpensa. Ora tutti gli aeroporti potranno usare questa procedura per incrementare l’efficienza delle operazioni di terra. I minuti risparmiati in questo modo sono molto importanti, soprattutto per quelle compagnie che hanno fatto della rapidità del “turn around” il loro punto di forza. Prime tra tutte ci sono le low cost e non a caso la sperimentazione è avvenuta in un terminal 100% easyJet. Maroni ha poi comunicato l’emanazione, a breve, di un nuovo decreto ministeriale che andrà a sostituire il decreto del 1985 (“Disposizioni da osservarsi durante il rifornimento carburante agli aeromobili” e successive modifiche), attualmente in vigore, che regola la materia.

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La Sicilia ha il suo outlet

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e porta il nome e rappresenta la prima struttura di questo genere. Dallo scorso 26 novembre anche la Sicilia può vantare un proprio outlet, con un’offerta di 120 unità retail e una superficie commerciale di 25mila metri quadrati. Della maggiore isola italiana si parla spesso come nuova frontiera per gli insediamenti dedicati allo shopping e proprio in quest’ottica si inserisce il Sicilia Fashion Village, realizzato da Antonio Percassi nel Comune di Agira (En). Il “patron” dell’omonimo Gruppo è presidente di Stilo Immobiliare Finanziaria Srl, che in questo progetto ha investito 120 milioni di euro. La promozione e la commercializzazione sono stati gestiti dalla controllata Premium Retail.

Al momento dell’inaugurazione l’occupazione delle location si aggirava intorno al 70%, che corrispondeva a circa 70 negozi. Il portfolio marchi è di alto livello, tra i tanti si annoverano D&G, Versace, Loro Piana e Giorgio Armani. Entro la primavera del 2011 sarà terminata anche la seconda fase di sviluppo, che prevede l’inserimento di ulteriori 40 punti vendita. Il numero dei negozi, una volta che tutte le location saranno allocate, arriverà a quota 160. La collocazione territoriale di Sicilia Fashion Village, in prossimità dell’uscita Dittaino lungo l’autostrada A19 Palermo-Catania, privilegia l’accessibilità dalle medie-lunghe distanze. •

Stock option BUY

NEUTRAL

Tablet Secondo Pierluigi Bernasconi, ad di Mediamarket, sarà l'anno di tablet e smartphone. Un po' retorico e un po' enfatico, ma sicuramente il fenomeno c'è e crescerà esponenzialmente. Retailer e ristoratori sono sul pezzo?

Expo brand Il 2015 si avvicina e l'Expo affidato a Giuseppe Sala prova a muovere i primi passi. Per ora mediatici: Armani presiederà la giuria che sceglierà il logo. Per quanto si potrà vivere di solo brand?

Lufthansa Il vettore tedesco ha raddoppiato i propri voli settimanali in due anni, arrivando a sfiorare quota 170, ma soprattutto raggiungendo il 21,5% della quota di mercato italiana. Investendo, comunicando e lavorando... bene.

Itierre Finalmente è stata annunciata la fine della vertenza Itierre, dopo due anni di commissariamento è stato trovato l'accordo per la cessione al Gruppo Albisetti di Como. Almeno in questo caso, la crisi non è più di moda.

Giunti al Punto Raggiunto lo storico traguardo delle 150 librerie a gestione diretta, Giunti al Punto prepara un significativo restyling dei punti vendita ma soprattutto mira ad accrescere ulteriormente l'incremento di fatturato (+7% nel 2010).

Gioielli Secondo Federorafi il 2011 sarà un anno di ripresa. Supportati dai dati delle vendite natalizie e dall'andamento del giro d'affari per i primi nove mesi del 2010 gli orafi sono convintamente ottimisti. I commercializzatori sono avvisati.

SELL

FS Guerra di trincea tra le ferrovie italiane e quelle austro-tedesche di OBB-DB. Oggetto del contendere le fermate su suolo italiano di alcuni intercity provenienti da Nord. In epoca di continui disservizi propri, si può peggiorare ulteriormente: negando la concorrenza altrui. Adr Aeroporti di Roma perde quotazioni secondo Moody's che recentemente ha abbassato il rating della società da Ba1 a Baa3. Ma la colpa è esterna: finché il Governo non definirà il nuovo quadro tariffario, gli investimenti restano bloccati. Sveglia! Il vino dei Moratti A Milano il Comune inaugura il Museo del '900: centralissimo, apprezzato e dotato di un nuovo e promettente ristorante. Lista dei vini sfiziosa e con sorpresa: comprende quello prodotto dal sindaco Moratti e dal marito nell'Oltrepò pavese. Perché?


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r&f news A Malpensa Briciole Bar...

Comincia il cambiamento dei formati della ristorazione nel Terminal 1 di Malpensa. A dicembre ha aperto nell’area partenze (landside, zona check-in, secondo piano) il primo Briciole Bar, gestito da MyChef. Ha sostituito un chiosco Gran Café, posto poco distante, in una zona in cui Sea ha ora realizzato un ascensore. Si tratta del terzo

punto vendita di Briciole, format incentrato sulla vendita di prodotti della panetteria e pasticceria francese e della focacceria ligure. Le esperienze a Linate (arrivi) e del Politecnico di Milano hanno però proposto il solo format “negozio”, con i prodotti in vendita e una certa spinta all’asporto. Il locale di Malpensa T1, invece, ha anche la parte di caffetteria. Tra le particolarità ci sono il banco in vetro al di sotto del quale è visibile l’offerta di pasticceria e un tipo di caffè speciale con annesso un croccantino. Secondo quando riporta il direttore commerciale di MyChef, Leopoldo Resta, tra la fine di gennaio e febbraio aprirà un secondo Briciole Bar nel T2 dello stesso scalo varesino.

...e a gennaio Rossosapore

Nell’ottica del radicale rinnovamento del food di Malpensa e Linate, annunciato dal nuovo direttore commerciale non aviation di Sea, Luigi Battuello, arriverà a fine gennaio anche un locale di Rossosapore. Si tratta del format express di Sebeto Italia (gruppo che ha in portafoglio tra gli altri i marchi Rossopomodoro e Anema e Cozze) basato sulla somministrazione per asporto o con servizio al banco della gastronomia tradizionale campana, a partire dalla pizza al metro di Sorrento. Il format, nato nel 2009, ha 24 locali e punta ad averne 50 in quattro anni. Tra le prossime aperture si segnala quella a Jeddah, in Arabia Saudita.

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L'intervista Cucina Thai in Italy

Autogrill flirta con l’Oriente Nella prima metà di dicembre Autogrill ha presentato specialità della cucina thailandese in nove ristoranti Ciao nei principali aeroporti italiani e a Roma Termini. E’ stata l’occasione per incontrare Giuseppe Cerroni, Direttore Generale Comunicazione di Autogrill. Come si chiude il 2010 per Autogrill? Si dovrebbe chiudere con una ripresa dei consumi e di fatturato rispetto al 2009, che è stato l’anno terribile. E’ probabile che si chiuderà positivamente anche l’ultimo trimestre, che con le feste ha tutta la sua forza nella tradizionale impennata dei consumi di fine anno. Però bisogna stare attenti perché è una ripresa insidiosa. Non si è ancora stabilizzata. Nasconde la possibilità non dico di tornare indietro ma di fermarsi e non raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati. Quali le iniziative future di Autogrill? Le iniziative fondamentali sono legate alla redditività dei Paesi in cui siamo. Autogrill è in 39 paesi e si divide tra Europa e Stati Uniti quasi in eguale misura. Tra le varie iniziative sperimentiamo anche la cucina etnica, perché se l’italiano è particolarmente conservatore, sull’altro versante è un avventuriero che ha il gusto dell’esotico. Sono quasi nove milioni gli italiani che passano le vacanze in paesi non europei. La cucina thailandese è un primo test da estendere alla rete Autogrill? Autogrill rappresenta un osservatorio sulle nuove tendenze alimentari e già da tre anni ha lanciato con succes-

so in alcuni ristoranti Ciao in Italia i corner Asia, dedicati ai cibi orientali. Negli Stati Uniti abbiamo oltre cento ristoranti che fanno cucina esotica. L’anno scorso abbiamo vinto la gara per la ristorazione al Louvre, dove convivono sei o sette cucine diverse fra loro, asiatiche, mediorientali, anglosassoni. E’ evidente che essendo Autogrill in luoghi di viaggio, il transito è sinonimo di politeismo culinario. Il consumatore è diventato curioso e infedele, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. E’ possibile coniugare l’alta qualità della cucina thailandese con i grandi numeri della ristorazione di viaggio? Noi abbiamo sempre tenuto a un rapporto qualità prezzo tale da non escludere il viaggiatore medio dall’offerta Autogrill, senza per questo appiattirci verso il basso. Ma questa della cucina Thai è una qualità che flirta con il lusso! Questa è una qualità che flirta con il nuovo. La cucina orientale viene presentata a prezzi in linea con la nostra offerta abituale.

Aviation outlook

Alitalia, il pareggio non basta Tra gli accadimenti a maggior interesse per il 2011 con riferimento alla filiera del trasporto aereo si inserisce sicuramente l’evoluzione del profilo competitivo, economico e finanziario della nuova Alitalia. Dopo un 2009 di oggettiva difficoltà, a causa del complesso avvio dei processi del rinato vettore nazionale, il 2010 ha prodotto importanti segnali di miglioramento sia dal punto di vista operativo, che commerciale. Il 2011, secondo le parole del top management, dovrebbe produrre l’atteso pareggio operativo e dunque dar luogo all’effettivo risanamento dell’aerolinea. Tali obiettivi, a dire il vero, meritano di essere inseriti e contestualizzati in un panorama, quale quello dell’airline industry a livello globale, che sta producendo importanti segnali di rottura e cambiamento rispetto al recente passato. In primo luogo, è ormai un dato di fatto che la domanda d’affari sarà sempre più spostata lungo la direttrice asiatica, piuttosto che sul tradizionale corridoio Europa-Nord America. In questo senso, Alitalia dovrà certamente produrre un incremento d’offerta su quelle direttrici, che, a parere di chi scrive, non potrà essere limitato al solo annuncio della nuova rotta cinese (Pechino? Shanghai?), né ad un incremento della cooperazione tramite code-sharing. Qui il management del vettore dovrà gestire anche le relazioni ed i giochi di potere all’interno dell’alleanza SkyTeam, in cui i vettori leader – Air France su tutti, ma anche gli stessi nuovi entranti carrier cinesi – appaiono poco disposti a cedere spazi di mercato agli altri partner. In secondo luogo, la nuova Alitalia dovrà dimostrare di avere definitivamente completato la migrazione del marchio Air One verso l’interessante posizionamento di “smart carrier” con valenza di presidio dei segmenti e mercati a maggiore elasticità al prezzo. In questo senso e al fine di contrastare, seppur oggettivamente in misura tardiva, la presenza di Ryanair ed Easyjet nel mercato domestico, dovrà essere replicato il format sviluppato a Malpensa attraverso l’ingresso in altre basi. Ciò, a ben vedere,

dovrà tuttavia essere bilanciato con le necessità di operatività del marchio guida Alitalia, verificando che non vi siano ipotesi di cannibalizzazione e che non venga sottratta a questa capacità produttiva in misura eccessiva. Non vi è dubbio, del resto, che la scelta di posizionare così Air One – nei fatti, riproducendo la richiesta agli operatori aeroportuali di contributi di marketing al vettore, come da sempre sviluppato dagli altri LCC – possa intercettare una situazione di oggettiva difficoltà economico-finanziaria da parte di alcuni scali a sostenere la crescita dei più blasonati LCC anglosassoni. La più grande sfida per il vettore, tuttavia, resta ancora quella di riconquistare a sé parte della clientela, in primo luogo d’affari, persa nel corso degli ultimi anni ed ancora convinta dell’inferiorità di prodotto di Alitalia rispetto ai suoi concorrenti. Molte ricerche, del resto, enfatizzano come, seppur in miglioramento, le percezioni sul marchio Alitalia siano ad un livello inferiore rispetto ai migliori rivali continentali. Alitalia ha investito molto negli ultimi mesi in servizi a terra e a bordo sul passeggero, nonché migliorato la sua puntualità di network. Se saprà mantenere un profilo consistente su questi parametri, al netto di possibili turbolenze sindacali, forse la sfida potrà realmente essere vinta, almeno dal punto di vista del mercato. Non è invece oggettivamente possibile commentare un ritorno sull’investimento finanziario per gli azionisti comparandolo con altre realtà di comparto, data la peculiarità ed unicità del progetto CAI. Salute a tutti! Prof. David Jarach www.diciottofebbraio.it


Igd fa il bis di aperture

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a nord a sud del Paese, Igd completa in pochi giorni il suo programma annuale di aperture con il taglio del nastro del parco commerciale Coné, a Conegliano (Tv), e dello shopping center La Torre, a Palermo. Entrambi sono stati inaugurati negli ultimi giorni di novembre. Il primo ha comportato un investimento per Igd di 14 milioni di euro, necessari per comprare i terreni e costruire direttamente. Il portafoglio negozi

è costituito da una sessantina di punti vendita, tra cui spiccano H&M, Conbipel, Scarpe&Scarpe, Cisalfa ed Euronics, mentre l’àncora alimentare porta l’insegna Ipercoop. I parcheggi a disposizione sono 1.600. Il centro siciliano, invece, ha richiesto un impegno economico di 54 milioni di euro, per 24mila mq circa e 58 negozi. Il food vede la presenza di un Ipercoop e di sei punti di ristoro. In questo caso i posti auto sono 1.700 e i dipendenti circa 400. Sempre nelle scorse settimane Igd ha comunicato la vendita di due shopping center, Beinasco e Nerviano, dal valore complessivo di 104 milioni di euro. La società, attiva nella commercializzazione e nella gestione dei centri commerciali, ha perfezionato l’operazione attraverso la vendita della partecipazione in Rgd a Beni Stabili S.p.a. per un importo di circa 59 milioni di euro. Il terzo centro posseduto da Rgd, Darsena city a Ferrara del valore di 44 milioni, rimarrà in comproprietà al 50% con Beni Stabili. •

Pescara Nord raddoppia

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n intervento di ampliamento e di restyling da 30 milioni di euro ha dato nuova vita al centro commerciale Pescara Nord, in forza alla società Klecar Italia, che rappresenta la proprietà, e a Ségégé Italia, che si occupa della gestione. Lo scorso primo dicembre si è tenuta l’inaugurazione. Sul fronte retail si annovera l’estensione della galleria per oltre 8.000 mq, nei quali hanno trovato spazio 30 nuove insegne. In virtù di questa iniziativa la gla totale sale a più di 33mila mq, dei quali circa 18mila appartengono alla galleria e oltre 14mila all’ipermercato. Il portafoglio negozi arriva a contare 66 esercizi di vicinato, con gla inferiore a 500 mq, e 6 medie superfici. Tra i marchi si annoverano MediaWorld, Ovs Industry, Piazza Italia, Scarpe&Scarpe, Ristò e Norauto. L’altra operazione

di particolare rilevanza ha riguardato il cambiamento del marchio e del logotipo. Inoltre si segnalano la modifica di forme e spazi con l’impiego di materiali contemporanei come laminati e plexiglass retroilluminato. Per l’interno della galleria è stato utilizzato anche il legno. •

Anche a Lamezia l’hotel in aeroporto

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i moltiplicano i progetti per la costruzione di alberghi nei sedimi aeroportuali. Dopo l’annuncio recente di Ancona-Falconara e il bando per l’hotel low cost nel T2 di Malpensa (scalo nel cui T1 ha da poco aperto un grande Sheraton) ora è la volta di Lamezia Terme. La società di gestione Sacal ha indetto una gara per la costruzione e/o la gestione di un “Aerhotel” nel proprio sedime. Il termine per la presentazione delle offerte è il 4 marzo 2011, ore 12. La struttura avrà 115-120 camere. I partecipanti, che dovranno avere un fatturato annuo medio di 500.000 mila euro nel settore alberghiero negli ultimi tre anni, un patrimonio netto di almeno 2 milioni e che dovranno aver ultimato negli ultimi 3 anni un intervento simile a quello oggetto dell’affidamento, potranno scegliere se limitarsi a un’offerta per il progetto e la gestione oppure se proporsi anche per la costruzione. Gli indici di valutazione terranno conto: dell’esperienza maturata su iniziative analoghe (30/100); della qualità del progetto preliminare, anche sotto il profilo dell’efficienza energetica (20/100); della solidità economico-finanziaria dell’iniziativa (20/100) e del corrispettivo offerto (30/100). •

Gavio entra anche nella Brebemi…

In occasione di un previsto aumento di capitale da 50 milioni di euro, la famiglia Gavio entrerà in Autostrade Lombarde con una quota del 6,9 per cento. La famiglia, già proprietaria dell’autostrada Milano-Torino, acquisterà la partecipazione attraverso la società Sias, che a fine dicembre ha deciso l’acquisizione. L’ingresso avverrà attraverso la sottoscrizione di una quota del cosiddetto “inoptato” per un controvalore di 12,30 milioni. Autostrade Lombarde ha l’89,29% di BreBeMi, il collegamento tra Milano e Brescia di prossima realizzazione, il 37% di Autostrade Bergamasche spa e l’8% di Tem spa, ossia della Tangenziale Esterna di Milano. L’operazione, che porta ossigeno a un’opera che ha stentato a trovare il sostegno di privati, dà alla famiglia Gavio la possibilità di stringere un legame forte con Biis, la società di Intesa Sanpaolo dedita agli investimenti nelle infrastrutture. Biis, che ha anche il 31% del capitale della Brescia Padova, detiene il 39,3% di Autostrade Lombarde. La stessa Serenissima Brescia Padova è il secondo azionista di Autostrade Lombarde (13%), seguita da Autostrade Centro Padane (12,83%) e Milano Serravalle (10,10%).

…e la Provincia di Milano esce dalla Cisa

Nel walzer delle partecipazioni nelle costruende autostrade del Nord, la Provincia di Milano ha venduto la partecipazione nell’autocamionale della Cisa, la concessionaria controllata dalla Sias del gruppo Gavio (84,35% di azioni) dell´autostrada A15 Parma-La Spezia. Palazzo Isimbardi deteneva il 6,25% delle quote, cedute alla Tem per 19,5 milioni la vigilia di Natale. I quasi 20 milioni servono alla Provincia per fare cassa e concentrarsi su BreBeMi, Pedemontana e Tangenziale Esterna. Quest’ultima dovrà essere costruita da Tem, che si è vista costretta a finanziare la Provincia. Non un grande segnale, dato che i lavori della nuova tangenziale, strategica anche per dare uno sbocco alla BreBeMi, inizieranno nel corso del 2011.

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r&f news Alla Sac bando per il retail

Adf, Sagat si allontana. E arriva F2i

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Ultimi giorni per presentare le proposte per due gare relative al retail nell’aeroporto di Catania. La Sac intende infatti affidare in sub concessione due spazi in zona airside. Le offerte dovranno arrivare entro il 27 gennaio, previo sopralluogo obbligatorio delle aree da richiedere entro il 21 gennaio. A gara saranno innanzitutto degli spazi destinati a duty paid e duty free shop, di 290 mq complessivi, e a un’attività commerciale di 37 metri quadrati.

li aeroporti di Firenze e Pisa vanno verso un’aggregazione, anche per contrastare l’espansione del vicino scalo di Bologna. In questa operazione il ruolo di Aeroporti Holding (e quindi di Sagat) dovrebbe alleggerirsi mentre si prepara a entrare la Regione Toscana e altri enti e istituzioni locali, secondo quanto scritto a fine dicembre dal Sole 24 Ore. Andando con ordine, il gruppo Benetton, attraverso Sintonia, ha il 25% di Sagat, società la cui maggioranza è detenuta dal Comune di Torino (38%). Gli altri azionisti sono Regione Piemonte (8%), Provincia di Torino (5%), Equiter spa (12%) e l’Aeroporto Marconi di Bologna (4,13%). Sagat è a sua volta maggior azionista (55%) di Aeroporti Holding, che detiene il 33,4% di Adf (Aeroporto di Firenze). Ora il peso di Aeroporti Holding dovrebbe diminuire, anche se al Corriere Fiorentino l’ad di Sintonia, Stefano Cao, ha detto che i Benetton non abbandoneranno lo scalo.

Orient Express

a cura di Stra_branding - www.strabranding.com

Più probabile, quindi, che a sfilarsi saranno i soci pubblici piemontesi. Entrerà, invece, probabilmente con il 10% di Adf, la Regione Toscana. Si preparano a incrementare le loro quote l’Ente Cassa di risparmio di Firenze (17,5%) e le Camere di commercio di Firenze (14,4%) e Prato (4%). Nel risiko, secondo il Sole, entrerà anche una banca, forse Intesa Sanpaolo, così come altre istituzioni, a cominciare dalla Fondazione Cassa di risparmio di Prato e il Comune di Prato. Ma a mettere gli occhi su entrambi gli scali toscani, sempre secondo il quotidiano di via Monte Rosa, c’è anche il fondo F2i di Vito Gamberale, che da poco ha acquisito il 65% di Gesac (aeroporto di Napoli Capodichino) e che ha dichiarato la volontà di partecipare alla gara per il 60% del Colombo di Genova. Nel nuovo polo toscano il fondo potrebbe prendere una quota vicina al 40 per cento. •

Città cinesi, potenziale retail a confronto L' Hong Kong Trade Development Center (HKTDC) ha pubblicato uno studio (“Breaking into the Mainland Consumer Market – HKTDC’s Top 30 Cities” March 2009) volto ad identificare, tra le numerose città cinesi, quali fossero le prime 30 più performanti in termini di vendite retail (escluso Hong Kong, Macao e Taiwan). In generale, sono risultate città con il mercato di consumo di maggiori

Totale vendite retail prodotti di consumo (Shanghai indice 100)

sviluppo in Cina Mainland: Shanghai, Beijing, Guangzhou, Shenzhen, Tianjin, Wuhan, Nanjing, Chengdu, Hangzhou, Suzhou, Harbin, Shenyang, Qingdao, Xi’an, Wuxi, Jinan, Changsha, Ningbo, Dalian, Zhengzhou, Changchun, Chongqing, Changzhou, Shaoxing, Xiamen. Tale selezione rappresenta il 40% (3.500 miliardi di RMB ) del mercato di consumo totale. Di seguito, le 25 città vengono rappresentate in funzione della dimensione relativa Grafico 1 del proprio mercato (vendite retail) rispetto a quello principale di Shanghai (vedi: Grafico n.1). Tre di esse, Shanghai, Beijing e Guangzhou rappresentano un’importante fetta del mercato retail, il 30% del totale della selezione proposta. Dal momento che tali città di grandi dimensioni hanno un numero di abitanti molto diverso tra loro, seppur con valori per noi europei considerevoli (da 2 milioni di abitanti), è interessante anche analizzare il dato delle vendite retail pro-capite come raffigurato

dimensioni, il più alto potere di acquisto, Totale vendite retail prodotti di consumo pro capite (Harbin indice100) Grafico 2 l’hinterland più sviluppato ed una estensiva presenza di città minori nelle vicinanze. Queste città sono principalmente locate nelle tre maggiori regioni più sviluppate economicamente: l’area del delta del Pearl River (Guangdong), l’area del delta del fiume Yangtze (Nanjing e Shanghai) ed il distretto industriale a nord racchiuso nel quadrilatero Beijing-Qiungdao-DalianShenyang. Partendo dal sopra citato studio, abbiamo affinato la selezione proposta incrociando i dati con l’attuale presenza retail di marchi internazionali del settore fashion nelle città cinesi (10 marchi di riferimento), eliminannel seguente grafico. Infatti, la classifica risulta molto più omogenea nella do città in cui la presenza di marchi internazionali è risultata non rilevante distribuzione della spesa rispetto ai valori assoluti visti in precedenza e, ed, al contempo, integrando la selezione con città in cui tale presenza assusoprattutto, la città di Shanghai perde la propria egemonia e precipita in me importanza considerevole. sesta posizione. Mentre le città di Harbin, Xi’an, Wuxi e Shenyang recuperaDi conseguenza, la nostra selezione si concentra nelle seguenti 25 città di no posizioni rientrando nelle prime dieci. primario interesse per le aziende del settore fashion che hanno progetti di Luca Esposito

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r&f news Cache Cache salta fuori anche a Pescara

Doppia apertura a dicembre per Cache Cache, marchio francese del fast fashion che ha 470 negozi in patria e numerosissimi nel resto del mondo, tra cui 240 in Cina e un’ottantina in Italia. La griffe, il cui nome in francese significa “nascondino”, è approdato agli inizi di dicembre nella capitale presso il centro commerciale Tiburtino Guidonia dove si è posizionato con uno spazio di 102 metri quadrati. Pochi giorni dopo ha raggiunto anche il centro di Pescara in corso Vittorio Emanuele, con uno shop da 180 metri quadrati. Il brand, che si descrive come “ammiccante, complice che non si prende sul serio”, punta sull’ironia e i prezzi accessibili.

Bari, Franchini verso la Fiera?

Il dg di Aeroporti di Puglia, Marco Franchini, sarebbe sul punto di diventare il nuovo segretario generale della Fiera del Levante dopo le dimissioni di Riccardo Rolli. Lo rivela la Gazzetta del

Mezzogiorno, secondo la quale il governatore Nichi Vendola ne avrebbe già parlato con i suoi fedelissimi. Franchini ha portato Adp agli ottimi risultati di quest’anno, dopo la trasformazione di Bari e Brindisi in basi Ryanair, ed era stato conteso anche dalla Sagat di Torino. In Adp le sue deleghe operative passerebbero al presidente Domenico Di Paola.

EniCafé verso quota 650

Entro quattro anni gli EniCafé dovrebbero aumentare di 150 unità, passando dagli attuali 500 a 650. Lo ha comunicato il management del Gruppo Eni, aggiungendo che è plausibile anche un’espansione fuori dall’Italia, in diversi Paesi europei. Dal 2009 gli Agipcafé italiani, che sommati formano la più grande rete di coffe-bar nel territorio nazionale, hanno subito un’operazione di rebranding in EniCafé e di riqualificazione dell’immagine.

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cosa occorre sapere per... A cura dello Studio Legale Cocuzza & Associati di Milano

Mediazione in vista!

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A partire dal 20 marzo 2011 alcune controversie dovranno essere obbligatoriamente sottoposte a mediazione, prima che si possa avviare un’azione in tribunale. Tra queste, quelle in tema di locazioni ed affitti di rami di azienda. Evidentemente si tratta di una rivoluzione copernicana per proprietà di spazi commerciali e per gli stessi conduttori: le cause di cui sopra non potranno essere introdotte se prima non si sarà esperito il processo di mediazione. È fatta salva tuttavia la possibilità di richiedere decreti ingiuntivi e procedure di sfratto (sino al mutamento del rito). L’istituto della mediazione, importato dal mondo anglosassone dove l’alternative dispute resolution è radicata nella cultura giuridica e commerciale, si prefigge, tra gli altri, il difficile compito di sgravare il nostro sistema giudiziario, già così ingolfato. In questi mesi si stanno costituendo vari organismi di mediazione, a cui le citate controversie andranno riferite e che presteranno la loro assistenza sulla base di un tariffario (tariffe per ciascuna parte da Euro 65,00 per le controversie minori ad Euro 9.200,00 per quelle più rilevanti, con aumenti e diminuzioni in determinati casi). La scelta dell’organismo di mediazione spetta all’attore: è questa una norma di non poco momento, perché come è evidente una grande proprietà con molti conduttori potrebbe essere esposta a tentativi di mediazione in tutta Italia, a seconda del luogo di residenza del conduttore. È pertanto verosimile che le proprietà si premuniscano designando preventivamente in sede contrattuale un organismo di mediazione a cui tutte le controversie andranno riferite. L’intento della nuova normativa (del resto prevista da direttiva comunitaria) è nobile, anche se forse anziché introdurre nuovi istituti bisognerebbe cercare di far funzionare gli esistenti. In generale, le criti-

che mosse alla mediazione sono che essa potrebbe costituire un ostacolo in più all’accesso alla giustizia anziché un vero modo di risolvere le controversie. Chi si determina infatti a fare causa ha già accantonato per definizione l’ipotesi di una composizione bonaria della controversia. La mediazione rischia pertanto di diventare un ulteriore, oneroso passo prima di poter accedere ad una giustizia che nel frattempo potrebbe non essere diventata meno lenta, con aggravio per tutti i soggetti coinvolti. C’è da sperare che i nuovi mediatori (commercialisti, ex magistrati, avvocati e altri soggetti che si stanno formando in questi mesi con corsi appositi) dimostrino una professionalità e una capacità tale da riuscire effettivamente a far dialogare le parti e ad agevolare una soluzione che prima non pareva possibile, e che parallelamente le parti stesse si accostino a questo nuovo istituto con un approccio positivo e aperto, per poter giungere al componimento della controversia in tempi brevi.

Avv. Alessandro Barzaghi Per informazioni e quesiti gli Avvocati Giulia Comparini gcomparini@cocuzzaeassociati.it e Alessandro Barzaghi abarzaghi@cocuzzaeassociati.it saranno lieti di rispondervi.

Cncc fa rotta sull’innovazione «O si punta all’innovazione o si rischia l’estinzione come quella dei dinosauri». È una provocazione, evidentemente, ma pesano come pietre le parole pronunciate da Pietro Malaspina in occasione del convegno Cncc che ha aperto la giornata degli award lo scorso dicembre. Premi a parte, dove spicca quello vinto da Svicom per l’iniziativa di marketing “Incontri poco scontati” (realizzata al centro commerciale Gran Shopping Mongolfiera di Molfetta), l’appuntamento annuale pre-natalizio ha messo in luce due elementi: da una parte tutti i dati del 2010 e le prospettive per il 2011/2012, dall’altro la spinta necessaria all’innovazione. I primi, esposti dal vicepresidente di Cncc e amministratore delegato di Larry Smith Italia, Corrado Vismara, evidenziano un riscontro prossimo alla stabilità per quanto riguarda il sell out al terzo quadrimestre del 2010, quando si è registrato -0,06 per cento. Da notare, però, che mentre le superfici despecializzate registrano un -3,66%, le gallerie ottengono un +3,19 per cento. Scorporando il dato si nota come il comparto ristorazione segni un +4,12%, quello della casa un +2,25% e quello dell’abbigliamento un +3,30 per cento. A livello di canale i margini più elevati li fanno registrare gli outlet. Per il prossimo biennio si stimano 30 progetti retail in cantiere e un ritorno alla crescita dei volumi di gla, che nel 2011 dovrebbero raggiungere la quota di 700mila metri quadrati. Questa spinta sarà alimentata dalla ripresa dello sviluppo nel Nord del Paese. La sferzata alla platea, però, è arrivata dal presidente di Cncc, che ha parlato di scenari futuribili nel mediolungo termine facendo leva sulla repentina evoluzione della società contemporanea. Rivolgendosi ai soci del Cncc, Pietro Malaspina ha parlato di centri commerciali urbani, di centri tematici e dell’inevitabile convergenza tra shopping center e factory outlet center. In particolare, poi, ha posto l’accento sui social network, che hanno rivoluzionato il modo di comunicare di milioni o addirittura di miliardi di persone. Questo sposta la barra del comando sul mercato dagli sviluppatori e gestori al consumatore finale, che diventa esso stesso ambasciatore dei marchi. Di questo, sostiene Malaspina, i retailer ne avrebbero già la consapevolezza e dovrebbero fare altrettanto gli altri operatori del settore. Pena: l’estinzione.


Viaggio tra i migliori aeroporti del mondo

Nuovo look per il Fiordaliso

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splorare senza muoversi dalla scrivania i migliori aeroporti del mondo e i progetti più interessanti: è quello che permette, attraverso descrizioni, foto, rendering e diagrammi, il volume “New Airports”, appena pubblicato da 24 Ore Cultura (287 pagine, 59 euro). A curarlo è stato l’architetto Giulio De Carli, co-managing partner dello studio One Works (nella foto con il nuovo socio della sede di Dubai, Anwar Mohamed), specializzato in aeroporti e centri commerciali. I 35 scali presi in considerazione sono divisi in cinque “taglie”, XL, L, M, S e XS, e annoverano le aerostazioni più spettacolari e discusse degli ultimi anni, dal nuovo terminal internazionale dell’aeroporto di Pechino al T5 di Heathrow, dal progetto per il Tom Bradley International Terminal di Los Angeles alla grande estensione in costruzione dello scalo di Francoforte. L’orizzonte geografico è globale e grande risalto è dato ai progetti del Far East che, come ebbe a notare Federico Rampini tornando negli Usa dalla Cina, stanno facendo sfigurare le realizzazioni dell’Occidente. Ci sono così le schede sui terminal 2 e 3 di Singapore Changi, su Seoul Incheon e sugli scali cinesi di Guangzhou e Shenzhen, quest’ultimo uno dei progetti ancora su carta più interessanti, assieme al Berlin-Brandenburg International Airport. A ogni aerostazione sono dedicate da 4 a 10 pagine, con una breve introduzione che spiega le caratte-

Giulio De Carli con Anwar Mohamed ristiche salienti delle strutture e il senso dell’impostazione seguita dagli studi di architettura. E aiuta a capire come i diversi aeroporti stiano risolvendo una delle sfide maggiori di questo periodo: cercare, come scrive De Carli nel capitolo introduttivo, collegamenti con i caratteri del luogo, superando il rapporto ormai automatico che associa l’architettura delle aerostazioni ai freddi acciai dalle ampie calandrature e alle facciate trasparenti e spesso abbaglianti. Oltre a coniugare le diverse esigenze funzionali, dallo sviluppo aviation a quello degli spazi di retail e ristorazione, che fanno degli aeroporti gli impianti in assoluto che comprendono più ibridazioni tipologiche di infrastrutture ed edifici. •

Oltre 23mila mq di superficie aggiuntiva e la ristrutturazione dei restanti 43mila, per un valore di 50 milioni di euro. Queste sono le cifre che caratterizzano il progetto di ammodernamento e ampliamento del centro commerciale Fiordaliso curato dalla CDS Holding. Il completamento dell'opera ha permesso allo shopping center, collocato nel comune di Rozzano e di proprietà di una joint venture tra Auchan e Finiper, di riproporsi nel bacino a sud di Milano con un’offerta che passa da 75 a circa 130 brand su una superficie totale di 74mila metri quadrati (incluso il retail park realizzato nel 2007) e con nuove tecnologie per l’efficienza energetica. Osservando le soluzioni dedicate all’abbigliamento, ai beni di largo consumo,

Ristorazione di stile a castel romano

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Ebook, l’incubo delle librerie si materializza

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egli Stati Uniti è crisi conclamata per le grandi catene di librerie. La scorsa estate la maggiore e più blasonata, Barnes&Nobles, si offrì in vendita. Ora la seconda realtà del settore, Borders, ha rinviato i pagamenti alle case editrici e ha visto raddoppiare il proprio deficit nei primi tre trimestri del 2010, arrivato a 74 milioni di dollari. Ad affossarla ci stanno pensando i problemi economici e finanziari dei cittadini americani, ma anche l’avanzata degli ebook. Ora valgono solo 450 milioni di dollari, rispetto ai 22 miliardi del fatturato complessivo del settore, ma le vendite stanno subendo un’accelerazione vertiginosa, soprattutto a seguito dell’uscita dell’iPad. Se si considera che i tablet sono stati i protagonisti assoluti dell’ultima fiera Ces di Las Vegas, i numeri saranno sempre meno da nicchia. E fanno venire i brividi alle librerie, che dovranno cambiare strategia. In America ma anche in Italia, dove ora sono in fase espansiva grazie alla conversione di moltissime librerie indipendenti, è ora di capire come porre rimedio. •

istorazione, con attenzione alle specialità locali e internazionali, ma non solo. Autogrill ha inaugurato lo scorso 18 gennaio, presso l’outlet di McArthur Glen a Castel Romano, il Design Bistrot. L’iniziativa è stata realizzata in partnership con il marchio milanese Skitsch e mira ad offrire al consumatore una shopping experience allargata, che integri gli aspetti funzionali alle suggestioni sensoriali. All’interno del locale, che misura 360 mq di cui 45 all’esterno con 140 sedute, è possibile usufruire di un servizio di somministrazione al tavolo nei giorni settimanali, che diventa self-service nel weekend, di una caffetteria e di un’area espositiva dove poter acquistare oggetti firmati dal brand di design. Anche il layout, progettato da Luca Bombassei / Studio Blast, è fortemente caratterizzato. Tra gli elementi interni del Design Bistrot si annoverano le sedie Madeira disegnate da Marc Sadler – Compasso d’Oro, le lampade Dahlia di Alessandra Baldareschi e ancora i tavoli Dìbì di Luca Bombassei. •

e ancora al lifestyle e al tempo libero si annoverano CK Jeans, Gap, Guess, H&M, Zara, Scarpe & Scarpe, Ovs, Bershka, Mango, Deichmann, Jean Louis David, Douglas, Swarovski e Toyota. Si rafforza la presenza di realtà come MediaWorld e McDonald’s e si consolidano Decathlon, Leroy Merlin e Botanic. La ristorazione conta una ventina di punti vendita tra bar e ristoranti mentre tra i servizi si segnalano una farmacia, uno studio dentistico, delle strutture per i bambini, una banca e uno sportello del Comune di Rozzano. A supporto della struttura sono disponibili 6.000 posti auto. Sul fronte dell’ecocompatibilità il vanto maggiore è rappresentato dal più grande “giardino verticale” dʼItalia: 1.250 metri quadrati di verde con oltre 200 varietà di specie vegetali. Estetica a parte, quest’ultimo contribuisce al bilanciamento termico dell'edificio riparandolo dai raggi solari e diminuendo i rumori ambientali.

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r&f news Ikea di Villesse, buio sulle autorizzazioni

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n quel di Gorizia il primo botto dell’anno è stato fatto esplodere dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Come emerge sulla stampa locale, infatti, dall'ente territoriale è partita una missiva in cui denuncia che «il megastore (di Ikea a Villesse, ndr) è stato costruito senza il parere della Valutazione di impatto ambientale». In particolare la lettera è stata spedita all’immobiliare proprietaria dei terreni dove sorge il punto vendita, Arco Srl di Brescia, e per conoscenza è stata recapitata al comune di Villesse e all’Arpa del Friuli Venezia Giulia. Il testo prosegue sostenendo che «il decreto legislativo 152/2006 prevede che la costruzione di centri commerciali e parcheggi di uso pubblico con capacità superiore a 500 posti auto vada sottoposta a procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale» e sentenzia: «non risulta agli atti di questa

Amministrazione alcun procedimento di compatibilità ambientale sull’opera realizzata». L’Ikea di Villesse conta ben 1.800 parcheggi. La notizia ha catturato l’attenzione dei media, che tra le varie soluzioni hanno ipotizzato scenari estremi quali la demolizione dell’edificio. Non va dimenticato, inoltre, che in quest’area dovrebbe sorgere un grande centro commerciale e proprio il megastore di Ikea dovrebbe esserne l’àncora principale. A vestire i panni del vigile del fuoco è stato il vicepresidente della Regione Luca Cipriani: «Non sussiste alcun rischio di demolizione della sede Ikea di Villesse. In questo contesto, i titoli eclatanti non corrispondono alla realtà; la documentazione presa in esame dalla stampa è ampiamente superata». Non si è fatta attendere nemmeno la reazione del colosso svedese che

in format

Lo sport si vive al bar dell’aeroporto Il bar dello sport tradizionale non potrebbe essere più lontano. L’accostamento al nuovo “Sports Bar”, concept unico sviluppato da Ssp nell’aeroporto di Zurigo è solo nel nome. E nella predominanza del gioco, che qui non è però discusso ma visto e soprattutto vissuto. Vari tocchi di design rinforzano infatti il tema dello sport e creano un forte coinvolgimento nei clienti. Il pavimento è disegnato in modo da ricordare quello di una palestra o di un campo di basket, l’illuminazione fa pensare ai riflettori che si usano negli stadi. Ci sono poi gli schermi a fare da padrone. Sono posizionati in alcune vetrine, poste tra un tavolo e l’altro e sponsorizzate da marchi legati a diverse discipline: Lindt, che sostiene il tennista Roger Federer, Omega, a lungo supporter delle Olimpiadi, Heineken, sponsor della Champions’ League di calcio e la Cornercard, società finanziaria legata a una ginnasta svizzera. Sia le strutture di supporto alle vetrine con gli schermi sia il bancone sono contraddistinte dall’uso del bianco e si integrano perfettamente la struttura dell’aeroporto. O per essere più precisi, con l’avveniristico Airside Center, uno spazio di collegamento dei terminal A e B progettato nel 1996 dallo studio Grimshaw e Arup, assieme a due società svizzere. Le vetrine, ad esempio, hanno supporti bianchi che richiamano i grandi montanti d’acciaio dipinti di bianco posti a sostegno della facciata. Questa, inclinata di 12 gradi e composta da 400 pannelli di vetro per 3.800 metri quadrati complessivi, è a sua volta ricordata dalle vetrine con gli schermi. Gli altri elementi di arredo

16 retail&food - gennaio/febbraio 2011

è intervenuto con comunicati ufficiali: «In merito alle recenti notizie apparse sulla stampa, relative alla presunta illegittimità della realizzazione del punto vendita di Villesse, Ikea Italia ribadisce fermamente l'assoluta conformità dell'intervento a tutte le normative vigenti, come risulta da una lunga sequenza di atti, che ha coinvolto tutti i livelli di pianificazione competenti. Ikea Italia conferma di aver correttamente adempiuto a tutte le sue obbligazioni e non accetta compromessi o situazioni difformi al quadro normativo vigente». Anche sul fronte del futuro centro commerciale, la multinazionale dell’arredamento low cost ha ribadito di aver ottenuto tutti i permessi necessari. Tuttavia dopo l’incendio mediatico e l’intervento in stile pompiere dei protagonisti coinvolti, è necessario attendere i tempi della procedura di verifica aperta dalla Regione. •

A cura di Fabrizio Patti

sono minimali e comprendono tavoli bianchi e sedie di plastica dal design curato di colore verde o grigio. L’obiettivo, hanno spiegato dal marketing dell’aeroporto di Zurigo, che ha lavorato a stretto contatto con Ssp, era di ottenere uno spazio semplice, pulito e smart. La nettezza dell’ambiente, infatti, è considerata molto importante dai frequentatori dell’aeroporto svizzero. «Non volevamo uno spazio tradizionale e abbiamo deciso tutto il design, fino alle sedie e ai singoli pezzi, che sono tutti fatti su misura» hanno spiegato. L’offerta del bar è bilanciata: in parte alimenti salutistici, in parte tradizionale.


Musei, a Firenze un advisor tira l’altro

U

n consulente per fare le gare non basta, almeno alla Soprintendenza di Firenze. Per il triplo affidamento (il cosiddetto “spezzatino”) dei servizi di ristorazione, bookshop e biglietteria, alla fine del 2010 è stata effettuata la gara di pre-qualifica, che ha prodotto 18 manifestazioni di interesse. In quel caso era stata coinvolta, come consulente, la società Roland Berger (pagata 20mila euro), la stessa che ha affiancato il ministero dei Beni Culturali nella stesura dei bandi di gara.

Per la fase successiva, cioè la gara vera e propria per l’affidamento di ristorazione e bookshop, la Soprintendenza ha lanciato un nuovo bando per il «supporto alla stazione appaltante nella gestione delle procedure di affidamento in corso». A colpire è stato soprattutto il valore del bando (scaduto a metà gennaio): 158mila euro, non poco in tempi di tagli severi. E non è tutto perché ora ci sarà anche un terzo bando, con altro consulente da scegliere, per la gestione della sola biglietteria •

A Toto il 100% di A24 e A25

P

rima l’aumento delle tariffe, poi il passaggio di proprietà dell’Autostrada dei Parchi. È arrivato il 3 gennaio, tre giorni dopo l’incremento dell’8,14% del pedaggio, l’annuncio della vendita della quota di Atlantia al gruppo abruzzese Toto delle autostrade A24 (Roma-Teramo) e A25 (ToranoPescara). Il valore dell’operazione, che attende l’ok dell’Antitrust, è di 89 milioni di euro. Toto aveva già il 40% della proprietà, avendo ottenuto la concessione, proprio assieme ad Atlantia, nel 2001 per 700 milioni. Secondo Il Sole 24 Ore da allora il gruppo guidato da Giovanni Castellucci aveva investito 60-70 milioni, che ora vengono ampiamente recuperati. Tra i motivi della vendita ci sono stati i debiti molto alti dell’Autostrada dei parchi, che nel complesso ammontano a 934 milioni, anche per effetto dell’acquisto della concessione. •

Moody’s taglia il rating di Adr

L

’indecisione del Cipe penalizza la valutazione di Aeroporti di Roma. Gli analisti di Moody's, infatti, hanno reso noto di aver abbassato a Ba1 (dal precedente Baa3) il rating di lungo di Adr. La decisione consegue i ritardi in merito all’accordo sulle tariffe aeroportuali che di fatto impediscono ad Adr di aumentare le proprie tariffe pesando così sulla posizione finanziaria dell'aeroporto romano. L’outlook resta stabile. Gemina, che controlla il 95,76% di Adr, segna in Borsa un rialzo dello 0,62 per cento. La società che gestisce gli scali romani ha fatto sapere nelle settimane scorse che non proseguirà con gli investimenti finché non ci saranno svolte nelle tariffe. •

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è il momento dei progetti per il 2011...

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retail&food


indice retail&food 2011 Si conclude un anno positivo Q

ualche emozione, il 2010 ce l'ha regalata. L'inquadramento generale è questo: le borse mondiali sono aumentate del 9,29%, mentre quella italiana è scesa dell'11,88%. I nostri titoli del comparto food sono viceversa aumentati del 42,22%, e quelli del comparto retail hanno realizzato una performance positiva del 67,25%. Le quotate del nostro listino quindi sono andate benissimo, non solo in assoluto ma anche relativamente a quelle degli altri settori economici, confermando così la loro natura tendenzialmente anticiclica. Passando ad una analisi più particolareggiata, dobbiamo purtroppo rilevare che i titoli nazionali sono andati molto peggio di quelli esteri. Italiane infatti sono tutte le società con andamento negativo: a partire dal fanalino di coda Stefanel (maglia nera: ha perso il 97% del proprio valore) per arrivare a Geox, Benetton, Damiani e Aeffe. L'andamento negativo di questi titoli, che si aggiunge alla performance negativa dell'indice della borsa milanese FTSEMIB, è purtroppo molto eloquente sullo stato della nostra economia e della nostra industria. Ma insomma, non lamentiamoci troppo: il mercato, come sappiamo, è oramai globalizzato, e sotto questo aspetto possiamo dire che l'anno è stato decisamente positivo.

HOLDING

PRINCIPALI SOCIETA’ MARCHI POSSEDUTI

MERCATO

QUOTAZIONI AL 31/12/09

AUTOGRILL Hms Host • Aldeasa • Alpha Group • World Duty Free Italia 8,82 DARDEN FESTAURANTS Red Lobster • Olive Garden Nyse 35,25 DINEEQUITY Applebee's • House of Pancakes Nyse 24,90 FLO GROUPE Bistro romain • Hippopotamus • Maitre Kanter Francia 3,61 MCDONALD'S Nyse 62,66 PAPA JOHN'S Nyse 24,03 STARBUCKS Nyse 16,20 YUM BRANDS KFC • Pizza Hut • Taco Bell Nyse 35,20 AEFFE Alberta Ferretti • Moschino • Pollini Italia 0,52 ADIDAS Reebok Xetra 37,77 BENETTON GROUP United Colors • Sisley Italia 6,24 BULGARI Italia 5,75 DAMIANI Italia 1,06 DUFRY Svizzera 70,10 GEOX Italia 4,82 HUGO BOSS Valentino • Permira Xetra 20,22 INDITEX Zara • Pull and Bear • Massimo Dutti Xetra 43,01 LUXOTTICA Italia 18,05 Louis Vuitton • Moet Chandon • Hennessy • LVHM Francia 79,69 Fendi • Dior • Zenith • Guerlain NIKE Nyse 46,14 PPR Puma • Fnac • Gucci • Redcats • Conforama Francia 82,76 RALPH LAUREN Polo LR • RL Watches Nyse 56,89 RICHEMONT Vacheron Constantin • Cartier • Dunhill Xetra 23,37 SAFILO GROUP Italia 11,60 STEFANEL Italia 17,50 SWATCH GROUP Omega • Longines • Tissot Xetra 175,73 TIFFANY & CO Valentina • Elsa Ferretti • Paloma Picasso Nyse 43,72 TOD'S Hogan • Fay Italia 30,01 INDICE FOOD 100,00 INDICE RETAIL 100,00 INDICE RETAIL&F00D 100,00 160,99 FTSEMIB 23,24 MSCI ALL COUNTRY 286.959

03/01/11

indice

10,61 46,81 49,96 4,80 77,13 28,08 32,96 49,26

120,29% 132,79% 200,64% 132,96% 123,09% 116,85% 203,46% 139,94%

0,50 49,24 4,99 8,17 0,86 125,80 3,43 50,00 56,27 22,96

96,15% 130,35% 79,97% 142,09% 81,13% 179,46% 71,16% 247,28% 130,83% 127,20%

124,65

156,42%

85,50 121,55 111,65 44,32 13,59 0,50 336,90 61,42 73,80 142,22 167,25 160,99% 20,48 313.611

185,31% 146,87% 196,26% 189,64% 117,16% 2,86% 191,71% 140,48% 245,92% 142,22% 167,25%

L’indice Generale Retail&Food è ponderato nella misura di 1 (food) a 3 (retail) per tener conto della differente ampiezza dei rispettivi mercati. Tutte le quotazioni sono nella valuta della piazza relativa.

88,12% 109,29% © Edifis Intelligence

retail&food - gennaio/febbraio 2011

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osservatorio prezzi

A1

In la guerra nel Mall I

l tratto di A1 che attraversa l’Emilia ha visto l’inaugurazione di uno tra i mall autostradali più importanti del Nord Italia, in località Secchia Est (Mo). Oltre alla dimensione, pari a circa 2.800 mq, risalta la coabitazione nella struttura dei competitor Autogrill e Finifast. Pronti a darsi battaglia a colpi di promozioni, ma non solo. Cogliendo l’occasione del recente taglio nastro, l’Osservatorio prezzi di gennaio/febbraio si è focalizzato in data 17 dicembre 2010 sul segmento autostradale compreso tra Parma e Modena, analizzando le aree San Martino Est e Ovest (Pr), Secchia Est e Ovest (altro mall autostradale, ma meno recente). Proprio quest’ultima, in forza alla multinazionale con sede a Rozzano (Mi), è risultata la più economica grazie a un monte spesa per i prodotti in paniere di circa 67 euro. Distanti nel risultato, anche per precise strategie distributive, sono i presidi di Chef Express (San Martino Ovest) e My Chef (San Martino Est), rispettivamente con 89,30 e 94,25 euro. Non è stato possibile effettuare la somma per il nuovo mall di Secchia Est perché i due operatori non coprono l’intera gamma di servizi. Autogrill provvede alla somministrazione con i marchi Acafè, Spizzico e Burger King (quest’ultimo non ancora attivato al momento della nostra visita), mentre Finifast gestisce con il marchio Fini il ristorante, il take away e il market.

Se il caffè è in promozione…

La concorrenza crea risultati eclatanti nel settore della caffetteria all’interno di Secchia Est. Il caffè è proposto da Fini per un periodo limitato e solo ai clienti del ristorante a 50 centesimi. La metà dell’euro che chiede il bar di Autogrill, i cui gestori non nascondono perplessità. Inoltre dal bancone di Acafé si lamenta che nei primi giorni di apertura i clienti appaiono disorientati nel distinguere le casse dei due operatori. Ma si auspica che con il tempo, e soprattutto con la cartellonistica completata, questo problema si risolva. Nel reparto caffetteria si nota un prezzo “fisso” sia sulla bevanda nera che sul cappuccino, inchiodato da tutti i gestori rispettivamente a quota 1 euro e 1,30 euro. Pochi centesimi, una decina, differenziano i listini sul caffè d’orzo e il croissant, che oscillano tra 1 e 1,1 euro. Il meno caro si evidenzia in entrambi i casi Chef Express.

Panini: l’idea è il take away

L’iniziativa è particolare e merita di essere menzionata. All’ingresso del nuovo mall di Secchia Est, per la precisione subito sulla sinistra, Fini ha

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inserito il distributore delle bibite e soprattutto il bancone take away. Questo servizio, che non rientra nell’ambito della somministrazione (per esempio i panini non possono essere scaldati) di fatto fa forte concorrenza ad Autogrill. La Focaccia Romana, incellofanata, è venduta da Fini a soli 2,75 euro, contro i 3,50 euro chiesti dal competitor per un panino al crudo di primo prezzo. Gli altri operatori hanno fissato i listini per il panino base a 2,90. Sul fronte top price, invece, la forbice è compresa tra i 4,20 euro di Chef Express e i 5,50 per la scelta al Culatello di Zibello di Autogrill. Da notare che quest’ultimo panino, commercializzato in quantità limitata, era presente al Secchia Ovest mentre era già esaurito all’Autogrill di Secchia Est. Sempre riguardo al bar, la pizza è venduta a un prezzo vantaggioso presso San Martino Est, dove costa solo 2 euro, ma va precisato che il trancio corrisponde a 1/8 di pizza tonda, mentre quello grande 1/4 costa 3,50. Lo stesso vale per il toast: sempre da My Chef costa 2,60 se “mini” e 3 euro se “maxi”. Il più economico, in questo caso, è però il listino di Chef Express con 2,50 euro.

A pranzo, meglio un solo piatto

Menu a parte, se consideriamo sommati il prezzo di ingresso del primo piatto e del secondo piatto il listino dei vari competitor è molto simile. La differenza, quindi, si gioca sulla scelta di un'unica soluzione. Mediamente l’operatore che propone il primo più economico si presenta più caro per il secondo, e viceversa. Complessivamente la formula primo e secondo più vantaggiosa è proposta dall’Autogrill di Secchia Ovest (3,90 + 4,60 euro). A livello di singola pietanza il primo meno caro è a San Martino Est (pasta al burro o al pomodoro a 3,50 euro), mentre il secondo più economico si trova a Secchia Ovest (hamburger a 4,60 euro). Al

contrario la soluzione doppia più expensive è a San Martino Est, dove occorrono euro 3,50 per il primo e 6,50 per il secondo.

Bibite: la sfida corre sull’acqua

Coca Cola in bottiglia da 50 cl e spremuta d’arancia sono vendute in tutti i locali visitati allo stesso prezzo, rispettivamente a 2,50 e 2,70 euro. Per quanto riguarda la Red Bull la variazione è minima: My Chef la commercializza a 2,60 euro contro i 2,70 dei competitor. La vera battaglia, quindi, si gioca sulla pet di acqua da 50 cl, che presenta i volumi di vendita più elevati. Il range varia da 1,05 euro, richiesto da My Chef, a 1,30, imposto da Fini. Va detto che l’azienda modenese intende allineare i prezzi delle bibite a quelli di Autogrill, in modo da non penalizzare il proprio consumatore. L’altro prodotto soggetto a forte concorrenza è la bottiglia di birra da 33 cl, proposta a soli 3,10 euro da Autogrill (l’etichetta è Peroni), mentre costa 3,70 da My Chef (che non fa differenze di listino tra le diverse marche commercializzate).

Market: pesano le strategie natalizie

Da una parte il prezzo basso, dall’altra la marca più esclusiva. Sono due e profondamente diverse le strategie adottate dai vari competitor per i prodotti tipici natalizi: panettone e pandoro. Sul primo versante si posizionano Autogrill e Fini, rispettivamente con referenze da 6,95 (Motta) e 7,90 (Balocco) per il dolce meneghino, mentre per il pandoro il listino praticato da entrambi gli operatori è 7,90 (rispettivamente con i marchi Bauli e Balocco). Gli altri operatori hanno scelto la via più ricercata, con prezzi che variano da 19,90 euro per il panettone e il pandoro Flamigni, venduti da Chef Express, e


© Edifis Intelligence

I LISTINI NELLE AREE DI SOSTA AUTOSTRADALI Area di sosta Insegna Caffè espresso Cappuccino Caffè d'orzo Croissant Panino (base) Panino (top) Toast (base) Pizza (trancio base) Pasto (1° + 2° più economici) Acqua (pet 50 cl) Coca Cola (Pet 50 cl) Spremuta d'arancia Birra (bottiglia 33 cl) Red Bull (lattina) Chewing-gum (astuccio più economico) Pringles Classic (confezione grande) Bottiglia vino rosso (più economico - market) Ringo biscotti (classic) Panettone Pandoro SOMMA

SAN MARTINO OVEST

SAN MARTINO EST

SECCHIA OVEST

Chef Express

My Chef

Autogrill

Fini

Autogrill

1 1,30 1 1 2,90 4,20 2,50 3,60 3,90 + 5,90 1,10 2,50 2,70 3,20 2,70 1,90 3,10 3 2 19,90 19,90 89,30

1 1,30 1,10 1 2,90 4,90 2,60 2 3,50 + 6,50 1,05 2,50 2,70 3,70 2,60 1,90 3,10 5,90 2,20 19,90 21,90 94,25

1 1,30 1,10 1,10 3,20 5,50 3,20 3,70 3,90 + 4,60 1,20 2,50 2,70 3,10 2,70 1,95 2,95 4,90 1,90 6,95 7,90 67,35

0,50* 2,75** 3,90 + 5,50 1,30 2,50 3,40 2,70 2,20 3,30 6,60 2 7,90 7,90

1 1,30 1,10 1,10 3,50 4,40 3,20 3,70 1,20 2,50 2,70 3,10 2,70 1,95

* In promozione per il clienti del ristorante ** Con formula take away

per il panettone Loison proposto da My Chef, sino a 21,90 euro, per il pandoro Le Tre Marie commercializzato da My Chef.

Conclusioni

La concorrenza si fa spietata nella stessa area di sosta autostradale. L’esempio di Secchia Est è significativo perché i due competitor stanno

lavorando sulla comunicazione interna e sul layout per conquistarsi le quote di viaggiatori. Tuttavia al momento della nostra visita gli allestimenti dovevano ancora essere completati, soprattutto per Autogrill, quindi è presto per dare giudizi definitivi. Interessante all’interno dei due mall visitati è la presenza di servizi e negozi, tra cui Sarni Oro dentro quello in direzione Milano, Mauro Giuli

SECCHIA EST

Prezzo più alto

Media 0,90 1,30 1,075 1,05 3,05 4,75 2,875 3,25 3,80 + 5,625 1,17 2,50 2,70 3,30 2,68 1,98 3,1125 5,10 2,025 13,6625 14,40

Prezzo più basso

(con formula outlet) e Valleverde in quello sulla carreggiata per Bologna. A livello di prezzi, invece, Chef Express e My Chef si dimostrano più economici nel comparto caffetteria e bar, sul fronte delle bibite i listini dei quattro operatori si sfiorano mentre per il market la differenza la fanno le prelibatezze natalizie. Sui prodotti tradizionali, invece, Fini è mediamente più caro. A. P.

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Star Trek retail

Destinazione

A

metà dicembre è scaduto il termine per la presentazione delle offerte non vincolanti sulla quota di controllo del Gruppo Coin attualmente in mano al fondo francese Pai Partners, proprietario della maggioranza del capitale sociale, mentre la finanziaria della famiglia Coin è socia di minoranza e un'altra quota è del mercato (il Gruppo è quotato alla Borsa di Milano dal 1999). Sul tavolo degli advisor Mediobanca e Ubs sono giunte le offerte di numerosi colossi dei buyout. Il piatto effettivamente è ricco e molto goloso, anche se sembra non proprio a buon mercato: l'azionista di controllo di Coin, infatti, punterebbe a un enterprise value di 1,6 miliardi (8 euro per azione). I fondi interessati avranno tempo sino ai primi di febbraio per fare le loro valutazioni e presentare poi le offerte vincolanti, sulla base dei risultati delle vendite di Natale e dei saldi di gennaio. Le stime del management del gruppo veneto si aggirano per il 2010 su un EBITDA di quasi 200 milioni a fronte di un fatturato superiore a 1,7 miliardi, in chiusura dell'esercizio 2010-2011. Insomma non si sta parlando di

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COIN

noccioline, anche perchè il gruppo è a dir poco in salute: 1,257 miliardi (+7,2% sull'esercizio precedente) di vendite sotto insegna nel 2009, l'anno terribile della crisi internazionale, un risultato netto positivo di 44,3 milioni (+16% sul 2008) e l'EBITDA che si assesta intorno ai 150 milioni (+11,9%). Dati confermati e migliorati anche nell'esercizio 2010 per la company guidata da ormai cinque anni da Stefano Beraldo, che attraverso le sue insegne Coin, il primo departement store italiano, Oviesse con la sua evoluzione OVS Industry, il primo retailer d'abbigliamento tricolore e da dicembre 2009 lo storico brand Upim con il nuovo format Upim Pop, ha portato il gruppo a diventare leader italiano dell'apparel retail con una quota di mercato del 5,6% davanti anche a un colosso del peso di Benetton (fermo al 3% dietro a Oviesse, il primo al 3,6%): in tutto più di 9000 dipendenti e 770 negozi in Italia (per 2/3 DOS) con poco meno di una novantina all'estero. Come struttura, ad oggi il gruppo veneto è a capo direttamente di una decina di società, per poi attraverso tre controllarne (Coin spa, Oviesse

spa e Oriental Buying service di Hong Kong) altre sette.

I mercanti di Venezia

Numeri di tutto rispetto per un'azienda che ha le sue origini nel 1916, quando il veneziano Vittorio Coin consegue la licenza di ambulante per la vendita di tessuti e mercerie a Pianiga, nel veneziano. Dopo una decina d'anni ecco il primo negozio nel vicino paese di Mirano, per poi arrivare nel primo dopoguerra alla creazione di una rete di punti vendita del settore delle confezioni pronte da Venezia ad altre città venete come Dolo, Mestre e Padova. Nel 1957 il salto di qualità con l'apertura del primo vero grande magazzino a più piani a Trieste, nei locali prima occupati dall'emporio austriaco Ohler. È di un anno dopo l'apertura di un negozio di 1.400 mq a Bologna. Sono gli anni del boom economico che segnano l'inizio della grande scalata della famiglia: entrano energie fresche con Piergiorgio (sarà poi presidente nel '74) e Vittorio, la terza generazione Coin, che nella sala dei bottoni affianca Alfonso e Aristide, figli del fondatore. L'azienda diventa una società per

azioni e nei primi anni '60 parte la conquista della capitale industriale e del business italiano: Milano. Tra il 1962 e il 1965 vengono inaugurati i Coin di piazza Cinque Giornate, fra i più grandi dell'epoca con 5.000 mq di spazio commerciale e 8 piani, quelli di Piazzale Loreto e Corso Vercelli, per poi continuare l'espansione a Parma, Bergamo fino al complesso di Venezia Mestre in piazza XXVI ottobre. Gli anni successivi vedono la diffusione delle insegne “Grandi Magazzini Coin” in una decina di città italiane, anche in meridione con le aperture di Napoli e Taranto. Sono gli anni della proletarizzazione dei consumi e per rispondere alla crescente domanda di un target diverso da quello borghese, classico per l'azienda, aprono nel '68 le Coinette, nei piccoli centri e nella periferia urbana, da cui derivano le OVS, Organizzazione vendite speciali (diventerà una società autonoma 4 anni dopo), che offrono ai consumatori l'invenduto dei negozi Coin a prezzi di saldo. Gli anni'80 sono caratterizzati dalla nuova strategia distributiva del 'negozio nel negozio', ma è il decennio successivo a rappresentare la vera svolta per l'azienda che


te equity europei Gruppo Coin in pillole in quota di maggioranza. Data di nascita 1926, da Vittorio Coin a Mirano (VE) Nuova proprietà, Proprietà Quotata alla Borsa di Milano. Attraverso una serie di finanziarie il controllo è di PAI Partners S.A., mentre Finanziaria Coin S.r.l. nuovo manage è socio di minoranza. ment con l'inSede Mestre (VE) gresso di Beraldo Management Andrea Carrara, presidente. Stefano Beraldo, alla guida della Amministratore delegato. Business Grande distribuzione di abbigliamento, società: restyling articoli per la casa, prodotti di bellezza e varie. sia del marchio di Società controllate Il Gruppo è composto da una ventina di società in Italia e nel maggior mercato mondo. Le maggiori sono Coin spa, Oviesse spa e Upim srl. del gruppo, con Insegne OVS Industry, Coin e Upim Pop la trasformazione Fonte aziendale di Oviesse in OVS Industry, sia del vecchio e gloriosuoi 150 negozi diretti (comprese Upim nell'autunno del 2010: ed è so Coin con la ristrutturazione dei le insegne BlueKids) e i circa 200 proprio l'attività di conversione della suoi principali departement store. rete appena acquisita lo sforzo magdella rete franchising (oltre che a un giore del colosso veneto in questo Si guarda all'estero, ma con più esercizio in perdita per 43 milioni): ultimo esercizio, senza dimenticare prudenza e soprattutto in mercati un'operazione che getta le basi per il lancio della nuova insegna Upim in crescita, mentre nel Belpaese si arrivare a una dimensione riservata Pop, una sfida che riguarderà una continua l'opera di acquisizione di solo ai grandi player internazionali trentina di location con un nuovo altri marchi, come le 60 insegne del calibro di Zara e H&M. styling da shopping mall cittadino Così da un ambulante veneziano, Melablu (62 negozi) e DEM (circa con tanto di food, libri, abbigliasi arriva all'inaugurazione del 500° 20), che vengono riconvertiti nel mento, media ed elettrodomestici, negozio OVS a Milano, in via Torino, formato OVS, fino ad arrivare all'accultura e musica. proprio al posto di un ex magazzino quisizione nel 2010 di Upim con i

passa da un sistema di gestione familiare a una impostazione prettamente manageriale. Una strategia che porta all'acquisizione nel '98 dei negozi Standa (ramo abbigliamento) con l'integrazione di molti di loro (alcuni saranno venduti al gruppo Fnac o ad altri operatori, altri dismessi) nelle insegne del gruppo, fino alla quotazione l'anno dopo in Piazza Affari. Mentre in Italia la leadership è stata consolidata, la famiglia veneta non riscuote molta fortuna quando si avventura fuori dai confini nazionali: nel 2003 il gruppo dismette, visti i risultati decisamente al di sotto delle aspettative, il network di negozi in Germania e Svizzera rilevati solo tre anni primi (in tutto circa 120 pdv di cui la una novantina in territorio tedesco). Se il mercato estero non premia l'azienda, di sicuro però accende l'interesse di investitori stranieri: nel 2005 ecco l'ingresso di Pai Partners, uno dei più importanti fondi di priva-

Network del Gruppo

Highlights finanziari Fonte aziendale

RICAVI (in mln di euro)

Fonte aziendale

SUPERFICIE DI VENDITA (mq)

729.000*

1257,6

541.752 414.559

1181,9

546.000

430.976 455.469

1173,4 1116,7 2005

1057,6 2005

2006

2007

2008

2009 *dopo acquisizione Upim

2006

2007

2008

EBITDA (in mln di euro) 144,6 114,7

2009

NUMERO NEGOZI

690*

149,6 133,7

499 344

358

2005

2006

540

394

92,3

2005

2006

2007

2008

2009

43,5

38,2

44,3

2007

2008

2009

RISULTATO NETTO (in mln di euro)

2007

2008

2009 *dopo acquisizione Upim

NUMERO DIPENDENTI

9.910*

5.618

6.091

6.424

2005

2006

2007

7.140

6.537

10,3 -4,5

2005

2006

2008

2009

*dopo acquisizione Upim

retail&food - gennaio/febbraio 2011

23


Star Trek retail meno della metà degli attuali. Non va dimenticato che il gruppo offre una scelta di prodotti bilanciata: in Oviesse i prodotti donna, uomo e bambino si spartiscono in maniera uguale la torta delle vendite, mentre per Coin, che ha un'offerta più complessa, non presenta comunque grossi sbalzi: uomo e donna intorno al 22-24%, poi casa, bellezza e accessari in ordine decrescente in un range del 17-12%, lasciando Bambino e Intimo donna intorno al 5%.

Dopo un buon 2009, il 2010 è da applausi

Coin + OVS + Upim = leader in Italia

Il settore non è certo in un periodo di grande espansione, ma è vero che rispetto ad altri paesi europei la gran-

sistema distributivo, 450 sarebbero OVS (con una settantina in franchising e i restanti diretti), 85 Coin (57 DOS, gli altri a gestione indiretta) e 235 Upim, marchio per cui il rappor-

E sempre per stare in vena di classifiche, nei primi nove mesi di quest'anno la parte del leone nei 1,25 miliardi di euro di vendite sotto insegna l'ha fatta proprio Oviesse con quasi 950 milioni (+5,4% sull'anno prima) e ben 109 milioni di EBITDA (+26,1%), quando quello consolidato del gruppo è a 117. Dietro viene Coin con

Proprietà

Fonte aziendale

de distribuzione in Italia ha ancora margini di crescita attestandosi a poco meno del 50% del mercato (la distribuzione organizzata era a meno del 7,7% negli anni '80) e proprio in questo decennio ha superato la quota dei negozi indipendenti, principale competitor sul territorio nazionale: insomma il trend positivo anche se non ai ritmi precedenti è confermato. In più sotto la gestione Beraldo la company, pur non crescendo molto fino al 2010 come giro d'affari (le vendite nel 2004 erano a 1,07 miliardi, l'anno scorso a poco meno di 200 milioni in più) è tornata a essere profittevole, passando da un passivo di 14 milioni di quando ha iniziato, al risultato positivo attuale, mentre l'EBITDA è quasi raddoppiato. Ad oggi il gruppo, nel cui consiglio di amministrazione siedono comunque due membri diretti della famiglia fondatrice a rappresentanza della quota, anche se di minoranza, del capitale, può contare su un network di tutto rispetto in Italia: secondo gli ultimi dati ufficiali, vista la velocità con cui il gruppo sta riorganizzando il suo

24 retail&food - gennaio/febbraio 2011

to tra gestione diretta e franchising si inverte con una minoranza di un centinaio di DOS, oltre ai nuovi 5 Upim Pop (guarda caso ubicati nelle metropoli di Roma e Milano). All'estero, poi, la presenza è spalmata con una novantina di shop, quasi solo OVS (i Coin sono solo 15), su 26 paesi (Est Europa e Far East soprattutto), forse proprio per evitare grosse concentrazioni su mercati particolari, dopo le fallimentari esperienze tedesco elvetiche: Cina, Cipro, Serbia e Croazia, per capirci, sono i paesi con la maggiore presenza delle insegne del gruppo e contano tra gli 8 e i 10 pdv. Ma anche se la prudenza non è mai troppa, gli investimenti fuori dai confini non mancano: OVS ha aperto nell'estate 3 store in India a New Delhi, Bangalore e Chennai e 5 nuove insegne in Cina (due a Shanghai, gli altri a Pechino, Hangzhou e Guangzou) ed è da ormai tre anni che l'internalizzazione del brand prevede inaugurazioni di negozi soprattutto nell'Est Europa e nel Far East. Una rete in incredibile crescita, considerato che nel 2008 Coin aveva circa 430 punti vendita,

Stefano Beraldo 300 milioni di vendite e 8 di margine operativo lordo che comunque, anche se in maniera inferiore, confermano il trend positivo. C'è da dire in ogni caso che Oviesse ha beneficiato maggiormente dell'acquisizione dei punti vendita ex Upim, che pesano per un 1/3 circa sul fatturato dell'ex Coinette: a fine ottobre sono stati convertiti già quasi una settantina di negozi ex Upim con 54 trasformati in OVS (+73% di vendite sul 2009), 9 in Coin (+50%) e 4 nel nuovo format Upim Pop (+81%). A Beraldo però, immaginiamo interessi la somma degli addendi e qui c'è da stappare la bottiglia buona: le vendite generali del terzo trimestre 2010 si attestano a un secco +38,8% sullo stesso periodo 2009 e sono al livello della fine esercizio dello stesso anno. Senza Upim, poi, sarebbe andata bene lo stesso con una crescita del 5,4%. L'EBITDA va

a +35,7% (senza Upim +26,1%), mentre il risultato ante imposte è positivo per 34 milioni (+4,5 milioni sul 2009) e, fuori Upim, si sarebbe attestato sui 45 milioni. Sulla posizione finanziaria la musica cambia un po': l'indebitamento a fine ottobre 2010 sarebbe stato di 354 milioni, escludendo l'impatto di Upim, mentre era pari a 366 nello stesso periodo del 2009. La nota stonata è, però, che con Upim i debiti ammontano a 486 milioni di cui 200 a breve. Insomma, lo sforzo per l'acquisto e il rilancio della ex Unico Prezzo Italiano Milano è pesato come la trasformazione anche degli altri punti vendita del gruppo (400 milioni, di cui 380 in Italia), ma le cose sembrano andare per il verso giusto, nonostante la evidente tensione nelle casse. E se per comprare le catene concorrenti basta avere i soldi, il difficile è rilanciarle, crescere o mantenere le quote in un mercato come quello italiano stagnante con tassi di crescita annuali previsti per il prossimo triennio inferiori all'1,5 per cento. Così la strategia di Beraldo di intercettare le diverse fasce di consumatori, dal lusso accessibile di Coin, ai giovani con OVS, sembra vincente anche grazie alla massiccia operazione di branding del gruppo: ora in Coin si vendono, oltre ai marchi del gruppo come Luca D'Altieri e Koan, importanti e giovani griffe come Fiorucci o Vintage 55 e Oviesse propone collezioni a prezzi popolari con alto contenuto di stile. Un progetto audace che sta dando i suoi frutti anche nel bilancio del 2010, che si prevede con un fatturato in crescita di più del 30% su quello dell'anno scorso. L'obiettivo dichiarato è un giro d'affari per le vendite di 2,5 miliardi (il doppio sul 2009) nel 2013 con un EBITDA da quasi 350 milioni (2 volte e mezzo quello dell'ultimo bilancio) e un appianamento del debito che dai 347 milioni del 2009 dovrebbe ridursi progressivamente di meno di un decimo. Insomma, una bella scommessa che richiederà una buona dose di fantasia, che non sembra mancare al management del gruppo veneto, visto l'innovativa idea di Upim Pop e i brillanti risultati del gruppo.

David Montorsi


retail&food - gennaio/febbraio 2011

25


prima pietra

F

orte di un fronte autostradale lungo oltre un chilometro, ma con un impatto visivo che fa del verde il proprio cavallo di battaglia, il progetto Perle di Faenza Lifestyle Village porta a maturità il format del centro commerciale all’aperto. Sono trascorsi solo un paio di mesi dall’inaugurazione del primo villaggio dello shopping full price in Italia, il complesso Le Piazze di Castel Maggiore, ma questo stile architettonico sta rapidamente prendendo piede. L’evoluzione del centro commerciale, inteso soprattutto a livello di contenitore, vede nel village una maggiore vivibilità della struttura e un ridotto impatto ambientale. Inoltre permette ai retailer l’abbattimento di tutte le spese condominiali

Le Perle,

lo shopping fa sosta nel village relative al riscaldamento e al raffrescamento della galleria, che scompare. Tra i punti di forza del format, inoltre, compaiono spazi comuni più ampi dove poter realizzare eventi. Nel merito dell’iniziativa di Faenza, il nuovo centro sorgerà entro la primavera 2012 a pochi chilometri dal comune ravennate lungo l’A14, in prossimità di un’altra struttura retail denominata Le Maioliche e del casello autostradale. Il parcheggio sarà interamente a raso con 2.500 posti. I protagonisti di le Perle sono Faenza Erre Srl, in qualità di promotore, la società bresciana Promos, attiva sul fronte della commercializzazione, e lo studio di progettazione Alessandro Bucci Architetti. L’investimento complessivo è di circa 80 milioni di euro.

Fashion e casa, i driver

Partito il cantiere a fine novembre, i tempi non sono ancora maturi per conoscere i marchi che hanno già aderito all’iniziativa. Oltre all’aspetto architettonico, Promos ha fatto sapere che l’innovazione riguarderà anche l’offerta commerciale, per cui al momento non può dichiarare al mercato dettagli troppo precisi. Tra questi rimangono riservati anche i costi di locazione, sia fissi che variabili, e quelli condominiali. È dato sapere, invece, che nei prossimi mesi l’attività di leasing si focaliz-

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Il progetto del nuovo Lifestyle di Faenza ha visto l’apertura del cantiere lo scorso novembre lungo l’autostrada A14. Ci vorrà circa un anno e mezzo per vedere completata la cittadella retail. Nel frattempo la commercializzazione lavora nel più stretto riserbo zerà soprattutto su abbigliamento fashion, abbigliamento bambino, servizi e ristorazione. Per capire come si comporrà il mix merceologico è necessario partire quindi dai punti fermi dell’progetto: Perle di Faenza disporrà di una gla complessiva di 26.800 mq, distribuiti su un unico livello, nei quali troveranno posto 125 unità retail. La struttura sarà priva di un’ancora alimentare e ospiterà 6 medie superfici, ma nessuna grande. Inoltre saranno presenti circa dieci punti dedicati alla ristorazione, in parte concentrati in una food court e in parte diffusi nella struttura. Al momento non sono previste soluzioni dedicate all’intrattenimento. Ai numeri del progetto si aggiungono le parole pronunciate in occasione del Mapic dal presidente

di Promos, Carlo Maffioli, con le quali ha anticipato i driver su cui punterà le Perle: «Cerchiamo insegne alternative, “fashion” e “casa” sono i due temi importanti». Il ruolo chiave, tuttavia, potrebbe essere la leva del prezzo: «L’offerta sarà full price ma probabilmente vi saranno aree low cost. Pur non essendo un outlet, l’idea è quella di posizionare all’interno del Village diverse aziende che provengano direttamente dalla produzione. La filiera corta offre la possibilità di arrivare sul mercato con prezzi inferiori. Il comparto ha bisogno di novità, per cui vogliamo creare un canale distributivo più accessibile e un format a servizio dell’impresa». Alcune anticipazioni arrivano anche per il settore della ristorazione: «Presteremo attenzione

alle eccellenze enogastronomiche, con punti diffusi dove poter abbinare l’esperienza di consumo a quella di acquisto».

Competitor o alleato?

Nell’analisi del progetto va tenuto presente un altro elemento: la vicinanza al centro commerciale Le Maioliche. La struttura adiacente vanta un Ipercoop, 8 medie superfici (5 all’interno e 3 all’esterno della struttura) e oltre 40 negozi di piccole dimensioni. L’offerta abbraccia tutte le categorie merceologiche. Nelle intenzioni del commercializzatore c’è la volontà, quindi, di differenziare il proprio target rispetto a quello dello shopping center, con una proposta complementare e non concorrenziale, dando vita


© Edifis Intelligence

Il progetto in pillole Primo semestre 2012 80 milioni di euro Faenza Erre Srl Promos Srl Alessandro Bucci Architetti Faenza (RA) Periferica Lifestyle Village 26.800 mq 2.500 1 6 10

Apertura prevista Investimento complessivo Promotore Commercializzazione Progettazione LOCALITA' Localizzazione Tipologia GLA Parcheggi livelli commerciali Medie superfici Unità ristorazione Totale unità (piccole, medie e grandi superfici) Àncora alimentare

125 Assente

Indice di innovazione L'indice: tra innovazione e partnership Il 2011 di retail&food si apre con due novità significative. Per recepire la forte esigenza di innovazione del mercato è stato istituito un indice ad hoc (vedi tabella a fianco), che somma il nostro giudizio a quello di un architetto, di un urbanista e di un sociologo specializzati nel settore. Questo indice viene applicato ai progetti analizzati negli articoli prima pietra e taglio nastro. Inoltre i dati di geo-marketing sono forniti da Sincron Inova. Sincron è stata creata nel 1970 come società di consulenza in ricerche economiche e statistiche specializzata nel settore della distribuzione commerciale. Nel 1995 è stata rinominata Sincron Inova per evidenziare la decisione di potenziare la gamma dei prodotti e dei servizi offerti. In particolare le mappe e i dati relativi ai bacini d’utenza che vengono forniti nella rubrica “Prima pietra” derivano da VirtualMarket®.

così a un grande polo retail. Anche a livello di comunicazione le Perle mira a raggiungere una gravitazione regionale, mentre il centro commerciale punta essenzialmente al bacino provinciale. Sul lato pratico l’azienda bresciana ha specificato, inoltre, che non ci saranno strade interne a collegare le due strutture. Tuttavia i due parcheggi, che saranno disposti tra

loro in posizione opposta rispetto ai complessi di appartenenza, potranno servire le clientele di entrambi i centri.

L’obiettivo: aumentare il comfort

Non solo shopping ma anche relax all’aria aperta. L’ambiente non è

Architetto, Gerardo Sannella associate director di Chapman Taylor Architetti Urbanista, Tiziana Bardi titolare StudioBardi/Cad38 Sociologo, Gianmarco Navarini, professore di Sociologia della Cultura, Università di Milano Bicocca

7,75

7 8 8

Redazione r&f (Andrea Penazzi)

novità più solo una scatola dove inserire i negozi ma diventa un driver funzionale ad attrarre visitatori. Il concept, ispirato ad alcuni lifestyle center americani, intende coniugare le funzionalità di una grande struttura commerciale con l’atmosfera e l’offerta retail di una rinomata via dello shopping cittadino. Lo stile proposto richiama il susseguirsi di pianure e argini tipico del territorio e prevede un ampio impiego del verde. In particolare la struttura sarà priva di galleria

8

Valutazione da 1 a 10

coperta e presenterà una quinta scenica sul lato autostradale, in cui si distingueranno le “perle” incastonate nel terreno. All’interno legno e vetro caratterizzeranno le facciate dei punti vendita mentre elementi ceramici, aiuole fiorite e giochi d’acqua decoreranno i percorsi pedonali. L’intervento assicura un impatto energetico ridotto grazie alle tecnologie per l’accumulo termico. In particolare è previsto l’impiego di materiali biocompatibili e la raccolta

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27


prima pietra

novità

Competitor nelle fasce isocrone dei 20 minuti, con autostrada, traffico medio Fasce Isocrone

00' - 05'

Format

Insegna

Centro Commerciale LE MAIOLICHE

05' - 10'

Provincia

Comune

4,6

Centro Commerciale

LE MAIOLICHE RETAIL PARK Ravenna FAENZA

Via Biasura 3

9.650

4,6

Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it

15' - 20'

Via Vietri sul Mare ang. Via Gubbio

Centro Commerciale LE CICOGNE Ravenna FAENZA

Via Galileo Galilei 4

9.940

7,0

ang. Via Emilia Ponente

5.800

10,7

Centro Commerciale I CAPPUCCINI

Ravenna FAENZA

Via Canal Grande 44

6.210

11,0

Centro Commerciale IL BORGO

Ravenna FAENZA

Via Fornarina 119

5.598

11,2

Centro Commerciale IL GLOBO Ravenna LUGO

Via Foro Boario 30

Centro Commerciale LA FORNACE Ravenna LUGO

Via Piratello

Via Fossa 3

22.435

Distanza (minuti)

Via Biasura 1

Centro Commerciale SAN ROCCO Ravenna FAENZA 10' - 15'

Superficie (mq)

Ravenna FAENZA

Indirizzo

Centro Commerciale LA PIEVE

delle acque piovane, ci saranno ampie vetrate e trasparenze per sfruttare la luce naturale e verranno installati pannelli fotovoltaici sulle coperture del village.

Ravenna

Bacino protetto, ma condiviso

Il primo elemento da considerare in un’analisi oggettiva del bacino è la presenza di competitor. Nel caso

BAGNACAVALLO

Fonte: Sincron Inova, www.sincron-inova.it

28 retail&food - gennaio/febbraio 2011

ang. Via Scarabelli

di Perle di Faenza Lifestyle Village spicca la vicinanza al centro Le Maioliche. Superato questo aspetto con l’unica soluzione possibile, cioè la complementarietà dei marchi, nell’isocrona dei 20 minuti non ci sono concorrenti di pari dimensioni. L’unico centro commerciale sopra i 10mila di gla, ma grande neanche la metà di quello in oggetto, è Il Globo, che dista circa 17 primi. Il discorso cambia se si allunga di qualche minuto il tempo di percorrenza in automobile. A 22 e a 24 minuti si collocano due strutture con offerte significative: lo shopping center Leonardo, situato nel comune di Imola (Bo) e con una gla di circa 33mila mq, e l’outlet di Castel Guelfo (Bo) con 24.600 mq di gla. Entrambi rappresentano una barriera in direzione Bologna, sia sul versante full price che su quello a prezzi ridotti. Il secondo elemento da analizzare riguarda il numero di residenti compresi nell’isocrona dei 20 minuti, il lasso di tempo dove mediamente si concentra la maggior parte

novità

Inquadramento territoriale della localizzazione

ang. Via Antonio Gramsci

12.000

17,8

3.000

17,9

3.055

19,8

delle clientela potenziale per un centro commerciale, e la composizione del bacino. Secondo la società bresciana nei 10 minuti d’automobile gravitano circa 170mila abitanti, che salgono nei 20 minuti a quota 393mila circa e nei 30 minuti sino a 766mila. Per capire come sono stati ricavati questi dati ne abbiano chiesto una delucidazione: «Sono stati calcolati i tempi di percorrenza minimi necessari per raggiungere in automobile, dall'area oggetto di studio, il centro di ciascun Comune presente nella macro-area di riferimento individuata – ha spiegato la società di commercializzazione –. Ai suddetti Comuni sono quindi stati associati i dati demografici e socio-economici resi disponibili, nel 2008, da banche dati terze. I valori concernenti l'intera popolazione residente in ciascuno dei Comuni individuati sono quindi stati riaggregati per fasce isocrone di 10 minuti ciascuna». Per quanto riguarda il profilo del bacino, Sincron Inova ha fornito i dati sull’inquadramento territoriale del comune di Faenza e della provincia di Ravenna (vedi tabella in pagina, ndr). Da questi emerge la leggera prevalenza di donne, in linea con la media nazionale, l’alta presenza di stranieri (circa il 10%), la bassa percentuale di giovani sotto 25 anni e l’alta percentuale di persone over 64. Particolarmente positiva è la presenza di automobili per abitante, con 0,65 nel comune di Faenza e 0,626 della provincia di Ravenna contro 0,598 della media regionale e 0,591 della media nazionale. Dulcis in fundo, sia l’indice di reddito che, soprattutto, quello di consumo risultano superiori al dato nazionale.

A. P.


retail&food - gennaio/febbraio 2011

29


taglio nastro

Niguarda,

una Gallery in ospedale

U

n passatempo per chi è costretto a stare giornate intere dentro l’ospedale. Un comodo punto di appoggio per i degenti o i loro parenti e amici in cerca di beni di prima necessità (dai pigiami all’intimo ai bagno schiuma) o di regalini da portare a chi si va a trovare. Ma anche un’occasione di acquisto per chi aspetta il proprio turno alla prenotazione delle visite o per i tantissimi medici e paramedici che lavorano all’interno dell’ospedale. È tutto questo il nuovo spazio commerciale creato all’interno dell’ospedale Niguarda di Milano. Ma soprattutto è un esempio: l’idea di installare una struttura del genere in un nosocomio potrebbe essere replicata a breve in altri quattro/cinque centri grandi centri ospedalieri italiani. Una prima replica è già sicura e sarà entro il 2015 nella parte opposta dello stesso ospedale.

L’ospedale del XXI secolo

La realizzazione della Shopping Gallery, definita «il primo esempio in Italia di spazio polifunzionale e multiservizio in un contesto ospedaliero» è avvenuta nel Blocco Sud, e in particolare nel padiglione Ponti. Tutta l’area è stata interessata dalla prima fase di un grande progetto di rinnovamento e riqualificazione del nosocomio, iniziata nel 2007. La seconda fase partirà invece nel gennaio del 2011. A tirare le fila è stata la Progeni spa, che sta per Progetto Niguarda, uno special purpose vehicle che raggruppa cinque società, con capogruppo l’impresa di costruzioni Cmb. Tra le realizzazioni già effettuate si segnalano il Polo Logistico che accoglie un’ampia cucina centralizzata e una far-

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macia, il Polo Tecnologico, dove sono collocate le centrali energetiche della struttura, un parcheggio da 700 posti (a pagamento e utilizzabile anche dai non dipendenti dell’ospedale) e soprattutto il nuovo Blocco Sud. Si tratta, secondo Progeni, del cuore del nuovo ospedale ed è dedicato ai reparti di alta intensità, tanto da ospitare, tra le altre cose, 17 sale operatorie e 77 ambulatori medici. Proprio in questo moderno blocco si colloca la galleria commerciale. Appena entrati dall’ingresso si trova sulla sinistra una storica ortopediaparafarmacia, la Ortofarma Subema, presente nell’ospedale da 30 anni. Ma è solo l’antipasto. Proseguendo e svoltando a sinistra, si entra nella vera galleria e si ha una certa sorpresa vedendo il tetto coperto da una volta a botte di vetro e acciaio. L’impressione è di trovarsi, più che in un ospedale, in un aeroporto, come l’ingresso del Terminal 1 di Malpensa, o in un centro commerciale, come l’Oriocenter, entrambi sormontati da una struttura simile. La parte centrale del lungo rettangolo ospita diversi sedili, di colore rosso, rivolti verso gli sportelli per l’accettazione e la prenotazione delle visite. Questi occupano la gran parte del lato sinistro (prendendo il punto di vista di chi entra dall’ingresso principale), che non ha punti vendita se si eccettuano i due posti alla testa (Golden Point) e alla coda (il punto di telefonia Tim). Ma è sul lato opposto, il destro, che si trova la maggior parte degli shop. Dopo lo sportello bancomat della Ubi Banca il primo ad apparire è il negozio di abbigliamento per bambini Du Pareil au Même. Segue la libreria-edicola Edison, abba-

stanza grande e tra i posti più affollati al momento della visita. Ci sono poi il parrucchiere Duca’s, la Dolceria Zanetti, lo shop di intimo Yamamay, il negozio B Basic Beauty, ossia il nuovo format delle profumerie Limoni dove si trovano solo prodotti private label, e il bar/pizzeria Rita, marchio di Cir Food. Verso il fondo del lato si trovano due negozi ospitati in ampi box di vetro in mezzo al corridoio: la gioielleria Gioielli di Valenza e l’erboristeria L’Erbolario. In totale la superficie lorda affittabile ammonta a 1.100 metri quadrati. Il mix commerciale, condiviso dall’Azienda Ospedaliera Ospedale di Niguarda Ca’ Granda, è stato studiato e curato dalla Progeni spa e da Mall System srl, azienda specializzata nella commercializzazione di complessi polivalenti. Le attività di lancio e l’inaugurazione della shopping gallery sono state invece curate da Cogest, che fa parte del gruppo Mall System, mentre il pilotage è stato seguito da Cogito System. Mall System si è occupata di tutto il processo di commercializzazione, con l’obiettivo di «soddisfa-


Il progetto in pillole

CoMMENTO re sia i degenti che i parenti o amici dei pazienti, coloro che si recano nella struttura al solo fine di prenotare una visita, il personale di servizio, così come tutti i frequentatori più di passaggio».

Target diversificati

23 novembre 2010 Milano Urbana Galleria commerciale diffusa Cogito System Progeni Spa Mall System Ca’ Granda Niguarda di Milano Progeni Spa Progeni Spa 1100 mq 1 13 1 700

© Edifis Intelligence

Data di apertura LOCALITA' Localizzazione Tipologia SOCIetà di progettazione Pilotage Promotore Commercializzazione Proprietà Developer Gestione Gla Livelli commerciali Totale unità retail Totale unità ristorazione Posti auto

VALUTAZIONE

Struttura piacevole, soprattutto perché in un ospedale. Apprezzabili gli archi che racchiudono i negozi e i box mobili  per alcuni shop Il parcheggio per i visitatori è sia esterno che interno (nuovo, da 700 posti) all'ospedale. L'accessibilità per i portatori di Accesso e parcheggio  handicap è ottima. Va migliorata la segnaletica Lodevole la capacità di far entrare player importanti in un Offerta commerciale  canale nuovo. Ben calibrato il mix merceologico. Manca (per ora) un minimarket Spazi comuni L'attrattiva è rappresentata dalla stessa galleria n.d. e attrattive indice valutazione a cura di r&f: Struttura e design

Questa pluralità di soggetti identificati come target è stata confermata da una serie di interviste ai retailer presenti nella galleria. Al momento  = migliorabile  = sufficiente = apprezzabile  = molto buono  = ottimo del taglio di nastro ufficiale, lo scorso 23 novembre (caratterizzato dagli materno-infantile, all’oculistica, alle malattie infetinterventi dei vertici delle società coinvolte e dal Duplicati in arrivo tive e alla riabilitazione, sorgerà anche una galleria concerto al piano del maestro Enrico Pompili), Al di là della componente di servizio, quella comcommerciale speculare all’attuale, nella parte nord i negozi erano infatti aperti da circa un mese e merciale è particolarmente interessante. In un del complesso. Rispetto a quella esistente ci sarà i loro gestori erano già in grado di tracciare un ospedale come il Niguarda affluiscono quotidiain più un piccolo supermercato e un’area per il profilo dei propri clienti. Gli addetti dell’intimo namente dalle 10mila alle 13mila persone, come wellness e il fitness. Yamamay, ad esempio, hanno dichiarato che quelle di un paese medio-piccolo. Come commenFermo restando che starà ora ai numeri dimostrare pensavano inizialmente di proporre una serie ta a r&f Roberto Marchetti, direttore generale la validità del progetto, il modello sembra avere di prodotti specifici per l’ospedale, ad esempio di Mall System srl, prima della commercializzazioprevedendo un numero maggiore di pigiami destine sono stati effettuati nato ai degenti, ma di aver poi constatato che il degli studi, dai quali è consumo non era dissimile da altri punti vendita emerso che la redditività in città o in altri centri commerciali. Chi gestisce probabile è «come quelil confinante negozio B Basic Beauty ha conferla di un centro commerArchitetto, Gerardo Sannella mato questa posizione, aggiungendo tuttavia di ciale buono, non medio 6 associate director di Chapman Taylor Architetti aver posto vicino all’entrata una serie di oggetti né ottimo». Tradotto in di prima necessità quali accessori per il bagno e altri termini, il fatturato Urbanista, Tiziana Bardi 8 salviettine. Diverso, comprensibilmente, il punto di per metro quadrato sarà titolare StudioBardi/Cad38 vista dei gestori della dolceria, che ha come target del «10-15% superiore Sociologo, Gianmarco Navarini, soprattutto piccoli degenti o i loro parenti. Da Du alla media», e i canoni 9 Pareil au Même le commesse hanno affermato di affitto sono commiprofessore di Sociologia della Cultura, che la maggior parte dei clienti sono le infermiere surati alle performance Università di Milano Bicocca e le dottoresse, oppure gli utenti in attesa del attese. In effetti, anche 9 proprio turno all’accettazione. Anche chi gestisce per questo motivo, tutti i Redazione r&f (Fabrizio Patti) la gioielleria Gioielli di Valenza ha risposto che i retailer intervistati hanno frequentatori, oltre che medici, sono persone in affermato che si trattava Valutazione da 1 a 10 attesa del turno, parenti dei pazienti ma anche di negozi diretti e non residenti della zona, che non ha centri commerciali in franchising. Uno degli o gioiellerie assimilabili nei paraggi. Per Progeni, davanti a sé altre prospettive di sviluppo. «Ci sono aspetti peculiari emersi dagli stessi studi è che i in tutti i casi, i pazienti dell’ospedale sono i primi in Italia altri 4-5 ospedali importanti che potrebbegiorni di picco sono il martedì, il mercoledì e il beneficiari della galleria. «Qui al Niguarda – dice ro ospitare strutture simili. Noi siamo stati coinvolti giovedì, mentre negli shopping center tradizionali una nota della società – si vuole puntare su un in un paio di casi per effettuare degli studi di fatsono il sabato e la domenica. Tra i punti di forza concetto di cura, di speranza e di assistenza di più tibilità, non solo in Lombardia. Ci possono inoltre della nuova galleria, continua Marchetti, c’è la viciampio respiro (rispetto alla sola salute fisica, ndr), essere interventi minori su altri ospedali più piccoli. nanza alla mensa più importante dell’ospedale. dando l’opportunità a pazienti e a frequentatori di Dai nostri tenant è intanto emersa molta disponibiQuando sarà completata la fase 2 del progetto di passare momenti di relax, di svago e di ristoro in lità a essere presenti in gallerie simili». rinnovamento del Niguarda, con la realizzazione un’atmosfera gradevole e confortevole». dei nuovi edifici dedicati ai reparti di medicina, al Fabrizio Patti

Indice di innovazione

8

novità

retail&food - gennaio/febbraio 2011

31


Le nuove stazioni ad Alta Velocità

Silvio Berlusconi

Tiburtina inaugura

"al solito" ma promette bene

Q

ualunque adulto di buon senso lo sa. In ogni cerimonia gli aspetti simbolici sovrastano la portata reale dell’evento: tanta apparenza e poca sostanza. Le inaugurazioni per forza di cose confermano la regola. Sono vetrine mediatiche per apparatchik e porporati al taglio del nastro, su un red carpet che pullula di maschi, femmine e badanti in abiti sartoriali. Tutt’intorno è un tintinnare di cifre magnifiche e progressive: decine di scale mobili, centinaia di parcheggi, migliaia di metri quadri, milioni di euro. Non poteva sfuggire alla regola l’inaugurazione della nuova stazione Tiburtina il 10 dicembre scorso a Roma. Solo che si è andati oltre l’immaginabile con un gesto futurista (Marinetti, no Fini)

inaugurando, prodigio dell’immateriale, l’atrio della stazione. Mentre i lavori sono in corso e la stazione di là da venire. Silvio Berlusconi, Gianni Letta, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Altero Matteoli, il presidente delle Ferrovie Lamberto Cardia, l’amministratore delegato Mauro Moretti offrono il petto al taglio del nastro e alla contestuale benedizione. Ci sono nei paraggi anche il sindaco Alemanno, il Presidente della Regione Lazio Renata Polverini, un defilato Walter Veltroni. Siamo in pieno cantiere, accessibile con una viabilità provvisoria creata per fare entrare giornalisti, fotografi e televisioni chiamati a magnificare l’atrio.Tutto si gioca sulla confusione, ormai cronicizzata, tra reale

il progetto in pillole 322 milioni di euro l’investimento complessivo di cui 170 milioni solo per la stazione Conclusione lavori prevista per giugno 2011 50.000 m2 la superficie della nuova stazione 4.000 m2 le aree dei servizi di stazione primari 36.000 m2 le aree dei servizi secondari, tecnici e connettivi 10.000 m2 le aree commerciali 7.000 m2 di vetrate esterne 29 ascensori e montacarichi 57 scale mobili © Edifis Intelligence

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e immaginario, vero e falso, presente e futuro, fatti e finzione. A partire dal comunicato stampa di Ferrovie dello Stato, a dir poco surreale. “Con l’inaugurazione del completamento dell’atrio Pietralata, da oggi Roma Tiburtina sarà la prima nuova stazione AV italiana ad essere completata e operativa. A giugno 2011, infatti saranno conclusi i lavori della Galleria vetrata e degli interventi in corso per l’atrio Nomentano”. In cielo svetta la grande galleria di cristallo in costruzione, sospesa a nove metri di altezza sulla piattaforma dei binari. Otto volumi galleggianti al suo interno, destinati a servizi per i viaggiatori e i cittadini. E’ il cuore della nuova stazione Roma Tiburtina, progettata dall’architetto Paolo Desideri. Tiburtina è destinata a sostituire Termini e diventare la stazione alta velocità di Roma. All’interno della “stazione ponte” ci saranno i servizi per i viaggiatori, ai quali si potrà accedere sia dal versante Nomentano sia da quello di Pietralata, due aree della città storicamente separate dai binari e non comunicanti fra di loro. Alla stazione, pensata come una grande galleria aerea, è affidato il compito di riunirle sia con il sistema di servizi presenti all’interno sia con il grande boulevard urbano, coperto e sopraelevato, che scavalca i binari. Dal nuovo assetto ferroviario e urbanistico è prevedibile che si avvarranno non solo i viaggiatori, ma anche gli abitanti dei quartieri limitrofi in attesa da anni di una riqualificazione e del sospirato interramento della tangenziale che attualmente sfiora le abitazioni. Già da giugno 2011 si dovrebbe poter attraversare i binari passando da una parte all’altra della città, camminando lungo una galleria animata da negozi e punti di ristoro.


›«A gennaio inizia la gara» intervista

Gli spazi commerciali previsti occuperanno 10.000 metri quadrati in una stazione con 140.000 presenze giornaliere e 800 nuovi posti macchina con un parcheggio a raso e uno coperto. Ad oggi non è dato sapere chi gestirà la nuova stazione dell’alta velocità romana. Né quelle previste di Torino Porta Susa (fine 2011), Napoli Afragola (2012), Firenze (2014), Bologna (giugno 2012). Al momento in cui scriviamo l’ad di FS Moretti ci assicura che la gara sarà pubblicata ai primi di gennaio 2011. Non esclude che si vada a un bando integrato per più stazioni. Dà quasi per certa la partecipazione di Grandi Stazioni (al 60% di FS e al 40% di Benetton-CaltagironePirelli) , la società che gestisce i 13 principali scali ferroviari italiani (fra i quali Termini e Milano Centrale) e che ha investito mezzo miliardo di euro nella loro riqualificazione con negozi e spazi commerciali. E non esclude la partecipazione alla gara di Centostazioni la società al 60% di FS e per il restante 40% di una cordata in maggioranza di SAVE-Aeroporto di Venezia, che gestisce 103 scali (fra i quali Roma Ostiense e Milano Porta Garibaldi) con 500 mila metri quadrati di spazi commerciali e 500 milioni di frequentatori annui. Una partita destinata a giocarsi ad incastro con l’avvenuto acquisto da parte di FS della tedesca Arriva (170 milioni di euro), con la probabile cessione di una quota di Grandi Stazioni per far cassa e con l’annunciata quotazione dell’Alta Velocità attesa ormai da più di un anno.

Intervista a Mauro Moretti, amministratore delegato di FS Quale la tempistica per l’effettiva apertura al pubblico della nuova stazione Tiburtina? Alla fine del mese di gennaio diventeranno operativi tutti i parcheggi del fronte di Pietralata. A giugno 2011 avremo anche tutta la parte commerciale della stazione. I lavori vanno avanti nonostante i problemi atmosferici, ma come si vede è un sistema di costruzione molto veloce, perché è tutto acciaio con strutture reticolari che permettono di essere montate in cantiere dopo il lavoro in stabilimento. Intanto l’alta velocità si ferma a Salerno. L’abbiamo completata fino a Salerno. Adesso stiamo facendo la progettazione verso Bari, che è in avanzato stadio. Ci sono dei finanziamenti e dei lavori in corso nella tratta pugliese. Man mano che procede la progettazione apriremo i cantieri. Importanti investimenti sono in corso anche per il completamento del raddoppio Messina-Catania, e sulla tratta Catania Palermo. Le novità 2011? Su tutta la rete ad alta velocità aumenta ancora una volta l’offerta di treni sia per il Freccia Rossa che per il Freccia Argento. A partire dal 12 dicembre c’è la connettività per poter utilizzare senza buchi telefoni e computer a bordo. A breve arriverà la possibilità di vedere a bordo film, spettacoli e teatro in collaborazione con Telecom. Abbiamo infine delle forti promozioni con le nuove tariffe mini. Rispetto al Freccia Rossa l’aereo sul Roma Milano resta più conveniente Assolutamente no. Quello che si ha su un aereo italiano è inferiore come spazio alla nostra seconda classe.

Bisogna paragonare la seconda classe alla classe turistica degli aerei. La nostra prima classe ha un servizio notevolmente superiore e costa meno di qualunque tariffa aerea piena. Se fa il confronto con le tariffe aeree scontate, deve considerare anche le nostre tariffe scontate. Chi gestirà le nuove stazioni dell’Alta velocità? Faremo delle gare: chi darà la migliore offerta prenderà la gestione. Probabilmente cercheremo di fare delle gare che raggruppano più stazioni in un solo bando, e cercheremo di svolgere per questa parte lo stesso tipo di lavoro che già viene fatto con Grandi Stazioni e Centostazioni. Immagino che le stesse società Centostazioni e Grandi Stazioni parteciperanno alla gara e noi siamo contenti: più concorrenti ci sono, migliori sono le condizioni di realizzo che il gruppo FS otterrà. E gli spazi commerciali all’interno delle stazioni? Stanno dentro la gara per la gestione dei terminal. A parte il servizio ferroviario in senso stretto cioè i marciapiedi dove si fermano i treni, e i parcheggi che verranno distinti in altri bandi, tutto quello che è dal pubblico utilizzabile sarà affidato con un’unica gara a chi sarà capace di sfruttare in modo ottimale il singolo centimetro quadrato della stazione, svolgendo le funzioni di affitto dei locali, facility management, ecc. E questo entro giugno? Sicuramente. La gara la faremo uscire nei primi giorni dell’anno, a gennaio.

Adolfo Marino

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graffiante

schierata

liberacoraggiosa

cattiva

piccante

di destra irriverente densa

di sinistra

diversa

ricca innovativa

pepata

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r&f mistery on board

Alitalia , intercontinentale male L

o schermo al gate B65 continua a ripetere, ottusamente, che il volo AZ 643, da New York a Roma del 18 dicembre decollerà in orario alle 5.10 del pomeriggio. Ma sono già le 5 e mezza passate e non è stato nemmeno annunciato l’imbarco. Alla fine il decollo avverrà con un’ora di ritardo. Newark è il terzo aeroporto della metropoli americana (dopo Jfk e La Guardia) e quello più marginale (a dire il vero non è tecnicamente nemmeno a New York, ma in New Jersey e forse non è un caso che Alitalia abbia gli slot lì e non nel principale Jfk, feudo inespugnabile di Delta Airlines). Quando saremo a bordo il comandante nel fare le rituali (quanto inutili) scuse per il ritardo spiega che sono dovute al fatto che l’aeromobile è arrivato in ritardo. Ma allora non potevano annunciarlo al gate così almeno uno si metteva il cuore in pace invece di aspettare in piedi, in una fila disordinata, dove il rispetto dell’ordine d’imbarco dei posti è un’opinione personale? La delusione però arriva una volta a bordo: l’aeromobile è vecchio di decenni e si presenta in

Chi è il mistery passenger? Da questo numero di r&f introduciamo uno nuovo spazio che crediamo susciterà interesse e discussione tra i nostri lettori. I giornalisti di r&f racconteranno esperienze di viaggio svolte in incognito, come mistery client o passenger, analizzando con lo sguardo del “cliente attento” pregi e difetti offerti a bordo di aerei, treni, ferry. Uno spazio utile per misurare la qualità di prodotti e servizi.

condizioni inaccettabili, almeno nella classe economica (che però è il 90% dell’aereo). Solo tre bagni per tutta la classe economica e in fondo all’aereo, con un via vai continuo di gente e una fila interminabile. Una volta raggiunta la toeletta, ci si pente di aver fatto la fila. Bagni in condizioni fatiscenti, con i sedili del wc scrostati, che nessuno si è guardato bene dal sostituire, scarabocchi fatti a penna e a mala pena la carta igienica per pulirsi. Non che in prima classe le cose brillino: nemmeno esistono gli schermi sui sedili. Per vedere un film, gli assistenti sono costretti a distribuire degli schermi a parte con un cavo che il viaggiatore deve attaccare alla poltrona. Sempre meglio che in classe economica, dove gli schermi non ci sono per niente: 9 ore di volo e non c’è nemmeno uno schermo per ogni viaggiatore, cosa che è ormai la norma anche in economica su qualsiasi volo intercontinentale. L’unico intrattenimento di bordo sono degli schermi comuni, peraltro piccolissimi, collocati lungo i corridoi. Ho la fortuna di avere un posto proprio sotto una di queste tv e quindi avrò la fortuna di vedere qualcosa, ma mi chiedo cosa potranno mai vedere quelli delle file più dietro. Tanto per fare un paragone, nel volo di andata, fatto con la Delta, anche in economy class ci sono decine di film e serie tv on demand; e si può anche giocare ai videogames online contro gli altri passeggeri. Qui le cappelliere son difettose e si aprono mentre l’aereo sta per decollare. Vero è che Alitalia non è più la compagnia di bandiera (nonostante ne porti ancora il nome), e quindi non ha obblighi istituzionali ma solo commerciali. Eppure è altrettanto vero che gli aerei, specie sui voli internazionali, sono il biglietto da visita di un Paese. Su New York volano milioni di passeggeri ogni anno, tre compagnie americane (oltre a Delta anche American Airlines

novità Mistery On board > Check-in Velocità Gentilezza Rigidità applicazione regole Coda

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> Imbarco Chiarezza avvisi Speedy/priority boarding Assistenza famiglie ecc Gentilezza Velocità Code

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> Accoglienza a bordo Saluto, benvenuto Sistemazione Velocità Spazio bagaglio a mano Ordine/pulizia poltrona Magazine ecc.

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> Volo Annunci Cordialità e professionalità Assortimento carrello Qualità prodotti Prodotti acquistati: Servizio Offerta duty/free Legenda:  = migliorabile  = sufficiente = apprezzabile  = molto buono  = ottimo

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© Edifis Intelligence

e Continental) fanno la concorrenza ad Alitalia. Almeno che Alitalia utilizzi i suoi aeromobili più belli, come vetrina pubblicitaria per attrarre nuovi clienti. Si può capire che non ci sia l’Airbus di nuovissima generazione su un volo per Lagos o Teheran, ma un Boeing vecchio e maltenuto per volare su New York è imbarazzante. E pensare che l’aereo è tutto pieno, il che vuol dire che c’è una grossa domanda sulla RomaNew York. «Anzi, qualcuno forse rimarrà a terra» dice sornione l’addetto al check-in. In aereo però un sedile, tra le ultime file, spicca tra gli altri: è vuoto. Ma allora vuoi vedere che c’erano posti liberi? Avvicinandoci, ecco la verità. Il sedile è rotto. “Non occupare” recita un foglio di carta. E, per informare la clientela internazionale, anche l’avviso in inglese. “Do not occupied”. Qualcuno avverta l’Alitalia che la dicitura corretta è “Do not seat”, che il verbo “occupied” vuol dire tutt’altra cosa in inglese e che comunque c’è un errore grammaticale grosso come una casa. Visto che non c’erano gli schermi, i viaggiatori americani si saranno fatti due risate.

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Resoconto fiera

Mapic cede ma non molla

Pur evidenziando segnali contrastanti, l’appuntamento di Cannes ha confermato una lieve ripresa del mercato. Il calo degli espositori è stato bilanciato da un maggiore flusso di visitatori, il 10% in più rispetto all’edizione 2009. Tra i nuovi driver, il concept “village”, l'entertainment e il mondo dei casalinghi

G

uai a dire che la crisi è finita, ma guardando il bicchiere mezzo pieno potremmo parlare di nuova fase di mercato. La macchina del retail real estate procede, seppur lentamente, per uscire dalla palude in cui è rimasta impantanata negli ultimi due anni. A parte alcuni esempi, la maggioranza delle aziende intervistate che opera in Italia ha portato un numero ristretto di nuovi o rinnovati progetti, sui quali concentrare tutta la potenza di fuoco. Inoltre, a differenza dei retailer che hanno ritrovato un certa dinamicità - a tal proposito si segnalano alcuni marchi internazionali come Hollister e Banana Republic avvicinarsi all’Italia - l’elaborazione di iniziative real estate di qualità richiede qualche anno se si considerano i meccanismi burocratici. Nei due livelli sui cui si è tenuto l’evento, nel Palais des Festivals di Cannes, sono risaltate le aree prive di stand, “riempite” talvolta da comode sedute o dalla press room, che ha provvidenzialmente

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cambiato location. In altri casi qualche azienda ci ha confidato di aver ricevuto gratuitamente una parte dello spazio su cui era installato lo stand. Ma alla fine l’elemento che conta davvero è la capacità del Mapic di generare business, e ciò è stato ampiamente confermato da tutti gli operatori interpellati. In quest’ottica la fiera di Cannes resta essenziale per fare incontrare la domanda e l’offerta di mercati nazionali e continentali differenti, mentre non sarebbe fondamentale per sbrogliare gli affari domestici. Al calo percepito di espositori ha fatto da contraltare un maggiore flusso di visitatori, circa 7.400 contro i 7.000 previsti e soprattutto rispetto ai 6.700 dello scorso anno (+ 10%). La compagine maggiore è stata quella francese, con oltre mille aziende rappresentate. Dati a parte, dal mercato emergono alcuni segnali significativi. In primis si conferma che le location prime, circa il 30-35% sul totale delle iniziative,

stanno cannibalizzando il comparto. Sotto questo aspetto la difficoltà per i retailer è distinguere le opportunità reali da quelle interessanti solo nelle brochure. In secondo luogo, restando sul fronte progettuale, prende piede il format del “village”, ossia una soluzione all’aperto con portici e spazi verdi. Questo presenta alcuni vantaggi. Si differenzia rispetto alla quasi totalità dei centri commerciali in attività, portando al consumatore finale un effetto di novità. Abbatte i costi dell’opera per gli sviluppatori e le spese condominiali per i retailer, che non devono più finanziare la termoregolazione della galleria. Inoltre assomiglia esteticamente al concept architettonico degli outlet, che sappiamo performare particolarmente bene. Non è un caso che, nel momento in cui i centri storici si stanno organizzando in centri commerciali naturali, gli sviluppatori propongano soluzioni che li richiamano. Un ulteriore filone è costituito


a cura di Andrea Penazzi

Francesco della Cioppa, responsabile property management & retail leasing di Cushman & Wakefield Portiamo due progetti in particolare: il Centro Sicilia, che aprirà a fine aprile 2011, e il Laurentino, che dovrebbe essere inaugurato nel 2013. Per il primo la commercializzazione è giunta a circa il 70%, abbiamo già stipulato i contratti per le medie superfici e i marchi principali. Tra shopping center e retail park include circa 100mila mq di area affittabile con una parte che comprende brand di livello medio/alto. Il secondo presenta 60mila mq di area affittabile, distribuiti su due livelli. Attualmente siamo in fase di definizione di tutte le ancore. Oltre all’ipermercato è prevista una grande superficie da 7mila mq di elettronica e ci saranno almeno altre 5-6 unità retail estese dai mille ai 2.500 metri quadrati. Saranno inclusi anche un cinema con 5.550 posti, una palestra e un family entertainment center da 3.500 metri quadrati.

dalla ricommercializzazione, ristrutturazione e ampliamento degli shopping center già esistenti. Come testimoniato dagli stessi operatori, esistono numerosi mall in Italia e all’estero che godono di location strategiche, per cui possono restare sul mercato, ma che necessitano di significativi interventi di ammodernamento, senza i quali sarebbero cannibalizzati. Passando al versante delle merceologie, sembra materializzarsi l’effetto Ikea. Sulla scia della multinazionale svedese, che sta sviluppando i primi centri commerciali attorno ai propri punti vendita - un esempio è il progetto di Villesse a Gorizia commercializzato da Larry Smith - tutto il comparto di arredo casa e casalinghi è in fermento. In quest’ottica si può annoverare la recente apertura della media superficie Ovvio all’interno del centro commerciale Le Due Torri a Stezzano (Bg) e la nascita degli outlet focalizzati sull’arredamento casa all’interno del progetto Do.it.

Alberto Brioschi, direttore commerciale CST Gruppo Finim Proponiamo due progetti. Il centro commerciale Città dei Templi sorgerà ad Agrigento, in location urbana, e attualmente è in fase di costruzione. I lavori sono arrivati a circa il 50% per cui l’apertura è prevista per l’autunno del 2011. La struttura si svilupperà su due livelli, con altrettanti piani parcheggio, e ospiterà un ipermercato, cinque medie superfici e 81 punti vendita. La commercializzazione è giunta a circa il 65% della superficie e al 35% in termini di punti vendita. Manca da assegnare un’unità da 1.100 mq destinata al tessile. Il secondo shopping center sorgerà entro la fine del 2012 a Roma, nel quartiere Selva Candida. Nei 25mila mq troveranno spazio 70 unità: un ipermercato compatto, le medie superfici e circa 60 punti vendita. Una particolarità: la struttura sarà sviluppata su due livelli sfalsati a terrazza l’uno sull’altro, a cielo aperto. Marco Poncetta, direttore sviluppo di Gruppo Cmc di Ravenna Presentiamo due iniziative di sviluppo: un outlet nei pressi di Taormina, a Calatabiano, e un centro commerciale a Caltanissetta. Il fashion Garden Outlet sarà il primo foc nella parte orientale dell’isola, quella più sviluppata, con un bacino di utenza non indifferente ampliato dal flusso turistico. Il contesto e la localizzazione

saranno i valori aggiunti. Il progetto, che prevede 28mila mq di gla e un numero di negozi compreso tra 120 e 150, include potenzialità per ulteriori 22mila mq di gla a valenza commerciale. Sono previsti diversi step di realizzazione. Il Kalt Center si articolerà su 27mila mq di slp, in cui troveranno spazio un’ancora alimentare, 8 medie superfici e 74 negozi. I lavori sono già iniziati, la commercializzazione è affidata a Cbre-Espansione Commerciale mentre la vendita del centro è curata da Larry Smith. L’apertura è prevista per Pasqua 2012.

Carlo Maffioli, presidente di Promos In primo piano presentiamo le Perle di Faenza, iniziativa che abbiamo introdotto l’anno scorso ma che ora portiamo definita (vedi articolo pag 26, ndr). L’altro sviluppo, il Cilento Outlet Village, è per noi una vera sfida perché è il nostro progetto più a sud. Attualmente riscontriamo una buona adesione alla commercializzazione, che ha varcato la soglia del 50%, e in particolare constatiamo che ci sono numerose aziende intenzionate a iniziarsi al mondo degli outlet. Il cantiere è iniziato da un paio di mesi con una previsione di apertura fissata a novembre 2011. Il progetto campano disporrà di una media superficie molto significativa di abbigliamento che lo caratterizzerà. L’investimento complessivo si aggira sui 60-70 milioni di euro.

Stefano Stroppiana, amministratore delegato e partner di Premium Retail I progetti in sviluppo nel corso dei prossimi mesi e anni sono quello di San Pellegrino, il Mall of Italy e il Sicilia Fashion Village, del quale la prima parte è in apertura il 25 novembre (vedi articolo pag. 8, ndr). Il primo è in fase di progettazione esecutiva e riteniamo che all’inizio del prossimo anno sarà avviato il cantiere. Inizialmente verranno realizzati il parcheggio, le nuove terme e sarà restaurato il vecchio hotel con le terme che diventerà una sorta di spa medicale. Poi sarà la volta del nuovo albergo e della parte commer-

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Resoconto fiera ciale retail. L’iniziativa annovera la presenza di Kempinsky come operatore dell’ospitalità. Per quanto concerne il Mall of Italy stiamo definendo l’assetto relativo all’investimento, l’importo si attesta su 1,1 miliardi di euro per cui è necessaria una equity di almeno 400 milioni. Questo richiede di avere più di un investitore nella fase di start up.

Pasquale Iamele, amministratore delegato di Sircom Portiamo tre progetti, due sono già stati presentati mentre il terzo è una new entry. Quest’ultimo, che prende il nome di Gran Salento Factory Village, sarà un outlet da 25mila mq inserito in un parco permanente attrezzato. Il bacino abbraccia le province di Brindisi, Lecce e Taranto. A livello di tempi: nel giro di 12 mesi potremo conseguire le autorizzazioni e l’inizio delle attività potrebbe avvenire tra il 2014 e il 2015. Oltre a un albergo con circa 100 camere, il progetto prevede l’insediamento di una struttura commerciale retail perfetta per un factory village, di un orto botanico, di un parco giochi per bambini, di un anfiteatro e di un complesso di impianti sportivi. L’investimento sarà di circa 50 milioni di euro. In termini merceologici siamo orientati su un factory village tradizionale, ma esaminiamo con molto interesse l’iniziativa dell’outlet dell’arredo che sta per aprire a Teramo.

Giancarlo Bianchi, amministratore delegato di Sonae Sierra Developments in Italia Per quanto riguarda l’Italia portiamo e promuoviamo il centro commerciale Le Terrazze. Per il quale confermo l’apertura il 15 novembre del 2011. I lavori stanno proseguendo secondo la corretta tempistica, così come l’attività di leasing. La commercializzazione è arrivata a quota 65% della gla, oltre all’ipermercato. A gennaio incominceremo ad occuparci delle piccole metrature. Finora ci siamo concentrati solo sulle medie superfici, che saranno una quindicina. Il numero è così elevato perché crediamo che lo shopping center debba offrire ancore complementari alla piattaforma food. Le piccole unità saranno meno ma più forti. Anche noi stiamo inserendo delle soluzioni dedicate alla casa, poiché rispondono a un’esigenza di mercato più importante rispetto agli anni scorsi. Il consumatore la richiede all’interno di un centro commerciale e quindi noi dobbiamo fornirla.

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Simone Maltempi, direttore commerciale di Altarea Italia Alla rassegna di Cannes presentiamo il parco commerciale di Giussano (Mb), che si posizionerà di fronte al Carrefour esistente, e il complesso di Induno Olona (Va). Le aperture sono previste tra la fine del 2012 e il 2013. Per quanto riguarda l’iniziativa di Genova, a Ponte Parodi, stiamo attivando la precommercializzazione necessaria per arrivare all’inizio dei lavori con almeno il 50% della gla garantita. Infine presentiamo il restauro della Colonia Murri, a Rimini. A livello operativo i primi saranno le iniziative di Induno Olona e Murri. Inoltre stiamo lavorando alla riqualifica e alla ricommercializzazione di centri commerciali aperti. Confermo che il settore dei casalinghi va molto bene. Ci sono studi che dimostrano come l’offerta dedicata alla casa sia in grado di ampliare notevolmente il bacino di utenza.

Mirko Baldini, director advisory di Cbre - Espansione Commerciale Lavoriamo su diversi progetti. Tra questi segnalo quello di Torino, attualmente in costruzione, il centro commerciale Eurosia a Parma, esteso su 17mila mq, l’ampliamento di Fidenza Retail Park, un nuovo shopping center a Forlì denominato Puntadiferro, e ancora le iniziative di Faenza, Caltanissetta e Pompei. I primi ad aprire, a marzo 2011, saranno i complessi di Forlì e Parma. Più tardi sarà il turno di Pompei tra Natale 2011 e la primavera 2012. Per i primi due progetti in pipeline la commercializzazione è quasi conclusa: Eurosia è praticamente tutta affittata, con una percentuale che supera il 90%, mentre Forlì si attesta al 70 per cento. L’iniziativa più sfidante è quella di Torino, legata allo stadio della Juventus, per il quale il nostro lavoro è soprattutto qualitativo. Sempre sul fronte stadi siamo attivi su un’area retail all’interno di un nuovo palazzetto dello sport a Cantù (Co). Christian Recalcati, amministratore delegato di Larry Smith Italia Portiamo un portafoglio di oltre 10 progetti in commercializzazione, ai quali si aggiungono 17 centri commerciali in gestione e altri 3 in ricommercializzazione. Dal punto di vista delle dimensioni l’iniziativa più eclatante è quella di Villesse, a Gorizia, che sarà il primo shopping center sviluppato da Ikea. Il progetto prevede la nascita

di una struttura retail da 90mila mq, integrata da un punto Ikea già operativo da oltre un anno. Per la precisione i negozi saranno 180. Contiamo per l’estate di superare il 70% della commercializzazione. L’apertura è fissata per la primavera del 2012. Al Mapic lanciamo anche la nostra divisione focalizzata sugli outlet. I progetti sono due: lo Shoppinn a Brugnato, vicino a La Spezia, e quello di Porto San Elpidio, in provincia di Fermo. Ci occupiamo, inoltre, della vendita del futuro outlet di Calatabiano sviluppato da Cmc di Ravenna.

Victor Busser Casas, leasing director di McArthurGlen Group In Italia abbiamo cinque outlet. Quest’anno abbiamo aperto vicino a Napoli (Marcianise, Ce, ndr), inaugurato la seconda fase dello stesso foc e la seconda parte di quello di Venezia. Inoltre nel 2010 abbiamo aperto punti vendita di brand che non erano mai stati con McArthurGlen, tra questi si annoverano Bottega Veneta, Sergio Rossi, Fendi e Gucci. Nei prossimi due anni vedremo lo sviluppo della terza fase di Venezia, con altri 5.000 mq di gla, della terza fase di Napoli, della terza di Roma e della seconda di Barberino del Mugello. Per il futuro stiamo valutiamo la possibilità di un nuovo sviluppo nel Mezzogiorno, probabilmente a sud di Napoli. Puntiamo tantissimo sull’Italia perché rappresenta un mercato prioritario, sia per i nostri clienti che per i nostri tenant. L’investimento per il 2011 in Italia, tra nuove fasi


quello di Peschiera Borromeo, vicino a Milano, e il Settimo Cielo Retail Park, alle porte di Torino. Quest’ultimo disporrà addirittura di 90mila mq di gla. Altri tre interventi in portafoglio sono quello di Parma vicino all’Ikea, ad Afragola (Na) e a Partinico vicino a Palermo. L’iniziativa siciliana si contraddistingue per la grandezza, dato che include nella stessa lottizzazione un outlet e un centro commerciale. Disponiamo inoltre di tre progetti di ampliamento di shopping center già avviati: il Globo (vedi articolo pag 7, ndr), Porto Bolaro e Val di Chienti. La prossima struttura che inaugureremo è quella all’interno dell’ospedale Niguarda di Milano (vedi articolo pag 30). Questo è un progetto in grado di ottenere un buon riscontro.

e nuovi progetti, ammonta a circa 100 milioni di euro. Ubaldo De Vincentis, ceo di Europ Invest Lavoriamo a Castel Sant’Angelo per la seconda parte dell’outlet, attualmente in costruzione, che dovrebbe aprire nel 2011. Attualmente è in fase di cantiere anche il progetto di Reggello, che dovrebbe essere inaugurato a maggio. L’intervento vicino a Firenze includerà una prima piattaforma da 5mila mq con focalizzazione sul lusso. Una terza iniziativa sarà realizzata a Vigevano (Pv), con l’inizio dei lavori previsto per il 2012. All’estero siamo in Croazia, in Grecia, a

Marrakech, a Casablanca e al Cairo. Per i nostri progetti io non parlo di format “outlet” ma di “company store”, che ne rappresenta l’evoluzione. Su un arco di tempo più lungo, circa 4 o 5 anni, lavoriamo all’idea della nave del lusso, che avrà all’interno una galleria di negozi alto di gamma. Anche in questo casi ci saranno circa 5.000 mq di superficie di vendita. Vorremmo che fosse costruita in Italia.

Carmen Chieregato, amministratore delegato di Cogest Italia e presidente di Mall System Siamo al Mapic per promuovere 15 progetti. Alcuni sono senz’altro di prima fascia come

Riccardo Gianino, socio di Masema Immobiliare Masema Immobiliare si occupa del mercato sardo e al momento lavora su 6 progetti retail, che interessano i principali agglomerati urbani: Sassari, Olbia, Nuoro, Carbonia e Cagliari. Il primo a essere inaugurato sarà il Tanit di Sassari. Il taglio nastro è fissato per il 10 marzo 2011. La struttura presenterà Carrefour come ancora, Decathlon, che sarà una novità assoluta per la Sardegna, e una galleria di 50 negozi. Su Cagliari abbiamo un progetto da 66mila metri cubi, che contiamo di sviluppare in due anni con apertura nel 2013. A Carbonia lavoriamo a un parco commerciale con cinque medie superfici e un Brico già posizionato. A Nuoro abbiamo un centro commerciale con un’ancora alimentare già assegnata, che sarà una novità per la provincia. Il nostro obiettivo è quello di differenziarci con un’offerta di qualità. Per attrarre investimenti presentiamo ai retailer dati di redditività per mq molto elevati.

Alvaro Valiente, direttore generale di Neinver Italia e Portogallo Noi lavoriamo con due soluzioni: attraverso un fondo di cui siamo gestori e padroni al 20% e in qualità di sviluppatori, commercializzatori e gestori di superfici retail. In Italia abbiamo attuato entrambe le modalità, nel primo caso con l’outlet di Castel Guelfo, che abbiamo rilevato e ampliato, mentre nel secondo caso con il foc di Vicolungo. L’outlet di Castel Guelfo è stato un successo: lo abbiamo acquistato dopo che era appena stata commercializzata la fase 1, velo-

cemente abbiamo commercializzato la fase 2 e oggi il centro registra un +35% di flussi su base annua e un +28% sulle vendite. Vicolungo ha appena inaugurato la terza fase e rappresenta il secondo outlet più visitato in Italia. Attualmente abbiamo dei clienti che aspettano di entrarvi, per cui se se vedremo che ci saranno i presupposti potremo effettuare in futuro un ulteriore ampliamento.

Silvano Tognon, presidente di Icc (Italiana Centri Commerciali) Al Mapic portiamo il progetto di un parco commerciale a Foggia. Sarà un intervento di circa 60mila mq posizionato nell’unica area identificata dall’amministrazione comunale come destinata al retail. Di questa iniziativa abbiamo chiuso il layout, per cui la realizzazione partirà nella prima metà del 2011. Nei fatti sarà uno shopping center con le passeggiate all’aperto e l’offerta full price. Inoltre stiamo presentando un parco commerciale in provincia di Pordenone. Questo intervento, che si svilupperà su 24mila mq, è già stato approvato dalla regione Friuli Venezia Giulia. Anche questo si presenterà con il concept del Village. In merito a questo format la nostra è una scelta precisa: dato che non possiamo differenziare il mix merceologico perché le insegne sono sempre le stesse, l’unico modo per differenziarci è a dare al visitatore una nuova offerta di ambiente.

Simone Burasanis, head of retail agency di Jones Lang LaSalle Constatiamo un rinnovato entusiasmo nel settore, un certo dinamismo della domanda che ha risvegliato gli sviluppatori. Al Mapic portiamo dei progetti storici, come il parco commerciale Porto Allegro che consiste in una ristrutturazione importante. Inoltre abbiamo molte iniziative avviate che al momento non possiamo ufficializzare. Per il 2012 disporremo di tre o quattro operazioni significative da portare avanti. Le prospettive sono incoraggianti. Noi stiamo spostando la nostra attenzione sul canale high-street, che ha risentito meno della crisi. In particolare lavoriamo in queste aree in virtù anche del rapporto con i nostri clienti internazionali. Ad esempio abbiamo in esclusiva il mandato con il marchio Holllister per il suo sviluppo in Europa, e quindi anche in Italia. A tal proposito cerchiamo le location nei centri commerciali e nei centri storici.

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dossier aeroporti

C

i si poteva aspettare musi lunghi e braccia allargate, troviamo sguardi fiduciosi e maniche rimboccate. Siamo a Verona Villafranca, uffici dell’aeroporto, a colloquio con il direttore generale, Massimo Soppani. Giunto nel gennaio del 2009 da Save, pochi mesi dopo, a settembre, è stato nominato nella nuova carica e ha cominciato a muoversi nel segno dell’innovazione. Il lavoro ha portato a un piano industriale conseguente, dove si gira pagina rispetto a diverse situazioni consolidate. Anche negative. A guardare la bozza del piano nazionale degli aeroporti, che ha inserito Verona tra gli scali primari ma non strategici, c’era infatti da preoccuparsi. Lo stesso vale per la penosa parabola dello scalo di Montichiari, abbandonato da compagnie e passeggeri; per il crollo dei voli charter, uno dei punti di forza dello scalo; o più semplicemente per gli ultimi due bilanci della società Aeroporti del Garda, in rosso di oltre 5 milioni all’anno. Ora si lavorerà sul numero e la tipologia dei passeggeri, sui collegamenti ferroviari, sull’aumento del peso delle attività non avio e sullo stato di salute dei conti. Per farlo ci vogliono investimenti ma anche semplicemente la creatività, come quella che ha portato al lancio di una radio, con tanto di dj, che a “costi ridicoli” promette di far risalire la testa alla pubblicità.

I nuovi spazi commerciali

«Fino a qualche mese fa» è una delle frasi che più spesso viene pronunciata da Soppani. La prima volta è sull’incidenza dei ricavi non aviation rispetto a quelli totali: era del 20% (dato 2009), molto basso rispetto a quello degli altri aeroporti, ora si punta di arrivare al 50 per cento. Il primo passo è stato l’inaugurazione a luglio di una nuova galleria commerciale nel Terminal Partenze: 445 metri quadrati nel landside, inseriti nell’ambito di una più ampia riqualificazione di 1.500 mq del terminal, che ha seguito di 4 anni quella effettuata agli arrivi. Contestualmente c’è stata l’apertura di alcuni punti vendita in airside e agli arrivi. In totale ora gli esercizi commerciali sono 38: 17 alle partenze prima dei varchi di sicurezza, di cui 8 novità; 13 oltre i varchi, in area Schengen, 5 dei quali nuovi; uno in area extra Schengen e 7 agli arrivi, di cui 3 aperti a luglio. Tra gli innesti più interessanti c’è il secondo punto vendita in un aeroporto, dopo quello a Torino, di Tramezzino.it (partenze landside), specializzato normalmente nel recapito a domicilio di prodotti freschi. In airside sta andando particolarmente bene, tra i nuovi arrivati, lo shop di Camicissima. Agli arrivi, invece, si segnalano la frullateria Dimmidisì, il locale Vacche Rosse, gestito dal Consorzio Parmigiano Reggiano e dedicato ai formaggi e ai salumi del territorio di Parma, e l’agenzia di lavoro In Job. Prevale nel complesso l’offerta food, destinata in larga parte ai turisti stranieri (inglesi e tedeschi in testa). Tutte queste innovazioni porteranno, nei piani della società, a un incremento di 10-12 milioni di euro all’anno dei ricavi commerciali. In questo modo il peso del non avio dovrebbe passare, fin dal bilancio 2010, al 30% dei ricavi complessivi. Poi sarà la volta di puntare alla metà della torta. Per arrivarci bisognerà incrementare ancora lo spazio per il retail&food. Per questo è in fase di progettazione un nuovo collegamento tra i terminal degli arrivi e delle partenze, da completarsi

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tra il 2013 e il 2014. In questa zona troveranno posto dai 6mila ai 9mila metri di attività commerciali, su tre piani più una terrazza esterna che ospiterà un ristorante panoramico. Gli operatori saranno selezionati dopo uno studio sui marchi, probabilmente con le modalità attuali: gara per la ristorazione e chiamata diretta per i negozi, soprattutto quelli appartenenti a categorie dove opera un numero limitato di operatori. Non ci sono ancora indicazioni sul mix merceologico, se non che i negozi saranno posizionati lungo un percorso obbligato che porta dai controlli di sicurezza ai gate, seguendo quindi una logica di

walk through. La maggior parte degli esercizi sarà quindi in airside. Per Verona si tratta di un cambiamento di impostazione profondo. Finora la maggior parte dei negozi è stata posizionata prima dei controlli. Un’anomalia rispetto agli altri aeroporti, ma non una bizzarria: a giustificare questo assetto è stata la presenza rilevantissima dei passeggeri di voli charter. Caratteristica di questi voli, ci spiega Soppani, è che i viaggiatori arrivano tutti contemporaneamente, scaricati dai pullman. Per questo motivo è necessario lasciare loro degli spazi ampi prima dei controlli. Dato che si formano inevitabilmente delle code i negozi vanno posti lungo il loro snodarsi, in modo che chi aspetta possa notare e avere a portata di mano gli shop.

Good Morning Verona!

Passeggeri dal volto nuovo

Da qualche mese, tuttavia, è arrivata la svolta, chiamata Ryanair. Approdato dopo l’estate, il

La radio in aeroporto, una galleria commerciale appena aperta e un nuovo blocco con 6.000 mq di retail e food. E ancora: collegamenti ferroviari per accogliere 4,5 milioni di passeggeri all’anno. Verona (con Brescia) si prepara a legarsi alla Sea con forti ambizioni di crescita


vettore irlandese conta (a gennaio) 8 rotte per un totale di 30 voli settimanali. Fino a ieri, invece, ad approfittare del travaso di viaggiatori dai voli charter a quelli low cost erano stati solo gli aeroporti vicini di Bergamo-Orio al Serio, Treviso e Bologna, tutti legatissimi al colosso guidato da Micheal O’Leary. È anche ben presente l’italiana WindJet, segno che le compagnie a basso costo stanno assumendo a Verona Villafranca un ruolo di primo piano, che si affianca a quello dei voli business, altro caposaldo dello scalo. Progressivamente, nel corso dei prossimi anni, le attività commerciali migreranno verso l’airside, più adatto a intercettare i nuovi passeggeri. Saranno anche rivolte a un target più giovane: i 18-30enni, dalla bassa spesa ma con una buona propensione all’acquisto, oggi sono rari come panda ma un domani arriveranno in massa. Tanti, d’altra parte, saranno i passeggeri attesi nei prossimi anni: dai 3 milioni attuali si dovrebbe

passare entro il 2015 a quattro milioni e mezzo: merito dell’Expo, di Ryanair e del previsto incremento di una sessantina di milioni di passeggeri nel solo Nord Italia da qui a 20 anni.

La radio in-airport

Ad accogliere i frequentatori dell’aeroporto (passeggeri e accompagnatori), dalla fine di ottobre c’è anche

I passeggeri di Verona e Brescia

tab. 1

VERONA Passeggeri aviazione commerciale

Anno 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 gen-ott. 2010

2.293.799 2.188.068 2.185.785 2.452.723 2.687.565 2.649.655 3.007.965 3.510.259 3.402.601 3.065.968 2.667.349

BRESCIA

Variazione su anno precedente

Passeggeri aviazione commerciale

Variazione su anno precedente

23,5 -4,6 -0,1 12,2 9,6 -1,4 13,5 16,7 -3,1 -9,9 -2,8

164.804 274.758 307.598 272.509 347.219 409.940 232.465 189.964 259.764 203.582 158.644

n.d. 66,7 12 -11,4 27,4 18,1 -43,3 -18,3 36,7 -21,6 -12,4

fonte: Assaeroporti

Dati di bilancio (in euro)

2007

Attivo netto Capitale sociale Fatturato Costo del personale Utile/Perdita

2008

2009

109.813.517 121.935.165 139.780.839 21.371.438 21.371.438 22.987.140 64.979.732 66.196.884 59.204.866 20.805.777 21.390.593 21.629.429 -2.524.585 -6.831.049 -5.196.566

fonte: bilancio Aeroporti del Garda, Cerved

Principali indicatori di bilancio

2007

2008

2009

ROE ROA MOL/Ricavi ROI Cerved ROS

-6,3 -0,2 10,6 -1,3 -0,3

-20 -4,8 6 -5,6 -8,8

-14,5 -3,2 7 -3,3 -7,7

fonte: bilancio Aeroporti del Garda, Cerved

la composizione dei ricavi non avio

Negozi e pubblicità 24%

Food 24%

Affitti 9%

Parcheggi 37%

Altro 24%

una radio in-store, o per meglio dire in-airport. Come quelle sviluppate negli anni passati per centri commerciali, supermercati, filiali di banche o palestre, la stazione alterna musica (a volumi accettabili) e intrattenimento, al quale pensa un dj che è sul posto e interagisce con i passeggeri. Il costo per installare la radio, dice Soppani, «è stato ridicolo» ed è consistito principalmente

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dossier aeroporti nell’installazione di qualche antenna, mentre l’interfono sfruttato era già presente. L’investimento, aggiunge il dirigente, è particolarmente basso se confrontato con altri sistemi alternativi alla pubblicità tradizionale, come gli schermi di digital signage. Lo scopo della radio, come immaginabile, è quello di risollevare i conti dell’advertising, in forte difficoltà. I cali di introiti per le affissioni, comunque, non si riflettono troppo sui conti di Aeroporti del Garda perché il servizio è dato in gestione a una società esterna (con gara), la quale assicura un minimo garantito.

I parcheggi

Per far fronte all’aumento previsto di passeggeri è pronto un sostanzioso piano di parcheggi. Entro l’estate del 2011 la società di gestione conta di passare dagli attuali 5mila a 7mila posti auto. L’espansione avverrà su parcheggi a raso, costruiti però con una logica di espansione modulare. Quando aumentano i passeggeri, insomma, si procede con l’innalzamento di piani di parcheggio. Anche in questo caso c’è spazio per l’innovazione: i posti auto, per esempio, dovrebbero essere coperti da tettoie formate da pannelli fotovoltaici. Questo garantirebbe, oltre ai ricavi per gli incentivi energetici, di aumentare le tariffe del parcheggio, perché si garantirebbe la copertura delle auto dalle intemperie. Per incrementare i margini sono al vaglio anche servizi particolari, come il lavaggio dell’auto o le piccole manutenzioni (cambio dell’olio o dei tergicristalli), in modo da garantire ai viaggiatori di avere la macchina in perfette condizioni quando si atterra.

Arriva il treno

Prima di parcheggiare, i futuri passeggeri, potranno sfruttare un nuovo casello autostradale, che sarà realizzato in tempo per l’Expo 2015. Ora chi proviene da Sud deve passare davanti all’aeroporto e uscire al Verona Nord, per poi ridiscendere. Con la modifica dell’uscita si arriverà direttamente allo scalo. Ma le novità più importanti relative ai collegamenti riguardano il treno. Una ferrovia regionale è prevista entro l’Expo. Arriverà da Mantova e collegherà anche lo scalo con la stazione della città scaligera. Nei piani, tutti da concretizzare, potrebbe proseguire a nord verso Trento e con un secondo ramo a est verso Vicenza e Padova, facendo crescere esponenzialmente la connettività dell’aeroporto. Ancora migliori appaiono le prospettive per Brescia. Il condizionale è d’obbligo ma il piccolo aeroporto di Montichiari dovrebbe essere raggiunto dal treno ad Alta Velocità. Questo significherebbe trovarsi, spiega Soppani, a circa 20 minuti dalla Stazione Centrale, situazione che lo trasformerebbe potenzialmente in uno scalo dell’Hinterland milanese. Non solo: Montichiari è anche vicinissimo alla cosiddetta “Corda Molle”, collegata alla Brebemi, e risulterebbe facilmente raggiungibile dai camion degli spedizionieri. La posizione geografica della maggior parte dei traportatori, d’altra parte, rende inagevole, continua Soppani, raggiungere Malpensa e preferibile puntare a est.

Verona lombarda

Tutti questi ragionamenti si basano su tre presupposti: il primo, acquisito perché definito nel piano industriale da poco messo a punto, che

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Le attività commerciali a Verona Villafranca

in rosso le attività di nuova apertura

Terminal partenze (area non doganale) - Marco Polo Food - Ristorante / Mensa 1° piano - Airest - Spizzico / Pizzeria 1° piano - Airest - Bar Le Palme 1° piano - Fly Safe Bag (Fly Srl) - Photoplus (fototessera) - Airest - Bar Nazionale - piano terra - Banca Pop. Verona - The Frozen Yogurt - Tramezzino.it - Wood Village - Nau Ottica - D.I.F. - edicola - Unicredit - bancomat - Golden Point - Tesoro Mio - Jean Louis David - For Exchange (Maccorp)

forma logistica». Il sistema di Venezia e Treviso, a partire dal presidente di Save, Enrico Marchi, si è espresso invece per una chiusura dello scalo bresciano. «La Catullo non potrebbe veder bene un piano per chiudere un aeroporto costato 90 milioni di euro – continua il dirigente -, perché ci sono prospettive di crescita. È un aeroporto fatto

Terminal partenze (area doganale Schengen - oltre i varchi) - Aeronautica Militare - Dufrital - Duty Free Shop - Camicissima - Last Minute Pharma - Airest - Bricco Cafè - Conte of Florence - Conti Dagostino - Marco Polo Food - Wine Bar / Punto Pasta - Banca Popolare di Verona - bancomat - Appendino - Cioccolato** - Scaligera Gift - Luxury Spa - Watch Studio Terminal partenze (area doganale extra Schengen - oltre i controlli passaporti) - Marco Polo Food - Bar Pizzeria Terminal arrivi (area non doganale) - Vacche Rosse - I.A.T. - Provincia di Mantova - For Exchange (Maccorp) - Dimmidisì - In job - Airest - Bar arrivi - I.A.T. - Provincia di Verona * era già presente solo con il bancomat ** già esistente, da poco tempo fonte: Aeroporti del Garda

Brescia-Montichiari diventi un aeroporto dedicato prevalentemente (anche se non esclusivamente) al cargo, mentre Verona si specializzi sul traffico passeggeri. Il secondo è che Brescia e Verona continuino a condividere il proprio destino. Su questo punto non ci dovrebbero proprio essere sorprese, perché la scorsa estate l’Enac ha firmato la convenzione per la gestione da parte della società Valerio Catullo spa di entrambi gli aeroporti. È seguita la firma del ministero delle Infrastrutture e al momento della scrittura dell’articolo mancava solo quella del ministero dell’Economia e Finanze. Il terzo presupposto è che i due scali entrino nell’orbita degli aeroporti milanesi, divenendo tasselli dell’hub virtuale ideato dal presidente di Sea, Giuseppe Bonomi, nel quale i singoli scali si dividono le funzioni. Anche in questo caso la scelta è stata fatta. «Perché la Lombardia? – si chiede Soppani -. Perché la Sea vede un’opportunità utile in Brescia come piatta-

con 20 anni di anticipo, ma che può ora permettere di recuperare gli investimenti». Per lo scalo, racconta Soppani, sono in corso delle trattative con alcune compagnie cinesi, incontrate in un recente viaggio a Shanghai. Il fatto che sia e rimanga unitaria la gestione di Brescia e Verona allontana anche le preoccupazioni per il Piano nazionale degli aeroporti, di cui sono circolate alcune anticipazioni. Nel piano erano previsti nel Nord Italia due aree con “scali con sviluppo coordinabile”, ossia da una parte Malpensa-Linate-Orio al Serio-Brescia e dall’altra Treviso-Venezia-Ronchi dei Legionari. Verona sembrava rimanere nel mezzo, ma, ribadisce Soppani, «è solo una questione grafica, dove va uno scalo va l’altro». Sembra non destare troppe preoccupazioni anche la classificazione di aeroporto “primario” ma non “strategico”, perché i collegamenti ferroviari non appaiono in pericolo.

I conti

Tutti questi interventi dovranno portare a un miglioramento dei conti. Negli ultimi tre anni il risultato d’esercizio è stato negativo: nel 2007 per 2,5 milioni di euro, nel 2008 di 6,8 e nel 2009 di 5,1 milioni. Il 2010, prevede il dirigente, sarà in linea con l’anno precedente, soprattutto per le voragini nei conti di Brescia-Montichiari. «Ma nel 2011 ci sarà un’inversione di tendenza, quanto meno a livello di margine operativo lordo», ossia la voce che prende in considerazione l’attività di gestione caratteristica e non gli interessi, gli ammortamenti e le tasse. Di certo gli sforzi per rilanciare gli scali e tracciare una chiara rotta di sviluppo non mancano. Fabrizio Patti


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Parola di Vincenzo Perrone

Vincenzo Perrone, Classe 1958, è nato a Taranto e si è laureato in Economia e commercio presso l’Università Bocconi, presso la quale è attualmente vicerettore. È professore ordinario di Organizzazione aziendale, direttore dell'Istituto di Organizzazione e Sistemi Informativi e dell’autorevole rivista della Sda Bocconi Economia & Management. È stato membro della Commissione Tecnica sulla Finanza Pubblica del ministero dell’Economia. È presidente di Pedemontana SpA dall’ottobre del 2009.

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PEDEMONTANA:

«Innovativi prima di tutto» T

re aree di sosta con centro commerciale e albergo. Servizi pensati per pendolari come la spesa ordinata online da ritirare tornando a casa. Wifi, rifornimento per auto elettriche e a idrogeno e apertura a tutto quello che sarà innovativo tra cinque anni. Aree talmente competitive, in potenza, da generare l’allarme degli esercenti dei paesi su cui sorgeranno, perché i servizi saranno accessibili anche da chi non prende l’autostrada. Così si presenta la nuova Pedemontana Lombarda, operativa dal 2015. Per farci spiegare il progetto abbiamo incontrato il presidente di Pedemontana Spa, il professore e vicerettore dell’Università Bocconi, Vincenzo Perrone. Negli uffici di piazza Repubblica a Milano, tra una slide e l’altra, ha anche fatto il punto sul problema più assillante della società: trovare dai privati i 3 miliardi e 200 milioni di euro che ancora mancano. Professore, quale sarà l'elemento connotante della nuova autostrada Pedemontana? Noi vorremmo che tutta l’autostrada fosse avanzata. Dovrà essere pronta tra cinque anni e dovrà già essere e sembrare un’autostrada pensata nel futuro, non come alcuni aeroporti nati già vecchi. Dalla scelta dei materiali che abbiamo messo nei capitolati di gara all’idea di utilizzare l’illuminazione Led e di ricavare energia anche attraverso il fotovoltaico, quella dell’innovatività è la cifra complessiva del progetto Pedemontana, insieme all’attenzione all’impatto ambientale. Questo varrà anche per le aree di sosta? Quelle di sosta saranno in realtà aree multi-utilità. Quindi non solo di sosta ma di servizio, non solo di servizio all’auto ma anche alla persona e al viaggiatore, non saranno una struttura solo dell’autostrada ma anche al servizio del territorio. Possono essere di passaggio ma c’è la possibilità di rimanere a dormire in albergo. Nelle le tre aree, di Mozzate, Desio e Bellusco, stiamo parlando di 2.700, 2.960 e 2.750 mq di superficie lorda a destinazione alberghiera e anche la superficie commerciale è piuttosto interessante. In quella di Desio sono quasi 9mila i metri quadri del centro commerciale che si vorrebbe costruire. Nello specifico, come pensavate di strutturare le aree? La componente “software” del progetto sarà sviluppata da chi si candiderà a gestire le aree di servizio. Per la componente “hardware”, l’esempio più interessante è quello dell’area di Desio. L’autostrada è sempre sotto il livello del suolo. Ci sarà un ponte al livello del terreno su cui passa la pista ciclabile e da cui si può scendere ai servizi previsti nell’area di servizio. La piastra commerciale è dentro il ponte, un monolivello lungo 100 metri e largo 30. Sono previste funzioni commerciali di media distribuzione e funzioni ricettive di ospitalità. Ma le funzioni saranno oggetto di gara.

come i cinema multisala, o comunque una struttura al servizio del territorio dove si va perché è particolarmente attraente e comoda in quanto servita dalla Pedemontana.

Quanto potranno essere modificati gli spazi? Qui c’è una delle nostre principali differenze rispetto all’area di servizio convenzionale. Di norma il concessionario ha il sedime e lo affida in royalty a un soggetto gestore che realizza il volume secondo le proprie modalità e i propri presupposti di gestione e poi crea le funzioni. Noi siamo un caso unico, perché la realizzazione dei volumi della stazione di servizio è prevista nel piano finanziario. È quindi già previsto che noi realizziamo un certo tipo di edifici, poi naturalmente affideremo con gare l’allestimento finale dell’oil e non oil. Quando saranno indette le gare? Parliamo del 2012-2013, cosa che permetterà di avvantaggiarsi della massima prossimità possibile all’apertura all’esercizio, prevista per il 2015. Quali altri servizi ci potranno essere, oltre al wi-fi? Il minimo è il modello delle ultime aree di servizio sulla rete di Autostrade per l’Italia. Ce ne è una molto bella realizzata sulla A14 in Emilia Romagna, che ha delle aree di accoglienza per i bambini, aree commerciali, aree ricettive, e osmosi territoriale. Quanto ai servizi, la fruizione delle aree di servizio sarà simile alla fruizione dell’autostrada. Secondo una nostra stima l’80% del traffico sarà di pendolari e la tratta media percorsa sarà di 20 km. A proposito di pendolari, ci saranno servizi dedicati? Per i pendolari uno dei servizi che si pensa sia particolarmente gestibile è la spesa fatta via computer e ritirata la sera take away passando in autostrada. In più si potrà seguire la logica del drive through, che permette di non scendere neanche dall’auto. A quel punto c’è solo la fantasia come limite, dai servizi di banca alla lavanderia. È anche interessante prevedere – ma rispetteremo l’autonomia di chi vincerà le gare – progetti innovativi

Aprirei il capitolo finanziamenti. Si è detto che 3 miliardi sui 5 totali ancora non ci sono. Che prospettive ci sono? L’opera ha tre fonti di finanziamento. Una sono i 336 milioni di capitale dei soci, ossia Serravalle e le banche, Intesa più Equiter, Ubi e le Banche di credito cooperativo (Bcc). Poi abbiamo 1,2 miliardi che vengono dallo Stato, gestito da Cal. Infine una cifra distintiva di Pedemontana è il fatto che sarà un’opera nella quale devono credere i privati, in primo luogo le banche. Ora, come si trovano 3,2 miliardi sul mercato, nell’epoca della crisi di Irlanda e Portogallo? Facendo una grande fatica, e avendo però un progetto convincente. La grande fatica vuol dire che il tempo medio stimato per chiudere un’operazione da 3,2 miliardi va dai 12 ai 18 mesi. L’obiettivo è quindi di 18 mesi? Sì, per la chiusura di tutto il processo di finanziamento. Ma entro febbraio puntiamo ad avere l’ossigeno sufficiente per lavorare, perché nel frattempo dobbiamo preparare il terreno per chi deve costruire, gestendo espropri e interferenze. Si tratta di avere un prefinanziamento rispetto al finanziamento senior, o finanziamento ponte. Il 90% del sistema bancario italiano ha oggi sul tavolo il dossier Pedemontana e in maniera diversa ha manifestato la propria volontà di essere coinvolto. (nei giorni successivi all’intervista è stato annunciato che entro giugno dovrebbe arrivare un prestito ponte di 310 milioni da cinque banche e che Cassa Depositi e Prestiti erogherà fino a 1,6 miliardi, ndr) Radio 24 vi ha lodato per la sorveglianza con 007 contro le infiltrazioni malavitose. L’opinione pubblica è molto scossa dal tema della mafia al Nord e a Desio il consiglio comunale è caduto a causa della ‘Ndrangheta. Cosa fate per evitare queste infiltrazioni? Abbiamo stretto un accordo di collaborazione con le prefetture e la Direzione investigativa antimafia, consentendo loro di avere accesso diretto istantaneo ai nomi di tutto il personale delle ditte subappaltanti, e parliamo di 10mila soggetti all’anno, e di centinaia di ditte subaffittatarie. Possono conoscere anche le targhe di tutti i mezzi che entrano nei cantieri. Nel momento in cui questo sistema diventa consolidato, si comincia a capire che è difficile entrare nel perimetro di attenzione dei cantieri. La miglior difesa è infatti tenere un malavitoso lontano dal perimetro del cantiere, non estromettere il singolo quando è già entrato. Fabrizio Patti

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analisi mercato

Fiches su mall e aeroporti

La febbre del gioco si diffonde oltre le piazze e i classici casinò. Più di 40 centri commerciali hanno sale giochi. Negli aeroporti, dopo Palermo e Milano, è la volta di Roma e Bergamo. E a bordo delle navi sei passeggeri su dieci non resistono alla tentazione di sedurre la fortuna

L

a passione del gioco infiamma sempre più gli animi degli italiani. Fa una certa impressione leggere, come comunicato da Aams in occasione della recente esposizione ProGameShow di Milano, che quella dei giochi è ormai la terza industria del Paese. La raccolta di tutti i giochi pubblici nei primi 10 mesi del 2010 ammonta a 49,6 miliardi di euro e si conferma il trend positivo: +12,7% la crescita rispetto ai 44 miliardi incassati nello stesso periodo del 2009. La febbre, come noto, può trasformarsi in malattia e a dare le cifre ci ha pensato l’Università La Sapienza di Roma, con una ricerca commissionata dalla stessa Aams e da Lottomatica. Secondo lo studio l’1,01% dei 44 milioni di adulti tra i 18 e i 74 anni, cioè mezzo milione di persone, ha comportamenti problematici e incapacità di resistere alla necessità e all’urgenza di giocare. Si tratta, va detto, di un dato in leggero calo, perché una precedente indagine aveva individuato tali comportamenti nel 1,27% degli adulti,

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e inferiore a quella di altri Paesi europei. Preoccupazione per gli aspetti devianti a parte, il mondo dei giochi, dunque, corre. Il passo più spedito ce l’hanno gli apparecchi da intrattenimento: nel decimo mese dell’anno hanno incassato 2,83 miliardi di euro, ovvero il 34,7% in più rispetto ai 2,10 miliardi ottenuti nell’ottobre 2009. La loro incidenza è destinata a salire perché le tradizionali slot machine dette “Comma 6” (dalla legge 289 del 2002) vengono affiancate in questi mesi dalle nuove “videolottery”, che permettono vincite più elevate (5mila euro per macchina e la possibilità di collegarsi a un jackpot nazionale fino a 500mila euro di valore) e hanno grande attrattiva perché ricordano le classiche slot machine a manovella dei casinò.

Il gioco è al centro

Se gli italiani giocano così tanto nelle piazze, non stupisce che questa passione si trasferisca gradatamente nelle piazze del XXI secolo, i centri

commerciali. Target ideali sono gli shopping center con dei cinema multisala e apertura fino a tarda sera. Secondo i dati elaborati da Reno Consulting per retail&food, sono più di 40 le sale giochi con scommesse negli shopping center italiani. La regione in cui sono più diffuse è la Lombardia, con 10 punti, seguita da Piemonte (7), Veneto (5) e Lazio (4). Il primo esemplare di sala giochi in questo canale fu inaugurato nel 1997, ne La Grande Mela di Lugagnano di Sona (Verona). Si tratta del Playcenter, uno spazio che si estende, contando anche la food court, su 11mila metri quadrati. Per lo più si tratta di giochi per bambini e ragazzi, ma è presente anche una sala per le slot machine. In quel mall, che ebbe anche il merito di ospitare il primo multisala italiano, «la gestione della sala giochi fu un’esperienza unica e pionieristica. In Italia non c’era nessuno da cui copiare», commenta Michele Bragantini, oggi ad di Playcity (che gestisce sei sale giochi di cui cinque nei mall, si veda l’intervista alla pagina succes-

siva) e allora direttore generale di Playcenter. Gli esempi stranieri da cui trasse ispirazione furono soprattutto le sale di Dave & Buster’s, public company statunitense. Tra gli operatori del settore giochi e scommesse, l’ultima entrata nei centri commerciali è stata la Sisal, colosso che gestisce tra gli altri il Superenalotto e WinForLife. Uno dei primi due nuovi format “Wincity” della società è stato aperto nel centro commerciale Porta di Roma, mentre l’altro a Milano nella centralissima piazza Diaz, dietro il Duomo. Wincity, i cui esemplari dovrebbero arrivare a sei nei prossimi mesi, è un format di circa 600 metri quadrati nei quali Sisal ha racchiuso diverse tipologie di intrattenimento. A dominare sono soprattutto i videopoker, distribuiti nei diversi spazi (sala fumatori compresa) del locale. La ristorazione è curata da Cremonini, anche se non con uno dei marchi riconoscibili del gruppo. Il target di queste location, spiegano dalla società di ristorazione, è medio-alto, allo scopo di selezionare


›«Scommessa vinta intervista

a Punta Raisi»

Francesco Ginestra, presidente Assosnai e vicepresidente Snai Poco più di un anno fa la Snai ha aperto nell’aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo il primo centro scommesse in uno scalo italiano. Una puntata vincente, secondo Francesco Ginestra, presidente di Assosnai e vicepresidente di Snai. Com’è nata la decisione di aprire la sala scommesse a Palermo? Transito molto spesso negli aeroporti e nello scalo di Palermo, dove ci sono frequentemente ritardi, vedo che le persone ammazzano il tempo giochicchiando con il telefonino o girando tra le vetrine. Creare un punto accogliente dove si trasmettono eventi sportivi mi è sembrata una buona idea. Come sta andando? Riscontriamo molto interesse, riteniamo che sia un’esperienza del tutto positiva. Che caratteristiche ha? Si trova nella zona dei check-in. All’inizio eravamo in un angolo, ma da poco abbiamo avuto uno spazio più definito e lo abbiamo personalizzato. Pur essendo piccolo, di 40-45 mq compreso il magazzino, vi abbiamo messo di tutto. All’esterno ci sono dei grandi schermi che trasmettono le partite di calcio e l’ippica, oltre alle informazioni sulle scommesse. Questo attrae moltissime persone. All’interno ci sono attrazioni per tutti i gusti, anche per i neofiti. Le slot machine attualmente sono le “comma 6”, ma prevediamo a brevissimo, poiché siamo tra i pochi concessionari ad averle, di inserire le macchine videolottery. Avete trattative con altri aeroporti?

Il punto giochi e scommesse nel Terminal 2 di Malpensa gli avventori. Se l’esplosione dei giochi c’è stata negli shopping center, non altrettanto si può dire degli outlet. In questi centri, raccontano da Fashion District, gestore dei foc di Valmontone, Mantova e Molfetta, si va di solito con la famiglia. Anche se si è dediti al gioco, insomma, si evita di giocare davanti ai figli. Alcuni esperimenti sono stati condotti in punti di ristorazione, ma senza riscontri positivi.

Aerostazioni, siamo solo all’inizio?

Dove il gioco sta arrivando a grandi falcate è invece il canale aeroportuale. Apripista è stato l’Aeroporto Falcone e Borsellino di Palermo, dove da poco più di un anno è attivo un centro scommesse della Snai di circa 45 metri quadrati (si veda l’intervista in pagina). Attraverso la proiezione di partite e altri eventi sportivi a viaggiatori in attesa di aerei, si attraggono tantissime persone, alcune delle quali finiscono per scommettere.

È nata una trattativa che attualmente è in stand-by. Perché in questo settore i margini di utile sono abbastanza bassi, quindi bisogna ottenere dei volumi importanti, che si fanno crescendo. Purtroppo negli aeroporti i costi sono estremamente alti: si paga molto il posizionamento, la manutenzione e una serie di assicurazioni. Se si trovasse un accordo a livello nazionale, perché gli aeroporti hanno una loro associazione, noi saremmo disponibili. Le stazioni e le autostrade vi interessano? Per le stazioni si è discussa l’idea, ma attualmente non c’è un progetto. Per le autostrade, bisogna fare una cernita degli autogrill più frequentati. Non si può andare all’avventura, ma sono dei posti dove si potrebbe inserire sicuramente un intrattenimento del genere. Perché non anche i centri commerciali? C’è un problema di orari. Devono essere aperti 365 giorni l’anno e fino a tarda sera. Vedo che nei grandi centri con i cinema e la ristorazione in effetti qualcosa sta nascendo. L’aeroporto mi è sembrato però il luogo più facile dove mettere questo intrattenimento. C’è davvero una crescita del 12% del settore? Il prodotto del portafoglio giochi è in crescita. Ma non per la frase fatta “quando c’è crisi si gioca di più”. La realtà è che aprendo una rete vasta sul territorio nazionale stiamo portando via dei soldi dalla criminalità verso dei canali autorizzati, siamo il braccio operativo dell’amministrazione finanziaria nella lotta a quel male che è il gioco nero.

›«Facciamo decollare i centri» intervista

Michele Bragantini, ad Fec spa (Playcity) Non semplice spazio di intrattenimento ma vera àncora commerciale. È il ruolo svolto dalle sale giochi negli shopping center. Ne è convinto Michele Bragantini, ad di Fec spa, che gestisce il marchio Playcity, ma soprattutto pioniere di questi format nei mall in Italia. Come nasce Playcity e perché la decisione di entrare solo nei centri commerciali? La Fec spa nasce nel 2005. La prima sala giochi è stata aperta nel centro commerciale Bicocca Village di Milano. L’idea di fondo era di portare l’attività ricreativa in strutture organizzate moderne, per creare un indotto ulteriore per i centri commerciali. Molti visitatori, in effetti, vanno nei centri solo per le nostre sale giochi, spesso superiamo i visitatori dei multisala. Insomma, siamo sicuramente un’àncora commerciale. Chi è il cliente delle vostre sale giochi? Non è molto differente rispetto a quello delle città. Essendo un ambiente “tutelato” è un pubblico un po’ più tranquillo, uniformato a quello dei multisala. L’età va dagli 8 ai 70 anni, è molto variabile a seconda delle fasce orarie. Nelle sale casinò, invece, i frequentatori vanno dai 30 anni in su, soprattutto per le slot machine. Per il black jack e la roulette, entrambi giochi elettronici, c’è invece un pubblico più giovane e in compagnia. Quanto tempo si passa in media nei vostri casinò? Un tempo medio-lungo, anche un paio d’ore. Personalmente non credo alla capacità di “intercetto”

delle slot machine, anche se ci potrà essere con le nuove macchine “videolottery”, che sono molto simili alle slot dei casinò e hanno molta attrattiva. Permettono vincite di 5mila euro per macchina e di accedere a un jackpot nazionale di 500mila euro. Fate qualcosa contro la “ludopatia”? Mettiamo dei cartelli in cui consigliamo di non esagerare e dissuadiamo in certi casi i giocatori accaniti, consigliando loro di sospendere il gioco per un po’. Ma il giocatore problematico è più un frequentatore di bar, il nostro è un ambiente più vivo e di passaggio. Il mercato sta realmente crescendo a due cifre? Il 2009 è stato per noi leggermente positivo rispetto al 2008. Il 2010 è decisamente positivo, in linea con il dato generale (+12,7%, ndr). Il fatturato 2010 dovrebbe essere di 14,5-15 milioni di euro. Quali sono invece i progetti di espansione? Abbiamo contrattualizzato una prossima apertura a Roma, nel centro commerciale Prenestino in costruzione, che avrà una multisala. Stiamo anche valutando altre aperture, un paio di certo entro il 2012. Potrebbero essere anche sale più piccole, di mille metri invece che dei normali 2.500.

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analisi mercato Nuova e che a breve sarà inaugurata una nuova sala NOME CITTA' PR STRUTTURA TIPO SUP. REGIONE a Napoli Centrale. Si tratta di punti BARAONDA BEACH Policoro MT HERACLEA Normale Basilicata di qualità, aggiunSALA GIOCHI Lamezia Terme CZ DUE MARI Media Calabria gono, compatibili COLORADO Pompei NA AUCHAN POMPEI Normale Campania con il progetto di LOOK PLAY Volla NA LE GINESTRE VOLLA Normale Campania Grandi Stazioni. La GAMING SALA GIOCHI Reggio Emilia RE I PETALI DI REGGIO Normale Emilia Romagna società ha ricevuto PLAYCITY Cento FE PARCO COMMERCIALE WHITE PARK Media Emilia Romagna manifestazioni di SLONET Rimini RN LE BEFANE SHOPPING CENTER Normale Emilia Romagna interesse delle più GAMEPLEX Martignacco UD CITTA' FIERA Media Friuli Venezia Giulia TRIBECA GAME & CAFFE' Trieste TS TORRI D’EUROPA Media Friuli Venezia Giulia grandi concessioNEW PARK Pomezia RM SEDICI PINI Media Lazio narie di giochi e si S0057 SALA BINGO Roma RM Via Cola di Rienzo Normale Lazio studia la possibile SALA GIOCHI Pontecorvo FR IL PONTE Normale Lazio espansione di queSLOT CASINO Roma RM ESCHILO Normale Lazio sto tipo di attività NEW PARK Genova GE FIUMARA CENTRO DIVERTIMENTI Media Liguria ad altri terminal, GOLDEN PALACE Varese VA LE CORTI Media Lombardia che dipende, oltre MAGIC GAMES Cinisello Balsamo MI MILANO NORD AUCHAN Normale Lombardia MAGIC GAMES Cesano Boscone MI AUCHAN CESANO BOSCONE Normale Lombardia che dalle condizioni PLAYCITY Milano MI BICOCCA VILLAGE Media Lombardia economiche, dalla PLAYCITY Bellinzago Lombardo MI LA CORTE LOMBARDA Media Lombardia necessità di evitaSALA GIOCHI Nerviano MI AUCHAN NERVIANO Normale Lombardia re di creare situaSALA GIOCHI Curtatone MN QUATTROVENTI Normale Lombardia zioni di degrado SALA SLOT Darfo Boario Terme BS ADAMELLO Normale Lombardia in spazi a rischio. SMILE Gadesco Pieve Delmona CR CREMONADUE Normale Lombardia Un potenziale lo WONDER NET VIDEO ARCADE Vimercate MB TORRI BIANCHE Media Lombardia FOR FUN Torino TO SNOS GALLERY CENTER Media Piemonte hanno anche le GAMES & SLOT MACHINES Villanova Monferrato AL MONFERRATO SHOPPING CENTER Normale Piemonte aree di sosta autoGAMES WORLD Gravellona Toce VB LE ISOLE Normale Piemonte stradali più imporNEW PARK Torino TO 8 GALLERY Normale Piemonte tanti, mentre non PLAYCITY CASINO' Moncalieri TO 45° NORD Media Piemonte sembrano particoSALA GIOCHI Asti AT IL BORGO ASTI Normale Piemonte larmente attrattivi SALA GIOCHI TIVOLI Crevoladossola VB VALDOSSOLA Normale Piemonte i porti. Una volta FREE TIME Olbia OT AUCHAN OLBIA Normale Sardegna PLAYCITY Sestu CA LA CORTE DEL SOLE Media Sardegna salpati sulle navi, SALA GIOCHI Villacidro VS SANT'IGNAZIO Normale Sardegna però, la scommesANTARES SALA GIOCHI Arezzo AR AL MAGNIFICO Media Toscana sa e il gioco d’azSALA GIOCHI Arezzo AR PUNTO SHOPPING Normale Toscana zardo diventano SALA GIOCHI Pisa PI PISANOVA Normale Toscana per molti una parte ANTARES PLANET Perugia PG BORGONOVO ENTERTEINMENT C. Media Umbria fondamentale del ANTARES SALA GIOCHI Ellera di Corciano PG GHERLINDA Media Umbria viaggio. Costa BABY SPORT di ALL GAMES PIACENTINI Torri di Quartesolo VI LE PIRAMIDI Media Veneto BINGO PALLADIO Vicenza VI PALLADIO Media Veneto Crociere, contatCASABLANCA Torri di Quartesolo VI LE PIRAMIDI Normale Veneto tata da r&f, dà il TRIBECA GAME & CAFE' Mestre VE AUCHAN MESTRE Normale Veneto senso del business: VIDEO GAME STABIA Megliadino San Fidenzio PD MEGLIADINO Normale Veneto tutte le sue 14 navi Fonte: Reno Consulting offrono agli ospiti la possibilità di giocare al casinò, che sarà possibile trovare ”new in queste strutture è confermato da LA raccolta di tutti i giochi pubblici sono aperti ai passeggeri maggiorenslot” e terminali self-service Fulvio Fassone, presidente di Atri, Gennaio-Ottobre 2010 49,6 miliardi di euro ni quando la nave è al di fuori delle per il gioco a distanza sul associazione italiana travel retail. Gennaio-Ottobre 2009 44 miliardi di euro acque territoriali. Circa il 60% degli sito Gamenet. Anche Orio «Direi che c’è una crescita – racconVar. % gen.-ott. 2010-2009 12,70% ospiti della flotta Costa frequenta ta -. In Italia a Milano e a Roma sono al Serio si è mossa: da Fonte: Aams Fig. 1 il casinò, con una spesa media setgià presenti questi esercizi e anche Sacbo informano che a fine timanale di circa 30 euro. A bordo negli aeroporti regionali sono in gennaio aprirà una sala giole sale hanno diverse attrazioni: slot A mettersi in scia sono stati gli aerocorso molti contatti. Come avviene in chi, gestita da un operatore locale machines, American Roulette, Black porti milanesi. Sono stati aperti due importanti scali europei, queste attiaffiliato a uno dei principali marchi Jack, Face up Black Jack, Fun 21, punti Better-Lottomatica, uno nel vità e più in generale quelle dell’ennazionali. Nei suoi 30 mq ospiterà Caribbean Stud Poker, Dice Tables tertainment e del gaming vengono slot machine, gratta e vinci e giochi terminal low-cost Malpensa T2 e (tavoli per i dadi), Ocean Poker e incontro alle esigenze di una larga come il Superenalotto. uno a Linate. A Fiumicino a metà Three Card Poker. Oltre ai giochi del fascia di clientela. Ovviamente gli In fase di esplorazione o di trattadicembre ha aperto nel Terminal Casinò ci sono delle videoarcades aeroporti sono luoghi più sensibili tiva sono tanti altri scali. Quelli di 1 arrivi landside “La Casa del senza premi in denaro accessibili rispetto al mercato nazionale e le gioco”, locale di 70 mq gestito dalla Bari, Bologna e Torino, interpellati anche ai minorenni. Msc Crociere, regole sia da un punto di vista etico Commerciale Bar srl. All’interno ci da retail&food, hanno confermato che normativo ne rendono più comsono le macchine da sala giochi che ci sono contatti in corso e che invece, non divulga dati ma conferplesso lo sviluppo». Che viaggio e Vlt (Video lottery terminal) e Awp. si sta studiando l’introduzione di ma che il gioco ha una componente gioco vadano a braccetto lo dicono Si effettuano ricariche telefoniche, questi locali, senza tuttavia rilevare rilevante sui ricavi, tanto che esiste anche i due punti vendita presenti pagamenti di bollette/utenze e si i nomi delle controparti. Uno degli una apposita divisione dell’azienda nella Stazione Termini di Roma. Da può acquistare gratta e vinci. A ostacoli all’ingresso (si veda ancora a esso dedicato. Anche per questa brevissimo la Gamenet Spa aprirà l’intervista nella pagina precedente a società, così come per il resto del Grandi Stazioni informano che è invece un proprio punto di circa 20 Francesco Ginestra della Snai) sono i mercato, il 2010 è positivo e le diffistata appena aperto un centro per mq nel mezzanino del T1 (si attencosti elevati di affitto e assicuraziocoltà del 2009 alle spalle. giochi e scommesse a marchio “Par de il nulla osta dall’Asl). All’interno ne. L’interesse per il gioco d’azzardo Sei” nella stazione di Torino Porta F. P.

IL GIOCO D'AZZARDO NEI CENTRI COMMERCIALI

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Fig. 2


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dossierareediservizio2011

novità

A cura di Fabrizio Patti

AUTOGRILL C

omincia da questo mese la nuova rubrica dedicata ai formati della ristorazione e dei market in autostrada. Su ogni numero una società di ristorazione in concessione risponde alle domande di retail&food circa le caratteristiche salienti delle formule Bar, Pizzeria al trancio, Ristorante self service/free flow e Market. Dai metri quadrati necessari alle date di creazione e ultimo restyling, dai clienti serviti all’anno allo scontrino medio, dalla presenza di sconti per pendolari alla descrizione degli elementi più innovativi, le informazioni forniscono un quadro dell’esistente. Una fotografia che si spera utile per le società che gestiscono in concessione le tratte autostradali ma anche per le stesse società di ristorazione e per i loro fornitori di prodotti e servizi.

I formati della ristorazione e del market in autostrada Formato Bar nome formato Bar Snack* - Acafè* mq min-max 30 - 85 area cliente, 75 - 155 complessivi data creazione 2003 data ultimo restyling 2010 numero punti autostradali in cui è presente 83 Acafè (di cui 5 new restyling), 199 Bar snack sedute min-max 0-35 clienti serviti/anno (solo autostrada) 205.000.000 scontrino medio (solo autostrada) n.d. presenza scontistica per pendolari Menù Mattina, Menù perfetto, Menù energy Cappuccio e Brioches a soli 2 euro, Telepass e Telepass premium, Trucker club (carta invito +) elemento più innovativo del formato Immagine, piastre panini Pizzeria al trancio nome formato Spizzico* mq min-max 20 - 300 data creazione 1989 data ultimo restyling 2008 numero punti autostradali in cui è presente 77 sedute min-max 0 - 90 clienti serviti/anno (solo autostrada) 2.300.000 scontrino medio (solo autostrada) n.d. presenza scontistica per pendolari no elemento più innovativo del formato Pizza 10 e lode, Supermenu Ristorante self service/free flow nome formato Ciao* mq min-max commerciali: 80 - 750; complessivo: 120 - 900 data creazione 1981 data ultimo restyling 2009 numero punti autostradali in cui è presente 84 sedute min-max 30-500 clienti serviti/anno (solo autostrada) 8.700.000 scontrino medio (solo autostrada) n.d. presenza scontistica per pendolari no pendolari, si camionisti elemento più innovativo del formato immagine e assortimento Market nome formato Market24* mq min-max 20 - 350** data creazione 1977 data ultimo restyling 2009 numero punti autostradali in cui è presente 300 clienti serviti/anno (solo autostrada) 35.000.000 presenza di prodotti locali/regionali Sì, nel corner "La Bottegaccia*" (della regione in cui è presente il punto vendita) presenza area con prodotti freschi per pendolari Sì, nel corner "Via con Te*" presenza scontistica per pendolari Sì elemento più innovativo del formato Nuovo corner "Titoli*", dedicato a cd, dvd e libri * Marchi registrati da Autogrill S.p.A. ** Nelle nuove realizzazioni e nelle ristrutturazioni di negozi esistenti non si superano mai i 270MQ

© Edifis Intelligence

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international Abu Dhabi la città del retail... Arrivare a una densità di 1.700 metri quadrati di spazi commerciali per mille persone, divenendo in cinque anni la città con la più alta concentrazione di retail al mondo. È la prospettiva a cui va incontro l’emirato arabo Abu Dhabi, che a causa dei progetti di nuovi centri commerciali si avvia a superare

la vicina Dubai, nella quale si contano invece 1.500 metri quadrati di retail per mille persone. La densità, negli Stati Uniti, è di mille metri per mille persone, mentre le nazioni europee si fermano (felicemente) a 200.

… in Qatar l’aeroporto dei Mondiali

Ben 11 miliardi di dollari saranno investiti per il nuovo aeroporto internazionale del Qatar. Il progetto aprirà nel 2012 e sarà attrezzato per accogliere il flusso di visitatori attesi per la Coppa del Mondo di calcio, che si terrà nel Paese del Golfo nel 2022. In Qatar è anche previsto un piano di sviluppo da 25 miliardi di dollari della rete ferroviaria. In attesa del nuovo aeroporto, intanto, il numero sempre crescente di

viaggiatori verso l’emirato sarà assorbito grazie a un potenziamento dell’aerodromo esistente di Doha. È infatti prossima l’apertura del nuovo terminal arrivi nel luogo dove nel 2006 era stata eretta una struttura temporanea in coincidenza con gli Asian Games di Doha.

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duty free world

By Kevin Rozario - London

Online shopping in the air takes off Decolla lo shopping on line in volo Passengers in airports and on aircraft are often described as a “captive audience” unlike in the High Street. But the reality is that whereas consumers are in the High Street because they want to shop, passengers are at the airport because they want to travel. One of the problems that airport retailers face the world over, but most especially in North America and Europe, is that penetration rates into their shops are poor, typically well below 20%. Trying to lift this is a struggle, and in 2011 it could get tougher as new inflight shopping models emerge that might take the wind out of the sails of both ground shop operators and traditional in-flight trolley retailers. Just before Christmas 2010, one of the world’s biggest in-flight catalogue companies, SkyMall, added a webbased shopping service to around 850 aircraft from five US airlines: AirTran, Alaska Airlines, Delta, US Airways and United. The Arizona-based company – which produces a quarterly, seat-pocket shopping catalogue with an annual circulation of 18 million copies seen by approximately 88% of US domestic air passengers - is using the Gogo mobile broadband network developed for aviation by Aircell. Using Gogo, passengers have free access to SkyMall.com – where they can shop for 22,000 products via any wi-fi equipped laptop or other device. The model gives passengers convenience: the chance to shop when they want during the flight for delivery to their door – ideal if they are looking for larger items or heavier products. So far, Skymall's portfolio does not compete with perfumes and cosmetics, liquor and tobacco which are sold on-board and in ground duty free shops. However, Skymall sells other products such as jewellery, watches, fashion accessories, electronic gadgets and travel items that are sold from the trolley, and at airports. If the test on these five airlines is successful, it may only be a matter of time before the range is widened and rolled out to other airlines - and before the model is adopted in other regions. And once travellers understand that they can shop online at 10,000 metres in the air for free from trusted websites they will be keenly comparing products and prices with airport sites to see where they can make the best savings. While this extra service will boost commission revenues to airlines, it is unclear whether these revenues will be incremental or whether in-flight web shopping will cannibalise traditional trolley and ground store sales. What is clear is that the shopping offer to passengers is changing and that there will be ramifications across the duty free business.

I passeggeri negli aeroporti e sugli aerei sono spesso descritti come un "pubblico captive" a differenza di quello delle strade commerciali cittadine. Ma la realtà è che mentre i consumatori vanno nelle vie commerciali perché vogliono fare shopping, i passeggeri sono in aeroporto perché vogliono viaggiare. Uno dei problemi che i retailer aeroportuali affrontano in tutto il mondo, ma soprattutto in Nord America e in Europa, è che i tassi di penetrazione nei loro negozi sono bassi, di solito ben al di sotto del 20%. Cercare di sollevare questa tendenza è una lotta, e nel 2011 potrebbe essere ancora più dura perché nuovi modelli di shopping in volo potrebbero partire col vento in poppa rispetto agli operatori dei duty free o ai retailers dell'inflight con i tradizionali trolley. Poco prima del Natale 2010, una delle più grandi aziende di cataloghi in-flight, SkyMall, ha aggiunto un servizio di shopping webbased per circa 850 aerei di cinque compagnie aeree statunitensi: AirTran, Alaska Airlines, Delta, US Airways e United. La società basata in Arizona - che produce un catalogo shopping trimestrale, infilato nelle tasche dei sedili, con una tiratura annua di 18 milioni di copie visto da circa l'88% dei passeggeri aerei nazionali negli Stati Uniti – sta utilizzando la rete mobile a banda larga Gogo sviluppata per l'aviazione da Aircell. Utilizzando Gogo, i passeggeri hanno libero accesso al SkyMall.com – dove è possibile acquistare 22.000 prodotti tramite un qualsiasi computer portatile dotato di wi-fi o altri dispositivi analoghi. Il modello offre ai passeggeri il vantaggio della convenienza: la possibilità di fare shopping quando vogliono durante il volo con una consegna a domicilio – ideale se si è alla ricerca di oggetti grandi o di prodotti pesanti. Finora il portafoglio SkyMall non è in concorrenza con profumi e cosmetici, liquori e tabacco, che vengono venduti a bordo e nei duty free di terra. Tuttavia, SkyMall vende altri prodotti come gioielli, orologi, accessori moda, gadget elettronici e articoli da viaggio che vengono venduti nei trolley a bordo, o negli aeroporti. Se il test su queste cinque compagnie aeree sarà un successo, potrebbe essere solo una questione di tempo prima che la gamma venga ampliata ed estesa ad altre compagnie aeree - e prima che il modello sia adottato in altre regioni. E una volta che i viaggiatori capiranno che possono acquistare on-line a 10.000 metri di altezza, senza ricarichi, da siti web affidabili, confronteranno acutamente prezzi e prodotti con i siti aeroportuali per vedere dove potranno ottenere il miglior risparmio. Mentre questo servizio aggiuntivo rafforzerà i ricavi sulle commissioni per le compagnie aeree, non è chiaro se tali entrate saranno incrementali o se lo shopping da internet in volo cannibalizzerà le vendite dei negozi tradizionali e di terra. Ciò che è chiaro è che l'offerta commerciale per i passeggeri sta cambiando e che ci saranno conseguenze su tutta la filiera dei duty free.


Starbucks, risparmi super con Facebook L

a catena di caffetterie Starbucks ha ottenuto un “media purchase equivalent” dall’esposizione su media online e social network di 67,8 milioni di dollari, superando in una speciale classifica McDonald’s (32,2 milioni), Burger King (25,8 milioni) e gli altri giganti del fast food stelle e strisce: Chipotle Mexican Grill (17 milioni), Kfc (15,5), Wendy’s (11,2), Pizza Hut (10,8), Chick-fil-A (8,1) e Taco Bell (7,6). La “media purchase equivalent” è una misura del valore economico dell’esposizione su siti e social network, messa a punto dall’azienda tecnologica General Sentiment. È stata usata una piattaforma basata su un software di elaborazione del linguaggio e analisi del “sentiment”, combinato con i dati di traffico dei siti e quelli sui lettori delle news. Per capire la forza di Starbucks sui social network, basta digitare le parole Starbucks Italia su Facebook e vedere le centinaia di pagine che chiedono il suo approdo nel nostro Paese. I primi cinque gruppi per aderenti arrivano a superare le 22mila iscrizioni in totale.

Per Lafayette ritorno a Pechino

Ci aveva già provato agli inizi degli anni Novanta ed era andata male. Ma ora per Galeries Lafayette i tempi sono maturi per un ritorno a Pechino. In grande. Entro il 2013 aprirà infatti un punto vendita di 18mila metri quadrati, il più grande nel mondo dopo l’originale di Parigi. Si stima che possa generare un giro d’affari annuo di 50 milioni di euro. Il locale, affittato per 20 anni, si trova presso lo Xidan Plaza, nell’area Financial Street della capitale della Repubblica Popolare Dragone asiatico. Galeries Lafayette ha stipulato, per gestire lo spazio, una joint-venture paritetica con I.T. Group, di Hong Kong. Nell’ex Celeste Impero nei prossimi cinque anni la società francese intende inaugurare tra i 10 e i 15 department store, che si aggiungeranno ai 61 attuali.

Foodissimo alla stazione di Nantes

A partire da gennaio Autogrill ha ricevuto da Gares & Connexions l’incarico per la sistemazione dei nuovi spazi di ristorazione nella stazione di Nantes. La multinazionale di Milanofiori, che è già presente in una ventina di terminal ferroviari in Francia, ha scelto di offrire una ristorazione multipla, articolata in particolare attorno al suo concetto di food-court “Foodissimo”. Si tratta di un concept che offre in uno stesso spazio un insieme di soluzioni complementari per i diversi momenti della giornata e per soddisfare i differenti bisogni dei viaggiatori. Spiccano in particolare le insegne Salad Dreams, che propone una vasta gamma di insalate, e Wok Around, formato di “cucina spettacolo”.

Yum! Pronta l’abbuffata in Asia

Custo Barcelona tra Medio Oriente e Fox Town

Per il 2011 la griffe spagnola Custo Barcelona ha in programma un piano di aperture ambizioso, grazie al buon andamento dei mono e multimarca aperti di recente. In collaborazione con i propri partner locali aprirà in primo luogo il terzo store in Kuwait, per proseguire con tre negli Emirati Arabi Uniti e uno in Arabia Saudita. Anche Turchia, Israele, Libano, Egitto e Germania sono Paesi in cui è in via di definizione l’apertura di punti vendita. Dal 27 dicembre scorso, inoltre, Custo Barcelona ha inaugurato uno store nell’outlet Fox Town di Mendrisio. Lo stile del marchio è caratterizzato da colori vivaci e grafiche accattivanti: ne sono esempio le t-shirt con stampe di ispirazione surrealista e cartoon.

Cina, India, Africa e Russia. Sono le aree geografiche obiettivo della strategia di espansione di Yum! Brands Inc., con i suoi marchi Kentucky Fried Chicken (Kfc), Pizza Hut e Taco Bell. I piani sono stati descritti durante l’assemblea annuale degli azionisti, durante la quale è stato detto che la crescita nel 2010 è stata di 14 punti percentuali e che nel 2011 sarà di 10 punti. In Cina dal 2001 sono stati aggiunti 3mila ristoranti e la crescita continuerà anche nel 2011, ad esempio con 60 nuovi Pizza Hut Casual Dining, cioè con servizio al tavolo. La divisione internazionale, che si occupa dello sviluppo al di fuori di Usa e Cina, ha annunciato invece l’apertu-

Ppr punta al lusso

Grandi manovre da parte di Ppr, il gruppo francese guidato da FrançoisHenry Pinault. È certa la volontà di vendere la catena Conforama, specializzata nell’home furnishing. Per il momento le trattative sono state portate avanti in esclusiva con il gruppo sudafricano Steinoff. Dopo Conforama Ppr dovrebbe fare uscire dal proprio perimetro anche Redcats e la Fnac. Con il miliardo e 200 milioni di euro così acquisito potrebbero finire nel mirino di Pinault anche la britannica Burberry (nonostante il finanziere abbia smentito), l’australiana Billabong e anche i gioielli Bulgari, secondo rumors di Borsa. Il colosso francese potrebbe essere interessato ad acquisire il gruppo retail dell'abbigliamento, Quiksilver. Oltre al lusso, un altro settore che sarà presumibilmente sviluppato è quello dello sport & lifestyle, con la creazione di un portfolio di brand intorno al marchio Puma, acquisito nel 2007.

ra di 100 Kfc in India e di più Taco Bell. Altre mete predilette saranno la Russia, l’Africa e due paesi europei su cui Yum! sta concentrando l’attenzione, la Germania e la Francia. Il peso della divisione internazionale sul totale dei ricavi oggi è del 65% ma entro il 2015 dovrebbe arrivare al 75 per cento.

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international Alla Iata arriva Tony Tyler

Giovanni Bisignani lascia il posto al vertice della Iata, l’associazione internazionale delle compagnie aree, a Tony Tyler. Il nuovo amministratore delegato, che sarà in carica dal luglio 2011, ha 54 anni ed è attualmente ceo di

Tony Tyler Cathay Pacific Airways, carica che lascerà dal 31 marzo. Con lui alla guida, secondo alcuni osservatori, la Iata sarà più forte in Asia. Bisignani, nato a Roma nel 1946, è ceo e direttore generale della Iata dal 2002. Vi è arrivato dopo una lunga esperienza nel settore aereo. Tra i vari incarichi è stato amministratore delegato di Alitalia dall’89 al ’94 e ha svolto anche una breve parentesi al vertice di Tirrenia.

Il wifi è gratis, a Schiphol

Da dicembre l’aeroporto di Amsterdam Schiphol offre il wifi gratuitamente in tutto l’aeroporto, sia prima che dopo i controlli, per una copertura complessiva di 600mila metri quadrati. Il servizio è stato reso disponibile grazie a un accordo tra l’aeroporto e il provider delle comunicazioni Kpn. La direzione commerciale dello scalo si è detta «estremamente soddisfatta» e ha sottolineato come questo servizio riafferma la reputazione di Schiphol come un aeroporto innovativo e “trend setter”. Negli stessi giorni Oman Air, la compagnia di bandiera del sultanato dell’Oman, ha vinto il primo premio per la migliore implementazione tecnologica all’Annual Aviation Business Awards 2010, ad Abu Dhabi, per il servizio di wifi a bordo. Il vettore adotta il sistema Airbus Alna V2 e il servizio di Honeywell “SwiftBroadBand” (Sbb) via OnAir e Inmarsat.

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Ryanair fa causa alla Spagna U

na reazione “mourinhiana” è arrivata da Ryanair dopo gli scioperi dei controllori di volo degli scorsi 3 e 4 dicembre in Spagna, che hanno provocato la cancellazione di oltre 500 voli Ryanair, coinvolgendo 75mila passeggeri. Ryanair ha annunciato di intraprendere un’azione legale contro Aena, Aesa e il sindacato Usca. La compagnia irlandese ha chiamato i lavoratori in sciopero “gli equivalenti moderni dei banditi”e rivolto alla Commissione europea un duro comunicato in cui chiedeva la riforma dei servizi di controllo del traffico. La Commissione è stata chiamata, tra l’altro, a «rimuovere il diritto allo sciopero per i servizi essenziali come il controllo volo»; «licenziare tutti i lavoratori del controllo volo (Act) che hanno partecipato a scioperi illegali»; «fare una deregulation del servizi Atc nazionali»; e «riformare la legislazione Eu261 sui rimborsi ai passeggeri, per sollevare le compagnie dagli obblighi di cura dei passeggeri in casi in tali casi di forza maggiore».

Passeggeri e conti meglio del previsto

La Iata ha rivisto al rialzo le precedenti stime sui conti delle compagnie aeree. I vettori registreranno un utile netto nel 2010 pari a 15,1 miliardi di dollari, contro gli 8,9 miliardi della stima di settembre. Per il 2011 si prevede invece un risultato netto di 9,1 miliardi a fronte della precedente previsione di 5,3 miliardi. I margini netti scenderanno a 1,5% nel 2011 dal 2,7% di quest'anno. Buoni anche i risultati sul traffico. Nel Vecchio Continente, secondo Aci Europe, a ottobre i passeggeri sono stati l’8,8% in più del 2009. Nei primi dieci mesi dell’anno l’aumento rispetto allo stesso periodo del 2009 è stato di 4,7 punti percentuali, anche se ancora inferiori del 3,9% rispetto al 2008. Tra i grandi scali, con più di 25 milioni di passeggeri, sono andati bene soprattutto Barcellona, Roma Fiumicino, Monaco e Francoforte. Tra i più piccoli spicca invece l’exploit di Brindisi (+50%), davanti a Podgorica, Charleroi e Trieste (+26,7%).

Louis Vuitton, la prima volta in aeroporto

Sarà in Corea del Sud, e in particolare nell’aeroporto di Seul Incheon, la prima boutique nel canale del travel retail di Louis Vuitton. Parlando – non senza un po’ d’enfasi – di “risultato monumentale”, la società Shilla Duty Free ha annunciato di aver raggiunto un accordo per l’ingresso del marchio nell’aeroporto, nella seconda metà del 2011. In effetti finora il gruppo si era limitato a una presenza all’interno di alcune “Galerias” di Dfs, licenziatario di Lvmh (Louis Vuitton Moët Hennessy), mentre aveva rifiutato tutte le altre offerte in ambito aeroportuale. A far cambiare idea alla griffe è stata, a quanto pare, una passeggiata del presidente di Lvmh, Bernard Arnault, nella “Airstair Avenue”, una via commerciale nello scalo. Arnault avrebbe inoltre visto il potenziale di crescita nel lungo termine di Incheon, come hub dell’asia nordorientale, adatto a coprire la Corea, la Cina e il Giappone.

A Heathrow l’enoteca sale di livello

Il nuovo Terminal 5 dell’aeroporto di Heathrow, Londra, ospita da dicembre un nuovo concept di enoteca di World Duty Free (Wdf), chiamato “Wine Collection – Rare & Vintage”. È uno shop-in-shop di 40 metri quadrati posizionato accanto allo spazio di Wdf dedicato ai sigari e al whisky. Offre 180 vini e champagne, che costano dalle 15-20 alle 2.000 sterline a bottiglia. Prima lo store aveva un assortimento più economico, comparabile a quello dei supermarket, ma l’offerta è stata modificata per venire incontro alla domanda, perché il prezzo si stava sempre più spostando verso la fascia di 25-30 sterline. Ora il 45% delle bottiglie è venduto a più di 40 sterline. Il 60% dei vini sono francesi ed è molto rappresentata anche la regione spagnola di Rioja.


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r&f vetrina Lo spumante dal maso alle 5 sfere

L’Aquila Reale Riserva 2003 Trento Doc della Cesarini Sforza Spumanti di Trento ha conquistato le ambite “5 sfere” dalla Guida Sparkle Bere Spumante 2011. Perlage unico e bouquet ricco di fascino, è ottenuta da uve Chardonnay provenienti dall’antico Maso Sette Fontane in Valle di Cembra, vocato fin dal 1734 alla produzione di uve pregiate.

Bice, parola alla panca

Veicolare pubblicità e informazioni in modo innovativo ed ecologico. È lo scopo di Bice La panca che dice, realizzata dall’architetto Mario Casiraghi e dal designer Fabrizio Pirovano. Costruita con materiali riciclati, è dotata del marchio ZeroEmission. I suoi moduli da 62 centimetri possono essere utilizzati singolarmente o affiancati all’infinito.

Milan l’è un gran salame La frutta è in scatola

Ultima novità nel canale dell’hôtellerie, Pago Bag in Box è un dispenser pensato per la colazione. Contiene due confezioni di succhi di frutta da 10 litri, dotate di tubo usa e getta e di un sistema di conservazione che mantiene il prodotto alla temperatura corretta. Tra i vantaggi ci sono la facilità di installazione e di utilizzo e il risparmio energetico.

La famiglia de I Cru di Salumi Villani vede aggiungersi il Salame Milano. Preparato con carni di suino pesante italiano derivanti dal circuito PP – le stesse del Prosciutto di Parma - è lungo ben 70 cm e all’esterno è di colore bianco. Ha un gusto dolce ma vivacizzato da una lieve aromatizzazione all’aglio macerato nel vino bianco e dal pepe nero in grani.

Download e volo, il film è servito

Grazie a Ncr Corporation e Mod Systems si possono scaricare film in aeroporto utilizzando i chioschi multimediali Download2Go, già attivi in 20 punti vendita InMotion Entertainment presso 12 scali statunitensi. In due minuti è possibile acquistare (12,99-19,99 dollari) o noleggiare (3,99 dollari) i titoli, scaricandoli su schede Sd, per riprodurli su pc con Windows.

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Plastica da bollicine

Easy Flute è l’ultima innovazione di Gold Plast nella linea Sommelier, dedicata ai bicchieri monouso. Si tratta di calici studiati per esaltare la degustazione di vini spumanti, anche pregiati. Ci si può divertire abbinando le differenti tonalità, grazie alle varianti colore del “gambo” disponibili in questa linea.


novità Napoli surreale

Eleganti carte da parati, grandi scritte a parete, cantina e cucina a vista connotano lo spazio del Bistrot Dalì, ristorante a Volla (Na) il cui interno è stato realizzato da Costa Group. L’interior design, nelle tonalità arancio, crema e marrone, è in linea con le tendenze del momento: tagli minimali e arredi essenziali per lasciar parlare il cibo, campano doc.

Pera e mandorle nella tavoletta

Una tavoletta con ripieno di mousse al cioccolato al latte, pera e mandorle. È la Mousse à la Poire et Amandes, la novità della linea Amavel di Milka, ideata per un pubblico adulto e dai gusti raffinati. La gamma, che conta anche le versioni Chocolat, Creme Caramel e Praliné, ha un nuovo formato da 110 grammi e una grafica rinnovata.

Comenda lava in tre colori

Dove vai senza aerotonico?

Una bevanda pensata appositamente per idratare i viaggiatori in aereo e rendere più confortevole il viaggio. Si tratta di 1Above, descritto come il ”primo aerotonico da volo” e in vendita per ora nel solo aeroporto di Auckland, in Nuova Zelanda. Contiene nutrienti come la vitamina B e gli estratti di polifenolo. La bottiglia può essere appesa alle valigie o alla tasca della poltrona.

Tre colori, tre lettere, tre linee di prodotto. Così Comenda ha deciso di identificare i suoi modelli di lavastoviglie. La gamma più elevata è la blu, associata alla lettera M che sta per Major e Meccanica. Segue la linea grigia, con la E di Elite ed Elettronica, la più moderna per strumentazione tecnologica. Infine il rosso e la R di Red per i modelli basic.

Bionda giuliana conquista il mondo

La birra Theresianer Vienna ha vinto la medaglia d’oro nell’edizione 2010 del World Beer Championship, la competizione americana considerata, a livello internazionale, la più nota e prestigiosa. Conquistate anche le medaglie d’argento per le Theresianer Premium Lager e Premium Pils. L’azienda produttrice è l’italiana Hausbrandt Trieste 1892 SpA.

Anche per l’auto il self check-in

Simile alle postazioni automatiche per il check-in in aeroporto, il chiosco touch screen Self-service Express di Ncr, adottato dalla società di rent-a-car Hertz, è un sistema di gestione delle prenotazioni che elimina le code. Per ora è riservato a chi paga il noleggio anticipatamente. In Italia è già negli scali di Orio al Serio, Linate, Malpensa, Ciampino, Fiumicino e Pisa.

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stazionario L’AV tra Firenze e l’aeroporto di Pisa

Il recente esempio di Milano Centrale con Malpensa ha fatto scuola. Dallo scorso dicembre è attivo il collegamento ad alta velocità tra Firenze Santa Maria Novella e l’aeroporto di Pisa Galileo Galilei. Per l’entrata in vigore del servizio denominato “Regiostar” ha espresso la propria soddisfazione l’amministratore delegato e direttore generale di Sat, Gina Giani: «Il treno rappresenta un potenziamento del servizio ferroviario che risponde alle crescenti esigenze di mobilità degli oltre quattro milioni di passeggeri l’anno dell’aeroporto di Pisa. La velocizzazione dei collegamenti assume un significato particolare alla luce del progetto “People Mover” tra la stazione di Pisa Centrale e Pisa Aeroporto, per il quale la Regione ha previsto un finanziamento».

Inaugurato lo shopping center di Milano Centrale

Cremonini stacca il biglietto per Madrid

Dopo aver vinto tutti i bandi di gara in terra spagnola a fine 2009, con il recente avvio della linea ad alta velocità Madrid - Valencia, Cremonini amplia ulteriormente il proprio giro d’affari. La società modenese, che nella ristorazione on board ha il proprio cavallo di battaglia, arriva quindi a servire

1.100 treni al giorno in otto paesi europei. Nella regione iberica la tratta appena inaugurata è lunga 440 km, con una previsione di 3,6 milioni di passeggeri all’anno che dovrebbero generare 5 milioni di euro all’anno di fatturato sul fronte food. I servizi erogati da Cremonini sui nuovi treni riguardano la gestione della Carrozza Bar e il servizio di vassoio al posto per la classe “Club” .

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l parco negozi non è ancora perfezionato ma le tante e prestigiose vetrine accese rendono Milano Centrale un appetibile centro commerciale urbano. L’apertura di Feltrinelli su ben quattro piani, l’ampliamento di Benetton e ancora l’ingresso, tra i tanti, di Zara e di Armani Jeans hanno dato lustro all’offerta commerciale. Valorizzata ulteriormente da un layout curato e da un

ricco calendario di eventi di intrattenimento vicino all’ingresso principale. Per suggellare l’iniziativa retail Grandi Stazioni ha presentato la galleria dei negozi a una folta schiera di giornalisti lo scorso 30 novembre. In quella data i punti vendita aperti erano oltre 60, distribuiti su tutti i livelli anche se con maggiore densità in quelli della biglietteria e dei binari. Al contrario la parte da completare con più evidenza era al piano mezzanino, che tuttavia presentava già un discreto numero di servizi e negozi, tra cui uno dei numerosi ingressi Feltrinelli. Oltre all’aggiunta di nuovi punti vendita, avvenuta in grande quantità durante l’autunno, si segnala lo spostamento di qualche negozio in altre location. Un esempio è lo shop di Sia: prima aperto al livello -1, poi rimasto chiuso per qualche mese, e infine riaperto al piano biglietteria accanto a Feltrinelli, Zara e Sisley. Anche sul fronte della comunicazione ai viaggiatori e della sicurezza sono evidenti i passi in avanti rispetto a pochi mesi fa. La conclusione dei cantieri ha permesso l’installazione della cartellonistica definitiva e sono molte le telecamere di sorveglianza. Su quest’ultimo fronte, tra le iniziative previste per i primi mesi del 2011 si annovera l’installazione di una cancellata attorno alla Galleria delle Carrozze. Questa avrebbe lo scopo di regolare i flussi e chiudere al pubblico la stazione nell’orario notturno. Entro la primavera, annuncia la società di gestione del gruppo Fs, il portofolio negozio arriverà a quota 95. Portando a regima l’offerta commerciale. Tra le varie trattative in corso, come confermano fonti attendibili, sta prendendo quota quella con Mediamarket, che detiene i marchi di elettronica di consumo MediaWorld e Saturn. L’aggiunta di un forte brand hi-tech sarebbe, senza dubbio, l’anello mancante per una stazione che mira a diventare un punto di riferimento per lo shopping sia dei viaggiatori sia dei cittadini. •


Arenaways vs Fs, indaga l’Antitrust

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Centostazioni: tra eccellenze e street food

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empre più luoghi attrattivi e redditizi, sempre meno piattaforme di puro transito. Questo prevede Centostazioni nel progetto di modernizzazione del proprio circuito. Un esempio virtuoso è rappresentato dal riconoscimento del Gambero Rosso al bar-caffetteria Briccocafé del Gruppo Airest, attivo nello scalo di Trieste Centrale. In particolare il punto di ristoro è stato selezionato tra i migliori locali della città giuliana e inserito nella Guida 2011 dei “Bar D’Italia”. Tra le motivazioni fornite dalla casa editrice si sottolinea come il caffè di Bricco si distingua per qualità, preparazione e presentazione. L’offerta include inoltre un’ampia scelta di infusi e bibite, lieviti, pasticceria, panini, tramezzini, pizza e snack. Il locale, con una superficie di circa 400 mq e 70 posti a sedere, serve circa mille clienti al giorno. Rivolto a un target più giovane e attivo per tutto il periodo invernale, lo scorso 20 dicembre è stato attivato il test pilota “Wommy”. L’iniziativa vedrà sostare nelle stazioni di Como, Napoli Mergellina e Lecce la caratteristica Ape Piaggio personalizzata e dedicata alla vendita di hot dog e bibite. Da sottolineare, inoltre, la partnership con Coca Cola e Wurstel Scarlino. Per il 2011 potranno essere coinvolte altre stazioni del network. •

e dichiarazioni, spesso infuocate, lasciano spazio all’indagine ufficiale condotta dall’Antitrust. È partita sotto il peggior auspicio la convivenza lungo la tratta Milano – Torino tra Ferrovie dello Stato e il nuovo vettore privato Arenaways. Risalgono a metà novembre le accuse di Giuseppe Arena al competitor nazionale e alla politica, in merito all’impossibilità di poter effettuare le soste intermedie previste tra le due città principali. Costringendo il nuovo operatore a partire con un servizio mutilato, soprattutto perché rivolto ai pendolari. Da allora non sono mancati i botta e risposta, sino a quando nei giorni appena prima di Natale i funzionari dell’Antitrust e gli agenti della Guardia di Finanzia si sono presentati negli uffici di Fs. L’ispezione ha avuto l’obiettivo di verificare se Ferrovie dello Stato e Rfi, la controllata che gestisce la rete ferroviaria, abbiano abusato della posizione dominante. A lanciare l’accusa, oltre ad Arenaway, anche le associazioni dei consumatori Altroconsumo e Codacons. Non si è fatta attendere la reazione di Rfi, che tra le varie cose ha specificato come «la stipula del contratto di utilizzo si è collocata a valle del provvedimento dell’Ufficio di Regolazione dei servivi Ferroviari con il quale non sono state autorizzate fermate intermedie tra Torino e Milano, non per scelta di Rfi ma coerentemente al prospetto informativo della rete per l’orario di servizio 2010-2011». Polemiche e questioni legali a parte, che non mancheranno di fornire nuovi e importanti sviluppi, nel frattempo Arenaways ha implementato il servizio e diminuito il tempo di percorrenza per l’unica tratta di competenza. In particolare il servizio nei giorni feriali cresce a quattro corse giornaliere in ogni senso di marcia, mentre ne rimangono due nei giorni festivi. Il tempo di percorrenza scende invece da oltre due ore a un’ora e quarantaquattro minuti. Anche Fs, dal canto suo, ha proseguito sul fronte internazionale il suo progetto di espansione. Lo scorso dicembre si è aggiudicata, in consorzio con il fondo di investimento specializzato Cube Infrastructure, la gara per l’acquisizione delle attività tedesche di Deutsche Bahn. Nello specifico si è aggiudicata Arriva Deuschland, secondo operatore regionale in Germania con un fatturato di 460 milioni di euro e 3mila dipendenti. •

­­­Retail Station

Autogrill

Autogrill presidia il circuito di Grandi Stazioni con numerosi punti di ristoro. In particolare Milano Centrale rappresenta una delle location italiane con più brand in house per la multinazionale di Milanofiori, l’ultima apertura ha riguardato lo storico marchio Bar Motta. A fronte dello sviluppo delle gallerie commerciali nei maggiori terminal italiani, abbiamo intervistato il direttore canale aeroporti e stazioni ferroviarie di Autogrill Italia, Massimo Mezzanotte, con lo scopo di conoscere il volume d’affari e le strategie di Autogrill in questo ambito. A quanto ammonta il vostro fatturato e quanti sono i vostri presidi all’interno di questo canale? Attualmente Autogrill è presente a Roma Termini, Milano Centrale e Torino Porta Nuova, dove nel 2010 ha generato complessivamente un fatturato pari a oltre 13 milioni di euro. Sei dei sette punti vendita ora attivi a Milano Centrale e i quattro a Torino sono stati aperti nel corso del 2010. Su questi due terminal quanto è stato investito? Nelle realizzazioni a Milano Centrale e a Torino Porta Nuova l’azienda ha investito nel 2010 circa 4,5 milioni di euro. Quali marchi avete introdotto? Autogrill ha inserito numerosi brand per incontrare i gusti e le differenti esigenze della clientela: dagli innovativi Sky Lounge bar e Puro Gusto, al più tradizionale Bar Motta, dallo storico ristorante self-service Ciao allo Spizzico oggetto di un recente lavoro di restyling. In totale i punti vendita sono 18, tra bar snack, ristoranti self service, coffee shop e lounge bar con servizio al tavolo. Nel breve termine cosa prevede il piano di opening? Abbiamo in cantiere una serie di aperture per il 2011: un ristorante a Milano Centrale in un'ampia sala storica, una steak house a Torino Porta Nuova, tre punti vendita a Napoli, tra cui un nuovo concept di

consumo veloce in prossimità dei binari, e un Acafè sul binario 1 del terminal di Bologna. Dove registrate le migliori performance e da quali location, invece, vi attendete di più? Nello scorso anno la stazione che ha avuto per noi le migliori performance di vendita è stata Roma Termini grazie alla presenza del ristorante self service Ciao recentemente rinnovato. Anche Milano Centrale ha dato riscontri importanti. Al momento registriamo risultati molto soddisfacenti presso i locali che offrono alla clientela un'offerta veloce, “di passaggio”, quali Acafé, Spizzico o bar snack Segafredo. Inoltre la creazione di una galleria commerciale da parte di Grandi Stazioni apre nuove prospettive. A fronte di ciò locali come Sky Lounge Bar e Caffè Motta, ideali per una piacevole sosta e per incontri di lavoro, sono in un certo senso “pionieristici” ma hanno un grande potenziale di crescita. In questo periodo sono attivi i cantieri per realizzare le stazioni Av. Avete dei progetti in merito? Come sempre quando si aprono nuovi scenari e nuove prospettive, Autogrill osserva con grande attenzione gli sviluppi per poter cogliere A. P. nel tempo quelle che riteniamo essere delle opportunità.

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ai ferry porti Lipari, battaglia sul “maxi” scalo

Opportunità di sviluppo da una parte, tra cui retail, e scempio ambientale dall’altra: le due facce della stessa medaglia per il progetto del mega approdo a Lipari. Nelle scorse settimane si è creato un vero e proprio scontro politico e culturale nell’isola considerata patrimonio dell’Unesco. L’oggetto in questione è la realizzazione nei prossimi anni di opere per 130 milioni di euro, investiti da Lipari Porti, grazie ai quali

Porti liguri,

la crociera fa sistema

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e sino a qualche anno fa rappresentava una nicchia, ora il settore crocieristico sta diventando una fonte di business indispensabile per i porti italiani, rimpolpando i dati di flusso e fungendo da stimolo per la costruzione di nuove infrastrutture. Anche gli enti locali delle città coinvolte stanno saggiando la possibilità di iniziative turistico-commerciali utili, se non altro, per fare cassa. A fronte di questo repentino sviluppo, i servizi ai

nelle proiezioni ha consentito di superare i 3,5 milioni di passeggeri complessivi nell’intero anno. «I dati di ottobre – commenta il presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo – confermano che la ripresa si sta consolidando. Ciò significa che la scelta di avviare i lavori durante la fase di rallentamento dei traffici è stata corretta. Il trend positivo per merci e passeggeri pare oggi un dato di continuità su cui confidiamo. Tuttavia occorrerà

clienti assumono un ruolo essenziale a bordo delle super navi ma anche nei nuovi terminal crociere. Tra le varie realtà italiane che hanno saputo sfruttare al meglio questo mercato si colloca il sistema dei porti liguri, con Genova e Savona in testa. La Spezia esibisce dati non paragonabili, con 43.337 transiti, ma la percentuale di crescita è significativa: +92 per cento. Tornando al capoluogo regionale, i numeri relativi ai primi 10 mesi del 2010, diramati dall’Autorità portuale di Genova, fanno sperare in una ripresa costante sia nel settore passeggeri che in quello merci. Sul primo fronte spicca il +34,4% registrato nel traffico dei crocieristi, che

conoscere gli sviluppi delle diverse crisi internazionali per verificare se questa ripresa è destinata a stabilizzarsi». In quest’ottica di risalita, anche i progetti di carattere retail che riguardano l’area del porto sembrano partire con i migliori auspici. Una svolta per l’indotto economico cittadino potrebbe partire anche dal presidente della regione Liguria, Paolo Burlando, che mira dritto a sfruttare il turismo. «Nel 2011 avremo due milioni di crocieristi, Genova e Savona non li sfruttano. Avere due milioni di persone che passano la giornata in Liguria, considerando che proprio da queste due città partono o arrivano le crociere, è un fatto da non trascurare». •

si ricaverebbero 700 nuovi posti barca, l’attracco per le navi da crociera e ancora possibili box da destinare ad attività retail. Nella parte commerciale di Sottomonastero, riporta la stampa locale, verrebbe realizzata una stazione marittima con una struttura da shopping center, con negozi, bar e ristoranti. Tutto questo comporterebbe però la perdita di 2 km di costa. Tra Marina Corta, Sottomonastero e Marina Lunga verrebbero istallati bracci di cemento alti 4 metri per proteggere gli ormeggi che modificherebbe definitivamente il paesaggio naturale.

Costa, utili nella top ten

Per il terzo anno consecutivo Costa Crociere rientra nelle short list delle dieci aziende più profittevoli in Italia. La speciale classifica, stilata da Mediobanca, vede la compagnia navale salire dalla decima posizione dello scorso anno all’ottava. In particolare la società genovese ha registrato un utile netto di 442 milioni di euro. Anche il giro d’affari, pari a 2,6 miliardi di euro, è migliorato, salendo dalla 65° alla 49° posizione (i dati si riferiscono ai bilanci 2009). A fronte dello sviluppo del comparto, per il 2010 ci si aspetta un’ulteriore crescita.

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L’Ue approva la proroga per Tirrenia

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i rinvio in rinvio la privatizzazione di Tirrenia è diventata un buco nero, ma almeno in questa circostanza l’Italia non rischia un’altra procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea. Bruxelles ha acconsentito infatti alla procedura intrapresa dal governo che, dopo la dichiarazione dello stato di insolvenza delle compagnia di navigazione, l’ha inserita nel quadro della legge Marzano Bis. La normativa si rivolge alle aziende in difficoltà e, con aiuti ancora più specifici, a quelle in regime di proroga. In base alla Marzano Bis il vettore di proprietà del Tesoro potrà quindi mantenere per sei mesi autorizzazioni, licenze, concessioni o altri atti e titoli per l’esercizio delle attività, come previsto per le aziende in difficoltà. Inoltre, essendo in regime di convenzioni statali, potrà contare su ulteriori 12 mesi. Approvate le regole, i giochi restano complicati. Al momento si confermano

16 gli operatori interessati a Tirrenia, ai quali si aggiungono altri cinque che mirano a Siremar. Sono sei, invece, quelli esclusi dalla gara per la società principale. A tirare le fila è il commissario straordinario Giancarlo D’Andrea, che almeno in questa fase ha deciso di non svelare i nome degli attori in gara. La prossima tappa è fissata per la fine di gennaio, quando i partecipanti dovranno formulare una prima offerta. Anche su questo punto, come specifica la stampa specializzata, ci sarebbe un lato oscuro. Nel bando di gara non sarebbe scritto l’importo della fideiussone, necessaria però per presentare l’offerta. La via della privatizzazione procede anche su un’altra rotta: lo snellimento della flotta e, in particolare, la vendita delle unità considerate non strategiche. Sotto questo aspetto sarebbero sette o otto le navi coinvolte, tra cui i traghetti superveloci e super dispendiosi Aries, Taurus, Scorpio e Capricorn. •

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La pulce nell’orecchio

di Simone Filippetti

Grandi Stazioni, troppi ritardi

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hi fosse capitato nella stazione di Milano Centrale a dicembre, avrebbe probabilmente assistito al Natale più festoso d’Italia. L’inaugurazione della galleria commerciale dentro lo scalo è stata celebrata con l’apertura di decine di negozi di livello medio alto e in più ogni giorno concerti, eventi e spettacoli con personaggi famosi. Disagi per neve a parte (ma quello riguarda Trenitalia), è una festa che arriva con un anno di ritardo e sintetizza le contraddizioni, le luci e le ombre di Grandi Stazioni, il faraonico progetto di ristrutturazione (e riqualificazione urbana e commerciale) dei principali scali italiani. Nato dieci anni fa come un fulgido esempio di collaborazione pubblico-privato, e da un’intuizione brillante sull’esempio di altri Paesi (perché le stazioni devono essere solo dei luoghi inospitali e brutti, quando invece le migliaia di passeggeri possono aspettare in un ambiente accogliente e gradevole?), Grandi Stazioni si è però persa per strada: sul sito internet è tutto uno sbandierare di risultati e progetti. Ma sta di fatto che delle 13 stazioni ferroviarie controllate, ne sono state completate appena 4 in dieci anni. E a ben vedere le uniche veramente a regime sono solo due, Roma Termini e Milano. A Torino c' è ancora parecchio da fare, a Bologna e Napoli è stato fatto poco, a Venezia e Firenze quasi niente, mentre i due scali di Genova sono appena da cominciare. Le Ferrovie continuano a essere il proprietario di Grandi Stazioni col 60%: il 40% è in mano al gruppo di privati (i Benetton, i Caltagirone

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e Tronchetti Provera). Il salotto buono dell’alta finanza italiana più il socio francese Sncf (ossia,le ferrovie statali di Sarkozy, le stesse che sono entrate in Ntv di Luca Cordero di Montezemolo, futuro concorrente di Trenitalia). All’orizzonte c’è ora un possibile rimescolamento di soci e quote. Ma risiko a parte (anche perché è difficile pensare che i big entrati lascino ora che iniziano a vedere i primi ritorni economici del loro investimento), il vero tema è che Grandi Stazioni ha accumulato enormi ritardi sulla tabella di marcia. Ci sono voluti otto anni per nominare un vero manager: Fabio Battaggia, uomo di fiducia dei Benetton (in passato alla guida di Aerorporti Holding), ma sorpattutto una figura di altro profilo gestionale che ha portato a casa i primi risultati concreti. Nel 2009, malgrado la crisi, sono saliti sia i ricavi operativi (207 milioni rispetto ai 180 del 2008), sia il margine operativo lordo (a 64 milioni dai 37 del 2008); l’utile netto è passato a 40 milioni, ma solo grazie ad alcune dismissioni straordinarie. Roma è stata la prima a essere inaugurata e di fatto è l’unica quella che ormai a regime da un decennio ha dimostrato il successo, commerciale e logistico, della formula. Milano, la seconda città più importante del Paese, è stata appena inaugurata ed è ancora tutta da verificare quanto il business funzioni: per esempio una struttura commerciale come quella della Feltrinelli Express riuscirà a fare i volumi necessari per giustificare il più grande store d’Italia? E che dire di altre boutique,

come Brooks Brothers, sicuramente molto glamour e di appeal, ma non proprio un target commerciale per una location di viaggiatori con un potere di spesa molto più basso rispetto a un aeroporto. Ma soprattutto, di questo passo (una media di cinque anni a stazione), ci vorranno quasi 50 anni perché tutti i principali scali ferroviari italiani siano ammodernati (nel frattempo, però, i primi avranno già bisogno di essere ri-ristrutturati). Tempo fa i vertici delle Ferrovie si lanciarono in una sfida: la nuova stazione Centrale di Milano sarebbe stata la Grand Central d’Italia. Essere ambiziosi è una buona cosa per un manager, ma in questo caso il paragone è davvero azzardato. Milano è purtroppo lontana anni luce dall’efficienza, dalla pulizia, dall’organizzazione e dalla puntualità dei treni della principale stazione ferroviaria di New York che è forse la migliore al mondo in assoluto. Le accomuna la monumentalità, ma le analogie tra le due stazioni finiscono qui. Un accesso scomodo e farraginoso (se siete al pelo, state certi che perderete il treno). Le macchinette

self service sono una miseria rispetto al numero dei passeggeri. Maxischermi lampeggiano di pubblicità dal volume assordante (e intanto la povera voce che annuncia gli orari dei treni viene sopraffatta). Dal lato dei binari gli orari sono evidenziati solo su degli schermi piccolissimi, che già a due metri di distanza si fatica a vedere. Risultato: tutta la gente si accalca in quei pochi metri. Le panchine sono un miraggio. Solo i fortunati possessori dell’ambita CartaFreccia Oro possono sperare di entrare nel salottino dell’Alta Velocità. E i bagni? Tocca lamentare un vistoso squilibrio degli interessi privati sui servizi pubblici. Per carità i privati fanno bene a fare quello che fanno: ossia cercare il profitto. E si capisce che i cartelloni pubblicitari (ma a Grand Central non ce n’è manco uno) messi ovunque portino introiti preziosi. Ma tra ritardi sui tempi e troppa enfasi all’aspetto commerciale (c’è chi accusa il progetto di aver trasformato gli scali in semplici mall dimenticandosi di tutto il resto), Grandi Stazioni sembra aver smarrito la via. O meglio il binario. •


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La foto

Feltrinelli a milano Centrale Libri on the move, polo culturale per la cittĂ .

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r&f last but not least

La crisi non è per tutti D

unque i consumi degli italiani nel 2009 sono ripiombati ai livelli di dieci anni prima. È questo che ha fatto scalpore dell’ultimo studio di Confcommercio, mentre in pochi hanno anche ricordato che nel 2010 il dato è stato finalmente positivo: +0,4%, in termini reali, quindi senza contare l’inflazione. Una svolta piccola, che non prelude a un biennio di grandi entusiasmi: +0,9% e +1,6% sono infatti le previsioni per il 2011 e 2012. Più che il dato generale, vale la pena capire l’andamento dei canali dei centri commerciali e outlet. I dati ufficiali del Cncc (Consiglio nazionale dei centri commerciali) sull’anno appena concluso arriveranno solo a fine febbraio, ma le cronache locali non sembrano lasciare molti dubbi sulla dinamica avvenuta durante le festività e i saldi invernali. L’Arena, Verona: «Il record delle vendite rimane ai negozi che si trovano all’interno dei centri commerciali, a partire dalla Grande Mela», con punte del 40% di incremento, nei primi 3 giorni dei saldi,

in alcune attività di abbigliamento e calzature. La Gazzetta di Mantova: «Saldi, partenza frenata in città, affollati outlet e centri commerciali». L’Eco di Bergamo: «Pienone nei grandi centri commerciali: per quanto riguarda Oriocenter già alle 8 c’erano auto in fila per entrare nei parcheggi». Ansa: «Al via i saldi in Sicilia, pieni i centri commerciali. A Palermo basso afflusso lungo le strade dello shopping». Repubblica Roma: «I centri commerciali, dal Porta di Roma a Roma Est, sono stati completamente presi d’assalto. Parcheggi esauriti, boutique affollate, code infinite per pagare». MolfettaLive.it: «Tengono i negozi del centro, letteralmente presi d’assalto i due grandi centri commerciali, Gran Shopping Mongolfiera e Molfetta Outlet». Il Resto del Carlino Rovigo: «Ressa al centro commerciale, una tristezza lungo il corso». Quibrescia.it: «Ressa non c’è stata, almeno nei negozi del centro. Presi d’assalto, invece, i centri commerciali e gli outlet, dove i clienti si sono presentati anche molto prima dell’orario di apertura». L’elenco potrebbe andare

Mercati in fiera NOME

COSA

PITTI UOMO Fashion BREAD & BUTTER Streetwear MARCA Gdo PITTI BIMBO Kids fashion Ordine & Extra-vaganze Mkt nel retail Itca Travel catering Sapore-MIA Food Micam Calzature Mipel Pelletteria Passenger Terminal Expo Airport Aci Europe Airport Vinitaly Vino e distillati

64 retail&food - gennaio/febbraio 2011

avanti molto a lungo, con una sostanziale continuità nei contenuti (e purtroppo anche nella forma, vista la scarsa fantasia lessicale degli articoli). I primi comunicati arrivati dai singoli centri vanno in questa direzione. L’outlet di Vicolungo, per esempio, pare abbia registrato un aumento del 36% del proprio fatturato durante le svendite. Gli unici dati generali riguardano singoli, ma primari, settori merceologici e arrivano dalla società di consulenza Reno Consulting. L’abbigliamento nei mall del Paese è cresciuto del 3-4%, così come le calzature e l’oreficeria. Non male, se si pensa che le calzature nel 2010 sono ancora al palo (+0,1%), così come l’abbigliamento (0%), in termini reali. Un segnale che la distribuzione moderna, nonostante tutto, ha continuato a confermare i suoi punti di forza racchiusi in un unico concetto: la capacità di venire incontro alle esigenze dei clienti. Una vicinanza che si traduce in parcheggi comodi e gratuiti e in un ambiente climatizzato e sicuro, fattori che hanno pesato tantissimo all’inizio dei saldi, dato che la neve ha raggiunto parte del Nord. Luoghi dove si può andare con i bambini, che sempre più trovano spazi attrezzati per l’intrattenimento, aperti anche nei fine settimana e dopo cena (senza i lunghi ponti che molti indipendenti ancora si permettono), in linea – che piaccia o meno – con le richieste e le esigenze dei cittadini-lavoratori. Anche la possibilità di mangiare nello shopping center è un valore aggiunto ed è diventata un’abitudine per moltissime persone, basti pensare ai tanti impiegati che nel Bicocca Village di Milano usano la food court come una sorta di mensa per la pausa pranzo. Certo per i mall i problemi non mancano. Lo dicono le ultime rilevazioni del Cncc, che si fermano a fine settembre: mentre la maggior parte delle categorie cresce intorno al 3,5% a prezzi correnti, con la punta del 4% della ristorazione, la parte alimentare, ossia gli ipermercati che fanno da àncora, ha visto il calo del 3,5% a prezzi correnti. Insomma, c’è da aggiustare il tiro sull’offerta, ma sono questi i terreni su cui oggi si fanno i risultati, nonostante, e per certi versi grazie, alla crisi. Il fatto che ci occupiamo con tanta passione di questo canale non nasce solo dalla curiosità ma dall’evidenza dei numeri. Fabrizio Patti

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